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3. I movimenti nel mercato del lavoro nei primi 9 mesi del 2021 nella Provincia di Monza Brianza
Nella tabella seguente sono riportati gli avviamenti e le cessazioni, rispettivamente, del 2020 e del 2021 (primi nove mesi). Al fine di comprendere meglio gli eventi che hanno caratterizzato il mercato del lavoro locale nel periodo di tempo considerato, di seguito, ricorreremo ampiamente al concetto di resilienza occupazionale2, che dà una misura di quanti rapporti di lavoro riescono a sopravvivere nel periodo considerato3 . Il confronto fra i dati dei primi 9 mesi del 2020 con lo stesso periodo del 2021 mostra un incremento delle cessazioni del +12,6% (si passa da 64.591 unità a 72.701), al contempo però sono aumentati di più gli avviamenti: l’accostamento fra i dati attuali e quelli del 2020 mostra un incremento del 33,6% (da 53.980 dell’anno scorso si raggiungono, quest’anno, i 72.128 avviamenti). I saldi rimangono in territorio leggermente negativo, con una resilienza pari al -0,4%, che, tuttavia, migliora rispetto a quella calcolata sui primi 6 mesi del 2021, che era pari a -0,7%.
2 In questa sede si definisce resilienza del mercato del lavoro il seguente rapporto:
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La formula presenta il vantaggio di svincolare le variazioni fra lavoratori avviati e cessati dalla numerosità dei casi, permettendo la comparazione fra insiemi differenti. L’indicatore, che varia da -100% (solo cessazioni nel periodo considerato) a +100% (solo assunzioni nel periodo d’osservazione), può essere interpretato come la determinazione della capacità di un dato MdL di assorbire le perturbazioni socioeconomiche (endogene ed esogene), riorganizzarsi, e continuare a funzionare. In particolare:
- Con valori δ 0 → il mercato del lavoro analizzato tende ad assorbire le perturbazioni socio-economiche senza che vi siano variazioni occupazionali (resilienza neutra). - Con valori δ > 0 → Le perturbazioni socio-economiche tendono a tradursi in un incremento occupazionale (resilienza positiva).
- Con valori δ < 0 → le perturbazioni socio-economiche tendono a tradursi in una diminuzione occupazionale (resilienza negativa).
3 L’analisi ha preso in considerazione non solo le comunicazioni obbligatorie del 2020 e del 2021, ma anche quelle dei due anni precedenti. In particolare, nel computo delle cessazioni, sono ricompresi anche i rapporti di lavoro avviati nei 24 mesi antecedenti l’anno di osservazione che terminano all’interno del medesimo. In base alla legge 96/2018, infatti, la durata massima di un contratto a termine è di 24 mesi, dunque, considerare le cessazioni avvenute nell’anno di osservazione, riconducibili a rapporti di lavoro sorti nell’arco dei 24 mesi precedenti, permette di dar conto dell’effettivo numero delle cessazioni avvenute.
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Tab. 3.1 – Distribuzione degli avviamenti e delle cessazioni nel 2021 (primi 9 mesi), disaggregati per fasce d’età e genere e calcolo della resilienza nella Provincia di Monza Brianza.
Fasce d'età Avviamenti Cessazioni Saldi Resilienze F M F M F M F M Totali
-29 12.189 14.228 10.877 12.374 1.312 1.854 6% 7,0% 6,4% 30-49 14.767 17.433 15.204 17.473 -437 -40 -1,5% -0,1% -0,7% 50- 6.211 7.299 7.716 9.057 -1.505 -1.758 -11% -10,7% -10,8%
Totale 33.167 38.960 33.797 38.904 -630 56 -1% 0,1% -0,4%
Fonte: Elaborazioni PIN scrl su dati COB
Le differenze di genere, a settembre 2021, non sono particolarmente marcate: se a giugno la resilienza femminile era -2,5% e quella maschile era pari a +0,9%, adesso l’indicatore si attesta attorno alla parità. Le donne presentano una resilienza del -1% e gli uomini del +0,1%. Dunque, a fronte di un moderato miglioramento della resilienza femminile si assiste ad un altrettanto moderato peggioramento di quella maschile.
L’analisi combinata fra il genere e le fasce d’età delle resilienze mostra dati femminili sempre peggiori di quelli maschili. La resilienza della classe compresa fra 30 e 49 anni delle donne è inferiore del -1,4% rispetto a quella degli uomini (-1,5% contro -0,1%). Nella classe degli over 50, invece, la distanza fra le femmine e i maschi si assottiglia a -0,3% (-11% delle donne contro -10,7% degli uomini). L’unica classe d’età in cui la resilienza rimane in territorio positivo è quella degli under 29 (+6%), ma sempre inferiore rispetto a quella maschile (+7%).
In questa sede andiamo a definire come “tasso di incremento occupazionale” il rapporto fra avviamenti (dato di flusso) e numero di occupati (dato di stock), mentre indichiamo come “tasso di decremento occupazionale” il rapporto fra cessazioni (dato di flusso) e numero di occupati (dato di stock)4 . Il tasso di incremento occupazionale femminile5 è pari al 19,1%, contro il 18,3% di quello maschile6. Tuttavia, il tasso di decremento occupazionale per le donne7 è pari al 19,4%, mentre per gli uomini8 risulta uguale al 18,3%. I tassi di incremento / decremento occupazionale, dunque, ci informano che se per le donne – nei primi 9 mesi del 2021 – è relativamente più facile (che per gli uomini) trovare lavoro, risulta un po’ più difficile mantenerlo. Le donne, infatti, sono caratterizzate da un maggiore turn over.
4 Il numero di occupati fa riferimento all’ultimo dato Istat disponibile che, per la Provincia di Monza Brianza è quello al 31/12/2020. 5 Numero di donne avviate sul totale delle donne occupate. 6 Numero degli uomini avviati sul totale degli uomini occupati. 7 Numero di donne cessate sul totale delle donne occupate. 8 Numero degli uomini cessati sul totale degli uomini occupati.
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