Visite adlimina apostolorum 1590 1697 part2

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ApPENDICE

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L'ABATE AGOSTINO PRIULI CANDIDATO A

VESCOVO DI BERGAMO IN UNA NOTA DEL NUNZIO

GIOVANNI BATTISTA AGUCCHIA

BAV,

Ottoboniano lat., 322312, f. 298r

Al cardinal S. Onofrio

l

Il signor abbate Agostino Priuli è nato di progenitori particolarmente ri­ guardevoli per la religione e pietà chrisiana, et esso è stato ben allevato, et si come non si sa che habbia mai dato scandalo alcuno in questa età giovanile, cosi universalmente è tenuto per persona di buona vita e costumi. Di che ha­ vendo io da più luci pigliata informatione, ho trovato che corrisponde alla opinione universale la particolare notitia che se ne tiene. Compirà trent'anni il primo di ottobre prossimo, et essendo di gran corpo e pieno e sanguigno, seconda ancora la sua natura nell'amare la quiete e la comodità della persona. Onde volentieri sta ritirato sin'hora non molto curioso di affari di stato e di publiche novità e perciò da poichè io sono qui, si è trattenuto sempre a Pa­ dova, dove perciò sta nobilmente e vive con splendore, inclinando, come fanno anche i fratelli, più tosto alla liberalità che alla strettezza. La stanza di Padova l'ha fatto ancora attendere alli studii e massime da un pezzo in qua che si è posto in animo di caminare avanti per la via ecc1esi­ stica se ben al presente mostra che havrebbe avuto più caro l'esser primice­ rio che vescovo, forse per rendersi intanto più habile a Chiese episcopali o per godere più della quiete. Nel governo della sua badia della Vangadizza che tiene ampia giuris­ dittione, si è portato bene, havendo anche mostrato giuditio nel fare elet­ tione di buoni ministri, di che amando egli la riputatione oltre il rispetto della coscienza, debbo sperare che per se stesso e per mezzo d'altri terrà an­ cora buona cura della Chiesa di Bergamo o di altra che le venisse conferita da nostro signore, che è quanto mi accade di significare a vostra signoria illu­ strissima intorno a ciò, ubbidendo al comandamento che me n'ha fatto et con ogni humiltà le bacio le mani. Di Venetia li 18 di luglio 1626. l. Era il cardinale Barberini Antonio senior, fratello di Maffeo, poi Urbano VIII, nato a Fi­ renze il 18 novembre 1569 e morto a Roma il lO dicembre 1646: cf. Hierarchia Catho­ /ica... , IV, p. 42,A. MEROLA, Barberini, Antonio, in Dizionario biografico ... , 6, p. 165-166.

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LUIGI GRIMANI


LUIG I GRIMANI

Luigi Grimani nacque sul finire del sec. XVI da Antonio e Fiorenza Cappelli, nobili veneziani. Dopo gli studi entrò nella carriera amministrativa e politica della re­ pubblica Veneta, seguendo l'esempio del padre, procuratore, e di due zii, senatori. Un altro zio era arcivescovo di Candia. Eletto savio dei dieci, Luigi Grimani non continuò nella carriera pre­ fissata, al contrario dei tre suoi fratelli, Giovanni, podestà di Bergamo nel 1629, il secondo ambasciatore presso la casa d'Austria e il terzo valo­ roso capitano nella liberazione di Zara dai Turchi nel 1641. Luigi Grimani già distinto nell'ambito cittadino per una condotta tanto esemplare da essere giudicata confacente più a un ottimo ecclesia­ stico che a un laico esemplare, a 36 anni d'età rinunciò agli incarichi civili e scelse la vita clericale. Il card. Cornaro lo stimava assai e lo segnalò al card. Barberini nell'e­ ventualità di una vacanza della sede di Bergamo. Pochi giorni dopo an­ che Agostino Priuli, vescovo di Bergamo, con lettera del 13 luglio 1629 comunicando al card. Barberini l'intenzione di rinunciare alla diocesi, avanzò la candidatura di Luigi Grimani. Fu probabilmente in vista di quell'ufficio che egli si ritirò a Padova, dove all'università conseguì nei primi mesi del 1630 il dottorato in diritto canonico, legge e filosofia. Nell'aprile del 1630 la candidatura di Luigi Grimani alla diocesi di Ber­ gamo al posto del dimissionario A. Priuli sembrava ormai risolta. Il desi­ gnato, rendendosi conto delle troppe pensioni imposte sulla mensa ve­ scovile e della situazione della diocesi devastata dalla carestia e dalla pe­ ste, tentò inutilmente di farsi assegnare la diocesi di Verona, per la quale anche Priuli aveva posto la propria candidatura. La nomina di Luigi Grimani ormai definitiva fu accolta con reazioni contrastanti, come informò il nunzio Francesco Vitelli. La conferma di Luigi Grimani a vescovo di Bergamo fu data da Ur­ bano VIII nel corso dell'udienza concessagli nell'agosto del 1632 e resa pubblica pochi mesi dopo. Il vescovo arrivò in diocesi verso la metà del 1633e trovò su tutto il ter­ ritorio la catastrofe provocata dalla peste: scarsità di clero, popolazione decimata, ridotte di molto le rendite beneficiali. 353


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VISITE

AD LIMINA

La situazione di emergenza pesò sul governo pastorale di Luigi Gri­ mani insieme alla salute cagionevole e alla sua inesperienza del mondo ecclesiastico e curiale rispetto alla personalità di F. Cornaro, cresciuto in tutt'altri ambienti. Due insidiose vertenze angustiarono inoltre Luigi Grimani, distraendolo per non poco tempo dalla cura della diocesi. La prima era assai grave perché vedeva coinvolto il card. F. Cornaro, al quale Luigi Grimani faceva presente l'impossibilità di corrispondergli la pen­ sione riservata sulla Chiesa di Bergamo. Il calcolo errato dei redditi tro­ vati assai inferiori al previsto non consentiva di avere i 2.000 scudi pat­ tuiti. Si temeva un ricorso al tribunale civile e quindi un grave scandalo. Luigi Grimani non poteva evidentemente contrastare il cardinale "crea­ tura" di Urbano VIII. La seconda vertenza riguardava invece il mancato pagamento di una pensione di 500 scudi da parte del vescovo di Brescia a Luigi Grimani. Il vescovo che già aveva cercato di evitare la designazione alla diocesi di Bergamo, pressato da quella vertenza e dalla difficile situazione dioce­ sana, chiese di essere trasferito alle sedi che via via si rendevano vacanti: Padova, Treviso, Adria e Concordia. Egli ripresentò al card. Barberini la candidatura a Padova nuovamente vacante nel 1642, o per qualche altra diocesi libera "solo per evitar tanti pericoli di mia vita da me scorsi in nove anni che paziente et humil obedisco ai supremi ordini di sua beati­ tudine in questo aere intemperantissimo alla mia debolezza. Con tal mu­ tatione si rinfrancheriano le mie depresse forze, mi renderei fruttuoso ministro in santa Chiesa e diverrei servitore e creatura più durabile a pre­ dicare come faccio". Nel 1645 di nuovo Luigi Grimani chiese la grazia al card. Barberini non per "accrescimento di fortuna" ma solo "al sostenta­ mento di mia vita et all'interesse della mia diocese che per essere tanto ampla ha bisogno di molta fatica et vigorosa salute". Considerati gli avvenimenti esposti, non è irriguardoso affermare che Luigi Grimani fu dimenticato a Bergamo, che governò per 23 anni. Gli fu dato poi l'ausiliare Giovanni Battista Dovara, arcivescovo di Aleppo. Luigi Grimani cercò di fronteggiare la situazione della diocesi, che si avviava lentamente verso la normalità, con una linea pastorale identica a quella dei suoi predecessori: la visita pastorale, la Scuola della Dottrina Cristiana, la provvista delle parrocchie vacanti anche con sacerdoti extra­ diocesani, le cure per il Seminario, la celebrazione di due sinodi, il4 giu­ gno 1636 e il15 giugno 1648.Sembra che non abbia mai effettuato perso­ nalmente le visite ad limina. Fu l'unico vescovo a rilevare, nella rela­ zione del 1647, che l'area coperta dai benefici ecclesiastici si estendeva 354


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per un terzo sul territorio Bergomense, lasciando capire così indiretta­ mente, fra l'altro, la loro destinazione a persone che non avevano alcun legame con la diocesi, ma sottolineando altresì che ciò era conseguenza di una tradizione p1uriseco1are di culto, devozione e pietà radicati in terra Bergomense. Anche a Luigi Grimani non mancarono difficoltà con alcuni religiosi per l'applicazione delle norme sinodali. Durante il suo episcopato in diocesi, furono chiusi 4 conventini, a norma della bolla Instaurandae regularis disciplinae di Innocenzo X, e il convento di S.Leonardo in città, per la soppressione dell'Ordine dei Cro­ ciferi. Nonostante la difficile situazione ereditaria, i contrasti e una certa pre­ venzione nei suoi riguardi, si può affermare che Grimani corrispose ai compiti del suo ufficio, come 10 attesta fra l'altro la Lettera della Congre­ gazione del Concilio inviatagli nel 1649 e qui pubblicata. La morte colse Luigi Grimani a Venezia, dove si era ritirato sofferente per le sue infermità, il 4 dicembre 1656.

Bibliografia: Fonti inedite: cf. ACVB, Arch. Cap., 21411, Secretaria..., lettera di Luigi Grimani ai canonici in risposta alle congratulationi inviategli per l'elezione del fratello Giovanni a procuratore di S. Marco, 26 mar. e 27 mar. 1650; lettera di Luigi Grimani ai canonici per le condoglianze in morte del fratello Giovanni, 29 ago. 1657; lettera del Capitolo ai deputati del Consiglio cittadino ai monasteri femminili circa la destinazione dei paramenti di Luigi Grimani riposti nel monastero di S. Grata, destinatario per testamento di un piviale e di due pianete, l e 5 mar. 1664; lettera del nunzio Agucchia al Capitolo su alcuni vicari capitolari che ardiscono arrogarsi facoltà di eseguire bolle apostoliche indirizzate ai vicari patriarcali, arcivescovili e ves covili, Venezia 11 feb. 1631; ibid., Censuale di Mons. Daniele Giustiniani contenente gli atti di locazione e parecchi altri documenti dall'anno 1667 al 1697 (ms), ff. 27r-28v, richiesta di Antonio Grimani, nipote ed erede di Luigi Grimani, tramite il procura­ tore Antonio Adelasio, ai coloni e mezzadri della mensa ves covile di Gorle e Morengo, del riscatto di una polizza di 954,14 ducati, ridotti a 542, dilazionabili in 4 anni, per favorire l'ente in parola; ibid., 722, Processo... , ff. 52r-53r, delega di Luigi Grimani all'ausiliare G. B. Dovara per le visite pastorali e l'amministrazione delle cresime, l mago 1649; ibid., Visita Grimani, 44 (1633, 1634,1646), ff. lr-196v; ibid., 45 (1634-1638-1639, 1641-1646), ff. lr-307v + ff.nn.; ibid., 46 (1648-1651), ff. Ir-558v; Asv, Arch. Nunz. Ven., 88, f. 448, 473, 2 e 9 dico 1656, comunicazione della morte di Luigi Grimani; ibid., Arm. 1,136, f. 243v. nomina di Luigi Gri­ mani a vescovo di Bergamo; ibid., C. Concilii, Positiones, 213 Bergamo, 13 gen. 1629, richie­ sta del vescovo al papa di assentarsi dalla diocesi per tre mesi; ibid., Proc. Dat., 11, ff. 513r-526v; ibid., Secr. Brev., 723, ff. 476r-481v, 19 mar. 1627,concessa facoltà a A. Priuli circa privilegia assistendi; ibid., 725, f. 129r-v, 15 mago 1627,facoltà a A. Priuli di tenere pontificali senza avere le lettere apostoliche: ibid., 766, ff. 246r-247r, 21 set. 1630, facoltà concessa al vi­ cario generale (G.B. Benaglio) di provvedere le parrocchie sprovviste di clero senza ricor­ rere agli esaminatori sinodali a causa del contagio; ibid., 768, f. 452r-v, 456r, 16 nov. 1630, fa­

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coità al vicario capitolare per provvedere di clero le parrocchie sprovviste; ibid., 769, f. 416r-v,4 dico 1630, facoltà al vicario capitolare, per le circostanze della peste che impedi­ scono le comunicazioni tra paesi e per lo stato di grave necessità, di concedere le dispense matrimoniali comunicate con lettere apostoliche; ibid., 778,f. 522r-v, 17 set. 1631,analogo breve con la facoltà che le lettere apostoliche per le dispense matrimoniali inviate al vicario di Brescia siano eseguite anche dal vicario capitolare di Bergamo: ibid., 784, f. 39r, 7 feb. 1632,richiesta conferma locazione pattuita da Comaro a G. Benti per sette anni della pos­ sessione Breda in Borgo Palazzo, per 408 scudi annui; ibid., 788, f. 231r, analoga richiesta e breve del 3 lug. 1632di conferma per la locazione ad Angelo Cais e Andrea Giordani di Clu­ sone dei beni della mensa vecovile di Gorle per 1.000 scudi annui; ibid., S. S. Venezia, 25, f. 423r, 17 ott. 1654,comunicazione del nunzio circa la pensione di 500 sco dovuta a Luigi Gri­ mani dal vecovo di Brescia; ibid., 53,f. 92r,5 mago1629,commenti sulla nomina di Luigi Gri­ mani a vescovo di Bergamo; ibid., 58,f. 8r, 14ago. 1632,dispaccio a Venezia perla nomina di Luigi Grimani a vescovo di Bergamo; f. 191r, 16 ott. 1632,comunicazione del nunzio circa le critiche per le troppe pensioni che gravano sul vescovado di Bergamo; ibid., 58b, 4 giu. 1633,comunicazione del nunzio sulla nomina di Giovanni, fratello di Luigi Grimani, "per­ sona stimata, prudente" ad ambasciatore e suo tentativo per avere il titolo di ambasciatore straordinario; ibid., 60, f. 297r-v,3 feb. 1635, comunicazione del nunzio circa il ricorso in Collegio dei vescovi di Brescia, Bergamo e Famagosta per le pensioni che gravano sulla mensa vescovile; f. 397r-v,lO mar. 1635, il nunzio informa che tale ricorso deve essere fatto a Roma; ibid., 65, f. 165r, 13 lug. 1641,notizia del nunzio sul fratello di Luigi Grimani, capi­ tano; ibid., 85, f. 408r, 30 otto1654,comunicazione del nunzio circa la pensione di 400 scudi dovuta al vescovo di Bergamo da quello di Brescia; ibid., 274,f308v, 27 giu. 1626, dispaccio al nunzio circa la candidatura di Federico Comaro a Vicenza; ff. 313v-314r,l l Iug. 1626,riti­ rata la candidatura del fratello di Federico Comaro, Marcantonio, per Bergamo, richiesta di notizie sull'abate Priuli; ibid., 275,f. 265r-v, 14 dico 1630, dispaccio al nunzio circa la morte di A. Priuli e sul desiderio dell'am basciatore che la badia di Vangadizza sia restituita ai rego­ lari; f. 274r-v,14 dico 1630,assegnazione della badia di Vangadizza al primicerio, MarcAnto­ nio Comaro; ibid. 276,f. 74r, 23 lug. 1633,dispaccio sulla partenza di Luigi Grimani per Ber­ gamo; ff. 78v-79r, 80v, lO set. e l° ott. 1633, dispaccio sulla vertenza tra il card. F. Comaro e Luigi Grimani; BAv, Barberiniano lat., 6054, ff. 88r-89r, 6 apro 1630, rapporto del nunzio Agucchia sulla rinuncia di A. Priuli e la candidatura di Luigi Grimani a Bergamo; f. 272r,7 set. 1630, rapporto di Agucchia sul colloquio con Luigi Grimani; ff. 298r-299r, 5 ott. 1630, rapporto di Agucchia sulla morte di A. Priuli; ibid., 6055, 31 mago 1631,comunicazione di Agucchia sul ricorso del vicario capitolare di Bergamo, su istanza del clero, per ridurre le tasse sui benefici, ff. llOv-lllr, copia dell'esposto; ibid. 6056, r. lr-v, 24 set. 1633,comunica­ zione del nunzio Francesco Vitelli sull'accordo per la pensione tra il card. Comaro e Luigi Grimani; ff. 94v-95r, 107v-l08v,23 apro e 2 giu. 1635,comunicazioni di Vitelli sulla vertenza tra il card. Comaro e Luigi Grimani; f. 152r, 8 mar. 1636, Luigi Grimani chiede trasferi­ mento a Treviso; f. 152v,pari data, il nunzio a Venezia è pregato dal card. Comaro d'infor­ mare il card. Barberini che non riceve la pensione riservata da Luigi Grimani; f. 251r, 12 mar. 1639, Luigi Grimani chiede trasferimento ad Adria; ibid., 6062, ff. 285v-286r, 20 apro 1630,dispaccio del card. Barberini al nunzio a Venezia circa la decisione di Luigi Grimani di scegliere la vita ecclesiastica; ibid., 6082, f. 135v-136r,14 set. 1630,comunicazione del nun­ zio al card. Barberini circa la richiesta di trasferimento di Priuli a Verona; f. 139r, 21 set. 1630,il nunzio giudica Luigi Grimani moito loquace, inesperto nel governo pastorale; ibid. 7769,f.43v,54r-v,Murano 7lug. 1629 lettera del card. Comaro al card. Barberini perla candi­ datura di Luigi Grimani a Bergamo; ibid., 7792, r. 76r-v-, 13 lug. 1629, Priuli intende rinun­ ciare a Bergamo e propone Luigi Grimani; f. 78r,2 set. 1630,richiesta di Priuli per il trasferi­ mento a Verona; f. 83r, 12 ott. 1633,lettera di Luigi Grimani a Taddeo Barberini circa l'in­ gresso a Bergamo; f. 85r, 13 ott. 1637, circa la visita di Luigi Grimani alla diocesi, avviso del nunzio di recarsi a Venezia per un ordine del pontefice; f. 86r, 2 gen. 1635, gratitudine di Luigi Grimani al card. Barberini per l'assoluzione avuta dal papa tramite suo interessa­ mento per la prolungata assenza dalla diocesi; f. 87r, 28 apro 1635, situazione economica

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LUIGI GRIMANI

della mensa vescovile; I, 89r, 7 mago1636,Luigi Grimani chiede al card. Barberini il trasferi­ mento a Padova o l'abbazia di Vangadizza "per liberarmi hormai da tanti travagli et opres­ sioni che mi provengono dall'insoportabili gravezze aggionte a questa povera Chiesa di Ber­ gamo onde m'è impossibile di potermi diffendere senza l'aiuto di vostra eminenza"; f.94r, 22 feb. 1641, richiesta di Luigi Grimani al card. Barberini di trasferimento a Concordia; f 95r, 24 gen. 1642,richiesta analoga per Padova; citazione; f 101r,lettera di Luigi Grimani al card. Barberini senza data e luogo, per trasferimento, citazione; ibid., 7803, f 12r,25 mago 1630, Luigi Grimani ringrazia il card. Barberini per la nomina designata a vescovo di Ber­ gamo; f. 13r, 22 ago. 1632,Luigi Grimani ringrazia Urbano VIII per la conferma alla sede di Bergamo; ibid., Ottoboniano lat., 322112,f 370r,28 lug. 1629, dispaccio del card. Barberini al nunzio circa le dimissioni di A. Priuli da vescovo di Bergamo e la designazione di Luigi Gri­ mani, su cui il papa attende notizie e parere; f 535r, 14 set. 1630, dispaccio del card. Barbe­ rini al nunzio per i candidati alla sede vacante di Verona, tra cui: Cornaro, il generale dei Carmelitani, il Badoero, Luigi Grimani, Morosini, Bragadin di Crema, il vescovo di Tor­ celio; ibid., 3230, f 61r,6 dico 1630,richiesta del nunzio al card. Barberini circa la dispensa da concedere agli ordinandi di Bergamo per l'età e attesa per la risposta; ibid., 3233, f 30v, 27 nov. 1632,dispaccio del card. Barberini al nunzio circa la persona designata per Bergamo e la volontà del pontefice che non vi sia pressione da parte della repubblica Veneta tramite l'ambasciatore Contarini nelle nomine; f 100r-v, Il giu. 1633,mediazione del nunzio nella vertenza tra Luigi Grimani e card. Cornaro, possibile trasferimento della pensione di mons. Amalteo; ibid., 323511,f. 31r, 3 mago 1636, sollecito del card. Cornaro per la pensione non versatagli; ibid., 3259, f 172r,30 lug. 1630,lettera di Agucchia al vicario di Bergamo circa la provvista delle parrocchie; f 173r, 17 ago. 1630, lettera analoga; BCAM, Azioni, 61 (1632-1634), f 75v, seduta consiliare del 22 marzo 1633 circa le disposizioni per accogliere Luigi Grimani. Fonti edite: cf Acta Sinodalia ..., p. 281-325; Podestaria e Capitanato di Bergamo... , p. 479-480, 491-492,495,511,523; E. CAMOZZI, Le Istituzioni monastiche..., cit. I-II. Letteratura: P. BONETTI, Spechio de' Prelati... , p. 1, dedica dell'autore a Luigi Grimani; D. CALVI, Effemeride .. .I, p. 59, 271,278; III, p. 368; F. UGHELLl, Italia ...,IV,p. 510; V. CORONELLl, Sinopsis..., p. 140-141; A. M. GUERRINI, Sinopsis..., p. 95; Hierarchia Catholica ..., IV, p. 113; L. DENTELLA. I Vescovi... p. 366-369; B. BELOTTI, Storia di Bergamo ..., IV, p. 47, 141, 159, 184-185,189; V, p. 184; ibid., ed. 1989, V, p. 170; G. ZANCHI, L'età post-tridentina... , p. 182; IDEM, l Vescovi di Bergamo..., in Ritratti... , p. 158.

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RELAZIONE - luglio 1636

Asv, C. Concilii, Relationes, dioecesium, Bergomen., orig., tf. 74r-94v 5

La relazione presentata per la visita ad limina del diciassettesimo triennio, 1633-1636, è scritta su un elegante quadernetto (mm. 16x21) in carta pergamena, di 18 fogli, 76-93,col labbro dorato, uniti da un sottile filo di seta. Il quadernetto ha la numerazione recente impressa a timbro, 76-94. Quest'ultimo foglio porta il numero 630, corrispondente al vecchio ca­ talogo. Il vescovo Grimani sul f. 77r ha scritto la dedica autografa a papa Ur­ bano VIII. Il testo della relazione occupa i ff. 78r-89r.Dopo la metà circa, la calli­ grafia sembra di un'altra mano. Grimani delegò per la visita ad limina il canonico Giovanni Antonio Lupo con lo strumento notarile di procura, f. 74r-v (mm. 19,5Ox30), segnato 629 per il vecchio catalogo. Il can. Lupo visitò le basiliche dei santi apostoli Pietro e Paolo il 22 gennaio 1637, f. 7Sr (mm. 20x27,SO). La nota d'ufficio della Congregazione del Concilio scritta su f. 76r è qui pubblicata dopo la relazione. Sono bianchi i ff. 76v, 77v, 89v-94v. Il quadernetto e i documenti alle­ gati sono ben conservati.

67 Sanctissimo domino nostro Urbano, divina Providentia p.p. octavo, Sanctitati Tuae perpetuo famulatu humillime mancipatus, Aloisius Episcopus Bergomi.

Al santissimo signore nostro Urbano per divina provvidenza papa VIII, Luigi, vescovo di Bergamo,

umilmente dedicato con

perpetuo servizio alla

tua santità.

Per sottoporre perfettamente alla tua attenzione, beatissimo pa­

Ut Bergomensis Ecclesiae sta359


VISITE

AD LIMINA

dre, lo stato della Chiesa di Ber­

gamo, mi propongo di seguire

quest'ordine, di parlare prima

della città e dei suburbi, poi del­

l'intera diocesi in tutta la sua e­

stensione.

La città di Bergamo, situata fra

i Cenomani, recinta di mura di pietra e munita di assai robuste di­ fese per respingere gli assalti dei nemici, è situata sopra un colle ameno. Il sole diffonde abbondante­ mente su di essa i suoi raggi, da oriente come da occidente.

tum tuis, beatissime pater, oculis piane ad intuendum subiiciam, hune mihi servandum ordinem pro­ pono, ut in primis urbem et subur­ bia, tum universam dioecesim quam longe lateque patet oratione pereurram. Urbs igitur Bergomum in Ceno­ manis sila, l moenibus praecinta la­ pideis ac firmissimis munita ad ho­ stium impetus repellendos propu­ gnaculis, in cuiusdam collis amoe­ nitate consedit? Ab ortu aeque atque ab oeeasu sol in eam lumina liberaliter'fundit.

l.

La collocazione di Bergamo tra i Cenomani rimanda ai primitivi abitanti, ritenuti Oro­ bii, Celti, Galli Insubri o Cenomani, e alla sua fondazione che si perde nella leggenda. L'ipotesi, tratta da Plinio e derivata dall'etimologia, lega l'origine di Bergamo a gente greca; ma si parla pure di una tribù dei Celti d'Alemagna, abitanti dei monti detti oro­ bici dai greci, che ha dato origine all' oppidum Parra, così detto dall'uccello augurale o dalla divinità Bergimos. Da Polibio Bergamo è collocata nel territorio degli Insubri, e qui, scrive Livio, chiamandosi già ager Insubrium, stanziarono i Galli Insubri. Ciò a si­ gnificare un insediamento primitivo di popolazione preindoeuropea, mediterranea, affine ai liguri, anteriore agli Umbri storici o Italici indoeuropei. Il nome stesso Ber­ gamo oltre risonanze orobiche o celtiche già accennate, avrebbe evidenti le prein­ doeuropee, come lasciano vedere i nomi Parra(mutato in Barra per l'alternanza ligure bip) trovato su un'iscrizione in zona ligure, barra, barranca, da bar, in area mediterra­ nea, barga (capanna) in area alpina, bherg o brig (altura) nell'indoeuropeo. Come in tutti gli insediamenti umani, anche a Bergamo alla popolazione indigena si aggiun­ sero le ondate immigratorie con gli apporti specifici non ancora ben definiti degli Etruschi prima, e dei celti nel sec. V a.c. Bergamo fu dichiarata colonia latina ne!'88 a.c., e nel 49 ascritta alla tribù Voturia, nell'ambito della Gallia Cisalpina. Dal territo­ rio circostante si assicuravano provviste e forniture di armi. Bergamo ebbe il suo Capi­ tolium col tempio a Giove, ove sorge la Rocca, con le abitazioni ai piedi, l'arena o anfi­ teatro a occidente. Erano probabilmente venerate anche Minerva, protettrice dell'arte della lana, e Venere: cf. CELESTINO, Historia ... , I, p. 40-42; A. MAZZOLENI, Guida ... , p. 7-9; L. DENTELLA, I Vescovi... , p. 3-4; B. BELOTTl, Storia di Bergamo ... , I, p. 23·58; ibid., ed. 1989, I, p. 48-101; S. ANGELlNI, Bergamo: città alta Una vicenda urbana. Edizione del COMUNE DI BERGAMO con scritti di L.ANGELlNI· W. BARBERO-P. CAPELLlNI- V. GAN ­ OOLFI, Bergamo 1989,p. l; Bergamo dalle origini... , p. 33; P. CAPELLINI, L'enigma degli in­ finiti volti della città attraverso i secoli, in L'Inserto del sabato de L'Eco di Bergamo, 14 aprile 1990, p. 3-5.

2. Cf. CELESTINO, Historia ... , I, p. 468-469,474-476.

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RELAZIONE LUGLIO

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Da qui si apre, attraverso quat­ tro porte, la discesa ai quattro quartieri suburbani; e, se si consi­ dera la loro ampiezza, si è facil­ mente indotti ad affermare che essa deve essere considerata tra le nobili città. Sulla parte più alta del colle sovrasta la rocca, accurata­ mente costruita con maestria se­ condo le norme dell'arte militare per respingere gli assalti nemici. Suole godere di una cosi grande clemenza di clima da non patire né un freddo troppo rigido, né un calore troppo pesante, cosi che se non fosse molesto per chi soffre di podagra, quanto a salubrità non mancherebbe assolutamente nul­ la nel suo clima. A settentrione e a occidente la circondano colli aprichi, famosi per l'abbondanza di vino; invece verso oriente e verso mezzo­ giorno essa dispone di una pia­ nura di campagna fertilissima. Estende il suo territorio in lun­ ghezza per sessanta miglia ita­ liane, in larghezza per trenta. Da occidente e mezzogiorno confina con la campagna Milanese e Cre­ monese, a oriente con quella Bre­ sciana, a settentrione con la Rezia e la Valtellina.

Hinc quatuor portis in quatuor suburbia descensus patet, quorum magnitudinem si quis animo expen­ dat,facile adducetur ut ea inter no­ biles urbes referenda affirmet. Celsiori e colle imminet illi arx ad arcendas hostiles incursiones, ex artis bellicae praescripto affabre solerter extructa. Tanta illi coeli clementia presto esse solet, ut neque vehementiori gelu rigere, neque graviori aestu la­ borare possit ut, nisi podagricis in­ festa esset, nihil profecto in ea aeris constitutione ad salubritatem desi­ deres? Qua vergit in septentrionem et occasum, aprici eam colles vini copia insignes circumstant, qua vero in orientalem et australem pia­ gam spectat, agri feracissimi plani­ tie praedita est. Fines suos protendit in longitudi­ nem per sexaginta milliaria ftalica, in latitudinem per triginta. Ab occidente et meridie Mediola­ nensi et Cremonensi agro, ab oriente Brixiensi, a septentrione Rhetiae et Valli Tellinae est conter­ mina.

3. Tramite il nunzio Francesco Vitelli il vescovo Grimani chiese nel 1639 il trasferi­ mento ad Adria "per non farsegli l'aria di quella città (Bergamo)" e nel 1642 giustificò al card. Barberini la domanda di essere promosso a Padova a causa di "questo aere in­ temperantissimo alla mia debolezza". Grimani soffriva di podagra (o di gotta?) e cercò sollievo nella residenza prolungata a Venezia: cf. BAV, Barberiniano lat., 6056, f. 251r, 12 mar., lettera di Vitelli al card. Barberini; ibid., 7792, f. 95r, 24 gen., lettera di Gri­ mani; A. MAZZOLENl, Vita... , p. 7.

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VISITE AD LIMINA

Dioecesis ita dividitur, ut unam {ere tantum partem planities sibi asciscat, reliquae montium iugis, radicibus, vallibus contineantur. Hinc vero in intuentium oculos in­ currunt modo agri segetum feraci­ tate praestantes, modo vinetaliaei laticis copia redundantia, modo prata herbarum acflorum varietate convestita, modo alvei fontium am­ niumque perennitate irrigui, modo, quod caput est, villarum, oppido­ rum ac municipiorum lanificii arte et mercatura insignium frequentia. Denique si urbem et agrum consi­ deres, si urbis et agri incolas, si gen­ tis cultum, mores et artes, si ingenio­ rum acumen, si ingenti, si indu­ striae, si virtutis, qua e undique dant se in conspectum, monumenta spectes, huic piane urbi inter nobi­ liores ltaliae urbes locum iure tri­ buendum statuas,' Ut vero ad recensendum huius Ecc/esiae statum oratio accedat, ab urbe ducet exordium. Urbs habet Capitulum unum ca­ nonicorum ex duabus tamen con­ gregationibus conflatum. Cum enim antea duo essent tem­ pia cathedralia, alterum Sancto Vincentio, alterum Sancto Alexan­ dro dicatum, hoc septuaginta jere

4.

Cf. A.

MUCIUS,

La diocesi è divisa in modo che la pianura ne occupa solo una parte, le altre si trovano o su cime di monti, alle loro falde o nelle valli. Agli occhi dell'osservatore appaiono ora campagne che si dis­ tinguono per le fertili messi, ora vigneti ridondanti di quel succoso liquido, ora prati ricoperti di una varietà di erbe e di fiori, ora alvei irriganti per la perennità di fonti e di fiumi, ora, quello che più conta, il gran numero di borghi, di paesi e di municipi famosi per l'arte della lana e il commercio. Infine, se osservi la città e la campagna e i loro abitanti, la civiltà, i costumi e i mestieri della gente, l'acume del­ l'intelligenza, se osservi i segni dell'ingegno, della laboriosità, del valore che emergono da ogni parte, riterresti giustamente di as­ segnare proprio a questa città un posto tra quelle molto nobili d'Ita­ lia. Ma per recensire lo stato di que­ sta Chiesa, veniamo alla descri­ zione incominciando dalla città. La città ha un solo Capitolo di canonici, formato però dalla fu­ sione di due congregazioni. Men­ tre infatti prima vi erano due chiese cattedrali, una dedicata a San Vincenzo, l'altra a Sant'Ales­ sandro, essendo questa stata di­

Theatrum ..., p. 2, 13, 18, 45, 66,71,83.

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RELAZIONE LUGLIO

ab hinc annis ob novam urbis muni­ tionem diruto ac S% piane ae­ quato, canonici Sancti A/exandri in basilicam Sancti Vincentii commi­ grantes, mensae tantum divisione retenta, coetera in unius chori socie­ tatem et communionem contu/e­ runt. Canonicorum numerus est quatuor super quadraginta. Hic tres dignitates inspicias ar­ chidiaconatum, praeposituram et archipresbiteratum. Prima et tertia ad congregatio­ nem Sancti Vincentii pertinet, se­ cunda ad congregationem Sancti A/exandri. Canonicis prioris ads­ criptus est theologus, posterioris vero poenitentiarius, quorum uter­ que fungitur naviter munere suo. Duo etiam de/ecti sunt primice­ rei, quorum interest in perpetua quadam quasi consu/ari vigilia ver­ sari, ut videant ne quid aut omitta­ tur, aut committatur in choro, quod a praescripto kalendarii ad nor­ mam breviarii Romani episcopi iussu quotannis confecti, ve/ tantil­ /um recedat. Praebendae a tribus functionum generibus nempe subdiaconalium, diacona/ium et sacerdota/ium divi­ sionem petunt?

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strutta e totalmente rasa al suolo circa settantanni fa, a causa di nuove opere di difesa, i canonici di Sant'Alessandro, trasferendosi nella basilica di S. Vincenzo unifi­ carono tutto il resto in un solo coro, conservando solo la separa­ zione della mensa. Il numero dei canonici è di qua­ rantaquattro. Vi sono tre dignità: arcidiaco­ nato, prepositura e arcipresbite­ rata; la prima e la terza apparten­ gono alla congregazione di San­ t'Alessandro. Ai canonici della prima congregazione è unito il teologo, a quelli della seconda il penitenziere, l'uno e l'altro dei quali svolge con zelo il proprio compito. Sono scelti pure due pri­ miceri, il cui ufficio è di vigilare continuamente per vedere che non si ometta o che si faccia nel coro cosa che si discosti anche solo un poco dalle prescrizioni del calendario, compilato ogni anno per ordine del vescovo a norma del breviario romano. Le prebende richiedono di es­ sere distribuite secondo i tre tipi di compiti, cioè suddiaconali, dia­ canali e sacerdotali.

5. Oltre i contrasti e le vertenze tra i canonici per le opzioni, si manifestò in quegli anni un'insofferenza diffusa per la consuetudine plurisecolare di assegnare i benefici e i chiericati eretti sul territorio Bergomense a persone che nulla avevano a che fare con la diocesi. Ne è prova di ciò la discussione sull'argomento in Consiglio cittadino, il quale incaricò il suo ambasciatore a Venezia di fare rilevare la contraddizione di tale prassi adottata "in pregiuditio dei cittadini bergamaschi" (ma su questi aspetti è inte­ ressante anche l'osservazione del Benaglio riportata dal Belotti, che sembra così es­

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Delle funzioni sacerdotali si oc­ cupano venti canonici, alle rima­ nenti sono dedicati gli altri. Quanto alla professione di fede, prescritta da Pio IV, cia­ scuno dei canonici la emette "sancte et religiose'; prima di essere aggregato al Capitolo. Al servizio della sacrestia della stessa chiesa sono addetti due sa­ cristi, dieci cappellani, sei custodi. Ogni giorno si recitano le ore ca­ noniche, premesso il suono delle campane, separato da un congruo intervallo di tempo. I presidi del coro attendono con zelo a que­ st'impegno, affinchè un compito così divino sia adempito lenta-

Ad sacerdotales pertinent viginti canonici, reliquis reliqui adscripti. Quod de fidei professione emit­ tenda Pius papa IV praescripsit, id canonicorum quilibet antequam in Capitulum cooptetur sancte ac reli­ giose implet. Eiusdem ecc/esiae ministerio sa­ cristi bini, capellani decem, custo­ des sex addicti suni? Horae canonicae quotidie, cam­ panarum praemissis signis, con­ gruo intervallo distinctis recitantur. Chori praesides in eam curam navi­ ter incumbunt, ut tam divinum mu-

sere in parte ridimensionata). Il problema, posto in termini generali, era stato solle­ vato in occasione della rinuncia del canonico Giovanni Antonio Lupo al suo canoni­ cato a favore di un ecclesiastico romano. E Grimani era stato costretto a cedere nel caso del suo candidato al chiericato di S. Salvatore, vacante per la morte del rev. Pio­ van di S. Giovanni di Rialto, assegnato, tramite il card. Barberini, a Pietro Ottoboni, in seguito Alessandro VIII: cf. Acvn, Arch. Cap., 294, Protestationes variae propter optio­ nem factam de classe diaconati ad subdiaconalem (ms), fascicolo, 3 dico 1632; Colla­ zioni, 1636, provvista di prebenda con canonicato a Giovanni Maria Pezzoli vacanti per la morte del can. Paolo Mozzo, opzione del can. Lodovico Morone, annullamento dell'atto, vertenza in foro laico; Asv, Epistulae ad Principes, 39, f. 137v., Il gen. 1625, lettera di Urbano VIII a Maria Medici regina di Francia, vedova, per la richiesta del­ l'assegnazione ad Aurelio Barello di un canonicato a Bergamo; BAV, Ottoboniano tat., 323812, f. 262r-v, 263r-v, Venezia 31 gen. 1636,13 giu. 1637, notizie di Marco Ottoboni al figlio Pietro circa la disponibilità del beneficio di S. Salvatore, rendita annua di 50 ducati (lire 6,24 ogni ducato), ritenuto, a parere del fratello del rev. Piovan, inferiore al beneficio di Montagnana; f. 270r, Bergamo 2 ago, 1637, lettera del vescovo Grimani al card. Barberini circa l'assegnazione del chiericato vacante contestata dall'abate Otto­ boni e sua pronta rinuncia per obbedienza; f. 27lr, Roma lO otto 1637, ringraziamento del card. Barberini a Grimani; BCAM, Azioni, 62 (1634-1638), f. 166r-v, 14 dico 1636; B. BELOTTl, Storia di Bergamo ... , IV, p. 148. 6. I custodi Giovanni Battista Scaletta e Giovanni Antonio Medici allontanatisi dalla diocesi senza il permesso, accusati di non aver adempiuto gli obblighi in damnum et grave preiuditium ecc/esiae, furono puniti: cf. Acvs. Arch. Cap., 161, Liber. L. ..., f. Tt-v, 38r-v, sed. cap. 5 apr. e 2 nov. 1636.

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nus non tractim, non cursim, non perfunctorie, sed gra viter, sed de­ vote, sed cum decenti pausa persol­

vatur.' Habet sacristia 8 ecclesiasticae suppellectilis magnam copiam, ne­ que desunt aut quotidiano usui de­ centia aut solemnioribus diebus fe­ stis p retiosa paramenta holoserica e basilico, opere vario ac sump­ tuoso elaborata.' Canonici sacerdotales missas cantant in orbem per hebdomadas, missalis regulas pro feriae aut diei resti ratione omnino observantes. Officium Beatae Maria e Virginis ac defunctorum, psalmi poenitentia­ les, graduales, statis temporibus in choro rite recitantur. Neque quoti­ dianarum distributionum, quarum census non est contemnendus.parti­ ceps quisquam esse potest nisi, aut praesens residentiae debito satisfe­ cerit, aut absens absentiae causam legum auctoritate defenderit:" In Capitulo nemo vocem habet activam aut passivam, nisi in sub-

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mente non di corsa, non con ne­ gligenza, ma con gravità, devo­ zione e dovuta pausa. La sacrestia è fornita in grande abbondanza di suppellettile eccle­ siastica e non mancano sia para­ menti preziosi di seta, sontuosi, variamente e riccamente lavorati per i giorni più solenni di festa. I canonici che hanno la pre­ benda sacerdotale cantano le messe a turno per settimana, os­ servando perfettamente le regole del messale secondo i giorni fe­ riali o festivi. Nei giorni stabiliti si recitano in coro, secondo il rito, l'ufficio della beata Vergine e dei defunti, i salmi penitenziali, gra­ duali. Nessuno può partecipare alle distribuzioni quotidiane, il cui ammontare non è disprezzabile a meno che, se presente, non abbia soddisfatto al dovere della resi­ denza, oppure, se assente, non ab­ bia giustificato la ragione dell'as­ senza in base alle prescrizioni. In Capitolo nessuno gode di voce attiva o passiva, se non è co­

7. Cf. Acta Sinodalia ..., p. 298-299, decreto XVII De Ecclesia cathedrali, del sinodo 1636. 8. Nel 1627era stata decisa la costruzione di una sacrestia in altera parte chori pro cele­ brantibus; cf. ACVB, Arch. Cap., 159, Atti..., f. 259v, sed. cap. 6 agosto. 9. Il vescovo A. Priuli aveva donato alla cattedrale un paramento ex serico damascino albi coloris: cf. ACVB, Arch. Cap., 159, Atti..., f. 259r-v, 14 apr. 1627; ibid., 246, Inventario de sacristia (ms), 180 ff., redatto dal sacrista don Pietro Camenata nel 1639 e poi ag­ giornato; ibid., Visita Grimani, 44 (1633-1634, 1646), ff. Ir-30r. IO. La Congregazione del Concilio aveva autorizzato il bergamasco Girolamo Seradobati d'anni 24, nominato archidiacono di Nusco, a completare i suoi studi lontano dalla sede per un anno, pur partecipando alle distribuzioni del coro. Un'altra autorizza­

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stituito almeno nell'ordine sud­ diaconale; ma nessuno è am­ messo a percepire le distribu­ zioni, prima di essere stato insi­ gnito dell'ordine che la sua pre­ benda richiede, e di aver prestato in coro le sue funzioni, approvate dal giudizio e con il voto dei cano­ nici. Sull'ingresso della chiesa i ca­ nonici accolgono con venera­ zione il vescovo, quando si reca nella chiesa per partecipare al coro. Con scrupolosità e gioia si attengono all'osservanza delle ru­ briche e del cerimoniale romano, lo conducono due a due nell'an­ dare dalla chiesa al vestibolo di essa. Questa città ha tre altre chiese assai celebri, esse pure insigni se non per i Capitoli dei canonici, certamente per le collegiate dei ministranti ivi residenti in nu­ mero abbondante, per l'eccellen­

diaconali saltem ordine sit constitu­ tus. Ad distributiones vero perci­ piendas nemo ante admittitur, quam ordine, quem sua praebenda postulat, sit insignitus, ac suas (unctiones canonicorum iudicio ac suffragiis probatas in choro praesti­ terit:" Accedentem ad ecclesiam episco­ pum ut choro intersit, canonici in ec­ clesiae limine venerabundi exci­ piunt. Rubricarum ac Romani coe­ remonialis observantiam exigenti hilari animo morem gerunt, ab ec­ clesia abeuntem ad illius vestibu­ lum bini procedentes deducunt. Habet haec ipsa Urbs tres alias percelebres ecclesias solemnes illas quidem si minus a canonicorum Capitulis, at certe a residentium col­ legiis a ministrorum copia, a sacrae

zione era stata data al neoeletto canonico Tebaldo Lanzi per emettere a Roma la pro­ fessione di fede al fine di ottenere i frutti della prebenda, a condizione che ripetesse tale atto appena rientrato a Bergamo, ove infieriva la peste: cf. Asv, C. Concilii, Positio­ nes, 141, f.79r, 13 mago 1628; ibid., 142, Bergamo, 17 ago. 1630. Il. Nel 1632era stata calcolata una rendita annua di 500 scudi per la prima dignità capito­ lare, 400 per la seconda, 300 per la terza, 250 per i due primicerii, circa 400, chi più chi meno, per i canonici, 60 per i cappellani. Il clero, non senza contrasti, nel 1631 aveva fatto ricorso alla repubblica Veneta perché l'ambasciatore trattasse col pontefice la ri­ duzione delle tasse sui benefici, data l'emergenza causata dalla peste. Il nunzio era al­ larmato per le conseguenze di una risposta negativa, prevedendo che il clero avrebbe potuto di propria iniziativa ridurre le tasse. Il Capitolo trattò la questione di nuovo nel 1634.Due decenni più tardi l'abate Pamphili Palazzoli fu delegato come procuratore del clero di Bergamo per chiedere la conferma dell'esenzione dal pagamento delle im­ poste sui beni del clero, che dal 1476per consuetudine plurisecolare non pagava. L'ac­ cordo riguardante i beni del clero secolare e regolare fu stipulato nel 1661.Nel 1668 Borghi, cinquantaduenne segretario del nunzio S. Brancaccio a Venezia, ottenne la

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supellectilis et omnium ornamento­ rum praestantia. E locorum autem piorum redditibus, ac censibus abunde iis suppetit ad templorum magnificentiam, atque altarium or­ natum augendum, ad ea omnia, uno verbo, comparanda tuendaque, quibus externus Dei cultus contine­ turo Fidelium cura in urbe et subur­ biis degentium quatuordecim paro­ chis eredita est, quorum profecto in fidelibus sibi commissis ad omne christianae pietatis officium ins ti­ tuendis praecipuum studium elu­ cet:" Ad sacri Tridentini concilii praescriptum erectum est Semina­ rium, octingentorum scutorum olim, ut de pluribus accepi, censu e beneficiis simplicibus ei attributis dotatum. Nunc vero, quae pestilentiae ca­ lamitas est, in eas angustias coniec­ tum ut e suis redditibus vix ei dimi­ dium suppeditet," Hic adulescentes

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za della suppellettile sacra e di tutti gli ornamenti; con i redditi delle proprietà e dei luoghi pii somministra ad esse abbondante­ mente, quanto alla sontuosità dei templi, all'aumento degli orna­ menti degli altari e in una parola provvede ad acquistare e custo­ dire tutte quelle cose che riguar­ dano il culto esterno di Dio. La cura dei fedeli, che risie­ dono nella città e nel suburbio, è affidata a quattordici parroci, che certamente brillano nella cura più importante dell'educazione dei parrocchiani loro affidati a ogni dovere di pietà cristiana. Secondo il decreto del sacro concilio di Trento è stato eretto il Seminario, un tempo dotato, come ho sentito dire da molti, di un censo di ottocento scudi, rica­ vati dai benefici semplici ad esso assegnati, ora però, e questo è do­ vuto alla calamità della peste, esso è ridotto in tali ristrettezze, che delle sue rendite gliene sono fornite appena la metà.

dispensa dalle decime sui due benefici goduti a Bergamo, S. Eufemia e S. Giovanni Battista: cf. ACVB, Arch. Cap., 161, Liber L..., f. 29r-v, 311ug. 1634; Asv, Prac. Dat., 11,f. 518v; ibid., s.s. Venezia, 107, f. 189r-v, 10 mar. 1668; BAV, Barberiniana lat., 6055, tf. 109v-llOv,31 mag.1631; tf.18r-19v,20 mag.1659; tf.24v-25v, 18 gen. e26 mar.1661. 12. Cf. ACVB, Visita Grimani, 44 (1633, 1634, 1646), tf. lr-l13v; Asv, Prac. Dat., Il, f. 525r. 13. Grimani nella lettera del7 gennaio 1633 al card. Barberini dopo aver assicurato il suo interessamento per il sig. Rataglino, osservava che "non si può spiegare quanto sii stato peggiorato questo paese dalla contagione restando la terza parte de' terreni in­ culti per mancanza de' genti, et pretendono mercedi esorbitanti, et d'animali la mag­ gior parte morti": cf. BAV, Barberiniana lat., 7792,f.79r; BCAM, 2 Ducali B (1566-1656),f. 191r, 30 giu. 1630; 192r.

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supra quadraginta educantur" Vi sono educati oltre quaranta Pauperibus in primis patet, ditiores giovani. tamen non excluduntur, modo eccle­ È aperto soprattutto ai poveri, siasticae vitae propositum praesefe­ non ne sono tuttavia esclusi i più rant et suis sumptibus atantur. Om­ benestanti, purchè dimostrino il proposito di vita ecclesiastica e nes ibi seduta rectoris et praecepto­ siano mantenuti a proprie spese. rum opera ad doctrinas, ad pieta­ Dall'opera diligente del rettore tem, ad ecclesiasticas functiones e dei maestri tutti sono formati rite obeundas informantur." alla cultura, alla pietà, ad adem­ Regutarium coenobia hic decem numeres," quibus adscribas duo piere debitamente i compiti eccle­ siastici. Cassinensi Congregationi attri­ Qui potresti contare dieci mo­ buta, haud procut ab urbe posita," Monialium monasteria novem nasteri di regolari, ai quali dovre­ sti aggiungere i due attribuiti alla congregazione Cassinese, situati non lontano dalla città. Vi sono nove monasteri di mo­

14. Nel 1627gli alunni del Seminario erano 40, nel 1632 avevano raggiunto il numero di 50: cf. Asv, Proc. Dat., 6, f. 4v; ibid., Il, f. 525v. 15. Era rettore del Seminario Francesco Arrigoni, letterato e scrittore (1610-1645). Dele­ gato per il Seminario era stato scelto dal Capitolo il canonico Giovanni Battista Lavez­ zari, in seguito vicario generale: cf. ACVB, Arch. Cap., 161,Liber L. ...,f. 37v,5 giu. 1636; Acta Sinodalia ... , p. 290-291, decreti: VI De Ordinandis, VIII De Seminario; B. VAERINI, Scrittori ..., p. 23-25. 16. Il numero dei monasteri maschili è inferiore di due unità rispetto a quello indicato nel 1632 per il processo della nomina del Grimani. Il Consiglio cittadino dopo il diniego all'insediamento dei Minimi al Galgario nel 1634,con la delibera del2 giugno 1638ap­ provò la richiesta. Una lettera fatta pervenire ai superiori dei monasteri nel 1631 per ottenere informazioni sul numero dei religiosi morti e sulle entrate disponibili an­ nualmente, aveva insospettito i rettori. La repubblica Veneta attribuiva lo scritto alla Curia romana per un eventuale domanda di denaro, che in tale ipotesi sarebbe stata vietata. Nel 1624 la Congregazione del Concilio aveva autorizzato i Crociferi di S. Leonardo ad affittare per 9 anni una osteria di loro proprietà nel borgo omonimo per 72 scudi annui, rispetto ai 38 percepiti sino allora: cf. Asv, C. Concilii, Positiones, 225,f. 262r; ibid., Proc. Dat., II, f. 525v; BAV, Barberiniano lat., 6055, f. 260r, Venezia, 26 set. 1631, comunicazione del nunzio Agucchia; BCAM, Azioni, 63 (1638-1641), f. 16r-v; D. CALVI. Effemeride..., II, p. 255.

17. Sono i monasteri benedettini di S. Paolo d'Argon e di Pontida: cf. P. LUNARDoN-G. SPI­ NELL!, Pontida 1076-1976. Documenti per la storia del monastero di S. Giacomo, Bergo­ mum, 70 (1976), p. 9-336; E. CAMOZZI, Le istituzioni monastiche... , I, p. 157-192; II, p. 91-95,269-272.

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hic extant, quorum octo, ve/ novis, ve/ certe antiquioribus urbis moeni­ bus inc/uduntur. Unum vero prope muros suburbiorum in /oco decenti ac tuto situm," Haec vero, uno ex­ cepto, quod in Fratrum Ordinis Praedicatorum potestate constitu­ tum est, episcopi imperio continen­ turo De quibus omnibus vere affir­ mare licet regu/aris vitae observan­ tiam summo studio co/ere. Coeterum ita c/ausurae sancti­ tas custoditur, ut monialium nulla neque earum quas conversas vo­ cant, i//inc pedem efferre, neque i/­ /uc se quisquam inferre audeat. Colloquendi aut invisendi causa ad crates accedere nemini licet, nisi huius rei facu/tatem ab episcopo sui nominis subscriptione firma­ tam antea obtinuerit. C/erici vero et regu/ares i//uc ad­ mittuntur raro, tunc autem ad eam omnino praescriptionem, quae reli­ giosi observanda ex decreto sacrae

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nache, otto dei quali si trovano en­ tro le nuove o certamente le più antiche mura della città, uno in­ vece situato presso le mura del su­ burbio, in luogo decoroso e si­ curo. Questi sono sotto la giurisdi­ zione del vescovo, eccettuato uno, che dipende dai frati dell'Or­ dine dei Predicatori. A riguardo di tutti si può con sicurezza affer­ mare che essi osservano con sommo impegno la regola della vita monastica. Del resto l'inviola­ bilità della clausura è custodita al punto che nessuna delle mona­ che, neppure di quelle che chia­ mano converse, si permette di uscire di là, né alcuno di entrarvi. A nessuno è concesso accedere alle grate per parlare o farvisita, se non ne ha prima ottenuto facoltà sottoscritta dal vescovo, con la sua firma. Il clero e i regolari vi sono ammessi raramente, e in tal caso soltanto sulla base della norma, che i religiosi devono os­ servare secondo il decreto della

18. Il monastero delle Cappuccine, come già accennato, sorgeva fuori porta S. Antonio, distante dalle mura e dalla città. Ma anche le Servite di S. Maria del Paradiso a S. Cate­ rina erano lontane. In quegli anni le Orsoline con l'autorizzazione del Consiglio citta­ dino stavano provvedendo al nuovo monastero. Era in corso anche la pratica per otte­ nere loro la clausura nelluogo da esse abitato, con l'obbligo di trasferirsi e unirsi al nuovo monastero della città appena fabbricate tante stanze quante ne occorrevano per la comunità, che avrebbe poi preso l'abito di S. Benedetto con la relativa regola: cf. Acvn, Monasteri femminili, reccoglitore n. lO, fascicolo Capuccine; BCAM, Azioni, 62 (1634-1638),fT. 234r-235v, IO ago. 1637; ibid.,63 (l638-1641),fT.2v-3r,27feb.1638; D. CALVI, Effemeride... , Lp. 16; F. SEGHEZZI. La chiesa di S. Croce... .p. 8-9; L. TIRONI, S. Ca­ terina ... , p. 27.

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Le monache di S. Benedetto chiedono di reintegrare il numero delle coriste (A.SV., Congr. Conci/ii, Positiones, 242)


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Congregationis anno MDCXXIII sub Gregorio XV.19 Iis tamen qui aliquam e moniali­ bus arctissima propinquitate attin­ gant, eo accedere permittitur modo eiusmodi accessus in tempus adven­ tus Domini et quadragesimae, aut in diemfestum, in feria m sextam, et sabbatum non incurrat. Suus cui­ que monasterio numerus praescrip­ tus est annuis nimirum eorum cuiusque censibus conveniens," Cum autem episcopi sit puellarum, quae dare nomen in aliquod mon­ sterium velle dicuntur, liberam vo­ luntatem explorare, moniales op­ portune invisere, atque earum reli­ gionis ac pietatis studium acrius in dies infiammare, non patimur certe ab ullo monasterio desiderari offi­ cium nostrum, Res vero feliciter

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sacra Congregazione dell'anno 1623, sotto Gregorio XV, e solo a coloro che sono legati a qualcuna delle monache da strettissima pa­ rentela è permesso accedervi, pur­ chè tale visita non capiti nel tempo dell'avvento del Signore e di quaresima, o in giorni festivi, il venerdì e il sabato. Per ciascun monastero è stato stabilito il proprio numero, corri­ spondente appunto alle rendite di ciascuno di essi. Essendo poi com­ pito del vescovo investigare circa la libera volontà delle fanciulle che vogliono entrare in qualche monastero, visitare opportuna­ mente le monache, infiammare sempre più di giorno in giorno il loro desiderio di vita religiosa e di pietà, non permettiamo certa­ mente che alcun monastero senta la mancanza del nostro compito.

19. È la bolla Inscrutabi/i Dei providentia del 5 febbraio 1622, cui si ispirarono i vescovi A. Priuli e L. Grimani nei rispettivi sinodi con i decreti De Regularibus. A questi era ri­ chiesta la licenza scritta del vescovo per il ministero nelle chiese dei monasteri delle monache soggette all'Ordinario, una speciale facoltà per amministrare il sacramento della penitenza alle monache, anche se esenti dalla giurisdizione. Era inoltre proibita la presenza di persone estranee nei conventi femminili e ai regolari era vietata l'am­ missione al precetto pasquale dei fedeli, obbligati a soddisfarlo nelle loro parrocchie. Era poi espresso il desiderio del vescovo di essere avvisato per l'elezione delle ba­ desse nei monasteri soggetti ai regolari al fine di presenziarvi: cf. Acta Sinodalia ..., p. 245-247, 314-315; Bullarum ..., XII, p. 656-661. 20. L'eccessivo aumento delle doti richieste dai monasteri alle giovani che domandavano di entrare in convento aveva avuto un'eco nel Consiglio cittadino. Per evitare che fosse data preferenza alle aspiranti provenienti da altre città con disponibilità finan­ ziarie superiori a quelle di Bergamo, il Consiglio aveva dato compiti e poteri partico­ lari di vigilanza ai deputati cittadini per i monasteri, con l'incarico inoltre di difendere i diritti della città di fronte al vescovo: cf. BCAM, Azioni, 59 (1627-1629), ff. 9v-IOr, 22 feb. 1627; ibid., 61 (1632-1634), f. 212r-v, 22 lug. 1634.

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hactenus gesta in Dei misericor­ diam conferatur. Ad monasteria monialium sex pauperum Consortia piorum stipe vitam sustentantium accedunt. Ho­ rum quatuor muliebri sexui auri­ buta, reliqua duo masculino. Primum est Ursulinarum, quae non voto, sed sancto quodam pro­ posito eo dicatae, claustroque vo­ luntario inclusae regularis vitae normam profitentur. Secundum est Convertitarum, quae pariter spontaneae clausurae mancipatae vitam ad religionis nor­ mam componunt. Tertium est Puellarum, quas di­ cunt Orphanellas, quartum est ve­ luti ginecaeum ad puellarum casti­ moniam defendendam institutum. Ad pauperes virilis sexus conti­ nendos, alendos, educandos perti­ nent Loca Pia Orphanorum et Men­ dicantium. In urbe plura constituta sunt Pia Loca, pleraque censu ac redditibus insignia, quorum interest susten­ tare egestatem, iuvare infirmita­ tem, constituere aut tenerae aetati et sexus imbecillitati praesidia, aut morbo laborantibus et senio confec­ tis subsidia. Huc spectant plura Mi-

Quanto poi è stato finora felice­ mente compiuto, sia attribuito alla misericordia di Dio. Ai monasteri delle monache si aggiungono sei consorzi dei po­ veri che si mantengono in vita con l'obolo di persone pie. Quattro di essi sono dedicati alle persone di sesso femminile, gli altri due ai maschi. Il primo è quello delle Orso­ line, le quali professano la regola della vita religiosa non con voti, ma a ciò dedicate con proposito santo e rinchiuse con volontaria clausura. Il secondo è quello delle convertite, che dedite esse pure a una clausura spontanea, vivono secondo la regola dei religiosi; il terzo delle fanciulle che chia­ mano orfanelle; il quarto è come un gineceo istituito per difendere la loro castità. Per accogliere, ali­ mentare, educare i poveri di sesso maschile si dedicano i luoghi pii degli orfani e dei mendicanti. Nella città sono stati fondati numerosi luoghi pii, la maggior parte celebri per beni e redditi, il cui compito è di sostentare i po­ veri, aiutare i malati, costituire di­ fese per coloro che soffrono a causa della tenera età, della debo­ lezza del sesso, o venire in aiuto a coloro che sono colpiti da malat­ tia o consunti dalla vecchiaia. A questo mirano i numerosi consorzi di misericordia, ospe­ dali, monti, confraternite. 371


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sericordiae Consortia, Hospitalia, Montes, Confraternitates. In his Misericordia Maior pri­ mum sibi vindicat Locum, quae templum illud celebre Beatissimae Virgini Mariae dicatum, a civitate extructum, omni ornamentorum ge­ nere nobilitavit. Cernas huc Ephe­ sini templi collatas divitias. Tantus undique splendor e Pario lapide, e pictura, ex argento et auro, e pretio­ sissima supellectili, e chori sedili­ bus opere tessellato et emblemate vario elaboratis in intuentium ocu­ los incurrit. Altaria quotidianis plu­ rimorum sacrificiis fervent, chorus plurium sacerdotum et clericorum concentibus, et lectissimorum ca­ nentium modulationibus circumso­ nat, ritu ceremoniisque ecclesiasti­ cis adamussim ritualis Romani, su­ pra quam dici possit, insignis exte­ rorum etiam plausus deposcit. Hic utriusque sexus regularibus, qui­ bus aut nihil, aut non satis ad vie­ tum suppeditet, hic pupillis, viduis, puellis nubilibus, pauperibus omni­ bus certissima perfugia constituta sunto Clericis, qui ecclesiae inser­ viunt licaeum attributum optimi lec­ toris moderationi traditum, unde doctrinarum et ecclesiasticae vitae documenta referre possint?' Hoc imitantur Consortium pro vi-

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Fra di essi rivendica i! primo posto la Misericordia maggiore, la quale nobilitò con ogni genere di ornamento i! famoso tempio dedi­ cato alla beatissima Vergine Ma­ ria, costruito dalla città. Qui potre­ sti vedere raccolte le ricchezze del tempio di Efeso, tanto colpisce lo sguardo degli osservatori un così grande splendore da ogni parte, ossia il marmo Pario, le pitture, l'argento e l'oro, le molte preziose suppellettili, i sedili intarsiati del coro, rifiniti con varie figure orna­ mentali. Gli altari sono vivificati da fun­ zioni quotidiane di moltissima gente, il coro risuona delle melo­ die di vari sacerdoti e di chierici e di sceltissimi cantori, riscuotendo anche un rilevante plauso degli e­ stranei peri! rito e le cerimonie ec­ clesiastiche del rito Romano, ese­ guite alla perfezione, al di sopra di ogni paragone. Qui sono stati costituiti come degli asili sicurissimi per i reli­ giosi di entrambi i sessi, che non hanno nulla per i! sostentamento, per i fanciulli, le vedove, le ra­ gazze nubili, per tutti i poveri, per i chierici che servono la chiesa un

21. L'Accademia e il Convitto, sospesa ogni attività per la peste, avevano ripreso il lO aprile 1631col nome rinnovato di Terza Accademia: cf. L. TIRONI, /I Liceo-Ginnasio..., p. 12.

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liceo, affidato alla cura di un ot­ timo rettore, da dove possono trarre insegnamenti scientifici e di vita ecclesiastica. Seguono l'e­ sempio di questo Consorzio, cia­ scuno per la propria parte, due Consorzi delle due chiese consa­ crate al nostro patrono Sant'Ales­ sandro, l'una delle quali detta "in Colonna" l'altra "della Croce". Con grandi offerte di pie per­ sone tolte di mezzo dalla peste, è stato eretto, arricchito dalla carità, un asilo per gli infermi, una casa ospitale per i pellegrini, abita­ zione per gli esposti, ricovero per le alunne. È difficile descrivere a parole con quale impegno di af­ fetto ivi è educata la tenera fan­ ciullezza, difesa la pudicizia, o si lavora per vincere le malattie. Vi si aggiunge il Consorzio per i Carce­ rati, da dove si provvede con ab­ bondanza il vitto per i poveri chiusi nelle prigioni. Quest'opera di misericordia è propria di questa città. Vi è anche il Consorzio della Pietà, che si impegna a fornire la dote alle fanciulle nubili, che sono libere non solo da ogni mac­ chia, ma pure dal sospetto di im­ pudicizia. Vi è inoltre il Luogo Pio dei Pe­ gni, il cui compito è di prestare il

rili bina Consortia a duabus eccle­ siis, Sancto Alexandro patrono no­ stro sacris, quarum altera dicitur in Columna, altera a Cruce. Hospitale vero nuperrime ma­ gnis redditibus piorum, quos sustu­ lit pestilentia, charitate auctum, statutum est aegrotantibus perfu­ gium, peregrinantibus hospitium expositis domicilium, puellis alum­ nis praesidium," Quo ibi studio pie­ tatis, aut tenera aetas educetur, aut pudicitia custodiatur, aut morbis depellendis opera detur, difficile est dicendo percensere. Huc accedit Carceratorum Con­ sortium, unde pauperibus carcere inclusis abunde ad victum suppedi­ tat. Quod quidem pietatis opus huius urbis proprium est. Adest etiam Consortium Pieta­ tis, cuius interest puellas nubiles, quae ab omni impudicitiae non so­ lum labe sed etiam suspicione pu­ rae sint, dotare. Adest insuper Lo­ cus Pius Pignorum, ad quem peni-

22. Cf.B. BELOTTI, Storia di Bergamo ...• IV. p. 93-106.

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net, accepto pignore, ad usum certi temporis pecuniam dare, ac praete­ rea Hospitale mente captis nutrien­ dis dicatum, et Locus Pius Montis Abundantiae, qui rem frumenta­ riam undique conquisitam coacer­ vat ad famem nimirum in graviori annona a pauperibus depellendam. His simtlia extant plurima pia loca propria vel urbis tantum novis moenibus inclusae, vel alicuius e su­ burbiis, vel cuiusque parochiae, quae pecunias in pauperum egesta­ tem sustentandam, in puellas collo­ candas in matrimonium, in aegro­ tantes medicorum opera, medicina­ rum ope iuvandos erogare debent. Sodalitates plures hic sunt Disci­ plinorum Romanis archiconfrater­ nitatibus aggregatae, quae earun­ dem privilegiis gaudent. Sed omnibus sodalitatibus hic pie, ac sancte institutis longe anti­ stare videtur Sodalitas Doctrinae Christianae," In urbe igitur, unde huius tantae pietatis vis in omnes dioecesis par­ tes latius manat in dies, ita hisce so­ dalibus a priore generali, qui tertio quoque anno in ecclesia cathedrali

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denaro perun certo tempo in cam­ bio di un pegno; inoltre un ospe­ dale dedicato a mantenere i ma­ lati di mente e il Pio Luogo del Monte dell'Abbondanza, che ac­ cumula il grano, raccolto da ogni parte, per vincere la fame, special­ mente dei poveri, nei più gravi momenti di carestia. Simili a questi vi sono moltis­ simi Luoghi Pii sia soltanto della città racchiusa fra le nuove mura, o propri di alcuno dei sobborghi, o di ciascuna parrocchia, che de­ vono erogare soldi per sostentare i poveri nell'indigenza, per collo­ care le ragazze nel matrimonio, per aiutare i malati coll'assistenza dei medici e l'aiuto delle medi­ cine. Molti sodalizi qui sono aggre­ gati alle arciconfraternite romane dei disciplini e godono dei privi­ legi delle stesse. Ma su tutti i sodalizi, qui pia­ mente e santamente istituiti, sem­ bra di gran lunga prevalere il soda­ lizio della dottrina cristiana. Nella città dunque, da dove la forza di questa grande religiosità si dif­ fonde di giorno in giorno più lar­ gamente in tutte le parti della dio­ cesi, dal priore generale, che è eletto ogni tre anni nella chiesa

Anche nel sinodo del 1636 il tema era stato messo in evidenza con i decreti IV De Doc­ trina Christiana, V De Verbi Dei praedicatione: cf. Acta Sinodalia ... , p. 287-289.

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creatur, munera sunt dispertita, ut quidam in ecclesia seposita adul­ tos ac provectos aetate in fidei rudi­ mentis et christianae disciplinae do­ cumentis erudiendos suscipiant, quidam vero pueros et puellas ad christianae doctrinae ac pietatis normam instituant, cum hoc tamen discrim ine, ut pueris edocendis praeficiantur sacerdotes, iique fere doctrinae atque ingenii gloria late conspicui, puellis vero foeminae e nobilioribus huius civitatis. Praesto sunt priori generali plu­ res administri et adiutores variis no­ minibus ab officiorum varietate ap­ pellati, qui tertio quoque die domi­ nico una cum prioribus cuiusque scholae coram priore generali con­ veniunt, ut communicatis consiliis ea statuantur, quae tam sanctae exercitationi corroborandae et au­ gendae idonea videantur. In urbe tres supra viginti scholae sunt masculorum, foeminarum vi­ gintiduae.In quibus magnus docen­ tium, addiscentium vero maximus numerus. Haec vero tam divina beneficia accepta refert civitas intercessioni Beatae Mariae Virgini et omnium sanctorum, eorum vero praecipue, quorum reliquiae in cathedrali ec­

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cattedrale, i compiti a questi soci sono così distribuiti, in modo che alcuni ricevono gli adulti e i ma­ turi di età in una chiesa distinta per istruir li nei rudimenti della fede e nelle regole della vita cri­ stiana, alcuni invece istruiscono i fanciulli e le fanciulle secondo le norme della dottrina e della pietà cristiana, con questa differenza tuttavia che l'educazione dei fan­ ciulli è presieduta da sacerdoti e molto famosi per dottrina e intelli­ genza, quella delle fanciulle in­ vece da donne fra le più nobili di questa città. A disposizione del priore gene­ rale vi sono numerosi collabora­ tori e aiutanti, chiamati con nomi diversi secondo la diversità dei compiti, i quali ogni tre domeni­ che si incontrano assieme ai priori di ogni scuola alla presenza del priore generale, affinchè, esposti i pareri, si prendano le decisioni che appaiono idonee a rafforzare e accrescere una così santa opera. Nella città vi sono 23 scuole di maschi, 22 di femmine. In esse grande è il numero di quelli che insegnano, grandissimo poi quello di coloro che apprendono. La cittadinanza attribuisce que­ sti così grandi benefici di Dio al­ l'intercessione della Beata Ver­ gine Maria e di tutti i santi, di quelli soprattutto, le cui reliquie si conservano con grandissima re­ ligiosità nella chiesa cattedrale e 375


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clesia et coeteris urbis ecclesiis sanctissime asservantur. Sunt enim in ipsa cathedrali ec­ clesia corpora Sanctorum Alexan­ dri martiris, Narni episcopi, Viato­ ris episcopi, Ioannis episcopi et martiris, Iacobi martiris, Proiecticii martiris, et Hesteriae virginis et martiris. Item Firmi et Rustici mar­ tirum, et Proculi episcopi." In ecclesia parochiali Sancti An­ dreae summa cum veneratione eu­ stodiunturcorpora sanctorum Dom­ nonis, ac Domneonis martirum, et Eusebiae virginis et martiris. In ecclesia parochiali Sancti Ale­ xandri a Cruce corpus Sanctae Ma­ riae romanae," in ecclesia Sancti

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in tutte le altre chiese della città. Nella chiesa cattedrale vi è infatti il corpo di Sant'Alessandro mar­ tire, del vescovo Narno, del ve­ scovo Viatore, del vescovo e mar­ tire Giovanni, del martire Gia­ como, del martire Proiettizio, della vergine e martire Esteria, così dei martiri Fermo e Rustico e del vescovo Procolo. Nella chiesa parrocchiale di Sant'Andrea sono custoditi con grandissima venerazione i corpi dei santi martiri Domno e Dom­ nione e della vergine e martire Eu­ sebia; nella chiesa parrocchiale di Sant'Alessandro della Croce il corpo di santa Maria romana, nella chiesa del Santo Salvatore il

24. Secondo la tradizione Maria di Roma fu martirizzata nell'ottobre del 259, durante la persecuzione di Valeriano imperatore. Il francescano Gianbattista Cavagna estrasse dal cimitero di S. Callisto, tra le varie reliquie, anche quelle di di S. Maria e le cedette a Gianbattista (o Gerolamo) Rosolini il29 maggio 1612,che, forse per concessione del papa a Caterina Moncada, ambasciatrice di Spagna, le donò alla Scuola del SS.mo Sa­ cramento di Borgo Pignolo, della quale era probabilmente confratello. Le reliquie il 21 maggio 1613 furono trasportate solennemente nella parrocchiale. Nello strumento autentico della donazione non si afferma che questa santa è quella Maria di Roma commemorata il 2 dicembre. Baronio scrive che le reliquie erano custodite nella su­ burra di Roma, nella chiesa di S. Agata dei Goti, e non accenna al cimitero di S. Calli­ sto. Nel 1691 le reliquie furono collocate in una nuova urna, donata da Stefano Ro­ setta, e fu redatto l'atto di ricognizione. Il 4 dicembre straordinarie solennità ebbero luogo. La prima cassettina era sigillata con le insegne del vescovo Grimani. Attual­ mente l'urna è collocata nella cappella di S. Antonio, nella parrocchiale, della quale di­ chiarata compatrona con S. Alessandro, le è stata dedicata una campana e scelta come protettrice della Gioventù Femminile di Azione Cattolica e delle madri cristiane; Cf. O. MICHELI, Vita di Santa Maria Romana vergine e martire, Bergamo 1618; D. CALVI, Ef­ femeride ..., III, p. 361; V. E. GASDIA, Sant'Alessandro ..., p. 154-155; P. BERTOCCHI, Ma­ ria, santa, martire (?) di Roma, in Bibl. Sanct., VIII, p. 1030.

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Salvatoris 25 corpus Sancti Lupi," in sacelio interiori monasterii mo­ nialium Sanctae Gratae corpus Sanctae Adleidae viduae," in eccle­ sia vero earumdem exteriori corpus ipsius Sanctae Gratae virginis," in ecclesia monialium Sancti Bene­ dicti 29 corpora Sanctorum Mauri

corpo di San Lupo, nella chiesa in­ terna del monastero delle mona­ che di Santa Grata il corpo della Santa vedova Adelaide, nella chiesa esterna delle stesse mona­ che il corpo della stessa Santa ver­ gine Grata; nella chiesa delle mo­ nache di San Benedetto il corpo di

25. S. Salvatore era la parrocchia urbana più centrale in Bergamo alta. Nei suoi confini sorgevano edifici sacri e profani, sedi di istituti e luoghi pii di rilevante importanza. La chiesa, attribuita a Lupo, di cui più oltre, fu probabilmente costruita verso la metà del sec. VI all'epoca dell'invasione longobarda e sembra sia stata anche unita a un mona­ stero. Ricostruita nel sec. XVI, sul luogo di un'altra dei primi tempi del cristianesimo, ristrutturata nel sec. XVIII, fu rinnovata nel 1911 con la costruzione della cupola ovale. L'interno è arricchito dalle opere dello Zucco, dell'Orelli e del Tiepolo: cf.: ACVB, Visita Grimani, 44 (1633-1634,1646), ff. 8Ir-82v; D. CALVI, Effemeride ..., I, p. 320, 420; Inventario degli oggetti..., p. 105, 106; B. BELOTTI, Storia di Bergamo ..., I, p. 266; V. ZANELLA, Bergamo città..., p. 51-53; C. PATELLl, Chiesa di Nostra Signora in Bergamo (memorie storiche), Pagazzano 1981, p. 11-20; Le pergamene..., N. 52. 26. Secondo una certa tradizione agiografica Lupo era figlio di Crotacio, al quale successe nel regno dei Bergamaschi e dei Veneti. Si convertì al cristianesimo dopo che la figlia Grata gli avrebbe presentato i fiori prodigiosamente sbocciati dal suolo intorno alle spoglie del martire Alessandro. A Lupo si attribuisce la costruzione della chiesa di S. Salvatore. Sarebbe morto nel 300. Secondo fonti storiche più attendibili, si è confuso Lupo con un duca omonimo dei Longobardi vissuto quasi cinque secoli dopo a Ber­ gamo, ovvero col celebre vescovo di Troyes: cf. S. Lupi confessoris Bergomensis, Offi­ eia... , cit.; M. MUZIO, Sacra historia ... , p. 83-89; V. BONICELLl, Cenni storici sulle vite dei santi principali della Chiesa di Bergamo, Bergamo 1855, p. 189-227; P. BERTOCCH1, Grata di Bergamo ..., p. 154; L. CHIODI, Dall'introduzione..., p. 15, 17. 27. Secondo una certa tradizione agiografica, Adleida dopo la morte del marito Lupo, ave­ va abbandonato ogni impegno sociale dedicandosi solo alle opere di carità e alla pre­ ghiera. I cittadini vollero che Adleida subentrasse a Lupo nel governo cittadino, con­ fermando le loro aspettative per la grande prudenza e competenza dimostrate. Edificò una chiesa dedicata a S. Maria su un colle di Bergamo, la quale fu intitolata a S. Grata per onorare le sue spoglie mortali ivi custodite. Ad Adleida si fa risalire la costruzione della chiesa di S. Michele in Piazza Vecchia, che avrebbe pure dotato di beni per il clero assegnatovi in servizio. Il suo corpo sarebbe stato sepolto in S. Maria dopo la morte, avvenuta nel 301 circa: cf. S. Adleidae viduae Bergomensis, Offlcia..., pars ae­ stiva, 27 iunii, lectio IV-VI, p. 10-11; V. BONICELLl, Cenni storici..., p. 220-227. 28. Nella seduta capitolare del IO marzo 1635 era stato deciso che nel martirologio della Curia romana, in via di aggiornamento, S. Grata fosse invocata non col titolo di ve­ dova ma di vergine: cf. ACVB, Arch. Cap., 161, Liber. L...., f. 31v. 29. Il monastero di S. Benedetto si ritiene fondato nel 1268.Anticamente portava il nome di S. Maria novella. Vi furono trasferite le monache del monastero di S. Giulia di Bo­ nate Sotto nel 1450,e di Valmarina nel 1451.La chiesa, rifabbricata nel 1504,fu ristrut­

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martiris 30 et Benedictae virginis, 31 et in aliis ecclesiis plurimae insi­ gnes sanctorum reliquia e, quas commemorare singulas difficile es­ set. His autem deprecatoribus spe­ rare licet fore, ut res divina ope op­ tima instituta, maiora in dies incre­ menta accipiat. O utinam exitus nostris conati­ bus respondeat. Nos profecto numquam, destiti­ mus, aut desistimus, aut desiste-

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San Mauro martire e Benedetta vergine, e in altre chiese moltis­ sime reliquie insigni di santi, che è difficile ricordare una per una. Con questi intercessori è per­ messo sperare che il sistema otti­ mamente fondato sull'aiuto di Dio riceva di giorno in giorno maggiori incrementi. Voglia il cielo che il risultato corrisponda ai nostri sforzi. Noi certamente mai abbiamo desistito, o desi­

turata nel 1522su disegno del Sansovino e il convento riedificato su disegno di Pietro Isabello. L'esterno della chiesa è bello per linee architettoniche di indovinata propor­ zione, per il colorito, per la decorazione in ornamenti di terra cotta. Nel piccolo cortile si ammirano elegantissime colonne in pietra battuta, addossate al fianco sinistro, dove l'Isabello ha saputo raggiungere proporzioni svelte e grandiose in un luogo assai ristretto. Il chiostro interno ripete lo stesso stile ma è più ampio e maestoso di quello esterno: cf.A. MAZZOLENI, Guida ..., p. 82-83; Inventario degli oggetti... , p. 44-46; V.ZA­ NELLA, Bergamo città ..., p. 110-115. 30. Potrebbe essere il martire ricordato tre volte nel Martirologio Geronimiano, venerato nel cimitero di Trasone sulla via Salaria nuova. Papa Damaso gli dedicò un carme, giunto a noi incompleto. Il suo corpo sarebbe stato trasferito da Pasquale I (817-824) nella chiesa di S. Prassede. Forse a questo santo si riferisce il Calvi scrivendo che nel monastero di S. Benedetto sono custoditi in un'urna d'ebano i corpi dei santi martiri Mauro e Benedetta, festeggiati rispettivamente il 22 novembre e il6 maggio. Ma a tut­ t'oggi non risultano memorie concrete sulla presenza del corpo di questo santo mar­ tire nel monastero, nella cui liturgia è invece celebrato S. Mauro discepolo di S. Bene­ detto. Nella chiesa inoltre S. Mauro è raffigurato in tre tele rispettivamente nell'atto di essere presentato con S. Placido a S. Benedetto (C. Salis, 1747),di guarire gli infermi (G. Chizzoletti, sec. XVIII-XIX), nella Natività, con S. Carlo e altri santi (scuola Ber­ gamasca, sec. XVII), e in un affresco nella lunetta del chiostrino, mentre salva Placido dalle acque (C. Baschenìs, 1597); cf. D. CALVI, Effemeride..., II, p. 619; A. AMORE, Mauro, santo martire di Roma, in Bibl. Sanct., IX, p. 232; IDEM, Claudio, lIaria, Giasone e Mauro, santi, martiri di Roma, ibid, IV p. 19-20; A. MAZZOLENI, Guida ..., p. 82-83; V. ZANELLA, Bergamo città ..., p. 110-115. 3!.

La notizia del culto a S. Benedetta martire è data anche da Calvi. Mancano indicazioni precise sull'identità di questa santa. La martire Benedetta associata ai santi martiri Crispino e Crispiniano è assolutamente sconosciuta a tutte le fonti agiografiche. Vi è poi un 'altra Benedetta, pia donna, martire durante l'impero di Giuliano l'apostata, coi compagni Prisco e Priscilliano. Nel monastero non sembra che il culto sia sopravvis­ suto: cf. D. CALVI, Effemeride ..., II,p. 619; A.AMORE, Crispo (Crispino)Crispiniano e Be­ nedetta, santi, martiri di Roma, in Bibl. Sanct.,II, p. 319-320; G. D. GORDINI, Prisco, Pri­ scilliano e Benedetta, santi, martiri di Roma, ibid., X, p. 1125-1126.

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stiamo, o desisteremo da far si da parte nostra che questi fedeli non sentano la mancanza di alcuna cosa idonea a recare qualche aiuto per la loro salvezza. Perciò, non appena siamo venuti a questa Chiesa, abbiamo promulgato editti, mediante i quali con leggi precise abbiamo represso le arbi­ trarietà del clero, abbiamo pas­ sato in rassegna i sacerdoti, che il bisogno sorto dalla strage della peste ha spinto in questa città da ogni parte. Coloro che dettero a noi testimonianza attraverso le lettere dimissorie dei loro vescovi o con la raccomandazione della loro vita precedente, ci impe­ gnammo a trattenerli a oneste condizioni; a quelli invece che ci

mus dare operam pro virili, ut nihil ab his fedelibus desiderari possit, quod ad eorum salutem usum ali­ quem afferre possit. Quamobrem, ut primum ad hanc ecclesiam accessimus edicta pro­ mulgavimus quibus clericorum li­ centiam certis legibus repressi­ mus," sa cerdotes, quos e pestilen­ tiae clade orta necessitas undique in hanc urbem convocavit," reco­ gnovimus. Qui litteris dimisoriis Or­ dinariorum suorum et vitae anteac­ tae commendatione se nobis com­ probarunt, eos honestis conditioni-

32. Il vicario capitolare Martino Vertova con decreto del 24 gennaio 1632 aveva revocato ai sacerdoti in cura d'anime, tranne che ai curati, la facoltà di confessare concessa dal IO luglio 1630al l" gennaio 1632.Le drammatiche circostanze della peste avevano fra l'altro indotto l'ammissione al ministero di preti sine discrimine ac etiam sine examine. Nel Sinodo del16361e norme per il clero sono indicative dello sforzo messo in pratica dalle autorità religiose per il ritorno alla prassi pastorale consueta. Grimani aveva illu­ strato al nunzio con una relazione inviata a Venezia i provvedimenti presi: cf. Acva, Lettere pastorali... , 3, f. Ilr; BAV, Barberiniano lat., 6056, f. 23v, 29 apro 1634, lettera di Agucchia al card. Barberini; Acta Sinodalia ... , p. 293, 301-303, decreti, X, De Parochis, XXI, De vita et honestate cJericorum. 33. Questa costatazione conferma la notizia di Marco Ottoboni al figlio Pietro a proposito di un beneficio vacante a Bergamo e da lui ambito, con l'obbligo annesso della cele­ brazione della messa e dell'elemosina di scudi 40 al sacerdote, difficilmente disponi­ bile "essendovi penuria de'preti perla gran mortalità ch'è stata di loro in quelle parti". L'afflusso di sacerdoti extradiocesani per coprire i posti lasciati liberi trovò un diretto riferimento anche nel Sinodo del 1636 con il decreto XXVII De cJericiset sacerdotibus non dioecesanis. Il ricorso al clero regolare non doveva essere una eccezione, per quanto lascerebbe intendere la domanda della comunià di Bonate per autorizzare fra Bonaventura Palazuolo al ministero in parrocchia a causa appunto della scarsità di preti: cf. Asv, C. Conci/ii, Positiones 25, f, 730r, 23 nov. 1630; BAV, Ottoboniano lat., 322811, f. 19r, 29 mago 1632; D. CALVI, Effemeride... , II, p. 19; III, p. 328; Acta Sinoda­ lia...,p.309-310; B. BELOTTI, Storia di Bergamo ..., IV,p. 100-101; 123-136, 146-148;ibid., ed. 1989, V, p. 18-19, 113-137; Podestaria e Capitanato di Bergamo ... , p. 474.

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bus retinendos curavimus. Qui ali­ cuiusflagitii nomine suspecti nobis essent, eorum vitam multorum ocu­ lis ita obsepsimus, ut commovere se adversus ecc/esiasticam puritatem non possent. Quos ipsa turpitudo a scelere non deterreret, eorum auda­ ciam fregimus poenis ex sacrorum canonum praescripto inflictis. Qui vero eo improbitatis ipsa peccandi confirmata consuetudine processe­ rant, ut nullam nobis resipiscentiae spem relinquerint, eos a nostrae dioecesis finibus exterminavimus. Abusus omnes (quaefuit totos ip­ sos duos annos et amplius vacantis ecc/esiae calamitas,") e c/ericorum incuria," e laicorum inscitia profec-

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erano sospetti per fama di qualche azione disonesta, abbiamo impe­ dito che molti vedessero la loro vita in modo che non potessero agire contro la purezza ecclesia­ stica. Di coloro poi che neppure la vergogna allontanava dalla malva­ gità, abbiamo spezzato la sfronta­ tezza con le pene inflitte secondo le prescrizioni dei sacri canoni; quelli infine che per l'ostinata abi­ tudine di peccare erano giunti a tal punto di perversità da non la­ sciarci alcuna speranza di resipi­ scenza, li abbiamo scacciati dal territorio della nostra diocesi. Abbiamo assolutamente re­ spinto tutti gli abusi (che sono stati una calamità per questi due anni interi e più di Chiesa va­ cante!) sorti per l'incuria del clero

34. Il vescovo A. Priuli scriveva da Padova al card. Barberini il 13 luglio 1629 di avere pre­ sentato la rinuncia alla diocesi, escludendo l'eventualità di un suo ritorno in sede. An­ che se già prima di tale lettera Agucchia, con una sua comunicazione, del 6 aprile, pre­ sentava come possibile candidato alla successione L. Grimani, la diocesi restò affidata al vicario capitolare. Con la morte di A. Priuli, il cui vicario generale Martino A. Capra aveva praticamente retto il governo della diocesi, questa nell'emergenza della carestia e della peste restò affidata al vicario capitolare. Morto il vescovo A. Priuli, ebbe l'inca­ rico di vicario capitolare Giovanni Battista Benaglio, cui successe il canonico Martino Vertova. Nello spazio di pochi anni si avvicendarono, come risulta, 4 vicari generali con l'intermezzo dei vicari capitolari sino alla nomina del vescovo L. Grimani: cf. Acva, Lettere pastorali..., 3 f. l l r, decreto del vicario capitolare M. Vertova, 24 gen. 1632 (stampa); f. lZr-v,lettera del vicario generale G. B. Medolago, 3 ago. 1632; f. 152, decreto del vicario generale Martino Vertova, 28 feb. 1633 (stampa); decreto di Gri­ mani con la firma del vicario generale G. Giapesci, 7 feb. 1634 (stampa), ff.nn.; BAv. Barberiniano lat., 7692, f. 76r-v, Padova 13 lug. 1629, lettera di A. Priuli al card. Barbe­ rini; ibid., 6054, ff. 88r-89r; f. 298r, Venezia 5 ott, 1630,lettera di Agucchia al card. Bar­ berini; Acta Sinodalia ..., p. 279; Hierarchia Catholica ..., IV, p. 113. 35. Alcuni casi di sacerdoti richiamati per situazioni scandalose, trascuratezza o negli­

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e l'ignoranza dei laici e che di

tos, atque efferentes se in dies /a-

genza nei loro doveri, sono documentati negli attti della visita pastorale. Il cappellano di Cornalta, genovese, era accusato di relazioni con una vedova, Santa di q. Gherardo Milesi, "con grande mormoratione delli vicini" e con Maria di Filippo Gritti "avanti che si maritasse, con scandalo grande". Il curato di Barzizza aveva informato che il cap­ pellano praticava una sua cognata, giovane vedova, e per prevenire scandali suggeriva che "sarebbe bene provvedervi".1I cappellano di Cazzano era stato pure segnalato per il fatto di abitare in casa di Santa di q. Cristoforo Romagnoli che aveva due figlie, di 25 e 30 anni, ma il curato aveva risposto di non essere al corrente "che tra loro passino prattiche dishoneste ne meno l'ho sentito dire da altri". A Clusone il cappellano Clau­ dio Covelli, padre dichiarato di figlio avuto da Giovanna Oberti, e colpevole di altre re­ lazioni, fu condannato ad standum in una ex cameris domorum archipresbiteralium clausa per dies octo, a cibarsi di pane e acqua, senza celebrare la messa. Recatosi a Parre dal canonico visitatore, confessò le sue colpe, fu multato di 30 scudi da conse­ gnare all'arciprete e 6 al confratello che l'aveva denunciato, con l'imposizione non exerceat gimnasium nec ullo modo habitet in loco prope domum in qua habitat Francisca de Robertis.1I curato di Gorle sospettato di tenere in casa una convivente, detta Lom­ barda, fu inquisito. La presunta interessata, affermò d'essere una povera donna che guadagnava da vivere filando in casa della cognata "né mentre ho pratticato in questa casa ci ho veduta donna mai di malaffare", Il canonico Lanzi, convisitatore ascendit in cameram cubicularem ipsius parochi ubi erant multi libri quorum fere singulorum inscrip­ tionem notavit, et qui visi sunt minimefacientes ad parochi rem, eos prohibuit iussitque il/i habendum Indicem librorum prohibitorum et libros ex prescripto sinodi Grimani. La situazione del cappellano di Ranica destava sospetti e il curato voleva allontanarlo. Il curato di Ghisalba aveva a servizio una giovane "massara" di 30 anni, da lui allevata sin da piccola. Trovato sprovvisto, durante la visita pastorale, della facoltà scritta, inu­ tilmente cercò di giustificarsi "perché come vicario foraneo mi pare doverhavere qual­ che privilegio". Altri comportamenti non conformi allo spirito ecclesiastico furono se­ gnalati e sottoposti a correzione. Il curato di Pagliaro per la negligenza nell'organiz­ zare l'esercizio della dottrina cristiana, il cappellano di Borgo di Terzo per la celebra­ zione della messa nell'oratorio dei disciplini di S. Maria Maddalena. Un curato di Mar­ tinengo criticò i chierici che "attendono al giuoco della balla et sbaraglino senza veste et alla caccia degli uccelli con l'archibuso'', e si lamentò dell'abitudine invalsa tra di­ versi preti di disertare la dottrina cristiana. Il secondo curato segnalò il modo di vivere del clero "alquanto secularescamente, come sarebbe a dire capelli lunghi, vesti corte et alire cose simili" e la prestazione di servizi religiosi fuori dalla parrocchia per inte­ resse. Il vicario di Alzano osservò che alcuni cappellani erano soliti giocare "alle bo­ relle con i secolari" e che disponevano "di qualche somma di denari eccedente la loro entrata". Prete Giacomo cappellano di Ghisalba, extradiocesano, assente da tre mesi suscitava insoddisfazione tra i fedeli sia per il modo di celebrare sia per il comporta­ mento non esemplare. Fra l'altro non aveva mai presentato le facoltà rilasciate per scritto di esercitare il ministero. Ai cappellani Lorenzo Gaslino di Urgnano e Gior­ dano Graziosi di Clusone, nonchè a quello in servizio al santuario della B.Vergine del Muradello di Ghisalba, furono inviate comunicazioni di presentarsi personalmente al vescovo. L'abuso dei beni del beneficio non passava inosservato: il curato di Spirano dovette giustificare il taglio eccezionale degli alberi della prebenda e la loro vendita. Non mancarono in quegli anni processi a carico di ecclesiastici o perché accusati in­ giustamente o per reati commessi. Il curato di Rossano, Bartolomeo Rinaldi fu difeso in tribunale da Alfonso Turiano dall'accusa di aver abusato di una ragazza. Anche

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giorno in giorno dilagavano sem­ pre più, compiendo la visita pa­

tius," omnino reiecimus. Ecclesiarum totius urbis ac dioe-

il conventuale Francesco Regazzolo di Astino subì un processo analogo e il suo difen­ sore tentò di scagionarlo dalle accuse. Nel 1635 fu processato per tentato omicidio prete Francesco Panizzolo, di Zogno, che aveva sparato con l'archibugio contro Sigis­ mondo Gavazzi. Santo de Ambrosetti, sacerdote oriundo di Brescia, subì un processo perché accusato di praticare da alcuni mesi una vedova, Antonia Marangoni di Nem­ bro. Una grave rissa dovuta probabilmente a gelosie di ministero pastorale scoppiata tra il curato di Bagnatica, Antonio Cuneo, e il cappellano, Maffeo Martini, si concluse con un processo nel 1637. i sindaci della scuola del Corpo di Cristo di Cenate, Gio­ vanni Morotti e Alessandro Terzi, denunciarono il preposto, Fabrizio Personeni, per il mancato servizio pluriennale con conseguente processo concluso nel 1643 circa: cf. Acva, Arch. Cap., 858, Anni 1598-1635 Processi criminali diversi non appartenenti al r.mo Capitolo (rns), fascicolo sul processo a B. Rinaldi e a F. Regazzolo; ibid., 863, 1635 de presb. Francisco Panizzolo (rns), 41 ff.; ibid. 862, anno 1631 Crimen r. di d. Sancti de Ambrosettis (ms),ff.nn.; ibid. 864, Crimen r.Maphei Martini contra d.parochum Baniati­ cae 1636-1637(ms), 54 ff. + ff.nn.; ibid., 866, Contro fra Francesco Aregazzolo d'Astino per immoralità 1636-1637(ms), ff. lr-50r, lr-1l4v + ff. nn.; ibid., 867, Criminale m. r.di d. prepositi de Cenate Fabrici Personeni 1641-1643 (ms), 44 ff.; ibid., Visita Grimani, 44 (1633,1634,1646), ff. 146v-147r, Cornalta; f. l52v Pagliaro; ibid., 45 (1634-1638-1639, 1641-1646),f. 90r Borgo Terzo; f. 107rBarzizza; f. 1l0r-v Cazzano; ff. l41r-144r Marti­ nengo; f. l83v Clusone; ff. 220r-221v Gorle; f. 236v Alzano; f. 252r Ranica; ff. 260r-261v Ghisalba; f. 273v Urgnano; f. 274r Ghisalba; f. 287r Spirano; ibid. 46 (1648-1651), ff. 375r-378r Clusone. 36. Anche Grimani trovò, come i suoi predecessori, situazioni di disordine e di irregola­ rità, aggravate dalle conseguenze della carestia e della peste. in tal senso riferiva an­ che M. Zorzi alla repubblica Veneta nella relazione del 1636.A Sedrina fu segnalata un'anziana donna, la Barbera, "qual segna et ha qualche nominanza di suspitione". A Grumello de' Zanchi un certo Bartolomeo maltrattava la moglie "bastonandola et questo è occorso più volte perché è uomo che si ebria". A Cicola i sindaci amministra­ vano dissennatamente le elemosine. A Comenduno un certo Bartolomeo Bonasso usurpava il diritto della chiesa sull'acqua per irrigare il prato di S. Alessandro. In al­ cune chiese, come a Vertova e a Clusone, famiglie benestanti vantavano privilegi per i banchi riservati in chiesa. Grimani corresse con un decreto generale gli abusi in mate­ ria.Ai sindaci delle confraternite di Clusone il vescovo impose di non tenere elezioni in assenza dell'arciprete. I sindaci di alcune confraternite di Cologno furono citati da­ vanti a Grimani dall'arciprete di Ghisalba per debiti non pagati. A Martinengo il ve­ scovo ammonì i bottegai per l'abitudine presa di tenere aperte le botteghe e di lavo­ rare anche nei giorni festivi. A Ranica Grimani affrontò il caso di Gianni Grumelli convivente con una prostituta, ormai ignaro della sua moglie lasciata a Torre Boldone senza alimenti: postea vocata dieta meretrice hortationibus et promissionibus effecit ut et ipsa promitteret se discessuram a cohabitatione cum domino loanne Grumello, unde sua dominatio praecepit praefato reverendo curato ut illam collocaret pro sequenti nocte in habitatione alicuius honestae mulieris et postea mitteretur cum eius filiolo infante ad hospitale maius ubi fungereturofficio nutricis, cum praecepto facto eidem meretrici in fa­ ciem ne unquam in posterum rediret ad locum Ranicam: cf. Acva, Visita Grimani, 44 (1633-1634, 1646), f. 120v Sedrina; f. 123r Grumello de Zanchi; ibid., 45 (1634, 1638-1639,1641-1646), f. 9r Cicola; f. 129r Comenduno; f. 141v Martinengo; f. 160v Vertova; f. 178r Clusone; ff. 254r-256r Ranica; f. 272r decreto; f. 273r Cologno; D.

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cesis ad normam sacrarum consti­ tutionum visitationem obeuntes," omni posthabita imbecillae nostrae valetudinis ratione nihi! certe prae­ termisimus, quo sperare fas esset, nos fidelium necessitatibus atque utilitatibus consulturos. Plurimis etiam adultis et iam se­ nescentibus sacramentum confir­ mationis administravimus, tempia iamprimdem extructa consecravi­ mus," ecclesias et cemeteria pol­ Iuta reconciliavimus. In ecclesiastica supellectili, si quid esset lacerum aut usu detri­ tum, a sacrificiis et altari bus reieci­ muso Quamcumque ecclesiam ita ar­ genteis aureisque vasis ad usum sa-

storale a norma delle sacre costi­ tuzioni alle chiese di tutta la città e diocesi, lasciato in secondo or­ dine ogni motivo della nostra sa­ lute precaria, non omettendo cer­ tamente nulla attraverso cui fosse lecito sperare di provvedere alle necessità e al bene dei fedeli. Abbiamo amministrato il sacra­ mento della confermazione pure a moltissimi adulti anche sene­ scenti; abbiamo consacrato chie­ se già prima costruite, abbiamo riconsacrato chiese e cimiteri pro­ fanati.

Per la celebrazione delle messe

e per gli altari abbiamo eliminato nella suppelletile ecclesiastica ciò che fosse logoro o deteriorato dal­ l'uso; abbiamo provveduto che ogni chiesa fosse adorna e arric­ chita di vasi d'oro e d'argento per

CALVI, Effemeride ... , I, p. 63; B. BELOTTl, Storia di Bergamo ..., IV, p. 148-168; Podestaria e Capitanato di Bergamo ..., p. 495. 37. Grimani tra il 1633e il 1634 visitò le parrocchie urbane e suburbane; nel decennio suc­ cessivo parte della val Brembana e della val Caleppio, quasi tutta la val Cavallina e la val Seriana con la val Gandino, non tutta la val S. Martino, la vicaria di Seriate, la pieve di Ghisalba e di Martinengo, la vicaria di Ponte S. Pietro. Non visitò la pieve di Pa­ derno e l'Isola. Come informava il nunzio Vitelli, Grimani non aveva potuto appli­ carsi alla cura della diocesi anche perla vertenza col card. Cornaro: cf. Acva, Visita Gri­ mani, 44 (1633-1634, 1646) ff. lr-113r; ibid., 45 (1634, 1638, 1639, 1641.1646), ff. lr-305v. 38. Ad Adrara era stata costruita per voto la chiesa di S. Maria in monte Oliveto, a Spi­ none la chiesa dedicata a S. Pietro. Il Consiglio cittadino per scongiurare la peste ave­ va fatto voto nella seduta del 28 giugno 1630 di costruire sul colle S. Giovanni una chiesa dedicata alla Beata Vergine Maria del Monte santo. A questa si accompagnò an­ che la chiesa di S. Maria ad nives. Grimani aveva sollecitato il Consiglio a costruire fuori porta S. Lorenzo una cappella in memoria dei morti per il contagio, ivi sepolti: cf. Acva, 45 (1634, 1638-1639, 1641-1646), f. 29v, 74r-75v; BCAM, Azioni, 60 (1629-1632), ff. 88v-90r, 148r; ibid., 61 (1632-1634), f. 57r, 150v, 191ug. 1636; D. CALVI, Effemeride... , II, p. 544; B. BELOTTl, Storia di Bergamo ... , IV, p. 139, 145-148.

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crificii et communionis, alicubi la messa e la comunione, in qual­ etiam erucibus et candelabris ma­ che luogo anche di croci e cande­ gni pretii ornandas et locupletan­ labri di grande elaborazione così das curavimus, ut iure statuendum che si potesse giustamente rite­ videatur hic esse ecclesias quae nul­ nere che qui vi sorgono chiese che lis ex iis concedant quas veluti p re­ non sono per nulla da meno di tioso omni ecclesiastico apparatu nessuna di quelle che la Gallia Ci­ late conspicuas Gallia Cisalpina salpina presenta come molto im­ portanti per ogni prezioso orna­ ostentato Monialium vitam, mores, obser­ mento ecclesiastico. vantiam tum allocutionibus habitis Sia con colloqui tenuti alle ad crates, tum ingressi claustra ex­ grate, sia entrando nei monasteri, ploravimus. Ut autem studio religio­ abbiamo svolto indagini sulla nis et strictioris observantiae in vita, i costumi, l'osservanza delle dies magis proficerent, in hac monache, affinchè poi progredis­ maiori, qua m ut dici possit, sacer­ sero di giorno in giorno nell'impe­ dotum penuria, nobis tamen conti­ gno della vita religiosa e di una ri­ eu. ut post diutinas consultationes gorosa osservanza della regola. singulis monasteriis confessarios Abbiamo fatto in modo però che aetate, prudentia, doctrina ac vir­ in questa scarsità di sacerdoti, più tute insignes praeficeremus." grande di quanto si possa credere, dopo lunghe consultazioni prov­ vedessimo singoli monasteri di confessori anziani, distinti per prudenza, dottrina e virtù.

39. La Congregazione dei Vescovi e dei Regolari il 24 sett. 1632 aveva dato la facoltà al vi­ cario capitolare di confermare, data la scarsità di sacerdoti disponibili, i confessori delle monache per altri sei mesi e di usare ogni diligenza per cambiarli. In seguito di­ versi monasteri ricorsero alla Congregazione per risolvere nel migliore dei modi il problema dei confessori. Andrea Madasco fu autorizzato a prestare servizio per le be­ nedettine di Borgo di Terzo, in difficoltà nel trovare un confessore. Il monastero di S. Maria Matris Domini chiese la conferma di Giovanni Tiraboschi a confessore nel 1638 e di Francesco Arrigoni nel 1642 per una altro anno dopo il servizio svolto per un triennio. Le monache di S. Grata nel 1632avevano ottenuto la conferma del loro con­ fessore per un anno, data la penuria di clero. Nel 1638 poco soddisfatte del servizio, non chiesero alla Congregazione la proroga del mandato. Il vescovo fu autorizzato a sostituirlo, appena possibile, e anche a rimuoverlo subito se necessario. Piena appro­ vazione nel ministero incontrò presso quelle claustrali il canonico Giovanni Giorgio Betosco, confermato per un altro triennio, a condizione che non fosse stato il quarto, scaduto, e non si trovasse un altro sacerdote d'uguale preparazione. Il confessore delle monache di S. Benedetto, Alessandro Benaglio, dopo due trienni di servizio

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Stando così le cose nutriamo speranza che con l'aiuto di Dio, che ogni giorno imploriamo, po­ tremo sostenere questo così grande incarico, riguardante la sal­ vezza dei fedeli, così che la nostra amministrazione, o beatissimo padre, corrisponda per quanto è possibile ai tuoi desideri. Ma ora finalmente la relazione richiede che passiamo alla dio­ cesi. La diocesi dunque, per co­ minciare da qui, comprende 256 chiese parrocchiali, una metà circa delle quali giova al disimpe­ gno della cura delle anime me­ diante uno stipendio fisso da parte dei parrocchiani. Queste chiese benchè siano prive di ogni beneficio ecclesiastico, abbon­ dano tuttavia di ogni genere di or-

Quae cum ila sint, in spem veni­ mus fore ut Dei ope, quam quotidie imploramus, han c tantam provin­ ciam e fideltum salute sustinea­ mus, ut tuis, beatissime pater, opta­ tis, quoad eius fieri potest, nostra administratio respondeat. Sed nunc tandem ordo postulat ut ad dioecesim accedamus. Dioecesis igitur, ut hinc exordiar, CCLVI ecclesias continet parochia­ les," quarum dimidia fere pars a parochianis certo stipendio propo­ sito, ad animarum curam obeun­ dam conducitur. Quae quidem ec­ clesiae etsi omni ecclesiastico bene­ ficio destitutae sint, omni tamen, quae incolarum est pietas, orna­ mentorum et ecclesiasticae supellec­ tilis genere abundant.

piuttosto deludente, non ottenne dalla Congregazione il rinnovo delle facoltà, di cui fra l'altro era sprovvisto. Il vescovo ne fu avvisato, con il suggerimento di destinarlo ad un'altra attività pastorale, con lettera del IO giugno 1640: cf. Asv, Reg. Reg., 43 (1632), f. 49r-v,2Iug.; ff. 149v-150r; ibid., 45 (1637) ff.nn., 18set; ibid., 46 (1638), f. 5r-v, 6r,8 gen. S. Maria M. Domini e S. Grata; ibid., 50 (1640), ff. 202v-203v,238v, IO giu. e 6 lug. S. Benedetto; ibid., 51 (1642), f. 62r, 7 feb. S. Maria M. Domini; ibid., 52 (1644), ff. 298-299r,9 dic., S. Grata; ibid., 53 (1645), f. 53r-v, 3 feb., S. Grata; B. VAERINI, Scrit­ tori... , p. 23-25. 40. Negli atti del processo per la nomina di A. Priuli le parrocchie risultano 266. Come in città, anche in diocesi erano erette in alcune parrocchie le collegiate con norme e con­ suetudini per i cosidetti preti residenti che si ispiravano a quelle del duomo. Funzio­ navano collegiate a Clusone, forse a Nembro, Alzano eretta nel 1627, Romano, Marti­ nengo, Paderno e Gera d'Adda, mentre era scaduta quella di Telgate. Ad Albino Gri­ mani eresse una collegiata con decreto del 23 maggio 1638,grazie ai lasciti di G. B. Po­ Ioni e Francesco Zanuchino. Anche per Serina il ricco emigrante Giovanni Pietro Tira­ boschi aveva appositamente destinato una somma per la fondazione di una collegiata. A Gandino erano in corso le pratiche per l'erezione canonica della collegiata o resi­ denza: cf. Acvu, Visita Milani, 36 (1603), f. 103v bis; ibid., Visita Camara, 43 (1625), f. 258r; ibid., Visita Grimani, 45 (1634, 1638-1639, 1641-1646), f. IOlv passim; ff. 134r-137r, 139r, 147r, 172r, 190r-192v, 230v; ibid., Visita Barbariga, 47 (1658), f. 73r; ibid.,52 (1659), ff. 353r-367r; ibid., Visita Giustiniani, 63 (1680), f. 193r; Asv, Prac. Dat., 6, f. 5r; D. CALVI, Effemeride... , I, p. 247.

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Ad parochiales ecclesias innumera oratoria accedunt ad praescriptum sacrarum contitutionum extructa, piorum stipe honorifice sustentata. Suppetit urbi quidem ab agri sui planitie satis ad urbanorum civium et agrestium hominum victum, sed non ita tamen, ut alendis montanis incolis necessarias fruges ipsa per se suppeditare possit. Itaque cum exiguam messem e montium iugis ac vallibus decerpat colonorum ma­ nus, ditiores necesse est patriae de­ fectum aliunde tritico conquisito supplere, pauperes vero vitam lacte, caseo, castaneis, nucibus susten­ tare. Horum studia in armentis, gre­ gibus, lanificiis.ferrifodinis versan­ turo Neque vero inter hos desunt qui e patriis finibus mercaturae exercen­ dae causa peregre profecti opulen­ tiae, quam inde homines eiusmodi, ut plurimum referunt, patriam in communionem asciscentes praecla­ ris ecclesias unde sacri fontis nata­ lia retu lerun t, muneribus afficiant. 41

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namenti e di suppellettili ecclesia­ stiche, dovuti alla religiosità degli abitanti. Alle chiese parrocchiali si aggiungono innumerevoli ora­ tori, eretti secondo le norme delle sacre costituzioni, decorosa­ mente sostenute dal contributo delle persone pie. Il nutrimento per la città è cer­ tamente fornito dal suo territorio di pianura, in misura sufficiente per i cittadini e i contadini, ma non tuttavia in quantità tale da po­ ter da solo fornire i frutti neces­ sari per nutrire i montanari. Per­ ciò, poichè la mano dei coloni strappa raccolti esigui dalle cime dei monti e dalle valli, è necessa­ rio che i più benestanti suppli­ scano alla mancanza interna con grano procurato altrove, e che i poveri invece si mantengano in vita con latte, formaggio, castagne e noci. Le loro occupazioni riguar­ dano gli armenti, i greggi, i lani­ fici, le miniere di ferro. Né mancano tra costoro quelli che, partiti dalla propria terra al fine di esercitare la mercatura, di quella ricchezza, che tali uomini riportano per lo più a casa alloro ritorno, fanno doni insigni alla pa­ tria comune, riconoscendo le chiese dal cui fonte battesimale furono rigenerati.

Tra le chiese che si distinguono per lasciti o opere d'arte avuti in dono dagli emigranti del proprio paese basti citare Gandino, Dossena, Alzano Maggiore, Serina. A Gan­

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La giurisdizione laicale ed epi­ scopale di Bergamo non abbrac­ cia il medesimo territorio. La dio­

Non iisdem finibus continetur Bergomensis laicalis et episcopalis ditio.

dino pregevoli arredi sacri furono donati dalle famiglie Nembrini, Giovannelli e Ni­ colò Rizzi. All'eredità rilevantissima di Francesco Valle donata alla chiesa di S. Mar­ tino ad Alzano Maggiore si interessarono i rettori di Bergamo perché anche la repub­ blica Veneta ne traesse qualche vantaggio. A Serina Giovanni P.Tiraboschi lasciò vari legati per la parrocchia e una somma cospicua per la fondazione di un monastero fern­ minile. A Sedrina la confraternita dell'Assunzione era sostenuta, diretta e finanziata da oriundi negozianti a Venezia, che corrispondevano il salario anche al cappellano. Gli emigranti di Onore residenti a Venezia avevano fondato l'arciconfraternita della S.ma Concezione con l'obbligo di mantenere nel loro paese d'origine un cappellano. La chiesa di S. Salvatore in città fu beneficata da Giacomo Gallo, partito povero da Bergamo e arricchitosi nel commercio a Venezia, ove morì nel 1648, lasciando beni anche alla scuola di S.Teodoro, all'Ospedale dei Mendicanti e ad altre opere pie. An­ che a Roma qualche emigrante di Bergamo ebbe la fortuna di arricchirsi, come si legge in questa cronaca del 12 aprile 1631:"Dopo lunghi giorni d'indispositione, lu­ nedì sera passò qui all'altra vita il sg. Carlo Rotigni bergamasco, mercante in questa città, che ha lasciato per circa 100.000 scudi a due sue figlie, maritate una al figlio del sg. Venturello Venturelli d'Amelia, et l'altra nel figlio del già sg. Laertio Cherubini di Norcia, con conditione che morendo dette sue figlie senza prole, debba in quest'here­ dità succedere un nipote del defonto che fece venire in Roma, acciò continuare ad e­ sercitare il medesimo suo negotio mercantile, al quale ha anco lasciato 3.000 scudi contanti si come un legato di 1.500 scudi alla sua chiesa nationale di S. Bartolomeo alla guglia, et un altro legato alla chiesa del Gesù, dove fu portato a sepelire con pompa funebre et 100 torcie, havendo anco il defonto lasciato alla sua moglie tutti li mobili di casa et che li siano pagati durante la sua vita 60 scudi il mese". Non tutti gli emigranti bergomensi furono fortunati come i personaggi sunnominati. Due mer­ canti bergamaschi fallirono a Venezia per una grossa somma di denaro. Michele Uberti oriundo di Bergamo e console della Serenissima ad Ancona, con una barca a­ veva introdotto di nascosto in città dei tessuti e dell'altra merce sospetta di contagio, contravvenendo ai bandi dello stato pontificio che comminavano la pena di morte e la confisca dei beni ai colpevoli di simili reati. Scoperto, l'Uberti si era rifugiato in una chiesa, riuscendo a sfuggire e a nascondersi all'ordine del vescovo di catturarlo e con­ segnarlo al governatore. Ne era seguito il processo in contumacia con una serie di in­ terventi del nunzio a Venezia e dell'ambasciatore veneto a Roma per la soluzione del caso. Ache il soggiorno di Girolamo Roncalli a Roma non fu fortunato. Rimasto sprov­ visto di denaro, ricorse al marchese Spada ottenendo un prestito di 4.000 scudi che il debitore non volle più restituire: cf. ACVB, Visita Barbarigo, 47 (1658-1659),f. 73r-v te­ stamento Tiraboschi; f. 188vSedrina; ibid., 51 (1659), f. 239r-v Onore; ibid., Visita Ru­ zini,72 (1700),f.156r Gandino; Asv, S.S. Venezia, 58 B,f. 35r-v,25 giu. 1633,rapporto di Vitelli da Venezia, cui seguono altri diversi rapporti e comunicazioni sul caso Uberti, cf. ibid 58 C; ibid., 59 A; ibid., 59 B; ibid., 60, BAV, Barberiniano lat., 7787, f. 21r-v,Vene­ zia 14lug. 1612,comunicazione del card. Vendramin al card. Borghese circa la richie­ sta dei due mercanti falliti di far pubblicare le bolle pontificie di scomunica; ibid., Otto­ boniano lat., 248111,24 mar. 1659, caso del mercante Carlo Musitelli arrestato a Mi­ lano e incarcerato per introduzione in quel territorio di monete straniere con l'aiuto di complici; ibid., Vaticano lat., 12948,Rotigni; D. CALVI, Effemeride... , I, p. 225-226,G. Gallo; S. PANDOLFI, La basilica di S. Maria di Gandino e il suo Museo, Gandino 1936,p. 31-49; M. OMACINI, Dossena. Vicende storiche della più antica comunità Brembana e

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RELAZIONE LUGLIO

Mediolanensis enim dioecesis in­ tra Bergomensis ambitus septa se infert, ibique sex supra quadra­ ginta parochiales ecclesias tenet," Brixiensis duas, Cremonensis u­ nam, sicuti e contra Bergomensis dioecesis suae ditionis fin es proten­ dit in Mediolanensem per unam pa­ rochialem ecclesiam, in Cremonen­ sem per quinque, in Brixiensem per unam. XXV in hac dioecesi extant ple­ bium praefecti variis nominibus ap­ pellati, nempe praepositi, archipre­ sbiteri.primicerei. Hi fere nisi aliud, aut aetas, aut ingenium, aut mores suadeant, vicarii foranei instituun­ tur. qui singulis dioecesis regioni­ bus praesunt a gubernaculis, men­ struas congregationes cogunt, sa­ crorum canonum et conciliorum ob­ servantiae praecipuum quoddam vi­ gilantiae ac sollicitudinis studium dicant. Quarto quoque mense ad nos accedere debent delaturi quae­ cumque pastoralem nostram provi­ dentiam deposcant:" Utimur insu­ per non Vicariorum modo, sed paro­

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cesi di Milano infatti penetra nel territorio di Bergamo e in esso ha quarantasei chiese parrocchiali, due quelle di Brescia, una quella di Cremona; quella di Bergamo invece estende il territorio ad essa sottoposto in quello di Milano con una chiesa parrocchiale, in quello di Cremona con cinque, in quello di Brescia con una. In questa diocesi vi sono venti­ cinque prefetti delle pievi, chia­ mati con nomi diversi, cioè prevo­ sti, arcipreti, primiceri. Sono in ge­ nere costituiti vicari foranei, a meno che o l'età o le capacità in­ tellettuali, o i costumi o altro mo­ tivo non suggeriscano diversa­ mente, i quali presiedono il go­ verno dei singoli distretti della diocesi per riunire congregazioni mensili, dedicare un particolare impegno di vigilanza e sollecitu­ dine all'osservanza dei sacri ca­ noni e concili. Essi ogni tre mesi devono presentarsi a noi per rife­ rire tutto ciò che la nostra cura pa­ storale richiede. Ci serviamo inol­ tre non soltanto dell'opera dei vi­

le opere d'arte della sua millenaria chiesa arcipresbiterale plebana, Bergamo 1974, p. 23-24, 26-27, 54, 74-86; Podestaria e Capitanato di Bergamo..., p. 546; P. CAPELLINI, Dalla nostalgia degli emigranti il patrimonio d'arte di Dossena in L'Eco di Bergamo, 28 marzo 1989, p. 8. 42. Le 17 parrocchie della pieve di Verdello sono segnate con uno schizzo grafico. Manca ogni indicazione per le parrocchie delle altre pievi soggette all'arcidiocesi di Milano: cf. ACVB, Visita Grimani, 44 (1633-1634, 1646), f. 116r. 43. Il vicario generale Giovanni Battista Medolago aveva emanato un decreto sulle con­ gregazioni dei sacerdoti in data 3 agosto 1632. Grimani aveva impartito alcune dis­

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cari, ma anche di tutti i parroci, per conoscere la vita e i costumi delle popolazioni, preoccupati so­ prattutto che nessuna eresia, in occasione del commercio o del servizio militare si insinui clande­ stinamente nell'animo di questi fedeli. A tutta quanta la diocesi è pre­ posto un canonico, la cui pru­ denza, onestà e dottrina sia rag­ guardevole, il quale dia un giudi­ zio quanto alla soluzione dei casi di coscienza a lui trasmessi dai vi­ cari foranei. L'abito e il modo di vivere del clero diocesano sembra abba­ stanza conforme alla modestia e al decoro clericale. Nel medesimo

chorum etiam omnium opera, ut vi­ tam et mores populorum explore­ mus, in ea cura praecipue defixi, ne qua haeresis aut mercaturae aut mi­ litiae occasione, in horumfidelium animos clanculum subrepat. Dioecesi universae praeest unus e canonicis cuius sit spectata pru­ dentia, probitas ac doctrina, qui de dissolutionibus casuum conscien­ tiae ad se a vicariis foraneis trans­ missis iudicium ferat:" Vestitus et cultus dioecesani cleri satis ad modestiam et clericalem decorem compositus videtur" In eo plures doctores, plurimos etiam si minus doctoratus laurea,

sposizioni ai vicari foranei circa la visita da effettuare alle scuole della dottrina cri­ stiana e altre raccomandazioni di carattere pastorale con una comunicazione del 22 giugno 1636. A Mologno il vescovo Grimani aveva assistito alla congregazione del clero tenuta nel corso della sua visita: cf. ACVB, Lettere patorali , 3, f. 12r-v: Visita Gri­ mani, 45 (1634-1638, 1639, 1641-1646), f. 85r-v; Acta Sinodalia , p. 305-307, decreto XXIII De Vicariis Foraneis. 44. Il canonico, cui Grimani accenna in termini ancora più elogiativi nella relazione del 1643, forse era Emilio Caleppio, penitenziere, autore di due opere: De canonicorum obligationibus et exemptionibus. De Metropolitanae Ecc/esiae casibus reservatis: cf. B. VAERINI, Scrittori ... , p. 105. 45. La Curia romana aveva informato il nunzio Vitelli della notizia pervenuta che a Ber­ gamo tre mercanti eretici "vi tengono casa aperta, et uno di loro si fa servire di cucina da una donna cattolica. Se ne avvisa vostra signoria perché se bene quelli vivono, per quanto s'intende, alla cattolica circa il mangiare e nel restante senza dare scandolo, nondimeno non ve si devono permettere in modo veruno contro la dispositione de' sacri canoni e delle constitutioni apostoliche, particolarmente di GregorioXV di f.m., di cui se li manda l'aggiunto esemplare. E credendosi che ciò succeda senza saputa del prencipe, e del senato, si vuoi sentire da vostra signoria il modo ch'ella pensarà di te­ nere per farlo saper loro perché vi rimediino e non permettino questa novità che mer­ canti heretici dimorino in cotesto stato per le male conseguenze de' quali si può e si deve ragionevolmente dubitare e perciò non deve tolerarsi la ragione che ne da la prat­ tica di tale gente ...",Si pregava il nunzio di fare azione discreta al riguardo sui senatori e ministri più ben disposti al caso perché in considerazione della Santa Sede e della re­

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RELAZIONE LUGLIO

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puoi vedere più dottori e anche moltissimi che, se non laureati, certamente sono però qualificati per la ricchezza del sapere. In questa diocesi inoltre la dot­ trina cristiana ha 280 scuole, vi sono venti monasteri maschili di regolari, cinque di monache, tre dei quali sono sottoposti al ve­ scovo, uno ai frati carmelitani del­ l'osservanza di Mantova, l'altro ai frati minori di osservanza, che vi­ vono certamente in modo lode­ vole secondo la loro regola. Sarebbe troppo lungo elencare quante confraternite vi siano, ag­ gregate a quelle romane, quanti corpi di santi, quante reliquie insi­ gni e con quanto decoro e rive­ renza sono conservate, di quante belle immagini sacre dipinte a opera di pittori sceltissimi, di quanta abbondanza di argento e di oro risplendano le chiese.

at certe doctrinarum ornamentis in­ signitos inspicias:" In hac autem dioecesi Doctrina Christiana habet CCLXXX Scho­ las. Extant viginti monasteria regula­ rium, quinque monialium, quorum tria episcopo obtemperant, unum fratribus Carmelitis de observantia Mantuae, alterumfratribus Minori­ bus de Observantia, qua e profecto laudabiliter vivunt ad praescriptum suae observantiae. Infinitum esset recensere qua m multae hic existant confraternita­ tes Romanis aggregatae, qua m multa sanctorum corpora, quam multae sacrae reliquiae insignes, quamque decenter ac reverenter as­ serventur, quam pretiosa supellec­ tili sacristiae, qua m pulchris sacris imaginibus lectissimorum pictorum opera effictis, qua argenti, qua auri copia ecc/esiae praefulgeant,"

ligione il doge autorizzasse l'espulsione dei tre mercanti, così come il duca di Man­ tova aveva scacciato alcuni eretici da Casale, il duca di Savoìa ne aveva allontanato al­ tri dai confini di Paesano, la regina di Francia qualche altro da Pinerolo. Vitelli con un rapporto del IO aprile informò d'aver parlato del caso in collegio e di esser stato assicu­ rato che non esistevano pericoli e disordini. La repubblica Veneta gli garantiva la vigi­ lanza: cf. Asv, S. S. Venezia, 59 A, ff. 50v-52v,4 mar. 1634,ff. 50v-51r citazione; f. 81v,Ve­ nezia, IO apro 1634, risposta interlocutoria di Vitelli; BAv, Ottoboniano lat., 3234, f. 53r, IO apro 1654, risposta di Vitelli; f. 62r, 15 apro comunicazione definitiva di Vitelli. 46. Nel sinodo del 1628 al clero era stata raccomandata la lettura della Bibbia, dei Padri della Chiesa, in particolare di S. Gregorio Magno, S. G. Crisostomo e S. Ambrogio. Nel 1636 il decreto X De Parochis esortava che parochi suum officium cuivis suo paro­ chiana praestent omnibusque prompte, hilariter et patria charitate prosint. Habeant sin­ guli parochi ... praeter breviarium et rituale romanum, catechismum romanum, concilium Tridentinum, Sacram Bibliam, Martini Navarrae Enchiridion, Summam Toleti, libellum hunc nostrarum constitutionum, promptuarium morale Stapletoni, sermones Diez et Bar­ bosam de officio parochi ... : cf. Acta Sinodalia... , p. 228-229, 289-298, 310-314,citazione p.293. 47.

