Visite adlimina apostolorum 1854 1921 part2

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APPENDICE XXII

BREVE DI PAPA LEONE XIII AL VESCOVO G.C. GUINDANI

L 'Eco di Bergamo. Il dicembre 1894, trascrizione"

Leo PP. XIII

Papa Leone XIII

Venerabilis frater salutem et apo­ stolicam benedictionem.

Venerabile fratello, salute e apo­ stolica benedizione.

Literas cum petriana stipe a te datas libentissime accepimus.tum quod Bergomatium Dioecesis reli­ giosum animum patefacerent,tum quod studium in nos obsequiumque tuum testarentur p raecla re. Equidem voluntatem tuam pro­ be novimus, nec plane nos latuit quae tuae sunt industriae in comis­ so tibi grege administrando. Gratulantes igitur tibi, grates pro merito agimus; simul hortamur ut pastorale munus, nullis fractus laboribus ac difficultatibus pergas pro officio gerere. Deus clementissimus solatio gratiae suae cumulate te augeat. Nos vero paternae benevolen­ tiae testem tibi et clero fidelibusque tuae curae concreditis, praesertim autem universis qui petrianam sti­ pem contulere, peramanter in Domino [Apostolicam Benedictio­ nem] impertimus.

Abbiamo ricevuto con grandis­ simo piacere la lettera da te inviata con l'obolo di S. Pietro, sia perché manifestazione dello spirito reli­ gioso dei fedeli della diocesi di Ber­ gamo, sia perché chiara testimo­ nianza della tua sollecitudine e del tuo ossequio verso di noi. Ben conosciamo la tua volontà, né rimane a noi nascosto in verità il tuo zelo nel governare il gregge a te affidato. Congratulandoci con te, giusta­ mente ti ringraziamo; e ti esortia­ mo nel contempo a continuare a operare nell'ufficio del ministero pastorale, non piegato da nessun lavoro e da nessuna difficoltà. Dio clementissimo sovrabbon­ di nel dono della sua grazia corro­ borante. Noi come testimonianza della patema benevolenza a te, al clero e ai fedeli affidati alla tua cura, e

62. La traduzione del testo in lingua italiana è del sottoscritto; cf. E. CAMOZZI, Diario.... l, p. 331-334.

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4 APRILE 1891 soprattutto a coloro che hanno donato l'obolo di S. Pietro, impar足 tiamo amorevolmente nel Signore la [Benedizione Apostolica].

Datum Romae apud S. Petrum die 5 decembris 1894 Leo PP.XIII

Dato a Roma presso S. Pietro il giorno 5 dicembre 1894.

Venerabilifratri Cajetano Camillo Guindani episcopo Bergomatium. Bergomum.

Papa Leone XIII Al venerabile fratello Gaetano Camillo Guindani vescovo di Bergamo.

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RELAZIONE - 30 settembre 1895 ASV, C. Concilii, Relationes Dioecesium, Relationes, 123B, orig., ff.712r-724v La documentazione della visita ad Limina del 103Y triennio è compo­ sta da un fascicolo di 13 fogli, con la numerazione archivistica ff. 712-721 (mm.20.50x29). Il fascicolo è unito con filo. Il testo della relazione è scritto sui ff. 713r-719v. Sono bianchi i ff. 712, 720r-721r. Anche questa relazione è suddivisa in capitoli, con i titoli dei paragra­ fi in grassetto. La sintesi della relazione è in ff. 722r-723r. La minuta del­ la lettera della congregazione è in f. 724r-v. Il fascicolo è ben conservato. Copia-minuta della relazione è custodita in ACVB, Atti relativi alle visite ad Limina. In occasione di questa visita ad Limina, effettuata personalmente dal vescovo, il vicario generale mons. Arcangeli con circolare del 22 ottobre ordinò che nelle messe celebrate in diocesi fosse recitata la preghiera per i pellegrini, e il 2 novembre egli comunicò alla diocesi il breve pontificio di risposta, qui pubblicato. 292

Relatio status Ecclesiae Bergo­ mensis quam sacrae congregationi Conci/ii exhibet Caietanus Ca-mil­ lus Guindani, eiusdem Bergomen­ sis Ecclesiae episcopus pro trien­ nio 103° pro annis sci/icet 1892­ 1893-1894

Relazione dello stato della Chie­ sa di Bergamo che Gaetano Camil­ lo Guindani, vescovo della Chiesa Bergomense stessa, presenta alla sacra congregazione del Concilio per il triennio 103°, cioè per gli anni 1892-1893-1894

Relationem status Ecclesiae Bergomen., cui Dei et Apostolicae Sedis gratia praesum, ad tramitem instructionis Benedectinae pro triennio 103° confecturus, ea tan-

Nel compilare, secondo l'istru­ zione Benedettina, la relazione per il triennio 103 sullo stato della Chie­ sa di Bergamo alla quale presiedo per grazia di Dio e della Sede Apo­

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tum exponam quae post relationes stolica, riferirò, dopo le relazioni pro trienniis 100° 10]0 102° factas per i trienni 100° 101° 102° scrit­ in statu huius dioecesis, annis sci­ te sullo stato di questa diocesi, solo licet 1892.1893.1894, mutata vel su quanto è cambiato o aggiunto negli anni 1892-1893-1894. addita sunto 1taque sit: Così sia: Caput 1

De statu Ecclesiae materiali

I

Lo stato materiale della Chiesa Ad.1-2-3-4 = ut in praecedenti­ 1-2-3-4. Come nelle precedenti bus relationibus. relazioni. Ad 5 = Espositis in praeceden­ 5. Alle notizie esposte nelle pre­ tibus relationibus addo: Capitulum cedenti relazioni, aggiungo: il Capi­ cathedralis ecclesiae novo beneficio tolo della chiesa cattedrale è stato canonicali anno 1894, per sacer­ arricchito di un nuovo beneficio dotem nobilem loannem Morlani canonicale nel 1894, da parte del huius civitatis auctum fuisse. Ac nobile sacerdote Giovanni Morla­ proinde canonicatus beneficiati ni, di questa città. hodie quindecim numerantur'. Oggi perciò si contano 15 cano­ Ad 6 et 7 = ut in relationibus nicati beneficiati. praecedentibus. 6-7. Come nelle relazioni pre­ Ad 8 = Monasteria tum virorum cedenti. tum mulierum, ac religiosa institu­ 8. I monasteri maschili e fem­ ta in praecedentibus relationibus minili e gli istituti religiosi recen­ recensita, omnia adhuc subsistunt siti nelle precedenti relazioni, tut­ ac florent, atque insuper a fratritora esistono e fioriscono; inoltre dai frati minori riformati di S. Fran­ 1. Giovanni Morlani nacque a Bergamo il 21 agosto 1870 e vi morì il 23 luglio 1939.

Studiò diritto canonico all'università Gregoriana conseguendo il baccellierato. Ordinato sacerdote il 25 giugno 1893, nel 1894 fu nominato canonico della cattedrale e il IO gennaio 1909 priore della basilica di S. Maria Maggiore. Il canonicato fondato dal nobile Morlani doveva disporre una dote di L. 36.000, che non era stata interamente ver­ sata. Negli atti della visita pastorale di mons. Radini Tedeschi risulta infatti che al 31 dicembre del 1905 il capitale avrebbe raggiunto L. 20.500. Il fondatore consegnava L. 2.000 annue e cedeva gli interessi sino a patrimonio completo, di L. 36.000, delle qua­ li L. 30.000 andavano al canonicato, L. 6.000 alla massa canonicale per le distribu­ zioni; ACVB, Stato del clero, schede personali; Visita Radini T., 136 (1905), f. 9r; Stato del clero della diocesi di Bergamo, Bergamo 191 l , p. 13,74; idem...1923, p. 22, 72; idem... 1940, p. 94.

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ce sco è stato fondato un nuovo monastero in località Baccanello, tra i confini della parrocchia di Calu­ sco d'Adda, di questa diocesi. Inoltre: a) Le suore dette di S. Orsola prestano ora la loro opera oltre che nel paese di Gandino, ove si trova la casa principale, anche nell'istituto per le ragazze sorde e mute di que­ sta città, nell' asilo infantile di Pon­ te di Nossa e nel nosocomio eretto ultimamente nella parrocchia di Casnigo.

bus minoribus reformatis ordinis S. Francisci novum monasterium in loco Baccanello, intrafines paroe­ eiae loei Calusco d'Adda, huius dioecesis erectum fuir. Insuper: a) Sorores a sancta Ursula nun­ cupatae nunc operam praestant, praeterquam in pago loei Gandi­ no, ubi prineipalis domus adest', etiam in instituto pro puellis surdis et mutis huius civitatis, in asilo infantili loei Ponte di Nossa et in nosocomio noviter erecto in paroe­ eia loei Casnigo.

2. Il convento di S. Maria degli Angeli a Baccanello era stato concesso con decreto vesco­ vile dell'8 novembre 1605 ai francescani riformati. Chiuso nel 1798 per la soppres­ sione napoleonica e passato ai privati, nel 1888 per l'intervento dei parenti di padre Giuseppe Zanchi da Bergamo e l'interessamento di mons. Guindani, il convento ven­ ne riacquistato dai religiosi; F. VISTALLI, Mons. Guindani..., p. 370; A. MOSCONI­ S. LORENZI, 1 conventi ... , p. 96-103. 3. Don Francesco della Madonna (1771-1846) aveva fondato la prima comunità a Gandino nel novembre-dicembre 1818, ma la nascita del nuovo istituto religioso dotato di una precisa regola di vita si ebbe probabilmente nella primavera del 1820. La casa di Gan­ dino ottenne l'approvazione governativa come istituto scolastico il 23 maggio 1820. Il patto di società ebbe luogo il 9 settembre 1839. La responsabile della comunità fu Santina Maria Busnelli dal 1818 al 1821, in seguito suor Maria Serafina Consonni sino al 1853. In un primo tempo il fondatore aveva pensato di aggregare la comunità all'i­ stituto delle Figlie della Carità di Maddalena di Canossa. La difficoltà d'intesa per una valutazione unanime sui metodi di apostolato verso le ragazze e nelle scuole portaro­ no i due istituti su strade diverse. Le Figlie della Carità seguivano le ragazze più pove­ re e miserabili, rifiutavano ogni sussidio pubblico, non prevedevano un educandato interno per ragazze di condizioni agiate e le postulanti dovevano versare una dote cospicua. Per la comunità religiosa guidata da don Francesco della Madonna si tratta­ va di operare nella scuola elementare comunale, dotata di sovvenzione pubblica, aper­ ta a tutte le ragazze, non solo alle più povere. Il fondatore si ricollegava nel suo meto­ do a sant' Angela Merici canonizzata il 24 maggio 1807, presentata come santa dedi­ ta all' educazione della gioventù femminile, con le Orsoline maestre della dottrina cri­ stiana a Bergamo, impegnate nella scuola per ragazze povere a Leffe e nella gestione del convitto a Clusone. Egli ideò uno stile di vita fondato sul modello tradizionale del­ le Orsoline, composto dalla vita comunitaria, dall'educazione e dalle opere parroc­ chiali, su cui indirizzare facilmente anche la comunità nascente di Gandino; F. VISTAL­ LI, Mons. Guindani..., p. 378-379; G. ZANCHI, Francesco Della Madonna "Un savio sacerdote bergamasco" 1771-1846, Glossa Milano 1996; IDEM, Un parroco berga­ masco : don Francesco Della Madonna, in Chiesa e società ..., p. 335-346; sulle Orso­ line in famiglia di sant' Angela Merici, cf. C. SNIDER, Gli ultimi ..., p. 344-345.

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b) Filiae Charitatis - vulgo canossianae - novam domum in pa­ roecia S. Gratae inter vites huius civitatis, et aliam in paroecia loci Caprino huius dioecesis nunc habent. c) Sorores a Charitate dictae, quae pluribus in institutis, opificiis et hospitalibus (triginta circiter) in hac civitate et dioecesi operam quam utilem praestant, hoc ultimo triennio in paroeciis Villa d'Almé, Bonate Inferiore, Osio Sotto, Cal­ cinate, vocatae fuerunt. d) Filiae a Sacratissimo Corde Iesu in propria domo =Gromo= huius civitatis adolescentulas (tri­ ginta circiter) quae publicas scho­ las magistrales frequentant, reci­ piunt et pro toto anno scholastico custodiunt'. In eadem domo, per idoneum sacerdotem ad id specialiter a me deputatum, schola de religione chri­ stiana, pro puellis dictas scholas magistrales adeuntibus, habetur. Ad 9. IO. I I quod attinet, confe­ rantur praecedentes relationes. Quoad societates vero pro rebus catholicis tuendis in hac civitate et dioecesi institutas, conferatur rela­

b) Le figlie della Carità, popo­ larmente chiamate canossiane, han­ no ora una nuova casa nella parroc­ chia di S. Grata inter vites, di questa città, e un'altra nella parrocchia di Caprino, di questa diocesi. c) Le suore cosìddette della Carità, che prestano la loro opera assai utile in molti istituti, opifici, e ospedali (trenta circa), sia in città sia in diocesi, in quest' ultimo trien­ nio sono state chiamate nelle par­ rocchie di Villa d'Almé, Bonate Sotto, Osio Sotto e Calcinate. d) Le figlie del S. Cuore di Gesù accolgono e custodiscono per tut­ to l'anno scolastico nella loro casa del "Gromo", di questa città, le ado­ lescenti (trenta circa) che frequen­ tano le scuole magistrali pubbliche. Nella stessa casa si tiene da un sacerdote idoneo, da me espressa­ mente incaricato a tale scopo, la scuola sulla religione cristiana per le adolescenti che frequentano le suddette scuole magistrali. 9-10-11. Rimando alle prece­ denti relazioni per quanto riguarda questi punti. Circa le Società per la difesa degli Interessi Cattolici istituite in questa città e diocesi, si consulti la relazione pubblicata dal commen­ datore Nicolò Rezzara, assai bene­

4. La casa del Gromo era stata chiusa nel 1841 e affittata per 12 anni. Riaperta nel novem­ bre 1854 era divenuta fino al 1881 la casa generalizia delle Figlie del S. Cuore; Mon­ signor Pier Luigi Speranza ..., p. 138; G. ARCANGELI, Vita della venerabile Teresa Eustochio vedo Verzeri.... o.c.; F. VISTALLI, Mons. Guindani..., p. 377-378.

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tio a commendatore Nicolao Rez­ zara, de Actione Catholica valde benemerito',

merito per l'Azione Cattolica, che rimetto a codesta sacra congrega­ zione.

Caput II De Episcopo

II Il Vescovo

Ad l. Residentiae praeceptum adimplere studui, nec dioecesi diu­ tius abfui quam per paucos dies occasione conventuum episcopo­ rum, et anno 1893 occasione iubi­ laei episcopalis Suae Sanctitatis Leonis PP. XIII, quum, pluribus fidelibus, sacerdotibus ac clericis huius dioeceis comitantibus, Romam veni ut summo pontifici feliciter regnanti mei ac dioecesis mihi commissae gratulationis ac maximae devotionis sensus pande-

l. Mi sono dato premura di osservare il precetto della residen­ za, né sono stato assente dalla dio­ cesi che per pochi giorni, in occa­ sione dei convegni dei vescovi, e nel 1893, per il giubileo episcopale di sua santità il papa Leone XIII, quando, in compagnia di molti fedeli, sacerdoti e chierici di que­ sta diocesi, sono venuto a Roma per esprimere al sommo pontefice feli­ cemente regnante i sensi della mas­ sima devozione e congratulazione

5. Nicolò Rezzara nato a Chiuppano nel 1848, fu per alcuni anni insegnante nelle scuo­ le medie del Vicentino, attivo organizzatore di circoli giovanili e fondatore del perio­ dico Berico. Trasferitosi a Bergamo continuò la sua opera nel Circolo S. Luigi e nel­ l'Opera dei Congressi cattolici. Giornalista di notevoli qualità e lungimirante, fondò Il Campanone, collaborò alla direzione de L'Eco di Bergamo, e dette forte impulso alle attività editoriali della tipografia S. Alessandro. Fu promotore, col consenso e l'ap­ provazione di mons. Guindani e di mons. Radini Tedeschi, di varie opere a favore dei lavoratori come segretario dell'Unione economico-sociale. Profuse ogni energia nella difesa della libertà dell' insegnamento e per l'incremento della scuola cristiana contro illaicismo del governo. Rezzara non fu scosso nei suoi convincimenti da opposizioni incontrate sia nel campo cattolico sia in quello anticlericale e massone. Morì a Bergamo il 6 febbraio 1915; cf. La morte del pro! comm. Nicolò Rezzara, in L'Eco di Bergamo 6 febbraio 1915; In morte del pro! comm. Nicolò Rezzara, ibid.7 febbraio; Gli impo­ nenti funerali del comm. Nicolò Rezzara, ibid.9 febbraio; La morte e i funerali del pro! comm. Nicolò Rezzara, ibid. 14 febbraio; Il pro! comm. Nicolò Rezzara nello splendido discorso del conte S. M. Albani; ibid., 14 marzo 1916; P. A. GIOS, Nicolò Rez­ zara..., o.c.; C. SNIDER, Gli ultimi..., p. 75,135,139,141,148,292,432,472,479,480, 520,539,558,579,581,582,587,588,633,634,659,772,773; E. CAMOZZI, Dia­ rio..., II, p.1574-l575. Da ricordare tra gli eminenti cattolici dediti all' apostolato dei giovani, Giuseppe Grep­ pi, nella presentazione della sua personalità e delle sue opere in occasione della sua mor­ te su L'Eco di Bergamo 2-3,3-4,5-6 giugno 1913.

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miei personali e della diocesi a me affidata, e nel contempo per adem­ piere al precetto della visita ai Limi­ ni degli Apostoli. 2. Ho personalmente effettuato una volta la visita di tutta la dioce­ si. Ogni anno inoltre, i vicari fora­ nei, in qualità di miei speciali dele­ gati, sono tenuti a visitare le chiese del loro vicariato, e mi riferiscono sulle cose da correggere. 3. Ho tenuto le sacre ordinazio­ ni personalmente, nei tempi stabiliti dal diritto, e ogniqualvolta è stato necessario, ho amministrato il sa­ cramento della Confermazione, sia nelle parrocchie, sia nell' oratorio del mio palazzo, sia solennemente nella festa di Pentecoste in catte­ drale, e inoltre agli infermi nelle case private. 4. Impedito da speciali circo­ stanze, finora non ho potuto convo­ care e celebrare il sinodo diocesano. Sarà mia cura tuttavia soddisfa­ re al piii presto anche a questo importantissimo dovere. 5. Ho predicato la Parola di Dio sia nella chiesa cattedrale, nella ricorrenza delle maggiori solennità, sia nelle parrocchie della diocesi in occasione dell'amministrazione del

rem; ac simul praecepto visitationis ad Limina Apostolorum satisface­ rem'. Ad 2. Totius dioecesis visita­ tionem semel per meipsum explevi. Quolibet autem anno vicarii fora­ nei, tanquam a me specialiter dele­ gati, ecclesias sui vicariatus visi­ tare tenentur, et quae corrigenda videantur mihi referunt. Ad 3. Sacras ordinationes, iure statutis temporibus, per me explevi, et Confirmationis sacramentum quoties opus fuit sive in paroeciis, sive in sacello mei palatii, sive solemniter die festo Pentecostes in cathedrali ecclesia, et praeterea infirmis in privatis domibus admi­ nistravi. Ad 4 . Specialibus circumstan­ tiis impeditus, sinodum dioecesa­ nam hucusque cogere ac celebrare nequivi. Curabo tamen et huic gra­ vissimo officio quam primum sati­ sfacere. Ad 5 . Verbum Dei tum in eccle­ sia cathedrali, maioribus recurren­ tibus solemnitatibus, tum in paroe­ ciis dioecesis occasione admini­ strationis sacramenti Confirmatio­ nis, vel festivitatum, quibus liben­ ter et saepissime interfu i, praedi­ cavi.

6. Mons. Guindani avevaricordato l'anniversario con la lettera "Una lieta solennità si avvi­ cina..." 31 dicembre 1892, e mons. Arcangeli con le circolari "SE Mgr. Vescovo mi dà il gradito incarico ..." 27 febbraio 1893, " Per la chiusura dell'anno giubilare..." 14 dicembre; ACVB, Lettere pastorali Libro n°12 .

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Ad 6 et 7. Conferantur prae­ cedentes relationes. Ad 8 . Sequestratio fructuum et redituum beneficii parochialis loci Clusone, iniuste et sacrilege a gubemio facta, contra quam publi­ ce protestari non omisi, et de qua fuse in praecedenti relatione dixi, nunc tandem revocata fuit, et paro­ chus dictae ecclesiae in pristinum statum restitutus fuit. Doleo tamen adhuc quod iam a pluribus annis coadiutor benefi­ ciatus paroeciae loci Martinengo, propter regii placiti denegationem, impediatur sui beneficii possessio­ nem capere 7. Ad 9. Breviter quae in hoc trien­ nio pro ecclesia, pro clero, pro populo peracta sint referam: Omnes summi pontificis litteras enciclicas, et sacrarum congrega­ tionum decreta, praesertim quae de cantu ecclesiastico, de sacra prae­ dicatione, et de missarum sive manualium, sive legato rum cele­ bratione pertractant, in tota dioe­

sacramento della Confermazione, o di feste alle quali volentieri e mol­ to spesso sono intervenuto. 6-7. Si consultino le precedenti relazioni. 8. Il sequestro dei frutti e dei redditi del beneficio parrocchiale di Clusone, perpetrato ingiusta­ mente e sacrilegamente dal gover­ no, contro il quale non ho trala­ sciato di protestare pubblicamente, e di cui ampiamente ho riferito nel­ la precedente relazione, ora è stato revocato. Il parroco di detta chiesa è stato ristabilito nella condizione precedente. Mi addolora il fatto che da mol­ ti anni al coadiutore beneficiato del­ la parrocchia di Martinengo, per il beneplacito regio negatogli, sia impedito di prendere possesso del suo beneficio. 9. Succintamente riferirò quan­ to è stato fatto in questo triennio per la chiesa, il clero e il popolo. Ho provveduto che tramite i par­ roci fossero rese pubbliche nell'in­ tera diocesi tutte le lettere encicliche del sommo pontefice e i decreti del­ le sacre congregazioni, specie quel­ li che trattano del canto ecclesia­ stico, la predicazione sacra, la cele­ brazione delle messe sia manuali sia di legati, e mi sono preso cura

7. L'aspirante vicario era don Angelo Asperti, parroco di Premolo, oriundo di Martinen­ go. La nomina era stata fatta da mons. Guindani fin dal settembre 1890. Il piacer del governo si fece attendere sino al novembre 1896, per "gli intrighi di pochissimi liberali malevoli"; L'Eco di Bergamo 15 novembre 1896.

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cesi per parochos publicari curavi et studui ac studeo ut quae in eis statuta sunt omnino serventur'. Pia Adsociatio universalis Sa­ crae Familiae fere in omnibus paroeciis regulariter instituta est ad tramitem litterarum apostolica­ rum". Ad conatus socialista rum retun­ dendos, qui operarios ad cessatio­ nem ab operibus incitabant, litte­ ras ad clerum et populum scripsi, et, Deo favente, res brevi, sedatis animis, ad pristinam tranquillita­

e prendo cura che quanto è stato stabilito in quei documenti venga osservato. La pia associazione universale della Sacra Famiglia è stata istitui­ ta regolarmente in quasi tutte le par­ rocchie, secondo lo spirito delle let­ tere apostoliche. Per respingere i tentativi dei socialisti che incitavano gli operai a scioperare, ho scritto una lettera al clero e al popolo, e, a Dio piacendo, le cose, in breve tempo, quietati gli

8. Leone XIII aveva emanato alcune lettere encicliche in quegli anni, tra le quali, dopo la celebre "Re rum novarum", quella sul centenario della scoperta dell' America "Allo spi­ rare..." 16 luglio 1892, sull'associazione della Sacra Famiglia "Niuno è che ignori..." 16 settembre, sulla recita del Rosario "Ad ogni occasione..." 8 settembre, "Quella santa giocondità..." 21 settembre 1893. Il vescovo presentò come di consueto nella cir­ colare "Coll' indulto per la prossima quaresima..." 27 gennaio 1894 l'enciclica "Pro­ videntissimus Deus" 18 novembre 1893, e con la circolare "Vi comunichiamo..." 7 agosto successivo l'enciclica" Praeclara gratulationis " 20 giugno. Con la circolare "La santità di nostro signore ..." 31 luglio 1894 Guindani aveva presentato alla diocesi il decreto papale sulla musica sacra "L'autorità dei romani pontefici' 7 luglio; così pure per il decreto della congregazione dei Vescovi e Regolari sulla "Sacra predicazione" 31 luglio. Con lettera "Il mese di ottobre sacro alla Regina del S.mo Rosario..." 18 set­ tembre, il vescovo commentava l'enciclica di Leone XIII sul Rosario "A confortare le nostre speranze" 8 settembre. Seguiva la circolare "Richiamo a cognizione dei R.R. parrochi..." II febbraio 1895, sull'indulto quaresimale e sulla nuova enciclica papale "Christi nomen et regnum" 24 dicembre 1894. Per l'unità delle chiese esortava i fede­ li a speciali preghiere con la circolare "Vi trasmettiamo nella versione italiana la recen­ te lettera apostolica..." 17 maggio 1895, secondo la lettera apostolica su tale argo­ mento di Leone XIII "Al tutto degno di provvida carità materna..." 5 maggio 1895; seguiva un' altra circolare del 18 settembre 1895 per l'enciclica "Si acclami pure con sempre più magnifiche lodi l'Ausiliatrice" 5 settembre; ACVB, Lettere pastorali Libro nO/2. 9. L'Associazione mondiale della Sacra Famiglia era stata fondata nel 1861 a Lione dal gesuita P. Francoz. Leone XIII il 14 giugno 1893 fissò la solennità patronale alla ter­ za domenica dopo l'Epifania. Mons. Guindani aveva disposto delle norme circa l'as­ sociazione con una circolare ai parroci firmata dal direttore diocesano, don Saverio Berzi, cancelliere vescovile, " Affine di ottenere una piena uniformità..." 15 marzo 1893 in relazione al breve pontificio" Neminem fugit " 12 giugno 1892; ACVB, Let­ tere Pastorali Libro n°12; S. TRAMONTIN, Vita di pietà e vita di parrocchia, in Sto­ ria della Chiesa, La Chiesa e la società industriale, XXII/2, p. lO1-136; E. CAMOZZI, Diario ..., II, p.l248-1249.

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tem ac quietem rediere'". Attamen ad pericula in futurum praecavenda, adsociatio inter ope-

animi, sono ritornate alla tranquil­ lità e alla quiete di prima. Tuttavia per prevenire ed evita­

lO. Le condizioni economiche e sociali erano peggiorate in Italia. AI ministero Giolitti era succeduto quello di Francesco Crispi, orientato verso una politica militare a scopo coloniale e con tendenze dittatoriali. Il partito socialista sorto ufficialmente nel 1892 det­ te vita con Leonida Bissolati, sostenuto da Felice Cavallotti, a una dura opposizione a qualsiasi avventura militare. L'enciclica di Leone XIII "Rerum novarum" 15 maggio 1891, chiamava i cattolici a un nuovo impegno nella questione sociale, con una solu­ zione diversa da quella della lotta di classe propugnata dai socialisti. Nel 1892 si suc­ cedevano a Genova tre congressi di rilevante importanza per il futuro della società ita­ liana e della cosiddetta questione sociale: il congresso dell'Unione per gli studi socia­ li organizzato dal Toniolo; il congresso nazionale dell'Opera dei Congressi, come risposta di Paganuzzi che temeva per l'unità e l'intransigenza del mondo cattolico nel­ la questione romana; e il 14 agosto il secondo congresso del partito dei lavoratori ita­ liani. In esso la corrente socialista si separava dall' anarchia e dall' operaismo ispiran­ dosi al marxismo per il suo programma. Nasceva così il partito socialista sancito nel con­ gresso del 1893 a Reggio Emilia. Nell'autunno del 1893 i fasci siciliani a direzione socialista avevano dato vita agli scioperi, ai quali si univano gli operai delle città, i minatori e i lavoratoriagricoli. Nel 1894 era venuta la repressione in Sicilia e in Lunigiana. L'analisi acuta del Rezzara indicava in quegli avvenimenti "gli ultimi effetti del regi­ me liberale" devastatore, cui si era agganciata la massoneria, dando vita al "sociali­ smo cattedratico", il quale si esplicava nel socialismo pratico ..., cioé nelle associazio­ ni anarchiche, nei tentativi e nei moti di distruzione degli uomini e delle proprietà. Secondo Rezzara non i promotori della rivoluzione colpiti con pesanti condanne erano i colpevoli, ma la fame, la decadenza morale ed economica delle popolazioni, nascosti e mascherati in quelle situazioni dal governo. La questione sociale era una questione morale. Accusato di avere simpatie verso i socialisti, Rezzara affermava di essere loro alleato solo per l'elevazione della classe operaia, non per la ideologia atea e la lotta di classe. Il sentire di Rezzara era unanime con quello di Toniolo, che il4 gennaio 1894 nel "Programma di Milano" affermava che il socialismo è espressione di un malessere reale, diffuso e diuturno, il quale a sua volta è l'ultimo prodotto di una serie prolungata di violazioni dell' ordine sociale cristiano fondato sulla giustizia e la carità. Per Tonio­ lo si doveva identificare la causa del popolo sofferente con la causa cattolica che solo la Chiesa poteva patrocinare e difendere compiutamente, ritornando al governo della società e dell'incivilimento. A Bergamo i socialisti avevano dato prova di un'organiz­ zazione efficiente, con la Lega Socialista Bergamasca, sorta nel 1892-1893, che pro­ muoveva la propaganda nei paesi, con l'intento di sindacalizzare gli operai facendo leva sulle loro condizioni e proclamando lo sciopero ad oltranza. La predicazione socialista dapprima anarcoide, divenne specificatamente umanitaria e politica, fonda­ ta su una visuale dialettica della società padronale opposta al mondo proletario nel segno della prepotenza. Nella predicazione socialista si ricorreva a formule proprie della tradizione religiosa per subintrodursi nell' ambiente rurale, distinguendo fra Dio e la Chiesa, fra Cristo e il prete alleato dei padroni. Osserva Bello' che i pastori, nel timo­ re di un distacco dalla religione delle plebi redente dal socialismo, "si appostarono a dife­ sa dei valori prioritari, preferendo che l'uomo venisse derubato di qualche terreno inte­ resse che della sua dignità di figlio di Dio ... La coscienza della Chiesa cattolica di sten­ dere la mano ai suoi figli passando dalla beneficenza al senso di giustizia, fu la inno­ vazione capitale della Chiesa d'Italia verso la fine del secolo XIX e venne mediata dall' associazionismo contemporaneo in forme progredienti; la provocazione sociali­ sta contribuì allo svolgersi di questa coscienza". L'istituzione della Camera del lavo­ ro a Bergamo fu un ulteriore passo dei socialisti per affermarsi. Rezzara scelse ii meto­

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rarios iuxta regulas a me adproba­ re pericoli in futuro, è stata costitui­ tas instituta est", ta, secondo le regole da me appro­ Item adsociatio inter ecclesia­ vate, l'Associazione tra gli operai. sticos pro studiis De Oeconomia Allo stesso scopo è stata costi­ Sociali excolendis et promovendis, tuita, su mia esortazione, l' associa­ me hortante, constituta fuit". zione tra gli ecclesiastici per colti­ vare e promuovere gli studi di Eco­ nomia Sociale.

do della trattativa e dette vita, non sempre compreso, al Segretariato del popolo, il 15 gennaio 1896, in Piazza Pontida. Ne era presidente il conte Enrico Passi, delegato vescovi le don Agostino Musitelli, tesoriere Prospero Bonomi. In quella situazione Mons. Guindani intervenne raccomandando ai parroci massima attenzione verso gli operai, per contrastare la diffusione dell' ideologia socialista, come da lettera "Il dove­ re del pastorale ministero..." lO luglio 1893. Guindani, come mons. Bonomelli, mise in luce l'uguale dignità di tutti gli uomini, nonostante la disparità di condizioni socia­ li ed economiche, con la lettera "Gesù Cristo è venuto nel mondo ..." Il febbraio 1895; ACVB, Lettere pastorali Libro n° 12; BCAM, Il Segretariato del Popolo sorgerà in Bergamo il 15 gennaio 1896 Piazza Pontida, 2; Il Segretariato del Popolo in Bergamo - Relazione -, Tip. S. Alessandro 1896; B. BELOTTI, Storia di Bergamo..., VI, p. 240, 253,294; C. BELLO', Società ..., p. 98-109, citazione p. 102; IDEM, Geremia Bono­ melli, p. 132-156; C. SNIDER, Gli ultimi..., p. 148-159; P.A. GIOS, Nicolò Rezzara ..., p.227-261. Il. Il Segretariato del popolo e in seguito l'Ufficio provinciale del Lavoro, fu la risposta, come accennato, del cattolicesimo sociale alla Camera del lavoro. La proposta lan­ ciata da Galbiati, collaboratore di Rezzara, il 20 ottobre 1895 durante l'ottava festa federale di Bergamo, divenne esecutiva il15 gennaio 1896. L'iniziativa riscosse imme­ diato successo. Il Segretariato era diviso in cinque sezioni: affari ecclesiastici, infor­ mazioni e recapiti, pareri giuridici, protezione e difesa degli emigranti, domande e offerte di lavoro; L'Eco di Bergamo, 18, 19,20,22,24 e 27 ottobre 1895, col testo in quest' ultima edizione della lettera di ringraziamento di Leone XIII a Guindani e a Rez­ zara, in data 23 ottobre a firma del card. Rampolla; idem, 6-7 luglio 1901 supple­ mento" Contro l'Ufficio provinciale del Lavoro", a proposito del comizio dell' ono le Turati socialista a Bergamo; M. FIOREND!, L'azione sociale... , p.317; P.A. GIOS, Nicolò Rezzara..., p. 257-261. 12. Mons. Guindani dopo il 1890 tentò di sensibilizzare il clero ai problemi economici e sociali e alle relative istituzioni che non riscuotevano la simpatia generale. Nel 1894 egli obbligava i sacerdoti a discutere nelle riunioni mensili due temi di politica eco­ nomica. In questa linea perciò era sorta l'Unione ecclesiastica di studi sociali e nel 1895 un corso di "diritto ed economia sociale". Guindani era consapevole che una più ampia e diversa considerazione dei problemi veniva resa allora particolarmente ardua, se non impossibile, dalla stessa situazione politica e religiosa, dall'inadeguato apparato dottrinale e critico a disposizione della maggior parte delle persone colte e degli studiosi, dall' insufficienza dei mezzi informativi. Diveniva urgente conservare intat­ to il patrimonio spirituale del popolo, incrementare la vita cristiana con un' intensa pratica religiosa, la frequenza dei sacramenti, l'insegnamento della dottrina cristiana, la vigile tutela delle devozioni tradizionali. E nel contempo, col costante progredire del socialismo come forza politica e valido strumento di trasformazione delle coscienze dei ceti popolari e di tutta l'ideologia sociale, Guindani voleva che i preti aprissero, fuo­

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Lo scorso anno è stata aperta in città una nuova scuola di religione per i giovaniche frequentanole scuo­ le superiori del ginnasio e del liceo. Spero che essa darà non poco frutto. Ugualmente lo scorso anno nel­ la parrocchia di S. Alessandro in Colonna, di questa città, è stata isti­ tuita la scuola S. Girolamo Miani per i ragazzi, soprattutto poveri, che si devono istruire nei primi elementi di scrittura e grammatica, custodi­ re con amore ed educare da parte di sacerdoti e di buoni laici. Tale scuola fiorisce assai bene e viene frequentata da più di 250 ragazzi, sotto la direzione del parroco di quella parrocchia.

Anno elapso nova schola de reli­ gione pro iuvenibus, scholis supe­ rioribus gimnasii ac licei frequen­ tantibus, in urbe aperta fuit; et spe­ ro non parvos fructus allaturam". Item schola a S. Hieronimo Mia­ ni, pueris praesertim pauperibus per sacerdotes et probos laicos in primis scripturae et grammaticae elementis erudiendis ac pie custo­ diendis et educandis, instituta fuit in paroecia S. Alexandri in Colum­ na, huius civitatis; quae schola maxime floret et plusquam a dugen­ tis et quinquaginta parvulis fre­ quentatur, dirigente parocho dictae paroeciae".

ri dalle sacrestie, un varco verso una nuova forma di apostolato sociale. La determi­ nazione di Guindani era una risposta all'intransigenza che, osserva Snider, difendeva con altri metodi inadeguati i valori religiosi e familiari minacciati dalla tecnica e dal­ l'industria. Nel processo economico e sociale allora in corso, il vescovo, come Medo­ lago Albani e Rezzara, comprese che la sicura tutela di quei valori poteva essere offer­ ta solo da un' organizzazione attiva della forza sociale, sentita anche come complesso di facoltà e di diritti, insita in quei valori e nei ceti che li custodivano. Da qui nacque l'idea democratica cristiana, e più essa prendeva consistenza come dottrina e movimento, più illiberalismo economico e politico apparve alle classi inferiori come forza oppres­ siva. Guindani fu promotore anche per la diocesi e la provincia della "Associazione di mutua caritàfra i reverendi sacerdoti della nostra Diocesi", della quale approvò lo statuto il 6 febbraio 1897. Sull' invio di due copie-omaggio al cado Rampolla e a Leo­ ne XlII della pubblicazione di Rezzara Statistica intorno alle società cattoliche esi­ stenti in diocesi a tutto il mese di giugno 1895 nel ventennio della Società cattolica operaia di Mutuo Soccorso, cf. ASV, S. S. Ep. Mod., 1895, R. 12 F. 3 f. 136r-v 14 otto­ bre 1895, con la risposta di Rampolla, 23 ottobre, di "viva compiacenza" di Leone XlII; L'Eco di Bergamo 19 maggio 1897; R. AMADEl, Alla conquista..., p. 260­ 261; C. SNIDER, Gli ultimi..., p. 54-55, 78, 425. 13. Su questa iniziativa aveva dato notizia L'Eco di Bergamo 5 gennaio 1895, in occasio­ ne della sua inaugurazione, elogiando la sollecitudine del vescovo, con l'articolo "La Scuola di Religione pei giovani dati agli studi", e del 6 "Ancora sulla Scuola di Reli­ gione pei giovani dati agli studi". A quest'opera si affiancava nell' ottobre del 1895 un'altra scuola di religione aperta ai ragazzi, con un' aula in città alta all' oratorio di via Solata, e una in città bassa in borgo S. Leonardo, 2; L'Eco di Bergamo, 8 novembre, 27 novembre 1896. 14. San Girolamo Miani (o Emiliani), nacque a Venezia nel 1486. Di professione soldato,

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Anno 1893 duas'" peregrinatio­ nes ad Sanctam Sedem promotae fuerunt, quarum primae ego perso­ naliter praefui". Eodem anno ob auspicatissi­ mum iubilaeum sanctissimi domi­ ni nostri Leonis papae XIII in omni­ bus paroeciis dioecesis solemnitates et supplicationes ad Deum habitae sunto Omnium solemnior quae in cathedrali diebus 29-30 ac 31 decembris celebrata fuit, cui omnes dioecesis parochi et catholicae

Nel 1893 sono stati promossi due pellegrinaggi alla Santa Sede, al primo dei quali ho presieduto di persona. Nello stesso anno si sono svolte in tutte le parrocchie della diocesi feste solenni e suppliche a Dio per il felicissimo giubileo del santissi­ mo signor nostro papa Leone XIII. La più solenne di tutte è stata celebrata in cattedrale nei giorni 29­ 30-31 dicembre, alla quale hanno partecipato tutti i parroci della dio­

(a) Il testo vorrebbe duae. fatto prigioniero cambiò totalmente l'indirizzo della vita. Nel 1528 si dedicò nella sua città ai piccoli abbandonati, agli orfani e alle prostitute. Dal 1532 ampliò il suo intervento e percorse le città del nord Italia coadiuvato dai compagni del Divino Amo­ re, fondando nel 1533 l'Ordine dei Chierici Regolari Somaschi, dal nome del villaggio in cui egli risiedette e dove mori 1'8 febbraio 1537. Fu canonizzato da Clemente XIII nel 1767; N. DEL RE, Girolamo Miani, santo, in Bibl. Sanct., VI, p. 1143-1148. La pia scuola S. Girolamo Miani sorse nel popoloso quartiere di S. Alessandro in Colonna, in via S. Bernardino. Il prevosto don Carlo Castelletti, promotore dell' ini­ ziativa, alla benedizione dell' istituto data dal vescovo Guindani il 28 novembre 1893, ne presentò le finalità dirette all' istruzione scolastica dei fanciulli, completamente gratuita per circa 60 allievi più poveri, e alla loro educazione di cristiani esemplari e buo­ ni cittadini. Anche per quest' opera era aperta una forma di sussidio, con la sottoscri­ zione di azioni da lire lO cadauna, per 3 anni; L'Eco di Bergamo l dicembre 1893. 15. Il pellegrinaggio diocesano fissato nel febbraio fu spostato per le elezioni ammini­ strative generali tenute il 19 di quel mese, cf. nota n. 21 successiva. Mons. Arcangeli ne comunicò la notizia ai parroci con circolare del 3 febbraio. Mons. Guindani parte­ cipò al pellegrinaggio del 9 aprile. I 330 bergamaschi furono ricevuti il 12 aprile in udienza da Leone XIII e gli consegnarono l'obolo di L. 22.000. L'Eco di Bergamo pubblicò le notizie sul pellegrinaggio nelle edizioni del 25 febbraio 1893, 5, IOe 31 mar­ zO,6, II e 14 aprile con la cronaca intitolata "L'Udienza Pontificia al pellegrinaggio bergamasco ", concludendo le notizie il 19 successivo. Nel 1894 i bergamaschi parte­ ciparono a due pellegrinaggi a Roma, puntualmente descritti da L'Eco di Bergamo. A febbraio i pellegrini celebrarono la chiusura dell' anno giubilare di Leone XIII; ne seguì uno dal 18 al 25 settembre, promosso da don Francesco Cossali, concluso con l'u­ dienza del Papa ai 107 bergamaschi partecipanti; ACVB, Lettere pastorali Libro n° 12; ASV, S. S. Ep. Mod., 1894, R. 229 f. l13r-v; 1895, R. 100 F. 2, f. l63r-v; E. CAMOZ­ ZI, Diario ..., I, p. 139-140; L'Eco di Bergamo 14 febbraio 1894,26 giugno, 18 set­ tembre, 25 settembre.

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societates cum suis vexillis inter­ fuere", Cum magno populi concursu ac maxima devotione et pietate, tota dioecesi plaudente ac stipe pro expensis offerente, diebus 22-23-24 octobris anni 1892 solemnibus festis celebratis, in paroecia S. Gal­ li huius dioecesis, ex decreto vene­ ratissimi et amplissimi Capituli Vaticani, praesentibus mecum tri­ bus aliis episcopis, sacra aurea corona redimita fuit antiquissima et valde veneranda imago Beatae Virginis Mariae". Item cum quidam iuvenes huic dioecesi extranei magno scandalo et sacrilegio in paroecia Osio Sot­ to, sacram Comunionem, die octa­ va novembris 1894, postquam vino et aliis potationibus sese inebria­ verunt, publice in ecclesia, adstan­ te populo sumpserint ac profana­ verint, appositis litteris supplica­ tiones expiatorias in tota dioecesi indixi; quae magna ubique, prae-

cesi e le società cattoliche con le loro bandiere. Con grande concorso di popolo animato da grandissima devozione religiosa, con il plauso di tutta la diocesi e l'offerta del denaro per le spese, nei giorni 22-23-24 ottobre del 1892, sono state celebrate feste solenni nella parrocchia di S. Gallo, in questa diocesi, dove, presenti con me tre altri vescovi, l'antichissima e molto venerata immagine della Beata Vergine Maria è stata inco­ ronata con una corona sacra d'oro, come da decreto del venerando ed eccellentissimo Capitolo Vaticano. Inoltre, essendo avvenuto che alcuni giovani extradiocesani, ubriacatisi con vino e altre bevande, 1'8 novembre 1894 avevano rice­ vuto e profanato pubblicamente in chiesa a Osio Sotto la sacra comu­ nione, con grande scandalo sacri­ lego del popolo presente, ho indet­ to in tutta la diocesi, con apposita lettera, preghiere di riparazione che

16. Mons.Arcangeli dette disposizioni per la ricorrenza giubilare con la circolare ai parroci "Per la chiusura..." 14 dicembre 1893; ACVB, Lettere pastorali Libro nOl2; R. AUBERT, I cattolici..., in Storia della Chiesa, Chiesa e Stati Europei ... , p. 103-104. 17. Nel santuario della Beata Vergine della Costa è venerata l'immagine della Madonna col Bambino in atto di offrirlo all'adorazione dei re magi. E tradizione che da questa imma­ gine, una preziosa miniatura trecentesca, mentre si tratteneva in preghiera Caterina de' Lupis sul finire del sec. XV, scaturì sangue miracoloso. Per tre volte il simulacro, custodito in una stanza, poi trasformata in cappella, fu portato nella parrocchiale e altrettante volte ricomparve nel santuario. I fedeli ottennero grazie. Nel160S il vesco­ vo Milani ordinò la costruzione del santuario, ultimata nel 1622. L'incoronazione dell' effigie miracolosa avvenne il 24 ottobre 1892, presieduta dai vescovi Guindani, Andrea Ferrari di Como, poi arcivescovo di Milano, di mons. G.B. Rota di Lodi e di Francesco Tavani di Mindo; G. B. BUSETTI, Santuari Mariani..., II, p. 182-184.

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ovunque, specie nella parrocchia stessa, sono state celebrate dal popolo con grande devozione. Ha recato a tutti moltissima leti­ zia che i giovani autori di tale cri­ mine l'hanno detestato, e sono ritor­ nati a una condotta migliore. Uno di essi, colpito da grave malattia, è morto due mesi dopo, veramente pentito e confortato dai sacramenti. Facendo leva sui decreti della sacra congregazione, con uno spe­ ciale decreto ho proibito che siano mai ammesse nei templi sacri ban­ diere profane. Ho esortato con lettera speciale tutti i sacerdoti a frequentare alme­ no ogni triennio gli esercizi spiri­ tuali, e inoltre i parroci a osservare esattamente la legge della residen­ za, sulla traccia del diritto canonico.

cipue vero in ipsa paroecia loci Osio Sotto populi devotione cele­ bratae fuerunt. Maximam omnibus laetitiam attuZit quod iuvenes, qui eiusmodi crimen patrarunt, illud detestati sunt et ad meZiorem frugem redierunt; ac unus ex iis, gravi morbo correp­ tus, duos post menses obiit vere con­ tritus ac sacramentis refectus": Ne profana vexilla unquam in sacris templis admitterentur, sacra­ rum congregationum decretis innixus, speciali decreto omnino prohibui". Sacerdotes omnes ad spiritua­ Zia exercitia saltem quolibet trien­ nio, frequentanda; parochos vero ad exactam residentiae legem, ad tramitem iuris canonici, observan­ dam, per speciales Zitteras horta­ tus sum/".

18. Il fatto suscitò grande scalpore in diocesi, che fu informata dal vescovo con lettera "Coll'animo straziato dal dolore..." 19 novembre 1894. Egli invitò tutti i fedeli a pre­ gare con circolare ai parroci "Dalla circolare a stampa da noi emanata..." 20 novem­ bre; ACVB, Lettere pastorali Libro n° 12; Orribile sacrilegio ad Osio Inferiore, A riparazione dell'orribile sacrilegio-La parola del Vescovo, in L'Eco di Bergamo 20 e 21 novembre 1894; E. CAMOZZI, Diario..., I, p. 323-326. 19. Mons. Guindani col decreto "Allo scopo che sia sempre conservato ..." 7 marzo 1893, richiamava, secondo le indicazioni della S. Sede e della lettera dell'episcopato lombardo del 4 novembre 1891, il dovere del rispetto della chiesa, luogo sacro, che" esige l'esatta osservanza della disposizione: che non si permetta mai, per qualsiasi titolo, l'ingresso nelle chiese e la partecipazione a processioni e funzioni sacre alle bandiere o vessilli pro­ fani. Devono essere considerati tali, quelli che il loro statuto non è stato approvato dal­ l'autorità ecclesiastica e anche quelli che approvati, non portano nessun segno reli­ gioso"; ACVB, Lettere pastorali Libro n012; L'Eco di Bergamo 23 marzo 1893. 20. Mons. Guindani esortò il clero alla pratica del ritiro mensile e degli esercizi spirituali con la lettera "In mezzo alle gravi cure del pastorale ministero..." 31 dicembre 1894, richiamando anche il dovere della residenza nelle parrocchie "Cum ad animarum curam ..." 7 marzo 1894; ACVB, Lettere pastorali Libro n012; E. CAMOZZI, Dia­ rio..., I, p. 221-223.

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Stipes in hoc triennio in dioece­ si collecta attingit: 1 Pro summi pontificis paupertate sublevanda /t.Li. 19.000 2 Pro redimendis captivis "" 10.645 3 Pro aedificatione templi in honorem B.M. V. S.mi Rosarii in civitate Neopactensi 1.650 4 Pro opere a Sancta /nfantia dieta 23.600 5 Pro opere Propagationis Fidei 7.345 6 Pro Locis Sanctis et cathecumenis 8.560

L'elemosina raccolta in questo triennio in diocesi ha raggiunto: 1. per sollevare l'indigenza del sommo pontefice L.lt. 19.000 2. per il riscatto degli schiavi "" 10.645 3. per la costruzione del tempio in onore della B. V. M.del S.mo Rosario nella città di Lepanto 1.650 4. per l'Opera detta 23.600 della S.Infanzia 5. per l'Opera della Prop. della Fede " " 7.345 6. per i Luoghi Santi e i catecumeni " " 8.560 Totale " "70.800

Totaliter

"" 70.800

Quae elapso triennio in hac civitate et dioecesi acta sunt pro constitutione consiliorum, tum pro­ vinciae tum communium, iuxta pia­ cita ac monita summi pontificis feli­ citer regnantis, et quanta hac de causa a bonis catholicis probra ac etiam persecutiones pati ac tolera­

È più che sufficientemente noto dai giornali quanto nello scorso triennio in questa città e diocesi è stato fatto per la costituzione dei consigli sia della provincia sia dei comuni, secondo i desideri e gli ammonimenti del sommo pontefice felicemente regnante, e le tante pro­ ve e persino persecuzioni che i buo­

21. Le vicende elettorali videro una costante affermazione delle liste dei cattolici e dei liberali moderati, dopo che nelle elezioni generali amministrative del 1890 era uscita sconfitta la lista dei soli cattolici clericali. Nel 1891 la lista con alcune personalità cat­ tolico-moderate aveva riportato vittoria nelle elezioni parziali, ottenendo sei consi­ glieri su otto nel consiglio comunale. Il partito liberale preparò le elezioni del 1892 con una propaganda offensiva verso i contadini, dalle pagine de L'Unione, nuovo organo dei movimenti radicali e democratici bergamaschi. Ciò non tolse che la rappresentan­ za clericale a Bergamo ne uscisse rafforzata, passando da 14 a 17 consiglieri su 40. Le elezioni generali amministrative vennero fissate provocatoriamente da massoneria e anticlericali al governo, il 19 febbraio 1893, data significativa per i cattolici che cele­ bravano il giubileo episcopale di Leone XIII. La aspettative di chi pensava alle urne

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ni cattolici han dovuto patire e sop­ portare. Anche in questa congiuntura sia la diocesi che la città di Bergamo ha ottenuto non pochi frutti dal suo lavoro e dalla sua opera perseve­ rante, così che i consigli sia comu­ nali che provinciali sono costituiti e retti a norma dei principi cattolici.

ri debuerunt, satis superque ex publicis diariis compertum est". Hac etiam in re tum dioecesis tum civitas Bergomensis non pau­ cos obtinuit sui Laboris et perseve­ rantis operae fructus, ita ut consiLia sive comunaLia sive provinciae ad normam cathoLicorum principio­ rum constituta sint et regantur.

disertate dai pellegrini che sarebbero accorsi a Roma per le feste, andarono deluse. La maggioranza assoluta andò alla lista cosiddetta clericale, con 500 voti di scarto su quella liberai-democratica repubblicana. Una seconda tornata elettorale parziale si ten­ ne il 29 giugno. La Gazzetta e l'Unione liberale bergamasca impiegarono ogni propa­ ganda per convincere i votanti all' astensione. Restarono solo i socialisti, ai quali si aggiunsero i radicali, a contrastare i cattolici. La vittoria andò alla lista clericale for­ mata da quattro liberali moderati e da tre cattolici di stretta osservanza, consolidando la composizione dell' amministrazione comunale, allontanando la possibilità di un nuovo scioglimento del consiglio auspicato da anticlericali e framassoni. Per i socialisti risultò eletto Emilio Gallavresi. Anche nelle elezioni provinciali parziali, sia del 1891 sia del 1892, i cattolici ottennero buoni successi, riuscendo a occupare 25 seggi sui 50. La rivincita dei liberali e dei massoni fu tentata con le elezioni del 12 novembre 1893. Il pretesto per lo scioglimento del consiglio provinciale fu la richiesta ai consiglieri cattolici di pronunciarsi sull' intangibilità di Roma capitale, in occasione dell' indiriz­ zo d'omaggio ai reali d'Italia che festeggiavano le nozze d'argento, ai quali si dove­ va consegnare una somma di Lire 1.500, da destinare alle famiglie di operai colpiti da infortunio sul lavoro. Medolago Albani dichiarò di non poter approvare un documen­ to che limitasse la libertà e l'indipendenza della Santa Sede. Rezzara seguì lo stesso prin­ cipio giudicando il gesto solo politico. Il presidente del consiglio provinciale, Luigi Cucchi e l'onorevole Adolfo Engel, presentarono un ordine del giorno in cui si dichia­ rava che il consiglio unito alla deputazione provinciale nell'omaggio verso i sovrani, affermava senza restrizioni mentali l'unità della patria e l'intangibilità della capitale. L'ordine del giorno fu respinto con 21 voti contrari, 16 favorevoli e 3 astensioni. Engel giurò vendetta e a Roma il lO maggio brigò presso il presidente del consiglio Giolitti per lo scioglimento del consiglio provinciale. Il piano concordato col sottosegretario Rosano era di convincere l'opinione pubblica che lo scioglimento del consiglio era frutto dell'indignazione popolare per il voto espresso sull' ordine del giorno, si mobi­ litasse la piazza e si sollevassero le folle contro i clericali, disponendo per l' opera­ zione di fondi segreti del ministero. Dall' Il al 14 maggio Bergamo visse giornate con­ vulse, di oltraggi e prepotenze della folla manovrata dalla massoneria, in particolare dal Grande Oriente coi telegrammi inviati ai vari giornali, e dai radicalsocialisti contro i rap­ presentanti dei cattolici, Rezzara in primo luogo. Le elezioni del 12 novembre videro latifondisti liberali nelle loro ville di campagna premere sui dipendenti mezzadri per vota­ re a favore dei propri candidati, nonché massoni e radicali capeggiati da Engel orga­ nizzarsi per smuovere l'elettorato cattolico. L'esito premio le liste dei cattolici con 22.000 voti su 35.000 votanti, mentre le forze liberali e radicali ne raccolsero 12.000. Nel nuovo consiglio furono eletti 30 clericali, 8 moderati della stessa lista cattolica, 12 della minoranza di liberal-radicali e massoni. Dopo vent' anni di lotta il governo della provincia passava alla maggioranza composta da cattolici e i liberali finivano in mino­ ranza; P.A. GIOS, Nicolò Rezzara ..., p.195-208; E. CAMOZZI, Diario ..., I, p. 130, 187,363,961.

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Cuius rei perspicuum argumen­ La prova concreta di tale realtà è tum est quod ex tercentis et ultra che dei piii di trecento consigli consiliis comunalibus, quibus con­ comunali, di cui è costituita tutta la stat tota Bergomensis provincia, vix provincia Bergomense, appena solo quindecim sese favorabiles procla­ quindici si sono proclamati favore­ maverunt festis nuper ab ecclesia voli a chi detesta le feste in onore et summi pontificis osoribus cele­ del Sommo Pontefice recentemen­ bratis. te celebrate dalla Chiesa.

Caput III

De Clero saeculari

III Il Clero secolare

1.2.3.4.5. Come nella preceden­ Ad 1.2.3.4.5. Ut in praeceden­ tela) relatione anno 1891 pro trien­ te relazione del 1891, consegnata per il triennio 103°. nio 103° data/" Ad 6. Parochi omnes legem resi­ 6. Tutti i parroci osservano nel­ dendi in suis paroeciis observant. le loro parrocchie la legge della Attamen ad abusus quosdam prae­ residenza. Tuttavia, per prevenire cavendos qui contra residentiae alcuni abusi che sembravano svi­ legem inolescere videbantur, disce­ lupparsi contro la legge della resi­ denza, di allontanarsi cioè dalle par­ dendi scilicet a paroeciis, non praehabita ab episcopo licentia, rocchie, senza aver prima ottenuto dal vescovo la facoltà, ciò special­ praesertim sanctas missiones ad populum praedicandi causa, paro­ mente a causa della predicazione chos ad han c legem exacte obser­ delle sante missioni al popolo, ho vandam, anno elapso, hortandos provveduto lo scorso anno a esor­ tare i parroci per l'osservanza esat­ curavi, praecipiendo ne ultra tres dies a suis paroeciis absque epi­ ta di questa legge, ordinando che scopi licentia, discederent. non si allontanino piri di tre giorni Ad 7. Affirmative. dalle loro parrocchie senza il per­ Ad 8. Fere omnes parochi alio­ messo del vescovo. rum sacerdotum opera indigent, et 7. Affermativamente. pro posse curo ut omnes coadiuto­ 8. Quasi tutti i parroci hanno bisogno de11'opera di altri sacerdo­ ti, e mi do cura, per quanto possi­ (a) il testo vorrebbe praecedenti. (b) Così nel testo, ma la relazione 1891 comprendeva i trienni 100.10 1.102.

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res suos habeant, quamvis etiam in hac dioecesi defectus sacerdotum magis in dies animadvertatur". Ad 9.10.11.12.13.14. Affirmati­ ve sicut in praecedentibus relatio­ nibus. Ad 15. Mores cleri saecularis generatim graves sunt et ad pieta­ tem et vitam, quae viros ecclesia­ sticos decet, compositi. Si vero aliquando quis a recta vivendi via declinaverit, ea media adhibentur, quae a sacris canoni­ bus sunt instituta, ut ad bonam fru­ gem redeat. Unus tamen adest sacerdos qui, deposito habitu clericali, iam a quadraginta annis et ultra ad vitam saecularem misere rediit atque matrimonium civile cum muliere quadam contraxit.

bile, che tutti abbiano i loro coa­ diutori, benché anche in questa dio­ cesi si avverta ogni giorno più la mancanza di sacerdoti. 9.10.11.12.13.14. Affermativa­ mente, come nelle precedenti rela­ zioni. 15. I costumi del clero secolare sono generalmente austeri, ordina­ ti all' amor di Dio e alla vita che si addice a uomini ecclesiastici. Se qualcuno qualche volta si allontanasse dalla via della vita ret­ ta, sono usati quei mezzi che ven­ gono stabiliti dai sacri canoni per­ ché ritorni alla buona condotta. Vi è un sacerdote tuttavia, che lasciato 1'abito clericale, già da più di 40 anni, è miseramente ritornato alla vita secolare, ed ha contratto il matrimonio civile con una donna.

Caput 1V De Clero regulari

IV Il Clero regolare

Ea omnia quae in praecedenti­ bus relationibus quoad clerum regu­ larem exposui, etiam in praesenti relatione confirmare omnino debeo.

Tutte le notizie esposte nelle precedenti relazioni circa il clero regolare, anche in questa relazione debbo integralmente confermare.

22 Particolare attenzione poneva mons. Guindani nell'opera dei sacerdoti per l'insegna­ mento del catechismo, che raccomandava loro con sue lettere, o circolari a firma di mons. Arcangeli : "Sua Eccellenza Mons. Vescovo mi dà lo speciale incarico..." 20 feb­ braio 1894, per l'intervento dei parroci agli esami di religione nelle scuole comunali, "Un disegno al quale per la grande sua importanza..." 18 dicembre 1894, sull'impor­ tanza dell' istruzione religiosa nelle scuole, "Con nostra lettera del giorno 18 dicembre 1894..." lO ottobre 1895, per ribadire le esortazioni già fatte; ACVB, Lettere pasto­ rali Libro non.

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Caput V

De Monialibus

V

Le Monache

Lo stesso si deve dire circa le Idem et de monialibus dicen­ monache, con due osservazioni: dum, duo tamen animadvertendum, a) Circa la designazione del con­ id est: a) Quoad designationem con­ fessore delle monache, sia ordinario fessarii tum ordinarii tum extraor­ sia straordinario, mi attengo alle dinarii monialium, recentioribus istruzioni piu recenti della sacra sacrae congregationis Episcopo­ congregazione dei Vescovi e Rego­ rum et Regularium instructionibus lari. me attineo. b) Dalla stessa congregazione b) Ab eadem sacra congrega­ ho ottenuto la facoltà di nominare i tione facultatem obtinui confessa­ confessori ordinari delle monache rios ordinarios ad monialium per le confessioni sacramentali, sacramentales confessiones reci­ dopo il primo, anche per il secondo piendas, expleto primo triennio, triennio. etiam pro secundo triennio depu­ tandi".

VI

Caput VI

De Seminario

Il Seminario

l. Gli alunni del seminario sono Ad 1. Alumni in seminario qua­ dringenti et triginta circiter nume­ circa 430. rantur. Per gli altri paragrafi sono da Quoad alias paragraphos in confermare tutte le notizie esposte omnibus omnino confirmanda sunt nelle precedenti relazioni. exposita in superioribus relationi­ bus.

23. 112 febbraio 1893 l'episcopato lombardo aveva presentato una serie di riflessioni sui voti delle religiose, i doveri del loro stato e la direzione spirituale; ACVB, Lettere pastorali, Libro n° JJ.

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Caput VII

De Ecclesiis, Confratemitatibus

et Locis Piis

VII

Chiese, Confraternite

e Luoghi Pii

Ad l. In sacristiis ecclesiarum Nelle sacristie delle chiese è generatim est exposita tabella mis­ generalmente esposta la tabella del­ le messe e degli anniversari. sarum et anniversariorum. Ut autem iis punctualiter satis­ Ho provveduto e provvedo che fiat proposse curavi et curo. venga soddisfatto ad essi, per quan­ to possibile, puntualmente. Quoad coeteras paragraphos uti in praecedentibus relationibus. Circa gli altri paragrafi, come già risposto nelle precedenti rela­ zioni.

Caput VIII

De Populo

VIII

Il Popolo

Ad l. Mores populi huius dioe­ 1. I costumi del popolo di questa cesis generatim probi ac pietati et diocesi sono generalmente buoni, ordinati all' amor di Dio e alla reli­ religioni conformes. Fideles Ecclesiam, Verbum Dei, gione. doctrinam christianam et sacra­ I fedeli frequentano la chiesa, la Parola di Dio, la dottrina cristiana e menta praesertim in ruralibus paroeciis frequentant; sanctam i sacramenti, specie nelle parroc­ chie rurali. Trattano la santa Chie­ Ecclesiam et summum pontificem sa e il sommo pontefice con la mas­ maxima devotione et oboedientia, sima devozione e obbedienza, i loro suos sacerdotes et suum episcopum sacerdoti e il loro vescovo con amo­ amore ac reverentiaprosequuntur". Horum loculentissima testimo­ re e rispetto. nia sunt: Prove evidentissime di questo sono: 24. Mons. Guindani non accenna agli avvenimenti di Gandino del settembre 1895, nel 25° della presa di Roma. Alcuni parrocchiani gridarono "Viva il Papa, Viva la Chiesa, Viva la Fede". I carabinieri denunciarono i 27 supposti colpevoli gandinesi, proces­ sati e condannati a un' ammenda di L. 500. Tra essi, molto poveri, figurava anche il par­ roco don Andrea Alberti, che organizzò una sottoscrizione. L'Osservatore Romano osservò che se i condannati avessero gridato" Viva la Massoneria, Viva Satana" non avrebbero avuto la pur minima molestia; L'Eco di Bergamo 5, 7, 8, 29 febbraio 1896.

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l. Abstinentia ab operibus ser­ vilibus diebus festis etiam nuper introductis, uti in festo S. Iosephi, etsi a lege civili non recognitis". 2. Festivitates quae cum maxi­ mo apparatu et ingenti populi con­ cursu celebrantur". 3. Frequentes peregrinationes ad Sanctam Sedem, et ad diversa Beatae Virginis Mariae sanctua­ ria". 4. Plurimae adsociationes pro rebus catholicis tuendis institutae. 5. Festivitates quae ab iisdem confederatis adsociationibus sin­ gulis annis, cum interventu plurium millium operariorum, celebrantur".

1. L'astensione dalle opere ser­ vili nei giorni festivi introdotti anche di recente, come nella festa di san Giuseppe, per quanto non rico­ nosciuti dalla legge civile. 2. Le feste celebrate col massi­ mo fasto e l'ingente concorso di popolo. 3. I frequenti pellegrinaggi alla Santa Sede e ai vari santuari della Beata Vergine Maria. 4. Le molte associazioni istitui­ te per difendere le cose cattoliche. 5. Le feste che si celebrano ogni anno dalle società confederate con la partecipazione di molte migliaia di operai.

25. Pio IX aveva proclamato san Giuseppe patrono della Chiesa universale elevando la festa liturgica del 19 marzo a doppio di la classe con decreto dell'8 dicembre 1870; Leo­ ne XIII dichiarò poi tale solennità festa di precetto, con decreto "Quod erat maxime optandum...". In seguito il decreto fu recepito nel vecchio codice di diritto canonico, can. 1247 par. l. In occasione del 25° della proclamazione fatta da Pio IX, il vescovo inviò la lettera pastorale "E presso a compiersi il venticinquesimo anno.;" 3 dicembre 1895; cf. circolare di mons. Arcangeli "Giunge or ora a Sua Eccellenza Rev. ma .,;" con decreto del card. M. Halka Ledochowski, 13 marzo 1891 citato più sopra; cf. relazio­ ne 1873 nota n. 18; ACVB, Lettere pastorali Libro nO12; T. STRAMARE, Giuseppe spo­ so di Maria Vergine e padre putativo di Gesù, santo, in Bibl. Sanct., VI, p. 1275. 26. Il vescovo allude senz'altro anche alle solenni celebrazioni per il quarto centenario della traslazione della Sacra Spina a S. Giovanni Bianco, riferite da L'Eco di Bergamo nelle edizioni del 28, 29 3D, 31 marzo, 2, 3 aprile 1895. Vi parteciparono grande nume­ ro di fedeli, il cardinale arcivescovo di Milano coi vescovi di Bergamo, Brescia e Lodi. 27. Già si è accennato più sopra ai pellegrinaggi diocesani a Roma. Nel sesto centenario del­ la casa di Loreto fu organizzato un pellegrinaggio bergamasco a quel santuario, come riferisce L'Eco di Bergamo 16 febbraio 1895. Il rosario come pratica devozionale era molto raccomandato da Leone XIII con le encicliche in parte già accennate, cui face­ va eco mons. Guindani presentandole, oppure con lettere pastorali proprie, come "Fra i moltissimi atti di apostolica vigilanza .;" 22 settembre 1885; con la circolare "Vi tra­ smettiamo .;" 3 ottobre 1891 presentava l'enciclica papale "Il ritorno del mese di otto­ bre.;" 22 settembre; ACVB, Lettere Pastorali Libro n°12. 28. Era iniziata la cosiddetta festa federale già accennata, con la riunione annuale di tutte le associazioni cattoliche celebrata generalmente a turno nei paesi, sedi delle vicarie, con discorsi tenuti ai partecipanti da illustri oratori e personalità del mondo sociale,

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6. Il concorso dei cattolici alle urne per eleggere i deputati comu­ nali o provinciali e l'astensione dal­ le urne nelle elezioni politiche. In diocesi nella proporzione che si osserva per le elezioni, risulta che, mentre 75 su 100 degli iscritti accedono alle urne per le elezioni municipali e amministrative, al con­ trario sono 75 su 100 quelli che si astengono nelle politiche. 7. Le cospicue offerte che ven­ gono raccolte ogni anno sia per il sommo pontefice sia per le altre opere pie, come: Luoghi Santi, Catecumeni, riscatto degli schiavi, etcet., sia anche per riparare e costruire le chiese, per promuovere e sostenere inoltre altre opere di devozione, di religione e di carità, il cui elenco ora diventerebe troppo lungo. 2. Nessun abuso speciale, nes­ suna consuetudine singolare in que­ sta diocesi sinora si sono introdot­

6. Concursus catholicorum ad umas pro eligendis deputatis muni­ cipalibus vel provincialibus et absti­ nentia ab umis in electionibus poli­ ticis. In dioecesi haec proportio in electionibus observatur quod cum 75 supra 100 ex inscriptis accedunt ad umas pro electionibus munici­ palibus et administrativis, e contra 75 supra 100 sunt qui se abstinent a politicis. 7. Copiosae oblationes quae quotannis colliguntur sive pro sum­ mo pontifice sive pro aliis operibus piis, uti: sacrorum catechumeno­ rum, captivorum redimendorum etcet., sive etiam pro reparandis et construendis ecclesiis aliisque pie­ tatis, religionis ac charitatis operi­ bus instituendis et sustentandis, quorum enumeratio nimis prolixa evaderei". Ad 2. Nullus abusus specialis, nulla singularis consuetudo in hac

economico e politico, oltre che religioso: cf.visita 1891 nota n. 41; E. CA MOZZI, Diario... , II, p.ll 08, 1500. 29. Il 19 ottobre 1894 la diocesi era stata invitata dal vescovo a contribuire con offerte alla costruzione di un santuario alla Madonna del Rosario a Lepanto, lettera "La commis­ sione costituitasi a Roma ..."; ACVB, Lettere Pastorali Libro n" 12. Guindani nel pre­ sentare a Leone XIII l'Obolo di S. Pietro con lettera del 22 settembre 1894 si fece garante della determinazione del clero e del popolo di seguire i suoi insegnamenti, dell'impegno di proseguire il lavoro per il benessere materiale e morale della classe ope­ raia e per il suo accordo con la classe possidente al fine di prevenire gli sforzi del socialismo in ascesa, della cura nell'espansione delle società cattoliche, oratori feria­ li e festivi della gioventù, scuole elementari private, per contrastare la Lega per l'edu­ cazione del popolo nel progetto di fondare scuole e ricreatori laici; ASV, S. S. Ep. Mod., 1890, R. 3 F. 3 f. 170r- 171r.

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dioecesi hucusque inolevit, quae indigeat consilio et Apostolicae Sedis adiutorio. Attamen dolendum non paucos ex civili conditione, in civitate prae­ sertim, existere qui praeceptum Ecclesiae de abstinentia a cibis vetitis in sabbatis non observant",

ti, al punto che occorra il consiglio e l'aiuto della Sede Apostolica. Tuttavia v'è da rammaricarsi che si trovano non pochi uomini di con­ dizione borghese, specie in città, i quali non osservano il precetto del­ la Chiesa di astenersi nei sabati dai cibi proibiti.

Bergomi die 30 septembris anni 1895

Bergamo addì 30 settembre 1895

+ Caietanus Camillus episcopus Bergomensis

+ Gaetano Camillo vescovo di Bergamo

Bergomen. Yisitatio sacrorum Liminum

Bergamo.

Visita dei sacri Limini.

Ammessa pel passato triennio 103° nonché pel corrente 104° che spira il 20 dicembre 1897. P.N. 974/39 17 decembris 1895

17 dicembre 1895

Die 2 aprilis 1897 fuit responsum.

Si è risposto il 2 aprile 1897.

30. Come da note precedenti, mons. Guindani non mancava, all'inizio della quaresima, di esortare i fedeli alla pratica del digiuno, e così in certe feste solenni, come quella del patrono S. Alessandro; cf. lettere 7 gennaio 1892, Il agosto, 25 gennaio 1893, 10 gen­ naio 1894, 8 marzo, 26 giugno per i santi Pietro e Paolo; ACVB, Lettere Pastorali Libro n° 12.

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APPENDICE XXIII

BREVE DI LEONE XIII A MONS.G.C. GUINDANI

E. CAMOZZI, Diario ..., l, p. 429-430

Leo PP. XIII Venerabilis frater, salutem et apostolicam benedictionem.

Spectata nobis est Bergomatium fides,quibus id jure laudi tribuitur quod singulari adversus Apostolicam Sedem observantia sint rationum­ que catholici nominis tuendarum in primis studiosi. Quare pergratum accidit, nec tamen mirum, intime eos persentisse ac doluisse penitus acerbitatem quam nobis superior mensis proximus attulit. Caritatis indicium et fructum, pecuniae vim non exiguam angustiis nostris levandis destinatam, ultro addidere. Quod quidem pietatis officium eo plus amavimus, quia homines amplius septuaginta milia ex omnibus ordinibus detulerunt. Igitur postulat aequi­ tas ut Bergomatibus tuis profiteamur, id quod facimus, animum nostrum benevolentem et gratum sed exigit pariter veritas ut te, venerabilis frater, testimonio honestissimo prosequamur, quas enim in eis virtutes initio lau­ davimus, magnopere aluntur exemplo operaque tua. Tibi illisque Aposto­ licam Benedictionem, benevolentiae nostrae testem, peramanter in Domi­ no impertimus. Leo PP. XIII Datum Romae apud S.Petrum die XXII octobris anno MDCCCLXXXXV pontificatus nostri decimo octavo Venerabili fratri

Cajetano Camillo episcopo Bergomatium.

Bergomum'

(a) La traduzione della lettera pontificia è a p. 477 nota n. 2)

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LETTERA DELLA CONGREGAZIONE DEL CONCILIO

AL VESCOVO G. C. GUINDANI

(minuta)

Die 30 martii 1897 Reverendissimo Episcopo Ber­ gomen.

30 marzo 1897 Reverendissimo Vescovo di Ber­ gamo

Eam esse Bergomensis istius Ecclesiae conditionem quae misera hac aetate animos deplorabili tot malorum aspectu conturbatos sole­ tur; eminentissimi patres Tridenti­ no iuri: interpretando ac vindican­ do praepositi, confirmatum habue­ re ex iis quas pro expirato 103° triennio sacrae congregationi litte­ ras dedisti. Hinc tibi gratulantur de tot laboribus, quos, utroque clero coa­ diuvante, exponis animarum bono te suscepisse quosque divina opi­ tulante gratia uberes aetemae salu­ tis fructus comitati sunto Vehementer approbaverunt emi­ nentissimi patres quae in tuis litte­ ris habentur de sedula cura reli­ gionem pueros cuiusvis ordinis ac conditionis edocendi, de catholicis sodalitatibus inter operarios insti­ tutis ad perversas socialismi doc­ trinas oppugnandas, de tot pietatis incitamentis, quibus populi fides roboratur atque morum integritas ab impiorum perversione defendi-

Dalla lettera che tu hai inviato alla sacra congregazione per il 103° triennio scaduto, i padri preposti all' interpretazine e alla difesa del diritto Tridentino hanno avuto con­ ferma che la condizione di questa Chiesa di Bergamo è tale in questi infelici tempi, da recare consola­ zione agli spiriti afflitti dalla vista deplorevole di tanti mali. Perciò essi si congratulano con te per le innumerevoli opere che, con la collaborazione del clero secolare e religioso, tu dici di ave­ re intrapreso per il bene delle anime e che portano, con l'assistenza del­ la grazia divina, frutti abbondanti di salvezza eterna. Forte apprezzamento ti viene dai padri circa quanto scrivi a proposi­ to della premurosa sollecitudine per l'istruzione religiosa dei ragazzi di ogni classe e condizione, delle so­ cietà tra operai, fondate per com­ battere la perversa dottrina del socialismo, per le esortazioni alla pietà, con le quali il popolo è rin­

(a) Nel ms. sembra anche Tridentini juris.

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turo totque piis operibus e quibus inopia atque humana infortunia sub christianae charitatis amplexu sola­ men recipiunt et opem. Neque ambigunt quia dioecesa­ nam sinodum quam primum sis celebraturus, ad quem effectum te magnopere hortantur. Pariterque tibi memorant onus repetendae, intra statutos a saeris canonibus terminos, filiorum tuo­ rum lustrationis. Si vero propter itinerum incom­ moda, viarum asperitates, aliasque legitimas causas integrum opus per te ipsum perficere nequeas, illud poteris alicui ex canonicis vel vica­ riis foraneis ex parte committere. Demum licet in tuis relationibus ad praeteritas litteras te referre queas in iis quae materialem sta­ tum attingunt, exigit tamen Bene­ dectina constitutio, ut quaesitis uni­ versis quae ad formalem partem spectant, singulis vicibus ex inte­ gro satisfiat. Quibus sacri ordinis nomine tibi significatis. gratum mihi est impen­ sos animi mei sensus testatos face­ re eidem amplitudini tuae, cui lae­ ta omnia ac fausta a Domino pre­ coro

vigorito nella fede, per la difesa del­ l'integrità dei costumi dalle per­ versità degli empi, per il grande aiu­ to e il conforto che, con le buone opere fatte per amore cristiano, vien portato a quanti sono colpiti da povertà e da infortuni umani. Né i padri dubitano che tu al più presto celebrerai il sinodo diocesa­ no, per il cui adempimento ti esor­ tano vivamente. Nel contempo essi ti ricordano il compito di rivisitare entro i termini stabiliti dai sacri canoni i tuoi figli. Se per le difficoltà dei percorsi e le asprezze delle strade o altre cau­ se legittime tu da solo non potessi adempiere tale opera ne potrai dare incarico parziale a qualche canoni­ co o vicario foraneo. Infine, per quanto tu nelle tue relazioni ti riferisca alle preceden­ ti lettere, circa lo stato materiale della Chiesa la costituzione Bene­ dettina esige tuttavia che tu rispon­ da a tutti i quesiti riguardanti la par­ te formale, volta per volta in modo completo. Dopo averti riferito questo a nome dei reverendi padri, mi è gra­ dito esprimere i sensi del mio osse­ quio alla tua signoria, per la quale invoco ogni bene dal Signore.

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29 DICEMBRE 1898

RELAZIONE - 29 dicembre 1898 ASV, S. C. Concilii, Relationes Dioecesium, Bergomen., 123B, orig., ff. 726r-739v La documentazione della visita ad Limina del 104° triennio è composta da un fascicolo di 14 fogli, con la numerazione archivistica ff. 726-739 (mm.21.50-x30). Il fascicolo ben conservato, è unito da graffette in alto e in basso. Il testo della relazione è scritto sui ff. 726r-738r. Sono bianchi i ff.738v-739r. Copia-minuta della relazione è custodita in ACVB, Atti relativi alle visite ad Limina.

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Relatio status Ecclesiae Bergo­ mensis quam sacrae congregationi Concilii exhibet Caietanus Ca-mil­ lus Guindani, eiusdem Bergomensis Ecclesiae episcopus pro triennio 104° quod die 20 decembris 1897 expiravit.

Relazione dello stato della Chie­ sa di Bergamo che Gaetano Camil­ lo Guindani vescovo della Chiesa stessa, presenta alla sacra congre­ gazione del Concilio per il triennio 104° che è spirato il 20 dicembre 1897.

Relationem status huius Bergo­ mensis Ecclesiae pro triennio 104° id est pro annis 1895.1896.1897 confecturus, quae sequuntur ad tra­ mitem Benedectinae constitutionis exponam.

Nel compilare la relazione sullo stato di questa Chiesa Bergomen­ se per il triennio 104°, cioè per gli anni 1895.1896.1897, esporrò se­ condo la costituzione Benedettina quanto segue. 511


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Caput tDe statu Eccesiae materiali

I Lo stato materiale della Chiesa

Ad I-II et III - Ut in praeceden­ tibus relationibus. Ad IV - Episcopatui Bergomen­ si civitas una, pagi vero seu comu­ nitates ducentae nonaginta et tres sunt subiectae: quae omnia loca fere quatercentis animarum milli­ bus constant. Ad V - Cathedrali ecclesiae, S. Alexandro Martiri dicatae, pro cho­ ri servitio quatuordecim canonici beneficiarii addicti sunt, quorum tres canonicatu potiuntur fiducia­ rie, videlicet infacie ecclesiae tan­ tum. Inter eos adnumeratur cano­ nicus archidiaconus, praepositus ­ quae dignitates anno 1896 restitu­ tae fuere - et archipresbitet; necnon canonicus poenitentiarius et theo­ logus. Cappellani tresdecim habentur, quorum quinque sunt beneficiarii. Canonici honorarii tres solem­ nibus saltem intersunt officiis. Ad VI - Praeter ecclesiam cathe­ dralem nulla adest ecclesia colle­ giata. Attamen, in urbe in basilica S. Mariae Maioris, et in ecclesiis praeposituralibus S. Alexandri in Columna et S. Alexandri a Cruce, et in dioecesi in ecclesiis locorum Albino, Alzano Maggiore, Clusone, Romano, Serina, mercenarii sacer­ dotes officium choralis residentiae vel integrae vel diurnae explent.

1-2- 3. Come nelle precedenti relazioni. 4. L'episcopato di Bergamo ha soggetta una città, 293 paesi o co­ munità. Tutte le località comples­ sivamente contano circa 400.000 anime. 5. Alla chiesa cattedrale, dedi­ cata a S. Alessandro martire, per il servizio del coro sono addetti 14 canonici beneficiati, tre dei quali possiedono il canonicato fiducia­ riamente, vale a dire solo di fronte alla Chiesa. Tra essi si trova il cano­ nico archidiacono, il preposto, di­ gnità queste ripristinate nel 1896, e l'arciprete, nonchè il canonico penitenziere e il teologo. Vi sono 13 cappellani, cinque dei quali beneficiati. I tre canonici onorari interven­ gono generalmente agli offici solen­ ni. 6. Oltre la chiesa cattedrale non esiste altra chiesa collegiata. Tuttavia in città, nella basilica di S. Maria Maggiore, e nelle chiese prepositurali di S. Alessandro in Colonna e di S. Alessandro della Croce, e in diocesi, nelle chiese di Albino, Alzano Maggiore, Clusone, Romano, Serina, i sacerdoti merce­ nari adempiono o intero o diurno l'ufficio della residenza corale.

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RELAZIONE -

29 DICEMBRE 1898

Ad VII - In diocesi ecclesiae parochiales sunt tercentae quadra­ ginta sex, quarum urbanae et su­ burbanae sexdecim. Circa earumdem statum, nec­ non circa oratoria, ne quae in prae­ cedentibus relationibus dixi repe­ tam, ad easdem me remitto. Ad VIII - Extant ea quae sequuntur virorum monasteria et domus: Fratrum minorum cappuccino­ rum in civitate unum, in pago Albi­ ni alte rum, necnon hospitium in pago Soveris. Fratrum mino rum S. Francisci Assisiensis unum in loco qui Civi­ dino dicitur, alte rum in loco vulgo Baccanello dicto. Clericorum regularium a Soma­ scha unum in eodem pago Soma­ schae. Patrum Societatis Iesu in civi­ tate domus una. Fratrum S. Familiae pro orpha­ nis agricolis educandis in pago Martinengi una domus. Extant pariter quae heic recen­ sentur mulierum monasteria et domus: Sanctimonialium sub regula S. Benedicti duo in civitate; sub regu­ la S. Dominici duo, unum in civi­ tate, alterum in pago loci "Azzano S. Paolo" anno 1896 noviter aper­ tum; sub regula S. Francisci Sale­ sii unum in oppido Alzani maioris; sub regula Tertii ordinis S. Franci­

7. In diocesi le chiese parroc­ chiali sono 346, di cui 16 urbane e suburbane. Circa la loro condizione e gli oratori, per non ripetere quanto già scritto nelle precedenti relazioni, mi rifaccio a quelle. 8. I monasteri e le case dei reli­ giosi sono: - uno dei frati minori cappucci­ ni in città, uno nel paese di Albino e un ospizio nel paese di Sovere; - uno dei frati minori di S. Fran­ cesco d'Assisi nella località detta Cividino, un altro nella località det­ ta popolarmente Baccanella; - uno dei chierici regolari di Somasca, nel villaggio stesso di Somasca; - una casa dei padri della Com­ pagnia di Gesù in città; - una casa dei fratelli della Sacra Famiglia per gli orfani degli agri­ coltori, da educare, nel paese di Martinengo. Inoltre vi sono questi monasteri e case delle religiose: - due monasteri delle monache sotto la regola di S. Benedetto, in città; - due monasteri sotto la regola di S. Domenico, uno in città e l'al­ tro nel paese di Azzano S. Paolo, inaugurato nel 1896; - uno sotto la regola di S. Fran­

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sci unum in oppido Zonii, demum unum sub regula S. Clarae in loco "Boccaleone" prope civitatem. Sororum a S. Vincentio a Paulo una domus in pago loci "S. Pelle­ grino", altera in pago Zonii. Sororum a Charitate domus duae, una in civitate, altera in pago Calepii; quae sorores praeterea operam quam utilem praestant in plurimis hospitalibus (circa viginti) aliisque domibus, scholis et asilis pro infantibus (circa triginta) sive in urbe, sive in dioecesi. Filiarum a Charitate domus tres in urbe, item tres in dioecesi : quae insuper ad iuventutem foemininam educandam in aliquibus dioecesis pagis quam utilem dant operam. Filiarum a SS. Corde Iesu domus quatuor; duae in urbe, tertia in pago Albini et quarta in pago Endinis. Ancillarum Charitatis domus quatuor id est in locis: Grumello del Monte, Albino, Vertova, Ponte di Nossa. Ursulinarum domus septem id est in locis: Gandino, Somasca, Ponte S. Pietro, Madone, Ponte Nossa, Casnigo, Albino. Sororum a S. Familia domus septem in locis: Averara, Comon­

cesco di Sales nel borgo di Alzano Maggiore; - uno sotto la regola del Terz'Or­ dine di S. Francesco nel paese di Zogno, e inoltre uno sotto la rego­ la di santa Chiara in località Boe­ caleone, vicino alla città; - una casa delle suore di S. Vin­ cenzo de' Paoli nel paese di S. Pel­ legrino, un'altra nel paese di Zogno; - due case delle suore della Carita, una in città e l'altra nel vil­ laggio di Caleppio. Queste suore inoltre prestano un' opera utilissima in parecchi ospizi (circa 20) e in altre case, scuole, asili per i bam­ bini (circa 30) sia in città che in dio­ cesi; - due case delle figlie della Carità in città, e inoltre tre in dio­ cesi, le quali anche in alcuni paesi della diocesi prestano un'opera uti­ lissima per educare la gioventù femminile; - quattro case delle figlie del SS. Cuore di Gesù, due in città, la terza nel paese di Albino e la quar­ ta nel villaggio di Endine; - quattro case delle ancelle del­ la Carità, cioè nelle località di Gru­ mello del Monte, Albino, Vertova, Ponte Nossa, - sette case delle Orsoline, nel­ le località cioè di Gandino, Soma­ sea, Ponte S. Pietro, Madone, Pon­ te Nossa, Casnigo, Albino; - sette case delle suore della S. Famiglia, nelle località cioè di Ave­

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te, Seriate, Almenno S. Salvatore, rara, Comonte, Seriate, Almenno S. Leffe, Bottanuco, Telgate. Salvatore, Leffe, Bottanuco, Telga­ Sororum Boni Pastoris domus te; una in civitate. - una casa delle suore del Buon Sororum paupercularum domus Pastore in città; quatuor, duae in urbe, coeterae in - quattro case delle suore delle locis Lallio et Torre Boldone. Poverelle, due in città, le altre nel­ Sororum a SS. Sacramento (vul­ le località di Lallio e Torre Boldo­ ne; go Sacramentine) domus una in - una casa delle suore del SS. urbe. Ad /X - Extat in urbe semina­ Sacramento (popolarmente dette rium in quo 435 alumni convicto­ Sacramentine) in città. 9. In città esiste il seminario, in res aluntur, et ad quod 50 clerici externi studiorum causa conve­ cui sono mantenuti 435 convittori niunt. alunni, e al quale 50 chierici ester­ Ad X - Quoad nosocomia, ni convengono per gli studi. hospitalia et coetera loca pia con­ lO. Circa nosocomi e ospedali feratur relatio exhibita pro trien­ e altri luoghi pii, si confronti la rela­ niis 98° et 99°; quoad vero socie­ zione presentata per i trienni 98° e tates catholicas relatio pro triennio 99°, per le società cattoliche la rela­ /03°. zione per il triennio 1030. Hoc unum addam: in dioecesi Aggiungerò questo solo: in dio­ pro pueris et adolescentibus in lit­ cesi per l'istruzione di ragazzi e teris ac scientiis instruendis sex col­ adolescenti nelle lettere e nelle legia haberi a sacerdotibus direc­ scienze si hanno sei collegi, diretti ta, quorum duo, unum in civitate a dai sacerdoti, due dei quali sono S. Alexandro nuncupatum, alterum vescovili: uno in città detto di S. in pago loci "Celana" sunt epi­ Alessandro, l'altro nel paese di scopalia. Celana.

Caput IIm

De Episcopo

II Il Vescovo

Ad / - Residentiae praeceptum 1. Mi sono impegnato a osser­ adimplere studui, nec a dioecesi vare il precetto della residenza, né mi sono assentato dalla diocesi più diutius abfui quam per paucos dies occasione conventuum episcopo­ a lungo di alcuni giorni, in occa­

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rum et congressus Eucharistici sione dei convegni dei vescovi e del Mediolani et Venetiis celebrati}, et congresso Eucaristico celebrato a cum interfui canonizationi beato­ Milano e Venezia, e quando parte­ rum Antonii Mariae Zaccaria, fun­ cipai alla canonizzazione dei beati datoris congregationis Clericorum Antonio Maria Zaccaria, fondato­ Regularium S. Pauli', atque Petri re della congregazione dei Chierici Fourier de Matoincuria, Ordinis Regolari di S. Paolo, e di Pietro Fourier de Mattaincourt, dell' ordi­ Canonico rum Regularium S. Augu­ stini', qua occasione praecepto visi­ ne dei Canonici Regolari di S.Ago­ tationis ad sacra Limina Apostolo­ stino, e in quella occasione ho sod­ rum pro triennio 105Y satisfeci. disfatto al precetto della visita alle Ad II - Semel per me ipsum sacri sedi degli Apostoli per il trien­ totius dioecesis visitationem exple­ nio 105 0 • 2. Ho compiuto una volta per­ vi. Quolibet anno vero, specialium sonalmente la visita di tutta la dio­ cesi. Ogni anno poi, prendendo l' oc­

l. Mons. Guindani con lettera "È certamente a vostra notizia..." 26 luglio 1895, aveva infor­ mato i parroci sui congressi eucaristici celebrati in pochi anni e su quello in progetto a Milano, 10_6 settembre 1895, a Venezia, 8-12 settembre 1897. Venne fatta notare la concomitanza delle celebrazioni eucaristiche con le feste massoniche in Italia, nel mese di settembre; L'Eco di Bergamo 2 agosto, 1,3,4,5,6,7 settembre 1895; ibid., 23 luglio, 8, IO, Il, 12, 13, 14 agosto 1897; ACVB, Lettere pastorali Libro n°12; C. SNI­ DER, Gli ultimi ..., p. 321-324; G. C. BAGGI, S.S.S., Appunti bibliografici sui Con­ gressi Eucaristici diocesani, vicariali, zonali e parrocchiali celebrati nella diocesi di Bergamo dal 1914 ad oggi, in Bergomum... , 91 (1991), p. 67-76. 2. Antonio Maria Zaccaria nacque a Cremona nel 1502 circa. Esercitò la professione di dottore tra i poveri; ordinato sacerdote nel 1528 andò a Milano e divenne membro dell' oratorio dell' Eterna Sapienza. Fondò le congregazioni di S. Paolo, o dei Barna­ biti, con lo scopo di riformare e santificare il clero secolare e regolare, e delle Angeli­ che, per la riforma dei monasteri femminili. Lavorò per la diffusione delle Quarant'o­ re, la predicazione ai crocicchi delle strade, le missioni. Accusato di deviare dali' orto­ dossia, subì due processi. Morì il5 luglio 1539. Fu canonizzato da Leone XIll il 27 mag­ gio 1897; G.M. CAGNI, Antonio Maria Zaccaria, santo, in Bibl. Sanct., II, p. 216­ 219. 3. Pietro Fourier nacque a Mirecourt il 30 novembre 1565. Educato dai gesuiti di Pont-à­ Mousson, entrò nell'abbazia di Chamoussey nel 1586 e fu ordinato sacerdote nel 1589. Chiamato "le bon père de Mettaincourt", si impegnò nel lavoro parrocchiale, e pro­ mosse l'educazione delle giovani con un gruppo di collaboratrici, che si riunirono in con­ gregazione religiosa approvata da Urbano Vlll nel 1628. Anche alla vita abbaziale il Fou­ rier dedicò la sua attenzione, tracciando una riforma alla quale aderirono varie comu­ nità, che costituirono la Congregazione di Nostro Salvatore. Per la guerra di annes­ sione della Lorena alla Francia egli fu costretto all'esilio, e morì a Gray il 9 giugno 1640; J. CHOUX, Pietro Fourier, santo, ibid., X, p. 828-837.

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festivitatum opportunitate capta, plurimas dioecesis paroecias adivi pro sacris functionibus celebran­ di s, Confirmationis sacramento administrando et Verbo Dei prae­ dicando. ltem quolibet anno vicarii fora­ nei sui vicariatus ecclesias, tan­ quam specialiter a me delegati, visi­ tant et peractae visitationis rela­ tionem ad me transmittunt. lnsuper quolibet anno parochi omnes tenentur referre, et de facto referunt ad episcopalem curiam: a) Nomen et cognomen cuiusque sacerdotis paroeciae cum iudicio de eorum scientia, de morum hone­ state et cura in divinis officiis per­ solvendis, an et qui confessarii munere fungantur, a quibus domi serviantur et an necessaria in scrip­ tis licentia pro famulabus retinendis sint praediti. b) Testimonium de loco et tem­ pore quo sacerdotes mentem exsol­ verint piis exercitationibus. c) Numerum eorum qui pascha­ le praeceptum fregerint. d) Testimonium de piis legatis anno praecedenti recte et fideliter adimpletis, ac de tabella legatorum pio rum et decreto Vigilanti, istius sacrae congregationis Concilii, diei 25 martii 1893 in sacrario in loco patenti et obvio expositis, et de libris missarum, in quorum uno legatorum piorum satisfactio, in altero missarum manualium cele­

casione delle feste speciali, mi sono recato in parecchie parrocchie del­ la diocesi per celebrare le sacre fun­ zioni, amministrando il sacramento della Confermazione e predicando la Parola di Dio. Pure ogni anno i vicari foranei visitano le chiese del loro vicariato, in qualità di speciali delegati da me, e mi trasmettono la relazione della visita fatta. Inoltre ogni anno tutti i parroci sono tenuti a riferire e di fatto rife­ riscono alla curia vescovile: a) il nome e il cognome di ogni sacerdote della parrocchia, con un giudizio sulla loro scienza, integrità di costumi e la cura nello svolgere i divini uffici, se e chi adempie per loro l' officio di confessore, da chi sono serviti a casa e se hanno per scritto la facoltà di alloggiare la domestica. b) L'attestato sul luogo e sul tempo in cui i sacerdoti hanno com­ piuto gli esercizi spirituali. c) Il numero di quanti non han­ no osservato il precetto pasquale. d) L'attestato sui legati pii sod­ disfatti fedelmente e rettamente nel­ l'anno precedente, sulla tabella dei legati pii e sul decreto Vigilanti, di cotesta sacra congregazione del Concilio del 25 maggio 1893, espo­ sti in sacristia in un posto visibile e non nascosto, sui libri delle messe in cui si nota su uno l'adempimento dei legati pii, esulI' altro la cele­

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brazione delle messe manuali. e) L'attestato della confessione settimanale, per ogni sacerdote rila­ sciato dal suo confessore. Tutte queste relazioni sono attentamente esaminate e se vien trovato qualcosa che dev'essere cor­ retto, migliorato, biasimato, a seconda della necessità e dell'op­ portunità si provvede che sia cor­ retto e migliorato. 3. Ho tenuto personalmente le ordinazioni nei tempi stabiliti dal diritto; ogni volta che era necessa­ rio ho amministrato il sacramento della Confermazione sia nelle par­ rocchie, sia nell' oratorio del palaz­ zo vescovile, sia solennemente nel­ la festa di Pentecoste nella chiesa cattedrale e inoltre agli ammalati nelle case private. 4. Ho in animo di celebrare il sinodo diocesano, che non ho potu­ to sinora convocare, dopo il conci­ lio Provinciale, di cui ora si parla tra i vescovi di questa provincia. 5. Ho amministrato la Parola di Dio assai spesso nel corso dell'an­ no sia nella chiesa cattedrale nelle ricorrenze delle maggiori solennità, sia nelle parrocchie della diocesi.

bratio adnotetur. e) Testimonium pro quovis sacerdote de octidua confessione ab ipso confessario edendum. Hae omnes relationes attente examinantur et si quid corrigen­ dum, emendandum, reprehenden­ dum invenitur; pro necessitate et opportunitate corrigitur et emen­ dari curatur. Ad III - Sacras ordinationes per me explevi temporibus a iure sta­ tutis; et Confirmationis sacramen­ tum quoties opus fuit sive in paroe­ ciis, sive in sacello episcopalis palatii, sive solemniter die festo Pentecostes in cathedrali ecclesia et praeterea infirmis in privatis domibus administravi. Ad IV - Sinodum dioecesanam, quam hucusque celebrare non potui, post concilium Provinciale, de quo nunc agitur inter episcopos huius provinciae', celebrare mihi in animo est. Ad V - Verbum Dei tum in eccle­ sia cathedrali maioribus recurren­ tibus solemnitatibus, tum in paroe­ cis dioecesis saepissime in anno administravi.

4. Nel settembre 1895 era stata tenuta la conferenza dei vescovi lombardi sotto la presi­ denza del card. A. Ferrari. Come già nella precedente del 1891, il tema più importan­ te trattato riguardò l'insegnamento catechistico. Il testo preso in considerazione dai vescovi era quello del vescovo di Mondovì, Michele Casati, non quello di mons. Ludo­ vico Schfìller, elogiato da Leone XIII e dal card. Rampolla in una lettera al card. Fer­ rari. Il testo del Casati rimarrà ufficiale sino a quello di Pio X. Il sinodo provinciale fu celebrato nel 1906, a distanza di tre secoli dal precedente; N. RAPONI, Chiesa loca­ le..., p. 192; C. SNIDER, Gli ultimi..., p. 302-309.

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6. Non si trova alcun cassiere per custodire le pene e le multe pecuniarie, essendo queste consue­ tudini non più in uso. 7. La tassa praticata nella can­ celleria vescovile non è propria­ mente Innocenziana, ma non diffe­ risce molto da quella. Le nuove tasse per le diocesi di questa provincia ecclesiastica pro­ poste da cotesta sacra congrega­ zione, secondo la veneranda lettera del 31 dicembre 1897 N.486 114 l , non sono ancora state introdotte e difficilmente qui lo potrebbero. Alcune delle tasse proposte sarebbero da imporre qui per la pri­ ma volta, altre comporterebbero un aumento di quelle attualmente pra­ ticate. D'altra parte se alcune tasse alquanto maggiori di quelle propo­ ste nuovamente sono pagate gene­ ralmente senza difficoltà, per chi è veramente povero sono mitigate o condonate. E per la verità se anche queste si dovessero diminuire, la cancel­ leria non avrebbe come soddisfare alle sue spese. 8. Nulla vi è per questa diocesi di particolare e speciale che osta­ coli l'esercizio dell' officio vesco­ vile o la difesa della libertà e immu­ nità delle chiese, eccettuate le dif­ ficoltà che non di rado sorgono per ottenere il beneplacito regio ai par­ roci nominati ultimamente, specie

Ad IV - Nullus adest deposita­ rius pro custodiendis poenis et mulctis pecuniariis cum hae non amplius in usu habeantur. Ad VII - Taxa quae in cancella­ ria episcopali in usu est proprie non est Innocentiana, attamen non mul­ tum ab illa differt. Novae taxae pro dioecesibus huius ecclesiasticae provinciae ab ista sacra congregatione proposi­ tae iuxta venerandam epistolam diei 31 decembris anni 1897 n.4861/41, nondum introductae fue­ re ac difficulter omnino huc intro­ duci possent. Quaedam enim, ex iis quae pro­ ponuntur, essent nunc primo impo­ nendae; quaedam vero augmentum supra illas quae ad praesens haben­ tur importarent. Coeterum si quae sunt taxae ali­ quanto maiores iis quae noviter proponuntur generatim absque dif­ ficultate solvuntur, et pro vere pau­ peribus mitigantur aut omnino remittuntut: Verum si hae quoque minui deberent cancellaria non haberet quo suis expensis satisfaceret. Ad VIII - Nihil est huic dioecesi speciale et proprium quod obsit exercitio episcopalis officii vel tuen­ dae libertati et immunitati eccle­ sia rum, unum tantum si excipiam de difficultatibus quae non omnino raro exurgunt pro obtinendo regio placito parochis noviter nominatis,

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praesertim cum accusantur uti per l'accusa di essere contrari al adversi novo politica rum rerum nuovo ordine della vicende politi­ che. ordini. Tuttavia, per quanto più tardi, Attamen, quamvis serius, gene­ generalmente il detto beneplacito ratim semper dictum regium placi­ regio è sempre stato ottenuto, come tum obtentum fuit, uti evenit anno elapso coadiutori beneficiato pa­ è avvenuto lo scorso anno col coa­ diutore beneficiato della parrocchia roeciae loci Martinengo, de quo in di Martinengo, di cui nella relazio­ relatione pro triennio 103°, et pau­ ne per il triennio 103 ° ho riferito, cis abhinc diebus parocho loci Civi­ date al Piano, qui iam a duobus e pochi giorni orsono per il parroco annis ad dictam paroeciam promo­ di Cividate al Piano, che già da due anni era stato promosso alla detta tus fuerat'. parrocchia. Adest tamen adhuc coadiutor beneficiarius loci Romano, qui iam C' è ancora tuttavia il coadiuto­ ab annis 2 regio placito caret, nec, re beneficiato di Romano, che già ob specialia illius paroeciae rerum da due anni è sprovvisto di bene­ adiuncta, spes est illud nonnisi placito regio, e, per le speciali cir­ costanze delle condizioni di quella serius obtinendi. parrocchia, non esiste speranza di Ad IX - Quae hoc triennio ottenerlo se non più tardi. peracta sint speciali memoria digna 9. Indicherò in breve le opere breviter indicabo: compiute in questo triennio degne Praeterquam quod omnes litte­ ras enciclicas et solemniora acta di speciale memoria: oltre che aver summi pontificis clero et populo comunicato, con la stampa, al clero e al popolo della diocesi tutte le let­ dioecesi tipis impressa communi­ tere encicliche e i più solenni atti cavi, itemque litteras circulares epi­ scopo rum huius Provinciae tum ad del sommo pontefice, lo stesso ho 5. L'Eco di Bergamo 23 giugno 1897 pubblicò la notizia che don Daniele Martinelli, par­ roco di Peia, era stato eletto, fra i tre candidati, con 357 voti favorevoli e 17 contrari, parroco di Cividate al Piano. Non erano mancati alcuni sobillatori. Infatti a distanza di un anno don Martinelli non aveva ancora ottenuto il regio placet. In quella parrocchia come pure in altre, a seguito dei moti del 1898, erano state sciolte le associazioni cat­ toliche; il sequestro degli atti del comitato parrocchiale della bandiera da parte del delegato Focacci-Osmida, impedito una prima volta da 300 parrocchiani, era stato por­ tato a termine il giorno successivo da tre ufficiali accompagnati da 100 uomini che avevano eseguito anche gli arresti di Giovani Caprotti, Angelo Sellini e Giovanni Fras­ sinoni. Per avere il proprio parroco, la popolazione a novembre 1898 inviò al re Umber­ to I una supplica con 282 firme, e, un mese dopo, il 14 dicembre, la prefettura di Mar­ tinengo comunicò la concessione del regio placet; L'Eco di Bergamo 23 giugno 1897, 2,4 giugno, 20 dicembre 1898.

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clerum tum ad populum; quolibet anno pro opportunitate, praesertim sacro quadragesimae adventante tempo re, ego ipse litteras pastora­ les ad clerum et populum direxi, et insuper regulas pro congregationi­ bus parochorum et sacerdotum, necnon pro visitationibus a vicariis foraneis faciendis composui et evul­ gari feci". Praeter scholas de religione pro iuvenibus scholis gimnasii et licaei frequentantibus et pro puellis scho­ Las magistrales adeuntibus, et scho­ lam a S. Hieronimo Miani pro pue­ ris praesertim pauperibus, de qui­ bus in praecedenti relatione ser­ monem feci, elapso triennio nova schola a S. Iosepho Calasanctio item pro pueris pauperibus aperta est, quae pariter schola a ducentis

fatto anche per le lettere circolari dei vescovi di questa Provincia, sia al clero che al popolo. Ogni anno secondo l'opportunità, specie nel­ l'imminenza del sacro tempo di quaresima, io stesso ho inviato al clero e al popolo lettere pastorali e inoltre io stesso ho composto e fat­ to divulgare le regole per le con­ gregazioni dei parroci e dei sacer­ doti, nonchè per le visite da farsi da parte dei vicari foranei. Oltre le scuole di religione per i giovani che frequentano il ginnasio e il liceo e per le ragazze che vanno alle magistrali, e la scuola S. Giro­ lamo Miani soprattutto per i ragaz­ zi poveri, di cui ho scritto nella pre­ cedente relazione, nello scorso trien­ nio è stata aperta la nuova scuola di S. Giuseppe da Calasanzio ancora

6. Mons. Guindani aveva inviato ai parroci la lettera enciclica sulla devozione del rosario "Di quella fiducia" I o ottobre 1896, sullo Spirito Santo "La divina missione" del 9 maggio 1897, sulla devozione a Maria S.ma "Quanto rilevi" 12 settembre, le lettere del­ l'episcopato lombardo il 6 gennaio 1896 sul riposo festivo, i chierici, il clero e l'inse­ gnamento della dottrina cristiana, del 29 gennaio 1897, del 16 luglio 1897 sulla stam­ pa cattiva da evitare e un'altra del l" settembre. In occasione della quaresima era pun­ tuale l'esortazione alla sua pratica con opere di pietà, elemosine e astinenza, "Nel­ l'imminenza della sacra quaresima..." lO febbraio 1896, "Un nuovo tratto della bontà e benignità..." 6 luglio 1896 per la dispensa dall' astinenza dalle carni sino alla quare­ sima, "Il Santo Padre..." 1o febbraio 1897, "Rendiamo noto..." 25 febbraio per l'obbligo dell'astinenza nei sabati di quaresima, "Mi porge novella opportunità..." 2 febbraio 1898. Guindani esortò i parroci a [requentare le congregazioni del clero e i vicari fora­ nei a compiere le visite annuali "E da tempo..." 21 aprile 1896, consegnò loro il cate­ chismo diocesano prescritto dai vescovi lombardi, 19 giugno 1896, il regolamento per i concorsi alle parrocchie lombarde vacanti, 1896, chiese la consegna dello stato atti­ vo e passivo della prebenda, 2 dicembre 1897. Il 19 giugno 1896 annunciò l'elevazione al cardinalato di mons. Antonio Agliardi disponendo i festeggiamenti in suo onore. In occasione di calamità naturali il vescovo invitava a pregare, come 1'11 agosto 1896 e 17 giugno 1898 per ottenere il bel tempo. Da notare che con la lettera "Il dolore a tut­ ti comune..." II marzo 1896, il vescovo invitava a celebrare un ufficio per i soldati caduti nella guerra in Africa; ACVB, Lettere pastorali Libro n° 12.

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VISITE

AD LIMINA

per i ragazzi poveri, la quale è fre­ quentata da circa 200 ragazzi. Nel 1895 mentre si svolgeva a Milano il congresso Eucaristico, questa diocesi vi ha partecipato col massimo fervore e spirito religio­ so, specialmente quando i fedeli, con i loro parroci e altri sacerdoti, si sono recati in quella città con pel­ legrinaggi per numero più consi­ stenti. Nel 1896 con grande concorso di popolo e massima devozione e spirito religioso, nei giorni 4-5-6 settembre, sono state celebrate solenni feste nella parrocchia di Stezzano,di questa diocesi,alla pre­ senza dell' eminentissimo cardinale

circa puerulis frequentatur'. Anno 1895 cum Mediolani ha­ beretur congressus Eucharisticus haec diocesis eidem maximo fervo­ re et pietate partem habuit, praeci­ pue cumfideles, una cum suis paro­ chis et aliis praesbiteris, peregri­ nationibus numero praestantiori­ bus ad eam civitatem se contule­ rint. Anno 1896 cum magno populi concursu ac maxima devotione et pietate, diebus 4. 5. 6. septembris, solemnibus festis celebratis in paroecia loci Stezzano, huius dioe­ cesis, praesente et sacras functio­ nes peragente eminentissimo car­ dinali Ferrari archiepiscopo

7. S. Giuseppe Calasanzio nacque a Peralta de la Sal nel 1556 o 1557; sacerdote nel 1583, fondò le Scuole Pie a Roma a favore dei fanciulli più poveri, e quindi l'ordine reli­ gioso degli Scolopi. Morì il 25 agosto 1648 e fu canonizzato da Clemente XIII nel 1767. A Bergamo la scuola di Carità per i giovani operai e artisti funzionava nell' ora­ torio interparrocchiale S. Giuseppe Calasanzio. Il progetto come già accennato, risaliva all'arciprete conte Luigi Mozzi (1746-1813) che nel 1796 aveva fondato, con l'aiuto di don Lorenzo Tomini Foresti, la Scuola serale di Carità, soppressa il 22 aprile 1797. L'iniziativa del Mozzi, imprigionato, sottoposto alla confisca di tutti i suoi beni e all'e­ silio, ospite sino alla morte del conte Carlo Scotti nel castello di areno, fu portata avanti dai celebri ecclesiastici don Giuseppe Benaglio e Marco Celio Passi che nel 1814 aprirono una scuola serale di Carità in S. Alessandro in Colonna. Ai locali trop­ po angusti si provvide col seminari no lasciato libero verso il 1820 in città alta. La scuola di carità, probabilmente la prima del genere in Italia, con uno statuto in 7 arti­ coli, aveva lo scopo dell'istruzione gratuita e della formazione cristiana e civile degli allievi tra i sette e i venti anni. Essa funzionava dal 21 novembre al 30 giugno, tranne le feste, con 2 lezioni quotidiane, che iniziavano all' imbrunire, per circa 300 allievi e 20 collaboratori insegnanti. La domenica dopo le funzioni liturgiche prendeva vita l' ora­ torio interparrocchiale pure dedicato a S. Giuseppe Calasanzio; L'Eco di Bergamo Il giugno 1898 "Una visita alla Pia Scuola diurna di S. Giuseppe da Calasanzio" effet­ tuata da Guindani alle quattro sezioni in cui eran divise le tre classi elementari nel Serninarino; "Il Padre Luigi Mozzi nel l" centenario...", o.c.; A. GHIDIN1, Scuola serale di Carità per giovani artisti della città alta in Bergamo, dell'origine, della costi­ tuzione e dello spirito, tipo C. Wilmant e figli 1848; Oratorio interparrocchiale S. Giu­ seppe Calasanzio, Bergamo alta-Seminarino, editrice M. Amoldi Bergamo; Monsi­ gnor Pier Luigi Speranza... , p. 6, 72, 79, 82, 119,161; Q. SANTOLOCI, Giuseppe Calasanzio, santo, in Bibl. Sanct., VI, p. 1321-1330.

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Mediolanensi, atque sacras fune­ tiones mecum duobus aliis episco­ pis condecorantibus, ex decreto venerandi et amplissimi Capituli Vaticani sacra aurea corona redi­ mita fuit imago veneranda Beatae Virginis Mariae ab Oratione dic­ ta'. Anno 1897 devotae piaeque peregrinationes institutae fuere. Quarum una ad ecclesiam ca­ thedralem Patavinam venerandis sacris exuviis beati Gregorii Bar­ barigo, olim huius ecclesiae Ber­ gomensis episcopi labente secun­ do centenario ab eius morte. Cui peregrinationi una mecum

Ferrari, arcivescovo di Milano, che ha presieduto le sacre funzioni, con la partecipazione mia personale e di altri due vescovi, nel corso delle quali è stata incoronata con la sacra corona d'oro l'immagine veneran­ da della Beata Vergine Maria det­ ta della Preghiera, come da decreto del venerando e illustrissimo Capi­ tolo Vaticanense. Nel 1897 sono stati organizzati devoti e pii pellegrinaggi. Uno di essi alla chiesa cattedrale di Padova per venerare le sacre spo­ glie del beato Gregorio Barbarigo, già vescovo di questa diocesi Ber­ gomense, nel secondo centenario della sua morte. A quel pellegrinaggio hanno par­ teciparono con me 300 e più fedeli. Un secondo pellegrinaggio si è

8. Lo splendido santuario detto popolannente della Madonna dei Campi, dedicato a Nostra Signora della Preghiera, trae le sue origini da una cappella davanti alla quale sostava­ no i contadini già nel sec. XIII per venerare l'immagine di Maria S.ma. A una donna in preghiera apparve Maria col Bambino in una grande luce. Diffusa la notizia, ini­ ziarono le devozioni individuali e comunitarie. Il culto, scaduto durante il secolo del­ la Riforma, riprese vigore nel 1586 con due avvenimenti miracolosi. Da maggio a Ognissanti scaturì dal pilastro che reggeva l'immagine della Vergine un'acqua rico­ nosciuta benefica, e il 12 luglio di quell' anno, due fanciulle di Stezzano, Bartolomea Bucanelli e Dorotea Battistoni, di lO e 11 anni, mentre seguivano le mucche al pasco­ lo, trovata chiusa la porta della chiesa in cui intendevano entrare per pregare, affac­ ciatesi alla finestra videro una Signora veneranda, con un libro nella mano sinistra e la destra alzata, gli occhi rivolti al cielo in atto di fervida preghiera. I due fatti prodigio­ si, riconosciuti come tali dal vescovo Gerolamo Ragazzoni, richiamarono devoti; diver­ si di loro furono graziati con miracoli. Papa Leone XIII il 20 luglio 1896 riconobbe il titolo dato alla Vergine e approvò la richiesta di incoronare la statua. Sull'avvenimen­ to il vescovo inviò alla diocesi la lettera "E con la più viva esultanza ..." 15 agosto 1896; Alle celebrazioni parteciparono il card. Ferrari, i vescovi di Bergamo e Borgo S. Donnino. Seguirono nel settembre 1907 l'incoronazione dell' immagine dell' Addolorata nel santuario del Paradiso a Clusone, e nell' ottobre 1908 della Madonna della Cor­ nabusa; ACVB, Lettere pastorali Libro n° 12; L'Eco di Bergamo 6 settembre 1896,21­ 22,23-24 settembre, 21-22, 30-31 dicembre 1907 (sul furto sacrilego a Clusone), 31 ago­ sto-I settembre 1908 (sulla nuova incoronazione), 3-4, 5-6, 6-7 ottobre 1908; G. B. BUSETTI, Santuari Mariani..., II, p. 205-210.

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interfuere tercenti et ultra fideles". Altera Mediolanum petiit occa­ sione XIV centenarii a morte divi Ambrosii episcopi et doctoris, cui peregrinationi, vicario meo gene­ rali comitante, interfuerunt ultra tria millia fidelium", Stipes in hoc triennio in dioece­ si collecta attingit: l. Pro summi pontificis paupertate sublevanda It. L. 29.460.92

recato a Milano in occasione del XIV centenario della morte di S. Ambrogio, vescovo e dottore. A quel pellegrinaggio, con la pre­ senza del mio vicario generale, han­ no partecipato oltre 3.000 fedeli. L'elemosina raccolta in diocesi in questo triennio raggiunge questa somma: 1. per sollevare l'indigenza del som­ mo pontefice L. lt. 29.460.92

9. Mons. Guindani con lettera pastorale "Nell'atto che comunichiamo..." l° marzo 1897. ricordò il II centenario del beato Barbarigo e il XYo centenario di sant' Ambrogio. Il pellegrinaggio diocesano a Padova. effettuato il 25 aprile, fu annunciato da mons. Guindani con lettera "E mio desiderio che in quest'anno..." l ° marzo 1897, al canonico Luigi Isacchi responsabile della sua organizzazione; il vescovo comunicò il 15 aprile ai parroci che la Santa Sede concedeva la celebrazione della messa del beato Gregorio Barbarigo; il vicario generale Arcangeli avvisò sulle celebrazioni solenni in cattedra­ le, con circolare" Come è già noto ..." Il giugno; L'Eco di Bergamo 30 marzo, 13, 18,22.25 aprile, 7 maggio 1897; ACYB, Lettere pastorali Libro n° 12; E. CAMOZZI, Diario ..., I. p. 593-594. lO. Milano festeggiava il centenario della morte di sant' Ambrogio, vescovo e dottore del­ la Chiesa, avvenuta il4 aprile 397. Nato a Treviri da un alto funzionario imperiale del­ la gens Aurelia. nel 339-40, dopo gli studi aveva iniziato la carriera statale. Nel 370 era nominato governatore delle province della Liguria e dell'Emilia. Alla morte di Aus­ senzio, vescovo ariano di Milano. Ambrogio svolse le parti del mediatore tra ariani e cattolici. con la sorpresa di essere lui stesso proclamato vescovo. Ad Ambrogio va il merito della lotta definitiva contro i residui del paganesimo e l'eresia ariana, che nega­ va la divinità di Cristo. Egli seppe impostare un corretto rapporto con l' autorità impe­ riale che tentava di asservirsi la Chiesa. A lui si deve il merito della conversione di sant' Agostino. Milano ebbe in Ambrogio il vescovo evangelizzatore. che lasciò nelle sue opere e nei suoi scritti tesori di sapienza e di vita cristiana. Mons. Guindani ricordò il centenario, come da nota precedente n. 9; l'episcopato lombardo il 7 dicembre pub­ blicò una lettera sulla ricorrenza. A Milano l'anticlericalismo locale cercò di opporsi alle feste. La tensione conobbe punti alti tra le forze politiche che reggevano il gover­ no e le forze cattoliche, e in particolare il movimento cattolico che nel corso dell'anno ambrosiano doveva celebrare in città il XY congresso nazionale. La processione con le reliquie dei santi dalla basilica di S. Ambrogio al duomo e il loro riaccompagnamen­ to la settimana dopo in basilica. richiesta dalla stragrande maggioranza dei cittadini. ven­ ne accordata dal rappresentante governativo solo dopo che il card. Ferrari aveva fatto conoscere i buoni sentimenti del re per le celebrazioni ambrosiane; ACYB. Lettere pastorali Libro n° 12; G. D. GORDINI, Ambrogio, santo, vescovo dottore della Chie­ sa. in Bibl. Sanct., I, p. 945-965; C. SNIDER, Gli ultimi..., p. 321-334; E. CAMOZZI. Diario ..., I, p. 629,681.

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2. Pro redimendis

2. per il riscatto degli " 6.400.= captivis 6.400 == schiavi 3. Pro opere a 3. per l'Opera detta S. Infantia dieta "" 25.500.== della S. Infanzia " 25.500.= 4. Pro opere Propa­ 4. per l'Opera della gationis Fidei 14.338.69 Prop. della Fede " 14.338.69 5. Pro locis sanctis 5. per i Luoghi Santi e i catecumeni et cathecumenis 9.826.02 9.826.02 Anno 1895 recurrente vigesimo Nel 1895, ricorrendo il 25 anni­ quinto anniversario definitionis versario della definizione dogma­ dogmaticae de infallibili magiste­ tica dell' infallibilità del magistero rio Romani Pontificis", fideles del romano pontefice, ho esortato huius dioecesis per specialem epi­ con una speciale lettera i fedeli di stolam excitavi = a celebrare esul­ questa diocesi "a celebrare esul­ tando la memoria di tale solenne tando la memoria di tale solenne avvenimento con atti i quali mani­ avvenimento con atti i quali mani­ festassero quell' umile ossequio di festassero quell'umile ossequio di fede onde accogliemmo e ferma­ fede onde accogliemmo e ferma­ mante crediamo, come tutti gli altri, mente crediamo, come tutti gli altri, così questo insegnamento di Santa così questo insegnamento di Santa Chiesa, e tornassero insieme di Chiesa, e tornassero insieme di qualche conforto all'animo del san­ qualche conforto ali'animo del San­ to Padre sì altamente contristato to padre sì altamente contristato per per la memoria, che in quell' anno la memoria, che in quell'anno si voleva festeggiare, di fatti che ognu­ si voleva festeggiare, di fatti che ognuno di noi non può altrimenti no di noi non può altrimenti ricor­ ricordare che con dolore e col pian­ dare che con dolore e col pianto, e to; e pei quali il Santo Padre, ed pei quali il santo padre ed insieme insieme con lui noi tutti, fortemente con lui noi tutti, fortemente ci dolia­ ci doliamo che alla dignità, alla mo che alla dignità, alla autorità, autorità, alla libertà della Santa alla libertà della Santa Sede e del Sommo Pontefice sia creata una Sede e del Sommo Pontefice sia creata una condizione di cose da lui condizione di cose da lui piri volte

Il. Il vescovo ricordò la definizione dell' infallibilità pontificia nel Concilio Vaticano I, di cui cf. relazione 1870 nota nA, con la lettera "Corre il vigesimo quinto anno dacché la Chiesa docente ...' 27 luglio 1895; ACVB, Lettere pastorali Libro n°12.

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più volte dichiarata intollerabile = Ac insuperfideles excitavi ad hos sensus animorum simul etiam pan­ dendos per oblationes pecuniae quae Obolus S. Petri appellari soleto Ac votis respondit eventus, nam non exigua pecuniae vis It.L. 20.000, Summi Pontificis angustiis levandis, corrogata fuit, quam, datis nominibus, homines amplius sep­ tuaginta millia ex omnibus ordini­ bus detulerunt. Summus Pontifex Leo XIII, feli­ citer regnans, hoc erga Apostoli­ cam Sedem observantiae et chari­ tatis Bergomensis dioecesis testi­ monium pergratum habuit, deque eo benevolem et gratum animum Bergomatibus profiteri dignatus est per specialem epistolam in forma brevis datam sub die XXII octobris illius anni 1895 1Z•

dichiarata intollerabile". E inoltre ho esortato i fedeli a esprimere questi sentimenti accom­ pagnandoli insieme con l'offerta del denaro comunemente detto Obolo di S. Pietro. Ai voti hanno corrisposto i fatti, poiché infatti non poco denaro per un valore di L. Il. 20.000 è stato raccolto per sollevare dalle ristret­ tezze il sommo pontefice, accom­ pagnando l'offerta con le firme di oltre 70.000 laici di ogni categoria. Il sommo pontefice Leone XIII, felicemente regnante, ha gradito assai questa testimonianza di stima e amore della diocesi di Bergamo ver­ so la Sede Apostolica, e si è degna­ to di manifestare la sua gratitudine e benevolenza per questo gesto con una speciale lettera, in forma di bre­ ve, scritta il 22 ottobre 1895.

l2. La lettera fu pubblicata da L'Eco di Bergamo nel testo integrale latino, con aggiunta que­ sta traduzione in lingua italiana: Leone PP. XIII - Venerabile fratello, salute ed apostolica benedizione. E a noi ben nota la fedeltà dei Bergamaschi, ai quali a buon diritto si dà vanto di essere in singolar modo divoti alla Sede Apostolica e di mostrarsi fra i primi nell'ardore per la tutela degli interessi cattolici. Fatto che ci tornò sommamente grato, pur non recandoci stupore, che essi nell'intimo dell'animo si commovessero e profon­ damente si addolorassero per l'acerbo cordoglio che nello scorso mese ci venne cagio­ nato. E a dimostrazione e quale effetto del loro amore, vollero spontaneamente aggiun­ gere una non lieve somma di denaro destinata a sollevare le nostre strettezze. Il qua­ le officio di pietà vieppiù maggiormente ci riuscì caro perché più di settantamila per­ sone di ogni ceto concorsero a tale offerta. Adunque vuole equità che a' tuoi Bergamaschi abbiamo a professare, come ora facciamo, la benevolenza e la gratitudine dell'animo nostro, ma richiede del pari la verità che a te, venerato fratello, rendiamo una testi­ monianza onorevolissima, poiché quelle virtù che sopra abbiamo lodate, dall' esempio e dall'opera tua traggano efficace nutrimento. In prova della nostra benevolenza a te e ad essi con grande affetto impartiamo nel Signore l'Apostolica Benedizione. Dato in Roma presso S. Pietro il giorno 22 ottobre del!' anno 1895, decimo ottavo del nostro pon­ tificato. Leone PP. XIII - AI venerato fratello Gaetano Camillo vescovo di Bergamo ­ A Bergamo; E. CAMOZZI, Diario..., I, p. 429-431.

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Caput IIIm

De Clero saeculari

III Il Clero secolare

Ad I - Canonici coeterique cho­ l. I canonici e gli altri addetti al ro cathedralis addicti residentiam coro della cattedrale osservano la observant. residenza. Ad II - Matutinum, laudes alias­ 2. Recitano il mattutino, le lodi que horas canonicas recitant, et e le altre ore canoniche, e ogni gior­ quolibet die missam conventualem no celebrano la messa conventua­ celebrant. le. Ad III - Canonici eamdem mis­ 3. I canonici applicano la messa sam conventualem pro benefacto­ conventuale stessa per i benefatto­ ribus applicant omnibus diebus ri ogni domenica e anche nelle feste dominicis et festis etiam suppres­ soppresse, non negli altri giorni per sis; coeteris autem diebus ex Sedis indulto della Sede Apostolica. Apostolicae indulto non applicant. 4. Hanno le antiche costituzioni Ad N - Habent antiquas consti­ e le legittime consuetudini che tutiones legitimasque consuetudi­ osservano. nes, easque observant. 5. Il canonico penitenziere e il Ad V - Canonicus poenitentia­ canonico teologo adempiono i loro rius ac canonicus theologus sua doveri con la massima diligenza e munera adimplent maxima diligen­ zelo. tia et cura. 6. l parroci risiedono nelle loro Ad VI - Parochi in suis paroecis parrocchie, né si allontanano sen­ resident, nec abeunt, etiamsi cau­ za aver prima ottenuta la dovuta sa praedicandi, licet in ipsa dioe­ facoltà anche per predicare, benché cesi, missiones vel spiritualia exer­ in diocesi, le missioni e gli esercizi spirituali ai fedeli. citia fidelibus, sine obtenta prius debita licentia. Anzi, per qualsiasi motivo si Imo quacumque de causa allontanino, vien provvisto con la presenza di un altro sacerdote ido­ abeant, curatur ut alius sacerdos neo a fare le loro veci in parrocchia, idoneus adsit qui eorum vices in ed è proibita l'assenza dalla par­ paroecia gerat, ac prohibetur ne rocchia per oltre due mesi ogni absentiae tempus quolibet anno anno. duos menses excedat. Ad VII - Omnes parochi matri­ 7. Tutti i parroci debbono ave­ moniorum, baptizatorum libros, re i libri dei matrimoni, dei battez­ aliosque, quos ad normam ritualis zati e gli altri a norma del rituale

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Romani retinere debent, diligenter conficiunt et caute custodiunt. Ad VIII - Pro posse curo ut pa­ rochi omnes sacerdotes coadiuto­ res suos habeant. Non desunt hi nisi in paroecis, quae habent parvum numerum incolarum, et in quibus propterea nec sunt necessarii. Ad IX - Parochi ut plurimum per se, rarius per idoneos sacerdotes si quando sunt impediti, diebus domi­ nicis et festis solemnibus, plebes commissas pro sua et earum capa­ citate pascunt salutaribus verbis, docendo quae scire omnibus neces­ sarium est ad salutem, iuxta moni­ tum Tridentini et concilii Romani. Ad X - Dominicis et aliis festis diebus in suis paroeciis fide i rudi­ menta et oboedientiam erga Deum et parentes, pueros caeterosque hoc adiutorio indigentes docent; hoc opus autem explent per se et per sacerdotes alios vel clericos et etiam per probos viros et capaces; ac generatim valde fructuose. Ad XI - Singuli parochi coeteri­ que animarum curam exercentes, singulis dominicis festisque de praecepto missam adplicant pro populo suae curae commisso. Quod autem ad dies festos de praecepto

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Romano, li compilano con diligen­ za e li custodiscono con cautela. 8. Per quanto sta nelle mie pos­ sibilità, faccio in modo che tutti i parroci abbiano i loro sacerdoti coa­ diutori. Questi non mancano se non nelle parrocchie che hanno un esi­ guo numero di abitanti, e nelle qua­ li pertanto non sono necessari. 9. I parroci per la maggior parte per sé, più raramente tramite sacer­ doti idonei nel caso che siano impe­ diti, nelle domeniche e feste solen­ ni nutrono con parole salutari le popolazioni loro affidate, per quan­ to sta in essi e per la loro capacità, insegnando ciò che è necessario sapere da tutti per la salvezza, secondo l'ammonimento del con­ cilio Tridentino e del concilio Romano. lO. Nelle domeniche e negli altri giorni di festa ammaestrano nelle loro parrocchie i ragazzi e gli altri che ne hanno bisogno sui principi della fede, l'obbedienza verso Dio e i genitori. Svolgono questo compito per­ sonalmente o tramite altri sacerdo­ ti, chierici e anche laici buoni e capaci, in genere con molto frutto. Il. I singoli parroci e gli altri che svolgono cura d'anime ogni domenica e nelle feste di precetto, applicano la messa per il popolo affidato alle loro cure. Per quanto riguarda i giorni festivi di precetto soppressi, dalla

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RELAZIONE -

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suppressos attinet, nonnulli a Sede Apostolica dispensati sunt ab obli­ gatione adplicandi iis diebus mis­ sam pro populo, attenta tenuitate suorum beneficiorum; coeterique non applicant pro populo, sed pro legatis vel devotis offerentibus, elee­ mosinam cedendo pio operi in hac dioecesi instituto pro redimendis, eo quo nunc fieri potest modo, cle­ ricis a servitio militari, vel clericis pauperioribus adiuvandis ut studia sua perficere valeant; et hoc quo­ que fit ex indulto Apostolicae Sedis. Ad XII - Nemo unquam ad cle­ ricalem tonsuram aut ad Minores Ordines admittitur, quin verae voca­ tionis in Dei sortem indubia dede­ rit argumenta, et disciplina, studio, morum probitate et ingenio sit com­ mendabilis. Qui Ordines Maiores susceptu­ ri sunt, exercitiis spiritualibus antea per aliquot dies vacant vel in semi­ nario, vel in domo spiritualibus exercitiis clericorum destinata. Ad XIII - Generatim omnes, qui clericali militiae sunt addicti, iugi­ ter deferunt vestes clericales. Etsi ratio temporum non sinat uti privilegio fori, attamen quan­ tum fieri potest, servantur qua e praescripta sunt a sacrosancta Tri­ dentina sinodo ( sesso 23 cap. 6 De Reform.) et a constitutione Bene­ dicti XIII in concilio Romano edita.

Sede Apostolica alcuni sono dispen­ sati dall'obbligo di applicare in quei giorni la messa per il popolo, tenu­ to conto dell' esiguità dei loro bene­ fici. Gli altri non applicano per il popolo ma per i legati o per i devoti che offrono, cedendo l'elemosina all'opera pia istituita in questa dio­ cesi per il riscatto, come è possibi­ le, dei chierici dal servizio militare o aiutando i chierici poveri perché pos­ sano continuare i loro studi. Anche ciò si fa per indulto del­ la Sede Apostolica. 12. Mai nessuno viene ammes­ so alla tonsura clericale o agli Ordi­ ni Minori se non abbia dato segni certi della vocazione all'eredità del Signore, e che non sia ritenuto lode­ vole nella disciplina, lo studio, l'in­ tegrità di costumi e la sua intelli­ genza. Chi sta per ricevere gli Ordini Maggiori, passa prima alcuni gior­ ni negli esercizi spirituali, o in semi­ nario o in una casa destinata agli esercizi spirituali dei chierici. 13. Generalmente tutti quelli che fanno parte dello stato ecclesiastico portano sempre le vesti clericali. Sebbene le circostanze dei tem­ pi non consentano l'uso del privile­ gio del foro, tuttavia per quanto pos­ sibile, sono osservate le norme pre­ scritte dal sinodo sacrosanto di Tren­ to (sess. 23 cap. 6 De Reform.) e dal­ la costituzione di Benedetto XIII promulgata nel concilio Romano.

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Ad XIV - Singulis mensibus in vicariis dioecesis conferentiae habentur, in quibus discutiuntur et definiuntur casus theologiae dog­ maticae et moralis, iuris canonici, atque sacrorum rituum. Hae con­ ferentiae etiam a parochis civitatis fiunt. Ad XV - Mores cleri saecularis generatim graves sunt et ad pieta­ tem compositi. Duo tamen sacer­ dotes adsunt, qui deposito habitu clericali ad vitam saecularem mise­ re redierunt atque civile matrimo­ nium quod dicunt contraxerunt. Unus, Antonius Boroni, iam a qua­ draginta annis et ultra in hoc statu permanet. Alter, Aloisius Bolognini, tribus tantum abhinc annis vestem clericalem dimisit et anno 1897 matrimonium civile contraxit spre­ tis hortamentis et comminatis poe­ nis, quibus studui eum a perditio­ nis via retrahere et ad meliorem fru­ gem revocare. Eidem antequam civile matrimonium contraheret ex instructione sacrae congregationis sanctae romanae et universalis Inquisitionis excommunicationem summo pontifici reservatam, ipso facto celebrati matrimonii incur­ rendam, intimavi, ac postea ad ali­ qualem reparationem scandali et publicam delicti punitionem, eam­ dem excommunicationem clero

14. Ogni mese nelle vicarie del­ la diocesi si svolgono le conferenze nelle quali sono discussi casi di teo­ logia dogmatica e morale, di diritto canonico e dei sacri riti. Queste conferenze avvengono anche tra i parroci della città. 15. I costumi del clero secolare sono generalmente austeri e ordi­ nati alla pietà. Due sacerdoti tuttavia, deposto l'abito clericale, sono ritornati mise­ ramente alla vita secolare e hanno contratto il matrimonio, come dico­ no, civile. Uno, Antonio Boroni, da 40 anni e più si trova in questa situa­ zione. L'altro, Luigi Bolognini, solo da tre anni ha smesso la veste clerica­ le e nel 1897 ha contratto il matri­ monio civile, disprezzando le esor­ tazioni e dopo le pene comminate­ gli con le quali ho tentato di ritrar­ lo dalla via di perdizione e di richia­ marlo a una condotta migliore. A questo, prima che contraesse il matrimonio civile ho intimato, su istruzione della sacra congregazio­ ne della santa Romana e universale Inquisizione, la scomunica riserva­ ta al sommo pontefice, incorsa all'atto stesso della celebrazione del matrimonio; poi per una certa ripa­ razione dello scandalo e a punizio­ ne pubblica del delitto, ho provve­ duto che la stessa scomunica fosse

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dioecesis notificari per epistolam curavi".

notificata al clero della diocesi tra­ mite una lettera.

Caput IVm

De Clero regulari

IV

Il Clero regolare

Ad I - Clerici regulares Soma­ l. I chierici regolari somaschi schi, qui in Somaschae paroecia che attendono alla cura d'anime animarum curam gerunt sub epi­ nella parrocchia di Somasca, adem­ scopi iurisdictione, fideliter mune­ piono fedelmente i loro doveri. 2. Vi sono alcuni regolari del­ ra sua adimplent. Ad II - Aliqui adsunt regulares l'ordine dei minori conventuali e dei frati minori di S. Francesco che, Ordinis Minorum Conventualium et Fratrum Minorum S. Francisci, grazie al beneplacito apostolico, vivono fuori dai monasteri. qui cum beneplacito apostolico vitam degunt extra monasteria. Nessun religioso è stato espul­ so dai suoi superiori e nessuno vi è Nemo autem adest qui a suis che vivendo nei chiostri dei mona­ superioribus fuerit eiectus, ac ne­ steri, abbia violato le leggi all' e­ mo, qui intra claustra monasterii degens, extra ea ita notorie deli­ sterno, così da dare scandalo al popolo. querit ut populo scandalo fuerit. Ad III - Nullum regularium con­ 3. Non ho visitato fino ad oggi alcun convento dei regolari ricor­ ventum, iurisdictione usus ad hoc rendo per questo alla giurisdizione delegata, hucusque visitavi; atta­ delegata. Tuttavia, per quanto pos­ men, quantum scire possum, nihil so sapere, nulla vi è nei monasteri in huiusmodi monasteriis est, quod sit contra eorundem regulas, et eo che vada contro le loro regole e minus quod scandalum fidelibus ancor meno che dia scandalo ai fedeli. praebeat. Ad IV - Nullum pariter offendi­ 4. Ugualmente non ho avuto alcun contrasto con i regolari stes­ culum habui cum iisdem regulari­ si nell' esercizio della giurisdizione, bus in exercitio iurisdictionis sive sia ordinaria che delegata. ordinariae sive delegatae. 13. Mons. Guindani aveva inviato sul caso la circolare ai parroci "Ho appreso con animo addolorato..." 28 febbraio 1898; ACVB, Lettere pastorali Libro n° 12; E. CAMOZZI, Diario ..., l, p. 702; X. TOSCANI, Secolarizzarione e frontiere sacerdotali. Il clero lombardo nell'Ottocento, Bologna 1982.

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V Le Monache

Caput V"

De Monialibus

l. Tutte le monache che vivono Ad 1- Moniales omnes in hac civitate et dioecesi existentes epi­ in questa città e diocesi sono sog­ scopo sunt subiectae. gette al vescovo. Gaudeo declarare posse eas Ho la gioia di poter dichiarare omnes, tum quae clausura tenen­ che tutte, sia quelle coi vincoli del­ tut; tum quae non tenentur, suas la clausura sia le altre, generalmente constitutiones maximo studio et dili­ osservano col massimo impegno e gentia generatim servare. diligenza le loro costituzioni. Ad II - Clausura inviolate custo­ 2. La clausura è custodita invio­ ditur. labilmente. Ad III - Nullus in iis monaste­ 3. Nessun abuso è penetrato in riis irrepsit abusus, qui consilio aut questi monasteri, al punto da richie­ dere il consiglio o 1'aiuto della sacra auxilio sacrae congregationis indi­ geat: si quid levius accidit, facile congregazione. Se accade qualcosa di meno gra­ corrigitur: ve, viene facilmente corretto. Ad IV - Quoad designationem confessarii tum ordinarii tum 4. Circa la designazione del con­ fessore delle monache, sia ordinario extraordinarii monialium recentio­ ribus sacrae congregationis Epi­ che straordinario, mi attengo alle scoporum et Regularium instruc­ più recenti istruzioni della sacra tionibus me attineo. congregazione dei Vescovi e dei Ab eadem sacra congregatione Regolari. facultatem vero obtinui confessa­ Ho ottenuto dalla stessa con­ rios ordinarios ad monialium gregazione la facoltà di deputare sacramentales confessiones reci­ per un altro triennio, scaduto il pri­ piendas, expleto primo triennio, mo, i confessori ordinari per le con­ etiam pro alio triennio deputandi. fessioni delle monache. Ad V - Reditus dictorum mona­ 5. I redditi dei detti monasteri sono ben amministrati da uomini steriorum per virosprobos a monia­ libus electos et ab episcopo appro­ onesti, eletti dalle monache e con­ batos fideliter administrantur. fermati dal vescovo. Dotes a novitiis persolvuntur, Le doti sono versate dalle novi­ sed aliquando minores quam forent zie, ma talvolta inferiori al dovuto, persolvendae ne nimis difficilis red­ per non rendere troppo difficile l' in­ datur ingressus in monasteria, cum gresso nel monastero, poiché in

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vocationes inter pauperes magis quam inter divites hisce tempori­ bus habeantur. Hoc tamen ita permittitur ut monasteria nimis gravata non eva­ dant. Dotes vero et generatim monasteriorum patrimonium admi­ nistratur iuxta regulas, quas, atten­ tis rerum et temporum conditioni­ bus, prudentia suadet, ne pereat. Plerumque singulis monialibus sua pars bonorum est assignata, ita ut in faciem gubernii verae domi­ nae appareant, quin tamen pau­ pertatis votum diligenter observare desinant. Ad VI- VII- VIII - Nullum est in hac dioecesi monialium monaste­ rium quod sit praelatis regularibus subiectum.

questi tempi si hanno più vocazio­ ni tra le povere che tra le ricche. Questo tuttavia è permesso in modo tale che i monasteri non si trovino troppo onerati. In verità le doti e il patrimonio dei monasteri generalmente vengo­ no amministrati, considerate le cose e le condizioni dei tempi, secondo le regole che suggerisce la pruden­ za, perché non si perdano. Per lo piii alle singole monache è assegnata la propria parte di beni, così che davanti al governo appaio­ no vere proprietarie, senza tuttavia che tralascino di osservare fedel­ mente il voto di povertà. 6-7-8. Non esiste alcun mona­ stero in questa diocesi soggetto ai prelati regolari.

Caput VIm De Seminario

VI Il Seminario

Ad I - Alumni in seminario qua­ dringenti et octoginta quinque cir­ citer numerantur. Ad II - In ecclesiastica discipli­ na recte instituuntur per modera­ tores legitime deputatos et sub immediata vigilantia ipsius episco­ pi. Ad III - Iuvenes scientias sive profanas sive sacras edocentur, quae requiruntur, ut ipsi ad sacer­ dotale onus ferendum habiles red­ dantur, scilicet: grammaticam ita­

l. In seminario si contano circa 485 alunni. 2. Sono formati nella disciplina ecclesiastica rettamente, tramite superiori legittimamente deputati e sotto l'immediata vigilanza del vescovo stesso. 3. I giovani sono istruiti nelle scienze sia profane che sacre richie­

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licam, latinam et graecam, histo­ riam profanam et sacram, humani­ tatem et rhetoricam, mathemati­ cam, phisicam, historiam. ut dicunt, naturalem et philosophiam, theo­ logiam dogmaticam et moralem, ius canonicum, hermeneuticam, histo­ riam ecclesiasticam, sacram elo­ quentiam et liturgiam nec non can­ tum gregorianum. Philosophia iuxta sancti Tho­ mae principia clericis traditur. Clerici autem generatim in stu­ diis bene proficiunt. Ad N - Clerici, quoties opus est, cathedrali et aliis ecclesiis paro­ chialibus devote inserviunt; ibi­ demque diebus festivis rudes ins­ truunt in iis, quae ad salutem sunt necessaria. Ad V - Duorum e senioribus canonicis a se electorum consilio utitur episcopus in iis omnibus, quae ad rectum seminarii regimen spectant. Ad VI - Seminarium non raro visitat episcopus, clericorum exa­ minibus adsistit, et curat ut consti­ tutiones adimpleantur. Ad VII - Nulla taxa est statuta pro sustentatione seminarii.

ste per essere idonei a poter svol­ gere l'ufficio sacerdotale, cioè: la grammatica italiana, latina e greca, la storia profana e sacra, l'umanità e la retorica, la matematica, la fisi­ ca, la storia, come dicono, naturale e la filosofia, la teologia dommati­ ca e morale, il diritto canonico, l'er­ meneutica, la storia ecclesiastica, la sacra eloquenza e la liturgia non­ chè il canto gregoriano. Ai chierici è insegnata la filoso­ fia secondo i principi di san Tom­ maso. I chierici generalmente stu­ diano con profitto. 4. I chierici, ogni qualvolta è richiesto, servono devotamente in cattedrale e nelle altre parrocchie; in esse nei giorni festivi istruiscono la gente incolta nelle verità necessa­ rie alla salvezza. 5. Il vescovo si avvale di due dei più anziani canonici da lui eletti, in tutte le cose che spettano al retto governo del seminario. 6. Il vescovo visita spesso il seminario, assiste agli esami dei chierici e si prende cura che le costituzioni vengano osservate. 7. Non è stabilita alcuna tassa per il mantenimento del seminario.

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Caput VIIm

De Ecclesiis, Confraternitatibus

et Locis Piis

VII

Chiese, Confraternite

e Luoghi Pii

l. Nelle sacristie delle chiese è Ad I - In saeristiis ecclesiarum generatim exposita est tabella mis­ generalmente esposta la tabella del­ sarum et anniversariorum; ubi de­ le messe e degli anniversari. Dove est, curo ut ponatur. manca, provvedo che vi sia collo­ Dieta onera generatim pro viri­ cata. bus satisfiunt. Si in hisce satisfa­ Gli oneri generalmente sono ciendis aliquos invenio negligentes, soddisfatti per la loro capacità. Se omnia media mihi possibilia adhi­ trovo alcuni negligenti nell' adem­ beo, ut illi quantum debent faciant. pirli, uso tutti i mezzi a me possibili perché essi compiano quanto è di Ad II - Pariter curo ut in con­ dovere. fraternitatibus, scholis aliisque locis 2. Mi prendo cura inoltre che piis, quae episcopi iurisdictionem in hisce recognoscunt, punctualiter nelle confraternite, nelle scuole e executioni mandentur pia opera a negli altri luoghi pii soggetti alla giurisdizione del vescovo, venga­ testatoribus iniuncta. no realizzate puntualmente le pie Ad III - Ab horum locorum, sic opere volute dai testatori. mihi subiectorum, administratori­ 3. Dagli amministratori di detti bus, quolibet anno per vicarios luoghi a me sottomessi, ogni anno foraneos rationes mihi redduntur. Ad IV - Montem Pietatis visita­ mi vengono consegnati i bilanci tra­ mite i vicari foranei. re non possum, obstantibus legibus 4. Non posso visitare il Monte civilibus; eo minus exquirere ratio­ di Pietà, per il veto delle leggi civi­ nem administrationis, quae omni­ li, tanto meno chiedere all' ammi­ mode est penes civiles potestates. Ad V - Item dicendum est de nistrazione i bilanci che sono di hospitalibus, quae tamen visito et ragione delle pubbliche autorità. curo, ut infirmis necessaria reli­ 5. Lo stesso si deve dire per gli giosa auxilia non desini. ospedali, che tuttavia visito e mi prendo cura che agli ammalati non manchino i necessari conforti reli­ giosi.

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VISITE

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Caput VIIlm De Populo

VIII Il Popolo

Ad I - Mores populi huius dioe­ cesis generatim probi sunt, ac pie­ tati et religioni conformes. Eccle­ siam, Verbum Dei, doctrinam chri­ stianam et sacramenta frequentant fideles etiam civitatis, sed praeser­ tim in ruralibus paroeciis. Gaudeo attestari, populum meis pastoralibus curis concreditum, cle­ rum suum imitari devotione, ac oboedientia ergo sanctam Eccle­ siam et summum pontificem; sacer­ dotes sibi praepositos ac suum epi­ scopum amore ac reverentia prose­ qui". Horum loculentissima testimo­ nia sunt quae supra (caput II num. IX) retuli de solemnibus festivita­ tibus et sacris peregrinationibus, de praeclaro erga Summum Ponti­ ficem devotionis ac charitatis testi­ monio, de piis fidelium oblationi­

1. I costumi del popolo di questa diocesi sono generalmente buoni, ordinati all' amor di Dio e alla reli­ gione. I fedeli frequentano la chiesa, la Parola di Dio, la dottrina cristiana e i sacramenti, specie nelle parroc­ chie rurali. Ho la gioia di attestare che il popolo affidato alle mie cure pasto­ rali imita il suo clero nella devo­ zione e nell' obbedienza verso la santa Chiesa e il sommo pontefice, tratta con amore e rispetto i suoi sacerdoti e il suo vescovo. Prove evidentissime sono quelle notizie che più sopra (capo 2, n.IX) ho riferito sulle solenni festività e sui sacri pellegrinaggi, sulla since­ ra testimonianza di devozione e amore verso il sommo pontefice, sulle pie offerte dei fedeli. Ne è prova anche lo spirito reli­ gioso e l'ardente devozione col quale è stato commemorato quest' anno il decimosesto centenario del

bus". Testimonium insuper est pietas ac religionis ardor quo hoc anno decimum sextum centenarium mar-

14. Col centenario di sant' Alessandro venne festeggiato solennemente anche mons. Guin­ dani per il suo giubileo episcopale; cf. L'Eco di Bergamo 25, 26 con un sonetto al vescovo composto dall'avv. O.B. Preda, 27 agosto.Papa Leone XIII inviò a mons.Guin­ dani una lettera commemorativa dell'avvenimento,unendo anche gli auguri per il suo giubileo episcopale; ASV, S. S. Ep. Mod., 1897, R. 223 F. 9 f. 150r. 5 dicembre 1896; E. CAMOZZI, Diario.... I, p.676-678,706-707. 15. Nell' udienza concessa a una rappresentanza della città di Bergamo guidata dal card. Agliardi, in occasione delle celebrazioni in onore di sant' Alessandro, Leone XIII affidò al porporato l'incarico di far sapere ai Bergamaschi l'amore e l'attaccamento sentito per loro, e di riferire loro queste precise parole "Bergamo è città modello per la sua fede"; L'Eco di Bergamo 23 agosto 1898.

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martirio di sant' Alessandro, patro­ no della diocesi. In quell'occasione, per le spese da affrontare, furono raccolte dai fedeli 50.000 Lire Italiane; per nove giorni continui precedenti alle solennità più di 70.000 fedeli con pii e devoti pellegrinaggi, accom­ pagnati dai parroci e dagli altri sacerdoti, vennero alla chiesa cat­ tedrale anche da parrocchie della diocesi assai di-stanti, per venerare le reliquie del santo martire. Nel triduo delle solennità (cioè nei giorni 26, 27, e 28 agosto) che furono decorate dalla presenza di tre eminentissimi cardinali di santa Romana Chiesa e da 14 eccellen­ tissimi vescovi, le reliquie di S.

tirii sancti Alexandri dioecesis patroni commemoratum fuit". Ea enim occasione, expensis ferendis, quinquaginta millia It.L. a fidelibus collata fuere, novem con­ tinuis diebus solemnitates praece­ dentibus plusquam septuaginta mil­ lia fidelium, piis ac devotis pere­ grinationibus peractis, parochis caeterisque presbiteris comitanti­ bus, ad ecclesiam cathedralem divi martiris reliquias venerandi causa, ex dissitissimis etiam diocesis pa­ roeciis convenerunt. In triduo solemnitatum (id est diebus 26. 27. ac 28 augusti) quae trium eminentissimo rum sanctae Romanae Ecclesiae cardinalium et quatuordecim excellentissimorum

16 . Sant' Alessandro, vessillifero della legione Tebea, convertito al cristianesimo, viene ritenuto e venerato dalla tradizione antichissima della Chiesa di Bergamo suo nuovo evangelizzatore dopo che la fede portata da san Barnaba apostolo era pressoché scom­ parsa; cf. E. CAMOZZI, Le visite... , I, relazione 1594 nota n.36. Per i festeggiamen­ ti Guindani aveva costituito una commissione con la presidenza del can. Luigi Isacchi, circolari "La commissione incaricata ..." 26 marzo, 9 e Il luglio 1897, cf. L'Eco di Bergamo Il luglio 1897 sul programma preparato dalla commissione. Mons. Guin­ dani aveva poi inviato la lettera "Poco piu di un anno ci separa dalle feste ..." 18 mag­ gio, sui preparativi coordinati dalla commissione, seguita da "È imminente il principio del nuovo anno..." 22 dicembre, con raccomandazioni ai parroci invitati a raccogliere offerte, il cui elenco coi nomi dei donatori venne pubblicato quasi ogni giorno da L'Eco di Bergamo. Nella lettera "Ci tornò assai caro.:" 6 luglio 1898, il vescovo divulgò alcune indicazioni per la festa, seguita dalla "E con l'animo ancor pieno delle conso­ lazioni..." lO settembre, per esprimere la sua completa soddisfazione sullo svolgimento delle celebrazioni; ACVB, Lettere pastorali Libro n°12; L'Eco di Bergamo, 4 "L 'inau­ gurazione delle feste centenarie di S. Alessandro" con la notizia di cronaca che anche il campanone accompagnò coi suoi rintocchi, caso eccezionale per le feste religiose, il vescovo in duomo, 12, 14,15,18,19,20,21,23,25,26,27,28,28-29,30 agosto 1898; 14 settembre, 2 ottobre; E. CAMOZZI, Diario..., I, p. 581-583, 721, 744, 748­ 751, 769-770. Don Signori con meticolosità elencò le offerte dei Bergamaschi per la solenne ricorrenza, pubblicate settimanalmente in un'apposita rubrica de L'Eco di Ber­ gamo; in ASV, S. S. Ep. Mod., 1897, R. 3 F. 5 f. 8r-9v f. lOr-v la preparazione all'an­ no speciale 1898 in S. Alessandro in Colonna; 1898, R. 3 F. l f. 115r-117v. lettera di Guindani a Leone XIII sulle celebrazioni con offerta e auguri per il 60° di messa, let­ tera di Arcangeli a Leone XIll per il 25° di episcopato di Guindani, lettera di Leone XlII "Ea est Bergomatumfides", 27 gennaio, 7 febbraio, 5 marzo 1898.

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episcoporum praesentia decoratae fuerunt, sancti Alexandri aliorum­ que martirum reliquiae processio­ naliter ab ecclesia cathedrali ad ecclesias S. Alexandri in Columna et S. Alexandri ad Crucem et dein rursus ad cathedralem ecclesiam

Alessandro e degli altri martiri ven­ nero portate processionalmente dal­ la cattedrale alle chiese di S. Ales­ sandro in Colonna e di S. Alessan­ dro della Croce, e poi di nuovo alla cattedrale. I fedeli che in quei giorni delle solennità vennero a Bergamo da tut­ ta la diocesi furono più di 200.000, senza che, come dal riconoscimen­ to e dalle congratulazioni della stes­ sa autorità civile, vi sia stato qual­ cosa che abbia, come dicono, mini­ mamente turbato l'ordine e la quie­ te pubblica. Anzi, sono stati mani­ festati tanti e tali segni di spirito religioso e di devozione, sia nel fre­ quentare le sacre funzioni, sia nel­ le processioni, sia anche nelle illu­ minazioni pubbliche, che maggiori di essi non si sarebbero potuti né desiderare né ottenere. 2. Nessun abuso speciale, nes­ suna cattiva consuetudine singolare in questa diocesi sinora si è intro­

translatae sunti?

Fideles vero qui Bergomum dic­ tis solemnitatibus diebus ex tota dioecesi convenerunt ducenta mil­ lia et ultrafuere quin, auctoritate ipsa civili testante ac gratulante, ne minimum quidem haberetur, quod, ut dicunt, ordinem ac quie­ tem publicam perturbaret; imo tot ac talia religionis ac pietatis signa, sive in sacris functionibus frequen­ tandis sive in processionibus, sive etiam publicis luminariis peractis, prolata fuere quorum maiora nec haberi nec desiderari potuerint. Ad II - Nullus abusus specialis, nulla singularis prava consuetudo in hac dioecesi hucusque inolevit".

17. Alle feste centenarie parteciparono i cardinali Giuseppe Sarto patriarca di Venezia, Carlo Andrea Ferrari arcivescovo di Milano, Antonio Agliardi, l'arcivescovo di Neo­ Cesarea Giuseppe Schirò, i vescovi Agostino Gaetano Riboldi di Pavia, Geremia Bono­ melli di Cremona, Teodoro E.M. Valfrè del Bonzo di Como, Giovanni Battista Scala­ brini di Piacenza, Francesco Tavani-Porcari di Mindo, Giacomo Coma Pellegrini di Brescia, Giovanni Battista Rota di Lodi, Paolo c.F. Arigo di Mantova, Giuseppe Cal­ legari di Padova, Giovanni Battista Tescari di Borgo S. Donnino, Andrea Righetti di Car­ pi, Felice Cavagnis Segretario della Congregazione per gli Affari Ecclesiastici Straor­ dinari; L'Eco di Bergamo 28-29 agosto 1898. 18. Nell'enciclica "Etsi Nos" 15 febbraio 1882, Leone XIII sollecitava i vescovi d'Italia a contrastare i mali sociali e i nemici della Chiesa, chiamando i laici a sua difesa, sotto­ lineando il ruolo particolare dell' educazione e della scuola. Come il card. Ferrari a Milano, così Guindani a Bergamo furono convinti della necessità di un' affermazione e di un insegnamento della verità che giungesse agli uomini come emanazione cri­ stiana delle realtà terrestri e come intelligenza della costante trasformazione culturale, economica, politica e morale della società umana. Per questo compito Guindani trovò

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dotta, che abbia bisogno del consi­ glio e dell' aiuto della Sede Apo­ stolica. Queste notizie avevo da comunicare a cotesta sacra congre­ gazione sullo stato della diocesi di Bergamo a me affidata. A queste aggiungo due richie­ ste, pregando cotesta sacra congre­ gazione perché si degni indicarmi che cosa debba fare in corrispon­ denza al mio ufficio.

Atque haec habebam quae sacrae congregationi referrem ad statum quod attinet Bergomensis dioecesis mihi commissae. Quibus duo postulata addo sacram istam congregationem rogans quatenus significati digne­ tur quid mihi pro munere meo faciendum sito l Postulatum - Quamvis fere omnes piarum causarum admini­ stratores onera missarum quibus satisfactum non fue rint (sic) infine cuiuslibet anni curiae episcopali tradant, sunt tamen nonnulli eccle­ siarum aeditui qui nullo modo huic

l. Quesito = Benché quasi tutti gli amministratori delle cause pie alla fine di ogni anno trasmettano alla curia vescovile gli oneri delle messe cui non si è soddisfatto, vi

in Medolago Albani e in Rezzara, come pure in altri laici ricordati dalla storia, dei collaboratori capaci per dare al lavoro associativo un impulso valido. A Bergamo le società operaie di mutuo soccorso raggiunsero la cifra record di 105 unità, superiore a quella della altre diocesi lombarde. La questione sociale diventava culturale di fronte al nascente socialismo di Turati che a Milano era continuazione e sviluppo al passo coi tempi di una tradizione di cultura politica e sociologica preesistente con salde radici in Lombardia, ponendosi, nota Snider, come stimolo alla decantazione e ammoderna­ mento delle ideologie correnti più che come elemento di rottura. Ma si presentava anche la questione politica, per la quale occorreva una potente organizzazione eletto­ rale, in modo da esprimere le peculiarità ed esigenze proprie della morale e della giu­ stizia cristiana, alcune opposte ai principi marxisti e liberali, altre in sintonia con aspi­ razioni e esigenze espresse dai due sistemi sino a confondersi con esse. La borghesia capitalistica industriale si illudeva di contenere il progresso del socialismo con la pre­ minenza politica e economica. La corrente conservatrice cattolica temeva nello sviluppo tecnico, sociale ed economico una minaccia alla vita religiosa. Ma l'ala più sensibile dell' intransigenza cattolica comprese che per affrontare il movimento della nuova classe operaia socialista occorreva organizzare una forza sociale cattolica. Da qui ebbe inizio l'apertura al valore della democrazia; cf. "Veritas" 24 agosto I901 numero uni­ co pubblicato per cura del Circolo studenti universitari di Bergamo sulla conferenza anti­ religiosa dell'avv. Maironi e sull' intolleranza giacobina dei socialisti; da notare inol­ tre L'Eco di Bergamo 27-28 agosto Lettera pastorale dell'episcopato lombardo "La democrazia cristiana difronte al socialismo '', 28-29 agosto Lettera pastorale dell'e­ pisc. lomb, "Il Socialismo", 29-30 agosto 1901 Lettera pastorale dell' episc. lomb. "La dottrina di Cristo"; C. SNIDER, Gli ultimi ... , p. 132-138, 135, 168,239-240; E. CAMOZZI, Diario..., II, p.161, 207, 933. G. MICCOLI, Chiesa e società in Italia tra Ottocento e Novecento. Il mito della "cristianità ", in Chiese nella società. Verso un superamento della cristianità, Torino 1980, p. 151-245; A. M. MADRI, Il movimento cooperativo cattolico nella provincia di Bergamo attraverso il "Foglio degli annunci legali" (1881-1914), in Bollettino dell'Archivio..., 26 (1991), p.66-73.

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sono nondimeno alcuni fabbricieri delle chiese i quali in nessun modo si possono indurre a adempiere que­ sto compito, e destinano i redditi dei legati che avanzano o ad altre necessità per il culto e per le chiese, o li riservano per futuri bisogni, benché non abbia omesso di incul­ care e raccomandare assai spesso a tutti i parroci e agli amministratori dei luoghi pii, l'osservanza del decreto Vigilanti di cotesta sacra congregazione. Chiedo pertanto come compor­ tarmi con questi fabbricieri.

oneri adimplendo induci possunt, et legatorum reditus qui supersunt vel in aliis cultus vel ecclesiarum necessitatibus erogant, vel servant pro futuris necessitatibus, quamvis omnibus parochis et locorum pio­ rum administratoribus saepe sae­ pius observantiam decreti Vigilan­ ti istius sacrae congregationis com­ mendari et inculcare non omise­ rim". Quaero itaque quid cum hisce aedituis agendum sit ? .. Extractum die 25 aprilis 1899a ) 2 Postulatum - Cum ex decisio­ ne istius sacrae congregationis, in una Platen. sub die 28 ianuarii 1894, erui posse videatur oratoria, quae extruuntur in coemeteriis, pubblica haberi non posse", cum­ que ex adverso sacra congregatio Rituum die 18 maii 1895 huic curiae scribi mandaverit = che secondo la decisione della sacra congregazione del Concilio, le cap-

2. Richiesta = Poiché dalla deci­ sione di cotesta sacra congregazio­ ne in una Platen. del 28 gennaio 1894, appare che gli oratori, che si costruiscono nei cimiteri, non si possono ritenere pubblici, e al con­ trario, la sacra congregazione dei Riti avendo il giorno 18 maggio 1895 ordinato che si scrivesse a questa curia "che secondo la deci­

(a) Aggiunta d'ufficio in margine 19. Il decreto "Vigilanti studio convellendis eradicandisque abusibus missarum celebra­ tionem" fu promulgato dalla Congregazione del Concilio il 25 maggio 1893; LEONIS XIII P.M. Acta, XIII, Romae 1894, p.161-165; E. CAMOZZI, Diario ..., 1, p.21I. 20. Nonostante le ricerche effettuate nelle rubricelle e nel protocollo della congregazione del Concilio tra le annate 1893-1895, non si è trovata traccia di questo caso. Per il 1894 l'unico riferimento a Platensis nell'agosto, protocollo 4427, riguarda pubblica­ zioni matrimoniali. A parere del prof. Dott. Pietro Caiazza, esperto dell' archivio del­ la congregazione del Concilio, che ringrazio, vien da pensare che la decisione relativa a Platen. non abbia seguìto il normale iter nel dicastero. Il provvedimento, dato che il vescovo fa riferimento a un documento ben preciso, può essere stato adottato con altre modalità.

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pelle erette nei cimiteri da privati e da pie associazioni non sono che oratori privati =, dubium ortum est an uti oratoria publica haberi pos­ sint cappellae principales seu com­ munes quae in coemeteriis rite extructae reperiuntur; quaeque proinde non privatis dumtaxat vel piis adsociationibus. sed omnibus fidelibus usui sunt, praesertim cum certis diebus et horis omnibus libe­ rum sit ad easdem accedere sacri [aciendi et audiendi causae'". Extractum'" Haec retuli paratus animo omnia omnino reverenter excipere ac fideliter exequi quae super his monere ac praecipere eadem sacra congregatio censuerit. Quam inte­ rim rogo, ut me sibi dignetur habe­ re, quem, dum summam ei quam debeo observantiam ac reverentiam testari gaudeo, me esse profiteor

sione della sacra congregazione del Concilio, le cappelle erette nei cimi­ teri da privati e da pie associazioni non sono che oratori privati", è sor­ to il dubbio se si possano conside­ rare come oratori pubblici le cap­ pelle principali o comuni che rego­ larmente si trovano costruìte nei cimiteri, e che pertanto sono usate non solo da privati o da pie asso­ ciazioni, ma da tutti i fedeli, specie quando in certi giorni e ore sia libe­ ro l'accesso ad esse per celebrare o ascoltare la Parola di Dio. Ho riferito queste notizie, pron­ to a ricevere e fedelmente eseguìre quanto cotesta sacra congregazio­ ne riterrà dover raccomandare o ordinare, con la preghiera che si degni considerarmi, mentre gìoisco di signifìcarle il sommo rispetto dovuto e l'ossequio, quale mi di­ chiaro di essere

Bergomi die 29 decembris 1898

Bergamo, addì 29 dicembre 1898 umilissimo rispettosissimo servo + Gaetano Camillo vescovo di Bergamo

humillimum addictissimum servum + Caietanus Camillus episcopus Bergomen.

