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FONTI PER LO STUDIO
DEL TERRITORIO BERGAMASCO
XVIII
In copertina:
Porta Pia, BAV (Biblioteca Apostolica Vaticana), Stampe, III, 79 (77), AQUARONI ANTONIO ( ... -1874), Copyright BAY. Mausoleo di Adriano, oggi Castel S. Angelo (con S. Pietro sullo sfondo), BAV, Stampe, II, 147 (l07), AQUARONI ANTONIO, Copyright BAY. Veduta del Palazzo Pontificio in sede vacante (Quirinale), BAV, Stampe, II, 147 (227), ANONIMO sec. XIX, Copyright BAV.
Coordinamento editoriale: Sandro Ghezzi, Roberto Belotti
Copyright Š 2004 Provincia di Bergamo ISBN 88-86536-25-9 I diritti di traduzione, di riproduzione e di adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche) sono riservati per tutti i Paesi.
PROVINCIA DI BERGAMO
LE VISITE AD LIMINA APOSTOLORUM DEI VESCOVI DI BERGAMO (1854-1921) A cura di ERMENEGILDO CAMOZZI
III
Jésus sera en agonie jusq'à lafin du monde: il ne fatu pas dormir pendant ce temps-là'. , B. PASCAL, Pensees 736, in Oeuvres completes. a cura di J. CHEVALlEIl., Gallimard, Paris 1954, p. [313
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Con questo volume si completa la pubblicazione da parte della Provincia, delle relazioni e dei documenti riguardanti le visite "ad limina Apostolorum" dei vescovi di Bergamo. Il primo volume, pubblicato nel 1992, copriva l'arco di tempo che va dal 1590 al 1696, mentre il secondo, pubblicato nell'anno 2000, quello che va dal 1702 al 1850. Nel terzo volume mons. Ermenegildo Camozzi restituisce all'attenzio足 ne degli studiosi le relazioni dei vescovi Pierluigi Speranza, Gaetano Camillo Guindani, Giacomo Maria Radini Tedeschi, Luigi Maria Marelli, che si collocano negli anni fra il 1854 e il 1921. L'opera, come le sue precedenti, ci consente di entrare nel cuore delle vita diocesana dell'epoca, consegnandoci immagini che contribuiscono a farci meglio conoscere espressioni non solo religiose ma anche civili e sociali della nostra terra. Oltretutto le pagine di questo corposo terzo volu足 me sono corredate da note di notevole interesse per l'approfondimento della storia locale. Dal 1854 in poi vediamo salire sulla scena movimenti e protagonisti della storia ecclesiastica bergamasca: l' intransigentismo di Speranza, la "questione sociale" e la nascita dei movimenti cattolici del periodo di Guindani (anni in cui inizi嘆 le sue pubblicazioni "L'Eco di Bergamo"); il grande rinnovamento dell'episcopato di Radini Tedeschi e infine i mala tempora di Marelli, che visse la tragedia della prima guerra mondiale. Affidiamo agli storici, agli studiosi, ma anche ai semplici appassiona足 ti di storia locale, le pagine di questo libro con la speranza di contribuire all'arricchimento della conoscenza di un periodo significativo della nostra storia.