Cf. Inventario degli oggetti... , cit; L. PAGNONI, Le chiese parrocchiali ... , I-II, cit.

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Non vi è alcun villaggio né paese in cui non sia stato istituito qualche Luogo Pio per soccorrere gli indigenti. Il 4 giugno scorso, promulgato prima un editto per tutto il clero e convocati sceltissimi dottori ec­ clesiastici del Capitolo della no­ stra chiesa cattedrale e del clero urbano, abbiamo celebrato il si­ nodo che, dopo un'orazione la­ tina adatta al luogo, tempo e riu­ nione, tenuta per nostro ordine da uno dei nostri canonici, e dopo es­ sere stato pronunziato il secondo giorno un salutare discorso da fra Teodoro Foresti, cappuccino, (di cui ritenemmo essere necessaria la presenza in cose di tanta impor­ tanza) il giorno 6 del mese stesso, promulgati i decreti che regolar­ mente quindi trasmettiamo alla santità vostra in segno di onore, ri­ spetto e obbedienza, abbiamo feli­ cemente concluso.

Nullus pagus hic est, nedum mu­ nicipium, ubi aliquis Pius Locus non sit ad opem indigentibus feren­ dam institutus. Die IV iunii proxime elapsa an­ tea promulgato edicto ad univer­ sum clerum," et convocatis e capi­ tulo cathedralis ecclesiae nostrae nec non e clero urbano lectissimis viris ecclesiasticis doctoribus," si­ nodalia comitia instituimus, quae, prehabita latina oratione mandato nostro ab uno e canonicis nostris loco, tempori et consessui consenta­ nea, et postridie habita salutari concione afratre Theodoro Foresto, capuccino," cuius praesentiam in re tanti ponderis atque momenti re­ quirendam duximus, die VI eius­ dem mensis promulgatis decretis 51 quae ad tuam sanctitatem, honoris, observantiae, atque obedientiae ergo transmittimus rite, feliciter pe­ regimus.

48. Il vicario generale Giovanni Battista Medolago aveva indetto il sinodo diocesano con decreto del 12 aprile 1636: cf. Acta Sinodalia ..., p. 281-283. 49. Negli atti del sinodo sono elencati i sacerdoti partecipanti al1'assemblea sinodale del3 e 4 giugno. I regolari ricorsero al1'autorità civile e al1a Curia romana per annul1are norme a loro sgradite: cf. ACVB, Sinodi diocesani, raccoglitore n. 2,1636 Grimana l, 1648 Grimana II, ff. 3v-29v; D. CALVI, Effemeride..., II, p. 264, 318-319. 50. Padre Teodoro Foresti, cappuccino bergamasco, nacque nel 1564 e morì nel 1637. Fu celebre predicatore e rinomato scrittore. Su invito del vicario generale G .B. Medolago il30 maggio 1630aveva esortato il clero secolare e regolare a prestare assitenza e aiuto sia ai curati nell'amministrare i sacramenti ai contagiati, sia agli appestati stessi, nel1a convinzione che la perdita del1a vita per tale causa era da considerare un atto eroico equivalente nel merito al martirio per la fede: cf. B. BELOTTI, Storia di Bergamo..., V, p. 26; L. GHIRARDELLl, Storia della peste del 1630, Brembate Sopra 1974, p. 161. 51. Cf. Acta Sinodalia ... p. 283-316.

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RELAZIONE LUGLIO

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Inter urbis habitatores communi­ cantes sunt 12.073 non communicantes sunt 1.964

Fra gli abitanti della città 12.073 sono di comunione non di comunione 1.964

supputato omnium calculo sunt

in totale sono

ltem inter dioecesanos communicantes sunt non communicantes sunt supputato omnium calculo sunt

così tra quelli della diocesi

63.701

sono di comunione non di comunione 12.050

63.701 12.050

in totale sono

---

75.75]52

Faxit Deus ut, qui habitatorum idem coelicolarum sit numerus ut ex huius saeculi aerumnis in coelo­ rum amoenitatem commigrantes, sempiterno aevo Deo omnes per­ fruamur. Ad tua e tandem sanctttatis pe­ des humiliter devolutus eos reveren­ tissime deosculor. Clausola huius narrationis sit, ut omnia tibi a Deo, cuius vices san­ tissime geris in terris, fausta, feli­ eia, ac beata adprecer ex animo.

52.

Cf. B. BELOTTI,

14.037

14.037

75.751

Conceda Dio che uguale sia il numero degli abitanti del cielo, così che, passando dalle soffe­ renze di questo mondo alle mera­ viglie dell'eterna dimora, go­ diamo tutti di Dio per sempre. La conclusione di questa rela­ zione sia l'augurio fatto di cuore che Dio, da te rappresentato san­ tissimamente sulla terra, ti con­ ceda cose prospere, felici e serene.

Storia di Bergamo ... , IV, p. 142;E. CAMOZZI, Le Istituzioni monastiche... ,

I, p. 35.

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VISITE

AD LIMINA

Bergomen. Die 14 martii 1637 datae literae in

forma.

Relatio XVII exhibita de mense iulii 1636 a procuratore in mandato espres­ Est canonicus sed non apparuit; an sit

so." obligatus non indiget.

Bergamo Le lettere consuete sono state date il

Relatione del XVII triennio conse­ giorno 14 marzo 1637.

gnata il mese di luglio 1636 per mezzo C'è il canonico ma non si è presen­

del procuratore nominato sul mandato. tato; non è tenuto a tale obbligo.

68 PROCURA DEL VESCOVO LUIGI GRIMANI AL

CANONICO GIOVANNI ANTONIO LUPO

In Christi nomine. Amen.

Anno ab eiusdem Domini Nostri nativitate currente millesimo sexcente­ simo trigesimo sexto, indictione quarta, pontificatus autem sanctissimi in Christo patris et domini nostri domini Urbani divina Providentia papae oc­ tavi, anno eius decimo tertio, die vero decima octava mensis iulii. In mei notarii publici testiumque infrascriptorum ad infrascripta speciali­ ter vocatorum et rogatorum praesentia praesens et personaliter constitutus illustrissimus et reverendissimus dominus Aloisius Grimanus, Dei et Apo­ stolicae Sedis gratia episcopus Bergomensis et comes etc. expressim, sponte et voluntarie ac alias omni meliori modo etc. citra revocationem etc. denuo fecit, constituit et ordinavit ac facit, constituit et solemniter ordinat in eius certum missum nuncium et legitimum procuratorem spetialem etc. et quic­ quid melius dici et esse potest per illustrissimum et admodum reverendum dominum Ioannem Antonium Lupum, ecc/esiae cathedralis Bergomi cano­

53. Mancano documenti sulla visita ad limina del quindicesimo triennio che scadeva nel 1630,non effettuata dal vescovo A. Priuli per le note ragioni. La visita ad limina del se­ dicesimo triennio, scaduta nel 1633,non è registrata. Si può supporre che Grimani ab­ bia personalmente effettuata la visita ad limina col suo viaggio a Roma avvenuto sul fi­ nire del 1632, analogamente a quanto aveva fatto G. Emo nel 1611.E pure può essere che Grimani abbia delegato un suo procuratore con una relazione, che fu inviata al nunzio a Venezia nel 1634: cf. BAV, Barberiniano lat., 6056, f. 23v, Venezia, 29 aprile 1634.

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RELAZIONE LUGLIO

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nicum, absentem tanquam presentem 54 et modo reverendam Curiam se­ quentem specialiter et expresse ad ipsius illustrissimi et reverendissimi do­ mini domini constituentis nomine et pro eo visitandum limina Apostolorum et ad ea omnia et singula peragendum quae occasione dictae visitationis ip­ semet illustrissimus ac reverendissimus dominus dominus episcopusfacere et praestare deberet et posset de iure et de consuetudine et alias quomodo­ cumque etiam si taliaforent quae mandatum magis spetiale a me specialis­ sime requirerent, quam presentibus sit expressum, denuo etc., permittens etc. relevans etc. super quibus etc. Actafuere praedicta omnia et singula die, mense, anno, indictione et pon­ tificatu praedictis in quadam aula palatii episcopalis Bergomi, ibidem prae­ sentibus perillustri et admodum reverendo domino Ioanne Baptista Medo­ laco, cathedralis Bergomi canonico ac reverendo domino Ioanne Antonio Corbellio.familiare dicti reverendissimi domini episcopi, testibus notis et re­ quisitis.

Ego Laurentius q.d. Antonii Morandi de Casalonis civis et Veneta auctori­ tate notarius publicus Bergomensis, de praedictis instrumentum confeci et subscripsi.

54. Giovanni Antonio Lupo aveva un rapporto privilegiato con la repubblica Veneta per­ ché discendente da Gherardo de Lupis, assai benemerito della Serenissima. Durante l'occupazione francese nel 1512,il Gherardo coi suoi fratelli aveva appoggiato Vene­ zia nel mantenere il dominio sulla val Gandino e le altre valli, pagando la sua fedeltà col saccheggio, la distruzione della casa e l'esilio. Recuperò Bergamo e Crema, dove si era recato con 450 uomini. Nell'esercito aveva servito con lOcavalli a sue spese perun mese, conducendo con sè 200 uomini dalla val Gandino e da Clusone. Era stato creato podestà di quella valle con la riduzione per sè e i suoi discendenti di ogni tassa civile e criminale. Il procuratore Giovanni Antonio Lupo era dottore in utroque iure, referendario della Segna tura e arcidiacono del Capitolo della cattedrale. Era stato go­ vernatore di Orvieto. Nel 1643 la repubblica Veneta presentò il Lupo e altri tre eccle­ siastici candidato a uditore di Rota. Proposto dal nunzio un prima volta al card. Barbe­ rini, come persona a lui ben nota, per la sede vacante di Feltre nel 1639,il Lupo fu no­ minato vescovo di Treviso il 21 agosto 1645, a 47 anni d'età. Morì nel 1668: cf. Acvs, Arch. Cap., 160,Acta ... ,f.62r; ibid., 161,Liber L...,f. 30r, 11 ago. 1635,per il capitolo di S. Vincenzo cui apparteneva il Lupo; BAV, Barberiniano lat., 6085, f. 57v,3 gen. 1643,can­ didati della repubblica Veneta a uditore comunicati da Vitelli; ibid., 7792,f. 90r, 18 nov. 1636, Lupo nominato arcidiacono; ibid.. Ottoboniano lat., 323811,f. 159r, nota storica su Gherardo de Lupis, 23 otto 1512 a firma di Petrus Grasolarius secretarius; f. 160r, do­ manda per la nomina di Lupo a uditore; ibid., 3237/2, f. 66v,Venezia 26 mar. 1639,circa la candidatura per Feltre; BCAM, 3 Ducali C (1656-1745), ff 95v-100v, storia della fami­ glia Lupo; D. CALVI, Effemeride..., I, p. 28-29; Il, p. 570,608; III, p. 215-216; B. VAERINl, Scrittori di Bergamo ..., p. 168; G. SUARDI, Cenni intorno ai personaggi più distinti delle chiarissime famiglie Suardi e Lupi, Bergamo 1853, p. 32, 39; Hierarchia Catholica ..., IV, p. 329; B. BELOTTI, Storia di Bergamo ..., III, p. 204.

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RELAZIONE LUGLIO

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loannes Baptista Medolacus iuris utriusque doctor canonicus ecclesiae cathedralis Bergomi ac illustrissimi et reverendissimi domini domini Aloisii Grimani episcopi Bergomensis et comitis vicarius generalis etc. Universis et singulis etc. attestamur suprascriptum spectabilem domi­ num Laurentium Morandum esse publicum et legalem notarium Curiae Epi­ scopalis Bergomi cancellarium, cuius scripturis modo quo supra per eum subscriptis etc. fides adhibetur, in diesque adhiberi potest et debet. In quorum fidem etc. Datum Bergomi ex episcopali palatio die 19 Julii 1636. loannes Baptista Medolacus vicarius generalis Pro supradicto domino cancellario loannes Zineronus notarius coadiutor subscripsi

sigillo

69 DICHIARAZIONI DELLE VISITE ALLE BASILICHE

DEI SANTI APOSTOLI PIETRO E PAOLO

Bergomen.

lo don Giovanni de Baru fo fede che monsignor d. Giovanni Antonio Lupo, archidiacono della cathedrale di Bergamo, ha visitato limina Apo­ stolorum nella basilica di S. Pietro pro monsignore illustrissimo Gri­ mani, vescovo di detta città questo dì 22 genaro 1637. lo Giovanni de Baru manu propria sottoaltarista di San Pietro. lo don Cherub. di Parma facio fede ch'il sud etto ha visitato San Paolo. lo don Cherub. di Parma

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VISITE

AD LIMINA

70 DICHIARAZIONE DELLA CONGREGAZIONE DEL CONCILIO

Ace., Lib. litt. VV.SS.LL., 1635-1643, f. 50r. Datae fuerunt litterae testimonia/es episcopo Bergomensi qui per procu足 ratorem pro XVII triennio sacra limina visitavit in forma etc. die dieta 14 marzo 1637.

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RELAZIONE - giugno 1643

Asv, C. Concilii, Relationes dioecesium, Bergomen., orig., ff. 97r-108v La relazione presentata per la visita ad limina del diciannovesimo triennio, 1639-1642, è composta da un fascicolo di 12 fogli (mm. 20x30) con la vecchia numerazione, 2078-2089, sostituita da quella a timbro. Il testo della relazione è scritto sui ff 98r-1O1v. Grimani delegò il rev. Giovanni Battista Mazinghetti, curato di Gazza­ niga, suo procuratore, f. 102r-v e 107v, presentandolo con lettera auto­ grafa al card. Giovanni Battista Pamphili, f. 97r e 108. Sui margini dei fogli è stato lasciato un ampio spazio. Sono bianchi i f. 105v, 106v, 107r. Il fascicolo è ben conservato. Come risulta dalle dichiarazioni allegate, il rev. Mazinghetti effettuò le visite alle basiliche dei SS. Pietro e Paolo il 16 giugno, f. 103r, 104r.

71

Bergomensis Ecc/esiae statum universum si quis amet intueri, cum subur­ biis urbem et externa, quae totam dioecesim constituunt, loca cum percurre­ rit, voti compos jacillime discedet. Urbs natura munita et opere, moenibus insignis, quibus omnes hostium eludat incursus, rideat impetus, conatus propulset, insidet colli indeque per quatuor portas in quatuor suburbia suos cives effundit, non ignobilium ur­ bium praesejerentia decorem. Praeruptae suapte natura rupes perpetuis pene iugis munitissimam ar­ cem ita coronant, ut solis propemodum montibusjrequentissima enumeres domicilia, unum si latus dempseris, quo se extendit planicies. Verum et montium asperitatem ita mitigavit ingeniorumjelicitas, ut ipsa quoque difficultas locorum in partem transeat amoenitatis, ubi et ridentia prata,fontium et amnium perennitate iucundissimae villae alliciant oculos, feraces cultura glebae sacra Liaeo tellus vel avarissima vota componant. Urbem Capitulum ex duabus congregationibus Sanctorum Alexandri et 398


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VISITE AD LIMINA

Vincentii conflatum exornat, se ipso et singulis membris conspicuum. No­ bile corpus conficiunt cum uno supra qudraginta tres a/ii canonici dignita­ tem habentes archidiaconi, praepositi et archipresbiteri, quarum extremae ad Divi Vincentii, media ad congregationem Sancti A/exandri spectat. Primicerii duo deliguntur, quorum munus, quicquid ad exactam officii formulam theologus cum poenitentiario ex sacri Conctlti Tridentini praes­ cripto suum obit munus. Tres c/asses: presbiteralis mediam canonicorum partem rapit, diaconalis et subdiaconalis imp/ent numerum. Ad ministerium ecc/esiae sex custodes, cape//ani decem, bini sacristae. Horae canonicae ita quotidie recitantur in choro, ut nihil ad sinceram pie­ tatem deesse videatur; dum officium quoque Beatissimae Virginis, defuncto­ rum, psa/mi poenitentia/es, et gradua/es suo numquam tempore omittuntur, et quicquid oneris incumbit perso/vitur exacte et diligenter. In sacristia pretiosa suppellex, non tam ad usum, quam ornatum splen­ dide cuncta suppeditat. P/urimae Sanctorum reliquiae cathedra/em ecc/esiam, et reliquas urbis dita nt, quas pio colimus studio certissimum urbis praesidium. In cathedrali corpora Beatorum A/exandri martiris, Narni episcopi, Viato­ ris episcopi. Ioannis episcopi et martiris, Iacobi et Proiecticii martirum, He­ steriae virginis et martiris, et Rustici martiris. In Ecc/esia Sancti Andreae corpora Sanctorum martirum Domnonis, Domneonis et Eusebiae virginis et martiris. In ecc/esia Sancti Sa/vatoris corpus Sancti Lupi confessoris. In ecc/esia monialium Sanctae Gratae corpora Sanctarum Ad/eidae et Gratae. Non est praeterea in Urbe, nec in dioecesi ecc/esia, quam sanctorum reli­ quiae insignes non ditent et exornent. Proprio canonicorum impendio non vulgari concentu obstrepit ecc/esia, ut dum grato modu/amine vulgi aures pu/sat canentium suavitas, invitet ad preces, moveat animos, veros sensus in cordibus excitet pietatis. Singuli vero canonici ita in omnibus suo fungutur officio, ut nihil ab i/lis gravior censura desideret. Huc conveniunt Seminarii a/umni singulis jestis diebus, suasque partes, prout exigit necessitas exp/ent, quippe qui ad ritus, cantum, et alia munera ecclesiastica, optimis artibus et praeceptis injormantur. Hinc ceu apum exa­ men se in universam dioecesim effundunt docti et nobiles ado/escentes, quo­ rum humeris pietas fulciatur, me//a sa/ubriora ve/ rudioribus structuri prae­ cordiis. Hinc in canonicorum numerum a/ii cooptantur, dum et erudita prae­ ceptorum pietas ad integerrimam puerorum vitam suspirans cuilibet oneri 399


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illos reddit idoneos et ultra doctrinam alii natalium quoque splendore com­ mendantur. Rude aedificium, nec sub mitiori positum coelo ita iussimus ef­ formari, ut maligna aeris intemperies iam nequeat hilariori scientiarum obesse sacrario.' Auxit vero in eadem cathedrali ecclesia nuper pietatem prona semper in melius civium voluntas, quod in sa celio Divae Luciae ibidem erecto fre­ quens populus didicit singulisfermefestis se pietatis officiis mancipare; ubi et flagellis contumax sensus protervia castigatur, mensque coelesti pabulo felicissime reficitur; et recreatur. 2 Pia loca tres alias percelebres ecclesias in urbe ditarunt, in quibus omnia ex collegiatarum more. Quatuordecem insuper parochiae numerantur quarum omnium rectores doctrina et moribus commendantur? Duodecim virorum regularium coenobia, si ea quoque intelligas, quae sunt urbi contermina. Novem monialium, in quibus verae religionis exemplar. Omnia ibi obser­ vantur, quae et concilia, et sacrae Congregationis decreta praescripsere, ut vere sponso lucernas accensas prudentes Virgines praeferre videantur. Ex dictis monasteriis unum regularibus subiicitur, sunt reliqua penes epi­ scopum. Quatuor insuper Collegia mulierum extant in urbe: Ursulinarum, qui bus pro lege clausurae statfirma non egrediendi voluntas, quaeque moribus et disciplina sanctimonialium vitam aemulantur.

l. Grimani provvide alla costruzione di un piccolo cortile colonnato. Nel testamento fatto dal canonico Flaminio Cerasoli del 1640,il Seminario ebbe un considerevole so­ stegno nella disposizione che destinava 300 scudi per la fondazione a Roma di un colle­ gio che avrebbe dovuto ospitare 6 chierici, figli legittimi e naturali di genitori entrambi bergomensi. L'Istituto da fondare quando la somma con i relativi interessi maturati sa­ rebbe stata sufficiente, oltre i 6 giovani doveva avere un rettore, un "pedante", un cuoco "et altri ministri necessari", all'insegna di regole ispirate a quelle dei più celebri collegi allora esistenti in Roma: cf. Acvs, 101 Carte da testamenti..., Testamento del fan. Flami­ nio Cerasoli, copia; C. DUETTI, Notizie storiche..., p. 13. 2. Ogni domenica dopo il pranzo convenivano gli adulti per la dottrina cristiana, e dopo i vespri i membri della Confraternita della Penitenza: cf. D. CALVI, Effemeride ..., II, p. 306; 1Il, p. 381. 3. Negli anni immediatamente precedenti, la provvista della parrocchia di S. Alessandro della Croce, vacante per la morte del rettore Giovanni Costa, aveva dato luogo a una vertenza tra Francesco Torriani e Francesco Guarnieri, finita all'esame e alla decisione della Congregazione del Concilio. Nel concorso indetto da Grimani, risultava che il Torriani pur avendo ricevuto un voto in meno del Guarnieri, era stato nominato curato dal Grimani. L'esposto del Guarnieri accusava il Torriani, bresciano, di aver ceduto la pensione di 80 scudi al vescovo e di essersi fatto prestare la somma da un amico, in quanto i frutti del beneficio erano solo la metà: cf. Asv, C. Conci/ii, 187, tT. 69r-99v.

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Earum quas Demissas vocamus, quod sub habitu viliori se voluptatum il­ lecebris subtraxerint, ut solum depereant coelum. Convertitarum quae ut priorum scelerum maculas abstergant, aratori se vitae obstrinxere. Puellarum, quarum necessitati parentes immatura morte erepti sunt; et etiam puerorum, quos eadem clades afflixit. Locus ulterius, quem Succursum vocamus et Mendicantium adiungitur. Horum utrique sexui unica aedes, at non idem commercium. Infantiae us­ que ad pubertatem refugium, neque ii excluduntur, quos grandiori aetate re­ puerascere coactos gravior urget necessitas. Prior locus virginitati sacrarium, ne lascivientium protervia simplicem pu­ ritatem expugnet; nec non iis asilum, quarum fragili casu virginitas deflo­ ruit, ne prostitutae reddantur petulantis lasciviae ludibrium, ita tamen, ut nequeant cum inviolato aliarum pudore commorari. Antiquam praeterea urbis pietatem pleraque alia loca testantur. Misericordia Maior, quicquid ad veram religionem, pietatem, pauperum subsidium desiderari potest, facile implet. Templum eximium Deiparae sacrum, curat, regit, ornat mirum modum. Inde superioribus annis profusa in egenos liberalitas ita vexavit opes, ut vul­ nus multorumfelicitas annorum sanare nequeat. Habet hoc refugium men­ dicantium pudibunda necessitas. Dotes hinc plerisque, hinc requies aerumnis, nec ilIud omittendum, quod non exiguum clericorum numerum alit, ne paupertatis incommoda ingenio­ rum felicitatem corrumpant. In suburbiis bina Consortia sub auspiciis Sancti Alexandri erecta, quibus tutelare numen nomen dedit, non mediocre sunt pauperum necessitati sola­

tium. Extat aliud memorabile pietatis testimonium Consortium Carceratorum, cuius illa cura, ne pressos aere alieno vel propriis damnatos sceleribus, mi­ serrimae sordes ingrati carceris prorsus consumant. Hinc quicquid ad eorum vitam sustentandam requiritur, Consortium cui Pietas nomen dedit, probatae pudicitiae puellas in matrimonium collocat, indeque multa emanant opera misericordiae. Non desunt ulterius pleraque alia Loca, verus iis portus, quos aestuantes aerumnarumjluctus exagitant. Ubi et illud recensere necesse est, quod ad ip­ sam aeris intemperiem castigandam Mons jloret, quo vel rei frumentariae caritas emendetur, vel certe eiusdem ingens in Urbem copia inferatur. Hospitale maius posset fortasse praedictorum gloria e caliginem quam­ dam offundere, nisi ea primum huic locum deberi spontefaterentur. Non me­ 401


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diocri censu opulentum, incredibile dictu est, quantas se verset in partes, ne quis miseri sui status conditionem deploret. Hinc ultra votorum audaciam promuntur, quaecumque sibi deposcunt solicitae oppressorum curae: spes miseris, aegrotantibus salus vel desperatae saluti certum refugium, peregri­ nantibus levamen et pueris domicilium, quos infra curam habitos parentum vel necessitas vel rubor exposuit. Sodalitates et Confraternitates quam plures fidelium studium erexit, quas coelestibus thesauris summorum pontificum clementia ditavit. Sub mortis vexillis modo quoque urbis nobilissima capita' nomen dedere. Quorum onus eos hortari, quos vindex scelerum iustitia damnavit, ut et igno­ miniosae mortis aliqua ex parte mitigetur acerbitas, et operibus pietatis nec post interitum cessantib us, crimina redimantur. Non desunt praeterea tam in urbe et suburbiis, quam in dioecesi aliae Congregationes, quas sibi ceu membra ligitima adiunctas,piissima Congre­ tio sub titulo Mortis Romae erecta voluit suis privilegiis gaudere:' Suis omnibus numeris absoluta Bergomensis Ecclesiae pietas oculis se subiiciet, si quale ipsa incrementum ex doctrina christiana suscipiat brevi­ ter exposuerimus. Non est, cur pluribus immoremur. Sine fuco veritas ita 10­ quitur, ut vel hoc merito Bergomensium Civitas possit cum religiosissimis Urbibus conferri, nulli postponi. Tres supra viginti scholae pueros et rudio­ rem populum excipiunt; unica schola minor numerus alterius sexus. Ne quid tantae rei desit unus ex canonicis generalis tertio renunciaturanno; in reliquum clerum et laicos, etiam nobiliores, reliqua distribuuntur officia. Singulis mensibus in cathedrali per generalem, officiales et praefectos scho­ larum discutitur, quicquid ad maiorem progressum conducere potest; ubi etiam a tribus praecipuis scholis ad aliarum utilitatem aptiores magistri de­ liguntur. Ut unico verbo perstringamus universa: huic utilissimo exercitio scientiam, religionem, morum integritatem,pietatem debemus, dum summa frequentia populi tantae rei toto studio intenta nihil patitur desiderari. Hac utilitate autem neque reliquae partes dioecesis, quas breviter absol­ a) Nel ms si legge: urbis nobilissima a capita nomen ... 4. La Compagnia della Carità ovvero della Buona Morte per l'assistenza dei condannati a morte e per altre opere a favore dei bisognosi, fu promossa dal prevosto della catte­ drale, Martino Vertova, dal conte cavaliere Marco Antonio Grumelli, da Ruggero Solza, Ruggero Mozzi e altri cittadini. Inizialmente gli associati, 24, erano scelti tra i no­ bili. La Compagnia fu aggregata all'Arciconfraternita di S. Giovanni Decollato, detta della Misericordia, della nazione Fiorentina. Aveva avuto l'approvazione dalle autorità civili ilIO gennaio 1640. I confratelli si riunivano in S. Salvatore: cf. D. CALVI, Effeme­ ride..., I, p. 51,205-206; II, p. 63, 306; B. BELOTT1, Storia di Bergamo ..., IV, p. 188, C. PA­ TELLI, Chiesa ... , p. 20.

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vemus.fraudantur. Si utrumque confundamus, scholas pene trecentas mira­ muro Sic non tam lacte quamfidei christianae praeceptis agrestes quoque et obtusi ingenii homines ad pietatem ita informantur, ut nondum docti certo pede signare humum et firmis accentibus suos sensus exponere, discant ve­ rissimos fidei sensus pronunciare. His nos ilIud utilissimi oneris imposuimus, quod volumus generalem et reliquos urbis officiales singulis mensibus de omnibus doceri, ne quid detri­ menti spiritualis progressus patiatur, sed maius suscipiat incrementum, ut Deo Optimo favente speramus. Et quoniam mentionemfecimus dioecesis sexaginta supra ducentas ilIa nunc constituit parochias, dum adfaciliores populorum conventus ex nostro pastorali officio tres adiungere necessarium iudicavimus? Non iis tamen omnibus certum patrimonium , quin imo plerisque ilIud pa­ rat pietas populorum. Ubi tamen non mercenarios dixerim, sed pastores, quos populi voluntas suae necessitati eligere consuevit, nostro examini et vo­ luntati subiiciendos, ut eorum doctrinam et mores probemus. Vulgus industre varii generis mercaturam exercet. Parvae in montibus opes, lac, caseum, et castaneas, in subsidium deposcunt . Quosdam tamen non vulgariter merces ditavit. Ager non satis Cereri amicus commoda aliunde infert, emendans etiam vitium Liberi donis, armenta et pecora cum montibus nutrito Ad ferrum eruendum gens ibi telluris solicitat viscera, hic varios in usus efformat. In tanta nihilominus inopia rerum eximia ecclesia­ rum suppellex incolarum pietatem mirifice testatur. Angustam dioecesim reddunt ditio Mediolanensis, quae per quadraginta parochias se extendens pene urget Urbem, Brixiensis, quae duas sibi vindi­ cat, Cremonensis unam; dum Bergomensis unam tantum eripit Mediola­ nensi, Brixiensi alteram, quinque Cremonensi. Sic regio quam maxime coarctaturquae suapte natura, ut temporali iuris­ dictioni subiecta per 60 milliaria suos in longitudinem fines protendit, per 30 in latitudinem, ab occidente et meridie ditionem Mediolanensem, Cremo­ nensem, et Cremensem attingens, ab oriente Brixiensem et qua vergit ad sep­ tentrionem, Rethis contermina. In his tamen angustiis ilIud mirandum, quod centum octoginta (a) benefi­

5. Dovrebbero corrispondere alle parrocchie di Ganda, Bueggio e Pezzolo. I parrocchiani di quest'ultima avevano accusato Pietro Albrici curato di Vilminore, di trascuratezza verso gli ammalati: Cf.ACVB, Visita Grimani, 44(1633-1634,1646), ff. 136r-137v; ibid., 46 (1648-1649, 1650-1651), ff. 303r-305r.

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eia collatieia tertiam sibi regionis partem dum vindicant, antiquam omni­ bus notam faciunt pietatem. Onus sibi partiuntur viginti quinque nuncupati suo nomine archipresbi­ teri, praepositi, primicerii, ut facilius sustineant. lta distributa Dioecesis sub nostris continuo oculis versatur, dum brevi temporis intervallo Iitteris et nuneiis de universo statu admonemurdamusque operam cum nostro vicario generali ne quid populorum officiat utilitati. Sub praedictis per nos vicariis foraneis constitutis, curati omnes singulis mensibus vicissim conveniunt, graviores casus et quicquid potest plurimum obesse vel prodesse in ecclesiarum regimine discutientes, et quicquid ibi agi­ tatur, ad canonicum, quem doctissimum elegimus, deferunt, ne possint a recto veritatis tramite aberrare? Regularium monasteria viginti quinque monialium extant: tria episcopi nutui manent, duo regularibus subiiciuntur. In praedictis ecclesiis plura conspiciuntur opera pietatis, confratemitatis, sodalitates suis munitae regulis et privilegiis, quarum insuperpene singulae scholas Sanctissimi Corporis Christi, Sanctissimi Rosarii vel alterius miste­ rii et altaria variis ditata privilegiis erexerunt. Praeeipua tum Urbis, tum etiam dioecesis capita attigimus, ex quibus fa­ cillime universus Bergomensis Ecclesiae status colligatur, quae in urbe et su­ burbiis septem ultra decem millia habitatorum numerat, centum viginti mil­ Iia conficit extra urbem. Reliquum igitur est, ut humilem populum suo favore clementissimus Deus prosequatur, eaque suo munere pastori impertiat, quibus cum com­ misso sibi grege, ad aeterna pascua transmittatur. Illud diu nostrum vexavit animum, qua potissimum ratione nostras istic partes expleremus. Ut nostram testaremur observantiam, nihil intentatum reliquimus. Verum nullo impendio id mercari umquam potuimus, ut quis has partes susciperet, quod nostrum distulit munus. Quare in id summis p re­ cibus nitimur, ut per procuratorem nostro fungi officio liceat, J ne nostrae il­

6. Cf. precedente relazione nota n. 44. 7. Giovanni Battista Mazinghetti, procuratore di Grimani per la visita ad limina. era ret- . tore di Fiorano al Serio e di Gazzaniga dal 1640circa. Il suo predecessore infatti, Marco de Scuris, risulta rettore durante la visita pastorale di Grimani il 22 maggio 1638.Dalla lettera di presentazione del vescovo sembra che il Mazinghetti fosse del clero regolare. In un atto notarile dell'epoca è qualificato dottore in teologia e protonotario aposto­ lico. Mori in parrocchia nel 1653,ili o ottobre secondo una fonte storica, a dicembre se­ condo un'altra: cf. ACVB, Visita Grimani, 45 (1634, 1638-1639, 1641-1646), f. 121r; Archi­ vio parrocchiale Fiorano al S., Nomina dei rectori della chiesa di S. Giorgio in Fiorano al

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VIS/TE AD L/MINA

lud negligentiae adscribatur, quod necessitas exigit, ubi aliter nulla videtur longo temporis intervallo se se offerre posse occasio opportuna.

Die 22 augusti 1643 sacra Congregatio mandavit dari litteras visitationis liminum informa pro /9' triennio, quae continent etiam responsiones sacrae Congregationis ad capita exposita in presenti re/atione prout /atius in registro litterarum continetur. Re/atione della Chiesa Bergomen. visitatio sacrorum liminum pro /9' triennio. Advertatur an fuerit ab/egatus et dispensatio procuretur.

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LETTERA DEL VESCOVO LUIGI GRIMANI AL

CARDINALE GIOVANBATTISTA PAMPHILI

Eminentissimo et reverendissimo signore, signore e padrone mio colen­ dissimo. L'obligato mio debito sarebbe di venire personalmente a' piedi di no­ stro signore ed esporle il stato di questa mia Chiesa, ma per esser ordina­ riamente indisposto, ho perciò procurato con la missione di fra Giovanni Battista Mazzinghetti, curato di Gazzaniga, supplire in alcuna parte a mia tanta obligatione. Riverente supplico l'eminenza vostra reverendissima a compatire il stato di mia poca salute portatami dalla contrarietà di questo aere, che mi fa insoportabile il peso di questa gravissima carica nel mio stato pre-

Serio, ff. 32r-33r; Visite pastorali alla chiesa di S. Giorgio in Fiorano al Serio dal /634 al /7/0, II, f. 9r; ibid., Note d'archivio di Gazzaniga, Fiorano al Serio, Semonte, dal sec. XV/ al XVIlf, V,f. 19r,31r; MA1RONI DAPONTE, Dizionario odeporico o sia storico-politico na­ turale della provincia bergamasca, 3 voll., Bergamo 1819-1820, II, p. 114-115; G. GUALD!, Fiorano al Serio al centro della media valle Seriana porta della valle Gandino, fotografie di P.AGAZZI e d'epoca, Bergamo 1985,p. 63; A. BERTA5A, Gazzaniga porta aperta sulla storia, Bergamo 1990, p. 87-101.

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sente, e perciò humile supplico la bontà di nostro signore a riflettere so­ pra l'importanza e bisogno d'essa. lo poi confermo per sempre la divota et obbligata servitù mia alla gra­ tia e protettione dell'eminenza vostra, a cui profundamente m'inchino. Bergamo lì 3 zugno 1643. Di vostra eminenza reverendissima humilissimo et obbligatissimo

servitore

Luigi vescovo di Bergamo

All'eminentissimo signor cardinale Panfilio 8

73 PROCURA DEL VESCOVO LUIG I GRIMANI AL CURATO DI GAZZANIGA GIOVANNI BATTISTA MAZINGHETTI

La procura identica nella forma a quella rilasciata per la visita ad /i­ mina nel 1636, è rogata dal notaio Lorenzo q. Antonio Morandi de Ca­ soni, testimoni i sacerdoti Alberto Vairino e Francesco Patta, in servizio presso il vescovo Grimani. L'atto notarile, col sigillo e la data del 3 giugno 1643, è firmato dal no­ taio suddetto, dal vicario generale canonico Giovanni Battista Medo­ lago, dottore in teologia, dal cancelliere vescovile Paolo Brunetto. 8. Il cardinale Giovanni Battista Pamphili era il prefetto della Congregazione del Conci­ lio. Nato a Roma il7 maggio 1574,entrò nello stato sacerdotale e conseguita la laurea in utroquefu promosso al presbiterato il 27 settembre 1597.Nominato avvocato concisto­ riale nel 1601 da Clemente VIII, succedette allo zio Girolamo, cardinale, nell'uditorato di Rota il 9 giugno 1604. Dopo essere stato nunzio a Napoli, accompagnò come datario Francesco Barberini, nipote di Urbano VIII, in Francia e in Spagna. Nominato pa­ triarca di Antiochia, il30 maggio 1626 fu inviato nunzio in Spagna. Il 6 luglio 1630 rice­ vette da Urbano VIII la nomina ufficiale di cardinale, col titolo di S. Eusebio. Eletto papa il 5 settembre 1644 prese il nome di Innocenza X. Attuò la cosi detta soppressione innocenziana dei conventini in Italia e nelle isole adiacenti. Morì il7 gennaio 1655: cf. Hierarchia Catho/ica ..., IV, p. 22; L. V. PASTOR, Storia dei Papi..., XIV/I, p. 22 passim; E. BOAGA, La soppressione Innocenziana dei piccoli conventi in Italia, Roma 1971; E. CA­ MOZZI, Le Istituzioni monastiche..., cit.

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74 DICHIARAZIONI DELLE VISITE ALLE BASILICHE

DEI SANTI APOSTOLI PIETRO E PAOLO

Illustrissimo et reverendissimo monsignore. lo don Gìovanni de Baru sottoaltarìsta di San Pietro fo fede come il si­ gnor Gìovan Battista Mazinghette curato di Gazanica dìocese dì Ber­ gamo ha visitato limina Apostolorum in detta basilica ìn nome di monsi­ gnor illustrissìmo vescovo dì Bergamo questo dì 16 giugno 1643. Ego loannes de Baru manu propria

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Fidem facio ego Claudius Galluccius cappellanus basilicae Sancti Pauli extra urbem, qualiter illustris et admodum reverendus dominus loannes Baptista Manzighettus curatus Gazanicae dioecesis Bergami, visitavit li­ mina Apostolorum in supradicta basilica nomine illustrissimi ac reverendis­ simi domini episcopi Bergami. Badie 16 iunii 1643. Claudius Galluccius manu propria

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RELAZIONE - maggio 1647

Asv, C. Conci/ii, Relationes dioecesium, Bergomen., orig., tf. 109r-115v, 118r-121v (112)

La relazione presentata per la visita allimina del ventesimo triennio, 1642-1645, è composta da un fascicolo di 11fogli (mm. 20x30), con la nu­ merazione del vecchio catalogo, 772-779,800-802, sostituita da quella re­ cente a timbro. Il testo della relazione è scritto sui ff. 113r-115v,121r (segnato erronea­ mente 112r). In f. 111r si trova la nota aggiunta dalla Congregazione il l" giugno. In f. 121r, a matita è segnato 1647. I ff. 116r-117v sono una Relatio sine nomine che non riguarda Bergamo. Il vescovo Grimani delegò l'arciprete di Lallio, Nicola Pagnoncelli, procuratore per la visita ad limina, f. IlOr-v, presentato alla Congrega­ zione del Concilio, f. 109r. Il Pagnoncelli visitò le basiliche dei SS. Pietro e Paolo, f. 118r (stampa) 119r. Un ampio margine bianco è stato lasciato sui tre lati dei fogli nella relazione. Il f. 120 è bianco. Il fascicolo si trova in buone condizioni.

76 Bergomensis Ecc/esiae status Clementi iugo Urbs Bergomi assurgit salubri amoenoque coelo natura l et recentioris artis legibus munitissima. Qua vergit ad austrum et brumalem occasum et ortum, vastam planitiem aperit, atque ad Apenninum usque iuga pulcherrimo aspectu oculos diffundit. Campestrem planitiem, quam ad centum viginti ferme stadia ager Bergomensis in meridiem porrigit, crebri

1.

Cf. A.

MUCIUS,

Theatrum ... , p. 25, 45-46, 54, 66,73, 106-107, 119.

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VISITE

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rivi distingunt laetissima soli ubertate. Qua septentrionem prospicit, col/i­ bus primum attollitur, mox ad ducenta octoginta stadia perpetuo montium iugo horrescit. Hanc partem, quam natura velut suae munificentiae oblita damnavit ad squalorem, plerisque in locis pratorum viriditate compensat, marmore vario, metallorum fodinis, pascuis ad armentorum satietatem,fac­ tamque ad ovilia sterilitatem excusat? Dexterum laevumque urbis latus, quo solem orientem et cadentem excipit.facti ad oculorum voluptatem col­ les tegunt, frequentibus passim amoenisque villis sparsi,' Posita ad clivi radices quatuor suburbia, quae singula integrae urbts spe­ ciem ferunt alte despectat. Brembius 4 ac Serius 5 incliti amnes, quibus diverso exfonte in intimis AI­ pibus ortus est, suis ferme ulnis urbem amplexi, navigia quidem non tole­ rant, coeterum precio piscium et rivis, in quos funduntur ad agrorum feraci­ tatem, ad ferri lanaeque culturam, ad fulloniae et farinariae usus comodis­

2. Cf. ibid., p. 30, 45-46, 105. 3. Cf. ibid., p. 66-70. 4. Il Brembo ha le sue origini da vari laghetti posti sulla giogaia che a tramontana separa il territorio Bergomense dalla Valtellina. La sorgente principale è la Carona che trae origine dal lago Diavolo, a.s.m. mt, 779. Il corso del Brembo si snoda per km. 67. Scende a sud delle Alpi Valtellinesi nella pittoresca val Brembana, passa per Branzi, at­ traversa i centri di S. Pellegrino, Zogno, lambisce Almenno S. Salvatore, forma nella pianura circostante là cosi detta Isola delimitata sul versante occidentale dal fiume Adda nel quale sfocia sopra Vaprio. L'uso della acque non era sempre pacifico, come avvenne nel 1569 quando i rettori intervennero nella vertenza scoppiata tra Bergamo e Treviglio: cf. BCAM, 2 Ducali B (1566-1656), ff. 23r-25r, 5 nov.; A. MUCIUS, Thea­ trum ... , p. 18,20-21; 65-66; CELESTINO, Historia ..., l, p. 529-530; D. CALVI; Effemeride ..., Il, p. 371; S. CORTI, Le provincie d'Italia..., p. 24, 29; B. BELOTTI, Storia di Bergamo..., l, p. 4-9; G. DALEZZE, Descrizione ..., p. 491-495; P. CAPELLINI, Secolare storia di disastri. Tante rovine lungo il corso del Brembo, in L'Eco di Bergamo, 211uglio 1987, p. Il. 5. Il Serio ha le sue sorgenti nel monte Torena (monte Barblino per Calvi) o più propria­ mente nel lago Bardellino (Zelto per Calvi). S'immette nell'alta valle da cui prende il nome con una cascata suggestiva, passa per vari centri, Ponte Nossa, Vertova, Gazza­ niga, Albino, Nembro, Alzano, ricevendo diversi affiuenti. Lasciata Bergamo a occi­ dente, passa per Seriate, lambisce Crema e si immette a 14 km. da questa nell'Adda, dopo aver percorso dalla sorgente 114 km.: cf. A. MUCIUS, Theatrum ..., p. 25, 65-66; CELESTINO, Historia ..., l, p. 530-531; D. CALVI, Effemeride..., I, p. 435; S. CORTI, Le provin­ cie d'Italia... , p. 14,29; B. BELOTTI, Storia d'Italia... , I, p. 4-9; Storia di unfiume, Ber­ gamo 1985; G. DALEZZE, Desrizione ..., p. 496-501; M. CANINI, L'etimologia di Seriate: abitato presso acqua fluente, in L'Eco di Bergamo 20 maggio 1990, p. 12; Itfiume Serio, a cura di L. PAGANI, in Contributi alla studio del territorio Bergamasco, IX, Bergamo 1991.

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simi sunt, binisque iidem et nobilibus vallibus dum montibus coercentur,no­ men dedere? Bergomensem agrum coeterosque regionis tractus nobilis passim vici insi­ gniunt, in quibus praeter urbis nomen nihil desideres.' Agrum hunc Sebinus lacus ab ortu a Brixiensi agro distinguiti ab occasu a Comensi et Mediolanensi Larius, et Abdua 9 a septentrione Rhetorum, Al­ pes, a meridie Fossa perpetua, lO ab Abdua ad Olium Il usque ducta partim a Cremonensi, partim a Mediolanensi disterminat. In urbe ac suburbiis viginti millia capita censentur; centum viginti millia agros montesque incolunt. Mirum quantum amoenioris coeli clementia in accolarum quoque inge­ nia se se ejJuderit. Gens exculta artibus et disciplinis omnibus, 12 quibus urbes inter sefama

6. Sono come già si è osservato nella visita ad limina 1618, nota n. lO, le due valli Brem­ bana e Seriana: cf. CELESTINO, Historia ... , I, p. 532-549; G. MAIRONI DAPONTE, Diziona­ rio... , III, p. 165-171, 192-198; B. BELOTTI, Storia di Bergamo ... , I, p. 37-38, 45-47, 65-67. 7. Cf. CELESTINO, Historia ... , I, p. 486-529. 8. Cf. BELOTTI, Storia di Bergamo ... , I, p. 62, 106. 9. L'Adda è il più importante affiuente del Po. Nasce al passo S. Giacomo di Fraele, attra­ versa la Valtellina, sfocia nel lago di Como, o Lario, riprende il suo corso e passa per Brivio, Trezzo, Vaprio, Lodi, delimitando i confini naturali del territorio bergomense. Si immette nel Po dopo un percorso dalla fonte di 300 km.: cf. A. MUCIUS, Theatrum ... , p. 21, 23; S. CORTI, Le provincie d'Italia... , p. 13; B. BELOTTI, Storia di Bergamo ... , I, p. 5-6,9,27,31-32; G. DA LEzzE, Descrizione ... , p. 487-490. lO. L'espressione si riferisce al Fosso Bergamasco (a meno che alluda al vastissimo stagno conosciuto come lago o mare Gerundo formato dalle acque dell'Adda unite a quelle del Brembo e del Serio distese nel piano della Gera d'Adda) che fu appositamente tracciato per i confini tra Bergamo e Cremona e in seguito tra la repubblica Veneta e il ducato Milanese. La descrizione accurata dei confini naturali del territorio Bergo­ mense, già accennata nelle note precedenti, non sembra casuale in questa relazione. In quegli anni si erano aggravate le contese di confine, con le usurpazioni dei mila­ nesi, come aveva riferito P. Contarini al Senato Veneto ne11644: cf. BCAM, 2 Ducali B. (1566-1656), f. 148r, 8 gen. 1608; A. MAZZI, Corografia Bergomense... , p. 46,219-222, 225; B. BELOTTI, Storia di Bergamo ... , Lp, 6-9; II,p. 56,174; III,p. 94; ibid., ed. 1989, Lp. 31-32; III,p. 267-277;Podestaria e Capitanato di Bergamo ... , p. 537; G. DALEZZE, Descri­ zione... , p. 486. 11. L'Oglio nasce a Ponte di Legno dalla confluenza dell'Oglio Frigidolfo, l'Oglio Arca­ nello e l'Oglio Narcanello che sgorgano rispettivamente dal lago Nero, dal lago di Er­ cavallo e dal fianco occidentale della Presanella. Scorre fino a Edolo e di qui allago d'Iseo in cui sfocia fra Lovere e Pisogne. Emerge da Sarnico e percorre l'alta pianura Padana; dopo Crema si snoda parallelo al Po nel quale sfocia a valle di Gazzuolo dopo un percorso di 280 km.: cf. G. CARACI, Oglio, in Enciclopedia italiana di scienze, lettere ed arti... , XXV, Roma 1935, p. 196, G. DALEzzE, Descrizione... , p. 502. 12. Il Consiglio cittadino aveva esaminato vari provvedimenti per favorire l'istruzione a

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et claritudine certant, patiens laborum, ingenii acumine nacta nomen." Mollia ad salutaria pectorafactique ad virtutem animi, nihil quod eximium cogites, sua e solertiae impervium fecerunt. Il Haec summatim de universo genere, de quo situ locorum et ingeniis acco­ larum. Nunc singula prout instituti nostri ratio postulare videbitur, ita exeque­ mur. ut intimam magis faciem rerum, qua m quae externis se oculis subiicit, qua m brevissime attingamus. Atque ut ab iis, quae nobis proximiora sunt ordiamur, templum maxi­ mum, ut suo fastigio, ita veneratione et frequentia populi caetera superemi­ net praesertim cum insignium misteriorum celebritate suis triumphis gratu­ latur Ecclesia. Primae ecclesiae cathedralis canonici ad quadraginta qua­ tuor, ex duplici Sanctorum Alexandri et Vincentii congregatione, in sacerdo­ talem et subdiaconalem classem distincti (quorum mediam partem sacerdo­ a)

La parola nomen è corretta.

Bergamo. Svanita la possibilità di un insediamento di un collegio dei Gesuiti da soste­ nere con la rendita della prepositura di S. Maria di Misma, nel 16lO i Teatini avevano chiesto al Consiglio l'autorizzazione per istituire scuole pubbliche di logica, filosofia, teologia e morale. I Somaschi avevano aperto le scuole al Pozzo Bianco, in casa Passi, attorno al 1632e il Consiglio il9 febbraio 1644 aveva nominato per esse degli ispettori. Il canonico e teologo della cattedrale, Alessandro Terzi, aveva avuto l'incarico di inse­ gnare gratuitamente ai giovani logica nel Palazzo Nuovo. Le scuole pubbliche già te­ nevano corsi di grammatica, umanità e retorica. Nel Consiglio cittadino era stata dis­ cussa la situazione degli studenti che non potevano frequentare l'università di Padova per avere il titolo di dottori in legge. Nel 1638 Giacomo Carrara Benaglio era stato au­ torizzato dal Consiglio stesso alla riapertura di una scuola per allievi aspiranti alla lau­ rea di dottore in Padova. Nel 1644 il Consiglio aveva inoltre preso in esame l'istitu­ zione di un'accademia "con cavallerizza" per i giovani. Si sarebbero riprese nel 1650 le trattative coi Somaschi, già iniziate dal 1633 circa, in merito all'assegnazione, avver­ sata dal preposto e dalla comunità di Cenate, della prepositura di S. Maria di Misma, per diminuire i costi delle scuole a carico della città e nel 1657sarebbero stati discussi alcuni problemi relativi al funzionamento delle loro scuole: cf. visita ad limina 1617, nota n. 56; BAV, Barberiniano lat., 5866, ff. 408v-409v, 30 mar. 1602, il card. Aldobran­ dini chiede al nunzio interessamento perché le autorità concedano l'assegnazione della prepositura di S. Maria di Misma ai Gesuiti, come desidera il preposto e rettore di Cenate, per la fondazione di un loro collegio a Bergamo; BCAM, Azioni, 52 (1610-1612),[. 79r, 24 lug, 16lO; ibid.. 60 (1629-1632), ff. 269r-27I v, 24 apr. 1632,[. 272v, 278v; ibid., 61 (1632-1634), f. 45r-v, 28 dico 1632; ff. 118r-119r,3 sett. 1633; f. 125r-v,26 nov. 1633; ibid., 62 (1634-1638), f. 175v,2 ott. 1636; ibid., 63 (1638-1641), f. lOr-v,8 mago 1638; ibid., 65 (1644-1647), f. l lv, 27 lug. 1644; ff. 66v-67r, 9 feb. 1644; ibid., 67 (1650-1652), ff. 18v-20r, 30 lug, 1650; ibid., 69 (1655-1659), ff. 150v-15Ir, 17 dico 1657; ibid., 2 Ducali B (1566-1656), f. 197r, 15 mago 1632; ff. 20Iv-202r, 5 nov. 1633; f. 203r, 8 mar. 1634; f. 203v, 6 mago 1634; D. CALVI, Effemeride ..., I, p. 483. 13. Cf.A. Mucrus, Theatrum ... , p. 50-55, 58-63, 86-104, lO8-1I6, 122-124; Podestaria e Capi­ tanato di Bergamo ..., p. 476.

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talis occupat, caeterae numerum explent} distributas, in singulas horas per intervalla preces rite et decore personant:" Divini cultus maiestatem augent gradus et discrimina dignitatum: archi­ diaconi, praepositi, et archipresbiteri, quarum media ad Divi Alexandri, ex­ tremae ad Divi Vincentii congregationem pertinent. Primicerii bini, bini item aeditui, custodes sex, capellani decem, quaeque alia nomina sunt curatoribus sacrorum, ut nihil iam vel ad quotidiani usus splendorem desideres, vel ad sacrum musicae rei modulamen, vel ad pom­ pam sacrificalis apparatus, vel denique ad sacrorum rituum disciplinam, qui adamussim servanturpraesertim ubi in eandem diem binae missae cele­ brandae cadunt. Ad coelestem sacrorum monumentorum thesaurum tuendum dominico quoque die theologus e suggestu Sacrarum Literarum interpres, ad curanda vero animarum vulnera poenitentiarius egregiam operam, uterque ex sacri concilii Tridentini placito publicae pietati navant. Mirum quantum perfugium rebus adversis, quantamquefiduciam civibus sperandae e coelo opis hoc templum praestet. Non alibi frequentiora vota populus concipit. Hic sanctas reliquias Alexandri martiris, urbis patroni, \5

14. Il Capitolo nel 1642 aveva affidato al canonico Luigi Tasso il compito di difendere a Venezia i suoi diritti. Per i cappellani del duomo, il Capitolo nel 1632aveva chiesto la riduzione di alcuni oneri di messe, per il poco reddito dei legati, ottenendo risposta positiva dalla Congregazione del Concilio, tranne per quelli imposti per fondazione o dotazione delle cappellanie. Una seconda domanda alla Dataria Apostolica, ebbe dal papa il6 dicembre 1634 la concessione della facoltà al vescovo di ridurre per un bien­ nio gli oneri imposti in proporzione dei redditi. Per i coadiutori dei canonici Inno­ cenzo X con la bolla Salvatoris nostri licet del 16 settembre 1646 aveva emanato nuove norme, esaminate dal Capitolo nella seduta del 17 novembre. Il mancato accordo tra canonici e cappellani portò alle vertenze del 1650 e del 1655: cf. Acva, Arch. Cap., 162, Acta Capituli S. Alexandri ab anno 1635 usque 1646 f{J 2 (ms), f. 28r, 31 otto 1642; ibid., 164, Acta Rev.mi Capituli generalis a die 27 decembris 1647 usque ad diem quintum je­ bruarii 1661.A.primo in M. (ms), sed. cap. l o lug.1650 e 17lug.1655; ibid.,294, 1646 Ca­ pitulum generale pro publicatione literarum apostolicarum circa coadiutorias canonica­ tus (ms), in Provviste di benefici... , 17 nov. 1646; Asv, C. Concilii, Positiones, 214, ff 498r-500v. 15. Il titolo di patrono attribuito a S. Alessandro non è casuale. Nella seduta capitolare del 14 gennaio 1644 era stata esaminata la richiesta presentata da alcuni fedeli al ve­ scovo per la proclamazione del giorno di S. Vincenzo festa di precetto. La decisa rea­ zione a tale iniziativa, anche a costo di adire le vie legali, aveva bloccato il progetto. Il 29 febbraio il Consiglio cittadino aveva discusso la bolla pontificia di Urbano VIII del 28 febbraio 1644 che obbligava a festeggiare un solo patrono cittadino, con le conse­ guenze negative per la città, abituata da sempre alla devozione verso i due santi, Vin­ cenzo e Alessandro, prevedendo il "discontento inesplicabile de' cittadini et habitanti tutti oltre le gravi disensioni che fra queste due cathedrali sono irrimediabilmente per

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Narni episcopi, Viatoris episcopi, loannis episcopi et martiris, lacobi et Proiecticii martirum, Hesteriae virginis, Firmi et Rustici martirum, velut praesidia stabilitatis suae cives tenerrimo affectu venerantur. Sed necfortasse urbana alia templa, vel etiam agrestia huiusmodi sancto­ rum exuviis ditiora sunt, quas ipsi novis ornamentis novisque honoribus ci­ vium pietati ostendere non desinimus. Populi pietas cum alias semper tum hoc tempore potissimumferventior exarsit, quo taeterrimus rei pubblicae christianae hostis Turcarum tirannus Cretense regnum ad exitium vocat, cum ad coelestes iras mitigandas fre­ quentissimefuerù ad superum aras supplicatum, coeteraque placamenta di­ vini numinis a nobis indicta summa adhuc alacritate et religione, per totam provinciae nostrae latitudinem, summi infimique obeant,"

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riuscire. Perciò sopra negotio di importante rilevanza che concerne il maggior inte­ resse di questa patria per la pietà et religione che inviolabile professa verso i suoi san­ tissimi protettori, sendosi più fiate havuto matura consideratione da magnifici signori antiani in replicate sessioni e nella cancelleria episcopale ancora fatto notare atto pu­ blico acciò niente venisse innovato senza essere prima sentite le ragioni della magni­ fica città, cui tocca la nominatione del protettore principale, finalmente tenuto sopra di ciò particolare discorso colli magnifici signori deputati della città et deputati alle liti et havuto il parere di essi, hanno risolto di mandar parte che sia con ogni humiltà fatto ricorso alla Santa Sede Apostolica, et sporte riverentemente preghiere a sua beatitu­ dine per continuar a celebrar ugualmente et senza distintione alcuna anche le feste de santi Alessandro e Vincenzo, come sin qui sempre è stato osservato, invitando a sup­ plicar uniti ancora li rev.mi capitoli di S. Alessandro e S. Vincenzo cosi che però uniti o non uniti, la magnifica città anco da se sola procuri la celebratione d'ambe le feste e quando ciò non si potesse impetrare, sia suplicato il sommo pontefice a non prose­ guire alcuna dichiaratione o nominatione del protettor principale che dovesse festeg­ giarsi sotto obligo di precetto, ma permettere che la città possa eleggersi per suo prin­ cipale patrone quel santo sarà da lei maggiormente desiderato". Un quindicennio dopo il Consiglio cittadino proclamò S. Alessandro patrono tutelare principale di Ber­ gamo. I canonici di S. Vincenzo inviarono, probabilmente a causa di questa iniziativa, un esposto al Consiglio circa la festa solenne celebrata in onore del loro santo. In­ tanto la devozione a S. Alessandro faceva ottenere tramite il card. Cornaro una reli­ quia alla chiesa della cosidetta nazione bergamasca a Roma: cf. Acvs. Arch. Cap., 162, Acta Capituli... , ff. 34v-35r; ibid., 214/ l ,Secreteria ... , lettera del vescovo vicegerente di Roma al vicario generale di Bergamo sulla donazione della reliquia di S. Alessandro alla chiesa dei SS. Bartolomeo e Alessandro di Roma; lettera dei sindaci all'arciconfra­ ternita circa la donazione fatta dai canonici, 7 sett. 1647;lettera del card. F. Cornaro al Capitolo di Bergamo, 3 ago. 1647e assoluzione da possibili censure incorse; ibid.,615, Anni 1438-1715..., ff. 135r-138r, solennità di San Vincenzo; BCAM, 64 (1641-1644), ff. 286r-287v; D. CALVI, Effemeride... , I, p. 259-260, 444. Il Consiglio cittadino aveva donato alla repubblica Veneta 10.000 ducati nel 1638 e 16.000 nel 1645 per contribuire alle spese affrontate nella guerra contro i Turchi. An­ che il clero era stato tassato per decisione del Consiglio cittadino presa nella seduta del 29 dicembre 1645 sia per le spese sostenute durante la peste che per quelle della

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Tempio maximo templum aliud ut loco, ita amplitudine molis et divini cultus splendore proximum Deiparae assurgit. Summa regiminis aedis huius, penes Collegium Misericordiae est. Hinc opportunafamelicae turba e subsidia, hinc clandestina etiam in eos misericordia, qui taciti intra privata­ rum aedium tenebras pudendae fortunae sua e ludibria rodunt. Domicilii huius illata mentis monet, ut coetera quoque egenorum sordi­ bus eluendis erecta domicilia hoc loco subtexam. Xenodochii Maioris sumptus effusiores et oppressam pene egestate pieta­ tem, dum nimis prodiga miserorum squalori consulit, si quis expendat. Fir­ missima haec praesidia dixerit adversus inopiam, adversus inusitatas mor­ borum facies, coeterosque casus omnes, quibus perpetua malorum carnefi­ cina affligit hanc vitam. Extat aliud in Urbe Cotlegium, quod Pietas erexit, servatque nomen collo­ candis in matrimonium puellis, quarum pudicitiae paupertas noxia fuit. Nec levius ab alio Collegio subsidium in suis sordibus expectant coniecti in carceres, quibus gratuita in diem alimenta ministrantur. Suburbium, quod Divum Leonardum quodque Pinetum vocant, tempia utrumque aedium Collegiatarum splendori non cessura attollit tutelari Divo Alexandro, sub cuius auspiciis bina item Consortia florent, tutissima misero, cuicumque adversus tempestates et procellas rerum humanarum re­ ceptacula. Pueri, ac puellae alio in domicilio parentes extinctos in publica pietate re­ cuperant. Domicilium ulterius Mendicantium nutrit infantiam, donecfirmioraetas parare sibi per laborem alimenta possit. Nec a tanto beneficio debilior se­ necta excluditur, cui vires ad victum cultumque ad ornandum cadens natura fati vicinitate ademit. Longum ireper singula: dixisse sufficiat tot remedia excogitasse iam vete­ rum civium pietatem, quot ingenia sunt naturae torquendae mortalitati. Ex variis ordinibus regulares viri, quorum domicilia duodecim in urbe, vi­ ginti in dioecesi censentur, 17 innocentioris vitae, exemplo, doctrina, caeteris­

guerra in parola: cf. BCAM, Azioni, 63 (1638-1641), ff. 55v-56v, 26 dico 1638; ibid., 65 (1644-1647), ff. 98r-100v, 30 giu. 1645; ff. 128v-129r tasse per il clero; D. CALVI, Effeme­ ride..., I, p. 310; L. V. PASTOR, Storia dei Papi..., XIV/l, p. 263-273. 17.

Uammissione nel convento dei domenicani della Basella riservata solo ai novizi ber­ gomensi era stata oggetto di discussione nel Consiglio cittadino che ne aveva segna­ lato il problema al suo procuratore a Venezia. Nel 1639 la nomina di padre Cecchini, fiorentino, ad abate d'Astina presentata dal cardinale Pietro Paolo Medici era stata an­

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que pietatis officiis non leves motus animorum faciunt ad populi discipli­ nam, studiumque amplectendae virtutis:" Nec minor gloria sacrarum virginum coetibus, quae gravem nobiliori etiam sexui disciplinam sequutae, ut naturae imbecillitate vincuntur, ita ple­ rumque innocentia vitae et virtutibus eminent florentque. Hae fa miliae magna populi approbatione instituti sui legibus, quae ad Collegia novem in urbe, ad quinque in dioecesi numerantur, quorum tria pe­ nes regulares sunt," reliqua penes episcopum. Excitavit sexui huic alia Collegia publica curatpiae Virgines ex Divae Ur­ sulae instituto, qua e similem monialium legibus vitae rationem adamarunt, pietatem earundem et decus ferme sequuntur. Demissae aliae vocantur, quae fastum inanemque rerum humanarum pompam fugitantes, proposita sibi quotidianae vitae disciplina, intra com­ munium aedium claustra coelum sibi aperiunt. Hospitium praeterea positum est collocandis mulieribus, quae sordibus elutis ab impuro quaestu, ad honesta domicilia transiere. Nec desunt sua claustra et praesidia puellarum pudicitiae, quibus ege­ stas et forma insidias struunt. Divino cultui augendo quamplurima visuntur piorum hominum sodali­ tia, quorum exercendae pietati apostolica indulgentia large sua munera e.f fudit. Horumfrequens conventus ad consueta religionis officia, quibus pro­ fana capita sacrorum hominum aemulantur instituta. Prae coeterisjloret erecta nuper nobilium virorum Societas, undefructus longe maximus in capite damnatos, cum ad disponenda suprema piis collo­ quiis dispositi, desperatione abiecta obire salutariter possunt.

nullata per le leggi che impedivano a un religioso non suddito l'assunzione di incari­ chi nei monasteri. Padre Leone Cecchini fu in seguito nominato abate di San Mercu­ riale a Forli (ringrazio padre Pier Damiano Stotorno per la notizia cortesemente forni­ tami e per quella su padre S. Landi, pago 203 , nota n. I). Cf. BCAM, Azioni, 65 (1644-1647), f. 82v, II apro 1645; ibid., 2 Ducali B (1566-1656), f. 252r, 5 nov. 1639. 18. Cf. ACVB, Arch. Cap., 762, Contra li padri Agostiniani el Teatini per la sepoltura della q.s. Maria Belana anno 1648 (rns), ff. nn.; BCAM, Azioni, 64 (1641-1644), f. 264v, 30 dico 1643,circa una causa al tribunale di Venezia tra i Francescani Riformati e altri religiosi e l'interessamento del Consiglio; D. CALVI, Effemeride... , II, p. 326. 19. Ormai ultimato il monastero delle benedettine di Gandino, era in corso di realizza­ zione quello di Borgo di Terzo, di cui più oltre, e di Serina. Per quest'ultimo, voluto dall'oriundo G. P. Tiraboschi con un legato testamentario nel 1643 si era recato a Se­ rina il vicario generale Giovanni Battista Medolago allo scopo di tracciarne l'area de­ stinata all'edificio. Il sac. Francesco Agazzi si adoperò assai in seguito per l'insedia­ mento delle domenicane nel monastero e l'inizio della vita della comunità: cf. D. CALVI, Effemeride... , II, p. 53; A. MAZZOLENl, Vita ... , p. 25-26,29-33.

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Ad omnem aetatem virtutibus excolendam longe maximum opus videri debent christianae fidei Scolae, unde pietatis alimenta in teneros annos, in­ generato pondere, in prava lapsuros, ne rectae disciplinae praeceptis incon­ trarium cogantur. Sex supra quadraginta in urbe Scolae, trecentum pene in dioecesi ad salu­ taria haec in primordio aetatis rudimenta tanta cura initiant pueritiam, ut cum magistratus, censores, et praesides ad hoc corpus regendum animadver­ tas, optimis veluti legibus fundatae reipublicae formam videaris intueri. Sunt qui de statu ad praefectum generalem referant de progressu, de mori­ bus, de vitiis, si qua e incurrunt, singulo quoque mense, quo tempore per eun­ dem praefectum caeterosque praesides, ne magistros corruptelae si quae ir­ repsere et impedimenta to/luntur. Quo antiquius sacri Tridentini concilii patribus visum est ad catholicam religionem pastorum integritate et doctrina alendam, Seminaria instituere, eo ardentius curas intendimus, ut eorum ministerio, quos literatura nobis et probitas commendavit, soboles ecclesiastica, cum moribus pudicis, tum lati­ nae linguae rudimento in tantam spem in nostro Sem inario educetur. Ut uni­ versa congrue et ex disciplina procedant, honestati fabricae et salubritati consultum est, praescriptae leges, dati praesides, ut crebra visitatione et exacta rerum administratione cunctos in officio contineant; et plerique iam Iiterarum et morum laude insignes ad sacri regiminis curas et munera pro­ ducuntur. Tribules quas paroetias dicimus quatuordecim urbs enumerat, ducentas et sexaginta tres dioecesis. Ex agrestibus octoginta, quoniam certis fundis certoque censu carent, popularium pietate sustinentur. Parochi ferme omnes doctrina et modestia quaesitissimi. Ne vero dissita ab urbe extra curarum nostrarum partem esse videantur, totam dioecesim quinque supra viginti capita plebium archipresbiteri, preaepositi, primicerii rerum administratione amplectuntur, quorum fere singulis vicarii foranei munus incumbit. Horum iussu et interventu menstrui conventus parocho­ rum fiunt ad praesentem medicinam animorum accommodati, ad doctrinae ecclesiastica e incrementa, ad divini cultus, morumque castigatorum conser­ vationem?' Si quid anceps incidit ac controversum in iis quae agitantur, ex responso cathedralis ecclesiae theologi definita cuncta praescribuntur.

20. Nella documentazione degli atti della visita pastorale effettuata tra il 1648 e il 1651 sono accennati alcuni casi che i curati segnalarono e per i quali intervenne Grimani o i suoi delegati. A Colere si era abituati a mettere all'incanto la legna e il legname nel ci­

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VISITE AD LIMINA

Quae vitia in sacramentorum administratione invexerat nonnu/lorum avaritia, ea in dioecesis visitatione, quam universam demum lustravimus, abolere studuimus, atque ita efficere, ne labe aliqua ministrantium divina­ rum rerum integritas violetur. Eo in munere dum cuncta recognovimus, cura ma in primis fuit praestare ne in arrectis praesertim et confragosis locis, quibus passim sparguntur ca­ sae et septa armentorum, divinus cultus ob inopiam laboraret, ut vitae insti­ tutis exprimerentur ea quae postrema nostra Sinodo comprehensa essent:" Conventus porro Sinodales, ut proximis annis difJeremus pene impulit belli incendium," aquarum illuvies, et catenata prope calamitatum series," mitero, farvi "altri negozi indecenti" e inoltre sperperare le elemosine. A Schilpario i sindaci per la costruzione della torre campanaria, avevano dovuto consegnare 450 lire alla comunità o vicinanda, che non intendeva restituire la somma. A Castione i sin­ daci invitavano per il culto in chiesa i sacerdoti senza il consenso e all'insaputa del cu­ rato. A Paratico la comunità appoggiata da prete Baglioni sospeso a divinis voleva am­ ministrare tramite i sindaci il legato di Fiorenza Poardelleti, destinato alla celebra­ zione di tre messe nell'oratorio di S. Bernardino. Il vicario generale Medolago aveva decretato che le messe dovevano essere celebrate in domenica o nelle feste di pre­ cetto, l'elemosina ricavata dalle rendite del legato consegnata al celebrante, che il cap­ pellano fosse nominato coadiutore del curato e che i reggenti dell'oratorio ammini­ strassero il legato: cf. ACVB, Visita Grimani, 46 (1648-1649, 1650-1651), f. 346v, 361r-362v, 374r-v, 532r-557v. 21. Casi particolari di sacerdoti per i quali intervenne Grimani o i suoi delegati nella visita pastorale sono documentati negli atti relativi. A Bagnatica la popolazione era insoddi­ sfatta per il curato che poco o nulla si dedicava all'assistenza agli ammalati, non faceva opera di pacificazione per le liti tra i parrocchiani, delle quali sembrava piuttosto go­ dere che rattristarsi, dava consigli, ma errati e ricompensati con denaro. A Foipiano e­ sercitava il ministero un sacerdote spagnolo sprovvisto di facoltà, poi allontanatosi. Il cappellano di Torre Boldone, Gerolamo Corti, era accusato di praticare una donna di mala vita, di esibirsi a carnevale con le pistole e con le vesti da "massara", di portare ve­ sti corte, praticare il ballo. I cappellani di Ardesio sostituivano la cera fatta acquistare agli offerenti con candele piccole e indecorose. Il curato di Gandellino costringeva i sindaci ad assecondarlo e mancava dalla parrocchia. I due cappellani di Castione non si occupavano della dottrina cristiana. A Bottanuco il cappellano era accusato di avere relazioni con una certa Angelica Previtali: cf. ibid., f. 19r, 155r,224v, 227r-229v,263r-v, 283r-v, 287r-290r, 372r, 449r-453v. 22. L'accenno a pericoli di guerra sembra riferirsi all'annessione del ducato di Urbino da parte dello stato pontificio nel 1642 e ai preparativi di Urbano VIII per annettere an­ che il ducato di Castro. Venezia si oppose aiutando Odoardo Farnese e ricorrendo alla mediazione del card. Mazzarino. Anche la guerra di Candia minacciava la Serenis­ sima nelle istituzioni e nel commercio. Bergamo oltre che in denaro, di cui più addie­ tro, contribuì con la tassa del "testatico" e anche con l'invio di 122 galeotti e di una ga­ lea armata a spese della città, comandata dal cavaliere gerosolimitano Giovanni An­ drea Martinoni, caduto in battaglia il 13agosto 1648; cf. BCAM, 2 Ducali B (1566-1656), ff. 258v-259r, 4 otto 1646; ff. 283v-285v,25 set. 1647;B. BELOTTl, Storia di Bergamo ... , IV, p.201-203. 23. Bergamo e il suo territorio erano stati colpiti da un'alluvione nel 1646 che aveva cau­

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dum interim proxima futura Sinodus dispositione rerum et apparatu matu­ ratur, quo fructum ampliorem ferat:" Non est in tanta soli angustia qua Bergomensis ager premitur omitten­ dum, tertiam ferme regionis partem praediis ecclesiasticis concessisse. Bina eaque ampia sacerdotia (Abbatias vocant) se se ab aliis vectigalium nu­ mero secernunt, quorum unum eminentissimo Rondenino tam spectatae vir­ tutis principi pendit fructus," Haec ferme sunt, quae de Ecclesiae nostrae statum referti a nobis potuere, dum tnterim labantem communi vitio mortalitatis disciplinam sustinere, dum excitare quae iacent, et quae quotidie dilabuntur vincire pro virium no­ strarum imbecillitate, connitimur. Utinam nostrae culturae industria Vineae huic ea foecunditas faventibus astris accrescat, ut qui modo in lacrimis sementem spargimus, horrea Do­ mini manipulorum redundantia laetabundi implere aliquando possimus.

1647 Die prima iunii 1647 sacra Congregatio Concilii censuit dandas esse litteras visita­ tionis sacrorum liminum informa pro XX triennio, quae contineant etiam responsio­ nes datas ad proposita, prout latius in registro litterarum continetur.

sato danni per circa 200.000 ducati. Anche a Seriate il ponte sul Serio era crollato. L'anno successivo una nuova alluvione devastò il ponte ricostruito, gravi danni subi­ rono diverse località, fra le quali, Ponte S. Pietro e, in val Brembana, Zogno: cf. D. CALVI, Effemeride , l,p. 64,431; II, p. 53, 96-97,319,322-324; m,p. 246-247;B. BELOTTl, Storia di Bergamo , IV, p. 201-203. 24. Il sinodo diocesano indetto dal vicario generale G .B.Medolago il 20 aprile 1648,fu ce­ lebrato il 15 giugno. Tenne il discorso Carlo Francesco Ceresoli, del capitolo di S. Vin­ cenzo, oblato di S. Carlo. Le norme restrittive per i regolari, divieto di andare in case di privati a confessare gli infermi senza la licenza del parroco, di celebrare messe, fu­ nerali ed esequie nelle chiese della diocesi senza il permesso del parroco, suscitarono profondo disagio. Il doge ordinò di sospendere i decreti: cf. Acvs. Arch. Cap.. 164, Acta ..., 8 giu.1648, elezione dei canonici deputati al sinodo; ibid., Sinodi diocesani, rac­ coglitore n. 2, 1636 Grimana I, 1648 Grimana II, ff. 48r-95r; BCAM, 2 Ducali B (1566-1656), f.266v, 12 giu 1649; Acta Sinodalia..., p. 318-325; D. CALVI, Effemeride ..., II, p. 311, 318-319, 324-326. 25. Paolo Emilio Rondinini era nipote dei cardinali Paolo Emilio Zacchia (17 marzo 1599­ agosto 1603) e Laudivio (9 febbraio 1626 - 30 agosto 1637).Urbano VIII l'aveva nomi­ nato cardinale col titolo di S. Maria in Aquiro il31 agosto 1643 cambiato successiva­ mente con titolo di S. Giorgio, 14 maggio 1655,S. Maria in Cosmedin, 6 marzo 1656,S. Eusebio, 30 aprile 1668. Fu vescovo di Assisi e nel 1661 vi celebrò il sinodo diocesano. Morì il 26 novembre 1669.Rondinini era succeduto a poco tempo di distanza nella com­ menda dell'abbazia di Vallalta allo zio card. Zacchia. Il vescovo di Bergamo Gregorio

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L.-

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VISITE AD LEMENA

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PROCURA DEL VESCOVO LUIGI GRIMANI

ALL' ARCIPRETE DI LALLIO NICOLA PAGNONCELLI

La procura identica nella forma a quella rilasciata per la visita ad /i­ mina del 1636, è rogata dal notaio Lorenzo q. Antonio Morandi de Ca­ soni, testimoni i sacerdoti Giovanni Alberto Vairino e Alessandro Mar­ chesi, in servizio presso il vescovo Grimani. L'atto notarile con il sigillo e la data del 16 marzo 1647, è firmato dal notaio suddetto, dal vicario generale Giovanni Battista Medolago e dal cancelliere Gerolamo Ceresoli.

aveva costruito l'abbazia a seguito dell'incontro avuto come sembra con S. Bernardo al Concilio di Pisa. I monaci vi avrebbero preso dimora nel 1136,un anno dopo l'avvio dei lavori. La chiesa fu consacrata il 12 maggio 1142.Gregorio aveva dotato l'abbazia di numerosi possedimenti. Ne era stato commendatario il cardinale Pietro Aldobran­ dini a cui l'arciprete Moioli si era rivolto per avere le entrate annuali disponibili per la fabbrica del duomo. Il card. Zacchia nel 1634 percepiva dal suo affittuario, Giovanni Antonio Olmo, scudi 1.540 all'anno. Alla morte del card. Rondinini l'abbazia passò successivamente in commenda al card. Giacomo Rospigliosi (3D gen. 1668 - 2 feb. 1684), all'abate Giovanni Gualdi e al card. Pietro Ottoboni pronipote di Alessandro VIII (14 nov. 1689 - 29 feb. 1740).Il conte Flavio Vertova, affittuario per diversi anni dell'abbazia, pagava all'abate Gualdi e poi al card. Ottoboni un affitto annuo di 1.100 scudi romani. La seconda abbazia cui allude la relazione dovrebbe corrispondere a quella di S. Maria di Casale o di Scanzo, eretta durante l'episcopato di Cipriano degli Alessandri, probabilmente nel 1378. Unita, come si crede, all'abbazia di Chiaravalle, era priorato cistercense. Il commendatario Battista de Tassis nel 1575 percepiva un reddito annuo di 3.000 lire. Era in commenda al card. Pietro Ottoboni, poi Alessandro VIII, allora assegnatario anche del beneficio di S. Salvatore di Monasterolo e di quello eretto nella cappella del Corpo di Cristo in S. Maria Maggiore. Una terza abbazia detta più propriamente preposi tura di S. Maria di Misma sorgeva poco distante dalle due so­ pradette. Nella separazione di Cenate S. Martino da Cenate S. Leone decisa dal card. Borromeo nel 1575 e attuata nel 1611,alla parrocchia di Cenate S.Leone erano stati as­ segnati 50 scudi d'oro dalla prepositura di Misma. Questa nel 1650 fu assegnata in commenda al card. Cristoforo Vidman (16 dicembre 1647- 3D settembre 1660)Di que­ sta commenda risulta che anche Nicola Pagnoncelli, curato di Albino, fu per alcuni giorni assegnatario. Egli vi rinunciò per la mancanza di specifica riserva dei beni per il sostentamento del rettore. Dopo un lungo periodo di vacanza, la Santa Sede nominò il titolare nel 1683.In quegli anni anche il priorato di S. Giorgio di Spino era stato al centro di iniziative economiche. L'autorità civile nel 1637aveva autorizzato un certo del Negro all'acquisto di 1.490 pertiche bergamasche di terreno, appartenenti al prio­ rato, parte su territorio bresciano e parte su quello bergomense: cf.Acva, Visita Barba­ riga, 50 (1659),f.115r-v S. Maria di Scanzo obbligo di messa in feste di precetto; ibid., Visita Ruzini, 78 (1703), f. 500r-v, S. Maria di Misma, Vidman, Pagnoncelli; Asv, Arm. XLII, 44, f. 202r-v,22 nov. 1580,morte del commendatario della badia di Vallalta, An­ nibale Fragoso, assegnazione al card. Alessandro Riario; ibid., Secr. Brev., 1199, ff.

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------------------RELAZIONE MAGGIO 1647

78 IL VESCOVO LUIGI GRIMANI PRESENTA IL PROCURATORE

PER LA VISITA AD LIMINA NICOLA PAGNONCELLI,

ARCIPRETE DI LALLIO, ALLA CONGREGAZIONE DEL CONCILIO

Eminentissimi et reverendissimi domini domini mihi in primis colendi Cum aegra valetudine, qua m nimirum nobis potissimum affert huius ae­ ris inclementia, impediti ad limina Sanctorum Apostolorum accedere non possimus, ubi ad sanctitatis domini nostri Innocentii papae decimi humili­ ter devoluti de statu huius Ecclesiae nobis commissae referrepossimus, ne­ que nobis nunc e Capitulo nostro ullus praesto sit, quem ad tantam provin­ ciam subeundam delegare possimus, ne tam debiti nobis officii immemores videremur. ideo reverendum dominum Nicolaum Pagnoncellum, sacrae theologiae doctorem, archipresbiterum loci de Lallio nostrae dioecesis, vi­ rum doctrinae ac virtutis laude conspicuum delegimus, qui apud istam sa­ cram Congregationem nostras vices suppleret. Supplices igitur ad vestras eminentissimas ac reverendissimas dominatio­ nes confugimus, quatenus dignenturpraefatum archipresbiterum a nobis ut supra delegatum admittere, ac suis gratiis ac favoribus prosequi.

11r-12r, 20 mago 1659, facoltà al card. Vidman per permuta di 6 pertiche, tavole 17 di terreno (234,70 scudi romani per 2.3471ire, reddito 5 scudi romani per 50 lire) con casa e sedume di Paolo Po1eni di Casco (305,50 scudi romani per 3.055 lire, reddito lO scudi romani per 100 lire); BAv, Computisteria Ottoboni, 129, Vallalta; ibid., Ottobo­ niano lat., 2425, tf. 231r-232v,23 sett, 1654, tasse governative sulle entrate per conto del sussidio ecclesiastico nel 1653: lO scudi per il chiericato di S. Salvatore, 20 scudi sulla cappella del Corpo di Cristo, 52 scudi sul priorato di Casal di Scanzo; ibid., 3255, f. 116r-v, 128r-v, spese di Giovanni Maria Rota nel 1620 per la badia di Valla1ta; ibid., 3270/2, f. 498, elenco stilato nel 1656 dei benefici ecclesiastici affittati per 22 anni a GiovanBattista Tomini con la rendita complessiva annua di 4.108 lire, sempre ri­ scosse; per S. Salvatore di Monasterolo, 530 lire; BCAM, 2 Ducali B (1566-1656), f. 217r, 15 lug. 1637,S. Giorgio di Spino; ibid, 3 Ducali C (1656-1745), f. 44v, 17ott, 1668, morte del commendatario card. Rondinini; sollecito della repubblica Veneta per il paga­ mento dei contributi sull'abbazia di Valla1ta; D. CALVI, Effemeride..., I, p. 46; G. RON­ CHETTI, Memorie ...,V, p. 40; L. H. COTTINEAU, Répertoire topo-biographique des Abbayes et prieurés, I, Macon 1936, p. 610; A. G. RONCALLI, Gli Atti... , 2/1, p. 574; Hierarchia Cat­ holica ..., IV, p. 6, 20, 26, 29, 97; V, p. 4,16; E. CAMOZZI, Le Istituzioni monastiche..., I, p. 56-59; 108,117-118; II, p. 76-80; A. PESENTI, La Chiesa nel primo periodo ..., p. 74; D. GAMBA, L'abbazia di S. Benedetto nella Valle del Lujo, Bergamo 1990; G. COLMUTO ZA­ NELLA, L'Architettura..., p. 165.

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VISITE AD LIMINA

Nos vero dominationibus vestris eminentissimis et reverendissimis perpe­ tuofamulatum mancipatum profitemur, quibus omnia bona a Deo Optimo Maximo adprecari numquam desistimus. Bergomi XV kalendis maii 1647. Dominationum vestrarum eminentissimarum et reverendissimarum

humillimus et deditissimus servus Aloisius episcopus Bergomensis

Bergomen. Visitatio sacrorum liminum pro XX triennio per procuratorem ablegatum archipresbiterum Ecc/esiae parochialis dioecesis

26. Nicola Pagnoncelli fu arciprete di Lallio solo per lO mesi circa. Maestro in teologia, nel 1629era stato nominato rettore della parrocchia di Albino. Nel 1636il Pagnoncelli aveva ottenuto da Urbano VIII la facoltà di vendere l'antica abitazione dei curati, di­ roccata e scomoda, fonte di litigi tra i suoi predecessori e i giocatori di "balla". La casa sorgeva dirimpetto la facciata della parrocchiale. Dalla documentazione sembra di ca­ pire che il Pagnoncelli abbia venduto l'immobile al presidente della fabbrica della chiesa e al ministro con la clausola della demolizione e del recupero quindi del mate­ riale. Con il ricavato, 300 scudi, pari a 200 scudi di moneta romana, e con un'altra somma il Pagnoncelli provvide all'acquisto della casa di Giacomo Seradobati, col gua­ dagno di 4 o 5 scudi per la chiesa. Nel 1638 il Pagnoncelli, a seguito della visita pasto­ rale ad Albino dove aveva accolto il vescovo Grimani, ottenne l'approvazione cano­ nica per l'erezione della residenza-collegiata di Il sacerdoti. Nel 1647egli permutò la parrocchia e il beneficio di Albino con quello di Lallio, di cui era primicerio Giuseppe Bianchetti. Il Pagnoncelli non pubblicò tuttavia la rinuncia ad Albino, per cui Lallio ri­ sultava ancora vacante. Tra il Pagnoncelli e il Bianchetti si aprì così una vertenza, que­ st'ultimo rappresentato dal fratello Simone. Ambedue i contendenti a breve distanza di tempo risultarono perdenti. Il Bianchetti riottenne Lallio, ma pochi mesi dopo gli successe nella parrocchia Ambrogio de Caris. Il Pagnoncelli tornò ad Albino, ma nel 1651 gli fu assegnata la parrocchia di Caprino Bergamasco non prima tuttavia d'aver subito un gravissimo affronto. Resasi vacante la prepositura di S. Maria di Misma e di Cenate S. Martino per la morte del curato don Fabrizio Personeni, vi fu nominato in pubblico concorso da Grimani don Nicola Pagnoncelli. Egli tuttavia rinunciò alla pre­ posi tura e alla parrocchia perché la prima era stata assegnata, a insaputa del vescovo e dell'interessato, al card. Vidman senza specifica riserva di alcuni beni per il sostenta­ mento del rettore della cura di S. Martino. Nell'improvviso cambiamento non servato iuris ordine, la cura rimase a lungo sprovvista di rettore. Per ordine della Curia fu pub­

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RELAZIONE MAGGIO

1647

79 DICHIARAZIONI DELLE VISITE ALLE BASILICHE

DEI SANTI APOSTOLI PIETRO E PAOLO

Die 12 mensis maii anni 1647pro illustrissimo et reverendissimo domino domino Aloisio Grimano episcopo bergomensi admodum reverendus domi­ nus dominus Nicolaus Pagnoncellus personaliter visitavit limina Apostolo­ rum in sacrosancta patriarchali ecclesia Sancti Pauli extra muros urbis. De quo ego subscriptus monachus Ordinis Sancti Benedicti Congregatio­ nis Cassinensis et sacrista fidem facio. D. Valentinianus ab urbe

80 Fidem facio ego infrascriptus admodum illustrissimum et reverendissi­ mum dominum dominum Nicolaum Pagnoncellum procuratorem illustris­ simi et reverendissimi domini domini Aloisii Grimani episcopi Bergomensis, personaliterpro eodem illustrissimo et reverendissimo domino episcopo visi­ tasse sacrae Vaticanae basilica e Principis Apostolorum limina. In fidem hac die 11 maii anno 1647. Ita est pro illustrissimo et reverendissimo domino Quintio de Bubalis ca­ nonico altarista. Franciscus Moscardus sub altarista

blicato poi il concorso non come prima, di S. Martino cum unitis, ma di S. Martino semplice cura, di cui ottenne la nomina don Michele Suardi, morto nel 1683. Il Pa­ gnoncelli morì a Caprino nel 1659.A succedere al Pagnoncelli giunse ad Albino Isi­ doro Pagnoncelli, probabilmente trasferitosi da Roma. La comunità reagì negativa­ mente e dette incarico a Gabriele Cabrini e Giovanni Battista Fornoni di protestare per la nomina ottenuta per subreptionem et obreptionem. Il Pagnoncelli fu costretto a ri­ nunciare e il 29 aprile 1651 fu nominato economo di Albino un cappellano ivi resi­ dente, Giovanni Battista Rota: cf. Acva, Albino, nomine di parroci; ibid., Lallio, nomine di parroci; ibid., Visita Grimani, 45 (1634, 1638-1639,1641-1646),ff. 133v-139v; ibid., Vi­ sita Ruzini, 78 (1703),f. 500r-v,citazione; Asv, Secr. Brev., 833, ff. 145r-147v, breve l'' apro 1636; Lallio, sacrestia della parrocchiale, Cronaca degli arcipreti di Lallio; G. MAIRONI DAPONTE. Dizionario... , I, p. 9-12; II, p. 139-140.

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RELAZIONE - Novembre 1649

Asv, C. Concilii, Relationes dioecesium, Bergomen., orig., ff. l23r-134v La relazione presentata per il ventunesimo triennio, 1645-1648,è com­ posta da un fascicolo di 13 fogli, con la numerazione del vecchio cata­ logo, 419-443, sostituita dalla recente a timbro. La relazione è scritta sui ff. 123r-126v (mm. 20x29), firmata dal ve­ scovo Grimani. Egli delegò procuratore il canonico Giovan Battista Medolago, vicario generale, f. 132r-v,e lo presentò al papa con una lettera da lui firmata, f. 130r. Il Medolago effettuò la visita alle basiliche degli Apostoli Pietro e Paolo come risulta dagli attestati, f. 127r (stampa) e 128r. Sono bianchi i f. l28r, 130v, 13lr, 133r-v. Brevi note della Congregazione sono scritte sui f. 131v e 134r-v. Il fascicolo si trova in buone condizioni. La relazione è stata pubblicata da E. CAMOZZI, Le Istituzioni monasti­ che... II, p. 275-280.

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Bergomum Galliae Cisalpinae urbs vetustissima, modico supercilio mon­ tis aere propitio eminens, ad australis coeli teporem porrecta facie insalu­ bres Aquilonis auras montium elaustris non procul a tergo surgentibus ex­ eludit. Octoginta abhinc annis implevit ars bellica novo munimentorum invento naturae industriam, urbem antea suo ingenio vaIlantis. Quattuor suburbia singula magnitudine numeroque civium, cum urbe cer­ tantia hoc solum suo capiti cedunt, quod posita ad urbis genua, urbem suo fastigio sublimem videntur adorare. Ab ortu et occasu amoenissimi colles dexteram urbi porrigunt, ad delicias fugamque urbani strepitus protensis continuis per aliquot stadia aedificiis. Regio quae septentrionem prospectat, repentino quidem montium hor­ 423


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VISITE

AD LIMINA

rore affligit adspectum, mox in amoenas valles non ignobilibus oppidis sparsas effusa, quantum telluris rei frumentariae adimit, tantum pascuo­ rum pinguedine, varii marmoris pretio, ferri argentique venis, multa etiam abiete negatas frugibus terras emendato Qua vero plaga vergit in meridiem immensam planitiem perfelices proventibus glebas aperiens, oculos asserit in aspectus amoenissimi libertatem. Brembius Seriusque nobiles amnes, ubi per aliquot spatia inter montium claustra lascivis flexibus lusere, ad pedesferm e urbis undas inclinat divisis­ que in pluresfossas aquis, agrorum ubertati ceterisque mortalium usibus ap­ prime famulantur. Urbanorum incolarum numerus post p estilentiae stragem ad quatuor su­ pra viginti mille accrevit. Agri vallesque centum viginti millia capita censent. Non aliarumfortassefinitimarum regionum genius ad virtutum culturam nascentibus spiritus nobiliores ingenerat. Namque Bergomatum ingenia quaecunque studia inclinent, glorioso eventu sublimia ad omnisfortunae vi­ taeque genera felix industria producit. Pietatem vero curamque religionis, hospitale etiam erga musas affectum haereditatis iure in hac gente firmata esse dixeris. Haec praecipua gentis studia, nec aliquod alium Cisalpinae Galliae po­ pulum virtutes rariori vitiorum confinio caeduntur, si modo Bergomates ul­ tionis palpare possent affectum, cui dum impensius primates praesertim in­ dulgent, satis ampia patrimonia ferinis odiis rixisque dilacerant. Sed his omissis ad ea festinemus, quae cum interiorem Ecclesiae nostraeformam at­ tingant, congruere etiam magis nostro instituto videntur. Effusam in res sacras veterum Bergomatum munificentiam nepotum ocu­ lis pleraque tempia repraesentant, pretio lapidum inclita et structurae nobi­ litate. Templum maximum, ut maiestate sua cuncta despectat, ita sedula cura enitimur ut inde sanctiora ecclesiasticae disciplinae exempla peti possint. Cathedralis aedis canonici ex bina Sanctorum Vincentii et Alexandri con­ gregatione in unum corpus coacti quattuorsupra quadraginta, in quibus spe­ ciosior archidiaconi, praepositi, arcipresbiteri gradus interlucet, divisione or­ dinum ad praescriptam Tridentini formam, religioso ineundo choros, quoti­ dianas preces per stata horarum intervalla decore persolvunt. Primiceriis, qui bini censentur, rituum sacrorum cura incumbit, ne quid perperam, aut ir­ religiose fiato Dominico quoque die cathedralis aedes theologus allatas coelo dapes e sacrarum literarum penu dispensato 424


RELAZIONE NOVEMBRE 1649

Poenitentiarius vero opportuna sanandis animarum morbis fomenta ad­ hibet. Sacrae supellectiles, coeterique pretiosi apparatus, custodia e et tutela e distinctis inter se anni temporibus aeditui bini praesident. Custodes sex, ca­ pellani decem psallentium numerum augent. Apte pro divini cultus maie­ state composita coetera qua eque ad quotidianos usus, et ministerii dignita­ tem, quaeque ad rem musicam ab omni prophanitatis ineptia purgandam attinent. Sed longe ornamenta quaelibet supergrediuntur, quovis thesauro potiores sanctorum reliquia e Alexandri maniris, Urbis patroni, Narni epi­ scopi, Viatoris episcopi, Ioannis episcopi et martiris, Iacobi et Proiectitii martirum, Hesteriae virginis, Firmi et Rustici martirum, quibus ingenti opis fiducia inter humanae vitae miserias cives frequentissima vota concipiunt. Mortale hoc, quod nobis veluti charissimum pignus innocentes animae ad solatium et subsidia reliquere, superioribus annis in publicum nova pompa efferri curavimus honestiusque collocari. Deiparae adorandae aedem qua m loco tam molis amplitudine coeterique apparatus maiestate maximo tem­ pio propinquam publica civium pietas antiquitus posuit. Electi exjlore nobi­ litatis quotannis pari cum religione prudentia viri divinos ibi cultus tuentur. In divi Leonardi Pinetique suburbiis divo tutelari Alexandro bina tempia as­ surgunt, splendore supellectilis, ministrorum copia, honestatefabricae insi­ gnem quamque collegiatam ecclesiam aequatura. Arduum est singulorum templorum numerum inire, qua e suo sefastigio cum in urbe, tum in dioecesi supra caetera ostentant. Horum pleraque nos (ut in episcopali sede aedem divo Blasio martiri sacram) vel collapsa resti­ tui, vel magnificentius et religiosius extrui, vel prophano dedecore purgari curavimus. Urbs in quattuordecim paroecias distinguitur. Dioecesis ducentas et sex supra octoginta recenset. Parochi, caeterique ex clero homines innocentia vi­ tae, modestia et doctrina nulli provinciae secundi. Quinque supra viginti capita plebium cleri moribus et disciplinae excu­ bant. Praepositos, archipresbiteros, primicerios vocant singulis ferme vicarii foranei munere annexo. Horum praecipue partes visitatio parochiarum et menstruorum conventuum cura. Per hos, si quid ecclesiasticam rem affligit, si quid aegri et inemendati remedia poscit, sincere monemur. Ita fit ut quis­ que e clero muneri suo perpetuo sit addictus, in sacrarum literarum studio assiduus, in procuranda vero populorum salute oculatior. Regularium coenobia ex diversis ordinum institutis duodecim urbem, vi­ ginti dioecesim ornant haud dubie opportuna subsidia fugitivae pietati resti­ 425


VISITE AD LIMINA

tuendae quandiu tlli labantem quotidie vitio humanae imbecillitatis, aspe­ rioris vitae disciplinam egregiae virtutis constantia fulciunt. Regularium ardua vivendi instituta illustri certamine aemulatur monia­ lium sanctimonia, quarum domicilia urbs novem numerat, quinque dioece­ sis. Horum tria regularibus parent, reliqua episcopali moderatione reguntur. Enim vero, ut hae sponsae coelestes inter silentia claustri coeli amoribus mi­ sceri tantummodo possent, postrema nostra Sinodo externorum huiusmodi monasteria frequentantium licentiae, ecclesiasticarum censurarum froena iniecimus. Bina alia piarum foeminarum coltegia, ut sanctimonialium leges vitae ge­ nere imitantur, sic aequalem prope gloriam reportant. Demissae illae ab cultu mundoque muliebri calcato, haec ab nomine et tutela divae appellantur Ursulinae. Has cum ex Sacrae Congregationis Con­ cilii placito velare et solemnibus votis obstringere vellemus, translato in ur­ bem Burgi Tertii monasterio, ob silvestrem et intutam sedem saepius per­ plura decreta suppresso aliae ex aliis difficultates consilium salutare tarda­ runt. Nunc annuente coelo pronis etiam virginum animis, impedimenta quaelibet per prop itiu m Sacrae Congregationis superRegularium negotia re­ sponsum, quod expugnatum iri confidimus,' Praeter rem nostram non fuerit sublevandis miserorum calamitatibus erecta etiam domicilia recensere, in tot ferme receptacula distincta, quot ma­ lorum turmis mortalium vitam, vel natura, vel casus affligit. Sunt qui ex oc­ culto pudendas necessitates rimati inutili pudori per silentii tenebras suae fortunae ingemiscenti occulta ope subveniunt. Sunt qui languenti, morbis­ que implicitae mendicitati gratuitls remediis vivendi tempora prorogant; pueros insuper suae originis ignaros, superato amore parentum, qui miseros foetus proiecere alunt excoluntque salutaribus institutis. llli nubilium puel­ larum pudicitiam egestate oppressam assignata dote labendi periculo exi­ munto Hi vinculis et pedore carceris obsitos gratuito cibo sustentant.llli pue­ ros puellasque sine parente ac foco, senes etiam exangues hospitalibus sub tectis paterna indulgentia fovent. Hi positam in ancipiti castitatem ex incontinentiae praeda in tuta concla­ via deportant. llli lupanarium infamia prophanatis corporibus ad vitae pia­ cula honestiora claustra assignant. Frequentia piorum hominum sodalitia, qua e suis etiam thesauris aposto­ lica indulgentia ad officia pietatis excitavit, populum etiam urbanum tam agrestem e prophanis ludis ad sanctiora spectacula erigunt. Nobilium prae­ 1. Cf. Visita ad limina 1660, nota n. 28.

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1649

cipue societas, qua e nuper primatum urbis pietate stetit, par cum solatio sub­ sidium iis afferre potest, quos comissajlagitia carnificis manibus addixere, cum ii, qui olim terga coelo obverterant, aperire adhuc sibi coelum per salu­ bria alloquia possunt. Nec minores animorum motus excitat nuperrime in divae Luciae sacello cathedralis ecclesiae sub nomine Penitentiae erecta So­ dalitas, quae oblita aeternae salutis capita saluti restituit proposito supre­ marum rerum horrore. Harum nos societatum leges superioribus annis reco­ gnosci mandavimus, ne per inscitiam quid quam praeter divini cultus insti­ tuta fieret et corruptelas, quae nonnullis in locis irrepserant, sustulimus. Cum calcata rudibus annis itinera gravis etiam annorum pondere aetas premere assuescat, nil congruentius muneri nostro facturos arbitramur, quam si egredientem ex cunis infantiam primis christianaefidei rudimentis imbuendam sedulo curemus. Singulis pene eiusmodi scolis, quae supra qua­ draginta in urbe, trecentum in dioecesi numerantur, optimos quosque sacer­ dotes ab pietate et doctrina quaesitissimos, magistros ducesque assignavi­ muso Caetera ad optimi regiminis formam instituta. Quo vero uberiores etiamfructus tam salutare opus ferret, unde sine dubio christianae innocen­ tiae summa pendet maiorem parochorum in opera sua praestanda, et arden­ tius pietatis officium novis legibus superiori Sinodo adiectis exegimus. Instituta laevigandae iuventuti seminaria, daturae postmodum pastores et censores ecclesiae, inter praecipua pastoralis muneris momenta numera­ muso Domicilium,fundi, vectigalia, castigatissimi magistri, quotidianae vi­ taeforma omnia ad sacri Concilii Tridentini placitum exacte constituta. Re­ novati p ostrem a Sinodo praesides in consultationibus, quae de interiori se­ minarii disciplinafrequentes a nobis habentur nostris alloquiis ad praecla­ ram operam suo muneri praestandam excitantur. Ecclesiasticam disciplinam vitio temporumfacile silvescentem denuo ex­ culturi, conventum Sinodalem superiori anno ad residuas ex veteri statu cor­ ruptelas tollendas habuimus. In hac Sinodo eorum potissimum observan­ tiam requisivimus, quae olim praescripta salubriter, per incuriam et oblivio­ nem dissolvi coeperant. Ita clerum ad curam animarum, ad pietatis et inno­ centiae studia et in tradenda p uerilibus annis doctrina coniunctam solicitu­ dini lenitatem paternis monitis accensum dimisimus. Verum, dum intercaetera sancimus ne regulari cuipiam absque nostra fa­ cultate in nostris ecclesiis, pacto certo missarum stipendio rem sacram fa­ cere liceat, emersere tumultus parum digni modestia regulari. Ex Sacrae Congregationis Concilii responso, quod super hac re impetravimus postmo­ dum parere iussi regulares nondum parent. Quanti intersit ad tuendam morum innocentiam, crebra visitatione dioe­ 427


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VISITE AD LIMINA

cesi, recognoscere, num ad decretorum normam vivendi instituta formentur, proximarum visitationumfructus aperte nos docuit. Id munus dum obimus et per impervia soli loca oves invisimus, nunquam fortasse antea sui pasto­ ris adspectu recreatas, praecipue inter caetera insistimus ut pure et sancte tempia colerentur, nefestorum dierum religio ullo opere prophana violare­ tur, ne sacerdos alienigena nisi piene cognitus admitteretur ad aras, ne dis­ persa per mapalia gens montibus tantum et iumentis assueta aeternae salu­ tis praesidiis careret, ne vicinorum laicorum fraude ecclesiasticifundi corra­ derentur, ut denique novi sacrorum oratorum suggestus nobilioribus in pa­ gis (quemadmodum nos proximis annis in nostra cathedrali egimus) sane­ tioribus anni temporibus instituerentur. Collectarum ex nostra vinea ftugum speciosior haec messis est, quarum manipulos dum ei sistimus, qui in plenitudine potestatis universam Dei vi­ neam ad omnium frugum redundantiam excolit, pudibundi dolemus vitium huiusce sterilitatis inscitiam esse cultoris. Oh si divina fluenta hanc terram inebrient, tum steriles etiam arenae in eorum stillicidiis laetabuntur et germinabunt. Benedicat modo frugum auctor, quique ftugibus incrementa tribuit, coro­ nae anni benignitatis suae, ut hi campi ubertate repleantur, ut pinguescant speciosa deserti, ut exsultatione nostri colles accingantur, vallesque fru­ mento abundent. Aluisius episcopus Bergomensis

82 IL VESCOVO LUIGI GRIMANI PRESENTA A PAPA INNOCENZO X

IL PROCURATORE PER LA VISITA AD LIMINA CANONICO

GIOVANNI BATTISTA MEDOLAGO VICARIO GENERALE

Beatissime Pater Ad sanctitatem vestram Ioannem Baptistam Medolacum, iuris utriusque doctorem, canonicum cathedralis ecclesiae nostrae mittimus, a quo de huius Ecclesiae statu cognoscat, atque insuper accipiat humilimum nostrae venerationis obsequium. 428


RELAZIONE NOVEMBRE

1649

Cui omnia bona ut divinitus contingant, precibus contendere non desisti­ muso Bergomi 26 octobris 1649. humilimus et deditissimus servus Aluisius episcopus Bergomi

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PROCURA DEL VESCOVO LUIGI GRIMANI

AL CANONICO GIOVANNI BATTISTA MEDOLAGO

In Christi nomine. Amen. Cum instet iam quinti trienni finis quo illustrissimus et reverendissimus dominus dominus Aloisius Grimanus, Dei, et Apostolicae Sedis gratia epi­ scopus Bergomi, et comes, limina Apostolorum ad praescriptum Sixti fel. reco papae V visitare tenetur, idque minimefacere possit continuis infirmita­ tibus, quibus acriter torquetur productis a subtilitate aeris Bergomensis na­ turae suae illustrissimae dominationis contrariae detentus, multum illu­ strem et reverendum dominum Ioannem Baptistam Medolacum canonicum ecc/esiae Cathedralis et eiusdem illustrissimi et reverendissimi episcopi vi­ carium in spiritualibus et temporalibus generalem qui vices suas supleat mittendum duxit. Idcirco praefatus illustrissimus et reverendissimus episcopus coram me notario et testi bus de quibus infra ad hoc specialiter vocatis et rogatis, con­ stitutus expressim sponte etc. et ex certa scientia prefatum multum illustris­ simum et reverendissimum dominum lannem Baptistam Medolacum cano­ nicum et vicarium procuratorem suum ac nuntium spetialem constituit, crea­ vit, et deputavit, ad spetialiter et expresse ad superscriptae constitutionis for­ mam ipsius illustrissimi et reverendissimi domini, Aloiisii episcopi nomine, Apostolorum limina visitandum sanctitatis suae pedes exosculandum eius­ que benedictionem humiliter petendum et eiusdem sanctissimi domini no­ stri mandata reverenter excipiendum, ut debitae dehinc executioni deman­ dentur, suaeque beatitudini, vel cui iusserit ipsa, statum huius Ecc/esiae Ber­ gomi in scriptis expressum afferendum aliaque peragendum, quae ex supra 429


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VISITE

AD LIMINA

memorata constitutione sancita sunt, et generaliter omnia alia, et singula di­ cendum, gerendum, exercendum quae in praemissis et circa ea necessaria fuerint, seu quomodolibet opportuna, et quae ipsemet iIIustrissimus et reve­ rendissimus episcopus faceret si praemissis personaliter interesset etiam si taliaforent quae mandatum exigerent magis spetiale quam presentibus sit expressum, promittens prout promisit manum dexteram eius pectori more praelatorum apponendo mihi notario infrascripto praesenti stipulanti ac re­ cipienti etc. se rathum, gratum atquefirmum perpetuo habiturum quicquid per dominum procuratorem constitutum in praemissis et circa ea actum, dic­ tum gestum et executum fuerit sub obligatione etc. Super quibus etc. Acta fuere praedicta in aula parva pallatii episcopalis Bergomi ibidem die sabati, vigesima tertia mensis octobris, anni millesimi sexcentesimi qua­ dragesimi noni, indictione secunda pontificatus praelibati sanctissimi do­ mini nostri papae anno quinto, ibidem praesentibus reverendo domino Pe­ tro Olentio, reverendo Alberto Vairino presbiteris Bergomensibus, testibus specialiter adhibitis etc. Ego Hieronimus Ceresolus notarius publicus et in episcopali Curia can­ cellarius de praedictis in fidem subscripsi etc. Aloisius Grimanus Dei et Apostolicae Sedis gratia episcopus Bergomi et comes etc. Attestamur universis et singulis supradictum dominum Hieronimum Ce­ resolum esse talem qualem in supradicta subscriptione se fecit. In quorum fidem etc. Bergomi ex episcopali palatio nostro die 23 octobris 1649.

sigillo Aloisius episcopus Bergomensis D. Petrus Petrobellus notarius et cancellarius episcopalis subscripsi

Die 27 novembris 1649. Sacra Congregatio Concilii censuit dandas esse litteras visitationis sacrorum liminum informa pro XXI triennio, quae conti­ neant et responsiones datas ad proposita, prout latius in regesto Iitterarum continetur. Bergomen. Visitatio sacrorum liminum pro 21 triennio.

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- - _......._ ' - - - - - - - - - - - - - - - 足

RELAZIONE NOVEMBRE 1649

84 DICHIARAZIONI DELLE VISITE ALLE BASILICHE

DEI SANTI APOSTOLI PIETRO E PAOLO

Quintius de Bubalo canonicus et altarista. Illustrissimus et reverendissimus dominus Aluisius Grimanus episcopus Bergomi per admodum reverendum dominum Ioannem Baptistam Medola足 cum, canonicum et vicarium generalem eiusdem episcopi et procuratorem, visitavit limina sacrosanctae Principis Apostolorum basilicae et praesentem {idem a nobis obtinuit hac die 29 mensis novembris anno 1649. Ego Franciscus de Santis sub altarista. manu propria

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Die primo mensis decembris 1649. Pro illustrissimo et reverendissimo domino domino Aluisio Grimano epi足 scopo Bergomi. Admodum reverendus dominus Ioannes Baptista Medolacus canonicus et vicarius generalis eiusdem episcopi et procurator, visitavit limina Aposto足 lorum in sacrosancta patriarchali ecclesia Sancti Pauli extra muros urbis, de quo ego subscriptus fidem facio die et anno quibus supra etc. Ego Bartolomeus d'Arco subaltarista maior. manu propria

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VISITE AD LIMINA

86

RISPOSTA DELLA CONGREGAZIONE DEL CONCILIO

Ace, Lib. litt. SS.vV.LL., 1648-1652, f. 84r-v Bergamo Reverendissime canonicus cathedralis ecc/esiae procurator ab amplitudine sua speciali­ ter ablegatus sacra Beatorum Apostolorum limina eius nomine pro XXI triennio reverente visitavit, et statum Ecc/esiae Bergomensis retulit reveren­ dissimis patribus, qui laudarunt amplitudinis suae pietatem atque sollicitu­ dinem in introducenda regulari disciplina in monasteriis monialium, in su­ blevandis pauperum calamitatibus per hospitalium et piarum domorum erectionem, ob institutionem plurium sodalitatum, ob aedem divi Blasii re­ stitutam et magnificentius auctam, ob servitium ecc/esiae cathedralis in­ stauratum et parochos ad animarum curam laudabiliterexercendam excita­ tos, et alia pastoralia munia egregie praestita. Quae cum nullum hortatio­ nis locum relinquant, nihil subiungendum eminentissimi patres censuerunt nisi quod in administratione ecc/esiae Deiparae Virginis quae apud nobiles laicos esse asseritur, episcopali iurisdictioni praeiudicium non fieri, animad­ vertat iuxta praescriptum S. Concilii et ut in coeptis operibus iugiter perseve­ ret, quatenus spirituales profectus, qui ex eius commendabili opera pro­ deunt, maiora in dies pareant incrementa, quod dum vehementer optamus, Deum Optimum obsecramus ut amplitudinem suam commissae sibi Ecc/e­ siae beneficio diutius incolumem servet. Romae die 27 novembris 1649.

87 IL VESCOVO AGOSTINO PRIULI DESIDERA RASSEGNARE

LE DIMISSIONI E PROPONE

A SUO SUCCESSORE LUIGI GRIMANI

BAV,

Barberiniano lat., 7792, f. 76r-v

Illustrissimo et reverendissimo signor mio signore colendissimo l'haver io per il tempo ch'ho stanziato in Bergamo esperimentata quel­ l'aria per la sua crudezza contrarissima alla mia complessione et salute, 432


ApPENDICE

fa che io non posso pensare di ritornarvi senza espormi a manifestissimo pericolo della medesima salute. Et perché non meno della propria con­ servatione deve premermi l'obligo della ressidenza et il bisogno di quel­ l'anime, in simile combattimento nell'animo mio di contrarii rispetti et urgentissimi, io non so trovare il maggior espediente che ricorrere a piedi della santità di nostro signore et suplicarla humilmente, si come faccio di poter trasmettere quella Chiesa a favore di sogetto altrettanto degno del carico per le sue virtù et qualità et di quelle della sua casa, quanto atto di poter esser d'universal soddisfattione come vostra signo­ ria illustrissima potrà esserne certificata da altre bande et in particolare dal signor cardinal Cornaro. Il qual sogetto, che è il signor Luigi Grimani, figlio del già signor pro­ curatore di questo nome, se bene non è per anco in habito ecclesiastico, è però sempre stato di costumi et vita ecclesiastichissimo. Rimettendomi però quanto alla necessaria informatione delle conditioni et meriti di esso rassignatario alle relationi et testimonianze dell'istesso signor cardi­ nal Cornaro a cui per ogni rispetto ho convenuto dar parte della mia deli­ beratione, et frattanto per non tediar io vostra signoria illustrissima con le mie attestationi del medesimo, mi restringerò solo a suplicarla humi­ lissimamente anche per me stesso, per mezzo della presente di quella gratiosa protettione et favore che il negotio ricerca et che tanto maggior­ mente si può confidare d'ottenere dalla singolarissima bontà del suo animo quanto vostra signoria illustrissima è sicura di promuovere il mag­ giorvantaggio et servitio di quella Chiesa come io con la medesima con­ sideratione posso tanto più liberamente supplicarla da novo del suo ab­ bracciamento et appogio, nel che sarà a aggiongermi obligatione non ponto minore del mio desiderio del solievo proposto et a vostra signoria illustrissima faccio profondissima riverenza. Da Padova li 13 luglio 1629. Di vostra signoria illustrissima et reverendissima obligatissimo servitore Agostino vescovo di Bergamo

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LUIGI GRIMANI

88 NOTIZIA DELLA MORTE DI AGOSTINO PRIULI

VESCOVO DI BERGAMO COMUNICATA DAL NUNZIO

GIOVANNI BATTISTA AGUCCHIA AL CARDINALE BARBERINI

BAV,

Barberiniano lat., 6054, ff. 298r-299r

Mons. Priuli vescovo di Bergamo se n'andò alla terra della badia della Vangadizza nel Polesine, per haver cura delle cose sue, et essendogli so­ praggiunta la peste, e potendo di là ritirarsi, non istimò il pericolo, ma poco appresso ne fu pentito. Con tutto ciò standosene serrato, si era nel maggior colmo del male conservato, quando uno de' suoi staffieri gliel'ha attaccata, e se n'è morto. Havendo però fatta prima una pia dispositione delle cose sue, e parti­ colarmente a favore di quella badia, se bene quanto alla facoltà, ha la­ sciati de' debiti, perché spendeva largamente et fra essi debiti è quello della pensione, che pagava al signor cardinale Burghese, il quale è assai grosso. La badia ha circa tremila stara di formento d'entrata, che non si ri­ scuote tutto, et ha poco altro più, onde la rendita di essa maggiore o mi­ nore dipende dal valore del grano, ma ragguagliatamente si stima che renda intorno a diecimila ducati correnti l'anno. Vi sono riservati sopra ducati cinquemila di buona moneta, che sono seimila correnti, a favore del signor cardinale Burghese, et ha circa duemila e cinquecento ducati di pesi perpetui certi, fra la mensa de' monaci, le provisioni de' cappel­ lani, le limosine d'obbligo, le spese de gli argini e petrelli, et altre diverse, che tal volta arrivano a tremila ducati, onde non vi rimane gran fatto per l'abbate, e quando li grani vagliono poco, ci rimette del suo, ma se va­ gliono come in questi anni correnti, si raddoppia quasi l'entrata. Ha giurisdittione temporale e spirituale e collatione di benefitii et è fra le più belle piazze di questo dominio. Questi prelati et abbati nobili quasi tutti la pretendono, ma chi non ha il modo per altro conto, e non possa sostenere gli anni cattivi, corre ri­ schio di lasciarvi del suo all'ingrosso, si come intendo haverfatto il Priuli e di perdervi molto. Se bene alzandosi il valore de' grani, egli è facile il ri­ storarsi. Li monaci pretesero già col favore di questi signori di ritornar la badia allo stato regolare e s'intende che hora tentino il medesimo, e che se ne 434


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ApPENDICE

scrive questa sera al signor ambasciatore, ma però con termini che non havrà da impegnarsi troppo nelle sue istanze. Che è quanto mi accade di significare a vostra eminenza intorno a ciò e con ogni humiltà le fo riverenza. Di Venetia li 5 di ottobre 1630.

89 CANDIDATURA DI LUIGI GRIMANI

ALLA DIOCESI DI BERGAMO COMUNICATA DAL CARDINALE

BARBERINI AL NUNZIO GIOVANNI BATTISTA AGUCCHIA

BAV,

Barberiniano lat., 6062, ff. 285-286r

Il pensiero del signor Luigi Grimani di ritirarsi in Padova per studiare et addottorarsi e poi nell'autunno prossimo essere in Roma per sotto­ porsi all'esame, vorrebbe nostro signore che fusse senza pregiuditio della Chiesa di Bergamo. Però incarica a vostra eccellenza che o per mezzo di mons. mio illu­ strissimo cardinal Cornaro, o per se stessa, immediatamente tenghi solle­ citato mons. Priuli a proseguire in quella Chiesa tutto il necessario per il culto divino e per la cura di quelle anime, e particolarmente per preser­ varla dall'infettione che potesse ricevere quella diocesi dalli libri ereti­ cali che con occasione de' presenti tumulti si spargono in quelli confini. Vostra signoria dunque provegga a questo et intanto si attenderà che il signor Luigi preso che haverà il grado dottorale, venghi a ricevere la gra­ tia che le fa sua beatitudine, della quale si è poi data parte al signor amba­ sciatore e qui per fine a vostra signoria mi offero. . Roma 20 aprile 1630.

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LUIGI GRIMANI

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ALCUNE NOTE SUI CANDIDATI ALL'UFFICIO DI VESCOVI

SUGGERITE DAL NUNZIO GIOVANNI BATTISTA AGUCCHIA

PER LA DESIGNAZIONE DI LUIGI GRIMANI

Asv, S.S. Venezia, 53, f. 92r

Non è forse stata a memoria d'homini la nobiltà veneta né del ordine ecclesiastico del dominio così povera di soggetti atti per le chiese catte­ drali, come si trova al presente. Il ricorrere a i laici è un giuditio perico­ loso, poichè come hanno atteso qualche tempo a gli uffici publici, riman­ gono così impressi o persuasi nelle loro massime, che difficilmente s'ac­ comodano alle cose ecclesiastiche e secondano più facilmente gli ordini della repubblica che quello de' Concili o de' sacri canoni, onde per lo più riescono migliori piante quelli che avanti che siano entrati nel maggior consiglio, entrano nella Chiesa. Venezia, 5 maggio 1629.

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ALCUNE NOTE INFORMATIVE DEL

NUNZIO GIOVANNI BATTISTA AGUCCHIA SULLA PERSONALITÀ

DI LUIGI GRIMANI

BAV,

Barberiniano lat., 6082, f. 139r

lo non tengo il cervello di Luigi Grimani per così composto, che sa­ pesse per hora reggersi con bastante destrezza. Egli è di quelli che parlano assaissimo e non ha ancora sufficiente co­ gnitione e pratica, ma attendendo alla sua professione, come dice di vo­ ler fare, potrà esser che col tempo faccia buona riuscita. 21 settembre 1630.

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ApPENDICE

92

VALUTAZIONI SULLA NOMINA DEL VESCOVO DI BERGAMO

LUIGI GRIMANI COMUNICATE DAL NUNZIO

GIOVANNI BATTISTA AGUCCHIA AL CARDINALE BARBERINI

BAV,

Barberiniano lat., 6054, fI. 88r-89r

lo voglio sperare che l'elettione fatta da nostro signore del signore Luigi Grimani per la Chiesa di Bergamo, che mons. Prioli è per risegnare in mano di sua santità, sia per riuscire buona, poichè applicandosi lui a questa vocazione, si come egli dimostra di voler fare, è fornito di qualità da dover riuscire. Al ricevere ch'io feci la settimana passata la lettera con la quale si è compiaciuta vostra signoria illustrissima di darmene avviso, egli non era in Venetia. Ne tornò se non sabato, a notte, onde li feci poi sapere la gra­ tia fattali da sua beatitudine per l'intercessione di vostra signoria illustris­ sima, la quale come cosa grandemente desiderata gradì nella maniera che si può persuadere vostra signoria illustrissima, ma dovendo prima di venir da me, pigliar licenza dal consiglio de' dieci, et mettersi in habito clericale, pigliando forse anche la prima tonsura, non è perciò ancora ve­ nuto. La Chiesa di Bergamo haveva veramente gran bisogno di alcuna provi­ sione andandovi malamente le cose del governo. Ma perché il signor Luigi ha pensiero di ritirarsi in Padova per studiare alquanto e pigliare il grado del dottorato, onde non potrà se non ad autunno prossimo venire a sottoporsi all'esame mi volterò al signor cardinale Cornaro, acciocchè vostra signoria illustrissima con l'autorità sua vi faccia in ogni modo pro­ veder et con ogni humiltà a vostra signoria illustrissima bacio le mani.

Di Venetia li 6 di aprile 1630.