Ammessa peI104° triennio spi­ rato il 20 dicembre 1897 24 gennaìo 1899

Il 4 aprile 1900 si è riposto.

40114324 ianuarii 1899 Vie 4 aprilis 1900 fuit responsum.

(a) La parola poco chiara farebbe leggere anche "causas" (b) Aggiunta d'ufficio in margine.

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RELAZIONE - 31 dicembre 1901 ASV, C. Concilii, Relationes Dioecesium. Bergomen., 123B, orig., ff.740r-761v La documentazione della visita ad Limina del 1050 triennio è composta da un fascicolo di 22 fogli, con la numerazione archivistica ff. 740-761 (mm.21x28). 11 fascicolo è unito con filo semplice. 11 testo della relazione, che inizia con caratteri in stampatello, è scritto sui ff.740r-753r. Sono bianchi i ff.754v-757r, 761. Nel fascicolo si trova una breve sintesi, della relazione curata pro­ babilmente dall'ufficio, ff.758r-759v, e la lettera di risposta in minuta del­ la congregazione del Concilio, ff. 760r-v qui pubblicate. Il fascicolo è ben conservato. Copia-minuta della relazione è custodita in ACVB, Atti relativi alle visite ad Limina

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Status Ecclesiae Bergomen. Relatio ab eiusdem Ecclesiae epi­ scopo Gaetano Camillo Guindani exhibita pro triennio centesimo­ quinto Relatio status Ecclesiae Bergo­ mensis quam Caietanus Camillus Guindani eiusdem Bergomen. Ecclesiae episcopus sacrae con­ gregationi Concilii exhibet pro triennio expirato die 20 decembris 1900

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Relationem status huius Bergo­ Capo I - Monsignor Guindani mensis Ecclesiae pro triennio 105, dal 1879 vescovo di Bergamo, pre­ idest pro annis 1898.1899.1900, sentò il 3 dicembre 1901 la sua rela­ confecturus quae sequuntur ad tra­ zione che fu ammessa per lo spira­ mitem Benedectinae constitutionis to triennio 105°. In questo capo omessi i primi expono. quattro articoli che non presenta­ vano alcuna variazione dall' espo­ sto nelle precedenti relazioni, egli Caput I

De statu Ecclesiae materiali

riferisce nel quinto che la cattedra­ le è officiata da quattordici canoni­ Ad 1-2-et 3- Ut in praecedenti­ ci, oltre il teologo ed il penitenzie­ bus relationibus. re, e da dodici cappellani, nonché Ad 4 - Episcopatui Bergomensi da quattro canonici onorari che vi civitas una, pagi vero seu comuni­ intervengono nelle solennità. tates ducentae nonaginta et tres sunt subiectae, quae omnia loca quatuorcentis duodecim animarum millibus constant. Ad 5 - Cathedrali ecclesiae, divo Alexandro martiri dicatae, pro cho­ ri servitio quatuordecim canonici beneficiarii addicti sunt, quorum tres canonicatu potiuntur fiducia­ rio, seu secreto prae civili auctori­ tate. Inter eos adnumerantur cano­ nicus archidiaconus, canonicus praepositus et canonicus archipre­ sbiter; qui dignitates nominantur: Adsunt etiam canonicus theologus et canonicus poenitentiarius. Duodecim insuper habentur capellani, quorum sex mansionarii vocantur et civili auctoritate sunt noti; sex vero capellaniis vel iuris patronatus privati vel civili aucto­ ritate secretis potiuntur. Canonici ad honorem sunt qua­

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Le chiese parrocchiali sommano a trecentoquarasette, essendosi nel triennio una nuova parrocchia eret­ ta. Si conservò lo stesso numero di monasteri e delle case dei religio­ si; aumentarono quelle delle reli­ giose.

tuor, qui solemnibus dumtaxat inter­ sunt officiis. Ad 6 - Praeter ecclesiam cathe­ dralem nulla adest ecclesia colle­ giata. Attamen officium choralis residentiae vel integrae vel diumae tantum explent, in civitate, sacer­ dotes addicti basilicae S. Mariae Maioris et ecclesiis parochialibus S. Alexandri in Columna et S. Alexandri ad Crucem; in dioecesi vero sacerdotes addicti ecclesiis parochialibus locorum Albino, Al­ zano Maggiore, Clusone, Romano et Serina. Ad 7 - In dioecesi ecclesiae parochiales ad totum triennium, de quo fit relatio, tercentae quadra­ ginta sex, qua rum urbanae et su­ burbanae sexdecim numerabantur. Nunc vero sunt tercentae quadra­ ginta et septem, nam hoc anno ad dignitatem ecclesiae parochialis erecta fuit ecclesia sub titulo Beatae Mariae ad Coelum Assumptae loci vulgo dicti Cividino sull' Oglio, abstracta ab ecclesia parochiali S. Petri Apostoli loei Tagliuno'. Plurimae aderant causae cano­ nicae huius ecclesiae parochialis erigendae; ideoque omnes, quibus

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La parrocchia di Cividino sull'Oglio venne istituita il 20 marzo 1901, con decreto n. 308. Fu nominato parroco don Alessandro Pagani il 15 dicembre 1901. Si contavano 960 abitanti. La nuova chiesa venne progettata dall'arch. Alberto Cancelli su traccia dell'ing. E. Fomoni. Iniziata il 7 marzo 1920 con la posa della prima pietra, la chiesa fu consacrata il 27 aprile 1932; ACVB,jascicoli parrocchiali, Cividino sull'O.; L. PAGNONI, Le Chie­ se parrocchiali..., I, p. 320.

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intererat, hac in re concordes omni­ nofuerunt. Ad 8 - Elapso triennio eodem in statu ac numero, sicut antea, per­ manserunt virorum monasteria et domus. lncrementum vero habue­ runt mulierum monasteria. Nam praeter illa, quae iam antea in dioecesi aderant, religio­ sarum mulierum instituta novas in nonnullis dioecesis pagis domus excitaverunt : monasterium unum monialium capuccinarum strictioris observantiae in pago Capriate d' Adda, piorum fidelium oblationi­ bus de novo apertum fuit', et nova domus pariter erectafuit religiosa­ rum sororum vulgo dictarum Dame del S. Cuore in pago Villa d'Adda, piissimorum coniugum comitis Casimiri Balbo et comitissae Vic­ toriae Callori munificentia'. 2.

Questo istituto risale alla venerabile suor Lucia Ferrari di Reggio, vissuta nel sec. XVII. Le cappuccine giunsero a Capriate d'Adda profughe da Venezia, dove il loro convento di Ognissanti soppresso nel 1867, era stato requisito dalle autorità pubbli­ che nel 1899 per il piccolo numero di religiose colà dimoranti. Dopo una prima ospi­ talità offerta dalle suore Filippine, le cappuccine avevano scelto Bergamo, dove con la madre vicaria, suor Elisa Zanchi, bergamasca, ricevettero accoglienza presso le bene­ dettine di S. Grata. Mons. Guindani e i familiari della Zanchi seguirono la vicenda e ottennero per le religiose la villa del signor Valsecchi a Capriate. La comunità vi entrò il 23 dicembre 1900. In seguito venduta la villa, fu costruito il convento su terreno del beneficio parrocchiale, donato dal parroco don Giacomo Mismetti; Cenni storici del monastero delle Capuccine Concette di Sant'Antonio del castello indi d'Ognissanti in Venezia ora di S. Giuseppe in Capriate d'Adda; A. MOSCONI-S. LORENZI, I con­ venti..., p.145-147; E. CAMOZZI, Diario..., II, p.1327-1328.

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Le Dame del Sacro Cuore (religiose del S. Cuore) fondate in Francia nel 1800 da Mad­ dalena Sofia Barat (1779-1865), dettero vita nel luglio 1901 a un monastero in Villa D'Adda, nella "Villa Peschiera", dono della contessa Vittoria Balbo di Vinadio, nata Callori di Vignale, già alunna delle Dame in Francia. Nel 1905 la comunità contava 22 coriste professe, 4 corali aspiranti, 17 coadiutrici professe e 3 coadiutrici aspiranti. Attendevano a 29 educande e ad una scuola esterna privata gratuita con 180 alunne. Curavano anche un oratorio domenicale per 600 giovani delle filande, associate all' a­

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Ad 9 - Seminarii alumni convic­ tores et externi etiam elapso trien­ nio numerum 400 attigerunt. 1nsuper elapso anno 1900 e seminario dioecesano tres clerici Romae in pontificìum seminarium Romanum, expensis legati Flami­ nii Ceresoli alendi, post aliquorum annorum interruptionem, rursus venerunt'. 1nterruptionis causafuit quod ab anno 1890 administrato­ res legati Cerasoliani eiusdem lega­ ti reditus magna ex parte favore iuvenum laicorum, qui studia in regia universitate Romae comple­ rent, contra claram testatoris volun­ tatem, erogabant. 1nutiliter mediis pacificìs et uti vocant administra­ tivis experitis, res tota ad tribunalia civilia delata fuit, et in iudicium administratores qui tunc aderant, vocavi, eo fine ut iura clericorum meae dioecesis omni, quo possem, meliori modo tuerer. Res bene mihi cessit; nam in triplici gradu iudi­ cii, id est in tribunali primi gradus, in tribunali appellationis et etiam penes tribunal vulgo Cassazione, iura clericorum huius dioecesis aperte admissa et recognita fuerunt lata et confirmata sententia sequen­ tis tenoris:

Anche in questo triennio furo­ no quattrocento gli alunni nel semi­ nario fra convittori ed esterni, e nel 1900 tre di questi si inviarono a Roma per la loro educazione nel pontificio seminario Romano, a spese del legato Ceresoli, e ciò dopo aver sostenuto una causa che fu giu­ dicata in favore del vescovo anche dal tribunale di Cassazione contro gli amministratori del detto legato, che contestavano il diritto del vescovo su tale invio.

postolato della preghiera. Nel 1907 arrivarono dalla Francia alunne sordomute con le loro insegnanti; ACVB, Visita Radini T., 149 (1907), monasteri, fascicolo n. 24, ff. 491-498, Dame S. Cuore - Peschiera. 4. Erano Achille Ballini, Guglielmo Carozzi e Angelo Giuseppe RoncaIli, poi papa Gio­ vanni XXIII; cf. relazione 1921 note n. 45, 42, 59; C. PATELLI, Uomini..., p. 92-93.

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=1° Si dichiara ammissibile il detto intervento (del vescovo). 2° Si dichiara che il Collegio Cerasoli fondato nel 1640 dal cano­ nico d. Flaminio Cerasoli sia isti­ tuto di educazione e di cultura degli ecclesiastici dipendente dalla San­ ta Sede a sensi e per gli effetti del­ la legge 13 maggio 1871 e da reg­ gere secondo le norme del Regola­ mento Statuto approvato col decre­ to della sacra Congregazione degli Studii del 26 giugno 1858 = 5.

Capo II - Osservò la prescritta residenza, tranne pochi giorni nel­ l'occasione delle adunanze dei vescovi, e della sacra peregrinazio­ ne a Roma per lucrare il giubileo del 1900. Compì una volta per se stesso la visita di tutta la diocesi. Ogni anno nella ricorrenza di certe festività si è recato in più par­ rocchie, per celebrarne le sacre fun­

Caput II

De Episcopo

Ad 1 - Residentiae praecepto adimplere studui, nec a dioecesi diutius abfui, quam per paucos dies, occasione conventuum episcopo­ rum et sanctae peregrinationis anno proxime elapso 1900 sacri iubilaei lucrandi plurimis cum meis dioe­ cesanis Romae peractae. Ad 2 - Semel iam per meipsum totius dioecesis visitationem com­ pievi. Quolibet anno vero, specialium festivitatum opportunitate capta, plurimas dioecesis paroecias adivi

5. Mons. Guindani con lettera "Veneranda arciconfraternita. Da qualche tempo è venu­ to a nostra cognizione..." 8 luglio 1890, aveva fatto alcune precisazioni sul legato Cera­ soli. Il lascito, destinato a un seminario con posti gratuiti per alunni iscritti a studi teo­ logici, dai reggenti dell' arciconfratemita era stato devoluto arbitrariamente a chi inten­ deva praticare studi superiori a Roma; ACVB, Lettere pastorali Libro n°12; "Il legato Ceresoli ai Bergamaschi", in L'Eco di Bergamo 12 settembre 1900; E. CAMOZZI, Diario ..., I, p.701-702.

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zioni ed amministrare il sacramen­ to della Confermazione dispensan­ do insieme la divina parola. Di più ogni anno le chiese par­ rocchiali sono state visitate da vica­ ri foranei da lui specialmente dele­ gati e quindi a lui trasmesse le rela­ tive relazioni. Ed ogni anno pure i parroci sono tenuti di riferire in scritto lo stato della propria parrocchia alla curia vescovile. Il sinodo diocesano verrà cele­ brato dopo il concilio Provinciale, come fu esposto nella precedente relazione.

pro sacris functionibus celebran­ dis, Confirmationis sacramento administrando ac Verbo Dei prae­ dicando. lnsuper quolibet anno vicarii foranei sui vicariatus ecclesias tam­ quam specialiter a me delegati visi­ tant, et peractae visitationis rela­ tionem ad me transmittunt. Pariter quolibet anno singuli parochi tenentur referre in scriptis episcopali curiae de statu propriae paroeciae. Ad 3 - Sacras ordinationes per me explevi temporibus a iure sta­ tutis et Confirmationis sacramen­ tum in plurimis dioecesis paroeciis et in sacello episcopalis palatii fre­ quentissime administravi et prae­ sertim altero die festo Pentecostes. Ad 4 - Sinodus dioecesana, post concilium Provinciale, uti iam in praecedenti relatione exposui, cele­ brabitur. Ad 5 - VerbumDei, tum in eccle­ sia cathedrali maioribus recurren­ tibus solemnitatibus, tum saepissi­ me in ecclesiis dioecesis admini­ stravi. Ad 6 - Nullus adest depositarius pro custodiendis poenis et mulctis pecuniariis, haec enim non amplius sunt in usu. Ad 7 - Taxa, quae in cancella­ ria episcopali est in usu, parum dif­ fert ab lnnocentiana. Ad 8 - Nihil est in dioecesi spe­ ciale et proprium quod obsit exer­

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citio episcopalis officii, vel tuendae libertati et incolumitati ecclesia­ rum. In postremo triennio nemini ex ecclesiasticis de beneficio aliquo vel paroecia provisis negatum aut dilatum fuit regium placitum. Ad 9 - Opera omnia in praece­ denti relatione exposita etiam in ultimo triennio continuata et auc­ ta fuere, sive quae ad clerum sive quae ad populum pertinent. Memoratu dignae sunt duae sa­ crae peregrinationes duorum et ultra millium fidelium ad istam sacram Petri sedem peractae pro sancto iubilaeo anni sancti lucran­ do, nec non permultae solemnita­ tes fere in omnibus dioecesis paroe­ ciis maxima devotione et pietate eodem anno sancto 1900 ad hono­ rem Iesu Christi Redemptoris cele­ bratae".

Nelle maggiori solennità e spes­ so nelle chiese della diocesi predicò la divina parola. La tassa della cancelleria vesco­ vile poco differisce dalla Innocen­ ziana. Non si verificò alcun osta­ colo per l'esercizio del ministero vescovile, né fu negato il regio pia­ cet ad alcun beneficio. Notevoli furono due sacre pere­ grinazioni di oltre duemila fedeli a Roma nell' anno del giubileo, come pure le molte solennità in que­ st' anno in quasi tutte le parrocchie celebratesi colla massima devozio­ ne e pietà. In più sommità montane si eres­ sero solennemente croci votive.

6. Mons. Guindani aveva preparato il giubileo del 1900, con la diffusione della circolare del 2 giugno 1899 unita all' enciclica di Leone XIII "De hominibus Sacratissimo Cor­ di Iesu devovendis", 14 e 25 maggio con la preghiera di consacrazione. Egli inviava la lettera "E cosa a noi tutti comune..." 25 novembre 1899, seguita da "Vz abbiamo pochi giorni orsono ..." 18 dicembre sull'anno santo e sul solenne omaggio al Redentore. Con circolare ai parroci "Fra le opere raccomandate a compiersi..." 4 aprile 1900 egli invitava ogni parrocchia a un pellegrinaggio alla cappella del S.mo Crocefisso in cat­ tedrale. Veniva nominata una commissione diocesana e aperta una sottoscrizione per innalzare una croce monumentale (progetto di don Antonio Piccinelli) a ricordo del­ l'avvenimento sul Canto Alto. L'episcopato lombardo aveva emanato la lettera "Omag­ gio al divin Redentore..." 8 giugno 1900. Giungeva poi la lettera enciclica del l ° novem­ bre "Ancorché non sia possibile" a ringraziamento per la chiusura dell'anno santo, trasmessa alla diocesi da mons. Guindani il 10 dicembre. Egli avvisava che l'anno santo rimaneva aperto per altri sei mesi, come da disposizione di Leone XIII "Tempo­ ris quidem sacri" 3 gennaio 1901, e con lettera "Si appressano i giorni..." 26 gen­ naio 1901, invitava a erigere croci benedette nelle pubbliche vie e sulle cime dei mon­ ti in omaggio al Redentore e a ricordo dell'avvenimento; ACVB, Lettere pastorali Libro nOI2; L'Eco di Bergamo 14 maggio, 7 dicembre 1899,23 gennaio 1900, JO mar­ zo, 18 aprile sul l ° pellegrinaggio bergamasco a Roma, 20 aprile cronaca del pelle­ grinaggio di oltre 1.000 bergamaschi, con il sg. Santo Troiani pellegrino a piedi da

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In pluribus summis montibus Si raccolsero pel denaro di votivae cruces solemniter erectae S. Pietro Lire 17.819.71 etiam fue runt. per la redenzione Stipes in triennio 1898-1899­ degli schiavi Lire 5.600 1900 in dioecesi collecta attingit: per l'opera della 1. Pro summi pontificis paupertate S. Infanzia Lire 28.330 sublevanda L. 17.819. 71 per la Propagazione 2. Pro captivis redimendis della Fede Lire 10.605 L. 5.600.00 per i Luoghi Santi e 3. Pro opere a S. Infantia dieta per i catecumeni Lire 9.304 L. 28.330.00 4. Pro opere Propagationis Fidei L.10.605.35 Capo III - Pienamente confor­ 5. Pro Locis Sanctis et cathecumenis me alle prescrizioni canoniche si L. 9.304.82 adempì il servizio corale dal clero della cattedrale e colla massima diligenza i canonici penitenziere e Caput III

teologo adempirono il loro ufficio. De Clero saeculari

Ad 1 - Canonici, caeterique cho­ ro cathedrali addicti residentiam observant. Ad 2 - Matutinum, laudes alias­ que horas canonicas recitant et quotidie missam conventualem cele­ brant. Ad 3 - Canonici eamdem mis­ sam conventualem pro benefacto­ ribus adplicant omnibus diebus dominicis et festis etiam suppres-

Calusco a Roma, 22 marzo-14 aprile, e ritorno passando per Foligno, Assisi; ibid., 21 aprile, 5 maggio, 6 luglio sul 2 0 pellegrinaggio; ibid., lO novembre, 14-15 dicembre, 24-25 dicembre sulla chiusura della Porta Santa; ibid., 14-15,21-22 febbraio,18-19 ottobre, 24-25 dicembre 1901 colla somma totale della sottoscrizione per il monu­ mento sul Canto Alto a L. 3. 778.05, giunta a LA. 092.05, ma ritenuta insufficiente, ibid., 10-11 settembre 1902; altre offerte portavano la somma a L. 4. 282045; la spesa raggiunse L. 5. 874.51, e restò un deficit di L. 1. 592.06; ibid., 22-23 gennaio 1903; E. CAMOZ­ ZI, Diario..., I, p. 831-832.

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sis; coeteris autem diebus ex Sedis Apostolicae indulto non adplicant. Ad 4 - Habent antiquas consti­ tutiones legitimasque consuetudi­ nes, easque observant. Ad 5 - Canonicus poenitentia­ rius et canonicus theologus sua munera adimplent maxima diligen­ tia et cura. Ad 6 - Parochi in suis paroeciis resident, nec abeunt, etiamsi cau­ sa praedicandi, licet in ipsa dioe­ cesi, sine obtenta prius debita licen­ tia. Imo quacumque de causa abeant, curatur ut alius sacerdos idoneus adsit, qui eorum vices in paroecia gerat; ac prohibetur ne absentiae tempus quolibet anno duos menses excedat. Ad 7 - Omnes parochi matrimo­ niorum, baptizatorum et mortuo­ rum libros aliosque quos ad nor­ mam ritualis Romani retinere debent, diligenter conficiunt et cau­ te custodiunt. Ad 8 - Pro posse curo ut parochi omnes sacerdotes suos coadiutores habeant. Non desunt hi nisi in pa­ roeciis, quae parvo constant inco­ larum numero, et in quibus propte­ rea ipsi ne sunt quidem necessarii. Ad 9 - Parochi, ut plurimum per se, rarius per idoneos sacerdotes, si quando sunt impediti, diebus dominicis et festis solemnibus, ple­ bes sibi commissas pro sua et earum capacitate pascunt saluta­ ribus verbis, docentes quae scitu

Lodevolmente pure si condus­ sero sotto ogni rapporto i parroci, dando prova di specchiato zelo per la salute delle anime.

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Ogni mese nei singoli vicariati e nella città nelle parrochie si tenne­ ro le prescritte conferenze eccle­ siastiche.

omnibus necessaria sunt ad salu­ tem, iuxta monitum Tridentini et Romani concilii. Ad lO - Dominicis et festis die­ bus in suis paroeciis fide i rudimen­ ta et oboedientiam erga Deum et parentes, pueros caeterosque hoc adiutorio indigentes docent; hoc opus valde fructuosum parochi explent per se et per sacerdotes alios vel clericos et per probos et idoneos viros. Ad Il - Singuli parochi coeteri­ que animarum curam habentes dominicis et festis de praecepto mis­ sam adplicant pro populo suae curae commisso. Quod autem ad dies festos de praecepto suppressos attinet, non­ nulli, attenta tenuitate proventuum suorum beneficiorum sunt dispen­ sati a Sede Apostolica; coeterique non adplicant pro populo, sed pro legatis vel devotis offerentibus ele­ mosinam cedendo pio operi hac in dioecesi constituto pro redimendis, eo quo nunc fieri potest modo, cle­ ricis a servitio militari vel clericis pauperibus adiuvandis, ut studia sua perficere valeant, et hoc quo­ que fit ex indulto Apostolicae Sedis. Ad 12 - Nemo unquam ad cleri­ calem tonsuram aut ad minores ordines admittitur quin verae voca­ tionis in Dei sortem indubia prius dederit argumenta, et disciplina, studio, morum probitate ingenio­ que sit commendabilis.

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In genere sono commendevoli i costumi del clero con vero spirito di pietà. Con lieto animo riferisce poi monsignor vescovo il ravvedimen­ to del sacerdote Boroni al punto di sua morte, dopo quaranta anni di vita scandalosa, soggiungendo poi con dolore che l'altro sacerdote di vita scandalosa vi persevera, ad onta delle inflittegli pene ecclesia­ stiche.

Qui Ordines Maiores sunt su­ scepturi, exercitiis spiritualibus antea per aliquot dies vacant vel in seminario vel in domo ad spiritua­ lia exercitia clericis tradenda apta­ ta. Ad 13 - Generatim omnes qui clericali militiae sunt addicti, iugi­ ter vestes clericales deferunt. Etsi ratio tempo rum non sinat uti privilegio fori, attamen quan­ tum fieri potest servantur quae praescripta sunt a sacrosancta Tri­ dentina sinodo (Sess. 23 cap. 6 De Reform.) et a constitutione Bene­ dicti XIll in concilio Romano edita. Ad 14 - Singulis mensibus in dioecesis vicariis conferentiae habentur; in quibus theologiae dog­ maticae et moralis, iuris canonici et sacrae liturgiae casus solvuntur. Hae conferentiae habentur etiam a parochis civitatis. Ad 15 - Mores cleri generatim sunt commendandi et ad pietatem compositi. Laeto animo, hac occa­ sione capta, ad istam sacram con­ gregationem refero sacerdotem Antonium Boroni, qui iam a qua­ draginta annis, veste clericali abiecta, misere in concubinatu cum vinculo matrimonii sic dicti civilis vivebat, supremum diem obiisse verae poenitentiae multis ante mor­ tem diebus signis exhibitis, et repa­ rato scandalo per separationem a complice. Lugendum vero e contra Alai­

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sium Bolognini alium sacerdotem, qui, reiecto habitu ecclesiastico, matrimonium uti vocant civile cum quadam muliere contraxit, licet ecclesiasticispoenis mulctatum, sua in mala vivendi ratione perseverare.

Caput IV De Clero regulari

Capo IV - I chierici regolari somaschi aventi cura d'anime fuo­ ri del loro convento con beneplaci­ to apostolico, si conducono in modo da non aver dato occasione di scan­ dali. In complesso la condotta dei regolari non diede mai motivo di biasimi al vescovo nell' esercizio della sua giurisdizione ordinaria o delegata.

Ad I - Clerici regulares soma­ schi, qui in Somaschae paroecia animarum curam gerunt sub epi­ scopi iurisdictione, fideliter mune­ ra sua adimplent. Ad 2 - Aliqui adsunt regulares Ordinis Minorum Conventualium et Fratrum Minorum S. Francisci, qui cum beneplacito apostolico vitam degunt extra monasteria. Nemo autem adest qui a suis supe­ rioribusfuerit eiectus, ac nemo qui, intra claustra monasterii degens, extra ea ita notorie deliquerit ut populo scandalo fuerit. Ad 3 - Nullum regularium con­ ventum, iurisdictione utens ad hoc delegata, hucusque visitavi; atta­ men, quod sciam, nihil in huius­ modi monasteriis est, quod sit con­ tra eorumdem regulas et eo minus quod scandalum fidelibus praebeat. Ad 4 - Nullum pariter offendi­ culum habui cum iisdem regulari­ bus in exercitio iurisdictionis sive ordinariae sive delegatae.

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Caput V De Monialibus

Capo V - Le monache con o senza clausura osservano con mol­ to studio le loro costituzioni. Non vi si avverò alcun abuso notevole. Ogni monastero fu provveduto, secondo le disposizioni recenti del­ la Santa Sede, del confessore ordi­ nario e straordinario. L'amministrazione dei mona­ steri nulla lasciò a desiderare. Di fronte al governo apparisce proprietaria ogni religiosa, osser­ vando però il suo voto di povertà.

Ad l - Moniales omnes in hac civitate et dioecesi existentes epi­ scopo sunt subiectae. Gaudeo me significare posse quod omnes, tum quae clausura tenentur, tum quae non tenentur, suas constitutiones maximo studio servant. Ad 2 - Clausura inviolate custo­ ditur. Ad 3 - Nullus in hae monaste­ ria irrepsit abusus, qui consilio aut auxilio sacrae congregationis indi­ geat; si quid levius accidit facile corrigitur. Ad 4 - Quoad designationem confessarii, tum ordinarii tum ex­ traordinarii monialium, recentiori­ bus sacrae congregationis Episco­ porum et Regularium instructioni­ bus me attineo. Ab eadem sacra congregatione facultatem vero obtinui confessa­ rios ordinarios ad monialium sa­ cramentales confessiones exci­ piendas, expleto primo triennio, etiam pro alio triennio confirman­ di. Ad 5 - Reditus dictorum mona­ steriorum per viros probos a monia­ libus electos et ab episcopo appro­ batos fideliter administrantur. Dotes a novitiis persolvuntur, sed aliquando minores quam forent persolvendae, ne nimis difficilis redatur ingressus in monasteria,

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cum vocationes inter pauperes Capo VI - I quattrocento alun­ magis quam inter divites hisce tem­ ni del seminario vengono educati poribus habeantur. nella disciplina ecclesiastica ed istruiti nelle scienze sacre e profa­ Hoc tamen ita permittitur ut ne con ottimo profitto. monasteria nimis gravata non eva­ Spesso il seminario è visitato dal dant. vescovo vigilante pel buon suo Dotes vero et generatim mona­ steriorum patrimonium admini­ andamento e per l'osservanza delle costituzioni. strantur iuxta regulas quas, attentis Pel retto suo governo poi sono rerum et temporum conditionibus, deputati dal vescovo due dei senio­ prudentia suadet ne pereant. ri canonici. Plerumque singulis monialibus sua pars bonorum est assignata, ita ut in faciem gubernii verae domi­ nae appareant, quin tamen pau­ pertatis votum diligenter observare desinant. Ad 6.7.8 - Nullum est in hac dioecesi monialium monasterium quod sit praelatis regularibus subiectum.

Caput VI

De Seminario

Ad 1 - Alumni in seminario cir­ citer numerantur 400. Ad 2 - In ecclesiastica discipli­ na recte instituuntur per modera­ tores legitime designatos et sub immediata vigilantia ipsius episco­ pi. Ad 3 - Iuvenes scientias sive sacras sive profanas edocentur, qua e requiruntur; ut ipsi ad sacer­ dotale munus ferendum habiles reddantur, scilicet grammaticam

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italicam, latinam et graecam, histo­ riam profanam et sacram, rhetori­ cam, mathematicam, phisicam, historiam, ut dicunt, naturalem et philosophiam, theologiam dogma­ ticam et moralem, ius canonicum, introductionem ad sacram scriptu­ ram, historiam ecclesiasticam, sa­ cram eloquentiam, liturgiam nec­ non cantum gregorianum. Philo­ sophia iuxta sancti Thomae princi­ pia traditur'. Clerici autem in studiis bene proficiunt. Ad 4 - Clerici, quoties opus est, cathedrali et aliis ecclesiis paro­ chialibus devote inserviunt; ibi­ demque diebus festivis rudes instruunt in iis quae ad salutem sunt necessaria. Ad 5 - Duorum e senioribus canonicis a me electorum consilio utor in iis omnibus quae ad rectum seminarii regimen spectant. Ad 6 - Seminarium non raro visito, clericorum periclitationibus adsisto et curo ut constitutiones adimpleantut: Ad 7 - Nulla taxa est statuta pro sustentatione seminarii.

7. Come già in parte osservato, Leone XIII dispose la restaurazione della filosofia cri­ stiana secondo san Tomrnaso con l'enciclica "Aetemi Patris" (1879), diede le norme per gli studi biblici con la "Providentissimus Deus", (1893). La congregazione del Conci­ lio con il decreto "In perturbationibus" 12 luglio 1900, impose ai chierici l'estraneità dalle contese politiche e civili; C. BELLO', Società ..., p.85-86.

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31 DICEMBRE 1901 Capo VII - Le cose concernenti le chiese, le confraternite, i luoghi pii, procedono lodevolmente, aven­ do somma cura il vescovo per la soddisfazione dei legati e delle pie opere, ed a tal scopo (ha) incarica­ ti i vicari foranei a rendergliene conto ogni anno.

Caput VII De Ecclesiis, Confraternitatibus et Locis PUs Ad l - In sacristiis ecclesiarum generatim est exposita tabella mis­ sarum et anniversariorum; ubi de­ est curo ut ponatur. Dieta onera generatim pro viribus satisfiunt, et omnia mihi possibiLia adhibeo ad corrigendos hisce in expLendis negligentiis'. Ad 2 - Pariter curo ut in confra­ ternitatibus, scholis aliisque Locis piis, quae episcopi iurisdictionem recognoscunt, pontualiter execu­ tioni mandentur pia opera a testa­ toribus iniuncta. Ad 3 - Ab horum Locorum sic mihi subiectorum administratori­ bus quoLibet anno per vicarios fora­ neos rerum gestarum ratio mihi redditur. Ad 4 - Montem Pietatis visitare nequeo, obstantibus Legibus civili­ bus; eoque minus rationem exqui­ rere administrationis, quae omni­ mode est penes civilem potestatem. Ad 5 - Idem dicendum est de aedibus hospitalibus, quas tamen visito et curo ut infirmis necessa­ ria religiosa auxilia non desint.

8. Tra le opere di generosità verso i poveri venne segnalato a Leone XIII, che mostrò viva compiacenza e soddisfazione, il gesto della nobildonna Camilla Gout Briolini la quale fondò l'asilo (scuola materna) a Comenduno, ove abitava, con un dotazione di Lire 50.000 e a CostaMezzate con Lire 100.000, affidandolo alle Suore di Carità; ASV, S. S. Ep. Mod., 1902, R. 16 F. I f. 9r riassunto di una lettera di mons. G. Signori sull'i­ niziativa della Briolini, definita munifica signora e ottima cristiana, 17 dicembre 190I, f. IOr-l lr risposta di Guindani, 17 gennaio 1902, alla lettera del Card. Rampolla, 9 gen­ naio, f. 12r.

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VISITE AD LIMINA

Capo vm - I costumi del popo­ lo in genere sono buoni e religiosi. Vi è frequenza alle prediche, all'istruzione catechistica ed ai Sacramenti.

Caput VIII De Populo Ad J - Mores populi huius dioe­ cesis generatim probi et religioni sunt conformes'. Fideles ecclesiam, sive ad Verbum Dei audiendum,

9. Mons. Guindani non accenna né in questa relazione né nella precedente ai moti popo­ lari del pane, scoppiati nel meridione e poi nel nord con epicentro Milano nel maggio 1898, causati dal rincaro dei generi alimentari di prima necessità, e più in generale per le pesanti condizioni economiche in cui vivevano contadini e operai dovute dalla one­ rosa fiscalità del precedente governo Sonnino(l895) per ridurre il disavanzo, frutto di una politica economico-finanziaria continuata sotto il governo di Antonio di Rudinì. Il card. Ferrari partito in visita pastorale ad Asso, fu colto di sorpresa dagli avvenimen­ ti e gli venne montata contro una campagna scandalistica, come se si trattasse di una sua fuga. Snider trova in quelle vicende la coesistenza di un fatto anticlericale di sapore libe­ rale, con un moto tipicamente rivoluzionario di carattere socialista, che si andava pre­ cisando sempre più chiaramente sin dall'autunno. Il suo logico sviluppo fu la violen­ za delle manifestazioni, non imputabili ai capi partito. La gente esasperata trovò ragio­ ni di lotta e di solidarietà nella rivendicazione politica e sociale, ma le manifestazioni furono espressione anche di malcontento spirituale, di risentimenti antiecclesiali, di reazione antireligiosa. Di Rudinì colpì il movimento dell'Opera dei Congressi perché forte della tacita approvazione di una notevole parte dei cattolici moderati, piu preoc­ cupati del fatto politico che di quello sociale. La corrente intransigente, tranne i contrari all' idea e al movimento democratico, aveva accolto il principio democratico come reazione all'oppressione o, per lo meno, all'immobilismo liberale. Ma la borghesia cattolica che dominava con quella liberale col prestigio acquistato sulle altre classi, guidava gli organi dello stato, le banche, l'industria, contraria a un' azione sociale per attuare un regime democratico, nel quale la gerarchia dei valori umani e morali non ponesse al vertice diritti, privilegi e interessi al cui godimento essa era ammessa al pari dell' aristocrazia e borghesia liberale. La borghesia, osserva ancora Snider, avreb­ be accettato tutto, meno che il governo intervenisse sul sistema economico che era e doveva rimanere il contenuto di ogni mutamento politico. I clerico liberali a maggio si trovarono con le forze di repressione, contro le associazioni cattoliche e gli operai. Allora i cattolici transigenti inveirono contro gli intransigenti applaudendo per i prov­ vedimenti del generale Fiorenzo Bava Beccaris. Bergamo non fu risparmiata dalle tur­ bolenze e il noto socialista dotto Emilio Gallavresi, organizzatore delle leghe di resistenza, finì in carcere, come don Albertario a Milano che accusò mons. Bonomelli per questo provvedimento (la lettera circolare n. 112 del 14 maggio di quel vescovo ai parroci della diocesi sui fatti ebbe un' interpretazione a senso unico da parte delle forze gover­ native e gli valse la fama di conservatorismo sociale). Il prefetto Serafini con lettera del 27 maggio aveva imposto lo scioglimento delle associazioni cattoliche bergamasche, in base al decreto inviato alla Prefettura di Bergamo dal comando del III Corpo d'Arma­ ta, 26 maggio 1898, a firma del generale Bava Beccaris. La sede delle organizzazioni cattoliche di Piazza Pontida fu requisita dall'ispettore Zuccolini, accompagnato da tre delegati e da quattro guardie che sequestrarono gli atti relativi ai comitati parrocchia­ li della diocesi (35 faldoni). Nei giorni successivi i pubblici ufficiali effettuarono lo scioglimento dei comitati nelle parrocchie. Le bandiere dei comitati e dei circoli sciol­ ti furono restituite dopo alcuni giorni. Guindani lasciò correre quegli avvenimenti,

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sive ad doctrinam christianam discendam, sive ad sacramentaper­ cipienda, praesertim ruralibus in paroeciis frequentant", Sanctam Ecclesiam, summum pontificem", sacerdotes et episcopum amore ac reverentia prosequuntur. teso alla preparazione del centenario di S. Alessandro, cf. L'Eco di Bergamo, 10, Il, 14, 28 maggio, 9 giugno 1898; N. COLAJANNI, L'Italia nel 1898. Tumulti e reazione, Milano, Lombardia, s.d.; R. COLAPIETRA, Il Novantotto. La crisi politica difine secolo (/896-1900), MilanoeRoma, ed. Avanti! 1959; C. BELLO, Geremia Bono­ melli, p. 142 passim; IDEM, Geremia Bonomelli vescovo di povera..., p. 325-332; P. A. GIOS, Nicolò Rezzara ..., p. 341-371; C. SNIDER, Gli ultimi ..., p. 379,425,535-640; P. TETTAMANZI, E Ratti scrisse al generale Bava Beccaris-Il futuro Papa fece da mediatore con il cardinal Ferrari per riconciliare Milano, in L'Eco di Bergamo 10 agosto 1998; E. CAMOZZI, Diario ... , I, p.722. lO. Mons. Guindani continuò il suo magistero con le lettere pastorali e con le circolari anche per trasmettere i documenti pontifici o dell' episcopato lombardo. Tra questi ultimi merita particolare importanza 1'enciclica "Graves de communi" 18 gennaio 1901, presentata da Guindani con la lettera "Gravemente impensierito il S. Padre per le contese ..." 2 marzo 1901, che sottolineava le disuguaglianze economiche come cau­ sa delle agitazioni nella società. Leone XIII a proposito del concetto di democrazia cristiana intendeva riferirsi a un movimento essenzialmente caritativo e sociale. Veni­ va designato inoltre 1'ordinamento corporativo interclassista come la migliore espres­ sione della tradizione sociale dei cattolici. L'interpretazione datane suscitò commen­ ti disparati, e il documento fu visto come una restrizione, essendo sfuggita la precisa­ zione di Leone XIII che per il regime popolare "nelle circostanze odierne" si doveva lasciare da parte ogni significato politico. L'enciclica doveva por fine a polemiche e divi­ sioni sulla democrazia cristiana e la sua azione popolare cristiana. Questa non si pote­ va impedire che si estendesse anche a fatti e problemi propri della comunità cristiana. Basti accennare in questa sede al confronto in quegli anni tra Murri e don Sturzo sul­ la funzione storica del rapporto tra le classi sociali. Si vedano inoltre le lettere di mons. Guindani per la quaresima "Quando Gesù Cristo incarnato Verbo di Dio..." 30 gennaio 1899 sulla pace nelle famiglie, "Non sia discaro ad alcuno che..." 17 febbraio 1900 sul­ le disposizioni per la Pasqua, "Si appressano i giorni..." 26 gennaio 190l sul lavoro festi­ vo, "Come è noto veniva presentata di bel nuovo alla camera dei deputati la doman­ da che il divorzio entri afar parte della legislazione italiana ..." 13 gennaio 1902 con­ tro il tentativo di far approvare il divorzio alla camera e la raccolta di firme per il par­ lamento, seguita da "Mi porge novella opportunità..." 27 gennaio 1902 sulla preghie­ ra e sull' opposizione alle passioni. Anche per altre circostanze il vescovo inviò lette­ re alla diocesi, in occasione delle agitazioni in Cina, che costarono la vita a cristiani e missionari "Non è chi non senta..." 27 luglio 1900, per l'assassinio di Umberto I "Com­ presi nell'animo..." 31 luglio 1900, la nomina a cardinale di Felice Cavagnis "Nel prossimo concistoro..." Il aprile 1901; ACVB, Lettere pastorali Libro n° 12; L'Eco di Bergamo, 10, Il, 14 maggio; cf. N. Rezzara Primo saggio di inchiesta industriale nel­ la provincia di Bergamo, estate 1900, Bergamo 1900; C. BELLO', Società ... , p. 104; C. SNIDER, Gli ultimi ... , p. 760; E. CAMOZZI, Diario ... , I, p. 892-894, 904-908. Il. Era imminente il 25° dell'elezione di Leone XIII al sommo pontificato, che Guindani si preparava a festeggiare con la diocesi, cf. L'Eco di Bergamo 16-17 gennaio 1902

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Horum luculentissima testimo­ Le oblazioni citate nel cap.Il, il nia sunt: sentimento re1ìgioso con cui nella 1° - Oblationes favore piarum diocesi fu celebrato il giubileo nel causarum de quibus supra dictum 1900, sono splendide testimonian­ est. ze del lodevole spirito religioso da 2° - Solemnitates quae, recur­ cui sono informati i fedeli della dio­ rente anno sancto, in civitate et cesi. dioecesi magna cum populi devo­ tione in honorem Iesu Christi Repa­ Risposta - Questa terza relazio­ ratoris celebratae fuerunt. ne di monsignor Guindani, piena­ 3° - Studium quo fideles sese mente conforme all'istruzione disposuerunt ad sanctum iubilaeum Benedettina, fa un'esposizione del­ lucrandum sive peractis publicis la sua diocesi quanto mai soddisfa­ etiam in civitate processionibus, cente sotto ogni rapporto, e si può sive frequentatis sacris extraordi­ qualificare una nuova prova dell'il­ nariis praedicationibus in forma luminato suo zelo pastorale. missionum in omnibus fere civita­ Osservato il tenore della risposta tis et dioecesis paroeciis". datagli il 4 aprile 1900 da questa Haec retuli paratus animo sacra congregazione, sembra che omnia omnino reverenter excipere simile risposta convenga dargli ora ac fideliter exequi quae super his con speciali espressioni di lode, monere ac praecipere eadem sacra conchiudendo col - perge pari ani­ congregatio censuerit. Quam inte­ mi alacritate etcet. ­ Come osservazione poi oppor­ rim rogo ut me sibi dignetur habe­ re, quem, dum summam ei quam tuna, gli raccomanderei la celebra­ debeo observantiam ac reverentiam zione del sinodo e d'aver presente testari gaudeo, me esse profiteor la disposizione del concilio di Tren­ to riguardo ai 4 delegati pel semi­ nario.

"Durano ancora i dolci ricordi..." lettera del vescovo Guindani sul giubileo di Leone

XIII, Il gennaio, 16-17 aprile "Pellegrinaggio bergamasco a Roma", 8 giugno Nume­

ro unico "Ricordo della festa del giubileo papale di Leone XIII e per la benedizione del­ la bandiera della societa' operaia di Gandino".

Venne in seguito da mons. Guindani la comunicazione "Ci facciamo dovere di tra­ smettervi..." 16 aprile 1902, per la lettera apostolica "Pervenuti all' anno vigesimo­ quinto del nostro ministero apostolico..." 19 marzo.

12. Cf. nota precedente n. 6.

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Bergomi die 31 decembris 1901

Bergamo. Vescovo.

umillimum addictissimum servum + Caietanus Camillus episcopus Bergomen.

Relazione dello stato della diocesi. Si dia il certificato. 21 marzo 1902. La relazione per il 1050 triennio spi­ ra il 20 dicembre 1900. Si è risposto il12 maggio 1903.

Bergomen. Episcopus Relatio status dioecesis. 150112 Detur attestatio. Die 21 martii 1902 relatio pro 105 triennio expirat 20 decembris 1900. Die 12 maii 1903 fuit responsum.

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RISPOSTA DELLA CONGREGAZIONE DEL CONCILIO

AL VESCOVO C. G. GUINDANI

(minuta)

Die 12 maii 1903 12 maggio 1903 Reverendissimo Episcopo Ber­ Al reverendissimo Vescovo di Bergamo gomensi

Le notizie da te riferite sulla dio­ Quae ab amplitudine tua pro 103 0 triennio de Bergomensi Eccle­ cesi di Bergamo per il 103° trien­ nio, confermano quanto hai comu­ siae statu relata sunt, confirmantia nicato nelle precedenti lettere sulla in praecedentibus litteris exposita de tua sedulitate in pastoralibus tua sollecitudine nel compiere i officiis explendis, de cleri vigili ope­ doveri pastorali, sul lavoro vigilan­ te del clero nel ricercare la gloria ra in Dei gloria animarumque salu­ di Dio e la salvezza delle anime, te quaerenda, de assiduis religio­ sarum familiarum laboribus, de cle­ sulle assidue opere delle famiglie religiose, sull'abbondanza dei chie­ ricorum copia quae in seminario bonam exercent pietatis studio­ rici in seminario che si addestrano nella buona palestra della pietà e rumque palaestram, de bonis popu­ degli studi, sui buoni costumi del li tui moribus atque inalterabili erga catholicam ecclesiam affectu. tuo popolo e l'inalterabile amore verso la Chiesa cattolica. 563


VISITE

Haec omnia quae eminentissimi sacrae huius congregationis patres libentissime accipiunt, spem augent te atque utroque clero cooperante in irritum cessuros impiorum cona­ tus atque subdolas artes ad elec­ tam istam dominici gregis partem pestifero veneno labefactandam. In id, praesul amplissime, perge toto animo intendere; te dives in bonitate Deus uberi coelestium benedictionum copia pro sua glo­ ria laborantem sustineat ac servet quam diutissime. Mihi autem pergratum est impensos animi mei sensus testa­ tos facere amplitudini tuae, cui lae­ ta omnia ac fausta a Domino pre­ coro

AD LIMINA

Tutte queste notizie che gli emi­ nentissimi padri di questa sacra congregazione ricevono assai vo­ lentieri, accrescono la speranza che tu con la collaborazione del clero secolare e religioso, manderai a vuoto i tentativie le subdole arti dei malvagi per rovinare con veleno pestifero questa parte eletta del gregge del Signore. Continua a operare in tal senso, reverendissimo presule, con animo generoso. Dio ricco di bontà, con l' ab­ bondanza delle celesti benedizioni ti sostenga nell' operare per la sua gloria e ti conservi a lungo. Per me è cosa graditissima esprimere alla tua signoria i sensi della mia devozione, mentre invo­ co dal Signore per te ogni bene e felicità.

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RELAZIONE -

1 APRILE 1904

RELAZIONE - l aprile 1904 ACVB, Atti relativi alle visite ad Limina. La relazione presentata per il triennio 106° non è custodita in ASV, S.c. Concilii, Relationes dioecesium, orig., Bergomen, ma nel fondo d'ar­ chivio suindicato. Nel testo, scritto su fogli non numerati, mancano correzioni. Ciò indu­ ce a pensare che si tratti di un esemplare identico alla relazione presenta­ ta alla congregazione del Concilio. La firma del vescovo non è autografa. Nell' archivio sono conservate due copie, identiche per il contenuto ma diverse per l'impaginazione. Una copia è disposta in fascicolo legato con filo, l'altra è in fogli sciolti, con identiche dimensioni (mm. 30x22). Mons.Guindani inviò come procuratore il suo segretario, il canonico Andrea Mancini, il quale adempì il mandato consegnando la relazione e visi­ tando le basiliche patriarcali dei santi apostoli Pietro e Paolo nel mese di marzo del 1903, in notevole anticipo sulla scadenza del triennio, dicembre, e pochi mesi prima della morte di Leone XIII (20 luglio 1903). Alla posi­ zione è aggiunto un altro certificato in data 22 arprile 1904. Alcuni brani della relazione sono pubblicati da G. BATTELLI, Un Pastore... , p. 295.

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N.60 Relatio status Ecclesiae Bergo­ mensis quam Caietanus Camillus Guindani eiusdem Ecclesiae epi­ scopus sacrae Concilii congrega­ tioni exhibet pro triennio 106° expi­ rato die 20 decembris anni 1903.

Relazione dello stato della Chie­ sa di Bergamo che Gaetano Camil­ lo Guindani vescovo della Chiesa stessa, presenta alla sacra congre­ gazione del Concilio per il triennio 106° scaduto il 20 dicembre 1903.

Relationem status huius Bergo­ meno Ecclesiae pro triennio 106°, idest pro annis 1901.1902.1903. confecturus, quae sequuntur ad normam Benedectinae constitutio­ nis expono:

Nel comporre la relazione del­ lo stato di questa Chiesa di Berga­ mo per il triennio 106°, cioè per gli anni 1901.1902.1903, a norma del­ la costituzione Benedettina espon­ go quanto segue: 565


VISITE AD LIMINA

Capitolo I Lo stato materiale della Chiesa

CaputI De statu Ecclesiae materiali Ad 1 Ecclesia Bergomensis inter antiquissimas adnumeratur, utpote quae christianam fidem a sancto Barnaba apostolo accepisse tradi­ turo Quae vero de huius Ecclesiae institutione, antiquitate et nobilita­ te dicenda usuveniunt, praetereun­ da arbitrar; quia et ex constanti scriptorum fide accipiuntur et in superioribus relationibus a prae­ decessoribus meis sunt significata. Ad 2 Dioecesis Bergomensis 30 circiter millia passuum in latitudi­ nem, fere 50 millia in longitudinem patet. Ecclesiae Brixiensi ad orien­ tem, Cremonensi ad meridiem, Mediolanensi partim Novocomensi ad occasum, huic vero postremae etiam ad septentriones finitima est.

l La Chiesa di Bergamo viene considerata tra le antichissime, per­ ché è tradizione che ha ricevuto la fede cristiana da san Barnaba apo­ stolo. Le notizie che sono solite essere riferite sull' istituzione, anti­ chità e nobiltà di questa Chiesa, ritengo di doverle tralasciare, sia perché riprese dalla costante tradi­ zione degli scrittori, quanto espo­ ste dai miei antecessori nelle rela­ zioni precedenti. 2 La diocesi di Bergamo si estendeper 30milapassi circa in lar­ ghezza, per quasi 50mila in lun­ ghezza. È confinante con la Chiesa di Brescia a oriente, di Cremona a mezzogiorno, di Milano in parte e di Como a occidente, con quest'ul­ tima confina anche a settentrione. 3 Il vescovado di Bergamo non gode di alcune prerogative o privi­ legi tranne quelli che per diritto canonico ordinario appartengono alle sedi episcopali. 4 Al vescovado di Bergamo sono soggetti una città, 293 paesi, o comunità (comuni), luoghi che complessivamente hanno circa 430 mila anime. 5 Alla cattedrale dedicata a S. Alessandro martire, vessilliferodel­ la legione Tebea, sono addetti 14

Ad 3 Episcopatus Bergomensis nullis praerogativis aut privilegiis praestat, praeter ea quae ad epi­ scopales sedes iure canonico comu­ ni pertinent. Ad 4 Episcopatui Bergomensi civitas una, pagi vero seu comuni­ tates (comuni) ducentae nonagin­ ta et tres sunt subiectae; quae omnia loca quatuorcentis triginta circiter animarum millibus con­ stant. Ad 5 Cathedrali ecclesiae divo Alexandro martiri Tebanae legionis vexillifero dicatae, pro chori servi­

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tio quatuordecim canonici benefi­ ciarii sunt addicti; quorum tres canonicatu potiuntur fiduciario, seu secreto prae civili auctoritate. Inter eos adnumerantur cano­ nicus archidiaconus, canonicus praepositus et canonicus archipre­ sbiter, qui dignitates nominantur: Adsunt etiam canonicus theologus et canonicus poenitentiarius. Duo­ decim insuper habentur capellani, quorum sex mansionarii vocantur et civili auctoritati sunt noti; sex vero capellaniis vel iurispatrona­ tus privati velfiduciariis seu secre­ tis potiuntur. Canonici ad honorem sunt quatuor, qui solemnibus dum­ taxat intersunt officiis. Circa ius collationis dignitatum, canonicatuum et capellaniarum huius cathedralis perantiqua inter Capitulum et Episcopum vigebat quaestio, contendentibus canonicis soli Capitulo ad exclusionem Epi­ scopi competere ius conferendi praebendas canonicales et capel­ lanias seu mansionerias. Huic quaestioni quae semper per plurima saecula occasio et cau­ sa fuit maximarum controversia­ rum inter meos praedecessores in hac sede et canonicos ecclesiae cathedralisfeliciter finis impositus fuit per sententiam diei 16 maii 1903 et per decreta diei 16 augu­ sti 1903 et 4 ianuarii 1904, istius sacrae congregationis', 1.

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canonici beneficiati per il servizio del coro, tre dei quali godono di un canonicato fiduciario, nascosto cioè all'autorità civile. Tra essi sono compresi il cano­ nico arcidiacono, il canonico pre­ posto e il canonico arciprete, che sono dette dignità (capitolari). Vi è anche il canonico teologo e il canonico penitenziere. Si han­ no inoltre 12 cappellani, detti anche mansionari, noti all'autorità civile; sei godono di cappellanie o di giu­ spatronato privato o fiduciario, o segreto. J canonici onorari sono 4, e intervengono solo alle celebrazio­ ni solenni. Circa il diritto di collazione del­ le dignità, dei canonicati, delle cap­ pellanie di questa cattedrale, esi­ steva un' antichissima vertenza tra il Capitolo e il vescovo, con la pre­ tesa dei canonici, escludendo il vescovo, di avere il diritto di con­ ferire le prebende canonicali e le cappellanie o mansionarie. A questa questione che sempre per molti secoli è stata occasione e causa di grandissime controversie tra i miei predecessori in questa sede e i canonici della cattedrale, è stato posto felicemente un termine con la sentenza del 16 maggio 1903 e con i decreti del 16 agosto 1903 e 4 gennaio 1904, emanati da cote­ sta sacra congregazione.

La soluzione del contrasto plurisecolare che opponeva Vescovo e Capitolo, fu definì­

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Ad 6 Praeter ecclesiam cathe­ dralem nulla adest ecclesia colle­ giata. Attamen officium choralis residentiae vel integrae vel diurnae tantum explent, in civitate, sacer­ dotes addicti basilicae S. Mariae Maioris et ecclesiae parochialibus S. Alexandri in Columna et S. Alexandri ad Crucem, in dioecesi vero sacerdotes addicti ecclesiis parochialibus locorum Albino, Al­ zano Maggiore, Clusone, Romano et Almenno S. Salvatore. Ad 7 In dioecesi ecclesiae paro­ chiales tercentae et quinquaginta, quarum urbanae et suburbanae viginti, numerantur. Sacerdotes, e

6 Oltre la chiesa cattedrale non esiste altra chiesa collegiata. Tutta­ via l' officio corale della residenza o intera o solo diurna, viene adem­ piuto in città dai sacerdoti addetti alla basilica di S. Maria Maggiore e alle chiese parrocchiali di S. Ales­ sandro in Colonna e S. Alessandro della Croce, in diocesi poi dai sacer­ doti assegnati alle chiese parroc­ chiali di Albino, Alzano Maggio­ re, Clusone, Romano e Almenno S. Salvatore. 7 In diocesi si contano 350 chiese parrocchiali, di cui 20 urba­ ne e suburbane. I sacerdoti del cle­ ro secolare assegnati alle stesse

ta solo con l'approvazione dello statuto del Capitolo col rescritto del 15 settembre 1908 della congregazione del Concilio. In quella occasione le modifiche apportate dalla congregazione in parola riguardarono sostanzialmente i rapporti col vescovo. Nelle nomine il Capitolo doveva procedere sempre almeno de consilio episcopi circa la persona da nominarsi sia alle prebende canonicali sia alle cappellanie e mansiona­ rie vacanti. Ciò anche quando non si trattava di prebende la cui provvista dalle tavole di fondazione fosse stata attribuita al vescovo. Quando la provvista era riservata alla San­ ta Sede o spettava al vescovo, il Capitolo non aveva da far altro che insediare il nuovo nominato, il quale doveva presentare al Capitolo regolarmente adunato le bolle pontificie o il decreto vescovile, e doveva emettere davanti al vescovo o al suo vica­ rio generale ed innanzi al medesimo Capitolo la professione di fede e prestare giura­ mento secondo le forme prescritte poste in appendice. Durante la vacanza dell'arci­ pretura il compimento delle funzioni parrocchiali con diritti e doveri connessi spetta­ vano all'economo spirituale nominato liberamente dal vescovo anche fuori del Capitolo. Le funzioni canonicali spettanti all'arciprete, in quanto dignità particolare, restavano riser­ vate al canonico anziano, salvo che per il canto delle messe. Il canonico penitenziere nell'esercizio del suo ministero doveva essere ritenuto presente al coro, senza perdere le distribuzioni, col diritto di percepire le elemosine dei funerali, degli offici mortuari e delle funzioni o processioni celebrate per la città. Nei casi di riserva papale il Capi­ tolo si doveva limitare a rendere nota la vacanza, e ricevendo domanda di aspiranti, le avrebbe trasmesse al vescovo per inviarle alla Dataria Apostolica; ACVB, Archivio capitolare 140, Modificazioni da farsi allo Statuto proposto dal rev.mo Capitolo cat­ tedrale di Bergamo in conformità al ven. rescritto 15 settembre 1908 n.222417 della sacra congregazione del Concilio; ACC, C. Concili i, Liber 246, Pars II, p. 1254 ­ 1278; ibid., Index decretorum et resolutionum S. C. Concilii, anno 1903, ff. 727 - 728; ASV, Congr. Concilii, Positiones, 1908, A-C, Bergamo; 1909, A-B, Bergamo; E. CAMOZZI, Diario ..., I, p. 999-1001.

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clero saeculari, iisdem paroeciis nec non ecclesiae cathedrali et basilicae S. Mariae addicti, mille­ centum sexaginta numerantur. Ad 8 Fratrum capuccinorum conventus unus in civitate alius in pago loci Albino, tertius in pago loci Sovere; Minorum S. Francisci Assisiensis unus in pago loci Civi­ dino, alius in pago loci Calusco d'Adda habentur. Patrum etiam a Societate Iesu domus una in civitate adest. Mulierum monasteria sunt : capuccinarum strictae observan­ tiae unum in pago loci Capriate; ordinis S. Clarae unum in paroecia loci Boccaleone; ordinis S. Bene­ dicti duo in civitate; ordinis S. Dominici duo, unum in civitate, alterum in pago loci Azzano S. Pao­ lo; ordinis a Yisitatione unum in paroecia loci Alzano Maggiore; Tertii Ordinis S. Francisci Assi­ siensis unum in pago loci Zogno. Religiosarum vero mulierum a votis simplicibus domus etiam in ultimo triennio auctae numero fue­ runt, ita ut fere in omnibus civitatis et dioeceseos paroeciis, iis dum­ taxat exceptis, quae paucos omnino incolas habeant, praefatae religio­ sae vulgo dictae suore della Carità, figlie della Carità,figlie del S. Cuo­ re, Orsoline, suore di S. Vincenzo de' Paoli, ancelle della Carità, suo­ re della S. Famiglia, suore del Buon Pastore, suore delle Poverelle, suo-

chiese parrocchiali nonché alla cat­ tedrale e alla basilica di S. Maria Maggiore sono 1.160. 8 Esiste un convento dei cap­ puccini in città, un altro nel paese di Albino, un terzo nel paese di Sove­ re; si trova un convento dei minori di S. Francesco d'Assisi nel paese di Cividino, un altro nel paese di Calusco d'Adda. Vi è anche una casa dei padri della Compagnia di Gesù in città. l monasteri delle don­ ne sono: uno delle cappuccine di stretta osservanza nel paese di Capriate, uno dell'Ordine di S. Chiara nella parrocchia di Bocca­ leone, due dell'Ordine di S. Bene­ detto in città, due dell' Ordine di S. Domenico, uno in città, l'altro nel paese di Azzano S. Paolo, uno del­ l'Ordine della Visitazione nella par­ rocchia di Alzano Maggiore, uno del Terz'Ordine di S. Francesco d'Assisi nel paese di Zogno. Le case delle donne religiose dai voti semplici anche in quest'ulti­ mo triennio sono aumentate di nu­ mero, cosi che tutte le parrocchie di città e della diocesi, eccetto quel­ le con un numero esiguo di abitan­ ti, hanno tali religiose chiamate popolarmente suore della Carità, figlie della Carità, figlie del Sacro Cuore, Orsoline, suore di S. Vin­ cenzo de' Paoli, ancelle della Carità, suore della Sacra Famiglia, suore del Buon Pastore, suore delle Pove­ relle, suore Sacramentine, dame del 569


VISITE AD LIMINA

re Sacramentine, dame del S. Cuo­ Sacro Cuore; prestano la loro ope­ re, operam suam praestant in scho­ ra nelle scuole sia private sia pub­ lis sive privatis, sive publicis comu­ bliche dei Municipi, negli asili per nitatum (dei Municipi) in asilis pro i fanciulli e le fanciulle, nei noso­ comi, negli ospedali, negli stabili­ pueris et puellis, in nosocomiis, in hospitalibus, in opificiis ceterisque menti e in diversi altri istituti. aliis institutis. 9 I convittori alunni del semi­ Ad 9 Seminarii alumni convic­ nario e gli esterni anche nello scor­ tores et externi etiam elapso trien­ so triennio hanno raggiunto il nio numerum 400 et ultra attige­ numero di oltre 400. Dieci di essi runt. Decem, etiam, ad praesens, anche al presente soggiornano a Romae commorantur in Pontificio Roma nel Pontificio Seminario Seminario Romano ubi aluntur Romano, mantenuti a spese del legato o collegio Ceresoli e si appli­ impensis legati seu collegii Cere­ solii et studiis sacrae theologiae cano allo studio della sacra teolo­ incumbunt. gia.

Caput II

De Episcopo

Capo II

Il Vescovo

Ad 1 Residentiae praecepto 1 Ho procurato di adempiere il adimplere studui, nec a dioecesi precetto della residenza e non sono numquam in toto triennio abfui. mai stato assente dalla diocesi in Ad 2 Semel per me ipsum totius tutto il triennio. dioecesis visitationem complevi. 2 Ho effettuato personalmente Quolibet anno, festivitatum oppor­ la visita alla diocesi una volta. Ogni tunitate capta, plurimas dioecesis anno, in occasione delle feste, sono paroecias adivi pro sacris functio­ andato in molte parrocchie per le nibus celebrandis, pro Verbo Dei celebrazioni sacre, per la predica­ praedicando, pro Confirmationis zione della Parola di Dio, per l' am­ sacramento administrando. Insu­ ministrazione del sacramento del­ la Confermazione. Inoltre i vicari per vicarii foranei, quolibet anno, sui vicariatus paroecias et eccle­ foranei delegati in particolare da sia s, tamquam a me specialiter me, ogni anno visitano, le parroc­ delegati visitant, et peractae visi­ chie del loro vicariato e le chiese, tationis relationem ad curiam epi­ e trasmettonola relazione della visi­ scopalem transmittunt. Pariter quota alla curia vescovile. Ugualmen­

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te ogni anno i parroci sono tenuti a riferire alla curia vescovile per scrit­ to sullo stato della propria parroc­ chia. 3 Ho tenuto personalmente le sacre ordinazioni nei tempi stabili­ ti dal diritto, e ho amministrato il sacramento della Confermazione in parecchie parrocchie della diocesi e frequentissimamente nell'orato­ rio del palazzo vescovile, e soprat­ tutto nel giorno festivo della Pen­ tecoste. 4 Il sinodo diocesano per mol­ te ragioni non è ancora stato cele­ brato. 5 Ho amministrato la Parola di Dio sia nella cattedrale nella ricor­ renza delle festività maggiori, sia molto spesso nelle chiese della dio­ cesi. 6 Non esiste alcun depositario per la custodia delle pene e delle multe pecuniarie, che non sono più in uso. 7 La tassa nella cancelleria vescovile non differisce molto da quella Innocenziana. 8 In diocesi non esiste alcuna particolare congiuntura che osta­ coli l'esercizio dell' officio vesco­ vile nella difesa della libertà e del­ l'incolumità delle chiese. 9 Tutte le opere esposte nelle precedenti relazioni (dei trienni) 104° e 105° anche in questo trien­ nio sono state portate avanti e

libet anno parochi tenentur referre in scriptis de statu propriae paroe­ ciae ad curiam episcopalem. Ad 3 Sacras ordinationes per me explevi temporibus a iure statutis, et Confirmationis sacramentum in plurimis dioecesis paroeciis et in sacello episcopalis palatiifrequen­ tissime administravi et praesertim altero die festo Pentecostes. Ad 4 Sinodus dioecesana pluri­ mis de causis nondum celebrata fuit. Ad 5 Verbum Dei tum in ecclesia cathedrali maioribus recurrentibus festivitatibus, tum saepissime in ecclesiis dioeceseos administravi. Ad 6 Nullus adest depositarius pro custodiendis poenis et mulctis pecuniariis, haec enim non amplius sunt in usu. Ad 7 Taxa quae in cancellaria episcopali, parum differt ab /nno­ centiana. Ad 8 Nihil est in dioecesi spe­ ciale et proprium, quod obsit exer­ citio episcopalis officii, vel tuendae libertati et incolumitati ecclesia­ rum. Ad 9 Opera omnia in praece­ dentibus relationibus 104° et 105° exposita, in hoc etiam ultimo trien­ nio continuata et aucta fuerunt, sive

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AD LIMINA

quae ad clerum sive quae ad popu­ lum pertinent. Memoratu digna sunt sequentia: 1 ° Plurimae fundatae seu con­ stitutae operariorum associationes vulgo dictae unioni professionali' 2° Scholae primariae seu elementares pro pueris et puellis pau­ peribus prosequuntur. 3° Festa solemnia cum maxima devotione et pietate et magno fide­ lium concursu, diebus 17.18.19 augusti 1903 celebrata in paroecia S. Catharinae virginis et martiris huius civitatis, pro coronatione venerandae imaginis Beatae Ma­ riae Virginis a Doloribus peracta ex decreto venerandi et amplissimi Capituli Vaticani, praesentibus ac sacris functionibus celebrantibus et condecorantibus eminentissimis

aumentate, sia quelle pertinenti al clero sia quelle al popolo. Sono degne di menzione le seguenti: l molte associazioni operaie fondate o costituite, popolarrnente dette Unioni Professionali. 2 Le scuole primarie o elemen­ tari per fanciulli e fanciulle poveri continuano. 3 Le feste solenni celebrate con la massima devozione, spirito reli­ gioso e grande concorso dei fedeli nei giorni 17.18.19 agosto 1903 nel­ la parrocchia di S. Caterina vergine e martire, di questa città, per l' in­ coronazione della veneranda imma­ gine dell' Addolorata su decreto del venerando e eccellentissimo Capi­ tolo Vaticano, alla presenza dei

2. La vitalità del movimento operaio cattolico in diocesi venne alla luce in quegli anni con due fatti significativi. A Nese nel novembre 1902 fu organizzata una sottoscrizione a favore degli operai nella vertenza apertasi con il datore di lavoro; L'Eco di Bergamo 27­ 28 novembre, 1-2 dicembre 1902, 21-22 gennaio 1903. Nella XV festa federale tenu­ ta a fine agosto del 1902 a Brembate Sotto, Rezzara aveva lanciato il progetto di una Casa del Popolo da costruire a Bergamo come sede di tutte le istituzioni sociali catto­ liche diocesane, inizialmente alloggiate in una stanza di via S. Alessandro, n° 12, poi in via S. Orsola, n° 33, e in via Osio, n. 15. Per i fondi necessari del progetto definiti­ vo sottoscrissero le Casse rurali, i circoli di S. Luigi, i circoli operai, i comitati par­ rocchiali. Non mancò un contributo da Leone XIII, dai cardinali Rampolla e Agliardi, da mons. Guindani e da diverse famiglie bergamasche di ogni ceto. Mons. Guindani benedì la posa della prima pietra nel febbraio 1904, con il messaggio augurale di Pio X. Sull'area di mq. 3.469 tra viale della stazione (oggi v.le Giovanni XXIII) e via Paleocapa sorse sotto la direzione del capomastro Antonio Dolci, l'edificio progetta­ to da Virginio Muzio. Ultimato nel 1906, nel 1907 venne aggiunta la cappella e il tea­ tro. La Casa divenne sede di 21 associazioni, espressione del movimento cattolico dio­ cesano, con sale di convegno, e servizi di caffè e ristorante; ASV, S. S. Ep. Mod., 1902, R. 12 F. 7 f. 27r-3lr; L'Eco di Bergamo pubblicò l'ammontare della somma raccolta sino al 6 marzo 1904, per un totale di L. 27.685.80; ibid., 1-2 settembre, 31 ottobre-l novembre 1902, 23-24 settembre L903, 9-10 febbraio, 22-23 febbraio, 6 marzo 1904, 7-8 marzo 1908; Inaugurandosi la "Casa del Popolo" in Bergamo il dì 8 marzo 1908 Ricordo, Bergamo 1908; L. TREZZI, Azione sociale dei cattolici italiani prima e dopo la "Re rum novarum ", in Bollettino dell' Archivio... , 26(1991), p. 431-439.

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cardinalibus Ferrari archiepiscopo Mediolanensi et Felice Cavagnis ac decem episcopis'. 4° Translatio ex cathedrali Cre­ monensi ad hanc civitatem et dein magna cum pompa et fidelium con­ cursu ab hac civitate ad pagum loci Villa d' Ogna huius dioecesis, quod pagum a civitate distat viginti cir­ citer millia passuum, corporis sane­ tarum reliquiarum beati Alberti a Villa d' Ogna. Haec translatio [acta fuit vi decreti sacrae Rituum congrega­ tionis, accedente consensu excel­ lentissimi episcopi ac reverendissi­ mi Capituli ecclesiae cathedralis Cremonensis'.

celebranti e condecoranti le sacre funzioni i cardinali Ferrari arcive­ scovo di Milano e Felice Cavagnis, e dieci vescovi. 4 Il trasferimento delle sacre reliquie del corpo del beato Alber­ to da Villa d'Ogna dalla cattedrale di Cremona a questa città e poi con grande sfarzo e concorso dei fede­ li da questa città al paese di Villa d'Ogna di questa diocesi, che dista circa 20mila passi. Questa traslazione è stata effet­ tuata per decreto della congrega­ zione dei Riti, col consenso del­ l'eccellentissimo vescovo e del reverendissimo Capitolo della chie­ sa cattedrale di Cremona.

3. Nel santuario è venerata l'immagine di Maria Addolorata, dipinta nel 1597 da Gio­ vanni Giacomo Anselmi. Nel 1602 sopra l'immagine apparve prodigiosamente una stella a tre lumi, e la pittura guasta fu trovata restaurata. Il vescovo Milani pose la pri­ ma pietra del santuario l' II luglio 1603 e ne nominò protettore l'arcidiacono della cat­ tedra e mons. Prisco Benaglio. A indicare il tempio venne innalzata una colonna, ini­ zialmente posta sulla strada, in seguito portata entro la piazza antistante. Nel 1705 il bor­ go di S. Caterina attraversato da truppe francesi e tedesche ottenne dalla Madonna la grazia di essere preservato dalle devastazioni. Nel 1863 mons. Speranza segnalò due gra­ zie straordinarie per guarigioni, una di un giovane ammalato a una gamba destra, l'al­ tra di una monaca di Matris Domini colpita da grave infezione. I lavori di amplia­ mento del santuario iniziati nel 1886 vennero diretti da don Antonio Piccinelli su dise­ gno di Angelo Cattò, Mons. Guindani preparò la diocesi all' incoronazione con la let­ tera del 7 febbraio 1903 in occasione del messaggio quaresimale "Chi dal Campido­ glio...", di nuovo con la "Si appressano i giorni destinati ad onorare..." 2 luglio, e "Con la piu viva compiacenza dell' animo..." 12 agosto; ACVB, Lettere pastorali... Libro nO/2; L'Eco di Bergamo 14-15 agosto 1903; G. B. BUSETII, Santuari Maria­ ni... , II, p. 76-82; A. PAIOCCHI, don Francesco Garbelli prevosto di S. Caterina (/904-/936) Presentazione di S. Ecc. Mons, ROBERTO AMADEI Vescovo di Ber­ gamo, Parrocchia di S. Caterina Bergamo 1996, p. 145-160. 4. Alberto Chizzoletti nacque a Villa D'Ogna nel 1214, morì a Cremona il 7 maggio 1279. Secondo la tradizione era un contadino, "brentadore" (trasportatoredi vino) in Cre­ mona; sposato con una giovane di un paese vicino, conobbe difficoltà non insolite per la vita matrimoniale, rese forse più acute dal faticoso lavoro e dalla mancanza di figli. Morta la moglie abbandonò il paese e si stabilì a Cremona. Entrò nel movimento lai­ co dei Terziari di san Domenico tra il 1250-1255, aspirando come altri penitenti laici di entrambi i sessi di quel tempo, alla sequela Christi, alla povertà evangelica e apo­

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5 Le offerte raccolte in questo triennio che sommano a a) per il sommo pontefice Obolo di S. Pietro L. 16.518.30 b) per la liberazione L. 6.300.00 degli schiavi c) per l'opera della L. 27.000.00 S. Infanzia d) per l'opera della Prop. della Fede L. 8.553.00 e) Per i Luoghi Santi e i catecumeni L. 10.558.50

5° Stipes in hoc triennio col­ lecta, quae attingit : a) pro Summo Pontifice (Obolo di S.Pietro) L. 16.518.30 b) pro redimendis L. 6.300.00 captivis c) pro opere a S. Infantia dieta L. 27.000.00 d) pro opere Propagationis Fidei L. 8.553.00 e) pro locis sanctis et L. 10.558.50 cathecumenis Totale L.

Totale

68.929.9

L. 68.929.90

stolica. Pellegrinò ai più importanti santuari e luoghi famosi di culto. Già venerato santo alla morte, fu beatificato il 9 maggio 1748 (o 1746?). Dalla Cronica del france­ scano Salimbene da Parma vengono date notizie sulla corporazione dei "brentadori" che avrebbe costruito attorno al beato Alberto, loro protettore, una santità fasulla, e il cui culto sarebbe stato strumentalizzato dal clero secolare e tollerato da vescovi per­ missivi e come tali condannabili. Motivi di quella devozione sarebbe stata la speranza di guarigione degli ammalati, il desiderio di novità da parte dei curiosi, la rivalità tra cle­ ro secolare e ordini mendicanti nel ministero pastorale, la speculazione sulle offerte dei devoti da parte di vescovi e canonici, il desiderio dei fuoriusciti di poter rientrare in una città pacificata nel nome e nel culto del nuovo beato. AI beato Alberto fu dedicato un ospedale fiorente per due secoli, soppresso nel 1451, le cui proprietà passarono all' e­ rigendo opedale di S. Maria della Pietà. Il corpo del beato venne composto nella chiesa di S. Mattia, e alla sua soppressione nel 1788, nella cripta della cattedrale. A Villa d'Ogna nel 1606 fu eretto un convento e i minori riformati ebbero cura dell' ospedale e del santuario eretti in suo onore. Nel 1625 essi ottennero in dono la mascella destra inferiore del santo, che si aggiunse al suo braccio, donato nel 1481. Soppresso il convento con la rivoluzione francese, nel 1823 una frana si abbattè sul santuario e sulla casa, risparmiando convento e ospedale. Cle­ ro e fedeli di Villa d'Ogna chiesero nel 1902 e ottennero nel 1903 il corpo di sant' Al­ berto dal Capitolo della cattedrale di Cremona, il quale volle in cambio l'avambraccio col reliquiario. Mons. Guindani annunciò alla diocesi l'avvenimento con lettera "E con la piu viva esultanza..." 18 giugno 1903. Nello stesso giorno una delegazione di Vil­ la d'Ogna ricevette il corpo di sant' Alberto, e la mascella reintegrata, riportata dalla vici­ na parrocchia di Parre, la quale ricevette in dono una costola del santo. Il 23 agosto il corteo solenne giunse con le spoglie mortali nella cattedrale di Bergamo, il 26 prose­ guì per Villa d'Ogna. Venne eretta una nuova chiesa parrocchiale nel 1937. su disegno di Dante Fornoni. Sant' Alberto è custodito nell'urna, opera di Nani, che ne ha model­ lato la maschera del volto, delle mani col bastone da pellegrino e dei piedi; ACVB, Let­ tere pastorali Libro n° 12; La classe operaia e il beato Alberto da Villa d' Ogna, in L'E­ co di Bergamo 5 maggio 1897, 24-25 agosto e a p. 21a cronaca del trasporto del bea­ to, 27-28, 28-29, 29-30 agosto, 1-2 settembre; L. A. REDIGONDA, Alberto da Villa d'O­ gna, beato, in Bibl. Sanct., I, p. 698-699; A. L. GRION, Alberto di Villa d'Ogna laico

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1 APRILE 1904

Caput III

De Clero saeculari

Capitolo III

Il Clero secolare

l. I canonici e gli altri addetti al Ad l Canonici caeterique ad chorum cathedralis addicti resi­ coro della cattedrale osservano la dentiam observant. residenza. Ad 2 Matutinum, laudes alias­ 2. Recitano il mattutino, le lodi que horas canonicas recitantet mis­ e le altre ore canoniche, ogni gior­ sa conventualis quotidie celebra­ no è celebrata la messa conventua­ turo le. Ad 3 Canonici eam missam con­ 3. I canonici celebrano la mes­ ventualem celebrant et applicant sa conventuale applicandola per tut­ pro benefactoribus omnibus diebus ti i benefattori nei giorni festivi festis etiam quoad forum suppressis anche in quelli soppressi dalla leg­ et dominicis; caeterisque autem die­ ge civile, e nelle domeniche; negli bus ex Sedis Apostolicae indulto altri giorni poi per indulto della Sede Apostolica la messa non è missa non applicatur pro benefac­ applicata per i benefattori, ma per toribus sed pro legatis, et celebratur i legati, e viene celebrata dai man­ a mansionariis. Ad 4 Habent antiquas constitu­ sionari. tiones et antiquas consuetudines, 4. Hanno le antiche costituzio­ ni e le antiche consuetudini, che quas observant. Ad 5 Canonicus poenitentiarius osservano. et canonicus theologus sua munera 5. Il canonico penitenziere e il adimplent. canonico teologo adempiono i loro Ad 6 Parochi in suis paroeciis doveri. resident, nec abeunt etiam causa 6. I parroci risiedono nelle loro praedicandi licet in ipsa dioecesi, parrocchie, né si allontanano anche nisi prius obtinuerint debitam licen­ per la predicazione, sebbene in dio­ tiam. Imo quacumque de causa cesi, se prima non hanno ottenuto abeant curatur ut alius idoneus la dovuta facoltà. Anzi, per qua­ lunque causa si allontanino, si prov­ vede che un altro idoneo sacerdo­

santo del Medioevo 1279-1979, Clusone 1979; E. CAMOZZI, Diario ..., I, p.IO03; D. PIAZZI, l tempi del vescovo Sicardo e di sant'Omobono, in Diocesi di Cremona..., p.80; C. BETIINELLI SPOTIl-M.T. MANTOVANI,Poterepolitico e vita religiosa nei secoli XlII-XlV, in ibid., p.115-116;

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sacerdos adsit, qui eorum vices in paroecia gerat; ac prohibetur omni­ no ne tempus absentiae quolibet anno duos menses quacumque de causa excedat. Ad 7 Omnes parochi matrimo­ niorum, baptizatorum et mortuo­ rum libros, ceterosque libros, quos ad normam ritualis Romani habere debent, diligenter conficiunt et cau­ te custodiunt. Ad 8 Pro posse curo ut parochi omnes sacerdotes adiutores suos habeant. Non desunt hi nisi in paroeciis quae parvo constant inco­ larum numero et in quibus proinde iidem non sunt necessarii. Ad 9 Parochi, ut plurimum per se ipsos, aliquando vero per suos coadiutores vel alios idoneos sacer­ dotes, diebus dominicis et festis, ac etiam frequenter per annum etiam diebus ferialibus, mense maio et iunio, in novendialibus Pentecostes et Nativitatis Domini aliisque die­ bus pro opportunitate uniuscuius­ que paroeciae, plebes sibi commis­ sas, pro sua et eorum capacitate pascunt salutaribus verbisì. Ad 10 Dominicis et festis diebus in suis paroeciis fide i rudimenta

te sia presente in parrocchia per adempiere i rispettivi uffici, e rima­ ne proibito che ogni anno il tempo di assenza, per qualsiasi motivo, superi i due mesi. 7. Tutti i parroci diligentemente compilano e con riguardo custodi­ scono i libri dei battesimi, dei matri­ moni e dei morti e gli altri libri che devono avere a norma del rituale Romano. 8. Curo con ogni mezzo che tut­ ti i parroci abbiano i loro sacerdoti coadiutori. Questi ultimi non man­ cano se non nelle parrocchie com­ poste da un piccolo numero di abi­ tanti, nelle quali non sono quindi necessan. 9. I parroci la maggior parte per se stessi e talvolta tramite i loro coa­ diutori o altri idonei sacerdoti, nei giorni festivi e nelle domeniche, frequentemente durante l'anno anche nei giorni feriali, nel mese di maggio e giugno, nelle novene di Pentecoste e del Natale, e in altri vari giorni a secondo dell'opportu­ nità di ogni parrocchia, nutrono con parole salutari le popolazioni loro affidate, secondo la propria e la loro capacità. lO. Nelle domeniche e nei gior­ ni festivi insegnano nelle loro par­

5. Sugli studi del clero l'episcopato lombardo aveva scritto una lettera 1'8 dicembre 1903 dando indicazioni e suggerimenti vari. Era stata preceduta da un' altra lettera "Appel­ lo al clero" del 1901. Il documento diffuso in forma di libretto stampato, fu presenta­ to da mons. Guindani con lettera "Fra le deliberazioni..." 8 dicembre; ACVB, Lette­ re pastorali Libro n012; L'Eco di Bergamo 30-31 agosto 1903,9-10 gennaio 1904.

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1 APRILE 1904 rocchie i primi elementi della dot­ trina ai ragazzi, tengono la catechesi al popolo sulle verità di fede, i sacramenti, i precetti di Dio e della Chiesa, secondo le norme stabilite da san Carlo Borromeo, sempre fedelmente custodite e osservate sino ad oggi, con grande vantaggio delle anime e incremento della fede e della pietà. Il. I singoli parroci e quanti hanno cura d'anime celebrano la messa per il popolo nelle domeni­ che e nei giorni di festa di precetto. Nei giorni festivi soppressi civil­ mente celebrano o per il popolo o, grazie all'indulto della Santa Sede da me ottenuto, per i legati o per gli offerenti, consegnando però in que­ sto caso l'elemosina a favore dei chierici del seminario, o per riscat­ tarli dal servizio militare o per man­ tenerli gratuitamente. 12. Mai alcuno è ammesso alla tonsura clericale o agli Ordini Minori se non ha dato prima segni indubbi di vera vocazione all' ere­ dità di Dio, e si sia reso lodevole per la disciplina, lo studio, la onestà dei costumi e una sufficiente capa­ cità intellettuale. Quelli che devono esser pro­ mossi agli Ordini Maggiori si dedi­ cano prima per alcuni giorni agli esercizi spirituali o in seminario o in una casa destinata a tale scopo.

pueris'" docent et catechesim ad populum de [idei veritatibus, de sacramentis, de praeceptis Dei et Ecclesiae habent, iuxta regulas a divo Carolo Borromeo primitus datas et fideliter semper usque ad praesens observatas, magno ani­ marum lucro et fidei ac pietatis incremento. Ad 11 Singuli parochi ceterique animarum curam habentes domini­ cis et diebus festis de praecepto missam pro populo celebrant. Die­ bus vero quoad forum suppressis celebrant vel pro populo vel vi indulti a Sancta Sede per me obten­ ti, pro legatis aut pro offerentibus, eleemosinam in hoc altero casu cedentes favore clericorum semi­ narii, ad eos a servitio militari quo fieri potest modo redimendos vel gratis alendos in seminario. Ad 12 Nemo unquam ad cleri­ calem tonsuram aut ad Minores Ordines admittùur; quin verae voca­ tionis in Dei sortem indubia prius dederit argumenta, et disciplina, studio, morum probitate, ac suffi­ cienti saltem ingenio sit commen­ dabilis. Qui ad Ordines Maiores sunt promovendi exercitìis spiritualibus antea per aliquot dies vacant vel in seminario vel in domo ad id desti­ nata.

(a) Il testo vorrebbe pueros.

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Ad 13 Omnes qui clericali mili­ tiae sunt addicti vestes clericales seu talares iugiter deferunt. Fori privilegium, in quantum fieri po­ test, tuetur. Ad 14 Singulis mensibus a clero civitatis et dioeceseos congregatio­ nes pro solvendis casibus et quae­ stionibus de theologia morali, de iure canonico et de sacra liturgia, quolibet anno in directorio dioece­ sano propositis habentur. Ad 15 Mores cleri generatim sunt commendandi et ad pietatem compositi, ac omnes de clero sum­ mum pontificem vivo amore ac maxima in omni re oboedientia ac reverentia prosequuntur et curant ut a fidelibus etiam prosequatur. Episcopo etiam oboedientiam et reverentiam libenter praestant, eumque pariter filiali amore prose­

13. Tutti coloro che sono addet­ ti al servizio ecclesiastico portano tuttora l'abito clericale o le talari. Il privilegio del foro viene mante­ nuto per quanto possibile. 14. Ogni mese si tengono dal clero della città e della diocesi le congregazioni per la soluzione dei casi e le questioni di teologia mora­ le, diritto canonico, sacra liturgia, che sono proposti ogni anno nel direttorio diocesano. 15. I costumi del clero general­ mente sono lodevoli e ordinati alla pietà; tutti i sacerdoti nutrono vivo amore, rispetto e obbedienza in ogni cosa verso il sommo pontefice, impegnandosi che anche i fedeli nutrano gli stessi sentimenti. Volentieri manifestano anche al vescovo obbedienza e ossequio, e nutrono verso di lui sentimenti di filiale amore.

quuntur".

6. Era stata montata una campagna scandalistica da Il Pensiero, complici alcuni anticle­ ricali del luogo, contro il parroco di Ponte Nossa, don Giovanni Maria Moraschi, col­ pito col sequestro del beneficio parrocchiale. Nel 1903 egli doveva rispondere in tribunale delle accuse di falso circa l'acquisto di terreno da Pezza Elisabetta per edificare la chiesa parrocchiale, e di truffa ai danni di Angela Perolari e Giovanni Palamini, i qua­ li, per dei servizi avuti, erano stati obbligati da don Moraschi a pagare L.50 per spese e L. 50 come offerta per la nuova chiesa. Nel febbraio 1904 egli venne riconosciuto inno­ cente e riebbe il godimento del beneficio. Nel 1908 un caso analogo avvenne per don Antonio Papetti, col sequestro del beneficio parrocchiale di Piazza Brembana con la moti­ vazione "Per riprovevole condotta morale". La protesta e il ricorso dell'interessato portò alla revoca del provvedimento con regio decreto del 12 gennaio 1908; Il Pen­ siero 22 febbraio, 5 luglio, 23 luglio, 9 agosto 1903,30 gennaio; L'Eco di Bergamo 1­ 2,3-4 febbraio 1904,8-9 maggio 1905; 29-30 gennaio 1908,23-24 gennaio 1909; E. CAMOZZI, Diario... , I, p.1039.

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RELAZIONE -

1 APRILE 1904

Caput IV De Clero regulari

Capitolo IV

Il Clero regolare

Ad J Clerici regulares a Soma­ sca qui in paroecia loci Somasca animarum curam gerunt sub epi­ scopi iurisdictione, munera sua fideliter adimplent. Ad 2 Aliqui adhuc adsunt regu­ lares Ordinis Minorum S. Francisci, qui cum beneplacito apostolico vitam degunt extra monasteria. Nemo autem adest qui a suis supe­ rioribusfuerit a monasterio eiectus, ac nemo qui intra claustra mona­ sterii degens, extra ea dereliquerit et populo scandalum dederit. Ad 3 Nulla regularium conven­ tum iurisdictione ad hoc delegata utens visitavi; attamen, quod sciam, nihil in dictis monasteriis est quod contra eorundem regulas fiat, et eo minus quod scandalum fidelibus praebeat. Ad 4 Nullum pariter offendicu­ lum habui cum iisdem regularibus in exercitio iurisdictionis sive ordi­ nariae sive delegatae.

1. I chierici regolari di Soma­ sca che nella parrocchia di Soma­ sca esercitano cura d'anime sotto la giurisdizione del vescovo, adem­ piono fedelmente i loro doveri. 2. Esistono tuttora alcuni rego­ lari de1l'ordine dei minori conven­ tuali e dei minori di S. Francesco, che con il beneplacito apostolico vivono fuori dal monastero. Nessu­ no è stato espulso e non si trova alcu­ no che vivendo nel convento, sia a1l'esterno di scandalo al popolo. 3. Non ho visitato nessun con­ vento dei regolari avvalendomi del­ la giurisdizione delegata per tale scopo. Tuttavia, da quanto so, nul­ la vi è nei detti monasteri che avvenga contro le loro regole e tan­ to meno che dia scandalo ai fedeli. 4. Non ho avuto alcun contrasto con i regolari nell' esercizio della giurisdizione sia ordinaria sia dele­ gata.

Capitolo V

Le Monache

Caput V De Monialibus

1. Tutte le monache in questa città e diocesi sono soggette alla giurisdizione del vescovo e tutte osservano con massima cura le loro costituzioni.

Ad J Moniales omnes in hac civitate et dioecesi existentes epi­ scopi iurisdictioni sunt subiectae, ac omnes suas constitutiones maxi­ mo studio observant.

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2. La clausura è custodita invio­ labilmente. 3. Nessun abuso è penetrato in questi monasteri che abbia bisogno del consiglio o dell'aiuto di code­ sta sacra congregazione. 4. Quanto alla designazione dei confessori, sono osservate in modo perfetto le istruzioni della congre­ gazione dei Vescovi e dei Regolari. Da questa ho ottenuto la facoltà di confermare per un altro triennio dopo il primo, i confessori ordina­ ri con l'incarico di ricevere le con­ fessioni sacramentali delle mona­ che. 5. I redditi dei monasteri sono ben amministrati da uomini stima­ ti, eletti dalle monache e approvati dal vescovo. Le doti sono versate dalle novi­ zie, ma alquanto inferiori al dovuto, per ragionevoli cause. Si cura che i monasteri non siano troppo one­ rati per tale situazione. I patrimoni dei monasteri vengono amministrati secondo le regole che, attese le situazioni e le circostanze dei tem­ pi, sono suggerite e dettate dalla prudenza. Gli immobili posseduti vengono assegnati a qualche mona­ ca davanti alla legge, la quale per­ tanto figura come proprietaria per la legge civile, senza che per questo tralasci di osservare diligentemen­ te il voto di povertà, né che effet­ tui personalmente qualche atto di proprietà a proprio vantaggio e per

Ad 2 Clausura inviolabiliter custoditur. Ad 3 Nullus in his monasteriis irrepsit abusus, qui consilio et auxi­ lio istius sacrae congregationis indigeat. Ad 4 Quoad designationem con­ fessariorum adamussim observan­ tur recentes sacrae congregationis Episcoporum et Regularium instruc­ tiones. Ab eadem tamen sacra con­ gregatione facultatem obtinui ad confessarios ordinarios, etiam exple­ to primo triennio, ad aliud triennium confirmandos in ipso officio exci­ piendi earumdem monialium sacra­ mentales confessiones. Ad 5 Reditus dictorum mona­ steriorum per viros probos a monia­ libus electos et ab episcopo adpro­ batos fideliter administrantur: Dotes a novitiis persolvuntur sed ali­ quando minores quam forent per­ solvendae et hoc rationabilibus de causis. Curatur tamen ne monaste­ ria nimis gravata ob id evadant. Monasteriorum patrimonia ad­ ministrantur iuxta regulas quas, attentis temporum et rerum cir­ cumstantiis, prudentia suggerit et suadet. Immobilia quae habentur aliquibus designatis monialibus coram lege assignantur; ita ut haec in faciem civilis auctoritatis verae dominae appareant, quin tamen paupertatis votum diligenter obser­ vare desinant, nec ullum proprie­ tatis actum a se ipsis et suo lubitu et

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in proprium commodum expleant. Ad 6.7.8. Nullum est in hac dioecesi monasterium praelatis regularibus subiectum.

proprio interesse. 6.7.8. Nessun monastero esiste in questa diocesi che sia soggetto ai prelati regolari.

Caput VI De Seminario

Capitolo VI Il Seminario

Ad 1 Alumni in seminario 400 circiter numerantur. Ad 2 In ecclesiastica disciplina recte instituuntur per moderatores, legitime deputatos et sub immedia­ ta vigilantia ipsius episcopi. Ad 3 Alumni scientias sive sa­ cras sive prophanas, quae requi­ runtur ut ipsi ad sacerdotale munus ferendum sint habiles, edocentur et gaudeo nunc de eorum maiori pro­ fectu in litteris et scientiis prae annis praeteritis testimonium red­ dere. Ad 4 Clerici diebus festis et quo­ ties opus est in cathedrali et aliis civitatis paroeciis, sacris functio­ nibus devote inserviunt, et operam praestant pro rudibus, praesertim pueris instruendis in iis quae ad salutem sunt necessaria. Ad 5 Duorum e senioribus cano­ nicis a me electorum consilio utor in iis omnibus quae ad rectum semi­ narii regimen spectant. Ad 6 Seminarium non raro visi­ to, clericorum periclitationibus adsisto, et curo ut constitutiones observentur.

l. Gli alunni del seminario sono circa 400. 2. Sono educati rettamente nella disciplina ecclesiastica da superiori legittimamente deputati e sotto l'im­ mediata vigilanza del vescovo. 3. Gli alunni sono istruiti nelle scienze, sia sacre sia profane, ri­ chieste per svolgere con compe­ tenza il compito sacerdotale. Godo del loro progresso, maggiore nelle lettere e nelle scienze rispetto agli anni precedenti. 4. [ chierici servono devota­ mente nelle sacre funzioni nei gior­ ni festivi e, ogni qual volta occorre, in cattedrale e nelle altre parrocchie della città, si prestano per insegna­ re agli ignoranti, specie ai fanciul­ li, le verità necessarie alla salvez­ za. 5. Mi servo del consiglio di due dei canonici più anziani da me elet­ ti in tutte le questioni che riguarda­ no il retto governo del seminario. 6. Visito non rare volte il semi­ nario, assisto agli esami degli alun­ ni, e curo che siano osservate le regole.

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VISITE AD LIMINA

Ad 6(a) Nulla taxa pro seminarii substentatione est imposita.

7. Nessuna tassa è imposta per la manutenzione del seminario.

Caput VII

De Ecclesiis Confraternitatibus et

Locis Piis

Capitolo VII

Chiese Confraternite

e Luoghi Pii

l. In tutte le sacristie delle chie­ Ad 1 In omnibus ecclesiarum se è esposta la tabella delle messe e sacristiis est exposita tabella mis­ sarum et anniversariorum. Dieta degli anniversari. Curo con la dili­ genza a me possibile che tali oneri onera ut fideliter adimpleantur vengano fedelmente e integralmente maiori qua possum diligentia curo. adempiuti. Ad 2 Quod pariter curo ut fiat 2. Ugualmente curo che ciò in confraternitatibus, scholis aliis­ avvenga nelle confraternite, nelle que locis piis auctoritati episcopi scuole e negli altri luoghi pii sog­ subiectis. getti all'autorità del vescovo. Ad 3 De dictorum onerum adim­ plemento quolibet anno a parochis 3. Sull'adempimento di detti one­ ri ogni anno i parroci e i rettori del­ et ecclesiarum seu confraternita­ le chiese e delle confraternite dan­ tum rectoribus curiae episcopali no il resoconto alla curia vescovile. cautio redditur. 4. Non visito il Monte di Pietà Ad 4 Montem pietatis non visito, né chiedo ragione dell'amministra­ nec amministrationis rationem zione per l'opposizione delle leggi requiro, legibus civilibus ad id faciendum obstantibus. civili a tale atto. Ad 5 Idem dicendum et de aedi­ 5. Lo stesso si deve dire per gli bus hospitalibus, in quibus tamen ospedali, nei quali tuttavia visito gli infermi curando che non manchino infirmos visito et curo ut iisdem reli­ loro gli aiuti spirituali. giosa auxilia non desint.

Caput VIII

De Populo

Capo VIII

Il Popolo

Mores populi huius civitatis et dioecesis generatim sunt probi ac

I costumi del popolo di città e diocesi sono generalmente buoni,

(a) Nel testo, per 7.

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1 APRILE 1904

religionis institutis conformes. Ecclesiam, summum pontificem, episcopum et sacerdotes, fideles amore et reverentia prosequuntur; sacramenta Poenitentiae et Eucha­ ristiae frequentant; Verbum Dei et catechesim diebus festis, in qua­ dragesima, in frequentibus praedi­ cationibus ad sacrarum missionum seu exercitiorum spiritualium for­ mam institutis libenter audiunt'. Haec retuli paratus animo om­ nia quae super his ista sacra con­ gregatio monere ac praecipere cen­ suerit, reverenter excipere et fide­ /iter exequi. Interim gaudeo maximae meae observantiae ac reverentiae sen­ sus eidem sacrae congregationi pandere, cui me profiteor

conformi alle nonne della religione. I fedeli manifestano amore e rispet­ to verso la Chiesa, il Sommo Pon­ tefice, il vescovo e i sacerdoti; fre­ quentano i sacramenti della Peni­ tenza e dell'Eucaristia; ascoltano volentieri la Parola di Dio e la cate­ chesi nei giorni di festa, in quare­ sima, nelle predicazioni frequenti tenute sotto forma di sacre missio­ ni o di esercizi spirituali. Ho riferito queste notizie, con l'animo pronto ad accogliere con rispetto e ad eseguire con fedeltà quanto codesta sacra congregazio­ ne riterrà di consigliare e ordinare. Mentre godo di esprimere i sen­ si della mia massima stima e del mio ossequio alla sacra congrega­ zione, mi professo Bergamo l ° aprile 1904

Bergomi die JO aprilis 1904 humillimum addictissimum servum Caietanus Camillus episcopus Bergomen.

umilissimo e obbligatissimo servo Gaetano Camillo vescovo di Bergamo

7. Mons. Guindani con lettera "Innanzi al pericolo..." I2 dicembre I902, esortò i fedeli a pregare per scongiurare il pericolo deIl' introduzione del divorzio nella legge civile. Egli tenne viva la venerazione verso Leone XIII nelle circostanze della sua malattia e della morte. con lettere circolari "La dolorosa notizia..." 5 luglio 1903, "Col piu vivo cordoglio..." 21 luglio e "In conformità..." 23 luglio per i funerali; in L'Eco di Bergamo 21-22 luglio 1903 "La morte del Papa", 4-5 agosto "Habemus Papam" Pio X. Guin­ dani condannò, come già Il Movimento, cf. relazione 189 I nota n. 35, in quanto ere­ tico e blasfemo il giornale "Il Pensiero", a causa della sua antireligiosità, con la lette­ ra "Da circa tre anni si vien pubblicando in questa nostra città Il Pensiero...perciò col presente decreto condanniamo come eretico, cioè blasfemo, il predetto giornale Il Pen­ siero vietando sotto pena di grave peccato a chicchesia di scrivere e di collaborare al medesimo, di stamparlo, di venderlo, di comprarlo, di leggerlo, di farlo leggere..." 12 giugno 1904. Paladino della lotta contro l'approvazione del divorzio fu L'Eco di Bergamo 18-19, 25-26, 28-29 gennaio, 19-20 febbraio, 15-16 marzo 1902.

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VISITE

AD LIMINA

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DICHIARAZIONI DELLE VISITE ALLE BASILICHE

DEI SANTI APOSTOLI PIETRO E PAOLO

Nos Vincentius episcopus Praenestinus Sanctae Romanae Ecclesiae cardinalis Vannutelli, sacrae congregationis Concilii praefectus. Fidem facimus atque testamur perillustrem et reverendissimum dominum episcopum Bergomensem per reverendum dominum Andream canonicum Mancini procuratorem a se electum, et a sanctissimo domino nostro beni­ gne admissum, pro centesimo sexto triennio die 20 decembris 1903 expi­ raturo basilicas apostolorum Petri et Pauli visitasse, eorumque sacra Limi­ na pie ac devote veneratum esse'. Datum Romae die 9 martii 1903

+ Vincentius cardinalis episcopus Praenestinus Praefectus' + Bernardus archiepiscopus Nazianzen. Secretarius'"

8. Il canonico Andrea Mancini nacque a S.Abbondio di Cremona il 25 novembre 1847. Ordinato sacerdote nel 1873, segui mons. Guindani nell'incarico di suo segretario par­ ticolare a S. Donnino e poi a Bergamo. Mons. Mancini ebbe anche l'amministrazione legale e fiduciaria del patrimonio della mensa vescovile, e fu membro della commissione diocesana per i legati pii, compiti ai quali rinunciò dopo il processo a carico di don Francesco Spinelli. Altre questioni legate all'amministrazione dei beni della diocesi furono all'origine di malintesi con alcuni personaggi della curia. Mons. Mancini restò a Bergamo dopo la morte di mons. Guindani, dove concluse la sua vita il 4 agosto 1927; E. CAMOZZI, Diario..., I, p.152. 9. Il cardinale Vincenzo Vannutelli dopo aver collaborato coi cardinali Antonelli e Simeo­ ni, era stato nominato uditore di Rota, 1878, delegato apostolico a Costantinopoli, 1880, intemunzio apostolico in Brasile, 1883, nunzio apostolico in Portogallo. Si parlò di Vannutelli come di un possibile candidato all' arcidiocesi di Milano dopo la morte dell'arcivescovo Calabiana, e di segretario di Stato con Pio X. Nella curia romana ebbe l'incarico di penitenziere maggiore, segretario della congregazione del Sant'Offizio, pre­ fetto della congregazione del Concilio, dicembre 1902-20 ottobre 1908, cardinale vescovo di Porto e Santa Rufina, poi vescovo di Ostia e Porto e decano del sacro col­ legio. La sua morte avvenuta il 9 luglio 1930, coincise con la soluzione della questio­ ne romana, cui era stato favorevole; Hierarchia Catholica ..., VIII, p. 35, 501; M. DE CAMILLIS, Vannutelli, Vincenzo, in En. Ca., XII, p. 1027-1028; La Sacra Congre­ gazione..., p. 299-300; C. SNIDER, Gli ultimi ..., p. 65, 166,788; IDEM, I tempi .... p. 335 lO. Bernardino Cavicchioni era stato nominato prosegretario e poi segretario della con­

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RELAZIONE -

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1 APRILE 1904

300 DICHIARAZIONE DELLA PRESENTAZIONE DELLA RELAZIONE Nos Vincentius episcopus Praenestinus sanctae romanae Ecclesiae car­ dinalis Vannutelli, sacrae congregationis Conci/ii praefectus, fidem facimus ac testamur reverendissimum dominum episcopum Bergomensem pro cen­ tesimo sexto triennio expirato die 20 decembris anni 1903 praesentis sta­ tus suae Ecclesiae relationem exhibuisse, quae suo tempo re in sacra con­ gregatione Concilii proponetur atque examinabitur. Datum Romae 22 aprilis 1904

+ Vincentius cardinalis episcopus Praenestinus Praefectus Caietanus De Lai Secretarius'"

gregazione del Concilio, 1896-1903, cardinale di S. Maria in Ara Coeli il 22 giugno 1903. Morì a Roma il 17 aprile 1911; Hierarchia Catholica..., VIII, p. 42, 404; La Sacra Congregazione... , p. 379. Il. Su G. De Lai cf. relazione 1911, nota n. 6.

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GIACOMO MARIA RADINI TEDESCHI

GIACOMO MARIA RADINI TEDESCHI Giacomo Maria Radini Tedeschi nacque a Piacenza il 12 luglio 1857, secondogenito dei nobili Carlo e Luisa Fantini. L'educazione ricevuta dalla famiglia molto religiosa, politicamente intransigente, impegnata nell' associazionismo cattolico, lasciò il segno nell' animo di Giacomo Maria, che si orientò verso la vita ecclesiastica. Fu allievo dal 1866 al 1870 del collegio Paganini a Genova e dal 1870 al 1874 del collegio vescovile di S. Alessandro in Bergamo dove ottenne la licenza ginnasiale e concluse il liceo. Conseguita nel 1876 la licenza licea­ le a Piacenza, iniziò gli studi teologici come chierico esterno del semina­ rio diocesano nei primi anni dell'episcopato di mons. Giovan Battista Sca­ labrini. Nel 1878 Giacomo Maria si recò a Roma, alunno del collegio Lom­ bardo e si iscrisse alla pontificia università Gregoriana. Nel 1879 ottenne la licenza in diritto canonico, poco dopo la laurea in teologia a Genova. Ricevuti gli ordini minori, il 26 agosto 1879, Radini fu ammesso al dia­ conato e il 2 novembre ordinato sacerdote da mons. Scalabrini nella cap­ pella dell'episcopio. Mons. Radini Tedeschi svolse per circa dieci anni il ministero pastorale dedicandosi all'insegnamento nei seminari diocesani, alla predicazione sacra e all' associazionismo cattolico. Nel 1890 mons. Francesco SatoIIi (1839-1910) a nome di Leone XIII invitò il giovane sacerdote a Roma, ospite all'Accademia dei Nobili Eccle­ siastici, addetto all' ufficio di minutante della Segreteria di Stato. Egli ebbe modo di collaborare con il cardinale Mariano Rampolla del Tindaro, segretario di Stato, (1887-1903), il quale seguiva un indirizzo antitriplicista e filo-francese. Nel giugno 1891 e nel luglio 1893 Radini Tedeschi svolse l'incarico di ablegato per le nomine al cardinalato rispet­ tivamente degli arcivescovi di Vienna, Antonio Giuseppe Gruscha (1820­ 1911) e di Rodez, mons. Ernesto Bourret (1839-1896). Le scelte di mons. Radini di fronte alla questione romana in quegli anni fra intransigentismo e conciliatorismo, furono di cautela e alquanto critiche verso le tesi di mons. Bonomelli e di mons. Scalabrini. Nel 1894 mons. Radini si occupò della situazione della diocesi di Bergamo, dopo le indi­ cazioni negative sul vescovo Guindani da parte del conte S. Medolago Albani e del vicario generale, mons. Giacinto Arcangeli. Da Mantova, il car­ dinal Sarto in una lettera del 14 luglio 1894 a mons. Augusto Guidi uditore di sua Santità, notava, a proposito di un non ben specificato invito da lui 587


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VISITE AD LIMINA

declinato, che "L'unico, che io crederei per tutti i titoli capacissimo e tale da formare la benedizione di una Diocesi è mgr. Giacomo Radini Tede­ schi; ma l'E.Y. conosce meglio di me il distinto prelato, né ha bisogno che io lo presenti" (Appendice XXIV). Le espressioni elogiative e la circostan­ za in cui fu scritta la lettera, nel 1894 infatti Guindani ebbe notevoli diffi­ coltà, sembrano quasi candidare, già allora, Radini alla guida della dioce­ si, come poi avvenne in seguito. Nel 1896 Leone XIII propose a mons. Radini la nomina a nunzio apo­ stolico nel Belgio, mentre poco prima il card. Mieceslao H. Ledochowski (1822-1902) l'aveva invitato a assumere l'arcivescovado di Bucarest in Romania. Declinate le proposte, mons. Radini Tedeschi optò per il ministero sacerdotale diretto nell' Azione Cattolica romana e italiana e nei pellegri­ naggi. In quello stesso anno egli venne nominato canonico della basilica di S. Maria Maggiore e nel gennaio 1897 della basilica di S. Pietro. L'apostolato sociale svolto da mons. Radini Tedeschi, oratore brillante ed efficace, contribuì in modo determinante allo sviluppo dell'Opera dei Con­ gressi, di cui divenne vice-presidente, e dell' associazionismo cattolico. La crisi di quella istituzione e il suo scioglimento a fine luglio 1904 costituì per Radini Tedeschi un avvenimento di rilevante importanza per­ sonale. Si apriva per lui la strada dell' episcopato. Tra le sedi possibili allo­ ra sprovviste, Palermo, Ravenna e Bergamo, Pio X decise per quest'ultima, e a mons. Radini la nomina venne comunicata nell' udienza privata del 4 gennaio 1905. La diocesi apprese la notizia dalla circolare del vicario capi­ tolare canonico mons. Giosuè Signori "Sia lode e siano grazie infinite al Signore..." 12 gennaio, mentre il neoeletto inviò la sua prima lettera pasto­ rale "Nell'atto che a voi..." 25 marzo. Pio X conferì a mons. Radini Tede­ schi l'ordinazione episcopale il 29 gennaio nella festa di san Francesco di Sales. L'ingresso in diocesi avvenne il 4 aprile, preceduto da una sotto­ scrizione tra i fedeli per un totale di L. 6.450, che mons. Radini volle distribuire in beneficenza a vari istituti. Il vescovo manifestò la sua grati­ tudine per i festeggiamenti, con la lettera "Dopo le accoglienze festose e figliali..." 24 aprile, delineando un primo progetto di lavoro pastorale. L'episcopato di mons. Radini Tedeschi si svolse in sintonia con il pro­ gramma di papa Pio X "instaurare omnia in Christo". Egli seppe essere autoritario senza cadere nell' autoritarismo, osserva­ tore attento di uomini e situazioni, per decidere sui progetti pastorali per i qua­ li cercava fedeli esecutori. Le relazioni per le visite ad Limina qui pubblicate, le sue lettere pastorali, le sue attività nel campo strettamente spirituale e in

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GIACOMOMARIA RADINI TEDESCHI

quello sociale offrono un quadro fedele dello zelo apostolico che animava mons. Radini Tedeschi. Egli effettuò due visite pastorali alla diocesi e cele­ brò nel 1910 il sinodo pastorale diocesano, non convocato dal 1725. Vi è qualche cosa di sorprendente nell' inversione delle vie ecclesiali percorse, pur nei diversi ruoli, da Radini Tedeschi inviato a una Chiesa par­ ticolare dopo un intenso lavoro nella Roma curiale, e da Pio X giunto al Sommo Pontificato, quindi alla Chiesa universale, dopo Mantova e Venezia. Radini entrò, come Pietro Gasparri e Giacomo Della Chiesa nella Curia Romana con Leone XIII, il papa liberale, assumendo in seguito impegni organizzativi a livello nazionale, in un rapporto collaicato militante, non gui­ da. Godette della fiducia di Leone XIII e portò nella sua attività la nota di una intransigenza realista e aggressiva che andò assumendo i caratteri del cattolicesimo sociale ma condizionato, se non in conflitto, dalle precau­ zioni dell'antimodernismo e dai fantasmi dell'integrismo. Radini Tede­ schi, col ministero pastorale affidatogli da Pio X, maturò la convinzione che la diocesi non era periferia delle congregazioni curiali, ma realtà locale, con una sua storia particolare di uomini di Chiesa, santi fedeli devoti obbe­ dienti, e di uomini scristianizzati e secolarizzati, peccatori miscredenti indifferenti o anticlericali. Per rivitalizzare gli uni, Radini superò l'illu­ sione di una contrapposizione antagonista con gli altri, senza tener conto del­ la loro umanità aperta al Vangelo. Provvide il seminario diocesano di un regolamento nuovo e tentò l'esperimento dell'invio di chierici nelle uni­ versità all'estero, in netta opposizione ai pregiudizi di diversi vescovi. La rifondazione dell'Ufficio del Lavoro costituì per la diocesi un segno dell'attenzione di Radini verso i lavoratori, dimostrata nei fatti con il soste­ gno agli scioperanti di Ranica nel 1909, non apprezzato da Pio X. Verso la società ostile, Radini tentò un'apertura culturale con valuta­ zioni favorevoli su opere poi messe all'Indice, e una presa di distanza dal­ le classi dirigenti moderate. Per Radini significava adottare un metodo cri­ tico nella lettura e nello studio della sua diocesi, che andava in senso oppo­ sto ai maestri della restaurazione, cioè al gruppo integrista e antimoder­ nista il quale vedeva una infiltrazione subdola e minacciosa dell'insidia nemica nella Chiesa. Osserva Miccoli che la caratteristica di fondo della Chiesa del secondo '800 fu non sul piano dottrinale ma su quello operati­ vo tra Papa e Vescovi. Il modernismo propose contro l'autorità dei Vesco­ vi come Radini Tedeschi, usciti dalla cultura intransigente del periodo leo­ nino, gli stessi metodi che essi come chierici avevano applicato contro i Vescovi transigenti e i cattolici liberali. I segnali di contrasto e diffidenza

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VISITE AD LIMINA

giunti a mons. Radini da Roma, nonostante il suo proclama di obbedienza al Papa con l'esortazione al clero diocesano in occasione del nuovo Ordo nella recita dell'Ufficio, provocarono una reazione negativa nell'attuazio­ ne del suo cattolicesimo sociale : la difesa a tutti i costi di padre Mattius­ si, il divieto a padre Semeria di parlare a Bergamo, l'interruzione dell'in­ vio di sacerdoti alle università estere, la dimissione dal Seminario di alcu­ ni sacerdoti sospettati di idee moderniste, il ricorso continuo alla curia romana e a Pio X per ogni inziativae mettersi così al sicuro da ogni sorpresa, la richiesta quasi spasmodica della sospensione del non expedit e la con­ cessione del voto ai cattolici per elezioni del 1913, già scontato in altre diocesi, la stesura della lettera per il centenario costantiniano rifiutata da mons. Bonomelli, la sua dissociazione, col card. Ferrari, dalla lettera pasto­ rale di Bonomelli La Chiesa e i tempi nuovi. Alla cultura del sospetto che allignava negli apparati curiali, sostituendo al dialogo e all'incontro la delazione e la messa al bando, venuta allo scoperto ed esplosa per una serie di cause socio-religiose e politiche, oltre che di pensiero (non è anco­ ra valutato l'impatto della condanna delle tesi rosminiane), adottata come rimedio al modernismo, Pio X e mons. Radini Tedeschi pagarono un caro prezzo, per non dire che ne furono anche vittime. Mons. Roncalli, che definì affettuosamente il suo Vescovo "una testa, un cuore, un carattere" osservò quelle vicende e quando egli redasse probabilmente la Relazione del 1911 per la visita ad Limina, notò non senza amarezzaa che essa era un tentativo estremo per mantenere vivo il dialogo con un Padre dal quale Radini non riscuoteva più la completa fiducia. Mons. Radini Tedeschi morì dopo brevissima malattia il 22 agosto 1915. Bibliografia: fonti inedite: cf. ACVB, Fondo mons. G.M. Radini Tedeschi; Libro n° 13 Lettere Pastorali mons. Giacomo Maria Radini Tedeschi 1905-1909, (dorso), ff.lr-625v; Visi­ ta pastorale, 136 Visita pastorale mons. Radini Capitolo cattedrale, Carmine, S. Andrea, S. Alessandro in Colonna, S. Alessandro della Croce, S. Grata (rns), ff. 524; 137 Visita pasto­ rale mons. Radini S. Catterina (1 a parte), S. Anna, S. Maria Immacolata, suburbane e vicaria Almenno (ms), ff. 847 + 3 ff. bianchi; 138 Visita pastorale mons. Radini vicarie di Alzano Maggiore, Ardesio, Borgo di Terzo, Branzi (rns), ff. 813; 139 Visita pastorale mons. Radini vicarie di Calepio, Calolziocorte, Caprino (ms), ff. 818; 140 Visita pastorale mons. Radini vicarie di Chignolo d'Isola e Clusone (ms), ff. 704; 141 Visita pastorale mons. Radini vicarie di Gandino, Ghisalba, Lallio e Mologno (ms), 666 ff.; 142 Visita pastora­ le mons. Radini vicarie di Mornico, Nembro, Pontida (rns), ff. 768; 143 Visitapastorale mons. Radini vicarie di Predore, Rota Fuori, S. Brigida, S. Giovanni Bianco (rns), ff. 755; 144 Visi­ ta pastorale mons. Radini vicarie di Piazza Brembana, Scano al Brembo, Selvino e Seria­ te (rns), ff. 758; 145 Visitapastorale mons. Radini vicarie di Serina, Solto, Sottochiesa e Spi­ rano (rns), ff. 651; 146 Visita pastorale mons. Radini vicarie di Telgate, Temo d'Isola (rns), ff. 464; 147 Visita pastorale mons. Radini vicaria di Verdello (rns) ff.; 148 Visita pastorale mons. Radini vicarie di Villad'Almè, Vilminore, Zogno (ms), ff. 662(bis); 149 Visi­ ta pastorale mons. Radini monasteri (rns), ff. 520; 150 Visita pastorale mons. Radini

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GIACOMOMARIA RADINI TEDESCHI

decreti n. 1-200 (ms.), ff. 446; 151 Visita pastorale mons. Radini decreti n. 201-433 (ms), ff. 489; 152 I" visita pastorale mons. Radini - preliminari - relazione storica (ms), ff. 669 + 5 ff. bianchi; 153 Seconda visita pastorale - note di mons. Radini - decreti di visita­ risposte al questionario preparato nella appendice (non sono numerati in ordine progres­ sivo). la numerazione è per parrocchia singola; 154 2° visita pastorale mons. Radini ­ relazione di tutte le parrocchie sistemata in vicarie (ms) ff. 456 ;155 Visita pastorale mons. Radini atti e decreti - risposte sulla esecuzione dei decreti (ms), ff. 415. 153.(secon­ da visita di mons. Radini Tedeschi - relazioni di esecuzioni dei decreti di visita); Bergomensis Ecc/esiae sinodus XXXIII a reverendissimo domino Iacobo Maria Radini Tedeschi episco­ po habita, Bergomi 1910; BCAM. SARTO Card. G.. Lettera a mons. Augusto Guidi uditore di Sua Santità (ms fotocopia). Appendice XXIV. ASV,S.S.Ep.Mod.,-1895,R.100F.l;-1896.R.12F.4;R.17F.l;-1897.R.l 8 F 3;-1898. R. l F. 1; R. 1 F. 3; R. 10 F. Il; R. 12 F. l; R. 100 F. 3; R. 162 F. 2;-1899, R. 12 F. l; R. 17; R. 100 F. 4;-1900, R. 12 F. 9;-1901. R. 100 F. 3; R. 162 F. 5; R. 52; R. 9 F. 3;-1902. R. 12 F. 2; R. 12 F. 6; R. 17; R. 162 F. 2;-1903. R. 12 F. 1;-1904. R. l F. 3; R. Il F. 2; R. 12 F. 4; R. 12 F. 5; R. 17 F. l; R. 162;-1905, R. 3 F. 1; R. 3 F. 4; R. 12 F. 2; R 12 F. 4; R. 162 F. 2; R. 209 F. 4;-1906. R. 220 F. 4; R. 17 F. l; R. 9 F. 2; R. 12 F. 5;­ 1907, R. 12 F. 6; R. 100 F. 2; R. 165 F. l; R. 248 F. 4; R. 248 F. 7;-1908, R. l F. 39; R. l F. 45; R. l F. 51; R. l F. 59; R. ID F. 6; R. 9 F. 3; R. 12 F. l; R. 12 F. 6; R. 80;-1909, R. IDF.14;R.3F.l;R.4F.2;R.12F.l3;-191O.R.3F.l;R.3F.2;R.4F.2;R.12F.1; R. 12 F. 4; R. 12 F. 6; R. 12 F. 8; R. 12 F. 9; R. 62 F. 6; R. 162 F. l; R. 162 F. 2; R. 255 F. 2;- 1911, R. I F. 28; R. 3 F. l; R. 12 F. 9; R. 12 F. IO;.R. 12 F. 13; R. 12 F. 17; R. 80;­ 1912. R. Il; R. 12; R. 12 F. 4; R. 12 F. 15; R. 80; R. 100 F. 4 ;- 1913. R. 3 F. l; R. 3 F. 4; R. 12 F. 12; R. 12 F. 18; R. 12 F. 20; R. 45 F. l; R. 48 F. 4; R. 80 F. 4; R. 162 F. 1;-1914. R. 10 F. 35; R. 12 F. 2; R. 18 F. 11; R. 221 F. 3;-1915, R. 3 F. 2; S.S. Spogli... , card. Mariano del Tindaro Rampolla, 9A, cartella B Temi diocesi; card. Raffaele Merry del Val, l, cartella B.

Fonti edite: cf. Bollettino del Segretariato del clero La Vita diocesana Periodico ufficiale del Vescovo e della Curia (citazione: La Vita diocesana) 1909 -...; L'Eco di Bergamo. 13­ 14,30-31 gennaio, 18-19.22-23 marzo, 10-11 aprile. 22-23 maggio. 3-4 giugno 1905; 23­ 24, 24-25. 25-26. 27-28 agosto 1914; Mons.Giacomo Maria Radini Tedeschi nello anni­ versario della morte; ibid.• 22 agosto 1915; G.M. RADINI TEDESCHI, Norme per i rr. superiori e professori del seminario vescovile di Bergamo, Bergamo 1905; IDEM. Vade­ mecum del sacerdote novello. Bergamo 1912; IDEM, Il problema scolastico odierno ossia pensieri sulla libertà e sulla religione nella scuola. 2 voll., Roma 1913; S. P. GRASSI, In memoria di mons. Donato Baronchelli, Bergamo 1910; G. GUSMINI. Don Rinaldo Rossi e i bisogni dei tempi nuovi. Romano 1912; Manualetto per le pratiche di pietà in uso nel venerando seminario vescovile di Bergamo. Bergamo 1913; Primo congresso eucaristico della diocesi di Bergamo. Grumello del Monte 9, lO elI maggio 1914. Bergamo 1914; A.G. RONCALLI. In memoria di mons. Giacomo Maria Radini Tedeschi vescovo di Ber­ gamo, Bergamo 1916; G. MaIaLI, Un parroco modello: don Giuseppe Moioli prevosto di Trescore Balneario, Roma 1948; Don Angelo Pedrinelli parroco di Carvico. Bergamo 1960; B. MALINVERNI. La scuola sociale cattolica di Bergamo (1910-1932), Roma 1960; GIOVANNI XXIII. Il giornale dell'anima. Roma 1964; G. BATTELLI. Un Pastore..., o.c.; P.A. GIOS, Nicolò Rezzara....o.c.; E. CAMOZZI. Diario ..., II. p.1073-1076.1080.1085­ 1086.1546; M. CASELLA, Mons.Giacomo Radini Tedeschi, l'Opera dei Congressi e il Movimento Cattolico romano (1890-1900). in RSCI, 24 (1970). p.129-179; IDEM, Lette­ re di don Angelo Roncalli ad Augusto Grossi-Gondi per la commemorazione di mons.Radi­ ni Tedeschi, ibid., 25 (1971), p.214-230; IDEM. Mons. Radini Tedeschi e l'Opera dei Con­ gressi nelle Marche e in Umbria (1897-1898), ibid. 29 (1975). p.I-24; C. PATELLI. Uomi­ ni..., p. 94 - 101; B. HECHICH. Giuseppe Moioli e il modernismo, Roma 1972; A. MEDO­ LAGO ALBANI, Lo sciopero di Ranica del 1909 nelle carte di Stanislao Medolago Alba­ ni. in "Bollettino dell'Archivio per la storia del movimento sociale cattolico in Italia", 12

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VISITE AD LIMINA

(1977), p. 209-249; IDEM, Alcune lettere di mons. Radini Tedeschi riguardanti Bergamo. in Bergomum... , 80 (1985), p. 3-137; P. A. GIOS. Nicolò Rezzara.... o.c.; G. BATIELLI, Tradizione e continuità nella cultura ecclesiastica del secondo Ottocento. La biblioteca giovanile di G. M. Radini Tedeschi. in Ricerche di storia sociale e religiosa, 15(1986), p. 117-164; E. CAMOZZI, Tra le carte del sac. A. G. Roncalli. Alcuni inediti, Premessa di L. PAGANI Presentazione di F. L. CAPOVILLA Ateneo, Bergamo 2003; E. CAMOZZI­ P. TEDESCHI. La Chiesa e la questione sociale. Edizioni lavoro.

Letteratura: B.BELOTII, Storia di Bergamo.... V. p. 342; VI, p. 149,239,258,261,269. 295.300,301.302.461,484; P. A.GIOS. Nicolò Rezzara... , o.c.; P. SCOPPOLA, Recenti studi sulla crisi modemista, in Rivista di storia e letteratura... , 2(1965), p. 274-316; X. TOSCANI, Indicazioni sul clero bergamasco. sulla sua estrazione sociale e su talune con­ dizioni pastorali nel sec. XX, in Rivista di storia della Chiesa in Italia. 21(1967); E. POU­ LAT, Intégrisme et catholicisme intégral. Un réseau secret international antimoderniste : la Sapinière (1909-1921). Tournai 1969; F. NARDARI. La spiritualità di Mons. Radini Tedeschi e la sua influenza sullaicato cattolico italiano. in AA.VV., Spiritualità e Azione dellaicato cattolico italiano, Studi per il centenario dell'Azione Cattolica (1868-1968). Italia sacra. 2 voli. , Padova 1969, Il; G. MICCOLI. Chiesa e Società in Italia dal Conci­ lio Vaticano I (1870) al pontificato di Giovanni XXIII, in Storia d'Italia, VI, I documenti. Torino 1973. p. 1495-1548; I. LIZZOLA-E. MANZONI, Dall'azione sociale al sindacato Proletariato bergamasco e Leghe bianche L'età giolittiana, Introduzione di F. MALGERI e R. ORFEI, Studi di storia sindacale. 2. Roma 1982; E. POULAT, Un couple maudit: modemime et intégrisme, Paris 1982; R. AMADEI, Alla conquista... , in Diocesi di Ber­ gamo ... , p. 267-276; IDEM,! Vescovi... , in Ritratti.... p. 186-187; D. MENOZZI -G. MIC­ COLI -A RICCARDI, G. M Radini Tedeschi: il percorso di un intransigente, in Rivista di storia e letteratura... , 28 (1990), p. 306-327; G. P. ROMANATO, Pio X. La vita di papa Sar­ to, Milano 1992; F. IOZZELLI, Modemismo e antimodernismo a Perugia, il caso Fracas­ sini, in Rivista di storia e letteratura... , 32 (1994), p. 302-303; G. VIAN. Sviluppi dell'an­ timodemismo durante il pontificato di Pio X attraverso le relazioni delle visite apostoliche. ibid., 34 (1996), p. 591-615; R. AMADEI,Appunti sul Modemismo bergamasco, in Rivi­ sta di storia della Chiesa in Italia. 32 (1978), p. 382-414; IDEM. Alla conquista.... p. 267­ 276; IDEM. I Vescovi..., in Ritratti..., p. 186-187; G. VIAN. La riforma della Chiesa per la restaurazione cristiana della società. Le visite apostoliche delle diocesi e dei seminari d'I­ talia promosse durante il pontificato di Pio X (1903-1914). Italia sacra, 58-59. Roma 1998; L. FERRARI, La Gioventù Cattolica Italiana nella seconda fase della presidenza Perico­ li (1910-1921). in Rivista di storia e letteratura ... , 29(1992), p. 533-585; D. VENERUSO, L'azione sociale dei giovani cattolici italiani durante il pontificato di Pio X. in Bollettino dell' Archivio ... , 8 (1973). p. 70-97; IDEM, Don Giovanni Minzoni e la tradizione del cattolicesimo sociale: la Scuola di Bergamo. ibid., 19(1984), p. 131-140; F. MALGERI. Dal­ l'intransigentismo al cattolicesimo democratico: la presenza dei cattolici italiani nelle tra­ sformazioni politiche e sociali del Paese (1904-1922). ibid.• 30(1995), p. 87-115; G. BAT­ TELLI, Santa Sede e vescovi nello Stato unitario. Dal secondo Ottocento ai primi anni della Repubblica, in La Chiesa e il potere politico ... , p. 809-854; M. GUASCO, Lafor­ mazione del clero ... , ibid.• p. 681-698; D. MENOZZI, Tra riforma e restaurazione. Dalla crisi della società cristiana al mito della cristianità medievale( 1758-1848). ibid., p. 802-893; G. MICCOLI, "Vescovo e re" .... ibid., p. 883-928; L. FERRARI, Illaicato cattolico fra Otto e Novecento: dalle associazioni devozionali alle organizzazioni militanti di massa. ibid., p. 932-974; G. CAMPANINI. Correnti ideali e culturali nel movimento cattolico, in Dizionario storico del Movimento cattolico. Aggiornamento, 1980-1995, Torino 1997. p. 14-23; G. VIAN. La riforma.... I-II, o.c., G. P. FUMI, Le università dei contadini: le "colonie agri­ cole" in Italia tra metà Ottocento e primi anni del Novecento, in Bollettino dell'Archi­ vio ...• 26(1996). p. 334-396; M. BENIGNI - G. ZANCHI, Giovanni XXIII, Biografia uffi­ ciale a cura della diocesi di Bergamo, Presentazione di F. L. CAPOVILLA, ed. San Pao­ lo 2000; GIOVANNI XXIII Questa Chiesa che tanto amo Lettere ai Vescovi di Bergamo a cura di A. PESENTI. Edizioni San Paolo 2002.

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-'-----------­ RELAZIONE -

19 DICEMBRE 1906

RELAZIONE - 19 dicembre 1906 ACVB, Atti relativi alle visite ad Limina Questa relazione è stata presentata dal vescovo Radini Tedeschi alla congregazione del Concilio per il triennio 107°. Nella lettera alla diocesi "Già abbiamo fatto conoscere..." pubblìcata il 12-13 settembre 1906, egli aveva annunciato la visita ad Limina. Risulta difficile stabilire una con­ nessione tra le diverse date segnate nei documenti: la visita di mons. Radi­ ni alle basiliche patriarcali, 25 settembre 1906, la firma del documento, 19 dìcembre 1906, una dichiarazione del card. Vannutelli, 9 gennaio 1907. Il vescovo al ritorno in diocesi dopo la visita ad Limina e il viaggio in Ter­ ra Santa, inviò alla diocesi un' altra lettera pubblicata, come la preceden­ te, da L'Eco di Bergamo il 10-11 novembre 1906. L'esemplare originale della relazione non è conservato in ASV, S. C.

Conci/ii, Relationes Dioecesium, Bergomen., 123B, orig. Il testo qui pubblicato, custodito nel fondo della curia vescovile suin­ dìcato, è trascritto dalla copia in minuta che mons. Radini Tedeschi ha cor­ retto e rimaneggiato, su un canovaccio preparato da un officìale della curia vescovile, probabilmente il cancelliere mons. Vittorio Masoni. La rela­ zione è scritta su due quinterni (mm.31 x22) uniti fra loro da un filo. I fogli hanno le linee orizzontali, sono numerati retto e verso, rispettivamente da l a 20 e da 21 a 31, a eccezione di quelli che seguono dal capitolo IV in poi. Nella pubblicazione non sono state trascritte le frasi cancellate per la cor­ rezione introdotta dallo stesso mons. Radini. La relazione si conclude con la firma autografa del vescovo. Allegati ai fogli si trovano le due dichiarazioni rilascìate dalla congre­ gazione del Concilio, pure pubblicate.

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Relatio status Ecclesiae Bergo­ mensis quam sacrae Concilii Tri­ dentini congregationi exhibet /aco­ bus Maria Radini Tedeschi eiusdem

Relazione dello stato della Chie­ sa di Bergamo che Giacomo Maria Radini Tedeschi vescovo della Chiesa stessa, presenta alla sacra

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Ecclesiae episcopus pro triennio 107° expirato die 20 decembris 1906.

congregazione del Concilio per il triennio 107°, spirato il 20 dicembre 1906.

Libenter sacrae Tridentini con­ gregationi relationem de statu huius Bergomensis Ecclesiae pro trien­ nio 107°, id est pro annis 1904. 1905. 1906, pro meo munere exhi­ beo, hac prima vice a suscepta eiu­ sdem dioecesis gubernatione. Nihil enim mihi antiquius est quam Apo­ stolicae Sedis praescriptionibus obsecundare eique etiam, in tantis temporum difficultatibus et malis ea de hac dioecesi referre, quae for­ tasse non parum solatii afferre pos­ sunto Itaque relationem confecturus ad tramitem Benedectinae consti­ tutionis, sit :

Con piacere presento per mio dovere a questa congregazione del Concilio Tridentinola relazione sul­ lo stato della Chiesa di Bergamo per il triennio 107°, cioè gli anni 1904.1905.1906, questa prima vol­ ta da quando ho preso il governo della diocesi. Nulla vi è di più caro per me che assecondare le norme della Sede Apostolica e in così gra­ vi difficoltà dei tempi presenti e in tanti mali, riferire ad essa le noti­ zie sulla diocesi che forse possono portare un po' di consolazione. Perciò nel compilare la relazio­ ne a norma della istruzione Bene­ dettina, sia:

Caput I De statu Ecclesiae materiali

Capitolo I

Lo stato materiale della Chiesa

1 Ecclesia Bergomensis inter antiquissimas adnumeratur, eiusque initia ad Apostolorum usque tem­ pora pertrahuntur. 2 Dioecesis Bergomensis tri­ ginta circitermillia passuum in lati­ tudinem, fere quinquaginta in lon­ gitudinem patet. Ecclesiae Brixiensi ad orientem, Cremonensi ad meridiem, Medio­ lanensi partim, Novocomensi ad

l. La Chiesa di Bergamo viene considerata tra le antichissime e i suoi inizi si fanno risalire ai tempi degli Apostoli. 2. La diocesi di Bergamo si estende per circa 30mila passi in larghezza e per quasi 50mila in lun­ ghezza. Confina con la Chiesa di Bre­ scia a oriente, di Cremona a mez­ zogiorno, di Milano e di Como in

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DICEMBRE

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parte a occidente, e con quest' ulti­ ma è pure confinante a settentrio­ ne. 3. Il vescovo di Bergamo non si avvale di altre prerogative e privi­ legi eccetto quelli che per diritto canonico ordinario competono alle sedi vescovili. 4. Al vescovado di Bergamo è soggetta una città, 293 paesi o comunità (comuni). Tutti questi luo­ ghi risultano abitati da circa 430mila anime. 5. In città sorge la chiesa catte­ drale dedicata a S. Alessandro mar­ tire, vessillifero della legione Teba­ na, abbastanza ampia e provvista di tutto quanto occorre per le cele­ brazioni sacre con grande decoro. Tuttavia per la vetustà e l'ingiuria distruttrice del tempo poiché man­ cavano molte cose, mentre i sepol­ cri dei vescovi ivi collocati avevano bisogno di restauro, risultando inol­ tre non poco scarsa la solidità del­ le fondamenta e dei muri, la sicu­ rezza delle pareti, e la decorazione, cose alle quali non si era abbastan­ za provveduto, appena io presi il governo della diocesi, assecondati anche i voti dei canonici, raccolte le offerte in tutta la diocesi, fu mia premura metter mano immediata­ mente a tale opera, dopo aver isti­ tuito a tale scopo una commissio­ ne speciale alle dipendenze del vescovo, che sovrintendesse alle opere da attuare e raccogliesse le

occasum huic postremae etiam ad septentrionem finitima est. 3 Episcopatus Bergomen. nul­ lis praerogativis aut privilegiis praestat praeter ea, quae ad epi­ scopales sedes iure canonico com­ muni pertinent. 4 Episcopatui Bergomensi civitas una, pagi vero, seu commu­ nitates (comuni) ducentae nona­ ginta et tres sunt subiectae: quae omnia loca quatuorcentis triginta circiter animarum millibus con­ stant. 5 In civitate extat cathedralis ecclesia S. Alexandri martiris Teba­ nae legionis vexillifero dicata, satis ampla, atque iis omnibus instructa quae ad sacra litanda cum magno decore requiruntur. Attamen cum temporis vetustate et iniuria plura desiderarentur, et tum sepulchra episcoporum inibi posita restaura­ tione indigerent, tum infundamen­ tis et muris soliditas, et in parieti­ bus securitati, et ornatus non parum deficerent, ex quibus conve­ nienti decori non satis esse t provi­ sum, statim ac dioecesim hanc gubernandam suscepi, canonico­ rum etiam vota obsecundans, col­ lecta per totam dioecesim stipe, cura mihi fuit ut operi huic manus illico apponerentur, constituta ad hoc sub episcopi dependentia spe­ ciali commissione, quae rei perfi­ ciendae praeesset, etfidelium obla­ tiones colligeret.

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VISITE AD LIMINA

offerte dei fedeli. Il lavoro iniziato alacremente e col plauso dei cittadini, spero che verrà portato a termine al più presto. Sono addetti al servizio del coro della cattedrale 14 canonici bene­ ficiati, tre dei quali godono di una prebenda fiduciaria, ovvero segreta per il governo civile, e tra essi si trovano il canonico teologo e il penitenziere. Vi sono inoltre 12 cappellani, sei dei quali detti mansionari, noti pure all' autorità civile; gli altri sei godono di cappellanie o di giuspa­ tronato privato o fiduciario, ovve­ ro segreto. I canonici onorari sono solo ciqnue, unicamente della diocesi; intervengono solo alle funzioni solenni, senza alcuna distribuzione o diritto speciale. La collazione dei canonicati e delle cappellanie avviene secondo l'accordo stabilito nel 1903, per autorità della Santa Sede, tra il Capitolo e il Vescovo, con i decre­ ti della congregazione del Concilio, 16 maggio e 16 agosto 1903,4 gen­

Opus alacriter inceptum et ex parte civium plausu, confectum, spero fore ut, quam citius adfinem usque perducatur'. Servitio chori cathedralis qua­ tuordecim canonici beneficiarii addicti sunt: quorum tres praeben­ da potiunturfiduciaria, seu secreta coram civili gubernio, et inter eos canonicus theologus et poeniten­ tiarius adnumerantur. Duodecim insuper habentur cappellani, quorum sex mansiona­ rii dicuntur; et civili etiam auctori­ tati sunt noti; alii sex vero capella­ niis vel iurispatronatus privati vel fiduciariis seu secretis, potiuntur. Canonici ad honorem sunt quin­ que, ex sacerdotibus dioecesis tan­ tum, qui solemnibus dumtaxat inter­ sunt officiis, quin ulla distributio­ ne aut iure speciali potiuntur. Collatio canonicatuum et cap­ pellaniarum fit iuxta concordiam initam anno 1903 auctoritate Sane­ tae Sedis inter Capitulum et Epi­ scopum, ad tramitem decretorum istius sacrae congregationis sub diebus 16 maii et 16 augusti anni 1903, et diei 4 ianuarii 1904 dato­ rum reservationibus pontificiis',

l. Per il restauro della cattedrale e la sistemazione della cripta per le salme dei vescovi fu aperta una sottoscrizione; L'Eco di Bergamo 25-26 aprile, 25-26 novembre, 9-10 dicem­ bre 1905, e per la riapertura dopo il restauro cf. idem., 31 ott.-l nov. 1907. Nel gennaio 1909 le salme dei vescovi Speranza e Valsecchi furono riesumate rispet­ tivamente dal cimitero di Valtessee di S. Giorgio per la sepoltura nella nuova cripta; ibid., 28-29 gennaio. 2. Cf. relazione 1903 nota n. 1.

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6 Praeter ecclesiam cathedra­ lem nulla alia adest ecclesia colle­ giata. Attamen officium choralis residentiae, vel integrae vel diur­ nae tantum explent, in civitate sacerdotes addicti basilicae S. Mariae Maioris, et ecclesiis paro­ chialibus S. Alexandri in Columna et S. Alexandri ad Crucem, et sacel­ lo S. Ioannis Baptistae vulgo 'Cap­ pella Colleoni '; in dioecesi vero sacerdotes addicti ecclesiis paro­ chialibus locorum: Albino, Alzano Maggiore, Clusone et Romano. Quoad basilicam S. Mariae Maioris praedictam id etiam expo­ nendum mihi est eamdem haberi uti subtractam a iurisdictione episco­ pali, vi bullae Nicolai V pontificis maximi, incipientis Qui misericor­ diae, sub die pridie idus martii anni 1453 datae; ac proinde Consortium Misericordiae huius civitatis, cui praefata basilica regenda commis­ sa fuit, episcopo sese opponit quo­ minus eam visitet etiam auctoritate delegata a Sancta Sede in vim con­ cilii Tridentini. 7 In dioecesi Bergomensi sunt tercentae et quinquagintae eccle­ siae parochiales, quarum in urbe et suburbiis viginti extant. Hoc trien­ nio vertente nullae novae paroeciae erectae fuerunt. Modo tamen ad providendumfidelium saluti et sacri concilii Tridentini dispositionibus inhaerendo, actus instituuntur pro erectione duarum paroeciarum in

naio 1904, con le riserve pontificie. 6. Oltre la cattedrale, nessun'al­ tra chiesa collegiata esiste; tuttavia l' officio della residenza corale, o intera o solo diurna, viene effettua­ to in città dai sacerdoti addetti alla basilica di S. Maria Maggiore, e alle chiese parrocchiali di S. Ales­ sandro in Colonna e S. Alessandro della Croce, nonchè all'oratorio di S. Giovanni Battista, popolarmente detto cappella Colleoni, in diocesi poi dai sacerdoti addetti alle chiese parrocchiali di Albino, Alzano Maggiore, Clusone e Romano. Per quanto riguarda la basilica predetta di S. Maria Maggiore devo anche notare che essa è da ritenere come sottratta alla giurisdizione vescovile, in forza della bolla "Qui misericordiae" del sommo ponte­ fice Nicola V, promulgata i114 mar­ zo 1453. Pertanto il Consorzio del­ la Misericordia di questa città, al quale la predetta basilica è affida­ ta per l'amministrazione, si oppo­ ne al vescovo per la visita anche su autorità delegata della S. Sede in forza del concilio Tridentino. 7. In diocesi di Bergamo esisto­ no 350 chiese parrocchiali, 20 del­ le quali in città e nel suburbio. In questo triennio che volge al termi­ ne non sono state erette altre par­ rocchie nuove. Per provvedere alla salvezza dei fedeli e in conformità alle disposizioni del concilio Tri­ dentino, sono avviate le pratiche

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per l'istituzione di due nuove par­ rocchie in Valverde e a Cerro, la prima smembrata dalle parrocchie di S. Agata del Carmine, di Valtes­ se e Castagneta, l'altra dalla par­ rocchia di Bottanuco. Oltre le chiese esistenti nei monasteri e negli ospedali, si con­ tano in città altre 40 chiese, sussi­ diarie delle parrocchiali, nonchè oltre 20 oratori; in diocesi le chiese ovvero oratori aperti al culto pub­ blico sono circa oltre 650. Le chiese parrocchiali, le sussi­ diarie e gli oratori di città e diocesi, per lo più si distinguono per archi­ tettura e ornamenti, tra i quali si contano molti quadri e opere o monumenti di insigne scultura ese­ guiti con arte magistrale. Prima fra tutte è la cattedrale provvista di suppellettili assai pre­ ziose; molte delle altre chiese pos­ siedono quanto è necessario per la

locis Valverde et Cerro, prima a paroeciis S. Agathae in Carmelo et Vallis Tegetis et Castagnetae huius civitatis seiungenda', altera vero a paroecia loci Bottanuco huius dioe­ cesis'. Praeter ecclesias quae haben­ tur in monasteriis et hospitalibus numerantur: in civitate aliae qua­ draginta ecclesiae, parochialibus subsidiariae, nec non ultra viginti oratoria. In dioecesi vero ecclesiae vel oratoria publica cultui addicta quinquaginta circiter super sex­ centa sunto Ecclesiae parochiales subsidia­ riae atque oratoria urbis et dioe­ cesis plerumque renident structura et ornamentis: inter quae nume­ rantur plures tabulae pictae et ope­ ra seu monumenta insigni sculptu­ ra affabre perfecta. Cathedralis imprimis supellec­ tilibus admodum praetiosis est instructa: ex caeteris vero ecclesiis

3. La parrocchia di Valverde venne eretta il 24 maggio 1909 con decreto n. 1378. Fu nomi­ nato parroco don Giuseppe Moretti il 3 gennaio 1910. Nella parrocchia, smembrata da S. Agata del Carmine e da S. Rocco in Castagneta, si contavano 356 abitanti. La chie­ sa, dedicata a S. Maria Assunta, venne costruita su progetto di don Antonio Piccinelli e consacrata il 19 agosto 1922; ACVB,fascicoli parrocchiali, Valverde; L. PAGNONI, Le Chiese parrocchiali..., I, p. 79. 4. La parrocchia di Cerro venne eretta il 7 agosto 1907 con decreto n. 491. Fu nominato parroco don Giovanni Maffioletti il 29 settembre 1907. Nella parrocchia, smembrata da Bottanuco, si contavano 557 abitanti. La chiesa, dedicata alla Visitazione di Maria, fu consacrata ili ° ottobre 1921; ACVB,fascicoli parrocchiali, Cerro; L. PAGNONI, Le Chiese parrocchiali..., l, p. 300. Con decreto n02145 del l ° novembre 1908 fu eretta la parrocchia di Sogno, smern­ brata da Torre de'Busi.Vi fu nominato parroco don Felice Viganò; si contavano 583 fede­ li; ACVB,fascicoli parrocchiali, Torre de'Busi, Sogno.

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plures habent quantum ad divini cultus splendorem, reliquae quan­ tum ad decentiam saltem est neces­ sarium. Eadem cathedralis, et nonnul­ lae aliae ecclesiae parochiales, et aliquae etiam subsidiariae, reditus pro fabrica assignatos habent: cae­ terae oblationibus fidelium restau­ rantur in iisque sacra peraguntur. 8 Extant ea quae sequuntur virorum monasteria. Fratrum minorum S. Francisci Assisiensis, unum in loco qui dicitur Cividino, alte rum in loco Bacca­ nello. Fratrum capuccinorum in civi­ tate unum, in pago Albini alterum, et hospitium in pago Soveris. Clericorum regularium a Soma­ scha domus una in eodem pago Somaschae. Hisce monasteriis addendae sunt: domus quam patres Societatis Iesu habent in civitate prope eccle­ siam S. Georgii in qua ipsi patres functiones sacras peragunt et sacra­ menta administrant. Domus una in pago Martinen­ gi sacerdotum Sacra Familia nun­ cupatorum una cum fratribus lai­ cis, qui orphanis agricolis hospi­ tandis et educandis operam dant.

magnificenza del culto divino, le rimanenti almeno il necessario per il decoro. La cattedrale stessa e alcune altre chiese parrocchiali, e pure alcune sussidiarie, hanno redditi assegnati per la fabbrica, le altre sono restaurate con le offerte dei fedeli e in esse si celebrano fun­ zioni sacre. 8. Esistono questi monasteri di uomini: uno dei frati minori di S. Fran­ cesco d'Assisi a Cividino, un altro a Baccanello; uno dei cappuccini in città, un altro ad Albino, e un ospizio a Sovere; una casa dei chierici regolari di Somasca in Somasca stessa. A questi monasteri si devono aggiungere: una casa dei padri della Com­ pagnia di Gesù in città, vicina alla chiesa di S. Giorgio, in cui essi celebrano e amministrano i sacra­ menti. Una casa a Martinengo, dei sacerdoti della Sacra Famiglia, coi fratelli laici, che si prestano per ospitare e educare gli orfani (delle famiglie) agricole.

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AD LIMINA

Extant pariter quae hic recen­ sentur mulierum monasteria, omnia episcopali iurisdictioni subiecta, videlicet: Sanctimonialium sub regula S. Benedicti in civitate duo, sub regula S. Dominici unum in civita­ te, alterum in pago loci Azzano, sub regula S. Francisci unum clarissa­ rum in loco Boccaleone, alterum capuccinarum in pago loci Capria­ te, tertium Tertii ordinis S. Franci­ sci in oppido loci Zogno. Religiosarum vero mulierum a votis simplicibus domus multae, et opera quibus incumbunt pene innu­ mera.

Esistono inoltre questi mona­ steri di donne, tutti soggetti alla giu­ risdizione del vescovo: due in città delle monache di S. Benedetto, uno sotto la regola di S.Domenico in città, l'altro in

Azzano, uno sotto la regola di S.

Francesco, delle clarisse, a Bocca­

leone, un altro delle cappuccine a

Capriate e uno del Terz'Ordine di

S. Francesco a Zogno.

Esistono molte case delle reli­

giose coi voti semplici, e le attività

cui si applicano sono quasi senza numero: l le suore della Carità, dette del­ la ven. Capitanio, hanno nove case in città, in diocesi 26. 2le figlie della Carità (popolar­ mente dette Canossiane) tre case in città, quattro in diocesi. 3 Le figlie del S. Cuore di Gesù due case in città e due in diocesi. 4 Le suore cosiddette Orsoline, tre case in città, 18 nei paesi in dio­ cesi 5 Le figlie della Carità di S. Vincenzo de' Paoli, tre case in dio­ cesi. 6 Le ancelle della Carità quattro case in diocesi.

l. Sororum a Charitate quae vocantur della venerabile Capita­ nio domus habentur in civitate novem, in dioecesi sex super vigin­ ta. 2. Filiarum Charitatis (vuigo Canossiane) domus in civitate tres, in dioecesi quatuor. 3. Filiarum a Sacro Corde lesu domus duae in civitate, item duae in dioecesi. 4. Sororum vulgo Orsoline dic­ tarum domus tres in civitate, decem et octo in pagis dioeceseos. 5. Filiarum Charitatis a S. Vin­ centio a Paulo domus tres in dioe­ cesio 6. Ancillarum a Charitate domus quatuor in dioecesi.

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7. Sororum a S. Familia domus decem in dioecesi. 8. Sororum Boni Pastoris domus una in urbe. 9. Sororum delle Poverelle nun­ cupatarum domus sex, ex quibus duo in civitate, quatuor in pagis dioecesis. 10. Sororum a SS. Sacramento (sic) domus quatuor in civitate, in dioecesi. 11. Sororum vulgo 'Dame del S. Cuore' domus una in pago Villa D'Adda. 12. Pia rum matrum Nigritiae domus una in suburbio civitatis. 13. Sororum Sapientiae domus una in pago loci Gorno. 14. Sororum a S. Ursula, quae ab unione vocantur, domus una in suburbio civitatis loci Redona. 1n civitate et nonnullis dioece­ sis paroeciis adest etiam Societas Virginum a S. Angela Merici. 1tem in civitate, sive inter mares sive interfeminas, florent societates quae Conferenze di S. Vincenzo appellantur.

7 Le suore della S. Famiglia dieci case in diocesi. 8 Le suore del Buon Pastore una casa in città. 9 Le suore dette delle Poverel­ le, sei case, due in città e quattro in diocesi. lO Le suore del S.mo Sacra­ mento quattro case in città. Il Le suore dette Dame del S. Cuore, una casa in Villa D'Adda. 12 Le Pie Madri della Nigrizia una casa nel suburbio. 13 Le suore della Sapienza una casa a Gorno. 14 Le suore di S. Orsola, dette dell'Unione, una casa nel sobbor­ go, a Redona; in alcune parrocchie si trova anche la Compagnia delle Vergini di S. Angela Merici. In città fioriscono tra gli uomini e le donne anche le Società dette di S. Vincenzo de' Paoli.

9 1n urbe extat seminarium cle­ ricorum rnagnae amplitudinis aedi­ ficium, quod in melius augeri aptis constructionibus haud parvis con­ fectis, et pluribus prout temporum et mutatio exposcit additis, curavi, quin per hoc aliquid detrimenti seminarii administratio pateretur. Iamdiu institutum adiunctis qui­

9 In città esiste il seminario dei chierici, edificio di grande dimen­ sione, che ho cercato fosse ingran­ dito in meglio con costruzioni adat­ te, di non piccole strutture e aggiun­ te varie, come lo richiede la situa­ zione dei tempi con la premura che l'amministrazione del seminario non venisse danneggiata.

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VISITE AD LIMINA

busdam beneficiis simplicibus, fuit postea saeculo potissimum deci­ monono, a piis testatoribus auctum rusticis praediis, quae ab italico gubernio per notas leges fuerunt conversa in reditus publicos. Seminarii reditus, taxis et one­ ribus deductis ad It. Libellas 381m ascendunt, quarum 251millia et ultra clericis pauperioribus distribuuntur et cum reliquis adiunctis taxis quae a clericis melioris conditionis sol­ vuntur, moderatorum, magistrorum et ministrorum stipendiis et sub­ stentationi providetur. Quare opus non est instituere taxam de qua Tridentina sinodus (sess. 24 c. 18). In seminario etiam elapso trien­ nio alumni nume rum 400 seu 390, tercenti nonaginta circiter, attige­ runt, quibus addendi sunt quadra­ ginta sex circiter qui in ephebeis, alumnis praefecti, eorumdem custo­ diae et disciplinae invigilant, et alii duodecim qui Romae in pontificio seminario Romano expensis legati seu collegio Cerasolii, uno excepto, aluntur et studiis sacrae theologiae incumbunt, sed etiam iuris canoni­ ci et philosophiae, nec non duo ad exteras regiones missi, ut in spe­ ciali scientia sociali et biblica peri­ tiores evadant. Alumni seminarii annis elapsis et iam a plurimo tempo re ab initio mensis iulii ad mensem novembrem ad suam quisque domum pro feriis

Già da tempo fondato e provvi­ sto di alcuni benefici semplici, spe­ cie nel secolo decimonono fu dota­ to da pii testatori di fondi rustici, convertiti in redditi pubblici dal governo italiano per le note leggi. I proventi del seminario, dedot­ te tasse e oneri, ascendono a lire italiane 38 mila, di cui 25 mila e oltre sono distribuiti ai chierici più poveri; con il resto, aggiunte le ret­ te pagate dai chierici di condizio­ ne più agiata, si provvede al sosten­ tamento e agli stipendi dei supe­ riori, professori e domestici. Non occorre quindi istituire la tassa di cui il sinodo Tridentino (sess. 24 c.l8). Anche nello scorso triennio il numero degli alunni ha toccato le 400 unità, ossia 390, ai quali devo­ no aggiungersi circa 46 prefetti degli alunni nei collegi, che vigila­ no sulla loro condotta e custodia, e altri 12 che sono mantenuti a spese del legato o collegio Cerasoli a Roma nel Pontificio Seminario Romano, tranne uno, impegnati nel­ lo studio della sacra teologia, o anche del diritto canonico e della filosofia; nonchè altri due inviati all'estero, per specializzarsi nella scienza sociale e nella sacra scrit­ tura. Gli alunni del seminario negli scorsi anni, e già da molto tempo, andavano alle loro case per il perio­ do delle ferie dall'inizio di luglio

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sino a novembre e inoltre per 15 giorni e più per le vacanze pasqua­ li. Appena questa diocesi mi fu affidata dal santissimo signore no­ stro Pio X, ho cominciato a pensa­ re seriamente di abolire le vacanze pasquali e diminuire il tempo delle ferie autunnali, per gli alunni di teo­ logia e filosofia. La decisione mi è stata favore­ vole, e già da due anni gli alunni del seminario, senza aggravio delle spese, vivono sotto la disciplina del seminario da novembre a settem­ bre, e ritornano alle loro case solo per un mese e mezzo per le ferie autunnali; da ciò ne deriva un gran­ de beneficio sia per la disciplina sia per la scienza, come pure per le energie fisiche dei chierici. Questo ho potuto più facilmen­ te realizzare perché era pronto il collegio vescovile di Celana, vuoto per le ferie d'autunno, assai adatto a tale scopo sia per l'ampiezza del­ l'edificio, che per la bellezza del luogo e la salubrità dell'aria. Là quindi si recano dopo il 21 luglio sino al 20 settembre i chie­ rici suddetti di teologia, filosofia e retorica, assai volentieri e con la soddisfazione di tutti i loro parenti.

se se conferebant, ac etiam, per quindecim et ultra dies, feriis paschalibus. Statim ac dioecesis haec regen­ da mihi a sanctissimo domino nostro Pio papa X commissa fuit, serio cogitare coepi de abolendis [eriis paschalibus et de minuendo tempore feriarum autumnalium pro iis alumnis qui scholis theologiae et philosophiae sunt addicti. Res bene mihi cessit et iam a duobus annis alumni seminarii, quin maioribus graventur expensis, a mense novembris ad medium mensem septembrem sub seminarii disciplina vivunt, et nonnisi per unum mensem cum dimidio pro feriis autumnalibus ad suas domus redeunt. Unde magnum iuvamen tum disciplinae et scientiae, tum etiam corporis viribus clericorum advenit. Id autemfacilius mihi con­ tigit, ex quo in promptu erat epi­ scopale ephaebeum loci Celana quod feriis autumnalibus alumnis vacat, et ad rem, sive amplitudine aedificii; sive loci venustate et aeris salubritate, summopere est aptum. Quapropter inibi post diem vige­ simam mensis iulii usque ad diem vigesimam mensis septembris, pro [eriis, clerici supradicti, theologiae, philosophiae et rethoricae libentis­ sime, et parentum omnium eorum satisfactione se conferunt', 5.

Cf. C. PATELLI, Uomini..., p. 94-100. Sul seminario e sui chierici il discorso verrà ripreso piti oltre. Pio X dopo aver dato

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Caput II De Episcopo l. Residentiae praeceptum a sacris canonibus, concilio Triden­ tino et constitutione Urbana impo­ situm adimplevi. Attamen, cum beneplacito sanctissimi domini nostri Pii papae X, a dioecesi abfui anno 1905 per unum mensem cau­ sa conventus Eucharistici Romae celebrati et peregrinationis ad sane­ tuarium Beatae Yirginis de Lour­ des in Galliis, anno vero 1906 per duos fere menses pro sacra visita­ tione ad Limina Apostolorum et pro peregrinatione ad Loca Sancta'.

Capitolo II Il Vescovo 1 Ho adempiuto il precetto del­ la residenza imposto dai sacri cano­ ni, dal concilio Tridentino e dalla costituzione Urbana. Tuttavia col beneplacito del santissimo signor nostro papa Pio X, sono stato assen­ te dalla diocesi nel 1905 per un mese a causa del convegno eucari­ stico celebrato a Roma e per il pel­ legrinaggio al santuario della Bea­ ta Vergine a Lourdes in Francia, nel 1906 quasi due mesi per la visita ai Limini degli Apostoli e il pellegri­ naggio in Terra Santa.

nonne per lo studio della Bibbia con la lettera apostolica "Quoniam in re biblica" 27 marzo 1906, provvide anche a richiamare i chierici sul dovere della disciplina e dell' ubbidienza con l'enciclica "Pieni l'animo" 28 luglio 1906. La già citata enciclica "Pascendi" delineava con le altre costituzioni i provvedimenti che diventavano una restaurazione antimodernistica nelle diocesi e nei seminari: la scelta inequivocabile del­ la filosofia scolastica per gli studi teologici, i caratteri distintivi dei professori per la con­ ferma o l'allontanamento dai seminari (critica alla scolastica, disobbedienza all'auto­ rità, modernità nelle materie sacre e profane, preferenza degli studi profani su quelli sacri), la censura sulla stampa, il rinvio sine die dei congressi di sacerdoti, l' istituzio­ ne di un consiglio di vigilanza da riunirsi ogni due mesi sotto la presidenza del vesco­ vo per osservare lo svolgersi dell' errore modemistico, la relazione periodica alla S. Sede su diocesi e seminari. Il motu proprio "Sacrorum Antistitum" 8 settembre 1910, impo­ se il giuramento antimodernistico ai professori dei seminari e ai chierici promovendi agli ordini sacri. Osserva Bello' che "dopo gli interventi di Pio X, fu difficile riscontrare nei seminari italiani un orientamento d'innovazione culturale che non fosse estremamen­ te controllata"; C. BELLO', Società ..., p. 85-88, citazione p. 86; M. GUASCO, La for­ mazione del clero ... , in La Chiesa e il potere politico..., p. 649-689, dal modello di S. Carlo proposto ai chierici, ad altri modelli emersi durante il pontificato di Leone XIII, come Rosmini, Curci, Fani, Murri; Mons. Radini chiese istruzioni alla Segreteria di Stato sul progetto di una Bibliotheca Capitularis Italica; ASV, S. S. Ep. Mod.. 1913, R. 3 F. I f. 41r-44v, 28 gennaio 1913; egli fece omaggio a Pio X di alcuni opuscoli atti a favorire la pietà del clero e promuovere un'azione concorde per l'insegnamento della religione; 1914, R. ID F. 35 f. 16r, 9 giugno 1914. 6. Mons. Radini andò nel maggio 1905 a Lourdes come accompagnatore ufficiale del pellegrinaggio nazionale con 450 pellegrini di cui 60 bergamaschi. Egli inviò per l'oc­ casione alla diocesi la lettera "Dopo le accoglienze festose..." 24 aprile. Vi ritornò nel settembre 1908, nell'aprile 1911 e 1912, nell' agosto 1913. Effettuò il viaggio in Ter­

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2 Ho iniziato la sacra visita pastorale coi solenni riti in catte­ drale 1'8 dicembre 1905 e l'ho con­ tinuata per tutto il 1906 visitando circa 125 parrocchie, parte in città e parte in diocesi, due monasteri di monache, cioè di S. Benedetto e delle suore del S. Cuor di Gesù, e inoltre ho incominciato la visita del seminario.

2. Sacrae pastorali visitationi solemnibus ritibus in cathedrali ecclesia die 8 decembris anno 1905 initium feci', eamque prosecutus sum per totum annum 1906 perlu­ strans centum viginti quinque cir­ citer paroecias, partim in civitate, partim in dioecesi, et duo monaste­ ria monialium scilicet S. Benedicti et sororum a S. Corde Iesu, nec non seminarii visitationem incepi'.

ra Santa nel 1904 e nel 1906. Sul pellegrinaggio in Terra Santa mons. Radini dette notizia nella lettera "Da qualche tempo già avremmo voluto..." 15 agosto 1906, e al suo rientro inviò un messaggio alla diocesi con la lettera "Tornati appena in Italia dallun­ go pellegrinaggio ai Luoghi Santi..." 6 novembre; ACVB, Lettere pastorali Libro n° 13; L'Eco di Bergamo 3-4, 5-6 maggio 1905; Un'eco particolare lasciò il pellegrinaggio a Lourdes del 27 aprile 1911, per la guarigione prodigiosa di Giovanni Foresti, da Brem­ bate Sotto, d'anni 32, affetto da cancrena frontale per una caduta dalla bicicletta. Vi fu polemica con L'Eco di Bergamo per il mancato rilievo al singolare avvenimento; ibid., 11-12 maggio, 29-30 maggio, 22-23 giugno 1911. A. RONCALLI, Mons. Giacomo Maria Radini..., p.23-25; E. CAMOZZI, Diario..., II, p.1490. 7. Mons. Radini aveva annunciato alla diocesi la visita pastorale con la lettera "È venu­ to ormai il tempo ..." 4 ottobre 1905, e allegava in appendice una serie di avvertimen­ ti e quesiti sulla predicazione, la visita, il sinodo e il clero. Il 1° novembre veniva invia­ to il Questionario per la sacra visita pastorale, con 29 paragrafi, che riprendeva in parte, con alcune variazioni, quello di mons. Speranza e mons. Guindani; ACVB, Visi­ ta Radini T., 136 (1905) Capitolo, cattedrale, Carmine, S. Andrea, S. Alessandro in Colonna, S. Alessandro della Croce, S. Grata; G. BATTELLI, Un Pastore..., p. 324 con le osservazioni desunte dal confronto dei questionari inviati per le visite pastorali dei vescovi Speranza e Guindani. 8. Mons. Radini Tedeschi visitò i conventi di S. Grata e S. Benedetto, poi di Matris Domi­ ni. A febbraio si recò nelle parrocchie della vicaria di Seriate, a Ossanesga, Rosciano e Locate, a marzo proseguì per Fara Olivana, Romano, Piazza Brembana, Mozzo, Pre­ sezzo, ad aprile a Villa d'Almè, a maggio per Averara, Bianzano, S. Felice al Lago, a giugno per S. Brigida, Cassiglio, amica, Sottochiesa, Strozza, a luglio per Valnegra, Ron­ cobello, Piazzolo, Bordogna, Serina, ad agosto per Bagnella. Visitò anche Trescore, Gandino, Almenno S. Bartolomeo, Boccaleone e S. Maria delle Grazie; ACVB, Visita Radini T., 137(1906-1907) S. Catterina (2a parte), S. Anna, S. Maria Grazie, suburbane, vicaria Almenno (ms), ff. lr-850v; 141 (1906-1908) vicarie Gandino, Ghisalba, Lal­ lio, Mologno (ms), ff. Ir-666v; 142 (1906-1907) vicarie Mornico, Nembro Pontida (ms), ff. Ir-768v; 143 (1906-1908) vicarie Predore, Rota Fuori, S. Brigida, S. Gio­ vanni Bianco (ms), ff. lr-755v; 144 (1906-1908) vicarie Piazza Brembana, Scano al Brembo, Selvino, Seriate, (ms), ff. Ir-758v; 145 (1906-1908) vicarie Serina, Solto, Sottochiesa, Spirano (ms), ff.1r-653v; 146 (1906-1908) vicarie Telgate, Temo d'Isola (ms), ff. lr-464v; 147(1907) vicaria Verdello (ms), ff. Ir-; 148 (1906-1907) vicarie

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VISITE AD LIMINA

Nel prossimo anno 1907 con l'aiuto di Dio visiterò circa 140 par­ rocchie, così che nel successivo anno 1908 ultimerò la visita a tutte le altre parrocchie rimaste e tutti i monasteri, in modo che possa in seguito convocare il sinodo dioce­ sano che manca già da quasi 200 anni. 3 Ho tenuto personalmente le sacre ordinazioni nei tempi stabili­ ti dal diritto e anche fuori dai tem­ pi per indulto pontificio, tranne una compiuta dall'ausiliare dell' arcive­ scovo di Milano, il rev.mo e ilI.mo signor vescovo titolare di Famago­ sta. Ho amministrato il sacramento della cresima nella visita pastorale e nelle parrocchie ogniqualvolta necessario, e anche nell' oratorio del palazzo vescovile, nonchè in cattedrale nel secondo giorno della festa di Pentecoste e anche nelle case private agli infermi.