VALERIO BETTONI
TECLA RONDI
Presidente della Provincia di Bergamo
Assessore provinciale alla Cultura
SOMMARIO Presentazione Documentazione l. Documenti trascritti 2. Documenti citati Opere e saggi citati
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PierLuigi Speranza
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Nota biografica Relazione - 8 gennaio 1854 Relazione - 31 marzo 1856 Lettera della Congr. del Concilio a mgr. P. L. Speranza Relazione - 14 dicembre 1861 Nomina del procuratore sacerdote Marco Mai Lettera della Congr. del Concilio a mgr. P. L. Speranza Due lettere di mgr. P. L. Speranza Lettera di risposta a mgr. P. L. Speranza Appendice XX - Mgr. P. L. Speranza in visita pastorale Appendice XXI - La parrocchia di Calolzio Appendice XXII -11 cardinale Angelo Mai per i poveri Relazione - 9 dicembre 1864 Il sacerdote Felice Cavagnis procuratore Sintesi d'ufficio della Relazione di mgr. P. L. Speranza Lettera della Congr. del Concilio a mgr P. L. Speranza Relazione - 29 settembre 1867 Visita ad Limina, Centenario dei santi Apostoli Pietro e Paolo Lettera di risposta della Congr. del Concilio Relazione - 13 dicembre 1870 Lettera della Congr. del Concilio a mgr. P. L. Speranza Relazione - 3 dicembre 1873 Il sacerdote Felice Cavagnis procuratore Preghiera a Ges첫 Sacramentato Lettera della Congr. del Concilio a mgr. P. L. Speranza Relazione - 12 dicembre 1876
Gaetano Camillo Guindani 287. 288. 289. 290. 291.
Nota biografica Relazione - 2 aprile 1882 Lettera della Congr. del Concilio a mgr. G. C. Guindani Relazione - 4 aprile 1891 Lettera della Congr. del Concilio a mgr. G. C. Guindani Appendice XXI - Breve di Leone XIII Appendice XXII -Breve di Leone XIII
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Relazione - 30 settembre 1895 Appendice XIII - Breve di Leone XIII Lettera della Congr. del Concilio a mgr. G. C. Guindani Relazione - 29 dicembre 1898 Relazione - 31 dicembre 1901 Lettera della Congr. del Concilio a mgr. G. C. Guindani Relazione - l aprile 1904 Le visite alle basiliche dei santi Apostoli Pietro e Paolo Dichiarazione della presentazione della relazione
Giacomo Maria Radini Tedeschi 301. 302. 303. 304. 305. 306. 307. 308.
Nota biografica Relazione - 19 dicembre 1906 Le visite alle basiliche dei santi Apostoli Pietro e Paolo Dichiarazione per la relazione consegnata Il card. G. Sarto elogia mgr. G. M. Radini Tedeschi Relazione - 7 maggio 1909 Le visite alle basiliche dei santi Apostoli Pietro e Paolo Relazione - 26 novembre 1911 Lettera di mgr. G. M. Radini Tedeschi al card. G. De Lai
Luigi Maria Marelli 309. 310. 311. 312. 313. 314. 315. 316.
Nota biografica Relazione - novembre 1916 Sintesi d'ufficio della Relazione di mgr. L. M. Marelli Le visite alle basiliche dei santi Apostoli Pietro e Paolo Lettera della Congr. Concistoriale a mgr. L. M. Marelli Relazione - 20 aprile 1921 Le visite alle basiliche dei santi Apostoli Pietro e Paolo Appunto della Congr. Concistoriale Lettera della Congr. Concistoriale a mgr. L. M. Marelli
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Documenti d'Archivio
1- Mgr. P. L. SPERANZA l. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9.
lO.
La elezione del can. P. L. Speranza a vescovo di Bergamo Mgr. Speranza, il Concordato, la stampa Abusi Don Pietro Lucchini Don Angelo Berzi La preghiera pubblica per l'Imperatore I diritti della Chiesa e le intromissioni governative Trattative concordatarie Indulti Pontifici Progetto di sede vescovile in Valtellina
SOMMARIO Presentazione Documentazione l. Documenti trascritti 2. Documenti citati Opere e saggi citati
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PierLuigi Speranza
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Nota biografica Relazione - 8 gennaio 1854 Relazione - 31 marzo 1856 Lettera della Congr. del Concilio a mgr. P. L. Speranza Relazione - 14 dicembre 1861 Nomina del procuratore sacerdote Marco Mai Lettera della Congr. del Concilio a mgr. P. L. Speranza Due lettere di mgr. P. L. Speranza Lettera di risposta a mgr. P. L. Speranza Appendice XX - Mgr. P. L. Speranza in visita pastorale Appendice XXI - La parrocchia di Calolzio Appendice XXII - Il cardinale Angelo Mai per i poveri Relazione - 9 dicembre 1864 Il sacerdote Felice Cavagnis procuratore Sintesi d'ufficio della Relazione di mgr. P. L. Speranza Lettera della Congr. del Concilio a mgr P. L. Speranza Relazione - 29 settembre 1867 Visita ad Limina, Centenario dei santi Apostoli Pietro e Paolo Lettera di risposta della Congr. del Concilio Relazione - 13 dicembre 1870 Lettera della Congr. del Concilio a mgr. P. L. Speranza Relazione - 3 dicembre 1873 Il sacerdote Felice Cavagnis procuratore Preghiera a GesĂš Sacramentato Lettera della Congr. del Concilio a mgr. P. L. Speranza Relazione - 12 dicembre 1876
Gaetano Camillo Guindani 287. 288. 289. 290. 291.