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LUIGI GRIMANI

93 SITUAZIONE DI EMERGENZA DELLA DIOCESI DI BERGAMO

DURANTE LA PESTE E PROVVEDIMENTI PER LA PASTORALE

SUGGERITI DAL NUNZIO GIOVANNI BATTISTA AGUCCHIA

BAV,

Ottoboniano, lat., 3259, ff. 172r-173r

Al vicario di Bergamo Mi duole in estremo il male stato di sanità di cotestà città e diocesi, né potendo far altro, io prego il Signor Iddio che le restituisca la primiera sa­ lute e la consoli. Quanto al bisogno che vostra signoria mi rappresenta degli esamina­ tori sinodali e de' curati, io non tengo intorno a ciò per me stesso autorità niuna, ma ne' casi urgentissimi e di estrema necessità convien sempre haver il principal riguardo alla salute delle anime, onde, acciocchè non ri­ mangano le cure abbandonate, io stimo che ne' modi che vostra signoria stimerà migliori, ella debba provvedervi e fare insomma il meglio che po­ trà, deputando essa quegl'esaminatori che potrà trovare più idonei sin­ chè da mons. nuovo vescovo si farà il sinodo, overo dalla Sacra Congre­ gazione del Concilio sarà ordinato altro poichè l'istessa Congregazione ha pur risposto a mons. Vescovo di Verona che faccia il meglio che può. E quanto al provedere le chiese curate, la cui collatione e speditione dee forse appartenere alla Sedia Apostolica, mentre non si truovi chi le voglia servir per economo, per non mettere a pericolo la vita senza la si­ curezza di ottenerne la cura per sempre, replico a vostra signoria che con­ viene in ogni modo in caso di tanto bisogno provedere alla salute dell'a­ nime come alla prudenza sua parerà più conveniente. E le pongo solo consideratione che si potrebbe per la necessità sopradetta, quando le per­ sone siano idonee, far loro collatione, et obligarle ad andar poi fra sei mesi o fra qualche tempo che stimerà meglio a pigliare una nuova provi­ sione a Roma e spedir le bolle nella forma solita che così credo non trove­ ranno colà incontro niuno e con la comodità del tempo potranno soddi­ sfare ad ogni cosa. Che è quanto io posso dire a vostra signoria replicando alla lettera sua de' 24 di questo et il Signor Iddio la conservi e la renda felice. Di Venetia li 30 di luglio 1630.

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ApPENDICE

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CANDIDATURA DI LUIGI GRIMANI

BAV,

Barberiniano lat., 6054, f. 272r

Si è ancora lasciato vedere da me il signor Luigi Grimani destinato alla Chiesa di Bergamo, il quale non pretende certamente Verona, ma imma­ ginandosi che in questa occasione siano per farsi delle traslationi, se av­ venisse alcun caso che fosse buono per lui, si farebbe inanzi per isgra­ varsi del troppo peso che haverà di pensioni la Chiesa di Bergamo e per esser rimasta quella città e diocesi molto mal trattata dalla peste. Ma intanto vorrebbe poter venirsene costà a spedirsi, per aiutarsi an­ che con la presenza. Venezia 7 settembre 1630.

95 LUIGI GRIMANI NOMINATO VESCOVO DI BERGAMO

ESPRIME GRATITUDINE A PAPA URBANO VIII

BAV,

Barberiniano lat., 7803, ff. 13r-14r

Santissimo Padre fra le maggiori consolationi del mio arrivo a Roma grandissima sarà quella di prostrarmi humilissimamente ai piedi della santità vostra e di ratificarmeli di presenza qual divoto et ubediente servitore quale mi hanno costituito le gratie che la signoria vostra s'è degnata di farmi, et in specie quella della nuova confirmatione mia alla Chiesa di Bergamo, come hanno portato l'ultime lettere in senato del signor imbasciatore Contarini.'

1. Alvise Contarini fu nominato ambasciatore il 16 aprile 1632 e si trattenne a Roma fino a11635: cf. N. BAROZZI-G. BERCHET, Le Relazioni della Corte di Roma degli Ambasciatori Veneti nel sec. XVII, I, Venezia 1877, p. 174-184.

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LUIGI GRIMANI

Fra tanto suplico riverente la santità vostra a degnarsi di gradire que­ sto picciolo atto di sommissione et humiltà, a condonarmi il troppo ar­ dire et ad assicurarsi che si come mi trovo carico d'infinito debito, così non tralascierò né adesso né in alcun tempo occasione di mostrare con gl'effetti l'ubedienza e divotione che insieme con la mia casa per tanti ti­ toli professo alla santità vostra, a cui baccio li santissimi piedi, pregando il Signor Iddio che la beatissima sua persona con un lungo et felice corso d'anni conservi. Di Venetia il di 22 agosto 1632.

Della santità vostra humilissima divotissima obligatissima creatura Luigi Grimani

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DIFFICOLTÀ ECONOMICHE PER IL VESCOVO LUIGI GRIMANI BAV,

Barberiniano lat., 7792, f. 87r

Eminentissimo e reverendissimo signore signor mio et patrone colendis­ simo havendo per il corso di tre anni sostenuto con la debolezza delle mie forze il decoro di questo vescovato di Bergamo, del quale col solo patro­ cinio di vostra eminenza sono stato gratiato da nostro signore con obli­ gatissima memoria di me e tutta mia humilissima casa, et essendo ritor­ nato di Roma a Venetia, ogni interesse che verteva sopra di ciò fra l'emi­ nentissimo signor cardinale Cornaro mio patrone e signore e me, suo di­ votissimo servitore, da due vescovi fu deciso col fondamento d'un cal­ culo d'entrate e altre maggior assertioni. Ma subito entrato nel governo d'esse, ho ritrovato gran svario, perché fu ascoso li protesti del calo d'en­ trate che volevano fare li principali affittuali, dalla qual'alterazione di ve­ rità e di promesse, a me ne sono derivati poi per non poter complire a tanti pesi, liti nell'eccellentissimo collegio e sequestri contro li fruti e vi­

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veri del vescovato, con eccedente rigore (io però nel difendermi non uso altra difesa che l'assoluto beneplacito di monsignor illustrissimo nun­ tio). Suplico humilmente l'eminenza vostra a ricever da me quella infor­ matione che deriva d'una sincierissima verità et per crederla più ferma­ mente, commetter al detto monsignore illustrissimo che pigli l'informa­ tione di questo, acciòche dalle relationi di esse possia conoscere vostra eminenza l'amitto stato di questa chiesa che sono dieci anni che trava­ glia, et insieme figurarsi la grave mortificatione et passione che prova il mio cuore tanto tempo per non potere complire a tanti pesi, che supe­ rano da se stessi il reddito del vescovato. lo mai sarò per allontanarmi dalli commandi di vostra eminenza, anzi a quelli in tutto legandomi come suo obedientissimo cagnoleto, farò sempre tutto quello mi sarà accenato, sapendo di non poter godere mag­ gior preggio in questo mondo che viverle creatura d'obedienza, in quel modo che me le confesso schiavo d'ottenerne obligationi, che il proprio sangue non le potrìa sodisfare. Procurerò sempre però com'ho fatto sin'hora e con la confession del mio sommo debito e con il desiderio di sacrificarmi nelli dei lei com­ mandi, mantenermi più che la roba e vita propria, il credito dell'inaltera­ bil servitù e mia humilissima devotione. Et a vostra eminenza profundamente m'inchino. Venetia 28 aprile 1635.

Di vostra eminenza reverendissima humilissimo et obligatissimo

servitore e creatura

Luigi vescovo di Bergamo

97 DIFFICOLTÀ FINANZIARIE DEL VESCOVO LUIGI GRIMANI BAV,

Ottoboniano lat., 323511, f. 39r

Il signor cardinale spera con gran fiducia nella protettione di vostra eminenza, et oltre che in sua eminenza si assicuraranno le pensioni, si 441


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LUIGI GRIMANI

potrà dar qualche provvedimento a monsignore di Bergamo chè il signor cardinale lo potria liberare da quello che pretende come riservatario e che sin'hora non ha potuto riscuotere per la tenuità delle rendite di quella Chiesa, e monsignore di Feltro' che li paga pensione che lo tiene assai in oppressione et ha bisogno, e merita qualche sollievo. 3 maggio 1636.

Monsignore Grimani di bontà di natura e di volontà è singolare e molto sincero. Li travagli che ha havuti con l'eminentissimo Cornaro per la riserva de' frutti e con monsignore di Brescia per la pensione l'hanno distratto dal governo della sua Chiesa, ma hora vi si va rimettendo con spirito, come vostra eminenza vedrà dalla sinode diocesana che ha fatta stam­ pare. Ha un fratello che gia è tra savii et è uno de' migliori e più prudenti se­ natori che sia qua, che verrà grande et intanto è molto stimato. La famiglia porta seco il nome d'eccellenza. Ha grande e principe pa­ rentado, molto unito con li Mozenighi. 14 giugno 1636.

98 UN BERGAMASCO RITORNA DALLA CINA BAV,

Ottoboniano lat., 248211, f. 32r-v

Illustrissimo e reverendissimo signor mio e signore patrone colendis­ simo con stille di oro vostra signoria illustrissima ha spruzzato quella sua benedetta lettera con la quale ha voluto honorarmi con tanti pretiosi at­ tributi, che per me è stata la flotta del Perù.

l. Era Giovanni Paolo Savio, eletto vescovo di Feltre il 29 maggio 1628,trasferito alla diocesi di Adria il 19 dicembre 1639, morto nell'ottobre del 1650: cf. Hierarchia Catho­ lica ... , IV, p. 169, 185.

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Iddio mi agiutarà a meritar la continuatione di sì gratioso patrocinio. Con la nave Cicala è capitato un nostro bergamasco ch' è stato 18 anni in China et è venuto da Goa per via di terra senza travagli di Arabi nel de­ serto. Porta diamanti grezzi e dua bellissime pietre Behvar di tutto paragone. Tiene anche una pietra di porcospino, che come vostra signoria illustris­ sima sa, è un antidoto per i mali maligni e acuti che se ne sono viste e ve­ dono esperientie subite e come queste pietre sono rare, si che credo che in tutta Europa non ve ne siino dieci così preggiate e pretiose, vengono conservate da chi le ha. Mi dice mio fratello che l'eminentissimo cardinale Barberino ne an­ dava cercando una per haverla, con brama e ansietà. Rora essendo capi­ tata questa alla quale vi sono diversi golosi per haverla, mi è parso fer­ marla, con farmi dar la sagome di essa acciochè se sua eminenza l'appe­ tisse si possi haver luogo a negotiarla. Mando anco la sagome delle Behvar che per darle a prova e venir dalla China, pare che per la sua grandezza siino degne di prencipe, avvertendo però che sono fallati i colori. Porta anche dua bellissimi padiglioni da campo di damasco di China ben regolato d'inverno e altro per estate. È passato per Bagadet, dove ha visto li presidii apparechiati dal per­ siano nella difesa di quella piazza da tanto esercito che si era incaminato dal turcho a quella espugnatione, che nel giorno presente deve esser già sotto il gran turco in persona. Vi erano M124 soldati persiani eletti, havevano mandato verso Spa­ han tutta la gente inutile, vecchi, putti, donne, etc. e la gran Babilonia pa­ reva vota di gente. Il giuditio però universale vole che la piazza resti espugnata dal turco pretendendo pigliarla per assalti ben stimando il turco la morte di MIl 00 combattenti... Venetia 13 novembre 1638.

Di vostra signoria illustrissima e reverendissima devotissimo e obligatissimo servitore Antonio Ratniro

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GREGORIO BARBARIGa


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GREGORIO BARBARIGa

Gregorio Barbariga nacque a Venezia il 16 settembre 1625 da Gio­ vanni Francesco e da Lucrezia Leoni, entrambi appartenenti a celebri fa­ miglie nobili della repubblica veneta. Rimasto orfano della madre an­ cora piccolo con altri tre fratelli, Gregorio Barbariga trovò nel padre as­ sai pio ed erudito, senatore della Serenissima, e nei maestri da lui scelti le guide sicure per la formazione nelle discipline scolastiche e per l'edu­ cazione alla vita. Per corrispondere al desiderio del padre, Gregorio Barbarigo seguì di­ ciottenne, Alvise Contarini, ambasciatore di Venezia al congresso di Miinster. L'incontro casuale di Gregorio Barbarigo con Fabio Chigi, nunzio pontificio, fece nascere un'amicizia che segnò tutta la sua vita. Finito il congresso, Gregorio Barbariga visitò Parigi ospite dell'amba­ sciatore veneto, e ritornato a Venezia fu nominato savio agli Ordini. Ancora incerto sul suo avvenire, prima di scegliere definitivamente, Gregorio Barbarigo volle consigliarsi con l'amico Fabio Chigi, nominato nel frattempo cardinale, che gli suggerì di prendere la laurea in diritto a Padova e ritornare a Roma. Con il completamento degli studi, Gregorio Barbarigo decise per la vita ecclesiastica. I121 dicembre 1655,laureato da appena tre mesi, fu or­ dinato sacerdote. Come era stato consigliato dall'amico card. Chigi, eletto papa col nome di Alessandro VII, Gregorio Barbarigo decise di soggiornare a Roma per approfondire con lo studio e la conoscenza di eminenti perso­ nalità la sua formazione umana ed ecclesiastica. Fu nominato referendario delle due Segnature e prelato domestico di S. Santità. Scoppiata la peste nel 1656,Gregorio Barbarigo fu incaricato perla vi­ gilanza sanitaria del rione di Trastevere. Egli scriveva che si moriva "più di stento e di paura che di peste" e al padre nel luglio 1656 di nutrire un "timor panico" del contagio, poichè "non avendo (lo) mai visto in faccia, grandemente mi travagliava nell'immaginazione". Un'esperienza che pur rilevando in Gregorio Barbarigo un momento di sconforto, lo pre­ parò dopo quella diplomatica, amministrativa e curiale, a incarichi più

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VISITE

AD LIMINA

complessi e pesanti responsabilità. Rimasta vacante la diocesi di Bergamo per la morte di L. Grimani, il7 luglio 1657 Alessandro VII vi designò vescovo il trentaduenne Gregorio Barbarigo. Il card. Marc'Antonio Bragadin conferì l'ordinazione episco­ pale al neoeletto in S. Marco a Roma il 29 di quello stesso mese. È probabile che egli abbia adempiuto in tale occasione la visita ad /i­ mina del ventiquattresimo triennio, 1654-1657, come altri suoi predeces­ sori. Gregorio Barbarigo salutò i suoi fedeli con una lettera esponendo il suo programma pastorale. Entrò in diocesi senza sfarzo il 27marzo 1658. Determinato a seguire l'esempio di S. Carlo, Gregorio Barbarigo stimò l'ufficio affidatogli cathedram nostrarum sollicitudinum magis offici­ nam quam quietis recfinatorium. La nomina fu accolta dai senatori veneti con viva soddisfazione; fra l'altro essi avevano avuto dal Capitolo di Bergamo la richiesta di far tra­ sferire a Bergamo il vescovo concittadino Bonifacio Agliardi. L'applicazione delle riforme richieste dai decreti Tridentini, voluta da Gregorio Barbarigo e mostrata con la santità della sua vita esemplare, diede i suoi frutti portando le molteplici istituzioni della diocesi, il clero, il Seminario, le confraternite, gli ordini religiosi, a una nuova espressio­ ne e comprensione della vita cristiana. Gregorio Barbarigo seppe tradurre nella realtà l'ideale della diocesi voluta dal Concilio di Trento, con iniziative semplici, ma sagge e aperte ai bisogni dei fedeli. Ebbe uno speciale riguardo per la formazione dei chierici, la spiritualità del clero, la predicazione della parola di Dio ai fe­ deli con corsi straordinari e valenti predicatori, l'esemplarità degli ordini religiosi. Non fu impaurito dal dissenso dei canonici di cui aveva colpito gli ana­ cronistici privilegi. Gregorio Barbarigo visitò la diocesi, conobbe virtù e difetti dei suoi fe­ deli, magistralmente descritti nella relazione del 1660, ma a contatto con la vita agreste del territorio e della popolazione scoprì un mondo a lui sconosciuto, tanto da fargli notare che aurea morum simp/icitas urbibus invidiam creato Consapevole dell'influsso dei nobili sulla società, instituì una congre­ gazione per la loro cura spirituale. La celebrazione del sinodo diocesano del 1660 costituì il riconosci­ mento ufficiale del lavoro pastorale fatto e la definizione delle norme sulle quali proseguire. 445


GREGORIO BARBARIGO

Dopo la nomina a cardinale il5 aprile 1660,Alessandro VII propose a Gregorio Barbarigo di stabilirsi in curia come suo consigliere. L'invito ac­ colto con scarso entusiasmo, suggerì al Pontefice di nominare Gregorio Barbarigo vescovo della diocesi vacante di Padova. In tale occasione egli scriveva all'abate Agostino Favoriti: "Ben sa di certo vostra signoria che non era minore del suo dovere il mio affetto alla Chiesa di Bergamo, prima sposa destinata da un ottimo padre e che mi trovo congiunto alla seconda di Padova, per ubbidire alle direttioni di quel supremo volere, che deve essere primo mobile del mio". Gregorio Barbarigo in quella sede continuò la sua missione pastorale, con i ben noti e celebri risultati. Egli partecipò a diversi conclavi e fu an­ che candidato più che probabile alla cattedra di Pietro. Morì il 18 giugno 1697. Clemente XIII dichiarò Gregorio Barbarigo beato il 20 settembre 1761, e Giovanni XXIII lo proclamò santo il 26 maggio 1960. Bibliografia: Fonti inedite: AcvB,Arch. Cap., 164,Acta..., disaccordo tra i canonici per la no­ mina del vicario capitolare; ibid., 214/1, Secretaria..., scambio di lettere tra Gregorio Barba­ rigo e il Capitolo in occasione della nomina e presa di possesso, 4, 28 e 29 ago., 8 set. 1657; ibid., 843, In causa sinodali Em.mi cardinalis Barbadici anno 1660 (rns), numerazione di­ scontinua; ibid., Bergomensis Ecclesiae status ab Em.mo D. D. cardinali Barbadico Bergo­ mensi episcopo S. Congregationi exhibitus anno 1660 (rns), ff.nn.; ibid., 844, In causa sinodi r.mi Capituli ecclesiae Cathedralis Bergomensis (rns), ff.nn.; ibid., Lettere pastorali..., 3, ff. 33r-63r; ibid., Sinodi diocesani, raccoglitore n. 2,1660 Epitome actorum Sinodi dioecesanae Bergomen, habitae ab em.mo et rev.mo D.D. Card. Barbarigo episcopo (rns), 73 ff.; ibid., 1660-62 Vertenza tra il card. Barbarigo e il ven.do Capitolo della cattedrale sul sinodo della stessa cattedrale nel 1660 con appendice del 170S (rns), 86 ff + ff.nn.; ibid., Visita Barbarigo, 47 (1658), ff. 1-443v; ibid., 48 (1658-1659, 1660-1662), ff. 1r-130v; ibid., 49 (1658-1659), ff. Ir-328v; ibid., 50 (1659), ff. 1r-165v; ibid., 51 (1659), ff. 1-364v; ibid., 52 (1659), ff. 1r-394v; ibid., 53 (1659), ff. Ir-260v; ibid., 54 (1659), ff. 1r-276v;Asv, lnstr. Misc., 6744 (16), lettere di Gregorio Barbarigo all'abate Agostino Favoriti a Roma, con sue note autografe, Bergamo 29 dico 1660; 29 set. 1662, circa il sg. Girolamo Barbato raccomandato da Favoriti per Pa­ dova; 31 dico 1662; Venezia, 3 feb. (?) 1663; 17feb. 1663; 24 mago 1664, citazione; Padova, 4 giu. 1666; 8 apr. 1667; 15 feb. 1669; 19 giu. 1671; 5 feb. 1672 al card. Rospigliosi; Castelgan­ dolfo, 19 nov. 1677, all'abate Favoriti; da casa, 1679,senza indirizzo; Padova, lettere a mons. Ciampini, Roma, 28 dico 1685; 2 gen. 1687; 3 gen. 1687; 31 dico1688; breve di Clemente XIII Quae duo in militanti Ecclesia; recensione della pubblicazione di T. A. RICCHINI, De vita ac rebus gestis beati GregoriiBarbadici S.R.E. cardinalis Episcopi Patavini libri tres; ibid., Proc. Dat., 36, ff. 121r-127v; ibid., Secr. Brev., 1174,ff. 13r-14r, lO otto 1657, indulto pontificio a Gre­ gorio Barbarigo per destinare le multe pecuniarie ad triennium fissate dai canoni e dai de­ creti sinodali, alla riparazione degli immobili della mensa vescovile; ibid., 1215, ff. 1r-4v, 7r-9v, 7lug. 1660, breve di Alessandro VII al card. Gregorio Barbarigo per la facoltà di fare testamento; ff. 11r-12r, 5Iug., breve per la facoltà di lasciare agli eredi paramenti, vasi o ar­ redi sacri anche benedetti della cappella personale del card. Gregorio Barbarigo; ff.13r-16v, 5 lug., breve per la facoltà di trasferire le pensioni fin a 1.000 scudi, nel rispetto della costitu­ zione di Urbano VIII; ff. 19r-24r, 23 giu. indulto potificio per conferire i benefici nella forma

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solita; tf. 25r-v, 30 giu., breve per la facoltà di godere privilegi ed esenzioni ai cardinali anche se non residenti a Roma; ibid., S.s. Venezia, 89, ff. 363r-364r, 28 apro 1657,lettera del nunzio Carlo Caraffa sulle reazioni del senato alla nomina di Gregorio Barbariga a cardinale; ibid., 95, f. 256r, 321r, 17 apro 1660, nomina di Gregorio Barbariga a cardinale, festeggiamenti a Ve­ nezia; ibid., 96, f. 52r, 241ug. 1660, viaggio di Gregorio Barbariga a Bergamo; ibid., 97,f. 75r, 633r, 646r, 15 e 24 otto 1661 malattia di Gregorio Barbariga e guarigione; ibid., 101, ff. 201v-202r, 16 apr, 1664, preparativi del Barbariga per il trasferimento a Padova; ibid., 102,[. 333r, 355r, 8 e 15 ago. 1665, malattia e convalescenza di Gregorio Barbariga; ibid., 114, f. 27r. Venezia, 3 feb. 1674; ibid., 116, f. 426r, Venezia, 181ug. 1676,lettera del nunzio Carlo France­ sco Airoldi, circa la nomina di Antonio, fratello di Gregorio Barbariga, a conte di Zara; il provvedimento giudicato mortificante perché da inquisitore in terra ferma si attendeva la nomina a consigliere nel Gran Consiglio, accolto con grande rincrescimento del padre e di Gregorio Barbariga; BAv. Ottoboniano lat., 247212, f. 238r-v, "Parte presa nel magnifico mag­ gior Consiglio della città di Bergamo il giorno 16 aprile 1660"a firma del cancelliere Bartolo­ meo Vertova, per la nomina a cardinale di Gregorio Barbariga; f. 345r, decreto del card. Gre­ gorio Barbariga e dell'inquisitore del S. Offizio di Bergamo, padre Vincenzo Maria Rivali, per vietare al clero di intervenire ad adunanze e convegni, 6 mago 1661; f. 383, 384 effige e stemma di Gregorio Barbariga; ibid., 3720/3, f. 866r-v, Roma 24 mar. 1663, lettera di Grego­ rio Barbariga al card. Pietro Ottoboni circa il buon viaggio a Roma, la partecipazione alle funzioni della Settimana Santa compiute dal Papa in ottima salute; f. 875r-v, Roma 12 mago 1663, lettera di Gregorio Barbariga al card. Ottoboni da Castelgandolfo ave si trova col Papa "se bene con poco propitii tempi, per prendere aria e far le solite sue camminate", assi­ curandolo della massima considerazione e stima in cui è tenuto dal Pontefice.

Fonti edite: cf. P. A. UCCELLI, Scritti inediti del beato Gregorio Barbariga cardinale e vescovo di Bergamo poi di Padova, Parma 1887; C. BELLINATI, S. Gregorio Barbarigo "Un vescovo eroico" (1625-1697), Padova 1960, p. 1-219; S. TRAMONTI N, Appunti per uno studio sull'epistolario di S. Gregorio Barbarigo, in Bollettino dell'Istituto di Storia della Società e dello stato Veneziano, 3 (1961), p. 280-300; B. ULIANICH, Barbarigo, Gregorio, in Dizionario biografico ..., 6, p. 69-72; B. BERTOLASO, La peste romana del 1656-1657 dalle lettere inedite di S. Gregorio Barbarigo, in Fonti e ricerche di storia ecclesiastica, Istituto per la Storia ecclesiastica padovana, val. II, Pa­ dova 1968, luglio-dicembre 1970; 1. DANIELE, Le principali vite di S. Gregorio Barbarigo, in ibid., Padova 1969, p. 271-297; A. PASTORE, Tra giustizia e politica: il governo della peste a Ge­ nova e Roma nel 165617, in Rivista Storica Italiana ... , cìt., p. 140. Letteratura: cf. D. CALVI. .., Effemeride, I, p. 362, 423; F. UGHELLI, Italia ... , IV, p. 510-512; B. VAERINI, Scrittori ... , p. 5-6; Hierarchia Catholica ... , IV, p. 113; L. DENTELLA, I Vescovi... , p. 377-388; P. PASCHINI, Gregorio, beato, in Enciclopedia Cattolica ... , II, p. 817; B. BELOTTI, Sto­ ria di Bergamo... , IV, p. 169, 185-189, 190, 199,204,321; ibid., ed. 1989, V, p. 17-18; C. BELLI­ NATI, San Gregorio Barbarigo e il dialogo tra scienza e fede, in L'Osservatore Romano, 18 giu­ gno 1986,p. 4; G. ZANcHI,L'etàpost-tridentina ... , p. 185-187; IDEM,! Vescovi di Bergamo... , in Ritratti... , p. 160; A. BELLINI, Riformatore illuminato che anticipò il futuro, in L'Eco di Ber­ gamo, 17 giugno 1990, p. 19.

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RELAZIONE - 17 giugno 1660

BAV,

Barberiniano lat., 2853, ff. 117r-125v

La relazione presentata dal vescovo Gregorio Barbarigo per la visita ad limina del venticinquesimo triennio, 1657-1660,non è conservata nel fondo archivistico della Congregazione del Concilio. Il testo qui pubblicato fa parte di una collezione di relazioni per le vi­ site ad limina custodita nella Biblioteca Vaticana, Barberiniano latino, 2853, Relationes statuum Ecclesiarum exhibitae S. Congregationi conci/ii Tridentini ab anno 1654 usque ad 1677, ff. 117r-125v (mm. 25x27). Il testo della relazione scritto sui ff. 120r-124v,presenta parole corrette e abbreviate, non ha la firma autografa del Barbarigo. Sui ff. 117r-118r, 125v, sono scritte le note d'ufficio della Congrega­ zione. Il testo della relazione non è l'esemplare autentico e originale, ma è copia trascritta dalla Congregazione stessa, con una introduzione d'uffi­ cio diversa da quella del Barbarigo. Questa relazione è stata studiata da P. A. UCCELLI, Scritti inediti.,., p. 386-388. Lo storico scrive, a p. 445, d'aver composto il testo pubblicato nella sua opera in base al confronto di tre copie "mendose e mancanti", conservate rispettivamente presso il conte Paolo Sozzi Vimercati, la Bi­ blioteca Civica A. Mai di Bergamo e l'Archivio Capitolare della Curia ve­ scovile di Bergamo. Dalle verifiche nella Biblioteca anzidetta la relazione indicata dall'Uc­ celli è al momento irreperibile. In Acvs, Relazioni delle visite ad limina Apostolorum dall'anno 1660 al 1916, raccoglitore n. 1, è conservata laRela­ tio status Ecclesiae Bergomensis anno 1660 facta a beato Gregorio Barba­ rigo episcopo Bergomi, 4 ff. Un'altra copia è conservata nell:4rchivio Capi­ tolare, 843, In causa sinodi.i., cit., Bergomensis Ecclesiae status ab em.mo d.d. cardinali Barbadico Bergomen. Episcopo S. Congregation! exhibitus anno 1660,4 ff. nn. Un'altra copia è custodita nell:4rchivio dei Padri Soma­ schi, Somasca, G.D. nn. 14, Status Ecclesiae Bergomensis relatus in visita­ tione sacrorum liminum ab em.mo card. Barbadico anno 1660,4 ff. nn. con aggiunta una tabella riassuntiva su foglio separato. Le variazioni di una certa importanza tra il testo dell'Uccelli e quello

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1..-

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VISITE AD LIMINA

custodito nella Biblioteca Vaticana, che è perciò la quinta copia, sono se­ gnalate nella pubblicazine, mentre rimane aperto il problema di trovare il testo originale. Dopo la visita alla Congregazione del Concilio in data 17 giugno, il Barbarigo effettuò quella alle basiliche di S. Pietro e di S. Paolo il 22 suc­ cessivo. Le due dichiarazioni, firmate rispettivamente da Michelangelo Bon­ ghi e Mauro da Cesena, sono conservate in ACVB, Visita ad limina ... , cito

99 Relatio status Ecc/esiae Bergomen­ sis exhibita sacrae Congregationi conci/ii Tridentini die 17 iunii 1660. Hac mane 17 iunii 1660 eminen­ tissimus ac reverendissimus domi­ nus cardinalis episcopus Bergomen­ sis qui sacra limina visitavit, rela­ tionem status suae Ecc/esiae exhi­ buit et pro egregia erga oves suas pastorali charitate in dioecesim post paucos dies redire intendens, in prima proxima congregatione an­ tedictam relationem recitari nec ad aliam differri instetit.' Quare licet

l.

Relazione sullo stato della Chiesa di Bergamo presentata alla sacra Congregazione del Concilio Triden­ tino i/ giorno 17 giugno 1660. Questa mattina, 17 giugno 1660, l'eminentissimo e reveren­ dissimo signor cardinale e ve­ scovo di Bergamo, che ha com­ piuto la visita ai sacri limini, ha presentato la relazione sullo stato della sua Chiesa e, desiderando, secondo l'insigne carità pastorale verso i suoi fedeli, ritornare nella sua diocesi dopo pochi giorni, ha insistito perché la predetta rela­ zione fosse letta nella prima riu­ nione e non venisse rinviata ad al­ tra.

Gregorio Barbarigo aveva visitato la diocesi tra il 1658 e il 1659. Era probabilmente a conoscenza della sua nomina a cardinale, resa pubblica il 5 aprile 1660. Il 20 marzo precedente aveva indetto il sinodo diocesano e perciò, come è scritto nella relazione, aveva urgenza di rientrare in sede. Per ricevere il titolo cardinalizio, S. Tommaso in Pa­ rione, organizzò il suo viaggio a Roma dove avrebbe potuto contare sull'ospitalità of­ fertagli dal card. Pietro Ottoboni, allora vescovo di Brescia. Il Barbarigo con una let­ tera a lui inviata il2? aprile da Bergamo lo ringraziava della disponibilità, comunicata­ gli tramite un certo sg. Presto Franzin. Con successiva lettera dell'8 maggio informava Ottoboni dell'intenzione di passare per Ancona nel viaggio verso Roma. Riferendosi alle feste per la sua nomina, osservava che erano "di molto diminuite a misura delli de­

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RELAZIONE

17

GIUGNO 1660

iam per manus eminentissimorum patrum transmissum de morefuerit folium extraordinem, exempla eius­ dem relationis ad eminentissimos dominos transmittit secretarius congregationis, ac proinde propone­ tur etiam status Ecclesiae Bergo­ mensis in congregatione habenda die 19 iunii 1660. Bergomensis Ecclesiae status ab eminentissimo domino domino car­ dinali Barbadico Bergomi episcopo sacrae Congregationi exhibitus anno 1660. Bergomensis Ecclesiae status ab eminentissimo cardinali Barbadico exhibitus anno 1660.' Villicationis nostrae rationem reddituri vicariae potestati Aeterni Regis quae non seritformidabili au­ steritate metientis, totis artubus tre­ mebundi impallescimus, ne desi­ dem male perdat conductorem, vi­ neam suam solicitioribus locaturus agricolis, qui frugum largiores pro­ ventus temporanea opportunitate rependant. Quamvis enim ex quo in hunc Domini agrum vocati sumus, nobis ipsis conscii simus in excidendis sentibus, quae in diem de antiqua imprecatione germinant falcem no­ stram non omnino sensisse rubigia)

Perciò benchè il foglio sia già stato consegnato, come di con­ sueto, nelle mani degli eminentis­ simi padri, il segretario della Con­ gregazione, facendo eccezione alla regola, trasmette agli eminen­ tissimi signori gli esemplari della medesima relazione, e perciò nella congregazione da tenere il 19 giugno 1660 si proporrà anche lo stato della Chiesa di Bergamo. Stato della Chiesa presentato alla sacra Congregazione dall'e­ minentissimo signor cardinale Barbarigo vescovo di Bergamo. Nel presentare la relazione della nostra amministrazione alla potestà vicaria del re eterno, che non semina con la formidabile au­ sterità di chi miete, impallidiamo per il timore che condanni l'am­ ministratore ozioso, per affidare la sua vigna ad agricoltori più ope­ rosi, che a tempo opportuno gli diano una messe più abbondante. Benchè infatti da quando siamo stati chiamati in questo campo del Signore siamo consa­ pevoli anche noi che nel recidere i rovi generantisi continuamente dall'antica maledizione la nostra falce non si è arrugginita affatto,

I due brani compresi tra "Villicationis... gloriari"sono della relazione pubblicata da P. A. UCCELLI, Scritti inediti ..., cito

nari che mancano". Il Consiglio cittadino a Bergamo aveva stanziato per l'occasione \.000 scudi: cf. ACVB, Lettere Pastorali... , 3. f. 45r; f. 46r (stampa), proclama del Barba­ rigo alla diocesi circa la visita ad limina; BAv, Ottoboniano lat., 3270/3, f. 667r, 675r; BCAM, Azioni, 70 (1659-1655), ff. 48r-49r. 16 apr. 1660.

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VISITE AD LIMINA

tuttavia riteniamo cosa più saggia rivolgere gli occhi in lacrime là dove ci troviamo ogni giorno in difetto, piuttosto che consolarci della pochezza delle opere in cui hanno lavorato le mani pigre. Pur tuttavia se noi abbiamo ri­ cevuto qualcosa dal creatore degli uomini il quale seppe anche dal­ l'abisso della notte chiamare la luce, confessiamo in anticipo che non è il seminatore o l'irrigatore a contare qualcosa, ma che tutto si deve riferire a Dio, autore dell'in­ cremento, noi che qualunque cosa ci sia stata donata da Dio, ci possiamo gloriare soltanto di chia­ marci suoi servi inutili. Non appena giungemmo a que­ sta sede di Bergamo per misericor­ dia del cielo e la bontà di Roma, ri­ tenendo che la splendida eredità lasciataci dal grande Cristo con il supremo testamento della Croce, consistesse nell'abbondanza del­ le sofferenze e dello zelo, abbia­ mo sempre guardato questa no­ stra cattedra più come fonte di preoccupazioni che come giaci­ glio di riposo. A noi che rivolgiamo lo sguar­

nem, ad ea tamen in quibus quoti­ die deficimus, lacrimabundos flec­ tere oculos consultius arbitramur quam merentem animum de eorum operum exiguitate solari, in quibus pigritantes manus laborarunt. Enimvero si quid in nos ab homi­ num parente descendit, qui de ipso etiam abisso caliginis lucem novit evocare, illud in antecessum profite­ mur nec satorem nec rigantem quid­ quam esse, sed in auctorem incre­ menti Deum a nobis cuncta referri, qui quidquid Deum prestare conti­ gerit, sola inutilium servorum pos­ sumus nuncupatione gloriari. Ut primum ad Bergomensem hanc sedem, miserante caelo et in­ dulgente Roma, accessimus? prae­ claram magni testatoris Christi su­ premis crucis stabulis relictam no­ bis hereditatem animo reputantes in angorum et curarum redundan­ tia consistere cathedram hanc no­ stram sollicitudinum magis offici­ nam quam quietis reclinatorium perpetuo respeximus. Ex hac ergo specula prospicienti-

2. Il Barbarigo aveva fatto seguire alla nomina a vescovo un corso personale di esercizi con una serie di propositi ai quali restò fedele per tutta la vita. Il suo ingresso in dio­ cesi avvenne qualche mese più tardi ed egli delegò l'arcidiacono Rodolfo Roncalli per la presa di possesso: cf. ACVB, Lettere pastorali... , 3,f. 33r-vlettera di presentazione del Barbarigo al Clero, 28 ago. 1657;D. CALVI, Effemeride... , I, p. 362; P. A. UCCELLI, Scritti inediti , p. 349-355,451,597-598; L. DENTELLA, I Vescovi... , p. 377-378; I. DANIELE, Gre­ gorio , p. 391.

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bus nobis ad primum oculorum ic­ tum Dominici gregis illustrior por­ tio, clerus occurrit, cuius quo gloria sublimior eo intentiorem a nobis erga se curam jlagitare videbatur. Et quia patrifamilias turpe est to­ tam de vultu non agnovisse fami­ liam, censum veluti quendam eccle­ siastici populi instituimus,' Univer­ sorum moribus sub censura vocatis, quis eredat deficientium in candela­ bro lucernarum aut fumum posse latere aut obturari nidorem? Sacerdotum plerosque tanto fa­ stigio impares ad aras admissos in­ venimus, in multis vitae innocen­ tiam, maiorem in universum doctri­ nam desideravimus.'

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do da questo osservatorio, si pre­ senta al primo colpo d'occhio il clero, porzione più cospicua del gregge del Signore, del quale quanto più sublime è la gloria, tanto più sembrava esigere da noi verso di esso una cura più attenta. E perché è vergognoso per un padre di famiglia non conoscere personalmente tutta la famiglia, abbiamo istituito quasi un censi­ mento della popolazione ecclesia­ stica sottoponendo a esame i co­ stumi di tutti. Chi potrebbe credere che possa restare nascosto il fumo o essere offuscato lo splendore delle lu­ cerne mancanti sul candelabro? Abbiamo trovato che sono stati ammessi all'altare la maggior parte dei sacerdoti indegni di tanta sublime dignità, in molti ab­ biamo lamentato la mancanza di santità e in generale la mancanza di una maggiore cultura.

3. Nelle parrocchie operavano alcuni curati e cappellani extradiocesani: a S. Pietro d'Or­ zio da Pesaro, a Pianico, Carona, Brusaporto e Scanzo dal genovese, a Piazza Brem­ bana da Lucca, a Valnegra e Piazzolo dal milanese, a Olmo dal modenese, a Valnegra, Spino, Pontida e Valtesse da Brugnate, a Camerata, S. Croce, Sedrina, Roncola e Costa Mezzate da Sarzana, a Fuipiano da Comacchio, a Bracca, Pontida, Almè e Gromo S. Marino da Pontremoli, a Sorisole da Fano, a Fara Gera D'Adda da Firenze, a Torre Boldone da Piacenza, a Bondione da Montalto: cf. Acvn, Lettere pastorali ..., 3, ff. 38r-39r, anagrafe del Clero, Il dico 1658; ibid., Visita Barbariga, 47 (1658), f. 104r, 114v-115v, 158r, 164v, 172v, 177v, 178v, 188v; ibid., 49 (1658-1659),[. 142r, 152v, 162v, 171e, 214v: ibid., 50 (1659), f. 34v, 63r, 69r, 72r, 115r, 127r; ibid., 51 (1659), f. 130r, 136r; P. A. UCCELLI, Scritti inediti ..., p. 446. 4. Negli atti della visita pastorale risulta che il Barbarigo trattò i casi di alcuni sacerdoti per certe particolari situazioni in cui erano implicati. La loro segnalazione fra l'altro era stata imposta con un editto pubblicato dal capitano-vice podestà Giovan Battista Foscarino in data 25 settembre 1568. Quanti erano a conoscenza di reatuum presbitero­

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VISITE AD LIMINA

Ad has maculas imposterum ab-

Allo scopo di cancellare queste

rum in proprio officio delinquentium vel vitam scandalosam ducentium e non li avessero denunciati, sarebbero stati punti con una multa di 100 scudi. I pochi casi trattati dal Barbarigo, raccolti negli atti e qui accennati, lasciano piuttosto perplessi sul suo giudi­ zio generale circa il clero, in parte contraddetto dai suoi apprezzamenti positivi, ad es. per i sacerdoti delle vicarie di Piazza Brembana e di S. Croce, dai numerosi preti por­ tati a Padova e da altre testimonianze indicate più sotto. In visita alla cattedrale il Bar­ barigo notò che dalla finestra della piccola sacrestia si poteva guardare ad quasdam do­ mos canonicales locari solitas mulieribus quae tempore estivo, sublato velario, videntur frequenter et huiusmodi visionem indecentem esse. Quapropter ordinavit praedictas do­ mos non locarifeminis cum eas videri a sacerdotibus se preparantibus ad sacrumfacien­ dum non deceat. Nella visita al curato della Botta, Giovanni Gaita, fu esaminata la bi­ blioteca, elencati i libri personali, citate alcune opere "et molti altri libri de conscientia ivi essibiti", Ma il Barbarigo sentì il cappellano, Francesco Pecis, che accusava il curato di predicare solo qualche volta "et fa puoco bene et con poca pratica le sue fontioni"; dai parrocchiani sentì le denuncie contro il curato per relazioni con donne, violazione di una giovane, scambio di terreno buono con altro scadente. Un certo Vitali depose che il curato aveva alterato nel libro dei battesimi la data di nascita di suo figlio, Gia­ como, e di un certo Peregrino, facendo apparire che "havesse meno di anni dieci otto perché così non era più tenuto al pagamento de' galeotti". A Stabello il Barbarigo trovò i parrocchiani determinati a non dare il salario al curato, Paolo de Guerinis, per­ ché "eletto per forza, malvolentieri lo teniamo". Giovanni Antonio Traina raccontò che "ci fu fatta violenza perché vennero qui quattro o cinque uomini del sig. colone Ilo Lucillo Barile, fra i quali vi era un nipote di esso signor curato che poi è stato ammaz­ zato. Et con minaccie violentarono noi altri a dar la balla solo al predetto sg. curato et pure vi sarebbero stati altri concorenti et anco messer Santino Maffeis qui da Stabello hebbe una percossa nel stomaco, dattagli da essi huomini perché era contrario et ne ha patito assai".A Endenna un parrocchiano fu chiamato a deporre sul curato. Manife­ stato il suo giudizio positivo, riferi che in paese destava meraviglia la serva "qual volte alquanto pomposa, perché era maritata assai comodamente in Genova: io però credo non vi sia disordine". Vi erano voci contrastanti che il curato di Ascensione praticasse una certa Bona sua domestica, dipinta come donna di malaffare, mentre correva voce di un "commercio donnesco" a proposito del curato di Pianca. Nella verifica della li­ cenza scritta per tenere in casa la "rnassara", i visitatori riscontrarono che quella del cu­ rato di Poscante aveva 40 anni e che era stata prelevata dall'ospizio. La donna che con la licenza dei superiori serviva da 25 anni il curato di Somendenna, aveva 48 anni. Il Barbarigo ascoltò le critiche dei parrocchiani di curati di Costa e Ascensione, tra loro fra l'altro erano in lite, di Serina e di due suoi cappellani, per la trascuratezza dei loro doveri pastorali, il poco amore allo studio, la troppa passione al gioco delle carte in osteria, alla caccia e alla "balla". 11 curato di Poscante e di Endenna fu trovato "un poco debole per la letteratura", Al curato di Cologno il Barbarigo ordinò di trovare due cap­ pellani "letterati" per le confessioni. Ai curati della pieve di Mologno che avevano pre­ sentato l'elenco dei loro libri, il vescovo comandò di acquistare gli Atti della Chiesa di Milano. A Oltre il Colle Barbarigo fu pregato di intervenire per evitare che la vertenza sulle rendite, tra il curato, un ex militare passato alla "dignità sacerdotale in un salto", e la comunità, giungesse alle estreme conseguenze. Il curato di S. Giovanni Bianco se­ gnalò che i suoi confratelli di Fuipiano e S. Croce confessavano abitualmente nella sua parrocchia senza chiedere il suo permesso e contro la sua volontà. Il Barbarigo fu poi consigliato di non permettere oltre l'esercizio del ministero "per molti rispetti", ai curati di Miragolo, Ganda e Sambusita. Al vescovo furono segnalate le consuetudini

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RELAZIONE 17 GIUGNO 1660

stergendas ex apostoli monitu 5 no­ macchie per il futuro, secondo l'insegnamento dell'apostolo, ab­ biscum deliberavimus nemini citu manus nostras esse imponendas biamo deciso di non affrettarci cuius castigatissimi a antea mores, per imporre le nostre mani ad al­ literatura et congrua matrimoni b cuno di cui non ci risultassero pie­ namente in anticipo i costumi in­ non supposititii assignatis piane tegerrimi, la conoscenza delle let­ tere e l'assegnazione adeguata di

castissimi

il senso della frase vuole patrimonii

poco liturgiche del clero di Vilminore che soleva porgere durante i funerali le condo­ glianze ai parenti, i disaccordi tra i curati della pieve di Clusone per la precedenza nelle letture durante la veglia pasquale, e ancora l'abitudine dei curati della pieve di Telgate di andare a prelevare i nubendi a casa loro senza attenderli in chiesa. Un cap­ pellano, riferiva il pievano, non prestava assistenza agli ammalati. Il curato di Bolgare riferì al Barbarigo circa due preti, uno di Mornico e l'altro di Malpaga, che "eserci­ tando l'offitio di segnare fanno che tutti quelli che li capitano alle mani siano amma­ liali ciò credono et a causa che fanno mille giuditi temerari, hora sopra una persona hora sopra l'altra, mettono molta confusione nella mia terra et nell'altre circonvi­ cine". A Ossolaro il curato, Giovanni Antonio Buzio, fu invitato a spiegare la sua man­ cata partecipazione e presenza al matrimonio di Susanna Bonali. Per ovvie ragioni di ministero il Barbarigo ordinò al curato di Albino di risiedere nella canonica e di ab­ bandonare la sua residenza nella casa paterna. Da segnalare anche il caso del rettore di Calusco, Clemente Mazzoleni, per il quale il vicario generale G. B. Lavezzari il 19 luglio 1656 chiese alla Congregazione del Concilio il permesso di assentarsi dalla par­ rocchia "odiato in eccesso da cavagliere che molto si fa temere in esso luoco et con mi­ naccie ha costretto esso rettore ad abbandonare la propria chiesa, per sottrarsi all'im­ peto di esso cavagliere et assicurare la vita sua. Non procede quest'odio da colpa del rettore, ma di male impressione che il di lui avversario ha concepito": Acva, Visita Bar­ barigo, 47 (1658), tT. nn. editto Foscarini; tT. 2v-5r Botta; f. 9r Stabello; tT. 12v-13r So­ mendenna; tT. 22r Endenna; f. 52v Ascensione; tT. 96v-97r Pianca, Costa Ascensione, Serina, Oltre il Colle, Fuipiano, S. Croce, Miragolo, Ganda, Sambusita; tT. 113vPiazza B.; f. 114vOltre il Colle; f. 174vS. Croce; ibid., 48 (1658-1659),tT.nn.citazione; ibid., 50 (1659), f. 5r-v, 57vTelgate, Bolgare; ibid., 51 (1659), tT. 251r-252vClusone; f. 337vVilmi­ nore; ibid., 52 (1659), f. 29r Mologno; f. 220r, 237r-238v, 245-246v, 252r-253v,270r-v, 283r-284v, 289r, 292r-v; elenco dei libri dei curati di Ranzanico, Monasterolo, Molo­ gno, Gaverina, Borgo Terzo, Vigano, Berzo, Lussana; f. 317r,Albino; ibid., 53 (1659), f. 92r Ossolaro; Asv, C. Concilii, Positione, 213, f. 97r; Vita de' Servi..., p. 12. 5. S. PAoLO,ITimoteo, cap. 5,22. Il Barbarigo aveva revocato a tutti i sacerdoti, tranne che ai beneficiati inamovibili, le facoltà per le confessioni "senza nuova approbatione, per­ messo, licenza" previo examine super illorum idoneitate, quatenus nobis videbitur me­ diante in scriptis. Con un altro provvedimento aveva vietato al clero secolare e rego­ lare di assistere a rappresentazioni profane, pena la sospensione a divinis. Altre dispo­ sizioni del Barbarigo riguardarono l'adozione per i fedeli da parte dei curati di un unico modulo su cui segnare il certificato dei sacramenti ricevuti, le norme per i sacer­ doti a Gandino, la proibizione agli ecclesiastici di insegnare a donne in casa loro o pro­ pria: cf. Acvs, Lettere pastorali..., 3, f. 36r e 37r (stampa), 13 magoe 15 lug. 1658; f. 53r, 28 mar. 1662; f. 56r-v, 18 nov. 1662; f. 62r, 6 mar. 1664; P.A. UCCELLI, Scritti inediti ... , p. 603-605.

a) b)

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VISITE

AD LIMINA

un patrimonio non fittizio, e che non dovevamo ammettere nella sequela del Signore taluni di cui dovessimo un giorno pentirei. Abbiamo inoltre deciso che nessuno potesse accedere agli or­ dini sacri, se prima per alcuni giorni non fosse stato istruito ne­ gli esercizi spirituali del grande sant'Ignazio, sotto un sicuro mae­ stro nell'educazione spirituale e se non avesse sempre più ritenuto di doversi rallegrare non tanto del grado di dignità cui aspirava, quanto di dover temere una grave caduta. Abbiamo nominato inoltre vi­ cari foranei di cui abbiamo au­ mentato il numero per la minore quantità delle parrocchie, affinchè più esatta fosse la loro cura verso i sudditi, per tenere i consueti ra­ duni mensili con più frequenza e più frutto, per riprendere l'uso sa-

nobis cognita non essei, talesque a nobis in Domini sortem esse admit­ tendos quales admisisse aliquando non foret paenitendum.' Statuimus deinde ne ad sacros ordines cuippiam aditus pateret, nisi prius per aliquot dies piis divi Ignatii exercitamentis sub certo dis­ ciplinae magistro imbutus,' illud etiam atque etiam secum reputa­ vit.: non tam de gradu dignitatis ad quam adspiraret, sibi esse laetan­ dum quam de graviori lapsu esse pertimescendum. Vicarios praetereaforaneos, quo­ rum" numerum diminutis plebibus auximus/ quo eorundem exactior cura in subiectos esset, ad men­ struum c de more conventus fre­ quentius et fructuosius habendos,

a) reputaret b) quoad c) menstruos de more conventus... ad annuae visitationis salutarem usum per ipsos resu­ mendam adegimus.

6. Alle ordinazioni del settembre 1658 su duecento candidati, esaminati personalmente dal Barbarigo, solo otto furono ammessi: cf. I DANIELE, Gregorio... , p. 391. 7. Gli esercizi spirituali furono tenuti dal sacerdote Francesco Agazzi, spronato e consi­ gliato dal vescovo Barbariga, (il quale per tale pratica si recava nel santuario di Con­ cesa), in un primo tempo ad Alzano, poi al santuario del Perello, visitato dal vescovo nel corso delle visita pastorale ave cum tota comitiva processit pedetentibus stante itine­ ris difficultate. L'Agazzi in seguito trasferi la sede dei corsi a S. Sebastiano in Borgo Ca­ nale, e al Casalino, in borgo S. Leonardo: cf. Acvs, Visita Barbarigo, 47 (1658), f. 26r; Asv, Secr. Brev., 1244, f. 877r; BAV, Boncompagni F 39, ff. 118r-124r; A. MAZZOLENI, Vita... , p. 17-21; L. DENTELLA, I Vescovi... , p. 379; G. ZANCHI, L'Età post-tridentina... , p. 192. 8. Il vicario generale Antonio Sartonio il 13 maggio 1658 inviò una lettera circolare ai vi­

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RELAZIONE

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ad annuae visitationis nobis post­ modum significandae salutarem usum per ipsos resumendum elegi­ mus.' Et quia imbecilla adhuc adiu­ menta ad sacerdotalem sanctimo­ niam promovendam a haec visa sunt agnoscentes et malorum om­ nium pessimam genitricem otium esse, congregationes quasdam inte­ rioris disciplinae cum in urbe tum in dioecesi ereximus in quibus eccle­ siastici viri spiritualium librorum idoneae lectioni, moralium rerum discussioni, sacrorum rituum trae­ tationi, caelestium denique rerum contemplationi certis quibusdam diebus horae spatio vacantes, a fa­ cie Domini eum Spiritum concipe­ rent parerentque, qui sacerdotalis celsitudinis fastigium aequaret."

a)

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lutare della visita annua da notifi­ care poi a noi. E perché questi sono apparsi aiuti ancora deboli per promuovere la santità sacer­ dotale, riconoscendo che l'ozio è la peggiore causa di tutti i mali, ab­ biamo eretto sia in città che in dio­ cesi alcune congregazioni di for­ mazione spirituale nelle quali gli ecclesiastici, dedicandosi per un'ora in alcuni giorni stabiliti nella lettura conveniente di libri spirituali, nella discussione di casi di morale, nell'occuparsi di riti sa­ cri, nella contemplazione infine delle cose celesti, acquistassero dal Signore ed esprimessero quello spirito che uguagliasse il fa­ stigio della grandezza sacerdotale.

provehendae

cari foranei di Clusone, Sovere, Gandino, Scalve, Predore, Scano, Sedrina, Almenno, Nembro, S. Croce, S. Martino (Piazza B.), Zandobbio, Mologno, Lallio, Ghisalba, Dossena, Terno, Solto, Seriate, Brembate Sopra, Caleppio, Paderno. Dagli atti del si­ nodo del Barbarigo risulta che nel 1660 erano sedi di vicaria Gandino, Predore, Scalve, Scano, Paderno, Sovere, Clusone, Almenno S.S., Oneta, Ardesio (con Bon­ dione e Fiumenero smembrato da Scalve), Nembro, S. Croce, Sedrina, Piazza, Solza, Zandobbio, Mologno, Lallio, Dossena, Caleppio, Ghisalba, Seriate, Terno, Brembate Sopra, Telgate. Le vicarie elencate invece col clero foraneo sono Scalve, Clusone, Gandino, Casnigo, Nembro, S. Martino oltre la Goggia, Dossena, Almenno S.S., Solto, Mologno, Caleppio, Predore, Telgate, Seriate, Ghisalba, Lallio, Terno, Scano, Fara Olivana, Bariano, Fara Gera d'Adda, Paderno, Sovere, Sedrina, S. Croce, Pontida (con Palazzago, Ambivere, Endenna, Somendenna). Le vicarie rappresentate al si­ nodo di D. Giustiniani nel 1668 furono 33: cf. Acva, Lettere pastorali... , 3, f. 36r; f.59r, 9 feb. 1663,circa la visita dei vicari foranei alle vicarie; ibid., Sinodi diocesani, raccogli­ tore n. 2,1660 Epitome actorum Sinodi dioecesanae... , f. l6r-v, 35r-58r; ibid., 1668 Giusti­ niani l, ff. 17v-18r; ibid., Visita Barbarigo, 47 (1658), f. 26r; P. A. UCCELLI, Scritti ine­ diti ... , p. 447. 9.

Cf. P. A.

UCCELLI,

Scritti inediti... , p. 606-608, 624-626, 631-638.

lO. Il Barbarigo organizzò le congregazioni dei parroci per le discussioni dei casi di co­

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VISITE AD LIMINA

Nec minor renovandae a ecclesia­ Nè a noi dal nostro seminario è sticae sobolis nobis e nostro Semi­ apparsa rifulgere una minore spe­ nario affulgere b visa est, ubi teneri ranza di rinnovare la progenie ec­ Ecclesiae filii velut novellae oliva­ clesiastica, dove come le primizie rum ad proferendam aliquando in delle olive, sono educati teneri fi­ fructibus salutem populorum edu­ gli della Chiesa, per pradurre frut­ cantur. Locus hic praeter nostram tuosamente un giorno la salute expectationem ad exiguum adole­ dei popoli. scentum numerum redactus in no­ Alla nostra venuta questo stro adventu repertus c est Il nec ea luogo fu trovato ridotto a un pic­ disciplinae laude florens, quam colo numero di giovani, al di là animo conceperamus, fortasse ob delle nostre attese, né fiorente di alterius Collegii celebritatem, quod quella fama di disciplina che ave­ sub nobilium laicorum administra­ vamo immaginato, forse a causa tione compositum plerisque ab hinc della celebrità dell'altro collegio annis ob magistrorum praestan­ che ben tenuto sotto l'ammini­ tiam d sese erexit in famam," strazione di nobili laici, da molti anni acquistò prestigio per l'eccel­ lenza dei maestri. Accingendoci a restituire quindi fama e decoro al renovandae scholis ecc/esiasticae

b) effulgere

c) inventus

d) peritiam

a)

scienza, promosse la lettura delle opere di S. Francesco di Sales, specie della Filotea, fatta distribuire in molti esemplari, e altre opere di ascetica nonchè di argomento scientifico. Oltre Francesco Agazzi collaborarono col Barbarigo il suo segretario, Gianbattista Marziale, Giovanni Giacomo Giupponi, Matteo Viviani, don Schiavetti, don Santina Casari, don Cristoforo Astori, don Pietro Passi, don Suardi e don Giu­ seppe Sordi: cf. ibid., p. 18, 447-448. Il. Il Seminario ospitava 40 chierici quando Barbarigo assunse il governo della diocesi. Chierici esterni ospiti di "accademie" in mano a privati in città non dovevano man­ care, come risulta dagli atti della visita pastorale di Ruzini. Per aumentare le rendite del Seminario, Barbarigo gli assegnò alcuni benefici semplici, tra i quali quello di S. Pietro di Calusco e S. Paolo di Azzano. AI Barbariga si attribuiscono progetti di nuovi seminari ad Alzano, a Zogno nel convento dei Serviti, a Bergamo in S. Giovanni in Arena. Egli era anche dell'idea di rifabbricare il seminario in città alta, sull'area già oc­ cupata da esso: cf. ACVB, Seminario, raccoglitore n. 2, 1658-1659; Asv, Proc. Dat., 36, f. 124v; P.A. UCCELLI, Scritti inediti... , p. 449-450; C. U UETTI, Notizie storiche ... , p. 18-21; L. DENTELLA, I Vescovi..., p. 386; C. PATELU, Uomini e vicende ... , p. 16. 12. IlIO aprile 1631era stata aperta la terza Accademia. Nel 1664 fu istituito un corso di fi­ losofia e vi insegnò p. D. Calvi; cf. L. TIRON1, li Liceo-Ginnasio... , p. 12.

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RELAZIONE 17 GIUGNO

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Nomen ergo decusque episcopali Seminario vescovile, abbiamo Seminario reddituri, a viros litteris fatto venire dalla città di Milano uomini assai raccomandati per et vitae innocentia commendatissi­ mos ab urbe Mediolanensi accivi­ cultura e integrità di vita, grazie ai quali speriamo che i docili inge­ mus, quorum ope mollia ingenia tempestiva virtutum sementa, b prae­ gni preparati con un adeguato fon­ damento di virtù saranno a dispo­ parata, ad horrea Domini im­ plenda aliquando suffectura spera­ sizione per riempire un giorno i mus," granai del Signore. Haec de clero summatim, nunc Queste cose, sommariamente, de cleri principibus nobis sermo. a riguardo del clero. Parliamo ora Cathedralis ecclesiae canonici, dei capi del clero. ex binis Sanctorum Vincentii et Ale­ I canonici della chiesa catte­ xandri, c olim templis ob alterius ex­ drale, riunitisi insieme da quelle cidium in unum coacti, ex primor­ che erano un tempo le due chiese diali naturali quippiam adhuc serdei santi Vincenzo e Alessandro, per la distruzione di una di esse, conservano ancora qualche cosa

a) b) c)

restituri

sementi

ex binis SS. Vincentii et Alexandri olim

13. Il Barbarigo affidò la direzione del Seminario a Lodovico Benaglio, oblato, chiamato espressamente da Milano. Egli riprese l'incarico con Daniele Giustiniani. Diresse an­ che il Collegio della MIA e fu curato di Bottanuco, cf. visita ad limina 1682, nota n. 3. Poi il Barbarigo chiamò all'ufficio di rettore al Seminario anche il canonico Bartolo­ meo Finardi e, secondo altre fonti, Antonio Clivati. Tra i collaboratori si fanno i nomi di don Giovanni Battista Bugata, don Giovanni Pinelli, don Giuseppe Sordi, confes­ sore. L'ampliamento dei locali acconsentì di ospitare circa 70 chierici. Il Barbarigo in­ trodusse l'insegnamento di grammatica e retorica. li clima di disciplina e di studio in­ dusse alcuni aspiranti a chiedere gli ordini sacri ad altri vescovi. li Barbarigo con let­ tera del 16 maggio 1661 comunicò alla diocesi che tali sacerdoti, benchè ordinati rite ac recte, provvisti di beneficio, non erano autorizzati a celebrare: cf. Acva, Lettere pa­ storali... , 3, f. 49r, 9 mago 1661, circa gli esami degli ordinandi; f. 51r, sacerdoti non am­ messi a celebrare; Asv, C. Conci/ii, Positiones, 1681, tomo 2, Bergamo, richiesta del Col­ legio maggiore di Bergamo per affidare l'incarico di rettore a Lodovico Benaglio, 29 nov. 1681; ibid., Positiones, 1682, tomo 3, Bergamo, lettera di D. G., 24 dico1681; ibid., S. S. Venezia, 107,f. 516r-v, 281ug. 1668, circa il trasferimento di due sacerdoti di Milano a Padova, voluto dal Barbarigo, analogamente a quanto fatto per Bergamo col Bena­ glio; D. CALVI, Effemeride... , III, p. 407; B. VAERINI,Scrittori ... , p. 88, 106; P. A. UCCELLI, Scritti inediti... , p. 18; C. U LlETTI,Nolizie storiche ... , p. 18-21; L. DENTELLA,! Vescovi... , p. 386; C. BELLINATI, S. Gregorio... , p. 103-106.

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vant coniunctique loco animi sensi­ bus nihilominus saepenumero di­ stant, et noster primus ad episcopa­ lem sedem ingressus sissuras eiu­ smodi et controversias inter ipsos de primatu ortas sentire compulsus est. a 14 Quae sub aspectum no­ strum b quotidie cadunt nec in obli­ vionem venire nec c dissimulatio­ nem pati possunt. Ecclesiae nostrae senatus hic est, sed nescio quo fato praesen­ tium temporum magna ex parte exuisse virtutem constat, ut pro­ hinde paucos ad pastoralium labo­ rum consortium inde petere possi­ mus, sitque nobis in exuberantia messis messorum inopia laboran­ dum. Cum d ad tres menses quotannis abesse a choro absque tamen cali­ cis diminutione per apostolicam in­ dulgentiam canonicis e liceat, cau­

a) b)

c) d) e)

della loro prima origine e, benchè fusi quanto a luogo, tuttavia sono spesso lontani quanto a senti­ menti d'animo e il nostro primo ingresso nella sede vescovile fu costretto a osservare tali divisioni e controversie sorte tra loro circa la preminenza, e queste cose ca­ dono tutti i giorni sotto i nostri oc­ chi, né possono essere dimenti­ cate né dissimulate. Questo è il senato della nostra Chiesa, ma non so per quali de­ stini dei tempi presenti risulta che ha perso in gran parte valore, così che ne possiamo prendere pochi per aggregarli al lavoro pastorale e noi dobbiamo faticare nell'abbon­ danza della messe per mancanza di mietitori. Essendo permesso ai canonici per indulto apostolico di essere as­ senti ogni anno fino a tre mesi dal coro, senza tuttavia la diminuì­ zione del beneficio, fu utilmente

Il brano è della relazione pubblicata da P. A. nimirum et canonicis indulgentiam liceat

UCCELLI,

Scritti inediti... , cit.

14. Sulla cosidetta questione "de matricitate": cf. visita ad limina 1594, nota n. 4.

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RELAZIONE

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GIUGNO

1660

tum a salubriterolim b ab eminentis­ stabilito una volta dall'eminentis­ simo Cornelio fuit c ut tertia saltem simo Camara che almeno la terza eorundem d pars quotidianis odaei parte di essi fosse presente per as­ pensis exolvendis interesse:" Indi­ solvere ai quotidiani impegni del gnum sane nobis spectaculum vi­ canto. sum est vindemialibusferiis ita fori Ci apparve veramente uno spet­ chori nudari e subsellia, ut canoni­ tacolo indegno che durante le fe­ corum paucissimi et ad quatuor rie di autunno le sedie del vesti­ sepe redacti divinum f ibi cu/tum su­ bolo del coro fossero così vuote stineant. Temporis diuturnitate et i/­ che pochissimi dei canonici, ri­ lud invaluit, ut a diurnis g horis dotti spesso a quattro soltanto, vi quae proxime sacrum conventuale celebrassero il culto divino. Col an tecedun t, impune abesse /iceat durare del tempo si fece strada an­ quod horis illis nulla distributio­ che l'usanza che fosse permesso num emolumenta assignata dican­ mancare impunemente alle ore turo diurne che precedono immediata­ mente la celebrazione comunita­ ria, in quanto si dice che nessun cespite delle distribuzioni viene assegnato a quelle ore. Col servi-

a)

b) c)

d) e) f)

g)

cautum est

salubriter ab

Cornelio olim

earundem

medari

subsellia canonicorum paucissimi et ad quatuor sepe redacti ibi cultum sustineant.

divinis

15. Sul margine sinistro è aggiunto Audian tur canonici utriusque cathedralitatis circa assi­ stentiam missae conventuali preflxo legitimo (?) termino duorum mensium. Nel margine basso del foglio è aggiunto "Approbatur decretum card. Cornelli et quod uniforme ... ideo executioni demandandum. Sul decreto del card. Camara rimando alla relazione della vista ad limina 1626,nota n. 4. Anche per il Barbariga la questione della residenza di­ venne cruciale nei rapporti con i canonici: cf. Acva, Arch. Cap., 134, Anno 1660, 1 sep­ tembris de absentia a choro temporeferiarum autumnalium et horarum tertiae, sextae, no­ nae qualibet die (rns), ff. nn.; ibid., 128/65 decreto del card. F. Camara intimato dal Barbariga con l'affissione alla porta del duomo con le norme da lui stabilite dopo la vi­ sita alla cattedrale del 19 dicembre 1661; ibid., 843, In causa sinodali... , cit., "Informa­ zione'; sintesi sulle vicende del Capitolo e dei privilegi.

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VISITE AD LIMINA

zio di altri canonici del medesimo ordine suppliscono alle funzioni ecclesiastiche, cui dovrebbero par­ tecipare personalmente, affer­ mando, come dicono, che quello della prebenda è un onere reale e basandosi su altre ragioni di mi­ nore importanza. Abbiamo scoperto che per la correzione di tutte queste irrego­ larità, erano più numerosi i de­ creti emanati nella visita dallo stesso Cornaro che quelli praticati dai canonici.

Ecclesiasticas functiones quas per se obire tenentur, aliorum eiu­ sdem ordinis canonicorum ministe­ rio supplent. Praebendae, uti aiunt, onus hoc esse reale asserentes, alii­ sque levioris momentifundamentis innixi. His omnibus a emendandis constituta magis ab eodem Corne­ lio in visitatione decreta quam a ca­ nonicis in usum inducta reperi­ mus," Sed corruptelis hisce longe

a)

his emendandis

16. Il Barbarigo aveva comunicato ai canonici che nel sinodo sarebbero stati emanati de­ creti per obbligarli a essere presenti alle ore di terza, sesta e nona in coro, a celebrare personalmente la messa conventuale, a intervenire da parte di un terzo almeno dei due capitoli alle funzioni durante le ferie autunnali. Con 24 voti contro 7 i canonici il 30 agosto 1660 votarono contro questi decreti minacciando di abbandonare il sino do pubblicamente, in caso fossero stati promulgati, come in effetti avvenne il 2 settem­ bre, con le conseguenze preannunciate. Per la tutela dei diritti, il capitolo nominò un procuratore che presentò istanza in senato veneto non ottenendo che la piena con­ ferma dei decreti con una sentenza del 19 maggio 1662. Anche la Congregazione del Concilio, interpellata dal Barbarigo, espresse parere favorevole in merito alle deci­ sioni prese. Un ultimo tentativo di far recedere il vescovo con una missione affidata al­ l'archidiacono il14 marzo 1662 era stato sospeso. Dopo le due sentenze favorevoli al Barbarigo, il Capitolo inviò una lettera di scusa il 14 novembre 1662 che tuttavia non fu accettata, in quanto il vescovo volle un atto formale di obbedienza alle decisioni prese da lui stesso. I provvedimenti decisi dal Barbarigo ebbero piena approvazione da parte del senato Veneto e dalla Curia romana, come fu comunicato al nunzio Gia­ como Altoviti a Venezia con questa lettera da Roma in data 19 novembre 1661: "È stata molto giusta e propria del zelo di cotesti signori la risolutione che hanno presa di rigettare l'audace ricorso dello ... canonico di Bergamo contro il lodevole intento del signor cardinale Barbarigo, suo Ordinario, di rimettere nel coro della catedrale l'an­ tico buon ordine. La santità di nostro signore a cui ho tutto riverentemente parteci­ pato, si è compiaciuta grandemente della su detta ripulsa et io stimo opportuno il darne, come faccio, questo cenno a vostra signoria": cf. Acvs, Arch. Cap. 128/65, de­ creto ... ; ibid., 166,Acta r.mi Capituli generalis a die 23 iunii 1661 usque ad diem 27 apri­ Iis 1668 A. secundo in M. (ms), sed, cap. 14 e 29 nov.1662; ibid. 6l5,Anni 1438-1715... , ff. l44r-145v, esposto del Consiglio cittadino circa i decreti del Barbarigo in pregiudizio del Capitolo, 4 set. 1660; ibid., 843, In causa sinodali... , cit.; ibid., 844, In causa si­ nodi ... , cit.; ibid., Lettere pastorali... , 3, f. 63 (stampa), 24 mar. 1664 norme circa il servi­ zio liturgico e le distribuzioni in cattedrale; ibid., Sino di diocesani, raccoglitore n. 2,

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gravior corruptela a adversus cano­ nicas sanctiones ve! in mensibus re­ servatis," optio praebendarum," Hinc apostolicarum provisionum praeiudicia, hinc lites in profano tri­ bunali pendentes, hinc seges et ma-

a)

1660

Ma tra queste corruzioni quella di gran lunga più grave è la op­ zione delle prebende, persino nei mesi riservati, contro le sanzioni canoniche. Da qui pregiudizi con­ cernenti le provviste apostoliche, da qui liti pendenti nel tribunale secolare, da qui spazio e materia

sed longe illa gravior corruptela 1660 Epitome actorum Sinodi... ; ibid., 1660-1662 Vertenza tra il card. Barbarigo e il ven. Capitolo; Asv, S.S. Venezia, 300, f. 60r; P. A. UCCELLI, Scritti inediti... , p. 477,491-526; L. DENTELLA, I Vescovi... , p. 384-385.

17. I mesi riservati alla Santa Sede per l'assegnazione dei benefici nel caso di morte dei be­ neficiati erano gennaio, febbraio, aprile, maggio, luglio, agosto, ottobre, novembre. L'abuso del Capitolo, favorito dall'autorità civile, era stato già oggetto di un inter­ vento di Gregorio XIII nel breve Licet per Constitutionem nostram, del 17 settembre 1572.Un'altra difficoltà tuttavia si aggiungeva per il conflitto che poteva sorgere tra la decisione del Pontefice di assegnare un canonicato vacante e l'opzione da parte di uno dei canonici, nel qual caso interveniva il foro ecclesiastico. La Curia romana negli anni immediatamente precedenti l'episcopato del Barbarigo aveva segnalato al nun­ zio la troppo sollecita spedizione dell'assegnazione delle prebende canonicali vacanti e quindi il sospetto di dolo da parte del Capitolo: cf. ACVB, Arch. Cap., 1079, Curia epi­ scopale di Bergamo presentazione e nomine di cappellani e canonici, p. 25-26; Asv, Secr. Brev., 63, ff. 151r-152v; ibid., S. S. Venezia, 85, ff. 122r-123r, 14 mar. 1654; B. CAVIC­ CHlONI, Bergomensis collatio... , p. V-VI, 26-62; IDEM, Bergomensis collatio, restrictus facti et iuris cum summario, Roma 1903, p. 21-23. 18. Cf. ACVB, 294, Provviste di benefici canonicali vacanti... ; Protestationes variae propterop­ tionem factam de classe diaconali ad subdiaconalem (rns); ibid., 298, De optionibus (ms) numerazione discontinua; ibid., 299, Capitolo di Bergamo e canonici optanti (stampa), 53 pp.; ibid., 301, Documenti di successione nella prebenda (stampa), colle­ zione; ibid., 302, De optionibus (rns), 64 ff.+nn.; ibid., 304, Mageni contra Guerinum plura pro optionibus in mensibus reservatis Sanctae Sedi et indiculus optionum in iisdem mensibus (rns), numerazione discontinua; De iure optandi praebendas temporales in mensibus apostolicis in ecclesia cathedrali Bergomensi (rns); Bergomen. Optionis in men­ sibus apostolicis (ms); ibid., 305, Plura pro optionibus in mensibus reservatis ab anno 1629 usque 1836 (rns), numerazione discontinua; ibid., 306, De precedentia in optioni­ bus (ms), numerazione discontinua; ibid., 307, Filtia optionum, 1400, 1500, 1600, 1700 (ms), ff.nn.; ibid., 615, Anni 1438-1715..., ff. l40r-142r, esposto al Consiglio cittadino circa i rapporti tra i due Capitoli, l6 apr. 1658; ibid., 770. Canonicus Mageni contra Gue­ rinum et Furiettum canonicos ano1660-1666 (ms), ff. nn.; Asv, S. S. Venezia, 84, f. 473r-v, vertenza tra i canonici Pompilio Pelliccioli e Alberto Locatelli con il nipote circa una prebenda canonicale con opzione presso il tribunale civile, 13 dico 1653; ibid., 285, ff. 139v-140r, provvista di canonicato da parte del Barbarigo e ricorso del capitolo al foro civile, 31 mago 1664; BAV, Vaticano lat., 12357, f. 45r-v, vertenza Pelliccioli-Locatelli.

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di dissidi, a tutti i quali speriamo che si provvederà con la prudenza e l'autorità di questa sacra Con­ gregazione. I templi sacri situati nella città, ad eccezione di alcuni, non sono all'altezza dello splendore della stessa. Soprattutto quelli parroc­ chiali sono rovinati dall'abban­ dono e dallo squallore. Al contra­ rio brillano per la struttura mae­ stosa dell'edificio e per splendidi addobbi quelli che la pietà degli

teria dissidiorum," quibus omni­ bus huius sacrae Congregationis prudentia et auctoritate occursum iri confidimus. Sacrae aedes in urbe positae, si nonnullas excipias, urbis splen­ dori 20 impares sunto Parochiales praesertim situ et squalore afflic­ tae, augustiorae structura molis et splendidiore apparatu e converso eminent quas in dioecesi pietas in-

19. La situazione dei due Capitoli accennata dal Barbarigo era complessa per una serie di in­ teressi economici e di prestigio, che si prestavano perciò a vertenza per le opzioni, le di­ stribuzioni e la residenza, i rapporti con gli affittuari e anche con le autorità civili. Nel 1658-1659 per concorrere alle spese pubbliche cosidette de mandato domini era stata im­ posta una tassa sui beni capitolari destinati alle distribuzioni. Il provvedimento oltre che equiparare ai fini della tassazione tali beni con quelli laicali, andava contro l'immunità ec­ clesiastica. Per un ricorso al tribunale il Capitolo, al fine di sostenere le spese, aveva chie­ sto al papa la facoltà di un prestito di 200 scudi di moneta romana, da restituire entro 5 anni: ACVB, Arch. Cap., 163,Acta rev.mi Capituli S. Alexandri ab anno 1647 usque ad an­ num 1659 n. 3 (ms), 72 ff.; ff. 27r-30r, causa can. Francesco Gargano contro il cappel­ lano Ludovico Assonica; ibid., 165, Acta Capituli S. Vincentii ab anno 1660 usque 1666 K. (ms), ff. nn.,r. 'lv; causa can. Giacomo Morandi per le distribuzioni; r. l3v, causa cappel­ lania Pietro Zambelli, vacante, e contestazione dell'annesso obbligo di residenza: ibid., 166,Acta ..., documenti sulle vertenze per le opzioni; ibid., 167,Acta rev.mi Capituli S.ti Alexandri ab anno 1659 usque ad annum 1679 n. 4 (ms), 95 ff., 15r-17v, vertenza coi co­ loni di Levate licenziati propter eorum dejìcientias in damnum rev. Capituli; ibid., 591, Anni 1648-1659 Estimo gravezze pubbliche clero (ms), ff.nn.; ibid., 592, Gravezze pubbli­ che... , cit.; ibid., 595, Pro clero... , cit.; ibid., 596.Anni 1648-1660 Pro m.r. clero contra ma­ gnificam civitatem (ms), numerazione discontinua; ibid. 597,Conto del riscosso et speso per il r.do clero anni 1656-1672 (ms), ff.nn. ibid., 598,Anni 1656-1672 Sulle gravezze pub­ bliche del clero (ms),ffnn.; ibid., 599, Pro m.ro clero contra magnificam civitatem (ms), ff. nn.; Asv., Secr. Brev., 1208, r. 53r-v, 55r, 59r, indulto per il prestito, 23 feb. 1660. 20. Le ristrutturazioni e i rifacimenti apportati alle chiese urbane, sia parrocchiali che unite ai monasteri, forse a eccezione di S. Maria Maggiore, difficilmente consentono di avere in­ dicazioni su quelle che potevano competere con lo splendore e la bellezza delle costru­ zioni civili. Può essere interessante a questo riguardo leggere il Calvi nella già citataE;[fe­ meride, inoltre cf. Inventario degli oggetti ... , p. 1-122; L. PAGNONI, Le chiese parroc­ chiali , I, p. 45-55; G. B. BUSETTl, Santuari ... , II, p. 7-61;B. BELOTTl, Storia di Ber­ gamo , ed. 1989, IV, p. 365-379; V. ZANELLA, Bergamo città ... , cit.; E. CAMozzl,Le Istitu­ zioni monastiche... .I, p. 206-207,264-266; II, p. 348; P.A. SELVA, Perpagare lafacciata di S. Bartolomeo vennero vendute tre tele del Lotto, in L'Eco di Bergamo, 14 agosto 1989, p. 20; U. ZANETTI, Magia di Bergamo, fotografie di RINALDO e GIORGIO DELLA VITE, Ber­ gamo 1990.

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colarum statuit, ut non parum ad­ mirari continga t urbana in agro, in urbe agrestia propemodum tempIa assurgere," Religiosos viros consentaneum minime fuerit a nobis abire indie­ tos, quorum scilicet excubiis utpote ad bella doctissimorum superni Sa­ lomonis lectulus traditur custodien­ dUS. 21 a Verum nostrae sorti hoc tempore indolendum ex hac militia non eam nobis manum posse in

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abitanti ha innalzato in diocesi, così che capita di ammirare non poco che sorgano in campagna templi urbani e nella città templi quasi di campagna. Sarebbe assolutamente irragio­ nevole passare sotto silenzio i reli­ giosi, alla cui vigilanza è affidata la custodia del letto del supremo Sa­ lomone, come è naturale presso le guerre dei più dotti. Ma bisogna dolersi della nostra sorte che in questo tempo da questi eserciti non è possibile apprestare in que­

21. Anche per le chiese del territorio diocesano bergomense vale l'osservazione della nota precedente, da confrontare eventualmente con la bibliografia, ovviamente ri­ dotta, citata qui sotto. Dalla documentazione degli atti della visita pastorale del Barba­ rigo, si nota l'attenzione per lo stato degli edifici per il culto e le disposizioni da lui im­ partite allo scopo di un loro miglioramento. Nella parrocchia di S. Alessandro della Croce trovò chiuso l'oratorio di S. Giuseppe per una lite tra gli eredi del curato e la scuola del SS.mo Sacramento, a Sorisole il coro non ultimato per dei litigi tra la popo­ lazione. A Ponteranica ordinò di cancellare le figure dipinte sul muro della chiesa. A Piario e a Sellere si rese conto della costruzione in corso della chiesa. A Schilpario ap­ provò l'uso delle elemosine per fondere la campana grossa rotta. A Clusone decretò che fosse ultimata la chiesa di S. Lorenzo. A Vilmaggiore dichiarò inagibile l'oratorio di S. Giorgio. A Mologno ordinò la chiusura ermetica delle tombe in chiesa per evitare odori nocivi e malsani, come anche a Vigano e Vallalta. Volle che nella chiesa di Entra­ tico la porta d'ingresso delle donne fosse distinta da quella degli uomini. A Mornico consacrò la campana per la chiesa nuova e ingiunse che il pavimento fosse pulito ogni otto giorni. Alla Tezza di Stezzano trovò l'oratorio dei Canonici regolari lateranensi, cui apparteneva la proprietà, in uno stato indecoroso. A Mapello il Barbarigo s'inte­ ressò della questione dell'eredità di Gerolamo Locatelli e Giacomo Scaglia, fondatori della chiesa dei SS. Francesco e Gerolamo con casa annessa. Vi era stato un ricorso alla Congregazione dei Vescovi da parte di Gerolamo Scaglia e fratelli, eredi di Bar­ bara, moglie del Locatelli. Dei 3.800 scudi avuti in lascito per la chiesa, 1.200 dove­ vano essere versati da Barbara. Gli eredi avevano chiesto al Barbarigo che fosse con­ sentito di avere tale somma con l'equivalente di tanti beni immobili da lei posseduti; per poter, avvalendosi del diritto di giuspatronato, col reddito annuo, mantenere il cappellano con l'obbligo di 1 messa la settimana invece della celebrazione dell'anni­ versario perpetuo con lO sacerdoti: cf. ACVB, Visita Barbariga, 48 (1658-1659), f. 94r; ibid., 49 (1658-1659), f. 200r, 202r-v; ibid., 51 (1659), f. 74r,206r, 223r, 248r, 271r;ibid., 52 (1659),f. 28v, 31r, 34r, 180r; ibid., 53 (1659), ff. 2v-3r, 215r; ibid., 54 (1659), f. 202r; Asv, Reg. Episc., 104 (1659), f. 183r, 4 apr.; ibid., Congr. Vescovi, Positiones, 1661, agosto-set­ tembre, Bergamo; D. CALVI, Effemeride... , cit.; Inventario degli oggetti... , p. 124-491; L. PAGNON1; Le chiese parrocchiali... , cit.; G. B. BUSETTI, Santuari... , cit. 21.a Forse è un richiamo a S. Agostino, De Genesi ad /itteram, lib. XII, 31.

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hac urbe a suppeditari, cuius subsi­ sta città quella schiera, coll'aiuto dio regnantium vitiorum catervas della quale potremmo debellare i cumuli dei vizi dominanti. debellemus. Ex his quamplures ut morum integritate vetera instituta Tra questi moltissimi come so­ fulciunt, ita lapsam in quibusdam stengono le vecchie istituzioni disciplinam simpliciores columbae con l'integrità dei costumi, così in gemunt. Fraterna b laesa concordia, guisa di colombe molto semplici odiis c permixti genetricis armis piangono la disciplina decaduta in contra ipsam prope genitricem pu­ alcuni. gnant. d Postrema antecessoris no­ Essendo lesa la concordia fra­ stri Sinodo cautum fuerat ne regula­ terna, in preda ai rancori, quasi ribus in ecclesiis Ordinario subiec­ combattono con le armi della ma­ tis absque eiusdem facultate capel­ dre contro la stessa madre. lanias, pacto stipendio, habere lice­ Nell'ultimo sino do del nostro ret," Cum parere abnuissent huius predecessore era stato preso il sacra e Congrega tion is responso, provvedimento che ai regolari compesci necesse fuit. Nondum ta­ non fosse lecito avere cappellanie men animos submisere et contuma­ nelle chiese soggette all'Ordina­ cia adhuc e in episcopalis reveren­ rio, senza la facoltà dello stesso, tiae offensam stimulo obluctatur." stabilito uno stipendio. Avendo ri­

fiutato di obbedire alla risposta di questa sacra Congregazione, fu necessario costringerli. Non hanno tuttavia ancora sottomesso gli animi e continuano, come con­ tumaci, a essere stimolati a lottare contro l'affronto che hanno rice­ vuto dal vescovo. Ora il nostro discorso si rivolge

a) b) c) d) e)

in urbe nostra fraterna hi laesa contensionibus pugnare videntur contumacia flecti nescia adhuc

22. Cf.Acta Sinodalia ... , p. 314-315, decreto XXXV, Decretum de regularibus (sinodo 1636); p. 325, ad trigesimum quintum (sui regolari, sinodo 1648).

23. Il Barbariga nel corso della visita pastorale aveva sentito le lamentele di alcuni curati

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Sacris virginibus aptatis lampa­ dibus caelesti sponso obviam proce­ dentibus nostra modo occurrit a ora­ tio. Non alibifortasse moniales illu­ striora sanctimoniae exempla edunt. Communis hostis insidias ab his avertere satagentes, adhor­ tari saepe paterno sensu non desini­ mus, ut nullum, praeter Christum, amatorem admittant et qua e cor­ pus Deo sacrarunt in partiarios af­ fectus mentem ne dividant:" Su­ perni regis hortos hosce conclusos ut servaremus illaesos, a vineis qua­ rum cultura e et custodiae nos ipsi praesumus, demolitrices vulpecu­ las amoliti sumus? Sed purgatrices

a)

alle sacre vergini, che procedono con le lampade pronte incontro allo sposo celeste. Forse altrove le monache non danno esempi più luminosi di santità. Cercando di allontanare da queste le insidie del comune nemico, non ces­ siamo di esortarle spesso con pa­ terno affetto di non accettare al­ cun altro amante fuori di Cristo e che esse, avendo consacrato a Dio il loro corpo, non dividano l'a­ nimo con la frantumazione dell'a­ more. Per conservare illesi questi orti recintati del re supremo ab­ biamo tolto di mezzo le piccole volpi demolitrici dalle vigne alla cui cultura e difesa noi stessi siamo preposti. Non riusciamo però a mettere le mani purifica-

occurrat

b) fuimus

nei confronti dei regolari. A Bagnatica i questuanti, con il pretesto di "segnare la feb­ bre"tenevano un comportamento non edificante in paese. A Gorlago i sindaci preferi­ vano invitare i religiosi a celebrare anziché i cappellani. A Marne un questuante dell'o­ ratorio di S. Fermo governato dai domenicani di Bergamo riservava le elemosine al convento e nulla alla chiesa. A Romano gli Agostiniani avevano una vertenza col cu­ rato per i diritti vantati all'altare di S. Antonio di Padova: cf. ACVB, Visita Barbarigo, 52 (1659), If. Iv-2r; ibid., 53 (1659), f. 24r, 193r; ibid., 54 (1659), ff. 77v-78r, 266v-269r; Asv, s.s. Venezia, 97, f. 152r, 177r, 21Or, 5 e 19 mar. 1661, disposizioni sui regolari. 24. Tra le monache rinomate per saggezza e santità di vita che abitavano nei monasteri di Bergamo in quell'epoca vi erano suor Quintilia Benaglia e suor Maria Marenzi in S. Benedetto, suor Amalia Castelli e suor Giuliana Senaga in S. Croce, su or Giovanna Marenzi e suor Chiara Maria Albani in S. Marta, suor Clelia Pelliccioli e suor Dionisia de 13erardi del Terz'Ordine di S. Francesco, suor Olimpia Carrara: cf. D. CALVI, Effeme­ ride... , I, p. 23, 190,277,308,513; II, p. 496, 561-562; III, p. 12,389.

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....._------------._-----­

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manus a claustris illis admovere ne­ triei su quei chiostri che sono sot­ quimus b quae regularium turi" toposti alla giurisdizione dei reli­ subduntur, cum praesertim hanc pe­ giosi, poichè questa peste è pro­ stem illuc iidem inferant d qui inde prio là introdotta soprattutto da arcere deberent," Divae Marthae quegli stessi che dovrebbero te­ monasterium in suburbiis positum nerla lontana da quei luoghi. hoc malo praecipue attentatur, ubi Il monastero di S. Marta posto regularis etiam nonnemo absque in periferia, è principalmente at­ nostro placito et assensu monia­ taccato da questo male: qualche lium confessiones non semel exce­ religioso, anche senza il nostro pit," consenso, ha confessato le mona­

che più di una volta.

a) b) c) d)

manus iis claustris illis admovere

nequivimus

Potestati subduntur

inferunt

25. Il Barbarigo aveva visitato i monasteri femminili senza i deputati eletti dal Consiglio cittadino, dando luogo a una discussione tra i consiglieri i quali erano così ricorsi al se­ nato veneto. L'esenzione di alcuni monasteri dalla giurisdizione dell'Ordinario non ri­ scuoteva eccessiva simpatia tra il clero, come lascia intendere il commento del curato di Albino sulle 40 carmelitane di S. Anna che definiva "tante santarelle, ma più per­ fette stimerei si rendessero, se vivessero sotto l'Ill.mo Ordinario". Alle monache di S. Maria di Rosate proibì di donare "cose cornestibili" se non ai parenti di primo grado, con il permesso della superiora, "graviter onerata conscientia per la quantità del dono fatto. Il Barbarigo proibì anche alle monache che avevano "il maneggio della roba del monastero", di darne ad altre consorelle per mandarla fuori dal convento, senza il per­ messo della superiora. A S. Lucia il Vescovo lasciò scritto che "la madre superiora os­ servi che alle crate dei parlatorii vi possa mai essere nissun ferro smosso". A S. Orsola "che s'allontanino le viti dalli muri secondo il prescritto delli Concili Provinciali". A S. Maria Matris Domini"che siano abbassate le banche de parlatorii si che chi parla con le monache possa essere veduto"; cf. Acvs, Visita Barbariga, 48 (1658-1659), f. 52r S. Ma­ ria Rosate; f. 55v S. Lucia; f. 56v S. Orsola; f. 59r S. Maria M.D.; ibid., 52 (1659), f. 316r S. Anna; Asv, S.S. Venezia, 98, f. 19r-v, 15 ago. 1661, norme dispositive sulla clausura delle monache; BCAM, Azioni70 (1659-1665), ff. 106r-107v,26 mar. 1660; P. A. UCCELL!, Scritti inediti... , p. 630-631, 638-639. 26. Il monastero di S. Marta, che si ritiene fondato da frate Venturino da Bergamo, sor­ geva entro i confini della parrocchia di S. Alessandro in Colonna. Iniziato nel 1335,fu ultimato nel 1340.Il vescovo Lanfranco Salvetti consacrò la chiesa il 19 ottobre 1357. È stato preservato il chiostro assai elegante, di proprietà privata: cf. Acva, Visita Barba­ rigo, 48 (1658), f. 62r; D. CALVI, Effemeride... , Il, p. 495; G. RONCHETTI, Memorie, V,

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GIUGNO

Clusoni in oppido cleri populi­ quefrequentia celebri,franciscanae moniales monasterium obtinent et Minorum ut aiunt de Observantia regularibus parent. Ordinis eius­ dem sacerdos in proxima aede cum collega degens monialibus iisdem sacra dispensato Verum monialibus pergraves bini illi religiosi sunt ob quotidiana quae suppeditant alimenta. Sump­ tus etiam hospitales in alios eius­ dem ordinis patres, qui cum nullum in dioecesi Bergomensi sui instituti caenobium teneant, hospitii gratia eo divertant:"

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Nella città di Clusone, rino­ mata per il numero di clero e di popolazione, hanno un mona­ stero le monache francescane che ubbidiscono ai cosiddetti religiosi minori dell'osservanza. Un sacer­ dote dello stesso ordine, che ri­ siede in una casa vicina con un confratello, amministra i sacra­ menti alle medesime monache. Ma quei due religiosi sono di grande peso alle monache a causa degli alimenti quotidiani che ad essi somministrano, inoltre hanno le spese di ospitalità nei confronti di altri padri del mede­ simo ordine i quali, non avendo alcun convento del loro Ordine nella diocesi di Bergamo, conver­ gono in quel luogo per essere ospitati.

p. 163 colloca la consacrazione della chiesa al 19 ottobre 1377 e il monastero soggetto al Vescovo; A. G. RONcALLI, Gli Atti... , Il II, p. 397-398; V. ZANELLA, Bergamo città ... , p. 129-131. 27.

Sul margine sinistro è aggiunto Depel/antur ab Episcopo fratres ad normam constitutio­ nis Iulii III. A Clusone, capoluogo della valle Seriana superiore posto su un pittoresco altopiano, vi erano all'epoca due monasteri di religiose, le claustrali di S. Chiara, dette comunemente di S. Maria Elisabetta, e le terziarie francescane di S. Anna. Le clau­ strali avevano acquistato in quegli anni il monastero di S. Maria del Paradiso, già dei Serviti, e vi si erano trasferite. Il convento lasciato libero era stato ceduto ed occupato dalle terziarie. Le claustrali e le terziarie erano soggette alla giurisdizione dei france­ scani. Per quanto il nome del monastero non sia espresso, il riferimento del Barbarigo sembra diretto alle 35 monache claustrali di S. M. Elisabetta che ospitavano due fran­ cescani, un confessore e il compagno, in un piccolo ospizio annesso a convento in­ viati dagli Osservanti della provincia di Brescia, sostituiti di solito ogni tre anni. Le claustrali avevano acquistato il convento soppresso dei Serviti, con l'obbligo di fare celebrare nella chiesa di S. Maria le 470messe e i 7 anniversari cui per varie ragioni do­ vevano soddisfare i religiosi. Il nunzio Caraffa aveva provveduto a ridurre a 100 le messe e a 6 gli anniversari da celebrare. Contrariamente agli accordi presi, i frati cele­ bravano tali messe, che spettavano ai cappellani o preti che officiavano la chiesa di S. Maria del Paradiso, passata sotto la giurisdizione dell'arciprete Ghirardelli. Nel 1659 la comunità di Clusone aveva inviato un esposto alla Congregazione dei Vescovi e dei Regolari con la richiesta di togliere il monastero delle claustrali alla giurisdizione de­

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VISITE

AD

LIMINA

Burgi Tertii sacrae virgines a Le monache di Borgo di Terzo, quod intutam et silvestrem sedem per il fatto che abitavano una sede incolerent, divi Caroli olim postmo­ mal sicura e nel bosco, per de­ dum huius sacrae Congregationis b creto di San Carlo e in seguito per decreto Bergomum transmigrare decreto di questa sacra Congrega­ iussae, cum aliae ex aliis difficulta­ zione, obbligate a passare a Ber­ tes intercessissent, superiore tan­ gamo, essendosi frapposte diffi­ dem anno in urbem concessere. Id coltà diverse dalle altre, final­ aegre ferentes oppidani, c novam mente l'anno scorso si ritirarono aream aedificando monasterio d ex in città. Gli abitanti sopportando huius sacrae Congregationis e con­ ciò malvolentieri, dopo aver con­ sulto designarunt f. Sed quia locus sultato questa sacra Congrega­ iIIe non g satis idoneus nobis visus zione indicarono una nuova area per edificare il monastero. Ma poi­ est et alioquin in divinis incom­ moda et damna passurus, huius ché quel luogo non ci è sembrato sufficientemente idoneo e d'altra parte avrebbe subito difficoltà e danni nelle cose spirituali, per questa ragione chiedemmo i pa­

a) b) c) d) e) f) g)

moniales

consessus

oppidanam

tribuerunt et in eum

responso

demigraverunt

nondum

gli Osservanti e di assegnarlo all'Ordinario diocesano. Il Barbarigo nella visita al mo­ nastero aveva ordinato di togliere il SS.mo Sacramento dalla chiesa, nonostante l'op­ posizione dei religiosi, regolando con un decreto la materia controversa della celebra­ zione delle messe; cf. AcvB,Monasterifemminili, raccoglitoren. 2Jascicolo sulle Terzia­ rie Francescane di S. Anna; ibid., raccoglitore n. ti.fasctcolo sulle Clarisse del mona­ stero di S. Maria Elisabetta; ibid., Visita Barbarigo, 51 (1659), ff. 245v-247r. 351r-v; ibid., Visita Giustiniani, 56 (1666), ff 17r-18r, 21Or-214v; D. CALVI; Effemeride... , I, p. 236-237, II, p. 478-479, III, p. 310; F. FOGACCIA, Clusone nei nomi delle sue vie. Cenni storici rac­ colti da BARADELLO, Clusone 1905; L. OLMO, Memorie storiche di Clusone e della valle Seriana, Clusone 1975; E. CAMozzI,Le Istituzioni monastiche... , I, p. 356; II, p. 288-290.

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RELAZIONE

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GIUGNO

proinde eminentissimae coronae ar­ bitria et iussa praestolabimur"

1660

reri e gli ordini di questa eminen­ tissima corona.

28. Borgo di Terzo è un piccolo centro della media Valle Cavallina, a pochi chilometri da Trescore Balneario. Da tempi antichi gli abitanti del luogo avevano costruito vicino al paese il monastero di S. Pietro, capace di ospitare 25 monache. L'Ordinario in base ai decreti Tridentini, aveva sospeso la facoltà di ammettervi altre professe per la località troppo indifesa. Il ricorso degli abitanti alla Congregazione per annullare il decreto non era stato accolto. S. Carlo nella visita apostolica aveva imposto il loro trasferi­ mento in S. Grata. ma per varie circostanze le religiose erano rimaste nel loro mona­ stero. Su loro istanza infatti Gregorio XIII le aveva riportate a Borgo di Terzo, con la clausola di munire il monastero di clausura di adeguate opere di difesa. Probabil­ mente la mancata esecuzione di tali strutture aveva indotto il vescovo Cornaro a met­ terle di fronte alla scelta tra Bergamo o Alzano. La comunità di quella cittadina aveva fatto proposte per un loro trasferimento nella loro "terra murata", gradite al Vescovo ma non completamente oggettive, come osservavano di rimando quelli di Borgo di Terzo. La Congregazione aveva chiesto un parere al vescovo sulla salubrità del luogo di fondazione, una possibile loro unione alle Orsoline, (relazione di L. Grimani del 1649) la destinazione dei loro beni. In caso di soppressione del monastero, 1/3 dei beni destinati ad esso sarebbero andati al sacerdote in cura d'anime. Di fronte alla scelta le religiose preferirono la città, nel monastero di S. Benedetto, nella fiducia di ri­ tornare a Borgo di Terzo. Il Consiglio cittadino aveva preso in esame nel16561a possi­ bilità di un loro insediamento nel nuovo monastero di S. Giovanni in Arena. Nel frat­ tempo la comunità di Borgo di Terzo aveva realizzato le opere richieste e fu avanzata istanza al papa per ridurre a clausura formale il nuovo monastero, riportarvi le mona­ che trasferite (erano rimaste quattro converse e due coriste). ammettere un numero ragionevole di novizie in base alle entrate previste, portare dal monastero di Gandino. distante otto miglia, due coriste come istitutrici e maestre. La Congregazione del Con­ cilio 1'8 maggio 1666 esaminò la domanda e l'approvò a condizione che le cose espo­ ste fossero vere, il monastero si trovasse in posizione salubre, non potesse essere os­ servato da fuori l'interno, avesse una suppellettile sacra e profana adeguata. un red­ dito annuo di 300 scudi romani in beni stabilifructiferis, liberis, non autem in censibus pro suo arbitrio et conscientia (del vescovo). In base a tali clausole formali vincolanti fu data la facoltà di trasferire da S. Benedetto a Borgo di Terzo le cinque monache super­ stiti e due monache da Gandino distinte "aetate, experientia et morum sanctimonia '; di accogliere le novizie con una dote di 50 scudi e inoltre di aprire un collegio per l'edu­ cazione delle fanciulle con l'obbligo di anticipare ogni semestre almeno 13 scudi per il proprio vitto. Clemente IX approvò definitivamente il trasferimento con breve del 12 ottobre 1667.Questa iniziativa fu portata avanti dal sac. Francesco Agazzi a ciò incari­ cato dal vescovo: cf. ACVB, Monasteriifemminili, raccoglitore n. 3:fascicoli circa la ven­ dita di beni immobili 1596, 1605-1068;fascicolo: 1650 Inventario dell'instromenti et scrit­ ture che hanno in casa le m.to rev.de madri di S. Pietro di Terzo (rns), 26 ff.;fascicolo 1658-1664 circa alcuni atti del Barbarigo riguardo al monastero; fascicolo 1661-1667 circa spese e atti vari per il nuovo convento (rns), 88 ff. + 27 ff. ;fascicolo 1665-1678: atti di Giustiniani riguardo al monastero; Asv, C. Concilii, Positiones, 234, ff. 82r-113v; ibid., Secr. Brev., 1391, ff. l3lr-134r + ff.nn.; BAV, Vaticano lat., 12360, ff. 90r-96v; BCAM, Azioni, 69 (1655-1659), ff. 37v-39r, 45v-46r; D. CALVI, Effemeride ... , l, p. 506; II, p. 494; III, p. 110, 174,400.405; A. MAZZOLENI, Vita .... p. 25,28-31, 33-36; G. SUARDI. Trescoree il suo distretto. Memorie storiche, Bergamo 1853, p. 187-191.

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VISITE AD LIMINA

Anche le terziarie seguono la vita intemerata praticata dalle ver­ gini, imitandone le virtù. E non dobbiamo passare sotto silenzio quelle che chiamate Di­ messe per aver deposto ogni abbi­ gliamento femminile, hanno scelto per sè una comune regola di vita sotto il medesimo tetto. Tuttavia per cancellare le macchie della coscienza ricevono il confes­ sore non da noi, ma scelgono per sè quello che preferiscono e, in

Sacra rum virginum, innocenti­ am aemulo virtutum passu Tertia­ riae et ipsae sequuntur a. 29 Nec silen­ dae a nobis quae, ab femineo or­ natu deposito nuncupatae Demis­ sae sub eodem tecto communem sibi vivendi rationem praes crip­ sere," Verum expiandis conscien­ tiae sordi bus non a nobis confessa­ rium accipiunt, sed quem illae ma-

a)

aemulo virtutum passu sanctimonialium innocentia tertiariae et ipsae sequuntur.

29. Sul margine sinistro è aggiunto laetetur autori tali ordine. In città le Terziarie france­ scane dette di S. Giuseppe e di S.Antonio di Padova, dal nome dei rispettivi oratori sa­ cri, si trovavano a borgo S. Leonardo e alle Cavette, in via Broseta, queste ultime di­ rette da Margherita Belloli. Un'altra comunità di cinque terziarie risiedeva a Borgo Fuoco, un'altra in borgo S. Antonio, in S. Pietro in Rocchetta. Ad Alzano Maggiore le terziarie del cosidetto collegio dell'Angelo custode (di S. Giuseppe) e di S. Carlo, nel 1656 avevano costruito un oratorio. Oltre a queste comunità, a Clusone, come già ac­ cennato, vi erano le terziarie francescane di S.Anna. Nel 1667un'altra comunità di ter­ ziarie sarebbe stata fondata a Endenna. Tutte queste religiose erano soggette alla giu­ risdizione Francescani Riformati. Il passaggio alla giurisdizione dell'Ordinario dioce­ sano sarebbe avvenuto un decennio dopo, come si vedrà in seguito: cf. Acvs, Visita Barbariga, 48 (1658-1659), f. 48v, 130r; ibid., 51 (1659), f. 245 r, 247r; ibid., 52 (1659), f. 26r, 386v; ibid., Monasterii femminili, raccoglitore n.Lfascicoli, sulle terziarie di S. Giu­ seppe, S. Antonio di Padova, S. Pietro in Rocchetta; raccoglitore n. 2Jascicoli sulle ter­ ziarie di S. Anna di Clusone e di Alzano maggiore; D. CALVI, Effemeride... , I, p. 113, 304,365; Il, p. 97-98,478-479;III, p. 33; A. MANDELLI,Alzano nei secoli, Bergamo 1959, p.I62. 30. Il collegio delle Dimesse di S. Tommaso sorto nel 1619aveva rilevato per 120 scudi la proprietà di Girolamo e Lucillo Tasso, della prepositura dei SS. Simone e Giuda e ave­ va avuto a disposizione la chiesa di S. Pietro nel 1620, il suo uso nel 1626.Nel 1656 era stato costituito l'insediamento delle Dimesse in S. Giovanni in Arena. Nel 1657Mar­ gherita Oldrati Comotti aveva dato luogo a un'altra comunità di Dimesse in borgo S. Tommaso. Nel 1661 Maria Teresa Alborghetti e Anna Tasca avrebbero dato vita a un'altra comunità di Demesse in borgo S. Antonio, mentre in borgo S. Caterina si tro­ vava una loro comunità di 35 persone; Acvs, Monasteri femminili, fascicolo Dimesse, Collegio S. Tornmaso, collegio borgo S. Antonio, collegio S. Maria d'Arena; ibid., Vi­ sita Barbariga, 48 (1658-1659), f. 49r, 94v; D.CALVI, Effemeride... , I, p. 286, 303; II, p. 391,485,544; III, p. 235, 431-432; A. BELLINI, Una donna ... , cit., con notizie sulla diffu­ sione dell'istituzione in varie parrocchie foranee.

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RELAZIONE

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luerint sibi adsciscunt, eae praeser­ tim quae domicilio a civitate re­ cepto in eiusdem se clientelam tra­ didere:" Haec a nobis in clerum et sa­ crata Deo capita hactenus procu­ rata, sed non sat de superioribus ri­ gasse Ecclesiae nostrae montes, nisi et in populi val/es fontium sca­ turigines deriventur. Bergomates, ut solerti ad omnia ingenio sunt, ita propitium excolen­ dae pietati genium a natura acce­ pere, nisi corrupta parentum institu­ tione vitiorumque lenociniis enoce­ turo Non est tamen dissimulandum si se laesos existiment et inani

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particolare, quelle che avendo ri­ cevuto la casa dalla città, si sono affidate alla sua stessa protezione. Questo finora da noi è stato fatto a riguardo del clero e delle persone consacrate a Dio. Ma non è sufficente aver irrigato dall'alto i monti della nostra Chiesa, se non si conducono le acque delle fonti anche nelle valli del popolo. I Bergamaschi, come sono di in­ telligenza pronta per tutto, così sono stati forniti dalla natura di un temperamento incline a colti­ vare la pietà, a meno che esso venga spento da un'educazione sbagliata da parte dei genitori e dagli allettamenti dei vizi. Non bi­ sogna tuttavia nascondere che se

31. Il Barbarigo si riferisce indirettamente alle Dimesse di Colle S. Giovanni con la chiesa di S. Maria Vergine del Monte Santo costruita per voto della città a liberazione dalla peste. All'intero complesso avevano contribuito, con le donazioni, Paolo Emilio Solza e Vittoria Muzia, Giovanni Albani con le case e l'ortaglia. Si era proceduto al­ l'acquisto delle case e di una torre proprietà dei benedettini di Pontida e il Consiglio a­ veva imposto una tassa globale di 4.000 scudi ai cittadini residenti in Bergamo città. Il Consiglio aveva avanzato proposte alle Orsoline, alle Benedettine di Borgo di Terzo e a un istituto di clausura per un loro insediamento. Alla fine le trattative con le Di­ messe avevano dato esito positivo. Queste a distanza di poco tempo avevano acqui­ stato per 10.000 scudi il monastero e costruito inoltre parlatori e locali vari. Il loro svi­ luppo coincideva con quello delle Dimesse di S. Antonio e di S. Tommaso che aveva­ no acquistato rispettivamente un sontuoso palazzo sborsando 16.000 scudi e un ca­ seggiato considerevole. Ma al Consiglio cittadino i capitali investiti dalle Dimesse non erano rimasti nascosti tanto più che le religiose percepivano l'elemosina di 60 scudi ogni anno e le novizie per essere accolte dovevano sborsare oltre 1.000 scudi nonchè portare in dote anche il mobilio. Condizioni queste, come già accennato, che non favorivano le giovani di Bergamo desiderose di entrare nell'istituto ma sprovvi­ ste di quelle somme e di quegli averi; cf. BCAM, Azioni, 60 (1629-1632), ff. 88v-90r, 148r; ibid., 61 (1632-1634), f. 57r; ibid., 69 (1655-1659), ff. 37v-39r, 45v-46r; ibid. 71 (1665-1670), ff. 148v-151r, 164r-165v,259v; D. CALVI, Effemeride... , I, p. 303.

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VISITE

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saepe verborum superstitione offen­ duntur. inter se rixis et aemulatione commissos implacabilibus odiis ad sanguinaria familiarium excidia tervescere." Pesti/enti hac tabe ple­ rosque infectos et propemodum me­ dicinam omnem stomachantes in nostro adventu reperimus." Mox medico sese permisere sanandos

si ritengono offesi (e offesi si sen­

tono spesso dalla vuota supersti­

zione delle parole) spinti l'un l'al­

tro da risse e dall'emulazione, si

accendono di odi implacabili fino

a sanguinose uccisioni di fami­

liari.

Al nostro arrivo abbiamo tro­

vato che la maggior parte della po­

polazione era contagiata da que­ sta piaga pestilenziale e che come stomacata, rifiutava quasi ogni medicina. Presto permisero di es­

32. Attorno agli anni '60 erano avvenuti gravi fatti a Bergamo e sul territorio Bergo­ mense: un sicario a Gandino aveva seminato morte, le meretrici erano state castigate in pubblico, p. Candido aveva esorcizzato una donna, si parlava di un giovane posse­ duto dal demonio, nel carnevale del 1662 le donne a Bergamo avevano sfilato in ma­ schera, un uomo a Seriate era stato accusato di 27 omicidi, i ladri frequentavano con facilità impunita i monasteri delle monache, in città la violenza perpetrava uccisioni, a Grumello erano avvenuti omicidi, il curato di Almenno S. Bartolomeo era stato uc­ ciso, a Gandino un giovane sembrava indemoniato, a S. Leonardo erano avvenuti di­ sordini per l'arresto di un nobile col suo servo cui era seguita l'uccisione di uno sbirro; D. CALVI, Effemeride... , I, p. 51-52,101,181,194,233; II, p. 459-460, 487,520. 597, III, p. 69, 104,153,194-195,223,428,463; Podestaria e Capitanato di Bergamo ... , p. 564; B. BELOTTI, Storia di Bergamo ... , ed. 1989, V, p. 142-155. 33. I casi, in verità limitati, visti dal Barbarigo nella visita pastorale e documentati negli atti, a meno di altri ignoti, pongono il problema se non abbiano determinato il suo giu­ dizio globale negativo sulla popolazione Bergomense espresso nella relazione, analo­ gamente a quanto già osservato per il Clero. Potrebbe essere utile il confronto con le espressioni delle lettere pastorali. Da rilevare che per ammissione degli inquisitori in una nota del 1628-1630 circa, la poligamia, praticata in altre zone del dominio Veneto, era sconosciuta a Bergamo. l casi di convivenze illecite, di concubinaggio o di separa­ zione tra gli sposi furono segnalati al Barbarigo nelle parrocchie di Rigosa, Cornalba, S. Giovanni Bianco, Trabucchello, S. Caterina, S. Michele dell'Arco, S. Pancrazio, S. Siro di Rota, Valsecca, Roncola, Almenno S.S., Gromo, Onore, Cerete Alto, Cazzano. Il Barbarigo trovò a Gorno due fazioni, guelfi e ghibellini, in lotta, inimicizie tra fra­ telli alla Roncola e Cerete Alto, risse tra i giovani, per lo più contadini, a Clusone, an­ che nella chiesa arcipretale, per corteggiare le giovani da marito, pratiche di malefici e superstizioni a Sorisole e Vilminore dove i valligiani non trovando più l'esorcista ri­ correvano ai religiosi fuori valle. A Fara Gera d'Adda il Barbarigo dovette sciogliere la questione della giurisdizione sulla piazza antistante la chiesa. contesa tra il foro eccle­ siastico e laico. Egli poi non potè fare a meno di costatare che in diverse parrocchie i sindaci delle confraternite, dei luoghi pii, della Misericordia, rivendicavano, con l'ap­ poggio delle autorità civili, indipendenza e autonomia dai curati. A S. Giovanni Bianco, Piazzatorre. S. Pellegrino e Rosciano i debitori della Misericordia e delle con­ fraternite non restituivano i denari presi a prestito o per povertà o per disone­

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nec ipsis destitimus crudos adhuc tumores priusquam ad ulceris ma­ turitatem exurescerent opportune resecare. Nobiles magnifici otii specie oc­ cupatos a institutis eorundem soda­ litiis ad animi virtutumque cultu­ ram hoc est b ad veram nobilitatem ereximus:"

a)

1660

sere curati dal medico e noi stessi non abbiamo mancato di tagliare opportunamente tumori ancora in formazione, prima che giunges­ sero al loro culmine. Abbiamo elevato i nobili, presi da uno splendido far niente, alla cura dello spirito e delle virtù, cioè alla vera nobiltà, dopo aver istituito per loro dei sodalizi.

nobiles magnifici otii specie occupatos et ob id religionem si minus religionis certe offida quasi erubescentes institutis

b) ut

stà. A Martinengo e ad Almenno S.S. i registri custoditi dal podestà erano sottratti a ogni ispezione. Altri debitori furono segnalati al Barbarigo a Grumello e a Pedrengo. Il curato di Ranica osservò che oltre i due noti debitori "ve ne ponno essere dell'altri ma li signori sindici non vogliono manifestarli dicendo esserli prohibito dall'Illustris­ simo et eccellentissimo signor capitanio di Bergamo". A Gorno, Piario e Gandellino l'elenco dei debitori potè essere visto. A Vilminore il Barbarigo fu informato che i de­ bitori non assolti dai loro curati, ricorrevano ai religiosi o ad altri sacerdoti ignari. Si­ tuazioni analoghe a quelle ricordate il Barbarigo le riscontrò a Vertova, Chignolo, Fio­ rano, Gromo S.-Marino, Tagliuno, Sovere, Borgo di Terzo, Vall'Alta, Cene, Barzizza, Predore, Fara Gera D'Adda, Gorlago, Ghisalba, Trescore, Brembate Sopra: cf. Acvs, Lettere Pastorali ... , 3, f. 41r (stampa), 20 feb. 1659, lettera per la quaresima 1653; f. 42 (stampa), 3 feb. 1660 lettera per la quaresima; f. 48 (stampa), lettera per la quaresima; f. 52 (stampa), lettera perla quaresima; f. 57r (stampa), lettera pastorale, 18 dico 1662; f. 58 (stampa), lettera per la quaresima; f. 60 lettera pastorale, 20 dico 1663, f. 61 lettera per la quaresima; ibid., Visita Barbarigo, 47 (1659), f. 33r, 68v, 109r, III r-v, 114r, 147v, 170r; ibid., 48 (1658-1659) f. 5r-v, 115v, 119r; ibid., 49 (1658-1659), f. 115r-v, 142r-v, 161r-v, 199r, 212r, 235v; ibid., 50 (1659), f. 48v, 101v, 136r; ibid., 51 (1659), f. 28r-v, 74v, 118v, 127r,172r, 193v,238r-v, 248r, 281r,304r-v, 309v, 311r, 326r, 327r; ibid., 52 (1652), ff. 3v-4r, 19v-20r, 29r, 34v, 35r, 48r, 141r, 374r, ibid, 53 (1659), f. 103r-v, 193r, 230r, 241v; ibid., 54 (1659), f. 139r; BAv, Barberiniano lat., 5195, f. 75r; P. A. UCCELLI, Scritti ine­ diti ... , p. 461, 464-466. 34. Alle famiglie Bergomensi nobili da antica data, altre se ne aggiunsero in quei decenni per aggregazione alla nobiltà veneta: Lorenzo Minelli nel 1650, Andrea Zanardi nel 1653,Giulio Berlendi nel 1662,i Giovannelli nel 1669,a proposito dei quali il nunzio co­ municava "restano agregati a questa nobiltà li Giovanelli mercanti bergamaschi, che sono in tanto danaro che doppo di haver comprato pochi anni sono una baronia nel Ti­ rolo et ultimamente i beni della chiesa di S. Marco per sopra m/200 ducati, hanno hora sborsato il consueto denaro per la sudetta nobiltà e si trovano in contanti somme da fare anco maggiori investite". Nel 1695 ottenne il titolo nobiliare la famiglia Celini, pa­ gando come da prassi usuale, e nel 1694 furono aggregati alla nobiltà veneta i conti An­ tonio Barzizza e fratelli, che donarono 100.000 ducati per la guerra contro i Turchi.

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Sed nec inferioris ordinis homi­ Ma non dovevano essere tra­ nes, ne in divinorum mandatorum scurati gli uomini di condizione via deficerent, hortationum nostra­ inferiore, perché digiuni del via­ rum viatico ieiuni dimittendi fu ere. tico delle nostre esortazioni, non Mercaturae vel sequioribus artibus venissero meno sulla via dei co­ impliciti a quo die ab artificiis fe­ mandamenti divini. Coloro che riari liceat, sodalitatum cuipiam sono impegnati nella mercatura o quae plurimae extant, adscripti no­ in mestieri inferiori, nel giorno in biliorem operam divino cultui na­ cui è permesso riposare dal la­ vantes, b animarum sua rum lucrum voro, iscritti a qualche sodalizio, inter prima lucra ponere erudiun­ che sono assai numerosi, com­ 35 tUr. Porro c ut sodalitia cuncta regi piendo con zelo un più nobile la­ patrocinii d umbra defensa in ratio­ voro per il culto divino, sono num calculis reconoscendis episco­ istruiti a mettere il guadagno pales in se oculos non admittunt, delle loro anime tra i primi guada­ ila qui vulgo disciplinati apgni. Inoltre, come tutti i sodalizi sotto la protezione dello stato non accettano su di loro la vigi­ lanza del vescovo nella revisione dell'amministrazione, così quelli

a) b) c) d)

implicati

vacantes

enimvero

regis patrociniis ultro defensa in rationum ... episcopales oculos

cf. Asv, S. S. Venezia, 108, f. 8r, Venezia 12 gen. 1669; ibid., 128, f. 576, Venezia 25 ago. 1685; ibid., 142,f. 125r, 138r, Venezia 20 e 27 mar. 1694; D. CALVI, Effemeride... , I, p. 104, 333,341,363,366; II, p. 23, 338, 350, 621; III, p. 27,67; B. BELoTTl,Storia di Bergamo ... , ed. 1989, V, p. 189; G. DA LEzzE, Descrizione... , p. 150-151.

35. Il Barbarigo fondò la Congregazione dei Genti1'huomini in S. Biagio, oratorio vesco­ vile e nella chiesa della Masone, in borgo Pignolo. In quest'ultima e nella cripta di S. Lucia in duomo, egli eresse anche una congregazione della Penitenza aperta a tutti i secolari, dal titolo di Maria SS.ma Annunciata, aggregata a quella del Collegio Ro­ mano. I congregati si impegnavano fra l'altro a opere di penitenza. Ottenne l'approva­ zione pontificia il 16 agosto 1660: cf. Asv, Secr. Brev., 1217,ff. 297r-298r; D. CALVI, Effe­ meride ... , I p. 339-340; III, p. 356-357, 382; P. A. UCCELLI, Scritti inediti... , p. 460; L. DEN ­ TELLA, I Vescovi..., p. 380.

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pellantur ecclesiasticam omnem a che si dicono comunemente i di­ potestatem excluserunt. b 36 Placide sciplini, hanno escluso ogni giu­ risdizione ecclesiastica. tamen tentati a nobis non nulli eo­ Sollecitati tuttavia benigna­ rundem rationum codices non gra­ vanter exhibuere," Ita nobilium pemente da noi, alcuni d'essi mo­ strarono senza difficoltà i libri dei conti. Cosi nella fragilità delle noa)

b)

a se

excludunt

36. Come si è già accennato nella nota precedente n. 33, negli atti della visita di Barbarigo i rilievi dei curati riguardano l'autonomia e l'indipendenza nella direzione delle varie arciconfraternite e dei luoghi pii rivendicata dai sindaci, sostenuti in forma più o meno palese dall'autorità civile. In qualche parrocchia ai curati non si lasciavano con­ trollare le elemosine raccolte nelle cassette, le chiavi delle quali erano custodite solo dai sindaci. Questi inoltre non permettevano ai curati di vedere nei registri i nomi dei debitori delle arciconfraternite e delle somme prestate qualche volta per diretto or­ dine delle autorità, come a Martinengo, Bolgare e Premolo. Il Barbarigo inoltre presi i necessari provvedimenti per l'adempimento o la riduzione di legati a carico delle con­ fraternite, dei luoghi pii, della Misericordia, delle parrocchie e dei privati, a Dossena, Moio, Piazzatorre, Olmo, Valnegra, Roncola, Almè, Fara Gera D'Adda, Bolgare, Nese, Pradalunga, Vertova, Premolo, Vilminore, Clusone, Songavazzo, Gorno, Chignolo, Piario, Gromo S. Marino, Nona, Teveno, Colere, Schilpario, Pradella, Viadanica, Riva di Solto, Castro, Sovere, Mologno, Borgo di Terzo, Entratico, Cene, Leffe, Peia, Bar­ zizza, Alzano Maggiore, Solto, Spinone, Mornico, Ghisalba, Cologno, Parzanica, Gor­ lago, Bagnatica, Malpaga, Paderno, Fara Olivana, Trescore, Tresolzio: cf. Acvs, Visita Barbarigo, 47 (1658), f 35r, 72r, 103r, 113v, 118r, 135r, problemi di rapporti Sindaci Cu­ rati per le elemosine a Selvino, Serina, Pianca, Piazza Brembana, San Pellegrino, Val­ leve; f. 30v,72r, 107r,controllo impossibile dei registri ai curati di Sambusita, Serina, S. Giovanni Bianco; f. 95v, 144r, 147v, 150r, 156v, adempimento legati a Dossena, Moio, Piazzatorre, Olmo, Valnegra, ibid., 49 (1659), f. 91r, problemi ... a Blello; f. 161r, 171r, 214r, 231r, controllo ... a Almenno S.S., Sorisole, Valtesse, Martinengo; f. 142v, 169r-v, adempimento... a Roncola.Almè; ibid., 50 (1659), f. 54r, 136r, controllo... a Bolgare; ff. 32r-34r, 37v-38r, 54r, 56r, 141r-v, 163r, adempimento a Fara Gera D'Adda, Bolgare, Nese, Pradalunga; ibid.,51 (1659),f. 32v,70r,controllo a Gorno e Premolo; f15v,62v e 313v, 170rv e 337v,251r-252r, 262v-263r e 350v, 270r, 308v, 311r, 314r, 327r, 330r, 332v, 333v, 342r, 344v, adempimento ... a Vertova, Premolo, Vilminore, Clusone, Songo­ vazzo, Gorno, Chignolo, Piario, Gromo S. Marino, Nona, Teveno, Colere, Schilpario, Pradella; ibid., 52 (1659), f llr, 16r-v e 169r-v, 17v-18v,19v-20v,29r-v, 33v, 35v,37r, 316r, 4lr-v e 326r, 43r, 48r, 52r, 201r, 229v, adempimento ... a Viadanica, Parzanica, Riva di Solto, Castro, Sovere, Mologno, Borgo di Terzo, Entratico, Cene, Leffe, Peia, Barzizza, Alzano Maggiore, Spinone; ibid., 53 (1659), f. 103v, 193v, controllo ... a Fara Olivana; problemi ... a Gorlago: f 43r, 215r, 112v e 230r, 123v e 231v, 147v, 180r-v e 190v-191r e 245r, 209v, 213r, 221r, 227v,241v, 246r, adempimento ... a Mornico, Ghisalba, Cologno, Parzanica, Gorlago, Bagnatica, Malpaga, Paderno, Fara Olivana, Trescore, Tresolzio ibid., 54 (1659), f. 132v, controllo ... a Brembate Sopra. 37. Cf note precedenti n. 33, 36. Il Barbarigo nella visita pastorale emanò alcuni decreti per togliere abusi o dare nuovo impulso alle confraternite. A Martinengo i disciplini

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VISITE

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des in divinae humanaeque pacis stre forze, ci adoperiamo di gui­ itinera dirigere, ila plebem bono­ dare i passi dei nobili sulla via rum operum sectatricem perfectam­ della pace divina e umana, in que Deo parare a pro virium nostra­ modo da preparare un popolo pra­ rum imbecillitate enitimur. ticante le opere buone e perfette Pastoralem sollicitudinem in vi­ per il Signore. sitationis accinctu filiam illam b Osservando attentamente la principis in calceamentis decoram sollecitudine pastorale in pro­ reconoscentes totum hocfere c bien­ cinto della visita a quella figlia del nium universae dioecesi illustran­ principe splendida nei calzari, ab­ dae donavimus sub nostrorum arbi­ biamo dedicato quasi interi questi due anni a percorrere tutta quanta trio oculorum spectaturi an nostra vinea floreret, jloresque ad fructus la diocesi per vedere sotto lo proficerent," sguardo dei nostri occhi, se la no­

stra vigna fosse fiorente e i fiori ar­ rivassero fino ai frutti.

a) parere

b) illius

c) ferme biennium ... lustrandae

seppellivano nel loro oratorio i morti che non erano appartenuti alla loro confrater­ nita su pagamento di una somma. Questa consuetudine per l'opinione pubblica equi­ valeva a un atto simoniaco. A Vilmaggiore l'oratorio della SS.ma Trinità in cui conve­ nivano i disciplini, era stato oggetto di un esposto al vescovo. A Romano la proibi­ zione dei curati di accompagnare processionalmente i confratelli morti alla sepoltura era contestata dalle confraternite. A Bagnatica i disciplini non frequentavano l'orato­ rio, mal custodito e mal tenuto, mostravano poco zelo nell'osservare la regola. A Mor­ nico il Barbarigo vietò ai disciplini di tenere le processioni durante le funzioni parroc­ chiali e senza la partecipazione del curato. I disciplini di S. Maria Maddalena di Tel­ gate, furono ammoniti per il disordine in cui tenevano l'oratorio di S. Pietro, usato da paesani come alloggio per la comodità offerta dal portico adiacente. A Gorlago il ve­ scovo vietò che nella cappella di S. Andrea fosse celebrata la messa di domenica in concomitanza a quella parrocchiale e che il cappellano amministrasse i sacramenti al­ l'insaputa del curato. A Lallio i disciplini di S. Bernardino non consentivano all'arci­ prete di entrare nell'oratorio e reclamavano assoluta indipendenza: cf. ACVB, Visita Barbarigo, 49 (1658.1659),[. 235v; ibid., 50 (1659),[. 53v; ibid., 51(1659), f.364r-v; ibid., 52 (1659), f. 55/e; ibid., 53 (1659), f. 24r, 194r, 209v, 215r; ibid., 54 (1659), f. 175v.