Proximo anno 1907, Deo adiu­ vante, centum et quadraginta cir­ citer paroecias visitabo, ita ut anno insequenti 1908 ad finem usque illam perducam, visitando ceteras omnes paroecias quae superfue­ rint, et omnia monasteria, ita ut possim deinceps cogere dioecesa­ nam sinodum iam a fere ducentis annis desideratam. 3 Sacras ordinationes a iure statutis temporibus et etiam extra tempora pontificio indulto obtento, per me explevi, una excepta, quae a reverendissimo et illustrissimo domino, domino episcopo titulari Famagustae, Mediolanensis archie­ piscopi auxiliari peracta fuit'. Confirmationis sacramentum in pastorali visitatione, et quoties praeterea opus fuit sive in paroe­ ciis, sive in sacello episcopalis palatii, necnon in cathedrali alte­ ro die festo Pentecostes, ac etiam privatis in domibus infirmis, admi­ nistravi.

Villa d'Almé, Vilminore, Zogno (ms), ff. lr-662(bis); 149 (1906-1907) monasteri (ms), ff. lr-520v; 150, Decreti n. 1-200 (ms), ff. lr-446; 151, Decreti n. 201-433 (ms), ff. Ir­ 489v; 152, Preliminari, relazione storica (ms), ff. lr-674v; 153, Decreti di visita-rispo­ ste al questionario; A. RONCALLI, Mons. Giacomo Maria Radini...• p. 33-34. 215-232; G. BATTELLI, Un Pastore ..., p. 289-298; E. CAMOZZI. Diario... , II. p. 1126-1132.

9. Mons. Angelo Maria Meraviglia Mantegazza nacque a Milano il IO aprile 1837; ordi­ nato sacerdote il 2 giugno 1860, fu coadiutore sussidiario di S. Alessandro. sua par­ rocchia natale, e nel contempo addetto alla segreteria della curia arcivescovile. Dopo l'onorificenza di canonico onorario della metropolitana nel 1874. ebbe l'incari­ co di prevosto degli oblati, provicario generale nel 1888, e poco dopo di vicario gene­ rale. Alla morte dell' arcivescovo Calabiana fu eletto vicario capitolare, e venne indi­ cato come uno dei suoi possibili successori. Eletto vescovo ausiliare con la sede tito­ lare di Samien .• 1894, poi di Famagosta fu consacrato a Roma dal card. Ferrari. Mons. Mantegazza godette di notevole prestigio, anche per le vicende dell' ultimo decennio nella diocesi di Milano. Mori il 26 settembre 1902; Hierarchia Catholica..., VIII. p. 268, 496; C. SNIDER, Gli ultimi... , p. 177.

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19 DICEMBRE 1906 4 Appena ultimata la visita pastorale ho stabilito di celebrare, con l'aiuto di Dio, il sinodo dioce­ sano. 5 Annuncio sempre la Parola di Dio nella visita pastorale non una sola volta per il bene e il vantaggio dei fedeli, in ogni parrocchia, e anche in cattedrale, nelle solennità annuali maggiori e nelle altre chie­ se cogliendo le occasioni varie, e specialmente nel seminario dei chierici. 6 Non v' è alcun depositario per custodire le pene e le multe pecu­ niarie; esse infatti non sono più in uso. 7. Le tasse nella cancelleria vescovile sono quelle per le curie vescovili della provincia di Lom­ bardia, approvate con rescritto del­ la sacra congregazione il 17 novem­ bre 1907, N. 50712. Poiché in questi nostri tempi sembra sia di non poca utilità che alcuni del clero si distinguano in alcune scienze speciali, non solo teologiche e bibliche, ma anche sto­ riche, lingue straniere, scienze sociali, paleografia, e altre simili, ho chiesto alla confraternita dei Bergamaschiin Roma che, con l'in­ dulto apostolico, dai redditi del legato Cerasoli, di cui ha l'ammi­ nistrazione, volesse assegnare a tale scopo una certa somma. Il che, con l'aiuto di Dio, mi è favorevolmen­ te avvenuto. Infatti per benignità

4. Sinodum dioecesanam sta­ tim ac pastoralem visitationem compleverim, Deo adiuvante, cele­ brare statui. 5. Verbum Dei in sacra visita­ tione pastorali semper, non una vice et pro fidelium utilitate et opportu­ nitate, in qualibet paroecia, annun­ tiavi ac etiam in ecclesia cathedra­ li maioribus recurrentibus per annum solemnitatibus et frequen­ ter, opportuna capta occasione in aliis ecclesiis et praesertim in cle­ ricorum seminario. 6. Nullus adest depositarius pro custodiendis poenis et mulctis pecu­ niariis, hae enim non amplius sunt in usu. 7. Taxae quae in cancellaria episcopali eae sunt quae pro curiis episcopalibus provinciae Longo­ bardiae adprobatae fuerunt per venerandum rescriptum istius sacrae congregationis diei XVII novembris 1902 N. 50712. Cum autem nostris hisce tem­ poribus haud parum utilitatis con­ ferre videatur; quosdam e clero spe­ cialibus quibusdam scientiis, non modo theologicis et biblicis, sed historicis vellinguarum exterarum, vel socialibus, vel paleographicis, aliisque similibus, eminere, apud confratriam Bergomensium Romae degentem quaesivi, ut, pontificia dispensatione accedente, ex reddi­ tibus legati Cerasolii, cuius penes ipsam est administratio, certam

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------------------VISITE AD LIMINA

del sommo pontefice e a spese del­

la detta confraternita, è possibie

mandare due novelli sacerdoti dota­

ti di intelligenza non comune e for­

niti di una lodevole maturità nella

dottrina ortodossa.

Di conseguenza ho inviato nello

scorso anno un sacerdote all' uni­

versità di Lovanio, per imparare in

modo più completo e utile storia e sociologia, l'altro recentemente è partito per Beirut, all'università dei Gesuiti, per apprendere la bibbia e le lingue orientali. In un biennio sarà possibile

summam ad id assignare vellet. Quod mihi, Deo favente, feliciter accidit. Nam summi pontificis beni­ gnitate et dictae confratriae expen­ sis, duos neosacerdotes, speciali ingenio orthodoxae doctrinae lau­ de et maturitate praeditos, ad cele­ bratas exterorum regionum univer­ sitates miuere fas est. Quapropter, anno nuper elapso, unum ad universitatem Lovanien­ sem misi ad scientiam historicam et socialem plenius et fructuose adi­ piscendam'", et alter nuperrime ad orientales linguas et biblicam rem addiscendam Beyrouth, in univer­ sitatem Iesuitarum perrexit". Bien­

lO. L'invio di chierici o di giovani sacerdoti a Roma o all' estero per ragioni di studio non trovava unanimi i vescovi, alcuni dei quali preferivano la continuazione degli studi in diocesi; G. BATfELLI, Santa Sede e Vescovi nello Stato unitario Dal secondo Ottocento ai primi anni della Repubblica, in Chiesa e potere politico ... , p. 804- 854. Angelo Pedrinelli nacque a Ciserano l' 11 luglio 1882. Ordinato sacerdote il 25 luglio 1905, alun­ no del seminario Romano e poi dell' università di Lovanio, al suo ritorno in diocesi fu docente in seminario dal 1907 al 1910. Il suo mandato durò poco tempo, sia per le innovazioni in materia di studi da lui introdotte rapidamente e forse senza alcuna pre­ parazione adeguata per gli allievi, si nutrivano sospetti di aperture al modernismo, sia per i rapporti col rettore don Davide Re, il quale veniva contrastato da un gruppo inter­ no di professori, cui don Pedrinelli s'era associato. A ciò si aggiungano i suoi rappor­ ti piuttosto superficiali col vescovo, al quale aveva poi inviato una lettera di scuse. Abbandonato il seminario, svolse l'incarico di cappellano a Ciserano dal 1910 al 1911. Di fronte alla possibilità offertagli da mons. Radini di lavorare per la pubblicazione degli Atti della visita di S. Carlo Borromeo, egli preferì optare per l'insegnamento nelle scuole elementari del suo paese, alfine di poter meglio aiutare la sua famiglia composta da numerosi fratelli. Il vescovo gli propose allora l'incarico di archivista in curia con Lire 800 mensili e una cappellania. Don Pedrinelli scelse la parrocchia di Carvico, che resse sino alla morte, avvenuta il 17 giugno 1960; ACVB, Fondo Radini Redeschi, Rac. l, Questione professori seminario, lettere; La Vita diocesana, T. LI (1960), p. 307; Don Angelo Pedrinelli parroco di Carvico, Bergamo 1960; C. PATEL­ LI, Uomini..., p.99; R. AMADEI, Appunti... p. 382 passim; IDEM, Alla conquista..., p. 270; G. BATTELLI, Un Pastore..., p. 331, 372-375, 396, 402, 410, 421, 424-426; P. A. GIOS, Nicolò Rezzara ..., p. 594; E. CAMOZZI, Diario ..., I,p.891 ;II, p. 1115-1116. Il. Il 20 agosto 1906 il rettore del seminario di Bergamo, don Davide Re, trasmise la domanda del vescovo per l'ammissione di don Giuseppe Moioli all'università S. Giu­ seppe della Compagnia di Gesù a Beirut. Don Giuseppe era nato a Martinengo il 24 gen­

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godere di questa grazia di ambedue e degli altri, e pertanto non dubito che ciò darà nuovo decoro e van­ taggio al clero, utilità non piccola alla diocesi. 8 Nulla v'è in diocesi di parti­ colare o di speciale che si oppon­ ga all' esercizio dell' ufficio vesco­ vile o alla difesa della libertà e inco­ lumità ecclesiastica. 9 In breve dirò quanto ho fatto e intrapreso per il bene di questa mia carissima diocesi in questi due anni non ancora finiti in cui l'ho governata. Ho curato di por mano al restau­ ro della cattedrale, come già espo­ sto.

nio autem utrique, caeterisque dein­ ceps, hac gratia gaudere licebit; ex quo et clero novum decus et profec­ tum, atque dioecesi utilitatem non exiguam promanare non ambigo. 8. Nihil est in dioecesi specia­ le et proprium. quod obsit exerci­ tio episcopalis officii vel tuendae libertati et incolumitati ecclesia­ rum. 9. Quid fecerim, quidque pro bono huius mihi dilectissimae dioe­ cesis molitus sim duobus hisce annis, nondum expletis, quibus eidem praesum breviter dicam. Curavi ut restaurationi eccle­ siae cathedralis manus apponeren­ tur prout supra exposui. Seminarium novis aulis aedifi­ catis, quarum maxima erat neces­ sitas, amplificatumfuit, aliaque plu­

naio 1881 da Battista e Santina Plebani. Allievo del seminario diocesano e alunno del collegio Cerasoli a Roma nel 1901, era stato ordinato sacerdote nella basilica Latera­ nense il 22 aprile 1905 dal cardinal Respighi. Il 31 agosto 1906 don Moioli era stato accettato dal rettore della suddetta università a Beirut per i corsi della facoltà Orienta­ le (lingue, archeologia, storia, geografia, istituzioni d'Oriente). 1122 ottobre don Re rin­ graziava a nome del vescovo, presentando ufficialmente il candidato. Don Moioli arrivò a Beirut il l" dicembre 1906 e vi rimase sino al 29 giugno 1907. Si assentò due volte per escursioni in Terra Santa, dal 28 marzo al 15 aprile 1907 in Galilea, dal 30 giu­ gno al 22 luglio per conto proprio. Con una lettera del 25 agosto 1907 fu data comu­ nicazione all' università che mons. Radini aveva ottenuto per don Moioli un posto all'istituto Biblico dei Domenicani a Gerusalemme. Egli ringraziava per l'accoglienza ricevuta a Beirut e chiedeva il conto per il saldo delle spese. Il prof. don Moioli rien­ trato in diocesi, ebbe l'incarico di docente di sacra scrittura, ebraico, greco biblico e francese in seminario nell' anno 1908-1909.Sospettato di modernismo, venne allontanato e nominato arciprete di Endine il 28 novembre 1910, prevosto di Trescore Balneario il 5 luglio 1921, con l'incarico di esaminatore prosinodale. Don Moioli morì il21 mar­ zo 1947. Sono grato a padre Sami Kuri, s.j., docente dell'Università S. Giuseppe di Beirut, per alcune notizie biografiche fornitemi; G. MOIOLI, Un parroco modello: don Giuseppe Moioli prevosto di Trescore Balneario (Bergamo), Roma 1948; B. HECHI­ CH, Giuseppe Moioli e il Modernismo, Roma 1972; C. PATELLI, Uomini..., p. 99; R. AMADEI, Appunti... , p. 382 passim; G. BATTELLI, Un Pastore..., p. 359, 371-375, 403, 420-425, 430.

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È stato ampliato il seminario con la costruzione di nuove aule di cui v'era necessità massima, e con tutte le forze ho realizzato altre cose migliorando le. Ho costruito dalle fondamenta il palazzo vescovile, parte a mie spese, parte con offerte ricevute, parte coi proventi pubblici e segre­ ti della mensa vescovile con l'in­ dulto pontificio. Sono stati trasfe­ riti gli uffici della curia da stanze insalubri e inadatte nell' antica resi­ denza vescovile, restaurata apposi­ tamente per tale scopo. Ho ripristinato le congregazioni per i casi di coscienza e per il ritiro spirituale mensile dei sacerdoti, alquanto dimenticate in città. Al cle­ ro della diocesi non solo ho racco­ mandato ma ho preso a cuore che tale ritiro si svoglesse, come con mia gioia confermo e testimonio fedelmente nella maggior parte dei vicariati foranei, e in città inoltre avviene con la mia partecipazione. Ho provveduto che sia in semi­ nario sia per i sacerdoti si tenesse­ ro gli esercizi spirituali, e mancan­ do una casa adatta allo scopo, ho

ra in eo meliorando totis viribus contuli. Episcopale palatium ab imis fundamentis excitavi partim meis sumptibus, partim oblationibus acceptis, partim ex secretis et publi­ cis mensa e bonis, pontificia acce­ dente dispensatione, translatis curiae officiis ab aulis inoportunis et insalubribus in antiqua episco­ palis palatii cubicula, ad rem apte instaurata". Congregationes pro conscien­ tiae casibus et pro menstrua sacer­ dotum recollectione, aliquantulum obliteratas in civitate, restitui; et clero dioecesis non modo commen­ davi sed ut dieta recollectio habe­ retur curavi, quod iam in pluribus vicariatibus foraneis fideliter fieri gaudeo et testor; in civitate autem, me semper adstante, fit. Semel quolibet anno, 1905 et 1906, vicarios foraneos dioeceseos et parochos civitatis, omnes simul accivi ut una mecum quid de diver­ sis negotiis totam dioecesim respi­ cientibus statuendum foret edice­ rent. Spiritualia exercitia tum in semi-

12. Nella lettera pastorale "Tornati ormai stabilmente nella nostra cara diocesi ..." 29 giu­ gno 1905, mons. Radini aveva comunicato a clero e fedeli i suoi progetti sul semina­ rio, sulla cattedrale, sulla curia e sulla sede vescovile. Il palazzo vescovile fu progettato dall'ingegnere Cesare Nava di Milano e dall'architetto Aristide Leonori di Roma; ACVB, Lettere Pastorali Libro n° 13; Curia Vescovile di Bergamo, Ufficio Arte sacra, E. FORNONI, Storia di Bergamo (ms), V, 1847-1925, ff. 171-181 con ampia docu­ mentazione storica sui Palazzi del Vescovo; A. RONCALLI, Mons. Giacomo Maria Radini..., p. 34-35; G. BAITELLI, Un Pastore... , p. 319; R. AMADEI, Le vicende ..., p.96-99.

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-19 DICEMBRE 1906 deciso di edificarne una nuova il prossimo anno, ampia a sufficienza e in luogo idoneo, con i consigli ricevuti e la speciale benedizione per tale iniziativa del sommo pon­ tefice. Una volta all'anno, nel 1905 e 1906, ho chiamato i vicari fora­ nei della diocesi e i parroci della città per discutere insieme sui vari problemi della diocesi e per sentire da loro che cosa era opportuno decidere.

nario tum etiam pro sacerdotibus haberi fideliter curavi; ac cum apta ad id domus deficiat, proximo anno novam domum satis amplam et opportuno loco aedificare statui, ad id a summo pontifice speciali benedictione et consiliis susceptis. Normas et regulas pro Motu Proprio sanctissimi domini nostri Pii papae X J3 super musica et can-

13. Pio X (al secolo Giuseppe Melchiorre Sarto) nacque a Riese il2 giugno 1835. Entrò in seminario a Padova nel 1850; ordinato sacerdote il 18 settembre 1858, iniziò il suo ministero nella parrocchia di Tombolo e nel 1867 fu nominato arciprete di Salzano. Gli venne affidato in seguito l'incarico di cancelliere vescovile in curia e di direttore spi­ rituale nel seminario diocesano. Nel 1884 fu eletto vescovo di Mantova, cardinale patriarca di Venezia nel 1893. Nel conclave del 1903, il4 agosto, il card. Sarto fu eiet­ to al sommo pontificato. Il suo programma si svolse tutto nelle direttive di S. Paolo: restaurare ogni cosa in Cristo, perché Cristo sia tutto in tutti (E supremi apostolatus). Egli era chiamato a confrontarsi con il Rosmini Delle cinque piaghe, col Gioberti Del primato e del Gesuita moderno, con il Tommaseo e il suo progetto ierocratico che si accostava al tradizionalismo. Inoltre dopo la prima fase del neo-tomismo italiano, 1800-1891, con prevalenti preoccupazioni metafisiche e gnoseologiche, con limitati interessi alle problematiche politico-sociali, Pio X dopo la Rerum novarum trovava la seconda fase dei neo-tomisti italiani, Murri, Sturzo e Toniolo, impegnati fortemen­ te nel sociale. Con quel principio, annunciato nella sua prima enciclica, Pio X svolse un intenso e santo ministero, prendendo provvedimenti che hanno segnato la storia della Chiesa, come la condanna del modemismo e la riforma della curia romana. Nel­ la denuncia del male e nel rinnovamento spirituale di Pio X operarono, osserva Snider, una chiusura verso il futuro, una restaurazione di principi decaduti o abbandonati, un ripristino di strutture sociali e religiose in crisi. Osserva Snider nel suo magistrale con­ fronto del card. Ferrari con papa Sarto, che egli, suddito fino a 31 anni dell' impero austriaco, non poteva sentirsi estraneo ai problemi religiosi e politici del Risorgimen­ to italiano, per approvare quindi, senza ostentazione, il processo unitario. Questa com­ prensione non attutì nel futuro papa la coscienza di dover rivendicare la sovrana libertà del sommo pontefice. Divennero termini di confronto nel conflitto tra Chiesa e mondo per papa Sarto non la perdita dello stato pontificio, ma la diminuita intensità della vita religiosa, che si allontanava da quella delle popolazioni rurali che l'avevano visto cre­ scere e poi impegnarsi nel ministero. Alcune riforme di Pio X si riconducono al con­ cilio di Trento, quella del canto e della musica sacra (motu proprio Tra le sollecitudi­ ni, 22 nov. 1903), dei seminari (16 gennaio 1905), del matrimonio (congr. del Conci­ lio decreto Ne temere, 2 agosto 1907), dell'età per la prima Comunione (cong. dei Sacramenti decreto Quam singulari, 8 agosto 1910), della codificazione del diritto canonico (motu proprio Arduum sane, 19 marzo 1904). La santità di Pio X fu ricono­ sciuta dalla Chiesa dopo la sua morte, avvenuta il 2 giugno 1914; ACVB, Lettere pasto­ rali Libro n° 13, lettera di mons. Guindani alla diocesi "Nel mentre che ancor rim­ piangiamo..." 4 agosto 1904, sulla elezione di Pio X; ibid., lettera di Guindani "Il Santissimo Pontefice Pio x. .." 6 novembre 1903, a presentazione dell'enciclica di Pio

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Mi impegno fermamente a far osservare con tutte le forze in modo perfetto le norme e le regole del Motu Proprio del santissimo signor nostro papa Pio X sulla musica e il canto, e non pochi frutti ho ricava­ to con l'aiuto di Dio e di quasi tut­ to il clero. Ho confermato la commissione diocesana, già costituita dal mio predecessore, dando ad essa oppor­ tune regole e sanzioni; e inoltre ho istituito in seminario un corso di studi musicali, impegnandovi un ottimo maestro di musica col quale collaborano due sacerdoti del semi­ nario esperti in tale materia.

tu sacro, adamussim exequendo, fir­ miter et fideliter pro viribus, imple­ ri curavi; atque haud leves fructus, Deo favente et clero pene omni iuvante, suscepi. Pro tota dioecesi, episcopalem commissionem a decessore meo iam constitutam confirmavi, datis ad id opportunis regulis et sanctionibus"; atque in episcopali seminario cur­ sum studio rum musicalium consti­ tui, optimo ad id accito magistro musicae, cui accedunt duo sacer­ dotes ex seminarii magistris in re peritis.

X "E supremi apostolatus cathedra" 4 ottobre 1903; N. VIAN, Pio X, papa, santo, in Bibl. Sanct., X, p. 907-919; C. SNIDER, Gli ultimi..., p. 50-52; IDEM,! tempi..., p. 131­ 151; E. CAMOZZI, Diario ..., I, p.lOll,1017-1018, 1545; G. CAMPANINI, Correnti ideali e culturali nel movimento cattolico, in Dizionario storico del Movimento cat­ tolico, Aggiornamento, 1980-1995, Torino 1997, p. 14-23; D. MENOZZI, Tra riforma e restaurazione. Dalla crisi della società cristiana al mito della cristianità medievale (1758-1848), in La Chiesa e il potere politico ... , p. 802-806; G. VIAN, La riforma... , I-II.o.c. 14. Nell'anno stesso della sua elezione, Pio X aveva emanato il motu proprio "lnter pasto­ ralis officii sollicitudines" 22 novembre 1903, da lui stesso definito il Codice giuridico della musica sacra. Venivano impartite nuove norme per il ripristino del canto grego­ riano, la musica polifonica e il canto corale dei fedeli. Era in tal modo sostituito il Regolamento approvato dalla congregazione dei Riti ed emanato da Leone XIII il 6 luglio 1894, che aveva dato luogo alla cosidetta riforma ceciliana, suscitando numerosi contrasti sia per la mancanza di competenza da parte dei suoi artefici sia per l'oppo­ sizione dei maestri di cappella, soprattutto a Roma, che per i loro interessi erano riu­ sciti a condizionare in senso negativo il documento. Mons. Guindani con circolare "Richiamo a cognizione..." 3 febbraio 1904, aveva sollecitato i parroci a seguire le nuove norme, costituito una commissione di esperti a ciò incaricati, e pubblicato Il rego­ lamento per la musica sacra nella città e diocesi di Bergamo, in 19 articoli, presentato alla diocesi con la lettera "Gli animi di tutti si apersero a liete speranze ..." 15 giugno 1904. Mons. Radini aveva trattato il tema nella citata lettera "Dopo le accoglienze festose e figliali...". Erano specialisti in musica sacra i sacerdoti Luigi Pagani, canonico, Giovanni Dolci, Bernardo Motta e Carlo Signorelli. Tra i laici da segnalare i maestri Mattioli cav. Guglielmo, Previtali Giovanni, Rossi Giovan Battista e Ulm Oscar; ACVB, Lettere pastorali Libro n° 13; Stato del clero ...1906, p. 8; C. SNIDER, Gli ultimi ..., p. 342-344; G. BATTELLI, Un Pastore..., p. 326; S. TRAMONTIN, Vita di pietà e vita di parrocchia..., p. 101-134.

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Normas etiam seu regulas pro sacra catechesi singulis diebus festis pueris et adultis tradenda et pro pia adsociatione Christianae Doctrinae in omnibus paroeciis eri­ genda, dedi, in memoriam revoca­ tis, ac pro necessitate temporum nonnullis immutatis, iis praescrip­ tionibus, quae iam a tempo re divi Caroli Borromei in hac dioecesi introductae semper cura et zelo antecessorum meorum et parocho­ rum ac sacerdotum laudabili stu­ dio et cura observatae fuerunt et ad praxim, maxima fidelium utili­ tate, deductae, qui magna frequen­ tia et constantia semper adstant. Scholas etiam Christianae Doc­ trinae, pro iuvenibuspublicas scho­ Las itentibus excitandas curavi in civitate, opportuna ad id commis­ sione constituta". Congregationis dioecesanae

Ho emanate anche regole ovve­ ro norme per la sacra catechesi nel­ le singole feste per ragazzi e adulti e per l'istituzione della Pia asso­ ciazione della Dottrina Cristiana in ogni parrocchia, richiamate alla memoria, e per la necessità dei tem­ pi senza cambiarne alcune, quelle prescrizioni introdotte in questa dio­ cesi già ai tempi di san Carlo Bor­ romeo, le quali grazie allo zelo e alla cura dei miei predecessori, sono state osservate e praticate tramite l'impegno e la sollecitudine lode­ vole dei parroci e dei sacerdoti con il massimo vantaggio dei fedeli, che sempre partecipano con grande fre­ quenza e costanza. Ho curato che in città fossero istituite le scuole della Dottrina Cri­ stiana per i giovani che frequentano le scuole pubbliche, dopo aver isti­ tuito a tale scopo una commissio­ ne adeguata. Ho posto le fondamenta della

15. Pio X nell' enciclica "Acerbo nimis" 15 aprile 1905, aveva da poco esposto le linee pro­ grammatiche della catechesi in parrocchia. L'organizzazione degli uffici catechistici dio­ cesani fu sancita da Pio XI, "Orbem catholicum" 29 giugno 1923. Per i fanciulli si doveva tenere un' ora di istruzione la domenica, per gli adulti un incontro col parroco, in una lezione diversa dall' omelia. L'organo coordinatore della catechesi era una appo­ sita congregazione, costituita anche da laici. I catechisti domenicali per i fanciulli nel­ le parrocchie erano laici da preparare a tale missione. Nel 1905 venne adottato per testo di catechismo Il compendio della dottrina cristiana di Pio X, edito nuovamente nel 1912 con le correzioni dei vescovi italiani. Sostituiva il Compendio della dottrina cristiana di mons. Casati, apparso nel 1765 che, come già accennato, sostituiva il cate­ chismo del concilio di Trento, Ad parochos, 1566, e quello piii diffuso del Bellarmino, pubblicato nel 1697. Nel Concilio Vaticano I si avverti la necessità di costituire un unico catechismo per la cattolicità, sul modello del testo del Bellarmino. Le correnti cul­ turali emerse in quegli anni proponevano varie opzioni: una spiegazione razionale del dogma, o una trattazione teologica di educazione sacramentale, ovvero una catechesi a più largo spazio sociale. Prevalse infine la linea teologica col catechismo di Pio X; C. BELLO', Società ..., p. 93-95.

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sacerdotum speciali ratione epi­ scopo obedientia iunctorum, ad instar Oblatorum sanctorum Ambrosii et Caroli in dioecesi Mediolanensi existentium, funda­ menta ieci, ex qua magnum adiu­ mentum in dioecesis bonum obven­ turum confido". Actionem quam catholicam vocant ad tramites pontificiae voluntatis maxime fovere studui, cum non exigua ex ea iam prove­ nerint huic dioecesi et civitati bona, et maiora in futurum obventura sini; ac summa vigilantia curavi ne quid irreperet insanae novitatis, unde tam magna proveniunt peri­ cula et damna".

congregazione diocesana dei sacer­ doti che per speciale voto di obbe­ dienza sono soggetti al vescovo, sull' esempio degli Oblati dei santi Ambrogio e Carlo nella diocesi di Milano, da cui spero che la diocesi trarrà grande vantaggio. M'impegno di sostenere al mas­ simo l'azione detta cattolica, secon­ do la volontà del pontefice, essendo già da essa derivati alla città e alla diocesi vantaggi non piccoli, e mag­ giori ne scaturiranno, e con la mas­ sima vigilanza ho curato che non si introducano insane novità, da cui provengono poi tanti pericoli.

16. Nella citata lettera "È venuto ormai il tempo ..." 4 ottobre 1905, mons. Radini aveva annunciato una commissione per la restauranda congregazione dei Preti del S. Cuore; il 25 luglio 1906 nella lettera ai sacerdoti" Dagli inizi delle nostre cure pastorali..." egli partecipava la costituzione della congregazione. La nuova casa a loro disposizione, appositamente costruita presso la chiesa di S. Giuseppe, fu aperta il4 novembre 1909, con l'inaugurazione ufficiale della congregazione diocesana dei Preti del S. Cuore; I Preti del S. Cuore...,o.c.; E. CAMOZZI, Diario ..., II, p.1876. 17. Mons. Radini allude all'enciclica "Il fermo proposito" Il giugno 1905, indirizzata da Pio X ai vescovi d' Italia dopo la soppressione dell'Opera dei Congressi, col principio che non vi era azione cattolica al di fuori e contro la volontà dei vescovi. Sarebbe trop­ po lungo presentare in questa sede gli sviluppi che portarono alla fine dell'Opera, alla cui direzione, dominata ancora dalla corrente intransigente, era andato nel 1902 Gio­ vanni Grosoli in successione a Paganuzzi. Un anno dopo la "Graves de communi" (190 l) in molti democratici durava la persuasione che l'enciclica preannunciasse la prossima o forse imrrùnente fine del dannoso immobilismo di Paganuzzi e del comitato permanente dell'Opera. Nel XIX congresso di Bologna, novembre 1903, le due tendenze opposte, la democratica con gli elementi murriani e la conservatrice rimasero distanti. Il resoconto del congresso manipolato dalla corrente conservatrice non ebbe alcun cre­ dito presso Pio X che col motu proprio del 18 dicembre "Sull'azione popolare -cristiana o Democrazia cristiana" (cf. L'Eco di Bergamo 22-23 dicembre 1903) precisò la natura dell' azione cattolica, ovvero dell' azione popolare cristiana. Ma del documen­ to si poteva dare una interpretazione restrittiva, per il mantenimento cioé al primo posto non della questione sociale, ma della libertà del papa, il che poneva in difficileposi­ zione la linea aperta del movimento avviata con Grosoli; ciò comportava l'allontana­ mento dei cattolici dalla partecipazione alla vita politica. Mons. Radini Tedeschi allora vice presidente dell'Opera espresse il suo disappunto per la condotta della San­

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Ho provveduto all' istituzione del cosidetto Segretariato del clero come era da questi richiesto, soprat­

Opus quod Segretariato del Cle­ ro vocant, quodque in votis cleri erat, instituendum curavi, praeser-

ta Sede nei confronti di Grosoli. I due problemi tuttavia rimanevano. la questione socia­ le e la democrazia cristiana, che dovevano ispirare un'azione popolare cristiana; termine questo, osserva Snider, al quale il motu proprio assegnava un preciso significato, limi­ tativo non della natura e della reale estensione dei problemi, ma dell'ambito entro i quali l'azione risolutiva degli stessi doveva essere per quel momento contenuta. Nel XX congresso risultò impossibile conciliare la corrente rigorista guidata da don Luigi Cerutti e la moderata di Grosoli, Rezzara, Crispolti e altri. Grosoli ebbe l'approvazio­ ne di Pio X per l'indirizzo del movimento, e nella circolare del 15 luglio 1904 inviata ai comitati cattolici, riaffermata la fedeltà alla S. Sede, ai suoi diritti imprescrittibili e ai vescovi, egli precisava che "i cattolici considerano epoche ed avvenimenti storici, come pietre miliari di un cammino in avanti, gelosi che non venga intralciata l'opera loro di viventi da questioni morte nella coscienza nazionale". L'autonomia dei laici in campo sociopolitico restava incerta nella Firmo proposito: "Ma poiché i cattolici alzano sem­ pre la bandiera di Cristo. perciò stesso alzano la bandiera della Chiesa. ed è quindi conveniente che la ricevano dalle mani della Chiesa, che la Chiesa ne vigili l' onore immacolato e che a questa materna vigilanza i cattolici si sottomettano, docili e amo­ rosi figluoli". Il Movimento cattolico e l' associazionismo cattolico erano accusati di ali­ mentare difficoltà in diocesi ponendosi come intermediari tra centro e periferia. Mgr. Bonomelli lamentava di aver ricevuto ordini da G. Acquaderni. L'Osservatore Roma­ no il 19 luglio disapprovò la circolare di Grosoli perché non del tutto conforme alle istru­ zioni pontificie. Il 28 luglio il card. Raffaele Merry del Val con una lettera ai vescovi italiani comunicava la soppressione dell'Opera, lasciando sussistere il Il gruppo sotto la presidenza di Medolago Albani. Avveniva così, nota De Rosa, uno stacco tra azio­ ne diocesana e azione politica. per cui rimanevano liberi ai cattolici tutti gli altri cam­ pi. da quello elettorale a quello politico. non più subordinati alle finalità confessiona­ li dell'Opera, In diocesi gli avvenimenti nazionali non ebbero alcun commento ufficiale immediato da parte di mons. Guindani, ormai avviato a un rapido declino. Solo il 7 settembre 1904 il vescovo con la lettera "E piaciuto alla Santità di Nostro Signore Pio x. .." esortò tutti i sodalizi cattolici a riconoscere il comitato diocesano. Per l'azione cattolica si profilava un nuovo corso con il breve pontificio diretto a Medolago Alba­ ni e a Paolo Pericoli "Ci piace. diletti figli, manifestarvi..." l o agosto 1905. Mons. Radini Tedeschi. dopo la XVIII festa federale tenuta ad Alzano Maggiore (agosto-set­ tembre 1905). con la verifica fatta sull' associazionismo cattolico bergamasco, espres­ se le nuove direttive con la citata lettera "E venuto ormai il tempo..." 4 ottobre, in cui trattava espressamente dei "Caratteri di chi si dedica ali' Azione Cattolica". Nel documento pastorale erano stati sviluppati gli spunti del suo discorso ad Alzano M. "siate veri cristiani, forti soldati. apostoli zelanti". A conferma del particolare periodo travagliato deIl' associazionismo cattolico. venne l'enciclica "Pieni l'animo" 28 luglio 1906, a due anni esatti dallo scioglimento dell'Opera dei Congressi. Pio X intendeva sostenere arcivescovi e vescovi che lamentavano l'insubordinazione del clero giovane nell'azione popolare cristiana; egli riconosceva cosa lodevole l'andare al popolo. ma avvertiva che non si doveva disgiungere ciò dall'ossequio all'autorità superiore. E nel dare alcune pratiche disposizioni, metteva in guardia i fedeli da nuovi indirizzi della vita cristiana insinuati da pubblicazioni cattoliche devianti. da nuove aspirazioni dell' anima moderna. da nuova vocazione sociale del clero, da nuova civiltà cristiana e simi­ li; L'Eco di Bergamo 7-8 agosto. 25-26 ottobre 1905; A. RONCALLI. Mons. Giacomo Maria Radini ..., p. 64-66; C. BELLO', Società...• p. 114-115; C. SNIDER. I tempi..., p. 379 passim; G. BATTELLI. Santa Sede e vescovi...• in La Chiesa e il potere politi­ co .... p. 824; L. FERRARI. lllaicato cattolico...• ibid., p. 932-965; L. TREZZI, Azio­ ne sociale ...• p. 431-439.

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tim ad iura tuenda ecclesiarum et ecclesiasticorum contra fisci cete­ rasque legis civilis iniustas oppres­ siones, addita etiam ephemeride speciali quae singulis mensibus vul­ gatur": Litteras ad clerum et ad popu­ lum dedi: De Doctrina Christiana, De Musica sacra, De Eucharistico conventu Romae habendo die 24 aprilis 1905, De prima puerorum et puellarum Comunione, De catho­ licaActione (die 29 iunii 1905), De sacra pastorali visitatione, De vica­ riis foraneis (die 4 octobris 1905), De christiana mortijicatione, De anno iubilari, seu quinquagesimo a sacerdotio sanctissimi domini nostri Pii papae X, De sacra pere­ grinatione ad Loca Sancta (di e 2 februarii 1906), De Concilio Pro­ vinciali Vlll celebrando, De fre­ quenti Comunione, De musica sacra, De nova domo constituenda pro exercitiis spiritualibus cleri dioecesis, De Cleri secretariatu (die 8 iunii 1906), De consociatione et schola Doctrinae Christianae, De visitatione ad Limina Apostolorum (die 15 augusti 1906), Post pere­ grinationem ad Loca Sancta et visi-

tutto per proteggere i diritti delle chiese e degli ecclesiastici contro le vessazioni ingiuste del fisco e le altre della legge civile, con la pub­ blicazione aggiunta di una rivista speciale mensile. Ho scritto lettere al clero e al popolo su La dottrina cristiana, La musica sacra, Il Congresso Eucaristico a Roma (24 aprile 1905), La Prima Comunione dei fanciulli e delle fan­ ciulle, L'Azione Cattolica (29 giu­ gno 1905), La mortificazione cri­ stiana, L'anno giubilare, ovvero il 50° dell' ordinazione sacerdotale di papa Pio X, Il pellegrinaggio in Terra Santa ( 2 febbraio 1906), Il Concilio Provinciale VIII da cele­ brare, La Comunione frequente, La musica sacra, La nuova casa per gli esercizi spirituali del clero del­ la diocesi da costruire, Il Segreta­ riato del clero ( 8 giugno 1906), La Confraternita e la scuola della Dottrina Cristiana, La Sacra visita ai Limini degli Apostoli (15 agosto 1906), Dopo il pelleg rinaggio ai

18. Mons. Radini con la citata lettera "È venuto ormai il tempo..." emanava il decreto sul Segretariato del clero, e con la lettera "Già a tutti voi, V.fratelli e figli dilettissimi, è noto come in questo anno avrà luogo in Milano l' VIII Concilio Provinciale ... " 8 giugno 1906, portava a conoscenza della diocesi i relativi decreti e regole, trattando poi del con­ cilio provinciale, della comunione quotidiana, della musica sacra, della casa di esercizi per il clero. Mons. Radini nel 1909 dette vita al "Bollettino del Segretariato del clero La Vita diocesana Periodico ufficiale del Vescovo e della Curia"; ACVB, Lettere pasto­ rali Libro nOI3; G. BATTELLI, Un Pastore... , p. 339,340.

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tationem sacrorum Liminum (die Luoghi Santi e la visita ai sacri 5 novembris 1906)19. Limini (5 novembre 1906) . Stipes hoc triennio collecta in Le offerte raccolte in diocesi in dioecesi attingit Italicas Libellas questo triennio sono; a) pro Summo Pontifice a) per il Sommo Pontefice L. /0.290 (Obolo S. Pietro) (Obolo di S. Pietro) L. 10.290 b) per la liberazione b) pro redimendis degli schiavi L. 6.050 captivis L. 6.050 c) pro Opere a S.lnfantia c) per l'Opera della L. 19.290 dicto S. Infanzia L. 19.290 d) per l'Opera della d) pro Opere Propa­ gationis Fidei L. 7.390 Prop. della Fede L. 7.390 e) pro Locis Sanctis et e) per i Luoghi Santi cathecumenis e i catecumeni L. //.360 L. 11.360 in summa totali Totale L. 54.200 L. 54.200

Capitolo III Il Clero secolare

Caput III

De Clero saeculari

l I canonici e gli altri addetti al coro della cattedrale osservano la I. Canonici, caeterique ad cho­ residenza. rum cathedralis addicti residentiam 2 Recitano il mattutino con le observant. 2. Matutinum cum laudibusalias­ lodi e le altre ore canoniche e cele­ que horas canonicas recitant et brano ogni giorno la messa con­ quotidie missam conventualem cele­ ventuale. 3 I canonici celebrano la messa brant. 3. Canonici eamdem missam conventuale stessa per i benefatto­ conventualem pro benefactoribus ri e l'applicano tutti i giorni festivi anche soppressi e le domeniche. celebrant et adplicant omnibus die­ Negli altri giorni feriali la celebra­ bus dominicis et festis etiam sup­ pressis: coeteris autem diebusferia­ libus eam celebrant coeteri benefi-

19 Mons. Radini indirizzò alla diocesi 43 lettere pastorali, oltre il documento di presen­ tazione del sinodo diocesano. L'elenco completo è fornito da A. RONCALLI, Mons.Gia­ como Maria Radini. .., p. 201-202; E. CAMOZZI, Diario ..., II, p.1268.l307.

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no i beneficiati coristi di grado infe­ riore, e per indulto della Sede Apo­ stolica l'applicano non per i bene­ fattori ma per legato. 4 Hanno le costituzioni antiche che per alcune cose sono andate in dissuetudine. Ora per obbedienza ai decreti da me emanati in occa­ sione della visita al Capitolo, i canonici lavorano per creare nuo­ ve costituzioni, che sottometterò a tempo opportuno al giudizio di cotesta congregazione, dato che non mancano dubbi su alcuni privilegi, che non risultano evidenti a suffi­ cienza, sembrando non poco dimi­ nuiti i diritti vescovili, che voglio e debbo siano custoditi e osservati fedelmente. 5 Il canonico penitenziere svol­ ge fedelmente i suoi uffici. Il cano­ nico teologo invece non adempie sino ad oggi il suo compito, spinto dal motivo che la prebenda teolo­ gale è troppo esigua, anche rispet­ to alle altre prebende che in verità sono pure modeste, e inoltre per il fatto che non v' è concorso di popo­ lo e nemmeno di canonici, poiché già si tiene una predicazione par­ rocchiale tre volte al giorno, e in seminario egli già insegna la sacra teologia dogmatica. In verità poi­ ché specialmente le due ultime ragioni sono veramente importan­ ti, ho chiesto alla Sede Apostolica stessa che si degni dispensarlo, e di considerare per teologali le istru­

ciati chorales inferioris gradus, et ex indulto Apostolicae Sedis eam adplicant, non pro benefactoribus sed pro legato. 4. Habent antiquas constitutio­ nes quae in multis in desuetudinem abierunt. Nunc, obtemperando mandatis occasione sacrae visita­ tionis Capitulo per me datis, cano­ nici adlaborant ad novas conden­ das constitutiones (quas opportuno tempore iudicio istius sacrae con­ gregationis submittam), cum dubia non desint circa quaedam privile­ gia, de quibus vel non satis constai, vel iura episcopalia non parum imminuta videntur; quae iura fide­ lùer custodiri et observari et volo et debeo. 5. Canonicus poenitentiarius sua munera fideliter adimplet. E contra canonicus theologus officium suum hucusque haud implet, his adductus rationibus quod, et theo­ logalis praebenda exigua nimis sit, etiam prae caeteris praebendis quae sane exiguae et ipsae suni, et nulla sit populi frequentia aut cano­ nicorum, cum iam tertia vice in die aliafiat praedicatio parochialis; et etiam denique quia sacram theolo­ giam dogmaticam iam in semina­ rio tradito Verum eo quod hae ratio­ nes, duae ultimae praecipue sint veri ponderis, Apostolicam Sedem ipsamet petiit ut dignetur ipsum dispensare, ac pro theologali habe­

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re theologicas disceptationes et praelectiones quas habet in semi­ nario dioecesano ultra eas quas iam tradebat, pro quibus nullum novum emolumentum accipit. Et facultas nuper data est. 6. Parochi in suis paroeciis resi­ dent, nec abeunt etiam sacrae prae­ dicationis causa, licet in ipsa dioe­ cesi, nisi prius obtenta debita licen­ tia. Imo quacumque de causa abeant, curatur ut alius idoneus sacerdos adsit, qui eorum vices in paroecia gerat; ac prohibetur omni­ no ne tempus absentiae quolibet anno duos menses quacumque de causa excedat. 7. Omnes parochi matrimonio­ rum, baptizatorum et mortuorum libros, caeterosque quos ad nor­ mam ritualis Romani habere debent, generatim, diligenter con­ ficiunt et caute custodiunt. Si quid vitiosum in aliqua paroecia, ex curionum desidia inoleverit, occa­ sione sacrae visitationis curo ut omnino tollatur et praefati libri ad praescriptum redigantur. 8. Pro posse curo ut parochi omnes, sacerdotes coadiutores se­ cum habeant. Non desunt hi, nisi in paroeciis quae parvo incolarum numero constant; et in quibus prop­ terea vera eorumdem necessitas non adest. 9. Parochi ut plurimum per se, verum etiam et per idoneos sacer­

zioni e le lezioni che egli tiene in seminario diocesano, oltre quelle che già insegnava, e per le quali non riceve ricompensa alcuna. Recentemente la facoltà è stata con­ cessa. 6 I parroci risiedono nelle loro parrocchie né si assentano, anche per la sacra predicazione in dioce­ si, senza aver prima ottenuta la dovuta facoltà. Per qualsiasi motivo si allontanino, si provvede che un altro idoneo sacerdote sia presente a fare le sue veci in parrocchia, e resta proibito che in un anno il tem­ po dell'assenza superi per qualsia­ si causa i due mesi. 7 Tutti i parroci in genere com­ pilano diligentemente e custodi­ scono con riguardo i registri dei matrimoni, dei battesimi e dei mor­ ti e tutti i libri che devono avere a norma del rituale Romano. Se in . parrocchia risulta qualche cosa di errato per negligenza dei parroci, in occasione della visita, provvedo che sia corretto e che i predetti libri siano compilati nella forma pre­ scritta. 8 Mi sforzo che tutti i parroci abbiano coadiutori. Non mancano questi ultimi se non nelle parroc­ chie composte da un piccolo nume­ ro di abitanti, nelle quali pertanto non esiste vera necessità. 9 I parroci in genere per sé stes­ si e tramite idonei sacerdoti coa­ diutori, nelle domeniche e nei gior­

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dotes coadiutores, diebus domini­ cis et festis, plebes eisdem com­ missis pro sua earumque capacita­ te quam diligenter pascunt saluta­ ribus verbis, docendo quae scire omnibus necessarium est ad salu­ tem iuxta monitum Tridentini et concilii Romani. Quod frequenter praestant per annum etiam diebus ferialibus, praesertim mense maio in honorem Virginis et mense iunio ad foven­ dam devotionem erga sacratissi­ mum Cor Iesu, mense octobri in honorem Marialis rosarii, nec non in novendialibus Pentecostes et Nativitatis Domini, aliisque diebus pro opportunitate cuiusque paroe­ ciae. Sunt etiam qui mensem martium in honorem sancti Iosephi speciali sermone quotidie celebrant. IO. Dominicis et festis diebus in suis paroeciis fidei rudimenta et oboedientiam erga Deum et paren­ tes, pueros caeterosque hoc adiu­ torio indigentes docent; ac etiam catechesim ad populum, de fidei veritatibus, de sacramentis, de praeceptis Dei et Ecclesiae, habent, iuxta regulasprimitus a divo Caro­ lo Borromaeo datas, et nuper a summo pontifice Pio X iussas atque per me fideliter traditas et omni cura impletas".

ni festivi nutrono diligentemente con parole salutari le popolazioni loro affidate, secondo la propria e la loro capacità, insegnando le verità necessarie per la salvezza, secondo l'ammonimento del concilio Tri­ dentino e del concilio Romano. Nel corso dell'anno frequente­ mente fanno ciò anche nei giorni feriali, specie a maggio in onore della Beata Vergine, a giugno per favorire la devozione al Sacro Cuo­ re di Gesù, a ottobre in onore del rosario mariano, nonchè nelle nove­ ne di Natale e di Pentecoste, e in altri giorni, a secondo dell'oppor­ tunità di ogni parrocchia. Vi sono anche quelli che nel mese di marzo ogni giorno tengono un sermone speciale in onore di san Giuseppe. lO Istruiscono nelle domeniche e nei giorni festivi nelle loro par­ rocchie i fanciulli e il prossimo bisognoso di tale aiuto nelle verità di fede, nell' obbedienza a Dio e ai genitori, tengono inoltre la cate­ chesi al popolo sulle verità di fede, i sacramenti, i precetti di Dio e del­ la Chiesa, secondo le norme date da san Carlo Borromeo, recente­ mente comandate dal sommo pon­ tefice Pio X, che io con fedeltà ho insegnato e osservato con ogni sol­ lecitudine.

20. Pio X dava l'esempio nel far catechismo al popolo romano. Come già accennato. cf. nota n. 16, papa Sarto ordinò la promulgazione del testo unico del catechismo per le diocesi d'Italia, noto come Catechismo di Pio X. Mons. Radini inviò al clero l'enciclica con la

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Il. Singuli parochi, caeterique curam animarum exercentes, sin­ gulis dominicis festisque de prae­ cepto missam adplicant pro popu­ lo eorum curae commisso. Diebus vero festis quoad forum civile sup­ pressis, celebrant vel pro populo, vel, vi indulti ab hac Sancta Sede pro me obtenti, pro legatis aut pro offerentibus, eleemosinam percep­ tam cedendo favore clericorum seminarii, ad eos a servitio militari, quo fieri potest modo, redimendos, vel gratis in seminario alendos. 12. Nemo unquam ad primam tonsuram et ad ordines admittitur quin verae vocationis in Dei sor­ tem indubia prius dederit argu­ menta; et disciplina, studio, morum probitate, ac sufficienti saltem inge­ nio sit commendabilis. Qui ad Ordi­ nes Maiores sunt promovendi exer­ citiis spiritualibus antea per decem dies, quod obliteratum dierum numerum ego praescripsi, vacant in seminario vel in domo ad id destinata. 13. Omnes qui clericali militiae sunt addicti vestes clericales seu talares iugiter deferunt. Etsi ratio temporum non sinat uti privilegio fori, attamen, quantum fieri potest servantur quae praescripta sunt a sacrosancta Tridentina sinodo et a constitutione Benedicti XIII in con-

Il Ogni parroco e i sacerdoti in cura d'anime applicano la mes­ sa per il popolo affidato alle loro cure nelle domeniche e feste di pre­ cetto. Nei giorni festivi soppressi, celebrano o per il popolo, o, in for­ za dell' indulto che ho ottenuto dal­ la Santa Sede, per i legati o per gli offerenti, cedendo l'elemosina rice­ vuta a favore dei chierici del semi­ nario per riscattarli, per quanto pos­ sibile, dal servizio militare, o per mantenerli gratuitamente in semi­ nano. 12 Nessuno mai è ammesso alla prima tonsura o agli Ordini se pri­ ma non ha dato prove indubbie del­ la sua vera vocazione all'eredità di Dio, e non sia lodevole per disci­ plina, studio, bontà di costumi e sufficiente intelligenza. I promo­ vendi agli Ordini Maggiori passano prima dieci giorni, numero da me prescritto perché trascurato, negli esercizi spirituali in seminario o in una casa a tale scopo destinata. 13 Tutti quelli che sono iscrit­ ti al servizio ecclesiastico portano le vesti clericali o le talari. Benché la condizione dei tem­ pi non permetta di usare il privilegio del foro, tuttavia per quanto possi­ bile, si osservano le norme pre­ scritte dal concilio Tridentino e dal­ la costituzione di Benedetto XIII

lettera citata "Dopo le accoglienze festose ...", dando disposizioni sul catechismo ai fanciulli, la congregazione della dottrina cristiana, le scuole di religione; ACVB, Let­ tere pastorali Libro nOf3; A. RONCALLI, Mons. Giacomo Maria Radini..., p. 48.

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cilio Romano edita. 14. Conferentiae theologiae moralis, seu casuum conscientiae et etiam theologiae dogmaticae (iuris canonici et socialis) et sacro­ rum rituum saltem novies quolibet anno habentur in urbe et in uno­ quoque vicariatu foraneo dioece­ sis. Hisce conferentiis in civitate quotquot sunt de clero saeculari intersunt; in dioecesi vero parochi cuiusque vicariatus et sacerdotes locorum ubi congregationes haben­ turo Occasione talium congregatio­ num in civitate pium exercitium menstruae recollectionis celebra­ tur, illudque maxime commendavi ut etiam, in quantumfieri possit, in singulis dioecesis vicariatibusfora­ neis habeatur, quod gaudeo in plu­ ribus revera iamfactumfuisse. 15. Mores cleri saecularis gene­ ratim sunt graves et ad pietatem et vitam, quae viros ecclesiasticos decet, compositi. Mira omnino est et laudabilis unio omnium e clero in sequendis principiis plane conformibus doctrinae et mandatis Sanctae Sedis, ac eorumdem reve­ rentia erga summum pontificem et suum episcopum".

nel concilio Romano. 14 Le conferenze di teologia morale, o dei casi di coscienza e anche di teologia dogmatica (dirit­ to canonico e sociale), e dei sacri riti si tengono almeno nove volte l'anno in città e in ogni vicariato foraneo della diocesi. A queste con­ ferenze in città partecipano quanti sono del clero secolare, in diocesi i parroci di ogni vicaria e i sacerdo­ ti delle località in cui avvengono le riunioni. In occasione di tali con­ ferenze in città si tiene il pio eser­ cizio del ritiro mensile, e ho racco­ mandato assai perché si svolga anche, per quanto possibile, nei vicariati della diocesi, come in effetti sono lieto che in molti già è stato fatto. 15 I costumi del clero secolare generalmente sono austeri e ordi­ nati alla pietà e a una vita che si addice agli ecclesiastici. È stupenda e ammirevole l'u­ nione di tutto il clero nel seguire i princìpi pienamente conformi alla dottrina e alle direttive della S. Sede, alloro rispetto verso il som­ mo pontefice e il loro vescovo.

21. L'unione del clero era indispensabile per fronteggiare le novità del tempo. Due gli atteggiamenti, di combattere senza remissione o di accettare e subire. Il prete era sol­ lecitato alla pratica della prudenza, al distacco dalle passioni e dalle contese politi­ che, alle opere di culto e misericordia,alla cortesia e alla fermezza, alla fedeltà alle tradizioni. L'inferiorità culturale e scientifica si doveva riscattare con la superiorià morale. Le biografie e gli elogi funebri apparsi a Bergamo tra il 1800 e i primi del 1900 mostravano, al clero secolare la sua vera identità da perseguire, ispirandosi a S. Alfonso Maria de Liguori e al santo curato d'Ars; A. RICCARDI, Dei mezzi di pro­ muovere l'educazione religiosa in ogni classe di persone, ed. II, Mazzoleni, Bergamo 1835; G. MICCOLI, "Vescovo e re" ... , in La Chiesa e il potere politico, p. 883 passim.

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Unus est sacerdos huius dioe­ Un sacerdote di questa diocesi, cesis, Aloisius Bolognini, qui, non­ Luigi Bolognini, da alcuni anni nullis abhinc annis habitu clerica­ lasciato l'abito clericale, calpestati li reiecto, ac votis seu promissioni­ i voti e le solenni promesse, ha osa­ bus solemnibus conculcatis, ad vota to anche contrarre il matrimonio, saecularia transivit ac etiam matri­ come dicono, civile. monium, ut aiunt, civile, contrahe­ Sul caso già ha informato il mio re ausus fuit. De eo iam retulit ad predecessore nelle sue relazioni istam congregationem praedeces­ cotesta congregazione. Al momen­ sor meus in suis relationibus. Ad to non esiste alcuna speranza che praesens nulla spes est quod ad ritorni a migliore condotta. Poiché meliorem frugem redeat. Cum egli a Bergamo era disprezzato da tamen Bergomi ab omnibus etiam tutti, anche da quelli che poco se ab iis qui parum de religione curam ne curano di religione, ha lasciato la habent, spretu haberetur, a civitate città e si è trasferito a Milano. discessit et Mediolani se contulit.

Capitolo IV

Il Clero regolare

Caput IV

De Clero regulari

l. Uni sunt in tota dioecesi e l I chierici regolari di Somasca clero regulari, clerici regulares sono gli unici in tutta la diocesi che Somaschi, qui in Somaschae paroe­ a Somasca svolgono il mandato di eia animarum curam sub episcopi cura d'anime fedelmente, sotto la iurisdictione et per parochum a giurisdizione del vescovo, tramite superiore generali dictae regularis il parroco a lui presentato dal supe­ congregationis praesentatum et ab riore generale, e approvato, previo ipso episcopo, facto ab examinato­ l'esame dell' interessato da parte ribus prosinodalibus periculo, degli esaminatori prosinodali. approbatum, gerunt, fideliter munus 2 Si trovano alcuni regolari del­ commissum exequentes. l'ordine dei conventuali e dei mino­ 2. Aliqui sunt regulares ordinis ri di S. Francesco, che con bene­ Conventualium et Minorum S. Fran­ placito apostolico vivono fuori dal cisci qui cum beneplacito apostolico monastero. Nessuno v' è che sia sta­ degunt extra monasteria. Nemo est to espulso dai suoi superiori e nes­ qui a suis superioribus fuerit reiec­ suno che vivendo fuori dal con­ tus ac nemo qui intra claustra monavento abbia una condotta notoria­

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steria degens, extra ea ita notorie deliquerit ut scandalo populo fuerit. 3. Nullum regularium conven­ tum, iurisdictione usus ad hoc dele­ gata, hucusque visitavi; attamen quod sciam nihil in hisce monaste­ riis est quod sit contra eorumdem regulas, et eo minus quod scanda­ lum fidelibus praebeat. 4. Nullum pariter offendiculum habui cum iisdem religiosis in exer­ citio iurisdictionis".

mente indegna di scandalo per il popolo. 3 Non ho finora visitato alcun convento dei regolari avvalendomi della giurisdizione delegata, tutta­ via, per quanto sappia, nulla risulta in questi monasteri che sia contra­ rio alle loro regole e tanto meno dia scandalo ai fedeli. 4 Allo stesso modo non ho avu­ to alcun contrasto con i religiosi, nell' esercizio della giurisdizione.

Caput V De Monialibus

Capitolo V Le Monache

1. Moniales omnes in hac civi­ tate et dioecesi existentes episcopo sunt subiectae. Gaudeo testificari eas omnes, tum quae clausura te­ nentur, tum quae non tenentur, suas constitutiones maximo studio et dili­ gentia observare. 2. Clausura inviolate custodi­ turo 3. Nullus in monasteriis irrepsit abusus, qui consilio aut auxilio istius sacrae congregationis indi­ geat.

l Tutte le monache viventi in città e in diocesi sono soggette al vescovo. Sono lieto di testimoniare che tutte, sia quelle tenute alla clau­ sura sia le altre, osservano con il massimo impegno e diligenza le loro costituzioni. 2 La clausura è custodita invio­ labilmente. 3 Nesun abuso è penetrato nei monasteri, al punto che sia neces­ sario il ricorso al consiglio o all'aiu­ to di cotesta sacra congregazione.

22. Mons. Radini informò con lettera circolare diretta agli ordini e istituti religiosi "Con nostro decreto del giorno 20..." 29 aprile 1905, di aver costituito una commissione incaricata di curarne la disciplina; Il compito degli ordini religiosi era di supporto al cle­ ro secolare, modello di vita religiosa e di pietà, collaboratori nella formazione sacerdotale, negli esercizi spirituali e nelle missioni; G. MICCOLI, "Vescovo e re"... , p. 886-887; ACVB, Lettere pastorali Libro n013; A. RONCALLI, Mons. Giacomo Maria Radi­ ni..., p. 41-44; Il conte Carlo Radini Tedeschi nel 1904 studiò un progetto per evitare la confisca dei beni immobili delle congregazioni e degli ordini religiosi; ASV, S. S. Ep. Mod., 1907, R. 12 F. 4 f. 2r-51L

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4. Deputatur confessarius ordi­ 4 Il confessore ordinario viene narius generatim ad triennium, designato generalmente per un extraordinarius vero ter aut quater triennio, lo straordinario tre o quat­ in anno. Quoad confessarios ada­ tro volte all'anno. Per i confessori mussim observantur sacrae con­ sono osservate in modo perfetto le gregationis Episcoporum et Regu­ istruzioni della congregazione dei larium instructiones. Vescovi e dei Regolari. 5. Reditus dictorum monaste­ 5 I redditi dei suddetti mona­ riorum, per viros probos a monia­ steri sono ben amministrati da libus electos, et ab episcopo appro­ uomini eletti dalle monache e batos, fideliter administrantur. approvati dal vescovo. Le doti ven­ Dotes persolvuntur, et fere semper gono versate, ma quasi sempre infe­ minores quamforent persolvendae, riori a quanto dovuto, per la diffi­ cum difficile omnino sit ea omnia coltà di ottenere dai genitori quan­ a parentibus obtinere quae danda to si dovrebbe dare. essent. Le doti in verità e generalmente Dotes vero, et generatim patri­ il patrimonio dei monasteri sono monium monasteriorum, admini­ amministrati conservando quelle strantur iis servatis regulis quae a regole che sono stabilite dalla San­ Sancta Sede statuta sunt pro bonis ta Sede per l'amministrazione dei fiduciariis ad pias causas admini­ beni fiduciari e delle pie cause. strandis. 6.7.8 Nessun monastero esiste 6.7.8. Nullum est in hac dioece­ in diocesi soggetto ai prelati rego­ si monialium monasterium praela­ lari. tis regularibus subiectum.

Capitolo VI

Il Seminario

Caput VI

De Seminario

l Gli alunni del seminario que­ 1. Seminarii alumni sunt hoc st' anno sono 350, oltre quelli che anno 350, praeter eos qui in pon­ si trovano nel Pontificio Seminario tificio seminario Romano et in Romano e nei collegi della dioce­ ephaebeis dioecesis vivunt. si. 2. In ecclesiastica disciplina ree­ 2 Sono educati nella disciplina te instituuntur per moderatores legi­ ecclesiastica tramite superiori legit­ time deputatos, et sub immediata timamente deputati e sotto l'imme­ vigilantia ipsius episcopi. diata vigilanza del vescovo stesso.

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3 Gli alunni sono istruiti nelle scienze, sia sacre sia profane, per­ ché essi si rendano idonei nelle cose richieste dal dovere sacerdotale. Perciò imparano la lingua italiana, latina, greca e francese, la storia sacra, le scienze fisiche e natura­ li, la matematica, la filosofia, la teo­ logia dogmatica e morale, la sacra scrittura, il diritto canonico e civile, la storia ecclesiastica, la sacra elo­ quenza e la liturgia, e inoltre il can­ to gregoriano. I chierici general­ mente progrediscono bene negli studi. 4. I chierici in tutte le domeni­ che e giorni festivi servono devo­ tamente in cattedrale e ogniqual­ volta necessario, anche nelle altre chiese parrocchiali; ivi alcuni pure nei giorni festivi istruiscono la gen­ te incolta nelle verità necessarie alla salvezza. 5. Il vescovo si serve del consi­ glio di due dei canonici più anziani in tutto quanto riguarda la retta disciplina del seminario; esiste l'amministrazione tridentina costi­ tuita a norma di diritto.

3. Alumni scientiis sive sacris sive prophanis edocentur quae requiruntur ut ipsi ad sacerdotale onus ferendum habiles reddantur. Ideo linguas italicam, latinam, graecam et gallicam, historiam prophanam et sacram, scientias phisicas et naturales, mathemati­ cam, philosophiam, theologiam dogmaticam et moralem, sacram scripturam, ius canonicum et socia­ le, historiam ecclesiasticam, sa­ cram eloquentiam et liturgiam nec non cantum Gregorianum colunt. Clerici generatim in studiis bene proficiunt." 4. Clerici, omnibus dominicis et diebus festis, cathedrali, et, quoties opus est, etiam aliis ecclesiis paro­ chialibus devote inserviunt; ibi­ demque diebus festivis nonnulli etiam rudes instruunt in iis quae ad salutem sunt necessaria. 5. Duorum e senioribus canoni­ cis a se electorum consilio utitur episcopus, in iis omnibus quae ad rectam seminarii disciplinam spec­ tant: est autem et Tridentina admi­ nistratio, ad tramites iuris, consti­ tuta.

23. Dopo le notizie poco lusinghiere sui seminari date dai visitatori apostolici, Pio X con let­ tera del 6 gennaio 1905 al card. Ferrata prefetto della congr. dei Vescovi e Regolari, ne iniziò la riforma. Il 5 maggio approvò la Ratio studiorum dei chierici, basata sul gin­ nasio, il liceo e la teologia, con alcune modifiche. L'intento era di confutare l'immagine di arretratezza culturale dei seminari, riducendo alcune materie propedeutiche alla teo­ logia e dando spazio a discipline moderne. Ma il passaggio delle competenze alla con­ gr. Concistoriale, dove de Lai vedeva un pericoloso orientamento della Ratio con la critica moderna, bloccò la riforma programmata; G. VIAN, La riforma ... , I, p. 184-185; II, p. 328-333.

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6. Visito più che frequentemen­ 6. Seminarium quamfrequenter te il seminario e assisto agli esami visito, et alumnorum examinibus degli alunni, e mi prendo cura del­ assisto, et ut constitutiones adim­ l'adempimento delle costituzioni. pleantur curo. 7. Ut supra dictum est, nulla 7. Come detto sopra, non è sta­ bilita alcuna tassa per il sostenta­ taxa est statuta pro sustentatione mento del seminario. seminarii.

Capitolo VII Chiese, Confraternite e Luoghi Pii

Caput VII

De Ecclesiis Confraternitatibus et

Locis Piis

1. In omnibus ecclesiarum sacri­ l In tutte le sacristie delle chie­ stiis est exposita tabella missarum se è esposta la tabella delle messe e et anniversariorum. Dieta onera ut degli anniversari. È mia premura fideliter et integre adimpleantur che tali oneri vengano fedelmente e integralmente adempiuti. maxima qua possum diligentia curo. 2 Allo stesso modo mi impe­ 2. Pariter curo ut, in confrater­ nitatibus, scholis aliisque piis locis gno che nelle confraternite, nelle auctoritati episcopi subiectis, one­ scuole e negli altri pii luoghi sog­ ra a piis testatoribus imposita exe­ getti all'autorità vescovile, vengano cutioni mandentur. adempiuti gli oneri imposti dai pii testatori. 3. De dictorum legatorum et piorum onerum adimplemento, quo­ 3 Sull'adempimento di tali lega­ libet anno, a parochis et ecclesia­ ti e pii oneri ogni anno i parroci e i rum rectoribus curiae episcopali rettori delle chiese presentano alla curia vescovile il rendiconto. ratio redditur. 4. Montem Pietatis non visito, 4 Non visito il Monte di Pietà né chiedo il rendiconto ammini­ nec administrationis rationem requiro, cum non amplius, uti opus strativo, non essendo ritenuta da moltissimo tempo funzione eccle­ ecclesiasticum a longissimo tem­ pore habeatur, nec civilis lex id epi­ siastica e poiché la legge civile lo vieta al vescovo. scopo consentiat. 5. Idem dicendum est de aedi­ 5 Lo stesso si deve dire sugli bus hospitalibus, in quibus tamen ospedali, in cui tuttavia visito le chiese e gli ammalati, e dove tutti ecclesias et infirmos visito et omnia quae desiderantur religiosa auxi­ quei conforti spirituali desiderati

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VISITE AD LIMINA

lia praestari satago ac reapse quam liberrime praestantur.

che sono prescritti vengono in realtà liberissimamente prestati.

Caput VIII

De Populo

Capo VIII

Il Popolo

Mores populi tum civitatis tum l costumi del popolo di città e maxime dioecesis generatim sunt specialmente della diocesi sono probi ac pietati ac religioni confor­ generalmente onesti e conformi alla mes. religione e all'amor di Dio. Ecciesiam, summum pontifìcem, I fedeli trattano la Chiesa, il episcopum et sacerdotes, fideles sommo pontefice, il vescovo e i amore et reverentia prosequuntur", sacerdoti con amore e rispetto. Soprattutto frequentano più che qui praesertim sacramenta Eucha­ ristiae et Poenitentiae quam lau­ lodevolmente i sacramenti dell'Eu­ dabiliter frequentant, Verbum Dei caristia e della Penitenza, parteci­ et catechesim diebus festis, in qua­ pano quasi tutti nei giorni festivi dragesima, et frequentibus per alla Parola di Dio e alla catechesi annum praedicationibus assistunt e alle frequenti predicazioni duran­ pene omnes. te l'anno. V'è da dolersi tuttavia che gli Dolendum tamen est in civitate homines, praesertim civilis et ditio­ uomini specie di nobile e ricca con­ ris conditionis et quidam ex opera­ dizione in città e alcuni del ceto operaio, sempre più abbandonano riorum coetu, magis in dies Verbum Dei, catechesim praecipue et sacra­ la Parola di Dio, specie la cateche­ si e la frequenza dei sacramenti, per mentorum frequentiam deserere, quanto non molti non adempiano il quamquam paschale praeceptum haud multi sane non impleant. precetto pasquale.

24. La diocesi fu portata da L'Eco di Bergamo a partecipare agli avvenimenti della morte di Leone XIII (luglio 1903) e del conclave (agosto), con l'elezione di Pio X. Un fatto assurdo avvenne a Romano Lombardo. Alcuni cattolici per aver festeggiato l' elezio­ ne del papa esponendo alle finestre arazzi, fiori e bandiere bianco-gialle, furono denun­ ciati e sottoposti a processo, difesi dall' avv. Meda, direttore de L'Osservatore Catto­ lico. La cronaca tendenziosa de Il Pensiero aveva dato materia di indagini alla prefet­ tura. Il pretore emise la sentenza di non luogo a procedere per i promotori della mani­ festazione tra cui il parroco don Carlo Mazzoleni, il sindaco e i cittadini di Romano; L'E­ co di Bergamo 21-22 luglio, 4-5 agosto, 9-10 settembre, 1-2 ottobre, 2-3 dicembre 1903; 13-14 gennaio 1904; Il Pensiero 16 agosto; E. CAMOZZI, Diario..., I, p.108-10l0.

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Hoc tamen ruri rarius omnino accidit: ita ut pene omnes ad sacram sinaxim pluries etiam in anno accedant". Haec habebam quae sacrae isti congregationi referrem ad statum quod attinet dioecesis Bergomensis mihi commissae eaque retuli para­ tus animo, omnia omnino reverenter excipere et exequi fideliter quae super his vel aliter quomodocum­ que monere ac praecipere eadem sacra congregatio censuerit.

Questo in campagna avviene più raramente, di modo che quasi tutti anche durante l'anno si accostano più volte alla sacra Eucaristia. Queste notizie avevo da riferire a codesta sacra congregazione per la diocesi di Bergamo, affidata a noi, pronto a ricevere con animo del tutto rispettoso e eseguire con tutta fedeltà quanto sulle cose scrit­ te o su altro, la sacra congregazio­ ne riterrà di consigliare o di ordi­ nare in ogni modo.

Datum Bergomi die 19 decembris 1906

Bergamo 19 dicembre 1906

umilissimo servo in Cristo + Giacomo Maria vescovo

humillimus in Christo famulus + Jacobus Maria episcopus

25. Nel confrontare la relazione di mons. Guindani dell'aprile 1904 con questa nella par­ te che riguarda la popolazione, Battelli osserva che" a differenza dell'immediato pre­ decessore che ancora nel 1904 aveva confermato l'immagine di una diocesi sostan­ zialmente omogenea al suo interno, Radini parve cogliere rapidamente .." anche se con talune evidenti debolezze di analisi..., il problema del progressivo dualismo che si stava verificando anche a Bergamo tra città e campagna/montagna"; G. BATTELLI, Un Pastore..., p. 294-298, 313.

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VISITE AD LIMINA

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DICHIARAZIONI DELLE VISITE ALLE BASILICHE

DEI SANTI APOSTOLI PIETRO E PAOLO

Nos Vìncentius episcopus Praenestinus Sanctae Romanae Ecclesiae cardinalis Vannutelli sacrae congregationis Concili i praefectus fidem faci­ mus atque testamur reverendissimum episcopum Bergomensem pro cen­ tesimo septimo triennio expiraturo die 20 decembris 1906 basilicas bea­ torum apostolorum Petri et Pauli visitasse, eorumque sacra Limina pie ac devote veneratum esse. Datum Romae die 25 septembris 1906

+ Vincentius cardinalis episcopus Praenestinus Praefectus Pro rev.mo P.D. Secretario Romulus del Duca officialis

303 DICHIARAZIONE DELLA CONSEGNA DELLA RELAZIONE Nos Vincentius episcopus Praenestinus Sanctae Romanae Ecclesiae cardinalis Vannutelli sacrae congregationis Concilii praefectus, fidem faci­ mus ac testamur reverendissimum dominum episcopum Bergomensem pro 107 triennio expirato die 20 decembris anni 1906 praesentis status suae ecclesiae relationem exhibuisse, quae suo tempore in sacra congregatione Concilii proponetur atque examinabitur.

Datum Romae die 9 ianuarii 1907

+ Vincentius cardinalis episcopus Praenestinus Praefectus Caietanus de Lai Secretarius

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304 APPENDICE XXIV

L'ELOGIO DEL CARD.G.SARTO PER

MONS. G.M. RADINI TEDESCHI

BCAM, Vescovo M.R. Tedeschi, Lettera a Mons. A. Guidi

(copia della lettera autografa)

Mantova, li 14 luglio 1894 Eccellenza illustrissima e reverendissima ben volentieri risponderei al gentile invito fattomi dall'eccellenza vostra reverendissima colla rivo sua del 12 corrente, ma da nove anni soltanto venuto a Mantova, che è nell'ultimo confine della Lombardia, non ho che limitate conoscenze del clero, e trattandosi d'un argomento così delicato non mi basta l'animo, almeno per ora, di fare proposte dopo quel che nel pas­ sato settembre ho presentate. Come infatti non potrei proporre alcuno della diocesi mantovana, per­ ché a mio giudizio nessuno sarebbe idoneo a tale ufficio, così non trovo alcun altro fra le poche conoscenze che ho dei sacerdoti delle altre dioce­ si lombarde. L'unico, che io crederei per tutti i titoli capacissimo e tale da formare la benedizione d'una diocesi è mgr. Giacomo Radini Tedeschi; ma l'eccellenza vostra conosce meglio di me il distinto prelato, né ha bisogno che io lo presenti. Perché se io non posso corrispondere al di lei invito, credo che lo potrà assai bene sua eccellenza monsignor Riboldi, vescovo di Pavia', il quale alla conoscenza che ha di molti distinti sacerdoti della Lombardia aggiunge un fino criterio nel giudicarli.

1. Agostino Gaetano Riboldi nato a Paderno, 1839, ammesso al presbiterato, 1862, fu eletto vescovo di Pavia, 1877-1902, poi trasferito a Ravenna e insignito del titolo car­ dinalizio; Hierarchia Catholica...,VIII, p.439; G. GAUDERZO, La Chiesa pavese dal­ l'età delle rifanne, in Diocesi di Pavia, II, Storia religiosa della Lombardia a cura di A. CAPRIOLI-A. RIMOLDI-L.VACCARO, Brescia 1995, p.388-401.

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VISITE AD LIMINA

Nel desiderio di poter prestare in altra occasione all'eccellenza vostra illu­ strissima i miei deboli servizi come in questo, così in qualunque altro argo­ mento, le bacio umilmente le mani e mi protesto con riverente osservanza Dell' eccellenza vostra illustrissima e reverendissima Umilissimo devotissimo servitore + Giuseppe cardinal Sarto A sua Eccellenza Ill.ma Rev.ma Monsignor Augusto Guidi Uditore di Sua Santità Roma

In f.lr -E.mo Sarto Radini Tedeschi All. o n 06_

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19 DICEMBRE 1906

RELAZIONE -7 maggio 1909 ASV, C. Concilii, Relationes Dioecesium, Bergomen., orig. La documentazione della visita ad Limina del 108° triennio è composta dalle dichiarazioni rilasciate su fogli autentici, e qui pubblicate, delle visi­ te di mons. Radini T. alle due basiliche patriarcali dei santi apostoli Pietro e Paolo. È allegato un foglio della congregazione del Concilio con una nota. In ACVB, nel fondo delle relazioni visite ad Limina, è conservato un abbozzo di parte della relazione, di ff.ll, nn.nn., manoscritti, sciolti, sen­ za firma. Il testo, che presenta alcune correzioni, viene pubblicato qui di seguito.

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Relatio status Ecclesiae Bergomensis quam sacrae congregationi Con­ cilii Tridentini Interpreti exhibet Iacobus Maria Comes Radini Tedeschipro triennio 108 expirato die 20 decembris 1909

Relationem status huius Bergomensis Ecclesiae pro triennio 108, id est pro annis 1907-08-09, confecturus ad tramitem Benedectinae constitutio­ nis, quae sequuntur expono. Caput I

De statu Ecclesiae materiali

Ad I.II.III. et N. quod attinet me remitto ad praecedentem relationem pro triennio 107. Ad V Opera pro restauranda et decoranda fabrica ecclesiae cathe­ dralis, de quibus in praecitata relatione sermo erat, iam ab anno felici­ ter ad exitum perducta fuerunt, erogatis in eum finem It. Libellis . Eidem cathedrali, S. Alexandro martiri dicatae, pro chori servitio decem et septem canonici beneficiarii addicti sunt, quorum quinque canonicatu potiuntur fiduciarie, videlicet in facie ecclesiae tantum et non coram civi­

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li gubemio. Inter eos canonicus theologus et poenitentiarius adnumeran­

turo Canonici ad honorem ex sacerdotibus dioecesis tantum, sex habentur qui solemnibus dumtaxat intersunt officiis. Capellani chorales pariter adsunt tresdecim, quorum sex mansionarii dicuntur et civili etiam auctoritate sunt noti; alii vero capellaniis vel iuris­ patronatus privati vel fiduciariis, seu secretis civili gubernio, fruuntur: Ad VI Praeter ecclesiam cathedralem nulla adest ecclesia collegiata. Attamen in civitate in basilica S. Mariae Maioris qua e est iurispatronatus civitatis, et in ecclesiis praeposituralibus S. Alexandri in Columna et S. Alexandri ad Crucem (diebus festivis), in dioecesi vero in ecclesiis paro­ chialibus locorum Albino, Almenno SS. Salvatore, Alzano Maggiore, Clu­ sone et Romano, mercenarii sacerdotes officium choralis residentiae, vel integrae vel diurnae, explent. Ad VII In dioecesi ecclesiae parochiales sunt tercentae quadraginta quatuor; quarum urbanae et in suburbiis decem et octo, coeterae in dioe­ cesi. Earumdem tres ultimo hoc triennio noviter erectae fuerunt, videlicet una in loco Cerro per dismembrationem a paroecia Bottanuco, altera in loco Sogno per dismembrationem a paroecia S. Michaelis loci Torre de' Busi, tertia in suburbiis in loco Valverde pariter per dismembrationem a paroe­ ciis S. Agathae in Carmelo et Castagnetae. Circa paroeciarum statum et circa oratoria in civitate et dioecesi exi­ stentia ad praecedentem relationem me remino, cum nihil novum adden­ dum adsit. Ad VIII Extant qua e sequuntur virorum monasteria et domus: Fratrum minorum capuccinorum in civitate unum, in pago Albini alte­ rum, necnon hospitium in pago Soveris. Fratrum minorum unionis Leonianae unum in loco Cividini, alterum in loco Baccanello dicto. Clericorum regularium a Somascha unum in eodem pago Somaschae. Patrum Societatis Iesu in civitate domus una. Patrum a S. Iosepho, vulgo PP. Giuseppini, in orphanotrophio pro pue­ ris in civitate. Patrum a S.Corde Iesu in pago Albini. Sacerdotum a S. Familia nuncupatorum cum fratribus laicis domus una in pago Martinengi. Sacerdotum a S.mo Corde Iesu domus una in civitate. Huius instituti quod nunc denuo excitatum est, finis est aliquot ex dioecesis sacerdotibus

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RELAZIONE -

7 MAGGIO 1909

ad vitam communem sub certis regulis ab episcopo approbandis, collige­ re ut de iis episcopus ipse maiora prae coeteris disponere possit libertate in bonum dioecesis sive in sacris concionibus praesertim informa exerci­ tiorum spiritualium, sive in regendis ad tempus vacantibus paroeciis, sive generatim in muneribus sacri ministerii. Pergratum insuper mihi est hic referre, quam primum fore ut monachi cassinenses a S. Benedicto, post saeculum et ultra a die a quo e suo Pon­ tidensi monasterio, intra fines huius dioecesis sito, tempore perturbationis Galllicae, vi eiecti fuerunt, ad idem monasterium; meis precibus vota totius dioecesis obsecundantes, redeant, et ibidem curam spiritualem incolarum loci, uno ex ipsis officio curionis perfuncturo, suscipiant. Plurima insuper extant mulierum monasteria instituta, quae hic recen­ sentur: sanctimonialium sub regula S. Benedicti duo monasteria in civitate; sub regula S. Dominici duo, unum in civitate, alterum in pago loci Azzano; sub regula S. Francisci, unum Capuccinarum in pago loci Capriate, alte­ rum Tertii Ordinis in loco Zonii; sub regula S. Clarae in loco Boccaleone prope civitatem; sub regula tandem S. Francisci Salesii in oppido Alzani Maioris. Religiosarum vero mulierum a votis simplicibus domus multae et ope­ ris quibus incumbunt pene innumera. 1 Sororum a Charitate quae vocantur della Ven. Capitanio, domus habentur in civitate et in dioecesi.... (sic) 2 Filiarum Charitatis, Canossiane, domus in civitate...in dioecesi... 3 Filiarum a S. Corde Iesu domus duae in civitate, item duae in dioe­ cesio 4 Sororum a S. Ursula ( Orsoline ) domus ... in civitate, in pagis dioecesis... 5 Filiarum Charitatis a S. Vincentio a Paulo domus tres in dioecesi. 6 Ancillarum Charitatis domus.... in dioecesi. 7 Sororum a Sacra Familia e Comonte domus .... in diocesi'. 8 Sororum dictarum Piccole Suore della S. Famiglia domus duae in diocesi. 9 Sororum Boni Pastoris domus una in civitate.

1. G. P. FUMI, Le università dei contadini: le "colonie agricole" in Italia tra metà Otto­ cento e primi anni del Novecento, in Bollettino dell' Archivio ... , 26 (1996), p. 342

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VISITE AD LIMINA

lO Sororum delle Poverelle nuncupatarum domus ... e quibus duae in civitate in pagis ruralibus. Il Sororum vulgo Dame del S. Cuore domus una in pago Villa D'Adda. 12 Piarum Matrum Nigritiae domus una in suburbio civitatis. 13 Sororum Sapientiae domus una in pago loci Gorno 14 Sororum a S. Ursula quae ab unione vocantur domus una in subur­ bio civitatis loco Redona. 15 Sororum a Ven. Cottolengo domus una in pago loci Vercurago. 16 Sororum ab Iesu infante (dictae a S. Mauro) domus una in loco Cenate S. Martino. 17 Sororum a S. Dorothea (Dorotee) domus tres in pagis dioecesis'. 18 Filiarum a S. Maria vulgo dictarum della Provvidenza, domus una in pago S. Paolo d'Argon. 19 Adest etiam societas Virginum a S. Angela Merici quae domus pro­ pria in civitate habet et complectitur sive in civitate sive in dioecesi plus quam.... religiosas mulieres eidem adscriptas. 20 1tem in civitate sive inter mares sive inter feminas florent societates quae Conferenze di S. Vincenzo appellantur. Ad IX Extat in urbe seminarium magnae amplitudinis aedificium quod in melius, novis constructionibus additis, annis elapsis augendum curavi, quin per hoc instituti administratio aliquid detrimenti pateretur. Inter quas novas constructiones hic memoranda venit aula recenter constructa, summo pontifici Pio X in memoriam sui iubilaei sacerdotalis dicata, ad clericorum studia promovenda et excitanda destinata. Alumni in seminario anno 1907 tercenti quinquaginta, anno 1908 ter­ centi et quadraginta, anno 1909 tercenti numerantur, quibus addendi sunt quadraginta quinque circiter qui in ephebeis, alumnis praefecti. morati sunt, necnon alii duo qui Romae in pontificio seminario Romano collegio Cerasoli alumni, eiusdem collegii expensis commorati studiis sacrae theo­ logiae operam dederunt. Quod attinet ad alumnorum commorationem in seminario res nunc ita compositae et dispositae sunt ut iidem per decem anni menses in semina­ rio maneant, iis dumtaxat exceptis qui quatuor primis gimnasii scholis addicti sunt, et duobus mensibus, id est iulio et octobri, apud suas familias se conferant. Ad X Quoad nosocomia, hospitalia et coetera loca pia 2. G. P. FUMI, Le università ... , p. 342

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_ 7 MAGGIO 1909

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DICHIARAZIONE DELLE VISITE ALLE BASILICHE

DEI SANTI APOSTOLI PIETRO E PAOLO

Iosephus de Bisogno e marchionibus de Casaluce utriusque iuris doc­ tor, reverendae Camerae Apostolicae clericus, SS. patriarchalis basilicae principis Apostolorum de urbe canonicus decanus et altarista. Fidemfacimus atque testamur illustrissimum et reverendissimum domi­ num Iacobum Mariam Radini Tedeschi, episcopum Bergomensium, per­ sonaliter visitasse Limina sacrosanctae patriarchalis basilicae principis apostolorum et praesentem fidem a nobis obtinuisse hac die XXVII mensis aprilis anni MCMIX Pro canonico altarista sac. Henricus Remuzzi Sacrosancta patriarchalis basilica S. Pauli Illustrissimus et reverendissimus dominus Iacobus Maria Radini Tede­ schi, episcopus Bergomensis, personaliter visitavit Limina S. Pauli apo­ stoli et praesentemfidem a me vicario sacrarii obtinuit hac die secunda men­ sis maii anni 1909. Vicarius d. Ioseph B. Acernese O.S.B.

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VISITE

AD LIMINA

Num.436/09 Sacra congregatio Concistorialis fidem facit atque testatur reverendum dominum Iacobum Mariam Radini Tedeschi episcopum Bergomensem, pro centesimo octavo triennio die 20 decembris 1909 expiraturo, basilicas beatorum Apostolorum Petri et Pauli personaliter et per se ipsum visitas­ se, eorumque sacra Limina pie ac devote veneratum esse. Datum Romae ex aedibus eiusdem congregationis, die 7 maii 1909 G. card. De Lai Secretarius

Lorenzo Carli addictus Reverendissimo Ordinario Bergomens. Bergamo Visita sacrorum Liminum 486/09

Die 7 maii 1909

Detur testimonium peractae visitationis personaliter pro 108 triennio,

die 20 decembris 1909 expiraturo.

0

FV VM

Lib.5 Bergamo Visita dei sacri Limini 486/09

7 maggio 1909

Si dia il certificato della Visita adempiuta personalmente per il 108 Trien­

nio, che spirerĂ il 20 dicembre 1909.

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RELAZIONE -

26 NOVEMBRE 1911

RELAZIONE - 26 NOVEMBRE 1911

ASV, C. Concistorialis, Relationes Dioecesium, Bergomen., 116, orig. Dopo la nota rifonna della curia romana attuata da Pio X, mons. Radi­ ni Tedeschi presentò la relazione per la visita ad Limina alla congregazio­ ne Concistoriale, accompagnandola con una lettera autografa al cardinale Gaetano De Lai. Il testo su foglio retto, in lingua italiana, è stato, molto probabilmente, dattiloscritto dal suo segretario don Angelo Roncalli. La numerazione originale dei fogli va da l a 29. La firma autografa di mons. Radini conclude la relazione. I fogli sono sciolti (mm. 3Ix22), custo­ diti in una semplice cartella. Copia-minuta della relazione è custodita in ACVB, Atti relativi alle visite ad Limina. Alcuni brani della relazione sono stati pubblicati da A. RONCALLl, Mons. Giacomo Maria Radini Tedeschi, Roma 1963, p.148-149, e da B. MALlNVERNI, La Scuola socia­ le cattolica di Bergamo (1910-1932), Collana di storia del Movimento cattolico, Roma 1960.

307 RELAZIONE A SUA SANTITÀ PIO X sullo stato della Diocesi di Bergamo

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Beatissimo Padre Sommario - 1. Nota previa­ 2. Dal 1905 al 1910 ­ 3. Il momento attuale. 4. Il campo nemico: a) i partiti, b) la massoneria, c) la pubblica Autorità, d) la stampa cattiva. 5. Il campo nostro: a) il popolo, b) l'Azione Cattolica, c) il clero: l ° il seminario, 2 0 parroci, 30 clero in genere. 6. Le cause dello stato attuale della diocesi. 7. Il Vescovo. 639


VISITE

AD LIMINA

8. Appendice: a) la vertenza del p. Mattiussi , b) la posizione dell' Eco di Bergamo, c) le elezioni politiche. 9. Conclusione.

l o. Nota previa Quantunque a stretto tenore di legge canonica non sarei tenuto in que­ sto anno alla visita ad Limina, però mi tarda il momento di farla, special­ mente in un' ora di qualche angustia per me, per baciarvi, o padre santo, il sacro piede, per umiliarvi l'obolo della mia diocesi, per rinnovarvi a nome mio, di tutto il clero, e della diocesi intera, i sensi inalterati della nostra devozione e del nostro affetto; e per avere da voi una parola di istruzione, di benedizione e spero di conforto. Stimo poi utile cosa, ed anche non sgradita alla santità vostra, alla rela­ zione legale, che non ho obbligo di fare, sostituire questa, che non potè riuscire breve come avrei voluto: pronto poi a dare a voce spiegazioni e schiarimenti ulteriori richiesti. Da tale mia relazione, che scrivo con coscienza di vescovo, e con sice­ rità di figlio, io confido che la santità vostra abbia a formarsi secondo verità un concetto abbastanza esatto e completo di questa cara diocesi; e che abbia a trame argomento di non piccolo conforto. Confido anzi di poter mostrare a vostra santità, se l'amore non mi fa velo, che non mancò la esagerazione in quanto forse si ebbe da altri a rife­ rire, od a stampare, quasi Bergamo avesse meritato di essere dipinta con poco gradito colore. Oso poi sperare che vostra santità, e all'uopo la sacra congregazione Concistoriale, abbiano a riconoscere non al tutto meritati da me e dal mio clero, si può dire nella sua totalità quegli appunti che sotto forma di auto­ revoli consigli, si è creduto opportuno di farmi; che, consigli sono graditi; appunti, mi sembra non siano meritati, e fondati su qualche equivoco. Certo, vostra santità, dopo quanto avrò esposto sarà sempre tanto buo­ na verso la mia cara diocesi da benedirla largamente, da incoraggiarla, da amarla assai, insieme al suo umile vescovo, che si presenta fiducioso per fare buona testimonianza presso Pietro, a favore del suo clero e del suo popolo.

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RELAZIONE -

26 NOVEMBRE 1911

2. Dal 1905 al 1910 Nel 1906, passato scorso, dopo un anno di episcopato circa, ho fatto la mia relazione ufficiale alla Santa Sede; e poi la personale a Vostra San­ tità. Allora potei con verità e con soddisfazione mostrare, quanto a ragio­ ne, nell' inviarmi qui pastore in santa obbedienza, potesse vostra santità confortarmi col dire: che "su Bergamo vostra santità poteva dormire". Passarono due anni ed io ebbi occasione di inviare uno speciale rap­ porto a vostra santità circa le fasi e le vicende qui dell' azione cattolica. E vostra santità mi fece rispondere dall'eminentissimo (cardinale Segreta­ rio) di Stato a' venti febbraio 1908, n. 28458, con lettera preziosa, parole della sua augusta soddisfazione, di grande mio conforto, anzi per sua bontà di alto encomio I • Ecco le testuali parole di quella lettera: "Ricevo l'augusto incarico di manifestarle la soddisfazione di sua santità per l'opera spiegata dalla signo­ ria vostra illustrissima e reverendissima nel campo della azione cattolica dio­ cesana. La santità sua rileva con piacere il progressivo incremento costì raggiunto... e trova meritevole di encomio lo spirito di prudenza da lei dimostrato" .

l. Il card. Raffaele Merry del Val (1865-1930) era stato nominato da Pio X, ali' inizio del suo pontificato. al più importante incarico della curia romana. perché colpito dalle sue notevoli doti di educazione intellettuale e culturale, dalle sue qualità morali e spiri­ tuali, nonché per la positiva prova di governo fornita durante il conclave. Scrive Snider che Pio X in Merry del Val sentì. per così dire, un' altra parte della sua personalità spi­ rituale ed umana; ne apprezzò la docilità intellettuale e spirituale che gli permettevano di entrare completamente nelle vedute del superiore. La sua nomina a segretario di Stato data dapprima impossibile perché troppo legato alla Spagna, fu poi vista come risul­ tato di occulte forze. o delle manovre dei gesuiti che volevano governare la Chiesa. o della preferenza di Pio X su altri candidati. Vincenzo Vannutelli, Domenico Ferrata e F. Cavagnis, che avevano un proprio programma. Oltre che segretario di Stato, Merry del Val ebbe altri uffici di grande rilievo. tra cui amministratore dei beni della S. Sede, prefetto dei Palazzi Apostolici e arciprete della basilica Vaticana. A lui si deve il pro­ gressivo ingresso dei cattolici nel Parlamento Italiano, con il patto Gentiloni e l'abolizione del non expedit. Sul piano europeo egli promosse attivamente il ravvicinamento della Santa Sede con le Potenze d'Europa, Dopo la denunzia del concordato e la completa separazione tra Stato e Chiesa in Francia. Merry del Val rispose energicamente con la consacrazione dei primi 14 vescovi francesi da parte di Pio X in S. Pietro. Definito dal card. I. Schuster braccio destro di Pio X, uomo di rettissime intenzioni, col modo duro di servire fece delle vittime e si manifesò, secondo alcune note diplomatiche, zelante, battagliero. centralizzatore e intrigante; P. CENCI. Il cardinale Raffaele Merry del Val Con Prefazione di S. Em. za il Cardinale E. PACELLI. Poliglotta Città del Vaticano 1955; C. SNIDER, I tempi.... p. 119-120. 124-125. 195.334-335.

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Nell'anno stesso 1908 in luglio si ebbe la visita apostolica del semina­ rio e della diocesi', L'eccellentissimo visitatore della diocesi constatò de visu non mutate le cose. Religioso il popolo, di buone speranze l'azione cattolica, zelante il cle­ ro, degni di elogio speciale i parroci, fiorente davvero, insomma, la diocesi un dì del Barbarigo: del quale con molta gioia sento riprendersi oggi i pro­ cessi di canonizzazione. Ed il visitatore del seminario rimase soddisfattissimo e non ebbe appun­ to di sorta; benché io trovassi poi qualche cosa, che al visitatore era sfug­ gita; e con prontezza ed energia provvidi. Vero è che il primo visitatore fece qualche appunto; e la sacra congre­ gazione Concistoriale ordinò qualche provvedimento: cosa ben piccola tuttavia in diocesi così vasta, e con clero così numeroso; fino a 1.200 pre­ ti circa', Ma io potei con facilità, e sicurezza di verità allora dimostrare alla San­ ta Sede, che forse sull' animo retto del visitatore apostolico aveva fatto breccia un po' quel vizio di maldicenza, che qua e là egli stesso aveva tro­ vato in diocesi e notato; e del quale, lo dirò schietto, non sono invero inno­

2. Le visite apostoliche al seminario e alla diocesi richieste a Pio X da mons. Radini stes­ so nell'udienza del 1906, vennero effettuate tra giugno e agosto del 1908, rispettivamente dai vescovi Giovanni Beda Cardinale e Andrea Sarti. Dopo le due visite la congr. Concistoriale il 20 giugno 1909 accusò alcuni preti di modemismo, fautori di confe­ derazioni aconfessionali, cf. nota n. 16. Mgr. Radini difese le linee adottate dall' asso­ ciazionismo cattolico diocesano. De Lai gli scrisse il 31 marzo 19IO, accogliendo i suoi chiarimenti. Tra la visita apostolica e le precisazioni di Radini era intervenuta, il 22 marzo 1909, la scomunica di MuITi con la quale si metteva fine all'indipendenza del­ le organizzazioni cattoliche dall' autorità. Ma tra il 1909 e il 19 IO altri elementi si aggiunsero a mutare il giudizio della S. Sede su Radini; G. BATTELLI, Un Pastore..., p. 306-308, 344, 380, 428; G. VIAN, La riforma ... , II, p. 476-478. 3. Il vescovo espresse il compiacimento del visitatore circa l'insegnamento della dottri­ na cristiana, le doti morali della popolazione, l'impegno dell'azione cattolica ecc., nel­ la lettera pastorale "E trascorso un anno e più dacché l'Ecc.mo Mons. Andrea Sarti, vescovo di Guastalla, venne tra noi ..." 20 settembre 1909. Radini Tedeschi aveva potuto conoscere il risultato della visita solo qualche mese più tardi, a seguito di un col­ loquio rassicurante col card. De Lai, nominato segretario della congregazione Conci­ storiale. Battelli osserva che venne evidenziato "il carattere eccessivamente ottimisti­ co di quella prima valutazione radiniana" di Bergamo come modello di societas chri­ stiana; cf. lettere "E noto come la S. Sede ... " 18 giugno, "Innanzi di partire... " 15 agosto 1908, in ACVB, Lettere pastorali Libro n° 13; La Vita diocesana, 1909, p. 260; A. RDNCALLI, Mons. Giacomo Maria Radini..., p. 70-71; G. BATTELLI, Un Pasto­ re..., p. 307-308, 344.

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centi anche preti del cappello vecchio, di che sa la santità vostra, ai quali un dì tenne in Castiglione un discorso rimasto memorando'. E fu in seguito a ciò che la sacra congregazione Concistoriale, con mol­ ta bontà e con gradita fiducia in me, ebbe a scrivenni ai 20 agosto 1909: "che gli eminentissimi padri hanno avuto parole di encomio per l'opera vigile e zelante che la signoria vostra reverendissima,jactus forma gregis ex ani­ m0 5 , spiega pel bene del suo popolo e del suo clero, e fanno augurio che la feconda operosità della signoria vostra produca sempre nuovi frutti di salute eterna nel diletto suo gregge". A' 31 marzo 1910 poi l'eminentissimo De Lai scriveva: "Sua Santità ha preso benevolmente atto delle spiegazioni da lei date... Ed ora la sacra congregazione è in grado di conoscere piu adeguatamente lo stato di code­ sta illustre diocesi, di apprezzarne ancora pia la floridezza ...trova doveroso moderare e al tutto ritirare provvedimenti consigliati... lieto di poter ciò significare alla santità vostra reverendissima Prosegua, dunque, con la sua instancabile alacrità nel vigorso impulso dato a codesta nobile Chie­ sa, ed il Signore le sia largo di aiuto e di conforto'":

4. Il maggior studioso del vescovo Sarto, don Stefano Siliberti, docente di storia della Chiesa nel seminario di Mantova, da un sondaggio in archivio sul carteggio delle cir­ colari e della busta relativa a Castiglione delle Stiviere, all'epoca del centenario di san Luigi, ha costatato che san Pio X reagiva molto energicamente di fronte ai pettego­ lezzi. Il periodo di Sarto coincide con l' epoca del "silenzio" a livello di stampa dio­ cesana. L'episodio riferito da mons. Radini T. è quindi ancora tutto da verificare, spe­ cie nell' archivio di Castiglione, nel caso esista qualche diario parrocchiale, del che don Siliberti dubita. Ringrazio don Roberto Brunelli e don S. Siliberti per la cortese col­ laborazione.

5. l Pt. 5.3 : pascete il gregge di Dio... non facendola da padroni sui fedeli toccati vi in sor­ te. ma piuttosto diventando modelli del gregge. 6. Gaetano De Lai nacque a Malo, Vicenza, il 30 luglio 1853. Fu ordinato sacerdote il 16 maggio 1875, e perfezionò i suoi studi in filosofia, teologia, diritto canonico e civile. Dopo un impegno temporaneo nella curia romana, ritornò in diocesi. Richiamato in curia fu nominato segretario della congregazione del Concilio e poi della congrega­ zione Concistoriale, dove sulle nomine degli ordinari diocesani in Italia ebbe un influs­ so determinante. Le competenze ricevute fuono molto ampie e non pertinenti; secon­ do Cerrato e altri storici, De Lai volle fare Pio X prefetto della congregazione ed esser­ ne suo segretario. Intransigente e antimodernista, sostenne in pieno Pio X negli indirizzi pastorali e curiali di rinnovamento e riforma, ponendo, pur con rettissime intenzioni, come osserva il card. Schuster, troppo del suo spirito duro nel servirlo. Protesse mons. Benigni, la sua attività e il "Sodalitium Pianum", tanto legato ad esso da esservi cono­ sciuto col nome cifrato di conte Tandel. Uomo forte e personaggio chiave del pontifi­ cato di Pio X, fu superiore forse per influenza e determinazione allo stesso card. Merry del Val. Elevato al cardinalato il 16 dicembre 1907, fu ordinato vescovo il 17 dicem­ bre 1911. Nel 1924 ebbe in amministrazione la diocesi di Poggio Mirteto, e ne diven­

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3. Il momento attuale Dal tempo nel quale fu riconosciuta dalla Santa Sede questa felice situa­ zione, e a me fu data tanta sicurezza, conforto ed approvazione, non sono passati molti mesi. Or bene, padre santo, è oggi mutato il colore ottimo? È questa la tre­ pida domanda, che io fui chiamato a farmi testé. Un disgraziato incidente, di cui mi permetterò in appendice un cenno, venne ad agitarmi lo spirito, ed a metterrni in penoso sospetto non forse aves­ si mancato ai miei grandi doveri di vescovo. Si ebbero intanto proteste, vennero fatte pubblicità che non riuscii per vari motivi ad impedire, venne esposta come non era una situazione, ven­ nero anche venerati documenti non conformi. Tutto questo mi produsse, padre santo, nell' anima di vescovo, conscio dei suoi doveri e delle sue responsabilità, una scossa crudele. Dubitai di me; pensai che io non capissi più come doveva le cose; stetti ansioso nel timo­ re d'aver mancato, e, lo confesso, per un momento arrivai fino a dubitare di non meritare più intiera la fiducia di vostra santità. Forse fu questo frutto d'amor proprio, e di documenti non ben com­ presi: ma fu un momento. Riflettei, meditai, mi esaminai, interrogai chi mi guida nell'anima, riunii il consiglio di vigilanza, sentii più volte il mio provicario, il cancelliere; e tutti mi calmarono, tutti mi rassicurarono. Mi fecero essi vedere, che doveva trattarsi di equivoci generati da informazi­ ni inesatte. Tanto è vero che gli stessi documenti dicevano fondarsi su di esse. Mi attestarono, che erano unanimi nell' apprezzare i fatti come me, nel trova­ re esagerate evidentemente e non corrette in vario modo, né meno eviden­ temente appassionate le relazioni di corrispondenti ormai conosciuti. Mi fecero animo consentendo in ciò che io aveva scritto e fatto, e conchiuse­ ro quanto a me, che la mia condotta ora appunto, come mi si scriveva da Roma, quale doveva essere per un vescovo che compie il suo debito, e che non occorreva se non far meglio conoscere i fatti nella loro sicura realtà alla Santa Sede: e quanto al clero, che indubbiamente non merita le fattegli ne vescovo i! 3 giugno 1925. Morì i! 24 ottobre 1928; R. CERRATO, De Lai, Gaeta­ no, in Dizionario Biografico.... 36, p. 278-280; La Sacra Congregazione..., p. 379 (i! pae­ se d'origine citato è Melo); E. CAMOZZI. Diario .... II. p.1304; C. SNIDER, I tem­ pi..., p. 49,164.194,195,203.204,224; G. BATTELLI. Un Pastore..., o.c.• p. 219.307. 340,344. 360-361, 364. 373, 384; G. VIAN. La riforma.... I. p. 21-35; II, p. 479­ 484.693-717.

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accuse, e peggio le insinuazioni così poco corrette, ma che, nel suo com­ plesso, merita lode e può essere invidiato certamente al pari della diocesi nostra da altri men fortunati pastori. Presi animo; mi posi in pace; e dissi: continuerò a lavorare a tutt'uomo; informerò bene il santo padre e metterò in Dio ogni fiducia, certo che: Ipse enutriet me'. lo vengo, dunque, anche per tale consiglio e con tutto l'abbandono nel­ la patema e materna bontà vostra, o padre santo, ad esporre con scrupolo di rettitudine e di verità la mia condotta nel governo attuale della mia dio­ cesi, e più lo stato reale di essa. Aggiungerò qualche nota a maniera di appendice su cose che mi paio­ no rilevanti, a mio governo; e che mirano ad avere da vostra santità, in quanto occorra, precise e sicure istruzioni; volendo io in tutto e sempre, nella piena soggezione al vicario di Gesù Cristo, fare ciò che sia pel mag­ gior bene della mia diocesi. 4. Il campo nemico a) I PARTITI - Questi sono i consueti, che si trovano dappertutto. Ma bisogna confessare che non hanno una consistenza seria, almeno per riguar­ do al numero di chi li compone. Il MODERATO ha uomini di qualche autorità, di censo e di vecchio libe­ ralismo. Esso ha lottato assai in passato, esso ha dominato anzi a lungo e forte: ma oggi è così scarso, almeno negli elementi strettamente più libe­ rali, che non conta gran che. Ha perduto il terreno; per quanto tanti non vale fin qui riaverlo. Il SOCIALISTA che fa certamente i suoi tentativi, e un po' anche i suoi passi avanti, anch' esso non ha gran forza nei suoi elementi locali; ben­ ché abbia non poca audacia e molta protezione dal governo. In diocesi non è riuscito ad organizzarsi localmente; benché vi sia qual­ che sezione di organizzazioni che hanno centro altrove. Anche in città, ha fatto qualche chiasso sopratutto; ha cercato e cerca l'appoggio della UMA­ NITARIA di Milano", che più volte tentò e tenta più oggi ancora impiantarsi 7. Sal. 55. 23: getta in Javhé la tua sorte ed egli ti sarà di sostegno. 8. La Società Umanitaria fu realizzata grazie al cospicuo lascito di Prospero Moisè Loria, con lo scopo di dare ai diseredati, senza alcuna distinzione, l'opportunità di elevarsi da sé medesimi procurando loro assistenza, lavoro e istruzione. Uno dei primi segretari a Milano fu Osvaldo Gnocchi Viani (settembre 1897-maggio 1898). L'Umanitaria si

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stabilmente ed efficacemente; fa guerra, naturalmente più che può, a tutto ciò che vi è di buono; ma trova ancora e sempre pane per i suoi denti. La stessa CAMERA DEL LAVORO, caduta e risorta più volte, senza infamia e senza lode, non ha potuto fin qui seriamente impiantarsi",

È però da nota­

re, che ha appoggio evidente dal partito esiguo radicale; e più dalla MAS­ SONERIA, e, come ho detto, da chi nei corpi pubblici sta al governo e lo rappresenta, in Prefettura e nel Consiglio scolastico specialmente. b) LA MASSONERIA è ristretta di numero, ma questo

è cattivo e si mostra,

appena può, fiero contro i cattolici. In città ha i suoi adepti; nella diocesi cer­ tamente sono pochissimi. Tenta però tutte le vie legali ed estralegali; e da qualche tempo fa questo con evidenti e più insidiosi propositi, e con un accanimento, che si mostra pronto a valersi di ogni imprudenza, di ogni incidente di ogni cosa, a diritto e a rovescio in danno del comune, o della

articolava in ufficio di collocamento, cassa sussidio per la disoccupazione, ufficio di con­ sulenza medico-legale, scuole di formazione tecnica, ufficio per gli emigranti. A Ber­ gamo nel 1908 si costituì per opera dell' Associazione generale di Mutuo Soccorso (via Zambonate, 23) l'ufficio di emigrazione, presidente l'avv. Luigi Sinistri. con sede all'albergo Pugni e Coppo, ora Albergo Piemontese. Nell'ottobre 1911 fu costituita uffi­ cialmente la sezione di Bergamo. segretario Galileo Bini. presidente Alessandro Val­ li. con uno statuto proprio, che ribadiva gli scopi filantropici già ricordati. Gli asso­ ciati versavano la quota annuale di L.l, i soci perpetui L. 50. Il consiglio direttivo ave­ va 7 membri, uno eletto dall' Umanitaria di Milano. La sede traslocò nel 1913 da via Martinengo Colleoni, l. a via Broseta, 37. in locali dei fratelli Vincenzo ed Emanue­ le Testa di Gandino. aggregando anche la "Scuola di cultura popolare", ave operò sino alla chiusura, 1925. Ebbe contrasti con l'Opera Bonomelli, sorta per iniziativa del vescovo di Cremona. Ne fu presidente ininterrottamente A. Valli(Nembro 1861-Bergamo 1940). repubblicano, mazziniano, borghese facoltoso proveniente da famiglia di industriali della seta, filantropo e anticlericale; G.P. VALOTI, "A sollievo dei diseredati" La Sezio­ ne di Bergamo della Società Umanitaria, tipo Roncalli di Carobbio, via S. Alessandro, 52 Bergamo; A. VAIANA, Uomini di Bergamo, I, Bergamo 1953, p. 112. 9. La Camera del Lavoro fu programmata il 20 marzo 1901 da un comitato promotore riu­ nito presso la Società di Mutuo Soccorso di via Zambonate per battere sul tempo l'o­ pera di Nicolò Rezzara e del rag. Galbiati, e istituita il 21 aprile successivo presso la sede provvisoria della predetta Società. Ne era presidente Scipione Lombardini, affiancato da una commissione esecutiva di 6 membri. Per statuto la Camera del L. aveva come scopo "di servire d'intermediario fra l'offerta e la domanda di lavoro, di patrocinare gli interessi dei lavoratori salariati in tutte le contingenze della vita", promovendo "un permanente rapporto fra i lavoratori salariati, per educarli alla fratellanza, alla solida­ rieta' e al "mutuo appoggio". Da fine Ottocento il clero aveva per antagonista l'agita­ tore socialista, che si avvaleva dell' emigrazione, dello spostamento crescente delle masse dalla campagna alla città, dove trovavano ambienti più emancipati dall'egemo­ nia del clero, del distacco progressivo della borghesia e del ceto medio dalla Chiesa, G. MICCOLI, "Vescovo e re...... in La Chiesa e il potere politico, p. 925; A. BEN­ DOTTI-G. BERTACCHI, La Camera del Lavoro di Bergamo dalle origini alla prima guerra mondiale, Bergamo 1985, p. 89 passim.

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nostra organizzazione, o della scuola sopratutto, e del popolo vigorosa­ mente cristiano. Né trascura, quando può, le occasione (sic) per intimidi­ re e per battere in breccia religione, clero e vescovo, come facilmente si com­ prende. È necessario perciò grande prudenza, grande vigilanza, grande costanza per impedirle il passo: e ciò si fa meglio che si può. c) LA PUBBLICA AUTORITÀ - parlo dell'elemento governativo - è evi­ dentemente ispirata dalla setta; ha quasi per organo lo sbracato ed empio IL GIORNALE IO ; non lascia occasione od arte, dovunque può, per farci del dan­ no, in ogni ordine di azione, e per opprimerei colla forza e coll' intrigo, quando non può con la legge. È evidente il proposito concepito, e pare lo speciale intento e mandato superiore di fare di Bergamo una terra di con­ quista. Ma finora, ringraziando Dio, a poco riuscì, e riesce, benché l'ora sia difficile ed il nemico armato di tutto punto. d) LA STAMPA CATTIVA ha tre quotidiani. LA GAZZETTA, moderata; LA RASSEGNA radicale, organo degli industriali, specialmente nemica della organizzazione professionale cattolica, con spunti anticlericali 1I; IL GIOR­ NALE, del quale ho detto, empio e settario. Tutti però hanno poca diffusio­ ne anche in città, e pochissima in diocesi. Messi insieme tutti al pari dei par­ titi che rappresentano sono ben lontani, anche dalla diffusione della nostra stampa locale, a quanto sono assicurato. Vi sono poi il GIOPI, e il BOR­ TOLI I 2 , dialettali e di cattivo genere, ma insignificanti.

IO Il Giornale già Nuova Gazzetta di Bergamo organo del Partito Democratico di Ber­ gamo, poi politico quotidiano, era stampato a Bergamo dal 1904 nella tipografia Car­ nazzi - Sergent. Direttore responsabile fu F. Gianderini, successivamente F. A. Tasca, Alfonso Claudio Miotti. Radini nella relazione cita l'epiteto con cui egli era stato defi­ nito nell'edizione del 30 luglio 1910 "Altre beghe dei preti nel Seminario. Le caccie moderniste dello czar Tedeschi"; R. AMADEI, Appunti... , p. 410.

II. La Gazzetta Provinciale di Bergamo, poi la Gazzetta di Bergamo quotidiano liberale era pubblicato a Bergamo dal 1877, dalla tipografia Pagnoncelli. Ne furono direttori Augusto Barattani e successivamente Parmenio Bettoli, Luigi Boccacci, C. Zumbini. La Rassegna commerciale, agricola, industriale, finanziaria, poi settimanale finan­ ziario, fu pubblicata a Bergamo dal 1906 dalla tipografia Gatti, in seguito dalla Società editrice commerciale Bergamo. Il direttore era Alessandro Brignoli, e successivamen­ te Caro Caroli, Pietro Moretti. 12. Giopt Giornal de Berghem satirico, critico umoristico bergamasco. fu pubblicato a Bergamo dal 1894 dalla tipografia Fagnani e Galeazzi, direttore Arturo Cattaneo. Bortoli seui senterù so pissini.... l'è ira, ma eressero. Bortoli, poi Giornale umoristico, poi Giornale semi umoristico, fu pubblicato a Bergamo dal 1899 dalla tipografia Fagna­ ni, direttore Annibale Casartelli.

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Contro tutta questa stampa, io, i miei preti, le società cattoliche, fac­ ciamo ciascuno il nostro dovere meglio che ci è dato; lottiamo sempre: e parmi poter dire, che Dio benedice ai nostri sforzi e che anche in questo la battaglia non è perduta. La riunione però di questi quattro nemici è tutt'altro che da trascurarsi; ed abbiamo bisogno, specialmente in vista dell' ambiente generale, della fobia locale, della propaganda dell' Umanitaria, dei pretesti politici, del lavoro elettorale contrario, degli emigranti che tornano spesso guasti, e di tante altre circostanze, di stare molto uniti, di lavorare senza posa, di non dormire un momento, e di seguire le norme di saggia discrezione e pru­ denza, senza discendere ad accomodamenti indebiti, o cadere nelle panie che ci preparano di continuo. 5. Il campo nostro a) IL POPOLO - In tale stato di continua battaglia, e malgrado tutti que­ sti sforzi coalizzati, il nostro popolo Bergamasco, come scriveva già la sacra congregazione Concistoriale, a' 20 agosto 1909, nella grande mag­ gioranza presenta buone condizioni morali e religiose, un po' meno nella città, come è facile accada, ma in modo assai consolante nella diocesi; e chiunque viene qui, e vede e visita, di fronte specialmente a tante altre diocesi, ne resta a ragione colpito ed ammirato. lo ne ho spesso prove nelle mie continue visite, nelle feste splendide che si fanno, nei grandi sacrifici per lo splendore delle chiese e del culto, nella generosità delle varie collette obbligatorie nell'anno, per le quali si rac­ colgono sempre circa 30.000 Lire, e sopratutto nella frequenza ai sacra­ menti. E questa è veramente grande, anche negli uomini; poiché pochi sono, relativamente e talora assolutamente, che non fanno Pasqua, e non si acco­ stino tre o quattro volte l'anno alla Comunione; mentre si hanno in par­ rocchie anche vicine alla città fin oltre 100.000 Comunioni all'anno con quattro o con cinque mila abitanti 13. 13. Radini seguì fedelmente le direttive di Pio X per il culto all'Eucaristia; tra i suoi mes­ saggi al clero e alla diocesi, cf. "Tra i doveri precipui... " 19 gennaio 1903, "Tornati ormai stabilmente ... " 29 giugno 1905 sulla comunione e le quarantore, "Il S. Padre Pio X si può ben chiamarlo il pontefice dell'Eucarestia ... "; ACVB, Lettere pastorali Libro N. 13; La Vita diocesana, 2 (1910), p. 265 passim.. Nell'Ottocento, nota Bellò, era prevalsa una situazione di disagio nei confronti della dignità dell' Eucarestia, ritenuta sacramento troppo grande per la frequenza quotidia­

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Del pari ho prova nel1' assiduità al catechismo pei fanciulli, alla dottrina per gli adulti, alle sacre funzioni, agli esercizi per ceti, alle missioni, a quanto insomma, è pratica di fede e di vita cristiana. In tutto questo, e nel resto che taccio per brevità io ne ho prove così palpabili, che mi sono di sommo conforto nel mio arduo ministero. In una diocesi eminentemente industriale, il socialismo e l' anticlerica­ lismo non ha attechito (sic) che pochissimo; la massa è cattolica. Tra le prove poi che potrei aggiungere a mostrare che forza di senso e di con­ vinzione religiosa è nel popolo e clero insieme, che lo guida, vostra santità mi conceda accennarne una sola nella lotta pel catechismo nelle scuole. E basti osservare che di fronte al sopruso troppo noto dell' autorità scolasti­ ca di qui, la città e la diocesi con tutte le sue parrocchie, non solo protestò con migliaia e migliaia di firme nello scorso anno; ma si costituirono qua­ si dappertutto comitati di padri e madri di famiglia i quali poi si organiz­ zarono; tutti i comuni della diocesi, non pure protestarono, ma ad onta del­ le circolari prefettizie e scolastiche continuarono dovunque in orario l' insegnamento religioso nelle scuole e continuano anche oggi. Solo non poté ciò farsi in città, dove però in tutte le parrocchie, o negli oratorii, o in scuole private, o nelle aule scolastiche ottenute dal municipio, si impian­ tarono i dopo-scuola, con spesa non indifferente, e mercé l'opera pronta del clero giovane specialmente; dei quali dopo-scuola mi scriveva, a nome di vostra santità, l'eminentissimo De Lai, 1'8 febbraio 19] l: "ho rimesso nel­ le mani auguste del santo padre il suo rapporto sul dopo-scuola, ed ho il bene di ringraziarla da sua parte. Dio volesse che si facesse, o si tentasse di fare dovunque così. Anzi vostra santità mi onorò con prezioso autografo in data 21 gennaio 1911"14.

na. In alcuni seminari d'Italia l'Eucarestia veniva distribuita solo alcuni giorni la set­ timana' e da alcuni direttori spirituali era data semiclandestinamente ai desiderosi. Pio X operò i noti cambiamenti chiamando i fanciulli all'età della ragione all'Eucarestia, sacramento considerato essenzialmente come il veicolo della grazia unitiva. A garan­ zia della pienezza degli effetti sacramentali si univano indulgenze. In seguito vennero ricuperati i motivi ecclesiastici sostanziali, per vedere nell 'Eucarestia il centro della Chiesa locale unita ed espressa nei suoi membri; C. BELLO', Società ... , p. 98. 14. La questione scolastica aveva i suoi precedenti nella mozione del socialista Leonida Bis­ solati presentata nel 1907 alle Camere, con l'invito al governo "di assicurare il carat­ tere laico della scuola elementare" . Il ministro della Pubblica Istruzione, Luigi Rava, aveva risposto portando al Consiglio di stato una nuova normativa in cui non si faceva cenno dell'insegnamento della religione. Il Consiglio di stato però il 12 dicembre riba­ diva l'obbligo dei comuni di assicurare l'insegnamento religioso se richiesto. Le rea­ zioni dei socialisti e degli avversari spinsero il ministro Rava il 6 febbraio 1908 a rein­

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Nel passato ottobre poi o ai primi di novembre si ebbero le elezioni pei membri del consiglio scolastico nuovo, parte fatte dai consigli comunali, par­ te dai maestri elementari. Orbene, su 304 comuni cinque soli fallirono: gli altri, compresa Bergamo, con maggioranza schiacciante di 2.300 voti con­

trodurre nel nuovo regolamento l'articolo 3 del ministro Guido Baccelli (1832-1916), già approvato il 9 ottobre 1895, che faceva obbligo ai comuni di fornire l'insegna­ mento religioso se richiesto. Il Rava aggiungeva un comma all'articolo 3, col quale i comuni potevano sottrarsi all' obbligo dell'insegnamento religioso su delibera con­ traria della maggioranza. In tal caso tuttavia l'insegnamento poteva essere assicurato dai padri di famiglia richiedenti, tramite persona provvista di patente di maestro elemen­ tare e approvata dal Consiglio provinciale scolastico, con la disponibilità dei locali e in giorni e ore stabiliti dal Consiglio scolastico provinciale. Bocciata la mozione Bisso­ lati dal Parlamento nel febbraio 1908, e accolta la normativa del ministro Rava per l'insegnamento religioso nelle scuole elementari pubbliche, scoppiarono le polemi­ che per la sua attuazione a Roma, Venezia e Milano. In quest'ultima città il ministro Cre­ daro aveva deciso per l'insegnamento religioso in ore fuori dall' orario scolastico per le prime quattro classi, che non fosse dato nella quinta e sesta, e si vietasse al comune di inviare i moduli alle famiglie per richiederlo. Ma il Consiglio scolastico votava per l'insegnamento religioso impartito anche nella quinta e sesta classe durante l'ultima ora di lezione; i direttori didattici avrebbero distribuito i moduli per tale richiesta. Due milanesi ricorsero al ministro per abolire la decisione del Consiglio scolastico. Cre­ daro accolse il ricorso. A Bergamo il consigliere comunale socialista Domenico Gen­ nati propose al sindaco Preda di mettere all'ordine del giorno le conclusioni imposte dal ministro Credaro a Milano. Il consiglio comunale bocciò la proposta Gennati, che però il 13 dicembre 1910 fu accolta dal Consiglio provinciale scolastico. L'applicazione del decreto da parte del prefetto Lavezzeri, con ordinanza dellO gennaio 1911 (insegnamento religioso impar­ tito in ore non comprese nell' orario normale scolastico con retribuzione aggiuntiva ai maestri impegnati, esclusione dall'insegnamento per la quinta e sesta classe, asten­ sione dei comuni dalla distribuzione dei moduli a padri e madri per richiesta insegna­ mento), fece insorgere i cattolici con dimostrazioni, comizi e con la raccolta di 100.000 firme di protesta. Rezzara fu attivissimo con le sue pubblicazioni, e da L'Eco di Ber­ gamo spiegò all' opinione pubblica la materia contesa. Si costituirono 255 leghe fra i padri e le madri di famiglia, con più di 20.000 affiliati. Lo scopo era di difendere la libertà di insegnamento, di cooperare col parroco per l'insegnamento del catechismo, di esi­ gere l'insegnamento religioso nelle pubbliche scuole e di farlo impartire nelle istituzioni scolastiche sussidiarie. 1116 marzo 191 l al teatro Rubini, presente mons. Radini Tede­ schi, si tenne la pubblica assemblea dei rappresentanti del clero e delle istituzioni cat­ toliche diocesane per riassumere il lavoro compiuto e indicare il programma futuro. Fu istituita anche la Scuola magistrale di religione, che dopo tre anni rilasciava il diplo­ ma di idoneità all'insegnamento della religione nelle scuole primarie. La lettera pasto­ rale alla diocesi "Della libertà e della religione nella scuola" per la quaresima, pubblicata il 22 febbraio 1912 segnò il punto di arrivo dell' impegno pastorale per la scuola e delle direttive da seguire così come con lettera "Un fatto grave ... " 19 dicembre 1910 era stata denunciata l'abolizione del catechismo nelle scuole. Pio X aveva commenta­ to le iniziative scrivendo" Ah se tutte le diocesi, avessero seguito con eguale slancio e successo l'esempio di Bergamo, oggi non ci sarebbe più in Italia una questione sco­ lastica da risolvere". Sulla campagna per l'insegnamento religioso nelle scuole pub­ bliche condotta da mons. Radini, Rezzara, on.le Cameroni, avv. Volpi, dott. Giuseppe Locatelli, Alessandro Colleoni, Medolago Albani e altre personalità cattoliche, riman­ do agli articoli e comunicati pubblicati tra il 1908 e il 1911 da L'Eco di Bergamo 30­

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tro 200 (ed erano consiglieri comunali i votanti), votarono quasi sempre ad unanimità per i candidati nostri veramente cattolici, e nella elezione fatta dai maestri, ci fu bisogno di annullare 230 schede e più su 800 per far che uno dei due eletti fosse di parte avversa. Quando un popolo tutto ha tanta coscienza del dovere cristiano e tanta forza e compattezza per compierlo, si può felicitarsi di avere un tal gregge; e si può augurarne uno uguale a tutte le diocesi. Ma altro aggiungerò ed è che, non pure i comuni rurali sono quasi tut­ ti in mano a cattolici la buona parte, massima anzi, od almeno ad uomini di buon conto morale e religioso, e disposti a lavorare coi buoni, come infat­ ti lavorano, ma di più nella città stessa di Bergamo il consiglio comunale nella sua maggioranza, la giunta, il consiglio e la deputazione provinciale, il consiglio scolastico, la camera di commercio, l'amministrazione dell'o­ spedale, del manicomio, la congregazione di Carità, il consiglio di vigi­ lanza nelle scuole sono nelle mani dei nostri, e vi stanno a capo uomini di fede e di vita pratica cristiana", Avranno difetti; nell'ordine politico la vec­ 31 ottobre, 3-4 novembre 1908,29-30 ottobre, 25-26 novembre, 10-11, 14-15, 16-17, 17-18,19-20,20-21,21-22,22-23,23-24 dicembre 1910; 7-8,12-13,14-15,17-18, 18-19,20-21,21-22,23-24,24-25,25-26,26-27, 27-28, 28-29, 30-31 gennaio 1911; 31 gennaio-l febbraio, 3-4,4-5,7-8,8-9,10-11,13-14,14-15,15-16,16-17, 17-18, 18-19, 20-21,22-23,25-26 febbraio 1911; 16-17 marzo 1911; 13-14,14-15 settembre 1911; 8­ 9,11-12 novembre 1911; 11-12, 14-15 dicembre 1911;18-19 gennaio,6-7 febbraio,2­ 3 settembre,3-4 dicembre 1913;15-16gennaio 1914; N; REZZARA, La scuola nella legi­ slazione italiana. Appunti di lezioni impartite agli alunni della scuola sociale cattoli­ ca dal 15 agosto al 15 settembre 1911, Bergamo 1911; IDEM, L'istruzione religiosa nel­ le scuole elementari. Appunti storici dal 1859 al 1912, Bergamo 1912; IDEM, 11 pro­ blema scolastico nell'ora presente, Bergamo 1913; La vita diocesana, T. II (1910), p. 402 passim; T. IV (1912), p. 43 passim; A. RONCALLI, Monsignor Giacomo Maria Radini..., p. 78-81 e p. 80 per citazione; R. AMADEI, Alla conquista..., p.272; G. BATTELLI, Un Pastore..., p.378-380; P. A. GIOS, Nicolò Rezzara ..., p. 618-639. 15. La Direzione diocesana istituita nel1908 con nuove personalità, dopo lo studio fatto da un'apposita commissione speciale composta da N. Rezzara, dotto Giuseppe Locatelli, don Bortolotti e facente capo a mons. Facchinetti, provicario generale, era stata divisa in tre sezioni, la prima di organizzazione e propaganda, la seconda di azione econornico­ sociale, la terza di azione elettorale. Mons. Radini aveva approvato per quest' ultima un nuovo statuto il 20 ottobre 1910, confermato da un apposito regolamento ratificato dopo ampie discussioni il 18 maggio 1911. Già nel 1907 Rezzara costatava che la pro­ vincia continuava a esser governata da una maggioranza di cattolici con l'appoggio di parecchi onesti liberali moderati, e la città a esser retta da una maggioranza liberale moderata appoggiata dai cattolici. Le numerose opere pie per effetto dell'alleanza dei cattolici coi liberali moderati, che durava da 15 anni, erano amministrate da persone scel­ te d'accordo tra le due parti. Dopo le divisioni in campo cattolico nelle elezioni poli­ tiche del 1904 e la sconfitta elettorale del 1907, vi era stata da parte di Rezzara un' in­ telligente e accurata preparazione per le elezioni generali del marzo 1909. Ricevuto in udienza da Pio X il 20 settembre 1908, Rezzara aveva posto il problema della parte­

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chia caratteristica locale inclina ad entusiasmi patriottici anche soverchi, che sarebbe assai bene, e che faccio il possibile di frenare. Ma, all'infuo­ ri di ciò, e in generale con rispetto aperto alla Chiesa, ed anche al papa, resta sempre il valore grande di tutta una città retta da siffatti uomini, fat­ to questo, se non m'inganno, unico in Italia, e certo indice di somma rile­ vanza dello spirito cristiano e forte del paese. V'ha qui chi pensa che io esageri in bene: e sia, ma questo è fatto; e non so che cosa di meglio si possa oggi sperare. Facessero tutti così! b) L'AzIONE CATTOLICA - Dirò ora qui dell' azione cattolica. Una relazione più esatta e completa potrebbe darla quell'uomo d'oro che è il commendator Rezzara, il quale fa un lavoro semplicemente mirabile in ogni cosa ove metta mano, vive in mezzo alla vita della città e diocesi, è pre­ sidente stimatissimo della direzione diocesana; ed è di tal docilità al vesco­ vo, di tanta schietta e piena devozione al papa, da non saper trovare persona migliore, più adatta, più accetta, più sicura. lo faccio accenni. E prima di tutto, l'adesione generale agli indirizzi pontifici e vescovi­ li, e la schietta dipendenza dall'autorità ecclesiastica non mancano. Vi fu un periodo anche qui, del quale a' 31 marzo 1910 la sacra con­ gregazione Concistoriale mi scriveva essere diciamo così di transizione per le opere cristiano-sociali; quando cioè non era ben netta e determinata la linea di condotta dei cattolici in dette istituzioni; ed era ben facile avan­ zare giudizi ed apprezzamenti, sol perché non si trovasse conformità con le proprie personali vedute. Questa seconda parte è ancora, e credo sarà sempre, vera, perché sono vari degli uomini i capricci; tanto per rispetto a chi è rigido assai, quanto per rispetto a chi è, teoricamente, un po' largo, ma in pratica forse più docile di chi ha sempre in bocca l'obbedienza, e poi, per disgrazia, anche corret­ cipazione dei cattolici alle urne e sui criteri direttivi di tale atto. Il papa, senza oppor­ re alcuna restrizione all'esercizio del voto, indicava di appoggiare candidati affidabi­ li per princìpi d'ordine e di pubblico interesse, non settari e non socialisti. In presenza di candidati massoni, anticlericali e socialisti o peggio, si presentassero candidature proprie o concordate con frazioni amiche. Rezzara operò in questo senso, per Bergamo e per Brescia, dove fu chiesto il superamento delle riserve romane su alcune persona­ lità del mondo cattolico bresciano. Si ebbe su tutto il fronte una storica affermazione con l'elezione di due cattolici, Paolo Bonomi a Clusone e Agostino Cameroni a Tre­ viglio, di cinque liberali moderati, Attilio Rota, Silvio Crespi, Giacinto Benaglio, Gianforte Suardi, Egildo Carugati nei collegi di Bergamo, Caprino, Romano Marti­ nengo, Trescore e Zogno; A. RONCALLI, Mons. Giacomo Maria Radini. .., p.79 con parte del giudizio scritto da mons. Radini su Rezzara nella relazione 1911; P. A. GlOS, Nicolò Rezzara ... , p. 544-545, 568-571, 641-645, 649.

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to, non si emenda. Ma, cessata l'incertezza di cui nella prima parte delle cita­ te parole, e tenutosi fermo apertissimamente, le cose sono nella massima par­ te andate e sono oggi alloro posto; ed il Rezzara ed altri buoni con lui mi si dicono soddisfatti. La confessionalità è stabilita e pacifica in tutte le organizzazioni nostre, e fuor delle file nostre poche società vi sono neutre, ma non stanno nei quadri, né s'interessa di loro la direzione. Alcuni, un tempo più larghi, sono venuti a buon consiglio; alcuni non ancor personalmente convinti, si tolsero dal campo, perché ad ogni modo non volevano agire, né contro l'autorità, né contro le cosidette loro convinzioni, alcuni, infine, per questione personale anziché di principio o di indipendenza, sono usciti dalle file uffi­ ciali, ma fanno se invitati, e bene", 16. AI grave problema della laicizzazione della scuola, di cui a nota n. 14, si era aggiunto quello dell' azione cattolica bergamasca, dopo che il conte Medolago Albani ne aveva denunciato la situazione critica in un memoriale, condiviso poi dal Castelletti e in sostanza dallo stesso Rezzara. In sintesi veniva rilevata una mancanza di indirizzi fon­ damentali precisi, la diffidenza tra elemento giovane e anziano, l'antipatia del clero per le persone dirigenti deI movimento cattolico, l'inefficienza de L'Eco di Bergamo nel­ le questioni sociali, la crescita della corrente liberale in diocesi, la mancanza di assistenza spirituale per il circolo S. Luigi e il circolo democratico cristiano. Dopo questo rapporto, Medolago non aveva tardato a dare le dimissioni dal comitato diocesano e nel 1908 era stata costituita la nuova direzione diocesana divisa in tre rami, cf. nota n. 15. Il visitatore apostolico mons. Sarti aveva elogiato Medolago Albani, notando che nel nuovo comitato diocesano da mons. Radini erano stati inclusi preti dalla linea più aper­ ta, Donato Baronchelli, Francesco Garbelli, Agostino Musitelli, già favorevoli nel 1907 a associazioni aconfessionali. Sarti riteneva che la crisi dell'associazionismo fosse nel­ la divisione tra clero e laicato; G. VIAN, La riforma ... , II, p. 475. Giunse poi lo scio­ pero di 800 operai allo Zopfi di Ranica, durato dal 21 settembre all' 8 novembre 1909, causato da richieste fatte alla direzione dalla Lega operaia cattolica per aumenti sala­ riali e modifiche di carattere normativo e disciplinare, respinte dalla direzione Zopfi. Le trattative si fecero più difficili per la riassunzione imposta dagli scioperanti del capo ope­ raio licenziato, Pietro Scarpellini, vice presidente della Lega suddetta. Rezzara e l' Ufficio del lavoro, con L'Eco di Bergamo e Il Campanone, difesero le maestranze, alle quali era giunta la solidarietà del vescovo, del suo segretario don Roncalli, del card. A. Agliardi, deI card. Andrea Ferrari, della curia e di altre personalità, con una sot­ toscrizione a livello nazionale di raccolta di denaro per acquistare gli opifici nel caso di una loro vendita. Il conte Medolago Albani, presidente dell'Unione economica, prendeva invece le distanze dallo sciopero. Egli aveva chiesto a Pio X se approvava o meno la sua condotta, con l'impegno di inviare un rapporto sui fatti. Il papa si era dichiarato sorpreso e addolorato per le adesioni delle personalità suddette allo scio­ pero di Ranica, specie in vista di conseguenze negative nel futuro. Anche nell'udien­ za concessa a Rezzara il 9 febbraio 1910, presente il conte Medolago, Pio X esprime­ va le sue valutazioni non certo positive sul giornalismo, le associazioni di donne, lo scio­ pero di Ranica, l'impostazione data alle unioni professionali e alle lotte sindacali. Mons. Radini non era rimasto assente dagli avvenimenti, precisando che lo sciopero era contro l'ingiustizia e appoggiando in pieno l'operato del Rezzara. Ma lo stesso clero si era mostrato diviso, una parte di esso ritrovandosi in don Angelini, professore in seminario, che aveva invitato le donne a scioperare, e una parte nel parroco di Ranica

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Se il visitatore apostolico tornasse oggi in diocesi non potrebbe certo ripetere più ciò che allora riferì e convenne pur temperare: troverebbe poi in verità che il movimento cattolico, già tanto rigoglioso in diocesi, non ha languito, e peggio degenerato, essendo assai migliorata l'unione e la concordia fra il clero ed i fedeli benemeriti dell'azione cattolica, come se ne esprimeva desiderio. Solo eccettuo qualche caso personale inevitabile di chi, anche tra coloro che sono ritenuti, o almeno si vantano più stretti al papa, i quali ancora non si arrendono a secondare quella azione che la Santa Sede ed il vescovo con essa sì frequentemente inculcano, approvano e benedicomo. L'ordinamento generale delle sezioni, e della organizzazione, in ogni sua parte, è quello tracciato da vostra santità per l'Italia. L'Ufficio del Lavoro che l'eccellentissimo visitatore credeva necessario promuovere con vivo ardore e sano indirizzo e con funzionamento opero­ so ed assiduo, oggi, dopo varie vicende non sempre liete, e malgrado qualche appunto in passato, procede come si deve, vigilato dalla direzione diocesana", d'avviso opposto. I commenti sullo sciopero non furono unanimi. Lo stesso conte Medolago, per la fitta corrispondenza col papa si presentava anche al vescovo in veste di interprete ufficiale del pensiero pontificio; con il cardinal Merry del Val egli giudi­ cava giusto il licenziamento dell'operaio, e insieme a un vasto settore del mondo cat­ tolico bergamasco aveva criticato l'Ufficio del lavoro mettendo in questione la liceità, la possibilità e l'efficacia dello sciopero. Sulle valutazioni diverse del caso si con­ frontarono anche il conte Medolago, ormai avviato verso un'involuzione non solo poli­ tica, e don Roncalli, nel suo commento a quegli avvenimenti, apparso su La vita dio­ cesana. Mons. Radini smentiva di aver provocato la decisione papale di sconfessare la proposta di attenuare il carattere confessionale dell'Unione economica, per ottenere più largo seguito tra gli operai. E scriveva al conte Medolago sul conforto avuto dalla lettera del segretario di Stato con autografo di Pio X e dalla lettera della congregazio­ ne Concistoriale, che approvava la condotta tenuta, come accennato nella relazione. Le conseguenze dello sciopero di Ranica sulle associazioni cattoliche bergamasche furono pesanti, per i pettegolezzi, i dispetti e le accuse scambiati. Ma il caso di Rani­ ca conseguì un risultato di portata nazionale, col riconoscimento del principio della libertà di organizzazione dei lavoratori; R. AMADEI, Appunti... , p. 393, sul prof. Andrea Angelini (1873-1913) ritenuto strano e ribelle; I. LIZZOLA-E. MANZONI, Dal­ l'azione sociale al sindacato Proletariato bergamasco e leghe bianche L'età giolittia­ na, Introduzione di F. MALGERI e R. ORFEI, Studi di storia sindacale, 2, Roma 1982; G. BATIELLI, Un Pastore..., p. 317, 336, 410; P. A. GIOS, Nicolò Rezzara..., p. 557- 594; E. CAMOZZI-P. TEDESCHI, La Chiesa ... , o.c .. 17. L'Ufficio del Lavoro era stato preceduto da altri organismi che non avevano dato un con­ tributo soddisfacente alla causa dei lavoratori. Così era avvenuto con l'Ufficio pro­ vinciale del lavoro, costituito ai primi del '900 per iniziativa della Camera di com­ mercio, del Comune e della Provincia di Bergamo. A causa della partecipazione pari­ tetica del mondo del lavoro e del capitale non aveva svolto un ruolo di primo piano nella difesa delle classi lavoratrici. Anche la Commissione per le Unioni professionali

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Istituire, proseguiva il visitatore, un'organizzazione operaia schietta­ mente cattolica e palesemente utile, salva la giustizia e la carità, agli inte­ ressi della classe proletaria: orbene, ciò grado grado, tra non poche difficoltà si è fatto e si continua con qualche frutto; benché ostacolati da liberali, da socialisti, ed anche da padroni cattolici, ai quali le direzioni del papa e del vescovo in materia poco garbano, e ne parlano spesso e volentieri", istituita nello stesso tempo da mons. Guindani (cf. L'Eco di Bergamo 16-17 luglio, 17-18 agosto 190l) era stata pressoché insignificante nel suo compito, a causa della diversità di vedute dei tre sacerdoti che la componevano, mons. Castelletti, don Baron­ chelli e don Locatelli professore in seminario. Mancanza di leghe e di sindacati catto­ lici avevano reso difficile la composizione delle vertenze e orientato il mondo cattoli­ co a nuovi strumenti di lotta, in sintonia con le forze socialiste. Rezzara per far fronte a questa situazione, il 26 maggio 1906 aprì, col pieno appoggio di mons. Radini, un Uffi­ cio del lavoro al primo piano della Casa del popolo (cf. L'Eco di Bergamo 14-15 otto­ bre 1902 circa la proposta della sua costruzione avanzata nella festa federale di Brem­ bate Sotto e ibid. 23-24 settembre 1903 per la raccolta di fondi). Esso aveva il compi­ to di organizzare i lavoratori in strutture di categoria e di intervenire nei conflitti socia­ li. Don Achille Ballini, uno dei due segretari dell'Ufficio, organizzò le unioni e le leghe dei lavoratori con metodi di lotta più vicini a quelli dei socialisti anziché con un lavoro serio di formazione culturale. Già nel 1907 i parroci avevano cominciato a avan­ zare dubbi sull' opportunità di istituire nelle loro parrocchie i sindacati cristiani. Don Ballini su richiesta di varie personalità, venne sostituito con l'avvocato Lorenzo Zeno­ ni, incaricato di impostare l'attività dell'Ufficio secondo le indicazioni del vescovo. Ma don Ballini non si arrese e ritornò in ufficio, opponendosi alle scelte dello Zenoni. Ciò determinò uno stato di confusione e di ingovernabilità, con evidente danno per i lavo­ ratori. Era in gioco la diversa concezione del sindacato, confessionale o autonomo, istituzione di classe, ovvero mediatore tra le classi. Dopo lo sciopero di Ranica, (cf. nota n. 16), l'Ufficio del lavoro, criticato un po' da tutte le parti, rifiutò di aderire al segre­ tariato generale delle unioni professionali cattoliche, braccio destro dell' Unione eco­ nomico-sociale del conte Medolago Albani, perché concepito con criteri confessionali. La decisione era una rivalsa per la mancata adesione di Medolago e dell' Unione sud­ detta allo sciopero di Ranica. I contrasti con la direzione diocesana, discussi nell'as­ semblea del 18 gennaio 1910, trovarono ancora due opposte valutazioni sull' Ufficio, in preda a una crisi di credibilità. Molte associazioni guidate dal clero, in alcune zone della diocesi, preferivano aggregarsi a istituzioni extraprovinciali ed extradiocesane. Alcu­ ni dirigenti delle organizzazioni cattoliche bergamasche legati all' imprenditoria e ai pro­ prietari terrieri non nutrivano simpatia per l'Ufficio, la cui autonomia nel sociale non risultava gradita a parte del clero. Fu avviata un'inchiesta affidata a don Santo Bal­ duzzi, vicario parrocchiale di Alzano, e mons. Gusmini, prevosto di Clusone. Il pre­ sidente dell'Ufficio, avv. Locatelli, conosciutone il contenuto, anziché dare il suo pare­ re a Rezzara, inviò una sua relazione a mons. Radini, il quale avocò a sé la questione e nel maggio 1910 decise il riesame degli statuti, mantenendo fermi i criteri direttivi già stabiliti per l'azione cattolica sociale. L'avv. Locatelli e il segretario Luigi Scandella per protesta si dimisero quindi dall'ufficio; L'Eco di Bergamo 31 agosto 1902 numero unico,I-2 settembre; A. RONCALLI, Mons. Giacomo Maria Radini..., p. 75; R.AMA­ DEI, Alla conquista..., in Diocesi di Bergamo ..., p. 272-273; M. FIOREND!, L'azione sociale..., ibid... , p. 322; P. A. GIOS, Nicolò Rezzara..., p. 421, 542, 575 passim G. BATTELLI, Un Pastore..., p. 409-410. 18. Non s'erano ancora spenti gli echi degli scioperi nelle industrie. Nell' ottobre del 1906 avevano scioperato gli operai del cotonificio Crespi a Nembro e le filatoiere dello Zup­

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Le opere economiche oggi sono state federate in gran parte, per evitar i crak deplorevoli e deplorati 19. Per gli emigranti è fondato il Segretariato apposìto, fin da tre anni, sic­ ché sì son prevenuti i desideri di vostra santità; e fa bene e non poco", La gioventù ha circoli non pochi, oratorii federati e che vanno davve­ ro bene, società di sport o musicali, cui ho dato richiami e norme per l'u­

pinger a Bergamo, con lo scandalo di alcuni giornali per l'intervento dei preti. Don Bal­ lini aveva replicato "Là dove un misero piange e soffre. dove un' ingiustizia si compie, ivi è pure il posto del prete". Nel gennaio 1908 le filandiere avevano scioperato a Vil­ la d'Adda e in altri paesi dell' Isola, così a ScanzoRosciate, a Bergamo in aprile. Le for­ ze dell' ordine avevano reagito arrestando dei manifestanti; L'Eco di Bergamo 2-3 ottobre 1906, p. 2 per la citazione, 3-4,9-10,15-16; 16-17 gennaio 1908, 18-19,21­ 22,6-7 aprile ..E. CAMOZZI, Diario..., II, p.1210,1215-1216. Nel settembre 1909 ave­ vano scioperato le maestranze dello Zopfi di Ranica, come già accennato; L'Eco di Bergamo 22-23, 23-24 settembre, 5-6, 25-26, 27-28 ottobre, 3-4, 26-27 novembre. Anche il mondo agricolo veniva sollecitato nella mezzadria a nuovi patti colonici, con le proposte di don Ballini. La coscienza sindacale che andava emergendo su due linee, il socialismo di Turati e il solidarismo cattolico, trovava espressione anche in alcuni arti­ coli de L'Eco di Bergamo, "La conferenza dell'on.le Turati" 8-9 gennaio 1907, "Ver­ so i sindacati operai. La riflessione d'un padrone e le nostre" 28-29 gennaio, "Verso i sindacati operai Vogliamo la Costituzione" 30-31 gennaio, "Verso i sindacati operai Azione sociale e sindacati" 1-2 febbraio 1907, "Il primo atto di vita di un sindacato ope­ raio" 18-19 gennaio 1908, "Fra l'Adda e l'Oglio: A proposito di Patti colonici. Una riforma avventata?", 15-16 febbraio 1908; I. LIZZOLA-E. MANZONI, Dall'azione sociale..., o.c.; P. TEDESCHI, L'attività delle organizzazioni dei lavoratori dalle ori­ gini al secondo dopoguerra, in Storia economica e sociale ..., p. 183-222. E. CAMOZ­ ZI-P. TEDESCHI, La Chiesa ..., o.c.. 19. Il parroco di Selino, don Capoferri, aveva fondato una cassa rurale (ne era il cassiere) per i risparmi dei parrocchiani onde evitare che finissero in mano ad "avvoltoi". Si diceva che era sul punto di fallire. Un certo Salvi fu querelato e don Capoferri venne assolto per inesistenza di reato; L'Eco di Bergamo 17-18 marzo 1908. Cf. A. M. MAU­ RI, Il movimento cooperativo cattolico... , in Bollettino dell'Archivio ... , 26(1991), Tabelle 4 con l'elenco delle cooperative cattoliche per anno di fondazione, 5, con l'e­ lenco delle cooperative cattoliche in liquidazione dal 1881 al 1914,8, con l'elenco delle cooperative fondate dal 1881 al 1914 per circondario e località. Sulle irregolarità compiute dagli amministratori delle casse rurali operanti nel bergamasco, i fallimenti e l'ispezione di I. Fornoni e G. Perletti nel 1905, cf. L. TREZZI, Aspetti organizzativi della cooperazione di credito in Lombardia: le casse rurali cattoliche dal 1886 al 1935, ibid, 15 (1980), p. 33-55. 20. Il Segretariato per gli emigranti, fondato nel 1908, curava l'assistenza agli emigranti in partenza e in arrivo da Bergamo. Per mons. Bonomelli promotore dell'opera di assistenza agli emigranti, nel 1905 era stata organizzata una sottoscrizione destinata all' erigen­ do "Ospizio al Sempione", con l'omaggio di un album in occasione del suo giubileo sacerdotale; L'Eco di Bergamo 7-8, 27-28 aprile, 3-4, 7-8 giugno; A. RONCALLI, Mons. Giacomo Maria Radini ..., p. 76 C. BELLO', Geremia Bonomelli, p. 156-178; IDEM, Geremia Bonomelli vescovo di povera..., p. 361-363; R. AMADEI, Alla con­ quista ..., p.273; G. GALLINA, Il vescovo Geremia Bonomelli...,p.338-34 l.

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nifonne modesto (sic), e per la santificazione della festa". Per la scuola molto si deve al Rezzara, e serve e servirà l'organizza­ zione dei padri e delle madri di famiglia, di cui ho detto, accolta assai bene e diffusa in tutta la diocesi". Non sarà tutto oro quello che luce; mi si ripeta anche ch' io vedo trop­ po bene; ma vostra santità spero crederà che le cose stanno come le ho dette, e come me lo dicono anche e me lo ripetono quanti non stanno solo alla finestra per criticare, ma stanno entro il lavoro della diocesi; quanti vengono qui a studiarla d'Italia e di fuori. Ne parlano i congressi, le adu­ nanze solenni non infrequenti, le gare catechistiche organizzate benissi­ mo, i convegni mandamentali", Ne faccio poi io la constatazione personale mia, non solo coll'interve­ nire appena posso sempre, ma col convocare e parlare alle società in occa­ sione della sacra visita. E quanto alla questione politica? Professioni od atti, nella azione cattolica comechessia contro i diritti della Chiesa e della Santa Sede, o gli indirizzi pontifici non si ebbero mai". 21. Nel 1909 era stata istituita la Federazione diocesana dei circoli giovanili, cui si affian­ cava la Federazione degli oratori diocesani. Nel 1910 iniziava la pubblicazione il quin­ dicinale La Voce degli oratori, che curava l'organizzazione di convegni, giornate di studio, gare e concorsi vari; A. RONCALLI, Mons. Giacomo Maria Radini...• p. 73-74; R. AMADEI, Alla conquista..., p.27!. 22. Rezzara oltre ali' impegno nel settore scolastico statale già accennato, nel gennaio 1908 aveva fondato alla Casa del popolo, col consenso del vescovo, l'Università popolare, a servizio non solo degli abitanti della città e dei sobborghi, ma attraverso cattedre ambu­ lanti. anche di altri centri della diocesi. Per insegnare venivano chiamati qualificati professionisti della città e provincia, invitati cittadini a contribuire finanziariamente all' iniziativa, per cooperare a sradicare dal popolo "superstizioni e vizi, a correggere prave tendenze, a scemare per le disparità delle condizioni gli urti e i conflitti... ad affrettare il raggiungimento di una aspirazione... l'armonia sociale"; A. RONCALLI. Mons. Giacomo Maria Radini...• p. 78-81; G. BATIELLI, Un Pastore..., p. 363-365; P.A. 0I0S. Nicolò Rezzara..., p. 605-606 per la citazione. 23. La prima gara catechistica a Bergamo era stata organizzata dalla Federazione degli Oratori ai primi di dicembre 1909. con 117 partecipanti al catechismo piccolo, 65 al gran­ de. Presidente della giuria era il prof. don A. Roncalli. Mons. Radini aveva scelto il tema "Che cosa è la Chiesa, come si può distinguere la vera e quale costituzione ebbe dal suo Divin Fondatore "; L'Eco di Bergamo 6-7 dicembre. 24. Come già accennato in precedenza. a Bergamo dopo il 1870 il non expedit fu osservato in modo molto rigoroso. L'Opera dei Congressi favori la partecipazione, consentita, dei cattolici alle elezioni amministrative. Rezzara tramite il card. Agliardi tentò di avere dal papa l'assenso per togliere il divieto ai cattolici di partecipare alle elezioni politiche. Pio X lasciò che l'esperimento fosse messo in atto. I liberali a Bergamo premevano sui cattolici per il superamento almeno parziale del non expedit, che il comitato diocesano il 24 giugno 1904 aveva invitato gli elettori a rispettare secondo la volontà di Pio

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Sentimenti d'amore alla patria che siano riprovevoli non vi sono affat­ to, sebbene debba facilmente ammettersi anche nel popolo bergamasco, per antica tradizione storica e quasi caratteristica; un amore vivo all'Italia, non certo nel senso di far onta o alla fede, o alla Chiesa o ai diritti del Papa, ma per avversione antica agli austriaci, per spirito non condannabi­ le di italianità, per legittimità di governo, e un po' perché l'accesso alle urne politiche per gravissime ragioni consentito dalla Santa Sede, viene naturalmente a mettere le società, almeno in una preparazione, che susci­ ta passioni e che agita interessi di politica: malgrado che le società catto­ liche e i dirigenti di esse con la gran parte dei loro soci, non abbiano dimen­ ticato di essere cattoliche società, ed il dovere loro in proposito".

X. Si affermarono nelle elezioni politiche tenute nel novembre 1904 Agostino Came­ roni, cattolico, nel collegio di Treviglio, al posto del radical-massone Engel, i liberali moderati Giuseppe Piccinelli a Bergamo, direttore della Società italiana dei cementi, pre­ sidente della Camera di commercio e assessore comunale, e Gianforte Suardi a Trescore Balneario. L'operazione non trovò completamente d'accordo don Sturzo. Nelle elezioni del 1909 tutti i collegi bergamaschi furono conquistati da cattolici e liberali uniti, cf. nota 15; L'Eco di Bergamo 23-24 giugno 1904; B. BELOTII, Storia di Bergamo..., VI, p. 239,248,249,253,264,299. M. FIOREND!, L'azione sociale..., p.325; P. A. GIOS, Nicolò Rezzara ... , p. 523 passim. 25. La situazione politica era in una fase delicata anche se la vittoria elettorale aveva pre­ miato lo sforzo dei cattolici. Il ministro Credaro non cessava dall' ostacolare l' inse­ gnamento religioso nelle scuole pubbliche, era in corso la guerra di Libia con uomini e mezzi assai notevoli, nel parlamento si discuteva su una nuova legge elettorale per il diritto di voto a tutti i cittadini maschi anche se analfabeti, incognita questa per tutti i partiti. A Bergamo Rezzara avvertiva lo sforzo dei pubblici poteri e di quasi tutti i par­ titi apertamente schierati contro le amministrazioni in mano ai clericali di città e pro­ vincia, contro gli istituti scolastici e gli enti di beneficenza retti dai cattolici. Tra socia­ listi, radicali e repubblicani s'era fatta strada l'idea di formare un' ala progressi sta libe­ rale, un blocco popolare, per rovesciare le alleanze e inaugurare le nuove amministra­ zioni. Rezzara espose a mons. Radini che con una deputazione pubblica amica, si pote­ va governare, non con una ostile. Si doveva tener conto degli atti delle persone e dei loro atteggiamenti per giudicarle, collaborare o no. I metodi seguiti nelle precedenti ele­ zioni non valevano più. Occorreva, perfezionando la tattica elettorale, dare ai cattolici maggior forza contrattuale con un patto coi liberali moderati, a questi il parlamento, ai primi le amministrazioni locali. Se i deputati liberali non fossero stati ai patti, i catto­ lici sarebbero stati liberi di cambiare. Gli sviluppi di questo progetto di Rezzara anti­ ciparono il patto Gentiloni, concretizzatosi col mantenimento del non expedit, la sua sospensione in casi determinati, la possibilità di stringere alleanze coi moderati o in alter­ nativa di presentare propri candidati cattolici. Le elezioni dell' ottobre 1913 costituirono la prova di questo progetto, al quale il conte Medolago, aperto sostenitore delle can­ didature liberalmoderate, si proclamò contrario, mentre a Zogno il liberale Bortolo Belotti vinse su Carugati per l'indisciplina di una parte del clero e dell' elettorato cat­ tolico; P.A. GIOS, Nicolò Rezzara ..., p. 641-656.

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c) Il clero

IO. IL SEMINARIO - Passo a dire del clero. Quanto al mio seminario non ho che appellare alla sacra congregazione Concistoriale che testé mi ha scritto ottimamente di esso. Anche in seguito alla sola relazione del visitatore recente", la lodata sacra congregazione mi aveva scritto in termini assai confortevoli. Ma, avendo io date spiegazioni doverose e schiette su pochi cenni d'appunto, l'eminentissimo cardinale De Lai si degnò di scrivermi che vostra santità ne era soddisfatto. E mi basta. 2 o. Quanto ai parroci la sacra congregazione Concistoriale a' 20 ago­ sto 1909 mi scriveva: "E sopratutti meritano lode i parroci per la esatta osservanza degli obblighi inerenti alloro ministero, e per quanto riguarda in particolare l'istruzione religiosa e la amministrazione dei sacramenti". Posso sottoscrivere a due mani anche oggi. E aggiungere che vi è più fedeltà alla legge di residenza, più cura dei registri, dei battisteri, dell'al­ tare del SS.mo Sacramento, degli stati d'anime e delle altre lievi cose che nell'occasione della visita apostolica, qua e là, lasciavano qualche cosa a desiderare. Dottrina sana, condotta buona in generale (e a speciali casi eccezionalissimi ho provveduto) e morigerata, zelo vero e assiduo, amore vivo alle chiese, al culto, osservanza confortante della sacra disciplina,

26. Mons. Andrea Sarti per incarico della S. Sede visitò la Diocesi nel 1908 e stese la rela­ zione, 26 ottobre, alla quale seguì il commento di mons. Radini nel settembre 1909; Arch. Storico Diocesi Roma, Congr. Concistoriale, fascicolo Diocesi Bergamo. Il visi­ tatore apostolico T. Boggiani fu a Bergamo per il seminario dal 4 al 5 giugno 1911. Da Bergamo era stata inviata da un sacerdote alla congregazione Concistoriale una denun­ cia sulla situazione milanese e in generale sull' atteggiamento dei vescovi verso il modernismo presente nelle loro diocesi. Da qui l'ispezione del visitatore apostolico, come era avvenuta pochi giorni prima a Milano. Nulla di sostanzialmente errato fu trovato, ma ciò alimentò il clima di sospetti che a Roma si era fatto strada verso ampi settori del­ la chiesa milanese. Mons. Boggiani trasse sfavorevoli conclusioni dalla visita, e notò la critica del clero anziano a Radini per idee troppo larghe, il suo desiderio che il cle­ ro leggesse L'Unione di Milano, di sentimenti poco retti e sani come L'Eco, il propo­ sito di conferire il canonicato a don Locatelli rifiutato dal Capitolo per le idee non conformi, il conferimento di una parrocchia a don Moioli dopo il suo allontanamento dal seminario, l'offerta di un posto in curia a don Pedrinelli, il proposito di conferire a don Angelini il canonicato teologale contro il parere del Capitolo; sulla lista dei segna­ ti comparivano don Giovanni Cabrini caparbio, poco interessato all'insegnamento e lettore del Corriere della sera, don G.B. Morali poco entusiasta del tomismo, don Lorenzo Togni, tutti amici di don Pedrinelli e don Moioli. A ciò si aggiungeva nel 1910 l'esclusione di don Pezzoli dalla cattedra di dogmatica, che aveva creato risenti­ mento contro Radini e il rettore Re; R. AMADEI, Appunti... , p. 393,411-412; G. BATTELLI, Un Pastore..., p.380: G. VIAN, La riforma ... , II, p. 478-482.

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migliorata concordia, fedeltà che mi consola alle mie prescrizioni e gene­ rale devozione e amore alla Chiesa e al Papa. lo non dirò che ci sia la perfezione, e che talora non debba fare qualche rimprovero, che non risparmio in verità ove ne sia il bisogno, anche all'uo­ po severamente: ma in generale posso star contento, e debbo constatare buoni frutti, specialmente nelle chiese piene anche per la dottrina degli adulti fatta bene, come ben si tengono le classi del catechismo; e nell'ac­ cresciuta notevole frequenza alla Santa Comunione, anche dei fanciulli. Vera provvidenza accolta con amore, ed attuata con slancio e fedeltà. 30. Quanto al rimanente clero in genere ed in particolare. Noterò che intervenuti altissimi documenti pontifici, chiare condanne, rivelazione per non pochi di quello che era il modemismo, dopo ripetute mie dichiarazioni ed atti"; celebrato il sinodo diocesano"; apertamente signi­ 27. È noto che per modernismo si intende l'indirizzo seguito da alcuni studiosi cattolici tra la fine del secolo scorso e gli inizi dell' attuale, di rinnovare e interpretare la dottrina cri­ stiana in sintonia con il pensiero moderno. Precursori furono E. Renan e A. Loisy, oltre a diversi studiosi cattolici che per avere un' apologetica al passo dei tempi, vole­ vano adeguarsi ai risultati delle indagini della storia comparata delle religioni e dei dogmi, della filologia dei testi e dell' archeologia biblica. Il rinnovamento era stato tracciato nelle sue linee fondamentali da Leone XIII con l'enciclica "Providentissi­ mus Deus" 18 novembre 1893. Era stata istituita anche la Pontificia Commissione Biblica nel 1902, ma studiosi come Buonaiuti, Murri, Minocchi, in Italia e altri all'e­ stero, percorsero strade diverse. Pio X col decreto "Lamentabili" del 4 luglio 1907 riassunse gli errori in 65 articoli, che condannò con l'enciclica "Pascendi" 8 settem­ bre 1907. Ogni modernista, secondo l'enciclica, compendiava in sé molteplici perso­ naggi, il filosofo, il credente, il teologo, lo storico, il critico, l'apologista, il riformatore. Per Pio X il modernismo rappresentava il massimo pericolo per la fede perché appli­ cava i metodi critici alle scienze considerate parte della teologia (esegesi, dogmatica, liturgia, storia della chiesa) per opera di cattolici. Oltre il Duchesne, vennero condan­ nati Holzhey, Lagrange, TIllmann, Rauschen, Delehave, Funk, Loisy, Houtin, Laberthon­ nière, Fogazzaro, Murri, Buonaiuti ecc.- Il motu proprio "Praestantia Scripturae", 18 novembre 1907, faceva obbligo di coscienza sottomettersi "alle sentenze già edite e a quelle che verranno edite dalla Commissione Biblica", come ai decreti delle sacre congregazioni concernenti la dottrina e approvati dal pontefice. La società ecclesiale tro­ vava i suoi punti di appoggio in analogia alle altre comunità pubbliche, contro l'esca­ tologia di Loisy. Nota Bellò che "alla triplice divagazione romantica, rosminiana e modemista la chiesa viandante chiudeva dunque puntualmente gli spazi col Concilio Vati­ cano I, con la proscrizione delle teorie rosminiane, con la Pascendi", Col motu proprio "Sacrorum Antistitum" dello settembre 1910, Pio X pubblicò la formula del giuramento antimodernista, sintesi della dottrina cattolica e degli errori da ripudiare. Mons. Radi­ ni aveva partecipato il 10 e Il maggio 1910 a Rho alla riunione annuale dell' episco­ pato lombardo e non era mancata la discussione sul tema del modernismo, specie per il pericolo che s'infiltrasse nei seminari. La lettera collettiva a Pio X e la sua rispo­ sta aveva messo l'accento sulle precauzioni per prevenire tale errore. A Bergamo i preti più sospettati erano don Moioli, don Pedrinelli, don Pezzo1i, professori in semi­ nario, poi dimessi e inviati nelle parrocchie, come già visto. Pio X in un accenno a mons. Radini nel 1909 alludeva, a proposito dei modernisti, anche a "qualche pretino

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ficata con memoriale a stampa nel 1908 la volontà pontificia per l'azione economica sociale"; usati vari mezzi di cui dirò a suo luogo, mi permetto di non dividere l'opinione che qui alcuno, un po' pessimista davvero e gliel'ho detto apertamente, mi manifestava. Voglio dire che ci sia un deca­ dimento, secondo informazioni private, in base alle quali parrebbe giunto degli ultimi venuti da Roma". E tra essi vi erano, destinati in seminario, don Carozzi e don Roncalli, sui quali il vescovo garantì assoluta ortodossia. Interessante a questo riguardo la cronaca di quel periodo scritta da don Roncalli nel Giornale dell'anima il 2-8 ottobre 1910, come anche la recensione (molto probabilmente dello stesso don Roncalli) su La Vita diocesana di quell'anno, fascicolo 2, p. 398, di un volume nel quale veniva contestata l'utilizzazione modernistica della tesi newmaniana sull' evo­ luzione del dogma, con l'aggiunta del recensore che "Se (Newman) vivesse ora, use­ rebbe ben altro linguaggio". Don Roncalli non fu tuttavia indenne da qualche dubbio sulle sue simpatie per il modernismo. Altri celebri sacerdoti furono sospettati di moder­ nismo a seguito della visita apostolica: mons. Donato Baronchelli, don Francesco Gar­ belli e don Agostino Musitelli, cui si aggiunse poi anche don Francesco Vistalli. Mons. Radini intervenne, con un criterio che non lasciava denotare, a quanto sembra, una particolare pericolosità del modernismo a Bergamo, forse montato ad arte da alcune denunce del conte Medolago Albani con frasi degli imputati riferite fuori dal contesto e da parte dei cosidetti intransigenti, e alimentato anche dall' insofferenza di alcuni professori verso il rettore del seminario. Nonostante questo procedere che cercava di sal­ vare gli accusati e di mantenere nel seminario la tradizione con il rinnovamento richie­ sto, l'azione di mons. Radini fu giudicata "autocratica", così su don Moioli, e fonte di vivissimo malcontento fra il clero intellettuale della città, (a suo parere "il meno che si tenti è volerei ricondurre alle condizioni dei paesi protestanti o di missione "). Osser­ va Bello' che l'idea moderni sta si presentava nella triplice parusia di ipercriticismo biblico, di riformismo e di democrazia autonoma. Non si rilevarono le esigenze posi­ tive: l'adeguazione con le novità scientifiche e critiche, la tematica dell' autonomia alla cultura, la tolleranza, il riconoscimento del diritto all' opinione, la necessità di una riforma dall'interno; cf. nota precedente n. 10; GIOVANNI XXXIII, Il giornale del­ l'anima, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 1964, p.182-183; P. SCOPPOLA, Modernismo, in Enciclopedia Filosofica, III, p. 641-649; R. AMADEI, Appunti..., p. 382 passim; C. BELLO', Società..., p. 78-87 e p. 82-83 per la citazione; G. BATTELLI, Un Pastore... , p. 318, 343, 336-339, 370-376, 402-404, 409-414, 418-425, 430; A. GIO­ VAGNOLI, Cultura cattolica e crisi modernista, in Storia della Chiesa, La Chiesa e la società industriale, XXIlJ2, p. 247 passim; S. TRAMONTIN, La repressione del moder­ nismo, in ibid., p. 271-283; Elementi essenziali della fede cristiana, in La Civiltà Cat­ tolica 17 gennaio 1998, 3542, pp. 117-118; G. SALE, s.j., Il "caso Buonaiuti": una vicenda che interpella ancora la Chiesa, in La Civiltà Cattolica, 15 aprile 2000, 3596, p. 125-138; G. VIAN, La riforma... , I, p. 219-230; II, p. 479-481. 28. Il sinodo diocesano fu celebrato il 26-27-28 aprile 1910 e gli atti pubblicati in Bergo­ mensis Ecclesiae sinodus XXXIII a reverendissimo domino lacobo Maria Radini Tede­ schi episcopo habita, Bergomi 1910; L'Eco di Bergamo 26-27, 27-28, 28-29, 29-30 apri­ le, 30-31 maggio 1910; La Vita diocesana , T. III (1911), p. 198 passim, A. RON­ CALLI, Monsignor Giacomo Maria Radini , p. 87-93; G. BATTELLI, Un Pastore ... ,

p. 369-370,402,415-419. 29. Ai primi di gennaio 1908 era stata ricostituita la Direzione diocesana con 32 membri eletti, di cui 12 sacerdoti e 20 laici, cf. nota precedente n. 15; P.A. GIOS, Nicolò Rez­ zara ... , p. 570-571.

