Visite adlimina apostolorum 1702 1850 part1

Page 1


FONTI PER LO STUDIO

DEL TERRITORIO BERGAMASCO

XVII


____.....l_'--­

--~I

ISBN 88-86536-15-1 Coordinamento redazionale: Danila Bresciani, Roberto Belotti, Omelia Previtali Stampa: Ferrari Grafiche S.p.A. - Clusone (Bg)

Copyright Š 2000

Provincia di Bergamo

I diritti di traduzione, di riproduzione e di adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche) sono riservati per tutti i Paesi.


'---------------­

~ ... ­

I

PROVINCIA DI BERGAMO

LE VISITE AD LIMINA APOSTOLORUM

DEI VESCOVI DI BERGAMO

(1702-1850)

A cura di ERMENEGILDO CAMOZZI

II

Accipimus er~o et nos Spiritum SanclUm, si amamus Ecrlesiam.

si charitate compagìnamur; si catholico nomine etfide gaudemus.

Credamus.fratres; quantum quisque ama t Ecclesiam Christì. tantum habet Spiritum Sonrtum.

(S. AGOSTINO. In loannis Evangelium. XXXII.8)

Le drame de l' histoire progre-se avcc une lenteur inflnic: pourquoi Dicu ne laccélère-t-il pus. s'il veut simplemenl ccttc progression? Quelle lenteur comrairc à tcut drame, OU, pIUIÒI. quel ennuycux el prosufuuc délayage! Et si c'est là tout ce qu' il veut. ulors, oh! rerreur, quelle tyrunnic quc de prodiguer ainsi dcs myriades de vies humaines. Maìs le spectateur dc lhistoire v'cri soucie bien ! ( S. KIERKEGAARD. Post-scriptum d~fì'llifif t't non scientifiqur aux miettes phìlosophiques /R46 - Oeuvrcs completes. X, L Pans ed. Dc L' Orame 1977. p, 148-149)


I

Nel 1992 la Provincia pubblicava, in questa stessa collana di "Ponti per lo studio del territorio bergamasco", il primo volume con le relazioni e i documenti riguardanti le visite "ad limina Apostolorum " dei vescovi di Bergamo dal 1590 al 1696. Mons. Ermenegildo Camozzi, curatore dell'opera, ha completato la sua ricerca predisponendo l'edizione dei documenti relativi alle "visite" fino ai primi decenni del Novecento. Il secondo volume, che oggi vede la luce, copre l'arco di tempo che va dal 1702 al 1850: dal vescovo Luigi Ruzini (1698-1708) al vescovo Carlo Gritti Morlacchi (1831-1852). In queste opere, arricchite di un corredo di note di straordinario interesse con l'aggiunta del profilo biografico di ciascun vescovo, vengono conse­ gnate all'attenzione degli studiosi della storia locale informazioni quanto mai utili per una più approfondita conoscenza della vita non solo religio­ sa, ma anche civile della terra e delle genti orobiche. In un secolo e mezzo di storia si avvicendano gli ultimi decenni della dominazione veneta, le soppressioni napoleoniche, la restaurazione e i moti risorgimentali del 1848-1849. Su questo sfondo storico vediamo ani­ marsi le occupazioni e le preoccupazioni dei presuli della diocesi di Bergamo e le espressioni devozionali di un popolo radicato nella fede e dai costumi "generalmente buoni e conformi alla religione", di una popolazione che in centocinquant'anni aveva raddoppiato il suo numero, arrivando a con­ tare trecentomila unità sparse in pianura ed arroccate dentro "insenature e nascondigli dei monti". Nell'augurare una proficua lettura a coloro che vorranno accostarsi a que­ ste pagine, ci sentiamo di garantire che dalle stesse non si congederanno se non più consapevoli e partecipi delle reali condizioni di vita che hanno accompagnato le generazioni che ci hanno preceduto. Tecla Rondi Assessore alla Cultura Provincia di Bergamo

Valerio Bettoni Presidente Provincia di Bergamo


I

PREFAZIONE

A metà di questo nostro secolo ventesimo, che sta terminando, si regi­ strarono due fatti ecclesiastici che hanno notevolmente influenzato anche gli studi di storia della Chiesa. Pio XII ha definito il dogma dell' Assunzione di Maria Vergine al cielo anche perché si rese conto che il sensus ecclesiae era per quella verità, cioè il popolo di Dio aderiva pienamente alla realtà di Maria Assunta. Alcuni anni più tardi il Concilio, nell' esporre, per la prima volta nella sto­ ria, la dottrina sulla Chiesa, iniziò la sua esposizione parlando del Popolo di Dio, ed in seguito della gerarchia, del clero, dei religiosi, dei fedeli, del­ la Beata Vergine. I due avvenimenti, unitamente ad altri fattori, hanno evidenziato che il soggetto principale della vita della Chiesa è il popolo di Dio, determinando un grande cambiamento anche nella ricerca della storia della Chiesa. Se prima si privilegiavano i grandi personaggi o i grandi avvenimenti, soprat­ tutto dopo il Concilio Vaticano II, l'attenzione degli storici si è orientata ver­ so il vissuto del popolo cristiano. È constatabile che in questi ultimi anni quasi ogni parrocchia, ogni comunità ha approntato una sua storia. Si è così raccolto l'invito di Alessandro Manzoni che, nella celebre prefazione al suo capolavoro "I promessi sposi", chiedeva una storia cristiana non "di Principi e Potentati e qualificati Personaggi" ma "di gente meccani­ che e di piccolo affare", o come dice alla fine del romanzo "povera gente". Il nuovo orientamento non rende più facile il lavoro dello storico, per­ ché è problematico documentare l'esistenza quotidiana delle generazioni pre­ cedenti, appunto perché è fatta di tante piccole cose che, apparendo ovvie, si lasciano cadere e non ci si premura di fissarne la memoria. D'altra parte ogni storia se vuole essere tale deve avere alla base una vali­ da testimonianza. Perciò per avere una documentazione sicura sulla sto­ ria del popolo di Dio è necessaria una grande pazienza e una grande per­ severanza nella ricerca lunga, complessa e difficile. Quando si è trovata una tale documentazione, bisogna darne il testo preciso, valutarne l'au­ tenticità ed affrontare il delicato compito dell'interpretazione. Mons. Ermenegildo Camozzi da anni persegue questi principi con le sue pubblicazioni. Ha iniziato con i due volumi delle Istituzioni Monastiche, pubblicando una gran massa di documenti sui monasteri, i conventi e case


--------'-'------------~I

PREFAZIONE

religiose sia maschili che femminili della nostra diocesi. Ci ha regalato il cronicon singolare di una parrocchia in un periodo significativo (Rosciate 1892-1921); si è fatto promotore di un testo di primaria importanza sui confini dei nostri comuni nel secolo XIV; ha poi pubblicato la Statistica del­ le missioni cattoliche d'Europa, Asia, Africa e America da un manoscritto risalente al cardinale Angelo Maj, e il Discorso del Nunzio Apostolico Gerolamo Ragazzoni al re Enrico III. Ora, con i presenti volumi, completa una documentazione di prima mano circa la storia religiosa della nostra Diocesi, pubblicando le relazio­ ni delle Visite "ad Limina" dei vescovi di Bergamo dal secolo XVI a que­ sto nostro secolo. L'edizione delle Relazioni dei vescovi di Bergamo delle Visite "ad Limina" è certamente "l'opera princeps" di Mons. Camozzi sia per l'im­ portanza dei documenti, sia per la varietà e la ricchezza del materiale docu­ mentario, proprio in rapporto al vissuto del popolo cristiano. In queste relazioni abbiamo la radiografia della diocesi di Bergamo del periodo del vescovo firmatario. Una radiografia sostanzialmente oggettiva, perché que­ ste relazioni sono redatte da più mani, anche se ogni Vescovo le segna con la sua impronta. Mons. Camozzi presenta ogni singolo Vescovo collocan­ dolo nella sua epoca e fornendo un'esauriente bibliografia. Chi vorrà fare la storia del vissuto del popolo cristiano bergamasco non potrà ignorare quest' opera monumentale.

+ Roberto Amadei


I

SOMMARIO Presentazione Documentazione 1. Documenti trascritti 2. Documenti citati Opere e Saggi citati

p. p. p. p. p.

15

17

19

20

30

Luigi Ruzini

p.

47

Nota biografica 135. Relazione 2 dicembre 1702 Nota d'archivio 136. Procura del vescovo Luigi Ruzini all'abate

Enea Tommaso de Tassis 137. Dichiarazioni delle visite alle basiliche

dei Santi Apostoli Pietro e Paolo 138. Lettera della congregazione del Concilio al vescovo L. Ruzini 139. Appendice 1- Presunta apparizione della B. Vergine a Ruzini

p. p. p.

47

55

55

p.

99

p. p. p.

101

101

105

p. p. p. p.

109

109

157

159

140. Relazione 18 novembre 1705 Nota d'archivio 141. Procura del vescovo Luigi Ruzini al reverendo Federico Cornaro 142. Lettera del vescovo Luigi Ruzini a Papa Clemente XI 143. Dichiarazioni delle visite alle basiliche dei Santi

Apostoli Pietro e Paolo 144. Lettera della congregazione del Concilio al vescovo L. Ruzini 145. Appendice II - Saccheggio e incendio di Gandosso

Decapitazione del conte Galeazzo Boselli 146. Appendice III - Morte di L. Ruzini. Candidati alla successione

p. p.

161

161

p. p.

163

166

Pietro Priuli

p.

173

Nota biografica 147. Relazione 28 dicembre 1712 Nota d'archivio 148. Domanda del vescovo card. P. Priu1i per la proroga

della visita ad Limina 149. Il vescovo card. P. Priuli domanda ai cardinali e a Papa

Clemente XI di inviare suo procuratore il canonico G. Albani 150. Procura del cardinale Pietro Priuli al canonico Giuseppe Albani 151. Lettera del vescovo card. Pietro Priu1i

al card. segretario di Stato Fabrizio Pao1ucci 152. Dichiarazioni delle visite alle basiliche dei Santi

Apostoli Pietro e Paolo

p. p. p.

173

177

178

p.

202

p. p.

203

205

p.

207

p.

208


-----'---------足 I

153. Lettera della congregazione del Concilio al vescovo card. P. Priuli

p.

209

154. Relazione 31 maggio 1719 Nota d'archivio

p. p.

211

211

155. Relazione 24 giugno 1724 Nota d'archivio 156. Domande di proroga della visita ad Limina presentate

dal card. Pietro Priuli vescovo di Bergamo 157. Dichiarazioni delle visite alle basiliche

dei Santi Apostoli Pietro e Paolo 158. Appendice IV - Priuli e una causa tra il Capitolo

e i parroci della diocesi 159. Appendice V - Malattia e morte del vescovo card. P. Priuli 160. Appendice VI - La salma del vescovo card. P. Priuli onorata

a Venezia e Bergamo

p. p.

219

219

p.

223

p.

225

p. p.

225

226

p.

228

Leandro Porzia

p.

231

Nota biografica 161. Relazione dicembre 1729 Nota d'archivio 162. Dichiarazioni delle visite alle basiliche

dei Santi Apostoli Pietro e Paolo 163. Appendice VII - Candidati alla successione del vescovo

di Bergamo cardinale L. Porzia

p. p. p.

231

233

233

p.

233

p.

234

Antonio Redetti

p.

237

Nota biografica 164. Relazione 25 novembre 1730 Nota d'archivio 165. Dichiarazione della visita del vescovo Antonio Redetti

alla basilica Vaticana di S. Pietro Apostolo

p. p.

237

243

243

p.

244

166. Relazione I 2 aprile 1736 Nota d'archivio 167. Domanda di ammettere come procuratore per la

visita ad Limina il sacerdote Francesco Ferretti 168. Dichiarazione della visita alla basilica Vaticana

di S. Pietro Apostolo 169. Lettera della congregazione del Concilio al vescovo A. Redetti

p. p.

245

245

p.

258

p. p.

259

260

170. Relazione 29 ottobre 1741 Nota d'archivio 171. Domanda di ammettere come procuratore per

la visita ad Limina l'abate Gaspare Ruggia 172. Procura del vescovo Antonio Redetti all'ab. Gaspare Ruggia 173. Dichiarazioni delle visite alle basiliche

dei Santi Apostoli Pietro e Paolo 174. Lettera della congregazione del Concilio al vescovo A. Redetti

p. p.

261

261

p.

p.

280

280

p. p.

281

282

p.


I

175. Relazione 29 aprile 1744 Nota d'archivio 176. Dichiarazioni delle visite alle basiliche dei Santi Apostoli Pietro e Paolo 177. Lettera della congregazione del Concilio al vescovo A. Redetti

p. p.

285 285

p. p.

294 295

p. p.

296 296

p. p.

305 306

p.

307

p. p.

309 309

p. p.

319 319

p. p.

321 321

p. p.

323 323

p.

331

p. p.

332 333

191. Relazione 19 settembre 1759 Nota d'archivio 192. Domanda di ammettere come procuratore per la visita ad Limina l'abate Gaspare Ruggia 193. Procura del vescovo A. Redetti all'abate Gaspare Ruggia 194. Dichiarazioni delle visite alle basiliche dei Santi Apostoli Pietro e Paolo

p. p.

345 345

p. p.

350 350

p.

351

195. Relazione 18 maggio 1763 Nota d'archivio 196. Difesa dei diritti vescovili 197. Atti ufficiali della cancelleria vescovile di Bergamo per la provvista della parrocchia di Fengo 198. Promemoria 199. Domanda di ammettere come procuratore per la visita ad Limina l'abate Gaspare Ruggia 200. Procura del vescovo Antonio Redetti all'ab. Gaspare Ruggia 201. Dichiarazioni delle visite alle basiliche dei Santi Apostoli Pietro e Paolo 202. Nota d'ufficio della congregazione del Concilio 203. Appendice IX - Voto del card. G. Barbarigo nella causa di canonizzazione del card. R. Bellarmino

p. p. p.

353 353 359

p. p.

364 365

p. p.

370 370

p. p.

371 372

p.

374

178. Relazione 4 aprile 1748 Nota d'archivio 179. Domanda di ammettere come procuratore per la visita ad Limina l'abate Gaspare Ruggia 180. Procura del vescovo Antonio Redetti all'ab. Gaspare Ruggia 181. Dichiarazioni delle visite del procuratore abate Gaspare Ruggia alle basiliche dei Santi Apostoli Pietro e Paolo 182. Relazione 26 aprile 1752 Nota d'archivio 183. Domanda di ammettere come procuratore per la visita ad Limina l'abate Gaspare Ruggia 184. Procura del vescovo Antonio Redetti all'ab. Gaspare Ruggia 185. Dichiarazioni delle visite alle basiliche dei Santi Apostoli Pietro e Paolo 186. Nota d'ufficio della congregazione del Concilio 187. Relazione 8 settembre 1756 Nota d'archivio 188. Domanda di ammettere come procuratore per la visita ad Limina l'abate Gaspare Ruggia 189. Dichiarazioni delle visite alle basiliche dei Santi Apostoli Pietro e Paolo 190. Appendice VIII - Mense parrocchiali povere


- - - - - - - - ' - - - - - - - - - - - - - - - - - - --­ ,.

.,

204. Relazione 20 settembre 1767 Nota d'archivio 205. Procura del vescovo Antonio Redetti per l'ab. Gaspare Ruggia 206. Nota d'ufficio della congregazione del Concilio 207. Appendice X - Autorizzazione civile per avere brevi o

rescritti dalla curia romana

p. p. p. p.

385

385

396

398

p.

399

208. Relazione 24 settembre 1770 Nota d'archivio 209. Procura del vescovo Antonio Redetti per l'ab. Gaspare Ruggia 210. Dichiarazioni delle visite alle basiliche

dei Santi Apostoli Pietro e Paolo 211. Lettera della congregazione del Concilio al vescovo A. Redetti 212. Appendice XI - Vescovi e canonici perdono ogni influsso

sull'ospedale S. Marco e sul P.L. MIA 213. Appendice XII - Vescovi e canonici estromessi dalla gestione

dell' azienda dell' acqua della Seriola Morlana 214. Appendice XIII - Condono del Senato alla MIA

p. p. p.

401

401

411

p. p.

412

413

p.

414

p. p.

415

416

Marco Molino

p.

419

Nota biografica 215. Relazione 14 settembre 1773 Nota d'archivio 216. Appendice XIV - Morte di Mons. M. Molino. Sue facoltĂ 217. Appendice XV - Candidati alla successione di Mons. M. Molino

p. p. p. p. p.

419

420

420

421

424

Giampaolo Dolfin

p.

427

Nota biografica 218. Relazione 18 dicembre 1781 Nota d'archivio 219. Domanda del vescovo G.P. Dolfin

per la proroga della visita ad Limina 220. Lettera del vescovo G.P. Dolfin alla congregazione del Concilio 221. Nota riassuntiva d'ufficio della congregazione del Concilio 222. Appendice XV] - Corrispondenza Dolfin - Serassi

p. p. p.

427

431

431

p. p. p. p.

453

453

456

457

223. Relazione 2] aprile 1784 Nota d'archivio 224. Lettera della congregazione del Concilio al vescovo G.P. Dolfin

p. p. p.

461

461

476

225. Relazione 13 gennaio 1789 Nota d'archivio 226. Domanda di ammettere come procuratore per

la visita ad Limina l'abate Ercole Bonaiuti 227. Dichiarazioni delle visite alle basiliche

dei Santi Apostoli Pietro e Paolo 228. Riassunto 229. Lettera della congregazione del Concilio al vescovo G.P. Dolfin 230. Appendice XVII - Delibera del doge di Venezia

p. p.

483

483

p.

492

p. p. p.

492

493

494


I

sulla corrispondenza con la curia romana 231. Appendice XVIII - Interrogativi sul trasferimento

della giurisdizione sulle parrocchie 232. Appendice XIX - Decreto della congregazione Concistoriale

p.

496

p. p.

497

498

233. Relazione 13 gennaio 1796

p. p.

503

503

p. p. p.

514

514

515

Relazione 5 aprile 1815 ~ota d'archivio 237. Domanda di ammettere come procuratore per la visita ad Limina il sacerdote Giacomo De Capitanis

238. Lettera commendatizia per il procuratore don G. Capitanio 239. Dichiarazioni delle visite alle basiliche

dei Santi Apostoli Pietro e Paolo

p. p. p.

519

519

519

p.

520

p.

521

Pietro Mola

p.

523

~ota biografica 240. Relazione 24 novembre 1825

p. p. p.

523

525

525

p. p.

538

539

p. p.

540

541

p. p.

545

545

p. p.

559

559

p.

560

Carlo Gritti Morlacchi

p.

561

Nota biografica 249. Relazione febbraio 1831 ~ota d'archivio

p. p. p.

561

567

567

250. Relazione agosto 1838 ~ota d'archivio 251. Domanda di ammettere come procuratore per la visita

ad Limina il sacerdote Matteo Consoli 252. Procura del vescovo Carlo Gritti Morlacchi

p. p.

568

568

p.

583

~otad'archivio

234. Domanda del vescovo G.P. Dolfin

per la proroga della visita ad Limina 235. Note della congregazione del Concilio 236. Lettera al vescovo G.P. Dolfin

~otad'archivio

241. Domanda del vescovo P. Mola per la proroga della visita

ad Limina e per la procura al sac. Giacinto Franceschini 242. Procura del vescovo Pietro Mola al sac. Giacinto Franceschini 243. Dichiarazioni delle visite alle basiliche

dei Santi Apostoli Pietro e Paolo 244. Lettera della congregazione del Concilio al vescovo P. Mola 245. Relazione 24 dicembre 1827 Nota d'archivio 246. Domanda del vescovo P. Mola per la procura

al sac. Giacinto Franceschini 247. Procura del vescovo Pietro Mola al rev. Giacinto de Franceschini 248. Dichiarazioni delle visite alle basiliche

dei Santi Apostoli Pietro e Paolo


-------'------------足 al sacerdote Matteo Consoli 253. Dichiarazioni delle visite alle basiliche dei Santi Apostoli Pietro e Paolo

p.

584

p.

585

254. Relazione 23 settembre 1843

p. p.

587 587

p.

602

p. p.

603 604

p.

605

p. p.

609 609

p.

620

p.

621

~otad'archivio

255. Procura del vescovo Carlo Gritti Morlacchi per il sacerdote don Alessandro Madaschi 256. Dichiarazioni delle visite alle basiliche dei Santi Apostoli Pietro e Paolo 257. Presentazione della relazione alla congregazione del Concilio 258. Lettera della congregazione del Concilio al vescovo C. Gritti Morlacchi 259. Relazione 31 maggio 1850 Nota d'archivio 260. Appunti d'ufficio della congregazione del Concilio per la risposta a mons. Carlo Gritti Morlacchi 261. Lettere della congregazione del Concilio al vescovo C. Gritti Morlacchi


~----------------, NOTA DELL'AUTORE

Sono lieto di presentare le Relazioni dei Vescovi di Bergamo per le Visite ad Limina Apostolorum dal 1702 al 1926. La pubblicazione che, per una felice coincidenza, ha luogo tra il cen­ tenario di S. Alessandro Patrono della Diocesi di Bergamo, e l'avvicen­ damento del secondo con il terzo millennio dell'Era Cristiana, inaugurato da Giovanni Paolo II con il solenne Giubileo Universale, induce a formu­ lare l'auspicio che la fede e i costumi di vita testimoniati dal martirio del Santo conservino nel Popolo Bergomense il buon terreno pronto alla semi­ na del Verbo di Dio, che così produrrà una messe sempre piu copiosa e duratura.

E. Camozzi

15


_"--------~

- - _........

l

Ringrazio le Autorità della Provincia di Bergamo, per il loro interes­ samento che ha facilitato la prosecuzione dell' opera già iniziata, dalla qua­ le trarranno vantaggio tutti i cittadini. Spero non deludere il lettore che scorrerà le note, forse prolisse o super­ flue, o che confronterà il testo latino con la mia traduzione italiana, rivista nei punti più difficili da Salvatore Lilla, scriptor della Biblioteca Apostolica Vaticana, che mi ha anche indicato alcune reminiscenze classiche presen­ ti qua e là in alcuni brani. Al professor Lilla, a Paolo Vian pure scriptor della Vaticana, a Giuseppe Rottoli, alla professoressa Marilena Galli, e agli altri amici che mi hanno agevolato il lavoro con grande disponibilità e disinteresse, va la mia cordiale e sincera gratitudine. 16


----'------------足 I

DOCUMENTAZIONE


I

DOCUMENTI TRASCRITTI

DOCUMENTI TRASCRITTI

Bergamo

ACVB (Archivio Curia Vescovile di Bergamo)

Atti relativi alle visite ad Limina Relazioni delle visite ad Limina Apostolorum dall' anno 1702 al 1850

BCAM (Biblioteca Civica Angelo Mai) Collezione di autografi e notizie. Scrittori e personaggi diversi Bergamaschi. Milano

ASDM (Archivio Storico della Diocesi di Milano)

Cartella 161, Mediolanen. dimissionis Ecclesiarum parochialium ac incorporationis alte­ rius paroeciae Dioecesis Bergomen.

Roma CittĂ del Vaticano

ASV (Archivio Segreto Vaticano)

Congregatio Concilii, Relationes Dioecesium, Bergomen., orig., 123A, ff. 177r-439r; 123B, ff. 440r-484v Lettere di Cardinali, 77, f. 285r Lettere di Vescovi e di Prelati, 54, f. 455r-v; 103, ff. 41r-45r S.S. Venezia (Segreteria di Stato-Venezia) 157, ff.l51r-152r, 154r, 179r; 179, f.30r, 35r-v, 77r-v; 236, f.32r, 78r, 148r, 154r; 306, f.259r, 277r; 310, f.176r, 228r-229r; 311,f.5r-v; 401 ,t.5r, 60r-61r, 89v-90v, Illr-v; 402 ,49v-50v, 86r-v; 403, ff.1v-2v

BAV(Biblioteca Apostolica Vaticana) Ottoboniano latino 3166, ff.42lr-422r

19


I

VISITE AD LIMINA

DOCUNIENTI CITATI Bergamo ACVB

Arch. Cap.( Archivio Capitolare ) Capitolo, 137, Nomine prebenda teologale 140. Modificazioni dafarsi allo Statuto proposto dal Rev.mo Capitolo cattedrale di Bergamo in conformitĂ al venerato rescritto 15 settembre 1908 n. 222411 della sacra congregazione del Concilio 142. Decreti nella visita pastorale di mons. vescovo G. Morlacchi concernenti il Capitolo della cattedrale anno 1835, (ms), ff. Ir-102v

147. Atti della ricostituzione del Capitolo e dellafondazione della parrocchia della cat­ tedrale nel 1805-1806 248. Cattedrale, lavori da eseguire per il duomo

261. Allegatione nella causa dell'elettione de' visitatori per il Capitolo della cate­ drale di Bergamo contra mons. Vescovo 1734, (ms), ff. Ir-48v 262. Atti in Nunziatura di Venezia et carte prodotte dal Vescovo di Bergamo circa il Capitolo della cattedrale per la causa dei visitatori, (ms), ff. lr-185v 263. (faldone senza titolo, con documentazione sui canonici visitatori) (rns) ff.nn. 264. Capitolo di Bergamo, pp. 81 , ff. 82-91 (rns) 265. A. Nella causa de' canonici visitatori circa monsignor Vescovo di Bergamo, (rns), fogli numerati da f. 43 a f. 137 e altri ff.nn. 266. C. Per la causa de' canonici visitatori in avogaria di Venezia circa il vescovato di Bergamo, (rns), ff.lr-70v 267. Secolo XVIII Dottrina cristiana nella visita pastorale, (rns), ff. Ir-51 v 270. Informatione circa li decreti della visita 1745, (rns), ff.nn. 270. bis 1nformazione 1745 per l'essentione dalla visita del Vescovo del Capitolo di Bergamo, (rns), ff.nn. e ff. 35-38 271. (faldone senza titolo, con documentazione di lettere rns sull' esenzione della visita)

20


I

DOCUMENTI CITATI

272. Informatione nell'ordine, nel diritto e nel fatto per il Capitolo di Bergamo 1745, (ms) ff.nn. 273. B.Capitolo di Bergamo C. monsig. Vescovo per la lite della visita pastorale 1745, (ms), ff. lr-62v 274. (faldone senza titolo, con documentazione sull'esenzione dalla visita del Vescovo), (ms), ff.nn. 275. A. Pro visitationis exemptione, (ms), ff.nn.

276. 278. 279. A. Capitolo di Bergamo C. mons. Vescovo, 1743 , per le testimoniali capi­ tolari con copia di decreto del senato (ms), ff. Ir-127v e altri ff.nn. 277. C. Capitolo de canonici della catedrale di Bergomo per le testimoniali contro mons. Vescovo, 1743, (ms), ff.nn. 281. B. Capitolo della cattedrale di Bergamo C. Mons. Vescovo et suo fiscale (ms), ff.lr­ 146v e ff.nn. 612. Atti dei SS. martiri della cattedrale di Bergamo, (ms), ff. lr-33v (con inserito un opuscolo senza titolo sulla ricognizione delle reliquie del santi di Bergamo avve­ nuta nel 1705 ) 615. Sommario delle indulgenze perpetue concesse alla veneranda Confraternita del SS.mo Sacramento eretta nel duomo di Bergamo et a tutti gli altri fedeli della medesima città e diocesi 18 marzo 1610, (ms), ff. Ir-289r 618. Atti della causa dei SS. Fermo e Rustico tra Capitolo e città, 1715, (ms), ff.nn.

652. (faldone senza titolo, sulla beatificazione del card. Gregorio Barbariga) 1762 722. Processo novo ultimo per li visitatori capitolari, (rns), ff. Ir-71 v 818-822. (faldoni con documentazione sulla lite tra il Capitolo e i curati) (ms), 1730

823. Vindiciae iurisdictionis ven. Capituli cathedralis ecclesiae Bergomen. ac eminentis et universalis officii eius rev.mi archipresbiteri adversus ad. rr. dd. capellanos curatos bergomates, parochorum vocabulo adornatos agitatae in curia aposto­ lica Venetiarum 1730, (ms), ff. Ir-261v 872. Fundatio Scholae Doctrinae Christianae in cathedrali Ecclesia Bergomen. cum aggregationibus aliarum civitatis et dioecesis incepta de anno 1609, (ms), ff. lr-59r e altri ff.nn.

21


---------'

I

VISITE AD LIMINA

Archivio Cancelleria Atti e documenti Disegno del nuovo palazzo vescovile anno 1749

Fondi: Atti relativi alle visite "ad Limina Apostolorum" Basilica S. Maria Maggiore Lettere Pastorali e circolari: Libro n04 Lettere pastorali 1698 Rurini Luigi 4(a) - Lettere pastorali dei Vescovi e Vicari Generali seguenti - anno 1698 Vertova Giovan Battista vicario capitolare - anno 1698 Ruzini Luigi vescovo - Vertova Giovan Battista vicario generale - Vascellino Francesco vicario generale - anno 1708 sudetto Vascellino vicario capitolare. (piatto interno) (ms), ff.lr-142v;' Sommario delle lettere pastorali dei Vescovi e Vicari generali seguenti: anno 1698 Vertova Giovanbattista vicario capitolare - 1698 Ruzrini Luigi Vescovo. Vertova Giovanbattista vicario generale. vascellino Francesco - 1708 Sudetto Vascellino vica­ rio capitolare, (ms), (citazione: Sommario...) ff.13 nn. Libro n05 Lettere pastorali dei Vescovi anno 1708 - Priuli Pietro(a)- anno 1708­ Priuli Pietro cardinale vescovo - vasceìlino de 'Mozzi vicario generale - Benaglio Bagnati Giacomo Francesco vicario generale - Giupponi Gio.Paolo provicario ­ Mosconi Antonio vicario capitolare - anno 1728 Porzio Leandro cardinale vescovo ­ Giupponi Gio. Paolo vicario generale - anno 1730 - Grumelli Girolamo - vicario capitolare. (piatto interno), ff.lr-117v

Sommario delle lettere pastorali dei Vescovi e Vicari generali (dal vescovo card.P Priuli al vescovo PL. Speranza), (ms), (citazione: Sommario...) Libro n° 6 Lettere pastorali anno /732-1773 - Redetti Antonio vescovo(a) -Lettere pastorali dei vescovi e vicari generali seguenti - anno 1773 - Redetti Antonio vesco­ vo - Lenzi Carlo vicario generale - Rovetta Giovanni vicario generale - Albani Mario vicario capitolare, (piatto interno), ff. Ir-223v Libro n° 7 Lettere pastorali alle monache(a) - Sommario: da Lippomano Pietro a Giustiniani DanieleJf.1 r-103v, da Ruzini Luigi a Dolfin Giovanili Paolo, (piatto interno), ff.104-223 (a). Il titolo è scritto sul dorso dei faldoni o dei volumi. I. I libri-volumi (o raccoglitori-faldoni) delle lettere pastorali contengono fogli ms e stampati in forma sciolta. perciò sono indicati con ff. Dal vescovo G.P.Dolfin in poi, le lettere pastorali sono a stampa, mentre sono per lo pii! manoscritti gli avvisi e le circolari ai parroci.

22


I

ARCHIVIO CANCELLERIA

Libro n° 8 Lettere pastorali 1773-1819 - anno 1773 - mgr. Marco Molino l'escavo anno 1777 - mgr. C.Paolo Dolfini vescovo anno 1819, (dorso), ff.lr-329v Libro n° 9 1819 fino 1853, Lettere pastorali anno 1819 - 1821 vicario capitola­ re Passi, 1821-1829 mgr. Mola vescovo. 1829-1831 vicario capitolare Benaglio, 1831­ 1852 mgr. Morlacchi vescovo, (a), rr. I r-302v

Libri delle Ordinazioni: Ordinationum a mense septembris 1698 usque ad mensem septembris 1711, (ms) ff. nn.

Ordinationum ah anno 1711 ad annum 1723, (rns) ff.nn.

Liber ordinationum a mense martii 1723 usque ad diem 20 septembris anno 1730,

(rns) ff.nn. Liber ordinationum 1731-1776, (rns) ff.nn. Ammessi all'abito clericale 1770-1789 (rubrica albabetica) Liber ordinationum 1776-1812, (rns) ff.nn. Liber ordinationum de temporibus autumnalibus 1812 usque ad annum 1839, (ms) ff.nn.

Sacre ordinazioni 1832-1852 (rubriche in ordine alfabetico), (ms) ff.nn,

Sacre ordinazioni 1854-1880, (rubriche in ordine alfabetico), (ms) ff.nn,

Registro ordinazioni sacerdotali dal 1914... (rubriche in ordine alfabetico), (ms) ff.nn.

Ordinazioni dell'anno 1880, (rns) ff.nn,

Ordinazioni dell'anno 1892, (ms) ff.nn,

Liber ordinationum ab anno 1893 ad annum 1904, (rns) ff.nn.

Liber confessorum ab anno 1854 ad annum 1894 (rubriche in ordine alfabetico), (rns)

ff.nn.

Sacerdoti defunti dal 1901..., (rns)

Destinazioni dei sacerdoti 1891 a 1899, 1900 a 1937, (rns)

Mensa vescovile Monasteri - Monasteri soppressi N. Rezzara

23


-----'-------------­ I

VISITE AD LIMINA

Nomine di Curia 1 Nomine ai vari uffici della curia a) voti del ven.Capitolo sopra nomine vescovili b) varie nomine dal 1777 al 1943 2 Vicario generale 3 Yicariato-vicari episcopali.consiglio episcopale 4 Cancelleria

Fondo Parrocchie Albenza, Alzano M., Acqualonga, Bondo Petello, Borgo Palazzo, Bracca, Bratto, Brembate Sopra, Calepio, Cantoni d'O., Casazza, Celana, Cerro, Cividino, Costa Serina, Dezzo di Scalve, Fara Gerra d'Adda. Fengo, Gromo S. Marino, Loreto, Luignano, Malpaga con Cavenago, Moio de' Calvi, Mologno, Monasterolo, Mornico al Serio, Ossanesga, Ossolaro, Paderno, Paratico, Peia, S. Alessandro della Croce, S. Pancrazio, S. Pellegrino, S. Rocco di Fontana, S. Andrea, S. Grata i. v., S. Maria d. Grazie, Scano al Brembo, Seriate, Solto Collina, Songavazzo, Spirano, Mologno, Fiobbio, Terno d'Isola, Trafficanti, Trescore, Valverde, Vercurago Seminario Sinodi diocesani Stato del clero Clero diocesano, schede personali Patrimoni ecclesiastici 1699-... Stato delle anime della città e diocesi di Bergamo dell'anno 1734 (rns), ff.1r-152v (ff. 36 nn.) Status animarum anni 1736 civitatis et dioecesis Bergomi, (rns) (ff.lr-33v vicarie,ff.34­ 46 parrocchie di città) Stato del clero e delle animel763, (rns) ff.lr-297v Idem, 1769, (rns) ff.1r-288v Idem, 1770, (rns) ff.1r-290v Idem, 1773, (rns) ff.1 r-292v Idem, 1775, (rns) ff.1r-285v Idem, 1784, (rns) ff.1r-156v Idem, 1836, (rns) ff.1r-123v Idem, 1837, (rns) ff.1r- 46v (nurnerati per vicarie) Idem, 1838, (rns) ff.1r-ll v " " Idem, 1839, (rns) ff.1r-30v Idem, 1840, (rns) ff.lr-24v Idem, 1851, (rns) ff.lr-66v Idem, 1852, (rns) ff.1r-35v Idem, 1853, (rns) ff.1r-28v

24


I

DOCUMENTI CITATI

Ufficio di Arte Sacra, E. FORNONI, Storia di Bergamo, V, (rns) Visite pastorali 69,

Visitatio Ruzina totius vallis Brembanae 1699, (ms), ff. lr-376v

70,

Visitatio Ruzina Ghisalbae, plebis Patemi, Rumani, Martinengi 1699, (rns), ff. lr-175v

71,

Visitatio Rurina cathedralis ac parochiarum civitatis et suburbiorum 1699, (ms), ff. lr-317r

72,

Visitatio Ruzina vallis Serianae inferioris et Gandini 1700, (rns), ff. lr-265v

73,

Visitatio Ruzina vallis Serianae superioris et vallis Scalvi 1700, (rns), ff. lr­ 523v

74,

Visitatio Ruzina 1701 Pontis S. Petri, Ambiveri, Pontitae, Locati, Brembati supe­ rioris, Mutii, Scani, Ossanesga, Paladinae, Breni, (rns), ff. lr-98v

75,

1702 Ruzina visitatio vallis Imaniae, (rns), ff. lr-156v (bis)

76,

Visitatio Ruzina Almenni et Insulae 1702, (rns), ff. lr-254v

77,

Visitatio Ruzina planitiei 1703, (ms), ff. lr-224v

78,

Visitatio Ruzina vallium Caballinae, Caleppii et Trescurii 1703, (ms), ff. lr-540r

79,

Visitatio Ruzina vicariarum Soriseli, Lallii et partis Seriati 1704, (rns), ff. lr­ 363v

80,

1710-1712-1724 Visitatio cathedralis Priolae, parochialium civitatis et subur­ biorum ac monasteriorum et oratoriorum, (rns), ff. lr-170r

81,

1710 Prioli Petri cardinalis visitatio vallium Serianae inferioris, Serianae supe­ rioris, Gandini et Bondioni, (ms), ff. lr-329r (a)

82,

C. Priola 1711 - Prioli Petri card. visitatio Ghisalbae, Rumani, Martinengi et ple­ biumPaterni 1711,(rns),ff.lr-130v(a)

83,

Priola 1711 - Petri Prioli cardinalis visitatio Prioli vallis Scalvi, plebis Clusoni, Molonii, Sueri, Endinis, Lussanae, S. Pauli d'Argon, (ms), ff. lr-145r (a)

84, S. E . Priola 1712 - Prioli card. Petri visitatio vallis Caballinae, Castri, Pianici, Selleri, oratorii S. Trinitatis in suburbio S. Antonii 1712, (rns), ff. lr-98v (a)

(a). Il titolo è scritto sul dorso dei faldoni o dei volumi. 25


------'-'--------------­ I

VISITE AD LIMINA

85,

P. Priola - 1712 Prioli Petri card. visitatio vallis Leminis, Bottae, Sedrinae et totius vallis Brembanae 1712, (ms), ff. Ir-249r (a)

86,

Yisitatio Priola 1714 Grumelli Plani, Sforzaticae, Albegni, Trevioli, Curnasci. Curni, Mutii, Scani, Ossanesgae, Paladinae, Breni, Almè, Brembillae, Gerosa, Blelli, Berbenni, Sellini, Locatelli, S. Simonis, Fopiani, S. Gotardi, S. Sirii, S. Omoboni, S. Michaelis. Cepino, vallis Siccae, Costae, Roncolae, Caprini, Stroziae, Clanetii, S. Bartholomaei. Barzanae, Alemenis S. Salvatoris.Sorisoli, Pontiranicae, Rosciani. S. Colombani, (ms), ff. Ir-186r

87,

Priola 1715 - Prioli card. Petri visitatio plebis Telgati, Caleppii. Predorii, Albani, Petrengi, Turris Rov., Scantii. Roxiati, Villae Serii, (ms), ff.lr-149v (a)

88,

l. Priola 1717 - Prioli card. Petri visitatio plebis Spirani, Mornici, Telgati, Coloniolae, Azzani, Turris Boldoni, Ranicae, Annexiae 1717, (rns), n. Ir-134r (a)

89,

M. Priola 1718- 19 - Prioli card. Petri visitatio vicariarum Spirani, Cenate et Pontitae 1718-1719, (ms), ff. Ir-llOr (a)

90,

visitatio Priola 1723 Pontis S. Petri, Bonati inferioris, Filaci, Marni, Farae Giarae Abduae, Bottanuci, Suisii, Madoni. Bonati superiori, Brembati, Locati, Mapelli, Fontanellae, Submontis, Carvici, Calusci, Soltiae, Medulaci, Chignoli, Temi, Presetii, (ms), ff.lr-135v

91,

Visitatio secunda Priola 1726 parochiarum Gornum, Chignolum, Oneta, Premolum, Parre, Piarium. Villa d' Ogna, Ogna, Valzurium, Nazolinum, Boarium, Gandellinum, Fiumenigrum, Bondionum, Lizzola, Gromum S. Mattini, Pontis Nor;a, (ms), ff.l r-166v

92,

1736-1738 Redetti Antonii visitatio vicariarum Alzani, Cluxioni, Sueri, Solti et Nimbri. loci de Vertua, monasterii Yisitationis de Alzano, (rns), ff. Ir-389r (a)

93,

1737-38-39-40-41 Redetti Antonii visitatio cathedralis, parochialium civitatis et suburbis, Curnasci. seminari S. Mathei et monasteriorum civitatis, (ms), ff.1r­ 432v (a)

94,

1737-1738 Redetti Antonio visitatio vicariarum Zonii, Costae de Serina, Cameratae, Plateae, Caronae, Comalbae. Mornici, Paderni, et Mapelli nec non paroeciae de Endena, (rns), ff. I r-389r (a)

95,

1739-1740 Redetti Antonii visitatio vicariarum Soriselis. Pontis S. Petri, Temi, Chignoli, Lallii. Sedrinae, Seriati, Urgnani nec non parochiarum S. Columbani, S. Stephani. S. Leonis de Cenate, monasterium de Tertio. (rns), ff. I r-483v (a)

96,

visitatio pastoralis Delphina cathedralis Bergomi 1778, (rns), ff. Ir-38r

(a).

n titolo è scritto sul dorso dei fàldoni

o dei volumi,

26


I

DOCUMENTI CITATI

97. visitatio pastoralis Delphina Ghisalbae et vicariae Mornici prima in dioecesi 1778, (ms), ff. lr-119v 98,

visitatio pastoralis Delphina parochialium civitatis et suburbiorum Bergomi 1779, (ms), ft. lr-215v

99,

visitatio pastoralis Delphina monasteriorum monialium civitatis et suburbio­ rum Bergomi 1779, (rns), ff. lr-81r

100. visitatio pastoralis Delphina Vertuae et vicariarum Clusoni, Ardesii et de Scalve 1779. (rns), ff. Ir-442v 101, visitatio pastoralis Delphina vicariarum Berbenni et Almenni 1779, (ms), ff. Ir-198r

102, visitaiio pastoralis Delphina Alzani, Nimbri, Albiniae 1779, (rns), ff. Ir-138v 103, 1780 visitatio Delphina Spirani et plebis Paderni et Gandini, Casnici. Oretii et Gazzanicae, (rns), ff. lr-216v 104, Yisitatio pastoralis Delphina totius vallis Brembanae 1780, (ms), ff. Ir-378r 105, visitatio pastoralis Delphina vicariae Intratici, Molonii, Endinis, Solti, Sueri et Soriselis 1780, (rns), ff, lr-258r 106, visitatio pastoralis Delphina vicariae Seriati. Grassobii. Petrenci, Villae Serii. Rosciati, Stezzani, ComunNovi et Zanicae 1780, (ms), ff. 1r-163v 107, Visitadella vicaria di Ponte S. Pietro Brembate e Lalio Chignolo. Temo, Fara Gera D'Adda, Cologno e Urgnano 1781, (rns), ff. lr-260v 108, visitatia pastoralis Delphina delle pie vi e vicarie Ghisalbae, Telgati, Calepio e Predore, (ms), ff, lr-326r (a) 109, 1835 Morlacchi Caroli preliminari e visita cattedrale S, Michele dell' Arco S. Pancrazio, (rns), ff. lr-88r (a) 110. 1835 Morlacchi Caroli visitatio Sanctae Agathae in Carmelo, S. Andreae, Sanctae Gratae inter vites earumque ecclesiis subsidiariis. (rns), ff, Ir-155r (a) 111. 1835 Morlacchi Caroli visitatio Sancti Alessandri in Columna cum ecclesiis subsidiariis. (rns), l'L lr-237r (a) 112, 1841 Morlacchi Caroli Veruae Clusioni. Castioni et vicariarum Scalvi et Selvini, (ms), l't. lr-184r (a)

(a). Il titolo è scritto sul dorso dei faldoni o dei volumi,

27


I

VISITE AD LIMINA

Bergamo BCAM (Biblioteca Civica Angelo Mai)

Fondo MIA - Archivio Pio Istituto Misericordia Maggiore, 2302 Communuovo Oratorio S. Zeno

Fondi della Biblioteca BOLIS G., Lettera di risposta a mons.P.Mola, 30 giugno 1825 CALVETII M., Orazione funebre recitata in S. Maria M. nelfuneralefatto dalla città di Bergamo a mons. L. Ruzini, (ms), ff.l-14 DOLFIN G.P., Lettere autografe: 1) al conte Calepio, IOnovembre 1783; 2) corrispon­ denza con l'abate P.A. Serassi, 1778-1788; 3) sonetto in onore del sac. M.Lupo, 1787; 4) lettera pastorale alla diocesi di Bergamo, Ceneda 4 settembre 1777; 5) let­ tere autografe all'amministratore del direttorio esecutivo, 7 fruttidoro anno 1, al diret­ tore Marco Alessandri, 20 fruttidoro anno 5; 6) distico all'abate Cesarotti; 7) disti­ ci latini in onore dell 'arciduca Ranieri viceré del regno Lombardo- Veneto; 8) cor­ rispondenza con l'abate Lorenzo Mascheroni GIUPPONI G. P., Vita del Vescovo di Bergamo Luigi Rurrini desunta dagli elogi ed imprese fatte e ne' suoi funerali, (rns), I, ff.l-38, II, ff.1-16 GRITII MORLAccHI C; Autografi: 1) lettera al vicario foraneo di Caleppio, lO febbraio 1849; 2) dichiarazione di stato libero a P.A.Andreoli, 31 agosto 1843; 3) omelie per Natale e Pentecoste e altre ricorrenze liturgiche; 4) biglietti a don Giuseppe Ronzoni, 1848; 5) serie di manoscritti in un volume con un suo ritratto a stampa; 6) lettera autografa al can. G. Finarzi, 5 aprile 1851; 7) lettera autografa ai prevosti di Romano e Mornico, 15 luglio 1844; 8) minute delle omelie nelle ricorrenze liturgiche MOLA P., Autografi: 1) Breve parafrasi delle otto beatitudini, 1821, (ms), ff.l-8; 2) lettera autografa a don Giovanni Serassi, 22 gennaio 1821; 6) minuta di lettere ai rettori degli studi teologici del Seminario di Bergamo, 1825 REDETII A., 2 certificati per il canonico Alessandro C. Medolago con facoltà di cele­ brare il sacramento della Confessione nel convento Matris Domini di Bergamo, Bergamo 4 maggio 1752,(ms) TARAMELLI A., Memorie sulla vita del vescovo Morlacchi, (ms), ff.l-14 Roma Città del Vaticano ACC (Archivio Congregazione Concilio) C. Concilii liber 246

28


I

DOCUMENTI CITATI

ASV (Archivio Segreto Vaticano)

Lettere di Vescovi e di Prelati, 75, 76, 77, 79, 81 86, 88, 89, 90, 93, 96, 102, 105, 246,282,286 Proc. Dat., 75, 85,105,107,151,185,193 Reg. Episc., 156 (1711); 157 (1712); 163 (1718); 179 (1734); 180 (1735); 184 (1739); 191 (1746); 193 (1748); 195 (1750); 203 (1758); 204 (1759); 207 (1762); 211 (1766); 212(1767) S.S. Venezia, 139,144,145, 149,150,151,152,153, 161,179,231,232,236,239,305, 309,353,401-405,407-411 BAV (Biblioteca Apostolica Vaticana)

Ottob. Lat. (Ottoboniano Latino), 3166, ff. 421r-424r Vat. Lat. (Vaticano Latino), 7494; 8223/11; 9934

29


I

VISITE AD LIMINA

OPERE E SAGGI CITATI

Acta Sinodalia Bergomen. Ecclesiae ab Ill.mis et Rev.mis D.D. Cornelio, Milano. Emo, Priolo, lustiniano, et Em.mo card. Petro Priolo Episcopis Bergomen. con­ dita in unum volumen redacta et multiplici indice locupletata ad commodiorem usum ecclesiasticorum iubente Ill.mo ac Rev.mo D.D. Antonio Redetti episcopo com. etc., Bergomi 1737 AGAZZI E. Gli edifici dal Medioevo al 1962, in Il colle di S.Giovanni Storia e arte Introduzione S. Ecc. Mons. R. AMADE!, testo E. AGAZZI, Can. Mons. L. PAGNONI, d. S. PESENTI Centro Studi Giovanni XXIll Fondazione L.P. CAPOVILLA, Bergamo o

1996 Allocuzione di Mons. Pietro Mola Vescovo di Bergamo premessa alla funzione del repristinamento dei Chierici Regolari Somaschi, Milano Silvestri 1823 Almanacco Diario spirituale de' Santi che giornalmente si festeggiano in Bergamo 1747, in Bergamo per Gio. Santini 1747 Almanacco Nuovo Diario nel quale oltre la nascita de' Principi e Cardinali sono regi­ strate le cariche e deputazioni più ragguardevoli civili ed ecclesiastiche della città di Bergamo per l'anno 1757, in Bergamo MDCCLVII per Francesco Traina AMADEI R., Dalla Restaurazione a Leone XIII, in Diocesi di Bergamo, 2, Storia religiosa della Lombardia a cura di A. CAPRIOLI-A. RIMOLDI-L.VACCARO. Brescia 1988 IDEM, I Vescovi di Bergamo nell'età moderna e contemporanea, in Ritratti dei Vescovi di Bergamo, Bergamo 1990 IDEM, Il clero bergamasco e il Risorgimento italiano (1859-1861), in Studi e memorie, Pubblicazioni del Seminario di Bergamo, [ (1972), Bergamo 1972 IDEM. La diocesi di Bergamo durante l'episcopato di Mons. Gritti Morlacchi, in Bergomum, Bollettino della Civica Biblioteca di Bergamo, 65 (1971) IDEM, Le vicende del Seminario di Bergamo dall'episcopato di Monsignor Giovanni Battista Milani (1592-1611) all'episcopato di Monsignor Giuseppe Piazzi (1953­ 1963), in Il Colle di S.Giovanni Omaggio a Papa Giovanni, Centro Studi Giovanni XXIll Fondazione L.P. CAPOVILLA, Bergamo 1997 ANDREITA S., Clemente XI, papa, in Dizionario Biografico degli Italiani, Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da G. Treccani, Roma 1960-... ,26 ARIGONI L., Selvino e la sua storia, Grafo Palazzago 1995 ARMATI P., Orazione funebre di monsignor Gian Paolo Dolfini vescovo di Bergamo per

le solenni esequie al medesimo rinnovate nella cattedrale dal venerando Seminario, Bergamo 1819 30


I

DOCUMENTI CITATI

ARRIGHI A.. De vita Aloisii Ruzrini Episcopi Bergomatium ad Carolum Rezionicum S.RE presbite rum cardinalem Patavinum liber, Patavii 1764 IDEM, De vita et rebus gestis Caroli Rurzini Principis venetorum; Patavii 1764 ASTORI G.c., Breve ragguaglio dell 'identità dè sagri corpi dé santi Fermo, Rustico e

Procolo che si venerano nella cattedrale di Bergamo e della controversia suscitata in questi ultimi tempi da alcuni scrittori veronesi, Bergamo 1766 AA.VV., Franco Venturi. Politica e Storia, in Rivista Storica Italiana, CVIII, II-IlI (1996)

Avvertenze di S, Carlo Borromeo per li confessori con l'aggiunta di alcuni avvisi e decreti. di nuovo ristampate per ordine di Mons. ANTONIO REDETTI, Vescovo di Bergamo, Bergamo 1733

Barbarigo nella Bergamo del Seicento, in Supplemento a L'Eco di Bergamo, 15 otto­ bre 1997 BARZAGHI G., Il progetto di pastorale giovanile a Bergamo e in Lombardia nel perio­ do della Restaurazione, in Chiesa e società a Bergamo nell 'Ottocento, 3, Studi e memorie del Seminario di Bergamo, Milano 1998 BELLARMINO R, s. j., Dottrina cristiana breve perché si possa imparare a mente, Roma 1597 IDEM,. Dichiarazione piu copiosa della dottrina cristiana, Roma 1598 IDEM., Dottrina cristiana in breve, Bergamo 1805 IDEM, Dichiarazione della Dottrina Cristiana composta per ordine di N. S. Papa Clemente VIlI, Bergamo 1819 IDEM, Breve dottrina cristiana, Bergamo 1820 BELLINI B., Valle di Adrara, tipo artig. Capriate d'Adda 1969 BELLINI F., Borgo di Terzo, Impronta Zanica 1990 IDEM, Storia del Conventino, in Il Giornalino, n° 105, febbraio 1998 BELLO' c., Geremia Bonomelli vescovo di povera santa Chiesa, Brescia 1975 BELOTTI B., Storia di Bergamo e dei Bergamaschi, 6 voll., Bergamo 1959 IDEM, Gli eccellenti Bergamaschi. IL Presentazione dell' Avv. C. SIMONCINI Presidente della Camera di Commercio di Bergamo, Edizione a cura di G.R. CRIPPA, Bergamo 1978

31


l

VISITE AD LIMINA

BELOTTI R., Magnifica Communitas Serinae Momenti Luoghi e Personaggi della Storia di Serina In Appendice DON TOMASO CARRARA ERASMI (1744-1818) Notizie istoriche di Serina e di Leprenno, Bergamo 1998 BENIGNI M., I fondatori di nuove congregazioni bergamasche nel primo Ottocento, in Chiesa e società a Bergamo... BERARDI G.B., Elogio funebre del M. Rev.do Prevosto di Spirano, in Orazioni funebri ..., Biblioteca ecclesiastica, XXII, Pirotta e C. Milano 1847

Bergamo o sia Notizie Patrie Almanacco scientifico - artistico - letterario, per l'anno 1825-..., Bergamo 1825 BERGGREN L.- SJÒSTEDT L., L'ombra dei grandi. Politica e politica monumentale a Roma, 1870-1895, Roma 1996

Bibbia (La) di Gerusalemme, EDB 1973 BOLIS E., Con Trento, oltre Trento, in Supplemento a L'Eco di Bergamo 15 ottobre 1997 BONETII P., Specchio de' Prelati rappresentato nella Vita di Girolamo Ragazzoni, con­ te di S. Oderico e Vescovo di Bergamo, Bergamo 1644 BONICELLI G., Rivoluzione e restaurazione a Bergamo, Aspetti sociali e religiosi del­

la vita bergamasca alle soglie dell' età contemporanea (1775-1825) con docu­ menti inediti, Presentazione di F. BOULARD, Monumenta Bergomensia, 4, Bergamo 1961 BONOMI I., Alcune note serinesi circa i moti patriottici del 1848 e 1849, Biblioteca Civica Serina 1982 BOTIERI I., Regole di buon comportamento negli istituti femminili deIl'800, in Chiesa e Società... BRAIDO P., Lineamenti di Storia della catechesi e dei catechismi. Dal tempo delle riforme all'età degli imperialismi (1450-1870), Torino 1991 BRAMBILLA E., Battesimo e diritti civili dalla riforma al giuseppinismo, in Rivista sto­ rica italiana, CIX/2, Torino 1997 BRESSAN E., Assistenza e situazione sociale a Bergamo dalla Repubblica veneta alla Restaurazione, in Chiesa e Società a Bergamo ... IDEM, La Lombardia veneta. Organizzazione sociale e governo del territorio, in La formazione della Lombardia contemporanea a cura di G. RUMI, Cariplo-Laterza, Economia e società in Lombardia dall'età delle riforme alla grande crisi, lO, Bari 1998

32


_'------------­

~_......

I

OPERE E SAGGI CITATI

Bullarii Romani coniinuatio Summorum Pontificum Clementis XI/I, XIV, Pii VI, VI/, Leonis XII, et Pii VII!, TIII, 1764-1769, Romae 1838 Bullarii Romani continuatio Clementis XIII, T. IV/L Prati 1840 Bullarum. diplomatum et privilegiorum Sanctorum Romanorum Poniificum Taurinensis editio locupletior facta collectione novissima... , XIV, XX, XXII, Augustae Taurinorum 1868-1871

CAIRNS c., Il dominio Veneziano, in Diocesi di Brescia, 3, Storia religiosa della Lombardia a cura di A. CAPRIOLI - A. RIMOLDI - L. VACCARO. Brescia 1992 CAJANI L. - FOA A., Clemente XIII, papa, in Dizionario Biografico..., 26 CALVI D., Effemeride sagro profana di quanto di memorahile sia successo in Bergamo sua diocese et territorio, 3 voll., Milano 1676 CAMOZZI E, Le istituzioni monastiche e religiose a Bergamo nel Seicento. Contributi alla storia della soppressione innocenziana della Repubblica Veneta. I, in Bergomum ... , 75 (1981); II, ibid., 76 (1982). IDEM. (Card. ANGELO MAI) Statistica delle Missioni cattoliche dell 'Europa, Asia. Africa ed America (circa annum 1839), Bergamo 1986 IDEM., Le visite "ad Limina Apostolorum" dei Vescovi di Bergamo (1590-1697), I, Fonti per lo studio del territorio Bergamasco, XI, Bergamo 1992 IDEM, Diario di un prevosto di Rosciate don Luigi Signori 1892-1921, 2 voll., Bergamo 1995. CAPONE BRAGA G., Illuminismo, in Enciclopedia Filosofica, Centro di studi filosofici di Gallarate, Istituto per la collaborazione culturale Venezia Roma, 4 volI., Firenze 1957-1958, II CAPPELLINI P., Don Botta e la medaglia d'oro dell' Imperatore. in L'Eco di Bergamo 2 dico 1997 CARACCIOLO A., Clemente XII, papa, in Dizionario Biografico.... 26 CARRARA BEROA P. A., Sommario di Leggi, Decreti, Precetti, Istruzioni, Ricordi, Dichiarazioni etc. contenute nelle Lettere Pastorali dirette alla città e diocesi dagli Em.mi Sg. Cardinali Pietro Prioli e Leandro Porzia e dall'Ill.mo Mgr. Antonio Redetti, Vescovi di Bergamo dall'anno I 708 fino all'anno 1752, Bergamo 1754 CARRARO M. - MASCOTTI A., L'Istituto delle Sante Bartolomea Capitanio e vincen:a Gerosa, L Milano 1987 CASATI M., Compendio della Dottrina Cristiana, Mondovì 1765 IDEM, Compendio sopra le principali solennità della Chiesa diviso in due parti. Parte

33


-------'---------­ I

VISITE AD LIMINA

prima. Della celebrazione dei principali divini misteri e delle osservanze eccle­ siastiche che vi hanno relazione. Parte seconda. Delle feste solenni di Maria Vergine e di alcune altre solennità principali che si celebrano fra l'anno, Mondovì 1767

CASSINELLI B.- PAGNONI L.- COLMUTO ZANELLA G., Il duomo di Bergamo, Bergamo 1991 CASTIGLIONE G.B., Historia delle Scuole della Dottrina Cristiana fondate in Milano e da Milano nell'Italia ed altrove propagate. Opera postuma in due parti, Milano 1800 CATTANEO G., Orazione funebre in occasione del solenne funerale.eretto dalla città di Bergamo alfu' Eminentissimo Pietro Priuli Vescovo della detta città. Bergamo 1728 CAVALLA V., Barnaba, apostolo, in Enciclopedia Cattolica, 12 voll., Firenze 1948­ 1954, II CELANESE G. (ROTA G.), I sette giri del cielo, Bergamo 1850 Cenni storici del monastero della Capuccine Concette di Sant'Antonio del Castello indi d'Ognissanti in Venezia ora di S. Giuseppe in Capriate d'Adda, s.d.

CEVA T.,s.j., Vita di Monsignor Luigi Rurini vescovo di Bergomo dedicata all'Em.mo e Rev.mo Cardinale Giovanni Badoaro Vescovo di Brescia, Venezia 1712 CHIODI L., La Misericordia Maggiore di Bergamo dallO giugno 1797 al 23 maggio 1798, in Bergomum..., 53 (1959) IDEM, Note brevi di cose bergamasche ignote o quasi. in Bergomum... ,70 (1976) Chronicon Bergomense Guelpho-Ghibellinum ab anno MCCCLXXVIII usque ad annum MCCCCVII a cura di C. CAPASSO, Bologna 1928, in MURATORI L. A.. Raccolta degli storici italiani dal cinquecento al millecinquecento Nuova edizione riveduta ampliata e corretta con la direzione di G. CARDUCCI-V. FIORINI-P. FEDELE, T. XVI, II, Bologna 1926

COHRANE C.N., Cristianesimo e cultura classica, Il Mulino, Bologna 1957 Collegioill) Cerasoli in Roma Commemorazioni centenarie 1735-1935, 1835-1935, Pubblicazione fatta per cura della Venero Arciconfraternita dei Bergamaschi in Roma, Roma 1935

COLLEONI C., Historia quadripartita di Bergamo et suo territorio nato gentile et rina­ to Cristiano, 3 voll., Bergamo-Brescia 1617-1618 Consorzio de Carcerati. Regola, Bergamo 1738

34


I

OPERE E SAGGI CITATI

Constitutiones editae in sinodo dioecesana celebrata per Em.mum et Rev.mum D. D. Petrum S. R. E. miseratione divina tit. S. Marci praesb. card. Priulum episcopum Bergomen. Co. etc. die quarta cum duabus se insequentibus mensis septembris anno Domini MDCCXXIV, Bergomi apud Rubeos, s.d.

COVA A., Economia e società tra Sette e Ottocento, in Chiesa e Società a Bergamo... COZZI G.- KNAPTON M. - SCARABELLI G., La Repubblica di Venezia nell'età moderna Dal 1517 alla fine della Repubblica, in G. GALASSO, Storia d'Italia, voI. 121II, Torino 1992 CRIPPA G.R., Bergamaschi di sempre, Bergamo 1962 IDEM, 11 mite educatore don Carlo Botta, in Bergamaschi di sempre ... IDEM, 11 poverello servo di Dio don L. Palazzolo, in ibid. CUCINI TiZZONI C., Miniere e metallurgia in alta val Brembana (secoli Xll-XVl), in Bergomum..., 89 (1994) DANIELE I., Gregorio Giovanni Gaspare Barbarigo, santo, in Bibliotheca Sanctorum, Istituto Giovanni XXIII della P.D. Lateranense. 12 voll., Città Nuova editrice Roma 1964-1969. VII DE CAPITANEIS L, Ephemerides sacra poetica Joannis Pauli Delphini Episcopi Bergomatis..., Bergomi 1825 DE CARO G., Benedetto XllI, papa. in Dizionario Biografico..., 8 DEL BELLO S., Bergamo guida turistica, Ferrari 1991 DELRE N., Girolamo Miani; santo, in Bibliotheca Sanctorum ..., VI Dell 'origine della costituzione, e dello spirito della Scuola serale di Carità per i gio­ vani artisti della città alta in Bergamo. Discorso intitolato all'egregio signor con­ te Clemente Giacomo Suardo, Milano e Lodi C. Wilmant e figli 1848

DENTELLA L., 11 Conte Can. Giuseppe Benaglio ed un secolo di storia ecclesiastica Bergamasca, Bergamo 1930 IDEM. I Vescovi di Bergamo (Notizie storiche), Bergamo 1939 Diario spirituale dè Santi che giornalmente sifesteggiano in Bergamo l'anno 1747, in Bergamo per Gio. Santini Exite [lores inclyti Antologia Alessandrina Testimonianze a S. Alessandro dalle "Passiones" ai giorni nostri XVII 298-1998 centenario del martirio S. Alessandro, Diocesi di Bergamo, Bergamo 1998

35


----~-'---------I

VISITE AD LIMINA

FARlO A, La partecipazione del clero mantovano ai moti rivoluzionari del 1848 e alla congiura del 1850, in Rassegna storica del Risorgimento. XLIII, I (1956) FERRARI B., Dalla rivoluzione francese alla morte dell 'arcivescovo Calabiana, in Diocesi di Milano. 2a parte, Storia religiosa della Lombardia a cura di A CAPRIOLI - A. RIMOLDI - L. VACCARO. Brescia 1990 FINAZZI G., Orazione funebre detta nelle esequie del canonico Maffio Consoli lettore di teologia nel Seminario di Bergamo il 29 marzo 1851. Milano tipo D. Salvi e C. IDEM, Orazione detta nei solenni funerali di mons.lll.e ReI'. Carlo Gritti Morlacchi l'esco l'O di Bergamo, Bergamo 1853 IDEM, Una generazione passa, un 'altra le viene appresso. Orazione detta nei solenni funerali di Mons. Ill.mo Rev.mo Carlo Gritti Morlacchi vescovo di Bergamo, Bergamo 1853 IDEM, I Guelfi e i Ghibellini in Bergamo Cronaca di CASTELLO CASTELLI delle cose occorse in Bergamo negli anni 1378-1407 e Cronaca anonima di Bergamo degli anni 1402-1484 pubblicata con prefazione e note, Bergamo 1870 FIORANI 1.., Il Concilio Romano del 1725. Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 1977 FLAGA PLEBANI E., Santa Grata nella storia e nella tradizione della città di Bergamo, Ponteranica Bergamo 1995 Funere (In) Illustrissimi et Reverendissimi D.D. Antonii Redetti episcopi Bergomensis comitis etc.Oratio habita in aede cathedrali idihus ma] anno 1773, Bergomi ex typ.F. Locatelli

GALIZZI G.P., Aspetti di vita economica bergamasca sotto Venezia, in Bergomum .... 53 (1959) GALLARATI G. A., Vita di monsignor Luigi Rurrini Vescovo di Bergamo dedicata all'Em.mo e Rev.mo Cardinale Giovanni Badoaro Vescovo di Brescia, Milano 1712 GALLINA G., Il vescovo Geremia Bonomelli e la diocesi di Cremona dal compimento del processo unitario italiano alla vigilia della prima guerra mondiale (1871­ 1914), in Diocesi di Cremona, 6, Storia religiosa della Lombardia, a cura di A CAPRIOLI - A. RIMOLDI - L. VACCARO, Brescia 1998 GALLlZIOLl G.B.. Memorie per servire alla storia della vita e degli scritti del cardinale Giuseppe Alessandro Furietti, Lucques 1790 GAUDERZO G., La Chiesa pavese dall'età delle riforme, in Diocesi di Pavia, II, Storia religiosa della Lombardia a cura di ACAPRIOLI - A. RIMOLDI - L. VACCARO, Brescial995

36


I

OPERE E SAGGI CITATI

GERVASONI G.. Angelo Mai, Bergamo 1954 GIUPPONI G.P., Orazione funerale nelle mestissime esequie dell'Ill.mo e Rev.mo Monsignor Alvise Rurzini vescovo di Bergamo, in Bergomo 1731 Giurisdizionalismo, in Enciclopedia Filosofica... , II GORDINI G.D., Francesco di Sales. vescovo di Ginevra, dottore della Chiesa, santo, in Bibl. Sanct., V GRITII MORLACCHI C; Allocuzione al reggimento Barone Geppert per la solenne bene­ dizione delle nuove bandiere nel giorno 3 settembre 1843. Bergamo 1843 IDEM, Esortazione ai venerabili suoi parroci per l' omelia festiva, Bergamo 1849 IDEM. Epistola pastoralis ad clerum et populum Dioeceseos Bergomensis, Roma 1831 GUERRINI A.M., Sinopsis rerum et tempo rum Ecclesiae Bergomensis. Bergamo 1734 IMPAGLIAZZO M., 1825: Difronte alla cosidetta "battaglia del Giubileo" Leone XII decide con coraggio e confermezza di celebrare quello che sarebbe stato l'unico Giubileo dell'Ottocento, in L'Osservatore Romano 25 dicembre 1996 Incognito (L') scarpellatore, appresso P. Lancillotti anno 1761 1PARRAGUIRRE L, Roberto Bellarmino dottore della Chiesa, in Bibl. Sanct., XI JEDIN H.• Storia del Concilio di Trento, II primo periodo 1545-1547, II, Brescia 1974 KARTTUNEN L., Les Nonciatures apostoliques permanentes de 1650 1912

à

1800, Genève

LESTOCQUOY J., La vie religieuse l'n France du VII au XX siècle, Paris 1964 Lettres Apostoliques de Pie IX, Grégoire XVI, Pie X, 1904 Liber Sacramentorum Augustodunensis cura O. HEMING, o.s.b. editus, Brepols Turnholti 1984 LOMBARDINI M., L'Istituto di Maddalena di Canossa e le opere canossiane in provin­ cia di Bergamo dal 1820 al 1915, tesi di laurea, Univo Catt. S. Cuore. Magistero, Milano 1992-1993 L. ANNAEl FLORI, Epitomae libri II et P. ANNII FLoRElfragmentum de Ver!?i/io orato­

re an poeta. ed O. ROSSBACH, Lipsiae 1896 MAESTRONI L., Cronaca Locatese (pro manuscripto), 1969 MANDELLI A., Alzano nei secoli, Bergamo 1988

37


I

VISITE AD LIMINA

MARTINA G., s.j., Pio IX (1846-1850) , in Miscellanea Historiae Pontificiae ,38, Università Gregoriana ed., Roma 1974 IDEM, Pio IX (/85 I -I 866), in ibid., 51, Roma 1986 IDEM, Pio IX ( 1867- I 878), in ibid., 58, Roma 1990 MASCHERONI L., Sermone sulla falsa eloquenza del pulpito per l'esaltazione di Monsignore Carlo Gritti-Morlacchi alla sede vescovile di Bergamo, Bergamo 1831 Monastero (II) di Matris Domini in Bergamo, Monumenta Bergornensia, 54. 2 voll., Bergamo 1980 Monastero (Il) di San Fermo in Bergamo Leggenda e storia a cura di N. BERGAMASCHI A RIBONI Architettura e arte a cura di S. FRISIA Fotografie B. PIROLA Presentazione V. ZANELLA, Bergamo 1982

MONTANARI D., I Monti di Pietà bergamaschi (secoli XVI-XVIII), in Studi veneziani, 27 (1994) IDEM, Gregorio Barbarigo a Bergamo(1657-1664). Prassi di governo e missione pasto­ rale, Milano 1997 IDEM, Misericordie: una rete di protezione per una società povera, in L'Eco di Bergamo 4 maggio 1998 MORLACCHI c., Orazione funebre per monsignor vescovo Giampaolo Delfino conte , e commendatore, Bergamo 1819 IDEM, Epistola pastoralis ad clerum et populum Dioeceseos Bergomensis, Romae 1831 IDEM, Esortazione di Monsignore Carlo Gritti Morlacchi vescovo di Bergamo ai vene­ rabili suoi parrochi per l'omelia festiva, Bergamo 1849 MORONI G., Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da S.Pietro ai nostri gior­ ni,103 voll.,Venezia 1840-1861 MOSCONI A- LORENZI S.. I conventi francescani del territorio bergamasco Storia Religione Arte. Milano 1983 MOZZARELLI c., Dali 'Antico Regime allo stato moderno: un' interpretazione, in Chiesa e società a Bergamo... MUTIO M., Delle reliquie insigni e d'altre cose degne di memoria.che nelle Chiese di Bergamo dentro e fuori si ritrovano Parte terza della Sacra Historia, Bergamo 1616

38


I

OPERE E SAGGI CITATI

NASELLI C; Restaurazione e crisi liberale (1815-1846), in A.FUCHE - V. MARTIN, l.B. DUROSELLE - E. JARRY, Storia della Chiesa dalle origini ai nostri giorni. XXI2, ediz. italiana sulla 2a di lingua francese. Torino 1975 NERI F., Il giubileo in occasione del Concilio Vaticano I con alcune aggiunzioni del giu­ bileo massimo o anno santo nel 1875, Napoli 1875 Novo diario nel quale oltre la nascita de' principi. e cardinali sono registrate le cari­ che, e deputazioni più ragguardevoli civili, ed ecclesiastiche della città di Bergamo per l'anno 1757, Bergamo 1757 OFFELLI S., Giansenio (Cornelio) e Giansenismo, in Enciclopedia Filosofica..., II IDEM, Tamburini Pietro. in ibid., IV

Officia Propria Sanctorum Bergomi et aliorum a sacra Rituum congregatione appro­ bata universo clero civitatis ac dioecesis Bergomensis jam assignata l'l'l nuper concessa. Mediolani 1853 Onore (In) di don Carlo Botta nell'occasione del trasporto della sua salma alla chie­ sa di S. Carlo, Note biografiche, in La Vita diocesana, V (1913) Ordini e statuti approvati dal magnifico Maggior Consiglio con parte 8 marzo /752. Bergamo 1752 Osservazioni intorno alle nuove officiature proprie per la Chiesa di Bergamo dirette all'ill.mo e rev.mo monsignor Vescovo della medesima dall'arciprete di Telgate, Lugano 1850 Padre (Il) Luigi Mozzi nel IO Centenario della sua morte 1813 - 24 luglio 1913 in L'Eco di Bergamo 23-24 luglio 1913 PAGNONI L., Le Chiese parrocchiali bergamasche Appunti di storia e arte. 2 voll., Bergamo 1979 PAPINI G. - G. DE LUCA. Prose di cattolici italiani d'ogni secolo. Torino 1941 PASCHASIUS RADBERTUS, De Assumptione Sanctae Mariae virginis. cura et studio A. RIPBERGER, in CCCM, 56 c, Brepols Turnholti 1985 PASTA R., Per una rilettura de "Il Caffé" 1764-1766, in Rivista storica italiana, CVIIIIII, Torino 1995 PASTOR v. L., Storia dei Papi nel periodo dell' Assolutismo dall' elezione di Innocenza X sino alla morte di Innocenza XlI (1644-/700) Parte ll lnnocenzo XI Alessandro VlIllnnocenzo XlI (1676-/700). XlVIII, versione italiana di Mons. Prof. PIO CENCI, Roma 1932 IDEM, Storia dei Papi nel periodo dell'Assolutismo. Dall'elezione di Clemente XI

.'" 39


------'---~------I

VISITE AD LIMINA

sino alla morte di Clemente XII (1700- 1740), XV, versione italiana di Mons. Prof. PIO CENCI, Roma 1933 IDEM, Storia dei Papi nel periodo dell'Assolutismo Dall'elezione di Benedetto XIV sino alla morte di Pio VI (1740- 1799) Parte I, Benedetto XIV e Clemente XIII (1740-1769), XVI/I, versione italiana di Mons. Prof. PIO CENCI, nuova ristampa, Roma 1965 IDEM, Storia dei Papi nel periodo dell' Assolutismo dall'elezione di Benedetto XIV sino alla morte di Pio VI (1740-1799) Parte II, Clemente XIV ( 1769-1774), XVIIII, versione italiana di Mons. Prof. PIO CENCI, nuova ristampa, Roma 1954 IDEM, Storia dei Papi nel periodo dell 'Assolutismo dali 'elezione di Benedetto XIV sino alla morte di Pio VI (1740- I 799), Parte III, Pio VI (! 775- 1799), XVI/III, versione italiana di Mons. Prof. PIO CENCI, Roma 1934 PATELLl C.; Alzano Maggiore e la basilica di S. Martino, Bergamo 1978 IDEM, Uomini e vicende del Seminario di Bergamo dal 1567 al 1921, in Studi e memo­ rie, Pubblicazioni del Seminario di Bergamo..., I (1972) PEDERZANI I., Parrocchia e comune in bergamasca tra Antico Regime e Restaurazione, in Chiesa e Società a Bergamo... PEDRONI A .. Storia del prete Carlo Botta, Bergamo 1927 PESENTI A., Note sul giansenismo bergamasco durante l'episcopato di Antonio Redetti(l731-1773) con carteggi e documenti inediti, in MiscellaneaA.BemareggL Monumenta Bergomensia, I, Bergamo 1958 IDEM, Il Collegio Apostolico (! 773-1909), in I Preti del Sacro Cuore di Bergamo nel 50° della fondazione, Bergamo 1959 IDEM, Repertorio Bio-Bibliografico del Collegio Apostolico e dei Preti del S. Cuore, in ibid. IDEM, Il monastero nei secoli XIX e XX, in 11 monastero di Matris Domini in Bergamo, Monumenta Bergomensia, 54, 2 voll., Bergamo 1980 PESENTI PALVIS A., "Papa Giovanni lo proclamò santo ", in Supplemento a L'Eco di Bergamo 15 ottobre 1997 PIETRO il Venerabile, Adversus Judeorum inveteratam duritiem, cura et studio Y. FRIEDMAN, CCCM, 58, Brepols Turnholti J 985 IDEM, Orationes ed meditationes de Vita Christi, cura et studio M.L POTTI, Friburgi Br Herder 1902. PII IX. P.M Acta, I-III, Romae 1854-1868

40


.~--------------I

OPERE E SAGGI CITATI

PETRUCCI F, Colloredo Leandro, in Dizionario Biografico..., 14 POGGIANI KELLER R., La preistoria bergamasca: Nuovi dati per un quadro di sintesi, in Ateneo di Scienze. Lettere ed Arti di Bergamo, 50 (1988-1989) POZZI G., Grammatica e retorica dei Santi, Milano 1997 PRETO P., Checcozzi G.R., in Dizionario Biografico ... , 24 .'

Primo!Nel) centenario di Angelo Mai Memorie e documenti, Bergamo 1882 Provincia (La) Lombarda dei Frati Minori Cappuccini, 31 maggio 1937, S.A. Stampa periodica italiana, Milano 1937

P. VERGILII M. Opera, adn. critica FA. HIRTZEL, Oxonii 1959 Pubblicazioni della Provincia Patavina dei Frati Minori Conventuali, l, Padova 1958

Q. HORATII F. Opera, adn. critica E.C. WICKHAM, ed. altera curante H. W. GARROD, Oxonii 1952 RAINERI A., Corso di istruzioni catechistiche fatte nella metropolitana di Milano, Milano 1845 RAPONI N" Chiesa locale e società nell'età contemporanea, in Chiesa e società Appunti per una storia delle diocesi lombarde a cura di A. CAPRIOLI - A. RIMOLDI - L. VACCARO, I, Brescia 1986 RAVASIO 1., Origini del Collegio Sant' Alessandro, in Chiesa e società a Bergamo... REDETTI A., Methodus in seminario Bergomensi tenenda pro studiorum directione, Bergomi 1732 REINA F, Sacerdote Giuseppe Brena priore dell'orfanotrofio detto il Conventino, in Giornale della Provincia di Bergamo 19 marzo 1841. REZZARA N., Il movimento cattolico nella diocesi di Bergamo Appunti e statistiche, Bergamo 1897 RICCARDI A., Dei mezzi di promuovere l'educazione religiosa in ogni classe di per­ sone, Bergamo 1831 RICCHINI A., De vita ac rebus gestis beati Gregorii Barbadici S. R. E. cardinalis epi­ scopi Patavini libri tres, Romae 1761 RITZLER R-SEFRIN P., Hierarchia Catholica medii et recentioris Aevi..., V, Patavii 1952; VI, ibid. 1958; VII, ibid. 1968 RONCALLI A" Gli inizi del Seminario di Bergamo e S.Carlo Borromeo, Note storiche

41


_ _ _-------.J

_

I

VISITE AD LIMINA

con una introduzione su il Concilio di Trento e la fondazione dei primi seminari, in Il Colle di S.Giovanni ... IDEM, La "Misericordia Maggiore" di Bergamo e le altre istituzioni di beneficenza amministrate dalla Congregazione di Carità, Bergamo 1912 ROSSI D., In morte dell'Ill.mo e Rev.mo monsignore Pietro Mola Vescovo di Bergamo Poesie, Bergamo 1829 Idem, Poesie, Bergamo 1831 RUMI G., Chiesa e società tra Antico Regime e Restaurazione, in Chiesa e società a Bergamo... IDEM, Lombardia,libertà o dominansaì, in La formazione della Lombardia... IDEM - COVA A. - MEZZANOTTE G., Bergamo e il suo territorio, Cariplo, Arti Grafiche A. Pizzi, 1997

Sacra (La) Bibbia, volI. 3, Marietti 1960 Sacra (La) Congregazione del Concilio. Quarto centenario dalla fondazione (1564­ 1964). Studi e ricerche, Città del Vaticano 1964 SALA A., Un 'ipotesi nuova sull'ubicazione dell'antica arena romana in Bergamo, Estratto da Archeologia della regio Insubrica Dalla preistoria all' alto medioevo. Atti del convegno Chiasso 5-6 ottobre 1996, Como 1997

v.e. Bergomi episcopi laudatio habita in BergomensiAthaeneo eius imaginem inaugurante XV Kal. majas 1828, Bergomi 1828

SALVIONI A., Joannis Pauli Delphini

SANGALLI G., Quel monastero soppresso due volte, in L'Eco di Bergamo 4 dicembre

1992 SANI R., Le nuove congregazioni religiose nella Lombardia della Restaurazione, in Chiesa e società a Bergamo... S. AGOSTINO, Enarrationes in psalmos, in I.-P. MIGNE, Patrologiae cursus completus Series latina, T. 36-37, Lutetiae Parisiorum 1865 IDEM, Sermones ad populum, in ibid., T. 38 S. BERNARDO Sermo XXXll1, in Cantica, Opera omnia, T. II, Mediolani 1851 S. CiPRIANO, De habitu Virginum, in I.-P. MIGNE, Patrologiae..., T. 4 S. GEROLAMO, Commentariorum in 1saiam prophetam, in ibid., T. 24 S. GREGORIO MAGNO, Homiliarum in Evangelia, in ibid.. T. 76

42


I

OPERE E SAGGI CITATI

IDEM, Moralium libri, in ibid., T. 75 SARTORI A. , La Provincia del Santo dei Frati Minori Conventuali Notizie storiche, in Pubblicazioni della Provincia Patavina dei Frati Minori Conventuali, I, Padova 1958 SAVIO P., Devozione di Mgr. Adeodato Turchi alla Santa Sede, Roma 1938 SAVOIA P" Dalla prima organizzazione della nuova diocesi alla fine del dominio vene足 to, in Diocesi di Crema, Storia religiosa della Lombardia a cura di A. CAPRIOLI 足 A. RIMOLDl - L. VACCARO, Brescia 1993 SELLA D.-C. CAPRA C; Il Ducato di Milano dal 1535 al 1796, in G. GALASSO, Storia d'Italia, voI. 11, Torino 1984

Sirena (La) cantante Diario spirituale de' Santi che giornalmente si festeggiano in Bergamo l'anno 1751-... SNIDER C; L'Episcopato del cardinaleAndrea C. Ferrari, Gli ultimi anni dell'Ottocento 1891-1903, I, FontesAmbrosiani, LXVII, Vicenza 1981 IDEM, L'Episcopato del cardinale Andrea C. Ferrari, I tempi di Pio X, II, ibid., LXX, Vicenza 1982 SONZOGNI I., Una biblioteca per i bergamaschi "di gran talento": il cardinal Furietti e la fondazione della Civica, in Bergomum..., 89 (1994) SPINELLI G., Gli ordini religiosi (1428-1810), in Diocesi di Bergamo, Storia religiosa della Lombardia...,

Statistica dei Frati Minori Cappuccini della Provincia di S. Carlo in Lombardia, Milano Curia Provinciale 1992 Statistica della Provincia Lombarda dei Frati Minori Cappuccini, Milano 1937 TADINI F, Il ruolo di Fornovo nella politica di Cremona per il predominio sulla Geradadda (sec.IX-XIII) , in Bergomum... ,86 (1991) TAGLlAFERRI, Podestaria e Capitanato di Bergamo - Relazioni dei rettori veneti in terraferma, XII. Milano 1978 TAMBURINI P., Ethica Christiana, Pavia 1783 IDEM, Vera idea della Santa Sede, Pavia 1784 TANCREDI TORRI, D. Lorenzo Tomini (1758-1840), in L'Eco di Bergamo 5 nov. 1937 THOMAS de Chobham, Summa de arte praedicandi, cura et studio F MORENZONI, 82, CCCM, Brepols Turnholti 1988

43


VISITE

AD LIMINA

TODESCHINI G., Il musicista bergamasco Carlo Lenzi maestro di cappella in S. Maria Maggiore, in Ateneo di Scienze..., 46 (1985-1986) TOMMASO da Kernpis, Orationes et meditationes de vita Christi, cura et studio M.I. PHOL, Friburgi Br. Herder 1902 TONINELLl G., Bergamo romana, città ripida, in L'Eco di Bergamo 20 settembre 1998 TORCELLAN G.F., Badoero Alberto Giovanni, cardinale, in Dizionario Biografico ... , 5 TOSCANI X., Il ruolo del prete nella società lombarda tra Sette e Ottocento. Sensibilità sociale ed impegno educativo nella scuola, in Chiesa e società a Bergamo... TRAINI c., Vicende storiche del collegio vescovile S. Alessandro in Bergamo Dalle origini ai nostri giorni, Bergamo 1946 UGHELLI F., Italia sacra sive de Episcopis Italiae et lusularum adiacientium rebusque ab iis praeclare gestis deducta serie ad nostram usque aetatem, ed. secunda, 4, Venetiis 1719 VALOTA F., Il collegio Mariano di Bergamo nella seconda metà del Settecento, in Bergomum..., 89 (1994) VALOTI P.M., Don Luigi Palazzolo nella sua vita e nelle sue opere, Bergamo 1927 VANOSSI B., Parrocchia-casa madre e luoghi santificati dalla presenza di S. Gerolamo Emiliani. Appunti 1538- 1989, Rapallo 1994 VIGANI S., Accademia dedicata a monsignor GianPaolo Dolfin, Bergamo 1781 VISMARA CHIAPPA P., La Chiesa ambrosiana tra il 1712 e il 1796, in Diocesi di Milano, 2" parte ... Vita IlI.mi ac Rev.mi D.D. Antonii De Ambivere Episcopi Aureliopolitani Comitis, ac Bergomensis Ecclesiae Canonici a L. MASCHERONIO conscripta, in Nuova raccol­ ta d'opuscoli scientifici e filologici Tomo 41 al Rev.mo D. Parisio Bernardi abate generale della Congregazione Benedettina Camaldolese, Venezia 1785, 9 VITARI A., La figura e l'opera di don Luca Passi per l'educazione giovanile. Rapporti con la diocesi di Bergamo, in Chiesa e società a Bergamo ... ZACCARIA G., La Crisi rivoluzionaria (1789-I 815), in A. FLlCHE- V. MARTIN, Storia del­ la Chiesa, XXI l, ed. italiana. sulla Z"ed. francese, con bibliografia aggiornata da Padre l. DE VILLAPADIERNA, Torino 1971 ZANCHI G., La condizione economica del clero, in Alle radici del clero bergamasco... IDEM, L'età post-tridentina e il consolidarsi della tradizione Bergamasca, in Diocesi di Bergamo, Storia religiosa della Lombardia... 44


I

OPERE E SAGGI CITATI

IDEM,

La religiosità popolare a Bergamo nell'età moderna, in ibid.

IDEM,

I Vescovi di Bergamo nella Riforma e Controriforma del Concilio di Trento, in

Ritratti .,' IDEM,

Barbarigo nuovo S. Carlo, in Supplemento a L'Eco di Bergamo 12 ottobre 1997

IDEM,

La confessione, in lbid.

U., Da 150 anni le suore di Carità alla Casa di ricovero di Bergamo: l dicem­ bre 1840, in Ateneo di Scienze ..., 51 (1989-1990)

ZANETII

A., Sulla laguna di Venezia viveva quasi una seconda Bergamo, in L'Eco di Bergamo 4 maggio 1998

ZANNINI

45


I

LUIGI RUZINI

LUIGI RUZINI

Luigi Ruzini (o Ruzzini) nacque dai nobili Marco e Cattaruzza Zevi il 23 aprile 1658 a Venezia. n padre, procuratore di S.Marco, fu podestà di Padova dove Luigi, dopo l'avvio agli studi presso i Somaschi a Castello, fre­ quentò l'università nelle facoltà di diritto canonico e civile. Scelta la car­ riera amministrativa, a differenza dei fratelli Carlo, ambasciatore di Venezia a Vienna e in seguito doge, e di Giannantonio, senatore della repubblica, Luigi fu eletto savio degli Ordini e magistrato per il provveditorato alla Sanità. Il 20 agosto 1691 egli firmò con altri provveditori il decreto che proibiva ogni commercio con la Croazia, Zagabria e la Dalmazia per il contagio. A 38 anni d'età Ruzini abbandonò ogni incarico pubblico scegliendo lo stato ecclesiastico. Il nunzio apostolico a Venezia Agostino Cusani(1696-1706) nel rap­ porto del 24 novembre 1696 al cardinale segretario di Stato, Fabrizio Spada (1691-1700), informava di aver ricevuto in udienza Luigi Ruzini, che "è figliuolo del signor procuratore Ruzzini e della sorella della doganessa ... mi ha pregato ch'io lo voglia presentare a vostra eccellenza. È il medesimo gio­ vane di molta modestia e di COSI buone qualità, che sempre è stato credu­ to disposto a far vita ecclesiastica...". Ordinato sacerdote il 9 dicembre 1696, Ruzini corri pose ai suoi doveri in modo esemplare. Morto monsignor Sagredo, primicerio di S. Marco, il doge lo elesse a suo successore. Ai primi del 1697 monsignor Daniele Giustiniani, l'ottantatreene vesco­ vo di Bergamo, "uomo di molta stima e pietà e ch' è stato di gran frutto a quella diocesi per suo zelo pastorale e per l'aumento pur anche di quella mensa" era stato colpito da grave indisposizione "con febbre e con uno spurgo continuo di sangue" al punto che rimanevano esigue le speranze di salvarlo. E il Cusani terminava il rapporto del 12 gennaio osservando che "il popolo perderà molto per l'elemosine, e la Chiesa per le virtù di COSI degno prelato". Il 14 gennaio il nunzio comunicava al cardinale Spada che una staffetta giunta la notte a Venezia aveva portato l'avviso della morte di mons. Giustiniani " ...successa venerdì con dispiacere e danno di quel suo popolo". Dai dati presi dal libro del succollettore delle decime, egli infor­

47


-----'------------­ I

VISITE AD LIMINA

mava che "... il vescovado .., ha di rendita diecimila ducati incirca, onde non mancheranno dè concorrenti, fra quali è mons. Giustiniani, vescovo di Torcello', e mons. Emo vescovo di Corfù', prelati ambedue assai degni e zelanti, i quali mi han pregato a porre a piedi di nostro signore le loro sup­ pliche...". A questi candidati si aggiunsero, come da rapporto del nunzio del 19 gennaio, padre Morosini, benedettino, padre Lando, somasco, il sg. Ricci, abate, il sg. Magni, abate coadiutore dell' arcidiaconato di Padova e monsignor Bembo, vescovo di Belluno'. E nei rapporti del 26 gennaio e del 13 aprile, il nunzio comunicava che anche mons. Vallereso, vescovo di Concordia', e mons. Priuli, uditore di Rota (raccomandatogli dal doge durante le funzioni di Pasqua) avanzavano la loro candidatura. Diffusa la notizia non ufficiale della nomina di Ruzini a vescovo di Bergamo, il nun­ zio la commentava positivamente con rapporto del 24 agosto, aggiungen­ do che il segretario monsignor Alberti, veneto, aveva scritto che il papa "più tosto inclinava a favore di qualche vescovo oltramarino, e special­ mente di monsignor Cosmi arcivescovo di Spalato'"; al qual proposito egli faceva presente che "essendo la Chiesa di Bergamo molto considerata, si incontreranno delle difficoltà dal nuovo vescovo in averne possesso, quan­ do non sia nobile, come appunto successe a mons. Zoilo, vescovo di Crema", oltre al motivo che levandosi mons. Cosmi da Spalato, dove ha gran pra­ tica, è ben veduto et adattato al bisogno di quei paesi, fatti ricovero di tan­ ti scismatici, la provincia che ha necessità di lui, ne sentirebbe non poco pre­ giudizio... ". Sulla nomina di Ruzini a vescovo di Bergamo decisa da Innocenza XII (1691-\700), il nunzio con rapporto del 9 novembre 1697 l. Marco Giustiniani nacque il 12 febbraio 1655. Era vescovo dal 24 marzo 1692. Mori il 2 marzo 1735; R. RITZLER-P. SEFRIN. Hierarchia Catlwlica medii et recentioris aevi .... V, Patavii 1952, p.383. 2. Giorgio Emo risulta che fu battezzato il 23 giugno 1644. Era vescovo dal 14 giugno 1688. Mori nel gennaio 1705; ibid., p. 172. 3. Giovanni Francesco Bembo, dei chierici regolari somaschi, nato nel 1659, era vesco­ vo di Belluno dal 1694. Mori il 21 luglio 1720; ibid., p. 117. 4. Paolo Vallaresso nacque il 5 marzo 1660 nel comune di Scanzo. Era vescovo dal 9 marzo 1693. Mori il 23 novembre 1723; ibid., p. 168. 5. Stefano Cosmi (Cosmus o Cosimi) risulta che fu battezzato il27 settembre 1629. Era vescovo dal 5 settembre 1678. Morf il 10 maggio 1707; ibid., p. 361. 6. Marco Antonio Zollio nacque a Bergamo: era stato consacrato vescovo dal card. Gregorio Barbarigo il 21 agosto 1678. Morì il 20 aprile 1702; ibid., p. 175; P. SAVOIA, Dalla prima organizzazione della nuova diocesi alla fine del dominio veneto, in Diocesi di Crema, 5, Storia religiosa della Lombardia a cura di A. CAPRIOLl- A. RIMOLDI - L. VACCARO, Brescia 1993, p: 64, 66, 68.

48


I

LUIGI RUZINI

commentava che "quanto era bramata alle sue virtuose qualità, altretanto è stata universalmente applaudita, e non è da dubitarsi che sarà anche cor­ risposto al patemo zelo di sua beatitudine nel servizio di Dio e di quelle ani­ me. Nel notificargli che ho fatto la clemenza usatagli dalla santità sua e gl' ordini di vostra eminenza, è stato subito da me, e ne ha mostrato la venerazione di una sensibilissima riconoscenza. Tutta la di lui casa e parenti, tra i quali è sua serenità, ne giubilano e specialmente il padre, che nella sua decrepita età ha avuto la consolazione di vedere collocato il figlio in SI bella nicchia, ed hanno mandato a pregarmi a farne nome loro col­ l'eminenza vostra le più riverenti espressioni, ed a supplicarla, come l'o, di metterli a i piedi santissimi, in atto di una umilissima retribuzione di gra­ zie..." . Il neoeletto con lettera del 9 novembre 1697 esprimeva al cardinale Spada tutta la sua gratitudine, assicurandolo del!' impegno di essere "ani­ mato con lo Spirito di Dio nel tremendo uffitio pastorale della Chiesa e delle anime". Di nuovo il 30 novembre egli scriveva al card. Spada affer­ mando di essere "animato solo dall'impazienza di portarmi ai santissimi pie­ di del mio vero creatore in terra e di asservarmi con la più accesa premu­ ra alla mia amatissima sposa, destinatami con mano benefica dalla pater­ na clemenza di nostro signore". Uguali sentimenti erano espressi allo stes­ so personaggio con lettera del 12 aprile 1698 da Venezia, e non mancava di manifestare "profonda venerazione a sua santità, da cui non sarà mai diviso il mio animo nelle opere della filiale obedienza e nel sacrifitio del­ l'essere e del sangue per la maggiore gloria di Dio, e per il bene delle ani­ me a me commesse". L'università di Padova conferì per l'occasione a Ruzini l'onorificenza di dottore. Ordinato vescovo il 2 febbraio 1698, Ruzini si propose di seguire nel suo ministero i santi Carlo Borromeo e Gregorio Barbarigo, e fu coerente. La diocesi di Bergamo conobbe cOSI una fioritura di iniziative che ne irro­ bustirono la spiritualità religiosa popolare a tutti i livelli, e che solo un vescovo di vita santa, (Ruzini morì in concetto di santità), poteva ideare e tradurre in pratica di vita personale esemplare. La forza della sua parola, che chiamava alla conversione e alla pratica del Vangelo, trova un riscontro nel fatto, narrato dal suo biografo, di un turco che, dopo aver ascoltato il vescovo predicare, decise di abbracciare la religione cattolica. Un'iniziativa di particolare rilievo, che anticipò il Collegio Apostolico, fu quella di riunire in congregazione alcuni sacerdoti per dedicarsi con maggior tempo e premura alle-pratiche di pietà e alle opere di carità per i

49


..

VISITE AD LIMINA

poveri. Lo zelo portò il vescovo nella visita pastorale sino nei più remoti vil­ laggi della diocesi per conoscere i suoi fedeli. Scrive il Ceva "Quindi era quella gran riverenza, con cui tutti lo rimiravano come lor vero padre, accogliendolo i popoli in processione, facendo risonar l'aria d'inni e can­ tici divoti; di quegl'inni e di quei cantici appunto, che egli medesimo havea fatti divolgare in libricciuoli stampati, accioché gl'imparassero, toglien­ do loro di bocca le arie, e le canzoni profane". Le due relazioni qui pubblicate per le visite ad Limina offrono un qua­ dro eloquente della personalità e del ministero pastorale di Ruzini. Il suo episcopato fu di breve durata ma intenso e senza risparmio. Il podestà di Bergamo, Alvise Malipiero, nella relazione al senato il 22 luglio 1702, esprimeva un giudizio assai lusinghiero su Ruzini che "conservan­ do nell' animo suo la veneratione maggiore verso la patria, va tessendosi colla sua essemplarità et opere giornaliere di pietà con i più miserabili, corone di gloria in cielo ed applausi particolari di quei popoli, che con tenerezza ammirano il suo religioso contegno". Una religiosità che trova­ va alimento anche dalla pietà mariana, testimoniata, come sembrerebbe dall'apparizione della Vergine Maria (Appendice f). Ruzini fu uno degli operai del Vangelo che seminò a larghe mani, sen­ za poter mietere. Il vicario generale Francesco Vascellino de Mozzi (o de Mutiis) con let­ tera "S'attrova obbligato alletto..." IO marzo 1708, avvertiva tutti i vica­ ri foranei che il vescovo era stato colto "da male considerevole", e racco­ mandava di far pregare i fedeli per la sua guarigione. Con lettera "Avendo la pietà del rev.mo Capitolo...·' 14 marzo, avvisava tutti i parroci della città che il Capitolo dei canonici aveva deciso di esporre in cattedrale solennemente il S.mo Sacramento, per implorare la guarigione del vesco­ vo e esortava a farvi partecipare il popolo. La morte di Ruzini, assistito dal vescovo di Brescia, cardinale Giovanni Badoero, avvenne in due date di particolare significato liturgico e spirituale, il 18 marzo, vigilia di san Giuseppe, e nel clima liturgico della incipiente domenica Laetare. Con lettera "Ecclesiam hanc Bergomensem..." del 24 marzo, il vicario capito­ lare Francesco Vascelli no de Mozzi, annunciando che il vescovo Luigi Ruzini era morto, ne elogiava virtù e meriti e lo raccomandava ai suffragi dei fedeli. Giampaolo Giupponi, canonico teologo, e da poco nominato suo vicario generale, tenne il discorso funebre e dedicò a Ruzini poemi elo­ giativi . All'abate Ottavi o Gasparini, reggente della nunziatura a Venezia, il 31 50


.........

--~----

I

LUIGI RUZINI

marzo da Roma veniva comunicato "Ha nostro signore intesa con molto rammarico la morte di mons. vescovo di Bergamo, non men per la perdi­ ta di un sì degno prelato che per il danno di quella diocesi, e giacché quel­ la è irreparabile, non lascerà la santità sua di risarcir questo colla scieIta di un buon successore..." (Appendice II ).

Bibliografia: fonti inedite: cf. ACVB, Libro n Lettere Pastorali 1698 Rurini Luigi 4 (dor­ so) - Lettere pastorali dei Vescovi e Vicari Generali seguenti - anno 1698 Vertova Giovan Battista vicario capitolare - anno 1698 RII~ini Luigi vescovo - Vertova Giovan Battista vicario generale - vascellino Francesco vicario generale - anno 1708 sudetto vascellino vica­ rio capitolare, (interno) (ms), ff.1r-142v (citazione: Lettere pastorali Libro n° 4). Sommario delle lettere Pastorali dei Vescovi e Vicari Generali seguenti: anno 1698 Vertova Giovanbattista vicario capitolare - 1698 Rurzini Luigi Vescovo. Vertova Giovanbattista vicario generale, vasccllino Francesco - 1708 Sudetto Vascellino vicario capitolare, (rns), (citazione: Sommario di ... ), ff.nn, Visita pastorale, 69 Visitatio Ruzina totius vallis Brembanae 1699 (ms) tf.376; 70 Yisitatio Ruzina Ghisalbae, plebis Patemi, Rumani, Martinengi 1699 (ms), ff. 175; 71 visitatio Ruzina cathedralis ac parochiarum civitatis et suburbiorum 1699 (ms), ff 317; 72 visitatio Ruzina vallis Serianae inferioris et Gandini 1700 (ms), ff. 265; 73 Visitatio Rurlna vallis Serianae superioris et v~llis Scalvi 1700 (ms), ff. 523; 74 visitatio Rurina 1701 Pontis S. Petri, Ambiveri, Pontitae, Locati. Brembati superioris, Mutii, Scani, Ossanesga, Paladinae. Breni (ms), ff. 98; 751702 Ruzina visitatio vallis lmaniae (rns). ff. 156; 76 visitatio Ruzina Almenni et Insulae 1702 (ms), ff. 254 ; 77 visitatio Ruiina planitiei 1703 (rns), n. 224; 78 visitatio Ruzina vallium Caballinae, Caleppii et Trescurii 1703 (rns), ff. 540; 79 visitatio Rurina vicariarum Soriseli, Lallii et partis Seriati 1704 (ms), ff. 363; 04

ASV, Lettere di Vescovi e di Prelati, 89. ff. 295r-296r, 335r lettere autografe di L. Ruzini al card. F. Spada, 9 e 30 nov. 1697. citazioni f. 295r e 335r; 90, f. 58r lettera di Ruzini al card. Spada, 12 aprile 1698; Proc. Dat., 75. ff. 9r-14v; S.S. Venezia. 139, f. 208r (a stampa) decreto firmato dai provveditori alla sanità con Ruzini; 144. ff. 386r-nOr rapporti del nun­ zio A. Cusani al card. F. Spada nel 1696; 145, f. l Zr-v, 25r-v. 33r, 47r. 234r. 252r-v. 608r­ 609r. 820r-v. rapporti di Cusani a Spada, 12. 14, 19, 26 gennaio, 6, 13, 24 aprile. 9 novem­ 179r (Appendice Il). rapporti bre; 157. f. 151r-v (Appendice II). 152r. I54r-v (Appendice di Cusani al card. F. Paolucci su Ruzini, 24 marzo 1708, e di O. Gasparini a Paolucci 7 aprile 1708; 305, f. 91 v dispaccio di Paolucci a Gasparini 31 marzo 1708 (Appendice II); 306. f. 277r dispaccio di Paolucci a Gasparini, 14 aprile 1708 (Appendice II).

m.

BCAM. G.P. GIUPPONI. Vita del Vescovo di Bergamo Luigi Ruzsini desunta dagli elogi ed imprese fatte e ne' suoifunerali, I. ff.I-38, II, ff.I -16; M. CALVETTI, Orazione funebre reci­ tata in S. Maria Maggiore per il funerale del Vescovo di Bergamo Luigi Ruzzini, (rns). cart. sec. XVIII, ff. 14; Lettera di P'Salvionì, in Collezioni di autografi e notizie. Scrittori e per­ sonaggi diversi Bergamaschi, faldone V. S-Z, f. 110 (Appendice I). Fonti edite: cf. T.CEVA, Vita di Monsignor Luigi Ruzini Vescovo di Bergamo dedicata ali 'Em.mo e Rev.mo cardinale Giovanni Badoaro Vescovo di Brescia. Venezia 1712, p.52 citazione; G.A. GALLARATI, Vita di monsignor Luigi Ruzzini Ve,l'covo di Bergomo dedi­ cata all'Emm.mo e Rev.mo cardinale Giovani Badoaro vescovo di Brescia, Milano 1712; G.P. GIUPPONI, Orarionefunerale nelle mestissime esequie dell'l1l.mo e Rev.mo Monsignor Alvise Ruriini Vescovo di Bergomo, Bergomo Inl; A.M. GUERRINI, Sinopsis rerum ac tempo rum Ecclesiae Bergomensis. ed. secunda, Bergomi 1734. p.105; A. ARRIGHI. De vita

51


LUIGI RUZINI

Aloisii Ruzzini Episcopi Bergomatium ad Carolum Rezzonicum S.R.E. presbiterum cardi­ nalem Patavinum Iiber, Patavii 1764; IDEM, De vita et rebus gestis Caroli Ruzzini Principis venetorum, Patavii 1764; F. UGHELLI, Italia sacra sive de Episcopis et Insularum adia­ cientium rebusque ab iis praeclare gestis deducta serie ad nostram usque aetatem, ed. secunda, 4, Venetiis.1719, p.517-518; Podestaria e Capitanato di Bergamo. Relazioni dei rettori veneri in terraferma a cura di A. TAGLIAFERRI, XII, Milano 1978, p.593-596; Regole prescritte ai chierici del seminario di Bergamo cavate dagli atti di san Carlo Borromeo d'ordine di mons. Vescovo Luigi Ruzini. rinnovate e confermate dai vescovi suc­ cessivi e ultimamente da mons. ill. vescovo Gaetano Camillo Guindani, Bergamo 1892; L. KARTTUNEN, Les Nonciatures Apostoliques permanentes de /650 à /800, Genève 1912, p. 241; L. DENTELLA, l Vescovi di Bergamo, (Notizie storiche). Bergamo 1939, p.405-408; Hierarchia Catholica .... V, p. 118; C. PATELLI, Uomini e vicende del Seminario di Bergamo dal /567 al /92/, in Studi e memorie, Pubblicazioni del Seminario di Bergamo, I (1972), Bergamo 1972, p.l7-18.

Letteratura: cf. B. BELOTTI, Storia di Bergamo e dei Bergamaschi. volI. 6, Bergamo 1959, IV, p. 169, 190, 192, 194-195,200,314; G. ZANCHI, L'età post-tridentina e il con­ solidarsi della tradizione bergamasca, in Diocesi di Bergamo, 2, Storia religiosa della Lombardia a cura di A. CAPRIOLI-A. RIMOLDI-L. VACCARO, Brescia 1988, p.188-192, 194,334; IDEM, l Vescovi di Bergamo nella Riforma e nella Controriforma del Concilio di Trento, in Ritratti dei Vescovi di Bergamo, Bergamo 1990, p. 164-166.

52


---'------------足 I

LUIGI RUZINI

53


-I

11....足

LUIGI RUZINI

54


-----'-'---------------­ I

RELAZTONE -

2 DTCEMBRE 1702

RELAZIONE - 2 dicembre 1702

ASV, C. Concilii, Relationes Dioecesium, Be rgomen., 123A, orig., ff.l77r-190v

La documentazione della visita ad Limina del 39° triennio è composta da un fascicolo di 14 fogli, con la numerazione d'archivio ff. 177-190 (rnm. 28.30 x 20). Il testo della relazione è scritto sui ff. 180r-187v, la procura sul L I77r-v, gli attestati delle visite alle basiliche dei santi apostoli Pietro e Paolo nei ff.178r e 179r. Nel fascicolo è rimasto il foglio in minuta di risposta della congre­ gazione del Concilio, f.188r-v. Sono bianchi i ff.186v, I87r, I89r-v, 190r. Le pagine del manoscritto hanno un ampio margine bianco in alto, più ridotto in basso, nessuno invece ai due lati orizzontali. II procuratore, abate Enea de Tassis nell' atto notari le, (Tommaso de Tassis nelle dichiarazioni rilasciate nelle basiliche patriarcali), si presentò alla congregazione del Concilio per la consegna della relazione e l' adem­ pimento delle formalità prescritte. Il 2 dicembre egli ricevette l'attestato del­ la visita per il 39° triennio, f.187v. La calligrafia identica nel testo e nella firma finale, lascerebbe suppor­ re che la relazione sia stata scritta personalmente dal vescovo Ruzini. La risposta inviata dalla congregazione del Concilio è pubblicata dopo la documentazione. Essa è preparata sulla traccia di un riassunto in cin­ que piccoli paragrafi con altrettante risposte, f. 633r-v, numerazione iden­ tica ripetuta per la relazione 1882. Il fascicolo è ben conservato.

135 Eminentissimi et reverendissimi domini, domini summe colendi

Eminentissimi e reverendissimi signori, signori sommamente colendi

Tam libenter profecto eminentis­ simi patres, praesens ipse Apostolici

Tanto volentieri, eminentissimi padri, verrei certamente di persona

55


VISITE AD LIMINA

Collegii Principum Limina invise­ rem, sacros eorum cineres adora­ remo et regnantis sanctissimi pon­ tificis Clementis praecipuo Divinae Clementiae munere difficillimis temporibus concessi', pedibus ad humillima oscula hac primum vice advolverer', quam aegre patior me per diuturnae ac periculosae aegri­ tudinis molestias et praesentium temporum incommoda', prohibitum

in visita ai Limini dei Principi del Collegio Apostolico, venererei le loro sacre reliquie, mi prostrerei per la prima volta all'umilissimo bacio dei piedi del regnante pontefice Clemente, concesso per speciale dono della divina clemenza in tem­ pi difficilissimi, senza che io con amarezza non soffra, a causa di una prolungata e pericolosa malattia e per i disagi dei tempi moderni, d'es­

l. Clemente XI (al secolo Giovanni Francesco Albani) fu eletto al sommo pontificato il 23 novembre 1700. Nacque a Urbino il 23 luglio 1649. Gli studi classici e umanistici compiuti a Roma svilupparono le sue doti di abile improvvisatore e oratore. Forse ebbe relazioni coll'accademia scientifica della regina Cristina di Svezia. A 28 anni entrò nella curia romana. fu segretario dei Brevi nel 1687. e venne eletto cardinale col titolo di S. Maria in Aquiro il IO aprile 1690. Gli anni del pontificato di Clemente XI furono turbati dalla lotta tra la Francia e !'Impero per la successione al trono di Spagna. e per gli errori dottrinali del giansenismo diffusi da Quesnel. Clemente XI nonostante le pressioni dell'imperatore Giuseppe e di Filippo V di Spagna. rimase neutrale; di conseguenza nell' assetto dell' Europa coi trattati di Utrecht, Rastadt e Baden (1712­ 1714) le sue richieste per gli stati pontifici furono ignorate. Nelle questioni dottrinali Clemente XI intervenne con la bolla "vineam Domini" 16 luglio 1705. contro l'affer­ mazione di chi riteneva sufficiente il silenzio ossequioso sulle condanne del gianseni­ smo. senza quello interno. Con la bolla "Unigenitus" 8 settembre 1713. condannò le IOI proposizioni di Quesnel tratte dalle sue Reflexions morales, ripetendo le condan­ ne dei suoi predecessori contro gli errori di Giansenio sulla predeterminazione di ogni uomo al bene o al male da parte di Dio. Clemente XI favorì lo sviluppo delle missio­ ni. specie nelle regioni del Mediterraneo orientale, della Persia. dell'India e della Cina. Le controversie per i riti malabarici e cinesi. cui il papa rispose con una bolla del 9 marzo 1715, dettero adito a polemiche, le quali portarono in seguito a persecuzioni contro i cristiani. Clemente XI provvide alla cosa pubblica con atti amministrativi effi­ caci. si interessò alle sorti dei poveri. fondando ricoveri e ospedali. alla cui gestione delegò la nuova congregazione curiale del Sollievo. Clemente XI morì il 19 marzo 1721; L. v. PASTOR. Storia dei Papi nel periodo dell 'Assolutismo dall'elezione di Clemente XI sino alla morte di Clemente XII (/700-1740). XV. versione italiana di Mons. Prof. PIO CENCI, Roma 1933. p. 6-410; S. ANDRETTA. Clemente XI. papa, in Dizionario Biografico degli Italiani. Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da G. Treccani, Roma 1960- .... 26. p. 302-320. 2. Ruzini aveva scritto a papa Clemente XI il 26 gennaio 170l in questi termini "Supplico vostra beatitudine a degnarsi di gradire il più riverente et osequioso uffitio della mia filia­ le obedienza, in sagrifitio perpetuo di fede e di venerationc, implorando a me stesso e a questa mia Chiesa il supremo auttorevole suo patrocinio da cui tanto splendore mi deri­ vava. non essendo ancora la santità vostra ascesa al sagro trono ...": ASV. Lettere di Vescovi.... 93. l'f. 93r-94v, citazione f. 94v. 3. Era in corso la guerra di successione al trono di Spagna dopo la morte di Carlo II di Asburgo. senza eredi diretti (I" novembre 1700). Nel testamento egli aveva legato i suoi

56


------'--------------­ I

RELAZIONE -

2

DICEMBRE

fuisse totius meae Dioecesis visita­ tionem absolvere et exactam com­ missae mihi Ecclesiae rationem

1702

sere stato impedito di ultimare la visita a tutta la diocesi e presentare alle vostre eminenze la situazione

possessi europei e coloniali al principe francese Filippo d'Angiò, nipote di Luigi XIV. re di Francia, (cf. note n. I e 76), proclamato re di Spagna (Filippo V). Ma vi era un altro pretendente al trono, Carlo di Asburgo, secondogenito dell'imperatore Leopoldo L appoggiato dali' Austria per mantenere con la Spagna la contiguità familiare asburgi­ ca e da altre potenze che volevano evitare l'accrescimento dell' alleanza francese per rica­ vare vantaggi territoriali dalla nuova situazione. La fusione con la Francia ostacolava le maggiori potenze europee (Austria, Inghilterra, Olanda), cambiando radicalmente l'equilibrio internazionale. L'Austria aveva reagito apertamente contro Francia, Spagna e Baviera, trovando alleate l'Inghilterra, l'Olanda, il Portogallo e nel 1703 il ducato di Savoia.Venezia, rimasta neutrale tra la Francia, (casa di Borbone) e l'lmpero, (casa d'Asburgo) ne aveva subìto le conseguenze sul suo territorio, divenuto campo di battaglia tra gli eserciti delle due potenze e dei loro alleati. Nel 170 I Bergamo era stata colpita per gli ostacoli al commercio frapposti dal­ le truppe francesi, che andavano verso il milanese per ottenere il giuramento di fedeltà a Filippo d'Angiò. Al comando di Vittorio Amedeo le truppe composte da francesi, spagnoli e sabaudi muovevano poi alla volta dell' Adige, per bloccare l'avanzata degli imperiali guidati da Eugenio di Savoia. Questi si erano mossi dal Trentino, come ave­ va informato il nunzio pontificio a Venezia, Agostino Cusani, in numerosi rapporti a Roma, a partire dal maggio del 170 l. L'aggravarsi della situazione aveva determinato il nunzio, nell'agosto di quell'anno, a invitare i vescovi perché provvedessero al ritiro in città delle monache dimoranti nei conventi sparsi in territorio rurale. In un rappor­ to al cardinale segretario di Stato, Fabrizio Paolucci, del successivo 3 settembre, Cusani comunicava che le monache di Treviglio s'erano recate parte a Bergamo, parte in monasteri o in case private e di parenti. Altre s'erano rifugiate a Milano. Con rappor­ to del lO settembre il nunzio scriveva che l'arcivescovo di Milano aveva richiamato le monache da Bergamo a Treviglio. Alcune già eran tornate, altre lo avrebbero fatto. In caso di peggioramento della situazione, l'arcivescovo avrebbe provveduto, nella sua sin­ golare prudenza, "per prevenire al bisogno con tutti i riguardi dovuti". Anche i reli­ giosi erano fuggiti in zone più sicure, specie a causa dell'occupazione di Cremona da parte degli imperiali, ai primi di febbraio del 1702. li nunzio aveva dovuto interveni­ re sui superiori dei conventi di Venezia per riparare allo scandalo da loro dato nel rifiu­ tare di ricevere i loro confratelli fuggitivi. Con l'esito favorevole alle truppe francesi del­ la battaglia di Guastalla e la venuta di Filippo d'Angiò a Milano, la dieta di Ratisbona del 18 settembre 1702 aveva emanato 18 articoli contro la Francia, aggravando la situazione generale. Venezia aveva chiamato a Bergamo sue truppe dalla Morea e dal­ la Dalmazia, e assoldato duemila mercenari svizzeri, sistemati nellazzaretto. Ruzini da Venezia, con la lettera del 17 agosto 170 l, aveva invitato i fedeli a pregare per allon­ tanare il pericolo di una guerra. Il vescovo, lasciata la città natale, dove, informava il nunzio il 17 settembre 170 I, aveva avuto noie per la salute, con "qualche timore del­ la sua persona, soprapreso da una puntura", rientrato a Bergamo, aveva scritto al car­ dinale Paolucci, il 30 novembre, per l'agguagliarlo sulla situazione. Egli poi accenna­ va al suo impegno per il ritorno alla fede cattolica dei soldati, per i quali aveva prepa­ rato un catechismo particolare. Nelle successive lettere del 21 dicembre 170 I e dell' 8 febbraio 1702, con allegato un appunto del 5 precedente, Ruzini intratteneva il segre­ tario di Stato sulla situazione di pericolo per la diocesi di Bergamo a causa degli eser­ citi accampati sul suo territorio; ACVB, Lettere pastorali Libro n04, 17 agosto 170 l "Quod iam pluries..."; ASV, Lettere di Vescovi.... 93, ff. 899r-900v, 968r-v; 96, ff. I841'-1 86v; S.s. Venezia, 149. rapporti vari del nunzio A. Cusani al card. F. Paolucci segretario di Stato, dal 7 maggio t70 I, ff. 3551'-3561'. 41 11'-4131',4161'-4171'.4351'-4371',

57


I

VISITE

AD LIMINA

esatta della Chiesa a me affidata. Ma la stessa benignità della Sede Apostolica, che mi ha fatto grazia di adempiere questo dovere dell' obbedienza tramite un procu­ ratore, accetterà anche la giustifi­ cazione della malattia e delle pub­ bliche calamità. Oserò, per quanto stoltamente, usurpare il detto dell'apostolo, e

eminentiis vestris exhibere'. Sed eadem Apostolicae Sedis indulgentia quae mihi veniam [ecit, ut per certum nuntium hoc oboe­ dientiae munus persolverem, meae quoque valetudinis et communium malorum causam probabit. Audebo enim etsi insipienter illud apostoli usurpare: Nihil mihi conscius sum temporis a me deper-

446r-449r, 489r-49Ir. 524r-525r, 528r-529v, 623r-628v, 655r-659r; f. 662r. venuta di trup­ pe svizzere a Bergamo per il pubblico servizio; f. 688r, 3 settembre 170 l, f. 703r, lO set­ tembre, situazione delle monache; 150. f. 81 r , 7 febbraio 1702, situazione dei reli­ giosi; ff. 96r-97r, Il febbraio 1702, ff. 98r-l 04r, ff. 121r-122r, 18 febbraio, occupa­ zione di Cremona; ff. 8l3r-814r, risoluzione della dieta di Ratisbona; B. BELOTTI, Storia di Bergamo.... IV, p. 241 passim; D. SELLA-C. CAPRA,lI Ducato di Milano dal 1535 al 1796, in Storia d' Italia diretta da G. GALASSO, voI. Il. Torino 1984, p. 18­ 20; G. COZZI-M. KNAPTON-G. SCARABELLI, LlI Repubblica di Venezia nel!' età moderna Dal 1517 alla fine della Repubblica, in ibid .. voI. 121II,Torino 1992, p. 553. 4. Ruzini, nel ringraziare di nuovo il cardinale Fabrizio Spada per la nomina alla sede di Bergamo, dette notizia anche sul "primo accesso alla mia residenza", confermando il suo impegno di dedicarsi totalmente alla diocesi. 4 giugno 1698. Tra le sue prime ini­ ziative vi fu la visita pastorale. iniziata l' 11 dicembre 1698 dalla città (cf. nota 44), proseguita nel 1699 in val Brembana e in autunno in una parte assai ridotta del territorio di pianura tra Ghisalba, Romano, Martinengo, Fara Gera d'Adda e Paderno. Fattasi com­ plicata la situazione, (come da nota n. 3), Ruzini evitò nella visita il territorio aperto alle incursioni delle truppe straniere e si portò nelle parrocchie poste in località più sicure, percorrendo la val Seriana, la val Gandino, e la val di Scalve nel 1700. Fu poi la vol­ ta nel 170 I delle località attorno a Ponte S. Pietro e della val S. Martino, nel 1702 del­ la vicaria di Almenno S.S., della valle Imagna e dell'Isola. Allontanatosi temporanea­ mente il pericolo di guerra, che giunse poco più tardi, (cf. relazione 1705), Ruzini nel 1703 passò in visita alle vicarie di Spirano, Mornico e Telgate, proseguendo per le valli Cavallina e Caleppio, Trescore, concludendo nel 1704 con Sorisole, Lallio e par­ te di Seriate; ASV, Lettere di Vescovi .... 90, f. 117r; ACVB, 69 Visitatio Rutina totius vallis Brembanae 1699, (ms), ff. Ir-376v; 70 visitatio Rurina Ghisalbae. plebis Paterni, Rumani. Martinengi 1699, (rns). ff.1 r-175v; 71 Visitatio Ruzina cnthedralis ac paro­ chiarum civitatis et suburbiorum 1699, (ms), ff. lr-3I7v; 72 visitano Ruzina vallis Serianae inferioris et Gandini 1700, (rns). ff. I r-265v; 73 Visitatio Ruzina vallis Serianae superioris et vallis Scalvi 1700, (ms), ff.lr-52lv; 74 Visitatio Ruzina 1701 Pontis S. Petri, Ambiveri. Pontitae. Locati, Brembati superioris. Mutii, Scani, Ossanesga. Paladinae, Breni, (rns), ff. Ir-98v; 75 1702 Ruzina visitatio vallis lmaniae, (ms), ff. Ir-156v; 76 Visitatio Ruzina Almenni et Insulae 1702. (ms), n. lr-254v; 77 Visitatio Ruzina planitiei 1703. (ms), ff.l r-224v;78 visitano Rurina vallium Caballinae, Caleppii et Trescurii 1703, (rns), ff.I r-540v; 79 visitatio Ruzina vicariarum Soriseli. Lollii et par­ tis Seriati 1704, (rns), ff. Ir-363v (citazione: Visita Rurinii.