38. Il Barbarigo iniziò la visita pastorale il26 settembre 1658,accompagnato dai convisita­ tori canonici Giorgio Betusco, Clemente Suardi e col cancelliere Pietro Petrobelli, dalla parrocchia di Botta di Sedrina proseguendo per le altre 53 parrocchie della val Brembana. 1126giugno 1659 il vescovo con i canonici Torquato Albani, Davide Secco Suardo e il cancelliere Petrobelli partì per Vertova ove se contulit equitando ... obviam habuit rev. Bernardinum Galitium sacrae teologiae doctorem ecc/esiae parochialis eiu­

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Bergomensis dioecesis, si ea pars excipiatur quae ad meridiem spec-

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La diocesi di Bergamo, se si ec­ cettua quella parte che guarda a

sdem loei rectorem, titulatum et cleri multitudinem magnumque populi numerum e prose­ guì visitando altre 43 parrocchie della val Seriana Superiore, val di Scalve (ottima la descriptio Vallis Scalve allegata agli atti) e pieve di Clusone. A Vilminore il rettore Pie­ tro Albrici si rivolse al Barbarigo in questi termini: "la supplico però a non prestare orecchio a chi gli suggerisse false informationi della persona mia, perché alla fine No­ stro Signore vorrà che la mia reputazione appoggiata alla mia innocenza resti intatta et quando vostra signoria illustrissima vorrà mettere al par mio qualsivoglia sacerdote di questa valle in far fontioni della chiesa et ad altre fontioni, benchè vecchio vedrà la disparità". Il7 agosto il vescovo coi canonici Clemente Suardi, Pompilio Pelliccioli e il notaio Carlo Morandi partì in visita alla valle Imagna, alla pieve di Almenno, al circon­ dario di Bergamo e infine a Martinengo, raggiungendo 29 parrocchie. Dal 24 settem­ bre il Barbarigo visitò, coi citati canonici e il cancelliere Antonio Gallinoni 50 parroc­ chie comprese nelle valli Cavallina, Caleppio, media Seriana, raggiungendo anche la pieve di Predore e Romano. Qui egli fu accolto dal podestà, da molti nobili, cavalieri, soldati, e dai cantori con l'antifona Ecce sacerdos magnus. Nella parrocchiale il ve­ scovo maturam piamque concionem ad populum in magna quantitate conventum habuit. Nel pomeriggio ascoltò in chiesa un ottimo discorso del signor Eugenio Arb ...,fisico e medico, nipote del curato Giovanni Valenti, la predica di p. Giovanni Maria Visconti, gesuita e alla fine egli salutò i fedeli con le esortazioni pastorali iniziate dal versetto dell'apostolo sic state in Domino carissimi... Prima di giungere a Sovere salutatusfuit a nonnul/is militibus pedestribus qui in laetitiae signum variis vicibus exoneraverunt se/o­ pos et procedentibus in ordine percutiebant instrumentum bellicum vulgo tamburo. Ad Al­ bino il Barbarigo fu accolto dal clero, dai religiosi e dalle varie confraternite al canto del TeDeum, seguito poi dall'antifona Ecce sacerdos magnus dei cantori. A Gandino fu ricevuto dal clero, et aliis quamplurimis presbiteris equestribus precedentibus duobus tu­ bicinibus et tamburo, perventumque prope dictum locum, exonerati fuere quam plurimi se/opi ac mortaria magna concomitantibus multis viris intortitia accensa deferentibus, us­ que ad aedes prepositurales in quibus se recepit circa horam noctis ibique pernoctavit, Il 30 ottobre il vescovo fu a Bergamo per la festa di tutti i Santi e le celebrazioni dei Morti. Ripartì il 5 novembre coi canonici Giulio Antonio Locatelli, Pompilio Pellic­ cioli e il cancelliere Petrobelli in visita alle 26 parrocchie comprese nell'area attorno alle pievi di Ghisalba e Paderno, dove fu ospite del nobile Giovanni Francesco Ugo­ lano. Il Barbarigo a Fara Olivana ab incessanti aqua madefactus quievit aliquantulum e a Soncino, dopo la visita ad Aqualonga, sostò dai domenicani. Il 4 dicembre il vescovo accompagnato dai canonici Bartolomeo Rota, Giulio Antonio Locatelli e dal notaio Morandi fu a Gera d'Adda, Chiuduno e Grumello. Si recò a Telgate, accolto dal com­ mendatario Marenzi, dall'arciprete e dal popolo, salutato multis ictibus se/oporum in­ troductus summo gaudio et laetitia in domibus parochialibus. L'arciprete Carlo Cabrini dopo la relazione presentata al vescovo disse: "ho narrato a vostra signoria illustris­ sima li abusi delli altri, piaccia al Signor Iddio vi sii qualche persona che racconti a vo­ stra Signoria illustrissima li miei, di ciò ho pregato il mio popolo all'altare e che se in me conoscessero qualche diffetto, lo portassero a vostra signoria illustrissima per rice­ verne la riprensione o il castigo, et io li ho promesso di ricordarmi ne miei sacrifici di loro come causa di quel bene che da ciò pervenirà et dal Signore Idio li ho pregatane la rimuneratione". La visita continuò nell'area territoriale di Seriate. Con i canonici Torquato Albani e Annibale Martinoni il Barbarigo iniziò dalla pieve di Terno la visita ad altre 36 parrocchie dell'Isola nel 1659. Nella chiesa plebana egli habuit concionem elegantem versus populum e a Calusco totum populum docuit doctrinam christianam.

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tat et brumalem occasum, tota ferme montibus aspera est, per quos ad ducenta stadia et eo am­ plius excurrit, et licet commodas val/es alicubi aperiat, non ignobili­ bus pagis sparsas, quibusdam etiam oppidis fortunam nomenque urbium capientibus,frequentissime tamen ab horridis a iugis sacrae ae­ des et domicilia pendent, inviis ple­ rumque callibus et perpetuae mor­ tis imagine terrentibus"

a)

b) c)

mezzogiorno e al tramonto inver­ nale, è quasi tutta scoscesa per le montagne, attraverso le quali si e­ stende per circa duecento stadi e ancor più, e benchè si apra in qual­ che parte in comode valli, dissemi­ nate di paesi conosciuti, pren­ dendo alcuni borghi anche la ric­ chezza e il nome di città, spessis­ simo tuttavia i templi e le case sono appesi a dei gioghi aspri, dai sentieri per lo più impercorribili e atterriscono con l'immagine di una morte perpetua.

aspersa horrendis pendent praeruptis et inviis collibus nisi alias pastoralis amor haberet et perpetuae mortis­ imagine terrentibus. Sudorum ideo piena vestigia sunt et perpetua mortis imagine terren­ tia, sed morte fortior di/ectio. Cum montanae.

Dopo le feste natalizie e di Capodanno il vescovo portò a termine la visita alla diocesi. L'Il gennaio 1660 si recò ad Alzano Maggiore, scortato sin dalla porta di S. Agostino, a Bergamo, da alcuni sacerdoti e da alcuni cavalieri provenienti dalla cittadina ove fu accolto dai primates et nobiliores viri. Entrato in chiesa cantantibus musicis organo in antiphonam sacerdos et pontifex il Barbarigo sermonem valde efficacem ad populum in magno numero conventum non obstante aeris intemperie habuit. Dopo la pausa forzata per le celebrazioni fatte a seguito della nomina del Barbarigo a cardinale e lo svolgi­ mento del sinodo diocesano, egli riprese la visita già iniziata in città. L'8 settembre 1660 il vescovo procedette alla visita della cattedrale, accolto dal preposto Lucillo Ver­ tova, da quasi tutti i canonici, dal clero, dai nobili e anziani della città, numerosa popo­ lazione, dal governatore e dal capitano Foscari, missam pontificalem celebravit habita post evangelium ex suggestu efficaci pastorali concione ad excitandum animos, ut dum ipse pastor bonus materialem haberet visitationem, eorum corda expulsis vitiorum sordi­ bus ita mundarentur, ut Dei electi digne vocari possent.1fedeli delle parrocchie urbane a turno si recarono in pellegrinaggio in cattedrale per le celebrazioni liturigiche previ­ ste. Il vescovo organizzò una seconda visita alla cattedrale il 28 novembre 1661. Da notare che il capitano e vice podestà, G. B. Foscarini, in una ducale del29 marzo 1658 in occasione della visita del Barbarigo alla città aveva richiamato la validità delle du­ cali del 1619-1623 che proibivano di lederne i privilegi: cf. Acvs, Visita Barbarigo, 48 (1658-1659) ff. 1r-443v; ibid., 49 (1658-1659), ff. 1r-328v; ibid., 50 (1659), ff. 1r-168v,cita­ zioni f. 4r e 52v; ibid., 51 (1659), ff. 1r-364v,citazione f. 172r; ibid., 52 (1659), ff. Ir-394v, citazioni f. lr-v, 10r,22r-v,25r-v; ibid., 53 (1659), ff. 1r-260v,citazioni f. 4r, 6r-v; ibid., 54 (1659), ff. 1r-276v, citazioni f. 243v e 246r; BCAM, 3 Ducali C (1656-1745), f. 7v.

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Montanae illae gentes et ipsae Non sono da trascurare quelle nostrae pascuae oves non contem­ popolazioni di montagna, an­ nendae, ubi aurea morum simplici­ ch'esse pecore del nostro pascolo, tas urbibus invidiam creat, nec ci­ dove l'aurea semplicità dei co­ tra charitatis offensionem a optatis­ stumi produce invidia alle città, e simo sui pastoris adspectufraudan­ non devono essere senza offesa dae, ut et montes iustitiam pacem­ della carità private di vedere il de­ que populo susciperent. sideratissimo loro pastore, così Visitationis ordo hic fuit ut reli­ che anche i monti ricevano giusti­ giosi viri probitate, doctrina et trae­ zia e pace per il popolo. Il progetto tandis b animabus peritissimi ad della visita fu che per preparare le Domini vias parandas nobis praei­ vie del Signore, ci precedessero rent:" religiosi distinti per rettitudine, Mox ipsi aderamus dispensa turi dottrina e molto esperti nella cura sacra et quae sunt alia pastoralis della anime. officii munia," Subito dopo giungevamo noi, per elargire le cose sacre e com­ piere anche gli altri uffici del do­ vere pastorale. Soprattutto si è

a)

b)

offensam

tradendis

39. Il Barbarigo invitò quattro gesuiti della provincia di Milano per predicare in città la preparazione alla visita pastorale. In val Cavallina e in val Caleppio predicò il gesuita Giovanni Maria Visconti, a Gandino il suo confratello Marco Antonio Rossa. Nella valle Seriana superiore il Barbariga inviò due carmelitani di Concesa. Tra i confessori è ricordato il sac. Giovanni Battista Bugada, di cui più oltre: cf. Acvs, Visita Barbarigo, 48 (1659), f. lr; ibid., 51 (1659), f. 2r, 7v; ibid., 52 (1659), f. 22v.

40. Alcuni gesti e fatti del Barbarigo nella visita pastorale qui riferiti sono paradigmatici delle finalità da lui perseguite per adempiere in pieno la missione di maestro e pa­ store.APoscante habuit ad populum efficacem sermonem circa substantiam visitationis. Dopo aver raggiunto a piedi il santuario del Perello il Barbarigo predicò alla popola­ zione di Miragolo S. Marco, S. Salvatore, Sambusita e Rigosa. A Gorno egli super doc­ trina christiana populum utriusque sexus interrogavit et illum opportuna et necessaria ad salutem docuit; ad Albino sermonem valde efficacem ad populum in magno numero con­ ventum habuit. Una grande folla seguì il pontificale celebrato dal vescovo a Gandino, nonostante la pioggia, assistito da cinque canonici e seguito da due cori. Egli inoltre amministrò la cresima. Ad Alzano benedì la campana maggiore dedicata a S. Agnese, e altre due, una per Nese e una per le terziarie, intitolate rispettivamente a S. Bernar­ dino e S. Maria. In visita a Ponte S. Pietro il Barbarigo docuit doctrinam christianam

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VISITE

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Studium illud a imprimis adhibi­ fatto in modo che la gente fosse tum ut popularibus persuasum es­ persuasa che le pecore devono portare il proprio vello per sè, non set sua vellera sibi oves portare non nobis, nostram vero vitam infra ani­ per noi, e che la nostra vita è su­ marum salutem nobis esse. Id bordinata alla salvezza delle etiam enixe provisum ut sancta anime. sancte tractarentur, b ut parvulis Fu provveduto anche con impe­ Christianae doctrinae panem po­ gno che le cose sante fossero scentibus prompti divisores adesusate santamente, che per i fan­ ciulli che chiedono il pane della dottrina cristiana vi fossero a di­ sposizione quelli che lo dividono,

a) b)

illius

tractentur

stans in medio dieta e ecc/esiae e a S. Grata inter vites, S. Eucharistiae sacramentum manu propria singulis Christi fidelibus ipsae parochiali subiectis ministravit: cf.ACVB, Vi­ sita Barbariga, 47 (1658), f. 12r, 26r; ibid., 48 (1658-1659, 1660-1662), f. 21r; ibid. 51 (1659), f. 2r; ibid., 52 (1659), f. 18r-v, 22v-23v, 26v; ibid. 54 (1659), f. 254v.

41. Il Barbarigo cercò, come i suoi predecessori, di togliere abusi o consuetudini dei fe­ deli, promuovendone un comportamento decoroso, corrispondente alla sacralità del tempio. A Sorisole vi era "il campanile scoperto e spesse volte in libertà della gioventù di sonar giorno et notte a loro capritio", Anche a Clusone vigeva la stessa consuetu­ dine, oltre quella di esporre nelle processioni troppe cose, spesso dozzinali. A Pontera­ nica e a Gorlago la gente usava entrare in chiesa con archibugi, bastoni o aste. A Ver­ tova il Barbarigo lasciò al curato il decreto admoneatur totus populus ut reverenteret de­ vote se gerat in ecc/esia, in cemeterio et in processionibus prout decetfides christiana; ai curati di Parre, Nona, Vilminore e Predore che ammonissero i loro parrocchiani di non fare schiamazzi o giochi fuori dalla chiesa. La separazione da mantenere tra uo­ mini e donne nell'andare e nel tornare dalla chiesa fu oggetto di un particolare de­ creto del Barbarigo per Premolo. Ad Albino invece dispose che le donne non pote­ vano occupare i banchi riservati agli uomini ma suo Iaea decenteret honeste se habeant e a Predore che fosse tolto lo "scandalo" degli uomini i quali in chiesa occupavano i banchi dietro quelli riservati alle donne. Nella visita non poteva mancare per Barba­ rigo una ispezione anche alle reliquie o agli ex voto. Per questi egli decretò che non fossero asportati dagli altari della chiesa di Bagnatica. A Mornico vietò l'esposizione delle reliquie false ovvero non autentiche. A Endenna vide la statua in argento di S. Barnaba e le sue reliquie, come a Brembate Sopra la reliquia autentica del beato Guala, dono, come già accennato, del conte Francesco Brembati; cf. ACVB, Visita Bar­ bariga, 47 (1658), f.20v Endenna; ibid., 49 (1658-1659), f. 199r Sorisole; f. 202v Pontera­ nica; ibid., 51 (1659), f. 248r Clusone; f. 309v Vertova; f. 313r-v Parre Premolo; f.330r Nona; f.337vVilminore; ibid., 52 (1659),f.36v Albino; f. 141r Predore; ibid., 53 (1659), f. 24r Bagnatica; f. 193v Gorlago; ibid., 54 (1659), f. 134v Brembate Sopra.

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seni," ut tempIa honeste, arae de­ center servarentur" denique ut sa­ luti animarum, quarum unaquae­ que solertissimi curatoris praesen­ tia digna est satis consultum, vel in horridioribus locis essei:" Fructus

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che le chiese fossero conservate decorosamente e gli altari come si conviene, che infine fosse suffi­ cientemente provveduto anche nei luoghi più disagiati alla sal­ vezza delle anime, ciascuna delle quali è degna della presenza di uno che le curi con molta dili­ genza. Inoltre il frutto a noi più gra­

42. Il Barbarigo ordinò che due cappellani assistessero i fedeli a Gazzaniga nella recita del Rosario in chiesa e leggessero le meditazioni per infervorarli. Dal curato di Nona senti che i suoi parrocchiani trovavano difficoltà nel frequentare la dottrina cristiana perché dediti alla pastorizia e all'avicoltura o "per causa della loro arte di far carboni stando nei boschi". A Fara Gera D'Adda il Barbarigo invitò la scuola della dottrina cristiana ad aggregarsi a quella eretta in cattedrale. A Gandino ordinò che due sacerdoti della parrocchia andassero a turno a Cirano per insegnare alla popolazione i rudimentafì­ dei. Dopo la visita agli allievi della dottrina cristiana di Clusone lasciò una serie di rac­ comandazioni perché l'insegnamento fosse più efficace. Anche a Ponte Nossa dopo aver sentito e udito l'esercizio della dottrina cristiana impartì l'ordine che esso fosse eseguito secondo le modalità collaudate. A Piario dispose che durante la dottrina cri­ stiana una tenda separasse gli uomini dalle donne.A Gromo S. Marino esortò i parroc­ chiani a frequentare la dottrina cristiana con assiduità e ad aggregare la scuola a quella della cattedrale. Il Barbarigo trovò allievi ben preparati a Caleppio e regalò ai migliori le corone. Visitò la scuola della dottrina cristiana ad Albino, disposta in due chiese, eamque optime dispositam et instructam invenit. Dispose che a Ossolaro, Fengo e Aqua­ longa fosse usato solo il testo del Bellarmino per l'insegnamento della dottrina cri­ stiana: cf.ACVB, Visita Barbarigo, 50 (1659), tI. 38r-40r, Fara G. D'Adda con l'elenco dei maestri; ibid., 51 (1659), f. 146v Nona; f. 259r-v Clusone; f. 312r Ponte Nossa; f. 314r Piario; f. 328r Gromo S. Marino; f. 362r Gazzaniga; ibid., 52 (1659), f. 3v Caleppio; f. 19rAlbino; f. 44v-45rGandino; ibid., 53 (1659),fT. 116r-117vGhisalba con l'elenco dei maestri; f. 223r, 225v, 226v Ossolaro, Fengo, Acqualonga. 43. Cf. nota precedente 21. 44. L'espressione lascia intendere l'attenzione e l'interessamento del Barbarigo alle varie e complesse situazioni locali, i suoi interventi o i suoi decreti per la loro soluzione, come nei casi qui accennati. A Palazzago egli ascoltò le richieste della comunità di Barzana. A Rosciate fu pregato di definire i confini con Ponteranica per evitare liti, e a Bueggio ebbe la stessa richiesta nei confronti delle parrocchie circonvicine. Assegnò Bondione e Fiumenero alla vicaria di Ardesio smembrandole dalla pieve di Scalve; un'analoga situazione trovò a Cortenuova Sopra per separarsi dal Martinengo e unirsi a Cortenuova Sotto. A Valleve la frazione di Cambrembo chiedeva il riconoscimento della consuetudine di portare nella propria chiesa i defunti e di celebrarvi le funzioni sacre. A Fiorano il Barbarigo ascoltò le richieste dei fedeli e a Rovetta i contrasti con S. Lorenzo per l'appartenenza al comune. Prese provvedimenti per il curato di Teveno che da tre anni non riceveva alcun compenso per il suo servizio nella merceneria. Il curato di Tresolzio avvisò il vescovo che i sindaci invitavano un sacerdote di dome­

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dito è stato quello di aver riconci­ liato con Dio, con se stessi e con gli altri, animi feroci, carichi di de­ sideri di vendetta anche cruenta, di aver spezzato in alcuni porte bronzee di passioni radicate, e, in­ franti vincoli infernali, di aver ri­ portato dalle tenebre e dall'ombra di morte alla luce, alla vita e alla

iIIe porro nobis gratissimus, feros animos et cruentis vindictae a consi­ liis instructos, Deo, sibi hominibus­ que conciliasse, aereas inveterato­ rum affectuum portas in aliquibus contrivisse, captivos alios e tenebris et umbra mortis, dissolutis infero­ rum vinculis, in lucem, vitam, ve-

a)

o vindictis (?)

nica, mancava il cappellano, evitando di sentire la predica e gli avvisi da lui. Da alcuni curati il Barbarigo fu messo al corrente delle loro preoccupazioni per la gioventù: a Telgate l'arciprete per avere la gioventù che di domenica pomeriggio correva al ballo, anticipava le funzioni in chiesa; a Vilminore il curato si opponeva a tale divertimento anche a rischio della sua vita; a Bagnatica il curato manifestava la sua preoccupazione per la gioventù troppo libera e a Cerete Alto il curato descriveva le familiarità tra i fì­ danzati da lui stigmatizzate in pulpito inutilmente. Dal rettore di S. Michele dell'Arco in città il Barbarigo fu informato che la gente non rispettava il riposo domenicale e che al piano superiore del Palazzo vecchio si tenevano commedie. Da Sorisole invece abitualmente ogni domenica la gente si portava in città per vendere "cose cibarie". Si­ tuazioni difficili da sciogliere per usurpazioni di legati e testamenti furono presentate al Barbarigo in alcune parrocchie. A Vilminore il testamento di Luigi Scalvino costi­ tuito in luogo pio per gli abitanti, usurpato dalla famiglia Albrici. Ad Albino un caso analogo per il legato di Francesco Zanuchino che aveva disposto alcune migliaia di scudi a favore della residenza con la facoltà a un certo Cabrini di eleggere i residenti e di rimuoverli a suo piacimento. Il fiduciario amministrava la somma e ritardava il pa­ gamento ai sacerdoti impegnati, alcuni dei quali aspettavano persino da 7 anni. Oltre questa ingiustizia da eliminare si chiedeva al vescovo di far includere nell'epigrafe, che ricordava la fondazione della residenza, che i sacerdoti potevano essere rimossi solo per giusta causa. Un caso mortificante era stato narrato dal curato di Serina che avendo chiesto in visione il testamento di Giovanni P. Tiraboschi, benemerito della parrocchia e di altre opere, tra le quali l'erezione del monastero della SS.ma Trinità e una somma consistente per la collegiata, era stato invitato a recarsi a Venezia per tale scopo. A Rovetta il Barbarigo decretò l'adempimento del legato Cazamali inevaso dal 1602, a Parzanica quello di un certo Giovan Maria q. Giacomo Valoti non adempiuto dal 14 settembre 1640,a Peia quello di Serafino Biadoni, a Cologno quello degli eredi di Giacomo Comenduno con un lascito di scudi 1.000 per una messa quotidiana nella loro cappella, all'altare di S. Caterina. A Mornico il vescovo decretò che i lasciti dei no­ bili fossero venduti all'incanto. A Bondione proibì la questua fatta senza la autorizza­ zione del curato, analogamente a quella per la raccolta delle granaglie organizzata daì sindaci a Martinengo all'insaputa dei curati; cf. Acvs, Visita Barba rigo, 47 (1658),f.26r Perello; f. 73r Serina; f. 137vCambrembo; ibid., 48 (1658-1659, 1660-1662), f. 115v S. Michele d'Arco; ibid.49 (1658-1659),[. 199rSorisole, f. 151rBarzana; f. 212r Rosciano; f. 235v Martinengo; ibid., 50 (1659), f. 52r Telgate; ibid., 51 (1659), f. 87r e 329r Bon­ dione; f. 165r-vBueggio; f. 167vTeveno; f. 170r e 172rVilminore; f. 271r S. Lorenzo; ff. 262v-263r e 353v Rovetta; f. 279r Cerete A.; f. 303r Fiorano ibid., 52 (1659), f. 26v Al­ zano; f. 43r Peia; f. 16r Parzanica; f. 308r Albino; ibid., 53 (1659), f. 24r Bagnatica, f. 198r Tresolzio; f. 215r Mornico: f. 123v Cologno.

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ramque Christi libertatem asservis­ vera libertà di Cristo altri schiavi se. a 45 (di tali passioni). Lustrata urbe et dioeeesi dum Visitata la città e la diocesi, morbis b morborumque origine eo­ mentre conosciuta l'origine delle gnita in dieto sinodali eonventu 46 malattie e della morte, con la riu­ nione sino dale da noi indetta, pre­

a)

b)

asservasse

mortis

45. I curati avevano segnalato al Barbarigo alcune situazioni particolari dei loro parroc­ chiani e il timore che fosse minacciata la loro fede. A Vallalta il curato disse al vescovo che "molti paesani l'està habitano ne' paesi luterani però li ho avisati che non discor­ fino con essi di cose della fede". Il curato di Cene era allarmato perché tra i suoi fedeli vi erano "sospetti di eresia che praticano in paesi eretici senza le debite cautele o che abbino libri prohibiti". A Valsecca invece la situazione era diversa perché, come rife­ riva il curato, alcuni parrocchiani "habitano in paese d'eretici ma vivono da buoni chri­ stiani et si confessano et comunicano a suoi tempi". Il curato di Cerete Alto comunicò al Barbarigo che il suo parrocchiano, Simone Razzi, aveva in casa "un heretico per ser­ vitore. Essendo da me stato avisato che non lo può tener, mi ha risposto che il suo con­ fessore non ne pigli altro fastidio". Anche a Cerete Basso il curato informò che una fa­ miglia aveva "in casa un luterano ... Non si è però mai tenuto senza espressa lisenza del p. inquisitore, come anch'hora ne presento lettere di p. Maffetti. Nè ho mancato di procurar ogni via per ridurlo a ben fare". In quel decennio si diffondeva il pelagiane­ simo in val Camonica confinante con le valli Bergomensi, col pericolo di una sua infilo' trazione. La nunziatura di Venezia seguiva attentamente il fenomeno. II vescovo di Brescia, Pietro Ottoboni, poi papa Alessandro VIII, contrastava efficacemente i fau­ tori dell'eresia. Da segnalare nel16551a condanna di Giovan Battista Pellegrini per be­ stemmie ereticali a cinque anni di galera. La sentenza del tribunale emanata per or­ dine della Congregazione del S. Offizio era stata giudicata troppo mite dal podestà e il nunzio aveva interposto i suoi buoni uffici. Nel 1669 la corte pretoria di Lovere, su or­ dine del consiglio dei dieci, aveva arrestato due persone sospette di eresia, condan­ nate dal S. Offizio di Brescia sin dal 1663. Mancano dati più concreti per collegare i due casi alla situazione accennata del pelegianesimo: cf. Acvs, Visita Barbariga, 49 (1658-1659), f. 115r Valsecca; ibid.; 51 (1659), f. 28Ir-v, 282v, Cerete Alto e Cerete Basso; ibid., 52 (1659), f. 299r, 304v,Vall'Alta e Cene; Asv,S.S. Venezia, 86,f. 258r, 305r, 336r, 5 giu. 1655,3 e 17 lug. comunicazione sul pelagianesimo; f. 238r, 12 giu. 1655, caso Pellegrini; f. 239r, 12 giu. 1655,circa il pelagianesimo; ibid., 90, f. 508r, 550r, 15 e 29 dico 1657, circa il pelagianesimo; ibid., 107, f. 589r-v, 5 otto 1669, caso di Lovere; BAv, Barberiniano lat., 2853, Duplicata relatio status Ecc/esiae Brixiensis exhibita Sacrae Congregationi Concilii Tridentini anno 1664 14 maii, ff. 165v-166r; ibid. 5322, f. 166r,25 apr.1659,dichiarazione in Pregadi circa la competenza del foro civile ecclesiastico nei processi per eresia a Bergamo; ibid. Ottoboniano lat., 247211,f. 179r,lettera di Bartolo­ meo Caldinelli, rettore di Breno, al vescovo di Brescia sui pelagiani; ibid., 2485/3, due canzoni sui pelagiani di Valcamonica, ff. 532r, 533r La raggion bandita; ff. 534r-535r, Lamento della religione pelagiana estinta; L. DENTELLA, l Vescovi... , p. 387; B. BELOTTI, Storia di Bergamo ... , ed. 1989, V, p. 172. 46. Il sinodo era stato indetto il20 marzo 1660 per essere convocato il18 giugno, ma fu ce­ lebrato dal IO al 3 settembre: cf. Acvs, Sinodi diocesani raccoglitore n. 2, 1660 Epitome

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totius veluti corporis expiationem pariamo come una purificazione paramus, divina miseratio per apo­ di tutto il corpo, la misericordia divina attraverso la ricchezza apo­ stolicam largitatem nostram a in vir­ tutibus nuditatem hac purpura ab­ stolica, nascondendo sotto questa scondens, ad huius ecclesiarum om­ porpora la nostra nudità in fatto nium dulcissimae matris amplexus di virtù, ci ha chiamato agli ab­ et oscula excipienda, cuius et ubera bracci e ai baci di questa dolcis­ suximus, evocavit. sima madre di tutte le chiese, Et ecce tinctis hisce in divinae della quale abbiamo succhiato an­ uvae sanguine vestibus de romana che il latte. Ed ecco che con que­ Bostra'" ad calcanda vindemiae ste vesti tinte nel sangue dell'uva nostrae torcularia reditum matura­ divina, ci prepariamo a ritornare muso dalla Bosra romana, per premere i Spiritalis fabricae fundamenta torchi della nostra vendemmia. haec sunt, quae hoc prope triennio Questi sono i fondamenti del­ iecimus. Haec est sementis quam la­ l'edificio spirituale, che in questo crimabundi sparsimus: hi quasi fi­ quasi triennio abbiamo posto. Iii ad pariendi tempus provecti, Questa è la seminagione che ab­ quos ut Christo tandem pariamus biamo fatto in lacrime: questi validis clamoribus ingemiscimus, sono come figli giunti al mo­ certi dum sacra haec apostolorum mento del parto che con forti limina terimus, quemadmodum b grida piangiamo certamente per sanctissimis hisce religionis no­ generarli finalmente a Cristo, strae antesignanis fecundissimae mentre calchiamo queste sacre so­ sobolis prolem ex animo gratula­ glie degli apostoli, allo stesso mur, quam per Evangelium a se ge­ modo che di tutto cuore ci congra­ nitam ad Aeterni Patris conspec­ tuliamo con questi santissimi an­ tum laetabundi ostendant. tesignani della nostra religione per la prole di questa fecondis­ sima progenie che, da loro gene­ rata, per mezzo del Vangelo, pre­ sentano gioiosi al cospetto dell'e­ terno Padre. a) b)

nostram inopiam in virtutibus hac purpura

quorundam

Actorum Sinodi..., ff. lr-73r e l'ottima Oratio mentalis a f. 14r; P. A. UCCELLI, Scritti ine­ diti ..., p. 467-588; L. DENTELLA, I Vescovi..., p. 383-385.

46a. Cfr. ISAIA XXXIV, 6 e LXIII, l; A. LEGENDRE, Bosra, in Dictionnaire de la Bible, Tome A-B, Paris 1891, p. 1859-1860.

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I


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Ita humanissimos a parentes flexo cordis genu verisque lacrimis obsecramus, ne dum horrendo seve­ rissimi ludicis tribunali sisti conti­ gerit, de ovium per nostram incu­ riam perditarum exitio sit nobis per­ petuo erubescendum. Per manus eminentissimorum ac reverendissimorum dominorum car­ dinalium Sacchetti 48 et Caroli Bar­ berini:" Visitatio Ecc/esiae Bergomensis die 19 iunii 1660.

a)

47.

Pertanto piegando le ginocchia del cuore e con vere lacrime sup­ plichiamo così gentilissimi padri, che quando sarà il momento di stare davanti al tremendo tribu­ nale del più severo dei giudici, non ci capiti di doverci per sem­ pre vergognare della rovina delle pecore perdute per nostra incuria. La relazione della visita della diocesi di Bergamo presentata il giorno 19 giugno 1660 dagli emi­ nentissimi e reverendissimi cardi­ nali Sacchetti e Carlo Barberini.

humanissimis

Il Barbarigo effettuò personalmente le visite alle basiliche dei SS. Pietro e Paolo il 22 giugno: cf. Acvs Visita ad limina, dal 1660 al 1916, raccoglitore n. l attestati rilasciati con la firma di Francesco de Sanctis e di Mauro da Cesena.

48. Giulio Sacchetti apparteneva alla famiglia patrizia fiorentina dei Sacchetti. Dopo gli studi in legge a Perugia e la laurea a Pisa, entrato nella Curia romana era stato nomi­ nato da Paolo V prelato, da Gregorio XV vice-legato a Bologna, dove aveva svolto l'in­ carico con successo. Eletto vescovo di Gravina nel 1623 da Urbano VIII, era stato in­ viato nunzio apostolico in Spagna, dove dopo un triennio aveva ricevuto, per i risultati eccellenti, la nomina a cardinale col titolo di S. Susanna. Nel frattempo al card. Sac­ chetti era assegnata la diocesi di Fano, cui si aggiungeva poi l'incarico di legato di Fer­ rara e successivamente di Bologna. Rientrato nella Curia romana svolse l'ufficio di prefetto della Congregazione dell'Immunità ecclesiastica, e poi dei S. Riti, del Conci­ lio e della Segnatura. Nel conclave seguito alla morte di Urbano VIII fu tra i candidati alla sua successione, sostenuto dal Mazzarino e dai cardinali Antonio e Francesco Barberini. Nel 1652fu nominato vescovo suburbicario di Frascati e nel1655 vescovo di Sabina. Morì il28 giugno 1663: cf. G. MORONI, Dizionario... , 60, p. 100-101; L. V. PA­ STOR, Storia dei Papi ... , XlVII, p. 15-18; Hierarchia Catholica... , IV. p. 20, 197. 49. Carlo Barberini era figlio di Taddeo e di Anna Colonna, nato a Roma ìl l° gennaio 1630.A seguito delle misure di Innocenzo X contro la famiglia Barberini, anche Carlo era riparato in Francia dove, morto il padre il14 novembre 1647, ereditava ìl titolo di principe di Palestrina e di prefetto di Roma. Col ritorno a Roma nel 1652 in seguito agli accordi dello zio Francesco con Innocenzo X, Carlo rinunciò a favore di Maffeo alla primogenitura e ai titoli nobìliari, ricevendo il23 giugno 1653 la nomina a cardi­ nale, col titolo di S. Cesareo, cambiato poi con quello di S. Angelo in Foro piscium nel 1660,di S. Maria in Cosmedin nel1675, di S. Maria della Pace nel 1683e di S. Lorenzo in Lucina nel 1685.Con la nomina a cardinale il Barberini aveva conservato anche l'in­ carico di prefetto di Roma. Egli sostituì lo zio Antonio, assente da Roma, nella fun­ zione di arciprete di S. Giovanni in Laterano, vescovo di Palestrina e carmelengo.

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IL...-

Cf. PA Uccelli, Scritti inediti... , p. 546.

~

_


ACVB,

Visite ad limina, raccoglitore n" 1



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RISPOSTA DELLA CONGREGAZIONE DEL CONCILIO

Ace, Lib. litt. SS.vV.LL., 1659-1664, ff. 24r-28r Bergomen. Eminentissimus Episcopus, Nos Franciscus titulo S. Ioannis ante Portam Latinam presbiter sanctae Romanae Ecclesiae cardinalis Paulutius sacrae Congregationis Concili pre­ fectus 50 fidem facimus et attestamur eminentissimum ac reverendissimum dominum cardinalem Barbadicum episcopum Bergomensem Apostolicae Sedi matri Ecclesiarum omnium ac veritatis magistrae debitum ex praes­ cripto constitutionis sanctae memoriae Sixti quinti de sacris liminibus visi­ tantem obsequium per se ipsum praestitisse. Post veneratas nempe sacrosanctas Beatorum Apostolorum basilicas mox accurata ac dilucida Bergomensis Ecclesia sinopsi exhibita, pastoralis suae villicationis rationem coram eminentissimis et reverendissimis domi­ nis sanctae Romanae Ecclesiae cardinalibus Concilio Tridentino Interpre­ tando prepositis addidisse, qui muneris omnibus absolutum pastoris op­ time exemplar in eo agnoscentes, eiusdem episcopale zelum a scientia et pru­ dentia minime seiunctum, ecclesiasticae disciplinae rigorem paterna leni­ tate temperatus cumulatis laudabiliter prosecuti sunto Quo vero ad ea circa quae eminentissimus sacrae Congregationi eius pro-

Papa Clemente IX nominò il card. Carlo arciprete di S. Pietro e membro della Congre­ gazione dell'Indice. A lui si deve l'iniziativa di pubblicare l' lndex librorum prohibito­ rum nel 1670.Celebrò nel 1674il sinodo a Subiaco, di cui era abate, e nel 1685 a Farfa. Nel 1679ebbe l'incarico di legato di Urbino. Il ruolo di Carlo Barberini in curia fu piut­ tosto modesto, anche se nel conclave del 1691, uno dei sette cui egli partecipò, risultò tra i papabili. Per non compromettersi, non si legò ad alcuna amicizia politica. Inviato da Clemente XI a Napoli come legato a latere per Filippo V, posticipò l'arrivo a quello del re per togliere un supposto appoggio pontificio alla sua successione in tutti i do­ mini della Spagna. Piuttosto malfermo di salute, Carlo Barberini morì l'II ottobre 1704; cf. Hierarchia Catholica ... , IV p. 31; A. MEROLA, Barberini, Carlo, in Dizionario biografico ... , 6, p. 171-172. 50. Francesco Paolucci, figlio di Giovanni dei conti Calboli e di Bernardina Masseri, nac­ que a Forlì. Studiò legge a Roma e svolse l'incarico di segretario della Congregazione del Concilio, referendario delle due Segnature. Nominato cardinale col titolo di S. Giovanni a porta Latina il 23 aprile 1657, fu prefetto della Congregazione del Concilio. Morì il 9 luglio 1661: cf. G. MORONI, Dizionario... , 51, p. 144-145; Hierarchia Catho­ lica... , IV, p. 33.

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videntiam atque auctoritatem implorando, consuluit, in hunc modum emi­ nentissimi patres responderi mandarunt. Canonicos cathedralis ecclesiae quoties praescripto rubricarum duplex missa conventualis celebranda sit, ex mente sacrosancti Tridentini concilii utrique personaliter interesse teneri, non obstante quacumque consuetudine etiam immemorabili. Eosdem canonicos ad missam conventualem per se ipsos canendam illis diebus quibus ex instituto vel legitima consuetudine eius ecclesiae debent, compellendos esse. Attamen eminentissimum episcopum permittere debere ut canonici in functionibus tum ipsius ecclesiae tum chori ad quas tenentur, sese invicem substituant, dummodo substituens a civitate vel a suburbiis non absit et sub­ stitutus eodem tempore eiusdem ecclesiae servitio obstrictus non sito Praeca­ vendum nihilominus esse, ne canonici huiusmodi facultate abutentes fre­ quentius substituant quod eiusdem Ordinarii erit arbitrium. Cuius pastorali sollicitudine eminentissimi patres iniungendum censue­ runt ut distributiones primae, tertiae, sextae ac nonae quibus illae carere di­ cuntur omnino assignet, servatis in huiusmodi assignatione iis quae per sa­ crum Concilium cap. 3 sesso 22 et 23 circa tertiam partem proventuum et ob­ ventionum in distributiones quotidianas convertendas disponuntur ut cano­ nici titulo trimestris vacationis per sacrum Concilium illis permissae ultra numerum alias per antecessores episcopos statutum a chori servitio eodem tempore absint. Permittendum non esse censuerunt eminentissimi patres et contraformam huiusmodi statuti absentes, distributiones quotidianas quas ex apostolico indulto in praenarrata trimestri vacatione illos lucrari narra­ tur percipere minime posse sed eas inservientibus dumtaxat accrescere. Servandum quoque decretum censuit sacra Congregatio quo antedictis canonicis privata recitatio officii divini, dum missa conventualis celebratur, inhibita fuit. Circa praebendarum optiones etiam in mensibus Apostolicae Sedi reser­ vatis fieri solitas, praescribendus ac denuntiandus erit ab eminentissimo episcopo competens terminus canonicis intra quem de iure quo antedictae optionis nituntur legitime doceant. Quoniam sacra Congregatio dioecesanam visitationem non sine uber­ rimo animarum fructu peractam fuisse intellexit, qua vigilantissimus pa­ stor, ut suas oves agnoscat et ab iis invicem noscatur et ametur, universum gregem recensendo diocesim finibus amplissimam asperitate montium non facile per vias paterna charitate cui sunt prava in directa et aspera in vias planas per se ipsum visitavit. Ideo ad praenarratos uberrimos fructus 489


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cumulandos, eadem sacra Congregatio censuit si sanctissimo domino no­ stro placuerit, eidem eminentissimo episcopo delegati apostolicifacultatem per litteras in forma brevis esse tribuendam ut ecclesiam et Hospitale do­ mum S. Mariae quam dicunt della Misericordia, cum annexo Collegio quae ab Ordinarii iurisdictione exempta esse dicitur. semel, absque tamen praeiu­ dicio iurium utriusque partis , visitare possit ac decernere prout ecclesiae sua pastoralis providentia divino cultui expedire censebit. Eamdemque ob causam ut eodem delegati apostolici titulo atque auctori­ tate monasterium sanctimonialium ordinis S. Dominici in suburbiis civita­ tis, sub regularium legitime degens, quo ad omnia semel visitare valeat non disparem facultatem antedicto eminentissimo pastori annuente sanctis­ simo, concedendam esse, censuerunt eminentissimi patres. Ceterum sacra Congregatio expedire censuit disciplinae ac feliciori regi­ mini sanctimonialium monasterii in oppido Clusoni existentis quae in prae­ sens a regularibus ordinis S. Fran cisci de observantia reguntur, ut ab eorun­ dem regularium regimine nullum in Bergomensi dioecesi monasterium obti­ nentium... perfratrem unum extra claustra cum sororibus degentem antedic­ tarum sanctimonialium curae praesidentium eximatur. Quapropter pro speciali sanctissimi domini nostri auctoritate sibi attri­ buta eminentissimi patres monasterium praedictum hodierni eminentissimi episcopi Bergomensis eiusque pro tempore successorum regimini, corree­ tioni, atque omnimodae iurisdictioni ad praescriptum sacrosancti concilii Tridentini et Apostolicarum constitutionum exercendae subiecerunt, consti­ tutionibus antedicti ordinis ceterisque contrariis quibuscumque nonobstan­ tibus. Et quoniam ea quae universim circa clausuram et alloquium sanctimo­ nialium per sacrosanctum Tridentinum concilium et apostolicas constitutio­ nes praecipiuntur adeo sancte servanda sunt, uti ab huiusmodi monasteriis nedum violationis crimen sed criminis quoque suspicio ipsa tollenda ac praecavenda sit, quae nonnumquam frequentioribus colloquiis et praeser­ tim regularium virorum excitari potest, ideo ut eminentissimus episcopus magis magisque ad huiusmodi praecavenda mala potestatem suam agno­ scat, sacra Congregatio declarationes in hac materia a se alias editas eidem dandam esse mandavit tenoris infrascripti. Tametsi alias sacra Congregatio Concilii declaraverit licentias ingre­ diendi septa monasteriorum monialium exemptarum et regularium subiec­ tarum ex mera tantum necessitate quae moniales respiciat concedendas et accedendi ad monasteria et alloquendi cum monialibus pertinere ad ipsos superiores regulares, nihilominus sub die 13 novembris 1610 quo magis

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clausurae observationi consuleretur,facultate sibi a sanctissimo domino no­ stro tributa, statuit et decrevit, ut deinceps intra huiusmodi septa nemini in­ gredi nec alloqui liceat nisi licentiae concedendae in casibus necessariis quae moniales respiciant, nedum a superioribus regularibus dictorum mo­ nasteriorum, sed etiam a locorum ordinariis obtentae fuerint, nonobstanti­ bus quibuscumque contrariis legibus, statutis, consuetudinibus etiam imme­ morabilibus," Postremo autem ad removendam omnem dubietatem quae ex huiusmodi decreto forsan oriri posset, negotio iterum in sacra Congregatione proposito et constitutione s.m. Gregorii XV perpensa, atque ad sanctissimum domi­ num nostrum relato, die 21 maii 1630 sua sanctitas declaravit huiusmod! li­ centias a superioribus regularibus non esse petendas in illis casibus in qui­ bus adesset consuetudo ut istae ab episcopis tantum conceduntur. Hoc nempe casu statuit et decrevit talem consuetudinem esse observandam et ip­ sorum episcoporum tantum licentias sufficere etiam privative quoad ipsos regulares." Contra quos in antedictis casibus delinquentes poenis etiam censurarum ab Ordinario tanquam delegato apostolico procedi posse, alias declaravit eadem sacra Congregatio. Tandem ut eminentissimus episcopus qui meliora semper carismata ae­ mulatur, circa Tertiarias etiam regularis diciplinae instaurationem pro sua egregia providentia et consultissimo zelo curare valeat, in eius memoriam sacra Congregatio revocari mandavit nonnulla eorum qua e in concilio Late­ ranensi a s.m. Leone X et postmodum a Gregorio XIII ad relationem Con­ gregationis Concilii sub anno 1572 circa huiusmodi Tertiarias praescripta fuerunt;" nempe: Teniariis quae tria vota non emiserunt praefigendum esse terminum quin­ decim aut viginti dierum ad deliberandum si vellent professionem votorum substantialium emittere ac sifacerent episcopi eas intra monasterium clau­

51. Nella documentazione relativa a questa data non è stato possibile trovare il decreto in parola: cf Ace., LiberXI Decretorum S. C. Concilii a mense maii 1607 ad mensem decem­ bris 1618, tf. 87r-88r, lO nov. 1610. 52. Cf. ibid., LiberXIV Decretorum S. C. Concilii a mense 5 ianuarii 1629 ad mensem novem­ bris 1633, f 340v. 9 nov. 1630, sesso XXV, cap. 5 De Regularibus. 53. Cf ibid., Liber XI Decretorum ... , f 21v, 6 dico 1607; f. 112v, lO mar. 1612; f. 115r, 24 mar. 1612, sesso XXIV, cap. 11.

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RELAZIONE

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GIUGNO

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derent, et ad perpetuam clausuram observandam eogerent, earumque eu足 ram gererent, quod si nollent tune eas e monasterio eicerent, et ad domos pa足 rentum propinquorumve remitterent, easque amplius non sinerent neque in monasterio neque in eongregatione degere. In quorum fidem etc. presentes eiusdem saerae Congregationis nomine dedimus sigillo et manu(bus) nostris nee non secretarii Congregationis prae足 dietae munitas.

Datum Romae hac die XIX iunii 1660.

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Relazione 1663

Asv, Mise. Arm. VIII, 43 A, ff. 255r-257v, 266r-v Nel fondo dell'Archivio della Congregazione del Concilio per il venti­ seiesimo triennio, 1660-1663, manca la documentazione dell'avvenuta visita ad Iimina da parte del card. Gregorio Barbarigo. È da supporre che egli trovandosi a Roma ospite di Alessandro VII, come risulta dai docu­ menti citati nella bibliografia (fonti inedite), abbia adempito all'obbligo in parola. In tale occasione il card. Barbarigo presentò personalmente al Papa la relazione con una lettera a lui indirizzata, conservata nell'Archivio Se­ greto Vaticano, Miscellanea, Arm. VIII, 43 A, Materiae diversa e per civita­ tes Congregationis super statu Regularium, tomo 2, ff. 255r-257v, 266r-v (mm. 25,30 x 18,30). La relazione è stata pubblicata da E. CAMOZZI, Le Istituzioni monasti­ che... , II, p. 386-388. 101 Bergomensis Ecclesiae statum transacto triennio eminentiis vestris exposui ac, quo tunc temporis loco essent eius res.fuse atque copiose ob oculos posui. Particularia nunc quaedam prosequar, additamentum scilicet meae reverentiae meique muneris complementum. Ac in primis ut cathedralis ecclesiae visitationem referam, non invitat me modo, sed cogit humanitas vestra eminentissimi patres qui hoc in munere labo­ rantem, atque ea quae divus Carolus olim, dum eandem inviseret, persancte sta­ tuerat, postliminio revocare conantem, egregie adiuvistis, prorsus ut si iIIa iam canonici, magnam saltem partem, servant, exequnturque, id p raecipue huius sa­ crae Congregationis patrocinio, atque auctoritati acceptum referri debeat. Cui subseribens Venetiarum senatus, Capitulum, quod eius praesidium atque opem ad meos conatus infringendos postulaverat, adeo non exaudivit, ut ne audiverit quidem, ac canonicum, qui Capituli nomine rem agebat, gravitercorreptum reie­ cerit civitatis Bergomensis rectoribus praecipiens ut, si res exigeret, saeculare etiam brachium mihi commodarent. Quod secundo loco occurrit e Seminario non iIIesacrorum ministrorum pro­

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ventus existit, qui sacro praesertim concilio Tridentino cordi fuit; idque ob eam praecipue causam, quia qui in ilio instituuntur iuvenes, postquam ali­ quot annos gramaticae ac principiis rethoricae operam navarunt, statim egrediuntur, spemque fructus frustrantur, in ipso scilicet aetatis fiore animi ac ingenii cultum deserentes, cum maxime ad pietatem et ecclesiasticam dis­ ciplinam erudiendi essent. Quare crederem in dioecesi Bergomensi, quae su­ pra centum quadraginta tria millia animarum continet, necessarium et alte­ rum instituere seminarium, in quo sacris ordinibus initiandi computi eccle­ siastici aliarumque bonarum artium disciplinam, sacram scripturam, libros ecclesiasticos, homilias sanctorum atque sacramentorum tradendorum, ma­ xime quae ad conjessiones audiendas sunt opportuna, et rituum, ac ceremo­ niarumjormam ediscant. Quod etiam in aliquibus dioecesibus nostraepro­ vinciae Mediolanensis maximo christianae ac ecclesiasticae disciplinae fructu p erficitur. Seminario praesunt quatuor illi tantum, quos Tridentina Sinodus in bene­ ficiorum unione designat, iique studiorum, morum, reddituum, rationum­ que examinis, una cum episcopo, cura m gerunt. At vero cum unicuique mu­ neri sacra Sinodus suos ministros attribuat, uti late sesso 23 cap. ult. edisse­ rit, moribus ac studiis duos, beneficiorum unioni quatuor, totidemque an­ nuae rationum discussioni, a sacra Congregatione humiliter exquiro: 1.° an sacri Concilii decretis, vel potius consuetudini standum; 2.° an arbitrio episcopi sit bonorum temporalium administrationem, cui ipse velit, committere. Seminarii sterilitati, clericorum multitudo, alterum scilicet incommodum additur. Cum enim mos inoleverit, ut laici nunc raro ecclesiis bona largian­ tur, quae missarum onere non praegraventur (integram videlicet liberalita­ tem sacerdotibus negantes, quos morum integritas non commendet) fit, ut institutiones capellaniarum, ut dicunt, a fidelibus in diem semper augean­ tur, quae non beneficiorum, sed legatorum piorum rationem habentes, admi­ nistrantur a conjraternitatibus et sodalitiis laicorum: qui sacerdotes, incer­ tis vagantes sedibus, easque inconsulto episcopo deserentes, pacta annua elemosina, conducunt et dimittunt. Quare ordinationem jacturo alterum e duobus incommodis mihi subeundum: nimirum si probatae tantum vitae ac doctrinae viros sacerdotio admovere voluerim, multiplici capellaniarum de­ bito minime satisfecero, unde depereunt piae testantium voluntates et eo­ rum conscientias, ad quos praedicta spectant, onerandi occasio datur; quod magna quidem mea et populi molestia nunc in dioecesi Bergomensi contin­ git. Si vero capellaniis providere satius duxerim, minus idoneos, minusque di­ gnos ad sancti altaris ministerium admittere compellar. Hinc episcopo angu­

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RELAZIONE

1663

stiae, clericis vitia, sacerdotio contemptus, ecc/esiae scandala,fidelibus rui­ nae. Huic, arbitror, occurretur incommodo in iis locis, in quibus missarum numerus neque necessitati, neque commoditati inservit, si consentientibus dominis aut perpetuis administratoribus aliqua parsfructuum aliquibus bo­ nae indolis adolescentibus eiusdem loci, ubi ea bona sita sunt, in Seminario educandis pro sustentatione concedatur. Piis enim voluntatibus testatorum consultum esse sancta Sinodus cogno­ vit, sesso 25 cap. 4, si circa haec statuatur quidquid magis ad Dei honorem et cultum, atque ad ecc/esiarum utilitatem videturexpedire. Experientia autem mihi pienissime constat, nihil esse quod populos magis ad pietatem, et Dei cultum assidue instruat, quam eorum vita et exemplum, qui se divino mini­ sterio dedicarunt; quod in clero dtfficillime assequetur, nisi adolescentum aetas recte instituatur et a teneris annis ad pietatem et religionem, informe­ tur, ac nisi variis experimentis aliquo modo pateat eorum, esse, quos elegit Dominus et posuit, at eant et fructum afferant. Quae omnia iuxta sacri Con­ cilii praescriptum perficere non esset difficile, ut scilicet eorum semper de­ functorum commemoratio fieret, qui pro suarum animarum salute legata ea ad pios usus reliquerunt, publicis ac privatis orationibus, ieiuniis et aliquo missarum numero exsolvendis scilicet ab ùs, qui aliqua parte eorum fruc­ tuum gaudent.

102 RISPOSTA DELLA CONGREGAZIONE DEL CONCILIO

Acc., Lib. litt. SS.vV.LL., 1659-1664, ff. 255v-256 Bergomen. Nos Flavius tituli S. Mariae de Populo Sanctae Romanae Ecc/esiae pre­ sbiter cardinalis Chisius sacrae Congregationis Concilii Tridentin i praefec­ tus,' fidem facimus et attestamur quemadmodum eminentissimus et reve­

1. Figlio di Mario e di Berenice della Ciaia, Flavio Chigi nacque a Siena 1'11 maggio 1631.Assai giovane accompagnò lo zio Fabio a Mìinster e Aquisgrana per le trattative di pace, ma fu rimandato a casa poco dopo. Applicatosi allo studio del diritto e della fi­ losofia, nel 1651 entrò nello stato ecclesiastico con gli ordini minori. Chiamato a Roma dallo zio Alessandro VII un anno dopo l'elezione, ebbe il presbiterato il 3 giu­ gno 1656 e il 9 aprile 1657il titolo di cardinale prete di S. Maria del Popolo. Svariati gli

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rendissimus dominus cardinalis Barbadicus episcopus Bergomensis munus visitationis sacrorum liminum per se ipsum pie et diligenter obivit et ad vige­ simum sextum triennium vineae quam eiusfidei atque creaturae magnus pa­ ter familias credidit, hodiernum statum retulit eminentissimis Sanctae Ro­ manae Ecc/esiae cardinalibus concilio Tridentino interpretando praeposi­ tis. Qui eius episcopalem providentiam ac sollicitudinem zelum Dei zelan­ tem alias probatam atque perspectam novis laudibus cumularunt. Caeterum ad ea quae ille eamdem sacram Congregationem consuluit, eminentissimi patres ita respondendum censuerunt. Universa munia atque officia ad Seminarii regimen opportuna ac neces­ saria inter administros seu deputatos iuxta numerum a sacro Concilio cap. 18 sesso 23 de reform. praescriptum, nonobstante contraria consuetudine di­ stribuenda esse ac digerenda. Licere eminentiae suae, prout sibi opportunum videbitur in ampia Bergo­ mensi dioecesi iuxta decretum Concilii in dicto cap. 18 verso in ecc/esiis sesso 23 de reform. alterum instituere Seminarium. 1tidem licere eminentiae suae administrationem bonorum temporalium Seminarii committere administra­ toribus arbitrio suo electis, dummodo in electione ipsa deputatorum consi­ lium adhibitum fuerit, sufficere tamen quod huiusmodi consilium eminen­ tissimus pastor requisierit atque adhibuerit, caeteroqui posse deinde per se ipsum id statuere ac deliberare quod sibi magis expedire videbitur.

incarichi svolti: governatore di Fermo, referendario delle due Segnature, prefetto della Congregazione della Sanità, legato a latere ad Avignone, bibliotecario, prefetto della Segnatura di Giustizia, della Congregazione sui confini della Chiesa, legato a la­ tere al re cristianissimo. Rimase cardinale nepote, senza assurgere al rango di cardi­ nale segretario di stato. Dopo la morte dello zio e del padre Mario, si manifestarono in Flavio qualità insospettate e brillanti che l'incidente dei Corsi a Roma nel 1662 aveva­ no forse fatto sottovalutare. Contribuì all'elezione di papa Innocenza XI, da cui però fu privato dall'incarico di bibliotecario. Fu arbitro delle elezioni di papa Alessandro VIII e Innocenza XII. Si mostrò liberale coi poveri, curò le chiese, ebbe rapporti col Bernini e il Fontana, commissionando lavori e favorendo l'arte con uno spirito da me­ cenate. Vescovo di Albano nel 1686,dove celebrò un sinodo nel 1687, e di Porto, non seguì molto i problemi della vita politica, diplomatica e teologica, alle prese allora col giansenismo e il quietismo. Morì il 13 settembre 1693: cf. L. v. PASTOR, Storia dei Papi ... , XIVIl, p. 327 passim... ; Hierarchia Catholica ... IV, p. 32-33; E. STUMPO, Chigi, Flavio, in Dizionario biografico ... , 24, p. 747-751.

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In quorumfidem praesentes eiusdem sacrae Congregationis nomine dedi­ mus sigillo et manu(bus) nostris nec non secretarii Congregationis praedic­ tae munitas dedimus. Romae hac die XXII septembris MDCLXIIl.

Card. Chisius praefectus C. De Vecchis episcopus Clusinus Congregationis saecretarius: Gratis etiam quoad scripturas.

2. Carlo De Vecchis, di Siena, intraprese la carriera ecclesiastica e divenne referendario delle due Segnature. Dottore in utroque iure, fu ordinato sacerdote a dicembre del 1647, vescovo di Chiusi il 15 marzo 1648, promosso arcivescovo di Atene il 27 aprile 1667. Ebbe \'incarico di segretario della Congregazione del Concilio. Morì nel 1675 circa: cf. Hierarchia Catholica .... IV. p. 99, 155.

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DANIELE GIUSTINIANI


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DANIELE GIUSTINIANI

Daniele Giustiniani nacque agli inizi del secolo XVII, dai nobili vene­ ziani Pietro e Marina Giustiniani. Frequentò l'università di Padova, dove ritornò adulto per addottorarsi nell'imminenza della sua ordina­ zione episcopale. Percorse una carriera brillante nel mondo politico della Serenissima, sino a diventare senatore e accumulò una cospicua ricchezza, che andò ad aggiungersi a quella ingente della famiglia. I Giustiniani a Venezia oltre che per le fortune economiche, brillavano per aver dato alla Chiesa e alla società illustri personaggi: S. Lorenzo, protopatriarca, il beato Paolo, fondatore dei Camaldolesi di Monteco­ rona, la beata Eufemia, badessa delle benedettine di S. Croce alla Giu­ decca, Leonardo, fratello di S. Lorenzo, famoso umanista, Bernardo, fra­ tello del beato Paolo, celebre letterato. Nella seconda metà del sec. XVII i Giustiniani erano in parentela col doge Domenico Contarini (1659-1675), e avevano ambasciatori presso gli stati europei. Il fratello Gerolamo era stato ambasciatore a Roma dal 1653 al 1656 e un altro fratello, Marcantonio, fu doge dal 26 febbraio 1684 al 23 marzo 1688. Daniele Giustiniani all'età di 48 anni circa lasciò il mondo a lui fami­ liare ed entrò nella vita ecclesiastica. Il titolo di dottore in diritto civile e canonico conseguito alla Sapienza di Roma accrebbe il suo prestigio di uomo amni eruditione cultissimum. Daniele Giustiniani ebbe la tonsura e gli ordini minori il 7 settembre 1663,il suddiaconato e il titolo di primicerio di S. Marco 1'8,il diaconato il 16 e il presbiterato il 21 dello stesso mese. Del personaggio era giunta eco ad Alessandro VII che chiese al nun­ zio informazioni in vista di una sua possibile candidatura a una sede epi­ scopale. Trasferito a Padova il card. G. Barbarigo, il papa designò vescovo di Bergamo Daniele Giustiniani il 25 giugno 1664. Fu ordinato vescovo in S. Marco il 12 agosto dal card. Pietro Ottoboni, suo amico. Alla giovialità e alla facondia, Daniele Giustiniani univa l'abilità am­ 498


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ministrativa e "una prudenza dotata di un'esperienza delle cose del mondo atta ad ogni maneggio". Questo riconoscimento è ampiamente giustificato qualora si pensi che Daniele Giustiniani ottenne con successo l'unione dei due Capitoli canonicali e la costruzione della cattedrale, due questioni cruciali e in­ vano perseguite dai suoi predecessori. Anche Daniele Giustiniani visitò nel corso di un episcopato più che trentennale, la diocesi per tre volte. Convocò tre sino di diocesani. Ri­ strutturò i beni della mensa vescovile e ne ingrandì i possedimenti. De­ stinò le rendite ricavate e buona parte delle sue fortune personali al Se­ minario diocesano, ai poveri, alle opere diocesane. Daniele Giustiniani fu esemplare nell'osservanza della residenza e, contrariamente alle abitudini invalse, rinunciò una prima volta alla pro­ posta di essere trasferito a Brescia, una seconda volta nel 1689a Vicenza. Questa disposizione d'animo di Daniele Giustiniani ebbe il plauso dalla Congregazione del Concilio in questi termini: lpsa igitur commissi sibi di­ vinitus gregis (quem ne desereret, raro quidem exemplo, pinguiorem negle­ xit) curae pervigili incumbere pergat... La sollecitudine di Giustiniani per i

fedeli è testimoniata fra l'altro dall'iniziativa di tenere a suo onere nelle parrocchie le missioni popolari, chiamando da fuori diocesi i Gesuiti. Nel corso dell'episcopato di Daniele Giustiniani le Benedettine di Borgo di Terzo poterono finalmente insediarsi nel nuovo monastero di S. Pietro e una comunità di Domenicane prese dimora nel monastero della SS.ma Trinità a Serina. Il privilegio dell'esenzione dalla giurisdizione dell'Ordinario goduto dai Benedettini di Pontida creò ostacoli al piano pastorale di Daniele Giustiniani, come pure il rifiuto dei Francescani Osservanti di lasciare l'ospizio di Clusone presso le claustrali, su decreto della Congregazione del Concilio. Una situazione assai delicata si presentò a Daniele Giusti­ niani con l'ordinazione conferita da alcuni vescovi agli aspiranti al sacer­ dozio e al diaconato su commissione di alcuni commendatari dell'Or­ dine dei Cavalieri di Malta, senza le lettere dimissoriali prescritte e con un titolo sprovvisto di ogni garanzia e fondamento canonico. L'inverno del 1697 fu fatale a Daniele Giustiniani più che ottantenne, già menomato per un incidente occorsogli anni addietro. Il nunzio informò il card. Spada di prevedere ormai imminente la morte del vescovo, ne tesseva ampi elogi per la pietà e lo zelo, l'abilità amministrativa dimostrata nel portare la rendita della mensa vescovile a circa 10.000 ducati annui di rendita. E oltre a questo egli aveva anche 499


DANIELE GIUSTINIANI

fatto opera di bonifica nell'amministrazione dei legati e parrocchie, mo­ nasteri o enti inviando alla Congregazione del Concilio la domanda do­ cumentata, come si vedrà in seguito nelle note, per ottenere la riduzione degli oneri delle messe, in base al valore effettivo del capitale. Come si prevedeva, Daniele Giustiniani non fu in grado di superare l'inverno e morì 1'11 gennaio 1697.

Bibliografia: Fonti inedite: cf. AcvB,Arch. Cap., 214/l,Secretaria... , lettera del Capitolo a Da­ niele Giustiniani in occasione della sua nomina, 13 apr. 1664; ibid., Censuale... , ff. 67v-68r; ibid., Lettere pastorali... , 3, tr. 65r-150v; ibid., Rendite della mensa vescovile dall'anno 1667 al­ l'anno 1674 (rns), 198 ff.; ibid., Rendite della mensa vecovile per cera, livelli e fitti dall'anno 1674 al1697 sotto mons. vescovo Daniele Giustiniani (ms), 307 tr.; ibid., Sinodi diocesani, rac­ coglitore n. 2, 1668 Giustiniani I, 90 ff.j-ff.nn.; 1687 Giustiniani Ill, 41 tr.+tr.nn.; ibid., Visita Giustiniani, 55 (1666), tr. lr-341v; ibid., 56 (1666), tr. lr-402v; ibid., 57 (1666), tr. lr-196r; ibid., 58 (1666), tr. lr-l3lr; ibid., 59 (1666-1668), lT. lr-152r; ibid., 60 (1667), lT. lr-184r; ibid., 61 (1667), lT. lr-253r; ibid., 62 (1667-1672), tr. lr-145r; ibid., 63 (1680), lT. lr-280r, cf. f. 45r-v dove Daniele Giustiniani è descritto "hilari animo ac solita verborum facundia"; ibid.. 64 (1681), lT. lr-152r; ibid., 65 (1685), lT. lr-72r; ibid., 66 (1690), tr. lr-73r; ibid., 67 (1692), lT. lr-128r; ibid., 68 (1692), tr. lr-64r; Asv, C. Concilii, Positiones, 1683,tomo 16, Bergamo, richie­ sta da Daniele Giustiniani la subdelega all'abate di S. Spirito per la città e all'abate di S. Pie­ tro dei Celestini per la campagna, per benedire campane, vasi e suppellettili sacre, 18 nov. 1683; ibid., 1685,tomo 29, Bergamo; 1687, tomo 46, 48, 53, Bergamo; 1688,tomo 54, 55, 56,58, 59,60, Bergamo; 1689, tomo 65,70,71, Bergamo; 1690, tomo 78, 80, 84, 85, Bergamo; 1691, tomo 87,91, Bergamo; 1692, tomo 97, Bergamo; ibid., Lettere di Vescovi e di Prelati, 23, f. 433r; ibid., 69, f. 321r, 324r; ibid., 78,f. 190r; ibid., Ottoboni, 3, f. 621r, Bergamo 6lug. 1667,congratu­ lazioni di Daniele Giustiniani al card. P. Ottoboni per la nomina a datario; ibid., Proc. Dat., 42, lT. 105r-llOv, citazione, in lingua italiana, dalla dichiarazione del can. di Padova Antonio Paolucci; ibid., Secr. Brev., 1461, tr. 417r-418r, 8 gen. 1671,facoltà a Daniele Giustiniani e al vescovo di Verona di portare il berretto durante la messa a causa della salute delicata; ibid., S.S. Venezia, 101,f. 212r, 3 mago1664, dal nunzio Giacomo Altoviti informazioni al card. Ro­ spigliosi circa il soggiorno di Daniele Giustiniani a Padova, in vista dell'episcopato, per ad­ dottorarsi e imminente partenza per Roma accompagnato da due nipoti, uno dei quali di 23 anni inclinato alla vita ecclesiastica, per la visita al papa; f. 431r-v, 9 ago. 1664, benevolenza del papa circa la nota delle pensioni imposta sulla mensa vescovile di Bergamo; ibid., 145,f. 12r-v,25r-v, Venezia 12 e 14 gen. 1697, malattia e morte di Daniele Giustiniani; ibid., 282, f. 377r-v, Roma 29 mar. 1664, designazione di Daniele Giustiniani alla sede di Bergamo; lT. 377r-378v, Venezia 12 e 19 apro circa Daniele Giustiniani; ibid., 286, lT. 105v-106r,Venezia 2 ago. 1664, circa le 6 pensioni gravanti sulla mensa vescovile dal reddito annuo di 6.000 scudi; ibid., 290, f. 98r, Roma 171ug. 1683, circa la destinazione delle pensioni della mensa vescovile di Bergamo a mons. Sanudo, primicerio di S. Marco. e sua designazione a succe­ dere a Daniele Giustiniani destinato a Vicenza; tr. 99v-l00r, Roma 311ug. 1683, designa­ zione di Daniele Giustiniani a Vicenza; f. 103v, Roma 14 ago. 1683, sua rinuncia; tr. 111v-112r, 114r-v,Roma 18 e 25 set. 1683,contributo di 1.000 ducati da Daniele Giustiniani perla guerra contro i Turchi; ibid., 300, f. 216r, Roma 8 set. 1663, compiacimento di Alessan­ dro VII per la nomina di Daniele Giustiniani a primicerio, sua parentela con Francesco Giu­ stiniani ambasciatore di Venezia presso la Santa Sede; f. 234r, Roma 3 mago 1664, gradi­ mento del doge alla nomina di Daniele Giustiniani; f. 238r, Roma lO mag.1664, circa il viag­ gio di Daniele Giustiniani a Roma; f. 261 r-v, Roma 2 ago. 1664, circa le pensioni sulla mensa vescovile; BCAM, Azioni, 76 (1692-1697), tr. 259v-260r, Il gen. 1697.

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VISITE

AD

LIMINA

Fonti edite: cf. Monita Sinodalia ab Ill.mo et Rev.mo D. D. Daniele Iustiniano Bergomi Epi­ scopo, Co. promulgata anno 1668 die 15 maii universo clero Bergomensi, Bergomi 1729; Sino­

dus dioecesana Bergomensis secunda ab Illustrissimo et Reverendissimo D. D. Daniele lusti­ niano Dei et Apostolicae Sedis gratia Episcopo Bergomen. Camite, etc. habita anno 1679 die 5

iunii, Bergorni 1729; Sinodus dioecesana Bergomen. tertia ab Illustrissimo et Reverendissimo

D. D. Daniele Iustiniano Dei et ApostolicaeSedis gratia Episcopo Bergomen. Comite etc. habita

anno 1687 die 28 aprilis cum nonnullis constitutionibus, deeretis documentis, Bergomi 1729;

Vita dè Servi ... , p. Il; A. MAZZOLENI, Vita ... , cit.; B. CAVICCHIONI, Collationis ... , p. III-IV; Po­ destaria e Capitanato di Bergamo , p. 559, 572;

Letteratura: cf. D. CALVI, Effemeride , I, p. 140; II, p. 347, 564, 573-574; F. UGHELLI, Italia ... ,

IV, p. 512-517, citazione latina p. 512; A. M. GUERRINI, Sinopsis , p. 97-103, citazione p. 97;

V. CORONELLI,Sinopsis... , p. 10-11, 147-156; Hierarchia Catholica ,IV, p. 113; L. KARTTUNEN,

Les Nonciatures apostoliques ... , p. 16,46; L. DENTELLA, I Vescovi , p. 396-402; B. BELOTTI,

Storia di Bergamo ... , IV, p. 190-191; A. NIERO, Giustiniani, Eufemia, beata, in Bibl. Sanct., VI,

p.1349-1350; E. MASSA, Giustiniani, Paolo.fondatore dei Camaldolesi di Montecorona, beato,

ibid., VII, p. 2-9; G. di AGRESTI, Lorenzo Giustiniani, protopatriarca di Venezia, santo, ibid.,

VIII, p. 150-155; G. ZANCHI, L'età post-tridentina... , p. 188; IDEM. I Vescovi di Bergamo ... , in

Ritratti... , p. 162; L. PAGNONI, L'arte... , p. 77, 86, 88.

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RELAZIONE - 14 giugno 1670

Asv. C. Concilii, Relationes dioecesium, Bergomen, orig., ff. 56r-61v, 135r-144v La relazione presentata per il ventottesimo triennio, 1666-1669, è composta da un fascicolo di 16 fogli. Mancano documenti per la visita del precedente triennio, 1663-1666. È probabile che Giustiniani, come gli altri suoi predecessori, abbia adem­ piuto la visita ad limina personalmente quando fu ordinato a Roma nel 1664. La scadenza del triennio nel 1669 indusse il vescovo a chiedere per tre volte la proroga della visita, (ff.135r-140v) adempiuta non da lui, "non va­ lens ob eius aegram valetudinem ': ma dal can. Antonio Maria Moro, pro­ curatore, f. 141r-v. I f. 142r e 143r (stampa) sono gli attestati della visita alle basiliche dei Santi Pietro e Paolo. Il testo della relazione è scritto sui ff. 56r-61v, (mm. 20x30). Dopo la ta­ bella riassuntiva, Giustiniani a f. 60v conclude la relazione con un indi­ rizzo d'omaggio finale di sua mano e la firma autografa. Sul f. 61vè scritta una piccola nota della Congregazione. I fogli hanno ampi margini bianchi sul lato sinìstro, alto e basso. Sono bìanchi i ff. 61r, 144r-v. Il fascicolo si trova in buone condizìoni.

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Eminentissimi ac reverendissimi domini domini patroni colendissimi

Eminentissìmì e reverendis­ sìmi signorì cardinali

Bene ac sapienter, Christianae Reipublicae principes, institutum est ut antistitum quisquis tertio quoque anno ad purpuratum sena­ tum pastoralis sui muneris ratio­ nem referat. Sanctas has leges ea, qua par est veneratione prosequor,

Opportunanente e sapìente­ mente, o principi della Chiesa, è stato stabilito che ciascun ve­ scovo ogni tre annì riferìsca del suo ufficio pastorale al collegio dei cardinali. Con la debita venerazione io

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et Ecclesiae, cui praesum, statum fortunamque aperio. Labentis saeculi vix quintus su­ pra sexagesimum annus affulserat, cum me coeli auspicia et Apostoli­ cae istius Sedis arbitria a pacato Ve­ netae patriae sinu in Bergomensis Ecclesiae amplexus evocarunt. Sensi vel tum primum quam im­ mane pondus meis incubuisset hu­ meris, quantamve curarum dotem prima haec mihi sponsa afferret. In ipsius Urbis ingressu ex iacen­ tibus suburbiis mol/iter in collis ver­ ticem crebris aedificiorum fastigiis intumescentem ascenditur.' Inde tamquam a specula non tam im­ mensam planitiem ad meridiem, brumalemque ortum, quam plenis­ simam laborum provinciam visus sum prospectasse. Ubi enim valido murorum ambitu praeruptoque ag­ gere munita sese mihi urbs obiecit, tum subiit animum quanto firmius ad animarum, quam corporum eu­ stodiam ducendum sit vallum, qua­ lesque in eo duce excubias poscat Deus, quem suis praefecit copiis, ne

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osservo queste sacre disposizioni ed espongo lo stato e la condi­ zione della Chiesa cui sono prepo­ sto. Era appena iniziato l'anno 65 di questo secolo che volge al ter­ mine, quando il celeste favore e la decisione di cotesta Sede Aposto­ lica mi chiamarono dal seno tran­ quillo della patria veneta agli am­ plessi della Chiesa di Bergamo. Sentii allora per la prima volta quale grande peso sarebbe stato posto sulle mie spalle, quale in­ gente dote di cure pastorali que­ sta prima sposa mi avrebbe procu­ rato. All'ingresso della stessa città, dai sobborghi che giacciono sul piano, si sale dolcemente sulla cima del colle ricca di numerosi edifici. Di là come da un osserva­ torio, mi sembrò di vedere non tanto l'estesa pianura verso il mezzogiorno e l'invernale orien­ te, quanto una provincia assai ri­ colma di attività. Quando infatti mi si presentò la città munita di una forte cerchia di mura e di uno scosceso terrapieno, allora mi venne in mente quanto più saldo baluardo debba erigersi per la di­ fesa delle anime che per quella dei corpi, e quale vigilanza Dio ri­ chieda in quel condottiero che ha posto a capo dei suoi soldati affin­

Cf. D. CALVI, Effemeride... , I, p. 140; II p. 564.

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aut per cuniculos, aut aperto Marte tartareus hostis miserandam in/e­ rat vastitatem. Accepit me primum Cathedralis Divi Vincentii ecclesia haud equi­ dem superba mole spectabilis, ea tamen, ut si tempora patiantur, in augustissimum templum dignam­ que aede principe maiestatem pos­ sit assurgere? Neque perfunctoria pietate pa­ trios ibi martirum cineres publica pietas veneratur, traditamque a Divo Barnaba Servatoris religio­ nem, multo civium olim suorum sanguine sancitam colit ac tuetur?

ché il nemico infernale, attraverso cunicoli o in aperta battaglia, non vi apporti una miserevole devasta­ zione. Mi accolse per prima la chiesa cattedrale di San Vincenzo, non cer­ tamente ammirevole per grandio­ sità di edificazione, tale però da po­ ter assurgere, se i tempi lo permet­ teranno, a tempio maestoso e a una grandezza degna della chiesa princi­ pale. La pietà pubblica venera qui le patrie ceneri dei martiri con una profonda devozione, e onora la reli­ gione del Salvatore, trasmessa da San Barnaba e consacrata un tempo con molto sangue dei suoi cittadini.

2. I canonici deputati per la fabbrica, Antonio Minola del Capitolo di S. Alessandro, e Giovanni Giacomo Tasso, di S. Vincenzo, furono riconfermati nella seduta del 26 di­ cembre 1670:cf. Acvs. Arch. Cap., 168, Rev.mi Capituli generalis acta a die 2 maii 1668 usque ad diem 13 aprilis 1680 A. tertio in M. (ms), ff.nn. 3. Giustiniani segue la tradizione che fa risalire la prima predicazione del Vangelo e la fondazione della Chiesa a Bergamo all'apostolo Barnaba, giuntovi da Milano coi com­ pagni Agatone e Caio nel 40 d.C., seguito dall'apostolo Pietro e nel 61 da Paolo. Narno sarebbe stato istituito primo vescovo della diocesi da Barnaba. Un'altra tradi­ zione vorrebbe S. Romolo, discepolo di S. Pietro, predicatore del Vangelo in Italia e in particolare a Bergamo ove ne sarebbe diventato vescovo. Il culto a S. Barnaba aveva un riconoscimento civile. Ogni anno il Consiglio cittadino assegnava una somma ai cantori di S. Maria Maggiore per la messa cantata nel giorno della festa di S. Barnaba. 11 vescovo Milani, come già si è visto, aveva istituito in onore di S. Barnaba la festa della dottrina cristiana in cattedrale col convegno di tutte le scuole della città e la di­ stribuzione dei premi: cf. BCAM, Azioni, 64 (1641-1644), f. 288v,29 feb. 1644; B. DE PE­ REGRINIS, Opus divinum ..., p. l; I. DE DEIS,Successores Divi Barnabae apostoli in Ecc/e­ sia Mediolanensi, ex biblioteca Vaticana et ex manuscriptis lIIustris. et Rev.mi card. Sir­ teti, Romae 1571; CELESTINO, Historia ..., I, p. 71; M. MUZIO, Sacra historia ..., p. 2; D. CALVI, Effemeride ..., II, p. 295 colloca la data della predicazione di Barnaba a Bergamo nel 63 d.C.; III, p. 49-50, 204-205; F. UGHELLl, 1talia...,IV, p. 405; M. Lupo, Codex Diplo­ maticus... , I, p. 38-41; L. DENTELLA, 1 Vescovi..., 9-11; G. D. GORDINI, Barnaba, apostolo, in Bibl. Sanct., II, p. 805; C. ALZATI, Metropoli ..., p. 47,70-71; L. CHIODI, Dall'introdu­ zione..., p. 9.17-19.

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Tutti gli altri templi della città non risplendono né per la magnifi­ cenza di strutture né per il culto. Quello però sacro a Santa Maria, che è sotto la direzione dei po­ tenti laici, si distingue per l'al­ tezza delle mura, per ricchezza di beni e per ogni altra bellezza. Qui si riunisce un folto numero di nobili, qui la vicinanza del luogo invita anche me ad ascol­ tare gli oratori sacri assai celebri, che l'abbondante remunerazione, costituita in parte non piccola con mie spese, suole far venire da quasi tutta l'Italia. In tutto il clero (per incomin­ ciare dalla parte principale del gregge) ho trovato linee di co­ stumi tale che, se si tolgono picco­ lissimi nei, possono rappresen­

Coetera fana Urbis vix structu­ rae magnificentia nitent aut cultu. Illud vero, quod Divae Mariae sa­ crum sub Magnatum laicorum regi­ mine compositum est, murorum proceritate, divite censu, omnique splendore eminet. Huc frequens confluit nobilium numerus, huc me quoque loci pro­ pinquitas ad sacros exaudiendos oratores invitat, quos pingue stipen­ dium, non modica ex parte meis constitutum impensis, e tota pene Italia praestantissimos accire con­ suevit,' Ea porro in universo clero (ut a potiori gregis parte exordiar) mo­ rum lineamenta deprehendi, ut si minutuli tollantur naevi, non infor-

4. Anche Giustiniani desiderava, come i suoi predecessori, di avere a Bergamo valenti e celebri predicatori. Non sempre era possibile. Al compenso per il predicatore contri­ buiva anche il Consiglio cittadino. Il vescovo Comaro aveva chiesto per i quaresimali­ sti l'aumento di tale compenso. Ai predicatori poteva capitare di non riuscire graditi al Vescovo o al Consiglio cittadino. Padre Giacomo Cantiani, dei canonici regolari late­ ranensi, non ebbe dal vescovo Grimani il compenso pattuito di 500 lire, cionono­ stante continuò nel 1648 il quaresimale "più stimando le sodisfationi di questa patria che li proprii interessi". Il Consiglio cittadino dette a P. Cantiani oltre il compenso pat­ tuito la somma di lire 250 a parziale integrazione di quella negatagli dal Grimani. Lo stesso caso si ripetè nel 1651ancora con p. Cantiani. Nei confronti di predicatori ina­ dempienti, il Consiglio cittadino prendeva misure severe, come avvenne con don Carlo de Palma. Accettando di predicare in S. Maria Maggiore, poco dopo fu destinato al servizio di un monastero di monache, le quali non gli permettevano di adempiere l'impegno preso. Il Consiglio cittadino proibì agli amministratori della MIA di invi­ tare altri religiosi della Congregazione del de Palma a predicare per 20 anni: cf. BCAM, Azioni, 58 (1624-1627),ff.227v-228r, 15apro 1626; ibid., 66 (1648-1650), ff. 25v-26r,6 apr. 1648, f. 26r, per la citazione; ibid., 67 (1650-1652), f. 123r-v, lO giu. 1651; ibid., 71 (1665-1670), f. 102v,29 apro 1667; D. CALVI, Effemeride..., I, p. 366; L. CAIROLI, I più/a­ mosi quaresimali di Bergamo, in L'Eco di Bergamo, 4 marzo 1981 p.3; E. CAMOZZI, Le Istituzioni monastiche ..., II, p. 211-213.

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mis publicae pietatis imago facile valeat adumbrari. Neque humana­ rum rerum prona semper in dete­ rius conditio adeo hic bonos malis admiscuit, quin plurimos licuerit sincerae religionis et castigatae vi­ tae cultores invenire? In amplissimo canonicorum or­ dine alios speciosi literarum tituli,

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tare una immagine non difforme della pietà pubblica. Né la condizione delle cose umane, sempre volta al peggio, ha qui mescolato i buoni con i cat­ tivi, al punto che non sia possibile trovare moltissimi che coltivano una religione sincera e una vita ca­ stigata. Nell'illustre ordine dei nume­ rosi canonici, alcuni spiccano rag­ guardevoli peri bei titoli di studio,

5. Giustiniani con un decreto del 5 novembre 1665 aveva confermato le facoltà ai con­ fessori del clero secolare e regolare; era stato raccomandato ai curati di attenersi a ri­ spondere solo alle domande scritte sugli attestati per i cappellani delle loro parroc­ chie. Il vescovo nella prima visita pastorale trovò alcuni casi tra il clero e vi provvide in base alle norme consuete. A Francesco Abbati, ordinato dal vescovo di Piacenza in­ giunse di presentare entro 2 mesi il certificato della sua ordinazione. A Stabello i sin­ daci consegnarono un esposto contro il curato il quale, a differenza dei suoi predeces­ sori, pretendeva disporre delle elemosine raccolte nelle feste "cosa di gran pregiuditio alla povertà della nostra Chiesa". L'arciprete Ghirardelli a Clusone manifestò insoddi­ sfazione circa alcuni sacerdoti della collegiata e denunciò l'elezione di uno di essi da parte della confraternita senza il suo parere. A Francesco Aloisi, oriundo di Pesaro, cu­ rato di Locatello, assai anziano, Giustiniani assegnò il coadiutore Martino Locarino, indigeno, dopo averlo esaminato personalmente. Il vescovo non mancava di tratte­ nersi coi sacerdoti per una verifica della loro vita: ad Almenno S. Bartolomeo, come poi altrove diligenter.... perquisivit statum personalem predicti curati ac aliorum presbite­ rorum in loco ipso degentium. Ad Almè Giustiniani trovò il cappellano Marc'Antonio Berisso per quanto buono, però cacciatore appassionato con cani e "schiopetta" di le­ pri, a Brembilla il cappellano Cristoforo Carminati screditato per dei rapporti con una donna, a Gerosa il cappellano Francesco Locatelli che "sotto il titolo di divertir l'otio" anzichè condurre la vita ritirata frequentava troppo le compagnie profane. A Castro il vescovo fu messo al corrente del rifiuto di alcuni parrocchiani di ricevere i sacramenti dal curato perché insoddisfatti nei suoi confronti; a Stezzano proibì ai cappellani e agli altri sacerdoti che officiavano nel santuario della Madonna dei Campi di ammini­ strare i sacramenti o i sacramentali ai fedeli senza l'autorizzazione del curato, pena la sospensione a divinis ipsofacto incurrenda. A Sotto il Monte Giustiniani pensò di affi­ dare la soluzione della vertanza tra il curato e i sindaci dell'oratorio di S. Maria di Bur­ ligo a padre Antonio Plati, dei francescani osservanti. Questi sentenziò che il curato era obbligato a celebrarvi nella prima domenica del mese e nelle quattro feste princi­ pali di Maria Vergine, e che i sindaci dovevano corrispondergli 30 denari e le messe del legato Frassoni. Il vescovo ingiunse all'arciprete di Ghisalba, Michele Cavalleri, di provvedere, secondo il decreto del Barbarigo al restauro della chiesa entro tre mesi, pena una multa di 50 scudi e inoltre di associarsi un cappellano entro un mese, previa la sua approvazione. A norma della sesso XXV cap. 15 del Concilio di Trento, fu proi­ bito al Cavalleri l'amministrazione dei sacramenti nella parrocchiale. Giustiniani ri­ chiamò il cappellano dell'oratorio di S. Lorenzo a Fara Olivana, Bernardino Tonelli,

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alios patritius splendor, et christia­ nae nobilitatis decus, fumosis qui­ buscumque imaginibus illustrius commendato Ac licet hic veluti sena­ tus e gemino olim Capitulo in unum corpus coaluerit, tamen lae­ tandum est quae inter eos iam exti­ tere dissidia ac dissensiones, id temporis penitus expirasse, ut vi­ deantur non unum tantum caput, sed et animum eundem consen­ sisse. Accessit etiam eorum peren­ nis in choro frequentia nisi quam diem amoenior autumnus induta consuetudine subducat?

altri per la aristocrazia patrizia e per la nobiltà cristiana, cose molto più insigni di qualsiasi ap­ pariscente aspetto. E benchè que­ sto senato risulti formato di due Capitoli precedenti, tuttavia biso­ gna rallegrarsi che i dissidi e i con­ trasti, prima esistenti tra di loro, siano ormai del tutto cessati, tanto da sembrare che siano armo­ nizzati non solo in un unico capo, ma anche in un medesimo animo. Si aggiunse anche la loro continua presenza nel coro, tolto qualche giorno che l'amenità dell'au­ tunno, per invalsa consuetudine, rende libero.

all'obbligo di insegnare la dottrina cristiana nei giorni festivi cum assiduitate onerata conscientia, di compilare i registri dei presenti e delle messe celebrate. Nell'incontro col clero a Cologno il vescovo lasciò alcune disposizioni circa il servizio da prestare al­ l'altare a turno dai cappellani secondo l'età, e le congregazioni mensili da tenere d'in­ verno in parrocchia, d'estate a Urgnano, con l'esenzione di Ludovico Comenduno per anzianità, sacerdotesque paterna charitate et efficaci sermone ad vitae religiosae perfec­ tionem admonuit: cf. AcVB Lettere pastorali... , 3, ff. 72r-73r,91r-v; Visita Giustiniani, 55 (1666), f. 27r Abbati; f. 83r Stabello; ibid., 56 (1666), ff. 288r-291v Clusone; ibid., 57 (1666), f. 5r-v Locatello; f. l4r-v Almenno S.B.; f. 157r Berisso, Carminati, Locatelli; ibid., 58 (1666), f. 84r Castro; ibid., 61 (1667), f. IOv Stezzano; f. 35r, 250r-251v Sotto il Monte; ibid., 62 (1667-1672), ff. 9v-lOr Ghisalba; f. 34v Tonelli; ff. 38r-39v Cologno. 6. L'unione definitiva ed effettiva dei due Capitoli dei canonici avvenne nel 1688, come più oltre Giustiniani riferisce. Nei primi anni del suo episcopato sono documentati al­ cuni atti amministrativi, come l'elezione di due canonici per la tutela dei diritti dei due capitoli, il recupero di un censo di 500 scudi dal Pio luogo delle Orfane destinato all'altare di S. Alessandro, il recupero di lire 835 dovute da Lucrezia Bellafina per una cappellania in seguito a un lascito di Pietro de Quarismi (?), la facoltà all'abate Marco Antonio Zolio pro exigendis fructibus locorum montis Cesarini a Roma, la concessione di 500 scudi avuti da un censo pagato dal Pio Luogo dei Carcerati alla MIA al 3%, la de­ cisione, nella seduta capitolare del 3 febbraio 1670,di fornire di subselia la sacrestia per gli arredi sacri. A questi atti d'interesse dei Capitoli, se ne aggiungevano altri per i singoli canonici. L'arcidiacono Rodolfo Roncalli nel 1668 aveva chiesto il permesso di assentarsi per 6 mesi a motivo di una causa nel tribunale di Venezia e di percepire le distribuzioni quotidiane. Defendo de Vecchis, canonico, aveva domandato di lasciare Bergamo per seguire gli studi a Roma e di non essere privato dei frutti della prebenda

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Iam vero caeteram sacerdotum familiam ad paremfastigio suo pro­ bitatem vocaturus, operae pretium duxi institutas quasdam eorum congregationes fovere, in quibus haud inutili labore sacrae discu­ tiuntur quaestiones. A sacris ordinibus eos penitus ar­ cere mens est, qui doctrinae et inte­ gritatis tessera m non afferant, adhi­ bita vel in eos censura, quibus ad sacerdotalem apicem properanti­ bus meae sedis vacatio faciliorem aditum aperuit,' Illi autem quibus, me approbante, ad tantam sortem destinari contigit, per assiduas plu­ rium dierum exercitationes a divo Ignatio praescriptas sub severiori magistro erudiuntur.

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Per elevare la restante famiglia di sacerdoti alla proibità pari al loro grado, ho ritenuto che valga la pena favorire alcune loro con­ gregazioni già istituite, nelle quali con fatica non inutile sono di­ scussi problemi di carattere sacro. È mia intenzione impedire del tutto l'accesso agli ordini sacri a coloro i quali non offrono conno­ tati di cultura e di integrità, rico­ rendo alla censura anche contro coloro ai quali, nell'iter alla vetta del sacerdozio, la vacanza della mia sede ha reso l'accesso più fa­ cile. Quelli poi ai quali con la mia approvazione toccò di essere de­ stinati a così alto grado, vengono istruiti sotto un maestro alquanto esigente, mediante l'assidua pre­ senza agli esercizi di più giorni stabiliti da Sant'Ignazio.

e delle distribuzioni quotidiane. Una domanda analoga era stata fatta anche dal cano­ nico Antonio Guerini, che aveva seguito il card. G. Barbarigo come suo vicario a Pa­ dova. Per l'assegnazione di un canonicato vacante a Giovan Battista Vertova era inter­ venuto, con una lettera presso il card. Pietro Ottoboni, lo zio, fra Cristoforo Vertova, ri­ levando che in sede vacante non erano state rispettate le formalità e le consuetudini che davano al Capitolo la facoltà di tali provviste: cf. Acvs, Arch. Cap., 167, Acta ...• f. 19r-v,22 ago. 1664; f. 26v, 15gen. 1666; f. 27r-v,23 gen. 1666; ff. 32r-33r, 17nov. 1667ci­ tazione; f. 51v,21 ago. 1671; ibid., 168,Acra ... , 3 feb. 1670,citazione;Asv, C. Concilii, Po­ sitiones, 156, Bergamo, 18 ago. 1668 Roncalli; 11 mago 1669 De Vecchis; 23 feb. 1669 Guerini; ibid., Ottoboni, 7, ff. 18r-19r lettera di Cristoforo Vertova contro l'assegna­ zione del canonicato a Carlo Carminati, Bergamo 5 mar. 1670. 7. Il tentativo di alcuni candidati al sacerdozio non idonei, di ricevere l'ordinazione in tempo di sede vacante trova conferma nella documentazione della nota n. 33. Giusti­ niani nelle visite pastorali fu aiutato da sacerdoti diocesani che lo precedevano per i corsi di predicazione e le confessioni nelle parrocchie: Cristoforo de Santis, rettore di S. Cassiano, Giovanni Battista Poli, primicerio di Scano e Ossanesga, Giovan Battista Novaria, curato di Bonate Sotto, Antonio Tiraboschi, rettore di S. Michele: cf. Acva, Visita Giustiniani, 56 (1666), f. l r; ibid., 58 (1666), f. 10v; ibid., 61 (1667), f. lr; ibid., 62 (1667-1672), f. lr.

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I benefici che ho assegnato per la cura delle anime, hanno avuto un ottimo numero di candidati, in modo che fra di essi fosse possi­ bile scegliere validi collaboratori del mio compito. Anche dall'inclinazione di al­ cuni sacerdoti alla vita religiosa ar­ rise altresì la speranza di istituire presto il sodalizio di San Filippo Neri, dal quale, come da una ricca riserva, siano pronte persone di migliore qualità, per far crescere la vendemmia della vigna evange­ lica. Piace ora entrare nei chiostri dei religiosi, nei quali è conforme a pietà aprire dimore ospitali, dal momento che da essi non rara­ mente sono chiamati coloro che dal pulpito spargono nel popolo i semi della buona parola. Per la ve­ rità in alcuni loro monasteri mi ac­ cade spesso di auspicare un mag­ giore numero di uomini, con cui sia accresciuta una più fertile messe di virtù e di opere.

Beneficia quaecumque ad geren­ dam animarum curam contuli, opti­ mum candidatorum numerum ha­ buere, ut ex i//is licuerit non igna­ vos mei muneris administros deli­ gere. Ea quoque ex nonnullorum sa­ cerdotum prono ad religionem ge­ nio spes arrisit, brevi instituendum divi Philippi Nerii sodalitium, ex quo, velut diviti paenu melioris no­ tae viri in promptu sint, qui Evange­ licae vineae vindemiam augeant cu­ mulatius? Ingredi iam lubet religiosorum claustra, in quibus hospitalitios la­ res aperiri pietati par est, cum ex his accersantur, non raro, qui e sug­ gestu in populos spargant bonae mentis semina. Verum in quibus­ dam eorum coenobiis saepe contin­ git, ut maiorem optem virorum nu­ merum, quo virtutum et operarum fertilior seges alatur?

8. Il Consiglio cittadino approvò la fondazione della Congregazione o dell'Oratorio di S. Filippo Neri con la clausola che rimanesse laicale, non diventasse ordine di clausura, si astenesse dalle questue, dall'accettare donazioni di beni stabili ovvero dal loro ac­ quisto: cf. BCAM, Azioni, 71 (1665-1670), f. 304r-v, 28 gen. 1669. 9. I canonici regolari lateranensi di S. Spirito trattavano la vendita della possessione La Tezza di Stezzano (Dalmine), a Cristoforo Camerata, per 10.000 scudi, 7.068scudi di moneta romana, con una rendita annua di sco 330, notevolmente superiore all'affitto annuo di 154 scudi pagato da Giacomo Allario. Anzichè la riduzione del numero dei canonici in S. Spirito, si riteneva più opportuno vendere La Tezza per pagare i debiti contratti dal monastero a Venezia per 7.445 scudi con la Congregazione la quale aveva anticipato le somme richieste dalla Santa Sede per fa fronte alle spese sotto Paolo III, Paolo IV, Pio V, Sisto V e Clemente VIII, in esecuzione della bolla Indemnitati re­

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Non imbecillior religio in infir­ miori monialium sexu occurrit. Speciosas enim has Dominici campi areolas puriore coeli 'Ore ri­ gatas et Virginum liliis consitas summus castimoniae candor illu­ strat et lapsa in terras numina non alibi laetiores invenire delicias pos­ sint. Tamfaelicibus glebis non piget cultrices manus addere, ut si qua e sunt maligni graminis fibrae excin­ dantur. Dictas sibi in visitatione leges eae ipsae aequo animo subiere, qui­ bus religiosorum clientela aliquam olim obluctandi licentiam dede­ rat, lO meque suis adesse comitiis non obnuunt. A meo in hanc episco-

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Una vita religiosa non meno so­ lida si trova nel sesso più fragile delle monache. Un grandissimo candore di castità illumina infatti queste belle aiuole del campo del Signore, irrigate da candida ru­ giada celeste e seminate di vergi­ nali gigli, e gli abitanti del cielo discesi sulla terra non potrebbero altrove trovare più liete delizie. Non ci rincresce di aggiungere mani coltivatrici a terreni tanto fertili, per estirpare le eventuali ra­ dici della malefica gramigna. Con animo sereno hanno accolto le disposizioni loro impartite nella visita, quelle stesse che, per la pro­ tezione di religiosi, una volta ave­ vano potuto opporsi, e non rifiu­ tano ora che io sia presente ai loro capitoli.

gu/arium personarum di Paolo V,del 12aprile 1608.In quegli anni era in costruzione il convento di S. Bartolomeo e S. Domenico ma la mancanza di adeguati fondi non con­ sentiva ai domenicani di ultimarlo come desideravano. Nel 1697il priore Basilio Bot­ tagigi espose alla Congregazione del Concilio un piano, approvato dal maestro gene­ rale dell'Ordine e dal vicario capitolare G. B.Vertova, per ottenere i 4.500 scudi di mo­ neta romana necessari per completare l'opera, ricorrendo ai benefattori del convento il quale si impegnava a celebrare 3 messe quotidiane perpetue. AI piano del finanzia­ mento il priore Bottagigi aggiunse una dettagliata e assai interessante descrizione dei lavori da eseguire per i chiostri e gli ambienti di tutto il complesso, ottenendo la fa­ coltà richiesta: cf. Asv, C. Conci/ii, Positiones, 261, Bergamo, Canonici Regolari Latera­ nensi di S. Spirito,7 e Il ago. 1668; ibid., 1697, tomo 172, Bergamo, convento dei SS. Bartolomeo e Domenico dei Predicatori, Bergamo, 9 feb. 1697.

lO. Aveva iniziato la sua attività in quegli anni don Francesco Agazzi, confessore delle carmelitane di S. Orsola, riformatore delle claustrali di S. Maria di Rosate. Probabile quindi che Giustiniani si riferisca indirettamente a questa situazione, ovvero anche a quella delle claustrali di S. Chiara di Clusone, soggette agli Osservanti Francescani di Brescia, già accennate nella visita ad limina 1660, nota n. 27. Nel corso della visita pa­ storale Giustiniani prese atto che l'elezione della badessa era avvenuta in assenza del suo delegato, l'arciprete di Clusone, Alessandro Ghirardelli. Il vescovo manifestò il desiderio di celebrare in chiesa. Il loro assistente, p. Orazio, rifiutò la consegna delle

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Dal mio ingresso in questa sede episcopale si è aggiunto il re­ cente convento delle Dimesse. Le Terziarie che stanno nel paese di Alzano sono addivenute a un ge­ nere di vita più rigoroso, avendo rinunciato spontaneamente alla li­ bertà di andare girovagando. È ormai il momento di parlare del Seminario, alla cui conserva­ zione ho dedicato il massimo delle mie attenzioni, circondando

palem sedem ingressufaeminarum Demissarum ordini recentis conven­ tus facta est accessio:" Tertiariae vero Alzani oppidum incolentes in arctiorem vivendi dis­ ciplinam sponte vagandi libertate sublata sese composuerunt," De Seminario iam incidit sermo, cuius conservationi plurimun cura-

chiavi del tabernacolo. Su comando di Giustiniani il Cancelliere Marenzi lesse alle 34 claustrali convocate alla grata i decreti dell'ultima visita quibus non obstantibusfirmi­ ter (p. Horatlus) etiam contradicebat. Solo con le pene canoniche minacciate dai due convisitatori, i canonici Finardi e Minola, il religioso cedette, non senza aver ottenuto garanzie per l'esenzione dall'Ordinario: cf. Acvs, Visita Giustiniani, 56 (1666), ff. 17r-18r, f. 287r; f. 21r-v S. Carlo di Gandino; f. 24v 358r S. Anna di Albino; ibid., 59 (1666), f. 34r monasteri urbani di S. Benedetto, S. Chiara, S. Lucia, S. Orsola, S. Marta; f. 48r S. Maria M. Domini, Cappuccine; f. 57r Paradiso; f. 80r S. Maria di Rosate; f. 82r Cappuccine; f. 84r-v. S. Chiara; fI. 86r-87v S. Benedetto; f. 88r-v S. Grata; f. 90r-v S. Marta; ff',92r-93r S. Lucia e Agata; f. 94r-v S. Maria M. Domini; f. 95r-v S. Orso la; f.97r S. Maria del Paradiso; ff. 118r-119rS. Benedetto; ibid., 60 (1667),f. 6v S. Chiara di Mar­ tinengo. Questo monastero aveva in corso la pratica per l'acquisto della Colornbara, casa colonica con 180 pertiche bergamasche di terreno per 2.800 scudi di moneta ro­ mana, col reddito annuo di 90 scudi, proprietà dei signori Odasio, eredi di Paolo Oda­ sio di Martinengo. Nella domanda, presentata dal vescovo Giustiniani, il monastero cedeva in cambio 124 pertiche bergamasche di terreno ubicato a Martinengo divise in tre lotti distinti, per un valore di 1.600 scudi a lO paoli di moneta romana, e una somma di 933 scudi di moneta romana messa insieme da due censi (L. 3.500 dalla co­ munità e L. 1.400 dal sg. Giacomo Foresti), da un livello (L. 2.100 sui beni di Nicolino Pietro Suardi) e da un credito (L. 1.400 dagli eredi di Algisi Sebastiano), per un red­ dito complessivo annuo di 70 scudi di moneta romana: cf. Asv, C. Conci/ii, Positiones, 261, Bergamo, 8 apro 1671; A. MAZZOLENl, Vita... , p. 23-24. 11. Forse Giustiniani accenna alle Dimesse di S. Giovanni in Arena o di Borgo S. Anto­ nio fondate nel 1661 da Maria Elisabetta Alborghetti e Anna Tasca, come già visto pre­ cedentemente. Queste ultime nel 1686 circa chiesero alla Congregazione del Concilio l'autorizzazione a conservare nel proprio oratorio il SS.mo Sacramento, negata loro da una norma sinodale di Giustiniani: cf. Asv, C. Conci/ii, Positiones, 1686, tomo 41, Bergamo; D. CALVI, Effemeride.... I, p. 286, 374; III, p. 339, 431-432. 12. La Congregazione delle Terziarie Francescane dette anche dell'Immacolata Conce­ zione, fu fondata nel 1650 da Delia Zanchi Pelliccioli (1596-1657),con la regola del Ter­ z'Ordine Serafico, l'obbedienza all'Ordinario di Bergamo e la clausura volontaria: cf. visita ad limina 1660, nota n. 29; A. MANDELL!, Alzano nei secoli.... p. 162.

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rum addixi, tenellam eius sobolem paterna prope charitate complec­ tens. Novi enim e iacta ibi literarum semente laxiorem sacrorum anno­ nam consequi, qua divina horrea cumulentur. At huic molliendo solo nescio quo fato cultorum ac magi­ strorum penuriam cogor experiri, adeo ut ex sacrae istius Congrega­ tionis indulgentia vel parochus ad gestam olim rectoris provinciam ineundam iterum fuerit revocan­ dus, eo tamen pacto, ut idoneum vi­ rum ad vicarios labores destinarit ne populus eius curae commissus quidpiam omnino capiat detri­ menti," Ipsum autem parochum iussi ad gregem suum se subinde conferre, ita docendi regendique la­ bores cum pastoritia solicitudine haud inutili mistura sociantem.

la sua tenera prole di un affetto quasi paterno. So infatti che dalla semente dell'istruzione, che ivi si sparge, deriva un raccolto più ab­ bondante di beni sacri, di cui si riempiono i granai divini. Ma non so per quale sorte nello smuovere questo terreno debbo sperimen­ tare una penuria di coltivatori e maestri, tanto che col permesso di codesta sacra Congregazione si è dovuto richiamare anche un par­ roco a intraprendere nuovamente l'incarico già esercitato un tempo, di rettore, a condizione tuttavia che destinasse una persona ido­ nea agli impegni di vicario, affin­ chè il popolo affidato alla sua cura non ne subisca alcun danno. Ho comandato poi allo stesso par­ roco di ritornare spesso al suo gregge, amalgamando così non inutilmente le fatiche dell'inse­ gnamento e di governo con la sol­

13. La Congregazione del Concilio con decreto del 13settembre 1670aveva autorizzato il curato di Calusco, Giovanni Battista Mazzoleni, dottore in teologia, ad assumere l'in­ carico di rettore del Collegio Mariano, da novembre a marzo, con l'obbligo di ritor­ nare in parrocchia ogni sabato e domenica e le feste di precetto, e di farsi sostituire ne­ gli altri giorni del ministero, comprese le confessioni, dai francescani del vicino con­ vento di Baccanello. L'indulto pontificio al Mazzoleni fu concesso solo il 20 maggio 1676. Egli succedeva a Giovanni Battista Bragagna, che nel sinodo di Giustiniani del 1668 risultava addetto a quell'incarico. Per quanto riguarda il Seminario diocesano, al­ l'ingresso di Giustiniani vi erano ospiti 40 allievi. Ne era stato rettore per 23 anni Bar­ tolomeo Finardi, assai caro al Barbarigo, poi canonico convisitatore nella visita di Giu­ stiniani. Nel1670 il Consiglio cittadino aveva ricevuto un esposto sul Seminario e pro­ babilmente a causa di ciò era stata inviata una deputazione di alcuni consiglieri per e­ saminare la situazione: cf. AcvB,Sinodi diocesani, raccoglitore n. 2,1668 Giustiniani l,r. 34r; ibid., Visita Giustiniani, 56 (1666), f. lr; Asv, C. Concilii, Positiones, 99, Bergamo; ibid., Proc. Dat., 42,f.l08r; BCAM,Azioni, 72 (1670-1675), f. 41v, 18 apr. 1671;B. VAERINI, Scrittori di Bergamo ... , p. 106, per la notizia sul Finardi, ma cf. visita ad limina 1660, nota n.B.

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Evigilatur interim ut quam pri­ mum, sive ex hac patria, sive ex aliena provincia alius doctoris af­ fulserit occasio, ei statim semina­ riensis lampas tradatur. Haec de sacrafamilia libasse sa­ tis fuerit. Superest ut laicorum mores attin­ gantur. Bergomatum ingenium ad om­ nem industriam versatile, et rerum ingentium capax est. Nisi se in otii et malae quietis sinum tradat, ad probae indolis incitamenta non inani labore consurgit. Sub clemen­ tissimo coelo educatae mentes, pro­ pitia Minerva, literas colunt, neque spissa aut baeotica caligine stipan­ turo Cerei facilesque animi ad om­ nem propemodum finguntur elegan­ tiae imaginem, nisi quod obstinata odiorum duritie asperantur et in ul­ tionem praecipites vel offensiculas plurimo sanguine luunt:" Bellige­ ros hos spiritus compescere haud

lecitudine pastorale. Si bada nel frattempo perché appena brillerà l'occasione di un nuovo profes­ sore, sia della Diocesi sia di un al­ tro territorio, gli venga conse­ gnata al più presto la fiaccola del Seminario. Della sacra famiglia è sufficiente avere detto queste cose. Rimane ancora da trattare dei costumi dei laici. Il carattere dei Bergamaschi versatile per ogni genere di lavoro è capace anche di grandi cose. Se non si adagia nell'ozio o in un cat­ tivo riposo, con non vana fatica si eleva agli incitamenti di un'in­ dole buona. Sotto un cielo molto benigno le intelligenze educate con il favore del cielo coltivano gli studi e non sono oppressi da una densa o beotica tenebra. Gli animi malleabili e docili vengono come plasmati a ogni immagine di eleganza, a meno che, se non sono esasperati da una ostinata durezza di odi e precipitandosi nella vendetta, lavano con molto sangue anche le offese più pic­ cole. Non ho mai cessato di cal­ mare questi spiriti bellicosi, ma in

14. Alcuni casi successi a Bergamo, portati a conoscenza della Curia romana dai protago­ nisti e segnalati all'Ordinario, confermano il giudizio espresso da Giustiniani, ana­ logo a quello del suo predecessore. Un confronto con le lettere pastorali scritte da Giustiniani sarebbe tuttavia utile al riguardo. Tra i casi va segnalato quello del cano­ nico Bartolomeo Caleppio per la richiesta dell'indulto di partecipare alle distribuzioni del coro benchè assente, costretto a vivere da tre anni in casa per evitare di essere uc­ ciso da un signore con il quale invano aveva tentato di pacificarsi. Lattanzio Bonghi pentito e pacificato coi parenti e gli eredi di uno sbirro da lui ucciso e di un altro ferito con spada, per difendersi mentre a passeggio per Bergamo col servo era stato ingiu­

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cervelli votati a contese private, con fatica si riesce a far entrare

unquam desii at devotis privato Marti capitibus aegre mitior genius

riato e poi da essi assalito con l'archibugio la cui polvere fortunosamente non aveva preso fuoco, ottenne la dispensa dall'irregolarità per l'ammissione e la professione re­ ligiosa nei Cavalieri di Malta. Cario Giovanni Mazzetti, chierico ostiario, e Francesco Fornoni, ricorsero per l'ammissione alla vita clericale e la conseguente dispensa dal­ l'irregolarità che avevano contratto quando, ancora fanciulli di lO anni, scherzando sulla pubblica via, uno istigato dall'altro scagliando per scherzo una pietra a un coeta­ neo, invece del bersaglio aveva colpito a morte un ragazzo sopraggiunto. Bonaven­ tura Ferabobus, notaio per diverso tempo delle cause criminali a Bergamo, chiese a 27 anni d'età di essere ammesso agli ordini sacri, previa la dispensa dall'irregoalrità in­ corsa per le sentenze capitali seguite dagli atti ufficiali. Anche Gerolamo Cavalieri, chierico, e Vincenzo Bondoni, suddiacono, ricorsero a Roma per la dispensa dall'irre­ golarità e la promozione agli ordini maggiori, perché colpevoli l'uno di aver ferito gra­ vemente con l'archibugio un suo compagno e poi un ladro trovato in casa, l'altro in­ vece d'aver ucciso un certo G. B. Seghezzi in una lite. Il Cavalieri affermava di voler vi­ vere in pace e di essere riconciliato con la giustizia, chiedeva la dispensa per cautela. Il Bondoni, abilitato al sacerdozio e al possesso di qualsiasi beneficio con la bolla di In­ nocenzo X, chiedeva l'annullamento del divieto di celebrare nel paese in cui era avve­ nuto l'omicidio, perché ormai dimenticato dopo tanto tempo, tenuto conto anche delle sue precarie condizioni di salute e l'età avanzata. Il cappellano di Bariano, Eleu­ terio Cividino, sospeso a divinis per aver lasciato partire dall'archibugio un colpo che aveva ucciso l'amico Stefano Gallizioli mentre erano insieme per strada diretti a visi­ tare degli amici, chiese la reintegrazione nello stato sacerdotale per la celebrazione della messa, non avendo di che sostentarsi, dopo la definizione della causa nel tribu­ nale, il perdono ottenuto dai parenti della vittima e la promessa di celebrare in suo suffragio lO messe. Due altri laici ricorsero a Roma per l'ammissione allo stato cleri­ cale e la dispensa dall'irregolarità per omicidio. Francesco Terzi, durante la caccia col fratello Orlando, aveva ucciso Lorenzo Gherardi, contadino, presso il cui podere si erano appostati con la civetta. Il mal capitato aveva inviato il figlio a osservare i due cacciatori, e Orlando l'aveva colpito con un calcio. Accorso il Gherardi con l'archibu­ gio, ne era nata una rissa e Orlando ormai sopraffatto dal contadino assai vigoroso, era stato salvato dal fratello che aveva sparato e ucciso l'assalitore. Risolta la causa civil­ mente e pacificati gli animi coi parenti e gli eredi, ai quali Francesco aveva dato 86 scudi, dopo essere stato ammesso agli ordini, in un secondo tempo aveva ottenuto l'annullamento del divieto di celebrare nel luogo dell'omicidio. Un caso analogo fu quello di Giovan Battista Mazzoleni prima spettatore, a sedici anni, di una contesa tra suo padre e i fratelli con un gentiluomo e il suo sicario, poi istigato dalla madre, omi­ cida di quest'ultimo che uriava ferito vicino al suo padrone assassinato. Il Mazzoleni, da adulto, chiese l'ammissione agli ordini sacri e la dispensa dall'irregolarità incorsa. Più drammatico il caso del sacerdote Pietro Falchetti che a Bergamo uccise l'assas­ sino di suo padre, Giovanni Battista Bana. Dichiaratosi reo pentito per l'omicidio, in­ viò alla Congregazione la domanda di assoluzione dalla censura incorsa e la riammis­ sione al ministero, accompagnata dalla dichiarazione favorevole del vescovo Giusti­ niani, dell'arciprete di Treviglio dove l'interessato viveva dal 1687 e del vicario fora­ neo. Ecco, per concludere, altri casi analoghi a quelli più sopra accennati. Lo scalvino Giovanni Paolo Sandrinelli, diciasettenne, a servizio di Giovanni Paolo Zuccarini, uc­ cise, per un incidente, Antonio Rottigni il 2 febbraio 1678. Egli chiese alla Congrega­ zione il l Omarzo 1685 di essere ammesso alla vita ecclesiastica. In una lite scoppiata per motivi d'interesse tra Giovanni da Fino e il rev. Giuseppe Mora, quest'ultimo fu

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un'indole piu mite, poichè pen­ sano che difficilmente possano es­ sere sanate le ferite prodotte dalle offese, se non con altra spada e sangue ostile. Ammonisco spesso ed esorto quelli così ansiosi dell'integrità della propria fama, affinchè strin­ gendo patti più santi con Dio, si i­ scrivano alla pietà piuttosto che a una barbara milizia. Per frenare questo male nei nobili, ritengo op­ portuno che nei giorni di festa nella cripta di San Vincenzo siano attratti dalla dolcezza degli ora­ tori e del canto sacro, e lì come nella più segreta intimità di Dio e in un religioso speco, siano for­ mati alla vera luce che viene dal padre dei lumi. O si deve forse ta­ cere di quelli che il desiderio di ricchezza spinse al commercio o un improbo lavoro affatica in me­ stieri molto umili? Certamente

infunditur; arbitrantibus vix posse illata iniuriarum vulnera nisi alio ferro et hostili cruore sanari. l5 Tam anxios ad jamae suae integritatem moneo saepe et adortor, ut cum su­ peris sanctiorajoedera ineuntes pie­ tati verius, qua m barbarae militiae dent nomina. Sedando huic in pro­ ceribus malo illud opportunum reor, quodjestis diebus ad subterra­ neam Divi Vincentii aedem tum ora­ torum, tum sacri cantus suavitate pelliciuntur, ibique velut in secre­ tiori numinis penetrali ac religioso specu, ad veram lucem quae est a Patre luminum informantur. An vero de iis silendum quos aut opum cupido mercaturae addixit, aut improbus labor humilioribus ar­ tibus exercet? Certe Deus viliori hos

colpito con un coltello alla gola. I due poi si riconciliarono. Un fatto identico avvenne tra Luigi Tassi e il sac. Giovanni Battista Muletti, percosso dal primo con schiaffi e pu­ gni, sino a perdere sangue e a rimanere quasi esamine al suolo: cf. ACVB, Lettere pasto­ rali... , 3,f. 60, 69, 92-93, 95-98,21 gen. 1671,8 feb.1673, 3 Febo 1674; Asv, Arch. Nunz. Ven. II,434, ff. 281v-282r, Sandrinel1i; ibid., 435, f. 82v, 6 apro 1686, Muletti; f. 89v, 20 apro 1686, Mora; ibid.• C. Conci/ii, Positiones, 29, ff. 304r-305r, 7 lug. 1646. Bondoni, Civi­ dini; ibid., 149,ff. 7r-9, 14 dic.1652,Caleppio; ibid., 1695, tomo 154, Bergamo, Falchetti; ibid., Seer. Brev., 1172, ff. 56r-57r, 7set. 1657,Bonghi; ibid., 1177,ff. 192r-193r, 7 gen. 1658, Mazzetti-Fornoni; ibid.• 1195, ff. 203r-204r, 470r, 5 Febo 1659, Ferabò; ibid., 1254. ff. 157r-158r,23 mago 1662, Terzi; ibid., 1272, ff. 20r-21v, 3 Febo 1663, Terzi; ibid., 1315, ff. 103r-104v,31 gen.1665; Terzi: ibid., 1322, ff. 48r-49r, 30 mag.1665,Cividini; ibid., 1330, ff. 151r-152r, 22 ott. 1665, Mazzoleni; ibid., 1410, ff. 20 lr-202v, 31 ago. 1668 Terzi; ibid., 1455, ff. 378r-379r, 2 ott, 1670, Cavalleri;ibid., 1654, ff. 130r-131r, 20 Febo 1681, Bondoni; B. BELOTTl, Storia di Bergamo ... , IV, p. 149, 157-159; Podestaria e Capitanato di Ber­ gamo ... , p. 530, 565-567. 15. Nella prima visita pastorale Giustiniani aveva benedetto i cimiteri sconsacrati per fatti di sangue a Selino, S. Siro, S. Omobono. S. Michele e Carvico: cf. ACVB, Visita Giusti­ niani, 57 (1666), f. 4r, 7v, 9r, 10v; ibid., 61 (1667). f. 35v.

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pretio non aestimat. Propterea ad hanc quoque praedam anhelans vel in paupertatis sirtes retia demisi," Ad sacra sodalitia tamquam ve­ ritatis scholas accersuntur non pauci, ut ibi divitiarum cupidae mentes fallendi artes dediscant se­ que in maximam lucri partem con­ stituant. Horum sodalitiorum non­ nulla suorum librorum calculos ac rationes a me subduci abnuunt, et laicorum scitis ac iussis se prohi­ beri causantur. Quid, quod Divi Martini Congregatio et earum mu­ lierum coetus, quas a lapsu in tutio­ rem semitam reversas Convertitas appellant, rursumque aliae, quibus Succursus nomen est in sui regimi­ nis partem venire canonicos non pa­ tiuntur. Gravius etiam recenti hac li­ bertate peccantes, quod ab eius praescripto longe recedunt, qui Lo­ corum huiusmodi condidit leges ie­ citque fundamenta. 17

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Dio non ha per costoro minore stima. Perciò anelando anche a questa preda, ho calato le reti pure nei bassifondi della povertà. Non pochi sono chiamati ai pii sodalizi come scuola di verità, af­ finchè ivi gli animi, avidi di ric­ chezze, disimparino le arti di in­ gannare e si schierino nella parte del più alto guadagno. Alcuni di questi sodalizi rifiutano che io e­ samini i conti e i metodi dei loro libri, e portano come ragione di esserne impediti dalle decisioni e dalle norme dei laici. La Congregazione di S. Mar­ tino e la Società di quelle donne che, ritornate dalla caduta su una strada più sicura, chiamano con­ vertite, e ancora altre, che si chia­ mano del Soccorso, non permet­ tono che i canonici abbiano parte nel loro governo, errando ancor più gravemente con questa libertà sorta ultimamente, perché si al­ lontanano molto dalle prescri­ zioni di colui, che di tali luoghi ha istituito le leggi e gettato le fonda­ menta.

16. Giustiniani provvide al restauro dello scurolo ovvero dell'ara confessionis per l'eserci­ zio della dottrina cristiana e altre opere di pietà per i congregati nel pomeriggio delle domeniche dopo i vespri, tra le quali l'ascolto della predica e della musica sacra: cf. ACVB, Visita Ruzini, 71 (1699), ff. 40v-41L 17. Cf. Regola del venerando Pio Luogo del Soccorso della città di Bergamo dedicata al­ l'Ill.mo e Rev.mo Monsignore Daniele Giustiniani Vescovo di detta città, in Bergamo 1686; Regola dell'Ospitale delle Convertite, Bergamo 1776, p. 4-5 con l'obbligo per sta­ tuto di includere tra gli amministratori un canonico; D. CALVI, Effemeride... , II, p. 40, parla di nuovi ordini e capitoli dati nel 1664.