Nota biografica Relazione - 2 aprile 1882 Lettera della Congr. del Concilio a mgr. G. C. Guindani Relazione - 4 aprile 1891 Lettera della Congr. del Concilio a mgr. G. C. Guindani Appendice XXI - Breve di Leone XIII Appendice XXII -Breve di Leone XIII
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Relazione - 30 settembre 1895 Appendice XIII - Breve di Leone XIII Lettera della Congr. del Concilio a mgr. G. C. Guindani Relazione - 29 dicembre 1898 Relazione - 31 dicembre 190 l Lettera della Congr. del Concilio a mgr. G. C. Guindani Relazione - l aprile 1904 Le visite alle basiliche dei santi Apostoli Pietro e Paolo Dichiarazione della presentazione della relazione
Giacomo Maria Radini Tedeschi
301. 302. 303. 304. 305. 306. 307. 308.
Nota biografica Relazione - 19 dicembre 1906 Le visite alle basiliche dei santi Apostoli Pietro e Paolo Dichiarazione per la relazione consegnata Il card. G. Sarto elogia mgr. G. M. Radini Tedeschi Relazione - 7 maggio 1909 Le visite alle basiliche dei santi Apostoli Pietro e Paolo Relazione - 26 novembre 1911 Lettera di mgr. G. M. Radini Tedeschi al card. G. De Lai
Luigi Maria Marelli
309. 310. 311. 312. 313. 314. 315. 316.
Nota biografica Relazione - novembre 1916 Sintesi d'ufficio della Relazione di mgr. L. M. Marelli Le visite alle basiliche dei santi Apostoli Pietro e Paolo Lettera della Congr. Concistoriale a mgr. L. M. Marelli Relazione - 20 aprile 1921 Le visite alle basiliche dei santi Apostoli Pietro e Paolo Appunto della Congr. Concistoriale Lettera della Congr. Concistoriale a mgr. L. M. Marelli
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Documenti d'Archivio 1- Mgr. P. L. SPERANZA
l. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. lO.
La elezione del can. P. L. Speranza a vescovo di Bergamo Mgr. Speranza, il Concordato, la stampa Abusi Don Pietro Lucchini Don Angelo Berzi La preghiera pubblica per l'Imperatore I diritti della Chiesa e le intromissioni governative Trattative concordatarie Indulti Pontifici Progetto di sede vescovile in Valtellina
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11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20. 21. 22. 23. 24. 25. 26. 27. 28. 29. 30. 31. 32. 33. 34. 35. 36. 37. 38. 39. 40. 41. 42. 43. 44.