58


I

RELAZIONE -

2

DICEMBRE

ditum, sed non in hoc iustificatus sum', sed in sanctissimi Pontificis clementia, vestraque, eminentissi­ mi patres, sapientia et humanitate. Vix itaque Bergomensis Episco­ patus, Apostolicae Sedis misera­ tione et Innocentii duodecimi, num­ quam satis laudatae memoriae pon­ tificis, beneficentia mihi crediti", inita possessione, operi manum

1702

cioè che sono conscio di non aver sprecato alcun tempo, tuttavia non in questo sono giustificato, ma nel­ la clemenza del santissimo pontefi­ ce, nonché nella saggezza e uma­ nità vostra, padri eminentissimi. Non appena, dopo aver preso possesso dell' episcopato Bergo­ mense, affidatomi per benevolen­ za della Sede Apostolica e per bene­

5. Ruzini richiama I CorAA. Perchè anche se non sono consapevole di colpa alcuna, non per questo sono giustificato. 6. Ruzini ricorda con gratitudine papa Innocenza XII, perché da lui eletto vescovo di Bergamo. Antonio Pignatelli nacque il 13 marzo 1615 presso Spinazzola da famiglia principesca. Fu allievo del collegio Romano; entrò nella curia romana sotto Urbano VIII; tra i suoi vari incarichi si ricordano quello di inquisitore a Malta, 1646-1649, governatore di Viterbo, nunzio in Toscana, 1652, in Polonia, 1660, a Vienna, 1668. Allontanato da Clemente X e nominato vescovo di Lecce, fu richiamato in curia nel 1673 all'ufficio di segretario della congregazione dei Vescovi e Regolari, poi di maestro di Carnera. Da Innocenza XI il Pignatelli ebbe la nomina di cardinale nel 1681, la sede di Faenza e la legazione di Bologna, in seguito l'arcivescovado di Napoli, ove si distin­ se per la sua larghissima beneficenza. Fu eletto al sommo pontificato il 12 luglio 1691, nel conclave più lungo del sec. XVII. Di Innocenza XII si ricorda il genuino spirito sacer­ dotale, la rettitudine nell'amministrazione contro gli abusi, la cura per il migliora­ mento delle condizioni morali e materiali del popolo, la sollecitudine per la vita eccle­ siastica, il divieto ai pontefici di arricchire i nipoti, con la bolla "Romanum decet pon­ tificem" del 22 giugno 1692. Non venne meno alla condanna del giansenismo espres­ sa dai suoi antecessori e del quietismo proposto da Fénelon nella disputa aperta con Bossuet nel 1699. Innocenzo XII appoggiò Leopoldo I nella guerra contro il turco, ma non venne da lui ricambiato nella politica per lo stato pontificio. Anche Luigi XIV sfruttò la tensione tra Roma e Vienna, e ciò non favorì la causa del cattolicesimo dopo la pace di Ryswick (cosiddetta per i quattro trattati di pace seguiti alla guerra tra la Lega d'Augusta e la Grande Alleanza 1697: il primo tra Francia e Spagna, col recupero per Carlo II dei territori perduti in Catalogna e nei Paesi Bassi; tra Francia e Inghilterra, in cui Luigi XIV riconosceva Guglielmo III sovrano della G. Bretagna: tra Francia e Stati generali, con l'abbandono della politica ostile di Colbert a ogni concessione commerciale agli Olandesi; tra l'Impero e la Francia, la quale rinunciava a ogni territorio occupato situa­ to fuori dali' Alsazia). Luigi XIV infatti aveva imposto la clausola, su suggerimento di Innocenza XlI, che si doveva conservare la religione cattolica nei paesi restituiti, così come era all' atto della loro consegna. Con la perdita della Lorena e col riconosci­ mento della nuova dinastia inglese, la politica dell'unità cattolica e della monarchia universale risultava compromessa. Innocenza XII morì il 27 settembre 1700; L. v. PASTOR, Storia dei Papi nel periodo dell'Assolutismo dall'elezione di lnnocen:o X sino alla morte di lnnocenzo XII (1644-1700) Parte Il Innocenro XI Alessandro Vlll Innoceneo XII (1676-1700), XIV, Il, versione italiana di Mons. Prof. PIO CENCI, Roma 1932, p. 413-507.

59


I

VISITE AD LIMINA

admovi', cum intellexi maiorem esse huius regendi molem, quam eius amplitudo [erre videatur". Cum enim quinquaginta fere in longitudinem a meridie ad boream, vigintiquinque non amplius millia ab ortu ad occasum conficiat, cen­ tum tamen et quinquaginta ferme capitum mille in eo censentur, ex quibus vigintiseptem in urbe, prae­ ter multas chiliades eorum qui mer­ cimonii causa ad alias urbes diver­ tunt".

ficenza di Innocenza XII, pontefice di mai sufficientemente lodata memoria, misi mano al lavoro, mi sono accorto che il peso di regger­ lo è maggiore di quello che la sua ampiezza (della diocesi) sembri mostrare. Quasi cinquanta miglia di lun­ ghezza misura la diocesi da mez­ zogiorno a settentrione, non più di venticinque da oriente a occidente. In essa sono valutati quasi 150.000 abitanti, dei quali 27.000 in città, senza calcolare le molte migliaia di

7. Il vicario capitolare Giovanni Battista Vertova aveva comunicato con lettera circolare "E piaciuto al datore di ogni bene ..." 2 marzo 1698. la prima lettera di Ruzini "Cogitantibus nobis ...", nella quale egli si dichiarava atterrito dal peso dell'episcopa­ to, che aveva accettato solo per obbedienza al pontefice, e chiedeva preghiere. Con la lettera "Entrati per divina disposizione nel mare difficoltoso del governo dell'anime..." 21 luglio. il vescovo comunicava ai fedeli l'indulgenza plenaria ottenuta dal papa per impetrare la grazia di un buon governo e un particolare aiuto alla cristianità nella lot­ ta contro il turco; infine il 10 novembre annunciava la sua solenne ordinazione con la lettera "Universis et singulis notum facimus ..."; ACVB, Lettere pastorali Libro n" 4; Sommario..., f. l. 8. Ruzini aveva chiesto ai vicari foranei di informarlo sullo stato delle anime, l'assiduità del clero alle congregazioni, la frequenza dei fedeli alla dottrina cristiana, i maestri di scuola, il numero dei chierici; ibid., "Con l'annessa lettera pastorale..." Il agosto 1698. Da notare che Defendo de Vecchis. testimone nel processo per la nomina di Ruzini a vescovo. affermava che Bergamo contava circa 15.000 anime, 4.500 fuochi, 50.000 anime circa con i sobborghi. Un secondo testimone. Giovanni Albani, stimava che a Bergamo v'erano circa 14.000 anime e 50.000 coi borghi. Secondo la relazione del capitano di Bergamo, Andrea Badoer, presentata al senato veneto nel 1702, la città agli inizi del sec. XVIII aveva una popolazione di 30.000 abitanti compresi i borghi, 200.000 nel territorio bergomense; ASV. Proc. Dat.. 75, ff. 9v-l Ov; B. BELOTTI. Storia di Bergamo ... , IV, p. 283; Podestaria e Capitanato..., p. 585-592. 9. Sono note le cause che influivano sulla mobilità e l'emigrazione dei bergamaschi; B. BELOTTI, Storia di Bergamo ..., IV, p. 221-233, 236, 346-348, 355-356. 359. A Venezia i bergamaschi erano presenti in numero cospicuo e sapevano affermarsi nel campo socio-economico. Possedevano una specie di monopolio nei corrieri veneti (professione ambita, col numero chiuso di 40 posti trasmessi ereditariamente tra un gruppo ristretto di famiglie della val Brembana) e nei bastasi della dogana (non sem­ plici facchini, ma operatori portuali di controllo delle banchine di uno dei principali por­ ti del mondo). Altri bergamaschi emergevano anche in altre Arti, comprese quelle del commercio al minuto, o Arti vittuarie, composte da varie categorie come i fruttaroli. gli

60


____----1_'-­

_ I

RELAZIONE -

2 DICEMBRE 1702

quelli che per attività di commer­ cio emigrano in altre città. Si aggiunge alla difficoltà del lavoro il fatto che a malapena solo una terza parte della diocesi è in pia­ nura, le altre in montagna, e quanto più si procede diventano difficili da raggiungere, poiché le vie che vi portano sono ripide e anguste, stret­ te tra rupi da una parte e torrenti dal­ l'altra, così che la fatica principale è di trovare le persone da visitare. Purtuttavia in quelle insenature

Accedit ad operis difficultatem, quod vix tertia dioecesis pars in planitie posita est, reliquae monta­ nae, et quo ulterius proceditur adi­ tu difficiles cum illuc ferant viae praecipites et angustae, hinc rupi­ bus, illinc torrentibus semitam obsi­ dentibus. adeo ut praecipuus visi­ tationis labor sit visitandos inveni­ re/o. Frequentes tamen in iis mon­ tium latebris et sinibus pagi occur­ runt atque etiam oppida qualia sunt: in Seriana valle, Alzanum",

erbaroli, ecc. Tra i non pochi bergamaschi che accumularono cospicue ricchezze, si ricorda Giovanni Pietro Tiraboschi Bombello (1573-1655), insigne benefattore di Serina, suo paese d'origine; R. BELOTTL Magnifica communitas Serinae Momenti luoghi e personaggi della storia di Serina In Appendice don TOMASO CARRARA ERASMI (1744- I818) Notizie istoriche di Serina e di Leprenno, Bergamo 1998, p.162­ 191; A. ZANNINI, Sulla laguna di Venezia viveva quasi una seconda Bergamo, in L'Eco di Bergamo 4 maggio 1998. IO. Nel percorso del vescovo Ruzini da Colzate a Gorno. qui trascritto, è riflessa la situa­ zione generale dei sentieri e delle mulattiere che, dopo una dolce salita sulle colline si inerpicavano per le montagne collegando villaggi e frazioni sparsi nel territorio ber­ gomense; i viaggiatori occasionali restavano facilmente impressionati e impauriti: "sine ulla refectione hora vigesima pulsata cum praefata reverendissimorum canoni­ corum familiariumque turba Garni parochialem, illustrissimus et reverendissimus dominus episcopus appulit a populo Bandi comitatus usque ad confinia peracto iti­ nere per viam prorsus inviam apertam per horridi montis viscera, nesciente molimina Spiritus Sancti gratia ... torrentibus hinc. rupibus inde viam obsidentibus, [atigati ex iti­ nere fines paroeciae de Honeta pervenimus", Il viaggio talvolta avveniva in difficili con­ dizioni atmosferiche, come quando Ruzini giunse a Brusaporto "magna ruente plu­ via". o lasciò Capizzone "equum ascensus licet rueret pluvia importuna, cum tota comitiva iter prosequutus est"; ACVB, Visita Ruiini, 73 (1700). f. 161'. 241'; 75 (1702), f. 25v; 77 (1703), f.56v. II. Don Giovanni Battista Acerbi- Viani nella relazione composta nel 1700, scrive che ad Alzano Lombardo vivevano 1.363 abitanti, tra i quali 33 sacerdoti residenti, 7 chieri­ ci, 2 medici, 3 comari, 4 maestri e 4 maestre. Erano erette la scuola del S.mo Sacramento, della B. Vergine del Rosario, della Dottrina Cristiana, le confraternite della Croce, del Suffragio dei Morti e quella annessa alla scuola dell'oratorio di S. Pietro, e il luogo pio detto della veneranda residenza, governato da una congregazione di benefattori, che stipendiava 15 sacerdoti. Oltre la parrocchiale, dedicata a S. Martino vescovo, for­ nita di 9 altari, si trovavano nei suoi confini gli oratori di S. Pietro martire, di S. Carlo e dell' Angelo Custode delle monache terziarie col loro convento in clausura volonta­ ria; vi erano inoltre i Francescani riformati e una congregazione di Terziarie governa­ te da questi ultimi; ibid., 72 (1700), ff. 46r-51 l', 721', 237r-247v.

61


VISITE AD LIMINA

Albinum", vertua", Clusonum", Gandinum'ì; in Brembana, Zo-

e nascondigli dei monti SI mcon­ trano numerosi paesi e anche for­ tezze, come: in Valle Seriana, Alzano, Albino, Vertova, Clusone,

12. Don Donato Franzini. nella relazione composta nel 1700. scrive che in Albino vivevano 2.426 abitanti. tra i quali 27 sacerdoti, I sottodiacono e 5 chierici, 4 maestri, 2 maestre. 4 comari, 2 dottori e 2 chirurghi. Erano erette le scuole della Dottrina Cristiana, del S. mo Sacramento, di S. Sebastiano, del S.mo Rosario, del S.mo nome di Gesù, le con­ fraternite dei morti del Suffragio, del S.mo nome di Gesù in Arnora, del S.mo Salvatore in Ama, dei disciplini bianchi nella chiesa dei santi Lorenzo e Gottardo. Entro i confini della parrocchia col tempio dedicato a S. Giuliano, sorgevano le chiese di S. Bartolomeo nell' ospedale, S. Stefano, Vergine del Pianto, SS. Lorenzo e Gottardo. Concezione, S.ma Trinità, S. Rocco. S. Barbara (affidata a un romito), B. Vergine di Loreto. S. Bernardo in Bruseto, S. Barbara in Bondo, B. Vergine delle Grazie a Petello (costruita dai terziari e dai cappuccini), Madonna della Neve a Carbonaro, S. Bernardino in Arnora, S. Salvatore in Ama, e infine la cappellajuspatronato della famiglia Carrara. In Albino esi­ stevano i conventi dei Cappuccini, delle monache Carmelitane, e nell'oltre Serio l'ab­ bazia di S. Benedetto, in commenda al card. Ottoboni; ibid .. ff. 90r-1 OOv. 13. Don Cristoforo Astori, nella relazione composta nel 1700. scrive che in parrocchia, senza precisare il numero degli abitanti. vivevano Il sacerdoti, 4 chierici, 6 maestri, 6 comari, I medico e 2 chirurghi. Erano erette le scuole della Dottrina Cristiana, del S.mo Sacramento, del Rosario, del Suffragio dei Morti e la confraternita dei discipli­ ni di S. Maria Maddalena. Oltre la parrocchiale dedicata alla Vergine Assunta, fornita di nove altari, esistevano 9 oratori: S. Lorenzo, SS. Carlo e Bernardino, S. Caterina, juspatronato dei conti Vertova, della scuola dei disciplini di S. Maria Maddalena. S. Patrizio, S. Rocco, S. Bernardino, S. Giuseppe, S. Maurizio in Colzate, e un conven­ to dei cappuccini; ibid.. 73 (1700), ff. 205r-21 Ov. 14. L'arciprete Ventura Carrara, nella relazione composta nel 1700, scrive che a Clusone vivevano 2.200 abitanti, tra i quali 20 sacerdoti. 2 chierici, 2 medici, 2 comari, 2 mae­ stre delle dimesse e un numero imprecisato di maestri religiosi: nove le confraternite erette in parrocchia, Scuole della Dottrina Cristiana, del S.mo Sacramento, del Rosario, di S. Carlo, della Concezione. confraternita dei disciplini di Maria Maddalena, con­ gregazioni di S. Orsola, S. Giuseppe, confratelli del Suffragio. Oltre la chiesa plebana dedicata a S. Maria Assunta, fornita di 9 altari, esistevano 9 oratori: S. Defendente, La Crocetta, S. Carlo ovvero S. Giorgio, S. Lucio, S. Alessandro, S. Marco, S. Bernardino, S. Filippo Neri e S.ma Trinità, quattro monasteri abitati rispettivamente dal­ le monache del Paradiso, claustrali, governate dai Francescani osservanti che dimo­ ravano in un ospizio adeguato, le Terziarie di S. Francesco con la chiesa di S. Anna, le Terziarie dell'Ordine dei Servi con l'oratorio della Madonna dei sette dolori, le Dimesse di S. Orsola; ibid., ff. 474r-52I v. 15. Don Carlo del Negro, nella relazione composta nel 1699, scrive che in parrocchia vivevano 3.070 abitanti, tra i quali 37 sacerdoti, 7 chierici, 4 maestri, 3 comari e 2 medici. Erano erette le scuole del S. mo Sacramento, Rosario, Cintura. Suffragio, Carmine, confratelli della Dottrina Cristiana. Oltre la parrocchiale dedicata a S. Maria Assunta, fornita di Il altari, esistevano le chiese di S. Giacomo Maggiore in Cirano, S. Croce e S. Alessandro. S. Giuseppe. Suffragio, SS. Bartolomeo e Gottardo. S. Rocco, l'orato­ rio all' ospedale o luogo pio di carità. un monastero delle monache di S. Benedetto e uno dei Francescani Riformati; ibid...72 (1700). ff.148r-168r.

62


-----'-------------­ I

RELAZIONE -

2 DICEMBRE 1702

nium", Lemen", S. Ioannes'", Serina"; ut in planitie Martinen­ ghum'", Romanum", Colonium",

Gandino; nella Brembana, Zogno, Almenno, S.Giovanni, Serina; come, in pianura, Martinengo,

16. Nella relazione del 1699. don Raimondo Re scrive che in parrocchia vivevano 950 abitanti, tra i quali 6 sacerdoti, 4 chierici, 2 maestri e 2 maestre. Erano erette la scuo­ la della Dottrina Cristiana, le confraternite del S.mo Sacramento, S. Crocifisso, Rosario. S. Caterina. dei disciplini bianchi di S. Maria Maddalena. Esisteva la parrocchiale dedicata a S. Lorenzo martire, fornita di 7 altari, e altri 5 oratori: di S. Maria donata dai signori Furietti, S. Maria Maddalena, B. Vergine di 3 fontane. S. Bernardo, B. Vergine del Carmine: ibid., 69 (1699), ff. 328r-334v. 17. Don Giovanni Andrea Quarenghi, nella relazione composta nel 1702, scrive che in parrocchia vivevano 1.170 abitanti, tra i quali 7 sacerdoti e 3 chierici. 2 maestri. 3 comari e 2 medici. Erano erette le scuole della Dottrina Cristiana, S.mo Sacramento. Immacolata Concezione. Rosario. Esisteva la parrocchiale dedicata a Gesù Salvatore. fornita di 7 altari. e altre 3 chiese: la Madonna del Castello (tre chiese in un solo corpo) con l'antica prepositurale, S. Giorgio. S. Gottardo in Clanezzo dei conti Martinengo. Sul territorio si trovava anche un ospedale: ibld., 76 (1702). ff. 104r-120v. 18. Don Silvestro Grattaroli, nella relazione composta nel 1699, scrive che in parrocchia vivevano \.025 abitanti, tra i quali 6 sacerdoti. 3 chierici, 3 maestri. 2 maestre. 4 coma­ ri e un numero imprecisato di medici. Erano erette la compagnia del S.mo Sacramento. la scuola della Dottrina Cristiana. le confraternite della Purificazione della B.Vergine. del Rosario, dei disciplini di S. Maria Maddalena. del Corpo di Cristo. Esisteva lapar­ rocchiale dedicata a S. Giovanni Evangelista fornita di 9 altari. un oratorio al cimite­ ro e gli altri di S. Maria Maddalena, S. Marco, Corpo di Cristo a Cornalita, B. Vergine di Oneta, S. Anna della Rota. S. Francesco alla Roncaglia, S. Carlo, S. Francesco del 50v­ Piazzo. Sul territorio si trovava un convento di Cappuccini: ibid., 69 (1699). 51 r, 212r-224r.

n.

19. Don Martino Carrara, nella relazione composta nel 1699, scrive che in parrocchia vive­ vano 738 abitanti, tra i quali 16 sacerdoti, 4 chierici, 2 maestri, 2 maestre. 4 comari e 2 medici. Erano erette le scuole della Dottrina Cristiana. Beata Concezione. S. Croce. Rosario, S.mo Sacramento, Suffragio e Cinturati. Esisteva la parrocchiale dedicata a S. Maria Annunciata, fornita di 7 altari. e gli oratori di S. Antonio di Padova eS. Tommaso d' Aquino, S. Margherita, S. Salvatore. S. Rocco al Bosco. S. Bernardino. SS. Filippo e Giacomo della valle. SS. Michele e Gottardo in Valpiana. In parrocchia si trovava il monastero delle monache di S. Domenico e la compagnia delle Dimesse di S. Orsola fondate da S. Angela Merici; ibid.. ff.57r-61 v. 235r-243r. 20. Don Francesco Palazzi, nella relazione composta nel 1699, scrive che in parrocchia vivevano 2.077 abitanti. tra i quali 21 sacerdoti, 3 chierici, un numero imprecisato di maestri e maestre, 2 comari e I medico. Erano erette le confraternite della Dottrina Cristiana, S. Maria Maddalena, Divino Amore, Suffragio. Corpo di Cristo. S. Rosario. La parrocchiale dedicata a S. Agata era fornita di 12 altari e inoltre esistevano gli ora­ tori della B. Vergine della Fiamma, S. Salvatore, B. Vergine della Neve, S. Zenone. S. Giovanni Battista in Cortenuova di Sopra, e quello juspatronato di Vittorio Fugacela. In parrocchia si trovavano i monasteri delle suore di S. Chiara e dei Francescani Riformati: ACVB. Visita Rutini, 70 (1699), ff. 104r-175r. 21. Nella relazione composta dai due curati porzionari, don Mare' Antonio Rosati e don Defendente Trinelli. è scritto che la parrocchia contava 2.308 abitanti. tra i quali 15 sacerdoti. 8 chierici. 3 maestri, 3 comari, 2 medici. Erano erette le scuole della Dottrina

63


l

VISITE AD LIMINA

Urgnanum". In iis conspiciuntur templa, sacerdotum numero, sup­ pellectilis pretio, constructionis spe­ cie, expectatione maiora, quae populorum pietas stipe collata per­ [ecit, vel nunc magnificentius refi­ cit", cum septem supra viginti

Romano, Cologno, Urgnano. In tali paesi si ammirano templi che per numero di sacerdoti, pre­ ziosa suppellettile, linee architetto­ niche, sono superiori di quanto si potrebbe attendere. Essi sono stati costruiti con le elemosine delle

Cristiana, S.mo Sacramento, S.ma Trinità, e il consorzio della Misericordia. Esisteva la parrocchiale dedicata alla VergineAssunta e a S. Giacomo Apostolo, fornita di 9 alta­ ri, e gli oratori di S. Defendente, S. Pietro, S. Maria Elisabetta, Madonna della Fontana, Madonna di Loreto, S. Rocco, B. Vergine dei Dolori (alle cascine dette del Portico). S. Giovanni Evangelista, S. Elisabetta, Angelo Custode all'ospedale. In parrocchia si tro­ vava un monastero degli Agostiniani e uno dei Cappuccini; ibid., ff.73r-1 02r. 22. Don Francesco Cedrelli, nella relazione composta nel 1703. scrive che nella parrocchia vivevano 1.630 abitanti, tra i quali 8 sacerdoti, 2 maestri e 2 comari. Erano erette le scuo­ le della Dottrina Cristiana, del S. mo Sacramento, S. Rosario, Morte, Disciplini. Esisteva la parrocchiale dedicata a S. Maria Assunta, fornita di 7 altari, e gli oratori: uno in Rocca dei signori Moioli, del Gesù, S. Rocco. S. Salvatore, Annunciata, S.ma Trinità, e quelli campestri di S. Gregorio, Natività di Maria Vergine, S. Giovanni Battista al Palazzo del signor Noris, S. Gerolamo alla Rasega, S.ma Trinità di Liteggio, S. Romano, S. Siro, S. Silvcstro: ibid., 77 ( 1703), ff. 112r-115r. 23. Don Giuseppe Novara, nella relazione composta nel 1703. scrive che in parrocchia vivevano 1.815 abitanti. tra i quali II sacerdoti, l chierico, 2 maestri, 2 comari e 2 medici. Erano erette le scuole della Dottrina Cristiana, S.mo Sacramento, S. Rosario, larciconfraternita della Morte e Orazione, la confraternita dei disciplini di S. Maria Maddalena. Esisteva la parrocchiale dedicata ai SS. Nazario e Celso, fornita di 7 alta­ ri. e gli oratori di S. Bernardino, B. Vergine del Palazzo, B. Vergine della Neve, S.ma Trinità, S. Francesco dei Francescani Conventuali. In parrocchia si trovava pure il con­ vento della Basella dei padri Domenicani; ibid.. ff.92r-l07r. 24. Notizie più dettagliate, rispetto a queste generali, sono fornite dalle relazioni prepara­ te dai parroci per le visite alle singole parrocchie, custodite negli atti visita Ruzini, già citati, e a cui rimando; inoltre cf. L. PAGNONI, Le chiese parrocchiali nella diocesi di Bergamo, Appunti di storia e arte, 2 voll.. Bergamo 1974. Da notare che negli atti del­ la visita pastorale viene dato particolare risalto al culto delle reliquie dei santi di Bergamo, custodite nella cattedrale, (già elencate in ACVB, Visita Milani, 32 (1592), ff. 202r-1 04v e aggiornate nella Visita Priuli, 80 ( 1710-1712-1724), Visitatio cathe­ dralis Priolae parochialium civitatis et suburbiorum (le monasteriorum et oratorio­ rum, ff. Ir-170r, ff. l v-5r. Su un altare in cattedrale destinato al Cristo morto era stato collocato, per dono del vescovo Ruzini. "corpus sancti innominati cui Romae de more impositumfuit nomen sancii Vincentii martiris in capsa christallina ac laminis argen­ teis affabre elaboratum inclusum", f. 18v. Alcune reliquie avevano una particolare storia, come la sacra Spina a S. Giovanni Bianco, il capo di san Vittore martire trasfe­ rito da Roma a Piazza Brembana, le reliquie portate da Roma a Camerata dalla fami­ glia Longhi "con molta spesa". le reliquie dei santi Felice e Proculo a Carona, custo­ dite in due busti grandi dorati, e diverse altre venerate nella parrocchiale di Serina; ACVB, Visita Rurini, 69 (1699), f. 44r. 212v, 143r, 207r, 197r, 239r; le reliquie dei

64


------'------------­ RELAZIONE -

2 DiCEMBRE 1702

comunità, o da esse ora resi piu splendidi con restauri, mentre sono in corso al presente lavori per l' e­ dificazione di 27 chiese parroc­ chiali. Quasi ovunque sono istituiti Luoghi Pii, sostenuti con redditi, allo scopo di distribuire vettova­ glie, dotare le ragazze da marito,

parochialium ecclesiarum con­ structio modo ferveat", Ubique fere loca pia, quae levandae annonae, dotandis puel­ lis, templorum [abricae, aegrotis curandis ve! aliis pietatis operibus cum certis redditibus sunt addic­

ta". Ubique sodalitates Sanctissimi

santi Maria Maddalena e Lazzaro trasportate dal capitano Bartolomeo Colleoni da Senigallia e donate a Romano e Covo, inoltre a Martinengo, a S. Alessandro in Colonna, S. Andrea; 70 ( 1699), ff. 88r-109v, 112r-v, 116v, 260r-262r; l'ostensorio d'argento "con dentro un puoco delle viscere di san Carlo havute a Milano et donate dal q. G. Alessandro Moroni Pisenti" ad Almè; 75 (1702), f.52r; il braccio di sant' Alberto da Villa D' Ogna e la mascella destra inferiore, di cui piu oltre, diverse altre reliquie a Gandino, ad Alzano; 72 (1700), f.148r, 238r: 73 (1700), f. 257r; M. MUTIO, Delle reliquie insi­ gni e d 'altre cose degne di memoria, che nelle chiese di Bergamo dentro e fuori si ritrovano. Parte terza della Sacra Historia; Bergamo 1616. 25. Dalla documentazione degli atti della visita pastorale, sono individuabili alcune loca­ lità come Piazzatorre, Fondra, Trabucchello, Camerata, Valleve. Lepreno; ACVB, Visita Ruzini, 69 ( 1699), f.18r, 187r, 206r, 20 Ir, 260r; Vilmaggiore, Nona; 73 (1700), f.328r, 397r; Fuipiano, Roncola S. Bernardo; 75 (1702), f.19r, 40r. A Brembate Sopra la nuova chiesa fu disegnata dal celebre architetto luganese Trezino (Domenico Trezzini, 1679-1734) e, posta la prima pietra dal curato Giovanni Cantarelli nel 1696, essa ven­ ne condotta a compimento in tre anni. I conti Brembati consegnarono alla parrocchia una bellissima torre da demolire, dalla quale cavare pietre e altro materiale. Gratui­ tamente i rnassari trasportarono i materiali, i molinari e i "cavalcanti" la sabbia. Altri parrocchiani concorsero alla costruzione con la manodopera; 74 ( 170 l), f. 65r-v. 26. Per l'impossibilità di una citazione esauriente in questa sede, rimando alla documen­ tazione contenuta negli atti della visita pastorale di Ruzini, citati a nota precedente n. 4, in particolare le relazioni dei parroci ed i decreti del visitatore. Da un'indagine di Montanari, risulta che sulle 235 parrocchie visitate da san Carlo, potevano vantare la presenza di un Monte per il prestito di granaglie quella di Ascensione, Chiuduno, Clusone, Costa Serina, Spinone, Villa d'Ogna. Esistevano invece funzionanti 130 Misericordie uniformemente sparse in tutte le aree geo-economiche del territorio. Eran gestite dai laici, mentre al parroco spettava la certificazione delle fedi di povertà. Non sempre questi partecipava alla definizione del bilancio annuale, osserva Montanari, non per desiderio di autonomia gestionale, ma per la discrezionalità di cui godevano gli amministratori. Le Misericordie, come noto, avevano un ampio margine di intervento: la celebrazione di messe, le doti per le fanciulle, il restauro delle chiese, opere socia­ li di interesse pubblico, pagamento di imposte; D. MONTANARI, Misericordie: una rete di protezione per una società povera, in L'Eco di Bergamo 4 maggio 1998.Ma per il Consorzio della Misericordia fondato a Serina nella prima metà del sec.XIV e del Monte frumentario del Solarolo voluto dal celebre Tiraboschi Bornbello, cf. R. BELOT­ TI, Magnifica ..., p.94-96, 175.

65


VISITE

AD LIMINA

provvedere alla fabbrica delle chie­ se, curare ammalati, o esercitare altre opere di pietà. Ovunque ci sono, erette canoni­ camente, le confraternite del SS.mo Sacramento, della Dottrina Cristia­ na, del S.mo Rosario, della Buona Morte, della Preghiera e altre simi­ li. Esse sono associate con le arei­ confraternite dell'Alma Città, le quali tuttavia, in quanto sono ammi­ nistrate quasi tutte da laici, creano problemi ai rispettivi parroci. Si trovano molti oratori sacri nei villaggi e nelle contrade, e perfino nelle campagne: alcuni necessari,

Sacramenti, Doctrinae Christianae, Sanctissimi Rosarii, Mortis, et Orationis similesve rite erectae, et in almae urbis Archlconfraterni­ tates cooptatae; quae tamen cum a laicis pene omnes penitus regantur; parochis suis interdum negotium [acessunt". Plurima vero in pagis ac vicis atque etiam campis oratoria, ali­ qua necessaria, alia vero populo commodiora ad Sacramenta aegro­ tis ministranda, ad christianae doc­ trinae conventum, ad sacra audien­ da, nutriendamque populi religio­ nem", nisi aliquando ob eam cau-

27. L'autonomia rivendicata dalle arciconfratemite nei confronti dei parroci è quella già rile­ vata dai predecessori di Ruzini. Tra i casi segnalati negli atri della sua visita pastorale, vi sono quelli per la scuola del S.mo Sacramento, o del Corpus Domini, a Sedrina, S. Pellegrino, Endenna, Stabello, Villa d'Almè: ibid .. 69 (1699), f. 120v, 127v, 128r, 342v, 357r, 364v: Paderno, 70 (1699), L 51 v: per città e borghi la confraternita del gonfalone di S. Maria Maddalena, disciplini, che si dichiaravano esenti dalla visita del vescovo, così i disciplini di S. Bernardino, i disciplini dell' oratorio della Trinità, del Pozzo Bianco, i sindaci di S. Maria Nuova condannati, per conti tenuti segreti, in tri­ bunale a Bergamo e a Venezia; 71 (1698), f. 118v, 119v, I44r, 266r, 272v. Ruzini vol­ le dai sindaci l'elezione di sacerdoti idonei per le cappellanie, e non extradiocesani, pre­ via la licenza della curia. Condannò inoltre l'abuso di sindaci e tesorieri dei luoghi pii che lasciando l'incarico, con un biglietto si dichiaravano debitori o creditori, secondo i casi, dei sindaci o del luogo pio; così a Selino si scoprirono debitori di luoghi pii, e a Gerosa due inconfessi per debiti contratti con la confraternita del Rosario; 75 (1702), f.67r, 85r. A Mapello Ruzini ordinò che per evitare discordie nelle funzioni del S. mo Sacramento, i disciplini rossi precedessero i disciplini bianchi, mentre a questi andava la prece­ denza nelle altre funzioni "ratione antiquitatis ". A Terno i sindaci della confraternita del S.mo Sacramento per ordine del capitano di Bergamo non consegnavano le entra­ te; a Fontanella i conti erano tenuti segreti; a Ponteranica l'amministrazione della con­ fraternita del S.mo Sacramento non risultava ben organizzata, mentre a Sorisole il curato non conosceva le entrate delle varie confraternite; 76 (1702), L150r,154r; 79 (1704), f. 148v-149r, L IlOr. 28. In alcune località gli oratori erano particolarmente utili per la popolazione distante dalla parrocchia, come a Camerata, Pianca, Dossena, Serina, Selvino, Zogno; ibid.. 69 (1699), ff. 223v-224r, 207v-208r, 25r. 233r, 238r-239v. 301. 334: uguale costatazione vale per S. Grata i. v. in Borgo Canale e per S. Alessandro della Croce; 71 (1698), ff. 178v-185r. 144r-145v; Nembro, Albino, Gandino: 72 (1700), l'L 79r-81 v, 92v-96r,

66


------""------------­ I

RELAZIONE -

2 DICEMBRE 1702

altri più comodi per la popolazio­ ne, per amministrare i sacramenti agli ammalati, tenere la scuola del­ la dottrina cristiana, la predicazio­ ne sacra, alimentare la religione del popolo, se qualche volta le pecore per questa causa non fossero chia­ mate fuori dal confine delle loro parrocchie e dall' ascoltare la voce dei loro parroci. La diocesi si estende anche in territori altrui: nel Cremonese, dove ha la pieve di Paderno con cinque parrocchie; nel Milanese, con la

sam oves a suarum parochiarum septo et audienda parochorum voce avocarentur". Excurrit quoque in alienos agros dioecesis: in Cremonensem, ubi Paderni plebem quinque scilicet parochiales ecclesias obtinet": Mediolanensem, ubi archipresbite­ ralem nuncupatam Farae Abduae; Brixiensem, ubi Paratici parochia­ lem sui iuris habet. Con termina proinde hisce dioecesibus, Brixiensi ad ortum, Mediolanensi ad occa­ sum, ad septentrionem Novoco-

165r-167r; Vertova, Ardesio, S. Pietro di Scalve, Clusone; 73 (1700), f. 208v, 272v-273r, 372v-373v, 520r-v; Fengo, dove il conte Galeazzo de Crottis di Cremona chiedeva di poter costruire un oratorio in località Fenil del Pesce; 70 (1699), ff. 57v-61 v. Per alcuni oratori Ruzini emanò il decreto di sospensione del culto, come a Carvico per l'o­ ratorio dell' Annunciata, della famiglia Ghisleni. a Solza l'oratorio di S. Rocco, a Fontanella l'oratorio di S. Zenone di Valtrighe e di S. Margherita di La Botta, a Calusco gli oratori di S. Rocco e S. Antonio, a Bonate Sotto l'oratorio di S. Quirico, a Bonate Sopra di S. Lorenzo, a Presezzo di S. Giovanni; 76 (1702), f.S8v. S3r. 99r, IO Iv. 103r. Alle parrocchie accennate. altre se ne possono aggiungere che disponevano di nume­ rosi oratori, come Almenno S. Bartolomeo 6, Palazzago 5, Mapello 5, Calusco 6, Bonate Sotto S. Bonate Sopra 4, Berbenno 5, Pontida 7, Ardesio 13. Nembro II, Martinengo 8; 74 (1701), f. 4v, 9r-12r; 76 (1702), f. 9v, 16r, 24v, 41r, 65v; ibid .. Visita Priuli, SO (1710), f. 279v; SI (1710), Prioli Petri card. visitano vallium Serianae infe­ rioris, Serianae superioris Gandini et Bondioni. ff.1 r-329r, ff.1 OOv-1 03v; 82 (1711), Petri Prioli card. visitatio Ghisalbae. Rumani, Martinengi et plebium Paterni, l'f. Ir-130v, n. 114r-115r. 29. A questo riguardo sarà sufficiente ricordare che al santuario della Madonna del Perello il parroco di Sambusita lamentava che il cappellano dava licenza ad altri sacerdoti di confessare e comunicare nelle solennità. a insaputa dei parroci circostanti. A S. Benedetto di Abbazia, commenda del card. Ottoboni, al curato era preclusa ogni possibilità di ministero, anche per gli infermi e la dottrina cristiana, benché la distanza dalla par­ rocchiale fosse di 4 miglia. A Pontida i benedettini pretendevano l'esenzione per l'o­ ratorio di S. Defendente dalla visita del vescovo; l'abate, dopo averla subita, scrisse alla curia romana. A S. Stefano era vietato a sacerdoti e religiosi di celebrare messe nei giorni festivi se non nell' ora prescritta dal sinodo; Visita Rurini, 69 (1699), f.316r; 72 (1700), f.96r; 76 (1702), f. 48r-v; 77 (1703), f.70r. 30. Ruzini a Paderno nel corso della visita pranzò in casa del nobile Giovan Battista Paderno, e fu ospite del feudatario marchese Francesco Ugolano: "concionem habuit populo in magno numero congregato" e diede la tonsura a un aspirante allo stato eccle­ siastico; ibid.. 70 (1699), ff.dr-òv, 39r-69r.

67


I

VISITE

AD LIMINA

mensi, ad meridiem Cremonensi. Nee omittam Mediolani arehiepi­ seopum triginta septem, Brixiensem Episeopum sex, Cremonensem uni­ eam tantum in hoe agro Bergo­ mensi paroehiales obtinere. Constat igitur dueentis et nona­ gintaduabus paroeeiis, quarum tre­ deeim in urbe". Forenses paroehiae in triginta tres viearias distributae" urbanae eongregationem eonflant sub uno praeside ab ipsis eleeto. Regularium virorum eoenobia in universwn quadraginta duo, ex qui­ bus quatuordeeim urbana ve! suburbiviearia, in quibus tam urba­ nis" quam paganis", etsi universim

cosiddetta arcipretura di Fara d'Adda; nel Bresciano. con la giu­ risdizione sulla parrocchia di Para­ tico. Confina con queste diocesi: Brescia a oriente, Milano a occi­ dente, Como a settentrione, Cre­ mona a mezzogiorno. Né dimenti­ cherò che l'arcivescovo di Milano sul territorio di Bergamo ha giuri­ sdizione su 37 parrocchie, il vesco­ vo di Brescia su 6, quello di Cremona solo su una. La diocesi è composta da 292 parrocchie, 13 delle quali in città. Le parrocchie extraurbane sono distribuite in 33 vicarie, mentre quelle cittadine formano una con­

31. Sulle parrocchie urbane visitate da Ruzini, cf. ibid., 71 (1698l, ff.45r-55v S. Alessandro in Colonna, ff.56r-63r S. Alessandro della Croce, ff.65r-69v S. Grata i. v., f.70r-73r S. Salvatore, ff.74r-75r S.Agata, ff.7r-80r S. Michele del!' Arco, tT.81 r-83r S. Cassiano, ff.84r-89r S. Pancrazio, ff.90r-9Ir S. Eufemia, ff.93r-96r S. Lorenzo, ff.97r-IOlr S. Andrea.ff.I 03r-1 08r S. Michele al Pozzo Bianco, tT.1 09r-112r S. Caterina. Il curato di S. Grata i. v. affermava che la parrocchia di Curnasco, dei santi Nazario e Celso, "era membro della mia cura come sono le altre contrate et oratorii, ma per la lonta­ nanza gli fu concessa licenza di far cura mercenaria" , f.185r. 32. Per le parrocchie extraurbane rimando agli atti della visita pastorale già citati nella precedente nota n. 4 e nella nota biografica. 33. Dagli atti della visita pastorale risulta che risiedevano nei confini di S. Alessandro della Croce 7 somaschi nel monastero già dei Crociferi di S. Leonardo, 40 francescani riformati alle Grazie, 12confratelli a S. Maria di sotto; in S. Alessandro della Croce 9 canonici rego­ lari lateranensi in S. Spirito e 4 fratelli laici, 14 domenicani in S. Bartolomeo e 5 fratel­ li laici. 9 francescani zoccolanti a S. Maria del Sepolcro e 4 conversi, 23 cappuccini a S. Alessandro con 8 chierici e 12 fratelli laici, 14 minimi al Galgario e 7 fratelli laici; a S. Grata inter vites 15 vallombrosani di Astino, 9 serviti a S. Gottardo e 3 fratelli laici, 9 ter­ ziari di S. Francesco a Longuelo e 5 fratelli laici, in S. Agata 17 teatini e IOchierici che nominavano il curato mercenario. 22 carmelitani circa al Carmine; i francescani a S. Eufemia, parrocchia, nel convento di S. Francesco, 26 agostiniani al Pozzo Bianco nel con­ vento di S. Agostino; a Valtesse IO celestini con 3 conversi; ibid., 71 (I 698l, f.120v, I46r-v, 185v, 209r, 21Or, 243r, 269r; 79 (1704 l, f. 163v; E. CAMOZZI, Le istituzioni monastiche e religiose a Bergamo nel Seicento. Contributi al/a storia della soppressio­ ne innocenziana del/a Repubblica Veneta, I. in Bergomum, bollettino della Civica biblio­ teca Angelo Mai di Bergamo, 75 (1981 l; li, 76 (1982l. 34. I monasteri maschili in diocesi indicati sommariamente dagli atti della visita pastora­

68


~----""------------I

RELAZIONE -

2 DICEMBRE 1702

gregazione sotto un presidente eIet­ to da loro. Le case dei regolari sono in tut­ to 42, delle quali 14 in città o nei sobborghi. Sia in quelle di città sia in quelle extraurbane, benché nella massima parte quasi tutti i regolari si mostrino di encomiabile esem­ pio alla popolazione nella pratica della vita religiosa e solidali nel­ l'aiuto per le necessità della vita, non posso tuttavia tacere che in alcuni di essi, una maggior vigi­ lanza di coloro che presiedono influirebbe molto per ridurre la libertà dei loro sudditi che vanno

regulares [ere omnes laude digni, populum religiosae disciplinae exemplo et opera iuvantes sua, tacere tamen non possum quod in nonnullis maior eorum. qui prae­ suni, vigilantia, multum conduce­ ret ad subditorum per urbem sine comite incedentium libertatem coer­ cendam; vel etiam aliquos alio emo­ vendos, cum regularis observan­ tiae, tum piae aedificationis bono". Si in unius episcopi potestate situm esset, multis malis in oppidis praesertim occursumforet.

le con il numero dei regolari per alcuni di essi. sono: Endenna circa 20 francescani riformati, S. Giovanni Bianco IO cappuccini e 4 o 5 conversi, Paderno due religiosi in parrocchia così come a Fengo e Ossolaro, Martinengo circa 12 francescani riformati, Romano lO agostiniani e l converso, 9 cappuccini e 4 conversi, Nembro 6 agostinia­ ni e I converso, Albino 18 cappuccini, Desenzano lO carmelitani e 3 fratelli laici, Gandino 18 riformati francescani e 9 conversi e fratelli laici, Alzano 24 francescani riformati, Vertova i cappuccini, Villa D'Ogna i francescani riformati, Clusone 2 fran­ cescani osservanti, Almenno gli agostiniani e i cappuccini, Palazzago gli agostiniani dell' Annunciata, Pontida i benedettini, Baccanello i francescani riformati, S. Paolo d'Argon i benedettini, Sovere i cappuccini, Credaro 6 Serviti e 2 fratelli laici; ibid., 69 (1699), f.334, 24r; 70 ( 1699), f.116r, 77r; 72 (1700), f.82r. 96r, 112v, 168r, 242; 73 (1700). f.208v, 257v. 521r; 76 (1702), f.llOv-lllr, 116r-117v, I27r, 167r; 78 (1703), f.46lv.Interessante la nota del parroco di Presezzo circa "unabbatia dell'em.mo sg. cardinale Colloredo della quale non puosso haver notitia alcuna". All'epoca il cardinale era commendatario della prepositura dei SS. Simone e Giuda a Bergamo, (cf. nota successiva n. 78) con proprietà quindi anche a Presezzo; ibid., 76 (1702), f. 249. Nell'abbazia di S. Maria a Sarnico viveva un monaco benedettino solo, con le fun­ zioni di rettore; ibid., Visita Prioli, 88 (1717), Prioli card. Petri visitatio plebis Spirani, Mornici, Telgati, Coloniolae. Azzani. Turris Boldoni, Ranicae, Annexiae, ff. Ir-134r, f. 105v; E. CAMOZZI, Le istituzioni monastiche ... , I-II. 35. Il curato di S.Grata i.v. osservava: "dal modo di vivere et de' costumi di tutti tre que­ sti monasteri. io non pongo cosa alcuna in carta, perché non vi è bisogno essendo vici­ ni alla città, egli è purtroppo noto a ciascuno il stato di questi regolari". Il curato di Desenzano a proposito dei carmelitani del monastero della Ripa affermava invece "sono tutti boni religiosi". Nella lettera "Non vi è dubbio ..." 15 febbraio 1700, Ruzini loda lo studio della morale fatto nei conventi ed esorta i regolari a intervenire, almeno due per ogni comunità, alle riunioni del clero;ACVB, Lettere pastorali Libro n° 4; Sommario ... , f. 3; Visita Ruzini, 71 (1698), f.186r; 72 (1700), f.112v; inoltre cf. B.BELOTTI, Storia di Bergamo:.., IV, p. 314.

69


ViSiTE

AD LiMiNA

Monialium in civitate decem", sex in agro", quorum tria regula­ ribus subduntur; quibuscum in non­ nullis frequens suboritur contro­ versia. Se enim inani consuetudi­ nis clipeo adversus summorum pon­ tificum constitutiones identidem tue­ ri conantes, clausuram ingredien­ di medicis caeterisque et collo­ quendi cum monialibus, irrequisi­ to episcopo, facultatem [aciunt. Reluctantur aliqui eidem episcopo in examine eorum, quos monialium confessionibus praeficiunt. Succedunt virginum, quas Tertiarias vocant, collegia sex";

per la città senza socio, per allon­ tanare alcuni ad altri luoghi, tanto per il bene dell'osservanza regola­ re che della pia edificazione. Se solo il vescovo avesse giuri­ sdizione, si sarebbe provveduto, specie nei paesi, a molti mali. Le monache in città contano lO monasteri, 6 nel territorio extraur­ bano. Tre di essi sono sotto la giu­ risdizione dei regolari, coi quali per certe materie sorgono frequenti con­ troversie. Tentando col vano scudo della consuetudine di difendersi contro le costituzioni papali, dan­ no facoltà, senza il consenso espres­

36. I monasteri di monache erano concentrati nei confini della parrocchia di S. Alessandro in Colonna, con le benedettine a S. Benedetto, le francescane a S. Chiara, le domeni­ cane a S. Marta e a S. Lucia, le carmelitane a S. Orsola; in S. Alessandro della Croce si trovavano le domenicane di Matris Domini e le cappuccine; nei contini di S. Salvatore le benedettine di S. Grata e le francescane di Rosate; in borgo S. Tornmaso-S. Caterina vivevano le servite nel convento del Paradiso. Ruzini trovò l'esposto dei nobili Colleoni. Bagnati e Vimercati contro le suore di Valmarina, poi passate al monastero di S. Benedetto. Le suore di Valmarina avevano a Mozzo parrocchia e beneficio, ed erano accusate di essersi impossessate fraudolentemente del beneficio sotto Paolo III, col pretesto di certe sue lettere apostoliche, mai da loro presentate; ACVB, Visita Rurini, 71 (1699), fI29r-v, 146r, 203v, 273r; 74 (1701), f. 74r. 37. Il curato di Serina, in occasione della visita del vescovo Ruzini, scrive che le domeni­ cane del monastero della S.ma Trinità "vivono con esattissima osservanza". Su quel monastero e su quella comunità, cf. R. BELOTTl, Magnifica..., p.192-262. A proposito delle monache degli altri monasteri sparsi sul territorio non si trovano osservazioni di particolare rilievo; ibid., 69 (1699), f. 60v- 61v, 239v; per le francescane di S. Chiara a Martinengo, 70 (1699), f116r; le carmelitane di S. Anna in Albino, 72 (1700), f.96r-v; le benedettine di S. Carlo a Gandino, cf. r. 168r; le francescane del Paradiso a Clusone, 73 (1700). f520v ; le 24 monache benedettine e 3 converse del monastero dei santi Michele e Bartolomeo di Borgo di Terzo, 78 (1703), f. 219v. 38. Rimando alla precedente relazione del vescovo Daniele Giustiniani, (E. CAMOZZI, Le visite "ad Limina Apostolorum" dei Vescovi di Bergamo (i590-i697). I, Fonti per lo studio del territorio Bergamasco, XL Bergamo 1992, relazione 1675, p. 553), il quale elencava 8 congregazioni o collegi di terziarie, non 6 come Ruzini. Forse vi erano comprese anche le congregazioni delle terziarie sorte nei paesi. A Bergamo si trovavano le terziarie riunite in clausura volontaria nel collegio S. Giuseppe, e quelle nel collegio S. Antonio alle Cavctte, in S. Leonardo, incorporate alle prime nel 1798; Visita Rurini, 71 (1699), f. 120v, 130r; nel 1683 erano state fondate da suor Cristina le terziarie di

70


I

RELAZIONE -

2 DICEMBRE 1702

carentium parentibus puellarum pauperum unum"; alterum pericli­ tantium quod nuncupant il Soeeor­ S040; aliud Mulierum ad meliorem frugem conversarum"; praeter duo alia inopum utriusque sexus reeep­ tacula". Adduntur tres domus faemina­ rum, quae a dimisso saeculi eultu

so del vescovo, a medici e ad altri di entrare nella clausura e di parla­ re con le monache. Inoltre da alcu­ ni si mostra riluttanza di fronte allo stesso ordinario per l'esame cui sot­ toporre quanti mandano a confes­ sare le monache. Vengono inoltre sei collegi di vergini chiamate Terziarie, uno di

S. Raffaele in via Rocchetta nel sobborgo di S. Antonio, con la chiesa eretta prima a S. Pietro, poi a S. Raffaele in una nuova località con monastero nuovo. A Grumello de' Zanchi era segnalata la congregazione delle madri del Terz'Ordine di S. Francesco, sotto il titolo dell'Immacolata Concezione, ad Alzano Maggiore il convento delle Terziarie in clausura volontaria. circa 20. con la chiesa dedicata a S. Carlo e all' Angelo Custode, e un' altra congregazione di terziarie, circa 13, governate dai riformati fran­ cescani; ibid., 69 (1699), f.353v; 72 (1700). L242r-v; a Clusone la comunità delle ter­ ziarie dei Servi viveva presso la chiesa della Beata Maria Vergine dei dolori. e quella delle terziarie di S. Francesco, alla chiesa di S. Anna; 73 (1700), L520v. A Sovere vivevano in comunità le vergini orsoline dimesse in volontaria castità e semplice obbe­ dienza; ibid., 78 (1703), L296r. Anche a Gandino esisteva dal sec. XVII un collegio di terziarie, confinante con la chiesa di S. Giuseppe. Vi mori la beata Cecilia Castelli l'II marzo 1651. A Zogno dal 1631 alcune donne erano riunite presso i padri riformati. Entrarono nel convento soppresso dei serviti il 5 gennaio 1731. A Clusone le terziarie di S. Anna residenti a Villa D'Ogna dal 1610, trasferite a Clusone nel 1652. acquista­ rono il convento delle terziarie di S. Maria Elisabetta nel 1696 il quale, dopo la sop­ pressione dei serviti a S. Maria del Paradiso, acquistato e abitato da queste ultime, era stato alienato a Vittorio Maria Fugazza. A Martinengo era sorto pure un collegio di terziarie. nella quadra di Tombino, le quali s'erano riservate il sepolcro nella chiesa dell'Incoronata: A. MOSCONI-S. LORENZI, I conventi francescani del territorio bergamasco Storia Religione Arte, Milano 1983, p. 168-175. 39. Il pio luogo eretto da san Girolamo Miani, alla chiesa dell' Annunciazione della Beata Vergine in S. Alessandro della Croce; ACVB, Visita Rnzini, 71 (1698), L144v. 40. II pio luogo del Soccorso. ovvero del Sovvegno, alla chiesa di S. Carlo. fu eretto dal sacerdote Regolo Bellotti e dal vescovo Giovanni Emo, in S. Alessandro della Croce; ibid., f. 145r. Ruzini con la lettera "Resta invitata e piamente eccitata la carità de' fedeli..." 21 febbraio 1708, invitò i parroci a esporre una volta]' anno le stampe a loro inviate per ottenere dai fedeli maggiori elemosine a favore dell' istituto; ACVB, Lettere pastorali Libro n° 4; E. CAMOZZI, Le visite ... , I, p. 246; B. BELOTTI, Storia di Bergamo.... III, p. 288; IV, p. 47, 68, 72. 74,88. 41. Le Convertite dimoravano presso la chiesa di S. Maria Maddalena: B. BELOTTI, Storia di Bergamo..., II, p. 377; III, p.288, 314. 42. Si tratta dei pii luoghi di S. Carlo, entro i confini della parrocchia di S. Alessandro in Colonna. e di S. Martino in S. Alessandro della Croce; ACVB, Visita Ruzini; 71 (1699), f.l17v, l44v.

71


VISITE

AD LIMINA

Demissae vocantur", seque volun­ tario in sua veluti claustra recep­ tu, suis legibus moderantur. Multae ex iis natae nobiles, omnes hone­ stioris conditionis; suae conscien­ tiae moderatorem, quem sibi malunt, ex probatis ab episcopo adsciscunt, parocho subsunt in iis quae parochialia iura tangunt, sua habent oratoria sacri audiendi, divinaeque mensae gratia. Caete­ rum episcopo nihil praeter caete­ ras laici ordinis [aeminas subii­ ciuntur; et septuaginta, et ultra fer­ me anni sunt, ex quo hanc vivendi rationem ceperunt. Hanc itaque vineam ingressus, statim eiusdem visitationem inivi", in qua malui celeritatem quam dili­ gentiam desiderari, id tamen sedu-

fanciulle povere e orfane, un altro di donne pericolanti, chiamato il Soccorso, uno di Convertite, passa­ te a vita migliore, e inoltre due ospi­ zi per poveri di entrambi i sessi. Si aggiungono tre case di don­ ne che, per aver dimesso il vivere del mondo, sono chiamate Dimesse, e come in spontaneo esilio dentro i loro chiostri, si regolano con leg­ gi proprie. Molte di queste sono di nobile famiglia, tutte del ceto più che benestante; scelgono per diret­ tore spirituale uno dei sacerdoti approvati dal vescovo, sono sog­ gette al parroco per quanto riguar­ da i diritti parrocchiali, hanno i loro oratori per l'ascolto della parola sacra e il sacramento dell'Euca­ restia. Per il resto al vescovo non

43. Le Dimesse avevano le comunità nelle parrocchie di S. Alessandro in Colonna, S. Alessandro della Croce, Borgo S. Caterina, S. Salvatore in Arena alla chiesa di S. Giovanni; ibid., f.120v, 273v, 203v. 44. Nell'atto della promulgazione della visita pastorale, Il dicembre 1698. Ruzini dichia­ rava di esser mosso dal "desiderio ardentissimo di promuovere il maggior serviti o di Dio in questa sua dilettissima città e diocesi di Bergamo, regolar e stabilir la disciplina eccle­ siastica e levar quelli abusi et inconvenienti che possono impedire e ritardar la salute eter­ na dell'anime alla sua vigilanza e custodia raccomandate". Nell'editto della visita pasto­ rale del 15 dicembre Ruzini ricordava che "fra le molte cure et applicationi de' pasto­ ri la principale si è di conoscere il suo gregge et esser dal medemo conosciuti: COSI inse­ gnandoci l'eterna verità del Vangelo - cognosco oves meas et cognoscunt me meae"; ibid., 71 (1698), f. 1r, 2r. Con lettera "Fra le molte cure...' 15 dicembre 1698, Ruzini indice­ va ufficialmente la visita alla Chiesa di Bergamo "piantata da un apostolo, rimessa dal glorioso martire sant' Alessandro, né mai tralignata in lambrusche d'eresie" e incarica­ va i parroci di avvisare i fedeli per un "modesto e religioso incontro al suo pastore"; ACVB Lettere pastorali Libro n° 4; Sommario... , ff. 1-2. Seguirono le iniziative del vescovo per preparare la visita con la riunione dei curati delle parrocchie urbane, la consegna dei formulari per le loro relazioni in base a nonne generali cui attenersi. Fu orga­ nizzato in cattedrale un corso di predicazione straordinaria al mattino, affidata ai gesui­ ti padre Carlo Ambrogio Cattaneo e padre Decio, le confessioni. l'esposizione del S.rno Sacramento nel pomeriggio, le conferenze su temi spirituali; ibid., Visita Rurini. 71 (1699), ff. 3r-13r, 34r-35r.

72


I

RELAZIONE -

2 DICEMBRE 1702

sono sottomesse in nulla più che le altre donne laiche. Da circa piu di 70 anni hanno dato inizio a questo modo di vive­ re. Entrato in questa vigna, subito diedi inizio alla sua visita, per la quale preferii mancasse la rapidità piuttosto che la diligenza. Mi preoc­ cupai accuratamente che quanto più lungo era il tempo di permanenza, tanto più leggera fosse la spesa da sostenere (dai parroci), e prescrissi ai parroci la legge concernente le spese, dalla quale non fosse mini­ mamente lecito allontanarsi. Questa

lo cavens, ut quanto longior esset temporis mora, tanto levior foret procurationis impensa, indicta parochis sumptuaria lege", a qua ne minimum quidem liceret rece­ dere, et haec etiam unafuit ex cau­ sis, cur quarta adhuc fere Dioecesis pars, mitior tamen et facilior; mihi obeunda supersit", Ut vero a principe templo, prophetica velut aqua, visitatio ad reliquos deveniret et salvi fierent", eam a cathedrali ecclesia exorsus sum": Haec in urbis umbilico posi-

45. Nelle istruzioni ai vicari foranei per la visita pastorale. lettera "Dissegnando noi nella miglior opportunità..." 21 marzo 1699, Ruzini dopo aver chiesto il digiuno come atto preparatorio penitenziale, trattava la questione delle spese da affrontare, per le quali, anche nel caso fossero toccate ai comuni. egli dava ai parroci la responsabilità di tene­ re il conto esatto che egli stesso o altra persona delegata avrebbe firmato. Erano proi­ biti l'impiego di uomini del comune per provvedere cose o apparati superflui all'incontro col vescovo, che doveva essere modesto e divoto più che pomposo, e ciò per evitare inu­ tili spese a carico del comune stesso. A Berbenno Ruzini raccomandò il ricevimento "non externo apparatu sed animae cultu", Anche i monasteri seguirono la norma del vesco­ vo, come appare dalla "Poliza della spesa fatta dalle rev.me monache di S. Grata in Columnellis di Bergamo per causa et ocasione della visita di mons. ill.mo vescovo Ruzini fatta nella chiesa di S. Giovanni Battista nella terra di Albegno il giorno 20 Ottobre 1704 per due pasti", firmata da Ruzini; ibid.. 75 ( 1702), f. 21r; 79 (1704), f. 342r; ibid.. Lettere pastorali Libro n° 4; Sommario... , f. 2. 46. Nel mese di aprile-maggio 1703 Ruzini visitò parte della pianura bergomense, con le vicarie di Spirano, Mornico e Telgate. Eresse in vicaria Urgnano; da Cologno il IO maggio pellegrinò al santuario di Caravaggio. A settembre proseguì la visita nelle val­ li Cavallina, Caleppio e nel territorio di Trescore; ACVB , Visita Ruzini, 77 (1703), f. 20r; 78 (1703 l, ff. Ir-540r. 47. La parafrasi è ispirata al profeta Ezechiele, cap. 36. 25-27, con la simbologia dell'ac­ qua versata da Dio dopo la riunificazione dei dispersi, che significa la purificazione e il rinnovamento dei cuori; inoltre ibid., cap. 47, il richiamo dell'antifona pasquale per l'asp~;sione del popolo in chiesa all'inizio della messa "Vidi aquam egredientem de tem­ pio .... 48. Ruzini per la visita pastorale convocò le scuole della dottrina cristiana al giovedì e venerdì. e dispose la loro processione col canto delle litanie alla cattedrale il sabato. Alla presenza delle autorità, il podestà' Gerolamo Pesauro, il capitano Gerolamo Mocenigo,

73


VISITE AD LiMINA

ta divo Alexandro martiri, principi Urbis patrono, qui christianam [idem a divo Barnaba apostolo, hic primum satam sed pene intermor­ tuam, iterum suscitavit, inaugurata est. Eius constructio recentissima pro tertia fere parte. quae scilicet complectitur amplissimum odeum, cum supposito confessionis loco, duobus hinc inde maioribus sacel­ lis, quae crucis extrema latera con­ [iciunt, alioque ab arae maioris sinistro latere sacello divo Vincentio martiri, patrono minori, dicato, reli­ quum templi structura vetere melio­ ra tempora expectat". Quadraginta quatuor canonici, suas in classes dispertiti, subsellia chori implent, ex quibus decem et octo coadiutores sibi adsciverunt,

fu anche una delle cause per la qua­ le mi restò da scorrere la quarta par­ te della diocesi, la pio mite perciò e la pio comoda. Perché dal tempio principale, come l'acqua profetica, la visita giungesse agli altri e fossero salvi, la iniziai dalla cattedrale. Questa, posta nel punto centrale della città, è stata intitolata a san t' Alessandro martire, patrono principale della città, il quale rianimò la fede quasi estinta, predicata agli inizi da san Barnaba apostolo. La sua recentissima costruzio­ ne compiuta per quasi tre parti, comprende l'amplissimo presbiterio con la cripta della confessione al piano inferiore, le due cappelle maggiori, poste a guisa delle brac­

il governatore Giovanni Calogiera, e il deputato della città Gerolamo Benaglio, il vesco­ vo iniziò la visita celebrando il pontificale e "dilectissimo suo clero et populo eruditum sermonem habuit circa visitationem. cuius fervore omnium corde in compunctionis et leti­ tiae lacrimas dissolvit ": ACVB, Visita Ruzini. 71 (1699), f. 3r-13r, 34r-35r. 49. L'arch. Carlo Fontana ideò un progetto per il duomo, come risulta da una sua lettera del 5 settembre 1699, ma da altri fogli rnss, disegni e diversi appunti, si rileva la difficoltà di eseguire le opere in programma; ACVB, Arch. Cap., 248, cattedrale lavori da ese­ guire per il duomo (documentazione sui lavori della cattedrale. secco XVII-XIX circa). Dagli atti della visita di Ruzini, è interessante rilevare alcune notizie d'epoca sulla cattedrale, di cui si descrive il coro, l'edificio, il pavimento; vi sono poi accennati alcuni importanti avvenimenti tramandati dalla tradizione e dalla storia, cominciando dal beato Alberto (Adelberto) Canimalo vescovo (888-935), che costruì la cattedrale, trasferendovi dalla basilica alessandrina l'arcidiacono. l'arciprete e 24 diaconi; l'in­ cendio del tempio nel 1438, la sua ricostruzione compiuta dal vescovo Giovanni Barozzi (1449-1464). Nel 1614 il vescovo Giambattista Milani (1592-1611) fondò il "mons [abricae" per una nuova cattedrale, con capitali assegnati da lui e dall' arciprete Moioli, amministrati dal consiglio cittadino; solo il vescovo Daniele Giustiniani (1664-1697) dette inizio alla costruzione del tempio, il 23 giugno 1688. assegnando personalmen­ te con la sua "eximia pietas" una "ingentem pecuniae summam", Contribuirono ali' o­ pera con copiose elemosine i canonici e i prelati, al punto che capitali vecchi e nuovi sommavano a scudi 17.000 di moneta corrente; ibid., Visita Ruzini, 71 (1699), ff.24r­ 25r, 41 r-42r. .

74


I

RELAZIONE -

2 DICEMBRE 1702

qui cum non omnes adeo ex usu ecclesiae sint, propositum est mihi in concedendis ad huiusmodi coa­ diutorias testimonialibus literis me difficiliorem praebere. Cathedrali inserviunt sex custo­ des et duo aeditui, qui tertio mino­ rem distributionum partem lucran­

eia della croce, con un' al tra cap­ pella nel lato sinistro del!' altar mag­ giore dedicata a san Vincenzo mar­ tire, patrono minore. Il resto del tempio nella sua vecchia struttura aspetta tempi migliori. Quarantaquattro canonici divi­ si nelle loro categorie riempiono gli stal1i del coro. Di essi diciotto han­ no scelto i loro coadiutori, e poiché non tutti risultano di vantaggio al1a chiesa, mi son proposto di proce­ dere più severamente nella conces­ sione delle lettere testimoniali per quelle coadiutorie. Servono in cattedrale sei custo­ di e due sacristi, che guadagnano una parte inferiore a un terzo delle distribuzioni. Si aggiungono poi otto cappel­ lani titolari, come si dice, tutti sti­ pendiati secondo la dote lasciata dai testatari, e amovibili a volontà del Capitolo. Lo spazio che rimane libero nel presbiterio è occupato dagli alunni del seminario. I canonici e gli altri che fanno parte della mensa capitolare, per tre mesi di vacanza, percepiscono per dispensa apostolica le distribuzio­ ni intere. Questa vacanza vien presa pres­ soché da tutti in tempo autunnale,

tur:

Accedunt octo capellani titulati. ut aiunt, totidem relicta a testato­ ribus mercede conducti, qui Capi­ tuli arbitrio amoventur. Quod spatii in odeo superest tenent seminarienses alumni. Canonici aliique qui in capitu­ laris mensae partem veniunt, trium mensium vacatione integris distri­ butionibus ex apostolica dispensa­ tione gaudent". Hanc itaque vaca­ tionem in autumnale tempus fere omnes coniiciunt, ex quo pene fit in choro canonico rum solitudo. Huic malo consuluerat piae memo­ riae eminentissimus cardinalis Barbadicus, obtento etiam huius sacrae congregationis decreto, sed ilio ad Patavinam ecclesiam trans­ lato, statim ad eamdem infrequen­ tiam reditum est".

50. Per le rendite della mensa capitolare, cf. ibid, 71 (1699). Ll Zr-v, 29r-32r. e sulle pre­ bende del canonico penitenziere e del canonico teologo. ff.26r-28v. 51. Cf. E. CAMOZZI, Le visite...• L'relazione 17 giugno 1660. p. 461-463.

75


---~-'-------------I

VISITE AD LIMINA

Faciliorem fortasse stabiliorem­ que huic incommodo medendi rationem ex iis aliqui putant, si die­ rum privilegiatorum, adventus sci­ licet et quadragesimae, sublato discrimine, paucis sanctioribus exceptis, quolibet anni tempore vacationem iis percipere liceret, nam non adeo continenter et solli­ cite residendi onus implerent et autumnalibus feriis sarcirent, quod reliquo anno omisissent. De quo vestrae sapientiae est, eminentissi­ mi patres, decernere, mei vero muneris iussa vestra humili obe­ dientia capessere. Antequam me a canonicis expe­ diam, sua laude fraudandi non sunt ex iis, haud pauci, qui partim pie­ tate et zelo, partim doctrina vel utroque, se a quibusdam aliis secer­ nunt, in quibus literatura maior vel quandoque disciplina desideratur: Personalem eorum visitationem, longo iam tempore intermissam, iis indixeram, sed discordia rum tur­ barumque evitandarum causa, eam in aliud tempus distuli. quod quie­ tius divinaeque gloriae accommo­ datius existat. Tunc quoque inspi­ ciendum erit, quo iure, cum id

con la conseguenza che il coro dei canonici è quasi tutto vuoto. A questo inconveniente aveva provveduto l'eminentissimo cardi­ nale Barbarigo, di pia memoria, avendo ottenuto anche un decreto emesso da codesta sacra congrega­ zione. Ma trasferito egli alla Chiesa di Padova, si è ritornati subito alla vecchia usanza dell' assenza. Il rimedio forse più efficace e sicuro a questo inconveniente si ritiene, da alcuni di loro, che sia nell' abolire la distinzione dei giorni privilegia­ ti. d'avvento cioè e di quaresima, eccetto alcuni più solenni, poiché essi non adempirebbero con tanta sollecitudine e tutti insieme l'onere della residenza. e nelle ferie autun­ nali potrebbero ricuperare quella omessa nella rimanente parte del­ l'anno. Ma su questa materia spet­ ta a voi, eminentissimi padri, deci­ dere, e mio dovere eseguire con umile obbedienza i vostri comandi. Prima di lasciare l'argomento dei canonici, non sono da privare di una giusta lode quei non pochi che, parte nella pietà e zelo, parte nella dottrina o in ambe le qualità, si distinguono da alcuni altri. nei quali manca una maggiore istru­ zione o la disciplina. Avevo indetto loro la visita per­ sonale, da lungo tempo non effet­ tuata, ma per evitare discordie e disordini, la rimandai ad altro momento. più quieto e propizio alla gloria di Dio. 76


I

RELAZIONE -

2

DICEMBRE

1702

In quell' occasione si dovrà veri­ ficare con quale diritto, ciò che a me non appare chiaro, ogni anno i sacristi e i custodi da molto tempo (in funzione), di nuovo sono assun­ ti e confermati con votazioni segre­ te, quando invece una volta questi uffici di servizio venivano conferi­ ti in titolo, come gli altri benefici ecclesiastici; nella cancelleria ve­ scovile si trovano molte bolle per le collazioni apostoliche a seguito di rinuncia, e alcune fors'anche per morte. La cattedrale ricca di suppellet­ tile abbondante e preziosa, dotata di un gran numero di sacerdoti che svolgono i sacri riti, da ammirare per le reliquie dei dieci santi Bergomensi, non era tuttavia mèta di molti fedeli come lo richiedeva la sua dignità. Ma da quando per mia premura è stata dedicata una cap­ pella alla Beata Vergine e ivi col­ locata una statua del)' Addolorata, la cui venerazione è attestata dai numerosi quadri votivi, e per mio interessamento viene tenuto un pio sermone sui dolori della Madre ogni venerdì e su quelli del Figlio suo ogni domenica, si ottiene un maggior concorso di nobili e di popolo.

modo mihi non liqueat singulis annis. aedituos et custodes, multis ab hinc annis datis secreto suffra­ giis rursus probent ac confirment, cum olim, licetfamulantia officia, conferebantur in titulum sicuti cae­ tera beneficia ecclesiastica, mul­ taeque in cancelleria episcopali adsunt bullae ex quibus conspi­ ciuntur apostolicae collationes per resignationem et aliquaeforsan per obitum. Cathedrale templum multa et pretiosa suppellectile dives, ingen­ ti Sacerdotum ibi sacra [acientium copia auctum, decem divo rum Bergomatum corporibus conspi­ ciendum", non ea tamen gaudebat adeuntium frequentia qua par erat, sed ex quo Virgini Deiparae sacel­ lum me curante dicatum est, et in eo posita eiusdem Yirginis Dolentis statua cuius venerationem multae votivae tabellae indicant, ac sin­ gulis sextisferiis de Matris, domi­ nicis vero de Filii doloribus pium sermonem haberi studeo, maiori populi ac nobilium concursu cele­ bratur".

52. Sui santi di Bergamo. cf. ibid.. relazione 16 ottobre 1594, p. 155-161; alcuni cenni si trovano in Visita Ruzini, 71 (1699). ff. 36r, 38v-40r; inoltre cf. nota precedente n. 24. 53. G.A. GALLARATL Vita..., p. 96-97.

77


VISITE AD LiMINA

Absoluta principis templi visita­ tione ad parochiales urbis et subur­ biorum ecclesias processi, quae fere omnes rudioris et antiquae sub­ structionis et nulla earum sui popu­ li capax, si duas excipiam in subur­ biis, unam divi Alexandri in Columna, alteram eiusdem divi Alexandri a Cruce appellatas, quae ad recentioris elegantiae speciem consurgunt et a reliquis disc rimi­ nantur, tum quod in iis divina psal­ modia collegiatarum more quoti­ die a sacerdotibus peragitur, esu­ rialibus diebus conciones haben­ tur, maiorque in omnibus splendor ac pompa conspicitur, tam quod in earum prima novem ferme anima­ rum mille sub duobus portionariis parochis, in altera sex mille sub uno numerantur. In omnibus tamen sacrae suppellectiles nitorem cae­ teraque ad divinum cultum et paro­ chiale munus pertinentia adesse, animadverti". Neque hoc loco omittendum cen­ seo quod ad cleri populique Ber­ gomensis in tota dioecesi erga vene­ rabile Sacramentum pietatem pro­ bandam maxime facit, quod dum

Ultimata la visita alla cattedrale, procedetti a quella delle chiese par­ rocchiali della città e dei sobbor­ ghi, quasi tutte di vecchia e rozza costruzione, nessuna capace di accogliere i propri fedeli, eccetto nel suburbio per quelle chiamate di S. Alessandro in Colonna e S. Alessandro della Croce. Ambedue le chiese si innalzano con una linea architettonica elegante di più recente costruzione, distin­ guendosi dalle altre sia perché ogni giorno dai sacerdoti è celebrata l'of­ ficiatura divina a guisa delle colle­ giate, con prediche nei giorni di digiuno, si ammira un fasto e un' e­ leganza maggiore che nelle altre, sia perché nella prima si contano circa novemila parrocchiani sotto la cura di due parroci porzionari, e nell'altra seimila, affidati a un solo parroco. In tutte le chiese tuttavia ho notato il nitore della sacra suppel­ lettile, la presenza di quanto occor­ re per il culto divino e l'impegno parrocchiale. Né ritengo debba qui passare sotto silenzio un fatto che molto contribuisce a prova della pietà e della venerazione del popolo Ber­ gomense in tutta la diocesi verso il

54. Sulle singole parrocchie cittadine, cf. Visita Rurini, 71 (1699), ff.63r-69v S. Grata, 7Or-73rS. Salvatore. 74r-76r S.Agata. 77r-8OrS. Michele dell' Arco. 81r-83r S. Cassiano. 84r-89r S. Pancrazio. 90r-91 r S. Eufemia, 93r-96r S. Lorenzo, 97r-1 OIr S. Andrea, IO3r-1 07r S. Michele al Pozzo Bianco, 109-112r S. Caterina.

78


---""------------­ I

RELAZIONE -

2 DICEMBRE 1702

divinum Viaticum anteunte clero sub pretiosa umbella ad aegrotos defertur, singuli eius paroeciae cum cereis facibus bis milleni etiam quandocumque concurrunt, omni­ que religionis cultu deducunt et reducunt; qui pius mos quatuor abhinc circiter annis invaluit", Dum visitatio procederet, iube­ bantur singuli sacerdotes examen subire de sacri faciendi ritibus et canonicarum precum recitandarum methodo, eaque ratione cum etiam probandis exacte neoministris ante­ quam primitias celebrent coeremo­ nias ecclesiasticas bene addiscen­ das, riteque peragendas pro virium mearum imbecillitate curavi",

SS.mo Sacramento, che cioè quan­ do viene portato il Divino Viatico agli ammalati sotto un prezioso bal­ dacchino, si accompagnano al cle­ ro che precede, nel!' andare e nel tornare, qualche volta finanche due­ mila fedeli della parrocchia, con ceri accesi, con grande devozione; pia consuetudine questa invalsa da circa quattro anni. Col procedere della visita, ai sacerdoti era richiesto un esame sui sacri riti, sul metodo seguito per la recita delle preci canoniche. Allo stesso modo mi premurai, per quan­ to me lo permettessero le mie debo­ li forze, di esaminare con esattez­ za i candidati al sacerdozio, sulla conoscenza e l'esecuzione esatta delle cerimonie ecclesiastiche prima della loro prima messa.

55. Ruzini con la lettera pastorale "Non vi è dubbio ..." 15 febbraio 1700, raccomandava che il Viatico agli infermi fosse portato in processione dal clero e dai fedeli. Trattava dif­ fusamente della divozione al S.mo Sacramento nella lettera "Non si avanza nella per­ fezione ..." 8 febbraio 1705, Per la festa del Corpus Domini con la lettera "Il beneficio ineffabile dellinstitutione del S.mo Sacramento..." 18 giugno 1707, raccomandava di celebrare la processione dell'Eucaristia "con quella pompa di divozione che dinoti una singolar riverenza verso il mistero, che sulle porte e strade non vi sii mischianza di huomini e donne, persuadendo a queste il ritirarsi entro le case separate e lontane dagli huomini acciò nel passaggio del augustissimo Sagramento lo adorino con più divo­ zione, negli apparati risplenda il fasto della christiana pietà, con l'esposizione di pitture devote e modeste, che il popolo si accosti a ricevere il Sacramento e che in un giorno dell'ottava si faccia l'esposizione". Con lettera (non datata), Ruzini dava disposizioni circa il precetto pasquale, l'ammissione degli adolescenti all'Eucaristia, il dovere dei sacerdoti di mettersi in confessionale tutti i giorni festivi, Con una precedente lettera "La Venerabile Archiconjraternita del S.mo Sacramento..." 26 novembre 1699, Ruzini aveva portato a conoscenza della diocesi che l'arciconfra­ ternita del S.mo Sacramento e delle cinque piaghe nell'oratorio presso la collegiata dei SS. Lorenzo e Damaso di Roma era disponibile a offrire accoglienza e ospitalità ai confratelli e consorelle che intendevano recarsi a Roma per l'anno santo celebrato nel 1700; ACVB, Lettere pastorali Libro n o 4; Sommario... , ff. 2-3, 20. 56. Già con lettera "Nell'annessa lettera pastorale..." Il agosto 1698, Ruzini aveva dispo­ sto che i vicari foranei esaminassero tutti i preti della vicaria sulle cerimonie liturgiche

79


,

VISITE

AD LIMINA

Eodem fere tempo re vocati sunt ad examen quotquot delegatafacul­ tate fidelium confessiones excipie­ bant, in quo nonnulli regularium, licet paucissimi, ne edicto parerent maluerunt ab hoc munere abstinere. In lustranda tam civitate quam dioecesi praesertim mihi cordifuit christianae cathechesis scholas dili­ genter excutere, in hoc pluribus horis immorari, exigere sigillatim (sic) a discipulis quae didicessent, nullam aetatem sexumque inexplo­ ratum relinquere, an scirent quae scitu vel necessaria vel utilia sunto Nec me huius laboris Deo largien­ te poenituit, nam eiusmodi emulatio ac fervor accensus est, ut maior in dies singulos inde fructus existat".

Quasi nello stesso tempo furo­ no chiamati all'esame i sacerdoti che confessavano con facoltà dele­ gata, e per l'occasione alcuni rego­ lari, sebbene pochissimi, per non obbedire all' ordine, preferirono astenersi da quel ministero. Nella visita alla città e alla dio­ cesi, ho avuto specialmente a cuo­ re di esaminare diligentemente le scuole della dottrina cristiana, fer­ mandomi vi per parecchie ore a chiedere ai singoli allievi le nozio­ ni apprese, non risparmiando alcu­ no per età o sesso, se sapevano ciò che è necessario e utile a sapersi. Né mi pentii di aver sopportato con il favore di Dio questa fatica, poichè si suscitò tanta emulazione ed entu­ siasmo che di giorno in giorno sarà causa di maggior frutto.

della messa; ibid. I risultati degli esami sostenuti dal clero, come ai desume dagli atti della visita pastorale, appaiono. tranne qualche eccezione, di buon livello. A S. Alessandro in Colonna i 72 sacerdoti risultarono idonei, tranne Ludovico Colleoni. che "indiget maiori peritia"; a S. Alessandro della Croce furon dichiarati idonei i 45 sacerdoti, così gli 8 di S. Agata. i 9 di S. Michele, e i 9 di S. Cassiano, i \O di S. Pancrazio. i 5 di S. Eufemia. i 12 di S. Andrea; ACVB, Visita Ruzini, 71 (1699). ff.53r­ 54r, 6Ir-v, 74v, 77v. 81v. 84v, 90v, 101r. 57. Ruzini non risparmiò richiami ed esortazioni al clero per l'insegnamento della dottri­ na cristiana sin dall'inizio del suo governo. e in occasione della quaresima; cf. le let­ tere del 15 febbraio 1700 "Non vi è dubbio...", 20 febbraio 1704 "L'unico oggetto de' nostri piu accesi desideri..." , 27 febbraio 1707 "Richiama la Santa Chiesa con amo­ rosi inviti..."; ACVB, Lettere pastorali Libro n04; Sommario... , f. 3, 9,18. Dalla docu­ mentazione degli atti della visita pastorale e dal ms. Fundatio Scholae Doctrinae Christianae, risulta che con Ruzini la scuola della dottrina cristiana divenne più orga­ nica ed ebbe nuovo impulso con la fondazione di altre 26 scuole. A Pontida Ruzini, dopo l'ispezione, preso atto dell'inefficienza dei maestri "acrem sermonem habuit quo incre­ pavit eorumdem negligentiam ac eccitavit ad diligentius huic sancto instituto vacandum",

A Locate egli ordinò la riunione mensile dei maestri presso il parroco per sentire da lui parole benevoli, familiari ed efficaci, raccomandando che esortasse anche gli adulti e i padri di famiglia a intervenire alla dottrina cristiana e ai sacramenti; ibid.. 74 ( 170I), l'. 10v, 15r. Ad Almè Ruzini fu soddisfatto della scuola della dottrina cristiana. e con­ vocati i singoli maestri "apostolico et efficaci sermone illos enixe hortatus est ut magis ac semper magis hoc sanctum et pro salute anima rum necessarium exercitium dili­

80


---------------I

RELAZIONE -

2 DICEMBRE 1702

Queste scuole cristiane milita­ no sotto il patrocinio della SS.ma Trinità e dell'apostolo san Barnaba. Quando arrivai in diocesi, si celebrava nel giorno della festa del­ l'apostolo una supplica, ovvero una processione della dottrina da parte di tutta la città e dei quartieri subur­ bani, la quale, istituita con fini pii e di devozione, aveva assunto una espressione prettamente profana, e nulla pio se ne poteva ricavare, se non vanità di vesti suntuose, ingen­ ti per l'emulazione portata sino qua­ si all' irrazionalità. Con l'ai uto di Dio fu tolta di mezzo questa consuetudine e sosti­ tuita con il plauso di tutta la città con una devota funzione pubblica, nella quale tutte le scuole, nello stesso giorno si dirigono alla catte­

Sub Sanctissimae Trinitatis ac divi Barnabae apostoli praesidio Christianae hae Scholae militant, et cum ad hanc Ecclesiam accessi, die eidem apostolo sacra, habeba­ tur supplicatio, seu totius urbanae ac suburbanae doctrinae proces­ sio, qua e olim pie ac sancte insti­ tuta in prophanam omnino pompam abierat, nihilque ultra inde refere­ batur; quam inania sumptuum et ingentia ex emulatione vix eorum discrimine. Huic itaque e medio sublatae divinafavente gratia, tota urbe probante substituta est devota supplicatio, qua omnes sigillatim scholae sub crucis suae vexillo eadem die ad cathedrale templum

genter adeant"; a Berbenno "ne gligentiam parochi et operariorum increpavit"; a Capizzone" collaudavit diligentiam et sollicitudinem reI'. parochi ipsamque scholam unam ex melioribus declaravit"; 75 (170 I), f. 2v, 12v, 25v. A Fontanella Ruzini trovò gli alunni impreparati: ad Almenno volle che il preposto o altri sacerdoti idonei riunissero ogni mese i maestri della dottrina cristiana per un sermone breve ed efficace sui loro doveri. A Medolago la scuola era "in omnibus defectiva" e richiamò le norme del 1694, come pure a Filago, per la scuola "penitus inordinata" con scolari "rudes et ignari", e di conseguenza l'imposizione al curato di provvedere, sotto pena di sospensione dal ministero, libri per battesimi, matrimoni, defunti, cresimati, stato d'anime; 76 (1702), f. 2v, 35r, 70v, 89v, 96r-v. A Grassobbio esortò padri e madri di famiglia a seguire i figli ne II' istruzione della dottrina cristiana accompagnandoli in chiesa, al fine di non esse­ re puniti dal Signore per la negligenza; 77 (1703), f. 2v. A Tagliuno la scuola della dottrina cristiana fu trovata funzionante, non così a Sovere, Cerete, Pianico, Esmate, Fonteno, Solto, Endine, Ranzanico, Bianzano, Spinone, Figadelli, Monasterolo, Gaverina, Terzo, Vigano, Grone, dove Ruzini lasciò ordini precisi; 78 (1703), f. 98v, I 09r-113v. A Nese il vescovo trovò gli alunni "rudes et instructione indigentissimos", a Olera "instructione indigentes", a Monte di Nese "mediocriter instructos", a Torre de' Roveri "optime instructos" e a Stezzano "instructos sufficienter invenit "; 79 (1704), f. 21 r. 22r, 23v, 42r, 55r, 73r passim disposizioni per la dottrina cristiana; ACVB, Arch. Cap., 872, Fundatio Scholae Doctrinae Christianae in cathedrali ecclesia Bergomensi cum aggregationibus aliarum civitatis et dioecesis incepta de anno 1609, (rns), ff. 58 ff.nn.; G. B. CASTIGLIONE, Historia delle scuole del/a dottrina cristiana fondate in Milano e da Milano nell'Italia ed altrove propagate. Opera postuma divisa in due par­ ti, Milano 1800. .

81


L..-_ _- - - - - - - - - - - - - ­

I

VISITE

AD LIMINA

procedunt, ibi opportunam de chri­ drale col vessillo della propria cro­ stiana doctrina concionem exci­ ce, ivi ascoltano un discorso appro­ piunt, et divinissimum Sacramen­ priato sulla dottrina cristiana, ado­ tum publicae venerationi splendi­ rano il SS.mo Sacramento esposto do omatu expositum adorant, etfre­ alla pubblica venerazione in uno quentandae excolendaeque eiusdem splendido apparato, e ritornano alle loro case infervorati nello studio doctrinae studio, suisque indul­ della dottrina cristiana e arricchiti gentiis aucti domum redeunt": delle loro indulgenze. Ad illustriorem deinde Christi La visita interessò poi la parte gregis portionem, ad sacras virgi­ più illustre del gregge di Cristo, le nes, quarum, docente Cipriano, quo sacre vergini, delle quali Cipriano sublimior gloria est eo maior et insegna che quanto più sublime è cura", visitatio devenit; templum, coenobium, mores, instituta vesti­ la gloria, tanto maggiore è la solle­ gavit, universas et singulas de iis, citudine per loro, prendendo in esa­ me il tempio, il monastero, i costu­ quae monasticae disciplinae, vel mi, le leggi di vita, interrogando servandae, vel restituendae usui forent interrogavit et decreta sanxit, tutte e singole le religiose in meri­ to alle cose più opportune per la quae earum nominis sanctimoniae responderent. custodia o il ristabilimento della Caeterum numquam destiti, qua disciplina monastica. emanando meis hortationibus et literis, qua decreti corrispondenti alla loro iden­ tità di monache. per idoneos concionatores, adhibi­ Non ho mai desistito, tanto con tis etiam divi Ignatii a patribus le mie esortazioni e con lettere, quanto con idonei predicatori. col ricorso anche agli esercizi tenuti dai

58. L'iniziativa è riferita anche da G.A. GALLARATI, Vita... , p. 101-103.

59. "Nunc nohis ad virgines sermo est qua rum quo suhlimior gloria est. maior et cura est. Flos est ille ecclesiastici genninis, decus atque ornamentum gratiae spirltalis, laeta indo­ le s, laudis et honoris opus integrum atque incorruptum. Dei imago respondens ad sanctimoniam Domini. illustrior portio gregis Christi. Gaudet per illas atque in illis lar­ giter floret Ecclesiae matris gloriosa [ecunditas; quantoque plus copiosa virginitas numero suo addit, tanto plus gaudium matris augescit. Ad has loquimur; has adhorta­ mur affectione potius quam potestate; non quod extremi et minimi et humilitatis nostrae admodum conscii, aliquid ad censuram licentiae vindicemus . sed quod, ad sollicitudinem magis cauti, plus de diaholi infestatione timemaus ": S. CIPRIANO, Liber de hahitu vir­ ginum, in J.-P.MIGNE, Patrologiae cursus completus Series latina... Opera ornnia, 4, Lutetiae Parisiorum 1865, pA55, III.

82


---------'---------------------­ I

RELAZIONE -

2

DICEMBRE

Societatis exercitationibus, eas ad propositam sibi perfectionis metam urgere, ut Deo soli magis in dies piacere nitantur; omnemque saecu­ li amorem evellere'", Et sane, Deo bene iuvante, Bergomenses sanctimoniales in uni­ versum, cum exteriori, qua e inte­ rioris iudicium est, modestia, cum reliquis dicatarum Deo virginum laudibus, se commendabiles prae­ bent. Non pauca asceteria exactae communionis et perfectae pauper­ tatis legem servan t, idque reliqua fortasse etiam imitarentur; si per reddituum inopiam liceret. In oppido Clusoni sunt clarissae, quas patres minores ab observantia regunt, cumque illi nullum in hac dioecesi coenobium obtineant, relinquunt illic, in proxima monia­ libus aede, commorantem cum socio patrem earum conscientiae moderatorem. Excessit ex urbe in agrum visi­ tatio, ut ibi quoque et pastor oves, et oves pastorem agnoscerent, eius­ que vocem audirent". Montes pri­

1702

padri della Compagnia di Gesù, di spronarle alla mèta prefissata del­ la perfezione, perché si sforzino di piacere sempre piu a Dio solo, sra­ dicando ogni amore mondano. E in verità, con l'efficace aiuto di Dio, le monache Bergomensi nel­ la loro generalità si mostrano com­ mendevoli, con le altre lodi delle vergini consacrate a Dio, per il comportamento esteriore sobrio, che è indice di quello interiore. Non pochi monasteri osservano la regola della vita comune esatta e della perfetta povertà, e ciò imi­ terebbero senz'altro anche gli altri, se lo permettesse la scarsità dei red­ diti. Nel paese di Clusone vivono le clarisse, sotto la giurisdizione dei padri minori dell'osservanza. Questi non hanno in diocesi alcun con­ vento, e vi lasciano un padre, loro direttore spirituale, col compagno, in un'abitazione vicina alle mona­ che. La visita uscì dalla città verso il territorio, al fine che pure là il pastore conoscesse le pecore, le pecore il pastore, e udissero altresì la sua voce.

60. Si conserva una lettera di Ruzini (non datata) inviata alle monache, da leggere in capi­ tolo, nella quale egli raccomanda loro, in occasione del carnevale, la rinuncia a tutti i legami col mondo effimero, alle amicizie sospette, alle conversazioni inutili; ACVB, Lettere pastorali alle monache Libro n07, 1700 Ruzini Luigi. Inoltre cf. G. A. GAL­ LARATI, Vita..., p. 29-43, sul tema della santificazione personale richiamata con insi­ stenza dal vescovo a religiosi e religiose. 61. Evidente in queste espressioni di Ruzini il richiamo al tema del buon pastore, ispirato al Vangelo di S. Giovanni, cap. lO. Tra maggio e giugno del 170 l Ruzini aveva visitato

83


I

VISITE AD LIMINA

Le montagne, ricevuta la visita per prime, mi sia consentito glo­ riarmi nelle mie debolezze, le mon­ tagne, dicevo, sembravano esulta­ re come arieti e i colli come gli agnelli ne II' andare incontro al loro pastore. Gli abitanti delle montagne, tra­ scinati dai discorsi dei sacerdoti (la maggior parte della Compagnia di Gesù), inviati a preparare la via per la visita, accorrevano numerosissi­ mi a incontrare il loro pastore. Purificate in gran numero le coscienze dai loro peccati nel sacra­ mento della Penitenza con la con­ fessione generale, facevano ressa per ricevere dalla sua mano il Pane

mum suscepta visitatione, fas sit gloriari in infirmitatibus meis, mon­ teso inquam, visi sunt exultare (sic) ut arietes, et colles sicut agni ovium in pastoris occursum". Sacerdotum (ii ut plurimum ex Societate lesu) quos prodromos ad parandam sibi viam visitatio praemiserat", voci­ bus excitati montium incolae fre­ quentissimi pastori suo occurre­ bant, animae sordibus per Poeni­ tentiae sacramentum generali ple­ rumque confessione elutis ab eius manu Eucharisticum Panem cape-

Ponte S. Pietro, Ambivere, Pontida, Locate, Brembate Sopra, Mozzo, Paladina, Scano. Ossanesga, Breno: nel 1702 negli stessi mesi egli era andato in valle Imagna; tra sei­ tembre e ottobre aveva visitato Almenno S.S. e S. Bartolomeo, Palazzago, Burligo, Barzana, Mapello, Terzo, Fontanella, Sotto il Monte, Carvico, Calusco, Solza, Medolago, Suisio, Bottanuco, Madone, Marne, Filago.Bonate Sotto, Chignolo, Bonate Sopra, Presezzo; ACVB, Visita Ruzini, 74 (170 l), ff. ]r-89r; 75 (J 702), ff.l r-I OIv; 76 (1702), ff. Ir-249v. 62. 2 Cor. 12.9-10. Molto volentieri, perciò, preferisco gloriarmi delle mie debolezze, affinché la potenza di Cristo collochi in me la sua dimora. Ecco perchè provo diletto nel­ le mie infermità, negli oltraggi. nelle necessità, nelle persecuzioni e nelle angustie sop­ portate per Cristo. Sal.I 14. 6. I monti saltano come montoni, i colli come frutto di gregge. Nelle visite Ruzini passava per pittoresche e suggestive località della pianura, delle colline e delle valli bergomensi che portavano alle Prealpi Orobiche. Esse vengono rievocate in questa descrizione poetica con accenni biblici. Ruzini accompagnato dai canonici convisitatori Aurelio Carraria, Angelico Mapello e dal cancelliere Valle, il 27 maggio aveva visitato Almè, dove erano stati inviati 8 giorni prima i padri gesuiti Marco de Falandis (o Falardis) e Domenico de Casonis, per preparare l'incontro col vescovo in quella parrocchia e in altre circonvicine, con la predicazione, la confessio­ ne e l'insegnamento della dottrina cristiana, nonché con altre opere di pietà e di devo­ zione. Il vescovo era passato poi per Gerosa, Strozza, Capizzone, S. Croce, Blello, Berbenno, Selino, Locatello, Corna e Fuipiano: ACVB, Visita Ruzini, 74 (1701 l, ff. Ir-89r; 75 (1702), ff.l r-l 05r. 63. MI. 1l.10.

84


-----------------I

RELAZIONE -

2

DICEMBRE

1702

Eucaristico, e interrogati risponde­ vano con prontezza sui princìpi del­ la dottrina cristiana. Partecipavano a tutte le cerimonie del pastore, sia nelle prediche al popolo, sia nelle esequie per i defunti, sia nella visi­ ta alle chiese, tanto che vivevano

re gestiebant, ad doctrinae chri­ stianae capita interrogati alacres responsum dabant", Intererant omnibus quae a pastore agebantur, sive verba faceret ad populum" sive mortuis bene praecaretur; sive tem­ pia lustraret, adeo ut omnes visita-

64. Ruzini alla Botta trovò gli scolari "bene instructos"; a Sedrina ingiunse che i reggen­ ti della scuola della dottrina cristiana fossero eletti con voti liberi, non determinati dal parroco, che ogni mese si leggessero gli statuti della scuola e si approntassero i registri; a S. Pellegrino non trovò i registri ben ordinati, ma gli scolari "aeque bene instrur­ tos": a S. Croce i registri non regolari e gli scolari "bene instructos proportionabiliter ... et reverendi parochi attentionem et diligentiam commendavit "; a Piazza Brembana lodò l'impegno dell'arciprete Pietro Orlandini: a Olmo trovò irregolarità nell' elezio­ ne dei maestri, a Piazzolo mancavano le classi, ma la scuola era tenuta con diligenza dal parroco e dai collaboratori; a Piazzatorre lodò la scuola ben funzionante e la diligenza del parroco Antonio de Salvettis; a Moio Ruzini trovò pochi allievi maschi e gli scolari male istruiti, per cui rimproverò i maestri esortandoli a maggior sollecitudine e impe­ gno; anche a Bordogna per la scuola "male ordinatam" Ruzini biasimò il parroco, don Giacomo Cittadino, e i maestri "ad illam meliori applicatione custodiendam et dispo­ nendam"; a Ronco il vescovo trovò pochi allievi maschi perché si recavano all'estero; a Trabucchello il parroco fu ammonito perché procedesse a una regolare votazione dei maestri; anche a Foppolo la popolazione era assai ridotta, circa 30 persone, perché impegnata nella custodia delle mandrie sui monti e in pianura; a S. Giovanni Bianco Ruzini raccomandò maggior attenzione non solo alle formule e alle parole della dottrina insegnata, ma anche alloro vero significato; a S. Pietro d'Orzio lodò lo zelo e la cura del parroco, e altrettanto fece a Serina: ibid., 69( 1699), f.3r-4r, 6v, 9v, 13r, 15r, 17r, 18v, 22r-v, 24v, 28r, 30v, 38r, 42v, 49v-50r, 57r; su altri particolari. cf. L. DENTELLA, I Vescovi ... , pA08-409. 65. Come i suoi predecessori, Ruzini non tralasciava occasione di confessare e predicare. Alla Botta svolse il tema della visita di Maria a Elisabetta, dalla liturgia del giorno, in un "eruditum et apostolicum sermonem"; a Sedrina parlò ai fedeli accorsi assai numerosi a incontrarlo; ai curati della vicari a di Branzi, dopo aver invocato lo Spirito Santo, tenne un sermone pastorale; così a quelli della vicaria di S. Giovanni Bianco; a Vertova, ricevuta l'obbedienza del curato e del clero, dal pulpito svolse il sermone sul tema che "non sunt condignae passiones huius temporis ad [uturam gloriam quae

revelabitur innobis. Ora tenebant omnes populi intenti, legebanturque in singulorum vultibus animi laetitia, dum ex oculis lacrimae manabant virga poenitentiae omnium cor­ da conteretue". A Ponte S. Pietro "magno populi concursu, hominum apparatu et inter­ ventu disciplinorum in habitu albo processionaliter antecedentium ill.mus et rev.mus dominus episcopus cum assistentia dominorum canonicorum in cappa chorali, detulit sanctissimum Eucharistiae sacramentum infinilo, deinde per aliquod temporis spa­ tium confessiones sacramentales audivit, missam privatam celebravit et plurimis utrius­ que sexus christifidelibus sacram communionem ministravit". Anche a Urgnano ascoltò le confessioni di molti fedeli e portò processionalmente l'Eucaristia ai fedeli infermi. Ad Almè parlò sul tema del Vangelo "et enixe studuit edocere quod omnes christifideles cognitionem Dei apprehendere debent eiusdem legem sacrosanctam observare"; a Strozza trattò il tema evangelico "Homo quidamfecit coenam magnam in quo parti­

85


l

VISITE

AD LIMINA

tionis dies festos veluti transege­ rint": Hoc fervens populorum visendi pastoris sui desiderium, quod me modo insipienter loqui pene coegit, vires mihi addidit, ut nulla fuerit tam remota, tam in edito posita, tam difficilis accessu villula, quo ego libenter non ascenderim, laetior­ que inde abierim, postquam ple­ rumque ibi repereram sollicitum animarum curatorem", incolas

in festa tutti quei giorni. Questo ardente desiderio dei fedeli di vedere il loro pastore, per modo che quasi mi costringe ora a parlare insipientemente, mi accreb­ be le forze, al punto che nessun vil­ laggio, tanto lontano, posto in alto e di difficile accesso vi fu in cui io non mi sia recato volontieri, venen­ do via piu lieto dopo che general­ mente vi avevo trovato un pastore zelante, gli abitanti ben istruiti negli

culariter profanos amores damnavit et contra conventicula vulgo filande acriter invehit", Ad Almenno S.S. Ruzini "elegantemque habuit sermonem proposito thema­ te currentis evangelii Nunc iudicium est mundi, nunc princeps huius mundi eiicetur foras", A Grassobbio il vescovo tenne un "eruditum et apostolicum sermonem" sul significato della visita e del giubileo concesso dal papa, esortando i fedeli alla purifi­ cazione sacramentale per prepararsi a ricevere abbondante grazia divina. A S. Paolo d'Argon Ruzini fu accolto dal clero e dai fedeli "himnos et psalmos opportune eia­ mantibus ...elegantemqe habuit de Nativitate Virginis sermonem, illius devotionem promovendo". ACVB, Visita Ruzini. 69 (1699), f.I v, 3v, 38v, 50v-51 r: 73 (1700), f.2r; 74 (1701), f. 3v; 75 (1702), f.I v, 21v; 76 (1702), ff. l v-Zr; 77 (1703). f. Iv, l lr: 78 (1703), L Iv.

66. li clima festivo per la visita del vescovo è descritto negli atti della visita apostolica alle singole parrocchie; nell' accoglienza riservata a Ruzini dalla parrocchia di Clusone "antequam illustrissimus et reverendissimus dominus episcopus ad huius paroeciae fines perveniret, sexaginta ex primariis Clusioni viros equitantes obviam habuit nec pro­ fuit epistolas archipresbitero transmittere ut occursus absque ulla pompa sequeretur: Populos undique acclamantes retinere quis poterii? His igitur praecedentibus ad ora­ torium S.Defendentis perventum fuit ubi reverendissimus dominus Ventura Carraria archipresbiter: clerus, confratemitates et utriusque sexus populus, devoto animi obse­ quio illum excepere, tubis, timpanis, tormentis aeneis populorum acclamationes cor­ respondebant, ita ut magis quam visitationis triumphi describi poterai dies"; ibid.. 73 (1700), f.131 r. 67. Dall'esame di alcuni atti della visita pastorale. questa costatazione di Ruzini. con quan­ to dirà ancora sul clero, si trova ampiamente confermata. pur con alcune eccezioni. A S. Pellegrino risultarono idonei al ministero i cappellani Giovan Battista Nazarii di Vailate "organorum modulatoris", Antonio Cornalba di Venezia, Antonio de Bertulettis e Francesco Sonzogno: a S. Croce tra il clero esaminato fu trovato "nimis rudem et ignarum" don Santo de Bertis di Brugnate, dimesso da Ruzini con l'obbligo di istruir­ si prima di rientrare in diocesi trascorsi due mesi; al curato Giuseppe Bogum, e a quel­ lo di Fuipiano, Gerolamo de Verdis, approvati per il ministero, fu imposto un altro esame a distanza di un anno; a Piazza Brembana egli trovò i preti "satis instructos", così il curato di Olmo, Andrea Guerinoni, a Valnegra il curato Michele Mata (7) e il cap­ pellano Domenico de Tolettis, a Moio il curato Salvatore de Calvis, a Bordogna cura­ to e cappellano. A Fondra il curato ebbe la facoltà di confessare per un anno. anche

86


I

RELAZIONE -

2

DICEMBRE

orthodoxae fidei praecepta bene edoctos, nulla propinquae hereti­ cae pestis suspicione aspersos'", sacraria instructa, tempia nitentia. rem divinam bene curatam, quod quidem sollicitudinis meae, quam numquam sufficere arbitror in tan­ ta Rhaetorum vicinia, magnum levamen est. Hoc gaudio perfusus ad urbem redii, in qua, lustrata fere omni Dioecesi. cognitisque cleri ac popu­ li studiis et moribus, quibusque opus habeanr", supererit ut sino­ dum quam primum habeam. decre­ ta editurus, quae ovibus meis fore salutaria intellexi. Nam clerus in universum doc­ trina excultus est, non pauci ex iis humanioribus literis et gravioribus disciplinis impense imbuti, sed non­ nulli ex iisdem, ubi sacerdotes inu­ niti sunt, otio torpent adeo ut in celebrioribus quibusdam pagis usurpari possit pii auctoris quae­

J 702

elementi della fede cattolica, per nulla contaminati da sospetto per la vicinanza della peste eretica, rifornite le suppellettili sacre, i tem­ pIi splendidi, le celebrazioni sacre ben curate, il che costituisce grande sollievo alla mia preoccupazione, che reputo mai sufficiente, consi­ derata la vicinanza tanto grande dei Reti. Ricolmo di questa gioia, sono ritornato in città. Pertanto, visitata quasi tutta la diocesi. conosciute le tendenze e i costumi del popolo e del clero, di che cosa necessitano, resterà che convochi il sinodo al più presto e vi stabilisca i decreti che ho capito salutari per le mie pecore. Infatti il clero in genere è colto nella dottrina, non pochi sono inten­ samente imbevuti delle umane let­ tere e delle piti importanti discipli­ ne, ma tuttavia alcuni di essi, ove i sacerdoti sono disuniti, si intorpi­ discono nell' ozio, al punto che per alcuni paesi più celebri viene spon­

(a) Si può leggere anche habent, rimane il dubbio se la "a" è stata cancellata. nelle vicarie di Branzi e Piazza Brembana. col consenso di quei vicari. A Camerata il cappellano GiovanBattista Tromba fu ammonito di astenersi "a negotiis et servitiis saecularibus et incumbat studio et orationi mentali"; a Pianca, Ruzini "cognovit rixas et dissentiones" tra il curato e molti parrocchiani. A Romano Ruzini esaminò 16 sacer­ doti. 18 a Martinengo. A Ranica fu fatto rimpatriare un sacerdote proveniente da Sarzana ibid., 69 (1699), f. 8r-9v, 13v-14v, 20v-23r. 30r, 41r. 46r; 71 (1698), ff. 53r-54r, 6lr-v, 74v, 77v. 81v, 84v, 90v, 101r; 79 (1704), f. 109r. 68. I singoli curati non mancavano di segnalare casi sospetti di eresia; a Fino del Monte il curato scrisse "vi sono due inconfessi assai sospetti d'hcresia luterana, e per questi vi è grandissimo bisogno di rimedio"; ibid., 73 (1700), f.466v.

87


l

VISITE

AD LIMINA

rimonia: multi sacerdotes, et pauci taneo ripetere il lamento del pio sacerdotes, multi nomine, pauci autore: vi sono molti sacerdoti e opere". Hinc confessariorum ino­ pochi sacerdoti, molti di nome, pia, quam praecipue experior ubi pochi di fatto. Di conseguenza avverto la scar­ sità dei confessori, specialmente

69. "Missis autem praedicatoribus. quid dicat audiamus: Messis quidem multa. operarii autem pauci. Rogate ergo dominum messis, ut mittat operarios in messem suam. Ad mes­ sem multam operarii pauci sunt, quod sine gravi maerore loqui non possumus. quia etsi sunt qui hona audiunt, desunt qui dicant. Ecce mundus sacerdotibus plenus est, sed tamen in messe Dei rarus valde invenitur operator, quia officium quidem sacerdotale suscepimus. sed opus officii non implemus"; S. GREGORIO M., Homilia XVJl, in l.P. MIGNE, Patrologiae ... , Homiliarum in Evangelia. lib. L Opera omnia. 76, Lutetiae Parisiorum 1865, p. 1139. "Propter defectum autem sacerdotum, quia multi sun t sacerdotes, et pauci sunt sacer­ dotes. sicut dicit canon, permissum est in ecclesia quod viri litterati quamvis non sint sacerdotes nec forte diaconi, predicent verbum Dei in ecclesiis et instruant populum, sed tamen hoc non debent facere nisi rogati a sacerdotibus "; THOMAS de Chobham, Summa de arte praedicandi, cura et studio F. MORENZONI, Corpus Christianorum con­ tinuatio medioevalis (citazione CCCM) 82, Brepols Turnholti 1988, p. 59. Questo giudizio di Ruzini non riflette quello precedente. Dalla documentazione degli atti della visita pastorale, manca spesse volte una valutazione globale del clero. A S. Giovanni Bianco il vicario foraneo non scrive note sui sacerdoti, ma si riserva di par­ lame a voce; a Romano su 15 sacerdoti il giudizio è positivo; per Martinengo sui IO sacerdoti della collegiata manca il giudizio del parroco porzionario Giovanni de Garmis; anche per i sacerdoti di Nembro manca un giudizio complessivo; non così per i 27 preti di Albino, che ricevono un giudizio globale positivo; manca l'elenco dei sacerdoti a Gandino; per i 7 sacerdoti di Casnigo il giudizio è positivo, come per i 12 sacerdoti di Gazzaniga Fiorano; ad Alzano Maggiore sui 33 sacerdoti, 15 della collegiata, man­ ca qualsiasi valutazione; così anche per gli Il di Vertova e per i 19 di Ardesio; a Clusone su 20 sacerdoti, la valutazione per alcuni è negativa: don Bonicelli per il gio­ co, don Matteo Grumello "giuoca volentieri alla palla e fà maschera nel carnevale"; don Giovanni Trussardi "non ha buon odore in materia di donne"; don Alessandro Nighersoli risulta "dellistessa qualità"; don Giovanni Viti "listesso e in aggionta sacerdote pie­ no di spropositi, ordinati tutti e tre fuori di diocese, Dio sa come fatti però diocesa­ ni"; a Sedrina il vicario si lamenta perché don Girolamo Cristalli non si presta per le con­ fessioni e don Franco Ripa non è ben preparato; per i preti di Borgo S.Caterina è scrit­ to circa la dottrina cristiana che "sono i piu tiepidi non perché non convengano, ma la venuta di molti è infruttuosa; in cambio d'insegnare trattenendosi in novellare, poten­ dosi a molti dire "quid hic statis tota 110ra otiosi ?". Ad Almenno S.S. Ruzini "prae­ positum personaliter visitavit circa scientiam, morum probitatem ac alia a sacris cano­ nibus praescripta": a Palazzago il giudizio sui cappellani è positivo; a Mapello dei 4 cappellani, uno lavorava la campagna più che applicarsi allo studio, un altro, fiorenti­ no, obbediva a fatica e non teneva il decoro di sacerdote, il terzo viveva con la madre e una giovane in casa, senza licenza, ma senza scandalo e veniva qualificato buono, il quarto. giovane, non rispettava le norme per il vestito clericale. A Chignolo si diceva che un cappellano dopo un poco di scuola passava il resto della giornata in casa propria oziosamente. Il vicario foraneo di Chignolo. Antonio Bonadei, dava un giudizio posi­ tivo sul clero della vicaria e tesseva le lodi del rev. Giacomo Oldrati, prevosto di Bottanuco "benemerito a tutta la diocesi per le frequenti sue fatiche nel dare esercizii e fare missioni con universale aggradimento e grande profitto delle anime".

88


I

RELAZIONE -

2 DICEMBRE J702

deligendus est, qui monialium forensium confessiones audiat, cum parochos ab hoc officio procul habere statuerim, ut ovium suarum saluti vacare possint. Ad promovenda igitur cleri tam urbani quam pagani studia, men­ struas tam parochorum quam reli­ quorum sacerdotum congregatio­ nes fieri enixe urgeo, quarum quae urbana est, in episcopali aula me coram habetur. Praeit lectio de disciplina ecclesiastica, subsequitur casuum discussio, plures senten­ tiam dicunt, mox per canonicum congregationis praefectum questio definitur; leguntur postremo ex pur­ gato aucthore meditationis in diem sequentem capita, et haec ubique huiusmodi congregationum ratio. Ordinum candidati non solum sui praeceptoris iuratum testimo­ nium de studii sedulitate, progressu, bonaque spe in re literaria ferre iubentur, sed etiam per acre exa­ men eorum doctrinae experimen­ tum capitur". In delectu ad anima-

ove si deve scegliere chi ascolti le confessioni delle monache del ter­ ritorio Bergomense, avendo stabi­ lito di tenere lontani da questo uffi­ cio i parroci, perché possano impe­ gnarsi nella cura delle loro pecore. Per promuovere l'istruzione del clero di città e del territorio, premo con insistenza perché si svolgano le congregazioni mensili dei parro­ ci e degli altri sacerdoti, tra le qua­ li quella urbana si tiene alla mia presenza, nella residenza vescovile. Viene premessa una lezione sulla disciplina ecclesiastica, segue la discussione dei casi. Molti espri­ mono il loro parere, poi la questio­ ne è risolta dal canonico, prefetto della congregazione. Infine sono letti per il giorno successivo i capi­ toli della meditazione, ricavati da un autore sicuro. Questa è la regola ovunque seguìta per congregazioni del gene­ re: i candidati agli ordini non solo debbono portare una dichiarazione giurata del loro precettore sulla dili-

A Ponte S. Pietro si raccomandava l'accoglienza ai sacerdoti per le funzioni sacre e per non distrarli con le conversazioni, che fossero presenti in sagrestia solo i laici necessari; ACVB, Visita Ruzini 69 (I 699),f. 121v; 70 (1699), f.73v, 114v; 71 (1699), f.274r; 72 (1700), f.78r-v, 98r, 223v-224r. 239r; 73 (1700). f.278r, 518v-519r; 74 (1701), 39v, 59v; 76 (1702), f. 109r, 125r, 142r. 227v, 239r citazione. 70. Nella vicaria di Scalve i sacerdoti si riunivano 8 volte l'anno. Ruzini al clero della vicaria di Branzi raccomandò di prestarsi per le confessioni nella parrocchia scelta per il ritiro mensile. Era obbligo in tali adunanze proporre e discutere "modeste et sine altercatione" due casi di coscienza. Le norme dettate da Ruzini al clero confermava­ no quelle delle lettere pastorali: promuovere la scuola della dottrina cristiana, ammi­ nistrare i sacramenti agli adulti a Pasqua solo dopo un diligente esame sulle verità di fede, togliere gli abusi delle unioni illecite di uomini e donne. i balli e gli amori mondani spe­ cie quelli nascosti, fonti di mali e di disordini per le famiglie. Ruzini delineava l'i­

89


I

VISITE AD LIMINA

rum procurationem, non modo quis prudentia, aetate, vitae integritate, sed etiam quis doctrina excellat inspicitur; isque caeteris antefertur. Saepe etiam optavi ad clerico­ rum et iuniorum sacerdotum, quos plures habeo ingenio et spe litera­ ria praestantes, studia acuenda et remuneranda, maiorem beneficio­ rum tum simplicium quam paro­ chialium vim. Nam parochiae pro­ pe pro dimidia parte mercenariae sunt, multaeque beneficiales de iurepatronatus vicino rum, et hac fortassis de causa episcopis Bergo­ mensibus canonicatuum nonnullo­ rum conferendorum ab apostolica largitate data [acultas est, ut nobi­ lium vel doctrina vel probitate excellentium sacerdotum virtutem praemio ornare, caeterosque ad idem meritum ascendere possent.

genza nello studio, sul progresso fatto, su una buona speranza per ]' àmbito culturale, ma altresì con un severo esame viene preso un saggio della loro istruzione. Nella scelta per la cura d'anime, è tenuto in considerazione non solo chi si distingue per prudenza, età, integrità di vita, ma anche per eru­ dizione, e questo viene anteposto agli altri. Spesso ho desiderato pure, per approfondire e remunerare gli stu­ di a molti giovani sacerdoti e chie­ rici, di cui ne ho molti, prestanti nel]' ingegno e nel campo lettera­ rio, una maggior disponibilità di benefici semplici e parrocchiali. Le parrocchie infatti sono quasi per metà mercenarie, molte bene­ ficiate di giuspatronato dei vicini. Forse per questo motivo la Santa Sede ha dato graziosa facoltà ai vescovi di Bergamo di conferire alcuni canonicati, per ornare con premio le capacità di sacerdoti nobili o eccellenti per probità o per scienza, e potessero gli altri salire alla stessa ricompensa.

deale del clero in questi termini "unusquisque sui muneris numeros omnes exequatur. in concionibus sit diligens. infirmis assiduus, extra suam parochiam non vagus, mori­ bus compositus et habitu. in ecclesiastica disciplina perfectus et ita omnibus praese­ ferat sicut Dei ministrum decet, ut virtutum et pietatis exemplo oves sibi commissas cae­ terosque fideles in lege Domini et vita christiana dirigat", Ruzini al parroco di S. Stefano lasciò l'ordine di procurarsi i libri prescritti nel rituale romano, compilare lo sta­ to delle anime e le schede per il precetto pasquale, con l'ammissione ai sacramenti dei fanciulli giunti all'uso di ragione e il relativo elenco annuale, esortare i fedeli alla pra­ tica frequente dei sacramenti, impegnarsi a eliminare condotte profane di uomini e donne, procurarsi libri spirituali, predicare tutte le domeniche: ibid.. 77> (1700), f. 379v; 69 (1699), f. 38v-39v, 51 r; 77 (1-703), f. 223r-v.

90


I

RELAZIONE -

2 DICEMBRE J 702

In sacerdotum autem clerico­ rumque coetu non omittam multos existere, inter quos curatores ani­ marum aliqui, qui, a recta Domini semita disciplinaque ecclesiastica aberrantes summo cordis mei moe­ rare, in sui aliorumque perniciem negotiis operam navant, laicorum­ que conversationes nimis frequen­ tanfi. Alendae vero excitandaeque eius­ dem cleri pietate'", congregatio sacerdotum informata nuper a me est, quae singulis mensibus stato

Non debbo tacere che nella schiera dei sacerdoti e dei chierici molti se ne trovano, tra cui alcuni pastori d'anime, che deviando con mio sommo dolore dalla retta stra­ da del Signore e dalla disciplina ecclesiastica, praticano attività per­ niciose a sé e agli altri, e frequen­ tano troppo la compagnia dei laici. Al fine di alimentare e infervo­ rare la pietà del clero, di recente ho dato vita a una congregazione di sacerdoti, che si radunano un gior­ no ogni mese nella cappella sotter­

(a) Lettura incerta: potrebbe essere anche pietati. 71. Nella lunga lettera pastorale "Non vi è dubbio ..." 15 febbraio 1700, e nelle successive che si richiamano ad essa, Ruzini dà una serie di norme e di raccomandazioni al clero, comminando pene per i trasgressori. Si ricava un interessante quadro d'insieme della vita ecclesiastica di quel tempo, coi suoi limiti e difetti contro le norme ecclesiasti­ che: la difficoltà della partecipazione alle riunioni, il trattenersi troppo a lungo con donne nei confessionali e fuori, il far emettere voti con facilità, l'obbligo della residenza, della predica, dell' assistenza agli infermi, l'assiduità al confessionale, alla dottrina cristiana, la registrazione delle messe celebrate, l'adempimento dei legati pii, e il dif­ ferimento dell'assoluzione a chi non li adempie, il dovere per alcuni parroci di non procrastinare la facoltà ai sacerdoti di confessare le donne, di esser sinceri negli atte­ stati per gli ordinandi, di non esorcizzare senza adeguata facoltà; si trovano istruzioni sulla pastorale verso i concubini, norme sulle serve o quasi serve in canonica e pio in generale sul distacco dalle donne, raccomandazioni di portare l'abito clericale, di non praticare giochi, di non concedere permesso ai sacerdoti estranei di celebrare la mes­ sa senza licenza dei superiori, per tutto il clero di presentarsi al vescovo tra la Pasqua e la Pentecoste con le testimonianze o fedi "de vita et moribus", di non immischiarsi in affari secolari, di studiare e leggere i libri indicati, ai confessori di presentarsi per un esa­ me, ai vicari foranei di visitare le loro chiese tre volte l'anno e di prendere informazioni su tutti i benefici ecclesiastici. Da notare che in una lettera "Sebbene in tutti i tempi noi riconosciamo..." 21 gennaio 1701, Ruzini lamenta che qualche ecclesiastico non abbia ossservate le prescrizioni emanate; egli insiste per il rispetto della messa, ordina ai vicari foranei di informarlo sui difetti dei preti, proibisce di nuovo ad essi le serve o qua­ si serve al di fuori delle condizioni permesse dai canoni e senza sua espressa licenza, pena la sospensione. In un'altra lettera "Crescono sempre piu le vigorose premure del nostro paterno zelo..." 3 febbraio 1702, Ruzini mette in guardia alcuni che giudicano temerariamente le prescrizioni emanate da lui e invita i vicari foranei a vigilare. In un'altra lettera, senza data, Ruzini invita i sacerdoti a istruirsi nel canto gregoriano, a leggere frequentemente le costituzioni sinodali, e raccomanda ai parroci di raccoglie­ re gli atti delle visite e i decreti dei vescovi predecessori, per formarne un libro da conservare; ACVB, Lettere pastorali Libro n04; Sommario... , n. 3-6.

91


VISITE AD LIMINA

ranea della cattedrale. In tale cir­ costanza, premessa la lettura di un libro pio, è tenuto da un sacerdote competente un sermone sullo stato clericale, la sua dignità, i doveri, i pericoli, cui segue la meditazione sull'argomento stesso, diviso in tan­ ti articoli, sotto la guida dello stes­ so sacerdote. Di questa congregazione anche molti canonici hanno scelto dei giorni in cui recarsi all'ospedale maggiore della città, per servire cibo agli ammalati, rassettare i let­ ti, distribuire elemosina. Altri van­ no alle scuole della dottrina catto­ lica, dove nei giorni fissati con­ vengono numerosi poveri o soldati, per essere formati a credere, capire e vivere cristianamente. Queste opere da me testé ideate e istituite, in modo mirabile a gloria di Dio e per il vantaggio spirituale delle anime, sono cresciute. Ma dove per il futuro mi pro­ metto un grande sviluppo, sia nella pietà sia nella dottrina del clero, è il seminario, che, angusto rispetto al numero degli alunni e piccolo per la necessità della diocesi, quasi ho raddoppiato con l'acquisto di abi­ tazioni vicine. Oltre le lettere greche e latine, ho introdotto lo studio della filoso­ fia e della teologia, ho scelto inse­ gnanti adatti per tale scopo, stabili­ to regole agli alunni, già sancite da san Carlo Borromeo per i suoi seminaristi.

die in subterraneum cathedralis sacellum convenit, ibique praemis­ sa pii libri lectione, ab idoneo sacerdote sermo habetur de cleri­ cali statu deque eius dignitate, one­ ribus ac periculis, et deinde ipso sacerdote praeunte de eodem argu­ mento, in articulos dissecto, fit meditatio. El' hoc coetu complures etiam canonici suos sibi dies descripsere quibus eant ad maximum urbis valetudinarium, ibi aegrotis cibum ministrent, lectos sternant, stipem largiantur; alii ad catholicae doc­ trinae gimnasia, ubi vel pauperes, vel milites singulis diebus in heb­ domada designatis innumeri fere conveniunt, ad hoc ut christiane credere, scire, et vivere edoceantut: Quae opera, nuper a me designa­ ta et erecta. mirabiliter ad Dei glo­ riam animarumque spiritualem pro­ fectum excrevere. Sed unde imposterum magnum cum in pietate, tum in doctrina cle­ ri incrementum mihi polliceor. Seminarium est, quod pro alumno­ rum numero et dioecesis usu angu­ stius, emptis privatorum vicinis aedibus duplo fere grandius effeci. Praeter graecas et latinas literas, philosophiae quoque ac theologiae studia invexi, aptos ad id magistros selegi, alumnis leges descripsi, quas seminariensibus suis divus Carolus tulerat.