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Disposte così queste cose nella città, l'attenzione paterna deve es­ sere ormai divisa fra quelli che abitano la campagna e i più lon­ tani territori di questa diocesi. I monti che in qualche parte sono coltivati dove guardano a mezzogiorno portano in alto gran parte della mia diocesi, che si e­ stende per oltre quattrocento stadi sino ai territori confinanti con la Valtellina. Ma per la mag­ gior parte raggiungono cime così scoscese da riuscire a stancare an­ che gli occhi di coloro che vi abi­ tano, oltre che le forze e la pa­ zienza di coloro che vi salgono. Si innalzano, o più esattamente in­ combono, costruzioni sovrappo­ ste alle rupi e case sparse. Ma ho ritenuto di essere chiamato là e condotto dal dovere della visita af­ finchè la religione abbia impronte sicure sulle tortuosità tanto ripide e scivolose delle strade e non de­ cada là dove la strada è tanto incli­ nata al precipizio. Le catene dei monti aprono in qualche luogo ampie valli, che si distinguono per i numerosi vil­ laggi, noti per l'operosità e la mol­ titudine dei popoli. Dove dunque

His ifa in Urbe dispositis, iam in oppidanos quoque ultimosque agri huius limites paternae curae divi­ dendae sunto Dioecesis meae supra quadrin­ genta stadia usque in Vallis Telli­ nae fin es excurrentis magnam par­ tem attollunt montes alicubi cultu­ rae patientes, quo ad meridiem ver­ gunt; at plerumque tam asperis iu­ gis eductae ut vel incolarum fati­ gare oculos, nedum adrepentium vi­ res ac patientiam possint. Eminent, aut imminent verius, imposita rupibus aedificia sparsae­ que casae. Verum eo me vocari ac rapi visi­ tationis munere sensi, ut tam pen­ dulis lubricisque viarum meandris firma tenere vestigia discat religio, nec ibi corruat ubi adeo in ruinam prona est via. Catenatae montium series haud angustas alicubi val/es pandunt, quas erebrae villae populorum in­ dustria ac frequentia nobiles distin­ guunt:" Ubi ergo in diversa studia

18. Giustiniani nella visita pastorale del 1666-1667aveva visitato la valle Brembana, giun­ gendo sino a Foppolo, l'alta valle Seriana, la valle di Scalve e la valle Imagna: cf. ACVB, Visita Giustiniani, 55 (1666), ff. Ir-34Iv; ibid., 56 (1666), ff. Ir-391v, ibid., 57 (1666), ff. lr-188v.

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incolarum solertia fervet, ipsa pie­ tas ad urbis invidiam incalescit. In agro certe agrestia tempia non sunt et pleraque urbanam magnifi­ centiam aut aemulantur aut vin­ cunt," Divinae ediscendae doctri­ nae ea navatur opera, eoque studio ad salutaria dignoscenda prae­ cepta sexus uterque provehitur, ut vel afoeminis ea saepe retulerim re­ sponsa, quae vix a doctioribus viris expectassem. Itaque in earum scholis pulcher­ rimam quarundam academiarum imaginem suspexi, et laetabundum

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la solerzia degli abitanti ferve ar­ dente in diversi impegni, la stessa religiosità si accende ad invidia della città. Nella campagna non vi sono certo chiese rurali e la mag­ gior parte emula o supera la ma­ gnificenza urbana. Si attende con tale impegno ad apprendere la dottrina cristiana, e l'uno e l'altro sesso è spinto con tale diligenza a conoscere i salutari precetti, che spesso ho ricevuto anche dalle donne risposte cosifatte che diffi­ cilmente mi sarei atteso da più dotti uomini. E così nelle loro scuole ho ammirato una bellis­ sima rappresentazione di alcune accademie, e fu motivo di gioia

19. Per Giustiniani, come per G. Barbarigo un decennio prima all'incirca, la visita pasto­ rale fu una buona occasione per rendersi conto dello stato degli edifici sacri, dei lavori ultimati o in corso: a Piazzatorre la parrocchiale da completare, a Vilmaggiore l'inizio dei lavori, ad Alzano la costruzione a buon punto, a Urgnano e a Sforzatica i templi ul­ timati, ad Albegno i restauri, a Bonate Sotto e a Madone la fine dei lavori, a Solza i re­ stauri completati. A Schilpario Giustiniani in pontifica/i apparatu constitutus turrim campanariam ascensus iuxta formam ex pontifica/i romano prescriptam campanam maiorem consecravit. La cerimonia fu ripetuta a Chiuduno. Nel 1689 il conte Orazio Caleppio avrebbe chiesto al papa la facoltà di trasformare una piccola chiesa dedicata a S. Maurizio a uso civile, costruita dai suoi antenati nel castello della famiglia nel 1430 circa, dove già sorgeva una cappella, dando un compenso alla chiesa parrocchiale corrispondente al valore dell'immobile, 300 scudi circa, e con l'impegno di trasferirvi le memorie dell'oratorio. Alla domanda, passata all'esame della Congregazione del Concilio e della Penitenzieria, poi approvata, era unita la lettera di D. Giustiniani che dava parere favorevole, con la clausola che le spese rimanevano a carico dell'interes­ sato, e una dichiarazione del curato di Tagliuno, vicario foraneo, che proponeva, anzi­ chè la riparazione dell'oratorio, la destinazione della somma ai restauri della parroc­ chiale. Nel 1698 i conti Giacomo e Francesco Pellezzoli (o Pelliccioli) avrebbero do­ mandato in quanto benefattori e per spirito di pietà, la facoltà di aprire una finestra in casa loro che corrispondeva nella cappella del Rosario in costruzione nella chiesa di Alzano: cf. Acva, Visita Giustiniani, 55 (1666), f. 49v Piazzatorre; ibid., 56 (1666), f. 12r-vVilmaggiore-Schilpario; f. 27r Alzano Maggiore; ibid., 58 (1666),[. Iv Chiuduno; ibid., 61 (1667), f. 3v Urgnano; f. 14r Sforzatica; f. 17r Albegno; f. 20r Bonate Sotto; f. 23r Madone; f.32v Solza; Asv, C. Conci/ii, Positiones, 1689, tomo 171, Bergamo, Calep­ pio; ibid., 1698, tomo 182, Bergamo, Pellezzoli.

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fuit ve! montanum ovile tam laeto

pabulo saginari," Biennio absoluta visitatio" hos fructus tulit, ut sacerdotum mune-

che anche l'ovile della montagna fosse nutrito di tanto abbondante pascolo. La visita, conclusa in un biennio, ha portato questi frutti, di esaminare i titoli, gli incarichi, le entrate e i costumi dei sacer­

20. Giustiniani nella visita pastorale adottò, a seconda delle circostanze, vari metodi per verificare il funzionamento della scuola della dottrina cristiana, promuoverne lo svi­ luppo, richiamare i poco impegnati o lodare maestri e alunni per i risultati raggiunti. In alcune parrocchie il vescovo vidit quomodo se haberet doctrina christiana, in altre vi­ dit quomodo exercitaretur schola doctrinae christianae fidelium utriusque sexus et ei­ sdem elargitus est diversas sanctorum imagines ad excitandum spiritum fidelium, come ad es. alla Botta e a S. Giovanni Bianco. In altre Giustiniani doetrinam christianam au­ divit, come a Nossa, Villa d'Ogna, Vilminore, o doctrinam christianam intellexit a LetTe. Egli invece doctrinam christianam edocuit a Nasolino, Ogna, Bondione, Castione, Gaz­ zaniga e altrove; ad Albino e Nembro doctrinae christianae operam dedit così come in altre parrocchie; a Colere populum super doctrina christiana interrogavit; a Villa d'Almè, Brembilla e altre parrocchie doctrinam christianam pueros ac puellas edocuit, mentre a Figadellijìdeles utriusque sexus doctrina christiana edocuit. Giustiniani in vi­ sita a Oltre il Colle esortò i fedeli perchéfrequenteturdoctrina christian a, necparochus monere desistat ad hoc proprias oves et tempore talis exercitii ad divinorum officiorum ne quis audeat ludere. A Bottanuco dopo aver ascoltato la predica di padre Carlo Can­ tello, il Vescovo doctrinam christianam masculos edocuit, e a Mapello doctrinam chri­ stianam pueros edocuit quos optime instructos reperùt. A Endenna prescrisse che ogni parrocchiano se abstineat a tabernis et ludis, parentesque ducant proprios filios ad tam sanctum et necessarium exercitium. Nel sinodo diocesano nel 1668 la preservazione della fede era stata trattata congiuntamente alla scuola della dottrina cristiana: cf. Acvs, Visita Giustiniani, 55 (1666), tT. 3v-4r, 12v-13r, 30r, 38r, 50r, 52r-v, 57r; ibid., 56 (1666), tT. 3v-5r, 6r, IOr-lIv, I3v, 18v, 19v, 25r-v; ibid., 57 (1666), f. l r-v, 2v, ibid., 60 (1667), f. 20r; ibid.; 61 (1667), f. 28v, 44v; Monita sinodalia... , p. 4-5. 21. Giustiniani aveva indetto la visita pastorale il 4 maggio 1666. Egli la iniziò percor­ rendo la valle Brembana coi convisitatori canonici Bortolo Rota, Giacomo Muzio e il notaio Pietro Petrobelli. Il capitolo dei canonici il 26 giugno 1666 elesse altri due con­ visitatori, Bartolomeo Tiraboschi e Francesco Gargano, al quale per rinuncia suben­ trò Luigi Tasso. Giustiniani visitò in seguito la valle Seriana e la valle di Scalve coi con­ visitatori canonici Bortolo Finardi, e Antonio Minola e il notaio Giovanni Giacomo Marenzi. Il vescovo fu preceduto dai predicatori Giovanni Battista Poli, primicerio di Scano e Ossanesga, e da Cristoforo de Sanctis, rettore di S. Cassiano. Giustiniani vi­ sitò la valle Imagna accompagnato dal canonico Bartolomeo Finardi, la valle Caleppio e altre parrocchie coi canonici Pietro Pezzoli, Torquato Albani e col notaio Giacomo Antonio Gallinoni. L'Albani fu sostituito da Annibale Alessandri in seguito a malat­ tie. Giustiniani impegnò nelle prediche in preparazione alla visita Giovanni Battista Novaria, curato di Bonate Sotto. Egli proseguì nell'Isola coi canonici Pompilio Pellic­ cioli, Torquato Albani e col notaio G. G. Marenzi. I predicatori Antonio Tiraboschi, rettore di S. Michele dell'Arco, Carlo Cantelli, e Ferrante Bellini, gesuiti della casa S. Antonio di Brescia, precedettero il vescovo nelle parrocchie. Padre Cantelli fu in se­ guito sostituito dal confratello Francesco Maranzani. Il notaio Marenzi scrive che

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rum, titulos, munta, censum et mo­ res ad censuram redegerit, rerum sa­ crarum cultum inter primas ponere curas populos edocuerit et nonnul­ los longa vitiorum tabe infectos ab ipsis paene Orci faucibus extorse­ rit," Obfirm atis vicariis ad men­ struas in plebibus congregationes, 23 caeteraque sui muneris procu-

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doti; di insegnare ai popoli di met­ tere tra le prime preoccupazioni il culto delle cose sacre e di aver strappato quasi dalle fauci dell'in­ ferno alcuni infetti da lunga piaga di vizi. Stimolati i vicari alle congrega­ zioni mensili nelle pievi e a com­ piere tutti gli altri impegni del loro ufficio, ho indetto anche le

Giustiniani ascoltava i missionari. Nel 1666 e nel 1668 il vescovo visitò la città coi ca­ nonici Davide Secco Suardo e Giacomo Vecchi e il notaio P.Petrobelli. I fedeli furono preparati dal gesuita Giovanni Battista Manni concionatore praestantissimo ad bonos mores tuendos, malos corrigendos et radicitus evellendos. Nella valle Cavallina il Giusti­ niani si recò accompagnato dai canonici Giovanni Cabrini, B. Finardi e dal notaio P. Petrobelli. Le pievi di Ghisalba e Paderno con altre parrocchie confinanti furono visi­ tate dal vescovo nel 1667e nel 1672coi canonici G. P.Cabrini, B. Finardi e il notaio G. G. Marenzi. Predicarono per l'occasione G. B. Poli, G. B.Novaria e il teatino Carlo Ma­ ria Danesi. Le accoglienze trionfali riservate al Giustiniani sono descritte negli atti della visita pastorale, in particolare quelle di Gandino, Sovere, Cerete Basso, Ro­ mano, Paderno: cf. AcvB,Arch. Cap., 166,Acta..., sed. cap. 26 giu. e 31 ott. 1666; ibid., Visita Giustiniani, 55 (1666), ff. Ir-341v; ibid., 56 (1666), ff. lr-39Iv, f. 20v Gandino; f. 16r-vSovere Cerete Basso; ibid., 57(1666), ff. lr-196v; ibid., 58 (1666), ff. Ir-131r; ibid., 59 (1666-1668), ff. Ir-148v, citazione f. Ir; ibid., 60 (1667),ff. lr-184v; ibid., 61 (1667),ff. I r-253v,f. 28v. e 34v per la predica di p. Cantelli ascoltata dal vescovo e la sua sostitu­ zione con p. Maranzani; ibid., 62 (1667-1672), ff. lr-145v, f. 11v Romano; f. 75v Pa­ derno; D. CALVI, Effemeride ..., I, p. 56. 22. Su queste costatazioni di Giustiniani possono servire come indicazione i casi esposti nella nota precedente n. 5. 23. Sono conservati due elenchi delle sedi vicariali: uno negli atti del sinodo del 1668 e l'altro in una lettera circolare del 3 novembre 1668 inviata ai vicari foranei per que­ stioni riguardanti l'osservanza delle rubriche liturgiche nella celebrazione della S. Messa. Dal confronto tra i due elenchi, il lettore noterà alcune differenze nelle sedi, forse in base alla celebrazione del sinodo. L'elenco conservato nelle lettere pastorali sembra essere stato scritto dall'autore del Sommario, G. G. MARENZI, data la grafia identica. AI sinodo del 1668 erano elencate come sedi vicariali Gandino, Predore, Scalve, Ponte S. Pietro, Paderno, Sovere, Clusone, Almenno, Dossena, Solto, Albino, Villa d'Ogna, Ardesio, S. Croce, Poscante, Piazza Brembana, Mologno, Lussana, Al­ zano, Selvino, Nese, Seriate, Lallio, Urgnano, Bagnatica, Telgate, Caleppio, S. Gio­ vanni B., Valleve, Terno, Mapello, Bonate Sotto, Cividate. Nella lettera circolare ac­ cennata risultano sede vicariali: città, Seriate, Bagnatica, Telgate, Caleppio, Cividate, Paderno, Lussana, Monasterolo, Urgnano, Lallio, Bonate Sotto, Ossanesga, Mapello, Fara Gera d'Adda, Piazza Brembana, Selvino.Ardesio, Scalve, Clusone, Sovere, Solto, Predore, Villa d'Ogna, Gandino, Albino, Nese, Alzano Maggiore, Terno, Almenno S.S., S. Croce, Poscante, S. Giovanni B., Dossena: cf. Acvs, Lettere pastorali..., 3, f. 88v; ibid., Sinodi diocesani, raccoglitore n. 2, 1668 Giustiniani l, ff. 17v-18r.

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randa, suos quoque coetus caeteris sacerdotibus ac clericis ad pias exercitationes indixi, inter quos ii levius imbuti sunt literis, qui aut iure patronatus adlecti, aut pacta stipendii mercede operam suam po­ pulis locant," Id in universum eo­ rum animis infigendum curavi, ut saepe reputent se in maxima luce collocatos; non solos posse pec­ care, vigilemque ab iis animarum curam reposci, quarum vel unius pretium numen e coelo ad morta­ lium sortem evocasset:" Quorum autem opera in lu­ stranda dioecesi ac deinde Urbe usus sim, silentio haudquaquam praetereundum. Enim vero ex variis religiosorum ordinibus ac praeci­ pue Iesuitarum, eos viros impetravi quales vix optare licuisset. Pro quanta in procurandis divinis sedu­ litate, quanta in corrigendis huma­ nis dexteritate insudarunt? Quam

riunioni specifiche per le pratiche pie per tutti gli altri sacerdoti e chierici. Tra i quali sono meno istruiti nelle lettere quelli che o sono stati scelti per diritto di pa­ tronato, o prestano la loro opera alla popolazione con una paga pattuita. In generale ho cercato di incul­ care nei loro animi che spesso considerino di essere stati posti in massima evidenza, di poter sba­ gliare non da soli, e che si richiede da loro una vigilante cura delle anime, dato che il prezzo anche di una sola di esse ha fatto discen­ dere Dio dal cielo per la sorte dei mortali. Non deve passare sotto silen­ zio l'aiuto di coloro, dei quali mi sono servito per visitare la diocesi e poi la città. Infatti da vari Ordini di religiosi, e principalmente dai Gesuiti, ho ottenuto uomini tali, che difficilmente avrei potuto de­ siderare. Con quanto zelo si sono impegnati nel cercare le cose di­ vine, con quanta accortezza nel correggere le cose terrene?

24. Nei documenti sinodali del 1668 sono elencati tutti i sacerdoti e, per alcuni, i titoli di studio corrispondenti. Tra i curati beneficiati si trova abbastanza frequentemente chi è insignito del titolo di dottore in teologia o in diritto: cf. ACVB, G. G. MARENZI, Som­ mario ... , cit.; ibid., Sinodi diocesani, raccoglitore n. 2, 1668 Giustiniani l,fT. 16r-18v; 31r-62r; ibid., Visita Giustiniani, 55 (\666), fT. Ir-239r; ibid., 56 (\666), fT. Ir-391v; ibid., 57 (\666), fT. Ir-188r; ibid.; 58 (\666), fT. Ir-l3Ir; ibid., 59 (\666, 1668), fT. Ir-148v; ibid., 60 (1667), fT. Ir-184r; ibid., 61 (\667), fT. Ir-253v; ibid., 62 (\667-1672), fT. Ir-145v. 25. Cf. ACVB, Lettere pastorali... , 3, fT. 66r-147v; Monita Sinodalia... , p. 5-12.

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acerba oratione in vitia , quam ma­ turo in dubiis consilio, quamque egregia ubique opera commen­ dandi? Debet utique plurimum iis omnis populorum ordo, quorum alios a profanis ignibus ereptos ad sanctiores deinde jlammas exem­ plo, eloquiaque incenderunt, alios in divinis pigro veterno marcentes, ad vincendam faelicissimo impetu ignaviam excitarunt," His adminiculis incedens visita­ tio dioecesim emensa, se in urbem recepit debellatura vitia, si quae e pagis in civitatem velut arcem pro­ fugerant," Addita tamen est ta-

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Quanto sono da elogiare per i duri discorsi contro i vizi, per il pru­ dente consiglio nei dubbi, per la straordinaria attività ovunque. A loro è certamente moltissimo de­ bitore ogni ceto della popola­ zione di cui infiammarono alcuni ai più santi sentimenti, dopo averli strappati con l'esempio e con la parola da ardori profani; ec­ citarono altri che languivano in pi­ gro letargo riguardo alle cose di­ vine, a vincere la pigrizia con fe­ condissimo slancio. Procedendo la visita con questi aiuti, dopo di aver percorso tutta la diocesi, ritornò nella città per debellare i vizi che eventual­ mente si fossero rifugiati dalla campagna in città, come in una rocca. Fu aggiunto tuttavia l'ul­ timo tocco al quadro con la cele­

26. Giustiniani istituì a sue spese le missioni, chiamando i Gesuiti dalla vicina Milano e da Brescia. Il loro svolgimento prevedeva corsi di predicazione ai fedeli al termine dei quali essi adeguatamente preparati, si accostavano ai sacramenti della Confessione ed Eucarestia. Il vescovo giungendo in parrocchia predicava personalmente e faceva pre­ dicare, amministrava la Cresima e altri sacramenti, verificava con cura l'istruzione im­ partita dai curati nella scuola della dottrina cristiana e ai fedeli in chiesa, e compiva al­ tre opere edificanti di pietà. I benedettini di S. Giacomo di Pontida si opposero alla ri­ chiesta di Giustiniani di tenere un corso di missioni a sue spese nella parrocchiale di S. Giacomo. Il rifiuto fu appoggiato dall'abate generale stesso con il motivo della esen­ zione del monastero dalla giurisdizione vescovile. Questa vertenza segnalata alla Congregazione dei Vescovi e Regolari si accompagnò alle controversie giurisdizionali ancora in materia di esenzione sorte in quegli anni tra Giustiniani e l'abate Pietro Vec­ chia, come è riferito nella relazione del 1675:cf. Asv, Congr. Vescovi, Positiones, 1672, marzo-maggio, Bergamo; D. CALVI, Effemeride... , I, p. 56. 27.

Alcuni casi qui citati possono servire da riferimento, per quanto limitato, alle afferma­ zioni di Giustiniani sugli scopi e sui risultati della visita pastorale. Il curato di Bordo­ gna parlò al vescovo di alcuni parrocchiani che "abitano in paesi d'heretici per causa della loro professione, quali ho avisato venissero da vostra signoria illustrissima prima che partissero" e fece presente un abuso insolito praticato "da certe persone

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bulae extrema manus, sinodali ha­ brazione del sinodo, nel quale i bito conventu, in qua ecclesiasticae capi e i primipilari della schiera ec­ clesiastica, riuniti in un solo eser­

quali alimentano cani in casa e con puoco giuditio li conducono seco alla chiesa, onde poi suscitanti latrati repentini la tanta multiplicità de' mastini, quali oltre il disturbare il sacerdote nel ss.mo sacrifitio della messa, fanno correre attorno i figlioli et caggio­ nano altri inconvenienti". Preso atto delle irriverenze presso l'oratorio di S. Rocco a Pianico, Giustiniani ordinò tollantur strepitus, maledictiones, iurgia, rixae et scandala. Nullus audeat diebusfestis ante oratorium ipsum ludere pila sub poena interdicti. A Bo­ nate Sotto ingiunse che \'immagine dell'Addolorata posita in muro d. Joannis Bapti­ stae Viscardi deferatur in ecclesiam parochialem et ibi reponatur in loco decenti. Nel mo­ nastero dei Francescani riformati di Alzano Maggiore Giustiniani ammirò l'imma­ gine di Maria col Bambino picta a Joanne Belino pietore famosissimo. Egli a Ghisalba dette disposizione per il restauro e la sistemazione del cimitero col divieto di usarlo per deposito, ai pedoni e ai carri di transitarvi. Minacciò l'interdetto agli uomini di Bolgare per il continuo permanere tempore divinorum officiorum ad portam maiorem si­ tam e conspectu altaris maioris per quam ingrediunturfeminae. A Endenna Giustiniani ingiunse nulla femina audeat segnare, ut vulgo dicitur, et parochus invigilet ad tollen dum huiusmodi abusum e a Locatello si trovò il caso di Giovanna Milesi, moglie di Giulio, denunciata per sospetti di maleficio. Lo zelo pastorale di Giustiniani è forse senza pre­ cedenti e senza paragoni nell'episodio occorsogli a Calcinate: cum sero esset, refectio­ nem sumpsit; cum autem recumberet, ad eius iIIustrissimae et reverendissimae Domina­ tionis aures pervenit dominam Luciam de Cucchis aegrotantem in articulo mortis exi­ stere. Quo audito, statim a coena surrexit et summa pietate motus ad eandem benedic­ tione papati benedicendam se contutit et postea cubitum secessit. Il curato inoltre in­ formò il vescovo "che si ritrova (a Calcinate) un homo... non so se sii indemoniato, overo come, che in tempo delle orationi che si fanno nella chiesa parochiale proferisce parole essecrande et bestemmie contro la Vergine Santissima; io bramo che vostra si­ gnoria Illustrissima faccia venire alla sua presenza questo tale per nome G. B. Caste­ Iano", Il carattere aperto, sereno e gioviale facilitava l'incontro dei fedeli con Giusti­ niani. Diverse volte i cancellieri notano che egli teneva o concedeva udienza nella sa­ crestia delle chiese. Per comodità degli abitanti egli decretò l'assegnazione di Cor­ nolta a Bracca, concesse alla contrada Bova, tra Esmate e Solto, di frequentare l'orato­ rio della SS.ma Trinità per evitare vari inconvenienti. Anche ai mendicanti di S. Carlo in città il vescovo, su istanza dei reggenti, diede facoltà di adempiere gli obblighi reli­ giosi nel loro oratorio. A Bagnatica trovò l'anormale situazione della frequenza alle funzioni in parrocchia di molti fedeli provenienti da Costa Mezzate. Non tutti i curati si potevano dire soddisfatti dei loro parrocchiani. Non pochi informarono Giustiniani dell'abitudine invalsa, e combattuta invano da loro, dei ritrovi ovvero "ridotti nelle stalle e filande massime l'inverno. Benchè sgridati vi si fanno giochi assai all'inverno e balli in tempo di carnevale". Il curato di Almè continuava: "per questo è insorto que­ st'anno un criminale. Pochi vanno alla messa parochiale. Si fa la processione ogni terza domenica ma con poca gente". Come i suoi predecessori, Giustiniani defini que­ stioni ancora aperte per legati, come ad Ardesio, per donazioni come a Peia, ovvero per applicare decreti già emessi e rimasti inevasi come a Suisio e a Bottanuco circa i confini parrocchiali già definiti con Grimani e col Barbarigo: cf. Acvs, Visita Giusti­ niani 55 (1666), f. 30r Endenna; f. 40v S. Gallo; f. 48v Foppolo; f. 146r, 149v-150rCor­ nalta; f. 239r Bordogna; ibid., 56 (1666), f. 27r Alzano M.; ff. 29r-30rPeia; donazione di terreno di G. B. Bosio alla parrocchia contestata dai parenti; ibid., 57 (1666),

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legionis duces, ac primipilares in unum agmen coacti classicum illud ipsum audiere, quod olim e Triden­ tina urbe toti terrarum orbi inso­ nuit," Eas tuli leges, quas ipsi, qui­ bus dictae sunt petere debuissent, et quemadmodum omnes ad pri­ scae sanitatis effigiemfactos velim, ita vetera praedecessorum meorum iussu in memoriam revocavi, auxi, firmavi et si quae in deterius abie­ rant aut fuerant antiquata, pristi­ nae reddidi incolumitati. Monitis vero potius qua m supercilio et gravi decretorum mole agendum censui, ut ad legum olim acceptarum tuen­ dam integritatem suo verius pudore qua m nostro imperio quisque revo­ cetur, et iugo quod olim subiit.facili patientia assuescat," Coeterum le­ gum aequitatem ipsa comitiorum tranquillitas commendavit, quibus dimissis, eam mihi quoque legemfi­ xam ratus su m, ut otii abdicata dul­ cedine lustrandis iterum potioribus

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cito, ascoltarono quello stesso squillo di tromba, che dalla città di Trento risuonò un giorno in tutto il mondo. Ho emanato quelle leggi, che a­ vrebbero dovuto chiedere gli stessi per i quali furono emanate, e come vorrei che tutti fossero fattì secondo l'immagine della pri­ mitiva salvezza, così con un or­ dine ho richiamato alla memoria i vecchi statuti dei miei predeces­ sori, li ho accresciuti, confermati e, se qualcuno era deteriorato o caduto in disuso, l'ho restituito al­ l'antica integrità. Ho ritenuto di procedere con esortazioni, piutto­ sto che con cipiglio severo e una pesante mole di decreti, in modo che ognuno sia richiamato a con­ servare l'integrità delle leggi; dopo la conclusione delle riu­ nioni, ho creduto che valesse an­ che per me la norma, così da con­ sacrare, dopo la rinunzia alla dol­

ff 157r-158v,Almè, Gerosa, Locatello, Brembilla, Blello, Selino, S. Simone, S. Omo­ bono; ibid.. 58 (1666), f. 91r Bova; f. 126r Pianico; ibid., 59 (1666-1668), f. 74r-v S. Carlo; ibid., 61 (1667), f. llr Colognola; f. 22r Bonate Sotto; f. 30v Suisio, ibid., 62 (1666-1672), f. 9v Ghisalba; f. 12r e 76r Calcinate; f. 16r Bolgare; f. 32r Fengo; f. 88v Ba­ gnatica. 28. Il sino do indetto da Giustiniani alla fine di dicembre fu celebrato dal 14 al 16 maggio 1668. All'assemblea sinodale tenne il discorso p. Domenico Contucci, conventuale francescano, dottore in teologia e lettore di filosofia nel Collegio Mariano; cf. AcvB,Si­ nodi diocesani, raccoglitore n. 2,1668 Giustiniani l, ff. 2r-9v, D. CONTUCCI, Discorso pare­ netico al clero di Bergamo (stampa); ff. l7v-18r, elenco manoscritto delle vicarie; ff. 16r-18v elenco degli ecclesiastici titolati; ff. 31r-62r, elenco del clero; ff. 65r-93r; Mo­ nita sinodalia... , cit.; D. CALVI, Effemeride... , II, p. 72. 29. Cf. ACVB, Sinodi diocesani, raccoglitore n. 2, 1668 Giustiniani l, ff. 65r-93r, Monita sino­ dalia ... , cito

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dioecesis locis autumnales proxime elapsas ferias donarem, tum, ut praesens adderem recentibus insti­ tutis robur, tum ne (quod interdum fil) statim ab ortu ipsisque in cuna­ bulis leges interirent. Hae vero missiones ingentes iam peperere fructus, nec pauciores in­ posterum p ollicentur, si, ut spero, totam pererrent dioecesim, et e So­ cietate Jesu mihi socios laborum habere contingat, qui populos tum sacrae vi eloquentiae, tum indulgen­ tiis, quas habent amplissimas, a contracta vitiorum labe deterreant et expient," Parabam tandem ad inclitam Ur­ bem reditum sacra Apostolorum /i­ mina venerabundo genu adoratu­ rus, facili utique mihi futuro di­ scessu, cum et integerrimum episco­ palis muneris Vicarium et praestan­ tes virtute viros fori ministros relin­ querem. At ea est episcopalis cen­ sus tenuitas, ut et ferendis itineris impensis impar omnino sit, et ad fulciendam eam, qua fungor, digni­ tatem paternos quoque redditus af­ fligat:"

cezza del riposo, le ferie autunnali appena trascorse a visitare di nuovo i luoghi più importanti della diocesi, sia per aggiungere, con la presenza, forza alle recenti decisioni, sia perché, cosa che ta­ lora succede, le leggi non peris­ sero fin dall'inizio e ancora in fa­ sce. Queste missioni hanno già pro­ dotto frutti ingenti e non minori se ne promettono per il futuro se, come spero, trascorreranno tutta la diocesi e potrò avere collabora­ tori dalla Compagnia di Gesù, i quali sia con la forza dell'elo­ quenza sacra, sia mediante le in­ dulgenze che hanno in grande nu­ mero, distolgano e purifichino le popolazioni dai vizi che hanno contratto. Preparato a tornare all'inclita città per venerare piamente ingi­ nocchiato i sacri limini degli apo­ stoli, essendomi certamente fa­ cile la futura partenza e dato che lascerei un integerrimo vicario del compito vescovile e uomini in­ signi per virtù, officiali del Tribu­ nale, però l'eseguita del reddito episcopale è tale, di essere del tutto impari a sopportare le spese del viaggio e incide anche sui red­ diti paterni per sostenere la mia dignità.

30.

Cf. nota precedente n. 26.

31.

Alle ingenti ricchezze della famiglia Giustiniani aveva accennato il nunzio in un rap­

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Tenet me praeterea desponsatae mihi ecclesiae adhaerendi cupidi­ tas, qua e hucusque poene nun­ quam alio divertere passa est. Ecquam lubenti animo istic af­ fuissem haec ipse expositurus, quae alienis manibus affero, et sa­ crae Congregationis opem in non nullis imploraturus. lllud in primis remedium poscit, quod clericorum aliquis, cuius aut improbitatem, aut inscintiam a sa­ cris ordinibus iure merito reiecerim, dimissoriales literas a Hierosolimi­ tanae Religionis Aequitibus, ordi­ nesque a nescio quo male fa eriato praesule intra paucos dies assequi­ tur Sacerdotum numero adscribitur nec literis, nec moribus idoneus, quinimo mentito adscititii patrimo­ nii titulo dotatus. Ecce autem tam probe instructus sacerdos sese mihi obiicit, litera-

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Ho inoltre la brama di essere unito alla Chiesa che ho sposato, la quale finora quasi mai mi ha permesso di partire. E quanto volentieri io sarei stato presente costì per esporre di persona queste cose, che presento con mani altrui e per implorare in alcune cose l'aiuto della sacra Congregazione. Ciò soprattutto esige rimedio, che qualcuno dei chierici, per la cui disonestà e ignoranza avrei giustamente respinto dagli ordini sacri, ottiene nel giro di pochi giorni le lettere dimissoriali dai cavalieri dell'Ordine di Gerusa­ lemme e gli ordini da non so quale presule malamente a ri­ poso; è ascritto al numero dei sa­ cerdoti non idoneo né per scienza, né per costumi, anzi do­ tato di un falso titolo di un patri­ monio aggiunto. Ecco poi che un sacerdote ben preparato mi si presenta, e non e-

porto del 12 aprile 1664. Sulla mensa vescovile gravavano le pensioni dovute al ve­ scovo di Aquileia, 400 ducati, al card. Chigi, 500 ducati, al nunzio a Venezia, 200 du­ cati, al vescovo di Capodistria, 100 ducati, ai signori Piccolomini e Adriano Wandertri­ strio, 100 ducati cadauno, per una somma complessiva di 1.600 ducati. I redditi della mensa vescovile erano inferiori, come già s'è visto, a quelli degli anni immediata­ mente precedenti il contagio del 1630.Per questo motivo il papa in sede di definizione delle pensioni per la nomina di Giustiniani a Bergamo si mostrò comprensivo, come lascerebbe intendere una comunicazione della nunziatura di Venezia del 9 agosto 1664. È noto che Giustiniani amministrò e ristrutturò i beni della mensa vescovile, per cui alla fine della sua missione i redditi raggiunsero di nuovo livelli elevati: cf. AcVB, Censuale ..., cit.; Asv., Proc. Dat., 42, ff. 106v-108v; ibid., S. S. Venezia, 101, f. 431r-v,9 ago. 1664; ibid., 282, f. 378v; ibid., 286, ff. 105v-106r, 2 ago. 1664.

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sita a esibire lettere minatorie del­ l'illustrissimo uditore della Ca­ mera Apostolica, affinchè lo ac­ cetti anche contro mia voglia a compiere riti sacri in questa dio­ cesi. Qualcuno anche, consape­ vole di un procedimento così di­ sonesto, ha domandato l'assolu­ zione e la dispensa al nunzio apo­ stolico di Venezia. Spero che in breve dalla somma provvidenza di codesta sacra Congregazione si faccia in modo che una così grave piaga non si diffonda nella disci­ plina ecclesiastica e non sia di danno alla gente, che con una pre­ parazione così improvvisata venga concesso a certuni di cor­ rere al sacerdozio con le mani im­ pure.

sque comminatorias illustrissimi Auditoris Camerae Apostolicae" exhibere non dubitat, ut scilicet in hac dioecesi sacrafacientem patiar vel invitus. Nonnemo etiam tam malae sibi conscius artis absolutio­ nem, dispensationemque ab aposto­ lico Venetiarum nuncio exoravit. Ne igitur promanet tanta in eccle­ siasticam disciplinam labes, neve sit popularibus offensae, quod tam subito cursu quibusdam detur ad sacerdotium illotis manibus irrum­ pere, summa saerae istius Congre­ grationis providentia brevi efficien­ dum sperabo JJ.

32. L'uditore di camera era Nicola Acciaioli, figlio di Ottaviano e di Maria di Donato Ac­ ciaioli, nato nel 1630.Nominato cardinale col titolo dei SS. Cosma e Damiano il 19 maggio 1670, ricoprì l'incarico di legato pontificio a Ferrara dal 1670al 1690, incon­ trando l'approvazione di tutti i suoi sudditi tanto da essere aggregato alla nobiltà lo­ cale con i due fratelli e i loro discendenti. Lasciata la legazione nel 1690,nel frattempo gli era stato assegnato il titolo cardinalizio di S. Maria in via Lata il 19 ottobre 1689 cambiato in quello di S. Callisto il 28 novembre successivo, si preparò in vista di un eventuale conclave. Le speranze di Acciaioli di succedere ad Alessandro VIIl naufra­ garono per il noto caso del nipote Roberto, al quale egli impedì in tutti i modi, con l'aiuto di Cosimo 111 de' Medici di sposare Elisabetta Mormorai, provocando così per se stesso nell'opinione pubblica un biasimo assai forte, accresciuto dall'eco di un rap­ porto divulgato dal nipote nel quale erano descritti tutti i soprusi subiti. Nel conclave seguito alla morte di Innocenzo XIl, settembre 1700,al cardinale Acciaioli si oppose Cosimo III, che contribuì alla sua mancata elezione al papato. Il 5 dicembre 1700Ac­ ciaioli ebbe assegnata la diocesi di Porto e S Rufina. Decano del sacro collegio nel 1714, egli fu nominato alle sedi di Ostia e Velletri il 18 marzo 1715. Il cardinale Ac­ ciaioli, giudicato uomo colto, piacevole, diplomatico disinteressato, splendido prin­ cipe della Chiesa e vero signore, morì all'età di 89 anni il23 febbraio 1719: cf. Hierar­ chia Catholica... , V, p. 5; C. UGURGIERl DELLA BERARDENGA, Gli Acciaioli di Firenze nella luce dei loro tempi (1160-1834),2 voll., Firenze 1962, II, p. 726-734. 33. La situazione accennata da Giustiniani è descritta dal cappuccino fra PierFrancesco

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Rane meae villieationis ratio­ nem reddo. Haee de universo grege praestanda, aperiendaque pastora­ lis solieitudo suasit. Fortunet modo

GIUGNO

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Presento questa relazione del mio servizio; la sollecitudine pa­ storale mi ha spinto a fornire e a far conoscere queste cose a ri­ guardo di tutto il gregge. Dia successo allo sforzo della

Marenzi, in due sue lettere al card. Pietro Ottobonì, per raccomandare il fratello Cri­ stoforo, il quale con le dimissorie dei commendatari di Malta e con il titolo di patrimo­ nio fittizio, era rientrato a Bergamo dopo avere ricevuto l'ordinazione al sacerdozio in Venezia. Colpito dal decreto di sospensione emanato dall'uditore di camera, mons. Acciaioli, al pari di quanti, senza patrimonio, avevano ottenuto il presbiterato, don Cristoforo per rimediare la sua posizione era riuscito a ottenere una cappellania, con la quale risultava dotato di patrimonio. l documenti inviati a Roma perla sanatoria tar­ davano a essere rispediti all'interessato, obbligato entro un mese a celebrare per la cappellania, pena la sua perdita. Fra Pier Francesco chiedeva al Card. Ottoboni di sol­ lecitare la concessione della grazia e l'invio dei documenti, affidati a Roma al cano­ nico Defendo de Vecchis, il quale, a quanto pare, rimandava la spedizione delle carte per non aver ricevuto i circa 15-20 scudi richiesti perle spese. Casi analoghi a quello di don Cristoforo Marenzi, dai documenti esaminati, riguardano Pietro Bernardino del Negro, promosso al presbiterato con le lettere dimissorie dell'Ordine dei Cavalieri di Malta, assegnato alla commenda di S. Vito di Corato di Trani; Pietro Antonio Bren­ tano con le dimissoriali da fra Giuseppe Evangelista, supposto commendatore di Malta, per una somma di denaro pattuita con lui, assegnato da G. Fabio da Guardate alla chiesa di S. Giovanni di Fiano, sua commenda; Giovanni Pietro Aliprandi con le dimissoriali da fra Giuseppe Evangelista alle condizioni sopra ricordate, assegnato da fra Giovanni Tommaso dell'Aquila alla chiesa di S. Vito di Corato, sua commenda; Giovanni Berera con le dimissoriali da fra Giuseppe Evangelista. come sopra, asse­ gnato da fra Tommaso Lippomano a S. Nicolò di Monticello, sua commenda; Radici Bernardino con le dimissoriali da fra Giuseppe Evangelista, come sopra, assegnato da fra Edoardo Damiano alla chiesa della terra di Tributio, sua commenda; Giovanni Bat­ tista Mazzoleni, con le dimissoriali da fra Giuseppe Evangelista, come sopra, asse­ gnato alla chiesa di S. Giovanni di Cuccaro da fra Pietro Caneva, sua commenda; Bo­ netto Locatelli, con le dimissoriali da fra Giuseppe Evangelista, assegnato alla chiesa di S. Vito da fra Giovanni Tommaso dell'Aquila; Pier Giorgio Guarino, come sopra; Giovan Battista de Cacis assegnato da fra Giulio de Licinianus alla chiesa di S. Lo­ renzo di Valviano, sua commenda; Ventura Barone de Gritti, Francesco Scotti, Mar­ tino Gavazzi, Cristoforo Mazzoleni, assegnati da fra Giovanni Tommaso dell'Aquila alla chiesa di S. Vito di Corato, sua commenda; Giovanni Battista Acquaroli asse­ gnato per il diaconato da Eduardo Valenzuela alla chiesa di S. Giovanni di Monselice, sua commenda; Giovanni Poli con lettere dimissoriali da un religioso dell'ordine dei Cavalieri di Malta, ordinato dal vescovo di Bertinoro, assegnato alla commenda di S. Lorenzo di Ciciniano; Giuseppe Bottagigi, con le dimissoriali dal commendatario di S. Giovanni Gerosolimitano con giurisdizione sulla chiesa di S. Giovanni di Fiano, or­ dinato dal vescovo di Comacchio; Domenico Zonca con dimissoriali da un commen­ datore dell'ordine dei Cavalieri di Malta, ordinato senza assegnazione di patrimonio; Patrizio Facchetti da Leffe, con le dimissoriali dai superiori dei Cavalieri di Malta, or­ dinato ad titu/um paupertatis conforme l'uso della religione; Antonio Poli ammesso al suddiaconato con le dimissoriali da un religioso, commendatario dei Cavalieri di Malta, senza titolo alcuno di patrimonio; Pietro Longhi, ordinato con le dimissoriali

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meae imbecillitatis conatus aeter­ nus il/e Pastor, qui ve! sui cruoris pabulo oves pascit, ut cum extrema orbis dies in unum omnes cogat ovile. Nos quoque simus populus eius et oves pascuae eius. Mihi sane impraesentiarum Ro­ mae fuisse videbor, et ve! denegati mihi itineris ingentem fructum per­ cepisse, si Apostolorum Principes, quam absens impertio, ex animo ve­ nerationem non indignentur respi­ cere, et eminentissimam purpurato­ rum coronam longinquum mei obse­ qui cultum velut praesentem exci­ piat:'

Canonici cathedralis ex binis congregrationibus Sanctorum Vin­ centii et Alexandi n. 44: ex Congre­ gatione Sancti Vincentii n. 26 com­ praehensis duabus dignitatibus ni­ mirum archidiacono, et archiprae­ sbitero; ex Congregatione Divi Ale­ xandri n. 18 compraehensa digni-

a)

mia fragilità quel pastore eterno che pasce le pecore con l'alimento del suo sangue, affinchè nell'ul­ timo giorno del mondo le rac­ colga tutte in un unico ovile. An­ che noi possiamo essere suo po­ polo e pecore del suo gregge. Mi sembrerà invero di essere stato presente a Roma e di aver raccolto un grande frutto dal viag­ gio, anche se mi è stato impossi­ bile compierlo, se i Principi degli Apostoli non disdegneranno di guardare con benevolenza la ve­ nerazione che, anche se assente, io professo e l'eminentissima co­ rona di porporati accolga il lon­ tano rispetto del mio ossequio, come se fossi presente. I canonici della cattedrale delle due congregazioni dei santi Vin­ cenzo e Alessandro sono 44, 26 della congregazione di San Vin­ cenzo, comprese le due dignità, cioè l'arcidiacono e l'arciprete; 18 della congregazione di Sant'Ales­

Così dal ms: ma si richiederebbe: eminentissima... corona. da un religioso, commendatario dei Cavalieri di Malta; Giuseppe Silani con le dirnis­ soriali assegnato alla chiesa di S. Giovanni di Tovi dal commendatario fra Giulio Bon­ vicino, cavaliere gerosolimitano: cf. Asv, Arch. Nunz. Ven.,., II, 532, ff. 26v-27r, 174r-v, casi di Antonio Maritati e di Giovanni Giacomo Pelliccioli, quest'ultimo ordinato dal vescovo di Chioggia, discussi dal tribunale nel 1677; ibid., Ottoboni, 6, f. 273r-v, 317r-v, Bergamo, 2 e 23 otto 1669; ibid. Secr.Brev., 1445, ff. 104r-105r, 20 mago 1670;ff. 107r-109r. 22 mag.; ff. 107r-11Or, 21 mag.; ff. 107r-108r, llOv, 22 mag.; ff. 107r-v, 111r, 22 mag.; ff. 107r-v, 111r, 22 mag.; ff. 107r-v, 108r, 113r, 22 mag.; ff. 107r-v, 108r, 114r, 22 mag.; ff. 107r-v,115r, 22 mag.; ff.107r-108v, 116r,22 mag; ff.107r-I08r, 116r-v,22 mag.; ff.107r-v, 108v, 117r, 24 mag.; ff. 107r-v, 108v, 118r, 24 mag.; ff. 107r-v, 108v, 118r-v,24 mag.; ibid., 1448, ff. 74r-75r, 31 mago 1670; f. 76r, 6 giu. 1670;f. 77r, 6 giu. 1670; ibid., 1450, ff. 8r-9r, lO lug. 1670; ibid., 1453, ff. 347r-348r, 12 set. 1670; ibid., 1461, ff. 371r-372r, 21 gen. 1671; ibid., 1490, ff. 203r-v, 204r 2 apr. 1672; ibid., 1496, ff. 321r-322r, 6 ago. 1672.

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sandra compresa la dignità del preposito. Cappellanie titolari nella mede­ sima cattedrale n. 16; abbazie se­ colari n. 3; priorati n. 4; com­ mende n. 2; chiese parrocchiali ti­ tolate in città e diocesi n. 160; chiese titolate in città n. Il, le al­ tre nella diocesi; benefici semplici n. 101; cappellanie titolari n. 65; cappellanie mercenarie n. 513; monasteri di regolari n. 42; in città 15, gli altri nella diocesi; mona­ steri di monache n. 19: in città lO, gli altri nella diocesi; congrega­ zioni di dimesse n. 3; congrega­ zioni di terziarie n. 8; oratori n. 380: in città 48, gli altri nella dio­ cesi. Confraternite n. 598: nella città 15,le altre in diocesi; i luoghi pii n. 131; ospedali n. 6. Scuole di disciplinati n. 74: in città 48, le altre nella diocesi. Scuole della dottrina cristiana n. 309: nella città 45, le altre nella diocesi. Messe che ogni anno sono cele­ brate per obbligo, non comprese tuttavia quelle che devono cele­ brare i regolari n. 148.327; messe che si celebrano senza obblighi n. 162.937; totale delle messe ogni anno n. 311.264; le messe che si celebrano ogni anno dai regolari sono circa n. 216.000;

tate praepositi Capellaniae titulares in eadem Cathedrale n. 16 Abbatiae saeculares n. 3; Prioratus n. 4; Commendae n. 2 Ecc/esiae parochiales titulatae in urbe et dioecesi n. 160; in urbe titula­ tae n. 11; reliquae in dioecesi; bene­ fici simplicia n. 101 Capellaniae titulares n. 65; Capel­ laniae mercenariae n. 513 Monasteria regularium n. 42; in urbe 15, reliqua in dioecesi Monasteria monialium n. 19; in urbe 10, reliqua in dioecesi Congregationes Demissarum n. 3; Congregationes Tertiariarum n. 8 Oratoria n. 380; in urbe 48, reliqua in dioecesi Conjraternitates n. 598; in urbe 15, reliquae in dioecesi Loca pia n. 131 Hospitalia n. 6 Scholae Disciplinatorum n. 74, in urbe 18, reliquae in dioecesi Scholae Doctrinae Christianae n. 309, in urbe 45, reliquae in dioecesi Missae, quae singulis annis ex obli­ gatione celebrantur, non tamen com­ praehensis iis, quae a regularibus sunt celebrandae n. 148.327 Missae, quae absque obligatione celebrantur n. 162.937 Missae ut supra singulis annis in totum n. 311.264 Missae vero, quae a regularibus singulis annis celebrantur circum­ circa implere possunt numerum n. 216.000 530


VISITA

AD LIMINA

Animae, quae non communicant n. 54.828 In urbe 8488; reliquae vero in dioecesi. Animae in totum n. 146.488 In urbe 19.862. Reliquae vero in dioecesi. Haec sunt quae recensenda opere pretium duxi et me Ecclesiam­ que meam humiliter commen­ dando, eminentiis vestris perpe­ tuam felicitatem, exopto.

anime non da comunione n. 54.828; nella città 8488, le altre nella diocesi. Anime in totale: n. 146.488, nella città 19.862, le altre nella dio­ cesi. Queste sono le cose, che ho ri­ tenuto valesse la pena di ricor­ dare, e, raccomandando umil­ mente me e la mia Chiesa, au­ spico alle eminenze vostre perpe­ tua felicità.

Bergomi die 20 maii 1670.

Bergamo 20 maggio 1670.

Eminentiarum vestrarum humillimus et adictissimus servus

Delle eminenze vostre umilissimo e devotissimo Daniele vescovo di Bergamo

Daniel episcopus Bergomensis

Bergamo, visita ai 55. limini 14 giugno 1670.

Bergomen. Visita sacrorum limi­ num 14 iunii 1670 104

PROCURA DEL VESCOVO DANIELE G IUSTINIANI

AL CANONICO ANTONIO MARIA MORO

In Christi nomine. Amen. Anno ab illius nativitate millesimo sexcentesimo septuagesimo, indie­ tione octava, die vero vigesima mensis maii, pontificatus autem sanctissimi in Christo patris ac domini nostri domini Clementis Divina Providentia pa­ pae decimi anno primo. Praesentibus me notario et testibus infrascriptis ad haec specialiter adhi­ bitis atque rogatis etc. Illustrissimus et reverendissimus in Christo pater ed dominus dominus Daniel Iustinianus, Dei et Apostolicae Sedis gratia episcopus Bergomensis, comes etc., non valens ob eius aegram valetudinem sacra Sanctorum Apo­ stolorum limina ad praescriptum constitutionis Sixti fel. reco papae quinti vi­ sitare sponte ac omni meliori modo etc. elegit, constituit et deputavit, eligit­ 531


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que constituit et deputat in eius actorem, procuratorem et nuncium, perillu­ strem et reverendum dominum Antonium Mariam de Moris sacrae theolo­ giae et iuris utriusque doctorem, protonotarium apostolicum, canonicum ec­ c/esiae cathedralis Bergomi," specialiter et expresse ad ipsius illustrissimi domini episcopi Bergomensis nomine praedicta sacra Apostolorum limina visitanda, Sanctaeque Sedi Apostolicae et praelibato sanctissimo Clementi papae decimo humillimum et debitum obsequium praestandum, eiusque su­ prema mandata excipiendum, relationem status Ecc/esiae Bergomensis in scriptis exhibendum eaque omnia et singula quae pro reverenti executione supra memoratae constitutionis pontificiae ac aliarum sacrae romanae Cu­ riae ordinationum oboedientia sancita sunt, agendum et exequendum et quae supradictus illustrissimus dominus episcopus agere et perficere posset, si personaliter adesset, licet taliaforent quae mandatum magis speciale vel generale praesentis requirerent et etiam ad praestandum quodcumque iura­ mentum hac de re necessarium, dando etc., promittendo etc. atque obli­ ganda etc., de quibus omnibus etc. Acta et publicatafuere praemissa omnia et singula in camera solitae au­ dientiae praedicti illustrissimi et reverendissimi domini episcopi in palatio episcopali Bergomi, ibidem praesentibus admodum reverendo Christino de Scorlettis, sacerdote, er reverendo Antonio Fondra, clerico, familiaribus praedicti illustrissimi domini episcopi, testibus notis, idoneis et specialiter adhibitis atque rogatis. Ego Petrusfilius q. spectabilis domini Alexandri de Petrobellis, civis et ve­ neta auctoritate notarius publicus collegionatus et Curiae episcopalis Ber­ gomi cancellarius, de praemissis rogatus instrumentum confeci et hanc co­ piam cum originali concordantem, subscripsi solito mei tabellionatus signo apposito etc. Pompilius abbas Pellicciolus sacrae theologiae et iuris utriusque doctor. canonicus ecc/esiae cathedralis et in episcopatu Bergomi vicarius generalis.

34. Antonio Maria Moro, abate e dottore in teologia e in legge, entrò a far parte del capi­ tolo di S. Alessandro nel 1668 circa nella classe diaconale. Dopo la sua missione a Roma, il Moro chiese la partecipazione alle distribuzioni quotidiane non percepite durante la sua assenza. Nel 1685 egli fu eletto convisitatore col canonico Torquato Al­ bani per la visita pastorale indetta da Giustiniani: cf. Acva, Arch. Cap., 167, Acta ..., ff. 37v-38r, 56v sed. cap. 26 mago 1669 e 19 ago. 1672; ibid., 168, Acta ..., sed. cap. 11 mago 1668; ibid., 171, Liber terminationum R.mi Capituli generalis ab anno 1680 usque ad diem 26 decembris 1689 N. in N. (ms), f. 54r-v sed. cap. 4 lug. 1685; ibid., Visita Giusti­ niani,65 (1685), f. 1r; D. CALVI, Effemeride ..., III, p. 380.

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-----""'-------------­

VISITE

AD LIMINA

Universis et singulis etc. attestamur suprascriptum spectabilem domi­ num Petrum de Petrobellis esse notarium publicum, collegionatum Bergomi huiusque Curiae episcopalis cancellarium, cuius scriptis modo quo supra subscriptis et signatis, hic piena fides adhibetur et merito ubique locorum est adhibenda. In quorum etc. Datum Bergomi ex episcopali palatio die XX maii 1670. Pompilius Pellicciolus vicarius generalis." Iacobus Antonius Gallinonus Curiae episcopalis Bergomi notarius..: a)

La carta corrosa non consente la lettura della parola.

105 DICHIARAZIONI DELLE VISITE

ALLE BASILICHE DEI SANTI APOSTOLI PIETRO E PAOLO

Die 18 mense iunii anno 1670.

Pro illustrissimo et reverendissimo domino domino Daniele Iustiniano episcopo Bergomi admodum reverendus dominus Antonius Maria Morus ca­ nonicus eiusdem cathedralis, eius procurator et protonotarius apostolicus, personaliter visitavit limina Apostolorum in sacratissima patriarchali basi­ lica Sancti Pauli via Ostiensi: de quo ego infrascriptus monachus Ordinis Sancti Benedicti Congregationis Cassinensis fidem facio. D. Angelus Benedictus ab urbe vicarius

35. Pompilio Pelliccioli subentrò a Giovanni Battista Lavezzari nell'incarico di vicario ge­ nerale. Dottore in teologia e in legge, apparteneva al capitolo di S. Vincenzo, classe suddiaconale. Aveva avuto una vertenza con il canonico Locatelli, circa l'opzione per una prebenda canonicale durante l'episcopato di G. Barbarigo. Nel 1675il Pelliccioli, all'età di 52 anni circa, ottenne il coadiutore Giovanni Giacomo Pelliccioli, suo ni­ pote, per i compiti della residenza connessi al canonicato ab graves quas patitur infirmi­ tates surditatemque praecipue in aure sinistro et caliginem in acuto pariter sinistro: cf. Acvs, Arch. Cap., 165, Acta , sed. cap. 23 giu. 1661; ibid., 168, Acta ..., sed. cap. 23 dico 1675; D. CALVI, Effemeride , III, p. 380.

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Nestor Rita episcopus Zenopolitanus canonicus et altarista,"

Illustrissimus er reverendissimus dominus Danief Iustinianus episcopus Bergomi per admodum illustrem et reverendum dominum Antonium Ma­ riam Morum eiusdem cathedra/is ecc/esiae canonicum protonotarium apo­ stoficum eius procuratorem, visitavit limina sacrosanctae Principis Aposto­ forum basilicae, et praesentemfidem a nobis obtinuit hac die 22 mensis iu­ nii anno 1670. Franciscus de Santis sub altarista manu propria 7

107

DOMANDE DEL VESCOVO DANIELE GIUSTINIANI PER

LA PROROGA DELLA VISITA AD LIMINA

Eminentissimi e reverendissimi signori Daniele Giustiniani vescovo di Bergamo supplica le eminenze vostre a concedergli proroga della visita de' sacri limini per essere impedito ora di farla. Che della gratia etc. Quas Deus etc. Alla sacra Congregazione del Concilio per il vescovo di Bergamo 7 iulii 1668. Bergomen. commendatur ad sex menses

36. Nestor Rita fu eletto vescovo titolare di Zenopolis il2 dicembre 1669 e trasferito alla sede arcivescovile titolare di Sebaste il 20 agosto 1670. Morì ilI7 marzo 1687: cf. Hie­ rarchia Catholica ... , V, p. 347, 422.

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--------'-'-----------­

VISITE AD LIMINA

Eminentissimi e reverendissimi signori Monsignor Daniele Giustiniani vescovo di Bergomo supplica humil­ mente le vostre eminenze graziarlo d'una proroga di mesi sei per visitare i sacri limini, acciò in quel tempo possi disporsi d'esser personalmente a sodisfare questo debito. Che etc. Quas etc.

Alla sacra Congregazione del Concilio. R. Bergomen.

per mons. vescovo di Bergamo 13 iulii 1669. ad sex menses

Eminentissimi e reverendissimi signori Monsignor Daniel Giustiniani vescovo di Bergomo, non potendo es­ sere alla visita de sacri limini, attesa la rigidezza della presente staggione, humilmente supplica vostre eminenze d'una proroga di sei mesi, per po­ ter essere a suo tempo a sodisfare al suo debito. Che etc. Quas etc.

Alla sacra Congregazione del Concilio per mons. vescovo di Bergamo 16 novembris 1669. Bergomen. ad sex menses

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Anno Jubilrei

@MDCLXXV

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Daniele Iuililliallo

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--_---....._-------------­ RELAZIONE - dicembre 1675

Asv, C. Concilii, Relationes dioecesium, Bergomen., orig., tf. l45r-15lv La relazione presentata per la visita ad limina del trentesimo triennio, 1672-1675, è composta da un quinterno (mm. 20 x 29) di pregevole fat­ tura unito da un piccolo filo bianco. Il f. 145 serve da copertina. Il testo della relazione occupa i ff l47r-150v. La calligrafia è nitida, accurata e molto fitta, con numerose parole abbreviate. Sul margine interno sini­ stro dei fogli è rimasto un ampio spazio bianco. Copia della relazione presentata alla Congregazione del Concilio e la risposta al vescovo in data 22 febbraio 1676, sono cutodite in AcvB,Rela­ zioni delle visite ad limina Apostolorum dall'anno 1660 al 1916, raccogli­ tore n. 2. Per la visita ad limina del ventinovesimo triennio, 1669-1672, manca la documentazione nel fondo dell'archivio della Congregazione del Concilio. Giustiniani delegò il canonico Giovanni Battista Vertua per la visita ad limina del 1675 (f. l46r), ma alla relazione non è allegato il solito stru­ mento notarile di procura, o qualche lettera di presentazione scritta dal vescovo. Si trova solo l'attestato della visita del Vertua alla basilica di S. Paolo, f. 146 (stampa). La relazione porta la intestazione in stampatello con l'ac­ cenno all'anno giubilare, f. l47r, ha la firma autografa di Giustiniani, f. l50r, cui segue la tabella statistica aggiornata, f. l50v. Sul f. l5lv sono state aggiunte le note d'ufficio della Congregazione del Concilio, in forma di brevi risposte ai problemi segnalati.

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Anno Iubilaei MDCLXXV Status Bergomensis Ecc/esiae sub episcopo Daniele Iustiniano ad emi­ nentissimos et reverendissimos dominos dominos Sanctae Romanae Ecc/e­ siae Cardinales sacrosancti Tridentint Conci/ii Interpretes. 537


_

....._ - - - - - - - - - - - - - - - - - ­

------_.....

VISITE

AD LIMINA

Eminentissimi ac reverendissimi domini domini mihi semper colendis­ simi Cum iure merito sancitum sit, eminentissimi patres, ut cuncti Christiani orbis antistites statuto tempore ad sanctam Apostolicam Sedem accedant, sui regiminis rationem reddituri, hoc praecipue sanctiori anno, quo videntur universi greges ad ovile pastoris sanciissimi conj7uere mihi quoque in votis erat, tam sanctae peregrinationis fructus suscipere. Sed duo potissimum, mihi optanti sese obiecerunt, quae me ab hac expeditione retardarunt. Primum est, quod sexagenariam attigi aetatem in qua cum laborare ne­ cesse sit prope omnibus, mihi praecipue non levia oriuntur incommoda. Alterum quod perturbatae iurisdictionis episcopalis a patre don Petro Vecchia Cassinensi abbate, priore in monasterio S. lacobi de Pontida huiu­ sce dioecesis, iura tueri pro viribus contendo, sed de hoc infra?

l.

Cf. L. v. PASTOR, Storia dei Papi... , XIV/I, p. 656-657.

2. Don Pietro Vecchia nacque a Padova; fu battezzato il 18 gennaio 1628.Dopo il novi­ ziato a Montecassino, emise la professione per il monastero di S. Giustina il 30 set­ tembre 1646. In quell'abbazia e a Parma egli si dedicò allo studio delle scienze sacre. Al periodo dei suoi studi risale il saggio Esame di a/cune propositioni in materia difede, Parma 1660, nel quale l'autore tratta il tema della liberazione degli ossessi. Si applicò con successo alla predicazione, diventando uno dei più celebri oratori d'Italia. Nel 1667fu eletto abate di S. Giustina e nel 1673 di S. Giacomo a Pontida. Tra le iniziative promosse dal Vecchia in quest'ultima sede è ricordato il restauro della chiesa e la ri­ vendicazione alla comunità monastica del cosidetto diritto di figliolanza. I rapporti con Giustiniani e con le autorità venete non furono dei migliori. Alla vertenza sorta prima della sua elezione per il rifiuto dei benedettini al vescovo di tenere a sue spese nella parrocchiale le missioni seguirono, ancora per la giurisdizione, altre controver­ sie. Il Vecchia contestò la decisione unilaterale del vescovo e del governo di istituire a Gromlongo la parrocchia. Il decreto fu rifatto il 3 giugno 1673 col consenso esplicito dell'abate. Il dissenso tra la popolazione vanifìcò il provvedimento, che fu rimediato dal Vecchia con la concessione al cappellano di alcuni diritti parrocchiali. La visita ef­ fettuata dall'abate alle parrocchie soggette alla giurisdizione del monastero di Pontida suscitò reazioni, col ricorso all'autorità civile, la quale annullò le visite compiute a En­ denna e Somendenna. Egli inoltre intentò un processo alla parrocchia di Ambivere. Nel 1677 il Vecchia fu nominato abate di S. Eufemia e nel 1679 da Innocenzo XI ve­ scovo di Cittanova d'I stria, ma non ottenne il p/acet dalle autorità venete. Stabilitosi a Roma continuò la sua attività di oratore sacro. Dalle lettere che il Vecchia scrisse al card. Pietro Ottoboni, poi Alessandro VIII, sembra che esistesse tra i due, se non un'a­ micizia, una certa familiarità. Il 6 marzo 1690il Vecchia fu eletto vescovo di Andria e il 19 dicembre 1691 trasferito a Molfetta. Nel1e due diocesi egli svolse un apprezzato la­ voro pastorale di rinnovamento e di lotta agli abusi, non senza incorrere in critiche e inimicizie. Morì a Napoli il 7 giugno 1695;cf. Asv, Ottoboni, 3 ff. I31r-133r, S. Giorgio maggiore, 12 nov. 1667; f. 279r-v, Bergamo Pontida, 20 set. 1667, lettera di don Bene­ detto Vidali di Venezia, monaco cassinese, al card. Ottoboni; ibid., 4, f. l24r, S. Giorgio maggiore, 24 mar.1668; ibid., 6, f. 277r,Verona, 3 ott.1669; ff. 401r,Firenze, 4 dic.1669;

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Hinc est quod ad peragendam sacrorum liminum visitationem ablega­ tum destinarim dominum Ioannem Baptistam Vertuam huius Ecc/esiae Cat­ hedralis canonicum, nobilitatis, probataeque vitae, ac iuris utriusque docto­ rem, qui meas vices gerendo de sta tu ecclesiae meae reddat amplitudines ve­ stras eminentissimas certiores? Ne igitur possit omnino a veritate aberrare, omnia quae cognitu digna sunt, eidem litteris commendare curavi. Intercoeteras Galliae Cisalpinae urbes habita semperest magni nominis civitas Bergomi, quippe qua e vetustate originis,' divitiarum aliqua copia, longe lateque patentium agrorum ac montium feracitate supereminet ex sta­ diis pene quinquaginta. Ea vero serenissimo Venetiarum reipubblicae paret imperio? et quemadmodumfide ac obsequio praestat in suum principem? ita pietate ac religione erga Deum secunda nulli videtur esse. Christianam fldem a Divo Barnaba apostolo accepisse traditur, cum ipse iactis Mediolani fundamentis, ad propagandam fide i confessionem Bergo-

BAV, Ottoboniano lat. 247212, ff. 359-366; P.VECCHIA. Esame... ; D. CALVI, Effemeride...• II, p. 259-260; P. LUNARDON- G. SPINELLI. Pontida .... p. 105-110. 3. Giovanni Battista Vertova (Vertua) era nipote di Lucillo Vertova. preposito del Capi­ tolo dei canonici, eletto vicario capitolare con 25 voti nel 1664, rispetto ai 23 ottenuti da Rodolfo Roncalli. La famiglia Vertova aveva legami di amicizia con la famiglia Ot­ toboni. AI cardinale Pietro Ottoboni, poi Alessandro VIII, era ricorso padre Cristo­ foro Vertova per l'assegnazione di un canonicato vacante, conferito però a Carlo Car­ minati, al nipote Giovanni Battista, il quale aveva poi avuto quello resosi disponibile con la morte di Antonio Locatelli. Il conte Flavio Vertova fu inoltre affittuario dell'ab­ bazia di S. Benedetto di Vallalta, della quale divenne commendatario il pronipote di Alessandro VIII, il card. Pietro Ottoboni. Dalla corrispondenza del conte Vertova con quest'ultimo sembra infatti che i vincoli di amicizia tra le due famiglie fossero di un certo rilievo. Giovanni Battista Vertova nella seduta capitolare del 7 maggio 1675 fu giudicato idoneo ad ipsiusmet praepositi patrui vices obeundas proptereius aptitudinem et morum honestatem notoriamque integritatem, in quanto Lucillo, di 56 anni, ob graves quas patitur podagricas infirmitates, non poteva più adempiere gli obblighi della resi­ denza per il coro. Un anno dopo circa Giovanni Battista divenne preposito e in se­ guito fu nominato vicario generale: cf. AcvB,Arch. Cap., 166,Acta ... , 11.apr. 1664; ibid. 168, Acta ... , sed. cap. 4 gen. 1670,7 mago 1675 per le citazioni; 23 mag., 31 ott., 5 dico 1676; Asv, Ottoboni, 7, ff. 18r-19r; BAV. Computisteria Ottoboni, 129; D. CALVI. Effeme­ ride... , III, p. 380. 4. Cf. visita ad limina 1636. nota n. 1. 5. Il dominio veneto sul territorio Bergornense, come è noto, iniziò nel 1428: cf. B. BE· LOTTI. Storia di Bergamo ... , III, p. 1-25. 6. In determinate circostanze il Consiglio cittadino inviava delegazioni al doge e al se­ nato Veneto. A quella giunta a Venezia il 31 agosto 1675 fa riferimento il nunzio in un rapporto del 7 settembre: cf. Asv, S. S. Venezia, 115. f. 324v, 350r.

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mum se contulerit, cuius predicatione commotus Narnus, Christianae veri­ tati se addixit, et primus antistes ab ipsomet apostolo excepit infulas, licet muneri subire renuisset, humilitatis argumento, impares oneri confessus hu­ meros habuisse. Sanguine perfusa purpurascit plurimorum martirum, quos inter Sancti Alexander e Thebaea legione vexillifer, et Firmus civis bene patroni adoptati sunt, quorum praesidio salutari non semel gravissimis in periculis ad nostra usque tempora mirabiliter confovet. Adest ecclesia cathedralis, alias bipartita in duas canonicorum congrega­ tiones, modo tamen una esse coepit animorum divitiarumque consensu, quo­ rum altera sub titulo Sancti Alexandri centum ab hinc annis, a et ultrafuit pe­ nitus diruta, struendi ergo civitatis munimenta. Sub titulo altera Sancti Vincentii, non quidem, superba mole spectabilis, quae posset forsitan tractu temporis in augustissimum templum assurgere, nisi coeteros inter obices, ulla quaedam inter canonicos utriusque congrega­ tionis esset suborta controversia, quonam sit titulo nuncupanda,' huius li­ cet aedificii pecuniae in summam aureorum mille ac viginti administrentur a civibus nonnullis, qui fabricae Congregationis nomen sortiti suni? Episcopales aedes satis amplae mihi videntur et ad usum, excepta aeris intemperie, non minus aptatae"

a) annis: aggiunta. 7. Il problema accennato da Giustiniani divenne ufficiale nel 1678, a seguito dell'inizia­ tiva della congregazione o capitolo di S. Alessandro di incaricare alcuni suoi deputati di studiare un piano per la salvaguardia dei propri diritti in relazione allo strumento del 1614 da discutere con una deputazione della congregazione o capitolo di S. Vin­ cenzo. In caso di dissenso il Capitolo sarebbe ricorso a tutte le autorità, ovvero sia al Papa, alla Congregazione dei Vescovi, a quella del Concilio e dei Riti, per ottenere in­ dicazioni superdenominatione et praelatione tituli dictaefabricae ecclesiae componendi: cf. Acva, Arch. Cap., 167, Acta... , f. 94v, 5 set. 1678. 8. Nella seduta consiliare del 28 dicembre 1654 era stata approvata la delibera che proi­ biva l'elezione dei debitori della fabbrica del duomo a incarichi pubblici. Nel 1658 il Consiglio aveva deciso di riconoscere validi gli atti e le delibere dei deputati alla fab­ brica del duomo anche se mancava il numero legale stabilito. Nella seduta del 12feb­ braio 1672erano stati eletti deputati Pietro Salvagni, Francesco Michele Carrara, Ro­ dolfo Alessandri, Carlo Bianchetti, Gerolamo Rivola, Giovanni Bottani. Nella seduta del 4 marzo 1674 erano stati confermati l'Alessandri e il Bianchetti, eletti Camillo Terzi, Basilio Rivola, Vittorio Lupo: cf. BCAM. Azioni, 68 (1652-1655), f. 224r; ibid., 69 (1655-1659), f. 194r-v, 16 apr.; ibid.,72 (1670-1675), ff. 98v-99r, 224v. 9. La residenza episcopale era addossata alla facciata principale della basilica di S. Maria Maggiore. 1114 novembre 1674 Giustiniani aveva concesso, su richiesta e a spese dei presidenti della MIA, riservandosi però la scelta dell'architetto Carlo Messi, "l'abbas­

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Proventus autem mensae, quamvis non sint ita pingues, sufficerent tamen nisi pensio maxime so/venda minueret," Ex binis congregationibus extant hodie in ecclesia cathedrali Sanctorum Vincentii et A lexan dri canonici numero quadraginta quatuor; nimirum sex et viginti ex congregatione Sancti Vincentii, duabus comprehensis dignitati­ bus, archidiacono et archipresbitero atque theologali praebenda; ex congre­ gatione vero Sancti Alexandri, decem et octo cum dignitate simul praepositi et poenitentiario canonico,"

samento del tetto del vescovato che riguarda verso il muro della chiesa di S. Maria Maggiore": cf. Acvs, Censuale... , f. 46 cit.; ibid., Rendite.... cit.; ibid., Rendite della mensa vescovi/e... cit.; A. G. RONCALLI, Gli Atti.... III. p. 85. lO. Cf. Visita ad limina 1670, nota n. 30; Acvn, Censuale... , ff. 2r-26v. Il. Nel quinquennio precedente questa relazione i canonici Paolo Mageni, Carlo Cerro, Antonio Minola, G .B. Lavezzari.A. Guerini, Antonio Giacomo Muzio, Giovanni Bat­ tista Grumelli, Lucillo Vertua, P. Pelliccioli, avevano chiesto per coadiutori rispettiva­ mente Giovanni Battista Marcassoli, Nicola Cerro, Guardino Ludovico Colleoni, Bar­ tolomeo Lavezzari, Martino Antonio Guerini, Ercole Muzio, Antonio Grumelli, G .B. Vertova. Giovanni Giacomo Pelliccioli. Il card. Pietro Ottoboni aveva raccomandato a Giustiniani il Marcassoli. Alcuni canonici avevano fatto valere i diritti di opzione per passare da una classe all'altra ovvero per respingere le richieste di altri concor­ renti. I casi, qui solo citati, riguardano i canonici Giovanni Ponzati, Francesco Gar­ gano, Pietro Mageni, Paolo Cabrini, Giacomo Zanuchetti e Antonio Minola. Il cano­ nico Benedetto Petrobelli.prebendato con 12scudi di rendita all'anno, 100 scudi di di­ stribuzione, 15scudi annui dal beneficio di S. Giorgio in Credaro, divenuto assegnata­ rio della cappellania di S. Giovanni Battista fondata da Venturi no de Garganis nella basilica di S. Alessandro nel 1322 e trasferita in S. Vincenzo con l'onere per il titolare di 4 messe settimanali e la residenza continua pena la prescrizione, aveva chiesto alla Congregazione del Concilio, per scrupolo di coscienza, di unire cappellania e canoni­ cato, per quanto i suoi immediati predecessori avessero proceduto senza la dispensa apostolica. Un'altra domanda era stata avanzata alla Congregazione dei Vescovi da Giovanni Battista Rossi, titolare della cappellania eretta nella cattedrale di S. Vin­ cenzo all'altare dei SS. Gerolamo e Caterina dal canonico Antonio Negroni Rota nel 1647, con l'obbligo della messa quotidiana e della residenza per la partecipazione ai di­ vini uffici in coro. Il Rossi nel 1667dopo un decennio dalla sua assegnazione era stato nominato cappellano di un convento e nell'impossibilità di soddisfare i suoi doveri, chiedeva la facoltà per un altro sacerdote nell'adempiere gli oneri suddetti. Va infine fatto cenno del caso di Marcello Cavalieri, di Bergamo, che ottenuti alcuni benefici semplici dal papa. all'età di soli 15 anni, trovandosi impegnato negli studi, inviò do­ manda alla Congregazione del Concilio per cambiare l'onere della recita dell'ufficio divino in quello della Beata Vergine, fino all'età adulta: cf. Acvn, Arch. Cap., 168, Acta ... , sed. cap. 4 gen.1670; 14,20 gen., 24 rnar., 13 mag., 17ago., 19 ago., 1671; 16gen., 22 set. 1672; 17feb., 18 apr., 27 giu., 2 ott. 1673; 11 mag., 24 dico 1674;7 mag., 29 lug., 7 set.,3 ott.•23 dico 1675; 4 feb., 4 apr., 9 rnag., 23 mago 1676;Asv, C. Conci/ii, Positiones, 182,Bergamo, 1674;ibid., 1698,tomo 185,Bergamo Cavalieri; ibid., Congr.Episc., Positio­ nes, settembre-dicembre 1667, Bergamo; ibid., Ottoboni, 7, f. 264r, Bergamo 21 feb. 1671, lettera di Giustiniani al card. Ottoboni.

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VISITE AD LIMINA

Sex hic adnumerantur sacerdotes, custodes vocati, qui choro inserviunt, duabus gaudentes ex tribus partibus distributionis canonicalis. Cappellani autem qui sexdecim ad numerum statis diebus pene singuli missas celebrant, ad residentiam cum canonicis simul omnes tenentur" Praeter cathedralem undecim aliae recensentur hic parochiae, quarum duas regulares gubernant, reliquae saecularibus incumbunt rectoribus." In dioecesi vero sunt parochiales titulatae centum quadraginta novem.In­ ter parochiales Urbis primum obtinent locum ecclesiae Sancti Alexandri in Columna, et Sancti Alexandri a Cruce, ambae sitae in suburbiis huiusce civi­ tatis, in quibus horae canonicae, more collegiatarum, a residentibus persol­ vuntur" Religiosorum ordo claustralium viget in coenobiis, quae piane dixerim in civitate n. 15, in dioecesi 27. Monialium in civitate monasteria decem colligo, novem in tota dioecesi, quorum tria diriguntur a regularibus, coetera vero subsunt Ordinario:" Duobus insuper imminet institutio quibus, si exscindantur nonnulli diffi­ cultatum nodi, divino af/lante numine habenda erit.

12. Nella seduta capitolare del 28 gennaio 1676 furono emanate delle norme che vieta­ vano ai sacristi, cappellani e ad altre persone in servizio nella cattedrale di assumere impegni aggiuntivi a quelli d'ufficio, presso le famiglie nobili: cf. AcvB,Arch. Cap., 168, Acta... , cito 13. Come nelle precedenti visite pastorali, anche in quella del 1666-1668le parrocchie ur­ bane risultano 13.A proposito della cattedrale, nei documenti della Dataria per l'eie­ zione del vescovo Giustiniani, è scritto che si esercitava la cura d'anime affidata a un canonico deputato dal Capitolo. Negli atti della visita pastorale di Giustiniani, Curna­ sco è definita membrum ecclesiae parochialis S. Gratae inter vites Bergomi et mercenaria ipsius viciniorum dicti ioei, e negli atti del terzo sinodo il curato Antonio Poli è indicato parochus mercenarius ecclesiae de Curnasco: cf. ACVB, Sinodi diocesani, raccoglitore n. 2, 1687 Giustiniani IIl, f. 21r; ibid. Visita Giustiniani, 59 (1666-1668), ff lr-72v; ibid., 61 (1667), f. 17v; Asv, Proc. Dat., 42, f. 107v. 14. Sul particolare della collegiata di S. Alessandro in Colonna: cf. visita al limina 1626, nota n. 13; ACVB, Visita Giustiniani, 59 (1666-1668), f. 33v. 15. Nel 1669 Giustiniani aveva ottenuto la facoltà di deputare per un solo triennio e col consenso del suo superiore, un religioso come confessore delle claustrali di S. Grata, data la scarsità tra i sacerdoti diocesani di soggetti preparati a tale compito. Nel 1672 il Vescovo richiese la stessa facoltà di impegnare i religiosi per il ministero delle confes­ sioni alle monache, senza tuttavia precisare alcun monastero in particolare: cf. Asv, Congr. Vescovi, Positiones, 1669, marzo-aprile, Bergamo; ibid., Positiones, 1672, giugno­ agosto, Bergamo.

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Ad haec accedunt tria Loca, quaedam Conservatoria Foeminarum, Di­ missarum nomine, ordine ac regula bene viventium honestatis" Extant praeterea pia Poenilentium, vulgo Convertilarum Loca," Succur­ sus et Orphanarum, quarum numero adsciturpuella quaedam, ila spiritu re­ belli vexata, ut extranea corporis afflictatione tabescat in dies, quae si Pane Coelesti reficiatur bis aut ter in hebdomada, a incredibile dictu est, quantam pacem gaudeat, labori prona consororibus adiuvet, et victu communi utatur cum silentio. Quando autem sacra sinaxi abstinetur, urget, infremit, strepit, immo nec modico cibo umquam vesci possit quotidiano, non sin e mei admi­ ratione animi, exorcistarum stupore et convulsione sodalium.

a)

La frase è sottolineata, ai lati, con due righe e punti interrogativi.

16. Si tratta del1e benedettine di Borgo di Terzo e del1e domenicane di Serina, già accen­ nate più addietro. Un esposto inviato alla Congregazione dei Vescovi dal1a comunità e dai deputati della terra di Serina nel 1673faceva presente il tentativo messo in atto da alcune persone di alterare la volontà di Giovanni Pietro Tiraboschi il quale, fon­ dando il monastero con una dotazione per 25 coriste e 2 converse, aveva posto come clausola la riserva a se stesso, e dopo la sua morte, a 4 deputati anziani del paese, del­ l'eiezione del1e monacande. La Congregazione, dopo aver visto l'esposto, suggeriva di sentire il loro procuratore, il signor Nicola Adami, ovvero i deputati: cf. Asv, Congr. Vescovi, Positiones, settembre-novembre 1673, Bergamo. 17. Milani nel corso della visita pastorale a Teveno nel 1594 aveva trovato "una putta gio­ vine qual si confessa, ma non si comunica perché non può venir in chiesa et se viene, come se leva il SS.mo Sacramento comincia a far strepito... et si leva fuori di chiesa, et pare sia inspiritata alli segni quali si vede che quando se li da l'acqua santa, strepita né può dir Giesù se non con difficultà". Un caso segnalato dal curato di Zorzone al card. Barbarigo durante la visita pastorale, sembra richiamare questo di Giustiniani: "In parrocchia vi è una putta di nome Maria, figlia del q. Antonio Anis da Vertova, già amico del parroco da tanto tempo, il quale morendo gli raccomandò la figlia, la quale andò sei anni orsono a Zorzone, vi si fermò per tre anni. Alla morte del padre ritornò a casa, ove stette per tre mesi circa; forzata dal suo desiderio a tornare a Zorzone, per­ ché a Vertova non poteva fare la comunione così frequentemente come essa bramava. A Zorzone il curato gliela amministra ogni giorno da 17mesi e con il SS.mo si ciba, né mangia altro, e di ciò si è sicuri, perché avendo il curato fattole precetto più di 12volte che magnasse, ha magnato, ma dopo mezz'ora rimandava esso cibo, né poteva tenerlo e tramortiva e si perdeva il sangue in faccia. Pensando che fosse illusione del demonio ricevere ogni giorno la S. Comunione, il curato le disse che non voleva comunicarla. Al1e ore 20 o 21 di quel giorno essa bussò alla porta del curato, tremante, dicendo che se non le si dava la sua cena, presto sarebbe morta. Il curato voleva andare allora a casa sua per vedere cosa faceva, per ridurla a mangiare e comunicarla, nel timore di ri­ trovarla morta al mattino seguente. Ripetuto di voler la cena, e titu bante il curato, ella replicò di non temere, perché era volontà di Dio di darle la sua cena. Egli andò in chiesa con lei sola, le amministrò il sacramento dell'Eucaristia, subito rinvenne, riac­ quistò le forze e gli disse che non avendo potuto prima ricevere il SS.mo Sacramento, non aveva per debolezza potuto fare la solita orazione". cf ACVB, Visita Mi/ani, 33 (1594), f. 44r; ibid., Visita Barborigo, 47 (1658), ff. 89v-90r.

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ltem datur Locus Orphanis Sanai Martini, Mendicantibus alter, alter de­ nique Divae Mariae Magdalenae nuncupatus, ubi mulieres virique, pene amentes, puellae socordes, puerique fatui in dies respective aluntur. Tria insuperfoeminarum videntur monasteria Tertiariarum nomine, quae sponte vagandi libertate sublata, in arctiorem vivendi formam sese compo­ suerunt ex quibus unum recenseo, ubi plurimae asservantur in educationem puellae," Hospitale magnum hic reperitur in suburbiis, amplis licet proventibus 10­ cupletatum, ad inopiam tamen substentandam, sed non satis, quod omnes erga peregrinos et advenas hospitalitatem mirum in modum exercet. Aegro­ tos recipit curandos, incurabiles alit, expositos colligit, nubi/es collocat, in­

18. Alla Congregazione dei Vescovi e dei Regolari nel 1604 era stato scritto per conto della città di Bergamo che non si era "ancora introdotto l'uso di tener zitelle nei mona­ steri di monache a Bergamo per educazione. Pare nondimeno non si possa più diffe­ rire l'introduttione di questo così utile et lodato instituto acciò le zitelle de' quali vi è assai copioso numero, siano allevate nelli boni costumi et nel santo timore di Dio et si proveda al loro honore e pericoli che per causa dell'otio, qual ivi hoggidì regna, pos­ sano facilmente occorrere et per la grande libertà et licentia di vivere di quelle parti .In questa città vi sono molti monasteri assai comodi per potervi tener zitelle per tale ef­ fetto, e le monache ne avranno utilità se adeguatamente ricompensate. I cittadini di Bergamo supplicano che nonostante non sia solito tenervi zitelle per educazione nei monasteri della città, si possano far ricevere ordinando al vescovo o a chi sono sog­ getti, che secondo la capacità di essi si stabilisca il numero prefisso delle zitelle che po­ tranno esser pigliate in tali monasteri". Ma la richiesta non fu tenuta in considera­ zione dalla Congregazione. L'iniziativa segnalata dal Giustiniani potrebbe riferirsi alle educande accolte dalle monache di S. Benedetto, alle religiose di S. Orsola che a­ vevano istituito nel loro monastero un collegio in quegli anni, ovvero alle terziarie di S. Antonio di Padova alle Cavette, di Broseta, segnalate dal Calvi per la fondazione di un collegio. Il passaggio delle terziarie dalla giurisdizione dei Francescani Riformati a quella vescovile, cf. nota visita ad Iimina 1660, n. 29, fu formalizzato con il decreto della Congregazione dei Vescovi e dei Regolari il 5 dicembre 1670 e col successivo de­ creto vescovile del 27 maggio 1671,come riferisce ancora il Calvi. Al dubbio se anche le terziarie di S. Anna di Clusone erano comprese nel provvedimento, esse facevano capo ai Francescani Riformati del vicino convento di S. Alberto in Villa d'Ogna, la Congregazione rispose affermativamente il 24 marzo 1672,cui seguì il decreto vesco­ vile del 18 maggio. L'arciprete Ghirardelli suppose che potesse intromettersi nel go­ verno della comunità in forza del cambiamento avvenuto, ma il vescovo Giustiniani gli comunicò che esse, come le altre terziarie a Bergamo e di Alzano Maggiore, dipen­ devano direttamente da lui e che non si ammettevano eccezioni: cf. Acvu, Monasteri femminili, raccoglitore n.1: Terziarie Francescane... cit.; raccoglitore n. 2:fascicolo sulle Terziarie Francescane di S. Anna di Clusone; raccoglitore n. 17: fascicolo sulle edu­ cande del monastero di S. Orsola, 1661-1678; raccoglitore n. 23: fascicolo sulle edu­ cande di S. Benedetto, 1620-1693; ibid., Visita Redetti, 93 (1737-1741), f. 418r-v, S. Anto­ nio di Padova alle Cavette, accenno alle collegiali; Asv, Congr. Episc. et Reg., Positio­ nes, 1604, B-C, Bergamo; D. CALVI, Effemeride... , I, p. 113, 304, 365; Il, p. 97-98.

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nuptasque custodito A collegio laicorum virorum regitur, unius assistentia canonici et interdum episcopi interventu, non exigua pietate fulcitur:" Mons adest Pignorum, qui nulla ferme personarum acceptatione, aeque divitibus ac pauperibus dat mutuum, in eorum indigentiis. Est et alter Mons Abundantiae dictus, qui episcopi assistentia, excellen­ tissimorum civitatis rectorum, aliorumque virorum ex ordine nobi/ium, nec non mercatorum, et artistarum pari fide ac di/igentia servatur. Tertius est Mons il/e Pietatis redditibus non exiguis, alias a quodam patri­ tio Colleono locupletatus," a viris primae notae directus, quique variis ope­ ribus piis excellit et potissimum collocandis in matrimonium puellis non inutilis existimatur. De Seminario Clericorum sermo incidit, quod sacri Tridentini conci/ii

19. Nel 1612-1673 era stato eletto patrono dell'Ospedale il canonico Leonardo Medolago, della congregazione di S. Vincenzo, nel 1674-1675 Lucillo Vertova, preposito della con­ gregazione di S. Alessandro, nel 1676-1677 Giovanni Giacomo Terzi, di S. Vincenzo, nel 1678-1679, G.B. Vertova, preposito, di S. Alessandro. Tra il 1631 e il 1671 gli esposti assistiti dall'Ospedale furono 4.300: cf. Acvs, Arch. Cap., 167, Acta ... , fT. 74v-75v; ibid., 168,Acta ... sed. cap. 26 dico 1675; ibid., 284, Acta capitularia... , fT. nn.; D. CALVI, Effeme­ ride... , I, p. 435; B. BELOTTI, Storia di Bergamo ... , IV, p. n. 20. Il celebre Bartolomeo Colleoni nacque nell'anno 1400 nel castello di Solza. Il padre Paolo di Guidotto e la madre Riccadonna de'Valvassori da Medolago curarono la sua educazione presso il clero locale. A 14 anni intraprese la carriera militare, paggio alla corte di Filippo Arcelli a Piacenza. Dopo le eccellenti prestazioni di capitano al soldo di Venezia e di altri principi, tranne la sconfitta in val di Serchia contro Lucca che lo vide prigioniero del Piccinino, il Colleoni assurse a fama di grande condottiero con la vittoria di Bosco Marengo nel 1447 sull'esercito orleanista guidato da Rinaldo di Dre­ snay che tentava di occupare Milano. La cattura di Dresnaye il riscatto di 10.000 co­ rone arricchì inoltre notevolmente il Colleoni. Egli passò buona parte della vita al ser­ vizio di Venezia, con qualche interruzione per Milano. Conobbe un'altra volta il car­ cere per un anno nei Forni di Monza perché sospettato dai Visconti di trattare con Ve­ nezia. Pacificata la Lombardia con la pace di Lodi nel 1454 e avvertendo che ormai le possibilità di impiego di un esercito andavano sfumando, il Colleoni si impegnò in al­ tre azioni militari in situazioni di conflitto tra stati e principi della penisola. Da Vene­ zia ebbe in feudo Bottanuco, e in seguito Romano, Covo, Antegnate, cui furono ag­ giunti Martinengo, Cologno e Urgnano. Colleoni fissò la sua residenza nel castello di Malpaga, trasformato in una dimora principesca. Fu considerato da Venezia come avanguardia contro Milano. Il 24 giugno 1455 il Colleoni ebbe finalmente l'agognato titolo di comandante supremo dell'esercito veneziano e nel 1470 entrò nel Maggior Consiglio. Un'accesa rivalità oppose Coli eoni a Galeazzo Maria Sforza, e per anni l'o­ stilità tra i due personaggi non trovò soluzione. Sposata Tisbe, figlia di Leonardo Mar­ tinengo, capitano, non ebbe la fortuna di un figlio maschio. Anche Colleoni destinò parte delle ricchezze accumulate a opere degne di un principe rinascimentale. Nel 1466 fondò l'Istituto della Pietà per dotare giovani povere in procinto di sposare. A Bergamo il suo nome è immortalato dalla Cappella Colleoni. Morì il 2 novembre

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praescripto institutum, honestos habet et necessarios proventus, ita tamen magno regitur studio ut bonis moribus, tum virtute, tum litteris omnibus adolescentes p roficiant, adhibitis optimis versatisque praeceptoribus qui ad hoc opus iuventutis erudiendae sedulo incumbant. lllius autem aedes et ec­ clesia forent hodie commodiores si, proventu alio adveniente, facilis ansa praeberetur, in laxiorem nobilioremque redigendi formam," Doctrinae Christianae Institutio, tam in civitate quam dioecesi, ita prope­ modumjloret ut exteris exemplo possit esse nationibus. Et licet in hac disci­ plina tam sancta meorum qui praecesserunt labores legam non sine animo grato, mea tamen qualiscumque sit opera vel solertia, pro illius incremento non deficit, neque in posterum ad Dei gloriam est defectura. Verbi Dei praedicatio non modo in civitate quadragesimali tempore, ad­ ventus et per annum, singulis ut plurimum diebus festis, sed in quibuslibet oppidis ac pagis, suis quoque temporibus habetur, et munia ipsa evangeli­ zandi quandoque quae desiderant regularem concionatorem per nostros ec­ clesiarum parochos, qui plurimum in hoc munere dignoscuntur non rarae doctrinae et eruditionis, summa laude exercentur. Congregationes menstruae sedulo habentur in singulis quibusque plebi­ bus et vicariis quae sunt ad numerum trium triginta et a parochis in civitate, clericorum et sacerdotum conventu, semel aut bis quolibet mense in episco­ pali palatio, me praesente, non sine ingeniorumfructu exercentur, in quibus post cuiuspiam lectionem pii auctoris, de sacramentis aliisque casibus con­ scientiae disputatur, assignato tamen infine definitoris, qui praeest certo iu­ dicio, ut ad veram tutamque sententiam singuli mutuo convertantur."

1475: cf.B. BELOTTI, Vita di Bartolomeo Colleoni, 3' Edizione, Bergamo 1951; M. E.MA­ LET, Colleoni, Bartolomeo, in Dizionario biografico ... , 27, p. 9-19. 21. Rettore del Seminario per un certo periodo di tempo fu Ludovico Benaglio, come già accennato, e Giovanni Andrea Quarenghi. Il capitolo di S.Alessandro nel 1675 dette corso a una causa contro il Seminario col risultato, forse imprevisto, di una sentenza sfavorevole. Il ricorso in appello fu affidato a Pietro Maria Zoi, cancelliere e procura­ tore generale: cf.Acva, Arch. Cap .., l69,Acta S.Alexandri maioris... , f. 6v, 13 gen. 1679; ibid., 780. Per il rev.mo capitolo ... , cit.; Vita dè Servi ... , p.7; C.UUETTl, Notizie storiche .... p. 13, 22. 22. Giustiniani dedicò particolare attenzione alle congregazioni mensili dei preti, come risulta dalle lettere circolari ai vicari foranei del 1664, 1667 e 1668. Egli aveva disposto nel 1666 che i sacerdoti di città alta si riunissero mensilmente in S.Biagio, sotto la pre­ sidenza del teologo Bartolomeo Finardi. Per i preti dei borghi S.Leonardo e S.Anto­ nio - S.Caterina, i luoghi di ritrovo erano le sacrestie delle due parrocchiali, sotto la guida dei due curati porzionari gli uni, del prevosto di S. Alessandro gli altri. Il priore dei curati, il rettore di S.Salvatore, coordinava le congregazioni. Con le altre lettere

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RELAZIONE DICEMBRE

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Visitatio dioecesis poene quotannis incedit, a/iquando ad missionis nor­ mam, pro evitanda forte cui subsunt parochi expensa" easque, cum sit opus, ecc!esias perlustrare non desino, mecum adhibitis viris doctissimis, bi­ norum assistentia canonicorum, qui capitulariter ad hoc se/iguntur aliorum­ que maxime qui ministerio inserviant Societatis Iesu re/igiosorum. Forum episcopale, summa Dei bonitate ita regitur in dies, ut a generali vi­ cario, sic et a coeteris curiae ministris quaecumque absit sordida suspicio, quorum rite recteque administratis iustitiae lanci bus, tanto gaudio videor perfundi, quanta pietate leniunturplagae, si quae sunt in hoc immenso cleri­ corum ordine. Sanctissimae Inquisitionis officio, bene sciteque provisum est. Cum enim ex familia Praedicatorum virum habeam," qui zelo pietatis suae vigilat in domo Domini, charitate non tam praeditum et religiosa, qua splendet, hone­ state morum, quam assiduo labore solertem in evellendis maxime plantis ab hac vinea veneficis. Praesto huic sumus in ministerio ea, qua par est, animi devotione. Insuper advocati quoque ipsi rectores optimi cum ratio tempusque postulat [avere, suis votis non desistunt," pastorali Giustiniani sottolineò alcune particolari situazioni richiamando gli ecclesia­ stici alle norme sinodali e a una condotta conforme alla loro missione. Nel 1664 aveva raccomandato al clero di indossare un abbigliamento idoneo in occasione delle fun­ zioni liturgiche mentre ne11668 aveva convocato a turno i sacerdoti di città davanti a una commissione per fare le prove della celebrazione della messa secondo le rubriche sinodali. Nel 1667 e nel 1675 agli ecclesiastici era stato ingiunto di non frequentare spettacoli e balli. Ne11670invitò i curati a rispettare nel corso delle processioni e delle rogazioni i confini delle parrocchie per evitare discussioni e risse. Nel 1679 richiamò il dovere a tutti i sacerdoti e i chierici di città di partecipare alle rogazioni nei giorni sta­ biliti. Contro l'abitudine invalsa tra i parroci di recarsi alle solennità dei paesi circonvi­ cini trascurando così la propria parrocchia, Giustiniani nel 1664 aveva scritto una let­ tera con le esortazioni e le norme opportune: cf. ACVB, Lettere pastorali..., 3, sulle con­ greazioni dei preti f. 66r, 77r,78r,80r, 81r,82r, 91r-v, 16dico 1664,30 gen., l' apr., 13 nov. 14 dico 1666,23 mago 1667, 15 dico 1668; f. 68r, 18 dico 1664 curati fuori sede; f 67r,86r, 99r, 16 dico 1664, 22lug. 1667 e 12 dico 1675,stile di vita e d'abbigliamento per gli eccle­ siastici; f. 87r, 89r, 3 nov. 1668 prova delle rubriche per la celebrazione della messa; f. 94r, 103r-v, 30 apr, 1670, 21 mago 1679,processioni erogazioni. 23. Cf. visita ad Iimina 1670, nota 26. 24. Era probabilmente p. Giovanni Domenico Bertuccio, domenicano, di cui cf. la nota successiva n. 25. 25. L'accenno di Giustiniani al S.Offizio non sembra casuale. Il card. Barberini aveva scritto al Vescovo il21 settembre 1671,rilevando che la prassi seguita dagli inquisitori non corrispondeva agli accordi stipulati con la repubblica Veneta il 19 ottobre 1651 a Venezia. Nei processi agli eretici, secondo tali patti, oltre l'intervento del Vescovo e dell'inquisitore era previsto, se opportuno, anche quello di un magistrato deputato dai rettori, il quale aveva solo il compito consultivo e non deliberativo. Ciò doveva ri­

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Quod spectat ad beneficiorum numerum, capellaniarum et oratoriorum, quot praecipuae sint confraternitates, Loca pia. Sodalitates seu Scholae, ut

sultare chiaro nei decreti emessi, per indicare che il magistrato non aveva alcuna giu­ risdizione in materia. Giustiniani in una lettera al card. Barberini ilIO ottobre 1674 si riferiva a una comunicazione del S.Offizio, per rilevare che tra gli errori commessi da­ gli inquisitori figurava nei decreti la mancata omissione della frase già concordata cum assistentia clarissimi domini vocati ... , l'esame dei testimoni da parte dei suddetti o dei loro vicari nel palazzo del podestà, ove si era pure svolta la riunione dei giudici, de licentia praetoris ovvero de consensus vicarii praetoris. Secondo il card. Barberini que­ ste formalità processuali mettevano il S. Offizio in evidente "subordinatione" ai giu­ dici del tribunale civile. Giustiniani rispondendo al card. Barberini il 7 novembre 1674 affermava di aver "scandagliato quantità di processi del S. Offìtio, e trovo non esser qui corsi tutti gli errori espressi nel foglio trasmesso mi". Dopo aver fatto una serie di rilievi sugli atti del S.Offizio di Bergamo, scagionava l'inquisitore da ogni pratica che potesse essere apparsa subordinata alla repubblica Veneta. Alla lettera era annessa una "inforrnatione di quanto ha fatto il p. Giovanni Domenico Bertuccio inquisitore di Bergamo ne' processi da lui formati sin al medesimo tempo". Con lettera del 24 ot­ tobre 1678 il card. Barberini avvisò Giustiniani della nomina di p. Carlo Falcone a in­ quisitore del S.Offizio di Bergamo, trasferitovi da Crema. I contrasti tra autorità reli­ giosa e civile si manifestarono particolarmente acuti nella denuncia e nel processo di prete (Tommaso) Salvatore Giorgi, che Alessandro VIII aveva chiamato "uomo pes­ simo", reo, come risultava dagli atti del tribunale "di dogmi hereticali scandalosi e te­ merarii e di sollecitatione", Il senato Veneto non concedeva l'autorizzazione a proce­ dere perchè il vicario pretorio era stato assente agli atti ufficiali del processo, le denun­ zie a carico di prete Giorgi ricevute senza il delegato dei rettori, l'esame formale di suor Giovanna Costanza Tiraboschi, domenicana della SS.ma Trinità di Serina, con­ dotto tramite il delegato dell'inquisitore, Giovanni Antonio Carrara, senza l'assi­ stenza civile concordata. Il nunzio faceva osservare all'inquisitore di aver erronea­ mente unito agli atti processuali l'esame di suor Tiraboschi, quando sarebbe stata suf­ ficente la semplice denunzia. Il Giorgi da parte sua nell'avvicinarsi del processo che il nunzio Carlo Francesco Airoldi dichiarava di voler tenere, con l'aiuto di alcuni com­ plici era fuggito dalle carceri del S. Offizio per presentarsi personalmente al S. Offizio di Roma. Il podestà di Bergamo inoltre aveva rifiutato di perseguire i complici del Giorgi. Di un altro processo a carico di un "huomo della valle d'Astine" accusato di malìa da Giuseppe Ambiveri il nunzio si diceva fiducioso circa la collaborazione del podestà. Un caso di particolare gravità ebbe luogo a proposito del vicario foraneo di Alzano Maggiore, Giovanni Battista Acerbis, cui il podestà aveva ritirato tale facoltà con la proibizione di esercitarla. Il podestà di Bergamo aveva preteso abusivamente dal vicario del S. Offizio la consegna dei libri con i nomi dei vicari foranei e degli uffi­ ciali del tribunale, i quali avevano il compito di ricevere dalle popolazioni foranee le denuncie in materia di fede, evitando il viaggio in città, le spese da sostenere, possibili incontri con "spiriti malevoli" o altre persone indesiderate. Probabilmente l'Acerbis a­ veva ecceduto nel compito, procedendo senza l'assistenza concordata. Il nunzio nel comunicare il fatto al S. Offizio di Roma, preannunciava la sua protesta al Consiglio dei Dieci perchè tutto fosse di nuovo affidato ai vicari foranei ai quali il podestà inten­ deva togliere l'incarico contestato: cf.Acvs, S.o.flìtio dell'lnquisitione-Sentenze (ms), tf. 370 + ff.nn.; Asv, S.SYenezia, 351, f. 16r-v,Roma 24 gen. 1692,al nunzio Giuseppe Archinto su prete Tommaso Giorgi; ff. 197v-198r, Roma 16gen. 1693,al nunzio circa i libri e registri richiesti al vicario del S. Offizio di Bergamo dal podestà; ibid., 353,f.63r,

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aiunt, Disciplinatorum, Doctrinae Christianae, missae animaeque alio quamvis praecedenti statu fuerint exposita, iterum tamen mihi praetermit­ tenda non erunt, sed brevem inferius notulam in calce litterarum apponere studebo. Quod autem pertinet ad immorandi rationem ne mihi ullus concedatur accessus, licet ipse velim ad istius almae urbis sacrarium mearum esse par­ tium hic video expromere. a Causam scilicet acris esse litigii, quod mihi presides Cassinenses eccle­ siae parochialis, monasterii S. lacobi de Pontida, dioecesis Bergomensis, non sine mei animi angore intulerunt, quia nimirum in mea visitatione sub anno 1672 iuxta laudabiles sacri Tridentini concilii sanctiones, aliquot emi­ serim decreta ad animarum curam, quae monasterio imminent, antequam monacis ferme ipsis commendarentur. A quibus defecere non tantum mo­ naci cum abbate, sed indipendentiam ostentantes a quocumque iure propter arctam, quam dicunt, connexionem cum ducali ecclesia Divi Marci a) Tutta la frase successiva è segnata sul margine sinistro con una doppia linea verticale e col numero 3. Venezia 4 apro 1691,lettera del nunzio all'inquisitore del S.Offizio di Bergamo circa la tortura e il decreto relativo; ff. 68v-69r, Venezia 21 apro 1691, lettera del nunzio all'in­ quisitore del S. Offizio di Bergamo circa il vicario pretorio da richiamare per la pre­ senza alla riunione; f. 71v,Venezia 5 mag.1691 idem; f.95r-v, 21 lug. 1691 testo della di­ chiarazione del nunzio in Pregadi circa il processo a prete Giorgi e la presenza del vi­ cario pretorio; f. 146r, 158v, 162r-vVenezia 8 apro e 29 dico 1691,9gen. 1692 lettere del nunzio all'inquisitore di Bergamo su prete Giorgi; f. 171v,24 feb. 1692, dichiarazioni in Pregadi sulla denuncia a prete Giorgi ricevuta alla presenza dei rappresentanti del senato e la ripetizione del processo; f. 172v,Venezia 26 feb. 1692,lettera del nunzio al S. Offizio sul processo a prete Giorgi; f. 173v-174r,Venezia 26 feb. 1692, il nunzio chiede all'inquisitore gli atti del processo originale; f. 174v,Venezia 30 feb. 1692,let­ tera del nunzio all'inquisitore di Bergamo circa le accuse di Ambiveri all'uomo della val d'Astino; f. 177r,Venezia 3 feb. 1692 lettera del nunzio all'assessore al S. Offizio circa il processo a prete Giorgi; f. 180v,Venezia 8 feb. 1692,lettera del nunzio all'inqui­ sitore di Bergamo circa gli atti originali del processo inviato; ff. 181v-182r,Venezia 17 feb. 1692,lettera del nunzio alla Congregazione del S. Offizio circa il processo a prete Giorgi e le prime denuncie ricevute senza assistenza del vicario pretorio; ff. 182v-183r, Venezia 17feb. 1692,lettera del nunzio all'inquisitore di Bergamo circa le denuncie di suor Tiraboschi raccolte dal delegato G. A. Carrara; f. 184v circa il processo a prete Giorgi e all'uomo di Astino; f. 189r-v,Venezia lo marzo 1962,lettera del nunzio all'in­ quisitore di Bergamo sui due processi a prete Giorgi e all'uomo di Astino; ff. 190v-191r,Venezia 7 mar. 1692,lettera del nunzio alla Congregazione del S. Offizio sul processo a prete Giorgi e il parere di p. Celso, servita, consulente della repubblica ve­ neta; f. 195v,200r-v, Venezia Il e 26 rnar, 1692 ancora sui due processi in due lettere del nunzio all'inquisitore di Bergamo; f. 204r, 220v,Venezia 5 apro 1692 lettera del nun­ zio alla Congregazione del S. Offizio sulla validità degli atti processuali a carico di prete Giorgi e altre notizie sull'uomo di Astino; f. 226v,Venezia 24 magoe 20 set. 1692

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Venetiarum, immo et monachorum satis ampia Cassinensium privilegia. Supplices libellos, sed non sine fallacia, porrigere serenissimo principi ausi sunt, ad praepediendam non tantum decretorum executionem, sed et ipsam visitationem meam, adeo iustam, velut irritam, nullamque reiiciendam, pe­ rinde ac si pontificalium usus priori suo tamquam Ordinario convenirei, et nonnullarum, quae subsunt antiquae matrici visitatio ecclesiarum. Quod tanti ferme ponderis negotium, pro tuenda episcopali sede, non semel atque iterum Venetias, vel invitum me distraxit a sponsa, non exiguo sane reddi­ tuum et valetudinis incommodo," I -Adsit ergo Spiritus ille Paraclitus, a quo bona cuncta pro cedun t, ut om­ nia tandem componat et dirigat, bene recta confirmet, confirmata consoli­ det, et me ad pristinam, quam enixe rogo, restituat animi tranquillitatem. Deus ipse ter Optimus Maximus amplitudines vestras eminentissimas diu incolumesflorentesque servet, ad christiani orbis incolumitatem et ornamen­ tum eminentiarum vestrarum. II - Facessit mihi nuperrime negotium, praeter alterum hoc Pontidae, nova quaedam dissensionis occasio, cura non minori, quam impensa, cui su­ biacet episcopalis iurisdictio. Morengi siquidem, ubi contigit Ordinario pars

circa gli atti processuali di prete Giorgi e la sua fuga; f. 267r-v, 19 set. 1692comunica­ zione del nunzio al senato circa la fuga di prete Giorgi; richiesta di aiuto; tI269v-270r, Venezia 26 set 1692,lettera del nunzio all'inquisitore del S. Offizio di Bergamo circa la richiesta presentata al senato sull'arresto di prete Giorgi; f. 271r-v dichiarazione del se­ nato sull'accaduto; f. 272r-v,Venezia 27 set. 1692, lettera del nunzio alla Congrega­ zione del S. Offizio sulla fuga di prete Giorgi; f. 275r-v,e 282r-v,Venezia, II e 18 ott. 1692 lettere del nunzio all'inquisitore di Bergamo per la cattura di prete Giorgi; sua comparsa alla Congregazione del S. Offizio di Roma; f. 284v passim altre lettere del nunzio su prete Giorgi; ibid., 354,f. 71r,Venezia 5 set. 1693,lettera del nunzio alla Con­ gregazione del S. Offizio sui rapporti tra l'inquisitore e le autorità civili; f. 98r, 2 gen. 1694,segnalazione del nunzio alla Congregazione del S. Offizio sugli abusi del pode­ stà nei confronti del vicario foraneo di Alzano Maggiore; f. 99v, comunicazione del nunzio al Senato veneto sul caso Acerbis di Alzano Maggiore: ibid., 355, citazione f. 191r, 193r, 194r-v, 196r, 307r, comunicazioni del nunzio a Venezia sul caso Giorgi, 12, 22,24 gen., 2 feb. 1692; f. 307r, IO gen. 1694 notizie sul caso Acerbis comunicate dal nunzio ai senatori in Pregadi. 26. La Congregazione dei Vescovi rispose a Giustiniani il6 maggio 1672che poteva eserci­ tare le funzioni descritte, comprese quindi le missioni, nella chiesa parrocchiale di S. Giacomo di Pontida: cf. Asv, Reg. Episc .• 117 (1672), f. 64v.

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RELAZIONE DICEMBRE 1675

feudalis bonorum," simul una cum dominis Iovanillis comitibus," intempe­ stive actum est, ut vicini homines castri Romani, diebus ab hinc elapsis, manu vel armata sese temere obiecerint alicui repagulo, septisque circum bona ipsa, non longe a Serioflumine, ad continendum ipsius impetum, et in­

27. Morengo nel 1133 per dono del vescovo Gregorio divenne patronato di S. Giacomo di Pontida, infeudato al vescovo di Bergamo da Ottone I nel 962. Nel 1395 ebbe privilegi dai Visconti di Milano. Passato a Venezia per la guerra vinta contro la signoria Viscon­ tea, fu venduto nel 1434 a Isnardo da Comenduno il quale un anno dopo chiese e ot­ tenne di fortificarlo. Nel 1452 circa il vescovo Barozzi, consentendo alla comunità di Almenno S. Salvatore (già feudo vescovile) il riscatto della decima annuale di 100 du­ cati d'oro con un'unica somma di 4.534 scudi, la realizzò con l'acquisto per la mensa vescovile di nove parti e un quindicesimo della decima parte delle possessioni di Mo­ rengo. Alla proprietà era unito il titolo di conte. La parrocchia era soggetta al vescovo di Cremona: cf. ACVB, Censuale... , f. 20r-v, 36v-38r, 65r, 116v.142v; ibid., Rendite... , cit.; Asv, Prac. Dat., 215, f. 24r-v; A. M. GUERRINI, Sinopsis... , p. 8-9; G. ROSA, Statuti... , p. 92-93; B. BELOTTI, Storia di Bergamo ... , II, p. 14; III, p. 13,27; IV,p. 33; G.P. BETTANI, Ri­ costruita la storia di Morengo attraverso la mostra dei "cabrei", in L'Eco di Bergamo, 4 gennaio 1986; p. 9; A. PESENTI, La signoria ... , p. 152. 28. All'epoca in cui scrive Giustiniani, i conti Giovannelli, di cui cf. visita ad limina 1660, nota n. 34, da pochi anni avevano acquisito il titolo di giuspatronato e di consignori feudali col vescovo di Bergamo sulla chiesa di S. Salvatore in Morengo. I Giovannelli nel 1668 erano succeduti in tali diritti, con le relative proprietà immobiliari e oneri an­ nessi, dei beni posseduti dai benedettini di Pontida, dipendenti allora dalla Procuratia di S. Marco. Per antichissima consuetudine, testimoniata da una lettera del 18 aprile 1570 a firma di Melchior Michael eques de supra ecc/esiae S. Marci, al vescovo di Ber­ gamo nonché dai libri della chiesa di Morengo e dai testimoni del luogo, la Procuratia e la mensa vescovile davano al curato di Morengo una somma e un carro di legna cia­ scuno, mancando la parrocchia di beni per sostenerlo. I conti Giovannelli compe­ rando i beni della Procuratia nel 1668 dovettero acquistarne i diritti feudali e gli oneri inerenti. Difatti essi continuarono regolarmente la contribuzione e godettero di di­ ritto di presentazione ed elezione del curato, in comune con la mensa vescovile, di­ pendentemente dal vescovo di Cremona cui Morengo era soggetta. Questa contribu­ zione era richiesta dal regime generale del feudo di Morengo, ove edifici e opere di pubblica utilità gravavano ugualmente sui due signori (erano ad es. di comune ra­ gione la bottega, l'osteria, la casa del curato). L'entità delle contribuzioni al curato do­ vette essere basata sul principio adottato inizialmente, riferito alla lettera del 18aprile 1570:"molto volentieri et prontamente esborsaremo ogni anno quel tanto che a un re­ ligioso et buon capellano per parte nostra convenirà". I prospetti della rendita della prebenda parrocchiale e le relazioni dei curati in occasione delle visite pastorali danno presso a poco in cifre le contribuzioni dei condomini: baroni Giovannelli: de­ nari L. 233,82; frumento: some 2, staia: 2; granoturco: some 2, staia: 2; vino: brente 2; legna forte: l carro. Mensa vescovile: denari: L. 127,36; frumento: some 2,1; grano­ turco: some: 2,1; vino: brente 1,4; legna: l carro: cf. ACVB, Parrocchia Morengo, raccogli­ tore n.l: nomine dei parroci, personali, varie:fascicolo n. 6, con i dati qui presentati e con la lettera trascritta qui citata; B. BELOTTI, Storia di Bergamo ... , III, p. 13.

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gluviem pro hiberna tempestate constructis," Immo raptis sublatisque li­ gnis, ad opus rite dispositis, suplicationem porrexerunt Venetiarum principi, litem excitaturi contra bona episcopatus,falso asserentes, comites ipsos me­ cum struxisse opus in agris Communitatis Romani," Quo quidem iurgio praepediri magis videor in dies a discessu meo, nisi temporalis iura cum spi­ ritualibus prolapsa videre velim. Incendium hoc litigii sicut hodie suscitatur a flumine, ita charitatis aqua desinat quantocius extinctum. humillimus ac addictissimus servus Daniel episcopus Bergomensis

29. Come per il Serio, anche per le acque del fiume aglio erano successi fatti incresciosi negli anni immediatamente precedenti. Nel 1671 il doge aveva ingiunto la sospen­ sione di ogni lavoro sulle rive e nell'alveo di quel fiume, e nel 1673 altri ordini analo­ ghi erano stati emessi nella zona che interessava Cividate, al confine quindi tra il terri­ torio Bergomense e Bresciano. Nel 1676 l'autorità emanò delle norme per la pesca nel fiume aglio al fine di evitare contese tra bergamaschi e camuni: cf. BCAM, 3 Ducali C (1656-1745),f. 53r, 27feb. 1671;f. 63v, 15 mar. 1673; ff. 73r-74r,6 mago e 291ug. 1676;Ba­ riano... , p. 85-96. 30. In senato risulta che per le circostanze qui ricordate da Giustiniani il 28 settembre 1675 furono discusse "alcune novità pratticate a quei confini (di Romano) sopra il fiume Serio", segnalate da Giacomo Barozzi, podestà e provveditore della città. Og­ getto della vertenza erano appunto i ripari innalzati sulle rive del Serio che in realtà venivano a "danneggiare e inondar non solo questo territorio ma ... li passi importan­ tissimi che conducono dal Bergamasco nel Cremasco". Con lettera successiva del 16 novembre il Barozzi dà notizia dell'interessamento sulla questione da parte dell'Avo­ garia del Comune e del Consiglio dei Dieci: cf. ARcH. S. VE., Senato Terra, reg. 191, ff. 96v-97r; lettera di G. BAROZZ1, Bergamo 21 set. 1675, filza corrispondente, n. 916,cita­ zione; ibid., Senato, Dispacci rettori Bergamo e Bergamasco, f. 67,dispaccio di G. Ba­ rozzi, 16 nov. 1675: nota fornitami gentilmente dalla dott.sa Maria Francesca Tiepolo, dirigente superiore direttore dell'Archivio di Stato di Venezia.

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RELAZIONE DICEMBRE

Canonici Cathedralis Sanctorum Vincentii et Alexandri sunto Cappellaniae in Cathedrali titulatae Abbatiae saeculares . . . Prioratus Commendae Ecclesiae parochiales titulatae in urbe et dioecesi. Beneficia simplicia Cappellaniae titulares Cappellaniae mercenariae Monasteria regularium ... Monasteria monialium. Congregationes Dimissarum Congregationes Tertiariarum . Oratoria Loca Pia Confraternitates Hospitalia Scholae Disciplinatorum Scholae Doctrinae Christianae . . Missae quae celebrantur ex obligatione,

Regularium exceptis... Missae absque obligatione Missae in totum singulis annis . . Missae quae celebrantur a Regularibus possunt esse . . Animae quae non communicantur. Animae in totum complent numerum o

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n. n. n. n. n. n. n. n. n. n. n. n. n. n. n. n. n. n. n.

44 16

3

4 2 160 101 65 513 47 19

3 8 380

131 598 6

74 309

n. 148327

n. 162937 n. 311264 n. 216000 n. 55028 n. 147680.

Bergomen. Visitationis sacrorum liminum Clausura Monialium oppidi Burgi Tertii. A. In congregatione particulari 22 februarii 1676 Ad primum iuxta votum.

Ad secundum utatur prudentia pii et prudentis confessoris.

Ad tertium iuxta votum.

Ad quartum ut ad proximum.

A. Eicientur quae non obediunt mandatis clausurae. 553


L..-

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VISITE AD LIMINA

109

DICHIARAZIONE DELLA VISITA

ALLA BASILICA DI S. PAOLO APOSTOLO

Die 16 mense decembris anno 1675. Pro illustrissimo et reverendissimo domino Daniele 1ustiniano episcopo Ber­ gomensi admodum reverendus dominus Ioannis Baptista Vertua, canonicus eiusdem cathedralis, personaliter visitavit limina Apostolorum in sacrosancta patriarchali ecclesia S. Pauli extra muros urbis. De quo ego infrascriptus Ordinis S. Benedicti Congregationis Cassinensisfi­ dem facio. D. Honorius ab urbe provicarius

110 RISPOSTA DELLA CONGREGAZIONE DEL CONCILIO ACVB, Relazioni delle visite ad limina Apostolorum dal 1660 al 1916,

raccoglitore n. 2. Reverendissime domine uti jrater Perlecta in sacra Congregatione Concilii relatione hodierni status istius Ec­ clesiae, qua m canonicus ad sacra limina visitanda ablegatus exhibuit, eminen­ tissimi patres ad ea qua e notatu digna visa sunt, ita respondendum censuerunt, nempe quoad dissensiones inter canonicos S. Alexandri et S. Vincentii super praecedentia, perspiciendum est an sit nova erectio ecclesiae atque an utriusque ecclesiae canonici sint uniti, jaciantque unum corpus, et quomodo. De canonicis coadiutoribus, qui male valente coadiuto, non inserviunt, quo­ niam coadiutores ad hoc deputantur, ut infirmi coadiuti vices suppleant, si non inserviant esse punctandos et punctatorum poenam eorum damno cedere. Ad occurrendum aeri alieno quo gravatur Xenodochium Maius amplitudini tuae vigilantiae curae esse debere, ut bona oeconomica diligentia administren­ tur. ac redditus in usus necessarios non autem superfluos convertantur, idque in exigenda rationum redditione oculate perspiciendum. De lite et litis causa cum Cassinensibus intercedente eminentissimi patres vo­ lunt certiorari et quo pacto coram saeculari iudicio disceptetur; ut quod magis expediat, possit decerni. 554


RELAZIONE DICEMBRE

1675

Lecta autem epistola pastorali quam una cum praedicta relatione trans­ misit, eminentissimi patres duo improbarunt, nempe quod confessariis iniunxerit ut a confessionibus auscultandis abstineant, eorum qui ad red­ dendam rationem administrationis locorum piorum tenentur, eosque ad pro­ prium parochum remittantur, quodque censuras indixerit adversus matrimo­ nia contrahentes parocho irrequisito, atque alios in his partem habentes, imo amplitudini suae iniungunt ut per consimiles litteras huiusmodi ordina­ tiones revocet. Ac demum de delegatione facta vicariis foraneis pro paramentorum bene­ dictione referendum esse ad sacram Congregationem Rituum. Quod reliquum est, p ergat amplitudo sua pastorales partes explere, eique omnia prospera precamur a Domino. Romae 25 ianuarii 1681 uti frater cardinalis Columna prefectus 31

S. archiepiscopus Brancaccius episcopus Viterbiensis secretarius

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Bergomen. Pro visita sacrorum liminum gratis etiam quoad scripturam

31. Federico Colonna, di Perugia, fu referendario delle due Segnature e nominato arcive­ scovo titolare di Cesarea il 6 luglio 1665,cardinale in pectore il 12giugno 1673,pubbli­ cato il 17dicembre 1674,venne insignito del titolo di S. Marcello il28 gennaio 1675.La sua opera si svolse prevalentemente nella Curia romana, chiamato a fare parte di al­ cune commissioni e per qualche anno dell'incarico di prefetto della Congregazione del Concilio. Cambiò il titolo cardinalizio con quello di S. Anastasia il 9 aprile 1685. Morì il 4 ottobre 1691:cf. L. v. PASTOR, Storia dei Papi ... , XlVIII, p. 4, 20, 217, 363, 387; Hierarchia Catholica... , IV, p. 126; V, p. 8. 32. Stefano Brancaccio, di Napoli, nacque nel 1618. Ebbe l'ufficio dell'una e l'altra Segna­ tura, fu inquisitore a Malta, incaricato della nunziatura in Toscana. Nominato vescovo di Adrianopoli, fu inviato nunzio presso la repubblica Veneta dal 17luglio 1666 all'a­ prile del 1668. Nel 1670 trasferito alla sede di Viterbo, ebbe l'incarico di segretario della Congregazione del Concilio, e il l" settembre 1681 la nomina a cardinale col ti­ tolo di S. Maria della Pace. Morì 1'8 settembre 1682: cf. G. MORONI, Dizionario... , 6, p. 92; Hierarchia Catholica ... , IV, p. 68; V, p. Il,417.