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agli orecchi della santità vostra che il clero sia diviso tra amatori di novità (intendo malsane) e conservatori, che esso sia in parte di idee larghe, oltre il giusto e convenevole, e anche indocile all'autorità in genere, e in specie alla ecclesiastica, soprattutto alla Santa Sede. Se riferissi questo avrei vero rimorso d'una calunnia grave per taluno, di evidente esagerazione per tale altro. Divisione di volontà non c'è, e lo prova il lavoro che fanno insieme, le missioni che predicano uniti, e tant' altro che ometto. Idee larghe potranno esservi più o meno in taluno; chi può ovviare a ciò? Ma è da notare, che non so di limiti almeno gravemente trascorsi; che alcu­ ni in voce di tali, sono nella condotta, nella predicazione, nel ministero veramente esemplari, e superano senza dubbio non pochi di coloro che li criticano; che purtroppo nella lingua, e anche nella penna v' è chi offende il fratello e non ha prove in mano".

30. Mons. Radini raccolse alla fine della visita pastorale il suo giudizio sulla situazione del clero, con accenni per alcuni a debolezze umane e per altri a limiti culturali. Inte­ ressante il confronto di Tazzoli tra clero veneto e clero lombardo in quegli anni. Il pri­ mo per la formazione ricevuta iurat in verba magistri, con l'inclinazione a venerare qual­ siasi autorità. Per il secondo osserva Tazzoli " non ha dubbio che qui pure il principio di autorità è mantenuto, perché senz' esso non esisterebbe religione di sorta; non è l' unico a informare le menti del clero, il quale pretende di fare un po più caso, che non facciano i veneti, dell' insegnamento di S. Paolo che vuole razionale il nostro osse­ quio". ASV, S. S. Ep. Mod., 1909, R. 12 F. 6 f. 136r 27 aprile 1910, f. 137r-138r rispo­ sta 28 maggio; 1910, R. 3 F. 2 f. 37r autografo di Pio X a mons. Radini. Le carenze nel­ la formazione del clero secolare del secolo scorso richiamano quanto ha scritto Renan per quello di Saint-Sulpice dove si viveva "aussi séparé du temps présent que si trois mil­ le lieues de silence l'entouraient''. Ma lo stesso ammetteva di aver vissuto dieci anni tra i preti e di non aver conosciuto che dei buoni preti. Come non ricordare il santo cura­ to d'Ars in Francia, san Giovanni Bosco in Italia, tra i tanti altri saliti agli onori degli altari o esemplari per la vita sacerdotale, e per Bergamo don Botta e il beato Luigi Palazzolo? E nell' incipiente democratizzazione della società e della sua secolarizza­ zione del secolo scorso, altri sacerdoti, osserva Snider, hanno percorso strade diverse della santità, come Rosmini, Huve1in, Mazenod, Timon-David, Triest. Sarebbe utile confrontare e verificare la realtà del mondo rurale bergomense con la riflessione di Bakunin sui contadini e i preti rurali, da lui descritti in una simbiosi di vita culturale e religiosa assai suggestiva ma, in certi aspetti, dissacrante. Col presupposto che i con­ tadini non amano la gente di città, compresi gli operai perché da questi trattati con disdegno, Bakunin ritiene essere il rapporto storicamente negativo dei contadini ita­ liani verso la politica della città, e non verso la religione, ciò che forma la potenza dei preti nelle campagne. "I vostri contadini sono superstiziosi, ma niente affatto religio­ si, amano la Chiesa perché dessa è assai drammatica ed interrompe, mercé le sue ceri­ monie teatrali e musicali, la monotonia della vita campagnola. La Chiesa è per essi come un raggio di sole in una vita di stenti e di lavoro omicida, di dolori e di miseria. I con­ tadini non detestano i preti, la cui maggioranza per altro, e precisamente quelli che vivono nelle campagne, è uscita dal loro seno. Non vi è quasi contadino, che non abbia nella Chiesa un parente più o meno vicino e per lo meno un lontano cugino. I preti, pur sfruttandoli dolcemente e facendo far figli alle loro mogli e alle loro figlie, dividono con essi la loro vita, ed in parte ancora la loro miseria. Non hanno per essi quel superbo

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lo le ho chieste a privati e pubblici censori, e non hanno saputo dar­ mele. È proprio vero: lingua piena veneno, ignis est, universitas iniquita­ tis", e ho dato loro il meritato rimprovero. Ci sarà chi la pensa un po' più a destra, e chi un po' più a sinistra, ma difetti ci sono di qua e di là, ed io raccomando a tutti il veritatem facientes in charitate", Indocilità grave alla Santa Sede, al vescovo, all'autorità, confesso che non la conosco; e se la conoscerò farò il dovere mio. Ma so, padre santo, che ho avuto un solo prete ribelle, e non per modernismo; prete che dopo un anno è tornato anch'esso a Di0 33 • lo non nego che ci siano delle lingue lunghe; che a qualcuno manchi riflessione e prudenza; che scappi qua e là critica ai superiori. Ma, oltrecché si quis non offendit in verbo, hic perfectus est vir"; io debbo dire che non è nuovo, né facile a comprimere tale difetto, qualunque la parte a cui si inclina, il quale è spesso frutto più di inconsideratezza che di malizia. D'ambe le parti c'è il peccatore, c'è l'uomo, non c'è il santo: ma i pertinaci o non sono, o non meritano conto. Quello che importa è star disprezzo che lor dimostrano i borghesi, ma vivono secoloro famigliarmente da buoni diavoli. e spesso facendo le parti di buffoni. Il contadino spesso ne ride. ma non li detesta essendo loro famigliare come con gli insetti che pullulano innumerevoli sulla sua testa. fra i suoi capelli. D'altra parte è ben certo che appena la rivoluzione sociale scoppierà, molti di questi preti vi si getteranno a capofitto...": ACVB,fondo Vescovi. mons. Radini T., b.6; C. SNIDER. Gli ultimi .... p. 796 ( con la citazione sul clero lom­ bardo, riferita in nota da A. FARlO. La partecipazione del clero mantovano ai moti rivo­ luzionari del J848 e alla congiura del J850, in Rassegna storica del Risorgimento. XLIII, l, gennaio-marzo 1956. p. 331) ; IDEM, J tempi..., p. 153,254 (con la cita­ zione in nota di Bakunin da G. MANACORDA, Il socialismo nella storia d' Italia, Bari 1970, I, p. 119-120); G. BATTELLI, Un Pastore.... p. 307-308, 330, 344. 31. Gc. 3.6: unafavilla sì piccola appicca ilfuoco ad una foresta si grande! Anche la lin­ gua è unfuoco, è un mondo di malizia. La lingua è posta in mezzo alle nostre membra, e contamina tutto il corpo e infiamma la ruota della vita. traendo fiamma dalla Geen­ na. 32. Ef. 4.15: Praticando, invece, la verità nella carità cresceremo sotto ogni aspetto fino a lui che è il capo, Cristo... 33. Mons. Radini Tedeschi forse accenna al caso del sacerdote Gabriele Pagani, direttore de Il Campanone, che abbandonò il sacerdozio lasciando la diocesi, ed ebbe poi un ripensamento espresso con una ritrattazione. La stampa di orientamento antimoderni­ sta utilizzò l'infortunio per una polemica contro mons. Radini Tedeschi. il quale trattò il caso con la lettera alla diocesi" Un dolore gravissimo mi è oggi cagionato..." pub­ blicata da L'Eco di Bergamo 22-23 settembre 1910. Pio X aveva inviato una lettera il 30 dicembre 1909 nel 25° del giornale; ASV, S. S. Ep. Mod., 1910. R. 162 F. l f. 4r. 34. Gc. 3.2: se uno però non inciampa nella parola, costui è un uomo perfetto. capace anche di tenere a freno tutto il corpo.

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attento, è vegliare, è correggere, è anche castigare: e questo per ambe le par­ ti unicuique suum. A dir breve, il mio clero ha i suoi difetti e le sue qualità, come ogni uomo, anche migliore. Posso però di esso ripetere con la sacra congrega­ zione Concistoriale (Lettera 20 agosto 1909): "anche il clero in genere è morigerato docile alla voce dei superiori e abbastanza benemerito dell' azione cattolica". Per dire cosa però, che trovo notata in una recente lettera della sacra con­ gregazione Concistoriale, non può negarsi in diocesi la diffusione dell'U­ NIONE35 , e la più larga dell'Eco DI BERGAMO, mentre altri giornali tra cui l'U­ NITÀ DI FIRENZE,36 hanno poca diffusione o nulla. Qualche volta ho avuto notizia che da taluno si leggono giornali liberali moderati; cosa tuttavia quest'ultima che mi è stato difficile constatare, e che è assai ridotta per numero. Dirò che in ordine a questi ultimi non sono mancati avvisi, documenti, anche una recente e interna lettera pastorale. Per l'UNIONE è cosa difficile e delicata agire manifestamente; ma, seguendo l'esempio della Santa Sede, non è mancato l'allarme, e in ogni conferenza vicariale ho fatto ben comprendere di star in guardia, d'usar molte cautele, di tenersi ben sani d'idee, e nell' unità piena con la Santa Sede. Dell'Eco dirò poi, dell'UNITÀ dirò schietto che una speciale racco­ mandazione non so farla per quelle ragioni, anche locali, che non sfuggi­ ranno a vostra santità. Mentre essa ci tratta con ben poco senso di misura e di carità, è difficile l'eroismo di farle buon viso. Se, sostenendo fortemente la buona causa, professando i suoi sani principii, ritornasse alle glorie antiche di chi legò il suo nome e quasi il suo onore ed apostolato all'UNITÀ CATTOLICA'?, qui 35. Vi era stata una polemica nel gennaio-febbraio 1911 sulla chiesa milanese e sul soste­ gno ivi dato alla stampa modernista, identificata nel giornale L'Unione; G. BATTEL­ LI, Un Pastore..., p. 381. 36. L'Unità problemi di vita italiana, settimanale, Firenze-Roma 1911. Con decreto del 21 dicembre 1907 era stata proibita la lettura del Giornale d'Italia, periodico laico, che in Italia dava maggior spazio alle tesi dei democratici cristiani autonomi e dei modernisti. Dopo l'enciclica Pascendi, don Benigni col consenso del card. Merry del Val e di Pio X si impegnò a un mutamento dell'indirizzo del giornale, e istituì un ser­ vizio di informazioni e un'agenzia giornalistica centrale per limitare il modernismo e illiberalismo; G. VIAN, La riforma... , Il, p. 479, 682. 37. L'Unità Cattolica fu fondata da don Giacomo Margotti, difensore ad oltranza dell'a­ stensionismo. Ceduto alla Santa Sede dagli eredi di don Margotti nel 1907, Pio X l'a­

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allora grandemente diffusa, la via tornerebbe facilmente aperta; posto che, quanto a dottrina, a ortodossia, ad amore a Pietro, non ci pare proprio di ave­ re minore correttezza. Questo per esser sincero come figlio a padre. Dalla esposizione che son venuto facendo con schietta parola, io credo poter dedurne almeno questo, che qui in paradiso non ci siamo, che non sia­ mo neanche all'inferno, ma ci troviamo in una specie di purgatorio, con molta fede, con speranza viva, e con abbondante grazia di Dio.

6. Le cause dello stato attuale della diocesi Di questo stato, che mi pare degno di qualche considerazione e della vostra benignità, o padre santo, quali sono le cause? La prima certo è la grazia di Dio, che ci ricolma nella sua infinita bontà dei suoi doni. Altra è la azione combinata della stampa nostra (bisogna pure per la verità e la giustizia non negarlo) e delle nostre organizzazioni e società, che da 40 anni, si può dire, hanno avuto, malgrado gli umani difetti, un continuo sviluppo ed un notevole incremento; ed accanto allaicato, egre­ gio ed illustre condottiero di tale azione, passata e presente, stretto in disciplinate schiere di cattolici bergamaschi, che agli antichi e celebrati loro meriti seppero sempre meglio associare volontà docili e concordi sotto la guida del vescovo, e non fallire a meta vittoriosa, come ebbe a scrivere l'eminentissimo cardinal (Segretario) di Stato a' 20 febbraio 1908; accan­ to ad esso sta il clero". veva affidato al controllo di 4 arcivescovi della Toscana, Lorenzelli di Lucca, Maffi di Pisa, Mistrangelo di Firenze, Tommasi di Siena. Creati cardinali Lorenzelli e Maf­ fi, 15 aprile 1907, Pio X aveva incaricato Mistrangelo di una sorveglianza speciale sul giornale battagliero. Dalla tarda estate del 1909 ne era direttore don Alessandro Caval­ lanti, in contatto a Bergamo con il can. Lecchi. Mon. Radini aveva chiesto a Mistran­ gelo di intervenire presso Pio X per una maggiore moderazione del giornale scrivendo su Bergamo. Ma la risposta del papa parlava di guerra aperta sia al giornale non volu­ to in diocesi, sia agli Associati, di zavorra tra il clero. di un' allarmante diffusione in dio­ cesi della Storia del Duchesne, del disonore nel veder spento a Bergamo illumicino de L'Unità Cattolica e rendere silenziosa l'oca importuna; C. SNIDER, Gli ultimi..., p. 507; G. VIAN, La Riforma... , II, p. 483-484. 38. La partenza del provicario generale mons. Giosuè Signori eletto vescovo di Fossano, fece emergere un crescente protagonismo di alcuni sacerdoti in parte a lui legati. Da rile­ vare poi che le ordinazioni sacerdotali nel quinquennio 1905-1910 raggiunsero la note­ vole cifra di 222 unità, con una media di 40 nuovi sacerdoti per anno. Si era quindi

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Il clero, che indubbiamente esercita una somma influenza a bene di tut­ ta la diocesi; specialmente quello in cura d'anime, ed è la massima parte; del quale credo valga a ben giudicare l'evangelico: ex ftuctibus cognosce­ tis eos".

7. Il Vescovo E qui vostra santità mi consenta una parola sulla azione mia, secondo le mie forze meschine, ma con intenzione che mi pare retta, con attaccamento alla cattedra di Pietro, che è l'ambizione di tutta la mia vita, con quella buona volontà che spero non mi verrà negata da alcuno, con tutti quei mez­ zi dei quali riconosco la fonte unica in Dio che mi assiste, e nella Madon­ na Immacolata, che teneramente amo, e che assiduamente invoco. In generale parmi aver usata multiforme e costante vigilanza, che die­ tro le indicazioni della Santa Sede, vedrò di accrescere ancora pui, se e quanto mi sarà possibile: ammonizioni, consigli, punizioni e premi secon­ do i casi; azione forte e soave ad un tempo di pastore e anche di padre che non abbandona, che mira all'emenda, che conforta chi si rialza, che non vuol perisca o si disperda alcuna attività che si possa utilizzare, ed è pre­ ziosa in battaglia, che si preoccupa di impedire sconforti nei puniti, coali­ zioni e simili, che cerca guadagnar con l'affetto più che può senza cader in debolezza; insomma, un'azione fatta di saggia discrezione e di prudenza di governo; forse giudicata qui, da chi non ha né la grazia dello stato, né la mis­ sione dello Spirito Santo, né le viscere di chi è padre a tutti, remissività, o bontà eccessiva, o inclinazione a veder tutto in roseo colore. Veduta rosea, e remissività, padre santo, che mi ha guadagnata l'accusa pubblica, anche per le stampe talvolta di autocrate, di intransigente, rigido, czarista; che mi ha fatto segnalare dal procuratore generale della Corte d'Appello di Brescia, in questo anno nell'inaugurare l'anno giuridico, come un papista che riven­ dica ancora la supremazia della Chiesa sullo Stato; che dal superiore mini­ stero mi ha meritato biasimo duro e minaccia di toglierrni le temporalità !...40 operato inavvertitamente il ricambio di almeno un quinto dell'intero clero presente a metà del 1905; G. BATTELLI, Un Pastore..., p. 378-380,426. 39. ML 7.20: ogni albero che nonfa buon frutto è tagliato e gettato alfuoco. Li ricono­ scerete, dunque, dai loro frutti. 40. Vi era stata polemica per il decreto vescovile che riduceva le messe, per mancanza di

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E questa azione forte per tutti i sette anni, che son qui, fu volta a pro­ clamare alti sempre sul pulpito, nelle pastorali, nelle adunanze, i supremi diritti, e gli indirizzi della Santa Sede; a tenere in freno e a rimuovere dal­ la azione cattolica con un lavoro lungo, penoso, paziente, ma costante sem­ pre, ogni velleità di autonomia e di aconfessionalismo; che mi ha fatto agi­ re anche pel solo sospetto e pericolo energicamente nel seminario: che mi ha meritato spesso le ire della stampa sguinzagliata ed empia; che mi ha fat­ to prendere i miei consiglieri tra uomini di destra, salva la necessità e in casi particolari, in uomini come monsignor Facchinetti", monsignor Masoni, rendita, nella località di Cirano, una frazione di Gandino con 600 fedeli, una chiesa propria e un coadiutore alle dipendenze di quel prevosto. Mons. Radini, dopo la lette­ ra "Ai miei cari diocesani. Poiché il contegno che si tiene a Cirano...". rimasta ina­ scoltata, era giunto a minacciare la scomunica ai capifamiglia della località, i quali si erano appellati al giudizio civile contro il provvedimento. La curia vescovi le aveva inoltre vietato la raccolta di elemosine per messe al sac. Luigi Palazzi, dichiarato sospe­ so a divinis. La stampa anticlericale era intervenuta contro mons. Radini, e all'inizio del gennaio 1911, il procuratore generale di Brescia aveva accennato al caso nel discorso di apertura dell'anno giudiziario. Il procuratore aveva inviato una relazione al mini­ stero di Grazia, Giustizia e dei Culti, confermando la gravità degli addebiti al vescovo, passibile di detenzione, o di multa o della sospensione delle temporalità. Il ministro non ritenne di dare avvio alla pratica sia per il tempo trascorso sia per l'accordo concluso tra le parti, ma consigliava di ammonire mons. Radini. Il procuratore seguì tale sug­ gerimento, e mons. Radini gli rispose il 17 febbraio 1911, precisando che la materia trat­ tata a Cirano era di competenza dell' autorità spirituale, e di non aver lanciato !'inter­ detto minore contro i capifamiglia, ma di aver ricordato loro la lettera apostolica di Pio IX "Apostolicae Sedis moderationi" 12 ottobre 1869. Il clero della val Gandino firmò una lettera di solidarietà al vescovo. Inevitabili le polemiche del quotidiano dio­ cesano con il giornale liberale sul caso presentato all' opinione pubblica in modo fal­ so. Era avvenuta anche un' altra contestazione da parte della popolazione di S. Giovanni de' Boschi circa un decreto vescovile per l'erezione della parrocchia, sfociata nel feb­ braio 1910 in un gesto molto grave, con il blocco delle porte della chiesetta e il divie­ to di accesso agli incaricati di mons. Radini per risolvere la questione; PII IX P.M. Acta, V/l, Romae 1871, p. 55-72; L'Eco di Bergamo 20-21, 25-26, 27-28, 28-29, 30­ 31 maggio, 31 maggio-I giugno, 1-2,2-3 giugno 1910; G. BAITELLI, Un Pastore..., p. 572-573,420-421; E. CAMOZZl, Diario..., II, p. 1281 passim. 41. Mons. Giuseppe Facchinetti nacque a Calcinate il 17 marzo 1846. Dopo l'ordinazione sacerdotale, 19 settembre 1868, e l'incarico di vicerettore nel seminario, 1871-1876,pas­ sò nel collegio S. Alessandro, alternando l'ufficio di professore e di vicerettore. Nel 1904 Facchinetti fu nominato canonico onorario del Capitolo, provicario generale con inca­ richi vari, 1905, arcidiacono della cattedrale, 1912. Nel 1907 ricevette l' onorificenza di Cameriere d'onore di Sua Santità. Fu superiore della congregazione diocesana dei preti del Sacro Cuore e Mons. Radini gli affidò la presidenza della commissione uni­ ca per il catechismo, 20 febbraio 1913. Mons. Facchinetti morì il 26 maggio 1914; ASV, S. S. Ep. Mod., 1914, R. 221 F. 3 f. 118r-126r per l'onorificenza; ACVB, Sacre ordinazioni 1854-1879; ibid., Sacerdoti defunti dal 1901; Notizie patrie... 1871; idem... 1876; Stato del clero...1879, p. 7; idem...1884, p.7; idem...1914, p.7; idem...1915. p.99; L'Eco di Bergamo 26 maggio 1914; C. TRAINI, Vicende..., p. 114-115; La Vita dio­ cesana, T. VI (1914), p. 182-185,203-206; G. BATTELLI, Un Pastore..., p. 285, 287;

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monsignor Benedetti", il rettore del seminario", l'arciprete Gavazzeni", il canonico Remondini", monsignor Grassi" non ignoti alla santità vostra, e alcuni vicari foranei più sicuri; benché siasi potuto riferire a Roma che io appoggio sugli amatori di novità. 441-442; T. FORNONI, La storia ..., p.414-415; E. CAMOZZI, Diario ..., II, p.1208 passim. 42. Francesco Benedetti nacque a Caprino 1'11 marzo 1848. Ordinato sacerdote il21 ago­ sto 1870, fu vicerettore nel collegio di Celana prima e dopo l'ordinazione sino al 1875, e rettore per 39 anni. A quell'ufficio unì anche quello di parroco di Celana. Benedetti portò a compimento una serie di miglioramenti sia strutturali che tecnici e scientifici del collegio, coronati col pareggio del liceo e del ginnasio nel 1910. Morì il IO novembre 1914; ASV, S. S. Ep. Mod., 1907, R. 100 F. 2 f. 80r, 82r-v omaggio degli alunni a Pio X e sua risposta; ACVB, Sacre ordinazioni 1854-1879; ibid., Sacerdoti defunti dal 1901; Stato del clero...1882, p. 18; idem... 1903, p.22; idem...1913, p. 60; idem... 1915, p.99; L'Eco di Bergamo IO novembre 1914; F. VISTALLI, Il cardinal Cavagnis. .., p. 384, 520-522. 43. Rettore del seminario era don Davide Re, nato a Ponte Nossa il 28 febbraio 1866. Ordinato sacerdote nel 1889, aveva svolto attività pastorale a Rovetta e a Temo d'Iso­ la. Era poi stato professore in seminario, vicerettore e infine rettore dal 190I al 1921. Fu nominato canonico della cattedrale, in seguito delegato ad interim con le facoltà di vicario generale, affiancato dal sac. Guglielmo Carozzi, dal 22 maggio 1931 al 28 novembre 1933. Morì il 30 gennaio 1942; ASV, S. S. Ep. Mod., 1914, R. 221 F. 3 f. 118r-126r per l'onorificenza; Mons. Davide Re In memoria, Bergamo 1942; C. PATEL­ LI, Uomini..., p. 93-94,101-104; E. CAMOZZI, Diario ..., I, p.120. 44. Bernardino Gavazzeni nacque a Strozza il 24 ottobre 1856. Fu ordinato sacerdote nel 1879. Laureato in chimica e scienze naturali, ebbe l'incarico di professore nel colle­ gio di Celana, 1879, di prevosto e vicario foraneo a Mornico, 1902, di arciprete e vica­ rio foraneo a Clusone, 1909, di prevosto prepositurale e vicario foraneo a Spirano, 1915. Morì il 18 maggio 1942; ACVB, clero diocesano: schede personali. 45. Samuele Remondini nacque a Bergamo il l7 dicembre 1847. Ordinato sacerdote l'll giugno 1870, insegnò diritto canonico e civile nel seminario diocesano. Svolse vari incarichi nella curia vescovile. Fu semplice mansionario del Capitolo della cattedrale, canonico, 1897, teologo della cattedrale dal 12 marzo 1897 sino al IO gennaio 1912, con l'interruzione dell'ufficio passato a don Pietro Rota (30 settembre 1899-19 luglio 1901) e a don Giuseppe Pezzoli (19 ottobre 1901 sino alla sua nomina di prevosto di S. Ales­ sandro in Colonna). Svolse anche il mandato di penitenziere e di vice arciprete. Morì all' età di 66 anni il l7 gennaio 1914; ACVB, Sacre ordinazioni 1854-1879; ibid., Sacerdoti defunti dal 1901; Capitolo - Nomine prebenda teologale, Rac. I; Stato del clero...1897, p.5; 1dem...1906, p. lO; La Vitadiocesana, T. VI (1914), p.87; E. CAMOZ­ ZI, Diario ..., I, p, 814. 46. Pietro Simone Grassi nacque a Schilpario 1'8 maggio 1856. Avviato agli studi dallo zio don Davide Pizio, prevosto di Cologno, fu ordinato sacerdote il 19 dicembre 1878. Alternò alle attività parrocchiali quelle della predicazione, in cui eccelleva, e di scrit­ tore. Nel 1895 fu nominato prevosto di Verdello dove ampliò la parrocchiale e restaurò il santuario. Nel 1911 declinò la nomina alle due sedi vescovili unite di Melfi e Rapol­ la. Fu eletto vescovo di Tortona nel 1914, e ordinato il 15 aprile 1915. Morì la vigilia della festa di Ognissanti del 1934. Ricevette in custodia dal card. A. Agliardi le sue

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È vero non mi appoggio a taluni di estrema destra tra i sacerdoti miei per tante ragioni, che potrò dire a voce, quando conoscessi quali essi siano, e quali forse tra loro se ne lamentino. E credo la santità vostra potrà vedere che io non ho tutti i torti nel tene­ re la media via, che è certo la più sicura; e assistito da questa procedo tran­ quillo e lavoro, dimenticando lo confesso, l'amorosa correzione fattami due anni fa dalla santità vostra (veda, padre santo, se l'amor proprio è vivo in me) di non lavorare troppo. Spero tuttavia che non potranno pretendere di essermi consiglieri quel­ li che, malgrado facili dichiarazioni di ottimi principii ed anche condotta buona, si distinsero per opposizione alla autorità diocesana ed alla azione cattolica un tempo, e che attuando opere autonome economiche, cioè non soggette né al vescovo né al comitato diocesano, sia pure in buona fede, sep­ pero condurle a rovina, vi impiegarono anche danaro sacro senza previa facoltà. Sono essi poi che con il loro contegno, o con esagerate e false comunicazioni, o con perpetua e sottile critica, mostrano di non esser per lo meno atti a dare savio consiglio; ma piuttosto, con un carattere acre e pas­ sionato, forse non al tutto sano fisicamente nei nervi e nella testa, provocano i loro fratelli, ed anche ne menomano l'onore. Che se questi provocati rea­ giscono, allora dicono che si vuol colpire il papa. Questa, padre santo, è verità. Sono pochi, per grazia di Dio però, faccio quanto posso per conte­ nerli, e nè spero sempre l'emenda. I mezzi poi, che uso, in specie pel clero, oltre le commissioni, le depu­ tazioni conciliari varie e il consiglio di vigilanza, sono ritiri in città e dio­ cesi; ritiri, che son dati dal superiore qui dei gesuiti, esercizi, in specie pei giovani, frequenti, dati il più dai gesuiti: le congregazioni dei casi; le riu­ nioni annue d'ordinazione a santuari; la visita pastorale, le conferenze mie ai preti riuniti di ciascun vicariato; l'associazione dei preti adoratori; l'unione apostolica; la nuova congregazione dei Preti del S. Cuore interni ed esterni; per gli studi, speciali concorsi annui a premio, esami qua­ driennali ai neo-sacerdoti; invio a Roma di alunni al seminario Romano, uno poi all' Istituto Biblico; spingo i sacerdoti e ordino ai Preti del S. Cuore di far studi e prender esame di laurea in scienze sacre; adopro il mio periodico carte private e confidenziali; ASV, S. S. Ep. Mod., 1915, R. 3 F. 2; L'Eco di Bergamo 7-8,17-18 febbraio, 30-31 marzo 1911;16-17 dicembre 1914;24,25 aprile 1915; D. BREVI, Saggi di epigrafia, Bergamo 1941, p. 31; La Vita diocesana, T. III (1911), p.76; T. XXVI (1934), p. 185-187; E. CAMOZZI, Diario ... , I, p.242; II, p. 1566­ 1567,1586.

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LA VITA DIOCESANA tanto utile; incoraggio ed aiuto dopo aver fatto il sino­ do diocesano, vera e fondamentale sistemazione di idee, di azione, di mini­ stero, di zelo, di tutto; insomma meglio che so e posso, e più farei se più sapessi e potessi, quantunque è evidente che non è possibile come impedire ogni male, così fare ogni bene; sopra tutto a me che mi confesso misero, o che se posso e faccio, gli è perché prego Dio di cuore, ed applico ogni dì per la mia diocesi la santa messa. Dirò ancora una cosa: pel seminario, e per i suoi alunni, e quando sono entro e quando sono in vacanza, mi pare proprio di nulla risparmiare di pensieri, di parole, di opere, di affetto, di vigilanza, di ogni cura: è stata sem­ pre, e sempre sarà col divino aiuto la pupilla dei miei occhi". Domando scusa a vostra santità se ho parlato tanto di me, ma mi pare lo dovessi, per dare alla santità vostra il conforto che le può recare il mio buon volere; e perché benedicendomi confermi l'umile fratello: confirma fratrem tuum".

47. Con Pio X si ebbe un mutamento nella tesi circa l'origine della vocazione ecclesiasti­ ca. Secondo la tradizione sulpiziana la vocazione consisteva nell' attrazione al sacerdozio avvertita dal giovane, che scopriva con l'aiuto del direttore spirituale, al quale restava la decisione definitiva. Con l'enciclica Pieni l'animo, 28 luglio 1906, Pio X manifestò la preferenza per la vocazione con la chiamata a opera dei vescovi, secondo la teoria di J. LAHITTON, La vocation sacerdotale. Traité théorique et pratique l'usage des séminaires et des recruteurs des pretres, Paris 1909. Su questo volume si sviluppò una controversia per la denuncia alla congr. dell'Indice da parte del canonico Giovanni Andreucci di Spoleto. Il consultore Lolli, canonico regolare lateranense, con voto dell' Il febbbraio 1911 segnalò che la sola chiamata del vescovo contraddiceva la dot­ trina comune dei teologi degli ultimi tre secoli. Anche una seconda lettura del volume affidata al domenicano Buonpensiere nel 1912 portò alla stessa conclusione. La discus­ sione definitiva fissata i125 aprile 1912 fu sospesa per ordine di Pio X; G. VIAN, La riforma ... , II, p. 829-849 à

48. Le, 22.32: ma io ho pregato per te, affinchè non venga meno la tua fede; e tu, quando ti sarai riavuto, conferma i tuoi fratelli. De Lai dedicava una particolare attenzione alla cultura del clero, che avendo come base il tomismo, doveva essere sollecito nel­ l'obbedienza, docile interiormente (era nata una polemica al riguardo tra La Civiltà Cattolica e Cultura sociale), separato dagli ambienti secolari, e quindi dalla lettura dei giornali laici e dall'iscrizione alle università statali; vigeva il divieto dell'uso del­ la bicicletta, di frequentare cinema, caffè, teatri, mercati, circoli culturali aconfessionali, di amministrare casse rurali e simili, di tenere un abbigliamento secolaresco. La proi­ bizione nei seminari di dare teatri, visti come metodo educativo e di divertimento, aveva provocato sconforto; G. VIAN, La riforma .... , II, p. 743-819.

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8. Appendice E qui avrei finita la mia relazione, padre santo, se non mi premesse toc­ care tre punti che hanno in questi tempi ultimi avuti speciali e gravi rifles­ si in diocesi, ovvero li hanno per l'avvenire: sono la vertenza di p. Mattiussi - la stampa locale: la posizione dell'Eco di Bergamo - le elezioni politi­ che. a) La vertenza del p. Mattiussi". lo ne dico non per altro che per mostrare a vostra santità con la più umile riverenza qualche cosa, ch'io credo necessario, a dilucidare il fatto, e la parte che vi ho presa. E se, come qui da alcuno di Bergamo fu detto, l'at­ teggiamento mio fu inconsulto, vostra santità mi correggerà ed io accet­ terò la correzione. l. È fuor di questione la dottrina, la rettitudine, il valore del p. Mat­ tiussi, che anch'io da pezza stimo ed apprezzo sinceramente, benché non ignori quale sia il suo particolare carattere. 2. È del pari fuor di dubbio che né io, né gli altri sentiti da me, e in spe­ cie quelli che ho addotti per testi, avevamo cosa punto in contrario. Anzi era­ vamo tanto lieti si trattasse la materia svolta da lui, che io inaugurai la scuo­ la, volli accedessero i seminaristi, offersi i locali del seminario mio; e i pro­ fessori si mostrarono ben contenti di andare a udirlo, aspettandosi molto.

49. Padre Guido Mattiussi nacque a Vergnacco di Udine il 14 aprile 1852, morì il 12 mar­ zo 1925. Entrato nella Compagnia di Gesù, conseguì il diploma in diverse discipline; fu docente all'università Gregoriana, oltre che affermato conferenziere e scrittore. Redasse le 24 tesi sulla dottrina di san Tommaso, approvate dalla congregazione dei Seminari. A Bergamo nel 1909 pubblicò Il giuramento antimodernista. Nel corso del­ le lezioni di apologetica svolte alla "Scuola sociale" tra l'agosto e il settembre 1911, egli ebbe dure espressioni per lo storico Duchesne e per i giornali cattolici lombardi, susci­ tando sconcerto tra i presenti. Mons. Radini ordinò un'indagine sull' accaduto. Un sacerdote, don Berardelli punto di riferimento dell' opposizione del clero al vescovo, ave­ va scritto a Roma con fini delatori e antimodernisti. A fine ottobre la congregazione Con­ cistoriale chiese anche a nome del papa che la questione Mattiussi fosse messa a tace­ re. L'ipotesi che la S. Sede non condividesse le opinioni di padre Mattiussi svanì quan­ do a metà novembre fu espresso disappunto nei confronti de L'Eco di Bergamo. Per chia­ rire il caso, mons. Radini chiese e ottenne il 15 dicembre una udienza da Pio X. Alla fine egli fu soddisfatto di aver trovato nel papa la convinzione che la diocesi di Bergamo con­ tinuava a essere "la fedele". Ma da un colloquio con il conte Medolago Albani, seppe con disappunto che a lui Pio X aveva scritto una lettera sul contenuto dell'udienza, dal­ la quale risultava che la diffidenza di fondo del papa era rimasta. Padre Mattiussi chie­ se al vescovo una specie di riabilitazione. Mons. Radini rispose smentendo che il suo segretario, don Roncalli, fosse ammiratore del Duchesne e che avesse letto libri di altri autori di sapore modernista, compreso il Loisy; G. BATTELLI, Un Pastore..., p. 382, 384,414,430-432,441; P.A. 0I0S, Nicolò Rezzara... , p. 610-618.

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3. Anche per la Scuola Sociale" siamo stati favorevolissimi, non c' è dub­ bio, sicché a suo sviluppo maggiore, e per renderla più accetta, fui lieto di offrirle un mezzo adatto nei locali del mio seminario; accettato da essa con viva gratitudine. 4. È ancor fuor di dubbio che in punto alle dottrine svolte nessuno qui, di qualunque sfumatura, io ho sentito abbia comechessia eccepito. Che se lamento ci fu, esso ebbe riguardo appunto al pericolo che la dottrina espo­ sta, e la Scuola Sociale patissero danno per il modo men sereno e meno pru­ dente usato. 5. È fuor di dubbio, infine, che le persone addotte a testimoniare sono ineccepibili; non avevano proprio passione contraria; hanno scritto senza che una sapesse dell' altra; erano e sono ancor pronte, (e ne avrei altre) a giu­ rare quanto hanno dettato. 6. Posto questo che doveva io fare ?...Il possibile per evitare ogni pub­ blicità, ed ho dei documenti e prove d'averlo fatto. Un esposto documen­ tato alla Santa Sede non tanto per la questione dell'Eco" od anche della SO. La Scuola Sociale ebbe inizio per volontà di Pio X nel 1910. secondo i fini indicati dal card. segretario di Stato. Merry del Val. nella lettera al conte Medolago Albani e secondo il programma formulato dal comitato dell'Unione economico-sociale. L'ini­ ziativa venne dopo che Rezzara nella XVIII festa federale (Alzano M. agosto-settem­ bre 1905 ) aveva proposto e costituito una università popolare bergamasca nella Casa del Popolo. La Scuola Sociale era divisa in periodi biennali. con la durata di un mese ogni anno. in agosto. Vi erano ammessi sacerdoti e laici di irreprensibile condotta morale e religiosa, che avessero concluso l'istruzione secondaria classica, tecnica e nor­ male. Delegato della Santa Sede era il vescovo di Bergamo. e presiedeva il presidente dell'Unione economico-sociale. conte Medolago Albani. I programmi erano approva­ ti preventivamente dalla Santa Sede. che controllava l'indirizzo dottrinale; essi riguar­ davano l' apologetica. la sociologia, il diritto amministrativo, la legislazione operaia e scolastica, la contabilità, la cooperazione e la propaganda. Il corso introduttivo com­ prendeva scienze sociali, diritto costituzionale e statistica. I docenti che avviarono la scuola furono i padri Rinieri, Biederlack, Monetti, Mattiussi, coi professori Arduino, Pio Benassi, Martinelli, l' avv. Bertone e il ragioniere Favettini e Rezzara. Le lezioni iniziarono il 15 agosto 1910, e nei discorsi per la cerimonia iniziale si alternarono il con­ te Medolago, mons. Radini, e il prof. Toniolo che rivendicò allaicato cattolico l' azio­ ne sociale. Alla chiusura del corso del 1913 il conte Medolago ottenne dal consiglio dei professori la riduzione delle iscrizioni degli uditori, anche perché da Roma si era par­ lato di elementi modernisti che agitavano il clero bergamasco. Il riferimento riguardava i parroci Vistalli, Musitelli, Cavagna, Baronchelli, Garbelli e Grassi, sospettati di esse­ re modernisti, mentre erano in realtà preti giovani e irruenti; L'Eco di Bergamo 5-6 settembre 1905; B. MALINVERNI, La Scuola sociale cattolica.... o.c.; E. CAMOZZI, Diario ..., II, p.1499. 51. Il quotidiano in occasione del 25° di fondazione aveva ricevuto un breve pontificio di lode e di consenso per l'attività svolta; L'Eco di Bergamo 29-30 aprile 1905; Numero unico L'Eco di Bergamo 1880-190525 anni dopo. La S. Sede con un comunicato del 2 dicembre 1912 non riconobbe conformi alle direttive pontificie e alle norme della

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democrazia cristiana", (cose non sole sulle quali si faceva osservazione, né forse le più rilevanti, a mio avviso). Infatti di esse direttamente poco mi occupai allora; solo facendolo quando per tante circostanze, pel subbuglio lettera di Pio X all'episcopato lombardo del IO luglio 1911. L'Avvenire d'Italia (Bolo­ gna). Il Momento (Torino). Il Corriere d'Italia, Il Corriere di Sicilia. L'Italia (Milano); G.VIAN. La riforma.... II, p. 642. 52. La questione della Democrazia Cristiana era legata a don Romolo Murri, nato a Mon­ tesampietrangeli (Ascoli Piceno) il 27 agosto 1870, morto a Roma il 12 marzo 1944. Don Murri si preparò a Roma per il sacerdozio. ricevuto nel 1893, e proseguì i suoi stu­ di all' Università nella facoltà di Lettere. In quell'ambiente studentesco diffuse le sue idee sociali. fondò il circolo universitario con G. Salvadori, F. Ermini, F. Crispolti, G. Semeria e la rivista Vita Nuova. La futura FUCI avrebbe preso avvio da quelle inizia­ tive. Già in polemica con Meda nel 1899, che voleva inserirsi nella vita politica per "trasformare il governo in strumento di movimento sociale", Murri nella rivista "Cul­ tura sociale" (1898-1907) al contrario chiedeva "la rottura completa dello stato libe­ rale e il riordinamento ab imis della società italiana". Con queste idee Murri portò all'affermazione il movimento democratico cristiano inserendolo come una corrente nel­ l'Opera dei Congressi, nel convegno di Bologna del 1903, tanto da renderla un movi­ mento cristiano sociale. Per tale trasformazione fu decisiva la lettera della Congrega­ zione per gli AA.EE. SS. del 27 gennaio 1902 e la successiva del 14 febbraio, con la richiesta del card. Rampolla ai dirigenti di una migliore rappresentanza dei gruppi nel consiglio direttivo, e di adottare il sistema elettivo con suffragio universale. Murri intervenne contro la rielezione di Paganuzzi con l'articolo rimasto celebre sul crollo di Venezia,in Cultura sociale, 16 agosto, e col discorso di S. Marino, 24 agosto. in cui esal­ tava le idee di Tyrrel e di Loisy. Murri fu attaccato con violenza dalla stampa integri­ sta. Dopo le disposizioni di Pio X per l'Azione Cattolica, Murri fondò a Bologna la Lega democratica nazionale. condannata con la lettera Pieni l'animo 28 luglio 1906, e con la proibizione ai sacerdoti di iscriversi. Murri rifiutata l'ubbidienza, fu sospeso a divi­ nis; deposto l'abito ecclesiastico, si sposò civilmente. Nella Rivista di Cultura (1907) accentuò la sua campagna contro l'autorità ecclesiastica. Fu eletto al parlamento Italiano come deputato radicale. Murri voleva, come è noto, che la Democrazia Cristiana non fosse solo un movimento politico ma un' istanza religiosa. Ma la religiosità che dove­ va animare l'attività politica e sociale dei democratici cristiani andò perdendo i carat­ teri dello ortodossia cattolica assimilando il modernismo teologico. Con lo sciogli­ mento dell' Opera dei Congressi nel 1904 (cf. relazione precedente 1906 nota n. 17) veni­ va tolta ai cattolici la possibilità di convertire in usi politici le forze religiose, sia pure su premesse democratiche cristiane, ma, osserva De Rosa, si gettava allo sbaraglio il movimento elettorale che aveva lottato per dare una fisionomia autonoma e antimo­ derata all'azione organizzata dei cattolici. Colpito in pieno il movimento della demo­ crazia cristiana nel suo aspetto politico e sociale, veniva distrutto l'organismo che nel desiderio dei democristiani doveva dirigere in futuro l'intervento dei cattolici nella vita politica italiana secondo un proprio programma, provocando l'arresto del movimento sociale, specie quello operaio. Murri tentava di operare una sintesi di ciò che è vivo nel cristianesimo coi valori della civiltà. Non tutti accettarono, e nel conflitto tra Chiesa e don Murri, alcuni seguirono la Chiesa. Murri continuò la deificazione della democra­ zia e dello stato, gli altri ripresero il nome di democratici cristiani. La dottrina politi­ ca di Murri attende una revisione ma per alcuni studiosi egli è un uomo che non ha tanto anticipato i tempi, quanto li ha fatti maturare. Il mondo cattolico era imprepara­ to ad affrontare il problema della democrazia. La prevenzione verso la democrazia cri­ stiana nelle sue varie forme di estrinsecazione politica, sociale, religiosa, nasceva dal timore degli eccessi visti o paventati attraverso le parole e la condotta di Murri. La

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qui e per la polemica iniziata in pubblico, la cosa si faceva più seria, e più gravida di penose conseguenze; che, stando sul luogo ed essendo vescovo, forse avevo buoni dati per conoscere e giudicare. Mi preoccupai invece per il seminario, quantunque ben disposti e quie­ ti fossero i seminaristi, che, tenuti fuori da siffatte questioni, quasi neppu­ re rilevarono le cose dai professori notate. E me ne preoccupai anche nei rap­ porti della civile autorità per certe espressioni politiche e accentuate pro­ nunziate. Mi pare fosse corretta la via: tanto più che dalle risposte a me di padre Mattiussi io veniva rilevando, che egli ammetteva qualche torto, e mi domandava delle scuse. Certo, prima di avventurarsi, avrebbe potuto pen­ sare ch' era correttezza prendere lingua dal vescovo, che con fiducia gli aveva mandato a scuola i suoi 100 seminaristi. 7. Ho messo nei successivi rapporti alla sacra congregazione Conci­ storiale un po' di vivacità, padre santo, che si può facilmente comprende­ re, e non fu senza il debito rispetto; ma nulla mi rimorde avere detto coscien­ temente contro verità, e per altro motivo che non fosse il mio dovere ed il bene: questo io mi permetto di affermare con lealtà e schiettezza. E con pari schiettezza e lealtà dico, che quando ho visto farsi pubblicità contro il mio avviso, e avendo avuto formale promessa, ho capito subito che la vertenza non sarebbe finita con quella soddisfazione, che mi pareva reazione del vescovo di Fossano, mons. Emiliano Manacorda, all'idea di democrazia (è possibile, si chiedeva in una lettera pastorale, che la classe infima della società, la plebe, debba essere chiamata a governare l'altra? e concludeva che, da cattolici, non v'e­ ra bisogno d'altro, bastando la fede cattolica, escludendo la fede democratica) è il paradigma dei sentimenti correnti nell' ambiente integrista di quegli anni; sullo svi­ luppo dei problemi di Murri, della democrazia cristiana e dell'azione popolare cri­ stiana, cf. Congr. AA. EE. SS., Italia, 934, sessione IO dicembre 190I; 936, sesso 8 dicembre 1901; 943, sesso 26 gennaio 1902; 946 sesso 16 febbraio 1902; 953 sesso 13 aprile 1902; 958 sesso 8 giugno 1952: il card. Agliardi era favorevole alla traslazione de Il Domani d'Italia a Bergamo, e che Murri facesse parte del II gruppo dell'Opera dei Congressi, senza tuttavia incorporarsi nella diocesi di Bergamo; R. MURR1, Batta­ glie d'oggi, Roma 1903-1904; G. CAPPELLI, Romolo Murri. Contributi per una bio­ grafia, Roma 1965; L. BEDESCHI, Il Modemismo. Romolo Murri, Parma 1967; M. GUASCO, Romolo Murri e il Modemismo, Roma 1968; S. ZOPPI, Romolo Murri e la prima democrazia cristiana, Firenze 1968; C. SNIDER, Gli Ultimi ... , p. 438,440, 483-485,540,683,755-756,766,771-775,778-781,788-789, 823, 829; IDEM,! Tem­ pi ..., p. 223, 230, 281. 327-328, 348, 359, 366, 379-380, 382, 384, 389-391, 394-396, 425,427; G. BATTELLI, Un Pastore..., p. 136-137, 186,201,247,251,263,300,310, 353,359,395; PA GIOS, Nicolò Rezzara ..., p. 351, 355-356, 376-377,384,455-457, 549-465,477,488-492; P. SCOPPOLA, Chiesa e democrazia in Europa, in Storia del­ la Chiesa, La Chiesa e la società industriale, XXII/I, p. 227-231; G.SALE, s.j., Romolo Murri tra impegno politico e protesta religiosa, in La Civiltà Cattolica, IO Luglio 2000,3601, p. 34-44.

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potere serenamente sperare. 8. Ciò che mi preoccupò, e a me non parve corretto - forse sbaglierò - è che le cose dette fossero dette in una lezione di scuola, ripetutamente alcu­ ne, in seminario, davanti ai seminaristi, senza certe riserve, sia pur traspa­ renti, che vedo usate sempre da vostra santità. E dette, estendendo un po' esa­ geratamente le censure, e le sue osservazioni su persone troppo alte, che vanno circondate sempre di grande venerazione; e per riguardo all'Eco, senza riflettere forse che il presidente del consiglio dell'Eco era il conte Medolago, presidente della Scuola e colà presente", e che uno degli scrittori più validi dell'Eco è il comm. Rezzara, collega nella Scuola Sociale. 9. Questo ho esposto, padre santo, e non attendo risposta alcuna, perché l'incidente ormai è chiuso. Solo ho voluto e dovuto scrivere, perchè si è affermato qui, che il più colpito sono stato io: e allora mi parve di non aver perduto il diritto della difesa davanti al trono di vostra santità. A me basta per

53. Il conte Stanislao Medolago Albani nacque a Bergamo nel 1852. Partecipò in rappre­ sentanza degli italiani ai lavori dell'Unione cattolica di studi sociali di Friburgo che preparò l'enciclica Rerum novarum. Fu a Bergamo tra i fondatori del circolo S. Luigi nel 1868, e del circolo operaio di S. Giuseppe nel 1875. Promosse con Nicolò Rezza­ ra e Giuseppe Toniolo le opere economiche e sociali dei cattolici. Fu presidente del II gruppo dell'Opera dei Congressi, caratterizzato da un attivismo empirico con pochi e saldi principi, piuttosto che con approfondite analisi sull'impoverimento, l'usura, la perdita della proprietà, l'emigrazione, la pellagra e l'espansione nelle campagne dell'idea sovversiva. Nominato presidente dell'Unione economico-sociale, istituita dopo lo scio­ glimento dell'Opera dei Congressi nel 1904, sognò il mito storico delle corporazioni medievali nella pacifica convivenza tra padroni e operai. L'Unione contava 2.432 enti sotto forma di cooperative, società di mutuo soccorso, casse rurali, unioni professionali. Con Toniolo e Paolo Pericoli diresse e organizzò l'Unione sulla base delle nonne di Pio X. A Bergamo oltre che presidente della Scuola Sociale, e del consiglio de L'Eco di Ber­ gamo, fu anche presidente del Consiglio Provinciale, fondatore del Piccolo Credito Bergamasco. Fece parte del gruppo di intellettuali cattolici per i quali la questione sociale doveva avere la preminenza sulle altre, con iniziative e istituzioni che, rispon­ dendo ai bisogni e alle aspirazioni del popolo, erano destinate a fiorire e sopravvivere. Operò in seno all' Opera dei Congressi per far accettare agli intransigenti il concetto di democrazia in un senso più ampio di quello di Paganuzzi, di cui era stato indicato come successore alla presidenza nel 1902. Nelle note precedenti già si è accennato alle sue divergenze con Rezzara in merito alla rappresentanza politica dei cattolici in parlamento dettata da opinioni legate dopo il 1910 a quelle dei cattolici liberali. Il con­ te Medolago Albani morì il3 luglio 1921; Il conte comm.Stanislao Medolago Albani, in L'Eco di Bergamo 4 luglio 1921; P. A. CASOLI, s.j. , Un campione della causa cattolica: il conte Medolago Stanislao Albani Commemorazione Bergamo 6-9- 1922 iniziativa I. C. Scienze Sociali, Acquapendente 1922; C. SNIDER, Gli ultimi..., p. 480, 772-773; IDEM, I tempi..., 298-307, 349, 379, 392,423,426-428; G. BATTELLI, Un Pastore..., o.c.; P.A. GIOS, Nicolò Rezzara ..., o.c.; E. CAMOZZI, Diario ..., I, p.35­ 36, nel ruolo di fabbriciere di Rosciate, dove il Medolago Albani aveva un palazzo con tenuta; I. LIZZOLA-E MANZONI, Dall'azione sociale ... , o.c.; L. FERRARI, Il laicato cattolico ... , p. 947-954; E. CAMOZZI-P. TEDESCHI, La Chiesa ... , o.c.

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l'avvenire esprimere nuovamente, come nel mio primo rapporto, la speran­ za che tale fatto nella mia diocesi non abbia a rinnovarsi; e dal canto mio, per la saggia discrezione alla quale ha accennato la sacra congregazione Conci­ storiale, stimo mio dovere di vescovo procurare che non si ripeta più. b) La stampa locale: posizione dell'Eco DI BERGAMO. Qui abbiamo il periodico mensile LA VITA DIOCESANA, oggi imitato in varie diocesi d'Italia, ufficiale per gli atti vescovili e di curia, del quale mi servo anche per dare in via ufficiosa avvisi o indirizzi particolari, e che umilmente raccomando alla benedizione di vostra santità, perché mi pare che sia ben fatto, e certo ha fatto e fa del bene. Abbiamo altresì due piccoli periodici GIGLI E ROSE 54 per le Figlie di Maria, e LA VOCE DEGLI ORATORI quindicinale", entrambi religiosi e buoni. Abbiamo IL CAMPANONE, più per gli operai e il popolo; settimanale, che in passato era un po' da contenersi nel vivace dibattito a pro' del popo­ lo o dei proletari, e fu contenuto. Oggi si pensa mutarlo in settimanale illustrato, per dare posto ad un foglietto popolare quotidiano, che si sta progettando, tenuto direttamente dalla direzione diocesana, a poco prezzo - dalle 5 alle 6 lire annue - e da diffondere a mezzodì nel popolo piccolo, specie in quello degli operai, nell' ora che escono dal lavoro pel desinare. Sarà molto utile e importan­ te e contro la propaganda dell' Umanitaria, e contro quella che si farà del­ l'AVANTI, venuto a Milano, a due passi da noi, e contro la diffusione gratuita che talora si fa del "IL GIORNALE", di qui. Infine c'è il quotidiano L'Eco DI BERGAMO. Una parola di questo, e in ordine al giudizio intorno ad esso, e in ordi­ ne alla situazione sua speciale, la quale è bene sia prospettata chiaramen­ te, anche per mettere apposto la mia qualunque responsabilità. lo, Padre Santo, non ho voluto mai legarmi a giornale di sorta, perché l'esperienza di molti anni, fin da quando v'era L'OSSERVATORE CATTOLI­ co tra il 1880 e il 1890, e poi, mi ha dimostrato il riserbo necessario per un vescovo. Non voglio, quindi, e non volli pel passato assumermi altra respon­

54. Gigli e Rose periodico mensile per la gioventù femminile, stampato a Bergamo dal 1911. dalla tipografia vescovile Secomandi, responsabile Gino Secomandi. 55. La Voce degli Oratori periodico quindicinale per la gioventù, pubblicato a Bergamo dal 1910, dalla tipografia Cadonati e Marian, editore Seminario vescovile di Bergamo.

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sabilità che quella dell'alta vigilanza in diocesi per la stampa cattolica; dare indirizzi generali; correggere all'uopo come ho fatto non poche vol­ te e in segreto come la Santa Sede anche testé ordinava ai vescovi di Spa­ gna, e come parmi si rilevi opportuno anche dal Motu proprio di vostra santità del dicembre 190356 • Venuto qui, volli far tosto le mie dichiarazioni, e le ho ripetute spesso, e le ripetei testé, e le ripeto qui. Salvi gli indirizzi generali, e l'alta vigilanza, che per diritto e dovere mi compete, la responsabilità è stata sempre ed è, quanto alla vigilanza, al consiglio d'amministrazione di cui è presidente il conte Medolago, segre­ tario il commendator Rezzara. Tolsi anzi per questo fin da principio mon­ signor Facchinetti, provicario, dal consiglio, e designai altro buon sacerdote. Questo, Padre Santo, perché a ciascuno sia dato il suo, e se lo prenda in pace, unicuique suum. Premesso questo, e perché io possa all'uopo misurare il grado della vigilanza e della correzione che mi competono, non per stendere alcun dottrinale in proposito, perché non mi spetterebbe, né vorrei fare il gior­ nalista, io domandava alla mia coscienza: quale dovesse essere un giorna­ le che non demeriti il titolo di cattolico, e se sia indispensabile proprio, in ogni caso e in ogni modo, attuare ad esempio i criteri indicati da padre Chiaudano". 56. Il motu proprio di Pio X "Romanis Pontificibus" 17 dicembre 1903, riguardava l'elezione dei vescovi deferita alla congregazione del S. Offizio. Con una successiva lettera al vescovo di Madrid, "Inter catholicos" 20 febbraio 1906, Pio X trattava il problema elettorale; Actes de S. Sainteté Pie X, T. II, Paris Bonne Presse, p. 104-107, 150. 57. Giuseppe Chiaudano nacque il 20 dicembre 1858 a Torino da Giovanni Battista e Cate­ rina Raspi, morì a Roma nel 1915. Chiaudano studiò a Torino e fu carissimo a san Giovanni Bosco. Entrò nella Compagnia di Gesù e fu ordinato sacerdote nel 1888. Docente di teologia e filosofia a Chieri, 1895-1902, superiore provinciale della Com­ pagnia di Gesù a Torino, 1903-1910, dal 1913 fu direttore e rettore del collegio degli scrittori de La Civiltà Cattolica, chiamatovi da Pio X negli anni della lotta antimo­ demista. Valente scrittore si occupò di giornalismo cattolico e dei problemi dell' età con­ temporanea. Fondò la Lega Pro Pontifice et Ecclesia. Pio X scelse padre Chiaudano a sostituire padre Mattiussi nella Scuola sociale di Bergamo per il biennio 1912-1913. Egli non seguì la linea di Toniolo per l'azione politica dei cattolici, che mediava con Mur­ ri per accogliere sul piano tattico le proposte dei giovani democratici cristiani. Per p. Chiaudano la democrazia era "la novità dissennata e pericolosa" che avrebbe condot­ to alla scissione del movimento cattolico. Egli sostenne una concezione rigidamente con­ servatrice e integralista, favorevole a un maggior sviluppo delle unioni professionali diret­ tamente dipendenti dalla gerarchia ecclesiastica. Mons. Radini non concordava con la posizione di p. Chiaudano e sapeva di suoi attacchi mossi al Duchesne nei corsi da lui tenuti. Ma il vescovo usò molta precauzione per non riaprire un altro caso Mattiussi; G. CHIAUDANO, Democrazia cristiana e Movimento cattolico, Torino 1897; A. CAMIL­

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Certo è necessario siano sani principii, la parte negativa di errori non v'ha da esser mai; conviene a tempo e luogo non manchi la positiva, cioè la schietta professione cattolica e papale, con quella sobria prudenza e sana di cui dà esempio la Santa Sede. Ma nessun conto si dovrà tenere quanto alla misura, specialmente pole­ mica, delle condizioni di luogo, di tempo, di cose, di persone, di intenti del giornale, di rapporti con l'azione pubblica amministrativa locale, di bisogni, di tattica, di discrezione savia, di questioni particolari, di modo nel combattere i partiti, o nel pararne i colpi, per fare la buona battaglia? E l'intento di esser letto, di lottare contro la diffusione così fatale del­ la stampa nemica, e di escluderla piu che sia possibile anche da mani un po' deboli, e da menti e cuori pni debolì, di rendersi utili in gravissimi momen­ ti, e quando sono in giuoco interessi supremi, anche locali, con una savia moderazione, non dovrà essere, salvi sempre i principii, considerato e ben pesato in giusta bilancia, con maturità di consiglio e con conveniente riser­ bo da chi è sul posto, vede, conosce, esercita autorità, ha dovere di giudi­ care omnibus rite perpensis? Che se un giornale, per molti titoli davvero benemerito della causa cat­ tolica, senza intenzione e volontà meno retta di chi scrive, che è buono e ben intenzionato, come ad es. don Clìenze Bortolotti", e Rezzara, talvolta per umana fragilìtà cada in qualche errore, ma non sia pertinace e sia pronto agli sforzi di emenda, si potrà condannarlo, non come men corretto e non secon­ do alti desideri, ma come non cattolico? dovrà il vescovo, o direttamente LETII, Chiaudano Giuseppe, in Dizionario Biografico..., 24, p.618-620; C. SNIDER, Gli ultimi..., p. 485; G. BATIELLI, Un Pastore..., p. 438; P.A. GlOS, Nicolò Rezzara..., p.616. 58. Clienze Bortolotti nacque il 28 ottobre 1862 a Sarnico. Ordinato sacerdote nel 1885, fu cappellano a Grone, parroco a Baresi nel 1889, insegnante nel collegio di Celana,diret­ tore nel 1895 de Il Campanone, direttore de L'Eco di Bergamo nel 1903. Operò con Rez­ zara e il conte Medolago Albani per l'affermazione dei princìpi cristiani nel sociale. Mancò l'intesa con l'Albani sui candidati alle elezioni nel 1913. Don Bortolotti ebbe un ruolo dominante nel primo periodo dell' episcopato di mons. Luigi Maria Marelli, e il suo atteggiamento durante la questione agraria, 1920-22, sembra poco conforme alle direttive della Rerum novarum. Alcuni membri del consiglio d'amministrazione del Piccolo Credito Bergamasco vollero le sue dimissioni da direttore del quotidiano, come condizione previa alla concessione di contributi economici. Dal 1914 al 1925 fu pre­ sidente della Giunta diocesana e arciprete di Telgate dal 1925. Nel 2SO di sacerdozio inviò con i 25 colleghi un telegramma a Pio X promettendo obbedienza; ASV, S. S. Ep. Mod., 1910, R. 4 F. 2 f. 25r-28r, 2-3 giugno 1910. Morì il 27 marzo 1943; F. VISTAL­ LI, Mons. Guindani..., p. 553-554; G. BATTELLI, Un Pastore... , p. 364,378,384, 409,432,435; P. A. GlOS, Nicolò Rezzara..., p. 537, 541-542; E. CAMOZZI, Dia­ rio..., I, p. 468; II, p.1117; E. CAMOZZI-P. TEDESCHI, La Chiesa..., o.c..

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o indirettamente, sconfessarlo o indifferentemente lasciarlo sconfessare? Non è bene che si separi poi la responsabilità del vescovo sempre, e che non lo si travolga nei casi singoli, e che per bene maggiore si abbia da esso un po' almeno di pazienza e di compatimento? Sono quesiti sui quali un po' di luce l'avrò cara. Del resto per ciò che è qui, non c' è troppo da temere; e posso dire che, essendo le intenzioni rette, e la volontà di fare il bene unanime e sincera, si otterrà. lo non ho omesso di fare tosto quanto doveva, e confido che si farà quanto è possibile perché l'indirizzo e lo spirito dell'Eco, (tenuto conto del­ le esigenze attuali e dei bisogni locali, e non escludendo quella moderazione giusta e quella sana modernità, senza le quali il giornale non avrebbe let­ tori, non reggerebbe in vita, lascierebbe (sic) aprirsi più larga e facile la via a letture dannose e fatalissime di altri giornali, e darebbe luogo a con­ seguenze gravissime da evitare in ogni modo migliore) divenga tale da soddisfare al compito suo, da esser gradito a' buoni, forte contro i tristi, conforme ai desideri della Santa Sede. Di ciò spero che vostra santità sarà abbastanza contenta. lo ho fatto il possibile e il conveniente; al consiglio e alla direzione dell'Eco fare altrettanto. c) Le elezioni politiche. Ancora poche parole, e mi perdoni la santità vostra se invoco e metto a prova la sua pazienza. In proposito di tali elezioni, ho presenti i documenti pubblici, i privati diretti a me, gli autografi che conservo di vostra santità, ed anche l'ulti­ mo documento testé inviatomi dall'eminentissimo (Segretario) di Stato e riservato ai vescovi che ne fanno domanda. Posso ben dire che qui, tanto pel sì quanto pel no, si è proceduto sempre (e ciò prova la adesione e docilità di clero e laicato all' autorità ecclesiastica e alla Santa Sede) in piena conformità alle pontificie istruzioni generali e speciali, e si ha il proposi­ to schietto di rimanere pienamente fedeli sempre. lo poi, in occasione non facile, ebbi per il contegno mio l'onore di un autografo di vostra santità che dice: "il suo contegno nelle passate vicen­ de di Bergamo, tenuto conto di tutto, fu saggio, prudente e correttissimo": farò dunque lo stesso. Ma presto si presenterà il caso di nuove elezioni. E se a suo tempo scri­ verò, intanto mi giova premettere alcune considerazioni che mi paiono di

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qualche rilievo, e che, se ce ne fosse bisogno, credo possano forse dar lume a meglio conoscere la situazione locale. Poiché, padre santo, la situazione di Bergamo, se non erro, non solo partecipa della generale, ma si prospet­ ta, a mio modesto avviso, e d'altre persone gravi con me, in una forma tutta particolare. Essa risulta da note fatte sopra, che qui credo riassumere, e da altre considerazioni che ardisco aggiungere. Qui, il cosidetto partito nostro è in possesso di una abbastanza felice posizione, che importa sommamente conservare almeno, e fu conquistata con 40 anni di lotta. Qui, alla questione del potere esercitato, ed alla elet­ torale politica sono legati evidenti e altissimi interessi privati e pubblici, reli­ giosi, morali, sociali, scolastici, amministrativi. Qui, si sono sbalzati dal dominio lungamente loro, i liberali moderati classici, che certo non sono gli amici della Chiesa, della sua indipendenza e libertà, della schietta ed inte­ gra professione della fede, della nostra azione cattolica religiosa e sociale, dell' influenza per il bene, propria e desiderata, dei cattolici. Qui, i radico­ massoni-socialisti sono coalizzati a danni di tutti gli interessi del bene; hanno mezzi economici, hanno intenti settàrii d'odio specialissimo, - appun­ to per espugnare una fortezza che resiste -, alla fede ed al nome cristiano: usano le armi più subdole e più pericolose, appoggiati da chi ha alto gra­ do nella setta, e ciò che è peggio dalle autorità governative scolastiche sopratutto, decise alla guerra estrema; e la fanno o a punti di spillo od a col­ pi di testa, con regolamenti, con circolari, con visite, con lusinghe, con minaccie vere, con decisioni arbitrarie, con intrighi astuti di ogni maniera a cui è estremamente difficile far fronte, se non servendosi di tutti i mezzi consentiti dalle leggi e dalla coscienza. Qui è stata già di utilità considerevole l'influenza presso il superiore governo, non di deputati cattolici, ma di cattolici deputati, a sviare colpi, hanno ottenuto concessioni, hanno conseguito si sospendessero decisioni fatali". Sono essi naturalmente un po' temuti, si ha da fare con loro i con­ 59. L'ideale democratico cristiano visse anche dopo l'intervento chiarificatore di Pio X, nonostante la diffidenza che l'idea suscitava negli integristi, come in mons. Delassus che scriveva "Considérée en elle-rnèrne, la démocratie est la négation et le renversement de l'Autorité. Son principe est l'orgueil dans sa plus altière suffisance". Pio X non vole­ va un partito parlamentare cattolico, quindi non deputati cattolici, ma cattolici depu­ tati. I princìpi politici della democrazia cristiana venivano diffusi e praticati dai catto­ lici deputati, organizzatori sindacali, dirigenti dell' Azione cattolica, amministratori comunali. In quella situazione si impose l'Unione elettorale anziché l'Unione popolare che rimase fraintesa. Dal 1904 al 1919 la democrazia cristiana attraversò un periodo di chiarificazione nei confronti di princìpi alieni dalla dottrina cristiana. I cattolici rag­ gruppati nell'Unione popolare, nell'Unione elettorale e nell'Unione economico-socia­

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ti, non si possono celare loro tante cose, che riescono a scoprire, hanno fronteggiato situazioni, guerre, urti con risultati non spregevoli anche nel­ l'ordine religioso e morale, e a sostegno di una amministrazione comuna­ le e degli altri corpi tutti, di cui ho detto, amministrativi della città, i qua­ li essendo sostanzialmente buoni ed onorati, si volevano, e si vorrebbero, per tutte le vie abbattere. La setta maritata alla prefettura, malgrado le dif­ ficoltà, fin qui ne andò vinta; ma tornerà alla carica. I giornali anticlericali perdettero grosse campagne, ad es. nella questio­ ne suaccennata del catechismo in orario scolastico, e a questo si riuscì appunto a mezzo anche dei deputati del luogo; ma quando verranno le ele­ zioni, faranno sforzi estremi. Per non andare nell' infinito, dirò che in parte non trascurabile deve attribuirsi a questa valida e concorde azione, (e a ciò son mossi i deputati anche per ragione di voti) se la compagine è forte, se sa e può resistere da varii anni, in file serrate, mentre quando non v'eran depu­ tati nostri ciò non era possibile, se sta salda questa rocca dei cattolici. Caduto questo appoggio, - dico come sento e come sentono qui nella quasi totalità -, certo Dio non mancherebbe, ma temo sarebbe assai difficile, forse impossibile resistere. E se crolla anche questo edificio, il contrac­ colpo sarà grave fuori e dentro, paventerei lo sconforto, l'abbandono del­ l'azione, sconfitte generali ben difficili ad evitare, la rovina di troppe cose, che è di suprema importanza conservare, al che io, come vescovo, debbo con ogni sforzo mirare. A parte la questione morale e soggettiva, a parte lo stato degli animi, e la persuasione indotta generalmente in forza dei precedenti; ho voluto, ho ardito indicare alla santità vostra i titoli, almeno in parte, che mi mostrano la gravità del problema locale, delicato assai e gravido di conseguenze. Tuttavia spero, come ho detto, che in ogni caso si sarà forti al dovere. Intanto ho dato criterio di massimo riserbo, di preparazione vigorosa, di prontezza a generosità dell' obbedire, fidenti pienamente nel papa e in Dio. le dipendevano direttamente dall' autorità ecclesiastica. È noto che i parlamentari eIet­ ti da gruppi cattolici non costituirono un partito. Essi prima del Partito Popolare Italia­ no si chiamavano cattolici deputati e non deputati cattolici, per far risaltare che rappre­ sentavano i loro elettori e non una determinata formazione politica. Con Luigi Sturzo andava maturando il nuovo partito per i cattolici: non clericale ma autonomo, aconfes­ sionale, democratico e non conservatore. Nelle intenzioni dei futuri dirigenti esso dove­ va superare il sistema clerico-moderato, cioè dei cattolici guidati dal clero a servizio dei liberali conservatori; F. FONZI, La Chiesa e lo Stato..., p. 318 passim; L. BEDESCHI, I cattolici ubbidienti, Roma 1962; G. DE ROSA, Storia del movimento cattolico ... o.c.; C. BELLO', Società ..., p. 115; C. SNIDER, Gli ultimi..., p. 485 con la citazione di H. DELASSUS. Vérités sociales et erreurs démocratiques, Paris 1909, p. 47.

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9. Conclusione.

Finalmente conchiudo, padre santo.

Ho voluto esser chiaro, non ho potuto esser breve, e se vostra santità

vorrà schiarimenti sono pronto. Ho però posto ogni studio in esatta espo­ sizione, schietta, coscienziosa, di ciò che io vedo davanti a Dio, e vedono con me i migliori consiglieri miei, pur ammettendo, come ho detto, che non manca il male anche tra tanto bene. Il mio pro-vicario poi, monsi­ gnor Facchinetti, che conosce a fondo uomini e cose, e monsignor Maso­ ni da oltre 25 anni in curia", esperti, retti, che misi a parte di questa rela­ zione, mi hanno dichiarato di consentire appieno, sia nelle cose dette, sia nel testo a loro comunicato, e che hanno firmato con me. lo sono qui, padre santo, col divino aiuto e con la coscienza tranquilla, pronto agli ordini, ai consigli sapienti vostri, anche alle correzioni se meri­ to: a tutto che piaccia al Signore. Nella mia vita pastorale parrni poter dire che fidente in Dio e per sua gra­ zia, ho posto ogni studio di odiare l'iniquità, di amare la verità e la giu­ stizia, di compiere la missione, che a me indegno volle affidare per mezzo vostro lo Spirito Santo, di reggere questa cara e bella porzione del gregge di Cristo, ond'io vivo, e che tanto amo. E voglio suprema gloria e primo dovere per me, per tutto il mio clero, per il mio popolo, essere unito incrol­ labilmente e perfettamente a Pietro, perché ubi Petrus ibi Ecclesia ...nulla

mors...sed vita", Mi rassicuri la vostra bontà forte e soave; mi guidi la vostra parola sicu­ ra, infallibile; mi aiuti la vostra benedizione, che è quella di Dio. E quando tra breve in me tutto il mio clero e tutto il mio popolo saremo

60. Vittorio Masoni nacque ad Almenno S. Bartolomeo 1'11 marzo 1861. Fu allievo del seminario vescovile, poi alunno del collegio Cerasoli, 1879-1886, dove conseguì la laurea in teologia e in diritto ecclesiastico e civile. Ordinato sacerdote il 20 dicembre 1884. entrò in servizio nella curia vescovile nel 1886 come addetto di cancelleria e poi cancelliere. Nel 1904 fu nominato canonico della cattedrale. nel maggio 1914 pro­ vicario generale e nel settembre successivo vicario capitolare. Viene indicato da Bat­ telli come oppositore, insieme a mons. Agostino Musitelli di cui più oltre. alla linea pastorale di mons. Radini. Ebbe l'onorificenza di Cameriere segreto di Sua Santità. Morì il 14 maggio 1946; ACVB. clero diocesano: scheda personale; G. BATTELLI, Un Pastore.... p. 285-287. 319-321. 339, 356. 377, 385. 410,417,431-433,442; E. CAMOZZI. Diario..., I, p.153,838. 61. Ubi Petrus ibi Ecclesia, ubi Ecclesia, ibi nulla mors, sed vita aeterna; S. AMBRO­ GIO, Enarratio in psalmum XL. in Enarrationes in XII psalmos Davidicos, I.-P. MIGNE. Patrologiae ... , 14, Lutetiae Parisiorum 1866. p. 1134. 879-B.

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prostrati al bacio del santo vostro piede, stendete la mano augusta, che già mi consacrò vescovo, stendetela sul mio umile capo. Allora in me si rin­ noverà quasi l'azione dello Spirito Santo; io mi leverò più confortato, più forte, piu sicuro; e potrò ripetere a tutto il mio clero, a tutto il mio popolo, che siamo ancora sempre e tutti, in mezzo al vostro cuore di Padre. Bergamo 26 novembre 1911 Della Santità Vostra umilissimo figlio + Giacomo Maria vescovo Canonico Giuseppe Facchinetti pro-vicario Canonico Vittorio Masoni cancelliere vescovile Bergamo 1911 Relazione diocesana Li 30 novembre 1911 Si spedisca al vescovo il biglietto di ricevuta inclusa. Eseguito

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A.c.


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LETTERA DEL VESCOVO G.M.RADINI TEDESCHI

AL CARD. G. DE LAI

Bergamo, 26 novembre 1911 Eminenza Trasmetto alla eminenza vostra reverendissima, dopo averla a mia tran­ quillità letta al mio pro-vicario generale monsignor Facchinetti ed al can­ celliere vescovile monsignor Masoni, i quali l'hanno sottoscritta, la unita Relazione sullo stato della mia Diocesi, in doppio esemplare; perché vostra eminenza, conservatone uno per la sacra congregazione Concistoriale, abbia la degnazione di umiliare l'altro in mio nome al santo padre, quan­ to prima le verrà per cortesia dato. A dir vero non mi è riuscita breve; ma rispecchia tutta una situazione che io credo e ho voluto ben esattamente prospettare; e le circostanze che mi mossero, parmi, abbiano a giustificare questa particolareggiata e coscien­ ziosa esposizione: sicché, quantunque mondo sia mondo sempre, dovunque, confido non riuscirà inutile, ma confortevole e vantaggiosa. Esprimerei poi il vivo desiderio che il santo padre mi usasse la carità del­ la visione di essa, per modo che, venendo io a Roma al termine della pri­ ma metà di dicembre, possa sua santità, nell'udienza che si degnerà accor­ darmi, chiedermi le spiegazioni che fossero del caso. Gradirò, a mia quiete, un semplice biglietto per ricevuta; e chinato al bacio della sacra porpora, con profondo ed affettuoso ossequio ho l'onore di raffermarmi della Eminenza vostra reverendissima umilissimo devotissimo servo + Giacomo Maria vescovo A Sua Eminenza Rev.ma il sig. card. Gaetano De Lai Segretario della sacra congregazione Concistoriale Roma

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LUIGI MARIA MARELU

LUIGI MARIA MARELLI Luigi Maria Marelli nacque a Milano il 24 aprile 1858 da Luigi, esper­ to calligrafo, e da Virginia Boselli maestra direttrice dell'istituto privato di sua proprietà. Membro della congregazione degli Oblati dei santi Ambrogio e Carlo, dopo l'ordinazione sacerdotale ricevuta nel 1881, svolse il suo ministero pastorale nei collegi vescovili, poi fu rettore del santuario della Madonna del Bosco a Imbersago, e nel 1893 prevosto di Vaprio d'Adda. Da mons. Guido Maria Conforti (1902-1931) arcivescovo di Raven­ na fu nominato suo vicario generale, e in seguito divenne amministratore apostolico di quella sede rimasta vacante. Ritornato a Milano, il card. Ferrari nominò mons. Marelli suo provi­ cario generale. Il 6 dicembre 1907 Pio X elesse mons. Marelli vescovo di Bobbio. In quella diocesi egli svolse un apprezzato ministero con la visita pastorale alle parrocchie, ripetuta due volte, e con l'impulso allo sviluppo dell' Azione Cat­ tolica. Benedetto XV il 16 dicembre 1914 elesse mons. Marelli vescovo di Bergamo. Il suo episcopato incontrò gli anni tragici della prima guerra mondia­ le e quelli difficili del dopo guerra, segnati dalla lotta politica tra le ideo­ logie del liberalismo capitalistico e del socialismo, con l'anarchia e gli scioperi, e infine la nascita e l'affermazione del nazionalismo fascista. La popolazione già sofferente, fu colpita dalla carestia, dal morbo della spa­ gnola e dalla piaga della disoccupazione, che provocò un massiccio esodo migratorio. Don Angelo Roncalli descrisse mons. Marelli persona amabilissima, di una grande bontà e rettitudine, preoccupato per il bene della sua dioce­ si, ma, da buon osservatore quale egli era, lo trovava timido, diffidente, indeciso, pauroso del peggio, sprovvisto della capacità di comprendere il senso della storia per le scelte da fare, trascinato più che trascinatore del suo popolo. Egli non potè eludere il difficile problema dei rapporti col clero reduce dal fronte, da riqualificare e reinserire nella vita pastorale. Per motivi vari la Santa Sede nel 1931 nominò mons. Adriano Berna­ reggi suo coadiutore con diritto di successione. 685


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Mons. Marelli nel corso del suo episcopato promosse iniziative valide per la vita diocesana. Organizzò la Giunta Diocesana per lo sviluppo del­ l'associazionismo cattolico, dette il suo sostegno all'Unione popolare, operò per la presenza nel mondo del lavoro e in quello della gioventù stu­ dentesca, promosse l'incremento degli oratori e dell'apostolato per le mis­ sioni. A don Angelo Roncalli egli affidò il compito di pensare alla casa degli studenti a Bergamo; volle rinnovare l'Opera S.Alessandro, sorta nel 1902 per tutelare le istituzioni a favore della gioventù, appoggiò la nasci­ ta del circolo studentesco S.Alessandro nel 1920, con la sezione locale FUCI. Nel 1927 don Giuseppe Vavassori fondò il Patronato S.Vincenzo, provvidenziale per tanti studenti disagiati e poveri di Bergamo città e del­ la provincia. Le difficoltà d'intesa di mons. Marelli con l'Ufficio del lavoro venne­ ro da quegli elementi della borghesia liberale che a livello di direzione diocesana lo condizionavano, rendendo gli impossibile una chiara e ogget­ tiva conoscenza della questione sociale. La progressiva ascesa del fasci­ smo ebbe anche nel mondo cattolico consensi e opposizioni, sia indivi­ duali sia a livello di istituzioni, come nel quotidiano L'Eco di Bergamo e nel­ l'Istituto Piccolo Credito Bergamasco. Avvennero episodi gravi, come l'al­ lontanamento del direttore, don Clienze Bortolotti, l'aggressione a don Teani a Romano, fatto stigmatizzato severamente da mons. Marelli. In dio­ cesi per il nuovo regime politico, messe da parte le polemiche, la reazione si sviluppò col tentativo di rafforzare il mondo cattolico e di contrastare l'ideologia fascista. Mons. Marelli poco dopo la sua entrata a Bergamo, decise la visita pastorale. Nelle relazioni per le visite ad Limina traspare la sua conoscenza della realtà diocesana e, fatto unico rispetto ai suoi predecessori, una descri­ zione minuziosa delle competenze canoniche e giuridiche dell'Ordinario. Anche durante il suo episcopato le congregazioni religiose incremen­ tarono in modo consistente i loro insediamenti. Di notevole rilievo per la dio­ cesi fu la costruzione nel 1918 della nuova casa del clero, su iniziativa del­ l'Associazione di mutua carità, sorta nel 1910. Nel settore della stampa diocesana si ebbe un ulteriore ampliamento, con la nascita nel 1921 del settimanale La Domenica del Popolo. Dopo la celebrazione del VI Con­ gresso Eucaristico Nazionale, dall' 8 al 12 settembre 1920, seguirono tre congressi eucaristici diocesani nel 1922, 1924, 1929. Nel 1923 la diocesi visse tre importanti avvenimenti con la celebrazio­ ne del Sinodo diocesano, 20-22 aprile, il primo Congresso missionario

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diocesano su iniziativa dell'Unione missionaria del clero, la fondazione della Scuola primaria di musica sacra. Nel confronto con l'ideologia fascista, i fedeli si strinsero attorno alla parrocchia e al clero, il quale curò la formazione dei laici, incrementando l'attività oratoriana e i circoli giovanili. Rimase troncato il discorso socio­ politico, rese difficili le conferenze di cultura sociale e politica, spento l'impegno antecedente per le elezioni amministrative e politiche. Mons. Marelli alla fine del 1933 si ritirò a Rho, dove morì nel 1936.

Bibliografia: fonti inedite: cf. ACVB, Visita pastorale, 156 Visita pastorale mons. Marel­ li preliminari - parrocchie città e suburbane, parrocchie foranee A-B (ms), ff. 418; 157 Visita pastorale mons. Marelli parrocchie C-F (ms), ff. 383; 158 Visita pastorale mons. Marelli parrocchie G-R (ms), ff.420; 159 Visita pastorale mons. Marelli parrocchie S-Z (ms). ff.496. ASV, S. S. Ep. Mod., -1914, R, 3 E 4; R, 12 E 15; R. 16 E 2;-1915, R, l E 17; R, 10 E 33; R. 3 El; R. 3 E 5; R, 4 E 9; 1915, R. 1 E 17; R. 12; R, 12 E Il; R, 12 E 12; R. 12 E 13; R. 12 E 14; R, 52 E 5; R. 100 El; R, 100 E 2; R. 100 E 4; R. 100 E 8;-1916, R. 1 E 26; R. 3 E 7; R. 3 E 9; R. 4 E 3; R. 4 E lO; R, 4 E 18; R 12 E 3; R, 12 E 5; R, 12 E 7; R. 12 E 9; R, 52 E 5; R, 66 E 1; R. 100 E 2;-1917, R. 3 E 2; R, 3 E 4; R, 3 E lO; R.4E9;R.9E4R.lOEl;R,12E1;R,16E2;R.52El;R.63;R.100F.4;-1918, R. 3 E 2; R, 3 E 3 ; R. 3 E4; R, 3 E 5; R. 12 F. 6; R, 12 E 7; R. 16 E 1; R, 16 E 2; R. 100 E 5; R, 100 E 6; R. 16 E 2; 1918, R, 100 E 4; R. 125 E 1.; R 219; R, 244 E 169;-1919, R, 3 E 5; R, 3 E 6 ; R, 3 E 11; R, 12 E 5; R. 52 E 9; R. 12 E 4; R, 45; R. 80 E 3; R, 100 E 4; R, 100 E 8; R, 100 E lO; R, 160 E l; R. 221 E 3;-1920, R 10 E I; R, 10 E 7; R, 10 E 8; R. 3 E 2; R, 3 E 5; R. 3 E 7; R, 3 E 8; R, 3 E 9; R. 3. F Il; R. 4 E 2; R, 4 E 6; R, 12 E 2; R. 12 E 3; R, 12 E 5; R. 12 E 6; R. 16 E 9; R, 16 E 11; R, 4 E 2; R. 45; R, 52 E 3; R, 80 E 2; R. 100 E 4; R, 100 E 6;R. 100 E 7; R, 221 E 2;-1921, R. 3 E 8; R,5; R. 12 El; R. 12 E 3; R, 12 E 5; R. 12 E 6; R, 12 E 9; R, 13 E l; R 29; R. 45; R, 52 E 28; R, 52 E 30; R. 100 El; R, 160 E 4; R. 100 E 6; R, 100 E 8; R, 100 E 9; R. 221 E l; R, 221 E 2; R. 221 E 3; Guerra 1914-1918, R. 244 E 411; Guerra 1914-1918, R. 244 E 126; Guerra 1914-1918, R. 244 E 98; Guerra 1914-1918, R, 244 E 201; Guerra 1914-1918, R, 244 E 309; Guerra 1914-1918, R, 244 E 22211; Guerra 1914-1918, R, 244 F. 22212; Guer­ ra 1914-1918, R, 244 E 24011; Guerra 1914-1918,R, 244 E 235; Guerra 1914-1918, R, 244 E 12; Guerra 1914-1918, R, 244 E 35212; Guerra 1914-1918, R. 244 E 41611. Fonti edite: L'Eco di Bergamo 16-17 dicembre 1914 "Esultiamo nel Signore! Sua Ecc. Mons. Luigi Maria Marelli nuovo vescovo di Bergamo"; Pastor bonus in populo Omaggio a S.Ecc. Mons. Luigi Maria Marelli nel suo ingresso alla sede vescovile di Ber­ gamo II aprile 1915, Bergamo 1915; La prima lettera pastorale di S.Ecc. Mons. Luigi Maria Marelli al clero e popolo Bergamasco, in L'Eco di Bergamo 29 marzo; Il trionfale ingresso a Bergamo di S. Ecc. Mons. Luigi Maria Marelli; ibid. Il aprile; Le onoranze dei bergamaschi a S. Ecc. Mons. Marelli; ibid.,12 aprile; La Vita Diocesana, T. VI (1914)-... ; Codex juris canonici PII X Pontificis Maximi iussu digestus BENEDICT/ Papae XV auc­ toritate promulgatus Praefatione, fontium annotatione et indice analitico-alphabetico ab. Em.mo PETRO card. GASPARRI auctus, Romae typis Polyglottis Vaticanis , 1917; Ber­ gomensis Ecclesiae Sinodus XXXIV quam habuit Aloisius Maria Marelli, Bergamo 1923;

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M. PETRONCELLl, Il diritto canonico dopo il Concilio Vaticano 11, Napoli 1969; Papa Gio­ vanni XXlII. Memorie e Appunti (1919). Introduzione di L. CAPOVILLA, "Humanitas", 28 (1973), p. 432-448; VI Congresso eucaristico nazionale, Torino 1921; Bergamo e le missioni cattoliche, Bergamo 1923; E. RAGIONIERI, La storia politica e sociale, in Storia d'Italia, 4\3, Torino 1976; C. PATELLI, Alzano Maggiore ... , o.c.; G. ANTONIETTI, Altare da campo, Bergamo 1959; A. MANDELLI,Alzano ... , o.c.; E. CAMOZZI, Diario..., II, p.l565, 1584; C. BELLO', Società... .o.c.; G. BUSETTI, Santuari mariani... , I-II, o.c.; G. BAT­ TELLI, Un Pastore ... , o.c.; P.A. GIOS, Nicolò Rezzara... , o.c.; G. CREMASCHI "Per il maggior bene del popolo" Il Partito popolare a Bergamo (1919-1926), Associazione edi­ toriale Il Filo d'Arianna, Bergamo 1986; S. BERETTA, Il Seminarino di Bergamo alta. Presenza educativa e sociale. Vicende di teatro minore fra evoluzioni giovanili e di costu­ me. Introduzione di A. AGAZZI, in Ateneo di Scienze ... , 51 (1992); G. SPINELLI, Gio­ vanni XXl1l,papa, servo di Dio, in Bibliotheca Sanctorum , I, Appendice; A. PAIOCCHI, don Francesco Garbelli... , o.c.; G. VIAN. La riforma , I-II, O.c.; E. CAMOZZI, Tra le car­ te ..., o.c., E. CAMOZZI-P. TEDESCHI, La Chiesa , o.C..

Letteratura: G. ZAVARIT, Origini e vicende della comunità cristiana evangelica di Ber­ gamo nei primi 25 lustri della sua storia (1807-1932), in Bollettino della Società di Studi valdesi, 66 (1936); B. BELOTTI, Storia di Bergamo...,VI, p.239, 260-261, 269, 304, 306, 414; M.M. ROSSI, Teosofia, in Enciclopedia Filosofica, IV; C. CASELLA, Metapsichi­ ca, in Enciclopedia Filosofica, III; R. AMADEI, Dalla prima guerra mondiale al Concilio Vaticano 11, in Diocesi di Bergamo... , p. 277-284; IDEM, 1 Vescovi, in Ritratti ..., p. 188-189; G. BERGAMELLI, Storia... , o.c.; A. ERBA, "Proletariato di chiesa" per la cristianità. La FACl tra Curia romana e fascismo dalle origini alla Conciliazione, I, Italia sacra, 41, Roma 1990; L. FERRARI, La gioventù cattolica italiana nella seconda fase della presidenza Pericoli (1910-1921), in Rivista di storia e letteratura ... ,29 (1992); S. HONEGGER, Gli Sviz­ zeri di Bergamo. Storia della comunità svizzera di Bergamo dal Cinquecento all'inizio del Novecento, Bergamo 1997; R.BELOTTI, Magnifica... , o.C.; A. SCOTTA', Giacomo Della Chiesa arcivescovo di Bologna(1908-1914) L' "ottimo noviziato" episcopale di papa Bene­ detto XV, Soveria Marinello (CL), Rubettino 2002.

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RELAZIONE - NOVEMBRE

1916

RELAZIONE - novembre 1916 ASV, C.Concistorialis, Relationes Dioecesium, Bergomen., 116, orig. Questa relazione è stata presentata alla congregazione Concistoriale in occasione della visita ad Limina per il quinquennio 1911-1915, secondo le nonne stabilite da Pio X con la nota riforma della Curia Romana. L'Eco di Bergamo 20 novembre 1916 dava notizia del viaggio di mons. Marelli a Roma per la visita ad Limina. Il testo è scritto su un opuscoletto (mm.29x2l), con la copertina in car­ toncino celeste chiaro e il titolo in stampatello, ripetuto, dopo un foglio bianco, sulla prima pagina in fonna più estesa. La relazione è scritta sui ff. l-54, (mm.28.50x20), numerati retto e ver­ so, sono bianchi i ff. 55-60. Manca la numerazione d'archivio. Nel fascicolo ben conservato si trova un doppio foglio a cartella, con la nota solita d'ufficio della congregazione. Sono inoltre allegati i due certi­ ficati delle visite alle basiliche dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, un doppio foglio con la sintesi manoscritta della relazione, un foglio (ms) con il pro­ spetto finanziario della cassa della curia diocesana, un piccolo foglio (ms) d'ufficio, con nota" Al N.5", la lettera dattiloscritta di risposta, in minuta, della congregazione Concistoriale a mons. Marelli. Copia-minuta della relazione è custodita in ACVB, Atti relativi alle visite ad Limina

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Relatio de statu Ecclesiae pro quinquennio 1911-1915

Relazione sullo stato della Chiesa per il quinquennio 1911-1915

Relatio de statu Ecclesiae Ber­ gomen. quam sacrae Concistoriali congregationi exhibet Aloisius Maria Marelli eiusdem Ecclesiae episcopus pro quinquennio inci­ piente a die prima mensis ianuarii anno 1911.

Relazione sullo stato della Chie­ sa di Bergamo che presenta alla sacra congregazione Concistoriale Luigi Maria Marelli, vescovo del­ la Chiesa stessa, per il quinquennio che inizia dal l" gennaio 1911.

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Libenter sacrae Concistoriali congregationi, relationem de statu huius Bergomensis Ecclesiae pro quinquennio die 31 decembris anno 1915 expirato, pro meo munere, exhibeo, hac prima vice a suscepta eiusdem dioecesis gubernatione. Itaque, relationem confecturus ad tramitem venerati decreti prae­ laudatae sacrae congregationis diei XXXI mensis decembris anno 1909, quae sequuntur expono:

Come mio dovere, per la prima volta dall'inizio del governo della diocesi, presento di buon grado alla sacra congregazione Concistoriale la relazione sullo stato di questa Chiesa di Bergamo per il quinquen­ nio scaduto il31 dicembre 1915. Perciò nel compilare la relazio­ ne secondo il venerando decreto della predetta sacra congregazione del 31 dicembre 1909, riferisco quanto segue:

Proemium Relationis

Proemio della relazione

1. Aloisius Maria Marelli annos natus 58, Mediolanen. archidiaco­ nus, e congregatione Oblatorum Sanctorum Ambrosii et Caroli, iam episcopus Bobiensis Ecclesiae, con­ seeratus die VI ianuarii anno 1908, ad Ecclesiam Bergomen. transla­ tus die XXII mensis ianuarii anno 1915, qui regimen Dioecesis susce­ pit per procuratorem die X mensis aprilis anno 1915. 2. Conditio generalis religiosa et moralis dioecesis satis bona se praefert et ab ultimo quinquennio nullus notabilis regressus, Deo favente, habitus est. Certe vero etiam apud nos praesertim in civitate quaedam relaxatio morum nec non extenua­ tio quoad fide m deplorandae sunto

1. Luigi Maria Marelli di anni 58, arcidiacono dell'arcidiocesi di Milano, della congregazione degli Oblati dei santi Ambrogio e Carlo, già vescovo della Chiesa di Bob­ bio, consacrato il 6 gennaio 1908, trasferito alla Chiesa di Bergamo il 22 gennaio 1915, ha assunto il governo della diocesi tramite il pro­ curatore n io aprile 1915. 2. La condizione generale reli­ giosa e morale della diocesi si pre­ senta abbastanza buona, né alcun regresso notevole, grazie a Dio, è avvenuto dall'ultimo quinquennio. Certo che anche da noi, in verità, specie in città, è da deplorare una certa rilassatezza di costumi, non­ chè un affievolimento della fede.

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RELAZIONE - NOVEMBRE

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I Notizie generali sullo stato materiale della Chiesa

Caput. I Generalia de statu materiali 3. a) Ecclesia Bergomensis inter antiquissimas adnumeratur, eiusque initia ad Apostolorum usque tem­ pora pertrahuntur. Est ecclesia episcopalis; nullis vero praerogativis aut privilegiis praestat praeter ea quae ad epi­ scopales sedes iure canonico com­ muni pertinent. Suffraganea est metropolitano Mediolanensi. b) Dioecesis Bergomensis tri­ ginta circiter millia passuum in lati­ tudinem, fere quinquaginta in lon­ gitudinem patet. Ditio vero eius civilis est Regnum Italicum; inter regiones quae temperatae dicuntur sita est; lingua Italica populus Bergomen. utitur. c) Locus residentiae ordinarii urbs est Bergomen. in episcopali palatio. d) Incolae totius dioecesis ad quingenti millia circiter ascendunt; oppida praecipua praeter civitatem annumerantur loca vulgo: Cluso­ ne, Gandino, Martinengo, Roma­ no, Nembro, Albino, Seriate, Alza­ no Maior, quae loca singula sex millia incolarum attingunt. Fere omnes - id est paucissimis seclusis - incolae dioeceseos catho­ licam romanam religionem profi­ tentur.

3. a) La Chiesa di Bergamo vie­ ne inclusa tra quelle antichissime e i suoi inizi si riconducono sino ai tempi degli Apostoli. È chiesa vescovile. Non eccelle per nessun privilegio o prerogative tranne quel­ li che appartengono per diritto canonico ordinario alle sedi vesco­ vili. È suffraganea del metropolita di Milano. b) La diocesi di Bergamo si estende per circa 30.000 passi in larghezza, quasi 50.000 in lun­ ghezza. La giurisdizione civile è del Regno d'Italia. È situata tra le regio­ ni che si dicono temperate. Il popo­ lo di Bergamo parla la lingua ita­ liana. c) Il luogo della residenza del­ l'ordinario è la città di Bergamo, nel palazzo vescovile. d) Gli abitanti di tutta la dioce­ si ascendono a circa 500.000. Pae­ si più importanti oltre la città sono i luoghi popolarmente detti di Clu­ sone, Gandino, Martinengo, Roma­ no, Nembro, Albino, Seriate, Alza­ no Maggiore. Ognuno di questi luoghi rag­ giunge il numero di 6.000 abitanti. Quasi tutti - vale a dire pochis­ simi esclusi - gli abitanti della dio­ cesi professano la religione catto­ lica romana.

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VISITE AD LIMINA

In città si trovano pochi prote­ stanti e in alcune parrocchie rura­ li, generalmente seguaci della setta evangelica. In città hanno la propria cap­ pella. Non risulta che facciano pro­ seliti tra i cattolici. e) Si contano 1.200 sacerdoti secolari. I chierici e gli alunni del seminario attualmente sono 200, essendo stati chiamati alle armi cir­ ca 200 sacerdoti e 130 alunni del seminario. f) Vi è un solo Capitolo di cano­ nici; nessuna collegiata propria­ mente detta si trova in questa dio­ cesi; vi sono tuttavia alcune resi­ denze corali che non si devono con­ siderare come dei Capitoli. g) In questa diocesi esistono 368 parrocchie, il numero dei fede­ li in quelle che sono più grandi si

Pauci adsunt protestantes in urbe et in nonnullis paroeciis rura­ libus, generatim sectam evangeli­ starum prosequentes. In urbe habent et proprium sacellum. Non constat tamen quod asseclas inter catholicos fideles faciant. e) Sacerdotes saeculares mille­ ducenti adnumerantur; clerici vero et alumni seminarii actu ducenti sunt, cum ducenti circiter sacerdo­ tes et centum et triginta seminarii alumni ad arma vocati sint'. f) Unum canonicorum Capitu­ lum adest; collegiatae proprie dic­ te nullae in hac dioecesi inveniun­ tur; adsunt vero nonnullae resi­ dentiae chorales quae tamen ad instar capitulorum retinendae non sunto g) Sunt in hac dioecesi paroe­ ciae n. 368; numerus fidelium in iis quae maximae sunt, computatur ad

I. Il 24 maggio 1915 l'Italia era entrata in guerra contro l'Austria. Anche chierici e sacer­ doti furono chiamati alle armi. I sacerdoti arruolati nell' esercito raggiunsero i! nume­ ro impressionante di 17.000 unità. oltre i 2.400 cappellani ufficiali e i chierici. AI 28­ 29 luglio 1916 risultavano chiamati nell'esercito 219 sacerdoti diocesani di Bergamo. cui si aggiungevano i chierici (i! numero è superiore a quello riferito nella relazione). In seminario erano rimasti solo 7 studenti di filosofia e teologia. In diocesi fu istituita una commissione per aiutarli. I cappellani militari furono impegnati al conforto religioso dei soldati, e in quella pastorale di emergenza. nota Bello'. si formò una generazione di combattenti per gli ideali patriottici e religiosi: Semeria, Minzoni, Mazzolari, Ron­ calli e diversi altri con una caratteristica testimonianza aperta sui problemi del dopo guer­ ra : " se valesse più la testimonianza pastorale o la cattedra, se contasse maggiormen­ te una democrazia vigilante o una comoda dittatura. se la chiesa dovesse chiudersi nel­ la navata o spalancarsi oltre i! sagrato "; E. RAGIONIERI, La storia politica e socia­ le. in Storia d'Italia. 4/3. Torino 1976. p. 2016; La Vita diocesana, TVI (1915). p. 191-192; T. VII (1916). p.248-249. 271, 320. 351-353. Da notare l'articolo "Spigo­ lando fra le lettere dei nostri soldati tra i combattenti e i nostri sacerdoti il contributo del clero alla guerra di liberazione), in L'Eco di Bergamo 21 agosto 1915;ibid., 28 e 29 luglio 1916; C. BELLO', Società .... p. 117; E. CAMOZZI. Diario .... II. p. 1673­ 1675; E. CAMOZZI, Tra le carte..., o.c.

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RELAZIONE - NOVEMBRE

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calcola di circa 7.000, nelle più pic­ cole, e poche se ne trovano di tale genere, di circa 100. Si contano 38 vicariati foranei, e si trovano altre 250 chiese e orato­ ri pubblici. Tra i luoghi sacri assai celebri sono annoverati i santuari popo­ larrnente detti della Beata vergine Addolorata nella parrocchia urba­ na di S.Caterina; Nostra Signora della Preghiera nella parrocchia di Stezzano; della Beata Vergine del Miracolo nella parrocchia di Desen­ zano al Serio; della Beata Vergine delle Lacrime nella parrocchia di Ponte di Nossa; della Beata Vergi­ ne, con la medesima invocazione, nella parrocchia di Ardesio, e alcu­ ni altri dove la Beata Vergine Maria

septem millia, in iis quae minimae, et paucae huiusmodi inveniuntur, ad centum circiter. Vicariatusforanei 38 numeran­ tur; adsunt aliae circiter 250 eccle­ siae et oratoria pubblica. Inter sacra loca celeberrima adscribuntur sanctuaria vulgo die­ ta: Beatae Virginis Perdolentis in paroecia urbana S. Catharinae vir­ ginis et martiris; Nostra Domina ab Oratione in paroecia loci vulgo Stezzano; Beatae Virginis a Mira­ culo in paroecia loci Desenzano al Serio'; Beatae Virginis a Lacrimis in paroecia Ponte di Nossa; Bea­ tae Virginis sub eadem invocatione in paroecia loci Ardesio', et non­ nulla alia ubi Beata Maria Virgo diversis sub titulis veneratur.

2. Il santuario ricorda l'apparizione della Vergine Maria a Venturina Bonelli, colpita da un morbo incurabile ad una gamba. La giovanetta, sofferente e agitata, nella notte del 9 otto­ bre, si era trascinata sulla soglia di casa, quando, improvvisamente, vide una signora d'in­ comparabile bellezza e avvolta da un fulgore vivissimo, la quale le chiese di scoprire e mostrare la gamba. Su Venturina rimasta immobile ed estatica, si chinò con affetto materno Maria S.ma che, scoperta la gamba, estrasse dal seno un pannolino, impastò con lo sputo la terra involta e l'applicò sulla parte inferma fasciandola. La Signora, presentatasi come Madre di Dio, venuta espressamente per guarire Venturina, chiese di divulgare il fatto prodigioso e di costruire sul luogo un santuario. A conferma degli avvenimenti, seguì un altro prodigio con la guarigione inattesa, e imprevista ai dotto­ ri, di tre sorelle, figlie del ricco Conzino dei Signori di Comenduno nel 1448, dopo il voto che egli avrebbe costruito una chiesa alla Ripa, dove erano state deposte le fasce e la terra levate a Venturina. A ricordo della miracolata Venturina venne inizialmente eretta una cappella, che in seguito ha ceduto il posto alla devota e artistica chiesa in ono­ re della Madonna della Gamba, meta di pellegrini.Nel tempo è rimasta inglobata la caset­ ta della famiglia, ridotta alla stanza, sotto il livello della strada. Alla Ripa sorsero due chiese e il convento, affidato da Conzino ai Carmelitani; G. BUSETTI, Santuari Maria­ ni ... , II, p. 123-130. 3. Dai tempi antichi era custodita in una stanza della famiglia Salera, al centro di Arde­ sio, una effige del Crocifisso e di Maria sua Madre. Davanti ad essa vennero mandate dal padre Marco due figlie a pregare durante un furioso temporale per evitare, con l'aiuto di Dio, danni alle proprietà. D'un tratto apparve ai piedi fiammeggianti del

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h) Extant quae sequuntur viro­ rum monasteria et domus: l. Monacorum a S. Benedicto de Monte Cassino in abbatia pagi Pontidae. Sacerdotes n. 6, laici n. 2. Nunc temporis, causa militiae, duo tantum monaci in monasterio extant. 2. Fratrum minorum cappucci­ norum in civitate unum, in pago Albini alterum, nec non hospitium in pago Sueris. Sacerdotes n. 26, laici n. 18. 3. Fratrum minorum Unionis Leonianae, unum in loco Cividini, alterum in loco dicto Baccanello di Calusco. Sacerdotes n. 8, laici n. 6. 4. Clericorum regularium a Somascha unum in eodem pago Somaschae. Sacerdotes n. 4, laici n.4. 5. Fratrum Societatis Iesu in civitate domus una. Sacerdotes n. 6. Laici n. 2. 6. Fratrum a S. Iosepho vulgo Padri Giuseppini, in Orphano­ trophio pro pueris in civitate. Sacer­ dotes n. l, laici 2. 7. Patrum a S. Corde Iesu in pago loci Albini. Sacerdotes n. 3, laici n. 1. 8. Sacerdotum a S. Familia nun­

è venerata con diversi titoli. h) Esistono questi monasteri di uomini: l. Uno dei monaci di S. Bene­ detto di Montecassino nell' abba­ zia di Pontida, 6 sacerdoti, 2 laici. Attualmente per il servizio militare, si trovano solo due monaci nel con­ vento. 2. Uno dei frati minori cappuc­ cini in città, un altro in Albino, non­ chè un ospizio a Sovere. Sacerdoti 26, laici 18. 3. Uno dei frati minori dell'U­ nione Leoniana a Cividino, 1'altro nel luogo detto Baccanello di Calu­ sco. Sacerdoti 8, laici 6. 4. Uno dei chierici regolari di Somasca a Somasca. Sacerdoti 4, laici 4. 5. Una casa in città dei padri della Compagnia di Gesù. Sacer­ doti 6, laici 2. 6. I padri di S. Giuseppe, popo­ larmente padri giuseppini, nell'or­ fanotrofio per i ragazzi in città. Sacerdoti 1, laici 2. 7. I padri del S. Cuore di Gesù in Albino. Sacerdoti 3, laici 1. 8. Una casa dei sacerdoti detti

Crocifisso una cattedra d'oro e assisa Maria S.ma con il Bambino in braccio. Le fan­ ciulle non poterono trattenersi dal gridare al miracolo, e la gente accorse per vedere. La notizia dei fatti insoliti spinse il vescovo O.B. Milani a ordinare la chiusura della stan­ za e a vietame l'ingresso. Ma i fedeli continuarono a onorare il simulacro, ricevendo gra­ zie e portando elemosine. Tolto il divieto vescovile, iniziò nell608 la costruzione del­ lo splendido santuario; ibid. p. 74-81.

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cupatorum cum fratribus laicis, domus una in pago Martinengi et altera in loco Brusaporti. Sacerdo­ tes n. 5, laici n. 15. Ista dioecesa­ na est institutio. 9. Sacerdotum a S. Corde Iesu domus una in civitate. Sacerdotes n. 10. Quae congregatio est quidem dioecesana. Pergratum insuper mihi est hic referre, quamprimum fore ut patres a S. Dominico ad hanc civitatem redeant, qui in ecclesiam S. Bartho­ lomaei et Stephani, olim dicti Ordi­ nis, curam spiritualem suscipient iuxta conventionem a Sancta Sede nuper approbatam'.

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della Sacra Famiglia con fratelli lai­ ci, a Martinengo, e un'altra a Bru­ saporto. Sacerdoti 5, laici 15. Que­ sta è una istituzione diocesana. 9. Una casa dei sacerdoti del S. Cuore di Gesù in città. Sacerdoti lO. La congregazione è diocesana. Mi è assai gradito riferire che al più presto i padri domenicani ritor­ neranno in questa città, e avranno la cura d'anime, secondo la con­ venzione recentemente approvata dalla Santa Sede, nella chiesa dei SS. Bartolomeo e Stefano, una vol­ ta del detto Ordine.

4. In S. Bartolomeo i Domenicani per volontà di Pio V subentrarono nel 1571 agli Umi­ liati (presenti in S. Bartolomeo in Razolo dal 1293), a risarcimento della sede originaria di S. Stefano abitata sin dalla prima metà del sec. XIII, distrutta nel 1561 per la costru­ zione delle mura, decisa della repubblica di Venezia. Costruita l'attuale chiesa (1603­ 1642) e l'annesso convento, i domenicani esercitarono il ministero sino all' espulsio­ ne del 1797. Il convento fu ridotto a dogana (sarà demolito nel 1937 per il piano rego­ latore); la chiesa rimase aperta al culto con un vicario del parroco di S. Alessandro della Croce. Il promotore del rientro dei domenicani fu padre Marco Righi (+ 1953), priore della pro­ vincia Domenicana Lombarda, ben conosciuto da papa Benedetto XV, che prese a cuore il problema, già trattato dal card. Gusmini che gli era successo nella sede di Bologna. Il 24 agosto del 1915 venne stilata e firmata una convenzione tra il vescovo di Bergamo, il prevosto di S. Alessandro della Croce don Severo Pasinetti, e la Provincia domenicana di Lombardia per il ritorno dei religiosi. In quella occasione il card. Gaspar­ ri con lettera del 27 settembre 1915 aveva espresso a Marelli la gratitudine sua perso­ nale e di Benedetto XV per la soluzione trovata. Nella convenzione composta da 12 arti­ coli, che in questa sede ci si dispensa dal proporre ai lettori, veniva consegnata al prio­ re della provincia Domenicana Lombarda pro tempore in pieno e perpetuo uso la chie­ sa di S. Bartolomeo, dove la comunità e i singoli religiosi avrebbero goduto tutte le opportunità nell' operare il ministero liberamente, con esenzioni e privilegi previsti dai canoni e dalle loro costituzioni. La chiesa consegnata ai domenicani con tutti gli arredi e suppellettili in dotazione, continuava a essere sussidiaria della parrocchia, con un territorio entro cui essi avreb­ bero prestato la loro attività, con le ragioni e i diritti temporali e spirituali di spettan­ za della chiesa. I locali goduti dal cappellano ma di spettanza della fabbriceria, passa­ vano ai religiosi per abitazione. Nelle funzioni si doveva trovare l'accordo col pre­ vosto per evitare inutili impedimenti vicendevoli, fermo restando l'obbligo del cate­ chismo agli adulti e ai fanciulli. Il prevosto si riservava il diritto di alcune funzioni in

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i) Plurima insuper extant mulie­ rum monasteria et instituta, quae hic recensentur:

i) Esistono molti monasteri e istituti femminili, qui elencati:

I. Sanctimonialium: a) sub regula S. Benedicti duo monasteria in civitate id est S. Gra­ tae, religiosae 51, et S. Benedicti, religiosae 44. b) sub regula S. Dominici duo, unum in civitate in loco Matris Domini, religiosae 34, alte rum in pago Azani, religiosae 25. c) sub regula S. Francisci, unum cappuccinarum in pago loci Capriati, religiosae 24, secundum Tertii Ordinis in loco Zonii, reli­ giosae 49, tertium vero clarisse, in loco Boccaleone, prope civitatem, religiosae 33. d) sub regula S. Francisci Sale­ sii in oppido Alzanii Maioris, reli­ giosae 39.

I. Monache: a) due monasteri in città sotto la regola di S. Benedetto, cioè di S. Grata, religiose 51, e di S. Bene­ detto, religiose 44. b) due sotto la regola di S. Domenico, uno in città, di Matris Domini, religiose 34, l'altro in Azzano, religiose 25. c) sotto la regola di S. France­ sco: uno delle cappuccine a Capria­ te, religiose 24; il secondo del Terz'Ordine a Zogno, religiose 49; il terzo, clarisse, a Boccaleone, vici­ no alla città, religiose 33. d) sotto la regola di S. France­ sco di Sales, ad Alzano Maggiore, religiose 39.

11 Religiosarum vero mulierum a votis simplicibus domus multae et opera quibus incumbunt pene innumera:

II Religiose ovvero donne coi voti semplici. Vi sono molte case, e le opere cui si dedicano sono innumerevoli:

circostanze speciali, compreso il matrimonio delle coppie; ACVB, fascicoli parroc­ chiali S. Alessandro d. c., convenzione tra il Vescovo mons. Marelli , don S. Pasinetti e p. M. Righi in ordine alla chiesa di S. Bartolomeo. Il rientro effettivo avvenne nel 1919, dopo che furono superate le difficoltà con il parroco mons. Pasinetti e il vicario don Filip­ po Monti. Il vescovo Marelli porse il benvenuto ai domenicani, con lettera del 2 ago­ sto 1919. Parte della proprietà nel 1937 fu destinata al palazzo degli enti Statali. Il governo a titolo di risarcimento assegnò ai Domenicani l'area sulla quale nel 1968 fu completato il convento nel segno della funzionalità, dell'austerità e dell'impegno cul­ turale dell'Ordine Domenicano; cf. ASV, S. S. Ep. Mod., 1915, R. 9 F. 4 f. 88r-91r le direttive di Benedetto XV a padre Marco Righi, 27 settembre 1915; P. A. SELVA, I Domenicani: 70 fa il loro ritorno a Bergamo, in L'Eco di Bergamo 31 luglio 1989; ibid., Il convento dei padri Domenicani, 15 luglio 1996; E. CAMOZZI, Diario ..., II, p.l917.

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l. Sororum a charitate quae vocantur a venerabili Capitanio, domus habentur in civitate n. 16, in dioecesi n. 51, religiosae n. 660 cumulatim. 2. Filiarum Charitatis vulgo "canossiane" domus in civitate tres, in dioecesi octo, religiosae n. 143. 3. Filiarum a Corde lesu, domus duo in civitate, idem duo in dioe­ cesi, religiosae n. 127. 4. Sororum a S.Ursula "Soma­ schae ", domus una in civitate, novem in dioecesi, religiosae n. 70. 5. Sororum a S. Ursula "Gandi­ ni" domus una in civitate, in dioe­ cesi 28, religiosae cumulatim n. 208. 6. Sororum a S. Ursula "Gaz­ zuoli" e dioecesi Cremonen., in dioecesi domus septem, religiosae n.32. 7. Sororum a S.Ursula "Solti", domus una in dioecesi, religiosae n.25. 8. Sororum a S. Ursula e dioe­ cesi Mantuan. domus una in pago loci Adrariae, religiosae n. 9, quae iam disponuntur ad ingrediendam Unionem Romanam Ursulinarum. 9. Sororum a S. Ursula domus una in pago loci Baniaticae, reli­ giosae n. 22. lO. Sororum a S. Ursula quae ab Unione vocantur, domus una in su­ burbio loci Redona, religiosae n. 23. Il. Filiarum Charitatis a S. Vìn­ centio a Paulo domus quatuor in

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1. Le suore di Carità dette della venerabile Capitanio, con 16 case in città, in diocesi 51. Complessi­ vamente le religiose sono 660. 2. Le figlie della Carità, popo­ larmente canossiane, con 3 case in città, 8 in diocesi. Religiose 143. 3. Le figlie del Cuor di Gesù, con 2 case in città e due in dioce­ si. Religiose 127. 4. Le suore di S.Orsola di Somasca, con una casa in città, nove in diocesi. Religiose 70. 5. Le suore di S. Orsola di Gan­ dino, con una casa in città, 28 in diocesi. Le religiose sono com­ plessivamente 208. 6. Le suore di S. Orsola di Gaz­ zuolo, della diocesi di Cremona, con 7 case in diocesi. Religiose 32. 7. Le suore di S. Orsola di Sol­ to, con una casa in diocesi. Reli­ giose 25. 8. Le suore di S. Orsola della diocesi di Mantova con una casa in Adrara. Religiose 9. Già sono pron­ te a entrare nell'Unione Romana delle Orsoline. 9. Le suore di S. Orsola, con una casa a Bagnatica. Religiose 22. lO. Le suore di S. Orsola chia­ mate dell'Unione, con una casa nel suburbio di Redona. Religiose 23. 11. Le figlie della Carità di S. Vincenzo de' Paoli con 4 case in

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dioecesi, religiosae n. 20. 12. Ancillarum Charitatis, domus in dioecesi duodecim, reli­ giosae n. 57. 13. Sororum a S. Familia e pago loci "Comonte" domus tresdecim in dioecesi, religiosae n. 175. 14. Sororum Boni Pastoris e archidiocesi Mediolanen. domus una in civitate, religiosae n. 10. 15. Sororum delle Poverelle nuncupatarum, domus duo in civi­ tate, in pagis ruralibus duodecim, religiosae n. 321. 16. Sororum a SS.Sacramento domus tres in civitate, in dioecesi decem et octo, religiosae n. 301. 17. Sororum a Sapientia domus una in civitate, altera in dioecesi, religiosae n. 14. 18. Sororum ab Infante Iesu, dictae a S. Mauro, domus una in civitate, altera in dioecesi, religio­ sae n. 14. 19. Sororum vulgo dame a S. Corde domus una in pago Villa D'Adda, religiosae n. 50. 20. Sororum a venerabili Cot­ tolengo domus una in pago loci Vercurago, religiosae n. 6. 21. Pia rum matrum Nigritiae domus una in suburbio civitatis, religiosae n. 16. 22. Sororum a S. Dorothea, domus quatuor in pagis dioecesis, religiosae n. 27. 23. Filiarum a S. Maria vulgodel­ la Provvidenza, domus una in pago

diocesi. Religiose 20. 12. Le ancelle della Carità, con 12 case in diocesi. Religiose 57. 13. Le suore della Sacra Fami­ glia, di Comonte, con 13 case in diocesi. Religiose 175. 14. Le suore del Buon Pastore dell' arcidiocesi di Milano, con una casa in città. Religiose lO. 15. Le suore dette delle Pove­ relle, con 2 case in città e 12 nei paesi rurali. Religiose 321. 16. Le suore del SS. Sacramen­ to, con 3 case in città, 18 in dioce­ si. Religiose 30 1. 17. Le suore della Sapienza, con una casa in città, l'altra in diocesi. Religiose 14. 18. Le suore del Bambin Gesù dette di S. Mauro, con una casa in città, l'altra in diocesi. Religiose 14. 19. Le suore dette popolarmen­ te Dame del S. Cuore, con una casa a Villa D'Adda. Religiose 50. 20. Le suore del Venerabile Cot­ tolengo, con una casa a Vercurago. Religiose 6. 21. Le pie madri della Nigrizia, con una casa nel sobborgo della città. Religiose 16. 22. Le suore di S. Dorotea, con 4 case nei villaggi della diocesi. Religiose 27. 23. Le figlie di S. Maria popo­ larmente della Provvidenza, con una casa in S. Paolo d'Argon. Reli­ giose 3.

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S. Paolo d'Argon, religiosae n. 3. 24. Sororum dictarum piccole suore della S. Famiglia, domus qua­ tuor in dioecesi, religiosae n. 12. 25. Adest etiam societas Virgi­ num a S. Angela Merici, quae domus propria" habet in civitate et complectitur sive in civitate sive in dioecesi plus quam 1.000 religio­ sas mulieres. 26. Item in civitate sive inter mares, sive inter feminas florent societates quae Conferenze di S. Vincenzo appellantur.

24. Le suore dette piccole suo­ re della S. Famiglia, con 4 case in diocesi. Religiose 12. 25. Esiste anche la società del­ le Vergini di S.Angela Merici, la quale ha una propria casa in città e comprende sia in città sia in dioce­ si più di 1.000 religiose. 26. Inoltre in città sia tra gli uomini sia tra le donne fioriscono le società chiamate Conferenze di S. Vincenzo.

Caput II De Fide et de Cultu Divino

La Fede e il Culto divino

II

4. Il culto divino è liberamente esercitato in diocesi e non si trova alcun ostacolo per professarlo. 5. Il numero delle chiese nei sin­ goli paesi e nelle parrocchie dei fedeli basta alla necessità. 6. Le chiese e gli oratori pub­ blici in genere sono sufficiente­ mente provvisti di quanto occorre per la fabbrica e la sacra suppellet­ tile. Viene prestata assidua e lode­ vole cura perchè siano puliti e deco­ rosamente ornati. 7. Almeno in tutte le maggiori chiese si trova l'inventario di tutti i beni e delle suppellettili. 8. Non sono poche le chiese

4. Divinus cultus libere in dioe­ cesi exercetur, nullumque obstacu­ lum ad ipsum profitendum inveni­ turo 5. Numerus ecclesiarum in sin­ gulis oppidis et paroeciis fidelium necessitati sufficit. 6. Ecclesiae et sacella publica generatim satis instructa sunt, iis quae tum ad fabricam, tum ad sacram suppellectilem pertinent, et assidua ac laudabilis cura habetur ut eadem munda sint et decenter ornata. 7. Inventarium omnium bono­ rum et suppellectilium habetur in singulis saltem maioribus ecclesiis. (a) Il testo richiederebbe domum propriam.

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8. Non paucae sunt ecclesiae in quibus res vel suppellectiles haben­ tur materia, arte et antiquitate pre­ tiosae; diligenter custodiuntur; et recensitae sunt in inventariis quo­ rum exemplar penes curiam epi­ scopalem servatur. Qua de re cau­ tim provisum est ne quid etiam tenuae sed aliqua ratione pretio­ sum sine licentiis debitis venunde­ turo 9. Singulis diebus horis oppor­ tunioribus ecclesiae patent fideli­ bus et custodiuntur debita vigilan­

tia. lO. Dum sacra peraguntur ecclesiae omnibus fidelibus cuius­ cumque socialis conditionis libere patent. Il. Nunquam ecclesiae vel sacella ad profanum usum adhi­ bentur. 12. In omnibus ecclesiis et sacel­ lis in quibus SS. Eucharistiae sacra­ mentum custoditur conditiones a iure requisitae accurate servantur, praecipue cura habetur ut altare SS.mi Sacramenti cultu, munditia et ornatu emineat. 13. Poenitentiae tribunalia in patenti ecclesiae loco erecta sunt et instructa cratibus a canonicis legibus praescriptis. 14. Sacrae reliquiae in eccle­ siis et sacellis debita reverentia custodiuntur et in visitatione pasto­ rali ordinarius summopere curat ut quae reliquae extant sigillo vel

provviste di arredi o suppellettili preziose per materia, antichità e arte. Vengono diligentementecusto­ diti e registrati negli inventari con un esemplare di questi conservato presso la curia vescovile. Si è prov­ veduto cautamente che nessun oggetto, seppur piccolo ma per qualche ragione prezioso, venga alienato senza le debite facoltà. 9. Ogni giorno e nelle ore opportune le chiese sono aperte ai fedeli e vengono custodite con la dovuta vigilanza. lO. Mentre sono celebrate le funzioni sacre, le chiese sono libe­ ramente aperte a tutti i fedeli di qualsiasi condizione sociale. Il. Mai le chiese e le cappelle sono usate per scopi profani. 12. In tutte le chiese e oratori in cui è custodito il SS. Sacramento dell' Eucaristia, sono accuratamente osservate le condizioni richieste dal diritto, e in particolare si ha cura che l'altare del SS.mo Sacramento si distingua per accuratezza, puli­ zia e arredamento. 13. I confessionali sono collo­ cati in un posto visibile della chie­ sa, muniti di grate prescritte dalle leggi canoniche. 14. Le sacre reliquie sono custo­ dite nelle chiese e negli oratori con la dovuta reverenza. Nella visita pastorale l'ordinario prende cura in modo particolareche le reliquie pri­ ve del sigillo o di un documento di

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documento authenticitatis destitu­ autenticità, o chiaramente dubbie, tae vel piane suspectae, a publica siano rimosse dalla pubblica vene­ veneratione amoveantur. razione. Presso le persone private, Apud privatas personas, quod per quanto si sappia, non sono sciatur, reliquae insignes non adser­ custodite reliquie insigni. 15. Le leggi liturgiche sono vantur. 15. Leges liturgicae tam in cul­ osservate con la dovuta accuratezza, tu divino quam in sanctorum vene­ sia nel culto divino sia nella vene­ ratione et in sacris functionibus qua razione dei santi e nelle sacre fun­ par est diligentia servantur. Circa zioni. Circa queste leggi liturgiche vero has liturgicas leges consuetu­ non si sono introdotte consuetudini dines singulares non irrepserunt. particolari. Lingua e canto liturgico Lingua et cantus liturgicus iuxta sono praticati secondo i decreti del­ decreta Sanctae Sedis adhibentur. la Santa Sede. 16. Graves errores contra fidem, 16. Gravi errori contro la fede, Deo favente, inter dioecesis fideles per grazia di Dio, non sono pene­ non serpunt. trati tra i fedeli della diocesi. 17. Tamen consilium vigilantiae 17. È stato costituito tuttavia il et officium censorum ad haec prae­ consiglio di vigilanza e l'ufficio dei cavenda institutum est, et constat censori, per prevenire gli errori; è sacerdotibus e Capitulo et ex paroe­ composto da sacerdoti del Capitolo cis electis et deputatis qui omnes e da parroci eletti e deputati, i qua­ diligenter et laudabii fructu munus li adempiono tutti il loro dovere con adimplent. diligenza e lodevole frutto.

III Le cose che riguardano l'Ordinario

Caput III

De iis quae ad Ordinarium

pertinent

18. Alla mensa dell'ordinario di 18. Mensae Ordinarii Bergo­ Bergamo è stata assegnata la car­ tella popolarmente detta Certifica­ meno adsignata est schedula vulgo Certificato del Debito Pubblico, to del Debito Pubblico, il cui red­ cuius reditus quotannis lt. Libr. dito ogni anno raggiunge le L. It. 15.285.80 attingit, quos reditus 15.285.80, tassate di L. It. 5.000 taxantur /t. Libr. 5.000 circiter. Non circa. Non è onerata da debito. gravatur aere alieno. Il vescovo ha una sua ammini­

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strazione, che cura personalmente, indipendentemente dall' autorità civile e separatamente dagli altri beni e proventi sia della diocesi sia delle opere pie. Esistono inoltre alcuni redditi costituiti in modo fiduciario, che si devono erogare a favore della men­ sa e dei poveri. 19. Esiste la casa propria per l'ordinario della diocesi e provvi­ sta in modo che corrisponde alla sua dignità, senza che abbia sento­ re di lusso. 20. L'ordinario abita con tre per­ sone addette al suo servizio, la cui vita è morale e religiosa. Ora da tempo tiene con sé anche suo fra­ tello sacerdote, canonico ad hono­ rem della chiesa cattedrale. Egli funge da segretario. 21. Le facoltà e i privilegi in cui l'ordinario di Bergamo ha autorità, sono:

Episcopus per se gerit admini­ strationem, independenter ab auc­ toritate civili et seorsim a caeteris tum dioecesis tum pio rum operum bonis et proventibus. Adsunt quoque nonnulli reditus fiduciario more constituti, qui ero­ gandi sunt favore mensae et pau­ perum. 19. Adest domus propria ordi­ nario dioecesis et ita instructa ut ordinarii dignitate congruet, quin luxum redoleat. 20. Ordinarius habitat cum tri­ bus personis famulatui suo addic­ tis quorum vita moralis et religiosa est. Nunc temporis secum tenet et fra­ trem suum sacerdotem et canoni­ cum ad honorem ecclesiae cathe­ dralis, qui munere secretarii jungi­ turo 21. Facultates et privilegia, qui­ bus ordinarius Bergomen. pollet, sunt:

Facoltà e privilegi personali: l. Conservare il SS. mo Sacra­ mento nell' oratorio vescovile. Venerando rescritto della sacra congregazione dei Sacramenti, 22 aprile 1915, nel corso del mandato. 2. Alternativa dei mesi nell'as­

Facultates et privilegia perso­ nalia: 1. Asservandi SS. Sacramentum in oratorio episcopali. Venerandum rescriptum S. C. Sacramentorum, 22 aprilis 1915 - durante munere.

5. Vittorio Giovanni Marelli nacque a Milano nel 1860. Ordinato sacerdote nel 1884, fu coadiutore a Calco, 1884-1892, parroco di Concesa, 1892-1896, di Robecchetto, 1896­ 1913, preposto parroco di S. Rocco in Milano, 1913-1916. Dal1916 fu segretario del fratello vescovo a Bergamo; ricevette il titolo di canonico onorario della cattedrale. Seguì mons. Marelli nel ritiro a Rho, dove morì nel 1940; La Vita diocesana, T. VIII (1916), p. 249; ASDM, Stato del clero; E. CAMOZZI, Diario ..., Il, p.1844.

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2. Alternativae mensium in col­ latione beneficiorum. Venerandum rescriptum sacrae Datariae 1 maii 1915 - durante munere. 3. Permittendi, certis cum limi­ tationibus, retentionem et lectionem librorum ab Apostolica Sede prohi­ bitorum. Venerandum rescriptum sacrae congregationis Indicis 22 ianuarii 1915 - ad triennium. 4. Conferendi, sine novo con­ cursu et examine, iis sacerdotibus qui in ultimo concursu habiti sunt idonei ad curam animarum, quin tamen ullum beneficium consecuti sint, beneficia curata qua e per ipsum concursum vacant. Venerandum rescriptum sacrae congregationis Concistorialis 12 aprilis 1916 - ad quinquennium. 5. Permittendi sacri iterationem in diebus festis de praecepto, in ecclesiisdioecesis, quoties necessitas postulet, deficientibus sacerdotibus in hodiernis circumstantiis belli. Venerandum reseriptum sacrae congregationis Sacramentorum 18 aprilis 1916.

segnazione dei benefici. Veneran­ do rescritto della sacra Dataria l maggio 1915; nel corso del man­ dato. 3. Permesso, con certi limiti, di trattenere e leggere i libri proibiti dalla Sede Apostolica. Venerando rescritto della sacra congregazione dell'Indice, 22 gennaio 1915; per un triennio. 4. Permesso di conferire senza nuovo concorso o esame, ai sacer­ doti risultati idonei per la cura d'a­ nime, senza tuttavia che abbiano ottenuto alcun beneficio, i benefi­ ci curati vacanti per il concorso stesso. Venerando rescritto della sacra congregazione Concistoriale, 12 aprile 1916; per un quinquennio. 5. Permesso di binare nelle feste di precetto nelle chiese della dioce­ si, qualora sia richiesto da necessità, per la mancanza di sacerdoti nelle circostanze odierne della guerra. Venerando rescritto della sacra congregazione dei Sacramenti; 12 aprile 1916.

Facultates circa Benedictionem Apostolicam et Indulgentiam Ple­ nariam. 6. Indulgentiae plenariae lucrandae adstantibus primae mis­ sae, in pontificalibus et ab illis qui tempore primae sinodi cathedra­ lem ecclesiam visitaverint. Rescrip­ tum sacrae congregationis Sancti

Facoltà circa la Benedizione Apo­ stolica e l'Indulgenza Plenaria. 6. Indulgenza plenaria da lucra­ re per chi assiste alla prima mes­ sa, nei pontificali e per quelli che nel tempo del primo sinodo abbia­ no visitato la chiesa cattedrale. Rescritto della sacra congregazio­ ne del S. Offizio, 20 gennaio 1915.

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7. Benedire le croci, le corone per pregare e le sacre medaglie. Venerando rescritto gennaio 1915. 8. Benedire i crocifissi con I'in­ dulgenza plenaria toties quoties, da lucrare da parte dei fedeli in punto di morte. Venerando rescritto del­ la sacra congregazione del S. Offi­ zio, 19 maggio 1916; per 5 anni. 9. a) L'indulgenza plenaria da lucrare dai fedeli in occasione del­ la visita pastorale b) L'indulgenza plenaria da lucrare dai fedeli nel tempo delle missioni. c) Impartire la benedizione papale con l'indulgenza plenaria ai fedeli in punto di morte, e di dele­ gare a questo scopo. d) Designare gli altari privile­ giati. e) Benedire il popolo due volte all'anno dopo la messa solenne a nome del sommo pontefice. f) L'indulgenza plenaria da lucrare in occasione della comu­ nione generale nella chiesa catte­ drale. Venerando rescritto della sacra congregazione del S. Offizio, 20 gennaio 1915; nel corso del mandato. lO. Impartire la benedizione papale nella festività dei santi apo­ stoli Pietro e Paolo. Sacra congre­ gazione del S. Offizio, 4 maggio 1915; per un quinquennio. 11. Indulgenzaplenaria da lucra­ re per le 40 ore che si svolgono nel­

Officii 20 ianuarii 1915. 7. Benedicendi cruces, coronas praecatorias ac sacra numismata. Venerandum rescriptum ianuarii

1915. 8. Benedicendi crucifixos cum indulgentia plenaria toties quoties a fidelibus in mortis articulo lucran­ da. Venerandum rescriptum sacrae congregationis Sancti Offitii 19 maii 1916 - ad quinquennium. 9.a) 1ndulgentiae plenariae lu­ crandae fidelibus occasione pasto­ ralis visitationis. b) 1ndulgentiae plenariae lu­ crandae fidelibus tempore missio­ num. c) lmpertiendi benedictionem papalem cum plenaria indulgentia fidelibus in mortis articulo et ad hoc delegandi. d) Designandi altaria privile­ giata. e) Benedicendi populo bis in anno post missarum solemnia no­ mine summi pontificis. fJ Indulgentiae plenariae lucran­ dae occasione generalis commu­ nionis in cathedrali ecclesia. Vene­ randum rescriptum sacrae congre­ gationis sancti Offitii, 20 ianuarii 1915 - durante munere. lO. Impertiendi papalem bene­ dictionem in festivitate SS. Aposto­ lorum Petri et Pauli. Sacra congre­ gatio sancti Offitìi 4 maii 1915 - ad quinquennium. Il. Indulgentiae plenariae lu­

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crandae pro XL horarum in eccle­ siis dioecesis habendae. Veneran­ dum rescriptum sacrae congrega­ tionis sancti Offitii 2 iunii 1912 ­ ad septennium.

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le chiese della diocesi. Venerando rescritto della sacra congregazione del S. Offizio, 2 giugno 1912; per sette anni. Facoltà circa i beni ecclesiastici

Facultates circa bona ecclesiastica 12. a) Consentire all' affitto dei beni ecclesiastici e inoltre b) permettere la loro alienazione sino a L.It.1/m e di rivolgersi al metropolita per la vendita che supe­ ra tale valore. Venerando rescritto della sacra congregazione Conci­ storiale, 4 dicembre 1914; per un quinquennio. 13. Circa: i ribelli e i pubblici officiali. Venerando rescritto della sacra Penitenzieria, 3 luglio 1916; per un quinquennio. 14. Circa: composizioni =Cose mobili e conduzioni = Tribunale e giudici =. Venerando rescritto della sacra congregazione Concistoriale, 3 luglio 1916; per un quinquennio.

12. a) Indulgendi locationem bonorum ecclesiasticorum nec non b) Permittendi alienationem usque ad Italicas Libras 11m et adeundi metropolitanum pro dic­ tum valorem excedentium aliena­ tione. Venerandum rescriptum sa­ crae congregationis Concistorialis 4 decembris 1914 - ad quinquen­ nium -. 13. Circa: rebelles et de officia­ libus publicis. Venerandum rescrip­ tum sacrae Poenitentieriae 3 iulii 1916 - ad quinquennium ­ 14. Circa: compositiones - Res mobiles et conductiones - Forum et iudices - Venerandum rescriptum sacrae congregationis Concisto­ rialis 3 iulii 1916 - ad quinquen­ nium -

Facoltà circa i Legati Pii 15. a) Ridurre, a certe condi­ zioni, gli oneri dei legati pii alle capacità dei loro propri redditi. b) Impartire l'assoluzione per le messe dei legati le quali, per giuste cause, non siano state celebrate. c) Sanare e approvare, anche a certe condizioni, l'applicazione dei

Facultates circa Legata Pia 15. a) Reducendi, certis sub conditionibus, onera legatorum pio­ rum ad vires redituum eorundem. b) Impertiendi absolutionem missarum legatorum quae adim­ pleta non fuerint, certis de causis. c) Sanandi et approbandi, etiam certis sub conditionibus, applica­

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redditi dei Legati Pii a usi diversi da quelli designati dai testatori. d) Trasferire, per giusta causa, a un' altra chiesa e ad altri altari le messe dei legati. Venerandorescrit­ to della sacra congregazione Con­ cistoriale, 13 luglio 1895; senza limite di tempo. 16. Elevare l'elemosina delle messe feriali dei legati a L.lt.2 e per i giorni festivi a L.lt.5. Venerando rescritto della sacra congregazione Concistoriale, 30 marzo 1914; per un quinquennio. 17. Elevare l'elemosina delle messe dei legati inadempiutia L.It.3 per i giorni feriali nei casi più urgenti, a favore dei sacerdoti biso­ gnosi. Venerando rescritto della sacra congregazione Concistoriale, 16 marzo 1916; per un quinquen­ nio. 18. a) Dispensare i parroci dal­ l'obbligo di applicare le messe per il popolo nei giorni festivi soppres­ si, i cui redditi, compresi gli incer­ ti, non raggiungano in un anno L. 1t.1.200 -1.400, e anche gli econo­ mi spirituali, nonchè b) applicare le messe binate secondo l'intenzione del vescovo, perché l'elemosina sia erogata per aiutare il seminario diocesano e i sacerdoti chiamati alle armi. Vene­ rando rescritto della sacra congre­ gazione Concistoriale, 2 giugno

tionem redituum legatorum piorum ad usus diversos ab iis qui a testa­ toribus designati fuere. d) Transferendi, iusta de causa, ad aliam ecclesiam et altaria mis­ sas legatorum. Venerandum rescrip­ tum sacrae congregationis Conci­ Iii diei 13 iulii 1895 - sine limita­ tione temporis ­ 16. Evehendi eleemosinam mis­ sarum ferialium legatorum ad Ita­ licas Libras duas et pro die festo ad ltalicas Libras quinque. Vene­ randum rescriptum sacrae congre­ gationis Concistorialis 30 martii 1914 - ad quinquennium ­ 17. Evehendi eleemosinam mis­ sarum legatorum inadimpletorum ad Italicas Libras tres pro diebus ferialibus in casibus urgentioribus favore sacerdotum indigentium. Venerandum rescriptum sacrae con­ gregationis Concistoriali a 16 mar­ tii 1916 - ad quinquennium ­ 18. a) Dispensandi parochos super obligatione applicandi mis­ sas pro populo diebus festis sup­ pressis, quorum reditus, com­ prehensis incertis anno libello 1200 = 1400 non pertingant, nec non oeconom. spiritual., et b) Applicandi missas binatas ad mentem episcopi ut eleemosina ero­ getur in iuvando seminari dioece­ sani et sacerdotum qui ad arma acciti sunto Venerandum rescriptum

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sacrae congregationis Concisto­ rialis 2 iunii 1916 - ad Il ianuarii

1919. 19. Dispensandi parochos super obligatione applicandi missas pro populo diebus festis suppressis et viginti diebus dominicis in anno, ad effectum applicandi missas ad mentem episcopi ut eleemosina ero­ getur in auxilium seminarii dioe­ cesani - sacra congregatio Conci­ storialis 11 januarii 1916 - ad trien­ nium ­ 20. Reducendi onera missarum legatorum ac augendi eleemosinas ad Italicas libras tres in favore oeconomorum spiritualium. Vene­ randum rescriptum sacrae congre­ gationis Concistorialis - 28 ianua­ rii 1913 - sine limitatione tempo­ riso

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1916; (valido) sino all'll gennaio 1919. 19. Dispensare i parroci dal­ l'obbligo di applicare le messe per il popolo nei giorni festivi soppres­ si e per venti domeniche annuali, per applicare le messe secondo l'in­ tenzione del vescovo, perché l' ele­ mosina sia erogata in aiuto del seminario diocesano. Sacra con­ gregazione Concistoriale, Il gen­ naio 1916; per un quinquennio. 20. Ridurre gli oneri delle mes­ se dei legati e aumentare le elemo­ sine a L.lt. 3 in favore degli econo­ mi spirituali. Venerando rescritto della sacra congregazione Conci­ storiale, 28 gennaio 1913; senza limite di tempo.

Facoltà circa i matrimoni Facultates circa matrimonia

21. Convalidare le lettere apo­ stoliche di dispensa per qualsiasi impedimento, nulle per errore di nome o cognome dei richiedenti. Sacra congregazione dei Sacra­ menti, 18 dicembre 1914; (valido) per un quinquennio. 22. Dispensare da impedimenti di terzo, terzo-quarto, e quarto gra­ do di consanguineità e affinità, pub­ blica onestà, parentela spirituale, anche cumulative per i diocesani poveri. Sacra congregazione dei Sacramenti, 19 ottobre 1916; (vali­ do) per un triennio.

21. Convalidandi apostolicas lit­ teras dispensationis super quo­ cumque impedimento, nullas ob errorem nominis vel cognominis oratorum, Sacra congregatio Sa­ cramentorum - 18 decembris 1914 - ad quinquennium ­ 22. Dispensandi super impedi­ mento tertii, tertii-quarti, et quarti consanguineitatis et affinitatis, publicae honestatis, cognationis spiritualis, etiam cumulative pro dioecesanis pauperibus. Sacra con­ gregatio Sacramentorum, 19 octo­

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bris 1916 - ad triennium ­ 23. Admittendi ad iuramentum supl. militares et vagos. Veneran­ dum rescriptum sacrae congrega­ tionis Sacramentorum, 21 ianuarii 1916 - ad triennium ­ 24. Dispensandi coniuges trans­ gressores voti castitatis, rehabili­ tandi incestuosos ad ius petendi nec non dispensandi super occulto impedimento primi, primi et secun­ di, et secundi affinitatis gradus, ex illicita copula in contractis et in contrahendis et criminis. Veneran­ dum rescriptum sacrae Poeniten­ tiariae, 17 decembris 1914 - ad quinquennium -

23. Ammettere al giuramento suppletorio i militari e i senza dimo­ ra. Venerando rescritto della sacra congregazione dei Sacramenti, 21 gennaio 1916; (valido) per un trien­ nio. 24. Dispensare i coniugi tra­ sgressori del voto di castità, riabi­ litare gli incestuosi al diritto di ricorrere, dispensare da occulto impedimento di primo, primo e secondo, e secondo grado di affi­ nità, da illecita copula nei (matri­ moni) contratti e in quelli da con­ trarre e di crimine. Venerando rescritto della sacra Penitenzieria, 17 dicembre 1914; (valido) per un quinquennio.

Facultates circa absolutiones a censuris

Facoltà circa le assoluzioni dalle censure

25. Pagella sacrae Poenitentia­ riae pro absolutione a censuris qua e usque ad octo numerantur. Venerandum rescriptum sacrae Poe­ nitentiariae ut supra, 17 decembris 1914.

25. Pagella della sacra Peniten­ zieria per l'assoluzione dalle cen­ sure elencate sino a otto. Veneran­ do rescritto della sacra Penitenzie­ ria come sopra, 17 dicembre 1914. Facoltà varie

Facultates variae

26. Delegare per la benedizione della suppellettile sacra. Veneran­ do rescritto della sacra congrega­ zione dei Riti, 24 gennaio 1916; (valido) per un quinquennio. 27. Dispensare dall'astinenza dai latticini nei giorni di digiuno, tranne la feria sesta della settima­

26. Delegandi ad benedictionem sacrae supellectilis. Venerandum rescriptum sacrae congregationis Rituum, 24 ianuarii 1916 - ad quin­ quennium ­ 27. Dispensandi super absti­ nentia a lacticiniis in diebus ieiu­

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na santa. Venerando rescritto della sacra congregazione Concistoriale, 3 febbraio 1916; (valido) per un quinquennio. 28. Dispensare dall'astinenza dai cibi di stretto olio nelle vigilie del­ l'Assunzione e della Natività del Signore. Venerandi rescritti della sacra congregazione Concistoriale, 11 agosto 1915, 17 dicembre 1915; (valido) per un quinquennio. 29. Permettere, a certe condi­ zioni, la celebrazione di un'unica messa cantata e un' altra letta il 26 aprile nelle chiese ove è venerata in modo particolare la Beata Ver­ gine Maria sotto il titolo del Buon Consiglio. Venerando rescritto del­ la congregazione dei Riti, 25 marzo 1914; (valido) per un decennio. 30. La stessa facoltà vale nelle chiese dove sono celebrate le feste della Beata Maria Vergine di Cara­ vaggio, del SS. Redentore, di san Rocco confessore. Venerando re­ scritto della sacra congregazione dei Riti, 5 maggio 1913; (valido) per un decennio. 22. Il vescovo osserva la legge della residenza, prescritta dai sacri canoni, dal concilio Tridentino e dalla costituzione Urbana. 23. Nei giorni più solenni del­ l'anno egli celebra in cattedrale i pontificali, e piu volte vi intervie­ ne come pure nelle altre chiese del­ la diocesi alle funzioni sacre. 24. Non tralascia occasione di

nio consecratis, excepta feria VI maioris hebdomadae. Venerandum rescriptum sacrae congregationis Concistorialis, 3 februarii 1915 ­ ad quinquennium ­ 28. Dispensandi super absti­ nentia a cibis stricti olei in vigiliis Assumptionis et Nativitatis Domi­ ni. Veneranda rescripta sacrae con­ gregationis Concistorialis, 11 augu­ sti 1915-17 decembris 1915 - ad quinquennium ­ 29. Permittendi, certis sub con­

ditionibus, celebrationem unicae missae cum cantu et altera lecta, die 26 aprilis in ecclesiis ubi cum speciali devotione recolitur Beata Maria Virgo sub titulo Boni Consi­ Iii. Venerandum rescriptum sacrae congregationis Rituum 25 martii 1914 - ad decennium ­ 30. Item in ecclesiis ubi cele­ brantur festa: de Beata Maria Virgine a Cara­ vaggio, de SS. Redemptore, de S. Rocho confessore. Venerandum rescriptum sacrae congregationis Rituum; 5 maii 1913 - ad decennium ­ 22. Adimplet residentiae legi a sacris canonibus, concilio Triden­ tino et constitutione Urbana impo­ sitae. 23. Diebus inter annos solem­ nioribus pontificalia in cathedrali templo peragit et pluries inibi et in aliis ecclesiis dioecesis sacris fune­

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istruire il clero e il popolo con ser­ moni sacri, e molte volte nel corso dell' anno pubblica lettere pastora­ li. 25. I casi riservati in questa dio­ cesi sono compresi in questo indice. Esso verrà al più presto riformato secondo il venerando decreto del S. Offizio, 13 luglio 1916.

tionibus interest. 24. Nullam occasionem prae­ termittit quin sacris concionibus clerum et populum instruat et pastorales quoque litteras pluries in anno in lucem edito 25. Casus reservati in hac dioe­ cesi sequenti indice comprehen­ duntur. Quod quidem Index quam primum ad tramitem venerandi decreti sancti Officii 13 iulii 19J6 reformabitur.

Indice dei casi riservati al Vescovo nella diocesi di Bergamo

Indexcasuum Episcopo reservatorum I. Bestemmia ereticale pubbli­ ca, voluta con spirito cattivo, pro­ nunciata contro Dio, la Beata Ver­ gine o i Santi. II. Pratica, chiaramente super­ stiziosa, dello spiritismo, con l' e­ spressa o tacita invocazione del demonio. III. Percossa grave dei genitori, del nonno e della nonna. IV. Omicidio volontario colpe­ vole, su commissione o su consi­ glio, con l'effetto conseguito, e ten­ tativo diretto di omicidio. V. Aborto procurato, anche se manca l'effetto. VI. Crimine nefando di sodomia e bestialità. VII. Prostituzione della figlia o della moglie, e consenso a ciò del padre, della madre o del marito. VIII. Incesto con i consangui­ nei e gli affini in primo grado. IX. Coabitazione a modo matri­

in dioecesi Bergomen. I Blasphemia haereticalis, publice, advertenter et animo pror­ sus malo, in Deum, vel Beatam Vlr­ ginem vel Sanctos prolata. II Usus spiritismi, cum expres­ sa vel tacita daemonis invocatio­ ne, cuius usus sit manifeste super­ stitiosus. III Percussio gravis parentum, avi et aviae. IV Homicidium voluntarium ex culpa, et eiusdem mandatum vel consilium, eJJectu secuto, et atten­ tatio directa suicidii. V Procuratio abortus, effectu etiam non secuto. VI Nefandum sodomiae et bestialitatis crimen. VII Prostitutio propriae filiae aut uxoris; et consensus ad id prae­ stitus a patre, aut matre, aut viro. VIII Incestus cum consanguineis

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moniale dopo l'atto civile senza la celebrazione del matrimonio reli­ gioso, e a ciò il consenso dato da parte dei genitori. X. Il differimento oltre un bien­ nio della notifica e del compimen­ to dei legati pii. XI. Peccati che per motivo del­ la censura cadono sotto la riserva vescovile; la incorrono: a) i chierici in sacris, o i rego­ lari o le monache che dopo il voto solenne di castità si arrogano il diritto di contrarre matrimonio, e quanti allo stesso modo lo contrag­ gono con le suddette persone (dal­ la bolla della Sede Apostolica). b) chi procura l'aborto col risul­ tato raggiunto (dalla stessa bolla). c) chi scientemente usa false let­ tere apostoliche o coopera a tale crimine (dalla stessa bolla). d) librai e mercanti che raccol­ gono elemosine di messe e che ai sacerdoti cui le affidano da cele­ brare, danno in contraccambio non il denaro ma libri o altre merci. Ciò anche se assegnano tante messe da celebrare quante corrispondono alle elemosine raccolte, o se le impe­ gnano non per propria utilità ma a vantaggio e a comodità di pie isti­ tuzioni e di opere buone (Decreto Vigilanti, sacra congregazione del Concilio 1893). e) coloro che consegnano le ele­

et affinibus in primo graduo IX Cohabitatio more coniuga­ ti post actum civilem absque cele­ bratione matrimonii in facie Eccle­ siae; et ad id praestatio consensus ex parte parentum. X Dilatio ultra biennium denun­ ciationis et solutionis legato rum piorum. XI Peccata quae ratione cen­ surae cadunt sub reservatione epi­ scopati; ipsam autem incurrunt: a) clerici in sacris, vel regula­ res aut moniales post votum solem­ ne castitatis, matrimonium con­ trahere praesumentes, nec non omnes cum atiqua ex praedictis personis matrimonium contrahere praesumentes (Ex bulla Apostoli­ cae Sedis). b) procurantes abortum, effec­ tu secuto (ex eadem bulla). c) litteris apostolicisfalsis scien­ ter utentes, vel crimini in ea re coo­ perantes (ex eadem bulla). d) bibliopolae et mercatores, qui missarum eleemosinas colligunt, et sacerdotibus, quibus eas celebran­ das committunt, non pecuniam, sed tibros alias ve merces rependunt; etsi tot missas celebrandas com­ mittant quot collectis eleemosinis respondeant aut non in proprium commodum sed in piarum institu­ tionum et bonorum operum usum vel incrementum impendunt (decre­ tum Vigilanti, sacra congregatio Concilii, 25 maii 1893).

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e) ii qui acceptas afidelibus vel locis piis eleemosinas missarum tradunt bibliopolis, mercatoribus, aliisque earum collectoribus, sive recipiant sive non recipiant quid­ quam ab iisdem premii nomine (decreto citato). f) enucleatius ex decreto Ut debita, 11 maii 1904: 1 ° scienter tradentes obligatio­ nes missarum et ipsarum eleemo­ sinas a fidelibus vel locis piis acceptas quibuslibet etiam eccle­ siasticis viris, qui missas requirant non taxative ut eas celebrent sive per se, sive per sacerdotes sibi sub­ ditos, sed ob alium quemlibet, quamvis optimum, finem; item eas scienter acceptantes. 2° separantes eleemosinas mis­ sarum manualium et ad instar manualium ab earum celebratione vel commutantes in alias res, aut eleemosinam imminuentes, scilicet non tradendo eas celebranti ex inte­ gro et in specie sua. 3° vendentes libros, sacra uten­ silia vel quaslibetalias res aut emen­ tes et ineuntes associationes cum diariis et ephemeridibus ope missa­ rum celebrandarum vel celebrata­ rum, quoties hoc postremum in usum et habitudinem cedat et in subsidium aliuius commercii vergato 4° detrahentes ex eleemosinis missarum, quas fideles celebriori­ bus sanctuariis tradere solent, quid­ quam, ut ipsorum decori et orna­

mosine delle messe ricevute dai fedeli o dai luoghi pii ai librai, mer­ canti e altri collettori di esse, sia che ricevano o no qualcosa a titolo di premio. f) più dettagliatamente dal decreto Ut debita, dell' Il maggio 1904: l ° chi consapevolmente conse­ gna le intenzioni delle messe e le loro elemosine ricevute dai fedeli o dai luoghi pii a chiunque, anche agli ecclesiastici, che richiedono messe non tassativamente per cele­ brarle personalmente o da sacerdo­ ti loro sudditi, ma per qualsiasi altro scopo, anche se ottimo, e così anche coloro che le accettano. 2° chi separa le elemosine delle messe manuali e a guisa delle ma­ nuali, dalla loro celebrazione o le commuta in altre opere, o dimi­ nuendo l'elemosina, vale a dire non consegnandole al celebrante inte­ gralmente e nella qualità propria. 3° chi vende libri, oggetti sacri o altre cose, o acquista, o fa patti con giornali e riviste in vista delle mes­ se da celebrare o che verranno cele­ brate, ogniqualvolta questo vada a vantaggio di qualche scambio com­ merciale. 4 ° chi detrae dalle elemosine delle messe solite a essere conse­ gnate dai fedeli ai più celebri san­ tuari, qualcosa che serva al proprio decoro o ornamento.

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Le facoltà speciali per l' assoluzio­ mento consulatur.

ne da questi casi sono date: Facultates speciales pro absolu­

tione ab iis casibus dantur:

a) al canonico penitenziere del­ la cattedrale in ogni tempo dell'an­ a) canonico poenitentiario no e per tutti i casi. cathedralis quolibet anni tempore b) ai canonici della cattedrale, et quoad omnes casus. ai vicari foranei, ai parroci in ogni b) canonicis cathedralis eccle­ tempo dell'anno, eccetto i casi IV, siae, vicariis foraneis, parochis IX, X e quelli riservati in ragione quolibet anni tempore, exceptis IV. della censura. IX. X et reservatis ratione censu­ c) ai confessori approvati, duran­ rae. te il tempo del precetto pasquale, e c) confessariis approbatis, tem­ pore paschalis praecepti, ac Indul­ nell'indulgenza della Porziuncola, e per tutti i casi, eccetto il IV, IX, X e gentiae Portiunculae, pro omnibus, exceptis IV. IX. X, atque reservatis quelli riservati, in ragione della cen­ ratione censurae. sura. d) confessariis omnibus appro­ d) a tutti i confessori approvati, batis quolibet tempore et quoad in ogni tempo e per tutti: omnes: l) in occasione delle missioni e degli esercizi spirituali. I occasione missionum et exer­ 2) per gli sposi che si accosta­ citiorum spiritualium; 2 quoad sponsos accedentes no al sacramento della Penitenza in occasione del matrimonio che stan­ ad Poeniteniae sacramentum occa­ sione matrimonii illico contrahen­ no per celebrare. 3) per i soldati in servizio, o che di; lo saranno entro 15 giorni. 3 quoad milites dum militiae 4) per gli emigranti nell'immi­ inserviunt ve! intra 15 dies addi­ nenza di partire verso regioni stra­ centur; niere. 4 quoad migraturos quampri­ mum ad exteras regiones; 5) per i carcerati e gli ammalati negli ospedali. 5 pro carceratis; et aegrotis in 6) per gli infermi ai quali per nosocomiis degentibus; 6 pro infirmis, quibus ex prae­ precetto o devozione si deve porta­ re la sacra Eucaristia. cepto aut devotione deferenda est 7) per tutti i ben disposti, nel sacra Eucharistia; caso più urgente, quando non si può 7 pro omnibus bene disposi­ differire l'assoluzione senza scan­ tis, in casu urgentiori vere, quan-

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AD LIMINA

dalo grave o infamia, o sarebbe troppo duro per il penitente rima­ neme privo, con la coscienza one­ rata del confessore per il caso.

do sine infamia aut gravi scanda­ lo differri nequeat, vel nimis durum esset poenitenti remanere absque absolutione, onerata in casu con­ fessoris conscientia.

(Da notare: 1. Ogni volta che il confessore in forza delle facoltà concesse in modo speciale, assol­ vesse alcuno dai casi riservati, ingiunga al penitente quanto si deve per diritto; provveda che lo scan­ dalo, se esiste, sia eliminato e ammonisca il penitente sulla riser­ va incorsa per distoglierlo piii effi­ cacemente dal peccato. Mai il confessore in forza delle predette facoltà assolva i penitenti dal X caso, senza che seriamente promettano che entro due mesi dal­ l'assoluzione faranno ricorso all'or­ dinario per comporre il caso. 2. Dal decreto della feria IV, 28 marzo 1906, confermato con altro decreto del 1-6 settembre 1909, del­ la stessa sacra congregazione, è sta­ ta data anche a tutti gli stessi con­ fessori la medesima facoltà di dispensare dall'irregolarità occul­ ta, se necessario, nei casi compresi nel decreto del Sant' Offizio del 23 giugno 1886, di cui nel foglio pre­ cedente, n.3).

(Notandum - 1. Quoties confes­ sarius vi facultatum sibi speciali­ ter concessarum quemquam a casi­ bus reservatis absolvet, iniungat poenitenti quae de iure iniungen­ da: curet ut scandalum, si quod adsit, removeatur; et poenitentem ipsum de reservatione admoneat ut eum efficacius a peccato deterreat. Numquam vero confessarius, vi praedictarum facultatum poeniten­ tes absolvat a X caso, nisi serio pro­ mittant se intra duos menses ab accepta absolutione ad ordinarium pro eo negotio finiendo recursum habituros. 2. Ex decreto feriae IV, diei 28 martii 1906, confirmato per aliud decretum diei 1-6 septembris 1909 eiusdem sacrae congregationis, data est etiam iisdem confessariis omnibus potestas dispensandi super irregularitate occulta quando oc­ currat in casibus comprehensis in decreto sancti Officii dato die 23 iunii 1886, de quo in folio praece­ denti sub n.3).

26. Il vescovo amministra solen­ nemente il sacramento della Con­ fermazione di solito tre volte in città, nella visita pastorale e quando occorre, sia nelle parrocchie sia nel­

26. Sacramentum Confirmatio­ nis ter solemniter in civitate ordi­ narie administrat. In pastorali vero visitatione et

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l'oratorio del palazzo vescovile e

anche nelle case private agli infer­

mi, sempre con l'osservanza delle

regole canoniche per l'età dei con­

fermandi e per i padrini.

27. Celebra personalmente le

sacre ordinazioni nei tempi stabili­ ti dal diritto e anche fuori da esso, con l'indulto pontificio, ottempe­ rando ai decreti tridentini di non promuovere se non chi è necessa­ rio o idoneo per la Chiesa. 28. Ha dato inizio alla visita pastorale con un solenne rito in cat­ tedrale il 12 marzo, e l'ha effettua­ ta personalmente e la effettuerà,per quanto lo permettono le calamità di questo tempo, e provvederà perché il clero si impegni in tutto quanto ritiene necessario e opportuno nei singoli luoghi per ottenere la sal­ vezza del popolo.

quoties opus est sive in paroeciis sive in sacello episcopalis palatii, ac etiam privatis in domibus infir­ mis confert; servatis semper cano­ nicis regulis de aetate confirman­ dorum ac de patrinis. 27. Sacras ordinationes, a iure statutis temporibus et etiam extra tempora, pontificio indulto obten­ to, per se complet, salvis Tridentini praeceptis de non promovendis nisi qui necessari vel utiles Ecclesiae sint. 28. Sacrae pastorali visitationi solemni ritu in cathedrali ecclesia die XII martii p.e. initium fecit eam­ que personaliter prosequutus est et prosequetur, in quantum permittunt calamitates praesentis aetatis, omnia peragens quae ad compa­ randam cleri ad populi salutem necessaria et opportuna singulis

6. Mons. Marelli indisse la visita pastorale con lettera alla diocesi "Si approssima la san­ ta quaresima..." Il febbraio 1916, e con lettera al Capitolo della cattedrale 31 marzo successivo. Il questionario inviato ai parroci era composto da 21 articoli. Mons. Marel­ li iniziò la visita il 26-27 aprile dal santuario della Madonna del Buon Consiglio di Villa di Serio, passando alla parrocchia stessa, continuando da maggio a dicembre nel­ le parrocchie e vicarie di Tagliuno, Caleppio, Credaro, Villongo S. Fil. e S. Al., Sarnico, Parzanica, Vigolo, Tavernola, Predore, nella parrocchia dell' ospedale maggiore in Bergamo, Vall'Alta, Abbazia, Fiobbio, Gandino, Brembate Sotto, Gorlago, Boccaleo­ ne, Poscante, S. Gregorio Magno, Barzizza, Mologno, Lonno, Pradalunga, Torre Bol­ done, Cividate, Cortenuova, Strozza e Carenno. Nel 1917 la visita si limitò alle par­ rocchie di Monasterolo, Piazza Brembana e Ghisalba. Oltre al segretario don Pietro Carrara e al fratello di mons. Marelli, il cerimoniere don Ernesto Guerini e il rev. Angioletti, i canonici che si avvicendarono come convisitatori furono Angelo Invemizzi, Pietro Rizzoni, G.B. Floridi, Vincenzo Cavadini, Giuseppe Legrenzi, mons. Giovanni Morlani, Ferdinando Amaglio, Francesco Brembilla, Davide Re, Giuseppe Castelli, Carlo Signorelli, Paolo Merati, Daniele Cavallari e mons. Quirino Spampatti; ACVB, Visita Marelli, 156 (1916-1923) Preliminari; Protocollo particolare della visita pasto­ rale di mons. Luigi Maria Marelli; parrocchie città e suburbio. Parrocchie foranee A­ B; 157 (1916-1923) parrocchie C-F; 158 (1916-1923) parrocchie da G-R; 159 (1916­ 1922) parrocchie S-Z; La Vita diocesana, VIII (1916), p. 31-39.