92


I

RELAZIONE -

2

DICEMBRE

Utinam eos quoque proventus dare possem, ut maxime cupio, quos eidem Bergomensi seminario idem divus Carolus provinciali lege adscripserat; namfere tertia parte minores suni". Hoc de clero. Populum vero urbanum evoca­ tis huc e Societate patribus per con­ ciones matutinas et pomeridianas, tam in cathedrali quam in tribus praecipuis suburbiorum templis, perque alia pietatis incitamenta ad expiandas per poenitentiam noxas", ad pascendas frequenti Angelorum esca animas, ad curandam magis

1702

Voglia il cielo che io pure possa fornire i proventi, come ardente­ mente desidero, che san Carlo nel­ la legislazione del concilio Provin­ ciale aveva assegnato al seminario stesso di Bergamo, sono infatti infe­ riori quasi di un terzo. Questo per quanto riguarda il clero. Per il popolo cittadino ho chia­ mato i padri della Compagnia di Gesù, impegnandoli nelle prediche al mattino e al pomeriggio, tanto in cattedrale quanto nei tre più impor­ tanti templi suburbani, e mi sono sforzato, anche per i giorni di car­ nevale, di incitare i fedeli pure con altre opere di pietà, a espiare con la penitenza i peccati, a nutrire le anime con la frequente comunione

(a)

(a) Haec: la grafia è incerta. 72. Con lettera del 21 marzo 1698 Ruzini procedeva all'acquisto di case per ampliare il semi­ nario, retto dal sac. Giovanni Paolo Giupponi, canonico teologo della cattedrale; con lettera della congregazione dei Vescovi e Regolari, 12 febbraio 1700, veniva data facoltà di permutare i beni a vantaggio del seminario. Non tutti i chierici erano ospiti del seminario; nella visita pastorale Ruzini prese nota delle spese di alloggio e vitto di chi doveva soggiornare in pensione; ACVB,Jondo Seminario.fascicoli /698, /700; Visita Ruzini, 71 (1699), f. I34r-v, 143r-v; G.A. GALLARATI, Vita... , p. 39-41; C.PATELLI, Uomini..., p. 17-18. Per l'accenno all'opera di san Carlo e ai decreti emes­ si, cf. A. RONCALLI, Gli inizi del Seminario di Bergamo e S.Carlo Borromeo Note sto­ riche con una introduzione su il Concilio di Trento e la fondazione dei primi semina­ ri in \I Colle di S. Giovanni Omaggio a Papa Giovanni, Centro Studi Giovanni XXIII Fondazione Loris F .Capovilla, Bergamo 1997, p.35-40. 73. Con la lettera pastorale "Sono oggetto di ben considerabil riflesso le gravissime con­ giunture..." 25 giugno 170 I, Ruzini suggeriva che .....a tale esempio la sera i capi di fami­ glia uniti con le persone di loro in casa, sarebber degni di lode se si radunassero insie­ me a recitare le stesse litanie e altre orazioni, che stimeranno proprie...''. Ma è sopra­ tutto nelle lettere del vescovo al clero e al popolo in occasione della quaresima che si coglie il modello di religiosità popolare inculcato e praticato, come appare in .. Sebbene in tutti i tempi noi riconosciamo..." 21 gennaio 1701. e in "Crescono sempre piu le vigorose premure del nostro paterno zelo..." 3 febbraio 1702; ACVB. Lettere pastorali Libro n04.

93


VISITE AD LIMINA

animam quam pecuniam", ad odia extinguenda, ad prophanos exter­ minandos amores". ad illicita lucra evitanda, quibus multum in civitate

del Pane degli Angeli, a prendersi cura più per l'anima che per il dena­ ro, a estinguere gli odi, a sradicare gli amori profani, a evitare guada­

74. Nella citata lettera pastorale "Non vi è dubbio ..." 15 febbraio 1700, Ruzini raccoman­ dava la santificazione delle feste, lasciando ai parroci l'obbligo di spiegare quanto si pote­ va fare o no di lavoro, e ordinava che fossero rimossi i mercati dalle vicinanze delle chie­ se. In diverse lettere egli sollecitava i parroci a non permettere che le figlie avessero col­ loqui segreti con gli adolescenti, li esortava a predicare tutte le feste principalmente sui precetti del decalogo, l'integrità della confessione, la gravità del peccato, il disprezzo del mondo, la penitenza, i novissimi, la passione del Signore, e proibiva la celebra­ zione della messa fuori dalla parrocchia. Inoltre insisteva sull' insegnamento della dot­ trina cristiana a ragazzi e ragazze, in differenti classi coi loro maestri e coadiutori. Disponeva che in chiesa si continuasse a tenere la tela divisoria tra uomini e donne, esor­ tava a invitare il popolo per la recita della terza parte del rosario dopo i vespri, le lita­ nie la sera del sabato. Non sempre vi era corrispondenza da parte dei fedeli allo zelo dei sacerdoti. Ruzini volle informarsi a S. Pietro da Cristoforo Cabrino sul parroco Domenico Gobbio ricevendo questa testimonianza "purtroppo assiste con tutta esattezza alla dot­ trina christiana, ma questo popolo v'attende puoco, assiste anco alle confessioni, ma per essere solo stenta ad arrivar a satisfar tutti; et ha in ciò bisogno d'aiuto; predica la pri­ ma e terza dominica d'ogni mese, non parte che rare volte dalla sua cura, non ha alcu­ na prattica cattiva et in sostanza è un buon religioso". A Solza il parroco lamentava che il suo antecessore, ottantacinquenne, da cinque anni non aveva predicato e che in parrocchia giungevano dal territorio milanese dei sacerdoti; ibid.. Sommario... , ff. 3-7; Visita Ruzini, 74 (1701), f. 51 r; 76 (1702), 1'.181 r. 75. Nella citata lettera "Non vi è dubbio..." 15 febbraio 1700, Ruzini dava, fra le altre, disposizioni circa le pubblicazioni per i novelli sposi, e scomunicava le coppie che, dopo gli sponsali, si fossero congiunte prima del matrimonio. Ordinava ai curati di inveire contro quanti prostituivano mogli e figlie. In una successiva lettera egli con­ dannava e invitava i curati a estirpare "il detestabile abuso de' balli. invenzione vera­ mente diabolica ordita nel gran conseglio di Satanasso a mero sterminio della misera gioventù, con altra frase non può meglio descriversi che non chiamarlo stragge dell' inno­ cenza, mina delle anime, peste esecrabile de' costumi ..." . Nella visita di Ruzini a Gerosa il curato fece presente che di "maritati che non cohabitino insieme ve ne sono due, uno che habita veramente nella medesima casa, ma con discordia, né la moglie vuo­ le rendere il debito per timore di male contagioso nel marito", e per l'altra coppia "la donna habita ad Alzano coi figli, fornai, non vuole habitare col marito che é un frascone, lutto quanto guadagna lo consuma in gioco". A queste note il curato aggiungeva che uomini e donne d'inverno si riunivano nelle stalle a mangiare e bere, si davano ai bal­ li in carnevale e disertavano le funzioni sacre. Il curato di Medolago segnalava abusi sessuali e proponeva che l'assoluzione fosse lasciata solo a lui e ai vicari foranei, non ai regolari. A Chignolo il prevosto lamentava "capi di numerose famiglie che dopo le raccolte consumano in poco tempo nel gioco quello che dovrebbe servir per manteni­ mento della sua famiglia tutto l'anno"; ACVB, Lettere pastorali Libro n" 4, "Il dete­ stabile abuso de' balli..." 17 dicembre 1702; e con lettera del 20 dicembre successivo "Non possiamo che amaramente piangere..." la condanna dei divertimenti accennali. ripetuta con lettera del 3 febbraio 1707 "La santità del clero deve risplendere..."; ibid., Sommario.... ff. 3-8, 17-18; Visita Ruzini. 75 (1702), f. 67r-v; 76 (\ 702), l'. 174r-v, 238r.

94


I

RELAZIONE -

2 DICEMBRE 1702

et dioecesi indulgetur, saturnalibus etiam diebus, excitare enixus sum. In dioecesi autem praeter alias, Divini Verbi praedicationem sin­ gulis festis a parochis exegi, prout fit etiam in urbe toto fere anni tem­ pore, praesertim per eximios con­ cionatores in Divae Mariae Maioris tempio, de quo quidem suppellec­ tilis sacrae vi et pretio, laudatissi­ mis pictorum tabulis, plastico ope­ ri ac fomicibus superinducto auro, sacerdotum ibi sacris operantium divinasque praeces alternatim psal­ lentium numero caeteroque cultu Italiae satis celebri. Haec pauca libasse sufficiat, cum a laicis omnino una cum adiecto epheborum collegio rega­ turo cui laudabiliter praesunt patres Barnabitae ad certum tempus mer­ cede conducti", omnemque episco-

gni illeciti, per i quali molto si indulge sia in città che in diocesi anche nei giorni festivi. Ho esigito dai parroci in dioce­ si, oltre alle altre, la predicazione della parola di Dio in ogni festa, come si fa anche quasi tutto il tem­ po dell'anno in città, specialmente nel tempio di S. Maria Maggiore con celebri predicatori. Di questo tempio basti accennare alla innu­ merevole e preziosa suppellettile sacra, ai quadri ammiratissimi dei pittori, all'opera artistica e alle cupole dorate, al numero dei sacer­ doti che celebrano la sacra liturgia, e che recitano a cori alterni le lodi divine, nel rimanente àmbito cul­ tuale abbastanza celebre in Italia. Ma basti aver accennato queste poche cose, poiché il suo governo e l'amministrazione, con l'annesso collegio di giovani adolescenti diretti lodevolmente dai Barnabiti, impegnati per un determinato perio­ do a pagamento, viene gestito dai

76. Nel 1698 erano incaricati per tale compito i padri Bartolomeo dall'Ovo, oblato dei 55. Ambrogio e Carlo di Milano, rettore. p. Domenico Guelfi, maestro di grammatica supe­ riore, p. Antonio Gorla, maestro di grammatica inferiore, p. Giovan Battista Manilio, eco­ nomo; ACVB, Visita Ruzini. 71 (1698). f. 203. Nel 1701 Venezia, su istanza della città autorizzava l'assunzione di cinque barnabiti. Ad essi subentravano nel 1711 i gesuiti che incontrarono opposizione sul legato Bonometti da parte di alcuni nobili, capeggia­ ti da Coriolano Brembati, Questi nel consiglio cittadino riusci nel 1729 a privare i padri della scuola e nel 1737 a privarli del diritto di residenza in città; A. RONCALLI ( Papa Giovanni XXIII), La "Misericordia Maggiore" di Bergamo e le altre istituzioni di bene­ ficenza amministrate dalla Congregazione di Carità, Bergamo 1912, con diffuse noti­ zie sull'istruzione promossa dalla Misericordia Maggiore con la scuola per chierici, l'Accademia, la nuova Accademia, la terza Accademia, il Collegio Mariano, l'opera dei Barnabiti e dei Gesuiti, la contesa sul legato Bonometti, l'elenco dei rettori del Collegio Mariano, p. 63-69; B.BELOTTI, Storia di Bergamo ..., IV, p.313; A.PE5ENTI, Note sul giansenismo bergamasco durante l'episcopato di Antonio Redetti ( /73/-/773) con carteggi e documenti inediti; in Miscellanea Adriano Bernareggi. Monurnenta

95


VISITE AD LIMINA

laici che tengono lontano il vesco­ vo da qualsiasi atto di giurisdizione e da ogni visita. Del resto molto ha contribuito a incrementare la pietà del popolo l'affacciarsi della guerra vicina e il timore dei mali imminenti. In città non v'è stata nessuna compagnia degli artigiani e nessu­ na categoria sociale, nessun pae­ sello nel territorio, che non abbia suffragato in molti luoghi le anime sante del purgatorio, sino a rag­ giungere molte migliaia di celebra­ ZIOlli sacre. In tutte le chiese parrocchiali, esposto con ricco apparato il Sacramento all'adorazione dei fede­ li, ingente è stato il numero delle anime confessate per liberarsi dalle colpe, ricreate con il Pane Angelico. Ho tentato di ammansire con la

pi tum potestatem tum visitationem a se amoveant. Caeterum multum profuit exci­ tandae populi pietati, propinqui bel­ li facies et imminentium malorum timor. Nam in urbe nullafuit artium societas et hominum conditio, nul­ la in agris villula, quae non com­ pluribus locis sacris Purgatorii ani­ mabus suffragata sit, adeo ut ad multa sacrorum millia peracta sini", omnibus in ecclesiis paro­ chialibus venerabile Sacramentum fidelium cultui cum divite apparatu propositum, et ingens anima rum numerus, Poenitentiae sacramento noxis exsolutus, et Angelico Pane recreatus. Nobiles viros qui ex levibus cau-

Bergomensia, I, Bergamo 1958.p.764; P.VALOTA, 11 collegio Mariano di Bergamo nella seconda metà del Settecento. in Bergomum ..., 89 (1994), p.99-221. 77. Sono gli avvenimenti accennati alla nota n. 3. Nel febbraio 170 I Eugenio di Savoia sce­ se dal Tirolo con un esercito composto da 30.000 tedeschi. Il principe di Vaudernònt dispose la resistenza con le truppe francesi a Canonica d'Adda e a Soncino, fece muni­ re i castelli di Trezzo e di Brivio, assembrò soldati a Chiuso. Il territorio fu saccheggiato dalle truppe franco-spagnole, e da quelle tedesche dopo la loro vittoria nella battaglia di Chiari il 7 settembre 170 I. In quelle circostanze fu segnalato dal nunzio di Venezia, con rapporto del 17 settembre, che il conte Galeazzo Boselli carcerato nella Bastiglia era fuggito da Parigi per rifugiarsi a Bergamo. Secondo altre voci sembrava che il Boselli fosse uscito dal carcere su permesso. La verità non si conosceva, ma il ritorno del conte a Bergamo dispiaceva "non poco". Anche Ruzini si interessò del caso con let­ tera al card. Paolucci nel 1706. quando il conte Boselli fu giustiziato la vigilia di Natale, "avendo dati segni di molta rassegnazione". In precedenza il Boselli aveva avuto una causa col Conte Francesco Roncalli, rimasto ferito da una archibugiata;la causa era stata composta col ricorso al duca di Parma; cf. ASV, Lettere di Vescovi... , 102, ff. 503r-504v lettera del 30 dicembre 1705 al card. Paolucci, citazione f. 504v; 105, ff. 41r­ 45r (Appendice lI/); ibid., S.S., Venezia, 149, ff. 727r-728r; BAV, Vaticano latino 7494. ff. 81r-82r, causa Boselli-Roncalli, 22 giugno 1697; B. BELOTTI. Storia di Bergamo.... IV, p. 159-162, 164, 165, 168; VI, p. 243-246.

96


_'------------­

~_......

I

OPERE E SAGGI CITATI

Bullarii Romani coniinuatio Summorum Pontificum Clementis XI/I, XIV, Pii VI, VI/, Leonis XII, et Pii VII!, TIII, 1764-1769, Romae 1838 Bullarii Romani continuatio Clementis XIII, T. IV/L Prati 1840 Bullarum. diplomatum et privilegiorum Sanctorum Romanorum Poniificum Taurinensis editio locupletior facta collectione novissima... , XIV, XX, XXII, Augustae Taurinorum 1868-1871

CAIRNS c., Il dominio Veneziano, in Diocesi di Brescia, 3, Storia religiosa della Lombardia a cura di A. CAPRIOLI - A. RIMOLDI - L. VACCARO. Brescia 1992 CAJANI L. - FOA A., Clemente XIII, papa, in Dizionario Biografico..., 26 CALVI D., Effemeride sagro profana di quanto di memorahile sia successo in Bergamo sua diocese et territorio, 3 voll., Milano 1676 CAMOZZI E, Le istituzioni monastiche e religiose a Bergamo nel Seicento. Contributi alla storia della soppressione innocenziana della Repubblica Veneta. I, in Bergomum ... , 75 (1981); II, ibid., 76 (1982). IDEM. (Card. ANGELO MAI) Statistica delle Missioni cattoliche dell 'Europa, Asia. Africa ed America (circa annum 1839), Bergamo 1986 IDEM., Le visite "ad Limina Apostolorum" dei Vescovi di Bergamo (1590-1697), I, Fonti per lo studio del territorio Bergamasco, XI, Bergamo 1992 IDEM, Diario di un prevosto di Rosciate don Luigi Signori 1892-1921, 2 voll., Bergamo 1995. CAPONE BRAGA G., Illuminismo, in Enciclopedia Filosofica, Centro di studi filosofici di Gallarate, Istituto per la collaborazione culturale Venezia Roma, 4 volI., Firenze 1957-1958, II CAPPELLINI P., Don Botta e la medaglia d'oro dell' Imperatore. in L'Eco di Bergamo 2 dico 1997 CARACCIOLO A., Clemente XII, papa, in Dizionario Biografico.... 26 CARRARA BEROA P. A., Sommario di Leggi, Decreti, Precetti, Istruzioni, Ricordi, Dichiarazioni etc. contenute nelle Lettere Pastorali dirette alla città e diocesi dagli Em.mi Sg. Cardinali Pietro Prioli e Leandro Porzia e dall'Ill.mo Mgr. Antonio Redetti, Vescovi di Bergamo dall'anno I 708 fino all'anno 1752, Bergamo 1754 CARRARO M. - MASCOTTI A., L'Istituto delle Sante Bartolomea Capitanio e vincen:a Gerosa, L Milano 1987 CASATI M., Compendio della Dottrina Cristiana, Mondovì 1765 IDEM, Compendio sopra le principali solennità della Chiesa diviso in due parti. Parte

33


-------'---------­ I

VISITE AD LIMINA

prima. Della celebrazione dei principali divini misteri e delle osservanze eccle­ siastiche che vi hanno relazione. Parte seconda. Delle feste solenni di Maria Vergine e di alcune altre solennità principali che si celebrano fra l'anno, Mondovì 1767

CASSINELLI B.- PAGNONI L.- COLMUTO ZANELLA G., Il duomo di Bergamo, Bergamo 1991 CASTIGLIONE G.B., Historia delle Scuole della Dottrina Cristiana fondate in Milano e da Milano nell'Italia ed altrove propagate. Opera postuma in due parti, Milano 1800 CATTANEO G., Orazione funebre in occasione del solenne funerale.eretto dalla città di Bergamo alfu' Eminentissimo Pietro Priuli Vescovo della detta città. Bergamo 1728 CAVALLA V., Barnaba, apostolo, in Enciclopedia Cattolica, 12 voll., Firenze 1948­ 1954, II CELANESE G. (ROTA G.), I sette giri del cielo, Bergamo 1850 Cenni storici del monastero della Capuccine Concette di Sant'Antonio del Castello indi d'Ognissanti in Venezia ora di S. Giuseppe in Capriate d'Adda, s.d.

CEVA T.,s.j., Vita di Monsignor Luigi Rurini vescovo di Bergomo dedicata all'Em.mo e Rev.mo Cardinale Giovanni Badoaro Vescovo di Brescia, Venezia 1712 CHIODI L., La Misericordia Maggiore di Bergamo dallO giugno 1797 al 23 maggio 1798, in Bergomum..., 53 (1959) IDEM, Note brevi di cose bergamasche ignote o quasi. in Bergomum... ,70 (1976) Chronicon Bergomense Guelpho-Ghibellinum ab anno MCCCLXXVIII usque ad annum MCCCCVII a cura di C. CAPASSO, Bologna 1928, in MURATORI L. A.. Raccolta degli storici italiani dal cinquecento al millecinquecento Nuova edizione riveduta ampliata e corretta con la direzione di G. CARDUCCI-V. FIORINI-P. FEDELE, T. XVI, II, Bologna 1926

COHRANE C.N., Cristianesimo e cultura classica, Il Mulino, Bologna 1957 Collegioill) Cerasoli in Roma Commemorazioni centenarie 1735-1935, 1835-1935, Pubblicazione fatta per cura della Venero Arciconfraternita dei Bergamaschi in Roma, Roma 1935

COLLEONI C., Historia quadripartita di Bergamo et suo territorio nato gentile et rina­ to Cristiano, 3 voll., Bergamo-Brescia 1617-1618 Consorzio de Carcerati. Regola, Bergamo 1738

34


I

OPERE E SAGGI CITATI

Constitutiones editae in sinodo dioecesana celebrata per Em.mum et Rev.mum D. D. Petrum S. R. E. miseratione divina tit. S. Marci praesb. card. Priulum episcopum Bergomen. Co. etc. die quarta cum duabus se insequentibus mensis septembris anno Domini MDCCXXIV, Bergomi apud Rubeos, s.d.

COVA A., Economia e società tra Sette e Ottocento, in Chiesa e Società a Bergamo... COZZI G.- KNAPTON M. - SCARABELLI G., La Repubblica di Venezia nell'età moderna Dal 1517 alla fine della Repubblica, in G. GALASSO, Storia d'Italia, voI. 121II, Torino 1992 CRIPPA G.R., Bergamaschi di sempre, Bergamo 1962 IDEM, 11 mite educatore don Carlo Botta, in Bergamaschi di sempre ... IDEM, 11 poverello servo di Dio don L. Palazzolo, in ibid. CUCINI TiZZONI C., Miniere e metallurgia in alta val Brembana (secoli Xll-XVl), in Bergomum..., 89 (1994) DANIELE I., Gregorio Giovanni Gaspare Barbarigo, santo, in Bibliotheca Sanctorum, Istituto Giovanni XXIII della P.D. Lateranense. 12 voll., Città Nuova editrice Roma 1964-1969. VII DE CAPITANEIS L, Ephemerides sacra poetica Joannis Pauli Delphini Episcopi Bergomatis..., Bergomi 1825 DE CARO G., Benedetto XllI, papa. in Dizionario Biografico..., 8 DEL BELLO S., Bergamo guida turistica, Ferrari 1991 DELRE N., Girolamo Miani; santo, in Bibliotheca Sanctorum ..., VI Dell 'origine della costituzione, e dello spirito della Scuola serale di Carità per i gio­ vani artisti della città alta in Bergamo. Discorso intitolato all'egregio signor con­ te Clemente Giacomo Suardo, Milano e Lodi C. Wilmant e figli 1848

DENTELLA L., 11 Conte Can. Giuseppe Benaglio ed un secolo di storia ecclesiastica Bergamasca, Bergamo 1930 IDEM. I Vescovi di Bergamo (Notizie storiche), Bergamo 1939 Diario spirituale dè Santi che giornalmente sifesteggiano in Bergamo l'anno 1747, in Bergamo per Gio. Santini Exite [lores inclyti Antologia Alessandrina Testimonianze a S. Alessandro dalle "Passiones" ai giorni nostri XVII 298-1998 centenario del martirio S. Alessandro, Diocesi di Bergamo, Bergamo 1998

35


----~-'---------I

VISITE AD LIMINA

FARlO A, La partecipazione del clero mantovano ai moti rivoluzionari del 1848 e alla congiura del 1850, in Rassegna storica del Risorgimento. XLIII, I (1956) FERRARI B., Dalla rivoluzione francese alla morte dell 'arcivescovo Calabiana, in Diocesi di Milano. 2a parte, Storia religiosa della Lombardia a cura di A CAPRIOLI - A. RIMOLDI - L. VACCARO. Brescia 1990 FINAZZI G., Orazione funebre detta nelle esequie del canonico Maffio Consoli lettore di teologia nel Seminario di Bergamo il 29 marzo 1851. Milano tipo D. Salvi e C. IDEM, Orazione detta nei solenni funerali di mons.lll.e ReI'. Carlo Gritti Morlacchi l'esco l'O di Bergamo, Bergamo 1853 IDEM, Una generazione passa, un 'altra le viene appresso. Orazione detta nei solenni funerali di Mons. Ill.mo Rev.mo Carlo Gritti Morlacchi vescovo di Bergamo, Bergamo 1853 IDEM, I Guelfi e i Ghibellini in Bergamo Cronaca di CASTELLO CASTELLI delle cose occorse in Bergamo negli anni 1378-1407 e Cronaca anonima di Bergamo degli anni 1402-1484 pubblicata con prefazione e note, Bergamo 1870 FIORANI 1.., Il Concilio Romano del 1725. Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 1977 FLAGA PLEBANI E., Santa Grata nella storia e nella tradizione della città di Bergamo, Ponteranica Bergamo 1995 Funere (In) Illustrissimi et Reverendissimi D.D. Antonii Redetti episcopi Bergomensis comitis etc.Oratio habita in aede cathedrali idihus ma] anno 1773, Bergomi ex typ.F. Locatelli

GALIZZI G.P., Aspetti di vita economica bergamasca sotto Venezia, in Bergomum .... 53 (1959) GALLARATI G. A., Vita di monsignor Luigi Rurrini Vescovo di Bergamo dedicata all'Em.mo e Rev.mo Cardinale Giovanni Badoaro Vescovo di Brescia, Milano 1712 GALLINA G., Il vescovo Geremia Bonomelli e la diocesi di Cremona dal compimento del processo unitario italiano alla vigilia della prima guerra mondiale (1871­ 1914), in Diocesi di Cremona, 6, Storia religiosa della Lombardia, a cura di A CAPRIOLI - A. RIMOLDI - L. VACCARO, Brescia 1998 GALLlZIOLl G.B.. Memorie per servire alla storia della vita e degli scritti del cardinale Giuseppe Alessandro Furietti, Lucques 1790 GAUDERZO G., La Chiesa pavese dall'età delle riforme, in Diocesi di Pavia, II, Storia religiosa della Lombardia a cura di ACAPRIOLI - A. RIMOLDI - L. VACCARO, Brescial995

36


I

OPERE E SAGGI CITATI

GERVASONI G.. Angelo Mai, Bergamo 1954 GIUPPONI G.P., Orazione funerale nelle mestissime esequie dell'Ill.mo e Rev.mo Monsignor Alvise Rurzini vescovo di Bergamo, in Bergomo 1731 Giurisdizionalismo, in Enciclopedia Filosofica... , II GORDINI G.D., Francesco di Sales. vescovo di Ginevra, dottore della Chiesa, santo, in Bibl. Sanct., V GRITII MORLACCHI C; Allocuzione al reggimento Barone Geppert per la solenne bene­ dizione delle nuove bandiere nel giorno 3 settembre 1843. Bergamo 1843 IDEM, Esortazione ai venerabili suoi parroci per l' omelia festiva, Bergamo 1849 IDEM. Epistola pastoralis ad clerum et populum Dioeceseos Bergomensis, Roma 1831 GUERRINI A.M., Sinopsis rerum et tempo rum Ecclesiae Bergomensis. Bergamo 1734 IMPAGLIAZZO M., 1825: Difronte alla cosidetta "battaglia del Giubileo" Leone XII decide con coraggio e confermezza di celebrare quello che sarebbe stato l'unico Giubileo dell'Ottocento, in L'Osservatore Romano 25 dicembre 1996 Incognito (L') scarpellatore, appresso P. Lancillotti anno 1761 1PARRAGUIRRE L, Roberto Bellarmino dottore della Chiesa, in Bibl. Sanct., XI JEDIN H.• Storia del Concilio di Trento, II primo periodo 1545-1547, II, Brescia 1974 KARTTUNEN L., Les Nonciatures apostoliques permanentes de 1650 1912

à

1800, Genève

LESTOCQUOY J., La vie religieuse l'n France du VII au XX siècle, Paris 1964 Lettres Apostoliques de Pie IX, Grégoire XVI, Pie X, 1904 Liber Sacramentorum Augustodunensis cura O. HEMING, o.s.b. editus, Brepols Turnholti 1984 LOMBARDINI M., L'Istituto di Maddalena di Canossa e le opere canossiane in provin­ cia di Bergamo dal 1820 al 1915, tesi di laurea, Univo Catt. S. Cuore. Magistero, Milano 1992-1993 L. ANNAEl FLORI, Epitomae libri II et P. ANNII FLoRElfragmentum de Ver!?i/io orato­

re an poeta. ed O. ROSSBACH, Lipsiae 1896 MAESTRONI L., Cronaca Locatese (pro manuscripto), 1969 MANDELLI A., Alzano nei secoli, Bergamo 1988

37


I

VISITE AD LIMINA

MARTINA G., s.j., Pio IX (1846-1850) , in Miscellanea Historiae Pontificiae ,38, Università Gregoriana ed., Roma 1974 IDEM, Pio IX (/85 I -I 866), in ibid., 51, Roma 1986 IDEM, Pio IX ( 1867- I 878), in ibid., 58, Roma 1990 MASCHERONI L., Sermone sulla falsa eloquenza del pulpito per l'esaltazione di Monsignore Carlo Gritti-Morlacchi alla sede vescovile di Bergamo, Bergamo 1831 Monastero (II) di Matris Domini in Bergamo, Monumenta Bergornensia, 54. 2 voll., Bergamo 1980 Monastero (Il) di San Fermo in Bergamo Leggenda e storia a cura di N. BERGAMASCHI A RIBONI Architettura e arte a cura di S. FRISIA Fotografie B. PIROLA Presentazione V. ZANELLA, Bergamo 1982

MONTANARI D., I Monti di Pietà bergamaschi (secoli XVI-XVIII), in Studi veneziani, 27 (1994) IDEM, Gregorio Barbarigo a Bergamo(1657-1664). Prassi di governo e missione pasto­ rale, Milano 1997 IDEM, Misericordie: una rete di protezione per una società povera, in L'Eco di Bergamo 4 maggio 1998 MORLACCHI c., Orazione funebre per monsignor vescovo Giampaolo Delfino conte , e commendatore, Bergamo 1819 IDEM, Epistola pastoralis ad clerum et populum Dioeceseos Bergomensis, Romae 1831 IDEM, Esortazione di Monsignore Carlo Gritti Morlacchi vescovo di Bergamo ai vene­ rabili suoi parrochi per l'omelia festiva, Bergamo 1849 MORONI G., Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da S.Pietro ai nostri gior­ ni,103 voll.,Venezia 1840-1861 MOSCONI A- LORENZI S.. I conventi francescani del territorio bergamasco Storia Religione Arte. Milano 1983 MOZZARELLI c., Dali 'Antico Regime allo stato moderno: un' interpretazione, in Chiesa e società a Bergamo... MUTIO M., Delle reliquie insigni e d'altre cose degne di memoria.che nelle Chiese di Bergamo dentro e fuori si ritrovano Parte terza della Sacra Historia, Bergamo 1616

38


I

OPERE E SAGGI CITATI

NASELLI C; Restaurazione e crisi liberale (1815-1846), in A.FUCHE - V. MARTIN, l.B. DUROSELLE - E. JARRY, Storia della Chiesa dalle origini ai nostri giorni. XXI2, ediz. italiana sulla 2a di lingua francese. Torino 1975 NERI F., Il giubileo in occasione del Concilio Vaticano I con alcune aggiunzioni del giu­ bileo massimo o anno santo nel 1875, Napoli 1875 Novo diario nel quale oltre la nascita de' principi. e cardinali sono registrate le cari­ che, e deputazioni più ragguardevoli civili, ed ecclesiastiche della città di Bergamo per l'anno 1757, Bergamo 1757 OFFELLI S., Giansenio (Cornelio) e Giansenismo, in Enciclopedia Filosofica..., II IDEM, Tamburini Pietro. in ibid., IV

Officia Propria Sanctorum Bergomi et aliorum a sacra Rituum congregatione appro­ bata universo clero civitatis ac dioecesis Bergomensis jam assignata l'l'l nuper concessa. Mediolani 1853 Onore (In) di don Carlo Botta nell'occasione del trasporto della sua salma alla chie­ sa di S. Carlo, Note biografiche, in La Vita diocesana, V (1913) Ordini e statuti approvati dal magnifico Maggior Consiglio con parte 8 marzo /752. Bergamo 1752 Osservazioni intorno alle nuove officiature proprie per la Chiesa di Bergamo dirette all'ill.mo e rev.mo monsignor Vescovo della medesima dall'arciprete di Telgate, Lugano 1850 Padre (Il) Luigi Mozzi nel IO Centenario della sua morte 1813 - 24 luglio 1913 in L'Eco di Bergamo 23-24 luglio 1913 PAGNONI L., Le Chiese parrocchiali bergamasche Appunti di storia e arte. 2 voll., Bergamo 1979 PAPINI G. - G. DE LUCA. Prose di cattolici italiani d'ogni secolo. Torino 1941 PASCHASIUS RADBERTUS, De Assumptione Sanctae Mariae virginis. cura et studio A. RIPBERGER, in CCCM, 56 c, Brepols Turnholti 1985 PASTA R., Per una rilettura de "Il Caffé" 1764-1766, in Rivista storica italiana, CVIIIIII, Torino 1995 PASTOR v. L., Storia dei Papi nel periodo dell' Assolutismo dall' elezione di Innocenza X sino alla morte di Innocenza XlI (1644-/700) Parte ll lnnocenzo XI Alessandro VlIllnnocenzo XlI (1676-/700). XlVIII, versione italiana di Mons. Prof. PIO CENCI, Roma 1932 IDEM, Storia dei Papi nel periodo dell'Assolutismo. Dall'elezione di Clemente XI

.'" 39


------'---~------I

VISITE AD LIMINA

sino alla morte di Clemente XII (1700- 1740), XV, versione italiana di Mons. Prof. PIO CENCI, Roma 1933 IDEM, Storia dei Papi nel periodo dell'Assolutismo Dall'elezione di Benedetto XIV sino alla morte di Pio VI (1740- 1799) Parte I, Benedetto XIV e Clemente XIII (1740-1769), XVI/I, versione italiana di Mons. Prof. PIO CENCI, nuova ristampa, Roma 1965 IDEM, Storia dei Papi nel periodo dell' Assolutismo dall'elezione di Benedetto XIV sino alla morte di Pio VI (1740-1799) Parte II, Clemente XIV ( 1769-1774), XVIIII, versione italiana di Mons. Prof. PIO CENCI, nuova ristampa, Roma 1954 IDEM, Storia dei Papi nel periodo dell 'Assolutismo dali 'elezione di Benedetto XIV sino alla morte di Pio VI (1740- I 799), Parte III, Pio VI (! 775- 1799), XVI/III, versione italiana di Mons. Prof. PIO CENCI, Roma 1934 PATELLl C.; Alzano Maggiore e la basilica di S. Martino, Bergamo 1978 IDEM, Uomini e vicende del Seminario di Bergamo dal 1567 al 1921, in Studi e memo­ rie, Pubblicazioni del Seminario di Bergamo..., I (1972) PEDERZANI I., Parrocchia e comune in bergamasca tra Antico Regime e Restaurazione, in Chiesa e Società a Bergamo... PEDRONI A .. Storia del prete Carlo Botta, Bergamo 1927 PESENTI A., Note sul giansenismo bergamasco durante l'episcopato di Antonio Redetti(l731-1773) con carteggi e documenti inediti, in MiscellaneaA.BemareggL Monumenta Bergomensia, I, Bergamo 1958 IDEM, Il Collegio Apostolico (! 773-1909), in I Preti del Sacro Cuore di Bergamo nel 50° della fondazione, Bergamo 1959 IDEM, Repertorio Bio-Bibliografico del Collegio Apostolico e dei Preti del S. Cuore, in ibid. IDEM, Il monastero nei secoli XIX e XX, in 11 monastero di Matris Domini in Bergamo, Monumenta Bergomensia, 54, 2 voll., Bergamo 1980 PESENTI PALVIS A., "Papa Giovanni lo proclamò santo ", in Supplemento a L'Eco di Bergamo 15 ottobre 1997 PIETRO il Venerabile, Adversus Judeorum inveteratam duritiem, cura et studio Y. FRIEDMAN, CCCM, 58, Brepols Turnholti J 985 IDEM, Orationes ed meditationes de Vita Christi, cura et studio M.L POTTI, Friburgi Br Herder 1902. PII IX. P.M Acta, I-III, Romae 1854-1868

40


.~--------------I

OPERE E SAGGI CITATI

PETRUCCI F, Colloredo Leandro, in Dizionario Biografico..., 14 POGGIANI KELLER R., La preistoria bergamasca: Nuovi dati per un quadro di sintesi, in Ateneo di Scienze. Lettere ed Arti di Bergamo, 50 (1988-1989) POZZI G., Grammatica e retorica dei Santi, Milano 1997 PRETO P., Checcozzi G.R., in Dizionario Biografico ... , 24 .'

Primo!Nel) centenario di Angelo Mai Memorie e documenti, Bergamo 1882 Provincia (La) Lombarda dei Frati Minori Cappuccini, 31 maggio 1937, S.A. Stampa periodica italiana, Milano 1937

P. VERGILII M. Opera, adn. critica FA. HIRTZEL, Oxonii 1959 Pubblicazioni della Provincia Patavina dei Frati Minori Conventuali, l, Padova 1958

Q. HORATII F. Opera, adn. critica E.C. WICKHAM, ed. altera curante H. W. GARROD, Oxonii 1952 RAINERI A., Corso di istruzioni catechistiche fatte nella metropolitana di Milano, Milano 1845 RAPONI N" Chiesa locale e società nell'età contemporanea, in Chiesa e società Appunti per una storia delle diocesi lombarde a cura di A. CAPRIOLI - A. RIMOLDI - L. VACCARO, I, Brescia 1986 RAVASIO 1., Origini del Collegio Sant' Alessandro, in Chiesa e società a Bergamo... REDETTI A., Methodus in seminario Bergomensi tenenda pro studiorum directione, Bergomi 1732 REINA F, Sacerdote Giuseppe Brena priore dell'orfanotrofio detto il Conventino, in Giornale della Provincia di Bergamo 19 marzo 1841. REZZARA N., Il movimento cattolico nella diocesi di Bergamo Appunti e statistiche, Bergamo 1897 RICCARDI A., Dei mezzi di promuovere l'educazione religiosa in ogni classe di per­ sone, Bergamo 1831 RICCHINI A., De vita ac rebus gestis beati Gregorii Barbadici S. R. E. cardinalis epi­ scopi Patavini libri tres, Romae 1761 RITZLER R-SEFRIN P., Hierarchia Catholica medii et recentioris Aevi..., V, Patavii 1952; VI, ibid. 1958; VII, ibid. 1968 RONCALLI A" Gli inizi del Seminario di Bergamo e S.Carlo Borromeo, Note storiche

41


_ _ _-------.J

_

I

VISITE AD LIMINA

con una introduzione su il Concilio di Trento e la fondazione dei primi seminari, in Il Colle di S.Giovanni ... IDEM, La "Misericordia Maggiore" di Bergamo e le altre istituzioni di beneficenza amministrate dalla Congregazione di Carità, Bergamo 1912 ROSSI D., In morte dell'Ill.mo e Rev.mo monsignore Pietro Mola Vescovo di Bergamo Poesie, Bergamo 1829 Idem, Poesie, Bergamo 1831 RUMI G., Chiesa e società tra Antico Regime e Restaurazione, in Chiesa e società a Bergamo... IDEM, Lombardia,libertà o dominansaì, in La formazione della Lombardia... IDEM - COVA A. - MEZZANOTTE G., Bergamo e il suo territorio, Cariplo, Arti Grafiche A. Pizzi, 1997

Sacra (La) Bibbia, volI. 3, Marietti 1960 Sacra (La) Congregazione del Concilio. Quarto centenario dalla fondazione (1564­ 1964). Studi e ricerche, Città del Vaticano 1964 SALA A., Un 'ipotesi nuova sull'ubicazione dell'antica arena romana in Bergamo, Estratto da Archeologia della regio Insubrica Dalla preistoria all' alto medioevo. Atti del convegno Chiasso 5-6 ottobre 1996, Como 1997

v.e. Bergomi episcopi laudatio habita in BergomensiAthaeneo eius imaginem inaugurante XV Kal. majas 1828, Bergomi 1828

SALVIONI A., Joannis Pauli Delphini

SANGALLI G., Quel monastero soppresso due volte, in L'Eco di Bergamo 4 dicembre

1992 SANI R., Le nuove congregazioni religiose nella Lombardia della Restaurazione, in Chiesa e società a Bergamo... S. AGOSTINO, Enarrationes in psalmos, in I.-P. MIGNE, Patrologiae cursus completus Series latina, T. 36-37, Lutetiae Parisiorum 1865 IDEM, Sermones ad populum, in ibid., T. 38 S. BERNARDO Sermo XXXll1, in Cantica, Opera omnia, T. II, Mediolani 1851 S. CiPRIANO, De habitu Virginum, in I.-P. MIGNE, Patrologiae..., T. 4 S. GEROLAMO, Commentariorum in 1saiam prophetam, in ibid., T. 24 S. GREGORIO MAGNO, Homiliarum in Evangelia, in ibid.. T. 76

42


I

OPERE E SAGGI CITATI

IDEM, Moralium libri, in ibid., T. 75 SARTORI A. , La Provincia del Santo dei Frati Minori Conventuali Notizie storiche, in Pubblicazioni della Provincia Patavina dei Frati Minori Conventuali, I, Padova 1958 SAVIO P., Devozione di Mgr. Adeodato Turchi alla Santa Sede, Roma 1938 SAVOIA P" Dalla prima organizzazione della nuova diocesi alla fine del dominio vene足 to, in Diocesi di Crema, Storia religiosa della Lombardia a cura di A. CAPRIOLI 足 A. RIMOLDl - L. VACCARO, Brescia 1993 SELLA D.-C. CAPRA C; Il Ducato di Milano dal 1535 al 1796, in G. GALASSO, Storia d'Italia, voI. 11, Torino 1984

Sirena (La) cantante Diario spirituale de' Santi che giornalmente si festeggiano in Bergamo l'anno 1751-... SNIDER C; L'Episcopato del cardinaleAndrea C. Ferrari, Gli ultimi anni dell'Ottocento 1891-1903, I, FontesAmbrosiani, LXVII, Vicenza 1981 IDEM, L'Episcopato del cardinale Andrea C. Ferrari, I tempi di Pio X, II, ibid., LXX, Vicenza 1982 SONZOGNI I., Una biblioteca per i bergamaschi "di gran talento": il cardinal Furietti e la fondazione della Civica, in Bergomum..., 89 (1994) SPINELLI G., Gli ordini religiosi (1428-1810), in Diocesi di Bergamo, Storia religiosa della Lombardia...,

Statistica dei Frati Minori Cappuccini della Provincia di S. Carlo in Lombardia, Milano Curia Provinciale 1992 Statistica della Provincia Lombarda dei Frati Minori Cappuccini, Milano 1937 TADINI F, Il ruolo di Fornovo nella politica di Cremona per il predominio sulla Geradadda (sec.IX-XIII) , in Bergomum... ,86 (1991) TAGLlAFERRI, Podestaria e Capitanato di Bergamo - Relazioni dei rettori veneti in terraferma, XII. Milano 1978 TAMBURINI P., Ethica Christiana, Pavia 1783 IDEM, Vera idea della Santa Sede, Pavia 1784 TANCREDI TORRI, D. Lorenzo Tomini (1758-1840), in L'Eco di Bergamo 5 nov. 1937 THOMAS de Chobham, Summa de arte praedicandi, cura et studio F MORENZONI, 82, CCCM, Brepols Turnholti 1988

43


VISITE

AD LIMINA

TODESCHINI G., Il musicista bergamasco Carlo Lenzi maestro di cappella in S. Maria Maggiore, in Ateneo di Scienze..., 46 (1985-1986) TOMMASO da Kernpis, Orationes et meditationes de vita Christi, cura et studio M.I. PHOL, Friburgi Br. Herder 1902 TONINELLl G., Bergamo romana, città ripida, in L'Eco di Bergamo 20 settembre 1998 TORCELLAN G.F., Badoero Alberto Giovanni, cardinale, in Dizionario Biografico ... , 5 TOSCANI X., Il ruolo del prete nella società lombarda tra Sette e Ottocento. Sensibilità sociale ed impegno educativo nella scuola, in Chiesa e società a Bergamo... TRAINI c., Vicende storiche del collegio vescovile S. Alessandro in Bergamo Dalle origini ai nostri giorni, Bergamo 1946 UGHELLI F., Italia sacra sive de Episcopis Italiae et lusularum adiacientium rebusque ab iis praeclare gestis deducta serie ad nostram usque aetatem, ed. secunda, 4, Venetiis 1719 VALOTA F., Il collegio Mariano di Bergamo nella seconda metà del Settecento, in Bergomum..., 89 (1994) VALOTI P.M., Don Luigi Palazzolo nella sua vita e nelle sue opere, Bergamo 1927 VANOSSI B., Parrocchia-casa madre e luoghi santificati dalla presenza di S. Gerolamo Emiliani. Appunti 1538- 1989, Rapallo 1994 VIGANI S., Accademia dedicata a monsignor GianPaolo Dolfin, Bergamo 1781 VISMARA CHIAPPA P., La Chiesa ambrosiana tra il 1712 e il 1796, in Diocesi di Milano, 2" parte ... Vita IlI.mi ac Rev.mi D.D. Antonii De Ambivere Episcopi Aureliopolitani Comitis, ac Bergomensis Ecclesiae Canonici a L. MASCHERONIO conscripta, in Nuova raccol­ ta d'opuscoli scientifici e filologici Tomo 41 al Rev.mo D. Parisio Bernardi abate generale della Congregazione Benedettina Camaldolese, Venezia 1785, 9 VITARI A., La figura e l'opera di don Luca Passi per l'educazione giovanile. Rapporti con la diocesi di Bergamo, in Chiesa e società a Bergamo ... ZACCARIA G., La Crisi rivoluzionaria (1789-I 815), in A. FLlCHE- V. MARTIN, Storia del­ la Chiesa, XXI l, ed. italiana. sulla Z"ed. francese, con bibliografia aggiornata da Padre l. DE VILLAPADIERNA, Torino 1971 ZANCHI G., La condizione economica del clero, in Alle radici del clero bergamasco... IDEM, L'età post-tridentina e il consolidarsi della tradizione Bergamasca, in Diocesi di Bergamo, Storia religiosa della Lombardia... 44


I

OPERE E SAGGI CITATI

IDEM,

La religiosità popolare a Bergamo nell'età moderna, in ibid.

IDEM,

I Vescovi di Bergamo nella Riforma e Controriforma del Concilio di Trento, in

Ritratti .,' IDEM,

Barbarigo nuovo S. Carlo, in Supplemento a L'Eco di Bergamo 12 ottobre 1997

IDEM,

La confessione, in lbid.

U., Da 150 anni le suore di Carità alla Casa di ricovero di Bergamo: l dicem­ bre 1840, in Ateneo di Scienze ..., 51 (1989-1990)

ZANETII

A., Sulla laguna di Venezia viveva quasi una seconda Bergamo, in L'Eco di Bergamo 4 maggio 1998

ZANNINI

45


I

LUIGI RUZINI

LUIGI RUZINI

Luigi Ruzini (o Ruzzini) nacque dai nobili Marco e Cattaruzza Zevi il 23 aprile 1658 a Venezia. n padre, procuratore di S.Marco, fu podestà di Padova dove Luigi, dopo l'avvio agli studi presso i Somaschi a Castello, fre­ quentò l'università nelle facoltà di diritto canonico e civile. Scelta la car­ riera amministrativa, a differenza dei fratelli Carlo, ambasciatore di Venezia a Vienna e in seguito doge, e di Giannantonio, senatore della repubblica, Luigi fu eletto savio degli Ordini e magistrato per il provveditorato alla Sanità. Il 20 agosto 1691 egli firmò con altri provveditori il decreto che proibiva ogni commercio con la Croazia, Zagabria e la Dalmazia per il contagio. A 38 anni d'età Ruzini abbandonò ogni incarico pubblico scegliendo lo stato ecclesiastico. Il nunzio apostolico a Venezia Agostino Cusani(1696-1706) nel rap­ porto del 24 novembre 1696 al cardinale segretario di Stato, Fabrizio Spada (1691-1700), informava di aver ricevuto in udienza Luigi Ruzini, che "è figliuolo del signor procuratore Ruzzini e della sorella della doganessa ... mi ha pregato ch'io lo voglia presentare a vostra eccellenza. È il medesimo gio­ vane di molta modestia e di COSI buone qualità, che sempre è stato credu­ to disposto a far vita ecclesiastica...". Ordinato sacerdote il 9 dicembre 1696, Ruzini corri pose ai suoi doveri in modo esemplare. Morto monsignor Sagredo, primicerio di S. Marco, il doge lo elesse a suo successore. Ai primi del 1697 monsignor Daniele Giustiniani, l'ottantatreene vesco­ vo di Bergamo, "uomo di molta stima e pietà e ch' è stato di gran frutto a quella diocesi per suo zelo pastorale e per l'aumento pur anche di quella mensa" era stato colpito da grave indisposizione "con febbre e con uno spurgo continuo di sangue" al punto che rimanevano esigue le speranze di salvarlo. E il Cusani terminava il rapporto del 12 gennaio osservando che "il popolo perderà molto per l'elemosine, e la Chiesa per le virtù di COSI degno prelato". Il 14 gennaio il nunzio comunicava al cardinale Spada che una staffetta giunta la notte a Venezia aveva portato l'avviso della morte di mons. Giustiniani " ...successa venerdì con dispiacere e danno di quel suo popolo". Dai dati presi dal libro del succollettore delle decime, egli infor­

47


-----'------------­ I

VISITE AD LIMINA

mava che "... il vescovado .., ha di rendita diecimila ducati incirca, onde non mancheranno dè concorrenti, fra quali è mons. Giustiniani, vescovo di Torcello', e mons. Emo vescovo di Corfù', prelati ambedue assai degni e zelanti, i quali mi han pregato a porre a piedi di nostro signore le loro sup­ pliche...". A questi candidati si aggiunsero, come da rapporto del nunzio del 19 gennaio, padre Morosini, benedettino, padre Lando, somasco, il sg. Ricci, abate, il sg. Magni, abate coadiutore dell' arcidiaconato di Padova e monsignor Bembo, vescovo di Belluno'. E nei rapporti del 26 gennaio e del 13 aprile, il nunzio comunicava che anche mons. Vallereso, vescovo di Concordia', e mons. Priuli, uditore di Rota (raccomandatogli dal doge durante le funzioni di Pasqua) avanzavano la loro candidatura. Diffusa la notizia non ufficiale della nomina di Ruzini a vescovo di Bergamo, il nun­ zio la commentava positivamente con rapporto del 24 agosto, aggiungen­ do che il segretario monsignor Alberti, veneto, aveva scritto che il papa "più tosto inclinava a favore di qualche vescovo oltramarino, e special­ mente di monsignor Cosmi arcivescovo di Spalato'"; al qual proposito egli faceva presente che "essendo la Chiesa di Bergamo molto considerata, si incontreranno delle difficoltà dal nuovo vescovo in averne possesso, quan­ do non sia nobile, come appunto successe a mons. Zoilo, vescovo di Crema", oltre al motivo che levandosi mons. Cosmi da Spalato, dove ha gran pra­ tica, è ben veduto et adattato al bisogno di quei paesi, fatti ricovero di tan­ ti scismatici, la provincia che ha necessità di lui, ne sentirebbe non poco pre­ giudizio... ". Sulla nomina di Ruzini a vescovo di Bergamo decisa da Innocenza XII (1691-\700), il nunzio con rapporto del 9 novembre 1697 l. Marco Giustiniani nacque il 12 febbraio 1655. Era vescovo dal 24 marzo 1692. Mori il 2 marzo 1735; R. RITZLER-P. SEFRIN. Hierarchia Catlwlica medii et recentioris aevi .... V, Patavii 1952, p.383. 2. Giorgio Emo risulta che fu battezzato il 23 giugno 1644. Era vescovo dal 14 giugno 1688. Mori nel gennaio 1705; ibid., p. 172. 3. Giovanni Francesco Bembo, dei chierici regolari somaschi, nato nel 1659, era vesco­ vo di Belluno dal 1694. Mori il 21 luglio 1720; ibid., p. 117. 4. Paolo Vallaresso nacque il 5 marzo 1660 nel comune di Scanzo. Era vescovo dal 9 marzo 1693. Mori il 23 novembre 1723; ibid., p. 168. 5. Stefano Cosmi (Cosmus o Cosimi) risulta che fu battezzato il27 settembre 1629. Era vescovo dal 5 settembre 1678. Morf il 10 maggio 1707; ibid., p. 361. 6. Marco Antonio Zollio nacque a Bergamo: era stato consacrato vescovo dal card. Gregorio Barbarigo il 21 agosto 1678. Morì il 20 aprile 1702; ibid., p. 175; P. SAVOIA, Dalla prima organizzazione della nuova diocesi alla fine del dominio veneto, in Diocesi di Crema, 5, Storia religiosa della Lombardia a cura di A. CAPRIOLl- A. RIMOLDI - L. VACCARO, Brescia 1993, p: 64, 66, 68.

48


I

LUIGI RUZINI

commentava che "quanto era bramata alle sue virtuose qualità, altretanto è stata universalmente applaudita, e non è da dubitarsi che sarà anche cor­ risposto al patemo zelo di sua beatitudine nel servizio di Dio e di quelle ani­ me. Nel notificargli che ho fatto la clemenza usatagli dalla santità sua e gl' ordini di vostra eminenza, è stato subito da me, e ne ha mostrato la venerazione di una sensibilissima riconoscenza. Tutta la di lui casa e parenti, tra i quali è sua serenità, ne giubilano e specialmente il padre, che nella sua decrepita età ha avuto la consolazione di vedere collocato il figlio in SI bella nicchia, ed hanno mandato a pregarmi a farne nome loro col­ l'eminenza vostra le più riverenti espressioni, ed a supplicarla, come l'o, di metterli a i piedi santissimi, in atto di una umilissima retribuzione di gra­ zie..." . Il neoeletto con lettera del 9 novembre 1697 esprimeva al cardinale Spada tutta la sua gratitudine, assicurandolo del!' impegno di essere "ani­ mato con lo Spirito di Dio nel tremendo uffitio pastorale della Chiesa e delle anime". Di nuovo il 30 novembre egli scriveva al card. Spada affer­ mando di essere "animato solo dall'impazienza di portarmi ai santissimi pie­ di del mio vero creatore in terra e di asservarmi con la più accesa premu­ ra alla mia amatissima sposa, destinatami con mano benefica dalla pater­ na clemenza di nostro signore". Uguali sentimenti erano espressi allo stes­ so personaggio con lettera del 12 aprile 1698 da Venezia, e non mancava di manifestare "profonda venerazione a sua santità, da cui non sarà mai diviso il mio animo nelle opere della filiale obedienza e nel sacrifitio del­ l'essere e del sangue per la maggiore gloria di Dio, e per il bene delle ani­ me a me commesse". L'università di Padova conferì per l'occasione a Ruzini l'onorificenza di dottore. Ordinato vescovo il 2 febbraio 1698, Ruzini si propose di seguire nel suo ministero i santi Carlo Borromeo e Gregorio Barbarigo, e fu coerente. La diocesi di Bergamo conobbe cOSI una fioritura di iniziative che ne irro­ bustirono la spiritualità religiosa popolare a tutti i livelli, e che solo un vescovo di vita santa, (Ruzini morì in concetto di santità), poteva ideare e tradurre in pratica di vita personale esemplare. La forza della sua parola, che chiamava alla conversione e alla pratica del Vangelo, trova un riscontro nel fatto, narrato dal suo biografo, di un turco che, dopo aver ascoltato il vescovo predicare, decise di abbracciare la religione cattolica. Un'iniziativa di particolare rilievo, che anticipò il Collegio Apostolico, fu quella di riunire in congregazione alcuni sacerdoti per dedicarsi con maggior tempo e premura alle-pratiche di pietà e alle opere di carità per i

49


..

VISITE AD LIMINA

poveri. Lo zelo portò il vescovo nella visita pastorale sino nei più remoti vil­ laggi della diocesi per conoscere i suoi fedeli. Scrive il Ceva "Quindi era quella gran riverenza, con cui tutti lo rimiravano come lor vero padre, accogliendolo i popoli in processione, facendo risonar l'aria d'inni e can­ tici divoti; di quegl'inni e di quei cantici appunto, che egli medesimo havea fatti divolgare in libricciuoli stampati, accioché gl'imparassero, toglien­ do loro di bocca le arie, e le canzoni profane". Le due relazioni qui pubblicate per le visite ad Limina offrono un qua­ dro eloquente della personalità e del ministero pastorale di Ruzini. Il suo episcopato fu di breve durata ma intenso e senza risparmio. Il podestà di Bergamo, Alvise Malipiero, nella relazione al senato il 22 luglio 1702, esprimeva un giudizio assai lusinghiero su Ruzini che "conservan­ do nell' animo suo la veneratione maggiore verso la patria, va tessendosi colla sua essemplarità et opere giornaliere di pietà con i più miserabili, corone di gloria in cielo ed applausi particolari di quei popoli, che con tenerezza ammirano il suo religioso contegno". Una religiosità che trova­ va alimento anche dalla pietà mariana, testimoniata, come sembrerebbe dall'apparizione della Vergine Maria (Appendice f). Ruzini fu uno degli operai del Vangelo che seminò a larghe mani, sen­ za poter mietere. Il vicario generale Francesco Vascellino de Mozzi (o de Mutiis) con let­ tera "S'attrova obbligato alletto..." IO marzo 1708, avvertiva tutti i vica­ ri foranei che il vescovo era stato colto "da male considerevole", e racco­ mandava di far pregare i fedeli per la sua guarigione. Con lettera "Avendo la pietà del rev.mo Capitolo...·' 14 marzo, avvisava tutti i parroci della città che il Capitolo dei canonici aveva deciso di esporre in cattedrale solennemente il S.mo Sacramento, per implorare la guarigione del vesco­ vo e esortava a farvi partecipare il popolo. La morte di Ruzini, assistito dal vescovo di Brescia, cardinale Giovanni Badoero, avvenne in due date di particolare significato liturgico e spirituale, il 18 marzo, vigilia di san Giuseppe, e nel clima liturgico della incipiente domenica Laetare. Con lettera "Ecclesiam hanc Bergomensem..." del 24 marzo, il vicario capito­ lare Francesco Vascelli no de Mozzi, annunciando che il vescovo Luigi Ruzini era morto, ne elogiava virtù e meriti e lo raccomandava ai suffragi dei fedeli. Giampaolo Giupponi, canonico teologo, e da poco nominato suo vicario generale, tenne il discorso funebre e dedicò a Ruzini poemi elo­ giativi . All'abate Ottavi o Gasparini, reggente della nunziatura a Venezia, il 31 50


.........

--~----

I

LUIGI RUZINI

marzo da Roma veniva comunicato "Ha nostro signore intesa con molto rammarico la morte di mons. vescovo di Bergamo, non men per la perdi­ ta di un sì degno prelato che per il danno di quella diocesi, e giacché quel­ la è irreparabile, non lascerà la santità sua di risarcir questo colla scieIta di un buon successore..." (Appendice II ).

Bibliografia: fonti inedite: cf. ACVB, Libro n Lettere Pastorali 1698 Rurini Luigi 4 (dor­ so) - Lettere pastorali dei Vescovi e Vicari Generali seguenti - anno 1698 Vertova Giovan Battista vicario capitolare - anno 1698 RII~ini Luigi vescovo - Vertova Giovan Battista vicario generale - vascellino Francesco vicario generale - anno 1708 sudetto vascellino vica­ rio capitolare, (interno) (ms), ff.1r-142v (citazione: Lettere pastorali Libro n° 4). Sommario delle lettere Pastorali dei Vescovi e Vicari Generali seguenti: anno 1698 Vertova Giovanbattista vicario capitolare - 1698 Rurzini Luigi Vescovo. Vertova Giovanbattista vicario generale, vasccllino Francesco - 1708 Sudetto Vascellino vicario capitolare, (rns), (citazione: Sommario di ... ), ff.nn, Visita pastorale, 69 Visitatio Ruzina totius vallis Brembanae 1699 (ms) tf.376; 70 Yisitatio Ruzina Ghisalbae, plebis Patemi, Rumani, Martinengi 1699 (ms), ff. 175; 71 visitatio Ruzina cathedralis ac parochiarum civitatis et suburbiorum 1699 (ms), ff 317; 72 visitatio Ruzina vallis Serianae inferioris et Gandini 1700 (ms), ff. 265; 73 Visitatio Rurlna vallis Serianae superioris et v~llis Scalvi 1700 (ms), ff. 523; 74 visitatio Rurina 1701 Pontis S. Petri, Ambiveri, Pontitae, Locati. Brembati superioris, Mutii, Scani, Ossanesga, Paladinae. Breni (ms), ff. 98; 751702 Ruzina visitatio vallis lmaniae (rns). ff. 156; 76 visitatio Ruzina Almenni et Insulae 1702 (ms), ff. 254 ; 77 visitatio Ruiina planitiei 1703 (rns), n. 224; 78 visitatio Ruzina vallium Caballinae, Caleppii et Trescurii 1703 (rns), ff. 540; 79 visitatio Rurina vicariarum Soriseli, Lallii et partis Seriati 1704 (ms), ff. 363; 04

ASV, Lettere di Vescovi e di Prelati, 89. ff. 295r-296r, 335r lettere autografe di L. Ruzini al card. F. Spada, 9 e 30 nov. 1697. citazioni f. 295r e 335r; 90, f. 58r lettera di Ruzini al card. Spada, 12 aprile 1698; Proc. Dat., 75. ff. 9r-14v; S.S. Venezia. 139, f. 208r (a stampa) decreto firmato dai provveditori alla sanità con Ruzini; 144. ff. 386r-nOr rapporti del nun­ zio A. Cusani al card. F. Spada nel 1696; 145, f. l Zr-v, 25r-v. 33r, 47r. 234r. 252r-v. 608r­ 609r. 820r-v. rapporti di Cusani a Spada, 12. 14, 19, 26 gennaio, 6, 13, 24 aprile. 9 novem­ 179r (Appendice Il). rapporti bre; 157. f. 151r-v (Appendice II). 152r. I54r-v (Appendice di Cusani al card. F. Paolucci su Ruzini, 24 marzo 1708, e di O. Gasparini a Paolucci 7 aprile 1708; 305, f. 91 v dispaccio di Paolucci a Gasparini 31 marzo 1708 (Appendice II); 306. f. 277r dispaccio di Paolucci a Gasparini, 14 aprile 1708 (Appendice II).

m.

BCAM. G.P. GIUPPONI. Vita del Vescovo di Bergamo Luigi Ruzsini desunta dagli elogi ed imprese fatte e ne' suoifunerali, I. ff.I-38, II, ff.I -16; M. CALVETTI, Orazione funebre reci­ tata in S. Maria Maggiore per il funerale del Vescovo di Bergamo Luigi Ruzzini, (rns). cart. sec. XVIII, ff. 14; Lettera di P'Salvionì, in Collezioni di autografi e notizie. Scrittori e per­ sonaggi diversi Bergamaschi, faldone V. S-Z, f. 110 (Appendice I). Fonti edite: cf. T.CEVA, Vita di Monsignor Luigi Ruzini Vescovo di Bergamo dedicata ali 'Em.mo e Rev.mo cardinale Giovanni Badoaro Vescovo di Brescia. Venezia 1712, p.52 citazione; G.A. GALLARATI, Vita di monsignor Luigi Ruzzini Ve,l'covo di Bergomo dedi­ cata all'Emm.mo e Rev.mo cardinale Giovani Badoaro vescovo di Brescia, Milano 1712; G.P. GIUPPONI, Orarionefunerale nelle mestissime esequie dell'l1l.mo e Rev.mo Monsignor Alvise Ruriini Vescovo di Bergomo, Bergomo Inl; A.M. GUERRINI, Sinopsis rerum ac tempo rum Ecclesiae Bergomensis. ed. secunda, Bergomi 1734. p.105; A. ARRIGHI. De vita

51


LUIGI RUZINI

Aloisii Ruzzini Episcopi Bergomatium ad Carolum Rezzonicum S.R.E. presbiterum cardi­ nalem Patavinum Iiber, Patavii 1764; IDEM, De vita et rebus gestis Caroli Ruzzini Principis venetorum, Patavii 1764; F. UGHELLI, Italia sacra sive de Episcopis et Insularum adia­ cientium rebusque ab iis praeclare gestis deducta serie ad nostram usque aetatem, ed. secunda, 4, Venetiis.1719, p.517-518; Podestaria e Capitanato di Bergamo. Relazioni dei rettori veneri in terraferma a cura di A. TAGLIAFERRI, XII, Milano 1978, p.593-596; Regole prescritte ai chierici del seminario di Bergamo cavate dagli atti di san Carlo Borromeo d'ordine di mons. Vescovo Luigi Ruzini. rinnovate e confermate dai vescovi suc­ cessivi e ultimamente da mons. ill. vescovo Gaetano Camillo Guindani, Bergamo 1892; L. KARTTUNEN, Les Nonciatures Apostoliques permanentes de /650 à /800, Genève 1912, p. 241; L. DENTELLA, l Vescovi di Bergamo, (Notizie storiche). Bergamo 1939, p.405-408; Hierarchia Catholica .... V, p. 118; C. PATELLI, Uomini e vicende del Seminario di Bergamo dal /567 al /92/, in Studi e memorie, Pubblicazioni del Seminario di Bergamo, I (1972), Bergamo 1972, p.l7-18.

Letteratura: cf. B. BELOTTI, Storia di Bergamo e dei Bergamaschi. volI. 6, Bergamo 1959, IV, p. 169, 190, 192, 194-195,200,314; G. ZANCHI, L'età post-tridentina e il con­ solidarsi della tradizione bergamasca, in Diocesi di Bergamo, 2, Storia religiosa della Lombardia a cura di A. CAPRIOLI-A. RIMOLDI-L. VACCARO, Brescia 1988, p.188-192, 194,334; IDEM, l Vescovi di Bergamo nella Riforma e nella Controriforma del Concilio di Trento, in Ritratti dei Vescovi di Bergamo, Bergamo 1990, p. 164-166.

52


---'------------足 I

LUIGI RUZINI

53


-I

11....足

LUIGI RUZINI

54


-----'-'---------------­ I

RELAZTONE -

2 DTCEMBRE 1702

RELAZIONE - 2 dicembre 1702

ASV, C. Concilii, Relationes Dioecesium, Be rgomen., 123A, orig., ff.l77r-190v

La documentazione della visita ad Limina del 39° triennio è composta da un fascicolo di 14 fogli, con la numerazione d'archivio ff. 177-190 (rnm. 28.30 x 20). Il testo della relazione è scritto sui ff. 180r-187v, la procura sul L I77r-v, gli attestati delle visite alle basiliche dei santi apostoli Pietro e Paolo nei ff.178r e 179r. Nel fascicolo è rimasto il foglio in minuta di risposta della congre­ gazione del Concilio, f.188r-v. Sono bianchi i ff.186v, I87r, I89r-v, 190r. Le pagine del manoscritto hanno un ampio margine bianco in alto, più ridotto in basso, nessuno invece ai due lati orizzontali. II procuratore, abate Enea de Tassis nell' atto notari le, (Tommaso de Tassis nelle dichiarazioni rilasciate nelle basiliche patriarcali), si presentò alla congregazione del Concilio per la consegna della relazione e l' adem­ pimento delle formalità prescritte. Il 2 dicembre egli ricevette l'attestato del­ la visita per il 39° triennio, f.187v. La calligrafia identica nel testo e nella firma finale, lascerebbe suppor­ re che la relazione sia stata scritta personalmente dal vescovo Ruzini. La risposta inviata dalla congregazione del Concilio è pubblicata dopo la documentazione. Essa è preparata sulla traccia di un riassunto in cin­ que piccoli paragrafi con altrettante risposte, f. 633r-v, numerazione iden­ tica ripetuta per la relazione 1882. Il fascicolo è ben conservato.

135 Eminentissimi et reverendissimi domini, domini summe colendi

Eminentissimi e reverendissimi signori, signori sommamente colendi

Tam libenter profecto eminentis­ simi patres, praesens ipse Apostolici

Tanto volentieri, eminentissimi padri, verrei certamente di persona

55


VISITE AD LIMINA

Collegii Principum Limina invise­ rem, sacros eorum cineres adora­ remo et regnantis sanctissimi pon­ tificis Clementis praecipuo Divinae Clementiae munere difficillimis temporibus concessi', pedibus ad humillima oscula hac primum vice advolverer', quam aegre patior me per diuturnae ac periculosae aegri­ tudinis molestias et praesentium temporum incommoda', prohibitum

in visita ai Limini dei Principi del Collegio Apostolico, venererei le loro sacre reliquie, mi prostrerei per la prima volta all'umilissimo bacio dei piedi del regnante pontefice Clemente, concesso per speciale dono della divina clemenza in tem­ pi difficilissimi, senza che io con amarezza non soffra, a causa di una prolungata e pericolosa malattia e per i disagi dei tempi moderni, d'es­

l. Clemente XI (al secolo Giovanni Francesco Albani) fu eletto al sommo pontificato il 23 novembre 1700. Nacque a Urbino il 23 luglio 1649. Gli studi classici e umanistici compiuti a Roma svilupparono le sue doti di abile improvvisatore e oratore. Forse ebbe relazioni coll'accademia scientifica della regina Cristina di Svezia. A 28 anni entrò nella curia romana. fu segretario dei Brevi nel 1687. e venne eletto cardinale col titolo di S. Maria in Aquiro il IO aprile 1690. Gli anni del pontificato di Clemente XI furono turbati dalla lotta tra la Francia e !'Impero per la successione al trono di Spagna. e per gli errori dottrinali del giansenismo diffusi da Quesnel. Clemente XI nonostante le pressioni dell'imperatore Giuseppe e di Filippo V di Spagna. rimase neutrale; di conseguenza nell' assetto dell' Europa coi trattati di Utrecht, Rastadt e Baden (1712­ 1714) le sue richieste per gli stati pontifici furono ignorate. Nelle questioni dottrinali Clemente XI intervenne con la bolla "vineam Domini" 16 luglio 1705. contro l'affer­ mazione di chi riteneva sufficiente il silenzio ossequioso sulle condanne del gianseni­ smo. senza quello interno. Con la bolla "Unigenitus" 8 settembre 1713. condannò le IOI proposizioni di Quesnel tratte dalle sue Reflexions morales, ripetendo le condan­ ne dei suoi predecessori contro gli errori di Giansenio sulla predeterminazione di ogni uomo al bene o al male da parte di Dio. Clemente XI favorì lo sviluppo delle missio­ ni. specie nelle regioni del Mediterraneo orientale, della Persia. dell'India e della Cina. Le controversie per i riti malabarici e cinesi. cui il papa rispose con una bolla del 9 marzo 1715, dettero adito a polemiche, le quali portarono in seguito a persecuzioni contro i cristiani. Clemente XI provvide alla cosa pubblica con atti amministrativi effi­ caci. si interessò alle sorti dei poveri. fondando ricoveri e ospedali. alla cui gestione delegò la nuova congregazione curiale del Sollievo. Clemente XI morì il 19 marzo 1721; L. v. PASTOR. Storia dei Papi nel periodo dell 'Assolutismo dall'elezione di Clemente XI sino alla morte di Clemente XII (/700-1740). XV. versione italiana di Mons. Prof. PIO CENCI, Roma 1933. p. 6-410; S. ANDRETTA. Clemente XI. papa, in Dizionario Biografico degli Italiani. Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da G. Treccani, Roma 1960- .... 26. p. 302-320. 2. Ruzini aveva scritto a papa Clemente XI il 26 gennaio 170l in questi termini "Supplico vostra beatitudine a degnarsi di gradire il più riverente et osequioso uffitio della mia filia­ le obedienza, in sagrifitio perpetuo di fede e di venerationc, implorando a me stesso e a questa mia Chiesa il supremo auttorevole suo patrocinio da cui tanto splendore mi deri­ vava. non essendo ancora la santità vostra ascesa al sagro trono ...": ASV. Lettere di Vescovi.... 93. l'f. 93r-94v, citazione f. 94v. 3. Era in corso la guerra di successione al trono di Spagna dopo la morte di Carlo II di Asburgo. senza eredi diretti (I" novembre 1700). Nel testamento egli aveva legato i suoi

56


------'--------------­ I

RELAZIONE -

2

DICEMBRE

fuisse totius meae Dioecesis visita­ tionem absolvere et exactam com­ missae mihi Ecclesiae rationem

1702

sere stato impedito di ultimare la visita a tutta la diocesi e presentare alle vostre eminenze la situazione

possessi europei e coloniali al principe francese Filippo d'Angiò, nipote di Luigi XIV. re di Francia, (cf. note n. I e 76), proclamato re di Spagna (Filippo V). Ma vi era un altro pretendente al trono, Carlo di Asburgo, secondogenito dell'imperatore Leopoldo L appoggiato dali' Austria per mantenere con la Spagna la contiguità familiare asburgi­ ca e da altre potenze che volevano evitare l'accrescimento dell' alleanza francese per rica­ vare vantaggi territoriali dalla nuova situazione. La fusione con la Francia ostacolava le maggiori potenze europee (Austria, Inghilterra, Olanda), cambiando radicalmente l'equilibrio internazionale. L'Austria aveva reagito apertamente contro Francia, Spagna e Baviera, trovando alleate l'Inghilterra, l'Olanda, il Portogallo e nel 1703 il ducato di Savoia.Venezia, rimasta neutrale tra la Francia, (casa di Borbone) e l'lmpero, (casa d'Asburgo) ne aveva subìto le conseguenze sul suo territorio, divenuto campo di battaglia tra gli eserciti delle due potenze e dei loro alleati. Nel 170 I Bergamo era stata colpita per gli ostacoli al commercio frapposti dal­ le truppe francesi, che andavano verso il milanese per ottenere il giuramento di fedeltà a Filippo d'Angiò. Al comando di Vittorio Amedeo le truppe composte da francesi, spagnoli e sabaudi muovevano poi alla volta dell' Adige, per bloccare l'avanzata degli imperiali guidati da Eugenio di Savoia. Questi si erano mossi dal Trentino, come ave­ va informato il nunzio pontificio a Venezia, Agostino Cusani, in numerosi rapporti a Roma, a partire dal maggio del 170 l. L'aggravarsi della situazione aveva determinato il nunzio, nell'agosto di quell'anno, a invitare i vescovi perché provvedessero al ritiro in città delle monache dimoranti nei conventi sparsi in territorio rurale. In un rappor­ to al cardinale segretario di Stato, Fabrizio Paolucci, del successivo 3 settembre, Cusani comunicava che le monache di Treviglio s'erano recate parte a Bergamo, parte in monasteri o in case private e di parenti. Altre s'erano rifugiate a Milano. Con rappor­ to del lO settembre il nunzio scriveva che l'arcivescovo di Milano aveva richiamato le monache da Bergamo a Treviglio. Alcune già eran tornate, altre lo avrebbero fatto. In caso di peggioramento della situazione, l'arcivescovo avrebbe provveduto, nella sua sin­ golare prudenza, "per prevenire al bisogno con tutti i riguardi dovuti". Anche i reli­ giosi erano fuggiti in zone più sicure, specie a causa dell'occupazione di Cremona da parte degli imperiali, ai primi di febbraio del 1702. li nunzio aveva dovuto interveni­ re sui superiori dei conventi di Venezia per riparare allo scandalo da loro dato nel rifiu­ tare di ricevere i loro confratelli fuggitivi. Con l'esito favorevole alle truppe francesi del­ la battaglia di Guastalla e la venuta di Filippo d'Angiò a Milano, la dieta di Ratisbona del 18 settembre 1702 aveva emanato 18 articoli contro la Francia, aggravando la situazione generale. Venezia aveva chiamato a Bergamo sue truppe dalla Morea e dal­ la Dalmazia, e assoldato duemila mercenari svizzeri, sistemati nellazzaretto. Ruzini da Venezia, con la lettera del 17 agosto 170 l, aveva invitato i fedeli a pregare per allon­ tanare il pericolo di una guerra. Il vescovo, lasciata la città natale, dove, informava il nunzio il 17 settembre 170 I, aveva avuto noie per la salute, con "qualche timore del­ la sua persona, soprapreso da una puntura", rientrato a Bergamo, aveva scritto al car­ dinale Paolucci, il 30 novembre, per l'agguagliarlo sulla situazione. Egli poi accenna­ va al suo impegno per il ritorno alla fede cattolica dei soldati, per i quali aveva prepa­ rato un catechismo particolare. Nelle successive lettere del 21 dicembre 170 I e dell' 8 febbraio 1702, con allegato un appunto del 5 precedente, Ruzini intratteneva il segre­ tario di Stato sulla situazione di pericolo per la diocesi di Bergamo a causa degli eser­ citi accampati sul suo territorio; ACVB, Lettere pastorali Libro n04, 17 agosto 170 l "Quod iam pluries..."; ASV, Lettere di Vescovi.... 93, ff. 899r-900v, 968r-v; 96, ff. I841'-1 86v; S.s. Venezia, 149. rapporti vari del nunzio A. Cusani al card. F. Paolucci segretario di Stato, dal 7 maggio t70 I, ff. 3551'-3561'. 41 11'-4131',4161'-4171'.4351'-4371',

57


I

VISITE

AD LIMINA

esatta della Chiesa a me affidata. Ma la stessa benignità della Sede Apostolica, che mi ha fatto grazia di adempiere questo dovere dell' obbedienza tramite un procu­ ratore, accetterà anche la giustifi­ cazione della malattia e delle pub­ bliche calamità. Oserò, per quanto stoltamente, usurpare il detto dell'apostolo, e

eminentiis vestris exhibere'. Sed eadem Apostolicae Sedis indulgentia quae mihi veniam [ecit, ut per certum nuntium hoc oboe­ dientiae munus persolverem, meae quoque valetudinis et communium malorum causam probabit. Audebo enim etsi insipienter illud apostoli usurpare: Nihil mihi conscius sum temporis a me deper-

446r-449r, 489r-49Ir. 524r-525r, 528r-529v, 623r-628v, 655r-659r; f. 662r. venuta di trup­ pe svizzere a Bergamo per il pubblico servizio; f. 688r, 3 settembre 170 l, f. 703r, lO set­ tembre, situazione delle monache; 150. f. 81 r , 7 febbraio 1702, situazione dei reli­ giosi; ff. 96r-97r, Il febbraio 1702, ff. 98r-l 04r, ff. 121r-122r, 18 febbraio, occupa­ zione di Cremona; ff. 8l3r-814r, risoluzione della dieta di Ratisbona; B. BELOTTI, Storia di Bergamo.... IV, p. 241 passim; D. SELLA-C. CAPRA,lI Ducato di Milano dal 1535 al 1796, in Storia d' Italia diretta da G. GALASSO, voI. Il. Torino 1984, p. 18­ 20; G. COZZI-M. KNAPTON-G. SCARABELLI, LlI Repubblica di Venezia nel!' età moderna Dal 1517 alla fine della Repubblica, in ibid .. voI. 121II,Torino 1992, p. 553. 4. Ruzini, nel ringraziare di nuovo il cardinale Fabrizio Spada per la nomina alla sede di Bergamo, dette notizia anche sul "primo accesso alla mia residenza", confermando il suo impegno di dedicarsi totalmente alla diocesi. 4 giugno 1698. Tra le sue prime ini­ ziative vi fu la visita pastorale. iniziata l' 11 dicembre 1698 dalla città (cf. nota 44), proseguita nel 1699 in val Brembana e in autunno in una parte assai ridotta del territorio di pianura tra Ghisalba, Romano, Martinengo, Fara Gera d'Adda e Paderno. Fattasi com­ plicata la situazione, (come da nota n. 3), Ruzini evitò nella visita il territorio aperto alle incursioni delle truppe straniere e si portò nelle parrocchie poste in località più sicure, percorrendo la val Seriana, la val Gandino, e la val di Scalve nel 1700. Fu poi la vol­ ta nel 170 I delle località attorno a Ponte S. Pietro e della val S. Martino, nel 1702 del­ la vicaria di Almenno S.S., della valle Imagna e dell'Isola. Allontanatosi temporanea­ mente il pericolo di guerra, che giunse poco più tardi, (cf. relazione 1705), Ruzini nel 1703 passò in visita alle vicarie di Spirano, Mornico e Telgate, proseguendo per le valli Cavallina e Caleppio, Trescore, concludendo nel 1704 con Sorisole, Lallio e par­ te di Seriate; ASV, Lettere di Vescovi .... 90, f. 117r; ACVB, 69 Visitatio Rutina totius vallis Brembanae 1699, (ms), ff. Ir-376v; 70 visitatio Rurina Ghisalbae. plebis Paterni, Rumani. Martinengi 1699, (rns). ff.1 r-175v; 71 Visitatio Ruzina cnthedralis ac paro­ chiarum civitatis et suburbiorum 1699, (ms), ff. lr-3I7v; 72 visitano Ruzina vallis Serianae inferioris et Gandini 1700, (rns). ff. I r-265v; 73 Visitatio Ruzina vallis Serianae superioris et vallis Scalvi 1700, (ms), ff.lr-52lv; 74 Visitatio Ruzina 1701 Pontis S. Petri, Ambiveri. Pontitae. Locati, Brembati superioris. Mutii, Scani, Ossanesga. Paladinae, Breni, (rns), ff. Ir-98v; 75 1702 Ruzina visitatio vallis lmaniae, (ms), ff. Ir-156v; 76 Visitatio Ruzina Almenni et Insulae 1702. (ms), n. lr-254v; 77 Visitatio Ruzina planitiei 1703. (ms), ff.l r-224v;78 visitano Rurina vallium Caballinae, Caleppii et Trescurii 1703, (rns), ff.I r-540v; 79 visitatio Ruzina vicariarum Soriseli. Lollii et par­ tis Seriati 1704, (rns), ff. Ir-363v (citazione: Visita Rurinii.

58


I

RELAZIONE -

2

DICEMBRE

ditum, sed non in hoc iustificatus sum', sed in sanctissimi Pontificis clementia, vestraque, eminentissi­ mi patres, sapientia et humanitate. Vix itaque Bergomensis Episco­ patus, Apostolicae Sedis misera­ tione et Innocentii duodecimi, num­ quam satis laudatae memoriae pon­ tificis, beneficentia mihi crediti", inita possessione, operi manum

1702

cioè che sono conscio di non aver sprecato alcun tempo, tuttavia non in questo sono giustificato, ma nel­ la clemenza del santissimo pontefi­ ce, nonché nella saggezza e uma­ nità vostra, padri eminentissimi. Non appena, dopo aver preso possesso dell' episcopato Bergo­ mense, affidatomi per benevolen­ za della Sede Apostolica e per bene­

5. Ruzini richiama I CorAA. Perchè anche se non sono consapevole di colpa alcuna, non per questo sono giustificato. 6. Ruzini ricorda con gratitudine papa Innocenza XII, perché da lui eletto vescovo di Bergamo. Antonio Pignatelli nacque il 13 marzo 1615 presso Spinazzola da famiglia principesca. Fu allievo del collegio Romano; entrò nella curia romana sotto Urbano VIII; tra i suoi vari incarichi si ricordano quello di inquisitore a Malta, 1646-1649, governatore di Viterbo, nunzio in Toscana, 1652, in Polonia, 1660, a Vienna, 1668. Allontanato da Clemente X e nominato vescovo di Lecce, fu richiamato in curia nel 1673 all'ufficio di segretario della congregazione dei Vescovi e Regolari, poi di maestro di Carnera. Da Innocenza XI il Pignatelli ebbe la nomina di cardinale nel 1681, la sede di Faenza e la legazione di Bologna, in seguito l'arcivescovado di Napoli, ove si distin­ se per la sua larghissima beneficenza. Fu eletto al sommo pontificato il 12 luglio 1691, nel conclave più lungo del sec. XVII. Di Innocenza XII si ricorda il genuino spirito sacer­ dotale, la rettitudine nell'amministrazione contro gli abusi, la cura per il migliora­ mento delle condizioni morali e materiali del popolo, la sollecitudine per la vita eccle­ siastica, il divieto ai pontefici di arricchire i nipoti, con la bolla "Romanum decet pon­ tificem" del 22 giugno 1692. Non venne meno alla condanna del giansenismo espres­ sa dai suoi antecessori e del quietismo proposto da Fénelon nella disputa aperta con Bossuet nel 1699. Innocenzo XII appoggiò Leopoldo I nella guerra contro il turco, ma non venne da lui ricambiato nella politica per lo stato pontificio. Anche Luigi XIV sfruttò la tensione tra Roma e Vienna, e ciò non favorì la causa del cattolicesimo dopo la pace di Ryswick (cosiddetta per i quattro trattati di pace seguiti alla guerra tra la Lega d'Augusta e la Grande Alleanza 1697: il primo tra Francia e Spagna, col recupero per Carlo II dei territori perduti in Catalogna e nei Paesi Bassi; tra Francia e Inghilterra, in cui Luigi XIV riconosceva Guglielmo III sovrano della G. Bretagna: tra Francia e Stati generali, con l'abbandono della politica ostile di Colbert a ogni concessione commerciale agli Olandesi; tra l'Impero e la Francia, la quale rinunciava a ogni territorio occupato situa­ to fuori dali' Alsazia). Luigi XIV infatti aveva imposto la clausola, su suggerimento di Innocenza XlI, che si doveva conservare la religione cattolica nei paesi restituiti, così come era all' atto della loro consegna. Con la perdita della Lorena e col riconosci­ mento della nuova dinastia inglese, la politica dell'unità cattolica e della monarchia universale risultava compromessa. Innocenza XII morì il 27 settembre 1700; L. v. PASTOR, Storia dei Papi nel periodo dell'Assolutismo dall'elezione di lnnocen:o X sino alla morte di lnnocenzo XII (1644-1700) Parte Il Innocenro XI Alessandro Vlll Innoceneo XII (1676-1700), XIV, Il, versione italiana di Mons. Prof. PIO CENCI, Roma 1932, p. 413-507.

59


I

VISITE AD LIMINA

admovi', cum intellexi maiorem esse huius regendi molem, quam eius amplitudo [erre videatur". Cum enim quinquaginta fere in longitudinem a meridie ad boream, vigintiquinque non amplius millia ab ortu ad occasum conficiat, cen­ tum tamen et quinquaginta ferme capitum mille in eo censentur, ex quibus vigintiseptem in urbe, prae­ ter multas chiliades eorum qui mer­ cimonii causa ad alias urbes diver­ tunt".

ficenza di Innocenza XII, pontefice di mai sufficientemente lodata memoria, misi mano al lavoro, mi sono accorto che il peso di regger­ lo è maggiore di quello che la sua ampiezza (della diocesi) sembri mostrare. Quasi cinquanta miglia di lun­ ghezza misura la diocesi da mez­ zogiorno a settentrione, non più di venticinque da oriente a occidente. In essa sono valutati quasi 150.000 abitanti, dei quali 27.000 in città, senza calcolare le molte migliaia di

7. Il vicario capitolare Giovanni Battista Vertova aveva comunicato con lettera circolare "E piaciuto al datore di ogni bene ..." 2 marzo 1698. la prima lettera di Ruzini "Cogitantibus nobis ...", nella quale egli si dichiarava atterrito dal peso dell'episcopa­ to, che aveva accettato solo per obbedienza al pontefice, e chiedeva preghiere. Con la lettera "Entrati per divina disposizione nel mare difficoltoso del governo dell'anime..." 21 luglio. il vescovo comunicava ai fedeli l'indulgenza plenaria ottenuta dal papa per impetrare la grazia di un buon governo e un particolare aiuto alla cristianità nella lot­ ta contro il turco; infine il 10 novembre annunciava la sua solenne ordinazione con la lettera "Universis et singulis notum facimus ..."; ACVB, Lettere pastorali Libro n" 4; Sommario..., f. l. 8. Ruzini aveva chiesto ai vicari foranei di informarlo sullo stato delle anime, l'assiduità del clero alle congregazioni, la frequenza dei fedeli alla dottrina cristiana, i maestri di scuola, il numero dei chierici; ibid., "Con l'annessa lettera pastorale..." Il agosto 1698. Da notare che Defendo de Vecchis. testimone nel processo per la nomina di Ruzini a vescovo. affermava che Bergamo contava circa 15.000 anime, 4.500 fuochi, 50.000 anime circa con i sobborghi. Un secondo testimone. Giovanni Albani, stimava che a Bergamo v'erano circa 14.000 anime e 50.000 coi borghi. Secondo la relazione del capitano di Bergamo, Andrea Badoer, presentata al senato veneto nel 1702, la città agli inizi del sec. XVIII aveva una popolazione di 30.000 abitanti compresi i borghi, 200.000 nel territorio bergomense; ASV. Proc. Dat.. 75, ff. 9v-l Ov; B. BELOTTI. Storia di Bergamo ... , IV, p. 283; Podestaria e Capitanato..., p. 585-592. 9. Sono note le cause che influivano sulla mobilità e l'emigrazione dei bergamaschi; B. BELOTTI, Storia di Bergamo ..., IV, p. 221-233, 236, 346-348, 355-356. 359. A Venezia i bergamaschi erano presenti in numero cospicuo e sapevano affermarsi nel campo socio-economico. Possedevano una specie di monopolio nei corrieri veneti (professione ambita, col numero chiuso di 40 posti trasmessi ereditariamente tra un gruppo ristretto di famiglie della val Brembana) e nei bastasi della dogana (non sem­ plici facchini, ma operatori portuali di controllo delle banchine di uno dei principali por­ ti del mondo). Altri bergamaschi emergevano anche in altre Arti, comprese quelle del commercio al minuto, o Arti vittuarie, composte da varie categorie come i fruttaroli. gli

60


____----1_'-­

_ I

RELAZIONE -

2 DICEMBRE 1702

quelli che per attività di commer­ cio emigrano in altre città. Si aggiunge alla difficoltà del lavoro il fatto che a malapena solo una terza parte della diocesi è in pia­ nura, le altre in montagna, e quanto più si procede diventano difficili da raggiungere, poiché le vie che vi portano sono ripide e anguste, stret­ te tra rupi da una parte e torrenti dal­ l'altra, così che la fatica principale è di trovare le persone da visitare. Purtuttavia in quelle insenature

Accedit ad operis difficultatem, quod vix tertia dioecesis pars in planitie posita est, reliquae monta­ nae, et quo ulterius proceditur adi­ tu difficiles cum illuc ferant viae praecipites et angustae, hinc rupi­ bus, illinc torrentibus semitam obsi­ dentibus. adeo ut praecipuus visi­ tationis labor sit visitandos inveni­ re/o. Frequentes tamen in iis mon­ tium latebris et sinibus pagi occur­ runt atque etiam oppida qualia sunt: in Seriana valle, Alzanum",

erbaroli, ecc. Tra i non pochi bergamaschi che accumularono cospicue ricchezze, si ricorda Giovanni Pietro Tiraboschi Bombello (1573-1655), insigne benefattore di Serina, suo paese d'origine; R. BELOTTL Magnifica communitas Serinae Momenti luoghi e personaggi della storia di Serina In Appendice don TOMASO CARRARA ERASMI (1744- I818) Notizie istoriche di Serina e di Leprenno, Bergamo 1998, p.162­ 191; A. ZANNINI, Sulla laguna di Venezia viveva quasi una seconda Bergamo, in L'Eco di Bergamo 4 maggio 1998. IO. Nel percorso del vescovo Ruzini da Colzate a Gorno. qui trascritto, è riflessa la situa­ zione generale dei sentieri e delle mulattiere che, dopo una dolce salita sulle colline si inerpicavano per le montagne collegando villaggi e frazioni sparsi nel territorio ber­ gomense; i viaggiatori occasionali restavano facilmente impressionati e impauriti: "sine ulla refectione hora vigesima pulsata cum praefata reverendissimorum canoni­ corum familiariumque turba Garni parochialem, illustrissimus et reverendissimus dominus episcopus appulit a populo Bandi comitatus usque ad confinia peracto iti­ nere per viam prorsus inviam apertam per horridi montis viscera, nesciente molimina Spiritus Sancti gratia ... torrentibus hinc. rupibus inde viam obsidentibus, [atigati ex iti­ nere fines paroeciae de Honeta pervenimus", Il viaggio talvolta avveniva in difficili con­ dizioni atmosferiche, come quando Ruzini giunse a Brusaporto "magna ruente plu­ via". o lasciò Capizzone "equum ascensus licet rueret pluvia importuna, cum tota comitiva iter prosequutus est"; ACVB, Visita Ruiini, 73 (1700). f. 161'. 241'; 75 (1702), f. 25v; 77 (1703), f.56v. II. Don Giovanni Battista Acerbi- Viani nella relazione composta nel 1700, scrive che ad Alzano Lombardo vivevano 1.363 abitanti, tra i quali 33 sacerdoti residenti, 7 chieri­ ci, 2 medici, 3 comari, 4 maestri e 4 maestre. Erano erette la scuola del S.mo Sacramento, della B. Vergine del Rosario, della Dottrina Cristiana, le confraternite della Croce, del Suffragio dei Morti e quella annessa alla scuola dell'oratorio di S. Pietro, e il luogo pio detto della veneranda residenza, governato da una congregazione di benefattori, che stipendiava 15 sacerdoti. Oltre la parrocchiale, dedicata a S. Martino vescovo, for­ nita di 9 altari, si trovavano nei suoi confini gli oratori di S. Pietro martire, di S. Carlo e dell' Angelo Custode delle monache terziarie col loro convento in clausura volonta­ ria; vi erano inoltre i Francescani riformati e una congregazione di Terziarie governa­ te da questi ultimi; ibid., 72 (1700), ff. 46r-51 l', 721', 237r-247v.

61


VISITE AD LIMINA

Albinum", vertua", Clusonum", Gandinum'ì; in Brembana, Zo-

e nascondigli dei monti SI mcon­ trano numerosi paesi e anche for­ tezze, come: in Valle Seriana, Alzano, Albino, Vertova, Clusone,

12. Don Donato Franzini. nella relazione composta nel 1700. scrive che in Albino vivevano 2.426 abitanti. tra i quali 27 sacerdoti, I sottodiacono e 5 chierici, 4 maestri, 2 maestre. 4 comari, 2 dottori e 2 chirurghi. Erano erette le scuole della Dottrina Cristiana, del S. mo Sacramento, di S. Sebastiano, del S.mo Rosario, del S.mo nome di Gesù, le con­ fraternite dei morti del Suffragio, del S.mo nome di Gesù in Arnora, del S.mo Salvatore in Ama, dei disciplini bianchi nella chiesa dei santi Lorenzo e Gottardo. Entro i confini della parrocchia col tempio dedicato a S. Giuliano, sorgevano le chiese di S. Bartolomeo nell' ospedale, S. Stefano, Vergine del Pianto, SS. Lorenzo e Gottardo. Concezione, S.ma Trinità, S. Rocco. S. Barbara (affidata a un romito), B. Vergine di Loreto. S. Bernardo in Bruseto, S. Barbara in Bondo, B. Vergine delle Grazie a Petello (costruita dai terziari e dai cappuccini), Madonna della Neve a Carbonaro, S. Bernardino in Arnora, S. Salvatore in Ama, e infine la cappellajuspatronato della famiglia Carrara. In Albino esi­ stevano i conventi dei Cappuccini, delle monache Carmelitane, e nell'oltre Serio l'ab­ bazia di S. Benedetto, in commenda al card. Ottoboni; ibid .. ff. 90r-1 OOv. 13. Don Cristoforo Astori, nella relazione composta nel 1700. scrive che in parrocchia, senza precisare il numero degli abitanti. vivevano Il sacerdoti, 4 chierici, 6 maestri, 6 comari, I medico e 2 chirurghi. Erano erette le scuole della Dottrina Cristiana, del S.mo Sacramento, del Rosario, del Suffragio dei Morti e la confraternita dei discipli­ ni di S. Maria Maddalena. Oltre la parrocchiale dedicata alla Vergine Assunta, fornita di nove altari, esistevano 9 oratori: S. Lorenzo, SS. Carlo e Bernardino, S. Caterina, juspatronato dei conti Vertova, della scuola dei disciplini di S. Maria Maddalena. S. Patrizio, S. Rocco, S. Bernardino, S. Giuseppe, S. Maurizio in Colzate, e un conven­ to dei cappuccini; ibid.. 73 (1700), ff. 205r-21 Ov. 14. L'arciprete Ventura Carrara, nella relazione composta nel 1700, scrive che a Clusone vivevano 2.200 abitanti, tra i quali 20 sacerdoti. 2 chierici, 2 medici, 2 comari, 2 mae­ stre delle dimesse e un numero imprecisato di maestri religiosi: nove le confraternite erette in parrocchia, Scuole della Dottrina Cristiana, del S.mo Sacramento, del Rosario, di S. Carlo, della Concezione. confraternita dei disciplini di Maria Maddalena, con­ gregazioni di S. Orsola, S. Giuseppe, confratelli del Suffragio. Oltre la chiesa plebana dedicata a S. Maria Assunta, fornita di 9 altari, esistevano 9 oratori: S. Defendente, La Crocetta, S. Carlo ovvero S. Giorgio, S. Lucio, S. Alessandro, S. Marco, S. Bernardino, S. Filippo Neri e S.ma Trinità, quattro monasteri abitati rispettivamente dal­ le monache del Paradiso, claustrali, governate dai Francescani osservanti che dimo­ ravano in un ospizio adeguato, le Terziarie di S. Francesco con la chiesa di S. Anna, le Terziarie dell'Ordine dei Servi con l'oratorio della Madonna dei sette dolori, le Dimesse di S. Orsola; ibid., ff. 474r-52I v. 15. Don Carlo del Negro, nella relazione composta nel 1699, scrive che in parrocchia vivevano 3.070 abitanti, tra i quali 37 sacerdoti, 7 chierici, 4 maestri, 3 comari e 2 medici. Erano erette le scuole del S. mo Sacramento, Rosario, Cintura. Suffragio, Carmine, confratelli della Dottrina Cristiana. Oltre la parrocchiale dedicata a S. Maria Assunta, fornita di Il altari, esistevano le chiese di S. Giacomo Maggiore in Cirano, S. Croce e S. Alessandro. S. Giuseppe. Suffragio, SS. Bartolomeo e Gottardo. S. Rocco, l'orato­ rio all' ospedale o luogo pio di carità. un monastero delle monache di S. Benedetto e uno dei Francescani Riformati; ibid...72 (1700). ff.148r-168r.

62


-----'-------------­ I

RELAZIONE -

2 DICEMBRE 1702

nium", Lemen", S. Ioannes'", Serina"; ut in planitie Martinen­ ghum'", Romanum", Colonium",

Gandino; nella Brembana, Zogno, Almenno, S.Giovanni, Serina; come, in pianura, Martinengo,

16. Nella relazione del 1699. don Raimondo Re scrive che in parrocchia vivevano 950 abitanti, tra i quali 6 sacerdoti, 4 chierici, 2 maestri e 2 maestre. Erano erette la scuo­ la della Dottrina Cristiana, le confraternite del S.mo Sacramento, S. Crocifisso, Rosario. S. Caterina. dei disciplini bianchi di S. Maria Maddalena. Esisteva la parrocchiale dedicata a S. Lorenzo martire, fornita di 7 altari, e altri 5 oratori: di S. Maria donata dai signori Furietti, S. Maria Maddalena, B. Vergine di 3 fontane. S. Bernardo, B. Vergine del Carmine: ibid., 69 (1699), ff. 328r-334v. 17. Don Giovanni Andrea Quarenghi, nella relazione composta nel 1702, scrive che in parrocchia vivevano 1.170 abitanti, tra i quali 7 sacerdoti e 3 chierici. 2 maestri. 3 comari e 2 medici. Erano erette le scuole della Dottrina Cristiana, S.mo Sacramento. Immacolata Concezione. Rosario. Esisteva la parrocchiale dedicata a Gesù Salvatore. fornita di 7 altari. e altre 3 chiese: la Madonna del Castello (tre chiese in un solo corpo) con l'antica prepositurale, S. Giorgio. S. Gottardo in Clanezzo dei conti Martinengo. Sul territorio si trovava anche un ospedale: ibld., 76 (1702). ff. 104r-120v. 18. Don Silvestro Grattaroli, nella relazione composta nel 1699, scrive che in parrocchia vivevano \.025 abitanti, tra i quali 6 sacerdoti. 3 chierici, 3 maestri. 2 maestre. 4 coma­ ri e un numero imprecisato di medici. Erano erette la compagnia del S.mo Sacramento. la scuola della Dottrina Cristiana. le confraternite della Purificazione della B.Vergine. del Rosario, dei disciplini di S. Maria Maddalena. del Corpo di Cristo. Esisteva lapar­ rocchiale dedicata a S. Giovanni Evangelista fornita di 9 altari. un oratorio al cimite­ ro e gli altri di S. Maria Maddalena, S. Marco, Corpo di Cristo a Cornalita, B. Vergine di Oneta, S. Anna della Rota. S. Francesco alla Roncaglia, S. Carlo, S. Francesco del 50v­ Piazzo. Sul territorio si trovava un convento di Cappuccini: ibid., 69 (1699). 51 r, 212r-224r.

n.

19. Don Martino Carrara, nella relazione composta nel 1699, scrive che in parrocchia vive­ vano 738 abitanti, tra i quali 16 sacerdoti, 4 chierici, 2 maestri, 2 maestre. 4 comari e 2 medici. Erano erette le scuole della Dottrina Cristiana. Beata Concezione. S. Croce. Rosario, S.mo Sacramento, Suffragio e Cinturati. Esisteva la parrocchiale dedicata a S. Maria Annunciata, fornita di 7 altari. e gli oratori di S. Antonio di Padova eS. Tommaso d' Aquino, S. Margherita, S. Salvatore. S. Rocco al Bosco. S. Bernardino. SS. Filippo e Giacomo della valle. SS. Michele e Gottardo in Valpiana. In parrocchia si trovava il monastero delle monache di S. Domenico e la compagnia delle Dimesse di S. Orsola fondate da S. Angela Merici; ibid.. ff.57r-61 v. 235r-243r. 20. Don Francesco Palazzi, nella relazione composta nel 1699, scrive che in parrocchia vivevano 2.077 abitanti. tra i quali 21 sacerdoti, 3 chierici, un numero imprecisato di maestri e maestre, 2 comari e I medico. Erano erette le confraternite della Dottrina Cristiana, S. Maria Maddalena, Divino Amore, Suffragio. Corpo di Cristo. S. Rosario. La parrocchiale dedicata a S. Agata era fornita di 12 altari e inoltre esistevano gli ora­ tori della B. Vergine della Fiamma, S. Salvatore, B. Vergine della Neve, S. Zenone. S. Giovanni Battista in Cortenuova di Sopra, e quello juspatronato di Vittorio Fugacela. In parrocchia si trovavano i monasteri delle suore di S. Chiara e dei Francescani Riformati: ACVB. Visita Rutini, 70 (1699), ff. 104r-175r. 21. Nella relazione composta dai due curati porzionari, don Mare' Antonio Rosati e don Defendente Trinelli. è scritto che la parrocchia contava 2.308 abitanti. tra i quali 15 sacerdoti. 8 chierici. 3 maestri, 3 comari, 2 medici. Erano erette le scuole della Dottrina

63


l

VISITE AD LIMINA

Urgnanum". In iis conspiciuntur templa, sacerdotum numero, sup­ pellectilis pretio, constructionis spe­ cie, expectatione maiora, quae populorum pietas stipe collata per­ [ecit, vel nunc magnificentius refi­ cit", cum septem supra viginti

Romano, Cologno, Urgnano. In tali paesi si ammirano templi che per numero di sacerdoti, pre­ ziosa suppellettile, linee architetto­ niche, sono superiori di quanto si potrebbe attendere. Essi sono stati costruiti con le elemosine delle

Cristiana, S.mo Sacramento, S.ma Trinità, e il consorzio della Misericordia. Esisteva la parrocchiale dedicata alla VergineAssunta e a S. Giacomo Apostolo, fornita di 9 alta­ ri, e gli oratori di S. Defendente, S. Pietro, S. Maria Elisabetta, Madonna della Fontana, Madonna di Loreto, S. Rocco, B. Vergine dei Dolori (alle cascine dette del Portico). S. Giovanni Evangelista, S. Elisabetta, Angelo Custode all'ospedale. In parrocchia si tro­ vava un monastero degli Agostiniani e uno dei Cappuccini; ibid., ff.73r-1 02r. 22. Don Francesco Cedrelli, nella relazione composta nel 1703. scrive che nella parrocchia vivevano 1.630 abitanti, tra i quali 8 sacerdoti, 2 maestri e 2 comari. Erano erette le scuo­ le della Dottrina Cristiana, del S. mo Sacramento, S. Rosario, Morte, Disciplini. Esisteva la parrocchiale dedicata a S. Maria Assunta, fornita di 7 altari, e gli oratori: uno in Rocca dei signori Moioli, del Gesù, S. Rocco. S. Salvatore, Annunciata, S.ma Trinità, e quelli campestri di S. Gregorio, Natività di Maria Vergine, S. Giovanni Battista al Palazzo del signor Noris, S. Gerolamo alla Rasega, S.ma Trinità di Liteggio, S. Romano, S. Siro, S. Silvcstro: ibid., 77 ( 1703), ff. 112r-115r. 23. Don Giuseppe Novara, nella relazione composta nel 1703. scrive che in parrocchia vivevano 1.815 abitanti. tra i quali II sacerdoti, l chierico, 2 maestri, 2 comari e 2 medici. Erano erette le scuole della Dottrina Cristiana, S.mo Sacramento, S. Rosario, larciconfraternita della Morte e Orazione, la confraternita dei disciplini di S. Maria Maddalena. Esisteva la parrocchiale dedicata ai SS. Nazario e Celso, fornita di 7 alta­ ri. e gli oratori di S. Bernardino, B. Vergine del Palazzo, B. Vergine della Neve, S.ma Trinità, S. Francesco dei Francescani Conventuali. In parrocchia si trovava pure il con­ vento della Basella dei padri Domenicani; ibid.. ff.92r-l07r. 24. Notizie più dettagliate, rispetto a queste generali, sono fornite dalle relazioni prepara­ te dai parroci per le visite alle singole parrocchie, custodite negli atti visita Ruzini, già citati, e a cui rimando; inoltre cf. L. PAGNONI, Le chiese parrocchiali nella diocesi di Bergamo, Appunti di storia e arte, 2 voll.. Bergamo 1974. Da notare che negli atti del­ la visita pastorale viene dato particolare risalto al culto delle reliquie dei santi di Bergamo, custodite nella cattedrale, (già elencate in ACVB, Visita Milani, 32 (1592), ff. 202r-1 04v e aggiornate nella Visita Priuli, 80 ( 1710-1712-1724), Visitatio cathe­ dralis Priolae parochialium civitatis et suburbiorum (le monasteriorum et oratorio­ rum, ff. Ir-170r, ff. l v-5r. Su un altare in cattedrale destinato al Cristo morto era stato collocato, per dono del vescovo Ruzini. "corpus sancti innominati cui Romae de more impositumfuit nomen sancii Vincentii martiris in capsa christallina ac laminis argen­ teis affabre elaboratum inclusum", f. 18v. Alcune reliquie avevano una particolare storia, come la sacra Spina a S. Giovanni Bianco, il capo di san Vittore martire trasfe­ rito da Roma a Piazza Brembana, le reliquie portate da Roma a Camerata dalla fami­ glia Longhi "con molta spesa". le reliquie dei santi Felice e Proculo a Carona, custo­ dite in due busti grandi dorati, e diverse altre venerate nella parrocchiale di Serina; ACVB, Visita Rurini, 69 (1699), f. 44r. 212v, 143r, 207r, 197r, 239r; le reliquie dei

64


------'------------­ RELAZIONE -

2 DiCEMBRE 1702

comunità, o da esse ora resi piu splendidi con restauri, mentre sono in corso al presente lavori per l' e­ dificazione di 27 chiese parroc­ chiali. Quasi ovunque sono istituiti Luoghi Pii, sostenuti con redditi, allo scopo di distribuire vettova­ glie, dotare le ragazze da marito,

parochialium ecclesiarum con­ structio modo ferveat", Ubique fere loca pia, quae levandae annonae, dotandis puel­ lis, templorum [abricae, aegrotis curandis ve! aliis pietatis operibus cum certis redditibus sunt addic­

ta". Ubique sodalitates Sanctissimi

santi Maria Maddalena e Lazzaro trasportate dal capitano Bartolomeo Colleoni da Senigallia e donate a Romano e Covo, inoltre a Martinengo, a S. Alessandro in Colonna, S. Andrea; 70 ( 1699), ff. 88r-109v, 112r-v, 116v, 260r-262r; l'ostensorio d'argento "con dentro un puoco delle viscere di san Carlo havute a Milano et donate dal q. G. Alessandro Moroni Pisenti" ad Almè; 75 (1702), f.52r; il braccio di sant' Alberto da Villa D' Ogna e la mascella destra inferiore, di cui piu oltre, diverse altre reliquie a Gandino, ad Alzano; 72 (1700), f.148r, 238r: 73 (1700), f. 257r; M. MUTIO, Delle reliquie insi­ gni e d 'altre cose degne di memoria, che nelle chiese di Bergamo dentro e fuori si ritrovano. Parte terza della Sacra Historia; Bergamo 1616. 25. Dalla documentazione degli atti della visita pastorale, sono individuabili alcune loca­ lità come Piazzatorre, Fondra, Trabucchello, Camerata, Valleve. Lepreno; ACVB, Visita Ruzini, 69 ( 1699), f.18r, 187r, 206r, 20 Ir, 260r; Vilmaggiore, Nona; 73 (1700), f.328r, 397r; Fuipiano, Roncola S. Bernardo; 75 (1702), f.19r, 40r. A Brembate Sopra la nuova chiesa fu disegnata dal celebre architetto luganese Trezino (Domenico Trezzini, 1679-1734) e, posta la prima pietra dal curato Giovanni Cantarelli nel 1696, essa ven­ ne condotta a compimento in tre anni. I conti Brembati consegnarono alla parrocchia una bellissima torre da demolire, dalla quale cavare pietre e altro materiale. Gratui­ tamente i rnassari trasportarono i materiali, i molinari e i "cavalcanti" la sabbia. Altri parrocchiani concorsero alla costruzione con la manodopera; 74 ( 170 l), f. 65r-v. 26. Per l'impossibilità di una citazione esauriente in questa sede, rimando alla documen­ tazione contenuta negli atti della visita pastorale di Ruzini, citati a nota precedente n. 4, in particolare le relazioni dei parroci ed i decreti del visitatore. Da un'indagine di Montanari, risulta che sulle 235 parrocchie visitate da san Carlo, potevano vantare la presenza di un Monte per il prestito di granaglie quella di Ascensione, Chiuduno, Clusone, Costa Serina, Spinone, Villa d'Ogna. Esistevano invece funzionanti 130 Misericordie uniformemente sparse in tutte le aree geo-economiche del territorio. Eran gestite dai laici, mentre al parroco spettava la certificazione delle fedi di povertà. Non sempre questi partecipava alla definizione del bilancio annuale, osserva Montanari, non per desiderio di autonomia gestionale, ma per la discrezionalità di cui godevano gli amministratori. Le Misericordie, come noto, avevano un ampio margine di intervento: la celebrazione di messe, le doti per le fanciulle, il restauro delle chiese, opere socia­ li di interesse pubblico, pagamento di imposte; D. MONTANARI, Misericordie: una rete di protezione per una società povera, in L'Eco di Bergamo 4 maggio 1998.Ma per il Consorzio della Misericordia fondato a Serina nella prima metà del sec.XIV e del Monte frumentario del Solarolo voluto dal celebre Tiraboschi Bornbello, cf. R. BELOT­ TI, Magnifica ..., p.94-96, 175.

65


VISITE

AD LIMINA

provvedere alla fabbrica delle chie­ se, curare ammalati, o esercitare altre opere di pietà. Ovunque ci sono, erette canoni­ camente, le confraternite del SS.mo Sacramento, della Dottrina Cristia­ na, del S.mo Rosario, della Buona Morte, della Preghiera e altre simi­ li. Esse sono associate con le arei­ confraternite dell'Alma Città, le quali tuttavia, in quanto sono ammi­ nistrate quasi tutte da laici, creano problemi ai rispettivi parroci. Si trovano molti oratori sacri nei villaggi e nelle contrade, e perfino nelle campagne: alcuni necessari,

Sacramenti, Doctrinae Christianae, Sanctissimi Rosarii, Mortis, et Orationis similesve rite erectae, et in almae urbis Archlconfraterni­ tates cooptatae; quae tamen cum a laicis pene omnes penitus regantur; parochis suis interdum negotium [acessunt". Plurima vero in pagis ac vicis atque etiam campis oratoria, ali­ qua necessaria, alia vero populo commodiora ad Sacramenta aegro­ tis ministranda, ad christianae doc­ trinae conventum, ad sacra audien­ da, nutriendamque populi religio­ nem", nisi aliquando ob eam cau-

27. L'autonomia rivendicata dalle arciconfratemite nei confronti dei parroci è quella già rile­ vata dai predecessori di Ruzini. Tra i casi segnalati negli atri della sua visita pastorale, vi sono quelli per la scuola del S.mo Sacramento, o del Corpus Domini, a Sedrina, S. Pellegrino, Endenna, Stabello, Villa d'Almè: ibid .. 69 (1699), f. 120v, 127v, 128r, 342v, 357r, 364v: Paderno, 70 (1699), L 51 v: per città e borghi la confraternita del gonfalone di S. Maria Maddalena, disciplini, che si dichiaravano esenti dalla visita del vescovo, così i disciplini di S. Bernardino, i disciplini dell' oratorio della Trinità, del Pozzo Bianco, i sindaci di S. Maria Nuova condannati, per conti tenuti segreti, in tri­ bunale a Bergamo e a Venezia; 71 (1698), f. 118v, 119v, I44r, 266r, 272v. Ruzini vol­ le dai sindaci l'elezione di sacerdoti idonei per le cappellanie, e non extradiocesani, pre­ via la licenza della curia. Condannò inoltre l'abuso di sindaci e tesorieri dei luoghi pii che lasciando l'incarico, con un biglietto si dichiaravano debitori o creditori, secondo i casi, dei sindaci o del luogo pio; così a Selino si scoprirono debitori di luoghi pii, e a Gerosa due inconfessi per debiti contratti con la confraternita del Rosario; 75 (1702), f.67r, 85r. A Mapello Ruzini ordinò che per evitare discordie nelle funzioni del S. mo Sacramento, i disciplini rossi precedessero i disciplini bianchi, mentre a questi andava la prece­ denza nelle altre funzioni "ratione antiquitatis ". A Terno i sindaci della confraternita del S.mo Sacramento per ordine del capitano di Bergamo non consegnavano le entra­ te; a Fontanella i conti erano tenuti segreti; a Ponteranica l'amministrazione della con­ fraternita del S.mo Sacramento non risultava ben organizzata, mentre a Sorisole il curato non conosceva le entrate delle varie confraternite; 76 (1702), L150r,154r; 79 (1704), f. 148v-149r, L IlOr. 28. In alcune località gli oratori erano particolarmente utili per la popolazione distante dalla parrocchia, come a Camerata, Pianca, Dossena, Serina, Selvino, Zogno; ibid.. 69 (1699), ff. 223v-224r, 207v-208r, 25r. 233r, 238r-239v. 301. 334: uguale costatazione vale per S. Grata i. v. in Borgo Canale e per S. Alessandro della Croce; 71 (1698), ff. 178v-185r. 144r-145v; Nembro, Albino, Gandino: 72 (1700), l'L 79r-81 v, 92v-96r,

66


------""------------­ I

RELAZIONE -

2 DICEMBRE 1702

altri più comodi per la popolazio­ ne, per amministrare i sacramenti agli ammalati, tenere la scuola del­ la dottrina cristiana, la predicazio­ ne sacra, alimentare la religione del popolo, se qualche volta le pecore per questa causa non fossero chia­ mate fuori dal confine delle loro parrocchie e dall' ascoltare la voce dei loro parroci. La diocesi si estende anche in territori altrui: nel Cremonese, dove ha la pieve di Paderno con cinque parrocchie; nel Milanese, con la

sam oves a suarum parochiarum septo et audienda parochorum voce avocarentur". Excurrit quoque in alienos agros dioecesis: in Cremonensem, ubi Paderni plebem quinque scilicet parochiales ecclesias obtinet": Mediolanensem, ubi archipresbite­ ralem nuncupatam Farae Abduae; Brixiensem, ubi Paratici parochia­ lem sui iuris habet. Con termina proinde hisce dioecesibus, Brixiensi ad ortum, Mediolanensi ad occa­ sum, ad septentrionem Novoco-

165r-167r; Vertova, Ardesio, S. Pietro di Scalve, Clusone; 73 (1700), f. 208v, 272v-273r, 372v-373v, 520r-v; Fengo, dove il conte Galeazzo de Crottis di Cremona chiedeva di poter costruire un oratorio in località Fenil del Pesce; 70 (1699), ff. 57v-61 v. Per alcuni oratori Ruzini emanò il decreto di sospensione del culto, come a Carvico per l'o­ ratorio dell' Annunciata, della famiglia Ghisleni. a Solza l'oratorio di S. Rocco, a Fontanella l'oratorio di S. Zenone di Valtrighe e di S. Margherita di La Botta, a Calusco gli oratori di S. Rocco e S. Antonio, a Bonate Sotto l'oratorio di S. Quirico, a Bonate Sopra di S. Lorenzo, a Presezzo di S. Giovanni; 76 (1702), f.S8v. S3r. 99r, IO Iv. 103r. Alle parrocchie accennate. altre se ne possono aggiungere che disponevano di nume­ rosi oratori, come Almenno S. Bartolomeo 6, Palazzago 5, Mapello 5, Calusco 6, Bonate Sotto S. Bonate Sopra 4, Berbenno 5, Pontida 7, Ardesio 13. Nembro II, Martinengo 8; 74 (1701), f. 4v, 9r-12r; 76 (1702), f. 9v, 16r, 24v, 41r, 65v; ibid .. Visita Priuli, SO (1710), f. 279v; SI (1710), Prioli Petri card. visitano vallium Serianae infe­ rioris, Serianae superioris Gandini et Bondioni. ff.1 r-329r, ff.1 OOv-1 03v; 82 (1711), Petri Prioli card. visitatio Ghisalbae. Rumani, Martinengi et plebium Paterni, l'f. Ir-130v, n. 114r-115r. 29. A questo riguardo sarà sufficiente ricordare che al santuario della Madonna del Perello il parroco di Sambusita lamentava che il cappellano dava licenza ad altri sacerdoti di confessare e comunicare nelle solennità. a insaputa dei parroci circostanti. A S. Benedetto di Abbazia, commenda del card. Ottoboni, al curato era preclusa ogni possibilità di ministero, anche per gli infermi e la dottrina cristiana, benché la distanza dalla par­ rocchiale fosse di 4 miglia. A Pontida i benedettini pretendevano l'esenzione per l'o­ ratorio di S. Defendente dalla visita del vescovo; l'abate, dopo averla subita, scrisse alla curia romana. A S. Stefano era vietato a sacerdoti e religiosi di celebrare messe nei giorni festivi se non nell' ora prescritta dal sinodo; Visita Rurini, 69 (1699), f.316r; 72 (1700), f.96r; 76 (1702), f. 48r-v; 77 (1703), f.70r. 30. Ruzini a Paderno nel corso della visita pranzò in casa del nobile Giovan Battista Paderno, e fu ospite del feudatario marchese Francesco Ugolano: "concionem habuit populo in magno numero congregato" e diede la tonsura a un aspirante allo stato eccle­ siastico; ibid.. 70 (1699), ff.dr-òv, 39r-69r.