L'aggressione a mons. Speranza Concordati e libertà della Chiesa S. Maria Immacolata delle Grazie Un debito respinto Il collezionista Vanbianchi Il rettore del Seminario Alienazioni di beni L'Arciconfraternita dei Bergamaschi Carnevale libertino Il canonico onorario Angelo Zineroni La Mensa Vescovile Voci maligne sul vicario generale O. Simoni Indulto Pontificio Candidati all'Episcopato I professori del Seminario Diocesano Garibaldi e le Armate Pontificie Sanatoria per abuso di facoltà Giovani e cultura Destinazione dei redditi di Legati Pii L'uso dell'anagrafe parrocchiale Ricorsi Nomine Il Collegio S. Alessandro Richiesta di insegnamento della Religione Eredità Teresa Bughi vedo Frova a mgr. Valsecchi Opere parrocchiali Giubileo di Pio IX Caso pietoso Rinuncia eccellente Contesa per il convento di S. Alessandro Bergamo e L'Osservatore Cattolico Esenzione contestata Il canonico teologo Giovanni Finazzi Critiche
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11- Mgr. G. C. GUINDANI
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Attività del Comitato diocesano Sentenza della commissione cardinalizia nella causa
mgr. Guindani-can. Tommaso Foresti Mgr. Guindani chiamato a rispondere alle accuse Benedizione di una bandiera Solidarietà a mgr. Geremia Bonomelli Leone XIII a mgr. Guindani infermo Fondazione di circoli cattolici Don Giovanni Rizzoli arciprete di Clusone Nuovo giornale Polemiche tra giornali L'astensione dei cattolici dal voto nelle elezioni politiche Rapporti tra Chiesa e Stato Monumento a Giordano Bruno Onorificenze Pontificie
15. 16. 17. 18. 19. 20. 21. 22. 23. 24. 25. 26. 27. 28. 29.
Giudizi su L'Osservatore Cattolico Critica e difesa di mgr. Guindani Solennità religiose Messaggi di fedeli bergamaschi a Leone XIII N. Rezzara proposto segretario generale dell' O.d.C. Apprensioni per il socialismo a Bergamo La "questione romana" nel Consiglio Provinciale Iniziative del Movimento Sociale Cattolico Messaggi dei fedeli bergamaschi a Leone XIII Statistiche Celebrazioni Rapporti Chiesa - Stato Dopo i moti popolari del 1898 112° Gruppo dell'Opera dei Congressi Leone XIll nel 25° dell'elezione al Sommo Pontificato
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III· Mgr. G. M. RADINI TEDESCHI l. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. lO. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19.
Mgr. Radini Tedeschi a Roma Fedeltà del Capitolo dei canonici alla S. Sede Pellegrinaggi di mgr. Radini Tedeschi I Preti del S. Cuore Riconferma del non expedit L'Associazione generale tra il clero italiano I Guardiani dell' Arciconfraternita dei Bergamaschi Messaggi di fedeli bergamaschi a Pio X La libertà dell'insegnamento religioso nelle scuole Il nuovo volto dell' Azione Cattolica Per gli emigranti L'Università popolare Per il catechismo Deroga al non expedit Il caso di padre G. Mattiussi, s. j. La Scuola Sociale Cattolica L'Eco di Bergamo nel 25° di fondazione S. Medolago Albani e l'Unione Economico - Sociale Attività di N. Rezzara nel campo giornalistico
IV- Mgr. L. M. MARELLI l. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. lO. 11.
Elemosine di S. Messe Associazione di Mutua Carità fra il clero La Scuola Sociale Cattolica e la S. Sede Il Sindacato dei lavoratori della terra Don Luigi Facchinetti delegato dell'Unione Popolare Messaggi di fedeli bergamaschi a Benedetto XV Benedetto XV e la tragedia della guerra La Casa del Clero Condizioni economiche del clero diocesano Mgr. Marelli e il Movimento Cattolico La Lega pro Ecclesia et Pontifice
12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20.
Provvidenze per la Cattedrale Nuove parrocchie e chiese da ultimare VI Congresso Eucaristico Nazionale 11 Piccolo Credito Bergamasco La Giovent첫 Cattolica Italiana nel 50째 di fondazione Nuova Stampa Il Consorzio economico diocesano I preti dell'Ufficio del Lavoro La situazione elettorale a Bergamo
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Ringrazio toto corde le Autorità della Provincia di Bergamo per il com pletamento del1' Opera, a Loro associo nella gratitudine gli Amici dell' Archivio Segreto Vaticano della Biblioteca Apostolica Vaticana e Giuseppe Rottoli per la ricerca di notizie locali e la compilazione dell'Indice.