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_ _ _ _ _L....足

I


-----"-------------­ RELAZIONE dicembre 1682

Asv, C. Concilii, Relationes dioecesium, Bergomen., orig., tf. 152r-158v La relazione presentata per la visita ad limina del trentaduesimo triennio, 1678-1681, è composta da un fascicolo di 7 fogli, con la numerazione del vec­ chio catalogo, 990-996, e con la recente a timbro. Manca invece ogni riferi­ mento alla visita ad limina del trentunesimo triennio, 1675-1678. Il testo della relazione, conclusa con la firma autografa di Giustiniani, oc­ cupa i ff. 154r-155v (mm. 20x29). Copia della relazione e risposta della Congregazione del Concilio sono conservate in ACVB, Relazioni delle visite ad limina Apostolorum dall'anno 1660 al 1916, raccoglitore n. 2. Per la visita ad limina Giustiniani delegò suo procuratore il curato di Barzana, don Giovanni Battista Bugada, f.152r-v (mm. 19,50x28) apposi­ tamente autorizzato dal papa, poichè non era canonico, f. 156r, 157v, e a triennio scaduto. Risulta che il Bugada visitò la basilica di S. Pietro, f. 153r (stampa). Sui f. 156r e 158v si trovano note aggiunte dalla Congregazione del Concilio e diverse sottolineature sul margine interno. Sono bianchi i f. 156v e 158r. Il fascicolo è in buone condizioni.

111 Eminentissimi ac reverendissimi domini domini mihi semper colendissimi sanctissimis Apostolicae Sedis legibus tertio iam recurrente anno Romam evocatus adsum animo, eminentissimis patribus multo libentius coram ipse ad­ futurus, ni meliore in dies, tum deterioris valetudinis, tum ingravescentis aetatis excusatione uterer. Votis itaque istuc feror, et primum omnium augustissima Apostolici Collegii Principum limina exosculor, sacrosque eorum cineres religioso cultu adoro; se­ dentis deinde in apostolico solio pontificis optimi maximi Innocentii XI pedi­ bus venerabundis advolvor.' 1. Innocenza XI, al secolo Benedetto Odescalchi, nacque a Como il 19 maggio 1611 da

famiglia agiata. Compiuti i primi studi nella sua città, si perfezionò in diritto a Roma e a Napoli. Entrato nella Curia romana, fu nominato protonotario apostolico, tenne

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VISITE

AD LIMINA

Vobis postremo, praecipua Ecc/esiae lumina, patres eminentissimi, tabel­ lam veluti, in qua totius meae vineae ac villicationis imaginem complexus sum, humillime defero. Bergomensis agri longitudo quinquaginta fere passuum millia colligit, la­ titudo triginta. Aliquanto tamen latius patet ager, quam dioecesis, cuius non modica pars excurrente ad meridiem, occasum et septentrionem in Bergoma­ tumfines Mediolanensi ditione attondetur. Quam tamen iacturam non nihil redimunt ea sacerdotia quae in agro Cremonensi sub Paterni plebe sibi ob­ noxia Bergomensis antistes obtinet. Centum fere et quinquaginta capitum millia in urbe et agro censentur. praeter innumeros Bergomates, qui patriae glebeae angustiis cogentibus so­ lum vertunt, et ingenita quadam solertia ubique patriam, ubique opes inve­ niunt. Gens enim haec, si qua alia, ad rem suam maxime attenta et mercimo­ niis in primis dedita, per quae complures ex tenui principio in ingentes divi­ tias excrevere. ldeoque monendi subinde sunt, ne animarum pretium, quod supra omne pretium est, infra lucrum habeant. Caeterum Bergomates ingenio facili, erecto, vivido et ad quamcumque rem traduxeris, sequaci maxime sunto Si ad pietatem, si ad literas animum adiecerint, multi in utraque laude. Christiana sacra sacrorumque antistitem Divum Narnum a Divo Bar­ naba apostolo suscepere. Hinc festo eius die quotannis in urbe supplicatio habetur, cui intersunt quotquot christianaefidei rudimenta vel docent vel do­ centur. Quod quidem docentium, discentium sanctissimum opus tum in urbe, tum in agro mirifice fervet. l'ufficio di commissario al mercato, di governatore di Macerata, legato di Ferrara dal 1645 al 1650. Dopo la nomina a cardinale, col titolo dei SS. Cosma e Damiano il 24 aprile 1645,fu eletto vescovo di Novara e il21 settembre 1676 chiamato a succedere a Clemente X. Innocenzo XI soppresse la figura del cardinale nepote e riorganizzò la Segreteria di Stato nonchè altri dicasteri della Curia. Sostenne il probabiliorismo di Tirso Gonzales, s.j., contro la morale lassista, convalidando la condanna di 65 propo­ sizioni in senso probabilista nel 1679, cui seguì quella di Molinos nel 1687. Difese l'au­ torità papale dalle ingerenze di Luigi XIV nell'amministrazione delle diocesi vacanti con la cosidetta regalìa, e non accettò le libertà gallicane votate dall'assemblea del clero francese nel marzo del 1682.Il suo piano di difesa della cristianità dall'esercito turco non trovò pieno consenso tra gli stati, ma sortì risultati insperati, come si vedrà più oltre. Ebbe parte alle trattative di Nimega (1677-1679) e pernon compromettere la causa della pace non reagì vigorosamente contro la lesione dei diritti della Chiesa. Fu suo merito l'alleanza tra l'imperatore e Giovanni Sobieski re di Polonia il I D aprile 1683,e l'accordo tra varie potenze europee con la Lega Santa. Morì il 12 agosto 1689: cf. G.B.PICOTTI. Innocenzo XI, papa, in Enciclopedia Cattolica , VII, p.22-25; Hierar­ chia Catholica ... , IV, p. 28, 262; L. v. PASTOR, Storia dei Papi , XIV III, p.3 passim.

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-----------------RELAZIONE DICEMBRE

1682

Post Divum Barnabam plurimum debet Bergomensis Ecclesia Divo Ale­ xandro, qui Christi magis quam Thebeae legionis signifer christianam fi­ dem opere et sermone potens, suo demum sanguine in hac urbe sancivit. At­ que, ut post signiferum, reliquam quoque martirum, aliorumque Sanctorum Bergomensium cohortem recenseam, Firmus, et Rusticus, Domno, et Dom­ neo non tam sanguinis splendore, qua m eiusdem pro Christi nomine effu­ sione illustres, Lupus et Grata summam rerum in hac urbe obtinentes, alii­ que complures caelo recepti hinc provenerunt. Cum vero Arrianus furor christiano in orbe saeviret, Ioannes Bergomi epi­ scopus, Iacobus archidiaconus, quadraginta ex praecipuis Clericis ab haere­ ticis confossi in catholica veritate tuenda spiritum impenderunt? Peracto veluti superum lustro, tempia iam ingredi lubet, quibus per supe­ ros ipsos cultus et veneratio accedit. Gemina olim fuit Bergomi cathedralis aedes. Altera deinde ex iis Divo Alexandro sacra solo aequata est, eiusdem canonici in Divi Vincentii aedem migrare coacti. Haec itaque, ut ingenti ca­ nonicorum numero, sacerdotum reliquorum copia, suppeltectilis vi et pretio maxime nitet, ita structurae splendore, molisque amplitudine a principis templi maiestate longe abest. Agitatum proinde sepius de ea in augustiorem speciem excitanda; coacta ad id viginti mille et amplius aureorum summa non modica quoque ad sustinenda aedificii impendia piorum virorum tum accesserant, tum sperabantur subsidia. Nihil tamen hucusque actum. Agitatum quoque nuperde re, quae multum ad huiusce templi structuram contulisset, ut scilicet duplex canonicorum congregatio omni demum su­ blato dissidio atque discrimine in unum corpus penitus coalesceret, sed res iam pene ad exitum perducta, repente discussa est. Cathedralem ecclesiam eae sequuntur, quae animarum curatoribus per­ missae in episcopalis sollicitudinis partem veniunt. Urbs itaque cum suburbiis in duodecim paroecias distributa est, quarum duae a regularibus obtinentur. Supra quas geminae assurgunt Divo Alexan­ dro inauguratae, sacerdotum praecipue numero, qui ibi canonicorum more omnia divini cultus officia persolvunt. In omnibus vero tum parochialibus ecclesiis, tum oratoriis, qua e plurima

2. Nel 1671 i canonici avevano chiesto l'elevazione dell'ufficiatura dei 40 martiri cano­ nici della cattedrale a rito doppio di seconda classe poichè suo sanguine sanctam Ecc/e­ siam Bergomensem in magnum nostrae fidei incrementum fundaverunt: cf. ACVB, Arch. Cap., 168, Acta ..., sed. cap. 31 ago. 1671.

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VISITE

AD LIMINA

extant, sacrarum vestium et re/iquae suppellecti/is mundiciem, ac pro cuius­ que templi viribus pretium, cum urbem nuper lustrarem, inveni. Divae Mariae Maioris templum mole ingens, plastico opere, laudato mar­ more, illitis auro paretibus, pretiosa suppellectile celebriora Ita/iae tempIa provocato Ibi quotidianum divinarum laudum pensum et sanctae /iturgiae solemnia per complures sacerdotes collegiatarum ritu peraguntur. Ibi divini verbi praecones, plerumque eximii, festis totius anni diebus, esurialibus vero feriis quotidie de rebus divinis ad populum verbafaciunt. Quod etiam maioris ieiunii tempore perprobatos a me oratoresfit in ambabus illis, quas supra laudavi, Divi Alexandri ecclesiis, sicuti in omnibusfere celebrioribus pagis. Caeterum Divae Mariae templum una cum adiecto epheborum, qui ei­ dem tempIo inserviunt, Collegio Nobilium laicorum regimini subest, qui sibi tamen cathedra/is ecc/esiae canonicum veluti principem deligunt? Post templa, imo in temp/is ipsisfausto occursu sese obiiciunt sacerdotes, atque utinam semper in templis, ne dolendum quandoque foret, quod sane­ tuarii lapides in capite omnium platearum dispersi reperirentur. Sacerdotum tamen Bergomensium castigati in universum mores, exterior­ que cultus ad honestatis speciem compositus. a Parochorum praecipue in ani­ marum salute templorumque nitore procurando ac coeteris pastoralis officii partibus rite p eragendis multa sedulitas,' Ex iis non pauci humanioribus ac severioribus literis impense imbuti omnesfere ea tenent quae ad sacros ritus a) Tutta la frase successiva è segnata sul margine sinistro con una doppia linea verticale e col numero 4. 3. Era rettore del Collegio della MIA Lodovico Benaglio, che ricopriva anche l'incarico di curato di Bottanuco. I presidenti del Collegio nel 1681avevano chiesto alla Congre­ gazione del Concilio l'autorizzazione a conferire tale ufficio al Benaglio "huorno d'o­ gni virtù e bontà" e quindi di assentarsi dalla parrocchia, dove sarebbe andato nelle fe­ ste principali, sostituito nel corso dell'anno da un vice-curato. Giustiniani nelle infor­ mazioni fornite alla Congregazione scrisse che il Benaglio era stato rettore del semi­ nario diocesano all'epoca del Barbarigo e che lui stesso l'aveva confermato. Essendo "soggetto del1i più idonei fra li ricercati da detti presidenti", il vescovo dava parere po­ sitivo alla Congregazione che il lO gennaio 1682 autorizzava il Benaglio a accettare l'incarico per un anno. Ma l'assenza del Benaglio dalla parrocchia provocò malcon­ tento tra la popolazione di Bottanuco e Cerro che inviò un esposto alla Congrega­ zione dei Vescovi, con la richiesta di ingiungere al Benaglio, percepiva lo stipendio an­ nuo di 300 scudi, di rientrare per l'assistenza e la cura d'anime, la predicazione e \'i­ struzione delle gioventù nella dottrina cristiana: cf. Visita ad limina 1660, nota n. 13; Asv, C. Conci/ii. Positiones, 1681, tomo 2, Bergamo, lettera dei presidenti del Collegio MIA, 29 nov. 1681; ibid., tomo 3, Bergamo, lettera di Giustiniani, 24 dico 1681; ibid., Congr. Vescovi, Positiones, 1682, novembre-dicembre, Bergamo. 4. Questa constatazione è confermata dal fatto che durante l'episcopato di Giustiniani vissero ecclesiastici elevati a dignità episcopale o insigni per cultura e santità di vita. Il

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-----'----------------­ RELAZIONE DICEMBRE

1682

conscientiamque moderandam pertinent. Conveniunt ex iis non pauci su­ binde, et una cum aliis sacerdotibus per salutares Divi Ignatii exercitationes eximio magistro se rursus ad pietatem excoquendos ultro praebent? a Magister autem sacerdos bergomas est.' quem Brixiensi olim antistiti Marino Georgio,' nupervero Aretino praesuli Strozzio 8 ad brevem temporis usura m a me commodatum uterque cum praeclara huiusmodi impleti mune­ ris testificatione gratiarumque actione mihi restituitoHisce exercitationibus mirum dictu est, quantum debeat cleri Bergomensis disciplina. Hinc paro­ chorum et sacerdotum meliora charismata aemulantium pia contentio, hinc a) Le frasi successive sono segnate nel margine sinistro con una linea doppia verticale. clero col sinodo del 5 giugno 1679 era stato sollecitato al disinteresse nelle cerimonie, specie nei funerali, a osservare i limiti di tempo per la celebrazioe delle messe, a curare il decoro delle chiese, a chiedere l'autorizzazione per introdurre in parrocchia nuove preghiere o svolgere processioni rimanendo vietata quella col SS.mo Sacramento la notte del venerdì santo, e sottoposta a permesso speciale la custodia dell'Eucarestia ne­ gli oratori. Giustiniani nel 1666 aveva biasimato l'abuso di alcuni curati delle vicarie dì Bonate Sotto, Scano, Brembate Sopra, Terno, e del curato di Chignolo, di usare candele piccole nei funerali al posto di quelle grandi, portate dai parenti dei defunti. Con un de­ creto del 5 marzo 1681,era stata corretta una norma sino dale circa la partecipazione dei sacerdoti ai funerali. La nuova disposizione stabiliva il criterio che fossero invitati i sa­ cerdoti della parrocchia, poi quelli indicati dagli eredi e parenti del defunto, con la pre­ cedenza ai preti di quell'oratorio della vicinia cui era legato il suffragando, anche per l'assistenza ricevuta. La proliferazione di messe domenicali negli oratori di privati o delle confraternite aveva richiamato l'attenzione di Giustiniani che con decreto del 23 giugno 1679 ne vietava la celebrazione contemporanea a quelle della parrocchia: cf. ACVB, Lettere pastorali... , 3, f. 74r,75r,76r,lettere ai vicari foranei di Bonate Sotto, Scano, Brembate Sopra, al curato di Chignolo e al vicario foraneo di Terno, 18gen. 1666,7 mar. 1665,24 gen. 1666; f. 104r-v,messe domenicali; f. 105r, sacerdoti ai funerali; Sinodus dioecesana... , p. 6-8, 25-28; B. BELOTTI, Storia di Bergamo ..., ed. 1989, V, p. 172. 5. La pratica degli esercizi spirituali obbligatoria per tutti gli ordinandi era stata oggetto di due lettere circolari della Santa Sede al nunzio a Venezia, Francesco Airoldi, con l'in­ vito a farne conoscere il testo a tutti i vescovi del dominio: cf. Asv, Reg. Episc., 124 (1679), f. I 134r, 28 nov.; ibid. 127 (1682), f. 194r-v, 2 ott. 6. Il sac. Francesco Agazzi, cf. nota visita ad limina 1660, n. 7,continuava nella sua mis­ sione di predicatore degli esercizi spirituali per il clero anche nelle vicarie più impor­ tanti della diocesi, come a Nembro e a Gandino. Egli aveva istituito nel 1680 circa dei corsi per l'educazione del clero, coi collaboratori don Pietro Mazza, Bonino Bianchi, Paolo Scartabellati, riuniti dapprima nella casa del facoltoso sacerdote Gianbattista Vitalba, a Bergamo, per seguire corsi di istruzione in logica, fisica, teologia, casi e de­ creti, poi alla Masone e infine in Seminario: cf. A. MAZZOLENI, Vita ... , p. 22-82. 7. Marino Giovanni Giorgi fu vescovo di Brescia dal 9 giugno 1664 al 24 ottobre 1678. Egli invitò l'Agazzi a predicare ai sacerdoti gli esercizi spirituali nel 1677 a Iseo nel pa­ lazzo di Paolo Martinengo, ripetuti poi nella badia commenda del Barbarigo a pochi chilometri da Brescia. L'Agazzi convinse il Corti, sacerdote bresciano assai zelante e istruito, a prendersi a cuore questa iniziativa: cf.A. MAZZOLENI, Vita ... .p. 37-48; Hierar­ chia Catholica ... , IV, p. 121; La dominazione Veneta (1576-1797), in Storia di Brescia pro­ mossa e diretta da G. TREccANI DEGuALFIERI, la edizione, Brescia 1964, III, p.167-168. 8. Alessandro Strozzi fu vescovo di Arezzo dall'8 marzo 1677 al 19 ottobre 1682. Il ge­

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VISITE

AD LIMINA

eorundem more fratrum in unum habitantium iucunda concordia. Per ea­ dem exercitamenta saerorum ordinum candidati edocentur, quam sublimis sit apex, ad quem evehuntur. quamque gravis lapsus, si inde morum turpitu­ dine exciderint. Menstruis quoque cleri congregationibus eiusdem doctrina adiuvatur; nec non Seminarii cultura, ex quo ingens virorum pietate et literis praestantium proventus. Dimitto iam a me sacerdotes, ut ad sanctimoniales accedam, quas non se­ cus ac pupillam oculi mihi commendatas optime novi. Earum coenobia octo in urbe, sex in agro numeranturì Ex iis unum in suburbio Dominicanis pa­ tribus subest, alterum in Albini pago Carmelitis, tertium in Clusoni oppido D. Francisci ab observantia patribus. In postrema Sinodo, qua e tribus ab hinc annis a me habita est, IO iisdem poenis moniales a regularium colloquio arcui, quibus Apostolica Sedes regularibus ad easdem moniales accessum interdixerat," Coeterum multam et ipsae in universum obedientiae, castimo­ niae et disciplinae laudem merentur. Quas deinde pari gressu sequuntur Tertiariae, et quae a femineo cultu de­ posito Demissae vocantur. quarum institutum in hac Urbe maxime celebra­ turo A templis et coenobiis ad ea loca lustranda accedo, quae veluti pauperum asilum publica beneficentia excitavit. lnter quae Divi Marci Xenodochium magni nomen iure sibi vindicat, quod licet opulentis haereditatibus subinde augeatur. tam voracibus tamen impendiis exhauritur, ut aegre ex alieno aere emergat," A nobilibus laicis hoc quoque regitur, qui caeterorum veluti caput suita Franchini udito l'Agazzi in un corso di esercizi spirituali ne parlò al confratello Gian Domenico Isei che avendo tenuto con padre Paolo Segneri una predicazione ad Arezzo, ebbe modo di riferire circa l'attività del sacerdote bergomense. Il vescovo Strozzi di fronte alle resistenze dell'Agazzi e di Giustiniani per accettare l'invito, si recò personalmente a Bergamo e ottenne che nella primavera del 1681 il predicatore bergomense predicasse ai suoi sacerdoti, con risultati positivi: cf. A. MAZZOLENI, Vi ta... , p. 49.65, 203-229; Hierarchia Catholica... , V p. 154. 9.

Nella relazione per la visita ad limina del 1675 i monasteri femminili sono 19.

IO. Giustiniani aveva indetto il sinodo il 15 aprile 1679 ed era stato celebrato il 5 giugno successivo: cf. Sinodus dioecesana... , p. 3-4. II. Cf. ibid., p. 9, decreti XVI e XVII, p. 30.

12. Giustiniani nella relazione precedente del 1675 non aveva segnalato queste irregola­ rità amministrative dell'Ospedale di S. Marco. La Congregazione del Concilio nella ri­ sposta al Vescovo trattò espressamente l'argomento, come risulta dal testo pubbli­ cato. Nel 1686 l'Ospedale istituì la pratica, con l'autorizzazione della Congregazione dei Vescovi in base agli accordi siglati per l'unione degli Ospedali di Bergamo il 5 no­ vembre 1458 tra i quali quello di non alienare i beni, per vendere il fondo della Bol­ dona poco redditizio e scomodo e reinvestire il ricavato nell'acquisto del Campo Matto del cav.Carlo Benaglio, più vicino agli altri fondi del luogo pio, migliore e con 4

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RELAZIONE D/CEMBRE

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est. Minora deinde accedunt Xenodochia, primum Divae Magdalenae sa­ crum, et fatuis alendis institutum. Aliud Succursus nomine designatur, et in eo puel/ae inopes ac parentibus orbae veluti in portu locantur. Supersunt eae quoque quae ex impudicitiae caeno emerserunt, et vulgo Conversae vo­ cantur, ut etiam duo pauperorum sodalitia, quorum unum Divi Caroli, alte­ rum Divi Martini auspiciis gaudet. Se insuper conspiciendos praebent, neque diutius latere possunt, terge­ mini Montes, quibus caelo se propius admovit publica pietas. Horum uni a Pietate ipsa nomen, eiusque munus est, honestas puel/as ob inopiam illocabiles congrua dote annumerata e pudicitiae discrimine vindi­ care. Alter a procuranda annona dictus, liberali olim multorum civium pie con­ spirantium stipe constitutus, cui regendo episcopus una cum Urbis praesidi­ bus et delectis ex omni ordine viris praeest. Postremus Mons in danda pauperibus citrafervoris labem pecunia situs est. Ab his humanissimis Montibus ad alios longe asperiores iam Urbe egressa, transitum facit oratio, ad eos scilicet qui maximam Bergomensis dioecesis partem attol/unt. Ut enim Bergomatis agri parsfere tertia vel in ma­ xime feracem planitiem protenditur, vel mol/iter assurgit in col/es omni amoenitatis genere laudatos, ita quod reliquum est montibus horret, ad quos dtfficiles, et inviae propemodum alicubi viae ferunt, plurima mortis imagine oculis obversante. Cernere est pendulas quandoque e rupibus casas, scopu­ lisque affixa mapalia verius quam domos. Ubi tamen se montes aperiunt, non raro pagi occurrunt, qui incolarumfrequentia et divitiis, aedium mole et cultu oppidis minimum invideant. Quod caput est, in inculto solo probe culta pietas, christianis rudimentis egregie imbuta pueritia, ingens sacerdotum co­ pia, tempia eximio cultu nitentia, 13 res sacrae sedulo procuratae, multa pertiche e lO tavole in più. Un'altra pratica fu avviata alla Congregazione del Concilio per la permuta, atto notarile del notaio Andrea Corsini, 6 set. 1694, di due pezze di terra dell'Ospedale ubicate a Ciserano con una del conte Antonio Albani. Giustiniani con lettera del l? nov. 1694dette parere favorevole, per un evidente vantaggio a favore dell'Ospedale, alla cessione dell'Isoletto di sopra, 4, 50 pertiche bergamasche di ter­ reno e del Campo Cerito, di 5 pertiche bergamasche di terreno, 9 tavole e 2 piedi, valu­ tate 161 scudi di moneta romana, 5,50 scudi di rendita annuale, per avere in cambio dall'Albani la Verzerola, di 28 pertiche bergamasche di terreno, valutate 308 scudi di moneta romana, 11 scudi di affitto annuo: Asv, Congr. Vescovi, Positiones, 1686, agosto, Bergamo; ibid., C. Conci/ii, Positiones, 1694, tomo 141, Bergamo. 13. Per ovviare ai disagi della popolazione in contrada Brancilione di Locatello, in valle Imagna, impossibilitata a recarsi in parrocchia per la mulattiera scomoda e l'assenza di un ponte sul fiume detto la Valle della Rizzola, il sacerdote Giovanni Locatelli chiese alla Congregazione dei Vescovi la facoltà di celebrare nell'oratorio dedicato a

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VISITE

AD LIMINA

piorum sodalium instituta" piisque loeis adiuta paupertas," Hane igitur vi­ neae partemfrequentius prope quam reliquas obire quotannis eonsuevi hoe­ que uno saltem pastoris nomen implevi, quod saepius in montibus visus sum," A quibus tamen, ne longiori sermone vestra tempora moretur, eminentis­ simi patres, mea modo deseendit oratio, et urbe iam ae dioeeesi lustrata voS.Antonio di Padova la messa quotidiana e altre cerimonie senza che il curato interfe­ risse. Analoga richiesta fu inviata nel 1686 dalla comunità di Pezzolo, in valle di Scalve, per l'autorizzazione a fondare la Confraternita del S. Rosario, modificando la clausola della distanza di due miglia da un'altra confraternita, esistente a Nona. Man­ cava infatti un ottavo di miglio, e la norma dispositiva fu messa da parte, tenuto conto della situazione del paese e della presenza della neve per i mesi d'inverno; cf. Asv, Congr. Vescovi, Positiones, 1675, settembre-novembre. Bergamo; ibid., 1686,febbraio, Ber­ gamo.

14. La confraternita eretta a Villa di Serio sotto !'invocazione della B.Y. Maria dei Campi con il breve di Paolo V il 29 ottobre 1609,aveva chiesto nel 1675 alla Congregazione dei Vescovi e Regolari per i propri confratelli la facoltà di confessarsi dal proprio cap­ pellano fuori dal tempo pasquale, l'approvazione del loro oratorio da parte dell'Ordi­ nario, l'opportunità alle consorelle di accedervi per le confessioni, la diretta dipen­ denza dal vescovo senza alcuna interferenza del curato, l'autorizzazione a tenere le stesse cerimonie, messa e vespri, dopo quelle celebrate in parrocchia la domenica. Una richiesta analoga fu presentata al papa e alla Congregazione dei Vescovi nel 1689 dall'Università e dagli uomini di Ardesio per l'autonomia del santuario della B. Ver­ gine delle Grazie dal curato, che pretendeva escludere i 5 cappellani in servizio dal canto delle messe e degli uffici solenni, proibire l'amministrazione dei sacramenti della Confessione e della Eucaristia. La comunità in base all'indulto di Paolo V del 1617 rivendicando il diritto di nomina dei cappellani, chiedeva che se approvati dal ve­ scovo, fosse loro permesso amministrare i sacramenti richiesti, eccetto il tempo pa­ squale. Analoga domanda fu inviata alla Curia romana dai sindaci della chiesa santua­ rio di S. Maria del monte Altino, Giovanni Zanga e Bartolomeo Zanga, al fine di otte­ nere che i cappellani potessero continuare ad amministrare i sacramenti ai fedeli che il parroco pro tempore di Vali'Alta proibiva loro. Un'altra vertenza finita al tribunale della nunziatura veneta nel 1693 riguardò la facoltà di svolgere funzioni in un oratorio campestre dedicato alla Natività a Bariano, che l'arciprete, Giovanni Battista Facco, negava ai sindaci e ai congregati. Anche le rivendicazioni di completa autonomia della parrocchia di Cerete Sopra nei confronti di Cerete Sotto, sua matrice, iniziate, a quanto sembra nel 1543, furono trattate nel 1693 dal tribunale della nunziatura ve­ neta; cf. Asv, Arch. Nunz. Ven. II, 195,per Bariano: f.17r, 48r-v, 53r-v,80r, 84r,92r, 107r-v, 118v, 124r, 134r, 138r, 143r, 160r, 194v,220r, 222r, 252r, 266r, 272r, 288r-v, 296v, 343v, 347r, per Cerete: f. 86r, 162r-v, 123v, 144v, 161r, 165r,176v, 182r, 198r-v, 267v, 297r-298r, 343v,Cerete; ibid., 196,ff.64r-65v; ibid. 289, f.126r Bariano; ibid., 351ff. 66r-67vCerete; ff. 68r-69r, Bariano; ibid., C. Concilii, Positiones, 1697, tomo 176, Bergamo, lettera del vi­ cario capitolare G. B.Vertova, 27 feb.1697,favorevole ma con la riserva di alcuni diritti al parroco di Vall'Alta; ibid., Congr. Vescovi, Positiones, 1675, gennaio-apri/e, Bergamo; ibid., Positiones, 1689. luglio Bergamo. 15. Nel sinodo del 1679 il decreto VII stabilì che gli aministratori dei Luoghi Pii potevano restare in funzione ed essere nominati solo per un anno: cf. Sinodus dioecesana ... , p.7. 16. 11 riferimento di Giustiniani circa la visita fatta ripetutamente ai paesi di montagna si collega alle osservazioni dell'inquisitore del S. Offizio a Venezia che richiamava l'at­

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RELAZIONE DICEMBRE

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bis se iterum venerabunda provolvit, rursusque ad sacrata Apostolorum li­ mina religioso pede se statuens inter plura, quae ex animo praecatur, illud quoque enixe a Superis contendit, ut sanctissimum dominum nostrum Inno­ centium Xl Ecclesiae clavo diutissime assidere patiantur, vosque, patres eminentissimi ad christianae rei decus et praesidium incolumes acflorentes maxime velint, Bergomi die prima novembris 1682. Eminentissimarum vestrarum

humillimus adictissimus et obsequentissimus

servus

Daniel episcopus Bergomensis 9

112 IL VESCOVO DANIELE GIUSTINIANI CHIEDE LA FACOLTÀ

DI INVIARE PROCURATORE PER LA VISITA AD LIMINA

IL SAC. GIOVANNI BATTISTA BUGADA

Beatissimo Padre Monsignor Giustiniani, Vescovo di Bergamo, per giuste cause non es­ sendo potuto venire ad limina, ne meno ha trovato canonico che sii vol­ suto venire, ha mandato Giovanni Bugada teologo, parocho e protonota­ rio apostolico quale ha servito sempre nella visita et missioni, e pratico della cose della diocesi." Però supplica la santità vostra dispensarlo per esser admesso.

tenzione sul risveglio in quegli anni della setta dei Pelagiani in valle Camonica e sulla necessità di vigilare, richiesta al podestà di Brescia; cf. visita ad limina 1660, nota n. 45; Asv, S.S. Venezia, 123,ff. 647r-648r, 650r-651v.13 e 20 giu. 1682: ibid., 124, f. 343r, Vene­ zia, 22 apro 1682, rapporto del nunzio Francesco Airoldi al card. Alderano Cibo. 17.

Barzana era soggetta parte ad Almenno S. Bartolomeo e parte a Palazzago. Da questo

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VISITE

AD LIMINA

Che della grazia etc. Il vescovo di Bergamo non havendo trovato alcuno della sua cathe­ drale che havesse voluto abbracciare l'incombenza di visitare li sacri li­ mini, ha mandato un parocho della sua diocesi informato del stato di quella. Suplica vostra santità ad ammetterlo. Alla santità di nostro signore papa Innocenzo XI a monsignore secretario della Congregatione del Concilio per mgr. Giustiniani vescovo di Bergamo

Die 22 decembris 1682 sanctissimus annuit Bergomen. Visitationis sacrorum Iiminum

27 martii 1683.

Dentur Iitterae.

infatti dista 3 chilometri circa su un'area posta ai piedi e sui rilievi di una delle colline che dal monte S. Bernardo si inoltrano verso sud. Il 17febbraio 1669 erano stati eletti i sindaci Francesco Bugada e Lorenzo Gavazzeni per avviare le pratiche di istituzione della parrocchia nonché di dotarla e di presentare per la conferma il curato mercena­ rio, con l'impegno di garantirgli lo stipendio concordato. Nel corso della visita pasto­ rale Giustiniani aveva consacrato la chiesa di S. Rocco e in merito allegato di Lorenzo Gavazzeni aveva deciso in favore della nuova parrocchia, non per quella di Brembate Sopra. Giovanni Battista Bugada (Bugata) è forse il sacerdote che accompagnò il Bar­ barigo nella visita pastorale, esercitando il ministero di confessore. Negli atti del terzo sinodo di Giustiniani il Bugada risulta domiciliato a S. Agata, in città alta. Il nuovo do­ micilio è da mettere probabilmente in relazione all'ufficio di penitenziere svolto dal Bugada in duomo, come fra l'altro egli si presentò alla Congregazione del Concilio nel 1696 con la domanda per ottenere la facoltà di benedire i paramenti destinati alle cerimonie sacre. Da notare l'omonimia con Giovanni Battista Poli detto Bugada, Cu­ rato di Rosciate tra il 1667 e il 1685 circa: cf. Acvs, Barzana, raccoglitore n. 1,fascicolo: nomine di parroci; ibid., Sinodi diocesani, raccoglitore n. 2, 1687 Giustiniani III, f. 21v; ibid., Visita Barbarigo, 52 (1659), f. 2r; ibid., Visita Giustiniani, 60 (1667), f. 106 r-v; ibid., 63 (1680), ff 24r-26r, 140v; Asv, ibid., 65 (1685), ff. 60r-62v; C. Conci/ii, Positiones, 1696, tomo 166, Bergamo, Bugata; ibid., Secr. Brev., 1206,f. 525r,745r, 8 gen.I660; G. MAIRONI DA PONTE, Dizionario... , I, p. 43.

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RELAZIONE DICEMBRE

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PROCURA DEL VESCOVO DANIELE GIUSTINIANI

AL SACERDOTE GIOVANNI BATTISTA BUGADA

PARROCO DI BARZANA

In Christi nomine. Amen. Anno ab illius nativitate millesimo sexcentesimo octuagesimo secundo, indictione quinta, die vero nona mensis novembris, pontificatus autem sane­ tissimi in Christo patris, ac domini nostri domini Innocentii divina Provi­ dentia papae XI anno septimo, Noverint universi et singuli huius instrumenti seriem visuri, lecturi et au­ dituri, sicuti illustrissimus et reverendissimus in Christo pater ac dominus dominus Daniel Iustinianus, Dei et Apostolicae Sedis gratia episcopus Ber­ gomensis etc., comes etc., elegit, constituit et deputavit, eligitque, constituit et deputat in eius actorem, procuratorem et nuntium ac quicquid melius dici et esse potest etc. perillustrem et admodum reverendum dominum Iannem Baptistam Bugatam, sacrae theologiae doctorem, prothonotarium apostoli­ cum et parochum ecc/esiae Sancti Rochi de Barzana, dioecesis Bergomensis, cum ipse praesul, ob deteriorem valetudinem, et ingravescentem eius aeta­ tem non valeat sacra Sanctorum Apostolorum limina, iuxta animi sui vo­ tum, et praescriptum sacrarum constitutionum visitare etc. ad ipsa sacra li­ mina, nomine suo, et vice visitandum, Sanctaeque Sedi Apostolicae, et prae­ libato sanctissimo pontifici humilimum, et debitum obsequium praestan­ dum, illiusque suprema mandata excipiendum et eis promptam oboeden­ tiam praestandum, relationem status ecc/esiae Bergomensis ab ipso illu­ strissimo episcopo subscriptam exhibendum, et omnia alia et singula, quae pro reverenti adimplemento constitutionis Sixti sanctae memoriae papae quinti, ac aliis Sanctae Romanae Ecc/esiae ordinationibus sancita sunt, agendum, adimplendum et exequendum, et quae ipse illustrissimus domi­ nus Iustinianus episcopus agere, adimplere et exequi deberet et posset, si personaliter adesset, quamvis talia forent quae mandatum magis speciale vel generale praesentis requirerent et etiam ad praestandum nomine ipsius illustrissimi domini constituentis quodcumque iuramentum hac de re oppor­ tunum et necessarium, dando ipsi dicto procuratori ut supra constituto in praemissis et circa ea plenamfacultatem et auctoritatem cum pieno, libero et generali mandato, promittendo etc. de quibus etc. Acta et publicata fuere praemissa omnia et singula in camera solitae au­ dentiae palatii episcopalis Bergomi, ibidem praesentibus admodum reve­ 567


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VISITE

AD LIMINA

rendo Antonio Fondra sacerdote.familiare actuali praedicti illustrissimi do­ mini episcopi et domino Andrea Valle.filio domini lacobi Bergomensis, testi­ bus notis, idoneis et specialiter vocatis. Ego Petrus, filius quondam domini Alexandri de Petrobellis, civis ac Ve­ neta auctoritate notarius publicus constitutus et Curiae episcopalis Ber­ gomi cancellarius de praemissis, rogatus instrumentum confeci et hanc co­ piam cum originali concordantem subscripsi et signavi solito met tabelliona­ tus signo etc. Pompilius abbas et comes Pellicciolus sacrae theologiae doctor et canoni­ cus et in episcopali Curia Bergomensi vicarius generalis. Universis etc. attestamur supradictum spectabilem dominum Petrum de Petrobellis esse talem qualem se supra facit, eiusque scripturis sic ut supra subscriptis et signatis, hic plenamfidem adhiberi et merito ubique locorum esse adhibendam etc. Datum Bergomi ex episcopali palatio die 9 decembris 1682. Pompilius Pelliccioli vicarius generalis coadiutor episcopalis Ambrosius Clivatus notarius

sigillo

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DICHIARAZIONE DELLA VISITA

ALLA BASILICA DI S. PIETRO APOSTOLO

Nestor Rita archiepiscopus Sebast. canonicus et altarista. lllustrissimum et reverendissimum dominum Danielem lustinianum epi­ scopum Bergomensem, sacrosanctae Principis Apostolorum basilicae li­ mina per illustrem ac reverendum dominum loannem Baptistam Bogatam eius procuratorem visitasse testamur. Die mensis decembris anno 1682. Franciscus de Santis sub altarista manu propria 569


RELAZIONE DICEMBRE

1682

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RISPOSTA DELLA CONGREGAZIONE DEL CONCILIO

Ace, Lib. litt. VV.SS.LL., 1681-1685, ff. 132v-133r

Bergomensi Episcopo Eleganti relatione hodierni status istius Ecclesiae quam Amplitudinis Suae procurator sacra Apostolorum limina pro trigesimo secundo triennio visitans scripto dimisit, in sacra Congregatione Concilii perlecta, eminentis足 simi patres eandem amplitudinem suam pluribus laudibus cumularunt ex illa comperientes cuncta rite et recte composita esse, summaque animi leti足 tia intelligentes quam uberes pietatis fructus ex salutaribus Divi Ignatii exercitationibus, ad quas sacerdotes conveniunt, exortifuerint atque in dies exoriantur. Ipsa igitur quam genus et virtus fecere nobilem, Ecc/esiae istius regimini prout hactenus laudabiliter peregit, totis viribus incumbat, haud immemor eorum quae dum illi praefecta est Deo vovit, ut de ea merito dici possit Ecce vir Dei est in civitate ista, vir nobilis; omne quod loquitur sine ambiguitate venit, et quia beata terra cuius presul nobilis est, intimo cordis affectu preca足 mur Dominum, ut eam Ecc/esiae suae bono diutissime incolumem servet.

Die 27 martii 1683.

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RELAZIONE febbraio 1687

Asv, C. Concilii, Relationes dioecesium, Bergomen., orig., fT. 159r-164v La relazione presentata per la visita ad limina del trentaquattresimo triennio, 1684-1687, è composta da un fascicolo di 6 fogli (mm. 33x20,30), con la numerazione del vecchio catalogo, 984-989, e con la recente a tim­ bro. La documentazione per la visita del precedente triennio, il trentatree­ simo, 1681-1684,non si trova nel fondo archivistico della Congregazione del Concilio. Il testo della relazione, conclusa con la firma autografa di Giustiniani, è scritto sui fT. 160r-161v. Copia della relazione e risposta della Congrega­ zione del Concilio sono custodite in Acvs, Relazioni delle visite ad limina Apostolorum dall'anno 1660 al 1916, raccoglitore n. 2. Come per la precedente visita, anche per questa Giustiniani delegò procuratore il rev. Giovanni Battista Bugada, f. 159r-v (mm. 29x20). Egli visitò le basiliche dei Santi Pietro e Paolo il 16 e 17 febbraio 1687, f. 162r-163r (stampa). Sono bianchi i f. 162v,164r. Note d'ufficio della Congregazione si tro­ vano sui f. 161v, 163v, 164v. I fogli della relazione hanno i margini esterni rovinati. La loro dimen­ sione superiore alla normale non ha giovato alla buona conservazione del fascicolo.

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Eminentissimi ac reverendissimi domini domini mihi semper colendissimi

Si unquam praecipuo quodam laetitiae sensu apostolicis legibus parui, et Romam animo saltem delatus ad sacra Apostolorum limina et beatissimi ponttficis pedes me humillime provolvi, modo fit eminentissimi patres, dum 571


VISITE AD LIMINA

recentibus victoriis sub auspiciis Innocentii XI comparatis triumphantem ve­ luti Urbem intueri mihi videor,' Huius itaque triumphi pars aliqua et ipse ac­ cedo, et post actas superis gratias, et libatos osculo sanctissimi pontificis pe­ des, coram vobis, patres eminentissimi, quos christianae reipublicae censo­ res veneror Ecclesiae meae brevem censum, ac solemne tertio quoque anno lustrum instituo. Bergomensis Ecclesia originis vetustate, sanctorum numero, ditionis am­ plitudine sacerdotiorum copia, populorum ingenio etfrequentia inter Italiae postremas haudquaquam numeratur. Nam in ipsis nascentis Ecclesiae eu­ nabulis christianae fidei semina a Divo Barnaba excepit, qua e deinde in uberem Sanctorum messem increverunt. Quorum agmen ducit Divus Nar­ nus, princeps Bergomi praesul, eumque pari sanctitatis gressu, et pastoralis sollicitudinis laude sequitur Viator, a Brixiensibus ad Bergomenses infulas traductus. Deficientem deinde et clericorum opera, et quodammodo arescen­ tem Ecclesiam hone, fuso hic sanguine iterum reviviscere iussit Divus Ale­ xander, celeberrimae Thebeae legionis vexillifer ex quo cruore complures

l. Innocenza XI fu, com'è noto, l'animatore della difesa della cristianità e dell'Europa occidentale contro i Turchi. Egli favorì l'alleanza tra Leopoldo I, imperatore d'Austria, e Giovanni Sobieski, re della Polonia, che nel settembre del 1683 portò alla vittoria di Vienna. Il papa ottenne anche l'adesione di Venezia alla Lega Santa nel 1684 e della Russia nel 1686, col risultato della liberazione di Buda ancora nel settembre 1686.Il vescovo Giustiniani sin dall'inizio del suo episcopato a Bergamo con le lettere pasto­ rali alla diocesi con l'invito alla preghiera, e coi contributi, svolse un'esemplare opera di appoggio alla causa. Il 6 luglio 1667 scrisse al doge Domenico Contarini per l'asse­ dio di Candia e il 12 successivo invitò con una lettera tutta la diocesi a pregare per la vittoria dei cristiani. Con l'aggravarsi della situazione, dal 1683 Giustiniani moltiplicò i suoi messaggi ai fedeli, seguendo anche le iniziative della Curia romana e dell'arci­ diocesi d Milano. L'elenco delle sue lettere, segnate in nota, ne è prova evidente. Egli contribuì personalmente con 1.000 ducati, rammaricato di non poter offrire una somma più consistente: Acva, Lettere pastorali..., f. 84r, al doge Contarini; f. 85 (stampa) ai fedeli per Candia; f. 106 (stampa), 8 apr. 1683; f. 109r,20 apro 1683; f. IlOr-v, 16 apr. 1683; f. 112r, 3 mago 1683; f. 113 (stampa), 21 ago. 1683; f. 114 (stampa), 30 ago. 1683; f. 116 (stampa), 24 giu. 1684; f. 118r (stampa), 3 dico 1685; f. 119r, 3feb. 1685; f. 120r,8 mar. 1683; f. 123r,26 gen. 1686; f. 124r, 30 gen. 1686; f. 125r,20 feb. 1686; f. 127 (stampa), 16 feb. 1686; f. 128r, l" mar. 1686; f. 129r-v,27 lug. 1686; f. 130 (stampa), l? set. 1686; f. 13lr-v, 3 set. 1686; Asv, S.S. Venezia, 125, f. 872r, 91Or, 6 e 15 set. 1683,let­ tere di Giustiniani all'internunzio Giacobelli Luigi per la somma inviata; f. 871r, 909r-v,11 e 16 set., comunicazione di Giacobelli; f. 911 acconto della somma tramite l'agente Aurelio Rezzonico; f. 1009r-v,5 ott., ringraziamento del card. Bonvisi; BCAM. 3 Ducali C (1656-1745),ff. 102v-1 03r, mag.-nov. 1684, notizie sulla lega promossa dal papa, conquista di S. Maura, contributo per l'armata contro i Turchi; ff. 106v-Illr, ago. 1685 - set. 1686,vittorie dei Veneti sui Turchi; L. v. PASTOR. Storia dei Papi..., XIV/II, p. 123-179; L. KARTTUNEN. Les Nonciatures apostoliques..., p. 246.

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RELAZIONE FEBBRAIO

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omnium ordinum divi progerminarunt. Ac primum Lupus et Grata, Adleida et Hesteria coelitibus adscripti, huiusce imperium coelestis gloriae fastigio commutarunt. Rusticus vero, et Firmus, Domno, et Domneo nobilitatis decus martirii laude auxerunt. Ut sileam complures alios, qui religioso alicui instituto ad­ dicti multam in eo sanctimoniae famam reliquerunt. Quinquaginta vero passuum millia in longitudinem protenditurBergomensis Ecc/esiae ditio, tri­ ginta fere latitudo complectitur praeter ea sacerdotia, quae in agro Cremo­ nensi posita sub Paterni plebe, Bergomatum praesuli parent. Dioecesis amplitudini beneficiorum copia respondet. Nam in agro fre­ quentibus pagis consita, complura numerantur sacerdotia, quibus anima­ rum procuratio commissa est, Abbatiae insuper, Prioratus, Praepostiturae, et Canonicatus, qui suppressis olim collegiatis in beneficia ut vocant simpli­ eia seu Clericatus cesserunt? Quod ad populi frequentiam attinet centum octo­

2. In duomo erano erette 14cappellanie con altrettanti benefici e 59 nelle altre chiese ur­ bane. I benefici semplici o chiericati erano 141, secondo il Sommario del Marenzi, 12 dei quali in città, 129 in diocesi. Alla Congregazione del Concilio erano state chieste alcune autorizzazioni di permuta di beni da parte di canonici per la propria prebenda e di alcuni superiori di monasteri, ovvero di cambiamento di oneri testamentari. Nel 1677 i Teatini domandarono la facoltà di surrogazione dei beni annessi alla parrocchia in vista di uno scambio vantaggioso di 50 pertiche bergamasche di terreno in Ur­ gnano, che davano un reddito annuo di 103 lire, con un brolo e un altro stabile a un miglio dalla città, con un reddito annuo di 200 lire. Il canonico Leonardo Benaglio avanzò la richiesta di permuta di un terreno della sua prebenda, il Ronchione, di 6 per­ tiche bergamasche di terreno, con altrettanta quantità di terreno più fertile, di Zacca­ ria Suardi. I Domenicani chiesero la facoltà di dare in enfiteusi a Giovanni Battista Bo­ rella di Mapello, un appezzamento di terreno, il Ronchetto, di l pertica e 3 tavole, sti­ mato 40 scudi, che dava l brenta di vino all'anno e un po' di fieno, col compenso di 3 brente di vino all'anno. L'abate Francesco Tassis della prepositura dei SS. Simone e Giuda, dopo l'estrazione a Roma dei capitali depositati nei Monti (luoghi tre del monte com.tà 2da) propose di reinvestire la somma in tanto terreno a Osio Sotto, che avrebbe dato un utile maggiore. Padre Luca Mellini dell'Oratorio di S. Filippo Neri della Chiesa nuova di Roma, abate di S. Giorgio di Spino, devoluta all'abbazia una vi­ gna senza casa fuori Porta Porte se in luogo Fogalasino, valle di papa Leone, di 9 pezze e 1/3 di terreno, domandò la facoltà di concedere la possessione in enfiteusi sino alla terza generazione a Filippo Carocci, figlio del defunto Filippo da Leonessa. Inoltre l'a­ bate ricorse alla perizia del canonico Antonio Martino Guerini, approvata dal vescovo Giustiniani e dalla Congregazione del Concilio, per comporre una questione circa delle pertinenze di un terreno, proprietà della chiesa ma occupato consuetudinaria­ mente dai confinanti, Pietro Mazzoleni e in seguito dagli eredi di Pietro Persico, su­ bentrati nella proprietà. Il canonico Antonio Albani chiese il permesso di permuta di due pezze di terreno del suo beneficio ad Arcene, la Breda di pertiche 29 del valore di 69,90 scudi, con quello del curato di Arcene, Francesco Canobbio, la Moietta, di 7 per­ tiche e 7 tavole, e la Morla, di 11 pertiche e 8 tavole, e il Ponchione di 7 pertiche e di 12 tavole. Ludovico Ruzzi, sacerdote bergomense, beneficiato a S. Agata di Martinengo con beneficio semplice, propose di affittare in enfiteusi a Giovanni Viscardi sino alla

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ginta fere capitum millia recensentur, triginta in urbe, reliqua in agro.

terza generazione 15 pertiche di terreno, dette la casa d'Albino, a 8 scudi annui. Anto­ nio Gambirasio rettore del beneficio semplice di S. Bartolomeo a Trescore, ottenne la facoltà di permutare 2 appezzamenti di terreno sterile e senza casa per il cappellano e il colono, la Rasla di 7 pertiche bergamasche, e il Filone, dal valore rispettivamente di 147scudi l'uno e 84 l'altro, con due pezzi di terreno di Paola Sebellina, uno casato, del valore complessivo di 294 scudi, con l'aumento di 63 scudi. Giustiniani riuscì a far tra­ sferire l'onere che da antica consuetudine gravava sul Seminario per cui il primo dei 3 maestri, che era anche rettore dotato di un beneficio semplice, aveva l'obbligo due volte la settimana di celebrare in S. Maria Maggiore, con evidente scomodità dello stesso e degli allievi, costatato che in basilica erano celebrate 20 messe quotidiane, e solo una nella chiesa riedificata, già collegiata, del Seminario, e che risultava difficile la convivenza con l'autorità laicale sovrintendente la basilica per le norme circa la sa­ grestia e le rubriche della celebrazione. I conti Francesco e Giuseppe Brembati propo­ sero alla Curia romana la cessione al beneficio parrocchiale di Brembate sopra del campo Franconi, di 9 pertiche bergamasche, 7 tavole, dal reddito annuale di 5,50 scudi, posto tra i terreni del beneficio, e il materiale di una grande torre antica con pie­ tre di grande mole, di loro proprietà, per la costruzione della nuova chiesa, purchè il curato e i successori rinunciassero per sempre alla decima sui loro fondi, consistente in un fascio di fieno dal valore di 3 giuli, di un'altra decima sul fondo Matella, di 2 giuli, e di altre decime per complessivi lO scudi. Di tali oneri, non risultanti nelle me­ morie antiche, ma descritte nelle pergamene della chiesa del 1462 e 1475, s'era presa cura il conte Francesco, nonno dei richiedenti, che morendo a Parigi, nel testamento del 21 ottobre 1644 ne aveva raccomandato l'adempimento. La comunità di Serina a­ vrebbe presentato nel 1690 circa, istanza per l'indipendenza da Dossena, convinta della propria superiorità in campo ecclesiastico e civile nella valle Brembana supe­ riore. Essa ottenne il cambio della disposizione testamentaria del compaesano Gio­ vanni Pietro Tiraboschi, arricchitosi a Venezia. Nel suo ultimo testamento dell'Lì marzo 1652 aveva destinato 10.000 ducati (6 giuli e mezzo circa di moneta romana per ogni ducato) all'acquisto di frumento, segaIa e miglio per i poveri, da conservare nel monastero della SS.ma Trinità da lui eretto, con la raccomandazione che le monache "non doveranno mai ricusare, come le prego, concedermi luogo commodo e proprio per tenere in deposito detti grani; tendendo il mio fine tutto a carità de' poveri. Poichè in riguardo della carestia e mancanza de' grani che bene spesso accade in quelle parti, voglio che quelli, specialmente formento e segala, d'anno in anno siano venduti con qualche anche avvantaggietto alli compratori di quello, che di anno in anno corres­ sero, ma sempre a danari pronti e contati et non in altro modo. Et cavato che s'habbi il costo et spese delle stessi grani che si saran venduti, rimessane in deposito tanta simil quantità, tutto il sopravanzo poi d'utile debba per due terzi esser dispensato d'anno in anno a poveri della terra sudetta de Serina e della contrata del Bosco, compresi dentro quelli che sono sino al Rizol del Bora, cioè a mezzo i Scaletti, et l'altro terzo di essi utili debba esser investito in grani sudetti per aumentar d'anno in anno il deposito, che cosi accrescerà anco l'utile a beneficio de' poveri, con l'occhio e carità di quelli che a questo special posto lascio commissarii, quali intendo siano li signori sindici che sa­ ranno di tempo in tempo tanto della terra sudetta di Serina quanto della contrata del Bosco, pregandoli in visceribus Christi impiegarsi in questo affare, tanto per la compra de' grani che per la vendita et per la dispensa delli doi terzi d'utili a' poveri, con tutta quella maggior carità che riuscir possa di beneficio a poveri medemi et a piena satisfat­ tione di questa mia ordinatione, sicurissimi che anco loro ne saranno rimunerati dal Signor Iddio". La comunità aveva dimostrato alla Congregazione che l'impiego di tutto il capitale per acquistare grani sarebbe stato svantaggioso per la difficoltà di

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Coeterum populi ingenium coelo suo simillimum est, aere solers et acu­

venderli tutti d'anno in anno. Per evitare perdite dannose di beni e di capitale ottenne di destinar solo 1.000 ducati a tale uso e di investire il resto della somma in censi si­ curi distribuendone ai poveri il reddito annuo. I canonici del capitolo di S. Vincenzo chiesero facoltà di permuta di due appezzamenti di terreno a Osio Sotto (il Fornasetto di 8 pertiche bergamasche di terreno, del valore di 260 scudi, in moneta romana 202, dal reddito annuo di sco IO, in moneta romana 7,7 giuli; e il campo della Madonna, del valore di 130 scudi, in moneta romana 101,dal reddito annuo di 3 scudi, in moneta ro­ mana lO paoli e 85 baiocchi) con il campo detto Belchioso, di Pietro Salvagni, confi­ nante con parte della suddetta proprietà, di 14 pertiche bergamasche di terreno, sti­ mato 455 scudi di moneta bergamasca, in moneta romana 354, con una rendita di 17,50scudi, in moneta romana 13 scudi e 6 giuli, con un ricavo dall'operazione di 51 scudi. I canonici Pietro Bagnati e Pietro Negroni proposero la permuta di beni delle loro prebende a Calusco: il primo cedeva la Chiosa, (di 13 pertiche bergamasche, 22 ta­ vole e 9 piedi di terreno del valore di 30 scudi ogni pertica), l'Incerata (di 3 p. b.,23 t.,6 p. di terreno, valore di 40 scudi) la Sorte (di 1 p., lO t., Il p. di terreno, valore 33 scudi) per complessivi 625 scudi e del reddito annuo di 12 scudi, ricevendo in cambio dall'al­ tro l'Incessio (di 8 p., 8 t., 8 p.) la Longura (di 3 p., 20 t., 8 p. di terreno, valore 50 scudi ogni pertica), la Pioda (2 p., 2 t., 2 p. di terreno, valore Il scudi ogni pertica) per com­ plessivi 636,4 scudi e dal reddito annuo di 12 scudi. Al parere favorevole di Giusti­ niani, lettera del 21 gen. 1688, segui la facoltà della Congregazione in base al cap. Il sesso XXV del Concilio Tridentino, e la condizione che gli Il scudi dovuti dal Bagnati fossero investiti a vantaggio del canonicato. Il chierico Carlo Caffi rettore della cappel­ lania beneficiale di S. Caterina nella chiesa parrocchiale di Martinengo, giuspatronato della sua famiglia, propose e ottenne dalla Congregazione del Concilio la vendita di 13 pertiche bergamasche di terra, del valore di 300 scudi, per acquistare una casa con pezza di terra annessa del valore di 600 scudi, provvedendo al pareggio della somma occorrente con mezzi propri. Il canonico Marco Alessandri domandò la facoltà di per­ muta delle pezze di terra Boccanda, Locatella e Poltrò, distanti fra loro e dalla casa co­ lonica, di complessive pertiche bergamasche 32, tavole 6, valore 640 scudi di moneta bergamasca, 487 di moneta romana, con un reddito annuo di 3 lire per ogni pertica, con altre pezze di terra di Antonio Viscardi vicine alla prebenda, di pertiche bergama­ sche 37,tavole 3, valore 810,8 scudi, 622 scudi circa di moneta romana, reddito annuo di lire 4,50. L'arciprete di S. Lorenzo di Mologno, Bartolomeo Finazzi, chiese la fa­ coltà di permuta di 4 pezze di terra, il Chioso a Trescore, il Molino e la Costa della Ma­ donna a Entratico del valore di 403 scudi di moneta romana, rendita annua di 9 scudi, con del terreno di Francesco Facchinetti e Andrea Muti e 2 case da fieno in Gaverina, per complessive pertiche bergamasche 36, tavole 16 (I2 pertiche in più rispetto a quelle cedute), del valore di 553 scudi, con una rendita annuale di 16 scudi. Il Capitolo della chiesa cattedrale propose il cambio di una piccola casa disabitata al centro di Le­ vate, in Castello, con I pertica bergamasca di terreno, 3 piedi, 7 oncie, valutata 200 scudi da lire 7 di moneta bergamasca, con il Verdellino, di 6 pertiche bergamasche, 15 tavole, 2 piedi del conte Bonifacio Agliardi, confinanti con altre terre del Capitolo. Nella pratica si raccomandava l'opportunità che l'atto fosse curato dal vescovo Giusti­ niani per la vicinanza di Levate a Bergamo, per quanto giurisdizionalmente soggetta all'arcidiocesi di Milano. AI cardinale Leandro Colloredo, commendatario della Ma­ sone, fu data la facoltà di affittare per 9 anni la proprietà della Masone a Matteo Bu­ gada, per una somma annuale di 1.660 scudi. Anche la cappellania di Martinengo ot­ tenne la permuta di un terreno detto casa d'Albino, di 6 pertiche bergamasche, ognuna del valore di 17 scudi circa di moneta romana, complessivamente 272 scudi, dal reddito annuo di 8 scudi, con un terreno in contrada Mola, di 13 pertiche

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VISITA AD LIMINA

tum, litteris proinde vel mercimoniis dediti, miros in utroque progressus edunt in re praesertim augenda,' plus aequo quandoque solliciti. In universum tamen ad pietatem proclives Bergomatum animi, quod prae­ cipue testantur tempia nonnullis abhinc annis ve! condita, vel augustiori spe­ cie instaurata, complura quotidiana sacra, perpetue duratura, templis ipsis

bergamasche, 4 pezze, della famiglia Viscardi, del valore di 22 scudi e 20 soldi ognuna, per complessivi 288 scudi e 60 soldi, con la resa annua di 8 scudi, con la clausola di in­ vestire i 39 scudi e 60 soldi dati dai permutanti.ll preposto di Almenno S. Salvatore, Giovanni Andrea Quarenghi, fece presente che la prepositura godeva alcuni livellati perpetui da alcune contrade e parrocchie, chiamati la quadrella, e da alcuni privati, che da un minimo di 4 soldi raggiungevano 3 lire, e anche una soma di castagne secche, di­ visa in 4 partite, per complessive 60 lire, tutti soggetti a perdersi per divisioni familiari, memorie in deperimento, perdita di scritture testamentarie. Il Quarenghi chiese di af­ francare tutti i livelli al 2%, obbligandosi a estinguere un debito di 350 lire sulle quali pagava all'ospedale 7 lire all'anno e ad acquistare alcune case vicine alla parrocchiale per affittarle o sistemare la casa stessa: cf. Acva. G. G. MARENZI, Sommario ... , tr. 216v-217r; Asv, C. Concilii, Positiones, 268, Bergamo Teatini, lettera di D. Giustiniani, 7 lug. 1677; Medolago, (Bergamo), lettera di D. Giustiniani, 30 ago. 1679; Domenicani, lettera di D. Giustiniani,30 ago. 1679;abate Tassis; ibid., 1685, tomo 27,Bergamo, Gam­ birasio, lettera di D. Giustiniani, 6 apr. e 2 lug. 1685; concessione facoltà 2 e 71ug. per la sessoXXV cap. Il; Seminario, lettera di D. Giustiniani, 2 lug, 1685, concessione fa­ coltà 21ug.; ibid., 1686, tomo 35, Bergamo, comunità di Serina alla Congregazione del Concilio tramite Francesco Liberati, lettera di D. Giustiniani, 5 set. 1685; copia testa­ mento trascritto dal cancelliere vescovile Andrea Valle; concessione facoltà 30 mar. 1686 con la clausola della distribuzione delle rendite dei censi annuali ai poveri; ibid., 1688, tomo 59, Bergamo, canonici S. Vincenzo, lettera di D. Giustiniani, 7 lug. 1688, con esito positivo, 7 ago. 1688, sessoXXV cap. Il; tomo 55, Bergamo, Bagnati-Negroni, lettera di D. Giustiniani, 21 gen. 1688; ibid., 1690, tomo 85, Bergamo, Serina, 18 nov, 1690; ibid., 1692,tomo 102, Bergamo, abate Mellini.lettere di D. Giustiniani, 16 gen. e 2 apr, 1692; Ruzzi, lettera di D. Giustinìani, 7 mago 1692; ibid., 1694, tomo 128, Ber­ gamo, Caffi, lettera di D. Giustiniani,20 gen. 1694; tomo 130, Bergamo,Alessandri, let­ tera di D. Giustiniani, 7 apro 1694; tomo 132, Bergamo, Finazzi, lettera di D. Giusti­ niani,6 mago 1694; ibid., 1695, tomo 143, Bergamo, Capitolo, lettera di D. Giustiniani, 15 dico 1694; ibid., 1696, tomo 168, Bergamo, Colloredo, 18 ago. 1696; ibid., 1698, tomo 183, Bergamo, Viscardi, dichiarazione del vicario capitolare Giovanni Battista Vertova 7 mago 1698; ibid., tomo 185, Bergamo, Quarenghi, dichiarazione del vicario capitolare Giovanni Battista Vertova, 28 mago 1698; ibid., 1697,tomo 175, Bergamo, conti Brern­ bati; ibid., Congr. Vescovi,Positiones, dicembre 1690, Bergamo, Mellini; ibid., Positiones, novembre-dicembre, 1691, Bergamo, Albani. 3. Cf. B. BELOTTI, Storia di Bergamo ... , III, p. 411-486; V, p. l-50. 4. Il Consiglio cittadino nella seduta del 25 febbraio 1679aveva trattato il problema dei mercanti di seta, quindici dei quali con attività di notevoli proporzioni, per alcune norme circa l'importazione e la concorrenza: cf. BCAM, Azioni, 73 (1675-1681), f. 184r-v; B. BELOTTI, Storia di Bergamo ... , IV,p. 211,222-226,228-229; ibid., ed. 1989,V, p. 194-196.

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identidem relicta, Loca Pia ve! instituta ve! opulentis hereditatibus aucta?

5. È una costatazione che trova riscontro indirettamente nelle domande inviate alla Congregazione del Concilio per ottenere la riduzione dell'onere delle messe su lasciti o legati i cui redditi erano inadeguati, a distanza di anni dalla fondazione. Di solito scrivevano gli interessati, privati, confraternite, eredi, curati, unendo spesso i paragrafi del testamento in parola. La Congregazione domandava parere al vescovo, quasi sem­ pre positivo, pur con sfumature diverse a secondo delle situazioni, vi era infine la ri­ sposta della Congregazione stessa, indicata una prima volta in sede deliberativa sulla pratica stessa, e poi con vero e proprio decreto o indulto registrato, spedito all'Ordina­ rio. Le facoltà di ridurre l'onere delle messe erano date in base generalmente alla sesso XXV cap. 4 dei decreti Tridentini. Nell'ovvia impossibilità di esporre in questa sede i vari casi, una semplice segnalazione potrà essere un punto di riferimento ai lettori e agli studiosi, per ulteriori e più approfondite ricerche. Sebastiano Panìzolì, cappellano della cappellania di giuspatronato eretta all'altare di S. Anna in S. Lorenzo di Zogno nel 1525da Sebastiano Panizoli, con lascito di 89 scudi di moneta bergamasca in beni stabili e con l'obbligo della messa giornaliera, l'anniversario solenne due volte l'anno con 8 messe, l'onere di aiutare il parroco, chiese la riduzione delle messe a 4 per setti­ mana. Le monache di S. Chiara eredi nel 1586 di 1.296 lire da prete Orazio de Putinis, poi fattosi cappuccino col nome di fra Gerolamo Celestino, e dal fratello Attilio, con l'onere di una messa alla settimana, chiesero la riduzione dell'obbligo perché la somma investita in tanti beni immobili dava solo 26 lire all'anno. La parrocchia di Ge­ rosa che Antonio Pesenti nominò assegnataria di 30 scudi all'anno, da ricevere dall'o­ spedale maggiore di Bergamo da lui dichiarato nel 1597erede universale, chiese se per soddisfare l'onere bastava celebrare ogni giorno la messa o applicarla. Nel 1608 le messe erano state ridotte a 5 la settimana, per disposizione del vicario generale, e nel 1610 il vescovo Milani aveva dichiarato che il parroco di Gerosa celebrando ogni giorno e in domenica, poteva eseguire la volontà del Pesenti. Giustiniani faceva pre­ sente che celebratio missae erat concessa parocho dicti loei ab ipsa communitate, causa stipendii quo vivere possit, quia tenues habet redditus pro ipsius sustentatione. Tamen dieta celebratio aliis sacerdotibus ex arbitrio potest demandari prout libuerit et maiorerit utilitas, ideoque praemissa reductione cum sacrificii applicatione, ut petitur, onus erit communitati imposita exequi. A nome dei sindaci della Confraternita del SS.mo Sacra­ mento di Borgo S. Caterina, il vescovo Giustiniani chiese la riduzione dell'onere della celebrazione di 3 messe la settimana che Giacomo Petrobelli con testamento del 160I aveva disposto su un lascito di 300 scudi, portati a 500, investiti in censi in ragione del 6%, ma la cui rendita ormai calcolata al 4% non era sufficiente per adempiere la vo­ lontà del testatore. Gli Agostiniani di Bergamo per un'eredità di Brusaporto nel 160I di 90 pertiche di terreno, godute solo alla morte delle sorelle del testatore nel 1630, adempirono l'onere di dare ad alcuni eredi 280 scudi circa e ogni anno alla popola­ zione del paese I scudo di moneta romana il giorno di S. Margherita. Dai registri del convento risultava che dal 1630al 1670 non era stata celebrata la messa quotidiana im­ posta sull'eredità. Defalcate 2.000 messe celebrate, calcolato che la rendita annuale era di 16,1218scudi romani all'anno, chiesero nel 1678 la riduzione dell'onere. Le mo­ nache di S. Agata e Lucia assegnatarie nel 1624 di \.000 scudi da Simone Asperti per celebrare una messa quotidiana, entrarono in possesso della somma solo nel 1661 e perciò chiesero le riduzioni possibili, per gli adempimenti cui erano tenute. Lanfranco Donati chiese che la celebrazione annuale di 6 messe nel mese dei defunti nella chiesa di S. Bernardo a Piazza Brembana, disposta da Elisabetta Fopoletta il3 gennaio 1621,si tenesse nell'oratorio di Valbona,fatto costruire da lui stesso. Nonostante il pa­ rere favorevole di D. Giustiniani per l'utilità pastorale che ne sarebbe derivata, la Con­

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Testantur Christianae cathechesis, gimnasia, quae maxime in hac dioecesi

gregazione non dette l'autorizzazione. Girolamo Zanuchino, in religione fra France­ sco da Bergamo, cappuccino, prima della professione aveva donato a Gabriele Ca­ brini nel 1631 casa e giardino per dei benefici e favori ricevuti, con l'onere di far cele­ brare da lui e dagli eredi una messa quotidiana in S.Anna e S. Giuliano ad Albino. Nel 1633 il Cabrini ottenne di poter far celebrare solo una messa a S. Anna. Nel 1668 gli eredi chiesero la riduzione dell'onere perché il reddito annuo era di 26 scudi di mo­ neta romana. Alla Congregazione del Concilio ricorse anche Alessandro Agliardi, erede di Giovanni Agliardi, con l'onere di costruire una cappelletta nella chiesa di S. Alessandro in Colonna, simile a quella fatta erigere da Antonio Moioli in S. Chiara, far celebrare una messa e fornirla di un'icona dell'Annunciazione. Gli eredi di Mar­ gherita della Torre che nel 1630aveva disposto che nel caso di morte della figlia unica Caterina, fossero usati 1.600 scudi dei 2.000 lasciati per dote da investire in proprietà perché col reddito fosse celebrata una messa quotidiana in S. Crisogono di Seriate, chiesero la riduzione dell'onere perché i beni immobili davano un reddito annuo del 2,5%,inferiore alla spesa da sostenere perl'obbligo imposto. I Conventuali di S. Fran­ cesco a Bergamo ricorsero tramite p. Isidoro Boniperti, provinciale di Milano, fa­ cendo presente che dalla riduzione degli obblighi perpetui delle messe, per errori di calcoli avevano celebrato dal 1631 in poi circa 30.000 messe in più e perciò chiesero che la comunità fosse sollevata da un tale aggravio. Benedetto Feraroli, palafraniere (o staffiere) del papa, chiese alla Congregazione del Concilio di concedere a suo padre Alberto, d'anni 75, povero e con numerosa prole, di far celebrare a Roma 152 messe, residuo d'un legato di una defunta, considerata la comodità dei celebranti e la minore spesa, dato che a Bedulita si trovava solo il curato. Nonostante gli attestati del vicario generale Pelliccioli, del curato di Bedulita Andrea Petrobelli e del vicario di Almenno, Giovanni Mauro Barbaglio, sulla verità della situazione esposta, la Congregazione il 6 giugno 1682 rispose nihil quia non adest iusta causa commutandi voluntatem testatoris. Per la riduzione dell'obbligo di 1 messa la settimana scrissero alla Congregazione del Concilio Antonia e Ottavia Fugazza, eredi di Ludovica Rasola. Questa nel 1625aveva disposto nel testamento che dalla rendita dei suoi beni fosse fatta celebrare settima­ nalmente una messa nella chiesa della SS.ma Trinità alla Busa di Nese. Nella clausola concedeva che in cambio dell'obbligo fossero versati 100 scudi di moneta bergama­ sca. A distanza di anni la rendita di 100 scudi dava solo 28 lire, mentre l'elemosina di una messa la settimana richiedeva 75 lire in un anno. Di fronte al rifiuto dei sindaci di accettare i 100 scudi, le interessate ricorsero per ottenere la riduzione ad vires delle messe, tramite l'interessamento del vescovo Giustiniani. Le monache di S. Marta chiesero la riduzione dell'onere della messa quotidiana sul legato di Donato Santi di Cene, Il gen. 1575 notaio Gerolamo della Valle, perché inadeguato il reddito di 122 pertiche bergamasche di terreno lasciate da lui alle monache di S. Caterina, unite in seguito a quelle di S. Marta; di due messe al mese sul legato di 100 scudi (7 lire l'uno di moneta bergamasca) di Giorgio de Cometti, 14 nov. 1610 notaio Agostino Santo Pellegrino, perché troppo esiguo il reddito del 4%; di una messa quotidiana perpetua su 1.000 scudi disposti da Simone Asperti, 4 mago 1624,ma versati dagli eredi il12 nov. 1659,notaio Antonio Facheris, col reddito inferiore al 6%e accettati con difficoltà; di una messa quotidiana perpetua legata da Antonio Moioli, 8 set. 1600, alla cappellania di giuspatronato laicale nella cappella del monastero, eretta con 1.000 scudi da inve­ stire in beni stabili, realizzati dalla figlia Elisabetta, in terreni a Boltiere e in una casa in borgo S. Leonardo, ma non più corrispondenti all'onere come faceva presente Pier Giorgio Benaglio, sposo di Elisabetta, nella domanda per ottenere l'indulto. Gli eredi di Bartolomeo Rota da Mapello domandarono la riduzione di 5 messe settimanali da celebrare in S. Michele dal legato di 10 luoghi di monti camerali non vacabili per l'in­

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laicorum etiam opera fervent, in quibus pueri catholicae fidei praeceptis

teresse ridotto dal 5% al 3%, 27 set. 1649, notaio Matteo Veltronio di Monte S. Seve­ rino. La confraternita del SS.mo Sacramento di Mapello chiese la riduzione dell'o­ nere della messa perpetua su un legato di Antonio Bolis, oriundo del paese e arricchi­ tosi a Roma, che aveva disposto 2.000 scudi per alimentare col reddito annuo la lam­ pada in chiesa e il resto da distribuire ai poveri, 9 mar. 1581,notaio Francesco Marini. La figlia Marzia il 13 feb. 1585 aveva ottenuto da Sisto V di commutare l'ultimo ob­ bligo con una messa perpetua per il padre. Nel1665la fabbrica di S. Pietro aveva riven­ dicato, per il dubbio del legato, la facoltà, e per evitare liti si era giunto a un accordo sborsando 400 scudi. Alla confraternita erano rimasti 13 luoghi di monte Bentivoglio col cui reddito era stata celebrata la messa sino al 1676. Da quell'anno erano stati rica­ vati 1.185 scudi di moneta bergamasca impiegati perla lampada; la chiesa era debitrice di 702,30 scudi di moneta romana mentre rimanevano da riscuotere i 13 luoghi di monte. I sindaci nell'impossibilità di soddisfare gli oneri chiedevano la riduzione della messa quotidiana. La comunità di Mapello ricorse contro i Somaschi di S. Biagio in Montecitorio destinatari di un legato di Andrea Locatelli di 6.000 scudi per la ridu­ zione dell'onere di dare due doti all'anno di 50 scudi l'una, alle povere zitelle del paese e 2 messe l'anno. Giovanni Antonio Alessandri chiese l'annullamento della ri­ duzione delle messe, da 240 a 16,decisa dai Carmelitani. Questi avevano concordato con Maddalena, Caterina e Giacoma, figlie ed eredi di Cristoforo de Guizzardi Duci, che aveva lasciato l'onere nel 1514 di una messa quotidiana in S. Pietro, dopo la sua di­ struzione, di celebrare al Carmine per 8 mesi all'anno con la rendita di due livelli per 82 lire imperiali. Estinti i capitali e impiegate le somme in costruzione, forno e osteria, i Carmelitani per la minore rendita avevano chiesto la riduzione dell'onere delle messe, incontrando l'opposizione dell'Alessandri, erede delle sorelle, e non poca diffi­ coltà anche nella Congregazione del Concilio, dopo una prima risposta positiva nel 1673. Il curato di Endenna, Antonio Ruggini, avendo trovato i registri delle messe in disordine, chiese alla Congregazione, per ogni buon fine, la sanatio in radice di even­ tuali messe non celebrate nei 30 anni di ministero del suo predecessore. Il conte Fla­ vio Vertova, erede della moglie Claudia, 30 gen. 1676 notaio Ottaviani, inoltrò do­ manda di commutare la disposizione testamentaria che destinava la rendita di tre luo­ ghi di monte per pagare due persone per una visita quotidiana rispettivamente a S. Pietro e 1 volta l'anno alle 9 chiese di Roma, a S. Giovanni in Laterano e alle scale sante. Essendo difficilmente controllabili tali persone, il Vertova voleva assegnare i ti­ toli all'arciconfraternita dei Bergamaschi in Roma e colla rendita far celebrare un con­ gruo numero di messe. Il canonico Bagnati Pietro, giudice e arbitro nella vertenza tra i Conventuali e le famiglie Grumelli-Colleoni, inviò alla Congregazione le dichiara­ zioni avute dai religiosi, contrari a accettare la somma di 200 lire per messe e anniver­ sari in base a un accordo del 1601 ormai superato. I conti Grumelli avevano dovuto trasferire il sacellum familiare da S. Stefano, distrutto nel 1561, a S. Francesco e in base al diritto goduto, costruirvi il sacellum a S. Pietro martire dedicato antecedentemente a S. Gallo. Alla Congregazione fu segnalato il caso della cappellania dell'Annuncia­ zione, fondata per disposizione di Cristoforo Scotti, 12 giu. 1617, dai figliAntonio e Gio­ vanni Battista, a Ponte S. Pietro, con la dotazione di 60 scudi annui dovuti per censo da Goffredo Suardi, estinti i quali, avevano provveduto con 12 luoghi di monti camerali non vacabili. La rendita, inferiore al previsto, lasciato uno scoperto di 24 scudi, indusse gli eredi, reintegrata la somma, a chiedere di assegnare tanti beni stabili che non furono accettati dalla Congregazione perché oggetto di vertenze con altri parenti. I sindaci della confraternita dei disciplini della chiesa di S. Cristoforo a Pradalunga chiesero la ri­ duzione dell'onere della messa quotidiana disposta da Benvenuta, figlia di Donato

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Schena de' Gherardi, Selvino, 18 apro 1602, notaio M. Antonio Vitalba. I suoi beni la­ sciati alla comunità di Pradalunga, davano un reddito di 6.260 lire bergamasche al­ l'anno, 626 scudi di moneta romana, sceso a 263 lire, 26 scudi di moneta romana, in­ sufficienti ad adempiere l'onere testamentario. A Trescore i sindaci della Confrater­ nita del SS. Sacramento avuto un legato di Antonio Ragnolo, Roma 1644,con la ren­ dita di \.200 scudi sino al 1684avevano soddisfatto l'adempimento della messa quoti­ diana e della scuola ai ragazzi poveri. La somma ritirata dopo che il papa aveva abolito i monti del sale terza erezione, era stata reinvestita nel nuovo monte di ristorazione 2" con la perdita del 10%e del 25%sulla rendita. Con 33 scudi annui, rispetto ai 48 prece­ denti, il curato aveva ridotto le messe a 5 per settimana e abolita la scuola. Con l'asso­ luzione di eventuali mancanze, si domandava la riduzione delle messe a 240 annuali e la destinazione di una certa somma per la scuola a 6 ragazzi. Un altro caso richiese la soluzione dalla Congregazione del Concilio circa il testamento di Giovanni Battista Canova, 5 gen. 1613 notaio Ottavio Tasca, col lascito di \.000 scudi di moneta berga­ masca, 633 di moneta romana, al Consorzio di S. Alessandro, con l'onere di una messa quotidiana in S. Leonardo, all'altare di S. Gerolamo, giuspatronato della fami­ glia. Rifiutato il legato, Gerolamo, suo fratello, erede, si accordò coi Crociferi per 40 scudi annui e alla sua morte, succeduto nell'eredità Nicola Fuginelli, con l'onere di destinare \.000 scudi per la celebrazione della messa quotidiana in S. Leonardo, si vide respinto dai Crociferi qualsiasi accordo. Caterina e Orsola, eredi di quest'ultimo, che dal vicario generale avevano ottenuto il decreto di far celebrare le messe in qual­ siasi chiesa, domandarono la riduzione dell'onere calcolando la rendita annuale di 23,30 scudi romani sul capitale di \.000 scudi, (elemosina di l,50 lire, corrispondenti a l,50 giuli per ogni messa) e la sanazione in radice di eventuali omissioni. Il cappellano di S. Maria Maddalena e Antonio abate, dell'oratorio annesso alla parrocchiale di Ta­ vernola, giuspatronato laicale, con reddito di 28 scudi romani oltre la messa quoti­ diana aveva l'onere di mantenere un chierico negli studi e provvedere alle spese del culto. Bazzini Ferrante chiese la riduzione delle messe, tanto più che mancava nel do­ cumento di fondazione il riferimento specifico alla messa quotidiana. Con legato del 16 gen. 1627 GiovanMaria Casari di Castro aveva lasciato sui beni ereditati dai fratelli Giuseppe ed Ettore l'onere di una messa quotidiana da realizzare con la dotazione di 1.000 scudi, per una rendita di 60 scudi all'anno. Affidata la somma al sacerdote, metà era andata persa e reintegrata poi dagli eredi, che per liti con l'impositore del censo, di­ sponevano ormai solo di 700 scudi. Nell'impossibilità di reintegrarla nuovamente, si chiedeva la riduzione dell'onere accettando la somma disponibile. La confraternita del SS.mo Sacramento di Albino inoltrò domanda perché fosse ridotto l'onere delle messe sul legato di Alberto Solari, 21 gen. 1573 notaio Lazaro Solari, per un lascito di 15lire imperiali con l'obbligo di una messa settimanale all'altare di S. Giuseppe, nella parrocchiale, per non essere stata fatta la riduzione sino dale di 13 messe l'anno, 6 giu. 1598; di Sebastiano Personeni, 15 apro 1598 notaio Giovanni Antonio Licini, lascito di 80 lire, 9 scudi di moneta romana per 3 messe settimanali all'altare di S. Francesco, disposto dalla zio Bastiano Benzone, 9 feb. 1541; di Orazio Venturelli, 17otto 1564 no­ taio Giovanni Alberto Carrara, lascito di beni immobili con l'onere di 4 messe setti­ manali; di Margherita Zanuchino dei Signori, 2 apro 1622notaio Giacomo Seradobati, lascito di 210 scudi bergamaschi, 140 di moneta romana, per 2 messe settimanali in S. Giuliano; di Antonio Moroni, 21 ott. 1623notaio Giacomo Seradobati, lascito di beni cospicui con l'onere di 2 messe quotidiane all'altare di S. Marco, in parrocchia, da cele­ brare da sacerdoti secolari della famiglia stessa, per un reddito di 38 scudi di moneta romana; di Morando Balanzino, 17mago 1600 notaio Giovanni Antonio Licini, lascito di 200 scudi di moneta bergamasca, 155scudi di moneta romana, per 2 messe settima­ nali all'altare del Rosario; di Penelope Benvenuta figlia di Paolo de Marchesi, l" mar. 1585, notaio Giovanni Paolo Vitalba, lascito di 400 lire, 44 scudi di moneta romana, per la celebrazione annuale dell'anniversario con lO messe e la consegna delle can­ dele ai sacerdoti; di Giulio Personeni, 18 mago 1592 notaio Francesco Solari, col la­

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scito di metà dell'eredità al Consorzio e metà alla confraternita, l'onere di 1 messa quotidiana perpetua all'altare di S. Francesco, in parrocchia, e di 1 anniversario an­ nuale con la partecipazione di sacerdoti e chierici di Albino e di altre 6 terre circonvi­ cine nonchè dei Carmelitani della Ripa, la distribuzione delle candele, l'obbligo al Consorzio di dispensare ai poveri in elemosina quanto avanzava dalle cerimonie, alla confraternita invece in altre opere. L'eredità rendeva 625 lire, 70 scudi di moneta ro­ mana, ma per tasse, 100 lire, tanse 6 lire, riparazioni, 35 lire, sia della casa sia della pro­ prietà vicino al fiume Serio, il resto non permetteva di adempiere l'onere in parola. Francesco Mosconi, Leffe, nel testamento rogato 1'8Iug.1630 aveva lasciato agli eredi l'onere di una messa quotidiana nella parrocchiale o nell'oratorio di Torre delle Por­ sare, Palosco (?). Essi fecero presente che a Leffe già erano celebrate quotidianamente lO messe e che perciò era meglio adempiere l'onere nell'oratorio, come di fatto fu­ rono autorizzati. Bernardino Fugazza, erede di un parente omonimo, nel reinvestire 1.050scudi di moneta bergamasca per far celebrare una messa quotidiana, col reddito annuo, all'altare di S. Martino, Alzano Lombardo, chiese la riduzione dell'onere in corrispondenza all'interesse sceso dal 6%al 4%.Gli eredi di Cristoforo Scarpa di Gan­ dino che coi beni lasciati, 26 giu, 1630,aveva imposto l'obbligo di assegnare alla Mise­ ricordia del Paese il capitale necessario per assicurare col reddito la messa quotidiana all'altare di S. Lorenzo, si trovarono solo con 13 scudi per un sequestro subito a causa di crimini. Il Pio Luogo li aveva rifiutati. La superstite, Maria Scarpa, chiese alla Con­ gregazione del Concilio la riduzione in ragione della somma posseduta. A questa si ri­ volsero anche i fratelli Trussardo e Orazio Caleppio, conti, eredi di Carlo Fenaroli, 20 lug. 1631,perché la disposizione di far celebrare dalla rendita dei beni ubicati a Calep­ pio, per un semestre all'anno, le messe a Capriolo, già ben provvista di sacerdoti, e per l'altro semestre a Caleppio, fosse cambiata a favore di quest'ultimo. Giuseppejuniore il fratello, omessa la celebrazione di 3.000 messe in S. Francesco da un legato del pa­ dre, Giuseppe, chiesero la dilazione di lO anni per adempiere l'onere. Una petizione fu inviata da don Bernardo Bendotti e fratello eredi di Bartolomeo del fu Giorgio Ben­ dotti, 111ug. 1639 notaio Nicola Morzenti, arricchitosi a Venezia, per non essere riu­ sciti a entrare in possesso dei suoi beni depositati presso un mercante forse (?) fallito. Impossibilitati a adempiere l'onere di una messa settimanale in S. Bartolomeo di Co­ lere, avendo solo 1.285 scudi di moneta bergamasca, 977di moneta romana, con un reddito annuo di 250 lire, chiedevano la riduzione adeguata. Alla Congregazione del Concilio fu chiesta facoltà di cambiare la disposizione testamentaria di Giovanni Pie­ tro Alebardi, 1625,perché la celebrazione di 100messe in S. Caterina, Bergamo, anche in 3 o 4 giorni, col canto delle litanie, l'accensione di 4 candele di libbre l,50 l'una sulla tomba, e la consegna della cera avanzata al curato, contribuisse a formare, con al­ tri legati insufficienti, una cappellania completa. Da Alzano Maggiore furono inviate tre petizioni aventi per oggetto la riduzione di messe su legati. La Misericordia se­ gnalò che la somma di 1.270 scudi di beni stabili lasciata da Alberto Locatelli nel 1605 era insufficiente per adempiere l'obbligo di una messa quotidiana. 1sindaci della Con­ fraternita della Vergine Maria chiesero la riduzione degli oneri sui legati di Santo Epis, 500 lire per 3 messe settimanalì, 1612,di Maria Losetti, 76,4 ducati per 1 messa settimanale, 1615,di Piero Battaglia, 362, 75 lire di moneta bergamasca, 36 di moneta romana, 1690, per una messa quotidiana perpetua. I sindaci della confraternita del Corpo di Cristo chiesero la riduzione dell'onere di 22 messe sul legato di Giuseppe di q. Rocco de Branzi, che nel 1622 aveva lasciato 400 lire, 40 di moneta romana insuffi­ cienti allo scopo per il reddito esiguo di 1 scudo e 60 baiocchi all'anno. I sindaci della Misericordia di Costa, valle Brembana, avanzarono la richiesta di riduzione dell'o­ nere di messe sui legati alla Misericordia del paese di Gherardo de Curtenoni, Gio­ vanni de Dulcibus e Piero de Curtenoni per i redditi inferiori alle spese sostenute. Il primo aveva lasciato 125 ducati, (lire 6,4 moneta bergamasca per 1 ducato) con testa­ mento del 25 otto1586 a Treviso, per una messa settimanale perpetua ogni sabato in S. Maria ad Nives. Il secondo con testamento del 20 giu. 1591 aveva lasciato 200 ducati,

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134 scudi di moneta romana, per una messa settimanale ogni venerdì all'altare della Madonna, l'anniversario, e una messa settimanale al sabato alla cappellina della For­ cella. Il terzo con testamento del 29 lug. 1609,aveva destinato 1.500 lire, 163,4 scudi di moneta romana, per due messe settimanali. Un'altra domanda fu presentata dai sin­ daci della confraternita dell'Immacolata Concezione di Borgo di Terzo per la ridu­ zione dell'onere di due uffici perpetui sul legato di Giovannina de Giovannelli. Con testamento del 15mag.1599 essa aveva assegnato 350 scudi, 38 di moneta romana, ma la rendita del capitale (1,60 scudo di moneta romana) non compensava l'elemosina ai preti impegnati. Analoga domanda fece la comunità di Sorisole per il lascito di Gia­ como Agazzi, 6 nov. 1631,che destinava 2.500 scudi alla chiesa della Madonna in Cam­ pis, per la celebrazione di una messa quotidiana perpetua. A causa di liti, il capitale s'era ridotto a 1.750 scudi, 1131,40 di moneta romana, con un reddito annuo di 70 scudi, 53,40 di moneta romana, insufficienti per retribuire il cappellano. Gli eredi di Marcantonio Zanchi, che nel testamento del31 maggio 1659 aveva lasciato l'onere di celebrare una messa la domenica e due in settimana nella parrocchia di S. Maria di Ro­ sciate, all'altare di cui la famiglia omonima aveva il giuspatronato, chiesero di trasfe­ rire l'obbligo nella nuova chiesa dell'Annunciazione, fatta costruire da loro. Cristo­ foro Roncalli e fratelli, di Bonate Sotto, eredi nel 1636 dei beni di una loro zia, con l'obbligo di destinare 200 scudi di moneta bergamasca per la celebrazione di messe con la rendita annuale ricavata, chiesero nel 1696la permuta di tale onere con alcune opere pie, nell'impossibilità di soddisfare la volontà della testatrice cui essi avevano tenuto fede sino al 1674 e non oltre, a causa della povertà nella quale erano caduti. An­ gelo Guarneri subentrato agli eredi nel testamento di donna Laura Capone, morta nel 1629 e del figlio perito nel 1630,chiese che l'onere della celebrazione delle messe in S. Andrea fosse calcolato in base al reddito del capitale avuto, molto diminuito per liti avvenute. Sino al 1652l'onere non era stato adempiuto, anno in cui Caterina Scaglia, subentrata al Guarneri, dalle vendite effettuate aveva ricavato 1.200 scudi di moneta bergamasca, istituendo un censo con un reddito annuo di 72 scudi sui beni della fami­ glia de Noris, incaricandone i Somaschi per l'adempimento, con l'obbligo di reinve­ stire la somma nel caso di una loro restituzione. Nel 1682 i de Noris avevano rimbor­ sato il capitale che, investito, dava solo 39 scudi di moneta bergamasca, sufficienti per una messa quotidiana per tutto un semestre, all'elemosina di 1giulio e 50 soldi. Sorta la vertenza con i sindaci di S. Andrea, gli eredi nel 1683si videro costretti a dare ai So­ maschi 72 scudi e nell'impossibilità per loro di celebrare, di passare la somma a un al­ tro sacerdote per l'adempimento prescritto. Dopo l'appello in seconda istanza, gli eredi soddisfecero all'onere tramite gli Agostiniani, avendo i Somaschi rinunciato a ogni diritto. Lelio Marenda, sacerdote bergamasco, cappellano della cappellania di giuspatronato laicale del ministro pro tempore dell'ospedale S. Marco di Bergamo, isti­ tuita nel 1552,avendo la cappellania gravata di messe e di mancanza di rendite, con l'assenso degli amministratori decise di assegnare in locazione perpetua a Benedetto Carissino una casa di 3 fondi con portico e una stanza superiore, detta casa del Bal­ dino, Longuelo, con 8 pertiche bergamasche di terreno circa, del valore di 320 scudi di moneta romana, con una rendita annua di 14 scudi annui. Il Carissino avrebbe corri­ sposto l'affitto annuale 13 scudi di moneta romana, con l'obbligo di migliorare la pro­ prietà. La Congregazione del Concilio accettò l'accordo ma con la clausola dell'affitto sino alla terza generazione. Si chiese inoltre la facoltà di celebrare la messa nella pa­ rocchiale di Zogno, all'altare del Crocifisso, ove era stata eretta la confraternita omo­ nima, trasferita dalla chiesa del conventino dei Serviti, soppresso, cui Caterina Zam­ belli Maffeis aveva dato un legato con l'onere in parola: cf. Asv, C. Conci/ii, Positiones, 69, f. IOlr, Asperti; ibid, 252, Bergamo della Torre; G. Zanuchino, lettera di D. Giusti­ niani, 31 ago. 1668; ibid., 257, Bergamo, A. Moioli, lettera di D. Giustiniani, 18 mar. 1668; Agostiniani, lettera di D. Giustiniani, 24 ago. 1678;Agliardi; ibid., 1681,tomo 2 Bergamo, Petrobelli, lettera di D. Giustiniani, 19 nov. 1681; ibid., 1682, tomo l, Ber­ gamo Petrobelli, lettera di D. Giustiniani, 25 gen. 1682; tomo 3, Bergamo, A. Pesenti

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egregie imbuuntur.' Popu/i ingenium et mores summatim complexus, ad eiusdem modo sane­ tiorem partem procedo, ad eos sci/icet qui sacrae mi/itiae nomen dederunt. Occurrit primo loco canonicorum ordo, qui diruta iam altera e cathedra/is

senti monache S. Chiara; tomo 9, Bergamo, S. Chiara, lettere di D. Giustiniani, 18 mar., 27 mago e 12 ago. 1682; Conventuali S. Francesco, lettera di D. Giustiniani, 23 gen. 1682; ibid., 1683,tomo IO, Bergamo, Donati lettera di D. Giustiniani, IO gen. 1681; tomo Il, Bergamo, Panizoli, lettera di D. Giustiniani, lO feb. 1683; S. Alessandro in Col., lettera di D. Giustiniani, 19 nov. 1681; L. Rasola-Fugazza, lettera di D. Giusti­ niani, 9 gen. 1683; tomo 14, Bergamo, Donati, lettera di D. Giustiniani, IO gen, 1681, voto negativo Congregazione Concilio; ibid., 1684, tomo 20, Bergamo, Feraroli; Fu­ gazza; ibid., 1685, tomo 29, Bergamo, S. Chiara; Santi, Cornetti, Asperti, lettere di D. Giustiniani, 8lug. 1684,30 giu. 1685; ibid, 1686, Bergamo, tomo 39, Moioli-Benaglio, lettera di D. Giustiniani, 18 mar. 1678; tomo 41, Bergamo, Rota-Mapello, lettera di D. Giustiniani, 21 ago. 1686; ibid., 1687, tomo 46, Bergamo Duci de Guizzardi, Carmeli­ tani; tomo 48, Bergamo, Bolis-Mapello, lettera di D. Giustiniani, 25 dico 1686; ibid., 1687, tomo 53, Bergamo, Somaschi-Mapello; ibid., 1688,tomo 54, Bergamo, Benvenuta Gherardi, lettera di D. Giustiniani, 31 gen. 1688; A. Ragnolo, lettera di D. Giustiniani, 20 gen. 1688; Flavio Vertova; tomo 55, Bergamo, Ruggini; tomo 58, Bergamo, Bagnati­ Francescani-Grumelli-Colleoni; tomo 60, Bergamo, Scotti, lettera di D. Giustiniani, 25 ago. 1688; ibid., 1689,tomo 65, Bergamo, Fuginelli-Canova lettera di D. Giustiniani, 16 mar. 1689; tomo 70, Bergamo, Bazzini, lettera di D. Giustiniani, 29 giu. 1689; ibid., 1690, tomo 80, Bergamo, Casari, lettera di D. Giustiniani, IO mar. 1690; tomo 82, Ber­ gamo, Confraternita SS.mo Sacramento e misericordia di Albino, Solari, Personeni, Venturelli, Zenuchina, Moroni, Balanzino, Penelope Gherardi, Giulio Personeni, let­ tera di D. Giustiniani, 20 lug. 1689; Somaschi-Canova-Fuginelli; tomo 84, Bergamo, Fugazza, lettera di D. Giustiniani,29 mar.1690; tomo 85, Bergamo, Mosconi, lettera di D. Giustiniani, 13 set. 1690; ibid., 1691,tomo 91, Bergamo, Scarpa, lettera di D. Giusti­ niani, 31 gen. 1691; Fenaroli-Caleppio; Suardi; ibid.,1692, tomo 102, Bergamo, Mo­ sconi; tomo 103, Bergamo, Bendotti, lettera di D. Giustiniani, 7 mago 1692; ibid., 1693, tomo 111, Bergamo, Alebardi, lettera di D. Giustiniani, 17 dico 1692; tomo 121, Ber­ gamo, Misericordia Alzano lascito Locatelli, lettera di D. Giustiniani, 15 e 26 apro 1693; ibid., 1694,tomo 125, Bergamo, Epis, Losetti, Battaglia, Alzano, lettera di D. Giu­ stiniani,lI nov, 1693; Giuseppe Branzi, lettera di D. Giustiniani, Il nov. 1693; ibid., 1694, tomo 130, Bergamo, Curtenoni, Dolci, Pietro Curtenoni, lettera di D. Giusti­ niani,24 mar. 1694; ibid., 1694,tomo 132,Bergamo, G. Giovannelli e G.Agazzi, lettere di D. Giustiniani, 12 mago e 19 mago 1694; tomo 134, Bergamo, Sorisole; ibid., 1694, tomo 139, Bergamo. Zanchi, lettera di D. Giustiniani, 11set. 1694,col paragrafo del te­ stamento; ibid, 1697, tomo 171, Bergamo, fratelli Roncalli, lettera di D. Giustiniani, 1697; ibid., 1697, tomo 174, Bergamo, Marenda, lettera di G. B.Vertova, vicario capito­ lare; tomo 178, Bergamo, Guarneri, lettera di G. B. Vertova, vicario capitolare, 311ug. 1697, parere favorevole; copia trascritta del testamento, 4 lug. 1629; ibid., 1698, tomo 183, Bergamo, Zambelli Maffeis, lettera di G. B. Vertova, vicario capitolare, 23 apro 1698. 6. Nella seconda visita pastorale Giustiniani pose particolare attenzione ancora sul fun­ zionamento della scuola della dottrina cristiana nelle parrocchie, come d'altronde già aveva fatto nella prima. Egli insegnò la dottrina cristiana a Sombreno e a Palazzago agli uomini e alle donne; a Calusco avendo trovato i fedeli molto ben preparati e istruiti, distribuì loro "multa dona et munera ': A Fara Gera D'Adda "doctrinam christia­

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aede.ex duabus Congregationibus conflatus, in Divi Vincentii principe urbis tempio aris, magis coaluit, quam animis. In hoc itaquefrequentissimo coetu (nam quatuor supra quadraginta numerantur) non desunt viri, vel moribus, vel doctrina, vel utroque decore conspiciendi,' sedfa//unt quandoque spes meas nonnulli, quos coadiutores vocant, ac praesertim iIIi, quos caro et san­ guis in amp/issimum ordinem adscivit, haereditate magis quam merito sane­ tuarium Dei possidentes? nam utriusque sexus visitavit i//amque edocuit et varia devotionis munera di/igentioribus elargitus est': A Caleppio Giustiniani non trovò funzionante la scuola e resosi conto della negligenza del curato, Carlo Caffis, gli ingiunse di presentare i registri al notaio G. A. Gallinoni. Appurate inoltre le omissioni e la colpevolezza del Caffis per l'inven­ tario dei beni e la relazione parrocchiale, Giustiniani con un decreto del6 giugno 1686 lo condannò a pagare una multa di 41,50 scudi. Dalle relazioni dei curati sulla scuola della dottrina cristiana si nota l'impegno o la negligenza per tale esercizio. Il preposto di Calusco, Giovanni Battista Mazzoleni scrisse: "La dottrina cristiana dè figliuoli è distinta in quattro classi; tre classi imparano la dottrina piccola, l'altra la grande. V'è la classe degli adulti ma vengono puochi et di rado, massime li vecchi sentono le spiega­ tioni per tal usanza da essi pratticata anticamente. Li piccoli per lo più fanno profitto. Si tiene conto delle mancanze et si correggono et si premiano li diligenti. Et a tutte le classi sono assegnati li suoi proprii maestri. Col medesimo ordine camminano le fi­ gliole". Altre relazioni interessanti si leggono per le parrocchie di Palazzago, Suisio, Villongo. Nel sinodo del 28 aprile 1687Giustiniani raccomandò, come d'altronde nei due precedenti, l'istituzione e il funzionamento delle scuole e l'uso del testo del card. Bellarmino: cf. Acva, Lettere pastorali... , 3, f. 102 r-v, 19 nov. 1678; ibid., Visita Giusti­ niani, 63 (I 680),f. 9v,22v,39v, 55v, 140v, 179v,216r, 258r, 269v; Sinodus dioecesana ... , p. 13-14.

7. C.f.

B. BELOTTI,

Storia di Bergamo ... V, p. 4, 5.

8. Nel 1676il canonico Giovanni Ponzato aveva ottenuto come coadiutore il nipote An­ drea, nel 1679il can. Giacomo De Vecchis il nipote Francesco Antonio, nel 1680 il can. Rodolfo Roncalli il nipote di Lodovico, nel 1682 il can. Giacomo Franchetti il nipote Pietro, il can. Camillo Alessandri il nipote Marco. Carlo Rota, coadiutore di Pietro Ba­ gnati aveva ottenuto la proroga di un anno per l'ordinazione perché impreparato. Egli conservava tuttavia i suoi diritti. Per la cappellania di S. Giovanni Battista litigavano i canonici Gargano e Petrobelli, il quale ne aveva avuto l'assegnazione. Dopo il ricorso che aveva confermato la sentenza, la causa era stata trasferita a Venezia. Per la cappel­ lania Bonghi la lite tra la famiglia omonina e il Capitolo verteva sulla riscossione del censo assegnato all'altare di S. Alessandro e la nomina del cappellano. Un membro della famiglia Bonghi aveva alienato i diritti e il Capitolo non accettava la richiesta di nomina del cappellano se non dopo la loro reintegrazione. Altri problemi legati al Ca­ pitolo, non accennati dal Giustiniani, furono presentati alla Congregazione per le op­ portune autorizzazioni. Andrea Barboglio cappellano dell'altare di S. Silvestro, ot­ tenne la sostituzione nel servizio dopo 12 anni per mancanza di salute. La cappellania fondata da Lanfranco Patera, canonico di Tagliuno, il 14 mago1385,con l'onere di una messa quotidiana, passata in giuspatronato al vescovo B. Besozzi per volontà del testa­ tore, era poi finita in giurisdizione al ministro dell'ospedale di S. Vincenzo e in seguito di S. Marco, dopo l'unione. Antonio Zoppi, cappellano della cappellania dell'Annun­ ciazione della B. Vergine, eretta in S. Vincenzo da Venturino Gargano nel 1347, dotata di beneficio con l'onere di 4 messe settimanali e la residenza, giurispatronato della

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Succedit proxime parochorum ordo mihi maxime probatus, qui profecto animarum curatoribus pietate, sollicitudine, solidaque doctrina praestanti­ bus abundat.' In pagis praesertim cernere est, tenellam aetatem christianis rudimentis eximie institutam, dies festos omni pietate cultos, choreas, alia­ famiglia, chiese di essere sostituito per motivi di salute. Domanda analoga fu inoltrata da Domenico Guelfi impegnato nella scuola a Bergamo. con cappellania a Calcinate, giuspatronato laicale, con l'onere di 158 messe annuali su un reddito di 42 scudi: con­ siderata la distanza, voleva farsi sostituire da un altro prete. Il canonico Antonio Ma­ ria Albani, ottenuto per coadiutore Francesco Bonghi, volle che nell'indulto fosse e­ spressamente nominata l'esenzione dalla residenza col privilegio di partecipare alle distribuzioni. Per analoghe esenzioni ricorsero i cappellani Antonio Fondra e France­ sco Cristoncelli, nonchè il canonico Zaccaria Perini.ll Fondra presentando come suo sostituto Antonio Zoppi, si dichiarava inabile al canto e faceva rilevare che il fonda­ tore della cappellania di S. Giuliano, Galasso de Vincentis, nel 1481 non aveva inteso apporvi l'onere della residenza, introdotta per consuetudine da alcuni cappellani, come gli risultava da un documento del 1485. Il Cristoncelli, assegnatario della cappel­ lania di S. Giovanni Battista. fondata da Vincenzo Gargano nel 1332,con l'onere di 4 messe settimanali e della residenza, si dichiarava inabile al canto e di non aver mai partecipato alle distribuzioni dal 1678.In lite col Capitolo. presentava richiesta di esen­ zione dalla residenza. citando la concessione fatta al Fondra. Il can. Perini infine chie­ sto l'esonero dalla residenza per 3 anni a causa dell'aria assai nociva di città, con la so­ stituzione di Girolamo Asperti, intendeva recarsi a Roma. La Congregazione del Con­ cilio concesse al Perini due anni sui tre richiesti, approvò con un indulto la domanda del Fondra, e al Cristoncelli la risposta, segnata sulla pratica, fu in decretis, il che fa sup­ porre che respinse la richiesta. Da segnalare infine un incidente avvenuto in seguito all'agitazione tra i sacristi e i custodi della cattedrale nel 1682-1683, per l'interpreta­ zione e l'applicazione degli statuti. Una loro copia era stata affissa su una tabella in sa­ crestia e fu rinvenuta sfregiata da ignoti. Il Capitolo per trovare i responsabili nominò una commissione d'inchiesta composta da 4 canonici: cf. Acvn. Arch. Cap., 167, Acta .... ff. 65v-70v,76r-79r, sed. cap. lO ago. 1672,5 gen.1674, 8 e 19 feb. 1675; ibid., 168,Acta...• sed. cap. 9 mago 1676,3 gen. 1679,23 mar. 1680; ibid., 169, Acta .... f. 3v, 4r-v. 19r-v. 20r, 27v-28r, 38r-v, 42v-43r. sed. cap. del 4 e 30 apr. 1678,20 feb. 1682,28 gen. 1684.4 gen. 1685. 19 feb. 1686; ibid., 171, Liber terminationum ... , ff. Zr-Jr, 23r-v. 33r-40r, 55r-v; ibid.• 732. S. Alessandro contra rev.dum Cristoncelli 1605-1689 (rns), 90 ff.; ibid .. 769, Cap. S. Alessandri contra Francesco Cristoncello 1659-1686 (rns), 84 ff.+ff.nn.; ibid., 778. Per il capitolo di S. Alessandro di Bergamo contro il rev.do Francesco Cristoncello (rns), 69 ff.; ibid., 785, R.mo capitolo S. Alessandro contro r. Cristoncelli anno 1685 (rns), 42 ff.; ibid.• 784. Anno 1689 S. Alessandro di Bergamo sentenza finale in... contro il rev. Cristoncelli (rns), ff.nn.; Asv, C. Concilii, Positiones, 162. Bergamo, proroga al coadiutore Rota,can. Bagnati, 1678; ibid., 1688. tomo 60, Bergamo facoltà di assentarsi per6 mesi al can. Gio­ vanni Paolo Santandrea, 18 set. 1688; ibid., 1690. tomo 78, Bergamo, Barboglio.Iettera di D. Giustiniani, 15 mar. 1690, indulto biennale per l'infermità. 18 feb. e 17giu. 1690; ibid.• 1692. tomo 107, Bergamo, Albani, 21 giu. 1692; ibid., 1693. tomo 112. Bergamo, Guelfi, lettera di D. Giustiniani, 24 feb. 1693 con parere favorevole; tomo 121, Ber­ gamo, Zoppi, lettera di D. Giustiniani, 26 ago. 1693 con parere favorevole; tomo 122, Bergamo. Fondra, lettera di D. Giustiniani, 18 feb. e 20 mago 1693; ibid .• 1694, tomo 132,Bergamo, Cristoncelli, lettera di D. Giustiniani, 9 mar. 1694; ibid.• 1695, tomo 148, Bergamo. Perini. 9. L'arciprete di Nembro Giovanni Guido Franzini chiese alla Congregazione del Conci­ lio la facoltà di assentarsi dalla parrocchia in occasione della morte dello zio, prepo­

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que libidinis incitamenta penitus sublata, sacrae exomologesis, sanctissi­ maeque sinaxis usumfrequentissimum, liturgicam suppellectilem nitide ha­ bitam, et coetera pastoralis officii munera exacte impleta. Quod quidem ma­ ximum Episcopalis laboris levamen, tum Seminarii, quod studiis et pietate maxime viget disciplina, IO tum sedulo virorum ad parochiale munus delec­ tui, tum piis et saepe repetitis sub eximio magistro Divi Ignatii exercitationi­ bus acceptum refero. Sacerdotum reliquorum mores inuniversum probati, doctrina in multis haud modica, si eos exceperim qui ex alienis dioecesibus, sacrorum copia al­ fidente, huc gregatim confluunt:" Ordinum vero candidati, non nisi post exploratam morum probitatem, et post probatam severi examinis, cui ipse intersum censura, doctrinam, et sito di S. Nazario in Brescia, a seguito della quale era avvenuta una lite. Ottenne il per­ messo per tre mesi su 4 richiesti. A Giustiniani fu data la facoltà di spostare di due mesi oltre i quattro prescritti, il concorso per l'assegnazione della parrocchia di S. Ma­ ria di Scalve: cf. Asv., C. Concilii, Positiones, 1686, tomo 42, Bergamo, Franzini; ibid., 1691, tomo 87, Bergamo S. Maria. lO. Per assicurare la continuità dell'insegnamento della lingua greca in Seminario, intro­ dotta dal Giustiniani, si ottenne dalla Congregazione del Concilio che il docente Pie­ tro Giacomo Marinoni, curato di S. Giacomo di Castro, potesse rimanere assente dalla parrocchia per 4 mesi, onde continuare nell'attesa di un altro esperto, con la ga­ ranzia che la cura d'anime sarebbe stata affidata a un vicecurato: cf.Asv,C. Concilii, Po­ sitiones, 1685, tomo 26, Bergamo. Il. Nel 1683 il card. Alderano Cibo aveva scritto all'inquisitore di Bergamo circa l'ammis­ sione di preti extradiocesani al ministero pastorale in diocesi. Giustiniani dal canto suo nel 1692 inviava ai vicari foranei una circolare nella quale richiamava l'attenzione sui preti forestieri o vagabondi che con false dimissoriali o attestati fittizi si presenta­ vano per celebrare. Con un'altra circolare il vescovo richiese ai vicari foranei, entro 15 giorni di tempo, il recapito e le adeguate informazioni sulle dimissoriali dei preti ex­ tradiocesani. Le precauzioni di Giustiniani avevano un fondamento nella realtà dei casi, tra cui quello di Giacomo Lambertini, nato a Venezia, da Antonio, oriundo di Bergamo, ed educato in questa città. Nel 1675 ottenute dimissorie false dal vescovo Giustiniani era riuscito ad avere la tonsura dal vescovo di Nona, i 4 ordini minori dal vescovo di Torcello e il diaconato a titolo di simulato patrimonio. Scoperto l'inganno, il vescovo aveva fatto carcerare il Lambertini per 6 mesi con l'interdizione, su deci­ sione di Giustiniani, dal presbiterato, sino a che non fosse stato in possesso di un pa­ trimonio sicuro, in base alle norme sinodali emanate a Bergamo il24 aprile 1678. Con breve extra tempora il Lambertini era riuscito a ottenere dal vescovo di Caorle il pre­ sbiterato a titolo di beneficio nella cattedrale. Le sue condizioni tuttavia erano rima­ ste precarie, e ormai di età avanzata, s'era fatto iscrivere al servizio della cattedrale e collegiata di S. Margherita in Venezia, con uno stipendio annuo di 60 scudi di moneta veneziana. Nella lettera alla Congregazione del Concilio, il Lambertini chiedeva per i suoi trascorsi l'assoluzione, a riguardo della quale il 23 marzo 1697era stato deciso di sentire il parere del vescovo di Bergamo: cf. ACVB, Lettere pastorali... , 3, f. 142r, 14 mar.; f.143r, 12 giu.1683; f. 144r,21 mag.;Asv.C. Concilii.Positiones, 1697, tomo 173, Bergamo, Lambertini.

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post salutares, quas supra laudavi exercitationes, ter, et quater adhibitas aris initiantur," Quotannis vero, ad tuendam augendamque ecclesiastico rum praecipue disciplinam ciclicae litterae ad parochos mittuntur, quibus ad munus suum rite obeundum monitis salutaribus excitantur et iis, quae nuper emerserint opportune consulitur." Non ideo tamen vineam meam obire desii per me ip­ sum adhibitis etiam missionariis' quam totam fere, ac eam praesertim, quae montibus horret, hoc triennio lustravi, nec ullum anni tempus brumali excepto praeteriit, quin in aliquam eius partem excurrerem,"

a)

Sul margine sinistro sono scritte alcune parole ormai illeggibili per la carta corrosa, tranne "visitatio ':

12. Alcuni casi confermano queste osservazioni di Giustiniani sugli ordinandi. Nel 1674 Giovanni de' Lazzari ricorse alla Congregazione dei Vescovi perché non otteneva le dimissoriali per farsi ordinare sacerdote a Roma. Nel 1685Mattia Epis, assegnatario di una cappellania in giuspatronato, ricorse alla stessa Congregazione perché Giusti­ niani gli rifiutava la promozione agli ordini sacri e le dimissoriali, chiedendo di essere esaminato da altri Ordinari e di poter accedere al presbiterato. Chiesero pure le dimis­ sorie per l'ordinazione fuori diocesi, vacante per la morte di Giustiniani, Ambrogio Ceruti, Alessandro Bonicelli e Andrea Guerinoni. I primi due chierici avevano una cappellania con l'onere delle messe e perciò sollecitavano questa misura straordinaria per adempiere gli oneri delle messe accumulate. Il Guerinoni studente di teologia e fi­ losofia a Brera, Milano, era stato approvato nell'esame per la parrocchia di Seriate, per­ ciò voleva essere pronto per l'assegnazione ufficiale, essendo solo suddiacono. Ogni curato, al tempo dell'episcopato di Giustiniani, aveva due moduli forniti dalla Curia, su cui segnare i dati anagrafici ed ecclesiastici degli ordinandi in uno, la condotta sul­ l'altro: cf. Acva, Lettere pastorali... , 3, f 148 (stampa); ff. 149-150(stampa); Asv, C. Con­ cilii, Positiones, 1697, tomo 173, Bergamo, Ceruti; tomo 177, Bergamo, Bonicelli; tomo 178; Bergamo, Guerinoni; ibid. Congr. Vescovi, Positiones, 1675, maggio-giugno, Ber­ gamo; ibid., Positiones, 1685, novembre-dicembre, Bergamo; Vita de' Servi .." p, 11. 13. Cf. Acvs, Lettere pastorali... , 3, ff. 70r-71v, 13 feb. 1675; f. 91r-v, 15 dico 1668; f. 115,26 gen. 1684; f. 117r-v,12 set. 1684; r. 132, l° feb, 1687; f.137, 11 mar. 1688;f. 14lr, 30 gen. 1690; f. 143 bis, 24 feb. 1691; f. 143 ter, 13 feb. 1692; f. 144 bis, 28 gen. 1693. 14. Il vescovo Giustiniani nel settembre 1680 aveva iniziato la seconda visita pastorale alla diocesi, percorrendo la valle Brembana, scendendo in seguito a Lallio e portan­ dosi poi in valle Caleppio, nella pieve di Telgate e a Fara Gera d'Adda. Lo accompagna­ vano i canonici convisitatori Bartolomeo Finardi e Giulio Alessandri, nonchè il no­ taio G. A. Gallinoni. Dalla documentazione risulta che la predicazione fu affidata a p. Policarpo, francescano osservante, e probabilmente anche ad altri ecclesiastici, Il 4 maggio 1681 Giustiniani dette inizio alla visita alle parrocchie urbane coi canonici Giacomo e Girolamo Muzio. Predicatore di turno fu il gesuita Francesco Tinelli. Nel­ l'ottobre 1685 il vescovo visitò la valle Seriana inferiore e altri luoghi della diocesi, coi canonici Torquato Albani e Antonio Maria Moro, e col notaio Marsilio Rota. Alla pre­ dicazione provvide il gesuita Giuseppe Tomini: cf. Visita Giustiniani, 63 (1680), ff. lr-280r, f. 21r p. Policarpo; ibid.; 64 (1681), ff. lr-148r; ff. lr-4v per gli ecclesiastici indi­ cati; ibid., 65 (1685), ff. lr-71v, ff. lr-2v per gli ecclesiastici indicati.

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Disposizione dell'Assemblea nella cattedrale per la celebrazione del Sinodo diocesano 1687 - cf. ACVB, Sinodi diocesani, raccoglitore n째 2: 1687 Giustiniani 1/1.

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Sinodalem proinde conventum, tertio a me habendum, in vigesimam sex­ tam proxime futuri aprilis diem indixi" Supersunt moniales gregis meiflos delibutus, ac sanctior et nunquam sa­ tis sedula servatus custodia. Earum caenobia decem et quinque: tria regula­ ribus, coetera episcopo subsunt. Has profecto commendatissimas habeo, has invisere, quotiescumque res tulerit, has per idoneos sacrorum et Divini Verbi ministros in suscepto sanctioris vitae instituto fovere, ac tueri non de­ sino," Pari cura eas complector quas Tertiarias vocant, quaeque vel parentibus orbae, vel paupertate illocabiles. in pudicitiae asilum se receperunt. Quod quidem duplex in hac urbe civium pietas aperuit, aliud Orphano­ trophii, aliud Succursus nomine designatum." Neque vero sollicitudinis meae expertes, reliquo illas, quas vulgo Conversas dicimus, mulieres scilicet ab impudicitiae luto ad meliorem vitae frugem reversas. Viget insuperfoemi­ narum institutum, quae nullo voto adstrictae seque ultro ad religiosae vitae normam sub illa, quam ipsae deligunt, magistra, componentes, ab abiecto muliebri mundo, Demissae vocantur. [8 Quatuor sibi in hac urbe domicilia

15. Il sinodo fu indetto da Giustiniani il 15 marzo 1687 e celebrato il 28,29 e 30 aprile. Come per le precedenti assemblee, anche per questa si provvide all'elenco dei parteci­ panti; interessante lo schizzo che rappresenta in duomo la disposizione di tutto il clero secondo gli incarichi e le pievi. Il Capitolo dei canonici dette parere favorevole ai decreti tramite i delegati Vesellino e De Vecchis: cf. ACVB. Arch. Cap., 171, Liber termi­ nationum ... , ff. 68r-71r,73r-74r; ibid., Sinodi diocesani, raccoglitore n. 2 1687 Giustiniani IlI, ff. lr-41v. 16. Dopo la visita al monastero di S. Benedetto in città, Giustiniani aveva scritto alla ba­ dessa: "Udiamo con nostro ramarico che alla fenestella piccola et bassa vicina alla porta del carro di cotesto monastero, risguardante su la publica strada verso il borgo dirimpetto quasi alla casa del già messer Armolotti (?) Mutio, s'accostino monache giovani a vedere le mascare et confabulare, lo che supponiamo non sia noto alla vigi­ lanza di vostra reverenza". 11 Consiglio cittadino aveva discusso l'opportunità di inol­ trare al vescovo la richiesta di collaborare coi deputati ai monasteri: cf. ACVB. Visita Giustiniani,64 (1681), f. 33r; Asv, S.S. Venezia, 132,f. 133r,25 ago. 1687, copia a stampa edita dai provveditori sui monasteri di Venezia, con le varie norme proibitive alle mo­ nache claustrali; BCAM,Azioni, 74 (1681-1686), f. 83r-v, 23 apro 1683. 17. La generosità di Giustiniani per questo Istituto è confermata dalla pubblicazione della Regola del Venerando Pio Luogo del Soccorso della città di Bergamo dedicata al­ l'Ill.mo e Rev.mo Mons. Daniele Giustiniani, in Bergamo 1686,con la prefazione e la de­ dica di un sonetto che ne celebra la munificenza, p. 3-5, 18. Il Consiglio cittadino aveva dato delle disposizioni alle Dimesse di S. Tommaso per il contributo di 50 scudi a favore di ogni novizia, e per la dote da portare all'atto di am­ missione, con una somma di 200 scudi e di altri 300 per il mobilio: cf. BCAM, Azioni, 72 (1670-1675), ff. 151v-152r,3 feb. 1673; ibid., 3 Ducali C (1656-1745),[. 57v,23 giu. 1674; A. BELLINI, Una donna ..., cit.

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posuerunt, coeterum a laicis reguntur. Non illis ab episcopo peculiaris sacerdos statuitur, qui earum conscien­ tias moderetur. Eum, quem maluerint ipsae, adsciscunt, ab episcopo genera­ tim probatum. Absoluto iam hominum censu, tempia, aliaque pia loca lustranda se obii­ ciunt. Cathedralis aedes divis Vincentio et Alexandro sacra magno opere ac molimine inchoata iamdiu substitit idque inveterato iam canonicorum dissi­ dio, quamvis tum aureorum complura millia ad eam perficiendam legata, tum civium vota et inferior dignitate sua templi structura id maxime expo­ scant." Suppellectilis tamen magna vis, et pretium, sacerdotum et sacrorum, quae hic peraguntur ingens copia,"

19. I rilievi di Giustiniani sulla fabbrica della nuova cattedrale e sui dissensi dei canonici sono documentati, almeno parzialmente, da alcuni resoconti delle sedute capitolari. Dopo l'elezione dei canonici Gargano e Giovanni Muzio a deputati della nuova fab­ brica il 26 dicembre 1669, seguì la discussione su alcuni problemi al riguardo il3 set­ tembre 1671.Il dilemma se iniziare una nuova fabbrica o ampliare quella esistente, fu affrontato nella seduta del4 settembre 1678,con le questioni dell'unione dei due Ca­ pitoli, l'eventuale ricorso alle autorità superiori per la difesa di diritti violati, il titolo patronale. Nella seduta del IO gennaio 1684 fu dibattuta l'unione dei due Capitoli, la fabbrica del nuovo duomo, la soppressione del titolo patronale di S. Vincenzo, l'invio di una delegazione a Roma per ottenere il beneplacito della Santa Sede. Per dissenso non parteciparono alla seduta i canonici Giovanni Battista Vertova, preposito, Pompi­ lio Pelliccioli, Giovanni Pietro Cabrini, Defendo de Vecchis, Sigismondo Tomini, Mi­ chele Carrara, Gerolamo Muzio, Giovanni Battista Tassis, del capitolo di S. Alessan­ dro e Martino Vertova del capitolo di S. Vincenzo. Nella seduta del 19 febbraio 1684 l'elezione dei deputati fu decisa perché ecclesia in qua rev.mi canonici huius civitatis re­ sident, intituletur.fabricetur et consacretur sub solo nomine gloriosi patroni S. Alexandri martiris Thaebei, ita quod simbolo gratitudinis erga immensa ipsius merita reaffirmata cum omnibus prerogativis, privilegiis, omnino in posterum habeatur veterana basilica. quae in suburbio Canali ante sanctum Adalbertumfulgebat matrix et maioromnium civi­ tatis et huius dioecesis ecclesiarum. La delegazione dei canonici scelta per far presente alla Santa Sede i diritti del capitolo di S. Alessandro lasciò alla Congregazione dei Ve­ scovi un documento riassuntivo della questione: cf. Acvs. Arch. Cap., 167, Acta ... , f. 94v, sed. cap. 4 set. 1678; ibid., 168, Acta ... , sed. cap. 26 dico 1669,3 set. 1671 .ibid., 169, Acta ... f. 28v, sed. cap. 19 feb. 1684; citazione; ff. 29v-32r, IO mar.; ff. 32r-33v, 34r-35r, 30 mar. e 23 giu.; ibid. 171, Liber Terminationum , ff. 43r-45v, sed. cap. IO gen. 1684, elenco dei canonici; ibid., 615,Anni 1438-1715 , ff. 166r-169v, copia della risoluzione del Consiglio cittadino 17 dico 1680 circa il Consorzio per la fabbrica del duomo; Asv, Congr. Vescovi, Positiones, 1684, luglio-agosto, Bergamo. 20. Chiesero la dispensa del coro e dalla residenza per motivi di malattia i canonici Pietro Melchiorre Negroni nel 1690, Alessandro Gallizioli nel 1696, e Antonio M. Albani, conte, per un altro anno. Nel 1674era stato estinto un debito di 300 scudi con la mensa capitolare. Il Capitolo nel 1677 aveva delegato l'abate Marco Antonio Zolli per il recu­ pero della somma depositata al montis restorati tertiae erectionis e nel 1684 tale compito era stato assegnato a Carlo e Angelo Lodetti. I canonici si erano trovati d'accordo nella proposta di una confectione alterius portionis broccati pro altare maiori coloris rubei.