67


I

VISITE

AD LIMINA

mensi, ad meridiem Cremonensi. Nee omittam Mediolani arehiepi­ seopum triginta septem, Brixiensem Episeopum sex, Cremonensem uni­ eam tantum in hoe agro Bergo­ mensi paroehiales obtinere. Constat igitur dueentis et nona­ gintaduabus paroeeiis, quarum tre­ deeim in urbe". Forenses paroehiae in triginta tres viearias distributae" urbanae eongregationem eonflant sub uno praeside ab ipsis eleeto. Regularium virorum eoenobia in universwn quadraginta duo, ex qui­ bus quatuordeeim urbana ve! suburbiviearia, in quibus tam urba­ nis" quam paganis", etsi universim

cosiddetta arcipretura di Fara d'Adda; nel Bresciano. con la giu­ risdizione sulla parrocchia di Para­ tico. Confina con queste diocesi: Brescia a oriente, Milano a occi­ dente, Como a settentrione, Cre­ mona a mezzogiorno. Né dimenti­ cherò che l'arcivescovo di Milano sul territorio di Bergamo ha giuri­ sdizione su 37 parrocchie, il vesco­ vo di Brescia su 6, quello di Cremona solo su una. La diocesi è composta da 292 parrocchie, 13 delle quali in città. Le parrocchie extraurbane sono distribuite in 33 vicarie, mentre quelle cittadine formano una con­

31. Sulle parrocchie urbane visitate da Ruzini, cf. ibid., 71 (1698l, ff.45r-55v S. Alessandro in Colonna, ff.56r-63r S. Alessandro della Croce, ff.65r-69v S. Grata i. v., f.70r-73r S. Salvatore, ff.74r-75r S.Agata, ff.7r-80r S. Michele del!' Arco, tT.81 r-83r S. Cassiano, ff.84r-89r S. Pancrazio, ff.90r-9Ir S. Eufemia, ff.93r-96r S. Lorenzo, ff.97r-IOlr S. Andrea.ff.I 03r-1 08r S. Michele al Pozzo Bianco, tT.1 09r-112r S. Caterina. Il curato di S. Grata i. v. affermava che la parrocchia di Curnasco, dei santi Nazario e Celso, "era membro della mia cura come sono le altre contrate et oratorii, ma per la lonta­ nanza gli fu concessa licenza di far cura mercenaria" , f.185r. 32. Per le parrocchie extraurbane rimando agli atti della visita pastorale già citati nella precedente nota n. 4 e nella nota biografica. 33. Dagli atti della visita pastorale risulta che risiedevano nei confini di S. Alessandro della Croce 7 somaschi nel monastero già dei Crociferi di S. Leonardo, 40 francescani riformati alle Grazie, 12confratelli a S. Maria di sotto; in S. Alessandro della Croce 9 canonici rego­ lari lateranensi in S. Spirito e 4 fratelli laici, 14 domenicani in S. Bartolomeo e 5 fratel­ li laici. 9 francescani zoccolanti a S. Maria del Sepolcro e 4 conversi, 23 cappuccini a S. Alessandro con 8 chierici e 12 fratelli laici, 14 minimi al Galgario e 7 fratelli laici; a S. Grata inter vites 15 vallombrosani di Astino, 9 serviti a S. Gottardo e 3 fratelli laici, 9 ter­ ziari di S. Francesco a Longuelo e 5 fratelli laici, in S. Agata 17 teatini e IOchierici che nominavano il curato mercenario. 22 carmelitani circa al Carmine; i francescani a S. Eufemia, parrocchia, nel convento di S. Francesco, 26 agostiniani al Pozzo Bianco nel con­ vento di S. Agostino; a Valtesse IO celestini con 3 conversi; ibid., 71 (I 698l, f.120v, I46r-v, 185v, 209r, 21Or, 243r, 269r; 79 (1704 l, f. 163v; E. CAMOZZI, Le istituzioni monastiche e religiose a Bergamo nel Seicento. Contributi al/a storia della soppressio­ ne innocenziana del/a Repubblica Veneta, I. in Bergomum, bollettino della Civica biblio­ teca Angelo Mai di Bergamo, 75 (1981 l; li, 76 (1982l. 34. I monasteri maschili in diocesi indicati sommariamente dagli atti della visita pastora­

68


~----""------------I

RELAZIONE -

2 DICEMBRE 1702

gregazione sotto un presidente eIet­ to da loro. Le case dei regolari sono in tut­ to 42, delle quali 14 in città o nei sobborghi. Sia in quelle di città sia in quelle extraurbane, benché nella massima parte quasi tutti i regolari si mostrino di encomiabile esem­ pio alla popolazione nella pratica della vita religiosa e solidali nel­ l'aiuto per le necessità della vita, non posso tuttavia tacere che in alcuni di essi, una maggior vigi­ lanza di coloro che presiedono influirebbe molto per ridurre la libertà dei loro sudditi che vanno

regulares [ere omnes laude digni, populum religiosae disciplinae exemplo et opera iuvantes sua, tacere tamen non possum quod in nonnullis maior eorum. qui prae­ suni, vigilantia, multum conduce­ ret ad subditorum per urbem sine comite incedentium libertatem coer­ cendam; vel etiam aliquos alio emo­ vendos, cum regularis observan­ tiae, tum piae aedificationis bono". Si in unius episcopi potestate situm esset, multis malis in oppidis praesertim occursumforet.

le con il numero dei regolari per alcuni di essi. sono: Endenna circa 20 francescani riformati, S. Giovanni Bianco IO cappuccini e 4 o 5 conversi, Paderno due religiosi in parrocchia così come a Fengo e Ossolaro, Martinengo circa 12 francescani riformati, Romano lO agostiniani e l converso, 9 cappuccini e 4 conversi, Nembro 6 agostinia­ ni e I converso, Albino 18 cappuccini, Desenzano lO carmelitani e 3 fratelli laici, Gandino 18 riformati francescani e 9 conversi e fratelli laici, Alzano 24 francescani riformati, Vertova i cappuccini, Villa D'Ogna i francescani riformati, Clusone 2 fran­ cescani osservanti, Almenno gli agostiniani e i cappuccini, Palazzago gli agostiniani dell' Annunciata, Pontida i benedettini, Baccanello i francescani riformati, S. Paolo d'Argon i benedettini, Sovere i cappuccini, Credaro 6 Serviti e 2 fratelli laici; ibid., 69 (1699), f.334, 24r; 70 ( 1699), f.116r, 77r; 72 (1700), f.82r. 96r, 112v, 168r, 242; 73 (1700). f.208v, 257v. 521r; 76 (1702), f.llOv-lllr, 116r-117v, I27r, 167r; 78 (1703), f.46lv.Interessante la nota del parroco di Presezzo circa "unabbatia dell'em.mo sg. cardinale Colloredo della quale non puosso haver notitia alcuna". All'epoca il cardinale era commendatario della prepositura dei SS. Simone e Giuda a Bergamo, (cf. nota successiva n. 78) con proprietà quindi anche a Presezzo; ibid., 76 (1702), f. 249. Nell'abbazia di S. Maria a Sarnico viveva un monaco benedettino solo, con le fun­ zioni di rettore; ibid., Visita Prioli, 88 (1717), Prioli card. Petri visitatio plebis Spirani, Mornici, Telgati, Coloniolae. Azzani. Turris Boldoni, Ranicae, Annexiae, ff. Ir-134r, f. 105v; E. CAMOZZI, Le istituzioni monastiche ... , I-II. 35. Il curato di S.Grata i.v. osservava: "dal modo di vivere et de' costumi di tutti tre que­ sti monasteri. io non pongo cosa alcuna in carta, perché non vi è bisogno essendo vici­ ni alla città, egli è purtroppo noto a ciascuno il stato di questi regolari". Il curato di Desenzano a proposito dei carmelitani del monastero della Ripa affermava invece "sono tutti boni religiosi". Nella lettera "Non vi è dubbio ..." 15 febbraio 1700, Ruzini loda lo studio della morale fatto nei conventi ed esorta i regolari a intervenire, almeno due per ogni comunità, alle riunioni del clero;ACVB, Lettere pastorali Libro n° 4; Sommario ... , f. 3; Visita Ruzini, 71 (1698), f.186r; 72 (1700), f.112v; inoltre cf. B.BELOTTI, Storia di Bergamo:.., IV, p. 314.

69


ViSiTE

AD LiMiNA

Monialium in civitate decem", sex in agro", quorum tria regula­ ribus subduntur; quibuscum in non­ nullis frequens suboritur contro­ versia. Se enim inani consuetudi­ nis clipeo adversus summorum pon­ tificum constitutiones identidem tue­ ri conantes, clausuram ingredien­ di medicis caeterisque et collo­ quendi cum monialibus, irrequisi­ to episcopo, facultatem [aciunt. Reluctantur aliqui eidem episcopo in examine eorum, quos monialium confessionibus praeficiunt. Succedunt virginum, quas Tertiarias vocant, collegia sex";

per la città senza socio, per allon­ tanare alcuni ad altri luoghi, tanto per il bene dell'osservanza regola­ re che della pia edificazione. Se solo il vescovo avesse giuri­ sdizione, si sarebbe provveduto, specie nei paesi, a molti mali. Le monache in città contano lO monasteri, 6 nel territorio extraur­ bano. Tre di essi sono sotto la giu­ risdizione dei regolari, coi quali per certe materie sorgono frequenti con­ troversie. Tentando col vano scudo della consuetudine di difendersi contro le costituzioni papali, dan­ no facoltà, senza il consenso espres­

36. I monasteri di monache erano concentrati nei confini della parrocchia di S. Alessandro in Colonna, con le benedettine a S. Benedetto, le francescane a S. Chiara, le domeni­ cane a S. Marta e a S. Lucia, le carmelitane a S. Orsola; in S. Alessandro della Croce si trovavano le domenicane di Matris Domini e le cappuccine; nei contini di S. Salvatore le benedettine di S. Grata e le francescane di Rosate; in borgo S. Tornmaso-S. Caterina vivevano le servite nel convento del Paradiso. Ruzini trovò l'esposto dei nobili Colleoni. Bagnati e Vimercati contro le suore di Valmarina, poi passate al monastero di S. Benedetto. Le suore di Valmarina avevano a Mozzo parrocchia e beneficio, ed erano accusate di essersi impossessate fraudolentemente del beneficio sotto Paolo III, col pretesto di certe sue lettere apostoliche, mai da loro presentate; ACVB, Visita Rurini, 71 (1699), fI29r-v, 146r, 203v, 273r; 74 (1701), f. 74r. 37. Il curato di Serina, in occasione della visita del vescovo Ruzini, scrive che le domeni­ cane del monastero della S.ma Trinità "vivono con esattissima osservanza". Su quel monastero e su quella comunità, cf. R. BELOTTl, Magnifica..., p.192-262. A proposito delle monache degli altri monasteri sparsi sul territorio non si trovano osservazioni di particolare rilievo; ibid., 69 (1699), f. 60v- 61v, 239v; per le francescane di S. Chiara a Martinengo, 70 (1699), f116r; le carmelitane di S. Anna in Albino, 72 (1700), f.96r-v; le benedettine di S. Carlo a Gandino, cf. r. 168r; le francescane del Paradiso a Clusone, 73 (1700). f520v ; le 24 monache benedettine e 3 converse del monastero dei santi Michele e Bartolomeo di Borgo di Terzo, 78 (1703), f. 219v. 38. Rimando alla precedente relazione del vescovo Daniele Giustiniani, (E. CAMOZZI, Le visite "ad Limina Apostolorum" dei Vescovi di Bergamo (i590-i697). I, Fonti per lo studio del territorio Bergamasco, XL Bergamo 1992, relazione 1675, p. 553), il quale elencava 8 congregazioni o collegi di terziarie, non 6 come Ruzini. Forse vi erano comprese anche le congregazioni delle terziarie sorte nei paesi. A Bergamo si trovavano le terziarie riunite in clausura volontaria nel collegio S. Giuseppe, e quelle nel collegio S. Antonio alle Cavctte, in S. Leonardo, incorporate alle prime nel 1798; Visita Rurini, 71 (1699), f. 120v, 130r; nel 1683 erano state fondate da suor Cristina le terziarie di

70


I

RELAZIONE -

2 DICEMBRE 1702

carentium parentibus puellarum pauperum unum"; alterum pericli­ tantium quod nuncupant il Soeeor­ S040; aliud Mulierum ad meliorem frugem conversarum"; praeter duo alia inopum utriusque sexus reeep­ tacula". Adduntur tres domus faemina­ rum, quae a dimisso saeculi eultu

so del vescovo, a medici e ad altri di entrare nella clausura e di parla­ re con le monache. Inoltre da alcu­ ni si mostra riluttanza di fronte allo stesso ordinario per l'esame cui sot­ toporre quanti mandano a confes­ sare le monache. Vengono inoltre sei collegi di vergini chiamate Terziarie, uno di

S. Raffaele in via Rocchetta nel sobborgo di S. Antonio, con la chiesa eretta prima a S. Pietro, poi a S. Raffaele in una nuova località con monastero nuovo. A Grumello de' Zanchi era segnalata la congregazione delle madri del Terz'Ordine di S. Francesco, sotto il titolo dell'Immacolata Concezione, ad Alzano Maggiore il convento delle Terziarie in clausura volontaria. circa 20. con la chiesa dedicata a S. Carlo e all' Angelo Custode, e un' altra congregazione di terziarie, circa 13, governate dai riformati fran­ cescani; ibid., 69 (1699), f.353v; 72 (1700). L242r-v; a Clusone la comunità delle ter­ ziarie dei Servi viveva presso la chiesa della Beata Maria Vergine dei dolori. e quella delle terziarie di S. Francesco, alla chiesa di S. Anna; 73 (1700), L520v. A Sovere vivevano in comunità le vergini orsoline dimesse in volontaria castità e semplice obbe­ dienza; ibid., 78 (1703), L296r. Anche a Gandino esisteva dal sec. XVII un collegio di terziarie, confinante con la chiesa di S. Giuseppe. Vi mori la beata Cecilia Castelli l'II marzo 1651. A Zogno dal 1631 alcune donne erano riunite presso i padri riformati. Entrarono nel convento soppresso dei serviti il 5 gennaio 1731. A Clusone le terziarie di S. Anna residenti a Villa D'Ogna dal 1610, trasferite a Clusone nel 1652. acquista­ rono il convento delle terziarie di S. Maria Elisabetta nel 1696 il quale, dopo la sop­ pressione dei serviti a S. Maria del Paradiso, acquistato e abitato da queste ultime, era stato alienato a Vittorio Maria Fugazza. A Martinengo era sorto pure un collegio di terziarie. nella quadra di Tombino, le quali s'erano riservate il sepolcro nella chiesa dell'Incoronata: A. MOSCONI-S. LORENZI, I conventi francescani del territorio bergamasco Storia Religione Arte, Milano 1983, p. 168-175. 39. Il pio luogo eretto da san Girolamo Miani, alla chiesa dell' Annunciazione della Beata Vergine in S. Alessandro della Croce; ACVB, Visita Rnzini, 71 (1698), L144v. 40. II pio luogo del Soccorso. ovvero del Sovvegno, alla chiesa di S. Carlo. fu eretto dal sacerdote Regolo Bellotti e dal vescovo Giovanni Emo, in S. Alessandro della Croce; ibid., f. 145r. Ruzini con la lettera "Resta invitata e piamente eccitata la carità de' fedeli..." 21 febbraio 1708, invitò i parroci a esporre una volta]' anno le stampe a loro inviate per ottenere dai fedeli maggiori elemosine a favore dell' istituto; ACVB, Lettere pastorali Libro n° 4; E. CAMOZZI, Le visite ... , I, p. 246; B. BELOTTI, Storia di Bergamo.... III, p. 288; IV, p. 47, 68, 72. 74,88. 41. Le Convertite dimoravano presso la chiesa di S. Maria Maddalena: B. BELOTTI, Storia di Bergamo..., II, p. 377; III, p.288, 314. 42. Si tratta dei pii luoghi di S. Carlo, entro i confini della parrocchia di S. Alessandro in Colonna. e di S. Martino in S. Alessandro della Croce; ACVB, Visita Ruzini; 71 (1699), f.l17v, l44v.

71


VISITE

AD LIMINA

Demissae vocantur", seque volun­ tario in sua veluti claustra recep­ tu, suis legibus moderantur. Multae ex iis natae nobiles, omnes hone­ stioris conditionis; suae conscien­ tiae moderatorem, quem sibi malunt, ex probatis ab episcopo adsciscunt, parocho subsunt in iis quae parochialia iura tangunt, sua habent oratoria sacri audiendi, divinaeque mensae gratia. Caete­ rum episcopo nihil praeter caete­ ras laici ordinis [aeminas subii­ ciuntur; et septuaginta, et ultra fer­ me anni sunt, ex quo hanc vivendi rationem ceperunt. Hanc itaque vineam ingressus, statim eiusdem visitationem inivi", in qua malui celeritatem quam dili­ gentiam desiderari, id tamen sedu-

fanciulle povere e orfane, un altro di donne pericolanti, chiamato il Soccorso, uno di Convertite, passa­ te a vita migliore, e inoltre due ospi­ zi per poveri di entrambi i sessi. Si aggiungono tre case di don­ ne che, per aver dimesso il vivere del mondo, sono chiamate Dimesse, e come in spontaneo esilio dentro i loro chiostri, si regolano con leg­ gi proprie. Molte di queste sono di nobile famiglia, tutte del ceto più che benestante; scelgono per diret­ tore spirituale uno dei sacerdoti approvati dal vescovo, sono sog­ gette al parroco per quanto riguar­ da i diritti parrocchiali, hanno i loro oratori per l'ascolto della parola sacra e il sacramento dell'Euca­ restia. Per il resto al vescovo non

43. Le Dimesse avevano le comunità nelle parrocchie di S. Alessandro in Colonna, S. Alessandro della Croce, Borgo S. Caterina, S. Salvatore in Arena alla chiesa di S. Giovanni; ibid., f.120v, 273v, 203v. 44. Nell'atto della promulgazione della visita pastorale, Il dicembre 1698. Ruzini dichia­ rava di esser mosso dal "desiderio ardentissimo di promuovere il maggior serviti o di Dio in questa sua dilettissima città e diocesi di Bergamo, regolar e stabilir la disciplina eccle­ siastica e levar quelli abusi et inconvenienti che possono impedire e ritardar la salute eter­ na dell'anime alla sua vigilanza e custodia raccomandate". Nell'editto della visita pasto­ rale del 15 dicembre Ruzini ricordava che "fra le molte cure et applicationi de' pasto­ ri la principale si è di conoscere il suo gregge et esser dal medemo conosciuti: COSI inse­ gnandoci l'eterna verità del Vangelo - cognosco oves meas et cognoscunt me meae"; ibid., 71 (1698), f. 1r, 2r. Con lettera "Fra le molte cure...' 15 dicembre 1698, Ruzini indice­ va ufficialmente la visita alla Chiesa di Bergamo "piantata da un apostolo, rimessa dal glorioso martire sant' Alessandro, né mai tralignata in lambrusche d'eresie" e incarica­ va i parroci di avvisare i fedeli per un "modesto e religioso incontro al suo pastore"; ACVB Lettere pastorali Libro n° 4; Sommario... , ff. 1-2. Seguirono le iniziative del vescovo per preparare la visita con la riunione dei curati delle parrocchie urbane, la consegna dei formulari per le loro relazioni in base a nonne generali cui attenersi. Fu orga­ nizzato in cattedrale un corso di predicazione straordinaria al mattino, affidata ai gesui­ ti padre Carlo Ambrogio Cattaneo e padre Decio, le confessioni. l'esposizione del S.rno Sacramento nel pomeriggio, le conferenze su temi spirituali; ibid., Visita Rurini. 71 (1699), ff. 3r-13r, 34r-35r.

72


I

RELAZIONE -

2 DICEMBRE 1702

sono sottomesse in nulla più che le altre donne laiche. Da circa piu di 70 anni hanno dato inizio a questo modo di vive­ re. Entrato in questa vigna, subito diedi inizio alla sua visita, per la quale preferii mancasse la rapidità piuttosto che la diligenza. Mi preoc­ cupai accuratamente che quanto più lungo era il tempo di permanenza, tanto più leggera fosse la spesa da sostenere (dai parroci), e prescrissi ai parroci la legge concernente le spese, dalla quale non fosse mini­ mamente lecito allontanarsi. Questa

lo cavens, ut quanto longior esset temporis mora, tanto levior foret procurationis impensa, indicta parochis sumptuaria lege", a qua ne minimum quidem liceret rece­ dere, et haec etiam unafuit ex cau­ sis, cur quarta adhuc fere Dioecesis pars, mitior tamen et facilior; mihi obeunda supersit", Ut vero a principe templo, prophetica velut aqua, visitatio ad reliquos deveniret et salvi fierent", eam a cathedrali ecclesia exorsus sum": Haec in urbis umbilico posi-

45. Nelle istruzioni ai vicari foranei per la visita pastorale. lettera "Dissegnando noi nella miglior opportunità..." 21 marzo 1699, Ruzini dopo aver chiesto il digiuno come atto preparatorio penitenziale, trattava la questione delle spese da affrontare, per le quali, anche nel caso fossero toccate ai comuni. egli dava ai parroci la responsabilità di tene­ re il conto esatto che egli stesso o altra persona delegata avrebbe firmato. Erano proi­ biti l'impiego di uomini del comune per provvedere cose o apparati superflui all'incontro col vescovo, che doveva essere modesto e divoto più che pomposo, e ciò per evitare inu­ tili spese a carico del comune stesso. A Berbenno Ruzini raccomandò il ricevimento "non externo apparatu sed animae cultu", Anche i monasteri seguirono la norma del vesco­ vo, come appare dalla "Poliza della spesa fatta dalle rev.me monache di S. Grata in Columnellis di Bergamo per causa et ocasione della visita di mons. ill.mo vescovo Ruzini fatta nella chiesa di S. Giovanni Battista nella terra di Albegno il giorno 20 Ottobre 1704 per due pasti", firmata da Ruzini; ibid.. 75 ( 1702), f. 21r; 79 (1704), f. 342r; ibid.. Lettere pastorali Libro n° 4; Sommario... , f. 2. 46. Nel mese di aprile-maggio 1703 Ruzini visitò parte della pianura bergomense, con le vicarie di Spirano, Mornico e Telgate. Eresse in vicaria Urgnano; da Cologno il IO maggio pellegrinò al santuario di Caravaggio. A settembre proseguì la visita nelle val­ li Cavallina, Caleppio e nel territorio di Trescore; ACVB , Visita Ruzini, 77 (1703), f. 20r; 78 (1703 l, ff. Ir-540r. 47. La parafrasi è ispirata al profeta Ezechiele, cap. 36. 25-27, con la simbologia dell'ac­ qua versata da Dio dopo la riunificazione dei dispersi, che significa la purificazione e il rinnovamento dei cuori; inoltre ibid., cap. 47, il richiamo dell'antifona pasquale per l'asp~;sione del popolo in chiesa all'inizio della messa "Vidi aquam egredientem de tem­ pio .... 48. Ruzini per la visita pastorale convocò le scuole della dottrina cristiana al giovedì e venerdì. e dispose la loro processione col canto delle litanie alla cattedrale il sabato. Alla presenza delle autorità, il podestà' Gerolamo Pesauro, il capitano Gerolamo Mocenigo,

73


VISITE AD LiMINA

ta divo Alexandro martiri, principi Urbis patrono, qui christianam [idem a divo Barnaba apostolo, hic primum satam sed pene intermor­ tuam, iterum suscitavit, inaugurata est. Eius constructio recentissima pro tertia fere parte. quae scilicet complectitur amplissimum odeum, cum supposito confessionis loco, duobus hinc inde maioribus sacel­ lis, quae crucis extrema latera con­ [iciunt, alioque ab arae maioris sinistro latere sacello divo Vincentio martiri, patrono minori, dicato, reli­ quum templi structura vetere melio­ ra tempora expectat". Quadraginta quatuor canonici, suas in classes dispertiti, subsellia chori implent, ex quibus decem et octo coadiutores sibi adsciverunt,

fu anche una delle cause per la qua­ le mi restò da scorrere la quarta par­ te della diocesi, la pio mite perciò e la pio comoda. Perché dal tempio principale, come l'acqua profetica, la visita giungesse agli altri e fossero salvi, la iniziai dalla cattedrale. Questa, posta nel punto centrale della città, è stata intitolata a san t' Alessandro martire, patrono principale della città, il quale rianimò la fede quasi estinta, predicata agli inizi da san Barnaba apostolo. La sua recentissima costruzio­ ne compiuta per quasi tre parti, comprende l'amplissimo presbiterio con la cripta della confessione al piano inferiore, le due cappelle maggiori, poste a guisa delle brac­

il governatore Giovanni Calogiera, e il deputato della città Gerolamo Benaglio, il vesco­ vo iniziò la visita celebrando il pontificale e "dilectissimo suo clero et populo eruditum sermonem habuit circa visitationem. cuius fervore omnium corde in compunctionis et leti­ tiae lacrimas dissolvit ": ACVB, Visita Ruzini. 71 (1699), f. 3r-13r, 34r-35r. 49. L'arch. Carlo Fontana ideò un progetto per il duomo, come risulta da una sua lettera del 5 settembre 1699, ma da altri fogli rnss, disegni e diversi appunti, si rileva la difficoltà di eseguire le opere in programma; ACVB, Arch. Cap., 248, cattedrale lavori da ese­ guire per il duomo (documentazione sui lavori della cattedrale. secco XVII-XIX circa). Dagli atti della visita di Ruzini, è interessante rilevare alcune notizie d'epoca sulla cattedrale, di cui si descrive il coro, l'edificio, il pavimento; vi sono poi accennati alcuni importanti avvenimenti tramandati dalla tradizione e dalla storia, cominciando dal beato Alberto (Adelberto) Canimalo vescovo (888-935), che costruì la cattedrale, trasferendovi dalla basilica alessandrina l'arcidiacono. l'arciprete e 24 diaconi; l'in­ cendio del tempio nel 1438, la sua ricostruzione compiuta dal vescovo Giovanni Barozzi (1449-1464). Nel 1614 il vescovo Giambattista Milani (1592-1611) fondò il "mons [abricae" per una nuova cattedrale, con capitali assegnati da lui e dall' arciprete Moioli, amministrati dal consiglio cittadino; solo il vescovo Daniele Giustiniani (1664-1697) dette inizio alla costruzione del tempio, il 23 giugno 1688. assegnando personalmen­ te con la sua "eximia pietas" una "ingentem pecuniae summam", Contribuirono ali' o­ pera con copiose elemosine i canonici e i prelati, al punto che capitali vecchi e nuovi sommavano a scudi 17.000 di moneta corrente; ibid., Visita Ruzini, 71 (1699), ff.24r­ 25r, 41 r-42r. .

74


I

RELAZIONE -

2 DICEMBRE 1702

qui cum non omnes adeo ex usu ecclesiae sint, propositum est mihi in concedendis ad huiusmodi coa­ diutorias testimonialibus literis me difficiliorem praebere. Cathedrali inserviunt sex custo­ des et duo aeditui, qui tertio mino­ rem distributionum partem lucran­

eia della croce, con un' al tra cap­ pella nel lato sinistro del!' altar mag­ giore dedicata a san Vincenzo mar­ tire, patrono minore. Il resto del tempio nella sua vecchia struttura aspetta tempi migliori. Quarantaquattro canonici divi­ si nelle loro categorie riempiono gli stal1i del coro. Di essi diciotto han­ no scelto i loro coadiutori, e poiché non tutti risultano di vantaggio al1a chiesa, mi son proposto di proce­ dere più severamente nella conces­ sione delle lettere testimoniali per quelle coadiutorie. Servono in cattedrale sei custo­ di e due sacristi, che guadagnano una parte inferiore a un terzo delle distribuzioni. Si aggiungono poi otto cappel­ lani titolari, come si dice, tutti sti­ pendiati secondo la dote lasciata dai testatari, e amovibili a volontà del Capitolo. Lo spazio che rimane libero nel presbiterio è occupato dagli alunni del seminario. I canonici e gli altri che fanno parte della mensa capitolare, per tre mesi di vacanza, percepiscono per dispensa apostolica le distribuzio­ ni intere. Questa vacanza vien presa pres­ soché da tutti in tempo autunnale,

tur:

Accedunt octo capellani titulati. ut aiunt, totidem relicta a testato­ ribus mercede conducti, qui Capi­ tuli arbitrio amoventur. Quod spatii in odeo superest tenent seminarienses alumni. Canonici aliique qui in capitu­ laris mensae partem veniunt, trium mensium vacatione integris distri­ butionibus ex apostolica dispensa­ tione gaudent". Hanc itaque vaca­ tionem in autumnale tempus fere omnes coniiciunt, ex quo pene fit in choro canonico rum solitudo. Huic malo consuluerat piae memo­ riae eminentissimus cardinalis Barbadicus, obtento etiam huius sacrae congregationis decreto, sed ilio ad Patavinam ecclesiam trans­ lato, statim ad eamdem infrequen­ tiam reditum est".

50. Per le rendite della mensa capitolare, cf. ibid, 71 (1699). Ll Zr-v, 29r-32r. e sulle pre­ bende del canonico penitenziere e del canonico teologo. ff.26r-28v. 51. Cf. E. CAMOZZI, Le visite...• L'relazione 17 giugno 1660. p. 461-463.

75


---~-'-------------I

VISITE AD LIMINA

Faciliorem fortasse stabiliorem­ que huic incommodo medendi rationem ex iis aliqui putant, si die­ rum privilegiatorum, adventus sci­ licet et quadragesimae, sublato discrimine, paucis sanctioribus exceptis, quolibet anni tempore vacationem iis percipere liceret, nam non adeo continenter et solli­ cite residendi onus implerent et autumnalibus feriis sarcirent, quod reliquo anno omisissent. De quo vestrae sapientiae est, eminentissi­ mi patres, decernere, mei vero muneris iussa vestra humili obe­ dientia capessere. Antequam me a canonicis expe­ diam, sua laude fraudandi non sunt ex iis, haud pauci, qui partim pie­ tate et zelo, partim doctrina vel utroque, se a quibusdam aliis secer­ nunt, in quibus literatura maior vel quandoque disciplina desideratur: Personalem eorum visitationem, longo iam tempore intermissam, iis indixeram, sed discordia rum tur­ barumque evitandarum causa, eam in aliud tempus distuli. quod quie­ tius divinaeque gloriae accommo­ datius existat. Tunc quoque inspi­ ciendum erit, quo iure, cum id

con la conseguenza che il coro dei canonici è quasi tutto vuoto. A questo inconveniente aveva provveduto l'eminentissimo cardi­ nale Barbarigo, di pia memoria, avendo ottenuto anche un decreto emesso da codesta sacra congrega­ zione. Ma trasferito egli alla Chiesa di Padova, si è ritornati subito alla vecchia usanza dell' assenza. Il rimedio forse più efficace e sicuro a questo inconveniente si ritiene, da alcuni di loro, che sia nell' abolire la distinzione dei giorni privilegia­ ti. d'avvento cioè e di quaresima, eccetto alcuni più solenni, poiché essi non adempirebbero con tanta sollecitudine e tutti insieme l'onere della residenza. e nelle ferie autun­ nali potrebbero ricuperare quella omessa nella rimanente parte del­ l'anno. Ma su questa materia spet­ ta a voi, eminentissimi padri, deci­ dere, e mio dovere eseguire con umile obbedienza i vostri comandi. Prima di lasciare l'argomento dei canonici, non sono da privare di una giusta lode quei non pochi che, parte nella pietà e zelo, parte nella dottrina o in ambe le qualità, si distinguono da alcuni altri. nei quali manca una maggiore istru­ zione o la disciplina. Avevo indetto loro la visita per­ sonale, da lungo tempo non effet­ tuata, ma per evitare discordie e disordini, la rimandai ad altro momento. più quieto e propizio alla gloria di Dio. 76


I

RELAZIONE -

2

DICEMBRE

1702

In quell' occasione si dovrà veri­ ficare con quale diritto, ciò che a me non appare chiaro, ogni anno i sacristi e i custodi da molto tempo (in funzione), di nuovo sono assun­ ti e confermati con votazioni segre­ te, quando invece una volta questi uffici di servizio venivano conferi­ ti in titolo, come gli altri benefici ecclesiastici; nella cancelleria ve­ scovile si trovano molte bolle per le collazioni apostoliche a seguito di rinuncia, e alcune fors'anche per morte. La cattedrale ricca di suppellet­ tile abbondante e preziosa, dotata di un gran numero di sacerdoti che svolgono i sacri riti, da ammirare per le reliquie dei dieci santi Bergomensi, non era tuttavia mèta di molti fedeli come lo richiedeva la sua dignità. Ma da quando per mia premura è stata dedicata una cap­ pella alla Beata Vergine e ivi col­ locata una statua del)' Addolorata, la cui venerazione è attestata dai numerosi quadri votivi, e per mio interessamento viene tenuto un pio sermone sui dolori della Madre ogni venerdì e su quelli del Figlio suo ogni domenica, si ottiene un maggior concorso di nobili e di popolo.

modo mihi non liqueat singulis annis. aedituos et custodes, multis ab hinc annis datis secreto suffra­ giis rursus probent ac confirment, cum olim, licetfamulantia officia, conferebantur in titulum sicuti cae­ tera beneficia ecclesiastica, mul­ taeque in cancelleria episcopali adsunt bullae ex quibus conspi­ ciuntur apostolicae collationes per resignationem et aliquaeforsan per obitum. Cathedrale templum multa et pretiosa suppellectile dives, ingen­ ti Sacerdotum ibi sacra [acientium copia auctum, decem divo rum Bergomatum corporibus conspi­ ciendum", non ea tamen gaudebat adeuntium frequentia qua par erat, sed ex quo Virgini Deiparae sacel­ lum me curante dicatum est, et in eo posita eiusdem Yirginis Dolentis statua cuius venerationem multae votivae tabellae indicant, ac sin­ gulis sextisferiis de Matris, domi­ nicis vero de Filii doloribus pium sermonem haberi studeo, maiori populi ac nobilium concursu cele­ bratur".

52. Sui santi di Bergamo. cf. ibid.. relazione 16 ottobre 1594, p. 155-161; alcuni cenni si trovano in Visita Ruzini, 71 (1699). ff. 36r, 38v-40r; inoltre cf. nota precedente n. 24. 53. G.A. GALLARATL Vita..., p. 96-97.

77


VISITE AD LiMINA

Absoluta principis templi visita­ tione ad parochiales urbis et subur­ biorum ecclesias processi, quae fere omnes rudioris et antiquae sub­ structionis et nulla earum sui popu­ li capax, si duas excipiam in subur­ biis, unam divi Alexandri in Columna, alteram eiusdem divi Alexandri a Cruce appellatas, quae ad recentioris elegantiae speciem consurgunt et a reliquis disc rimi­ nantur, tum quod in iis divina psal­ modia collegiatarum more quoti­ die a sacerdotibus peragitur, esu­ rialibus diebus conciones haben­ tur, maiorque in omnibus splendor ac pompa conspicitur, tam quod in earum prima novem ferme anima­ rum mille sub duobus portionariis parochis, in altera sex mille sub uno numerantur. In omnibus tamen sacrae suppellectiles nitorem cae­ teraque ad divinum cultum et paro­ chiale munus pertinentia adesse, animadverti". Neque hoc loco omittendum cen­ seo quod ad cleri populique Ber­ gomensis in tota dioecesi erga vene­ rabile Sacramentum pietatem pro­ bandam maxime facit, quod dum

Ultimata la visita alla cattedrale, procedetti a quella delle chiese par­ rocchiali della città e dei sobbor­ ghi, quasi tutte di vecchia e rozza costruzione, nessuna capace di accogliere i propri fedeli, eccetto nel suburbio per quelle chiamate di S. Alessandro in Colonna e S. Alessandro della Croce. Ambedue le chiese si innalzano con una linea architettonica elegante di più recente costruzione, distin­ guendosi dalle altre sia perché ogni giorno dai sacerdoti è celebrata l'of­ ficiatura divina a guisa delle colle­ giate, con prediche nei giorni di digiuno, si ammira un fasto e un' e­ leganza maggiore che nelle altre, sia perché nella prima si contano circa novemila parrocchiani sotto la cura di due parroci porzionari, e nell'altra seimila, affidati a un solo parroco. In tutte le chiese tuttavia ho notato il nitore della sacra suppel­ lettile, la presenza di quanto occor­ re per il culto divino e l'impegno parrocchiale. Né ritengo debba qui passare sotto silenzio un fatto che molto contribuisce a prova della pietà e della venerazione del popolo Ber­ gomense in tutta la diocesi verso il

54. Sulle singole parrocchie cittadine, cf. Visita Rurini, 71 (1699), ff.63r-69v S. Grata, 7Or-73rS. Salvatore. 74r-76r S.Agata. 77r-8OrS. Michele dell' Arco. 81r-83r S. Cassiano. 84r-89r S. Pancrazio. 90r-91 r S. Eufemia, 93r-96r S. Lorenzo, 97r-1 OIr S. Andrea, IO3r-1 07r S. Michele al Pozzo Bianco, 109-112r S. Caterina.

78


---""------------­ I

RELAZIONE -

2 DICEMBRE 1702

divinum Viaticum anteunte clero sub pretiosa umbella ad aegrotos defertur, singuli eius paroeciae cum cereis facibus bis milleni etiam quandocumque concurrunt, omni­ que religionis cultu deducunt et reducunt; qui pius mos quatuor abhinc circiter annis invaluit", Dum visitatio procederet, iube­ bantur singuli sacerdotes examen subire de sacri faciendi ritibus et canonicarum precum recitandarum methodo, eaque ratione cum etiam probandis exacte neoministris ante­ quam primitias celebrent coeremo­ nias ecclesiasticas bene addiscen­ das, riteque peragendas pro virium mearum imbecillitate curavi",

SS.mo Sacramento, che cioè quan­ do viene portato il Divino Viatico agli ammalati sotto un prezioso bal­ dacchino, si accompagnano al cle­ ro che precede, nel!' andare e nel tornare, qualche volta finanche due­ mila fedeli della parrocchia, con ceri accesi, con grande devozione; pia consuetudine questa invalsa da circa quattro anni. Col procedere della visita, ai sacerdoti era richiesto un esame sui sacri riti, sul metodo seguito per la recita delle preci canoniche. Allo stesso modo mi premurai, per quan­ to me lo permettessero le mie debo­ li forze, di esaminare con esattez­ za i candidati al sacerdozio, sulla conoscenza e l'esecuzione esatta delle cerimonie ecclesiastiche prima della loro prima messa.

55. Ruzini con la lettera pastorale "Non vi è dubbio ..." 15 febbraio 1700, raccomandava che il Viatico agli infermi fosse portato in processione dal clero e dai fedeli. Trattava dif­ fusamente della divozione al S.mo Sacramento nella lettera "Non si avanza nella per­ fezione ..." 8 febbraio 1705, Per la festa del Corpus Domini con la lettera "Il beneficio ineffabile dellinstitutione del S.mo Sacramento..." 18 giugno 1707, raccomandava di celebrare la processione dell'Eucaristia "con quella pompa di divozione che dinoti una singolar riverenza verso il mistero, che sulle porte e strade non vi sii mischianza di huomini e donne, persuadendo a queste il ritirarsi entro le case separate e lontane dagli huomini acciò nel passaggio del augustissimo Sagramento lo adorino con più divo­ zione, negli apparati risplenda il fasto della christiana pietà, con l'esposizione di pitture devote e modeste, che il popolo si accosti a ricevere il Sacramento e che in un giorno dell'ottava si faccia l'esposizione". Con lettera (non datata), Ruzini dava disposizioni circa il precetto pasquale, l'ammissione degli adolescenti all'Eucaristia, il dovere dei sacerdoti di mettersi in confessionale tutti i giorni festivi, Con una precedente lettera "La Venerabile Archiconjraternita del S.mo Sacramento..." 26 novembre 1699, Ruzini aveva portato a conoscenza della diocesi che l'arciconfra­ ternita del S.mo Sacramento e delle cinque piaghe nell'oratorio presso la collegiata dei SS. Lorenzo e Damaso di Roma era disponibile a offrire accoglienza e ospitalità ai confratelli e consorelle che intendevano recarsi a Roma per l'anno santo celebrato nel 1700; ACVB, Lettere pastorali Libro n o 4; Sommario... , ff. 2-3, 20. 56. Già con lettera "Nell'annessa lettera pastorale..." Il agosto 1698, Ruzini aveva dispo­ sto che i vicari foranei esaminassero tutti i preti della vicaria sulle cerimonie liturgiche

79


,

VISITE

AD LIMINA

Eodem fere tempo re vocati sunt ad examen quotquot delegatafacul­ tate fidelium confessiones excipie­ bant, in quo nonnulli regularium, licet paucissimi, ne edicto parerent maluerunt ab hoc munere abstinere. In lustranda tam civitate quam dioecesi praesertim mihi cordifuit christianae cathechesis scholas dili­ genter excutere, in hoc pluribus horis immorari, exigere sigillatim (sic) a discipulis quae didicessent, nullam aetatem sexumque inexplo­ ratum relinquere, an scirent quae scitu vel necessaria vel utilia sunto Nec me huius laboris Deo largien­ te poenituit, nam eiusmodi emulatio ac fervor accensus est, ut maior in dies singulos inde fructus existat".

Quasi nello stesso tempo furo­ no chiamati all'esame i sacerdoti che confessavano con facoltà dele­ gata, e per l'occasione alcuni rego­ lari, sebbene pochissimi, per non obbedire all' ordine, preferirono astenersi da quel ministero. Nella visita alla città e alla dio­ cesi, ho avuto specialmente a cuo­ re di esaminare diligentemente le scuole della dottrina cristiana, fer­ mandomi vi per parecchie ore a chiedere ai singoli allievi le nozio­ ni apprese, non risparmiando alcu­ no per età o sesso, se sapevano ciò che è necessario e utile a sapersi. Né mi pentii di aver sopportato con il favore di Dio questa fatica, poichè si suscitò tanta emulazione ed entu­ siasmo che di giorno in giorno sarà causa di maggior frutto.

della messa; ibid. I risultati degli esami sostenuti dal clero, come ai desume dagli atti della visita pastorale, appaiono. tranne qualche eccezione, di buon livello. A S. Alessandro in Colonna i 72 sacerdoti risultarono idonei, tranne Ludovico Colleoni. che "indiget maiori peritia"; a S. Alessandro della Croce furon dichiarati idonei i 45 sacerdoti, così gli 8 di S. Agata. i 9 di S. Michele, e i 9 di S. Cassiano, i \O di S. Pancrazio. i 5 di S. Eufemia. i 12 di S. Andrea; ACVB, Visita Ruzini, 71 (1699). ff.53r­ 54r, 6Ir-v, 74v, 77v. 81v. 84v, 90v, 101r. 57. Ruzini non risparmiò richiami ed esortazioni al clero per l'insegnamento della dottri­ na cristiana sin dall'inizio del suo governo. e in occasione della quaresima; cf. le let­ tere del 15 febbraio 1700 "Non vi è dubbio...", 20 febbraio 1704 "L'unico oggetto de' nostri piu accesi desideri..." , 27 febbraio 1707 "Richiama la Santa Chiesa con amo­ rosi inviti..."; ACVB, Lettere pastorali Libro n04; Sommario... , f. 3, 9,18. Dalla docu­ mentazione degli atti della visita pastorale e dal ms. Fundatio Scholae Doctrinae Christianae, risulta che con Ruzini la scuola della dottrina cristiana divenne più orga­ nica ed ebbe nuovo impulso con la fondazione di altre 26 scuole. A Pontida Ruzini, dopo l'ispezione, preso atto dell'inefficienza dei maestri "acrem sermonem habuit quo incre­ pavit eorumdem negligentiam ac eccitavit ad diligentius huic sancto instituto vacandum",

A Locate egli ordinò la riunione mensile dei maestri presso il parroco per sentire da lui parole benevoli, familiari ed efficaci, raccomandando che esortasse anche gli adulti e i padri di famiglia a intervenire alla dottrina cristiana e ai sacramenti; ibid.. 74 ( 170I), l'. 10v, 15r. Ad Almè Ruzini fu soddisfatto della scuola della dottrina cristiana. e con­ vocati i singoli maestri "apostolico et efficaci sermone illos enixe hortatus est ut magis ac semper magis hoc sanctum et pro salute anima rum necessarium exercitium dili­

80


---------------I

RELAZIONE -

2 DICEMBRE 1702

Queste scuole cristiane milita­ no sotto il patrocinio della SS.ma Trinità e dell'apostolo san Barnaba. Quando arrivai in diocesi, si celebrava nel giorno della festa del­ l'apostolo una supplica, ovvero una processione della dottrina da parte di tutta la città e dei quartieri subur­ bani, la quale, istituita con fini pii e di devozione, aveva assunto una espressione prettamente profana, e nulla pio se ne poteva ricavare, se non vanità di vesti suntuose, ingen­ ti per l'emulazione portata sino qua­ si all' irrazionalità. Con l'ai uto di Dio fu tolta di mezzo questa consuetudine e sosti­ tuita con il plauso di tutta la città con una devota funzione pubblica, nella quale tutte le scuole, nello stesso giorno si dirigono alla catte­

Sub Sanctissimae Trinitatis ac divi Barnabae apostoli praesidio Christianae hae Scholae militant, et cum ad hanc Ecclesiam accessi, die eidem apostolo sacra, habeba­ tur supplicatio, seu totius urbanae ac suburbanae doctrinae proces­ sio, qua e olim pie ac sancte insti­ tuta in prophanam omnino pompam abierat, nihilque ultra inde refere­ batur; quam inania sumptuum et ingentia ex emulatione vix eorum discrimine. Huic itaque e medio sublatae divinafavente gratia, tota urbe probante substituta est devota supplicatio, qua omnes sigillatim scholae sub crucis suae vexillo eadem die ad cathedrale templum

genter adeant"; a Berbenno "ne gligentiam parochi et operariorum increpavit"; a Capizzone" collaudavit diligentiam et sollicitudinem reI'. parochi ipsamque scholam unam ex melioribus declaravit"; 75 (170 I), f. 2v, 12v, 25v. A Fontanella Ruzini trovò gli alunni impreparati: ad Almenno volle che il preposto o altri sacerdoti idonei riunissero ogni mese i maestri della dottrina cristiana per un sermone breve ed efficace sui loro doveri. A Medolago la scuola era "in omnibus defectiva" e richiamò le norme del 1694, come pure a Filago, per la scuola "penitus inordinata" con scolari "rudes et ignari", e di conseguenza l'imposizione al curato di provvedere, sotto pena di sospensione dal ministero, libri per battesimi, matrimoni, defunti, cresimati, stato d'anime; 76 (1702), f. 2v, 35r, 70v, 89v, 96r-v. A Grassobbio esortò padri e madri di famiglia a seguire i figli ne II' istruzione della dottrina cristiana accompagnandoli in chiesa, al fine di non esse­ re puniti dal Signore per la negligenza; 77 (1703), f. 2v. A Tagliuno la scuola della dottrina cristiana fu trovata funzionante, non così a Sovere, Cerete, Pianico, Esmate, Fonteno, Solto, Endine, Ranzanico, Bianzano, Spinone, Figadelli, Monasterolo, Gaverina, Terzo, Vigano, Grone, dove Ruzini lasciò ordini precisi; 78 (1703), f. 98v, I 09r-113v. A Nese il vescovo trovò gli alunni "rudes et instructione indigentissimos", a Olera "instructione indigentes", a Monte di Nese "mediocriter instructos", a Torre de' Roveri "optime instructos" e a Stezzano "instructos sufficienter invenit "; 79 (1704), f. 21 r. 22r, 23v, 42r, 55r, 73r passim disposizioni per la dottrina cristiana; ACVB, Arch. Cap., 872, Fundatio Scholae Doctrinae Christianae in cathedrali ecclesia Bergomensi cum aggregationibus aliarum civitatis et dioecesis incepta de anno 1609, (rns), ff. 58 ff.nn.; G. B. CASTIGLIONE, Historia delle scuole del/a dottrina cristiana fondate in Milano e da Milano nell'Italia ed altrove propagate. Opera postuma divisa in due par­ ti, Milano 1800. .

81


L..-_ _- - - - - - - - - - - - - ­

I

VISITE

AD LIMINA

procedunt, ibi opportunam de chri­ drale col vessillo della propria cro­ stiana doctrina concionem exci­ ce, ivi ascoltano un discorso appro­ piunt, et divinissimum Sacramen­ priato sulla dottrina cristiana, ado­ tum publicae venerationi splendi­ rano il SS.mo Sacramento esposto do omatu expositum adorant, etfre­ alla pubblica venerazione in uno quentandae excolendaeque eiusdem splendido apparato, e ritornano alle loro case infervorati nello studio doctrinae studio, suisque indul­ della dottrina cristiana e arricchiti gentiis aucti domum redeunt": delle loro indulgenze. Ad illustriorem deinde Christi La visita interessò poi la parte gregis portionem, ad sacras virgi­ più illustre del gregge di Cristo, le nes, quarum, docente Cipriano, quo sacre vergini, delle quali Cipriano sublimior gloria est eo maior et insegna che quanto più sublime è cura", visitatio devenit; templum, coenobium, mores, instituta vesti­ la gloria, tanto maggiore è la solle­ gavit, universas et singulas de iis, citudine per loro, prendendo in esa­ me il tempio, il monastero, i costu­ quae monasticae disciplinae, vel mi, le leggi di vita, interrogando servandae, vel restituendae usui forent interrogavit et decreta sanxit, tutte e singole le religiose in meri­ to alle cose più opportune per la quae earum nominis sanctimoniae responderent. custodia o il ristabilimento della Caeterum numquam destiti, qua disciplina monastica. emanando meis hortationibus et literis, qua decreti corrispondenti alla loro iden­ tità di monache. per idoneos concionatores, adhibi­ Non ho mai desistito, tanto con tis etiam divi Ignatii a patribus le mie esortazioni e con lettere, quanto con idonei predicatori. col ricorso anche agli esercizi tenuti dai

58. L'iniziativa è riferita anche da G.A. GALLARATI, Vita... , p. 101-103.

59. "Nunc nohis ad virgines sermo est qua rum quo suhlimior gloria est. maior et cura est. Flos est ille ecclesiastici genninis, decus atque ornamentum gratiae spirltalis, laeta indo­ le s, laudis et honoris opus integrum atque incorruptum. Dei imago respondens ad sanctimoniam Domini. illustrior portio gregis Christi. Gaudet per illas atque in illis lar­ giter floret Ecclesiae matris gloriosa [ecunditas; quantoque plus copiosa virginitas numero suo addit, tanto plus gaudium matris augescit. Ad has loquimur; has adhorta­ mur affectione potius quam potestate; non quod extremi et minimi et humilitatis nostrae admodum conscii, aliquid ad censuram licentiae vindicemus . sed quod, ad sollicitudinem magis cauti, plus de diaholi infestatione timemaus ": S. CIPRIANO, Liber de hahitu vir­ ginum, in J.-P.MIGNE, Patrologiae cursus completus Series latina... Opera ornnia, 4, Lutetiae Parisiorum 1865, pA55, III.

82


---------'---------------------­ I

RELAZIONE -

2

DICEMBRE

Societatis exercitationibus, eas ad propositam sibi perfectionis metam urgere, ut Deo soli magis in dies piacere nitantur; omnemque saecu­ li amorem evellere'", Et sane, Deo bene iuvante, Bergomenses sanctimoniales in uni­ versum, cum exteriori, qua e inte­ rioris iudicium est, modestia, cum reliquis dicatarum Deo virginum laudibus, se commendabiles prae­ bent. Non pauca asceteria exactae communionis et perfectae pauper­ tatis legem servan t, idque reliqua fortasse etiam imitarentur; si per reddituum inopiam liceret. In oppido Clusoni sunt clarissae, quas patres minores ab observantia regunt, cumque illi nullum in hac dioecesi coenobium obtineant, relinquunt illic, in proxima monia­ libus aede, commorantem cum socio patrem earum conscientiae moderatorem. Excessit ex urbe in agrum visi­ tatio, ut ibi quoque et pastor oves, et oves pastorem agnoscerent, eius­ que vocem audirent". Montes pri­

1702

padri della Compagnia di Gesù, di spronarle alla mèta prefissata del­ la perfezione, perché si sforzino di piacere sempre piu a Dio solo, sra­ dicando ogni amore mondano. E in verità, con l'efficace aiuto di Dio, le monache Bergomensi nel­ la loro generalità si mostrano com­ mendevoli, con le altre lodi delle vergini consacrate a Dio, per il comportamento esteriore sobrio, che è indice di quello interiore. Non pochi monasteri osservano la regola della vita comune esatta e della perfetta povertà, e ciò imi­ terebbero senz'altro anche gli altri, se lo permettesse la scarsità dei red­ diti. Nel paese di Clusone vivono le clarisse, sotto la giurisdizione dei padri minori dell'osservanza. Questi non hanno in diocesi alcun con­ vento, e vi lasciano un padre, loro direttore spirituale, col compagno, in un'abitazione vicina alle mona­ che. La visita uscì dalla città verso il territorio, al fine che pure là il pastore conoscesse le pecore, le pecore il pastore, e udissero altresì la sua voce.

60. Si conserva una lettera di Ruzini (non datata) inviata alle monache, da leggere in capi­ tolo, nella quale egli raccomanda loro, in occasione del carnevale, la rinuncia a tutti i legami col mondo effimero, alle amicizie sospette, alle conversazioni inutili; ACVB, Lettere pastorali alle monache Libro n07, 1700 Ruzini Luigi. Inoltre cf. G. A. GAL­ LARATI, Vita..., p. 29-43, sul tema della santificazione personale richiamata con insi­ stenza dal vescovo a religiosi e religiose. 61. Evidente in queste espressioni di Ruzini il richiamo al tema del buon pastore, ispirato al Vangelo di S. Giovanni, cap. lO. Tra maggio e giugno del 170 l Ruzini aveva visitato

83


I

VISITE AD LIMINA

Le montagne, ricevuta la visita per prime, mi sia consentito glo­ riarmi nelle mie debolezze, le mon­ tagne, dicevo, sembravano esulta­ re come arieti e i colli come gli agnelli ne II' andare incontro al loro pastore. Gli abitanti delle montagne, tra­ scinati dai discorsi dei sacerdoti (la maggior parte della Compagnia di Gesù), inviati a preparare la via per la visita, accorrevano numerosissi­ mi a incontrare il loro pastore. Purificate in gran numero le coscienze dai loro peccati nel sacra­ mento della Penitenza con la con­ fessione generale, facevano ressa per ricevere dalla sua mano il Pane

mum suscepta visitatione, fas sit gloriari in infirmitatibus meis, mon­ teso inquam, visi sunt exultare (sic) ut arietes, et colles sicut agni ovium in pastoris occursum". Sacerdotum (ii ut plurimum ex Societate lesu) quos prodromos ad parandam sibi viam visitatio praemiserat", voci­ bus excitati montium incolae fre­ quentissimi pastori suo occurre­ bant, animae sordibus per Poeni­ tentiae sacramentum generali ple­ rumque confessione elutis ab eius manu Eucharisticum Panem cape-

Ponte S. Pietro, Ambivere, Pontida, Locate, Brembate Sopra, Mozzo, Paladina, Scano. Ossanesga, Breno: nel 1702 negli stessi mesi egli era andato in valle Imagna; tra sei­ tembre e ottobre aveva visitato Almenno S.S. e S. Bartolomeo, Palazzago, Burligo, Barzana, Mapello, Terzo, Fontanella, Sotto il Monte, Carvico, Calusco, Solza, Medolago, Suisio, Bottanuco, Madone, Marne, Filago.Bonate Sotto, Chignolo, Bonate Sopra, Presezzo; ACVB, Visita Ruzini, 74 (170 l), ff. ]r-89r; 75 (J 702), ff.l r-I OIv; 76 (1702), ff. Ir-249v. 62. 2 Cor. 12.9-10. Molto volentieri, perciò, preferisco gloriarmi delle mie debolezze, affinché la potenza di Cristo collochi in me la sua dimora. Ecco perchè provo diletto nel­ le mie infermità, negli oltraggi. nelle necessità, nelle persecuzioni e nelle angustie sop­ portate per Cristo. Sal.I 14. 6. I monti saltano come montoni, i colli come frutto di gregge. Nelle visite Ruzini passava per pittoresche e suggestive località della pianura, delle colline e delle valli bergomensi che portavano alle Prealpi Orobiche. Esse vengono rievocate in questa descrizione poetica con accenni biblici. Ruzini accompagnato dai canonici convisitatori Aurelio Carraria, Angelico Mapello e dal cancelliere Valle, il 27 maggio aveva visitato Almè, dove erano stati inviati 8 giorni prima i padri gesuiti Marco de Falandis (o Falardis) e Domenico de Casonis, per preparare l'incontro col vescovo in quella parrocchia e in altre circonvicine, con la predicazione, la confessio­ ne e l'insegnamento della dottrina cristiana, nonché con altre opere di pietà e di devo­ zione. Il vescovo era passato poi per Gerosa, Strozza, Capizzone, S. Croce, Blello, Berbenno, Selino, Locatello, Corna e Fuipiano: ACVB, Visita Ruzini, 74 (1701 l, ff. Ir-89r; 75 (1702), ff.l r-l 05r. 63. MI. 1l.10.

84


-----------------I

RELAZIONE -

2

DICEMBRE

1702

Eucaristico, e interrogati risponde­ vano con prontezza sui princìpi del­ la dottrina cristiana. Partecipavano a tutte le cerimonie del pastore, sia nelle prediche al popolo, sia nelle esequie per i defunti, sia nella visi­ ta alle chiese, tanto che vivevano

re gestiebant, ad doctrinae chri­ stianae capita interrogati alacres responsum dabant", Intererant omnibus quae a pastore agebantur, sive verba faceret ad populum" sive mortuis bene praecaretur; sive tem­ pia lustraret, adeo ut omnes visita-

64. Ruzini alla Botta trovò gli scolari "bene instructos"; a Sedrina ingiunse che i reggen­ ti della scuola della dottrina cristiana fossero eletti con voti liberi, non determinati dal parroco, che ogni mese si leggessero gli statuti della scuola e si approntassero i registri; a S. Pellegrino non trovò i registri ben ordinati, ma gli scolari "aeque bene instrur­ tos": a S. Croce i registri non regolari e gli scolari "bene instructos proportionabiliter ... et reverendi parochi attentionem et diligentiam commendavit "; a Piazza Brembana lodò l'impegno dell'arciprete Pietro Orlandini: a Olmo trovò irregolarità nell' elezio­ ne dei maestri, a Piazzolo mancavano le classi, ma la scuola era tenuta con diligenza dal parroco e dai collaboratori; a Piazzatorre lodò la scuola ben funzionante e la diligenza del parroco Antonio de Salvettis; a Moio Ruzini trovò pochi allievi maschi e gli scolari male istruiti, per cui rimproverò i maestri esortandoli a maggior sollecitudine e impe­ gno; anche a Bordogna per la scuola "male ordinatam" Ruzini biasimò il parroco, don Giacomo Cittadino, e i maestri "ad illam meliori applicatione custodiendam et dispo­ nendam"; a Ronco il vescovo trovò pochi allievi maschi perché si recavano all'estero; a Trabucchello il parroco fu ammonito perché procedesse a una regolare votazione dei maestri; anche a Foppolo la popolazione era assai ridotta, circa 30 persone, perché impegnata nella custodia delle mandrie sui monti e in pianura; a S. Giovanni Bianco Ruzini raccomandò maggior attenzione non solo alle formule e alle parole della dottrina insegnata, ma anche alloro vero significato; a S. Pietro d'Orzio lodò lo zelo e la cura del parroco, e altrettanto fece a Serina: ibid., 69( 1699), f.3r-4r, 6v, 9v, 13r, 15r, 17r, 18v, 22r-v, 24v, 28r, 30v, 38r, 42v, 49v-50r, 57r; su altri particolari. cf. L. DENTELLA, I Vescovi ... , pA08-409. 65. Come i suoi predecessori, Ruzini non tralasciava occasione di confessare e predicare. Alla Botta svolse il tema della visita di Maria a Elisabetta, dalla liturgia del giorno, in un "eruditum et apostolicum sermonem"; a Sedrina parlò ai fedeli accorsi assai numerosi a incontrarlo; ai curati della vicari a di Branzi, dopo aver invocato lo Spirito Santo, tenne un sermone pastorale; così a quelli della vicaria di S. Giovanni Bianco; a Vertova, ricevuta l'obbedienza del curato e del clero, dal pulpito svolse il sermone sul tema che "non sunt condignae passiones huius temporis ad [uturam gloriam quae

revelabitur innobis. Ora tenebant omnes populi intenti, legebanturque in singulorum vultibus animi laetitia, dum ex oculis lacrimae manabant virga poenitentiae omnium cor­ da conteretue". A Ponte S. Pietro "magno populi concursu, hominum apparatu et inter­ ventu disciplinorum in habitu albo processionaliter antecedentium ill.mus et rev.mus dominus episcopus cum assistentia dominorum canonicorum in cappa chorali, detulit sanctissimum Eucharistiae sacramentum infinilo, deinde per aliquod temporis spa­ tium confessiones sacramentales audivit, missam privatam celebravit et plurimis utrius­ que sexus christifidelibus sacram communionem ministravit". Anche a Urgnano ascoltò le confessioni di molti fedeli e portò processionalmente l'Eucaristia ai fedeli infermi. Ad Almè parlò sul tema del Vangelo "et enixe studuit edocere quod omnes christifideles cognitionem Dei apprehendere debent eiusdem legem sacrosanctam observare"; a Strozza trattò il tema evangelico "Homo quidamfecit coenam magnam in quo parti­

85


l

VISITE

AD LIMINA

tionis dies festos veluti transege­ rint": Hoc fervens populorum visendi pastoris sui desiderium, quod me modo insipienter loqui pene coegit, vires mihi addidit, ut nulla fuerit tam remota, tam in edito posita, tam difficilis accessu villula, quo ego libenter non ascenderim, laetior­ que inde abierim, postquam ple­ rumque ibi repereram sollicitum animarum curatorem", incolas

in festa tutti quei giorni. Questo ardente desiderio dei fedeli di vedere il loro pastore, per modo che quasi mi costringe ora a parlare insipientemente, mi accreb­ be le forze, al punto che nessun vil­ laggio, tanto lontano, posto in alto e di difficile accesso vi fu in cui io non mi sia recato volontieri, venen­ do via piu lieto dopo che general­ mente vi avevo trovato un pastore zelante, gli abitanti ben istruiti negli

culariter profanos amores damnavit et contra conventicula vulgo filande acriter invehit", Ad Almenno S.S. Ruzini "elegantemque habuit sermonem proposito thema­ te currentis evangelii Nunc iudicium est mundi, nunc princeps huius mundi eiicetur foras", A Grassobbio il vescovo tenne un "eruditum et apostolicum sermonem" sul significato della visita e del giubileo concesso dal papa, esortando i fedeli alla purifi­ cazione sacramentale per prepararsi a ricevere abbondante grazia divina. A S. Paolo d'Argon Ruzini fu accolto dal clero e dai fedeli "himnos et psalmos opportune eia­ mantibus ...elegantemqe habuit de Nativitate Virginis sermonem, illius devotionem promovendo". ACVB, Visita Ruzini. 69 (1699), f.I v, 3v, 38v, 50v-51 r: 73 (1700), f.2r; 74 (1701), f. 3v; 75 (1702), f.I v, 21v; 76 (1702), ff. l v-Zr; 77 (1703). f. Iv, l lr: 78 (1703), L Iv.

66. li clima festivo per la visita del vescovo è descritto negli atti della visita apostolica alle singole parrocchie; nell' accoglienza riservata a Ruzini dalla parrocchia di Clusone "antequam illustrissimus et reverendissimus dominus episcopus ad huius paroeciae fines perveniret, sexaginta ex primariis Clusioni viros equitantes obviam habuit nec pro­ fuit epistolas archipresbitero transmittere ut occursus absque ulla pompa sequeretur: Populos undique acclamantes retinere quis poterii? His igitur praecedentibus ad ora­ torium S.Defendentis perventum fuit ubi reverendissimus dominus Ventura Carraria archipresbiter: clerus, confratemitates et utriusque sexus populus, devoto animi obse­ quio illum excepere, tubis, timpanis, tormentis aeneis populorum acclamationes cor­ respondebant, ita ut magis quam visitationis triumphi describi poterai dies"; ibid.. 73 (1700), f.131 r. 67. Dall'esame di alcuni atti della visita pastorale. questa costatazione di Ruzini. con quan­ to dirà ancora sul clero, si trova ampiamente confermata. pur con alcune eccezioni. A S. Pellegrino risultarono idonei al ministero i cappellani Giovan Battista Nazarii di Vailate "organorum modulatoris", Antonio Cornalba di Venezia, Antonio de Bertulettis e Francesco Sonzogno: a S. Croce tra il clero esaminato fu trovato "nimis rudem et ignarum" don Santo de Bertis di Brugnate, dimesso da Ruzini con l'obbligo di istruir­ si prima di rientrare in diocesi trascorsi due mesi; al curato Giuseppe Bogum, e a quel­ lo di Fuipiano, Gerolamo de Verdis, approvati per il ministero, fu imposto un altro esame a distanza di un anno; a Piazza Brembana egli trovò i preti "satis instructos", così il curato di Olmo, Andrea Guerinoni, a Valnegra il curato Michele Mata (7) e il cap­ pellano Domenico de Tolettis, a Moio il curato Salvatore de Calvis, a Bordogna cura­ to e cappellano. A Fondra il curato ebbe la facoltà di confessare per un anno. anche

86


I

RELAZIONE -

2

DICEMBRE

orthodoxae fidei praecepta bene edoctos, nulla propinquae hereti­ cae pestis suspicione aspersos'", sacraria instructa, tempia nitentia. rem divinam bene curatam, quod quidem sollicitudinis meae, quam numquam sufficere arbitror in tan­ ta Rhaetorum vicinia, magnum levamen est. Hoc gaudio perfusus ad urbem redii, in qua, lustrata fere omni Dioecesi. cognitisque cleri ac popu­ li studiis et moribus, quibusque opus habeanr", supererit ut sino­ dum quam primum habeam. decre­ ta editurus, quae ovibus meis fore salutaria intellexi. Nam clerus in universum doc­ trina excultus est, non pauci ex iis humanioribus literis et gravioribus disciplinis impense imbuti, sed non­ nulli ex iisdem, ubi sacerdotes inu­ niti sunt, otio torpent adeo ut in celebrioribus quibusdam pagis usurpari possit pii auctoris quae­

J 702

elementi della fede cattolica, per nulla contaminati da sospetto per la vicinanza della peste eretica, rifornite le suppellettili sacre, i tem­ pIi splendidi, le celebrazioni sacre ben curate, il che costituisce grande sollievo alla mia preoccupazione, che reputo mai sufficiente, consi­ derata la vicinanza tanto grande dei Reti. Ricolmo di questa gioia, sono ritornato in città. Pertanto, visitata quasi tutta la diocesi. conosciute le tendenze e i costumi del popolo e del clero, di che cosa necessitano, resterà che convochi il sinodo al più presto e vi stabilisca i decreti che ho capito salutari per le mie pecore. Infatti il clero in genere è colto nella dottrina, non pochi sono inten­ samente imbevuti delle umane let­ tere e delle piti importanti discipli­ ne, ma tuttavia alcuni di essi, ove i sacerdoti sono disuniti, si intorpi­ discono nell' ozio, al punto che per alcuni paesi più celebri viene spon­

(a) Si può leggere anche habent, rimane il dubbio se la "a" è stata cancellata. nelle vicarie di Branzi e Piazza Brembana. col consenso di quei vicari. A Camerata il cappellano GiovanBattista Tromba fu ammonito di astenersi "a negotiis et servitiis saecularibus et incumbat studio et orationi mentali"; a Pianca, Ruzini "cognovit rixas et dissentiones" tra il curato e molti parrocchiani. A Romano Ruzini esaminò 16 sacer­ doti. 18 a Martinengo. A Ranica fu fatto rimpatriare un sacerdote proveniente da Sarzana ibid., 69 (1699), f. 8r-9v, 13v-14v, 20v-23r. 30r, 41r. 46r; 71 (1698), ff. 53r-54r, 6lr-v, 74v, 77v. 81v, 84v, 90v, 101r; 79 (1704), f. 109r. 68. I singoli curati non mancavano di segnalare casi sospetti di eresia; a Fino del Monte il curato scrisse "vi sono due inconfessi assai sospetti d'hcresia luterana, e per questi vi è grandissimo bisogno di rimedio"; ibid., 73 (1700), f.466v.

87


l

VISITE

AD LIMINA

rimonia: multi sacerdotes, et pauci taneo ripetere il lamento del pio sacerdotes, multi nomine, pauci autore: vi sono molti sacerdoti e opere". Hinc confessariorum ino­ pochi sacerdoti, molti di nome, pia, quam praecipue experior ubi pochi di fatto. Di conseguenza avverto la scar­ sità dei confessori, specialmente

69. "Missis autem praedicatoribus. quid dicat audiamus: Messis quidem multa. operarii autem pauci. Rogate ergo dominum messis, ut mittat operarios in messem suam. Ad mes­ sem multam operarii pauci sunt, quod sine gravi maerore loqui non possumus. quia etsi sunt qui hona audiunt, desunt qui dicant. Ecce mundus sacerdotibus plenus est, sed tamen in messe Dei rarus valde invenitur operator, quia officium quidem sacerdotale suscepimus. sed opus officii non implemus"; S. GREGORIO M., Homilia XVJl, in l.P. MIGNE, Patrologiae ... , Homiliarum in Evangelia. lib. L Opera omnia. 76, Lutetiae Parisiorum 1865, p. 1139. "Propter defectum autem sacerdotum, quia multi sun t sacerdotes, et pauci sunt sacer­ dotes. sicut dicit canon, permissum est in ecclesia quod viri litterati quamvis non sint sacerdotes nec forte diaconi, predicent verbum Dei in ecclesiis et instruant populum, sed tamen hoc non debent facere nisi rogati a sacerdotibus "; THOMAS de Chobham, Summa de arte praedicandi, cura et studio F. MORENZONI, Corpus Christianorum con­ tinuatio medioevalis (citazione CCCM) 82, Brepols Turnholti 1988, p. 59. Questo giudizio di Ruzini non riflette quello precedente. Dalla documentazione degli atti della visita pastorale, manca spesse volte una valutazione globale del clero. A S. Giovanni Bianco il vicario foraneo non scrive note sui sacerdoti, ma si riserva di par­ lame a voce; a Romano su 15 sacerdoti il giudizio è positivo; per Martinengo sui IO sacerdoti della collegiata manca il giudizio del parroco porzionario Giovanni de Garmis; anche per i sacerdoti di Nembro manca un giudizio complessivo; non così per i 27 preti di Albino, che ricevono un giudizio globale positivo; manca l'elenco dei sacerdoti a Gandino; per i 7 sacerdoti di Casnigo il giudizio è positivo, come per i 12 sacerdoti di Gazzaniga Fiorano; ad Alzano Maggiore sui 33 sacerdoti, 15 della collegiata, man­ ca qualsiasi valutazione; così anche per gli Il di Vertova e per i 19 di Ardesio; a Clusone su 20 sacerdoti, la valutazione per alcuni è negativa: don Bonicelli per il gio­ co, don Matteo Grumello "giuoca volentieri alla palla e fà maschera nel carnevale"; don Giovanni Trussardi "non ha buon odore in materia di donne"; don Alessandro Nighersoli risulta "dellistessa qualità"; don Giovanni Viti "listesso e in aggionta sacerdote pie­ no di spropositi, ordinati tutti e tre fuori di diocese, Dio sa come fatti però diocesa­ ni"; a Sedrina il vicario si lamenta perché don Girolamo Cristalli non si presta per le con­ fessioni e don Franco Ripa non è ben preparato; per i preti di Borgo S.Caterina è scrit­ to circa la dottrina cristiana che "sono i piu tiepidi non perché non convengano, ma la venuta di molti è infruttuosa; in cambio d'insegnare trattenendosi in novellare, poten­ dosi a molti dire "quid hic statis tota 110ra otiosi ?". Ad Almenno S.S. Ruzini "prae­ positum personaliter visitavit circa scientiam, morum probitatem ac alia a sacris cano­ nibus praescripta": a Palazzago il giudizio sui cappellani è positivo; a Mapello dei 4 cappellani, uno lavorava la campagna più che applicarsi allo studio, un altro, fiorenti­ no, obbediva a fatica e non teneva il decoro di sacerdote, il terzo viveva con la madre e una giovane in casa, senza licenza, ma senza scandalo e veniva qualificato buono, il quarto. giovane, non rispettava le norme per il vestito clericale. A Chignolo si diceva che un cappellano dopo un poco di scuola passava il resto della giornata in casa propria oziosamente. Il vicario foraneo di Chignolo. Antonio Bonadei, dava un giudizio posi­ tivo sul clero della vicaria e tesseva le lodi del rev. Giacomo Oldrati, prevosto di Bottanuco "benemerito a tutta la diocesi per le frequenti sue fatiche nel dare esercizii e fare missioni con universale aggradimento e grande profitto delle anime".

88


I

RELAZIONE -

2 DICEMBRE J702

deligendus est, qui monialium forensium confessiones audiat, cum parochos ab hoc officio procul habere statuerim, ut ovium suarum saluti vacare possint. Ad promovenda igitur cleri tam urbani quam pagani studia, men­ struas tam parochorum quam reli­ quorum sacerdotum congregatio­ nes fieri enixe urgeo, quarum quae urbana est, in episcopali aula me coram habetur. Praeit lectio de disciplina ecclesiastica, subsequitur casuum discussio, plures senten­ tiam dicunt, mox per canonicum congregationis praefectum questio definitur; leguntur postremo ex pur­ gato aucthore meditationis in diem sequentem capita, et haec ubique huiusmodi congregationum ratio. Ordinum candidati non solum sui praeceptoris iuratum testimo­ nium de studii sedulitate, progressu, bonaque spe in re literaria ferre iubentur, sed etiam per acre exa­ men eorum doctrinae experimen­ tum capitur". In delectu ad anima-

ove si deve scegliere chi ascolti le confessioni delle monache del ter­ ritorio Bergomense, avendo stabi­ lito di tenere lontani da questo uffi­ cio i parroci, perché possano impe­ gnarsi nella cura delle loro pecore. Per promuovere l'istruzione del clero di città e del territorio, premo con insistenza perché si svolgano le congregazioni mensili dei parro­ ci e degli altri sacerdoti, tra le qua­ li quella urbana si tiene alla mia presenza, nella residenza vescovile. Viene premessa una lezione sulla disciplina ecclesiastica, segue la discussione dei casi. Molti espri­ mono il loro parere, poi la questio­ ne è risolta dal canonico, prefetto della congregazione. Infine sono letti per il giorno successivo i capi­ toli della meditazione, ricavati da un autore sicuro. Questa è la regola ovunque seguìta per congregazioni del gene­ re: i candidati agli ordini non solo debbono portare una dichiarazione giurata del loro precettore sulla dili-

A Ponte S. Pietro si raccomandava l'accoglienza ai sacerdoti per le funzioni sacre e per non distrarli con le conversazioni, che fossero presenti in sagrestia solo i laici necessari; ACVB, Visita Ruzini 69 (I 699),f. 121v; 70 (1699), f.73v, 114v; 71 (1699), f.274r; 72 (1700), f.78r-v, 98r, 223v-224r. 239r; 73 (1700). f.278r, 518v-519r; 74 (1701), 39v, 59v; 76 (1702), f. 109r, 125r, 142r. 227v, 239r citazione. 70. Nella vicaria di Scalve i sacerdoti si riunivano 8 volte l'anno. Ruzini al clero della vicaria di Branzi raccomandò di prestarsi per le confessioni nella parrocchia scelta per il ritiro mensile. Era obbligo in tali adunanze proporre e discutere "modeste et sine altercatione" due casi di coscienza. Le norme dettate da Ruzini al clero confermava­ no quelle delle lettere pastorali: promuovere la scuola della dottrina cristiana, ammi­ nistrare i sacramenti agli adulti a Pasqua solo dopo un diligente esame sulle verità di fede, togliere gli abusi delle unioni illecite di uomini e donne. i balli e gli amori mondani spe­ cie quelli nascosti, fonti di mali e di disordini per le famiglie. Ruzini delineava l'i­

89


I

VISITE AD LIMINA

rum procurationem, non modo quis prudentia, aetate, vitae integritate, sed etiam quis doctrina excellat inspicitur; isque caeteris antefertur. Saepe etiam optavi ad clerico­ rum et iuniorum sacerdotum, quos plures habeo ingenio et spe litera­ ria praestantes, studia acuenda et remuneranda, maiorem beneficio­ rum tum simplicium quam paro­ chialium vim. Nam parochiae pro­ pe pro dimidia parte mercenariae sunt, multaeque beneficiales de iurepatronatus vicino rum, et hac fortassis de causa episcopis Bergo­ mensibus canonicatuum nonnullo­ rum conferendorum ab apostolica largitate data [acultas est, ut nobi­ lium vel doctrina vel probitate excellentium sacerdotum virtutem praemio ornare, caeterosque ad idem meritum ascendere possent.

genza nello studio, sul progresso fatto, su una buona speranza per ]' àmbito culturale, ma altresì con un severo esame viene preso un saggio della loro istruzione. Nella scelta per la cura d'anime, è tenuto in considerazione non solo chi si distingue per prudenza, età, integrità di vita, ma anche per eru­ dizione, e questo viene anteposto agli altri. Spesso ho desiderato pure, per approfondire e remunerare gli stu­ di a molti giovani sacerdoti e chie­ rici, di cui ne ho molti, prestanti nel]' ingegno e nel campo lettera­ rio, una maggior disponibilità di benefici semplici e parrocchiali. Le parrocchie infatti sono quasi per metà mercenarie, molte bene­ ficiate di giuspatronato dei vicini. Forse per questo motivo la Santa Sede ha dato graziosa facoltà ai vescovi di Bergamo di conferire alcuni canonicati, per ornare con premio le capacità di sacerdoti nobili o eccellenti per probità o per scienza, e potessero gli altri salire alla stessa ricompensa.

deale del clero in questi termini "unusquisque sui muneris numeros omnes exequatur. in concionibus sit diligens. infirmis assiduus, extra suam parochiam non vagus, mori­ bus compositus et habitu. in ecclesiastica disciplina perfectus et ita omnibus praese­ ferat sicut Dei ministrum decet, ut virtutum et pietatis exemplo oves sibi commissas cae­ terosque fideles in lege Domini et vita christiana dirigat", Ruzini al parroco di S. Stefano lasciò l'ordine di procurarsi i libri prescritti nel rituale romano, compilare lo sta­ to delle anime e le schede per il precetto pasquale, con l'ammissione ai sacramenti dei fanciulli giunti all'uso di ragione e il relativo elenco annuale, esortare i fedeli alla pra­ tica frequente dei sacramenti, impegnarsi a eliminare condotte profane di uomini e donne, procurarsi libri spirituali, predicare tutte le domeniche: ibid.. 77> (1700), f. 379v; 69 (1699), f. 38v-39v, 51 r; 77 (1-703), f. 223r-v.

90


I

RELAZIONE -

2 DICEMBRE J 702

In sacerdotum autem clerico­ rumque coetu non omittam multos existere, inter quos curatores ani­ marum aliqui, qui, a recta Domini semita disciplinaque ecclesiastica aberrantes summo cordis mei moe­ rare, in sui aliorumque perniciem negotiis operam navant, laicorum­ que conversationes nimis frequen­ tanfi. Alendae vero excitandaeque eius­ dem cleri pietate'", congregatio sacerdotum informata nuper a me est, quae singulis mensibus stato

Non debbo tacere che nella schiera dei sacerdoti e dei chierici molti se ne trovano, tra cui alcuni pastori d'anime, che deviando con mio sommo dolore dalla retta stra­ da del Signore e dalla disciplina ecclesiastica, praticano attività per­ niciose a sé e agli altri, e frequen­ tano troppo la compagnia dei laici. Al fine di alimentare e infervo­ rare la pietà del clero, di recente ho dato vita a una congregazione di sacerdoti, che si radunano un gior­ no ogni mese nella cappella sotter­

(a) Lettura incerta: potrebbe essere anche pietati. 71. Nella lunga lettera pastorale "Non vi è dubbio ..." 15 febbraio 1700, e nelle successive che si richiamano ad essa, Ruzini dà una serie di norme e di raccomandazioni al clero, comminando pene per i trasgressori. Si ricava un interessante quadro d'insieme della vita ecclesiastica di quel tempo, coi suoi limiti e difetti contro le norme ecclesiasti­ che: la difficoltà della partecipazione alle riunioni, il trattenersi troppo a lungo con donne nei confessionali e fuori, il far emettere voti con facilità, l'obbligo della residenza, della predica, dell' assistenza agli infermi, l'assiduità al confessionale, alla dottrina cristiana, la registrazione delle messe celebrate, l'adempimento dei legati pii, e il dif­ ferimento dell'assoluzione a chi non li adempie, il dovere per alcuni parroci di non procrastinare la facoltà ai sacerdoti di confessare le donne, di esser sinceri negli atte­ stati per gli ordinandi, di non esorcizzare senza adeguata facoltà; si trovano istruzioni sulla pastorale verso i concubini, norme sulle serve o quasi serve in canonica e pio in generale sul distacco dalle donne, raccomandazioni di portare l'abito clericale, di non praticare giochi, di non concedere permesso ai sacerdoti estranei di celebrare la mes­ sa senza licenza dei superiori, per tutto il clero di presentarsi al vescovo tra la Pasqua e la Pentecoste con le testimonianze o fedi "de vita et moribus", di non immischiarsi in affari secolari, di studiare e leggere i libri indicati, ai confessori di presentarsi per un esa­ me, ai vicari foranei di visitare le loro chiese tre volte l'anno e di prendere informazioni su tutti i benefici ecclesiastici. Da notare che in una lettera "Sebbene in tutti i tempi noi riconosciamo..." 21 gennaio 1701, Ruzini lamenta che qualche ecclesiastico non abbia ossservate le prescrizioni emanate; egli insiste per il rispetto della messa, ordina ai vicari foranei di informarlo sui difetti dei preti, proibisce di nuovo ad essi le serve o qua­ si serve al di fuori delle condizioni permesse dai canoni e senza sua espressa licenza, pena la sospensione. In un'altra lettera "Crescono sempre piu le vigorose premure del nostro paterno zelo..." 3 febbraio 1702, Ruzini mette in guardia alcuni che giudicano temerariamente le prescrizioni emanate da lui e invita i vicari foranei a vigilare. In un'altra lettera, senza data, Ruzini invita i sacerdoti a istruirsi nel canto gregoriano, a leggere frequentemente le costituzioni sinodali, e raccomanda ai parroci di raccoglie­ re gli atti delle visite e i decreti dei vescovi predecessori, per formarne un libro da conservare; ACVB, Lettere pastorali Libro n04; Sommario... , n. 3-6.

91


VISITE AD LIMINA

ranea della cattedrale. In tale cir­ costanza, premessa la lettura di un libro pio, è tenuto da un sacerdote competente un sermone sullo stato clericale, la sua dignità, i doveri, i pericoli, cui segue la meditazione sull'argomento stesso, diviso in tan­ ti articoli, sotto la guida dello stes­ so sacerdote. Di questa congregazione anche molti canonici hanno scelto dei giorni in cui recarsi all'ospedale maggiore della città, per servire cibo agli ammalati, rassettare i let­ ti, distribuire elemosina. Altri van­ no alle scuole della dottrina catto­ lica, dove nei giorni fissati con­ vengono numerosi poveri o soldati, per essere formati a credere, capire e vivere cristianamente. Queste opere da me testé ideate e istituite, in modo mirabile a gloria di Dio e per il vantaggio spirituale delle anime, sono cresciute. Ma dove per il futuro mi pro­ metto un grande sviluppo, sia nella pietà sia nella dottrina del clero, è il seminario, che, angusto rispetto al numero degli alunni e piccolo per la necessità della diocesi, quasi ho raddoppiato con l'acquisto di abi­ tazioni vicine. Oltre le lettere greche e latine, ho introdotto lo studio della filoso­ fia e della teologia, ho scelto inse­ gnanti adatti per tale scopo, stabili­ to regole agli alunni, già sancite da san Carlo Borromeo per i suoi seminaristi.

die in subterraneum cathedralis sacellum convenit, ibique praemis­ sa pii libri lectione, ab idoneo sacerdote sermo habetur de cleri­ cali statu deque eius dignitate, one­ ribus ac periculis, et deinde ipso sacerdote praeunte de eodem argu­ mento, in articulos dissecto, fit meditatio. El' hoc coetu complures etiam canonici suos sibi dies descripsere quibus eant ad maximum urbis valetudinarium, ibi aegrotis cibum ministrent, lectos sternant, stipem largiantur; alii ad catholicae doc­ trinae gimnasia, ubi vel pauperes, vel milites singulis diebus in heb­ domada designatis innumeri fere conveniunt, ad hoc ut christiane credere, scire, et vivere edoceantut: Quae opera, nuper a me designa­ ta et erecta. mirabiliter ad Dei glo­ riam animarumque spiritualem pro­ fectum excrevere. Sed unde imposterum magnum cum in pietate, tum in doctrina cle­ ri incrementum mihi polliceor. Seminarium est, quod pro alumno­ rum numero et dioecesis usu angu­ stius, emptis privatorum vicinis aedibus duplo fere grandius effeci. Praeter graecas et latinas literas, philosophiae quoque ac theologiae studia invexi, aptos ad id magistros selegi, alumnis leges descripsi, quas seminariensibus suis divus Carolus tulerat.

92


I

RELAZIONE -

2

DICEMBRE

Utinam eos quoque proventus dare possem, ut maxime cupio, quos eidem Bergomensi seminario idem divus Carolus provinciali lege adscripserat; namfere tertia parte minores suni". Hoc de clero. Populum vero urbanum evoca­ tis huc e Societate patribus per con­ ciones matutinas et pomeridianas, tam in cathedrali quam in tribus praecipuis suburbiorum templis, perque alia pietatis incitamenta ad expiandas per poenitentiam noxas", ad pascendas frequenti Angelorum esca animas, ad curandam magis

1702

Voglia il cielo che io pure possa fornire i proventi, come ardente­ mente desidero, che san Carlo nel­ la legislazione del concilio Provin­ ciale aveva assegnato al seminario stesso di Bergamo, sono infatti infe­ riori quasi di un terzo. Questo per quanto riguarda il clero. Per il popolo cittadino ho chia­ mato i padri della Compagnia di Gesù, impegnandoli nelle prediche al mattino e al pomeriggio, tanto in cattedrale quanto nei tre più impor­ tanti templi suburbani, e mi sono sforzato, anche per i giorni di car­ nevale, di incitare i fedeli pure con altre opere di pietà, a espiare con la penitenza i peccati, a nutrire le anime con la frequente comunione

(a)

(a) Haec: la grafia è incerta. 72. Con lettera del 21 marzo 1698 Ruzini procedeva all'acquisto di case per ampliare il semi­ nario, retto dal sac. Giovanni Paolo Giupponi, canonico teologo della cattedrale; con lettera della congregazione dei Vescovi e Regolari, 12 febbraio 1700, veniva data facoltà di permutare i beni a vantaggio del seminario. Non tutti i chierici erano ospiti del seminario; nella visita pastorale Ruzini prese nota delle spese di alloggio e vitto di chi doveva soggiornare in pensione; ACVB,Jondo Seminario.fascicoli /698, /700; Visita Ruzini, 71 (1699), f. I34r-v, 143r-v; G.A. GALLARATI, Vita... , p. 39-41; C.PATELLI, Uomini..., p. 17-18. Per l'accenno all'opera di san Carlo e ai decreti emes­ si, cf. A. RONCALLI, Gli inizi del Seminario di Bergamo e S.Carlo Borromeo Note sto­ riche con una introduzione su il Concilio di Trento e la fondazione dei primi semina­ ri in \I Colle di S. Giovanni Omaggio a Papa Giovanni, Centro Studi Giovanni XXIII Fondazione Loris F .Capovilla, Bergamo 1997, p.35-40. 73. Con la lettera pastorale "Sono oggetto di ben considerabil riflesso le gravissime con­ giunture..." 25 giugno 170 I, Ruzini suggeriva che .....a tale esempio la sera i capi di fami­ glia uniti con le persone di loro in casa, sarebber degni di lode se si radunassero insie­ me a recitare le stesse litanie e altre orazioni, che stimeranno proprie...''. Ma è sopra­ tutto nelle lettere del vescovo al clero e al popolo in occasione della quaresima che si coglie il modello di religiosità popolare inculcato e praticato, come appare in .. Sebbene in tutti i tempi noi riconosciamo..." 21 gennaio 1701. e in "Crescono sempre piu le vigorose premure del nostro paterno zelo..." 3 febbraio 1702; ACVB. Lettere pastorali Libro n04.

93


VISITE AD LIMINA

animam quam pecuniam", ad odia extinguenda, ad prophanos exter­ minandos amores". ad illicita lucra evitanda, quibus multum in civitate

del Pane degli Angeli, a prendersi cura più per l'anima che per il dena­ ro, a estinguere gli odi, a sradicare gli amori profani, a evitare guada­

74. Nella citata lettera pastorale "Non vi è dubbio ..." 15 febbraio 1700, Ruzini raccoman­ dava la santificazione delle feste, lasciando ai parroci l'obbligo di spiegare quanto si pote­ va fare o no di lavoro, e ordinava che fossero rimossi i mercati dalle vicinanze delle chie­ se. In diverse lettere egli sollecitava i parroci a non permettere che le figlie avessero col­ loqui segreti con gli adolescenti, li esortava a predicare tutte le feste principalmente sui precetti del decalogo, l'integrità della confessione, la gravità del peccato, il disprezzo del mondo, la penitenza, i novissimi, la passione del Signore, e proibiva la celebra­ zione della messa fuori dalla parrocchia. Inoltre insisteva sull' insegnamento della dot­ trina cristiana a ragazzi e ragazze, in differenti classi coi loro maestri e coadiutori. Disponeva che in chiesa si continuasse a tenere la tela divisoria tra uomini e donne, esor­ tava a invitare il popolo per la recita della terza parte del rosario dopo i vespri, le lita­ nie la sera del sabato. Non sempre vi era corrispondenza da parte dei fedeli allo zelo dei sacerdoti. Ruzini volle informarsi a S. Pietro da Cristoforo Cabrino sul parroco Domenico Gobbio ricevendo questa testimonianza "purtroppo assiste con tutta esattezza alla dot­ trina christiana, ma questo popolo v'attende puoco, assiste anco alle confessioni, ma per essere solo stenta ad arrivar a satisfar tutti; et ha in ciò bisogno d'aiuto; predica la pri­ ma e terza dominica d'ogni mese, non parte che rare volte dalla sua cura, non ha alcu­ na prattica cattiva et in sostanza è un buon religioso". A Solza il parroco lamentava che il suo antecessore, ottantacinquenne, da cinque anni non aveva predicato e che in parrocchia giungevano dal territorio milanese dei sacerdoti; ibid.. Sommario... , ff. 3-7; Visita Ruzini, 74 (1701), f. 51 r; 76 (1702), 1'.181 r. 75. Nella citata lettera "Non vi è dubbio..." 15 febbraio 1700, Ruzini dava, fra le altre, disposizioni circa le pubblicazioni per i novelli sposi, e scomunicava le coppie che, dopo gli sponsali, si fossero congiunte prima del matrimonio. Ordinava ai curati di inveire contro quanti prostituivano mogli e figlie. In una successiva lettera egli con­ dannava e invitava i curati a estirpare "il detestabile abuso de' balli. invenzione vera­ mente diabolica ordita nel gran conseglio di Satanasso a mero sterminio della misera gioventù, con altra frase non può meglio descriversi che non chiamarlo stragge dell' inno­ cenza, mina delle anime, peste esecrabile de' costumi ..." . Nella visita di Ruzini a Gerosa il curato fece presente che di "maritati che non cohabitino insieme ve ne sono due, uno che habita veramente nella medesima casa, ma con discordia, né la moglie vuo­ le rendere il debito per timore di male contagioso nel marito", e per l'altra coppia "la donna habita ad Alzano coi figli, fornai, non vuole habitare col marito che é un frascone, lutto quanto guadagna lo consuma in gioco". A queste note il curato aggiungeva che uomini e donne d'inverno si riunivano nelle stalle a mangiare e bere, si davano ai bal­ li in carnevale e disertavano le funzioni sacre. Il curato di Medolago segnalava abusi sessuali e proponeva che l'assoluzione fosse lasciata solo a lui e ai vicari foranei, non ai regolari. A Chignolo il prevosto lamentava "capi di numerose famiglie che dopo le raccolte consumano in poco tempo nel gioco quello che dovrebbe servir per manteni­ mento della sua famiglia tutto l'anno"; ACVB, Lettere pastorali Libro n" 4, "Il dete­ stabile abuso de' balli..." 17 dicembre 1702; e con lettera del 20 dicembre successivo "Non possiamo che amaramente piangere..." la condanna dei divertimenti accennali. ripetuta con lettera del 3 febbraio 1707 "La santità del clero deve risplendere..."; ibid., Sommario.... ff. 3-8, 17-18; Visita Ruzini. 75 (1702), f. 67r-v; 76 (\ 702), l'. 174r-v, 238r.

94


I

RELAZIONE -

2 DICEMBRE 1702

et dioecesi indulgetur, saturnalibus etiam diebus, excitare enixus sum. In dioecesi autem praeter alias, Divini Verbi praedicationem sin­ gulis festis a parochis exegi, prout fit etiam in urbe toto fere anni tem­ pore, praesertim per eximios con­ cionatores in Divae Mariae Maioris tempio, de quo quidem suppellec­ tilis sacrae vi et pretio, laudatissi­ mis pictorum tabulis, plastico ope­ ri ac fomicibus superinducto auro, sacerdotum ibi sacris operantium divinasque praeces alternatim psal­ lentium numero caeteroque cultu Italiae satis celebri. Haec pauca libasse sufficiat, cum a laicis omnino una cum adiecto epheborum collegio rega­ turo cui laudabiliter praesunt patres Barnabitae ad certum tempus mer­ cede conducti", omnemque episco-

gni illeciti, per i quali molto si indulge sia in città che in diocesi anche nei giorni festivi. Ho esigito dai parroci in dioce­ si, oltre alle altre, la predicazione della parola di Dio in ogni festa, come si fa anche quasi tutto il tem­ po dell'anno in città, specialmente nel tempio di S. Maria Maggiore con celebri predicatori. Di questo tempio basti accennare alla innu­ merevole e preziosa suppellettile sacra, ai quadri ammiratissimi dei pittori, all'opera artistica e alle cupole dorate, al numero dei sacer­ doti che celebrano la sacra liturgia, e che recitano a cori alterni le lodi divine, nel rimanente àmbito cul­ tuale abbastanza celebre in Italia. Ma basti aver accennato queste poche cose, poiché il suo governo e l'amministrazione, con l'annesso collegio di giovani adolescenti diretti lodevolmente dai Barnabiti, impegnati per un determinato perio­ do a pagamento, viene gestito dai

76. Nel 1698 erano incaricati per tale compito i padri Bartolomeo dall'Ovo, oblato dei 55. Ambrogio e Carlo di Milano, rettore. p. Domenico Guelfi, maestro di grammatica supe­ riore, p. Antonio Gorla, maestro di grammatica inferiore, p. Giovan Battista Manilio, eco­ nomo; ACVB, Visita Ruzini. 71 (1698). f. 203. Nel 1701 Venezia, su istanza della città autorizzava l'assunzione di cinque barnabiti. Ad essi subentravano nel 1711 i gesuiti che incontrarono opposizione sul legato Bonometti da parte di alcuni nobili, capeggia­ ti da Coriolano Brembati, Questi nel consiglio cittadino riusci nel 1729 a privare i padri della scuola e nel 1737 a privarli del diritto di residenza in città; A. RONCALLI ( Papa Giovanni XXIII), La "Misericordia Maggiore" di Bergamo e le altre istituzioni di bene­ ficenza amministrate dalla Congregazione di Carità, Bergamo 1912, con diffuse noti­ zie sull'istruzione promossa dalla Misericordia Maggiore con la scuola per chierici, l'Accademia, la nuova Accademia, la terza Accademia, il Collegio Mariano, l'opera dei Barnabiti e dei Gesuiti, la contesa sul legato Bonometti, l'elenco dei rettori del Collegio Mariano, p. 63-69; B.BELOTTI, Storia di Bergamo ..., IV, p.313; A.PE5ENTI, Note sul giansenismo bergamasco durante l'episcopato di Antonio Redetti ( /73/-/773) con carteggi e documenti inediti; in Miscellanea Adriano Bernareggi. Monurnenta

95


VISITE AD LIMINA

laici che tengono lontano il vesco­ vo da qualsiasi atto di giurisdizione e da ogni visita. Del resto molto ha contribuito a incrementare la pietà del popolo l'affacciarsi della guerra vicina e il timore dei mali imminenti. In città non v'è stata nessuna compagnia degli artigiani e nessu­ na categoria sociale, nessun pae­ sello nel territorio, che non abbia suffragato in molti luoghi le anime sante del purgatorio, sino a rag­ giungere molte migliaia di celebra­ ZIOlli sacre. In tutte le chiese parrocchiali, esposto con ricco apparato il Sacramento all'adorazione dei fede­ li, ingente è stato il numero delle anime confessate per liberarsi dalle colpe, ricreate con il Pane Angelico. Ho tentato di ammansire con la

pi tum potestatem tum visitationem a se amoveant. Caeterum multum profuit exci­ tandae populi pietati, propinqui bel­ li facies et imminentium malorum timor. Nam in urbe nullafuit artium societas et hominum conditio, nul­ la in agris villula, quae non com­ pluribus locis sacris Purgatorii ani­ mabus suffragata sit, adeo ut ad multa sacrorum millia peracta sini", omnibus in ecclesiis paro­ chialibus venerabile Sacramentum fidelium cultui cum divite apparatu propositum, et ingens anima rum numerus, Poenitentiae sacramento noxis exsolutus, et Angelico Pane recreatus. Nobiles viros qui ex levibus cau-

Bergomensia, I, Bergamo 1958.p.764; P.VALOTA, 11 collegio Mariano di Bergamo nella seconda metà del Settecento. in Bergomum ..., 89 (1994), p.99-221. 77. Sono gli avvenimenti accennati alla nota n. 3. Nel febbraio 170 I Eugenio di Savoia sce­ se dal Tirolo con un esercito composto da 30.000 tedeschi. Il principe di Vaudernònt dispose la resistenza con le truppe francesi a Canonica d'Adda e a Soncino, fece muni­ re i castelli di Trezzo e di Brivio, assembrò soldati a Chiuso. Il territorio fu saccheggiato dalle truppe franco-spagnole, e da quelle tedesche dopo la loro vittoria nella battaglia di Chiari il 7 settembre 170 I. In quelle circostanze fu segnalato dal nunzio di Venezia, con rapporto del 17 settembre, che il conte Galeazzo Boselli carcerato nella Bastiglia era fuggito da Parigi per rifugiarsi a Bergamo. Secondo altre voci sembrava che il Boselli fosse uscito dal carcere su permesso. La verità non si conosceva, ma il ritorno del conte a Bergamo dispiaceva "non poco". Anche Ruzini si interessò del caso con let­ tera al card. Paolucci nel 1706. quando il conte Boselli fu giustiziato la vigilia di Natale, "avendo dati segni di molta rassegnazione". In precedenza il Boselli aveva avuto una causa col Conte Francesco Roncalli, rimasto ferito da una archibugiata;la causa era stata composta col ricorso al duca di Parma; cf. ASV, Lettere di Vescovi... , 102, ff. 503r-504v lettera del 30 dicembre 1705 al card. Paolucci, citazione f. 504v; 105, ff. 41r­ 45r (Appendice lI/); ibid., S.S., Venezia, 149, ff. 727r-728r; BAV, Vaticano latino 7494. ff. 81r-82r, causa Boselli-Roncalli, 22 giugno 1697; B. BELOTTI. Storia di Bergamo.... IV, p. 159-162, 164, 165, 168; VI, p. 243-246.

96


-----------'-"-------------­ I

RELAZIONE -

2 DICEMBRE 1702

sis ad iras et caedes facile quan­ doque exardescunt, pietate emolli­ re ag gressus sum; eorum Soda­ licium institui in episcopalis palatii aede divo Blasio sacra, iis preca­ rio iure permissa idque biennii spa­ tio in miram frequentiam excrevit. Ibi omnibus fe stis diebus dictae ad cor concioni, sacroque intersunt, saepius conscientiam confessione eluunt celestique Pane roborantur, et aliis religionis exercitamentis detinentur", Aliud insuper sodali­ tium Nobilium quod e supra memo­ rato eminentissimo cardinali Barbadico in praepositurali eccle­ sia sanctorum Simonis et Iudae positum fuerat. subinde invisere ac fovere non desino; qua etiam in ecclesia adiectisque aedibus vulgo dictis "La Masone" non solum annuente sed etiam favente ac pro­ movente eminentissimo domino car­ dinale Collo redo 79, qui eam prae-

pietà gli uomini della nobiltà, che per lievi pretesti certe volte si infiammano di ira e facilmente commettono stragi. Ho fondato il loro sodalizio nel­ la cappella del palazzo episcopale intitolata a S. Biagio, di cui a loro ho permesso l'uso a titolo precario, e in un biennio la frequenza ha rag­ giunto un aumento sorprendente. Qui in tutte le feste assistono alla predica detta al cuore e alla messa, spesse volte purificano la coscien­ za dalle colpe, si rinvigoriscono col Pane Celeste, e si dedicano ad altri esercizi religiosi. Continuo pure senza sosta a interessarmi e a sostenere un'altra compagnia dei nobili che era stata fondata dal suricordato eminentis­ simo cardinale Barbariga nella chie­ sa prepositurale dei SS. Simone e Giuda.

Nella medesima chiesa e nelle

abitazioni adiacenti, popolarmente

78. G.A. GALLARATI, Vita..., p.94. 79. Il cardinale Leandro Colloredo, figlio di Fabio e Claudia Colloredo, nacque il 9 otto­ bre 1639 nel feudo paterno di Colloredo, in Friuli. Alunno del collegio Romano, fu aspirante alla Compagnia di Gesù, ma entrò nell'Oratorio di 5. Filippo Neri come fra­ tello laico il 2 novembre 1653. Ordinato sacerdote nel 1663, svolse vari compiti nella congregazione, tra gli altri anche di bibliotecario, diventando amico del celebre bene­ dettino Jean Mabillon (1632-1707). Nel 1685 egli declinò la nomina a vescovo di Avignone. Creato cardinale il 2 settembre 1686, col titolo di 5. Pietro in Montorio, ebbe l'ufficio di penitenziere maggiore, 1688, il titolo cardinalizio dei 55. Nereo e Achilleo, 1689, e di 5. Maria in Trastevere, 1705. Fece parte di diverse congregazioni curiali. Nei due conclavi figurò tra gli zelanti. Godette quattro benefici, tra i quali in commen­ da la preposi tura dei 55. Sirneone e Giuda a Bergamo. Non sembra che abbia avuto relazione con la corrente giansenista di Roma, ma si mostrò favorevole verso i quietisti. Di Colloredo rimangono nella biblioteca Valliceliana diversi saggi manoscritti non pub­ blicati; morì a Roma l' l gennaio 1709; ACVB, Visita Ricini, 76 (1702), f. 249r; L. v. PA5TOR, Storia dei Papi. .., XIV, II, p.307; F. PETRUCCI, Colloredo, Leandro, in Dizionario Biografico..., 27, p. 82-85; E. CA MOZZI, Le visite.... I. p. 575-576.

97


< - - - - - - - - - - - - -­

I

VISITE AD LIMINA

posituralem obtinet, clericorum coetus pietatis gratia semel singu­ lis hebdomadibus habetur, et publi­ ca philosophiae ac theologiae de moribus gimnasia, ut quem inde progressum tam spiritalem, quam literarium iuventus fecerit. emi­ nentissimi principis zelo omnino debeat. Haec sunt quae, pro eo ac debui exigua, pro eo ac potui qualiacum­ que Deoque uni acceptaferenda de venatione mea romano patrifami­ lias afferre datum est, in quibus absit mihi gloriari, nisi divina mise­ ratione, ut inhabitet in me virtus Christi". Quod si non tam cito veni, Dei voluntas fuit, quae et pastorem mor­ bo et gregem propinqui belli diffi­ cultatibus implicuit. Benedictionem tamen adhuc ab eiusdem patris clementia spero, quae sit de rore coeli, idest Apostolicam, quam ad eius pedes rursus procidens supplex exposco. vestramque in praesulatus mei munere opera, eminentissimi ac

detta "La Masone", non solo col consenso ma con il sostegno e l'im­ pegno del cardinale Colloredo, che ne ha il titolo prepositurale, una vol­ ta alla settimana dal ceto dei chierici si tiene una riunione per stimolare la religiosità, e le adunanze pubbli­ che di filosofia e di teologia mora­ le, di modo che quel progresso sia spirituale sia letterario che si rag­ giunge dalla gioventù, si deve ascri­ vere tutto allo zelo de Il' eminentis­ simo principe. Queste sono (le notizie), esigue per quanto avrei dovuto, qualsivo­ glia per quanto ho potuto, e gradite al Dio uno, che dovevo portare cir­ ca la mia caccia e che mi è dato di presentare al padre di famiglia romano; delle quali non mi avven­ ga di gloriarmi. se non nella mise­ ricordia Divina, affinché abiti in me la forza di Cristo. E se non sono venuto pronta­ mente, è stata volontà di Dio, che ha intrecciato la malattia del pasto­ re e le difficoltà occorse al gregge per la guerra vicina. Spero tuttavia ancora la benedi­ zione dalla clemenza dello stesso Padre, che provenga dalla rugiada celeste, cioè Apostolica, invocata di nuovo prostrato ai suoi piedi, e la vostra per il mio impegno di pre­ sule, eminentissimi e reverendissi­

80. 2 Coro 12.10. Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perchè dimori in me la potenza di Cristo.

98


I

RELAZIONE -

2

DICEMBRE 1702

reverendissimi Domini, quibus venerabundus extremam purpurae laeiniam oseulo libo.

mi padri, ai quali con venerazione sfioro col bacio l'estremo lembo della porpora.

Datum Bergomi oetavo Kalendas novembris 1702 Eminentiarum vestrarum humillimus addictissimus obsequentissimus servus Aluisius Episcopus Bergomi

Bergamo 25 ottobre 1702 delle Eminenze Vostre umilissimo obbligatissimo e ossequentissimo servo Luigi vescovo di Bergamo

Bergomum. Visita saerorum Liminum. Die 2 decembris 1702 data fuit attestatio pro 39° triennio Dentur litterae Die 24 martii 1703

Bergamo. Visita dei sacri Limini. Il giorno 2 dicembre 1702 è stata consegnata la dichiarazione per il 39°triennio.Si risponda. 24 marzo 1703.

136 PROCURA DEL VESCOVO LUIGI RUZINI ALL' ABATE ENEA TOMMASO DE TASSIS

In Christi nomine. Amen. Anno ab illius nativitate 1702, die vero vigesima quinta octobris, indie­ tione decima, pontificatus autem sanctissimi in Christo patris et domini, domini Clementis, divina providentia papae undecimi, anno seeundo. Coram me, prothonotario apostolico, et testibus infrascriptis, praesens et personaliter constitutus illustrissimus et reverendissimus dominus Aloisius Rurinus, Dei et Apostolicae Sedis gratia sanctae Bergomensis Ecclesiae epi­ seopus, comes Morenghi et Carpeneti, sanctissimi domini nostri Papae praelatus domesticus et assistens, omnibus modo(sic), via, iure, ordine, quibus melius fieri potest ae debet, eligit, constituit et deputat in suum cer­

99


-----'-------------­ I

VISITE AD LIMINA

tum procuratorem, actorem et nuncium pro visitandis sanctorum Apostolorum Liminibus. ac praesentando statum Ecclesiae Bergomensis sacrae Concilii congregationi, illustrissimum dominum abatem Eneam de Tassis, Romae degentem, ex specialissima gratia sibi a sanctitate sua con­ cessa, cumfacultate ea omnia et singula peragendi quae ad visitationem praefatam pertinent, ac iurandi, si opus fuerit, in honorem ipsius consti­ tuentis, nec non substituendo quemcumque alium procuratorem cum eadem facultate, confirmans etcet., rathum habens etcet. Acta fune praemissa omnia et singula in palatio episcopali de Gorle pre­ sentibus testibus domino Felice Gandolfo q.d.Francisci et admodum reve­ rendo domino Paulo Ami q.domini Bernardi, testibus notis, idoneis, fami­ liaribus illustrissimae et reverendissimae dominationis suae. T.G. sigillum Ego Thomas Giannini, filius domini Antonii, civis neapolitanus, protho­ notarius apostolicus de praedictis rogatus instrumentum confeci, subscri­ psi et signavi. Aloisius Rurino, Dei et Apostolicae Sedis gratia episcopus Bergomen.. comes etcet., sanctissimi domini nostri patris praelatus domesticus et assi­ stens. Universis et singulis attestamur supradictum reverendum dominum Thomam Giannini esse talem qualem se facit atque fide dignum hic et ubi­ que. In quorum etcet. Datum Bergomi ex episcopali palatio die 25 octobris 1702 sigillum

Pompeius de Donatis notarius coadiutor cancellariae episcopalis

100


I

RELAZIONE -

2 DICEMBRE J 702

137

DICHIARAZIONI DELLE VISITE ALLE BASILICHE

DEI SANTI APOSTOLI PIETRO E PAOLO

Die 28 mense novembris anno 1702, pro illustrissimo et reverendissimo domino Aloisio Rozino episcopo Bergomen., admodum reverendus domi­ nus abbas Thomas de Tassis, eius procurator, personaliter visitavit Limina Apostolorum in sacratissima patriarchali basilica Sancti Pauli via Ostiensi. De quo ego, infrascriptus monachus Ordinis sancti Benedicti congre­ gationis Cassinensis, fidem facio. Dominus Franciscus Maximus Priccius decanus et monacus Cassinensis ac sacrista basilicae Sancti Pauli vicarius etcet. Alexander Casalius Utriusque Signaturae referendarius, canonicus et altarista sacrosanctae basilicae Vaticanae. Illustrissimum et reverendissimum dominum Aluisium Ruzinum, epi­ scopum Bergomen., sacrosanctae principis Apostolorum basilicae Limina per admodum illustrissimum ac reverendissimum abbatem Aeneam Tassium'", eius procuratorem, visitasse testamur. Die 5a mensis decembris anno 1702 Alexander Casalius Coccianus canonicus altarista

138

LETTERA DELLA CONGREGAZIONE DEL CONCILIO

AL VESCOVO L. RUZINI

(minuta)

Reverendissime domine uti frater

Reverendissimo signore e fratello

Postquam sacra Limina procu­ rator ab amplitudine tua constitu-

Dopo che il procuratore nomi­ nato dalla signoria tua ebbe visita­

(a) Canonicum S. Mariae de Urbe: frase cancellata.

101

.


---~----I

VISITE

AD LIMINA

tus visitaverat, perlecta fuit in sacra congregatione Conci/ii istius

to i sacri Limini, è stata esaminata in questa congregazione del Concilio la relazione sullo stato attuale di codesta Chiesa. In essa i reverendissimi padri avendo appre­ so che la diocesi era stata purifica­ ta dalla santa visita, che la residen­ za del seminario dei chierici era sta­ ta ampliata, che la riunione riguar­ dante i casi di coscienza aveva avu­ to luogo, che era stata istituita un'al­ tra congregazione di sacerdoti, che era stato fondato un sodalizio dei nobili sotto il patrocinio di S. Biagio, assieme a un secondo nella chiesa dei SS. Simeone e Giuda, che nei sermoni e nelle opere erano state espletate con sollecitudine le altre incombenze pastorali, hanno indirizzato debitamente alla signo­ ria tua le loro lodi per il vigilante zelo, desiderando che si capisse in una futura relazione che era stato celebrato anche il sinodo diocesano. I reverendissimi padri nel rispondere alle questioni sottopo­ ste nella detta relazione dalla signo­ ria tua circa i conventi dei regolari i cui religiosi escono senza il com­ pagno, ritengono che per l'avveni­ re debba intervenire severamente con i superiori degli ordini perché prendano i provvedimenti. Per quanto riguarda i tre mona­ steri delle monache soggetti ai

Ecclesiae hodierni status relatio, ex qua cum perceperint eminentis­ simi patres dioecesim sancta visi­

tatione lustratam'" seminarii cle­ ricorum habitationem ampliatam, congregationem casuum conscien­ tiae habitam, aliam sacerdotum congregationem institutam, soda­ litio nobilium virorum sub invoca­ tione divi Blasii et altero in ecclesia 55. Simeonis et ludae erecto, alia­ que pastoralia munia et opere et sermone sedulo adimpleta fuisse, atnplitudini tuae vigilantiam debitis laudibus prosequuti sunt, deside­ rantes in futura relatione intellige­ re dioecesanam quoque sinodum celebratam esse. Coeterum respondentes iidem eminentissimi patres ad ea, quae in dieta relatione proposuit ponde­ randa, quoad regularium viro rum coenobia quorum religiosi sine socio incedunt. censuerunt agen­ dum esse in futurum severius CUlli superioribus religionum ut provi­ deant'". Quoad tria sanctimonialium monasteria regularibus subiecta,

(a) licet 11011 perjectam quoad personalem canonicorum visitationem: frase cancellata. (b) amplitudo tua uri posse iure suo: frase cancellata.

102


I

RELAZIONE -

2

DICEMBRE

in quibus conciliaris dispositio non servatur circa clausurae ingressum, et colloquium cum monialibus, nec non examen confessariorum earum­ dem, rescribendum duxerunt eidem. quatenus hisce in rebus provideat prout de iure adformam sacri con­ cilii. Quoad capitulares utentes vaca­ tione trium mensium tempore autum­ nali cum praeiudicio servitii Ecclesiae, priusquam desuper ali­ quid statuant, eosdem capitulares audiendos esse putarunt. ac exhi­ bendam copiam asservati decreti sacrae Congregationis super huius­ modi vacatione antiquitus emanati. Quoad dilatam canonicorum personalem visitationem ad reco­ gnoscendam absurdam practicam ex quo praefati canonici per secre­ ta suffragia confirment singulis annis aedituos, et custodes contra antiquam consuetudinem confe­ rendi huiusmodi officia in titulum, hanc dilationem approbandam eidem iniungunt, quatenus hac in re provideanr" in eadem visitatione facienda. Quo denique ad facultatem con­ ferendi aliquos canonicatus, ob

1702

monaci regolari, nei quali non vie­ ne osservata la norma conciliare riguardante l'ingresso in clausura e i colloqui con le monache, e anche l'esame dei loro confessori, i reverendissimi padri hanno ritenu­ to conveniente riscrivere ciò che in questa materia risulta opportuno giuridicamente conforme allo spi­ rito del sacro concilio. Per quanto riguarda i (canonici) capitolari che usufruiscono della vacanza autunnale di tre mesi con danno nel servizio della chiesa, pri­ ma di prendere qualche decisione in merito, i reverendissimi padri hanno stimato di dover ascoltare i capitolari e di produrre copia del decreto in parola della sacra con­ gregazione, emanato anticamente circa tale specie di vacanza. Per quanto riguarda il rinvio della visi­ ta personale dei canonici, allo sco­ po di riconoscere l'assurdità della pratica in base alla quale i suddetti canonici con voto segreto confer­ mano di anno in anno i sacristi e i custodi contro l'antica consuetudine di assegnare tali mansioni come tito­ lo, i padri ingiungono che questo rinvio vada approvato nella misura in cui riesce utile per la questione in parola, mentre si fa tale visita. Per quanto riguarda la facoltà di assegnare alcuni canonicati, data la mancanza di benefici semplici, allo

(a) La lettura è incerta: anche "provideat ",

103


----------------VISITE AD LIMINA

defectum beneficiorum simplicium; clericos alliciendi gratia, censue­ runt supplicandum esse sanctissi­ mo domino nostro et adeundam Datariam Apostolicam. Tenet ergo amplitudo tua sacrae congregationis laudes, et senten­ tiam, nosque interim omnia pro­ spera eidem precamur a Domino.

scopo di attirare i chierici, i padri hanno stabilito che si devono rivol­ gere suppliche al santissimo signo­ re nostro e si debba ricorrere alla Dataria Apostolica. La tua signoria riceve le lodi dalla sacra congregazione e pren­ de atto delle sue decisioni e noi nel frattempo chiediamo nelle preghiere al Signore ogni prosperità per lei stessa.

Romae 24 martii 1703 Amplitudini tuae uti frater Bergomensi episcopo Gratis etiam quoadformam

Roma 24 marzo 1703 Alla signoria tua come fratello Al Vescovo di Bergamo Gratuitamente per la stesura della lettera.

104


------'-""-------------­ I

RELAZIONE -

2

DICEMBRE

1702

139 APPENDICE I PRESUNTA APPARIZIONE DELLA B. VERGINE MARIA AL

VESCOVO RUZINI

BCAM, Collezioni di autografi e notizie. Scrittori e personaggi diversi Bergamaschi,jaldone V, S-Z, f.110 Reverendissimo canonico Le spedisco il libro, di cui ella mi ha fatto ricerca, ma riterrei che nulla accenni di quanto desidera sapere. lo ho sentito che la nostra Madonna della cattedrale sia quella apparsa al vescovo Ruzini, il quale ha fatto eri­ gere l'altare che prima era dedicato a S. Lorenzo Giustiniani. Di questa apparizione al Ruzini ne parla la sua vita. Questo è quanto credo bene di accennarle, abbenché ne sarà ella forse in cognizione meglio di me. E frattanto riverendola ossequiosamente mi dichiaro di casa li 19 agosto 1851 di lei rev.mo monsignore Devotissimo umilissimo servo sacerdote Pietro Salvioni ' Al reverendissimo signore patrone colendissimo monsignor Giovanni Finazzi canonico teologo della cattedrale'?' I. Il canonico G.M. Finazzi sembrò dare non molto credito all'avvenimento. Sulla devo­ zione mariana di Ruzini. cf. T. CEVA, Vita..., p.68-71. Pietro Salvioni nacque a Bergamo nel 1805; ordinato sacerdote nel 1828 gli fu assegnata la parrocchia di S.Omobono, alla quale rinunciò per motivi di salute dopo alcuni anni. Fu rettore della casa del Paradiso, 1837, priore generale della confraternita della Dottrina Cristiana, 1838, amministratore del seminario, 1844, consigliere del tribunale ecclesiastico per le cau­ se matrimoniali 1860. Membro del Collegio Apostolico, 1843. fece parte del Capitolo come canonico onorario, 1858; morf nel 1874; ACVB. fascicoli parrocchiali S.Omobono; ibid., Liber ordinationum de temporibus autumnalibus 1812 usque ad annum 1839, (ms) ff.nn.; Stato del clero 1858, p.4; idem... 1874; I Preti del S. Cuore di Bergamo nel 50° della fondazione, Bergamo 1959, p. 253. 2. Sul canonico G.M. Finazzi, cf. relazione P.L. Speranza 1861. note n.19, 21.

105


----~--------I

VISITE AD LIMINA

ALEXANDER

CASALIVS

Vuiufque Sìgn.atune Referendarius.

CANONICVS2 El' ALTARISTA

I

SACROs.ANCTJt BASILIClI! VATICAN)!.

Lluftriffimus ~ lk RCUèrcndiffimu$ D.

#

.//ht~/

,·)~·~··ti~:~~·:t~4W;::~:~

•./5q~ft"~:;ì>Ac',',J - - ­

"mtauJt Iimina Sancro&na:t Principis Apo-; 'ntcm idem à N'abis obtinuic bacdie: ~ Mcn1i~. Anno ~ ~ , ~ ­

ftoIorum.Bafilic~, &:

't.9

192

106


I

RELAZIONE -

2

DICEMBRE

1702

Mente x fr /4 Anno i") Il .{ ~~ll1·mdJ&Ren.~D.D. AAt·~itg{u1'~·J1r A76~·~t~ J.)ic("2

ll!~Ju A,-ro~»:~a,,~yplS1U4l~~et~J.!l'z#

~~ 'rvì1itauh:~ilniria Apofiolomm in Sa. riarchaHBa.:lì1ica SanéUPauli V1:O ie~u;~de~~o>~lo infrafcripto Monachns 01'­ tU aen,di~ti Congregationis CaffinenflS nd~tn facio.

l'e

cra.t>.~

O•

.l"l'~l''' f:<~ }

193

L07


___------'_1.....­ RELAZIONE -

_

18 NOVEMBRE 1705

RELAZIONE - 18 novembre 1705 ASV, C. Concilii, Relationes Dioecesium, Bergomen., 123A, orig., ff.191r-206v La documentazione della visita ad Limina del 40° triennio è composta da un fascicolo di 16 fogli, con la numerazione d'archivio ff. 191-206 (mm. 20x30), che sostituisce la piii antica, ff. 1-14. Il testo della relazione è scritto su ff.12, disposti in tre fascicoli di 4 fogli ciascuno, ff.194r-205r. In calce al f.194r: Sacrae Conci/ii Congregationi: sono bianchi i ff.l92v, 193v, 205v, 206r. Il fascicolo è ben conservato. Come nella precedente relazione, anche in questa i fogli presentano un ampio margine bianco in alto, più ridotto in basso, nessuno ai due lati. La firma autografa del vescovo Ruzini conclude la relazione. Presentata per la scadenza del 40° triennio, essa è stata segnata per il 41 0. Ruzini inviò per l'occasione una lettera personale a papa Clemente XI, conservata in ASV, Lettere Vescovi... , 54, f.455r-v, qui pubblicata. Nel fascicolo si trovano due fogli non numerati con il rissunto in lingua latina della relazione e in margine con i giudizi elogiativi - laudans - già indi­ cati nel testo originale. Il vescovo delegò suo procuratore il sacerdote Federico Comaro, f.191r­ v, che presentò la relazione il 28 novembre 1705, f.206r, e visitò le basili­ che dei SS. Apostoli Pietro e Paolo il 2 dicembre, ff.l92r-193r. La congregazione del Concilio rispose al vescovo con una lettera con­ servata in ACVB, Atti relativi alle visite ad Limina, qui pubblicata. 140

Eminentissimi et reverendissimi domini, domini colendissimi

Eminentissimi e reverendissimi signori, signori onoratissimi

Secundam de concreditae mihi a Divina Bonitate per Apostolicae Sedis largitatem Bergomen. Eccle-

Prostratomi a venerare innanzi­ tutto le sacre ceneri dei Principi degli Apostoli e baciati con osse­ 109


--------'-'----------­ VISITE

AD LIMINA

quio i piedi del sommo pontefice regnante, secondo la costituzione del papa Sisto V di santa memoria, sottometto col dovuto rispetto a voi, eminentissimi padri, decoro e ba­ luardo della Chiesa, la seconda rela­ zione sullo stato della diocesi di Bergamo per il41 o triennio, affida­ tami dalla Divina Bontà tramite la benevolenza della Sede Apostolica. Dato che nessun cambiamento topografico è intervenuto rispetto alla relazione che stimai dovervi con tutto il rispetto presentare nel 1702, aggiungerò solo e quanto è degno di voi e quanto mi sono sfor­ zato di adempiere secondo il dove­ re vincolante del ministero di pasto­ re, per evitare che distogliendo la vostra attenzione dal governo e dal magistero della Chiesa a cui pre­ state la vostra opera, sembri dan­ neggiare il bene comune. Le eminenze vostre noteranno che non verrà celebrato il sinodo convocato il prossimo anno, ma benchè fosse stato indetto, come sarebbe stato possibile celebrarlo in questa pessima congiuntura di guerre e in situazioni difficilissime, in cui né i parroci si potevano con­ vocare dalle loro residenze né, tan­ to meno si dovevano privare le popolazioni della paterna presenza dei pastori, affinché non mancas­

siae statu, adoratis prius beatissi­ mis Principum apostolorum cine­ ribus, sanctissimi regnantis Ponti­ ficis pedibus reverenti osculo liba­ tis, relationem vobis, eminentissi­ mi patres magnum Ecclesiae decus, et praesidium, iuxta constitutionem sanctae memoriae Xisti papae V pro quadragesimo primo triennio, debita veneratione subiicio. De topographico eiusdem sta­ tu, cum nulla sit immutatio ab eo, quod humillime anno 1702 exhi­ bendum duxi. solum addam, et quod vobis dignum sit, et quod pastoralis muneris me debito obstringente, aut implevi, aut implere conatus sum, ne a quibus ad christianae reipu­ blicae lumen et columen navatis operam mentis applicationibus vos deflectendo, in publica commoda peccare videar: Deficere sinodalia comitia, quae venturo anno habebuntur, eminen­ tiae vestrae conspicient, sed quo­ modo celebrari poterant. licet indie­ ta, in hac pessima bellorum occa­ sione, summaque rerum difficulta­ te, in qua nedum parochi ex pro­ pria residentia evocari, ve rum etiam populi paterna pastorum praesentia privari nequibant, ne lugentibus viis Sion. deficerent ii, qui consolarentur eas ?I

l. Lam. lA. Perchè non mancassero per i piangenti nelle strade di Sion coloro che li con­ solassero. .

110


I

RELAZIONE -

18 NOVEMBRE 1705

sero per i piangenti nelle vie di Sion coloro che li consolassero? Dalla presenza protratta dell' e­ sercito tedesco in questi luoghi, che cosa non ha patito, colpita tre o quattro volte, soprattutto quella par­ te migliore di questa diocesi che è situata in pianura, e quali cose pio gravi non ha temuto il resto di essa? Con l'esercito sono infatti affluiti molti eretici che, furibondi di arroganza e spiranti scelleratez­ za, sono immediatamente dilagati in questa misera terra in preda a un'abominevole ferocia.

Ex Germani exercitus namque in hisce locis mora, quae non per­ tulit terque. quaterque afflicta. potior huius Dioecesis pars in pla­ nitie posita. quaeque eiusdem Dioecesis reliquum graviora non timuit? Cum enim exercùus multa hae­ reticorum copia afflueret, furentes ii audacia, scelusque anhelantes, detestabili in hanc profecto mise­ randam regionem immanitate bac­ chati sunt'.