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DOCUMENTAZIONE
-----'""-------------Â DOCUMENTI TRASCRITTI
DOCUMENTI TRASCRITTI Bergamo - Curia Vescovile
ACVB (Archivio Curia Vescovile di Bergamo)
Atti relativi alle visite ad Limina Relazioni delle visite ad Limina Apostolorum dell' anno 1906 e dell' anno 1909 CittĂ del Vaticano ASV (Archivio Segreto Vaticano) Congregatio Concilii, Relationes Dioecesium, Bergomen., orig. (Congregazione del Concilio, Relazioni delle Diocesi, originale), 123B, ff. 487r-761v Congregatio Concistorialis, Relationes Dioecesium, Bergomen., orig. (Congregazione Concistoriale, Relazione delle Diocesi, originale), 116
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VISITE
AD LIMINA
DOCUMENTI CITATI
Bergamo ACVB
Capitolo - Nomine Fondo Parrocchie Fondo Santa Maria Maggiore FORNONI E., Manoscritti vari, lO voI. Lettere Pastorali e circolari Liber ordinationum Liber ordinationum de temporibus autumnalibus Libro destinazione sacerdoti Libro n° lO Pastorali e circolari mgr. vescovo Speranza Libro n° Il Mons. Gaetano Camillo Guindani - pastorali e circolari Libro n° 12 Sommario delle lettere pastorali dei Vescovi e Vicari Generali (dal vescovo P. L. Speranza al vescovo C. G. Guindani). Nomine collettive ai vari uffici di curia Note Speranza, 9 registri per ordine alfabetico A-Z (ms) Odinazioni(1880-1892) Patrimoni ecclesiastici Sacerdoti defunti Sacre ordinazioni Sinodi diocesani Stato del clero Stato del clero - schede personali Stato delle anime della vicaria della Valle di Scalve Visite pastorali 113. Visita pastorale mons. Speranza parrocchie urbane e suburbane, (ms), ff. lr
279r (a- faldoni) 114. Visita pastorale mons. Speranza parrocchia Pignolo e monasteri, (ms), ff. Ir
5lr ff. + n. Il registri numerati I-XI 115. Visita pastorale mons. Speranza vicaria di Almenno S. Salvatore e Alzano Lombardo, (ms), ff. lr-736r 116. Visita pastorale mons. Speranza vicaria di Ardesio, Borgo di Terzoe Calepio, (ms), ff. Ir-816v 117. Visita pastorale mons. Speranza vicarie di Calolziocorte, Caprino e Chignolo,
(ms), ff. lr-857r
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DOCUMENTI CITATI
118. Visita pastorale mons. Speranza vicarie di Clusone e Gandino, (rns), ff. lr-657v 119. Visita pastorale mons. Speranza vicarie di Ghisalba, Lallio e Mologno, (rns), ff. 1r-465v 120. Visita pastorale mons. Speranza vicarie di Mornico e Nembro, (rns), ff. 1r-563v 121. Visita pastorale mons. Speranza vicarie di Pontida, Predore, S. Brigida, Rota Fuori, S. Giovanni Bianco, (rns), ff. lr-783v 122. Visita pastorale mons. Speranza vicarie di S. Martino oltre la Goggia, Scano, Selvino, (rns), ff. 1r-683v 123. Visita pastorale mons. Speranza vicarie di Seriate, Serina, Solto e Sottochiesa, (rns), ff. 1r-798v 124. Visita pastorale mons. Speranza vicarie di Spirano, Telgate, Terno, (rns), ff. 1r 724v 125. Visita pastorale mons. Speranza vicarie di Verdello, Villa d'Almè, Vilminore, Zogno, (rns), ff. lr-1065v