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locis videntur". 29. Le leggi e le prescrizioni dei 29. Leges et praescriptiones concili e della Santa Sede vengono conciliorum et Sanctae Sedis in rese note in diocesi tramite la rivi­ dioecesi per ephemeridem La Vita sta La Vita Diocesana, e da tutti Dioecesana nota fiunt et ab omni­ sono osservate nei limiti del possi­ bus pro posse servantur. bile 30. Dioecesanam sinodum non­ 30. Il vescovo non ha ancora dum congregavit, cum tantum ab convocato il sinodo, avendo solo anno elapso dioecesim'" admini­ dallo scorso anno assunto l'ammi­ strationem susceperit. nistrazione della diocesi. 31. Conferentiis episcopalibus 31. Egli ha sempre partecipato semper interfuit. alle conferenze vescovili. 32. Cum civili loci auctoritate 32. Con l'autorità civile delluo­ bene se habet. go ha buoni rapporti.

IV La Curia diocesana

CaputIV De Curia dioecesana

33. Vi è il vicario generale, canonico arcidiacono della catte­ 33. Habetur vicarius generalis, drale, Giovanni Battista Floridi, canonicus archidiaconus ecclesiae cathedralis, Ioannes Baptista Flo­ insigne sia per virtù sia per scienza, ridi, qui tum virtutis, tum doctrinae sprovvisto di diploma dottorale. opinione pollet quin habeat docto­ La curia diocesana risulta di questi officiali: ralem gradum'. Dioecesana curia praeterea Paolo Merati canonico della cat­ constat sequentibus ministris: (a) Il testo richiederebbe dioecesis. 7. Giovanni Battista Floridi nacque a Zanica il16 aprile 1867. Ordinato sacerdote il 31 maggio 1890, fu professore e vicerettore in seminario. Nel 1899 ebbe l'incarico di sindaco e segretario capitolare nella cattedrale, di canonico arcidiacono, 1914, di vica­ rio generale, 1916-1930, con le onorificenze di Prelato domestico di S. Santità e Pro­ tonotario Apostolico. Morì i19 ottobre 1930; ACVB, Ordinazioni dall'anno 1880 all'anno 1892 (ms) ff.; ibid., Sacerdoti defunti dal 1901; ibid.; Nomine collettive ai vari uffici di curia, 2, Vicario generale; Stato del clero... 1917, p.7; idem...1931, p. 96; La Vita diocesana, T. VI (1914), p.228; T. VIII (1916), p.76; T. XXII (1930), p. 211, 212­ 215; G. BATTELLI, Un Pastore..., p. 319,442; E. CAMOZZI, Diario..., I, p.366; II, p.1675; IDEM, Tra le carte..., o.c.

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tedrale, dottore in diritto canonico, provicario generale. Carlo Signorelli canonico della cattedrale, cancelliere vescovile. Sacerdote Enrico Rota officiale e archivista. Sacerdote Giuseppe Legrenzi officiale e custode del libro del pro­ tocollo. Sacerdote Luigi Locatelli custo­ de delle sacre reliquie.

Paulus Merati canonicus aedis cathedralis, iuris canonici doctor, pro vicarius generalis'. Carolus Signorelli canonicus aedis cathedralis, cancellarius epi­ scopalis".

Sacerdos Henricus Rota offi­ cialis et archivii custos'". Sacerdos Ioseph Legrenzi offi­ cialis adJormularium libri custos". Sacerdos Aloisius Locatelli

8. Paolo Merati nacque a Sarnico il 21 febbraio 1874. Ordinato sacerdote il 15 agosto 1896, fu professore in seminario nei corsi ginnasiali e liceali, Nel 1899 seguì lo zio mons. G. Arcangeli come suo segretario nella diocesi di Asti. Ritornato a Bergamo nel 1911 svolse il ministero in seminario e nella curia vescovile. Nel 1914 fu nominato canonico e provicario generale, nel 1921 rettore del seminario, nel 1931 arcidiacono del­ la cattedrale, nel 1935 officiale del tribunale ecclesiastico, nel 1942 vicario per le reli­ giose, nel 1952 esaminatore prosinodale, e nel 1957 di nuovo vicario per le religiose e officiale del tribunale ecclesiastico. Morì iii o novembre 1957; ACVB, Clero diocesano: schede personali; ibid.; Nomine collettive ai vari uffici di curia, 3, Vicariato; La Vita diocesana, T. III (1911), p. 15; T. VI (1914), p. 228; T. X (1917), p. 61; T. XII (1920), p. 54; T. XVII (1925), p. 147; T. XXI (1929), p. 209; T. XXIII (1931), p. 42; T.XLVII(1957), p. 350-352; E. CAMOZZI, Diario..., I, p.487; II, p. 1675; E. CAMOZ­ ZI- P. TEDESCHI, La Chiesa ..., o.c. 9. Signorelli Carlo nacque a Bergamo il5 maggio 1863. Fu ordinato sacerdote il 20 set­ tembre 1890; ebbe l'incarico di cappellano in Borgo Palazzo, 1891, coadiutore d'uffi­ cio nella curia vescovile, 1897, procancelliere, 1901, canonico della cattedrale, 1910. Morì il 28 dicembre 1925; ACVB, Ordinazioni dall'anno 1880 all'anno 1892; ibid., Sacerdoti defunti dal 1901; Stato del clero... 1891, p. 13; idem...1927. p. 96; La Vita dio­ cesana, T. XVII (1925), p. 226, 228-229; E. CAMOZZI, Diario ..., I, p.153; II, p.1675. lO. Enrico Rota nacque in Albenza il 9 maggio 1882. Ordinato sacerdote il 27 dicembre 1904, fu vicerettore nel collegio A. Mai a Clusone, coadiutore parrocchiale a Rota Fuori, 1905, addetto di cancelleria nella curia vescovile, 1909, cancelliere, 1923, cano­ nico onorario, 1929, direttore dell' ufficio amministrativo e provicario, 1935, canoni­ co della cattedrale, 1936, prevosto del Capitolo, 1949, provicario generale, 1954, arci­ diacono del Capitolo, 1958, delegato vescovile per l'amministrazione, 1963, provi­ cario generale, 1964. Morì il14 aprile 1967; ACVB, clero diocesano, scheda personale. II. Giuseppe Legrenzi nacque a Bergamo il 5 marzo 1880. Ordinato sacerdote il 7 set­ tembre 1902, fu vicerettore nel collegio di Valnegra; prestò servizio in S. Agata del Carmine e S. Michele dell' Arco; entrato nella curia vescovile, svolse l'incarico di vice cancelliere. Fu nominato canonico della cattedrale nel 1921. Morì l' 8 settembre 1923; ACVB, Liber ordinationum ab anno 1893 ad an.1904; (ms) jJ. ibid., Sacerdoti defunti dal 1901; Stato del clero... 1923, p. 5, 69; idem...1924, p.97.

12. Luigi Locatelli nacque a Medolago il19 febbraio 1861. Fu ordinato sacerdote il4 giu­ gno 1887 e svolse nella cattedrale l'incarico di cerimoniere vescovile, 1905, e di reli­

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VISITE

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34. Vi sono tredici esaminatori già sinodali, ora, scaduto il quin­ quennio, confermati e perciò pro­ sinodali, e due giudici sinodali elet­ ti nell'ultimo sinodo. 35. Vi è il tribunale ecclesiasti­ co coi suoi ufficiali legalmente costituito. 36. La curia diocesana ha uffi­ ci propri adeguatamente attrezzati, e 1'archivio in cui è custodita con sicurezza la parte segreta dei docu­ menti, separata dagli altri. L'archi­ vio risulta ben ordinato. 37. Le tasse nella cancelleria vescovile sono quelle approvate dal­ la sacra congregazione del Conci­ lio per le curie vescovili della Pro­ vincia Lombarda, eccettuati alcuni cambiamenti di poco conto. 38. L'Ordinario non ha sentore di lamentele per le tasse della curia, e quando non è possibile riscuoter­ le, o si riducono o sono condonate. I proventi delle tasse sono ero­ gati per le spese della cancelleria e per il pagamento degli officiali del­ la curia. 39. Non esistono altri proventi della curia.

sacrarum reliquiarum custos", 34. Adsunt tresdecim examina­ tores iam sinodales, nunc vero ela­ pso quinquennio confirmati et ideo prosinodales, et duo iudices sino­ dales in ultima sinodo electi. 35. Adest tribunal ecclesiasti­ cum cum suis administris rite con­ stitutum. 36. Curia dioecesana aedes pro­ prias habet convenienter instructas cum tabulario in quo pars secreta documentorum tuta custoditur et seorsim ab aliis documentis. Archi­ vium ipsum bene extat ordinatum. 37. Taxae in cancellaria epi­ scopali eae sunt quae pro curiis episcopalis provinciae Longobar­ diae approbatae fuerunt a sacra congregatione Conci/ii, salvis par­ vi momenti mutationibus. 38. Ordinarius non cognoscit quaerelas adesse ob curiae taxas, cum quae repetendae non sir"pos­ sibiles, vel reducuntur vel etiam omnino remittuntur: Proventus taxarum pro expen­ sis cancellariae et pro ministrorum curiae provisione erogantur. 39. Speciales alii proventus curiae non sunto

(a) Il testo richiederebbe sint ovvero sit possibile.

quiarista, 1920. Mori il 15 gennaio 1929; ACVB, Ordinazioni dall'anno 1880 all'an­ no 1892; ibid., Sacerdoti defunti dal 1901.

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Caput V

De Clero generatim

Il Clero in generale

40. Mores cleri saecularis gene­ 40. I costumi del clero secolare ratim sunt graves et ad pietatem et sono generalmente austeri, pii, e vitam, quae viros ecclesiasticos conducono una vita che si addice a decent, ordinati. ecclesiastici. Mira omnino est et laudabilis È del tutto ammirevole e enco­ miabile l'unione di tutto il clero nel unio omnium e clero in sequendis seguire i principi conformi in tutto principiis plane conformibus doc­ trina e et mandatis Sanctae Sedis, alla dottrina e alle decisioni della Santa Sede, nonchè il rispetto ver­ ac eorumdem reverentia erga sum­ mum pontificem et suum episco­ so il sommo pontefice e il suo vescovo. Il clero stesso in genere è pum. istruito più che sufficientemente Cultu ac doctrina clerus ipse nella dottrina e nel culto, dedito ultra satis generatim instructus est, all'amor di Dio e all'opera per la pietati atque studio aeternae salu­ salvezza eterna del prossimo. tis proximorum intentus. 41. La veste talare è usata sem­ 41. Vestis talaris semper et ab pre e da tutti gli ecclesiastici del omnibus ad clerum saecularem per­ clero secolare. tinentibus adhibetur. 42. Sacerdotes ut plurimum in 42. I sacerdoti generalmente si missae celebratione praeparatio­ preparano per la messa alla quale fanno seguire il ringraziamento. nem et gratiarum actionem debite Essi abitualmente visitano il SS.mo peragunt: serotinae visitationi SS. Sacramento nel pomeriggio e si Sacramenti assueti sunt et sinoda­ accostano alla Penitenza ogni set­ li lege ad poenitentiae sacramen­ tum singulis hebdomadis accedere timana secondo la legge sinodale. 43. Il clero si raduna per gli solent. esercizi spirituali al massimo ogni 43. Ad spirituales exercitationes triennio in due case esistenti in dio­ clerus convenit ad summum ad triennium in aedibus duobus quae cesi. Alcuni tuttavia, per alternarsi in dioecesi extant; nonnulli tamen, coi confratelli, qualche volta si reca­ no, su consenso del vescovo, nelle ad vicem cum confratribus sta­ case delle diocesi di Milano e di tuendam, quandoque se conferunt, Brescia. de licentia episcopi, ad aedes dioe­ L'ordinario in occasione degli cesium Mediolanen. seu Brixien. Ordinarius solet occasione spispirituali esercizi del clero suole

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ritualium exercitationum cleri salu­ rivolgere ai partecipanti, specie riu­ niti insieme, salutari ammonimen­ taria monita praecipue in commu­ ti. ni praebere. 44. Le riunioni o conferenze del 44. Collationes seu conferentiae clero su questioni di teologia mora­ ecclesiasticae de quaestionibus le, dogmatica, diritto canonico, theologiae moralis, dogmaticae, scienza della sacra scrittura, di litur­ iuris canonici, scientiae ss.scriptu­ gia, sono tenute ogni mese in città e rae ac liturgiae singulis mensibus in ogni vicariato foraneo della dio­ in civitate et in unoquoque vica­ riatu foraneo dioecesis habentur, cesi, e ad esse sono obbligati e par­ ad quas sacerdotes confessarii tecipano i sacerdoti confessori. tenentur et intersunt. Di regola il sacerdote sorteg­ Methodus ea est ut sacerdos sor­ giato legge la soluzione del caso te accitus perlegat solutionem casus proposto, sul quale vi è una breve discussione. Il sacerdote, chiama­ propositi circa quam habetur brevis to definitore, legge la soluzione, discussio. Solutionem, ut aiunt, magistralem, legit sacerdos in defi­ come dicono, magistrale, nel mese successivo. Tutto l'insieme dà buo­ nitorem vocatus sequenti mense; quae omnia bonum fructum afte­ ni risultati. runt. 45. I sacerdoti novelli ogni anno, 45. Sacerdotes novi singulis per un quadriennio, sono obbligati a dare gli esami sulla dottrina, cioè annis per quadriennium documen­ teologia dogmatica, morale, diritto ta doctrinae dare iubentur; scilicet canonico, scienza della sacra scrit­ circa theologiam dogmaticam, moralem, ius canonicum et scien­ tura e sacra eloquenza. Sono inoltre obbligati, sotto grave colpa, a fare tiam ss.scripturae nec non sacram ogni anno gli esercizi spirituali e eloquentiam. Iubentur insuper sub gravi pias ogni anno per non perdere lo stu­ exercitationes facere quotannis et dio e la pratica nella dottrina, il ne deserant doctrinae exercitatio­ vescovo indice dei concorsi per arricchire la scienza del clero. nem singulis annis certamina ad scientiam cleri locupletandam epi­ Quest' anno a causa del servizio scopus ed/cito militare questo programma non s' è Hoc anno causa militiae hic potuto attuare in modo perfetto. ordo non potuit perfecte servari. 46. Per i sacerdoti emeriti infer­ 46. Pro emeritis sacerdotibus mi e per quelli poveri esiste in città infirmis et pauperibus habetur una casa in cui essi sono accolti e mantenuti con la dovuta carità. Esi­ domus in urbe in qua recipiuntur

no

,


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et debita charitate substentantur. Habetur quoque in dioecesi soda­ litas sacerdotum inter se iuvantium, vulgo Associazione di Mutua Carità fra il Clero, quae curat substenta­ tionem sodalium infirmo rum. 47. Deo adiuvante generatim non sunt de clero qui inutiles vel, quod peius esset, noxii dioecesi sini. 48. Nec adsunt sacerdotes qui rebus politicis et factionibus civili­ bus immodice et indebite se immi­ sceant. 49. Sacerdotes qui publice vitam minus onestam agant, Dei auxilio, non inveniuntur. Tamen adest unus sacerdos Aloisius Palazzi, qui mor­ bo, ut aiunt, cleptomaniae videtur affectus, et per patrata multa sed non gravia furta in carceribus publicis detruditur. 50. Ad salutarem lapsorum cor­ reptionem quod pro posse facien­ dum erat, id factum ab ordinario videtur. 51. Clerus generatim tum ex eleemosinis missarum et aliis mini­ sterii spiritualis proventibus, tutn ex beneficiis ecclesiasticis habet quo honeste vivere possit. Pro coadiutoribus vero paro­ chialibus, qui fere omnes hac in dioecesi beneficio vel aliis proven­ tibus destituti sunt, reductio elee­ mosinarum missarum legatorum a Sancta Sede impetrata fuit.

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ste pure in diocesi la Società dei sacerdoti che si aiutano, popolar­ mente Associazione di Mutua Carità fra il clero, che provvede al sostentamento degli associati che sono infermi o ammalati. 47. Per grazia di Dio in generale non esistono sacerdoti oziosi o che, peggio, danneggiano la diocesi. 48. Né esistono sacerdoti che si immischiano in modo indebito e esageratamente in politica o in fazioni civili. 49. Per grazia di Dio non esi­ stono sacerdoti che pubblicamente si comportano in modo disonesto. Tuttavia uno, il sac. Luigi Palazzi, sembra affetto dalla malattia, come dicono, di cleptomania, ed è incar­ cerato nella pubblica prigione per molti furti commessi, ma non gravi. 50. Al fine di correggere salu­ tarmente chi ha deviato, sembra che dall'ordinario sia stato fatto, per quanto possibile, tutto ciò che si doveva. 51. Il clero generalmente ha ciò di cui può onestamente vivere sia dalle elemosine delle messe, sia dai benefici eclesiastici. Per i coadiutori parrocchiali in realtà, sprovvisti quasi tutti in que­ sta diocesi di beneficio e di altri redditi, è stata impetrata dalla San­ ta Sede la riduzione delle elemosi­ ne delle messe dei legati.

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Caput VI

De Capitulis

VI

I Capitoli

52. Adest cathedralecanonicorum 52. Esiste il Capitolo dei cano­ Capitulum a sancto Alexandro Mar­ nici, detto di S. Alessandro marti­ tiri, dioecesis patrono, nuncupatum. re, patrono della diocesi. Risulta Decem et septem canonicis di 17 canonici beneficiati, tra i qua­ beneficiariis constat inter quos li sono comprese le tre dignità, cioè habentur tres dignitates, scilicet: l'arcidiacono, il preposto e l'arci­ archidiaconus, praepositus et archi­ prete. Solo le dignità dell'arcidia­ presbitet: Dignitates archidiaconi cono e del preposto sono costitui­ et praepositi tantum canonice et te canonicamente e in modo fidu­ fiduciario modo constitutae sunto ciario. Offida theologi et poenitentiarii Gli uffici del teologo e del peni­ a duobus canonicis beneficiariis tenziere sono espletati da due cano­ nici beneficiati. adimplentut: 53. La provvista dei canonicati, 53. Provisio canonicorum, offi­ ciorum et dignitatum locum habetur degli uffici e delle dignità ha luo­ iuxta ius commune et tenore con­ go secondo il diritto ordinario e a stitutionum capitularium. tenore delle costituzioni capitolari. 54. Duodecim canonici qui a 54. I dodici canonici che sono civili lege dignoscuntur redditibus a riconosciuti dalla legge civile frui­ publico aerario adsignatis per sche­ scono di redditi assegnati dal pub­ dulam vulgo Certificato del Debi­ blico erario con la cartella popo­ larmente detta Certificato del Debi­ to Pubblico, fruuntur. to Pubblico. Gli altri ottengono pre­ Reliqui praebendis potiuntur fiduciariis quae distincte admini­ bende fiduciarie, amministrate di­ strantur a Capitulo. Habetur etiam stintamente dal Capitolo. communis massa pro distribuctio­ Vi è anche la massa comune per nibus quotidianis. le distribuzioni quotidiane. 55. Capitulum habet suas con­ 55. Il Capitolo ha le sue costi­ tuzioni, che osserva con diligenza stitutiones quas attente servat et legitime adprobatae fuerunt die e che sono state legittimamente XXIX ianuarii 1909 a reverendis­ approvate il 29 gennaio 1909 dal simo episcopo domino, domino reverendissimo vescovo, signor Iacobo Maria Radini Tedeschi. Giacomo Maria Radini Tedeschi. 56. Servitium chorale quotidia­ 56. Il servizio corale quotidia­ num est, iuxta ius commune tam pro no si svolge secondo il diritto

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RELAZIONE - NOVEMBRE

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recitatione divini officii, quam pro comune, sia per la recita del divi­ no ufficio sia per la celebrazione conventualis missae celebratione. della messa conventuale. I canoni­ Canonici indulto fruuntur pri­ ci si avvalgono dell' indulto di pre­ die recitandi matutinum et laudes. mettere la recita del mattutino e del­ 57. Adsunt novem canonici le lodi. honorarii qui non excedunt nume­ 57. Esistono i nove canonici rum a sacris canonibus statutum. onorari, che non superano il nume­ 58. Adest Capitulum. ro stabilito dai sacri canoni. 59. Canonici optima existima­ 58. Esiste il Capitolo. tione gaudent in dioecesi et inter 59. I canonici godono di ottima se et cum ordinario perfecte con­ stima in diocesi e tra loro e con l'or­ cordes sunto dinario sono perfettamente concordi. 60. Ordinarius rite convocat 60. L'ordinario convoca abi­ canonicos ut in maioris momenti tualmente i canonici per chiedere il negotiis consilium vel consensum iuxta sacros canones recipiat. parere o il consenso sui problemi di maggior importanza, come è sta­ 61. Sede vacante Capitulum libere procedit ad vicarii capitula­ bilito dai sacri canoni. ris electionem et non datur alia 61. Quando la sede è vacante, il Capitolo procede liberamente all'e­ consuetudo providendi dioecesis lezione del vicario capitolare e non regimini. esiste altra consuetudine per prov­ 62. Nullum praeter cathedrale vedere al governo della diocesi. habetur in dioecesi canonicorum 62. Nessun Capitolo dei cano­ Capitulum. nici, oltre quello della cattedrale, esiste in diocesi.

VII Le Parrochie e i loro Rettori

Caput VII

De Parochiis earumque

Rectoribus

63. Tutte le parrocchie sono 63. Omnes paroeciae de suo proprio pastore provisae sunto provviste del proprio pastore. 64. La provvista delle parroc­ 64. Provisio paroeciarum per chie avviene con il concorso, che è concursum fit et concursus cele­ tenuto secondo le norme del sacro bratur iuxta praescripta a sacro Tridentino concilio et instituitur ea concilio Tridentino, svolto secon­ ratione quae a collegio Longobar­ do le disposizioni sancite dal Col­

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legio dei Vescovi della Provincia Lombarda. 65. Non esistono rettori di par­ rocchie amovibili a volontà. Vi sono alcuni vicari parrocchiali per aiu­ tare i parroci stremati per l'età avan­ zata o per la cattiva salute, e i coa­ diutori cosiddetti d'ufficio, che svol­ gono cura d'anime sotto la dipen­ denza dei parroci e a disposizione del vescovo, specie nelle parroc­ chie soppresse dalla legge napo­ leonica. 66. Esiste la parrocchia detta popolarrnente di Somasca, retta dai padri sornaschi, e la parrocchia di Pontida, affidata ai monaci cassine­ si di S. Benedetto, e alcune parroc­ chie, come dicono, interne (Ospe­ dale maggiore, Manicomio,Pio Luo­ go ricovero mendicità), rette dai padri dell'ordine di S. Francesco. 67. Vi è solo la parrocchia della cattedrale, con la cura d'anime ordi­ naria lasciata al Capitolo, e questo ufficio viene svolto dal canonico arciprete. 68. Alcune parrocchie sono sog­ gette al diritto di patronato eccle­ siastico, laico, familiare, popolare e regio. Nella loro provvista si segue questa procedura. Svolto l'esame, quanti sono ritenuti idonei dagli esaminatori, vengono presentati al patrono o ai patroni per l'elezione, e cose sconvenienti in fatti di così grande importanza mai succedono.

dico provinciae episcoporum san­ cita est. 65. Non adsunt paroeciarum rectores ad nutum amovibiles. Sunt vicariiparochiales nonnulli in auxilium parochorum aetate vel valetudine laborantium, et coadiu­ tores ita dicti ab officio, qui curam anima rum sub dependentia paro­ chorum et ad nutum episcopi gerunt praesertim in paroeciis a lege Napoleonica suppressis. 66. Adest paroecia loci vulgo Somasca, patribus somaschi guber­ nata et paroecia de loco Pontida, monachis cassinensibus a S. Bene­ dicto eredita, et nonnullae paroe­ ciae ut aiunt interne, (Ospitale Maggiore - Manicomio - Pio Luogo Ricovero mendicità} nuncupatae, a patribus Ordinis S. Francisci guber­ natae. 67. Habetur paroecia tantum cathedralis cuius animarum cura habitualis existit penes Capitulum quod munus exercet per canonicum archipresbiterum. 68. Adsunt nonnullae paroeciae obnoxiae iuri patronatus ecclesia­ stico, laico, familiari, populari et regio. In earum provisione haec praxis adhibetur: Examine peracto qui ab examinaioribus idonei reper­ ti sunt, patrono vel patronis prae­ sentantur pro electione et incom­ moda in hac re gravis momenti numquam accidunt.

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69. I compensi che sono soliti essere percepiti dai parroci in occa­ sione dell' amministrazione dei sacramenti, del funerale, della cele­ brazione delle messe solenni ecc., devono essere approvati dall'ordi­ nario con legge sinodale. 70. I parroci oltre gli incerti di stola e le offerte dei fedeli, sono provvisti di una dotazione certa, o di benefici, o di un supplemento congruo (la congrua) dallo Stato. I beni immobili di cui i parroci godono sono ben amministrati da loro stessi, non fruiscono dei beni immobili della chiesa; i beni mobi­ li sono invece gestiti dagli ammi­ nistratori delle chiese. l parroci in genere dispongono solo ciò di cui poter sostentarsi in modo onesto. 71. l parroci hanno tutti la casa canonica. Pochi fanno vita comu­ ne coi coadiutori. Ordinariamente i singoli coadiutori hanno una casa propria. Il regime di vita comune del parroco con i coadutori in pra­ tica fa sorgere alcuni inconvenien­ ti. 72. I sacerdoti anche per legge sinodale sono tenuti alla norma pre­ scritta del concilio Tridentino cir­ ca le domestiche e le donne con­ sanguinee, che abitano o frequen­ tano la casa dei sacerdoti per qual­ siasi motivo. Con diligente atten­ zione si deve evitare che nelle resi­ denze parrocchiali abitino le fami­

69. Emolumenta quae occasione administrationis sacramentorum, funeris, celebrationis missarum solemnium etc. a parochis percipi solent, ab ordinario sinodali lege recognoscidebent 70. Parochi praeter stolae incerta et fidelium oblationes hone­ stantur certa dote vel beneficiis vel congruo supplemento ex aere civi­ li. Bona immobilia quibus parochi fruuntur ab ipsis parochis recte administrantur; bonis immobilibus ecclesiae non fruuntur; bona vero mobilia ab aedium sacrarum admi­ nistratoribus gubernantur. Parochi generatim habent quo vix honeste sustententur. 71. Parochi omnes domum canonicam habent. Sunt pauci qui cum adiutoribus una vivunt, ordi­ narie vero singuli adiutores pro­ priam domum habent. Regimen vitae communis parochi cum adiu­ toribus in praxi nonnulla incongrua gignit. 72. Sinodali etiam lege tenentur sacerdotes ad praescriptum Tri­ dentini concilii quoad famulas et mulieres consanguineas domum sacerdotum inhabitantes aut fre­ quentantes quacumque de causa, et diligenti cura cavetur ne in paro­ chialibus aedibus familiae consan­

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glie di consanguinei del parroco con figli e nipoti. 73. In ogni parrocchia esiste 1'archivio parrocchiale coi libri dei battezzati, dei matrimoni, dei con­ fermati e dei morti, e inoltre lo sta­ to delle anime, le tabelle delle mes­ se fondate e delle manuali notate con diligenza, conservate e appro­ vate dalla curia vescovile. Circa il matrimonio è mantenu­ to quanto prescritto dal decreto Ne temere, per l'iscrizione da apporre nel libro dei battezzati e della co­ municazione del matrimonio da inviare al parroco del luogo d'ori­ gine dei contraenti. 74. L'archivio di cui sopra è diviso in due parti, una pubblica, segreta 1'altra, ambedue custodite con diligenza. 75. I parroci e coloro che sono in cura d'anime osservano la resi­ denza prescritta; i parroci sono tenuti alla legge sinodale secondo

guineorum parochi cum filiis et nepotibus degant. 73. Singulis in paroeciis adest archivium parochiale cum libris baptizatorum, matrimoniorum, con­ firmato rum ac mortuorum; nec non status animarum ac tabella missa­ rumfundatarum et manualium dili­ genter redactae, servatae et a curia episcopali adprobatae. Circa matrimonium servatur praescriptum a decreto Ne Temere, de inscriptione fienda in libro bap­ tizatorum et de nuncio mittendo de matrimonio peracto ad parochum loei originis contrahentium". 74. Tabularium de quo supra, in duas partes divisum est, quarum una publica, secreta altera, utrae­ que diligenter custoditae. 75. Parochi et alii animarum curatores debitam residentiam ser­ vant, quocirca lege sinodali adstrin­ guntur parochi qua, si per tres dies

13. Per la validità del matrimonio fino al concilio di Trento mancava una norma generale che prescrivesse una determinata forma essenziale nella sua celebrazione. Col decre­ to Tametsi il concilio di Trento stabilì l'illiceità e l' invalidità del matrimonio (detto clandestino) non contratto davanti al proprio parroco o al sacerdote a ciò abilitato dal parroco o dali' ordinario, e a due testimoni. La mancata promulgazione del decreto in diversi stati e la sua mancata applicazione portò a situazioni difformi. Pio X col decre­ to Ne temere del 2 agosto 1907 abolì la disuguaglianza, applicando a tutti i matrimo­ ni, anche a quelli fra cattolici e acattolici, la forma stabilita dal concilio di Trento. E con una norma recepita dal can. 1095,1, n.3, fu determinata una nuova causa di nullità. I matrimoni non solo devono essere celebrati di fronte al parroco, ma sono validi solo se egli non è costretto ad assistervi per violenza o timore richiedendo e ricevendo il con­ senso degli sposi. Il parroco non assiste passivamente alla celebrazione del matrimo­ nio, ma con la forma vigente risulta parte attiva nella celebrazione, pur se ministri del sacramento siano gli sposi; Canones super reformatione circa matrimonium, Conciliorum Oecumenicorum decreta edit. altera, Herder 1962, p. 731-735; M. PETRONCELLI, Il diritto canonico dopo il Concilio Vaticano II, Napoli 1969, p. 343.

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abesse debeant, licentiam a suo quisque vicario foraneo per litte­ ras concessam habeant oportet. Cum temporum vero intervalla impetrata, quaecumque'" ratione latius patent duorum mensium sin­ gulis annis, est per se irrita quaevis alia licentia quicumque eam dede­ rit, salvis peculiaribus causis a iure statutis, vel apostolica venia. 76. Diebus festis parochi et, vacante paroecia, oeconomi spiri­ tuales, missam pro populo appli­ cant, sacrasque functiones pera­ gunt; evangelium saepe etiam in missis lectis explicant, semper in missa parochiali, et catechesim tam pueris quam adultis, methodo a sancto Carolo proposita tradunt, quoad fructum hoc lamentabile notandum est quod catechesis in urbe a laicis viris praesertim negli­ gatur. 77. In audiendis confessionibus, sacra Eucharistia distribuenda et infirmo rum adsistentia, parochi et animarum curatores semper prae­ sto sunto 78. Nisi gravis adsit causa et legitima, baptismum administrant et matrimonio adsistunt in eccle­ sia, servatis solemnitatibus a ritua­ li Romano praescriptis.

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la quale, se debbono assentarsi per tre giorni, occorre che abbiano la licenza scritta, concessa a ognuno dal suo vicario foraneo. Se i tempi richiesti, per qualsia­ si motivo, fossero più lunghi di due mesi ogni anno, diventa per se stes­ sa invalida qualsiasi altra licenza, data da qualunque persona, salvi i casi particolari stabiliti dal diritto o per indulto apostolico. 76. Nei giorni festivi i parroci e, vacante la parrocchia, gli econo­ mi spirituali, applicano la messa per il popolo, celebrano le funzioni sacre, spiegano il Vangelo spesso, anche nelle messe lette, sempre nel­ la messa parrocchiale, e insegnano il catechismo sia ai fanciulli che agli adulti col metodo di san Car­ lo. Circa il risultato è da lamenta­ re il fatto che la catechesi in città è trascurata in modo particolare dagli uomini. 77. I parroci e coloro che han­ no cura d'anime sono sempre pron­ ti per l'ascolto delle confessioni, la distribuzione dell'Eucaristia e l'as­ sistenza degli infermi. 78. Se non vi è una grave e legittima causa, amministrano il battesimo e assistono al matrimo­ nio in chiesa, nel rispetto delle ceri­ monie prescritte dal rituale Roma­ no.

(a) Il testo richiederebbe quacumque.

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79. Erga fideles qui sectis secre­ tis sunt notorie adscripti, vel alia quavis de causa extra sinum Eccle­ siae vivunt et sacramenta in extre­ mis deposcunt, parochi, qua par est prudentia, se gerunt ne scandala vel alia damna animarum oriantur; et in casibus praesertim defuncto­ rum extra Ecclesiae sinum, qui a consanguineis christiano more sepeliri volunt, semper ad Ordina­ rium recurrunt, qui impetratam facultatem concedit quando adest rationabilis causa qua omne scan­ dalum tuta tollatur. 80. In admittendis pueris ad pri­ mam comunionem servatur regula a catechismo concilii Tridentini tra­ dita, ut pueri qui discretionis pru­ denti iudicio sunt capaces, a sacra mensa non prohibeantur, nec diu arceantur. 81. Parochi attente curant fide­ les in fide roborare ad sacramen­ torum frequentiam, praesertim ad sacram communionem etiam quo­ tidianam excitare et servare mos (sic) et puritatem christianae vitae. Ad quem finem: a) saepe in anno, diebus solem­ nioribus, occasione supplicationum pro defunctis, tempo re adventus, quadragesimae, Mariani mensis, festi titularis paroeciae et similia, praeconem et confessores extraor­ dinarios advocant.

79. Verso i fedeli che notoria­ mente sono iscritti a sette segrete o che per altra causa vivono fuori dal­ la Chiesa e chiedono i sacramenti in fin di vita, i parroci con la pru­ denza necessaria si comportano affinché non ne vengano scandali o altri danni alle anime; special­ mente nei casi dei morti fuori dalla Chiesa, che i parenti vogliono ven­ gano sepolti col rito cristiano, sem­ pre ricorrono all'Ordinario, il qua­ le concede la facoltà implorata quando vi è ragionevole causa, tale da eliminare con sicurezza ogni scandalo. 80. Nell'ammettere i ragazzi alla prima comunione, viene osservata la regola voluta dal catechismo del concilio Tridentino, che cioè i ragaz­ zi capaci di intendere e volere ragio­ nevolmente non ne siano impediti e ulteriormente rimandati. 81. I parroci con zelo si danno cura di rafforzare i fedeli nella fede, esortare alla frequenza dei sacra­ menti, specie alla sacra comunione anche quotidiana, conservare i costumi e l'integrità della vita cri­ stiana. A tale scopo: a) spesso durante l'anno, nelle feste più solenni, in occasione del­ la commemorazione dei fedeli de­ funti, in avvento, quaresima, nel mese mariano, nella festa del tito­ lare della parrocchia e in occasio­ ni simili, chiamano il predicatore e i confessori straordinari.

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b) post aliquam annorum perio­ b) dopo un certo periodo di anni, dum quae est ad summum annorum di solito al massimo lO, i parroci decem, sacras missiones in sua provvedono che siano predicate le paroecia haberi curant. missioni nelle loro parrocchie. c) pias devotiones ab Ecclesia c) celebrano le devozioni reli­ probatas, in sua ecclesia celebrant giose nelle loro chiese, approvate et fidelibus commendant; magisque dalla Chiesa, e le raccomandano ai in usu sunt in dioecesi solemnis fedeli. Sono maggiormente prati­ expositio ac publica adoratio SS. cate in diocesi la solenne esposi­ mi Sacramenti, viae crucis, rosa­ zione e la pubblica adorazione del rium, mensis Marianus, mensis SS. Santissimo Sacramento, la via cru­ Cordis, et similia. cis, il rosario, il mese mariano, del d) Pro posse student pueros, Sacro Cuore e simili. d) si impegnano con cura a con­ puellas et maioris aetatis fideles allicere ut se adscribant ad pias vincere i ragazzi e le ragazze e i uniones, patronatus, sodalitates et fedeli adulti di iscriversi alle pie catholicas consociationes, semper unioni, al patronato, alle società vero ab Ecclesia adprobatas, et cattoliche e alle associazioni sempre approvate dalla Chiesa e si prendo­ curant ut consociationes, piae unio­ no cura che confraternite, pie unio­ nes, sodalitates etcet. primae pri­ ni, sodalizi, ecc. siano erette e mariae Romae erectae rite aggre­ gentur. aggregate convenientemente alla e) lnsuper praesertim in urbe et primaria di Roma. in praecipuis oppidis instituunt et e) inoltre, soprattutto in città e nei paesi più importanti, appoggia­ fovent opera socialia, quae eccle­ siae catholicae spiritu aluntur: no e promuovono le opere sociali che sono animate da spirito catto­ lico. Caput V//I

De Seminario dioecesano

Art. l

82. Seminarii fabrica quae vetus est, natura loci, amplitudine atriis quibus est instructa valde pulcra se offerto Est capax continendis alumnis

VIII Il Seminario diocesano Art. I 82. L'edificio del seminario, vecchio, per posizione, ampiezza e locali di cui è composto, si presen­ ta molto bello. Può ospitare 400 alunni e risponde perfettamente alle regole

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disciplinari e igieniche richieste in particolare per le nuove costruzio­ ni aggiunte. Il seminario è diviso in maggio­ re e minore, uniti tuttavia in modo che l'accesso dall'uno all'altro sia facile. 83. I redditi del seminario, dedotte le tasse e gli oneri, ascen­ dono a L.It.35/m., delle quali circa 20/m. sono distribuite ai chierici poveri. Non vi sono debiti. Per i chierici poveri inoltre i par­ roci della diocesi applicano ogni anno, per indulto apostolico, alcune messe secondo l'intenzione del­ l'ordinario invece della messa per il popolo. I chierici del seminario mag­ giore che godono di condizione economica migliore versano una pensione di L.It.380, quelli del seminario minore la somma di L. Il. 365. 84. Il rettore è il reverendo Davi­ de Re, Prelato di Sua Santità e canonico onorario della cattedrale, di anni 50, le cui qualità nel regge­ re il seminario sono lodevoli. Lo aiutano tre vicerettori e un econo­ mo. Tutti adempiono al dovere loro affidato in modo degno; gli alunni vengono formati, per quanto è pos­ sibile, nella disciplina e nello spi­ rito religioso. 85. Vi sono un direttore spiri­ tuale per il seminario maggiore, uno per il minore, residenti nel semina­

400 et piane respondet disciplina­ ribus et igienicis regulis praeser­ tim novis adiectis constructionibus. Dividitur seminarium in maius et minus, quae tamen sunt coniunc­ ta ita ut de uno ad alterum facile accessus sito 83. Seminarii reditus, taxis et oneribus deductis ad ltalicas Libras 351m ascendunt, quarum circa 201m clericis pauperibus distribuuntur: Non gravantur aere alieno. Pro clericis pauperibus insuper; per indultum apostolicum parochi dioecesis adplicant quotannis non­ nullas missas ad mentem ordinarii loco missae pro populo. Clerici melioris conditionis qui seminario maiori addicti sunt pen­ sionem Lib. 380 persolvuntur, qui vero seminario minori Lib. 365. 84. Rector est DD. David Re, pontificiae domus antistes et cano­ nicus honorarius aedis cathedra­ lis, annos natus 50, cuius qualitates in moderando seminario laudantur. In regimine rectorem adiuvant tres vices ipsius gerentes et unus administrator seu curator sumpti­ bus coercendis. Qui omnes muneri commisso digne satisfaciunt; alum­ ni vero pro posse, in disciplina et pietate instituuntur: 85. Habentur magistri pietatis pro maiori unus, alter vero pro minori seminario, in seminario ipso degentes et praeter ipsos singulis hebdomadis datur alumnis suffi­

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rio stesso. Oltre questi ogni settimana è data agli alunni la possibilità suffi­ ciente di altri confessori. Le due comunità hanno un ora­ torio proprio, dove si raccolgono ogni giorno per le pratiche religio­ se, l'istruzione e l'omelia. Ogni giorno compiono insieme l'eserci­ zio della meditazione. 86. Vi sono i deputati alla disci­ plina e all'economia, prescritti dal concilio Tridentino, del cui consi­ glio l'ordinario si avvale secondo le norme del diritto. 87. Quasi tutti i professori con­ vivono in seminario, e meritano lode per la loro idoneità, spirito reli­ gioso e condotta. 88. Attualmente gli alunni del seminario sono 253, a causa del ser­ vizio militare come già si è detto, e non vengono ammessi coloro che con certezza non aspirano allo sta­ to ecclesiastico. Non si tengono alunni esterni. I chierici addetti ai collegi della diocesi come moderatori o prefetti, sono circa 50 e vengono richiama­ ti in seminario per frequentare il quarto corso teologico. Quindici alunni del seminario sono mantenuti ordinariamente a Roma nel pontificio seminario Romano maggiore e fruiscono del Legato Cerasoli, amministrato dal­ l'arciconfraternita dei Bergamaschi residenti a Roma.

ciens copia aliorum confessario­ rum. Duo communitates proprium sacellum habent, in quo conveniunt ad pietatis officia et propriam instructionem et homiliam. Singulis diebus meditationis exercitium com­ muniter persolvunt. 86. Adsunt deputati pro disci­ plina et pro oeconomia praescripti a Tridentino concilio quorum con­ cilio ordinarius iuxta iuris prae­ scripta requirit. 87. Fere omnes magistri in semi­ nario convivunt et eorum idoneitas, pietas et agendi ratio laudabiles praeseferunt. 88. Actu alumni seminarii 253 sunt, propter militiam; ut iam dic­ tum est, et non admittuntur qui ad statum ecclesiasticum certe non adspirant. Non habentur alumni externi. Clerici qui ephaebeis dioecesis addicti sunt ut moderatores seu praefecti, numero circiter 50, in seminarium revocantur ad quartum cursum theologicum explendum. Quindecim alumni seminarii Romae in pontificio seminario Romano maiori ordinario insti­ tuuntur et fruuntur legato Cerasoli, quod administratur ab archicon­ fraternitate Bergomensium Ro-mae degentium. Unus tantum clericus archidio­ cesis Mediolanensis et quidem pro-

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visorie, valetudinis causa, in gim­ nasiali cursu seminario receptus fuit. Clerici qui ab anno elapso ad arma coacti fuerunt sunt 132, quo­ rum 26 ad presbiteratum, servatis regulis Sanctae Sedis traditis, pro­ motifuere. 89. Ut supra dictum est, Semi­ narium quod unicum est ita est extructum ut plane seorsim aetate iuniores a maioribus divisi sini, quo fit ut instituantur cum disciplina suae cuiusque aetatis propria. 90. Pietas et disciplina maxima cura in seminario excolitur. Clerici ad Poenitentiae sacramen­ tum singulis hebdomadis accedunt et generaliter quotidie ad sacratis­ simam Comunionem. Habetur recollectio spiritualis trium dierum ineunte anno scolastico. Exercita­ tiones spirituales octo dierum a feria IV cinerum ad feriam V post dominicam primam quadragesimae et exercitationes spirituales tempo­ re autumnali pro clericis qui ephae­ beis addicti sunto Singulis mensibus clerici omnes diem consecrant spirituali recol­ lectioni. 91. Cursus sacrae theologiae quatuor annis absolvitur, tribus vero cursus philosophiae. Lingua latina utuntur magistri theologiae dog­ maticae et moralis, non semper magister philosophiae.

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Un solo chierico dell'arcidioce­ si di Milano è stato accolto, e in modo provvisorio a causa della malattia, nel corso ginnasiale in seminario. I chierici che dallo scor­ so anno sono stati chiamati alle armi sono l32, di essi 26 sono sta­ ti promossi al presbiterato, secon­ do le norme prescritte dalla Santa Sede. 89. Come riferito sopra, il Semi­ nario è unico, strutturato in modo che i più giovani sono separati dai maggiori, allo scopo di educarli con regole corrispondenti alla loro età. 90. In seminario come detto sopra, viene curata con la massima diligenza la pratica religiosa e la disciplina. I chierici accedono ogni settimana al sacramento della Con­ fessione, generalmente ogni giorno alla santa Comunione. Vi è il ritiro spirituale di tre giorni all'inizio dell' anno scolastico, gli esercizi spiri­ tuali di otto giorni, dal mercoledì delle Ceneri al giovedì dopo la pri­ ma domenica di quaresima, e gli esercizi spirituali in autunno per i chierici che sono addetti ai collegi. Ogni mese tutti i chierici dedi­ cano un giorno al ritiro spirituale. 91. Il corso di sacra teologia si compie in quattro anni, in tre quel­ lo di filosofia. I professori di teo­ logia dogmatica e morale usano la lingua latina, non sempre il profes­ sore di filosofia.

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In cursibus theologicis testes sunt: Theologiae dogmaticae: Tanque­ rey-Sinopsis theologiae dogma­ ticae". Theologiae moralis: Tanquerey­ Sinopsis theologiae moralis". Noldin-De praeceptis et de sacramentis", In scientia SS. Scripturae: Cornely­ Compendium etc. pro introduc­ tione. In exegesi vero textus liber". In iure canonico: Cappello-Institu­ tiones": Bargilliat-Praelectio­ nes'". In iure sociali: Nazzani-Economia politica". P'Monetti-Problemfl.

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Nei corsi di teologia i testi sono: Teologia dogmatica: Tanquerey, Sinossi di teologia dogmatica. Teologia morale: Tanquerey, Sinos­ si di teologia morale. Noldin, I precetti e i sacramenti. Nella scienza della S. Scrittura: Cornely. Compendio ecc. per 1'introduzione. In esegesi: il testo è a libera scelta. Diritto canonico: Cappello, Istitu­ zioni. Bargilliat, Prelezioni. Diritto sociale: Nazzani, Economia politica. P. Monetti, Problemi.

14. A. TANQUEREY, Sinopsis theologiae dogmaticae fundamentalis et specialis, ad men­ tem S. Thomae Aquinatis hodiernis moribus accommodata, Desclée - Lefebure e soci 1905. 15. A. TANQUEREY, Synopsis theologiae moralis et pastoralis ad mentem S. Thomae et S. Alphonsi hodiernis moribus accommodata, editio nova et tertia, Desclée e soci 1906 - 1907. 16. H. NOLDIN, Summa Theologiae moralis De principiis De praeceptis Dei et Eccle­ siae De sacramentis, 3 voll., Innsbruck 1906. 17. R. CORNELY, Historicae et criticae introductionis in U.T. libros sacros compendium, sacrae Theologiae auditoribus accommodatum Editionem VI recognovit et complevit M. HAGEN, Deslis 1909. 18. F. CAPPELLO, Institutiones iuris publici ecclesiastici hodiernas omnes quaestiones complectentes ad mentem Leonis XIII et Pii X in clericorum usum publicum status ita­ lici circa relationes cum Ecclesia, 2 voll. P. Marietti 1913. 19. M. BARGILLIAT, Praelectiones juris canonici, editio 28 ab auctore recognita et recentioribus decretis accommodata, 2 voli., Jacques et Demontrand 1913. 20. E. NAZZANI, Sunto di economia politica, Dumolard 1882. 21. G. P. MONETTI, Problemi vari di sociologia generale, con Prefazione del Conte S. MEDOLAGO ALBANI, Bergamo 1913.

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In storia ecclesiastica: Briich­ Manuale". In scientia patristica: Zanotto-Sto­ ria S. Eloquenza al tempo dei SS. Padri 23 • In sacra eloquentia: Geronimi". In sacra liturgia: veneroni". In cantu gregoriano: Ferretti":

Storia ecclesiastica: Briich, Manua­ le. Scienza Patristica: Zanotto, Storia della S. Eloquenza al tempo dei santi Padri. Sacra eloquenza: Geronimi.

Sacra liturgia: Veneroni.

Canto gregoriano: Ferretti.

Traduntur quoque notiones lin­ guae hebraicae, graecae in usu in sacra scriptura et linguae germa­ nicae nec non notiones higienis, artis sacrae, actionis catholicae.

Sono pure insegnate nozioni di lingua ebraica e greca per la sacra scrittura, e di lingua tedesca, nonché nozioni di igiene, di arte sacra, di azione cattolica.

In cursibus philosophicis testes sunt: Apologeticae: Tanquerey-De vera religione" Philosophiae: Reinstadler-Ele­ menta philosophiae scholasticae".

Nei corsi di filosofia i testi sono Apologetica: Tanquerey, La vera religione. Filosofia: Reinstadler, Elementi di filosofia scolastica.

22. E. BRUCK, Manuale di storia ecclesiastica per le scuole e per lo studio provato con­ tinuato da G. SCHMIDT Traduzione italiana di C. CASTELLETTI, edizione VI rifu­ sa sulla 9a edizione tedesca da O. ULM e P. CACCIA, 2 voi!., Bergamo 1910 - 1912. 23. F. ZANOTTO, Storia della predicazione nei secoli della letteratura italiana, Modena 1899. 24. E. GERONIMI, Corso di sacra eloquenza ad uso dei seminari secondo le norme del­ la S. SEDE con aggiunta la circolare sulla sacra predicarione della congregazione dei Vescovi e Regolari, 4 edizione riveduta e migliorata dall'autore, Cavalleri e Baz­ zi 1907. 25. P. VENERONI, Manuale per lo studio e la pratica della sacra Liturgia Z"edizione riordinata ed accresciuta, 4 voll., Istituto Artigianelli Pavia 1902 - 1903. 26. P. M. FERRETTI, Il cursus metrico e il ritmo delle melodie gregoriane, Roma 1913. 27. A. TANQUEREY, De vera Religione, de Ecclesia defontibus Revelationis, Desclée e soci 1910. 28. S. REINSTADLER, Elementa philosophiae scholasticae, volI. 2, Herder 1913.

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Mercier, Corso di filosofia. Tredici, Storia della filosofia. Sono insegnate pure le discipli­ ne di fisica, matematica, storia natu­ rale, storia civile, lingua italiana, latina e greca. Gli studi umanistici sono com­ piuti in un quinquennio, nelle scuo­ le del ginnasio inferiore e superio­ re, con i metodi quasi in tutto conformi a quelli che sono in uso nelle scuole pubbliche, con in più le discipline della catechesi e del­ la storia sacra. I chierici inoltre sono istruiti cir­ ca le sacre cerimonie e nel canto liturgico. 92. Libri e giornali per quanto in sé innocui, la cui lettura può distrarre i chierici dai loro studi, sono proibiti in seminario. 93. L'ordinario spessissimo ha visitato il seminario per ascoltare gli alunni e conoscere in quale spi­ rito sono formati, quale sia la loro pietà e il profitto negli studi. 94. Sono osservate le nonne sta­ bilite dalla Santa Sede. Vengono promossi alla sacra tonsura quelli che hanno ultimato lodevolmente il corso filosofico, agli Ordini del­

Mercier-Corso di filosofia". Tredici-Storia della filosofia", Traduntur insuper disciplinae phisicae, mathematicae, historiae naturalis, historiae civilis et lin­ guae italica, latina et graeca. Humaniora studia quinque annis perficiuntur in scholis gim­ nasii inferioris et superioris, adhi­ bitis methodis fere in omnibus conformes iis qui usui sunt in scho­ lis publicis, adiunctis disciplinis cathechesis et historiae sacrae. Clerici insuper instituuntur in sacris coeremoniis et cantu liturgi­ co. 92. Libri ac diarii quorum lectio quamvis in se innoxia tamen dis­ trahere potest clericos a studiis suis, in seminario vetantur. 93. Ordinarius saepissime semi­ narium invisit ut alumnos audiat et cognoscat quo spiritu educantur, quaenam sit eorum pietas et qui­ nam profectus in studiis. 94. Servantur regulae a Sancta Sede traditae. Sacrae Tonsurae promoventur ii qui cursum philosophicum lau­ dabiliter expleverunt. Ordinibus Ostiariatus et Lectoratus qui pri-

29. D. MERCIER, Corso difilosofia ad uso dei licei di D. MERCIER, D. NYS, I. FORGET, M. DE WULF, prima versione italiana sulla seconda edizione francese del profdott. A. MA SINI, 3 voll., Firenze 1909. 30. G. TREDICI, Breve corso di storia della filosofia. J3 0 edizione riveduta e aggiornata da G. CERIANI, Firenze 1936.

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l'Ostiariato e del Lettorato quelli che hanno compiuto il primo anno del corso teologico, agli Ordini del­ l'Esorcistato e de11'Accolitato sono promossi gli alunni del secondo corso teologico, all'Ordine del Sud­ diaconato sono promossi i chierici dopo il terzo corso teologico; al Diaconato, nell'imminenza della Pasqua, chi frequenta il quarto cor­ so teologico. Al Presbiterato è ammesso chi ha ultimato il quarto corso teologico. Nello scrutinio questa è la pro­ cedura: Giunto il tempo utile per l'am­ missione, il rettore chiede notizie in via riservata ai parroci o ai supe­ riori dei candidati,e al prefetto degli studi una relazione sulla cultura e la vita scolastica. Il rettore, messe insieme queste notizie, si presenta per lo scrutinio al vescovo e ai deputati alla disciplina. Sono sempre premessi gli eser­ cizi spirituali. Non è sempre possi­ bile rispettare le scadenze fissate. Generalmente i chierici sono ordi­ nati con la dispensa dal titolo; sup­ plisce infatti, per decisione dei vescovi Lombardi e per autorità della Santa Sede, l'iscrizione alla Associazione di Mutua Carità del clero. 95. Oltre i mali che dalla guerra attuale sono capitati anche al semi­ nario, più nulla di bene o di male sembra degno di essere qui ricor­

mum cursum sacrae theologiae absolverunt. Ad Exorcistatus et Acholitatus ordines promoventur alumni secundi cursus theologici. Ad sacrum Subdiaconatus ordinem promoventur clerici post tertium cursum theologicum; ad Diacona­ tus ordinem, adventante festo Paschae, qui quartum cursum theo­ logicum frequentant. Ad Presbite­ ratus vero qui quartum cursum theologicum perfecerunt. In scrutinio sic proceditur: Expleto tempore utili ad con­ currendum rector notitias reserva­ to modo a parochis vel superiori­ bus concurrentium expetit et a prae­ fecto studiorum relationem quaerit in scientia et vitae scholasticae ratione. Quibus notitiis collectis, rector coram episcopo et deputatis pro disciplina se sistit ad scruti­ nium peragendum. Semper spirituales exercitatio­ nes praemittuntur: Non semper pos­ sibilis est interstitia serva re. Generatim clerici ordinantur cum despensatione a titulo, nam supplet ex Longobardorum episco­ porum consulto et Apostolicae Sedis auctoritate inscriptio sodali­ tatis sacerdotum inter se iuvantium. 95. Praeter mala quae a prae­ senti bello etiam seminario accide­ runt, nihil aliud sive boni, sive mali

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quod speciali mentione dignum videatur; ab ultimo quinquennio contingit. 96. Pro rusticationis domo, quae deest, ad rem optime faeit semina­ rium ipsum, tum natura loei quae est amoenissima, quam amplitudi­ ne fabricae ubi omnia reperiuntur quae necessaria sunt ad vitam apte ducendam. [bi clerici per duos men­ ses, id est per maximam partem temporis, ferias agunt. Dum ad suos revertuntur, paro­ chi per epistolam ab ordinario quo­ tannis missam naviter de iis curam habere iubentur ad quem finem parochis ipsum exemplar traditur praescriptionum ad quas exacte tenentur clerici perdurante feria­ rum tempo re, de quarum obser­ vantia referunt ad rectorem vel ad ipsum episcopum. 97. Veneranda archiconfrater­ nitas Bergomatum Romae degen­ tium iuxta dispositum a legato Fla­ minii Ceraso li, statuit necessarium stipendium ad alendos ac instruen­ dos nonnullos clericos et sacerdotes novensiles in pontificio seminario Romano. 98. Actu nullus adest clericus neque sacerdos qui publicas civi­ les studiorum universitates fre­ quentet. Si quis est, semper ser­ vantur regulae a Sancta Sede sta­ tutae.

dato che sia accaduto in questo ulti­ mo quinquennio. 96. Per la casa (estiva) di cam­ pagna, che manca, il seminario stes­ so soddisfa in modo perfetto all' oc­ correnza, sia per la natura amenis­ sima del luogo, sia per l'ampiezza dell' edificio, dove si trova tutto il necessario per vivere comodamen­ te. I chierici vi trascorrono le ferie per due mesi, cioè la massima par­ te del tempo. Nel ritornare presso i genitori, i parroci sono pregati, con apposita lettera spedita loro, di prendersi cura diligente dei chierici. A tal fine ai parroci viene trasmesso un esem­ plare delle norme cui i chierici devono attenersi durante le ferie, e in merito alla cui osservanza rife­ riscono al rettore o al vescovo stes­ so. 97. La veneranda arciconfrater­ nita dei Bergamaschi residenti a Roma ha stabilito, secondo il lega­ to disposto da Flaminio Cerasoli, lo stipendio necessario per mante­ nere e istruire alcuni chierici e sacerdoti novensili nel pontificio seminario Romano. 98. Attualmente non esiste alcun chierico né sacerdote che frequen­ ta le università statali. Se v' è qual­ cuno, sono sempre rispettate le nor­ me stabilite dalla Santa Sede.

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99. Clerici qui servitium mili­ 99. I chierici costretti al servi­ tiae obire coguntur, litteris com­ zio militare sono provvisti di lette­ mendatitiis episcopi muniuntur et re commendatizie dal vescovo e di opportunis schedulis in quibus opportune schede, in cui sono indi­ annotantur res maioris momenti et cate le note di maggior importan­ per confessorem signantur quae sit za, e dal confessore viene segnata in stipendiis sacramentorum fre­ la frequenza dei sacramenti nel cor­ so del servizio militare. quentia. A stipendiis dimissis ad semi­ Dimessi da questo, essi ritorna­ narium regrediuntur praemissis no al seminario, premettendo gli esercizi spirituali, e dopo un ade­ exercitationibusspiritualibus et post debitam ac maturam probationem guato e opportuno esame, con la ad sacros ordines in Domino pro­ fiducai nel Signore, sono ammessi ai sacri ordini. moventur. 100. La regola di non accettare 100. Regula non admittendi in in seminario i respinti o i dimessi seminarium reiectos vel dimissos da altri seminari o da istituti reli­ ab aliis seminariis vel ab institutis religiosis firmissime observatur. giosi, viene osservata in modo assai fermo. Art. II De Seminario interdiocesa­ Art.II Il seminario interdiocesano no seu regionali o regionale 101. Seminarium est mere dioe­ lO l. Il seminario è solo dioce­ cesano. sano. IX Gli Istituti religiosi maschili

CaputIX De Institutis religiosis virorum

102. I religiosi che vivono negli 102. Religiosi viri qui in insti­ istituti di questa diocesi osservano tutis huius dioecesis degunt, ser­ regolarmente la vita comune, por­ vant regulariter vitam communem; tano l'abito del proprio ordine o isti­ habitu proprii ordinis seu instituti tuto, si mantengono coi redditi incedunt; sustentantur reditibus iux­ secondo le regole o le costituzioni ta regulas vel constitutiones a Sane­ approvate dalla Santa Sede. ta Sede approbatas. La loro fama è buona e non vi Fama eorum bona habetur nec sono negli Ordini Maggiori qui adsunt in maioribus ordinibus con­ insediati religiosi espulsi o dimessi stitutis a suis praepositis eiecti vel dai loro superiori. dimissi. 738


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103. Ordinarie se addicunt muneribus curae animarum com­ munibus scilicet celebrationi mis­ sae, Verbi Dei praedicationi, con­ fessionibus in auxilium cleri sae­ cularis. Sunt etiam qui praesunt hospita­ libus, orphanotrophiis, scholis etcet. iuxta canonicas praescriptiones or­ dinarii vigilantiae subditi. Qui curam animarum, patres cassinenses pro loco Pontida, et religiosi somaschi pro loco Soma­ sca, in parochiis sibi addictis exer­ cent in omnibus quae ad curam ipsam spectant, ab ordinario depen­ dent. 104. Religiosi quaestuantes tan­ tum in dioecesi inveniuntur fratres a S. Francisco, id est minores cap­ puccini ac minores ab Unione Leo­ niana, qui decreta Sanctae Sedis hac de re edita regulariter servant. 105. Nullum habet episcopus cum regularibus offendiculum. 106. Duae adsunt congregatio­ nes dioecesanae scilicet: sacerdo­ tum a S. Familia, et sacerdotum a S. Corde nuncupati; primi quidem ad orphanos rei agricolae excolendos; alteri vero ad instar sacerdotum oblatorum S. Ambrosii et Caroli, qui voto obedientiae ordinario adstringuntur. Utrique fini suo et bono fructu respondent.

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103. Ordinariamente si applica­ no agli offici comuni in cura d'ani­ me, cioè alla celebrazione della messa, alla predicazione della Paro­ la di Dio, alle confessioni in aiuto al clero secolare. Vi sono anche quelli che pre­ siedono ospedali, orfanotrofi, scuo­ le, ecc. soggetti secondo le norme canoniche alla vigilanza dell' ordi­ nario. Quelli che esercitano cura d' a­ nime, i padri Cassinesi per Ponti­ da, i Somaschi per Somasca, dipen­ dono dall'ordinario, nelle parroc­ chie loro assegnate, in tutto quan­ to riguarda la pastorale. 104. In diocesi i religiosi que­ stuanti sono solo i Francescani, cioè i Minori Cappuccini e i Minori del­ l'Unione Leoniana, che in questa materia osservano regolarmente i decreti della Santa Sede. 105. Il vescovo non ha alcun contrasto coi regolari. 106. Vi sono due congregazio­ ni diocesane, cioè i sacerdoti della Sacra Famiglia e i sacerdoti del Sacro Cuore. I primi si dedicano all'educazione degli orfani nell'a­ gricoltura, gli altri come gli Oblati dei Santi Ambrogio e Carlo, sono legati dal voto di obbedienza all'or­ dinario. Ambedue le congregazio­ ni rispondono con frutto alloro sco­ po.

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Caput X De lnstitutis Religiosis mulierum

X Gli Istituti religiosi femminili

107. Mulieres quae in institutis religiosis degunt generatim ita reli­ giose vivunt ut exemplum fidelibus sint. Non adsunt in hac diocesi mo­ niales praelatis regularibus subiec­ tae. 108. Circa clausuram leges ca­ nonicae servantur. 109. Reditus monasteriorum fideliter administrantur; vel ab ipso monasterio vel per sacerdotes vel per laicos viros optimae famae ab episcopo deputatos et monialium dotes generatim sunt persolutae et investitae et administratae iuxta instructiones a Sancta Sede datas. Ut supra dictum est, non sunt in dioecesi moniales exemptae quae ordinario rationem dare debeant de bono rum administratione. 110. Pro confessione monialium constitutiones et decreta apostoli­ ca servantur. 111. Quae vitae activae addic­ tae sunt incumbunt praesertim domibus pro pueris vulgo asili, scholis communibus domibus ubi pacto pretio habitant et aluntur puellae quae in litterarum studiis versantur; doctrinae christianae quoque, oratoriis seu puellarum palestris, congregationibus aliisque pietatis operibus auxilio sunto

107. Le donne che vivono negli istituti religiosi si comportano in modo tale che sono d'esempio ai fedeli. Non esistono in questa diocesi monache sottomesse a prelati rego­ lari. 108. Sono osservate le leggi canoniche circa la clausura. 109. I redditi dei monasteri sono ben amministrati o dallo stesso monastero o tramite sacerdoti o lai­ ci di ottima fama, designati dal vescovo, e le doti delle monache corrisposte, vengono generalmen­ te investite e amministrate secondo le istruzioni della Santa Sede. Come si è detto sopra, non esi­ stono in diocesi monache esenti che debbono rendere conto all'ordinario dell' amministrazione dei beni. 110. Per la confessione delle monache sono d'aiuto le costitu­ zioni e i decreti apostolici. 111. Quelle che sono impegnate nella vita attiva si occupano preva­ lentementedi case per fanciulli, chia­ mate popolarmente asili, scuole,case comuni, ove a prezzo stabilito abi­ tano e sono rifocillate le ragazze che studiano materie letterarie; le reli­ giose inoltre sono di aiuto per la dot­ trina cristiana, negli oratori o nei ricreatori di ragazze, nelle associa­ zioni e in altre opere di pietà.

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112. Sedulo cavetur ne iis quae 112. Si ha particolare riguardo che alle religiose in servizio degli infirmis in privatorum domiciliis ammalati nelle case private, o che inserviunt, aut rem domesticam in gestiscono servizi domestici negli hospitalibus aliisque virorum domi­ bus gerunt, aliquid inconveniens ospedali o in residenze riservate agli accidat et cautelae rite custodiuntun uomini, non succeda qualche incon­ veniente e le precauzioni vengono Religiosae quaestuantes in hac adeguatemente osservate. dioecesi non inveniuntur: Non esistono in questa diocesi 113. Institutum mere dioecesa­ religiose questuanti. num religiosarum feminarum tan­ 113. Vi è solo l'istituto diocesa­ tum adest quod sororum S. Ursu­ lae a Somascha nuncupatur, quo­ no delle religiose detto suore di S. Orsola di Somasca, e quanto prima rum regulae tamen adprobationi si provvederà a sottoporre la loro Sanctae Sedis submittere quampri­ regola alla Santa Sede. mum curabitur:

XI

Il Popolo in generale

Caput Xl

De Populo generatim

114. I costumi del popolo si 114. Populi mores in universum devono considerare generalmente satis boni habendi sunt: tamen vitia buoni. Tuttavia si lamentano i vizi ebrietatis et quibusdam in cetibus dell' ubriachezza, e in alcuni ceti, blasphemiae et turpiloqui lamen­ della bestemmia e del turpiloquio. tantur. 115. I fedeli nelle domeniche e 115. Dominicis et diebus festis nei giorni festivi si astengono gene­ fideles generatim se abstinent ab ralmente dalle opere servili e par­ operibus servilibus et missae inter­ tecipano alla messa. All'omelia e sunto Homiliae et sub vesperis cate­ alla dottrina pomeridiana parteci­ chesi interveniunt cum maiori fre­ pano in maggior numero nelle par­ quentia in paroeciis ruralibus. In rocchie rurali. In città per la verità civitate vero non tanta est frequen­ la frequenza e la diligenza per tia et diligentia ad Verbum Dei accogliere la Parola di Dio non è suscipiendum. elevata. 116. Lex abstinentiae generatim 116. La legge dell'astinenza è observatur et a fidelibus magis de­ in generale osservata e, dai fedeli votioni addictis etiam lex ieiunii. più devoti, anche la legge del digiu­ no. 741


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Paschale praeceptum raro in paroeciis ruralibus frangitur. In urbe et in maioribus pagis a maiori parte fidelium observatur. 117. Frequentia ad sacramen­ talem confessionem et ad sanctam communionem in variis dioecesis locis praesertim pro femineo sexu laudabilis invenitur etiam civilis conditionis et cuiuscumque aetatis. 118. Generatim parentes solli­ citi sunt ut intra hebdomadam neo­ nati baptizentur et si ultra hebdo­ madam, aliqua legitima causa bap­ tismum protrahendum sit, licentiam regulariter impetrant. Qui tam gra­ vem obligationem neglexerunt ad summum ad decem familiarum nume rum inveniuntur. 119. Nonnulla matrimonia mere civilia sive concubinatus lamen­ tanda sunt, non tamen tali numero quo frequentia dici possint. 120. Usus matrimonium (sic) mixtorum non habetur. Quando id raro accidit, fit ex legitima venia et conditio de universa prole in catho­ lica religione educanda servatur. Sedulo student tamen parochi ab huiusmodi contrahendis nuptiis fideles avertere. 121. Parentes generatim curant filios suos non solummodo in sinu familiae sed etiam extra, maxime in scholis, christianis moribus insti­ tuere.

Il precetto pasquale raramente non è adempiuto nelle parrocchie rurali; in città e nei paesi piii popo­ lati viene praticato dalla maggior parte dei fedeli. 117. La frequenza alla Confes­ sione sacramentale e alla santa Comunione nei vari luoghi della diocesi, specialmente per le donne, è lodevole, siano esse anche di con­ dizione borghese e di qualsiasi età. 118. I genitori generalmentesono solleciti a che entro la settimana i neonati vengano battezzati e se, per qualche causa legittima il battesimo si deve protrarre oltre la settimana, essi chiedono regolarmente il per­ messo. Giungono al numero di die­ ci le famiglie che hanno trascurato un obbligo tanto grave. 119. Sono da lamentare alcuni matrimoni puramente civili, ovvero concubinati, non tuttavia in numero tale che si possano dire frequenti. 120. Non vi è l'usanza dei ma­ trimoni misti. Quando ciò rara­ mente avviene, è per una causa le­ gittima e si osserva la clausola di educare nella religione cattolica tut­ ta la prole. I parroci si impegnano tuttavia con cura per distogliere i fedeli dal contrarre matrimoni del genere. 121. I genitori generalmente si prendono cura che i loro figli non solo in seno alla famiglia ma anche fuori, specie nelle scuole, siano edu­ cati nei costumi cristiani.

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122. Fideles qui graviter decum­ 122. I fedeli gravemente amma­ lati chiedono in generale gli ultimi bunt generatim extrema sacramen­ sacramenti. Raramente si celebra­ ta deposcunt. Raro continguntfune­ no funerali civili che, tuttavia, gene­ ra mere civilia quae tamen horroris rano in tutti sentimenti di costerna­ sensus in omnibus inducunt. Cau­ sae praecipuae inveniuntur in eo zione. Le cause principali si trova­ no nel fatto che coloro i quali di­ quod qui ita de suo corpore post spongono di funerare in tal modo mortem funerandum disponunt sec­ il loro corpo dopo morte, sono is­ tae massonicae vel societati - a ere­ critti alla massoneria o alla società matione - dictae, sunt adscripti. detta della cremazione. 123. In exercitio iurium politi­ 123. I fedeli nell'esercizio dei corum et civiliumfideles curant ita diritti politici e civili si impegnano agere et tales eligere quo religioni ad agire in modo tale da eleggere et libertati Ecclesiae plene consu­ chi si prende cura della religione e latur. della libertà della Chiesa. 124. Adest in dioecesi secta 124. Esiste in diocesi la setta massonica paucis cumsectatoribus. massonica con pochi aderenti. Socialismo aliaeque societates ab Ecclesia damnatae radices in Il socialismo e le altre società condannate dalla Chiesa non han­ dioecesi proprie non fixerunt. no propriamente messo radici in Item dicendum de spiritismi diocesi. praxi. Lo stesso si deve dire circa la Ab his omnibus ut fideles aver­ pratica dello spiritismo. tantur, clerus verbo ac opere vigi­ lantia curato Il clero vigila con i fatti e le

parole perché i fedeli siano allon­ tanati da tutte queste cose. Caput XII

De luventutis institutione

et educatione

XII

L'educazione e l'istruzione

della Gioventù

125. Ratio institutionis et edu­ cationis filiorum in dioecesi ea est 125. Per l'educazione e l'istru­ ut parentes filios concredant scho­ zione dei figli la norma seguita dai lis publicis, praesertim iuxta man­ genitori in diocesi è quella di affi­ data legis Italicae. darli alle scuole pubbliche, sopra­

tutto secondo le disposizioni della legge italiana. 743


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Non mancano tuttavia dei geni­ tori che affidano i figli e le figlie alle scuole private istituite secon­ do gli ideali cristiani. Gli ostacoli contro il diritto sacro della Chiesa e dei genitori cat­ tolici a educare secondo la morale cristiana la gioventù, sono quelli lamentati generalmente nelle dio­ cesi per le leggi italiane, e talvolta anche per il cattivo uso dell'auto­ rità da parte degli officiali civili. Per rimuovere questi ostacoli non sono mancati né mancano colo­ ro che si impegnano con passione e attivamente. Le scuole, specialmente quelle chiamate superiori (ginnasi, licei ecc.), non sono generalmente distin­ te secondo il sesso. Presso noi tuttavia le ragazze di raro seguono le stesse materie sco­ lastiche dei ragazzi, per cui i mali in questo sono circoscritti. Il clero si prende cura con zelo perché i genitori tengano lontani i figli e le figlie da queste scuole promiscue. 126. Nelle parrocchie della dio­ cesi le scuole dette popolarmente elementari sono da ritenere buone, né si devono stimare cattive quelle di città. In entrambe viene decoro­ samente insegnata la dottrina cri­ stiana da ecclesiastici o da maestri idonei.

Non desunt tamen parentes qui filios filiasque privatis scholis chri­ stiano more instructis, committunt. Obstacula contra sacrum Eccle­ siae et parentum catholicorum ius iuventutis christiano more insti­ tuendae, sunt ea quae Italicis legi­ bus et quandoque etiam malo usu auctoritatis e parte officialium civi­ lium generatim per italicas dioece­ ses lamentantur: Ut haec amoveantur non defue­ runt nec desunt qui studio se opere sedulo impendunt. Scholae praesertim eae quae superiores (gimnasii, licei, etc.) vacantur", iuxta sexum generatim non sunt distinctae. Apud nos tamen puellae raro masculorum disciplina sequuntur, quapropter mala ex hoc circum­ scripta sunto Clerus sedulo apud parentes catholicos operam dat ut ab huiu­ smodi scholis communibus filios filiasque'" arceantur. 126. In paroeciis dioecesis, scholae vulgo elementaris, bonae reputandae suni, nec generatim noxiae dicendae sunt qua e in urbe extant. In utrisque per ecclesiasti­ cos viros aut idoneos magistros christiana doctrina digne traditur:

(a) Il testo richiederebbe vocantur. (b) Il testo richiederebbe filii flliaeque.

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Sunt etiam scholae liberae con­ creditae sacerdotibus religiosis institutibus et etiam laicis bonae famae, et aeque frequentantur, et ordinari vigilantiae et inspectioni subiectae sunto 127. Cum numerus acatholico­ rum minimus sit apud nos, catho­ lici scholis primordiorum propriis non indigent. 128. Ut supra dictum est non habentur scholae propriae primor­ diorum. 129. Scholae mediae vel supe­ riores quae in dioecesi habentur generatim hostiles catholicis veri­ tatibus et doctrinis non sunt dicen­ dae, sed potius quoad religionem indifferentes; quod praesertim ab iis qui scholis praesunt vel in scho­ lis docent dependet. 130. Habentur non tantum in urbe sed etiam in dioecesi opera quae post-scholaria dicuntur, id est recreatoria, circuli, scholae cate­ cheticae, praesertim apud religiosa instituta, ubi puellae quae scholas publicas frequentant pacto pretio habitant et aluntur. Oratoria serotina ac festiva ad sanam christianae iuventutis insti­ tutionem et praeservationem inve­ niuntur fere in unaquaque paroe­ eia dioecesis, et quidem laudabili fructu".

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Esistono anche le scuole libere affidate a sacerdoti negli istituti reli­ giosi e anche a laici di buona fama, ugualmente frequentate, soggette all'ispezione e alla vigilanza del vescovo. 127. Poiché il numero degli acattolici presso noi è minimo, i cattolici non necessitano di scuole proprie elementari. 128. Come detto sopra, non vi sono scuole proprie elementari. 129. Le scuole medie o supe­ riori che sono istituite in diocesi non si devono dire generalmente ostili alla dottrina e alle verità cat­ toliche, quanto piuttosto indifferenti alla religione. Ciò dipende in modo particolare da chi presiede le scuo­ le o vi insegna. 130. Si tengono non solo in città ma anche in diocesi le cosiddette opere doposcuola, cioè ricreatori, circoli, scuole di catechismo, specie presso gli istituti religiosi, dove le ragazze che frequentano le scuole pubbliche abitano e hanno il vitto a un prezzo pattuito. Gli oratori serali e festivi per l'e­ ducazione cristiana e la preserva­ zione della gioventù si trovano qua­ si in ogni parrocchia della dicoesi e senza dubbio con lodevole frutto.

31. Sull'impegno dell' Azione Cattolica, cf. L. FERRARI, La gioventù cattolica italia­ na..., in Rivista di storia e letteratura religiosa..., 29(1992), p. 533-589.

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Caput XI/I

De Piis Sodalitatibus aliisque

religiosis consociationibus

XIII

Le Pie Società e

altre Associazioni religiose

131. Magno numero adsunt 131. Esiste un gran numero di Sodalitates et religiosae consocia­ associazioni e confraternite reli­ tiones rite institutae, praesertim eae giose istituite regolarmente, specie quae a Sancta Sede potissimum quelle raccomandate dalla Santa commendantur. Sede. 132. Generatim erectae sunt in 132. Sono generalmente istitui­ ecclesiis parochialibus vel religio­ te nelle chiese parrocchiali o in sorum, non desunt tamen quae in quelle dei religiosi; non mancano propriis et distinctis ecclesiis exi­ però quelle nelle chiese proprie e distinte. stunt. Non adsunt sodalitates virorum Non esistono associazioni di in ecclesiis monialium. uomini nelle chiese delle monache. 133. Iuxta canonicae legis prae­ 133. Secondo le norme della scripta dependent ab auctoritate legge canonica dipendono dall' au­ ecclesiastica, ac laudabilem fruc­ torità ecclesiastica e danno lodevo­ tum afferunt, nec incommoda, quae le frutto, né sono all'origine, per sciantur, gignunt. quanto si sappia, di mali. 134. Adsunt fere in omnibus 134. In quasi tutte le parrocchie paroeciis Tertiarii in saeculo viven­ sono presenti i terziari dell' Ordine tes ordinis S. Francisci et nonnulli di S. Francesco e i terziari dell'Or­ ordinis S. Dominici; bonum fruc­ dine di S. Domenico che vivono nel tum afferunt, generatim singulis secolo. Portano buon frutto, gene­ mensibus congregantur et sunt fide­ ralmente si riuniscono ogni mese e libus exemplo. sono esemplari per i fedeli. 135. Non sunt lamentanda mala 135.Non si devono lamentaredei quae sub hoc numero veniunt. mali elencati sotto questo numero.

Caput XIV

De Piis Legatis et eleemosinarum

collectionibus

XIV

I Legati Pii

e raccolte di elemosine

136. Multa habentur in singulis paroeciis dioecesis pia legata mis-

136. Nelle singole parrocchie della diocesi vi sono molti legati

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sarum aliorumque religiosorum onerum, de quibus dioecesana cu­ ria habet distinctos indices pro una­ quaque paroecia cum recensione onerum et indicatione redituum. 137. Generatim administrantur ab aedis curatoribus sub depen­ dentia parochorum, nonnulla etiam ab iis qui piis locis praesunt, sem­ per tamen fideliter et fructuose. 138. Missis legatorum aliisque obligationibus, intra praescriptum tempus regulariter satisfit; quod si hoc nequit fieri, reditus missarum fundatarum praesertim, ordinario traduntur. Qui hac de re ad officium revo­ cari merentur, cognito casu per relationes annuales parochorum et vicariorum foraneo rum, statim re­ vocantur et generatim fructus ope­ ri respondet. 139. Singulis annisfiunt in dioe­ cesi collectiones eleemosinarum a Sancta Sede praescriptae ut pro fidei propagatione, pro sancta in­ fantia; pro redemptione captivorum, pro obolo S. Petri, pro Terra Sane­ ta. Stipes collecta ultimo quin­ quennio pro singulis collectis sic est distribuenda : pro Fidei Propagatione Ital. Lib. 17.791.95 pro Sancta Infantia " 51.651.20 pro redemptione captivorum " 10.429.==

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pii di messe, dei quali la curia dio­ cesana possiede indici distinti per ogni parrocchia, con il censimento degli oneri e l'indicazione dei red­ diti. 137. Sono generalmente ammi­ nistrati dai fabbricieri, sotto la di­ pendenza dei parroci, alcuni anche da chi presiede i luoghi pii, sempre tuttavia bene e con frutto. 138. Alle messe dei legati e agli altri obblighi si soddisfa regolar­ mente entro il tempo prescritto. Se ciò non si può fare, i redditi, soprat­ tutto quelli delle messe fondate, sono consegnati all'ordinario. Chi in queste cose merita di essere richiamato al dovere, cono­ sciuto il caso dalle relazioni annua­ li dei parroci e dei vicari foranei, subito viene richiamato e in genere il frutto si manifesta nel risultato. 139. Ogni anno si fanno in dio­ cesi raccolte di elemosine prescrit­ te dalla Santa Sede, come per la propagazione della fede, la santa infanzia, il riscatto degli schiavi, l'obolo di S. Pietro, Terra Santa ecc. L'elemosina raccolta nell' ulti­ mo quinquennio per le singole voci si distribuisce in questo modo: per la Propagazione della Fede L. Il. 17.791.95 per la Santa Infanzia " 51.651.20 per il Riscatto degli Schiavi 10.429. =

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per l'Obolo di S. Pietro per la Terra Santa

pro Obolo S. Petri pro Terra Sancta"

" 27.938.85 " 10.787.10

27.938.85 10.787.10

118.598.10

Totale L. Il. 118.598.10

140. Collectiones speciales pro ipsius dioecesis necessitatibus quo­ tannis fiunt et sunt pro cathecume­ nis, pro pueris et puellis in cathe­ chesi christiana periculum obeun­ tibus, et pro emigrantibus. Pars summae ad hunc ultimum finem collectae traditur Societati Missionarium (sic) pro emigranti­ bus Romae institutae. 141. Aliae collectiones eleemo­ sinarum in dioecesi usu non ve­ niunt. Religiosi quaeritantes ut supra dictum est extant in dioecesi mino­ res cappuccini et minores Unionis Leonianae, nec tot sunt numero ut fidelibus nimium gravamen affe­ rant. Religiosae vero quaeritantes in dioecesi non adsunt.

140. Le raccolte speciali per i bisogni della diocesi si fanno ogni anno e sono per i catecumeni, per i ragazzi e le ragazze da esamina­ re nella gara della dottrina cristiana, per gli emigranti. Parte della somma raccolta a quest'ultimo scopo, viene affidata alla Società dei Missionari per gli Emigranti, fondata a Roma. 141. Altre raccolte di elemosi­ ne non si praticano in diocesi. Religiosi questuanti in diocesi sono, come detto sopra, i minori cappuccini e i minori dell'Unione Leoniana, né in numero tale da recare troppo peso ai fedeli. Non vi sono in diocesi religio­ se questuanti.

Caput XV De Operibus Piis et socialibus

XV Le Opere Pie e sociali

142. Charitatis instituta, hospi­ talia, orphanotrophia etcet. quae in dioecesi fundata sunt non pen­ dent ab auctoritate ecclesiastica, cum in entia moralia ab auctorita­ te civili dependentia sint erecta, sed spirituali adsistentia catholici ibi

142. Istituti di carità, ospedali, orfanotrofi ecc., che sono stati fon­ dati in diocesi non dipendono dal­ l'autorità ecclesiastica, essendo costituiti in enti morali soggetti all'autorità civile; i cattolici ivi degenti possono liberamente fruire

in totum Ital.Lib.

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dell' assistenza spirituale. degentes libere frui possunt. 143. Esistono in diocesi delle 143. Adsunt in dioecesi opera opere dette sociali: asili per bam­ quae socialia dicuntur: asili pro bini quasi in ogni parrocchia, patro­ infantibusfere in unaquaque paroe­ nati specie in città per ragazze stu­ eia, patronatus praesertim in urbe dentesse, circoli per la gioventù cat­ pro puellis studio addictis, circuli tolica, associazioni di operai, di pro iuventute catholica, consocia­ agricoltori, di donne, per vari scopi tiones operariorum, agricolarum, pii, specie per mutuo aiuto, di cas­ mulierum, in varios pios fines prae­ se depositi e simili. sertim in mutuum subsidium, arcae 144. Le associazioni e le opere nummariae et similia. sociali, e soprattutto chi vi presiede, 144. Consociationes et opera prestano ossequio all'ordinario e al socialia et potissimum qui eis prae­ sommo pontefice, e nelle cose sunt debitam in omnibus ordinario riguardanti la fede, i costumi, le leg­ et summo pontifici reverentiam gi di giustizia, sono sottomessi alla praestant et in iis praesertim quae guida direttiva della Santa Sede. fidem, mores et iustitiae leges attin­ 145. Con cautela si provvede gunt Sanctae Sedis directioni et che coloro i quali presiedono a tali moderationi omnino laudabiliter­ opere siano cattolici nel cuore e que subsunt. nell' azione, e che coloro i quali si J45. Caute providetur ut qui sono iscritti a tali opere, si allonta­ huiusmodi operibus praeficiuntur nino dai vizi, siano istruiti nella dot­ corde et opere catholici sint et ut trina della fede e conducano una qui operibus iisdem nomina dede­ vita cristiana. runt a vitiis recedant, in fidei doc­ 146. Si evita con cura che ven­ trina instituantur et christianam gano presi come soci in queste vitam ducant. J46. Sedulo cavetur ne in hisce associazioni cattoliche quanti sono iscritti a sette segrete, persone incre­ catholicis consociationibus sectis dule, empie o contrarie alla reli­ secretis adscripti increduli, impii, gione. vel religioni adversi connumerentur.

CaputXVI

De editione et lectione librorum

et diariorum

XVI

La pubblicazione e la lettura

di libri e di quotidiani

147. Generalmente in diocesi 147. Generatim in dioecesi libri et illustrationes impiae vel religio­ non sono pubblicati libri e illustra­ 749


VISITE AD LIMINA

ni noxiae non eduntur. Unicum habetur diarium quoti­ dianum cui titulus "L'Eco di Ber­ gamo ", a catholicis editur. 148. Quamvis clerus laudabili opere diffusionem curet bonorum librorum ac diario rum, tamen, praesertim in urbe, libri et diaria religioni noxia aliarum civitatum dioecesi ingrediuntur, inter quae sunt recensenda speciatim "Il Seco­ lo ", "Il Corriere della Sera ", "L'Avanti ". 149. Ut supra dictum est, paro­ chi et sacerdotes generatim operam dant ut talia diaria removeantur, et a fidelibus non legantur. 150. Libris et diariis noxiis opponuntur religiosa et honesta, tum ea quae in dioecesi in lucem produnt, tum ea quae in finitimis dioecesibus imprimuntur. Laudabilem fructum affert opus vulgo delle Biblioteche circolanti, tam in urbe quam in praecipuis dioecesis pagis, et aliud opus "La Buona Stampa ", quae praesertim eo intendit ut perniciosis diariis catholica substituantur tam in urbe quam in pagis; et fructus huiusmo­ di operis iam plurimi numerantur. Datum Bergomi mense novembris anno 1916

zioni empie o nocive alla religio­ ne. Vi è un unico giornale quotidia­ no dal titolo L'Eco di Bergamo, pubblicato dai cattolici. 148. Benché il clero con ammi­ revole impegno promuova la diffu­ sione dei libri e quotidiani cattolici, tuttavia soprattutto in città, entra­ no da altre città libri e quotidiani contrari alla religione, specialmen­ te Il Secolo, Corriere della Sera, L'Avanti!. 149. Come si è detto sopra, i parroci e i sacerdoti generalmente si impegnano perché tali quotidiani vengano allontanati e non siano let­ ti dai fedeli. 150. A libri e quotidiani nocivi, si oppongono quelli religiosi e one­ sti, sia pubblicati in diocesi, sia inquelle vicine ad essa confinanti. Ottiene risultati lodevoli l'opera detta popolarrnente Biblioteche Cir­ colanti, sia in città che nei paesi più importanti della diocesi, e pure l'al­ tra opera, La Buona Stampa. Essa soprattutto ha per scopo di sosti­ tuire ai quotidiani nocivi quelli cat­ tolici, sia in città che nei paesi, e già si contano molti frutti di una tale opera. Dato a Bergamo nel mese di novembre dell' anno 1916

+Aloisius Maria Marelli episcopus sigillum

+ Luigi Maria Marelli vescovo timbro

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310 RIASSUNTO D'UFFICIO DELLA RELAZIONE

Bergamo. Relazione diocesana e visita ad Limina 1148/16

Rilasciato l'attestato per la visita pastorale e relazione diocesana.

28 novembre 1916

Tassa Lire lO. Pagato. 20 gennaio 1917 . G.B. Rosa.

Die 19 octobris 1917. Risposto ut intus.

Il vescovo di Bergamo è mons. Luigi Maria Marelli, d'anni 58, degli Oblati dei SS. Ambrogio e Carlo di Milano. Ha assunto il governo della diocesi ilIO aprile 1915. La diocesi conta circa 500 mila anime. I sacerdoti sono circa 1.200, i chierici 253, più altri 50 prefetti in vari col­ legi. Le parrocchie sono 368, con un massimo di 7 mila e un minimo di cen­ to anime. Divise le parrocchie in 38 vicariati foranei con altre 250 chiese od oratori, con 9 case di religiosi e 30 religiose. La relazione non è firmata che dal solo vescovo. Forse anche perché il vescovo non è che dall'aprile 1915 che ha assun­ to la diocesi di Bergamo, la relazione è molto sommaria e non fa che ripe­ tere le domande. Al n.3 non dà alcun cenno sulle origini storiche, sui confini ecc. della dio­ cesi. Al n. 7 si dice che l'inventario dei beni e delle suppellettili si ha alme­ no delle maggiori chiese, mentre dovrebbe aversi anche delle minori. Al n. 18 mentre è detto che la mensa vescovile ha un reddito annuo di L. 15.285.80, e vi sono altri redditi fiduciari in favore della mensa e dei poveri, di questi redditi non si determina la cifra. Al n. 25 i casi riservati sono 19, però è detto che saranno ristretti di numero, a norma del decreto del sant'Offizio lO luglio 1916. Le facoltà di assolvere sono estesissime, quasi per tutti i casi che si riducono a tre, all'omicidio colposo, all'abitazione coniugale dopo il solo atto civile e al non adempimento dei legati fiduciari oltre biennio. Eccetto quest' ultimo, che con ragione sarebbe da conservarsi per la diocesi di Bergamo, dove sono frequenti i casi di legati fiduciari, per gli altri tutti si dovrebbero togliere. Al n. 48 soltanto nel marzo dell'anno 1916, dopo undici mesi di vesco­

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VISITE AD LIMINA

vato, ha incominciato la visita pastorale, forse causa la guerra. Al n. 49 sopra 1.200 sacerdoti è confortante che non vi sia alcuno inde­ gno. Certo Luigi Palazzi è stato condannato a qualche giorno di carcere e a lievi multe, spesso per cleptomania. Al n. 52-54 riferisce il numero delle dignità e dei canonici della catte­ drale, senza dire quali prebende godano i singoli canonici, o in complesso il Capitolo. Al n. 57 è detto che i canonici onorari sono nove, sopra 17 canonici effettivi. Non è secondo monito della sacra congregazione del Concilio, 16 settembre 1884: Ut raro admodum et caute honores, titulos vel insi­ gnia clericis suis impertiant, sed probatissimis tantum et optime de Eccle­ sia meritis. Bouix, Fagnano ed altri affermano due o tre canonici onorari sopra die­ ci effettivi, e pei canonici extradiocesani l'istruzione data ai vescovi in for­ ma di breve il 19 gennaio 1894, stabiliva che il numero dei canonici ono­ rari non fosse più della terza parte dei canonici effettivi. Al n. 107. L'istituto delle religiose di S. Orsola di Somasca ha dieci case in diocesi, e non ha ancora le regole approvate dalla Santa Sede. Can. E. Pezzani

"Al N.5" Quanto ai beni ecclesiastici pubblici non sembra, almeno per ora, che si possa dar luogo a fondato timore per le leggi locali. Quanto ai beni ecclesiastici secreti, si sono prese tutte le provvidenze pos­ sibili per assicurarli nel miglior modo. I beni immobili si intestano a persone (specialmente ecclesiastiche) che danno pieno affidamento provvedendo anche pel caso di morte con testamento e con procura legale a favore di persone designate dalla curia. Quanto al patrimonio pecuniario dei legati pii, vien investito in titoli pubblici al portatore della maggior solidità e amministrato come vien det­ to al n.2. Per toglierli ad ogni pericolo sono custoditi in cassaforte in un luogo sicu­ ro della curia.

(sub secreto) Responsiones secretae. Il patrimonio, è investito come segue:

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Valori pubblici Consistenti in rendite di consolidati esteri e nazionali; in obbligazioni garantite dallo stato, ed in redimibili di stato. In obbligazioni industriali garantite con ipoteca, in crediti fondiari, ed in azioni di societĂ industriali complessivamente per L. 9.302.637.57 Stabili Un fabbricato civile, ed un piccolo residuo di credito, complessivamente L. Crediti per rendite non incassate su titoli esteri per circa

L.

25.632.91

75.000.00

L. 9.403.270.48

Col frutto del capitale suaccennato si provvede all'adempimento degli oneri di n. 4780 Pie fondazioni, il cui capitale nella somma consegnata è di L. 9.380.274.01. L'adempimento degli oneri è al corrente. Nel patrimonio come sopra investito, non sono compresi i depositi di valori pubblici fatti da persone tutt'ora viventi, e da tenersi in custodia, il cui frutto si passa ai medesimi, salvo a suo tempo destinarli, come verrà dagli stessi indicato.

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VISITE

AD LIMINA

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DICHIARAZIONI DELLE VISITE ALLE BASILICHE

DEI SANTI APOSTOLI PIETRO E PAOLO

losephus de Bisogno e marchionibus de Casaluce doctor utriusque iuris curator operum Vaticanorum canonicus decanus et altarista SS. Patriar足 chalis basilicae Principis Apostolorum de urbe. Fidemfacimus atque testamur illustrissimum et reverendissimum domi足 num dominum Aloisium Mariam Marelli episcopum Bergomen. personaliter visitasse Limina sacrosanctae patriarchalis basilicae Principis Apostolo足 rum et praesentemfidem a nobis obtinuisse hac die 25 mensis novembris 1916 losephus de Bisogno Sacrosancta patriarchalis basilica S. Pauli Illustrissimus et reverendissimus dominus Aloisius Maria Marelli epi足 scopus Bergomensium personaliter visitavit Limina S.Pauli apostoli et praesentemfidem a me vicario sacrarii obtinuit hac die XXVI mensis novembris anni 1916 Vicarius D. loseph B.Acernese O.S.B.

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LETTERA DELLA CONGREGAZIONE CONCISTORIALE

AL VESCOVO L.M. MARELLI

(minuta dattiloscritta)

Il ottobre 1917

1148/18 11 octobris 1917

Illustrissimo e reverendissimo Signore

Illustrissime ac reverendissime Domine relationem de statu istius dioe­ cesis, quam amplitudo tua reveren­ dissima ad hanc sacram congrega­ tionem laudabiliter transmisit, quamvis ad eam anno 1916 exhi­ bendam haud tenebatur, cum non­ dum transactum fuisset biennium ab inito dioecesis regimine, attente perlegi iucundeque animadverti quae pro dioecesis bono, Deo favente, peracta sunto Novi enim amplitudinem tuam frequenter populum instruere, pastorali visitationi initium dedisse aliaque episcopalis ministeri i munera diligenter explere, clerum vero, mira unione inter se coniunc­ tum, pietate ac vitae gravitate con­ spicuum, studio aeternae proximo­ rum salutis esse intentum. De his igitur amplitudini tuae libenter gratulor, ex animo omina­ tus ut quo zelo ecclesiam istam regendam aggressus es eodem ad Dei gloriam animarumque salutem

ho letto attentamente la relazio­ ne sullo stato di cotesta diocesi, che la signoria tua ha lodevolmente tra­ messo, per quanto non fossi obbli­ gato a ciò nel 1916, non essendo ancora passato il biennio dall'ini­ zio del governo della diocesi, e con gioia mi sono reso conto di tutto quanto è stato fatto, con l'aiuto di Dio, a bene della diocesi. Ho appreso che la tua signoria istruisce spesso il popolo, che hai dato inizio alla visita pastorale, e che adempi con cura gli altri dove­ ri del ministero vescovile, mentre il clero, unito in modo mirabile tra sé, insigne nello spirito religioso e nell' austerità della vita, si impegna nel lavoro per la salvezza eterna del prossimo. Di tutto questo mi rallegro viva­ mente con la signoria tua, con l'au­ spicio che lo zelo col quale tu hai iniziato a governare la Chiesa, sia lo stesso e prosegua per la gloria di 755


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iugiter prosequaris. Hoc tantum te admonitum volo, canonicos nempe honorarios maio­ res numero esse quam expediat: quare quoad illorum electionem pro futuro prae oculis habeantur novi codicis dispositiones de hac re. Pro certo habeo fore ut sacer­ dotes, speciatim qui curam gerunt animarum, sedulo studeant fideles ad divina et ecclesiastica praecep­ ta observanda excitare, ad fre­ quentiorem sacramentorum usum hortari, necnon a vitiis sanctitati christianae vitae repugnantibus revocare. Dolendum sane est quod popu­ lus, in civitate praesertim; in morum relaxationem labatur. At Deus beni­ gnissimus tibi tuoque clero vires suppeditet ac multiplicet, ut assi­ duo labore mala pedetentim eradi­ centur. Haec significans, propensa ani­ mi mei sensa libens profiteor ac permaneo

Dio e e la salvezza delle anime. Voglio solo farti osservare che i canonici onorari sono di un nume­ ro maggiore rispetto a quanto per­ messo. Perciò in futuro per la loro elezione si abbiano presenti le disposizioni del nuovo codice in materia. Tengo per certo che i sacerdoti, specie quelli in cura d'anime, si impegnino con zelo a stimolare i fedeli per osservare le leggi divine e ecclesiastiche, esortare alla pra­ tica più frequente dei sacramenti, nonchè a distogliere dai vizi che ripugnano alla santità della vita cri­ stiana. V' è da dolersi che la popola­ zione, specie in città, scivola verso il rilassamento dei costumi. Ma Dio benignissimo moltipli­ chi e procuri a te e al tuo clero le forze, perché con lavoro costante i vizi siano sradicati. Nel significarti questo, appro­ fitto per esprimerti volentieri i sen­ si devoti del mio animo confer­ mandomi

Amplitudinis tuae reverendissimae uti frater

della tua Eccellenza rev.ma come fratello

Illustrissimo ac reverendissimo Domino Aloisio Maria Marelli Episcopo Bergomensi

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20 APRILE 1921

RELAZIONE - 20 aprile 1921 ASV, C. Concistorialis, Relationes Dioecesium, Bergomen., 116, orig., ff. 1-48. La relazione presentata per il quinquennio 1916-1921 è custodita in un doppio foglio con l'intestazione in f.lr "Bergamo 1921". La copertina del fascicolo ha il frontespizio calligrafato, la cornice stampata ( in evidenza: "Tip. Vescovile Secomandi- Bergamo") e il titolo in inchiostro rosso e nero. Nell'angolo in alto è scritto a mano "Bergamo 319/21". Il testo è scritto sui ff. 1-48 (mm.22x31), numerati in retto e verso, uni­ ti da una cordicella. Sono bianchi e non numerati gli ultimi due fogli. Man­ ca la numerazione d'archivio. Nel fascicolo sono custodite le dichiarazioni delle visite ad Limina, una valutazione molto sintetica della relazione e le osservazioni, e la rispo­ sta in minuta della congregazione Concistoriale al vescovo. Copia-minuta della relazione è custodita in ACVB, Atti relativi alle visite ad Limina.

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Bergomen. Relatio de statu Ecclesiae pro quinquennio 1916­ 1921.

Relazione sullo stato della Chie­ sa di Bergamo per il quinquennio 1916-1921.

Relatio dioecesis Bergomensis quam sacrae Concistoriali congre­ gationi exhibet Aloisius Maria Marelli eiusdem Ecclesiae episco­ pus pro quinquennio incipiente a die l" mensis ianuarii 1916.

Relazione della diocesi di Ber­ gamo che Luigi Maria Marelli, vescovo della Chiesa stessa pre­ senta, alla sacra congregazione Concistoriale per il quinquennio che inizia il I" gennaio 1916.

Libenti animo, sacrae Conci­ storiali congregationi relationem de statu huius Bergomensis Eccle­ siae pro quinquennio die sl" men-

Di buon animo presento, come mio dovere, alla sacra congrega­ zione Concistoriale la relazione sul­ lo stato della Chiesa di Bergamo

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sis decembris anno 1920 expirato, pro meo munere, exhibeo. Itaque, relationem confecturus ad tramitem formulae de mandato sanctissimi domini nostri Benedic­ ti papae XV ab universis ordinariis adhibendae et a sacra congrega­ tione Concistoriali sub die IV a mensis novembris anno 1918 deter­ minatae, quae sequuntur expono.

per il quinquennio scaduto il 31 dicembre 1920. Perciò nel compilare la relazio­ ne secondo lo schema della formu­ la voluta dal santissimo signor nostro papa Benedetto XV, da usa­ re da tutti gli ordinari, e stabilita dalla sacra congregazione Conci­ storiale il 4 novembre 1918, espon­ go quanto segue.

Caput I Generalia de statu materiali personarum et locorum

I Notizie generali sullo stato materiale delle persone e dei luoghi

l. Aloisius Maria Marelli annos natus 63, Mediolanen. civitatis, e congregatione Oblatorum Sancto­ rum. Ambrosii et Caroli, iam epi­ scopus Bobien. Ecclesiae, conse­ cratus die VI ianuarii anno 1908, ad Ecclesiam Bergomen. transla­ tus die XXII mensis ianuarii anno 1915, qui regimen dioecesis susce­ pit per procuratorem die X mensis aprilis anno 1915. 2. Ecclesia Bergomensis inter antiquissimas adnumeratur, eiusque initia ad Apostolorum usque tem­ pora pertrahuntur. Ecclesia episcopalis est; nullis vero praerogativis aut privilegiis praestat praeter ea, quae ad epi­ scopales sedes iure canonico com­ muni pertinent. Suffraganea metropolitano Mediolanensi est, et apud ipsum

l. Luigi Maria Marelli, di anni 63, della città di Milano, membro della congregazione degli Oblati dei Santi Ambrogio e Carlo, già vescovo della Chiesa di Bobbio, consacrato il 6 gennaio 1908, tra­ sferito alla Chiesa di Bergamo il 22 gennaio 1915, ha assunto il gover­ no della diocesi tramite il procura­ tore il lO aprile 1915. 2. La Chiesa di Bergamo viene annoverata tra le antichissime, e le sue origini si fanno risalire sino ai tempi degli Apostoli. È Chiesa Vescovile e non eccel­ le in nessuna prerogativa o privile­ gio al di fuori di quelli che appar­ tengono, secondo il diritto canoni­ co ordinario, alle sedi vescovili. È suffraganea del metropolita di

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20 APRILE 1921

Milano. Presso lo stesso metropolita l'ordinario di Bergamo si reca per le conferenze episcopali. 3 a) Il luogo della residenza dell'Ordinario è la città di Berga­ mo, nel palazzo vescovile. b) La diocesi di Bergamo si estende in larghezza per circa 30mila passi e in lunghezza per cir­ ca 50mila. La giurisdizione civile è del Regno d'Italia. È situata tra le regio­ ni dette temperate; il popolo Ber­ gomense parla la lingua italiana. c) Gli abitanti di tutta la dioce­ si ascendono a circa 510.000. Pae­ si più importanti oltre la città sono i luoghi chiamati comunemente Clusone, Gandino, Martinengo, Ro­ mano Lombardo, Nembro, Albino, Seriate, Alzano Maggiore. Ognu­ no di essi raggiunge il numero di 7.000 abitanti. Quasi tutti - vale a dire pochis­ simi esclusi - gli abitanti della dio­ cesi professano la religione catto­ lica romana. In città si trovano pochi prote­ stanti e in alcune parrocchie rurali generalmente i seguaci della setta evangelica. In città essi hanno il proprio tempio. Non risulta che facciano proseliti tra i cattolici.

metropolitam ordinarius Bergomen. convenit pro conferentiis episcopa­ libus. 3. a). Locus residentiae Ordi­ narii est urbs Bergomen. in epi­ scopali palatio. b). Dioecesis Bergomensis tri­ ginta cìrciter millia passuum in lati­ tudinem, fere quinquaginta in lon­ gitudinem patet. Ditio vero cìvilis est regnum Ita­ licum; inter regiones quae tempe­ ratae dicuntur sita est; lingua ita­ lica populus Bergomen. utitur. c). Incolae totius dioecesis ad quingenti et decem millia cìrciter ascendunt: oppida praecìpua prae­ ter civitatem adnumerantur loca vulgo: Clusone, Gandino, Marti­ nengo, Romano Lombardo, Nem­ bro, Albino, Seriate, Alzano Mag­ giore, quae loca singula septem millia incolarum attingunt. Fere omnes, id est paucissimis seclusis, incolae dioeceseos catho­ licam romana m religionem profi­ tentur. Pauci adsunt protestantes in urbe et in nonnullis paroecìis rura­ libus generatim sectam evangeli­ starum prosequentes. Omnes pro­ veniunt ab Helvetia, ratione indu­ striae. In urbe habent et proprium tem­ plum. Non constat vero quod asseclas facìant inter catholicos fideles'.

1. G. ZAVARIT, Origini e vicende della comunità cristiana evangelica di Bergamo nei

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VISITE AD LIMINA

d) Si contano circa 1.200 sacer­ doti secolari. I chierici e gli alunni del semi­ nario attualmente sono 366. e) Vi è il Capitolo cattedrale, non altri capitoli; nessuna collegia­ ta propriamente detta si trova in questa diocesi; vi sono tuttavia alcu­ ne residenze corali che non si devo­ no considerare però come dei Capi­ toli o delle comunità. f) La diocesi è divisa in 39 vica­ riati foranei a parte le parrocchie della città e del suburbio; sono 364 le parrocchie di tutta la diocesi. La maggiore in città raggiunge il numero di 20.000 abitanti; il nume­ ro di fedeli nelle parrocchie più grandi in diocesi si calcola di circa 7.000, nelle più piccole in città si arriva a duemila fedeli, in diocesi per la verità sino anche a soli 100. Non esistono parrocchie distin­ te per lingue o etnìe, o divise per famiglie e non per territorio. Esistono anche altre 260 chiese o oratori pubblici. Tra i luoghi sacri assai celebri, sono considerati i santuari popo­ larmente chiamati della Beata Ver­ gine Addolorata nella parrocchia urbana di S. Caterina; Nostra Si­ gnora della Preghiera nella parroc­ chia detta popolarmente di Stezza­

d). Sacerdotes saeculares mille­ ducenti circiter adnumerantur, cle­ rici vero et alumni seminarii actu 366 sunto e) Adest Capitulum cathedrale, non vero alia capitula; collegiatae proprie dictae nullae in hac dioe­ cesi inveniuntur; adsunt vero non­ nullae residentiae chorales quae tamen ad instar capitulorum vel communiarum non sunt retinendae. f) Dioecesis divisa est in 39 vicariatus foraneos, seorsim a paroeciis civitatis et suburbii; paroeciae vero totius dioecesis 364 sunto Quae maxima est in civitate nume rum fidelium ad 20/millia attingit; quae maximae sunt in dioe­ cesi septem millia adnumerantur, quae minimae in civitate ad duo millia fidelium veniunt, in dioece­ si vero etiam ad centum tantum. Non adsunt paroeciae neque distinctae per linguas seu nationes neque divisae per familias et non territorio. Adsunt quoque aliae ecclesiae vel oratoria publica numero 260. Inter sacra loca celeberrima adscribuntur santuaria vulgo dic­ ta: Beatae Mariae Virginis Perdo­ lentis in paroecia urbana S. Catha­ rinae viginis et martiris; Nostra

primi 25 lustri della sua storia (1807-1932), in Bollettino della Società di Studi valdesi, 66 (1936); S. HONEGGER, Gli Svizzeri di Bergamo. Storia della comunità svizzera di Bergamo dal Cinquecento all'inizio del Novecento, Bergamo 1997.

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20 APRILE 1921

no; Beata Vergine del Miracolo nel­ la parrocchia di Desenzano al Serio; Beata Vergine delle Lacrime nella parrocchia di Ponte di Nossa; Bea­ ta Vergine sotto la medesima invo­ cazione nella parrocchia di Arde­ sio; Beata Maria Vergine in loca­ lità Basella, nella parrocchia detta popolarrnente di Urgnano, e alcu­ ni altri dove la Beata VergineMaria è venerata con diversi titoli. g) Esistono questi monasteri e case di uomini: 1. Uno dei monaci di S. Bene­ detto di Montecassino nell' abba­ zia del villaggio di Pontida. Sacer­ doti 3, laici 2. 2. Uno dei monaci di S. Dome­ nico, che curano la chiesa dei San­ ti Bartolomeo e Stefano, una volta del detto ordine, nella parrocchia di S. Alessandro della Croce di que­ sta città, dove hanno cura d'anime e inoltre la scuola, come dicono, apostolica in una casa della par­ rocchia di S. Maria di Loreto nel suburbio. Sacerdoti 6. 3. Uno dei frati minori cappuc­ cini in città, un altro nel paese di Albino, nonchè un ospizio nel pae­ se di Sovere. Sacerdoti 21, laici 16. 4. Uno dei frati minori dell'U­ nione Leoniana in località detta popolarrnente Cividino sull' Oglio, l'altro nel luogo detto Baccanello di Calusco. Sacerdoti 7, laici 6. 5. Uno dei chierici regolari di Somasca nel villaggio stesso di

Domina ab Oratione, in paroecia vulgo dieta Stezzano; Beatae Vir­ ginis a Miraculo in paroecia loci Desenzano al Serio; Beatae Virginis a Lacrimis in paroecia loci Ponte di Nossa; Beatae Virginis sub eadem invocatione in paroecia loci Ardesio; Beatae Mariae Virginis de loco Basella, in paroecia vulgo dic­ ta Urgnano, et nonnulla alia ubi Beata Maria Virgo diversis sub titu­ lis veneratur. g) Extant quae sequuntur viro­ rum monasteria et domus: 1. Monacorum a S. Benedicto de Montecassino in abbatia pagi Pon­ tidae, sacerdotes n. 3 - laici n. 2. 2. Monacorum a Sancto Domi­ nico O.P. qui ecclesiam SS. Bartho­ lomaei et Stephani - olim dicti Ordi­ nis - in paroecia S. Alexandri ad Crucem huius civitatis gerunt et ubi curam spiritualem exercent et insu­ per scholam ut aiunt apostolicam in domo paroeciae S. Mariae de Laureto huius suburbii regunt, sacerdotes n. 6. 3. Fratrum minorum Cappucci­ norum in civitate unum, in pago Albini alterum, nec non hospitium in pago Sueris, sacerdotes n. 21, laici n. 16. 4. Fratrum minorum Unionis Leonianae unum in loco vulgo dic­ to Cividino sull' Oglio, alterum in loco dicto Baccanello di Calusco, sacerdotes n. 7, laici n. 6. 5. Clericorum regulariuma Soma-

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VISITE AD LIMINA

scha unum in eodem pago Soma­ schae, sacerdotes n. 3, laici n. 7. 6. Patrum Societatis Iesu in civi­ tate domus una, sacerdotes n.9. 7. Patruma S. Ioseph vulgopadri Giuseppini - Taurinen. dioec. - in orphanotrophio pro pueris in subur­ bio Bergomen., sacerdotes n. 2. 8. Missionariorum a Beata Maria Virgine, vulgo Monfortani, in pago Redonae, sacerdotes n. 3, laici n. 3. 9. Fratrum vulgo Maristi, in oppido Romano Lombardo, sacer­ dotes n. 3. 10. Patrum a Passione Domini Nostri Iesu Christi in sanctuario loci Basella di Urgnano, sacerdotes n. 4, laici n. 2.

Somasca. Sacerdoti 3, laici 7. 6. Una casa in città dei padri della Compagnia di Gesù. Sacer­ doti 9. 7. I padri di S. Giuseppe, popo­ larmente padri giuseppini, della diocesi di Torino, nell' orfanotro­ fio per i ragazzi nel suburbio della città. Sacerdoti 2. 8. I missionari della Beata Ver­ gine Maria, popolarmente monfor­ tani, nel paese di Redona. Sacer­ doti 3, laici 3. 9. I frati detti popolarmente maristi, nella cittadina di Romano di Lombardia. Sacerdoti 3. lO. I padri della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo nel san­ tuario del luogo di Basella di Ur­ gnano. Sacerdoti 4, laici 2.

Instituti dioecesani vero: I I. Sacerdotum a S. Famiglia nuncupatorum cum fratribus laicis. Domus una in pago loci Martinen­ go et altera in loco Brusaporto, sacerdotes n. 7, laici n. 15. 12. Sacerdotum seu presbitero­ rum a SS. Corde Iesu domus una in civitate, sacerdotes n. 10.

Istituti diocesani: Il. Una casa dei sacerdoti detti della Sacra Famiglia, con i fratelli laici, nel paese di Martinengo, e un'altra a Brusaporto. Sacerdoti 7, laici 15. Questo è un istituto dioce­ sano. 12. Una casa dei preti del S. Cuo­ re di Gesù in città. Sacerdoti lO.

h) I. Plurima insuper extant mulierum monasteria et instituta, quae heic recensentur: Sanctimo­ nialium: a) Sub regula S. Benedicti duo monasteria in civitate, id est S. Gra­ tae, religiosae n. 52, ac S. Bene­ dicti, religiosae n. 45.

h) 1. Esistono molti monasteri e istituti di donne, qui elencati: di monache: a) due monasteri in città sotto la regola di S. Benedetto, cioè di S. Grata, religiose 52, e di S. Bene­ detto, religiose 45.

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b) due sotto la regola di S. Domenico, uno in città, Matris Domini, religiose 32, l'altro nel pae­ se di Azzano, religiose 24. c) sotto la regola di S. France­ sco: uno delle cappuccine nel vil­ laggio di Capriate d'Adda, religio­ se 24; il secondo del Terz'Ordine a Zogno, religiose 50; il terzo, detto delle clarisse, a Boccaleone, vici­ no alla città, religiose 45. d) sotto la regola di S. France­ sco di Sales, ad Alzano Maggiore, religiose 42.

b) Sub regula S. Dominici, duo, unum in civitate in loco Matris Domini, religiosae n. 32, alterum in pago Azzani, religiosae n. 24. c) Sub regula S. Francisci: unum Cappuccinarum in pago Capriate d'Adda, religiosae n. 24; secundum Tertii Ordinis in loco Zogno, religiosae n. 50; tertium Clarisse nuncupatae, in loco Boccaleone, prope civitatem, religiosae n. 45. d) Sub regula S. Francisci Sale­ sii, in oppido Alzano Maggiore, religiosae n. 42.

Di religiose ovvero donne con i voti semplici si trovano molte case, e le opere cui si dedicano sono innumerevoli: l. Le suore di Carità dette della venerabile Capitanio, con Il case in città, in diocesi 18. Complessi­ vamente le religiose sono 619. 2. Le figlie della Carità, popo­ larmente le canossiane, con 3 case in città, 9 in diocesi. Religiose 150. 3. Le figlie del Cuor di Gesù, con 2 case in città e tre in diocesi. Religiose 130. 4. Le suore di S. Orsola di Somasca, con una casa in città, undici in diocesi. Religiose 100. 5. Le suore di S. Orsola di Gan­ dino, con una casa in città, 19 in diocesi. Le religiose sono com­ plessivamente 250.

2. Religiosarum vero mulierum a votis simplicibus domus multae et opera quibus incumbunt pene innumera. 1. Sororum a Charitate, quae vocantur a venerabili Capitanio, domus habentur in civitate n. Il, in dioecesi n. 18, religiosae n. 619 cumulative. 2. Filiarum Charitatis vulgo Canossiane, domus in civitate tres, in dioecesi novem, religiosae n. 150 cumulative. 3. Filiarum a Corde lesu domus duo in civitate et tres in dioecesi, religiosae n. 130. 4. Sororum a S. Ursula Soma­ schae domus una in civitate, unde­ cim in dioecesi, religiosae n. 100. 5. Sororum a S. Ursula, Gandi­ ni, domus una in civitate et novem in dioecesi, religiosae n. 250.

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6. Sororum a S. Ursula ab Unione Romana, domus una in pago loci Solto, religiosae n. 20. 7. Filiarum Charitatis a S. Vìn­ centio a Paulo, domus duo in civi­ tate, tres in dioecesi, religiosae n.

6. Le suore di S. Orsola dell'U­ nione Romana, una casa nel villag­ gio di Solto. Religiose 20. 7. Le figlie della Carità di S. Vincenzo de' Paoli con 2 case in città, 3 in diocesi. Religiose 25. 8. Le ancelle della Carità della diocesi di Brescia, con lO case in diocesi. Religiose 50. 9. Le suore della Sacra Fami­ glia, di Comonte, con Il case in diocesi. Religiose 200. lO. Le suore del Buon Pastore dell' arcidiocesi di Milano, con una casa in città. Religiose lO. Il. Le suore dette delle Pove­ relle, con 2 case in città e 15 nei paesi rurali. Religiose 400. 12. Le suore del SS. Sacramen­ to, con 9 case in città, 19 in dioce­ si. Religiose 350. 13. Le suore della Sapienza, con una casa in città, l'altra in dioce­ si. Religiose 14. 14. Le suore del Bambin Gesù dette di S. Mauro, con una casa in città, cinque in diocesi. Religiose 15. 15. Le suore dette popolarmen­ te dame del S. Cuore, con una casa nel villaggio di Villa D'Adda. Reli­ giose 50. 16. Le suore del Terz' Ordine di S. Domenico, con una casa in città nella parrocchia di S. Agata del Carmine. Religiose 15.

25.

8. Ancillarum Charitatis e dioe­ cesi Brixien. domus decem in dio­ cesi, religiosae n. 50. 9. Sororum a S. Familia e Comonte, domus undecim in dioe­ cesi, religiosae n. 200. lO. Sororum Boni Pastoris e archidiocesi Mediolanen. domus una in civitate, religiosae n. 10. Il. Sorelle delle Poverelle nun­ cupatarum, domus duo in civitate, in dioecesi quindecim, religiosae n. 400. 12. Sororum a Ss. mo Sacra­ mento domus novem in civitate. decem et novem in dioecesi, reli­ giosae n. 350. 13. Sororum a Sapientia domus una in civitate, altera in dioecesi, religiosae n. 14. 14. Sororum ab Infante Iesu a S. Mauro nuncupatarum domus una in civitate, quinque in diocesi, reli­ giosae n. 15. 15. Sororum vulgo dame a S. Corde, domus una in pago Vìlla D' Adda, religiosae n. 50. 16. Sororum Tertii Ordinis S. Dominici, domus una in civitate sub paroecia S. Agathae in Carmelo, religiosae n. 15.

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17. Piarum matrum Nigritiae domus una in suburbio civitatis, religiosae n. 25. 18. Sororum a S. Dorothea de loco Calcinate huius dioecesis, domus duo in dioecesi, religiosae

17. Le pie madri della Nigrizia, con una casa nella periferia della città. Religiose 25. 18. Le suore di S. Dorotea, da Calcinate, di questa diocesi, con due case in città. Religiose 15. 19. Le suore di S. Dorotea di Venezia, con una casa nel paese di Bariano. Religiose lO. 20. Le suore orsoline del Sacro Cuore della diocesi di Mantova, Asola, con sei case in diocesi. Reli­ giose 25. 21. Le figlie di S. Maria popo­ larmente della Provvidenza, con una casa nel villaggio di S. Paolo d'Argon. Religiose 4. 22. Le suore dette piccole suore della S. Famiglia, con 4 case in dio­ cesi. Religiose 12. 23. Le suore dette zelatrici del S. Cuore, con una casa in città. Religiose 4. 24. Le suore dette adoratrici di Rivolta, della diocesi di Lodi, con una casa in città. Religiose 4. 25. Le suore dette francescane missionarie, con una casa nel vil­ laggio di Villa d'Adda. Religiose 4. 26. Le suore dette piccole suore del Sacro Cuore di Gesù, con una casa in città. Religiose 14. 27. Le suore dette ausiliatrici delle Anime del Purgatorio, con una casa in città. Religiose 8. 28. La Società delle Vergini di

n.15. 19. Sororum a S. Dorothea Ve­ netiarum domus una in pago Baria­ no, religiosae n. lO. 20. Sororum Ursolinarum a S. Corde e dioecesi Mantuan. Asola domus sex in dioecesi, religiosae n. 25. 21. Filiarum a S. Maria vulgo della Provvidenza domus una in pago S. Paolo d'Argon, religiosae

n.4. 22. Sororum dictarum piccole suore della S. Famiglia domus qua­ tuor in dioecesi, religiosae n. 12. 23. Sororum dictarum zelatrici del S. Cuore domus una in civita­ te, religiosae n. 4. 24. Sororum dictarum Adoratrici di Rivolta e dioecesi Lauden. domus una in civitate, religiosae n. 4. 25. Sororum dictarum France­ scane missionarie domus una in pago loci Villa d'Adda, religiosae

n.4. 26. Sororum dictarum piccole suore del S. Cuor di Gesù domus una in civitate, religiosae n. 14. 27. Sororum dictarum Ausiliatri­ ci delle Anime del Purgatorio domus una in civitate, religiosae n. 8. 28. Societas Virginum a S. Ange­

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la Merici, quae domum propriam habet in civitate et complectitur sive in civitate sive in dioecesi plus quam 1.200 religiosas mulieres. 29. Item in civitate sive inter mares, sive inter feminas florent societates quae Conferenze di San Vincenzo appellantur.

S.Angela Merici, la quale ha una propria casa in città e comprende sia in città sia in diocesi più di 1.200 donne religiose. 29. Inoltre in città sia tra gli uomini che tra le donne fioriscono le società chiamate Conferenze di S.Vincenzo.

Caput II

De administratione temporalium

bonorum, de inventariis et archivis

II L'Amministrazione dei beni Inventari e Archivi

4. Temporalia bona ecclesiarum 4. I beni temporali delle chiese quae iuxta leges Italicas auctoritas che 1'autorità civile ha rivendicato civilis sibi vindicavit, administran­ per sé con le leggi italiane, sono tur a concilio, uti dicunt, fabricae. amministrati dal cosiddetto Consi­ Alia bona ecclesiastica quorum glio della fabbrica. administratio recentissimis prae­ Gli altri beni ecclesiastici la cui sertim legibus valde coarctata vide­ amministrazione in seguito alle ulti­ tur ut satis sarta tectaque sint ad me leggi risulta molto impedita, al novam institutionem, lege confir­ fine che siano assicurati e salva­ matam, quam dicimus Società Ano­ guardati, sono stati trasferiti, col nima Cooperativa - Consorzio eco­ beneplacito della Santa Sede, a una nomico diocesano - de venia Sane­ nuova istituzione, approvata dalla tae Sedis translata fuere. Qua­ legge, che chiamiamo Società Ano­ propter conditio ho rum bonorum nima Cooperativa-Consorzio Eco­ quae et clerum et ecclesias attin­ nomico Diocesano. Pertanto la con­ gunt satis tuta apparet. dizione di questi beni che riguar­ 5. Apud curiam, edito Codice dano il clero e le chiese appare iuris canonici', institutumfuit Con­ abbastanza sicura. silium administrationis quod con5. In curia dopo la promulga­

2. Codex Iuris Canonici PII X Pontificis Maximi iussu digestus BENEDICTI Papae XV auctoritate promulgatus Praefatione, fontium annotatione et indice anolytico-alphabetico ab Em.mo PETRO Card. GASPARRI auctus, Romae typis Polyglottis Vaticanis 1917. Ne dava l'annuncio L'Eco di Bergamo 7 marzo 1817 "Nuovo Codice di diritto cano­ nico"; E. CAMOZZI, Diario ..., II, p.1842.

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zione del Codice di diritto canoni­ co, è stato istituito il Consiglio di Amministrazione, che consta di sei consiglieri: Canonico Giovanni Battista Flo­ ridi arciprete vicario generale Canonico Paolo Merati dottore in diritto canonico provicario gene­ rale Canonico Carlo Signorelli can­ celliere vescovile Canonico Giuseppe Carminati prevosto di Stezzano Canonico Alessandro Angiolet­ ti coadiutore parrocchiale a S. Andrea in città Giuseppe Locatelli architetto Il vescovo poi negli atti ammi­ nistrativi specie di maggior impor­ tanza ascolta il consiglio stesso

stat sex consiliariis, qui sunt: Canonicus Ioannes Baptista Floridi, archidiaconus vicarius generalis Canonicus Paulus Merati, doc­ tor in iure canonico provicario generali Canonicus Carolus Signorelli, cancellarius episcopalis Canonicus Ioseph Carminati, praepositus loci Stezzano' Sacerdos Alexander Angioletti, coadiutor paroecialis S.Andreae civitatis' Ioseph Locatelli, magister artis architectoneae' Episcopus vero in actibus admi­ nistrativis praesertim maioris momenti consilium ipsum iuxta praescripta in can.1520 audir.

3. Giuseppe Carrninati nacque a S. Gervasio il 28 agosto 1876. Ordinato sacerdote il 24 maggio 1902 fu coadiutore parrocchiale a Tagliuno, 1902, a Villa d'Almé, 1904, segre­ tario d'ufficio dell' Unione diocesana Unione economico-sociale, economo e poi par­ roco di Stezzano, 1917. Morì il 24 novembre 1941; ACVB, clero diocesano, scheda per­ sonale. 4: Alessandro Angioletti nacque a Bottanuco il 3 maggio 1880. Ordinato sacerdote nel 1903 fu coadiutore parrocchiale a Leffe, a Colognola, 1906, a S. Andrea, 1922, segretario per la sorveglianza dei legati pii, 1925. Morì il 29 ottobre 1932; Stato del clero...1904, p. 25; idem... 1906, p. 23; idem... 1922, p. 16; idem... 1925, p. 5. 5. Giuseppe Locatelli nacque a Bergamo nel 1874. Laureatosi all'università di Torino in ingegneria industriale nel 1900, fu sindaco per diversi anni a Foresto Sparso. Fece par­ te della Lega di perseveranza, fu presidente del Banco S.Alessandro, vice presidente del­ la Banca Provinciale Lombarda. Fu consigliere dell'azienda tramviaria. Nel campo ecclesiastico fece parte dell' Azione Cattolica sin dall'Università, membro del Comitato diocesano, fu presidente della Conferenza S.Vincenzo de' Paoli. Rappresentò i catto­ lici di città alta in seno al consiglio provinciale e fu anche deputato provinciale. Progettò l'urna per la custodia delle reliquie di sant' Alessandro, le chiese di Brugaletti, Rame­ ra, Boccaleone, rimasta incompiuta, di recente inglobata in un nuovo edificio parroc­ chiale. Svolse la sua opera presso l'ufficio tecnico provinciale. Morì il 18 marzo 1946; L'Eco di Bergamo 20 marzo 1946. 6. Can.1520 Regole per l'istituzione e il funzionamento del Consiglio di amministrazio­ ne presieduto dall'Ordinario diocesano.

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secondo le norme del canone 1520. 6. Gli amministratori ecclesia­ stici delle chiese o dei luoghi pii o delle confraternite ogni anno pre­ sentano il rendiconto della loro amministrazione all' ordinario, e gli amministratori secolari o fabbricieri in occasione della visita pastorale. 7. In genere la norma del cano­ ne 1523 circa il modo di ammini­ strazione e compilazione dei libri delle entrate e delle uscite è osser­ vata con diligenza, e nella visita pastorale il vescovo stesso indaga accuratamente sulla diligenza mes­ sa in tale materia, e se occorre, richiama alla memoria degli ammi­ nistratori l'importanza e la neces­ sità di tale dovere. Assai raramente avviene che gli amministratori accendano cause giudiziali a nome della Chiesa, e se talvolta ciò accade, mai inizia tale causa senza il consenso pieno del­ l'Ordinario, secondo la norma del canone 1526. Non risulta che la norma del canone 1527 qualche volta sia sta­ ta violata dagli amministratori. Quanto alle norme dei canoni 1544 e seguenti, circa la congrua

6. Administratores ecclesiastici ecclesiarum aut locorum piorum, aut confraternitatum, reddunt quo­ tannis suae administrationis ratio­ nem ordinario. Administratores saeculares seu consiliarii [abricae rationem red­ dunt occasione visitationis pasto­ ralis. 7. Generatim praescriptum can.1523 circa modum administra­ tionis et confectionem libro rum accepti et expensi servatur diligen­ ter et in pastorali visitatione epi­ scopus ipse de diligentia in hac re accurate inquirit et si opus sit, in memoria administratorum huius muneris gravitatem et necessitatem revocai'.

Perraro fit ut administratores lites nomine Ecclesiae inchoent, quod si aliquando forte contingit numquam sine plena ordinarii licentia lis inchoatur iuxta prae­ scriptum can.1526R• Non constat quod praescriptum can.1527 ab administratoribus quandoque violatum sit'. Quoad praescripta cann.1544 et seqq. circa congruam dote m,

7. Can.1523 Compiti, limiti e responsabilità degli amministratori dei beni ecclesiastici. 8. Can.1526 Competenze e limiti degli amministratori nel caso di cause civili o liti per o in nome della Chiesa. 9. Can.1527 Requisiti per la validità degli atti amministrativi e dei contratti stipulati dagli amministratori.

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tabulas, executionem, adnotatio­ nem, reductionem etcet. piarumfun­ dationum sarto tectoque modo ser­ vantur et quotannis parochi per tra­ mitem vicarii foranei curiae epi­ scopali de omnibus rationem red­ dere debent et tum missarum, tum, si acciderit, aliorum onerum pia­ rum fundationum eleemosinae quae superfuerunt ordinario traduntur'", 8. Praescriptum can. 1516 ordi­ narie servatur, non desunt tamen qui difficiliter cogi poterunt ad inte­ gram canonis ipsius observantiam". 9. Quod attinet ad venditionem fideliter ab omnibus praescripta cann. 1530-1533 observantur". Praeseripta vero cann. 1538-1542 ad rem nostram non faciunt cum perraro casus appignorationis eve­ nerit, nec non hipothecae aut enphi­ teusis".

dote, le tabelle, l'esecuzione, la annotazione, la riduzione ecc. del­ le pie fondazioni, esse sono rispet­ tate in modo rigoroso e discreto; di tutte ogni anno i parroci tramite i vicari foranei devono dare il rendi­ conto alla curia vescovile, e tanto le elemosine delle messe non celebrate, quanto se accadesse, le elemosine di altri oneri di pie fondazioni che sia­ no avanzate, vengono inviate all'Or­ dinario. 8. La norma del canone 1516 ordinariamente è osservata. Non mancano tuttavia quelli che con dif­ ficoltà sono stati costretti alla com­ pleta osservanza del canone stesso. 9. Per quanto riguarda la vendi­ ta, le norme prescritte dai canoni 1530-1533 sono osservate fedel­ mente. Le norme dei canoni 1538­ 1542 non riguardano la nostra con­ dizione, accadendo raramente il caso di pignoramento, di ipoteca e di enfiteusi.

lO. Can.1544-1551 Istituzione delle pie fondazioni con beni temporali, loro validità e oneri. 11. Can.1516 Condizioni per una valida accettazione da parte di sacerdoti o religiosi, dei beni destinati a cause pie o per atto tra vivi o per testamento. Il rapporto tra l'Ordina­ rio diocesano e il religioso amministratore di beni fiduciari. 12. Can.1530 Norme per la valida e lecita alienazione di beni ecclesiastici mobili o immo­ bili. Can.1531 Norme per l'aggiudicazione di un bene in vendita e per l'amministrazione del denaro ricavato. Can.1532 Diritti e competenze della Santa Sede, dell'Ordinario e del Consiglio d'am­ ministrazione per la vendita di beni che superano un determinato prezzo. Can.1533 Procedure da seguire per stipulare contratti che potrebbero danneggiare la Chiesa. 13. Can.1538 Condizioni richieste per ipotecare o pignorare beni della Chiesa, accendere prestiti pecuniari e relativa estinzione.

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Per quanto riguarda la locazione, non raramente è avvenuto che il vescovo abbia ammonito sull'a­ dempimento di questa legge alcu­ ni amministratori dei beni eccle­ siastici. lO. Le decime e le primizie di cui nel canone 1502, secondo le istruzionidella Santa Sede sono sta­ te rivendicate quasi in tutti i luoghi dove erano in vigore. Il. La norma del canone 1182 è osservata regolarmente ovunque. 12. Circa l'elemosina delle mes­ se sono osservate le norme del canone 831 per la tassa sinodale. Similmente quanto ordina il canone 835 sulla proibizione ai sacerdoti di raccogliere messe che

Quod vero locationem attinet non raro accidit ut episcopus non­ nullos bonorum ecclesiasticorum administratores de hac lege adim­ plenda monitos haberet. lO. Decimae ac primitiae de quibus in can.1502 iuxta instruc­ tiones Sanctae Sedis fere omnibus locis ubi vigebant vindicatae fue­ runt". Il. Praescriptum can. 1182 rite ubique servatur". 12. Circa missarum stipem ser­ vantur quae can. 831 praescribit de taxa sinodali". Similiter quae urget can. 835 de non colligendis a sacerdotibus mis­ sis quibus intra annum ipsi satisfa-

Can.1539 Illiceità della valutazione del prezzo di cose sacre in ragione della loro con­

sacrazione o benedizione per vendita o pennuta. Responsabilità degli amministratori nel

commutare titoli, esclusa ogni specie di traffico o commercio.

Can. 1540 Divieto di vendere o affittare i beni immobili della Chiesa ai consanguinei o

affini di primo e secondo grado senza una speciale licenza dell'Ordinario del luogo.

Can. 1541 Nonne per la validità dei contratti di affitto di un fondo ecclesiastico, per l'af­

fitto dei beni ecclesiastici; competenze della S. Sede e dell'Ordinario per il valore e il

tempo di durata della locazione.

Can. 1542 Norme per il riscatto valido dell' enfiteusi sui beni ecclesiastici, il paga­

mento del canone e altre clausole nel patto da concludere.

14. Can. 1502 Contribuzione delle decime e delle primizie secondo le specifiche tradizio­ ni e lodevoli consuetudini proprie di ogni regione. 15. Can. 1182 Competenze proprie del Vescovo e del Capitolo nell'amministrazione dei beni per riparare e decorare la chiesa cattedrale e per l'esercizio del culto, salvo altra consuetudine contraria del Capitolo per la chiesa collegiata e del rettore per un'altra chiesa. Nonne per la retta amministrazione delle offerte fatte per la parrocchia o per la missione. o per la chiesa posta entro i confini della parrocchia, salvo una speciale amministrazione

distinta dalle precedenti, o un diritto speciale o una legittima consuetudine.

L'obbligo di informare l'Ordinario.

16. Can.831 Competenza dell'Ordinario nel definire col Sinodo l'offerta per la celebra­ zione della messa col divieto al sacerdote di aumentarne l'entità. La validità delle con­ suetudini locali da rispettare.

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cere nequeant", et quae can. 841 de transmissione ad ordinarium exuberantium" et qua e statuunt cann. 843-844 de libro tam perso­ nali quam ecclesiarum pro missis adnotandis". Si forte quis in his ser­ vandis defecerit ordinarius oppor­ tunis remediis ad abusum tollen­ dum utitur speciatim occasione sacrae pastoralis visitationis. 13. lnventaria mobilium et sacrae supellectilis uniuscuiusque Ecclesiae habentur apud archiva paroecialia et in curia episcopali, cui tradita sunt occasione visita­ tionis pastoralis. lnventaria vero immobilium non adsunt, imo perdifficile videtur plu­ rimis de causis posse confici hisce praesertim temporibus. Morte rectoris ecclesiae aut superioris pii operis mobilium aut

entro l'anno non possono celebrare, e il canone 841 per la trasmissione all'Ordinario di quelle che avanza­ no, e i canoni 843-844 sul libro sia personale sia delle chiese per nota­ re le messe. Se qualcuno dovesse mancare in questo, l'Ordinario per togliere l'abuso ricorre a rimedi opportuni, specie in occasione del­ la visita pastorale. 13. Gli inventari dei mobili e della sacra suppellettile di ogni chiesa sono conservati nell' archi­ vio parrocchiale e nella curia vesco­ vile, alla quale sono consegnati in occasione della visita pastorale. Gli inventari dei beni immobili non esistono, sembra anzi assai dif­ ficile che si possano comporre per diverse ragioni, specie in questi tempi. Alla morte del rettore della chie­

17. Can.835 Illiceità di accumulare un numero di messe superiore a quante se ne posso­ no celebrare entro un anno. 18. Can.841 Responsabilità degli amministratori, ecclesiastici o laici, delle cause pie o dell'adempimento degli oneri delle messe, a consegnare alla fine di ogni anno quelli non ancora soddisfatti all'Ordinario secondo modalità da definire, secondo tempi propri per le messe ad instar manualium e per le manuali. 19. Can. 843 Sull'obbligo dei rettori delle chiese e di altri luoghi pii secolari o religiosi in cui si sogliono ricevere le elemosine di messe, per tenere un registro ove annotare il numero, l'intenzione, l'elemosina e la celebrazione. Responsabilità degli Ordinari di veri­ ficare ogni anno, personalmente o per altri, tali registri. Can. 844 Norme per gli Ordinari e i superiori religiosi sull'assegnazione ai propri sudditi o ad altri delle messe da celebrare, loro registrazione e celebrazione. Obbligo ai sacerdoti, sia secolari sia religiosi, di registrare le intenzioni delle messe rice­ vute e quelle celebrate.

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AD LIMINA

sa o del superiore, per evitare che siano dispersi o sottratti la suppel­ lettile e i beni mobili, i fabbricieri se ne prendono cura per le chiese, i subeconomi per i benefici, come dicono, dei benefici vacanti e i vica­ ri foranei secondo le norme sino­ dali; per le opere pie invece i par­ roci o i consiglieri delle stesse. 14. Il vescovo ha l'archivio organizzato e custodito in base ai canoni 375-378, coi documenti ed i libri prescritti dal codice di diritto canonico. I documenti iniziano dal sec. XII. Esistono alcune pergamene soprattutto dei libri di censi. Non vi sono incunaboli, e l'ordinario provvederà perché in ogni modo possibile siano composti i catalo­ ghi. Esiste un altro archivio segreto, in cui sono custodite lettere segre­ te, in osservanza delle norme dei cann.379-380. 15. Nelle chiese, in cattedrale, nelle parrochie, vi sono archivi con documenti propri. Inventari e cata­ loghi di solito mancano, e perciò non vi sono esemplari nell'archi­ vio della curia. È nei desideri dell'Ordinario provvedere a tutte le norme dei

supellectilium curam ne disper­ dantur aut subtrahantur suscipiunt pro ecclesiis consiliarii fabricae, pro beneficiis suboeconomi, ut ita dicunt, beneficiorum vacantium et vicarii foranei iuxta praescripta sinodi. Pro piis operibus vero parochi vel consiliarii earumdem piarum operum. 14. Episcopus habet archivum erectum et custoditum ad tramitem cann. 375-378, et cum documentis et libris a codice iuris canonici praescriptis". Documenta incipiunt a saeculo Xll. Adsunt pergamenae nonnullae praesertim librorum censuum; non habentur incunabula et ordinarius curabit ut pro posse catalogi confi­ ciantur. Aliud habetur archivum secre­ tum in quo custodiuntur scripturae secretae servatis regolis cann. 379­ 38(j2!. 15. In ecclesiis, cathedrali, paroecialibus etcet. sunt archiva cum documentis propriis; inventa­ ria et catalogi generatim desunt et ideo exemplaria non extant in archi­ vo curiae. Est in votis ordinarii omnia praescripta canonum circa hanc materiam procurare, sed est opus

20. Can.375-378 Norme sull'archivio diocesano. Responsabilità del Vescovo; competen­ ze del Vicario generale e del cancelliere. 21. Can. 379-380 Scopo e funzionamento dell'archivio segreto.

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quod requirit tempus, expensas praesertim ac personas de materia peritas qua e facile non inveniun­ tur.

canoni circa questa materia, ma ciò richiede tempo, spese soprattutto e persone esperte in tale materia, che non si trovano facilmente.

Caput III De Fide et Cultu divino

III La Fede e il Culto divino

16. Graves errores contrafidem, Deo favente, inter dioecesis fideles non serpunt, nec superstitiosae praxes vigent: modernismi, theo­ sophismi" et spiritismi" lues ad hanc dioecesim non pervenit. Adest consilium a vigilantia quod fideliter ac fructuose munera sua explet.

16. Grazie a Dio, gravi errori contro la fede, tra i fedeli della dio­ cesi non si sono insinuati, né si pra­ ticano opere superstiziose. Il mor­ bo del modernismo, teosofismo e spiritismo in questa diocesi non è giunto. Esiste il consiglio della vigilan­ za che svolge i suoi doveri bene e con frutto.

22. Il 31 ottobre 1909, nella lettera che aveva portato alla risposta di Mons. Radini il 2 novembre successivo, Pio X aveva accennato alla diffusione a Bergamo di un cate­ chismo teosofico cui avrebbe contribuito "qualche pretino forse degli ultimi venuti da Roma", cf. relazione 1911 note n. 27, 47. Mentre la teologia è una conoscenza razio­ nale di Dio sulle basi della sua rivelazione all'uomo, nella teosofia il sentimento e l'intuito portano alla conoscenza dell'Uno da cui procede l'universo. Il teosofismo vede nelle anime le particelle dell' anima universale, la vita del mondo manifestazio­ ne di quella di Dio, la cui natura è dentro l'uomo chiamato a rendere libero il divino che ha in sé. Al teosofismo ha dato un decisivo orientamento Elena Blavatski (1831-1891) e H.S. Olcott con la Società teosofica istituita per formare la fratellanza universale, investigare sullo studio comparato delle religioni, sulle leggi della natura e i poteri nascosti dell'uomo. La Blavatski pone alla base della sua esperienza teosofica e del sistema derivato, l'ammaestramento ricevuto dai maestri o mahatma in India, risalen­ te a un' epoca anteriore all' umanità attuale, le cui dottrine si son diffuse costituendo la base di tutte le religioni, senza identificarsi con alcuna di esse; G. BATTELLI, Un Pastore.... p. 412; M.M. ROSSI, Teosofia, in Enciclopedia Filosofica, IV, p. 1161­ 1163. 23. Lo spiritismo riceve le sue conoscenze dalla consultazione dei morti, con la prestazione dei medium in trance o coi loro scritti vergati che danno risposte con manifestazioni varie: tavoli semoventi, apparizioni ecc. I messaggi d'oltre tomba servono agli spiri­ tisti per costruire un credo religioso. Dal punto di vista morale l'interpretazione spiritica delle manifestazioni metapsichiche e la loro pratica, per porsi in comunicazione con spi­ riti disincarnati, è una grave colpa di idolatria e superstizione; C. CASELLA, Meta­ psichica., in Enciclopedia Filosofica, III, p. 553-558.

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Esso consta di nove consiglieri che sono: Canonico Giovanni Battista Flo­ ridi arciprete vicario generale. Canonico Paolo Merati provi­ cario generale. Canonico Angelo Giorgi arci­ prete della cattedrale. Canonico David Re rettore del seminario vescovile. Canonico Pietro Pacati peniten­ ziere della chiesa cattedrale. Canonico Giuseppe Pezzoli pre­ vosto di S. Alessandro in Colonna. Canonico Santo Balduzzi pre­ vosto di Alzano.

Constat nunc novem consilia­ riis, qui sunt: Can. Ioannes Baptista Floridi, archidiaconus vicarius generalis Can. Paulus Merati, provicarius generalis Can. Angelus Giorgi, archipre­ sbiter ecclesiae cathedralis" Can. David Re, rector semina­ rii episcopalis Can. Petrus Pacati, poeniten­ tiarius ecclesiae cathedralis" Can. Ioseph Pezzo ti, praeposi­ tus S.Alexandri in Columna" Sac. Sanctus Balduzzi, praepo­ situs loci Alzano"

24. Angelo Giorgi nacque a Tavernola il 23 ottobre 1840. Ordinato sacerdote il lO giu­ gno 1865, fu viceparroco a Nembro, 1869, parroco di Grumello del Monte, 1874, pre­ vosto arciprete e vicario foraneo di Nembro, 1885, arciprete della cattedrale, 1900, ed esaminatore prosinodale, con l'onorificenza pontificia di Cameriere segreto di Sua Santità. Morì il 3 aprile 1922; ACVB, Sacre ordinazioni 1854-1880; ibid., Sacerdoti defunti dal 1901; Stato del clero... 1923, p. 97; G. BATTELLI, Un Pastore..., p. 322,422; G. BERGAMELLI, Storia ..., p. 214-215. 25. Pietro Pacati nacque a Clusone il 22 aprile 1873. Conseguì la laurea in sacra teologia e ordinato sacerdote il 20 ottobre 1895, fu coadiutore parrocchiale a Nembro, 1895, pro­ fessore di teologia morale in seminario, 1899, canonico penitenziere della cattedrale, 1912, arciprete del Capitolo, 1937. Nel 1939 ebbe l'onorificenza di Prelato domestico di S. Santità. Morì il17 novembre 1942; ACVB, clero diocesano, scheda personale; E. CAMOZZI, Diario ... , II, p.425. 26. Giuseppe Pezzati nacque a Leffe iii o maggio 1865. Allievo del collegio Cerasoli e ordi­ nato sacerdote a Roma il 26 maggio 1888, dove conseguì la larea in teologia, fu inse­ gnante nel collegio di Celana, 1889, professore di filosofia nel seminario vescovile, 1890, di teologia, 1893, rettore, 1899, professore di teologia e teologo della cattedra­ le, 1901, prevosto di S. Alessandro in Colonna, 1911. Fu insignito dell'onorificenza di Prelato domestico di Sua Santità. Morì il 19 luglio 1938; ACVB, clero diocesano, scheda personale; L'Eco di Bergamo, 19 luglio 1938; G. BATTELLI, Un Pastore..., p. 374,377,402,421,423; E. CAMOZZI, Diario ... , l, p. 456. 27. Santo Balduzzi nacque a Clusone il13 agosto 1871. Da chierico fu professore di let­ tere al collegio di Valnegra, 1872. Ordinato sacerdote il 17 febbraio 1894, fu destina­ to economo spirituale a Moio de' Calvi e il5 settembre di quell'anno ebbe l'ufficio di parroco. Il 9 dicembre 1898 venne nominato prevosto e vicario foraneo di Alzano Maggiore. Fu insignito dell'onorificenza di Cameriere segreto di S. Santità da Bene­ detto XV, 1918, di Cavaliere della Corona d'Italia da Vittorio Emanuele III, 1919, e de1­

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Sac. Gherardus Canova, prae­ positus loci Trescorre" Sac. Franeiscus Mainoli, prae­ positus loci verdello"

Sacerdote Gherardo Canova pre­ vosto di Trescorre. Sac.Francesco Mainoli prevosto di Verdello.

Professio fidei cum iuramento antimodernistico exigitur et fideli­ ter praestatur ab omnibus ad quos spectat iuxta can. 140630 et decreti S. Officii 22 maii 1918. 17. Divinus cultus libere in dioe­ cesi exercetur, nullumque obstacu­ lum ad ipsum profitendum inveni­

Si richiede la professione della fede col giuramento antimodemi­ stico e viene fedelmente prestato da tutti coloro che ne hanno l' obbligo, secondo il canone 1406 e il decreto del Sant' Offizio del 22 maggio 1918. 17. Il culto divino è praticato liberamente in diocesi, né si trova alcun ostacolo per professarlo. 18. I cimiteri sottostanno alla

turo

18. Coemeteria subsunt civili

la divisa di Cappa magna violacea, 1923. Fu presidente del Segretariato diocesano per gli emigranti. Rassegnò le dimissioni dalla parrocchia il 4 febbraio 1925 per il con­ flitto tra autorità civili e religiose a causa di motivi socio-politici. Dopo un periodo di soggiorno a Milano, svolse l'ufficio di cappellano dell'istituto don Guanella di Albiz­ zate, dove morì il 9 agosto 1945; ACVB,fascicoli parrocchiali: Moio de' Calvi; Alza­ no Maggiore; ibid., Liber ordinationum ab anno 1893 ad ano 1904 (ms)ff.mm.; La Vita diocesana, T. IV (1912), p. 17; C. PATELLI, Alzano Maggiore ..., p. 70, 143; A. MANDELLI, Alzano ..., p. 268-269; P. A. G10S, Nicolò Rezzara..., p. 786; E. CAMOZ­ ZI, Diario..., I, p.786; II, p.1168, 1294-1297; E. CAMOZZ1- P. TEDESCHI, La Chie­ sa... ,o.C. 28. Canova Gherardo nacque a Castione il 22 gennaio 1862. Fu ordinato sacerdote il 19 giu­ gno 1886 e destinato coadiutore parrocchiale a Vilminore, nel 1890 a Villongo S. Fila­ stro. Lasciata la cura d'anime si stabilì come prete libero a Clusone, poi venne nomi­ nato coadiutore parrocchiale a Peia, 1900, economo spirituale ilIO gennaio 1901, par­ roco il 5 luglio, parroco di Trescore il 21 marzo 1911, prevosto di S. Alessandro del­ la Croce 1'8 maggio 1821, con l'onorificenza di Prelato domestico di S. Santità. Rinun­ ciò all' incarico il 22 luglio 1937 e fu nominato esaminatore prosinoda1e. Morì il 24 novembre 1946; ACVB,fascicoli parrocchiali: Peia; Trescore; ibid., Libro sacerdoti defunti dall90I. 29. Francesco Maino1i nacque l' 8 giugno 1870 a Brinzio (Como). Ordinato sacerdote il 17 dicembre 1892, fu coadiutore parrocchiale a Cespedosio di Camerata, vicario parroc­ chiale a Stabello, 1893, parroco a Rosciano, 1896, prevosto e vicario foraneo di Chi­ gnolo d'Isola, 1900, e dal 1916 di Verdello. Morì il23 novembre 1941; ACVB, clero diocesano, scheda personale. 30. Can. 1406 Persone tenute alla professione di fede.

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legge civile e alle disposizini delle autorità del luogo, che non con­ traddicono ai diritti della Chiesa. Si possono osservare quindi per i cimi­ teri e si osservano le leggi canoni­ che. 19. Le leggi canoniche liturgi­ che, sia nel culto divino, sia nella venerazione dei santi, delle imma­ gini sacre e delle reliquie, nell'am­ ministrazione dei sacramenti e nel­ le altre funzioni liturgiche, sono fedelmente osservate sia per i riti sia per la lingua e il canto. Circa queste leggi liturgiche non sono invalse singolari consuetudini. Nelle chiese non sono tollerati né dipinti né statue e altre cose incompatibili con la santità delluo­ go o meno consone alle leggi litur­ giche. Né occorre allontanare dalla casa di Dio riunioni profane e mer­ cati, anche per opere buone, in quanto abusi di questo genere sono totalmente ignorati. 20. Il numero delle chiese nei singoli paesi e parrocchie è suffi­ ciente, e qualche volta è superiore a quanto è richiesto dalle necessità dei fedeli. 21. Le chiese per la assidua e lodevole cura dei parroci e dei ret­ tori sono pulite, ornate decorosa­ mente e sufficientemente dotate di quanto serve per la fabbrica e la suppellettile. Non si trovano chiese squallide, fatiscenti o bisognose, il clero e il

legi et dispositionibus auctoritatis loci quae ultimae iuribus ecclesiae non contradicunt. Unde de iis ser­ vari possunt et reapse servantur canonicae leges. 19. Leges canonicae liturgicae tum in cultu divino, tum in sancto­ rum, sacrarum imaginum et reli­ quiarum veneratione, in sacra­ mento rum administratione nec non in sacris functionibus sive quoad ritus sive quoad linguam et cantum fideliter servantur. Circa vero has liturgicas leges consuetudines sin­ gulares non irrepserunt. 1n ecclesiis neque picturae neque statuae aliaque a sanctitate loci aliena, vei minus consona litur­ gicis legibus non tolerantur. Nec opus est a domo Dei arcere profa­ nos conventus et mundinas etiam ad pias causas quum huius generis abusus penitus ignorentur. 20. Numerus ecclesiarum in sin­ gulis oppidis vel paroeciis sufficit et quandoque amplior est quam fidelium necessitas postulet. 21. Ecclesiae assidua ac lauda­ bili cura parochorum et rectorum mundae ac decenter ornatae sunt et satis instructae iis quae ad fabri­ cam ac supellectilem pertinent. Squalidae ac fatiscentes vel egen­ tes ecclesiae non habentur, nam cle­ rus ac populus laudabili diligentia

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ecclesiarum necessitatibus suppe­ ditant. Ecclesiae structurae arte, pie­ turis aut pretiosa supellectili perin­ signes sunt praesertim: in urbe basilica S. Mariae Maioris et eccle­ sia cathedralis, in dioecesi basili­ ca minor loci, Gandino, et ecclesia paroecialis loci Alzano Maggiore et nonnullae aliae praesertim ratio­ ne supellectilis. De his maxima adhibetur cura. 22. Ingressus in ecclesias dum sacra aguntur absolute semperque fuit et est gratuitus. 23. Rite custodiuntur ecclesiae ne furtis et profanationibus fiant obnoxiae. Ecclesiae in quibus as­ servatur SS. ma Eucharistia prae­ sertim paroeciales patent fldelibus mane et vespere et generatim per aliquot diei horas. Sanctissimum Sacramentum in uno tantum loco et altari custodi­ tur, quod altare generatim decore et omamentis prae aliis distinguitur: Tabemaculum ad normam can. 1269 extructum, clausum ac decen­ ter ornatum habent tum ecclesiae paroeciales tum aliae in quibus SS. Sacramentum asservatur". Clavis tabernaculi diligentissime custoditur.

popolo supplisce infatti con lode­ vole diligenza alle necessità delle chiese. Chiese insigni per architettura, dipinti o suppellettile preziosa, sono in modo speciale: in città la basili­ ca di S. Maria Maggiore e la catte­ drale, in diocesi la basilica minore di Gandino e la parrocchiale di Alzano Maggiore e alcune altre, specie per la suppellettile. Di queste si ha la massima cura. 22. L'ingresso nella chiesa du­ rante le funzioni sacre è ed è sem­ pre stato assolutamente gratuito. 23. Le chiese sono ben custodi­ te per non essere esposte a furti e profanazioni. Le chiese nelle quali viene conservata la santissima Eucaristia, specie le parrocchiali, sono aperte ai fedeli mattino e pomeriggio e generalmente per alcune ore del giorno. Il Santissimo Sacramento è con­ servato solo in un luogo e in un altare, il quale è distinto general­ mente per il decoro e gli ornamen­ ti rispetto agli altri. Hanno il tabernacolo formato a norma del can.1269, chiuso e orna­ to decorosamente, sia le chiese par­ rocchiali sia le altre in cui è con­ servato il Santissimo Sacramento. La chiave del tabernacolo è custodita assai diligentemente.

31. Can. 1269 Norme per la custodia sicura e decorosa della S.ma Eucaristia in chiesa.

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Lampas coram Sanctissimo us­ La lampada davanti al Santissi­ mo sinora era alimentata ovunque que nunc oleo olivarum ubique nutriebatur: Cum vero ad praesens con olio d'olive. Ora per la diffi­ coltà nell'avere olio d'olive, l' ordi­ alicubi oleum olivarum haberi dif­ ficiliter queat, ordinarius permittit nario permette la sostituzione con ut aliis oleis commutetur vel cera altri oli, o cera e talvolta concede et quandoque indulget ut lux, ut che sia usata la luce, come dicono, aiunt, electrica adhibeatur. elettrica.

IV

Le cose riguardanti l'Ordinario

Caput IV

De iis quae ad Ordinarium

pertinent

24. Alla mensa dell'ordinario 24. Mensae ordinarii Bergomen. di Bergamo è stata assegnata una adsignata est schedula vulgo Cer­ cartella popolarmente Certificato sul Debito Pubblico, il cui reddito tificato sul Debito Pubblico, cuius annuo è di L.It.16/m circa, che vie­ reditus quotannis Italicas Libras ne tassato per più di L.It,5/m. 161m circiter attingit, qui reditus taxantur plus quam Italicas Libras Esistono inoltre alcuni redditi 51m. fiduciari, da erogare a favore della Sunt quoque nonnulli reditus mensa e dei poveri, di modo che si fiduciario more constituti, qui ero­ ha la mensa vescovile sufficiente­ mente provvista. gandi sunt favore mensae et pau­ perum ita ut mensa episcopalis satis Gli incerti della curia giungono provisa habeatur. ogni anno alla cifra di L.It,4/m cir­ Incerta curiae venient quotan­ ca. Il vescovo risiede nella casa nis ad Italicas Libras 41m circiter. Domum episcopalem inhabitat vescovile, disposta in modo che è et ita instructam ut ordinarii digni­ conveniente alla sua dignità di ordi­ nario, senza che dia sentore di lus­ tati conveniat quin luxum redoleat. Mensa episcopalis habet etiam so. rus suburbanum quod civilis auc­ La mensa vescovile possiede anche una villa suburbana che l'au­ toritas, cum sit exigui momenti, torità civile concede, essendo di esi­ concedit. Ordinarius habitat cum fratre guo valore. sacerdote pariter mediolanensi, e L'Ordinario abita con il fratello sacerdote, pure milanese, della con­

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congregatione Oblatorum, et nunc etiam canonico honorario ecclesiae cathedralis Bergomen. Secretarii munus adimplet sa­ cerdos Petrus Carrara, sacrae theo­ logiae doctor, huius dioeceseos". Secum habet insuper duas per­ sonas famulatui addictas qua rum vita moralis et religiosa est. Non exigit cathedraticum, nec alias exationes de quibus in cann. 1505-1506 usque adhuc imponit". Non gravatur, nec qua ordinarius nec qua persona privata aere alie­ no. 25. Adest inventarium accurate confectum mobilium et bonorum mensae iuxta praescripta canonum. 26. In ultima sedis vacatione praeter vicarium capitularem non fuit constitutum (sic) oeconomus pro mensae bonis et praescripta cann. 432-433 rite observata fue­ re".

gregazione degli Oblati, e ora anche canonico onorario della cattedrale di Bergamo. Adempie l'ufficio di segretario il sacerdote Pietro Carrara, dottore in sacra teologia, di questa diocesi. Ha con sé altre due persone per servizio, di vita morale e religiosa. Non esige il cattedratico né impone altre esazioni di cui tratta­ no i canoni 1505-1506. Non è gravato di debiti né in quanto ordinario né in quanto per­ sona privata. 25. C'è l'inventario accurata­ mente compilato dei mobili e dei beni della mensa, secondo le nor­ me dei canoni. 26. Nell'ultima vacanza della sede, oltre il vicario capitolare non è stato istituito l'economo per i beni della mensa, e furono osservate convenientemente le norme dei canoni 432-433.

32. Pietro Carrara nacque il 14 maggio 1894 a Serina. Studiò nel seminario diocesano e, allievo del collegio Cerasoli, conseguì la laurea in teologia. Ordinato sacerdote il 7 aprile 1917, fu segretario del vescovo, 1917-1933, vicecancelliere, 1926-1933, delegato vescovile per la diocesi, 1933-1935, vicario generale, 1935-1969, vicario capitolare nel 1953 e nel 1963. Ebbe le onorificenze di canonico della cattedrale, 1935, arcipre­ te, 1949, protonotario apostolico ad instar, 1954, Prelato domestico di S. Santità. Rinunciò all'ufficio nel 1969 e morì il 3 novembre 1982; ACVB, Clero diocesano, schede personali; R.BELOTTl, Magnifica ..., p.74. 33. Can.1505 Facoltà dell'Ordinario di imporre, in caso di necessità, a favore del semi­ nario, un tributo straordinario e modesto a beneficiati secolari o religiosi. Can. 1506 Norme circa la facoltà dell'Ordinario di imporre un tributo a vantaggio del­ la diocesi o del patrono a chiese o benefici o istituzioni ecclesiastiche a lui soggetti all'atto di fondazione o consacrazione, eccettuate le elemosine di messe manuali o di fondazione. 34. Can. 432 Elezione in tempo utile del Vicario capitolare da parte del Capitolo sede vacante, e dell'economo in determinati casi.! poteri del metropolita in caso di manca­ ta elezione. Can. 433 Norme per la retta elezione del vicario capitolare e dell'economo.

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27. Adimplet residentiae legi iuxta praescripta canonum; ponti­ ficalia peragit ordinarie diebus inter annum solemnioribus in cathe­ drali tempo et pluries inibi et in aliis ecclesiis dioecesis sacris fune­ tionibus interest; nullam occasio­ nem praetermittit quin sacris con­ cionibus clerum et populum instruat et pastorales quoque litteras plu­ ries in anno in lucem edit; eccle­ siasticas leges edicit per epheme­ ridem officialem La Vita Diocesana, quae singulis mensibus prodit et cavet ut ab omnibus fideliter ser­ venturo adhibitis mediis a sacris canonibus sibi concessis. 28. Sacramentum Confirmatio­ nis ter solemniter in civitate ordi­ narie administrat. In pastorali vero visitatione et quoties opus est sive in paroeciis, sive in sacello episcopa­ lis palatii ac etiam privatis in domi­ bus infirmis confert: servatis sem­ per canonicis regulis de aetate con­ firmando rum ac de patrinis. 29. In quinquennio promovit ad sacrum Subdiaconatus ordinem n. 56 clericos acholitos; ad diacona­ tum n. 57 clericos subdiaconos; ad presbiteratum vero n. 58 clericos diaconos; paucos siquidem belli causa. Legem semper servavit de non promovendis qui necessarii non sint vel utiles.

27. Il vescovo adempie il pre­ cetto della residenza secondo le norme canoniche; celebra i ponti­ ficali ordinariamente nei giorni più solenni dell' anno in cattedrale, e molte volte ivi e nelle altre chiese della diocesi interviene alle fun­ zioni sacre; non tralascia alcuna occasione per istruire con i sacri sermoni il clero e il popolo e inoltre pubblica piii volte nel corso del­ 1'anno le lettere pastorali; promul­ ga le leggi ecclesiastiche con la rivi­ sta ufficiale La Vita Diocesana, mensile, e prende precauzioni coi mezzi concessi dai sacri canoni, perché esse siano da tutti fedel­ mente osservate. 28. Amministra di solito solen­ nemente tre volte in città il sacra­ mento della Confermazione, inoltre nella visita pastorale e quando ne­ cessario, sia nelle parrocchie sia nel­ l'oratorio vescovile e anche nelle case private agli infermi, osservando sempre le norme canoniche per l'età dei confermandi e i padrini. 29. Nel quinquennio ha pro­ mosso all'Ordine del sacro Sud­ diaconato 56 chierici accoliti, al Diaconato 57 chierici suddiaconi, al Presbiterato 58 chierici diaconi, pochi in verità a causa della guerra. Ha sempre osservato la legge di non promuovere chi non è neces­ sario o non idoneo.