La celebrazione del sinodo rimase per il vescovo un progetto incompiuto, sebbene fosse determinato a realizzarlo, come affermava anche nella lettera "Magna quidem vetustati habenda est ratio ..." 28 luglio 1707, scritta a proposito della devozione a sant' Alessandro. Egli ordinava che la sua festa fosse classificata di precetto, da cele­ brare secondo la norma pontificia in tutta la città e diocesi. riprornettendosi di inseri­ re il decreto nelle norme sinodali; ACVB. Lettere pastorali Libro n° 4; Sommario..., ff. 20-21. 2. Oltre quanto accennato nelle note della precedente relazione, nn. 3 e 76, nel 1703 le trup­ pe di Filippo d'Angiò. comandate dal duca Luigi Giuseppe de Vendòme, tentarono di superare l'Adige per congiungersi con le truppe del duca di Baviera, che contro l'Impero aveva invaso il Tirolo. L'operazione fallì. Gli austriaci bloccarono il passo ai franco-spa­ gnoli a Trento, infliggendo una dura sconfitta ai bavaresi nel Tirolo. Il Vcndòme ripiegò su Milano, per l'abbandono di Vittorio Amedeo n dell'alleato francese e la sua unione agli imperiali, con la promessa di ricevere il Monferrato, Alessandria, Valenza, Lomellina e Valsesia. li Vendiìme fu richiamato in Francia. Il principe Eugenio approfittò della situa­ zione e, liberata la Germania con la battaglia di Hochstadt il 14 agosto 1704, ridisce­ se in Italia in aiuto al duca di Savoia. minacciato dall'invasione francese della Savoia nel luglio dello stesso anno. La pianura bergomense fu percorsa dall'esercito del prin­ cipe Eugenio e da quello del duca di Vendiìme. La battaglia avvenuta il 16 agosto 1705 ebbe un esito incerto. Eugenio di Savoia raggiunse Torino dove sconfisse le truppe francesi, ritornò su Milano. presa il 23 settembre 1706 con la deposizione delle armi da parte dei franco-ispani, tranne il Castello. Al Piemonte veniva ceduta Valenza, Alessandria, Lomellina e Valsesia. Il Castello rimase assediato per sei mesi, abbando­ nato su ordine dato da Luigi XIV ai suoi soldati il 20 marzo 1707. Lo stato di Milano entrò a far parte della monarchia austriaca. Ruzini descrive nella relazione quegli avve­ nimenti drammatici per le popolazioni della pianura e di parte delle valli bergama­ sche. Egli inviò per l'occasione diversi rapporti e mantenne contatti epistolari con il prin­ cipe Eugenio di Savoia al fine di allontanare dal territorio bergomense la guerra: ASV. S.S. Venezia, 151, f. 213r-v, 7 aprile 1703, preparativi delle truppe francesi a Casalmaggiore per la guerra: ff. 469r-470r, 21 luglio, movimenti di truppe; ff. 6 IOr-6I l v, 12 settembre 1703. truppe francesi nel trentino con bombardamento su Trento; ff. 638r­

111


I

VISITE AD LIMINA

Ma mi sia consentito, eminen­ tissimi padri, di rievocare il dolore indicibile, ed esporre a voi gli avve­ nimenti dolorosissimi che io per­ sonalmente ho visto, sebbene, rac­ contando tali fatti, chi può tratte­ nere le lacrime? Gli eserciti qui non erano qua­ si ancor giunti, che dovunque risuonò lo strepito fragoroso delle armi, non tanto a causa dello squil­ lo delle trombe, quanto a causa del­ le scorrerie dei soldati e degli orro­ ri della guerra.

Sed liceat mihi eminentissimi patres infandum renovare dolorem', quaeque ipse miserrima vidi vobis' exhibere, licet quis talia fando a lacrimis temperet?' Poene nondum huc accesserant arma, et armorum fragor undique insonuit non tam tubarum clango­ re", quam militum excursionibus, et belli calamitatibus. Gelidus currit per omnium ossa timor;' truci vultu' pericula irrum-

639r. 22 settembre, truppe francesi a Desenzano sul Garda; ff. 697r-698r, ritiro delle trup­ pe dalle zone occupate; 152, f. 90r-v, 2 febbraio 1704, truppe alemanne in Piemonte e a Casale. La loro presenza in quei territori già nel 1690 era fonte di preoccupazione al papa, per la diffusione di eresie. Sulla necessità di contrastare fermamente gli errori. il nunzio a Venezia aveva inviato una circolare ai vescovi di Verona, Brescia. Bergamo e Crema, 24 ottobre 1690; 353, f. 40r-v; 153, f. 181r, 21 marzo 1705, invasione di Brescia; depredazioni del territorio; impossibilità per i chierici di andare a Bergamo o a Verona per le ordinazioni; ff. 379r-380r, 477r-478r, 553r-554v, 22 agosto, battaglia di Alba; ff. 570r-57Ir, truppe a Treviglio e a Caravaggio, cartina geografica con illustra­ ta la posizione delle truppe; f. 659r-v, 3 ottobre, il principe Eugenio di Savoia dispone la provvista di legname per l'esercito nel territorio bergamasco: fL716r-718r, 735r­ 737r, 763r-764r, il principe Eugenio muove le truppe sul territorio bergamasco e sul fiu­ me Serio; 149, ff. 816r- 8 17v, 22 ottobre, scorrerie di truppe tedesche nel bresciano e nel bergamasco. Dalla Dalmazia sono fatti venire 2.000 cavalli albanesi, 1.000 fanti e assoldati anche 2.000 svizzeri cattolici per la difesa delle popolazioni. Movimento del­ le truppe francesi tra Goito e Desenzano sul Garda. Diffusione di malattie tra i solda­ ti; ff. 883r-885r, 19 novembre, ff. 899r-900v, 26 novembre, ff. 921 r-922v, 3 dicem­ bre, ff. 934r-937v, lO dicembre, movimenti di truppe francesi e tedesche nei territori del bergamasco e del bresciano; cf. in Appendice II la rappresaglia su Gandosso; B. BELOT­ TI, Storia di Bergamo..., IV, p.246-252; D. SELLA-C. CAPRA, Il Ducato di Milano..., p. 18-20. 3.

VIRGILIO, Eneide, II. 3.

4.

Ibid., II. 5.

5.

Ibid., Il. 6-8.

6.

Ibid., Il. 313; Xl, 192.

7.

lbid., II. l20-l2!.

8.

ORAZIO, Epodon liber, 5.4.

112


---------------I

RELAZIONE -

18 NOVEMBRE 1705

Un terrore agghiacciante corre per le ossa di tutti, ci travolgono pericoli dal truce aspetto e mali innumerevoli, dei quali nulla di più grave potè capitare alla mia solle­ citudine pastorale. Saccheggiano le campagne, devastano i possedimenti, rapina­ no i beni, depredano le chiese, asportano vasi sacri, disperdono le reliquie dei martiri, trattano (cosa orribile a dirsi) in modo oltraggio­ so ed empio l'augustissimo Sacra­ mento dell'Eucarestia. Ovunque lutti, pianti, gemiti, lamenti. Per conservare inviolato il fio­ re della pudicizia, fuggono dalla campagna in città innocenti fan­ ciulle, pallide di paura. alcune sen­ za vesti, coperte col solo velo del pudore. Le madri desolate abbandona­ no le case paterne, null'altro por­ tando che teneri infanti poppanti. I cittadini abbandonano le pro­ prie abitazioni, ben provviste di suppellettili, alla sfrenatezza dei militari. Portano via, poveri di tutte le cose che possiedono, un bagaglio raccattato, e non si mostra riguar­ do né all'età, né al sesso né alla con­ dizione.

punt, ac mala, quorum non est numerus irruunt, et quibus pasto­ rali meae sollicitudini nihil mole­ stius contingere potuit. Depopulantur agros. Praedia vastant. Bona diripiunt. Sanctuaria depeculantur. Vasa sacra asportant. Martirum cineres disperdunt. Augustissimum Eucharistiae Sacra­ mentum (horribile dictu]" impie iniurioseque tractant, luctus ubi­ que, planctus, suspiria, querelae. Pallidae fugiunt ex agro ad civi­ tatem, ut florem pudicitiae illiba­ tum servent puellae innocentes, et aliquae vestibus denudatae, solo pudoris velo indutae. Tecta patema, nihil aliudferen­ tes, quam tenellos ad ubera infan­ tes, squallidae matres deserunt. Proprias aedes suppellectilibus copiosas militari licentiae exposi­ tas cives relinquunt. Omnium, quae possident, collectam sarcinam pau­ peres asportant, et aetati, vel sexui, aut conditioni non parcitut; ipsique sacri ministri, qui non aliis armis, quam precibus se opponunt, indi­ gne caeduntur, et templa ipsa ex orationum domibus, speluncas'"

9.

FLORO, Epitome, L XI, 16, 12 (30,3).

IO. Mc. 11.17.

113


I

VISITE

AD LIMINA

latronumfacta deplorari cogunt". Gli stessi ministri sacri, che si oppongono con la sola arma della Tantam divinae iustitiae vindic­ preghiera, vengono indegnamente tam non ovium, sed pastoris solae percossi, e gli stessi ternpli, dive­ culpae moerebantur; et utinam poe­ nas solus ipse darem sine tot, de nuti da case di preghiera spelonche di ladri, costringono al pianto. quibus horret animus recordari Meritavano una sì grande ven­ innocentium vexationibus. Hoc in rerum articulo, in quo detta della Giustizia Divina solo le colpe del pastore, non quelle delle mundus totus in maligno positus", et intestinis bellorum furiis exagi­ pecore, e voglia il cielo che io solo sopporti le pene, senza quelle ves­ tatus pacem, quam in se non habet dare non potest", ut malis occurre­ sazioni tanto numerose degli inno­ centi il cui ricordo mi inorridisce. rem, opem ex alto, in quo pax exu­ E in questa situazione, nella perans(sic) omnem sensum adest, quale il mondo intero posto nel implorandam. enixeque promoven­ maligno, e scosso dai furori inte­ dae populorum ad poenitentiam, et stini delle guerre non può donare pietatem conversioni, instandum la pace non possedendola in sé stes­ so, io per lenire i mali, mi sono pro­ posto d'implorare l'aiuto dall'alto in cui si trova la pace che supera ogni sentimento, e d'impegnarmi con ogni sforzo nel promuovere la conversione del popolo alla peni­ tenza e alla pietà.

Il. Su alcuni particolari di queste vicende. cf. B. BELOTTL Storia di Bergamo... , IV. 246­ 252. 12. l Gv. 5.19. Noi sappiamo che siamo da Dio. mentre tutto il mondo giace sotto il pote­ re del maligno. 13. "Deus a qua sancta desideria recta consilia et iusta sunt opera. Da servis tuis il/am quam mundus dare non potest pacem ut et corda nostra mandatis tuis dedita et hostium sublata formidine tempora sint tua protectione tranquilla; Liber Sacramentorum Augustodunensis. cura O. HEMING, o.s.b., editus. Brepols Turnholti 1984, rubrica 1788 p. 220. Da veram pacem cordis, quam mundus dare non potest, da Spiritum Paraclitum quem mundus non videt neque cognoscit .. Veni, Domine lesu, et mansionem apud me facere digneris. ut tu in me et ego in te pariter in unum habitemus"; TOM­ MASO da Kempis, De vita et beneficiis Salvatoris lesu Christi meditationes, in Orationes et meditationes de vita Christi, cura et studio M.l. POHL, Friburgi Br. Herder 1902, p. 53.

114


I

RELAZIONE -

18 NOVEMBRE 1705

proposui; nam Deus dedit metuen­ tibus se significationem, utfugiant peccatores a facie arcus", et intel­ ligant arcum ipsum conteri. et arma confringi, si in omnibus ad chri­ stianae legis normam vivatur. Summum tamen animi mei moero­ rem, oh quanta recreavit consola­ tio, oves mihi creditas respiciendo, quae poenitentiae disciplina apprehensa, turgidis planctu ocu­ lis rogabant, ut supplices illas non aspernaretur Dominus. In cathedrali namque per tres dies solemniter exposito Sanctis­ simo Sacramento, cuius exemplo cunctas uniformari mandavi civi­ tatis, et agri parochias, a clero, et populo congregatis, piae effusae sunt preces, ad hoc. ut eriperet nos Deus de tribulatione..flagellumque non appropinquaret tabernaculis Dei et nostris. Sacra, quae coluntur in eadem cathedrali divorum Bergomensium deposita publicae fidelium venera­ tioni expositafuere, populique, qui salutari eorum praesidio non semel gravissimis in periculis experti sunt tutelam, speciales sibi hisce in aegestatibus asci vere intercesso-

Dio infatti a quanti lo temono ha dato un segnale, perché i peccatori fuggano alla vista dell'arco punta­ to, e comprendano che l'arco stes­ so vien spezzato e le armi frantu­ mate, se in tutte le cose si conduce la vita secondo la regola cristiana. Il mio spirito addoloratissimo oh! da quanta consolazione è stato rianimato, nel vedere le pecore affi­ datemi che, presa la disciplina del­ la penitenza, pregavano con occhi gonfi di lacrime perché Dio non disprezzasse le loro supplici implo­ razioni! Esposto solennemente per tre giorni nella cattedrale il S.mo Sacramento, ordinai a tutte le par­ rocchie della città e del territorio di uniformarsi a tale esempio e sono state innalzate pie preghiere dal cle­ ro e popolo riuniti insieme perché Dio ci salvasse dalla tribolazione e il flagello non si avvicinasse ai tabernacoli di Dio e nostri. Vennero esposte alla pubblica venerazione dei fedeli le sacre reli­ quie dei santi Bergomensi custodi­ te nella cattedrale e le popolazioni, di cui più di una volta in gravissimi pericoli hanno sperimentato la tute­ la del loro patrocinio salutare, in queste calamità li hanno presi per speciali intercessori. Ma la maggior fiducia da parte

14. Sal. 60.6. Hai dato un segnale ai tuoi fedeli perchè fuggissero lontano dagli archi. Sal. 46.1. Spezza l'arco e rompe 'la lancia, gli scudi brucia nel fuoco.

115


I

VISITE AD LIMINA

resi.'; sed potior in Beatissimae Virginis de Pietate patrocinio, cuius altare in eodem tempio erexi, cune­ torum posita fuit fiducia. At ne oratio fieret in peccatis", indulgentia plenaria omnibus per sacramentum Poenitentiae sordi­ bus prius expiatis, sacram Sinaxim in parochialibus ecclesiis sumenti­ bus concessa fuit a summa optime regnantis Pontificis clementia, paterna, qua assolet, hos populos commiserantis charitate, et fere omnes in agro parochis ministran­ tibus, me vero in cathedrali, pleri­ que sacro Angelorum Pane refecti fuerunt. Septem itidem ecclesiarum, bis in anno cum indulgentia visitanda­ rum, eadem Christi vicarii beni­ gnitate specialiter donatum privi­ legium publicari, et tipis dari iussi".

di tutti è stata posta nel patrocinio della Beata Vergine della Pietà, del­ la quale ho eretto nella cattedrale stessa un altare. Per evitare che queste popola­ zioni pregassero in stato di peccato, il sommo pontefice felicemente regnante, animato. come è solito, da compassionevole carità, elargì l'indulgenza plenaria a quanti, puri­ ficati dalle colpe col sacramento della Penitenza, si comunicavano nelle chiese parrocchiali, e quasi tutti furono rifocillati col sacro Pane degli Angeli amministrato dai par­ roci in campagna, molti da me in cattedrale. Ordinai che fosse reso pubblico e stampato il privilegio delle sette chiese da visitare due volte l'anno con l'indulgenza annessa, donato per grazia speciale dalla benignità del vicario di Cristo.

15. Il consiglio cittadino aveva deliberato per l'esposizione delle reliquie dei santi Fermo e Rustico il 7 giugno 1702 e il 21 agosto 1704, il 3 settembre 1705 per la celebrazio­ ne in S. Maria Maggiore di un solenne ufficio a suffragio delle anime del Purgatorio, e l'esposizione in duomo di tutte le reliquie dei santi. con una messa perché "si ritrova il nostro territorio senza riparo da qualche tempo in qua esposto alle ricorrenti scorre­ rie delle truppe straniere"; ACVB, Arch. Cap., 615, Sommario delle indulgenze perpetue concesse alla veneranda confraternita del S.mo Sacramento eretta nel duomo di Bergamo et a tutti gli altri fedeli della medesima città e diocesi, 18 marzo 1610, (rns), ff. 289v. ff. 202r-203v. 16. Sal. 108.7. 17. Con lettera "Non sanno essere piu infelici de' tempi correnti le contingenze. mentre smarrito il bel sereno della pace. vedesi funestato il mondo cristiano dalle belliche straggi..." 2 luglio 1705, Ruzini aveva prescritto alcune pubbliche devozioni per allon­ tanare la guerra. Egli in quell'occasione aveva pubblicato, con opportune istruzioni, un breve speciale del papa col privilegio "sublime e decoroso delle sette chiese (di Bergamo), che se non ha tutta "estensione di Roma, è nondimeno colla stessa partici­ pazione delle indulgenze"; ACVB, Lettere pastorali Libro n04; Sommario ... , f. 14; A. G. GALLARATI, Vita..., p. 114.'

116


----~-------I

RELAZIONE -

18 NOVEMBRE 1705

Alla visita di esse tra coloro che io personalmente precedevo, nes­ suno o pochi hanno mancato di visi­ tarle; non saprei dire se ciò sia avvenuto a causa del maggiore con­ corso dei partecipanti alle proces­ sioni o dell'esempio di pietà dato da coloro in cui durante il cammino, era visibile solo la contrizione; alla vista di tale spettacolo degno in verità degli angeli, anche i cuori più rigidi e pietrificati mitigavano la loro durezza. Ho continuato le altre opere di devozione, le preghiere indette sen­ za interruzione, gli esercizi spiri­ tuali, i sermoni di circostanza, le processioni pubbliche, due delle quali da me effettuate col Capitolo, il suono delle campane per sette giorni, ho sempre inviato lettere cir­ colari ai parroci, perché nella secon­ da ora della notte recitassero i set­ te saluti angelici alla Vergine della Pietà, in modo che sopportassero con forza l'onere del loro compito pastorale e rimanessero ben saldi, forti nella spada dello Spirito Santo, nella testimonianza di Dio, e altre

Ipsarum visitationi nulli, vel pauci, quos ipse praeivi, defecere, maiori nescirem convenientium ad processiones concursu, an pietatis exemplo, ex quibus sola contritio in viis earum cognoscebatur, rigi­ dioribus, saxeisque cordibus, ex tali spectaculo angelis equidem digno duritiem conterentibus. Alia pietatis opera, orationes sine intermissione indictas". exer­ citationes spirituales. sermones opportunos, publicas processiones, quarum duas cum Capitulo prose­ quutus sum, campanarum per sep­ tem dies pulsationem. secunda noc­ tis hora ad septem angelicas salu­ tationes Yirgini de Pietate recitan­ das litteras circulares parochis", ut pastoris munus hoc tribulationis temporefortiter sustinereru, et gla­ dio Spiritus Sancti pro testamento

18. Atti. 12.S. Ruzini con lettera "Nelle presenti congiunture..." 14 luglio l70S, aveva rivolto ai fedeli inviti pressanti alla preghiera per ringraziare Dio di aver scampato la diocesi dalla guerra; ACVB, Lettere pastorali Libro n° 4; Sommario..., f. 14. 19. Con lettera "In supremo ilio aeternae curiae ... " 11 novembre 170S, il vescovo esortò i fedeli alla devozione mariana, sotto la cui protezione egli aveva messo il suo ministero episcopale. Inoltre informava di aver dedicato alla Madonna della Pietà un altare in duomo. ornato con la sua statua, ottenendo dal papa l'ufficiatura del patrocinio di Maria Vergine per la domenica antecedente il tempo d'avvento; ibid.; Sommario.... f. IS; T. CEVA, Vita... , p. 68-70.

117


~----------'

I

VISITE AD LIMINA

lettere consolatorie alle comunità, affinché ricordassero che Dio nel­ l'attesa del loro pentimento è paziente e misericordioso, vuole la conversione e la vita, non la morte del peccatore, e ometto qui altre ini­ ziative del genere. È stato mio dovere prendermi cura dei poveri e degli indigenti, coprire anzi la nudità di Gesù Cristo, spogliato nelle sue chiese e nei suoi altari. col suo patrimonio, coi frutti cioè di questa mensa episcopale, in buona parte devastata e impoverita dalle rapine dei soldati. Mi addossai le necessità di tutti, e con la carità che si conviene ad un pastore ed a un padre, nei templi ho reintegrato i calici e le pissidi, i vasi sacri e le suppellettili, soccor­ rendo nel miglior modo possibile i poveri, aumentati in modo mise­ rando. Non mi è lecito tuttavia privare di una giusta lode sia le monache per l'abbondanza di paramenti sacri, sia i Bergomensi di città e del ter­ ritorio, da alcuni dei quali ho rice­ vuto laute elemosine, preceduti in questo nella munificenza dal­

Dei viriliter starent"; easdem ad populos consolatorias, ut memora­ rentur Dei solius expectantis illos longanimi miseratione ad poeni­ tentiam, volentisque conversionem, et vitam, non mortem peccatoris", aliaque id generis omitto. Super aegenos, et pauperes intelligere mihi opus fuit"; quin immo Iesu Christi in suis ecclesiis, et altaribus spoliati nuditatem, eius­ dem patrimonio tegere, nempe de fructibus huius mensae episcopo­ lis, bona tamen in parte militum rapinis vastatae, et exhaustae. Cunctorum necessitates in me suscepi, et qua decebat pastorem, et patrem charitate calices, pixides, vasa sacra. et suppellectilia tem­ plis restitui, et pauperibus mise­ randum in modum adauctis, quan­ to melius fieri potuit, subveni. Debita tamen non mihi licet fraudare laude, cum moniales ex quibus indumento rum sacrorum copiam, tum urbanos, et forenses populos, ex quorum nonnullis pin­ gues obtinui eleemosinas, quibus exemplo praecessit munificentia eminentissimi, et reverendissimi

20. Efes. 6.17. Prendete altresì l'elmo della salvezza e la spada dello Spirito. cioè la paro­ ladi Dio. Ruzini istituì per il clero la novena dello Spirito Santo, celebrata nella chiesina ricavata sotto il presbiterio del duomo; ne dava l'avviso e l'invito a intervenire alla funzione con lettera "Si darà principio venerdì quattordici..." 6 maggio 1706; ACVB. Lettere pastorali Libro n" 4; Sommario.... f. 16; A.G. GALLARATl, Vita.... p.113. 2i. Mc. 2.17. lo non sono venuto a chiamare i giusti ma i peccatori. 22. Sembra richiamare Is. 58. 6-8; Lc. 3. 18-19.

118


--------'-'---------­ I

RELAZIONE -

18 NOVEMBRE 1705

l'em.mo e rev.mo sg. card. Collo­ redo, che gode in questa città la pre­ posi tura della Magione. Affinché il territorio non fosse saccheggiato dalle frequenti. per non dire continue, scorrerie dei sol­ dati infetti da peste eretica, né venisse danneggiata da questo mor­ bo maligno serpeggiante in diocesi la salvezza delle anime, oppure divisa la tunica inconsutile di Cristo, ho vigilato e pregato con trepidazione e ho esortato i parroci delle località che maggiormente gemono ora sotto il fragore inces­ sante delle armi, perché con la for­ tezza richiesta per difendere la cau­ sa di Cristo e della Chiesa, fossero guardie attente per custodire la vigna che il Signore ha piantato col suo sangue. Grazie al Dio Altissimo, la figlia di Sion non ha perso bellezza e decoro e la fede cattolica è rimasta integra. Esiste tuttavia il timore di qual­ che corruzione dei costumi, che si può introdurre per il cattivo esem­ pio della dissolutezza soldatesca. Hanno contribuito assai a stimo­

domini cardinalis Colloredi, in hac dioecesi praeposituram Mansionis nuncupatam possidentis. Frequentibus vero, ne dicam, assiduis cum militum excursioni­ bus haeretica peste laborantium regio diriperetur, ne ex hac pessi­ ma malorum lue per dioecesim ser­ pente, aut animarum saluti perni­ cies afferetur. aut inconsutilis Christi tunica scinderetur", diu, noctuque trepidans vigilavi, et ora­ vi, parochosque locorum, praeser­ tim sub incessanti armorum strepi­ tu magis gementium, quibus decet, et fortitudine ad causam Christi, et Ecclesiae tuendam excitavi, ut vigi­ les essent, et quasi excubias age­ rent, custodientes vineam, quam plantavit Dominus sanguine suo". Gratias autem Altissimo, pul­ chritudinem; et decorem non amisit filia Sion, illibataque fides catho­ lica remansit": De morum tamen aliqua cor­ ruptione timendum, quod malum militaris licentiae exemplum invehere soleto Caeterum multum profuit exci-

23. Gv. 19,23, 24. 4 Reg, 11.7.; Le. 20.9. 25, Il riferimento in positivo a Lamentazioni 1.6 sembra evidente: dalla figlia di Sion si è ritirato tutto lo splendore. Ruzini esortò i parroci a interessarsi se i loro fedeli avessero ricevuto libri contrari alla fede e alla Chiesa cattolica dai soldati scesi dal nord Europa, cf. lettera "Con som­ mo nostro spiacere ci vien riferito... ", 13 dicembre 1706; ACVB, Lettere pastorali Libro n° 4; Sommario... , f. 17.

] 19


-------'-------------~

I

VISITE AD LIMINA

tandae huic populi pietati, nedum experta incommoda belli, verum etiam eiusdem instantis facies, peri­ culorumque timor, nam retroactis annis, ut anna extera arcerent, nul­ lafuit quasi artium societas in urbe, nulla in agris villula, quae ingen­ ti, et sine iactantia dicam, [idem exsuperante sacrorum numero, Purgatorii animabus suffragata non sit, omittendo alia, quae me hor­ tante, vel praecipiente peracta sunto Respirare nunc animique metu relevari populi coeperunt, sed agi­ tatio non est intermissa, et gaudium ex discessu exercitus conceptum, timor novae irruptionis cum non longe absint arma, funestato Sed pie sperandum, Deum, qui cum irascitur; misericordiae recor­ datu12 6, in mediis bello rum nubibus arcum suum pacis positurum". Parcant igitur eminentiae ves trae, si mei et huius dioecesis iustos exhibendo dolores vestra

lare la pietà di questo popolo non solo i disagi sofferti della guerra, ma in verità anche solo il suo apparire e il timore delle sue minacce. Negli anni passati, infatti, per allontanare gli eserciti stranieri, quasi nessuna corporazione vi fu in città, e nessun paesello nel territo­ rio, che non abbia suffragato con incrollabile fede le anime del Purgatorio con un ingente numero, lo affermo senza esagerazione, di cerimonie sacre, per non parlare di altri riti sacri da me raccomandati o ordinati. Le popolazioni hanno comin­ ciato ora a respirare e gli animi a riprendersi dal timore, ma l'ap­ prensione non è cessata, e la gioia per la partenza dell'esercito stan­ ziato nelle vicinanze viene offuscata dalla paura di una nuova incursione. Ma si deve giustamente spera­ re in Dio, che nella sua ira non dimentica la misericordia e metterà tra le nubi della guerra il suo arco della pace. Vogliano pertanto le vostre emi­ nenze perdonare, se vi ho trattenu­ to nella descrizione delle vere sof­ ferenze mie e di questa diocesi. Ho infatti presentato in esse il rendi­

26. Sal. 105.40,45. L'ira del Signore si accese contro il suo popolo, si ricordò della sua alleanza con loro, si mosse a pietà per il suo grande amore. Abacuc, 3, 2, Javhé, ho udito la tua notizia. ho visto, lavhé, il tuo operato. Nel corso degli anni fallo conoscere. Anche nell'ira ricordati della tua misericordia. 27. Gn. 9.13.; Le. 16.2.

120


---'-'"---------­ I

RELAZIONE -

18 NOVEMBRE 1705

tempora moratus sum; in his enim pastoralis meae villicationis ratio­ nem detuli. A cathedrali nunc utpote prin­ cipe loco exordium duca m, quae sacrae suppellectilis vi, et pretio, missarum, ac ministrorum numero, et reliquis ornamentis nitens, pau­ cis fortasse cathedralibus cesserit. Praeter sex sacerdotes custodes vocatos, duos sacrae aedis tutores, qui tertio minorem distributionum partem lucrantur; octo capellanos titulatos, octo mercede conductos, canonici quadraginta quatuor in triplicem presbiterorum, diacono­ rum et subdiaconorum classem, in qua tres dignitates, archidiaconus, praepositus, et archipresbiter distincti subsellia chori implent praeter episcopalis seminarii cle­ ricos postmodum memorandos. In hoc itaque frequentissimo canonicorum coetu, non desunt viri, vel moribus, vel doctrina. vel utro­ que decore conspiciendi; utinam omnes, et ii praesertim, quos coa­ diutores appellant, quosque caro et sanguis in eum ordinem adscivit. Unde propositum est mihi litte­ raturam maiorem, et quandoque disciplinam in ipsis desideranti in concedendis ad huiusmodi coadiu­ torias testimonialibus difficiliorem me praebere, /icet nonnulli ex iis, quos ipse approbavi, nihil deside­ randum relinquant. Obsequium debitae servitutis,

conto della mia amministrazione pastorale. Inizierò ora la relazione dalla cattedrale come il luogo più insi­ gne, che risplendente per abbon­ danza e pregio della sacra suppel­ lettile, per numero di messe e di ministri e di ornamenti vari, a poche altre cattedrali è forse inferiore. Oltre i sei sacerdoti detti custo­ di, due guardiani del tempio, che ricevono una parte minore di un ter­ zo delle retribuzioni, otto cappella­ ni titolati, otto impegnati su paga­ mento, occupano gli stalli del coro 44 canonici, nelle classi di presbi­ teri, diaconi e suddiaconi, con le tre dignità, l'arcidiacono, il preposto e l'arciprete, oltre i chierici del semi­ nario vescovile, di cui parlerò in seguito. In questa schiera numerosissi­ ma di canonici, non mancano uomi­ ni degni di ammirazione per con­ dotta di vita, di dottrina o per entrambe le qualità: volesse il cie­ lo che tutti così fossero, e special­ mente quelli chiamati coadiutori, cooptati in quella categoria da vin­ coli di parentela. Perciò ho deciso di essere più severo concedendo le lettere testi­ moniali per le coadiutorie, nel richiedere da loro un'istruzione maggiore e in qualche caso anche una condotta disciplinata, sebbene in alcuni di loro, che personalmen­ te ho approvato, nessuna lacuna si 121


-------- - - - - - - - '

I

VISITE AD LiMINA

sive in divina psalmodia, sive in tre­ mendo sacrificio Missae, maiesta­ te, et decore, quibus Dominus postulat honorari, exactius quam antea cum corporis, tum animi, externa internaque compositione, me chorum frequentante laudabili­ ter praestatur; eaque omnia implenda curavi, quae latissime sanctitas sua dignata est iubere in literis circularibus diei 16 martii 170328• In hac ecclesiastica hierarchia desideratur ordo inter canonicos, et capellanos medius praescriptus a concilio Provinciali Mediolanensi nostro primo, parte 2 tii. De Ministr: Ecclesiae d. Mansionarii, quique in tota hac Provincia, et Veneta ditione extat mansionario­ rum scilicet, sacra maiora feriali­ bus diebus peragentium. Hunc ordi­ nem vel institui, vel restitui, aliqui canonici aliarum classium, omnes vero ex sacerdotali classe enixe cupiunt, hique prebendalium fruc­ tuum, et in horum defectu suarum distributionum parte conferenda, tres mansionarias erigi instant, qui­ bus duae aliae accedent beneficia-

possa trovare. Assistendo io stesso in coro, l'ossequio del dovuto ser­ vizio sia nella divina salmodia sia nell' ineffabile sacrificio della mes­ sa viene lodevolmente prestato con maggior devozione di prima, con il comportamento esterno e il racco­ glimento interno, e ho provveduto a far adempiere tutte le prescrizioni che sua santità si è degnata ordina­ re con la lettera circolare del giorno 16 marzo 1703. In questa gerarchia ecclesiastica manca l'ordine intermedio tra i canonici e i cappellani, prescritto dal concilio Provinciale Mediola­ nense l, parte 2, tit.De Ministris, Ecc/esiae d. Mansionarii, e stabi­ lito in tutta questa provincia e nel dominio veneto, cioè quello dei mansionari che nei giorni feriali celebrano i riti maggiori. Alcuni canonici delle altre clas­ si e in verità tutti quelli della classe sacerdotale desiderano fortemente che quell'ordine sia istituito o ripri­ stinato. Costoro premono che sia­ no erette tre mansionarie coi frutti delle prebende e, mancando tali frutti, con la donazione di parte del­ le loro distribuzioni, cui si aggiun­ gono due altre cappellanie benefi­ ciali, ed un' altra cappellania che non può essere assegnata nella cattedra­

28. Ruzini nella visita pastorale del 1703 trattò in alcune prediche, come a Zanica e a Urgnano, il tema della lettera circolare emanata il 16 marzo 1703 da Clemente XI per tutti i vescovi ordinari d'Italia, sulla salvaguardia della disciplina ecclesiastica, la vita cristiana. l'insegnamento della dottrina cristiana: ACVB, Visita Ruzini. 77 (1703), r. 6v,9v.

122


--~--"'---------------i I

RELAZIONE -

18 NOVEMBRE 1705

le stessa; esse per statuto hanno il compito di sopportare questo peso ogniqualvolta viene istituito l'ordi­ ne dei mansionari. Tra l'altro vi è questo impedi­ mento: data la grandissima diffi­ coltà di erigere titoli in questo dominio, essi tentano di fondare con titolo di non collazione queste mansionarie che hanno l'obbligo della residenza solo nei giorni festi­ vi, così come intendono dimostrare da antichi documenti autentici d'ar­ chivio che esistevano una volta tito­ li di non collazione. Avrei lo spirito ricolmo della massima gioia e questa residenza sarebbe completa in tutti i suoi ele­ menti, se alle processioni celebrate durante l'anno partecipasse un mag­ gior numero di canonici e se fosse­ ro presenti in coro agli uffici della Beata Vergine e dei defunti, non­ chè alle messe e alle altre solennità quando capita che si devono cele­ brare, oltre quella conventuale che coincide con l'officio. Queste situazioni penso che pro­ vengano da una certa consuetudi­ ne, grazie alla quale chi ha soddi­ sfatto nel corso dell'anno alle rego­ le prescritte delle ore notturne e diurne con la predetta messa con­ ventuale, percepisce intere le distri­ buzioni, pur non partecipando fuo­ ri dai tempi privilegiati alle pro­ cessioni suindicate, agli offici e alle messe.

les capellaniae, aliaque non colla­ tiva in eadem cathedrali, quae ex sua institutione habent, ut id one­ ris subeant, quandocumque man­ sionariorum ordo instituatur: Praeter alia hoc remoratur, quod ob maximam in hac ditione erigendo rum titulorum difficulta­ tem, has mansionarias, quibus onus ut supra incumbat cum obligatio­ ne residentiae tantum festis diebus, titulo non collativo erigere moliun­ tur, ut olim etiam non collativas extitisse ex antiquis authenticis tabulis probare intendunt. Maxima tamen laetitia afficerer; omnibusque esset haec residentia numeris absoluta si processionibus. quae per annum peraguntur; maior canonicorum numerus adesset, ac si officiis Beatissimae virginis, et defunctorum, missisque, aliisque solemnibus, quando ultra conven­ tualem cum officio concordantem celebrandae occurrunt, in choro interessent. Quae omnia provenire cense o ex quadam consuetudine, cuius vi, qui praescriptum diurnarum, noc­ turnarumque horarum cursum annuum choralem cum praedicta conventuali perfecerunt, integras lucrantur distributiones etiamsi a praedictis processionibus officiis et missis extra privilegiata tempora abfuerint.

123


-------------------VISITE

AD LIMINA

Più vicini a chi nel tempio mag­ Proximiores divina pensa in maiori templo persolventibus semi­ giore celebra i divini uffici, vengo­ narienses clerici accedunt, novelli no i chierici, come primizie di fio­ veluti flores, qui erudiuntur in fruc­ ri nuovi, istruiti per portare in segui­ tus ad salutem populis aliquando to i frutti della salvezza ai popoli. l 125 chierici, raggiungendo un praeferendam. numero incredibile dalla fondazio­ Decenti habitu talari, clericali ne a oggi, sotto la paterna benevo­ tonsura, et veste superiore rubri coloris incedunt centum et viginti lenza di Dio procedono con deco­ roso abito tal are, la tonsura cleri­ numerum implentes a fundatione usque ad presentia tempora, Dei cale, la veste di colore rosso. Mi spiace che il seminario in cui miseratione dirigente inauditum. vivono, retto da ottime leggi ispi­ Seminarium, in quo aluntur; licet rate al concilio Tridentino, sorge ad formam sacri concilii Tridentini nella parte più fredda della città che optimis legibus temperatum; in rigi­ guarda a settentrione. Volesse il cie­ diore tamen urbis parte plagam borealem respiciente, positum esse lo che fosse fornito di proventi per essere ampliato, e posto in un luo­ doleo; atque utinam eos proventus haberet, ut in amplamformam exci­ go dove si guardasse il cielo in modo più salubre, dove l'aria più tari, eoque in loco poni, ubi salu­ brius respiceret coelum, ubique cle­ mite danneggerebbe di meno la salute dei maestri e degli alunni, mentior aer magistrorum, alumno­ come quasi ogni anno avviene. rumque salutem minus vexaret, ut quotannis fere accidit. Ho avuto nel cuore e davanti Teneram hanc, ut ita dicam agli occhi prima di tutti sin dall' ini­ zio del mio officio e poi in segui­ plantationem in Hiericho", prae cunctis in mei regiminis exordio, ac to, questa tenera piantagione, per così dire, in Gerico, per la quale progressu prae oculis, et in corde habui, amplioribus aedibus emptis, molto mi sono prodigato con l'ac­ quisto di residenze più ampie, e in quo multum desudavi, et nunc quoque loci salubritati, amplitudi­ attualmente pure si pensa a una ni. et elegantiae maiori, per novam nuova fabbrica, in luogo salubre, ampio e spazioso, più elegante. [abricam consulitur:

29. Sic et beata Dei genetrix, cuius candor virginitatis acsi plantatio rosae in Iericho spe­ cialius refulsit, circumdata officio caritatis splendidius enituit": PASCHASIUS RAD­ BERTUS, De Assumptione sanctae Mariae virginis. cura et studio A. RIPBERGER. in CCCM. 56c, BrepoIs Turnholti 1985, p. 152.92.

124


-------'-""-----------­ I

RELAZIONE -

18 NOVEMBRE 1705

Praeter latinam, graecamque linguam. quae tantum aderant, phi­ losophiam, theologiam speculati­ vam, et moralem invexi, alumnosque sub optimi, semperque laudandi ree­ toris gubernio, piissimi congrega­ tionis spiritualispraefecti directione, ac praeceptorum doctrina, et vitae integritate praestantium opera sem­ perfovere non desino. Recte sic institutos, mihi coa­ diutoresfore tempore opportuno ad regnantium vitiorum catervas debellandas, suavissima spes me allicit. Ad clerum nunc devenio. Sacerdotum Bergomen. castigati in universum mores, exteriorque cultus ad honestatis speciem com­ positus, iliorum praesertim, quibus regendarum animarum onus incum­ bit, quorumque ordo mihi proba­ tissimus est. Non pauci ex iis humanioribus literis. et severioribus disciplinis impense imbuti; plerique tamen eam scientiam egregie teneni, quae ad christianam vitam, et conscien­ tiam moderandam pertinet, si ple­ rosque ex iis exceperim. qui ex alie­ nis dioecesibus sacrorum copia alli­ ciente, huc gregatim ajJluunt, et ali­ quos nostrates senio praesertim laborantes, vel otio torpentes, ve! ignorantia contemptibiles, qui tan­ tofastigio impares, negotiis saecu­ laribus se immiscendo, laicorum contuberniafrequentando, ac pecu-

Oltre la lingua latina e greca, le uniche insegnate, ho introdotto la filosofia, la teologia speculativa e la morale. Non tralascio di esortare sempre gli allievi, affidati al gover­ no di un rettore ottimo e sempre da lodare, sotto la direzione di un piis­ simo prefetto della congregazione spirituale, istruiti da maestri garan­ titi per dottrina e integrità di vita. Mi arride la soavissima speran­ za che essi, così rettamente forma­ ti, a suo tempo saranno miei colla­ boratori, per debellare il grande numero di vizi diffusi. Giungo ora al clero. J costumi del clero Bergomense sono regolati nella generalità dei casi, il suo stile di vita improntato a onestà, in particolare quelli su cui grava il peso della cura d'anime, la cui categoria mi è stimatissima. Non pochi di essi sono profon­ damente colti, imbevuti della cul­ tura pio raffinata e della scienza pio vasta, molti inoltre possiedono in modo egregio quella sapienza che concerne la vita cristiana e la dire­ zione della coscienza, eccezion fat­ ta di parecchi fra quelli che a frotte affluiscono da altre diocesi attratti dalla quantità dei culti sacri, e altre­ sì di alcuni dei nostri, stremati per lo pio a causa della vecchiaia, o intorpiditi dall'ozio, o squalificati per l'ignoranza, che impari a tanta grandezza, immischiandosi in affa­ ri secolari, praticando persone lai­ 125


-------,..-----------­ l

VISITE

AD LIMINA

niam pretiosiorem anima, quae supra omne pretium est faciendo, elevati gradus celsitudinem non sustinent, nomenque habent, quod vivant, sed mortui sunt", Hac de causa aedicto a me pro­ mulgato ad reparandam in malis labentem, ad melius in probis con­ firmandam disciplinam, aliqui ex clero forensi obtemperare renue­ runt, ad Tribunal Apostolicae Nuntiaturae Venetiarum provocan­ tes, sed ad trutinam examinatum aedictum, illustrissimi et reveren­ dissimi domini nuntii apostolici iustissima sententia confirmatum fuit, approbata ea moderatione in nonnullis levioribus, quam ego ipse ultro exhibueram." Ut autem ecclesiasticorum pro­ bitas plurimum cum fulgeat, tum

che, stimano il denaro più prezio­ so dell'anima, la quale possiede un valore inestimabile, e non reggendo alla sublimità di un ufficio tanto nobile, hanno il nome di vivi ma sono morti. Stando così la cose, ho provve­ duto a promulgare un editto per rafforzare la disciplina nei deviati, e confermarla al meglio nei buoni. Alcuni sacerdoti extradiocesani non hanno accettato le norme, e sono ricorsi al tribunale della Nunziatura Apostolica, la quale ha esaminato meticolosamente l'editto, conferma­ to dalla sentenza giustissima del nunzio apostolico, con qualche ammorbidimento in certe prescri­ zioni più leggere, che io stesso ave­ vo di mia iniziativa presentato. Perché l'onestà degli ecclesia­ stici non solo risplenda al massi­

(a) Il paragrafo è segnato a margine con doppia riga. 30. Ruzini dedicò diverse altre lettere, oltre quelle già citate nelle note precedenti e in quella successiva n. 19. agli ecclesiastici, per richiamarli o esortarli ai doveri e alle responsabilità del loro ministero: la celebrazione devota della messa. il regolamento del­ le processioni effettuate sia per il Viatico agli ammalati che per le altre tradizionali, l'orazione mentale giornaliera almeno per mezz'ora, seguendo qualche libro pio, la partecipazione alla congregazione mensile, la fedeltà per "le regole e l'ordine della vita ed officio del buon pastore e curato d'anime", l'impegno per l'istruzione civile e reli­ giosa dei ragazzi, il concorso a parrocchie vacanti, la presentazione dello stato d'anime della parrocchia, la pubblicazione e la spiegazione dei casi riservati e delle censure, la trasmissione da parte dei parroci della nota dei legati pii non adempiuti con l'indicazione della causa per opportuni rimedi. Inoltre in una lettera, non datata, consigliava ai sacer­ doti di avere disponibili libri spirituali da leggere, soprattutto le opere del Granada e del Rodriguez; ACVB. Lettere pastorali Libro n 04; Sommario... , ff. 9-18: "L'honesta e l'esterna compositione de gli habiti, che per l'ordinario denota le virtù interne del­ l'animo.:" 28 marzo 1703; "L'unico oggetto dè nostri piu accesi desideri ..." 20 febbraio 1704; "E un male veramente deplorabile..." 29 aprile 1704; " Non si avanza nella per­ fezione..." 8 febbraio 1705; "Sono state da noi efficacemente raccomandate..." 13 feb­ braio 1705; "Dopo la pubblicazione dell'editto nostro..." 18 settembre 1705, "Per l'a­ dempimento della divina legge ..." I o febbraio 1706, "La santità del clero deve risplen­ dere ... " 3 febbraio 1707.

126


~------------~

l

RELAZJONE -

18 NOVEMBRE 1705

augeatur, cognoscantque singuli se rno, anzi aumenti, e ciascuno si ren­ in sortem Domini vocatos esse", da conto di essere stato chiamato alla eredità di Dio, non impongo le ordinum candidatis nonnisi post exploratam morum probitatem. post mani ai candidati degli ordini se probatam severi examinis, cui ipse non dopo esaminata l'onestà dei costumi, dopo che la loro scienza intersum, censura doctrinam. post salutares divi lgnatii exercitationes è stata verificata con un severo esa­ terque, quaterque adhibitas, post me, la dottrina con il giudizio, cui io pubblicas, quas ipsi et privatas, stesso assisto, dopo i salutari eser­ quas vicariiforanei deferunt, atte­ cizi ignaziani ripetuti tre o quattro stationes ante ordinis cuiusvis, et volte, dopo le attestazioni pubbli­ habitus pariter ecclesiastici suscep­ che che essi portano e quelle pri­ tionem, manus impano", qua metho­ vate dei vicari foranei prima di rice­ do saepe saepius pro confessariis vere qualsiasi ordine, come pure utor, et animarum curatoribus. l'abito ecclesiastico. Metodo que­ Clericorum quoque, et sacerdosto che il più delle volte applico ai confessori e ai pastori d'anime. La scienza dei chierici e dei

31. "Quare sortis nomine appellat gratiam Dei? Quia in sorte non est electio, sed volun­ tas Dei. Nam ubi dicitur; lstefacit, iste nonjacit, merita considerantur; electio est.non sors: quando autem Deus nulla merita nostra invenit, sorte voluntatis suae nos salvos fecit. quia voluit, non quia degni fuimus. Haec est sors .... Haec quodam modo sors occulta est voluntas Dei: in humano genere sors est. sors veniens de Dei occulta volun­ tate, apud quem non est iniquitas (Rolll.IX,14): non enim ille personas accipit, sed occulta illius iustitia tibi sors est"; S.AGOSTINO, Enarratio in psalmum XXX. in J.­ P. MIGNE, Patrologiae.... Enarrationes in Psalrnos, Opera omnia, 36, Lutetiae Parisiorum 1865. p.246-247. Da notare che Ruzini, nella citata lettera "Non si avanza nella perfezione..." 8 febbraio 1705, esortò i sacerdoti all"'opera assai profittevole" di investigare l'indole e "l'incli­ nazione" dei fanciulli, per vedere se fossero "veramente buoni", chiamati da Dio allo stato ecclesiastico, provvedendo a educarli accuratamente, convincendo i loro padri a farli proseguire, avendone possibilità, negli studi in qualche collegio. con particolare attenzione "in quelle terre ove è scarsezza di operarii e sacerdoti". Ruzini con lettera "L'unico oggetto de' nostri piu accesi desideri..." 20 febbraio 1704, raccomandava che il maestro di scuola fosse d'animo buono e insegnasse oltre che a leggere e scrivere. anche le verità di fede e le norme di una vita cristiana; ACVB, Lettere pastorali Libro n04; Sommario... , ff. 9-10. 12-14. 32. Uno dei primi provvedimenti di Ruzini fu la richiesta ai parroci dei giudizi riservati sugli ordinandi, da inviare tramite i vicari foranei; ACVB, Lettere pastorali Libro n" 4, "Essendo già pervenuta..." 14 novembre 1698. Egli con lettere "Universis et singulis notumfacimus... " emanate il IO novembre 1706, il 19 febbraio 1707, il 9 febbraio 1708 stabiliva i requisiti degli ordinandi. Critiche furono rivolte al vescovo per la selezione severa dei candidati; Sommario.... f. 2, 16, 18.22; A.G. GALLARATI, Vita..., p.23.

127


----------------I

VISITE

AD LIMINA

tum doctrina multum menstruis congregationibus debet, in quibus audita prius cuiuspiam pii, ac pro­ bati auctoris lectione. de more, atque animarum regimine, quae­ stiones agitantur; assignato tamen in fine definitoris iudicio, ut ad veram tutamque sententiam omnes conveniant, iisque, in urbe ego ipse, in dioecesi vicariijoranei praesunt, qui collectas opiniones in scriptis ad urbanum praefectum singulis mensibus mittunt". Caeterum universum ad exco­ lendum clerum, opportune consu­ litur; sive per ciclicas esurialium dierum vestibulo" alioque, quod opportunitas flagitet tempore ad parochos literas, quibus ad munus suum rite obeundum, monitis salu­ taribus, pastoralibusque mandatis suadentur; sive per testimonia, quae de morum integritate vicarii foranei

sacerdoti deve molto alle congre­ gazioni mensili. In esse viene ascol­ tata dapprima la lettura di un certo autore approvato e pio, si discutono problemi sui costumi e la direzione delle anime, con il giudizio finale espresso dal definitore, perché tutti convergano a un parere vero e sicu­ ro. A tali riunioni io stesso presie­ do in città, in diocesi i vicari foranei, che ogni mese inviano al prefetto cittadino le sentenze scritte. Per colti vare tutto il clero si provvede opportunamente sia con lettere circolari alla vigilia dei gior­ ni di astinenza e digiuno, e in altro tempo, come le circostanze lo richiedono, con lettere ai parroci con le quali sono esortati, per mez­ zo di ammonizioni salutari e nor­ me pastorali, ad adempiere coscien­ temente il loro dovere, sia con testi­ monianze firmate sotto giuramen­ to dai vicari foranei sull'integrità dei costumi, che i sacerdoti annual­

33. All'obbligo dei sacerdoti e dei chierici di intervenire alle congregazioni mensili. poco frequentate, nel palazzo vescovile o nelle parrocchie extraurbane, Ruzini dedicò vari richiami, come nella lettera dell' Il agosto 1698 e in quella del I ° dicembre 1706 "Doppo la Divina Provvidenza per suoi inscruiabili fini ... "; ACVB, Lettere pastorali Libro nì av Sommario... ,f.I,17. 34. L'invito alla pratica della penitenza fu rivolto abitualmente da Ruzini alla diocesi all'i­ nizio della quaresima, come nelle già citate lettere del 21 marzo 1699. 15 febbraio 1700, con l'ordine ai parroci di raccomandare e spiegare alle popolazioni le regole del digiuno, di esortare all' astensione "ab iniquitatibus et illicitis voluptatibus saeculi": Seguirono le lettere "Sebbene in tutti i tempi noi riconosciamo..." 21 gennaio 170 I, "Crescono sempre piu le vigorose premure del nostro paterno zelo ..." 3 febbraio 1702, "Per tanto secondando noi gli apostolici disegni ..." 4 febbraio 1703 con la presentazione della bolla "Nuper nos" di Clemente XI. "L'unico oggetto de' nostri piti accesi desideri..." 20 febbraio 1704, "Non si avanza nella perfezione..." 8 febbraio 1705, "Per l'adempi­ mento della divina legge..." I ° febbraio 1706. "Richiama la Chiesa con amorosi invi­ ti..." 27 febbraio 1707; ACVB, Lettere pastorali Libro n° 4.

128


I

RELAZIONE -

18 NOVEMBRE 1705

iurando firmata, singuli sacerdotes quotannis deferre iubentur, sive per divi Ignatii praecitatas exercitatio­ nes, quibus mirum dictu est, quan­ tum debeat Bergomen. cleri disci­ plina, sive per congregationes quas­ dam interioris disciplinae, in qui­ bus spiritualium librorum idoneae lectioni, sacrorum rituum tracta­ tioni, caelestium denique rerum contemplationi, certis quibusdam diebus horae spatio vacatur. Has congregationes, virtutibus, et dignitate eminentissimus domi­ nus cardinalis Barbadicus, cuius memoria in benedictione sit, insti­ tuit, sed prorsus obsoletas, Eius, qui ubi vult spirat, gratia afflante, restitui". Et ad sacras nunc alterius sexus personas sanctimoniales excurrit oratio, columbas veluti in forami­ nibus petrae, hoc est in Iesu Christi vulneribus, per quae beatam spem expectant, et agnoscunt cito figu-

mente hanno l'obbligo di portare, sia con gli esercizi spirituali igna­ ziani sunnominati, cui è incredibi­ le quanto debba la disciplina del clero Bergomense, sia tramite alcu­ ne congregazioni di una norma di vita più interiore, durante le quali essi in certi giorni per alcune ore si dedicano alla lettura appropriata di libri spirituali, alla discussione sui riti sacri, e inoltre alla contempla­ zione delle realtà celesti. Queste congregazioni istituite dal cardinal Barbarigo, di benedet­ ta memoria, eminentissimo per virtù e dignità, tuttavia in seguito sono cadute in disuso, e le ho rianimate con la grazia infusa da Colui che spira ove vuole. E ora il discorso corre alle sacre persone religiose dell'altro sesso, come colombe nella cavità della roccia, cioè nelle ferite di Gesù Cristo, che aspettano la beata spe­ ranza e sanno che passa la scena di

35. Gv. 3.8. Il vento soffia dove vuole. Sulle congregazioni mensili stabilite dal card.Barbarigo, e qui accennate, cf. E. CAMOZ­ Zl, Le visite... , I, relazione 17 giugno 1660, p.455-456. Ruzini dispose. con lettera "La santità del clero deve risplendere ..." 3 febbraio 1707, che tutti i vicari foranei convocassero una congregazione particolare mensile, come si praticava ai tempi del card. Barbarigo, nella quale tenere una lezione spirituale, un'i­ struzione e un esame pratico su materie concernenti lo stato ecclesiastico. Con lettera "Richiama la santa Chiesa con amorosi inviti..." 27 febbraio 1707, venivano enun­ ciati una serie di impegni pastorali per i curati: insegnamento della dottrina cristiana, introduzione, sull'esempio di san Carlo, della comunione mensile per i fratelli e le sorelle della dottrina cristiana, obbedienza agli editti vescovi1icirca la disciplina eccle­ siastica, abito talare, esame ogni due o tre anni sulle cerimonie della messa, studio della teologia morale, assistenza alle congregazioni, esami per l'abilità alle confessio­ ni, pratica della virtù della fortezza da parte dei confessori, riconferma delle patenti per il ministero ai curati mercenari e a quelli forestieri, divieto ai parroci di assistere ai matrimoni di persone assenti dalla parrocchia da più di tre mesi senza autorizzazione della curia; ACVB, Lettere pastorali Libro n° 4; Sommario..., f. 17-19.

129


I

VISITE AD LIMINA

questo mondo. Rendendomi conto, nella mia venuta per coltivare la vigna, che quanto pio santa è la loro vita, sem­ brava fosse richiesta una cura tanto pio efficace, mi sono applicato con tutte le forze dello spirito perché diventassero quelle vergini prudenti che, prese le lampade, attendono sempre vigili lo sposo amabile sopra tutte le cose. Le ho sempre tenute in grandis­ sima considerazione, non cessando di visitarle ogniqualvolta la situa­ zione lo richiedeva, e mi sono ado­ perato premurosamente mediante sacerdoti idonei nell'amministra­ zione dei sacramenti e predicatori della Parola di Dio, ciò che molte volte io stesso ho fatto, per confer­ marle con forza nell' indirizzo intra­ preso di una vita pio rigorosa, le ho esortate soprattutto ad astenersi dai parlatori ai quali hanno accesso, ma da cui ritornano cambiate, non ho concesso la facoltà di indossare l'a­ bito sacro e di emettere la profes­ sione religiosa, senza prima aver fatto gli esercizi spirituali, benché ora quasi ogni anno vi si applichino. Ma esse, dopo sette anni della mia amministrazione, sia lecito glo­ riarmi nel Signore, e sono pieno di

ram huius mundi pertransire", Animadvertens in meo ad han c excolendam vineam ingressu, quod ipsarum quo vita sanctior; eo effi­ caciorem a me curam flagitare videbatur; toto animi conatu ope­ ram dedi, ut evaderent virgines illae prudentes, quae acceptis lampadi­ bus, vigiles semper sponsum super omnia amabilem praestolantur". Commendatissimas ideo sem­ per habui, illas invisere, quoties­ cumque res tulit, non destiti, per idoneos sacramentorum ministros, et Divini Verbi praecones, quod multoties ipse peregi, in suscepto arctioris vitae instituto confirmare enixe studui, a collocutoriis se abstinere, ad quae accedunt ipsae, sed ab ipsis mutatae revertuntur summopere hortatus sum, sacri habitus induendi, professionisque emittendae facultatem non conces­ si, nisi prius exercitiis spiritualibus operam dedissent, licet iisdem qua­ si quotannis nunc vacent. Sed post septem meae villica­ tionis annos, fas mihi sit gloriari in

36. Cant. 2.14. Colomba mia, che stai nelle fenditure della roccia, nel nascondiglio della rupe; I Coro 7.31. E quelli che si giovano del mondo, come se non ne usufruissero pie­ namente. poiché passa la figura di questo mondo. 37. ML 25.

130


I

RELAZIONE -

18 NOVEMBRE 1705

gioia, giungono tanto vicino infat­ ti all' esatto modello della discipli­ na regolare, che come sono la por­ zione massima della mia sollecitu­ dine pastorale, costituiscono altre­ sì la massima consolazione. Alcuni monasteri tuttavia non osservano la legge della perfetta povertà e non praticano la comu­ nione totale, per l'ostacolo della casa angusta e delle anziane, che è difficile rimuovere dall' istituto che hanno abbracciato. I monasteri di queste monache sono dieci in città, sei nel territo­ rio, tre dei quali hanno come mode­ ratori i padri, uno nel suburbio, del­ l'ordine dei predicatori, l'altro, nel paese di Albino, i carmelitani, il ter­ zo, nel paese di Clusone, i france­ scani osservanti, mentre per uno, nel paese di Alzano Maggiore, è imminente, col consenso della sacra congregazione, l'introduzione della giurisdizione vescovile. I monasteri soggetti al governo dei regolari accettano le disposi­ zioni vescovili solo in poche cose; infatti i loro confessori malvolen­ tieri si sottomettono all'esame del vescovo e i regolari, soli, senza interpellare il vescovo, concedono il permesso ai medici e ad altre per­ sone di entrare in clausura e di tene­ re colloqui con le monache.

Domino, superabundo gaudio", ad exactum namque regularis disci­ plinae exemplar tam prope acce­ dunt, ut quae pastoralis meae sol­ licitudinis maxima portio existunt, maximum quoque sint levamen. Nonnulla tamen asceteria exac­ tam communionis, perfectaeque paupertatis, legem non servant, cum res angusta domi obstet, et seniores ab instituto, quod amplexa­ tae sunt, arduum sit removere. Harum coenobia decem in civi­ tate, sex in agro sunt, quorum tria, unum scilicet in suburbio ordinis Praedicatorum, alte rum in Albini pago Carmelitae, tertium in Clusoni oppido divi Francisci ab Obser­ vantia patres moderantur, et uni proxima imminet sub episcopali regimine institutio, in oppido Alzani, sacra congregatione annuente-N. Obnoxia regularium gubernium monasteria, in paucis admodum episcopales curas admittunt, nam confessarii earumdem, aegre se epi­ scopi examini subiiciunt, et facul­ tatem clausuram ingrediendi medi­

38. 2 Coro 7.4. 39.

n vescovo Antonio Redetti diede compimento a questo istituto religioso, come si vedrà più oltre. 131


-------'--------------­ I

VISITE AD LIMINA

cis, aliisque, nec non cum monia­ libus colloquendi, regulares soli irrequisito episcopo faciunt: hinc collocutoria non solum saecula­ rium, sed etiam regularium [re­ quentia deplorando occurrunt; hinc in paucissimis episcopus ea, quae ad clausuram praecipue spectant, prospicere potest. Tuentur se qua­ dam consuetudine regularium supe­ riores, sed quamvis eam sciam sacrae congregationis decretis improbatam, id mali patienter devo­ rare cogor, ne ad p rofanum forum trahar, et iurisdictio episcopalis, quae nunc laeditur; magis immi­ nuatur. (a) Sed antequam e regularibus discedam, de iis mihi pauca sub­ nectere concedatur. Quadraginta monasteria hic habent, inter quae quatuordecim urbana, vel suburbicaria. Ex ipsis quamplures, ut morum integritate, ac doctrina praestantia propria instituta fulciunt, ita lapsam in qui­ busdam disciplinam defleo, meae­ que sorti indoleo in huius vineae cultura paucos exinde operarios mihi suppeditari posse. Quod ad me attinet duo in ipsis corrigenda observo, et quod in ecclesiis ordinario subiectis absque eius facultate, ut sinodis sancitum est, capellanias pacto stipendio

Di conseguenza avvengono fre­ quenti colloqui deplorevoli, non solo dei laici ma anche dei regola­ ri e perciò il vescovo solo in pochis­ sime cose può prendere visione di quanto riguarda la clausura in par­ ticolare. I superiori dei regolari si difen­ dono in base a una certa consuetu­ dine, ma sebbene io sappia che non è approvata dai decreti della sacra congregazione, son costretto a tol­ lerare pazientemente tale disordi­ ne, per non essere portato in un tri­ bunale civile, e non avvenga che la giurisdizione vescovile, la quale ora è lesa, ancora pio diminuisca. Ma prima di lasciare i regolari, mi sia concesso di sottomettere alcune piccole questioni sul loro conto. Qui essi hanno quaranta mona­ steri, tra cui 14 in città o nei sob­ borghi. Come la maggior parte di essi danno prestigio ai loro istituti con integrità di vita e insigne cultura, così piango su altri per la disciplina scaduta, addolorato nella condizio­ ne di potermi avvalere di pochi ope­ rai nella coltivazione di questa vigna. Per quanto mi riguarda, noto due situazioni da correggere e cioè che ottengono l'assegnazione di

(a) Il paragrafo è segnato a margine con linea verticale.

132


I

RELAZIONE -

J8 NOVEMBRE J 705

cappellanie con uno stipendio pat­ tuito nelle chiese sotto la giurisdi­ zione del vescovo, senza la sua facoltà, come è stabilito dai sinodi, e che molti vanno in città senza il socio, benché cerchino di scusarsi per il piccolo numero di confratel­ li nel monastero. Dopo le monache seguo con uguale premura le Terziarie, con sei collegi, e quelle che, orfane di geni­ tori o non collocabili in matrimo­ nio per la povertà, si sono rifugiate nell'asilo della pudicizia, aperto sot­ to un doppio istituto in questa città dalla pietà dei cittadini, uno chia­ mato delle Orfane, l'altro del Soccorso. Né lascio mancare la mia solle­ citudine a quelle popolarmente det­ te Convertite, le donne cioè che dal fango dell' impudicizia entrano nel­ le vie di una vita piu onesta, con­ vertendosi a una condotta virtuosa. Corrispondono alloro istituto le donne che con la rinuncia al mondo muliebre effeminato, chiamate Dimesse, non vincolate dai voti e dalla clausura, si raccolgono attor­ no a una maestra da loro scelta per dedicarsi a una regola di vita reli­ giosa, e adottano per direttore spi­ rituale uno che esse preferiscono, generalmente approvato dall'ordi­ nario, sotto la cui giurisdizione, cosa straordinaria, si sottomettono

habeant, et quod sine socio multi per civitatem incedant, licet se par­ vo in monasteriis degentium nume­ ro, excusari conentun'" Post sanctimoniales pari cura Tertiarias, qua rum collegia sex, complector, quaeque vel parentibus orbae, vel paupertate illocabiles, in pudicitiae asilum se receperunt, quod quidem duplex in hac urbe civium pietas aperuit, aliud Orphanarum, aliud Succursus nomine designatum; neque vero sollicitudinis meae expertes relin­ quo illas, vulgo Conversas dictas, mulieres scilicet, quae ab impudi­ citiae luto, honestioris vitae semitas ingressae, ad melioremfrugem con­ vertuntur. Instituto suo quoque respondent mulieres a demisso muliebri mundo Demissae noncupatae, quae nullo votorum, ac clausurae vinculo obstrictae, ad religiosae vitae nor­ mam, sub illa, quam ipsae deligunt, magistra se componunt, suaeque conscientiae moderatorem eum, quem maluerint, adsciscunt, gene­ ratim probatum ab ordinario, cuius iurisdictioni, mirum porro, tam­ quam coeterae foeminae subdun­

a) Il paragrafo è segnato a margine con linea verticale.

133


----~----------I

VISITE AD LIMINA

tur. et tria sibi in urbe domicilia posuere. Complures pariter adsunt puel­ lae quae paterna in domo moran­ tur, Ursolinae vocatae, et licet in hac provincia maxime floreat pro­ batum a divo Carolo harum insti­ tutum, cum illud rudes pleraeque, et agrestes in hac dioecesi foemi­ nae amplexentur, quae facile a ree­ ta semita, vitae exactioris occasio­ ne aberrare possunt, nedum in ipsa­ rum augendarum numero facilem me praebeo, verum etiam semper animo excubo, ut instituto suo sub proprii parochi directione laudabi­ liter respondeant; sed sacris relic­ tis personis ad populum devenio. Ingenium solers, erectum et acu­ tum, coeloque suo simillimum sor­ titi sunt Bergomates, qua ingenita solertia, multi, qui ad alias urbes divertunt, regionis angustia coac­ ti, ubique patriam, ubique opes inveniunt"; et hac causa parochos

come le altre donne. Hanno fonda­ to in città tre case. Vi sono pure molte giovani che abitano nella casa paterna, chiama­ te Orsoline, e benchè in questa mia giurisdizione fiorisca meraviglio­ samente il loro istituto, approvato da san Carlo, entrandovi donne per lo pio rozze e di campagna, che facilmente possono deviare dalla retta via a causa di una vita pio severa, non tanto mi mostro facile per doverle aumentare di numero, quanto in verità sempre vigilo affin­ ché corrispondano lodevolmente al loro istituto sotto la direzione del proprio parroco. Ma lasciate le persone sacre, giungo al popolo. I Bergomensi hanno avuto in sorte un'intelligenza aperta, viva e profonda, assai simile al loro cie­ lo, e molti di loro emigrati in altre città, costretti a ciò dall'angusto ter­ ritorio, per naturale ingegnosità tro­

40. Nella già citata lettera "Non si avanza nella perferione..." 8 febbraio 1705, Ruzini definisce le anime della diocesi di Bergamo "dotate di un'indole propensa al bene, e di una connaturale pietà". mentre sollecita i parroci a ricordare ai padri di famiglia l'a­ dempimento dei propri doveri, raccomandando loro le regole di san Carlo per il buon governo delle case. Notevole anche lo stimolo di Ruzini per elevare la condotta mora­ le della popolazione, come si deduce dall'invito ai sacerdoti, con lettera "Per tanto secondando noi..." 4 febbraio 1704, di tenere tre discorsi, uno contro l'irriverenza nel­ le chiese, il secondo contro i peccati di senso, il terzo contro gli eccessi della lingua. Egli inoltre li sprona ad allontanare il popolo dalle occasioni di peccato, dai balli, dalle filande, dagli amoreggiamenti. lettera "La santità del clero deve risplendere..." 3 feb­ braio 1707. Con lettera "L'obbligo del nostro pastorale ufficio ..." 20 dicembre 1707. il vescovo raccomandava ai parroci di non permettere che alcuna donna "s'eserciti a far scuola se prima non sarà giudicata di savii e modesti costumi", che nelle scuole di donne non entrino uomini, e mette in guardia che certe donnicciuole "forse di più affet­ tata e apparente che vera bontà" si accostino con troppa frequenza alla S.ma Comunione"; ACVB, Lettere pastorali Libro n" 4; Sommario ..., l'I'. 9-21. Su pregi e difet­ ti dei bergamaschi, cf. B. BELOTTI, Storia di Bergamo... , IV, p.354.

134


I

RELAZIONE -

18 NOVEMBRE 1705

vano dovunque una patria e delle ricchezze. Per questa causa, tuttavia, non tralascio di esortare i parroci per­ ché i fedeli, specie i pastori di greg­ gi e di armenti che si recano nei luoghi abitati da eretici e ritornano poi in patria, alla loro partenza sia­ no premurosamente ammoniti di guardarsi dalle eresie malvagie, e vengano interrogati al ritorno se hanno perso qualcosa dell' integrità della fede. Nella generalità dei casi, a qual­ siasi cosa tu voglia applicare i Bergomensi, essi sembrano fatti per essa. Se una corretta educazione li forma alla letteratura, alla religione, molti raggiungono lodevoli risulta­ ti; se gettato via lo spirito della one­ sta formazione venissero dalla mali­ zia avviati al vizio, raggiungono gli estremi della depravazione, e in con­ seguenza del loro temperamento, sono solleciti più del dovuto nell'ac­ crescere il patrimonio, nell' alimen­ tare odi implacabili sino agli omici­ di, e per quanto so dalla mia espe­ rienza, a indulgere troppo alla libertà che corrompe i buoni costumi. Consapevole perciò di essere stato chiamato a strappare, distrug­

hortari non desino ut populos, armentorum, gregumque praeser­ tim pastores, qui ad haereticorum partes pergunt, et ad patriam rever­ tuntur. in discessu sedulo admo­ neant, ut a pravis dogmatibus sibi caveant, in reditu vero interrogent, numquid de [idei puritate remise­ rint. la) Universim ad quamcumque rem Bergomenses traduxeris, ad ipsam facti videntur: Si ad literaturam. si ad pietatem eos recta educaverit institutio, multi in utraque laude evadent, si ad vitia probae institu­ tionis iugo excusso, illos malitia deflexerit, vitiorum extrema attin­ gunt, ideoque in re augenda plus aequo sollicitos esse, implacabilia odia usque ad excidia fovere. et nimium libertati, quae bonos mores corrumpit, indulgere compertum habeo". Ad evellendum igitur; dissipan­ dum et plantandum, sciens esse me

(a) Il paragrafo è segnato a margine "laudans". 41. Il vescovo nella citata lettera "L'unico oggetto..." 20 febbraio 1704. raccomandava ai parroci di eliminare il detestabile abuso della gente di andare con armi alla chiesa; ACVB. Lettere pastorali Libro n04.

135


----------------I

VISITE AD LIMINA

vocatum", sanguinemque populo­ rum, de manu mea requirendum fare, purgatrices manus admovere non destiti. Sed quid superni Numinis bonitate, infirma mundi eligentis, ut fortia confundat", mea­ rum virium imbecillitas contulerit, totius iam lustratae provinciae visi­ tatio exhibebit. Haec ergo ducenta et nonagin­ ta quatuor parochialia tempia in hac dioecesi invenit, quorum tre­ decim in urbe, congregationem sub uno praeside, ab ipsis parochis electo constituunt, caeteraque forensia in triginta tres vicarias distribuuntur. Modicam, feracemque plani­ tiem, et colles omni amoenitatis genere celebratos, exiguus paro­ chiarum numerus obtinet, cum maior dioecesis pars montibus hor­ reato ad quos difficiles, et inviae propemodum alicubi viae ferunt, hinc rupibus, illinc torrentibus plu­ rima mortis imagine tenentibus. Cernere est quandoque pendulas de rupibus ipsis casulas, horridis­ que iugis affixa, mapalia verius, quam domos ut volatu tantummo­

gere e piantare, e che dalla mia ope­ ra si sarebbe dovuto richiedere il sangue, non ho desistito dall'appli­ care le mani purificatrici. Ma la ricognizione di tutta la diocesi già visitata, mostrerà quan­ to la pochezza delle mie forze abbia ottenuto per la bontà del supremo Iddio, che sceglie i deboli del mon­ do per confondere i forti. La visita ha censito 294 chiese parrocchiali in diocesi, di cui tre­ dici in città, riunite queste in una congregazione sotto un presidente, eletto dai parroci; le altre del terri­ torio sono divise in 33 vicarie. Un esiguo numero di parrocchie occupa la piccola e fertile pianura e i colli, celebrati per ogni genere di amenità, mentre la maggior parte della diocesi è irta di monti, ai qua­ li in alcune località, portano vie dif­ ficili e quasi impraticabili, incassa­ te ora tra rupi, ora tra torrenti, e ric­ che d'immagini di morte. Qualche volta si scorgono casu­ pole che pendono dalle rupi stesse, fissate in cima a orridi precipizi, più capanne in verità che case, tan­ to che qualcuno potrebbe credere

42. Ecc. 3.2 .. Tempo di piantare e tempo di sradicare... e tempo di edificare. "Numquid iste a Deo etiam adhuc [Juermitteretur. numquid universa quae sibi mandanda erant locuturus pronuntiaretur, numquid gentibus et regnis ad evellendum et destruen­ dum et rursus ad plantandum et aedificandum praeficeretur; si talis a Deofuturus qua­ lem eum, o Iudei.facùis, praevideretur?"; PIETRO il venerabile, Adversus Iudeorum inveteratam duritiem, cura et studio Y. FRIEDMAN, in CCCM. 58, Brepols Turnholti 1985, p. 184-185. 43. 1 Coro 1.27. Ciò invece che è stolto per il mondo, Dio lo scelse per confondere i sapienti.

136


-~-"-------------I

RELAZIONE -

J8 NOVEMBRE J 705

do illuc adiri possit quis credide­ rito Mox ubi montes sinum aperiunt, in profundissimas quasi latebras, per aliquos anni menses a solis radiis destitutas, montium cacumi­ nibus coelum tegentibus descende­ re opus est, ut superas evadere ad auras, hic labor sit; multique his in locis inopia laborantes, non alio lucro vitam ducunt, quam fodinas ferreas excavando, prius sepulti quam mortui". Non omittam tamen montium asperitatem, craebris villis mitiga­ ri, quae incolarumfrequentia, divi­ tiarum copia, aedium mole, omni­ que urbani cultus genere, oppidis videantur propriores, quam pagis. Sed quae orridior vineae meae facies, amoenior mihi fuit, et quia in inculto solo melius cultam pieta­ tem, et quia quo longius a civitate abivi, eo magis auream morum sim­ plicitatem in aliquibus inveni, et quia hoc uno saltem, pastoris nomen implevi, quod saliens in montibus, et transiliens colles visus sum"; quamobrem nullam prorsus

che si possano raggiungere solo col volo. Non appena i monti quasi si aprono in caverne profondissime, prive per alcuni mesi dell'anno dei raggi del sole, occorre scendere dal­ le vette che toccano il cielo, per cui riesce faticoso salire ai luoghi supe­ riori, e molte persone che in queste località soffrono la povertà, si gua­ dagnano la vita solo scavando miniere di ferro, sepolti prima anco­ ra di essere morti. Non tralascerò di ricordare che l'asprezza dei monti è addolcita da numerosi paesi, che per numero d'a­ bitanti, ricchezza, edifici e stile di vita in tutto urbana, assomigliano piu a città e borghi che a villaggi. Ma quello che fu l'aspetto più selvaggio della mia vigna mi è divenuto il più delizioso e piace­ vole, sia per la religione meglio col­ tivata in un territorio incolto, sia perché piu mi allontanavo dalla città, più in alcuni fedeli ho sco­ perto l'aurea semplicità dei costu­ mi, e in questa unica occasione ho pienamente realizzato altresì il nome di pastore, quando sono stato visto salire sulle montagne e tran­

44. Ma al principio del Settecento l'industria mineraria era in crisi, specie nelle vallate oltre Piazza Brembana. A metà del secolo risultavano attive 45 fucine con una vasta gamma di prodotti in ferro; dalla fonderia di Clanezzo venivano spediti cannoni a Venezia; cf. ASV, S.S., Venezia, I79,f. 172r, rapporto 15 maggio 1728; B. BELOTTI, Storia di Bergamo ..., IV, p.342-343; su alcuni aspetti di quella industria, cf. C. CUCI­ NI TIZZONI, Miniere e metallurgia in alta val Brembana (secoli XII-XVI). in Bergomum ... , 89 (1994), p. 47-98. 45. Cant. 2.8. Ascolta .. il mio diletto! Sì, egli viene saltando per i monti, balzando per i colli.

137


I

VISITE AD LIMINA

reliqui villulam, accessu licet diffi­ cilem. quo libenter non ascende­ rim, non sine ovium, quae pasto­ remo nec sine pastoris, qui oves summo gaudio de voce, et vultu se agnoscebant. (a) De pastoris adventu certiores populi reddebantur per religiosos viros Societatis lesu, probitate, doc­ trina et tractandarum animarum peritia commendatos, et quando­ quidem per clericos regulares Teatinos nuncupatos, quos ad parandas vias Domini visitatio praemiuebat, ut per opportunos sermones aliaque spiritualia inci­ tamenta, ad se rite excipiendam populos compararet, qui animarum sordes per Poenitentiae sacramen­ tum generali plerumque confessio­ ne eluentes, visitationis labores summopere leniebant. Sed ne insipienter loqui videar, silebo hic quod prodromorum patrum vocibus excitati, montium praesertim incolae, pastori suo in nomine Domini venienti frequen­ tissimi occurrebant, domestica negotia. quasi festum diem pera­ gerent deserentes. Praeteribo, quod milleni, et milleni, ab eius manu gestiebant Eucharisticum panem

sitare sui colli. Nessun paesello ho escluso, benché fosse difficile il viaggio, in cui non sia andato volentieri, non senza l'immensa gioia delle pecore e del pastore che si conoscevano vicendevolmente nella voce e nel volto. La notizia dell'arrivo del pasto­ re era data alle popolazioni dai padri della Compagnia di Gesù, uomini insigni per bontà di vita e di dottrina, maestri eccellenti nel trattare le anime, talvolta anche dai Chierici Regolari detti Teatini, che la visita mandava innanzi a prepa­ rare le vie del Signore, per ordina­ re con opportuni discorsi e altri spi­ rituali stimoli, i fedeli pronti ad accoglierla nella forma prescritta, dopo che col sacramento della Penitenza generale cancellate le brutture dalle anime, alleviavano così al massimo le fatiche della visita. Per non sembrare che parli stol­ tamente, tacerò qui che le popola­ zioni, specie quelle delle montagne, infervorate dalle voci dei padri mes­ saggeri, andavano incontro nume­ rosissime al loro pastore che veni­ va nel nome del Signore, abbando­ nando le attività domestiche, qua­ si trascorressero un giorno di festa. Non mi soffermerò sul fatto che migliaia e migliaia di fedeli desi­ deravano ardentemente di ricevere

(a) Il paragrafo è segnato a margine "laudans".

138


I

RELAZIONE -

18 NOVEMBRE 1705

dalle sue mani il Pane Eucaristico. Passerò sotto silenzio che essi non lo abbandonavano mentre cele­ brava nei templi sacri, o negli ora­ tori lontani, durante la visita alle confraternite o nell'amministrare il sacramento della Confermazione. Né riferirò che lo attendevano in chiesa, o mentre il clero subiva l'esame in casa sulle sacre cerimo­ nie o sul metodo della recita delle preghiere canoniche, o che egli per­ sonalmente visitasse, e solo, quella che mi interessò profondamente, e che vorrei sottoporre volentieri alle eminenze vostre, l'istituzione della Dottrina Cristiana in una così gran­ de vicinanza dei Reti. E per quanto in questa scienza tanto santa legga, non senza animo grato le fatiche dei miei predeces­ sori, confido pure che la mia ope­ rosa sollecitudine, qualunque sia, come ora non manca, così non verrà meno in futuro per la maggior glo­ ria di Dio. In ogni chiesa nella scuola del­ la dottrina cristiana mi sono fer­ mato parecchie ore, interrogando i singoli di ogni età e sesso in modo dettagliato, sulla conoscenza delle verità utili o necessarie da sapersi; ho esortato i parroci perché anche agli adulti (che già vengono istrui­ ti nelle congregazioni mensili degli operai della dottrina cristiana con un opportuno sermone sui costumi) siano spiegati i dogmi della fede ortodossa in lingua volgare; con

sumere. Tacebo, quod illum non derelinquebant, vel sacra tempia lustrantem, vel oratoria long inqua, sodalitia disciplinato rum confra­ ternitatesque visitantem, vel sacra­ mentum Confirmationis admini­ strantem. Nec referam quod in tempio illum praestolabantur, dum vel cle­ rus domi de sacri faciundi ritibus, et canonicarum precum recitandarum methodo examen subiret, vel per­ sonaliter visitaret, et solum, quae mihi praesertim cordi fuit,

Doctrinae Christianae institutio­ nem in hac tanta Raethorum vici­ nia eminentiis vestris libenter subii­ ciam. Et licet in hac disciplina tam sancta antistitum qui praecesserunt me, labores legam non sine animo grato, mea tamen qualiscumque sit opera, vel solertia pro maximo illius incremento, ut non deficit. ita neque in posterum ad maiorem Dei glo­ riam esse defecturam confido. In hac igitur pluribus horis qua­ libet in ecclesia immoratus sum, a singulis singillatim exegi, quae didi­ cissent, nullam aetatem, sexumque inexploratum reliqui, an scirent, quae scitu, vel necessaria, vel uiilia sunt, parochos excitavi, ut etiam adultis, (qui menstruis quoque in operariorum doctrinae congrega­ tionibus per opportunum sermonem

139


l

VISITE AD LIMINA

circa mores instruuntur), lingua vernacula orthodoxae fidei dog­ mata enodarent, parentes, nobiles, deputatos, magistros enixe, sua vi­ terque exhortatus sum ut tam magni operis cultum speciali amore pro­ sequerentur,fasque mihi sit in infir­ mitatibus meis gloriati": cunctis in parochialibus ecclesiis instituen­ dae Christianae Doctrinae rudi­ mentis pueritiae opus adeo floret, et fervet, ut quemadmodum adum­ bratum antiquae Ecclesiae imagi­ nem mihi videar, tanta est tum docentium, tum discentium, utrius­ que sexus, omnisque conditionis alacritas, et frequentia, sic exteris exemplo possit esse nationibus. Cernere nunc est in pagis tenel­ los pueros, ac ephebos christianis rudimentis eximie institutos, diebus festis sacras modulari cantiuncu­ Las, praecepta [idei continentes, quas praeter eminentissimi Bellar­ mini aureum libellum tipis dari mandavi", ut per illas tenera iuven-

altrettanto fervore e con dolcezza ho invitato genitori, nobili, deputati e maestri perché continuino con speciale amore la cura di una così grande opera, e mi sia lecito glo­ riarmi nelle mie infermità: in tutte le chiese parrocchiali tanto fiorisce e ferve l'istituzione della scuola del­ la dottrina cristiana per i primi ele­ menti ai fanciulli, al punto che mi sembra vedere quasi adombrata l'immagine della Chiesa primitiva, tanto grande è l'ardore e la parteci­ pazione sia dei docenti sia dei discenti di entrambi i sessi di ogni condizione, al punto che potrebbe essere d'esempio a tutte le popola­ zioni straniere. Nei villaggi ora si possono osservare teneri fanciulli e adole­ scenti egregiamente istruiti nei pri­ mi elementi della dottrina cristia­ na, cantare nei giorni festivi can­ zoncine sacre, che contengono verità di fede, che ho provveduto a far pubblicare, oltre l'aureo libret­

46. 2 Cor. 7.4. 47. "Scienter autem cantare,naturae hominis divina vo/untate concessum est.Et quam mulo ti mali et /uxuriosi sic cantant digna auribus suis et cordibus.novimus et do/emus. Eo enim peiores sunt, quo non possunt ignorare quod cantant. Sciunt enim se cantare fla­ gitia, et tamen cantant tanto libentius.quanto immundius: quoniam tanto se putant /aetiores,quanto fuerint turpiores. Nos autem qui in Ecciesia divina eloquia cantare didi­ cimus, simu/ etiam instare debemus esse quod scriptum est, Beatus populus qui intel­ ligit iubilationem (Psal. LXXXVIII, 16)"; S.AGOSTINO, Enarratio in Psa/mum XVlll, in J.-P.MIGNE, Patrologiae..., 36, p.157. Nel 1597 fu pubblicata a Roma l'opera di R.BELLARMINO, s.j., Dottrina Cristiana breve perché si possa imparare a mente. L'anno successivo vide la luce la Dichiarazione piu copiosa della Dottrina Cristiana. I due opuscoli sono a forma di dialogo tra mae­ stro e discepolo. Clemente VIII approvò subito le due "dottrine" e ne raccomandò la dif­ fusione, imponendolo come testounico per la diocesi di Roma, colla concessione del

140


_ _ _ _ _0 . . . . . -

_

I

RELAZIONE -

18 NOVEMBRE 1705

tus allecta, facilius praecepta ipsa to dell' eminentissimo Bellarmino, memoriae mandaret, quae ita nunc perché la gioventù attratta da esse, habet, ut merito dici possit, disci­ più facilmente le apprendesse a pulos esse supra magistros, et a memoria, come effettivamente ora natis parentes catechesim edoceri; avviene, di modo che a ragione si quod sacrarum cantiuncularum possa dire che i discepoli superino inventum plurimum profuit, ex eo i maestri, e i genitori siano istruiti quod mulieres omnes, vel domesti­ dai figli nel catechismo, che l'ini­ cis incumbentes ministeriis, ve! ziativa delle canzoncine sacre mol­ pascua custodientes, vel arva colen­ to ha giovato, per il fatto che le don­ tes gregatim illas concinunt, ne, o impegnate nei lavori dome­ prophanis, et ad illicitos, quae alli­ stici o nella custodia delle greggi, ciebant amores, cantionibus poe­ o nella coltivazione dei campi, tut­ nitus amotis. te insieme le cantano, tolti di mez­ Erigenda tamen eiusdem zo completamente i canti mondani Doctrinae in civitate gimnasia duo che eccitavano ad amori illeciti. curavi, ubi vel pauperes, et milites Ho provveduto all'erezione in credere, scire, et vivere edocentur, città di due scuole della dottrina, licet insuper primi eleaemosinis ove i poveri e anche i militari sono attracti singulis sabbathis in pala­ istruiti nel credere, nel conoscere e tio episcopali per aliquos meae nel vivere; di più i primi, attratti familiae sacerdotes instruantur. dalle elemosine, ogni sabato ven­ Doctrinae christianae institu­ gono ammaestrati nel palazzo tione firmata, ex qua magnum mihi vescovile da sacerdoti della mia bonorum morum polliceor incre­ famiglia (vescovi le). mentum, cum semel imbuta recens Rafforzata l'istituzione della dot­ odorem testa diu servet, per Verbi trina cristiana, da cui mi ripromet­ to un grande miglioramento dei buoni costumi, poiché il vaso una volta riempito conserva l'odore a

monopolio di stampa alla confraternita della Dottrina Cristiana. I due saggi ebbero

almeno 56 versioni in altre lingue e piu di 500 edizioni; P. BRAIDO, Lineamenti di sto­ ria della catechesi e dei catechismi. Dal tempo delle riforme all' età degli imperiali­ smi (1450-1870), Torino 1991, p. 82-86.

Il catechismo del Bel1armino conobbe a Bergamo queste edizioni, Dottrina cristiana

in breve, Stampo Sonzogni Bergamo 1805 (presso la biblioteca del seminario diocesa­

no); Dichiarazione della dottrina cristiana composta per ordine di N. S. Papa Clemente

VIII, Stampo Mazzo1eni, Bergamo 1819, vol. in 12° (esemplare in BCAM); Breve dot­ trina cristiana, Sonzogni Bergamo 1820 (esemplare in BCAM; ringrazio suor Melania

Balini per le informazioni su questa materia).

141


I

VISITE AD LIMINA

Dei praedicationem in singulis parochiis a me habitam, et quan­ doque in cathedrali, per pastoralia monita, et mandata, perque pater­ nas exhortationes, lolium, et ziza­ nia a tritico separavi, pravisque consuetudinibus eradicatis, amotis scandalis, evulsis spinis, extirpatis tribulis, compositis dissidiis, nimia libertate profligata, choraeis aliis­ que libidinis excitamentis sublatis contendi, ut Sancta sancte tracta­ rentur, tempia, et arae decenter ser­ varentur, liturgica suppellex nitide custodiretur, percipiendorum sacra­ mentorum frequentia vigeret, festo­ rum dierum sanctitas eluceret, ut domi honeste foris composite in templis religiose viveretur, utque saluti animarum per parochos, et sacerdotes sancte vivendo, assidue orando, salubriter docendo oppor­ tune consuleretur; cum in ipsos veluti in speculum cuncti oculos coniiciunt, ut ex eis sumant, quod imitentur", (a)

lungo, con la predicazione della parola di Dio nelle singole parroc­ chie da me fatta, e talvolta anche in cattedrale, con gli ammonimen­ ti pastorali, gli ordini dati, le esor­ tazioni paterne, ho separato loglio e zizzania dal frumento, sradicato le consuetudini perverse, eliminato gli scandali, strappato le spine, estir­ pato le erbacce, composto i litigi, sconfitto la troppa libertà, tolto di mezzo i balli e le altre provocazio­ ni libidinose, mi sono adoperato perché le cose sante fossero santa­ mente trattate, i templi e gli altari custoditi decorosamente, la sup­ pellettile liturgica conservata puli­ ta, che prendesse forza la frequen­ za a ricevere i sacramenti, si mostrasse in tutto il suo splendore la santità dei giorni festivi, si vives­ se onestamente in casa, con con­ dotta ordinata in pubblico, con devozione nelle chiese, si provve­ desse opportunamente alla salute delle anime da parte dei parroci e dei sacerdoti con una vita santa, pregando assiduamente e inse­ gnando correttamente, poiché gli occhi di tutti sono fissati su di loro come su uno specchio, di modo che

(a) Il paragrafo è segnato in margine "laudans". 48. È il programma pastorale di Ruzini, che trova il suo riferimento nelle lettere più addie­ tro citate, alle quali sono da aggiungere quella del 10dicembre 1706 "Doppo la Divina Provvidenza per suoi inscrutabili fini ...", 27 febbraio 1707 "Richiama la S. Chiesa con amorosi inviti ...", e un'altra lunga lettera scritta nel primo semestre del 1708 con molti suggerimenti ai parroci; ACVB, Lettere pastorali Libro n° 4; Sommario..., f. 16, 23-25.

142


--------------------------1 I

RELAZIONE -

18 NOVEMBRE 1705

da loro ricevano ciò che imitano. Dalla pieve di Paderno, molto lontana dai miei occhi, perché posta nel territorio Cremonese, molte cose mi rimangono ancora da esa­ minare, in particolare per la par­ rocchia soggetta ai regolari, dove il parroco vicario e il laico, i soli residenti. non sembrano meritare lode per l'osservanza e la disciplina richiesta dal loro stato. Ma se pas­ seranno le nubi della guerra, porrò rimedio a tali mali. Con l'onesto sollievo dal peso dell'ufficio episcopale, a conclu­ sione della visita pastorale, questa non è tuttavia venuta meno. È proseguita infatti in città e nel territorio molte volte nel corso del­ l'anno, sotto forma di missione. Chiamati infatti i padri della Compagnia di Gesù, ai quali que­ sta diocesi deve molto, con gli eser­ cizi spirituali il fervore del clero, come si addice a chi vive per il cul­ to divino, è stato aumentato in mol­ ti, rinnovato in altri, eccitato quasi in tutti. Con le prediche del mattino e del pomeriggio. le istruzioni morali e altre opere di stimolo alla pietà, la fiacchezza del popolo è sta­ ta risvegliata col sacro fuoco dello Spirito divino non senza il pro­ gresso straordinario delle anime e la conversione dei malvagi a una vita più perfetta; della stessa lode non si devono derubare alcuni pre­ sbiteri secolari della diocesi e i

Ex Paterni plebe longe ab ocu­ lis meis distante, utpote in agro Cremonen. posita, multa mihi desi­ deranda supersunt, et ex parochia praesertim regularibus obnoxia, ubi parochus vicarius, et laicus tantum degentes, regularis observantiae, ac disciplinae laudem mereri nequaquam videntur; sed si belli nubila evanescent, malis occurram. Ad honestum tamen episcopalis oneris levamen, visitatione cessan­ te, visitatio non defecit; pluries enim per annum ad formam mis­ sionis per civitatem. et agrum inces­ sit; nam evocatis ex Societate lesu patribus, quibus multum haec dioe­ cesis debet, per exercitationes spi­ rituales cleri fervorem, qui divino cultui addictum decet, amplificavit in multis, renovavit in aliis, in omni­ bus fere excitavit; per conciones matutinas, et pomeridianas, mora­ les instructiones, aliaque pietatis incita menta, populi teporem sacro superni spiritus ardore accendit, non sine maximo animarum pro­ gressu, improborumque ad exac­ tiorem vitam conversione, eadem­ que laude non sunt fraudandi ali­ qui huius dioecesis praesbiteri sae­

143


I

VISITE AD LIMINA

culares, et patres Theatini, quos ultra adhibui. Nobilium virorum in episcopalis palatii aede divo Blasio sacra, iis precario iure permissa, sodalitium simile alteri erecto in suburbio a sanctae memoriae cardinali Barbadico, eadem visitatio insti­ tuit, et summopere sibi gratulatur, dum utrumque cernit charismata meliora aemulari"; omnibus nam­ que diebus festis concioni, et sacro intersunt, saepissime animam sor­ dibus per Confessionem expiant, sacra Sinaxi reficiuntur, aliisque religiosis exercitamentis ut deti­ nentur; ita exemplo praesunt cae­ teris inferioris conditionis, qui vel frequentius ecclesias adeunt, vel alia pietatis opera exercent. Nobilium ita pedes ad divinae, humanaeque legis itinera dirigere, plebemque bonorum operum sec­ tatricem, ac perfectam Deo para­ reso, pro mea tenuitate conatus sum. Sed ex animo cupiens, quos dedit mihi Dominus, iterum quasi filios meos parturire, donec forme­ tur Christus in eis", declarationem

padri Teatini che ho impegnato in seguito. La visita pastorale stessa ha decretato l'istituzione del sodalizio dei nobili nella chiesa del palazzo episcopale, dedicata a S. Biagio e concessa loro a titolo di diritto pre­ cario, simile all'altro sodalizio eret­ to dal cardinale Barbarigo nel suburbio; ciò mi è motivo di vivis­ sima soddisfazione, notando in ambedue una santa emulazione nei carismi migliori. In tutti i giorni festivi i nobili intervengono al sermone e alla cele­ brazione dei misteri divini, spes­ sissimo purificano l'anima dai pec­ cati con la confessione, si comuni­ cano con l'Eucarestia, e occupati come sono in altri atti religiosi, edi­ ficano in tal modo con l'esempio persone di condizione sociale infe­ riore, che frequentano assiduamen­ te le chiese o compiono altre opere di pietà. Nella mia pochezza ho fatto ogni sforzo per dirigere i passi dei nobili sulle vie della legge divina e uma­ na, e preparare a Dio un popolo ese­ cutore di opere buone e perfetto. Ma desiderando ardentemente di partorire quasi di nuovo i miei figli che Dio mi ha dato, finché

49. I Cor. 12.31.

so. Le.

1.17.

SI. Gal. 4.19. Figlioli miei, che io di nuovo partorisco nel dolore finché non sia formato Cristo in voi!

144


I

RELAZIONE -

18 NOVEMBRE 1705

sermonum illius quae illuminat mentem, per praedicationem Verbi Dei singulis festis a parochis exegi. Praeter hos sermones in omni­ bus fere pagis maioris ieiunii tem­ pore, sacri et a me probati orato­ res de rebus divinis verbafaciunt, et in urbano Sanctae Mariae Maioris templo, totius anni curriculo omni­ bus ferme festis diebus, et quadra­ gesimali tempore quotidie sacrae conciones habentur, a me prius obtenta rite venia per eximios evan­ gelici verbi praecones, pingui sti­ pendio, quod ab episcopo magna ex parte persolvitur, ex omni Italia evocatos; eamdemque methodum in suburbiis utraque Sancti Alexandri parochialis ecclesia ser­ vat. Concionatores autem admoneo ut sanctissimum ministerium non dehonestent, auribus pruriendo, et convertendo se ad fabulas, sed ut verbo sano, ac irreprehensibili Iesum Christum praedicent Cruci­ fixum", quidve fugiendum, vel sec­ tandum sit pro divinae legis obser-

Cristo sia formato in essi, ho pre­ teso che i parroci nella loro predi­ cazione del Verbo di Dio, recitas­ sero nelle singole feste i discorsi di Colui che illumina le menti. Oltre questi sermoni, predicato­ ri sacri da me approvati tengono discorsi sulle realtà divine in qua­ resima, in quasi tutti i maggiori vil­ laggi; nel tempio di S. Maria Mag­ giore in quasi tutti i giorni festivi ricorrenti nell' anno e ogni giorno in quaresima, si tengono prediche sacre da celebri oratori, chiamati da ogni parte d'Italia, previa la facoltà richiestami e concessa, lautamente pagati in gran parte dal vescovo. Lo stesso metodo seguono anche le due chiese parrocchiali dedicate a S. Alessandro, nel suburbio. Ammonisco poi i predicatori a non disonorare il ministero santis­ simo facendo solo del prurito alle orecchie e volgendosi alle favole, perché predichino con parola sana e irreprensibile Gesù Cristo Croci­ fisso, che cosa fuggire o seguire nella condotta per l'osservanza del­

52. 2 Tim. 4.4. Verrà giorno infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole. l Coro 23. E dato che i giudei reclamano miracoli e i greci vanno in cerca di sapienza, noi, all'opposto, predichiamo Cristo crocifisso. Vi era la tendenza già biasimata dal preposito generale dei gesuiti, p. Claudio Acquaviva, in una lettera ai provinciali della Compagnia, di introdurre abusi nella predicazione gesui­ ta, e si può dedurre anche in quella degli altri oratori sacri, col doppio registro del profano e del sacro: il ricorso a favole mitologiche, storie pagane, discipline esoteriche come l'a­ strologia. l'alchimia, la fisiognomica. interpretazioni abusive della Bibbia, ricerca di una loro conferma presso i padri della Chiesa. Nel paragrafo riservato all'italiano, l'Acquaviva parlava di un lessico arcaizzante, di origine boccaccesca o artificiosamente letteraria: G. POZZI, Grammatica e retorica dei Santi, Milano 1997, p.274-275.

145


I

VISITE AD LIMINA

vatione et animarum incolumitate. Nec tamen longinquiores visi­ tando. quos mihi propriores habui deserui: mensae episcopalis bona amplificare semper studeo ut maior pauperibus instruatur annona. In aula quos optabam nactus sum familiares. Forum summa Dei bonitate, ita regitur; ut a generali vicario, et pro­ vicario, in huius defectu, sic et a caeteris curiae ministris, quaecum­ que absit sordida avaritiae suspi­ cio, quorum rite, recteque admini­ stratis iustitiae lancibus tanto gau­ dio videor perfundi, quanta pietate leniuntur plagae, si quae sunt in hoc ingenti clericorum ordine. Immunitas ecclesiastica, eiusque libertas, et iurisdictio strenue quan­ documque propugnatur; interdum tamen necessitati inserviendum est. Sacrum [idei tribunal ea sedu­ litate curavi, qua episcopum decet, qui pro romana e fidei veritate, non omnem modo operam, sed et vitam impendere, tam velit quam debeat: in eiusdem inquisitionis officio vir

la legge divina e la salvezza delle anime. E inoltre visitando i piu lonta­ ni, non ho abbandonato quelli a me più vicini. Cerco sempre di accrescere i beni della mensa vescovile, per disporre a favore dei poveri una maggior quantità di beni. Nel palazzo vescovile ho otte­ nuto i familiari corrispondenti ai miei desideri. La curia, per somma grazia di Dio, è governata in modo tale dal vicario generale e, in sua assenza, dal provicario, come pure dagli altri ufficiali, che resta lontano ogni minimo meschino sospetto di ava­ rizia, e con la gestione retta e giusta delle bilance della giustizia da par­ te loro, sono tanto ricolmo di gioia quanto di compassione nel lenire le piaghe, se esistono, in questa ingen­ te massa di clero. L'immunità ecclesiastica, il suo libero esercizio e la giurisdizione, è combattuta aspramente qualche volta, ma talora occorre piegarsi alla necessità. Con diligenza ho curato il sacro tribunale della fede, come si richie­ de da un vescovo che ha l'obbligo di spendere per la verità della fede romana, tanto nella volontà quan­ to nel dovere, non solo la propria opera ma anche la vita. Nell'ufficio

(a)

a) I tre capitoli di seguito hanno segnato a margine "Iaudans",

146


I

RELAZIONE -

J8 NOVEMBRE J705

ex Ordine Praedicatorum adest, qui zelo pietatis suae vigilat in domo Domini, sed negotium ei rarissime [acessitut; cum non sint in hac vinea plantae veneficae. Nec tamen in totius gestae pro­ vinciae visitatione publica pietatis opera desideranda inveni. In civitate enim maius xenodo­ chium extat, quod in aegrotis pau­ peribus sedulo curandis, in proiec­ tis a parentibus liberis (expositos vocant) excipiendis, et ad eam usque aetatem alendis, qua pueri aliquo opificii genere percepto, quaerendi sibi victus rationem ali­ quam tenuerint, puellae vero con­ stituta ab ipso xenodochio dote maritum invenerint, amplissimos census quotannis absumit. Et, ut exemplo excitentur alii, aegrotos in hoc valetudinario exi­ stentes, saepissime invisere studeo, sacramentis ipsos corroborando, cibum ministrando, benedictionem in articulo mortis, quacumque diei hora sim vocatus (noctu urbis fores sunt ciausae) impertiendo, quam a reliquis infirmis desiderari non patiot; opibusque tamdem tam pium opus pro mea tenuitate adiuvando. Occurrunt locus Divae Mariae Magdalenae nuncupatus, ubi mulie­ res virique pene amentes, puellae socordes, puerique fatui aluntur, et Divorum Martini et Caroli pia receptacula pueros, et puellas spe destitutas educantia.

dell'Inquisizione c'è un domenicano che vigila con zelo nella casa del Signore, ma a lui si dà pochissimo disturbo, mancando in questa vigna piante malefiche. Né ho trovato, nella visita com­ piuta a tutta la diocesi, la mancan­ za di pii istituti di beneficenza. In città sorge l'ospedale mag­ giore, che provvede diligentemen­ te alla cura dei poveri ammalati, accoglie gli infanti abbandonati (li chiamano esposti) dai genitori, alle­ vandoli sino all' età in cui, da ragaz­ zi addestrati in qualche genere di lavoro, possiedano qualche cono­ scenza per procurarsi il vitto, men­ tre le ragazze, provviste di doti, abbiano trovato marito con una spe­ sa annuale di molti capitali. Perché gli altri venissero trasci­ nati con l'esempio, mi industrio di visitare molto spesso gli ammala­ ti, ricoverati in questo ospedale, confortandoli con i sacramenti, donando alimenti, impartendo la benedizione ai moribondi in qual­ siasi ora del giorno sia chiamato (di notte le porte della città restano chiuse), non lasciandone privi gli altri infermi, e aiutando con elargi­ zioni, per quanto posso con la mia povertà, un'opera tanto buona. Vengono poi il luogo pio detto di S. Maria Maddalena, i pii rico­ veri di S. Martino e di S. Carlo, uno per l'educazione dei ragazzi, l'altro delle ragazze prive di un avvenire. 147


I

VISITE AD LIMINA

Se insuper conspiciendos prae­ bent tergemini Montes; primus a levandafrugum caritate, et procu­ randa annona, Abundantiae dictus, liberali olim multorum civium pie conspirantium stipe constitutus, cuius regimen ad episcopum, urbis praesides selectosque ex omni ordi­ ne viros pertinet; alterius, cui Pietas suum indidit nomen, munus est, puellas ob inopiam illocabiles congrua dote annumerata e pudi­ citiae discrimine vindicare, quos montes alio nomine sed eodem instituto ager habet; postremus Mons Pignorum est, per quem citra foeneris labem mutuo data poecu­ nia civium indigentiae occurritur", nec pia loca Succursus et ad melio­ rem frugem Conversarum, cum eorum superius meminerim, enu­ mero. Publicam insuper populorum pietatem testantur complura quo­ tidiana sacra, perpetuo duratura, liturgica suppellex, qua omnis ecclesia abundat, Disciplinatorum

Si presentano da vedere inoltre tre grandissimi Monti: il primo, eret­ to allo scopo di ovviare alla penuria delle messi e procurare i viveri, è detto dell'Abbondanza, raccoglie alimenti dalle offerte caritatevoli, e fornisce viveri, costituito antica­ mente coi doni generosi di molti cit­ tadini animati dalla compassione. La sua direzione spetta al vescovo, ai presidenti della città e a uomini scelti da ogni ordine di cittadini. L'altro, detto della Pietà, ha per scopo di dotare congruamente le ragazze che per povertà non sono collocabili in matrimonio, sot­ traendole al rischio di perdere la pudicizia. Monti, questi, che anche nel ter­ ritorio esistono, sotto altro nome, ma con la stessa finalità. Il terzo è il Monte dei Pegni, col quale si soccorre all'indigenza dei cittadini prestando denaro senza il danno dell'interesse. Né elenco qui i surricordati luoghi pii del Soccorso e delle Convertite per una loro migliore condotta. La religiosità del popolo viene testimoniata dalle numerose cele­ brazioni quotidiane con le fonda­ zioni perpetue, la suppellettile litur­ gica, di cui abbonda ogni chiesa, i

53. Cf. nota n.26 della relazione Ruzini 1702; Il Monte di Pietà istituito nel 1575 per volontà di san Carlo, aveva lo scopo di eliminare o ridurre al minimo il fenomeno dell'usura nell'erogazione del credito su pegno; Ruzini attribuisce tale opera in questa relazione al Monte dei Pegni; cf. D. MONTANARI, I Monti di pietà bergamaschi (secoli XVI­ XVIII), in "Studi veneziani", 27 (1994), p. 165-236; IDEM, Misericordie... , o.c.

148


I

RELAZIONE -

18 NOVEMBRE 1705

sodalitia. confraternitates Sanctis­ simi Sacramenti, Rosarii, Bonae Mortis, et similes rite erectae, et in almae urbis Archiconfraternitates cooptatae, ecclesiastica beneficia, et templa ipsa, quae praesertim in dioecesi, vel magnifice extructa visuntur; vel modo ex antiqua in recentem, melioremque faciem instauratur; me summopere non tam voce, quam interdum stipe collata id operis promovente, cum septem supra viginti parochialium eccle­ siarum instauratio nunc ferveat in agro. Et licet in civitate, neque mole, neque specie admodum templa conspiciantur; eminent tamen ea, quae in duobus amplissimis subur­ biis Divo Alexandro inaugurata consurgunt, quorum utrumque com­ pluribus decoratur sacerdotibus, qui collegiatarum more, alternan­ tibus choris divinam celebrant psal­ modiam. Inter omnia tamen assurgit Divae Mariae Maioris phanum mole ingens, pictorum, plastarum­ que laboribus insigne, peregrino, lectoque marmore exornatum. In eo complures sacerdotes canonico­ rum ritu quotidianarum divina­ rumque laudum pensum sanctae liturgiae solemnia, ac caetera divi­ ni cultus offida exacte persolvunt"; caeterum cum adiecto Misericor­

sodalizi dei Disciplinati, le confra­ ternite del S.mo Sacramento, del Rosario, della Buona Morte, e altre simili istituite canonicamente, asso­ ciate nelle arciconfraternite dell'al­ ma città, i benefici ecclesiastici, e gli stessi templi sacri, che, specie in diocesi, si distinguono per l'ar­ chitettura magnifica, o che ora sono restaurati dalla vecchia condizione alla nuova migliore, col contributo prestato soprattutto da me non tan­ to a voce, quanto con l'offerta rac­ colta a tale scopo, mentre ferve nel territorio l'opera di restauro di 27 chiese parrocchiali. Benché in città non si vedano templi di particolare mole o bel­ lezza, tra essi sono eminenti però quelli che sorgono nei due estesis­ simi borghi di S. Alessandro, ambe­ due forniti di molti sacerdoti, che recitano la salmodia divina come nelle collegiate. Tra tutti i templi si distingue tut­ tavia S. Maria Maggiore, ingente per mole, insigne per opere di pit­ tori e artisti, ornato di marmo pre­ zioso esotico. In esso molti sacer­ doti, sullo stile dei canonici, reci­ tano con accuratezza l'ufficio divi­ no quotidiano, celebrano le solenni funzioni liturgiche e altri riti cul­ tuali. Esso, del resto, con l'aggiunto consorzio, come lo chiamano, del­

54. Cf. A. RONCALLI, La "Misericordia Maggiore ... ", p. 45-57.

149


I

VISITE

AD LIMINA

diae, ut vocant, Consortio" ac la Misericordia, e la scuola cui i Barnabiti, incaricati a tempo, pre­ ephaebio cui Barnabitae ad tem­ pus conducti, iuventutem recte insti­ siedono lodevolmente nell'istruire tuendo laudabiliter praesunt, in rettamente la gioventù, rimane del nobilium laicorum potestate omni­ tutto sotto il potere dei nobili laici, no est, id maxime caventium, ne i quali evitano con cura di lasciare quid iuris episcopo in idem relin­ al vescovo alcunché di giurisdizio­ quanto ne in materia. Sed cum de templis mentionem Parlando dei ternpli, non omet­ fecerim, non omittan cathedralis terò di notare che la fabbrica della [abricam quoque progredi; mei cattedrale procede. Con la spinta enim non tam impulsu, quam aere non tanto mia personale, quanto con accedente Capituli, et civitatis sub­ il denaro fornito dal Capitolo e col sidio, duae parastaticae columnae. sussidio della municipalità, sono in quibus maius concameratum fasti­ fase di costruzione due colonne basilari su cui verrà innalzata la vol­ gium incumbat extruuntur, ipsisque ta, e a loro ultimazione, quanto perfectis, facile ad exitum, quod supererit perducetur, brevique ad ancora rimane sarà condotto facil­ culmen perducendum spero", mente a conclusione e in breve tem­ Et profecto huius templi con­ po spero che si arriverà al culmine. dendi magnificentia debetur, non Questo tempio si deve costrui­ tantum, quod cathedrale est, sed re con magnificenza non tanto per­ etiam, quod undecim Sanctorum ché è la cattedrale, ma perché custo­ disce gli undici corpi dei santi: corpora servat, nempe sancti Alexandri martiris legionis Thebeae Alessandro martire, vessillifero del­ vexilliferi, cui sacra est ecclesia", la legione Tebea, cui è intitolata la

55. Ibid., p. 82-87, erano uniti alla Misericordia Maggiore il Consorzio dei Carcerati, l'Ospedale della Maddalena che nel 1720 enne il legato Bonometti e nel 1786 quello di Vincenzo Dell'Olmo, la Misericordia in Monte S. Vigilio. il Monte dell' Abbondanza. il Monte di Pietà e altre fondazioni minori. 56. Oltre quanto già riferito nella relazione precedente 1702 in nota n. 49; circa il proget­ to di Carlo Fontana e la sua difficile messa in opera, il 29 febbraio 1704 era stata pre­ sa la risoluzione di costruire il pulpito in cornu evangelii. Il consiglio cittadino aveva inoltre provveduto alla costruzione della cappella dei santi Fermo e Rustico in duo­ mo, con risoluzione presa il 3 settembre 1695; ACVB, Arch. Cap., 615, Sommario delle indulgenze ..., ff. 183r-184r, I94v.

57. Ruzini con la citata lettera "Magna quidem vetustati habenda est ratio..." , cf. nota n. I, raccomandava la divozione a sant'Alessandro, esaltandolo, in quanto "hic est enim qui tradita m primum tibi, Bergomen civitas, a Dea apostolo Barnaba fidem instaura­

150


I

RELAZIONE -

J8 NOVEMBRE J 705

divi Narni primi Bergomen. epi­ scopi a divo Barnaba apostolo anno salutis quinquagesimo sexto consecrati, ex cuius calva olim perennis liquor et aegrotis salutaris manabat"; sanctorum Yiatoris et

chiesa; san Narno, primo vescovo di Bergamo consacrato da san Barnaba apostolo nell'anno 56, dal cui cranio una volta emanava in continuità una sostanza medicina­ le per gli ammalati; i santi Viatore e

vit"; il Capitolo con la risoluzione dell'II aprile 1701 comunicava al consiglio cittadi­ no di aver deciso la traslazione delle reliquie dei patroni di Bergamo "ad altare maius novi chori" e a tale scopo s'era istituita una commissione di tre deputati eletti tra i cano­ nici e altre dignità per solennizzare il più possibile tale avvenimento. Il 7 luglio 1702 il Capitolo prese atto che "ab illustrissima civitate theca argentea optime elaborata obla­ ta fuit pro repositione sanctarum reliquiarum divi Alexandri martiris, titularis huius ecclesiae cathedralis et principalis protectoris huius civitatis et dioecesis" ACVB. Arch. Cap .. 615. Sommario delle indulgenze.... ff. 194r-195r. 200r-v;ibid.. Lettere pasto­ rali Libro n° 4; Sommario.... ff. 20-21: Exite jlores inclvti Antologia Alessandrina Testimonianze a S. Alessandro dalle "Passiones" ai giorni nostri XVII 298-1998 cen­ tenario del martirio di S. Alessandro. Diocesi di Bergamo. Bergamo 1998.

58. Ruzini ritiene che san Narno, primo vescovo di Bergamo. sia stato contemporaneo di san Barnaba. Questi. collaboratore degli apostoli. presentò loro san Paolo neoconver­ tito. Paolo e Barnaba operarono per il Vangelo in Antiochia. e portarono soccorsi a Gerusalemme durante la carestia al tempo di Claudio imperatore. Ritornati ad Antiochia. furono consacrati per evangelizzare i gentili. Insieme passarono per diverse città e a Listri i pagani. affascinati dalla parola e dai miracoli. acclamarono Paolo come Mercurio. Barnaba come Giove. Il rifiuto di Paolo di associare nella missione Marco. cugino di Barnaba. portò i due evangelizzatori su strade diverse. La sua tomba sarebbe stata tro­ vata al tempo dell' imperatore Zenone nel 488. con il Vangelo di san Matteo scritto di mano dallo stesso Barnaba. A proposito dell' acqua scaturita dal cranio di san Narno, è memoria che "Item die XXVII iulii inventa fuerunt duo lavela sub duobus altaribus. existentibus in corporibus sanctis sancti Alexandri. Sub uno dictorum altarium inven­ tum fuit corpus san l'ti Narni, episcopi. et de crapa aqua ipsius sancti oriebatur aqua clarissima. Et quasi omnes de Pergamo faciebani accipere aliquantum de ipsa aqua cum maxima solemnitate. Quod altare est a malie diete ecclesie"; Chronicon Bergomense Guelpho-Ghibellinum ab anno MCCCLXXVIII usque ad annum MCCCCVII a cura di C. CAPASSO. Bologna 1928. in Raccolta degli storici italiani dal cinquecento al mil­ lecinquecento ordinata da L.A. MURATORI. nuova edizione riveduta ampliata e cor­ retta con la direzione di G. CARDUCCI-V. FIORINI-P. FEDELE, XVI. Il, p. 103. e nell'Introduzione. p. LII. anno 140 l, "II 24 luglio 140 I. vediamo il Nostro presenzia­ re lo scoperchiamento che fu fatto di alcune tombe di martiri per impetrare da questi la pioggia nell'enorme siccità che allora tormentava Bergamo. Egli dichiara di aver viste e lette le iscrizioni (que corpora ego l'idi et legi dicta(m) scripturam) e dopo aver osservato che, aperta la tomba. effettivamente dopo pochi giorni piovve. soggiunge senz'altro che l'avello fu chiuso il I ° agosto. Ma poi torna indietro e sotto la data del 27 luglio ricorda che avvenne il miracolo dell'acqua chiara uscente dal cranio di san Narno, l'avello del quale pure era stato scoperto". Il Celestino scrive che il fatto prodigioso cessò nel 1561 col trasferimento del corpo di san Narno nella cattedrale di S. Vincenzo; COLLEONI CELESTINO. Historia ouadripartita di Bergamo et suo territorio nato gen­ tile et rinato christiano, 3 voll., Bergamo-Brescia 1617-1618. I. p. 32; 2. Il. p. 188; D. CALVI. Effemeride sagro profana di quanto di memorabile sia successo in Bergamo sua diocese et territorio. 3 voll., Milano 1676. II. p. 488: G. FINAZZI, I Guelfi e i Ghibellini iII Bergamo Cronaca di Castello Castelli delle cose occorse in Bergamo

151


----'-~----------I

VISITE AD LIMINA

Ioannis martiris Bergomensium pariter episcopo rum, sanctae Hesteriae virginis et martiris, sane­ torum Iacobi et Proiectitii marti­ rum, Capituli archidiaconorum, sanctorum Firmi et Rustici marti­ rum et Proculi episcopi Veronensis, ex quorum trium postremo memo­ ratorum, ubi prius condita erant, arca marmorea quotannis eorum recurrente sacro, aqua ad expel­ lendos morbos pie adhibita enasci conspicitur; et celebritate absoluta ea quoque fluere desinit", ac tan-

Giovanni, martiri Bergomensi, ve­ scovi; santa Esteria, vergine e mar­ tire; i santi Giacomo e Proiettizio, martiri, arcidiaconi del Capitolo; i santi Fermo e Rustico, martiri e Proculo, vescovo di Verona. Dall'arca marmorea di questi tre ultimi santi, nel luogo ove prima stava collocata, ricorrendo la loro festa, si vede ogni anno scaturire acqua usata devotamente per allon­ tanare morbi e, finita la celebrazio­ ne, anche l'acqua cessa di uscire. Vi è infine san Vincenzo martire,

negli anni 1378-1407 e Cronaca anonima di Bergamo degli anni 1402-1484 ,Bergamo 1870. p. 119; V. CAVALLA. Barnaba. Enciclopedia Cattolica. 12 voll., Firenze 1948­ 1954. (citazione: En. Ca.) II. p. 863 - 864; E. CAMOZZI, Le visite...• l. relazione 16 otto­ bre 1594. p. 156. 59. Il fatto due volte prodigioso viene raccontato dal Calvi. al 21 maggio 1156. quando i corpi dei tre santi furono scoperti in occasione della liberazione di una ossessa trova­ tasi inconsapevolmente sul loro sepolcro, e il vescovo Gherardo (1146-1167) "fatto cavar il luogo di talliberatione scoprì l'arca di marmo in cui giacevano i tre santi cor­ pi. spirando odorose fragranze vicino ad essi una cassetta di marmo piena d'acqua odorifera, et agl'infermi miracolosa. sopra cui galleggiava vago et insolito fiore". Non dissimile è il fatto narrato dal Celestino. Historia ...•2, I. p. 386-388. che ritiene l'ac­ qua "sopra natura", per gli "effetti suoi soprannaturali" sia per il modo inconsueto col quale l'arca svuotata di nuovo si riempiva, sia per le guarigioni di "spiritati e maleficiati... e infermi massime febricitanti" che la bevevano. Il Bonetti a sua volta scrive che "tra­ sportati fumo quei corpi santi nella cathedrale, e restò il suo sepolcro scoperto. e pri­ vo di quell'acque miracolosa ch' indeficientemente uscendo dal corpo di S. Fermo ser­ viva per infallibile medicina d'ogni languente e spetialmente de febricitanti.... Così sve­ gliata la divotione di quel popolo verso quella sacra arca, non fu abbandonato dalla favorevole protettione de suoi santi concedendogli Dio per la loro intercessione nuo­ va miracolosa acqua. dalla quale si trovava di poi quasi sempre ripiena l'arca sudetta che s'apriva nella vigilia della festa d'essi santi". Per qualsiasi necessità cittadina o per calamità naturali o di altre cause, il consiglio cittadino esponeva le reliquie dei tre san­ ti. come avvenne il7 giugno 1702. il21 agosto 1704, 1'8 luglio 1707, il 28 settembre 1708. La custodia e l'esposizione delle reliquie veniva regolata secondo una tradizio­ ne che dava luogo anche a vertenze tra il Capitolo e il consiglio cittadino. cf. ACVB. Arch. Cap., 615, Sommario delle indulgenze ..., l'f. 190r-289r; 618. Atti della causa dei SS. Fermo e Rustico tra Capitolo e città, 1715. (ms), ff.nn. ; D. CALVI, Effemeride ..., II, p. 102-103.544; P. BONETTI. Specchio de' Prelati rappresentato nella Vita di Girolamo Ragazzoni, conte di S. Oderico e Vescovo di Bergamo, Bergamo 1644, p. 67; Monastero (Il) di San Fermo in Bergamo Leggenda e storia a cura di N. BER­ GAMASCHI e A. RIBONI, Architettura e arte a cura di S. FRISIA, Fotografie B. PIROLA, Presentazione V. ZANELLA. Bergamo 1982.