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Proximum huic, ut loco, ita et dignitate Divae Mariae Maioris templum mole, marmoribus, auro plasticis imaginibus, tabulis, sacris indumentis ac reliquo cultu laudatissimum. Coeterum una cum adiecto Misericordiae ut vocant, Consortio, et Ephebaeo in nobilium laicorum potestate omnino est, id maxime caventium, ne quid iuris episcopo in idem reliquant. Hoc in tem­ pIo singulis anni festis diebus, quadragesimali vero tempore, etiam feriali­ bus, ad audiendos eximios oratores, qui de rebus divinis a me prius obtenta rite venia, verba faciunt, cives conveniunt. Reliqua urbis tempIa in quibus animarum procuratio exercetur, neque mole, neque specie admodum conspiciuntur. Eminent tamen ea, quae in duobus amplissimis suburbiis Divo Alexan­ dro inaugurata consurgunt. Ibi esurialibus feriis quotidie sacrae conciones habentur, ibi (sacerdotes ') pretio conducti omnia collegiatarum munera rite persolvunt. Pagi vero montani p(ro)ut b incolarum frequentia, divitiarum copia, re­ busque coeteris urbis speciem haud pauci refeirentes) c sacrarum aedium pulchritudine maxime nitent, quam laudem complures etiam minores vici promerentur. In omnibus tamen tum urbis, tum agri templis, quod ad sa­ cram suppellectilem attinet, par jere mundities, nitor, ac copia. a) b) c)

La parola, illeggibile per il foglio corroso, è richiesta dal senso della frase. Idem Idem Due eredità erano state destinate in quegli anni al Capitolo. Una messa a disposizione nel 1685dalle sorelle Flaminia e Claudia Bonghi, l'altra da Gerolamo Gaia, di Milano, che aveva fatto liberum donum quadrorum picturae, sive tabularum aenearum, corona­ rum, vulgo cornici. Il canonico Pietro Negroni aveva avuto pieno mandato con procura notarile di entrarne in possesso. Una richiesta riguardante la nomina del can. Martino Antonio Guerrini a conservatore del monastero di Astino, in successione allo zio An­ tonio, presentata alla Congregazione del Concilio non era stata tenuta in considera­ zione. Il candidato, desiderato in tale carica dall'abate e dai monaci perché già esperto delle varie questioni dell'abbazia, e raccomandato dal vescovo Giustiniani con lettera del 3 febbraio 1684 al card. Colonna prefetto della Congregazione. sebbene laureato in ultroque iure, dottore in teologia e consultore e avvocato deputato del S. Offizio, non ottenne l'incarico conferito solo a chi era anche giudice sinodale.ll monastero di Astino in quegli anni si trovava in difficoltà finanziarie non avendo, per la scarsità dei raccolti, la somma da pagare allo stato perle decime ordinarie del 1683e 1684,e in più un contributo straordinario di 5.063,2 lire, per cui aveva chiesto la facoltà di prendere a prestito del danaro per evitare danni ancora peggiori: cf. Acvs Arch. Cap., 167, Acta .... ff. 72v-73r, 87v, 9Iv-92r; ibid .. 169,Acta... , f. 36r,39r-v, 60r; Asv, C. Conci/ii, Posi­ tiones, 1684, tomo 21, Bergamo, caso Guerrini, documentazione;ibid., 1684.tomo 22, Bergamo, lettera di D. Giustiniani, 3 feb. 1684; domanda dei monaci d'Astine presen­ tata da F. Liberati, 26 feb. 1684 e 9 set. 1684 con l'aggiunta nihil; ibid. 1685,tomo 24, Bergamo mutuo per Astino, 13 gen, 1685 con la decisione di sentire il vescovo D. Giu­ stiniani; ibid., 1695,tomo 154, Bergamo, Negroni; ibid.• 1696, tomo 161, Bergamo, let­

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A religionis domiciliis pietatis et miserationis aedes subire lubet. Xenodochium Maius, Divi Marci appellatione gaudet, in aegrotis, paupe­ ribus curandis, infantibus, quos expositos dicunt, excipiendis, amplissimos census quotannis pie absumit," Divae Magdalenae Xenodochium, fatuis alendis institutum est. Divorum Martini et Caroli pia receptacula pueros et puellas parentum ope destitutas edutcant)" Multae insuper huiusmodi chri­ stianae charitatis officinae variis nominibus compellatae in civitate et relit­ quae) b in Dioecesi pauperibus subsidium puellis dotem, aegris medica­ mina, templis ornamenta, sacerdotibus stipendia supp editant. Atque ibi praecipue uberior haec beneficentia se profert, ubi maior soli sterilitas, in montibus scilicet quibus dimidia fere Bergomensis provinciae pars attolli­ tur, et Rethiae iungitur. Habetis itaque eminentissimi patres, paucis a me perstrictam commis­ sam hanc meae fidei provinciam, Aegiptium veluti Homericam, in qua re­ rum humanarum more, multis bonis multa mala admiscentur. Reliquum est, ut unde incepit, iIIuc rursus se flectat oratio, atque iterum ad Apostoli­ cas aras supplici ritu provoluta, iIIud ex animo a Superis con tenda t, ut ad prosternendum penitus, qui multis cladibus acceptis labare incepit, Turci­ cum hostem, tot victoriarum secundum superos auctorem Innocentium XI,22 una cum amplissimo vestro Senatu patrum eminentissimorum diutissime re­ gnare iubeat. a)

La parola illeggibile per il foglio corroso, è completata come vuole il senso della frase.

b)

Idem

tera di D. Giustiniani, 25 gen. 1696, concessa dispensa, ma solo col coadiutore; ibid., 1699, tomo 195, Bergamo, Albani. 21. Nel 1684 era stato inviato ai rettori un esposto con la documentazione dell'unione de­ gli ospedali e l'elezione di un canonico patrono: cf. Acva, Arch. Cap., 284,1683 Super iurisdictionen... , ff. 1r-4v. 22. Giustiniani si riferisce alle vittorie dell'esercito veneziano sui Turchi con la conquista a fine agosto 1686 di Napoli di Romania. Seguirono altre vittorie da parte dei vene­ ziani e dell'esercito degli imperiali, con la presa di Corinto nell'agosto 1687,di Atene e Castelnuovo in Dalmazia nel settembre successivo, di Belgrado e della fortezza di Knin nel 1688.L'ultima grande vittoria sui Turchi fu riportata il30 agosto 1689 a Batid­ schina, in Serbia. L'opera di Innocenza XI fu determinante per promuovere le intese necessarie tra le potenze impegnate, nonostante la Francia aiutasse i Turchi, e per gli ingenti aiuti finanziari concessi. Il papa aveva disposto anche per Venezia il prelievo di una certa quota sulle decime pagate dagli ecclesiastici nel dominio veneto. Già nel 1673 Venezia aveva chiesto una decima straordinaria sui benefici ecclesiastici (come con Pio V,con la decima detta del sussidio che aveva fruttato 100.000 scudi d'oro) con­ tro i Turchi per la Polonia minacciata. Tra i più puntuali nel versare le quote erano stati i vescovi di Brescia, Bergamo e Crema. Da rilevare poi che un altro contributo era dato dai fedeli per il sostentamento del pio luogo dei catecumeni a Venezia, che ospi­

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Bergomi kalendis decembris 1686. Eminentissimarum vestrarum humillimus addictissimus obsequentissimus servus Daniel episcopus Bergomensis

tava turchi, mori ed ebrei nel periodo della loro istruzione, prima del passaggio al cat­ tolicesimo. Giustiniani comunicò per lettera che tali offerte erano abbondanti e che le avrebbe trasmesse a chi di dovere. Sul piano civile a Bergamo il Consiglio cittadino a­ veva disposto una leva di uomini per l'esercito. Alle iniziative di ordine temporale, In­ nocenza XI aveva fatto seguire quelle d'ordine spirituale, col sostegno morale agli e­ serciti in campo, con l'esortazione a preghiere speciali per il buon esito della guerra in Ungheria, indicendo il giubileo universale nel 1683,per il soccorso ai soldati feriti pro­ muovendo la raccolta di elemosine in quaresima, disponendo che nelle chiese fosse esposto il SS.mo Sacramento per due giorni in date da stabilire da parte dei vescovi, concedendo l'indulgenza plenaria a quanti avrebbero pregato per il buon esito delle battaglie sostenute dagli eserciti dei cattolici. Le vittorie sui Turchi riportate da Vene­ zia si aggiunsero a un'altra vittoria, meno nota, in terraferma. n re di Spagna aveva ideato di cedere al duca di Savoia lo stato di Milano, eccettuato il cremonese, con in più le ragioni sulle città di Bergamo, Brescia e Crema, promettendogli di farlo entrare in possesso delle città con la forza delle armi e col beneplacito della Francia. n duca di Savoia a sua volta avrebbe rinunciato, sposando l'erede del Portogallo, alle sue pre­ tese su quel regno a favore della corona di Spagna: cf. nota precedente n. l; ACVB. Arch. Cap., 615,Anni 1438-1715... ,ff. 172r-173r; Asv, Congr. Vescovi, Positiones, 1684, lu­ glio-agosto, Bergamo; ibid., Lettere di Vescovi e di Prelati, 71, f. 416r, 480r, 541r, lettere di Giustiniani sulla destinazione delle offerte per i catecumeni raccolte da Propaganda Fide, Bergamo, 15 set., 12 nov., 12 dico1685; ibid., Reg. Episc., 128 (1683),f. 44r, 9 apr.; f. l32r, 14 ago.,f. 223r, 17dic.; ibid. 129 (1684), ff. 16v-17v,28 gen.; ff. 11v-12r, 9 giu.; ibid., 130 (1685), ff. 32v-33r,9 feb.; ibid., 131 (1686), ff. 41r-42r, 18 feb.; ff. 207r-208v, 13 set.; ibid., S.S. Venezia, 110, ff. 180r-181v, 22 apr. 1673; ibid., 121,[. 107r, 27 gen. 1680; ibid., 122, f. 586r, 22 otto 1681; ibid., 139, f. 13r, 6 gen. 1691; BCAM Azioni, 74 (1681-1686), f. 277r-v,29 nov. 1686; ibid., 3 Ducali C (1656-1745),ff. 127v-128v,145r-146r, notizie sulle vittorie riportate sui Turchi a Corinto e in Morea, ago. 1687- set -1690; L. V. PASTOR.Sto­ ria dei Papi ... , XIVIIl, p. 168-170, 174-177, 179.

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RELAZIONE FEBBRAIO 1687

Canonici cathedralis S. Vincentii et S. Alexandri sunt num Cappellaniae in Cathedrali titulatae Abbatiae saeculares Commendae Ecclesiae parochiales titulatae in urbe et dioecesi Beneficia simplicia Cappellaniae titulares Capellaniae mercenariae Monasteria regularium Monasteria monialium Congregationes Demissarum Congregationes Tertiariarum Oratoria Loca pia Confraternitates Hospitalia Scholae Disciplinatorum Scholae Doctrinae Christianae Missae quae celebrantur ex obligatione regularibus exceptis Missae absque obligatione Missae in totum singulis annis Missae que celebrantur a regularibus possunt esse Animae quae non communicantur Animae in totum explent numerum Sacerdotes dioecesani Sacerdotes exteri

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n. n. n. n. n. n. n. n. n. n. n. n. n. n. n. n. n. n. . n. n. n. n. n. n. n. n.

44 16 3 2

160 101 65 513

47 21 3 8

380 131

598 6

74 309 148327 162937 311264 216000 55645 180000 988 50


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VISITE

AD LIMINA

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DICHIARAZIONI DELLE VISITE ALLE BASILICHE

DEI SANTI APOSTOLI PIETRO E PAOLO

Nestor Rita archiepiscopus Sebastianopolitanus canonicus et altarista.

Illustrissimum, et reverendissimum dominum Danielem Iustinianum epi足 scopum Bergomensem sacrosanctae Principis Apostolorum basi/icae limina per illustrem ac reverendum dominum Ioannem Baptistam Bugatam eius procuratorem visitasse testamur. Die 16 mensis februarii anno 1687. Franciscus de Santis sub altarista manu propria

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Die 17 mense februarii anno 1687.

Pro illustrissimo et reverendissimo domino Daniello Giustiniano epi足 scopo Bergomensi admodum reverendus dominus dominus Iannes Baptista Bugata dioecesis personaliter visitavit limina Apostolorum in sacrosancta patriarchali ecclesia S. Pauli extra muros urbis. De quo ego infrascriptus Ordinis S. Benedicti Congregationis Cassinen足 sis fidem facio. D. Bernardus... vicarius Bergomen. Visitatio sacrorum liminum

P a februarii 1687 data fuit attestatio visitationis

Bergomen. Visitatio sacrorum liminum die X maii 1687. Dentur litterae.

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RELAZIONE FEBBRAIO

1687

119 PROCURA DEL VESCOVO DANIELE G IUSTINIANI

AL CURATO DI BARZANA GIOVANNI BATTISTA BUGADA

La procura, identica nella forma a quella rilasciata per la visita ad li­ mina del 1682, è rogata dal notaio Marsilio, figlio di Francesco Rota, testi­ moni i sacerdoti Marsìlìo Sonzogni e Giovanni Francesco Bonaldi, in servizio presso il vescovo Giustiniani, L'atto notarile, col sigillo e la data del 27 novembre 1686, è firmato dal notaio suddetto, dal vicario generale Pornpilio Pelliccioli e da Ambrogio Clivati, notaio aggiunto.

120 RISPOSTA DELLA CONGREGAZIONE DEL CONCILIO

Ace, Lib. litt. SS.vV.LL., 1686-1689, f. 54r, 77v-78v Prima februarii 1687 Bergomensi episcopo fuit data attestatio visitationis pro 34 triennio. Bergomensi episcopo. Elegans hodierni status Ecclesiae Bergomensis relatio, quam loannes Baptista Bugata prothonotarius apostolicus et ecclesiae S. Rochi de Bar­ zana parochus ad sacra limina pro trigesimo quarto triennio visitanda pro­ curator ab amplitudine sua constitutus post sacrosanctas Beatorum Petri et Pauli apostolorum basilicas pie simul ac reverenter invisas, scripto exhibuit in sacra Congregatione Concilii, iteratam praebuit eminentissimis patribus oppurtunitatem summis laudibus prosequendi suam, quam pridem nove­ rant talem esse, ut ea quae episcopi sunt decenter exhibeat et aliis se lauda­ biliter imitandam ostendat. Compertum siquidem habuerunt dioecesim, spretis itinerum incommo­ dis, personali visitatione lustratam, dioecesanam sinodum indictam, cune­ tasque pastoralis sollicitudinis partes impigre impletas ab ea fuisse. 598


VISITE AD LIMINA

lpsa igitur commissi sibi divinitus gregis, (quem ne desereret, raro qui­ dem exemplo, pinguiorem neglexit) curae pervigili incumbere pergat, et si quandoque virtutis invidam sortem in hoc/al/aci terrarum orbe experta fue­ rit, piissimae suae mentis aciem convertat ad caelum ibique cum apparuerit princeps pastorum immarcescibilem coronae gloriam consequi tute confi­ dato Sic optamus, sic vovemus et interim diutinam incolumitatem atque om­ nium divinarum gratiarum abundantiam intimo cordis affectu amplitudini suae deprecamur.

121 IL VESCOVO DANIELE GIUSTINIANI CHIEDE

LA PROROGA PER LA VISITA AD LIMINA

Eminentissimi et reverendissimi signori Danielle Giustiniani vescovo di Bergamo devotissimo servitore dell'e­ minenze vostre reverentemente le supplica, che essendo spirato il trien­ nio di mandare ad limina, a degnarsi di concedergli proroga per poter per­ fezionare e mandare la relazione dello stato della sua Chiesa, con sog­ getto capace a supplire a detta incombenza. Che della grazia etc ... Bergomen. Visitatio sacrorum liminum.

Alli Eminentissimi e reverendissimi signori, signori cardinali della sacra Congregazione del Concilio Per Danielle Giustiniani vescovo di Bergamo Die 18 novembris 1690 ad sex menses.

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RELAZIONE FEBBRAIO 1687

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CONCESSIONE DELLA PROROGA DI 6 MESI

Ace, Lib. fitt. VV.SS.LL., 1689-1695, f. 16r 18 novembris 1690

Bergomensi episcopo fuit concessa prorogatio sex mensium ad sacra fi足 mina visitanda.

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RELAZIONE Giugno 1692

Asv, C. Concilii, Relationes dioecesium, Bergomen., orig., ff 16Sr-174v La relazione presentata per la visita ad limina del trentacinquesimo triennio, 1687-1690, è composta da un fascicolo di 12 fogli (mm. 28,SOx22). Scaduto il triennio Giustiniani chiese la proroga, f. 166r, 167v. Manca la documentazione delle altre 2 proroghe semestrali dopo quella del 18 novembre 1690. Il testo della relazione, firmata dal vescovo Giustiniani, è scritto sui fT. 172r-174v. Ai margini dei fogli manoscritti è rimasto abbondante spazio bianco. Per la visita ad limina Giustiniani delegò suo procuratore il canonico Defendo de Vecchis, f. 16Sr-v,169v.Egli visitò la basilica di S. Pietro il 16 giugno 1692, f. 171r (stampa). La copia della proroga suaccennata e la lettera di risposta della Con­ gregazione del Concilio sono conservate anche in Acvs, Relazioni delle visite ad limina Apostolorum dall'anno 1660 al 1916, raccoglitore n. 2. Note della Congregazione sono aggiunte sui f. 167v e 169v. Son bian­ chi i f. 166v, 167r, 176r. Il fascicolo si trova in buone condizioni.

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Eminentissimi ac reverendissimi domini domini colendissimi Si unquam vividiores annos vegetioremque senectam mihi optavi ut istic adesse possem, et sacra Apostolorum limina praesens venerari, modo pro­ fecto fit, patres eminentissimi, ut scilicet humillime sanctissimi Innocentii XII pedibus advolvar, qui per eius Innocentii vestigia gradiuntur, a quo ad­ huc in terris agente pontificatui proxime admotus est, moxque rebus huma­ nis exempto, non tam nominis, qua m sanctimoniae successor, in eodem su­ 602


VISITE

AD LIMINA

premo solio locatus,' Sed quoniam id gaudii aetas mihi invidet, utar benigni­ tate vestra, patres eminentissimi, et avidissimo animi osculo iisdem cum li­ minibus, tum pedibus impresso Bergomensis Ecclesiae statum, cuius pon­ dus quinque abhinc et quod excurrit, lustris Apostolico nutu impositum ut­ cumque fero, eminentiis vestris quam humiliter, tam fideliter subiiciam:' Bergomensis itaque Ecclesia quinquaginta passuum millia longitudine, triginta latitudine conficit, Brixiensi, Cremonensi, Mediolanensi ac Co­ mensi Dioecesi contermina. Censentur in eius ditione centum octogintafere capitum millia, quorum triginta urbis ac ingentium suburbiorum pomeria, reliqua in agro. Caeterum Christianae fidei ferme sinchrona fuit, quippe a Divo Barnaba apostolo christianis sacris initiata, a qua hinc decedente Divum Narnum bergomensem primum antistitem accepit:' Reliquum vero Bergomensium di­ vorum ac coelitum lustrum hic instituere parcam, saepius a me in hac vinea describenda vobis, patres eminentissimi, propositum. Vnum memorabo Di­ vum Alexandrum e celebri Thebea legione martirem, qui duobus fere post Barnabam saeculis deficientem in hac Ecclesiafidem voce ac cruore suo in­ stauravit, praecipuus Vrbis patronus semper habitus, 4 principe tempio mille abhinc et trecentis annis ei dicato, quod quadraginta quatuor canonicorum, aliorumque sacerdotum divinam ibi psalmodiam peragentium coetu, sacris

1. Innocenzo XII, al secolo Antonio Pignatelli, nacque il 13 marzo 1615 presso Spinaz­ zola da famiglia patrizia oriunda di Napoli. Dopo gli studi al Collegio Romano entrò in prelatura e fu nominato da Urbano VIII vice delegato di Urbino, da Innocenzo X in­ quisitore a Malta e dopo l'incarico il governatore di Viterbo, nunzio in Toscana nel 1652,in Polonia nel 1660 da Alessandro VII e a Vienna nel 1668 da Clemente IX. Desi­ gnato vescovo di Lecce da Clemente X, ritornò segretario della Congregazione dei Ve­ scovi e Regolari a Roma nel 1673 e dopo la nomina a maestro di camera, ebbe il cardi­ nalato col titolo di S. Pancrazio il l° settembre 1681. Pignatel1i riprese l'attività fuori dalla curia romana con la diocesi di Faenza, la legazione di Bologna e infine l'arcive­ scovato di Napoli. Fu eletto papa il 12 luglio 1691. Dette prova di grande iniziativa nel campo assistenziale, d'amministrazione della Curia e nella riforma giudiziaria. Trovò la questione del giansenismo ancora aperta e confermò le decisioni di Alessandro VII per le 5 proposizioni condannando anche buona parte delle tesi di Fénelon (1699) in polemica con Bossuet. Fu più portato a intese in campo politico con Luigi XIV che con l'imperatore a Vienna. Morì il 27 settembre 1700: cf. L.v. PASTOR. Storia dei Papi... , XIV/II, p. 413 passim; Hierarchia Catholica... ; PALMAROCCHI R., Innocenza XII, pa­ pa, in Enciclopedia Cattolica ..., VII, p. 25-27; Hierarchia Catholica ..., V, p. II, 198,244. 2. Giustiniani aveva superato il venticinquesimo di episcopato: cf. nota biografica. 3. Cf. visita ad limina 1670, nota n. 3. 4. Cf. visita ad limina 1647nota n. 15; CELESTINO, Historia ..., 1112, p. 148-205,396-469; M. Lupo, Codex Diplomaticus... , l-II, cito

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1692

plurimorum divorum mortalibus exuviis, regum et caesarum illud invisen­ tium donariis et privilegiis, summorum pontificum diplomatibus, totque sae­ culorum veneratione celebratum est? Anno vero salutis octavo supra nongentesimum a Beato Adalberto Bergo­ mensi episcopo 6 aliud in Urbis umbilico cathedrale templum Divo Martiri Vincentio est positum, traductis in idem viginti sex canonicis, qui quoti­ diana Dei pensa in eo exolverent.' Ex qua Capituli in duas partes scissione

5. All'epoca di Giustiniani, l'autore che aveva pubblicato alcune pergamene contenenti diplomi e privilegi cui si allude nella relazione era il CELESTINO, Historia ..., 1112, p. 396-469; per altri autori successivi: cf. visita ad /imina 1594, nota n. l. 6. Questo brano e il seguente presenta elementi di notevole somiglianza con A. M. GUERRINI, Sinopsis ..., p. 98. Adalberto fu vescovo di Bergamo dall'888 al 935. Noto come figlio di Attone da Canimalo, la denominazione è tuttora sconosciuta. Qual­ cuno leggendo Carimalo lo disse da Carimate, ma il Lupo non accetta questa prove­ nienza e lo definisce vassus (uomo) dell'arcivescovo di Milano, quindi nobile. E noto che Adalberto si trovò coinvolto nelle guerre dei feudatari per la successione alle co­ rone d'Italia e imperiale (894). Conquistata e saccheggiata Bergamo da Arnolfo, Adal­ berto fu affidato prigioniero al vescovo di Magonza, Attone. Già riabilitato nell'895, ottenne a Ratisbona i beni confiscati a Gotefrido (chierico veronese ucciso nella presa di S. Vigilio) per la chiesa di Bergamo e la conferma dei privilegi e dei beni di Carlo Magno. Tra i diplomi avuti, sono in rilievo quello di Berengario nel904 e di Rodolfo di Borgogna nel 922 per la ricostruzione delle mura della città affidata al vescovo assi­ stito dai concives, la conseguente giurisdizione e il possesso. Tra le attività pastorali di Adalberto ha particolare importanza l'istituzione e la dotazione della canonica di S. Vincenzo con la vita comune tra i canonici nell'897 e poco più tardi di quella in S. Alessandro. Dispose nel testamento del 928 di essere sepolto in S. Vincenzo e il la­ scito dei beni a favore di parenti, dei chierici e delle chiese di S. Alessandro e S. Vin­ cenzo. In merito alla chiesa di S. Agnese, che a detta di qualche storico, avrebbe la­ sciato il posto alla cattedrale di S. Vincenzo, è opinione del Lupo che il tempio in suo onore già esisteva nel sec. VII, mentre è da prendere in considerazione il fatto che pro­ babilmente esso serviva per i mesi estivi, e per quelli invernali i canonici celebravano i riti in S. Maria: cf. visita ad /imina 1594, note n. 1,2,3,4; L. CHIODI, Da/ vescovo Ade/­ berto... , p. 39-43; J. JARNUT, Lo sviluppo del potere secolare..., p. 70-79. 7. Giustiniani lascia intendere, come Guerrini, canonico, suo contemporaneo, autore della citata Sinopsis, che originariamente esisteva un unico capitolo di canonici presso la basilica alessandrina. Con la chiesa di S. Vincenzo quindi Adalberto avrebbe eretto la canonica, trasferendovi metà dei canonici di S. Alessandro. Sembra invece che alla canonica fondata a S.Vincenzo coi relativi ecclesiastici e dignitari da Adalberto, sia se­ guita quella di S. Alessandro, anche se manca l'atto relativo. Il Lupo dalla donazione del vescovo Olderico dei beni in Sabbio ai canonici di S. Alessandro nel 954, argo­ menta che erano stati fondati pau/o ante solummodo, senza precisare la data, e con­ clude la sua dissertazione che hinc opinatus sum hos c/ericos a Reccone episcopo paulo ante obitum ad communem vitam degendam congregatos fuisse in domibus illius ecc/e­ siae, deinceps canonicae nuncupatae.ll Dentella e il Belotti l'attribuiscono con certezza al vescovo Recone (938-953). Prendendo come segno dell'esistenza della canonica la presenza di unpraepositus, di tale ufficio a S. Alessandro è incaricato Lupone che è col­ locato primo nella serie nel 908 dal Lupo. Adalberto sarebbe quindi il fondatore

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VISITE AD LIMINA

dissidia plurima exonaì et !icet anno millesimo quinquentesimo sexage­ simo primo, cum Veneti principis iussu in Urbe munienda antiquum Divi Alexandri templum dirutum essei, canonici in Divi Vincentii aedem sacram, Divosque suos ferentes migrassent, aris tamen magis quam animis coalue­ rant. Donec Deo indulgente sanctae recordationis Innocentio XI annuente, meque annitente id tandem ad exitum perductum est, in quo irrita multo­ rum saeculorum vota, ac Bergomatum praesulum labor extiterat? Suppres­ delle due canoniche, per quanto nel suo testamento manca l'accenno a quella di S. Alessandro. Un'ipotesi per spiegare ciò, può essere quella dei servizi liturgici gravanti per la maggior parte sui canonici vincenziani e quindi destinatari di benefici maggiori. Una narrazione identica circa gli avvenimenti in parola presentata da Giustiniani, si trova, benchè in forma diversa, anche nella documentazione della visita pastorale di L. Ruzini, a proposito del trasferimento dei canonici, dell'arcidiacono e dell'arciprete da S. Alessandro nel 908: "in S.Agnese da lui (Adalberto) dedicata e ampliata sotto il titolo di S. Vincenzo martire; l'instromento si conserva nell'archivio capitolare e in parte si legge stampato nel tomo 3 del Celestino, dove si esprime di donare alla nuova canonica di S. Vincenzo la parrocchiale di S. Cassiano cum omnibus bonis et possessio­ nibus suis, e incorporata sino a monsignor Besozzi, sino a che nel 1460 fu separata e provvista di parroco titolato, restando i beni nella mensa capitolare": cf. visita ad /i­ mina, 1594,nota n. 4; Acvs Visita Ruzini, 71 (1699), f. 225r; M. Lupo, Codex Dip/omati­ cus... , II,p. 66, 227-230,citazione p. 230;L. DENTELLA, [Vescovi ... , p. 93; B. BELOTTI,Sto­ ria di Bergamo ... , I, p. 263; L. CHIODI, Da/ VescovoAde/berto... , p. 40-43; G. PICASSO, Le canoniche... , p. 66-67; B. CASSINELLI, La chiesa matrice , p. 30-32. 8. Cf. visita ad Iimina 1594, nota n. 4; D. CALVI, Effemeride , II, p. 100, 118-119,286,327, 477,528,627-628; III, p. 286; B. CAVICCHIONI, Bergomensis col/atio ... , p. IV passim. 9. Dopo le trattative per l'unione dei due Capitoli rimaste senza risultato nel 1684, i ca­ nonici nella seduta capitolare del 18agosto 1687giunsero a un accordo stipulato in 16 articoli, da sottoporre all'approvazione della Santa Sede, del vescovo e del Consiglio cittadino. Gli avvenimenti sono analoghi per certi aspetti a quelli del 22 novembre 1189. Innocenzo XII, in risposta alla lettera dei canonici, approvò lo strumento d'u­ nione e i 16 articoli, con una piccola variazione al Ve al VII, nominando Giustiniani esecutore apostolico col breve Exponi nobis nuper fecerunt dell'II giugno 1688.Nella seduta consiliare del 31 agosto 1688 i canonici delegati Pompilio Pelliccioli, Pietro Ba­ gnati, Guardino Colleoni, Francesco Vassellino, Martino Antonio Guerrini, Pietro Negroni, presentarono al Consiglio cittadino l'avvenuta unione per ottenere il con­ senso e per chiedere l'impegno nella costruzione della cattedrale tramite il Consorzio. Sentita la relazione dei deputati Mario Poncino, Enrico Bonghi, Camillo Terzi, Carlo Franchetti, Ludovico Rota, il Consiglio approvò l'operato, a condizione di quattro clausole per il ruolo del Consorzio, il contributo da erogare solo facoltativamente, le operazioni finanziarie connesse ai capitali della fabbrica investiti in censi e livelli di ra­ gione della città e i cui frutti sarebbero stati disposti ogni anno a seconda delle deci­ sioni più convenienti. Dopo le due relazioni e le dichiarazioni formali favorevoli del Consiglio cittadino "annuendo questo publico sempre a coadiuvare tutte le intra­ prese che tendono all'augmento del culto di Dio, ornamento della patria e commodo del medesimo Capitolo", e l'invito ai deputati del Consorzio a corrispondere il denaro secondo gli accordi presi, furono poste ai voti le quattro clausole, con l'approvazione delle prime tre con 78 e della quarta con 77 voti: cf. visita ad /imina 1617, nota n. 5; AcvB,Arch. Cap., 171, Liber terminationum ... , ff. 75r-8Ir; ibid., 221,Acta unionis Rev.mi

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sis itaque duarum Congregationum nominibus, et in unum omnino redacto sub unius Divi Alexandri appellatione Capitulo, extinta sunt litium semina, et templi maximi, quod iamdiu agitabatur substructioni obex sublatus,' Primo itaque eius lapide a me rite posito, lO opus triennii spatio feliciter ex­ crevit," impensa in id pecunia, quam episcoporum ac canonicorum pietas le­ gaverat. Et quia aedificii moles, odeo tantum, duobusque sacellis maiori et a)

Sul margine sinistro è scritta la nota della Congregazione: laudans usque ad alium pa­ ragraphum.

Capituli cathedralis Bergomensis in qua Sede Apostolica annuente Ill.mo ac Rev.mo d.d. Daniele lustiniano Bergomi Episcopo decernente pro unica construenda cathedrali uni d. Alexandro martiri inaugurata anno 1689 die 4 novembris suppressae sunt Congregatio­ nes quae ab anno 908 idem Capitulum dividebant. Bergomi apud Rubeos, 48 p.; alle­ gato il volumetto in pergamena col breve Exponi nobis nuper fecerunt di Innocenzo XII, II giu. 1688;Atti dell'unione e concordia dei Capitoli e cattedrali di S. Vincenzo e S. Alessandro (rns), 101 ff.: Capituli generalis Bergomen. (rns), 90 ff +fI.nn.; Asv, C. Conci­ Iii, Positiones, 1688, tomo 56, Bergamo, Atti dell'unione dei due Capitoli, rogati dal no­ taio Giovanni Leandro Basso q. Giovanni Antonio: convocazione dei due Capitoli fatta dal preposito G. B. Vertova, 16 ago. 1687; seduta capitolare, 18 ago. 1687; pre­ messa storica, articoli, lettera dei canonici al cardinale prefetto della Congregazione; trasmissione dei documenti da parte del vescovo Giustiniani col consenso per l'u­ nione, 27 set. 1687; ibid., Secr. Brev., 1743, ff 41r-42r, breve di Innocenzo XII; ff. 43r-44v, lettera dei canonici al papa; ff. 44r-52r, articoli e strumenti di concordia dell'u­ nione; BCAM, Azioni, 75 (1686-1691), ff, lllr-115v, citazione f. 114r; F. UOHELLI, Ita­ lia... , IV, p. 513-517; A. M. GUERRINI, Sinopsis ... , p. 98-103; L. DENTELLA, I Vescovi... , p. 398-402; B. BELOTTI, Storia di Bergamo ... , IV, p. 190; A. SALA, Girardo vescovo di Ber­ gamo (1146-[[67) e la consorteria dei "da Bonate" negli avvenimenti cittadini del sec. XlJ, in Bergomum 1 (1985), p. 214; G. ZANCHI, L'età post-tridentina... , p. 188, B. CASSI­ NELLI, La Chiesa matrice , p. 40.

lO. III.mus Daniel lustinianus ecc/esiam S. Vincentii sub solo originario titulo S. Alexandri consecravit, eiusque novam et insignemfabricam posito 23 iunii 1689 splendide primo la­ pide, ope, consilio, pecunia promovit... Hinc emersit amplissima renovatio cathedralis sub unico titulo S. Alexandri martiris dicatae, cui multa millia nummorum contulit ipse Iustinianus episcopus: cf. A. M. GUERRINI, Sinopsis... , p. 103, citazione; V. CORONELLI, Sinopsis ... , p. Il citazione: F. UOHELLI, Italia ... , IV, p. 517; L. DENTELLA, I Vescovi... , p. 400-401; G. COLMUTO ZANELLA, L'Architettura ... , p. 178-184.

Il. Presi i provvedimenti dal Capitolo nella seduta svoltasi il 6 settembre 1688 per la fab­ brica della cattedrale, nella successiva seduta del lOfu esaminata la situazione econo­ mica e i capitali disponibili. Il 2 novembre il Capitolo decise di invitare l'architetto Carlo Fontana a presentare un progetto. Come già accennato, cf. visita ad limina 1617, nota n. 12, nel 1611aveva presentato un nuovo progetto lo Scamozzi, ma non convin­ ceva, e perciò don Lorenzo Binago, Alessandro Busnago architetto del duomo di Mi­ lano, Francesco Maria Richini e il pittore G. Maria Caneva avevano preparato un altro disegno, detto del Bramante, approvato dal Capitolo il 7 settembre 1613 ma non ese­ guito. Su questi aveva lavorato Agostino Avanzi apportandovi delle modifiche. Fon­ tana cambiò il progetto aggiungendo a quello del Filarete il presbiterio, il coro e la cu­ pola. Per queste iniziative fu preziosa l'opera del conte Flavio Vertova. Avviati i lavori nella primavera del 1689, furono eletti, su concorso e salva l'approvazione dei depu­

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minori ad culmen, tectumquefornicato opere perductis, maiorem omnium opinione pecuniae vim absumpsit, ne aedificatio subsisteret, civium piae li­ beralitati excitandae in hac temporum difficultate exemplo meo praeivi. Sacra interim et reliqua divini cultus munia in illa, quae superest, veteris templi parte, prout eiusdem angustiae ferunt, peraguntur." Caeterum sacrae supellectilis vi, et pretio, missarum (?) ac ministrorum numero, et reliquis ornamentis non postremum inter cathedrales aedes sibi vindicat locum. Quam nitoris, copiae et munditiei in sacris indumentis, caeteroque alta­ rium cultu laudem reliqua ferme tum pagana, tum urbana tempia merentur, supra quae non modo tholi fastigio et molis celsitudine, sed etiam eximiis tabulis, plasticis imaginibus, auroque tectorio operi superinducto assurgit. Divae Mariae Maioris templum, in quo collegiatarum more conducti mer­ cede sacerdotes complures divinae psalmodiae operam navant sacrisque operantur, totius anni temporefestis diebus conciones habentur, esurialibus veroferiis celebriores Divini Verbipraecones honesto stipendio, quod ab epi­ scopo magna ex parte persolvitur, ex Italia tota evocati ingenti urbani po­ puli frequentia' audiri consueverunt. Regitur hoc templum a praedivitis a)

Aggiunta da un'altra mano. tati del Consorzio, il capomaestro Bernardo Mezzi e l'assistente ai lavori Pietro Ser­ tori. Il 23 giugno 1689 Giustiniani pose la prima pietra del coro della cattedrale alla presenza di GiovanBattista Corner, podestà, Nicolò Maria Magno, capitano, Fiorello Cavanis, governatore, i conti Pietro Secco Suardo e Antonio Albani, i deputati della città alla fabbrica Francesco Michele Carrara, Marco Furietti e Carlo Franchetti, il Ca­ pitolo, i curati della città e dei borghi, e numeroso popolo; Acvs, Arch. Cap., 171 Liber terminationum ... , ff. 78v-86v. 95r-96r, 97r-100r, 101r-102r, 103v-105v; ibid., 222, Atti con­ cernenti la fabbrica della cattedrale Anni 1688-89-90-91 (rns), 295 ff.; ibid., 223, Atti con­ cernenti lafabbrica della cattedrale Anni 1688-89-90-91 (ms), 293 ff.; ibid., 224, Atti con­ cernenti lu fabbrica della cattedrale Anni 1688-89-90-91-92 (rns), 90 ff.; ibid., 225, Atti concernenti lafabbrica della cattedrale Anni 1690-1692 (ms). 295 ff.; ibid., 226, Atti con­ cernenti la fabbrica della cattedrale Anni 1691-1692 (ms), 167 ff.; ibid., 227, Libro del Consortio ... cit.; ibid., 229, Atti concernenti lafabbrica della cattedrale Anni 1609-1780 (ms), numerazione discontinua; ibid., 230, Atti concernenti la fabbrica della cattedrale Anni 1614-1690 (rns), numerazione discontinua; ibid., 233,1693 Fabrica cassa (ms), ff. nn.; Institutione del Collegio della fabbrica 14 augusti 1614 (copia ms), ff. 44-56; ibid., 237,Nota delle spese fatte per la cattedrale-Memoria intorno allafabbrica del duomo vec­ chio e nuovo; ibid., 248,Atti della veneranda fabbrica vecchia della cattedrale di Bergamo 1688 (ms),ff.nn.;B. BELOTTI, Storia di Bergamo ... , IV, p. 68,190,199,203,306; B. CASSI. NELLI, La chiesa matrice ... , p. 55; G. COLMUTO ZANELLA, L'Architettura... , p. 164-178.

12. Nella relazione del 1682Giustiniani informò che era stata coacta ad id (duomo) viginti mille et amplius aureorum summa, senza specificarne la provenienza. All'atto di costi­ tuzione del Consorzio nel 1614, il vescovo Milani aveva offerto 2.000 scudi, altret­

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Consortii, quod Misericordiae vocant, laicis praesidibus in id maxime in­ cumbentibus, ut inde episcopum omnino arceant. Sacrae aedes reliquae, quod ad structuram et molem spectat, splendidio­ resferme sunt in agro, quam in urbe, praecipue, qua in montes dioecesis at­ tollitur, ubi in oppidis, quae multa occurrunt, civitatibus similiora, quam pa­ gis, tempia, vel magnifice extructa visuntur, vel modo ex antiqua in recentem melioremque faciem instaurantur, me quoque non tam voce, quam stipe col­ lata id operis promovente. Haec scilicet amenior mihi est, qua e horridiorvineae meaejacies; hanc li­ cet rupibus asperam et viis alicubi prope imperviam frequentius obire gau­ deo," Ibi christianae cathechesis gimnasia fervidius excoluntur, ibi sacra­ mentorumjrequentiorperceptio, ibi exactior animorum procuratio, ibi sacro­ rum et sacerdotum vis magna, ibi oratores mihi probati in celebrioribus pre­

tanti l'arciprete Moioli, ridotti a 800 per questioni d'eredità con i figli del fratello Gio­ vanni durate per diverse decine d'anni. Il canonico Tiraboschi aveva messo a disposi­ zione 185scudi e nel 1628,nel testamento, 2.500 scudi in legati. Il canonico Acerbis a­ veva offerto 235 scudi. Non sembra che in seguito il Consorzio avesse ricevuto altre donazioni. Dal Consiglio cittadino era stata istituita una imposta non da tutti accolta con simpatia e convinzione, a giudicare dalle disposizioni prese contro gli evasori. Av­ viati i lavori, il Consiglio versò la rata di 20.212 lire il14 dicembre 1689,di 2.000 lire pro extinctione censuum capitalium il 15 settembre 1691, di 500 lire il 24 dicembre 1694. Nella nuova cattedrale il Consiglio decise il 18 giugno 1695 di far costruire la cappella in onore dei SS. Fermo, Rustico e Procolo, stanziando 3.000 ducati e nella se­ duta del3 settembre altri 500 ducati. Pur sostenendo l'opera in corso, il Consiglio cit­ tadino vincolò le sue disponibilità alle quattro clausole votate il31 agosto 1688,come s'è visto a nota precedente n. 9: cf. Acvs, Arch. Cap., 222, Atti concernenti ... , cit.; ibid., 223, Atti concernenti ... , cit.; ibid., 224, Atti concernenti ... cit.; ibid., 231, Atti concernenti lafabbrica della cattedrale 1614-1691. Per il ven.do Consorzio dellafabbrica del duomo creditore verso li eredi delfu arciprete G. B. Maiali come a donazione fatta da Maiali a detto Consorzio contro li signori figlioli eredi delfu Giovanni Maiali rappresentanti ilfu canonico arciprete G. B. Maiali donatore de scudi 2.000 nel pagamento di residuati scudi 240 (ms), numerazione discontinua; ibid., 237, Nota delle spese ... cit.; BCAM, Azioni. 75 (1686-1691), ff. 112r-1l3v, 178v, 289v, 300v; ibid., 76 (1692-1697), ff. 173v-174r, 180v. 13. Il vescovo Giustiniani effettuò una visita pastorale tra il 1690 e il 1693, pur non rag­ giungendo tutte le parrocchie della diocesi. L'li luglio 1690 accompagnato dai cano­ nici Sigismondo Tomini, Giacomo Pezzoli, dal notaio Placido Monteclaro, iniziò la vi­ sita dalle vicarie di Ponte S. Pietro, Calusco e Terno. Dali o ottobre Giustiniani e i ca­ nonici convisitatori Pezzoli, Pietro Negroni, il notaio anzidetto, visitò la val Caleppio e altre parrocchie circostanti. Il 30 marzo 1692il vescovo e i canonici Pezzoli, Negroni, il notaio Simone Bianchetti, si recò in visita alla pieve di Almenno e ad alcune parroc­ chie dell'Isola. Dal 19 maggio 1693 coi convisitatori canonici Pezzoli e Negroni, il no­ taio Monteclaro, raggiunse Paderno e in seguito le parrocchie attorno a Calcinate e a Bolgare: cf. Acvs, Visita Giustiniani, 66 (1690), ff. Ir-72v; ibid., 67 (1692), ff. lr-128r; ibid., 68 (1693), ff. lr-64v.

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sertim pagis quadragesimali tempore concionantur, ibi telluris sterilitati pio­ rum locorum opulentia occurritur. Quas tamen pietatis ac publicae m iserationis aedes neque in civitate desi­ dero. Adest enim Xenodochium Maius, cuius amplissimi redditus confluenti­ bus undique aegrotis et infantibus, quos expositos vocant, alendis aegre suf­ ficiunt. Adest geminum inopum puerorum et puellarum asilum sub divorum Mar­ tini et Caroli auspiciis. Adsunt duo quoque pauperum virginum, vel parentum ope destitutarum receptacula. Neque huius subsidii expertes sunt, vel mentis impotes, vel ad meliorem frugem conversae mulieres, quibus suum in suburbiis hospitium Diva Mag­ dalena aperuit. Tribus etiam Montibus caelo se propius admovit montana civitas, Pieta­ tis a dotandis puellis, Annonae a vili frugum pretio tuendo, Pignorum a pe­ cunia pauperibus mutuanda nuncupatis. Maius tantummodo in illis, qui Loca huiusmodi piasque Confratrum Scholas moderantur, erga episcopalia tura obsequium desideraverim. Post templorum piorumque locorum conditum lustrum ad eos modo re­ censendos progredior, qui templorum cultui addicuntur, in quibus initiandis repetita literarum, morum disciplinae, et Divi Ignatii exercitationum experi­ menta adhibere consuevi. lnitiatos vero suo in cfficio continere adnitor per menstruas congregationes," quae de quaestionibus ad mores spectantibus habentur, a per frequentia spiritualia exercitia, per ciclicas literas, quae in quadragesimae vestibulo ad animarum curatores m ittuntur, 15 per Sinodos iteratas, novasque in iis de ecclesiastica disciplina leges sancitas, per testi­ monia, qua e de morum integritate, vicarii foranei iureiurando firmata sin­ guli sacerdotes quotannis deferre iubentur. Dioecesanorum proinde deterrimi exteris sacrificulis meliores fere sem­ per existunt, in quos huc praecipue sacrorum copia alliciente confluentes

a)

Sul margine sinistro è aggiunta la nota della Congregazione: laudans.

14. Cf. ACVB, Lettere pastorali... , 3, f. lr-v. 15. Cf. ibid. f. 115r, 143 bis, 144 bis, lettere del vescovo per la quaresima, in data 26 gen. 1684,24 feb.169l,28 gen.1693. Giustiniani non mancò di sottolineare con una sua let­ tera l'avvenimento del giubileo del 1689 e del 1693; cf. ibid., f. l4lr, 145 bis.

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acrius modo me habeo, tum pessimis nonnullorum meritis, tum recentibus sacrae Congregationis Sancti Officii literis admonitus," Seminarium, ex quo huic Ecclesiae ingens virorum pietate et eruditione praestantium proventus extitit, in rigidiore urbis plaga positum, adiectis duobus amplissimis cubiculis, quae clementius coelum respiciunt, salubrius habitari iussi, utque in mei regiminis exordio illud redditi bus amplificavi, sic semper morum ac literarum cultu augendum ornandumque curavi.' Sed antequam a cleri moribus describendis, veluti a tabula, manum tol­ lam, mei muneris duco sacram Congregationem vestram, eminentissimi pa­ tres, de eo certiorem facere, quod mihi non leve negotium facessit. Nam si quos vel inscitiae, vel disciplìnae, aut patrimonii deficientis gratia ab ordini­ bus repello, ii statim ad Zacinthi episcopum Conilium saepius extra Dioece­ sim agentem convolant, a quo fiduciaria beneficii, quod si usquam est, eius certe professio non aditur, collatione ad ordines promoventur, redeuntque paucis post mensibus, ne dicam diebus, principum virorum ad me literis in­ structi. Cui incommodo, quod mihi cum aliis Venetae ditionis episcopis, ut audio, commune est, medelam adhiberi enixe cUpiO. 17 b a)

Sul margine sinistro è aggiunta la nota della Congregazione: laudans.

b)

Tutto il paragrafo è stato segnato con una linea verticale.

16. Manca purtroppo ogni possibilità di confronto con documenti d'archivio su questo ri­ ferimento, pur tenendo presenti i già accennati casi dei preti Tommaso Salvatore Giorgi e Giacomo Lambertini: cf. visita ad limina 1675, nota n. 25 e 1687, nota n. 11. 17. Giacinto Maria Conigli, domenicano, maestro in teologia, era stato nominato vescovo di Cefalonia e Zante il 6 maggio 1675. Dalla documentazione esaminata risulta che egli aveva ordinato al sacerdozio Giovanni Comino Zanga, Giovanni Piazzai unga, Giovanni Battista Berizzi e Giacomo Scolari. Il vescovo Giustiniani con lettera del30 luglio 1692 alla Congregazione del Concilio segnalava la situazione anomala del sa­ cerdote Piazzai unga, non ammesso da lui al presbiterato ob literarum defectum. Egli, visti vani i suoi tentativi in diocesi, era andato a Venezia, si era iscritto al servizio di una chiesa e, assunto dal vescovo Conigli, aveva ricevuto l'ordinazione presbiterale ad titulum patrimonii non suf(icientis. Giustiniani nel rilevare che l'ordinazione confe­ rita dal Conigli non era lecita, osservava che egli abitualmente vagava in altre diocesi consacrando gli aspiranti al sacerdozio scartati dagli Ordinari, con conseguenze nega­ tive non indifferenti di ordine generale, e per gli stessi ordinati, sprovvisti di patrimo­ nio e costretti a una specie di vagabondaggio. Nel caso del Piazzalunga, Giustiniani sottolineava di essere vinculis canonicis irretitus sia per l'ordinazione illegittima sia per difetto di beneficio: cf. Asv,Arch. Nunz. Ven., II, 436, f. 112r,Zanga; f. 113r-14r,Lam­ bertini (di cui cf. visita ad limina 1687,nota n. 11); ff. 255v-256r, Berizzi; f. 316r-v, Sco­ lari; ibid., C. Concilii, Positiones, 1692, tomo 108, Bergamo, lettera di Giustiniani, e in data 15 novembre il cenno di risposta: Episcopo qui utatur iure suo et patriarchae ac nuntio apostolico pro informatione; Hierarchia Catholica ... , V, p. 154.

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Nihilo vero minori curae sanctimonialium procuratio mihi est, quarum, ut multae caeteris modestiae et sanctitatis exemplar esse possunt, sic proca­ ciores nonnullae, molestiam mihi exhibent, quarum causa cum episcopa­ lium reddituum, qui hac annorum sterilitate pauperibus deberentur, dispen­ dio ad Veneti apostolici nuntii Tribunal trahor, in quo non adeofaventia ex­ perior arbitria:" Cum enim quarundam Deiparae Virginis apparitionum solemnia, quae 18. Probabilmente si tratta della vertenza con il monastero di S. Maria Matris Domini, aperta nel tribunale della nunziatura veneta con una citazione, a quanto risulta, del 3 dicembre 1691 e portata avanti sino a14 febbraio 1692.Dalla documentazione è diffi­ cile risalire ai motivi di tale vertenza, se economici, giurisdizionali o di altra natura, e alla sua conclusione. Giustiniani con lettera del 16 novembre 1695 condannò le usur­ pazioni perpetrate sui beni della mensa vescovile, che ricordano quanto denunciato nella relazione della visita ad limina del1675, nota n. 30 per la questione di Romano: cf. Acvs, Lettere pastorali. .. ,3,f. 146r; Asv, Arch. Nunz. Ven., II,194, f. l39v, 3 dico 1691;f. 165r, 170r, 211v, 2l7v, 223r, atti del tribunale del 7, 9, 23, 28, 30 gen. 1692; f.225v-226r, 232r, I e 4 feb. 1692; ibid., 351,ff. 33v-34r,4 feb. 1692.In generale cf. Il monastero Matris Domini in Bergamo, 2 voll., Monumenta Bergomensia, LIV, Bergamo 1980. . 19. 11 caso qui esposto da Giustiniani richiama il rilievo assai accentuato di G. Ragazzoni sui disciplini, cf.visita ad limina 1591,nota n. 2. Nel santuario dellaB.Vergine Addolo­ rata di S. Caterina, a Bergamo, la Confraternita laicale del Suffragio, i sindaci e il cap­ pellano Pietro Vecchiarelli, avvalendosi di un privilegio di Paolo V del 1615, reclama­ vano piena indipendenza dal curato della parrocchia nelle funzioni, nell'amministra­ zione dei sacramenti e nelle processioni. A ciò si aggiunga che in base a quel privilegio la festa dell'Apparizione celebrata con grande solennità il18 agosto, risultava liturgi­ camente impedita, e con ogni probabilità avversata dal Capitolo dei canonici, coinci­ dendo con quella di S. Proiettizio, martire e primo arcidiacono, fondatore del Capi­ tolo dei canonici. Nel 1671 l'uditore generale della Rota, Giovanni Battista Lauro, e il nunzio apostolico Pompeo Varesio, avevano emesso una sentenza nella quale era ri­ conosciuto al curato Ventura Ferabò il diritto di cantare messe solenni nel santuario e di portare il SS.mo Sacramento nelle processioni. Per queste inoltre al cappellano era consentito solo il percorso assai ristretto entro le mura della chiesa e, previa l'autoriz­ zazione del curato, perle vie del borgo. Con un accordo del settembre 1672approvato da Giustiniani, i sindaci riconoscevano che le funzioni liturgiche nel santuario non erano da ritenere parrocchiali. L'Ordinario aveva la facoltà di autorizzare l'ammini­ strazione dei sacramenti della Penitenza e dell'Eucarestia, escluso il periodo tra la do­ menica delle Palme e l'ottava di Pasqua inclusa. Ai disciplini era consentito tenere le due processioni annuali. Con decreto vescovile dell'8 luglio 1679 fu definita la que­ stione tra il Ferabò e i sindaci del santuario circa la contemporanea celebrazione delle funzioni in santuario e nella parrocchiale. Nelle ore stabilite per il canto dei vespri e l'esercizio della dottrina cristiana, in santuario era vietato tenere funzioni analoghe. La lite cui accenna Giustiniani in questa relazione fu determinata dal suo decreto del 26 maggio 1690 che proibiva in diocesi la celebrazione della festività dell'Apparizione della B. Vergine celebrata il 18 agosto. I sindaci rifiutarono il decreto appellandosi al Tribunale della nunziatura a Venezia. Il nunzio scrisse il 7 luglio 1691 al vescovo che l'uditore della nunziatura era in attesa della presentazione dei motivi del decreto ve­ scovile da parte del procuratore della curia, Giovanni Antonio Marchi, in mancanza dei quali il caso sarebbe stato lasciato cadere. La risposta della Congregazione dei Riti giunse il 24 novembre 1691e Giustiniani la portò a conoscenza della diocesi nella let­ tera pastorale del28 febbraio 1692 in questi termini: Cum Episcopus Bergomen. sub die

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RELAZIONE GIUGNO

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in hac dioecesi invaluerant, sine Apostolicae Sedis venia celebrari edicto ve­ tuissem, in Veneto Foro causa cecidi, adeo ut ad sacram Rituum Congrega­ tionem confugiendum mihi fuerit, a qua Veneti Auditoris rescissa omnino sententia 19 et episcopale edictum suo robori restitutum, quamvis ex eo 26 mali anni praeteriti 1690 prohibuerit in sua dioecesifestivitatem Apparitionis beatissi­ mae Virginis et homines loci viciniae S. Catharinae dioecesis praedictae parere edicto re­ cusaverint recursumque habuerint ad Tribunal Nuntiaturae Apostolicae Venetiarum a cuius auditore manutentionem pro continuatione dicti festi obtinuerint, absque tamen of­ ficio et missa ... ipsius Apparitionis celebrandi, nisi prius obtenta a Sacra Rituum Congre­ gatione necessaria licentia, propterea idem episcopus Bergomen. instùit a sacra Rituum Congregatione dee/arari. Primo. An permittenda sit dieta celebratio festi, quamvis non fiat officium proprium aut missa aut commemoratio de asserita Apparitione. Secundo.An quatenus permittenda esset, celebrari possit missa solemnis de B. Virgine die 18 augusti impedita officio duplici de sancto Proiectitio martire, et primo archidiacono acfundatore Capituli cathedralis Bergomen. Et sacra eadem Congregatio singulis facti circumstantiis bene ponderatis, referente em.mo et rev.mo d. cardinali Colloredo, ad utrumque dubium respondit negative in omnibus. Die 24 novembris 1691 A. card. Cibo. Giustiniani in­ formò la nunziatura di essere in grado di poter far eseguire da solo il decreto con let­ tera del 5 febbraio 1692. Ma la Congregazione dei Riti il26 successivo tramite il nun­ zio scrisse al vescovo che "avanti di prender risolutione sopra quanto debba operarsi per l'esecutione del decreto prohibitivo della festa dell'Apparitione asserita della Beata Vergine costì, debba io conferire e concertare insieme con vostra signoria illu­ strissima la forma che si stimarà più propria e più conforme alla dignità della Santa Sede dopo il ricorso che s'ha fatto nell'eccellentissimo Collegio la parte per l'esecu­ tione dell'altro decreto. Suplico dunque vostra signoria illustrissima di significarmi in­ torno alla materia stessa li propri suoi prudentissimi sentimenti e di deputare per mi­ nore suo incommodo e maggiore comodità alcun soggetto intendente prattico di que­ sta città, col quale si possa comunicare l'affare ...", Il 12 agosto 1692 i sindaci del san­ tuario dichiararono quod solemnitates faciendas singulis annis die 18 augusti celebrare intendunt, prout semper celebraverunt ad solum finem venerationis Deiparae Mariae Vir­ ginis et ad eiusdem maius augmentum, non autem intuitu nullius apparitionls, cuius ul­ lam commernorationem fecerunt, necfacere intendunt nisi modis et formis relatis in sen­ tentia. Seguì da parte dei sindaci un proclama il IO agosto 1693 circa le modalità di lu­ crare l'indulgenza plenaria, in base alla bolla di Paolo V,per quanti confessati e comu­ nicati il 18 agosto avrebbero visitato il santuario: cf. ACVB, Lettere pastorali..., 3, f. 143 ter, 13 feb. 1692 (stampa), citazione; ibid., Santa Caterina in città, Santuario della B. V. Addolorata, raccoglitore n. l.fascicolo n. 6: Santuario della B. V. Addolorata. Oneri di messe annessi al medesimo santuario, stato della questione nell'esposto del cappel­ lano Pietro Vecchiarelli, 1615-1671 circa; documentazione originale delle vicende suc­ cessive, citazione; ibid., Visita Ruzini, 71 (1699), ff. 272r-273v,accenno alla chiesa di S. Maria Nuova e alla solennità celebrata contro gli ordini della Congregazione dei Riti; Asv, Arch. Nunz. Ven., II, 168, f. 85v, 121v, 127v-128r; f. 157v, 166r, 169v, 182r, 185v, 189v-190r; ibid., 169,f. 16r-v,23v-24r, 27v-28r; ibid., 192,f. 123v, 137v, 139r, 158r; ibid., 193, f. Sr-v, 9r, 76r, 192v, 197r, 208r, 226v-227r, 25Iv-252r, 274v-275r, 33Iv-332r, 340r, 343v-344r, 350v, 357v-358r,373v,388v-389r, 440v, 443v-444r; ibid., 194,f. II v, 95r, 102v, 112r, 161v,211r; ibid., 195,f. 346r; ibid., 196,f. 18r-v,27v,44r, 54v-55r, 62v-63r,64v-65v, 99r, 144r, 147r,172v,182r-v,185v, 190r,f.I92v, 197r-198r,202v,207v; ibid.,289,ff.lr-2v; ibid., S.S. Venezia, 353, f. 91r, I74r, 178v,7lug. 1691,26 feb. 1692,5 feb. 1692,citazione f. 174r.

20.

Procuratore a Venezia dei sindaci di Borgo S. Caterina per la vertenza era Giuseppe

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----------------~VISITE AD LIMINA

novae mihi turbae oriantur" Quibus tamen nihil deterreor, quin episcopalem hanc speculam extrema etiam senecta tuear, quodque reliquum est virium et vitae in munero meo im­ pendam, et si res tulerit, ponam. Praecedit enim mihi, et quotquot in Apostolicae sollicitudinis partem vo­ cantur, exemplo suo sanctissimus Innocentius, qui aetatis et pontificatus oneri parem animi constantiam affert; praeceditis vos, eminentissimi pa­ tres, qui gravissima christianae reipublicae negotia sustinetis; quibus post adoratos iterum Apostolici coetus Principum cineres rursusque perstrictos osculo beatissimi pedes, humillima veneratione radiantis non tam ostro, quam merito, purpurae laciniam libo, et quod catholicae rei faustum fortu­ natumque sit, diuturna m incolumitatem ex ara animoque precor. Bergomi pridie idus iunii 1692. Eminentissimarum vestrarum reverendissimarum Humillimus adictissimus et obsequentissimus Daniel Episcopus bergomensis

Motta. Si deve probabilmente alla sua abilità la sentenza ottenuta a favore della con­ fraternita del Suffragio e dei sindaci del Santuario, emessa il 16 luglio 1691 da Giu­ seppe Antonio Venturini, uditore generale della nunziatura, retta allora da Giuseppe Archinto. L'uditore dichiarava che nonostante il decreto vescovile del26 maggio 1690 licitum fore et esse Confraternitati laicali Beatae Mariae Virgini de Suffragio parochiae S. Catharinae dioecesis Bergomi divina officia, solitas Sanctae Eucharistiae expositiones ac processiones agere et missas in solemnitatibus canere, nec non singulis annis die 18 au­ gusti solemnem festivitatem ad honorem Beatae Mariae Virginis celebrare et eodem die processionem fa cere cum expressa tamen dec/aratione quod nullum particulare offlcium recitari nec specialis missa cantari de quadam asserta apparitione seu revelatione Beatae Mariae Virginis et nulla commemoratio tam in divinis officiis qua m in missa de eadem fiat nisi obtentis debitis licentiis a sacra Rituum Congregatione vel a quibus de iure... : cf. Asv, Arch. Nunz. Ven., II, 351, ff. 26v-27r, f. 26v citazione.

613


-----------------RELAZIONE GIUGNO

1692

Canonici cathedralis sunt n. Capellaniae in Cathedrali titulatae n. Abbatiae saeculares n. Commendae n. Ecclesiae parochiales titulatae in urbe et dioecesi n. Beneficia simplicia n. Capellaniae titulares n. Capellaniae mercenariae n. Monasteria regularium n. Monasteria monialium n. Congregationes Demissarum n. Congregationes Tertiariarum n. Oratoria n. Loca pia n. Confratern ita tes n. Hospitalia n. Scholae Disciplinatorum n. Scholae Doctrinae Christianae n. Missae, quae celebrantur ex obligatione, regularium exceptis n. Missae absque obligatione n. Missae in totum singulis annis n. Missae quae celebrantur a regularibus possunt esse n. Animae quae non communicantur n. Animae in totum explent n. Sacerdotes Dioecesani 1000 exteri vero 60

44 16 3 2 160 101 65 513

47 21 3 8 380 131 598 6

74 309 148327 162937 311264 216000 45645 180000

Bergomen. Visitatio sacrorum liminum. Utatur remediis a sacro concilio Tridentino praescriptis in c. 8 sesso 23 de Reformatione.

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PROCURA DEL VESCOVO DANIELE GIUSTINIANI

AL CANONICO DEFENDO DE VECCHIS

In Christi nomine. Amen. Die 4 mensis iunii 1692 indictione decima quinta, pontificatus autem 614


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VISITE AD LIMINA

sanctissimi in Christo patris ac domini nostri domini Innocentii, divina Pro­ videntia papae XII, anno primo. Cum iam tempus instet quo illustrissimus et reverendissimus dominus dominus Iustinianus, Dei et Apostolicae Sedis gratia episcopus Bergomen­ sis, comes etc. limina Apostolorum ad praescriptum constitutionis Sixti {e.re. papae V visitare teneatur, idque minimefacere possit ob illius ingrave­ scentem aetatem annorum nimirum septuaginta octo, et aliis rationabilibus causis Ecclesiaeque sibi commissae negotiis impeditus sit, idcirco idem illu­ strissimus dominus episcopus coram me notario et testibus infrascriptis con­ stitutis expressim, etc., sponte et omni meliori modo etc. Reverendum dominum Defendum de Vecchis, sacrae theologiae et iuris utriusque doctorem, ecclesiae cathedralis Bergomi canonicum," absentem tanquam praesentem elegit, et eligit, qui ipsius illustrissimi domini episcopi nomine Apostolorum limina visitet, sanctitatis suae pedes exosculetur, eius­ que benedictionem humiliter petat et eiusdem sanctissimi domini nostri mandata reverenter excipiat, ut debitae hic deinde executioni demandentur, suaeque beatitudini, seu cui iusserit ipsa, statum huius Ecclesiae Bergomi in scriptis expressum afferat aliaque peragat quae ex supra memorata con­ stitutione sancita sunt et generaliter ea omnia alia et singula dicenda, ge­ renda et exequenda quae in praemissis et circa ea necessaria fuerint, seu quomodolibet opportuna, et quae ipsemet illustrissimus episcopus facere posset si praesens adesset, etiam si talia forent quae specialius mandatum exigerent. Promittens prout promisit, manum dexteram ad eius pectus more praela­ torum apponendo, mihi notario infrascripto presenti, stipulanti et recipienti etc. se ratum gratum atquefirmum perpetuo habiturum quidquid per dictum dominum procuratorem constitutum in praemissis et circa ea actum, dic­ tum, gestum et exequutum fuerit, et sub obligatione etc. super quibus etc. Actafuere praemissa omnia et singula in camera solitae audientiae prae­ fati illustrissimi episcopi Bergomensis, ibidem praesentibus admodum reve­ rendis dominis Francisco Rota, sacrae theologiae doctore et Antonio Zucco, sacerdotibus familiari bus suae illustrissimae dominationis, testibus notis, idoneis et asseritis etc. Ego Simon Blanchettus apostolica auctoritate notarius publicus et can­ 21. Defendo de Vecchis (Vecchio, Vegio, Vecchi), membro del capitolo di S. Alessandro, era stato assunto inizialmente in qualità di coadiutore dello zio can. Giacomo. Aveva lavorato per 7 anni nella Curia, molto probabilmente quella romana, come sembra ri­ sultare da una documentazione citata nella nota n. 33 della visita ad limina 1670. Il de

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RELAZIONE GIUGNO

1692

cellarius episcopalis Bergomi de praemissis rogatus instrumentum confeci et subscripsi et hanc copiam ex originali manu propria exemplavi. Ioannes Baptista comes Vertua, iuris utriusque doctor, praepositus cathe­ dralis et in episcopali Curia Bergomensi vicarius generalis. Universis attestamur supradictum reverendum dominum illustrem Simo­ nem de Blanchettis esse talem qualem se facit et affirmamus, plenaquefide dignum etc. merito etc. Datum Bergomi ex episcopali palatio die 4 iunii 1692.

sigillo

Ioannes Baptista Vertua prepositus vicarius generalis Placidus Monsclarus cancellarius episcopalis

Vecchis, ottenuta la prebenda e il canonicato della classe sacerdotale con la clausola dell'ordinazione entro un anno, li aveva restituiti per la sede vacante sopraggiunta, ria­ vendoli in seguito il30 maggio 1671 con la proroga di 6 mesi per l'ordinazione. Presen­ tata la situazione familiare, primo di molti fratelli, e la necessità di un maggiore spazio di tempo per maturare bene la sua scelta, il16 novembre 1671 il de Vecchis ebbe un'al­ tra proroga di 6 mesi, la terza, sine spe u/terioris prorogationis. Per aumentare il proprio reddito aveva chiesto al card. Alfonso Litta l'assegnazione di almeno uno dei due chie­ ricati del canonico Teodoro Albani, in fin di vita. Con lettera al card. Pietro Ottoboni del5 novembre 1670egli aveva segnalato a tal fine il chiericato di Pognano. Implicato in liti giudiziarie personali e della sua casa, tra le quali una riguardante l'eredità del duca Sforza per diverse migliaia di scudi, come dichiarò il suo procuratore Flavio Amici, il de Vecchis ottenne il 12 maggio 1685 dalla Congregazione del Concilio l'au­ torizzazione ad assentarsi dalla residenza e dal coro per 4 mesi, dei 6 richiesti, al fine di curare a Roma la vertenza in parola. Per un secondo soggiorno a Roma in vista di una vertenza al tribunale della Rota, il de Vecchis il 18 agosto 1693 fu autorizzato, dalla Congregazione a un'assenza di 3 mesi: cf. visita ad limina 1670,nota n. 6; 1687, nota n. 8,19; Asv, C. Concilii, Positiones, 1685,tomo 27,Bergamo; ibid., 1693,tomo 119, Bergamo; ibid., Ottoboni,7, ff. 173r-174r, 186r; ibid., Secr. Brev., 1459, ff. 385r-388v, 28 nov. 1670;ibid., 1471,ff. 545r-548v,30 mago1671;ibid., 1491,ff. 545r-546v, 16nov. 1671; D. CALVI, Effemeride... , III, p. 380.

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VISITE AD LIMINA

125 DICHIARAZIONI DELLE VISITE ALLE BASILICHE

DEI SANTI APOSTOLI PIETRO E PAOLO

Michael Angelus Mathaeius canonicus decanus et altarista sacrosanctae basi/icae Vaticanae. lllustrissimum et reverendissimum dominum Danielem lustinianum epi­ scopum Bergomensem sacrosanctae Principis Apostolorum basilicae limina per illustrem ac reverendum dominum Defendum de Vecchis canonicum eiusdem cathedralis eius procuratorem, visitasse testamur. Die 16 mensis iunii anno 1692 M. Angelus Mattheius canonicus decanus et altarista Petrus Fuscus proaltarista

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Die 19 mense iunii anno 1692. Pro illustrissimo et reverendissimo domino domino Daniele lustiniano episcopo Bergomi, admodum reverendus dominus Defendens de Vecchis ec­ clesiae cathedralis Bergomi canonicus personaliter visitavit limina Aposto­ lorum in sacratissima patriarchali basilica Sancti Pauli via Ostiensi. De quo ego infrascriptus monachus Ordinis Sancti Benedicti Congrega­ tionis Cassinensis fidem facio. D. Michael Pius a Papia sacrista

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-----""-------------­ RELAZIONE GIUGNO

1692

127 IL VESCOVO DANIELE GIUSTINIANI CHIEDE LA

PROROGA PER LA VISITA AD LIMINA

Beatissimo Padre Daniele Giustiniani vescovo di Bergamo, humilissimo servitore di vo­ stra santità, riverentemente la supplica a degnarsi di gratiarlo, che possa supplire all'obligo che immanente gli corre di visitare li sacri limini me­ diante la deputatione di Defendo de Vecchi canonico della cathedrale di detta città, attesa la grave età di settanta e più anni in cui s'attrova. Che il tutto etc...

Alla santità di nostro signore papa Innocenza duodecimo per Daniele Giustiniani vescovo di Bergamo Bergamo. Non potendo il vescovo personalmente venire alla visita de sacri Li­ mini, supplica humilmente la signoria vostra ad ammettergli Defendo de Vecchi canonico di quella cattedrale, nonostante che sia in Curia. Die 4 iulii 1692 Sanctissimus annuit

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VISITE

AD LIMINA

128

RISPOSTA DELLA CONGREGAZIONE DEL CONCILIO

Ace, Lib. litt. VV.SS.LL., 1689-1695, fT. 81v-82r 23 augusti 1692 Bergomensi Episcopo Quam exhibuit in visitatione sacrorum liminum pro currenti 36 triennio reverendus Defendus de Vecchiis canonicus ablegatus amplitudini suae rela­ tionem status istius Ecclesiae, luculentissime comprobat quanta sit in vigi­ lantia pastoris sollicitudo, quantus opere et sermone labor in ovium custo­ dia, directione, ac frequenti spiritualium cathechesi, ifa ut senio confecta meritis gravis accepta Deo et hominibus, spem meliorum charismatum habi­ tura sit. Eminentissimi Patres sacrae Congregationis Concilii elaboratae non mi­ nus quam affabre ecclesia numeris absolutae relationi inherentes, amplitu­ dinem sua m commendantes et totius dioecesis regimen studiumque promo­ vendi cultus divini, mandarunt ut spretis prepotentium saecularium officiis quos inordinate ordinatos ab episcopo Zacinthi sine veris et canonicis titu­ lis sufficientibus ad congruam eorum substentationem, sive absque litteris dimissorialibus suis invenerit, utatur iure suo et facultate sibi a sacro conci­ lio Tridentino tributa c. 8 sesso 23 de reform., eundemque episcopum sacra Congregafio monifum de abstinendo a similibusfacili animadversione cer­ tiorabit et interim amplitudini sua e omnia fausta etc.

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DESIGNAZIONE DI DANIELE GIUSTINIANI

ALLA SEDE VESCOVILE DI BERGAMO

Asv, Lettere di Vescovi e di Prelati, 23, f. 433 Eminentissimo et reverendissimo signor mio signor patrone mio co­ lendissimo Intendendo dalla voce di monsignor nuntio et dalle lettere del signor ambasciatore la gratia fattami da nostro signore della Chiesa di Bergamo, 619


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ApPENDICE

vengo ad humiliarmi con tutto l'ossequio a vostra eminenza per farlo poi con la maggior possibile celerità di presenza, a piedi di sua santità, et ras­ segnare la mia obbedienza. Suplico intanto vostra eminenza di credere essere nella cognitione del mio poco merito, per honore si grande, restato io così confuso, che non trovo modo da esplicare le infinite mie obligationi, né di renderli quelle gratie che ben so doverseli. Prego Sua Divina Maestà mi concedi forze di suplire con l'opera ser­ vire a detta Chiesa et occasione di farmi conoscere qual sono. Venetia 19 aprile 1664. humilissimo devotissimo et obligatissimo servitore Daniele Giustiniani

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ALCUNE NOTE SULLA PERSONALITÀ DI

DANIELE G IUSTINIANI

Asv, S. S. Venezia, 300, f. 234r Questo buono e virtuoso genti1huomo è fratello di Girolamo Giusti­ niani che morì ultimamente, ambasciatore per questa serenissima repub­ blica appresso nostro signore."

22. Gerolamo Giustiniani era stato nominato ilio febbraio 1640 all'età di 30 anni circa, ambasciatore ordinario in Francia; 1'11aprile 1643 era stato destinato alla legazione di Spagna; il 16 agosto 1650 alla legazione presso l'imperatore e il 31 dicembre 1653 a quella di Roma. Papa Alessandro VII aveva in grande considerazione Gerolamo Giu­ stiniani, come è provato dal fatto che andò a visitario ricoverato per la peste, di cui morì il 25 agosto 1656: cf. N. BAROZZI-G. BERCHET. Le relazioni degli stati europei lette al senato dagli ambasciatori veneti nel sec. XVII. Serie II, Francia, voI. II, Venezia 1860, p. 365-367.

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-------'-"--------------­ DANIELE GIUSTINIANI

Ancorchè a guardare la persona e la carnagione ch'è bianca con pelo biondo, non pare se gli somigli punto. Ha maritata una sorella nel procuratore Contarini, figliuolo del doge presente," di cui conduce seco in cotesta corte il figliuolo maggiore. È fratello ultimo del padre di mons. Giorgi." Direi in ristretto che in questa città non è casa più riguardevole della sudetta per sopranome Giustiniani delle buelle d'oro. Venezia 3 maggio 1664.

131 IL VESCOVO DANIELE GIUSTINIANI CHIEDE DI

ESSERE DISPENSATO DALL' ACCETTARE LA DESIGNAZIONE

ALLA DIOCESI DI VICENZA.

Asv, Lettere di Vescovi e di Prelati, 69, f. 321r, 324r

Eminentissimo e reverendissimo signor signore patrone mio colendis­ simo Son'in età settuagenaria che non va scompagnata da infermità; ho in­ fiachite le forze in questa longa regenza, nè son'habile ad altra di Chiesa nella quale come vacante di longo tempo vi puonno essere germogliati triboli e spini. Conosco la sublimità delle gratie di nostro signore alle quali so di certo, havrà cooperato la magnanimità di vostra eminenza, con vantag­

23. Domenico Contarini nacque a Venezia il 28 gennaio 1585 da Giulio e Lucrezia Cor­ ner. Fece parte dell'ambasciata straordinaria veneta di omaggio a Paolo V nel 1605.Il 28 novembre 1607 sposò Paolina, figlia di Niccolò Tron e nel 1629 fu eletto procura­ tore di S. Marco. Il Contarini rimase sempre piuttosto in ombra nella politica della re­ pubblica e la sua elezione a doge avvenuta il 16 ottobre 165910colse di sorpresa. Morì il 26 gennaio 1675; cf. G. BENZONI, Cantorini, Domenico, in Dizionario biografico ... , 28, p. 142-146. 24. Forse si tratta di mons. Marino Giovanni Giorgi, per il quale: cf. visita ad limino 1682, nota n. 7.

621


-----'---------------ApPENDICE

giare quelle doti ch'in me non sono, ma l'anima mia che di breve essa­ larà, precipitarebbe ad incarco che so io di non poter sostenere. Quando già anni corse voce che sua beatitudine mi volesse trasportare alla Chiesa di Brescia, supplicai l'eminentissimo Barbarigo sottrarmi e scusarmi con si valide raggioni, et hora ch'avanzata di più l'età si sono fatte maggiori, come posso assumere peso, sotto di cui soccomberei in puochi giorni? Si sodisferà il santo pontefice a si veri e giusti motivi, senza notarmi d'inobedienza e vostra eminenza nel portarli le darà vigore, perché se se­ guisse tale trasporto non vi può essere, per l'impotenza mia, il bene del­ l'anime né il servitio di Dio, che suplico farsi per me rimunerato re delle gratie di vostra eminenza. E le bacio proteso la sacra porpora. Suplico humilmente vostra eminenza perdonarmi se mi sono valso d'altra mano perché doppo l'aviso sono devenuto paralitico.' Bergamo 28 luglio 1683. humilissimo devotissimo et obligatissimo servitore Daniele vescovo di Bergamo Eminentissimo cardinal Cib0 25 Roma

a)

La frase è scritta di persona dal vescovo Giustiniani; in f. 324r la lettera allo stesso car­ dinale Cibo è conclusa dal vescovo Giustiniani con la frase da lui cancellata e qui tras­ critta"quale suplico humilmente scusarmi se mi voglio d'altra mano, essendo pure troppo tremante la mia".

25. Alderano Cibo nacque a Genova il 16 luglio 1613 da Carlo I Cibo Malaspina, duca di Massa, e da Brigida di Giannettino Spinola. Indirizzato alla carriera ecclesiastica, nel 1641 egli ottenne l'incarico di referendario utriusque Signaturae. Nel 1644 Innocenza X lo nominò maggiordomo e il 24 aprile 1645 cardinale prete col titolo di S. Puden­ ziana, cambiato con quello di S. Prassede il30 gennaio 1668,di S. Lorenzo in Lucina il 13 settembre 1677. Svolse la missione di legato a Urbino, nel 1648 in Romagna, nel 1651 a Ferrara. 1122 aprile 1656 Cibo fu nominato vescovo di lesi; vi eresse il semina­ rio e celebrò un sinodo. Egli rinunciò alla diocesi nel 1671;nel 1679ebbe il titolo cardi­ nalizio del Prenestino, quello di Porto nel 1683 e di Ostia nel 1687. Innocenza XI no­ minò il Cibo segretario di stato. In tale incarico, svolto per 13 anni, egli contribuì in modo decisivo alla pace di Nimega e alla lega contro i Turchi. Affrontò con saggezza l'assolutismo di Luigi XIV e il gallicanesimo, mentre di fronte al giansenismo e al rno­ linismo Cibo si mostrò più incerto. Partecipò a sei conclavi. Morì il 22 luglio 1700: cf. L. v. PASTOR, Storia dei Papi..., XIV/II, p. 4 passim; Hierarchia Catholica ... , V, p. 28; E. STUMPO Cibo, Alderano, in Dizionario biografico..., 25, p. 227-232.

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DANIELE GIUSTINIANI

Asv, S. S. Venezia, 290, f. 103v.

"Monsignor Giustiniani Vescovo di Bergamo mi risponde con animo fermo di non abbandonar quella sua prima sposa, né sua santità alla quale l'ho riferito intende l'obligarlo contra sua voglia. Onde gli scrivo questa sera che ciò stante sua beatitudine conferirà la Chiesa di Vicenza ad altro soggetto, restando fratanto molto edificato della virtù, del zelo e della pietà di quel prelato". Roma 4 agosto 1683.

Comunicazione del card. Cibo all'internunzio Giacobelli.

132

IL VESCOVO DANIELE GIUSTINIANI CHIEDE A

PAPA INNOCENZO XI DI ESSERE DISPENSATO DALL'ACCETTARE

LA DESIGNAZIONE ALLA DIOCESI DI VICENZA

Asv, Lettere di Vescovi e di Prelati, 69, f. 324r. Beatissimo Padre A piedi della santità vostra si getta co' ginocchi il mio cuore devotis­ simo e protesta conoscere essere infinita la beneficenza nel destinarmi alla Chiesa di Vicenza. Adorar devo co' sagrifìci di profonda obedienza i cenni di vostra beati­ tudine ma, se mi è lecito esporre alla divina di lei giusticia tutto ciò che conosco impedirmi l'adempimento dei voti, dico con verità sincera, che l'età mia settuagenaria è un evidente testimonio della mia fisica impo­ tenza et inhabilità ad assumere tant'incarco. Ometto il riflesso dell'aria di quella città onninamente contraria al clima di Bergamo e perciò all'indebolita mia complessione esitiale. Non lascio di porre sotto gli occhi di vostra beatitudine le lagrime di questa città e diocese profuse in copia per si inaspettata noticia, rappresento bensì la somma difficoltà che incontrarei nella regenza di gregge di­ spersa, insuperabile alla mancante mia forza, si che inutile sarebbe l'o­ pera mia, anzi contraria agli elevati et santissimi fini della meditata trasla­ tione.

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Sa Dio che non ha l'ali il mio cuore, che le havrebbe il piede pervolare, dove accennano le gratie di vostra signoria, ma l'andata mia a Vicenza sa­ rebbe il passo sicuro e senza frutto al sepolcro, potendo ben'io fare holo­ causto di mia vita a gli imperi di vostra signoria, ma, non già la mia fiac­ chezza dare norma et regola a quella Chiesa. Qui pure per favore del cielo non sono totalmente inutile, calcando li zelanti vestigi dell'eminentissimo mio precessore Barbarigo, ma che lo stato mio sia valido a riforme et a peso proprio solo di fresca età, lo sa Id­ dio et la signoria vostra di lui vicario se ne può accertare da queste mie sincere humilissime espressioni, onde dall'alta di lei clemenza m'assi­ curo esserne benignamente dispensato, lasciandomi li puochi rimanenti giorni di vita da riflettere quell'ultimo ponto, che tutto importa per l'a­ nima mia. Gratia etc ... humilissimo devotissimo obligatissimo figliolo e servitore Daniele vescovo di Bergamo

133 LETTERA AUGURALE DEL VESCOVO DANIELE GIUSTINIANI

AL NEO-ELETTO PAPA ALESSANDRO VIII

Asv, Lettere di Vescovi e di Prelati, 78, f. 190r-v Beatissime Pater In communi Christiani orbis gaudio, Te ad Romani solii fastigium evecto beatissime Pater quam praecipuo loco meum fuerit, tu qui Vicariam Numi­ nis Maiestatem imples, immisso in animum meum divinae mentis obtutu fa­ cilius prospicere potes, quam ego brevibus timidisque litteris significare su­ pervacuum proinde videri possit hoc scribendi obsequium; audax certe mor­ tales omnes apices supergressum Principem compellare, praesertim recenti humani generis commisso tibi regimine tot Christianae Reipublicae malo­ rum turba districtum, qua e tuas curas praesentemque opem exposcunt. 624


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DANIELE GIUSTlNIANI

Nichilominus, qui Octobonus fueras, antequam esses optimus, quo pro­ pius ad Deum accessisti, tuam profecto bonitatem auxeris, illudque tibi novo hoc apice adiectum, ut bonus omnibus tantundem esse posses, quan­ tum semper voluisti. Prisca itaque illafacilitate tua inter tot gratulantium, adorantiumque ob­ sequia me quoque Augusto Octobono nomini iam diu addictissimum pla­ cido intuitu dignaberis, et ni re, saltem nomine Danielis, quem tu olim bea­ tissime pater sacrasti, pulchra tibi.fausta omnibus praesagia, ac vota exci­ pies. Quorum summa haec est ut Petra haec, quae antiqui illius Vaticinii par­ tem explevit, ut nimirum in maximum, totique Orbi conspiciendum montem excresceret, Turcicum quoque illud idolum ex aere, auro, argentoque direpti scilicet orbis christiani spoliis conjlatum impulsu suo penitus conterat, et solo allidat, ac lapis singularis Christi, qui facit utraque unum, vices gerens dissidentes catholicorum principum animos coniungat. Ab Octobono enim nonnisi optima sperari possunt; ab Alexandro non­ nisi implicatissima dissolvi; ab Octavo vero non nisi absolutissima prae­ stari. Hoc Daniel, qui vera principibus, piis laeta, impiis tristia occinere solet, tibi auguratus et apprecatus ex animo ad humillima pedum oscula procum­ bit. Bergomi die 26 octobris 1689. Beatitudinis Vestrae

humillimus adictissimus et obsequentissimus

servus cliens

Daniel Episcopus Bergomi

625


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ApPENDICE

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ESPOSTO DEL PREVOSTO E DI SETTE CANONICI

DEL CAPITOLO DI S. ALESSANDRO SULL' UNIONE

COL CAPITOLO DI S. VINCENZO DA REALIZZARE

CON DECRETO DELLA CONGREGAZIONE

DEI VESCOVI E DEI REGOLARI

Asv, Congr. Vescovi, Positiones, 1684, luglio-agosto, Bergamo

Eminentissimi e reverendissimi signori Il prevosto unica dignità e capo del capitolo di S. Alessandro catedrale di Bergamo, con sette canonici della medesima humilmente rapresen­ tano, ch'essendo sin dal principio della fondatione eretta la catedrale con 44 canonici, comprese le dignità, fu poi dall'800 in circa divisa in due ca­ tedrali, una di S. Alessandro con 18canonici, compreso il prevosto, e l'al­ tra di S. Vincenzo martire, con 26 canonici, compresi l'arcidiacono e l'ar­ ciprete, ciascheduna delle quali ritenne distributioni quotidiane, congre­ gazioni, supellettili, amministratione de propri beni separate. Dell'anno 1561 con occasione di fortificar la città convenne demolirsi la chiesa catedrale di S. Alessandro, e con bolla di Pio 4° fu concesso alli canonici d'eleggersi o fabricarsi quella chiesa che gli fusse più commoda o piaciuta con la retentione de' privilegi e prerogative che godevano per avanti. Si trasferirono perciò nel detto anno alla catedrale di S. Vincenzo con ritenere la medesima separatione de' beni, amministratione e congrega­ zione pristine, eccettuata la sola unione dell'offitiatura come per instru­ mento di tal concordia li 11 dicembre 1661, al quale etc. Si trattò poi dell'anno 1614 d'unire ambe due le catedrali e Capitoli, con fare un sol corpo, come era in principio della fondatione sotto il solo titolo di S. Alessandro, e ne fu anco stipulato instrumento. E perché le di­ stributioni quotidiane e beni del Capitolo di S. Alessandro erano più pin­ gui di quelle del Capitolo di S. Vincenzo, si convenne tra le altre condi­ tioni, che dovessero li canonici di S. Alessandro goderle separatamente, sino che vivessero, ma per oppositione d'alcuni canonici di S. Vincenzo detto instrumento non hebbe effetto. Desiderando poi alcuni canonici di S. Vincenzo facilitare la detta fa­ brica et unione posero a moltiplico sei milla scudi di quella moneta con conditione che li frutti dovessero servire per fabricare una chiesa cate­ drale sotto il solo titolo di S. Alessandro. 626


DANIELE GIUSTINIANI

Ritrovandosi l'anno scorso 1683 moltiplicati li frutti alla summa di M124 scudi, in circa, si cominciò a trattare della fabrica di detta Chiesa e della sudetta unione in ordine alle quali essendo seguiti molti atti pros­ simi senza la necessaria conclusione, e particolarmente del consenso di cadauno de gl'interessati trattandosi di mutatione di stato, e di comuni­ care il proprio jus a molti, e per altre raggioni che si esporranno, perciò sono insorte gravissime discordie e disordini. E perché sotto pretesto della maggior parte de' canonici si prettende d'effettuare l'unione de' beni particolari, amrninistratione, suppellettili e d'ogni altra cosa contro la volontà del resto de' canonici e d'ogni dovere, in modo che sono per moltiplicarsi gl'inconvenienti, discordie e scan­ dali, gl'oratori supplicano l'eminenze vostre ordinare a monsignor Ve­ scovo di Bergamo che in nome della sacra Congregatione, rimosso ogni ostacolo, commandi a tutti li canonici di non commettere alcuna novità sino a nuovo ordine e decreto della sacra Congregatione. Che il tutto etc ...

Bergamo Alla Sacra Congregazione de' Vescovi e Regolari per il Prevosto dignità e capo della cattedrale di S. Alessandro con sette canonici di Bergamo. 7" iulii 1684 Auditis partibus Ordinarius informet et interim nihil innovetur inconsulta sacra Congregatione

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Indice dei nomi

di personal

l) I nomi di persona in lingua latina sono riportati in lingua italiana.

Abbreviazioni ap.co: apostolico b.co: bergamasco disp. imped. cons.: dispensa da impedimento di consanguineitĂ per il matrimo­ nio disp. irreg. ord.: dispensa da irregolaritĂ per l'ammissione agli ordini sacri disp. test.: disposizioni testamentarie ono ered.: oneri per ereditĂ


-------'-""-------------Abbati Francesco sacerdote 506 507 Acciaioli Donato nobile fiorentino 527 - Maria nobile fiorentina 527 - Nicola uditore di Camera cardinale 527 528 - Ottaviano nobile fiorentino 527 - Roberto nobile fiorentino 527 Acerbis Paolo canonico 608 - Bartolomeo cittadino b.co locatario 141 142 - Emilio benedettino (Astino) 203 - GiovanBattista vicario foraneo (Alzano M.) 548 550 - Giovan Maria servo di Dio 148 Acquaroli Giovanni Battista diacono (ord. iII.) 528 Acquapendente v. Fabrizi Gerolamo Adalberto da Carimate (da Canimalo) vescovo 138 182 184 591 604 60S Adami Matteo disp. imped. cons. 180 - Nicola procuratore mon.ro SS.ma TrinitĂ Serina 543 Adamo personaggio biblico 135 Adautto santo martire 58 Addolorata v. Maria V. S.ma Adelasio Antonio procuratore del vescovo L. Grimani 355 - Bartolomeo rettore II porzione S. Aless. Col. 146 269 Adleida santa 160 377 399 573 Agata santa vergine martire 148 573 Agatone papa 61 157 Agatone compagno S. Barnaba 504 Agazzi Francesco sacerdote servo di Dio 76415 455 457470 510 561 562 - Giacomo cittadino b.co dips. test. 582 583 - P. 405 Agilulfo re 135 Agliardi Alessandro cittadino b.co ono ered. 578 - Bonifacio conte accademico teatino vescovo 266 445 575 - Giovanni citt. b.co disp. test. 578 582 Agnese santa Vergine martire 480 Agosti Camillo patrono Osp. S. Marco 166 - Polidoro cittadino b.co locatore 151 Agostiniani 162 466 Agostino santo vescovo dottore della Chiesa 464 Agostino da Reggio domenicano inquisitore 288 Agucchia Giovanni Battista nunzio ap.co 264312334336338351352355 356357 368 379 380 434 435 436 437 438 Airoldi Carlo Francesco nunzio ap. co 447 548 561 565 Alachi duca 157 Albani Antonio conte 563 607 - Antonio canonico 573 576 - Antonio Maria canonico 585 591 - Archileo chierico 100 - Chiara Maria religiosa (mon.ro S. Marta) 466

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- Gian Domenico conte 206 - GianGerolamo cardinale 92 106 170 180 181 206 - Giovanni conte 472 - Giovanni Gerolamo conte 139 206 - Ottavio canonico 319 320 - Teodoro canonico 615 - Torquato canonico 478 519 532 587 Alberigo Gabriele preposto (cattedrale) 203 Alberti Giovanni Marco medico 333 335 Alberto da Villa D'Ogna santo 544 Alborghetti Maria Teresa religiosa 471 511 A1bricci V. Albrici A1brici famiglia 483 - Gabriele vicario generale (Genova) 319320 - Gabriele preposto (cattedrale) 205 - Pietro curato (Vilminore) 401 478 - medico 333 335 Alciati Francesco cardinale 159 Aldobrandini Cinzio cardinale 170 - Ippolito cardinale v. Clemente VIII papa - Pietro cardinale 131207219411 419 - Silvestro nobile 188 Alebardi Giovanni Pietro cittadino b.co disp. test. 581 583 Alenรงon duca di 127 A1eni Agostino cittadino bresc. 189 - Ottaviano vicario generale 189 190 A1essandri Alessandro presidente borgo S. Leonardo 230 - Annibale canonico 519 - Camillo canonico 584 - Giovanni Antonio cittadino b.co ono ered. 579 - Giulio 587 - Leonardo presidente borgo S. Antonio 231 - Ludovico presidente borgo S. Antonio - Marco canonico 251 575 576 584 - Rodo1fo deputato Consorzio fabb. duomo 540 Alessandro III papa 62 Alessandro santo soldato martire 134136143 154156158160161200248251 255 274 319 322 376 377 382 399 412 425 540 559 603 606 Alessandro VII papa 444 445 446 495 500 603 620 Alessandro VIII papa 364379419447449484496498508527528538539541 548624625 Alessio da Siena domenicano 140 A1gisi Sebastiano cittadino b.co disp. test. 511 Aliprandi Giovanni Pietro sacerdote (ord. ilI.) 528 Allario Giacomo locatario (La Tezza-Stezzano) 509 Allori Alessandro pittore 248 Aloisi Francesco curato (Locatello) 506 632


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Altoviti Giacomo nunzio ap. co 461 500 Alzana Fulvia cittadina b.ca disp. test. 146 Alzano Francesco canonico vicario generale (Vicenza) 263264 272 274 279 310 311 312 320 Alzati C. 57 58 60 504 Amadei R. vescovo 76 94 Amalteo Attilio nunzio ap. co. 300 301 357 Ambiveri Giuseppe cittadino b.co 548 549 Ambrogio II vescovo 62 161 181 183 Ambrogio III vescovo 62 161 Ambrogio santo vescovo dottore della Chiesa 58 156 172 390 Ambrosetti (de) Santo sacerdote 382 Ambrosini Beltramino cittadino b.co oste 266 - Francesco curato (Fondra) 266 Amici Flavio procuratore canonico D.de Vecchis 615 Amore A. 378 Andrea santo apostolo 152 477 Angelini L. 360 - S. 360 Angelo teatino 220 - Benedetto di Roma benedettino 533 Anis Antonio cittadino b.co 543 - Maria cittadina b.ca 543 Anna santa madre di Maria V. S.ma 152 153 154 466 467 468 469 511 544 577 Anolino custode 158 Antibon F. 113 Antonio santo abate 580 Antonio d'Alemagna architetto 248 - da Valcamonica fra maestro intagliatore 248 - di Padova santo sacerdote francescano dottore della Chiesa 161252466471 544564 - Martino 266 Apibus (de) Iacopo maestro umani sta 250 - (de) Lorenzo maestro umanista 250 Apollo divinitĂ pagana 160 Arabi 443 Arb ... Eugenio fisico medico 478 Arcadio imperatore 231 ArceIli Filippo condottiero 545 Archidiaconi Cristino canonico preposto (Albano S.A.) 93 107 Archinto Giuseppe nunzio ap.co 548 Arco (d') Bartolomeo sacrista 431 Aregati Giacomo cittadino b.co disp. test. 149 Aregazolo F. v. Regazzolo F. Aregazzi Francesco vescovo 67 Aresi P. 322 Ariberto arcivescovo 182 633


Ario messo imperiale 158 Ariperto II re 137 Arnolfo vescovo 139 Arnolfo re 137 138 231 604 Arrigoni Abbondio cappellano 99 189 194 - Francesco rettore Seminario 368 - Francesco sacerdote 384 - Giulio arcivescovo 384 Ascanis (de) Vincenzo Giuseppe organista 143 Asperti Bernardino cittadino b.co 149 150 - Costantino cittadino b.co 149 150 - F. 249 - Gerolamo sacerdote 585 - Simone cittadino b.co disp. test. 577 578 583 Assonica Ludovico sacerdote 463 Assunzione B.M.Y. v. Maria V. S.ma Asteria santa vergine martire 136 155 157 158 255 274 323 376 399 413 425 573 Astori Cristoforo sacerdote 457 Atanasio santo vescovo dottore della Chiesa 156 Attone arcivescovo 604 - da Canimalo personaggio medioevale 604 Aubert R. 161 Aurelia novizia 154 Autari re 156 Avanzi Agostino architetto 239 606 Averulino Antonio architetto 136 137 239 Avinatri Anna Maria religiosa 328 Avogadro Andrea maestro cerimonie liturgiche 325 Avvocati Guglielmo arciprete (Seriate) 265 - Nicola curato (Torre 8.) 169 173 Azolletti Pietro 141 Bacco divinitĂ pagana 259 Badili Cosina disp. imped. cons. 180 - Domenico cittadino b.co 180 - Paolo cittadino b.co 180 - Pietro disp. imped. cons. 180 Badoero Angelo cavaliere proposto vescovo Bergamo 131 357 Baglioni sacerdote 417 Bagnati Pietro canonico 575 576 579 583 594 605 Balanzino Morando cittadino b.co disp. test. 580 583 Baldessari procuratore vescovo G. Emo 307 Baldini (de) Pompeo domestico vescovo G.8. Milani 212 Baldino casa del 582 Bana GiovanBattista cittadino b.co 514 Bandini Ottavio cardinale 207 Barachetti G. 150 266 634


-----'--------------Baradello 469 Barbaglio Giovanni Mauro vicario foraneo (Almenno S.S.) 578 Barbariga Antonio conte 447 - Giovanni Francesco conte 444 - Gregorio santo vescovo cardinale 7677787980818587250255266385387 419444445446447448449450451452453454455456457458 460 461462 464 465466467468469471 472474 475 476 477 478 479 480 481 482 483 484485488 496 498 506 508 518 523 533 543 561 566 622 624 Barbarossa Federico imperatore 139 181 183 Barbato Gerolamo proposto arcivescovo Padova 446 Barbera cittadina b.ca 382 Barberini famiglia patrizia romana 486 - Colonna A. v. Colonna Barberini A. - Antonio senior cardinale 352 - Antonio cardinale 310312 313 486 - Carlo cardinale 486 488 - Carlo 346 - Francesco cardinale 264 312 314 334 336 338 341 346 348 350351 353 354 356 361 364 367 379 380 393 406 434 435 437443 486 547 548 - Maffeo cardinale v. Urbano VIII papa - Maffeo nobile romano 486 - Taddeo nobile romano 356 486 Barberiniano (codice) 8793108117118137185204 207215 217221224 239 246 257264287288291295298299305306307312317335336 338 341346 351356 361 366 367 368 379 380 387 393 394 432 434 435 436 437 439 440 448 474 484 Barbero W. 360 Barbaglio Andrea sacerdote 584 585 Barbosa Agostino canonista 390 Barello Aurelio canonico 364 Barengo Giovanni Francesco segretario Brevi Pontifici 91 114 Barile Lucillo colonnello 453 Barilli Antonio Maria chierico 93 108 Barnaba santo apostolo 130 156 158 205 481 504 539 558 559 572 603 Baronia Cesare cardinale storico 376 Barozzi Giacomo podestĂ e provveditore 551 552 - Giovanni vescovo 136 166 239 551 - N. 439620 - V. 185 Bartolomeo santo apostolo 576 581 - da Brescia giurista 64 - di Francesco disp. imped. cons. 180 Baro (de) Giovanni sacerdote sottoaltarista 336 Barzizza de Cazzanis Giovanni Antonio canonico procuratore 203 206207 211 217257299 - Antonio nobile b.co 474 Baschenis Cristoforo il vecchio pittore 378 Basilio teatino 221

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Basso Giovanni Antonio 606 - Leandro Giovanni notaio 606 Batalini Ghesina disp. imped. cons. 180 Battaglia curato (Suisio) 200 - Pietro cittadino b.co disp. test. 581 583 - Pietro Paolo podestĂ 185 - P. 185 Battelli G. 80 85 Baumgarten P.M. 62 Bazzini Ferrante cittadino b.co ono ered. 580 583 Bedolis B. 249 Behvar nome di pietra preziosa 443 Belana Maria cittadina b.ca 415 Bellafina Lucrezia cittadina b.ca ono ered. 507 Bellarmino Roberto santo vescovo cardinale dottore della Chiesa 255 256 326 482584 Belli Angelo sacerdote insegnante 172 Bellinati C. 447 458 Bellini A. 246 328 447 471 590 - Ferrante gesuita 519 - Giovanni pittore 523 Belloli Margherita religiosa (terz. franc.) 471 Bellotti Regolo sacerdote fondatore Istituti caritĂ 224 245 277 Beloni Caterina disp. imped. cons. 180 Belotti Bortolo 7694124125132136137138153155159161167175176179181 184203 205 225230 231232234 239 245 246249250256264 266 268 274277281 287314325327357359360363364373377379383391392394 402 409 410 417 418 447463 473 475 484 501 515 539 545 546 551 576 584 604 605 606 607 - Gerolamo curato (Fuipiano) 266 Benaglia Quintilia religiosa (mon.ro S. Ben.) 466 Benaglio cavaliere di Malta 266 - Alessandro sacerdote 384 - Carlo cavaliere 562 - Carrara Giacomo maestro 411 - Giovanni Battista presidente borgo S. Leonardo 230 - Giovanni Battista provicario gen.le vicario capitolare 205 264 355 380 - Leonardo canonico 573 - Ludovico rettore Seminario 458 546 560 573 - Olmo Leonardo canonico vicario generale in civilibus (Milano) 92 107 140 145 146 19 - Paolo medico 204 - Pier Giorgio cittadino b.co ono ered. 578 583 - Prisco canonico arcidiacono vicario generale IO? BI 143 204 Bendotti Bartolomeo emigrante a Venezia disp. test. 581 583 - Bernardo sacerdote ono ered. 581 583 - Giorgio cittadino b.co 581 583 Benedetta santa vergine martire 378 636


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Benedettine 153 154 327 384 450 470 472 498 499 543 Benedettini 368 422 472 499 522 533 538 549 550 551 553 554 597 617 Benedetto XIII papa 577071 78 Benedetto XIV papa 57 70 72 78 Benedetto santo abate patrono d'Europa 380 544 Benigni M. 94 156 157 Benti G. locatario 355 Benzone Bastiano cittadino b.co disp. test. 580 Benzoni G. 621 Berardi (de) Dionisia religiosa (terz. franc.) 466 Berchet G. 439 Berengario I re 138 604 Berera Giovanni sacerdote (ord. ill.) 528 Bergamaschi 94 171 176 179351377424472 513 558 576 603 605 Berganzi Antonio cittadino b.co 180 - Lucia disp. imped. cons. 180 Bergimos divinitĂ pagana 360 Bergonzi Nata1e chierico 208 280 Berisso Marcantonio cappellano 506 507 Berizzi Giovanni Battista sacerdote (ord. il!.) 610 Berlendi Giulio nobile b.co 474 Berlendis Giacomo francescano riformato 334 335 - Paolo architetto 137 Bernardino santo francescano 105 417 477 480 Bernardino fra 162 - da Bergamo fra 204 205 - Giovanni Francesco eremita 333 Bernardo santo dottore della Chiesa 64 419 577 Bernardo benedettino vicario 597 Bernini GianLorenzo architetto pittore scultore 496 Beroa Guglielmo canonico preposto (Stezzano) 107 143 173 184246273 .- Guglielmo assegnatario beneficio per rinuncia 173 Bertarido re 157 Bertasa A. 405 Bertocchi P. 156 157 158 160 161 376 377 Bertolasio Ottavio sacerdote 106 Bertolaso B. 447 Bertuccio Giovanni Domenico domenicano inquisitore 547 548 Berzi Nicola beneficiato 108 Besozzi Branchino vescovo 584 605 Betusco Giorgio canonico 477 - Giovanni Giorgio sacerdote 384 - Panfilo cancelliere curia vesc. 201 280 Bettani G.P. 551 Betteri Andreina disp. imped. cons. 180 Bettoli Michele assessore provo Bergamo 83 Betusco v. Betosco 637


Biadoni Serafino cittadino b.co disp. test. 483 Biagio da Teglio valtellinese 286 Bianchetti Carlo deputato Consorzio fabb. duomo 540 - Giuseppe primicerio (Lallio) 421 - Simone notaio 421 610 615 616 Bianchi Bonino sacerdote 561 Biazzi A. 238 Biffi Gerolamo mercante oriundo b.co (Venezia) 180 Binago Lorenzo architetto 239 606 Biaudet H. 291 314 B1et P. 75 93 99 Boaga E. 406 Bolis Antonio oriundo b.co (Roma) disp. test. 579 583 - Marzia cittadina b.ca ono ered. 579 Bollani Domenico vescovo 292 - Tommaso cittadino bresciano 292 Bona domestica 453 Bonaldi Giovanni Francesco sacerdote 598 - Perino curato 108 Bona1i Susanna cittadina b.ca 454 Bonandrini Agostino Maria agostiniano procuratore 162 Bonasio Claudio presidente borgo S. Antonio 231 - Giovanni presidente borgo S. Antonio 230 Bonasso Bartolomeo cittadino b.co 382 Bonaventura santo francescano vescovo cardinale dottore della Chiesa 248 Boncompagni Cristoforo nobile 114 - Pietro cardinale 92 118 - Ugo cardinale v. Gregorio XIII papa Boncompagni (codice) 93 101 199 200 218 224 239 262 268 293 294 Bondoni Vincenzo suddiacono disp. irreg. 514 515 Bonelli Matteo 169 - Michele cardinale 188 Bonetti P. 94 357 Bonfanti Comina disp. imped. cons. 180 Bonghi famiglia patrizia b.ca 584 - Bartolomeo canonico curato (Brusaporto) 107 - Claudia cittadina b.ca disp, test. 592 - Enrico deputato Consorzio fabb. duomo 605 - Flaminio cittadino b.co disp. test. 592 - Francesco coadiutore (can. A. M. Albani) 585 - Lattanzio cavaliere di Malta disp. irreg. 513 - Lattanzio canonico 143 - Michelangelo altarista 449 - Pietro canonico 141 142 - (de) Roberto vescovo 57 58 62 65 Bonhomini Francesco nunzio ap.co 176 Bonicelli Alessandro sacerdote (ord. il!.) 587 638


-----""-------------足 - V. 377 Bonifacio VIII papa 59 - di Toscana marchese 183 Boniperti Isidoro francescano conventuale procuratore 578 Bonoreni Giovanni presidente borgo S. Leonardo 231 Bontempi G. Antonio canonico preposto (S. Grata i.v.) 107 Bonvicino Giulio cavaliere gerosolimitano 529 Bonvisi Gerolamo cardinale 465 Bordato Caterina cittadina b.ca disp, imped. cons. 180 - Francesco cittadino b.co 180 Bordogna Battista sacerdote insegnante 172 Borella Giovan Battista locatario 573 Borghese Caffarelli Scipione cardinale 101 207211 219223 239262 268 293 294296 298 307 308 313 387 434 - Camillo v. Paolo V papa Borghi segretario Nunziatura ap.ca Venezia 366 Borromeo A. 188 - Carlo santo arcivescovo cardinale 6792 93 94 106 107 108 112 120 124 126 135 145146150155158159168176177182184185193216236 239241244 249264 274275 324 338 343 378 418 419 445 469 470471 511 523 524 - Federico arcivescovo cardinale 177 185 203 284 Bortolotti Giovanni Antonio oriundo b.co (Bertinoro) 180 Borzi Settimio canonico 152 Bosco M. L. 136 Boselli Galeazzo canonico preposto arciprete (Nembro) 107 Bosio Giovanni Battista cittadino b.co 523 Bossuet Giacomo Benigno scrittore oratore 603 Bottagigi Basilio domenicano priore 510 - Giuseppe sacerdote (ord. ilI.) 528 Bottani Giovanni deputato Consorzio fabb. duomo 540 Bovara Giuseppe architetto 251 Bozetti Lucia novizia 154 Bragadin Marcantonio vescovo cardinale 357 445 Bragadino Vittore rettore 166 Borghese (codice) 185 234 241 266 Bragagna Giovanni Battista rettore Collegio Mariano 512 Bramante Donato architetto 157 158 239 606 Branca da Gandino fra 157 158 Brancaccio Stefano nunzio ap.co 366 555 Branson C.N. 132 Branzi (de) Giuseppe cittadino b.co disp. test. 581 583 - (de) Rocco cittadino b.co 581 583 Bravi G. O. 106 Brembati Francesco junior conte 574 576 - Giuseppe conte 574 576 - Francesco senior 162 481 574 Brentano Pietro Antonio sacerdote (ord. ilI.) 528

639


Bresciani abate 184 Brigenti Ludovico segretario lettere latine S. Carlo Borromeo 236 Brighenti Ludovico canonico convisitatore 310 Brignoli Bettino disp. imped. cons. 180 - Gerolamo cittadino b.co 180 Brunetto Paolo cancelliere vescovile 406 Bruni Elisabetta cittadina b.ca 149 Bubali (de) Quinzio canonico 422 431 Bugada Francesco sindaco (Barzana) 566 - Giovanni Battista curato (Barzana) procuratore 458480557565566567569571 597 598 - Matteo locatario 575 Bulico Giovanni calvinista abiura 334 335 Buonincontri F. 241 Busetti G. B. 147 249 463 464 Busnago Alessandro architetto 239 Buzio Giovanni Antonio curato (Ossolaro) 454 Buzzetti S. 106 CablĂŠ R. 238 Cabrini cittadino b.co ono ered. 483 - Carlo arciprete (Telgate) 478 - Gabriele ono ered. 578 - Gabriele delegato comunitĂ Albino 422 - Giovanni Pietro canonico convisitatore 520 541 591 Cabrol F. 53 Cacis (de) Giovanni Battista (ord. ill.) 528 Caffarel1i famiglia patrizia romana 219 Caffi Carlo chierico beneficiato 575 576 - E. 277 Caffis Carlo curato (Caleppio) 584 Caio compagno di S. Barnaba 504 Cairoli L. 505 Cais Angelo locatario 355 530 Calboli conti 490 - Giovanni conte Caldinelli Bartolomeo curato (Breno) 490 Calepio Antonio beneficiato 170 - Antonio canonico 141 142 - Bartolomeo canonico 513 515 - Emilio canonico procuratore 7577 211 212 214 227 - Emilio canonico penitenziere 389 - Guido canonico 204 - Marco presidente borgo S. Antonio 230 - Orazio conte ono ered. 518 581 583 - Trussardo conte ono ered. 581 583 Caligari famiglia b.ca 169 640


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Callierotti E. 249 Calvi Angelo disp. imped. cons. 180 - Caterina disp. imped. cons. 180 - D. 94106107124125131132135136139145147148150152154155157159162 164 165 167178 184 185 186200205207211225230232234236239244245246 249250251252255258260264266267274275277314328329 357368 369 376 377 378 379 383385387393402409411413 415 418447451457 458 463 464 466 467469470471472 473 475501 503 504 505 511516520522524532533 539544 545 Calvino riformatore religioso 334 335 Camaldolesi 498 501 Camarata Cristoforo possidente 509 Camenata Pietro sacerdote sacrista cattedrale 365 Camozzi E. 93113131138148153154162164167172 177181199205225241242 245 246 266 267 357 368 392 406 420 423 463 469 493 505 Campilioni v. Giovanni da Campione Canali Tranquillo arciprete (Casnigo) 106 - (de) Tommaso cittadino b.co 153 Candido studente 180 Candido santo martire 155 Candido padre esorcista 473 Caneva G. Maria pittore 239 606 - Pietro cavaliere di Malta 528 Caniano Andrea arciprete (Mologno) 173 - Bernardo assegnatario beneficio su rinuncia 173 - Domenico francescano riformato 334 Canimalo Alberto v. Adalberto da Carimate Canini M. 409 Canobbio Francesco curato (Arcene) 573 Canonici Regolari Lateranensi 464 505 Canova Giovanni Battista cittadino b.co disp. test. 580 583 - Gerolamo cittadino b.co ono ered. 580 583 Cantamessa Giacomo disp. imped. cons. 180 Cantelli Carlo gesuita 519 520 Cantiani Giacomo canonico regolare lateranense 505 Cantone Antonio valtellinese 286 Capellini P. 137 138 249 360 388 409 Capitani processo 177 - Battista sacerdote 108 Capitanio cittadino b.co possidente 246 - Achille cittadino b.co 169 - Ercole canonico convisitatore 145 310 Capoferri GiovanBattista coadiutore (can. A. Suardi) 107 - Francesco intagliatore e intarsiatore 168 248 249 Capone Laura cittadina b.ca disp. test. 582 Cappelletti G. 94 132 135 Cappelli Fiorenza nobile veneziana 353 641


Cappello Elisabetta nobile veneziana 292 - F.M. 59 61 63 73 - Tommaso nobile veneziano 292 Cappuccine v. Francescane Cappuccine Cappuccini v. Francescani Cappuccini Capra Antonio Martino vicario capitolare 326 380 Caprioli A. 57 182 Capriotti A. 171 Caraci G. 410

Carafa famiglia patrizia 113

- Alfonso cardinale 101 112

- Antonio cardinale 93 97 100 101 112 114 115 116 117 118

- Carlo cardinale 113

- Carlo nunzio ap.co 447 468

- Giovannella nobile napoletana 101

- Giovanni duca (di Paliano) 113

- Giovanni Pietro cardinale v. Paolo IV papa

- Oliviero cardinale 113

- Rinaldo nobile napoletano 101

Caravati Agostino architetto 251

Carbone Vincenzo monsignore dottore 89

Carcel Orti V. 59 64

Carimalo Adelberto v. Adalberto da Carimate

Caris (de) Ambrogio primicerio (Lallio) 421

Carissino Benedetto locatario 582

Carlo III il Grosso imperatore 157

Carlo V imperatore 113 115

Carlo IX re 126

Carlo I Cibo v. Cibo Malaspina

Carlo Emanuele I di Savoia principe 188 230 301

Carlo Magno imperatore 62 146 161

Carmelitane 152 327

Carmelitani Osservanti di Mantova 149 150357390480562 579 581 583

Carminati Bartolomeo procuratore Capitolo 107 142

- Benedetto 107

- Carlo canonico 508 539

- Cristoforo cappellano 506 507

Carnesecchi Pietro umani sta 115

Carocci Filippo da Leonessa locatario 573

Carpoforo soldato 155 156

Carrara Benaglio G. v. Benaglio Carrara G.