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Quoad legem de non ordinan­ dis qui saltem integrum theologiae curriculum in seminario non pere­ gerint nonnulli excepti sunt de iis qui militari servitio per plurimos annos fuerunt addicti sed tamen studiis sacrae theologiae pro posse semper vacaverunt. Numerus ordinatorum necessi­ tate stricte sumptae dioecesis par fuit. Nullum sacerdotem incardinavit. 30. In concedendis facultatibus vellicentiis sacramentales confes­ siones audiendi semper servatae sunt regulae tradita e a can. 877. Similiter quae a can. 893 et seqq. circa casus reservatos", 31. Circa sacram praedicatio­ nem servantur normae traditae a constitutione sancti patris Benedicti XV et normae datae a sacra con­ gregatione Concistoriali sub die XXVIII iunii anni 1917, nec licentia concionandi cuiquam concedit ordi­ narius nisi constet de bonis mori­ bus et de sufficienti doctrina per examen; circa vero modum et argu­ menta concionandi ordinarius fre­ quenter insistit in dispositis a can. 134736• Brevis homilia in missis priva­ tis festivis praesertim in maioribus

Circa la legge di non ordinare coloro che almeno non abbiano por­ tato a termine l'intero corso teolo­ gico in seminario, sono stati eccet­ tuati alcuni che sono stati militari per parecchi anni, ma che per quan­ to possibile hanno sempre seguito i corsi teologici. Il numero degli ordinati è sem­ pre stato strettamente corrispon­ dente alla necessità della diocesi. Non ha incardinato alcun sacer­ dote. 30. Nel concedere le facoltà o le licenze per ascoltare le confes­ sioni sacramentali, sono sempre sta­ te osservate le norme prescritte dal can.877. Lo stesso si deve dire per il can. 893 circa i casi riservati. 31. Circa la predicazione sacra sono osservate le norme date dalla costituzione del santo padre Bene­ detto XV e dalla congregazione Concistoriale del 28 giugno 1917. Né la facoltà di predicare è con­ cessa ad alcuno dall'Ordinario, se da un esame non risulta che è di buona condotta e di scienza suffi­ ciente. Circa poi il modo e i temi delle prediche, l'ordinario insiste frequentemente sulle norme del canone 1347. Di solito si tiene una breve ome­ lia nelle messe private festive, spe­

35. Can. 893 Facoltà dell'Ordinario di riservare alcuni casi. 36. Can. 1347 Nonne per la predicazione sacra.

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paroeciis ordinarie habetur et curat episcopus ut votum a can. 1345 sensim quam latius ad effectum ducatur". 32. Fideles a nuptiis cum acatholicis, infidelibus et impiis generatim abstinent. Quod si ali­ quando contingit ut quis tales nup­ tias ambiat, ordinarius pro viribus studet ab ipsis eum avertere. Et si impossibile sit a proposito deterre­ re curat diligentissime ordinarius ut praescripta cann. 1060-1064­ 1065-1071 serventur", 33. Visitationem pastoralem ad exitum anni currentis 1920 in n. 200 paroecis habuit quas omnes ipse per se visitavit, et visitatio totius dioeceseos absoluta esset nisi immane bellum ab ea prosequenda ordinarium arcuisset".

cie nelle maggiori parrocchie, e il vescovo si prende cura che il voto espresso dal canone 1345 abbia un'applicazione pìu larga possibile. 32. I fedeli generalmente si astengono dalle nozze con gli acat­ tolici, con gli infedeli e con gli empi. Se talvolta accade che qual­ cuno voglia contrarre simili matri­ moni, il vescovo s'impegna con le sue forze a distoglierlo da essi. E se gli è impossibile allontanarlo dal proposito, l'ordinario cura assai dili­ gentemente che siano osservate le norme dei canoni 1060-1064-1065­ 1071. 33. Il vescovo ha effettuato per­ sonalmente sino alla fine del 1920 la visita pastorale a 200 parrocchie. La visita a tutta la diocesi sareb­ be stata ultimata, se l'immane con­ flitto non avesse impedito all'Or­

37. Can.1345 Obbligo della spiegazione del Vangelo o di una parte della dottrina cristia­ na ai fedeli nelle messe festive di precetto. 38. Can.1058-1066 Impedimenti al sacramento del matrimonio. Can. 1067-1070 Impedimenti dirimenti il sacramento del matrimonio. Can. 1071 Norme sui matrimoni misti e sull'impedimento di disparità di culto. 39. Oltre quanto riferito per la relazione 1916 nota n. 4, Mons. Marelli nel marzo 1918 visitò la parrocchia interna dell'ospedale psichiatrico di Daste, tra luglio e settembre le parrocchie della valTaleggioe della vicaria di Predore. Nel 1919 visitò le parrocchie del­ le vicarie di Serina e Costa Serina, S. Martino oltre la Goggia e S. Brigida, Averara,Clu­ sone, Calolzio, Zogno e Dossena con le parrocchie circonvicine, Urgnano, Cologno, Spi­ rano e Bariano. Parre, Stezzano, Somasca, Pedrengo, Ponteranica, S. Maria L delle Grazie, tra la fine d'anno e i primi del 1920, le parrocchie di S. Andrea, Valtesse, Longuelo. Nel 1920 mons. Marelli visitò le parrocchie delle vicarie di Almenno S. Salvatore, Chiuduno, Seriate, Solto, Telgate, Trescore, Pontida, della Val Seriana supe­ riore, della val di Scalve, della valle Imagna, alcune parrocchie della val S. Martino, del­ la val del Riso e Ponte Nossa, Sovere, Desenzano, Leffe, Orio, Gorle, Fara Olivana, Albano S.A., Villa d'Almè, Presezzo, Carobbio, Cassinone, Martinengo, in città le parrocchie di Loreto, S. Grata i.V., la cattedrale, S. Alessandro in Colonna e S. Alessandro d. Croce, S. Anna, S. Caterina, S. Agata del Carmine. Mons. Marelli proseguì la visi­

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RELAZIONE -

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20 APRILE 1921 dinario di proseguirla. Egli ha visitato, oltre persone e cose, libri e archivi, i sacerdoti sin­ goli, ascoltandoli e interrogandoli sulla vita personale di ognuno, la frequenza alle confessioni e agli esercizi spirituali, le persone resi­ denti in casa ecc. Egli ha inoltre esaminato tutto quanto riguarda l'adempimento dei legati, la soddisfazione delle messe manuali e la loro elemosina, e, per grazia di Dio, ha constatato che tut­ to è secondo i canoni 824-844. 34. Ha fiducia di poter convo­ care il sinodo diocesano dopo aver ultimato la visita pastorale. L'ultimo sinodo è stato celebrato con solen­ nità e fasto nel 1910, dal predeces­ sore Giacomo Maria Radini Tede­ schi. 35. Il metropolita non ha tenuto il concilio Provinciale nell'ultimo quinquennio. Il vescovo ha sempre partecipato personalmente ogni anno alle conferenze dei vescovi a Milano. 36. Con l'autorità civile ha buo­ ni rapporti e anche in questi diffici­ lissimi tempi ha sempre potuto con­ servare in buone condizioni la dignità e la giurisdizione vescovile.

Yisitavit, praeter loca et res, libros et archiva, personas quoque clericorum eos singillatim audien­ do et interrogando circa unius­ cuiusque vitae rationem confessio­ nes ac spiritualium exercitiorum frequentiam, personas quas secum domi retinent etcet. Inspexit quoque omnia quae habentur circa legatorum adimple­ mentum, missarum manualium sati­ sfactionem et stipem et, Deo faven­ te, omnia esse comprobavit ad legis normam iuxta cann. 824-844 40 34. In spem venit ut dioecesa­ nam sinodum congregare possit post absolutam visitationem pasto­ ralem. Ultima sinodus solemni apparatu ac coerimonia acta fuit anno 1910, a praedecessore Iacobo Maria Radini Tedeschi. 35. Metropolitanus non habuit Provinciale concilium in ultimo quinquennio: episcopus semper et per se conferentiis episcopalibus Mediolani quotannis habitis inter­ fuit. 36. Cum civili loci auctoritate bene se habet et etiam his difficilli­ mis temporibus episcopalem digni­ tatem et iurisdictionem sarctam tec­ tamque semper servare potuit.

ta sino al marzo 1923, per complessive 369 parrocchie, e concluse con la visita al Capitolo della cattedrale; ACVB, Visita Marelli, 156 (1916-1923), Preliminari..., Pro­ tocollo ...; parrocchie urbane, parrocchie foranee A -8; 157 (1916-1923), parrocchie C-F; 158(l916-1923), parrocchie da G-R; 159 (1916-1923), parrocchie 5-Z. 40. Can. 824-844 Norme per le elemosine donate per la celebrazione delle messe.

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VISITE AD LIMINA

Caput V

De Curia dioecesana

V

La Curia diocesana

37. La curia diocesana ha i pro­ 37. Curia dioecesana aedes pro­ prias habet convenienter instructas pri uffici convenientemente arreda­ ti e sufficienti. ac sufficientes. Prospectus officialium curiae: Prospetto degli Officiali di curia: Vicarius generalis: Ioannes Vicario generale: Giovanni Bat­ Baptista Floridi, canonicus archi­ tista Floridi canonico arcidiacono della chiesa cattedrale. diaconus ecclesiae cathedralis. Provicarius generalis et officia­ Provicario generale e officiale ordinario: Paolo Merati, dottore in lis ordinarius: Paulus Merati, iuris diritto canonico prevosto del Capi­ canonici doctor, canonicus prae­ tolo positus aedis cathedralis. Vice officiale: Vincenzo Cava­ l!zce officialis: Yincentius Cava­ dini dottore in sacra teologia e in dini, sacrae theologiae et utriusque entrambe le leggi canonico onorario iuris doctor, canonicus honorarius della cattedrale aedis cathedralis". Cancelliere vescovile: Carlo Si­ Cancellarius episcopalis: Caro­ lus Signorelli, canonicus ecclesiae gnorelli canonico cathedralis. Vice cancelliere: sacerdote Giu­ seppe Legrenzi Vice cancellarius: sacerdos Sostituto: sacerdote Enrico Rota Ioseph Legrenzi. Substitutus: sacerdos Henricus Promotore di Giustizia e difen­ sore del vincolo: sacerdote Giu­ Rota. seppe Locatelli dottore in sacra teo­ Promotor iustitiae et defensor logia, in diritto canonico e civile. vinculi: sacerdos Ioseph Locatelli sacrae theologiae et utriusque iuris doctor". 41. Vincenzo Cavadini nacque a Calcinate il 5 aprile 1873; fu allievo del seminario diocesano e del collegio Cerasoli a Roma, ove conseguì la laurea in teologia e in diritto ecclesiastico e civile. Ordinato sacerdote il 21 dicembre 1895, ebbe l'incarico di professore nel seminario, 1895, poi di vicerettore e professore, 1907. Nel 1920 fu nominato parroco di Colognola, rettore del seminario, 1924-1935, prevosto capitolare della cattedrale, 1931, assistente delle conferenze femminili di S. Vincenzo, 1937. Fu insignito delle ono­ rificenze di Prelato domestico di S. Santità e di protonotario apostolico. Morì il 12 novembre 1949; ACVB, clero diocesano, scheda personale; E. CAMOZZI, Diario ..., II, p.1280. 42. Giuseppe Locatelli nacque ad Almenno S. Salvatore il 17 ottobre 1872. Fu allievo del seminario diocesano e del collegio Cerasoli a Roma. Conseguì la laurea in teologia,

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RELAZIONE -

Iudices prosinodales: Canonicus Petrus Pacati sacrae theologiae doctor, poenitentiarius. Canonicus David Re: rector se­ minarii dioecesani. Canonicus Ioseph Pezzoli: sa­ eme theologiae doctor, praeposi­ tus S. Alexandri in Columna. Sacerdos Sanctus Baldùzzi: praepositus loci Alzano Maggiore. Sacerdos Vilelmus Carozzi: sa­ crae theologiae et utriusque iuris doctor, archipresbiter loei Seriate". Sacerdos Adulphus Valli: sacrae theologiae doctor, archipresbiter loei Caleppio". Sacerdos Severus Pasinetti: sacrae theologiae doctor, praepo­ situs S. Alexandri a Cruce qui nuper e vita cessit".

20 APRILE 1921 Giudici prosinodali: Canonico Pietro Pacati dottore in sacra teologia, penitenziere. Canonico David Re rettore del seminario diocesano. Canonico Giuseppe Pezzoli dot­ tore in sacra teologia prevosto di S. Alessandro in Colonna. Sacerdote Santo Balduzzi pre­ vosto di Alzano Maggiore Sacerdote Guglielmo Carozzi dot­ tore in sacra teologia, in diritto cano­ nico e civile, prevosto di Seriate. Sacerdote Adolfo Valli dottore in sacra teologia arciprete di Calep­ pio. Sacerdote Severo Pasinetti dot­ tore in sacra teologia prevosto di S. Alessandro della Croce recente­ mente deceduto nel Signore.

in diritto ecclesiastico e civile e in lettere. Ordinato sacerdote il 13 aprile 1895. fu pro­ fessore in seminario. 1898. protonotario di giustizia in curia, 1905. vicedirettore della biblioteca civica. 1906, membro del tribunale officiale e presidente della commissio­ ne di arte sacra. 1921, reggente della biblioteca civica e poi bibliotecario, 1927. presi­ dente della deputazione Storia Patria. 1937. priore di S. Maria Maggiore, 1939; morì 1'8 gennaio 1951; ACVB, clero diocesano, scheda personale; E. CAMOZZI, Dia­ rio..., II, p.lI06. 43. Guglielmo Carozzi nacque il 9 settembre 1880 a Cumasco. Allievo del seminario dio­ cesano e poi alunno del collegio CerasoIi. conseguì la laurea in filosofia e diritto, discussa con lode l'II giugno 1904 davanti a Pio X. Nel seminario diocesano fu eco­ nomo, 1907, e professore di dogmatica. 1910. Nel 1919 venne nominato arciprete di Seriate. Ebbe l' onorificenza di prelato domestico di S. Santità e di protonotario apostolico ad instar. Morì il 14 aprile 1970; ACVB, clero diocesano, scheda personale; E. CAMOZZI, Diario.... II, p.1481; IDEM, Tra le carte..., O.C. 44. Adolfo Valli nacque a Nembro il 13 aprile 1863. Ordinato sacerdote iii o novembre 1885, fu coadiutore parrocchiale a Carvico, 1886, cappellano a Nembro, 1888, vicario per lO anni al Pozzo Bianco in Bergamo alta, economo spirituale di Caleppio, 21 luglio 1920, arciprete e vicario foraneo il 23 novembre successivo. Valente oratore predicò in mol­ te città d'Italia, Morì il 17 febbraio 1939; ACVB,fascicoli parrocchiali, Calepio; ibid., Ordinazioni dall'anno 1880 all'anno 1892; ibid., Sacerdoti defunti dall90I; E. CAMOZZI, Diario..., I, p.352. 45. Severo Pasinetti nacque a Trescore il5 febbraio 1862. Dopo gli studi primari nel semi­

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VISITE AD LIMINA

Sacerdos Achilles Ballini: sacrae theologiae doctor, praepo­ situs Loreto qui mense elapso in Domino obiit".

Sacerdote Achille Ballini dotto­ re in sacra teologia prevosto di Loreto morto nel Signore lo scor­ so mese.

Examinatores prosinodales: Canonicus Angelus Giorgi, archipresbiter ecclesiae cathedralis. Canonicus Petrus Pacati prae­ sides. Canonicus Aloisius Pagani". Canonicus Angelus Invemizsi".

Esaminatori prosinodali Canonico Angelo Giorgi arci­ prete della cattedrale Canonico Pietro Pacati Canonico Luigi Pagani Canonico Luigi Invemizzi

nario diocesano, fu alunno del collegio Cerasoli a Roma ove conseguì la laurea in teo­ logia, 1885, e contemporaneamente venne ordinato sacerdote. Esperto biblista e poli­ glotta, fu docente nel seminario diocesano e prefetto degli studi. Il 6 agosto 1900 fu nominato prevosto di Trescore, il2 dicembre 1910 di S. Alessandro della Croce, con l'onorificenza di prelato domestico di Sua Santità. Morì il 26 settembre 1920; cf. ASV, S. S. Ep. Mod., 1916, R. 221 E 4 f. 152r-153r per l'onorificenza, 28 novembre 1916; ACVB,fascicoli parrocchiali, S. Alessandro d. Croce; Trescore;ibid., Ordina­ zioni dall'anno 1880 all'anno 1892; ibid., Sacerdoti defunti dal 1901; EV., Ricor­ dando una nobile figura scomparsa 25 anni fa, in L'Eco di Bergamo, 26 settembre 1945; E.CAMOZZI, Diario..., I, p.455-456. 46. Achille Ballini nacque il l°marzo 1880 a Boltiere. Effettuò gli studi secondari nel seminario diocesano, e come alunno del collegio Cerasoli a Roma, dove venne ordinato sacerdote il 25 luglio 1903. Per due anni fu direttore del circolo popolare cattolico a Pon­ te S. Pietro, 1904-1905, coadiutore parrocchiale a S. Maria delle Grazie, direttore del­ la scuola di religione e del circolo degli studenti alla casa del Popolo, 1906-1907, segretario e direttore dell'Ufficio del Lavoro, 1908-1914, prevosto di S. Maria Imma­ colata di Loreto, 1914-1920. Con Nicolò Rezzara seguì le vicende del mondo del lavo­ ro, cf. relazione 1911 nota n. 17. A pochi mesi dalla nomina di prevosto di S. Grata i. V., fu colpito dalla morte avvenuta il 3 febbraio 1921; ACVB,fascicoli parrocchiali, S. M. Immacolata di Loreto; S. Grata i.V.; ibid., clero diocesano scheda personale; Stato del clero...1904, p. 41; idem..1905, p. 34; idem..1906, p. 57; idem...19I2, p. 59; idem... 1921, p. 57; idem... 1922, p. 97; P.A. GIOS, Nicolò Rezzara..., p. 525, 562, 572, 575, 576, 578, 579,657; E. CAMOZZI, Diario .... II, p.1173; E. CAMOZZI- P. TEDESCHI, La Chie­ sa...,o.c. 47. Luigi Pagani nacque a Tagliuno il6 settembre 1840. Ordinato sacerdote il 21 marzo 1863, fu professore nel collegio S. Alessandro, docente di sacra eloquenza in semina­ rio, canonico della cattedrale. 1897, esaminatore prosinodale, 1910. Morì il 24 feb­ braio 1926; ACVB, Sacre ordinazioni 1854-1880 (ms)ff.nn.; ibid., Sacerdoti defunti dal 1901; Stato del clero... 1886, p. 8; idem... 1927, p. 96. 48. Angelo Invernizzi nacque a Erve ilIO maggio 1839. Fu ordinato sacerdote il 14 giugno 1862. Nella curia vescovile fu membro della commissione disciplinare per il semina­ rio ed esaminatore prosinodale. Morì l' 11 giugno 1922; ACVB. Sacre ordinazioni 1854-1880; ibid., Sacerdoti defunti dal 1901; Stato del clero... 1913, p. 13,70; idem ...1923, p. 97; La Vita diocesana, T. VI (1914), p. 200; T. VII (1915), p. 318.

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Canonicus Franciscus Brembil­ la sacrae theologiae doctor". Canonicus Ioseph Pezzoli prae­ dictus. Canonicus Franciscus Cossal l'50. Sacerdos Ioannes Chitò, sacrae theologiae doctor, praepositus loci Almenno S. Salvatoris". Sacerdos Angelus Aspetti, archi­ presbiter loci Telgate". Sacerdos Bernardinus Gavaz­ zeni praepositus loci Spirano Sacerdos Petrus Rota primice­ rius loci Scano".

20 APRILE 1921

Canonico Francesco Brembilla dottore in sacra teologia. Canonico Giuseppe Pezzali. Canonico Francesco Cossali. Sacerdote Giovanni Chitò dot­ tore in sacra teologia prevosto di Almenno S. Salvatore. Sacerdote Angelo Asperti arci­ prete di Telgate. Sacerdote Bernardino Gavazze­ ni prevosto di Spirano. Sacerdote Pietro Rota primicerio di Scano.

49. Francesco Brembilla nacque a Bergamo il l" ottobre 1860. Fu ordinato sacerdote nel 1883 e conseguì la laurea in filosofia, lettere e teologia. Insegnò nel collegio S. Ales­ sandro e nel 1908 venne nominato canonico della cattedrale. Morì il 17 gennaio 1934; ACVB, Sacerdoti defunti dal 1901; Stato del clero... 1888, p. 9; idem... 1897, p. 14; idem... 1906, p. 7; idem...1910, p. 13; idem... 1935, p.94. 50. Francesco Cossali nacque il 31 dicembre 1860 a Parre. Ordinato sacerdote il l" luglio 1883, fu coadiutore parrocchiale a Almenno S. Salvatore, cerimoniere della cattedra­ le, 1886, canonico della cattedrale, 1900, prevosto e vicario foraneo di Ghisalba, 1913. Promosse negli anni '90 circa, il primo oratorio intercomunitario nel seminarino, in città alta, secondo i princìpi della scuola d'ispirazione cattolica. Per sostenere tale attività alienò le sue proprietà a Bergamo e nel paese natale. Morì il 22 gennaio 1948; ACVB, clero diocesano, scheda personale; La vita diocesana,T.xXXIX (1948), p.37; S. BERETIA, Il Seminarino di Bergamo alta. Presenza educativa e sociale. Vicende di teatro minore fra evoluzioni giovanili e di costume. Introduzione di A. AGAZZI, in Ateneo di Scienze ..., 51 (1992), p. 802; E. CAMOZZI, Diario ..., II, p.1l27-1l28. 51. Giovanni Chitò nacque il 25 marzo 1868 a Foresto. Laureato in teologia, fu ordinato sacerdote il 24 settembre 1892. Dopo il ministero parrocchiale a Chiuduno, fu nomi­ nato economo spirituale a Selvino, poi parroco e vicario foraneo, 1903, prevosto di Almenno S. Salvatore, 1909. Morì il 13 novembre 1946; ACVB, clero diocesano, scheda personale. 52. Angelo Asperti nacque il4 ottobre 1852 a Martinengo. Ordinato sacerdote nel 1876, fu parroco a Premolo, 1880, vicario titolato di Martinengo, 1897, arciprete plebano e vicario foraneo di Telgate, 1904. Morì il 13 aprile 1925; ACVB, clero diocesano, sche­ da personale. 53. Pietro Rota nacque a Longuelo il 29 febbraio 1850. Fu ordinato sacerdote il 30 mag­ gio 1874; sino al 1879 insegnò teologia dogmatica nel seminario diocesano, quando ven­ ne nominato parroco di Costa Serina, e il 25 novembre 1901 primicerio e vicario fora­

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VISITE AD LIMINA

Canonicus Ferdinandus Ama­ glia qui ianuario proximo elapso in Domino obiit".

Canonico Ferdinando Amaglio morto nel Signore il mese scorso. Parroci consultori Sacerdote Santo Balduzzi Sacerdote Luigi Bugada prevo­ sto di S.Andrea in città. Sacerdote Santo Borella prevo­ sto di Temo. Sacerdote Daniele Cavallari già arciprete di Seriate ora canonico della chiesa cattedrale.

Parochi consultores: Sacerdos Sanctus Balduzzi prae­ dictus. Sacerdos Aloisius Bugada prae­ positus ecclesiae S. Andreae de urbe". Sacerdos Sanctus Borella prae­ positus loci Terno". Sacerdos Daniel Cavallari, iam archipresbiter loci Seriate nunc canonicus ecclesiae cathedralis".

neo di Scano al Brembo. Morì il 5 dicembre 1926; ACVB,fascicoli parrocchiali, Costa S.; Scano al B.; ibid.. Sacre ordinazioni 1854-1880; ibid., Sacerdoti defunti dal 1901; Stato del clero 1879, p. 5. 54. Ferdinando Amaglio nacque il 13 maggio 1852 a Malpaga. Ordinato sacerdote nel 1883, fu cappellano a Malpaga, professore di lettere nel collegio S. Alessandro, 1906, canonico della cattedrale, 1909. Morì il 15 gennaio 1921; ACVB, clero diocesano, scheda personale. 55. Luigi Bugada nacque il 20 luglio 1860 a Bergamo. Ordinato sacerdote il 21 marzo 1885, fu Coadiutore d'ufficio a S. Michele al Pozzo Bianco sino alla nomina di prevosto di S. Andrea, 1894. Ebbe l'onorificenza di cameriere segreto di S. Santità. Morì il 26 febbraio 1942; ACVB, clero diocesano, scheda personale. 56. Santo Borella nacque a Bracca il 14 novembre 1864. Ordinato sacerdote il 24 settem­ bre 1887, fu vicerettore nel collegio S. Alessandro, 1888, economo spirituale di Entra­ tico, 1892, economo spirituale di Malpaga, parroco il 12 gennaio 1893. Venne trasfe­ rito in qualità di arciprete plebano e vicario foraneo a Solto il 22 novembre 1904, pre­ vosto e vicario foraneo a Temo d'Isola il 12 gennaio 1912. Morì il 14 ottobre 1930; ACVB,fascicoli parrocchiali. Malpaga con Cavenago; Solto C: Terno d.'I.; ibid., Ordinazioni dall'anno 1880 all'anno 1892; ibid., Sacerdoti defunti dal 1901; Stato del clero...1892, p. 20. 57. Daniele Cavallari nacque a Martinengo il 2 dicembre 1856. Ordinato sacerdote il 19 dicembre 1879, fu coadiutore parrocchiale a Cologno, 1884, parroco di S. Pellegrino, 22 agosto 1889, arciprete e vicario foraneo di Seriate, II giugno 1898. Lasciò la par­ rocchia e venne nominato canonico della cattedrale l' 11 luglio 1919. Morì il 15 otto­ bre 1924; ACVB,jascicoli parocchiali, S. Pellegrino; Seriate; ibid., Sacre ordinazio­ ni 1854-1879; ibid., Sacerdoti defunti 00/1901; E. CAMOZZI, Diario ..., I, p.85.

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20 APRILE 1921

Sacerdos Petrus Zanchi archi­ presbiter loci Nembro". Sacerdos Severus Pasinetti.

Sacerdote Pietro Zanchi arci­ prete di Nembro. Sacerdote Severo Pasinetti.

Censores libro rum: Canonicus Ioseph Pezzoli prae­ dictus. Canonicus Petrus Pacati prae­ dictus Sacerdos Ioannes Baptista Rug­ geri sacrae theologiae doctor, prae­ positus S. Annae in urbe". Sacerdos Angelus Roncalli sacrae theologiae doctor". Sacerdos Vilelmus Carezzi prae­ dictus.

Censori dei libri Canonico Giuseppe Pezzoli. Canonico Pietro Pacati. Sacerdote Giovanni Battista Ruggeri dottore in sacra teologia prevosto di S.Anna in città. Sacerdote Angelo Roncalli dot­ tore in sacra teologia. Sacerdote Guglielmo Carozzi.

58. Pietro Zanchi nacque il 28 gennaio 1866 a S. Pellegrino. Ordinato sacerdote il 29 giu­ gno 1888, fu coadiutore parrocchiale a Temo d'Isola. vicerettore nel seminario dio­ cesano, 1993, parroco di Villasola, 1900, di Capriate. 1912, arciprete di Nembro, 1918, canonico della cattedrale. 1934. Morì il6 giugno 1942; ACVB. clero diocesano, sche­ da personale; in Stato del clero...l 888, p. 32, risulta coadiutore parrocchiale a S. Pel­ legrino nel 1888. 59. Giovanni Battista Ruggeri nacque a Poscante il 17 gennaio 1864. Fu allievo del semi­ nario diocesano e poi alunno dell'istituto Cerasoli a Roma. ove conseguì la laurea in teo­ logia. Ordinato sacerdote nel 1886. fu coadiutore parrocchiale a Brembate Sopra per otto anni e poi parroco il 20 maggio 1897. Trasferito a Borgo Palazzo in qualità di prevo­ sto, l" aprile 1909, nel 1921 ebbe l'incarico di dirigente dello Azione Cattolica e nel 1922 di delegato vescovi le per l' A.C .• con l'onorificenza di Cameriere segreto di S. San­ tità. Morì il 2 giugno 1934; ACVB,jascicoli parrocchiali, Borgo Palazzo; Brembate S.; ibid., Sacerdoti defunti dal 1901; E. CAMOZZI. Diario...• I. p.145; E. CAMOZZI- P. TEDESCHI. La Chiesa ..., o.c. 60. Angelo Roncalli (papa Giovanni XXIII) nacque a Sotto il Monte il 25 novembre 1881; allievo del seminario diocesano e dell'istituto Cerasoli a Roma. venne ordinato sacerdote il lO agosto 1904. Fu segretario del vescovo mons. Radini Tedeschi, docente e diretto­ re spirituale nel seminario di Bergamo. Entrò nella congregazione dei preti del S. Cuo­ re. 1911. e fu cappellano assistente dei soldati a Bergamo durante la prima guerra mon­ diale. Fondò in città la Casa dello Studente. Nominato presidente nazionale della Pon­ tificia Opera per la Propagazione della Fede, venne eletto arcivescovo titolare di Aero­ poli il 3 marzo 1925, visitatore apostolico in Bulgaria, delegato apostolico nel 1931. a Istanbul per la Turchia e la Grecia nel 1934, nunzio apostolico a Parigi nel 1944, patriar­ ca cardinale di Venezia nel 1952. eletto sommo pontefice nel 1958. Morì il 3 giugno 1963; G. SPINELL!, Giovanni XXIII, papa, servo di Dio. in Bibl. Sanct., I, Appendice. p. 572-583; E. CAMOZZI, Diario.... II, p.1127; IDEM. Tra le cane.., o.c.; M. BENIGNI­ G. ZANCHI, Giovanni XXIII. .., o.c.; A. PESENTL Questa Chiesa..., o.c.

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Sacerdos Ioannes Pacati", Sacerdos Aloisius Bonanomi". Sacerdos loannes Baptista Morali sacrae theologiae doctor".

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AD LIMINA

Sacerdote Giovanni Pacati. Sacerdote Luigi Bonanomi. Sacerdote Giovanni Battista Morali dottore in sacra teologia. Cursore

Virgilio Panzeri.

Cursor: Yirgilius Panzeri.

38. Già dal 1916 è stato nomi­ nato vicario generale il canonico arcidiacono Giovanni Battista Flo­ ridi, che presta un validissimo aiu­ to nel governo della diocesi per spi­ rito religioso, scienza, zelo delle anime. Egli vigila con prudenza su tut­ to il clero circa i costumi, la disci­

38. Vicarius generalis iam ab anno 1916 vocatus est canonicus archidiaconus Ioannes Baptista Floridi, qui pietate, scientia, zelo animarum et perfecta sua agendi ratione et fidelitate cum episcopo suo ei validissimum praebet auxi­ lium in regimine totius dioecesis. 1pse prudentem vigilantiam in clero universo habet quoad mores,

61. Giovanni Pacati nacque a Clusone il 4 ottobre 1864. Ordinato sacerdote il 9 aprile 1887, fu coadiutore parrocchiale a Gorno, 1888, a S. Giovanni di ScanzoRosciate, 1892, a Ranica, 1897, in S. Lorenzo di città alta, 1899; nel 1921 ebbe l'incarico di promotore fiscale e difensore del vincolo matrimoniale, e la nomina di canonico del­ la cattedrale nel 1934. Morì il 18 settembre 1936; ACVB, Ordinazioni dali' anno 1880 all'anno 1892; ibid., Sacerdoti defunti dal 1901; Stato del clero...1937, p. 94; La Vita diocesana, T. XIII(l921), p. 164; T. XXVIII(l936). p. 195; E. CAMOZZI. Diario...• I, p.98. 62. Luigi Bonanomi nacque il 19 luglio 1879 a Bergamo. Ordinato sacerdote il 17 luglio 1904, fu coadiutore parrocchiale a Valtesse, 1906, professore nel ginnasio e nel liceo del seminario diocesano, 1908, docente nel ginnasio superiore, 1920, direttore spirituale nel seminario, 1922. Morì il 30 settembre 1923; ACVB, Liber ordinationum ab anno 1893 ad annum 1904 (mst ff.nn.; ibid., Sacerdoti defunti dal 1901; Stato del cle­ ro...1906, p. 26; idem...1908, p. 15; idem... 1920, p. 13; idem... 1922, p. 12; idem... 1924, p. 97. 63. Giovanni Battista Morali nacque il 29 settembre 1885 a Gualeguay (Entre Rios- Argen­ tina). Fu allievo del collegio Cerasoli a Roma, ove venne ordinato sacerdote il 18 apri­ le 1908. Laureato in sacra teologia e filosofia, licenziato all'istituto filosofico di Lova­ nio, fu docente di filosofia nel seminario di Bergamo, 1911, parroco di Villa di Serio, 1925, arciprete plebano di Nembro, 1935. Nella curia vescovi1e ebbe vari incarichi. Rinunciò alla parrocchia di Nembro, 1963, fu insignito dell' onorificenza di Prelato domestico di S. Santità, 1964. Morì il 30 aprile 1970; ACVB, clero diocesano, scheda personale.

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plina e la dottrina. Tiene sotto spe­ ciale sorveglianza i singoli offici della curia, di cui deve rendere con­ to al vescovo. Il vicario generale è assistito dal provicario generale, canonico Pao­ lo Merati, dottore in sacra teologia, fornito di pietà, dottrina e prudenza. Aiuta il vicario generale e ha un mandato speciale sulle monache. 39. Le entrate della curia pro­ vengono solo dalle tasse, secondo l'indice approvato dalla sacra con­ gregazione del Concilio, per la Pro­ vincia ecclesiastica della Lombar­ dia, l'Il dicembre 1918, nonchè dalla tassa esigua imposta non sul­ le elemosine di messe date alla curia per essere celebrate, ma sulle spese per la loro gestione, e solo per il tempo occorrente richiesto per la loro celebrazione. I proventi sono erogati per le spese della curia, per gli stipendi degli officiali, per l'affitto degli offi­ ci della curia dovuto alla mensa vescovile; se per caso avanza qual­ cosa, si impiega per i sacerdoti biso­ gnosi, per l'integra ricostituzione del patrimonio fiduciario della men­ sa vescovile, dal quale, su facoltà concessa dalla Santa Sede al suo predecessore, ne è stata sottratta una parte per la costruzione della nuova residenza vescovile.

disciplinam et doctrinam. Inspec­ tionem specialem tenet in singulis officiis curiae, de quibus relatio­ nem episcopo reddere debet. Vicario generali in adiutorium adest et provicarius generalis, qui est canonicus Paulus Merati, iuris utriusque doctor, pietate, doctrina, prudentia instructus. Yicarium generalem adiuvat et speciale mandatum in monialibus obtinet. 39. Curiae proventus tantum habentur ex taxis iuxta indicem a sacra congregatione Concilii ad­ probatum pro ecclesiastica provin­ cia Longobardiae, die XI decem­ bris anni 1918, nec non ex levi taxa quae imponitur non eleemosinis sed impendio stipum missarum quae curiae traduntur celebrandae, et eo dumtaxat temporis intervallo quod ut celebrentur vix necessitas exigit. Proventus erogantur pro curiae expensis, pro stipendiis officialium, pro locatione mensae debita sedis officiorum curiae, et si quid forte superest pro sacerdotibus egenti­ bus, et pro restitutione in integrum patrimonii fiduciarii ipsius mensae ex quo, de licentia Sanctae Sedis a praedecessore pars deducta fuit in [abricam novae aedis episcopalis.

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VI

Il Seminario

Caput VI

De Seminario

40. Adest seminarium dioecesa­ 40. Esiste il seminario diocesa­ no per fornire alla diocesi i sacer­ num pro comparandis sacerdotibus doti necessari. dioecesi necessariis. 41. a) Seminario praeficitur ree­ 4 L. a) Il seminario è presieduto tor quem adiuvant pro statu mate­ dal rettore, aiutato per gli affari temporali da un sacerdote econo­ riali sacerdos oeconomus et pro mo e per la disciplina dei chierici disciplina clericorum quatuor da quattro vicerettori. sacerdotes qui vices rectoris agunt. Adest moderator seu director Vi è il direttore spirituale per il spiritualis pro maiori seminario et seminario maggiore e un altro diret­ alter director seu moderator pro tore per il seminario minore. In aiuto al direttore del semina­ seminario minori. Directori seminarii maioris rio maggiore vi è il vice direttore. auxilio venit vices moderator. Op­ In modo conveniente e oppor­ portune et praesertim statis tempo­ tuno, specie in tempi determinati, ribus datur clericis copia confes­ è offerta ai chierici la possibilità di sariorum extraordinariorum. confessori straordinari. Gli insegnanti sono 32, dodici Qui docent sunt numero duo de dei quali abitano in seminario, gli triginta, quorum duodecim semi­ altri ciascuno a casa propria. narium habitant, reliqui suas uniu­ I chierici che frequentano i cor­ scuiusque domus. Clerici qui scholas theologiae si teologici in questo tempo straor­ frequentant sunt hoc extraordina­ dinario dopo la guerra sono 60, quelli del liceo 64, quelli del gin­ rio tempore post bellum numero nasio 200. Si trovano ancora nel­ sexaginta; qui liceum sexaginta l'esercito circa 70 chierici. quatuor; qui gimnasium ducenti. b) L'edificio del seminario, per Adhuc militiae dant operam cle­ rici septuaginta circiter". la natura del luogo, l'ampiezza, le b) Seminarii fabrica, natura residenze, di cui è costituito, si pre­ senta molto bello, per modo che loci. amplitudine, atriis quibus est mancando la casa di vacanza in instructa valde decora se offert, ita ut, deficente domus (sic) rustica-

64. L'elenco dei chierici che ritornarono dalla grande guerra è fornito da G. ANTONIETII, Altare da campo, Bergamo 1959.

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campagna, lo stesso seminario sod­ disfa ottimamente allo scopo. c) l redditi del seminario, insie­ me con quelli costituiti in modo fiduciario, dedotti gli oneri e le tas­ se, raggiungono la somma di L.lt.50/m circa, di cui 20/m circa sono distribuite ai chierici poveri. Per gli stessi chierici poveri inol­ tre, in forza dell'indulto apostolico e per le spese del seminario, i par­ roci ogni anno applicano alcune messe secondo l'intenzione del­ l'ordinario al posto della messa per il popolo. Il reddito del seminario non è onerato da debito. d) Benché la crudele guerra ab­ bia nuociuto certamente ai nostri chierici, il danno non sembra tutta­ via irreparabile. È impegno sia del­ l'ordinario sia dei direttori di edu­ care meglio nella disciplina e nello spirito religioso i chierici. A tale fine sembra contribuire molto la consuetudine dell' esercizio della sacra meditazione, guidata quasi ogni giorno dal direttore spirituale coi chierici del seminario maggio­ re, con la sua presentazione dei temi e l'applicazione pratica alla vita cle­ ricale. 42. 11 seminario si divide in maggiore e minore, secondo il can.1354. L'edificio tuttavia è strut­ turato in modo tale che è facile l' ac­ cesso dall'uno all'altro. 43. In diocesi non si trova la con­ suetudinedel tributoper il seminario.

tionis ad rem optime seminarium ipsum faciat. c) Seminarii reditus, una simul cum reditibus more fiduciario con­ stitutis, taxis et oneribus deductis venient ad Italicas Libras 50/m cir­ c iter, quarum circa 20/m clericis pauperibus distribuuntur. Pro ipsis clericis pauperibus insuper, vi indulti apostolici, et pro expensis seminarii, parochi dioe­ cesis adplicant quotannis nonnul­ las missas ad mentem ordinarii, loco missae pro populo. Re d i t u s seminarii non gravatur aere alie­ no. d) Quamvis immane bellum cer­ to perniciem attulerit clericis nostris, non tamen damnum irrepa­ rabile videtur; cura est autem ordi­ narii tum moderatorum clericos melius informandi in disciplina et pietate. Ad hoc valde conferre vide­ tur usus quo ipse director spiritua­ lis fere quotidie manu ducit cleri­ cos seminarii maioris in exercitio sacrae meditationis proponendo ipse puncta cum practica applica­ tionem (sic) ad vitam clericalem. 42. Seminarium dividitur in maius et minus iuxta can. 1354: fabrica tamen ita est coniuncta ut de uno ad alterumfacilis sit acces­ sus. 43. In dioecesi usui non venit tributum seminaristicum.

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Il vescovo frequentemente visi­ ta gli alunni e vigila sulle regole interne del seminario, e inoltre, per quanto può, decide su tutto quanto e sulle singole cose che sembrano necessarie e opportune per il pro­ gresso del seminario. In merito alla direzione disci­ plinare, economica e spirituale, cir­ ca i deputati, e anche circa gli alun­ ni da ammettere o da escludere o da allontanare, sono osservate le norme dei canoni 1358-1371. Anche circa l'istruzione lettera­ ria e scientifica, specie di filosofia e di teologia, sono seguite con cura le norme prescritte dai canoni 1364­ 1366. Le singole discipline hanno i loro propri professori, la maggior parte dei quali hanno conseguito la laurea nelle scuole ecclesiastiche dell'alma città. Circa gli esercizi di pietà, tutti sono ottimamente effettuati, tanto che i visitatori apostolici hanno giu­ dicato degno di speciale lode questo seminario. Da due anni a questa parte tra gli esercizi di pietà settimanali è stata introdotta l'ora di adorazione del Santissimo Sacramento Euca­ ristico. Benché l'ordinario, il rettore e

Episcopus frequenter visitatio­ nem alumnorum peragit ac de regu­ lis internis seminarii vigilantiam exercet, nec non pro posse decer­ nit ea omnia et singula quae viden­ tur ad seminarii profectum neces­ saria et opportuna. Circa directionem disciplina­ rem, oeconomicam et spiritualem, circa deputatos, nec non circa alumnos admittendos et excluden­ dos ac circa dimittendos et expel­ lendos, servantur praescripta cann.1358-/371 65• Etiam circa institutionem lite­ rariam et scientificam praesertim philosophiae et theologiae sedulo custodiuntur quae a cann.1364­ 136666 ; singulae disciplinae habent suum proprium magistrum quorum plerique lauream in ecclesiasticis scholis almae urbis consequuti sunto Circa pietatis exercitia omnia optime veniunt ita ut etiam visita­ tores apostolici speciali laude dignum hoc seminarium existima­ verint. Duobus abhinc annis inter pie­ tatis officia singulis hebdomadis inducta fuit hora adorationis 55. mae Eucharistiae. Quamvis ordinarius, rectores ac

65. Can. 1358-1371 Disposizioni circa il seminario diocesano. 66. Can. 1364-1366 Circa le scuole e i professori del seminario diocesano.

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moderatores totis viribus dent ope­ i superiori si impegnino con tutte ram ad spiritum ecclesiasticum le forze per rinvigorire lo spirito fovendum, tamen nonnullae diffi­ ecclesiastico, tuttavia sorgono alcu­ cultates oriuntur praesertim ex ilio ne difficoltà specialmente da quel­ inobedientiae ingenio quod infeli­ l'inclinazione alla disobbedienza citer videtur proprium horum tem­ che sembra infelice caratteristica di porum. questi tempi. Urbanitatis leges traduntur tum Le leggi di educazione civica in institutionibus tum lectionibus sono insegnate sia nei comporta­ tam in seminario maiori quam in menti istituzionali, sia nelle lezioni, seminario minori. tanto nel seminario maggiore quan­ 44. Romae apud pontificium to nel minore. seminarium maius ad S. Ioannem 44. A Roma nel pontificio semi­ in Lateranis incumbunt studiis theo­ nario maggiore a S. Giovanni in logiae, sacrae scripturae ac iuris Laterano, attendono agli studi di canonici, nonnulli clerici vel sacer­ teologia, sacra scrittura e diritto dotes Bergomates pietate ac ingenio canonico, alcuni chierici o sacer­ doti Bergomensi più dotati di intel­ praestantiores qui legato domini Flaminii Ceresoli apud archicon­ ligenza e di pietà, che fruiscono del legato Flaminio Cerasoli dell'arei­ fraternitatem Bergomatum Romae degentium, fruuntur. confraternita dei Bergamaschi resi­ denti a Roma. Alibi nullus neque clericus neque sacerdos universitates seu Altrove nessun chierico né sa­ cerdote frequenta le università o le facultates a Sancta Sede probatas frequentant. facoltà approvate dalla Santa Sede. Caput VII

De Clero generatim

VII

Il Clero in generale

45. Generatim clerus attentis particularibus horum tempo rum 45. 11 clero, considerate le con­ adiunctis habet quo modeste, hone­ giunture particolari di questi tem­ ste tamen vivere possit tum ex elee­ pi, ha in generale di che modesta­ mosinis missarum et aliis ministerii mente ma onestamente vivere, sia spiritualis proventibus, tum ex bene­ dalle elemosine delle messe e da ficiis ecclesiasticis. altri proventi del ministero spiri­ Pro cooperatoribus parochiali­ tuale, sia dai benefici ecclesiastici. bus, qui fere omnes hac in dioecesi Per i cooperatori parrocchiali,

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beneficio vel aliis proventibus desti­ tuti sunt, reductio stipum missarum legatorum a Sancta Sede impetrata fuit. Pro senibus et infirmis sacerdo­ tibus habetur domus in urbe in qua recipiuntur et debita charitate sub­ stentantur. Habetur quoque sodalitas sacer­ dotum inter se iuvantium vulgo Associazione di Mutua Carità fra il clero, quae curat substentatio­ nem sodalium infirmorum addito in praedicta domo valetudinario ubi modico praetio sacerdotes prae­ sertim pauperes curantur". 46. Habetur domus propria pro spiritualibus cleri exercitiis sita in oppido loci Martinengo apud insti­ tutum dioecesanum a Sacra Fami­ lia. Non adest vero domus qua poe­ nitentes recipiantur. 47. Laudabili fructu ope adhi­ bita, praesertim vicariorum fora­ neorum ordinarius curat et quo­ tannis scriptis testimonium exigit:

che in questa diocesi sono quasi tut­ ti sprovvisti di beneficio e altri pro­ venti, è stata richiesta alla Santa Sede la riduzione delle elemosine delle messe dei legati. Per i sacerdoti anziani e infer­ mi esiste in città una casa per acco­ glierli e mantenerli con la dovuta carità. Esiste anche un' associazione di sacerdoti che si aiutano, comune­ mente detta Associazione di Mutua Carità fra il Clero, la quale provve­ de al sostentamento degli associati infermi nell' infermeria aggiunta alla predetta casa, dove a esiguo prez­ zo i sacerdoti, specie poveri, sono curati. 46. Una casa particolare per gli esercizi spirituali del clero esiste nel paese di Martinengo, presso 1'1­ stituto diocesano della Sacra Fami­ glia. Non esiste la casa per acco­ gliere i penitenti. 47. Con lodevole frutto, grazie all'aiuto soprattutto dei vicari fora­ nei, l'ordinario provvede per avere ogni anno i documenti scritti circa:

67. L'Associazione di Mutua Carità fra il clero era presieduta da mons. Agostino Musitelli, parroco di S. Maria delle Grazie, con alcuni consiglieri sacerdoti e contava circa 800 soci affiliati. Nel corso delle agitazioni agrarie che nel 1920-1921 coinvolsero l'Uffi­ cio del Lavoro con due correnti contrapposte, una a difesa della proprietà privata, e l'altra ispirata a Romano Cocchi e all'ono Miglioli, a sostegno di una riforma, presen­ tata al Parlamento dal Partito Popolare di don Sturzo, che riscattasse la vita dei lavoratori della terra, il consiglio di quella Associazione inviò un messaggio a mons. Marelli, che aveva ricevuto da Benedetto XV una lettera nel marzo 1920 sulla questione agra­ ria e gli avvenimenti occorsi, per sollecitarlo a essere imparziale. La Giunta diocesana capeggiata da don Bortolotti e sotto l'influsso del partito della borghesia ben rappre­ sentato dal conte Stanislao Medolago Albani, convinse mons. Marelli che il messaggio era una specie di insulto nei suoi confronti, e ne seguì una dura risposta da parte di don Bernardino Gavazzeni , parroco di Spirano; E. CAMOZZI-P. TEDESCHI, La Chiesa ... , o.c.

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a) de octidua sacramentali con­ fessione; b) circa recessum saltem ad trienniumpro spiritualibus exercitiis; c) circa conferentias cleri; d) circa personas quas domi retinent, et praecipue circa coha­ bitationem cum mulieribus, quae si nisi sint mater aut soror aut neptis sed persona extranea, necesse est ut polleat bonis non solum moribus sed et aetatem habeat canonicam et insuper data in scriptis licentia ab ordinario adprobetur; e) novensiles sacerdotes per quadriennium examini subiiciuntur in theologia dogmatica, morali, in scientia iuris ac sacrae scripturae; f) communis clericorum vita, paucis exceptis casibus, non induc­ ta fuit. Vicarii cooperatores gene­ ratim propriam domum habent. Regimen vitae communis parochi cum adiutoribus in praxi nonnulla incongrua gignit. g) divini offici recitatio ac vestis talaris et tonsurae delatio semper et ab omnibus ita observantur, ut ordi­ narius occasionem fere nullam habeat aliquid circa haec lamen­ tandi. h) a fide iubendo clerici gene­ ratim se abstinent, et omnia dili­ genter cavent quae statum eccle­ siasticum dedecent, maxime thea­ tra, spectacula mundana et nego­ tiorum saecularia gestionem. 48. Pauci de clero, semper ta­

a) la confessione settimanale b) il ritiro negli esercizi spiri­ tuali almeno ogni tre anni c) le conferenze del clero d) le persone di casa, e special­ mente la coabitazione con le don­ ne, che se non sono o la madre, o la sorella o la nipote, ma una per­ sona estranea, la quale occorre non solo che si distingua per buoni costumi, ma abbia l'età canonica e inoltre sia approvata con licenza scritta dall'ordinario. e) i sacerdoti novelli per un qua­ driennio sono esaminati in teologia dogmatica, morale, diritto e sacra scrittura. f) la vita comune del clero, tran­ ne qualche caso, non è praticata. I cooperatori hanno generalmente la propria casa. Il regime di vita comune del par­ roco con i coadiutori in pratica pro­ duce alcuni inconvenienti. g) la recita del divino ufficio e il portare la vesta talare e la tonsu­ ra è sempre e da tutti osservato, per cui l'ordinario non ha quasi alcun motivo per lamentarsi. h) generalmente il clero si astie­ ne da giuramenti e si guarda con diligenza da quanto non conviene allo stato ecclesiastico, specie i tea­ tri, gli spettacoli mondani e la gestione di affari secolari. 48. Pochi del clero, ma sempre

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men cum licentia, quam ordinarius caute concedere solet, operam suam praestant in arcis seu mensis nummulariis parsimonialibus, cope­ rativis, ruralibusaut similibus. Con­ cessionis ratio in commune bono aut utilitate religionis, deficienti­ bus laicis, fundatur, quae causae adhuc perseverant. Mensae nummulariae vero, in quibus clerici opus praestant hone­ state personarum, principiorum et administrationis tales sunt ut nul­ lum periculum sacerdoti inducant, de quibus omnibus ordinarius fre­ quenti inspectione per consilium dioecesanum; vulgo Giunta Dioce­ sana per l'Azione Cattolica, com­ probatur. Qui denique sacerdotes hisce arcis applicati sunt nec a religiosa sacerdotalis vùae praxi deflexerunt, neque molestiam aliquam gravem attulerunt. 49. Clerus dioeceseos obedien­ tia ac reverentia qua m can. 127 praescribit sive erga episcopum suum sive et praecipue erga Apo­ stolicam Sedem etiam praesentibus, sicut et elapsis temporibus, sane enitet", Non est tamen praetereundum nonnullos adesse sacerdotes qui, perpaucis auctoribus, sub aliqua specie omnia innovandi in re prae­

con la facoltà che l'ordinario suole concedere con cautela, prestano la propria opera nelle casse o istituti di risparmio, cooperative rurali o simili. Il motivo del permesso è il bene comune o il vantaggio della religione, per la mancanza dei laici, come tuttora accade. Le casse di risparmio in cui i sacerdoti prestano la propria atti­ vità, sono tali per l'onestà delle per­ sone, dei principi e dell' ammini­ strazione che non comportano alcun pericolo per il clero addetto. Su tut­ to questo l'ordinario con le ispe­ zioni frequenti tramite il consiglio diocesano, popolarmente la Giun­ ta diocesana per l'Azione Cattoli­ ca, viene assicurato. I sacerdoti che sono impiegati in queste casse né sono venuti meno alla pratica della vita ecclesiastica né hanno portato qualche grave inconveniente. 49. Il clero della diocesi anche nei tempi presenti come nei passa­ ti, si segnala per l'obbedienza e il rispetto prescritti dal can.127 sia verso il suo vescovo sia in partico­ lar modo verso la Sede Apostolica. Non è da sottovalutare il fatto che esistono alcuni sacerdoti i qua­ li, con pochissimi consiglieri, sem­ brano dissentire, col pretesto di

68. Can. 127 Dovere del rispetto e dell'obbedienza del chierico e soprattutto di ogni sacerdote al proprio Ordinario.

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sertim sociali et oeconomica, non sine fidelium praeiudicio a lege et regulis quas Apostolica Sedes sapientissime tradidit et ordinarius omnino et integre servandas curet, dissentire videantur". In dioecesi sunt viginti septem paroeciae Ambrosiani ritus. Inter clericos coniunctio, con­ cordia et charitas generatim flore­ scunt de quibus ordinarius curam praecipue habet. 50. Semper mirafuit obsequen­ tia qua usque nunc temporis clerus suscepit officia quae ordinarius ipsi committebat. Nunc vero sacerdotes novensiles maxime qui militari ser­ vitio fuerunt addicti, quandoque aegro animo officium commissum suscipiunt quin legitimum impedi­ mentum eos excuset ab ipso susci­ piendo",

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cambiare tutto specie nelle cose sociali ed economiche non senza pregiudizio dei fedeli, dalla legge e dalle norme insegnate sapientis­ simamente dalla Sede Apostolica, che l'ordinario si impegna a far osservare integralmente in tutta la loro portata. In diocesi esistono 27 parroc­ chie di rito ambrosiano. Tra i sacerdoti generalmentefio­ riscono l'unione, la concordia e la carità, che stanno particolarmente a cuore all' ordinario. 50. È sempre stato ammirevole l'ossequio col quale il clero sino al tempo presente ha accolto gli incarichi affidatigli dall' ordinario. In questi tempi i sacerdoti novel­ li, specie quelli reduci dal servizio militare, qualche volta di mal ani­ mo accettano l'incarico affidato,

69. Mons. Marelli allude certo anche ai difficili rapporti tra l'Ufficio del lavoro, alla cui pre­ sidenza era stato chiamato don Francesco Garbelli (1868-1936), parroco di S. Cateri­ na, e le altre organizzazioni cattoliche, compreso L'Eco di Bergamo. Il vescovo aveva più o meno esplicitamente sconfessato i metodi dell'Ufficio del Lavo­ ro, rilasciando alla stampa diocesana questa comunicazione "Dichiariamo formalmente che nessun propagandista, sacerdote o laico, venne da noi autorizzato a diffondere in nome nostro teorie o metodi sociali che, per molteplici reazioni avute, dobbiamo rite­ nere in aperta contraddizione agli insegnamenti della nostra lettera pastorale 19 mar­ zo 1919 scritta in conformità alle istruzioni avute dalla suprema autorità della Chiesa"; La Vita diocesana, T. IX(l9l9), p.134; L'Eco di Bergamo 15 settembre 1919; A. PAIOCCHI, don Francesco Garbelli ..., p. 162 passim; E. CAMOZZI, Diario... , II, p.1170-ll7l; E. CAMOZZI- P. TEDESCHI, La Chiesa..., O.C. 70. Vengono elencati 263 sacerdoti diocesani rientrati dal servizio militare, in G. ANTO­ NIETTI, Altare da campo..., O.C. Il clero religioso e diocesano durante la guerra' 15-' 18 fu accusato di austriacantismo e di collaborazione col nemico. La Civiltà Cattolica nel quaderno 26 giugno 1915 reagì contro la stampa settaria per tale campagna. Secondo un' indagine della Giunta dell' Azione Cattolica apparsa in una circolare del giugno 1917, risultava che i cattolici prima delle ostilità erano stati contrari a un coinvolgi­ mento dell'Italia, e favorevoli a una neutralità nel rispetto degli interessi del paese. Sen­ za essere istigatori prima e sabotatori poi, a guerra dichiarata i cattolici adempivano

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senza che vi sia un impedimento legittimo che li scusi dall' acco­ glierlo. Grazie a Dio generalmente non esistono sacerdoti che per quanto in buone condizioni di salute, vivono nell'ozio. Pochi sacerdoti frequentano le università laiche, e l'ordinario si prende cura che osservino le nor­ me stabilite dalla Santa Sede. Sono i sacerdoti Biolghini Francesco e Licini Luigi. 51. Il giornale L'Eco di Berga­ mo è diretto dal sacerdote Clienze Bortolotti, e su esso scrive ogni giorno il sacerdote Giacomo Signo­ rini. Taluni altri sacerdoti scrivono

Deo favente generatim non sunt de clero qui, quamvis viribus pol­ leant, otiosi tamen vivant. Pauci sacerdotes universitates laicas frequentant et est ordinarii cura providere ut servent leges a Sancta Sede statutas. Qui sacerdotes sunt: Biolghini Franciscus" ac Licini Aloisius". 51. Diarium L'Eco di Bergamo moderatur a sacerdote Cliente Bor­ tolotti et in diario ipso quotidie seri­ bit sacerdos Iacobus Signorini". Nonnulli alii sacerdotes tum in

lealmente il loro dovere e senza incertezze, auspicando la pace secondo i principi del diritto internazionale e le giuste aspirazioni dei popoli. Tra il 1914 e il 1915 la guerra fu accettata per lealismo nazionale anche se non sempre dappertutto con grande trasporto; A. ERBA, "Proletariato di Chiesa" per la cristianità. La FACI tra Curia romana e fascismo dalle origini alla Conciliazione, I, Italia sacra, 41, Roma 1990, p. 17-22. 71. Francesco Biolghini nacque il 27 maggio 1884 a Castro. Laureato in diritto canonico, filosofia, lettere e diplomato in paleografia, fu ordinato sacerdote i125 maggio 1907. Inviato al Dosso di Azzone in qualità di curato, ebbe in seguito l'incarico di vicerettore nel collegio S. Alessandro, 1908, professore di storia nel seminario diocesano, 1911. Fu membro dei preti del S. Cuore, 1911-1917, e da11925 docente nel collegio di S. Ales­ sandro. Morì il J o maggio 1962; ACVB, clero diocesano, scheda personale. 72. Luigi Licini nacque a Monte di Nese i112 agosto 1883. Ordinato il25 maggio 1907, fu coadiutore parrocchiale a Capizzone, J908, a Fiobbio, 1910, a Redona, 1914. Morì il 27 giugno 1935; ACVB, Libro destinazioni sacerdoti 1891-1937 (ms); ibid., Sacer­ doti defunti dal 1901; Stato del clero... 1936, p. 94. 73. Giacomo Signorini nacque il 2 febbraio 1884 a Barbariga (Brescia). Ordinato sacer­ dote il5 agosto 1906, fu coadiutore parrocchiale a Chiuduno, direttore de Il Campanone, 1911, economo spirituale a Boltiere, 1918, redattore de L'Eco di Bergamo, 1919, redat­ tore de L'Osservatore Romano a Roma, 1920, parroco di Bonate Sopra, 1926, addet­ to all' ufficio amministrativo nella curia vescovile, 1932, direttore per i benefici vacan­ ti e ispettore, 1954, secondo convisitatore nella visita apostolica, 1955. Nel 1942 fu nominato canonico del Capitolo. Morì il 30 dicembre 1956; ACVB, clero diocesano, scheda personale; E. CAMOZZI, Diario ..., II, p.1525.

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sia sul predetto giornale sia su altri periodici cattolici: tutti però con il permesso dell'ordinario e non sen­ za qualche vantaggio. 52. Non esistono, per grazia di Dio, dei sacerdoti che leggano, dan­ do scandalo, dei giornali, riviste o libri sconvenienti. Né ve ne sono, tranne pochissimi, di coloro che si immischiano nelle fazioni munici­ pali o politiche in modo indebito. È stato ridotto allo stato secola­ re il sacerdote Francesco Masche­ roni, col rescritto della Santa Sede da lui stesso chiesto ai sensi del canone 214. Con atto sacrilego è ritornato spontaneamente a tale sta­ to il sacerdote Carlo Milesi, già da diversi anni. In questi ultimi tempi il sacerdote Luigi Cavagnis e Fran­ cesco Marinoni chiamati alle armi, durante il servizio militare sono ritornati di propria volontà assai infelicemente allo stato laico, e a nulla sono valsi i tentativi di ripor­ tarli a condotta migliore, eccetto il sacerdote Marinoni, che ora si è riti­ rato nel convento dei padri Barna­ biti a Milano, e dà buone speranze. 53. Raramente, e col risultato sperato, accade che il vescovo sia obbligato d'imporre la proibizione

praefato diario, tum in aliis libellis periodicis catholicis conscribunt; omnes tamen cumfacultate ordina­ rii et non sine aliqua utilitate. 52. Non adsunt, divino benefi­ cio, clerici qui cum scandalo dia­ ria, ephemerides, vellibros quae dedecent legant, nec qui vel, pau­ cissimis exceptis, factionibus muni­ cipalibus vel politicis indebite se immisceant. Ad statum saecularem reductus est per rescriptum Sanctae Sedis ab ipso impetratum ad sensum can. 214, sacerdos Franciscus Masche­ roni". Per nefas ad illum statum spon­ te sua regressus est Carolus Mi/esi iam a pluribus annis. Hisce ultimis temporibus sacer­ dos Aloisius Cavagnis ac Franci­ scus Marinoni ad arma coacti per­ durante militare servitio, ad sta­ tum saecularem sua sponte miser­ rime regressi sunt et remedia omnia ad ipsos ad meliorem frugem avo­ candos adhibita infelicem exitum habuerunt, exceptione tamen facta pro sacerdote Marinoni qui nunc temporis in asceterio patrum Bar­ nabitarum Mediolanen. se retraxit et bonam spem affert. 53. Perraro et optato fructu fit ut episcopus teneatur irrogare poe­ nam prohibitionis ad tempus mis­

74. Can. 214 Circa la riduzione allo stato laicale di un chierico ammesso al sacerdozio per timore grave.

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sam celebrandi et confessionis dell'ascolto della confessione du­ audiendi: casus graviores non eve­ rante la celebrazione della messa. Non sono avvenuti casi più gravi. nerunt.

VIII

Caput VIII

De Capitulis

I Capitoli

54-55. Adest cathedrale Capi­ 54-55. Vi è il Capitolo della cat­ tulum et constat tribus dignitatibus tedrale, e consta di tre dignità, l'ar­ quae sunt archidiaconus, praepo­ chidiacono, il prevosto e l'arciprete, situs ac arcipresbiter, et quatuor­ con quattordici canonici beneficiati. decim canonicis beneficiariis. Vi sono gli offici del canonico Adsunt offida canonici theologi teologo e del penitenziere, per i et poenitentiarii circa quae ser­ quali sono osservate le norme dei vantur praescripta cann. 398-40]75. canoni 398-401. Vi sono anche altri Habentur alii beneficiati mino­ Il beneficiati minori. res, numero undecim. 56. I 12 canonici riconosciuti 56. Canonici duodecim qui a dalla legge civile, fruiscono dei red­ vigenti lege dignoscuntur redditi­ diti assegnati dal pubblico erario bus a publico aerario adsignatis con la cartella Certificato sul Debi­ per schedulam vulgo Certificato sul to Pubblico. Debito Pubblico, fruuntur. Gli altri, tra i quali le dignità del­ Reliqui, inter quos dignitates l'archidiacono e del prevosto solo archidiaconi et praepositi tantum canonicamente erette, godono di canonice erectae, praebendis prebende fiduciarie amministrate a potiuntur fiduciariis quae distinc­ parte dal Capitolo. tae administrantur a Capitulo. Vi è anche la massa comune per Habetur etiam communis massa le distribuzioni quotidiane secondo pro distributionibus quotidianis iux­ le costituzioni. ta constitutiones. 57. I canonicati di giuspatrona­ 57. Quatuor sunt canonicatus to sono 4. Tre di essi secondo le iurispatronatus. Quorum tres iux­ tabelle della fondazione devono ta tabulas fundationis a Capitolo essere assegnati dal Capitolo della cathedralis conferendi sunt; ulti­ cattedrale, l'ultimo invece, appena

75. Can. 398-401 Norme sul teologo e sul penitenziere della cattedrale.

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vacante, deve essere assegnato dal­ lo stesso patrono, fondatore, tutto­ ra vivente. Per le altre eventualità l' asse­ gnazione spetta di diritto al Capi­ tolo. Vi è un beneficio minore, riven­ dicato dal patrono, il cui patrimo­ nio è stato affidato in modo fidu­ ciario al Capitolo con la riserva di presentare i titolari, mentre il patro­ no che lo reclama è in vita. Vi sono inoltre due benefici minori col diritto goduto dall'O­ spedale maggiore di questa città di presentare i titolari. 58. Vi sono gli statuti secondo le norme dei canoni 410-416, ap­ provati dal vescovo. 59. I canonici onorari sono 8. Nel quinquennio passato sono sta­ te osservate le norme del canone 406. 60. Con la sede vescovile vacan­ te si provvede all'elezione del vica­ rio capitolare a norma dei canoni; il vicario designa l'economo per quella parte segreta della mensa vescovile che non passa sotto l'amministrazione del subeconomo dei benefici vacanti, come è stato fatto nell'ultima vacanza. 61. Il Capitolo celebra le sacre funzioni nel migliore dei modi pos­

mus vero prima vacationis vice ab ipsopatronofundatore adhuc viven­ te conferendus est. Vicibus subse­ quentibus ius collationis transit in Capitulum. Adest beneficium minor a patro­ no vindicatum cuius patrimonium concreditum fuit fiduciario modo Capitulo cum reservatione tamen praesentandi titulares perdurante vita ipsius patroni vindicantis. Sunt insuper duo beneficia minora ius ad quae praesentandi penes est nosocomium maius huius civitatis. 58. Adsunt statuta iuxta prae­ scripta cann. 410-416 ab episcopo adprobata 76. 59. Octo adsunt canonici ad honorem. In quinquennio elapso servatae sunt regulae can. 406 77• 60. Sede episcopali vacante pro­ videtur per electionem vicarii capi­ tularis ad normam canonum, qui vicarius et oeconomum (sic) depu­ tatur pro illa parte secreta mensae episcopalis quae non transit in administrationem subeconomi beneficiorum vacantium, quod ser­ vatumfuit ultima vacationis vice. 61. Capitulum sacras functio­ nes peragit meliori quibus potest decore ac reverentia, et erga suum

76. Can. 410-416 Nonne sul Capitolo della cattedrale. 77. Can. 406 Circa la nomina dei canonici onorari riservata all'Ordinario.

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ordinarium maximam reverentiam profitetur, omniaque diligenter curat quae quomodocumque eius bonum nomen respiciunt. 62. Nullum praeter cathedrale habetur in dioecesi canonicorum Capitulum et nulla communia cleri ad modum Capituli.

sibili, con decoro e reverenza, pro­ fessa verso il suo ordinario il mas­ simo rispetto, e provvede a tutte le cose che in qualche modo riguar­ dano il suo buon nome. 62. Nessun Capitolo esiste in diocesi oltre quello della cattedrale e nessuna cosa esiste in comune per il clero come per il Capitolo.

Caput IX De vicariis Foraneis et de Parochis

IX I Vicari Foranei e i Parroci

63. Adsunt vicarii foranei qui diligenter generatim adimplent ea omnia quae a can. 447 praescri­ buntur de vigilantia in ecclesiasti­ cos viros sui districtus, de cura observantiae canonicarum legum ac ordinari decreto rum, de aliisque sibi commissis". Quotannis visitare debent paroe­ cias et relationem tradere ordina­ rio de statu sui vicariatus. 64. Paroeciae omnes de suo pro­ prio pastore provisae sunt et strie­ te semper servata fuit lex de uno dumtaxat pastore in unaquaque paroecia habendo. Attentis adiunctis locorum ac personarum paroeciae recentibus his temporibus, creatae amovibiles ad nutum episcopi constitutae sunto

63. Vi sono i vicari foranei che adempiono generalmente con dili­ genza tutte quelle istruzioni che sono prescritte circa la vigilanza sugli ecclesiastici del loro distret­ to, sull' impegno dell' osservanza delle leggi canoniche e delle nor­ me dell' ordinario, e di quanto altro è loro indicato. Ogni anno debbono visitare le parrocchie e mandare la relazione all' ordinario sullo stato del loro vicariato. 64. Tutte le parrocchie sono provviste del loro pastore, e si è osservata sempre in modo rigoro­ so la legge di un solo parroco da tenere in ogni parrocchia. Considerate le situazioni dei luo­ ghi e delle persone della parrocchia in questi tempi piii recenti, quelle

78. Can.447 Facoltà e compiti dei vicari foranei.

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Una tantum adest paroecia uni­ ta Capitulo quae est paroecia cathedraZis, cuius tamen curam actualem habet parochus archipre­ sbiter, et duo domibus religiosis sci­ licet paroecia loci Pontida, unita monasterio ordinis Cassinensis S.Benedicti, et paroecia loci Soma­ sca, unita domui Clericorum Regu­ larium Somaschae. Nonnullae etiam habentur paroeciae ut aiunt, interne, Ospi­ tale maggiore, Pio Luogo ricovero di mendicità, nuncupatae, quae omnes sunt concreditae fratribus ordinis S.Francisci Cappuccinis. In paroeciis vero domibus reli­ giosis unitis constitutus fuit paro­ chus religiosus cum libero exerci­ tio animarum curae, sartis tectis­ que quae cann. 630-631 praescri­ bunt". 66(a). Una tantum adest paroe­ eia ecclesiastico patronatui obnoxia; numero duae paroeciae laicali patronatui; numero sexfami­ liari patronatui; numero 137 popu­ lari patronatui; numero 5 denique regio patronatui subiectae. Ordinarius, occasione data, curat ut patroni acceptent spiritua­ Zia suffragia loco iuris praesen­ tandi; sed usque nunc nullo fructu

erette amovibili sono state istituite a volontà del vescovo. Esiste una sola parrocchia, la cattedrale, unita al Capitolo, la cui cura attuale è affidata al parroco arciprete, e due parrocchie ammi­ nistrate dalle case religiose, cioè la parrocchia di Pontida unita al monastero dell' ordine Cassinense di S. Benedetto, e la parrocchia di Somasca unita alla casa dei Chie­ rici Regolari di Somasca. Vi sono anche alcune parrocchie interne, come dicono, l'Ospedale Maggiore, il Pio luogo Ricovero di mendicità, tutte affidate ai France­ scani Cappuccini. Nelle parrocchie unite alle case religiose è stato istituito il parroco religioso, con il libero esercizio del­ la cura d'anime, con la salvaguardia e il mantenimento delle norme pre­ scritte dai canoni 630-631. 66. Esiste una sola parrocchia soggetta al patronato ecclesiastico; due parrocchie al patronato laica­ le; sei al patronato familiare; 137 a quello popolare; cinque infine al patronato regio. L'ordinario al momento oppor­ tuno provvede che i patroni accet­ tino i suffragi spirituali al posto del diritto di presentazione, ma finora

(a) Manca il numero 65. 79. Can. 630-631 Obblighi e competenze di un religioso parroco o di un vicario parrocchiale verso il suo superiore d'istituto e l'Ordinario diocesano.

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con nessun risultato, poiché soprat­ tutto i padri di famiglia dei luoghi soggetti al patronato popolare custodiscono questo loro diritto con cura e diligenza. Nella presentazione tuttavia sono sempre osservate le leggi del canone 1457 e 1452, in caso di ele­ zione o di presentazione popolare. 67. La provvista delle parroc­ chie di libera collazione avviene sempre per concorso, e questo si svolge secondo le norme del sacro concilio Tridentino, e viene istitui­ to secondo la regola sancita dal col­ legio della Provincia dei vescovi della Lombardia. Dopo la promulgazione del co­ dice di diritto canonico, le parroc­ chie di libera collazione solo tre o quattro volte sono state provviste con la traslazione, cioé assegnan­ do loro, senza concorso, un sacer­ dote già parroco, specie tenuto con­ to del bene delle anime della par­ rocchia alla quale il sacerdote era promosso. 68. I parroci oltre gli incerti di stola e le offerte dei fedeli, sono provvisti di una certa dote o dispon­ gono di benefici o di un congruo supplemento del denaro pubblico. Vivono comodamente né vi sono i bisognosi che soffrono la

cum maxime patresfamilias loco­ rum patronatui populari subiecto­ rum sartum tectumque hoc suum ius custodiant; in praesentatione tamen semper servantur leges cano­ nis 1457 et 1452 in casu electionis seu praesentationis popularis", 67. Provisio paroeciarum libe­ rae collationis fit per concursum, et concursus celebratur iuxta prae­ scripta a sacro concilio Tridentino et instituitur ea ratione quae a col­ legio Longobardicae Provinciae episcoporum sancita est. Post promulgationem vero Codi­ cis iuris canonici paroeciae liberae collationis tres vel quatuor tantum vicibus provisae sunt per trans­ lationem, id est praeficiendo ipsis - absque concursu - sacerdotem iam parochum, praesertim spectato bono animarum paroeciae ad quam sacerdos promovebatur. 68. Parochipraeter stolae incer­ ta et fidelium oblationes honestan­ tur certa dote vel beneficiis vel con­ gruo suplemento ex aere civili. Comode generatim vivunt nec adsunt qui vere aegestate laborent exceptis paucissimis quibus ordi­ narius pro posse providet.

80. Can. 1457 Modalità per la presentazione di un candidato a un beneficio di un juspa­ tronato vacante. Can. 1452 Circa le elezioni o le presentazioni popolari, secondo la tradizione, ai bene­ fici, anche parrocchiali, di tre candidati, purché designati dall' Ordinario.

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Parochiomnes domum propriam habent et generatim bene instruc­ tam. 69. Parochi qua convenit dili­ gentia praescriptis canonum qui sub hoc numero veniunt satisfa­ ciunt. 70. Circa baptismum: quaelibet ecclesia parochialis sacro fonte instructa est. Sacer fons pariter habetur in nonnullis ecclesiis sussidiariis nota­ biliter ab ecclesia paroeciali dissi­ tis ita ut non detur necessitas admi­ nistrandi baptismum in ecclesia vel oratorio sacro fonte destitutis. 71. Circa Sanctissimam Eucha­ ristiam: laudabiliter operam dant parochi circa frequentem et etiam quotidianam communionem fide­ lium et optimo fructu. Infirmi gene­ ratim sacro Viatico reficiuntur dum sunt sui compotes. Cultus Sanctissimi Sacramenti promovetur excitando saepe fideles ad quotidianam missae adsistentiam; ad serotinam visitationem et ad alia pietatis exercitia peragenda. Sanctissima Eucharistia expo­ nitur singulis dominicis in ecclesiis praesertim paroecialibus et [re­ quenter etiam diebus ferialibus maxime in novendialibus Nativita­ tis Domini et Pentecostes nec non per quadragesimam, per mensem Sacratissimi Cordis Iesu et in non­ nullis paroeciis etiam per mensem maium et octobrem.

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vera indigenza, eccetto alcuni pochissimi ai quali l'ordinario per quanto può, provvede. Tutti i parroci hanno una casa propria e generalmente ben arredata. 69. I parroci alle norme dei canoni che vengono sotto questo numero soddisfano con la diligenza richiesta. 70. Circa il battesimo: ogni chie­ sa parrocchiale è provvista del sacro fonte. Questo si trova anche in alcune chiese sussidiarie notevolmente distanti dalla chiesa parrocchiale, in modo che non vi sia la necessità di amministrare il battesimo in una chiesa o in un oratorio sprovvisti del sacro fonte. 71. Circa la Santissima Eucari­ stia: i parroci si prestano con ammi­ revole zelo per la frequente e anche quotidiana comunione dei fedeli, con ottimo frutto. Gli infermi gene­ ralmente vengono ristorati col sacro Viatico mentre sono ancora lucidi di mente. 11 culto del Santissimo Sacra­ mento è promosso esortando spes­ so i fedeli all'assistenza alla mes­ sa quotidiana, alla visita vesperti­ na e all'esercizio di altri atti di pietà. La Santissima Eucaristia viene esposta ogni domenica nelle chiese, soprattutto nelle parrocchiali e fre­ quentemente anche nei giorni feria­ li, specie nelle novene della Nati­ vità e della Pentecoste, in quaresi­

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ma, nel mese del Sacratissimo Cuo­ re di Gesù, e in alcune parrocchie anche nel mese di maggio e di otto­ bre. L'esposizione solenne a guisa delle 40 ore si tiene nelle singole parrocchie e con ottimo frutto. Specie in questi tempi è cre­ sciuta la devozione eucaristica del­ l'ora, come dicono, di adorazione. I genitori adempiono in genera­ le al loro compito circa la prima Comunione dei fanciulli, né in que­ sto s'é introdotto alcun abuso. n. Circa l'Estrema Unzione: ai parroci sta a cuore che questo sacra­ mento sia ricevuto dagli infermi mentre ancora sono coscienti, ma per questo, in città specialmente, sorgono difficoltà a causa dei pre­ giudizi familiari. 73. Circa la celebrazione del matrimonio: a tutti i parroci sta a cuore l'osservanza delle norme del titolo VII libro III del codice, cir­ ca quanto riguarda la celebrazione e la registrazione del matrimonio. 74. Circa la catechesi: i parroci osservano diligentemente quanto prescritto dal canone 1330 sul cate­ chismo proprio per la prima Con­ fessione e Comunione, e per la Confermazione dei fanciulli. A loro, oltre la catechesi domenicale, si tie­ ne anche la catechesi per tutta la

Expositio solemnis ad instar XL horarum habetur in singulis paroe­ ciis et optimo fructu. Hisce praesertim temporibus invaluit devotio Eucharistica Horae, ut aiunt, adorationis. Parentes generatim curant offi­ cium suum circa primam Commu­ nionem puerorum nec abusus in re subrepunt. 72. Circa Extremam Unctionem: parochis cura est ut hoc sacramen­ tum recipiatur ab infirmis dum sunt sui compotes sed praesertim in urbe difficultates in re oriuntur ex praeiudiciis maxime familiarium. 73. Circa Matrimonii celebra­ tionem: parochis omnibus cura est praescripta in titulo VII libri III codicis servandi circa ea quae respiciunt celebrationem et adno­ tationem Matrimonii. 74. Circa catechesim: parochi diligenter servant quae praescribit can. 1330 circa peculiarem cate­ chismum pro prima Confessione et Communione et pro Confirmatione puerorum", pro quibus praeter catechesim dominicalem habetur

81. Can. 1330 Dovere annuale del parroco per l'istruzione catechistica dei fanciulli per pre­ pararli a ricevere degnamente i sacramenti della Penitenza e della Confermazione. e. in tempo di quaresima, dell'Eucarestia.

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etiam catechesis per totam qua­ dragesimam et pluribus locis etiam pro tempore adventus, dum et cano­ nes 1331-1336 servant de catechi­ smo diebus festis impartiendo etiam adultis". 75. Circa Evangelii explanatio­ nem: ab omnibus servatur lex cano­ nis 1344, et ordinarius curat ut praesertim in maioribus paroeciis etiam quae commendantur in can. 1345 pro posse serventur". In ecclesiis sussidiariis a paroe­ cialibus dissitis singulis diebus festis habetur evangelii explanatio et catechismus tum pueris tum adul­ tis. Sacrae conciones frequentissi­ me habentur praesertim tempore quadragesimae et adventus in novendialibus per mensem maium, per mensem SS. Cordis Iesu in octi­ duanis supplicationibus pro defunc­ tis etcet. Sacrae missiones saltem decem singulis annis in unaquaque paroe­ eia praescriptae sunto Post bellum vero habitae sunt missiones generales in fere omni­ bus paroeciis. 76. Vicarii cooperatores alii­ que sacerdotes curatores parochos laudabiliter, generatim, adiuvant in animarum cura.

quaresima, e in molti luoghi anche nel tempo d'avvento, mentre osser­ vano pure i canoni 1331-1336 per la norma circa il catechismo da impartire anche agli adulti nei gior­ ni festivi. 75. Circa la spiegazione del Vangelo: tutti osservano la legge del canone 1344, e l'ordinario si prende cura che specie nelle par­ rocchie maggiori anche le indica­ zioni suggerite nel can.1345 siano per quanto possibile osservate. Nelle chiese sussidiarie lontane dalle parrocchiali, ogni festa è fat­ ta la spiegazione del Vangelo e il catechismo sia ai ragazzi che alle ragazze. Si tengono frequentissime pre­ diche sacre specie in tempo di qua­ resima e d'avvento, nelle novene, nel mese di maggio, del Sacratissi­ mo Cuore di Gesù, nell' ottavario per i Morti ecc. Le missioni sacre sono prescrit­ te almeno ogni dieci anni in ogni parrocchia. Dopo la guerra in verità sono state tenute in quasi tutte le parroc­ chie le missioni generali. 76. I vicari cooperatori e altri sacerdoti curati aiutano lodevol­ mente, in genere, il parroco in cura d'anime.

82. Can. 1331-1336 Doveri del parroco per l'istruzione religiosa dei fanciulli e degli adulti. 83. Can. 1344-1345 Doveri del parroco per l'omelia nelle messe domenicali.

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Caput X De Religiosis

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I Religiosi

77. Ordinarius sive per se sive per provicarium generalem ad hoc deputatum rite visitationem domo­ rum religiosarum peragit, in qui­ bus omnibus viget observantia re­ gularum et spiritus religionis. 78. Religiosi sive viri sive mulie­ res vitam communem ducunt nec sunt qui habitant soli vel in privatis domibus cum saecularibus. Fama eorum bona habetur et bona pariter utilitas pro dioecesi. Religiosae mulieres generatim coadiuvant parochos in tradendo catechismum puellis. Incedunt omnes habitu sui ordi­ nis vel congregationis seu institu­ ti. 79. In dioecesi religiosi quae­ stuantes tantum inveniunturfratres a S. Francisco id est minores cap­ puccini ac minores ab Unione Leo­ niana et nunc etiam patres quos dicunt passionisti, et servant prae­ scripta canonum. Religiosae quaestuantes in hac dioecesi inveniuntur tantum quae vulgo piccole serve del S. Cuore di Gesù per l'assistenza degli infermi a domicilio, quae domum princi­ pem Augustae Taurinorum habent. Ex aliis dioecesibus vero huc accedunt nonnullae religiosae qua­ estuantes, quae non semper curant impetrare licentiam ab ordinario

77. L'ordinario sia personal­ mente sia tramite il provicario gene­ rale a ciò deputato, effettua in modo opportuno la visita alle case delle religiose, e in tutte vige l'osser­ vanza delle regole e dello spirito di religione. 78. I religiosi, sia uomini sia donne, vivono in comunità, né vi sono i solitari o chi vive coi secolari nelle case private. Essi godono buona fama, e per la diocesi vi è un buon vantaggio. Le religiose generalmente aiu­ tano i parroci nell' insegnare il cate­ chismo ai ragazzi. Tutti portano l'abito del proprio ordine o congregazione o istituto. 79. In diocesi si trovano religiosi questuanti solo tra i francescani, cioè i minori cappuccini e i minori dell' Unione Leoniana e ora anche i padri chiamati passionisti. Osservano le norme canoniche. Religiose questuanti in questa diocesi sono solo quelle popolar­ mente dette piccole serve del S. Cuore di Gesù per l'assistenza degli infermi a domicilio, che han­ no la casa generalizia a Torino. Da altre diocesi giungono qui alcune religiose questuanti, che non sempre si premurano di chiedere la

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unde quandoque incommoda eve­ niunt. 80. Duae adsunt congregationes dioecesanae virorum scilicet sacer­ dotum a Sacra Familia et pres­ biterorum a Sacro Corde Iesu nun­ cupati. Primi quidem ad orphanos rei agricolae excolendos; alteri vero ad instar sacerdotum Oblatorum SS. Ambrosii et Caroli, qui voto oboedientiae ordinario adstrin­ guntur. Sacerdotes a S. Familia nume­ ro septem sunt; presbiteri vero a S. Corde Iesu numero novem. Utrique fini suo respondent et bono fructu. 81. Nullum offendiculum cum religiosis habet ordinarius in suae iurisdictionis exercitio. 82. Non habentur religiosi viri ordinibus sacris iam initiati, a reli­ gione exclaustrati: pauci adsunt saecularizati et duo dimissi, qui tamen praescripta canonum servant nec in eis aliquid grave deploran­ dum est. 83. a) Diligenter observantur canonicae leges circa admissiones ad novitiatum, professionem, clau­ suram, confessarios ac bonorum temporalium administrationem iux­ ta canones, nec umquam exceptio­ ni locus datur quin antea regularis licentia vel indultum a Sancta Sede fuerit impetratum. b) Non adsunt monasteria

facoltà all'Ordinario, per cui tal­ volta succedono cose spiacevoli. 80. Esistono due congregazioni diocesane di uomini, cioè dei sacer­ doti della Sacra Famiglia e dei pre­ ti detti del Sacro Cuore di Gesù. I primi sono per 1'istruzione nell' a­ gricoltura dei ragazzi orfani, gli altri, come gli Oblati dei Santi Ambrogio e Carlo, sono legati dal voto di obbedienza all' ordinario. I sacerdoti della S. Famiglia so­ no 7, i preti del S. Cuore di Gesù sono 9. Entrambi rispondono al pro­ prio scopo e con buon frutto. 81. L'ordinario non ha alcun contrasto coi religiosi nell'eserci­ zio della sua giurisdizione. 82. Non vi sono religiosi già ini­ ziati agli ordini sacri ed esclaustra­ ti dalla religione. Pochi sono i seco­ larizzati, e due i dimessi, che tutta­ via osservano le norme dei canoni: in essi non v'è alcunché di grave da deplorare. 83. a) Sono osservate con dili­ genza secondo i canoni le norme circa le ammissioni al noviziato, alla professione, alla clausura, per i confessori, per l'amministrazione dei beni temporali, né si fanno ecce­ zioni prima di aver impetrato rego­ lare licenza o indulto dalla Santa Sede. b) Non vi sono monasteri di monache soggetti ai superiori rego­ lari.

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c) Le religiose di vita attiva sono in genere impegnate nelle case per ragazzi, popolarmente dette asili, scuole, case comuni, dove a prez­ zo pattuito abitano e sono mante­ nute le ragazze che studiano mate­ rie letterarie, e inoltre aiutano per la dottrina cristiana, negli oratori o neri ricreatori di ragazze, nelle asso­ ciazioni e in altre opere di pietà. d) Si evita con cura che alle reli­ giose impegnate nell' assistenza agli infermi nelle case private o che gestiscono servizi domestici nei nosocomi, nei seminari, e in altre residenze maschili, non avvenga qualche inconveniente e sono quin­ di usate tutte le cautele, e nulla in questo vi è da deplorare.

monialium superioribus regulari­ bus subiecta. c) Quae vita activa addictae sunt, incumbunt praesertim domi­ bus pro pueris vulgo asili, scholis, communibus domibus ubi pacto pretio habitant et aluntur puellae quae in litterarum studiis versan­ tur; doctrinae christianae quoque oratoriis seu puellarum palestris, congregationibus aliisque pietatis operibus auxilio sunto d) Sedulo cavetur ne iis quae infirmis in privatorum domicilii inserviunt, aut rem domesticam in nosocomiis, seminariis, aliisque virorum domibus gerunt, aliquid inconveniens accidat et cautelae diligenter custodiuntur; nec aliquid est in hac re deplorandum.

XI Il Popolo fedele

Caput XI De Populo fideli

84. I costumi del popolo sono da ritenere generalmente abbastan­ za buoni, tuttavia si lamentano i vizi dell'ubriachezza e in alcune cate­ gorie la bestemmia e il turpiloquio. La vita cristiana privata nelle famiglie è abbastanza onesta spe­ cie nelle parrocchie rurali. La vita pubblica non è mac­ chiata da gravi vizi, lo spirito reli­ gioso specie nei paesi è ancora vivo, benché sia alimentato non poco con il fasto esterno e con le solennità.

84. Populi mores in universum satis boni habendi sunt, tamen vitia ebrietatis et quibusdam in coetibus blasphemiae et turpiloqui lamen­ tantur. Vita christiana privata in [ami­ liis satis est honesta, praesertim in paroeciis ruralibus. Vita publica gravibus vitiis non maculatur, spiritus pietatis maxime in oppidis adhuc vividus quamvis non parum alatur exte mis pompis et solemnitatibus.

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Ob immane flagitium belli pro­ fessio vitae christianae ac mores defecerunt", potissimum quum qui se profitentur meliorem vitae con­ dicionem opificibus ac agricolis paraturos fere unice se tantum ad temporalia bona adsequenda adiu­ tores praebent. Episcopus cum suo clero con­ tendit christianae vitae mores ac instituta ad pristinum honorem reducere quod tamen difficile vide­ tur cum difficultates non raro undi­ que oriantur: 85. Generatim populus qua con­ venit reverentia clericos et maxime episcopum ac summum pontificem prosequitur. 86. a) Praeceptum audiendi sacrum praecipue in oppidis dili­ genter observatur: generatim fide­ les se abstinent ab operibus servi­ libus. Attamen non est mihi prae­ tereundum usum valde deploran-

Per il crudele flagello della guer­ ra la professione della vita cristiana e i costumi sono scaduti moltissi­ mo, in quanto chi conduce una con­ dizione migliore di vita rispetto agli operai e agli agricoltori, si mostra disposto quasi unicamente a con­ seguire i beni temporali. Il vescovo col suo clero si sfor­ za di riportare i costumi della vita cristiana e le istituzioni allo splen­ dore primitivo, il che appare arduo per le difficoltà che non raramente ovunque sorgono. 85.11 popolo generalmente man­ tiene verso il clero il rispetto che si addice, e in sommo grado verso il vescovo e il sommo pontefice. 86. a) Il precetto di ascoltare la messa specie nei paesi è diligente­ mente osservato. I fedeli si astengono in genere dalle opere servili. Tuttavia non devo omettere che

84. Sono noti i danni materiali e morali dell'immaneflagitium belli per essere ripetuti in que­ sta sede. Non sembra fuori luogo osservare che i cattolici italiani non esercitavano responsabilità governative allo scoppio della guerra mondiale nel 1914. Avvenuta la deli­ berazione del passaggio dalla neutralità all' intervento, 24 maggio 1914, solo Guido Miglioli tra i cattolici deputati, i quali optarono per l'ineluttabile necessità del dovere civico, dissentì con l'obiezione di coscienza contro la guerra. Osserva inoltre Bello' che alla mancanza di chiarezza dei politici sarebbe stato desiderio fosse corrisposta la mag­ giore libertà dei vescovi. "Ma neppure le loro lettere pastorali, scritte in occasione del­ la guerra, manifestarono evangeliche trasparenze, specialmente là dove si preoccupa­ no di offrire la giustificazione morale, lievitando le ragioni di giustizia dell' interven­ to italiano". Varie le giustificazioni addotte, la giusta causa, l'ubbidienza alle autorità costituite, un grande battesimo di sangue che rigenerava e cancellava le vecchie colpe, la difesa di un giusto ingiustamente aggredito, la santa causa contro l'Austria secola­ re nemico. E lo storico rileva "la diversità fra Benedetto XV, che insegnava il principio della neutralità, ed i confratelli d'Italia, che forzando la distinzione del dovere civico dalla responsabilità dei governi, finivano per fare condiscendenza autorevole alla politica di belligeranza"; C. BELLO', Società ..., p.116-117; E. CAMOZZI, Diario ..., II, p.1573-1855.

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dum invaluisse ubique ut dies domi­ nici et festi de praecepto omnes in solatium corporis potius quam in christiani spiritus incrementum con­ vertantur, quo fide i et morum detri­ mento facile intellectu est. Huic autem gravissimo animarum incom­ modo causam praecipuam confe­ runt associationes illae utriusque sexus, nomen quidem catholicum usurpantes, quibus titulus est Cir­ coli sportivi, Società ginnastiche, Società alpinistiche, etcet. b) Lex abstinentiae satis obser­ vatur et a fidelibus magis devotioni addictis etiam lex ieiunii. c) Parentes generatim solliciti sunt ut intra hebdomadam neonati baptizentur et si aliqua causa bap­ tismum protrahendum sit, licentiam plerumque impetrant. d) Frequentia ad sanctam com­ munionem in variis dioecesis locis praesertim pro femineo sexu lau­ dabilis invenitur. e) Fideles qui graviter decum­ bunt plerumque extrema sacra­ menta deposcunt, quin ea differant. Sunt speciatim in urbe qui maxi­ me ob familiarium praeiudicia quandoque ea negligant: paucissi­ mi, fere dicam nulli, ea recusant. f) Fideles, paucissimis in urbe

s'è introdotto ovunque il costume molto deplorevole per tutti di darsi nelle domeniche e nei giorni festi­ vi di precetto al sollievo del corpo, piuttosto che di applicarsi alla cre­ scita dello spirito cristiano, col dan­ no facilmente comprensibile per la fede e per i costumi. Di questo gra­ vissimo danno alle anime sono cau­ sa principale quelle associazioni, di entrambi i sessi, che usurpano il nome cattolico, e che hanno per titolo Circoli sportivi, Società Gin­ nastiche, Società Alpinistiche ecc. b) La legge dell' astinenza è osservata abbastanza e dai fedeli più devoti anche la legge del digiu­ no. c) I genitori sono solleciti nel battesimo ai figli neonati entro la prima settimana, e se per qualche causa il battesimo si deve ritarda­ re, viene domandato per lo più il permesso. d) La frequenza alla santa comu­ nione nei vari luoghi della diocesi specie da parte del sesso femmini­ le, è lodevole. e) i fedeli gravemente ammala­ ti per lo più chiedono gli ultimi sacramenti, senza differirli. Si tro­ vano specialmente in città quelli che talvolta per pregiudizi dei fami­ liari li trascurano e pochissimi, direi, li respingono. f) I fedeli, tranne pochissimi in città, hanno orrore della cremazio­ ne dei corpi. Mai avvengono fune­

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rali irreligiosi, assai raramente quel­ li solo civili e in questo modo sono sepolti quei pochissimi che hanno mandato il loro corpo al crematoio, ovvero i suicidi che pienamente consapevoli di sé stessi si sono tol­ ta la vita. 87. a) Sono da lamentare alcu­ ni matrimoni puramente civili o concubinaggi, non tuttavia in tale numero che si possano dire fre­ quenti. Divorzi propriamente detti quasi nessuno. b) Contro la santità del matri­ monio si è diffuso il nefando cri­ mine di Onan, specie in questi ulti­ mi tempi. c) Per toglierequesti mali il clero si impegna con tutte le forze istruen­ do i fedeli circa le virtù e la santità del sacramento del Matrimonio. 88. Poichè gli acattolici in pro­ porzione dei cattolici sono pochis­ simi, raramente avvengono matri­ moni misti, e in tal caso sempre però applicando strettamente le cau­ tele prescritte e le clausole del cano­ ne 1061. 89. I genitori soddisfano gene­ ralmente in modo diligente in fami­ glia all' obbligo dell' educazione cristiana e il clero si impegna con tutte le forze perché i fedeli non rinuncino a questo dovere. 90. In ogni scuola elementare la dottrina cristiana è insegnata ai ragazzi da ecclesiastici o da mae­ stri idonei.

seclusis, corporum cremationem horrescunt. Numquam contingunt funera irreligiosa; perraro mere civilia et ita sepeliuntur ii paucis­ simi qui corpus suum mandaverunt ut cremetur vel suicidae qui sui ple­ ne compotes sibi mortem intuleruni. 87. a) Matrimonia mere civilia sive concubinatus nonnulla lamen­ tanda sunt, non tamen tali numero quo frequentia dici possini. Divor­ tia proprie dicta fere nulla. b) Contra sanctitatem Matri­ monii irrepsit nefandum crimen Onan, praesertim hisce ultimis tem­ poribus. c) Ad haec mala removenda cle­ rus operam dat, maxime instruendo fideles circa dotes ac sanctitatem Matrimonii sacramenti. 88. Cum acatholici, proportio­ ne facta cum catholicis, paucissi­ mi sint mixta matrimonia perraro habentur semper tamen stricte adhibitis praescriptis cautelis et clausulis can. 1061. 89. Generatim parentes sedulo satisfaciunt in sinu familiae obli­ gationi christianae educationis pro­ lis et clerus omnibus viribus nititur ne fideles ab hoc officio deficiant. 90. In qualibet elementari scho­ la pueris per ecclesiasticos viros aut idoneos magistros christiana doctrina traditur:

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91. Esistono alcune scuole ele­ mentari e medie affidate a sacerdo­ ti, istituti religiosi e anche laici di buona fama, come il collegio S. Alessandro, in città, il collegio di Celana, il collegio S. Defendente, a Romano, il Collegio S. Carlo a Val­ negra, tutti del pari frequentati, sog­ getti all'ispezione e alla vigilanza dell' ordinario, sostenuti general­ mente con le rette degli alunni per il vitto e l'alloggio, e anche con le offerte sia dell' istituto da cui dipen­ dono sia dei cattolici. Tra le opere che riguardano la salvaguardia dei giovani che fre­ quentano le scuole medie pubbli­ che e le superiori, esistono in città per i maschi gli istituti popolar­ mente detti Pensionato, presso il collegio S. Alessandro martire, e la Casa degli studenti, ambedue affi­ dati a sacerdoti, e attualmente vie­ ne preparato un nuovo istituto. Per le ragazze vi sono molte case di religiose, nelle quali a prez­ zo comvenuto soggiornano le ragazze che frequentano le scuole pubbliche, e ivi con ogni mezzo si provvede alla loro salvaguardia.

91. Sunt nonnullae scholae ele­ mentares ac mediae sacerdotibus, religiosis institutis, et etiam laicis bonae famae, concreditae ut sunt Ephebea quae nuncupantur colle­ gio S. Alessandro in urbe, collegio di Celana, collegio S. Defendente, loci Romano, collegio S. Carlo loci Valnegra, et aeque frequentantur et ordinarii vigilantiae et inspectioni sunt subiectae, et generatim sosten­ tantur alumnorum pactis pro habi­ tatione et schola et etiam oblatio­ nibus tum instituti a quo pendent tum catholicorum. Inter opera quae respiciunt praeservationem iuvenum qui publi­ cas scholas medias ac superiores frequentant, habentur in urbe pro maribus institutiones vulgo Pen­ sionato, apud ephebeum S. Alexan­ dri martiris" et Casa degli studen­ ti", ambo sacerdotibus concreditae et nova paratur. Pro puellis vero habentur plu­ rimae domus religiosarum in qui­ bus pacto pretio degunt puellae illae quae scholas publicas fre­ quentant, ibique omnibus mediis praeservationi ipsarum providetun

85. Cf. M. BENIGNI, Angelo Roncalli e il collegio S. Alessandro, in Chiesa e società..., p. 425-434. 86. La Casa degli studenti era stata fondata nel palazzo Marenzi in piazza S. Salvatore, da don Angelo Roncalli nel 1918, invitato dal vescovo Marelli "su proposta di alcuni signori di qui" a interessarsi della gioventù studiosa. All'iniziativa dette il suo appog­ gio il conte Stanislao Medolago Albani e il notaio Locatelli; ibid., p. 428-429; E. CAMOZZI, Tra le carte ..., o.c.

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Le opere doposcolastiche esi­ stono non solo in quasi tutte le par­ rocchie di maggior importanza del­ la città, ma anche della diocesi. 92. Si trovano in quasi tutte le parrocchie i terziari secolari del­ l'ordine di S. Francesco e alcuni dell'ordine di S. Domenico. In tutte le parrocchie sono eret­ te le confraternite del Santissimo Sacramento e della Dottrina Cri­ stiana, e inoltre il circolo di S. Lui­ gi per i giovani, e la pia unione del­ le Figlie di Maria per le giovani, e tutte le confraternite e congrega­ zioni sono di non poco aiuto alla religione. 93. Tutte le associazioni sotto­ stanno alla giurisdizione e alla vigi­ lanza dell' ordinario, a norma del can.690/1. Circa il modo dell' amministra­ zione si osservano le norme del canone 691. 94. Esistono, tra i cattolici sopra­ tutto, associazioni che si chiamano di agricoltori e di operai, nonché di donne che vi aderiscono sia per pro­ muovere gli interessi legati alla pro­ pria attività nelle industrie, sia per­ ché si consociano per qualche sco­ po caritativo o di mutuo sussidio. In quasi tutte le parrocchie si trovano gli asili per i bambini affi­

Opera post scholaria fere in omnibus maioris momenti paroe­ ciis civitatis non tantum sed etiam dioecesis habentur. 92. Adsunt fere in omnibus paroeciis Tertiarii in saeculo viven­ tes Ordinis S. Francisci et nonnul­ li Ordinis S. Dominici. In omnibus vero paroeciis habentur confraternitates Sanctis­ simi Sacramenti ac Doctrinae Chri­ stianae nec non pia consociatio a S. Aloisio nuncupata pro iuvenibus et Pia unio Filiarum Mariae pro puellis, omnesque confraternitates ac congregationes non parum pro­ ficiunt religioni. 93. Omnes associationes iuris­ dictioni subsunt et vigilantiae ordi­ narii ad normam can. 690 paro 187• Circa modum administrationis servantur praescripta can. 691. 94. Adsunt inter catholicos asso­ ciationes illae quae sociales vocan­ tur praesertim agricolarum et ope­ rariorum nec non mulierum. quae tum proprio officio opificum ratio­ nibus provehendis adhaerent, tum in aliquem charitativum finem vel mutuum subsidium consociantur. In omnibus fere paroeciis ha­ bentur asila pro infantibus concre­ dita religiosis mulieribus; in urbe

87. Can. 690 Norme sui rapporti tra associazioni e Ordinario diocesano; casi e limiti del­ la loro esenzione dalla giurisdizione dell' Ordinario.

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adsunt patronatus pro iuvenibus artificibus et pro aemigrantlbus; in urbe et in dioecesi sunt plurimi cir­ culi pro iuvenibus et pro puellis: quae omnes (exceptis nonnullis adsociationibus agricolis ac ope­ rariis uti adnotatum fuit in n.49) directioni ac moderationi ordina­ rii et Apostolicae Sedis generatim dociliter subsunt, et beneficia tum moralia tum temporalia praestant. 95. Curat ordinarius, ope spe­ ciatim adhibita sacerdotum qui ab ipso deputati hisce associationibus adsistunt, ut qui adscripti sunt in fide i doctrina instituantur et chri­ stianam vitam ducant. 96. Laudabili opere clerus ac fideles nituntur ut libri et diaria impia, obscena velliberalia a dioe­ cesi removeantur, adhibito prae­ sertim medio operis ut aiunt della Buona Stampa. Tamen maxime urbem libri et diaria religioni ac moribus noxia aliarum civitatum ingrediuntur. 97. Habetur in urbe taberna massonica vulgo dieta Loggia Pon­ tida, cui nonnulli sunt addicti, quin tamen magna activitate operam adversus religionem moliantur. 98. Habentur infeliciter socia­ lismi societates praesertim opera­ riorum quae, institutioni valde qui­ dem religioni obnoxiae, quam vocant Camera del Lavoro, adhae­ rent atque ad haec mala averten­ da, clerus ac laici operam dant sive

dati alle religiose; in città vi sono i patronati per i giovani artigiani e per gli emigranti; in città e diocesi vi sono molti circoli per giovani e ragazze: tutti (eccettuate alcune associazioni agricole e operaie come è stato segnalato nel n.49) sotto­ stanno generalmente con docilità alla guida direttiva dell' ordinario e della Sede Apostolica, e offrono benefici sia morali che materiali. 95. L'ordinario si dà cura, con la collaborazione specialmente di sacerdoti assistenti da lui nominati a queste associazioni, che i loro soci siano istruiti nella dottrina della fede e conducano una vita cristiana. 96. Il clero e i fedeli con lode­ vole zelo si sforzano che libri e giornali empi, osceni o liberali ven­ gano allontanati dalla diocesi, soprattutto tramite l'opera, come dicono, della Buona Stampa. Tuttavia specie in Bergamo, libri e giornali contrari alla religione e ai costumi entrano da altre città. 97. Esiste in città la loggia mas­ sonica comunemente detta Loggia Pontida, alla quale alcuni sono iscritti, senza tuttavia che essa svol­ ga una grande attività contro la reli­ gione. 98. Vi sono purtroppo società socialiste, specie operaie, che ade­ riscono a una istituzione molto con­ traria alla religione, che essi chia­ mano Camera del Lavoro; per al­ lontanare questi mali, il clero e i

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propagando principia christianae iustitiae et charitatis, sive colli­ gendo operarios in associationibus christiano spiritu imbutis": 99. In exercitio iurium politico­ rum et civilium fideles generatim respiciunt religionis bonum et Ecclesiae libertatem.

laici si impegnano sia per propaga­ re i principi della giustizia cristiana e della carità, sia per raccogliere gli operai nelle associazioni animate da spirito cristiano. 99. Nell'esercizio dei diritti poli­ tici e civili i fedeli generalmente guardano al bene della religione e alla libertà della Chiesa.

Caput XII Iudicium sintheticum Ordinarii circa Dioecesis statum

XII Giudizio sintetico dell'Ordinario circa lo stato della diocesi

100. Quoad condicionem mate­ rialem dioecesis, Deo favente, attentis praesentibus angustiis, non tantum damni quantum poterat timeri advenisse videtur.

100. In merito alla condizione materiale della diocesi, considera­ te le presenti difficoltà, sembra che, grazie a Dio, non sia venuto tanto male quanto si poteva temere.

88. Il clero, nota Bello', produsse un' enorme, per quanto frammentaria, massa di inizia­ tive sociali (società di mutuo soccorso parrocchiali, circoli operai, leghe bianche, cas­ se rurali, circoli di studi sociali) e Gramsci riteneva opportuno che nel Bergamasco i Soviet fossero costituiti da cattolici. Nel dopoguerra la chiesa rurale subì il trauma quando per la difficile situazione socioeconomica, la crescita dei movimenti popolari, la debolezza dei governi alimentarono speranze di rivoluzioni contadine e operaie in Ita­ lia. Il prete considerato fautore dell' ordine padronale, manipolatore di formule religiose a scopo politico, divenne bersaglio della campagna ideologica e organizzativa dei socialisti. Ne derivò il calo della frequenza religiosa, la contestazione al sacerdozio, alla Chiesa, alla religione, con la crisi della parrocchia rurale. Ma, osserva quello storico, tra le varie interpretazioni del socialismo specie nei suoi principi, ne emerse anche una positiva "che, esaltando le forze istitutive della giustizia e della umanità e rom­ pendo gli indugi rivelava una potenziale animazione cristiana". Erano gli anni della questione agraria, con i contadini che reclamavano l'adempimento della promessa del Governo durante la guerra di dare loro la terra in proprietà. Tra latifondisti e demo­ cratici cristiani del Partito Popolare che aveva presentato in Parlamento un progetto di riforma agraria, era in corso un duro confronto che toccava le condizioni di vita di milioni di contadini a favore dei quali si proponeva anche l'esproprio in caso di neces­ sità. L'Ufficio del Lavoro di Bergamo per una serie di fattori di varia natura, non riu­ scì a esprimere che in minima parte le rivendicazioni dei contadini che trovavano nel socialismo quasi uno sbocco ideale alle loro richieste; C. BELLO', Società ... , p. 102­ 123, citazione p. 109; G.VIAN, La riforma... , II, p.920-926; G. CREMASCHI, "Per il maggior... ", o.c.; E. CAMOZZI-P. TEDESCHI, La Chiesa .... o.c.

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Quoad clerum fatendum quidem oeconomice plurimos angustia laborare; attamen quantumfas est in dies providetur his mediis quae quotidie Divina suppeditat Bonitas. Quum socialisticae doctrinae his nostris regionibus nondum inva­ luerint, tum vita et mores populi adhuc christiano redolent sapore, unde est quod maxima pars tum agricolarum tum opificum nomen dederint nostris adsociationibus oeconomicis catholicis. Et utinam istae adsociationes nostrae omnes sincere fideliterque rectam semper secutae fuissent regulam charitatis, iustitiae, et aequitatis a Sancta Sede traditaml... Quoad clerum in genere lau­ danda est eius vitae honestas, zelus in cura animarum et praecipue in praedicatione Verbi Divini, quod certo summopere concurrit in con­ servatione fide i et vitae christianae huius plebis nostrae. Monita vero et mandata, ab hac sacra congregatione in praeceden­ ti responsione tradita, summa cum observantia nec non sine fructu fideliter exequenda curavi. Sì tamen tristitia temporum non is quem sperare licebat, progressus in rebus [idei et morum haberi potuit, nullus nihilominus fuit re­ gressus.

Circa il clero vi è da dire che molti soffrono economicamente per le ristrettezze, tuttavia, per quanto possibile, di giorno in giorno vi si provvede con i mezzi che la Bontà Divina concede. Poiché le dottrine socialiste in queste regioni non hanno ancora prevalso, così la vita e i costumi del popolo odorano ancora di sapore cristiano. Pertanto la massima par­ te di agricoltori e di operai si sono iscritti alle nostre associazioni cat­ toliche. E volesse il cielo che tutte que­ ste nostre associazioni sempre aves­ sero seguìto sinceramente e fedel­ mente la regola della carità, della giustizia e dell'equità insegnata dal­ la Santa Sede L.. Per il clero, in genere è da loda­ re la sua vita onesta, lo zelo nella cura delle anime e specialmente nella predicazione della Parola di Dio, che concorre in modo assai notevole alla conservazione della fede e della vita cristiana di questo nostro popolo. Ho cercato con la massima cura e non senza frutto che fossero eseguiti fedelmente gli ammonimenti e le decisioni tra­ smessi dalla sacra congregazione nella precedente risposta. Se d'altronde i tempi infelici non sono quello che era lecito spe­ rare, si è potuto avere il progresso nelle cose di fede e dei costumi, e non vi è stato alcun regresso.

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Dato a Bergamo dal palazzo vescovile addì 20 aprile 1921.

Datum Bergomi ex aede episcopali die XX aprilis 1921.

+ Aloisius Maria episcopus

+ Luigi Maria vescovo

Visita ad Limina.

Bergamo. Relazione diocesana e visita ad Limina. 319/21 26 aprile 1921. Si dia il certificato

della relazione.

die 26 aprilis 1921. Detur attesta­ tio relationis. Tassa Lire lO.

Si dia l'attestato della visita.

Taxa us. lO. Si è risposto il 28 maggio 1923.

Pagato. 7 maggio 1921. 13 maii 1921. Detur attestatio

visitationis.

Pagato 27 maggio 1921.

28 maggio 1923 responsum est.

Bergamo 1921.

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DICHIARAZIONI DELLE VISITE ALLE BASILICHE

DEI SANTI APOSTOLI PIETRO E PAOLO

Sacrosancta Patriarchalis basilica S. Pauli. Illustrissimus et reverendissimus dominus Aloisius Maria Marelli, episco­ pus Bergomensis, visitavù Limina S. Pauli apostoli, et praesentem fidem a me vicario sacrarii obtinuit hac die vigesima septima mensis aprilis anni 1921. vicarius d. /oseph B. Acernese Ordinis S. Benedicti /osephus De Bisogno e marchionibus de Casaluce doctor utriusque iuris, curator operum vaticanorum, canonicus decanus et altarista SS. Patriarchalis basilicae principis apostolorum de urbe.

Fidemfacimus atque testamur illustrissimum et reverendissimum domi­ num Aloisium Mariam Marelli, episcopum Bergomensium, personaliter visi­ tasse Limina sacrosanctae patriarchalis basilicae principis Apostolorum et praesentemfidem a nobis obtinuisse hac die 27 mensis aprilis anni 192/. G. de Bisogno

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315 APPUNTO DELLA CONGREGAZIONE Bergamo - Relazione ­ Lo stato generale materiale e morale della diocesi è buono, grazie alle opere sociali cattoliche che ancor vi fioriscono collo zelo del clero. Occorre non arrestarsi mai; perché ogni sosta segna un regresso; e sopra tutto bisogna tener disciplinate le associazioni cattoliche. Osservazioni n.8. - È una cosa troppo delicata quella "de bonis jiduciariis ad pias causas" , ed il vescovo deve esigere ad ogni costo il rendiconto. n.l S, - Gli inventarii dei beni immobili sono difficili ma sono pur neces­ sarii. Si cerchi di farli con la massima prudenza. n.n.14 e 15. - Curi il vescovo che siano compilati anche i catalogi nel­ l'archivio episcopale e in quelli delle chiese. n.26. - Sarà bene predisporre che alla vacanza della sede venga costituito anche l'economo della mensa vescovile. n.30. - Quali sono i casi riservati in diocesi? n.43. - Tengano presente il vescovo, il rettore e i moderatori dei semi­ narii, che dote precipua dei seminaristi deve essere l'ubbidienza.. n.47. - f) I benefici della vita comune del parroco con i suoi coadiuto­ ri sono ben maggiori dei piccoli inconvenienti che possono capitare. Non si cessi dall' inculcarlo. n.49. - Si vigili perché i sacerdoti, massime giovani, non si scostino nel­ le opere sociali dalle sapienti direttive della Santa Sede. Attenti ai novatori. n.52. - Non si perda di vista il povero sacerdote Luigi Cavagnis; ma si continui 1'opera di carità per richiamarlo sul retto sentiero. n.87. b) - L'onanismo è la conseguenza diretta del maltusianismo. Con­ tro questa esiziale teoria non c' è altro che richiamare i fedeli alla fiducia nella Divina Provvidenza, che veste i gigli del campo e pasce gli augelli del­ l'aria. Roma 22-VII-'22 Sac. Dante Munerati consigliere

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RISPOSTA DELLA CONGREGAZIONE CONCISTORIALE

AL VESCOVO L.M. MARELLI

Die 28 maii 1923 319/21 Episcopo Bergomensi

28 maggio 1923 Al Vescovo di Bergamo

Non sine gaudio patribus huius congregationis ex tua relatione compertum est in ista dioecesi vitam christianam [lorere'". Placuit insimul ex ipsa nosse quod clerus, cuius amplitudo tua reverendissima laudat honestam vitam et sedulam curam pro ani­ marum salute, libenter ex sua par­ te ad bonam conditionem moralem et religiosam fidelis gregis servan­ dam et augendam pro viribus con­ currat. Cum itaque de hisce quae retu­ listi ex corde tibi sit gratulandum, non est cur oporteat amplitudinem tuam enixe exhortari ut in inceptis laboribus alacriter prosequatur; una cum sacerdotibus tuis. Quibus hoc maxime et instanter inculcandum est, ut in operibus socialibus et oeconomicis numquam audeant a

Dalla tua relazione la sacra con­ gregazione Concistoriale ha appre­ so non senza gioia che la vita cri­ stiana fiorisce in questa diocesi. Da essa ha inoltre preso cono­ scenza con piacere che il clero, del quale la signoria tua reverendissi­ ma loda la vita onesta e la solleci­ tudine nella cura per la salvezza delle anime, volentieri opera con le sue forze per conservare e aumen­ tare la buona condizione morale e religiosa del gregge fedele. Dovendo perciò congratularmi di cuore con te, per le notizie rife­ rite, non fa d'uopo che ti esorti con vigore per continuare alacremente nelle opere intraprese coi tuoi pre­ ti, ai quali è da inculcare nel mas­ simo dei modi e vivamente, che nelle opere sociali e economiche non osino allontanarsi mai dalle

(a)fideles adhuc christiano redolere gustu, etsi non il/e, quem sperare licuit, progressus in rebus fide i et morum attingi potuit: cancellata.

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normis et regulis a Sancta Sede sapientissime traditis et ab ordina­ rio integre servatis deflectere. Singulariter autem est com­ mendanda amplitudinis tuae solli­ citudo pro seminarii alumnis, quo­ rum institutionem rectam et forma­ tionem plenam assidue cordi habes. Sed una tecum plorandum est, quod inter clericos aliquantum ino­ bedientiae ingenium serpat: nulli itaque studio parcendum est, ut vir­ tus oboedientiae inculcetur, quae est disciplinae fundamentum. Ad parochos autem quod spec­ tat, instet amplitudo tua in suaden­ da eorum vita communis cum adiu­ toribus; nam si practice nonnulla et parva incongrua ipsa secumfert, longe quidem maiora sunt benefi­ cia quae ab ea proveniunt. Item satagat, in quantum fieri potest et prudentia sinit, ut confi­ ciantur inventaria rerum immobi­ lium, utque compleantur catalogi tum archivii episcopalis tum cete­ rarum ecclesiarum, nec omittet integram rationem exigere de bonis fiduciariis ad pias causas. Insimul opportune in praesens procedendum est ut, vacante sede episcopali, constitui possit oeco­ nomus quoque pro mensae bonis. Omnium vero sacerdotum zelus pro christiana gregis salute, qui in frequenti praedicatione Verbi Divi­ ni et in Evangelii explicatione maxime est manifestus, caute et

direttive e dalle regole che la Santa Sede con grande saggezza ha inse­ gnato e che l'ordinario ha integral­ mente osservato. In modo speciale è da racco­ mandare alla tua signoria la solle­ citudine per gli alunni del semina­ rio, dei quali tu hai a cuore assi­ duamente la retta istruzione e la for­ mazione completa. Ma con te è da deplorare che serpeggi alquanto tra i chierici l'in­ clinazione alla disobbedienza. Nes­ sun sforzo perciò è da risparmiare perché sia inculcata la virtù del­ l'obbedienza, fondamento della disciplina. Per quanto riguarda i parroci, la tua signoria insista nel persuadere a loro la vita in comune con i coa­ diutori, poiché se essa porta nella sua pratica dei piccoli incomodi, i benefici che provengono da essa sono invece molto maggiori. Così pure la signoria tua si dia da fare, per quanto possibile e lo permette la prudenza, perché ven­ gano compilati gli inventari dei beni immobili, completati i cataloghi sia dell' archivio vescovile sia delle altre chiese, né ometta di esigere il completo rendiconto dei beni fidu­ ciari delle cause pie. Nel contempo è opportuno che, nella vacanza della sede vescovile, si possa istituire anche l'economo per i beni della mensa vescovile. Lo zelo inoltre di tutti i sacerdo­

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ti per la salvezza cristiana del greg­ ge, che si manifesta in sommo gra­ do con la predicazione assidua del­ la Parola Divina e nella spiegazione del Vangelo, si estenda anche con cautela e prudenza alla castità da osservare nella vita matrimoniale per il proprio stato. V' è da rammaricarsi infine per quanto riguarda il sacerdote Cava­ gnis, che non è ancora ritornato a buoni sentimenti, e per il quale occorre l'impegno onde evitare che si perda. Ma la signoria tua non si lasci prendere dalle angustie, dal mo­ mento che si comporterà come lo richiede la carità e la sollecitudine pastorale verso di lui.

prudenter extendatur'" quoque ad castimoniam in matrimoniali vita proprio statu servandam. Quod denique attinet ad sacer­ dotem Cavagnis, dolendum quidem est ad cor adhuc non rediisse, et satagendum, si fieri possit, ne pereat, sed amplitudo tua in angu­ stiis non haereat, quumfecerit quod caritas et pastoralis sollicitudo erga eum postulabit.

G.T.

G.T.

(a) Etiam ad nefanda et turpia vitia contra matrimonii sanctitatem removendo. Vìdit demum sacra congregatio te frustra remedia adhibuisse ad revocandum sacerdotem Cavagnis: animose cum caritate perseveret ut ipse ad bonamfrugem reducatur: cancellata.

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Documenti d'Archivio


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I-P. L. SPERANZA 1. Processo per la elezione del canonico P. L. Speranza a Vescovodi Bergamo Giovanni Janni, uditore di Sua Santità, presenta la candidatura del canonico Speranza in questi termini: "Propositio cathedralis Ecclesiae Bergomensis, Romae 1853 Fructus taxati sunt in libris Camerae ad florenos 700, sex mille et quadringenta circiter scut. rom. Candidatus: vir tandem gravitate, prudentia, doctrina, morum probitate prae­ ditus, rerumque usu praestans, dignus eapropter censendus qui memoratae Ecclesiae Bergomensis .in episcopum praeficiatur. La nomina avviene vigore indulti apostolici concesso all'imperatore d'Austria Francesco Giuseppe I; Speranza ottiene la grazia "pro dispensatione super defec­ tu gradus doctoratus"; ASV, Congr. Conci/ii, Positiones, 1878, Maggio A-B, Bergamo, pp.nn. 2 a stampa.

2. Mons. Speranza, il Concordato, la stampa Il nunzio apostolico a Vienna, Michele Viale, nel Rapporto del 19 aprile 1856 al segretario di Stato cardinale Giacomo Antonelli informa che sull'amministrazione dei beni ecclesiastici, articolo 9 del concordato, verrà eseguita la volontà del­ l'imperatore per cui "bonorum ecclesiasticorum administratio ad eos est ad quos secundum canones spectat", mentre il governo si atterrà più che altro all'ispezio­ ne. Sui mezzi per impedire abusi di stampa contro la religione e la moralità, mons. Viale scrive "In tal riguardo i medesimi [Vescovi d'Italia] non sono d'accordo, atte­ so che il vescovo di Bergamo vorrebbe che il governo riconoscesse nei vescovi il diritto della censura preventiva. Il suddetto prelato si è da me recato per parlarmi su quest' oggetto, ed io gli ho fatto conoscere che la Santa Sede non aveva mancato di domandare tutte le garan­ zie contro gli abusi della stampa, ma che il risultato delle negoziazioni si trovava nell'art. IX del concordato, giusta il senso spiegato nella nota del cardinale Rauscher che comincia" Ecclesia", Non è a sperare che l'imperatore sia per riconoscere ai vescovi l'esercizio del diritto della censura preventiva. Gli altri vescovi sono di ciò pienamente persuasi, e non sono d'accordo con mons. Speranza sull'opportunità di fare una domanda quando già ne conoscono in precedenza il risultato. Il vescovo di Bergamo è uomo di molta pietà, egli è travagliato da ansietà di coscienza, il che va unito a una certa vivacità di carattere. Non so quello ch'egli sia per fare in tal riguardo"; ibid., Arch. Nunz: Vienna, 326, f. 41r-v.

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3. Abusi

Il segretario di Stato, cardinale Giacomo Antonelli invita con Dispaccio del 5 luglio 1855 il nunzio apostolico a Vienna, Michele Viale, a presentare al Governo imperiale una protesta contro l'ordinanza della Congregazione municipale di Bergamo ai parroci del luogo e dei sobborghi di tenere chiuse tutte le chiese indi­ stintamentedal tramonto del sole allo spuntare del giorno, con la proibizionedel sem­ plice tocco delle campane in occasione di temporali, atteso"quanto sia disdicevo­ le che da alcune autorità subalterne si prendano provvidenze, tenuti a risuscitare ed applicare le note leggi giuseppine attentatorie ai diritti nativi della Chiesa e som­ mamente oltraggiose all'augusto monarca, che cerca con ogni studio mediante un concordato di mettere un termine a certi abusi e di restituire alla Chiesa ne' Dorninii austriaci la sua nativa libertà"; ibid., Arch. Nunz. vienna. 336. f. 257r-258r. Con l'apertura di un prestito volontario allo Stato, l'Imperiale regia delega­ zione provinciale di Bergamo con circolare del 27 luglio 1854 per dare la possibilità di parteciparvi autorizzò la richiesta avanzata da alcuni corpi morali della pro­ vincia soggetti alla pubblica amministrazione, in mancanza di denaro liquido, di poter vendere le cartelle del prestito Lombardo-Veneto del 1850 a prezzo di bor­ sa, di ricevere sia l'affrancazione di livelli nella misura pattuibile ed in ogni modo anche nella ragione dellOOx5, sia in uguale modo l'affrancazione delle decime, in conformità all'articolo 4 del decreto del 6 luglio dell'imperial regio ministero del­ lo Stato. Tale autorizzazione veniva estesa anche alle fabbricerie, con piena facoltà ai regi subeconomi aventi disponibilità di fondi, cappellanie vacanti o non, di impiegarli nel prestito suddetto. In mancanza di liquidità per alcune fabbricerie, la comparteciazione nel prestito, essendo rateale, poteva diventare possibile, secon­ do il Governo, col ricorso a risparmi nelle spese di lusso nelle funzioni o con l'u­ so nelle prime rate dei fondi di amministrazione. Il cardinale Antonelli con Dispaccio del 26 settembre 1854 a mons. Viale comunica che Pio IX approva l'iniziativa utile allo Stato, ma non l'invito alle Cause Pie senza alcun avviso alla S. Sede. Il papa pensava che Vescovi e Cause Pie avrebbero chiesto la necessaria autorizzazione,ma solo due di essi lo avevano fat­ to. Il papa nel richiamare l'attenzione sul fatto, dava mandato al card. Antonelli di impartire al nunzio adeguate istruzioni per far osservare alle competenti autorità governative che in mancanza della richiesta del consenso della Santa Sede" esser­ si veduto con assai dispiacere che le Delegazioni provinciali, ma segnatamente quella di Bergamo, abbia emanate delle disposizioni le quali, come potrà scorge­ re dall'annessa copia, non sono sembrate conformi alle rette intenzioni del sovra­ no, anzi in pieno disaccordo della patente imperiale del 26 giugno 1854 ed hanno messo in pericolo il degno Prelato di Bergamo di avere delle dispiacenti conte­ stazioni dal governo". La congregazione del Concilio con decreto a mons. Speranza provvide alla sanazione degli atti emessi con una dispensa per 50 casi; ibid.• 335, f. 323r-325v; Congr. AA. EE. SS., A I-II, Lombardo-Veneto 1853-1857, posizione 122-127, 123 fascicolo 35, f. 7r-53v.

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4. Don Pietro Lucchini Don Pietro Lucchini fu uno dei parroci costretto a rinunciare al beneficio e alla parrocchia di Leffe, che contava allora 2.000 anime, avuta nel 1847 dopo alcuni anni trascorsi come parroco a Valgoglio. Sembra che alcuni parrocchiani e il vicario di Gandino, suo concorrente, con il delegato imperiale avessero monta­ to il caso per certe debolezze dovute al carattere iracondo di don Lucchini, lamen­ tando la sua trascuratezza nel servizio parrocchiale, a scapito della pietà e del ministero. Egli era membro dell'Unione S. Bartolomeo, e forse questo fu il vero motivo che spinse Speranza con decreto 26 ottobre 1857 a costringerlo alle dimis­ sioni dalla parrocchia e dal beneficio, a lasciare Leffe e a passare parte delle ren­ dite al vicario don Biagio Luiselli ( Lire austriache annuali 300 per la cappellania Mosconi con l'onere di 234 messe annuali, e Lire italiane 966 circa per incerti di stola) e alcuni locali della casa parrocchiale. Dopo inutili ricorsi in curia vescovile per l'assoluzione dalle censure e dalle irregolarità incorse per essersi opposto al decreto, don Lucchini fece appello alla congregazione del Concilio, che trattò il suo caso nelle ponenze 5 dicembre 1863, 30 luglio 1864, 8 luglio e 12 agosto 1865, 1868. Nel 1865 egli dovette ritirarsi presso i francescani riformati per gli esercizi spirituali. Parte dei suoi parrocchia­ ni e il consiglio municipale nel 1868 chiesero la reintegrazione del Lucchini nel­ la parrocchia e nel beneficio; ASV, Congr. Concilii, Positiones, 1869, Gennaio A-B, Bergamo, caso Lucchini; ibid., Congr. Vescovi e Regolari, Vescovi, 1861, Agosto A -V, Settembre A- V.

5. Don Angelo Berzi "Eminentissimo e Reverendissimo Signor mio Ossequentissimo Ho dovuto indirizzarrni con lettera a monsignor Vescovo di Padova a fine di ren­ derlo avvertito sopra un tal Berzi sacerdote lombardo, il quale dopo essere stato col­ pito sopra alcune sue non sane teorie da un decreto della S. Inquisizione, trovasi attualmente in Padova esercitandovi una straordinaria influenza con mire di con­ centrare a sé l'educazione morale e scientifica della gioventù frequentante quella municipalità. Senza ripetere qui le cose esposte nella enunciata mia lettera, ne rimetto qui annessa la copia conforme, anche perchè vostra eminenza possa meglio conosce­ re la materia . L'intento di questa mia comunicazione si è quello di procurare più efficacemente nel caso col valevole concorso dell' eminenza vostra, l'effetto delle provvidenze da me raccomandate al Vescovo anzidetto, cui ben si comprende come l'estrema vec­ chiezza sia di ostacolo a poter agire con quell' attività ed energia che talvolta esi­ gono le circostanze. 831


In attesa di pregiati riscontri dell' eminenza vostra passo a confermarle i sensi del mio profondo ossequio, con cui le bacio umilmente le mani. Di Vostra Eminenza Roma 3 marzo 1855

umilissimo devotissimo servitore vero Antonelli" ibid., Arch. Nunz, Vienna, 336, f.. 462r-v; Arch. Congr. S. Officio, A. Berzi, St. St, S 6-c, Atti relativi alla condanna del sac. A. Bersi e della sua opera - Teoria mistica- (rns.), 1854-1926.

6. La preghiera pubblica per l'Imperatore Chiesta la facoltà di recitare pubbliche preghiere per l'imperatore d'Austria nei suoi domini secondo la formula consentita all'imperatore di Francia con decre­ to della congregazione dei Riti "Quod apostolus in prima ad Timotheum "IO set­ tembre 1857; ASV, s. S. Ep. Mod. , 1860, R. 247 F. 3, f. 3r-28v, f.5r dispaccio al nunzio Antonio Saverio De Luca, 27 agosto 1858.

7. I diritti della Chiesa e le intromissioni governative La nomina dei professori nei seminari era stata oggetto di trattative nel Concordato, così come il conferimento dei benefici ecclesiastici e il diritto della Chiesa di amministrare liberamente i suoi beni e acquistarne di nuovi. Erano rima­ ste divergenze, e il governo tendeva a restringere le condizioni vantaggiose alla Chiesa, con l'ingiunzione ai Vescovi di inviare a Vienna i temi in via di pubbli­ cazione, di non procedere a nomine di professori di teologia e all' assegnazione di benefici d'ogni tipo senza l'assenso preventivo del governatore generale. La disposizione di Pio IX, 5 novembre 1855, di escludere dalla scelta alle cattedre d'insegnamento in seminario e ai benefici gli ecclesiastici che "Cesareae et apostolicae Ma}estati suae minus sint accepti " venne chiarita dal card. Antonelli con Dispaccio del 19 marzo 1856 al nunzio Viale nel senso che ai professori nomi­ nati dai Vescovi non si poteva porre il veto governativo; ibid., Arch. Nunz: Viellna.337, f.8Ir-v, 119r-v. 123r-126r dispacci di Antonelli a Viale. 6, 18,19 marzo 1856.

Alla conferenza dei vescovi italiani del Lombardo-Veneto, svoltasi a Vienna il 17 maggio 1856, uno dei punti discussi riguardava l'esclusione dall' esame civile dei professori nei ginnasi. Considerata la tenue paga percepita, i vescovi doveva­ no imporre l'incarico, e quindi l'esame di stato avrebbe complicato la situazio­ ne; ibid.,Arch. Nunz: vienna. 326, f. 53v-54r; 337, f. 8Ir-v, 119r-v, 123r-126r, marzo 1856. Nel 1846 il governo regio del Lombardo-Veneto aveva tentato di introdurre 'Ia visita di un suo delegato alle scuole dei seminari sparse sul territorio, suscitando 832


la reazione della S. Sede. Nel 1853 la direzione governativa del Ministero dei cul­ ti aveva predisposto un piano per l'educazione clericale, le nomine dei professo­ ri, la scelta degli autori da seguire, lasciando ai vescovi il diritto di eventuali recla­ mi. Nel 1854 era stato fatto il tentativo di assoggettare i seminari alla riforma gin­ nasiale, togliendo loro il diritto di avere studenti privati, di tenere esami di matu­ rità per il passaggio ad una qualunque facoltà universitaria, eccettuata la teolo­ gia. Mons. Speranza con lettera del 22 agosto 1857 al governatore del Lombardo­ Veneto, arciduca Ferdinando Massimiliano Giuseppe, protestò contro il divieto della visita pastorale ai luoghi pii; ibid., 327, f.25Ir-252r, dispaccio del segretario di Stato card. Luigi Lambruschini al nunzio Viale, 4 aprile 1846; 334, f. 47r comunicato (in cifra) 17 febbraio 1853; 335, f. 184r-v, dispaccio (in cifra) del card. Antonelli a Viale, 4 maggio 1854.

Speranza in sede preparatoria per il concordato aveva presentato un suo pro­ getto" Sugli eligendi ai benefici ecclesiastici o alle cattedre in Seminario" ms, con i " Riflessi del Vescovo di Bergamo intorno all'art. XVII del Concordato ove si tratta dei Seminari" (copia), che si accompagnava al " Progetto di una petizione dei Vescovi lombardi-veneti a Sua Maestà riguardo alla educazione della gio­ ventù nei seminari e nei ginnasii convitti" (copia); ibid.; 340, f56r-62r, 64r-67v, 68r­ 71r; Congr. AA. EE. SS., A. l-n, Lombardo-Veneto 1853-1857, Posizione 122-127, 127 fascicolo 35, f. 81r-82r lettera di Speranza, f. 84r-v lettera di Leonino Secco Suardo direttore degli orfanotrofi e istituti annessi ( senza data e senza destinatario), f.85r risposta di mons. Angelo Quaglia segretario della congregazione del Concilio a mons.Speranza, 29 maggio.

8. Trattative concordatarie ASV, Arch. Nunz: Vienna, 325, f. 230r sulla pubblicazione del Concordato da parte della S. Sede, 4 novembre 1855; sui problemi per la sua attuazione,340, f. l1r-20r, lettere di Pio IX Optime nostis, 5 novembre 1855, Singulari quidem, 17 marzo 1856, f. 38r-49v riunione dei Vescovi, 12-15 dicembre 1855, lettera a Pio IX, all'imperatore e alla luogotenenza di Lombardia; f. 84r-207v conferenze di una com­ missione di Vescovi dell'impero, tra i quali mons. Speranza, sugli 80 articoli del concordato a Vienna, 6 aprile-17 giugno 1856, lettera di appunti e domande dei Vescovi al Ministero del culto, e a Pio IX cir­ ca la riduzione dei legati e dei benefici e l'alienazione dei beni ecclesiastici; 324, f. 262v- 264r temi del concordato da trattare interessanti i Vescovi lombardi, 18 aprile 1856; f. 271r-274r circa le procedure per le cause matrimoniali;326, f. 4v-5v valutazioni e contrasti sull' articolo IX per la censura dei libri dannosi alla religione e alla moralità a seguito di un'iniziativa dell'episcopato del Lombardo-Veneto, flOr-l I v, l6v-17r circa la revoca della censura preventiva, f. 32r-v, 41r-v posizione di Speranza, già vista, , f. 56v-57v sugli articoli XXIX-XXX in merito al diritto della Chiesa di acquistare e ammini­ strare beni;335, f159r-160v l" aprile 1854 dispaccio del card. Antonelli a Viale circa la stampa licen­ ziosa che entra in Lombardia, esposto e richiesta dell'episcopato all'imperatore per la censura dei libri;337, f. 32r-33r, 107r-l09v sull' art.IX, f. 58r-61v sulla formazione di commissioni miste per ammi­ nistrare i beni; f.228r sull'aumento della congrua ai parroci, e sull'art. IX; 326, fAlr-v sulla congrua, f. 71r coniazione di due medaglie a ricordo del concordato; 340, f. 14Or-I64v, Acta in imperii Austriaci cardinalium archiepiscoporum et episcoporum comitiis a 6 aprilis die 17 junii usque Viennae celebratis anno salutis 1856, a f. l64r la firma di mons. Speranza.

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9. Indulti Pontifici 11 Vescovo di Bergamo, come gli altri Vescovi della Lombardia, ottiene dalla Congregazione per gli Affari Ecclesiastici Straordinari con rescritto 8 ottobre 1856 le facoltà di: l ridurre in ragione della elemosima manuale i legati di messe mancanti di ren­ dite sufficienti o che non hanno altre persone obbligate a supplire la clausola, a condizione che, aumentando le rendite, si devono aumentare proporzional­ mente le messe; 2 assolvere dall'inadempienza di messe anche manuali, imponendo per una sola volta qualche messa o delle elemosine; 3 trasferire altrove i legati che per scarsità di preti o per altro valido motivo non si possono celebrare nel luogo designato; 4 ridurre anche gli altri legati pii negli stessi casi e allo stesso modo suespresso per le messe; 5 assolvere e sanare le applicazioni già fatte, diversamente da quanto prescrive­ vano i benefattori qualora esse non possano destinarsi alla primitiva volontà né vi sia il pregiudizio di terzi. Aggravate le cause, che provocarono le facoltà concesse, il vescovo domanda ulteriore proroga. Nel 1874 fu accordata proroga per un altro triennio. 11 17 marzo 1877 il vicario generale Giovanni Cossali per conto del vescovo nel domandare un' altra proroga, scrisse che "si bramerebbe capitalizzare l'elemosina delle messe che non si possono celebrare per mancanza di preti, celebrandone solo un certo numero per ogni cento, salvando qualche capitale alla chiesa per ogni evento". Pio IX nell'udienza al cardinale prefetto della congregazione del Concilio, Prospero Caterini, 26 marzo 1877, decise" pro gratia prorogationis ad aliud trien­ nium una cumfacultate ut celebrata tertia parte missarum quibus ob sacerdotum defectum satisfieri nequeat, reliquarum missarum eleemosinae caute et utiliter investiri valeant favore ecclesiae pariter ad triennium et in reliquis ad formam precedentis indulti". Mons. Guindani il4 febbraio 1880 chiese le identiche facoltà concesse il 26 mar­ zo 1877 e Leone XIII nell' udienza del 16 febbraio 1880 annuì "pro gratia ad triennium adformam praecedentis". Con indulto di Pio IX, Il sett. 1856, firmato dal card. Angelo Mai prefetto della congregazione del Concilio, a mons. Speranza venne data facoltà di alie­ nare beni della chiesa sino alla somma di scudi romani 250 e affittarli con contratto novennale, con evidente interesse per la chiesa. Mons. Speranza richiese la proroga dell'indulto per un triennio con lettera del 16 settembre 1877 e Leone XIII nell' udienza dell' Il marzo 1878 decise "praevia sanatione a die expiratae concessionis, pro gratia prorogationis facultatum de quibus in literis apostolicis in forma brevis diei Il sept. 1856 ad aliud triennium, servatis earumdem literarumforma ac tenore". Mons. Guindani con lettera del 4 febbraio 1880 chiese l'identica facoltà con­ 834


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cessa con rescritto Il marzo 1878 e Leone XIII nell' udienza del 16 febb. 1880 deci­ se "pro gratia ad triennium ad formam precedentis": ASV, Congr. Concilii, Positiones, 1880, Gennaio A-E, Bergamo.

lO. Progetto di sede vescovile in Valtellina Il governo regio imperiale pose allo studio il progetto di unire la diocesi di Crema a Lodi, lasciandovi un vicario generale, e di istituire una sede vescovile in Valtellina; ASV, Arch. Nunz: Vienna, 256B, f. 123r-v 3 giugno 1830; 258A, f. 386r-v 17 giugno.

11. L'aggressione a mons, Speranza L'agente del governo pontificio a Milano nel riferire sui fatti di Bergamo ispi­ rati dal gruppo della borghesia liberal-massone, deplorò che "se sempre ripugna ai buoni ogni atto di violenza contro qualunque privato, tanto maggior dolore arreca quando oggetto dell'intemperanza popolare sono i ministri di Dio"; ASV, s. S. Ep. Mod., 1859, R. 258 f. 39r, 27 settembre 1859, Genuina esposizione dei fatti del 3 settembre /859, Bergamo 1859.

12. Concordati e libertà della Chiesa I vescovi della Lombardia il 25 maggio 1860 con lettera al ministro di Grazia e Giustizia G.B. Cassinis a proposito della circolare ministeriale N.1133 del 24 apri­ le 1860, circa gli effetti del Concordato, 18 agosto 1855, in merito ai rapporti Chiesa-Stato, si dichiararono pronti"sia ad accettare la estensione a queste pro­ vincie dei concordati stipulati dalla S. Sede coi sovrani della Casa di Savoia, sia a ritornare all' osservanza delle leggi generali della Chiesa, sia anche ad accogliere con piena sommissione quella qualsiasi nuova convenzione che venisse formata fra le due supreme legittime autorità". I Vescovi manifestarono il loro stupore misto a dolore per norme e misure dettate da uno spirito di diffidenza e malcelata osti­ lità nella libera azione della Chiesa, specie in merito alla pubblica istruzione, all'e­ ducazione della gioventù, al libero esercizio dell' autorità ecclesiastica. Essi fecero notare che il Concordato non dava nuovi diritti alla Chiesa, ma riconosceva quelli inerenti alla sua missione con un chiaro segno di dare a Cesare ciò che è di Cesare; ASV, S. S. Ep. Mod., 1860, R. 283 F. 2 f. 155r-156v.

13. S. Maria delle Grazie Nel 1854 la città di Bergamo ottenne dal Governo austriaco il passaggio del­ la linea ferroviaria Milano-Venezia. Fu aperto per l'opera un grande viale, demo­ 835


lendo parte dell' antica chiesa S.Maria delle Grazie, a condizione che la direzione e l'amministrazione della Pia casa di rticovero cui spettava la proprietà della chie­ sa, si adoperasse a riattarla per il culto pubblico, col prezzo che il comune avreb­ be pagato alla pia casa per l'occupazione dell'area. Avvenuta la proclamazione del dogma dell'Immacolato Concepimento di Maria, mons. Speranza pensò di erigerle un tempio sull'area dell'antica chiesa. Firmata la convenzione il 14 giu­ gno 1856, egli si impegnò in tale compito, supplendo alla maggior spesa con mez­ zi che si sarebbe procurato mediante collette e altre iniziative e nominò la com­ missione il 31 marzo 1856 con padre Giuseppe Grassi, Angelo Peverelli e Alessandro Caversassi per l'esecuzione delle opere, il ritiro delle somme dalla Pia casa di ricovero e dal Comune di Bergamo, l'u1timazione del tempio entro il lO gennaio 1863. Fu assunto capo mastro Pietro Bruzzola. Le collette dettero Lire austriache 24.000. Mons. Speranza fece appello alla diocesi con le lettere "Molte ragioni che qui non è d'uopo dimenticare ... ", Il agosto 1857, "Colla lettera pastorale 11 agosto 1857... " 23 luglio 1858. Il 5 aprile 1861 egli accese un mutuo con le Figlie della Carità per Lire austriache 18.000 al 5% con la garanzia del nobile Antonio Simoni, fratello del vicario generale, pagato in seguito dal parroco di Carona don Agostino Paganoni. La congregazione di Carità, da protocollo 14 giugno 1856, riservatasi la proprietà della chiesa, che mancava di facciata, con i due oratori non adatti ai ricoverati, vi rinunciò con l'instrumento 5 luglio 1875 rogato A. Marieni cedendola al vescovo con l'attiguo fabbricato e le aree adiacenti; Speranza ricam­ biò la congregazione di Carità con Lire 20.000 (che essa avrebbe dovuto pagare a tenore del protocollo 14 giugno 1856) e aggiunse altre Lire 15.000 provenienti da offerte espressamente fatte a tale scopo da pie persone. Rivendicata la pro­ prietà della chiesa, 9 agosto 1875, la commissione alle dipendenze di Speranza diede compimento alle opere mancanti. Il progetto della chiesa, dell' architetto Antonio Preda, fu presentato alla magistratura comunale, e tramite l'ambasciato­ re straordinario d'Austria, Colloredo, esaminato a Roma dall'Accademia Pontificia di Belle Arti S. Luca. L'ing. Elia Fornoni progettò il pronao e all'interno altri arti­ sti celebri lasciarono la loro testimonianza. Alla morte di mons. Speranza rimaneva un debito di Lire 62.822.86 da saldare con le maestranze e i tecnici che vi aveva­ no lavorato. La commissione nominata da mons. Speranza sollecitò il can. Tommaso Foresti, in quanto suo erede fiduciario universale, al pagamento del debito. Il suo rifiuto portò a una prima causa nel tribunale ecclesiastico civile di Bergamo con la sentenza di condanna emanata il 30 giugno 1884, e il sequestro cautelativo di Lire 40.000 che il can. Foresti doveva ricevere dalla contessa Fè Barbara d'Ostiani vedova Simoni succeduta nell'eredità al marito il quale aveva riscattatato la Mensa Vescovile di cui il canonico era stato amministratore dal 1875 al 1881( secondo mons. Mancini segretario di Guindani, di tale somma il can. Foresti dava quattro destinazioni diverse in base alla presunta volontà dello Speranza, una per le pie cau­ se diocesane, per i Gesuiti, per il recupero dei beni di Gavamo e Morengo, e per il Foresti stesso). Seguì il ricorso in appello del can. Foresti, tramite l'avv. Filippo 836


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Corazzini, alla congregazione del Concilio, la quale fece carico al vescovo di pagare i debiti collegato di mons. Valsecchi e per il resto" optandum ut concur­ rat etiam can. Foresti ". Guindani, difeso dall' avv. Luigi Venditti, aveva dato alla commissione per il tempio Lire 17.000; ASV, Congr. Concilii, Positiones, 1887,AgostoA­ B. Settembre B-C, Bergamo; ibid, S. S. Ep. Mod., 1856, R. 260 F. 2, f. I 72r-173r. 24 settembre 1856 lettera di Colloredo al card. Antonelli, 174r trasmissione progetto al ministero Belle Ani. 175r-179r 27 settembre, 17 ottobre, 28 novembre, IO dicembre, valutazioni e risposte.

14. Un debito respinto Alla comunità dei poveri di Schilpario pervenne con atto giudiziario l'ingiun­ zione di pagamento di Lire. 564 da corrispondere al tipografo Giuseppe Brancadoro, in credito dal cardinale Angelo Mai per opere da lui commissionate. Mons Speranza, delegato a rappresentare la comunità, retrocesse l'atto, rilevando di non essere stato ancora ammesso al possesso della sostanza ereditaria amministrata dagli esecutori testamentari, card. Altieri e cavalier Sassi suo procuratore generale a Roma; ASV, S. S. Ep. Mod., 1857, R. 94 F. 29, f. 2Ir-28v. Aprile-Agosto 1857.

15. Il collezionista Vanbianchi Il collezionista Carlo Vanbianchi di Bergamo, propose alla Santa Sede, trami­ te il vice cancelliere della curia vescovile don Giuseppe Legrenzi, l'acquisto di 4 lettere manoscritte di Pio IX per Lire 500. L'offerta non fu accettata; ibid., S. S. Ep. Mod., 1920, R. 284 F. I f. 112r-124r Vanbianchi, 4 febbraio 1920.

16. Il rettore del Seminario diocesano Mons. Speranza scrisse al card. Caterini, 22 maggio 1869, che tra i candidati all' ufficio di vescovo ausiliare si poteva scegliere il rettore del seminario Valdemiro Carminati, osservando che sebbene"è un po' misero di corpo ed anche un po' storpio nelle braccia, ma tanto più diritto nell' animo e nella testa, che l'avrebbe buo­ na da insegnare a una nazione e reggere uno stato"; ibid., S. S. Spogli di cardinali e offi­ ciali di curia, card. Prospero Caterini, cartella lA.

17. Alienazioni di beni Mons. Speranza chiese e ottenne dalla congregazione dei Vescovi e Regolari la facoltà di vendere 9 pertiche di terreno ai fratelli Morlani, per Lire 7.150, a vantaggio del Seminario, con la raccomandazione di collocare il ricavato in"sicu­ ro e fruttifero investimento". 837


--__......l_l....­ I reggenti della parrocchiale di Dossena chiesero e ottennero dalla suddetta congregazione la facoltà di vendere un corpo di case poste in Crema, per un valo­ re di circa 1.500 scudi, ricevute in eredità dal fu Simone Bonzi, attesa la diffi­ coltà di sorvegliarlee mantenerle in buon stato; ibid., Congr. Vescovi e Regolari, Vescovi. 1860, Dicembre, Morlani; ibid., 1860, Novembre 12 ottobre, 19 novembre 1860, Dossena.

18. L'Arciconfraternita dei Bergamaschi

L'arciconfratemita dei Bergamaschi a Roma elaborò un progetto di ristruttu­ razione degli edifici di sua proprietà, presentato dal card. Fabio Maria Asquini, protettore, al card. Della Genga prefetto della congregazione dei Vescovie Regolari, per ottenere il nulla osta. Si trattava dell' eredità Margherita Chiari Lucatelli, 28 feb­ braio 1816, consistente in tre piccole case poste in vicolo del Grottino, via de'Schiavoni, gravata di 2 scudi annui a favore della chiesa di S. Gerolamo de'Schiavoni, di una messa la settimana, di due anniversari annui, e di scudi 20 annui per una onesta zitella bergamasca. Venduta una casa all'epoca dell'invasione francese, col ritorno del governo pontificio il Debito Pubblico corrispose scudi 17.93. Vi erano due case da sistemare, con l'aggiunta di un quarto piano, previo un assaggio nel terreno, per una spesa di scudi 2.820 In cassa si trovavano da reinvestire scudi 345.90, pagati dal Ministero delle Finanze per la perdita di un grande casamento in piazza Castel S. Angelo, avvenuta durante le ultime vicende politiche. Restava da acquistare la casa dell' avvocato Landò, in vicolo del Grottino, che aveva in comune con la proprietà dell'arcicon­ fratemita il muro divisorio, e coi restauri si poteva guadagnare un quarto piano. In assenza di redditi per qualche anno il cardinale Asquini pensava che il red­ dito del legato Chiari poteva soddisfare il legato di messe, ridotto a 9 annue, ai 2 anniversari e all'onere per S. Gerolamo. Il card. Asquini e i guardiani presentarono il progetto di erogare scudi 345.90 per migliorare la casa anzidetta, investire scudi 1.500 di rendita consolidata nei lavo­ ri, sospendere la attribuzione della dote fino alloro compimento. Il card. Della Genga propose di sospendere la dote della zitella per due anni, destinare la rendita della casa, tranne scudi 80, per ripianare il consolidato, e paga­ re gli oneri dell'arciconfratemita con scudi 80 più scudi 17.93. Dai progetti e preventivi dell' architetto Giovanni Angelo Bonusi, le spese sino al 15 aprile 1859 erano di scudi 4.885.49, e la spesa totale a completare le ope­ re sommava a scudi 11.569.52.6; ibid., Congr. Vescovi e Regolari. Vescovi,1860, Agosto

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19. Carnevale libertino

Il card. Antonelli in base alla lettera ricevuta dal vescovo Speranza inviò que­ sto Dispaccio al nunzio Viale: "Eminentissimo e Reverendissimo Signor mio ossequentissimo Non so esprimere a Vostra Eminenza con quale disgusto siasi qui poc'anzi appreso da relazioni, che non ammettono dubbio, un fatto oltremodo sconvenevole avvenuto nella città di Bergamo in occasione del decorso carnevale. Profittando i tristi del tempo carnevalesco machinarono ed eseguirono in publico una infame comparsa e travestiti alla foggia di claustrali di più Ordini religiosi non escluse le sembianze monacali del sesso muliebre, presero ad entrare nel teatro, facendo derisorie allusioni al Concordato, ed osando pur di scherzare sulle cose sacre, spe­ cialmente sull' assoluzione sacramentale, che fingevano d'impartire ai circostanti, con abusare in idioma italiano dei termini propri della relativa formola. Nella qual circostanza si nota esser principalmente rincresciuto ai buoni il connivente con­ tegno della Polizia, la quale malgrado il decreto solito pubblicarsi pel detto tem­ po con divieto di trasformazioni allusive alla religione e alla politica, lasciò cor­ rere il ributtante sacrilego scandalo anziché dare alcun passo ed impedirlo o punir­ lo. Nel dare dei cenni all'Eminenza Vostra ho voluto pressoché trascrivere quan­ to venne qui riferito. Prescindo poi da osservazioni che sul fatto tornerebbero superflue a rilevarne lo spirito e la protesta. E consapevole dell' esimio zelo dell'Eminenza Vostra sono ben sicuro ch'ella non tarderà a far uso di questa mia comunicazione affinché non avvenga di passarvi sopra a disordini della enuncia­ ta specie i quali tanto offendono la santità della religione e la dignità della Santa Sede e di cotesto Governo. Con sensi di profondo ossequio le bacio umilissimamente le mani Di Vostra Eminenza umilissimo devotissimo servitore Antonelli

Roma 22 febbraio 1856 Sg. card. Viale Prelà ProNunzio Apostolico Vienna".

lbid., Arch. Nunz.Yienna, 337, f. 70r-v; ibid.. S. S. Ep. Mod., 1858, R. 283, f.l4r-v, 16r-v lettera di mons. Speranza al segretario di Stato card. Giacomo Antonelli, 29 marzo 1858, f. 17r-24v altre con­ siderazioni sul caso.

20. Il canonico onorario Angelo Zineroni

La cappellania beneficiata di S. Giovanni Battista, juspatronato di famiglia, fu fondata nel 1333 dal canonico Venturino Gargano. La benevolenza del patrono, la famiglia Marenzi, con la quale il can. Zineroni era in parentela per via materna costituì un alibi ai doveri della cappellania da soddisfare da parte del suddetto canonico. Il suo ricorso alla congregazione del Concilio per l'interpretazione del­ 839


le tavole di fondazione della cappellania non ebbe felice conclusione; e il canonico fu richiamato all'adempimento fedele dei suoi doveri; ibid., Congr. Concilii, Positiones, 1868, Agosto A-N Bergamo; 1887, Marzo A-C, Bergamo.

21. La Mensa Vescovile La complessa vicenda della Mensa Vescovile, in sintesi assai ridotta, iniziò con le leggi eversive del 1867, la messa all'incanto delle possessioni di Gavamo e Morengo, il loro acquisto all'asta pubblica per Lire italiame un milione circa su iniziativa di mons. Speranza che prese a prestito la somma con la quale il nobi­ le Antonio Simoni riscattò i beni, intestandoli a sé stesso. Alla sua morte la moglie contessa Barbara Fè d'Ostiani, ne divenne proprietaria a termine di legge civile. All'amministratore Giuseppe Bissoni sostituito nel 1875 per irregolarità nei bilan­ ci e che abusò della procura generale avuta dal Simoni affittando per 18 anni a prezzo di assoluto favore le proprietà al fratello Luigi, successe il canonico Tommaso Foresti, segretario particolare di mons. Speranza. Egli nominò il can. Foresti suo erede fiduciario, che rimase amministratore dei beni della mensa vesco­ vile sino al 19 maggio 1881. Le questioni insorte sui residui dei redditi della men­ sa vescovile e sui conti dell'amministrazione, portarono a una convenzione, 3 maggio 1882, con la quale al can. Foresti per tacitazione si accordarono Lire 40.000, delle quali 12.000 all'atto della firma e 28.000 entro la fine d'anno se non fossero sorti dubbi o contestazioni su certi debiti. Mons. Guindani svincolò le possessioni dall'affitto del Bissoni per una cifra tota­ le di Lire 80.000, con alcune agevolazioni temporanee all'affittuale. Su consiglio del vescovo, la vedova Ostiani rinunciò temporaneamente a proseguire la causa con­ tro il Bissoni per abuso di procura. Nel 1885 la vedova Simoni desiderò liberarsi della rappresentanza legale dei beni e chiese di trasferirla a mons. Guindani, ma egli volle prima accertare l'intera situazione patrimoniale e gestionale. La contessa Simoni ricorse immediatamen­ te alla congregazione dei Vescovi e Regolari che decise per un arbitrato, con l'in­ carico ai vescovi di Como, mons. Pietro Carsana e di Crema mons. Sabbia. Il lodo arbitrale emesso il 26 novembre 1886 dichiarò che non esisteva alcun debi­ to della Mensa Vescovile verso Speranza, che potesse essere rivendicato dal Foresti suo erede, che la tacitazione con lui di Lire 40.000, stabilita il 3 maggio 1882, mancava di criteri esatti, e quindi egli avrebbe dovuto restituire Lire 12.000 già per­ cepite, con la detrazione a suo favore di Lire 3.500 per l'incarico di amministra­ tore dei beni dopo la morte di Speranza. La contessa Simoni doveva restituire a mons. Guindani tutti i libri e registri di amministrazione delle possessioni, come da decisione della congregazione del l O maggio 1884, con la successiva traslazione a lui della rappresentanza a un anno dal­ la notifica del lodo arbitrale. Il can. Foresti e la vedo Simoni rifiutarono per diversi motivi la sentenza e appellarono alla congregazione del Concilio, con gli sviluppi che si potranno leg­ 840


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gere nel n. 2 dei Documenti d'Archivio eG. Guindani.;

ibid., Congr. Vescovi e Regolari,

Archivio Segreto Sezione Vescovi, Bergamo, 1894.

22. Voci maligne snl vicario generale O. Simoni Il ritiro della patente collegiale ai canonici per l'assoluzione dai casi riservati decisa dal vicario generale Orazio Simoni, da sostituire con la pagella individua­ le, suscitò ostilità nel Capitolo della cattedrale che negò il consenso per la sua nomina a esaminatore prosinodale, prendendo a pretesto vecchie accuse circa un suo metodo educativo inusuale verso alcuni giovanetti, che si prestava a illazioni tali da farle presumere una latente pedofilia. Speranza nel portare a Roma la vicen­ da sorta "per motivo d'una vociferazione che egli [Simoni] aveva mancato inse­ gnando ad alcun giovane quel che non sapea", chiese la facoltà per una sua con­ ferma nel 1865 e 1866 tra gli esaminatori prosinodali già eletti nel 1864. Egli fece presente che la mancata nomina di Simoni non sarebbe passata inosservata sullo Stato del clero, con le reazioni prevedibili. Il card. Caterini progettò "per salvare capra e cavoli" di eliminare la rubrica stessa degli esaminatori prosinodali e chie­ se la descrizione del fatto, il numero dei giovanetti coinvolti, la notorietà più o meno diffusa del caso; inoltre volle sapere da Speranza e dal vescovo di Brescia Gerolamo Verzeri se il Simoni "avesse insegnato ad alcun giovane quello che non sapea, sebbene taluno sostenga che ciò egli facesse per precauzione migliore in avve­ nire e per preservarlo e non mai per perderlo", Un'eventuale conferma nell'inca­ rico al Simoni, all' oscuro di tutto e ammalato gravemente, decisa da Speranza (scriveva a Caterini il 14 dicembre 1867 circa la sua malattia lamentando diffi­ coltà per la mancata collaborazione in curia ), che non aveva dubbi sulla condot­ ta del suo vicario generale, al punto che "l'intenzione sempre buona, e non mala, non possono negarla al mio vicario neanche i suoi contrarii", sarebbe stata accet­ tata da Pio IX, a patto della rinuncia dell'interessato alla nomina entro dieci gior­ ni. Il vescovo di Brescia Girolamo Verzeri rispose a Caterini d'aver preavvisato a suo tempo il Simoni "sulla pratica applicazione non sempre abbastanza pondera­ ta della regola, al tutto eccezionale, qual' è quella di far conoscere ciò che felice­ mente si ignora, affine di premunire gl'incauti ai quali l'ignoranza fosse occasio­ ne di grave caduta". Il clero della valle Camonica, dove il Simoni aveva esercita­ to cura d'anime come parroco di Bienno, concludeva Verzeri,aveva approfittato del­ le dicerie e delle accuse, tanto da indurlo a rinunciare alla parrocchia nonostante le opposizioni dei parrocchiani. Speranza informò il 19 novembre 1865 Caterini di avergli inviato la pubblicazione dello Stato del clero, e in un foglio allegato egli scrisse di aver fatto tutto il possibile e di essere spiacente nellasciar soccombere "tale innocente", e addolorato "per lo scandalo che si conferma gratis in quelli che non dicono, ma penseranno. E poi resta un'infamia irrimediabile contro una per­ sona virtuosa e santa". Caterini il 30 novembre dall'udienza pontificia avuta scris­ se "Sanctissimus annuit pro gratia" e il 15 dicembre Pio IX inviò la benedizione apostolica a Simoni; ibid., S. S. Spogli ... , Caterini, cartella lA, lettere di Speranza a Caterini lO giugno 1865, l luglio, 25 agosto, 6 settembre, di Caterini a Speranza 31 agosto, a Speranza e Verzeri

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14 settembre, di Verzeri a Caterini 2 novembre, di Caterini a Speranza 16, 19 e 30 novembre, di Speranza a Caterini 30 novembre, di Caterini a Speranza 15 dicembre. di Speranza a Caterini 14 dicembre 1867

23. Indulto pontificio Il vescovo Speranza chiese e ottenne da Pio IX l'indulto per 172 parroci abi­ tanti in montagna e nella fascia collinare del territorio bergomense, di non appli­ care la messa pro populo nelle feste soppresse, tenuto conto delle prebende che andavano da Lire 500 a Lire 900, ridotte anche del 4 l \2% per la manomorta e del 10-15% per la tassa di ricchezza mobile imposta dal Governo, cui si aggiun­ geva la scarsa disponibilità degli incerti di stola, nonché la congiuntura avversa nel­ le campagne dove le viti erano colpite da crittogama e i bachi da seta da atrofia; ibid., Congr. Concilii, Positiones, 1874, Febbraio A-F, Bergamo.

24. Candidati all'Episcopato Con lettera riservatissima, mons. Speranza venne pregato, nell'eventualità di nomine di vescovi da parte di Pio IX, di segnalare alcuni soggetti forniti delle necessarie doti per il difficile ministero episcopale nelle province settentrionali, atte­ so che "Non sfuggirà poi al saggio suo accorgimento come nelle presenti circostanze convenga fissar gli occhi su persone le quali mentre da un lato non siansi palese­ mente pronunziate contro il Governo dominante, dalI'altro non siano tra i passio­ nati partigiani dell'attuale ordine di cose". Mons. Speranza scrisse a Caterini il2 maggio 1869 che per quanto aiutato da tre provicari, aveva bisogno di un vescovo ausiliare; Pio IX il 13 maggio nell'u­ dienza acconsentì alla richiesta con l'invito di proporre alcuni candidati. Con let­ tera del 22 maggio Speranza scrisse a Pio IX che "l'età, la poca salute e tutta la mia meno attitudine mi rendono ognor più difficile od impossibile il doveroso servizio di questa diocesi abbastanza vasta, disastrosa e difficoltosa. Prego supplico ed imploro ardentemente che mi voglia concedere un coadiutore". Egli allegò una lista di soggetti con le sue valutazioni personali: Alessandro Valsecchi (Caterini chiese se era oriundo di Valsecca, patria del famoso domenicano scrittore, apologista e oratore, del quale egli ricordava d'aver letto i bei panegirici), abile, di grande destrezza sebbene un poco balbuziente, assai stimato; don Alessandro Pesenti, dottore in utroque jure, buono, ma"un po' leggerino, ossia non è di testa così stabile e forte"; don Angelo Colombelli provicario, ben disposto, di pensiero retto; don Pietro Carzana provicario, prevosto di S. Alessandro d. Croce, dignitoso, missionario, buon oratore, svelto e destro; don Cristoforo Zambetti prevosto di Borgo Canale, di ottimo spirito, destrez­ za e abilità; 842


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can. Alessandro Noli prevosto di B. Palazzo, di discreta abilità e provvisto di beni di fortuna; don G.B. Tiraboschi, prevosto in campagna, propenso alle novità del '48, ma in seguito ravveduto e sicuro, molto caritatevole; don Valdemiro Carminati, di cui già s'è visto. All'obiezione che nessuno ave­ va un titolo dottorale, tranne Pesenti, Speranza rispose che "i pochi dottori non sarebbero i più adatti, sebbene buoni" e osservava che il primo dei proposti" è il migliore", e la sua nomina accettata con meno difficoltà. Per la scelta egli si affi­ dava a Pio IX e allo Spirito Santo, "altri non poteva e non occorreva proporre ... altri è vecchio, altri è infermo, altri non parrebbe del tutto adatto". Sulla questione del titolo Caterini comunicava "che si tratterà del solo titolo e non ausiliarato, e ciò per lo stesso motivo che determinò la signoria vostra ill.ma e rev.ma a nominarlo provi cario. Intelligenti pauca". Alla scelta di Valsecchi, invi­ tato a Roma, dove Caterini ne restò assai ben impressionato, comunicata da Pio IX nel concistoro segreto del 25 giugno, Speranza rispose il 28 ringraziando e pre­ cisando "qui è conosciuto il suo merito e gli fanno tutti giustizia. Lo si aspetta per abbracciarlo cordialissimamente". Richiesto da Caterini sulle condizioni economiche, Speranza rispose che Valsecchi era provvisto di un canonicato in cattedrale, con discreta entrata, usufruiva di compenso adeguato come rettore, per vitto, alloggio, servitù conveniente al suo grado, da provicario gli spettava un piccolo regalo annuo proporzionato alle entra­ te disponibili. A seguito delle vicende del collegio S.Alessandro, Pio IX, infor­ matone, fece scrivere alludendo alla "strettezza a cui è ridotta in seguito alla ingiu­ sta chiusura del fiorente collegio, a cui da tanti anni ella aveva dedicato tutte le sue cure. In vista di ciò l'augusto pontefice malgrado il sacrilego spoglio di ogni cosa da lui sofferto si è benignamente degnato di venirle in aiuto finchè dureranno le attuali circostanze, coll'assegno di Lire 200 mensili". Speranza nel segnalare la situazione, aveva proposto un sussidio con la Mensa Vescovile recuperata, più sicuro che non un beneficio a rischio di confisca del Demanio, non appena estinto il debito enorme incontrato per recuperarla. Il cava­ liere Pietro Sassi, agente di Speranza a Roma, ebbe l'incarico di ritirare l'asse­ gno in parola. Nel 1871 si pensò a Valsecchi come a un possibile candidato per una delle sedi vacanti di Pavia e di Mantova; ibid., S. S. Spogli ... , Caterini, cartella l A, carteg­ gio Speranza - Caterini, 2 maggio 1869- 27 agosto 1870; ibid., S. S. Ep. Mod., 1868, R. 283 F. 4. IOago­ sto 1868.