152


-----"-----------­ I

RELAZIONE -

18 NOVEMBRE 1705

dem sancti Vincentii martiris, quod Romae obtentum, cathedrali meae dono dedi in arca affabre elabora­ ta repositum, conchis citheriacis laminisque argenteis tractata". Eorumque sacras divorum exu­ vias diutius sub minore altare custo­ ditas ad maius solemni ritu a me consecratum, anno elapso transfe­ rendas curavi; post expletum enim felici mei praecessoris auspicio tot saeculorum negotium unionem sci­ licet congregationum S. Alexandri, et Vincentii unicum modo conflan­ tium Capitulum, pontificio id erat sancitum decreto. Et equidem splendidissimam octo diebus celebratam huius trans­ lationis tota munificentia solemni­ tatem, non arculae argenteae pro sacris cineribus recondendis omnis elegantiae opificio elaboratae, non templi vel eximiorum pictorum tabulis, vel apparatus magnificen­ tia ultra pompam emicans maie­ stas, non parietum holoserici ope­ ris varietate exornatorum specio­ sa concinnitas, non sacrorum ora­ torum omni cura compositi pane­ girici sermones, non tandem cele­ berrimorum ex tota Insubria, qui accersiti fuerunt canto rum lauda­ tissimi chori omnibus absolutam numeris reddidere, sed populi urba­ ni, forensis, ac exteri admirabilis concursus, nec non omnium piorum

che ho ottenuto da Roma, dato da me in dono alla mia cattedrale, deposto in un'urna artisticamente elaborata, ornata con perle e lamine d'argento. L'anno scorso ho provveduto a far trasportare le sacre reliquie dei santi, da tempo custodite sotto l'al­ tare minore, sotto il maggiore da me consacrato con rito solenne, dopo la felice conclusione auspica­ ta da secoli e realizzata dal mio pre­ decessore, dell'unione in un unico Capitolo delle congregazioni capi­ tolari di S. Alessandro e S. Vincen­ zo, sancita con decreto pontificio. La traslazione fatta con cerimo­ nia solennissima, fu festeggiata per otto giorni con splendida munifi­ cenza: non le urne d'argento ornate a regola d'arte per custodire le sacre ceneri, non la sfavillante maestà del tempio nei quadri di celebri pittori o nella sontuosa decorazione oltre ogni sfarzo, non la leggiadra ele­ ganza delle pareti ornate di multi­ colori drappi di seta, non discorsi con tutta la particolare cura di un colto panegirico da parte di sacri oratori, non infine cantori celeber­ rimi di un eccellentissimo coro chiamati da tutta la Lombardia rese­ ro perfetta sotto ogni riguardo (la solennità), ma il concorso degno d'ammirazione dei cittadini, dei forensi e degli stranieri, nonchè tut­

60. Su questa donazione cf. relazione 1702 nota 24.

153


I

VISITE AD LIMINA

te le confraternite venute proces­ sionalmente, e la numerosa fre­ quenza al Pane Eucaristico che dà la forza degli angeli. l tempi molto difficili mi hanno costretto solo a proibire la suppli­ ca indetta. Volli che questa traslazione risultasse solenne in ogni genere di cerimonie perché, accendendosi la venerazione, prima tiepida, della città verso i patroni, le loro ossa germogliassero dal loro luogo, e sulle loro vestigia il pastore e le pecore siano trovati degni di giun­ gere all'eterna felicità. Queste sono le notizie che ho creduto comunicare per dovere del mio ufficio di pastore. Se vi sarà qualcosa di buono, è da attribuire al Padre dei lumi, se di male, alla mia debolezza. Soffuso perciò di umile pudore, al pari di un servo che per nulla abbia fatto fruttificare i talenti,

sodalitiorum processionaliter adve­ nientium, sacroque Angelorum Pane se roborantium frequentia". Quam indixeram tantum, sup­ plicationem prohibere me coege­ runt summae temporum diffìculta­ teso Translationem hanc tamen omni celebritatis genere solemnem volui, ut magis populorum erga sancto­ rum urbis tutelares, exardescente, tepida quae prorsus erat, venera­ tione, pullularent ossa eorum de loco SU0 62 et per eorum vestigia pastor, et oves ad aeternam felici­ tatem pervenire mereantur: Haec sunt quae pro pastoralis debiti officio refe renda duxi. Si quid boni, luminum Patri", si mali meae tribuendum erit imbe­ cillitati. Humili igitur pudore suffusus. tamquam servus qui talenta mini-

61. Sulla ricognizione e tras!azione delle reliquie dei principali santi di Bergamo narrata da Ruzini, vi è un opuscolo senza titolo in ACVB, Arch. Cap., 612, Atti dei santi martiri della cattedrale di Bergamo. Priuli nella visita alla cattedrale scrive che nel 1704 furo­ no depositati all'altare maggiore il corpo (sive cineres) di sant'Alessandro "in lima laminis argenteis ornata" coi sigilli di Ruzini; "in capsula lignea" le ceneri separate dei santi Viatore, Narno, Giovanni, Proiettizio, Giacomo, Esteria; in un' altra capsula le cene­ ri miste dei santi Narno, Viatore, Giacomo. Giovanni, Esteria con Yinstrumentum di traslazione dei suddetti santi dall'altare dei santi Rocco e Sebastiano. Vide inoltre la reli­ quia della santa croce, "repositam et sigillatam in cruce christallina" conservata in un ostensorio lavorato in filigrana, dono di Ruzini. r corpi dei santi Fermo, Rustico e Procolo, afferma Priuli, erano custoditi "in capsula lignea integre laminis argenteis cooperta" munita di sei sigilli del vescovo Giustiniani. trasferita dall'altare di S. Carlo in sacrestia per i lavori della cattedrale; ibid., Visita Priuli, 80 (1710-12-24), ff.l v-2r. 62. Eccli. 46.14. Le loro ossa rifioriscano dalle tombe e il loro nome si perpetui sui figli. 63. Giac. 1.17.

154


I

RELAZIONE -

18 NOVEMBRE 1705

me superlucratus sito pecuniam nascondendo il denaro del suo Domini sui abscondendo", Aposto­ padrone, chiedo l'indulgenza della licae Benedictionis indulgentiam Benedizione Apostolica, perché for­ exoro, ut illa corroboratus, sic dein­ tificato da essa, corra poi in modo ceps curram, ut comprehendam", tale da afferrare (il premio). Animo tandem praesens. si non Presente tuttavia nello spirito, corpo re, iterum sanctissimos anche se non con il corpo, di nuovo Apostolorum Principum cineres venero le ceneri santissime dei adoro, hoc uno me voto obstrin­ Principi degli Apostoli, vincolan­ gens, ut incolumem, et florentem domi a questo unico auspicio, che stare velint Clementem undecimum vogliano conservare sano e fioren­ re, et nomine optimum maximum te Clemente undecimo, di nome e terris peculiari superum munere di fatto ottimo massimo in terra, difficillimis hisce temporibus com­ donato in questi difficilissimi tem­ modatum, eminentiarumque vestra­ pi per particolare grazia di Dio, rum humillimo obsequio radiantis mentre bacio rispettosamente il non tam ostro, quam merito pur­ lembo della porpora delle eminen­ pureae laciniam. reverenti osculo ze vostre, sfavillante non tanto per libo. il colore quanto per il merito. Canonici cathedralis quadraginta

Canonici della cattedrale 44 quatuor.

Sacerdotes saeculares mille, et

Sacerdoti secolari 1.200 esclusi i parroci ducenti. exclusis parochis.

Abbatiae saeculares tres.

Abbazie secolari 3 Prioratus quatuor.

Priorati 4 Praepositurae duae.

Prepositure 2 Commendae duae.

Commende 2 Ecclesiae parochiales titulatae cen­

Chiese parrocchiali titolate 160 tum, et sexaginta.

Non titulatae centum et triginta

Non titolate 134 quatuor.

Beneficia simplicia ducenta, et qua­

Benefici semplici 204 tuor.

64. MI. 25.25. 28. Per paura andai a nascondere il tuo talento sotterra ... 65. l Coro 9.24. Non sapete che quelli che fanno le corse nello stadio corrono sì tutti, ma uno solo riporta il premio? Correte dunque in modo da riportarlo.

155


___- - - ' _ 1 . . . . . - - - - - - - - - - - - ­ I

VISITE AD LIMINA

Capellaniae titulatae sexaginta duae.

Cappellanie titolate 62

Cappellanie mercenarie circa 600

Capellaniae mercenariae sexcen­

tae circiter:

Monasteria regularium quadra­

Monasteri dei regolari 40 ginta.

Monasteri delle monache 16 Monasteria monialium sexdecim.

Congregazioni delle Dimesse 3 Congregationes Demissarum tres.

Congregazioni delle Terziarie 8 Congregationes Tertiariarum octo.

Oratori 530 Oratoria quingenta, et triginta tria.

Luoghi Pii 131 Loca pia centum, et triginta unum.

Confraternite del S.mo Confratemitates sanctissimi Sacra­

Sacramento 294 menti ducentae, et nonaginta quatuot:

Confraternite del S.mo Rosario 281 Confraternitates sanctissimiRosarii

ducentae octuaginta una.

Aliae sub alio titulo centum,

Altre confraternite sotto et octoginta tres.

altro titolo 183 Scuole dei Disciplini 230 Scholae Disciplinatorum ducentae,

et triginta.

Scuole della Dottrina Scholae Doctrinae Christianae ter­

Cristiana 362 centae, et sexaginta duae, quarum

di cui 26 da me istituite viginti sex institui.

Hospitalia sex.

Ospedali 6 Missae celebratae a presbiteris sae­

Messe celebrate dai sacerdoti secolari: possono essere 410.240 cularibus possunt esse quatuor cen­

tum decem mille ducentae, et qua­

draginta.

Messe celebrate dai regolari: Missae celebratae a regularibus

possunt esse ducentae octuaginta

possono essere 288.000 octo mille.

Anime(dei fedeli): Animae in totum centum quadra­

complessivamente 146.000 ginta sex mille ultra alias, quae ali­

oltre quelle che risiedono altrove. bi commorantur.

Bergamo addì 18 novembre 1705 umilissimo obbligatissimo ossequentissimo servo Luigi vescovo di Bergamo

Datum Be rgomi die 18 novembris 1705 humillimus adictissimus obsequentissimus servus Aloisius episcopus Bergomi

156


------------------I

RElAZIONE -

18 NOVEMBRE 1705

141

PROCURA DEL VESCOVO LUIGI RUZINI

AL REVERENDO FEDERICO CORNARO

In Christi nomine. Amen. Anno ab illius nativitate millesimo septingentesimo quinto, indictione decima tertia, die vero mercurii undecima, mensis novembris, pontificatus autem sanctissimi in Christo patris, ac domini nostri domini Clementis divina providentia PP XI anno quinto. In mei notarii publici, et cancellarii curiae episcopalis Bergomen. ac testium infrascriptorum ad haec specialiter vocatorum, et rogatorum prae­ sentia, personaliter constitutus illustrissimus, et reverendissimus dominus Aloisius Ruzino, Dei, et Apostolicae Sedis gratia episcopus Bergomen., comes etcet., praelibati sanctissimi domini nostri Papae praelatus dome­ sticus, et assistens, expressim, sponte, et omni meliori modo etcet., eligit, constituit, et deputat in suum missum, nuntium, actorem et legitimum pro­ curatorem, et quidquid melius etcet., illustrissimum et reverendissimum Federicum Comelium absentem tamquam praesentem generalitet; et expres­ se, ita quod, etcet., ad, nomine ipsius illustrissimi et reverendissimi domi­ ni episcopi constituentis, visitandum sacra Limina Apostolorum, et ad pedes sanctissimi, vel in sacra congregatione eminentissimorum sacrae curiae romanae cardinalium sacri Concilii Tridentini Interpretum, vel coram quibus opus fuerit, humiliter producendum relationem status suae Ecclesiae, et dioecesis Bergomen., iam a sua illustrissima, et reverendissima dominatione visitatione lustratae; et ad agendum hac de causa, et exse­ quendum ea omnia, et singula, quae idem illustrissimus, et reverendissimus dominus episcopus constituens agere, et exequi posset, et deberet, si prae­ sens adesset, etiam si talia forent, quae mandatum magis speciale, vel generale praesentis requirerent, dans, etcet., promittens etcet., relevans etcet., rogans etcet.. De quibus omnibus etcet. Actum in aula solitae audientiae praedicti illustrissimi, et reverendis­ simi domini episcopi sita in episcopali palatio Bergomi, ibidem praesentibus admodum reverendis dominisPaulo de Antis, et Francisco de Rubinis 157


I

VISITE AD LIMINA

sacerdotibus [amiliaribus eiusdem illustrissimi domini episcopi. testibus notis. idoneis, ad haec specialiter etcet. A. V. sigillum

Ego Andreas a Valle filius q. domini Iacobi civis, et apostolica aucto足 ritate notarius publicus Bergomen., et cancellarius episcopalis de prae足 dictis omnibus rogatus instrumentum confeci, exemplavi, ut supra, sub足 scripsi, et signavi solito mei tabellionatus signo apposito etcet. Franciscus Vascellinus de Mutiis iuris utriusque doctor, canonicus cathedralis et in episcopali curia Bergomen. vicarius generalis" sigillum Universis attestamur retroscriptum spectabilem dominum Andream a Valle esse talem qualem se facit, hic, et ubique fide dignum.

In quorum fidem etcet. Datum Bergomi ex episcopali die II novembris 1705 Thomas Giannini secretarius Bergomen. Yisitatio sacrorum Liminum 4 iunii 1707 Die 28 novembris 1705 data fuit attestatio visitationis 40 triennio.

66. Il vicario generale Francesco Vascellino de Mutiis fu mantenuto in tale ufficio anche dal card. Priuli. Era probabilmente un collezionista di opere d'arte; possedeva una quadreria di 160 dipinti; B. BELOTTI, Storia di Bergamo..., V, p. 220.

158


I

RELAZIONE -

18 NOVEMBRE 1705

142

LETTERA DEL VESCOVO LUIGI RUZINI A PAPA CLEMENTE XI ASV, Lettere di Vescovi e di Prelati, 54, f. 455r-v Beatissimo Padre

Beatissime Pater Et pro eo, quod[erre cogor con­ crediti mihi gregis calamitates con­ spiciendo, et pro eo, quod me prohi­ beant Romam advenire pro sacris Apostolorum Liminibus visitandis, pedibusque tuis, beatissime pater; quam ferventi animo cupio accide­ re, ut venerabundum in iis osculum infigam, difficillima nedum, sed molestissima labentia tempora experior: Sed quam nomine, et re, defers Clementia, mihi spem facit, ut mei erga te humillimum, etfiliale obse­ quium ab eodem nuntio, quem mihi indulsisti, quique meae oboedien­ tiae offitium persolvet, benigne uti assoles excipere, et recognoscere digneris. In paucis a me perstric­ tam humillimam han c fidei meae provinciam, Aegiptum veluti Home­ ricam, in qua rerum humanarum more multis bonis multa mala admi­ scentur; eminentissimis sacrae Conci/ii congregationi patribus exhibet'.

I tempi correnti di cui faccio esperienza sono non solo difficilis­ simi, ma anche spiacevolissimi, sia perché sono costretto a sopportare la vista delle disgrazie del gregge a me affidato sia perché non mi accon­ sentono di venire a Roma per visi­ tare i sacri Limini apostolici e per prostemarmi ai tuoi piedi, o beatis­ simo padre, con tutto l'ardente fer­ vore del mio animo in modo da imprimervi un bacio pieno di vene­ razione. Ma la Clemenza che tu porti di nome e di fatto, mi offre quella spe­ ranza per la quale ritengo che il mio umilissimo filiale ossequio a te, sarà assolto quale dovere della mia obbedienza dallo stesso nunzio che mi hai concesso, che come d'abitu­ dine ti degnerai di accogliere e di riconoscere. Egli mostrerà agli emi­ nentissimi padri della sacra con­ gregazione del Concilio questo umilissimo governo della Chiesa a me affidata, simile all'Egitto di Omero, in cui, secondo quanto

l. Il poema omerico, come l'Egitto biblico, nella tradizione cristiana assume un valore ambi­ valente, in cui bene e male si mescolano e si confrontano; C.N. COCHRANE, Cristianesimo e cultura classica. Il Mulino, Bologna 1957.

159


-----------------VISITE AD LIMINA

Pro eo quod pastorali debito avviene nelle realtà umane, a mol­ mea non respondit sollicitudo ti beni si mescolano molti mali. In quello che la mia sollecitu­ Apostolicae Sedis indulgentia sup­ pleatur, sic enim deinceps curram, dine non corrisponde al dovere ut comprehendam', pastorale, supplisca la benevolen­ Ex ara interim praecabor, ut za della Sede Apostolica, così infat­ ti correrò per conquistarlo. quemadmodum beatitudinem tuam speciali munere nobis Superi com­ Dall'altare pregherò, frattanto, mendarunt, ifa nedum diutissime perché come la Volontà Divina ha Ecclesiae clavo te accidere conce­ affidato a noi con una speciale gra­ dant, sed id agant, ut christiano zia Ia tua beatitutine, così tanto orbe, pro quo semper animo excu­ meno permetta che tu per lunghis­ bas, a tua sapientia composito oria­ simo tempo cada al timone della Chiesa, ma faccia in modo che, tur in diebus tuis iustitia et abun­ dantia pacis, donec unus pastor pacificato il mondo cristiano, per il fiat, et unum ovile. quale sempre vegli, sorga nei tuoi Hoc igitur voto obstrictus ani­ giorni la giustizia e l'abbondanza mo, si non corpore, cum pusillo della pace, finché non si faccia un grege, pedibus tuis, sanctissime solo pastore e un solo gregge. pater, item advolvor, apostolicam Vincolato a questo voto, mi pro­ de rore coeli, et de pinguedine ter­ stro nello spirito, se non nel corpo, rae, benedictionem exorans. col piccolo gregge, di nuovo ai tuoi piedi, santissimo padre, invocando Sanctitatis tuae

la benedizione apostolica dalla humillimus adictissimus

rugiada del cielo e dalla pinguedine et obsequentissimus servus

della terra. Aluisius episcopus Bergomi

14 kalendas decembris 1705

Della Santità tua

umilissimo obbligatissimo

e ossequentissimo servo

Luigi vescovo di Bergamo

Bergamo 18 novembre 1705

2.

Cf. l Cor. 9.24.

160


-----------------I

RELAZIONE -

18 NOVEMBRE 1705

143

DICHIARAZIONI DELLE VISITE ALLE BASILICHE

DEI SANTI APOSTOLI PIETRO E PAOLO

Alexander Casalius utriusque Signaturae referendarius, canonicus et altarista sacrosanctae basilicae Vaticanae. Illustrissimus et reverendissimus dominus Aloisius Rurino episcopus Bergomen., per illustrem et reverendum dominum Federicum Cornelium, utriusque Signaturae referendarium, visitavit Limina sacra principis Apostolorum basilicae et praesentem fidem a nobis obtinuit hac die 2 men足 sis decembris anno 1705. Alexander Casalius Coccianus canonicus altarista Die 2 mense decembris 1705 Pro illustrissimo et reverendissimo domino domino Aloisio Ruzino epi足 scopo Bergomen., illustrissimus et reverendissimus Federicus Cornelius, utriusque Signaturae referendarius, procurator, personaliter visitavit Limina Apostolorum in sacrosancta patriarchali basilica Sancti Pauli via Ostiensi: de quo ego infrascriptus monachus Ordinis S. Benedicti congregationis Cassinensis fidem facio. D. Filippus Clodius pro vicario

144

LETTERA DELLA CONGREGAZIONE DEL CONCILIO

AL VESCOVO L. RUZINI

ACVB, Atti relativi alle visite ad Limina

Reverendissime domine uti frater Reverendus pater dominus Federicus Cornelius procurator, ab amplitu足 dine tua ad sacra Limina pro labenti quadragesimo triennio visitanda con足 161


--~-'------------I

VISITE

AD LIMINA

stitutus est, et a sanctitate Domini nostri benigne admissus, demandata sibi munera perfunctus est. sacrosanctas etenim beatorum Petri et Pauli apostolorum basilicas pie devoteque veneratus accuratam hodierni sta­ tus istius Bergomensis Ecclesiae relationem scriptam exhibuit in sacra congregatione Concilii, in qua cum primum poterit proponetur; et si qua e aderunt postulata responsum requirentia, id ab eximia eminentissimorum patrum sapientia prodibù in tempore, et per litteras amplitudini tuae pate­ fiet. Interim vero de obito visitationis munere testantes, eidem omnia fausta precamur a Domino. Romae 28 novembris 1705

episcopo uti [rater Bergomen.

Amplitudo tua B. cardinalis Pancratius praefectus' Curtius de Urighis prosecretarius'

gratis etiam quoadformam.

I. Pancratius, dal titolo cardinalizio di S. Pancrazio ricevuto nel 1690, corrisponde al cardinale Panciatico Bandino, datario con Alessandro VIII, prefetto della congrega­ zione del Concilio con Clemente XI dal 4 dicembre 1700 al 21 aprile 1718. Panciatico nacque a Firenze il lO luglio 1629. morì nel 1718 a 90 anni circa d'età; G. MORONL Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da S. Pietro ai nostri giorni, 103 volI., Venezia 1840-1861, 51, p. 93: Hierarchia Catholica ... , V, p. 16, 220; La Sacra Congregazione del Concilio. Quarto centenario dalla fondazione ( /564-/964) Studi e ricerche, Città del Vaticano 1964, p. 282.

2. Curzio Origo nacque a Roma il 18 marzo 1661. Ancora laico fu nominato prosegreta­ rio della congregazione del Concilio, 1704-1706. Ricevette gli ordini sacri nel 1712, e il titolo cardinalizio di S. Eustachio il 21 novembre. Morì a Roma il 18 marzo 1737; Hierarchia Catholica.... V, p. 28 c29. 53-54; La Sacra Congregazione..., p. 378.

162


-----~-------I

RELAZIONE -

18 NOVEMBRE 1705

145 APPENDICE II SACCHEGGIO E INCENDIO DI GANDOSSO

DECAPITAZIONE DEL CONTE GALEAZZO BOSELLI

ASV, Lettere di Vescovi... , 103, ff. 41r, 45r Eminentissimo e reverendissimo signore

signore padrone colendissimo

Quanto ho potuto ricavare di novità in questa orrida stagione de gli andamenti delle due armate, tutto lo partecipo a vostra eminenza nell'ac­ cluso foglio, a cui n'aggiungo un altro intorno la morte del conte Boselli, il quale ha lasciato grande speranza di sua salute per la disposizione con cui si è rassegnato a ricevere il colpo fatale. E qui pieno della maggior venerazione fo a vostra eminenza profon­ dissimo inchino. Bergamo 6 del 1706 Di Vostra Eminenza humilissimo devotissimo obbligatissimo servitore Luigi vescovo di Bergamo Sig. card. Paolucci l (Roma) Decampati i francesi dalle vicinanze di Lonato,si sono messi nei quar­ tieri d'inverno con tale disoposizione che custodiscono l'Oglio dalla parte del milanese et il Minzio da quella del mantovano,cominciando le loro linee a Desenzano sino a Mantova sempre su le rive del Minzio.Un gros­ so staccamento ha avuto l'ordine di passare oltre P6, per diffender non so qual fiume, ma anche per godervi i foraggi, giacché riescono scarsissimi sul I. Fabrizio Paolucci fu vescovo di Macerata.l685, amministratore di Fermo,169l,arci­ vescovo di Ferrara, I 697 , nunzio straordinario a Varsavia.cardinale dei SS.Giovanni e

Paolo, 1699, segretario di Stato di Clemente XI, vicario di Roma.prefetto delle con­ gregazioni dei Riti, dei Vescovi e Regolari, segretario del S.Offizio, vescovo delle dio­ cesi suburbicarie di Porto, Ostia e Velletri. Mori a 76 anni d'età nel 1726; G.MORONI, Dizionario . ..,51, p.145.

163


----------------I

VISITE AD LIMINA

bresciano, ove un partito e l'altro ha fatto lunghi e piii barbari saccheggi col totale sterminio di quel infelice territorio.Attenti però i francesi a queste pre­ cauzioni non perdono il pensiero d'incomodarne i tedeschi per impedirgli particolarmente la communicazione dell'Adice, da dove passano a Salò le provisioni, onde a tal effetto hanno occupato su la riviera veronese due terre di Bardolino e Lazise poste sul lago di Garda. Ciò ha causato che un corpo de tedeschi sia passato a S.Michele un miglio distante da Verona et habbia preso molti posti sopra l'Adice per mantener COSI il dominio di quel fiume; onde quella città tiene a fianchi i tedeschi, et a confini del territorio i francesi con quei danni che sa apportar la licenza militare. È arrivato in Mantova i giorni passati quel serenissimo duca,e vi si aspettava quello di Vandome con qualche numero di milizie. Nel territorio bergamasco hanno i Gallispani esteso i quartieri in altre tre terre.oltre le avvisate coll'ordinario passato. Un comandante di conto de Gallispani essendosi partito con 12 in 14 soldati da Calepio verso la terra del Gandozzo non molto distante.avendo trovati quattro paesani che lavo­ ravano la terra si fermarono a ordinargli i fieni; ed essi rispondendogli che gli haveano contribuiti, e di aver anche il loro attestato, riscaldatisi gli uni e gli altri con parole, i Gallispani spararono contro i paesani, i quali non essendo restati punto offesi.diedero mano a loro archibugi, che haveano portati a terra in disparte, et ammazzarono il comandante con tre soldati. Ritornati gli altri indietro, s'unirono sino al numero di quasi 21m tra fan­ ti e cavalli, e penetrati al Gandozzo abbandonato da gli abitanti, hanno messo al fuoco quel luogo, lasciando andare i vini per le cantine, et aspor­ tando grosso bottino. Di entro (dietro?) restati preda delle fiamme alcuni poveri vecchi e fan­ ciulli.come pure saccheggiata la chiesa parrocchiale, di che però non si hanno ancora più certe notizie.

Cap." di lettera scritta da Milano da un padre accreditato della Compagnia di Giesù. Oda illustrissimo un miracolo della Misericordia Divina. Il conte Galeazzo Boselli condotto dalla Providenza celeste in mano della giustizia terrena, stando prigione in castello e prevedendo il suo disgraziato fine, hebbe a disperarsi, ma poi condotto al palazzo della giu­ stizia si turbò altamente, e vero all'annunzio della morte, bramò la con­ 164


-----------------, RELAZIONE -

18 NOVEMBRE 1705

tessa Faustina sua madre, et havendolo ordinato il senato,accostandomi io per assisterli,in puoco tempo si confortò. E concertando meco di compor pri­ ma gl'interessi temporali, e poi attendere quietamente all'anima, dettò per tre hore con mente franca et accortezza mirabile l'ultima sua voluntà, noti­ ficando i luoghi, gl'impieghi, le somme, le persone con distintione, stilo e memoria stupenda. Alle 6 hore cominciò la confessione generale di 30 e pio anni,con sensi di gran dolore,interrotta da lagrime con segni di alto pentimento, sicché stimai per le 12 fosse in stato di farlo communicare. Non posso esprimere a vostra signoria illustrissima come la grazia ser­ vendosi della gran capacità della mente, le suggerisse gran copia d'affetti e sentimenti singolari, massime di componzione e fiducia sopra il salmo Miserere, e sopra il Passio di san Gioanni cavava certi piccoli riflessi alla sua persona ben ammirabili in chi certo non haveva l'uso di meditare. Alle occorrenze dava certi avvisi a varie persone confacevoli al loro stato, et essendo capitata una camerata de collegiali per un quarto d'hora fece loro un'aggiustatissima perorazione, inculcandoli che per non haver ubbi­ dito all'inspirazione di rendersi nostro religioso, da un peccato era caduto in un abisso totale d'iniquità. Poichè in questi giorni appena ha mai dormito e si è cibato pochissimo, non puoteva spender meglio il tempo, ed io posso dire che non mi risenti­ va della veglia, sentendolo si ben disposto e provandolo si rimesso alle mie suggestioni. Pio volte si è riconciliato e due si è communicato con mostre di gran pietà. Gionta l'hora del supplitio si alzò franco, ringraziò il carnefice che per lui diveniva ministro della gran Misericordia di Dio; confessò chiaro che con altra morte non si sana salvato; s'avviò sollecito, e gionto ad una sala per salutarvi un'imagine di Maria, si voltò a cavaglieri ivi accorsi in gran numero, e con due ben pesati periodi, a tutti cavò le lagrime. Proseguendo il camino repeteva queste iaculatorie pio a lui confacenti: miserere mei Deus secundum magnam misericordiam tuam. In te Domine speravi, non confundar in aetemum. Credo vitam aetemam, spero, desidero vitam aetemam. Giunti al palco gli raccordai secondo il concerto d'esser all'hora il tem­ po di dar la scalata al cielo con quell' animo, che sarìa andato alla breccia per servitio del re; e così generoso dicendo "viva Gesù" montò sul palco, dove levatogli dal paggio il mantello lugubre et il colaro, da sé si prostrò a ricevere il colpo della mannaia, che riuscì prestissimo. 165


I

VISITE AD LIMINA

Fu subito il capo spiccato posto sul ceppo, e pareva parlasse. Tutto il giorno il cadavero esposto con quattro torcie, et alla sera fu por­ tato con onorevole accompagnamento di fratri, sacerdoti e scolari co' loro lumi a sepellire in S. Francesco alla capella di S. Antonio suo grande avo­ cato. Sicché dir si può che è stato onoratissimo nella ignominiosa e piissima morte. Essendo toccata a me la sorte di assisterli, gli anco procurato l'onore de' funerali e sepolcro insoliti a concedersi. Siccome hora gli vo facendo dire 1500 messe da lui ordinate e com­ pendo ad altre incombenze come essecutor in Milano della sua mente. Così in Bergamo et altrove toccarà al signor canonico Andrea Presato et ai signori Moioli tal incombenza. Questa relazione non le sarà discara, mentre può servire di esempio e di consolazione a molti, che il conte Boselli si sia ravveduto.

146

APPENDICE III

MORTE DI MONS. L. RUZINI

CANDIDATI ALLA DIOCESI DI BERGAMO

ASV, S.S.Venezia 157,f.154r Capitò qui fin da mercoledì ravviso della morte di monsignore Ruzzini vescovo di Bergamo, compianto universalmente per le sue ottime qualità, havendolo assistito a gli ultimi estremi l'eminentissimo Badoero portato­ visi a tal' effetto dalla sua residenza di Brescia. l 24 marzo 1708

(senza firma)

I. Giovanni Badoer, nato nel 1649, fu eletto patriarca di Venezia. 1688, cardinale di S. Marcello, 1706, poi di S.Marco, 1712, vescovo di Brescia, 1706. ove morì nel 1714.A Venezia fondò le Accademie delle Belle Lettere e di Teologia morale. Rinomato pre­ dicatore, al punto che "saepe populo lacrimas eliceret", A Brescia si distinse per l'in­ transigenza nella preservazione della fede e nella caccia agli eretici; in particolare a G. Piccinino per l'introduzione di libri eretici dalla Svizzera, e a Beccarelli, quietista, costretto alla pubblica abiura nel 1710; Hierarchia Catholica... ,V, p. 24, 127.409; G.F. TORCELLAN, Badoero Alberto Giovanni. in Dizionario Biografico ... 5, p. 119­ 120; C. CAIRNS, Il dominio veneziano. in Diocesi di Brescia. 3. Storia religiosa del­ la Lombardia. a cura di A. CAPRIOLI - A. RIMOLOI - L. VACCARO. Brescia 1992, p. 84-85. .

166


I

RELAZIONE -

18 NOVEMBRE 1705

Ibid., 306, f.259r Illustre e molto reverendo signore Ha nostro signore intesa con molto rammarico la morte di mons. vesco­ vo di Bergamo, non men per la perdita di un si degno prelato.che per il danno di quella diocesi. E giacché quella è irreparabile, non lascerà la Santità sua di risarcir questo colla scielta di un buon successore. lo intanto non ho lasciato di rappresentare a sua Beatitudine il merito si di monsignor Gradenigo' che di monsignor Leoni, et a vostra signoria auguro ogni bene. Roma 31 marzo 1708 Al piacere di vostra signoria F.to card. Paolucci Sg.Abbate Gasparini' Venezia

Ibid., 157, f.179r Eminentissimo e reverendissimo signor patrone colendissimo Mi cresce l' obligo anche in questa settimana per la Chiesa vacante di Bergamo di umiliare a vostra eminenza le suppliche di monsignore Bembo vescovo di Belluno, il quale per la distanza da questa Dominante mi accen­ na di non haver farmene prima d'ora giunger le istanze. Havendo pari­ mente havuto modesto riguardo di non presentarle con lettera particolare all'eminenza vostra, mi obliga solo, a riverentemente significarle di tro­ varsi da 14 anni in qua in quella disastrosa diocesi, e di haver costante­ mente sempre sostenute le ragioni della sua Chiesa, e difesa la sacra immu­ nità in tutti gli incontri.

I. Marco Gradenigo fu trasferito dalla sede di Aquileia, 1699, a Verona, 1714, al patriar­ cato di Venezia, 1725. ave morì nel 1734; Hierarchia Catholica.... V. p. 94, 382. 409, 411. 2. Ottavio Gasparini fu internunzio alla nunziatura apostolica di Venezia. 1706-1710, vescovo di Città di Castello, 1734; morì nel 1749; L. KARTTUNEN, Les Nonciatures Apostoliques.... p. 245.

167


-----"--------------­ I

VISITE AD LIMINA

Come io in questo adempisco alla parte dal medesimo impostami, con fiducia che possa esser benignamente riguardata da vostra eminenza, a cui non è ignoto il concetto lodevole che si concilia il detto prelato in ogni sua azione delle quali non sono meno risplendenti le prerogative del san­ gue e di sua virtù. Ed all'eminenza vostra profondamente m'inchino. Venezia aprile 1708 Di Vostra Eminenza Umilissimo divotissimo et obligatissimo Ottavio Gasparini Eminentissimo Paolucci

Ibid., f.15lr-v

Eminentissimo e reverendissimo signore patrone colendissimo Per la mancanza di monsignore Ruzini già vescovo di Bergamo, vacan­ do presentemente quella Chiesa, mi ha dato, prima d'ogn'altro, eccita­ mento di porgere a vostra eminenza le sue supplichevoli brame monsi­ gnore Marco Gradenigo patriarca eletto d'Aquileia, d'anni quarantasette, accioché dalla sovrana beneficenza di nostro signore di cui è anche vesco­ vo assistente, si degni facilitargli il conseguimento della medesima. Egli si trova da molti anni in qua con tutto il credito di perfetto ecclesiastico, dan­ done saggi distinti, massime nè tempi correnti, ornato di questo insigne grado di eletto metropolitano, a cui fu anche assunto con quel publico applauso che aveva saputo egualmente meritare nell'esercizio delle cariche, in specie di savio di terraferma, e di podestà di Verona, che attualmente sosteneva, e veniva parimente acclamato per ambasciatore in Spagna, onde inclinarebbe a potersene in tale occasione sgravare, per impiegarsi con più merito in servizio di detta Chiesa vacante, giaché l'aspettazione di quella d'Aquileia è naturalmente remotissima, per esser egli in età più avvanza­ ta di quella del coadiuto. Mi ha perciò voluto obligare a presentare all'eminenza vostra l'annes­ sa lettera, con la quale si affida di poter non invano implorare 1'autorevo­ le intercessione e venerato patrocinio della medesima, sotto cui riponendo 168

1/


I

RELAZIONE -

18 NOVEMBRE 1705

anch'io quella parte che ho dovuto prendere nel riferire le sue divote pre­ mure a vostra eminenza, profondamente me le inchino. Venezia 24 marzo 1708 Di Vostra Eminenza Umilissimo divotissimo e obbligatissimo servo Ottavio Gasparini Al cardinale Paolucci

lbid., 306, f.277r Illustre e molto reverendo signore Per la provvista della Chiesa vacante di Bergamo havea già stabilite nostro signore le sue disposizioni; onde sebbene abbia la Santità sua ogni più vantaggiosa opinione di meriti di monsignor vescovo di Belluno, non le resta più luogo di considerarli in ordine alla predetta Chiesa; et a vostra signoria auguro ogni bene. Roma 14 aprile 1708 Al piacere di vostra signoria F.to card.Paolucci Sg.abbate Gasparini

169


I

VISITE

AD LIMINA

\70


I

RELAZIONE -

18 NOVEMBRE 1705

a~~A7.~

·~.~ ...A:UU~

....,-~"""".,.~ / .~~ "~#--..1d'

Jlu+~.-.4F ~~.ftu.I'-"'k <:.#H'-UH

+,,~d,,;,_..;....:'Od

"ù-r-~

r-.y;l:)~

a/'~.t::,Ù-/lA'-

4./~

....

J':I-

4'"&

--..

z:~ ,

.fiJ.....N

17]


___----1_""--­

_ I

PIETRO PRIULI

PIETRO PRIULI Pietro Priuli (o Prioli) nacque il 14 marzo 1669 dai nobili Luigi e Vittoria Ottoboni, veneti. Egli era nipote di papa Alessandro VIII, ed entrato gio­ vanissimo nella prelatura pontificia, a soli 36 anni fu nominato da papa Clemente XI cardinale di S. Adriano, in segno di riconoscenza ad Alessandro VIII dal quale aveva ricevuto la porpora. Priuli ebbe in seguito il titolo cardinalizio di S. Marco e da Innocenzo XIII l'ufficio di grande penitenziere della repubblica Veneta. Eletto a reggere la diocesi di Bergamo il 14 maggio 1708, Priuli fu ordinato vescovo in S. Maria Maggiore dal papa stesso il l " luglio e in quello stesso giorno inviò alla diocesi la lettera "Quoniam aeternus ille pastor..." . Si chiudeva così una vacanza della sede episcopale andata oltre le scadenze normali. Non erano mancati anche per quella occasione gli aspiranti alla catte­ dra di san Namo. Ottavio Gasparini dalla nunziatura di Venezia aveva infor­ mato il segretario di Stato card. Fabrizio Paolucci, nei suoi rapporti, che avevano avanzato la candidatura per la successione a Ruzini, mons. Marco Gradenigo, d'anni 47, patriarca eletto di Aquileia, monsignor Bembo, vesco­ vo da quattordici anni di Belluno e mons. Lorenzo Leoni (Appendice III). In mons. Priuli si univano in felice sintesi doti umane e intellettuali: l'affabilità che l'avvicinava alle persone di ogni ceto con l'eloquenza, la vasta cultura teologica con quella giuridica. In una lettera indirizzata al cardinale Paolucci, il 25 maggio 1713, si legge tutta la fedeltà e la devozione del vescovo al papa, con l'assicurazione che "Li comandamenti di nostro signore pervenuti col foglio umanissimo di vostra eminenza sono stati già dal canto mio eseguiti con tanta maggiore prontezza et efficacia, quanto conosco di non havere debito più grande al mondo che d'impiegare tutto me stesso in vantaggio della religione cattolica e in ubbidire li sovrani ordini di sua santità". Nel ministero pastorale Priuli seguì il solco tracciato dai suoi prede­ cessori, come appare dalle relazioni qui pubblicate e dagli atti delle due visite alla diocesi. Fu a conclusione della prima visita che Priuli celebrò il sinodo, dal 4 al 6 settembre 1724. La seconda visita iniziata dopo il sino­ do, fu contrastata da una vertenza col Capitolo dei canonici, che il suc­ cessore, mons. Antonio Redetti, trovò difficile risolvere. Un altro contra­ sto segnò pure gli ultimi anni di Priuli per una causa rimasta aperta, nono­ 173


I

VISITE AD LIMINA

stante la sua sentenza, tra l'arciprete della cattedrale e il Capitolo con i parroci della diocesi (Appendice VI). Sollecito per le sorti della guerra con­ tro i Turchi, in gesto di solidarietà per il riscatto dei prigionieri e in rispo­ sta alla ducale del governo veneto, Priuli, come comunicava al card. Paolucci con lettera del 13 settembre 1716 da Bergamo, decise "in mancanza d'al­ tri mezzi di spropriarmi dè miei medesimi argenti per impiegarli in una causa così riguardevole". Nel notificare di essere stato ringraziato dal sena­ to per la sua generosità, egli precisava che la richiesta, per non essere sta­ ta fatta al clero secolare della diocesi, poteva indurre a pensare che fosse contro il diritto canonico, come se fosse stata imposta dai laici. Ma nelle intenzioni di Priuli "la Religione, la Fede, il bene della Christianità, della Patria", rispondevano ai motivi della richiesta cui aveva aderito. Egli fu di nuovo pronto a rispondere all'appello del papa per la recrudescenza del pericolo ottomano nel 1721, come scriveva nella lettera al card. Giorgio Spinola da Bergamo il 24 ottobre 1722. Priuli partecipò ai conclavi dai quali uscirono eletti Innocenzo XlII nel 1721 e Benedetto XIII nel 1724. Sembra che egli avesse familiarità col card. Paolucci, al quale scrisse in varie occasioni: per congratularsi in occasione dei concistori, per raccomandargli il suo agente a Roma, Gaspare Pescatori, canonico di S. Lorenzo in Damaso, al fine di ottenergli un cano­ nicato nelle "basiliche insignì", per supplicare il papa di non trasferire l'o­ spizio e la confraternita dei Bergamaschi dalla loro antica chiesa di S. Bartolomeo a Roma, di cui egli era protettore, avendo essa impegnato tutto il denaro nelle doti a favore delle povere zitelle, per il signor Rezzonico che desiderava "vederlo proveduto d'una ponenza della sacra consulta", per ringraziare a suo nome il papa che aveva esteso le indulgenze concesse a certe parrocchie della Vangadizza. Nella questione dei gian­ senisti refrattari dell' antecedente"Unigenitus" e colpiti da una nuova bolla, Priuli scrisse al card. Paolucci che "nostro signore doppo tanta longanimità e sofferenza è disceso ad una risoluzione che dovrebbe por­ re riparo anche all'altre pericolose conseguenze che potessero nascere dalla disubbidienza degl'ostinati", Elevato al cardinalato il celebre André Hercule de Fleury (1653-1743), Priuli il 25 settembre 1726 manifestò al cardinale segretario di Stato, Nicola Maria Lercari, "tutto l'applauso alle prudentissime e saggie risoluzioni di sua santità, che s'è degnata d' ac­ crescere tanto decoro e splendore al nostro sacro collegio con un sogget­ to di sì alta stima". Recatosi a Roma per cercare sollievo a una malattia di cui soffriva, 174


-------------

I

P/ETRO PRIULI

Priuli al contrario ritornò ancora indisposto nella sua città natale dove trovò la morte sul finire di gennaio del 1728. La sua morte destò dolore nella curia romana e nel papa un vivo sen­ timento di commozione "atteso che sempre ha fatta gran stima del merito di tal soggetto". (Appendice V) Bergamo accolse la salma del suo vescovo ai primi di marzo,per la sepoltura nella cripta con i suoi antecessori (Appendice VI), dopo i solen­ ni funerali nei quali aveva pronunciato I' orazione funebre I' agostiniano Giacomo Cattaneo. La notizia della scomparsa di Priuli fu comunicata alla diocesi dal vicario generale Antonio Mosconi, con la lettera "Extincta lucerna in lsrael per obitum Eminentissimi S.R.E.Petri Cardinalis Prioli ...", 30 gennaio 1728.

Bibliografia: Fonti inedite: cf. ACVB, Libro n05 Lettere pastorali anno 1708 Priuli Pietro-anno /728 Porzia Leandro cardinale vescovo (dorso); anno /708 - Pietro Priuli cardinale vescovo - Vascellino de Mozzi Francesco vicario generale - Benaglio Bagnati Giacomo Francesco vicario generale - Giupponi Giovanni Paolo provicario - Mosconi Antonio vicario capitolare - anno /728 Porzia Leandro cardinale vescovo - Giupponi Giovanni Paolo vicario generale - anno /730 Grumelli Girolamo vicario capitolare. (inter­ no), (rns), ff.lr-l17v.

Visita pastorale, 80 17/0-/7/2-/724 visitatio cathedralis Priolae, parochialium civitatis et suburbiorum ac monasteriorum et oratoriorum (rns), ff. 170; 81 /7/0 Prioli Petri cardi­ nalis visitatio vallium Serianae inferioris, Serianae superioris, Gandini et Bondioni (rns). l'L 329 (a); 82 C. Priola /711 - Prioli Petri card. visitatio Ghisalbae. Rumani, Martinengi et plebium Paterni /711 (ms), 1'1'. 130 (a); 83 Priola /711 - Petri Prioli cardinalis visitatio Prioli vallis Scalvi, plebis Ciusani, Molonii, Sueri. Endinis, Lussanae, S. Pauli d'Argon (ms), 1'1'. 145 (a); 84 S. E. Priola 17/2 - Prioli card. Petri visitatio vallis Caballinae, Castri, Pianici. Selleri. oratorii S. Trinitatis in suburbio S. Antonii /7/2 (ms). ff. 98 (a); 85 P Priola - /7/2 Prioli Petri card. visitatio vallis Leminis, Bottae, Sedrinae et totius vallis Brembanae 17/2 (ms), ff. 249 (a); 86 visitatio Priola /7/4 Grumelli Plani, Sforraticae, Albegni, Tre violi, Curnasci, Curni, Mutii, Scani, Ossanesgae. Paladinae, Breni, Almè, Brembillae. Gerosa, Blelli, Berbenni, Sellini, Locatelli, S. Simonis, Fopiani, S. Gotardi, S. Sirii, S. Omoboni, S. Michaelis, Cepino, vallis Siccae, Costae, Roncolae, Caprini, Stroziae. Clanetii, S. Bartholomaei, Barzanae, Alemenis S. Salvatoris, Sorisoli. Pontiranicae, Rosciani, S. Colombani (ms), ff. 186; 87 Priola 17/5 - Prioli card. Petri visitatio plebis Telgati, Caleppii, Predorii, Albani, Petrengi, Turris Rov., Scantii, Roxiati. Villae Serii (ms), 1'1'. 149; 88 /. Priola /717 - Prioli card. Petri visitatio plebis Spirani. Mornici. Telgati, Coloniolae, Azzani, Turris Boldoni, Ranicae, Annexiae /7/7 (ms). ff. 134 (al; 89 M. Priola /7/8- /9­ Prioli card. Petri visitatio vicariarum Spirani. Cenate et Pontitae /7/8-17/9 (rns), l'L IlO (a); 90 Visitatio Priola 1723 Pontis S. Petri, Banati inferioris. Filaci, Marni, Farae Giarae Abduce. Bottanuci. Suisii. Madoni, Banati superioris, Brembati. Locati, Mapelli, Fontanellae, (a) 11 titolo è scritto sul dorso del volume.

175


--------'------------­ I

VISITE AD LIMINA

Submontis. Carvici, Calusci, Soltiae. Medulaci, Chignoli, Terni, Presetii (rns), ff. 135; 91 Visitatio secunda Priola 1726 parochiarum Gornum, Chignolum, Oneta. Premolum, Parre, Piarium, Villa d'Ogna, Ogna, Valzurium, Nazolinum. Boarium, Gandellinum, Fiumenigrum, Bondionum, Lizzola, Gromum S. Martini, Pontis Norza (rns), ff. 166.

ASV, Lettere di Vescovi... , 75, f. 467r -v, 6 dicembre 1710 auguri a Clemente XI; 76, f.560r 25 maggio 1712 concistoro, f. 630r 12 luglio per un breve del papa, 660r-v 31 dicembre per Pescatori; 77, f. 84r 8 febbraio concistoro, f. 309r 25 maggio 1713 su fedeltà al papa; 79, ff. 338r - 339r 13 settembre 1716; 81, f. 196r 1 ottobre 1718 sui giansenisti; 86, f. 249r-v 14 ottobre 1722 su minaccia ottomana; 88, f. 230r 4 ottobre 1724 per Rezzonico, f. 754r 31 ottobre 1725 per arciconfratemita, f. 785r 12 novembre su indulgenze; 89, f. 229r 25 set­ tembre 1726, f. 770r IO dicembre 1727 auguri al card. Lercari e al papa, f. 800r (s.d.) con­ cistoro; Proc.Dat., 85, ff. 5lr-53r; S.S. Venezia, 157, rapporti di mons. O. Gasparini al card. Paolucci ff. 15Ir-152r, 24 marzo 1708, f.179r, 7 aprile; 179, f. 30r, 35r-v, 44r, 77r-v, 22, 24, 31gennaio,6 marzo 1728 (Appendice V-VI); 309, f. 6r 29 febbraio 1716 circa la tassa impo­ sta ai monasteri benedettini cassinensi del dominio veneto per un importo di M/60 ducati per le spese della guerra contro il turco; ff. 96r-98r anno 1717 circa un sussidio di M/500 ducati concesso dal papa alla repubblica di Venezia da esigere dal clero secolare e regola­ re per la guerra contro il turco; f. I29r-v 22 ottobre 1718 forte opposizione espressa al papa da parte degli ecclesiastici del dominio veneto per la concessione di imporre la tassa sud­ detta; 310, f. 109r 28 novembre 1722 circa il breve delle tre decime di 150.000 ducati con­ cesse dal papa alla repubblica veneta da imporre al clero del dominio per lavori di fortifi­ cazioni in Corfù; f. 176r, (Appendice IV); 311, f. 179v, (Appendice V).

Fonti edite: cf: P. A.CARRARA BEROA, Sommario di Leggi, Decreti,Precetti, Istruzioni, Ricordi, Dichiarazioni etc. contenute nelle Lettere Pastorali dirette alla città e diocesi dagli Em.mi Sg. Cardinali Pietro Prioli e Leandro Porzia e dall'Ill.mo Mgr. Antonio Redetti, Vescovi di Bergamo dall'anno 1708fino all'anno 1752, Bergamo 1754, p. 1-75; G. CAT­ TANEO, Orazione funebre in occasione del solenne funerale eretto dalla città di Bergamo al fu' Eminentissimo Pietro Priuli Vescovo della detta città, Bergamo 1728; F. UGHEL­ LI, Italia sacra ... , 4, p. 518-519; A. M. GUERRINI, Sinopsis... , p.105; L.v. PASTOR, Storia dei Papi..., XV, p. 256, 266, 269, 416, 488 ,492; Hierarchia Catholica ..., V. p. 52, 118; L. DENTELLA, I Vescovi..., p. 410-415; Podestaria e capitanato.... p. 601-604; E. CAMOZ­ ZI, Diario di un prevosto di Rosciate don Luigi Signori, 2 voll., Bergamo 1995, I, p. 92-93. Letteratura: cf. B. BELOTTI, Storia di Bergamo... , IV, p. 283, 293, 312, 316, 322; V, p. 159; G. ZANCHI, L'età post-tridentina.... in Diocesi di Bergamo... , p.189; IDEM, I Vescovi di Bergamo... , in Ritratti ..., p. 166-168.

176


----------------I

RELAZIONE -

28 DICEMBRE 1712

RELAZIONE - 28 dicembre 1712

ASV, C. Concilii, Relationes Dioecesium, Bergomen., J23A, orig., ff.207r-228v La documentazione della visita ad Limina del 43° triennio è composta da un fascicolo di 22 fogli, con la numerazione d'archivio ff. 207-228 (mm. 30x21). Il fascicolo porta i segni di una rilegatura scomparsa. Il testo della rela­ zione è scritto sui ff. 222r-226v. La proroga della visita per il 42° triennio ottenuta nel 1711 e nel 1712 è documentata dai ff. 211r, 214v, 215r, 216v, 218r, 221v. Nel f. 207r è scritta la richiesta di proroga della visita ad Limina dell'arcivescovo di Zara, ma nel corrispondente f. 21Ov è segnato l'indirizzo del vescovo di Bergamo. Nel 208r è scritta richiesta analoga del vescovo di Bergamo sen­ za data. La visita rimandata si accompagnò alla mancata convocazione del sino­ do diocesano, come dichiarava il card. Priuli alla congregazione del Concilio, f. 215r. Fu procuratore del card.Priuli per la visita ad Limina il canonico Giuseppe Albani, provvisto di atto notarile e presentato da due lettere del vescovo, rispettivamente a papa Clemente XI, f. 217r-v, 218r e al card. segretario di Stato, Fabrizio Paolucci, qui pubblicate. L'Albani effettuò la visita alle basiliche dei SS. Apostoli Pietro e Paolo il 9 e Il giugno 1713, f.219,220. Al procuratore fu consegnata la dichiarazione dell' avvenuta visita il 17 giugno per il 42° triennio, senza menzione alcuna di quella per il 43° in corso, di cui tuttavia è fatta testimonianza in f. 219r e 220r, coi certificati delle visite alle due basiliche. Sono bianchi i tI. 218v, 221r, 228r-v. Il fascicolo è ben conservato. La congregazione del Concilio rispose al vescovo con una lettera qui pubblicata e conservata in ACVB, Atti relativi alle visite ad Limina.

177


I

VISITE AD LIMINA

147

Eminentissimi, ac reverendissimi domini mei observantissimi

Eminentissimi e reverendissimi miei signori stimatissimi

Qua corpore excessi, anno episcopatus mei quarto, Romam animo redeo, longe libentius ipse rediturus, si quemadmodum istuc leges apostolicae me vocant, ita res animarum meaefidei commissarum in diem maiores me abire alio pate­ rentur'. Igitur saltem, quibus datum est, votis Romam delatus post adhibi­ tum sanctissimis Apostolorum Liminibus, eorumque augustissimis cineribus religiosum cultum, nec non deinde pedes pontificis optimi maximi Clementis Xl osculo liba­ tos, vobis, vigilantissimi Ecclesiae censores, patres eminentissimi tabellam hanc, vineae meae vide­ licet, ac villicationis effigiem pau­ cis elaboratam ea, qua par est humilitate offero contemplandam. Urbs Bergomi in summo colle a Cidno extructa', post a Brenno e

A Roma, da dove sono uscito col corpo nel quarto anno del mio episcopato, ritorno con lo spirito, ma molto piu volentieri ritornerei personalmente, se come le leggi apostoliche mi ordinano, così anche gli impegni ogni giorno più impor­ tanti delle anime affidate alla mia fedeltà mi permettessero di andare altrove. Perciò, portatomi a Roma alme­ no con quei desideri a me possibi­ li, dopo il dovuto omaggio di una pia venerazione ai santissimi Limini degli Apostoli e alle loro augustis­ sime ceneri, e baciati i piedi del sommo pontefice Clemente Xl, a voi, eminentissimi padri, giudici vigilantissimi della Chiesa, presen­ to, con l'umiltà richiesta, questa relazione della mia vigna da esami­ nare, e lo specchio della mia ammi­ nistrazione elaborato sobriamente. La città di Bergamo, fondata sulla sommità del colle da Cidno,

1. Cf. nota biografica. 2.

Cidno, figlio di Ligure, secondo la leggenda fondò le città di Bergamo e Brescia (l 804 a. C.); B. BELOTTI, Storia di Bergamo.... l, p. 24; interessanti prospettive sulla fon­ dazione della città di Bergamo nel sec. VI a. C, vengono suggerite dal saggio di R. POGGIANI KELLER. La preistoria Bergamasca: Nuovi dati per un quadro di sinte­ si. in Ateneo di Scienze Lettere ed Arti di Bergamo, 50 (1988-1989), p. 376. Si aggiun­ gano i risultati degli ultimi scavi in piazza Mascheroni col ritrovamento di reperti archeologici che risalgono agli inizi del primo secolo dopo Cristo. oltre quelli com­ piuti nelle vie S.Salvatore e Arena; G. TONINELLl, Bergamo romana. città ripida, in

178


------"-----------­ I

RELAZIONE -

28

DICEMBRE

J 712

ricostruita dalle rovine tanto più splendidamente da Brenna quanto più era stata da lui funestamente distrutta, occupa un posto non ulti­ mo tra le città della Gallia Cisalpina sia per l'antichità che per le ric­ chezze e per le egregie virtù dei cit­ tadini. Alla città già per sé abbastanza ampia, portano sviluppo e ricchez­ za alcuni sobborghi che hanno l' a­ spetto urbano. Il territorio, lungo circa cin­ quanta miglia e largo trenta, è piu ampio della diocesi. In verità parte non piccola di essa è soggetta all' areivescovato di Milano. Compensano tuttavia alquanto questa diminuzione alcune parroc­ chie dell' agro Cremonese, poste nella pieve di Paderno, che pren­ dono giurisdizioni e leggi dal vescovo di Bergamo. Davanti alla città, a mezzogior­ no, la pianura, quasi la terza parte del territorio, non sterile per abbon­ danza di biade, sarebbe più rigo­ gliosa, se da una parte il Serio, tor­ rente intollerante di qualsiasi argi­ ne, non devastasse la campagna in lungo e in largo piu che irrigarla, e se da parte sua il Brembo che scor­

ruinis felicius vindicata, quo luc­ tuosius ab eodem fuerat excisa', tum ob vetustatem, tum ob opes, eximiasque civium virtutes, inter Galliae Cisalpinae urbes non ulti­ mum tenet locum. Urbi per se satis patenti incre­ mento, pretioque sunt nonnulla suburbia urbis speciem referentia. Ago; cuius longitudo quinqua­ gintafere passuum millia, latitudo triginta complectitur, latius pro­ tenditur quam dioecesis. Siquidem non modica illius pars Mediolanensi archiepiscopatui est obnoxia. Hanc tamen diminutionem aliquantum compensant nonnullae paroeciae, quae in agro Cremo­ nensi sub Paterni plebe positae ab antistite Bergomensi iura, legesque accipiunt. Ante urbem ad meridiem plani­ ties, tertia fere pars agri segetum copia non infelix, et sane felicior esset, ni Serius, torrens nullius alvei patiens, identidem longe, lateque agros depopularetur verius, quam irrigare t hinc; et ni inde Brembus

L'Eco di Bergamo 20 settembre 1998; A.SALA. Un 'ipotesi nuova sull 'ubicazione del­ l'antica arena romana in Bergamo. Estratto da Archeologia della regio Insubrica Dalla preistoria all'alto Medioevo. Atti del convegno Chiasso 5-6 ottobre 1996. Como 1997. 3. Brenno era il comandante dei Galli Senoni; B. BELOTI!. Storia di Bergamo... , l, p. 35­ 36,325 passim; lll. p. 345.

179


-------'-'-------------­ VISITE

AD LIMINA

flumen ex altera valle decurrens tam alto alveo ferretur, ut ieiuniis saepe, et arentibus arvis optatas aquas solummodo ostenderet ad iniuriam. A tergo ad septentrionem adus­ que Rhetiam ubique praecipites val­ les deprimuntur, et ardui montes assurgunt. [bi inter tot, tantasque naturae tricas, ambagesque viae difficiles, et calles vix pervii pediti, nedum equiti, aut rhedae. Quandoque cum plurima mor­ tis imagine trepidanti viatori occur­ runt pendulae e rupibus casae, sco­ pulisque affixa mapalia, ut adhuc oculo meo inhaereat simulacrum periculorum, et animus horreat meminisse. Ad montes tamen se aperientes non raro apparent pagi incolarum frequentia, et opibus, aedium mole, et cultu aut parum, aut nihil oppidis invidentes'.

re nell' altra valle, non fosse incas­ sato in un letto tanto profondo, da mostrare solo per beffa la sospirata acqua ai campi spesso secchi ed ari­ di. Alle spalle, a settentrione, sino alla Rezia valli scoscese si abbas­ sano e alti monti s'innalzano. Qui tra tante e tanto diverse dif­ ficoltà della natura. vie pericolose e tortuose, sentieri a malapena per­ corribili a piedi, tanto meno a caval­ lo e con carrozza, qualche volta al viaggiatore impaurito per le molte­ plici immagini di morte, si presen­ tano case pencolanti sulle ripe, capanne inchiodate alle rupi, tanto che nel mio occhio è rimasto lo spettro dei pericoli e il mio spirito freme di paura al ricordo. Tra i monti che si aprono non di rado appaiono paesi popolati, che quanto a ricchezze, grandezza di edifici e tenore di vita poco o nulla hanno da invidiare ai borghi.

4. La descrizione delle località ricorda quella di Ruzini nelle relazioni del 1702 e 1705. Priuli accenna più oltre alla visita pastorale che lo portava su percorsi difficili. per raggiungere villaggi e paeselli nelle montagne bergomensi. Egli aveva indetto la visi­ ta pastorale alla diocesi con la lettera "Risuona continuamente nel nostro orecchio...,. 7 aprile 1710. Premessa l' II maggio una giornata di preghiere, con l'esposizione del S.mo Sacramento e la predicazione del rev. Giuseppe Farina, il 12 a mezzogiorno Priuli era stato salutato nel palazzo vescovile dall'arcidiacono Giacomo Francesco Banniato e, sotto il baldacchino retto da sei nobili, accompagnato alla cattedrale in corteo composto da grande numero di nobili, da molto clero e da innumerevole popo­ lazione. Priuli aveva poi fatto la visita canonica a cappelle, reliquie, altari, cappellanie, canonicati e prebende. Visitati i monasteri e le parrocchie urbane, egli era proseguito per la val Seriana, sino a Novazza, Valgoglio, Bondione e Fiumenero, giungendo nel ritorno ad Ama e Amora. Nel 1726 in occasione della seconda visita "summo mane iidem rev.mi d.d. Ioseph Albanus ac co. Iulius Suardus canonici delegati ut ante, iter susceperunt versus locum vallis Zurii in summitate montis in loco accessus ad quem valde difficilis invenitur.... "; ACVB, Lettere pastorali Libro n° 5; Visita Priuli, 80 (1710-1712-1724), Visitatio cathedralis Priolae parochialium civitatis et suburbio­

180


___......1_'--­

_ I

RELAZIONE -

28 DICEMBRE 1712

Praeter haec mitigat locorum asperitatem elegans, jacilis, et per­ spicax incolentium indoles. Cum caelo suo subtilitate cer­ tant ingenia ad quaslibet artes, lit­ teras, scientiasque parata, atque adeo alia aliis rebus instructa; et quod caput est, in tam inculto solo probe culta pietas, non minor Veneto principi jides, quam Deo religio praestita, maiusque alter­ nae salutis studium, quam merci­ moniae, cui plerique dant operam, ex tenui principio opibus ingenti­ bus aucti, hos populos orobios com­ mendant. .----Quamobrem hac de causa videri possunt in montibus conditi a supremo rerum omnium opifice, ut coelo contermini nil, nisi coeleste saperent, caeterisque populis vir­ tute magis, quam situ eminerent. Haec sunt locorum, haec sunt hominum ingenia. Quantae insuper curae semper juerit Deo haec civitas, vel ex hoc maxime potest coniici, quod statim ac christianae fidei lumen coepit

Oltre a ciò, l'indole degli abi­ tanti dal sentire delicato, affabile e intelligente mitiga l'asprezza dei luoghi. I loro ingegni gareggiano col cielo nella limpidezza, portati a qualsiasi professione, a discipline letterarie o scientifiche, e altri allo stesso modo, egregiamente istruiti in altre scienze; quello che è impor­ tante, onora queste popolazioni oro­ biche in un territorio tanto incolto una pietà educata con una fedeltà al principe veneto non inferiore all' ossequio religioso a Dio, una preoccupazione maggiore per la salvezza eterna che non per il com­ mercio cui molti si dedicano con la crescita da un piccolo inizio a gran­ di ricchezze. Pertanto essi sembrano essere stati collocati sulle montagne dal supremo creatore di tutte le cose pro­ prio perché, confinando con il cie­ lo, nutrissero solo pensieri celesti e spiccassero sopra gli altri popoli più per la loro virtù, che per la loro sede. Questo è il valore dei luoghi, questo il valore degli uomini. Quanto sia sempre stata a cuore a Dio questa città, si può arguire in modo oltremodo sicuro dal fatto

rum ae monasteriorum et oratoriorum, ff. 3r-122v; 81 (1710), Prioli Petri cardinalis visitatio vallium Serianae inferioris. Serianae superioris. Gandini et Bondioni, ff.1r-132v; 91 (1726), Yisitatio seeunda Priola 1726 paroch. Gornum, Chignolum, Oneta. Premolum. Parre, Plarium. Villa d'Ogna. Ogna, valzurium. Nazolinum. Boarium, Gandellinum, Fiumenigrum, Bondionum. Lizzola, Gromum S. Martini, Pontis Nozza, f. 12r, (citazione: Visita Priuli).

181


I

VISITE AD LIMINA

che, appena la luce della fede cri­ stiana cominciò a brillare, chiama­ tavi da san Barnaba. essa emerse dalle tenebre dell'idolatria con fau­ stissimo volo. E per conservare memoria di così grande dono, ogni anno, nel giorno di festa dell' apo­ stolo, si celebra la supplica con un discorso sacro sulle verità della fede, cui partecipano a gara quanti insegnano o vengono istruiti negli elementi della fede; e quest' opera importantissima dei docenti e dei discenti procede con fervore mera­ viglioso in tutta la diocesi, secon­ do i miei desideri rivolti innanzi­ tutto a questa istituzione. Gettati i fondamenti della fede da san Barnaba, la portò più in alto san Narno, primo vescovo di Bergamo ordinato dallo stesso san Barnaba, che dopo l'ottimo governo pastorale della provincia (ecclesia­ stica), cedendo all'età avanzata ma non al lavoro, nominò al proprio ufficio san Viatore, chiamandolo da Brescia alla sede episcopale di Bergamo. Questi in realtà fu solo secondo al primo vescovo, cui suc­ cesse, nel reprimere la sfrenatezza dei costumi, tutto dedito alla propa­ gazione della fede, e imprese ancor maggiori avrebbe fatto. se Narno ne avesse compiute di minori. Segue, con uguale grandezza di gloria, tali e tanto eccelsi fondatori e principi della Chiesa Bergomense, sant' Alessandro, vessillifero non

circumfulgere, ab idolatriae tene­ bris per divum Barnabam ad illud revocata faustissimo alite emersit. Ac proinde ut tanti beneficii memoria recolatur, festo illius die quotannis ad templum maximum cum sacra de [idei rebus oratione habetur supplicatio, cui certatim intersunt, quotquot fidei elementa vel docent, vel docentur; et hoc qui­ dem docentium, discentiumque praestantissimum opus in tota dioe­ cesi pro votis meis in hanc rem apprime intentis mirifice fervet. [acta a divo Barnaba fideifun­ damenta altius excitavit divus Narnus, primus Bergomi antistes ab ipso divo Barnaba renunciatus. qui post optime administratam pastoralem provinciam, cedens aetati iam aeffetae, non labori sibi suffecit divum Viatorem a Brixien­ sibus ad infulas Bergomates accer­ situm. Hic nonnisi primo antistiti, cui successit, revera secundus in mo­ rum liceruia cohibenda, et fide pro­ paganda totus fuit, et maiora aggressus esset, si Narnusfecisset minora. Tales, tantosque Ecclesiae Ber­ gomensis auctores, ducesque pari gloriae gressu sequitur divus Alexander, non minus Thebeae

182


-----'------------­ I

RELAZIONE -

28 DICEMBRE 1712

meno della legione Tebea che di Cristo, veramente sublime nelle cose compiute per Dio: egli infatti innalzò con la voce la fede, rovi­ nata dai pagani, la risvegliò con l' e­ sempio e la testimoniò col sangue. Perché dovrei poi ricordare la schiera degli altri santi? Lupo, Grata, Adleida, Esteria, che, dopo aver conseguito il mas­ simo delle cose (pubbliche) a Ber­ gamo, entrarono nelle dimore dei beati per regnare più gloriosamen­ te con Dio? Che dirò di Rustico e Fermo, Domnone e Domneone, decorati della pal ma del martire ornata di trofeo? Passerò sotto silenzio Giovanni vescovo, Giacomo arcidiacono e molti altri uccisi dagli eretici nel difendere la verità cattolica. Le loro ceneri sono custodite magnifica­ mente, ognuna nelle teche d' argen­ to sotto l'altare maggiore della cat­ tedrale, e vengono esposte alla pub­ blica venerazione solo nei giorni stabiliti durante l'anno, o sotto la minaccia di qualche calamità pub­ blica, non senza che tutta la citta­ dinanza subito accorra per venera­ re e ottenga per lo più per loro inter­ cessione qualsiasi cosa viene chie­ sta al datore supremo di ogni bene.

legionis, quam Christi signifer; rebusque pro Christo gestis vere

magnus. Etenim [idem ab ethnicis labe­ factatam et voce erexit, et exemplo excitavit, et sanguine confirmavit. Quid deinde memorem reliquum sanctorum agmen? Lupum scilicet, et Gratam. Adleidam, et Hesteriam, qui post rerum summam 8ergomi obtentam sedes beatorum inivere, ut gloriosius cum Deo regnarent? Quid refe ram Rusticum, et Firmum, Domnonem, et Domneo­ nem lemniscata martiris palma decoratos? Silentio praeteribo Ioannem epi­ scopum, Iacobum archidiaconum. aliosque complures ab haereticis in catholica veritate propugnanda confessos. Horum cineres in suis quisque arcis argenteis sub ara maxima templi maximi magnifice asservantur; nec publice colendi proponuntur statis infra annum die­ bus, aut urgente communi calami­ tate, quin tota civitas penitus vene­ rabunda confluat, et plerumque per illos obtineat quidquid a Supremo

5. Il ricorso con la preghiera ai santi patroni di Bergamo fu deciso per scongiurare la peste bovina, 17 novembre 1711, per far cessare la pioggia persistente, 4 giugno 1712, per far fronte "his difficillimis temporibus", Il aprile 1713. per allontanare la siccità, 23 aprile 1714. La custodia delle reliquie era un impegno pubblico di cui si faceva garante anche il consiglio cittadino. che il 30 aprile 1714 non nascose in una risoluzione

183


---------------~

VISITE

AD LIMINA

I villaggi, nell' avere i loro sin­ goli santi patroni, nella venerazione delle loro ceneri e nel tributo amo­ rosissimo di lode, emulano la città. Nel discorrere dei celesti patro­ ni, mi si presentano agli occhi mol­ to opportunamente i templi, come dimore terrestri proprie degli esse­ ri superiori. E per prima si presenta la chie­ sa cattedrale di S. Vincenzo, resa assai illustre non meno dall'ingen­ te numero di canonici, dall'abbon­ danza di sacerdoti, dalla quantità e dal pregio della suppellettile, quan­ to dall'eleganza della struttura e dalla sufficiente grandezza della mole. Questa una volta era lontana dalla maestà richiesta per il tempio principe, ma ora quasi tutta costrui­ ta dalle fondamenta in una forma pio augusta, in breve tempo, da quanto si spera soprattutto con gli aiuti di uomini pii, verrà ultimata e, come ora in dignità, così poi gareggerà con gli altri templi in grandezza. I canonici, qualcuno dei quali di insigne nobiltà, altri di notevole cul­ tura, alcuni di singolare bontà, altri ancora dotati di altre qualità, bril­ lano pure tutti in una stabile con-

bonorum omnium Datore precatur'. Pagi autem in habendo superis, et praecipue patronis suis, eorum­ que cineribus cultu, et honore quam studiosissime civitatem aemulan­ turo Sermonem de superis habenti mihi peropportune ante oculos tem­ pla obversantur, utpote in terris propria superum hospitia. Ac primum se obicit cathedra­ lis divi Vincentii aedes, quam non minus ingens canonicorum nume­ rus, sacerdotum copia, suppellec­ tilis vis, et pretium, quam structurae nitor; et molis amplitudo satis, superque commendant. Haec olim longe aberat a prin­ cipis templi maiestate; nunc vero paene tota a fundamentis in augu­ stiorem speciem excitata brevi, ut speratur potissimum per piorum viro rum subsidia, absolvetur, cae­ terisque cum templis ut nunc digni­ tate, ita deinceps magnitudine con­ tendet. Canonici tamen, quorum alii praeclara nobilitate, alii eximia sapientia, alii singulari probitate, alii aliis dotibus, omnes autem sta-

il disaccordo con le decisioni di Priuli, "perchè siano preservati tutti li diritti competenti a questa città"; ACVB., Arch. Cap., 615. Sommario delle indulgenze .... f.204r, 2l2r-213v, 2l4r citazione, 220r-224r, 226r-227r citazione. Interessante poi la risposta del card. Priuli ai tre deputati della città che l'invitavano alla processione del Corpus Domini, "che già questa processione sta intimata nel calendario stampato di suo ordine" e che la città e i signori suddetti avrebbero acquistato molto merito partecipandovi; ibid., f. 21Sr 14 giugno 1714.

184


~----'-------------I

RELAZIONE -

28 DICEMBRE 1712

bili concordia praestant, perficiunt virtute, ut quidquid ornamenti tem­ pio nondum absoluto deest, ipsi abunde ex sua laude tribuant. Cathedrali ecclesiae proximae sunt, nec lungo proximae interval­ lo quaedam aliae, quae animarum curatoribus permissae episcopalis muneris partem suscipiunt, et egre­ gie funguntur. Urbem cum suburbiis duodecim sacerdotia complectuntur; duo a regularibus, caetera ab episcopo obtinentur: Supra communem earum omnium sortem geminae divo Alexandro inauguratae, tum sacerdotum numero omnia divini cultus officia persolventium more canonicorum, tum copia sacrorum indumentorum et reliquarum supel­ lectilium materia, et opere lauda­ tarum assurgunt. Quin imo hae geminae non solum reliquas omnes superant, sed quemadmodum in provehenda in maius mole, nunc cum tempio maximo certant, ita ea provecta pari fere aedificii laude aliquando facile certabunt. Neque vero tantum cives in urbe, verum etiam omnes populos in oppidis, et vicis haec piissima aemulatio acuit inter se se, cum ubique tempia, nedum oratoria quae plurima extant, certatim aut funditus extruantur, aut restauren­ tur, reque omni sacra locupleten­ tur.

cordia, prestandosi in modo che quanto manca di ornamento al tem­ pio non ancora ultimato, essi stessi provvedono in abbondanza a pro­ prie spese. Sorgono vicine alla cattedrale alcune chiese, altre non molto distanti, affidate ai pastori d'anime, che collaborano in modo egregio al ministero episcopale. Dodici parrocchie comprendo­ no la città intera coi sobborghi, due di esse sono dei regolari, le altre del vescovo. Due tra queste si distinguono rispetto alla comune situazione del­ le altre, dedicate a S. Alessandro, sia per il numero di sacerdoti che, al modo dei canonici, adempiono tut­ ti gli uffici di culto, sia per l' ab­ bondanza degli arredi sacri e di altre suppellettili, nonchè per pregiate opere. Entrambe non solo superano tut­ te le altre, ma come nell' elevare maggiormente la fabbrica ora gareg­ giano col tempio massimo, così dopo che esso sarà innalzato gareg­ geranno un giorno facilmente nel valore quasi uguale dell' edificio. Questa piissima emulazione accende tra loro non solo i cittadi­ ni ma anche tutti gli abitanti dei vil­ laggi, dato che ovunque sorgono in gran numero templi e oratori, a gara vengono interamente costruiti o restaurati, e arricchiti di ogni ogget­ to sacro. 185


---------'-'--------------­

VISITE

AD LIMINA

Nimirum universo Bergomati populo unus, et idem ardor est divi­ ni cultus promovendi pietate quam maxime liberali'. Hic praeterire divae Mariae templum nefas duco, quippe quod vasta mole, signis proplastice ela­ boratis, tabulis miro artificio pie­ tis, vario, nobilique marmore, auro parietibus inducto, argento affabre caelato, demum copia sacrarum vestium, et omni genere reliquae pretiosissimae supellectilis cele­ briora, de quibus exterae gentes gloriantur, templa provocat ad felix certamen. Ibi ut divinum numen colatur pari religionis pompa, qua excipi­ tur, complures cum praeposito sa­ cerdotes, quotidianum laudum divi-

( In realtà tutto il popolo Ber­ :gomense è animato dall'unanime e identico ardore di promuovere il culto divino con una religiosità oltremodo elevata. Qui ritengo ingiusto passare sot­ to silenzio il tempio di S. Maria, di vasta mole, ornato con opere d'ar­ te, con quadri dipinti meraviglio­ samente, marmo pregiato di colo­ re vario, con l'oro applicato alle pareti, argento cesellato con mae­ stria, ricchissimo di arredi sacri, con suppellettili preziosissime di ogni genere, beni dei quali si gloriano le popolazioni straniere. che provoca a felice gara i templi più celebri. Qui perché sia reso alla divinità un culto religioso uguale al fasto che l'accoglie, molti sacerdoti col preposto adempiono il dovere quo­

6'1' ciAllesi limita note positive, si aggiunge che pure Priuli trovò situazioni da correggere, di cui a riferirne alcune, come a Nembro per "l' abuso di far l' amore, ma per esser invechiato non è possibile levarlo nonostante la diligenza applicatavi", e inoltre l' inde­ bitamento coi luoghi pii, che sfuggiva a11'arciprete non potendo conoscere i libri trat­ tenuti dai secolari. Ad Albino i disciplini bianchi di S, Gottardo erano più fervorosi dei disciplini neri di S. Stefano, molte botteghe rimanevano aperte nei giorni festivi per il concorso dei forestieri. e "quelli che fan lavorare mettono a prezzo esorbitante le biade o le merci a lavoranti, sino a sei, otto e dieci lire la somma di pni del corrente prez­ zo". A~dino il preposto segnalava coppie separate, "pratica di ridotti con veglie e balli, abusi di amori, poca riverenza in chiesa specie in tempo di predica" e come rime­ dio a quest'ultimo disordine suggeriva la separazione delle donne dagli uomini. Anche a Vertova Priuli trovò luoghi pii amministrati senza il controllo del clero, nei funerali l'usanza deJ1e donne di piangere, lamentarsi e fare schiamazzi. A Fiumenero "dissi­ dia et controversias inter parochianos composuit". A Stezzano Priuli ordinò ai sacristi di tener pulita la chiesa. di assistere ai sacramenti nei giorni festivi e di prestare obbe­ dienza al preposto. A Fara Gera D'Adda egli "plures discordias inter parochianos cum assistentia archipresbiteri audivit": ibid., 80 (1710), f. 431'. 1061'. 1301', 3 171'. 318r-v; ibid., 89 ( 1718-1719), Prioli card. Petri visitatio vicariarum Spirani. Cenate et Pontitae, f. II v; 90 (1723). visitatio Priola 1723 Pontis S. Petri. Bonati lnferioris, Filaci. Marni, Farae Giarae Abduae, Bottanuci, Suisii, Madoni, Bonari Superioris, Brembati, Locati. Mapelli, Fontanelae. Submontis, Carvici, Cale/sci. Soltiae. Medulaci, Chignoli. Terni. Presetii, f. 8r.

186


~---------------I

RELAZIONE -

28 DICEMBRE J 7J 2

narum pensum, et sanctae liturgiae solemnia collegiatarum ritu pera­ gunt; ibique divinorum misterio­ rum praecones saepe saepius exi­ mii dominicis totius anni diebus sacras habent ad populum concio­ nes'. Si vero evangelici oratores, qui quotidie ibidem esurialibus feriis verba faciunt, nonnisi celeberrimi ex omnibus Europae partibus quae­

tidiano delle lodi divine e le sante celebrazioni liturgiche solenni col rito delle collegiate, e qui i predi­ catori dei divini misteri, celebri il più delle volte, dettano al popolo discorsi sacri nei giorni festivi di tutto l'anno; i predicatori del Vangelo che in quaresima ogni giorno tengono sermone, sono cer­ cati se non tra i più famosi di tutte le parti d'Europa. Anche le due chiese di S. Alessandro, nel tempo del digiuno maggiore, risuonano molto bene di discorsi tenuti da oratori illustri da me approvati, né esiste alcuno tra i borghi più popolati che in tempo di quaresima almeno nei singoli gior­ ni festivi o tre volte la settimana non ascolti i suoi messaggeri del Verbo Divino. l laici, nobili in verità, ammini­ strano il tempio di S. Maria, come pure il collegio Mariano degli ado­ lescenti che servono in basilica. Si scelgono un canonico della cattedrale, che, coll'impegno e soprattutto col consiglio sovrinten­ de come presidente all' ammini­ strazione. Il discorso sui templi mi rievoca alla memoria i sacerdoti ad essi addetti.

runtur".

Ambae etiam divi Alexandri ecclesiae maioris ieiunii tempore orationibus per probatos a me con­ cionatores habitis praeclare perso­ nant, nec pagus ingentior ullus est, qui tempore quadragesimali singu­ lis saltem festis diebus, aut ter in hebdomada suos divini verbi inter­ pretes non audiat. Verum nobiles laici illud divae Mariae templum, uti etiam maria­ num epheborum eidem tempio inservientium collegium admini­ strant. Sibi tamen deligunt cathe­ dralis ecclesiae canonicum, qui opera, et potissimum consilio, velu­ ti princeps praesit administrationi. Templorum mentio mihi revocat in mentem sacerdotes templis ipsis

7.

Era in piena attività pastorale il celebre don Francesco Agazzi, sacerdote esemplare per santità di vita e di dottrina. Morì il 21 maggio 1721; C. PATELLl, Uomini .... p. 34.

8.

Fu invitato anche l'abate Giovannelli per predicare la quaresima dell'anno 1711; ASV, S.S. Venezia, 161, f. 112v.

187


- - - - - - - - - " " ' - - - - - - - - - - - " " -­ , VISITE AD LIMINA

A questo riguardo mi compiac­ cio non poco. per il fatto che la scienza così come i costumi gene­ ralmente ornino in modo eccellen­ te i sacerdoti Bergomensi, così che siano di esempio e testimonianza ai laici con opere piene di spirito religioso e con la condotta di vita onesta e disciplinata. I parroci, nell'insegnare i primi elementi della fede ai fanciulli, nel promuovere la concordia dei fede­ li, nel mantenere lo splendore dei templi e la pulizia della sacra sup­ pellettile, e infine nello svolgere secondo il dovere gli altri obblighi pastorali del loro ufficio, si impe­ gnano con tutte le forze, senza omettere quanto è necessario per la salvezza delle anime.

addictos. Qua de re non mediocri­ ter mihi gratulor; cum doctrina, aeque ac mores sacerdotes Bergo­ mates in universum eximie ador­ nent, ut et operis pietate plenis, et exteriore cultu honeste composito sint laicis exemplo, documentoque. Parochi autem in pueritia [idei rudimentis instituenda, in concordia gregis procuranda, in nitore tem­ pio rum, munditiaeque sacrae sup­ pellectilis tuenda, ac demum in cae­ teris pastoralis officii partibus rite peragendis omnes animi vires impendunt, nec omittunt, quidquid confert ad animarum salutem 9.

9. Anche Priuli seguì il clero con lettere pastorali e circolari. esortando alla residenza in parrocchia. al decoro del culto, all'uso corretto e appropriato della cera, all'invio del­ lo stato delle anime, ribadendo le norme sulla presenza delle domestiche in canonica, insistendo sulla preghiera assidua in occasione di calamità ricorrenti, perché fosse risparmiata e aiutata la popolazione. Nella visita pastorale alla vicaria di Clusone, di Vilminore, di Sovere. Priuli ordinò che per sei mesi. ogni quindici giorni. i sacerdoti assi­ stessero alle prove delle cerimonie sacre e della messa effettuate da tre o quattro loro confratelli a turno, e imparassero le orazioni da recitare nell' indossare i paramenti. Il vicario foraneo aveva l'obbligo di controllare chi mancava e di provvedere a chi non obbediva e non osservava le rubriche. Priuli in visita a Sovere trovò 12 cappellani per alcuni dei quali il vicario foraneo Giovan Battista Martialis non aveva risparmiato valutazioni severe. come per Luigi Bonasolus ottuagenario "lucri cupidus ac tenax qua minus restarviae plus viatici quaerit ": Marco Antonio de Maffettis ultrasettantenne, "in agro Brixiensi voluntarius exul sibi vivit tamquam mortuus a corde "; Alessandro Pachianus sessantenne "domi suae privatam vitam exigit": Francesco Capellus, cin­ quantenne, confessore, stipendiato dalla MIA. insegnante nel ginnasio; Giacomo Baionus di oltre 40 anni d'età "multa sciens sed parumfaciens": Nicola Marinonus di 36 anni d'età "mercans operam familiae nepotumque turbae navat"; GiovanBattista Caninus di 27 anni. confessore, "satis intelligens" che insegnava grammatica; Giovanni Antonio Bentivolius confessore. di anni 33. insegnava i primi elementi di grammatica a ragazzi e ragazze in casa d'affitto; Carlo Caninus di 26 anni "in paterna domo plu­ rimis intentus opificiis negotiosum otiumfallit"; Francesco de Nicolinis di anni 37, che risiedeva parte a Sovere e parte a Tagliuno "laicam magis quam ecclesiasticam vitam ducit in choreis nuptarumque familiaritatibus cum magno totius oppidi scan­

188


___----1_'-­

_ I

RELAZIONE -

28 DICEMBRE 1712

Plerique illorum scientia, quae Buona parte di essi eccellono ad sacros ritus, et mores spectat, nella scienza riguardante i sacri riti e la morale; nello stesso tempo mol­ nec non multi ex iis simul huma­ nioribus literis praecellunt. Morum ti di loro si distinguono anche per la moderationem paene totam tum loro cultura umanistica. Sia i parroci che i sacerdoti rife­ parochi, tum sacerdotes referunt riscono di aver ricevuto quasi tutta acceptam sacris divi Ignatii exer­ la regola di comportamento dalle citationibus, quae et in urbe, et in pratiche del divino Ignazio, inse­ oppidis, et in pagis per nonnullos gnate parimenti sia nella città che nei villaggi da alcuni sacerdoti ber­

dalo statusque dedecore, correctionis incapax, punitionis expers atque ideo proposita sibi impunitate exultat ": Giovan Maria Faccus da Esrnate, sessantenne, cappellano del nobile Camillo de Bonasolis, presso la cui casa abitava come precettore, usufruendo di un legato MIA; Francesco Crettus, da Brescia, abitava a Piazza, dove insegnava ai ragazzi e li istruiva nella dottrina cristiana la domenica, ma si attendeva da lui più sol­ lecitudine perché giungessero per tempo alla messa domenicale in parrocchia. Di tutt'altra portata sono i giudizi del prevosto e vicario foraneo di Almenno S.S., Giovanni Andrea Quarenghi, sui suoi cappellani. Egli qualifica "uomini da bene" Nicolò Rota, Giovanni Pesenti, Girolamo Adelasio confessore alla Madonna del Castello e Fermo Pecis; di Antonio Lombardini afferma che è "diligentissimo nelle funzioni della chie­ sa". e di Giovan Battista Gavazeni "uomo grave" di buon esempio. A Trescore Priuli "audivit denuo aliquos sindicos ut supra et convocari mandavit omnes sacerdotes qui­ bus plura monita dedit circa ecclesiasticam disciplinam". A Gorlago Priuli sentì giu­ dizi positivi sul clero, così a Nembro, mentre ad Albino il prevosto si riservò di riferi­ re a parte sui 12 cappellani. A Gandino per i 38 sacerdoti residenti nelle loro famiglie "con habiti e costumi ecclesiastici" il vicario foraneo non aveva osservazioni di rilie­ vo. A Bondione il curato risultò bisognoso di un severo esame e di un rimprovero per I' estrema facilità di donare l'assoluzione ai penitenti in occasione prossima di pecca­ to e ai consuetudinari. Ad Alzano Maggiore furono diversi i rilievi su parte del clero, dovuti in buona parte al mancato uso della veste talare, alla pratica scadente della disciplina ecclesiastica e allo spreco del tempo; ACVB, Lettere pastorali Libro n" 5, "Risveglia con solecito zelo..." 12 giugno 1710; "Balena per anco sugli occhi nostri..." 7 settembre 1712; "Irritato Iddio dall'empietà del faraone ..." 29 dicembre 17 I 2; "Sono tali e tante le disgrazie e calamità..." I 5 febbraio 1713; "Siccome non si stanca l'umana malitia..." 19 aprile 1713; "La misericordia di Dio che siegue a dimostrarsi ..." 25 ago­ sto 1713; "Meritano un severo castigo..." 22 luglio 1718; ibid.. Visita Priuli, 80 (1710), f. 105v. 175r-v, 283v, 317r; 83 (1711), Prioli P. card. visitatio vallis Scalvi, pleb. Cluxoni. Molonii, Suel'i, Endinis, Lussanae. S. Pauli d'Argon, f. 35r, 42v, 54r-v, 140r­ 141v; 86 (1714 l. Yisitatio Priola 1714, Grumelli Plani, Sforzaticae, Albegni, Trevioli, Curnasci, Curni, Mutii, Scani, Ossanesgae, Paladinae, Breni. Almé, Brembillae, Gerosa, Blelli, Berbenni, Se/lini, l.ocatelli. S. Simonii, Fopiani. S. Gotardi, S. Sirii, S. Omoboni, S. Michaelis, Cepino, Vallis Seccae. Costae, Roncolae. Caprini, Stroziae, Clenetii, S. Bartholomei a Lemenis, Barzanae, S. Salvatori Sorisoli. Pontiranicae, Rosciani, S. Colombani, f. 160r-161 r; 88 (1717), Prioli card. P. visitatio plebis Spirani, Mornici, Telgati, Coloniolae, Azzani. Turris Boldoni, Ranicae, Annexiae. f. 22r, 49v-50r.

189


VISITE AD LIMINA

Bergomates sacerdotes egregios mores magistros identidem fiunt'", Per haec eadem exercitamenta veluti palaestram pietatis insti­ tuuntur, et conformantur sacrorum ordinum candidati, ut admoniti altissimae dignitatis, ad cuius fasti­ gium, auspice virtute, et duce pro­ bitate paulatim evehuntur, a recta vivendi ratione numquam recedant. Doctrinam vero, quinimmo mo­ rum sanctimoniam plerique ab ineunte aetate comparant in semi­ nario sane fiorentissimo. [bi ingens discipulorum alum­ norum, et jorensium numerus ver­ satur: ibi studia grammaticae, rhe­ toricae, philosophiae, et theologiae ad speculationem pertinentis

gomensi, egregi maestri nei costumi. Con questi stessi esercizi, al pari di una palestra della pietà, sono for­ mati e preparati i candidati agli ordini sacri, perché ammoniti sul­ l'altissima dignità al cui apice sono portati gradualmente sotto la pro­ tezione della virtù e la guida della rettitudine, mai si allontanino dal giusto modo di vivere. La maggior parte fin da fanciulli vengono istruiti ed educati nello spirito religioso in seminario, che per altro in verità è assai fiorente. In seminario imponente è il numero degli alunni residenti e dei forensi: qui fervono gli studi di grammatica, retorica, filosofia e teo­ logia di ordine speculativo, ivi fio-

IO. Tra i sacerdoti egregi cui accenna Priuli, un posto preminente è tenuto dal canonico Giovanni Pietro Mazza (1662-\730), penitenziere della cattedrale; A. RONCALLI, La "Misericordia Maggiore ... ", p. 54. In quegli anni era in corso a Bergamo un processo per eresia. di cui venivano comunicate alcune notizie e istruzioni al nunzio a Venezia con dispaccio da Roma il 6 gennaio 1714: "Essendosi havuto avviso non meno da cotesto padre inquisitore che da quei di Bergamo e di Crema essere stato risoluto dal senato che il padre m.ro Antonio Monza, carmelitano, et il sacerdote Francesco Contini carcerati in Bergamo per la avvisata gravissima causa di molinismo et affettata santità, siano stati rilasciati con la sigurtà di non partire da detta città di Bergamo e di presentarsi al Sant'Offitio ogni qualvoJta siano chiamati per la loro causa da cominciarsi dalla prima e sola denunzia, io a nome di nostro signore e secondo il sentimento della sacra congregazione del Sant'Offitio ho passato con questo signor ambasciatore ben vive doglianze di tal risoluzione nulla, ingiusta e tanto pregiudiziale al servizio di Dio e alla giurisdizione del tribunale del Sant'Offitio medesimo. Affinché però maggiormente si renda noto il giustissimo sen­ timento di sua beatitudine per una sì strana determinazione non uniforme alla pietà del governo, dovrà vostra signoria fare listessa parte col senato medesimo regolandole su rimostranze secondo l'annesso foglio, il qual contiene una distinta informazione di questa causa..". Altre notizie si hanno dal rapporto in cui il nunzio comunicava che "nel mese di settembre 1710 fu cominciato dal padre Andrea Reali inquisitore di Crema, un processo in materia del molinismo e d'affettata santità, e fu continuato sempre con l'assistenza del signor giudice secolare, nel quale si provano sopra ventisei tra sacer­ doti, secolari e regolari, donne e monache e si procede alla carcerazione del padre maestro Antonio Monza e di don Francesco Contini, capi della setta..... ; ASV, S.S. Vene;:ia, 305, n. 317r-3 19v, 321 r-v.

190


~-_-----I_'-----------I

RELAZIONE -

28 DICEMBRE 1712

calent: ibi morum disciplina per sanctas vivendi regulas. et annua exercitamenta, de quibus supra dic­ tum est, magnoperefloret. Ad complementum autem scien­ tiarum invexi in seminarium id. quod maxime optandum erat, scien­ tiam. quae ad ius utrumque, et eam. quae ad sacros ritus, et mores moderandos attinet", Praeterea ut ipsis scientiis non mediocre ornamentum. et litteris humanioribus, quibus summopere civitas Bergomensis delectatur, maximum adderetur incitamentum, restitui academiam Aemam ab epi­ scopo Ioanne Aemo centum abhinc annis institutam, et vitio tempo rum prolapsam. Hinc singulis mensibus publice habetur academia, ubi ingenia aca­ demicorum ad id selecta multa apud praestantiores viros ex tota urbe invitatos, cum laude inter se. omni torpore excusso, invicem vires suas ostendunt in scribendis, reci­ tandisque alia aliis rethoricis rebus in argumentum a praeside ipsius academiae traditum. Quibus litte­

risce molto la disciplina dei costu­ mi con le regole sante della vita e con gli esercizi annuali. già nomi­ nati. Ho inoltre introdotto nel semi­ nario, per il completamento degli studi, ciò che era sommamente richiesto, l'insegnamento del dirit­ to civile ed ecclesiastico e altresì la scienza delle sacre cerimonie e la morale. AI fine di creare uno stimolo assai forte, tale da costituire anche un ornamento non mediocre alla cultura e alle scienze umanistiche, nelle quali i cittadini Bergomensi si dilettano assai, ho rianimato l'Accademia Ema fondata cent'an­ ni orso no dal vescovo Giovanni Emo, decaduta per il difetto del tempo. Perciò ogni mese si svolge pub­ blicamente il raduno accademico, in cui molti accademici d'ingegno presenti per questo scopo, lodan­ dosi a vicenda ed eliminando ogni pigrizia, mostrano agli uomini più valenti invitati da tutta la città la loro abilità nello scrivere e nel declamare varie cose su argomenti proposti dal preside di quella stes­ sa accademia. A questi tornei letterari celebra-

Il. Mons. Priuli seguì con attenzione la vita del seminario; con decreto l" gennaio 1725 eres­ se canonicamente nella chiesa di S. Matteo la congregazione Mariana già operante da tempi imprecisati; C. PATELLI. Uomini.... p. 27-28. 31-34.41-42. Comunicazioni cir­ ca il seminario si trovano anche in ASV. Reg. Episc.• 156( 1711), f.114r 26 giugno 1711: 157( 1712). f.123v 17 giugno 1712; 163(1718). ff. 224v-225r 2 dicembre 1718.

191


I

VISITE AD LIMINA

ti come in un tempio o nel cortile delle residenze non senza solennità e decorazioni, con il pieno accom­ pagnamento di musica artistica per aumentare la bellezza dell'arte sia poetica che oratoria, io stesso par­ tecipo, non tanto per il grandissi­ mo piacere che mi procura questa gara d'ingegni, quanto perché con la mia presenza le intelligenze si accendono in un confronto più ani­ mato. Mi sia quindi consentito di affer­ mare che al seminario di Bergamo non manca nulla eccetto un mag­ gior censo per venir incontro alla povertà degli adolescenti, perché possa uguagliare altri insigni semi­ nari d'Italia. L'istruzione ricevuta in semina­ rio o altrove viene accresciuta con le adunanze mensili, tenute ogni mese sia nel palazzo vescovile sia nelle pievi, nelle vicarie, nelle par­ rocchie. Dopo la purificazione dei sacer­ doti mi si presentano venendo dai loro chiostri, per essere purificate, le monache, le quali, più sono nasco­ ste, più splendono a gloria di Dio e ornamento della Chiesa. Di esse dieci monasteri sorgo­ no in città, nove nel territorio, tre dei quali soggetti alla giurisdizio­ ne dei regolari, uno cioè nel sob­ borgo ai padri domenicani, l'altro in Albino ai carmelitani, il terzo a Clusone ai padri osservanti di san

rarum contentionibus habitis velut in templo, vel in propatulo aedium aliquoties non sine pompa, et appa­ ratu, et pleno concentu musicae artis ad augendam suavitatem artis tum poeticae, tum oratoriae ego ipse intersum, non tam quod sum­ mam ex ingeniorum certamine voluptatem percipio, quam quod, me praesente, ingenia ad acrius ce rtamen accenduntur. Quapropter mihi liceat fateri, nihil seminario Bergomensi dees­ se praeter ampliorem alendae ado­ lescentium paupertati censum, quo minus praeclarissima totius ltaliae seminaria possit aequare. Doctrinam vero haustam in seminario, aut alibi adiuvant men­ struae congregationes, quae tum in palatio episcopali, tum in plebibus, vicariis, pareciis singulis mensibus habentur. Post sacerdotum lustrum mihi e claustris suis se lustrandas offerunt sanctimoniales, quae quo magis latent, eo magis lucent ad Dei glo­ riam, et Ecclesiae ornamentum. Earum coenobia decem in urbe, novem in agro sunt, quorum tria regularibus, unum scilicet in subur­ bio Dominicanis patribus, alterum in Albini pago Carmelitis, tertium

192


---""------------­ I

RELAZIONE -

28 DICEMBRE 1712

Francesco, gli altri sono sotto quel­

la vescovile.

Le monache vengono dissuase

dal colloquio coi regolari, ai quali la Sede Apostolica ne ha proibito l' ac­ cesso, con le medesime pene decre­ tate dai vecchi sinodi e da me con­ fermate. Pene specifiche impedi­ scono pure ai presbiteri il colloquio con le religiose. Di conseguenza nessun ingresso né dei regolari né dei presbiteri nei conventi, se non con la facoltà ottenuta rare volte e per giusta causa. E quindi ritiro utilissimo per le monache dall'occasione di pecca­ re, a meno che ogni altra entrata non rimanga chiusa, con l'accesso non frequente dei laici, quelli mas­ simamente che per cieca empietà e sozzi di libidine non temono di insi­ diare la castità votata a Dio. Di conseguenza le monache stesse meritano una speciale lode per l'obbedienza, la castità e la disciplina.

in Clusoni oppido divi Francisci ab Observantia patribus, caetera vero episcopo subsunt. Iisdem poenis decretis per vete­ res sinodos a me probatas a regu­ larium colloquio moniales deter­ rentur; quibus Apostolica Sedes regularibus ad easdem moniales accessum interdixit. Sua e quoque poenae praesbite­ ros ab ea re arcent. Hinc nullus regularium, nullus presbiterorum accessus, nisi venia, et ea raro, et iusta de causa obten­ ta. Hinc saluberrimus monialium ab occasione peccandi recessus. Quin laicorum quoque infrequens concursus: illis maxime, qui caeca impietate, et libidine polluti nec castimoniae Deo addictae horrent insidiari, omnis aditus intercludi­

turo Quamobrem et ipsis monialibus egregia laus obedientiae, castita­ tis, et disciplinae debetur".

12. Con diverse lettere Priuli impartì delle norme e rivolse delle esortazioni alle mona­ che: divieto a laici di entrare nel monastero, alle suore di parlare con la maschera sul volto a qualsiasi persona anche a parenti, di conversare alle grate con persone masche­ rate, di consegnare alle suore opere. commedie o simili né sacre né profane senza approvazione scritta del vescovo. alle monache claustrali del terz'Ordine di S.Francesco di parlare a qualsiasi persona senza licenza scritta, tranne che ai parenti di 1° e 2° gra­ do; lettere del 2 gennaio 1710, 3 dicembre 1711, 7 gennaio 1728. Il 3 novembre 1725 Priuli scrisse alla superiora delle cappuccine del monastero di Rocchetta per la salva­ guardia della salute delle monache e delle educande. Priuli inoltre indirizzò altre lettere alle monache per ribadire le norme e le disposizioni date, e per sollecitare le religiose alla preghiera in determinate circostanze, anche per scongiurare la peste degli anima­ li bovini, ottenere la vittoria del!' esercito cristiano sui turchi; 23 dicembre 1712, 4 gennaio 1713, 2 dicembre 1716. 22 dicembre 1715, 4 luglio 1718, 23 dicembre 1718, 23 dicembre 1719; ACVB, Lettere pastorali alle monache Libro n" 7,1710 Priuli P. car­ dinale.

193


----------'---------------1 I

VISITE AD LIMINA

Eadem praeconia merito sibi vindicant qua e Tertiariae vocantur, quaeque vel parentibus orbae, vel paupertate illocabiles in tutissima receptacula, quorum unum Orpha­ notrophii, alterum Succursus nomi­ ne afficitur, tamquam ad aram pudi­ citiae confugerunt. Neque vero illaudatas praete­ reo illas, quae vulgo Conversae appellantur, mulieres nimirum ab impudicitiae coeno ad meliorem vitaefrugem reversae. Floret insuperfoeminarum insti­ tutum, quae nulli voto obnoxiae sub magistra ab ipsis delecta religio­ sam vitam multa laude transigunt, Demissae ab abiecto muliebri mun­ do vocatae. Quatuor sibi in urbe domicilia posuerunt. laicorumque regimini subsunt. Ideo nullum illis episcopus peculiarem sacerdotem decernit, qui earum conscientias moderetur: eum. quem maluerint, ipsae accersunt, ab episcopo gene­ ratim probatum. A coenobiis facilis patet aditus ad alia loca lustranda, quae, tam­ quam paupertatis asila publica pie­ tas, et beneficentia condidit. Inter haec xenodochium divo Marco dicatum Magni nomen iure sibi reposcit, tum molis vastitate, tum censuum copia hoc potissimum tempo re, quo novis aedificiis, et haereditatibus augetur. Adeo tamen voracibus impen-

Uguale lode meritano quelle chiamate Terziarie, e quelle che, orfane o non collocabili (in matri­ monio) per la povertà si sono rifu­ giate in sicurissimi ricoveri come in un riparo per la pudici zia, uno chiamato Orfanotrofio e l'altro Soccorso. Né posso privare della lode quelle chiamate popolarmente con­ verse, donne cioè ritornate a una condotta migliore di vita dal fango dell' impudicizia. Fiorisce altresì l'istituto delle donne che, non legate da alcun voto, vivono con encomiabile spi­ rito religioso sotto una maestra da loro stesse scelta; vengono chia­ mate Dimesse dal mondo effemi­ nato che han ripudiato. Esse hanno quattro case in città. e sottostanno al governo dei laici. 11 vescovo non assegna loro alcun sacerdote come direttore. ma esse scelgono quello che vogliono, approvato poi gene­ ralmente dal vescovo. Dai monasteri si apre una via facile per visitare altri luoghi. come pubblici asili della povertà, fonda­ ti dalla pietà e dalla beneficenza. Tra questi vi è l'ospedale dedica­ to a S. Marco, che a diritto reclama il nome di Grande, sia perché ampio, sia perché arricchito di beni specie in questo tempo, venendo accresciuto di nuovi edifici e di eredità. Esso viene però impoverito da spese tanto voraci che, sebbene la 194


I

RELAZIONE -

28 DICEMBRE 1712

diis exhauritur; ut cura praesidum laicorum cum canonico licet ingens frustra conetur illud aere alieno exonerare. Siquidem omnes advenas exci­ pit hospitio, aegrotos recipit inco­ lumitati restituendos, insanabiles usque ad ultimam vitae periodum alit, nothos educat, nubiles collo­ cat, innuptasque custodit, praeter quam quod compluribus ministris, et sacerdotibus ingentia stipendia suppeditat. Ex hoc ad minora xenodochia lubet transitum facere, quorum unum Divae Mariae Magdalenae sacrum [atuos ali t, aliud nomine Succursus puellas divitiis, et paren­ tibus orbatas, velut in portu excep­ tasfovet. Superest quoque xenodochium foeminis vulgo Conversis institu­ tum, aliaque duo pauperum puero­ rum, puellarumque receptacula, quorum unum divi Caroli, alterum divi Martini auspiciis gaudens alunt tot capita, quot proventus annui ali

vigilanza dei prèsidi laici col cano­ nico sia diligentissima, invano si tenta di alleggerirlo dai debiti. Esso ospita tutti i forestieri, rico­ vera gli ammalati per riportarli a salute, mantiene gli incurabili sino alla fine della vita, si prende cura degli illegittimi, colloca in matri­ monio le nubili, custodisce le ver­ gini, oltre a ciò fornisce considere­ voli stipendi a molti servi tori e a sacerdoti. Da questo è gradito passare opportunamente agli ospedali mino­ ri, uno dei quali, dedicato a S. Maria Maddalena, si prende cura dei pazzi; un altro, chiamato Soc­ corso, custodisce come in un por­ to le giovani orfane e povere. Resta inoltre un ospizio fondato per donne chiamate Converse, e due altri ospizi di ragazzi e ragazze poveri, sotto i felici auspici di S. Carlo e l'altro di S. Martino, che si prendono cura di quanti è possibile mantenere con le entrate annue. Molti ospizi di carità cristiana, dai nomi molteplici, provvedono in città e altri in diocesi ai poveri con sussidi, alle giovani con la dote, agli ammalati con medicine, ai templi sacri con suppellettili, ai sacerdoti con uno stipendio. Tutte queste istituzioni di pietà munifica tanto più sono lodevoli quanto piii il territorio scarseggia di ricchezze. Tra tante grandi testimonianze

patiuntur:

...'

Multa insuper huiusmodi chri­ stianae charitatis hospitia variis nominibus affecta in civitate, et reli­ qua dioecesi pauperibus subsidio, puellis dote, aegris medicamine, templis suppellectile, sacerdotibus stipendio consulunt. Quae omnes munificae pietatis officinae eo magis laudibus abun­

195


-----'----------~-~~I

VISITE AD LIMINA

di pubblica carità, i tre grandissimi dant, quo magis opibus caret pro­ vincia. Monti non possono restare nasco­ sti: ad essi non il furore dei giganti, Inter tot excelsa publicae cha­ ma la compassionevole misericor­ ritatis monumenta latere nesciunt dia dei Bergomensi dal cielo si è tergemini montes, quibus non fatta piti vicina. gigantum furor, sed pietas Bergo­ Uno di questi, col nome preso matum se propius caelo admovit. dalla Pietà, si innalza per essere Horum itaque unus, accepto ab ipsa Pietate nomine conspiciendum ammirato, il cui scopo è quello di se attollit, cuius est honestas, puel­ affrancare, con una congrua dote, las illocabiles ob inopiam congrua dal pericolo contro la castità, gio­ dote annumerata e pudicitiae vani oneste non collocabili (in matrimonio) per povertà. discrimine vindicare. L'altro cosiddetto dell' Annona, Alter a procuranda Annona dic­ per procurare le derrate alimentari, tus liberali olim multorum civium stipe constitutus est, cuius regimen è stato fondato tempo addietro dal­ est penes episcopum, et praesides la generosa offerta di molti cittadi­ urbis, necnon viros ex omni ordine ni. Alla sua amministrazione prov­ delectos. vede il vescovo, i rettori della città e uomini scelti da ogni categoria. Postremus Mons a Pignoribus Il terzo Monte, chiamato dei compellatus, tamquam publici mo­ numentum, et pignus amoris dat Pegni, quasi testimonianza e garan­ mutuam pecuniam citra foenoris zia della pubblica solidarietà, distri­ buisce il denaro in prestito, senza labem diviti et pauperi nullo discri­ alcuna discriminazione, a ricchi e mine, quoties quis premitur inopia. poveri, nella necessità, senza la Qui triplex Mons tanta solertia, macchia dell' interesse. etfide ab omnibus praesidibus coli­ Questo triplice monte ammini­ tur, et hucusque a fraudibus tutus strato da tutti i presidenti con tanta adeo floruit, ut illa Isaiae accom­ modari possint: manus Domini in perizia e onestà, sino ad oggi è fio­ monte isto". rito senza frodi, tanto che si può applicare il detto di Isaia: la mano del Signore (è posta) su questo monte.

13. "Et dicent in die illa: Ecce Deus noster iste, exspectavimus eum, et salvahit nos: iste Dominus sustinuimus eum.exsultabimus et laetahimur in salutari eius. Quia requie­ scet manus Domini in monte isto: et triturahitur Moab suh eo sicut teruntur paleae in plaustro"; S. GEROLAMO, Commentariorum in Isaiam prophetam, libro VIII, in J.­ P.MIGNE. Patrologiae..., Opera Omnia, 24, Lutetiae Parisiorum 1865, p. 30 1,342.

196


-

----------------------I

RELAZIONE -

28 DICEMBRE 1712

Quo forum episcopale me [es­ sum lustrando rapit, et ulterius patientiam vestram lacescit? Huius unius rei superest lustrum, quod certe invitus omitterem cum non habeam, cuius in ilio me pudeat, sed gratuler. Nulla enim in hoc foro quaerimonia reorum et clientium, nulla latronorum fraus, nulla accu­ satorum crudelitas. Ibi causae et comiter suscipiuntur, et celeriter aguntur, et aeque deiudicantur. Non ulla sordidi quaestus suspicio, non ulla omnino iniuria. Non avaritia, non dolor privatus, non ambitus, non gratia iudicem agit; sed cha­ ritas, ratio, et aequitas iudicia, resque caeteras moderatur. Ex qua re quantam animi volup­ tatem capiam, si velim ostendere, nequicquam conor. Magnitudo gau­ dii suopte ingenio loquax aliquan­ do cogit silere, cuius nimirum dul-

Dove mai l'attività episcopale mi porta, stanco nella descrizione, provocando ulteriormente la vostra pazienza? Rimane da descrivere una sola cosa, che certamente a malavoglia ometterei, non avendo di essa sen­ timenti di vergogna, ma di ralle­ gramento. In questo tribunale nessuna que­ rela infatti esiste di rei e di clienti, nessuna frode ladronesca, nessuna inumanità sui colpevoli accusati. Qui sono cortesemente ricevu­ te le cause, celermente vengono dibattute e equamente giudicate. Nessun sospetto di squallido interesse, come nessuna ingiusti­ zia; il giudice agisce non per avari­ zia, per offesa personale, raggiro, favore, ma con l'unico movente dell' amore, di ragione e di equani­ mità giudiziaria nel regolare le cose. Né mi sforzo, per quanto voles­ si, di manifestare come questa realtà rallegri il mio spirito. La grandezza della gioia elo­ quente per sua natura, talvolta costringe a tacere il proprio spiri­ to, che tuttavia trova confortevole il ricordo. Per sottrarmi al sospetto della ricerca dell' ostentazione di vana-

Il podestà Alvise Malipiero con la relazione già citata del 1702 aveva scritto che il monte del!' Abbondanza disponeva di circa 2.500 some di frumento e il monte di Pietà di capitali per circa 50.000 ducati; Podestaria e Capitanato... , p. 595; inoltre cf. p. 597-600 la relazione del capitano Federico Barbarigo del 6 settembre 1703.

197


I

VISITE AD LIMINA

ce est meminisse. Verum ne subeam iactantiae opinionem, tantum Deo gratias summas agam, cuius mune­ re mihi tales curiae ministri, qua­ les debueram optare, contigere. Siquidem illis nec humanitas ad solamen, nec prudentia ad consi­ lium, nec probitas ad exemplum, nec iustitia, nec fides, aut solertia ad rem quamlibet honestam deest. Notula autem in calce littera­ rum posita numerum beneficiorum, capellaniarum, oratoriorum, con­ fraternitatum, locorum piorum. sodalitatum. aliarumque huiusmo­ di rerum ad meam pastoralem pro­ vinciam spectantium dabit. En interim, patres eminentissi­ mi, in hac compendiaria tabella totius dioecesis mihi commissae, nondum a me penitus lustratae epi­ tome, cum partim magnitudo, et varietas rerum domi retinuerit, par­ tim difficultas incredibilis viarum me lustrantem saepe retardarit. Addo praeterea incommoda plu­ viarum usque ad taedium, et dam­ num commune pertinacium: addo amplitudinem provinciae, et multi­ tudinem oppidorum, pagorumque. Modica tamen pars superest lustranda, cui quantum potero, con­ tendam, ut coronis imponatur".

gloria, renderò somme grazie a Dio solo, per il cui dono mi sono toc­ cati in curia tali officiali quali dove­ vo desiderare. A loro in verità né manca l'u­ manità per consolare, né la pru­ denza per consigliare, né l'integrità per dare l'esempio, né la giustizia, la fede o la perizia per qualsiasi cosa onesta. Una piccola nota in calce alla lettera fornisce il numero dei bene­ fici, cappellanie, oratori, confrater­ nite, luoghi pii, sodalizi, e altre cose del genere riguardanti la mia cir­ coscrizione pastorale. Ecco in questa tabella riassun­ tiva il compendio di tutta la dioce­ si affidatami, eminentissimi padri, non ancora visitata interamente, perché in parte trattenuto in sede per varie e importanti cose, in par­ te a causa del ritardo nelle visite, spesso dovuto alla difficoltà incre­ dibile delle strade. Aggiungo i disa­ gi provocati dalle piogge continue fino alla noia e con il danno di tut­ ti; aggiungo la vastità della circo­ scrizione, il grande numero di pae­ si e di villaggi. Poca parte ne rimane tuttavia da visitare, alla quale per quanto pos­ sibile mi dirigerò, perché sia con­ clusa come coronamento.

14. Priuli all'atto della firma della relazione, 17 giugno 1713, aveva visitato tra il 1710 e il 1712 la città, nel 1710 la val Seriana, la val Gandino, Bondione, nel 1711 Ghisalba, Romano, Martinengo e Paderno, ove fu bloccato da forte temporale, la val di Scalve. le vicarie di Clusone, Mologno, Sovere, Endine. S. Paolo d'Argon. nel 1712 la valle

198


I

RELAZIONE -

28 DICEMBRE J 712

Ultimata la visita, convocherò il sinodo per rinnovare gli antichi decreti logorati dali 'usura del tem­ po e per emanarne dei nuovi, quel­ li che stimerò utili, per non dire necessari, al fine di stimolare o aumentare il culto divino in alcune cose.

Qua imposita congregabo Sino­ dum" vetera decreta, quae temporis vitio obsoleverint, renovaturus, et nova, quae cultui divino in re qua­ libet excitando, augendoque, utilia, nedum necessaria intellexero, edi­ turus":

Cavallina, Castro, Pianico, Sellere, la val Brembana. Almenno S.S., Botta, Sedrina.A Desenzano Priuli " hortatus est efficaciter adfrequentiam tum doctrinae christianae tum sacramentorum nec non ad praestandam debitam suo pastori obedientiam", A Vali' Alta Priuli portò il Viatico a due poveri infermi accompagnato da grande folla, "quibus non tam eleemosinam spiritualem suae benedictionis quam corporalem nummorum impor­ titus est". In val del Riso egli fu accolto da molti valligiani a cavallo "cum tubis et aliis instrumentis vulgo abnè (?) obsequiis et letitiae specimen dantibus ob imminen­ tem visitationem dictae parochiae a tanto principe faciendam", Giunto alla casa de Gualdis, al vescovo furono indirizzati "plura elogia et epigrammata ad laudem et honorem". Nel ritorno dalla visita "circa horam decimam per vias telis coopertas al' abi­ li et elegante forma ornatas et paratas ad dictum locum Vertuae pervenit", Nel 1714 Priuli era proseguito in visita alla valle Imagna, a Brembilla. alle pievi di Lallio e Scano, Sorisole; nel 1715 egli era passato per Trescore. la val Caleppio, Telgate. Pedrengo, Rosciate. Villa di Serio, nel 1717 aveva visitato Mornico, Colognola, Azzano, Torre Boldone. Ranica e Nese, nel 1718-1719 la vicari a di Spirano, Cenate e Pontida, nel 1723 le parrocchie dell' Isola, Fara Gera d'Adda; cf. nota precedente n. 4; ACVB, Visita Priuli. 80 (1710). f. 9r. 11 v, 48r; 81 (1711); 82 (1711), Prioli P Card. visita­ tio Ghisalbae. Rumani, Martinengi et plebium Paterni, ff. I r-130v; 83 (1711); 84 (1712), Prioli card. P visitatio vallis Caballinae, Castri, Pianici, Selleri, oratorii Sunae Trinitatis in suburbio S. Antonii, n. Ir-98v; 85 (1712), Prioli P card. visitano 1'iI1l. Lemenis, Bottae Sedrinae et totius vallis Brembanae, ff. Ir-249r; 86 (1714); 87 ( 1715). Prioli card. P visitatio plebis Telgaii, Caleppi, Predorii, Albani, Petrengi, Turris R.. Scontii, Roxiati, Villae Serii, ff. 1-149v; 88 (1715); 89 (1718); 90 (\723); ibid., Arch. Cap.. 722, Processo nol'o ultimo per li visitatori capitolari, 1710-1715, (rns), ff. Ir-71v, f. 60, 64-71; L. DENTELLA. I Vescovi.... p. 412-414. 15. Priuli aveva progettato la convocazione del sinodo diocesano nel 1717; ACVB, Lettere Pastorali Libro n05, "Princeps sacerdotum Christus Dominus..." 19 giugno 1717, "Avanti d'intraprendere il sinodo ..." 20 luglio 1717. Le costituzioni erano state preparate e disposte in 46 titoli. con temi teologici, morali ecc. I motivi della sua mancata attua­ zione non sono conosciuti: ACVB, Sinodi diocesani faldone 3,1717 Priula; in Priula 1724, f. I, l'editto stampato del 19 giugno 1717 per l'indizione del sinodo diocesano; L. DENTELLA, I Vescovi... , p. 414. 16. Le lettere pastorali inviate da Priuli al clero e alla diocesi riguardano generalmente la preghiera come stato di vita ecclesiastico o come difesa dalle avversità che colpivano le popolazioni, l' indizione dei giubilei, le feste della Madonna, le indulgenze. la pre­ sentazione di varie lettere o bolle di papa Clemente XI, la solidarietà con gli eserciti impegnati contro quello ottomano e il ringraziamento per le vittorie ottenute, l'invito ai parroci a spedire lo stato delle anime, la pratica della quaresima, le facoltà per il ministero ai sacerdoti extradiocesani, l'esposizione abusiva di crani dei morti e la cele­

199


----------'--------------­ I

VISITE AD LIMINA

Exposui autem vobis, ea fide, qua decet, Aegiptum veluti Home­ ricam, in qua rerum humanarum ritu multis bonis multa mala admi­ scentur. Itaque oratio mea, unde incepit, revertitur: atque iterum ad aposto­ licas aras religiose provoluta illud omni votorum nisu a superis omni­ bus contendit, ut Clementem XI, cuius aegritudo saepe ad me dela­ ta animum meum tantopere excru­ ciavit, ut viderer cum ilio fortasse acrius aegrotare, vosque singulos et universos incolumes diutissime servent, in quibus certum habeo,

Ho esposto a voi, con quella fedeltà che si addice, l'Egitto, come il poema omerico, nel quale a modo delle cose umane molti mali sono mescolati a molti beni. La mia lettera ritorna al punto di partenza, e di nuovo prostrato devotamente nelle basiliche apo­ stoliche, da tutti i santi invoco con la forza di tutti gli auspici che Clemente XI, sulla cui malattia sono spesso informato, col dolore gravissimo provocato al mio spiri­ to, tanto da sembrarmi quasi di sof­ frire con lui più acutamente, e voi tutti insieme e singolarmente, sia­ te conservati per moltissimo tem­

brazione notturna di funerali, le elemosine per il riscatto degli schiavi, i suffragi per la morte di Clemente XI, le elezioni di Innocenzo XIII (8 maggio 1721 -7 marzo 1724) e di Benedetto XIII (29 maggio 1724 - 21 febbraio 1730), il pellegrinaggio a Roma per l'anno santo 1725; "La paterna clemenza.."' 7 novembre 1713 per la bolla ponti­ ficia "Inter diuturnas..." 14 ottobre per la concessione dell'indulgenza, "L'ira del Signore ..." 24 aprile I714 per chiedere la pioggia, "Perché quella singolarità..." 18 settembre 1714 preghiera contro la calamità della peste bovina; "Per implorare il divi­ no aiuto..." 8 gennaio 1715 per l'invito alla preghiera; "Mosso da quel zelo pater­ no..." Il febbraio per presentare la bolla pontificia "Universis christifidelibus" del!' 11 gennaio; "Consideratici dalla santità di nostro signore Clemente XI..." 27 giugno a presentazione della bolla per il giubileo "Ubi primum" del 31 maggio; "Se in alcun tempo..." 19 agosto per l'invito alla preghiera; "Mirando il santissimo pontefice Clemente XI..." 26 novembre per la bolla pontificia "Cum nos semper" 8 ottobre; "Per impetrar dal cielo " 6 agosto 1716 nella festività di santa Maria ad nives; "Avvicinandosi quella solennità " 4 settembre per invito alla preghiera nella festività suddetta; "E piacciuto al Dio della consolazione " 15 settembre per la liberazione di Corfù e "S'è compiaciuta la divina misericordia " 26 febbraio; "Per riverente essenzione dell'in­ combenza ..." 13 giugno per le indulgenze e "La santità di nostro signore...' 22 maggio; "La paterna in sommo sollecita attenzione....' 15 giugno per la guerra contro i turchi, "Havendo S.D.N. per effetto della sua infinita ...' 27 luglio 1717 a firma del vicario gene­ rale per una vittoria navale contro i turchi, "Abbenché la destra onnipotente del Signore ..." 21 aprile 1718 per la guerra contro i turchi, "Essendosi sperimentati gli effetti ..." 2 luglio I718 contro i turchi, "Havendoci hoggi gli ecc.mi rettori..." I ° ago­ sto 1718 per l' invito al canto del Te Deum e al suono delle campane; "Per ottenere dal­ la misericordia divina ..." 17 agosto 1719 per indulgenze, "S 'approssima il santo tem­ po della quaresima..." 31 gennaio 1720; "Studia sempre pùi l' em.mo signor cardina­ le...' 3 settembre 1720 per indulgenza plenaria; ACVB, Lettere pastorali Libro n05; L. v. PASTOR, Storia dei Papi... , XV, p. 413-486, 487-638.