- Giovanni Alberto notaio 580

- Giovanni Antonio delegato dell'inquisitore 548 549

- Domenico esecutore testamentario 180 181

- Francesco Michele deputato Consorzio fabb. duomo 540

- Giovanni Giacomo canonico vicario generale 99 100 185 203 211

- Michele canonico 591

642


-----"'-----------足

- O1impia religiosa (terz. franc.) 466 Carro li U. 59 Caruso (de) Marda Luis cancelliere Casaloni (de) Morandi v. Morandi Casaloni Casari Ettore cittadino b.co ono ered. 580 583 - Giovanni Maria cittadino b.co disp. test. 580 583 - Giuseppe cittadino b.co ono ered. 580 583 - Santino sacerdote 457 Casotto Antonio cittadino b.co 335 Caspi fratelli 266 Cassari Giorgio cittadino b.co 332 Cassinelli B. 137 139 143 161 230 249 605 606 607 Cassinesi V. Benedettini Cassio soldato compagno di S. Alessandro 155 Castagna Giovanni Battista nunzio ap.co 92 93 Castelano Giovanni Battista cittadino b.co 523 Castell Maiques V. 67 103 Castelli Amalia religiosa (mon.ro S. Croce) 466 Castelsanto Nazaro Ludovico capitano 286 Castronovo V. 219 Caterina santa vergine dottore della Chiesa 483 575 Catone Marco Porcio il censore 360 Cattaneo Maurizio segretario cardinale G.G. Albani 170 171 180 181 Caucario vicario imperiale (Verona) 158 Cavagna GianBattista francescano 376 - Francesco pittore 161 248 Cavalieri di Malta 334 335 499 514 528 529 555 Cavalieri Marcello beneficiato 541 Cavalleri Gerolamo chierico disp. irreg. 514 515 - Michele arciprete (Ghisalba) 506 - Ottavio monsignore dottore archivista 68 69 72 85 86 89 Cavanis Fiorello governatore 607 Cavazzi Margherita cittadina b.ca 149 Cavicchioni B. 85 139 462 501 605 Cazamali legato 483 Cazelli Pietro beneficiato 108 Cazzani Andrea presidente borgo S. Antonio 239 - E. 182 185 Cazzanis (de) Barzizza V. Barzizza (de) Cazzanis Cecchini Leone abate benedettino (Astino) 414415 Cecilia novizia 154 Celestino Colleoni 98 135 136 154 175 178 181184224225231232233251252275 277 360 409 410 603 604 Celini famiglia nobile b.ca 474 Celso servita 549 Celti 360 Cenci P. 68 643


Cenomani 360 Cerasoli Flaminio canonico 100 236 400 Cerere divinità pagana 259 403 Ceresoli Carlo Francesco canonico oblato S. Carlo 418 - Gerolamo notaio 430 Cerquinati Giuseppe beneficiato 170 Cerro Carlo canonico 541 - Nicola coadiutore (can. C. Cerro) 541 Ceruti Ambrogio sacerdote (ord. ilI.) 587 - Francesco barbiere 326 Cervini Erennio 112 - Marcello v. Marcello II papa - Riccardo 112 Cherubini Laertio cittadino di Norcia 387 Cherubino da Parma sacrista 396 Chiabò M. 59 Chiara santa vergine 152 153 468 510 Chigi Fabio cardinale v. Alessandro VII papa - Flavio cardinale 495 496 497 526 - Mario nobile romano 495 496 - codice 164 Chiodi Luigi monsignore dottore storico 5758616289 137139155 156157159 160 163 182 184 249 377 504 604 605 Chizzoletti Giovanni pittore 378 Ciaia (della) Berenice nobile toscana 495 Ciambra Giovan Battista valtellinese 286 Ciampini Giovanni scrittore Ciasca R. 214 Cibo Alderano cardinale Segretario di stato 565 612 622 623 - Malaspina Carlo I duca di Massa 622 Cicala nome di una nave 443 Cicerone Marco Tullio 115 326 Cignaroli Gianbettino pittore 161 Cipriano santo vescovo martire 300 - degli Alessandri vescovo 6776 419 Cividino Eleuterio sacerdote 514 515 Clarisse 327 468 469 Claudio santo martire 378 Clemente II papa 62 Clemente VII papa 113 115 Clemente VIII papa 92 130 176 180 188 193 194 238 301 309 406 509 Clemente IX papa 470 488 Clemente X papa 531 532 557 603 Clemente XI papa 490 Clemente XIII papa 446 Clivati Ambrogio notaio 569 598 - Antonio sacerdote rettore Seminario 458 644


-----'-------------Colleoni famiglia patrizia b.ca 579 583 - Alessandro e fratelli cittadini b.chi possidenti 246 - Baldassarre cittadino b.co 257 - Bartolomeo condottiero 166 545 546 - Celestino v. Celestino Colleoni - Gerolamo cittadino b.co 189 194 201 - Giovanni Battista cittadino b.co possidente - Guardino canonico 605 - Guardino Ludovico coadiutore (can. G. Colleoni) 541 - Guidotto cittadino b.co 545 - Paolo cittadino b.co 545 - Pietro notaio 189 190 194 201 208 213 Collini Serafino canonico regolare lateranense proposto vescovo di Bergamo 310 312 Colloredo Leandro cardinale 575 576 Colmuto Zanella G. 137 139 143 167 181230239420606607 Cologno Giulio canonico 236 Colonna Barberini Anna nobile romana 312 486 - Barberini v. Barberini Colonna - Federico cardinale 555 592 - Vittoria umani sta 115 Comacini maestri 248 Comenduno Giacomo cittadino b.co disp. test. 483 - Ludovico sacerdote 507 Cornetti (de) Giorgio cittadino b.co disp. test. 578 583 Comin Ventura 211 245 Comotti Oldrati Margherita religiosa (Dimesse) 471 Comotto GiovanBattista cittadino b.co disp. test. 146 Compagnia di GesÚ v. Gesuiti Condè principe di 126 Conigli Giacinto Maria vescovo 610 Contarini Alessandro podestà 163 - Alvise ambasciatore (Venezia) 439 444 - Angelo ambasciatore (Venezia) 313 - Domenico doge 498 572 621 - Gaspare cardinale 113 - Giulio doge 621 - Pietro capitano 410 - Zaccaria nobile veneziano 143 Conte P. 60 Contucci Domenico francescano conventuale 524 Conventuali di S. Francesco v. Francescani Conventuali Corbello Giovanni Antonio sacerdote segretario vescovo L. Grimani 394 Comaro famiglia patrizia veneziana 309 - Antonio doge 310312 - Federico vescovo cardinale 767778 79 81 159239 263 309 310 311 312 313 314 317319320323326327328331334336337338339340341342 343344345346 645


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348 349 350 353 354 357383 385 413 433 435 437440 442 460461 470 505 - Federico senior vescovo cardinale 9192106107124125135140143145150151 152 153 154 174 244 245 273 274 309 - Francesco cardinale 309 - Giorgio nobile veneziano 274 313 - Giorgio capitano 309 - Giovanni nobile veneziano 274 - Giovanni doge 309 - Giovanni Battista doge 312 - Giovanni Battista podestĂ 607 - Lucrezia nobile veneziana 621 - Luigi vescovo 309 - Luigi ambasciatore (Venezia) 313 314 350 - Marcantonio nobile veneziano 309 - Marcantonio vescovo 309311 312 313 314 356 Comeggio Gerolamo possidente 149 Corner v. Comaro Coronelli V. 94 139225314357 501 606 Corrado III imperatore e re 178 Corsi 496 Corsini Andrea notaio 563 - Gerolamo 417 Cortesi Bosco F. 168 249 - L. 210 -M. R. 136 Corti (della Corte) Francesco prevosto (Capriolo) 561 - Gerolamo cappellano 417 - S. 178 409 410 Cortinovis Mario architetto 251 Corvino Mattia proposto vicario capitolare 92 107 Cosimo III de' Medici signore 527 Costa Bernardino vicario generale 195 - Giovanni rettore (parrocchia S. Aless. Croce) 400 Costantino imperatore 58 134 Costantino Pagonato imperatore 157 Cottier J. 65 66 Cottineau L. H. 420 Covelli Claudio cappellano 381 Cremonino v. Cremonini Cesare Cremonini Cesare filosofo 309 Crispiniano santo martire 378 Crispino santo martire 378 Cristo 5758596998 109111124 125 155 156 159 188 193206212244245279281 283 290 320 327 343 345 360 393 429451 466 490 504 531 543 551 557567574 Cristoforo santo martire 579 Cristoncelli Francesco cappellano 585 Crivelli Ferdinando architetto 159 646


Crotacio duca 155 251 377 Crotta famiglia 232 Crotti Giovanni 149 - Marco 149 Crotto v. Apibus (de) Iacopo e Lorenzo Cruciani Troncarelli M.G. 101 Cucchi Leone curato (Cenate) 319 Cucchis (de) Lucia cittadina b.ca 523 Cuneo Antonio curato (Bagnatica) 382 Cuniberto re 157 Curtenoni (de) Gherardo cittadino b.co disp. test. 581 583 - Lorenzo disp. imped. cons. 180 - (de) Piero cittadino b.co disp. test. 581 583 Da Bonate famiglia b.ca 606 DaLezzeG. 106137138147152153167168175176178179181184185186230231 232409 410475 Damaso santo papa 58 378 Danesi Carlo Maria teatino 520 De Caro G. 301 Daniele L 447451 455 De Deis L 504 De Fargis ambasciatore (Francia) 346 De Lai Gaetano cardinale 73 De1eidi Pietro sacerdote 240 Delfini Flaminio procuratore 131 Del Negro cittadino b.co 419 - Bernardino sacerdote (ord. ili.) 528 Del Tufo G. B. 131 Della Vite G. 463 Della Vite R. 463 Demesse 553 Dentella L. 6265 677694 107 132 136 139225240274314357360447451455457 458 462 479 484 485 501 504 De Rosa G. 86 Deti Lisa nobile fiorentina 188 Diana de Baresi cittadina b.ca 177 Diedo Giovanni vescovo 298 Diez Filippo teologo 390 Dio 586768768998101102110112113 118 119122123143148149176186191 199205206208214215218219221227242255256265268273 278 279 283284 286288289293294295 297298299304306307 326327334343 345346 348 367 371375378385392393403409421432438445450451452455466 472 478 495 515 521 543 544 546 547 550 555 567 570 574 584 604 622 624 625 Diocleziano imperatore 155 Disciplini (Disciplinati) 105 477 478 549 553 579 611 Dlugosz T. 59 647


Dolfin Giovan Battista vescovo 7678 80 83 185

- Chiara nobile veneziana 309

- Lorenzo nobile veneziano 309

- Pietro capitano accademico (Arioni) 266

Domenicane 415 499 543

Domenicani 167369414547 Domenico di GuzmĂ n santo sacerdote 167

Domitilla di Ghisalba cittadina b.ca 265

Domneone santo martire 136 155 159 160 256 274 376 399 559 573

Domno santo martire 136 155 159 160 256 274 376 399 559 573

Donati (de) Giovanni Antonio curato (Valnegra) 171

- Lanfranco cittadino b.co ono ered. 577 583

- Leonardo doge 204 291

- Ludovico vescovo 251

- Sigismondo nunzio ap.co 302

Donato Leonardo doge 291

Doralice cittadina b.ca 332 335

Dovara Giovanni Battista arcivescovo di Aleppo ausiliare del vescovo L. Grimani 354355 Duchesne L.M.O. 62

Duci de Guizzardi Caterina cittadina b.ca ono ered. 579 583

- de Guizzardi Cristoforo cittadino b.co disp. test. 579 583

- de Guizzardi Giacoma cittadina b.ca ono ered. 579 583

- de Guizzardi Maddalena cittadina b.ca ono ered. 579 583

Dulcibus (de) Giovanni cittadino b.co disp. test. 581 583

Durandi Pompilio chierico beneficiato 148

Ebrei 257

Edoardo Damiano cavaliere di Malta 528

Ehrle Francesco cardinale 62

Ehses S. 66 93

Elisabetta cittadina b.ca 177

Elisabetta regina 113 114

Elisabetta santa 154

Emiliani Gerolamo santo V. Miani Gerolamo

Emo famiglia patrizia veneziana 223 225

- Giovanni vescovo 7576777879808199101131135169207211222223224226

227229233234236239240246251252253255256257258261 262263264265

266267269270273275276277 279 281286 287288 289 293294295296298299

300302303 306 308 310 312 314 320 393

- Pietro vescovo 223298310 314

Enrico III imperatore e re 181 184

Enrico IV imperatore e re 127 139 188 301

Enriquez de Acevedo Pedro conte 230

Epis Ghisino disp. imped. cons. 180

- Mattia beneficiato 480

- Santo cittadino b.co disp. test. 581 583

648


--_....----._'-------------

Erbordo vescovo 167 Esanto soldato 155 156 Esteria santa martire v. Asteria Esuperio santo martire 155 Eubel C. 67 Etruschi 360 Eucherio vescovo 155 Eufemia santa martire (?) 162 182 538 Eugenio canonico regolare lateranense 163 - da Brescia benedettino 334 335 Eusebia santa martire 136 159 160 256 279 Eusebio di Cesarea vescovo 134 376 399 Eva personaggio biblico 135 Fabio G. da Guardate cavaliere di Malta commendatario 528 Fabri Gerolamo notaio 103 Fabrizi Gerolamo (L'Acquapendente) medico 309 Facchetti Patrizio sacerdote (ord. iII.) 528 Facchinetti Francesco cittadino b.co possidente 575 - Giovanni Antonio cardinale v. Innocenzo IX papa Facco Giovanni Battista arciprete (Bariano) 564 Facheris Antonio notaio 578 Fagnani P, 71 75 Falchetti Pietro sacerdote 514 515 Falcone Carlo domenicano inquisitore 548 - Giovanni 443 Fanzago Orazio beneficiato 108 Farnese Alessandro nobile romano 116 - Odoardo condottiero 346 417 - Ranuccio cardinale 116 141 188 207 Faustino santo 170 Favezzolo Orazio sacerdote 334 335 340 Favoriti Agostino abate 446 FÊ D'Ostiani L. F. 190 Fedele compagno di S. Alessandro 155 Fedeli Cassandra umanista 130 Federici Dionisio curato (Monasterolo-Spinone) 173 - Giovanni Marco medico 333 335 - Giuliano assegnatario beneficio per rinuncia 173 - Orazio vicario generale 101 262 274 280 294 295 296 297 Felice santo martire 58 Fenaroli Carlo cittadino b.co disp. test. 581 583 Fenelon Francesco de Salignac prelato pensatore 603 Ferabò Ventura curato (S. Caterina) 611 Ferabobus Bonaventura notaio 514 515 Feraroli Alberto cittadino b.co ono ered. 578 583 - Benedetto palafreniere di S. Santità ono ered. 578 583 649


Ferdinando I imperatore 113 Feria duca di v. Suarez de Figueroa Fermo santo martire 154 155 158 159 179255256274323 376 413 425 466540559 573 Ferraroli Agostino cittadino b.co disp. test. 149 Ferretti Vincenzo mercante oriundo b.co (Venezia) 180 Ficieni Gerolamo cittadino b.co 162 Filarete v. Averulino Antonio Filastrio santo 156 Filiberto Emanuele duca 119 Filippo Neri santo sacerdote 188 509 Filippo II re 91 101 Filippo IV re 287 Filippo V re 490 Filonardi Filippo cardinale 301 302 Finardi Bartolomeo canonico convisitatore 458 511 512 519 520 546 587 - Giovanni Giacomo presidente borgo S. Leonardo 231 Finazzi Bartolomeo arciprete (Mo1ogno) 575 576 - G. 178 - Giovanni canonico teologo 159 Fiorani L. 71 Fiorentini L. 178 Fisiraga Amabile nobi1donna 115 Flaminio Marco Antonio umani sta 115 Fogaccia F. 366 - Prospero canonico 141 469 Foglia Andrea sacerdote direttore archivio storico diocesi Cremona 195 Fondra Antonio chierico 532 569 585 Fontana Carlo architetto 239 496 606 Fopoletta Elisabetta cittadina b.ca disp. test. 577 Firpo M. 115 Foresti Giacomo cittadino b.co 511 - Teodoro francescano cappuccino 391 Fomoni E. 136 155 175 178 239 - Francesco dispensa irreg. ammissione ord. sacri 514 515 - GiovanBattista delegato comunità Albino 422 Foscari Po1idoro vescovo 75 Foscarini Gianbattista capitano e vicepodestà 479 Foscarino GiovanBattista podestà 452 479 Fotino eretico del sec. IV 156 Francescane 152 - Cappuccine 154 162 163 164 - del Terz'Ordine 466 468 469 471 480 491 511 544 553 562 Francescani Cappuccini 114 163 286 - Conventuali 98 578 - Osservanti 390 468 469 471 490 499 510 544 562 - Riformati 162 242 415 512 523 544 650


-----------------Francesco oriundo b.co (Siena) 180 - da Bergamo francescano cappuccino 578 - da Mapello curato (Stezzano) 173 - da Ponte (Bassano) pittore 248 - da Paola santo eremita 198 205 - di Sales santo vescovo dottore della Chiesa 457 - d'Assisi santo 161 464 580 581 Franchetti Carlo deputato Consorzio fabb. duomo 605 607 - Giacomo canonico 584 - Pietro coadiutore (can. G. Franchetti) 584 Franchi 135 Franchini Cipriano gesuita 562 Francisco de Toledo gesuita cardinale e teologo 390 Franensis v. Farnese Ranuccio cardinale Frangipani Fabio Mirto nunzio ap.co 75 Franzi Giovanni Guido arciprete (Nembro) 585 586 Franzin Presto cittadino veneziano 449 Frasson P. 274 Frassoni legato 506 Frascarelli D. 171 Fratenensis 116 Fredi mastro 248 Fregoso Annibale commendatario 419 Friedberg A.E. 65 Frioli D 136 Fuentes conte di 230 Fugaccia Antonio accademico 266 Fugazza Antonia erede 578 583 - Bernardino cittadino b.co disp. test. 581 - Ottavia cittadina b.ca ono ered. 578 Fuginelli Caterina cittadina b.ca ono ered. 580 - Nicola cittadino b.co ono ered. 580 583 - Orsola cittadina b.ca ono ered. 580 583 Fumagalli C. 241 Furietti Giulio Cesare canonico 462 - Marco deputato Consorzio fabb. duomo 607 - Pietro cittadino b.co disp. test. 146 Fusco Pietro proaltarista 617 Gaeta F. 131 Gaetano Thiene santo 113 Gaffiorri Melchiorre 149 150 Gaffurri M. V. Gaffiorri Melchiorre Gaia Gerolamo cittadino b.co disp. test. 592 Gaianello sacerdote 200 Gaioncello Giuseppe curato (Gromo) 200 Gaita Giovanni curato (Botta Sedrina) 453 651


Galasso Antonio canonico 108 141 142 144 Galeati Giacomima disp. imped. cons. 180 Galieti A. 101 Galileo Galilei scienziato 138 309 Galizioli Silvestro assegnatario beneficio per rinuncia 173 Galerati Giovanni Battista domestico del vescovo G. B. Milani 99 189 Galuzzi A. 289 Galli Insubri 360 Galli Pietro cantore 321 Galliari fratelli pittori 239 Gallinoni Antonio cancelliere vescovile 478 - Giacomo Antonio notaio 519 533 584 587 Gallio Bartolomeo cardinale 93 206 301 Gallizioli Alessandro canonico 591 - Stefano cittadino b.co 514 Gallo Giacomo mercante oriundo b.co (Venezia) 387 Gallucci Claudio cappellano 407 - G. 93 Gamba C. 164 -D. 420 Gambirasi Caterina cittadina b.ca 149 - Defendo cittadino b.co 149 - Domenghina cittadina b.ca 149 - Giovanni cittadino b.co 149 Gambirasio Antonio beneficiato 574 576 Gandelli Giovannino disp, imped. cons. 180 Gandino Giuseppe Maria da Lugano fra 142 Gandolfi V 360 Garganis (de) Venturino fonda la cappellania omonima e dell'Annunciazione 384 541 584 Gargano Antonio presidente borgo S. Leonardo 230 - Francesco canonico 463 519 541 584 591 - Vincenzo fonda la cappellania di S. Giovanni Battista 585 Garzoni Marino accademico 266 GasdĂŹa VE. 147 164 252 376 Gaslino Lorenzo cappellano 381 Gasparri Pietro cardinale 73 74 Gatti Tommaso curato porzionario (Romano L.) 265 Gauchat P. 132 Gavazzeni Lorenzo cittadino b.co disp. test. 566 - Lorenzo sindaco (Barzana) 566 Gavazzi Martino sacerdote (ord. ili.) 528 - Orazio curato (Carvico) 108 - Sigismondo cittadino b.co 382 Gerardo vescovo 158 181 183 606 Gerhoh di Reichesberg giurista 64 Gerolamo santo sacerdote dottore della Chiesa 161 162 464 652


_ _ _ _ _1.....-

- Celestino francescano cappuccino 577 Gerosolimitani 172 528 Gervaso e Protaso santi martiri milanesi 298 Geronimiano martirologio 378 Gessi Berlingerio nunzio ap.co 131204211 Gesuiti 106 114 205 266 351 411 499 519 521 522 525 547 Gherardi (de) Lorenzo padre fondatore Monte Abbondanza 166 - Lorenzo cittadino b.co 514 - Penelope cittadina b.ca 583 Gheringheli Luigi 93 Ghirardelli Alessandro arciprete (Clusone) 231 391 468 506 510 544 Giacobelli Luigi internunzio 572 Giacobino Maria aspirante monastero 154 Giacomo il maggiore santo apostolo 136138155 157158255274322376399413 425 549 550 551 559 586 - di Ghisalba cappellano 381 - di Orio cittadino b.co disp. test. 141 142 Gìapesci Giuseppe vicario generale 380 Giasone santo martire 378 Giell v. Gììller Gioiosa (di) Francesco cardinale 204 Giordani Andrea locatario 355 Giorgi cittadino b.co 332 335 - Bartolomeo vicario generale 92 174 - Giovanni vescovo 291 - Giovanni Marino vescovo 561 621 - Salvatore Tommaso sacerdote 548 549 550 610 Giorgio santo martire 170 200 404 405 587 Giovan Paolo da Ferrara domenicano inquisitore 335 551 Giovannelli famiglia patrizia b.ca 387 474 551 - (de) Giovanni 582583 - (de) Giovannina cittadina b.ca disp. test. 582 Giovanni santo apostolo evangelista 528 529 - santo vescovo martire 61 136 138 155 157255 322 376 399 413 425 559 - re di Boemia 231 - Da Campione (dè Campilioni) architetti 158 247 - (de) Baro sacerdote altarista 407 - Battista santo precursore del Signore 140 167 170 585 - Crisogono santo martire 577 - Crisostomo santo vescovo dottore della Chiesa 390 - da Fino 514 - Teutonico giurista 64 - Tommaso cavaliere di Malta commendatario 528 Giovanni XXIII papa v. Roncalli A.G. Giovanni Paolo II papa 150 Giove divinità pagana 158 360 Girardelli Benedetto cittadino b.co disp. test. 149 - Giulia cittadina b.ca ono ered. 149 653

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- Onesta cittadina b.ca ono ered. 149

Giselberto vescovo 62

Gisleni Francesco chierico 149

Giudici Andrea cittadino b.co 180

- Bartolomeo disp. imped. cons. 180

Giulia santa 377

Giuliano santo martire 106 577

- messo imperiale 158

- l'apostata imperatore 378

Giulio II papa 286

Giupponi Giovanni Giacomo sacerdote 457

Giuseppe santo sposo di Maria V. S.ma 182 471 580

Giuseppe carmelitano 334 335

- d'Albino fra 334 335

- Evangelista cavaliere di Malta commendatario 528

- da Fino cittadino b.co 514

- junior cittadino b.co ono ered. 581

- senior cittadino b.co disp. test. 581

- da Sentino fra 334 335

Giussoni Giuseppe cittadino b.co calzolaio 176 177

Giustiniani famiglia patrizia veneziana 498

- Bernardo letterato 498

- Daniele vescovo 7678798081139146147250355385456458469470498499

500501502504505506507510 511513 515 516517520521522523525526527

531 532533534 535537538 540 541542 543 544546547548 550 551552554 557

560561562563564565566567569571572 573 574575576577 583584586587

590591592593594595597598599602604607608609610 611613614 617618

619 620 622 623 624 625

- Eufemia beata 498 501

- Francesco nobile veneziano 500

- Gerolamo ambasciatore (Venezia) 498 620

-Leonardo umanista 498

- Lorenzo santo 498 501

- Marcantonio doge 498

- Marina nobile veneziana 498

- Paolo beato 498 501

- Pietro nobile veneziano 498

Gomez Esteban sacerdote domenicano giurista 59

Gonzales Tirso gesuita moralista teologo 558

Gordini G. D. 378 504

Gotefrido chierico veronese 604

Grandier Giovanni canonico 162

Graso1ari Pietro segretario 394

Grassi Bernardino sacerdote 108

Grasso curato (Onore) 200

Grataroli Scipione presidente borgo S. Antonio 231

Grata santa 134 155 158 160 251 273 377 399 559 573

654


-----'-------------­ Graziano giurista 59 63 Graziosi Giordano cappellano 381 Greci 360 Gregorio da Bergamo vescovo 419 551 - Magno santo papa dottore della Chiesa 60 390 Gregorio VII papa 63 Gregorio X papa 181 183 Gregorio XIII papa 679192 107114 115 116 123 126127128 140 150 153 162 163 188 207 274 306 338 462 470 491 Gregorio XIV papa 195 207 Gregorio XV papa 287290309310312313 370486491 Grevio Giovanni Giorgio letterato 115 Grigioni (Grisoni) 176 177 286 287 389 Grimani Antonio nobile veneziano 353 - Antonio nobile veneziano 355 - Giovanni podestà 353 355 356 - Luigi vescovo 76788081140147164 185311313 314353354355356357359361 364365367370 372377379380 382 383 385 388 389 391 393 396 403 404 405 406 408 416 417 418 421 422 423 428 429 430 431 432433 435 436 439 440 441 442 445 505 523 Grimoaldo re 157 Gritti Filippo cittadino b.co 381 - Maria cittadina b.ca 381 - (de) Barone Ventura sacerdote (ord. ilI.) 528 - Morlacchi Carlo vescovo 76 77 78 83 Gronni Gerolamo curato (Colognola) 92 93 Grumelli famiglia patrizia b.ca 579 583 - Antonio coadiutore (can. G.B. Grumelli) 541 - Antonio deputato Consiglio cittadino 256 - Giovanni cittadino b.co 382 - Giovanni Battista canonico 541 - Giovanni Gerolamo conte 130 131 - Marco Antonio conte cavaliere 402 Guala beato domenicano vescovo 62 161 162 481 Gualdi Giovanni abate 419 - G. 405 Guarino PierGiorgio sacerdote (ord. iII.) 528 Guarneri Angelo cittadino b.co ono ered. 582 583 - Francesco aspirante preposto S. Aless. Croce 400 - Giovanni Antonio canonico storico 93 107 141 145 157207 323 - Giovanni Battista beneficiato 170 Guelfi Domenico cappellano insegnante 585 Guerini Antonio canonico 508 594 - Antonio Martino (coadiutore can. A. Guerini) canonico storico 94 132 139225 310 314 357462501 541 551 573 592 604 Guerinis (de) Paolo curato (Stabello) 453 Guerinoni Andrea sacerdote (ard. ilI.) 587 655


Guerrini v. Guerini Guglielmo pittore 248 Guido arcivescovo metropolita 62 Guidulfo (Gaidulfo) re 137 Guillinelli Giovanni Battista chierico 194 Guindani Gaetano Camillo vescovo 78 80 84 88 Gulik G. 67 Giiller colonnello (Valtellina) 287 Gullino G. 314 GuzmĂ n (de) Gaspar conte 287 346 Ignazio di Loyola santo sacerdote 570 586 609 - da Bergamo francescano cappuccino 286 287 Ilaria santa martire 378 Innocenti Alessandrino chierico 266 Innocenzo II papa 139 Innocenza III papa 62 Innocenzo IV papa 64 65 Innocenza IX papa 91 92 170 Innocenzo X papa 162 311 346355406412 420 486 514 603 622 Innocenzo XI papa 496 538 557 565 566 567 572 593 594 605 622 Innocenzo XII papa 496 527602 603 605 606 613 615 618 Iovanilli v. Giovannelli Ippolita di Faustino disp. imped. COllS. 180 Isabello Pietro architetto 164 378 Isacco vescovo 155 Isaia profeta 485 Isei GianDomenico gesuita 562 Isnardo da Comenduno personaggio b.co 550 551 Jamut J. 183 604 Jedin H. 113 115 JosipoviĂŠ M. 132 Juvarra Filippo architetto 325 Kallenberg 67 Karttunen L. 302 510 572 Keller Poggiani R. 183 Kempf F. 59 Kurtscheid B. 59 60 Lambertini Antonio oriundo b.co 586 610 - Giacomo sacerdote 586 - Prospero cardinale v. Benedetto XIV papa Lamenis (de) Giacomo cappellano 265 266 604 Landi Salvatore benedettino (Astino) 203 415 Lansardi Lucia aspirante monastero 154 Lanzi Francesco presidente borgo S. Antonio 230 656


---------""'-------------­ - Gerolamo teologo 334 335 - Guido canonico 205 375 - Tebaldo canonico 365 Lapiancha Antonio rettore (S. Matteo) 146 Lauretti Giuliano rettore (S. Pancrazio) 173 Lauro Giovanni Battista uditore generale di Rota 611 Lavezzari Bartolomeo coadiutore (can. G. B. Lavezzari) 541 - GiovanBattista vicario generale 368 454 533 541 Lazzari (de) Giovanni sacerdote (ord. ill.) 687 Leali Filippo erede 149 150 Le Foch Henri giurista 74 Legendre A. 485 Leclerca H. 59 Legrenzi Giovanni musicista 322 Leonardo santo eremita 162 355 Leone I papa 60 Leone IX papa 62 Leone X papa 491 Leone XI papa 290 Leone XIII papa Leoni Lucia cittadina b.ca disp. test. 246 - Lucrezia cittadina b.ca 444 Leopoldo I imperatore 572 Leopoldo arciduca 286 Leparati Antonio economo Seminario 326 Liberali G. 274314 Liberati Francesco procuratore abbazia Astino 576 592 Libero divinità pagana 403 Licini Giovanni Antonio notaio 326 580 - Giovanni Battista curato (Redona) 175 - Giovanni Giacomo cittadino b.co 149 Licinianus (de) Giulio cavaliere di Malta commendatario 528 Licinio soldato compagno di S. Alessandro 155 Lio Nicola canonico procuratore 143 193 194 197200 201 211 Lippomani Nicolò vescovo 67 223 - Pietro vescovo 166 223 Lippomano Tommaso cavaliere di Malta commendatario 528 Litta Alfonso cardinale 616 Little L. K. 106 147 167 168 186 Littotti Alessandro disp. imped. cons. 180 Locarino Martino sacerdote coadiutore (Locatello) 506 Locatelli Alberto cittadino b.co dips. test. 581 - Alberto canonico 462 - Andrea cittadino b.co disp. test. 579 583 - Antonio canonico 539 - Barbara cittadina b.ca disp. test. 464 - Bonetto sacerdote (ord, ill.) 528 657


- Francesco cappellano 506 507 - Gerolamo cittadino b.co disp. test. 199 464 - Giovanni sacerdote 563 - Giovanni Battista disp. imped. cons. 180 - Giovanni Pietro cittadino b.co 180 - Giulio Antonio canonico convisitatore 478 533 539 - G. 62 164 - Maria disp. imped. cons. 180 - Rocco cittadino b.co 180 Lodetti Angelo procuratore Capitolo 591 - Carlo procuratore Capitolo 591 Lombarda cittadina b.ca 381 Longhi Pietro sacerdote (ord. ill.) 528 Longini Maria disp. imped. cons. 180 Longo Guglielmo cardinale 248 Longobardi 135 136 181 377 Loredan Leonardo podestĂ 178 Lorenzi S. 241 - Cristoforo disp. imped. cons. 180 Lorenzo santo diacono martire 93 464 506 528 575 577 581 - vescovo 61 Lorenzoni Ugo casellatore 273 Loserth Giovanni giurista 85 Losetti Maria cittadina b.ca disp. test. 581 583 Lotto Lorenzo pittore 168 249 463 Luato GiovanPietro domestico 212 Lucatello Gerolamo v. Locatelli Gerolamo Lucchetti L. 249 Lucchetti M. 249 Luchini Domenico cittadino b.co 332 335 Lucidi A. 71 Lucini Gian Francesco architetto 251 Ludovico Audueno vescovo 145 Ludovisi Ludovico cardinale 286 287 306 310 Luigi XIV re 558 603 622 Lunardon P. 368 539 Lumina M. 147 164 251 Lupis (de) Gherardo uomo d'armi b.co 394 Lupo (Lupi) famiglia patrizia b.ca 394 Lupo di Crotacio 155 251 Lupo duca di Bergamo 161 Lupo duca dei Longobardi 377 Lupo santo 377 399 559 573 - Giovanni Antonio canonico procuratore vescovo 359 364 393 394 396 - Mario storico 99 135 136 181 182 248 507603 604 - Orazio cittadino b.co 169 - Vittorio deputato Consorzio fabb. duomo 540 658


-----'--------------­ - Vittorio presidente borgo S. Antonio 231 - de Calematis Cesare aspirante beneficio 148 Lupone preposto canonica S. Alessandro 604 Lusano (de) Francesco sacerdote tenore 321 Lusetti Stefano sacerdote 172 Lussana L. 338 Luterani 177 Maccarrone M. 59 60 61 63 64 65 66 Madasco Andrea sacerdote 384 Maddalena domestica 148 Madonna col Bambino v. Maria V. S.ma Madre di Dio v. Maria V. S.ma Maffei Giovanni Giacomo beneficiato 169 Maffeis (di) v. Maffeo Marco Antonio cardinale - Santina cittadino b.co 453 Maffeo Marco Antonio cardinale 119 120 121 122 123 124 Maffetti domenicano inquisitore 490 Magalotti Costanza nobildonna 346 Mageni Pietro Paolo canonico 462 541 Magno Nicolò Maria capitano 607 Magrini Pasquino cittadino b.co disp. test. 149 150 Mai Angelo cardinale 62 138 - Massimiliano preposto (Busseto) 135 Maironi da Ponte G. B. 405 410 422 566 Malet M. E. 546 Maltempi A. 230 Malta cavalieri di 528 Manara Giovanni Maria presidente borgo S. Antonio 230 Mandelli A. 471 511 Manganoni G. B. 146 147 269 Manni GianGiacomo scultore 251 - Giovanni Battista gesuita 520 - PierGiacomo scultore 251 Mansi J. D. 60 61 Mansueto arcivescovo 157 Mantovani G. 136 Manutio P. 115 Manzighettus Giovanni Battista v. Mazinghetti Giovanni Battista Mapello Angelico canonico penitenziere procuratore 75979899 100 101102 103 105 134 143 144 166 188 189 191 198207211293 - Francesco curato (Stezzano) 265 - Francesco curato 200 Marangoni Antonia cittadina b.ca 382 Maranzani Francesco gesuita 519 520 Marca cavaliere 287 Marcassoli Giovanni Battista coadiutore (can. P. P. Mageni) 541 659


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Marcatto D. 115 Marcello II papa 112 Marchesi (de) Paolo cittadino b.co 580 - (de) Cinzio canonico 234 - Clemente presidente borgo S. Antonio 230 - Penelope Benvenuta cittadina b.ca disp. test. 580 Marchetti Alfredo sacerdote addetto ACVB 89 - Vincenzo responsabile C. Doc.ne Ass.to Cultura Provo Bg. 89 106 Marchi Giovanni Antonio procuratore Curia vecovile Bg 611 Marco Antonio 115 Marco santo evangelista 108 112 549 551 Marelli Luigi Maria vescovo 77 80 84 Marenda Lelio cappellano 582 584 Marenzi commendatario (Telgate) 478 - Cristoforo sacerdote (ord. ilI.) 527 - Giovanna religiosa (mon.ro S. Marta) 466 - Giovanni Giacomo canonico notaio 78 146 147 173 511 519 520 521 573 576 - Giuliano presidente bargo S. Antonio 230 - Maria religiosa (mon.ro S. Benedetto) 466 - PierFrancesco fra 528 - Prospero arciprete (Telgate) 265 Maresca1chi Angela nobildonna bolognese 114 Margherita santa 577 Margoti Lanfranco chierico beneficiato 170 171 Maria Maddalena santa discepola del Signore 149 224 477 478 Maria Elisabetta santa 152 154 468 469 580 Maria romana santa vergine martire 257 376 480 - di Tonino disp. imped. cons. 180 - Giacominella cittadina b.ca 149 - Vergine S.ma 143 159160161170199200224236248326329334335372 375 383 506 523 541 564 582 583 611 612 613 Mariano Ambrogio assistente generale MIA 250 Marietti M. 156 Marini Francesco notaio 579 - Marzia 579 - Pier Francesco maestro generale poste 287 Marino Giacomo curato (Torre B.) 168 169 - GiovanBattista poeta 334 Marinoni Lucrezia Maria Sista religiosa 163 164 - Pietro cittadino b.co 163 - Pietro Giacomo curato (Castro) 586 Maritati Antonio sacerdote (ard. ilI.) 529 Marte divinitĂ pagana 514 Martimort A. G. 238 Martinengo Leonardo capitano 545 - Paolo nobile bresciano 561 - Tisbe nobildonna 545 660


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Martini Maffeo cappellano 382 Martino santo vescovo di Tours 108 140 173210245 581 Martino V papa 67 Martino de Azpilcueta (Navarrus) teologo moralista e canonista 390 Martinoni Annibale canonico convisitatore 478 -Giovanni Andrea cavaliere gerosolimitano 417 Marziale Giovanni Battista sacerdote 457 Marziano boia 155 Mascheroni Lorenzo 137 Mascherpa G. 249 Mazza E. 501 Masseri Bernardina nobildonna 488 Massetti Giulio vescovo 195 Massimi (de) Innocenzo nunzio ap.co 287 Massimiano imperatore 155 158 160 Materno vescovo 155 Matilde di Toscana marchesa 183 Mattei Gerolamo cardinale 109 III 134 188 190 191241 - Giovanni Giacomo beneficiato per rinuncia 173 - Michelangelo canonico sacrista 616617 Matteo da Tagliuno francescano conventuale teologo 140 Matthaeius v. Mattei Maturi W. 119 Maurizio santo martire 155 378 518 Mauro santo discepolo di S. Benedetto 161 378 - da Cesena fra altarista 449 486 Mazinghetti Giovanni Battista curato (Gazzaniga Fiorano) procuratore 398404 405406407 Mazocchi Lanfranco 248 Mazoli Antonio disp. imped. cons. 180 Mazza Pietro sacerdote 561 Mazzarino Giulio cardinale 417 486 Mazzetti Carlo Giovanni chierico 514 515 Mazzi Angelo storico 136 181 182 183 184 410 Mazzoleni A. storico 76 148361415455470501 5II 561 562 Mazzoleni A. 136 137 138 200 230 231 232 249 252 360 378 Mazzoleni Bernardino disp, imped. cons. 180 - Clemente curato (Calusco) 454 - Cristoforo sacerdote (ord. ilI.) 528 - GiovanBattista disp. irreg. ord. sacri 514 515 - Giovanni Battista sacerdote (ord. ilI.) 528 - Giovanni Battista curato (Calusco) 512 584 - Pietro cittadino b.co 573 Medici v. Cosimo dĂŠ Medici - Giovanni Antonio custode 364 - Maria regina 364 Medolago proprietario 246 661


- Giovanni Battista canonico vicario generale 380388391394396406415418423 428 429431 - Leonardo canonico 545 - Paolo presidente borgo S. Leonardo 230 - Ruggero presidente borgo S. Leonardo 230 - Vavassori Giorgio notaio 208 213 Melchior Michele cavaliere procuratore S. Marco 551 Meli A. 167 249 250 - Gabriele curato (Bottanuco) 172 255 Meliorati Meliorata disp. imped. cons. 180 Mellini Luca abate 573 576 Memo MarcAntonio doge 256 Mensi Francesco canonico 170 171 Mercati A. 66 Merloni Caterina disp. imped. cons. 180 - Nicola cittadino b.co 180 - Pietro cittadino b.co 180 - Perino cittadino b.co 180 Merola A. 346 488 Messi Carlo architetto 540 Mezzi Bernardo capomastro 607 Miani Gerolamo santo 150 151 166 245 Michele santo arcangelo 578 - da Ronco artista 248 - Pio da Pavia sacrista 617 Micheli Michele piovano (Terno d'Isola) 108 - Odoardo accademico 266 - O. 376 Michelis (de) Bartolomea possidente 149 Michiel MarcAntonio umani sta scrittore 181 Milani Giovanni Battista vescovo 757677 78798081 99 108 130 131 134 139 144 146147148149150152153154160164165166167168169170 171172 173 174 175177 183186188190191192193197198199200201203206207208210 212 213 214217218219221227233 234239255322385504543 577 Milesi Angelo disp, imped. cons. 180 - Giovanna cittadina b.ca 523 - Gherardo cittadino b.co 380 - Giulio cittadino b.co 523 - Santa cittadina b.ca 381 Minelli Lorenzo nobile b.co 474 Minerva divinitĂ pagana 360 Minimi 198 199 205 Minola cappellano 169 - Antonio canonico convisitatore 504 511 519 541 - Antonio curato (Colognola) 108 Minali Donato 224 Mocenigo famiglia patrizia veneziana 442 662


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- - - - -

Mocenigo procuratore 293

- Luigi cittadino b.co 333 335

Moioli Antonio cittadino b.co disp. test. 578 582

- Elisabetta cittadina b.ca ono ered. 578 583

- Giovanni cittadino b.co ono ered. 608

- Giovanni Battista canonico 224 239 322 419 608

Mola Pietro vescovo 78 83

Molari Bernardino cittadino b.co 320

Molino Michele teologo 558

- Marco vescovo 76 77 83

Momaglie Flora disp. imped. cons. 180

Moncada (de) Hugo Ambrosio vescovo 67

- Caterina ambasciatrice (Spagna) 376

Moni Giacomo beneficiato per rinuncia 173

Montalto A. v. Peretti Alessandro cardinale

Montec1aro Placido notaio 608 616

Monti Francesco oriundo b.co (Fermo) 180

Montino Ricato cittadino b.co 333 335

Mora Giuseppe sacerdote 514 515

Moral T. 137

Morandi Carlo notaio 478

- de Casalonis Antonio cittadino b.co 394 406

- de Casalonis Lorenzo notaio 394 396 406

- Giacomo canonico 463

- Morando benedettino (Astino) 203

Moratel1o Pietro locatario 142

Morazia Candida aspirante monastero 154

Morazio Agostino canonico 154

Mordek H. 59

Moreira Neves L. arcivescovo cardinale 64

Moris (de) A.M. v. Moro Antonio Maria Morlacchi Benedetto cittadino b.co ono ered. 149 150

- Ventura cittadino b.co disp. test. 149 150

Mormorai Elisabetta nobile fiorentina 527

Moro Antonio Maria canonico procuratore 502 531 532 533 534 587

Morone Girolamo nobile milanese 115

- Giovanni Gerolamo cardinale 113 115 116 119

- Ludovico canonico 364

Moroni Antonio cittadino b.co disp. test. 580 583

- Bertolasio maestro 248

- Camillo presidente borgo S. Antonio 230

- G. 112 126 207290 300 307 345 486 488 555

Morosini candidato sede vescovile Verona 357

Morotti Giovanni sindaco Confraternita Corpo di Cristo 382

Morzenti Nicola notaio 581

Moscardo Francesco sacrista 422

Moschetti A. 113

Moschini Caterina disp. imped. cons. 180

663


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Mosconi A. 241

- Francesco cittadino b.co disp. test. 581 583

- Giacomo francescano riformato 242

Motta Giuseppe procuratore sindaci Borgo S. Caterina 613

Mozenighi v. Mocenigo Mozzi Ruggero cittadino b.co 402

Mozzo Mario beneficiato 108

- Paolo canonico 311 312 364

Mucius A. 135231232233 317362408409410 411

Muletti GiovanBattista sacerdote 515

Musitelli Cario mercante 387

Muti Andrea possidente 575

Mutio Armo1otti cittadino b.co 590

Muzia Vittoria cittadina b.ca 472

Muzio Antonio Giacomo canonico 541

- Ercole coadiutore (can. A. G. Muzio) 541

- Giacomo Antonio padre 334 335

- Giacomo canonico convisitatore 587 591

- Gerolamo canonico 519 587 591

- Giovanni canonico 591

- M. 135 136 154 155 249 377 504

- Virginio architetto 251

Narno santo vescovo 5865 134155 156255274322 376399413 425504 539558572 Natali Antonio locatario 141 142

Navarra duca di 98

Navarrus v. Martino de Azpilcueta Negroni .Melchiorre Pietro 591 592

- Pietro canonico procuratore Capitolo 575 576 596 606 608

- Rota Antonio canonico 541

Nembrini famiglia 387

Nicola di Sens v. Pelvè Nicola cardinale Niccolo IV papa 65

Niccolo V papa 167

Niero A. 501

Nobili (de) Giovan Battista arciprete (Predore) 168 169

Noris (de) famiglia b.ca 582

Novaria Giovanni Battista curato (Bonate Sotto) 508519520 Oberti Giovanna 381

Odasio signori eredi 511

- Paolo cittadino b.co disp. test. 511

Oderico santo conte di 93 94

Odescalchi Benedetto v. Innocenzo XI papa

Olderico vescovo 604

Olandesi 335 350

Oldrati Comotti v. Comotti Oldrati Margherita 664


-----'---------------­ - Giacomo procuratore 107 01enzi Pietro sacerdote segretario vescovo L. Grimani 430 OlÏvares conte di v. Guzman (de) Gaspar 287 346 Olmo Aspero cittadino b.co 176 - Giovanni Antonio locatario 419 - Giovanni Battista canonico curato (Valtesse) 107 - L. 469 - Marco pittore 161 Omacini M. 387 Onofrio cardinale di Sant' v. Barberini Antonio Onorio imperatore 231 Onorio benedettino provicario 554 Orazio francescano osservante 510 511 Orazio Fiacco Quinto poeta 326 Orelli Angelo Vincenzo pittore 377 Orobii 360 Orsini famiglia patrizia romana 309 Orsola santa vergine martire 162 544 Orsoline 426 470 Ossola Giovanni Paolo canonico (rettore S. Matteo) 151 152 Ossuna duca di v. Tellez y Giron Pietro di Toledo Ostiense giurista 65 66 Otelli Bemardina disp. imped. cons. 180 Ottaviani notaio 579 Ottoboni (computisteria) 539 Ottoboni (ms) 181 420 484 529 538 539 Ottoboni famiglia patrizia 539 Ottoboni Marco nobile 364 379 - Pietro cardinale v. Alessandro VIII papa - Pietro cardinale 419 539 Ottoboniano (codice) 6893 181205211 313 335 336 350 364 379 390 394 438441 450 500 508 539 Ottone I imperatore 62 551 Pacani GiovanMaria rettore II porzione (S. Aless. Col.) 229 269 270 Paganello Andrea canonico 141 142 Pagani L. 106 175 185 409 Pagano Tumiano medico 326 Paganoni Lorenzo disp. imped. cons. 180 - Maria disp. imped. cons. 180 Pagliaroli S. 241 Pagnoncelli Isidoro curato (Albino) 422 - Nicola arciprete (Lallio) procuratore 408 419 420421 422 Pagnoni L. 137 143 156 159 236 239 251 252 273 274 325 390 463 464 Palazuolo Bonaventura fra 379 Paleotti Gabriele cardinale 195 Paliano duca di v. Carafa Giovanni 665


L.-

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Palladio Andrea architetto 137 138 195 239 Pallavicino Alessandro architetto 238 239 318 Palma (de) Carlo fra 505 Palazoli Pamphilo 366 Pamphili Gerolamo cardinale 303 - GiovanBattista cardinale 405 - Palazzoli abate procuratore clero di Bergamo 366 Pandolfi S. 387 Panfilio v. Pamphili Giovanni Battista cardinale Panizoli Sebastiano cittadino b.co disp. test. 577 583 - Sebastiano cappellano cappellania omonima 577 583 Panizzolo Francesco sacerdote 382 Paolo apostolo santo 58 64 257 454 504 554 Paolo pellegrino 319 - di Guidotto personaggio b.co 545 - diacono 157 Paolo III papa 113 114 115 116 117509 Paolo IV papa 91 101 112 113 114 115 116 117219234292 Paolo V papa 130203204205206207 211212 218 223 224236238262274279283 290300309313 486510 564 611 621 Paolucci Antonio canonico 500 - Francesco cardinale 488 - Giovanni conte (Calboli) 488 Papadopoli N. C. 94 Parata A. v. Paruta A. Parisio Pietro Paolo cardinale 115 Parmegiano oriundo 333 Parra uccello augurale 360 Paruta Andrea provveditore 185 - Andrea capitano 230 Paschini P. 112 115 447 Pasino da Nova artista 248 Paquale I papa 378 Pasquale II papa 62 Passi famiglia patrizia b.ca 411 - Pietro sacerdote 457 Pasta Andrea accademico 266 - Pietro accademico 266 - Rodolfo calvinista 287 Pastor v. L. 66687071 9498 101 103 112 113 114 115 116 117 119 126 150 164 176 188205207214219287290293307314345346406414486496 538 555 558 572 594603 622 Pasture Alessandro giurista 85 Patelli C. 152 241 402 457 Pater J. 66 Patera Lanfranco canonico 584 666


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Patrini Andrea oriundo b.co (Ancona) 80 Patta (Pasta?) Francesco sacerdote 406 Pazoni Lucia disp. imped. cons. 180 Pecis Francesco cappellano 453 Pedonei Francesco canonica 311 312 Pedreini de Brignoli Antonio disp. imped. cons. 180 Pedro di Toledo don 281 Pelabruni Margherita disp. imped. cons. 180 Pelagiani (Pelagini) setta religiosa (Valcamonica) 484 565 Pelandi L. 231 Pellegrini Alessandro sacerdote 326 - Carlo padre procuratore della Congregazione dei Somaschi 89 167 - Giovanni Battista cittadino b.co 484 Pellegrino Agostino Santo notaio 578 PellevĂŠ (di) v. PelvĂŠ Nicola cardinale Pellezzoli Francesco conte 518 - Giacomo conte 518 Pelliccioli Clelia religiosa (terz. franc.) 466 - Giovanni Giacomo sacerdote (ord. ill.) 529 - Giovanni Giacomo coadiutore (can. P. Pelliccioli) 529 533 541 - Pompilio vicario generale 462478519532533 541 569 578 591 597605 PelvĂŠ Nicola cardinale 107 126 127 128 163 Pensa P. 182 Peregrinis (de) B. 135 504 Peregrino della Botta cittadino b.co 453 Peretti Alessandro cardinale 102 - Felice cardinale v. Sisto V papa Perini Zaccaria canonico 585 Persico Pietro cittadino b.co disp. test. 573 - Simone beneficiato 108 Personeni Bastiano cittadino b.co disp. test. 580 583 - Fabrizio preposto (Cenate) 382 421 - Giulio cittadino b.co disp. test. 580 583 - Sebastiano cittadino b.co ono ered. 580 Perzoneni Francesco disp. imped. cons. 180 - Pompeo cittadino b.co 180 Pesenti Antonio monsignore dottore cancelliere CVB 5862656775768994106 139 155 162 164 168 182 184 420 551 - Antonio cittadino b.co disp. test. 577 583 - Giovanni Paolo oriundo b.co (Roma) 180 181 Petitor Guglielmo soldato ginevrino 177 Petrobelli Accorsio presidente borgo S. Antonio 230 - Alessandro cittadino b.co 532 569 - Andrea curato (Bedulita) 578 - Antonio legato 146 - Benedetto canonico 541 584 - Giacomo cittadino b.co disp. test. 577 582 667


- Giovanni Antonio causidico 280 - Giovanni Battista presidente borgo S. Antonio 231 - Pietro notaio 430 477 519 520 532 533 569 Petrozzanis (de) Giacomo curato (Treviolo) 173 Pezzoli Giacomo canonico 610 - Giovanni Maria canonico 364 - Pietro canonico convisitatore 519 Pianca GiovanBattista sacerdote 340 Pianta Rodolfo vescovo 286 Piantanida Francesco marchese 185 Piazzalunga Giovanni sacerdote (ord. ill.) 610 Picasso G. 136 139 147 605 Piccinino Francesco condottiero 545 Piccolomini sig.ri personaggi della Curia romana 526 Picotti G. B. 98 207 558 Pier Francesco fra 528 Pietro apostolo santo 58 59 63 64 65 68 69 101 112 152 477 478 499 504 - da Nova pittore 248 273 - di Ludovico disp. imped. cons. 180 - di Scalve fra 334 335 Pietro Vittorio letterato 115 Pietrobelli v. Petrobelli Pighetti Bartolomeo canonico 166 263 264 - Pietro possidente 149 150 - Stefano curato II porzione (S. Aless. Col.) 146 325 Pignatelli Antonio cardinale v. Innocenzo XII papa Pillinini G. 292 Pilon L. 322 Pinamonte da Brembate beato domenicano 167 251 Pinelli Domenico cardinale 255 - Giovanni sacerdote 458 Pio II papa 166 Pio IV papa 91 101 112 115 135 139 142 364 626 Pio V papa 66 98 101 112 127 139 144 145 150 153 188 509 593 Pio X papa 57 59 72 76 80 87 Pio XI papa v. Ratti A. Piovan curato (S. Giovanni di Rialto) 364 Pirola B. 147 Pirri P. 205 Pisani Adriana nobile veneziana 274 Pisanus v. Rebiba Scipione cardinale Placido santo discepolo di S. Benedetto 378 PIantoni Antonia disp. imped. cons. 180 Plati Antonio francescano osservante 506 Platina Francesco domestico 208 Plati (Piatti) Flaminio cardinale 207 Plinio Gaio Secondo (il giovane) storico 360 668


Plotacio v. Crotacio Poardelleti Fiorenza cittadina b.ca disp. test. 417 Pole Reginaldo cardinale 113 115 Poleni Paolo possidente 420 Poli Antonio suddiacono (ord. ili.) 528 - Antonio curato (Curnasco) 542 - Giovanni sacerdote (ord. ili.) 528 - Giovanni Battista primicerio (Scano-Ossanesga) 508 519 520 - Giovanni Battista (Bugada) curato (Rosciate) 566 Polibio storico 360 Policarpo francescano osservante 587 Poloni Giovanni Battista 385 Poma Giovanni Battista 172 - Giovanni Paolo cittadino parmense 333 335 Poncino Mario deputato Consorzio fabb. duomo 605 Ponte (da) Rocco canonico 108 - Biagio cittadino b.co 149 Ponzati Giovanni canonico 541 584 - Andrea coadiutore (can. G. Ponzati) Ponzino Gironimo cittadino b.co cavaliere 342 Porzia Leandro vescovo 76 77 Pozzobonelli Giuseppe arcivescovo 185 Pozzoni M. 230 Preda Antonio architetto 251 Predicatori Ordine dei v. Domenicani Previsino Francesco processo 142 Previtali Angela cittadina b.ca 417 - Antonio cittadino b.co 180 - Giulia disp. imped. cons. 180 Prezzati GiovanBattista possidente 149 Prioli Agostino vescovo v. Priuli Agostino vescovo Priscilliano santo martire 378 Prisco santo martire 378 Priuli Agostino vescovo 7681 147251 311 312313314352 353 355356357365370 380 385 393 432 433 434 437 - Alvise podestĂ 130 131 176 185 - Antonio doge 310 - Matteo cardinale 310 312 314 - Pietro vescovo 76 78 82 Procaccini Ercole pittore 248 Proclo santo v. Procolo santo Procolo santo vescovo 155 158 159 255 256 274 322 376 Proiettizio santo martire 136 138 155 157 158 274 322 376 399 413 425 611 Prudenzio poeta latino cristiano 58 Putinis (de) Attilio cittadino b.co disp. test. 577 - (de) Orazio (fra Gerolamo Celestino) disp. test. 577 Quarenghi Giacomo architetto 251 669


- Giovanni Andrea rettore Seminario 546 - Giovanni Andrea preposto (Almenno S. Salvatore) 576 Quarismi (de) Pietro cittadino b.co disp. test. 507 Rabaglio M. 267 338 Rabikauskas P. 59 60 61 63 65 66 68 70 72 85 Radici Bernardino sacerdote (ord. iiI.) 528 Radini Tedeschi GiovanMaria vescovo 76 77 78 79 80 84 85 87 Ragazzoni Benedetto cittadino veneziano 91 - Gerolamo vescovo 7475777880819192939497 9899100101102105106107 108109112114115116117118119120121122130140143144145154159163 165 166 169 171 174 185 216 239 246 273 - Iacomo conte 93 - Placido procuratore (Venezia) 112 Raggi A. M. 274 Ragna Franchina cittadina b.ca disp. test. 264 Ragnolo Antonio oriundo b.co (Roma) disp. test. 580 583 - Pietro architetto 160 Raguseo Giorgio filosofo e teologo 130 132 - Luca cittadino veneziano 130 Raineri Giovanni sacerdote insegnante 172 Ramperto vescovo 156 Ranieri C. 59 - Giovanni 172 Rapallini Francesco monsignore dottore latinista 89 Raponi N. 159 Rasola Ludovica cittadina b.ca disp. test. 578 583 Rataglino sg. 367 Raterio vescovo 158 Ratniro Antonio procuratore 443 Ratti A. - papa Pio XI 62 67 93 142 150 154 162 274 284 Ratzingez J. arcivescovo cardinale 64 Rava Giovanni Andrea possidente 149 Ravelli G. 167245 246 Razzi Simone cittadino b.co 484 Rebiba Scipione cardinale 115 Recone vescovo 604 Redetti Antonio vescovo 767879 80 82 251 Regazzolo Francesco francescano conventuale 382 Remigio santo 126 Renier Giovanni capitano 230 Reti 176232277283286336403 410 Rezzonico Aurelio procuratore Riario Alessandro cardinale 419 Riboni A. 159 274 Riccadonna dĂŠ Valvassori cittadina b.ca 545 Richelieu Arman-Jean du Plessis... cardinale 346 670


Richeri A.L. 65 Richini Francesco Maria architetto 239 248 606 Ricchini T.A. 446 Ricci Bartolomeo cittadino b.co 180 - Elisabetta cittadina veneziana 91 - Veronica cittadina b.ca 180 Richeri A. L. 65 Riformati v. Francescani Riformati Rimoldi A. 57 159 182 274 Rinaldi Bartolomeo curato (Rossano) 381382 - G. 178 Rinaldo de Dresnay condottiero 545 Rita Nestore arcivescovo 534 569 595 Rivali Vincenzo Maria domenicano inquisitore 447 Rivola famiglia patrizia b.ca 138 - Basilio deputato Consorzio fabb. duomo 540 - Clemente accademico 266 - Federico governatore dell'Hospitale S. Marco 166 - Gerolamo presidente borgo S. Antonio 231 - Gerolamo deputato Consorzio fabb. duomo 540 - Lanfranco vescovo 139 Rizzi Nicolò cittadino b.co benefattore 387 Roberti L. 59 Robertis (de) Francesca cittadina b.ca 381 Robres L1uch R. 67 103 Robustelli Giacomo cavaliere vaItellinese 286 Rocco santo pellegrino 199 523 567 598 Rodolfo II imperatore 207 Rodolfo di Borgogna re 604 Romagnoli Cristoforo cittadino b.co 381 - Santa cittadina b.ca 381 Romani 178 359 Romilli Giacomo architetto 251 Romolo santo martire 504 RoncalIi A. G. - papa Giovanni XXIII 62767994106107108 136 137 138 140 141 142144147152154155157161162164167168175181 186239240245249250 251 252 274 323 420 446 468 541 - Bernardino beneficiato 170 171 - Cristoforo cittadino b.co disp. test. 582 583 - Gerolamo cittadino b.co 387 - Ludovico coadiutore 584 - Marco cittadino b.co 180 - Rodolfo canonico 451 507 539 Roncelli Giuseppe servo di Dio 148 Ronchetti G. 9899 135 136 139 145 147 167 181 182 183 184 Rondinini Paolo Emilio cardinale 418 419 420 Ronzelli Fabio pittore 161 671


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Ronzoni fratelli cittadini b.chi 193 Rosa G. 148 178 179 181 184551 Rosetta Stefano cittadino b.co benefattore 376 Rosolino (Rosolini) GianBattista personaggio romano 257 376 Rospigliosi Giacomo cardinale 419 446 500 Rossa Marco Antonio gesuita 480 Rossetti Battista e fratelli cittadini b.chi eredi 149 - Costantino cittadino b.co 149 Rossi Giovanni Battista cappellano (Albino) 422 - GiovanBattista beneficiato 541 Rota Antonio canonico convisitatore - Antonio canonico convisitatore 204 310 - Bartolomeo canonico convisitatore 478 519 578 - Bernardino colonnello 333 335 - Carlo coadiutore (can. A. Rota) 584 585 - Francesco cittadino b.co 598 615 - GiovanMaria cittadino b.co affittuario abbazia Vallalta 420 - Lorenzo rettore (S. Lorenzo) 146 - Ludovico deputato Consorzio fabb. duomo 605 - Marsilio notaio 587 598 - Negroni Antonio canonico disp. test. 436 - Ottolino cancelliere 92 106 Rotari re 137 Rotigni Antonio cittadino b.co 514 - Carlo mercante oriundo b.co (Roma) 387 Rubeis (de) Troilo organista 321 Rufino giurista 64 Ruggini Antonio curato (Endenna) 579 583 Rullo Donato umanista 115 Ruminaldo capitano (Grigioni) 287 Rumor S. 225 Rusca Nicolò arciprete (Sondrio) 286 Rustico santo martire 154 155158 159 179255256274323 376399413 425559 573 Rusticucci Aleandro cardinale 93 Ruzini Luigi vescovo 77 7879 82 138 139 141 147 157387422 457 516 605 Ruzzi Ludovico sacerdote 573 576 Sacchetti famiglia patrizia 486 - Giulio cardinale 486 Saba A. 274 Sà gmiiller J. B. 59 60 73 Sala A. 606 Sale Pietro presidente borgo S. Leonardo 230 Sales Giovanni Battista agente (Valtellina-Grigioni) 287 305 307 Salice Ercole calvinista (Grigioni) 286 Salis Carlo pittore 378 Salmeggia v. Salmezza Enea

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Salmezza Enea detto Talpino pittore 161 248 251 - Clara novizia 161 Salomone Arcangela novizia 154 - Gerolamo chierico beneficiato 170 - Giovanni Antonio concelliere 100 - Marco Antonio vicario generale 92 106 126 127 128 152 154 163 Salvagni Leonardo presidente borgo S. Leonardo 230 - Pietro deputato Consorzio fabb. duomo 540 575 - Silvio presidente borgo S. Leonardo 230 Salvatica cittadina b.ca 158 Salvatore v. Cristo Salvetti Lanfranco vescovo 467 Salvio Quarto architetto 251 Salvioni Filippo canonico preposto (S. Grata i. v.) 107 108 San Clemente cardinale di v. Plati Flaminio San Cipriano abbazia di 223 San Mercuriale 415 Sanctis (de) v. Santis (de) Sandrinelli Giovanni Paolo disp. irreg. ordini sacri 514 515 SangaIli G. 161 Sangallo Francesco piovano (Terno d'Isola) 168 - Scipione rettore II porzione (S. Aless. Col.) 269 Sansovino Iacopo architetto 378 Santandrea Giovanni Paolo canonico 585 Santi Donato cittadino b.co disp. test. 578 583 - Giovannina disp. imped. cons. 180 Sant'Onofrio cardinale di v. Barberini Antonio senior Santi Gervasio e Protasio abbazia 223 Santis (de) Cristoforo rettore (S. Cassiano) 508519 - (de) Francesco sottoaltarista 431 486 534 569 595 SS.ma TrinitĂ 136 162 223 Santonilli Bartolomea legato 170 Santori Giulio Antonio cardinale 101 Sanudo monsignore primicerio S. Marco 500 Sanz Alessandro architetto scultore 251 - Giovanni architetto scultore 160 Sarego (de) Luigi nunzio ap.co 287 Sarpi Paolo servita storico 176 205 Sartonio Antonio vicario generale 455 Sartori E. 241 Savio F. 58 62 65 Savio Giovanni Paolo vescovo 442 Savio Vincenzo possidente 149 Savoia casa 119 Savoldelli Tommaso sacerdote 169211 Savoldi G. 278 - V. 278 Scaduto F. 205 673


Scaglia Caterina cittadina b.ca ono ered. 582 - Giacomo cittadino b.co 199 464 Scaletta GiovanBattista custode 364 Scalvino Luigi cittadino b.co disp. test. 483 Scamozzi Vincenzo architetto 239 606 Scappi Alessandro nunzio ap.co 286 287 Scarpa Cristoforo cittadino b.co disp. test. 581 583 - Maria ono ered. 581 583 Scartabellati Giovanni Battista curato (Berzo) 265 - Paolo sacerdote 561 Schena de Gherardi Benvenuta cittadina b.ca disp. test. 580 583 - de Gherardi Donato cittadino b.co disp. test. 580 583 Schenardi GiovanBattista valtellinese 286 Schiavetti lettore di storia ecclesiastica 457 Schmidlin Giuseppe giurista 85 Schmitz L. 67 Scolari Giacomo sacerdote (ard. ill.) 610 Scorlettis (de) Cristino sacerdote 532 Scotti Antonio cittadino b.co ono ered. 579 583 - Cristoforo cittadino b.co fonda cappellania omonima 579 583 - Francesco sacerdote (ord. ill.) 528 - Giovanni Battista cittadino b.co 579 583 - Polidoro cittadino b.co 180 181 Scuris (de) Marco curato (Gazzaniga-Fiorano) 404 Sebellina Paolo possidente 574 576 Secco Suardo Davide canonico convisitatare 477 520 607 - Suardo Pietro conte 607 Secondo soldato compagno di S. Alessandro 155 Seghezzi F. 164 369 - Giovanni Battista cittadino b.co 514 Segni Filippo vescovo 195 Selva P.A. 463 Semproni Caterina disp. imped. cons. 180 Senaga Giuliana religiosa (mon.ro S. Croce) 466 Sens (di) Nicola V. PelvĂŠ Nicola cardinale Senselli Giovanni Maria disp. imped. cons. 180 Sensi Orsola cittadina b.ca disp. test. 246 Seradobati Bernardino cittadino b.co disp. test. 149 - Gerolamo archidiacono (Nusco) 365 - Giacomo notaio 580 - Giacomo possidente 421 - Isetta aspirante monastero 154 Seripando Gerolamo cardinale 112 Sertori Pietro assistente 607 Servi di Maria 457 468 582 Serviti V. Servi di Maria Settia A. A. 138 674


-----------------Severo soldato compagno di S. Alessandro 155 Sfondrati Nicolò cardinale v. Gregorio XIV papa Sforza duca 615 - Francesco I duca 115 184 - Galeazzo Maria signore 545 - Massimiliano duca 115 - Pallavicina capitano generale 137 Sigismondo III re 207 345 Signore Dio v. Dio Signori Bartolomea aspirante monastero 154 - GianPietro vicario foraneo (Serina) 342 Silani Giuseppe sacerdote (ord. iiI.) 529 Sili Michele orafo cesellatore 273 Silos G. 132 Silva (de) Santina prefetto Casa Pontificia 170 171 Silvestro I santo papa 136 Simoncelli P. 116 177 Simone cittadino b.co 180 - Giovanni disp. imped. cons. 180 Simonetta Francesco cardinale 114 Simoncelli G. 337 Sirleto Guglielmo cardinale 91 93 101 112 116 - Marcello vescovo 112 Sisto V papa 5767687072 7475 7898 103 106107109 111 112 124 155 163 168 188 193206207212215216269279290300309316323345429488 509 531567579 614 Sobieski Giovanni re 558 572 Soglian P. M. 153 181 Solari Alberto cittadino b.co disp. test. 580 583 - Francesco notaio 580 - Lazaro notaio 580 Solza Gabriele canonico 143 198 - Paolo Emilio cittadino b.co 472 - Ruggero cittadino b.co 402 Somaschi 150 151 448 579 Somma (del1a) Guido cardinale 182 Sonzogni Marsilio sacerdote 598 Soranzo Vittore vescovo 113 176 Sordi Giuseppe sacerdote 457 458 Sorte Cristoforo cartografo 175 Sozzi Vimercati P. 448 Spada marchese 387 - Fabrizio cardinale 499 - Andrea 178338 Spagnoli 281 286 287 351 Speranza PierLuigi vescovo 76 77 78 79 84 Spinelli G. 368 539 675


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Spino C. 181 - Cristoforo soprano 322 Spinola Brigida nobi1donna genovese 622 - Giannettino nobile genovese 622 Spirito Santo 335 560 Stapleton Tommaso controversista cattolico 390 Stefanis (de) Marino possidente 149 Stefano santo diacono protomartire 166 168 343 - di Tournai giurista 64 Stotorno Pier Damiano benedettino (Vallombrosa) 415 Straub H. 60 Storti Storchi C. 139 Strozzi Alessandro vescovo 561 562 - Ercole beneficiato 152 Stumpo E. 496 622 Suardi famiglia patrizia b.ca 138 394 Suardi parroco (Monselice) 457 - Alberto domenicano aspirante curato Malpaga 172 - Antonio canonico preposto (Spirano) 107 145 - Bonifacio preposto (S. Aless. Cr.) 251 - Clemente canonico convisitatore 477 478 - G. 394470 - Galeazzo deputato Consiglio cittadino 256 - GianForte conte 167 - Goffredo cittadino b.co 579 - Ludovico nobile b.co disp. test. 246 - Michele curato (Cenate) 422 - Nico1ino Pietro possidente 511 - Suardo canonico 145 - Zaccaria possidente 573 583 Suardo Prospero presidente Misericordia (Calusco) 186 Suarez de Figueroa duca di Feria 286 Svizzeri 176 286 304 Tagliaferri A. 93 Taidone personaggio b.co 135 136 138 Targoni Cesare incisore cesellatore 273 Tarugi sacerdote 107 Tarussis (de) Melchiorre sacerdote fondatore Consorzio Carcerati 166 Tasca Anna religiosa 471 511 - Dezio presidente borgo S. Leonardo 230 - Duccio presidente borgo S. Leonardo 230 - Ludovico notaio 320 - Ottavio notaio 580 - Ottavio presidente borgo S. Leonardo 580 Tassi Luigi cittadino b.co 515 Tassis (de) Battista commendatario prepositura S. Maria di Scanzo 419 - Francesco mercante oriundo b.co (Venezia) 180 676

--足


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- Francesco commendatario prepositura SS. Simone e Giuda 573 576 - Gerolamo rettore (S. Salvatore) 173 - Giovanni Battista canonico 591 - Gineura novizia 154 Tasso famiglia patrizia b.ca 147 - Enea nobile b.co 154 - Giovanni Gerolamo abate commendatario prepositura SS. Simone e Giuda 198 205 218 328 471 - Giovanni Giacomo canonico deputato fabbrica duomo 504 - Luigi canonico convisitatore 412 519 - Lucillo nobile b.co 471 Teatini 113 130 131 132 198204205218219266 Tebaldi Francesco cittadino b.co disp. test. 149 Tebea legione romana 155 274 322 540 559 603 Tebei 318 Tel1ez y Giron Pietro di Toledo vicerĂŠ di Napoli 281 Teodoro vescovo 155 Teranelli Defendo cittadino b.co 149 150 Terzi Agostino chierico 148 - Alessandro canonico 263 411 - Alessandro rettore Seminario 326 - Alessandro sindaco scuola Corpo di Cristo (Cenate) 382 - Camillo deputato Consorzio fabb. duomo 540 605 - Francesco disp. irreg. per ordini sacri 514 515 - Gerardo canonico 166319320 - Giovanni Battista canonico 234 - Giovanni Giacomo canonico 545 - Orlando cittadino b.co 514 515 - Sara cittadina b.ca disp. test. 246 Terziari v. Francescani del Terz'Ordine Terziarie Francescane v. Francescane del Terz'Ordine Testa L. 171 Tiepolo Francesca Maria dottoressa direttrice Arch. S. Venezia 552 - Giandomenico pittore 377 Tilpino vescovo 146 Timoteo santo discepolo S. Paolo 454 Tinelli Francesco gesuita 587 Tiraboschi Alessandro canonico 608 - Antonio rettore (S. Michele) 508 519 - Bartolomeo canonico convisitatore 519 - Giovanna Costanza religiosa 548 549 - Giovanni sacerdote 384 - Giovanni Pietro mercante 385 387 415 483 543 574 Tironi L. 147 153 159 167 168 249 250 252 326 328 369 372 457 Tito Livio storico 360 Tognola Giacomo capitano 287 304 305 Toleti v. Francisco de Toledo 677


Tomini GiovanBattista affittuario 420 - Giuseppe gesuita 587 Martino chierico beneficiato per rinuncia 173 - Sigismondo canonico convisitatore 591 608 Tommaso d'Aquino santo sacerdote domenicano dottore della Chiesa 346 - Becket vescovo santo martire 155 Tonelli Bernardino cappellano 506 Tonini (Tomini?) Giuseppe canonico 237 Tonino cittadino b.co 180 Tonolli S. 159 Tornielli Giovanni vescovo 62 Tornio1a Cristoforo vicario generale 122 Torre (della) Caterina erede 578 582 - (della) Margherita cittadina b.ca disp. test. 578 582 Torres Cosimo cardinale 314345 - Ludovico cardinale 145 Torriani signori 184 - Francesco aspirante parroco S. Aless. Croce 400 Traffichetti procuratore 313 349 Traina Giovanni Antonio cittadino b.co 453 Tramontin S. 447 Treccani G. 101 119561 Trecino Antonio maestro luganese 251 - Francesco maestro luganese 251 - GiovanMaria maestro luganese 251 Trevisan Davide rettore fondatore Monte Pietà 166 - Giovanni patriarca 223 Trivella Bernardino cesellatore 325 Tron Niccolò nobile veneziano 621 - Paolina nobile veneziana 621 Turchi 91 93 98 114 162 301 353 413 474 500 572 593 594 622 625 Turiano Alfonso avvocato 381 Ubaldini Roberto cardinale 290 Uberti Michele console (Venezia) 387 Uccelli PierAntonio storico 84447448450451452454456457458462467474475 485 Ughelli F. 94 132225292 314 357448 501 504 606 Ughetto da Verona cesellatore 273 Ugolano Giovanni Francesco nobile b.co 478 Uguccione da Pisa giurista 64 Ugurgieri della Berardenga 527 Ulianich B. 447 Ulietti C. 147 152 400 457458 546 Urbano VIII papa 146203214238310 311312 313346353 354356359364393406 417418421439446486603 Urbinati codice 93 341 678


-----""'-------------Usubelli commendatario Zante e Cefalonia 313 - Maddalena aspirante monastero 154 Vaccaro L. 57 182 Vaerini B. 139 211 225 266 368 385 389 394 447 458 512 Vairino Alberto sacerdote 406 430 Valcarengi Pietro maestro di canto 326 Valenti Giovanni curato porzionario (Romano L.) 478 Valentiniano di Roma benedettino sacrista 422 Va1enzuela Eduardo ammissione diaconato 528 Valeriano imperatore 376 Va1esiani 176 286 Valiero Pietro cardinale 311 312 314 Valle (della) Gerolamo notaio 578 - (della) Domenico presidente borgo S. Leonardo 230 - Andrea cancelliere 569 576 - Francesco cittadino b.co 387 - Giacomo cittadino b.co 569 - Vincenzo curato (Oltre il Colle) 262 Valoti Giacomo canonico 141 - Giacomo cittadino b.co 483 - GiovanMaria cittadino b.co disp. test. 483 Valsecchi G. 62 139 Varesio Pompeo nunzio ap. co 611 Vasco canonico 251 Vassellino (Vesellino) Francesco canonico 590 605 Vaticano (codice) 112 138224314462470 Vavassori Gerolamo notaio cancelliere 99 100 280 - Giorgio notaio 190 195 280 Vecchia Pietro abate vescovo 522 538 539 Vecchiarelli Pietro cappellano 611 612 Vecchio Leonardo curato (Parzanica) 265 Vecchis (de) Francesco Antonio coadiutore (can G. de Vecchis) 584 - Giacomo canonico convisitatore 520 584 614 Vecchis (de) Carlo arcivescovo segretario Congr. Conco 497 - (de) Defendo canonico procuratore 507 508 590 591 602 614 617 618 619 - (de) Giacomo canonico 236 Vegio v. Vecchis (de) Veltronio Matteo notaio 579 Vendramin Francesco arcivescovo patriarca 223 300 303 387 - Giovanni capitano 185 Venere divinitĂ pagana 360 Veneziani (Veneti) 176 204 231 377 572 Venosta Francesco dottore 286 Ventura cittadino b.co disp. test. 149 Venturelli Orazio cittadino b.co disp. test. 580 583 - Venturello cittadino (Amelia) 387 Venturini Giuseppe Antonio uditore generale Nunziat. Ven. 613 679


Venturino da Bergamo fra 467 Verazano Nicolò maestro dei corrieri 93 Vero presbitero 58 Vertova famiglia patrizia b.ca 539 - Bartolomeo cavaliere 447 - Clemente presidente borgo S. Antonio 230 - Claudia contessa disp. test. 579 583 - Cristoforo fra 508 539 - Flavio conte ono ered. 419 539 579 583 - GiovanBattista coadiutore (can. L. Vertova) procuratore vicario genero 508510 537 539 545 554 576 583 591 - Lucillo canonico 479 539 541 545 - Martino vicario capitolare 379 380 402 591 - Paolo Antonio legato 146 Vertua V. Vertova Vescio Antonio scultore 25 Vesellino v. Vassellino Francesco Viatore santo vescovo martire 61 134 156 157255274322376399413 425 572 Vidali Benedetto benedettino 538 Vidman Cristoforo cardinale 419 420 421 Vimercati Sozzi P. v. Sozzi Vimercati P. Vincenti Vincenzo curato (Alzano Sop.) 264 266 Vincentis (de) Galasso fondatore cappellania S. Giuliano 585 Vincenzo santo diacono martire 136 143 412 Viora M. E. 114 Virgilio Marone Publio poeta 326 Viscardi famiglia patrizia b.ca 576 - Antonio possidente 575 - Chiara cittadina b.ca 332 335 - Giovanni locatario 573 576 - Giovanni Andrea giurista 124 125 - GiovanBattista possidente 523 - Marcello avvocato 234 Viscardisino Giovanni cittadino b.co locataraio 572 Visconti signoria 184 545 551 - Alfonso cardinale arcivescovo 207 - Azzone signore 184 - Bernabò signore 231 232 - Giovanni Maria signore 478 480 - Luchino signore 231 - Ottone signore 181 183 Vitalba GianBattista sacerdote 561 - Paolo notaio 580 - M. Antonio notaio 580 Vitali cittadino b.co 453 - Giacomo cittadino b.co 453 Vitelli Francesco nunzio ap.co 353 356 361 383 389 390 394 680


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Vittore santo martire 155 170 Viviani Matteo sacerdote 457 Voturia tribĂš 360 Vuildes Alessandro capitano 333 Wandertristrio Adriano personaggio della Curia romana 526 Wernz P. 59 Zacchia Luigi nunzio ap.co 287 312 350 - Laudivio cardinale 418419 - Paolo Emilio cardinale 418 Zambelli Andrea cittadino b.co 149 - Damiano domenicano intarsiatore e intagl. 248 - Giacomo beneficiato 170 - Maffeis Caterina cittadina b.ca disp. test. 582 583 - Pietro fondatore cappellania omonima 463 Zambetti Cristoforo 180 - Giovanni disp. imped. cons. 180 - Maddalena disp. imped. cons. 180 Zanardi Andrea nobile b.co 474 Zanchi Gerolamo canonico 263 Zanchi G. 94 132 150 152 164225 255 274 314 357447455 501 606 - Marcantonio cittadino b.co disp. test. 582 583 - Pelliccioli Delia religiosa 511 Zanella V. 137 159 161 230 231 232 239 249 377 378 Zanetti U. 463 Zanga Bartolomeo sindaco santuario Altino 564 - Giovanni sindaco santuario Altino 564 - Giovanni Comino sacerdote (ord. ilI.) 610 Zanuchetti Giacomo canonico 541 Zanuchino dei Signori Margherita cittadina b.ca disp. test. 580 583 - Francesco cittadino b.co disp. test. 385 483 -Gerolamo (fra Francesco da Bg.) disp. test. 578 582 Zappani Giovanni Giacomo diacono 169 Zassardo Michele da Osgnano domenicano inquisitore 289 335 Zen Caterino podestĂ 185 Zeno Carmine pretore 99 Zenone santo martire 170 Zineroni Augusto sacerdote 169 - Giovanni notaio 396 Zoi Pietro Maria cancelliere procuratore 546 Zolli Marco Antonio abate 507 591 Zonca A. 140 - Domenico sacerdote (ord. ill.) 528 Zoppa Angelica cittadina b.ca 149 - Paolo cittadino b.co 230 Zoppi Antonio cappellano 584 585 681


Zorzi Marta cittadina b.ca 149

- Marino podestĂ 382

Zucarino Lochis Alessandro presidente borgo S. Leonardo 231

Zucca Laura aspirante monastero 154

Zuccarini Paolo Giovanni cittadino b.co 514

Zucco Antonio sacerdote 615

- Francesco pittore 248 377

Zuchini Tommaso curato (Gromo S. Marino) 108

682


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Indice dei nomi di luogo l

1) I nomi di particolari localitĂ sono omessi.

I nomi in lingua latina, tranne qualche eccezione, sono riportati in lingua italiana.

683


Abbazia 278 Abruzzo 178 Acqualonga 168 186 478 482 Acqui 92 119 Adda 155 181 182 183 184 409 410 Adige 158 Adrara 168 180 265 383 Adrara S. Martino 170 Adria 354 356 361 442 Adrianopoli 345 555 Adriatico mare 230 Africa 69 113 Agaunum 155 Agnadello 182 183 184 Alba 92 Albano 496 Albano 107 115 165 168 267 311 Albegno 169 199 264 518 Albino 106 152 153 154 162 168 174179253265278327343385409419421422454 467478480481482483 511 519 520 562 577580581583 Albino casa di 574 575 Alemagna 248 360 Alençon 127 Aleppo 354 Alessandria 92 333 Almè 168 452 476 506 523 524 Almenno v. Almenno San Salvatore Almenno San Salvatore 38 168 174 180 182241 261264409456473 474476478520 551 576 578 608 Almenno San Bartolomeo 169 265 473 506 507 565 Almenno S. Maria v. Almenno S. S. Alpi 178 409 410 Altino monte 564 Alzano v. Alzano Lombardo Alzano Maggiore 154162 165 168334381382385386387455457470471476478 480 483 511 518 520 523 544 548 550 580 581 583 Alzano Lombardo v. Alzano Maggiore Alzano Sopra 163 165 168 186215 264265409 Alzano Sotto v. Alzano Maggiore Ambivere 169 174 179 265 456 538 Amelia 387 America 67 69 Amiens 126 Amsterdam 115 Ancona 180 288 387 449 Andria 538 Annunciata 173 265 Antegnate 182 545 685


Antiochia 60 Appennini 61 408 Aquila 528 Aquileia 312 314 347 526 Aquino 302 Aquisgrana 495 Aranzver 287 Arcene 185 573 Ardesio 149 165 168 173 174253265417456482520523 564 Arezzo 561 562 Arzago 182 183 Ascensione 169 453 Ascoli 207 302 Asia 59 69 283 Assisi 418 Atene 301 497 593 Atlantico 69 Austria 176 230 286 353 572 Averara valle 172 181 183 184 185 230 277 Aviatico 169 171265 Avignone 302 496 Azzano 168 264 457 Azzano Cremasco 182 Azzone 165 168 173 261 265 337 Babilonia 443 Baccanello 512 Baden 176 Bagadet v. Bagdad Bagdad 443 Bagnatica 106 168 199264382417466476477481 483 520523 524 Bagnella 165 169 171 180 Barbata 182 Barblino monte 409 Bardellino lago 409 Baresi 169 171 172 Bariano 162 168 173 182186193230261264281331456 482483514551565567 Barra 281 331 Barzana 482 483 598 565 566 567 597 Barzesto 199 253 258 Barzizza 168 173 258265381382474476 Basella 414 Basilea 66 Bastia monte 231 Batidschina 593 Bedulita 169 171 265 515 578 Belgio 69

686


------'""-------------­ Belgrado 593

Berbenno 169 171 172 173 180 265

BERGAMO cittĂ 575861 6265677475767778 81 84 85 86 878891 92 93 94 979899

100101102103105106107108 109 111119 120 121122 123 124 125 126127128

130131134135 136137138 140 142 143 147150153 155 156 157159 164 167168

172 175 177178 179 181182 183 184 186189 190 192 193 195 197198199203205

206207 208 214 215217218219221222223225230231232234239241243244

245 246 248 249 250 256 257262266270273 276277278280281 286287288 292

293294302303 304305 308 311 312 314 317 322 332 333 335 336 337338341 346

348349351357360361364365370372 377379383387388389393394400402

405407409413 417418421423429430432433434435446447450458463466

467468470471 472 473 474 479 488 496 500 504 507 511 512 513 514 520 524 528

533535537538543544546548549550551552553555558559 563 565 566 567

570 572 573 576 577 585 586 594 598 604 613 616 619

Accademie 249 250 276 326 372

- Arioni 266

- Belle lettere 266

- Eccitati 266

- Ema 266

- Naturalisti 266

- Pasti 266

- Solitari 266

Acropoli 231

Anfiteatro 231 360

Arena 231

Biblioteca A. Mai 62 448

BIonda 134

Borghi - Canale 230231 455 591

- Fuoco 244 471

- Palazzo 164 230 355

- Pignolo 230 231 314376425 - S. Leonardo 230231 246251 264 276414425 455 471 473 546 578

- S. Antonio 159230231 246276471 472 511 546

- S. Tommaso 230 328 471 472 590

- S. Caterina 147 153 159 167230 231 328 369 471 473 546 577611 612 613

Canoniche - S. Alessandro 133 138 139 604 605

- S. Vincenzo 233 604 605

Capitolo Canonici (SS.Alessandro e Vincenzo) 6599106110120121122123129

138142143144145166184185 197198211 224233249264273274307319320

321325362365366368391394398412 413 420445446460461462463500508

539 525 553 575 584 585 590 606 607 611

Capitolo S.Alessandro (o Congregazione) 100 138 142 144 148204233234236251 272 281318 362 363 398 399 411412 413 424 463 499 504 529 532 540 545 546 552 687


553 554 591 616 625 626 627 Capitolo S. Vincenzo (o Congregazione) 107138 139 141 144 182 194206233234 264272 318 363 399411 412413 418 424 463 499 504 529 533 540545 552553 554 575 576 591 606 625 626 Capitolium 360 Cappella Colleoni 545 Cappellanie e Chiericati - Annunciazione 584 - Bonghi 584 - S. Agata 140 - S. Eufemia 366 - Gargano Venturi no - S. Giovanni B. 366 541 584 585 - SS. Girolamo e Caterina 504 541 - S. Giuliano 584 - S. Salvatore 364 - S. Silvestro 584 - Zambelli Pietro 463 Chiese Basilica S. Alessandro (Alessandrina) 134 137 138 142 143 155 156 161232318541 559 583 604 605 626 BasilicaS.MariaMaggiore 146158164167168198248249250326329401414419 420 425 432 463 504 505 540 541 560 574 592 607 Cattedrale S.Vincenzo 99106107122123 124 134 135 136137138142143 155 156 157158159160161204205211212233239248249272 274307 318 323362376 393 396424429453 458489504507515 532 539 541 559 584 585 604605 614 Cattedrale dei SS. Vincenzo e Alessandro 553 591 Chiese parrocchiali - S. Agata 147 198 199 326 566 - S.Alessandro in Colonna 146147161229234251269325326373377 414425467 542 546 559 560 580 583 592 - S. Alessandro della Croce 105 146147161162164221240251252257326331 335 371 376400414425 464 542 546559560592 - S. Andrea 107 137 147 155 159 199 256 274 326 376 399 582 - S. Cassiano 147 326 508 519 605 - S. Caterina 147 326 577 581 613 - S. Eufemia 147 326 333 335 - SS. Giacomo e Stefano 137 147 - S. Grata inter vites 107 137 147 161 199 256 326 542 - S. Lorenzo 137 147326 - S. Michele dell'Arco 147 198 326 483 508 519 - S. Michele al Pozzo Bianco 147326 - SS. Nazario e Celso in Curnasco 147 - S. Pancrazio 147 151 170 173 326 - S. Pietro in Boccaleone 147326 688


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- S. Salvatore 147 173 326 376 377 387 399 402 546 Chiese - Oratori - Carmine 164 - Ognissanti al Galgario 205 - S. Agnese 134 136 - S. Agostino 164 - SS. Bartolomeo e Domenico 463 - S. Benedetto 274 - S. Bernardino 105 106 199 - S. Biagio 425 432 475 546 - S. Carlo 246 276 - S. Carlo 247 277 - S. Croce 164 369 - S. Francesco 79 125 164 581 - S. Grata in columnellis 160 199 273 399 481 - S. Lazzaro 164 244 245 - S. Leonardo 161 580 - S. Lucia 400 427 475 - S. Maria 134 604 - S. Maria ad Nives 383 581 - S. Maria delle Grazie 164 - S. Maria dello Spasimo 189 377 - S. Maria in Monte Santo 383 472 - S. Maria in S. Vigilio 199 - S. Maria novella 378 384 385 - S. Maria vecchia 161 - S. Maria Maddalena 231 - S. Matteo 146 151 - S. Nicolò 164 - S. Pietro 134 471 - S. Pietro in Bianzano 328 - S. Rocco 164 - SS. Simone e Giuda 475 - S. Stefano 164 579 Cittadella 137 Colli - S. Eufemia 161 231360 - S. Giovanni 135 161231 383457471472 511 - S. Vigilio 135 199 604 - S. Stefano 161 Confraternite - Carità (o Buona Morte) 402 - Carmine 164 - Cintura 164 - Concezione 164 689

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Corpo di Cristo 273 Disciplinati 105 166 549 Dottrina Cristiana 105 150 205 252 255 277 332 354 549 Gentilhuomini 475 Madonna del Pianto 164 Madonna dello Spasimo 164 Meditazione 335 Nome di Gesù 164267 Penitenza (o Maria SS.ma Annunciata) 400 475 Rosario 164 267 S. Filippo Neri 509 S. Rocco 164 SS. Maria e Giuseppe 164 S.mo Sacramento 240376 Suffragio 611 613

Congregazioni laicali - Consorzi - Istituti Pii o Pii luoghi - Collegio Nobili Laici 560 592 608 - Compagnia dei Protettori 245 - Consorzio della Fabbrica del Duomo 131 224 605 607 - MIA 146147152166167168247248249250322329372 401414 458 505 507540 592608 - Carcerati 166 167252277 330 373 401 414 507 - Convertite 166 245 276 328 371 401 415 516 543 563 590 - Mendicanti 224 246 276 285 288 328 387401 414 523 544 - Orfane 162 166 245 328 371 401 414 507 516 543 544 563 590 593 609 - Orfani 166 245 246 328 371 401 414 516 544 563 590 593 609 - Pietà 166 331 373 545 - S. Alessandro della Croce 250 330 373 401 - S. Alessandro in Colonna 250 330 373 401 580 583 - Monte dell'Abbondanza 166 167 277 374 401 545 563 609 - Monte dei Pegni 373 401 545 563 609 - Monte di Pietà 93 124 125 126 127 128 166 167277 401 414 545 563 609 - Soccorso 224 246 247 276 277 285 288 328 371 401 415 516 543 563 590 Consiglio cittadino 127131143 163 166170178 179198 199230233234238242245 246248249255256266273 322 340 355 363 368 369 370383 410 411412 413414 450 461 462 467 470 472 504 505 509 539 540 572 590 591 594 605 608 Contrade - località - Astino 382 414 548 549 - Breda 355 - Casalino 455 - Cavette 471 544 - Fontana 342 - Masone (Mugazone-Magione) 198 205 206218 219 220 221 233 251 561 575 - Oltre la MorIa 162 - Pozzo Bianco 411

690


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Rocchetta 164471 Regio 239 S. Giovanni 245 S. Martino 246 S. Michele dell'Arco 473 S. Pancrazio 473 S. Pietro di Bianzano 328 S. Sebastiano 342 455

Monasteri o conventi Femminili

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S. Antonio di Padova 471 544 S. Benedetto 99 152 153 154 199 242 324 327 377 385 466 470 511 544 590 S. Chiara 152 153 244 511 577 578 583 S. Croce 327 369 466 SS. Fermo e Rustico 152 159 S. Giovanni in Arena 470 S. Giuseppe 471 S. Grata 152 153 160 199 327 330 336355 379 384 385 470 511 542 SS. Lucia e Agata 152 153 467 511 577 S. Maria del Paradiso 152 154 326 327 369 511 S. Maria di Rosate 152 153 158241 467510 511 S. Maria M. Domini 152 153 158 327 384 385 467 511 611 S. Marta 152 153 154 241 327466 467490 511 578 S. Orso1a 467 510 511 544 S. Pietro 471

Maschili

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Astino 162 203 592 S. Agata 219 221 S. Agostino 241 SS. Bartolomeo e Domenico 333510 S. Francesco 578 S. Giorgio di Spino (priorato) 419 420 573 S. Leonardo 162 224 355 368 SS. Simone e Giuda (prepositura) 471 573 S. Spirito 509 S. Stefano 137

Mura 136 137 138 229 232 272 360 423 503 Forte S. Marco 231 Museo archeologico 157 Ordini e congregazioni religiose Femminili

- Benedettine 158 161 - Carmelitane 510

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_---------足

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Cappuccine 243 257 276 369 511 Demesse 224 327401 415 471 472 511 543 590 Domenicane 490 Francescane del Terz'Ordine 544 Orsoline 243 276 327 369 371 400 415 426 472 Servite 369

Maschili

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-

Agostiniani 241 415 577 582 Benedettini Vallombrosani 241 Canonici Regolari Lateranensi 241 509 Carmelitani 241 Celestini 241 500 Crociferi 162 355 368 580 Domenicani 152 462 510 547 562 573 576 Francescani Cappuccini 162 241 Conventuali 241 578 579 583

Riformati 152

Terziari 241

Minimi 368 Somaschi 162 241 245 411 582 583 Teatini 241411 415 573 576 Umiliati 328

Ospedali - Lazzaretto 166 - S. Marco 99131166222252330401414544545554562563582584593609 - S. Maria Maddalena 166 245 374 544 563 593 609 - S. Vincenzo 584 Palazzi - Vecchio 239 483 - Vescovi1e 99 194208212213 280 394 396 430 532 540 541 567568616 Piazze - Mercato del lino 264 - Vecchia 377 Porte - Dipinta 137 - Mattume 246 276 - S. Agostino 230 479 - S. Alessandro 230 - S. Antonio 369 - S. Giacomo 230 - S. Lorenzo 230 383 Rocca 231 360 361 S.Offizio 130 131204207217288299332333 334335447547548549550586592 Seminario vescovile 9299146147151239274276285326354367368399410 457 692


-----'--------------足 458 496 511 512 513 545 546 574 576 586 610 Collegio Mariano 151 252 457 490 512 524 560 592 Vicinie - S. Grata 142 - S. Lorenzo 211 230 Vie - Arena 167 - Broseta 471 544 - S. Alessandro 277 - S. Giacomo 277 Bergheim-Berghem 360 Berna 230 Bertinoro 93 180 528 Berzo 169 173 199 265 Berzo San Fermo 265 266 Bianzano 169 171 258 265 Blello 169 171 180 476 524 Boario 169 180 265 Bolgare 162 168 173 265 454 476 523 524 608 Bologna 114 115 170 188 195 216 219 306 486 603 Boltiere 185 578 Bonate Sopra 168 170 173 174 179253264 Bonate Sotto 141 149 165 168 173264 377 379 508518519520523524561582 Bondione 165 168 173265 337452456482483 519 Bordogna 169 171 172 174253265267522 Borgo San Donnino 186 Borgo di Terzo 106152154168265327381382384415426469470472 474476 499 543 553 582 Bor1ezza valle 277 Bormio 286 287 Bosco Marengo 545 Bosra 485 Botta di Sedrina 174 205 265 453 477 519 Botta v. Botta di Sedrina Bottanuco 168 169 172 173 179255265267417458 519523545560 Bourges 126 Bova 523524 Bracca 165 169 265 452 523 Branzi 169 171 172 253 265 266 267 409 581 Bratto 180 Brembana valle 176 178 181 183205230277 336 409 410 418 477 517 519 Brembate 167 Brembate Sopra 162 168 264 391 456474 476 481 561 566 574 581 587 Brembate Sotto 185 Brembilla 169 265 506 519 524

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Brembilla valle 277 383 Brembo 410 424 Brembo fiume 277 409 Breno 168 264 267 484 Brescia 576264 115 116125132136171175179182 183 189190223238261262277 298 (Abbazia dei SS. Gervaso e Protaso) 333334336350354355382388403442 468 (Francescani Osservanti) 484 (Sant'OffÏzio) 499 510 (Francescani Osser­ vanti) 519 (Gesuiti casa S. Antonio) 561565572 586 (parrocchia di S. Nazario) 593 594 603 622 Brignano 182 184 Brindisi 113 Brivio 182 184 185 410 Brugnate 452 Brusaporto 107 168 179265267452577 Buda 572 Bueggio 337 403 482 483 Bundo 138 Burligo 342 506 Busa di Nese 578 Busseto 195 Calabria 112 Calcedoni a 60 Calcinate 138 165 168 173 174 523 524 585 608 Calcio 182 Caleppio 168 175 199 261 263 265 456 482 520 584 Caleppio valle 174 178 179 336 383 478 480 519 587 608 Calusco 162 168 173 179 186 199265454478512 575 583 584 608 Calvenzano 182 183 Cambrembo 482 483 Camerata 148 169 171 265 452 Camonica valle 169 181 183 248 287 350 484 565 Campione 158 Candia 353 417 572 Canonica 182 Canterbury 155 Caorle 586 Capizzone 169 171 173 199 265 Capodistria 526 Capranica 115 Capriate San Gervasio 185 Capriglio 113 Caprino Bergamasco 421 Capriolo 186 Caravaggio 180 182 183 184 Carimate 138 182 184 591 604 605 Carona 169 171 172 180265 266 452 Carona sorgente 409

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Carvico 108 149 169 174 179 199265 515 Casale 92 278 390 Casco 199 265 420 Casirate 182 183 Casnigo 106 162 168 173 261 265 456 Cassano 145 182 Cassiglio 185 Castel Rozzone 182 Castel Paladino 182 Castelgandolfo 447 Castelnuovo di Dalmazia 593 Castione 149 156 168 173 174253 265 337338417 519 Castro 168 184 186 265 346 476 506 507 580 586 Castro ducato 417 Cavallina valle 178 278 336 383 470 478 480 520 Cave 113 Cazzano 106 169 171 381 382 473 Cefalonia 313 Cenate 165 168 174 199265319382411 474 Cenate San Martino 419 421 422 Cenate San Leone 419 Cene 168 170 476 484 578 Cepino 168 171 Ceradello 183 Cerete Alto 106 165 169 174265 473 483 484 564 Cerete Basso 106 168 174 199 265 484 520 564 Cerro 560 Cervia 93 207 Cesarea 134 554 Cesena 449 486 Chiaravalle 419 Chiavenna 286 287 304 305 Chieti 113 120 Chignolo 169 171 173 174 179253 265 474 476 561 Chioggia 529 Chiuduno 106 165 168 186 253 265 267 478 518 Chiusi 497 Ciciniano 528 Cico1a 382 Cina 442443 Cipro 93 113 309 Cirano 482 Ciserano 140 185 563 Cittanova d'I stria 538 Cividate 165 169 186 253 265 267 520 552 Cividino 185 199 Clusone 92108136152 154156162168170173 174 179261266277355381382385

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394454456464468469471473476478481482490499506507510 520 544 562 Coalino 183 Coca pizzo 178 Coira 286 287 304 305 Colere 165 168 173 179265 337416476519 Cologno 165 169 173 179264333 334 382 453 476483 507 545 Colognola 92 108 168 244 264 267 524 Colonia 94 162 301 Colzate 180 Comacchio 452 528 Comenduno 264342382551 Communuovo 165 169 171 265 Como 62 125 155 178 277 287 336 557 Como lago 181 183 410 Concesa 455 480 Concoli monte 185 Concordia 354 CondĂŠ 126 Corato 528 CorfĂš 91 92 114 Corinto 593 Coma 171 264 265 Cornalba 168 265 473 Cornalta 381 382 523 Cornello 171 Como Stella 178 Como Tre Signori 178 Corsica 69 72 74 Cortenuova 169 Cortenuova Sotto 482 Cortenuova Sopra 482 Costa 179 180 186 265 453 581 Costa Serina 168 Costa Mezzate 168 265 452 523 Costantinopoli 59 60 162 Costanza 66 67 183 Covo 182545 Credaro 165 168 170 173 253 265 267541 Crema 9293121172 183 184204216223264277298310 332335 336 394 403 409 410 548 593 594 Cremona 178 182 183 184185 186 195216261292334336361 388403 410 550 551 558603 Creta 413 Cuccaro 528 Curnasco 147 169 267 542 Curno 168 174 179 267 Curte Vetheri 182 696


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Cusio 180 185 Cutili 149 Dalmazia 69 593 Dalmine 509 Desenzano al Serio 149 168 264 265 266267 581 Dezzo 257 Diavolo lago 409 Dossello 278 Dossena 168 174 205 260 261 265 386 387 388 456 476 520 574 Edolo 286 410 Efeso 372 Egitto 593 Eistatten 101 Endenna 169 174253265 267 453 456471 481519523 538 Endine 149 168 174 265 Engadina 287 Entratico 162 168 199 265 464 476 575 Ercavallo lago 410 Esine 262 294 Esmate 168 173 174 180 186 264 265 266 523 Europa 69 176 188 263 283 443 572 Faenza 603 Famagosta 91 93 112 113 116 117356 Fano 188 452 486 Fara D'Autari 157 Fara Gera D'Adda 156168 174 182 183 184.186261281385410 452 456 473476 478 482 520 583 587 Fara Olivana 168 174 182 230 261 265 456 476 478 506 Farfa 346 488 Favignano 92 Feltre 264 312 394 442 Fengo 186 265 482 524 Feria 286 Fermo 98 180 346 496 Ferrara 182 184 335 486 527 558 622 Fiandre 93 248 Fiano 528 Fidenza 186 Figadelli 180 519 Filago 169 170 171265 Filone di Quatizia 183 Fino 165 168 174 199 265 267 Fiobbio 278 Fiorano al Serio 165 398 404 405 474 482 483

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Firenze 58 60 106 180 205 273 346 452 527 538 Fiumenero 165 169 171 253 265 267337456 Fondra 169 171 180 265 266 482 Fontanella 169 173 174 175 178 182 199 252 253 Fontanella Sant'Egidio 265 Fonteno 165 169 186 265 Foppolo 169 171 172 265 517 Foresto 168 253 ForlĂŹ 415 488 Fornovo 182 Fosso Bergamasco 182 183 184 410 Francia 697491929398 113 114 126159 176188286287290310 342 364 390 406 486594620 Frascati 486 Frerola 169 171 265 Friburgo 60 Friburgo in Brisgovia 66 93 Fuentes 230 Fuipiano 169 171 173 174265266417452453 Fulcheria isola 183 Gaggiano 186 Gallia Cisalpina 360 384 423 424 539 Gallia 98 159 Gallo colle 278 Ganda 403 453 Gandellino 165 169 265 417 474 Gandino 106157162169174253260261265266327336385387415454 456 473 478 480 482 511 520 561 581 Gandino valle 277 383 386 394 405 Gavaizo 138 Gaverina 169 17] 173 278 Gazanica v. Gazzaniga Gazzaniga 169 174 177 199 26] 331 343 398 404 405 407 409 470 482 519 Gazzuolo 410 Genova 79,130 180319447453 Gera D'Adda v. Fara Gera D'Adda Germania 69 114 115 180 333 Gerosa 169 265 506 524 577 Gerundo lago 410 Gerusalemme 58 180 Ghisalba 93 141 145 168 173 174261264265382383456474476506507520 Ginevra 155 302 Gleno monte 178 Goa 443 Gorlago 152 162 168 173 174261265 335 466 474 476 477 481 523 524 Gorle 265 355 381 382 698


-----------------Gorno 149 165 169 173 174 186 473 474476 480 Grassobbio 168 199 265 Gravina 486 Graz 65 Grecia 69 Grigioni 176 177 229 286 287 304 Grignano 180 184 185 Gromlongo 538 Gromo 200 473 Gromo San Giacono 168 253 265 Gromo San Marino 109 164 168 253 265 343 452 474 476 482 Grone 169 Grottaferrata 346 Grottammare 98 Grumello 179 Grumello del Monte 168 199 265 473 474 478 Grumello dĂŠ Zanchi 169 171 174382 Guardate 528 Guardavalle 112 Gubbio 152 172 Guzzanica 152 153 199 Helsinki 291 lesi 622 Imagna valle 277 336 478 517 519 563 Inghilterra 69 113 114 188 292 335 Irlanda 69 Iseo 561 Iseo lago 181 183 410 Isola 172 383 409 478 519 608 Ispahan 443 Italia 57585960626972 74 75 76 9194113 125 132 159176178289292301357362 406 410 447 504 538 607 Jouy 126 Kissamos 91 Knin 593 Lallio 168 174261267408420421422456477 520587 Lario lago 410 Larissa 298 Lama valle 156 Lavino 185 Lecce 603 Lecco 182 183 184 699


Leffe 167 174 264 476 519 528 581 Legnone catena del 181 183 Leonessa 573 Lepreno 168 Levate 141 185 575 Lione 64 93 155 287 lega di Lipsia 65 Lituania 59 Livorno 180 Lizzola 337 Locate 165 168 173 264 Locatello 162 169 171 265 506 507 523 524 563 564 Lodi 178 183 184410 545 Lombardia 57 58 62 6776 81 85 94 132 135 139 150 162 230 241 545 Lombardo - Veneto 76 Longuelo 582 Lonno 169 265 Loreto 219 Lovere 181 183 186410 484 Lozio 169 Lucca 139 452 545 Lugano 142 Liugnano 165 168 Lujo valle 277 420 Lurano 185 Lussana 162 168 173 205 520 Macerata 92 93 558 Macon 420 Madone 168 179 265 518 Madrid 286 346 Magonza 604 Mainfoit 287 Malpaga 170 172 265 454 476 545 Malta 74 334 335 555 603 Manina passo 337 Mantova 93 390 573 Mapello 170 173 179 199264464519520578579583 Marche 207 Mariano 185 Marne 170466 Marsi 62 Martinengo 92 148 152 153168 179198266319320327333381382383385474476 478482483511545 573 575 Massa 622 Matella 574 Mediterraneo mare 69 700


Medolago 168 253 264 267 280 545 576 Mesolcina valle 176 Messina 113 Mezzoldo 185 Milano 58596061679394106107115132137139144145154155157158160164 175 178 179 183 184 185203 (Ambrosiana) 216 220 230 236 241246 (monastero di S. Pelagia) 260262 (Seminario) 261274 (Capitolo dei Canonici) 277281286 287 289296 (Seminario) 307338 (Chiesa di S. Giacomo, Gesuiti, Confraternita della Croce di Porta Vercellina) 351361388403458480 (Gesuiti) 507522 (Gesuiti) 539 545 558 572 575 578 587 (Brera) 592 603 604 Miragolo 170 171 453 Miragolo San Marco 261 480 Miragolo San Salvatore 480 Misano 183 Modena 115 183 195 346 Moio de' Calvi 170 171 265 476 Molfetta 538 Mologno 148 168 173 175 205 261 389 453 456 464 476 520 575 Monasterolo 148 173 180 183 265 420 520 Monfalcone lO1 Monferrato 230 346 Monreale 145 345 Monselice 528 Montagnana 364 Montalto 102 452 Monte San Severino 579 Monte di Nese 170 171 173 265 Montecassino 538 Montecorona 498 501 Montefalcone 101 Montepulciano 290 Monticello 528 Monza 545 Monzon 346 Morbegno 287 Morea 594 Morengo 182 261 355 550 551 Mornico 107 162 168 173 264454464476477 481483 Mozzanica 184 Mozzo 170 264 Miinster 67 132 444 495 Napoli 86 101 112 113 116 149 281 289 406 488 538 555 557 603 Napoli di Romania 593 Nasolino 165 170519 Navarra (duca di) 98 Nazaret 214

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Nazianzo 91 116 117 Nembro 107108140165168173174186199241261265382385409456519561 585 Nero lago 410 Nese 149168173 174476480520 Nicea 60 Nicosia 162 Nimega 558 Nona di Vilminore 258 337 476 480 482 Nona 586 Nonantola 182 Norcia 387 Nossa torrente 278 Nova 248273 Novara 91 93 115 Novazza 165 170 558 Noventa Padovana (?) 256 Nusco 365 Ocagni 287 Octodurum 155 Oderzo 301 Offanengo 170 Oglio fiume 181 182 183 185 292 410 552 Ogna 156 170 173265 519 01da 185 Oleno 168 Olera 170 175 Olginate 185 Olivares 287 346 Olmo 170 171 172 177452476 Oltre il Colle 170 252 261 262 267 453 519 Oltrepovo valle 277 Oneta 165 170 171 175 180 265 456 Onore 165168173174200265387473 Orio 141 168 Orleans 126 Ornica 185 Orabici colli 360 Orvieto 207 Osgnano 288 335 Osio Sopra 185 Osio Sotto 185 573 575 Ossanesga 165 168 265 508 519 520 Ossolaro 168 174 186 454 482 Ossuna 281 Ostia 115 346 527 622

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Paderborn 66 Paderno 168 172 174 182 186 199261264265266383385456476520558573 Padova 89919394 107113 114 115 123 124 138 188252274292 301309 311312 352 353354356361380411433435437444446447453458498544 Paesano 390 Pesi Baltici 69 Paesi Bassi 114 Pagazzano 182 183 382 Pagliaro 168 172 381 Paladina 165 170265 Palazzago 178 173 174 265 456 482 565 583 584 Palestrina 486 Paliano 113 Pallavicino stato 186 Palosco 138 181 185 186 581 Pandino 183 184 Paola 198 205 Parasio 182 Paratico 165168174181186265267417 Parigi 59 6274 126 159 161 204 214 287 301 444 485 574 Pario 248 Parma 85 170333 346396447 538 Parra 360 Parre 165 170 174265381 481 Parzanica 168 264 265 476483 Passalacqua 92 Pastens valle 287 Pavia 157 206 207 250 333 Pedrengo 162 165 168 474 Peghera 185 Peia 170 180 258 265 476 483 523 Perello 455 483 Pero 442 Perugia 188 219 290 345 486 555 Pesaro 143 172 452 506 Pezzolo 337 403 564 Piacenza 195 273 452 506 545 Pianca 170 171 453 476 Pianico 168 186 264 266 452 523 524 Piario 170 171 173 464 474 476 482 Piazza Brembana 170 174261 265 341 452 453 456 476 520 577 Piazzatorre 170 171 172 265 518 Piazzolo 165 170 171 172 173452 Pinerolo 390 Pisa 64 180 290 346 419 486 Pisogne 410 Pizzino 184 185

703

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Pizzo Diavolo 178 180 183 Po fiume 181 183 195410 Poggio Mirteto 116 Pognano 185 Polesine 434 Polonia 114 188 206 301 345 558 572 593 603 Pontedilegno 410 Ponte Nossa 168 264 409 482 519 Ponteranica 180 464 481 482 Ponte S. Pietro 168 173 174264336383418480520579608 Pontida 165 170 174 175 182255 265 368 452 456 472 522 538 539 549 550 551 Pontificio Stato 76 346 417 Pontirolo 181 Pontirolo Nuovo 182 184 Pontirolo Vecchio 182 184 Ponto 59 Pontremoli 452 Porto Santa Rufina 527 622 Porto 346 496 Portogallo 206 207 594 Poscante 170 171 172 174 453 480 520 Poschiavo 287 Pradalunga 165 168 476 579 580 Pradella 108 170 173 265 337 476 Prato 5972 Predore 149 165 169 170 175261264456474478481520 Premolo 165 170 174265476481 Presanella monte 410 Presezzo 165 168 199 264 Presolana monte 178 Primaluna 181 Priula strada 176 230 Quatizia Filone di 181 Quinzano Po 186 Ranica 168 264 267 381 382 474 Ranzanico 165 170 171 265 Ratisbona 604 Ravenna 61 93 Recanati 92 93 Redona 168 174 176265 Redorta pizzo 178 Reggio 288 Reichesberg 64 Reims 126 146 Resegone pizzo 178 704

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-------'-""-------------Rezia 176361 593 Rialto 364 Rigosa 168 265 473 480 Riso valle 277 Riva 265 Riva di Solto 168 186 476 Rivolta 182 183 184 Rizzo1a valle del fiume 563 Robecco 183 Rogno 186 ROMA cittĂ 5859606263 6465666768697175768591929399101102103 105 108109110112113 114116118119121131132143 144145151153 158 164 169 180186189 190 192 193201203205207211212214218219220221223227244 257279281286287294296298302307310 316 317319 325 333344345346365 387393400406413 422 432 435 438 439440444445447451461462486490492 495496497498500507514528529538548550555557559 571573578579580 585 615 620 622 CittĂ del Vaticano 59 73 76 98 103 Archivio Segreto Vaticano 77 87 Basiliche maggiori - S. Giovanni in Laterano 71 219 486 579 - S. Maria Maggiore 346 - S. Paolo 58 61 64 6771 74 103 279 317 359 396407408 422 431 449 485 502 533 537 554 571 595 598 616617 - S.Pietro 58596164677174103219279292317346359396398407408422431 449485 488 502 533 553 557 569 571 579 595 598 602 616 617 Basiliche minori e altre chiese - S. Adriano 109 - S. Agata alla Suburra (o dei Goti) 103 346 - S. Alessio 290 - S. Anastasia 555 - S. Angelo in foro Piscium 486 - SS. Angeli 116 - SS. Bartolomeo e Alessandro (alla guglia) 387413 - S. Biagio 579 - S. Callisto 119 376 527 - S. Cecilia 311 - S. Cesareo 486 - Chiesa nuova 573 - SS. Cosma e Damiano 527 558 - S. Eusebio 101 406418 - S. Eustachio 111 - S. Gerolamo 103 312 - S. Giorgio 418 - S. Giovanni a Porta latina 208 300 488 705


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S. Giovanni decollato 402 SS. Giovanni e Paolo 126 S. Lorenzo in Damaso 307 S. Lorenzo in Lucina 486 622 S. Lorenzo in Panisperna 112 S. Lucia in Selci 116 S. Marcello 555 S. Marco 311312445498 S. Maria del Popolo 302 495 S. Maria della Pace 486 555 S. Maria in Aquiro 418 S. Maria in Cosmedin 109 418 486 S. Maria in Traspontina 307 310 317 345 S. Maria in Trastevere 311 S. Maria in via Lata 527 S. Matteo alla Merulana 290 S. Onofrio 346 352 S. Pancrazio 188 345 603 S. Prassede 126 169 290 378 622 S. Pudenziana 115 290 622 S. Sabina 346 S. Sisto 114 207 S. Stefano in coelo 274 323 S. Susanna 486 S. Tommaso in Parione 449 S. Vitale 115

Biblioteca Apostolica Vaticana 168 219 Castel S. Angelo 115 Cimiteri - Comodilla 58 - Trasone 378 Collegio Romano 219301 475 Confraternite - Gonfalone 105 - Maria SS.ma Annuncaita o della Penitenza 475 - SS. Bartolomeo e Alessandro dei Bergamaschi 171 579 Curia Romana - Segreteria di Stato 558 - Camera Apostolica 66 103 109 527 - Casa Pontificia 170 Congregazioni - Commissione della Volgata 101 - Commissione Codificazione del Codice di Diritto Canonico 73

706


- Concilio (Cardinali Interpreti del Concilio di Trento) 697071727577 80 8788 97 101103 105106109111134141143 144146152153 164 172 185 186192197199 201203207 211212 219226227229262269272 274283289290316317 319 320 345355359365368370379397398400406408412418420422 427430432438 448449454461 463 465 468 469 470484 486 490 491 492 495 496497498 500502 510511512518522534535537540541554555557560562563566570571573 575 576 577 578 579 580 581 585 586 587 598 592 597 600 610 615 619 623 - Concistoriale 59 72 73 74 87 88 - Confini della Chiesa 496 - Consiglio dello Stato 114 - Dataria Apostolica 147412 542 - De Emendanda Ecclesia 113 - Immunità ecclesiastica 486 - Indice 335 - Inquisizione - S. Offizio 98 113 115288333334335346484547548549550610 - Penitenzieria 113 293 518 - Propaganda Fide 73 311 594 - Riti 161 255 256 540 555 611 613 - Sacra Rota 207300303 394 406 615 - Sanità 496 - Segnatura 486 - Segnatura di Grazia e di Giustizia 101214219293301307345394488496497 555 622 - Segreteria dei Brevi 91 114 115 219293 - Vescovi 63 88 - Vescovi e Regolari 105106107108149152154162163168169175192193198 200215216217 240 243244340384426464470540541543544550562564601 624627 Laterano 62 66 67 71 291 293 344 346 489 Montecitorio 579 Porta Portese 573 Trastevere 438 444 462 488 Università Sapienza 498 Valle di Papa Leone 573 Vie - Salaria nuova 378 - Foga1asino 573 Romagna 178 180 207 Romania 593 Romano 162 168 174 179 182 184241265 266333 334335 385 466477 478520 545 551 552 611 Ronco 265 Roncobello 170 171 Roncola 170 253 265 267 452 473 476 Roncola San Bernardo 171

707


-------------~-

Rosciano 170 473 483 Rosciate 165 168 482 566 582 Rossano 179265381 Rota 174 Rota Fuori 170 Rota San Siro 265 473 Rouen 126 Rovetta 106 168 174 199 265 482 483 Russia 572 Sabbio 185 604 Sabina 116 219 486 Saint Maurice 155 Saluzzo 188 301 Sambusita 170 253 265 453 476 480 Samogizia 59 San Benedetto abbazia 420 San Bernardino 253 265 266 267 San Bernardo monte 566 San Cipriano abbazia 300 Sangallo 170 205 265 San Giovanni Bianco 149 165 170 174 186453 473 476 519 520 San Giovanni di Cuccaro 528 San Giovanni di Conisio 170 San Giovanni di Tovi 528 529 San Giovanni di Monselice 528 San Giovanni di Fiano 528 San Giovanni di Rialto 364 San Gottardo di Cantello 171 San Lanfranco abbazia 206 San Lorenzo 482 483 San Lorenzo di Ciciniano 528 San Lorenzo di Valviano 528 San Marco passo 230 San Martino di Torre Boldone v. Torre Boldone San Martino oltre la Goggia 331 456 San Martino valle 172 178 182 184332335 383 San Mercuriale 415 San Michele 265 San Nicolò di Monticello 528 San Paolo d'Argon 168 368 San Pellegrino 165 168 174 186265 277408473 476 San Pietro d'Orzio 170 205 267 452 San Pietro di Scalve 168 265 San Simone 173 524 San Siro 473 San Vito di Corato 528 San Giacomo di Fraele 410 708


San Lorenzo San Michele v. Bedulita Sant' Agata dei Goti 98 Sant'Andrea 165 265 337 Sant'Oderico 93 94 Sant'Omobono 199 Sant'Omobono 170 265 515 524 Santa Brigida 172 185 Santa Croce 170 174 186 205 267 452 453 456 520 Santa Maria di Casale v. Santa Maria di Scanzo Santa Maria di Misma prepositura 261266319411 419 421 Santa Maria di Scalve 586 Santa Maria di Scanzo prepositura 419 Santa Maria valle 287 Santa Maura 572 Santo Stefano 173 265 Saragozza 136 Sardegna 69 72 74 Sardica 58 61 72 156 Sarnico 165 168 185 199 253 265 267 410 Saronno 182 Sarzana 452 Savoia 119 230 342 390 594 Savona 91 119 Scalve valle 108 173 174177181259261333335336337456478482517519520564 586 Scano 165 168 174261265456508519561 Scanzo 168 265 419 420 452 Schilpario 149 168 174265337417464476518 Scozia 69 126 214 Sebaste 534 569 595 Sebino lago 181 185 410 Sedrina 170 174 186 193205265331342382387452456 Selino 170 265 524 Sellere 170 464 Selvino 170 265 476 520 580 Semonte 405 Senigallia 92 93 Sens 126 Serbia 593 Serchia valle 545 Seriana valle 174 178 181 183 277 278 336 383 410 468 469 478 480 517 519 587 Seriate 165168172 174 175261265266383409418456473478520473577587 Serina 162 168 174 265 277 385 386 387 415 453 476 483 499 543 548 574 576 Serina valle 277 Serio fiume 182 183 277 405 408 409 418 424 551 552 581 Sforzatica 106 168 253 264 518

709


------------------Sforzatica Sant'Andrea 185 Sicilia 61 6972 74 112 113 Siena 180 495 497 Sigmaringa 59 Solto 106 149 168 173 186261 456476520 523 Solza 170 171 173 252 264 267 456518545 Somasca 138 151 448 Sombreno 583 Somendenna 170 174 253 265 267 453 456 538 Soncino 478 Sondrio 178 286 287 Songavazzo 168 174 253 265 266 476 Sorisole 170 174 179 265 452 464 473 476 481 483 582 583 Sospiro 183 Sotto il Monte 165 168 179 265 506 507 Sottochiesa 185 Sovere 165 168 174 261 264 456 474 476 478 520 Spagna 699398101113 136143 176188230287301309312350376406476486488 593 620 Spahan v. Ispahan Spinazzolo 603 Spino 170 174265452 Spinone 170 173 258 265 383 476 Spira 115 Spirano 107 145 168 199 253 267 382 383 Spoleto 207 Squillace 112 Stabello 165 170 172 174 186265453 506507 Stezzano 107 168 173 174265 266 464 506 507509 Strozza 170 171 253 265 267 Suare 138 Subiaco 488 Suisio 168 179 193 199200523 524584 Tagliuno 140 168 199265267474518584 Taleggio valle 172 181 183 184277 Tavecchio 184 Tavernola 149 150 165 168 172 265 580 Teglio 286 Telgate 140 162 168 174261264265266385454456483 520587 Tellina valle 232 286 Temi 149 Temo d'Isola 108 168 170 174261264456520561 Terra Santa 180 Terzo 153 168 173 Teveno 199 258 265 337 476 482 483 543 Tirano 286 287 710


Tirolo 176 474 Tivoli 346 Toledo 281 Torcello 357 586 Torino 68 156 307 Torre Boldone 159 168 169 173211 265 382 417 452 Torena monte 178 409 Tortona 92 119 Toscana 183 346 555 603 Tournai 64 Trabucchello 171 172 Tracia 59 Trani 528 Transilvania 207 301 Trau 274 Trento 65667075919394109111112113114115117141144150151157167197 289292344367390399412416424427445489490494506524 549 575 614 Trescore 168 265 470 474 476 575 576 580 Tresolzio 168 476 482 483 Treviglio 182 184 514 Treviolo 168 173 174 264 Treviso 274 309 354 356 394 581 Trezzo 185 410 Trieste 159 Troyes 377 Ungheria 69 594 Urbino 93 417488603 622 Urgel 67 Urgnano 162 168 179 186 264 267 378 382 507 518 520 545 573 Vailate 184 Valacchia 207 Valbona 577 Valbondione 337 Valbregaglia 286 Va1camonica 170 265 Valgoglio 170 265 Valimbresa 332 335 Vallalta (Vall'Alta) 170 264 278 418 464 484 539 564 Vallese 155 Valleve 165 170 171 265476482520 Vallombrosa 203 Valmalenco 286 Valmarina 377 Valnegra 170 171 199 452 476 Valsassina 181 182 183 184 Valsecca 170 171 180 473 484 711


-----'-------------­ Valtellina 175 176208224230286287288305336346361410 517 Valtesse 107 162 168 265 452 476 Valtorta 91 181 184 185 Valviano 528 Valzurio 170 264 Vangadizza abbazia 309311 312 313 314 352 434 Vaprio 409 Varallo 251 Vedeseta 185 Veglia 176 Velletri 342 527 Veneroccolo monte 178 181 183 città 9193949899107112113115116117118125130136158170172 176 178 179 180 183 184 185204211223224230234256286287288291292293 298300302304305306309313314316325327333335336338 346 347350 352 355356357361 364366368379380382387390393394413 414417420435436 437438439440441444446462475483500501503507509528 539 545 549 550 551 555 565 572 574 581 586 590 593 594 604 620 621

VENEZIA

Archivio di Stato 552 Basilica S. Marco 309311 355 474 498 549 561 621 Collegiata di S. Margherita 586 Monasteri - San Giorgio Maggiore 538 - Santa Croce alla Giudecca 498 Murano 356 Nunziatura 92 107 171 176205 206 287 366 461 484526527561 Tribunale della Nunziatura 529 584 611 612 - Sant'Offizio 564 Venosa 302 Ventimiglia 92 119 Verdellino 185 575 Verdello 181 185 388 Verona 93 124 158 159 274 311 312 323 353 356 357 438 439 538 Vertova 168 177 264 273 277 288 382 409 474 477 481 543 Vezzanica 141 253 264 267 Viadanica 165 168 173265476 Vicenza 76225 263 264311 312 313 314317 356500621 623 624 Vidore 312 Vienna 207 572 Vienne 67 Vieste 114 Vigano 169 170 464 Vigolo 168 173 265 712


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Villa d'Almè 164 168174 176265 519 Villa di Serio 106 165 168 265 564 Villa d'Ogna 106 156 165 168 200 265 519 520 544 Villongo 173 248 263 265 584 Villongo San Filastro 341 Villongo Sant'Alessandro 168 Vilmaggiore 168 173 180265 267337464477 518 Vilminore 165 168 337338 403 454 473 474 476 478 481 483 519 Vilnius 59 Viterbo 115 555 603 Voghera 92 Volpino 183 186 Washington 59 Zacinto v. Zante Zambia 170 Zandobbio 165 168 186 265 456 Zanica 106 165 170 179 Zante 313 604619 Zara 353 447 Zeito lago 409 Zenopolis 534 Zogno 170 174 180 186 205 261 265 382 409 418 457 577 582 Zorzino 168 186 Zorzone 543 Zuongo v. Zogno Zurigo 230

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PROVINCIA DI BERGAMO CENTRO DOCUMENTAZIONE BENI CULTURALI

PUBBLICAZIONI Collane dirette da Vincenzo Marchetti e Lelio Pagani

Fonti per lo studio del territorio bergamasco I.

Lelio Pagani, Documenti della prima fase di realizzazione del Cata­ sto Teresiano (1718-1733). Le comunità bergamasche dello Stato di Milano. Bergamo, 1982.

II.

La presenza dei Benedettini a Bergamo e nella Bergamasca. Ber­ gamo, 1982.

III. Mariarosa Cortesi. Statuti rurali e statuti di valle. La Provincia di Bergamo nei secoli XIII-XVIII. Bergamo, 1983.

IV.

Contributi in occasione della mostra «La presenza dei Benedettini a Bergamo e nella Bergamasca». Bergamo, 1984.

V.

Statuti rurali e statuti di valle. Atti del Convegno, Bergamo 5 marzo 1983. A cura di Mariarosa Cortesi. Bergamo, 1984.

VI.

I reperti altomedioevali nel Civico Museo Archeologico di Bergamo. A cura del Museo Civico Archeologico. Bergamo, 1988.

VII. Giovanni Da Lezze. Descrizione di Bergamo e suo territorio. A cura di Vincenzo Marchetti e Lelio Pagani. Bergamo, 1989. VIII. Lepergamenedegli archivi di Bergamo, a, 740-1000. A cura di Maria­ rosa Cortesi. Bergamo, 1988. IX. X. XI.

Marino Anesa e Mario Rondi, «Sotto il ponte passa l'acqua». Can­ zoni popolari raccolte nel Bergamasco. Bergamo, 1989. Giovanni Cappelluzzo. Lo «Statuto del Podestà» di Bergamo. Commissione dogale per Lorenzo Bragadin, 1559. Bergamo, 1992. Le visite «Ad limina Apostolorum», dei vescovi di Bergamo (1590­ 1697). A cura di Ermenegildo Camozzi. Bergamo, 1992.

Contributi allo studio del territorio bergamasco I.

II.

Bergamo/Restauri 1982. Interventi di restauro eseguiti nella provin­ cia di Bergamo. A cura di Paolo Venturoli. Bergamo, 1985. Il Parco dei Colli di Bergamo. Introduzione alla conoscenza del terri­ torio. A cura di Lelio Pagani. Bergamo, 1986.


-----------------~--III.

Documenti della prima fase di realizzazione del Catasto Teresiano (1718-1733). Le comunità bergamasche dello Stato di Milano. Atti del Seminario, aprile 1982. A cura di Lelio Pagani, Bergamo, 1989.

IV.

Bergamo/Restauri 1983. Interventi di restauro eseguiti nella provin­ cia di Bergamo. A cura di Paolo Venturoli. Bergamo, 1989.

V.

L'area di Bergamo: trentasette comuni una città? Atti del Corso, Ber­ gamo, ottobre-novembre 1986. A cura di Lelio Pagani. Bergamo, 1990.

VI.

Restauri 1984-1989. Repertorio. A cura di Ornella Previtali. Ber­ gamo,1990.

VII. I segni dell'uomo e del tempo. Affreschi esterni nell'Alta Valle Brem­ bana. Atti del Congresso, Averara 29 giugno 1985. A cura di Vin­ cenzo Marchetti e Ornella Previtali. Repertorio degli affreschi. A cura di Domenico Belotti e Eliseo LocatelIi. Bergamo, 1990. VIII. Bergamo e il suo territorio nei documenti altomedioevali. Atti del Convegno, Bergamo 7-8 aprile 1989. A cura di Mariarosa Cortesi, Bergamo, 1991. IX.

Il fiume Serio. Atti del Corso, Romano di Lombardia, Albino, Clu­ sone, settembre-novembre 1987. A cura di Lelio Pagani, Bergamo, 1991.

X.

Chiesa, istituzioni e territorio. Atti del Corso. Bergamo, ottobre­ dicembre 1988. A cura di Lelio Pagani e Vincenzo Marchetti. Ber­ gamo,1991.

Quaderni I.

Lungo i fiumi e sui laghi. Aspetti del rapporto uomo ambiente nella prima metà dell'Ottocento. Archivio di Stato di Bergamo. A cura di Juanita Schiavini Trezzi. Bergamo, 1988.

II.

Bartolomeo Colleoni e la politica delle acque. Luogo Pio ColIeoni. A cura di Vincenzo Marchetti. Bergamo, 1988.

III.

La Roggia Morlana. Dalla medioevale «Societas et universitas Serio­ lae Murgulanae» ad oggi. A cura di Vincenzo Marchetti. Bergamo, 1989.

IV. Giovanni Battista Angelini. Erudito Bergamasco del settecento. An­ tologia di scritti a cura di Vincenzo Marchetti. Clusone, 1991. V.

La Buca del Corno di Entratico. Antologia di scritti a cura di Giu­ seppe Zambaiti. Bergamo, 1991.


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Finito di stampare presso la

GRAFICA MONTI - Bergamo

1992

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