25. I professori del Seminario Diocesano Il rettore del Seminario, Valdemiro Carminati, fece presente al card. Caterini che da due anni era invalsa la pratica di nominare i superiori in via provvisoria, qual­ cuno anche verbalmente, con una formalità diversa dagli altri seminari, cosa umi­ liante per i professori davanti ai chierici, esposti, nel caso di sede vacante, al governo del vicario capitolare, e sprovvisti di titolo e pensione vitalizia, quindi 843


in condizione anormale e precaria, nell' eventualità di malattia o di vecchiaia. Carminati nel segnalare il caso a Caterini chiedeva se ciò era passabile e tollera­ bile, dicendosi addolorato per il contrasto con mons Speranza che stimava mol­ tissimo; ibid., s. S. Spogli ... , Caterini, cartella l A, Carminati a Caterini 9 novembre 1868.

26. Garibaldi e le Armate Pontificie Garibaldi alla vigilia della costituzione in Roma della seconda Repubblica Romana (1848-1849) cercò di entrare a far parte delle forze Armate Pontificie. Il Consiglio dei Ministri pontificio nell'inverno 1847 valutò Garibaldi in grado di "menare una schiera in battaglia", ma non di avere attitudini al comando supe­ riore, e concluse di "potersi a lui dare il grado di colonnello"; ibid., Consiglio di Stato, pacco 69, verbale inverno 1847.

27. Sanatoria per abuso di facoltà Ai vescovi delle province dell'impero Austro-Ungarico la Congregazione degli Affari EcclesiasticiStraordinari in forza del concordato avevadato la facoltà di ridur­ re e trasferire obblighi e pesi annessi ai legati pii, accordare sanatori e ecc. Nel 1866 tali facoltà furono concesse solo al vescovo di Lodi, che credendo di averle ottenute per tutti i vescovi comprovinciali, ne informò mons. Speranza. Conosciuto l'errore per gli atti eseguiti in buona fede in varie materie, egli nell'aprile del187l chiese la sanatoria e la conferma delle facoltà a causa delle medesime cir­ costanze che in altri tempi ne avevano determinato la concessione. Il 6 maggio gli fu risposto di ricorrere alla suddetta congregazione; ibid., Congr. Vescovi e Regolari. Vescovi, 1871, Marzo-Aprile

28. Giovani e cultura Era convinzione di mons. Speranza che senza la cultura "i giovani mancano. Parlare di farsi onore, e di acquistare dei benefici è, per Bergamo, come se fosse un delitto, segno di non chierichare". Ma egli giudicava l'istruzione impartita più apparente che solida, in quanto la filosofia e la teologia non venivano insegnate cor­ rettamente, per l'abbandono della scolastica genuina, corretta con autori da lui ritenuti non completamente validi e buoni; ibid., S. S. Spogli ... , Caterini, cartella l A, Speranza a Caterini, 27 dicembre 1865 f. 3r.

29. Destinazione dei redditi di Legati Pii Il reperimento delle somme di denaro per restauri delle chiese non era semplice. 844


L'arciprete di S. Martino oltre la Goggia aveva chiesto di usare il ricavo del taglio di un bosco ceduo, circa Lire 1.500, destinato alla celebrazione di sante messe per il legato Celestino Begnis, al restauro della parrocchiale. Il vicario generale nel chiedere l'indulto alla Santa Sede informava che per tale legato si celebravano ogni anno messe per un'elemosina di L. 500 ricavate da altre rendite immobili e che i sacerdoti della plebanìa ne erano sufficientemente provvisti. Pio IX accon­ sentì a condizione di destinare L. 200, detratte dalla compravendita, alla celebra­ zione di messe secondo la mente del testatore; ibid; Congr. Vescovi e Regolari, Vescovi, 1865, Gennaio B

30. L'uso dell'anagrafe parrocchiale Il ministero di Grazia e Giustizia con circolare del 7 ottobre 1872 aveva dato incarico agli ufficiali civili di raccogliere presso i parroci la nota dei matrimoni cele­ brati dal 1860 al 1865 e dal 1866 al 1871 incluso. I parroci migliori, attendevano un ordine superiore "per paura di servire al male", gli altri invece avevano rispo­ sto. Speranza, scrivendo a Caterini, osservò che i registri della Chiesa erano suoi, la quale" se ne serviva anche in vantaggio della società civile quando era bene e quando le due società erano d'accordo a non voler che il bene dei sudditi". La Chiesa, responsabile dei registri, non li usava a danno dei fedeli. Caterini rispose che alcuni parroci avevano troppo facilmente soddisfatto le ricerche degli ufficia­ li civili, delle quali era impossibile sapere lo scopo. Forse la richiesta preludeva all' obbligo della legge del matrimonio civile che ai veri poveri non interessava, costando loro solo noie e spese. Alcuni vescovi trattandosi di cosa per sé indif­ ferente avevano autorizzato i parroci a dare l'elenco dal 1866, ma, avvertiva Caterini, per i matrimoni segreti celebrati secondo le regole canoniche, si doveva conservare il più alto segreto; ibid .• S. S. Spogli .... Caterini, cartella lA, Speranza a Caterini 17 novembre 1872, Caterini a Speranza 25 novembre.

31. Ricorsi Dopo il decreto ministeriale di chiusura delle scuole secondarie del Seminario nella prima metà di maggio del 1872, mons. Speranza ricorse al ministero per impedire il provvedimento, che venne abolito il 15 novembre 1874 dalla regia amministrazione con la consegna dei beni sequestrati; ibid... S. S. Spogli... , Caterini, car­ tella lA, copia della lettera di Speranza al ministro della Pubblica Istruzione 13 settembre 1872, Speranza a Caterini 14 settembre 1872 con allegate copie di ricorsi e risposte in parola, Caterini a Speranza 24 settembre; Roma, Ministero Pubblica Istruzione, Divisione scuole medie 1860-1896, Seminari Bergamo, parte II, busta 145, 146, documentazione abbondante sul Seminario diocesano,

sui collegi di S. Alessandro e di Celana.

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32. Nomine Per la nomina di don Giuseppe Baizini a canonico della cattedrale, sorsero contrasti tra mons. Speranza e il Capitolo. Facevano parte della tema don Giuseppe Berzi, fratello di don Angelo, e don Villa. Il Governo rinunciò a qualsiasi inter­ ferenza; la Procura di Brescia chiamata in causa per leso diritto del Capitolo, rispose che era tutta questione di preti. Seguì l'interpellanza parlamentare di un ono­ revole bergamasco in appoggio a don Berzi. Speranza fu costretto dal Capitolo a chiedere la sanatoria della nomina alla S. Sede per l'interpretazione troppo ampia da lui data al rescritto circa la "facultatem conferendi et instituendi" invece della "facultatem conferendi", come era scritto nel testo; ASV, S. S. Spogli .... Caterini, cartel­ la l A, carteggio Speranza- Caterini, febbraio -settembre 1874.

33. Il Collegio S. Alessandro La chiusura del Collegio imposta dal Consiglio Provinciale scolastico per non aver mai soddisfatto agli obblighi imposti dalla legge, spinse Valsecchi a interro­ garsi sul vero motivo del provvedimento, preso, come aveva riconosciuto il mini­ stro della Pubblica Istruzione Correnti, per"motivi insussistenti", quali il sonet­ to-tranello, ovvero la legittimità e la legalità del passaggio dell'istituto dopo la morte di don Bugarelli secondo il testo unico della legge 245, o anche una supposta opposizione a riconoscere l'autorità del Governo in materia di parificazione otte­ nuta contro chi voleva negarla, o un indirizzo educativo contrario alle leggi e alle istituzioni dello Stato, e infine la legalità dei titoli dei professori insegnanti. Riferito il caso al Consiglio dei Ministri, nessuna obiezione venne dal ministro degli Interni e della Giustizia per la richiesta riapertura, previa la nomina di pro­ fessori patentati e l'uniformità coi programmi governativi. Valsecchi nell'aprile '72 spedì al ministero della Pubblica Istruzione la dichiarazione formulata dal Consiglio dei Ministri. Il ministro ad interim della P.I., Sella, rimise al Consiglio Superiore Scolastico l'esame dei titoli dei professori; e il suo successore, Scialoja, rispose con lettera del 24 ottobre che su di essi, essendo considerati titoli di equipollenza, solo il Consiglio sunnominato ne era giudice naturale. Era così risolta l'apertura delle scuole ginnasiali coi professori indicati, in attesa della soluzione per il liceo. L' 8 dicembre Valsecchi accettò le condizioni richieste circa il personale insegnante proposte dal ministro, osservando che i motivi di chiusura erano insussistenti, e che non si potevano applicare al rettore le dichiarazioni del Consiglio Superiore Scolastico sul personale insegnante, in riferimento allo strumento del notaio Roviglio 9 novembre 1857 con le dichiarazioni e i patti ivi contenuti, dei quali egli non era responsabile. Come ogni cittadino Valsecchi vantava il diritto di apri­ re un istituto di educazione, uniformandosi alla legge che regolava l'istruzione privata e le visite d'autorità, seguendo i princìpi d'ordine imposti dalla coscienza e dal Vangelo, compresa l'ubbidienza all'autorità costituita. Solinas il 31 maggio 1873 comunicò a Valsecchi la dichiarazione del Consiglio Scolastico Provinciale

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(firmata da Solinas, Camozzi G.B.,Lochis Carlo, Alborghetti Nicola, Mazzi Angelo, Comaschi Luigi, Nairone Francesco provveditore, Jannuzzi Silvio ispettore) che rigettava la domanda circa i professori. Valsecchi rispose a Solinas, che probabil­ mente aveva ricevuto dal ministro istruzioni segrete per finire la vertenza, il 17 giugno, dicendosi pronto a stare ai patti sull'indirizzo educativo "salve le leggi di Dio e della religione cattolica che è la religione dello Stato" a modifica del testo di Solinas "l'indirizzo educativo sarà in tutto conforme ai principii di rispetto e di ubbidienza dovuta all'autorità non mai contrario alla sicurezza e all'ordine del­ lo Stato". Valsecchi sulla questione si disse pronto a ricorrere al Consiglio di Stato e anche ai tribunali. Solinas rispose il 18 che per la riapertura del collegio, Valsecchi doveva dichiarare che "l'indirizzo educativo non sarà in esso mai contrario alle leg­ gi tutte che costituiscono il diritto pubblico interno del Regno" . Valsecchi il 19 scrisse al card. Caterini che la lettera del ministro della P.I. sulla riapertura del collegio, e la deliberazione contraria del Consiglio Scolastico Provinciale, era un monumento della debolezza del primo e della perfidia dei consiglieri. TI 21 Valsecchi rispose a Solinas che la dichiarazione da firmare, sottoposta a persona competen­ te, era stata trovata incompatibile con quei princìpi di fede che ogni buon cattoli­ co deve professare sotto il magistero della Chiesa e che sono garantiti dallo Stato. Pio IX, informato della vertenza, disapprovò la richiesta di Solinas e approvò l'ag­ giunta di Valsecchi. Questi con lettera del 6 luglio a Caterini informò che Solinas premeva per la firma della formula. Dal tribunale di Bergamo giunse a Valsecchi la citazione a comparire davanti al giudice istruttore per rispondere dell'accusa di apertura arbitraria del collegio contro l'art. 254, passibile di una multa da lire 200 a 500. A Valsecchi, che chiedeva il permesso alla S. Sede di presentarsi all'u­ dienza, l' 8 luglio giunse il telegramma "Si. previa protesta sull'incomp,", segui­ to ilIO dalla lettera di Caterini per l'autorizzazione a presentarsi al tribunale lai­ co, previa protesta sull'incompatibilità, e in seguito a delegare un avvocato di fiducia.Valsecchi riferì a Caterini ( con lettera non datata, ma forse attorno all' Il luglio) di essersi presentato in tribunale con due professori, preti, e un suo nipote, e di aver ricevuto un buon trattamento ( al punto da fargli nutrire maggior fiducia nei tribunali che negli uffici amministrativi) dal giudice Andreassi, il quale aveva constatato che ragione e giustizia erano dalla parte dell'imputato Valsecchi. Questi per finire ogni litigio, chiese il nulla-osta per sottoscrivere il testo "Dichiaro di conformarmi in tutto alle leggi che regolano la privata istituzione e inoltre che l'in­ dirizzo educativo non solo non avrà mai nulla di contrario all'ordine pubblico, ma sarà in tutto conforme ai principii di rispetto e di ubbidienza che si devono alle autorità dello Stato ed ai provvedimenti che dalle medesime vengono emanati". II 17 luglio Caterini rispose che nella dichiarazione i termini erano troppo elastici e che conveniva conchiudere "persuaso che nulla siavi contrario alle leggi di Dio e della Chiesa". La vertenza rimase bloccata in tribunale, e Valsecchi scrisse a Caterini di nulla risparmiare per l'esito positivo, deciso a ricorrere anche al celebre avvocato Vegezzi di Torino. Solinas inviò nel frattempo a tutti i consi­ gli scolastici del Regno una circolare per spiegare il motivo della non ammissio­ 847


ne degli studenti del Collegio al conseguimento del titolo legale, col risultato che a Milano erano ammessi, a Brescia respinti, a Bergamo alcuni si e altri no, a Como attendevano risposta. Si pubblicarono nel frattempo"Desiderii di un ex consiglie­ re del Comune di Milano" autore il preside del Regio Liceo di Bergamo, Amato Amati, che aveva fatto chiudere il Collegio, e di Antonio Monticelli ex gesuita "Civiltà e religione ", in risposta a un infame articolo della Gazzetta di Bergamo contro l'insegnamento della religione. Caterini il l" agosto consigliò Valsecchi "sia ella nella ferma risoluzione d'interporre l'appello chiamando a prendere le sue difese un rinomato avvocato, il quale farà trionfare (è a sperarsi) la giustizia e la verità, giovandosi dei dispacci del ministero della Pubblica Istruzione a lei diret­ ti, e rilevando che lei si è attenuta pienamente alle disposizioni del ministero". In una seconda circolare del 26 luglio il prefetto ingiunse ai sindaci di città e dei paesi da cui provenivano gli alunni di obbligare i rispettivi padri a ritirarli entro il lO agosto per la chiusura del collegio, al che risposero i destinatari con una pro­ testa il 9 agosto. Nel darne notizia a Caterini il 28 agosto, Valsecchi unì le copie in parola con il n. 187 de L'Osservatore Cattolico del 15 agosto sul caso. Giunta dal tribunale la condanna di Valsecchi alla multa di Lire 400, gli avvo­ cati preferirono accettarla, con la riserva d'appello. Nella vicenda anche i direttori degli oratori di Bergamo intervennero con una protesta il 2 agosto al ministro dell'Interno e della P.I., contro Amato Amati, si professava ateo (così Speranza a Caterini il 23 ottobre 1873) per le sue calunnie contro gli oratori e le istituzioni del­ la Chiesa. Un ultimo ostacolo si aggiunse per la cappella aperta nel collegio e funzionante, voluta da Valsecchi e permessa da Pio IX come luogo pubblico, ben­ chè in istituto privato, e dove si conducevano i giovani del S. Alessandro a pregare. Su questo problema Valsecchi, ormai deciso a lasciare l'istituto, ebbe da Caterini il consiglio, suggerito da Pio IX, che se l'ingresso in collegio di molti sacerdoti per celebrarvi la messa fosse stato pretesto ai nemici del vero bene per rafforzare la loro persecuzione, la prudenza esigeva di limitarne il numero in modo sensibile. Condannato alla multa di lire 400 più le spese processuali, Valsecchi il lO novem­ bre informò Caterini che nel secondo giudizio vi era stata malafede e che il Consiglio Provinciale Scolastico non aveva accettato la lettera del rettore con rife­ rimento al dispaccio del ministero della P.I che autorizzava la riapertura del collegio e narrava dei suoi difensori, Rota Rossi e Mosca di Milano. Questi aveva parlato per tre ore alla folla accorsa, interrotto da applausi, mettendo in luce ingiustizie, fro­ di e soprusi degli avversari. La decisione di Valsecchi di ritirarsi, come auspicavano le autorità ( Speranza scrisse "se è lui il Giona! non si vuole quel che è bene", lettera a Caterini 2 dicembre 1873) e cedere il collegio a don Arcangeli non riuscì gradita al provveditore di Brescia per supposte possibili ingerenze, sicchè gli subentrò don Luigi Bana, benvisto dalle autorità cittadine, mentre Valsecchi capì che era giunta l'ora di abbandonare. Caterini rispose il 30 novembre "Dio voglia che il tribunale di Cassazione non coltivi i principii del Consiglio Scolastico che fa di tutto per avere il monopolio della istruzione e della educazione. onde cor­ rompere la mente ed il cuore della inesperta gioventù" e suggeriva a Valsecchi la convenienza di accettare la proposta di Speranza di coabitare con lui, anche per

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--------'------------­ togliere al governo ogni tentazione di occupare il collegio; ma egli aveva deciso di stabilirsi in Seminario; ibid., S. S. Spogli .. ..Caterini, cartella l A, carteggio con allegati, mons. Valsecchi- card. Caterini, e poche altre lettere del prefetto Solinas, nel 1873-1874, sulla vicenda del col­ legio S. Alessandro, inoltre cf. Ministero Pubblica Istruzione-Roma, Divisione scuole medie 1860­ 1896, Seminari-Bergamo, parte II, busta 146.

34 Richiesta di insegnamento della Religione Il direttore dell'Istituto Commerciale, signor E. Wild. ottenne da mons. Speranza il sacerdote don Gianni Colombo per dare ai giovani una regolare istruzione reli­ giosa. Egli tuttavia non soddisfece pienamente al compito affidatogli. Vennero designati altri due sacerdoti, sentito il parere del card. Caerini, per seguire i 200 gio­ vani dell'Istituto, una trentina bergamaschi, gli altri provenienti da varie parti d'Italia; ASV, s. S. ,Spogli... , Caterini, cartella lA, carteggio Wild- Speranza-Caterini ottobre 1873­ maggio 1875.

35. Eredità Teresa Bughì vedo Frova a mgr. Valsecchi La nobildonna Teresa Bughi vedova Frova di Milano, ne11875 nominò mons. Valsecchi erede del suo patrimonio che da una prima stima rendeva dalle 30 alle 40 mila Lire circa annue. In uno scritto l'avv. Alessandro Brasca, che funse da intermediario per la designazione dell'eredità, 13 novembre 1889, descrisse le varie fasi della vicenda la quale conobbe vari sviluppi sotto l'episcopato di mons. Guindani in relazione al recupero della mensa vescovile; ibid., Congr. Concilii, Positiones, 1887, Settembre B, Settembre B-C, Bergamo; ibid., Congr. Vescovi e Regolari, Archivio Segreto, Vescovi, Bergamo 1894.

36. Opere parrocchiali Tra le numerose opere parrocchiali cui accenna mons. Speranza, si ricorda la nuova chiesa di Ascensione, la chiesa, il campanile e le campane di Endenna, la casa parrocchiale di Cividate al Piano, il nuovo organo di Selino, la casa per il cappel­ lano a Rigosa, la chiesa a Leffe, il nuovo altare a Miragolo S. Marco, il banco dei parati a Olmo al Brembo; ibid., Congr. Conci/ii. Positiones, 1875. Settembre A-D. Bergamo; 1876, Apri/e A-I, Luglio A-O, Bergamo; 1877. Gennaio A-L. Agosto A-I, Bergamo; 1878, Gennaio A­ M, Giugno A-C, Bergamo; 1881, Agosto A-C, Bergamo.

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37. Giubileo di Pio IX In occasione del giubileo di Pio IX, nella chiesa di S. Alessandro in Colonna fu celebrata una grande festa in suo onore, organizzata da una commissione che faceva capo al prevosto don Domenico Borlini. Fu raccolta la somma di Lire 306.57 per l'obolo di S. Pietro, venne inviato un telegramma di felicitazioni e col­ locata una lapide-ricordo dell'avvenimento. A don Pietro Scuri fu recapitato un tele­ gramma di ringraziamento con Benedizione Apostolica; ibid .. S. S. Ep. Mod., 1877, Rl F.1O f. 65r-v lettera al card. Simeoni II giugno 1877, f. 67r, telegramma 15 giugno.

38. Caso pietoso Elisabetta Invernizzi da S. Giovanni Bianco segnalò a Pio IX il caso pietoso di una ventenne, affetta da demenza e delirio, ottenendo a conforto dei poveri fami­ liari l'invio della benedizione apostolica con i voti di una perfetta guarigione; ibid., s. S. Ep. Mod., 1877, R 20 F. 5, R. 284 F. 3 f. 17r,19r 209r lettera 18 luglio 1877.

39. Rinuncia eccellente Il senatore Giovanni Battista Piazzoni animato da sincera devozione verso la Santa Sede, la Chiesa, il Santo Padre, benefattore dei Certosini di Pavia, dei Carmelitani di Concesa, del collegio S. Alessandro e di altri istituti, il 24 giugno 1875 da Villa d'Adda pregò il conte Franco M. Serra vice presidente del Senato, di prendere atto"della mia rinuncia alla carica di senatore del Regno, a ciò indot­ to da ragioni di coscienza, dacchè la discordia dello Stato colla Chiesa è trascor­ sa in aperta guerra" A mons. Valsecchi il segretario di Stato card. G. Antonelli, rispose che erano già noti "i termini dell'atto lodevolissimo emesso dall'ex sena­ tore Piazzoni" e di godere nel "significarle che Sua Santità encomiando l'aperta professione fatta dal Piazzoni nella sua rinunzia, con tutto il cuore lo benedico"; ibid., S. S. Ep. Mod .. 1875, R 283 F. 4, f. 200r-201r lettera di mons. Valsecchi al card.Antonelli. 22

dicembre 1875, f. 202r lettera del senatore Piazzoni al conte F.M. Serra 24 giugno, f. 203r risposta a Valsecchi 25 dicembre.

40. Contesa per il convento di S. Alessandro La congregazione dei Vescovi e Regolari emise la sentenza il 26 settembre 1873 per la restituzione dell' abitazione ai Cappuccini nel convento di Borgo Palazzo in Bergamo; il 28 agosto 1874 decise che il segretario della congrega­ zione facesse la conciliazione fra le parti; il 2 giugno 1876 richiamò la decisione del 26 settembre 1873. Pio IX intervenne per concedere la revisione della sen­ tenza della congregazione nel settembre del 1873, a consigliare alle parti un ami­

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----_1....­ chevole componimento, poi a sospendere ad nutum S. Sedis la lite e la decisione in merito e in fine a ordinare la ripresa della causa e del giudizio in merito. Speranza, impossibilitato a nominare un avvocato per l'esiguità delle rendite del Gavarno, alla fine del 1873 seppe per caso da un certo Menghini della causa per­ sa, informatone a gennaio del 1874 dal suo procuratore Sassi. La notizia, nonostante l'ingiunzione del segreto, fece il suo giro in Italia e perfino in Germania. Al pro­ curatore Sassi subentrò don Felice Cavagnis. Per l'appello entro un mese, l'av­ vocato aveva stampato la difesa non ancora letta da Speranza, e in congregazione nessuno osava difenderlo. Divenne quindi necessario il ricorso a Pio IX con un'e­ sposizione sintetica della vicenda. Al card. Caterini, Speranza raccomandò che nel caso avesse visto il papa, lo informasse che "il Vescovo è mortificatissimo, farà quello che egli vuole". Nel marzo 1874 fu inviato a Roma don Domenico Borlini con un Memoriale, e Speranza nel presentarlo a Caterini scriveva "Pare che nella trattazione della causa m'abbiano costituito io attore, i religiosi che si difendono da me. lo era attore quando vendeva loro la casa. Adesso han da esse­ re attori essi contro di me. Qui i legali non vogliono intendere e si scandalizzano". Egli lamentava che la causa era stata trattata da una parte sola, ma osservava che la fondazione aveva un suo statuto speciale "degno della previdenza e furberia dei bergamaschi, che prevedevano le cose che sono avvenute, nonché del mio antecessore che era spertissimo e cognitissimo". Le trattative seguite da don Borlini ebbero esito negativo e la causa affidata anche al cardinale Luigi di Canossa per una composizione non raggiunta, si trascinò ancora per diversi anni. A mons. Guindani andò il compito di chiudere la causa con una sconfitta legale che lo obblighò a rimettere il convento ai Cappuccini; ibid, S. S. Ep. Mod., 1877, R. 285 F. 5. 24 dicembre 1877; ibid.. S. S. Spogli...• Caterini, cartella lA, carteg­ gio Speranza - Caterini gennaio - aprile 1874 con allegata" Dichiarazioni e riflessi di mons. Vescovo di Bergamo spediti a Roma a richiesta della sacra congregazione de' Vescovi e Regolari per La revi­ sione della sentenza dopo varie prove di conciliazione mai riuscite" ms.• ff.9.

41. Bergamo e L'Osservatore Cattolico Come mons. Speranza, anche mons. Verzeri appoggiò in pieno L'Osservatore Cattolico "tanto utile alla causa cattolica. Non vi ha altri in tutta Lombardia dove sono pure tanti giornali irreligiosi e immorali, il quale con eguale generosità e costanza combatta per la verità e la giustizia". Una lettera di protesta fu scritta e firmata il 22 gennaio da 18 cattolici della nobiltà e della borghesia di Bergamo(tra i firmatari i conti Enrico e Marco Celio Passi, Giuseppe Riva, Lodovico Alessandri, Musitelli Girolamo Fermo,Vincenzo Barca, Angelo Bernardo Peverelli, Stanislao Medolago Albani, Alessandro Locatelli) al card. Giovanni Simeoni per le critiche rivolte al giornale da parte del clero mila­ nese. Mons Speranza il 19 gennaio aveva scritto al card. Simeoni raccomandando L'Osservatore Cattolico, che egli non leggeva, trovando tempo solo per la"tardi­ va Civiltà Cattolica", colpa anche della malattia della vecchiaia; giornale 851

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che, secondo lui, "cominciò a parlare del bene qui fra noi, continuò e si sostiene. Guai se arrivassero a farlo cessare, mi dicono i buoni! Nel mio far nulla penso, e temo tanti liberali, poco del Signore, superficiali, rosminiani, ecc. sebbene del clero e sebben religiosi regolari, qui a noi avanti, e a destra e a sinistra. Che ci ha da avvenire? La Provvidenza di Dio, la protezione della Vergine Immacolata, sì otti­ mamente. Ma non vorrei che quei lassù dicessero poi a noi: e voi che avete fatto? Se io potessi almen rispondere: io ho pregato e confidato, mi parrebbe la mia scu­ sa migliore"; ibid., S. S. Ep. Mod., 1878, R. 283 E I f. SOr, so-v, Speranza; 1878, R. 263 El f.SOrSperanza e mons. Gerolamo Verzeri vescovo di Brescia al card. Giovanni Simeoni, Segretario di Stato, 19 gennaio, 4 febbraio 1878;1878; R.284 E3 f.l72r-173v lettera dei 18 bergamaschi, 22 gennaio 1878.

42. Esenzione contestata Mons. Speranza scrisse al prefetto della congregazione del Concilio il 15 mar­ zo 1875 circa l'esenzione del Consorzio, della Chiesa di Santa Maria Maggiore e delle sue attinenze dalla giurisdizione del vescovo, del metropolita e dei legati apostolici. Una risposta al problema della giurisdizione sollevato da Speranza era già stata data dalla congregazione del Concilio il 18 dicembre 1858 nel riconoscere la validità della bolla, moderata dai decreti del concilio di Trento. Circa la demo­ lizione dell'antichissimo altare di S. Giuseppe cui erano annessi legati e cappellanie, la demolizione della porta che immetteva nel palazzo vescovile, il trasferimento del­ le ceneri di Mayr e del Donizetti in basilica salutato da un solenne ufficio funebre con un coro composto anche da donne, a Speranza fu risposto nel 1875 di impe­ gnarsi perché gli amministratori rinunciassero a demolire l'altare, facendo pre­ sente che tale era anche il desiderio della S. Sede. Se la demolizione fosse avvenuta, le messe e i legati sarebbero stati trasferiti a un altro altare. Se tutto fosse risultato inutile, il vescovo avrebbe dovuto ricorrere ancora. Si permettevano i monumenti eretti e le funzioni ecclesiastiche, con l'am­ monimento agli amministratori che chiedessero il permesso all'autorità ecclesia­ stica. Veniva sconsigliato, se non proibito, che le donne cantassero nel coro con l'or­ chestra in chiesa, e se ciò non si fosse ottenuto, esse dovevano restare sottratte alla vista dei fedeli; ibid., Congr. Concilii, Positiones, 1877, Gennaio A-M, Bergamo.