200


I

RELAZIONE -

28 DICEMBRE 1712

po incolumi, nella certezza che nul­ nihil esse desiderandum ad decus, la, oltre una vita lunga, è da desi­ et praesidium totius christianae rei­ derare a decoro e presidio di tutta publicae praeter vitae diuturnita­ la Chiesa. temo Eminentiarum vestrarum humillimus et addictissimus servitor cardinalis Priolus

Bergomi,

die 28 decembris anno 1712

Delle Eminenze Vostre umilissimo e obbligatissimo servo cardinale Prioli

Bergamo

addì 28 dicembre 1712

Canonici ecclesiae cathedralis

44

sunt numero Capellaniae in cathedrali

titulatae 16

Abbatiae saeculares 3

Prioratus 4

Commendae 2

Ecclesiae parochiales titulatae

in urbe, et dioecesi 160

Beneficia simplicia 101

Capellaniae titulares 65

Capellaniae mercenariae 513

Monasteria regularium 47

Monasteria monialium 19

Congregationes Demissarum 4

8

Congregationes Tertiariarum

Canonici della cattedrale

Ora0~

~O

Loca Pia 131

Confraternitates 598

Hospitalia 6

74

Scholae Disciplinatorum Scholae Doctrinae Christianae 309

Missae quae celebrantur ex

obligatione, regularium

148.327 exceptis

44

Cappellanie titolate

in cattedrale 16

Abbazie secolari 3

Priorati 4

Commende 2

Chiese parrocchiali titolate

in città e diocesi 160

Benefici semplici 101

Cappellanie titolari 65

Cappellanie mercenarie 5 13

Monasteri di regolari 47

Monasteri di monache 19

Congregazioni di Dimesse 4

Congregazioni di Terziarie 8

Oratori 380

Luoghi Pii 131

Confraternite 598

Ospedali 6

Scuole dei Disciplini 74

Scuole della Dottrina

Cristiana 309

Messe celebrate per obbligo,

eccetto quelle dei regolari 148.327

201


--~-------------I

VISITE AD LIMINA

Missae absque obligatione 162.937 Missae in totum singulis annis 311.264 Missae quae celebrantur a regularibus possunt esse 216.000 Animae quae non communicantur 55.028 Animae in totum complent 147.680

Messe senza obbligo 162.937 Messe complessive in tutto l'anno 311.264 Messe celebrate dai regolari possono essere 216.000 Anime che non si comunicano 55.028 Anime complessi vamente 147.680

Bergomen. visitatio sacrorum Liminum

Bergamo Visita dei Sacri Limini

La dichiarazione per il 42° trien­ Die 17 iunii 1713 datafuit atte­ nio fu consegnata il 17 giugno 1713 statio pro 42 triennio

148 DOMANDA DEL VESCOVO CARD. P. PRIULI

PER LA PROROGA DELLA VISITA AD LIMINA

Eminentissimi e reverendissimi Signori Il cardinal Priuli vescovo di Bergamo, umilissimo servitore dell'emi­ nenze vostre, correndogli l' obligo di visitare li sacri Limini per il cadente triennio quadragesimo secondo, e non essendo ancora all' ordine per adem­ pire a detto obligo, supplica riverentemente le eminenze vostre per la pro­ roga. Che etcet. Alla sacra congregazione del Concilio per il cardinale Prioli vescovo di Bergamo Bergomen. visitatio sacrorum Liminum. 12 decembris 1711 Ad annum

202


I

RELAZIONE -

28 DICEMBRE 1712

Eminentissimi e reverendissimi Signori Stando per spirare al cardinal Priuli vescovo di Bergamo la proroga di visitare li sagri Limini per il passato triennio, suplica riverentemente le eminenze vostre per nuova proroga, già che fin' ora non ha potuto congre­ gare il Sinodo né mettersi all'ordine. Che etcet. Alla sacra congregazione del Concilio per il cardinale Priuli vescovo di Bergamo Bergomen. Visitatio sacro rum Liminum. 3 decembris 1712 Ad annum

149

IL VESCOVO CARD. P. PRIULI DOMANDA

AI CARDINALI E A PAPA CLEMENTE XI

DI INVIARE IL CANONICO G.ALBANI SUO PROCURATORE

Eminentissimi e reverendissimi Signori Il vescovo di Bergamo, servitore umilissimo dell' eminenze vostre, devotamente l'espone come, attese le gravi cure della sua Diocesi non ha potuto fin ad ora eseguire la visita de sagri Limini de santi Apostoli Pietro e Paolo. Essendo quindi per ispirare il triennio a ciò stabilito, supplica umilmente le eminenze vostre degnarsi di prorogarglilo. Che etcet. Alla sagra congregatione del Concilio per il vescovo di Bergamo Beatissimo Padre Il cardinale Priuli, vescovo di Bergamo, umilissima creatura della san­ tità vostra, correndogli l'obligo di visitare li sagri Limini per il triennio 42 spirato, per il quale ha ottenuto la proroga dalla sacra congregatione del Concilio, per adempire a quest' obbligo ha inviato a posta in Roma 203


-----"--------------­ I

VISITE AD LIMINA

Giuseppe Albani, canonico di quella cattedrale, e correndo al presente il triennio 43, desidera sodisfare a tal'obligo per mezzo del detto canonico. Perciò supplica umilmente la somma clemenza della santità vostra a volersi degnare d'ammetterlo alla visita de sagri Limini anche per il detto triennio 43, promettendo di trasmettere lo stato della sua Chiesa d'entro il termine del detto triennio 43. Che della gratia etcet. Alla santità di nostro signore papa Clemente XI per il cardinale Priuli vescovo di Bergamo Beatissimo Padre Correndo l'obligo al cardinale Pietro Priuli, vescovo di Bergamo, umi­ lissima creatura della signoria vostra, di visitare i sagri Limini per il trien­ nio quadragesimo secondo, né potendo avere la consolazione o di venire in persona a porgere a' suoi santissimi piedi la relazione dello stato della sua Chiesa e Diocesi, per l'attuale necessità d'invigilare alla cura del suo pasto­ ral governo, o di mandare alcuno del corpo capitolare, o altra persona qua­ lificata ne tempi presenti tanto pericolosi per l'intemperie et influenze, divotissimamente supplica vostra beatitudine a degnarsi concedergli la gratia d'ammettere la surrogatione, che ha fatta per detta visita in persona del sacerdote Gaspare Pescatori, canonico della basilica di S. Lorenzo in Damaso, suo agente, non solo ben informato dell'affari et occorrenze di quella diocesi, ma anche richiesto potrà rispondere in voce a quel di più che potess'occorrere di fatto o di raggione. Il che spera dalla somma benignità della santità vostra per essersi degna­ ta altre volte concedere simil gratia a monsignor patriarca di Venezia, per cui il chierico Gaspare Ruggia romano visitò i sagri limini li 16 novembre del 1709, per li triennii 40-41 e 42, come ne registri e vacchette della sacra congregatione del Concilio, avendo il medesimo Ruggia adempita simil­ mente detta visita per altri vescovi dello Veneto. Che della gratia etcet. Alla Santità di nostro signore Gesù Cristo P.P. Clemente XI per il cardinale Pietro Priuli vescovo di Bergamo Mons. segretario della congregazione del Concilio ne parli. Ex audientia sanctissimi die 22 martii 1713 ad annum 204


---------'-"'---------------­ I

RELAZIONE -

28 DICEMBRE 1712

150

PROCURA DEL CARDINALE PIETRO PRIULI

AL CANONICO GIUSEPPE ALBANI

In Christi nomine. Amen. Anno ab illius nativitate millesimo septingentesimo decimo tertio, indie­ tione sexta, die vero nona mensis maii, pontificatus autem sanctissimi in Christo patris, ac domini nostri, domini Clementis, Divina Providentia Papae XI anno decimo tertio. In mei notarii publici, ac testium infrascriptorum ad haec specialiter constitutus personaliter eminentissimus, et reverendissimus dominus, domi­ nus Petrus sanctae Romanae Ecclesiae diaconus cardinalis Priolus, epi­ scopus Bergomen., comes etcet., pro debito ex praescripto constitutionis sanctae memoriae Sixti quinti, Sanctae Sedi Apostolicae obsequio persol­ vendo, sacrorum Liminum visitatione in alma urbe, constituit, et deputat in suum actorem, nuncium, et legitimum procuratorem, et quidquid melius etcet., illustrissimum dominum losephum Albanum canonicum ecclesiae cathedralis Bergomensis absentem, tamquam praesentem etcet.", ad, nomi­ ne eminentiae suae, sacrosanctas beatorum Petri et Pauli Apostolorum basilicas pie, devoteque venerandas; et ad pedes praelibati sanctissimi pontificis humiliter exhibendum relationem status huius Ecclesiae civita­ tis, et Dioecesis, ibique exponendum causas, quibus eminentia sua deti­ netur; et personaliter non accedit; et ad agendum et exequendum ea omnia, et singula quae circa praemissa opportuna, et necessaria erunt, et quae idem eminentissimus dominus cardinalis episcopus facere posset et debe­

17. Dovrebbe corrispondere a Giuseppe Albani.nato da Camillo a Bergamo nella parroc­ chia di S.Alessandro della Croce, ammesso al presbiterato il 21 maggio 1701 (con dispensa di 13 mesi). nominato vicario vescovile per le monache dal vescovo A.Redetti. 5 agosto 1731; si suppone deceduto attorno al 1760; ACVB. Liber ordinationum a mense septembris 1698 usque ad mensem septembris 1711. (ms) ff.nn.; ibid., Nomine collettive ai vari uffici di curia, vicari episcopali; Patrimoni ecclesiastici IOottobre 1699 con l'atto notarile circa "pezze di terra in Brignano"; Diario spirituale de'Santi che giornalmente si festeggiano in Bergamo anno 1747, in Bergamo. per Gio. Santini, p.3; La Sirena cantante Diario spirituale de'Santi che giornalmente si festeggiano in Bergamo l'anno 1751, in Bergamo per Gio.Santini, p.17; 1dem... 1759, p.94; L'incognito scarpellatore apresso Pietro Lancillotti a11110 1761, p.133,manca il nome di o.Albani tra i dignitari della cattedrale.

205


I

VISITE AD LIMINA

ret, si personaliter adesset, etiam si talia forent, quae mandatum magis speciale, vel generale praesentis requirerent; dans etcet., promittens etcet., relevans etcet., et ita etcet. De quibus omnibus etcet. Actum in camera solitae audientiae ipsius eminentissimi, et reveren足 dissimi domini cardinalis episcopi sitae in episcopali palatio Bergomi, ibi足 dem praesentibus illustrissimo domino Iacobo comite Suardo q. illustris足 simi domini comitis Zacchariae, et admodum reverendo domino Sebastiano Rubino, magistro domus supradicti eminentissimi domini cardinalis episcopi testibus etcet. A. V. sigillum.

Ego Andreas a Valle etcet., q.domini Iacobi, civis et Apostolica, Venetaque aucthoritatibus notarius publicus Bergomen., de praedictis omnibus rogatus, instrumentum confeci, et in fidem subscripsi et signavi etcet. Franciscus Vascellinus de Mutiis iuris utriusque doctor, canonicus pri足 micerius cathedralis, et in episcopali curia Bergomensi vicarius generalis. Universis etcet. attestamur ultra praedictum dominum Andream a Valle esse notarium publicum, et legalem. apostolica venetaque auctoritate, ac talem qualem se supra fecit, eique suo in munere hic, et ubique plenam fidem esse adhibendam in inditio. et extra. In quorum etcet. Datum Bergomi, ex episcopali palatio die nona mensis maii 1713

sigillum Vascellinus vicarius generalis Barnabas Moronus cancellarius episcopalis

206


----------------I

RELAZIONE -

28 DICEMBRE 1712

151

LETTERA DEL VESCOVO CARD. PIETRO PRIULI AL CARD.

SEGRETARIO DI STATO FABRIZIO PAOLUCCI

ASV, Lettere di Cardinali, 77, f. 285r Eminentissimo e reverendissimo signor mio osequentissimo Nell'inviare che fo a Roma per la visita dè sagri Limini il signor abba­ te Giuseppe Albani, canonico di questa curia catedrale, io non so procurargli in questa corte maggior onore, o maggior vantaggio, quanto quello che colle mie ossequiose raccomandazioni mi prometto di conseguire a favor dello stesso nella generosa protezzione dell'eminenza vostra. La supplico pero di persuadersi che tutte le grazie, che si degnerà di fargli per mio riguardo saranno da vostra eminenza collocate in me stes­ so più tosto, che in lui, e s'aggiungerà perciò un gran cumulo d'obliga­ zioni al mio obedientissimo ossequio verso l'eminenza vostra. cui per fine bacio umilissimamente le mani. Bergamo 7 maggio 1713 Di vostra Eminenza alla quale raccomando vivamente il sudetto signor canonico degnissi­ mo della protetione di vostra eminenza e le bacio ambe le mani humilissimo devotissimo servitore Pietro card. Priuli Signor cardinale Paolucci Roma

207


-----------------I

VISITE AD LIMINA

152

DICHIARAZIONI DELLE VISITE ALLE BASILICHE

DEI SANTI APOSTOLI PIETRO E PAOLO

Alexander Casalius Utriusque Signaturae referendarius, canonicus et altarista saerosanctae basilicae Vaticanae. Eminentissimum et reverendissimum dominum Petrum Priulum, car足 dinalem titulo sancti Adriani, episcopum ecclesiae Bergomensis. princi足 pis Apostolorum basilicae Limina, per admodum illustrem et reverendum dominum Iosephum Albanum, canonicum cathedralis eius sanctae Ecclesiae procuratorem, visitasse testamur hac die 9 mensis iunii anno 1713, et haec visitatio fuit pro triennio quadragesimo secundo et quadragesimo tertio. Coccinius Alexander Casalius canonicus altarista Die Il mensis iunii anno 1713 Pro eminentissimo et reverendissimo domino domino Petro Priolo episcopo Bergomensi, admodum reverendus dominus Iosephus Albani, canonicus eiusdem cathedralis et eius procurator, personaliter visitavit Limina Apostolorum in saeratissima patriarchali basilica sancti Pauli via Ostiensi: de quo ego infrascriptus monachus Ordinis Sancti Benedicti con足 gregationis Cassinensis fide m facio. Ipsa visitatio fuit pro triennio 42 et 43. Dominus Pilonius vicarius Sancti Pauli

208


.~-.....,j-'------------I

RELAZIONE -

28 DICEMBRE 1712

153 LETTERA DELLA CONGREGAZIONE DEL CONCILIO

AL VESCOVO CARD.P. PRIULl

ACVB. Atti relativi alle visite ad Limina Eminentissime et reverendissime domine obsequentissime loseph Albanus istius cathedralis ecclesiae canonicus, et procurator ab eminentia vestra ad sacra Limina pro elapso quadragesimo secundo, et quadragesimo tertio respective triennio visitanda ablegatus, demandato sibi munere perfunctus est, sacrosanctas etenim beatorum Apostolorum Petri, et Pauli basilicas pie, et humiliter veneratus, luculentam non minus, quam elegantem istius Bergomensis Ecclesiae status relationem scripto exhibuit in sacra congregatione Concilii, cuius reverendissimi patres intel足 ligentes ex ea cuncta isthic rite, et recte se habere, et praesertim quoad morum compositionem, ac disciplinam ecclesiasticam, plurimum in Domino gratulati sunt, quod Ecclesia ista, difficillimis hisce temporibus, aliarum exemplar se ostendere conetur, sub prudenti gubernio eminentiae vestrae, cuius etiam vere pastoralem vigilantiam, singularemque sollicitudinem. summis laudibus commendarunt. Hoc testimonium laudis, ac adimpleti muneris visitationis hisce litteris aperio eminentiae vestrae, cuius manus humillime deosculor. Romae I7 iunii 1713 Eminentiae Vestrae humillimus et addictissimus servitor Bicardinalis Pancratius praefectus Vicentius Petra archiepiscopus Damascen. secretarius' Bergomen. em.mo episcopo Gratis etiam quoad formam 1. Vincenzo Petra fu segretario della congregazione del Concilio dal 1706 al 1716; ebbe il titolo cardinalizio di S.Onofrio, 1724, S.Pietro in Vincoli. 1737, la sede suburbicaria di Palestrina, 1740; mori nel 1747; Hierarchia Catholica..., V, p. 35-36,180-181; La Sacra Congregazione... , p.378.

209


I

VISITE

ii

AD LIMINA

,.,

-'

~I C.:tti./ J~'!d.l:~, tu.1t~~ :lt~:..'·: .

lJéfli.1Jfl~ ,,~.l:l{~ -.

/...:::..

.'.

tf:t1l.tl/ c;i;J.~·dt'tLlJ.tU) C~~

au. ../J,.t /./'/

--'

....

tU:Ut.'.(f:UC( al~I..·i,.f:.':'~:

. :"","', ,'/'" j;Ul~·UIJ.J/die Itr'~·tt,-";t:

~·"".","'h'''''' f·i:x/;'.:.:./{:..'.t dl..:C.L ..( .ti ..... -':..:::':i__7;';'.'/( lt'::'.ll.~ li.'..,;..:t '" ''',:('l'!{ ,(ltt!fìI ~}~ tt('lf!V.'~·~(,r;f rltl~t:i,r;'~i">l!l,~:;' :~JÙ/V d.....' u. i:~~·!l:;!...·t'"i, i t/i..~~,: sa:f ( ';',,/',' ....1.: .

.--L,lf:~ ..-.~'(:ifl/{./ 'LILf..;t ~'t,.t~·'tuJ.:;;U~I.·.t u:».

N4.lu:.::;,,:t.J./ !l!f6ltL."~~1I. '''2o.J .'fi,:i..'LLI.,{! 'l '" ; .

,O"

I ~

.

. " ' ~ ..

,~·'ft·Ù:;·~I .. l~'::.t·

222

210


__-----I_~----------I

31

RELAZIONE -

MAGGIO

1719

RELAZIONE - 31 maggìo 1719 ACVB, Atti relativi alle visite ad Limina La documentazione della visita ad Limina del 46° triennio non si trova in ASV, C. Concilii. Relationes Dioecesium. orig.. Bergomen., ma nell' Archivio della curia vescovile di Bergamo. Il testo è scritto su ff.l r-4r (mm. 30x21) non numerati. Le notizie comu­ nicate non differiscono nella sostanza e nemmeno nella forma da quelle della precedente relazione. Verranno quindi pubblicate in questa sede solo alcune parti del testo che offrono qualche nuovo dato, per quanto riguarda in particolare il clero, la pratica degli esercizi spirituali, gli elogi al vicario generale, e le variazioni apportare alla tabella finale. Il testo, che dovrebbe essere copia di quello inviato alla congregazione del Concilio, non presenta alcuna correzione e non è firmato. Da quanto il card. Priuli scrive nella relazione del 1724 e dalle doman­ de di proroga della visita, sembrerebbe che essa non sia stata effettuata da lui nel 1719, come lascia intendere la data qui segnata, ma nel 1721. 154 Eminentissimi e reverendissimi signori a me sempre onoratissimi

Eminentissimi ac reverendissimi mihi semper observantissimi domini

...L'accenno ai sacri tempI i mi ricorda i sacerdoti che vi sono addetti. AI riguardo trovo motivo di non poco compiacimento nella pregiata dottrina e costumi di cui sono generalmente ornati i sacer­ doti bergomensi, come pure dell'e­ sempio e della testimonianza da loro data ai laici nelle opere di pietà e nell'onesta condotta. I parroci poi si impegnano con tutte le forze dello spirito a istruire i fanciulli nelle verità elementari

...Templorum meniio mihi revo­ cat in mentem sacerdotes templis ipsis addictos.Qua de re non medio­ criter mihi gratulor cum doctrina aeque.ac mores sacerdotes bergo­ mates in universum eximie ador­ nent, ut et operis pietate plenis et exteriore cultu honeste composito sint laicis exemplo documentoque. Parochi autem in pueritia fidei rudimentis instituenda, in concordia gregis procuranda, in nitore tem211


I

VISITE AD LIMINA

pIo rum monditieque sacrae supel­ lectilis tuenda, ac demum in caete­ ris pastoralis officii partibus rùe peragendis omnes animi vires impendunt, nec omittunt quidquid confert ad animarum salutem'. Plerique iliorum scientia, quae ad sacros ritus. et mores spectat, nec non multi ex iis simul huma­ nioribus litteris praecellunt. Morum moderationem fere totam tum parochi, tum sacerdotes referunt acceptam sacris divi Ignatii exercitationibus, quae et in urbe, et in oppidis, et in pagis per nonnullos bergomates sacerdotes egregios

della fede, a curare la concordia del gregge, a favorire lo splendore dei templi e la pulizia della sacra sup­ pellettile, ed infine a adempire ret­ tamente gli altri doveri dell' ufficio pastorale, non omettendo qualsiasi cosa che contribuisca alla salvezza delle anime. La maggior parte di essi eccelle nella scienza delle sacre cerimonie e nella morale, molti inoltre, anche nelle lettere umane. Sia i parroci che i sacerdoti rife­ riscono di aver ricevuto quasi tut­ ta la regola di comportamento dal­ le pratiche del divino Ignazio, inse­ gnate parimenti sia nelle città che nei villaggi da alcuni sacerdoti ber­

l. Priuli continuò con le lettere pastorali a seguire il clero e i suoi fedeli secondo le varie circostanze che si presentavano per consuetudine annuale o avvenimenti eccezionali. Basterà ricordare le lettere per la pratica quaresimale "Nel!'avvicinarsi..." 8 febbraio 1721; "Avvicinandosi li sagrosanti giorni..." 31 gennaio 1723 ; "Se mai, dilettissimi dob­ biamo in alcun tempo ..." 19 febbraio 1724 ; "II digiuno quaresimale..." lO febbraio 1727; per il giubileo universale proclamato da papa Innocenza XIII con bolla "Superni dispositione..." 27 maggio 1721 la lettera "Dall'alta vedetta del seggio apostolico..." 29 giugno. Priuli impartì norme per l'amministrazione delle cresime con circolari del vicario generale "Ha deliberato l' em.mo..." 2 giugno 1722; "Sua eminenza il .l'g. card.Priuli nostro vescovo " Il maggio 1725; "Essendo seguita l'amministrazione del sacramento della Cresima " 28 aprile 1727; per la custodia dei registri parrocchiali "Le calamità, dilettissimi, che ancora in mezzo ..:' 4 febbraio 1725; circa la raccolta di ele­ mosine per liberare gli schiavi "Gemono sotto un pesantissimo giogo...·, 8 agosto 1722, "Potendo giovare in tanto al bene ..." 9 gennaio 1725, "Preme come si rileva dalle ducali..." 23 marzo 1726; disposizioni varie per la pastorale "Per conformarsi alla provida volontà..." 3 gennaio 1724, "L'attenzione con cui adempirà V. R. le molte e rile­ vanti incombenze..." 2 ottobre 1725; istruzioni ai vicari foranei per segnalare even­ tuali disordini tra il clero "L' em.mo sig. cardinale vescovo..." 2 settembre 1727; circa i benefici parrocchiali e i possedimenti "Se mai ebbe ragione..." 20 febbraio 1726; per le missioni "Attesa l'istanza..." 16 gennaio 1726; norme per i sacerdoti forestieri "Con ordine espresso..." 9 maggio 1727, "Sapendo benissimo ..." Il settembre 1727; circa la beatificazione del cardinale Gregorio Barbarigo "Dovendosi..." 14 giugno 1727; invi­ to alla preghiera per allontanare calamità naturali "Mentre sta continuando Wl grave dan­ no..." 20 dicembre 1727, "A giusti sdegni dell' Altissimo che, con incessanti piogge, innundazioni ..." 17 febbraio 1728; ACVB, Lettere pastorali Libro n" 5; il primo bra­ no della relazione è citato da A. PESENTI, Note ... , p. 763.

212


~---_t.-

RELAZiONE -

3 J MAGGiO J 7J9

gomensi, egregi maestri nei costu­ morum magistros nec non per mI. Iesuitas identidem fiunt', Specie quest' anno in molti pae­ Hoc potissimum anno, et in mul­ si, e sopratutto in città, a questo tipo tis oppidis. et praesertim in urbe di esercizi tenuti da un gesuita, qua­ ad huiusmodi exercitationes per si divino in questo campo si sono iesuitam in hac re prope divinum presentati in massa sia tutto il clero habitas, tum universus clerus, tum sia i nobili sia, infine, il ceto dei viri nobiles, tum postremo ordo mercanti grazie all'intervento di un mercatorum per alium eiusdem altro membro della medesima com­ societatis turmatim conjluxerunt, pagnia, ciascuno nei giorni fissati, suis quisque statis diebus, ut nemo di modo che nessuno potrà mera­ satis mirari queat, quantum muta­ vigliarsi abbastanza della misura tus ab ilio' sit quicumque civis del mutamento subito da tutti i cit­ antea malus, aut non satis bonus tadini prima malvagi o non abba­ fuerit. stanza buoni. Per haec eadem exercitamenta, Tramite questi stessi esercizi, veluti palestram pietatis instituun­ come in una palestra dello spirito tur et conformantur sacrorum ordi­ religioso, anche i candidati agli num candidati, ut admoniti altissi­ ordini sacri sono formati ed educa­ mae dignitatis, ad cuius fastigium ti, affinché ammoniti sull' altissima auspice scientia, et duce probitate dignità al cui onore poco alla volta paulatim evehuntur a recta viven­ sono innalzati sotto la guida del­ di ratione numquam recedant'. l'onestà e sotto gli auspici della Doctrinam vero, quinimmo mo­ scienza, mai essi recedano dalla norma di una vita retta. La scienza, e in particolare la 2. Priuli poteva fare affidamento su un gruppo di sacerdoti diocesani che lo aiutavano nelle visite pastorali alle parrocchie: Giuseppe Farina, Domenico Badala prevosto di S. Alessandro in Colonna, Carlo Frosio Roncalli, Marco Carrninati parroco di S. Michele, Antonio de Alexandris di Bergamo, Giovanni Francesco Mageno parroco di S. Michele al Pozzo Bianco e Francesco Tedoldo di Castro, Carlo Quarengo parroco di S. Grata i.v. Non mancavano i religiosi, come i gesuiti Francesco Bevilacqua e Francesco Fogaccia, Orlando Fantina e il regolare Pietro Gallo dei minori osservanti; ACVB, Visita Prioli, 81 (1710), f. 1r; 80 (1710), f. 3r; 84 (1712), f. 3r; 85 (1712), f. 2r; 88 (1715), f. Ir; 89 (1718), f. Ir; 90 (1723), f.lr. 3. VIRGILIO, Eneide, II. 274. 4. Tra i sacerdoti educatori dei chierici e direttore di sacerdoti si ricorda don Giuseppe Roncelli vissuto dal 1663 al 1729; C. PATELLI, Uomini..., p. 27-28, 34.

213

_


'-----------------­ I

VISITE

AD LIMINA

rum sanctimoniam plerique ab ineunte aetate comparant in semi­ nario, in quo discipuli alumni cen­ tum etforenses tercentum sunt, stu­ diaque grammaticae, rhetoricae, philosophiae et theologiae ad spe­ culationem pertinentes callent, nec non morum disciplina magnopere florent. In hoc ephebio hoc optan­ dum erat, scientia nimirum, quae ad ius utrumque, el ea quae ad sacros ritus, et mores moderandos attinet; ideoque utramque in illud invexi ut modo nihil desit praeter ampliorem alendae adolescentium paupertati censum, quominus cum clarioribus ltaliae seminariis possit

santità dei costumi, viene appresa dalla maggior parte di loro sin dal­ la fanciullezza in seminario, in cui cento allievi, e trecento sono foren­ si, diventano abili negli studi di grammatica, retorica, in quelli spe­ culativi di filosofia e di teologia, e dove in modo egregio vivono nella disciplina dei costumi. In questo collegio era da auspi­ care la scienza giuridica per l'uno e l'altro diritto, quella delle sacre ceri­ monie e della morale; di conse­ guenza le ho introdotte entrambe, per cui ora nulla mancherebbe, tran­ ne un patrimonio più consistente a favore degli adolescenti poveri da educare, perché esso possa gareg­ giare con i seminari più celebri d'Italia. Alla dottrina appresa in semi­ nario o altrove, vengono in aiuto le congregazioni mensili che si ten­ gono ogni mese sia nel palazzo vescovi le, sia nelle pievi, nelle vica­ rie e nelle parrocchie. ... Perciò in questo tribunale nes­ suna lamentela dei clienti, nessuna frode dei difensori, nessuna cru­ deltà degli accusatori, non l' avari­ zia, il dolore del singolo, la parzia­ lità o il favore valgono, ma la carità, la ragione e l'equità definisce i giu­ dizi e modera tutte le altre realtà. Per cui non modesti ringrazia­ menti stimo si debbano innalzare a

cenare: Doctrinam vero haustam in seminario, aut alibi adiuvant men­ struae congregationes, quae tum in palatio episcopali, tum in plebibus, vicariis, paroeciis singulis mensi­ bus habentur: ... .ltaque in hoc foro nulla quaerimonia clientium, nulla patro­ norum fraus, nulla accusatorum crudelitas, non avaritia, non dolor privatus, non ambitus. non gratia aliquid valet; sed charitas, ratio, et aequitas iuditio exercet, resque cae­ teras moderatur. Quamobrem non mediocres, gratias Deo Optimo Maximo agen­

5. Priuli istituì quindi anche la cattedra di diritto civile e canonico, non solo di teologia morale come accenna C. PATELLI. Uomini .... p. 18.

214


I

RELAZIONE -

31 MAGGIO 1719

das arbitror: qui praeter caeteros curiae ministros mihi largitus est vicarium generalem. virum omni genere virtutum ornatissimum, Franciscum Vascellinum de Mutiis, cui nec nobilitas ad decus, nec pie­ tas ad exemplum, nec sapientia ad consilium, nec tandem reliquae dotes, animique ornamenta. quae vel clariorem episcopum decent, bonorum omnium consensu desunt, cuiusque opera egregia ea omnia in foro aguntur". Notula autem in calce littera­ rum posita nume rum beneficiorum, capellaniarum, oratoriorum. con­ fraternitatum, locorum piorum alia­ rumque huiusmodi rerum ad meam pastoralem provinciam spectantium dabit. En interim patres eminentissimi in hac compendiosa tabella totius dioecesis mihi commissae epitome, quam pene universam lustravi, reli­ quam quae minima est, partem bre­ vi lustraturus. Quo peracto sino­ dum Deofavente congregabo, insti­ tuamque hucusque non sine animi mei doloris sensu intermissam ex gravitate impedimentorum. Itaque oratio mea, unde incepit. reverti­ tur, atque iterum ad apostolicas aras religiose provoluta omni voto-

Dio Ottimo Massimo, che oltre gli altri officiali della curia mi ha dona­ to il vicario generale, uomo orna­ tissimo di ogni genere di virtù, Francesco Vascellino de Mutiis, al quale, come concordano tutti i buo­ ni, non mancano né la nobiltà eccel­ lente, né lo spirito religioso esem­ plare, né la sapienza illuminante, né infine le rimanenti doti e gli ornamenti dell' animo che si addi­ cono al vescovo pio insigne, e le cui opere egregie tutte si compio­ no in curia. La piccola nota scritta alla fine della lettera serve ad indicare il numero dei benefici, cappellanie, oratori. confraternite luoghi pii e altre simili cose proprie della mia cura pastorale diocesana. Ecco, eminentissimi padri, in questa tabella riassuntiva il com­ pendio di tutta la diocesi affidata­ mi, quasi tutta visitata; la rimanen­ te, che è una parte minima, sarà da me visitata entro breve tempo. Portato a compimento tale impe­ gno, con la grazia di Dio convo­ cherò e celebrerò il sinodo, che per gravi ostacoli sino ad oggi ho tra­ lasciato non senza mio dolore. Perciò ritorno col mio discorso al punto di partenza,e di nuovo pro­

6. Nel 1720 il vicario generale de Mutiis chiese al vescovo di essere sollevato dall'inca­ rico per la salute precaria. Il card. Priuli vi deputò il rev. conte Giacomo Francesco Bagnati Benaglio, nominandolo anche arcidiacono del Capitolo; ACVB, Nomine col­ lettive ai l'ari uffici di curia, 2, Vicario generale.

215


I

VISITE AD LIMINA

rum nisu a superis omnibus hoc contendit, ut Clemente m XI, vosque universos et singulos incolumes diu­ tissime servent, in quibus nihil est desiderandum ad decus, et praesi­ dium totius christianae reipublicae praeter vitae diuturnitatem.

sternato religiosamente agli altari degli apostoli,con i voti più vivi supplico tutti i santi di conservare a lungo Clemente XI e ognuno di voi tutti,per i quali nulla v'è da deside­ rare oltre una lunga vita a decoro e difesa di tutta la Chiesa

Canonici cathedralis n o 44 Capellaniae in cathedrali titulatae n o 17 Abbatiae saeculares no 3 Prioratus n° 4 Commendae n° 2 Ecclesiae parochiales titulatae in urbe et dioecesi n° 191 Ecclesiae parochiales mercenariae n° 98 Beneficia simplicia n° 101 Capellaniae titulares n° 65 Capellaniae mercenariae n° 550 Monasteria regularium n° 39 Monasteria monialium n° 16 Congregationes Demissarum n° 3 Congregationes Tertiariarum n° 5 Oratoria n° 392 Locapia n° 131 Confraternitates n° 602 Hospitalia n° 6 Scholae disciplinatorum n° 74 Scholae Doctrinae Christianae n° 320 Missae quae celebrantur ex obligatione exceptis regularibus n ° 148.327 Missae absque obligatione n° 163.937

Canonici della cattedrale Cappellanie titolate in cattedrale n° 17 Abbazie secolari n° 3 Priorati n° 4 Commende n° 2 Chiese parrocchiali titolate~ in città e in diocesi ~ Chiese parrocchiali ~ 98 j mercenarie Benefici semplici n l 01 Cappellanie titolate n° 74 Cappellanie mercenarie n° 550 Monasteri di regolari n° 39 Monasteri di monache n° 16 Congregazioni di Dimesse n° 3 Congregazioni di Terziarie n° 5 Oratori n° 392 Luoghi pii n° 131 Confraternite n° 602 Ospedali n° 6 Scuole di Disciplini n° 74 Scuole della Dottrina Cristiana n° 320 Messe celebrate per obbligo tranne quelle dei regolari n° 149.327 Messe libere n° 163.937 c

216


-----'-------------足 l

RELAZIONE -

31

MAGGIO

1719

Messe celebrate dai regolari Messe in totale ogm anno Anime non ammesse alla Comunione Anime in totale

Missae quae celebrantur a regularibus n" 166.440 Missae in totum singulis annis n" 479. 704 Animae quae non sunt admissae ad communionem n" 48.427 Animae in totum n" 172.284

n" 166.440 n" 479.704 n" 48.427 n" 172.284

Delle Eminenze Vostre Bergamo 31 maggio 1719

Eminentiarum Vestrarum Be rgomi die 31 maii 1719

217


I

VISITE

AD

LIMINA

•f;~l0I.tI.'t'i() t'11 CflCl gllU4-tt//ù 11!1/~ H(J.(#/Ul'iii> 1l~/amiiiiJ/ tJ./lifUft'uiiiiJ <3 ,~: '1dtlt~trI1.Ùò, i}~)d-'21fdit/,lI"tf;,,}tt'i{IHii«J/,iVtl.tiiJ/A)dJ'I~/uiMJ:,;liM«Hljt4ifufHt«ifr ~.

..:J~I

tJttlUò

/J'!«e . IJ'

1!!rtl!iii1J/fdfiiM.aiiiìJ tU!dUflttiiiJ?diilf •

/fui /} Cì" 0'\ . /J,1ff.. O .8 ~71l;tUit1.!iW,,f..'dU; fu hlC tlffYl1l6tiuul IWlltlJ 11ft!:!,;ktftl{1 1U11t/:(i/41$et.i/1fv

~tu.kJatID._ '''/'N1hf i,1>;8(...,,~rt'"..~~~

. f~tflrJ fJ14i1.LtiiJ. _~ ~(It:

tUftfM')mtiVtliUf1tt.iI,/4-tlti«9t

bJ,l;g'tt(~ fUtlU4!dJì~ 'M1li«> ".,tu. 'iUfìt~ ef)UlI.U1J.~ UHt: UItM IÙtiù : iJJtL~i'liMaiìJ,/fI4Uif1.t't;tf Ju!lIIr~f/l7J/~

~fj;jui,f 14I.t.l1tU/ t

"l~(J.!!$fAL' .tI/iJl;;)llJ.t#ì'i)/~·',?f;tltl itlb4.{Ja,/aLiIf/.4.(,(IuJiJJI'I~"{dkletiJ~

al(m~i; {~IUMu! . fu1J (t~/P7llA.: tlltJfI$Lif /jt~fdU;;;J(L'IM?tuil~J!ff.Illt-t; j'rf Ullù :tl:tLlA/1Jtt NiUwltàf!(, llw~ fli~ cfiù2a '?t'ettm tÌ( !11 lfl4.'t}J Wl:

14iJl'~'75tf1),ta)!l.1t~ uFJaiiiJ 1!ltUlutiJ l«f//!JtletJ/ 'iJi/tuUf· ?;'ut'a.tdeut

«{; lJ.fi}e4 tfiJ ktdr ~f.!fJuiJJ ftlf!ak&t«U!~ 1'1ljliJfttf1iiòtPaUuItWiM

tt/Il h{;;#, Il,;t#t<.lIJJrfiJ f)utirftilllul . ~~(fIJ. dPl.m ~ uQ t«uld, fletia/tJJ,;

t1~ft!J4'f~ iì (fnflfìg; .I!",!!1'tlfyi1~jv,d~ifJ) f:lfi)dUttdU!lIflùiiV~:iiiJ (1." J~: Il"fi~Ulf1:~o/ .t'Jt{ttùt~ Id {li~t~/I.H4J .~1, tu/ty!f!~:1iJ4 yi~f4b.·lJi~~tti; ~. uut<fW lItM~WlfJ.tl4.t1.!l- '(// tF!.ìet-u CIlM ,i7;let/LI/(. 4tt1!fiJJ.~ tE~ It1fJlJt"tI4Ulfl6./t' f~t""!4fJ' rpWilllmi IUU'Jf"IÌ4. f'~'t«ltijiJ ..j~'wlt/ 1IllJfJflJrafi)diiiJ lì lìet!J-/~/I'f/'J)itlf)J1111&ti{vÙfrLt1j If-ltjuftt[ /"plA. tiI/3