*** 126. Visita pastorale mons. Guindani decreto apertura, parrocchie urbane, Capitolo, monasteri, (rns), ff. 1r-564v 127. Visita pastorale mons. Guindani suburbio, Abbazia, Bani, (rns), ff. 1r-695v 128. Visita pastorale mons. Guindani parrocchie da Baresi a Cantoni d'Oneta, (rns), ff. lr-764v 129. Visita pastorale mons. Guindani parrocchie da Capizzone a Communuovo, (rns), ff. lr-646v 130. Visita pastorale mons. Guindani parrocchie da Gorno a Gandino, (rns), tI. 1r-840v 131. Visita pastorale mons. Guindani parrocchie da Gaverina a Monte Marenzo, (rns), ff. lr-832
132. Visita pastorale mons. Guindani parrocchie da Morengo a Piazzatorre, (rns), ff.1r-1809v 133. Visitapastorale mons. Guindani parrocchie da Pizzino a S. Pietro d' Orzio, (rns) ff. 1r-826v 134. Visita pastorale mons. Guindani parrocchie da S. Paolo d'Argon a Suisio (rns), ff.725
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VISITE AD LIMINA
135. Visita pastorale mons. Guindani parrocchie da Tagliuno a Zorzone, (rns), ff. lr足 736v
*** 136. Visita pastorale mons. Radini Capitolo cattedrale, Carmine, S. Andrea, S. Alessandro in Colonna, S. Alessandro della Croce, S. Grata, (rns), ff. lr-524v 13. Visita pastorale mons. Radini S. Catterina (la parte), S. Anna, S. Maria Immacolata, suburbane e vicaria Almenno, (rns), ff. lr-850v 138. Visita pastorale mons. Radini vicarie di Alzano Maggiore, Ardesio, Borgo di Terzo, Branzi, (rns), ff. lr-813v 139. Visita pastorale mons. Radini vicarie di Calepio, Calolziocorte, Caprino, (rns), ff. lr-818v 140. Visitapastorale mons. Radini vicarie di Chignolo d'Isola e Clusone, (rns), ff. lr足 704v 141. Visita pastorale mons. Radini vicarie di Gandino, Ghisalba, Lallio e Mologno, (rns), ff. lr-666v 142. Visita pastorale mons. Radini vicarie di Mornico, Nembro, Pontida, (rns), ff. lr足 768v 143. Visita pastorale mons. Radini vicarie di Predore, RotaFuori, S. Brigida, S. Giovanni Bianco, (rns), ff. lr-755v 144. Visita pastorale mons. Radini vicarie di Piazza Brembana, Scano al Brembo, Selvino e Seriate, (rns), ff. lr-758v 145. Visita pastorale mons. Radini vicarie di Serina, Solto, Sottochiesa e Spirano, (rns), ff. lr-651 v 146. Visita pastorale mons. Radini vicarie di Telgate, Temo d'Isola, (rns), ff. lr-464v 147. Visita pastorale mons. Radini vicaria di Verdello, (rns) 148. Visitapastorale mons. Radini vicarie di Villa d'Alm竪, Vilminore, Zogno, (rns), ff. lr- 662v(bis) 149. Visita pastorale mons. Radini monasteri, (rns), ff. lr-520v 150. Visita pastorale mons. Radini decreti n. 1-200, (rns), ff. lr-446v 151. Visita pastorale mons. Radini decreti n. 201-433, (rns), ff. lr-489v 152. Prima Visita pastorale mons. Radini - preliminari - relazione storica, (rns), ff. lr-674v 18
ARCHIVIO CANCELLERIA