43. Il canonico teologo Giovanni Finazzi Mons. Speranza scrisse il 19 marzo 1874 al prefetto della congregazione del Concilio, card. P. Caterini, sul canonico Finazzi impedito di tenere per giuste cau­ se le lezioni di teologo in cattedrale. Il vescovo per ragioni di prudenza e per evi­ tare dissensioni aveva creduto bene di lasciar correre senza prendere provvedi­ menti, pur desiderando che fossero rispettate le norme canoniche. Finazzi aveva comunicato a Speranza il 15 marzo 1874 che dalle norme capi­ 852


~~~---~-------~tolari riconosciute anche dal canonico Benaglia, poi vescovo di Lodi, il canonico teologo teneva nella cattedrale le lezioni scritturali dalla I alla IV domenica d'Avvento, dalla I domenica dopo l'Epifania alla I domenica di Quaresima, dalla domenica in Albis alla domenica dopo la decollazione di S. Gio. Battista. Finazzi affermava di aver sempre onorato tali impegni, presente anche Speranza, tranne che se impedito da malattia o per funzioni in cattedrale. Di tali lezioni egli aveva pub­ blicato i libri ( segue l'elenco). Finazzi concludeva che se la pratica da lui tenuta non era del tutto conforme alle generali prescrizioni canoniche, non fosse almeno trovata difforme dalle particolari legittime consuetudini del Capitolo di Bergamo. Finazzi nel 1851 aveva ottenuto dal card. Mai, allora prefetto della congr. del Concilio, un indulto con rescritto d'essere considerato come presente in coro qua­ lora avesse tenuto scuola di s. scrittura e teologia, e d'essere esonerato dal mattu­ tino e dalle prime ore dell'ufficio divino senza essere obbligato ad addurre le scu­ se al puntatore. Il Capitolo aveva accettato di mal animo tale indulto e avendone Finazzi abusato, nel 1863 ne era stata chiesta la revoca. Speranza dipingeva Finazzi come persona versatile, scaltra, di poco spirito ecclesiastico, assente dal coro, autore di opuscoli con princìpi non sempre sanis­ simi (era un cattolico liberale, come potrebbe apparire dalla sua pubblicazione I pre­ ti e la politica, Dialogo, Genova 1860, che suscitò la reazione del clero intransi­ gente impegnato in una battaglia sul terreno politico sociale ). Era stato licenzia­ to dal rettore del seminario per la confusione disseminata, gli era stata tolta la facoltà di confessare, e per le poche lezioni scritturali tenute, aveva allegato le giustificazioni. Nel 1863 venne concessa una sanatoria, e dichiarato che il teolo­ go aveva il diritto di far vacanza dal coro nei giorni di lezioni le quali, secondo il concilio romano, dovevano essere aumentate. Nel 1868 Finazzi con la testimo­ nianza del medico curante (Federico Maironi medico del municipio di Bg. e suo curatore), dal voto del vescovo che ne riconosceva la poca salute, e dal Capitolo, ottenne un indulto triennale dal coro per il servizio mattutino per i giorni e le ore nella stagione invernale, con l'obbligo di non omettere le lezioni scritturali. Nel mar­ zo 1872 gli fu prorogato l'indulto per un biennio con l'ammonizione che fosse più diligente nelle lezioni scritturali. Finazzi richiese una proroga ulteriore, e Speranza trasmise la sua lettera e avvisò che la pratica seguita era un abuso dovuto alle vicende rivoluzionarie e che voleva che si tornasse alle norme del diritto canoni­ co, sebbene la situazione non lo consigliasse per evitare discordie. 1127 gennaio 1872 il Capitolo aderì all'istanza di Finazzi per la proroga, nei limi­ ti posti dal passato rescritto, per un biennio, e Speranza avrebbe voluto che l'au­ torità ecclesiastica avvisasse l'interessato di essere più esatto nell'adempimento dei suoi doveri, come si legge nell' atto capitolare del 16 gennaio 1872. Nella risposta a Speranza il 7 marzo 1872 si costatò che il numero delle lezio­ ni era ridotto, ma il Finazzi nell'anno precedente era stato male. Il provicario Colombelli con lettera del 20 febbraio 1874 chiese a Pio IX il rin­ novo dell'indulto per la salute malferma di Finazzi, già sopra i 70 anni, come risul­ tava dal certificato del medico curante Maironi (dichiarazione allegata, 9 febbraio 1874 veniva dichiarato sofferente di broncorrea e di concomitante dispepsia). 853


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Speranza con lettera del 23 febbraio 1872 alla congr.del Concilio presentò la richiesta in modo neutrale, facendo rilevare che le lezioni erano diminuite per un attacco in salute vero e reale "il quale pare siasi di esso prevalso più che non por­ tasse una vera necessità per diminuire più ancora che in passato le lezioni sulla Sacra Scrittura". Finazzi con lettera del 20 giugno 1851 al papa aveva richiamato il principio di Benedetto XIV nel Sinodo Lib. XIII cap. 9: "a canonico theologo non magis suo muneri satisfieri si sacros scripturae libros explicet et declaret, quam si in theologia scolastica clerum erudiat " deducendo che per teologia scolatica s'intendeva teo­ logia dogmatica, morale e casi di coscienza. Egli pregava di venir dispensato dal coro quando era occupato in simili lezioni e portava a suo favore il decreto di S. Carlo Borromeo "quo studiosius ordinarius qui praebendam theologalem obtinet in muneris sui partes incumbat, liberum ac integrum sit theologo in matutino et pri­ mis horis interesse aut abesse, si tamen is in civitate adsit, nec per urbem tunc vagetur, sed munerum suo rum causa in propria canonicali domo iis horis se con­ tineat", (Decreta et constit. Cap.Metrop.) . Il card. Mai, prefetto della congo del Concilio aveva ottenuto e scritto di suo pugno il rescritto di Pio IX "Ex audientia SS.mi die 24 mensis junii 1851 SSmus annuit suprascriptis postulationibus onerata tamen conscientia oratoris juxta exposita- A. card. Majus S.c. Concilii Praefectus. Allegato alla pratica si trova l'indice cronologico delle 78 pubblicazioni del canonico Finazzi, dal 1831 al 1865. Tra esse vengono unite quelle ritenute com­ promettenti con alcuni brani scelti: Nelle esequie di Cavour celebrate nella basilica di S.Maria in Bergamo Parole del ca. Finazzi, Bergamo tipo Pagnoncelli 1861, "Immenso debito di riconoscen­ za" dell'Italia al cittadino Cavour, "la storia lo ha già registrato fra i più illustri pro­ pugnatori della riconquistata nazionalità italiana" ." L'indipendenza, la gran­ dezza, la fortuna d'Italia sembravano identificate in un nome, nel nome del mini­ stro Cavour". Unione ecclesiastica di S. Bartolomeo. Allocuzione del can. Finazzi regio prov­ veditore agli studii e consigliere della unione - 8 setto 1860. Da L'Amico: p. l "nel nuovo ordinamento nazionale una parte dei cittadini e del popolo perdendo ogni stima e fiducia nel sacerdote come uomo politico, minac­ ciava di non vo1emepiù sapere di lui come d'uomo religioso, noi sentimmo più gra­ ve il debito di mostrarci leali cittadini, perché non ci fosse precluso il tempo di ado­ perarci a pro de' fratelli come sacerdoti" . Sulla riforma degli studi scritture quattro di Gaspare Gozzi memoria del can. Finazzi già provveditore agli studi della Provincia di Bergamo, Milano 1860. La solenne benedizione delle bandiere della guardia nazionale di Bergamo il 24 giugno 1860 parole del can. Finazzi, Bergamo 1860. La stampa cattolica Pensieri del can. teo!. G. Finazzi membro dell'accade­ mia di religione cattolica in Roma, Genova 1861. A sostegno del parere di Speranza sono uniti i giudizi critici dei canonici Pietro Rusca arciprete e Lanfranchi Battista segretario del Capitolo, 4 marzo 1862, con 854


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la nota: Dichirazione delle assenze (oltre i tre mesi di ferie) di Finazzi dal 1852 al 1861 in tempi liberi e in tempi previlegiati., puntatore can. Valenti. Si aggiunge poi la dichiarazione del sindaco capitolare can. Paolo Carminati, 14 giugno 1862, che Finazzi per le assenze al coro aveva pagato nel 1858 fiorini 34.31 = Lire 84.86; 1859 fiorini 40.36 = Lire 99.65; 1860 Lire 264.82; 1861 Lire 140.88. Nel riassunto d'ufficio redatto dal minutante (manca la data ma dovrebbe esse­ re attorno al 1862), la descrizione del can. Finazzi fatta dal vescovo Speranza è giu­ dicata piuttosto settaria; ibid., Congr. Concilii, Positiones, 1874, Marzo A-B, Bergamo.

44. Critiche Un anonimo scrittore, con lettera di 4 fogli medi, maggio 1879, inviata alla Santa Sede fece alcuni rilievi sul metodo pastorale di mons. Speranza nel gover­ no della diocesi. Egli osservò che nell'imminenza della morte del vescovo, i non numerosi aderenti al suo sistema gretto, incolto, ruvidissimo, ma forte, irresistibile per il bene, informato dalla più pura rettitudine, tanto che uno diverso non avreb­ be fatto di più, ma tale da alienare l'animo della maggior parte dei chierici e dei lai­ ci come risultava ormai evidente dopo che i cacciatori di favori l'avevano abban­ donato, dovevano avere già fatto pratiche per un candidato diocesano. Stupito per l'indifferenza che accompagnava il suo tramonto, o meglio, la caduta dell'astro ipo­ critamente adorato, lo scrivente suggeriva la nomina di un soggetto forestiero, pio, retto come Speranza, ma colto e mite come non era lui. L'impossibilità di trovare in diocesi un candidato veniva da un clero educato rozzamente, senza per­ sone emergenti e di adeguata cultura, pur essendovi eccezioni ma non individui con posizione elevata. Speranza si compiaceva di dire spesso di volere la quadratura dei capi, ma aveva abbandonato non pochi soggetti che, coltivati, sarebbero emersi facendo gran bene, rimasti invece languenti, se non andati fuori strada. Il governo della diocesi dal 1829 affidato a vescovi oriundi, fatto pur apprezzabile, non ave­ va introdotto i miglioramenti realizzati altrove, come la formalità, quasi scono­ sciuta a Bergamo per le abitudini patriarcali e il governo personalissimo, sogget­ to all' arbitrio, di Speranza, quindi la salvaguardia della sostanza e la tutela del diritto. La poca considerazione di cui scienza e cultura godevano, si riscontrava, secondo lo scrivente, sia nella scarsità delle pubblicazioni, sia nel tipico semina­ rio dei Pifferi, stonatura ridicola da chiudere, che avrebbe dovuto lasciare il posto a un seminario per adulti istruiti e civili decisi di dedicarsi alla vita ecclesiastica; ibid., Congr: Vescovi e Regolari, Vescovi, 1879, Maggio, Bergamo.

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II - G. C. GUINDANI

l. Attività del Comitato diocesano Nicolò Rezzara, segretario del Comitato diocesano dell'Opera dei Congressi Cattolici, in occasione della riunione trimestrale, inviò i13 aprile 1882 al cardinal segretario di Stato, Lorenzo Jacobini, un saluto augurale elencando le attività pro­ grammate: santificazione delle feste, buon esito delle elezioni amministrative, dif­ fusione della buona stampa e delle associazioni cattoliche nelle campagne insi­ diate dalle sette, formazione di associazioni cattoliche di mutuo soccorso per agri­ coltori e operai, libertà dei genitori per l'educazione dei figli secondo la dottrina cattolica. Il card. Jacobini partecipò la soddisfazione e il ringraziamento di Leone XIII al Signore che "in tempi tanto calamitosi per la fede dei popoli e per il pon­ tificato romano si degna di disporre che sorgano difensori strenui dei diritti della Chiesa e propagatori di quei sani principi sui quali può unicamente riposare tran­ quilla la umana società e venire il vero bene spirituale e materiale degli uomini"; ASV, S. S. Ep. Mod., 1882, R. 284 F. 1 f. 217r-218v.

2. Sentenza della commissione cardinalizia nella causa mons. Guindani-can. Foresti Nella causa riguardante la Mensa Vescovile, i decreti pontifici precedenti la sen­ tenza definitiva emanata il 2 agosto 1889 furono in ordine di tempo l-il decreto della congregazione dei Vescovi e Regolari del 16 giugno 1885 col quale venivano nominati arbitri i vescovi di Como e di Crema, previo il con­ senso delle parti, con la dichiarazione che si obbligavano ad accettare la sentenza definitiva 16 giugno 1885- Nominentur in arbitros episcopi Cremeno et Comen. prae­ vio consensu partium et declaratione qua eaedem partes se obligent ad accepta­ tionem definitivae sententiae. 2-illodo arbitrale emesso il 26 novembre 1886, rifiutato dal canonico Foresti e dalla vedova Barbara Simoni, con l'appello alla congregazione dei Vescovi e Regolari, la quale dichiara inappellabile la sentenza e l'obbligo di eseguirla il 30 aprile e successivamente il 17 maggio 1887. 30 aprile 1887 - S. Congregatio declarat sententiam arbitramentalem esse inappellabilem et executioni demandandam 17 maggio 1887- Non esse locum appellationi et amplius. 3 - il mandato della congregazione dei Vescovi e Regolari a mons. Guindani il 27 maggio 1887 di chiamare a sé il can. Foresti e di intimargli di eseguire la sentenza pronunziata, ricorrendo anche alle pene ecclesiastiche in caso di disob­ bedienza.

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----------------4-Un altro appello del can. Foresti colpito dalla sospensione a divinis, col divieto di partecipare alle funzioni in cattedrale con le insegne canonicali e con la privazione delle distribuzioni quotidiane, respinto da Leone XIII. 19 giugno l 887-Pareant oratores sententiae arbitramentali et successivis rescriptis Sacrae Congregationi Episcoporum et Regularium. 5- L'incarico di Leone XIIl a una commissione di quattro cardinali, Verga, Zigliara, Vannutelli, Schiaffino di definire la causa e la conseguente risoluzione pre­ sa all'unanimità, 2 agosto 1889, che la sentenza arbitrale dei vescovi di Como e di Crema "non substineri et ad mentem: Mens est: che si stia alla convenzione del giorno 3 maggio 1882 che il rev. can. Foresti liquidi colla signora contessa Barbara Fè Simoni d'Ostiani i conti come crede, e gli rilasci piena ed universale quietan­ za in forma juris valida. Che alla menzionata signora contessa siano restituiti i libri e tutti gli altri documenti relativi alla eredità. Che la curia provveda effica­ cemente affinché la signora contessa sia resa esente da qualunque danno e mole­ stia. Che i beni si vendano sotto la dipendenza di mons. Vescovo favore majorum oblatorum e detratto quanto deve detrarsi, il resto del prezzo si consegni a mons. Vescovo per essere investito lecitamente e cautamente a favore della mensa vesco­ vile. Finalmente che il can. Foresti sia risarcito dei danni sofferti per la sospensione e privazione delle distribuzioni corali". A seguito della sentenza della commissione cardinalizia (alla quale non fu estraneo il cardinale Laurenzi che aveva difeso i Cappuccini nella vertenza per il convento di S. Alessandro), mons. Guindani ricorse a Leone XIII che nell'udien­ za del 25 agosto 1889 confermò "In decisis. Et scribatur episcopo, che riferitesi al S. Padre le due istanze di esso mons. Vescovo, l'una in data 8 agosto corrente rivolta all'eminentissimo card. segretario di Stato, e l'altra in data 19 del mese stesso diretta alla Santità Sua, non che l'istanza dei canonici della cattedrale in data del 17, Sua Santità ha ordinato che si faccia conoscere al Vescovo: l ° la commissione cardinalizia essere stata incaricata all'esame e giudizio del­ la vertenza colla restituzione in intero della sentenza arbitramentale e colla clau­ sola de aperitione oratoris arbitrio et cet., com'è noto a mons. vicario generale. 2° non potersi quindi contrapporre i precedenti rescritti emanati dal congres­ so per l'estrinseco motivo d'inappellabilità del lodo al giudicato della commis­ sione emanato in seguito di maturo esame e discussione sul merito della vertenza. 3° non concedere perciò il S. Padre la implorata revisione del giudizio della com­ missione cardinalizia appoggiato a validi ed evidenti motivi e già da lui approva­ to". Il can. Foresti, ben coperto dalla corrente speranziana, presentò con la vedova Simoni un conto assai superiore alle Lire 40.000 iniziali. La ricaduta sull' episco­ pato di mons. Guindani fu di una umiliazione indescrivibile, che si assommò alla causa persa della commissione di S. Maria delle Grazie e in seguito a quella del con­ vento di S. Alessandro. La vendita delle possessioni permise la liquidazione dei debiti e degli interessi accumulati verso terzi ( più di Lire 300.000 a privati e alla Cassa di Risparmio di Milano per una cifra vicina alle Lire 400.000), la chiusura di ogni pendenza col canonico Foresti; e la perdita di tutto il capitale in beni fati­ 857


cosamente riscattati da mons. Speranza;

ibid., Congr. Vescovi e Regolari, Archivio Segreto,

Vescovi. 1894, Bergamo.

3. Mons. Guindani invitato a rispondere alle accuse "Molto illustre e reverendissimo come fratello non ha guari è giunto a questa sacra congregazione de' Vescovi e Regolari un reclamo in cui si asserisce che accuse e voci gravi ed insistenti corsero in cotesta città, e tuttavia corrono, senza mai essere state depurate, nonostante i processi incoati dall'autorità competente, a carico del segretario Mancini, e de' domestici del Vescovato, e che sacerdoti dotti e pii siano rigettati da ogni posto e mansione, per un partito che li odia, sotto il vano pretesto di battibecchi di giornali e prote­ ste; che fra gli esaminatori prosinodali di recente nominati se ne trovano né quel­ li per nulla idonei né per pietà né per scienza ( e che la vertenza della Mensa Vescovile fu trattata con una leggerezza unica, e con ispirito di menzogna e di odio tale da averle portato quello scapito vitale che tutti sanno. Le sentenze ema­ nate, si aggiunge, hanno fatto ragione di tutto. Inoltre si riferisce che tutti gli enti d'interessi addetti alla mensa vescovile, al vescovado ed alla curia sono in mano massimamente al segretario del Vescovo di Bergamo Mancini, senza veruna con­ trolleria, e su ciò corrono voci tali, da dichiarare necessari un pronto provvedi­ mento, che le cose di Clusone, per certe affermazioniripetute con insistenza,di com­ plicità dell' autorità ecclesiastica colla governativa, tengono l'animo inquieto di molti e molti cittadini e del clero, e se non si fa luce, ne scapita l'autorità diocesana. In fine che l'opuscolo proibito di mons. Bonomelli corre nelle mani di tutti, e per­ sino, così si dice, dei chierici per licenza dell'autorità; L'Eco di Bergamo tutto ad un tratto cessò di parlarne nel senso della S. Sede, e si dice, per ordine della stes­ sa autorità, che persino nelle più rimote vallate della diocesi in un pranzo che teneva un vicario foraneo nell'incontro di una sagra, i convitati ebbero quasi "uno ore" a dire che sentirono tutti con mons. Bonomelli. Nel portare a notizia quanto sopra alla S.v. s'invita a trasmettere in proposito la sua relazione. Ed in tale intelligenza le auguro dal Signore prosperità

Roma 4 decembre 1889

Di Vostra Signoria come fratello + fr. Luigi Vescovo di Callinico segretario"

(f.2v) Bergamo reclamo die 4 decembre 1889. Fu mandata alla firma per ordine dell'eminentissimo Prefetto­ 4 decembre 1889 I.

Luigi Sepiacci fu segretario della congr. dei Vescovi e Regolari dal 2 luglio 1886 al 17 dicembre 1891. Leone XIII lo nominò cardinale e prefetto della congr. delle Indulgenze e delle Reliquie, I agosto 1892. Morì a Roma il 26 aprile 1893; Hierarchia Catholica... , VIII. p. 174.

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----------------"Eminenza Reverendissima Accuso ricevuta della copia speditami da codesta Sacra Congregazione di un reclamo alla medesima mandato da Bergamo e a me inviato pro informaiione et voto e dal foglio di codesta stessa sacra Congregazione in data del 4 corrente decembre n. 15870, nel quale è fatta parola di altre accuse insinuate costì a carico mio e di altri. Con la presente dichiaro alla eminenza vostra reverendissima ed a codesta sacra Congregazione che le accuse suddette non sono che un tessuto di calunnie e di maligne insinuazioni, con intendimento a me notissimo di diffamare e sop­ piantare la presente amministrazione della diocesi. Mi riservo però di rispondere caso per caso alle accuse predette. Quanto poi al mio voto, lascio per intanto alla eminenza vostra reverendissima il giudicare quale possa essere il voto di un vescovo a riguardo di accuse, nelle quali la esperienza di più anni lo ha costretto a vedere nient'altro che un piano malignamente ideato da un pugno di malcontenti, congiurati a screditare in ogni maniera il governo della sua diocesi. Chino al bacio della sacra porpora, con la più profonda venerazione mi professo Bergamo lO decembre 1889 dell'Eminenza Vostra Reverendissima

+ Gaetano Camillo vescovo di Bergamo" ibid..

4. Benedizione di una bandiera Mons. Guindani chiese alla Santa Sede se una società cattolica di Mutuo Soccorso poteva benedire una bandiera uguale nei colori alla bandiera nazionale, quantunque ornata con emblemi ed epigrafi che la caratterizzavano come bandie­ ra di società cattolica, essendo intenzione dei soci di adottarla come propria ban­ diera nazionale. La Penitenzieria Apostolica rispose il 28 marzo 1882 che, consi­ derate le circostanze, non era permesso al vescovo benedire la bandiera, ma che egli con parole paterne facesse desistere i soci dal proposito, e nel caso ciò fosse sta­ to impossibile, non vi facesse caso, tenendo un contegno indifferente; Congr. AA. EE. SS., Italia 1887 sessione 631, val. XXXVIII, fascicolo IO. p 147.

5. Solidarietà a mgr. Geremia Bonomelli Gli sviluppi della polemica tra don Albertario e mons. Bonomelli per la sua tra­ duzione delle Conferenze di Monsabré con note aggiunte, determinarono il divieto a L'Osservatore Cattolico di pubblicare la lettera di Leone XIII a mons. Bonomelli. 859


La reazione di vari quotidiani indusse don Albertario a chiedere provvedi­ menti a mons. Mario Mocenni, sostituto della Segreteria di Stato, per la pubbli­ cazione su L'Observateur francais di una lettera di biasimo della S. Sede a lui diretta, riprodotta anche da L'Eco di Bergamo il18 giugno 1890. A mons, Bonomelli giunsero attestati di solidarietà dall'abate Stoppani, dai Vescovi di Piacenza e di Bergamo e da vari uomini politici; ASV, s. S. Ep. Mod., 1902. R. 165 F. 13 f. 45r-lOOr.

6. Leone XIII a mgr. Guindani infermo "Eccellenza reverendissima

Roma l" agosto 1887

Il Santo Padre a cui sono note le condizioni cagionevoli della salute di vostra eccellenza ha dato l'ordine di manifestare la parte che egli prende al dispiacere di tutta la diocesi di Bergamo e di raccomandarle in suo nome di avere ogni cura per conservare la preziosa di lei vita, mutando, ove sia opportuno, il clima, sperando che in tal modo possano ristorarsi le sue forze, mentre a tale fine le concede una speciale benedizione. Eseguiti in tal modo gli ordini di Sua Santità, mi è caro aggiungere i voti particolari e sinceri che faccio al Signore, il quale, penso, vorrà conservare ancora per lunghi anni e nel vigore delle sue forze un vescovo sì stimato ed amato dal Sommo Pontefice e sì degno di sedere sulla cattedra di san Namo. E coi sensi della più profonda venerazione ho l'onore di professarmi ... [ card. Rampolla]" Il vicario foraneo di S. Giovanni Bianco, don Adamo Milesi, il 29 agosto 1889 scrisse al segretario di Stato card. Mariano Rampolla perchè fosse invitato il cle­ ro a una messa solenne di ringraziamento per la riacquistata salute di mons. Guindani; l'arciprete di Vilminore, don Angelo Milesi, nel X O anniversario della sua elezione, con lettera del l o dicembre 1889 al suddetto cardinale, espresse voti a nome del clero per il "completo ristabilimento dell'amatissimo vescovo"; ibid., S. S. Ep. Mod.,1889, R. 4 f. 61r; R. 3 F. 2 f. 48r-v; Congr. AA. EE. SS .. ltalia 1887 Posizione. 390-397, fascicolo 136, n. 396, Bergamo 1887.

7. Fondazione di circoli cattolici Nell'agosto 1890 a Baresi venne costituita una nuova Società operaia cattoli­ ca di Mutuo Soccorso per la plaga di Piazza Brembana, dove nelle elezioni pro­ vinciali la gente aveva saputo" abbattere un colosso anticlericale ed eleggere a suo consigliere un franco cattolico". Rezzara nel giugno 1883 aveva fondato mol­ ti nuovi comitati parrocchiali nella media e alta val Brembana, e progettava una Federazione operaia cattolica di Mutuo Soccorso tra operai e agricoltori valli­ giani. 860


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Nell'agosto 1887 erano convenuti a Bergamo i rappresentanti dei circoli lom­ bardi della gioventù cattolica per il II congresso con un programma esposto da Rezzara circa le borse gratuite o semi gratuite a favore dei giovani sprovvisti di mez­ zi, l'istituzione di scuole serali professionali, la fondazione delle conferenze di S. Vincenzo de' Paoli e di cucine economiche, al fine di una rigenerazione mora­ le, intellettuale e economica del paese. L'indirizo a Leone XIII era firmato dal notaio Francesco Gerolamo Volpi, dai membri dei circoli di Milano, Brescia, Bergamo, Intra, Lecco, Chiari e dal vice assistente don Riva Antonio. A Gromo S. Marino il circolo analogo entrava nella federazione operaia cattolica nel dicembre 1892, e Rezzara nel comunicarlo al card. Rampolla lodava l'opera intelligente e efficace del clero e dellaicato cattolico in alta val Seriana per l'os­ servanza del non expedit nelle elezioni politiche. A Peghera un'analoga federa­ zione per la valle Taleggio venne costituita nel dicembre 1892; ASV, s. S. Ep. Mod., 1883, R. 12 f. 40r-v lettera di Rezzara al card. Jacobini, 3 giugno 1883, f. 41r risposta 8 giugno; 1887, R. 12 F. 2 f. 68r-69r , 72r-75v lettere di Rezzara e del notaio Francesco Gerolamo Volpi al card. Rampolla firmata dai rappresentanti dei circoli lombardi, 6 e 22 agosto 1887, f. 71r-v risposta a Rezzara Il agosto; 1890, R. 12 F. I f. 140r con citazione; 1892, R. 12 F. 3 f. 164r-167v.

8. Don Giovanni Rizzoli arciprete di Clusone Giovanni Battista ed Elena Barca, dei marchesi Brivio, scrissero il 2 giugno 1889 al card. Rampolla chiedendo anche a nome dei cittadini di Clusone che la dioce­ si di Bergamo prendesse le difese di don Rizzoli. A suo sostegno analoghe lette­ re inviarono il vicario generale e il vescovo di Crema, 30 maggio-7 giugno, 3 giu­ gno 1890, il vescovo di Lodi, 5 giugno; il vescovo di Mantova che scrisse l' 8 giu­ gno al vicario generale di Crema" mi fa tanta compassione la povera vittima fat­ ta bersaglio a tutte le persecuzioni"; anche la giunta municipale di Clusone inter­ venne a suo favore l'II giugno. La controversia Guindani-Rizzoli ebbe in sintesi questi sviluppi: ritrattazione imposta a Rizzoli, risoluzione comunicata a Guindani, ricorso di Rizzoli al mini­ stero di Grazia e Giustizia per riavere il possesso del beneficio, commissione di cat­ tolici a suo sostegno nel giugno 1892; dispaccio del ministero di Grazia e Giustizia 13 febbraio 1895 per annullare il decreto di sequestro del beneficio di Rizzoli ordinato il 30 marzo 1890. L'arciprete di Vilminore don Milesi chiese una specialissima benedizione di Leone XIII per Rizzoli, 19 febbraio 1895, mentre fu contrario don P. Rota con due lettere al card. Rampol1a, febbraio e 9 marzo 1895; ASV, s. S. Ep. Mod., 1889, R. 165 f. 19r-22v; Congr. AA.EE.SS., Italia, sessione 675 giugno-luglio 1890, p. 57-711ettere di sostegno a Rizzoli, p. 68 citazione; ibid., Italia 1889-1892 Posizione 461 fascicolo 156 Bergamo 1889-1892, ff. Ir-61r; fascicolo 157, f. lr-54v; fascicolo 158, f. Ir-34r conclusione con la ponenza della Congr. AA.EE.SS.; Italia 1895 Posizione 512-522 fascicolo 186 (stampa), n. 512 Bergamo 1895.

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9. Nuovo giornale La Segreteria di Stato chiese informazioni a mons. Guindani circa il progetto di un nuovo giornale in Italia, patrocinato da alcuni vescovi di Lombardia, consi­ derato il particolare interesse di Leone XIII alle sorti del giornalismo cattolico in Italia. Aveva destato profonda impressione la lettera del papa all'arcivescovo di Parigi sulla stampa cattolica. L'arcivescovo di Milano Luigi di Calabiana con alcu­ ni suffraganei delle diocesi lombarde (tranne i vescovi di Pavia, Como, Crema e Brescia che si erano dissociati) avevano manifestato piena adesione al segretario di Stato card. Jacobini. Mons. Guindani rispose che mons. Calabiana e mons. Bonomelli avevano par­ lato dell'argomento, ma da un anno circa nulla più aveva sentito al riguardo; gli sem­ brava restasse il desiderio comune a molti per un nuovo giornale che meglio trat­ tasse in quel tempo la causa cattolica, per il maggior bene delle anime, desiderio " non però comune a tutti i vescovi di Lombardia fra quali parecchi vi hanno che sono pienamente persuasi dell'Osservatore Cattolico, e l'hanno in conto di gior­ nale che basti solo, e valga più d'ogni altro a sostenere fra noi le sane dottrine. E mancherei di sincerità e sobrietezza se tosto non soggiungessi che, salva ogni riverenza per me dovuta a' detti miei confratelli, non posso tuttavia essere del medesimo loro avviso, consapevole come sono de' poco buoni effetti cagionati fra questo mio clero dal detto giornale". Nel novembre de11896 a Bologna venne pubblicato L'Avvenire che potè con­ tare su un sussidio annuo di Lire 4.000 dalla S. Sede, mentre fu sospesa l'Unione; ASV, S. S. Ep. Mod., 1885, R. 162 f. 72r-73v lettera a Guindani 21 agosto 1885, f. 77r-80r risposta del 27 agosto; 1903, R. 162 F. 2 f. 147r-149r lettera del card. Rampolla al card. Domenico Svampa, 10-15 ottobre 1896; 1886, R. 241 F. 3 f. 90r-v lettera di mons. Calabiana, 14 agosto 1883, f. 9lr-v risposta, 18 agosto.

lO. Polemiche tra giornali Il canonico Giuseppe Baizini, segretario capitolare, inviò il 17 agosto 1889 al card. Rampolla un memoriale sulla diocesi firmato da tutti i canonici, tranne che da tre antiGuindani, tra cui Foresti, e redatto in forma extracapitolare, per mante­ nere il segreto e non dividere ulteriormente la diocesi. Un loro comunicato a Leone XIII che doveva rimanere segreto, venne però pubblicato da L'Osservatore Cattolico, iniziativa sgradita di quel giornale "che divide la diocesi ed è fonte di amarezze senza fine e di travaglio all'impareggiabile e bersagliato nostro vesco­ vo".

In una seconda lettera il canonico inserì l'articolo de L'Osservatore Cattolico dell'8-9 agosto "A difesa", in risposta all'articolo "Roma e la realtà delle cose Una sentenza rigorosissima contro il vescovo monsignor Guindani" della Gazzetta Provinciale di Bergamo del 7 agosto, che aveva accusato i Gesuiti e gli intransigenti 862


------'--------------­ dello smacco subito da Guindani nella causa per la Mensa Vescovile decisa a Roma a favore del canonico Tommaso Foresti. Nel respingere le accuse, L'Osservatore Cattolico scrisse che il nome di intransigenti era stato applicato con molta solennità anche in tribunale, e che a Bergamo correva il motto "schiac­ ciate gli intransigenti" per indicare che erano da sgozzare con carità, prudenza e mani giunte i preti che leggevano L'Osservatore Cattolico. E nel riferire l'artico­ lo della Gazzetta, veniva rifatta la storia dell'assoluzione di Foresti e della condanna di Guindani, nonostante i pareri dei vescovi di Como e Crema a suo favore. La sentenza della congregazione dei Vescovi e Regolari col prefetto cardinal Masella era stata ribaltata dal card. Verga a lui succeduto, a favore del can. Foresti, e di con­ seguenza "La carità cristiana dei gesuiti e degli intransigenti desidera l'allonta­ namento di Guindani da Bergamo". E nell'articolo "Roma e la realtà delle cose... " si notava che il trattamento ingiusto riservato dalla Santa Sede a Bonomelli non era dissimile da quello per Guindani, forse conseguenza dell'aver il vescovo di Cremona proclamato in un pubblico documento le sue idee uniformi con quelle del vesco­ vo di Bergamo. Il caso vedeva resa giustizia all'intransigente Foresti legato a Speranza, e "dopo questi ecco la vertenza Rizzoli, perciò i deboli puniti dalla S. Sede". Non mancava poi un accenno al potere dei canonici Andrea Mancini (segretario del vescovo) e di Giacinto Arcangeli provicario generale; ASV, S. S. Ep. Mod., 1889, R. 18 f. 174r; 1902, R. 162 F. 6 f. 52r-107r serie di lettere di protesta inviate a Leone XIII da vari sacerdoti e vicariati foranei della diocesi di Bergamo per l'articolo de L'Osservatore Cattolico contro mons. Guindani, agosto-ottobre 1889.

11. L'astensione dei cattolici dal voto nelle elezioni politiche Leone XIII nel discorso del 24 aprile 1881 richiamò le soluzioni adottate sul­ la questione riproposta dell' astensione dalle urne nelle elezioni politiche, precisando di "essere il campo delle amministrazioni comunali e provinciali il solo che per ragioni di ordine altissimo è al presente consentito ai cattolici d'Italia", f.25r-26r citazione; ibid.. S. S.Ep. Mod., 1892, R. 165 F. 6 f. lettera di Medolago Albani, Rezzara e don Castelletti al card. Rampolla, 28 novembre 1890, sul lavoro svolto per l'astensione dal voto nelle eIe­ zioni politiche. con risultati brillanti grazie all'aiuto de L'Eco di Bergamo e de Il Campanone; f. 120r­ v lettera riservatissima di G.B. Paganuzzi al card. Rampolla, 22 settembre 1892, su un presunto movi­ mento di cattolici "molto affine a quello che in altri tempi prendeva nome dal palazzo Campello, il Campello coi suoi amici non vi sarebbe estraneo", che pur parlando del Papa "non si occuperebbe­ ro dei divieti della Chiesa e del dominio temporale. Vi sarebbero coinvolti alcuni membri dell'Unione degli Studi sociali, che entrati in essa lascerebbero l'Opera dei Congressi, come i fatti di Bergamo lo confermerebbero". La risposta, f.122r-v, non firmata e senza data fu un invito a evitare che i cattolici degni di tale nome non si lasciassero indurre in errore e a ritenere per essi valido il divieto di parteci­ pare alle elezioni politiche; Congr. AA. EE. SS., Italia, 1882, sessione 556 volume XXXV fascicolo 6 p. 64, fascicolo 7 p. 65-131 12 settembre 1882, circa la partecipazione dei cattolici alle eIezioni politiche; ibid. 1885-1886 Posizione 381-387, 384 1886 fascicolo 126, f. 22r lettera circolare del card. Monaco, della Penitenzieria Apostolica ai vescovi d'Italia circa la conferma di Leone XIII del "non

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expedire" per le elezioni politiche del 3Dluglio 1886.

Rezzara inviò il 3 aprile 1897 a Leone XIII, ai cardinali Rampolla e Agliardi la statistica delle astensioni dalle urne politiche, dalla quale risultava che nessuna provincia in Italia aveva avuto tante astensioni come Bergamo. Egli notava che una persona amica gli aveva riferito che il card. Ferrari prima delle elezioni poli­ tiche, interpellato circa il tempo in cui ai cattolici sarebbe stato tolto il veto del non expedit, aveva risposto "più presto di quel che credete"; ASV, S. S., Spogli... , card. Mariano Rampolla del Tindaro, 8A, fascicolo 1895 Prospetto statistico sul concorso alle urne politiche

1897 esuli'astensione dei cattolici.

12. Rapporti tra Chiesa e Stato Dopo l'appello di Leone XIII nell' allocuzione al Concistoro del 23 maggio 1887, preceduta da una sua lettera il 15 giugno al card. Rampolla, per sistemare i rapporti tra Chiesa e Stato, gli anticlericali travisarono le sue parole leggendovi l' ab­ dicazione ai suoi diritti. Il deputato Bovio con un'interpellanza in Parlamento negò ogni ipotesi di ravvicinamento con la Santa Sede. Zanardelli e Crispi esclu­ sero il bisogno per l'Italia di riconciliarsi col papa, bastando l'osservanza delle sue leggi e senza alcuna intesa sulla perdita dei suoi diritti. Il card. Rampolla scris­ se a mons. Agliardi per invitarlo a far sì che il conte Stanislao Medolago Albani nel congresso imminente a Bergamo prendesse tamquam ex se l'iniziativa di una ade­ sione esplicita alla lettera di Leone XIII, che servì poi come base alla circolare inviata ai nunzi sul tema in parola. Don Carlo Castelletti, assistente ecclesiasti­ co, e Medolago Albani, presidente del Comitato diocesano di Bergamo, inviaro­ no lettere a Leone XIII sulla petizione per la pacificazione dell'Italia col papato, unendo le firme raccolte, con richiesta di benedizione apostolica per i firmatari colpiti da destituzioni o vessazioni e per chi avrebbe concorso alla manifestazio­ ne di sostegno il 27 febbraio 1888; Congr. AA. EE. SS., Italia 1888, Posizione 403-406, 405 fascicolo 141, Bologna 1888 Reclamo alla Camera dei Deputati contro gli arbitrii commessi dal

Governo a danno della petizione nazionale per la libertà del papa e di chi la sottoscrisse, 25 maggio 1888, tra i firmatari Medolago Albani, Rezzara, Radini Tedeschi; ASV, S. S. Ep. Mod., 1888, R. I F. 71 f. 6r, 47r-53r, 148r lettera di Agliardi 11 agosto 1887; 1888, R. 1 F. 73 f. 102r-v, 103r-106r

13. Monumento a Giordano Bruno L'inaugurazione del monumento a G. Bruno fu festeggiata a Roma con la rela­ zione di Augusto Carcani, e con un comitato internazionale d'onore composto da celebri personaggi di Francia, G. Bretagna, Spagna, Austria, Ungheria, Portogallo, Romania, Svezia, Norvegia, Belgio, Olanda, Svizzera, Grecia, Stati Uniti, Italia. Nel corso della manifestazione davanti al monumento, opera di Ettore Ferrari, tenne il discorso il prof. Giovanni Bovio; la partecipazione degli abitanti nei palazzi prospicenti la storica piazza di Campo dei Fiori venne calcolata dalle fine­ stre: erano chiuse 157, aperte 89, socchiuse 13, con bandiere 41, senza b. 28, illu­ 864


- - - _......_ " " - - - - - - - - - - - - - , - - - - - ­

minate 24, senza lumi 235, senza parati 250, con parati 9; i partecipanti erano deputati, consiglieri, professori e studenti; Congr. AA. EE. SS .. ltalia 1889 posizione 423 fascicolo 145 Roma 1889, f. Ir-77r; fascicolo 146, f. lr-4Iv.

Medolago Albani presidente dei circoli cattolici e l'assistente ecclesiastico Castelletti nella lettera a Leone XIII sottolinearono la grave offesa arrecata, tale da suscitare nei cattolici indignazione e costernazione, acuendo in lui "il martirio di una prigionia per angustie e per dolori d'animo d'ogni altro peggiore"; ASV, S. S. Ep. Mod. , 1889, R. 241 F. 3 f. 72r-73r 26 maggio 1889; f. 74r lettera di Castelletti assistente eccle­ siastico del circolo S. Giuseppe al card. Rampolla il16 maggio. e l'annuncio di una protesta contro l'i­ niziativa, con un pellegrinaggio dei membri al santuario della Madonna del miracolo della gamba a Desenzano al Serio il 30 maggio, f. 76r risposta; f. 102r-v risposta alla lettera di protesta di don Domenico Grassi parroco di Gandellino, 5 giugno 1889; f. l04r-v lettera di protesta di don Angelo Franini parroco di Boario, 3 giugno, con un elenco di manifestazioni di protesta dei fedeli e del clero, f. 107r risposta.

14. Onorificenze Pontificie Mons. Guindani chiese al card, Agliardi di interporre i suoi buoni uffici pres­ so la Segreteria di Stato per la concessione di un'onorificenza al cavaliere pro­ fessor Giovan Battista Caironi drettore de L'Eco di Bergamo, e all'avvocato Lorenzo Rota Rossi. Nel promemoria Agliardi definiva Guindani vescovo di mol­ ta pietà, prudenza e operosità straordinaria, Caironi sicuro nella dottrina, orga­ nizzatore eccellente (aveva radunato da ogni città a Bergamo 9,000 operai con le bandiere per giurare fedeltà al papa), Rota Rossi campione dellaicato cattolico, pri­ mo giureconsulto di Bergamo, anima di tutte le società cattoliche, oppositore sia alle feste del XX settembre sia alla decisione del consiglio comunale di intitolare alla data una via della città; ASV, s. S. Ep. Mod., 1886, R. 162 F. 2 f. 35r-41 v, lettera di Guindani 2 ottobre 1886, di mons. Agliardi a mons. Mocenni con promemoria 8 ottobre. f. 43r-44r let­ tera pontificia a Guindani " Immane bellum quod his nostris temporibus... ", II ottobre; 1893, R. 3, f. 95r-96r richiesta di benedizione apostolica di Caironi in occasione delle sue nozze, 22 ottobre 1893, e risposta, 24 ottobre.

15. Giudizi su L'Osservatore Cattolico Il card. Jacobini già il 14 luglio 1882 aveva inviato una lettera a mons. Guindani e al vescovo di Mantova perché dalle notizie in loro possesso su L'Osservatore Cattolico e su don Albertario formulassero un giudizio sul vero stato delle cose con la proposta di misure necessarie sia per il direttore che per il quotidiano, Guindani rispose con una lunga lettera il 2 agosto, come anche il vescovo di Mantova GiovanMaria Berengo che osservò" Dicesi che colla promozione a Bergamo del cremonese mons. Guindani si tentasse per influenza del vescovo di Cremona qual­ che scissura in danno dell' Osservatore tanto stimato da quel clero e dal vescovo 865


antecessore. Non mi consta però che il colpo abbia avuto effetto qual si sperava. Il vescovo di Lodi se la intende pienamente con quelli di Pavia, Crema e Como, benevoli certamente all'Osservatore, quantunque credo che ancor essi lo deside­ rino alquanto più temperato, benchè nelle diocesi loro non si avverino, per quan­ to mi consta, i disordini lamentati dei denunziandi ". Berengo suggerì che il gior­ nale continuasse, senza le provocazioni usuali, con l'interdizione di trattare temi circa le diocesi e i vescovi nonché le polemiche rosminiane, don Abertario fosse allontanato dalla redazione e che un censore facesse parte della redazione. A parere di mons. Berengo avvantaggiava don Albertario l'indirizzo di Pio IX ai fondatori del giornale nel 1867 " Voi continuate nel vostro lavoro; se L'Osservatore non piace all'arcivescovo eletto (mons. Calabiana non ancora in pos­ sesso dell'arcidiocesi aveva manifestato il proposito di sopprimere il giornale) ben piace a me; voi dipendete da me in ogni necessità vostra e io giudicherò e provvederò, continuate". Mons, Guindani rispose con una lunga lettera confermando il giudizio di mons. Berengo, e propose sia l'allontanamento dalla direzione del giornale di don Albertario con il richiamo nella sua diocesi, sia di don Massara. Congr. AA. EE. SS., Italia 1883-1884, Posizione 364 fascicolo 121, Milano Cremona Piacenza, Ricorsi dei vescovi di Cremona. G. Bonomelli, e Piacenza. G.B. Scalabrini, contro L'Osservatore Cattolico di Albertario, lettere originali sulla contesa; ponenza stampata; f 64r-65v lettera del card. Jacobini, f. 66r-75v risposta di Berengo, f. 76r-84r risposta di Guindani 2 agosto; ASV, S. S. Ep. Mod., 1897, R. 165 F. I f.63r; per il seguito delle polemiche, 1902, R. 162 F.7 f. IOr-llr dove il vescovo di Lodi mons. G. B. Rota nel chiedere un sussidio al card. Rampolla per l'Osservatore Cattolico scrive di don Albertario: "è un zuavo francese che dove vede il nemico l'incalza senza posa, a rischio di ferire qual­ che volta oltre il dovere", 24 ottobre 1889; in f. 14r-v il vescovo di Brescia mons. G. M. Corna Pellegrini notava di essere stato invitato da varie persone a scrivere al card. Rampolla a vantaggio dell' Osservatore paragonato a un " un bersagliere che nella foga del combattimento passa talvolta la linea, ma prote­ sta e si sforza di tornare all' ordine ed al comando. Ha poi alle calcagna coalizzati, e liberali e mode­ rati e rosminiani e cinquanta giornali pessimi che lo combattono..;", 9 ottobre 1889; f.50r-Slr Leone XIII tramite la Segreteria di Stato avvertì i direttori della Lega Lombarda e de L'Eco di Bergamo di ces­ sare le polemiche con L' Osse rvatore Cattolico, IO agosto 1890; f.52r-65r la difesa di Francesco Saccardo direttore della Lega Lombarda nell' esposto al card. Rampolla, lO agosto 1890.

16. Critica e difesa di mons, Guindani Le critiche anonime rivolte a mons. Guindani riguardarono il suo metodo pastorale per la divisione del clero in osservatoristi e non, la sua personalità diffi­ dente, affetta di individualismo, infiacchita da un ristagno nell'azione civile, reli­ giosa e sociale; il seminario per l'educazione fiacca, gli studi in decadenza, i pro­ fessori divisi con ripercussioni sugli alunni; illaicato abbandonato a sé stesso, indifferente, senza un indirizzo preciso. Secondo l'anonimo le cause dei supposti mali si trovavano nella mancanza com­ pleta di un governo qualsiasi, nel vescovo che, santo e retto, risultava incapace di reg­ gere il clero, parte del quale lo osteggiava, molti lo abbandonavano, nella curia 866


sprovvista di personale per il disbrigo degli affari correnti, nelle note questioni giornalistiche che pesavano, sulla malattia che gli aveva tolto l'energia, nel vica­ rio generale senza iniziative proprie e nell'assoluta mancanza di aiuto. I rimedi proposti riguardavano la scelta di persone autorevoli tali da formare un consiglio valido per il vescovo e il vicario generale, la nomina di due provica­ ri e di un cancelliere autorevoli, la cura della disciplina del clero e delle destinazioni, il cambio del rettore del Seminario, l'aiuto alle associazioni cattoliche con sacer­ doti a ciò espressamente destinati in città nel centro del movimento cattolico. La risposta alle accuse partì dalla costatazione che nella maggior parte i 1.200 preti circa non erano partigiani, risultavano impegnati nel bene religioso, civile e sociale più che si pensasse; che il Seminario era migliorato assai rispetto al pas­ sato, i professori non lacerati da discordie, ma solo animati da discussioni; che per il il rettore era prevista la sostituzione, ma che era istruito, di sano spirito, sia pur occupato in cose estranee al suo ufficio; che illaicato cattolico non era abban­ donato, il vescovo lasciava fare anche se esisteva il pericolo di urtare le autorità; che il governo della diocesi era vero, continuo ed efficace, affidato a persone com­ petenti; che il vescovo rimaneva molto amato e venerato; che infine le accuse giunte alla S. Sede di rosminianismo, liberalismo e transigentismo, di cattiva con­ dotta dei familiari, del segretario particolare, che spadroneggiava nella Mensa Vescovile, duro di carattere in contrapposizione alla mitezza di Guindani che mai si era allontanato dalla scuola romana, dal rispetto verso i gesuiti, lo rendevano biso­ gnoso del sostegno della S. Sede, al pari di quello datogli dall' arcivescovo di Milano; ASV, S. S. Spogli...• Rampolla, 9A, cartella A Carte della Segreteria di Stato riguardanti l'Italia - cartella - Bergamo - Vescovo accuse e difese. accusa in doppio foglio non firmato e non datato. cm.12x20; difesa in Il punti, su doppio foglio non firmato e non datato, cm. 23x31.

17. Solennità religiose

In varie manifestazioni a carattere religioso veniva chiesta la benedizione di Leone XllI: così per un grande pellegrinaggio il 18 novembre 1880 al santuario del­ la Madonna di Stezzano il 18 novembre 1880, per S. Alessandro in Colonna nel­ la devozione al patrocinio della B.Y. Maria festeggiata in modo solenne ogni 25 anni, la benedizione papale con annessa indulgenza plenaria ai fedeli in visita alla chiesa il 21 novembre; per S. Alessandro della Croce nella solennissima festa ricorrente ogni 25 anni in onore di Maria SS.ma, programmata 1'8-9 novembre 1883 con la partecipazione di mons. Carsana, con richieste identiche a quelle di S. Alessandro in Colonna; per un pellegrinaggio dei fedeli di varie vicarie della val Brembana al santuario della B. Vergine Maria di Costa S. Gallo il 30 ottobre 1883; ibid.. s. S. Ep. Mod., 1880, R. 284 F. 3 f. 21Or-vrichiesta di don Sperandio Carminati per Stezzano al card. L. Nina; R. 16 f. 99r-v, lettera di Guindani, 3 novembre, f. 100v-IOOr breve in latino per S. Alessandro in Colonna; 1883, R. 16 f. 167r-171 v Guindani lettera 6 settembre 1882 al card. Jacobini per S. Alessandro d. Croce e risposta col breve in latino II; f. 214r-216r don Adamo Milesi per Costa S. Gallo.

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18. Messaggi di fedeli bergamaschi a Leone XIII Anche singole persone inviarono a Leone XIII messaggi di fedeltà accompa­ gnati talvolta da doni simbolici e da offerte: i 16 sacerdoti della vicaria di Serina protestarono contro le feste del XX settembre a Roma, Andrea Guizzetti da Solto fece omaggio del suo piccolo diario in occasione della morte del figlio Alessio, don Giovanni Rizzini da Valtesse inviò un libro su testi biblici da lui composto, Paola Galizzi da Almenno S.S offrì Lire 23, i coscritti di Scano al Brembo un messag­ gio augurale con offerta, Elisabetta Galizzi da Almenno S. S. un'offerta con richie­ sta di benedizione per il sac. Angelo Carsana moribondo, don Teanini da Almenno S.S. un'offerta con richiesta di benedizione per la superiora delle suore della Carità agonizzante all' ospedale, don Raffaele Trovesi vicario della cattedrale dal palaz­ zo dei marchesi Terzi l'omaggio del volumetto I giovanetti santi, con un accenno pessimista alla situazione della diocesi, il maestro G.B. Rossi inviò alcune sue composizioni musicali, don Antonio Brambilla parroco di Bonate Sopra la" meschinissima somma" di L. 50.00 in obolo, don Giovanni Pacati da Scanzo, don Adamo Milesi prevosto di S. Giovanni Bianco chiese la Benedizione Apostolica per l'istituzione della Pia Unione della Sacra Spina, il prof. Giovanni Nava ricor­ se a causa dell' "ostracismo" subito per le sue convinzioni; ibid., S. S. Ep. Mod., 1895, R. 165 E 9 f. 55r-56r lettera firmata col vicario foraneo don Ruggeri che allega l'obolo di Lire 66.00, f. 57r risposta; 1885, R. 16 E 2 f. 13r-71r Guizzetti 16 luglio 1885; 1888, R. 20 E 2 f. 157r-159r don Rizzini 27 luglio 1888; 1889, R. 100 f. 156r Galizzi 24 agosto 1889; R. 16 f. 12r-16r coscritti 25 gen­ naio 1889; 1888, R. 100 f. 37v E. Galizzi 21 agosto 1888; f. 44r-45r don Teanini 21 agosto 1888; 1891, R. l E 4 f. l1r-13v don Trovesi; 1889, R. I E 4 f. 208r-209v il maestro Rossi fa omaggio di .. Oremus pro Pontifice " in musica 20 dicembre 1889; 1891, R. 100 E I f. 82r-83v Brambilla 9 marzo;

R. I E 5 Rossi rifiuta la commessa di una composizione musicale antireligiosa e ne invia una in omag­

gio 24 maggio 1891; 1895, R. lO El f. 180r-181r Rossi fa omaggio del Kyrie della sua decima mes­ sa. 26 giugno; 1892, R. 16 f. 108r,III r-112r don Rizzini dopo la guarigione invia in omaggio dei volumi e chiede l'iscrizione ai missionari apostolici 30 maggio 1892; f. 292r-293r don Milesi 18 novembre 1882; 1890, R. 3 E 3 f. 137r lettera anonima spedita alla S. Sede e rimessa a Guindani per la rimozione di don Milesi a causa della sordità, 30 agosto 1890; 1902, R. 162 E7 f. 84r-85r lettera di Nava IO luglio 1891.

19. N. Rezzara proposto segretario generale dell'Opera dei Congressi Con una lettera al card. Rampolla dellO febbraio l896 il Presidente dell'Opera dei Congressi, GiovanBattista Paganuzzi, propose la nomina di N. Rezzara a segre­ tario generale dell'Opera, con sede non a Padova ma a Venezia, col compito anche di scrivere su Riscossa e sul Movimento Cattolico. Leone xm diede il suo consenso, a condizione che mons. Guindani non si sarebbe opposto. l} progetto non ebbe seguito per le difficoltà opposte dall'interessato e anche da mons. Guindani che parlò di un errore e del danno grave che la diocesi avreb­ be subito, tenuto conto dei numerosi incarichi di Rezzara: risultava membro del­

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la commissione provinciale per la cura della pellagra da 13 anni, presidente delle cucine economiche da 15 anni, membro del consiglio scolastico provinciale da lO anni, consigliere provinciale da lO anni, membro della commissione elettora­ le della provincia. Rezzara contava 48 anni, e diceva di sentirsi molto stanco; rimasto vedovo, su consiglio della madre e di don Castelletti, suo direttore spiri­ tuale, sposò il 24 gennaio 1903 in seconde nozze Maria Rolla che lo aiutò molto nell' azione cattolica; ibid.. S. S. Ep. Mod .. 1902, R. 12 F. I f. 23r-33v scambio di lettere Paganuzzi, Rampolla, Guindani, Rezzara IO febbraio-I 2 marzo.

20. Apprensioni per il socialismo a Bergamo I segnali del socialismo che si diffondeva tra le masse operaie e la questione sociale vennero percepiti e studiati da Rezzara e da mons Guindani. Rezzara nel­ la lettera al card. Rampolla per l'omaggio di una sua pubblicazione riconobbe che "poco si è fatto in Italia per questo, rispetto ad altre nazioni, ma anche il poco sarà gradito al S. Padre sapendo che da pochi mesi ci siamo messi a studiare seria­ mente la grave questione". Rampolla gli rispose che Leone XIII "cui, come osser­ va giustamente la signoria vostra, stanno grandemente a cuore gli studi e le ope­ re d'interesse sociale, ha accolto l'omaggio con particolare interesse e gradimen­ to". Rezzara con lettera dell' Il giugno 1894 al card. Rampolla segnalò, su notizia avuta da persona degna di fede e molto addentro nel movimento socialista, che nel congresso socialista di Reggio Emilia si era formato un comitato speciale per organizzare moti rivoluzionari in Sicilia da far scoppiare poi in tutta Italia, più o meno violenti a seconda della situazione politica. Il IO luglio 1893 con la lettera pastorale ai parroci della città e diocesi "Il dovere del pastorale ministero ... " mons. Guindani invitò alla riflessione sul socia­ lismo che prendendo argomento daIle condizioni spesso e in molti luoghi miserande degli operai, mirava a sconvolgere tutto l'ordine sociale, aizzando l'odio dei pro­ letari contro i possidenti, degli operai contro i padroni con massime e princìpi falsi e contrari al diritto di proprietà, con ideali e speranze di una felicità impos­ sibile. Guindani nel denunciare le ore soverchie di lavoro, le paghe misere, i trattamenti quasi disumani proponeva agli operai di portare avanti le loro legittime ragioni con mezzi giusti seguendo la guida della Chiesa maestra infallibile della sana morale, che può segnare i confini delle richieste degli operai e dei doveri dei padroni. Egli esortava i sacerdoti a studiare la Rerum novarum per conoscere, gui­ dare e sciogliere i problemi per una missione di pace tra operai e padroni. Nel 1894 il vescovo esortò i sacerdoti a discutere neIle riunioni mensili i temi di politica economica. Il 20 luglio 1894 don Castelletti con una lettera a Leone XIII in riferimento all'enciclica e alla lettera del vescovo annunciò la costituzio­ ne dell'Unione ecclesiastica per gli studi sociali, aperta al clero di città e diocesi, ne presentava lo Statuto in 8 punti con la firma dei 23 membri, che si obbligava­

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no a due riunioni mensili su temi sociali, a eleggere il presidente e a versare Lire 10 cadauno per spese varie; ibid., s. S. Ep. Mod., 1892, R. 12 F. 4 f. I82r-186rlettera di Rezzara, 16 novembre 1890, al card. Rampolla, risposta 18 successivo, sulla pubblicazione da lui curata de" La questione sociale nel congresso cattolico di Lodi ( 21-23 ottobre 1890) Bergamo 1890 ; ASV, S. S.

Spogli ... , Rampolla, cartella 1- Rezzara - 1891 movimento socialista insurrezionale specialmente in Sicilia; ibid., S. S. Ep. Mod., 190 I, R. 12 F. 5 f. 14r-15v lettera pastorale di Guindani, f. l6r-17r lette­ ra di Castelletti, f. l8r-19r Statuto, f. 20r risposta augurale a Castelletti 3 agosto 1894; f. l3r il vicario generale mons. Arcangeli invia lo Statuto, tramite Radini Tedeschi, a Leone XIII per ottenere la bene­ dizione apostolica e dal card. Rampolla incoraggiamento per l'iniziativa.

21. La "questione romana" nel Consiglio Provinciale

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Le vicende politiche a Bergamo furono dominate anche dalla questione roma­ na, come lo testimonia lo scontro avvenuto in Consiglio provinciale tra cattolici e liberaI-massoni e radicali sull'ordine del giorno presentato da Engel e Cucchi in occasione dell' omaggio ai sovrani per le nozze d'argento, in cui si affermava sen­ za restrizioni mentali l'unità della patria e l'intangibilità della capitale. n rifiuto di Medolago Albani di firmare l'ordine del giorno, al contrario di altri sei cattolici fir­ matari, il successivo scioglimento del Consiglio provinciale voluto da Engel con l'appoggio di alcuni membri del Governo, portarono ai disordini fatti scoppiare e diretti in particolare contro Rezzara. In quel frangente egli inviò al card. Rampolla questa lettera "Eminentissimo Principe: Sono da quattro giorni bloccato in casa e fatto oggetto alle chiassate e alle dimostrazioni più audaci e infernali che si possano immaginare. Ella avrà appre­ so dall' Eco di Bergamo l'andamento della seduta di questo Consiglio Provinciale lunedì 8 c. Unisco alla presente l'odierno numero del Campanone, il quale dà la relazione più esatta e completa della discussione. lo non posso uscire di casa per­ ché minacciato di morte, anzi mentre scrivo, ore Il antimeridiane, persona amica mi avverte che si stanno distribuendo in città dei biglietti litografati con impre­ cazioni e grida di morte a Rezzara. Uno schifoso giornale L'Unione di cui pure uni­ sco copia soffia nell'incendio; l'autorità di pubblica sicurezza nulla fanno per metter fine a simile stato di cose; pare anzi che di sotto mano inciti le più ribalde passioni. Mia moglie è impietrita e non mangia né dorme da quattro dì; mia madre vecchia poco capisce di queste cose, è più rassegnata. lo ho abbandonato tutto me stesso e i miei nelle mani di Dio e della Beata Vergine. Stamani mi sono con­ fessato e comunicato; aspetto tranquillo tutto quello che Iddio permetterà mi si faccia. So che in 45 anni di vita passata a Vicenza e qui non ho fatto male a nesu­ no; per la causa di Dio, della Chiesa, del Papa, pel movimento cattolico, ho spe­ so il mio povero ingegno e tuta l'attività di cui sono stato capace. Figlio di pove­ ra gente, povero sono; vivo del frutto del mio quotidiano lavoro. Qualunque cosa avvenga, la Provvidenza che non lascia senza alimento gli uccelli dell' aria, penserà anche alla mia famiglia. Desidero che il Santo Padre sia informato di tutto ciò e sappia a quali lagrimevoli condizioni si trovi quel figlio devoto che un mese fa,

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____---'_1....­ prostrato a' suoi piedi, egli paternamente benediceva. Bacio il sacro anello all'Eminenza Vostra e me le professo Bergamo 14 maggio 1893 umilissimo devotissimo servitore prof. cav. Nicolò Rezzara" A elezioni fatte, il nuovo Consiglio si componeva di 30 membri clericali, 8 moderati della stessa lista cattolica, 12 della minoranza di Iiberal-radicali e mas­ soni. 11 4 dicembre dopo 20 anni di lotta, il governo della provincia passava in mano cattolica, con i liberali in minoranza; ibid., S. S. Ep. Mod., 1893, R. 1 F. 3 f. l55r-156v lettera di Medolago Albani al card. Rampolla sul pellegrinaggio rimandato. 23 gennaio 1893, f. l57r risposta 26 gennaio; R. 1 F. Il f. 81r-82v lettera di Medolago Albani al card. Rampolla 24 marzo sul­ l'arrivo dei 200 pellegrini l' 11 aprile con la richiesta per tutti di baciare la mano a Leone XIII, f. 83v risposta negativa per rigorose prescrizioni mediche; 1894, R. 165 F. l f. 6r-7v, llr-13v. 14r-l 5v, 18r­ 21v lettere di Medolago Albani al card. Rampolla 28 aprile, lO e 22 maggio, 26 dicembre 1893, in f. 15v si dice sufficientemente soddisfatto dell'ordine del giorno respinto, della difficoltà di trovare" i for­ ti desiderati, conviene confessarlo candidamente: abbiamo soldati numerosi, ufficiali pochissimi, è sem­ pre la stessa terribile difficoltà che ci troviamo di contro: la difficoltà delle classi alte e colte, capaci di coprire pubblici uffici ", f. l6r-v, 22r risposte del card. Rampolla 20 maggio 1893 e 4 gennaio 1894; f. 8r-v, 9r lettere di Rezzara, trascritta, e sua risposta al card. Rampolla, 19 maggio, f. llr lettera del card. Rampolla a Rezzara 19 maggio.

22. Iniziative del Movimento Sociale Cattolico In occasione della festa federale del 23 settembre 1894, Medolago Albani pre­ sentò al card. Rampolla una relazione di quanto realizzato dopo la Rerum novarum dall'Unione diocesana cattolica degli istituti sociali. Leone XIII gradì il gesto e esortò i membri a rimanere saldi nei principi professati, difenderli e propugnarli "soprattutto fra la classe operaia". Nel 1893 ricorrendo il 25° di fondazione del cir­ colo S. Luigi, il presidente notaio Luigi Bonomi con il segretario Giovanni Ghezzi e l'assistente don Giorgio Gusmini esposero a Leone XIll tra le varie iniziative,l'ac­ quisto del manoscritto Summa contra Gentiles di S. Tommaso d'Aquino regalato a Pio IX, la biblioteca cattolica circolante, l'associazione giovanile di Mutuo Soccorso, le conferenze invernali, le cariche pubbliche nell'amministrazione del­ la città e della provincia affidate ai membri. Non meno brillante era il lavoro del Circolo operaio cattolico S. Giuseppe con mutuo soccorso presentato nel 20° di fon­ dazione dal presidente Rezzara, forte di 1.600 soci, impegnato nel dare sussidi agli ammalati cronici e infortunati, nella crescita delle unioni corporative, nel­ l'applicazione nell'industria e agricoltura delle istituzioni cattoliche corporative. Rezzara inoltre, da instancabile organizzatore, nel 1894 lavorava per coordinare la commissione chiamata a dar vita all' Associazione di mutua assistenza tra i giornalisti cattolici d'Italia, da loro proposta nel congresso del febbraio, elabo­ randone lo Statuto che inviava in bozze al card. Rampolla e a Leone XIII per even­ tuali obiezioni, prima della sua approvazione nel congresso di Pavia; ibid., S. S. Ep. Mod., 1901, R. 12 F. 5 f. 24r-v lettera di Medolago Albani, f. 26r-v risposta del 7 settembre, cita­

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___----'_1....­ zione; 1895, R. 16 F. I f. 125r richiesta dell'arciprete di Calepio, don Enrico Palamini. della benedi­ zione apostolica per la festa federale fissata il 25 marzo 1895; 1893, R. 12 F. 3 f. 149r-150r lettera del 30 novembre e risposta del 9 dicembre con voti augurali e benedizione apostolica; 1895, R. 12 F. 2 f. 7Ir-72v lettera di Rezzara al card. Rampolla 13 maggio 1895, f. 73r risposta del 7 giugno; 1894, R. 12 F. 2 f. 186r-187r lettera di Rezzara 3 settembre, f. 188r risposta di congratulazione con la fidu­ cia che" alle ottime intenzioni vogliano corrispondere non meno soddisfacenti gli effetti" 7 settem­ bre; 1898, R. 162 F. I f. l2Ir-l22r, 127r, l29r lettere di Rezzara al card. Rampolla, 25 gennaio-I feb­ braio 1898, sullo Statuto dell' Associazione, sul consiglio direttivo N. Rezzara, don Luigi Cerotti, don D. Albertario, don Luigi Daelli (Ordine di Como l, p.Gaetano Zocchi s.j, e risposte, 5-6 febbraio, f. l25r, 129r; ibid, S. S. Spogli. ... , card. Mariano Rampolla del Tindaro , 8A, fascicolo Rezzara-p. Zocchi, 1898, servizio informazioni per la stampa cattolica, lettera di p. Zocchi al card. Rampolla, 8 gennaio 1897, circa l'istituzione di un ufficio di sorveglianza e direzione del giornalismo cattolico

23. Messaggi dei fedeli bergamaschi a Leone XIII A Leone XIII il canonico Giovanni Zambetti offrì in omaggio la versione ita­ liana della sua bellissima Ode latina sulla conversione dei Franchi e il battesimo di Clodoveo; i 33 sacerdoti e chierici ordinandi raccolti nella casa del Paradiso inviarono un messaggio per confermare i buoni propositi di fedeltà; gli arcipreti e i parroci delle vicarie di S. Martino e S. Brigida nel pellegrinaggio alla chiesa arei­ presbiterale di S. Martino l'Il novembre chiesero una benedizione per infervora­ re il movimento cattolico nelle 24 parrocchie organizzato da Rezzara; don Rizzini scrisse sulla dura esperienza del processo e del carcere subito per la causa catto­ lica, chiese la sua benedizione e parole fervorose per il novello sposo Giovanni Savoldelli, maestro di musica, al fine di spronarlo nell'impegno a Clusone per la causa di Dio e della Chiesa, e per la sposa diciottenne "vero angelo di costumi", e informando di essere impegnato nel predicare le missioni, unì l'obolo di Lire 8; don Angelo Teanini pellegrino a S. Pietro con 24 parrocchiani, offrì in omag­ gio il quadro raffigurante il monumento a Gesù Redentore eretto nella piazza di Almenno S. S. cui era stata dedicata, dopo avere sostituito il nome di Garibaldi col voto unanime del municipio; nel contempo egli manifestava il progetto di un perio­ dico in collaborazione coi confratelli, dal titolo "L'Amico del clero e del popolo di Bergamo"; il parroco di Sarnico don Isacco Giudici nel pellegrinaggio lombardo a Roma con 4 giovani offrì L. 77; don Abramo Ghilardi con la parrocchia di Leffe l'obolo di Lire 18; Elisa Salvi l'obolo di Lire lO per gratitudine. Maria Pegurri chiese da Clusone una benedizione "perché all'istruzione del catechismo che settimanalmente impartisce alle sue allieve, queste vengano sem­ pre più vivificate nella cattolica fede onde non soccombano ai pericoli di perder­ la"; don Guglielmo Valsecchi direttore degli istituti Palazzolo fece omaggio del­ la vita di don Palazzolo composta da don Castelletti; don Geremia Mologni par­ roco di Calcinate chiese un piccolo contributo per il monumento all'Immacolata a incitamento della popolazione, e per i 200 giovani del circolo S. Luigi la bene­ dizione apostolica; identica richiesta presentò don Angelo Milesi arciprete di Vilminore per l'istituzione, nella festa della Madonna Assunta, dell' Adorazione per­ 872

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petua del Ss.mo Sacramento e della Guardia d'onore a Maria S.ma, con l'omag­ gio al card. Rampolla di una piccola statua in bronzo dell'Immacolata; nell'VIII centenario di S. Alberto il dottor Cesare Secomandi fece omaggio di articoli pub­ blicati da L'Eco di Berganw sulla ricorrenza con i voti per la riapertura dell' abbazia; don Ferdinando Algeri scrisse sulle opere realizzate nel santuario della Madonna delle Rose ad Albano S. Alessandro, su quelle incompiute, sui cooperatori e coo­ peratrici, allegando la preghiera tradizionale, la storia dell'apparizione, lo statuto della Santa lega di Maria Immacolata delle Rose con l'invito a Leone XIII di esse­ re il primo iscritto; l'antica e rinomata cartiera Paolo Pigna in omaggio offrì un cofa­ netto contenente un campione di lusso della carta speciale filigranata per scrive­ re, sulla quale era impressa in due modi diversi l'effigie di Leone XIII; all'opera d'avanguardia nella carità per i ragazzi handicappati, l'ideatore, prof. Antonio Gunnelli Cioni nella villa Roncalli di Vercurago, interessò il card. Rampolla per un messaggio del papa; in ordine di citazione ibid., S. S. Ep. Mod., 1902, R. 1 F. 9 f. 9r-IOr let­ tera di Guindani e risposta 8-15 gennaio 1897; 1898, R. 1 F. 5 f. 126r-127r 8 ottobre 1898; 1896, R. 12 F. 4 f. 138r lettera di Rezzara " che si sobbarca allungo disastroso viaggio" al card. Rampolla, 29 otto­ bre 1896, 139r- l 40r lettera degli arcipreti e parroci, 141r-v risposta 6 novembre; 1893, R. 165 f. 29r­ v, 26 aprile 1893; 1894, R. 229 f. 118r-119r lettera di Rizzini al card. Rampolla per i novelli sposi, 5 maggio 1894; 1895, R. 100 F. 3 f.34r-36r risposta a Rizzini, 15 ottobre 1895; 1893, R. 100 F. I f. 99r lettera di Giudici a Rarnpolla, 30 novembre 1893, f. 100r-v risposta 4 dicembre; 1894, R. 162 F. I f. 83r-86r lettere di don Teanini con documentazione, 4-7-31 marzo 1894, in f.84v a.m. non dato cor­ so; 1894, R. 100, f. 36r lettera di don Ghilardi, 19 febbraio 1894, f. 37r risposta, 26 febbraio; 1897, R. 100 F. 3 f. 167r 20 dicembre 1897; 1895, R. 16 F. 1 f. 41r lettera della Pegurri al card. Rampolla, f. 42r citazione dalla lettera per Leone XIII, 23 gennaio 1895. f. 44r risposta, 26 gennaio; 1894, R. 1 F. 6 f. f. llr-v lettera di don Valsecchi con firma e nota di Guindani, f. 12r al card. Rarnpolla, f. 14r-v rispo­ sta, l l agosto 1894; 1894, R. 16 F. 3 f. 133r-v lettera di don Mologni al card. Rarnpolla, 21 ottobre 1894, f. l 34r risposta consolatoria di incoraggiamento, non però con l'aiuto richiesto causa le ristrettezze del­ la S. Sede e senza il motto che Leone XIII non è solito concedere per monumenti, disegni ecc., 25 ottobre; 1895, R. ID F. 6 f. 79r-80v lettera di Secomandi, 27 settembre 1895, f. 8lrrisposta, 8 novem­ bre; 1896, R. 16 F. 3 f. 13r-15r don Milesi al card. Rampolla con lettera per Leone XIII, 1 agosto 1896; 1898, R. 12 F. 3 f. 46r nuova richiesta di don Milesi, lO agosto 1898; 1896, R. 16 F. 3 f. lI1r-112r, 125r­ 126r lettere di don Algeri al card. Rampolla, 16 marzo-28 settembre 1896, f. 113r- l 17r, 119r, 127r allegati, f. 118r risposta, 28 marzo 1896; 1897, R. ID F. 14 f. 28r-29r lettera del prevosto di Alzano Maggiore con la firma di Guindani per avvalorare la richiesta di benedizione apostolica, 15 marzo 1897; 1894, R. 52 f. 119r-v, 140r-v lettere di Cioni, documentazione, 51uglio-7 agosto 1894, f. 138r­ 139r risposta 19 luglio. '\

24. Statistiche Nicolò Rezzara scrisse a Leone XIII che, d'accordo col vescovo Guindani, era in corso una serie di adunanze mandamentali per discutere tra sacerdoti e lai­ ci le questioni attinenti i bisogni religiosi, morali, civili, sociali della popolazione, Egli inviava in omaggio a Leone XIII e al card, Rampolla uno schema rias­ suntivo statistico sull'origine e lo sviluppo di ogni associazione cattolica, omes­ 873

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se quelle a carattere esclusivamente religioso. Nel 1897 erano state erette 105 associazioni, la diocesi ne contava 369 con quasi 40.000 membri; gli istituti di credito avevano erogato prestiti e sussidi per oltre 23 milioni di Lire. Leone XIII ringraziò, esprimendo la fiducia che anche le altre diocesi dall'operosità costante spiegata avrebbero tratto esempio efficace da imitare; ibid., S. S. Ep. Mod., 1896, R. 12 F. 4 f. 195r-v lettera del 16 novembre 1896, risposta in telegramma con benedizione apostolica. 20

novembre; 1897, R. ID F. 15 f. 205r-206, f. 207r-v risposta, 3 settembre 1897.

25. Celebrazioni In coincidenza con le feste centenarie di S. Alessandro a Bergamo nell'agosto 1898, era stata programmata in preparazione del Sinodo o Concilio Provinciale anche la conferenza dei vescovi lombardi ai primi di settembre, poi sospesa per le agitazioni sociali; ibid., S. S. Ep. Mod.. 1898. R. 3 F. 2 f. 150r-15Ir, lettera del card. Ferrari arci­ vescovo di Milano al card. Rampolla, 9 luglio 1898, sua risposta di sentire il parere dei singoli vesco­ vi e di decidere secondo la maggioranza, II luglio, f. 152r-v.

Il provicario generale Arcangeli scrisse il 7 febbraio 1898 a Leone XIII sul centenario del martirio di S. Alessandro e sul XXV di ordinazione episcopale di mons. Guindani, invocando la sua benedizione. Il 5 marzo pervenne in risposta la lettera pontificia "Ea est Bergomatum fides ut nullis egere stimulis videatur... "; ibid. 1898, R. 3 F. I f. 115r-117v.

115 dicembre 1896 fu trasmesso l'autografo di Leone XIII a mons. Guindani; ibid.1897, R. 223 F. 9 f. 150r.

Mons. Guindani con lettera del 27 gennaio 1898 partecipò a Leone XIII gli auguri per il 60° della prima messa, annunciò le celebrazioni centenarie del patro­ no S. Alessandro con la presenza di cardinali, arcivescovi e vescovi, unendo l'o­ bolo di S. Pietro. In una lettera anonima inviata da Bergamo il 2 settembre al card. Rampolla, ven­ ne criticato lo stile teatrale dell'orchestra e della musica, il canto dell'Agnus Dei tolto dal Loengrin di Wagner, le due messe, specie quella ritenuta migliore (del mae­ stro Gritti), eseguite "cagnescamente", con la raccomandazione finale dell'anonimo "Il card. Sarto informi". All'inaugurazione della mostra di arte sacra furono invi­ tati, prosegue l'informatore, rappresentanti della stampa d'ogni genere, pregati di fermarsi per l'agape fraterna, allestita con le elemosine raccolte in chiesa in ono­ re di S. Alessandro. Mons. Arcangeli con buon senso bergamasco protestò e si dimise da presidente della commissione per le feste. La Perseveranza notò che il vescovo ne era rimasto dispiaciuto e lodò la reazione, biasimando il provicario generale. Il canonico lsacchi, presidente della commissione centrale, rimasta mol­ to dispiaciuta, porse le scuse ai liberali della stampa, li invitò di nuovo al simpo­ sio, brindando, presente il direttore della Gazzetta "Iiberalissima" di Bergamo. Dai rappresentanti della stampa, e in primis da Adolfo Rossi del Corriere della Sera, si lamentò la mancanza della bandiera tricolore simbolo dell'unità d'Italia, cosa cui rimediò con gli addobbi la commissione. Alle feste presero parte, anche per il giubileo episcopale, tutti i liberali, il municipio liberale, innumerevole folla, e l'a­ 874


nonimo concludeva" quali frutti? Arcangeli se vuol essere sincero informi di tut­ to"; ibid., 1898, R. 3 F. I f. l13r-114r lettera di Guindani; 1898, R.17 f. 95r-96v lettera anonima.

26. Rapporti Chiesa-Stato Guindani fu solito inviare notizie rassicuranti per i rapporti con le autorità civili, anche se problemi di enorme rilievo rimanevano irrisolti. In occasione del­ la morte di Umberto I vi era stata una nutrita partecipazione delle autorità alle onoranze funebri celebrate nelle chiese. Il vicario foraneo di Caprino, don Mazzoleni, scrisse al card. Rampolla che, alla richiesta di dire due parole di cir­ costanza, non aveva potuto sottrarsi perché già altri l'avevano fatto. Una moltitu­ dine di popolo assistette, gli operai e le operaie, circa 700, lasciati liberi dai padro­ ni, oltre i capoccia liberali di tutto il mandamento che aveva la pretura. Questi ultimi parvero contenti del discorsetto, scrive don Mazzoleni, tranne d'un punto solo "ed è quello in cui io misi loro innanzi a chi gli italiani dovrebbero ricorrere per met­ tere argine a tanti mali e disordini. Di questo, pare, non siano stati tanto contenti, mentre per lo contrario io sono lietissimo di aver loro messo innanzi questa verità". Nel timore di qualche espressione non corretta, il vicario inviava copia del discor­ so, pronto a fare ammenda degli errori eventuali. Oltre la questione romana e il non expedit rimanevano cruciali e minacciosi i disegni di legge sull'insegnamento reli­ gioso, sul divorzio, sul riposo settimanale, sulla sacralità di Roma. Per tali temi, oltre la battaglia condotta da L'Eco di Bergamo e da Il Campanone, le feste federali erano un'occasione per ribadire i princìpi cristiani; ASV, S. S. Ep. Mod., buste separate Casa Savoia Funeri 1900 (A). R. 165 lettera di don Mazzoleni, 29 agosto 1900; da notare in quella cir­

costanza l'invito della regina a mons. Bonomelli di celebrare la messa nella sala ove giaceva la salma del re, e di esaminare alcune preghiere da lei composte a suffragio del marito, giudicate belle e edifi­ canti; ibid., lettera di Bonomelli a Leone XIII, 3 agosto 1900, lettere di condoglianze del card. Ferrari e di Paganuzzi che chiede istruzioni per un eventuale telegramma, IO agosto; S. S. Ep. Mod., 190 I, R. 165 F. I f. 2r-3r la reazione all'affermazione del ministro della Pubblica Istruzione su un uso anti­ patriottico dell'insegnamento religioso affidato ai sacerdoti; 1901, R. 3 F. 2 f. 279r-280r lettera di Paganuzzi al card. Rampolla per la promozione delle agitazioni contro il disegno di legge sul divorzio e relativi sussidi, con la risposta che visti gli effetti in tutte le diocesi, Leone XIII riteneva inutili altre vie e le spese da affrontare, 24 dicembre 1901-10 gennaio 1902; 1903, R. 13 F. 2 f. 196r-v lettera del card. Ferrari al card. Rampolla su una protesta collettiva dell' episcopato lombardo contro la minacciata legge sul matrimonio civile, 28 giugno 1899, f. 197r risposta con la decisione lasciata da Leone XIII a Ferrari e ai confratelli su li ' opportunità del gesto; 1900, R. 1 F. 7 f. 75r-v lettera di Leone XIII a mons. Bonomelli sull'obbligo di rispettare il decreto della congr. del S. Offizio, 30 luglio 1886. già pro­ nunciato dalla Penitenzieria Apostolica, sul divieto ai cattolici di votare nelle elezioni politiche, IO luglio 1900; 1902. R. 165 F. lO f. 45r-46r lettera di Rezzara dell' 8 giugno 1900 al card. Rampolla sui risultati soddisfacenti nell'astensione dei cattolici dalle elezioni politiche generali, (3 giugno 1900. iscritti 33.884, votanti 12.360, astenuti 22.524 per i collegi di Bergamo, Trescore, Caprino, Martinengo, Zogno, Treviglio, Clusone), prevista in calo nell'avvenire per l'esempio delle province confinanti (Brescia, Cremona, Milano, Como e Sondrio), per la forzata inazione del clero cui si nega il placet nel caso di partecipazione all' azione elettorale e per il socialismo crescente, impossibile da contrastare

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con la sola azione cattolica, f. 47 risposta, f. 48r documentazione, f. 67r-69r caso dei quattro sacerdoti del collegio elettorale di Pescarolo con lettera di protesta, inviata da mons. Bonomelli. che mai in alcuna elezione politica, per quanto sollecitati, hanno votato, IO luglio 1900 ; 1900, R. 3 F. I f. 181r­ 185v lettere del card. Ferrari al card. Rampolla sulle elezioni, 12-18-27 giugno 1900; 1902, R. 12 f. 2 f. 153 testo del disegno di legge sul riposo settimanale presentato alla Camera dai deputati Cabrini, Chiesa

e Nofri, con la replica di Medolago Albani "Il riposo festivo"; 1904, R. 165 F. I f. 93r-94v sua lettera di disapprovazione al card. Pietro Respighi vicario generale di S. Santità, 21 settembre 1904, sul con­ gresso dei cultori del libero pensiero dal "carattere di oltraggio e di provocazione" tenuto a Roma "città destinata a custodire il deposito della fede "; 1896, R. 3 F. 3 f. 5lr-v esporto del card. Ferrari al card. Rampolla sul pessimo trattamento verso il clero curato da parte dell' economato dei benefici vacanti, 18 agosto 1896; 1899, R. 29 f. 22r richiesta del card. Ferrari al card. Rampolla di poter scri­ vere, su incarico dei vescovi lombardi, al ministro Bonasi contro il maltrattamento riservato dall' eco­ nomato ai vicari parrocchiali e ai coadiutori, 2 giugno 1899, risposta positiva 5 giugno; 1898, R. 12 F. 5 f. 20r-22r festa federale ad Albino, 6 agosto 1898; 1902, R. 12 F. 3 f. 76r-78r festa federale a Ponte Nossa, 11 agosto 1901; R. 12 F. 6 f. 73r-75v festa federale a Brembate Sotto, 31 agosto 1902; 1905, R. 12 F. 4 f. 108r-109r lettera pontificia per la festa federale di Alzano, 21 agosto 1905; 1907, R. 12 F. 8 f. 12r-14v sospensione per volontà di Pio X del progetto della festa federale dei bergamaschi a Roma nella ricorrenza del suo giubileo sacerdotale, lettera di Rezzara a Pio X e risposta, 3-6 novembre 1907.

27. Dopo i moti popolari del 1898

Rezzara offre alcuni spunti circa i moti popolari del 1898, informando mons. Radini Tedeschi d'aver saputo da liberali e clericali che Milano era una città " terrorizzata ", destinata a rimanere per tempo sotto lo stato d'assedio. Bava Beccaris era consigliato dai moderati, che si affannavano a correre dai preti e dai laici cattolici per scongiurarli di partecipare al governo della cosa pubblica. Una personalità che Rezzara non nomina, gli chiese se era conveniente firma­ re un messaggio a Bava per ringraziarlo di aver risparmiato a Milano saccheggi e incendi, e per invitarlo a misure esemplari al fine di togliere il male alla radice, assicurando fedeltà alla monarchia. Rezzara non condivise né tale iniziativa né l'invio a Roma di una commissione ideata da un gruppo di intellettuali di Milano per ottenere ai cattolici la via libera di partecipare alla vita politica e cooperare alla salvezza sociale. Rezzara era convinto che ormai era compito dello Stato fare i passi verso il Vaticano, e che per un' iniziativa del genere era meglio sentire l'ar­ civescovo al fine di evitare passi inopportuni e pericolosi. Alla lettera, trasmessa al card. Rampolla "fu risposto oralmente che il Santo Padre mantiene fermamen­ te il divieto ai cattolici di partecipare alle elezioni politiche". Nell'ottobre 1898 ini­ ziò la ricostituzione delle associazioni cattoliche, più o meno facile secondo i pre­ fetti delle province; L'Osservatore Cattolico rivide la luce ma con precise indi­ cazioni dettate dalla S. Sede. Sul ricorso all' autorità sovrana per scarcerare don Albertario, il card. Rampolla significò al card. Ferrari che "tutto ben considerato si ravvisa miglior partito che l'eminenza vostra si astenga dal dar corso all'istru­ zione indicata nel citato foglio"; ibid.. s. S. Ep. Mod., 1900, R. 165 F. I f. 16r lettera di Rezzara, 17 maggio 1898, f. 19r risposta citata; 1900, R. 165 F. 3 f. 6lr-v lettera di Paganuzzi al card.

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Rampolla 7 ottobre 1898, f. 68r-v Ferrari a Rampolla, 27 ottobre, f. 69r risposta citata, 29 ottobre, f. 83r­ 84r lettera di Teresa Albertario, sorella del condannato, al card. Rampolla per un suo intervento, 15 novembre 1898, f. 85r-v, 89r-9Or richiesta di interessamento del card. Rampolla al vescovo di Mantova Paolo Carlo Origo e sua risposta, 19-23 novembre 1898, f. 7Ir-72r, 80r, 134r, richiesta di interessa­ mento al card. Richelmi arcivescovo di Torino presso la corte in occasione del battesimo del neo-prin­ cipe e perplessità sue e di Leone Xlll, 26-29 ottobre 1898; 1900, R. 165 F. 2 f. 35r-37r attesa di don Albertario del verdetto del tribunale di guerra e richiesta di benedizione a Leone XIII, f. 59r-6Or,64r noti­ zie sul caso; 1902, R. 162 F. 8 f. 12Or-133r, 135r-208v lettere card. Ferrari-card. Rampolla sulla riedizione, sussidiata dalla S. Sede, de L'Osservatore Cattolico, affidato a Filippo Meda, 7-8 novembre 1898.

In occasione del 25° di sacerdozio di don Albertario, l'arciprete di Vilminore don Milesi aveva suggerito al card. Rampolla una sottoscrizione generale del cle­ ro di Bergamo in adesione ai due telegrammi inviati al festeggiato da Leone XIII e da mons. Guindani., a sostegno de L'Osservatore Cattolico "intrepido difenso­ re della causa cattolica", ma sulla lettera fu scritto: "Sua Santità non ha creduto di far dare una risposta"; 1895, R. 16 F. I f. 57r-59r, (a.m.) f. 58r, citazione. Miglior sorte ebbe il chierico Luigi Negri che, spedito da città alta al card. Rampolla il numero unico compilato per don Albertario, ottenne il ringraziamento per "l'atto ossequioso" e la benedizione apostolica; ibid., f. 44r-46r, 27 settembre-4 otto­ bre.

28.112° Gruppo dell'Opera dei Congressi Il conte Medolago Albani dopo l'enciclica Graves de communi comunicò al card. Rampolla di dar seguito al proposito già manifestato di dimettersi da presi­ dente del II gruppo dell'Opera dei Congressi, Economia sociale cristiana e carità, avvertendo la crescita inarrestabile del socialismo, dovuta al decadimento delle istituzioni cattoliche laiche, bisognose di un rinvigorimento organizzativo. A tale scopo egli chiese, restando disponibile ad tempus nell'incarico sino alla profonda ristrutturazione dell'Opera, grande libertà di azione e un modesto asse­ gno per le spese indispensabili. A Medolago Albani fu risposto di rimanere al suo posto e di accordarsi con Paganuzzi per proporre la riforma dei regolamenti. Dopo il congresso dell'Opera dei Congressi a Taranto nel settembre 1901, il II gruppo acquistò una funzione delicata e importante nel campo dell'azione cattolica socia­ le in Italia. A Bergamo il II gruppo aprì un ufficio proprio, con impiegati stipen­ diati, col periodico ufficiale Il Domani d'Italia (Leone XIII notò con piacere il suo nuovo indirizzo), facendo assegnamento su parte della somma versata dalla S. Sede al comitato generale dell'Opera (previo azzeramento del deficit), Lire 5.000 più Lire 2.000 a Medolago Albani. Rezzara, che su raccomandazione del card. Agliardi aveva chiesto uno stipendio annuo di Lire 4,000, accettò la somma di Lire 2.000 proposte dal card, Rampolla d'intesa con Leone XIII. Restavano da defi­ nire le norme per l'accordo tra democratici cristiani e il secondo gruppo, col bene­ placito della S. Sede, Toniolo metteva in guardia il card. Rampolla su una possi­ bile federazione italiana di tutti i circoli democratici per le future elezioni e quin­ di verso una costituzione democratica separatista, senza che nessuno reagisse per

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le scelte dei giovani orientati verso capi sospetti.

Ibid., S. S. Ep. Mod., 1899, R. 162 F. 3

f. 84r-89r tentativi di Leone XIII, card. Rampolla, card. Ferrari, mons. Tommaso Reggio. arcivescovo di Genova, per impedire il congresso dei democratici cattolici, dicembre 1897; 1902, R. 12 F. 2 f. 123r- 125r lettera di Medolago Albani al card. Rampolla, 24 febbraio 1901, f. 126r risposta, 21 mar­ zo, f.134r-15Ir scambio di lettere Medolago Albani, Rezzara e don Giorgio Gusmini con Paganuzzi e il card. Rampolla sull'identità del II gruppo e i sussidi adeguati, 23 dicembre-8 aprile 1902, f.l5lr, 154r­ 155r intervento e lettera di mons. Radini Tedeschi sui sussidi da assegnare, f. I 72r-174r lettera di Toniolo al card. Rampolla, Il settembre 1902; R. 12 F. 3 f. 24r-26r lettera s.d. di Medolago Albani al card. Rampolla, f. 26r-v risposta con l'invito a rimandare la decisione per l'imminente pubblicazione di un'enciclica pontificia sulla democrazia cristiana "la quale certamente darà lume su molti punti", poi

si vedrà "di dar maggior impulso all'opera che le sta tanto a cuore", 20 dicembre 1900, f. 58r-v, 59v lettera di Rezzara al card. Rampolla sui progressi del socialismo e la fondazione di un Ufficio pro­ vinciale del lavoro per contrastarlo, II aprile 1901, f. 54-57 bozze, f. 77r-78r risposta di elogio perl'i­ niziativa, 9 agosto; R. 12 F. 9 f. 39r-56r documentazione sul congresso di Taranto; 1903, R. 12 F. 2 f. 349r-35I r, f. 379r-38I v omaggio del periodico Il Domani Sociale, compiacimento di Leone XIII per il nuovo indirizzo e sussidio con assegno, 17-19 luglio 1903; 1902, R. 12 F. 2 f. 164r-165r invio da par­ te del sostituto mons. Giacomo Della Chiesa (poi Benedetto XV) a Rezzara di parte della quota men­ sile dovutagli e rinuncia a prendersi carico degli arretrati anteriori all'esercizio della sua carica, 20-28 luglio 1902; 1904, R. 12 F. 5 f. 156r-171v questione del sussidio a Rezzara, intervento a suo favore del card. Agliardi, annate 1898-1899, gennaio 1898-febbraio 1899; f. I87r-v richiesta di Rezzara al card. Rampolla per la quota del 1901 non corrisposta, 21 marzo 1902; f. 192r- 203r versamento quote a Rezzara per le annate 1902-1904; 1905, R. 12 F. 2 f. I59r-162r versamento quote 1904-1905 e rin­ graziamento, 7 gennaio 1904-4 luglio 1905; 1906, R. 12 F. 6 f. 140r, 142r-143 ringraziamento di Rezzara a mons. Della Chiesa per la quota di Lire 1.000, 9 gennaio 1906, e per quella di luglio con la promessa dell'invio di una relazione storico statistica di 2.783 istituzioni e opere cattoliche economi­ co-sociali che si presenteranno all'Expo di Milano, f. 147r-148r invio di Lire 6.000 a Medolago Albani per il II gruppo, suo ringraziamento, 2-5 luglio 1906; 1908, R. 12 F. 4 f. 3r-8r, Ilr-20r assegni a Rezzara e Albani, 1908.

29. Leone XIII festeggiato nel 25° dell'elezione A Leone XIII, che celebrava nel 1902 il 25° del Sommo Pontificato giunsero messaggi di fedeltà, ai quali egli risposte con amabili parole di esortazione, confor­ to e Benedizione Apostolica. Don Rizzini predicatore delle missioni a Casalpuster­ lengo prima, e in seguito a Gromo S. Giacomo negli esercizi spirituali alle giova­ ni, inviò col parroco don Edoardo Capriata l'obolo di Lire 16.00, l'artista Giuseppe Frugoni offrì l' "Ecce Homo" in cesello d'argento fino, don Clienze Bortolotti, il ragionier Francesco Galbiati e don Elia Milesi vicario di S. Michele in città alta ottennero un' onorificenza pontificia a riconoscimento della loro fedeltà, don Vincenzo Cavadini fece omaggio di pubblicazioni personali, Rezzara che cele­ brava con la moglie ammalata il 25° di matrimonio, inviò copia di un libro stam­ pato a cura dell'Unione delle istituzioni sociali cattoliche della diocesi di Bergamo e anticipò la notizia dell'erigendo Ufficio del Lavoro, don Mismetti donò per l'o­ bolo di S. Pietro Lire 18, don Vincenzo Cavadini e don Giorgio Gusmini inviaro­ 878


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no pubblicazioni in omaggio; come pure don Raffaele Trovesi, con Maria, L'educazione e il militare cristiano, don Pietro Pacati, Explicatio casuum in dioe­ cesi Bergomensi reservatorum, don Antonio Invemizzi, L'operaio libero di Emilio Keller; in versione italiana. Don Luigi Lucchini con l'obolo di Lire 1.00, ringra­ ziò Leone XIII per l'invocazione Mater boni consilii aggiunta nelle litanie Lauretane; ibid., S. S. Ep. Mod., 1899, R. 100 F. 2 f. 23r-25r don Rizzini, 5 febbraio 1899, e per il suo omaggio al card. Rampolla di 24 libriccini compilati dopo 363 missioni popolari in 30 anni di sacerdozio e relativa risposta, 1902, R. I F. 8 f. 37r-39r, II maggio 1902; 1899, R. 100 F. I f. 44r-45r don Gritti per missioni parrocchiali e obolo di Lire 27 con risposta, 6-11 febbraio 1899; 1898, R. 16 F. I f. 248r f. 248r-249r, 256r sulla malattia della consorte, lettere di Caironi e Rezzara a Rampolla e

voti augurali, 14-21 ottobre 1898; 1899, R. 13 f. 48r-49r lettera di Rezzara al card. Rampolla con alle­ gato omaggio di un suo saggio sulle elezioni amministrative in Italia, f. 59r risposta, 21-29 aprile 1899; 1900, ID F. 17 f. 132r-133r omaggio di Frugoni, 3 dicembre 1900, f. 135r risposta 17 dicembre; 1900, R. 209 F. 5 f. 79r-v onorificenze. 6 ottobre 1900; 190l, R. ID F. 5 f. 255r-256r omaggio di don Trovesi,9 maggio 1901, f. 257r-v congratulazioni per il "bello e utile lavoro ", 12 maggio, f. 71r omaggio di Cavadini Trattato apologetico della vera religione, dalle lezioni del canonico Pesenti Rossi completate e ordinate dallo scrivente, 31 marzo 190 I( riferito anche in Congr. AA. EE. SS., Italia 1901, posizione. 678, fascicolo 232, f. 57r risposta, 17 aprile 1901); 1901, R. 12 F. 4 f. II v-12r

omaggio di Rezzara, lO novembre 1900; 1901, R. 100 F. I f. 198r-199r don Mismetti per obolo e risposta, 23-29 aprile 1901; 1901, R ID F. 8 f. 216r omaggio di don Gusmini tramite il card. Cavagnis di un'opera in 4 volumi sulla vita spirituale, 20 dicembre 1901, f. 217r risposta; L'Eco di Bergamo 16­ 17 gennaio 1902 "Durano ancora i dolci ricordi... " lettera di Guindani sul 2SO di Leone XIII, la let­ tera apostolica "Pervenuti all'anno vigesimoquinto del nostro ministero apostolico" 19 marzo, presentata da Guindani "Ci facciamo dovere di trasmettervi... " 16 aprile; L'Eco di Bergamo 16-17 aprile "Pellegrinaggio bergamasco a Roma" 8 giugno. Numero unico Ricordo della festa del giubileo papa­ le di Leone XIII e per la benedizione della bandiera della Società operaia di Gandino, 23-24 giugno;

1902-3, R. IG F. 30 f. 29r-31r richiesta Benedizione Apostolica del card. Cavagnis a mons. Della Chiesa sostituto della Segreteria di Stato per i chierici del Seminario in occasione della solenne acca­ demia in onore di Leone XIII, 20-21 novembre 1901; 1902, R. I F. 7 f. 174r-175r, lettere di don Trovesi al card. Rampolla 14 marzo 1902, f.176r risposta; 19m, R. ID F. IO f. I03r-104r lettere di don Trovesi, 24 gennaio-I febbraio 19m, f. 106r risposta, 27 dicembre 19m; 1903, R. I F. 3 f. 21r­ v lettera di don Lucchini al card. Rampolla, 2 luglio 1903, f. 22r risposta, 4 luglio; 19m, R. 12 F. 7 f. 8r omaggio di don Pacati, 29 maggio 1903, f. 9r risposta, IO giugno; 19m, R. 100 F. 3 f. 132r, 134r let­ tera di don Rizzini al card. Rampolla, 3 febbraio 1903, f. 133r risposta, 7 febbraio; 19m, R. ID F. 9 f. 67r don Invernizzi, 12 ottobre 1903. Da segnalare inoltre l'ordine del giorno del comitato diocesa­ no contro le calunnie a Pio IX votato all'unanimità il 17 dicembre 1903, inviato dal presidente Medolago Albani a Pio X; 1903, R. 12 F. I f. 227r-228r.

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III - G. M. RADINI TEDESCHI

1. Moos. Radìnì Tedeschi a Roma

Nel maggio 1895 si porta a Loreto col pellegrinaggio diocesano di Piacenza, a novembre promuove con il can. Vincenzo Scozzoli il pellegrinaggio diocesano di Forlì al santuario della Madonna del Fuoco, in occasione della I messa di Leone XIII a gennaio guida un pellegrinaggio a Lourdes e nell' ottobre 1897 a Roma, di nuovo è a Lourdes con 250 pellegrini nel 1898, presenta a Leone XIII l'obolo di 318 pellegrini di ritorno da Lourdes nell' ottobre 1899, dal 9 ottobre al IO novem­ bre 1899 è in Terra Santa e chiede che p. Zocchi s.j. diriga il pellegrinaggio, nel set­ tembre 1901 guida un pellegrinaggio di clero e laici a Lourdes, nel 1902 è con il card. Ferrari arcivescovo di Milano in Terra Santa, e in tale occasione fa omaggio a Leone XIII della publicazione lerusalem. Raggiunge nuovamente la Terra Santa nell' aprile 1904. Con una lettera al card. Rampolla il 26 novembre 1897 inter­ viene a difesa del canonico Savino Rocca professore e rettore del Seminario di Piacenza, e il 28 agosto 1900 scrive allo stesso a difesa del canonico Silvestri di Temi ingiustamente accusato, ottiene a don Guido Razza di Piacenza un'onorifi­ cenza pontificia, al card. Rampolla segnala il IOnovembre 1897 la vertenza dei gior­ nali cattolici popolari di Treviso, al congresso di Pisa nel maggio 1902 difende Toniolo e il II gruppo dell' Opera dei Congressi dagli attacchi de L'Unità Cattolica, appoggia il 12 maggio 1900 la richiesta di Paganuzzi per il saldo del deficit di Lire. 8.765.24 dell'Opera dei Congressi che godeva un assegno di Lire 15.000 nel 1895, Lire 20.000 nel 1897; nel 1902 sostiene la richiesta di Medolago Albani per un sussidio al II Gruppo dell'Opera dei Congressi, ottiene una parola di inco­ raggiamento di Leone XIII per l'operosa Società di assicurazione contro la gran­ dine e gli incendi unita all' Opera dei Congressi. Con lettera del 20 settembre 1896 mons. Radini Tedeschi espone al card. Rampolla il pericolo di un cambio radicale del Movimento Cattolico a Roma con la perdita del suo carattere laico nel caso che la carica di presidente del comitato parrocchiale e del comitato diocesano sia assegnata rispettivamente al parroco e al cardinale vicario; ottiene 1'8 maggio 1899 dal suddetto cardinale un sussidio di Lire 1.000 per CEsare, giornaletto del Movimento Cattolico molto debole in Toscana, fa omaggio a Leone XIII di 3 discorsi sull'azione politica dellaicato e del clero il 25 gennaio 1898. L'incarico di vicepresidente dell'Opera dei Congressi offre a Radini Tedeschi l'occasione di seguire diversi impegni socio-pastorali ai quali si aggiungono l'attività del Circolo dell'Immacolata della Gioventù di Roma per i mili­ tari nel 1895-1896, l'opera del marchese Ottavio di Canossa per la santificazio­ ne della festa propagandata con un bollettino mensile, i festeggiamenti del comi­ tato diocesano romano e dei 42 comitati parrocchiali con 7.000 soci per il 60° di sacerdozio di Leone XIII e il 20° di pontificato, le iniziative, come assistente ecclesiastico, dell'Istituto agricolo industriale S. Giuseppe, l'appoggio alla richie­

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sta nel luglio 1902 a Leone XIII, senza risultato, di un sussidio per il periodico Azione muliebre sostenuto anche dal cardinal Ferrari, la preparazione dei festeg­ giamenti nel 1903 del 50° della proclamazione dell'Immacolata Concezione con il Circolo dell'Immacolata della Gioventù di Roma; in qualità di segretario del Congresso Mariano mondiale a Roma per il 50° in parola organizza i festeggiamenti e un' esposizione, chiede il sostegno del card. Rampolla il 15 maggio 1901 perché Leone XIII intervenga presso il superiore generale dei Lazzaristi per la disponibilità della casa internazionale in via S. Nicola da Tolentino per corsi di esercizi spiri­ tuali per sacerdoti e laici. L'Opera dei Congressi a Bologna gli conferisce l'inca­ rico di elaborare gli statuti della erigenda società femminile in Italia; ASV, S. S. Ep. Mod., 1895, R. 100 F. I f. 177r-179v Loreto; 1896, R. 17 F. I f. 2r-4r Forlì; 1898, R. I F. 1 f. 16r-18v Lourdes e Roma; 1898, R. 100 F. 3 f. 90r-91r Lourdes; 1899, R. 100 F. 4 f. 156r-157r Lourdes; 1899, R. 17 f. I 26r-v Terra Santa; 1901, R. 100 F. 3 f. 40r Lourdes; 1902, R. 12 F. 6 f. 63 omaggio di lerusalem; R. 17 f. 11r-v Terra Santa; 1904, R. 17 F. 1 f. 49r-v; 1897, R. 18 F 3 f. 61r, 65r can. Rocca; 1898, R. 162 F. 2 f. 67r-68r Treviso; 1902, R. 154r-155r Pisa; 1904, R. 12 F. 5 f. 173r-178v Paganuzzi; 1898, R. 12 F. 1 f. 30r Società assicurazione; 1902, R. 12 F. 2 f. 151r; 1900, R. 12 F. 9 f. 3r-43 Roma; 1901, R. 162 F. 5 f. 3r-4r; 1902, R. 12 F. 2 f. IOr-16r, f. 22r-23romaggio discorsi; 1896, R. 12 F. 4 f. 181r-v ricreatorio per i militari; 1899, R. ID F. 11 f. 97r santificazione festa; 1898, R. 1 F. 3 f.5r-8r Leone XIII; 1901, R. 52 f. 73rIstituto agricolo; 1902. R. 162 F. 2 f. 146r-148r Azione muliebre: 1903, R. 12 F. 1 f. 339r-342v; 1901, R. 9 F. 3 f. 253r-255.

2. II Capitolo della cattedrale al segretario di Stato card. Raffaele Merry del Val Bergamo, li l ° novembre 1904

"Capitolo della Cattedrale di Bergamo Eminentissimo Principe

Nella seduta tenutasi da questo Capitolo il 24 ottobre u.s. la sottoscritta prima dignità del Capitolo stesso canonico Giovanni Torri, prima che si procedesse alla costituzione del vicario capitolare faceva leggere il suo seguente memoriale, che ebbe l'approvazione del Capitolo e che per ogni buon fine fu posto a verbale: = Carissimi e reverendissimi colleghi Mentre qui ci troviamo radunati per compiere uno degli atti più importanti che il dover nostro ci impone, qual è l'elezione del vicario capitolare, vorrei per­ mettermi di rivolgere a' miei cari colleghi due sole parole e in forma di amiche­ vole raccomandazione, che data la solennità del momento voglio sperare non vi sem­ breranno inopportune. Non intendo punto parlare della persona o delle persone su cui debba cadere la nostra scelta, poiché a ciò ben provvede il diritto canonico. Nel seno del Capitolo abbiamo due reverendissimi canonici dottori in utroque iure ; sia libero ad ognuno di portare il proprio là ove la coscienza sia per indicargli. La mia prima parola piuttosto sarebbe: che fosse caldamente raccomandato a

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qualunque dei due sia per essere scelto all'importantissimo ufficio: che faccia chiaramente conoscere alla diocesi quale sia il pensiero e la volontà dell'autorità diocesana; che cioè il Capitolo e il suo vicario è e sarà sempre in tutto e tutto col papa e per il papa; e in particolare avvicinandosi le elezioni politiche, che l'auto­ rità diocesana vuole sia da tutti i suoi figli di questa diocesi ritenuto vigente e come tale scrupolosamente rispettato il non expedit pontificio, che esiste tuttora e nel suo pieno vigore, e però che specialmente la stampa cattolica diocesana dietro l'esempio dell'organo ufficiale del papa, e di periodici cattolici d'altre regioni si spieghi nettamente in questo senso e militi per questa santa causa. La seconda raccomandazione è poi: che considerata la condizione particolare dei tempi in cui il vicario capitolare dovrà reggere la diocesi, anche secondo lo spirito dei sacri canoni, si scelga tra il clero, una persona di spirito buono e di senno grande che gli serva come di consulente nel disbrigo degli affari più difficili e delicati della diocesi. E quanto a questo, vorrei accennare non all' ordinaria dire­ zione della diocesi, né solo alla provvista, pur tanto importante, delle parrocchie, colla scelta di parroci veramente idonei, ma più particolarmente alla cura vigile e più che sollecita di quelli dall'educazione dei quali dipende tutto e solo il vero bene della diocesi, cioè dei chierici del seminario, a riguardo del quale con gran­ de rincrescimento sì, ma è pur dovere il confessarlo, si odono in diocesi tanti e tanti lamenti. Queste le due parole che io tenuto calcolo anche della mia età, sentiva di dover dire così alla buona e con tutta confidenza qui tra noi, prima di procedere all'atto di alta importanza che siamo per compiere, parole che desidero siano messe a verbale, nel che converrà, io credo, col mio anche il vostro parere. firmato can. Giovanni Battista Torri arcidiacono Ora nell'imminenza delle elezioni politiche, temendosi fondatamente che non pure da parte dei cattolici laici ma anche di sacerdoti siano per avverarsi non poche defezioni all'osservanza del non expedit pontificio, che si sa tuttora vigente, ma che col silenzio dei giornali cattolici locali e dell' autorità ecclesiastica, si cerca di insinuare non debba aver luogo almeno pel caso nostro, come dicono, circostan­ ziato, io sottoscritto ho creduto opportuno mandar copia del sovratrascritto memo­ riale alla eminenza vostra, perchè consti a Sua Santità, come da parte sua siasi diportato il Capitolo di questa chiesa cattedrale, che ebbe ed avrà sempre per suo sommo vanto l'obbedire ex toto corde in tutto e per tutto, non pure ai comandi ma anco ai desiderii del Sommo Pontefice. Prego poi l'Eminenza vostra di domandare a Sua Santità una special benedizione per questo capitolo e per questa diocesi. Nel tempo medesimo oso porgerle anche umile supplica di esporre alla Santità stessa il bisogno che per noi si fa ognor più vivo d'avere a vescovo un sacerdote santo, che seguendo l'orme degli antichi vescovi, vera gloria della diocesi nostra, ravvivi lo spirito di sentita devozione alle vere dottrine papali, d'intesa e cordiale soggezione alla Santa Sede, e di vivo amore per una fervente vita cristiana nel popolo. E di questo atto che sarebbe una vera carità per la nostra diocesi oso pregarla,

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perché non si può negare che data la tristezza dei tempi, anche nella diocesi nostra

ove si voglia badare alla sostanza delle cose, e non ad una ostentata apparenza,

si abbiano a lamentare quei mali gravissimi che l'insinuarsi insidioso delliberalismo

ha già prodotto anche altrove.

Chiedendo venia di tanta libertà, m'inchino al bacio della sacra porpora e mi pro­

testo

dell'Eminenza Vostra Reverendissima devotissimo umilissimo servo can. Giovanni Torri arcidiacono Bergamo lì 2 novembre 1904 can. GiovanBattista Floridi segretario capitolare"

"Can. Giovanni Torri arcidiacono-Bergamo

5 11 1904

Gradì il Santo Padre i sensi di illimitata obbedienza, che il Capitolo di codesta cattedrale riunito in solenne adunanza per eleggere il suo vicario, protestava ver­ so la S. Sede. Nel porgere pertanto vivo ringraziamento, l'augusto pontefice espri­ me tutta la compiacenza dell' animo suo per questo atto di filiale pietà, e di cuore imparte alla signoria vostra ed ai colleghi di lei l'apostolica benedizione. Mi valgo ... [card. Merry del Val]"

Ibid., f. 113r-v, s. s.

Ep. Mod., 1904, R. 3 F. 4 f. Illr-112v, f. I 13r-v

3. Pellegrinaggi di mons. Radini Tedeschi Per stimolare e rendere più efficiente l'Opera dei pellegrinaggi in Terra Santa, mons. Radini ottenne da Pio X l'onorificenza della Croce di S. Silvestro ai suoi col­ laboratori, Giuseppe Sommariva e Giovanni de Simoni, la Croce pro Ecclesia et Pontifice per Angelo Vittadini, Carlo Albertoni e Ermete Saccani. Radini seguì con fervore e competenza i pellegrinaggi, in qualità di Presidente del Comitato Nazionale Italiano per la Palestina e Lourdes (approvato con breve pontificio del 17 gennaio 1905), precisando al card. Merry d. Val che essi erano reli­ giosi, non gare sportive, senza interessi di agenzie, tanto meno protestanti, e chie­ deva che non venissero intralciati con iniziative poco felici, senza successo, le quali "molto singolarmente si appoggiano a chi non è con noi neppure nella fede cattolica". Radini nel respingere le insinuazioni su vantaggi commerciali legati ai pelle­ grinaggi e su trattamenti poco soddisfacenti per i pellegrini, deciso a dare le dimis­ sioni da Presidente del Comitato, si riferiva all'Opera per i pellegrinaggi eucaristici del canonico Franco Soldini, giudicata poco seria, al quale egli aveva proibito ogni attività a Bergamo, nonostante fosse stata elogiata da Pio X, avesse la piena approvazione del suo metropolita, card. Andrea Ferrari, a Milano, e sebbene si affidasse all'agenzia Cook. 883


-----'--------------­ Il card. Merry d. Val rispose che gli addebiti di mons. Radini, mons.Cavezzali e Sommariva erano generici quanto quelli del can. Soldini e che le due istituzionipote­ vano lavorare senza danneggiarsi. Mons. Radini non accettò anche il Corpo dei volontari per Lourdes, istituito da Tornassi e soci, approvato con autografo da Pio X, chiamando in causa il card. vicario Respighi per il loro agire scorretto; ibid., f. ll3r-v, S. S. Ep. Mod., 1906, R. 220 E 4 f. I63r-v, f. I66r-v richiesta e ringraziamento di Radini al card. Merry del Val, 30 ottobre-II novembre 1906, f.l64r, f. 168r risposta, 8 novembre; 1910, R. 255 E 2 f. 220r-222v lettera del can. Soldini a Pio X e al card. Ferrari sui pellegrinaggi ai santuari mariani e ai congressi eucaristici con richiesta di benedizione apostolica raccomandata dal metropolita di Milano, febbraio 1910; 1911, R. 12 E l3 f. 93r-94r, 97r, 99r-102r lettere di mons. Radini al card. Merry d. Val, 17 maggio-24 giugno, 12 luglio 1911, f. 68r-69r, 95r-96r risposte, 16-30 giugno, f. 48r-65r docu­ mentazione sul can. Soldini, f. 66r-67r lettera di Cavezzali a Merry d. Val, 8 giugno, f. 59r breve di Pio X , 17 gennaio 1905, f. 62r telegramma di Pio X ai pellegrini in Terra Santa. Il aprile 1911. f. 63r rispo­ sta; 1911, R. 3 El f. 159r-v pellegrinaggio a Lourdes e sesto pellegrinaggio in Terra Santa, mons. Radini al card. Merry d. Val, 21 aprile 1911, f. 161r-v risposta, 24 aprile; 1912, R. Il f. 43r-44r lette­ ra di mons. Radini Tedschi a Pio X e al card. Merry. d. Val sul pellegrinaggio di 5 vescovi e 1.700 fedeli a Lourdes, con l'obolo di Lire 2.000, 7 maggio 1912. f. 46r-47r risposta, 15 maggio; 1913, R. 12 E 18 f. 57r-58v lettera di Soldini che lamenta difficoltà da organizzazioni parallele contro la sua ope­ ra voluta dal Congresso dei sacerdoti adoratori, 18 ottobre 1913; 1910, R. 3 E l f. 139r lettera al card. Pietro Respighi, 12 marzo 1910.

4. I Preti del S. Cuore Mons. Radini Tedeschi il 17 maggio 1906 scrisse a Pio X che, dopo un anno di preghiere e di consigli avuti da ottimi sacerdoti, stava per presentare al clero uno schema di norme fondamentali, destinate all'istituzione la quale già un seco­ lo prima era stata voluta sull'esempio degli Oblati di S. Carlo, senza raggiungere per varie ragioni quello stato che la rendesse vitale, stabile e capace di godere anche di non pochi lasciti esistenti a detto scopo. Radini allegava lo schema pregando Pio X di "darvi un'occhiata e di benedi­ re i miei propositi". Il papa rispose il21 maggio encomiando i fini intesi nel promuovere l'istitu­ zione. Con la lettera ai sacerdoti del 25 luglio 1906 "Dagli inizi delle nostre cure pastorali... " Radini annunciò pubblicamente la nascita del nuovo istituto. Nel decennio di fondazione Benedetto XV inviò al superiore, don Luigi Drago, un autografo; e al ringraziamento, il papa fece seguire il "voto che lo spirito di sudditanza che verso la Santa Sede anima l'istituto, si affermi sempre più note­ volmente nello zelo dei superiori e degli alunni per le opere di Dio". Seguì nel 1916 l'autografo pontificio sulla copia delle regole. Nel 20° dell'Istituto sia mons. Marelli, con ampi elogi, sia i 9 membri interni e i 17 ester­ ni, con ripetute promesse di fedeltà, scrissero a Benedetto XV, che rispose con lettera autografa al superiore don Luigi Drago; ibid., f. ll3r-v, S. S. Ep. Mod, 1906, R. 9 E 2 f. IOr-18r; 1916, R. 9 E 5 f. 35r-37r 20 novembre 1916; 1916, R. 9 E 5 f.35r-37r lettera di don Luigi Drago a Benedetto XV, 20 novembre, f. 37r risposta 30 novembre; 1920, R. 9 E 2 f. 19r-26r.

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5. Riconferma del non expedit Pio X con il motu poprio "Fin dalla nostra prima enciclica" del 13 dicembre 1903 aveva posto limiti precisi all'azione popolare cristiana con l'invito ai demo­ cratici cristiani di astenersi da ogni azione politica, di dipendere dalla gerarchia ecclesiastica e dall'Opera dei Congressi. Medolago Albani aveva ringraziato Pio X per l'indirizzo dato all'azione popolare, tolto gli equivoci, dimostrato che nul­ la aveva a vedere con certe nuove e pericolose tendenze. Il fermento dell'indipendenza e di un impegno politico non si sarebbe risolto nemmeno dopo lo scioglimento dell'Opera dei Congressi. Medolago Albani ave­ va smentito su Azione popolare, organo ufficiale del II gruppo, l'articolo "Il movi­ mento autonomo dei democratici cristiani" apparso su L'Avvenire d'Italia scritto da uno studente suo allievo, reduce dal congresso dei giovani democratici. Medolago aveva accusato il giornale di essere, come certi altri, pericolo permanente per l'Azione Cattolica spingendola dove la Santa Sede non voleva. Nel congresso a Bergamo delle associazioni giovanili cattoliche del Lombardo-Veneto mons. Radini Tedeschi aveva riaffermato con un telegramma a Pio X il proposito di non voler­ si scostare mai nell'azione dalle indicazioni pontificie. Ma si era aperto a Bergamo il periodo delle lotte per le elezioni politiche. Con la morte del nobile Giovanni Finardi deputato al Parlamento per il collegio di città (27 maggio 1904), Medolago Albani aveva chiesto al card. Merry d.Val se era il caso di promuovere una vasta agitazione per sostenere il non expedit, anche per sfatare la voce che Pio X non vede­ va mal volentieri che i cattolici almeno copertamente dessero l'appoggio coi loro voti ai candidati meno avversi alla religione e alla S. Sede. "Oggi ancora noi pos­ siamo ottenere quello che vogliamo" assicurava Medolago, "un' azione positiva che raccomandi l'astensione anziché nuocere, gioverebbe a tutta l'azione cattolica diocesana". In caso contrario di un riserbo prudente, sarebbe stato vano sperare o conservare o riprendere in seguito il posto sin qui occupato, perciò i cattolici a Bergamo, soggiungeva Medolago "attendono ordini e da buoni soldati essi li ese­ guiranno qualunque essi si siano". 1131 maggio il card. Merry d. Val rispose che Pio X manteneva in tutta la sua pienezza ed estensione le disposizioni dei suoi predecessori sul significato del non expedit. Con la scomparsa dell'onorevole Giulio Silvestri deputato al Parlamento per il collegio di Romano Lombardo, cui confluivano per metà parrocchie di Cremona, dove era scontato il voto dei cattolici, e per metà parrocchie di Bergamo, Medolago Albani con un memoriale al card. Merry d. Val chiese, a nome del presidente del comitato diocesano, se il non expedit era da osservare ( in tal caso sarebbe stato elet­ to qualche grosso proprietario o affittanziere liberale) o se, col beneplacito della S. Sede, i cattolici dovevano andare organizzati o alla spicciolata. Medolago Albani notava che "se per dispensare dal precetto contenuto nel non expedit si chiedesse la ragione del grave incommodo, per conto mio dovrei conscienziosamente dichia­ rare che, almeno pel caso di cui si tratta, essa non esiste" . Su questa indicazione autorevole, il card. Merry del Val scrisse a Radini Tedeschi il 13 giugno 1905 che non si vedevano motivi tali da consigliare la deroga speciale alla legge generale del

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non expedit . Ma il vescovo con lettera del 30 giugno nell'imminenza delle elezioni, 9 luglio, fece osservare al cardinale che si voleva vendicare nel collegio la cadu­ ta del celebre deputato Engel con soggetti ancor più pericolosi e il tempo per pre­ parare l'astensione era ristretto. Nel memoriale allegato, a firma di A. Pinetti,G.B. Michelato, E. Vertova, A. Rodolfo, G.B. Preda, si parlava di pericolosi candidati: il repubblicano Tirale, il conte Roncalli "cremazionista", l'avv. Camillo Costa, l'avv. Cesare Bellotti, massone, alter ego di Engel, e Giovanni Silvestri, liberale moderato, che i cattolici potevano votare, ma indisponibile perché console in Turchia e fornitore di materiali ferroviari allo Stato. Si chiedeva alla S. Sede di poter scendere in campo e sostenere una propria candidatura, come già nel collegio Treviglio-Verdello. Radini nella nota al memoriale osservava che i sottoscrittori erano ottimi, con­ vinti di andare alle urne, pur nell'obbedienza all'autorità gerarchica. Egli non era convinto sulla candidatura di Rezzara, uomo di primo piano nell'azione cattolica e troppo in vista, proposta dalla commissione, e riteneva che l'esempio delle par­ rocchie cremonesi aveva un indubbio influsso. La risposta a mons. Radini Tedeschi giunse il 3 luglio e confermò il nihil innovetur sulla legge del non expedit, dato il pericolo non sicuro del candidato socialista, l'impreparazione dei cattolici a con­ trapporre una candidatura soddisfacente, e l'impossibilità di candidare Rezzara. Radini rispose immediatamente di aver comunicato al delegato vescovile di aver fatto conoscere alla commissione elettorale l'ordine ricevuto e spedito ai par­ roci una lettera riservata sull' astensione, nella speranza di essere obbedito. Un'altra richiesta dell'associazione elettorale cattolica di Bergamo inviata al card. Merry d. Val con la raccomandazione del vescovo per ottenere il permesso di concorrere alle elezioni politiche nel I collegio di Bergamo, ebbe dal card. Serafino Vannutelli, penitenziere maggiore, una risposta ancora negativa il 7 set­ tembre 1906, mancando il reale pericolo dell' affermazione di un candidato dal socialismo violento o di spirito massonico, e per la convinzione di Pio X che nes­ sun cattolico come tale poteva essere eletto deputato, ma che i cattolici potessero dare il loro voto fra due liberali a quello che avrebbe offerto maggiori garanzie per impedire alla Chiesa il male progettato dai suoi nemici; ibid., f. I 13r-v, S. S. Ep. Mod., 1904, R I F. 3 f. 74 ; 1904, R 12 F. 2 f. 92r, 95r lettera di Medolago Albani a Pio X, risposta, 24 mar­ zo 1902; 1905,RI2F.4f.8Ir;1907,R165F.I f. 37rletteradi PioXal card. DomenicoSvampaarci­ vescovo di Bologna, sui democratici cristiani raccolti a congresso, invito a rispettare l'autorità, IO marzo 1905; 1904, R. 12 F. 4 f. 146r-v lettera di Medolago Albani al card. Merry d. Val; 1908, R 80 f. 4r-v lettere 28 maggio-31 maggio 1904, f. 64r-65v memoriale (calligrafia probabile di Medolago Albani), f.66r-67v lettera a Radini T., 13 giugno 105, f. 70r-72r lettera di Radini T. al card. Merry d. Val, 30 giugno, f. 73r-77r memoriale, 30 giugno, f. 72r nota di Radini T. lO luglio, f. 78r lettera a Radini, 3 luglio, f. 79r risposta di Radini T. 3 luglio, f. 157r-159v card. Vannutelli.

6. L'Associazione generale tra il clero italiano Era in progetto agli inizi del sec. XX un centro di associazione generale per il clero italiano di tutte le diocesi d'Italia con sede a Firenze, per tutelarne gli inte­

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ressi e i diritti, con l'attenzione anche ai sussidi e alle pensioni. In ogni diocesi era prevista una sezione sotto la presidenza e la vigilanza dell'Ordinario. L'Associazione Nazionale di CasalMonferrato aveva organizzato a tale sco­ po una riunione a Milano il 7 giugno 1906; il card. Ferrari ne aveva dato notizia al card. Merry d. Val il 23 aprile con un parere negativo, confermato dalla risposta avu­ ta il 24 maggio, nel senso che Pio X, attento alle nobili aspirazioni dell' Associazione per il clero, non ravvisava conveniente l'istituzione di un cen­ tro di associazione generale tra il clero italiano di tutte le diocesi sotto la presidenza di un solo Ordinario, la quale avrebbe portato a una specie di divisione e disgre­ gazione del clero stesso. Allo scopo prefissato della costituenda Associazione, si osservava, provvede­ va già l'Associazione giuridica nazionale promossa e fondata dal conte Carlo Radini Tedeschi e approvata dalla S. Sede. Medolago Albani in sintonia con queste iniziative partecipò a Pio X il13 set­ tembre 1908 il disegno di istituire un comitato per la sicurezza del patrimonio delle corporazioni religiose di fronte a eventuali leggi eversive, allegando uno sta­ tuto in 16 articoli. Pio X riconobbe la validità dell'iniziativa ma non volle che vi figurasse ufficialmente la S. Sede, incoraggiando il proponente a procedere; ibid., f. l13r-v, S. S. Ep. Mod., 1906, R. 12 F. 5 f. l13r-1l6v; 1908, R. 9 F. 3 f. 45r-v, f. 49r-5lr risposta, 2

settembre 1908, f. 5lr-v lettera di Albani al card. Merry d.Val, 26 settembre, f. 55r-56v risposta, 2 ottobre.

7. I Guardiani dell' Arciconfratemita dei Bergamaschi-Roma

E' nota la diffida di mons. Guindani agli amministratori guardiani dell'arei­ confraternita dei Bergamaschi per l'assegnazione di borse di studio della fondazione Cerasoli (costituita il lO maggio 1640) riservate ai chierici poveri della diocesi di Bergamo con residenza nel Seminario Romano, anche a studenti laici universitari. Il caso portato in tribunale civile di Roma nel 1891, in Corte d'Appello e in Cassazione, fu sciolto con la vittoria di mons. Guindani nel 1896. Mons. Radini ottenne che due borse di studio fossero assegnate a studenti inviati all' estero dal 1905 al 1908, con l'eccezione di una borsa di studio, una volta tanto, per un giovane laico che si sarebbe perfezionato a Roma nello studio della pittura sacra, col consenso di Pio X. Il card. Agliardi, protettore del collegio Cerasoli, notificò ai guardiani il 15 marzo 1908 che le Lire 6.000 di avanzo della gestione 1908 dovevano andare per metà al fondo riserva, 113 a nuove borse di studio, tenendo conto possibilmente del­ l'arte sacra, 116 alle spese di culto, e sull' avanzo del 1907 disporre il prelievo di Lire 1.000 per sussidi ai confratelli e ai bergamaschi poveri residenti a Roma. Nello stesso tempo egli informò mons. Radini Tedeschi del consenso di Pio X al suo progetto. Il concorso fu indetto per due borse di studio, una assegnata a G.B. Morali partito per l'estero, l'altra usufruita da un chierico destinato agli studi di S. Scrittura

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nel nuovo istituto fondato da Pio X. A mons. Radini Tedeschi fu risposto che Pio X non aveva avuto intenzione di derogare alle tavole di fondazione del lascito Cerasoli e che trovasse un accordo in merito col card. Agliardi; ibid., f. ll3r-v, S. S. Ep. Mod., 1909, R. 3 F. I f. 153r-v disposizioni card.Agliardi, f. 155r-162r corrispondenza mons. Radini Tedeschi-card. Agliardi- card. Merry d. Val, 14 giugno 1908-2 luglio 1909; ibid., Buste separate 191719Protettorie, Nomina a protettore dell' arciconfraternita e del collegio Cerasoli del card. Gennaro Granito Pignatelli di Belmonte, amico del card. Agliardi, 29 marzo 1917, ringraziamento del conte Gianforte Suardi presidente, 14 maggio.

8. Messaggi di fedeli bergamaschi a Pio X Come già a Pio IX e a Leone XIII, non mancarono messaggi di fedeltà a Pio X in modi vari: la protesta dei giovani della Società Sportiva Concordia di Nembro contro le offese alla religione e al Papa fatte in Francia, auspicandone sempre la sua primogenitura; l'omaggio musicale di G. Mattioli per il 50° del dogma dell'Immacolata Concezione; la proposta del parroco di Entratico, don Pietro Pagnoni, di dedicargli l'oratorio maschile con annesso una scuola materna; le celebrazioni speciali indette da mons. Radini per il 50° di messa di Pio X, gli auguri del collegio S. Alessandro e delle suore Sacramentine, di don Davide Re e del Seminario diocesano, dei partecipanti alla 21a festa federale a Gazzaniga; l' omaggio di don Giovanni Ponti dell'opera del prof. Ferreres, s.j., Messe manua­ li, tradotta in italiano, del Corso di omelie sul Vangelo in 4 volumi di mons. G. Gusrnini e dello numero del quindicinale Voce degli Oratori di don Tullio Dolci; fu espressa fedeltà da don Bugada e dai suoi confratelli nel 25° di sacerdozio, così anche dai fedeli di Casale d'Albino nell'inaugurazione della nuova parrocchia dedicata al S. Cuore; ibid., f. 1l3r-v, S. S. Ep. Mod., 1907. R. 248 F. 4 f. 58r lettera a Pio X, f. 60r risposta al presidente della Concordia, 26 dicembre 1906; 1905, R. 209 F. 4 f. 41 r-42r Mattioli a Pio X, 2 dicembre 1905, f. 43r-44r lettera di mons. Radini Tedeschi sui meriti del musicista, preposto alla direzione dello studio del canto gregoriano e polifonico in Seminario, f. 45r-v risposta di gradimento di Pio X e conferimento dell'onorificenza della Croce pro Ecclesia et Pontifice, f. 46r-v e 48r-49r rin­ graziamento di Radini Tedeschi. e di Mattioli, 11-13 dicembre; 1908, R. l F. 59 f. 38r-39r lettera di don Pagnoni a Pio X, 8 novembre 1908, f. 40r-v si ringrazia lo zelante parroco invitato a desistere dall'i­ niziativa. 14 nov. 1908; 1908, R. I F. 45 f. 95r-v programmi di Mons. Radini Tedeschi nella lettera al card. Merry d. Val, 23 dicembre 1907, f. 96r assenso e gratitudine di PioX, 28 dicembre; 1908, R. I E 39 f. 93r lettera del rettore mons. Luigi Bana con l'obolo di Lire 200. f. 95r-96r ringraziamento, 28 mar­ zo 1908; 1907, R. 248 F. 7 f. 33r-34r1ettera di don Re con l'accenno alla difficile situazone dei semi­ naristi in Francia, 30 gennaio 1907. f. 35r-v risposta, 3 febbraio; 1908, R. l E 51 f. 92r-93v lettera di Rezzara a Pio X, 20 agosto 1908, f. 95r-96r risposta. 25 agosto; 1908, R. ID F. 6 f. 136r lettera al card. Merryd. Val, 19 giugno 1908; 1909,R.IDEI4f.68rletteradimons.GusminiaPioX.191uglio 1909, f. 67r-v risposta, 3 agosto; 1910, R. 162 F. 2 f. 60r-61r lettera di don Dolci. della Federazione dioce­ sana degli oratori, 26 marzo 1910, f. 62r risposta a mons. Radini Tedeschi per la Benedizione Apostolica a viva voce se ritenuta opportuna, atteso che la S.Sede non è solita concedere la grazia a giornali o perio­ dici se non dopo qualche tempo dalla loro origine durante il quale abbiano dato prova di ortodossia, sana dottrina, pratica utilità, 2 aprile, f. 63r-v risposta positiva del Vescovo, 4 aprile; 1909, R. 4 F. 2 f. 86r­

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87r lettera di don Bugada, 20 maggio 1909, r. 9Or-91v risposta, 31 maggio; 1912, R. 100 F. 4 f. 80r tele­ gramma del coadiutore reggente don Luigi Brocchi con obolo di Lire 30, risposta, 13 dicembre 1912; 1912, R. 16 F. 2 f. I59r-16Or indirizzo di omaggio dell'ing. Cesare Pesenti benefattore per la nuova chie­ sa di Alzano Sopra e la risposta autografa di Pio X, 28 novembre 1912.

9. La libertà dell'insegnamento religioso nelle scuole La documentazione qui presentata offre elementi circa la determinazione dei cattolici per l'insegamento della religione nelle scuole: ibid., S. S. Ep. Mod., 1911, R. 12 F. 17 f. 59r omaggio di Rezzara a Pio X e al card. Merry d. Val di La scuola nella legislazione italia­ na, Bergamo 1911, pp. 81, 22 settembre 1911, f. 62r-v Pio X ringrazia felicitando Rezzara per il con­ tributo alla buona causa della scuola cristiana; 1911, R. I F. 28 f. 82r-88v telegramma di Rezzara al card. Merry d. Val circa il suo memoriale all'ono Giolitti L'istruzione religiosa nelle scuole elementari

Richiamo a S. E. Giovanni Giolitti Presidente del Consiglio dei Ministri in Roma, 5 settembre 1911, pp. 13, e l'incontro del 2 ottobre ad Assisi sulla libertà d'insegnamento, con i temi su tre articoli,I'i­ struzione di ogni grado libera e apertura agli ufficiali del Governo di scuole e istituti statali e privati, una commissione mista in parti uguali di insegnanti nelle scuole libere e di stato per gli esami di matu­ rità e licenza o laurea, rilascio del diploma di idoneità dopo l'esame dinanzi a speciali commissioni costi­ tuite in parti uguali di professionisti scelti dal Governo e di altri liberi, 6-11 settembre 1911, 3 ottobre; 1913, R. 45 f. 34r, 36r-v lettera di Rezzara al card. Merry d. Val con la petizione, f.39r, alla Camera dei deputati presentata dall'ono Benaglio il 22 febbraio 1912, e del Senato, contro l'applicazione per voto di consiglio scolastico anche a Bergamo, del decreto del ministro della Pubblica Istruzione, 9 luglio 1910, sull'insegnamento religioso nelle pubbliche scuole di Milano, con la richiesta che le disposizioni degli articoli 315, 325, 374 della legge 13 novembre 1859 siano ripristinate, in ottemperanza alle leggi 15 set­ tembre 1860,25 settembre 1888,9 ottobre 1895,6 febbraio 1908; f. 36r-v, 38r, 46r-v, proposta dell'ono Mango di una seduta speciale in cui riferirà l'on. Gallo. che eletto coi voti dei cattolici a Girgenti, essendo contrario all' insegnamento della religione nelle scuole elementari, vorrebbe rinunciare per un altro relatore, ma segue il consiglio di mettere a dormire la petizione, 4-7-29 marzo 1912; f.48r-v replica di Rezzara al ministro Credaro e a donna Cristina Giustiniani Bandini presidente Unione fra le donne cattoliche d'Italia, 29 marzo; f.50r, udienza di Pio X a Rezzara, 3 giugno, e omaggio di

L'istruzione religiosa nelle scuole elementari. Appunti storici dal 1859 al 1912, Bergamo 1912, pp.33 ; f.70r-71r lettera di mons. Radini Tedeschi al card. Merry d. Val sull'incontro con i funzionari del ministero della Pubblica Istruzione, Friso e Gallo. e le precisazioni date loro sul dovere di sostenere l'in­ segnamento del catechismo nelle scuole, la sua estraneità a problemi scolastici comunali non di sua com­ petenza, sull'azione dei delegati dell' Azione Cattolica, la linearità e chiarezza dei suoi atti vescovili, sul consiglio ai sacerdoti di insegnare catechismo in orario normale scolastico, sul caso di Clusone con due ore di catechismo che il vescovo accetta purchè svolte in orario normale, 25 giugno, f. 73r-v apprezzamento di Pio X, 4 luglio; f.77r-v parere di Rezzara, ritenuto saggio e prudente da Pio X- f. 81r, al card. Merry d. Val sulla applicazione della Legge riguardante provvedimenti per la istruzione ele­

mentare e popolare 4 giugno 19JJ n. 487, in particolare per l'articolo 71 e seguenti, circa i patronati scolastici cui sono invitati ad aderire i cattolici se sono in maggioranza nei consigli comunali e ad entrare ove si trovano in minoranza, ma se decisi a lottare contro le ingiustizie. 30 agosto-5 settembre; f. 170r omaggio di mons. Radini Tedeschi a Pio X e al card. Merry d. Val di Il problema scolastico odier­

no, Bergamo 1912, pp. 350. 21 dicembre 1912. f.l72r-173v scambio di lettere, 15 gennaio-20 feb­

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braio 1913, f. 197r Radini attende parere favorevole per la ristampa dell' opera che invia poi in omag­ gio, II ottobre 1913, f. 199r gradimento di Pio X per il pregevole lavoro; f.200r-v Rezzara al card. Merry d. Val per il patronato scolastico alla settimana sociale di Venezia e le reazioni alle istruzioni ministeriali ispirate a criteri di duro laicismo, 12 novembre 1913; 1912, R. 45 f. 59r-61r sulla legge del 4 giugno 1911 art. 33-35 per le scuole rurali obbligatorie miste, interrogativo di Rezzara se ai preti è conve­ niente insegnarvi e risposta di Pio X di interessare al problema gli Ordinari e la congregazione del Concilio, 27 novebre 1912

lO. Il nuovo volto dell'Azione Cattolica

L'ampio elogio di Rezzara da parte di mons. Radini Tedeschi contrasta netta­ mente con la lettera che Medolago Albani scriverà a Pio X in occasione dell'udienza concessagli nel 1913. Nel rendiconto sull' Azione Cattolica inviato a Pio X il 14 febbraio 1908, mons. Radini riconosceva i meriti di Medolago per il lavoro svolto, trovava il contrasto tra giovani e vecchi, senza i sintomi di modernismo o di indocilità verso l'autorità ecclesiastica, ma anche la tendenza più o meno marcata per una maggior libertà, un "quid mal definibile", che con l'andar del tempo egli aveva individuato nella poca simpatia e ancor più la contrarietà in non pochi e buoni, anche in molta parte del clero cittadino e rurale, "verso 1'ottima persona che da 30 anni presiede il comitato diocesano con tanta intelligenza, saldezza di principi e competenza". Si trattava di Medolago Albani che con informazioni sfavorevoli sia al Vescovo, sia al clero allergico all'azione organizzatrice popolare, aveva determinato la crisi con la richiesta pressochè generale di mutare i dirigenti del movimento, e la conseguen­ za delle dimissioni del primo, abbattuto e sfiduciato, accettate da Radini solo dopo le elezioni politiche e il noto caso Bonomi, non prima, perchè egli precisava "i provvedimenti, oltre che non graditi, non sarebbero apparsi del Vescovo, e ciò sarebbe stato disastroso per la sua autorità e 1'efficacia dei medesimi". Sciolto il Comitato diocesano, mons. Radini costituì la nuova Direzione dio­ cesana con le sezioni rispondenti a quelle nazionali (popolare, economico socia­ le, elettorale, gioventù cattolica e donne cattoliche), sotto la presidenza di Rezzara, con un'attenzione particolare all'Ufficio del Lavoro e ai giovani da organizzare nella 4" sezione. Pio X rispose il 20 febbraio lodando la prudenza di mons. Radini, auspicando docilità e concordia. Nel 1910 fu istituito il comitato locale delle don­ ne cattoliche italiane, e nello stesso anno Rezzara compilò e inviò a Pio X l'Annuario dell'Azione Cattolica nella diocesi e provincia di Bergamo; ibid., f. 113r­ v, S. S. Ep. Mod., 1913, R. 12 F.20 f. 89r-v lettera di Medolago Albani a Pio X, 29 novembre 1913; 1908, R. 12 F. I f. I 58r-159v, f. 160r risposta, f. 161r-168r note sull'Ufficio del Lavoro; 1910, R. 12 F. I f. 9r telegramma di Angelica Alessandra Ginammi al card. Merry d. Val, 9 gennaio 1910; 1910, R. 12 F. 4 f. 71r Rezzara a Pio X, 26 aprile, f. 73r risposta, 3 maggio; ibid., S.S. Spogli ... , cardinal Raffaele Merry d. Val, I cartella B, Rezzara comunica al card. Merry del ValI' 8 giugno 1912 di aver dovuto prendere il posto del presidente della sezione economico sociale, Medolago Albani, indisposto, nella riunione della direzione generale dell' Azione Cattolica svoltasi a Roma.

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11. Per gli emigranti N. Rezzara nella lettera del 20 agosto 1908 a Pio X per la 21a festa federale a Gazzaniga annunciò l'istituzione del Segretariato per gli emigranti a ricordo del suo giubileo sacerdotale. Nell'udienza del 15 dicembre 1911 egli presentò una rela­ zione sul Segretariato che dal 1909 al 1911 aveva assistito circa 70.500 emigran­ ti, con l'impegno temporaneo di lO sacerdoti; ibid., f. I 13r-v, S. S. Ep. Mod., 1908, R. I F. 51 f. 92r-93v lettera di Rezzara a Pio X, f. 96r risposta senza alcun accenno all'iniziativa pro emi­ granti, 25 agosto; 1911, R. 12 F. lO f. I !Or-I 12r lettera di don Giovanni Ronzoni segretario del Segretariato in parola a mons. Giovanni Bressan sull' attività svolta per impedire o diminuire il " disa­ stroso male dell' emigrazione" che espone gli emigranti al pericolo di perdere la fede e i buoni costu­ mi, f. 113r risposta a mons. Radini, 29 gennaio 1911; 1914, R. 18 F. II f. 198r sull'udienza di Pio X a Rezzara, f.200r "Breve relazione circa l'origine e lo sviluppo dell'opera afavore degli emigranti nel­ la diocesi di Bergamo", opuscolo a stampa di pp. II, f. 218r-v risposta di compiacimento di Pio X, 19 gennaio 1912.

12. L'Università popolare Nel 1906 N. Rezzara espose al card. Merry del Val il progetto dell'università popolare, la prima in Italia, con l'intento di dotarla di un patrimonio di L. 500.000, da insediare nella Casa del popolo, opera che a progetto ultimato era costata L. 1.000.000 e per la quale egli ricordava l'offerta inviata da Leone XIII e dal card. Rampolla; ibid., f. I 13r-vS. S. Ep. Mod., 1905. R. 12 F. 4 f. 104r-105v sull'università popolare con un bilancio annuale preventivato di Lire 4.000, 18 agosto 1905 , a Rezzara viene inviata una let­ tera autografa di Pio X il21 agosto, e l'onorificenza pontificia di S. Gregorio Magno; 1906, R. 12 F. 5 f. 105r-109v lettera e documentazione di Rezzara al card. Merry d.Val, 16 aprile 1906.

13. Per il catechismo Mons. Radini Tedeschi, in conformità alle deliberazioni del Congresso cate­ chistico italiano tenuto a Milano nel 1910, prospettò l'istituzione di un Comitato catechistico permanente nazionale, con un suo Statuto. Pio X, pur dichiarandosi in linea di massima non contrario alla futura istituzione, suggerì che l'iniziativa si limi­ tasse a una forma regionale per poter poi, in base all'esperienza e alla pratica, estendersi ulteriormente; ibid., f. 113r-v, S. S. Ep. Mod., 1912, R. 12 F. 4 f. 65r lettera di mons. Radini Tedeschi al card. Merry d. Val, 9 marzo 1912, f. 67r-68r risposta interlocutoria, 14 marzo. f. 71r­ 72r Statuto, f. 73r risposta definitiva, 8 aprile.

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14. Deroga al non expedit

Mons. Radini Tedeschi nella lettera al card. Merry d. Val del 30 settembre 1911 trasmise il memoriale di Rezzara in attesa di istruzioni per il comportamen­ to dei cattolici nelle elezioni. Già Pio X, richiesto di istruzioni al riguardo nel 1908, aveva risposto con un autografo nel novembre, ribadendo le decisioni comu­ nicate a Rezzara ricevuto in udienza in questi termini: l) i cattolici non diano l'appoggio a un candidato socialista, radicale ecc., ma al deputato uscente non settario e affidabile per i princìpi d'ordine e di pubblico benessere; 2) nel caso di candidati massoni, anticlericali ecc., vale una candidatura spe­ ciale di persone benevoli concordata con frazioni amiche, a condizione di buona probabilità di riuscita, 3) non si consiglia di candidare persone spiccatamente cattoliche con l'idea di formare un centro che la S. Sede non potrebbe riconoscere per le gravi responsa­ bilità che ne conseguirebbero; ibid., S. S. Ep. Mod.. 1911, R. 80, f. 98r-v, f. lOOr-v risposta con copia delle istruzioni riservate, 5 ottobre; 1912, R. 80 f. lOOr-101v comunicazioni a Ottorino Gentiloni presidente dell'Unione elettorale cattolica, 29 maggio 1912, sulla formazione di comitati per preparare gli elettori dopo la legge sul suffragio universale( caso specifico la Sicilia) col divieto di Pio X ad ammettere persone aventi carattere politico; 1904, R. 12 F. 3 f. 148r-149v primo convegno dei propa­ gandisti cattolici lombardi, lettera di Rezzara al card. Merry d. Val e risposta, 10-13 luglio 1904; 1908. R. 12 F. 6 f. 111r-112r, f. 12Ir-v, 123r-v lettere di Medolago Albani a Pio X sul l corso dei propagan­ disti cattolici tenuto a Bergamo (21-30 ottobre 1908),28 settembre, f. 115r-l17v, f. 125r-v risposte di simpatia e di approvazione, f. 126r-13Ordocumentazione e Statuto sulla lega dei propagandisti, tra i fon­ datori Achille Grandi; R. 1913, R. 12 F. 12 f. 121r lettera di Medolago Albani al card. Merry d. Val sui propagandisti per farli rimanere alle dirette dipendenze dell'Unione economico-sociale, Il ottobre 1912, f. I23r-v risposta di consenso, 15 ottobre; 1913, R. 80 F. 4 1'. 62r-126r dossier sulle elezioni politiche dell'ottobre 1913, f.63r-v lettera di Medolago Albani a mgr. Nicola Canali sostituto della Segreteria di Stato sulle divisioni della commissione elettorale della direzione diocesana, dimissio­ naria, lo sforzo di far accettare ai parroci candidature clericali contro le norme della S. Sede, la neces­ sità di un intervento di Gentiloni e Canali, f.66r-68r candidatura del sindaco di Bergamo G.B. Preda al collegio di Caprino, suo proclama, annuncio su L'Eco di Bergamo, 4-5 giugno 1913, e su La

Perseveranza" Una candidatura ufficiale del Vaticano", lO giugno; f. 73r-78r rapporto di Gentiloni a mons. Canali sul caso Bergamo, 31 maggio, con valutazioni di Rezzara che promette di non portare un candidato cattolico contro Silvio Crespi a Caprino (ma è risaputo che i parroci corrono in automobi­ le a fargli propaganda e lui fa distribuire statue di S. Giuseppe e S. Antonio a scopo elettorale, commento:

"et nune erudimi!") e riappoggiare Carugati a Zogno; 1'. 79r-v lettera di Gentiloni (con la nota a com­ mento: "Sono matti questi bergamaschi? ... non ci si può più fidare di nessuno") a mons. Canali sulla ricandidatura di Preda con la sua lettera su L'Eco di Bergamo, annunciata dal Corriere della Sera "Una

candidatura ufficiale cattolica?", 9 giugno; f. 81r lettera a Medolago Albani sulla situazione dei col­ legi elettorali per una soluzione ottimale, Il giugno; f. 83r-87r nell' esposto non firmato sulla situazione elettorale si indica nel gruppetto di cattolici capitanato dal direttore de L'Eco di Bergamo l'uso della violenza per imporre candidati contro le direttive della S. Sede, la vittoria degli zelanti delle candida­ ture cattoliche, l'abbandono delle intese coi deputati liberali; 1'. 88r la nota del card. De Lai che rileva il disappunto del card. Agliardi per l'imposizione di mons. Radini Tedeschi a Preda di candidarsi

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contro il conte Suardi e Crespi, deputati uscenti conservatori, disposti a accettare le note condizioni, con conseguente divisione dei cattolici e col pericolo di dare ai socialisti il comune; f. 90r-92r relazione su deputati e candidature dei collegi (con relativa nota a matita, forse di mons. Canali o di un addetto della Segreteria di Stato). Su Bergamo (a matita a.m.: in questo collegio si scrisse inculcando la neces­ sità dell' astensione degli elettori cattolici) col deputato uscente avv.A. Rota eletto contro la candida­ tura del cattolico avv. Paolo Bonomi, è consigliata ai cattolici l'astensione, a meno di una candidatu­ ra moderata costituzionale da appoggiare, o di una anticlericale, votando in tal caso il Rota; a Caprino (a matita a.m. : anche per questo collegio s'inculchi l'astensione perché non avendo il Crespi concor­ renti, non v'è necessità da parte degli elettori cattolici di accedere alle urne) per Crespi, che gode l'ap­ poggio di molti parroci, si consiglia l'astensione o il voto a suo favore nel caso di candidatura anti­ clericale; a Zogno (a matita a.m. : in questo collegio s'insista perché i cattolici diano tutti il loro voto a Carugati) con tre candidati sostenuti da tre correnti irriducibili capitanate da parroci e clero (Egildo Carugati del partito moderato, innocuo, avv. Luigi Locatelli appoggiato dalla commissine elettorale dio­ cesana per una candidatura cattolica, B. Belotti, radical-socialista) si consiglia la rielezione di Carugati tenuto conto delle direttive pontificie (a matita: si insista perché i cattolici diano tutti il voto al Carugati); a Trescore al deputato uscente Gianforte Suardi che non gode stima e tuttavia è sostenuto dall'ono Paolo Bonomi, si può contrapporre il moderato Cesare Pesenti o la candidatura cattolica di Pietro Cavalli (a matita: se Pesenti accetta con probabilità di riuscita i cattolici lo votino, altrimenti si asten­ gano). Sui candidati di Martinengo, conte Giacinto Benaglio, Treviglio, Agostino Cameroni, Clusone, avv. Paolo Bonomi, si dava per certa la rielezione; f.9Ir-96v lettera di Rezzara al card. Merry d. Val per giustificare il suo operato circa la candidatura ritirata di Preda a Caprino, e la risposta a Gentiloni in un memoriale, con le conclusioni sul da farsi nei collegi di Caprino (monsignor Francesco Benedetti rettore del collegio di Celana era il primo firmatario di una lettera, con molti parroci e sacerdoti, a favore di Crespi), Trescore e Zogno, recato da due membri della direzione diocesana a Gentiloni a Roma, 23 giugno 1913, f. 97r confermata a Rezzara la fiducia di Pio X, 26 giugno; f. 9Sr-lOlv mons. Radini Tedeschi riferisce al card. Merry d. Val circa le norme date verbalmente alla direzione diocesana per le elezioni che richiamano i principi generali della S. Sede sull'astensione dei cattolici, a meno di un pericolo per i supremi interessi religiosi e sociali, e accenna al caso di Bergamo dove all'arch. Giacomo Frizzoni candidato dai radical-massoni e democratici liberali si contrappone dai liberali moderati il conte Mellini, il che legittima ai cattolici l'accesso alle urne; l'ipotesi di cattolici deputa­ ti, non di deputati cattolici, per tener fuori dalle competizioni politiche la religione e non costituire un centro cattolico in Parlamento, 23 luglio; f. I02r-103v risposta a rnons. Radini Tedeschi di conferma delle sue tesi, con richiesta di chiarire i limiti della morale certezza e grande probabilità di un felice risul­ tato con il voto dei cattolici alloro candidato, 26 luglio; f. I04r-106r lettera-memoriale del presiden­ te della 3' sezione Rodolfo Alessandri e del vice presidente della direzione diocesana don Clienze Bortolotti a mons. Radini Tedeschi sui candidati nei collegi elettorali, Mellini a Bergamo, Benaglio a Romano, Carugati a Zogno, Bonomi a Clusone, Cameroni a Treviglio, G.F. Suardi a Trescore, Crespi a Caprino; f. l07r-1OSve nota di mons. Radini Tedeschi al card. Merry d. Val sulla necessità, in base al memoriale trasmesso, che i cattolici partecipino al voto per evitare mali peggiori, che sono escluse candidature cattoliche e che i candidati, tranne Suardi, si sono dichiarati a favore dei punti richiesti dall'Unione elettorale cattolica, 3 settembre; f. 109r-11Ovrisposta del card. Merry d. Val che Pio X con­ cede la deroga al non expedit lasciando al prudente giudizio di mons. Radini Tedeschi, con le neces­ sarie facoltà, accordare ai cattolici l'accesso alle urne, 13 settembre; f. 111r-112v richiesta di Rezzara a mons. Radini Tedeschi di direttive precise, 13 settembre; f. I 13r-114r invio della lettera di Rezzara al card. Merry d. Val, 13 settembre; f. 122r lettera di mons. Radini Tedeschi al card. Merry d. Val, 2 otto­

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bre 1913. sulla necessità che i cattolici non si astengano come nel 1909 ma sostengano Bonomi a Clusone, diversamente gli alleati moderati potrebbero rompere gli accordi fatti, sul voto a Crespi, dal quale occorrono maggiori garanzie di appoggio agli interessi locali e più benevolenza verso l'orga­ nizzazione cattolica. nonostante la sua firma data a Gentiloni, sul caso Suardi, moderato, appoggiato con contrasti tra i cattolici, con l'interrogativo sul che fare senza la sua firma degli accordi; f. l24r-125v risposta del card. Merry d. Val, 9 ottobre, circa il caso di Clusone, dove mancano al candidato antagonisti, e il permesso ai cattolici, se necessario, di votare individualmente e non come collettività, a meno di non giudicare più opportuna una dichiarazione ufficiale della deroga del non expedit, con l'assoluto riserbo sull'intervento della Segreteria di Stato; per Caprino e Trescore si suggerisce ai cattolici il voto compatto al candidato che a parole o per scritto accetta i punti dell'accordo; f. lI5r-116r, l17r­ ll8r, l20r lettere di Rezzara al card. Merry d. Val sui candidati Bonomi, Crespi ( Steffini suo rivale si è ritirato) e Suardi, e sulla necessità di un criterio uniforme da seguire nelle votazioni per tutti i colle­ gi, 25-30 settembre, 21 ottobre.

15. Il caso Guido Mattiussi s.j, Don Alessandro Cavallanti, integrista, direttore de L'Unità Cattolica, con­ dusse una campagna antimodernista con la fiducia dei padri gesuiti Mattiussi e Chiaudano, del card. De Lai, di mons, Bressan e di Pio X. Le condanne del S. Officio venivano abitualmente dopo quelle annunciate su L'Unità Cattolica. I due gesuiti erano contrari alla linea troppo blanda de La Civiltà Cattolica e alimen­ tavano la corrente estremista nei periodici tradizionalisti italiani, senza mai fir­ marsi. I buoni rapporti tra Cavallanti e il card. De Lai servivano per far giungere a quest'ultimo le richieste degli integristi. L'avv. Stefano Sala scriveva il21 settembre 1911 al Cavallanti "L'em.mo De Lai ha gradito i suoi saluti e mi ha detto che per Bergamo si è già provveduto". Il riferimento era per la difesa di padre Mattiussi, sollecitata da don Cavallanti dopo la polemica scatenata con le sue conferenze a Bergamo, con l'attacco indiscrimi­ nato a tutto il giornalismo cattolico lombardo e l'accusa di modernismo a certi ambienti del Seminario e al giornale cattolico L'Eco di Bergamo. Medolago Albani nel riferire al card. Merry d.Val che a p. Mattiussi era sfug­ gita la frase "in Lombardia, ad eccezione di due soli, L'Ordine di Como e Il Cittadino di Mantova, non vi è più un giornale veramente cattolico" scriveva di un chiasso intempestivo, di fatti falsati attribuiti all'oratore su cose assolutamente non dette, di montatura "dei nostri semimodernisti purtroppo numerosi anche nel clero della diocesi bergamasca ". Ne seguì la protesta a Roma, "opera dei soliti" commentò Medolago Albani in una successiva lettera, che "sono riusciti a mescolarvi l'autorità del Vescovo ": egli ne temeva per la Scuola Sociale e per l'Unione Economico-Sociale, e concludeva che L'Eco di Bergamo aveva rifiutato di pubblicare la lettera del segretario di Stato in risposta all'indirizzo degli alunni della scuola a Pio X. P. Mattiussi scrisse a Pio X il 3 ottobre, e venne la risposta di mons. Bressan dopo 4 giorni con l'assicurazione che il papa era informato di tutto "ben conten­ to che abbia messo il dito sulla piaga. Nessuno oserà chiederle ritrattazione.. .Ella 894


può stare dunque di buon animo". Nella lettera aperta a L'Eco di Bergamo, lO marzo 1912, p. Mattiussi si difese e ribadì il suo integralismo. Da ciò prese lo spunto Antonino Di Stefano intitolando il suo articolo polemico Un barbier ita­ lien exalté par le Pape (Revue modemiste intemationale, I, 1912, p. 39-41). P. Mattiussi ricorse a Cavallanti per esser difeso presso De Lai, suggerendo spunti sul card. Ferrari che non lo gradiva più a Milano e per favorire la sua chiamata a Roma, avvenuta nel 1912 come professore alla Gregoriana. Mattiussi ispirò la campagna contro p. Semeria, privato da Pio X della facoltà di predicare, indicò a Cavallanti autori semimodemisti da attaccare, polemizzò sul libro di Couget stam­ pato nella versione italiana con l'imprimatur del maestro dei sacri palazzi. Fu l'a­ nima nera de L'Unità Cattolica, confortato dall'orientamento vaticano e dal card. De Lai; ibid., S. S. Ep. Mod., 1911, R. 12 F. 20 f. 107r-v, f.lllr, lettere di Medolago Albani al card. Merry d. Val, 22 settembre-16 ottobre 1911.

16. La Scuola Sociale Cattolica

L'inaugurazione della Scuola sociale cattolica nella Casa del Popolo con la prolusione del prof. Toniolo e di mons. Radini Tedeschi è descritta in ibid., S. S. Ep. Mod., 1910, R. 12 F. 9, f. 218r-23Ir, 284r: agli iscritti, circa 100, sono distribuite le dispense dei pro­

fessori avv. Bertone, Appunti di diritto commerciale, Arduino, Consiglio superiore del lavoro, Legislazione operaia, p. Biederlach. Principi dell'ordinamento economico cristiano; f. 285r-287r

Rezzara con lettera del 25 ottobre 1910 fa omaggio al card. Merry d. Val e a Pio X delle sue lezioni tenu­ te dal 15 agosto al 15 settembre La scuola nella legislazione italiana, che Pio X gradisce, risposta 4 novembre; 1911, R. 12 F. 17 f. 123r Medolago Albani invia al card. Merry d. Val la raccolta delle lezioni del primo anno della Scuola, 3 aprile 1911, f. 125r-v risposta di apprezzamento per la competenza dei professori che fa ben sperare, 17 aprile; f. 126r-128v Albani informa sull'inizio del 2° corso, 16 ago­ sto, e ottiene la Benedizione Apostolica, 9-13 agosto, f.129r-v lettera di Medolago Albani a Pio X sulla Scuola che si avvale di ottimi professori, frequentata da 85 teologi del Seminario di Bergamo i qua­ li sentono p. Guido Mattiussi professore di apologetica, che terrà il 12 e 13 settembre nel Seminario di Bergamo, con accesso libero a tutti, due conferenze sul tema Errori del Loisy nella Storia della Chiesa antica del Duchesne, Principi direttivi di un giornale cattolico, 5 settembre; f. 134r risposta di

compiacimento di Pio X per le notizie e il progresso della Scuola; f. 137r-138r Medolago Albani refe­ risce a Pio X sulle lezioni di p. Mattiussi, tenute su replicate richieste degli uditori, dicendo "ve rità scot­ tanti accolte con viva e generale soddisfazione, e di fuori, i soliti, se ne dolsero non poco, pel primo il direttore de L'Eco di Bergamo, ma nulla più", sottolinea la scarsità dei mezzi finanziari, la necessità

sia di far capire al Vescovo che al Papa è gradito l'invio dei chierici e l'uso del Seminario, sia di auspi­ care che la Scuola venga molto frequentata e vi insegnino professori sicuri per apologetica e sociolo­ gia, 16 settembre, f. 139r-140r indirizzo degli allievi a Pio X con 18 firme; f. 135r Pio X segna per­ sonalmente i punti di Albani per una risposta, f. 141r, inviata i130 settembre dal card. Merry d. Val; 1912, R. 12 F. 15 f. 12r-v lettera di Rezzara al card.Merry d.Val sulle lezioni alla Scuola, sull'azione combinata delle sette religiose e dello Stato italiano allo scopo di avere il monopolio e la scristianizzazione del popo­ 10,17 settembre 1912, f. 14r-v autorizzazione a pubblicarle: 1914, R. 12 F. 2 f. 94r-102v corrispondenza di Medolago Albani sulla Scuola (1912: uscita Lire 4.630, entrate Lire 4.700), progetto di Statuto e rego­ lamento, materie d'insegnamento, f. l04r sua approvazione da Pio X, 6 febbraio 1912, f. 105r-107r scam­

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----------------bio di telegrammi per apertura, 18-20 settembre,f. IlOr-III v indirizzo di saluto degli allievi a Pio X, f. 112r-113r riassunto sulla Scuola inviato da Medolago Albani a Pio X, f. Il3r-v firma di 34 alunni tra i quali don Giovanni Minzoni di Argenta, 23 settembre, f. 116r-v risposta di compiacimento, 4 ottobre; f. 118r-122r scambio di telegrammi per l'anno scolastico 1914, f. 120r istruzione a Medolago Albani per seguire le norme degli altri istituti nel conferimento della laurea in scienze sociali, 17 agosto 1914; 1915, R. 12 F. 14 f. 154r-158r modifiche allo Statuto, rescritto di Pio X (24 ottobre 1913) per il con­ ferimento della laurea in scienze sociali, Medolago Albani alla Segreteria di Stato, 3 agosto 1915, f. 166r­ 167r Benedetto XV affida a Medolago Albani la direzione della Scuola, 21 dicembre 1915.

17. L'Eco di Bergamo nel25 di fondazione D

La ricorrenza è documentata in

ibid., S. S. Ep. Mod., 1905, R. 162 F. 2 f. 54r lettera di

Medolago Albani presentata da mons. Radini Tedeschi, 20 aprile 1905, f. 55r lettera di mons. Radini Tedeschi con la richiesta di breve o lettera pontificia e una onorificenza pontificia a Pietro Massinari in servizio da 25 anni, 20 aprile, f. 52r-53r lettera della direzione e amministrazione de L'Eco a Pio X con il ricordo della sua realizzazione "dopo lunghi studi e non lievi fatiche e sacrifici, fatti dalla par­ te migliore del clero e dellaicato cattolico, sotto gli auspici del compianto vescovo mons. Guindani ... contribuì in modo efficacissimo a far nascere, sviluppare e fruttificare una bella corona di associazio­ ni e di opere cattoliche le quali, alla loro volta, giovarono assai a mantenere vivo e operoso il tradizionale spirito cattolico ... ", e in f. 58r telegramma commemorativo con promessa di devozione e obbedien­ za. 20 aprile, f. 44r lettera pontificia a Medolalgo Albani e al consiglio de L'Eco, con l'onorificenza di Cavaliere dell'Ordine di S. Silvestro a Massinari, 27 aprile.

18. Medolago Albani e l'Unione Economico-Sociale Stanislao Medolago Albani ricevette la conferma a Presidente del II gruppo dell'Unione Economico-Sociale dopo la soppressione del comitato permanente dell'Opera dei Congressi, e alla sua richiesta di istruzioni per le linee operative secondo il motu proprio di Pio X sull'azione popolare cristiana, rispose il card. Merry d. Val, 30 luglio 1904; ibid., s. S. Ep. Mod., 1904, R. II F.2 f. 148r-153v; 1904, R. 162 f. 134r-136v Il Domani d'Italia organo ufficiale del II gruppo fu trasferito da Roma a Bergamo, fu ceduto al rev. Carlo Grugni, Piccola società della buona stampa, a condizione di seguire le direttive pon­ tificie, e fu sostituito con una rivista-bollettino, 17-25 maggio 1904; 1905. R. 12 F. 2 f. 141r-I 54r cor­ rispondenza di Medolago Albani col card. Merry d. Val sulla cessazione dell' annuo sussidio al comi­ tato sciolto e l'assegnazione di Lire 12.000 annue al II gruppo, IO ottobre 1904-5 luglio 1905; 1910, R. 12 F. 8 r. 47r-50v indicazioni di Medolago Albani alla riunione di Modena dei presidenti delle cin­ que unioni generali, 12-26 agosto 1910; 1909,R.12F.I f.143r-l44v,f.157r,f.159r-l64vMedolago Albani sullo statuto di schema della federazione delle unioni professionali, necessità della loro con- . fessionalità, lettere a Pio X e al card. Merry d. Val, 18-26 febbraio 1909, risposta, 19 marzo; 1910, R. 12 F. 7 f. 93r, 100r, I86r, 201r-v, 205r, 211-231, tesi di Medolalgo Albani sulla confessionalità delle unio­ ni professionali al XX congresso dell' Azione Cattolica a Modena. 23-27 ottobre 1910; 1911, R. 12 F. 9 f. I00r-118r lettere di Medolago Albani a Pio X e approvazione sullo spirito prettarnente cattolico nel­ le finalità delle associazioni del II gruppo, nuovo Statuto sostitutivo di quello approvato il 24 marzo 1906

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---_......_"---------~----~~allo scopo di legare più strettamente l'azione sociale cattolica ai vescovi e alle direzioni diocesane, 31 gennaio 1911, f. 123r ricostituzione dell'Unione Economico-Sociale in 4 segretariati l.per l'organiz­ zazione professionale 2. per le cooperative e istituti agricoli 3. per gli istituti di assistenza e previden­ za 4. per gli istituti di credito, f. 119r-121r approvazione, 15 febbraio, f. 124r-v ringraziamento a Pio X da Medolalgo Abani, Benassi e mgr. Daelli assistente ecclesiastico dell' Unione Economico-Sociale, f. 126r-136r sua presentazione al Rubini, 18 maggio, f.137':142 documentazione; 1912, R. 12 F. I f. 5r Medolago Albani comunica al card. Merry d. Val i presidenti dei 4 segretariati, prof. don Giuseppe Arena, Medolago Albani, N. Rezzara, e per il4 o la designazione della S. Sede, 15 dicembre 1911, f. 9r-v e 7r assenso di Pio X e risposta di Medolago Albani, 7-10 gennaio 1912; 1914, R. 12 F. l7 f. 4r-6v dimis­ sioni di Medolago Albani dalla presidenza, 3 settembre 1914, f. 8r-v riconfermato da Benedetto XV. 14 settembre; 1914, R. 12 F. 12 f. 12r-15r, f. 85r- 98r, 102r, l04r-lllr, 115r-117r corrispondenza tra Medolago Albani, conte dalla Torre, card. P. Gasparri sul nuovo Statuto dell'Unione Economico­ Sociale in rapporto alle altre componenti dell' Azione Cattolica e dell'Unione elettorale, 25 aprile-8luglio 1915, f. 152r-155v riunione delle federazioni per il nuovo Statuto a Milano, 13 agosto 1915.

19. Attività di N. Rezzara nel campo giornalistico

N. Rezzara fu invitato nell'aprile del 1910 alla Presidenza dell'Associazione del­ la Stampa Cattolica Italiana e dell' Associazione dei giornalisti cattolici italiani che nel 15° di fondazione aveva istituito una cassa pia di previdenza e adottato un nuovo Statuto, 23 novembre 1909, (in vigore dal I" gennaio 1910), che venne inviato da padre Chiaudano s.j. a Pio X con l'omaggio del suo opuscolo Giornalismo cattolico; ibid., S. S. Ep. Mod., 1910, R. 162 F. 2 f. 79r-98r. La Santa Sede non rico­ nobbe conformi alle direttive pontificie e alle norme della lettera di Pio X inviata all'episcopato lom­ bardo, l ? luglio 1911, L'Avvenire d' Italia, Il Momento, Il Corriere d' Italia, Il Corriere di Sicilia, 162 F.6 f. 166r rimessa a p. Chiaudano la lettera autografa pontificia di nomina a direttore de La Civiltà

Cattolica; 1913, R. 162 F. I f. 85r da Acta Apostolicae Sedis, 21, 2 dicembre 1912, circolare ai supe­ riori degli Ordini regolari e altri istituti religiosi del card. Giuseppe Calasanzio Vives y Tutò, 15 gen­ naio.

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IV - L. M. MARELLI

1. Elemosine di S.Messe Con autografo di Pio X mons. Radini Tedeschi era stato autorizzato a rimettere direttamente alla S. Sede intenzioni di sante messe con l'elemosina a L. 1.00, da distribuire ai Vescovi che ne facevano richiesta, trattenendo la differenza in più per le opere di istruzione catechistica e altre istituzioni diocesane. In base a tale indulto, mons. Marelli chiese e ottenne da Benedetto XV la facoltà di continuare nella pratica col rescritto del 19 maggio 1915 per un quinquennio. Fu effettuato l'invio di 5.000 intenzioni di sante messe per Lire 5.000, 13 luglio 1915, di 1.000 per Lire 1.000, lO ottobre 1915, di 3.000 per Lire 3.000, di 1.000 per Lire 1.000, di 5.000 per Lire 5.000,5 febbraio 1917, di 3.000 per 3.000 Lire, l ° marzo 1917, di 1.000 per Lire 1.000,6 febbraio 1916, di 5.000 per Lire Lire 5.000,16 agosto 1916, di 10.000 per Lire 10.000,14 aprile 1917; ASV, s. S. Ep. Mod., 1915, R. 3 E 5 f. 104r-v, lettera di mons. Marelli a Benedetto XV, f. 106r-l 07r indulto a mons.

Marelli, 19 maggio, f. 108r-l10r invio di elemosina e accusa ricevimento, 13 luglio-Zagosto; R. 12 E13 f.l11r-v,2IOr; 1916,R.100E2f.12r-15r,22febbraio 1916; 1917,R.3 E2f.15r-16r;R.lOOE2 f. 61r; 1916, R. 100 El f. 208r-2IOr; R. 100 E 4 f. l77r-179r; 1917, R. 3 F. 4 f. 106r-108r.

In base all'indulto accordato, Mons. Marelli continuò l'invio alla Santa Sede dell' offerta delle elemosine: di Lire 20.000 per 19.072 sante messe, di Lire 10.000 per 9.679 s. messe, di Lire 10.000 per 8.726 s. messe, di Lire 10.291.50 per 10.000 s. messe, di Lire 25.000 per 20.791 s. messe, di Lire 20.000 per 18.500 s. messe, di Lire 10.000 per 7.342 messe, di Lire 50.000 per 45.105 messe, di Lire 20.000 per 18.929 s. messe, di Lire 50.000 per 45.105 s. messe, Lire 30.000 per 27.261 s. messe, di Lire 50.000 per celebrazione di sante messe, di Lire 25.000 per 15.221 sante messe; 1917, R. 3 E lO f. 154r-155r, 17 ottobre 1917; 1917, R. 100 E 4 f. 185r-187r, 13 luglio 1917; 1918, R. 3 E2 f. 62r-63r, 9 aprile 1918; 1918, R. 3 E 5 f.182r, 4 settembre; 1920, R. 3 E 9 f. 86r, 92r, 30 aprile, 9 settembre 1920; 1920. R. 3 E 2 f. 33r-34r, 6 febbraio 1920; 1920, R. 3 E 5 f. 97r-98r, 29 maggio 1920; 1921, R. 3 E 8 f. 23r-24r, 24 settembre 1921.

2. Associazione di Mutua Carità fra il clero L'Associazione di Mutua Carità fra il clero sorse per iniziativa del collegio dei parroci urbani nel 1897 con 137 soci iscritti, ne contava 744 nel 1916; aveva dal 1897 entrate per Lire 152.652.00, uscite Lire 78.763.97, per patrimonio a13 giu­ gno 1916 Lire 78.763.97. Nel 20° di fondazione fu inviato a Benedetto XV un messaggio su pergamena, in latino, corredato coi dati su esposti e con offerta di Lire 1.000. La risposta fu un augurio di incremento e sempre florida e feconda vitalità. Ne divenne in seguito presidente don Agostino Musitelli; ibid., s. S. Ep. Mod., 1916, R. 12 E 9 f. 202r-204r, 17 dicembre 1916.

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3. La Scuola Sociale Cattolica e la S. Sede La Scuola Sociale Cattolica venne affidata da Benedetto XV a Medolago Albani dimessosi da Presidente dell'Unione Economico-Sociale,cui subentrò il con­ te Carlo Zucchini. Medolago Albani in previsione di un cambio di indirizzo del­ la Unione Economico-Sociale, volle la piena indipendenza della Scuola e ne ela­ borò lo Statuto approvato dalla S. Sede. Da Presidente eletto dalla S. Sede e con 4 membri di libera elezione del consiglio generale dell'Unione, Medolago Albani esprimeva ancora il timore di dipendenza della Scuola, e nell' appunto della Segreteria di Stato, probabilmente del Sostituto mons. Federico Tedeschini, è notato a.m."Ma che cosa teme? che vi entreranno degli eretici?" Un'altra preoccupazione di Medolago Albani riguardava il possibile trasferi­ mento dell'Istituto ad altra sede, e la nota (a.m.) precisava "per ciò che riguarda la Scuola Sociale siccome il timore di Medolago Albani, come mi ha detto il S. Padre, è che la Scuola sia tolta da Bergamo, non occorre rispondere. L'unica cosa buona che in proposito egli dice, è che resti ferma l'affermazione della dipen­ denza dalla S. Sede, il resto è timore" La Scuola rimase sospesa nel 1915 -1916 a causa della guerra. Alla richiesta degli allievi di presentarsi agli esami senza l'attestato di frequenza, fu opposto un netto rifiuto, ritenuto opportuno dallo stesso Benedetto Xv. La Scuola riprese nel 1918 e Medolago Albani propose di aggiungere un corso di diritto canonico per il Codice appena entrato in vigore. Con la morte di mons. Daelli, delegato dalla S. Sede, ne fu nominato rappre­ sentante il Vescovo. A Medolago Albani fu fatto osservare che data la brevità del 3°corso, non si poteva considerarlo di perfezionamento, perché sarebbe scaduto il valore della laurea e tolto prestigio alla Scuola; si doveva distinguere tra attesta­ to di perfezionamento e tesi autentica di laurea con diploma. Nel 1919 fu aggiun­ to l'insegnamento di Economia sociale a integrazione di Sociologia; ibid., S. S. Ep. Mod .. 1916, R. 12 F. 3 f. 3r-7rdimissioni di Medolago Albani e elezione di Zucchini, 10-15 novem­

bre 1915. f. 9r-21v nomina di Medolago Albani, sue richieste e programmi per la Scuola, 22-26-28 dicembre; 1915, R. 12 F. 14 f. 155r-156r, 158, rescritto di Pio X per il conferimento della laurea in scien­ ze sociali, 24 ottobre 1913, Statuto, f. 163r-v volontà espressa di Benedetto XV a Medolago Albani che la Scuola sia direttamente sottoposta alla Santa Sede, 13 agosto 1915, f.l64r-v Medolago Albani al card. Gasparri sui programmi della Scuola e sugli indirizzi dell'Unione Economica e Sociale, 17 ottobre 1915; 1915, R. 12 F. 12 f. 116v. citazione, f. 118r-120r lettera a Medolago Albani sullo Statuto, 19 maggio 1915, f. 121r- 145r osservazioni sullo Statuto e modifiche nella corrispondenza con mons. Tedeschini, card. Gasparri, Giuseppe dalla Torre, 26 maggio-26 giugno 1915; 1915, R. 12 F. II f. II Or-112v lettera di Medolago Albani al card. Gasparri e risposta di consenso sulla sospensione del­ la Scuola, 14-19 giugno 1916; 1916, R. 12 F. 5 f. 142r-143v circa la frequenza ai corsi, lettera di Medolago Albani al card. Gasparri e risposta, 10-18 giungo 1916; 1916, R. 12 F. 7 f. 62r-63rcirca la sospensione della Scuola nel 1916, ridotta a 10 allievi per iii anno, 8 per il Z" e 2 per il 3°, lettera di D

Medolago Albani al card. Gasparri, 28 luglio 1916; 1918, R.12 F. 7 f. 16Or-I72v corrispondenza col card. Gasparri, 6 giugno-l7 settembre: 1919, R. 45 f. 19r-21v nota di Medolago Albani, 22 luglio 1919, al card. Gasparri di non poter inviare i programmi per lo sciopero dei tipografi e chiede il benestare per l'avvio della Scuola, concesso con lettera 29 luglio e la nomina di mons. Marelli a rappresentante del­

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-----------------la S. Sede; 1920, R. 45 f. 51r-53v corrispondenza con la Segreteria di Stato per il corso annuale, 21 set­ tembre - 24 ottobre 1920; 1921, R. 45 f. 41r-42r telegramma di mons. Carminati al card. Gasparri per inizio Scuola e risposta, 18-19 agosto 1921; 1919, R. 160 F. I f. 66r-68r, 74r-80v omaggio con dedi­ ca a Benedetto XV del volume delle lezioni di padre G. Monetti, s. j., sul diritto internazionale, cor­ rispondenza di Medolago Albani con mons. Federico Tedeschini sostituto della Segreteria di Stato, 17-28 aprile, 14 giugno 1919; 1921, R. 12 F. 3 f. l17r-124r richiesta di Benedetto XV di pubblìcazioni dell' Istituto cattolico di Scienze sociali, già Scuola Cattolìca Sociale. da destinare a un eminente per­ sonaggio che stava provvedendo alla fondazione di un simile istituto all'estero e loro invio tranne il 3° volume di Sociologia. di padre Monetti, s.j., e di Lezioni di Pedagogia di padre S. Profumo, s.j., esau­ riti, corrispondenza mons. Marelli e Medolago Albani con mons. Federico Tedeschini, IO gennaio­ 3 I marzo 1921.

4. II Sindacato dei lavoratori della terra Era in via di costituzione a livello nazionale un sindacato dei lavoratori della terra sotto la presidenza dell' ono avv. Tovini, aspramente criticato da Medolago Albani strenuo sostenitore delle unioni professionali di chiara identificazione con­ fessionale, legate all'Unione Economico-Sociale. Il fatto venne segnalato a Pio X che con telegramma dispose"Unione Economica Sociale sia affatto estranea a qualunque convegno sindacati da essa non promos­ so"; ibid., S. S. Ep. Mod., 1914, R. 12 F. 15 f. 3r-5r, f. 105r-106r, 7-9-22 luglio 1914. La stessa avversione ad abbinare sindacato-cattolìco o sindacalismo-cattolico, al pari di anarchico-cattolico, fu espressa da mons. Luigi Daelli al sostituto della Segreteria di Stato. mons. Nicola Canalì; ibid .• S. S. Spogli.... Merry d. Val, cartella Ci lettera 5 marzo 1914.

5. Don Luigi Facchinetti delegato dell'Unione Popolare Mons. Marelli con lettera del 18 giugno 1915 al clero della città e diocesi di Bergamo nominò delegato diocesano dell'Unione Popolare don Luigi Facchinetti, con un ufficio proprio in seno alla prima sezione della Direzione diocesana, costi­ tuito dagli incaricati parrocchiali di città e da altri da cooptare, facendo obbligo che nel 1916 fosse istituito in ogni parrocchia il gruppo dell'Unione con l'iscrizione dei capifamiglia e dei sacerdoti, e la pubblicazione delle offerte sul bollettino della curia. Il conte Giuseppe dalla Torre presidente generale lodò l'iniziativa; ibid .. S. S. Ep. Mod., 1915, R. 12 f. 8r-9r.

In merito alla Giunta diocesana, i cui membri si erano dimessi, mons. Marelli, nell' attesa dei nuovi statuti, aveva chiesto al card. Gasparri suggerimenti di fron­ te a una duplice tendenza, quella del vecchio partito incline a escludere l'Ufficio del Lavoro, e l'altra più aperta. Il card. Gasparri gli scrisse che era libero di nomi­ nare i membri senza attendere il nuovo statuto, procurando che fossero in pieno accordo con lui per meglio eseguire le direttive della S. Sede; 1915, R. 3 F. 5 f. 99r-v lettera di mons. Marelli al card. Gasparri, 11 luglio 1915, f. 1Olr-v risposta 2 agosto.

Dopo la guerra la Giunta diocesana riorganizzò le istituzioni sotto la presi­

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denza del dottor Giuseppe Locatelli e l'assistente don Severo Pasinetti;

1917, R. 3 F.

12 f. 155r-161r corrispondenza di mons. Marelli e Locatelli col card. Gasparri, 17-24-31 dicembre 1917.

6. Messaggi di fedeli bergamaschi a Benedetto XV Gli eredi di don Arnoldi, parroco di Lurano, consegnarono a mons. Marelli cinque obbligazioni da Lire 500 cadauna della Società delle ferrovie dell' Austria meridionale Sudbahn, da destinare per 113 all'Opera della S. Infanzia e per 213 alla congregazione per la Propagazione della Fede; ibid., S. S. Ep. Mod., 1917, R. 3 F. 10 f. 154r-159r mons.Marelli nella lettera allude a una precedente identica offerta consegnata personalmente a Benedetto XV nel dicembre 1916, 17 ottobre-I 7 novembre 1917.

Silvio Bertola segretario della Federazione diocesana dei circoli cattolici gio­ vanili bergamaschi invia in omaggio a Benedetto XV e al card. Gasparri su car­ toncino a stampa la preghiera I giovani cattolici ai piedi della Vergine benedetta; a Ponte S. Pietro i giovani danno vita al circolo "Benedetto XV"; 1914, R. 16 F. 2 f. 117r, 120r, 7 novembre, risposta 20 novembre 1914; 1915, R. 12 F. 13 f. 107r mons. Vittorio Masoni al card. Gasparri 20 settembre 1915, f. l09r lettera del circolo firmata da don Piermauro Valoti assistente e da G.B. Epis presidente, 20 settembre, f. l l lr-v risposta di gratitudine per testimonianza di devozio­ ne e attaccamento, IO ottobre.

Operava in Bergamo l'Unione magistrale bergamasca che in occasione del convegno generale indetto dalla sezione locale Nicolò Tommaseo in risposta all'in­ dirizzo di fedeltà ai princìpi dell' Azione Cattolica e agli esempi di N. Rezzara inviato a Benedetto XV, ricevette il suo telegramma con l'auspicio che i soci con­ cordi nei propositi e nell' azione indefessa ispirata ai luminosi esempi di Rezzara fossero di aiuto efficace ai genitori cattolici nella grande missione educativa cristiana dei figli; 1916, R. 12 F. 3 f. 216r-218r, 14-23 aprile 1916. Da rilevare che nel 1906 il Vescovo di Brescia in un rappono al card. Merry d. Val aveva segnalato che l'Unione magistrale a Bergamo accoglieva gli iscritti all'Unione magistrale nazionale considerata massonica; 1906, R. 12 F. 3 f. 127r-v, 145r-146r, 7 febbraio 1906.

Tra le testimonianze di solidarietà pervenute a Benedetto XV, è da ricordare la lettera dell'Episcopato lombardo del 25 aprile 1918 contro le calunnie di cui era oggetto per l'opera di pacificazione e del rispetto dei diritti umani. In diocesi oltre la raccolta comunitaria dell'Obolo di S. Pietro, cui fu aggiun­ ta una somma considerevole per la Russia e un buon contributo per la Terra Santa, non mancarono testimonianze di fedeltà a Benedetto XV accompagnate dall'offerta personale dell'obolo, così il can. Giorgi, il comm. Rezzara, suor Bruttomesso, i dia­ coni candidati al presbiterato, Maria Maccari, Felicita Rubini, mons. Rossi retto­ re del collegio S. Defendente di Romano L., i comunicandi di Trescore, i fedeli di Gandino, le Terziarie Francescane di Zogno e le Canossiane in occasione del cen­ tenario, suor Candida Antonioli per il 25° di professione, don Castelli con una sua composizione musicale, don Rossi con il suo saggio Jus funerum, don Angelo Roncalli con la pubblicazione su mons.G. M. Radini Tedeschi (aveva chiesto inva­ no una testimonianza al card. Pietro Gasparri), don Licini, don Giacinto Roncalli, 901


il professor don Antonio Mai e l' ing. Gaetano Visetti con loro pubblicazioni, la Giunta diocesana dell' A.C. con un opuscolo sul movimento cattolico bergama­ sco, la dedica di una delle principali vie di Paratico proposta dal sindaco e dal­ l'amministrazione comunale (non accettata dal Papa), messaggi augurali dal cir­ colo giovani di Leffe, da don Clienze Bortolotti nel 50° della proclamazione del dog­ ma dell'infallibilità pontificia, dalle sordomute della casa della Divina Provvidenza di Bergamo nel 25° di fondazione e dalle allieve del pensionato delle Orsoline di Gandino di via Porta Dipinta. Da Benedetto XV ottennero conforto e aiuto il patronato S. Vincenzo de'Paoli per i giovani a Bergamo con un sussidio di Lire 500 attraverso il presidente Felice Colleoni, Angelica Alessandri un autografo pontificio, don Giuseppe Loverini nel 50° di sacerdozio, le suore di Carità della santa G. Capitanio per il nuovo orfa­ notrofio aperto ad Alzano Maggiore, don Andrea Terzi gravemente ammalato e don Giuseppe Cavadini infermo, Giuseppe Vianello al ritorno dalla guerra, l'abate Raffaele del Papa alcuni paramenti per la basilica di Pontida, Masserini Giuseppe povero e cieco un sussidio di Lire 50, G.B. Brambilla una benedizione per la madre ammalata. Don Lazzari Luigi per le nozze d'oro dei genitori, le suore francesi del Bambin Gesù a Bergamo alta, i coniugi Maria e Alessandro Colleoni un autografo ponti­ ficio nel 50° di matrimonio, mons. Angelo Roncalli per la fiera di beneficenza dell'erigendo oratorio di Serina la medaglia commemorativa annuale del pontifi­ cato e don Guglielmo Carozzi per l'oratorio di Seriate, don Ronzoni un sussidio di Lire 1.000 per l'erigendo asilo e oratorio nella parrocchia di Loreto, padre Davide da Desenzano e don Giovanni Fadini nel 25° del sacerdozio; ibid., S. S. Ep. Mod., 1918, R. 12 F. 6 sull'opera pacificatrice di Benedetto XV; ibid., Guerra 1914-1918, R. 244 F. 451 f. 95r-96v prima offerta della diocesi di Lire 25.000 per la Russia travagliata dai flagelli della fame e del­ l'epidemia, 12 settembre 1921; 1918, R. 100 F. 5 f. 2Or-23v obolo diocesano, 20 luglio-12 agosto 1918; 1916, R. 66 F. I f. 73r can. Angelo Giorgi invia Lire 500 per le missioni cattoliche, 20-30 novembre 1916; 1918, R. 100 F. 6 f. 116r-118r can. Giorgi per il 45° di sacerdozio invia Lire 1.000,20­ 30 ottobre 1918; 1920, R. 100 F. 7 f. 65r-67r can. Giorgi invia Lire 1000 per l'80° di età, 23 luglio 1920; 1916, R. I F. 26 f. I 13r-1l5v il com. Rezzara lascia nelle ultime volontà Lire 1000 al S. Padre" qua­ le attestato di riconoscenza pei benefici ricevuti e per la fiducia più volte accordatami ", I ° febbraio 1916, e il ringraziamento di Benedetto XV che accoglie il " sacro tributo del benemerito campione dell' Azione Cattolica ". 16 febbraio; 1915, R. 100 F. 8 f. 163r-l66r suor Bruttomesso con le suore per le orfa­ ne della casa madre e con l'oratorio femminile annesso all'Istituto Suore delle Poverelle, invia Lire 100, 7-27 dicembre 1915; 1921, R. 100 F. 6 f. 21r i diaconi inviano Lire 50, risposta telegrafica a mons. Roncalli; 1919, R. 100 F. 4 f. 179r-181r Lire 300 da M. Maccari alla vigilia dell'entrata nelle Figlie del S. Cuore di Gesù, 21-31 marzo 1919; 1916, R. 100 F. 2 f. 116r-117r Lire lO da F. Rubini, 28 marzo 1916; 1915, R. 4 F. 9 f. 221r-228v mons. Giacomo Rossi ne125° di sacerdozio invia L. 100 con un panetto­ ne, si unisce il vicerettore don Luigi Rota che chiede la benedizione apostolica per pubblicarne il testo sul numero unico, il card. Gusmini raccomanda la richiesta, 3 aprile-IO maggio 1915; 1915, R. I F. 17 f. 160r-16Ir don Gherardo Canova coi neocomunicandi di Trescore invia Lire 250, 4 agosto 1915; 1918, R. 100 F. 6 f. 161r-162v offerta di Lire 1000 da Gandino, 10-12 novembre 1918; 1919, R. 100 F. lO f.29r-32v Terziarie F. di Zogno, 13 settembre 1919; 1920, R. 100 F. 6 f. 63r-67v Canossiane,

29 luglio 1920; 1920, R. 100 F. 7 f. 13r-15v suor Antonioli, cappuccina, 26 giugno 1920; 1920, R. ID

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E 8 f. 228r-230v don Andrea Castelli invia inno da lui composto per Benedetto XV promotore della concordia e della pace, 12 settembre 1920; f. 233r-235r don Luigi Licini, 21 febbraio 1920; 1920, R. ID E 7 f. 13r-16r omaggio di don Giuseppe Rossi (poi vescovo titolare di Pa1mira, reggente S. Penitenzieria), 31 agosto 1920; 1916, R. 3 E 9 f. 20r omaggio di don A. Roncalli; 1920, R ID El f. 80r don G. Roncalli, 20 gennaio 1920; 1921, R. 160 E 4 f. 26r-v 30 prof.don A.Mai, settembre 1921; 1915, R. ID E 33 f. 55r ing. Visetti, 11-20 maggio 1915; 1921, R. 12 E 9 f. 64r-67v don Clienze Bortolotti per l'Azione Cattolica, 24 novembre-9 dicembre 1921; 1915, R. 52 E 5 f. 177r-179v proposta del sindaco Alessandro Marchesi e dell'amministrazione comunale, 19 settembre 1915; 1921, R. 12 E l f. 91r-94v giovani di Leffe, 17 gennaio 1921, f. 161r-163r don Bortolotti, 2 febbraio 1921; 1921, R. 100 E 8 f. 22r-24r sordomute, lettera con 22 firme e con obolo frutto de11avoro straordinario, 12 giu­ gno 1921, f. 8r-lOv allieve, lettera con 102 firme e con obolo, 12 giugno 1921; 1917, R. 52 E l f. 59r-64r sussidio al Patronato,18 gennaio-2 febbraio 1917; 1917, R. 16 E 2 f. 71r-74r Alessandri, 24 mag­ gio 1917; 1917, R. 4 E 9 f. 35r-36r don Loverini fratello del celebre pittore Ponziano, 5 giugno 1917; 1917, R. lO F. l f. 172r orfanotrofio; 1918, R. 16 E l f. 131r-134r don. Terzi di Bottanuco, 30 aprile 1918; 1919, R. 3 F. 5 f. 7r Cavadini parroco di Longuelo, 12 aprile 1912; 1918, R. 16 F. 2 f.225v-226r Vianello, 13 dicembre 1918; 1916, R. Il E 3 f. 44r-46v abate R. del Papa, 261uglio 1916; 1916, R. 52 E 5 f. 203r-204r Masserini, 21 ottobre 1916; 1920, R. 100 F. 4 f. 69r Brambilla di Romano L.; 1921, R. 100 F. l f. 168r don Lazzari, 3 gennaio 1921; 1921, R. lO F. 3 f. 58r-59v, suor Gaillard, 9 otto­ bre 1921; 1921, R. 13 E l f. 66r Colleoni, 27 febbraio 1921; 1921, R. 52 F. 28 f. 69r-73v Serina, 10­ 12 agosto 1921; 1921, R. 52 E 30 f. 73r-77r Roncalli-Carozzi, 5 settembre; 1921, R. 100 E 9 f. 82r­ 87v d. Ronzoni, 21 settembre 1921; 1918, R. 3 F. 3 f. 271r, 16 maggio 1918; 1917, R. 9 E 4 f. 109r­ 111r, 18-28 settembre 1917; 1918, R. 100 E 4 f. 126r-127v messaggio e obolo di padre Davide da Des. coi Cappucini e Terziari a Benedetto XV per la pace, 1-16 luglio 1918.

7. Benedetto XV e la tragedia della guerra Nella ricorrenza della festa del Papa celebrata in Seminario, il rettore don D. Re inviò un telegramma a Benedetto XV con espressioni di fedeltà da parte dei chie­ rici che ricordavano anche i loro 200 compagni maggiori esposti sui campi di bat­ taglia, e univano l'obolo di Lire 500; ibid., S. S. Ep. Mod., 1918, R. 8 f. 49r-53v. Il chierico Rocco Facchinetti, prigioniero a Mathausen, chiese invano a Benedetto XV, tramite il suo capitano Ramotti, l'ammissione al suddiaconato. Identica richiesta da Luigi Colombo chierico del 3° anno di teologia, prigioniero a Mathausen tramite il fratello don Francesco rettore del collegio A. Mai di Clusone, e il card. Gusmini,per l'ammissione al suddiaconato. Nella lettera, in parte can­ cellata per la censura, egli informò della durissima disciplina imposta ai soldati, alcu­ ni dei quali condannati al palo, o ai ferri, o al digiuno per giorni interi. Benedetto XV rispose che l'anormalità della situazione vissuta non giustificava la concessione della richiesta"essendo troppo gravi i doveri che impone il suddiaconato perché si possa riceverlo mentre si è sotto un incubo opprimente, ed essendo troppo doloroso per la Chiesa il dovere poi dispensare su obblighi i più sacri e i più solenni contratti senza la piena libertà e la necessaria serenità d'animo"; ibid., Guerra 1914-198, R. 244 E 126 f. 161r-167r, 23 novembre 1915-29 gennaio 1916, f. 167r citazione.

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Singolare la vicenda della libreria Greppi per la pubblicazione di una pagelli­ na da distribuire tra i soldati, giudicata disfattista. Nella prima pagina era raffi­ gurato un teschio di morto, nella quarta la preghiera per la pace di Benedetto XV, nella seconda e terza pensieri tratti dalle massime eterne. La denuncia al Governo da parte dell'autorità prefettizia e militare di Bergamo, sollecitata dal commendatore Gaetano della Valle di Roma, chiamò in causa mons. Marelli il quale rispose al card. Gasparri assicurando che la pagellina non era stata distribuita da soldati sacerdo­ ti e cappellani, non più di due o tre pagelline si erano trovate presso militari degen­ ti in ospedale portate probabilmente dai parenti in visita, mentre il vero scopo riguardava più che altro l'esortazione a non leggere libri e giornali cattivi. Già la Greppi aveva stampato le pagelline, aggiungendo all'ultima edizione la preghie­ ra di Benedetto XV con una stereotipia portante in calce la ditta Santa lega euca­ ristica di Milano, abuso di cui la libreria dovette chiedere scusa. Connessa all'e­ mergenza tragica vi fu la costituzione a Roma di un Comitato nazionale per gli orfa­ ni di guerra ispirato da Tovini; le indicazioni date da Medolago Albani dissuase­ ro Benedetto XV dal far partecipare le istituzioni cattoliche al comitato. Da notare l'iniziativa di don Carlo Ronzoni per ricordare i caduti con la costru­ zione di un tempio a Sudorno. Benedetto XV pregato di un aiuto fece rispondere che "non potendo accogliere per motivi di ordine superiore la sua preghiera, non avrà difficoltà di aderire dopo la guerra a nuova istanza a favore della nuova chie­ sa", il che avvenne con un assegno di Lire 500 il19 aprile 1919; ibid., Guerra 1914­ 1918, R. 244 F. 98, f. 126r-133v, 11 febbraio 1918.

Diverse le richieste di aiuto per i prigionieri, tra i quali Siro Ronzoni, amputato a una gamba per lo scambio o l' ospitalizzazione in Svizzera, suor Longina Moretti delle Ancelle della Carità, addetta all'ospedale psichiatrico di Gorizia, deportata in Moravia, e Salvi Tommaso, disperso, Antonio Graffiti internato nell'ospedale psichiatrico a Linz, Carlo Rusconi in Boemia, Giuseppe Pianetti e il tenente cap­ pellano don Giuseppe Rocchi a Mathausen, Defendente Cavaleri a Innsbruck, Crotti Antonio detenuto dal 1917 a Barst presso Rudolf Maior. Benedetto XV dispose che le richieste di aiuto e le pratiche relative per i singoli casi segnalati alla S. Sede fossero gratuite; ibid., Guerra 1914-1918, R. 244 F. 201 f. 109r-111r Ronzoni, 14-28 dicembre 1916; Guerra 1914-1918, R. 244 F. 309 f.67v suor Moretti; Guerra 1914-1918, R. 244 F. 411 f. 99r-IOOr suor Moretti e Salvi, 18 luglio 1917; Guerra 1914-1918, R. 244 F. 22211 f. 197r-199r Rusconi e Pianetti, IO aprile 1918; Guerra 1914-1918, R. 244 F. 22212 f. 230r-233v don Rocchi, 4 aprile 1918; Guerra 1914-1918, R. 244 F. 24011 f. 3r-5v Cavaieri, 24 novembre 1916; Guerra 1914-1918, R. 244 F. 235 f. 160r per Crotti scrive il sindaco di A1begno, 30 agosto 1920; Guerra 1914-1918, R. 244

F. 12 f. 53r-54v offerta di Lire lO di Giacomo Piantoni per prigionieri di guerra, restituita, 16 maggio 1918; Guerra 1914-1918, R. 244 F. 35212 f. 244r-253r Graffiti, 7 settembre 1917. Anche per i prigionieri austriaci internati a S. Pellegrino non mancò l'adeguato interessamento alle richieste dei parenti; Guerra 1914-1918, R. 244 F. 169 f. 59r, 26 gennaio 1919; ibid., Ep. Mod., 1915, R. 12 F. 12 f. 167r­ 169v, il comitato aveva aderenze massoniche, 2 agosto 1915; ibid., Ep. Mod., Guerra 1914-1918, R. 244

F. 41611 f. 37r-39r don Ronzoni a Bendetto XV e risposta, 17-23 giugno 1916; ibid., 1919, R. 52 F. 9 f. 131r-137r richiesta di don Ronzoni, probabile appunto di Benedetto XV su f. 131r" Si riassumano i precedenti alquanto ... compromettenti ! ", invio sussidio a mons. Marelli, ringraziamento, 3-26 apri­

le 1919; 1920, R. 80 F. 2 f. 133r-137r documentazione sul tempio.

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8. La Casa del Clero Il presidente dell' Associazione di mutua carità fra il clero, don Agostino Musitelli, prevosto in S. Maria delle Grazie, con lettera del 14 agosto 1919 a Benedetto XV anunnciò l'inaugurazione il 24 successivo di una casa del clero in città, dotata di 90 ambienti, con tre sezioni, il pensionato, l'ospedale infermeria, l'al­ loggio e la cooperativa di consumo; ibid., S. S. Ep. Mod., 1919, R. 12 F, 4 fA5r-47r lettera del 14 agosto 1919 e risposta.

Don Musitelli fu proposto in occasione del 25° di sacerdozio da una commis­ sione di suoi parrocchiani per l'onorificenza pontificia di Prelato domestico a rico­ noscimento dei meriti acquisiti. Mons. Marelli scrisse di segnalare la richiesta perché pressato, e fece rilevare che il candidato era esponente di un partito di pre­ ti con tendenze liberali, che in occasione di onorificenze ad altri confratelli si era espresso con poco rispetto verso i superiori, che sentiva troppo di sé ed era trop­ po indipendente. Mons. Marelli che si era premunito con la commissione dicendo che la richiesta di onorificenze pontificie era troppo frequente, fu preso in parola con la risposta che" ... Attesa peraltro l'altezza della dignità implorata e la fre­ quenza ormai eccessiva con cui il clero di Bergamo, peraltro tanto degno, vede i suoi membri farsi oggetti di pontificie distinzioni, il Santo Padre invita la signoria vostra a voler portare la sua attenzione su tali riflessi e a considerare con questi con­ siglieri di non insistere sopra la chiesta dignità prelatizia... ". Per don Musitelli era disponibile, consenziente il vescovo, uno speciale telegramma con la benedi­ zione apostolica; 1919, R. 221 F, 3 f. 106r-llOr, 9-15 novembre 1919. Nel 1916 era stata concessa la benedizione papale da impartire ai fedeli a monsignor Giulio Bilabini, prevosto di Nembro e a don Francesco Mazzoleni, parroco di Sorisole, nel 25° di sacerdozio; fu nega­ ta invece a don Isaia Abati, parroco di Vertova; 1916, R. 4 F, 18 f. 154r-156r mons. Bilabini, 19 dicem­ bre 1916; 1916, RA F,3 f. 9r-lOr, don Mazzoleni, 2 marzo 1916; 1916, R. 4 F, lO f. 26r,28r, 30r il vicario generale Floridi circa la posizione amministrativa di don Abati, 81uglio.Ne11918 don Santo Balduzzi, prevosto di Alzano Maggiore e membro della commissione dirigente della Società del cle­ ro, ebbe l'onorificenza di Cameriere segreto, ma mons.Marelli se ne pentì dopo i fatti del 1920-1921; 1918. R. 219 f. 14Ir-v. 144r,147r, 6 novembre 1918; fu conferita l'onorificenza di Prelato domestico a don Angelo Roncalli, a don Giuseppe Pezzoli e don Gherardo Canova. prevosti rispettivamente di S. Alessandro in Colonna e S. Alessandro della Croce, negata a don Ruggeri parroco di Borgo Palazzo nonostante notissime personalità ne avessero patrocinato la nomina; 1921, R. 221 F, 2 f. 3r don A. Ronca1li, 11 aprile 1911; 1921, R. 221 F, 3 f. 152r-I6Ordon Pezzoli e don Canova, 13 ottobre 1921; 1920, R. 221 F, 2 f. 109r-l17r , in f. 115r in un appunto d'ufficio a.m. " quaeritur : il Ruggeri non è quegli per

il quale il vescovo di Bergamo diede una commendatizia pubblica con favore, e poi in segreto scrisse contro? ponete le cose in chiaro - fiat - dilata- 28 maggio 1920 - il Musitelli - ", f. 117r la lettera invia­ ta a don Giovanni Ruggeri parroco di Treviolo, promotore dell' iniziativa, suonava"spiacente significarle in vista specialmente delle attuali condizioni delle cose di Bergamo, Santo Padre non ha creduto oppor­ tuno prendere in considerazione la suddetta supplica" Nominato assistente diocesano dell' A.C. in sostituzione di mons. S. Pasinetti. don Ruggeri fu di nuovo segnalato dal cugino parroco di Treviolo, e il 17 dicembre giunse risposta che la Segreteria di Stato" non si era pronunciata sui meriti della persona, ma soltanto aveva giudicato inopportuna la collazione dell'implorata alta dignità ecclesiastica"; 1920, R. 4 F, 6 f. lOOr-102r.

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9. Condizioni economiche del Clero diocesano Mons. Marelli con lettera del 26 maggio 1919 a Benedetto XV fece presenti le condizioni economiche scadenti del clero per mancanza di congrui benefici, riser­ vati a un centinaio di sacerdoti su 1.200 presenti in diocesi, addolorato di vederli "dibattersi fra le più scabrose difficoltà con iscapito del loro decoro non solo, ma delle loro migliori energie nel disimpegno del sacro ministero". Egli chiese, secondo il pensiero dei vescovi lombardi, l'autorizzazione di fare al clero di Bergamo sul reddito delle messe legatizie un assegno annuo con un onere di celebrazione di messe di Lire 5.00 per le feriali, Lire 10.00 per le festive, assegnando ai sacerdoti Lire 2.100 annue che insieme agli incerti e altre entrate potessero facilitare problemi di vitto, vestito ecc .. Con successiva lettera dell' 8 novembre mons. Marelli ottenne di protrarre l'adempimento delle messe di lega­ ti o manuali per soddisfare alle richieste dei sacerdoti diocesani sprovvisti di appli­ cazione. Con altra lettera del 29 giugno 1920 a Benedetto XV Marelli espresse la sua preoccupazione per le condizioni economiche del clero e a suo favore otten­ ne l'applicazione per un quinquennio dell'indulto del maggio 1915, dispaccio n° 6658 per l'elemosina delle messe, riducendo il numero delle messe dei legati, ele­ vandone l'elemosina, al fine di assicurare ai sacerdoti un onorario variante dalle 31m alle 41m Lire all'anno, ritenute indispensabili per vivere; ibid., s. S. Ep. Mod., 1919, R. 80 F. 3 f. 4Or-4Ir, f. 42r concessione facoltà, II giugno; 1919, R. 3 F. Il f. 25r-28r, concessione facoltà al vicario generale Fioridi, 25 novembre 1919; 1920, R. 3 F. 9 f. 94r lettera, f. 98r-99v risposta con facoltà di estendere anche all'opera di sovvenire il clero povero il beneficio proveniente all'opera catechisti­ ca diocesana e alla costruenda chiesa come da rescritto a mons. Radini Tedeschi. Benedetto XV dispo­ neva che l'elemosina delle messe sopravanzate non superiore a Lire 3 fosse ridotta a Lire I, l'elemo­ sina delle messe sopravanzate superiore a Lire 3 fosse ridotta a metà, restando la metà alla diocesi e l'al­ tra metà alla S. Sede. Sulla facoltà di ridurre i legati, Benedetto XV lasciava la decisione alla congre­ gazione del Concilio; 1919, R. 3 F. 6 f. 40r-42v.

lO. Mons, Marelli e il Movimento Cattolico Mons. Marelli a proposito del Movimento cattolico ristrutturato nel 1917 in occasione del congresso generale tenuto a Roma, dopo sette anni da quello di Modena, per renderlo più rispondente ai nuovi tempi, scrisse il 26 gennaio 1917 al card. Gasparri il suo disappunto per il metodo pratico con cui veniva attuato da alcuni che cercavano di imporsi. Riferiva poi il giudizio di don Sturzo (finito sui giornali aveva impressionato molti del clero e del laicato) che deplorava tra le cause del rachitismo del Movimento cattolico il suo carattere prevalentemente ecclesiastico, (segnato a margine della lettera, in matita a.m. : ha perfettamente ragione, questa è anche l'impressione di S. Santità). A Sturzo anzi, dava fastidio più che l'ingerenza del clero quella dei vescovi, in quanto affermava che il Movimento cattolico aveva avuto autorità e vita in episcopio. E Marelli traeva come prima conclusione che Sturzo sembrava voler eliminare qualcosa d'altro di

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più sostanziale, lavorando a introdurre una vera forma di parlamentarismo per cui tutto sarebbe stato in balia della maggioranza, tutto sarebbe dipeso dai voti delle masse" ridotte ormai e sviate dal soffio di liberalismo che spira da ogni parte. Ed allora ?.che ne sarà anche delle direttive pontificie? .. ". (segnato a margine del­ la lettera, in matita a.m. : le direttive non le danno i congressi e quindi le mag­ gioranze. Le dà la Giunta direttiva che le prende dalla S. Sede. Non si è approvato il voto in questo senso del Congresso. Ed a suo tempo, cioè prima delle nuove elezioni, si troverà la maniera di dirlo). Marelli deduceva poi anche la piena dipendenza della stampa cattolica dalle Giunte diocesane con i vescovi ridotti a semplici spettatori, costretti ad assistere pas­ sivamente a un Movimento che non avrebbe più riconosciuto di fatto la Gerarchia ecclesiastica (segnato a margine della lettera, in matita a.m.: i Vescovi rimangono sempre i tutori della stampa veramente cattolica). Nella nota finale sulla lettera di Marelli si rilevava che a lui e agli altri, moltissimi, il convegno nello spirito domi­ nante d'indipendenza non aveva fatto buona impressione, e perciò la preoccupa­ zione per illiberalismo che penetrava anche nell' Azione Cattolica. Nella risposta, preso atto dei timori di mons. Marelli, il card. Gasparri, con lettera dell'S feb­ braio, a nome di Benedetto XV rassicurò che "la Giunta direttiva non si muterà mai in Giunta esecutiva dei deliberati delle cosiddette maggioranze, ma sarà sempre la S. Sede che darà movimento e direzione a tutta l'Azione Cattolica, come in par­ ticolare sarà sempre dalla conformità col pensiero della S. Sede e dei Vescovi che si riconoscerà la stampa cattolica locale. Le Giunte direttive e diocesane rimar­ ranno quindi gli organi ordinari che, mentre potranno opportunamente rappre­ sentare alla S. Sede ed ai Vescovi i desiderata ed i voti delle rispettive organizza­ zioni cattoliche, dai Vescovi e dalla S. Sede medesima riceveranno le direttive per tutto ciò che è movimento ed azione cattolica, che se i timori suscitati da qual­ che discorso del suaccennato convegno dovessero prendere consistenza, la S. Sede non tralascerà certamente l'opportuna occasione delle elezioni indette pel prossi­ mo aprile per chiarire, o meglio ribadire, questo punto di capitale importanza"; ibid., S. S. Ep. Mod., 1917, R. 12 F. 1 f. 93r-96v, primo grande convegno delle Giunte diocesane,

Roma 17-18 gennaio 1917, allegato L'Allarme foglio volante n.98 dell'Unione Popolare.

11. La Lega pro Ecclesia et Pontifice A Bergamo era in attività la Lega sacerdotale pro Ecclesia et Pontifice, appro­ vata dalla S. Sede per aiutare il clero, nelle critiche condizioni sociali, a realizza­ re il programma di una vita consacrata a Dio e alla Chiesa. La lettera inviata per la riunione del luglio 1916 a Benedetto XV tramite i preti del S. Cuore e l'abate di Pontida non recava la firma di mons. Marelli, e nella nota è rilevato (a.m) "Si sup­ pone che dovesse firmare il Vescovo!". La risposta a lui indirizzata confermò che il Sommo Pontefice guardava" con occhio di speciale compiacenza alla Chiesa di S. Alessandro" auspicando che tutti i sacerdoti bergamaschi" in re o almeno in spiritu" appartenessero alla Lega; ibid., S. S. Ep. Mod., 1916, R. 3 F. 7 f. 171r-174r.

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12. Provvidenze per la Cattedrale Per i mansionari addetti al Capitolo ricompensati con introiti meschini, mons. Marelli con lettera del 24 settembre 1921 a Benedetto XV, chiese la facoltà di ser­ virsi delle piccole fondazioni di messe dei legati pii a disposizione dell'Ordinario, come avvenuto con rescritto B 7367 della Segreteria di Stato, 19 gennaio 1920, col quale gli era stato concesso l'uso di fondazioni per una cappellania quotidiana di messa ultima in cattedrale, con reddito conglobato di pie fondazioni sino a Lire 4.500 annue. Marelli aveva a disposizione Lire 2.000 annue, che chiedeva di destinare ai mansionari come elemosina per 200 messe conventuali feriali, usufruendo delle mancanti con altre disposizioni fiduciarie amministrate dalla commissione dei legati pii, di solito inadempiute alla fine d'anno nelle parrocchie o nelle chiese ove fossero state istituite. Mons.Marelli con lettera del 30 aprile 1920 a Benedetto XV chiese la facoltà di una messa quotidiana in cattedrale dopo le ore 9.30 per i fedeli impossibilitati a partecipare a quelle mattutine. Il sacerdote si sarebbe prestato per il ministero del­ le confessioni ecc. Egli ottenne la facoltà di erigere una cappellania quotidiana usando un buon numero di piccole fondazioni per celebrazioni di messe in libera località, depositate presso la commissione Legati pii e a disposizione del vescovo, per complessive Lire 4.000 annue, rimaste incelebrate, che poi venivano spedite alla S. Sede. Con la rendita complessiva di tali fondi si poteva provvedere al sacerdo­ te destinato esclusivamente a quel ministero; ibid., S. S. Ep. Mod., 1921, R. 3 F. 8 f. 25r­ v, f.26r-28r concessione facoltà, 30 settembre-7 ottobre 1911; 1910, R. 3 F. 9 f. 84r-85r, f. 88r rispo­ sta con facoltà, 19 giugno.

13. Nuove parrocchie e chiesa da ultimare Gli abitanti di Gromlongo ricorsero alla S. Sede per l'adempimento della pro­ messa del vescovo Radini Tedeschi di godere nell'oratorio di S. Rocco un servi­ zio religioso continuo equiparato a quello della parrocchia di Pontida retta dai Benedettini; ibid., S. S. Ep. Mod., 1921, R. 5 f. 139r-l44v lettera dei fedeli, corrispondenza mons. Marelli, non favorevole, con il card. Gasparri, 8 gennaio-19 novembre 1921;1912, R. 18 F. 2 f. 36r-v lettera di Luigi Mansili al card. de Lai contro l'operato di mons. Radini Tedeschi che con danno spi­ rituale della popolazione aveva eretto in Pontida una nuova parrocchia, 7 giugno 1912.

Gli abitanti di Colzate chiesero l'istituzione della parrocchia separata da Vertova affidandosi all'onorevole G.Cavalli, che scrisse al sostituto della Segreteria di Stato mons. Tedeschini. Gli fu risposto che l'atto era di esclusiva competenza vescovile; 1920, R. 4 F. 2 f. 95r-v, 13 febbraio 1920. Giuseppe Ghirardi ottenne per l'oratorio eretto nella sua proprietà di Grassobbio l'indulto dell'altare privilegiato; 1920, R. 16 F. II f. 146r ricorso del Ghirardi alla S. Sede per sbloccare la pratica giacente in curia, f. 144r, 147r risposta, 30 novembre-23 dicembre 1920.

L'arciprete di Mornico, don Antonio Berardelli, ottenne da Benedetto XV un sussidio di Lire 10.000 per ultimare la chiesa ferma da anni al cornicione; 1920, R. 908


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52 F. 3 f. 187r-188v lettera dell'arciprete con la descrizione dei lavori sospesi, lO novembre 1920, f. 19Or-191 v sussidio e ringraziamento, 24 novembre.

14. Sesto Congresso Eucaristico Nazionale Dall'8 al 12 settembre 1920 fu celebrato a Bergamo il VI Congresso Eucaristico Nazionale, ampiamente commentato da L'Eco di Bergamo e da altri quotidiani cattolici in tutti gli aspetti richiesti da un avvenimento di tale portata. Vi fu lo scambio di telegrammi tra il presidente, mons. Angelo Bartolomasi, e Benedetto Xv. Fra i temi discussi nelle assemblee v'era stata la pratica della Comunione frequente e l'ammissione dei ragazzi alla prima Comunione quando hanno l'uso di ragione. Il card. Giorgio Gusmini nel presiedere la sessione femminile sul tema "Necessità e convenienza della S. Comunione" aveva commentato che la Comunione quotidiana era per le anime giunte allo stato di perfezione. Una par­ tecipante gli aveva replicato che la pia pratica valeva anche per chi aspira alla perfezione, e "la giusta osservazione venne ricoperta da uno scrosciante univer­ sale applauso". Anche sull'ammissione dei fanciulli di sette anni alla prima Comunione il card. Gusmini espresse le sue riserve sia per l'ignoranza del Credo sia per la man­ canza del "gusto" spirituale voluto dal Codice. Il vescovo di Norcia scrisse a Benedetto XV il lO novembre, accennando a "incidenti spiacevoli assai, avve­ nuti al Congresso Eucaristico di Bergamo" e espose i suoi rilievi. Il card. Gasparri rispose al vescovo di Norcia che "L'uso di ragione per la Santa Comunione è quello indicato chiaramente nel canone 85411-3; l'uso di ragione per il precetto annuale della Confessione, di cui al canone 906, è quello stesso fin qui richie­ sto". Sulla vicenda resta l'appunto, forse di Benedetto XV, a f. 53r del dossier" Agli atti. E' un'esagerazione infondata, una falsa interpretazione di frasi forse meno felici"; ibid., S. S. Ep. Mod., 1920, R. 12 F. 5 f. 169r-17Ir, f. 130r-131v don Angelo Roncalli invi­ ta il Sostituto della Segreteria di Stato rnons, Federico Tedeschini offrendo ospitalità alla Casa dello Studente, f.134-135 risposta negativa; 1920, R. 12 F. 6 f. f. 52r-58v; 1920, R. 3 F. 7 f. 147r-v improv­ viso malore di mons, Morganti arcivescovo di Ravenna presente al congresso, sorpresa dei partecipanti, benedizione apostolica di Benedetto XV; 1920, R. ID F.7 f. 1803-181 v omaggio a Benedetto XV di un album fotografico del Congresso, realizzato dal fotografo A. Terzi, presentato da don Luigi Drago, 3 ottobre 1920; 1921, R. 12 F. 6 f. 32r-35r consegna a Benedetto XV del volume degli atti ufficiali del congresso. da parte di mons. Bartolomasi e don Luigi Drago, 18 luglio 1921; 1920, R. 16 F. 9 f. 32r­ 33r lettera del canonico Giovanni Mazzoleni al card. Gasparri sull'inizio del Congresso tra cardinali, vescovi e folla immensa ma con una "nota stonata" quella de L 'Eco di Bergamo che invitava a imban­ dierare le case con la bandiera tricolore usata per 50 anni dal governo, dalla borghesia e dai direttori di stabilimenti d'ogni specie per commemorare con gioia l'ingiustizia usata contro Pio IX il 20 settembre 1870. Secondo il can. Mazzoleni la borghesia di proprietari era ripagata dalla Provvidenza la quale per­ metteva che le maestranze con la violenza si impossessassero di stabilimenti e terre, effetto della sco­ munica. E concludeva: una cosa è tollerare, un'altra provocare l'esposizione della bandiera; 1920, R. 16 F. 9 f. 30r-31r, impressioni positive di Bernardino de Bonazzi sul congresso eucaristico, lettera a mons. Tedeschini, 13 settembre 1920, f. 34r risposta, 24 settembre.

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Mons. Alessandro Solari segnalò a mons. Tedeschini cheil Capitolo della cattedrale e il popolo tutto avrebbe accolto conentusiasmo la nomina di mons. Marelli a assistente al soglio pontificio"meritato premio della splendida riuscita del Congresso Eucaristico e per le continue lotte che deve sostenere col­ l'elemento discolo sociale"; ibid.,

S. S. Ep. Mod., 1921, R. 221 F. l f. 45r-49v, 18-31 gennaio 1921.

15. II Piccolo Credito Bergamasco Nella ricorrenza nel 1917 del 25° del Piccolo Credito Bergamasco mons. Marelli ne segnalò i meriti e scrisse a Benedetto XV che l'Istituto era stato in que­ gli anni"il sostegno di tutto il movimento nostro cattolico, ed è certo che senza l'appoggio di questa banca, non si sarebbe potuto fare tutto il bene che in realtà si ottenne. Anche in questi anni che sono così disastrosi rispose all'appello del Vescovo e lo scorso anno mi assegnò Lire 12.000 per l'Azione Cattolica e que­ st'anno mi promise anche qualcosa di più. Confesso che la Banca fu ed è una vera provvidenza" Per la ricorrenza offriva Lire 500 alla Santa Sede col desiderio di avere una benedizione"per fecondare l'opera caritativa e mantenere saldo lo spirito since­ ramente cattolico di cui è animata l'istituzione". Nel ringraziare per la"filiale pietà" e"le caritatevoli disposizioni", Benedetto XV espresse i voti che"il provvido istituto abbia ogni migliore incremento per la pro­ sperità del popolo e delle opere cattoliche di cotesta diocesi", impartendo di cuore ai membri della direzione e della amministrazione dell'Istituto la benedizione apo­ stolica; ibid., S. S. Ep. Mod., 1917, R. 63 f. 4r-7r 2-7 gennaio 1917; 1919, R. 100 F. 8 f. 121r, 123r, 125r offerta di Lire 500perl'Obolo di S.Pietro, 23 luglio 1919 e risposta al direttore Fenili, Il agosto. Nel 1918 la Federazione delle banche Cattoliche, emanazione dell'Unione Economico-Sociale già presieduta da Medolago Albani, sollecitò la Piccolo Credito Bergamasco ad associarsi, pena la sconfessione nell'elenco in via di pubblicazio­ ne. Mons. Marelli scrisse al card. Gasparri che la mancata adesione riguardava la scadente e non convincente integrità dei princìpi di alcuni membri influenti della Federazione e la poca fiducia nei suoi criteri finanziari. Egli chiedeva poi se il rifiuto significava indisciplina alla S. Sede o se fosse della Federazione dare o togliere la patente di cattolicità a un Istituto benemerito. La risposta data da Benedetto XV al card. Gasparri tolse i dubbi a mons. Marelli nel senso della libe­ ra adesione, per quanto veniva osservato che"sarebbe opportuno che questo mede­ simo sodalizio cattolico non fosse ignorato dai medesimi istituti, i quali potrebbero almeno dargli il proprio nome, indipendentemente da qualsiasi divergenza di indi­ rizzi e soprattutto da ogni eventuale coinvolgimento di indole economica";1918, R. 3 F. 4 f. 170r-l72v lettera di mons. Marelli, II luglio, risposta,13 agosto.

16. La Gioventù Cattolica Italiana nel 50° di fondazione 1116 giugno 1918 fu festeggiato il 50° della Gioventù Cattolica Italiana, bene­ detta da Pio IX nel 1868 . Mons. Marelli nella lettera a Benedetto XV, sottoscrit­

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ta dal presidente Angelo Cattaneo, da don Clienze Bortolotti assistente ecclesia­ stico e dal segretario G.B. Epis, fece presente che"le gravissime circostanze in cui versa la patria nostra nell'attuale momento, mentre la maggioranza dei suoi giovani figli sono inermi per la sua difesa, e belle regioni d'Italia sono calpestate dal nemi­ co, ci vietano di celebrare degnamente colla solennità dovuta questa data memo­ randa dell' Azione Cattolica. Fu benedetta da Pio IX ... , o Beatissimo Padre, Bergamo che non fu mai seconda nel suo affetto al Vicario di Cristo, fin dall'ini­ zio accolse l'invito, l'appello del glorioso manipolo che guidato da Giovanni Acquaderni e da Mario Fani si proponeva la costituzione di una società di giova­ ni cattolici italiani, e già nel 1868 poteva gloriarsi di avere una sua legittima rap­ presentanza a ricevere la benedizione del Vicario di Cristo per portarla ai giovani fratelli che in patria si erano dichiarati pronti a diffondere e sostenere la provvida istituzione. Le vicende varie dei tempi , le avversità e le lotte non scoraggiarono mai i giovani bergamaschi che anche oggi hanno giurato di continuare nella glo­ riosa impresa di mantenersi uniti in forte manipolo per la difesa della religione e della Chiesa. La vostra benedizione, o Padre Santo, scenda su di noi ...ci tenga uniti e stretti in un sol fascio... perché da veri figli vostri, da prodi soldati ... siamo tutti un cuor solo, un animo solo nella difesa dei più sacrosanti diritti che sono i dirit­ ti di Dio, i diritti vostri, i diritti dellla Chiesa". Probabilmente Benedetto XV commentò di persona in f. 51r " sollecita rispo­ sta buona prescindendo dalliberalismo di cui puzza la lettera" , e fu risposto a mons Marelli che"] giovani bergamaschi ... addimostrano in tal modo di com­ prendere ciò che molti vorrebbero dimenticare, che lungi dal Papa non vi è in vero senso né progresso né salute né vita, e che ognuno che intenda fare opera pro­ ficua nel campo cattolico non solo non deve mai in nessuna circostanza della vita vergognarsi di Cristo e del suo vicario, ma deve esser pronto a sacrificare con generosa franchezza tutto sé stesso, le proprie idee, la vita stessa, se occorre, per il trionfo della Chiesa...": ibid., s. S. Ep. Mod., 1918, R. 125 F. I f. 5Ir-52v, lettera di mons. Marelli, 6 giugno 1918, f. 53r-v risposta, 12 giugno.

Nel luglio 1921 i circoli giovanili cattolici della diocesi organizzarono una manifestazione convocando 15.000 giovani con 215 bandiere che sfilarono a Bergamo al suono di 16 complessi bandistici. Benedetto XV si disse compiaciu­ to della grande giornata della gioventù cattolica bergamasca, e rinnovò i " più fer­ vidi voti per l'apostolato fecondo che i giovani figli di S. Alessandro vanno svol­ gendo incessantemente per la propria santificazione e per la restaurazione cri­ stiana della società, per il trionfo del Regno di Gesù Cristo nella diocesi di Bergamo"; 1921, R. 12 F. 5 f. 102r-106v, mons. Marelli a Benedetto XV sul congresso e risposta, 14-27 giugno 1921; 1921, R. 12 F. 6 f. 24r-29v lettera del segretario Epis al card. Gasparri e sua rispo­ sta, 14-31 luglio.

17. Nuova Stampa

1126-27 ottobre 1919 si organizzò a Bergamo un convegno interdiocesano per la Buona Stampa aperto a laici e clero, curato da don Ignazio Gamba, presidente 911


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della omonima Società diocesana. Don Piermauro Valoti chiese per il numero uni­ co un brevissimo autografo al card. Gasparri che augurò con un telegramma l'im­ pegno fattivo per una larga diffusione della buona stampa senza alcuna vergogna di proclamare la propria fede, per la"rigenerazione religiosa, morale della società col formare coscienze franche" simili a quelle dei primi cristiani. Seguì la lettera a mons. Marelli per il pieno appoggio di Benedetto XV all'iniziativa della buona stampa, per salvare le popolazioni e in particolare la gioventù dalla menzogna e dal­ l'errore; ibid., S. S. Ep. Mod., 1919, R. 12 F. 5 f. 103r-109v .

18. Il Consorzio economico diocesano Nel 1920 mons. Marelli informò il card. Gasparri di voler dar vita a una Società anonima cooperativa per gli interessi del clero e delle opere di religione, per far fron­ te ai nuovi provvedimenti finanziari del governo, alla legge approvata dal Parlamento sulla nominatività dei titoli pubblici e all'inasprimento delle tasse di successione nei confronti della commissione dei legati pii ovvero della tassa ecclesiastica. La società, o Consorzio economico diocesano, con regolare Statuto, poteva fare ope­ razioni di acquisto e vendita di beni mobili e immobili, aprire conti correnti non nominativi o a deposito sotto forma di risparmi senza termine fisso. Avuta dal card. de Lai una prima autorizzazione senza quella sulla nominatività dei titoli, mons. Marelli il 30 settembre ottenne dal card. Gasparri la facoltà di procedere secondo lo Statuto approvato. Il capitale sociale era costituito da Lire n.50.000, ver­ sato per 112, diviso in tante azioni da ripartirsi fra persone di fiducia del vescovo intestate alloro nome, con le richieste necessarie garanzie e impiegando i fondi del­ la stessa commissione dei legati pii. Il consiglio di amministrazione fu composto da 5 persone di fiducia del Vescovo; seguivano poi altre notizie tecniche; ibid., S. S. Ep. Mod., 1920, R. 12 F. 5 f. 226r-228r corrispondenza sulla cooperativa, settembre 1920.

19. I preti dell'Ufficio del Lavoro Mons. Marelli con i preti impegnati nell'Ufficio del Lavoro, don Garbelli, don Locatelli, don Ballini, don Carminati, non ebbe rapporti facili. Ne è prova, tra gli altri fatti, la vicenda del telegramma del card. Gasparri a don Franco Carminati, bloccato da mons. Marelli che scrisse, a giustificazione del gesto, di aver dovu­ to"scacciarlo" dall'Ufficio del lavoro perché di idee socialistoidi. E specifica­ va"altro che inalterata obbedienza alla S. Sede, non obbedisce neppure al vesco­ vo, tanto è vero che fondò a Grumello un altro Ufficio del lavoro a sé, distaccan­ do dal nostro ufficio tutti i contadini di quella plaga, spingendoli anche ad atti e dimostrazioni violente contro i padroni. lo non potrò prendere misure severe per­ ché avendo con sé i contadini ed operai della plaga, avrei provocato una guerra civi­ le. I poveri parroci di quei due vicariati si trovano per quel prete in una condizio­ ne difficile. lo per essere consentaneo agli indirizzi della Santa Sede non volli andare a quella festa a cui era invitato anche don Sturzo, l'ono Cavalli, e, dicono, 912


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l' ono Miglioli grande amico di Carminati. Per quanto abbia fatto per dissuadere don

Carrninati dal suo atteggiamento, non fui mai obbedito. Ho per mia disgrazia un

altro ribelle, il signor Cocchi, che dicendosi benedetto dal Santo Padre fa una pro­

paganda disastrosa in diocesi e va eccitando i contadini alla guerra contro i padro­

ni. Prego quindi vostra eminenza a liberarrni da questo peso di comunicare a don

Carrninati il telegramma speditomi e che conservo presso di me.

Profondamente mi chino al bacio della sacra porpora e mi segno di vostra eminenza

rev.ma dev.mo servo + Luigi M. Marelli vescovo"

Ma don Carminati, accusato di sobillare gli operai per occupare gli stabili­ menti e di tentare l'esperimento della gestione in proprio, aveva sfidato La Perseveranza di Milano e Il Popolo di Bergamo, il 22 marzo 1920, a portarne le prove davanti al prefetto, mettendo in gioco Lire 5.000; ibid., S. S. Ep. Mod., 1920, R. 3 F. II f. 57r-v, 7 dicembre 1920.

20. La situazione elettorale a Bergamo Il delegato vescovile per l'Azione Cattolica diocesana, don Battista Ruggeri, parroco di Borgo Palazzo, informò il 15 novembre 1921 il card. Gasparri sulla situazione elettorale a Bergamo, dove il partito socialista alleato coi cocchiani tentava di conquistare posizioni negli istituti cittadini. L'ono Bonomi aveva tentato un' alleanza con alcuni elementi del partito liberale moderato, che imponevano clausole illogiche, poi rifiutate, in quanto, lasciando la carica di sindaco a un espo­ nente cattolico, si riservavano cinque assessori liberali in giunta, una parità di candidati nelle liste, l'esclusione di tutti i membri della precedente amministrazione, tranne due per eventuali chiarimenti sulla stessa. L'ono Bonomi deliberò di pre­ sentare una lista contrapposta a quella dei liberali, ottenendo 800 voti in più ed esclu­ dendo del tutto i socialisti, con un risultato oltre ogni previsione. Con lettera del 27 don Ruggeri aggiornò il card. Gasparri affermando che"più presto di quanto si poteva umanamente prevedere ed aspettarsi, le cose a Bergamo sono ritornate al loro posto". Le istituzioni pubbliche, il Consiglio provinciale, il Consiglio comu­ nale di Bergamo Clusone e Treviglio e tanti altri del territorio, il Consiglio Provinciale Scolastico, gli istituti di pubblica beneficenza, erano in mano dei cat­ tolici, e il fenomeno cocchiano era stato liquidato. Don Ruggeri attribuiva il meri­ to del successo principalmente al clero, specie ai parroci e notava che col preoc­ cupante pericolo scomparso, il risultato aveva portato un sollievo generale; ibid.. S. S. Ep. Mod., 1921, R. 29 f. 8r, 1Or-11 v, lettere di don Ruggeri, 15-27 novembre, f. 12r risposta di com­ piacimento del card. Gasparri che si rallegrò con i dirigenti dell' Azione Cattolica ai quali dopo Dio spet­ ta "il merito di aver saputo preparare una buona amministrazione della cosa pubblica" 29 novembre.

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Indice dei nomi

Acernese Giuseppe 637 754 821 Acquaderni Giovanni 244 615 Adami Silvia 296 Adelasio Gerolamo 83 Agazzi Aldo 688 787 Agliardi Antonio 164418 438521 536 538572 653657668674 Agnese, santa, 320 Agostino, santo, 524 Alacoque Margherita Maria, santa 197 Albani Venceslao 85 A1bertario Davide 365 411 413 440 442 Alberti Andrea 504 Alberto da Villa d'Ogna, beato, 573 574 Alessandro, santo martire, 427 507 536 537 Alessandro II, papa, 444 Alfonso Maria de' Liguori , santo, 622 Altieri Lodovico 91 Amadei Roberto 50 68 88 92 93 94 97 98 99153 154154158159176177 196240247248266356369371 374410 411 412414419443459 468495573 592605609610 647 651 654 -661 688 Amaglio Ferdinando 715788 Amari Michele 158 Amati Amato 249 251 Ambrogio, santo, 320524613 682 Andrea, apostolo santo, 239 Andreucci Giovanni 670 Angelini Andrea 653 654 659 Giacomo 573 Antoine Teresa Angelini L. 321 Angeloni Giuseppe 437 Anselmi Giacomo 228 370584 Antonietti Giovanni 243 Antonelli. 792 799 Antonio, abate, santo, 360 Antonio da Padova, santo, 360 Aprile Felice 56 Aquilecchia Giovanni 426 Arcangeli Giacinto 48 157249250267 295 351 387395 396411 416417 424 426 427 428 444 445 450452 459 485 488 490 496 502 524 587 717

Arduino Ettore 672 Arena Rosaria. 296 Arese Borromeo Edoardo 212 Arioli Giuseppe 153 Armarmi Pietro 459 Arrigo Paolo 538 Asperti Angelo 491 787 Asperti Matteol53 Aubert Roger 355 370455 460497 Aussenzio 524 Baccelli Guido 650 Baggi Giancarlo C. 516 Baizini Giuseppe 250 290 367 Bakunin Michele Alessandro 662 Balbo Vittorio di Vinadio 546 Balduzzi Santo 655 774785 788 Ballerini Antonio 456 Ballini Achille 547 655 656 786 Bana Benedetto 157 Bana Luigi 250 Barat Maddalena Sofia 546 Barattani Augusto 439 647 Barbara, santa, 360 Barbarigo Gregorio, santo, 142523 524 642 Barbetta Ernestina 306 Barbolani Alberto 51 Barca Vincenzo 306 Bargilliat Michele 733 Barnaba, santo, 7693 358 398 537 566 Baronchelli Donato 481 653 655 661 672 Barzaghi Gioachino. 344 Battelli Guseppe 355 356 410 411 565 591 592605-610 612 615616629 642 644 651 654 655 657 659 661 663664666667671674675678 682688716773774 Battistoni Dorotea 523 Baumann Ferdinando 444 Bava Beccaris Fiorenzo 560 Beaux Augusto 296 Beda Giovanni, 642 Bedeschi Lorenzo 674 681

Belgioioso Giuseppe 440

Bellarmino Roberto, santo, 613

Bellini Francesco 102

915


Bellò Carlo 62 63 68 82 94 110 153 189

230245340355365366371 410

420.423 424 425 433 443 455 456

460465 466 493 494 558 561 604

613 615 648 649 656 660 661681

688692813 819

Bellometti Luigi 239

Belotti Bortolo 50 165230240244355

410 494 592 658 688

Belotti Davide 294

Belotti Roberto 688 779.

Beltramelli Giuseppe 109

Benaglio Gaetano 88 313 336

Giacinto 652

Giuseppe 47295313 314522

Prisco 573

Benassi Pio 672

Bendotti Angelo 646

Benedetti Francesco 668

Benedetto XIII, papa, 83102151 189

206209219245255264 300 327

353378397444452453529 621

Benedetto XIV, papa, 86 116 117 118

121 137179310 391393

Benedetto XV, papa, 589 685 695 696

758766774781 813

Benigni Mario 295 296 297. 592 789

Benigni Umberto. 643 664

Berardelli Antonio 419671

Berbenni Giosuè 258

Beretta Galdino 50 66.

Beretta Sergio 688 787

Bergamelli Giovanni 238 688 774

Berggren Lars 426

Berlendis Giuseppe 89

Bernardino, santo, 291

Bernareggi Adriano 685

Bersani Dossena Angelo 414

Berta 444

Bertacchi Giuliana 646

Bertazzoli Michele 141

Bertoncini Giovanni 56

Bertone G 672

Bertone Tarcisio 456

Berzi Angelo 59

Berzi Giovanni Battista 292

Berzi Saverio 492

Bettinelli Spotti Carla 575

Bettoli Parmerio 439 647

Bettonagli Francesco 63 88

Bianciardi Stanislao 423

Biederlak Giuseppe 672

Bini Galileo 646

Biolghini Francesco 800

Bisogno Giuseppe 637

Bissolati Leonida 493 649 650

Bissoni Giuseppe 48

B1avatskiElena 773

Boccacci Luigi 439 647

Boella Umberto 130

Boggiani Tommaso 659

Bolgiani Franco 356

Bolognini Luigi 530 555

Bombarda Eugenio 153 307

Bombardieri Ippolito 96 100 139

Bonacina Carlo 443456481

Bonadei Antonio 239

Bonanomi Luigi 790

Bonelli Venturina 693

Bonghi Ruggero 230422443

Bonizone 444

Bonomelli Geremia 97 153321 351 352

410 413 420 422 423 443 456 494

538560587590615656

Bonomi L 221

Bonomi Paolo 652

Bonomi Prospero 475 494

Borani Giovanni 229

Borella Santo 788

Borgia Damiano 432

Borleri Battista 468

Boroni Antonio 153530554

Boroni Giovanni 229

Borromeo Carlo, santo, 217 263 326 450

577 608 613 727

Bortolotti Clienze 651 678 686 796 800

Bosco Giovanni, santo, 81 97 662 677

Boselli Virginia 685

Botta Carlo 662

Bottagisi Luigi 56

Bouix Marcello752

Bouret Ernesto

Branca 432

Bravi Giuseppe 94 95 96

Brembilla Francesco 715787

Brena Giuseppe 221

Brevi Davide 669

Brezzi Camillo 355 369

Brigno1i Alessandro 647

Bruck Enrico 734

Brunelli Roberto 643

Bruno Giordano 420 424 425 426

Bucanelli Bartolomea 523

Bucci Eugenia 433

Bugada Luigi 788

Bugarelli Carlo 157

Buonaiuti Ernesto 660

Buonpensiere Enrico 670

916


Busca Giacomo 321

Busetti Giovan Battista 321497573.688

693

Busnelli Santina Maria 487

Cabrini Giovanni 659

Caccia Dominioni Carlo 442

Caccia Pietro 734

Cagiano de Azevedo Antonio Maria 192

Cagliaroli Pietro 294

Cagni Giuseppe .M 516

Caiazzo Pietro 541

Caironi GiovanBattista 306 353 414 441

Calasanzio Giuseppe, santo, 522

Callegari Giuseppe 538

Callori Vittoria di Vignale 546

Camaiani Pier Giorgio 50 340 356

Cameroni Agostino 650 652 658

Camilletti A. 677

Camozzi Ermenegildo 91 153 164 180

212388399411 83489492 496

498524526551 561 568575605

606608612614617628644654

656667-692702716717 766 774

775784-813 816 819

Camozzi Gabriele 221.

Camozzi Vertova Giovanni Battista 96 97

250

Campanini Giorgio 50 356455593612.

Camplani Pietro 251

Cancelli Alberto

Candeloro Giorgio 366

Canossiane Figlie della Carità 296 487

Canova Gherardo 775

Cantù Cesare. 77

Cantù Ignazio 76

Capelli G. 674

Capitanio Bartolomea, santa 2221 296

Capitanio Serafino 468

Capoferri Pasquale 656

Capovilla Francesco Loris 592 688

Cappello Felice 733

Cappelluzzo Giovanni. 77

Cappuccini 48 67 79 220 221 240 266

268298329330353361380400

443748810

Caprioli Adriano 82 631

Caprotti Giovanni 520

Caravati Agostino 291

Carli Lorenzo 638

Carmelitani 693

Carminati Demetrio 292

Carminati Giuseppe 767

Carminati Valdemiro 52 93 159

Caroli Carlo 647

Carozzi Guglielmo 547 661668785789

Carrara Alberto 50

Carrara Pietro 715 779

Carrara Tommaso 360

Carraro Mariapia 297

Carsana Pietro 314 414

Carugati Egidio 652 658

Casaluce, marchese di v. De Bisogno Giuseppe Casartelli Annibale 647

Casati Michele 518

Casati Lino 50 230 320 613

Casella Cipriano 688 773

Casella Mario 164 591

Casoli PierBiagio 442675

Cassani Giacomo 423

Cassis Giuseppe 296

Castelletti Carlo 314 354 438 496 653

655734

Castelli Giuseppe 715

Castelli Virginio 410

Caterini Prospero 75121 122154176

336

Cattaneo Arturo 647

Cattò Angelo 573

Cavadini Vincenzo 715784

Cavagna 672

Cavagnis Felice 58 133 164 283 418 538

561641

Cavagnis Luigi 801 822 825

Cavallanti Alessandro 665

Cavallari Daniele 296 715788

Cavalieri Giovanni 321

Cavallotti Felice 493

Caversazzi Ciro 474

Cavicchioni Bernardo 584

Cavour Camillo conte 57

Cenci Pio 641

Ceriani G. 735

Cerasoli Flaminio 112547548

Cernuschi Alessandro 124

Cerrato Rocco 643

Ceruti Luigi 615

Cesari Bartolomea 94 95

Chabod Federico 355

Chiaudano GiovanBattista 677

Chiaudano Giuseppe 677

Chiodi Luigi 97 198 439

Chittolini Giorgio 50 329

Chitò Giovanni 787

Chizzoletti Alberto v. Alberto da Villa

D'Ogna

Choux Giacomo 516

917


Clemente III, antipapa, 445

Clemente XIII, papa, 496 522

Colajanni Napoleone 561

Colapietra Raffaele 561

Colleoni Alessandro 475

Colleoni Alessandro 650

Compagnia di Gesù-Gesuiti 671 677

Colombelli Angelo 48314

Colombo Giovanni 96 153

Comensoli Geltrude Caterina, beata, 399

Cominelli Giovanni 292

Conforti Guido Maria, santo, 685

Consonni G.B. 244

Consonni Maria Serafina 487

Conti A. 251

Conti Francesca 296

Coppino Michele 318

Corbon 366

Coma Pellegrini Giacomo 538

Comely Rodolfo 733

Comoldi 456

Correnti Cesare 249

Cortinovis Pietro 399

Cossali Francesco 787

Cossali Giovanni 238 314351389443

458468496

Cova Alberto 356

Credaro Luigi 88 650 658

Cremaschi Gabriella 688819

Cremonesi GiovanBattista 88

Crespi Silvio 652

Crippa Geo Renato 244

Crispi Francesco 422 423 493

Crispolti Filippo 615 673

Cristalli Lorenzo 468

Cristofori Carlo 171

Crostarosa Pietro 476

Crotta Giovanni Battista 250

Cucchi Luigi 500

Curci Carlo Maria 419 424 425 604

Curti Cesare 474

Curti Edoardo 474

Cusano 425

Dahiot -Dolivet Giovanni 65

D'Ala Daniele Maria 267

De Bemardi Giovanni 239

De Bisogno Giuseppe 754 821

De Carnillis M. 584

De Capitani Eugenio 140

De Lai Gaetano 585616630638639

642 643 649 670 684

Delassus Enrico 680 681

Del Duca Romolo 630

Delehave Ippolito660 Della Chiesa Giacomo v. Benedetto XV

papa

Della Madonna Francesco 487

Della Motta Emiliano Avogadro 62

Del Re N. 496

De Lugo Giovanni59 De Lupis Caterina 497

De Moiana Alberto 440

Dentella Giacinto 481

Dentella Lorenzo 495663 88 93 136 145

177 181 212244250279306355

371396427

De Passeri Giovanni 307

De Petris Agostino 240 420

De Rosa Gabriele 245 366615673681

De Santis Francesco 374

Deshusses Giovanni. 65

De Wulf Maurizio 735

Dezza Paolo 464 465

Di Rudinì Antonio 560

Dolci Antonio 572

Dolci Giovanni 612

Dolci Martino 96 307

Dolci Pietro 96 307

Dolfin GianPaolo 340

Dollinger Ignazio 214

Donadoni 123

Ordine di S. Domenico-Domenicani 425

D'Ondes Reggio Vito 328 364

Dragoni Aristide 436 474

Duchesne Luigi Maria Oliviero 660 665

671677

Dudan Alessandro 58

Egidio di Milano 267

Einaudi Giulio 329

Elisabetta imperatrice 58

Emiliani Gerolamo v- Miani Gerolamo Engel Adolfo 480 500 658

Enrico IV imperatore 444

Erasmo santo 399

Erba Achille 800

Ercoli Nicola 314

Errnini Filippo 673

Eugenio di Savoia, 192

Facchinetti Francesco 157

Facchinetti Giuseppe 651 667 677 682­ 684

Fagnano Prospero 752

Fani Mario 244 604

Fantini Luisa 587

Fanzago Cosimo 251 401

918


Fario A.663 Favettini Pietro 672 Fazzari Achille 422 443 Fè d'Ostiani Barbara Simoni 353 Ferdinando I 58 Ferrari Liliana. 356 372 445592615675 Ferrari Carlo Andrea, ven., 318 369 468 475497518523524538560573 590606611 653685 Ferrari Marianna 296 Ferrari Lucia 546 Ferraroli Giuseppe 399 Ferraroli Pietro 163 183 Ferrata Domenico 626 641 Ferrè Pietro 140 Ferretti Paolo M. 734 Filiberto Antonio Felice 366 Finazzi Emilio 474 Finazzi Giovanni 9496-98 123 153 Fiorendi Mario 50 366402404 412 444 494445 655 658 Floridi Giovanni Battista 715716 767 774784790 Fiorentini Lucio 422 F1iche Agostino 445 Floridi Giovanni Battista Focacci Osmida 520 Fogazzaro 660 Fontana Sandro 180 Fonzi Fausto 356 366420425443681 Forbes Carlo di Montalembert 228 Foresti Giovanni 605 Foresti Tommaso 48 348 353 443 Forget Giacomo. 735 Formenti Giovanna 455 Fornoni Dante 574 Fornoni Elia 90306354545610 Fornoni Ignazio 656 Fornoni Maria Anna 45 Fornoni Tarcisio. 212 250 441 668 Forte Bruno 62 63 Fourier Pietro, santo, 516 Francesco d'Assisi, santo, 416 Francesco Carlo arciduca 58 Francesco di Sales, santo, 59 588 Francesco Giuseppe I, imperatore, 45 57 7081 Francesco II, re, 81 Franchi A. 413 Francoz Paolo 492 Franzelin Giovanni Battista 59 Frassinoni Giovanni 520 Frizzoni Teodoro 474 Fumagalli Giovanni 291

Fumi Giampietro 356 Funk Francesco 660 Fustinoni Edoardo 439 Galbiati Francesco 494 646 Galizzi 239 360 Galizzi GianPietro. 296 Gallavresi Emilio 500 560 Gallina A. 656 Gallina G.97 355 399410 414 Gambasin Angelo 356 366 Garbelli Francesco 653661672 799 Garibaldi Giuseppe 81 438 Gasparri Pietro 589 687 695 766 Gastaldi Lorenzo 414 Gatti Francesco 307 Gatti M. 301 Gauderzo G. 631 Gavazzeni Bernardino 668 787 796 Gavazzi A. 432 Gelfi Mauro 110 240 412 Gennati Domenico 650 Gentiloni Vincenzo Ottorino 641 658 Geronimi E. 734 Gerosa Vincenza, santa, 221 296 Gervasio, santo martire, 320 Gervasoni Gianni. 91 Gesuiti v. Compagnia di Gesù Ghidini Angelo 56 522 Ghisleri Arcangelo 439 Giandarini F. 647 Giani Luigi 474 Giani Paolo 250 Giani Pasquale 250 Giannuzzi Antonio 51 Giovagnoli Agostino. Gigliani Maddalena 351 Ginoulhiac Cesare 432 Ginoulhiac Pietro 252 Gioberti Vincenzo 424 611 Giolitti Antonio 420493 500 Giordani Igino 355 Giorgi Angelo 481 775786 Giorgio, santo, 291 Gios PierAntonio. 180348355366 367 371 374404 410 411 414419420 441 443 -445 475 489494500561 591592608651 652654655657 658661 671 674675678688775 786 Giovagnoli Agostino 661 Giovanni di Dio, santo, 79 241 Giovanni XXIII, papa, beato 244 547661 Giovanzana Francesco. 247

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Giudici Bartolomeo 411 414 459 Giuseppe, santo, 46 279 329 Gnocchi Viani Osvaldo 645 Goffi GianPiero 8297 153355 Gonzaga Ferrante 444 Gonzaga Luigi, santo, 320 443 444 643 Gonzaga Rodolfo 444 Gordini GianDomenico 118 524 Gotti Saverio 344 Gout Briolini Camilla 559 Gray 516 Gramsci Antonio 819 Grassi Fiorino 344 Grassi Giovanna Francesca 64 Grassi Simone Pietro 591668672 Grata, santa, 427 Gregorio VII, papa, santo, 437 445 Gregorio XVI, papa, 92 455 Greppi Alessandro 82 Greppi Giuseppe 82 489 Grion Alvaro L. 574 Grismondi Barbati Barbara 306 Gritti Giovanni 82 Gritti Mor1acchi Carlo 45 56 89 99 221 267296 Groso1i Giovanni 614 615 Gruscha Antonio Giuseppe 587 Guala, beato, 320 Guasco Maurilio 356 375 592 604 674 Gueranger Prospero Luigi Pasquale 62 Guerini Ernesto 715 Guerrieri Gonzaga 326 Guerriero Elio 370 Guiberto v. Clemente VIII papa Guidi Augusto 587 631 631 Guindani Camillo Gaetano48 238 250 267323351352-354357360365 367369-373378387389392395 396399406409-411 413-416420­ 424 426427429432434436 -439 4441-443 445 450-452 456 458 459 465468470475-477 481483485 487 489-492 494-496 498 502 504 505507-509511 516524526536­ 538 541 543 544 546 548 550 559 560-563 565 572-574 576 583 587 588605611612629654 Guindani Eugenio 351 Gusmini Giorgio 591 655695

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Houtin A1berto660

Hugo Victor 437 440

Huvelin Enrico 662

Kuri Sami 609

Jemolo Carlo. 366

Iannuzzi Silvio 252

Ildebrando da Soana v. Gregorio VII,

papa Imberti Giovanni Battista 49 Invernizzi Angelo 715 Invernizzi Luigi 786 Iozzelli Fortunato 592 Irranca Franco 11O Isacchi Luigi 292 388 464 524 537 Lagrange Maria Giuseppe 660 Lahitton Giuseppe. 670 Laberthonnière Luciano 660 Lamennais Felice Roberto352 Lamè F1eury94 Landucci Giovanni. 50 Lanfranchi Bartolomeo 291 Lanfranchi Francesco 291 Lattuada Filippo 440 Lavezzeri Marcello 650 Lecchi Battista 665 Ledochowski Mieceslao 588 Legrenzi Giuseppe 715 717 784 Leone XIII, papa, 341351 36-372 387 389297410 416 418-420 422 424 426427 437 442 455 459 465 466 479481-483489492-496499505 506508516518523526536538 540550558 559561 562 565 572 583587-589604612628660 Leonori Aristide 610 Lepore Pietro 157 158 Lestocquoy Giovanni. 366 Liguori Alfonso Maria, santo 59 320 Licini Luigi800 Locatelli Antonio 481 Locatelli Bortolo 474 Locatelli Carlo 306 Locatelli Domenico 153 Locatelli 655 659 717 Locatelli Giuseppe 650 651 784 Locatelli Giuseppe 767 Locatelli Giuseppe 655 Locatelli 816 Locatelli Luigi 717 Locatelli Pasino 88 249

Hechich Barnaba 609 Hoenlohe Gustavo Adolfo 455 Ho1zhey Carlo660 Honegger Silvio 688

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Martinelli Amilcare 672 Martinelli Daniele 520 Martino, santo, 125 Mascheroni Francesco 80 I Mascotti Albarica. 297 Masini A. 735 Masoni Vittorio 593 667 682-684 Massara Enrico 413 442 Massimino da Serina 221 Massironi Pietro 344 Mastai Ferretti Gerolamo 92 Mastai Ferretti GiovanMaria 92 Mattioli Guglielmo 591 660612 Mattiussi Guido 590 640 671 672 677 Mauri Anna Maria 356 539 656 Mazenod 662 Mazzarella B. 432 Mazzetti Lorenzo 432 Mazzoleni 692 Mazzo1eni Carlo 628 Mazzoleni Martino 419 Mazzucotelli Antonio 306419 Meda Filippo 414 628 673 Medolago Albani Stanislao 305 353 365 366371417438441459495500 538587591 615650653-655658 661 671 672 675 677 678 733 796 816 Menozzi Daniele 356410 592 612 Merati Paolo 49 715-717 767 774 784 791 Mercier Desiderio. 735 Merici Angela, santa, 487 Merry del Val Raffaele 164 354 615641 643 654 664 672 Miani Girolamo, santo 103 495 Miccoli Giovanni 50 329 356 589 592 622624646 Migne Giacomo Paolo 682 Miglioli Guido 796813 Milani Giovanni Battista 497 573 694 Milesi Giovannni Battista 153 . Milesi Carlo 801 Minghetti Marco 326 Minocchi Salvatore 660 Minzoni Giovanni 692 Miotti Alfonso Claudio 647 Mirandola Giorgio 251 Mismetti Giacomo 546 Mistrangelo Alfonso 665 Mocenigo Giovanni 425 Moioli Battista 609 Moioli Giuseppe 608 609 659- 661 Moioli Stefano 251

Loisy Alfredo 660 671 673 Lolli Arcangelo 670 Lombardini Scipione 646 Lorenzelli Benedetto 665 Lorenzi Serafino 221 291 487546 Loverini Ponziano 427 Lucchini Pietro 96 123 Luisetto Giovanni 221 Macchi Carlo 140 Macchi Giovanna 65 Macè Giovanni. 374 Maddalena di Canossa, santa, 296 487 Maffi Pietro 665 Maffioletti Giovanni 598 Mai Angelo 90 91112131251 Mai Giovanni 112294 Mai Marc' Antonio 75 112113 Maianti Leo 433 Mainoli Francesco 775 Maironi 539 Maironi da Ponte 157 Maironi Federico 240 309 Maironi Torquato 127 Malgeri Francesco 122592656 Maliani Alessandro 249 Malinvemi Bruno 355369.591639672 Mancini Andrea 565 584 Mancini Pasquale Stanislao 230 326418 432 Mandelli A. 688 775 Manetta D. 102 Mangili Alessandro 344 Manacorda Emiliano 674 Manacorda G. 663 Mantegazza Meraviglia Angelo Maria 606 Mantovani Maria Teresa 575 Manzini Carlo 56 Manzoni Alessandro 99 Manzoni Elio 592 654 656 675 Marangon Paolo 356 455 Marelli Luigi 685 Marelli Luigi Maria 678 685 686 689 695 696715750751 754-758782796 799816821 823 Marelli Vittorio Giovanni 702 715 Margotti Marta 356 Margotti Giacomo 420 664 Marinoni Francesco 801 Martina Giacomo 50 57 6163688291 92122129152154176189181 184 212229230233244 245268279 318319326340356414420425 432 455 456 460

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Moisè Loira Prospero 645 Molinari Franco 356 Monetti Giulio 672 733 Montalembert v. Forbes Carlo di Monti Filippo 696 Morali Giovanni Battista 659 Moretti Pietro 647 Monti Achille 468 Monti Filippo 696 Monti Luigi 229 Morali Giovanni Battista 659 Morando D. 455 456 Moraschi Giovanni Maria 578 Moretti Andrea 197 Moretti Giuseppe 598 Moretti Pietro 647 Morlani Giovanni 486 715 Moroni Giovanni 399 Mosconi Anacleto 221 291 487 546 Mosconi Francesco 153 Motta Bernardo 612 Mozzi Luigi 522 Munerati Dante 822 Murri Romolo 562 Musitelli Agostino 494 653661672 682 796 Muzi Giovanni 92 Muzio Virginio 291 321 572

Ondei Gonsildo 437 Oprandi Giovanni 419 Oreglia Luigi 164 Orfei Ruggero. 592 656 Orsoline di Gandino 487 Osservanti Pacati Giovanni 790 Pacati Pietro 774 785786789 Pacelli Eugenio (papa Pio XII) 641 Pagani Alessandro 545 Pagani Gabriele 663 Pagani Luigi 612 786 Paganoni Agostino 291 Paganuzzi Giovanni Battista 371404411 442493614673675 Pagnoni Luigi 89 90 140239291 360 399545593 Paiocchi Andrea 573 688 799 Palamini Enrico 292 Palamini Giovanni 578 Palazzi Luigi 667 721 752 Palazzini Pietro 399 Palazzolo Luigi, beato 243 662 Palazzolo Ottavio 243 Pandolfi 468 Pangarezzi Cesare 244 Panseri Virgilio 790 Paolo, apostolo, 662 Paolo III, papa, 89 Paolo V, papa, 444 Papetti Antonio 578 Parocchi Lucido Maria 321 Pasinetti Carlo 419 Pasinetti Severo 695 596 785 789 Passaglia Carlo 62 152 153 167 190353 423425 Passi Enrico 494 Passi Marco Celi 83 305 314522 Patelli Cesare 42 50 58 59 82 83 86 88 93 157-159212248355 3884401 465 468547.591603 608 609 668688 775 Patrizi Costantino 45 153 Pecci Ludovico 369 Pecci Vincenzo Gioachino 369 370 Pederzani Ivana 100248 Pedrinelli Angelo 608 659 660 Pericoli Paolo 615 675 Perietti G. 656 Perolari Angela 578 Perrone Giovanni 59 62 Pesenti Antonio 50 56 97 368 388 592 789

Nani Claudio 574 Napoleone III, imperatore 81 8295 230 268 Nardari Francesco. 592 Nardi Bernardo Pietro 75 120 Nava Cesare 610 Naz R. 65 Nazari di Calabiana Luigi 445 459 460 584606 Nazzari Emilio 733 Neirone Francesco 250 Neri F. 313 Nesti Arnaldo 440 Nicolò V, papa, 345 Nina Lorenzo 341 304 Noldin Gerolamo 733 Noli Alessandro 89 297 450 Novasconi Antonio 82 88 97 Nullo Lodovico 147 Nys D. 735 Oggioni Giulio 321 Oldrati Giacomo 98 O\cott H. 773 Omboni G. 102

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Pesenti Magazzeni Alessandro 250 Pesenti Luigi 344 Pesenti Rossi Lorenzo 353 Pesenti Santino 50 97 Pessina Mario 356 Pestalozzi Giovanni Enrico 305 Petrogalli 251 Petroncelli Mario 687 726 Peverelli Angelo 153 Pezza Elisabetta 578 Pezzani E. 752 Pezzoli Giuseppe 659 660 668 774785 787789 Pezzoli Tommaso 399 Pialorsi Enrico 439 Pialorsi Francesco 439 Piazzi Daniele 575 Piazzoni Giovan Battista 249 Piazzoni Teodoro 433 Piccinelli Antonio 401 550 573 Piccinelli Giuseppe 658 Piccinini Caterina 296 Pier Damiani, santo, 444 Pietro, apostolo, 214 Pifferi Giovanni 248 Pio VII, papa,140 268 Pio VIII, papa, 455 Pio IX, papa, 45 46 51 57 60-62 66 68 73 818288919296102112118122 133 138 139 152-154 170 173 176 180192196 197200212-214228­ 230244245248268279289318 321 326337340351 353 366368­ 370379 387 394424432455 505 667 Pio X, papa, 47 164 518 538 572 583584 587588-590603611-615620626 628 631 632 636 639 641-643 648­ 651 653 654 657 660 662-665 670­ 673 675 677 678 690 685 689 726 766773 Pio XI, papa, 112613 Piola Giuseppe 423 Pirola Beppe 321 Pirovano Ernesto 354 Pisanelli Giuseppe 158 Pitocco Francesco 50 Pizio Davide 668 Pizzoni Pietro 715 Plebani Lazzaro 459 Plebani Santina 609 Poulat Emilio 592 Prampolini Giacomo 3531 Preda Antonio 89 90 291

Preda Giovanni Battista 536 659 Presti Tosca Beatrice 307 Previtali Giovanni 612 Profili F.176 Prosperi Buri Anna 369 Prota Giurleo 432 Protasio, martire santo, 320 Quarenghi Gaudio 252 Radini Tedeschi Carlo, 587 624 Radini Tedeschi Giacomo Maria 291297 323347411486489587-591- 593 604605608-610 612 614-616 620 624629631-633637-639642643 647648650-655 657-663 665 667 671675677 678 682 684 688 717 722773 775 783 786 789 796 799 819 Ragionieri Ernesto 678 692 Rampolla Mariano del Tindaro 164 417 426494518 559572 587 673 Raponi Nicola 68 518 Raspi Caterina 677 Ratti Achille 112 Ratzinger Giuseppe 456 Rauschen Gerardo 660 Rava Luigi 649 650 Ravasio Ilaria 250 Re Davide 608 609 659 668 715 730774 785 Redigonda Luigi Abele 574 Regazzoni Gerolamo 523 Reinstadler Sebastiano 734 Remondini Samuele 668 Remuzzi Enrico 637 Renan Ernesto 139 153660662 Respighi Pietro 609 Rezzara Nicolò 245 353 366367371 402 404417436438441456475488 493-495 500538 615 646650-653 655-658 672 675 677 678 786 Riboldi Agostino Gaetano 538 631 Riccardi A. 344 592 622 Richelmi Agostino 267 Rigamonti Antonio 468 Righetti Andrea538 Righi Mario 695 696 Rimoldi Antonio 82 631 Rinaldi Aangelo Maria 50 Rinieri 672 Ritzler Remigio 49 Riva Giuseppe 441 Rivola Paolo 432

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Scandella Luigi 655 Scaramelli GiovanBattista 59 Scarpellini Pietro 653 Schiavo Alessandro 94 Schirò Giuseppe 538 Schmidt G. 734 Schuller Lodovico 518 Schuster Ildefonso 641 643 Scialoia Antonio 249 Scolopi 522 Scopoli Giovanni 109 Scoppola Pietro 355 592661674 Scotti Carlo 522 Secchi Suardo Francesco 112 Secomandi Gino 676 Sefrin Pirmino 50 Segneri Paolo 59 99 Sella Quintino 230 Sellini Angelo 520 Selva Alvaro P. 696 Semeria Giovanni 590 673 692 Seneca Lucio Anneo 130 Serafini Pietro 560 Serughetti Angelo 140 Settembrini Luigi 318 Sibella Giovanni 360 Siccardi Giuseppe 87 139 Siciliani Pietro 374 Signorelli Carlo 612 715 717 767 784 Signori Conzino 693 Signori Giosuè 164354559588665 Signori Luigi 165537 Signoriello Nunzio 464 465 Signorini Giacomo 800 Siliberti Stefano 643 Simeoni Giovanni 584 Simoni Antonio 180348354 Simoni Orazio 180313 Sinistri Luigi 646 Sisto V, papa, 200 Sjostedt Lennart 426. Snider C. 68 90 95 139 153 154 164 245 365366369-371 373396404 410 414420443455456459460475 476487489494495516518524 539560561 584606612615641 644662663665674675678681 Solazzi Caterina 92 Solera Marco 693 Soleri Giacomo 464 465 Solinas Raffaele 249 Sonnino Giorgio Sidney 560 Somaga Ettore 97 99 Spampatti Quirino 715

Rizzoli Giovanni 354410 411413459 Roberto il Guiscardo 445 Rodolfo di Svevia 444 Rodriguez Alfonso 59 Romanato G.B. 592 Romilli Carlo Bartolomeo 56 68 112 Roncalli Angelo (papa Giovanni XXIII) 547590591605606610 615617 621 624 639 642 651-657 661 671 685 686 692 789 816 Rondinini Rovelasca 306 Roothan Giovanni F. 456 Rosa Gabriele 88 Rosa GiovanBattista 751 Rosano Pietro500 Rosmini Serbati Antonio 4799 153325 352 455456604 611 662 Rosmini Serbati Pier Modesto 455 Rossi Giovanni Battista 612 Rossi M.M. 688 773 Rossi Rinaldo 59 372 459 Rota Attilio 652 Rota Enrico 717 784 Rota Giovanni 153 Rota Giovanni Battista 321399497538 Rota Pietro 481 668m 787 Rota Rossi Lorenzo 411475479489 Ruggeri Giovanni Battista 789 Rusca Pietro 45238 Sabbia Francesco 141 459 Sacchi Ettore 422 Sala Arveno 306 Sale Giovanni.661 674 Salimbeni da Parma 574 Salmoiraghi 305 Salvadori G. 673 Salvi 656 Salvi Giovanni 306 Salvi Giovanni 438 Salvi Francesco 153 San severino Gaetano 464 465 Santoloci A. 522 Sapi C. 112 Sarti Andrea 642 653 659 Sarti Telesforo 480 Sarto Giuseppe Melchiorre v Pio X, papa Sartori Antonio 221 Satolli Francesco 587 Savoldelli Ferdinando 468 Savoldelli Giacomo 251 Scaini Stefano 291 Scalabrini Giovanni Battista 414 460538 587

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Spaventa Silvio 438 Speranza Francesco 45 Speranza Bonifacio 48 Speranza PierLuigi 45-49 51 52 56-60 63-687172 75818285-9597100 102109-114119-122124125127 129133 135 138-140143 147 153 157-159163-165168173175-177 180-185 188 192 196 199200 212­ 214221 226229231233234237 238 247 248 251 252 267 279 282­ 284289291294310 313 317318 321 313 326336337340350351 357379413441 443459573 Speranza Pietro 45 94 399 584 596 605 Spine Ili Giovanni 688 789 Stocchi Vincenzo 294 Stoppani Antonio 56 352414425442 455 Stramare Tarcisio 505 Sturzo Luigi 561611 658681 796 Suardi Gianforte 652 658 Superti Furga Isabella 50

Togni Lorenzo 659 Tomini Foresti Lorenzo 522 Tommaseo Nicolò 611 Tommasi Benedetto 665 Tommaso d'Aquino, santo 59 167 224 271 299321334353383465534 558671 Tommasoni Tommaso 250 Toniolo Giuseppe 371 493611 672 675 677 Tonsi Carlo 307 Tonsi Giuseppe 153 Toscanelli Giuseppe 423 Toscani Xenio 356 531 592 Tosi Luigi 98 99 Traiani Santo 560 Traini Carlo 157 159212250251252 667 Tramontin Silvio 320 356 492 612 661 Tranie11lo Francesco 50 56 356 Trebiliani Maria Luisa 50 Tredici Giacinto 735 Trezzi Luigi 356 656 Trovesi Raffaele 248 Turati Filippo 494 539 656 Tyrrel Giorgio 673

Taccolini Mario 366 372 Tallone 433 444 Tana Santena Marta Tandel, conte di, v. Gaetano de Lai 643 Tanquerey Aadolfo Alfredo 733 734 TaragniFermo.321 Tasca F.A 647 Tassetti Elia 474 Tavani Francescodi Mindo 497 Tavani Porcari Francesco538 Tazzoli Enrico 662 Teani Vigilio 686 Teanini Angelo 49 459 Tedeschi Paolo 654 656 Tenca Carlo 249 Terzi Gerolamo 250 305 306 Terziarie di S. Domenico 746817 Terziarie di S. Francesco 746 817 Tescari Giovanni Battista 538 Testa Emanuele 646 Testa Vincenzo 646 Testori Angelo 419 Tettamanzi Pietro. 561 Tillman Fritz 660 Timon-David Giuseppe 662 Tiraboschi Francesco 239 Tiraboschi Giovanni Pietro(Bombello) 221 Tironi Luigi .305 Tironi Tarcisio 50

Uccelli Pierantonio 145. Ulietti Carlo 58 Ulm Oscar 612 734 Umberto I, re d'Italia, 410 520 561 Urbano VIII, papa, 85 118 516 Vaccaro Luciano 82 631 Vajana Alfonso 646 Valfré del Bonzo Teodoro 538 Valle Giovanni Battista 239 Valli Adolfo 785 Valli Alessandro 646 Valoti Giampiero 646 Valoti P.M. 244 Valsecchi Alessandro 46127 157212 248-250302304305321 341 386 596 Valsecchi da Capriate 546 Vannutelli Vincenzo 414584585593 630641 Varina A. 445 Vavassori Giuseppe 686 Venditti Luigi 323 Veneroni Pietro 734 Veneruso Danilo 356 592 Vercesi Ernesto 366 Verga Giovanni 412

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Zaccaria Antonio Maria, santo 516 Zambarbieri Annibale 370 Zanardelli Giuseppe 410 422 424 Zanardi Giovanni 282 Zanchi Elisa 546 Zanchi Giuseppe 240 487 Zanchi Goffredo 50 240 487 592 789 Zanchi Pietro 789 Zanotti Andrea 50 68 Zanotto Francesco 734 Zappa Achille 474 Zappa Ernesto 439 Zavarit Giovanni 688 Zenoni Giacinto 58 157 Zigliara Tommaso Maria 456 Zineroni Angelo 120 Zopfi Gioachino 653 Zoppi Sergio 674 Zucca Giovanni 360 Zucchi Cipriano 474 Zuccolini Giovanni 560 Zugliani 431 Zumbini Carlo 647

Verucci Guido 50 Verzeri Eustochio Teresa, santa, 295 450 Verzeri Gerolamo 292 414 Vian Giovanni 592 612 626 642 644 653 659 661 665 670 673 688 819 Vian Nello 612 Viganò Felice 598 Vigliani Paolo Onorato 230 Viscardi Pietro 153 Vistalli Francesco 49 154 245 296 297 344355366368369371 373374 396399402404 406 414 419 420 424426427429432-434437-439 441443456457459464 465468 487 488 661 668 672 678 Vistari A. 244 Vitali Luigi 56 Vittorio Emanuele II, re d'Ialia, 81 8288 96337414. Vittorio Emanuele III, re d'Italia, 774. Volpi Luigi 650 Volpi Gerolamo 56 Wild Enrico 251 305

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Indice dei luoghi

Abbazia 715 Acquapendente 121 Adrara S. Martino 85- Suore Orsoline di Mantova 697 - S. Rocco 422 Aeropoli - Aureliopoli 789 Albano S. Alessandro 782 Albenza 717 Albino 64 77 79 240 242 305 360 362 367512-514568569597634691 759­ Chiesa alla Ripa 693-Ancelle di Carità 514-Carmelitani 693-Compagnia del S. Cuore di Gesù(Dehoniani) 634 694­ Francescani Cappuccini 240 361 513 569- 599 634 761-Figlie del S. Cuore 242362514- Orsoline 514 Albizzate Istituto don Guanella 775 Almè 367 419 Almenno S. Bartolomeo 605 682 Almenno S. Salvatore 48 85 86 242 290 297353367419515568634782784 787-Suore d. S. Famiglia 515 Alzano Maggiore -( Lombardo) 4880 8690 135241 242297362367481 512 514568507615634655672 691 759 774 777 785-Monastero S. Francesco di Sales 65 80362514635696763­ Monastero d. Visitazione 569 Ardesio 48 135296297321 367-Santuario della B. Verginedelle Lacrime 693761 Argentina 790 Ars 622 Ascoli Piceno 673 Aspromonte 229 Assisi 251 Asso 560 Austria 45576769818288192368692 813 Averara 130367515605782 Azzano S. Paolo 82 367 513 569­ Monastero di S. Domenico 513 569 600635 Bagnatica Suore Orsoline 697 Bagnella 605 Barbariga 800 Baresi 85 678 Bariano 782-Suore di S. Dorotea 765

Barzizza 715 Bedulita 163 Beirut-Università S. Giuseppe 608 609 Belgio 588 Benevento 370 Bergamo 45 4648 52 53 55 57 61 63 71 72 76 82 9193959913109111-114 119 120122 130 131 142152 157 158 163165168171 173 193197199201 204 212 224 228 233 249-251271282 292294296297306307332336350­ 352 358 365 366 373 389 390 392 398 400 404 410 413 415 417 426 432 433 439475 476480482483485 486487 489493 494 500 505 507 508 522 523 526536537539541 544546560 563 566 572 584 587 588 590 593 594 623 629 640 650 652 656-662 665 668 672 675676679684-686690691 701 710 717750751757759767773788790 821 Accademie - Carrara 433 Alberghi - Piemontese 646 Pugni e Coppo 646 Ateneo 130 305 Associazioni - Azione Cattolica 489 641 652 653 673 678 686 767 789 798 799 - Congr. di Carità 267 306 347­ Convertite 242 296-Dottrina Cristiana 93184263450451612613-Mondiale della S. Famiglia-Peril riscattodei chie­ rici 335-Figlie dell'Immacolata 242­ Preti adoratori 669 762-Mutua carità tra il clero 495 686 721 736 796­ Mutuo soccorso 646 675 819 Banche- Banco di S. Alessandro 767 ­ Piccolo Credito Bergamasco 445 459 675678 686-Provinciale Lombarda767 - Casse rurali 371 445459572 656 670 675819 - Risparmio 399 - Ecclesiastica 469 Biblioteche-Civica A. Mai 785- Circolanti 750 Borghi e contrade - Belvedere 397 Canale 367-Fontana 399-Gromo 295 Palazzo 298 353 443 459-717 789-Pignolo 48

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66-Prato 344-S. Caterina 296399573­ S.Gottardo 306-S. Leonardo 157495 Camera del Lavoro 493646818 Camera di Commercio 434 654 658 Case e palazzi - Benaglio 167-Clero 686­ Grismondi 157-Gromo 295 488­ Marenzi 816-Milesi 157-Paradiso 97 145 188-Passi307-Popolo572 655657 672 786-Sozzi-81-Studente 686 789 816-Vescovile 209Cattedre ambulanti 657 Chiese-Evangelica 692-S. Alessandro in cattedrale-53 77 359361399512538 566 595 596 633 782 805-Capitolo canonici 537798148166186215 239261 323354375400443446468 486596618634667668715722723 760 783 802-805-S. Alessandro in Col. 77 512 537 568 597 634-S. Alessandro d. Croce 77 512538 568 597 634- S. Anna 782 -SS. Bartolomeo e Stefano 96 438 695 761-S. Bartolomeo in Razolo 695-S. Giorgio 294 362 599-S. Giovanni B. 597-S. Giuseppe 614-S. Grata i. v. 782 799-S. Maria Maggiore 626377 126345410 486 512 568-S. Maria I. d. Grazie 46 48 89 183291 293 432-S. Michele al Pozzo B. 788­ S. Michele d. Arco 717-S. Pietro 298 -S. Salvatore 321 344-S. Sepolcro d' Astino BO-S. Stefano 695 Cimiteri-S. Giorgio 596-Unico cittadino 354-Valtesse 596 Circoli - S. Luigi 46 244 344 402 403 404 441- 489 572-653 675 817-S. Giuseppe 48 244 279 320 365 402404 426 438­ 675-Educativo operaio 433-Popolare cattolico 786-Sportivi 814-Studentesco di S. Alessandro 686-Studentialla Casa d. Popolo 786-Studenti universitari539 Collegi-Apostolico 46 56 314 388 - S. Alessandro 46 156 157 212248 249 250272 286 302 306 441 515587667 786 787 788 800 816-Bartolomeo Colleoni 306-Provinciale Commerciale 157 249-Provinciale di via Rosate 252­ Speciale di Commercio 251 - Ai Celestini 156-Convitto femminile 306 Confraternite-Congregazioni laicali ­ Figlie di Maria 676 817-SS Sacramento 63 184 215 260 319 364405 817­ Dottrinacristiana 184215 260 319 817­ S. Rosario 63 184215260319622­ Immacolata 321 346

Congregazioni religiose femminili - Ado­ ratrici d. Rivolta 765-Ancelle d. Carità 64 242 569 600 634 698 764 ­ Ausiliatrici d. Anime Purganti 765­ Figlie della Carità (Canossiane) 600 635697 763-Piccole Suore d. S. Cuore 765-Pie Madri della Nigrizia 601 635 698 765-Piccole Suore d. S. Famiglia 601 635699 765-Adoratrici di Rivolta 399-Bambin Gesù 698 764-Buon Pastore 242 363 515 569601635698 764-S. Cuore di Gesù 64 295 514569 605-Sacra Famiglia 569-Sapienza 698­ delle Poverelle 515 569601 635698 764- Smo Sacramento515 569 601 698 764-Filippine 546-Sante Capitanio e V. Gerosa 221 488 514 600 634 696 697 763- S. Vincenzo242 362 600 634 635 697 763-0rsoline 600-634-Zelatrici d. S. Cuore di Gesù 765 Congregazioni religiose maschili - Preti del S. Cuore 251614667669739789 800811 Consorzi- Misericordia 597 - Economico diocesano 766 Conventi-monasteri - Carmelitani 65­ Francescani 67 79 221 222 268 294 330 379-Cappuccini 48 67 79 220 221 240 266 268 298 599 600 603 694 739 748761 805 -Conventuali 67 79 513 569- Domenicani 695-Francescani Osservanti Riformati 67 486-Celestini 220 267-Matris Domini 605 696763­ SS.Bartolomeo e Stefano-S. Benedetto 64 79 240 362 401 513 569 600 635­ San Domenico 64 79 240 362 40 I 513 569 600-635-S.Giorgio 60 104 294 362 400424425444456513569-Santa Chiara 80 240 362 401 514569600 635 696 763-Santa Grata 66 605 696 763-Santa Maria delle Grazie 291-S. Alessandro 48 Deputazione Storia Patria 785 Giornali - Bortolì 647-Campanone653 676 800 - Gigli e rose 676-Giopì 647-11 Movimento- La Domenica d. Popolo 686-L'Eco di Bergamo 650 675 676 750799 780-La Rasegna commerciale 647- La Voce degli Oratori 657 676-La Vita diocesana 654 669 670 676 716 780 Industrie - Italiana dei cementi 658- Filatoio Zuppinger 655­ Leghe - Anticlericale bergamasca 374433­

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Circoli giovanili diocesani 657­ Democratico-nazionale 673-Massonica Piazza Pontida 437 818-Lombarda per l'Educazione popolare 474 475 506­ Insegnamento 374-Madri e Padri di Famiglia 65O-Perseveranza 767­ Operaia cattolica 365 402 404 426 653­ Socialista Bergamasca 493 Monte di Pietà 70 108 162 227 275 339 367385470535 5559582 Opere sociali - Festiva per le operaie 434­ Mutuo soccorso 371 372 402 404 426 445 459 495 538 Oratori - Federazione d. Oratori 657 ­ Interparrocchiale di S. Giuseppe ­ Calasanzio 522-Intercomunitario di città alta 787-Maschile S. Antonino 438­ Orfanotrofi- Per i piccoli 634 Ospedali - Astino (Longuelo) 296 724­ Daste 782 - Maggiore 296-724- Rico­ vero di mendicità 724 805 Parrocchie- S. Agata d. Carmine 120267 344367436-598634782-Boccaleone 605715 767-Colognola 767 784-Loreto 140-S. Alessandro d cattedrale 782-d. Croce 66 314459695761 775782785 786 in Co1.140 29 295 440495496522 668774782785 - S. Andrea 314 767 782-S.Anna 89 360459 782-S.Caterina 296572-782799 - Ospedale M 715 895 Longuelo 787-Loreto 761 782786­ S.Maria I.d. Grazie 291 360 782 786 796-S. Grata Lv. 140 782 786-S. Lorenzo 790-S.Rocco in Castagneta 598 634-S. Vigi1io 252-Valtesse 598­ Valverde598 634- S. Rocco in Fontana 399 Partiti - Democrazia cristiana 614 653 673 - Democratico 647 - Moderato 645 ­ Popolare Italiano 680 681 796 819 ­ Socialista 645 Patronati - S. Vincenzo 686-Giovani arti­ giani 818-Emigranti 818 Piazze - Cittadella 251 306 - Pontida 494 560-Rosate 252 Prefettura - 392 560 628 Provincia - 475 480-Deputazione Provin­ ciale Consiglio Provinciale 251 306 307411 480675-Scolastico 650 Scuole - Apostolica 295 761- Cultura popo­ lare 646- Dottrina cristiana 93 184263 450451470 616-Formazione tecnica 646-Magistra1e per fanciulle 206­

Normale per fanciulle 306 307 475­ Magistrale di Religione 622 650 786­ Primaria di Musica Sacra 492 687­ Religione per giovani studenti 495 622 786-S. Gerolamo Miani 495 496 521­ S.Giuseppe Calasanzio 521- Serale di Carità 522-Scuola sociale 671 672 675 677 Serale per giovani addetti al com­ mercio 434 Segretariati - Clero 616-Unioni Professio­ nali Emigranti 445 656- Popolo 494­ Seminario diocesano 81 115 130 104 157 159 158590601 608609625636659 675 676682692707730738 774 779 784-786 789 790 792 800 Società - Alpinistiche 814-Anonima delle cooperative 371 656 675 766­ Biblioteche circolanti 344 676 817­ Buona Stampa 750 818-Cucine econo­ miche 404 405 445-Ginniche 814­ Industriale bergamasca 434- Interessi cattolici 244 403 488 - Missionari per gli Emigranti 445 -Mutuo soccorso 646-Pie scuole 404-0pera Bonomelli 646-0pera dei Congressi 90 244 245 320353364 366 371 387404414442 475489493560 588 614 673 674 675­ Operaia liberale 372-0peraie cattoli­ che 402 445-Socialistiche operaie 818­ Società economico-sociale-S. Alessan­ dro 686 Vie - Broseta 646-Cavette 399-Foppa 243­ Martinengo Coli eoni 646-0sio 572­ Paleocapa 572-Papa Giovanni XXIII 572-S. Alessandro 572-S. Bernardino 296 432 496-S. Orsola 295 344 432 439572-S. Tommaso 297-Solata 495­ Stazione 572-Tassis 81-Zambonate 646 Tipografie - Cado nati e Mariani 676­ Carnazzi - Sergent 647-Cattaneo 439­ Commerciale di Bg. 647-Fagnani e Galeazzi 647-Gatti 647- Manighetti 439-Mariani Natali 284-Pagnoncelli 439 647-Rivetti439-S. Alessandro 489­ Secomandi 676 757-Editrice commer­ ciale 439 647 Teatri - Rossi 474-Rubini 650 Tribunale 249 480 718 785 Uffici - Arte sacra 61O-Emigrazione 646­ Censori 701-Lavoro 494 653654655 686796799819 Unioni - Apostolica 669-Cattolica di studi sociali 675819 - Diocesana - Econo­ mico - sociale 489 655 672 675 766

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-------------------767-Elettorale 411 680-Missionaria del clero 687 - Popolare 680 686­ Professionale 371 572 654 655­ Cattolica per il progresso delle buone opere in Italia 244-lstituzioni cattoli­ che diocesane 459-Cattolica agricola bergamasca 445-Promozione dei lega­ ti pii 281 349 584-Ecclesiastica per gli Studi Sociali 494-S. Bartolomeo 96 96 153266 Università popolare bergamasca 657 672

362367514715 785-Figliedella Carità S. Vincenzo de' Paoli 80 135 175 206 240-362514 Calepio valle Calolziocorte 49 86 129782 Calusco d'Adda 82 388 487 551 569 Convento di Baccanello di S. Maria degli Angeli 487 513 569 599 634 694 761 Camerata- Cespedosio Canossa 296 445 Canto Alto 550 551 Cantoni d'Oneta 360 Capizzone 800 Capriate 569 789-Capppuccine 569 600 635696763 Caprino 49 85 488 652 668 Caravaggio 398 421 Carenno 442715 Carobbio 782 Carpi 538 Carpineto 369 Carvico 608 Casale Monferrato 140 Casale 455 Casnigo 487 Orsoline 514­ Cassiglio 605 Cassinone 782 Castiglione d. Stiviere 434 443 444 643 Castione d. Presolana 775 Castro 800 Celana Collegio 603 668 678 816 Castelfidardo 340 Cavernago 367 Cazzano S. Andrea 422 Celana 84 89 212 248 301 515-Collegio 156157164 212 248 272 301314364 515 Cenate S. Leone 94 Cenate S. Martino 86 124 41O-Suore del Bambin Gesù (di S. Mauro) 636 764­ Frazione Brugaletti 767 Cerro 98 598 634 Cesarea 538 Cespedosio di Camerata 775 Chamoussey 516 Chieri 444 677 Chignolo d'Isola 49 85 775 Chignolo d'Oneta 367 Chiuduno 177 367 782 767 800 Chiuppano 489 Cile 92 Cina 561 Cirano 667 Ciserano 367 608

Berzo S. Fermo 367 Bianzano 605 Bienno 314 Bobbio 685 690 758 Bolgare 82 120 Bologna 92139198244614673695 Boltiere 786 800 Bonate Sopra 800 Bonate Sotto 488 Bondione 292 Bondo Petello 360 Bordogna 85 164 605 Borgo di Terzo 49 85 Borgo S. Donnino 351523538584 Bormio 66 Bottanuco 8198106363414422459468 598634 767-Suore d. S. Famiglia 411 515 Bracca 788 Branzi 367 Brasile 584 Bratto 239 285 Brembate Sopra 82 789 Brembate Sotto 572 605655715 Brembilla 367 Breno 109 Brescia 52 7681250251271292332358 366398414421432439441445475 505 538 566 594 652 667- Corte d'Appello 251 666-Il Cittadino 441­ Tipografia Scalvini 439 Bressanone 445 Brinzio 775 Brusaporto- Sacra Famiglia 695 762 Bruxelles 370 Bucarest 588 Bulgaria 789 Calcinate 80 82 242 363 488 667 784 Suore di S. Dorotea 80 242 363 636 765 Calcio 702 Calepio 49 80 85 135 175206241292296

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Cividate al Piano 520 715 Cividino sull'Oglio 79 241513545569 634- Francescani Riformati 79 241 361 513 569 599 634 694 739 761 782790 Clusone 454978 109 136250321 354367 370410411443459487491512523 568597634652655668691 759774 775 - Collegio A. Mai 717­ Cologno al Serio 82 95 668 782 788 Comenduno 559 693 Como 52 76 81 314358365 398413 414 445 497 538 566 594 775-Collegio Gallio 314 Comonte 80 242 363 515-Suore d. S. Famiglia 80 242 363 515 635 698 764 Concesa 702 Cornalba 164 Cortenuova 177 229715 Costa Mezzate 559 Costantinopoli 584 Costa Serina 782 787 Credaro 715 Crema 140 141 166413 459 Cremona 52 76 82 88 97119153321351 352358398410 413 414 433 443 516 538 566 573 584 594 646 - Cattedrale­ S. Abondio 574-S. Mattia 574­ Ospedale S. Maria della Pietà 574 Crespi d'Adda Crimea 6681 Curnasco 82 785 Curno 82 Custoza 229

Fiobbio 360 367 715 800 Fiorano 291 359 - Orsoline 363 Firenze 22 192230244 374 414 665-Unità 664 Foligno 551 Foresto Sparso 767 787 Fossano 164 665 674 Francia 82 97180230352374445516 Friburgo 546 675 Friuli 326 Frosinone 81 Gaeta 81 Gandino49 80 136242363 367487504 514562605646667691 715759777­ Suore Orsoline 80 242 363 514 697 763 Gandino, valle 667 Gavarno Vescovado 90 180 348-Mensa Vescovile-48 90 180 Gazzaniga 291 296 359 Gazzuolo 697 Genova 493-Collegio Paganini 587 Germania 251 445 Gerusalemme Istituto Biblico 609 Ghisalba 4985367715787 Gorlago 715 Gorle 782 Gorno 367 790-Suore d. Sapienza 601 636 Grecia 789 Gromo S. Giacomo 296 297 Gromo S. Marino 292 Grone 678 Grumello del Monte 102177 363 514-774­ Ancelle della Carità 363514 Gualeguay entre Rios 790 Guastalla 642

Damietta 370 Desenzano al Serio 321 782-Santuario Madonna del miracolo della Gamba 321693761­ Domodossola 455 Dossena 367 782 Dosso di Azone 800

Imagna, valle 782 Imbersago- Santuario della Madonna del Bosco 685 Imola 92 Inghilterra 373 Isola bergamasca 656 367 lstanbul 789 Italia 47 57 81 8891 949697 100 109 122139152153157170176181 184 198214240243249318352353369 370371 373391410 422-424 432 445 456459493 522 538 620 650 660 662 691 692785799813 819

Emilia Romagna 524 Endenna422 Endine 242363 367514 609-Figlie del S. Cuore di Gesù 242 363 Entratico 788 Erve 786 Europa 153 170373 Famagosta 606 Fara Olivana 367 605 782 Filago 82 Filighera 442

Lallio 136363481 515-SuoreDorotee 363­ delle Poverelle 515

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Lazio 81 Leffe 96 242 363 487 515 767 782-Figlie della sacra Famiglia 242 363 515­ Lepanto 499 506 Levate 314 Libia 658 Liguria 524 Lione 492 Lissa 229 Livorno Locate 605 Lodi 88 313 336413497505538765 Lombardia 81 92 119 192305333369371 410 414539607631 Lombardo- Veneto 82 Londra 91 Longuelo 296 Lonno 715 Lorena 516 Lorentino 422 Loreto 505 Lovanio - Università 608790 Lourdes 603 605 Lovere 421 Lucca 152665 Lugano 455 Lunigiana 493 Madone 120419 514-Suore Orsoline 514 Madrid 677 Magenta 81 Malines 154 Malo 643 Malpaga 367 788 Mantova 321 326538587589611 631 643 Mapello 367 Marche 81 Martinengo 80 85 177 241 242 250 296 362367491513520608634652691 759 782 787 788-Figlie della Carità 80 242-Sacra Famiglia 240 362 513 569 599 634 694 739 796 762 811 Mattaincourt 516 Medolago 717 Melfi 615 Mentana 229 Milano 52 5665688598112198242247 248271332358369372 387 398410 413-415431-433439440 442 445 454­ 456459465475497505516523524 538-560566573584594606610 613 623645650659676685690691 702 719732758759775

Chiese - S. Alessandro606-S. Eufemia440­ S. Rocco 702 Congregazioni - Barnabiti 801 - Oblati dei Santi Ambrogio e Carlo(Rho) 685 690 739751 758779811 Giornali - L'Avanti! 676 750-L'Osserva­ tore Cattolico 57 352 354365411413 414443455 456 458 481 628 676­ L'Unione 659 Società Umanitaria 645 646 648 676 Tipografie - Centrale 439

Mincio, fiume 81 119 Mindo 538 Mirecourt 516 Modena 92 Moio de Calvi 774 Mologno 49 85 292 293 388 464 715 Molini di Colognola 292 Monasterolo 82 292 715 Mondovì 518 Montalembert 154 MonteAcuto 51 Montebello 81 Montecchio 153 Monte di Nese 800 Montesanpietrangeli 673 Monza 365 442 Morengo 48 180 348-Mensa Vescovile 48 180348 Mornico al Serio 49 85 238 367 668 Mozzo 605 Nagasaky 118 Napoli 326 374-Biblioteca regia 464 Negrone 82 Nembro 4985238296297367481 691 759774 785 790-Cotonificio Crespi 655 Nese 572 Nola (Napoli) 425 424 425 432 464 465 Novazza 177 Oneta 360 Onore 522 Orio al S-782 Orleans 366 Ornica 605 Osio Sotto 488 497 Ossanesga 605 Ostia 584 Paderno Padova 455 523 524 538

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Palestro 81 Paratico 79 241 292-0spizio Frati S. Giovanni di Dio 79 241 Paderno 631 Padova 611 Palermo 588 Parigi 57 63 66 81 82 789 Parre 238292574782787 Parzanica 715 Pavia 98 140 321 441 442 538-631Università 480 Pedrengo 782 Peia 520 775 Peralt del Sol 522 PeTÙ 92 Perugia 370 Peschiera 81 Piacenza 410 538 587 Piario 45 Piazzolo 605 Piazza Brembana 80 85 242 422 578-605 715-Figlie della Carità 80 242 Piemonte 81 139326 Pietroburgo 81 Pieve di Sacco 152 Pisa 665 Plombieres 81 Po di Donzella 66 Poggio Mirteto 643 Pont-a-Mousson 516 Ponte Nossa 321487514578668782­ Ancelle d. S. Cuore 514-Campolongo­ santuario N.S. d- Lacrime 321693761 Ponte S. Pietro 82 370402 441 514-Circol0 popolare cattolico 786-0rsoline di Somasca 370 514 Ponteranica 782 Pontida 49 85 367 724 782-Abbazia Benedettini 635 694739761 805 Portogallo 154584 Poscante 715 789 Pradalunga 715 Pradella 112 Predore 4985 367 715 782 Premolo 491 787 Presezzo 82 605 782

Recanati 394 Redona 157 800-Missionari B.Y. Maria (Monfortani) 762-0rsoline dell'Unione 601636697 Reggio Emilia 141 493 546 Rho 660 702 Riese 611 Riso valle del 782 Rivolta d'Adda 399-Suore Adoratrici 399 765 Rodez 587 Roma 4560 72 73819294112114119 120152153 164 168 185200 201213 214229230244 249 351370374417 421 424425433441444 445 476 483 500 504 505 508522526550551 585 587 589 590 602 606 607 609 610 612 644 650 659 668 669671673 677 684 689 773 789 785 800 Accademia dei Nobili Ecc.ci 587 Arciconfraternite - Obolo di S. Pietro 229 276341 372 387416459482506 526­ Bergamaschi-SS. Bartolomeo e Alessandro 112 184607731 737-S. Maria Sopra Minerva 185215260 Associazioni-Federazioni - Artistico-ope­ raia 244-Azione Cattolica 588-Circo10 Universitario 673- FUCI 673 686 Basiliche-Chiese - S. Giovanni Laterano 609- S. Pao10565 630633638 821-S. Pietro-(Vaticano) 51 122508588630 633638641 821-S. Maria M.re 588­ S. Agnese 57-S. Maria della Pietà 112­ S. Carlo al Corso 112 Collegi Seminari - Apollinare 164-Ceraso1i 164 548 602 607 609 636 731 737774 786 789 795-Lombardo 112 587­ Romano133 139 148 152-154 173176 185186188195198204 212 218 228 231 233237258-261 263274276280­ 282286-289311-313 316323326343 347349350354370375377 380 391 397 409 414 419-423 438 443 446 454 460 468 469 472 485 498 500 506-508 524-529 539 547 548 577 795 Consiglio di Stato 249 Demanio Pubblico 223 232 267 280 347 398 Partiti - Socialista 493 Ministeri - Grazia e Giustizia 135 159410­ Pubblica Istruzione 159300­ Palazzi -Luoghi- Piazze - Campo dei Fiori 424-Laterano 445-Porta Pia-229-Caste1

Quarto 433 Ramera 767 Ranica 82 589 653-656 Rapolla Ravenna 445 588 631 685 Rebecchetto 702

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S. Angelo 445 Tribunali - Cassazione 48 180 480 Università - Gregoriana 230 351 442 465 486 587 671 -Sapienza 230

S. Gervasio 767 S. Giovanni Bianco 49 85 367 505 S. Giovanni nei Boschi 667 790 S. Gregorio Magno 715 S. Marino-repubblica di 673 S. Martino della Battaglia 81 S. Martino oltre la Goggia 782 S. Martino, valle di 782 S. Paolo d'Argon - Figlie di S. Maria della Provvidenza 636 698 765 S. Pellegrino 295367514-788 789-Filatoio Sasa 296-Suore S. Vincenzo- 295 514 S. Pietroburgo Santa Brigida 49 367 605 782 S. Antonio Abbandonato 399 S. Omobono Imagna Santuario dela Cornabusa 523 S. Stefano degli Angeli 435-Collegio misto 373435 Sarnico 85 444 678 715 717 Scalve, valle di 782 Scano al B. 787 788 Scanzorosciate 85 790 Schilpario 64 91 112 131 668 Scilla e Cariddi 202 Sedan 230 Selino 656 Selvino 49 82 85 787 Sempione Seriana, valle 438 782 Seriate 49 82 85 366367 515-Suore S Famiglia 515 Serina 49 78 79 85 220 241 330 370 422 512-Convento Minori Francescani Riformati 79 221 241 Sforzatica 82 367 Sforzatica S. Maria 388 Sicilia 230 326493 Siena 665 Senigallia 92 Soana 445 Sogno 598 634 Solferino 81 Solto Collina 49 85 782 788-0rsoline dell'Unione 697764 Somasca 7980 103 145220241 242266 329361379513514579-724782­ Chierici reg. Somaschi 67 79 145 220 241 266 329 361 379 400 496 531 555 579-599623634694724739761 805­ Suore Orsoline 80242 363 514 697 741 752763 Songavazzo 140238 Sorisole 82

Città del Vaticano Segreteria di Stato 587 604 Archivio Segreto Vaticano 148 559 593 624 662696 Capitolo Vaticano 572 Commissioni - Biblica Pont. 660 669­ Musica sacra 612 Congregazioni - AA.EE.SS.I64 227274 326338 538 673 674-Concilio(Sistina) 5271-73758385112114117122 133135151 165175 l77 186 189200 201204216217234237253261263 274284285 289 300306 325 327 357 367 374376382 392 394 395 446453 477 485509517528541 558563565 584585593594596 604 613 620 626 630633 638 639 642 643 652654659 671684689690703705711 718752 757 758 781791823 723 726 806­ Indice 91 455-Propagazione della Fede 789- Sacramenti 703 707 708-S.Uffizio 122 394455 530584 677 703 704 705­ Riti 62182416573612 708-Seminari 671- Studi 548 Vescovie Regolari 204 267 330 333 380 414 467 625 626 Dataria Apostolica 568 703 L'Osservatore Romano 504 615 800 Penitenrieria Apostolica 164 180 193 222 268 300 301 333 336420432705 708 Tribunali - Sacra Romana Rota 394 Romagna 81 Romania 588 Romano Lombardo 78 85 177 242 296 297 366367372 373 459 512 520 568597 605628634652686691 759-Collegio S. Defendente 816-Figlie della Carità 242-Maristi 762 Roncobello 164605 Rosciano 605 775 Rosciate 165 Rota Fuori 49 85 717 Rovereto 455 Rovetta 668 Salerno 445 Salzana 611 S. Felice al Lago 605 S. Gallo 497-Santuario B.Y. della Costa 497

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Valsecca 422 Valtaleggio 782 Vaprio d'Adda 685 Veneto 81 229 Venezia 198 244 245 425 495 516538546 589611 650673695789 Vercelli 465 Vercurago 388 422 - Suore del Cottolengo 636698 Verdello 49 85314367668775 Vergnasco 671 Vertova 305 514 Viadana 319 Vicenza 643 Vienna 67 587 Vigolo 715 Villa d'Adda 546- Dame S.Cuore 546635 698 764-Missionarie Francescane 765 - Villa Peschiera 546 Villa d'Almè 49 419 488 605782 Villa di Serio 790-Santuario Madonna del B. Consiglio 715 Villa d'Ogna 573574 Villafranca 81 88 Villasola 789 Villongo S. Alessandro 715775 Villongo S. Filastro 715 775 Vilminore 49 136 367 775 Viterbo 81 370 Volterra 92

Sottochiesa 49 85 419 605 Sotto il Monte 94 789 Sovere 79 240 290 361513569-634782­ Cappuccini 240 361 513 569599634 694761 Spagna 154641677 Spirano 49 85 367 782 787 796 Spoleto 92 670 Stabello 775 Stezzano 481522523767782 Santuario Madonna d. Campi 693 760 Stresa 455 Strozza 605 668715 Svezia 445 Svizzera 251 306 Tagliuno 85 367 715 767786 Tavernola 296 422 774 715-0rfanotrofio femminile 296 Telgate 49 86 177 367 678 782 787-Suore S. Famiglia 515 Temo d'Isola 49 85 94 367 668 788 789 Tiberiade, lago di 211212 Tombolo 611 Torino 5781 8287 140 153 157230465 677 767- Piccole Suore del S.Cuore di G.(questuanti) 81O-Università 767 Torre Boldone 243 422 515 715-Suore d. Poverelle 515 Torre de' Busi 598634 Tortona 668 Toscana 81 665 Traffficanti 399 Trescore Balneario 82 241 605 609 652 658775 782 785-Suore S. Vincenzo d. Paoli 240 Treviglio 94 109 421 653 658 Treviolo 82 Treviri 524 Turchia 789

Worrns445 Zanica 716 Zogno 49 80 136 241 362 367 399 514 569 652658 782-Monache Terz'Ordine S. Francesco 80 240 362 600 635 696 763-Suore di S. Vincenzo d. Paoli 514 Zurigo 81 19

Udine 671 Umbria 81 Ungheria 57 Urbino 306 Urgnano 782 - Santuario B.Vergine d. Basella 761 - Passionisti 761 Vall'Alta 715 Valle Camonica 109 Valle del Riso Valle Imagna 322 Valnegra 367 396 605 - Collegio S. Carlo 774816

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Finito di stampare nel mese di maggio 2004 dalla Grafica Monti - Bergamo


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