~(fl~«liftltàt,

e

~"'-~ ~e (1.'" ~eulM. ti;. ,1.lt~'.! f .. ;..:J l

;c... ­

~~~Ui

..--

tr

218


-----'---------------­ I

RELAZIONE -

24 GIUGNO 1724

RELAZIONE - 24 giugno 1724

ASV, CiConcilii, Relationes Dioecesium, Bergomen., 123A, orig., ff.229r-242v La documentazione della visita ad Limina del 47° triennio è composta da un fascicolo di 14 fogli, con la numerazione d'archivio ff. 229-242 (mm. 30x25). Il testo della relazione è scritto sui ff.239r-v, 242r. Il vescovo di Bergamo, card. Priuli, effettuò personalmente la visita nel giugno del 1724, e il 23 di quel mese si recò alle basiliche dei santi apostoli Pietro e Paolo, come risulta dalle dichiarazioni, f.240r, 241 r. Il 24 successivo egli presentò alla congregazione del Concilio la rela­ zione, f.242r, ottenendo la dichiarazione della visita per il triennio 47°, f.242v. Il card. Priuli aveva ottenuto la facoltà di prorogare la visita nel 1717, 1718,1719,1720, f.229r, 230v, 231r, 232v, 233r, 234v, 235r, 236v. Il fascicolo è ben conservato.

155

Eminentissimi, et reverendissimi domini, domini obsequentissimi

Eminentissimi e reverendissimi signori, signori veneratissimi Tre anni or sono, dopo aver venerato i sacri Limini degli Apostoli, prima di ritornare dall'Urbe a Bergamo, informai abbastanza sufficientemente questa congregazione, vindice delle leggi Tridentine, su tutta la mia ammini­ strazione.

Tribus abhinc annis, post vene­ rata sacra Apostolorum Limina, Bergomum ab urbe discessurus, congregationem hanc legum Tridentinarum Vindicem, totius meae villicationis satis instructam reddidi'; quae enim sint ampia eius

l. Priuli aveva ottenuto nel 1723 la proroga di un anno per la visita ad Limina, dopo quella compiuta nel 1721. Copia di quella relazione è conservata, come già notato, nell' Archivio della Curia Vescovi le di Bergamo.

219


------------l

VISITE AD LIMINA

Con dovizia di particolari rife­ rii sull' ampiezza territoriale della diocesi, l'indole degli abitanti, il numero dei canonicati in cattedrale, le cappellanie, le abbazie secolari in tutta la diocesi, i priorati, le com­ mende, le parrocchie, i benefici semplici, i monasteri dei regolari di entrambi i sessi, le case delle Dimesse e delle Terziarie, gli ora­ tori, i luoghi pii, le confraternite, gli ospedali, i disciplinati, le scuo­ le della dottrina cristiana. Né mi limitai a presentare alle eminenze vostre l'aspetto materia­ le, per così dire, della Chiesa Ber­ gomense, ma anche quello spiri­ tuale, cioè la vigilante sollecitudine dei parroci, l'insigne scienza di altre persone ecclesiastiche, l'integrità dei costumi. Sono stato onorato per le lodi espresse dalle eminenze vostre, ma conscio della mia debolezza, le ho indirizzate giustamente a Dio auto­ re di ogni bene. Perciò le notizie comunicate pri­ ma, per non affaticare di nuovo le eminenze vostre, le ho qui tutte rias­ sunte, aggiungendo però una sola notizia, che cioè ho visitato (ben­ ché non senza grande fatica) tutta la diocesi e ora appena venerati di

dioecesis loca; quae hominum inge­ nia, quot in cathedrali canonica­ tus', et capellanias, quot in tota dioecesi abatias saeculares, prio­ ratus, commendas, paroecias, bene­ ficia simplicia, regularium utrius­ que sexus monasteria, Dimissarum mulierum, ae Tertiariarum domos, oratoria, loca pia, confraternita­ tes, hospitalia, Disciplinatorum, ae Doctrinae Christianae scholas, abunde tunc recensui. Nec tantum praefatae meae Bergomensis Ecclesiae materialem, ut ita dicam, faciem exhibui, emi­ nentiis vestris sed et spiritualem quoque, videlicet solertem paroco­ rum vigilantiam, caeterarumque passim ecclesiasticarum persona­ rum eximiam doctrinam, et morum probitatem; claribus inde laudibus ab eminentiis vestris auctusfui, sed eas omnes, propriae memor infir­ mitatis, merito in Deum, a quo est omne bonum retu li. Praefata igitur omnia, ne emi­ nentiarum vestrarum mentes iterum defatigarem hic summatim collegi, hoc tamen unum addens, quod (licet non sine magno labore) totam dioe­ eesim lustravi', et iam iam, vene-

2. A proposito di una sentenza emessa da Priuli per una causa insorta tra i parroci della dio­ cesi e il Capitolo della cattedrale, cf. Appendice IV. 3. Nel 1723 Priuli pose fine alla prima visita pastorale dedicandosi alle parrocchie dell'Isola. Essa era durata complessivamente 14 anni. (cf. precedente relazione 1712 nota n.I4). Nel 1726 Priuli decise di intraprendere una seconda visita alla diocesi, dele­ gando, per la maggior parte, i canonici Giuseppe Albani e Secco Suardo. La visita

220


-------'-'-------------­ I

RELAZIONE -

24 GIUGNO 1724

ratis iterum apostolicis (Liminibus) ac paterna a sanctissimo in Christo patre, et domino nostro papa Benedicto XIIlfeliciter regnante benedictione accepta', Bergomum reversurus, sinodum illico congre­ gabo, in qua, Deo dante, et vetera temporis vitio collapsa, ac nova quaedam excitabo, quae cultui divi­ no augendo, nedum utilia, sed et necessaria esse intellexi'. Quae demum omnia, dum emi­

nuovo i Limini degli Apostoli, rice­ vuta la benedizione patema dal san­ tissimo in Cristo, padre e signore nostro papa Benedetto XIII felice­ mente regnante, ritornando a Bergamo, subito convocherò il sino do nel quale, con la grazia di Dio, ripristinerò le leggi antiche, andate in rovina per il vizio del tempo e ne proclamerò altre nuo­ ve, che ho compreso esser non solo utili ma necessarie per aumentare il culto divino. Quelle notizie, infine, che comu­

riguardò solo la valle Seriana superiore. Si era aperta una vertenza col Capitolo della cattedrale, in merito alla nomina dei canonici convisitatori e delle loro facoltà. Priuli, stranamente, non vi accenna in questa relazione, mentre il suo successore, mons. A. Redetti nelle sue prime relazioni ne parla abbondantemente; ACVB, Visita Priuli, 91 (1726), Visitatio secunda Priola 1726, parochialium Gornum, Chignolum. Oneta. Premolum, Parre. Piarium, Villa d'Ogna, Ogna, vatzurium. Narolinum, Boarium, Gandellinum, Fiumenigrum. Bondionum. Lizzola, Gromum S. Martini, Pontis Nozza, ff. 1-166v; L DENTELLA, 1 Vescovi... , p.414. 4. Benedetto XIII era stato eletto al sommo pontificato il 29 maggio 1724, dopo tre mesi di vacanza della sede apostolica, seguita alla morte di papa Innocenzo X111 avvenuta il 7 marzo. Nato il 2 febbraio 1649, primogenito di Ferdinando Orsini, duca di Gravina, e di Giovanna Frangipane, aveva avuto il nome di Pierfrancesco e, adolescente, era entrato nell'Ordine dei Predicatori a Venezia. Approfondì gli studi teologici, come ne fanno fede i suoi tre volumi pubblicati nel 1728. Nominato cardinale col titolo di S.Sisto da Clemente X il 22 febbraio 1672, arcivescovo di Manfredonia nel 1675, fu tra­ sferito a Cesena da papa Innocenzo XI nel 1680. a Benevento nel 1686. Celebrò il giubileo nel 1725, convocò un sinodo per tutti i vescovi d'Italia, celebrato in Laterano dal 15 aprile al 29 maggio 1725. In tale assemblea furono stabilite norme per la resi­ denza dei vescovi, le visite alle diocesi, le conferenze mensili, la convocazione dei concili provinciali e diocesani, l'istruzione religiosa del clero. il catechismo. Benedetto XIII fece redigere inoltre una istruzione sul dovere dei vescovi di visitare regolar­ mente Roma. Il papa confermò le condanne dei suoi predecessori contro il giansenismo, superò il dissidio tra la Santa Sede e Vittorio Amedeo II sulle immunità e la giurisdi­ zione ecclesiastica, procedendo così alla nomina dell'arcivescovo di Torino, vacante dal 1713. Non ritenne valide le ordinazioni anglicane, in opposizione ad alcuni teologi e moralisti; ordinò ai vescovi di provvedere all' erezione dei seminari diocesani, isti­ tuendo nella curia romana l'apposita congregazione il9 maggio 1725. Benedetto XlIl morì il 21 febbraio 1730; Lv. PASTOR, Storia dei Papi... , XV, p.487-638; G. DE CARO, Benedetto X1ll, papa, in Dizionario Biografico..., 8, p. 384 - 393; L FIORA­ NI, Il Concilio Romano del 1725, Ediz. di Storia e Letteratura, Roma 1977. 5. Priuli convocò il sinodo con la lettera "Qualll dudum edicto nostro ..." 3 agosto 1724, celebrato dal 4 al 6 settembre successivo. Dall'assemblea sinodale sortì la commis­ sione di sei canonici per vigilare sulla partecipazione dei sacerdoti alle congregazioni

221


I

VISITE AD LIMINA

nentiis vestris brevi licet calamo exhibita, iterum ea, qua decet fide, et in Apostolicam Sedem obser­ vantia, testata hic volui; manus vestras humillime deosculor; vobis­ que purpuratis fratribus, ac domi­ nis meis vitae diuturnitatem, ad decus, et praesidium totius chri­ stianae reipublicae a Deo Optimo Maximo enixe deprecor.

nico alle vostre eminenze, benché con breve scritto a penna, di nuo­ vo ho voluto siano attestate e con­ fermate con quella fedeltà che si addice in ossequio alla Sede Apo­ stolica, baciando umilissimamente le vostre mani e invocando arden­ temente da Dio ottimo massimo su voi, fratelli porporati e miei signo­ ri, una lunga vita, a decoro e difesa di tutta la Chiesa.

Eminentiarum Vestrarum humillimus et adictissimus servitor Petrus cardinalis Priolus Romae ex aedibus S.Marci, hac die 24 iunii 1724

Delle Eminenze Vostre umilissimo e obbligatissimo servo Pietro cardinale Priuli Roma dal palazzo di S.Marco 24 giugno 1724

Bergomen. visitaiio sacrorum Liminum

Bergamo Visita dei sacri Limini

Roma 7 iulii 1724, fuit data attestatio pro 47 triennio

Roma 7 luglio 1724; fu consegnato l'attestato per il 47° triennio

mensili, con la facoltà di multare gli assenti. Nelle norme, che ripeterono in massima par­ te quelle dei precedenti sinodi, fu aggiunta quella che proibiva le rappresentazioni sce­ niche nelle processioni e la presenza di ragazze vestite da regina. Priuli seguì e vigilò sul!' attuazione delle norme sinodali con le lettere "Affinché V.R. possa dare e procurare in codesta vicaria..." 6 dicembre 1724. "L' em.mo .l'g. cardinale vescovo sempre pili atten­ to al buon regolamento....' 2 settembre 1727; ACVB, Lettere pastorali Libro 11°5; ibid.. fondo Sinodi diocesanijaldone 3.1724 Priula, atti e decreti, documentazione prelimi­ nare informativa inviata dai parroci sulla situazione delle parrocchie e sui benefici; con­ vocazione dell'assemblea sinodale con editto stampato il 3 agosto 1724; Constitutiones editae in sinodo dioecesana celebrata per Em.um et Rev.mum D.D. Petrum S.R.E. mise­ ratione divina tit. S. Marci praesb. Card. Priolum episcopum Bergomen. Co. etc. die quar­ ta; ibid ..fondo Sinodi diocesanifaldone 3.1724 Priula, atti e decreti, documentazione preliminare informativa inviata dai parroci sulla situazione delle parrocchie e sui bene­ fici; convocazione dell'assemblea sinodale con editto del 3 agosto 1724; Constitutiones editae in sinodo dioecesana celebrata per Em.um et Rev. mum D. D. Petrum S.R.E. miseratione divina tit. S. Marci praesb. Card. Priulum episcopum Bergomen. Co. etc. die quarta cum duabus se insequentibus mensis septembris anno Domini MDCCXXIV. Bergomi apud Rubeos; L. DENTELLA, I Vescovi... , p. 414.

222


-----~----------I

RELAZlONE -

24 GIUGNO 1724

156

DOMANDE DI PROROGA DELLA VISITA AD LIMINA

PRESENTATE DAL CARD.PIETRO PRIULI VESCOVO

DI BERGAMO

Eminentissimi e reverendissimi signori Non essendo stato permesso nel corrente triennio 44 al cardinale Pietro Prioli vescovo di Bergamo, di adempire personalmente allobligo della visita de sacri Limini per detto triennio, supplica perciò umilmente l'emi­ nenze vostre per l'opportuna proroga da correre dal termine di detto trien­ nio corrente. Che etcet. Alla sacra congregazione del Concilio per il cardinal Priuli vescovo di Bergamo

Bergomen. Visitatio sacrorum Liminum Bergamo die 13 novembris 1717 ad annum Eminentissimi e reverendissimi signori Il cardinal Pietro Prioli, vescovo di Bergamo, supplica umilmente l'e­ minenze vostre per la proroga ad un altr' anno per adempire la visita de' sacri Limini per il prossimo decorso triennio, stando vicino a scadere l'altra, che in data del 13 novembre 1717 si compiacquero l'eminenze vostre di con­ cedergli. Che etcet. Alla sagra congregazione del Concilio per il card.Prioli vescovo di Bergamo

Bergomen. visitatio sacrorum Liminum die 24 septembris 1718 ad alium annum Eminentissimi e reverendissimi signori Il cardinal Pietro Prioli, moderno vescovo di Bergamo, divotissimo ser­ vitore dell'eminenze vostre, dubitando di non poter compire, stante li gra­ vi affari della sua diocesi, alla visita de sagri Limini dentro il corrente 223


------------I

VISITE AD LIMINA

anno, prorogatogli da codesta sacra congregazione, supplica pertanto umil足 mente le eminenze vostre volersi degnare di concedegli altra proroga, ad cautelam, dentro la quale spera di compire onninamente al sudetto obli足 go del suo pastorale officio. Che etcet. Alla sacra congregatione del Concilio per il cardinale Pietro Prioli vescovo di Bergamo Bergomen. visitatio sacrorum Liminum die 9 septembris 1719 ad annum

Eminentissimi e reverendissimi signori Il cardinale Priuli, vescovo di Bergamo, umilissimo oratore di vostre eminenze reverendissime, spirando alli 24 del mese corrente di decembre il triennio prefisso alla visita che deve fare de sagri Limini, supplica rive足 rentemente l'eminenze vostre per la grazia della proroga. Quam Deus etcet. Alla sacra Congregazione del Concilio per il card. Priuli vescovo di Bergamo Bergomen. visitatio Liminum die 7 decembris 1720 ad sex menses

Eminentissimi e reverendissimi signori Il cardinale Priuli, vescovo di Bergamo, servitore devotissimo dell' eminenze vostre, reverentemente le supplica a degnarsi concedergli la proroga per la visita de sagri Limini, essendogli per spirare il tempo a decembre prossimo del corrente anno 1723. Che della grazia etcet. Alla sagra Congregazione del Concilio per il cardinal Priuli vescovo di Bergamo Bergomen. visitatio Liminum 20 novembris 1723 ad annum 224


-----'------------足 I

BAV, Barberini P. IX. 36, f. 14.


-'---------­

-------

,

BAV, Barb. U IV. 29, f. 154.

ROMANO

,7VèL ..Be'lJom:!fCl.1

..J}tfCrillb, ".:o;a;caftJ dal

p.

co.rm~~ coroneùc:» .Alt

JlL..'Jn.wmo S.igPa<'e

cau ::Buf.LUG'~ tr,n1ilhumno ~a"""'fe

.

i~,i'

.;)'.;~,

fii·

BAV, R. G. Geogr. S.. 104. f. 56.


-----'------------­ I

AI l

C B Il JI T .I,

.p.. ,.,t.jIr••

BAY, Ottob. Lal. 2438,1'.309.


I

BAV. R.G. Geogr. S. 104. f. 210.


--------'-----------足 I

'C o NSeXr AB. _ ....J Aodoo. M_ _ "''''''''' JlomilinO&ram CkriAd<II RvlarGlll Vdlnlll

BAV. Ottob. La!. 2438.

r. 309.


~-------

BAY. R.G. Geogr. S. 104 f. 37.

I


I

BAV. Stampo Geogr S. 207.


-----"------------足 I

BAV. St. Geogr. 130.

BAV. St. Geogr. Il 15


I

BAV. SI. Geogr. II 185,25.

BAV, SI. 1,198.29


I

RELAZIONE -

24 GIUGNO 1724

157

DICHIARAZIONI DELLE VISITE ALLE BASILICHE

DEI SANTI APOSTOLI PIETRO E PAOLO

Abbas Bernardinus Bottinius Canonicus archidiaconus et altarista sacrosanctae basilicae Vaticanae. Eminentissimum et reverendissimum dominum Petrum cardinalem Priolum, episcopum Bergomen., sacrosanctae principis Apostolorum Basilicae Limina personaliter visitasse testamur hac die 23 mensis iunii anno 1724. B.Bottinius canonicus altarista Die 23 mense iunii anno 1724 Eminentissimus et reverendissimus dominus, dominus cardinalis Priulus episcopus Bergomen., personaliter visitavit Limina Apostolorum in sacra足 tissima patriarchali basilica S.Pauli in via Ostiensi: de quo ego infra足 scriptus monachus ordinis S.Benedicti congregationis Cassinensis fidem facio. Dominus Camillus Astarosi a regio Legatus vicarius

158

APPENDICE IV

A PROPOSITO DI UNA SENTENZA DEL CARD. P. PRIULI

VESCOVO DI BERGAMO IN UNA CAUSA TRA

IL CAPITOLO E I PARROCI DELLA DIOCESI

ASV, S.S. Venezia, 310, ff.228v-229r Pendendo nel tribunale di vostra signoria una causa tra l'arciprete e Capitolo di Bergamo e li parrochi di quella diocesi, sentesi esser stato da lei commesso il suo auditore di conoscere insieme co' i meriti la pretesa nul足 225


VISITE AD LIMINA

lità della sentenza pronunziata dalla chiara memoria del cardinale Priuli allo­ ra vescovo di detta città a favore de' parochi. Venendo però ora proposto un nuovo articolo che riguarda la nullità pretesa dal detto Capitolo di un altro decreto emanato nellistessa materia declaratorio dell'intenzione del pre­ detto cardinal vescovo defonto, e spiegativo di un altro decreto preceden­ te fatto in occasione della visita della cattedrale. con esser stato citato il procuratore fiscale del signor cardinale Porzia successore nel vescovato, vuo­ le nostro signore mentre si tratta del pericolo delle coscienze e della vali­ dità dei sacramenti, che vostra signoria ordini al detto auditor suo di pro­ cedere in questa seconda causa coll'istesso merito tenuto e decretato già da lei medesimo, cioè che la nullità pretesa dal Capitolo della sentenza si esa­ mini insieme co' i meriti da decidersi nella prima, affinché il punto che riguarda la cura dell'anime che principalmente appartiene al solo vescovo non rimanga pregiudicato. Non dubita la Santità sua che da vostra signoria sarà amministrata la giustizia con una matura cognizione e discussione de' meriti principali. con regolarsi secondo le istanze che verranno fatte negli atti per parte del predetto signor cardinale Porzia, onde attenderò da lei a suo tempo i riscon­ tri deIl' operato e la etc ... Roma 5 novembre 1729

159

APPENDICE V

MALATTIA E MORTE DEL CARDINALE PIETRO PRIULI

VESCOVO DI BERGAMO

ASV, S.s. Venezia, 311, L179v Viene scritto da Bergamo che i canonici di quella cattedrale, attesa la malattia del loro eminentissimo vescovo signor cardinale Priuli, che trovasi qui tuttavia indisposto, avevano dato principio a un ottavario coll'esposi­ zione del Venerabile, per implorar la preservazione dell'eminentissimo SIgnore (senza firma)

Venezia 17 gennaro 1728 226


RELAZIONE -

24 GIUGNO 1724

lbid., 179, f. 30r Eminentissimo e reverendissimo signore signore patrone colendissimo Dopo di essere stato per lungo tempo indisposto l'eminentissimo signor cardinale Priuli vescovo di Bergamo, che si era qua trasferito nella sua casa patema anche a motivo di curarsi, si è avanzato a questi scorsi gior­ ni con tal precipizio il suo male, che, munito dè santissimi Sagramenti, è pas­ sato questa mattina circa le ora 17 a migliore vita, universalmente com­ pianto per le sue riguardevoli qualità e virtù. Aderisco pertanto al debito di prontamente umiliame a vostra eminenza per staffetta con corrispondente riconoscimento]' infausta notizia. E, rassegnando all'eminenza vostra iI mio riverentissimo ossequio, profondamente m'inchino. Venezia 22 gennaro 1728

Umilissimo devotissimo Arcivescovo di Calcedoni al

AI signor cardinale Lercari segretario di Stato di nostro signore

Ibid., f.35r-v Dopo lunga e penosa indisposizione passò giovedì mattina a miglior vita munito dè santissimi Sagramenti in questa sua casa l'eminentissimo car­ dinale Priuli fra le ore 17 e le 18. Per lo che fu spedita a Roma in segrete­ ria di stato da questo monsignor nunzio pontificio una tale infausta notizia colla diligenza di staffetta quella mattina medesima. Venezia 24 gennaro 1728

(senza firma)

l. Gaetano Stampa fu nunzio apostolico a Firenze, 1718-1720, a Venezia, 1720-1735, segretario della congregazione per i Vescovi, 1735-1737, arcivescovo metropolita di Milano,1737-1742. Ebbe il titolo cardinalizio nel 1739; mori nel 1742; L.KARTIUNEN, Les Nonciatures apostoliques ..., p.262-263; P. VISMARA CHIAPPA, La Chiesa Ambrosiana tra ill712 e il 1796, in Diocesi di Milano, lO, 2a parte, Storia religiosa del­ la Lombardia a cura di A. CAPRIOLI - A. RIMOLDI - L. VACCARO, Brescia 1990. p.618. 2. Nicola Maria Lercari nacque nel 1675; fu referendario della Segnatura, 1699, governatore di varie città dello stato Pontificio, maestro di camera e segretario di stato di Benedetto XIII. dal quale ebbe il titolo cardinalizio dei SS. Giovanni e Paolo. 1726, poi di S. Pietro in Vincoli; morì nel 1757; G. MORONI, Dizionario .... 38, p. 105; Hierarchla Catholica ... , V. p. 36. 283.

227


VISITE AD LIMINA

Ibid.,310,f.176r

(Dispacci del card. Nicola Maria Lercari segretario di Stato di Benedetto XIII a mons. Stampa nunzio apostolico a Venezia) Arrivò qui martedì mattina la staffetta spedita da vostra signoria sotto li 22 del cadente coll'infausta notizia della morte della chiara memoria del cardinale Prioli. Ed avendola io rappresentata a nostro signore ha com­ mosso ad un vivo sentimento l'animo della Santità sua, atteso che sempre ha fatta gran stima del merito di tal soggetto, e lo riguardava con paterno amore per le sue degne virtù. Nella diligenza usata da vostra signoria in detta occorrenza si è rico­ nosciuta, siccome anche lodata la solita sua attenzione, e resto auguran­ dole etc. Roma 31 gennaro 1728 160

APPENDICE VI

LA SALMA DEL CARD. P. PRIULI ONORATA

A VENEZIA E A BERGAMO

ASV, S.S. Venezia, 179, f.44r Il cadavere dell'eminentissimo signor cardinale Priuli passato (come si è scritto) a miglior vita, essendo stato aperto, imbalsamato e posto in una cassa, fu trasportato privatamente nell'oratorio detto dè Poveri juspa­ tronato della di lui casa, situato nel convento di S. Sebastiano dè padri Eremiti di S. Girolamo, ave è stato depositato per poi trasferirlo alla chie­ sa di Bergamo della quale era vescovo. Era qua venuto dalla sua residenza l'eminentissimo cardinal Barbariga, ad oggetto di assistere al predetto eminentissimo Priuli, ma avendolo tro­ vato spirato se ne ritornò dopo breve dimora alla detta sua residenza'. Venezia 31 gennaro 1728

(senza firma)

1. Giovanni Francesco Barbarigo, nipote di san Gregorio Barbarigo, nacque a Venezia. 1658. e morì a Padova. 1730. Dopo gli studi classici conseguì la laurea in diritto civi­

228


~-----~-----------/

RELAZIONE -

24

GIUGNO

1724

ibid., f.77r-v Viene scritto da Bergamo che la sera dei 20 del caduto era colà giunto il cadavere dell' eminentissimo signor cardinal Priuli a cui, dopo le solen­ ni esequie fattegli si in quella cattedrale il giorno de 23, era stata data sepol­ tura nella tomba di quei vescovi. Venezia 6 marzo 1728

(senza firma)

le e canonico. Eletto vescovo di Verona. 1698, fu trasferito a Brescia, 1714, e infine a Padova, 1723. Venne nominato cardinale nel 1719. Si prodigò per l'istruzione dei gio­ vani e degli adulti in materia religiosa; a Brescia visitò tutta la diocesi e provvide per gli esercizi spirituali del clero con la famosa villa di S. Eustacchio; Hierarchia Catholica ... , V, p. 32, 127, 309,411; C. CAIRNS, li dominio ... , p. 86.

229


----'-------------­ I

LEANDRO PORZIA

LEANDRO PORZIA

Leandro Porzia nacque il 22 dicembre 1673 da Fulvio, conte di Porzia, e da Laura Brugnariae Manince, nel feudo del Friuli, diocesi di Concordia. Nipote del cardinale Leandro Colloredo, ne ereditò il nome, aggiunto a Enrico Egidio ricevuti nel battesimo. Ammesso nell'Ordine dei Benedettini Cassinesi di S. Giustina a Padova, Porzia ricevette da loro la formazione reli­ giosa e culturale, raggiungendo il grado di maestro e lettore in teologia oltre che in filosofia e dogmatica. Fu ordinato sacerdote il 22 dicembre 1696. Trasferito a Roma continuò l'attività didattica con successo in S. Callisto. Nel 1722 ebbe l'incarico di abate priore del monastero di S. Paolo, dove provvide a opere di notevole impegno per la basilica. Partecipò al concilio Romano e fu membro consultore delle congregazioni dell'Indice e del S. Officio. Benedetto XIII nominò Porzia vescovo di Bergamo il 12 aprile 1728, cardinale col titolo di S. Girolamo degli Illirici, il 30 aprile. Alessandro Furietti referendario dell'una e l'altra Segnatura fu uno dei testimoni per il processo canonico. Il neo-eletto, ordinato dal papa stesso, prese possesso della diocesi tra­ mite GianPaolo Giupponi, suo procuratore e in seguito vicario generale nell'amministrazione e nel governo. Il vescovo infatti non risiedette a Bergamo, ma a Roma, dalla quale inviò alcune lettere pastorali. Dal card. Priuli ereditò la causa tra il Capitolo della cattedrale e i parroci della dio­ cesi (Appendice IV). Una breve documentazione qui pubblicata dà notizia della visita per­ sonale ad Limina nel dicembre 1729. Manca la relazione sulla diocesi. Da notare che tra i papabili del conclave da cui, dopo quattro mesi, il 12 luglio 1730, uscì eletto Clemente XII, figurava anche il card. Porzia. Il nuovo papa affidò al card. Porzia altri importanti incarichi nella curia romana e di conseguenza, anche per la salute poco felice, venne la sua decisione della rinuncia alla diocesi di Bergamo presentata al papa il 18 novembre 1730, annunciata il 14 dicembre dal vicario capitolare Giovanni Grumelli. Anche per la sua successione si aprì la fase delle candidature, che portò alla scelta dell'abate Antonio Redetti (Appendice VIn. I! card. Porzia partecipò pure a un secondo conclave, durato dal 19 febbraio al 17 agosto. Gli mancava un solo voto per succedere a Clemente 231


VISITE

AD LIMINA

XII. Il caso volle che, capitato tra le mani al card. Porzia un foglio satiri­ co nei suoi confronti, egli fu colto da una crisi che, anche per la salute malferma, gli fu fatale e lo condusse alla morte il lO giugno 1740. Bibliografia: fonti inedite: cf. ACVB. Lettere Pastorali Libro n° 5, "Divinae Providentiae ..." 11 maggio 1728 sulla elezione del card. L. Porzia a vescovo, "Se fu di molto ramarico alla nostra Diocesi..." 13 maggio lettera ai vicari foranei per l'elezione, " Per la molteplicità de memoriali..." 11 agosto disposizioni del vicario generale Paolo Giupponi per gli ordini minori ai chierici, "Per sovvenire quanto possiamo... " 22 settembre 1728 lettera di P. Giupponi sul pio luogo delle Convertite, "Per commando dell' em.mo e R.mo sg. card. Porzia ..." 18 ottobre 1729 di Gerolamo Grumelli vicario capitolare sul divieto ai chierici di alloggiare in locande dove risiedono donne di età inferiore ai 40 anni, "Essendo vacante la Chiesa di Bergamo per la rinunzia della medesima fatta dall' em. mo e rev.mo sig. card. L. Porzia ..." 14 dicembre 1730 vicario capitolare G. Grumelli sulle dimissioni del vescovo card. Porzia. ASV, Proc. Dat., 105, ff. 156r-166v; idem, 107, f. f.283r; S.S. Venezia, 311, f.5r-v 29 luglio 1730 (Appendice VI) BAV, vat.Lat., 9934, ff. 152-154, 162-165, circa un suo progetto per la riforma di alcune spe­ se della Camera Apostolica, delle spese superflue e la riscossione della decima su tutti i bene­ fici ecclesiastici; ibid., Vat.Lat.. 8223. II, ff. 319-325, relazione di Porzia su la Ordonnance et instruction pastorale de monseigneur Jean Armand de La Voue de Tourouvre, èvèque et compte de Rodez, pour la condamnation du traité des actes humains dicté au College de Rodez par le père Codrespine'" jesuite l'an 1722 à Roder, Fonti edite: cf. Hierarchia Catholica... , V, p. 38,118; L. DENTELLA, I Vescovi... , pA15­ 417. Letteratura: cf. A.M.GUERRINL Sinopsis ..., p.106; G. MORONI, Dizionario ..., 54, p. 280­ 281; B. BELOTTl, Storia di Bergamo..., IV, p.283, 316, 322; G. ZANCHL I Vescovi di Bergamo... , in Ritratti ..., p. 168-169.

(a) Così nel titolo, ma corrispondente nella relazione a Geraud Cabrespine.

232


-------'-""'------------­ I

RELAZIONE

1729

RELAZIONE - Dicembre 1729 ASV, C. Concilii, Relationes Dioecesium, Bergomen., 123A, orig., ff. 243r-246v. La documentazione su questa visita ad Limina si riduce solo ai testi qui pubblicati con i ff. 243-246 (mm. 28x25). Manca la relazione, sulla quale resta l'incertezza della sua presentazione, come si può rilevare dal­ la parola Status scritta in f.246v.

161 Beatissimo Padre Il cardinal Porzia, vescovo di Bergamo, non essendo potuto andare alla residenza per le notorie sue indisposizioni, e desiderando di adempire alla visita dè sacri Limini per il cadente triennio quadragesimo ottavo, suppli­ ca umilmente la santità vostra a volersi degnare di permettere che possa adempire a detto obbligo, e di concedergli una congrua proroga ad esibire la relazione dello stato della sua diocesi. Che etcet. Alla Santità di nostro signore papa Benedetto XIII per il cardinal Porzia vescovo di Bergamo. Bergomen. Visitatio sacrorum Liminum Pro gratia et ad annum. 17 decembris 1729 fuit data attestatio pro 48 triennio et prorogatio ad annum. Status.

162

DICHIARAZIONI DELLE VISITE ALLE BASILICHE

DEI SANTI APOSTOLI PIETRO E PAOLO

Die 5 mensis decembris anno 1729 eminentissimus et reverendissi­ mus dominus, dominus Leander cardinalis de Porzia, episcopus 233


VISITE AD LIMINA

Bergomensis, personaliter visitavit Limina Apostolorum in sacratissima patriarchali basilica S.Pauli via Ostiensi: de quo ego infrascriptus mona­ chus Ordinis S. Benedicti congregationis Cassinensis fidem facio.

D. Ioseph Amedeo Morra a Benno vicarius

Abbas Bemardinus Bottinius canonicus archidiaconus et altarista sacro­ sanctae basilicae Vaticanae. Eminentissimum et reverendissimum dominum Leandrum Porzia car­ dinalem S. Calisti episcopum Bergomen., sacrosanctae principis Apostolorum basilicae Limina personaliter visitasse testamur hac die 17 mensis decembris anno 1729. BiBottinius canonicus altarista

163 APPENDICE VII CANDIDATI ALLA SUCCESSIONE DEL VESCOVO

DI BERGAMO CARDINALE L.PORZIA

ASV, S.S. Venezia, 311, f.5r-v (Dispacci del cardinale Antonio Banchieri segretario di Stato (1730­ 1733) al nunzio apostolico a Venezia) Tra i gravissimi pesi che porta con sé la suprema dignità di vicario di Dio, niun' altro tiene più sollecito il zelo apostolico di nostro signore quanto quello di provvedere degnamente le chiese, attese le molte riguardevolis­ sime doti che richiede l'apostolo ne pastori dell'anime. Stando però per vacare la Chiesa di Bergamo per dimissione del signor cardinale Porzia, pen­ sa la Santità sua di conferirla all'abbate Antonio Redetti; ma prima di deter­ minarvisi desidera una giusta e verace informazione delle di lui qualità, e precisamente in materia di costume, prudenza e dottrina. 234


I

RELAZIONE

1729

Per averla dunque nella sua verità, la commette per mio mezzo a vostra signoria, e nello stesso tempo gradirà sua Beatitudine ch' ella consideri ed avvisi di che peso sia capace il medesimo vescovato, poiché quando potes­ se comportare due mila scudi di pensione, penserebbe di gravarlo di que­ sto peso a favore dello stesso signor cardinale Porzia, ond'ella non lasci di sodisfare coll'esattezza e puntualità di tali notizie alla Santità sua, men­ trio per fine .... Roma 29 luglio 1730

235


---------'----------­ I

ANTONIO REDEITI

ANTONIO REDETTI

Antonio Santo Redetti nacque dai nobili Andrea e Clara Fontana il lO novembre 1696 a Rovigo. Il padre Andrea scelse la vita monastica in S. Maria della Scolea a Rimini, secondo la testimonianza di Benedetto Camposampietro, della congregazione Olivetana, da questi conosciuto in occasione della visita fatta dal figlio Antonio in quel monastero. Antonio fu allievo degli agostiniani a Padova, dove ammesso allo sta­ to clericale il 7 ottobre 1713 con la tonsura, consegui nel 1718 la laurea in diritto civile e canonico, allievo di Giovanni Raimondo Checcozzi (1691­ 1756), che era accusato di essere un "dogmatista nuovo" per le sue ten­ denze gianseniste. Il 27 luglio 1729 Redetti fu ammesso agli ordini mino­ ri, il 29 agosto al presbiterato. Papa Clemente XII elesse Redetti vescovo di Bergamo il 22 novembre 1730, dopo che il cardinale segretario di Stato, Antonio Banchieri (1667­ 1733), aveva chiesto informazioni al nunzio a Venezia sul candidato in parola con lettera del 29 agosto 1730 (cf. Appendice VII). L'ordinazione episcopale fu conferita al neo eletto alla cattedra di san Namo dal card. Porzia il 30 novembre 1730 a Roma. La diocesi conobbe il nuovo pastore dalla sua lettera "Essendo piac­ ciuto alla provvidenza dell' Altissimo..." 20 febbraio 1731. Le relazioni qui pubblicate confermano quanto già noto circa la vita di Redetti ispirata alla pratica del Vangelo nella povertà, semplicità, rettitudine di intenzione, preghiera. In tal modo egli assunse le responsabilità del suo quarantennale ministero episcopale, espresso nelle sue lettere al clero e ai fedeli, nella visita pastorale, nel sostegno per le scuole della Dottrina Cristiana, nella cura per il seminario dove si formarono celebri sacerdoti, tra i quali Giovanni Zappella, G. Paolo Terzi, Giovanni Belotti. Né dimen­ ticò di rivolgere esortazioni alle monache e alle religiose per la fedeltà alla loro vocazione. Alcune celebrazioni solenni e altre iniziative di notevole rilievo dette­ ro splendore al suo episcopato e alla diocesi. Redetti in alcune situazioni dà l'impressione di una severità e di un rigore che richiama le idee gianseniste, pio cultore del formalismo giuri­ dico che pastore illuminato. Il primo vicario generale da lui nominato, Giuseppe Rotigni, subf l'influsso del fratello Costantino, abate, noto per le 237


VISITE AD LIMINA

sue convinzioni gianseniste. Preoccupato per l'infiltrazione della morale lassa tra sacerdoti e fedeli, Redetti volle esaminare personalmente tutti i sacerdoti muniti della facoltà di confessare (relazione 1736). Sembra, a parere di Pesenti, che motivo della sua visita ad Limina Apostolorum nel 1744, sia stata la necessità di giustificarsi davanti a Benedetto XIV in meri­ to alle sue idee e convinzioni inclini al giansenismo. Dal testo della relazione tuttavia si nota solo il tentativo del vescovo di trovare appoggio e difendere la sua autorità contestata dal Capitolo, tema che riprenderà con tenacia in seguito. Redetti consigliava la lettura di Giacomo Giuseppe Duguet (1649­ 1733), ma non accettava la dedica del Cornaro, pure simpatizzante gian­ senista, al suo catechismo pur lasciandone libera la stampa, mentre a Roma difese la sua opera De' Parrochi. A pubblicazione avvenuta del Catechismo del Cornaro, il vescovo inviò una lettera alla diocesi, ma non poté sottrarsi alla reazione provocata dal­ l'opera di Febronio De Sta tu Ecclesiae. Redetti incontrò resistenza da parte del Capitolo della cattedrale e non poche difficoltà con le autorità governative che si volevano arrogare il diritto di nomina e di immissione nel possesso di alcuni benefici. Ne è rimasta l'eco nella relazione del capitano e vice podestà, Alvise Contarini, presentata al senato il lO giugno 1749. Egli in un appunto osservava che si dovevano obbligare i cancellieri della curia vescovi le a dare nota esatta di tutti i decreti per le permute, livelli enfiteutici, unioni di benefici sempli­ ci, parrocchiali ecc. nel corso di almeno un ventennio. Si chiedeva inoltre che presentassero all'archivio della città, per legge, gli instrumenti e testa­ menti da loro redatti come notai di Venezia, concernenti le scritture dota­ li, di monache ecc. Erano questi i prodromi di una situazione che andava deteriorandosi per l'evidente influsso dell'illuminismo. Tra il 1764 e il 1768 il senato prese alcuni provvedimenti che colpirono il prestigio del vesco­ vo e dei canonici. Nel 1764 si vietò ai superiori la richiesta di brevi e altri documenti simili a Roma per il timore che potessero sminuire l'autorità della repubblica (Appendice X). Nel 1768 fu proibito che ''l'elezioni delle cariche (ospedale S.Marco e MIA) si pratichino nel vescovil palazzo, né con l'intervento di monsignor vescovo, e molto meno che nel corpo de consi­ glieri reggenti e procuratori, continuar abbino li due canonici sin ora eIet­ ti col titolo di padroni" (Appendice XI). Nel 1769 la gestione dell'azienda dell'acqua della seriola MorIana fu sottratta al dominio clericale che vi delegava delle persone laiche e sottoposta alle autorità civili (Appendice X/J). Venezia interveniva pure sulle mani morte con un decreto del 12 marzo 238


-----'-----------­ I

ANTONIO REDE7TI

1768 con l'obbligo di reinvestire i capitali giacenti. Inoltre non tutto andava nel senso giusto per l'amministrazione dei luo­ ghi pii; tra l'altro la Misericordia Maggiore aveva ottenuto il condono per la vendita non autorizzata di beni dell'istituto (Appendice XIII). Una leg­ ge organica in 14 articoli venne preparata per regolare la materia. Redetti non fu insensibile a questa situazione che lo toccava nel suo prestigio e nelle relazioni vi accenna. Rimase incompiuto il progetto del nuovo palazzo vescovi le progettato dall' architetto Adriano Cristofali (1718-1788). Redetti esultò con tutta la diocesi per la beatificazione di Gregorio Barbarigo, già vescovo di Bergamo, decretata da papa Clemente XIII nel 1761. Durante l'episcopato di Redetti si paventò un nuovo sconfinamento disastroso nel territorio Bergomense da parte degli eserciti delle potenze europee in lotta: Spagna, Francia e Impero. La sua opera pastorale fu condizionata da un morbo agli arti inferiori, e in seguito da una grave malattia agli occhi. A queste sofferenze fisiche si aggiunsero quelle morali, per la diffusione delle eresie, la non sempre pronta risposta del clero al suo piano pastorale orientato al rigorismo, il caso del celebre prevosto di Sorisole don Giovanni Antonio Rubbi, e da ulti­ mo lo scioglimento della Compagnia di Gesù. Il podestà Francesco Maria Crotta nel 1761 ebbe parole di lode per il vescovo "Redetti che preposto a questa cospicua Chiesa sostiene da tanti anni il governo della diocesi, con edificazione e che al zelo e alla pietà accompagna un vero sincerissimo sentimento di rispetto e di ossequio verso della patria, con rimostranze corrispondenti a buon cittadino in onore della rappresentanza". Il podestà Francesco Savorgnan nel 1773 non fu meno elogiativo nei confronti del vescovo che "non lascia di agire a fronte della di lui età, che lo rende cagio­ nevole e non lascia che desiderare nell'esercizio delle ispezioni tutte atti­ nenti al di lui pastoral ministero". Redetti tenne corrispondenza col card. Valenti Gonzaga Silvio, in occa­ sione della sua visita a Roma, e col card. Luigi Maria Torregiani per il caso Martino e Cristoforo Sprecher, valtellinesi, avendo il primo sposato la figlia unica del secondo contro la sua espressa volontà, e per un breve pon­ tificio destinato a tutti i vescovi dello stato veneto, di cui ringraziava. Una testimonianza diretta della stima goduta dal vescovo è fornita da Vincenzo Gradenigo, capitano e vice podestà di Bergamo, che nella rela­ zione del 26 marzo 1740 al senato scriveva "nell'atto stesso di chiudere 239


-------'-'-------------­ I

VISITE AD LIMINA

il presente divotissimo officio, ommetter non devo la più distinta lode a quel monsignor vescovo Redetti veramente zelante, pio e portato con le sue azioni agl'oggetti benemeriti di carità e di religione per il suo greg­ ge". La morte di Redetti fu annunciata dal vicario capitolare Mario Albani, con lettera "Pieni di dolore per la perdita lagrimevole..." 9 maggio 1773. La sua personalità e il suo ministero furono delineati nel discorso tenuto durante il funerale. Il capitano e vice podestà Giovanni Grassi scriveva al senato il 12 gen­ naio 1774 sulla scomparsa del vescovo "prelato di felice memoria" e sot­ tolineava che gli affari della Chiesa erano trattati ottimamente dall'arci­ diacono Albani amministratore.

Bibliografia: Fonti inedite: cf. ACVB, Disegno del nuovo palazzo vescovile anno 1749; Libro n° 6 Lettere Pastorali anno 1732-1773 - Redetti Antonio vescovo (dorso) - Lettere pastorali dei vescovi e vicari generali seguenti - anno 1773 - Redetti Antonio vescovo ­ Lenii Carlo vicario generale - Rovetta Giovanni vicario generale - Albani Mario vicario capitolare, (interno) (rns), ff. Ir-223v. Visita pastorale. 92 (I736-1738). Redetti Antonii visitatio vicariarum Alranl. Cluxioni. Sueri, Salti et Nimbri. loci de Vertua. monasterii Yisitationis de Alzano (ms), ff. 389 (a); 93 (1737-38-39-40-41), Redetti Antonii visitatio cathedralis, parochialium civitatis et subur­ bis, Curnasci, seminari S. Mathei et monasteriorum civitatis (ms), ff. 432 (a); 94 (1737-1738), Redetti Antonio visitatio vicariarum Zonii, Costae de Serina, Cameratae. Plateae. Caronae, Cornalbae, Mornici, Paderni, et Mapelli nec non paroeciae de Endena (ms). ff. 389 (a); 95 (1739-1740), Redetti Antonii visitatio vicariarum Soriselis, Pontis S. Petri, Temi. Chignoli. Lallii. Sedrinae. Seriati. Urgnani nec non parochiarum S. Columbani, S. Stephani, S. Leonis de Cenate, monasterium de Tertio (rns), ff. 483 (a); ASV, Lettere di Vescovi..., 246, f. 23r 24 giugno 1744 al card. Valenti; 282, f. 159r, 247r - v, 270r, 395r 3 aprile 1764, 8 maggio, 4 novembre caso Sprecher; 286, f. 231 9 ottobre 1768 da Noventa Padovana Redetti ringrazia per il breve; Proc. Dat., l 07, ff. 271 r­ 293v; S.S.Venezia, 311, f.5r-v (Appendice Vll); 401, f.5r (Appendice X), f.6Or-61 v (Appendice Xl), f.89v-90v (Appendice XlIl); 402, f.86r-v (Appendice Xll); 407-409, decreti del senato veneto sulla esecuzione, di bolle ecc.; 410, osservazioni sulle leggi del senato veneto in materia ecclesiastica; 411, aggravi della repubblica veneta in materia ecclesiastica. BCAM, Redetti Antonio I) due certificati per il canonico Alessandro C. Medolago con facoltà di celebrare il sacramento della Confessione nel convento Matris Domini di Bergamo, Bergamo 4 maggio 1752; 2) 1 funerali del vescovo Antonio Redetti, in Miscellanea di varie carte riguardanti cose storiche bergamasche; 3) Memorie, cioè biografia di lui con docu­ menti ed principali suoi atti, (ms). Fonti edite: cf.lnfunere Ill.mi et Rev.mi D.D. Antonii Redetti Episcopi Bergomensis comi­ tis oratio habita in aede cathedrali idibus ma) anno 1773, Bergomi ex typ. F. Locatelli;

(a) Il titolo è scritto sul dorso del volume.

240


----'--------------­ I

ANTONIO REDEITI

Podestaria e Capitanato p. 619-623, 671-696, 783-790, citazioni p. 623, 751, 782, 790;

L. DENTELLA, I Vescovi , p. 418-432; R. RITZLER-P. SEFRIN, Hierarchia Catholica medii et recentioris aevi VI, Patavii 1958, p.121; A. PESENTI, Note .... p. 765-776; R. AMADEI, Le vicende del Seminario di Bergamo dall'episcopato di Monsignor Giovanni Battista Milani (1592-1611 ) all'episcopato di Monsignor Giuseppe Piazzi (1953-1963). in Il Colle ..., p.86-90; P. PRETO, Checcozzi G.R., in Dizionario Biografico... , 24, p. 406­ 409. Letteratura: cf. BELOTTI B.. Storia di Bergamo ...; III, p. 170; IV, p. 283, 290, 295, 308,

315 - 316, 319; V, p. 59. 126; ZANCHI G., L'età post-tridentina..., p.189-195; IDEM, I

Vescovi... , in Ritratti ..., p. 170-171.

241


I

VISITE AD LIMINA

282

242


-------"-'------------­ I

RELAZIONE -

25 NOVEMBRE 1730

RELAZIONE - 25 novembre 1730

ASV, C. Concilii, Relationes Dioecesium., Bergomen., 123A, orig., ff.247r-249v La documentazione della visita ad Limina del 49 0 triennio è composta da un fascicolo di 3 fogli, con la numerazione d'archivio ff. 247-249 (mm. 28x30). La visita fu effettuata dal vescovo neoeletto di Bergamo, Antonio Redetti, nel 1730, come risulta in f. 247r, 249v. Egli ottenne da papa Clemente XII la facoltà di inviare la relazione sullo stato della diocesi di Bergamo dopo che l'avrebbe visitata personalmente. Ma di tale docu­ mentazione non si trova traccia nel l' archivio. Con ogni probabilità Redetti rimandò la consegna della relazione in occasione della visita ad Limina del 51 0 triennio. Il vescovo Redetti visitò la basilica Vaticana, f. 248r, mentre nulla risul­ ta circa la visita alla basilica di S. Paolo. Il fascicolo è ben conservato.

164 Beatissimo Padre

Il Vescovo di Bergamo essendo stato ultimamente promosso dalla Santità di nostro signore alla sudetta Chiesa vescovale, bramando prima di parti­ re da Roma di adempire l'obbligo della visita de sacri Limini per il corrente triennio quadragesimo nono. supplica umilmente la Santità vostra a voler­ si degnare di dargliene la permissione, mentre non mancherà di trasmettere la relatione dello stato della Diocesi subito che ne avrà fatta la visita. Che etcet. Alla Santità di nostro signore P.P. Clemente XII per il Vescovo di Bergamo

Bergomen. Visita sacro rum Liminum Ex audientia sanctissimi die 25 novembris 1730 sanctissimus annuit pro gratia iuxta solitum 2 decembris 1730 fuit data auestatio pro 49 triennio 243


I

VISITE AD LIMINA

165

DICHIARAZIONE DELLA VISITA DEL VESCOVO ANTONIO

REDETTI ALLA BASILICA VATICANA DI S.PIETRO APOSTOLO

Bernardinus Bottinius referendarius Utriusque Signaturae et canoni足 cus sacrosanctae Vaticanae basilicae. lllustrissimus et reverendissimus dominus Antonius Redetti episcopus Bergomen., personaliter visitavit Limina sacrosanctae principis Apostolorum basilicae et praesentem fidem a nobis obtinuit hac die prima mensis decem足 bris anno 1730. Bernardinus Bottinius canonicus altarista

244


I

RELAZIONE -

12 APRILE 1736

RELAZIONE - 12 aprile 1736 ASV, C. Concilii, Relationes Dioecesium, Bergomen., 123A, orig., ff.250r-258v La documentazione della visita ad Limina del 51 0 triennio è composta da un fascicolo di 9 fogli, con la numerazione d'archivio ff. 250-258 (mm. 30x20 ). Il testo della relazione è scritto sui ff. 254r-256r, cf. copia in ACVB, Atti relativi alle visite ad Limina. Il vescovo Redetti ottenne per indulto pontificio di unire la visita ad Limina dei due trienni, il 50 0 scaduto e il 51 0 , f.258v. La congregazione del Concilio concesse poi la proroga di 6 mesi per l'a­ dempimento dovuto, f. 251 v. Mons. Redetti delegò come suo procuratore per la visita don Francesco Ferretti, f.252r. L'atto notarile di procura non si trova nel fascicolo. La dichiarazione della visita effettuata dal procuratore alla basilica Vaticana è attestata dal f. 257, manca quella alla basilica di S.Paolo. Il testo manoscritto della relazione lascia sulla pagina in alto un ampio margine bianco. Il fascicolo è ben conservato. La congregazione del Concilio inviò la lettera di risposta al vescovo, custodita in ACVB, Atti relativi alle visite ad Limina, qui pubblicata.

166

Eminentissimi, et reverendissimi domini domini semper colendissimi

Eminentissimi e reverendissimi signori, signori sempre veneratissimi

Venerabundo animo sanctissi­ ma Apostolorum Limina eorumque augustissimos cineres colo in pri­ mis; ante pedes subinde pontificis optimi maximi Clementis XII pro­ volutus, eis osculum libo': vobis

Venero devotamente con il mio spi­ rito anzitutto i sacri Limini degli Apostoli e le loro augustissime ceneri, e poi prostrato, bacio i pie­ di del sommo pontefice regnante Clemente XII.

1.

Clemente XII, al secolo Lorenzo Corsini, era succeduto a Benedetto XIII il 12 luglio

245


I

VISITE AD LIMINA

demum vigilantissimi Ecclesiae censores, patres eminentissimi, ea, qua par est reverentia, tabellam hanc qualemcumque, in qua vineae Bergomen., ac coeptae villicationis meae effigies paucis elaborata con­ tinetur, summa humilitate offero contemplandam, confidens me vestra eximia benignitate excusa­ tum iri; si Romam, quo animi votis feror, memetipsum haud confero, cum sim omnino impar impendiis diuturnae adeo viae sustinendis. Anno 1730 a conspectu vestro reversus non diu distuli ad com­ missam mihi Bergomen. ecclesiam properare. Civitas haec inter Galliae Cisal­ pinae urbes non obscuri nominis est, quandoquidem nedum vetusta­ te originis, divitiarum convenienti copia, atque incolarum non modo numero, verum etiam indole, ac genio ad pietatem, litteras, et nego­ tia gerenda facili, sed etiam sane­ titate plurimorum antiquorum anti-

A voi inoltre, eminentissimi padri, vigilantissimi censori della Chiesa, umilissimamente presento con la riverenza dovuta questa rela­ zione, qualunque essa sia, da esa­ minare, con la descrizione sinteti­ ca della mia amministrazione che ho iniziato, nella fiducia di essere scusato dalla vostra straordinaria benignità, se non vengo di persona a Roma, dove sono portato nei voti dallo spirito, perché impossibilita­ to a sostenere le spese di un viaggio così lungo. Nel 1730, allontanatomi dal vostro sguardo, non rimandai a lun­ go di correre alla Chiesa Bergo­ mense affidatami. Questa città, tra quelle della Gallia Cisalpina, non ha un nome sconosciuto, e gode un indubbio prestigio non solo per l'antica sua origine, l'abbondanza di ricchezze, il numero di abitanti, ma altresì per la loro indole, di natura inclini alla religione, alle lettere, al commer­ cio, e inoltre anche per molti santi

1730. Nato a Firenze il 7 aprile 1652, entrato nel collegio Romano, conseguì il dotto­ rato in diritto canonico e civile a Pisa. Nominato arcivescovo titolare di Nicomedia nel 1691, era stato tesoriere generale e governatore di Castel S. Angelo, dal 1696 com­ missario a Ferrara, e il 17 maggio 1706 elevato al cardinalato di S. Susanna. Clemente XII fu pastore zelante e premuroso, promosse lo sviluppo delle missioni in Tibet, fra i Tartari e i Maroniti. Condannò la massoneria con due bolle, 28 aprile 1738 e 14 gennaio 1739. Durante il suo pontificato vennero realizzate opere d'arte di prestigio nella basilica Lateranense e nella chiesa di S. Giovanni dei Fiorentini. Nelle vicende per la successione al regno di Polonia e per il dominio del regno di Napoli egli rimase neutrale e superò con accortezza le controversie sulla giurisdizione ecclesiastica in Spagna e in Francia. Clemente XII morì il 6 febbraio 1740; L. v. PASTOR, Storia dei Papi , XV. p. 641-795; A. CARACCIOLO, Clemente Xl!, papa. in Dizionario Biografico 26. p.320-328.

246


----_L..-­

_ I

RELAZIONE -

12 APRILE 1736

vescovi dei tempi passati, di altri cittadini e per il sangue di molti martiri. Sono censite in città e nel terri­ torio circa duecentomi la persone; la sua lunghezza misura circa cin­ quanta miglia e la larghezza trenta. 11 territorio è un po' più ampio della circoscrizione diocesana, poi­ ché una sua non piccola parte è sforbiciata dalla giurisdizione della Chiesa metropolitana Milanese, che si estende nei confini Bergomensi, la qual perdita è alquanto ricom­ pensata con le cinque parrocchie del territorio Cremonese, rette dal vescovo di Bergamo. Vi .l'i trova la cattedrale di S. Alessandro, ricca di insigni reliquie di molti santi, le quali non la ren­ dono meno illustre del numero di canonici non inferiore a 44, col teo­ logo e il penitenziere, divisi in tre classi a norma del Concilio, dodici dei quali hanno i coadiutori, dalla preziosa e abbondante suppellettile, per la struttura elegante, l' ampiez­ za della fabbrica, la maestà del tem­ pio principale. Vi sarebbe sufficiente numero di sacerdoti addetti al servizio, se non fosse diminuito per le riduzio­ ni richieste, con detrimento del cul­ to divino, per cui si dovrebbe in qualche modo provvedere. Nella città di cui parlo (e com­ prendo anche i sobborghi insigni), sono censite dodici chiese parroc­

stitum, aliorumque civium, ac san­ guine plurium martirum commen­ datur. Ducentorum fere capitum mil­ lia in agro, et urbe censentur; eius vero agri longitudo quinquaginta saltem passuum millia colligit, lati­ tudo triginta. Aliquanto tamen latius patet ager, quam dioecesis, illius enim non modica pars atton­ detur ditione Mediolanen. metro­ politanae ecclesiae excurrentis in Bergomatum fines, quam tamen iacturam aliqua ex parte redimunt quinque parochiales ecclesiae, quae in Cremonensi agro sub antistite Bergomen. reguntur. Adest cathedralis divi Alexandri. aedes reliquiis insignibus plurium sanctorum decorata, quam non minus quadraginta quatuor cano­ nicorum numerus, una cum theolo­ go, et poenitentiario ad formam concilii in suas classes distinctus, quorum duodecim circiter suos coa­ diutores habent, quam suppellecti­ lis viso et pretium, structurae nitor; molis amplitudo, et principis tem­ pli maiestas commendant. Sacerdotum vero ibi inservien­ tium adesset sufficiens copia, nisi ob reductiones impetratas imminu­ ta fuisset, cui divini cultus detri­ mento esset aliqua ratione consu­ lendum. Dieta in civitate (comprehendo etiam insignia eius suburbia) duo­ decim recensentur parochiales 247


I

VISITE AD LIMINA

ecclesiae, quarum aliquae exigui prorsus redditus sunt: et quibus perinde per unionem alicuius bene­ ficii simplicis succurrendum esse existimo necessarium. In agro vero tercentae fere sunt parochiales, ducentae scilicet bene­ ficiales, aliae vero mercenariae, in quibus a populo parochus ad cer­ tum, ac determinatum tempus eli­ gitur; ac episcopo pro approbatione praesentatur; quae cum omnes fere parvos redditus habeant, nec ad vitam electi conferantur; inde fit, ut aliquando in iis magis spectatae doctrinae, ac pietatis viri frustra desiderentur; quales ut plurimum in beneficialibus gaudeo me reperisse. Religiosorum claustralium coe­ nobia in civitate quindecim, in dioe­ cesi praecipue patrum Reforma­ torum, et Capuccinorum ad minus vigintiquatuor inveniuntur: monia­ lium vero monasteria octo in civi­ tate, quorum unum regularibus ordinis Dominicani subiectum est; sex in dioecesi numerantur; quorum duo per regulares item reguntur. Ad haec accedunt in civitate tria conservatoria foeminarum Demis­ sarum nomine, ac regula utentium; totidemque Tertiariarum monaste­ ria. Extant praeterea pia loca pro foeminis poenitentibus vulgo con­ vertite, aliud pro puellis in pericu­

chiali, alcune dotate di scarsi red­ diti, e a favore delle quali ritengo necessario rimediare con l'unione di qualche beneficio semplice. Nel territorio le chiese parroc­ chiali sono quasi trecento, duecen­ to sono beneficiate, le altre merce­ narie, col parroco eletto dal popolo per un periodo di tempo certo e determinato e presentato al vescovo per l'approvazione. Poiché quasi tutte queste ultime hanno redditi esigui, e non sono assegnate per tutta la durata della vita al sacerdote eletto, succede così che in esse mancano persone eccle­ siastiche di più intenso spirito reli­ gioso e di scienza più ragguarde­ vole che, al contrario, ho la gioia di trovare generalmente nelle par­ rocchie beneficiate. I monasteri dei regolari in città sono quindici, in diocesi se ne tro­ vano almeno 24, la maggior parte sono dei padri riformati e dei cap­ puccini. I monasteri delle monache sono otto in città, uno dei quali è sotto la giurisdizione dei domenicani, mentre in diocesi sono sei, due ret­ ti dai regolari. Si aggiungono in città tre colle­ gi di donne chiamate Dimesse, con la loro regola, e altrettanti conven­ ti di Terziarie. Esistono inoltre i pii luoghi per le penitenti, popolarmente dette Convertite, un altro per le ragazze 248


--_.. ._'-------------------j I

RELAZIONE -

12 APRILE 1736

lo constitutis, et tertium pro orpha­ nis eiusdem sexus. Item loca alia orphanorum, mendicantium, ac fatuorum. His addo hospitale magnum, in quo aegroti recipiuntur curandi, aliqui incurabiles alendi, expositi­ que colliguntur; nec non insigne, ac ditissimum locum dictum Miseri­ cordiae. cuius redditus partim pro divino cultu peragendo, et pluribus sacerdotibus alendis in celeberri­ mo Divae Mariae tempio ab epi­ scopali iurisdictione exempto, par­ tim pro egenorum, ac familiarum paupertate laborantium erogantur subsidio, quorum utrumque a pro­ prio laicorum collegio regitur cum assistentia unius ex canonicis. Adest praeterea Mons unus Pignorum; Abundantiae, seu An­ nonae alter; et tertius Pietatis, pro dotandis puellis. Demum conspiciendum se prae­ bet seminarium clericorum ad for­ mam concilii erectum, et sufficien­ tibus redditibus instructum, cuius etiamfabricam amplificare neces­ sarium duxi. In hoc plures aluntur clerici partim gratis, partim propriis sump­ tibus, et grammatica, humaniores litte rae, philosophicae, theologi­ cae, dogmaticae, ac morales scien­ tiae edocentur; pro cuius recto regi­

pericolanti, un terzo per gli orfani di entrambi i sessi. Si trovano altri luoghi pii di orfani, mendicanti e pazzi. A questi aggiungo l'ospedale grande, dove sono ricoverati gli ammalati da curare, alcuni incura­ bili da mantenere, e gli esposti rac­ colti. Né ometto il celebre e ricchis­ simo luogo detto della Misericordia, i cui redditi sono destinati parte all' esercizio del culto divino e al mantenimento di molti sacerdoti addetti al celeberrimo tempio di S. Maria Maggiore, esente dalla giu­ risdizione episcopale, parte eroga­ ti a sussidio dei poveri e delle fami­ glie oppresse dall'indigenza, en­ trambi retti da un collegio appro­ priato di laici con l'assistenza di uno dei canonici. Si trova anche un monte dei Pegni, un altro dell' Abbondanza o dell' Annona, e il terzo della Pietà per dotare le ragazze. Si presenta, inoltre, alla vista an­ che il seminario dei chierici fonda­ to a norma del concilio, dotato di redditi sufficienti, del quale ho rite­ nuto necessario ampliare l'edificio. In questo sono mantenuti molti chierici, parte gratuitamente, parte a proprie spese, e vengono istruiti nella grammatica, nelle scienze umanistiche, filosofiche, teologi­ che, dogmatiche e morali. Per il suo retto governo ho prov­ 249


VISITE

AD LIMINA

mine certas regulas tum discenti­ bus, tum docentibus consentaneas exhibui; et studium sacrae scriptu­ rae sanctorum patrum, ac conci­ liorum summopere commendavi'. Plurima alia spectantia ad hanc sive civitatem, sive dioecesim dis­ tinctim exponere supersedeo, donec pastorali visitatione, quam brevi suscipiam, omnia diligentius lustra­ re contigerit'.

veduto a definire le regole sia per gli alunni sia per i docenti, e ho rac­ comandato altresì in modo partico­ lare lo studio della sacra scrittura, dei santi padri e dei concili. Mi astengo dall' esporre in modo dettagliato molte altre notizie riguar­ danti sia la città sia la diocesi, fino a che non mi sarà dato prenderne visione più accurata con la visita pastorale che inizierò tra breve.

2. Redetti aveva chiesto ai parroci informazioni riservate sulla condotta dei chierici con lettera "Fra le principali incombenze..." 6 agosto 1732, e indirizzato al rettore e ai chierici norme di vita per il seminario con la "Inter pastoralis nostrae sollicitudinis..." 6 marzo 1733 e la "Stante la premurosa sollecitudine..." l o agosto 1735. L'accenno alle regole è probabilmente il Methodus pro dircctione studiorum pubblicato dal vesco­ vo stesso, il quale introdusse pure l'insegnamento della sacra scrittura; ACVB, Lettere pastorali Libro n06; C. PATELLI, Uomini ..., p. 19. In ASV, Reg. Episc. 179 (1734), f. l45r si trova una lettera inviata al vescovo il 4 giugno 1734 per i reggenti del semina­ rio, e ancora ad essi è destinata un'altra lettera per una permuta il IO aprile 1735, Reg. Episc. 180 (1735), f.87v; R. AMADE1, Le vicende... , p.90. 3. l vicari foranei o pievani con una dichiarazione comune avevano esposto a Redetti il 5 marzo 1733 "essere urgentissima ed universale necessità che vostra signoria ill.ma et rev.ma senza ulteriore dilazione dia principio alla visita pastorale di detta città e dio­ cesi...". Tale atto, affermavano, era richiesto dai gravissimi bisogni spirituali, dall'vimpa­ ziente comun desiderio" della visita attesa da tempo, e per ricevere il sacramento del­ la Cresima "senza del quale vivono e muoiono una gran parte de' popoli massime nel­ la diocese, dove sono passati li quindici, venti ed anche più anni da che non han vista la faccia del loro vescovo...". Redetti con la lettera "Quantunque il nostro veementis­ simo desiderio..." 2 gennaio 1734 aveva comunicato che la visita pastorale restava sospesa; veniva indetta il 27 f"bbraio 1736, (un mese e mezzo prima della firma appo­ sta alla relazione della visita adf]miiici),con la lettera "Finalmente il Signore Padre del­ le misericordie..."; in essa egli scriveva "prevediamo chiaramente che questa visita per molti riguardi ci sarà di molto incornmodo, travaglio e fatica, ma vi protestiamo altre­ sì che volentieri e di buon cuore incontriamo ogni disaggio per amore delle anime a noi commesse..." . Redetti ordinava ai sacerdoti la recita per un mese della preghiera allo Spirito Santo nella messa, alle monache il canto dell' inno Veni Crea/or dopo la com­ pieta, e in tutte le scuole della dottrina cristiana la recita delle litanie della Beata Vergine. Redetti proibiva ogni sfarzo per tale avvenimento con lettera "Commando assolutamente Mons. Ecc.mo e Rev.mo Vescovo ..." in questi termini "Perché la nostra visita pastorale, che quanto prima intendiamo fare in codeste parti, segua cola maggior quiete possibile, e per scanzare le confusioni e sussurri popolari, che sogliono insorgere, abbiamo voluto ordinare a vostra reverenza perché pubblichi e faccia pubblicare da' rispettivi curati de' luoghi, che doveranno esser visitati, ai loro popoli, come non vogliono incontri di sorte alcuna; dovendo perciò li uomini delle rispettive parochie atten­ dere l'arrivo nostro alla chiesa parochiale per poter poi con umile e divota dimostran­ za farci l'incontro processionalrnente colla croce alzata, giusta la mente e le rubriche

250


I

RELAZIONE -

12 APRILE 1736

Non voglio omettere tuttavia di accennare alle residenze vescovi li, che per quanto mi sono sembrate spaziose, convenientemente dispo­ ste per essere abitate, le sento tut­ tavia vessate dalla inclemenza del­ l'aria del settentrione. I redditi della mensa vescovile, benché non siano oltremodo pingui, basterebbero però al pastore e alle pecore che domandano pascoli, (alle cui necessità provvedo per quanto mi è possibile ), se essi non fossero troppo decurtati dall'onere di una doppia pensione, per una somma di duemilatrecento scudi, ognuno di essi corrispondenti a dieci giuli di moneta romana (oltre le tasse da

Non omittam tamen aliquid innuere de episcopalibus aedibus, quae sicuti satis amplae mihi visae sunt, et ad usum convenienter apta­ tae; ita aeris borealis inclementia vexatas sentio'. Proventus autem mensae quam­ vis non sint ita pingues, sufficerent tamen, et pastori et ovibus pascua petentibus (quorum indigentiis pro mea facultate consulo) nisi dupli­ cis pensionis ad summam scutorum bis mille trecentum a iuliis decem pro quolibet monetae romanae ascendentis gravamine (ultra alia, quae principi quotannis solvenda sunt) nimium minuerentur'.

della Chiesa. Così pure partendo noi da una terra per passare ad un'altra non vogliamo risolutamente accompagnamento alcuno. ma ricevuta da noi la santa ultima benedi­ zione dovrà ognuno ritirarsi senza rumore alle proprie case. Sopra le strade parimen­ te dove averemo a passare non si abbiano a ponere mascoli per far sbarri. ma volen­ dosene fare debbano questi essere fatti in conveniente distanza a divertimento d'ogni disordine". Venivano impartite norme "da osservarsi dal parroco in occasione della visita pastorale" cui seguiva una "nota particolare delle cose che devono provvedersi ed osservarsi da parochi per la visita di luogo in luogo". Il capitano e vicepodestà Girolamo Lion confermava gli ordini il 19 maggio; ACVB, Visita Redetti. 92 (1736­ 1738), Redetti A. visitatio vicariarum Alcani, Cluxioni, Sueri, Solti et Nimbri, loci de Vertua, monasterii visitationis de Alzano. ff. l r-6r. Tt-v, Ordine e regola della pragmatica da osservarsi inviolabilmente da cadaun paroco in occasione della visita pastorale. 4. Probabilmente Redetti progettava la costruzione del nuovo palazzo vescovile, come già s'è accennato nella biografia. 5. La mensa vescovile godeva una rendita di 6.000 scudi di moneta romana, gravata da una pensione di 2.000 scudi. salvi antichi diritti riservati al card. Porzia per il conferimen­ to di benefici nei mesi riservati alla Santa Sede; Hierarchia Catholica.... VI, p. 121. Nel processo per la provvista. fra Nicola Santicoli, eremitano di S. Agostino, dichiarava che gli oneri della mensa vescovile riguardavano le pensioni riservate ai cardinali Bentivoglio. scudi 400, e Colonna. scudi 300; ASV, Proc. Dat., 107, f. 291v. Sulla mensa vescovile esistono lettere in ibid.. Reg. Epise. 184( 1739),1'. 220r, 31 luglio 1739. circa la concessione di una proprietà in enfiteusi sino alla terza generazione; 203 (1758). f. 141v 7 settembre 1758 lettera per i canonici sulla mensa vescovi le; 207 (1762), f. 109v. 139r-v, 13 aprile e 25 giugno 1762. circa la concessione in affitto per nove anni di una proprietà.

251


L..-

--­

, VISITE AD LiMINA

Quod autem attinet ad superius promissam visitationem, quae inter munera episcopi principalem obti­ net locum, noverint, velim, patres eminentissimi decimo iam anno eam intermitti ob litem per Capi­ tulum huius cathedralis excitatam sub bonae memoriae eminentissi­ mo cardinali Priolo, qui me huius in Ecclesiae regimine praecessit, contendente praefato Capitulo minime licere episcopo, pastoralem sive civitatis, sive Dioecesis visita­ tionem peragere, nisi una cum duo­ bus canoni cis pro arbitrio Capituli electis, et ad visitatoris munus desti­ natis".

Capitulari euiusmodi petitioni se opposuit praelibatus eminentis­ simus, et ego ipse putavi tutum non esse eidem indulgere.

pagare ogni anno allo Stato). Per quanto riguarda la promessa visita che tra i doveri del vescovo ha il posto principale, sappiano le loro eminenze che dal decimo anno essa è rimandata per la lite solleva­ ta dal Capitolo di questa cattedra­ le al tempo dell'eminentissimo car­ dinale Priuli, di buona memoria, mio predecessore nel governo di questa Chiesa, per la contestazione fatta dal Capitolo al vescovo sulla liceità di compiere la visita pasto­ rale della città e della diocesi, sen­ za essere accompagnato da due canonici eletti dal Capitolo, insi­ gniti dell'ufficio di visitatori. A tale richiesta capitolare si oppose il suddetto eminentissimo, e io stesso ho ritenuto cosa non pru­ dente usare indulgenza in ciò.

6. Il predecessore di mons. Redetti, card. Priuli, non accennò alla causa insorta col Capitolo per la nomina dei canonici convisitatori, come già si è notato nella relazione precedente del 1724. Basti in questa sede richiamare la documentazione disponibile in ACVB, Arch. Cap., 261, Allegatione nella causa dell'elettione de visitatori per il Capitolo della cattedrale di Bergamo contra mons. Vescovo, 1734. (ms), ff. 48; 262, B Atti in Nunriatura di Venezia et carte prodotte dal Vescovo di Bergamo circa il Capitolo del­ la cattedrale per la causa dei visitatori. (rns), ff. 185: 263, opuscolo senza titolo, cir­ ca alcuni dubbi sulla elezione dei visitatori da parte del Capitolo, (ms), ff.nn.; 264, Capitolo di Bergamo, p.I-8l a stampa, ff. 82-91 ms.; 265, A Nella causa de canonici visitatori circa monsignor Vescovo di Bergamo, numerato da f. 43 a f. 137, con altri ff. nn., riguarda i canonici convisitatori dal 1604; 266, C Per la causa de canonici visitatori in avogaria di Venetia circa il vescovado di Bergamo, (ms), ff. 70. Redetti dopo aver indetto la visita, il 2 maggio 1736 fu ad Alzano Maggiore, con i canonici convisitatori eletti dal Capitolo. Angelo Antonio Rusca (29 voti) e Giovanni Bettamus (o Bottanus) (27 voti), accompagnati dal notaio Alessandro Valle. Egli rimandò la visita alla catte­ drale, come si vedrà più oltre; ACVB, Visita Redetti, 92 (1736), f. 4v, II r; L.DEN­ TELLA, I Vescovi..., p. 420. Da notare poi che attorno al 1730 era scoppiata una ver­ tenza tra l'arciprete e i cappellani curati, finita nel tribunale della nunziatura a Venezia (Appendice IV); ACVB, Arch. Cap., 823, Vindiciae iurisdictionis ven. Capituli cathe­ dralis Ecclesiae Bergomensis ac eminentis et universalis officii eius revmi archipresbiteri adversus ad. rr: dd. capellanos curatos bergomates parochorum vocabulo adornatos agitatae in curia apostolica Venetiarum, 1730, (rns), ff.l r-26 I v; 818-822, fascicoli vari con la documentazione sulla lite del 1730.

252


I

RELAZIONE -

12 APRILE 1736

Causa tamen pendet adhuc deci­ denda in excellentissimo Venetia­ rum collegio, quo eam pertraxere sui auctores, ibique semel acriter agitata est; sed paribus votis hinc inde datis nondum finis est imposi­ tus. Sed nunc Deo favente cum prae­ servatione iurium episcopalium res est cum Capitulo composita, sicut semper ab initio in votis habui, et per diversos tractatus variis tem­ poribus habitos pacis amore cona­ tus sum. Tardus itaque non ero in susci­ pienda visitatione, ac omni dili­ gentia peragenda, neque in Sinodo congreganda, cum primum licebit ero negligens'. Interim tamen non destiti retar­ datae visitationis detrimenta pro mea tenuitate, et pro temporis ratio­ ne reparare tum saepius ad popu­ lum, et clerum sermones habendo; tum congregationes menstruas, seu

La causa pende nel collegio eccellentissimo di Venezia, ivi por­ tata dai suoi attori, e dibattuta già animosamente, ma rimane indeci­ sa per la parità dei voti espressi. Grazie all'aiuto di Dio la que­ stione è stata risolta col Capitolo salvaguardando i diritti vescovili, così come dall'inizio mi sono augu­ rato e sforzato di fare con varie trat­ tative condotte più volte per amore della pace. Non ritarderò neli' effettuare la visita applicandovi tutta la diligen­ za, e tanto meno sarò negligente nell'indire il sinodo non appena possibile. Nel frattempo non ho ritardato a riparare, per quanto me lo per­ metteva la mia pochezza e il tempo, i danni della visita rimandata, sia con i sermoni frequenti al popolo e al clero, sia con le congregazioni

7. Redetti, giunto con il seguito ad Alzano alle ore 20 circa del 2 maggio, fu accolto da "maglia multitudine populi" e accompagnato da "multis equestribus et cleri et populi eiusdem loci ordinatim incedentibus" alla chiesa, dove venne ricevuto dal vicario fora­ neo e prevosto Onofrio Arici. Fu ospite del nobile De Berlendis. Dopo la visita al S.mo Sacramento recitò il rosario. Il 3 maggio in chiesa "magnum christifidelium numerum utriusque sexus grandioso luminum apparatu. totius cleri et dictorum dominorum canonicorum assistentia inter missarum solemnia sacra sinaxi refecit", predicò e amministrò le cresime. Nel pomeriggio visitò la scuola della dottrina cristiana trovata ottima, le sacristie, gli altari. la chiesa. Ad Alzano risiedevano 34 sacerdoti e 9 chieri­ ci. Il 4 maggio visitò l'oratorio di S. Pietro, e due oratori rispettivamente dei nobili De Barzizia e De Peliciolis. Il 5 maggio Redetti visitò il collegio delle Terziarie di S. Carlo e dei S. Angeli Custodi, ove celebrò la messa, e le congregate sotto la regola di S. Francesco a S. Maria della Pace. Egli proseguì poi il 6 per Alzano Minore. il 7 per Lonno e Brumano, 1'8 per Cornale e Villa di Serio, il 9 per Villa di Serio e Scanzo, il lO per Scanzo e Rosciate, l'II lasciò Rosciate per Bergamo; ACVB, Visita Redetti, 92 (1736-1738), ff. IOr-74r.

253


, VISITE AD LIMINA

mensili. sia con la discussione dei casi di coscienza, sia con i ritiri spi­ rituali, partecipandovi personal­ mente per quanto mi era possibile, sia con le lettere pastorali, che ogni anno sogliono essere promulgate prima della quaresima, revocando, confermando o stabilendo molte delle norme Tridentine, dei concili Provinciali di san Carlo, del sino­ do diocesano. nonchè i decreti dei predecessori sulla vita. l'abito, l'in­ tegrità dei chierici, i doveri dei par­ roci, le sacre funzioni, e quanto riguarda le disposizioni stabilite per la disciplina ecclesiastica, con par­ ticolare riguardo ad alcune situa­ zioni logorate dal difetto dei tempi e dalla lunga assenza del pastore. Ho raccomandato a tutti i sacer­ doti con l'esempio e con la parola gli esercizi spirituali ignaziani, mi sono dato cura nel nutrire spesse volte le popolazioni pio bisognose della parola di Dio con le sacre mis­ sioni. Né ho dimenticato la cura delle monache, alle cui grate spesso mi sono recato, esortandole con discor­ si semplici all' osservanza della

pro casibus conscientiae discutien­ dis seu pro spiritualibus collatio­ nibus habendis, quantum potui, mea praesentia confovendo; tum pasto­ ralibus litteris, quae singulis annis ante quadragesimam solent pro­ mulgari in usum revocando, con­ firmando, ac stabiliendo plura ex iis. quae concilium Tridentinum, provincialia divi Caroli concilia, sinodi dioecesanae, decreta prae­ decessorum, de vita, habitu et hone­ state clericorum, de parochorum muneribus, de sacrisfunctionibus, reliquisque ad ecclesiasticam disc i­ plinam spectantibus abunde sta­ tuerunt; illa praesertim, quae tem­ porum iniuria, et longa absentia pastoris in aliquibus magis excide­ rant".

Insuper exercitia spiritualia divi l gnatii quotannis sace rdotibus omnibus verbo, et exemplo com­ mendavi: populis vero magis pabu­ lo Verbi Dei indigentibus sacras missiones saepissime curavi. Nec oblitus sum curae sancti­ monialium, ad quarum saepta sae­ pius me contuli. easdemque ad regularem observantiam, et ad pro-

8. Redetti con la lettera pastorale "Dovrebbe bastare per animar tutti..." 17 febbraio 1732 confermò le istruzioni dei suoi antecessori. Egli con le lettere proseguì la loro opera, per correggere errori "Sono tanti e si gravi i disordini ..." 14 luglio 1732 . "Non cessiamo mai dinvigilare..." 24 luglio; esortare alla pratica della quaresima "I prossimi gior­ ni..." 3 febbraio 1733; alla frequenza alla dottrina cristiana "Eccoci gionti .,;" 18 gen­ naio 1736; al rispetto degli edifici sacri "Abbiamo in quest 'anno un efficace motivo di benedire ..." 20 febbraio 1737; dando disposizioni ai vicari foranei "Fra l'altre cose che ci stiano a cuore ..." 13 gennaio 1735; ACVB. Lettere pastorali Lihro n06.

254


~----'-'---------------I

RELAZIONE -

12 APRILE 1736

regola e al progresso nelle virtù. E poiché la porta della visita (pastorale) non mi era aperta, ho esigito dai vicari foranei visite più attente alle pievi loro affidate, inda­ gando con cura cosa v' era di cor­ rotto o deviato o respinto dal clero o dal popolo, e mi sono sforzato di applicare i convenienti rimedi. Mi son adoperato con grande cura nel promuovere agli ordini sacri solo i candidati di sicuro affi­ damento per scienza e spirito reli­ gioso, che potessero risplendere nel­ la parola e nell'esempio alle popo­ lazioni, nella consapevolezza che nessuna strada è loro aperta negli ordini sacri se non quella dello stu­ dio e della vita illibata. Accortomi giustamente quanto danno recano alla chiesa i confes­ sori che nel loro ufficio, o per igno­ ranza, o per lassismo di opinioni, o per vita indegna, malamente adem­ piono e distruggono piuttosto che edificare, oltre l'esame generale e dei singoli (lavoro di non pochi mesi) in cui fu giocoforza verifica­

fectum in virtutibus planis sermo­ nibus SU11l cohortatus". Et quoniam ostium visitationis mihi non aperiebatut: vicariisfora­ neis attentiores plebium eisdem demandatarum lustrationes exegi, et ab iis quid infirmum, aut con­ fractum, aut abiectum in singulis cleri, et populi sedulo exquirendo convenientia remedia apponere stu­ dui. Praecipuam autem diligentiam in sacris ordinationibus impendi, ut nonnisi scientia, ac pietate pro­ batos assumerem, quique populis verbo, et exemplo possent praelu­ cere; etiam nullum alium sibi adi­ tum potere ad sacros ordines intel­ ligunt. nisi quem sibimetipsi studio, ac castis moribus aperiunt. Cum autem recte intelligerem quantum detrimenti afferant Eccle­ siae confessarii, qui munere suo. aut ex ignorantia. aut ex opinionum laxitate, aut ob turpitudinem vitae male funguntur, et potius destruunt, quam aedificant, praeter omnium, et singulorum examen (quod non

9. Redetti scrisse abitualmente ogni anno alle monache con le lettere in data l" gennaio 1732, 5 gennaio 1733, 5 gennaio 1734, 25 febbraio 1735. 3 gennaio 1736 e così per gli anni successivi. I temi trattati nelle lettere si possono ricondurre all'esortazione per la fedeltà alla vita monastica neli' osservanza delle regole. alla pratica della carità, del­ l'orazione, dell'umiltà. alla riservatezza nei parlatori. Venivano di nuovo condannate le infrazioni alle regole, tra cui l'introduzione di persone in clausura. A proposito del­ l'obbedienza. citando san Bernardo, le invitava a "oboedire libenter. obtemperare sim­ pliciter; hilariter oboedire, obsecundare velociter; adimplere viriliter; humiliter oboe­ dire, indesinenter obtemperare", Egli inoltre raccomandava semplicità e modestia nel vestire; ACVB. Lettere pastorali alle monache Libro n07, 1732 Redetti Antonio vesco­ vo.

255


L..-

_

I

VISITE AD LIMINA

paucorum mensium opus fuit) in quo libuit experiri quantum scien­ tia, ac prudentia pollerent tum sae­ culares, tum regulares; ut a laxis opinionibus, quae viam peccatis stemunt, et unde ingens oritur chri­ stianae vitae corruptela eos avo­ carem, instructiones divi Caroti ife­ rum in lucem edi curavi; singulis­ que praecepi, ut librum hunc utili­ tatis plenum manibus tenerent, et ab aureis illis regulis numquam deflecterent'", Eos vero, qui turpiter; et scan­ dalose se gerebant a tam sancto ministerio repellere satius duxi. Sed licet haec (quae sentio quam sint exigua, pastoralis muneris gravi­ tate inspecta) pro meis viribus prae­ starem, dolebam quam maxime, patres eminentissimi, fructum illum, qui ex visitatione expectari poterat mihi interdici; quare ut ecclesia­ rum indigentiis remedium afferrem aliquod, oves meas saltem agno­ scerem, et illas praecipue, quae a viginti et amplius annis pastoris faciem desiderabant, ea, quae mihi licebat ratione recrearem; neglecta solemnitate illius visitationis, quae

re quanto fossero eruditi e pruden­ ti i sacerdoti secolari e regolari, per allontanarli dalle opinioni rilassate che portano al peccato, e che cor­ rompono enormemente la vita cri­ stiana, ho provveduto a pubblicare le istruzioni di san Carlo, stabilen­ do che ognuno ne avesse fra mano una copia per proprio uso, e che non si allontanassero mai da quelle regole auree. Ho ritenuto più conveniente respingere da tanto grande mini­ stero coloro che conducevano vita turpe e scandalosa. Ma benché queste. opere (che avverto di poco peso, a confronto della responsabilità dell' ufficio pastorale), siano state da me com­ piute. mi sono assai afflitto, padri eminentissimi, per quel frutto a me proibito. che si poteva attendere dalla visita, per cui, al fine di por­ tare un qualche rimedio ai bisogni delle parrocchie, conoscere alme­ no le mie pecore, specie quelle che da vent'anni e più non vedevano il pastore, e rianimare tutte quelle cose per me ragionevolmente pos­ sibili, messo da parte l'aspetto

lO. Avvertenze di S. Carlo Borromeo per li confessori, con l'aggiunta di alcuni avvisi e decreti, di nuovo ristampate per ordine di Mons. Antonio Redetti, Vescovo di Bergamo, Bergamo 1733. In A. Pesenti, Note..., p.765-78l. si trova l'accenno all'esame personale sostenuto davanti a Redetti da parte dei confessori in materia di morale lassa. Egli inoltre elenca gli ecclesiastici più o meno coinvolti nel giansenismo; tra essi figura in primo piano il vicario generale, G. Rotigni e don G.A.Cornaro, don Alessandro Mazzoleni, don Giacomo Calisto di Carona. il canonico Sonzogno che avversava la devozione al S.Cuore, don Maffeo Rocchi, segretario dell'Accademia degli Eccitati, don Andrea Tommaso Volpi. parroco di Osio Sotto, don Antonio Ferretti. parroco di Brusaporto.

256


----'--------------­ I

RELAZIONE -

12 APRILE 1736

solenne della visita che si prestava a controversia. mi sono addentrato con pochi miei familiari e a mie spese, nelle valli più lontane chia­ mate Imagna, Seriana, Cavallina e Decia (o Scalve) (quest'ultima con­ fina coi monti della Rezia). In ogni parrocchia di quelle val­ li ho dispensato la sacra parola del­ la salvezza. l'Eucaristia e la Con­ fermazione, ascoltato ed esaminato le scuole della Dottrina Cristiana. il che ha procurato al mio spirito una santa gioia. dal momento che ho trovato i fanciulli ben istruiti nei primi elementi delle verità cristiane. in un terreno incolto lo spirito reli­ gioso non malcoltivato, non mal curate le cose sacre. il tempio ben tenuto, dando compimento perciò almeno al nome di pastore nel per­ manere a lungo tra i monti. In questo tempo invernale, con le vie montane impervie, ho visita­ to la stessa santa disciplina (della Dottrina Cristiana) in città. e pro­ seguo in tale compito con piacere, e gioisco di vederla fiorire bene. Queste sono le notizie, padri eminentissimi, che ho ritenuto doveroso esporvi all'inizio della mia amministrazione. Di nuovo prostrato con devo­ zione agli altari delle basiliche apo-

in controversiam vocabatur; pene­ travi cum paucis de mea [amilia, meisque ipsius impendiis, in remo­ tiores valles, quae dicuntur /mma­ nia, Seriana, Caballina ae Decia (haec ultima montibus Rhetiae est contermina) atque in singulis earum paroeciis salutis monita. sacram Sinaxim, sanctamque Con­ firmationem ministravi, nec non Doctrinae Christianae scholas audire, ac probare libuit, quod magno cum animi gaudio mihi con­ tigit quandoquidem inveni bene imbutam christianis rudimeruis pue­ ritiam, et in inculto solo non male cultam pietatem, nec male procu­ ratas res sacras, templorumque cul­ tum, hocque .uno saltem pastoris nomen implevi, quod diutius in montibus sum immoratus. Hiberno autem hoc tempore, quo imperviae sunt per montes viae, eamdem ipsam sanctam discipli­ nam hac in civitate lustravi, et lustrare lubens pergo, eamque bene florescere gaudeo''. Haec sunt, patres eminentissi­ mi, quae in primordiis huiusce vil­ licationis meae licuit oculis vestris exponere. Denuo itaque ad Apostolicas aras religiose provolutus, omni

Il. Considerato che la relazione è stata firmata il 12 aprile 1736. questa notizia di Redetti conferma che egli effettuò senza le prescritte formalità d'ufficio la visita da lui indet­ ta nel 1734, dopo la quale proclamò quella canonica. di cui alla nota n. 3 e seguenti; L. DENTELLA, I Vescovi .... p. 419.

257


VISITE

AD LIMINA

stoliche, chiedo al Dio uno e trina,

votorum nisu a superis omnibus con le più intense preghiere, che

efflagito, ut sanctissimum Clemen­ conservi a lungo il santissimo

tem XII, vosque. patres eminentis­ Clemente XII e voi padri eminen­

simos, incolumes diutissime ser­ tissimi, ai quali nulla, oltre una lun­

vent, in quibus nihil superest desi­ ga vita, v'è da auspicare per deco­

derandum ad decus, et praesidium ro e presidio della Chiesa intera.

christianae reipublicae universae praeter vitae diuturnitatem.

Bergamo 12 aprile 1736

Bergomen. 12 aprilis 1736 Eminentiarum vestrarum humillimus adictissimus et obsequentissimus servus Antonius episcopus Bergomensis

Delle Eminenze Vostre umilissimo obbligatissimo e ossequentissimo servo Antonio vescovo di Bergamo

Bergomen. visuatio sacrorum Liminum

Bergamo.Visita dei sacri Limini Dall'udienza del santissimo il 23 maggio 1736. Il santissimo ha dato il suo assenso. Il 23 maggio 1736 è stata consegnata la dichiarazione per il 50' e 51' triennio.

Ex audientia Sanctissimi die 23 maii 1736. Sanctissimus annuito 23 maii 1736 [uit data attestatio pro 50 et 51 triennis .

167 DOMANDA DI AMMETTERE COME PROCURATORE PER LA VISITA AD LIMINA IL SACERDOTE FRANCESCO FERRETTI Beatissimo Padre Il Vescovo di Bergamo non potendo, per gravissimi impedimenti, allon­ tanarsi dalla sua Chiesa e venire a Roma a visitare i sacri Limini per il passato triennio quinquagesimo per il quale ha ottenuto dalla sacra con­ gregazione del Concilio la proroga, e corrente quinquagesimo primo, sup­ plica umilmente la Santità Vostra a volersi degnare di ammettere per suo pro­ curatore il sacerdote D. Francesco Ferretti, bergamasco. Che etcet.

258


---------------I

RELAZIONE -

12 APRILE 1736

Alla Santità di nostro signore P.P. Clemente XII per il Vescovo di Bergamo Eminentissimi e reverendissimi signori Il Vescovo di Bergamo supplica umilmente l'eminenze vostre a voler­ si degnare di prorogargli il termine per la visita de sacri Limini per il caden­ te triennio quinquagesimo, poiché non mancarà di adempire a questo suo obligo più presto che gli sarà permesso dalle circostanze de tempi corren­ ti, che gl'hanno impedito sin ad hora di ultimare la visita intrapresa della sua Diocesi. Che etcet. Alla sacra congregazione del Concilio per il Vescovo di Bergamo Bergomen. Yisùatio sacrorum Liminum die 3 decembris 1735 ad sex menses

168

DICHIARAZIONE DELLA VISITA ALLA BASILICA VATICANA

DI S.PIETRO APOSTOLO

Bernardinus Bottinius referendarius Utriusque Signaturae canonicus altarista sacrosanctae basilicae Vaticanae. lllustrissimum et reverendissimum dominum Antonium Redetti episco­ pum Bergomen., sacrosanctae principis Apostolorum basilicae Limina per illustrissimum ac reverendissimum dominum Franciscum Ferretti. sacer­ dotem bergomensem ac eius procuratorem. visitasse testamur: Die 16 mensis maii anno 1736 Bernardinus Bottinius canonicus altarista

259


VISITE AD LIMINA

169

LETTERA DELLA CONGREGAZIONE DEL CONCILIO

AL VESCOVO A. REDETTI

ACVB, Atti relativi alle visite ad Limina Reverendissime domine uti frate r Sacerdos Franciscus Ferretti'. procurator ab amplitudine tua ad sacra Limina pro transacto quinquagesimo et currenti quinquagesimo primo respective trienniis visitanda constitutus, et a sanctissimo domino nostro benigne admissus, demandato sibi munere perfunctus est, sacrosanctas nempe Principum Apostolorum aras humiliter veneratus, accuratam hodier足 ni status Bergomen. Ecclesiae relationem scripto dimisit in sacra congre足 gatione Concilii, in qua ut primum poterit, proponetur; et si quae aderunt postulata responsum requirentia, id ab eximia eminentissimorum patrum sapientia prodibit in tempore. et per literas amplitudini tuae patefiet. Interim de expleto visitationis munere testantes eidem omnia fausta precamur a Domino. Romae 23 maii 1736 amplitudini tuae utifrater Curtius Origo praefectus' Carolus Albertus archiepiscopus Philippen. secretarius' Bergomen. episcopo Gratis etiam quoad formam

l. Franco Ferretti nacque a Palazzago, fu ordinato sacerdote il 21 settembre 1720; ACVB. Patrimoni ecclesiastici. 25 maggio 1718; Liber ordinationum ad anno 1711ad annum 1723. (rns), ff.nn. 2. Carlo Alberto Guidobono de Cavalchinis.arcivescovo di Filippi, fu segretario della congregazione del Concilio dal 1734 al 1743; ebbe il titolo cardinalizio di S.Maria della Pace, 1743, le diocesi suburbicarie di Albano, 1759, Ostia e Velletri, 1763: mori nel 1774; Hierarchia Catholica ..., VI, p.13; La Sacra Congregazione..., p.37R.

260


----'--------------­ I

RELAZIONE -

29

OTTOBRE

1741

RELAZIONE - 29 ottobre 1741

ASV, C. Concilii, Relationes Dioecesium, Bergomen., 123A, orig., ff. 259r-267v La documentazione della visita ad Limina del 52° triennio è composta da un fascicolo di 9 fogli, con la numerazione d'archivio ff.259-267 (mm. 30x20). Il testo della relazione è scritto sui ff.263r-266v. Essi hanno un ampio margine bianco nella parte superiore. Il vescovo Redetti delegò come suo procuratore l'abate Gaspare Ruggia, cui fornì non un atto notarile vero e proprio, ma una sua dichiarazione vidimata dal cancelliere vescovi le, f. 262r. L'abate adempì gli obblighi prescritti e visitò le due basiliche patriarcali dei santi apostoli Pietro e Paolo, f.260r, 26lr. È bianco il f. 259 v. Il fascicolo è ben conservato. La congregazione del Concilio rispose al vescovo Redetti con lettera, custodita in ACVB, Atti relativi alle visite ad Limina, qui pubblicata.

170 Eminentissimi, et reverendissimi domini domini mihi semper colendissimi

Eminentissimi e reverendissimi signori, signori per me sempre veneratissimi

Apostolicis mandatis obsequen­ tissimus morem gerens iterum Romam redeo, et ad sanctissima Apostolorum Limina debitis fusis precibus, atque sanctissimi domini nostri, domini Benedicti XIV pon­ tificis super optimos maximi' pedi-

Obbedientissimo nell' eseguire gli ordini della Sede Apostolica, ritorno di nuovo a Roma e, profuse le preghiere di rito dovute ai san­ tissimi Limini degli Apostoli, bacia­ ti umilissimamente i piedi del san-

l. Benedetto XIV (al secolo Prospero Lambertini) era stato eletto al pontificato il 17 agosto 1740. dopo il lungo conclave seguìto alla morte di Clemente XII, avvenuta il 6 febbraio. Nato da Marcello e Lucrezia Bulgarini il 31 marzo 1675 a Bologna. ricevet­ te la prima educazione dai somaschi e conseguì poi a Roma il dottorato in diritto cano­

261


I

VISITE

AD LiMINA

tissimo signore nostro, signore Benedetto XIV, pontefice massimo sopra gli ottimi, davanti a voi mi presento con tutti gli ossequi. emi­ nentissimi padri, cardini saldissimi della Chiesa universale, per dare relazione con la massima riveren­ za, tramite una lettera. sulla Chiesa di Bergamo, conformemente alla istruzione di questa sacra congre­ gazione, di recente emanata. Adempirei di buon animo per­ sonalmente il mio incarico. se ora le mie forze (economiche) bastassero per le spese necessarie del viaggio. Infatti, per le note pensioni, è stato necessario ricorrere a prestito di denaro per poter vivere decorosa­ mente nella residenza episcopale, e cessate le pensioni, mi rimane

bus humillime deosculatis, coram vobis patres eminentissimi, firmis­ simi universalis Ecclesiae cardines ad obsequia omnia me sisto, per interpretem epistolam summa reve­ rentia Bergomensis Ecclesiae ad tramites instructionis istius sacrae Congregationis iussu editae ratio­ nem reddens, lubentiori animo muneri meo personaliter satisfac­ turus, si modo vires meae pro ne­ cessario itinerum dispendio suffi­ cerent'; nam propter notorias pen­ siones, ut decenter in episcopali residentia substentarer aere alieno me gravari opportuit, quibus pen­ sionibus nihilominus cessatis adhuc pergrave onus debito rum mihi restat sustinendum. Civitas itaque Bergomen. inter

nico e civile. Svolse vari incarichi nella curia romana, acquistando competenza e pre­ stigio. Nel 1725 fu nominato vescovo di Teodosia, nel 1727 arcivescovo di Ancona, car­ dinale il 30 aprile 1728, arei vescovo di Bologna nel 1731. Considerato uno dei mag­ giori canonisti e legislatori della Chiesa, fondatore della moderna scienza storico-giu­ ridica, lasciò opere importanti sul processo di canonizzazione. il sinodo diocesano e il bollario. Il pontificato di Benedetto XIV si distinse per la riforma ecclesiastica. le mis­ sioni al popolo, l'opposizione al giansenismo, la soluzione dei contrasti sui riti cinesi e malabarici, Con le dinastie regnanti in Europa cercò di evitare alla Chiesa rotture diplomatiche e la loro pretesa di intromettersi negli affari ecclesiastici. Benedetto XIV morì il 3 maggio 1758; ACVB, Lettere pastorali Libro n06, "Resta afflittissima tutta la Christianità per la morte del Sommo Pontefice Clemente duodecimo...' 13 febbraio 1740, "Avendoci gli eccellentissimi signori rettori di Bergamo..." 22 agosto 1740; L. v. PASTOR, Storia dei Papi nel periodo dell'Assolutismo dall'elerione di Benedetto XIV sino alla morte di Pio VI (1740-/789), Parte I Benedetto XIV e Clemente XIII (1740­ 1769), XVI/L versione italiana di Mons. Prof. PIO CENCI, /llIOWI ristampa. Roma 1965, p. 3-462; M. ROSA, Benedetto XIV, papa, in Dizionario Biografico..., 8. p. 393­ 408. 2. Benedetto XIV con la costituzione "Decet Romunum Pontificem... .. del 23 novem­ bre 1740 aveva istituito la sacra Congregatio super statu Ecclesiarum, detta anche congregazione del Concilietto per l'esame delle relazioni degli ordinari sulle diocesi. Il dicastero fu abolito da Pio X nel 1908 e i suoi compiti attribuiti alla congregazione Concistoriale; BENEDlCTl XIV S.P.. Bullarium, T. L Prati 1845, p. 19-22; L. v. PASTOR, Storia dei Papi ..., XVI-, Lp. 218; La Sacra Congregazione ... , p. 425-427.

262


----'-------------­ I

RELAZIONE -

29

OTTOBRE

1741

ancora da sostenere l'onere pesan­ te dei debiti. La citta di Bergamo, che non è da disprezzare tra le città della Gallia Cisalpina, per l'antichità del­ la sua origine, nobiltà dei cittadini, quantità di ricchezze, numero di abitanti inclini alla pietà, alle scien­ ze, e moltissimo dotati per gli affa­ ri, sorge in alto non senza gloria sui colli coltivati a vigna. Il suo territorio nei monti da una parte e in pianura dali' altra, si esten­ de per oltre cinquanta miglia di lun­ ghezza e trenta di larghezza, seb­ bene la diocesi sia meno ampia, confinando a levante con la dioce­ si di Brescia, a mezzogiorno, a occi­ dente e a settentrione con quella di Milano, la quale possiede in giuri­ sdizione a Bergamo non poche par­ rocchie, diminuzione compensata con alcune altre nel terri torio Cremonese con la pieve di Paderno, e con una arcipretale anticamente collegiata, nei confini Milanesi, tut­ te sotto la giurisdizione del vesco­ vo di Bergamo. Questa Chiesa fondata. come alcuni sostengono, dapprima con la predicazione di san Barnaba, e poi nutrita con la dottrina e il sangue di santi vescovi e di molti martiri concittadini, è decorata da reliquie insigni e soprattutto di sant' Ales­ sandro. tebeo, al quale la cattedra­ le è dedicata, e comprende circa duecentomila anime in città e dio­

Galliae Cisalpinae urbes, originis vetustate, nobilitate civium, ac divi­ tiarum non contemnenda, ope. numero incolarum vel indole pie­ tati, fitte ris, et negotiis ge rendis apprime apta haud in gloria super consitos vineis colles erigitur: Huius ager qua montibus, qua planitie ultra quinquaginta longi­ tudinis passuum millia, et latitudi­ nis triginta excurrit, licet dioecesis minus late pateat, cui Brixiensis a mane, a meridie vero, ab occasu, et septentrione Mediolanen. dioe­ ceses circumstant, quae postrema in Bergomatum ditione non modi­ cas paroetias ohtinet, aliquibus tamen aliis in Cremonensi camita­ tu sub Paterni plebe. atque alia archipresbiterali olim collegiata in ipsis Mediolanensibusfinibus, quae episcopo Bergomen. pieno iure suh­ sunt, praefatam attonsionem redi­ mentibus. Ecclesia haec quae, ut aliqui volunt, sancti Barnabae praedica­ tione primum fundata sancto rum

item antistitum, ac plurimorum martirum concivium, quorum insi­ gnibus reliquiis decoratur, doctri­ na, et sanguine sata praesertim divi Alexandri Thaebei, cui etiam cathe­ dralis inaugurata est, ducentafere capitum millia intra urbis, el dioe­ cesis ambitum complectitur; epi­ scopalis est metropolitico iure Mediolanen. archiepiscopo subiec­ la, comitis praerogativa in castro 263


I

VISITE AD LIMINA

cesio È soggetta per giurisdizione all'arcivescovo metropolita di Milano, insignita della prerogativa di conte di Morengo e Carpineto, con diritto di puro e misto impero. L'episcopio sorge al centro del­ la città, poco distante dalla catte­ drale; dotato di sufficienti ambien­ ti, viene turbato tuttavia dall' aria inclemente del settentrione e da quella canicolare estiva. Tra i molti tempI i sacri, per la cui frequenza viene lodato lo spi­ rito religioso dei Bergomensi, tie­ ne il primo posto ben evidente la cattedrale, per la mole e la struttu­ ra più complessa, l'abbondante e preziosa suppellettile di cui è prov­ vista, col presbiterio ornato splen­ didamente da quarantaquattro cano­ nici distinti in tre classi. col teologo e il penitenziere. Quasi confinante con la catte­ drale è venerato il tempio insigne dedicato alla Santa Vergine Maria, esente da ogni giurisdizione per pri­ vilegio di Nicola V, amministrato dal venerando Consorzio della Misericordia, in cui venti sacerdo­ ti sono mantenuti a spese del sud­ detto consorzio per la recita delle lodi a Dio giorno e notte. Tutta la città con i sobborghi è divisa in tredici parrocchie, com­ prese le due affidate alla cura dei regolari, a molte delle quali, in disa­ gio a causa degli scarsi redditi, ho ritenuto di provvedere con l'unione

Morenghi, et Carpeneti maeri et mixti imperii iure insignita. Episcopium in media civitate erectum sufficientibus quidem aedi­ bus instructum, sed boreali incle­ mentia, atque caniculari aestu vexatum a cathedrali maiori tem­ plo parum distato Inter plurimas sacras aedes, quarum frequentia, et religioso cul­ tu Bergomensium pietas commen­ datur, cathedralis ipsa. mole, atque operosiori structura perinsignis, nec non pretiosa suppellectili abun­ de ditata principem locum tenet, cuius odeum quadraginta quatuor canonici in tres classes distincti cum theologo, et poenitentiario per­ pulchre exornant. Huic quasi conterminum colitur insigne templum Sanctae Mariae Virgini dicatum ab episcopali iuris­ dictione privilegio Nicolai Vexemp­ tum sub gubernio venerandi Consortii Misericordiae, in quo viginti sacerdotes ad nocturnas, diurnasque laudes Deo persolven­ das dicti Consortii expensis sub­ stentantur. Universa civitas una cum subur­ biis in tresdecim parochias subdi­ viditur; compraehensis duabus regularium curae commendatis, quarum pluribus tenuuiori redditu laborantibus per simplicium bene­ ficiorum unionem adformam con-

264


_'--------------­

-_

..........

I

RELAZIONE -

29

OTTOBRE

cilii Tridentini necessarium duxi consulere'. Dioecesis autem tercentis absol­ vitur; qua rum ducentae in titulum conferuntur, reliquae vero merce­ nariae vulgo appellantur, in quibus a populo sacerdos ab episcopo tamen approbandus, ad animarum curam temporarie conducitur; qua­ rum propterea sollicitudo episco­ palem vigilantiam prae caeteris urget, cum saepe nullo, et quasi incerto pastore ducantur. Caenobiis quoque non paucis tam pro viris, quam pro virginibus Deo sacratis Ecclesia haec muni­ ta est. Sunt namque in civitate quinde­ cim. et quatuor supra viginti in dioecesi, quorum maior pars ex sacra divi Francisci Capuccinorum nempe, et Reformatorum familia ducta est. Itidem in civitate octo nume­ rantur sanctimonialium, ex quibus unum Sanctae Marthae nuncupa­ tum reverendis patribus Domini­ canis est subiectum'.

1741

di benefici semplici secondo il con­ cilio Tridentino. La diocesi è composta da tre­ cento parrocchie, di cui duecento sono assegnate in titolo; le altre vengono popolarmente chiamate mercenarie, e in esse il sacerdote, che deve avere l'approvazione del vescovo, è impegnato temporanea­ mente per la cura d'anime; viene richiesta in grado maggiore rispet­ to alle altre la vigilanza e la solle­ citudine del vescovo, in quanto esse sono rette da un sacerdote piu che altro non certo, e spesso anzi ne sono affatto prive. Questa Chiesa è provvista di non pochi monasteri, tanto per uomini quanto per donne, consa­ crati a Dio. In città ne sorgono quindici, ven­ tiquattro in diocesi, la maggior parte dei quali della famiglia francescana dei cappuccini e dei riformati. Ugualmente in città si contano otto monasteri di monache, dei qua­ li uno, detto di S. Marta, è sogget­ to ai padri domenicani.

3. Redetti visitò le parrocchie di città. gli oratori. i monasteri e gli altri istituti tra il 1737 e il 1740, fu a S. Matteo nel 1741. alternando i canonici convisitatori: Giulio Secco Suardo e Martino Beltramello, Giuseppe Albano e Angelo Rusca, Taddeo Rota e Mario Albano. Gerolamo Besio; ACVB. Visita Redetti. 93 (1737-38-39-40-41), Redetti Antonii visitatio cathedralis parochialium civitatis et suburbis Curnasci, seminarii S. Mathei et monasteriorum civitatis, tI.32r-432r e in particolare f. 72r, 296r. 4.

Il vescovo estese la visita ai monasteri di S. Grata in columnellis. S. Maria di Rosate, S. Maria Matris Domini. S. Croce delle cappuccine, S. Maria del Paradiso. S. Orsaia, S. Benedetto, SS. Lucia e Agata, S. Chiara; non risulta tra i monasteri visitati quello di S. Marta. I canonici che si alternarono abbinati con Redetti furono Martino Beltramello, Secco Suardo, Giuseppe Albano, Angelo Rusca; ibid., tI.312r-403r.

265


-

._------~

I

VISITE AD LIMINA

Sex pariter ager continet. quo­ rum alterum sub invocatione Sanctae Annae in pago Albini a patribus Carmelitis, aliud vero in oppido Cluzoni de' Paradiso appel­ latum a [ratribus sancti Francisci de' Observantia reguntur. Ad haec accedunt plura alia pie­ tatis conservatoria: alte rum nem­ pe pro mulieribus poenitentibus, pro orphanis alterum, et tertium pro puellis in periculo constitutis, quae a laicis sub episcopali tamen prae­ sidentia propriis statutis guber­ nantur. Fere eadem charitatis subsidia pro masculino sexu non desideran­ tur: scilicet hospitium unum pro mendicantibus, aliud pro vaganti­ bus pueris vulgo S. Martini alen­ dis, et educandis, postremum pro fatuis, ac phraenesi laborantibus custodiendis. Prae caeteris xenodochium maius sub invocatione S. Marci commune infirmorum, incurabi­ lium, et expositorum perfugium excellit, additis duobus piis Monti­ bus Pietatis, altero ad pignora pro occurrentibus in dies civium neces­ sitatibus recipienda, et Abundan­ tiae, seu Annonae alio ad commu­ nibus indigentiis consulendum maiorum pietate [undatis, quorum cura episcopo etiam praeside penes laicos reperitur: Inter haec cotnmunia optime munitae civitatis subsidia plura

Il territorio ne ha sei, dei quali uno sotto il patrocinio di S. Anna, nel paese di Albino, è sotto la giu­ risdizione dei padri carmelitani, l'al­ tro nella cittadella di Clusone, chia­ mato del Paradiso, soggetto ai fra­ ti francescani osservanti. Seguono, dopo questi, molte altre pie istituzioni: una per le don­ ne penitenti, un'altra per gli orfa­ ni, una terza per le ragazze esposte al pericolo, governate coi propri sta­ tuti dai laici sotto la presidenza epi­ scopale. Non mancano soccorsi di carità quasi uguali per il sesso maschile: cioè un ospizio per i mendicanti, un altro per i ragazzi abbandonati, da allevare e istruire, popolarmen­ te detto di S. Martino, e l'altro per custodire i fatui e i colpiti da pazzia. Fra tutti questi si distingue l'o­ spedale maggiore, sotto l'invoca­ zione di S. Marco, ricovero comu­ ne per infermi, incurabili ed esposti. Si aggiungono due Pii Monti: uno della Pietà, l'altro per riceve­ re pegni nel caso di necessità tem­ poranee dei cittadini, e un terzo dell' Abbondanza o Annona, tutti fondati dalla pietà degli antenati per sovvenire alle comuni necessità. La loro amministrazione è gestita pure dai laici, sotto la presidenza del vescovo. Tra questi ottimi soccorsi comu­ nitari della città ottimamente difesa, si devono enumerare anche molti

266


I

RELAZIONE -

29 OTTOBRE 1741

consorzi, quello cioè della Miseri­ etiam consortia recensenda sunt, nempe Misericordiae copiosis red­ cordia, dotato di cospicui redditi, ditibus ditatae, qui tam in splendi­ che vengono erogati sia per abbel­ lire lo splendido tempio, sia per do eiusdem templi ornatu, tum in sacerdotibus supradictis alendis, mantenere i sopraddetti sacerdoti, sia per soccorrere cittadini che ver­ tum in civium ad inopiam vergen­ sano nell'indigenza e i poveri. tium, et pauperum subsidium ero­ Un altro istituto della Pietà è sta­ gantur; aliud venerandae Pietatis to fondato per lo splendido culto pro splendido eiusdem capellae, della Cappella, arricchita dalla resi­ perpetua trium sacerdotum resi­ denza perpetua di tre sacerdoti e per dentia ornatae cultu, et puellis dotare le giovani, un altro dei car­ dotandis'; aliud Carceratorum ad cerati per provvedere di cibo i pove­ pauperes in ibi reclusos alendos; aliaque plura in omnibus fere civi­ ri che vi sono rinchiusi. Altre simili istituzioni sono fon­ tatis viciniis erecta: Tandem adest seminarium cle­ date quasi in tutte le vicinie della città. ricorum cum ecclesia eidem Vi è inoltre il seminario dei chie­ annexa, certe propter operosiorem rici, con la chiesa annessa, che non eiusdem structuram, quam in am­ si deve lasciare certo all'ultimo plioremformam redigendam impen­ se curavi, loco haud postremo com­ posto nella descrizione, imponen­ te per la sua più massiccia struttura, memorandum ad praescriptum Tridentini erectum, satisque dota­ che ho provveduto ad ampliare a caro prezzo. Fondato a norma del tum, in quo centum prope alumni,

5. La residenza perpetua per tre sacerdoti incaricati di svolgere. come i loro confratelli in S. Maria Maggiore e in duomo. gli uffici di culto nella celebre cappella fatta costrui­ re dal capitano B. Colleoni, sembrerebbe corrispondere a una delle tre collegiate cita­ te nelle relazioni dei vescovi. come in quella di G.B. Milani del 1594. anche se nel sinodo Grimani 1648 viene indicata espressamente la collegiata di S. Matteo. La cap­ pella Colleoni, dedicata a S. Giovanni Battista. venne progettata dall'architetto pave­ se G. A. Amadeo e costruita tra il 1472-1476 sull'area dove sorgeva la vecchia sacre­ stia di S. Maria Maggiore. Fu affrescata dal Tiepolo nel 1733 e decorata da Muzio Camuzio nel 1774. AI centro della parete di fronte ali' ingresso è collocata la monu­ mentale tomba di B. Colleoni, opera dell' Amadeo; nel 1842 fu trasferita dal santuario della Basella la tomba della figlia Medea; cf. ACVB,fondo Sinodi diocesani.faldone 2, 1648 Grimana Il, f. 7v; E. CAMOZZI, Le visite...• I. p. 146-147; Bergamo guida turi­ stica a cura di S. DEL BELLO. Ferrari 1991. p. 88-92.

6. Consorzio de carcerati. Regola. Bergamo 1738; E. BRESSAN, Assistenza e situazio­ ne sociale a Bergamo dalla Repubblica veneta alla Restaurazione, in Chiesa e società a Bergamo nell'Ottocento. Studi e memorie del Seminario di Bergamo. 3. Milano 1998. p. 105-118.

267


VISITE AD LIMINA

concilio Tridentino e provvisto a sufficienza, vi sono ospitati quasi cento alunni, parte gratuitamente, parte a spese proprie per un totale di 44 scudi di moneta del paese, oltre a molti allievi che vengono alle lezioni mattutine e pomeridiane. Qui con la letteratura umana, sono insegnate, seguendo un meto­ do più sano da me prescritto, la filo­ sofia e la teologia secondo il senso unanime della sacra scrittura e dei santi padri. Questo, eminentissimi padri, è l'aspetto esterno della Chiesa di Bergamo affidatami, nel governo e nell'amministrazione della quale mi impegno d'applicare tutte le mie forze a voce e per scritto, nel­ la misura consentita alla mia debo­ lezza, fino al punto di dovervi tra­ scorrere la mia personale residen­ za, ma la cui visita pastorale, ini­ ziata alla mia chiesa cattedrale come a capo di tutta la città e dio­ cesi, col decreto di proroga della sua conclusione, da me allora emanato, nel prossimo anno non tralascerò certamente per grazia di Dio.

partim gratis, partim propriis expensis in summa scutorum qua­ draginta quatuor moneta regionis taxatis aluntur, praeter quamplu­ res scholares ad matutinas, vesper­ tinasque lectiones ibidem conve­ nientes'. Hic cum humanioribus litteris philosophica, theologica facultates ad Sacrae Scripturae, unanimem­ que sanctorum patrum sensum saniori a me praescripta methodo traduntur. Ea est, patres eminenentissimi, Bergomensis mihi commissae Ecclesiae externa facies, cuius curae, et administrationi totis viri­ bus voce, et scripto quantum imbe­ cillitas mea patitur incumbere sata­ go, eatenus in ea ad sacri concilii Tridentini praescriptum, persona­ lem residentiam trahendo, in cuius pastorali visitatione in cathedrali mea ecclesia uti totius civitatis, et dioecesis, caput incepta cum decre­ to prorogationis de illius absolu­ tione tunc a me condito, quam cer­ te, Deo auxiliante, in proximo futu­

7. La commissione amministrativa del seminario, o veneranda congrega, aveva deliberato il 30 aprile 1731 e il 4 febbraio 1732 la costruzione di una infermeria nei locali della casa Mozzi e di due camini per il riscaldamento degli alunni d'inverno. Come si vedrà anche più oltre, Redetti curò in particolare, al pari dei suoi antecessori, che i candida­ ti agli Ordini sacri fossero preparati e consapevoli delle responsabilità che assumeva­ no. Nelle lettere egli trattò questi temi, come nella "Universis etc. notumfacimus..." 5 luglio 1738; ACVB. Lettere pastorali Libro n °6; sulla visita effettuata dal vescovo al seminario il22 gennaio 1741, col verbale, i decreti, la relazione del rettore Marcello Cavaleri, cf. R. AMADEI, Le vicende... , p.86-90.

268


----'------------­ I

RELAZIONE -

29 07TOBRE 1741

Ho visitato tutti i luoghi benché impervi e ogni chiesa, anche posta su gioghi montagnosi inaccessibi­ li, amministrando ovunque i sacra­ menti della Confermazione e dell' Eucarestia, con ammonimenti salu­ tari al clero per l'azione pastorale, esortandolo ad adempire coscien­ ziosamente i suoi uffici e osservare la disciplina ecclesiastica, cate­ chizzando i fanciulli e gli ignoran­ ti, con discorsi pastorali a tutto il popolo, una, due e tre volte secon­ do le esigenze di luoghi e di perso­ ne, in ogni parrocchia istruendo nel­ la via della giustizia e della verità; così quest' anno ho agito con la gra­ zia di Dio Ottimo Massimo, che dall' alto irrigava la messe, anche

ro anno non praetermittam", loca omnia, licet impervia, ecclesiasque quascumque etiam super inacessa montium iuga sitas lustravi, quam undequaque sanctissima Chrisma­ tis, et Eucharistiae sacramenta, nec non salutis monita ministrando cle­ rum in personali examine ad rite munera sua obeunda, ecclesiasti­ camque disciplinam servandam adhortando, pueros, et rudes cate­ chizando, universumque populum pastorali eloquio bis, et ter etiam saepe iuxta locorum et personarum exigentiam in qualibet parochia habito' in viam iustitiae et verita­ tis instruendo hoc anno Deo Optimo Maximo desuper messem irrigante tandem complevi'", legi-

8. Redetti aveva indetto la visita alla cattedrale il IO gennaio 1737, effettuata solo il 3 agosto 1745. come si vedrà anche da una successiva relazione; ACVB, Visita Redetti, 93 (1737-38-39-40-41), ff.3r-34r. 9. Anche Redetti, in preparazione alla visita pastorale. inviò i missionari per predicare ai fedeli, tra cui i cappuccini Francesco Maria da Cerete Sopra. Teodoro da Bergamo. Antonio Mariano da Bergamo. L'incontro del vescovo con i parrocchiani e lo svolgi­ mento della visita avvenne secondo i criteri tradizionali. Il vescovo non mancò di tene­ re il sermone ai fedeli. Basti ricordare che ad Alzano predicò sulla cresima, a Cornale "efficacem sermonem habuit ad populum". La visita alle cose materiali, alle confraternite, al clero. ai monasteri femminili, con le costatazioni fatte sull'ordine trovato e le infor­ mazioni avute su abusi, determinarono di conseguenza o l'approvazione di Redetti o i decreti di correzione; ibid., 92 (1733-1736), f. 13v, 27r; 94 (1737-1738), Redetti Antonii visitatio vicariarum Zonii, Costae de Serina, Cameratae, Plateae, Caronae, Comalbae, Mornici, Paderni et Mapelli nec paroeciae de Endena, f.370r; 95 (1739-1740), Redetti Antonii visitatio vicariarum Soriselis, Pontis S. Petri, Terni. Chignoli, Lallli, Sedrinae, Seriati, Urgnani, nec non parochirum S. Colombani, S. Stephani, S. Leonis de Cenate. monasterium de Tertio, f.212r. 357r. 465r. IO. Iniziata la visita pastorale dalla vicaria di Alzano, (cf. relazione 1736 nota n. 7), Redetti la continuò in quell'anno e nel successivo nelle parrocchie della val Seriana, val del Riso, nelle vicarie di Sovere e di Solto. visitò i monasteri urbani tra il 1737 e il 1739, quasi tutte le parrocchie di città nel 1740. Passò tra il 1737 e il 1738 in Val Brembana, nel­ le vicarie di Mornico e Paderno, a Bagnatica; visitò Fara D'Adda, Tagliuno, l'Isola, Seriate, la val Cavallina e la val Caleppio, le vicarie di Sedrina e di Mozzo, Ponte S.

269


VISITE

AD LIMINA

bus etiam abusibus eliminandis, et disciplinae promovendae opportu­ nis in proxime habendo sinodico conventu perfecta prius dictae cathedralis visitatione evulgandis, praecipuum hoc opus pastorale expleturus. Ceteris omnibus ad episcopa­ lem sollicitudinem pertinentibus non omissis, praeter circulares epi­ scopales ad parochos, clerum, omnemque populum saepe in anno transmissas", ministerio Verbi Dei verum in cathedrali, verum etiam alibi, ut pontificalium functionum vel sacramentorum administran­ dorum ratio postulat insudandum curo. Sicuti pariter temporibus ab Ecclesia statutis sacras ordinatio­ nes explere non negligo, ita num­ quam satis invigilasse puto, ne manus imponantur; nisi iis, quos per diligentem trutinam probatos vitae anteactae, et morum hone­ state, nec non litterarum scientia ecclesiae meae perutilesfore nove-

ricorrendo a leggi opportune per gli abusi da dover eliminare o per la disciplina da promuovere, che si dovranno promulgare nel prossimo sinodo, da convocare dopo la con­ clusione della visita alla cattedra­ le, al fine di adempire a questo importante impegno di pastore. Non sono state omesse tutte le altre attività proprie della solleci­ tudine vescovile, oltre le lettere cir­ colari pastorali ai parroci, al clero e a tutto il popolo, spesse volte invia­ te durante l'anno; mi dedico al fati­ coso ministero della Parola di Dio sia in cattedrale sia altrove, come l'esige la prassi delle funzioni pon­ tificali o dei sacramenti da ammi­ nistrare. Come allo stesso modo nei tem­ pi stabiliti dalla Chiesa non trascu­ ro di amministrare le sacre ordina­ zioni, così ritengo di non aver mai abbastanza vigilato perché siano imposte le mani se non a coloro che, offrendo garanzie circa la vita anteriore seriamente valutata e per

Pietro, Urgnano, Ghisalba, Predore, tra il 1739 e il 1740; nel 1741 S. Matteo in città. Cenate. il monastero dei SS. Pietro e Michele a Terzo, quello della Visitazione in Alzano nel 1743. Nelle visite si alternarono i canonici convisitatori Giulio de Alexandris, Giuseppe Maria Rovetta, Simone de Donatis, Gerolamo Zuccarino de Locatellis, Taddeo Rota, Phebo Caleppio, Mario Albano, Giacomo Rivola. Marco Celio Passi. Giacomo Colieoni; ibid.. 92 (1733-1736), ff. 1r-389r; 93 (1737-38-39-40-41). ff. lr-432v: 94 (1737-38), ff. Ir-389r; 95 (1739-1740), ff. Ir-483v. II. Oltre le precedenti già citate, Redetti aveva inviato le lettere pastorali "Se alle voci di penitenza..." 17 gennaio 1739 circa il rispetto delle norme dei concili. "Ricorrendo la santa quaresima..." 26 dicembre 1739 sulla pratica quaresimale e sull'obbligo della licenza scritta rilasciata dalla curia per i predicatori; ACVB, Lettere pastorali Libro n06.

270


----'------------­ I

RELAZiONE -

29

OTTOBRE 1741

rim, ac necessarios, servans hoc modo sacri conci/ii Tridentini prae­

l'integrità di condotta e per la pre­ parazione culturale, stimo saranno utilissimi e necessari alla mia Chie­ sa, osservando così i decreti del concilio Tridentino. Non mi dilungo nello scrivere sulla mia curia, dove sono alla per­ fezione osservati i decreti dei con­ cili Provinciali, quelli dei miei pre­ decessori e la tassa Innocenziana; per quanto è possibile tutto procede, con la grazia divina, a norma di diritto e delle sanzioni canoniche, conforme allo stato della regione ecclesiastica. Procedendo dal capo alle mem­ bra, riferisco alle eminenze vostre, per quanto riguarda i canonici del­ la chiesa cattedrale che, provvisti dei propri statuti, eccettuati alcuni i quali si rendono liberi grazie al con­ tributo notevole dei coadiutori, la maggior parte di essi attendono alla residenza notturna e diurna con la messa comunitaria cantata. Tale residenza, specialmente nel tempo autunnale, rimane alquanto ridotta con danno al culto divino e al dovu­ to servizio della chiesa. Ho prov­ veduto spesse volte a richiamare l'obbligo della residenza, per la par­ tecipazione di un numero superiore, in base anche al rescritto di questa

scripta". In curiae meae ratione expo­ nenda non immoror; in qua Provin­ cialium conciliorum. ac praede­ cessorum nec non Innocentiana taxa, adamussim statuta servantur, et omnia divina favente gratia ad formam iuris, et canonicarum sane­ tionum pro conditione regionis quantum fieri potest rite procedunt. A capite ad membra progre­ diens, eminentiis vestris refero cathedralis ecclesiae canonicos propriis statutis utentes, pluribus aliquibus exceptis, propter copio­ sam coadiutorum opem otio vacan­ tibus nocturnae, diurnaeque resi­ dentiae una cum missae conven­ tualis decantatione incumbe re, quam autumnali praesertim tem­ pore cum divini cultus, et debiti ecclesiae servitii iactura, satis dimi­ nutam, etiam ex istius sacrae con­ gregationis rescripto ad frequen­ tiorem numerum revocandam mul­ toties curavi: revera de praesenti

12. Con lettera "Corre già l'anno settimo..." 17 gennaio 1738, Redetti aveva criticato il ricor­ so dei chierici alle raccomandazioni per accedere agli ordini, e dava altre disposizioni con lettera "E cosa tanto importante che non si ammettano ..." (senza data), "Lo zelo di mons. Ecc.mo Rev. mo Vescovo sempre intento a promuovere..." 21 agosto 1738; ibid.

271


I

VISITE AD LIMINA

sacra congregazione. Per la verità viene osservato un certo numero e ordine introdotto dai capitolari, ma rimane il dubbio sulla soddisfacen­ te attuazione dell' obbligo della resi­ denza. Si devono lodare quasi tutti i parroci per la scienza, la pietà, l'ob­ bedienza e lo zelo delle anime, la residenza quasi ininterrotta in par­ rocchia, a norma dei decreti di que­ sta congregazione. Celebrano la messa per il popolo; e ho raccoman­ dato a quanti godono di scarse pre­ bende, specialmente i mercenari, di celebrare nei giorni festivi la messa per il popolo per quanto è possibile, al punto che di giorno in giorno cre­ sce l'esemplare esecuzione dei de­ creti. Mi compiaccio di avere sacer­ doti tanto occupati nella predica­ zione della dottrina cristiana e negli altri uffici parrocchiali, e che la vigna Bergomense, a maggior glo­ ria di Dio, anche nei monti pio ste­ rili, con l'impegno degli operai fio­ risce col soave odore delle virtù e della religione cristiana. L'altra parte del clero secolare ha uno stile di vita confacente nel­ l'abito, nel tratto, nel comporta­ mento, ispirato in linea generale alle norme ecclesiastiche, e questo sia nelle conferenze dei casi di morale sia nei ritiri spirituali, tenuti ogni mese per il clero urbano in città sot­ to la mia presidenza, e per quello

quidam ordo, et numerus a capitu­ laribus iruroductus servatur, qui tamen an debitae residentiae aliter satisfaciat in dubium revocatur. Parochos autem doctrina, pie­ tate, obedientia, ac animarum zelo fere omnes laudandos apud eccle­ sias suas continuo residentes ad formam decreto rum istius sacrae congregationis. Missam pro popu­ lo celebrant, et tenuuioribus prae­ bendis provisos praecipue merce­ narios pro viribus missam similiter pro populo diebus festis celebrare excitavi. ita ut specimen exequu­ tionis decretorum in dies augeatur. Praedicationi doctrinae chri­ stianae, caeterisque parochialibus muneribus ita deditos mihi gratu­ lor habere, ut ad maiorem Dei glo­ riam Bergomensis vinea etiam in sterilioribus montibus operariorum industria in suavem virtutum, et christianae religionis odorem flo­ rescat. Reliqui item de saeculari clero habitu, gestu, et incessu ad eccle­ siasticas regulas fere universim bene compositi tum in moralium casuum conferentiis, tum in spiri­ tualibus collationibus, quae pro urbanis in episcopio, me praesi­ dente, pro forensibus vero in sin­ gulis plebibus coram vicario fora-

272


__-------1_'--­

_ I

RELAZIONE -

29

OTTOBRE

neo quolibet mense habentur, bene­ dicente Domino, non parum profi­ ciunt''. Omnibus confessariis praeser­ tim sacrae scripturae, et sanctorum patrum, et ecclesiasticarum sane­ tionum studium summopere com­ mendo, ex quo fit, ut multi iam ex meis non desiderentur; qui missio­ nibus, concionibus, ac exercitiis spi­ ritualibus, quae tam pro ipso cle­ ro, quam pro nobilibus, mercatori­ bus ac pro artificibus, et [amulis quoque, saepe in anno traduntur manus apponere apti sint, atque parati. Quae de saeculari clero dieta sunt etiam ad regularem respecti­ ve conveniunt. Hi quoque Divini Verbi, et sacramentorum frequenti, ac devo­ to ministerio, nec non spectatae vitae exemplo ad animarum salu­ tem non parum conferunt. Hinc cum de ipso nihil speciali nota dignum eminentissimo eccle­ siae isti senatui referendum occur­ rat ad sanctimoniales transeo. Harum itaque monasteria civi­ tatis, et dioecesis etiam regulari­ bus subiecta, in quibus ad prae-

1741

diocesano nelle pievi col vicario foraneo, che con la benedizione di Dio recano non poco vantaggio. A tutti i confessori raccomando in modo particolare lo studio della sacra scrittura, dei santi padri e del­ le leggi ecclesiastiche, col risulta­ to che molti dei miei non mancano di essere preparati e pronti, per tenere spesse volte durante l'anno missioni, discorsi, esercizi spiri­ tuali, sia al clero stesso, sia ai nobi­ li, mercanti, artigiani, e anche ai domestici. Quanto ho detto circa il clero secolare, vale nella stessa misura anche per quello regolare. Anche questi non poco contri­ buiscono con l'esempio della vita virtuosa, il ministero della predica­ zione e dell' amministrazione dei sacramenti esercitato con assiduità e devozione, alla salvezza delle ani­ me. Non avendo notizie di rilievo al riguardo da comunicare a codesto eminentissimo senato della Chiesa, ritengo di passare alle monache. l loro monasteri in città e in dio­ cesi, anche quelli soggetti ai rego­ lari, in cui la clausura è osservata

13. Redetti era intervenuto con sanzioni contro tre sacerdoti extradiocesani, don Gaspare Toriani di Sarzana. don B. Guidotti di Borgo S. Donnino, don Francesco Glisenti, veneto, che non avevano ubbidito alle norme stabilite con circolare "Non essendosi curati ...., 15 settembre 1737, inviata ai prevosti di S. Alessandro in Colonna. Con let­ tera "Dal sentimento dell' apostolo...., IO febbraio 1741 si richiamavano ai sacerdoti le disposizioni stabilite circa le persone di servizio nelle canoniche; ibid.

273


I

VISITE AD LIMINA

scriptum clausura inviolata serva­ tur propriis ordinis constitutioni­ bus utuntur; et annuis proventibus sufficienter dotata sunto Praeter confessarium ordina­ rium ad triennium singulis mona­ steriis deputari solitum, qui pro subiectis regularibus semper ab episcopo approbatur; extraordina­ rius quoque bis in anno cunctis datur. Dotes pro recipiendis ad sino­ dalis taxae mensuram penes per­ sonas idoneas, solvendae postea tempore professionis, deponuntur. Eorum redditus per sindicos fideliter administrantur, quorum rationes in pastorali visitatione recepi: communitatis rigor in ali­ quibus valde relaxatus ad tramites apostolicarum constitutionum redu­ cendum curavi; neque de caetero desistam, nec alium abusum in ipsis deflendum inveni. His tandem tamquam pretio­ siori gregis meae portioni tum voce, tum seripto pastoralibus exortatio­ nibus non sum infrequens, utfidem integram sponso suo Domino Nostro Iesu Christo in pace tenen­ tes, ad aeternas ipsius nuptias in coelestibus regnis pervenire me­ reantur".

secondo la norma, si avvalgono del­ le costituzioni del proprio ordine e sono dotati a sufficenza di redditi annuI. Oltre al confessore ordinario, solito ad essere assegnato per un triennio ai singoli monasteri, che per quelli soggetti ai regolari è sem­ pre approvato dal vescovo, viene concesso due volte l'anno anche lo straordinario. Le doti per le candidate, nella quantità indicata dalla tassa sino­ dale, vengono depositate presso persone competenti, e nel tempo della professione sono poi versate. I loro redditi vengono ammini­ strati fedelmente dai sindaci, e ho ricevuto nella visita pastorale i loro rendiconti. Ho provveduto, a norma delle costituzioni apostoliche, al ristabi­ limento della disciplina molto rilas­ sata in alcune comunità, né vi rinuncerò per il futuro. Nessun altro abuso ho trovato in esse. A questi monasteri, come alla parte più eletta del mio gregge, non sono avaro di esortazioni pastorali sia a parole sia per scritto, perché conservino nella pace la fede inte­ gra alloro sposo, il Nostro Signore Gesù Cristo, e possano meritare di

14. Redetti, con la lettera alle monache, l " gennaio 1737, trattò il tema della sua visita pastorale ai monasteri. Seguirono le lettere del 6 gennaio 1738 sulla pratica perfetta del­ le regole monastiche, IO marzo 1738 alle monache di Rosate, IO gennaio 1739 per ringraziare tutte le monache delle preghiere e per esortarle alla pratica della perfetta vita

274


---------'------------­ I

RELAZIONE -

29

Ne actum agam de seminario clericorum, quodfrequenter visito. Ad iam dieta nihil addo nisi quod iuxta Tridentini formam cum con­ silio duo rum de Capitulo, et duo­ rum parochorum deputatorum regi­ tur; et candidati diebus festis cathe­ drali inserviunt. Praeter ordinarium conscien­ tiarum moderatorem, extraordina­ rio etiam statutis temporibus potiuntur. et licet quotannis tum sacerdotes, tum convictores clerici spiritualibus exercitiis expurgentur, tamen decrevi, ne in posterum ullus recipiatur; nisi prius per diligens examen circa indolem, mores, et aptitudinem ad studia probatusfue­ rit, atque spiritualibus exercitiis ad viam sanctuarii suscipiendam dispositus. Quoad ecclesias et oratoria etiam campestria, in quibus et one­ rum tabella, et missarum liber ser­ vatur, licet quamplures a prisca

orrOBRE

1741

giungere alle nozze eterne nei regni celesti. Non farò menzione del semina­ rio dei chierici che visito spesse vol­ te. A quanto già ho scritto al riguar­ do, non aggiungo altro se non che è governato secondo la costituzione Tridentina, col consiglio di due canonici capitolari e di due parroci a ciò deputati. I candidati servono nei giorni festivi in cattedrale. Oltre il direttore spirituale ordi­ nario, possono avvalersi anche di quello straordinario in tempi stabi­ liti, e benché ogni anno sia i sacer­ doti che gli alunni si purifichino con gli esercizi spirituali, ho tutta­ via decretato che nessuno in futu­ ro venga accettato, se prima di un diligente esame non sia stato appro­ vato nell'indole, nei costumi, e nel­ l'attitudine agli studi, nonché si tro­ vi ben disposto, fatti gli esercizi spi­ rituali, a prendere la via del san­ tuario. Per i templi e gli oratori, anche campestri, in cui si conserva la tabella degli oneri e il libro delle messe, benché ne abbia trovato molti non dotati dalla loro antica

comunitaria e dell'amore allo sposo celeste come nota qualificante di ogni monaca. Con la lettera del 6 gennaio 1740 Redetti invitava le monache a estirpare la concupi­ scenza secondo l'insegnamento di sant' Agostino, a condurre una vita angelica nel­ l'osservanza delle regole e, come scrive san Francesco di Sales nel presentare l'im­ magine biblica della scala di Giacobbe, a salire a Dio con la carità e a scendere con l'u­ miltà; ACVB, Lettere pastorali alle monache Libro n07, 1732 Redetti Antonio vesco­ vo.

275


I

VISITE AD LIMINA

fondazione, tutti però ottengono dalla comune pietà dei fedeli sus­ sidi e aiuti necessari per il culto dovuto, e si trovano provvisti suf­ ficientemente degli arredi sacri per le messe e la celebrazione degli uffici divini. Circa i costumi del popolo, per sua natura pieno di forza vitale, d'ingegno acuto e insieme docile, nulla ritengo di aggiungere, e alla fine mi resta da consultare il pen­ siero delle eminenze vostre circa alcune difficoltà trovate nella visi­ ta pastorale. Primo: nei confini parrocchiali di Comunnuovo sorge l'oratorio pubblico di S. Zenone, di diritto del venerando Consorzio della Mise­ ricordia. Ultimata la visita della suddetta parrocchia, volendo come i miei predecessori recarmi a visitare il santuario, così come senza alcun

earum fundatione indotatas inve­ nerim, tamen omnes communifide­ lium pietatis opes debito cultu, et necessaria lucra obtinent, ac sup­ pellectili pro missis, divinisque offi­ ciis celebrandis satis instructae reperiuntur. Circa populi mores suapte natura vividi, ingenii acumine, et docilitate pariter praediti nihil addendum occurrit, et propterea de quibusdam difficultatibus in pasto­ rali visitatione nactis eminentiarum vestrarum oraculum mihi superest consulendum. Primum: Intra limites paro­ chialis Communis Novi quoddam publicum oratorium reperitur S. Zenonis dictum de iure venerandi consortii Misericordiae". Cum autem absoluta visitatione dictae parochialis exemplum omnium praecessorum episcopo­ rum sequens vellem accedere ad

15. L'oratorio di S. Zeno (o Zenone) a Communuovo acquistò notorietà per un miracolo avvenuto l' 11 aprile 1617. 11 curato di quella parrocchia. prete Giovanni Antonio Canestri, nella lettera da lui scritta il giorno stesso del prodigio ai rettori del Consorzio della Misericordia di Bergamo, proprietaria dell' oratorio pubblico, narra che "Caterina figliola de Marenzo di Ferari di Cornmunuovo", di sei anni, muta, nella domenica in Albis fu portata dalla nonna molto devota di san Zeno "avanti la effigie di detto santo in oratione fori la detta chiesa; miracolosamente la detta figliola che sina qual hora non haveva articolata la voce a parola alcuna, speditamente et chiaramente incominciò a prononciare il nome del padre et della madre di mandando anco del pane et profe­ rendo altre simili parole; per il che, ripiena di allegrezza la vecchia ava prese la figlio­ la in braccio et ringraziando Iddio et il santo de tanta gratia se ne ritornano a casa a depor­ tarne così cara nova a parenti et al populo". Prete Canestri le incontrò per strada tutte felici e da loro fu messo al corrente della grazia ricevuta. Egli, narrato il fatto in chie­ sa, indisse per il giorno successivo una processione dei parrocchiani all'oratorio. dove. cantata una messa di ringraziamento. si stabilì di celebrare ogni anno la festa di san Zeno; BCAM, Archivio MIA, 2302, Comunuovo, oratorio di S. Zeno; ACVB, Visita Ruzini. 77 (1703), f. 85, Relazione di prete Alberto Cancellieri curato mercenario di Comunuovo.

276


-~------"-'-------------I

RELAZIONE -

29

OTTOBRE

dictum oratorium visitandum, sicu­ ti absque ulla contradictione visi­ tavi etiam aliud oratorium situm in parochia de Locate iuris dicti vene­ randi con.sortii", praesides sese opposuere praetextu privilegii Nicolai V, eidem consortio conces­ si tenoris sequentis, videlicet = et insuper hac praesenti constitutione sancimus, et ordinamus, quod sicut collegium ipsum retroactis tempo­ ribus rectum, et gubernatum fuit, ita etiam perpetuis futuris tempori­ bus regatur, et gubernetur; distric­ tius inhibendo Sedis Apostolicae legatis, venerabilibus fratribus nostris archiepiscopo Mediolanen., et episcopo Bergomen. nunc et pro tempore existentibus, ne de ipso consortio, aut ecclesiis, capellis, hospitalibus, et bonis mobili bus, et immobilibus praesentibus, et futu­

ris quavis occasione, vel causa se

intromittere, aut illa directe vel indi­

recte, seu alioquovis quaesito colo­

1741

contrasto avevo visitato un altro

oratorio nella parrocchia di Locate,

di diritto del venerabile consorzio,

i presidenti si opposero col prete­

sto del privilegio di Nicola V, con­

cesso al consorzio medesimo e di

questo tenore: e perciò con la pre­

sente costituzione stabiliamo e ordi­

niamo che, come il consorzio stes­

so nei tempi anteriori fu retto e

governato, così anche nei tempi

futuri sia retto e governato, proi­

bendo nel modo più assoluto ai

legati della Sede Apostolica, ai

nostri venerati fratelli l'arcivescovo

di Milano e il vescovo di Bergamo

attuali e futuri, di molestare o tur­

bare sotto la scusa di qualsiasi pre­

testo, di intromettersi in qualsiasi

occasione direttamente o indiretta­

mente nel consorzio stesso, nelle

16. Dal legato Cazzulani sembra che l'oratorio dedicato alla S.ma Trinità. (in via Veneto), esistesse agli inizi del sec. xv. Probabilmente fu restaurato nel 1533. La facciata è a filo di strada, col tetto a due spioventi, il portale ad arco a tutto sesto in pietra arenaria e due finestre ai lati con contorno di vivo. Tra la porta e la finestrella circolare sopra­ stante si legge "Sacellum iuris l'eli. Consortii Pia e Maioris Bergomi ". La navata, sud­ divisa da un arco a sesto acuto, ha due campate con tetto in legno. Il presbiterio soprae­ levato di un gradino sul piano della chiesa ha la volta in muratura a botte. Per il lega­ to suddetto erano celebrate due messe ogni anno. Redetti nella visita pastorale trovò l'o­ ratorio ordinato, raccomandò di dipingere sul paliotto dell'altare la croce. Vi si cele­ brava una messa al sabato e altre due ogni mese per i legati Angelica ed Elisabetta Maldura, soddisfatto l'uno dai sindaci della chiesa fondato su beni in livello, l'altro dall' ill.mo Maldura di Padova. Dopo la metà del sec. XIX l'oratorio passò in pro­ prietà alla famiglia Moroni, restando libero l'accesso al pubblico; ACVB, Visita Ruzini, 74 (1701), f. 60,63; Visita Radini T., 144 (1906), 21 febbraio 1906 risposte al que­ stionario, Relazione del parroco don Giuseppe Foglieni; L. MAESTRONI, Cronaca Locatese (pro manuscripto), 1969, p. 30-32.

277


I

VISITE AD LIMINA

re quomodolibet vexare, molesta­ re, vel alias quoquo modo pertur­ bare praesumant, ac decernentes ex tunc etcet. = Quare non obstante pacifica possessione, in qua episcopi repe­ riuntur dictum oratorium visitandi in laudati apostolici privilegii reve­ rentiam abstinui, donec eminentiae vestrae quid agendum sit mihi com­ mitte re dignabuntur:

sua chiese o cappelle, ospedali, beni mobili e immobili posseduti attual­ mente o in futuro e decretando ecc. Per la qual cosa, nonostante i I possesso pacifico del diritto godu­ to dai vescovi di visitare il detto oratorio, per riverenza al sullodato privilegio apostolico mi sono aste­ nuto, nell'attesa di quanto le emi­ nenze vostre si degneranno indi­ carmi sul da farsi.

Secundum: In hac mea dioecesi duae parochiales ecclesiae. de' Scano, et Ossanesga reperiuntur unitae, utraque propriis confiniis, et respectivo populo circumscrip­ ta, quibus parum dissitis unus, et idem rector praeficitur; qui in utra­ que alternative missas celebrat, parochialesque functiones explet". Utrobique sanctissima Eucha­

Secondo: in questa mia diocesi due chiese parrocchiali, Scano e Ossanesga, risultano unite, ognuna nei propri confini, con la rispettiva popolazione, e ad esse, poco distan­ ti, sovrintende il medesimo rettore, che celebra alternativamente le messe nell' una e neli' altra chiesa, e svolge le funzioni parrocchiali. In

17. Le parrocchie di Scano e Ossanesga vennero separate con decreto vescovile firmato da Redetti e dal cancelliere Giacomo Salvioni il 24 gennaio 1753, dopo la morte del pri­ micerio don Pietro Paolo Bugada (6 marzo 1751) e previo il consenso della repubbli­ ca veneta. Parroco di Ossanesga, 230 abitanti. il 20 luglio 1753 fu eletto don Alessandro Vimercati; alla chiesa primiceriale di Scano, 220 abitanti. fu nominato don Giovan­ Battista Moscheni, il 18 luglio 1753. Il provvedimento ebbe l'approvazione della con­ gregazione del Concilio. Il primicerio di Scano ottenne il chiericato dei SS. Gervasio e Protasio detto de Caffi, eretto nella chiesa di Bariano, allora posseduto dal canonico Simone Donati, da godere tuttavia solo alla morte del suddetto. Il parroco di Ossanesga ottenne il chiericato di S. Lorenzo, eretto nella chiesa di Bonate Sopra. posseduto dal canonico Giuseppe Albani. da godere dopo la morte del suddetto. l due canonici bene­ ficiati avevano l'obbligo di devolvere ai due neointestati scudi 50 all'anno di L. 7 di moneta bergamasca. La preminenza del pievano di Scano fu contestata dai parroci viciniori di Breno, Paladina, Ossanesga. Dopo una prima sentenza del cardinale Priuli, 30 ottobre 1724, Redetti valutò la situazione confermando il giudizio del suo anteces­ sore il 3 gennaio 1755; ACVB, [ascicali parrocchiali, Ossanesga. nomine parroci; Scano, nomine parroci; Primicerio di Scano ibid.. Stato del clero e delle anime, anno 1763; ibid.. Visita Do/fin, 1781 (107), f. 87; La Sirena cantante... 1756; L. PAGNO­ NI. Le Chiese parrocchiali.... IL p. 629-630, 817 -818.

278


I

RELAZIONE -

29

OTTOBRE

1741

ristia cum sacris Oleis, et sacro Baptismatis fonte servatur; cuius quolibet anno die sabbathi sancti recurrente solemnis benedictio una cum respectivo cereo ab eodem parocho perficitur; et similiter omnes hebdomadae maioris fune­ tiones a parocho ipso duplicantut: Hoc visum est mihi a iure, a riti­ bus Ecclesiae, et a communi disci­ plina abhorrere; sed cum dictis parochialibus ecclesiis unitis pro­ prius respectivus parochus praefici non possit, nam vix unus ex utrius­ que redditibus debiliter sustentari potest, ideo attenta praecipue popu­ lorum acerrima discordia ab omni novitate abstinendum cautius duxi, et eminentiarum vestrarum reve­ rendissimarum oraculum devote expectandum.

ambedue viene conservato il sacra­ mento dell 'Eucarestia, i sacri Olii, e il fonte battesimale, con la bene­ dizione solenne ogni sabato santo anche del rispettivo cero, celebra­ ta dal parroco, e allo stesso modo con la duplicazione dei riti nella settimana santa. Questo mi è sembrato un'aber­ razione del diritto, dei riti della Chiesa e della comune disciplina. Ma poiché non può essere destina­ to un singolo parroco per ogni par­ rocchia, infatti a malapena uno solo si può mantenere coi redditi di entrambe, attesa l'inimicizia pro­ fonda tra le due popolazioni, ho ritenuto opportuno astenermi da ogni iniziativa al riguardo, nella rispettosa attesa di una risposta del­ le vostre eminenze reverendissime.

His qua brevitate licuit, et qua decuit reverentia supremo univer­ salis Ecclesiae senatui pro villica­ tionis meae reddenda ratione expo­ sitis ad aras apostolicas redeo, et repetitis votis, et precibus Deo Optimo Maximo obsecro, atque obtestot; ut sanctissimum dominum nostrum, dominum Benedictum XlV, vosque patres eminentissimos Petri et Pauli, aliorumque Apostolorum meritis diutissime ad universalis Ecclesiae perenne decus, [idei, et religionis incrementum, nec non ad fidelium omnium utilitatem, et gau­ dium incolumes servare dignetut:

Ritorno alle basiliche apostoli­ che, dopo aver esposto lo stato, per quanto breve, della mia ammini­ strazione, con la reverenza dovuta al supremo senato della Chiesa uni­ versale, con i rinnovati auspici e preci al Dio Ottimo Massimo, chie­ do e supplico, per i meriti di Pietro e Paolo e degli altri apostoli, che si degni di conservare il santissimo signore nostro, signore Benedetto XIV e voi padri eminentissimi, perenne decoro della Chiesa uni­ versale, a incremento della fede e per il bene di tutti i fedeli.

279


I

VISITE AD LIMINA

Bergomi hac die 29 octobris 1741

Bergamo 29 ottobre 1741 Delle Eminenze Vostre reverendissi me umilissimo obbligatissimo e ossequentissimo servo Antonio vescovo di Bergamo

Eminentiarum vestrarum reverendissimarum humillimus adictissimus et obsequentissimus servus Antonius episcopus Bergomen. Alla Santità di nostro signore Papa Benedetto XIV per il Vescovo di Bergamo

Il giorno 7 dicembre 1741 è sta­ ta consegnata la dichiarazione del­ la visita per il 52° triennio.

Die 7 decembris 1741 data fui! attestatio visitationis pro 52 triennio. 171

DOMANDA DI AMMETTERE COME PROCURATORE PER

LA VISITA AD LIMINA L'ABATE GASPARE RUGGIA

Beatissimo Padre Il Vescovo di Bergamo non potendo per gravissimi impedimenti allon­ tanarsi dalla sua Chiesa, supplica umilmente la Santità Vostra a volersi degnare di ammettere per suo procuratore l' abbate Gaspare Ruggia per adempire la visita medesima, di presentare insieme alla sacra congrega­ zione del Concilio la relazione dello stato della Chiesa. Che etcet. Ex audientia sanctissimi die 22 novembris 1741 sanctissimus annuito

172

PROCURA DEL VESCOVO ANTONIO REDETTI ALL' ABATE

GASPARE RUGGIA

Antonius Redetti Dei et Apostolicae Sedis gratia episcopus Bergomen., comes etcet. 280


--------'------------­ I

RELAZIONE -

29

OTTOBRE

1741

Non valentes nos ob gravissima impedimenta quae in hisce contrariis temporibus Ecclesiam nostram deserere non permittunt, personaliter acce­ dere ad urbem ad visitanda sacrosancta Apostolorum Limina iuxta prae­ scriptum a constitutione sanctissimae memoriae Sixti V, deputamus in nostrum specialem procuratorem dominum abbatem Gasparem Ruggia, ut eadem sacra Limina pro nobis et nostra ecclesia visitare valeat, tri­ buentes eidem nostro procuratori omnes et necessarias facultates ad huius­ modi visiiationem obeundam. In quorum etcet. Datum Bergomi ex episcopali palatio die 29 octobris 1741 Antonius episcopus Bergomen. Alexander Maria Valle canonicus sigillum iuris utriusque doctor cancellarius episcopalis

173

DICHIARAZIONI DELLE VISITE ALLE BASILICHE

DEI SANTI APOSTOLI PIETRO E PAOLO

Die 4 mensis decembris anno 1741. Pro illustrissimo et reverendissimo domino, domino Antonio Redetti episcopo Bergomensi, admodum reverendus dominus Gaspar Ruggia eius­ dem procurator; personaliter visitavit Limina Apostolorum in sacratissima patriarchali basilica S.Pauli, via Ostiensi: de quo ego infrascriptus mona­ chus Ordinis Sancti Benedicti congregationis Cassinensis fidem [acio. D.Gregorius Albani vicarius Bernardinus Bottinius referendarius Utriusque Signaturae. altarista sacrosanctae Vaticanae basilicae. Illustrissimum et reverendissimum Antonium Redetti episcopum Bergomen., sacrosanctae principis Apostolorum basilicae Limina, per illustrissimum ac reverendissimum dominum abbatem Gasparem Ruggia eius procuratorem, visitasse testamur. Die 5 mensis decembris anno 1741. B. Bottinius canonicus altarista 281


I

VISITE

AD LIMINA

174 LETTERA DELLA CONGREGAZIONE DEL CONCILIO

AL VESCOVO A. REDETTI

ACVB, Atti relativi alle visite ad Limina

Reverendissime domine utifrater

Abbas Gaspar Ruggia proeurator ab amplitudine tua ad sacra Limina pro labenti quinquagesimo secundo triennio visitanda constitutus. et a sanctissimo domino nostro benigne admissus demandato sibi munere per­ functus est. Sacrosanctas enim beatorum Petri et Pauli Apostolorum basilicas pie ae devote veneratus, hodierni status istius Bergomen. Ecclesiae relatio­ nem scripto exhibuit in sacra congregatione Concilii, in qua cI/m primum poterit proponetur; et si quae aderunt postulata responsum requirentia ah eximia eminentissimorum patrum sapientia prodibit in tempore, et per lite­ ras amplitudini tua e patefiet. Interim l'ero de obito visitationis munere testantes, eidem fausta omnia precamur a Domino. Romae 7 decembris 1741 Amplitudini tuae uti [rater A. card. Gentili praefectus' Carolus Albertus archiepiscopus Philippen. secretarius Gratis etiam quodformam

l. Antonio Saverio Gentili nacque a Roma nel 1681; ordinato sacerdote nel 1727. entrò nella curia romana e fu nominato arcivescovo di Petra nel 1727. con l'ufficio di segre­ tario della congregazione del Concilio; venne eletto cardinale di S. Stefano al Celio nel 1731 e nel 1737 ebbe l'ufficio di prefetto di quella congregazione che resse dal 20 marzo 1737 al 13 marzo 1753, giorno della sua morte; G. MORONI, Dizionario .. 39, p. 14-16; Hierarcliia Catholica.... V, p. 312; VI, p. 6; La Sacra Congregazione , p.284.

282


I

RELAZIONE -

29

OTTOBRE

283

1741


VISITE AD LIMINA

284


I

RELAZIONE -

29 APRILE 1744

RELAZIONE - 29 aprile 1744

ASV, C. Concilii, Relationes Dioecesium, Bergomen., 123A, orig., ff. 268r-273v La documentazione della visita ad Limina del 53° triennio è composta da un fascicolo di 6 fogli, con la numerazione archivistica ff. 268-273 (mm. 32x22). La visita fu effettuata dal vescovo Redetti nell'aprile del 1744; egli si recò alle due basiliche dei santi Apostoli Pietro e Paolo, ff.27lr-272r. La relazione presentata alla congregazione del Concilio è scritta sui ff. 268r-270r, con le sue note aggiunte sui ff. 271 v, 273v. È bianco il f. 270v. li fascicolo è ben conservato. La congregazione del Concilio rilasciò al vescovo Redetti una dichia­ razione, custodita in ACVB, Atti relativi alle visite ad Limina, qui pubbli­ cata.

175

Eminentissimi, et reverendissimi domini domini mihi semper colendissimi

Eminentissimi e reverendissimi signori, signori a me sempre veneratissimi

vobis. eminentissimi patres, ea qua par est oboedientia, anno 1741 sub die 29 octobris relationem meam Romam mittendo, de civita­ te Bergomensi, atque dioecesi, ad tramitem Instructionis sacrae istius congregationis nuper editae, sin­ gula exposui, atque ita per procu­ ratorem. debitum visitationis ad Limina sacra sanctorum Aposto­ lorum persolvi. In praesens autem egomet ad

A voi, eminentissimi padri, con la dovuta obbedienza, il 29 ottobre dell'anno 1741, inviando la mia relazione a Roma, esposi, secondo l'istruzione appena emanata della sacra congregazione, lo stato della città e della diocesi, adempiendo così l'obbligo della visita ai sacri Limini dei santi Apostoli. Al presente io ho deciso di veni­ re personalmente per la visita ad Limina, onde soddisfare al dovere

285


I

VISITE AD LIMINA

imposto dalla Santa Sede ai vesco­

ipsa sacra Limina accedere statui, ut iniuncto episcopis ab Apostolica Sede muneri satisfacerem. Atque in primis, quod attinet ad Bergomensis Ecclesiae statum, cum iam praefato anno 1741 die 29 octobris ea omnia diffuse signifi­ cassem, quae sub oculis habui, dum me, Deo [avente, per omnes eccle­ sias, locaque omnia, licet asperri­ ma, et difficillima ope pastoralis visitationis, contulissem; liceat mihi, eminentissimi patres, ea utpote dili­ genter exarata, nunc confirmare potius, quam fastidiosa repetitione con texe re, ut ad alia, qua e impo­ sterum evenerunt, graviora. ut puto, nec praetereunda silentio, transi­ tumfaciam. Recolendum tamen existimo, quod ipse dixerim in supradicta anni 1741 relatione. de pastorali scilicet visitatione in cathedrali mea ecclesia incepta, sed interrupta decreto prorogationis de illius abso­ lutione, tunc a me condito; quod ita expedire arbitratus sum, ne forte a Capitulo eiusdem eeclesiae eathe­ dralis impedimenta obiieerentur, quae iam suspicabar: Nam factum fuisset, ut visitatio totius dioecesis, ae civitatis, inter­ turbaretur; nec me fefellit opinio, cum enim expleta totius civitatis, ae dioecesis visitatione eamdem in cathedrali compIere vellem, et ideo sub die 13 aprilis 1742 rite ea de re Capitulum monuissem, memo­

VI.

In primo luogo, per quanto ri­ guarda lo stato della Chiesa Bergo­ mense, avendola con la predetta relazione del 29 ottobre 1741 ampiamente descritta, in riferimento a quanto avevo visto mentre, con la grazia di Dio, mi ero recato in visita pastorale a tutte le chiese, a tutti i luoghi benché selvaggi e dif­ ficilissimi, mi sia ora permesso, eminentissimi padri, confermare le dichiarazioni fatte, piuttosto che ripresentarle con una noiosa ripeti­ zione, per portarmi ad altre cose più gravi accadute in seguito, e che considero di non dover passare sot­ to silenzio. Ritengo opportuno ricordare quanto esposto nella relazione del sopraddetto anno 1741, cioè circa la visita pastorale nella mia chiesa cattedrale, iniziata ma interrotta col decreto della proroga da me allora emanato, sul cui compimento ho ritenuto giungere a conclusione, e così ho creduto conveniente perché dal Capitolo della chiesa cattedrale non fossero avanzati impedimenti che già io sospettavo. Non si rivelò errata infatti la mia opinione, cioè che sarebbe stato provocato uno scompiglio con la visita di tutta la diocesi e della città. Ultimata la visita a tutta la città e alla diocesi, volendo completar­ la nella cattedrale, avvertito rego­ 286


I

RELAZIONE -

29 APRILE 1744

larmente il Capitolo sull' iniziativa il 13 aprile 1742, questi oppose le sue prerogative, già da molti anni addietro ponderate e registrate segretamente nei suoi atti, per la prima volta apertamente contro le contestazioni del vescovo, con que­ ste espressioni. Dalla lettura del decreto della continuazione della visita pastorale di questa cattedrale il 13 aprile 1742, presentato il 15 successivo in questa sala capitolare dal reve­ rendo Alessandro Valle, dottore nel­ l'uno e nell'altro diritto, cancellie­ re vescovile, documento segnato con lettera E. dalla sua collocazio­ ne nella Filza, col riferimento al mandato del lO gennaio 1737 per l'intimazione della detta visita, tra l'altro si afferma che l'eccellentis­ simo e reverendissimo vescovo ha portato a termine la visita pastora­ le della città e della diocesi.

ratum Capitulum praesumptiones suas, quas a multis retro annis nutriebat, et in acta secreto refere­ ba t, tune primum palam, et aperte protestationibus intimatis episcopo his, ut sequitur verbis, manifesta­ viti. Leeto decreto prosecutionis visitationis pastoralis huius cathe­ dralis dato sub die 13 aprilis 1742, et die 15 eiusdem presentato in hac aula capitulari per supradictum dominum Alexandrum Valle iuris utriusque doctorem cancellarium episcopalem signato littera E. in filtia reponendo, in quo se referen­ do mandato diei lO ianuarii 1737 intimationis dicto visitationis inier caetera exprimitur illustrissimum, et reverendissimum dominum epi­ scopum explevisse cursum pasto­ ralis visitationis civitatis, ae dioe­ cesis Bergomen.

l. Sulla complessa questione qui descritta da Redetti, esiste l'abbondante documenta­ zione, che ci si limita a indicare, in ACVB, Arch. Cap .. 270, lnjormatione circa li decreti della visita. 1745, (ms), ff.nn.; 270bis.lnformazione 1745 per l'essentione dal­ la visita del Vescol'o del Capitolo di Bergamo, (ms), ff.nn .. con tl.35-38, e altri due fogli scritti nn.nn.: 271, faldone senza titolo, lettere-documentazione manoscritta sul­ l'esenzione della visita; 272, Informatione nell'ordine, nel diritto e nel fatto per il Capitulo di Bergamo, 1745. (rns), ff.nn.: 273, B Capitolo di Bergamo C. mons. Vescol'O per la lite della visita pastorale, 1745, (ms), l'f.Ir-62v; 274, faldone senza titolo. docu­ mentazione sull'esenzione, (ms), ff.nn.; 275. A Pro visitationis exemptione, (ms). ff.nn., con documenti che comprovano l'esenzione dalla visita concessa da vari papi. decre­ ti del vescovo Milani e di Giustiniani; 277, Capitolo de canonici della cattedrale di Bergamo per le testimoniali contro mons. Vescovo, 1743, (ms), ff.nn.; D decreto del sena­ to per la vertenra circa le testimoniati, 19 dicembre 1743; C curia episcopale colle­ zione di fogli mss.; 276-279, A Capitolo di Bergamo C. mons. Vesco\'{). 1743. per le testi­ moniati capitolari con copia di decreto del senato, (rns), n. Ir-127v con altri ft.nn.: 281, B Capitolo della cattedrale di Bergamo C. mons. Vescovo et suo fiscale, (rns), l'f.l r-146v con altri ff.nn.

287


I

VISITE AD LIMINA

Non avendo però visitato una parte della diocesi, per non recare pregiudizi ai diritti del reverendis­ simo Capitolo, fu messa ai voti la parte, in cui si protesta e si respin­ ge tale espressione, significando che avrebbe visitato tutta la dioce­ si, perché si accettasse il decreto di continuazione con quei modi e quelle forme in tutte e per tutte le cose e non diversamente dal modo con cui fu accettato il decreto d'in­ timazione del giorno 15 gennaio 1737. Con la raccomandazione che copia di questa parte con quella suindicata del 15 gennaio 1737 sia presentata per mezzo del vostro rispettabile cancelliere all' iliustris­ simo e reverendissimo signor vescovo, la parte ha ottenuto tutti i voti, tranne uno. Queste le cose compiute da quelli. Ritengo necessario esporre alle eminenze vostre che il Capitolo, con i miei antecessori, e special­ mente al tempo dell'eminentissimo cardinale Priuli, accese una causa nel tribunale civile Veneto, nella quale si voleva negare al vescovo la facoltà della visita alla diocesi e alla città se non avesse preso con sé due canonici capitolari, esclusi gli altri, da eleggersi a volontà del Capitolo stesso, ai quali fosse riser­ vata di diritto la facoltà di visita col vescovo.

Cum tamen partem eiusdem dioecesis non visitaverit, propterea ne preiuditium aliquod inferatur iuribus reverendissimi Capituli, posita fuit pars, qua protestando contra dictam expressionem. et eam non admittendo, quatenus faciat hunc sensum, quod totam dioece­ sim visitaverit. acceptetur dictum decretum prosecutionis, eo tamen modo, etforma in omnibus, et per omnia, et non aliter quibus accep­ tatum fuit decretum intimationis sub die 15 ianuarii 1737. Et quod huius partis copia simul cum supradicta 15 ianuarii 1737 praesentetur per spectabilem domi­ num cancellarium vestrum illu­ strissimo et reverendissimo domi­ no episcopo. Capta omnibus votis uno demp­ to. Haec uu. Necessarium igitur puto emi­ nentiis vestris exponere, intentasse Capitulum sub antecessoribus meis, et praecipue tempore eminentissi­ mi cardinalis Prioli apud serenis­ simum principem litem inchoasse, qua a Capitulo intendebatur non posse episcopum visitare suam dioecesim, aut civitatem, nisi secum reciperet canonicos duos de Capi­ tulo: privative quoad alios; hos insuper; ab ipsomet Capitulo pro arbitrio eligendos, quibus data esset [acultas a iure simul cum episcopo visitandi.

288


-

-------'-'----------~---I

RELAZIONE -

29 APRILE 1744

È ora vostro compito, eminen­ tissimi padri, prendere atto di quan­ to siano irragionevoli queste argo­ mentazioni. Col pretesto di questa causa i canonici mi vessavano con le cita­ zioni giudiziali del tribunale ci vi­ le, perché non potessi diversamen­ te e in altro modo iniziare la visita pastorale. Premesse queste considerazio­ ni, ritorno alla suddetta contesta­ zione, a proposito della quale sono opportune due osservazioni. La prima riguarda l' affermazio­ ne del Capitolo cioè che io non ho visitato tutta la diocesi. Si dice espressamente: non avendo però (il vescovo) visitato una parte di essa. Questo non perché (il Capitolo) ignori di fatto che io mi sono reca­ to a tutte e singole le chiese par­ rocchiali e a tutti gli oratori della diocesi e della città, e che in tutti senza eccezione non solo ho dispensato ai fedeli il nutrimento con la predicazione della Parola di Dio, con le catechesi della dottrina cristiana, con l'amministrazione dei sacramenti, ma anche, qualora vi fosse stato bisogno, con ammoni­ menti salutari, e ho adempiuto i miei doveri con le consacrazioni di chiese, altari, e altre cose sacre, e con le benedizioni; poiché in mol­ ti luoghi ho compiuto, assenti i

Quae quantum irrationabilia esse possint, vestrum est. eminen­ tissimi patres, dignoscere. Huius litis praetextu me cano­ nici inhibitionibus iudicialibus fori laicalis vexabant, ne aliter, ac alio modo possem meam pastoralem visitationem inire; his praemissis, redeo ad supradictam protestatio­ nem, circa quam. meo videri, duo veniunt praecipue consideranda. Et primum iudicasse Capitulum me totam dioecesim non visitasse: inquit enim ibidem = Cum tamen partem eiusdem non visitaverit ='0' Non quia de facto ignoret, me ipsum ad omnes, et singulas paro­ chiales ecclesias, et oratoria uni­ versae dioecesis, et civitatis contu­ lisse, et in omnibus absolute non tantum pabulum christifidelibus praedicatione Verbi Dei, cateche­ sibus doctrinae christianae instruc­ tionibus, administratione sacra­ mentorum praebuisse. verum etiam monitis salutaribus. ubi opus erat; et ecclesiarum. altarium. aliarum­ que sacrarum rerum consecratio­ nibus, et benedictionibus, officii mei partes adimplevisse. Sed quia pluribus in locis haec omnia peregi absque praesentia

(a) La frase è sottolineata.

289


-------'-'--------------­ I

RELAZIONE -

29 APRILE 1744

È ora vostro compito, eminen­ tissimi padri, prendere atto di quan­ to siano irragionevoli queste argo­ mentazioni. Col pretesto di questa causa i canonici mi vessavano con le cita­ zioni giudiziali del tribunale civi­ le, perché non potessi diversamen­ te e in altro modo iniziare la visita pastorale. Premesse queste considerazio­ ni, ritorno alla suddetta contesta­ zione, a proposito della quale sono opportune due osservazioni. La prima riguarda l' affermazio­ ne del Capitolo cioè che io non ho visitato tutta la diocesi. Si dice espressamente: non avendo però (il vescovo) visitato una parte di essa. Questo non perché (il Capitolo) ignori di fatto che io mi sono reca­ to a tutte e singole le chiese par­ rocchiali e a tutti gli oratori della diocesi e della città, e che in tutti senza eccezione non solo ho dispensato ai fedeli il nutrimento con la predicazione della Parola di Dio, con le catechesi della dottrina cristiana, con l'amministrazione dei sacramenti, ma anche, qualora vi fosse stato bisogno, con ammoni­ menti salutari, e ho adempiuto i miei doveri con le consacrazioni di chiese, altari, e altre cose sacre, e con le benedizioni; poiché in mol­ ti luoghi ho compiuto, assenti i

Quae quantum irrationabilia esse possint, vestrum est, eminen­ tissimi patres, dignoscere. Huius litis praetextu me cano­ nici inhibitionibus iudicialibus fori laicalis vexabant, ne aliter, ac alio modo possem meam pastoralem visitationem inire: his praemissis, redeo ad supradictam protestatio­ nem, circa quam, meo videri, duo veniunt praecipue consideranda. Et primum iudicasse Capitulum me totam dioecesim non visitasse: inquit enim ibidem = Cum tamen partem eiusdem non visitaverit =(dJ Non quia de facto ignoret, me ipsum ad omnes, et singulas paro­ chiales ecclesias, et oratoria uni­ versae dioecesis. et civitatis contu­ lisse, et in omnibus absolute non tantum pabulum christifidelibus praedicatione Verbi Dei, cateche­ sibus doctrinae christianae instruc­ tionibus, administratione sacra­ mentorum praebuisse, verum etiam monitis salutaribus, ubi opus erat; et ecclesiarum, altarium, aliarum­ que sacrarum rerum consecratio­ nibus, et benedictionibus, officii mei partes adimplevisse. Sed quia pluribus in locis haec omnia peregi absque praesentia

(a) La frase è sottolineata.

289


I

VISITE AD LIMINA

canonico rum, idcirco sola hac de causa protestati sunt, atque inten­ derunt, me non visitasse totam dioe­ cesim. Huiusmodi protestationes, cum vanae sint ac de iure nullius mo­ menti, non curandas esse iudicavi. Non ita vero praetereundum silentio existimavi id, quod ad cal­ cem praefatae protestationis copu­ lative episcopo intimandum cen­ suit Capitulum; sic enim legitur = Et quod huius partis copia simul cum supradicta 15 ianuarii 1737 praesentetur per supradictum domi­ num cancellarium nostrum illu­ strissimo, et reverendissimo domi­ no Episcopo =. Enim vero exoritur ex hoc con­ stituto, seu, ut vocant, Parte, novum, atque inauditum principium e mente Capituli, ut ex ipsius lec­ Tione facile compertum fiet. Nunquam enim credidissem fieri posse, ut quis esse t episcopus sine ecclesia sponsa, idest sine cathe­ drali, ad quam omnes episcopi, ut eminentiis vestris notum est, desponsantur, et in ea nullam ordi­ nariam iurisdictionem obtinere; quod certe eveniret, si episcopus Bergomensis, in ecclesia sua cathe­ drali iurisdictionem tantum dele­ gatam, non vero ordinariam exer­ cere posset. Hoc tamen absurdum ex verbis, quae sequuntur, ni fallor, si atten­ te consideretur facile patet.

290

canonici, questi uffici, per questa sola causa essi hanno contestato, sostenendo che io non ho visitato tutta la diocesi. Ritenute tali contestazioni non ragionevoli e di nessun conto giu­ ridicamente, ho pensato di non curarmene. Non ho creduto opportuno, però. passare sotto silenzio quanto. in cal­ ce, unitamente alla detta protesta, il Capitolo ha creduto di intimare al vescovo. Si legge infatti: e che copia di questa parte con quella sopraddetta del 15 gennaio 1737 sia presentata tramite il nostro cancelliere sud­ detto all'illustrissimo e reverendis­ simo signor vescovo. Da questa risoluzione, o come la chiamano. parte, emerge un nuo­ vo e inaudito principio dall' inten­ zione del Capitolo, come appare facilmente dalla sua lettura. Non avrei mai creduto, infatti, che si potesse trovare un vescovo senza la sua chiesa sposa, cioè la cattedrale, alla quale tutti i vescovi, come è noto alle eminenze vostre, sono sposati, e non disponesse in essa alcuna giurisdizione ordinaria, il che certamente avverrebbe se il vescovo di Bergamo esercitasse nel­ la sua chiesa cattedrale solo la giu­ risdizione delegata e non invece l'ordinaria. Dalle parole esposte se attenta­ mente considerate. si possono trar­


------'--------------­ I

RELAZIONE -

29 APRILE 1744

re. senza fallo, queste soluzioni assurde. Negli atti del reverendissimo Capitolo della chiesa cattedrale di S. Alessandro martire di Bergamo, in data 15 gennaio 1737, legittima­ mente riunito, omessi i nomi dei capitolari, si trova quanto segue. Letto il mandato dell'illustrissi­ mo e reverendissimo signor Anto­ nio Redetti vescovo di Bergamo, datato lO gennaio corrente e pre­ sentato l' 11 dello stesso, nel reve­ rendissimo Capitolo tramite il dot­ tor signor Alessandro Valle, can­ celliere vescovi le, segnato con let­ tera E. e collocato nella Filza, a ese­ cuzione dell'indizione generale del­ la visita, come da lettera circolare stampata il 27 febbraio 1736, segnata con la stessa lettera e col­ locata nella Filza, con la quale la sua signoria illustrissima affermò che avrebbe visitato la cattedrale anche con facoltà delegata specia­ le dal sacro concilio Tridentino, e dopo una profonda rit1essione sui contenuti di dette lettere circolari e sul predetto mandato esecutivo diretto al Capitolo reverendissimo, è sembrato che per nessun motivo mediante i predetti atti si rechi pre­ giudizio ai diritti, privilegi. esen­ zioni e onori concessi dalla Santa Sede Apostolica a questo reveren­ dissimo Capitolo, qualora si ammet­ ta che la predetta intimazione sia mandata a esecuzione secondo il

In actis reverendissimi Capituli ecclesiae cathedralis Sancti Alexan­ dri maioris Bergomen. sub die 15 ianuarii 1737 legitime congregati omissis capitularium nominibus, reperitur, ut infra. videlicet Lecto mandato illustrissimi. et reverendissimi domini Antonii Redetti episcopi Bergomen. die lO ianuarii currentis praesentato die Il eiusdem in reverendissimo Capi­ tulo per dominum doctorem Alexan­ drum Valle cancellarium episcopa­ lem signato littera E., et reposito in filtia in executionem intimatio­ nis generalis visitationisfactae per litteras circulares tipis datas sub die 27februarii 1736 eadem littera signatas, et repositas in filtia qui­ bus sua dominatio illustrissima se expressit visitaturum, iure etiam delegato specialiter a sacro conci­ lio Tridentino et habito maturo reflexu super contentis in dictis lit­ teris circularibus, et in praedicto mandato executivo reverendissimo Capitulo directo, visum est nulla ex parte per acta praedicta praeiudi­ tium inferri iuribus, privilegiis, exemptionibus, et honoribus a Sancta Sede Apostolica huic reve­ rendissimo Capitulo concessis, si admittatur intimatio praedicta, et executioni mandetur prout de iure, consuetudine, et privilegiis prae­

291


VISITE AD LIMINA

dictis in vim iurisdictionis delegatae a sacro concilio Tridentino suae dominationi illustrissimo et reve­ rendissimo, et non aliter; nec alio modo, prout prudentiae reveren­ dissimorum domino rum praelato­ rum, et deputatorum spetialibus deputationibus videbitur ad nor­ mam privilegio rum, iurium, et con­ suetudinum reverendissimi Capituli. Ideo posita fuit pars acceptandi modo supradicto, et non aliter man­ datum praedictum executivum inti­ mationis generalis visitationis, et non ultra, nec diversimode, nec alio modo capta. Verum quidem est, eminentissi­ mi patres, quod in mea pastorali epistola civitati, ac dioecesi missa sub die 27 februarii 1736 sic locu­ tus sum.

diritto, la consuetudine e i privilegi predetti in forza della giurisdizio­ ne delegata dal sacro concilio Tridentino a sua signoria illustris­ sima e reverendissima e non diver­ samente e in nessun altro modo, secondo la prudenza dei reveren­ dissimi signori prelati e deputati alle speciali deputazioni, a norma dei privilegi, diritti e consuetudini del reverendissimo Capitolo. Fu messa ai voti la parte di accettare nel modo suddetto e non diversamente il predetto mandato esecutivo di indizione generale del­ la visita, votata non diversamente né in altro modo. Riconosco, eminentissimi padri. che nella mia lettera pastorale alla città e alla diocesi inviata il 27 feb­ braio 1736 ho così parlato:

= Facciamo a tutti, e ciaschuno

= Facciamo a tutti e a ciaschuno

palese esser nostra risoluta volontà di visitare tutte le persone, e luoghi soggetti o alla nostra ordinaria auto­ rità, o a quella delegataci dal conci­ lio di Trento, che a quest' effetto adesso interponiamo per quanto nel­ la visita farà di bisogno. =

palese esser nostra risoluta volontà di visitare tutte le persone e luoghi soggetti e alla nostra ordinaria auto­ rità o a quella delegataci dal con­ cilio di Trento, che a quest' effetto adesso interponiamo per quanto nella visita farà di bisogno. =

At ex verbis illis profecto nesci­ rem unde colligi possit id, quod Capitulum aurire studuit, et infavo­ rem proprium convertere volens, scilicet protestationibus suis impe­ dire me hoc praetextu, ne ecclesiam

Ma da queste parole, non saprei dove si possa cogliere ciò che il Capitolo si sforzò di attingere e di volgere a proprio vantaggio, cioè di impedire con le sue contestazio­ ni che io, sotto tale pretesto, possa visitare con autorità ordinaria la

292


--------'-'-------------­ I

RELAZJONE -

29 APRILE 1744

chiesa cattedrale mia sposa. Nessuno ignora infatti che il vescovo, con autorità del concilio di Trento, possa usare della giuri­ sdizione delegata solo nei luoghi esenti e minimamente per nulla soggetti alla sua giurisdizione ordi­ naria. Ho giudicato più conveniente lasciare sospesa la predetta visita, fino a che il Capitolo mostri prima i diritti, i privilegi e le esenzioni reclamate nelle sue contestazioni, cosa che al Capitolo è stata indica­ ta perché avvenisse col mio man­ dato del 2 maggio 1742, piuttosto che esporre l'autorità del vescovo a gravissimi pericoli, che sarebbe­ ro derivati da tali contestazioni se avessi voluto completare la visita. Queste sono le notizie che ho ritenuto di significare umilmente alle eminenze vostre, per informarvi sullo stato della Chiesa di Bergamo, pronto a obbedire ai vostri coman­ di nelle decisioni che prenderete circa quanto si deve fare per la buo­ na amministrazione affidata alla mia sollecitudine pastorale. Intanto, sottomettendomi con tutto lo spirito alle eminenze vostre, col più profondo ossequio bacio devotamente la sacra porpora.

cathedralem sponsam meam autho­ ritate ordinaria visitare possem. Nemo enim ignora t episcopum concilii Tridentini authoritate uti iurisdictione delegata in locis tan­ tum exemptis, et ordinarie eorum iurisdictioni minime subiectis. Iudicavi tamen magis expedire, visitationem praedictam in suspen­ so tenere, donec a Capitulo iura, privilegia, et exemptiones in eius­ dem protestationibus en unciata, prius ostenderentur; quod etiam. ut eveniret meo mandato diei 2 maii 1742 Capitulo indicatum fuit, quam exponere authoritatem episcopa­ lem gravissimis praeiudiciis. quae ex talibus protestationibus certe provenissent, si complementum visi­ tationis peragere voluissem. Haec sunt, quae humiliter emi­ nentiis vestris significanda esse putavi, ut de statu Ecclesiae Bergo­ mensis certiores essetis, obtempe­ raturus pronte iussibus vestris, in iis, quae pro bono regimine pasto­ ralis meae sollicitudinis agenda, atque decernenda censebitis: inte­ rim summo obsequio me toto ani­ mo eminentiis vestris subiiciens, sacram purpuram devote deoscu­ lor:

Extra portam Flaminiam die 28 ap rilis 1744

Fuori Porta Flaminia, 28 aprile 1744

293


VISITE

AD LIMINA

Eminentiarum vestrarum humillimus addictissimus obsequentissimus servus Antonius episcopus Bergomensis

Delle Eminenze Vostre umilissimo obbligatissimo ossequentissimo servo Antonio vescovo di Bergamo

Bergomen. visitatio sacrorum Liminum

Bergamo. Visita dei sacri Limini

Non indiget responsione Die 22 iunii 1744 data fuit atte­ statio pro 53 triennio

Non occorre rispondere. Il 22 giugno 1744 è stata consegnata la dichiarazione per il 53° triennio.

176

DICHIARAZIONI DELLE VISITE ALLE BASILICHE

DEI SANTI APOSTOLI PIETRO E PAOLO

Bernardinus Bottinius referendarius Utriusque Signaturae canonicus altarista sacrosanctae Vaticanae basilicae. Illustrissimus et reverendissimus dominus Antonius Redectus episco­ pus Bergomensis, personaliter visitavit Limina sacrosanctae principis Apostolorum basilicae, et praesentem fidem a nobis obtinuit, hac die 8 mensis aprilis anno 1744. Ir.Bottinius canonicus altarista Die 12 mense aprili anno 1744 Illustrissimus et reverendissimus dominus Antonius Redetti. episcopus Bergomen., personaliter visitavit Limina Apostolorum in sacratissima patriarchali basilica SPauli, via Ostiensi: de quo ego infrascriptus mona­ chus ordinis Sancti Benedicti Congregationis Cassinensisfidemfacio. S. Victorius Patrizi a Scagnello vicarius 294


_"----------------­

- - - _......

I

RELAZIONE -

29 APRILE 1744

177

LETTERA DELLA CONGREGAZIONE DEL CONCILIO

AL VESCOVO A. REDETTI

ACVB, Atti relativi alle visite ad Limina

Nos Antonius tituli Sancti Stephani in monte Caelio Sanctae Romanae Ecclesiae presbiter cardinalis Gentili, sacrae congregationis Concilii prae­ fectus, [idem facimus et attestamur reverendissimum dominum episcopum Bergomen. sacra Limina pro currenti quinquagesimo tertio triennio, per­ sonaliter visitasse sacrosanctas enim beatorum Petri et Pauli apostolo­ rum basilicas pie ac devote veneratus, hodierni status Bergomen. Ecclesiae relationem scripto dimisit in sacra congregatione Concilii. In quorum [idem etcet. Romae hac die 22 iunii 1744

A. card. Gentili praefectus A. Furiettus secretarius'

Gratis etiam quoadformam

I. Giuseppe Alessandro Furietti era stato nominato segretario della congregazione del Concilio da papa Benedetto XIV nel 1743. Nato a Bergamo il 24 gennaio 1684 da Giovanni e Caterina Terzi (dell'antichissima famiglia Sonzogno-Furia o Furietti di Zogno), dopo i primi studi in città, Furietti aveva frequentato il collegio Elvetico a Milano e poi l'università di Pavia, conseguendo la laurea in diritto canonico e civile. Uditore di Rota a 25 anni, su incarico di Clemente XI trattò con successo col gran maestro dell'Ordine di Malta per un aiuto con delle navi alla Serenissima contro i Turchi, ricevendo in compenso l'abbazia dei SS. Simone e Giuda a Bergamo. Innocenzo XIII nominò Furietti referendario della Segnatura Apostolica, 1722; nel 1725 era luo­ gotenente civile dell'uditore di Camera, dove si narra abbia deciso quasi cinquemila cau­ se. Fu segretario della congregazione del Concilio dal 1743 al 1759. Bergamo nel 1749 acclamò Furietti socio dell' Accademia degli Eccitati e iJ...11--,~.t­ temb~J'Q2Clemente XIII lo nominò cardinale dei SS. Quirico e Giovita. Interessanti 1esu-e scoperte archeologiche, salutate con favore dai dotti d'Europa. Egli ebbe anche l'incarico di soprintendente della Primogenitura Ottoboni, interessata nel celebre testa­ mento di papa Alessandro VIII, e si occupò di varie nobili famiglie di Roma. Furietti morì a Roma il 14 gennaio 17t}3; fu sepolto nella chiesa dei SS. Bartolomeo e Alessandro, o di S. Maria deij(Pietà, che la confraternita dei Bergamaschi ottenne grazie al suo aiuto. Con testamento del 28 febbraio 1760 Furietti aveva lasciato la sua libreria alla città natale, e a ragione si considera il fondatore dell'attuale Biblioteca Civica card. A. Mai di Bergamo; G.B. GALLIZIOLI, Memorie per servire alla storia della vita e degli scritti del cardinale Giuseppe Alessandro Furietti, Lucques 1790; L. v. PASTOR, Storia dei Papi , XVI, I, p.501; L. DENTELLA, I Vescovi ... , p. 434­ 438; La Sacra Congregazione , p. 378; B. BELOTTI, Gli eccellenti Bergamaschi, Presentazione dell' Avv. C. SIMONCINI Presidente della Camera di Commercio di Bergamo, Edizione a cura di G. R. CRIPPA, II, Bergamo 1978, p. 111-119; I. SON­ ZOGNI, Una biblioteca per i bergamaschi "di gran talento": il cardinal Furietti e la fondazione della Civica, in Bergomum ..., 89 (1994 j, p. 5-46.

295


VISITE AD LIMINA

RELAZIONE - 4 aprile 1748

ASV, C. Concilii. Relationes Dioecesium, Bergomen.. 123A, orig., ff.274r-284v

La documentazione della visita ad Limina del 54° triennio è composta da un fascicolo di Il fogli, con la numerazione d'archivio ff.274-284 (mm. 30x21 ). li vescovo Redetti ottenne dalla congregazione del Concilio la pro­ roga di sei mesi per adempiere tale obbligo, ff.274r-275v. Il suo procuratore, l'abate Gaspare Ruggia, nominato col consenso di papa Benedetto XIV, f.276, munito di atto notarile, f.277r-v, visitò le basi­ liche patriarcali dei santi apostoli Pietro e Paolo per il 54° e 55° triennio, ff.278r-279r. Il testo della relazione è scritto sui ff.28 I r-284v, che hanno un ampio margine bianco in alto. Il f.280 è bianco. Il fascicolo è ben conservato.

178

Eminentissimi, ac reverendissimi patroni mei colendissimi

Eminentissimi e reverendissimi signori miei veneratissimi

Quod mihi contigit summo Dei optimi beneficio anno /744, ut sacra praesens Apostolorum Limina adire possem, et ad hanc sacram congregationem iuxta tra­ mitem ah ipsa editae instructionis referre de statu huius Ecclesiae ab Apostolica Sede mihi commissae, optarem ut hoc anno quoque mihi contingeret, liceretque beatissimi patris pedes, eminentlarumque

Quanto mi è accaduto per som­ ma grazia di Dio Ottimo nell'anno 1744, che potessi visitare perso­ nalmente i sacri Limini degli Apostoli, e riferire a codesta sacra congregazione, in base alla sua istruzione emanata, circa lo stato di questa Chiesa affidatami dalla Sede Apostolica, pure quest'anno desi­ dererei si ripetesse per me, e mi fos­ se concesso baciare i piedi del bea­

296


-----'--------------­ l

RELAZIONE -

4 APRILE 1748

tissimo padre e la porpora delle eminenze vostre. Ma poiché, né gli impegni della mia diocesi né il male alle gambe a me familiare e quasi connaturato in me mi consentono ora di far que­ sto, chiedo venia, o padri eminen­ tissimi, se mi presento a voi trami­ te il mio procuratore e adempio così agli obblighi della mia carica. Non è mia intenzione ripropor­ re quanto riguarda in generale lo stato di questa Chiesa, e quello che nella visita di tutta la diocesi ho tro­ vato ben regolato e stabilito, o quel­ lo che, meritevole di correzione, per quanto mi fu possibile, ho emendato. Ho presentato queste notizie a voi, eminentissimi padri. nella rela­ zione inviata tramite il procuratore il 29 ottobre 1741; gli avvenimen­ ti seguiti negli altri tre anni sono descritti nella relazione consegnata da me personalmente il 29 aprile 1744. Ritengo perci6 valga la pena, per non tediarvi e non sottrarre tem­ po a voi, eminentissimi padri, che provvedete a così numerosi affari della Chiesa, iniziare da quest' anno la relazione e portarla sino a que­ sto giorno. Volendo continuare la visita del­ la mia cattedrale, interrotta due, tre volte per gravissime cause altrove riferite, ne sono stato impedito dal­ la denuncia del Capitolo, il quale

vestrarum purpuram deosculari. Quoniam vero neque Dioecesis meae negotia, neque familiaris, ac pene insitusfemorum mihi morbus id nunc paiiuntur; veniam peto, emi­ nentissimi patres, si per procura­ torem vobis me sisto, munerique meo satisfacio. Neque tamen in animo est ea omnia retexe re, quae ad universum huius Ecclesiae statum pertinent, quaeque in totius Dioecesis visita­ tione aut probavi bene statuta, aut digna correctione, quantum in me fuit emendavi. Praestiti hoc, eminentissimi pa­ tres, in mea relatione vobis per pro­ curatorem exhibita die 29 octobris 1741; quaeque postmodum sequu­ ta sunt per tres integros alios annos in novissima relatione anno 1744 per me ipsum tradita die 29 apri­ lis continentur: Operae itaque pretium puto, ne vos taedio afficiam, morerque tem­ pora vestra, eminentissimi patres, qui tot, ac tanta sustinetis christia­ nae reipublicae negotia, ab hoc ipso anno exordiri narrationem meam, et ad hanc usque diem dedu­ cere. Cum itaque vellem cathedralis meae visitationem ob gravissimas causas alibi enarratas bis, ac tertio intermissam prosequi, impeditus

297


VISITE

sum denunciatione Capituli prote­ stantis apertissime, recepturum se episcopi visitationem. ubi auctori­ tate delegatafieret, secus ubi ordi­ naria. Cum huiusmodi protestatione laedi iurisdictionem meam intelli­ gerem, confugi dato libello ad apo­ stolicum nuncium, ut de re tota cognosceret, ferretque sententiam. Sed repente a canonicis causa ad senatum deducta iussus eius decreto sum diei 28 ianuarii 1745 eam visitare more maiorum, auc­ toritate simul ordinaria, et delega­ ta, quarum utramque iam ipse et expresseram in pastorali epistola ad clerum, et populum Bergomen­ sem die 27 februarii 1736; eo vide­ licet animo, ut quisque sciret ea, quae sola auctoritate ordinaria fie­ ri a me non possent, delegata iuxta Tridentinum confectum iri. Porro ad eam accessi die 3 augusti 1745 indicta prius Capitulo prosequutione visitationis ad eam diem; et visitatis altaribus omni­ bus, sacrisque supellectilibus, fate­ bar libentissime summo me gaudio perfusum cum viderem templum, cuius primum lapidem bonae memoriae episcopus lustinianus iecisset, octoginta circiter annorum

AD LIMINA

molto apertamente protestava che avrebbe ricevuto la visita del vescovo quando fosse avvenuta per autorità delegata, diversamente se per autorità ordinaria. Convinto che tale protesta lede­ va la mia giurisdizione, mi sono rivolto al nunzio apostolico con una denuncia, per informario su tutto il problema, perché emanasse in meri­ to una sentenza. Ma, portata improvvisamente la causa dai canonici al senato, sono stato invitato con decreto datato il 28 gennaio 1745 a visitare la cat­ tedrale secondo la tradizione dei padri, con autorità sia ordinaria sia delegata. Questo si accordava con quanto io nella lettera pastorale al clero e al popolo Bergornense, datata 27 feb­ braio 1736, avevo espresso, nel sen­ so che chiunque conoscesse che era impossibile per me compiere atti con autorità ordinaria, ciò sarebbe stato eseguito con quella delegata, secondo il concilio Tridentino. Entrai nella cattedrale il 3 agosto 1745, dopo aver premessa al Capi­ tolo l' indizione della continuazio­ ne della visita per quel giorno. Visitati tutti gli altari e le sacre suppellettili, dichiarerò ora molto volentieri di essere stato preso da immensa gioia nel vedere il tem­ pio, la cui prima pietra era stata posta dal vescovo Giustiniani, di venerata memoria, in circa 80 anni

298


I

RELAZIONE -

4 APRILE 1748

portato (e cio in una citta di mon­ tagna) a tanto splendore e magni­ ficenza. E per questo è sommamente da lodare la premura dei canonici per la fabbrica, il sacrario, gli altari, e così i vari impegni dei deputati, con l'interessamento dei quali ogni gior­ no il tempio viene fornito di nuovi ornamenti. Esso di gran lunga supera tutti gli altri, e ancor di piu quando sarà ultimato l'altare, in via di prepara­ zione, per accogliere i sacri corpi e conservare con maggior decoro i santi Fermo e Rustico, patroni di questa città, che, come sempre han­ no protetto e al presente tutelano i cittadini e quanti si trovano sul ter­ ritorio. così sono straordinariamente venerati. A questo altare insigne per il marmo esotico, con quadri bellis­ simi, statue elegantissime, verranno trasferiti con solenne cerimonia i corpi dei santi, appena sarà prepa­ rato il sarcofago d'argento, oggetto di grande lavoro e spesa, e sarà allo­ ra cosa degna che il culto rituale venga aumentato coi nuovi privile­ gi che umilissimamente ho in ani­ mo di chiedere per quell' occasione alla Santa Sede. La visita personale, che seguì a quella reale, alle reverendissime dignità, canonici e altri ecclesiasti­ ci di minor rango, fu brevissima e facilissima. Adempiute queste formalità, ho

spatio ad tantum (praecipue in montana urbe) splendorem, decus­ que provectum. In quo quidem maxime laudan­ da canonico rum studia ad [abri­ cam, ad sacrarium; ad altaria, alia­ que huiuscemodi munera deputa­ torum, quorum cura novis quotidie ornamentis augetur. Longe tamen praestat caeteris omnibus, longiusque praestabit cum perfectum fuerit altare, quod para­ tur sacris corporibus recipiendis, et honorificentius servandis divo­ rum martirum Firmi, et Rustici huius urbis patronorum, qui ut sem­ per tutati sunt praesentissime, tutanturque cives, et colonos, ita coluntur mirifice. Ad hoc autem altare conspi­ cuum exotico marmore, pulcherri­ mis tabulis, exquisitissimis signis solemni pompa sanctorum corpo­ ra transfe rentur, ubi confectus fue­ rit magni operis, et impendii ex argento sarcophagus; dignumque tunc erit, cui novis privilegiis, quae tune temporis in animo est humil­ lime petere, ab Apostolica Sede cul­ tus augeatur. Visitationem realem visitatio personalis reverendissimarum di­ gnitatum, canonicorum, minorum­ que sequuta est; quae et brevissi­ ma, et facillimi operis fuit. His omnibus peractis, quae

299


VISITE AD LIMINA

emesso quei decreti (voglia il cielo che siano osservati!) che mi sono parsi necessari, tra cui l' esposizio­ ne delle fondazioni delle cappella­ nie e degli altri oneri. A questo lavoro, in cui non poco mi sono impegnato, mi sono dedi­ cato sino ad oggi con l'aiuto dei canonici deputati alle cappellanie, e si presenta oscuro per antichità del­ le istituzioni, trasferimenti di ere­ dità, morosità dei debiti, e spero sia finito, con l'aiuto di Dio, con l'en­ trante inverno. Visitata la città e tutta la dioce­ si, rimarrebbe l' indizione del sino­ do, col quale sarebbe messo l'ulti­ mo sigillo alla visita apostolica. Indirei e celebrerei volenteri infatti il sinodo, se non avvertissi che potrebbero derivarne maggio­ ri ostacoli alla pace conseguita e alla concordia, piuttosto che il bene col perfezionamento della discipli­ na ecclesiastica. Sarebbe da temere il sorgere di nuove e numerose liti tra ecclesia­ stici, e che un giudice non eccle­ siastico potrebbe venirne a cono­ scenza. Questa è la mia opinione, sen­ za che in tutta umiltà non mi sotto­ metta completamente al prudentis­ simo giudizio di codesta sacra con­ gregazione. Piaccia alle eminenze vostre sapere che, pur se omesso il sino­ do, ho provveduto a sufficienza alla

mihi visa sunt opportuna, (quaeque utinam serventur!) decrevi, inter­ que caetera, ut fundamenta capel­ laniarum. caeterorumque onerum exhiberentur: Hoc autem opus, ad quod non mediocrem huc usque laborem con­ tuli adiutus opera canonicorum ad capellanias deputatorum, quodque involutissimum est ob antiquitatem institutionum, translationes haere­ ditatum. debitorum morositatem intra venturam hiemem, ut spero, perficiam favente Dea. Lustrata urbe, ac dioecesi tota reliquum esse t, ut sinodus cogere­ tur. perque illam imponeretur manus ultima visitationi apostoli­ cae. Equidem eam libentissime indi­ cerem, et haberem, nisi aperte intel­ ligerem maius ex re tentata paci, atque concordiae incommodum ortum iri, quam ex perfecta bonum ecclesiasticae disciplinae. Metuendum enim esset, ne no­ vae lites, eaedemque plurimae suscitarentur; deque illis inter eccle­ siasticos homines iudex non eccle­ siasticus cognosceret. Meam tamen hac de re sententiam, quin me ipsum totum prudentissimo sacrae huius congregationis iudicio humil­ lime submitto. Caeterum placeat eminentiis vestris animadvertere, omissa etiam sinodo satis consultum disci­

300


--------------I

RELAZIONE -

4 APRILE J 748

plinae huius ecclesiae per sinodos a meis praedecessoribus habitas, qua rum decem numero prima est Friderici Cornelii a Tridentina sinodo reducis, coactae anno 1565; novissima eminentissimi Prioli anno 1729. Hae omnes in unum volumen collectae non modo cura­ vi ego, ut ederentui; sed et manda­ vi, ne quis clericus ad subdiacona­ tum accederet, qui sibi eas non comparasset'.

disciplina di questa Chiesa coi sino­ di indetti dai miei predecessori, die­ ci di numero, il primo dei quali con­ vocato nel 1565 da Federico Cor­ nelio al ritorno dal concilio di Trento, l'ultimo dall'eminentissi­ mo cardinale Priuli nel 1729. Ho provveduto a che tutti questi testi non solo fossero stampati in un volume unico, ma ho ordinato che nessun chierico candidato al suddiaconato ne sia sprovvisto. Poiché non è sufficiente che si abbiano e si conoscano le leggi, se poi non vengono rispettate, mi ado­ pero con tutta la sollecitudine per­ ché nessun decreto sinodale sia invalidato, o abolito da una con­ suetudine contraria, la quale, si dovrebbe chiamare piuttosto cor­ ruzione, e quindi da eliminare. In questo compito ho per aiuto i vicari foranei, che sono tenuti ogni bimestre a informare l'ordinario sullo stato delle chiese della loro circoscrizione e se non adempiono questa parte del loro compito sono ammoniti e vengono rimossi quan­ do, richiamati. non si svegliano. Ciò permette di conoscere rapi­ damente se vi è stata una violazio­

Quoniam tamen non satis est haberi, et nosci leges, nisi serventut: studium omne meum, et diligentiam adhibeo, ne quod sinodalium decre­ torum aut desuetudine infirmetur aut contraria consuetudine, qua e corruptela potius vocanda est, tol­ latur. 1n quo quidem adiutores habeo vicarios foraneos, qui tenen­ tur unoquoque bimestri de statu ecclesiarum illis subiectarum ordi­ narium certiorem reddere; sique hanc partem sui muneris negligant, monentur; amoventurque, ubi moni­ ti non expergefiant. Hinc fit, ut citissime cognosca­ tur si quid irrepserit contra sino­ dalia decreta, remediumque adhi-

l. La data del sinodo celebrato da Priuli non corrisponde a quella effettiva del 4-6 settembre 1724, come da relazione 1724 e nota n. 5. La pubblicazione qui accennata da Redetti riguarda gli Acta Sinodalia Bergomen. Ecclesiae ab Ill.mis et Rev.mis D.D. Cornelio, Milano. Emo. Priolo, Iustiniano, et E.mo card. Petro Priolo, episcopis Bergomen. con­ dita, in unum volumen redacta, et multiplici indice locupletata ad commodiorem usum ecclesiasticorum, iubente ill.mo ac rev.mo D.D. Antonio Redetti episcopo Bergomen. com. etc., Bergomi 1737.

301


VISITE

AD LIMINA

ne dei decreti sinodali, e sia stato applicato il rimedio opportuno al più presto, tenuto conto della debo­ lezza umana. Se il male ha invaso una sola parrocchia o diverse della stessa vicari a, mi oppongo con speciali ammonimenti ai rettori. Qualora il male si diffondesse dappertutto, col timore che si pro­ paghi in tutta la diocesi, vi faccio fronte con lettere circolari, abitual­ mente indirizzate ogni anno al popolo e al clero, poiché sono di grande aiuto ai decreti sinodali, per inculcare o confermare le cose uti­ li ovvero necessarie. Avete tra le mani, reverendissi­ mi padri, con questa e con le altre relazioni, lo stato della Chiesa e del­ la diocesi Bergomense.

beatur citissimum, quantum huma­ na infirmitas patitur. Porro si malum in unam tantum paroeciam, aut paroecias unius tan­ tum vicariae invaserit, obviam eo peculiaribus monitis ad rectores earumdem; ubi vero passim incre­ buerit metusque est, ne in totam dioecesim propagetur, occurro enci­ clicis litteris, quas mittere quotan­ nis ad populum, et clerum consue­ vi, utpote quae mirifice inserviunt sinodum decretis, quae maxime uti­ lia; aut necessaria sunt, confir­ mandis, inculcandisque'. Habetis, eminentissimi patres, ex hac mea, caeterisque meis rela­ tionibus totam urbis, et dioecesis Bergomensis a me visitatae ratio-

2. Redetti continuò l'invio delle lettere al clero diocesano qui elencate: "Non puotendo­ si in forza delle ecclesiastiche leggi fondar. .." 3 agosto 1741 circa la fondazione di congregazioni e collegi; "Per animarvi ad incontrare...,. 2 gennaio 1742 sulla pratica quaresimale e la celebrazione di messe negli oratori privati; "Avendo replicatamente nel­ le pubbliche ordinazioni..." 6 gennaio 1743 circa l'obbligo per i chierici di aiutare i parroci nella scuola della dottrina cristiana; "Da molte parti e da diverse zelanti per­ sone ..." 8 febbraio sulla confessione; "Standoci molto a cuore..." 13 agosto sulle ora­ zioni da recitare dopo la reposizione del S.mo Sacramento: "Avendo noi già esposto l'e­ ditto... " 5 luglio con diverse raccomandazioni ai parroci; "Sicome tra le principali attenzioni del Vescovo..." 29 agosto sui chierici ordinandi; "Postquam nonnullae..." 19 settembre circa la pratica del sacramento della Penitenza; "Poiché anco in questo tem­ po... " 14 aprile 1744 ai parroci sullo stato delle anime da trasmettere in curia ogni anno; "Il Vescovo di Bergamo prostrato a' piedi della Santità v'rlstra..." l 7 aprile sul­ la recita delle preghiere indulgenziate ogni venerdì al suono delle campane dopo l'Angelus; "Mi vien ordinato di scrivere..." giugno 1744 ai vicari foranei per risve­ gliare gli inconfessi: "Cum pastoralis nostra sollicitudo..." l settembre sul servizio dei chierici nelle parrocchie; "Tante sono e giuste ragioni..;" 4 novembre sull'assenza dei parroci dalle parrocchie senza la facoltà prescritta e l'insegnamento della dottrina cristiana anche a chi lavora per necessità; ACVB, Lettere pastorali Libro n06: in ASV, Reg. Episc., 193 (1748). f. 2r interpellanza al vescovo sui deputati della dottrina cristiana; 195 (1750), f. 90v 15 maggio 1750, approvazione dell' opera di Redetti per gli eserci­ zi spirituali.

302


I

RELAZiONE -

4 APRiLE 1748

nem: atque utinam me iterum visi­ tationis onus suscipere mala (quam enunciavi supe rius) valetudo pate­ retur! Sed haec spemfere omnem adimit, cum iam reddiderit me non aptum equitando, qua sola ratione maxima pars huius agri curribus, et lecticis omnino inaccessa adiri potest. Praeter quam quod autem per vicarios foraneos, qui bis debent quotannis visitare ecclesias, et ad episcopum referre, diligentissime curo, ut decreta in visitatione ser­ ventur; praesto et ipse per me ecclesiis, ovibusque meis omnia, quae possum, officia. Peraguntur enim a me creber­ rimae campanarum, sacrarumque suppellectilium benedictiones, con­ secrationes altarium, ubi opus est, et ecclesiarum dedicationes, ad quas si montanae sini, adituque dif­ ficiles, magno semper cum pericu­ lo, nedum incommodo, etsi repara­ tis ad hoc viis, me confero'. In ecclesiis vero, quae planis in agris sitae sunt, aut non difficile

Volesse il cielo che la cattiva salute (più sopra accennata) mi per­ mettesse di affrontare nuovamente la fatica della visita! Ma questa situazione mi ha tol­ to ogni speranza, e già mi ha reso inadatto a cavalcare, unico mezzo col quale la maggior parte di questo territorio inaccessibile alle carrozze e ai carri, può essere raggiunta. Oltre la visita alle chiese che i vicari foranei debbono compiere due volte l'anno e la relazione da inviare al vescovo, ho la massima premura che i decreti della visita pastorale siano osservati, restando sempre a disposizione io stesso con la mia sollecitudine verso le chie­ se e le mie pecore per adempire, come mi è possibile, tutte le respon­ sabilità. Sono celebrate da me, infatti, benedizioni assai frequenti di cam­ pane e di sacre suppellettili, ove necessario, e dedicazioni di chiese, cui mi reco, anche se sono in mon­ tagna, nonostante la difficoltà di raggiungerle con un percorso sem­ pre pericoloso e scomodo, nono­ stante le strade siano riparate a tale scopo. Nelle chiese di pianura o di accesso non difficile, spessissimo, e

3. In quegli anni l'abate di Pontida, Cristoforo Gabrino, aveva concesso, senza alcuna competenza, delle facoltà per dare benedizioni. Entrato in possesso delle lettere del Gabrino, Redetti aveva sconfessato l'ex abate con circolare "Essendoci pervenute alle mani..." 5 settembre 1747; ACVB, Lettere pastorali Libro 11°6.

303


~---------------, VISITE AD LIMINA

perviae, saepissime; domique fere quotidie sacramentum Chrismatis ministro mittentibus parochis prae­ cipue ruralibus parvulos suos, qui­ bus inter ministrandum Verbi Dei pabulum praebeo. Divinis officiis in cathedrali sta­ tis diebus intersum, ibique sacras conciones interdum habeo. His qua brevitate licuit, et qua decuit reverentia supremo univer­ salis Ecclesiae senatui ad redden­ dam villicationis meae rationem significatis, facturus ea omnia quae vos, eminentissimi patres, uti bono huius Ecclesiae regimini utilia. aut necessaria agenda, atque decer­ nenda pro singulari sapientia vestra censebitis, Deum Optimum Maxi­ mum enixis precibus oro, obtestor­ que, ut sanctissimum dominum nostrum dominum Benedictum papam XIV, vosque ipsos ad chri­ stianae reipubblicae incrementum, et decus diutissime servet.

anche in casa quasi ogni giorno, amministro il sacramento della Confermazione, poiché i parroci di campagna inviano i loro ragazzi ai quali, con il sacramento, dispenso anche il cibo della Parola di Dio. Sono presente nei giorni stabi­ liti agli uffici divini in cattedrale e talvolta vi tengo discorsi sacri. Comunicate queste notizie, con la brevità consentita e la riverenza dovuta a questo supremo senato della Chiesa universale, per render conto della mia amministrazione, sono disposto a compiere tutto quel­ lo che voi, eminentissimi padri, nel­ la vostra saggezza singolare riter­ rete che sia utile e necessario fare per il bene di questa Chiesa. Prego e scongiuro con intense suppliche Dio Ottimo Massimo, per­ ché conservi a lungo il santissimo signore nostro, signore papa Bene­ detto XIV e voi stessi per l'incre­ mento e lo splendore della Chiesa.

Bergomi 24 aprilis 1748

Bergamo 24 aprile 1748 Delle Eminenze Vostre umilissimo obbligatissimo e ossequentissimo servo Antonio vescovo di Bergamo

Eminentiarum vestrarum humilLimus adictissimus et obsequentissimus servus Antonius episcopus Bergomen. Bergomen. Visitatio sacro rum Liminum Laudetur episcopus Mgr. Castelli Abbate Ruggia

Bergamo. Visita dei sacri Limini Sia lodato il vescovo Mgr. Castelli Abbate Ruggia

304


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.