153. Seconda Visita pastorale - note di mons. Radini - decreti di visita-risposte al questionario preparato nella appendice (non sono numerati in ordine progressivo, la numerazione è per parrocchia singola); 154. Seconda Visita pastorale mons. Radini - relazione di tutte le parrocchie sistemata in vicarie, (ms), ff. 1r-456v 155. Visita pastorale mons. Radini atti e decreti - risposte sulla esecuzione dei decre ti, (ms), ff. 1r-415v
*** 156. Visita pastorale mons. Marelli preliminari - parrocchie città e suburbane, par rocchieforanee A-B, (ms), ff. 1r-418v 157. Visita pastorale mons. Marelli parrocchie C-F, (ms), ff. lr-383v 158. Visita pastorale mons. Marelli parrocchie G-R, (ms), ff. 1r-420v 159. Visita pastorale mons. Marelli parrocchie S-Z, (ms), ff. 1r-496v
*** Bergamo BCAM ( Biblioteca Civica Angelo Mai) BRAVI C., Ingresso solenne del vescovo P.L. Speranza, (ms), in Cenni necrologici letti all' Ateneo Collegio Wild, Collegio speciale di Commercio in Bergamo
FERRARI G. Lettera autografa al parroco di Piario in occasione della consacrazio ne di mgr. P.L. Speranza a vescovo di Bergamo; sua allocuzione e sonetto in ono re del neo eletto, ff.1-8 GUINDANI G. C.; lettere autografe: 1) approvazione della Congregazione di S. Giuseppe nella cattedrale di Bergamo, 12 agosto 1884: 2) lettera da Bonetti Giuseppe mansionario, 30 dicembre 1882; 4) a mons. Giuseppe Locatelli (4 biglietti di rin graziamento); 5) nomina di don Raffaele Troesi a direttore della P. Opera dell'a dorazione riparatrice delle nazioni cattoliche, 9 dicembre 1891; 6) al pro! Aurelio Stocchi, 7 luglio 1899,9 giugno 1904 IMBERTI G. B., Ingrediente sedem Petro Aloisio Speranza novo Bergomi episcopo, (ms), ff.1r-4r. RADINI TEDESCHI G. M., Lettera di mons. G. Sarto a Mons. A. Guidi Unione ecclesiastica S. Bartolomeo: documenti vari.
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AD LIMINA
Roma Città del Vaticano ACC ( Archivio della Congr. del Concilio) Concilii Libri Index decretorum et resolutionum S. C. Concilii
*** ASV (Archivio Segreto Vaticano) Arch. Nunz:Vienna (Archivio Nunziatura Vienna), 324; 325; 326; 327; 329; 334; 336;337 Buste separate 191719 Protettorie Congr. Concilii, Positiones ( Congregazione del Concilio, Posizioni),1866, Febbraio-Marzo; 1874, marzo A-B; 1877, Gennaio A-M; 1878, Maggio A-B; 1880, Gennaio A-E; 1887, Marzo B-C, Agosto A-B; Settembre B; B-C; 1908, A-C; 1909, A-B
Concilio Vaticano I, busta 11 fase Il Congregazione dei Vescovi e Regolari, Vescovi, ago. 1860; nov. 1860; dic.1860; ago.1861 A-V; sett. 1861 A-V; gen. 1865; mar.- apro 1871; mag.1879 Congregazione dei Vescovi e Regolari, Archivio Segreto, Sezione Vescovi, Bergamo, 1894 Consiglio di Stato Proc. Dat. (Processi della Dataria), 215, Propositio cathedralis Ecclesiae Bergomen., Romae 1853; 233 Segreteria di Stato Epoca Moderna, S. S. Ep. Mod.,-1855, R 260 El;-1856, R 260 E 2;-1857, R 94 E 29; R. 162;-1858, R. 258; R. 283;-1859 R 258; R. 283;-1860, R. 247 E 3; R 283 E 2;-1862, R. 283 E 5;-1868, R 283 E 4;-1872, R 3 E 2; R 3 E 4;-1874, R 283 E 1;-1875, R 283 E 4;-1877 R. l E lO; R 3, R. l E lO; R 20 E 5; R 283 E 5; R 284 E 3;-1878, R 165 E 2; R 263 E l; R 283 E l; R. 283 E 3; R. 284 El; R. 284 E 3;-1879 R 283 E l; R. 284 R l; R 284 E 1; 1880, R 16; R 284 E 3;-1881, R. l E 11;-1882, R 1 El; R. 3 E 3; R 16; R. 284 E 1;-1883, R 12;-1884, R 12; R. 12 E 1;-1885 R 16 E 2; R. 162;-1886, R. 162 E 2;-1887, R 1 E 2;-1888, R 1 E 29; R. l E 71; R. 1 E73; R 20 E 2; R 165; R. 221 E 1;-1889, R. 1 E 4; R. 3 E 2; R. 4; R. 12; R 16; R. 18; R 100; R. 241 E 3; 1890, R. 3 E 3; R. 12 E 1;-1891, Rl E 4; R. 1 E 5; R 100 E 1;-1892, R. 12 E 3; R. 12 E 4; R 12 E 5; R 16; R 165 E 6; R. 223 E 4;-1893, R l E 1; R. 1 E 3; R 1 E Il; R. 1 E 15; R 1 E 14; R 12 E 3; R. 13; R. 165; R 100 E 1;-1894, R l E 6;
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DOCUMENTI CITATI
R 3 E 3; R. 12 E l; R. 12 E 2; R. 52; R. 100; R 162 E l; R. 165 E l; R. 229; 1895, R. ID E l; R l D E 6; R 12 E 2; R 12 E 3; R 16 E l; R. 100 E l; R. 100 E 2; R 115 E 9;-1896, R 3 E 3; R 12 E 4; R. 16 E 3; R. 17 E l; R 18 E 2;-1897, R.m E14;RmE15;R3E2;R3E5;R18F3;RlooE3;R223E9;-1898, R.l El;Rl E3; Rl E5;RmEll;R3El;R.3E 2;RmEll;R12ElR. 12 E 3; R 12 E 5; R 16 E l; R 100 E 3; R 17; R. 162 E l; R 162 E 2;-1899, R 12 E l; R 13 E l; R 17; R. 100 E 2; R. 100 E 4; -1900, R l E 7; R m E 17; R 2D E 4; R 3 E l; R 165 E l; R 12 E 9; R. 165 E 3; R 209 E 5;-1900, R 165 Casa Savoia Funeri; Funeri 3 Umberto I re d'Italia;-1901; R ID E 5; R ID E 8; R 3 E 2; R 9 E 3; R 12 E 4; R 12 F 5; R. 52; R. 100E 3 R 162E 5; R 165E 1;-1902, R. l E 4; R l E 7; R l E 8; R. I E 9; R. 12 E l; R. 12 E 2; R 12 E 3; R 12 E 6; R 12 E 9; R 16 E l; R 17; R 162 E 2; R. 162 E 7; R 162 E 8; R 165 E lO;R 165 E 13;-1902-1903, R lG E 30;-1903, R l E 3; R m E lO; R 12 E l; R 12 E 2; R. 12 E 7; R 13 E 2; R. 162 E 2;-1904, R l E 3; R 12 E 5; R Il E 2; R 12 E 4;R.12E5;R I7El;R162;R165El;-1905,R3El;R3E4;R12F2;R 12 E 4; R 12 E 7; R. 12 E 8; R 162 E 2; R 209 E 4;-1906, R 220 E 4; R 17 E l; R 9 E 2; R. 12 E 5;-1907, R 12 E 6; RIDO E 2; R 165 F l; R 248 F 4; R. 248 F 7;-1908, R. l E 39; R. l E 45; R. l E 51; R l E 59; R. m E 6; R 9 E 3; R 12 E l; R. 12 E 6; R. 80;-1909, R m E 14; R. 3 E l; R 4 E 2; R. 12 F 13;-1910, R 3 El;R.3E2;R.4F2;R.12El;R12E4;R12F6;R12E8;R.12E9;R.62 E 6; R. 162 E l; R. 162 E 2; R 255 E 2;-1911, R l E 28; R. 3 E l; R. 12 E 9; R 12 E lO;.R 12 E 13; R. 12 E 17; R 80;-1912, R Il; R 12; R. 12 E 4; R. 12 E 15; R 80; R 100 E 4;- 1913, R 3 E l; R 3 E 4; R 12 E 12; R. 12 E 18; R. 12 E 20; R 45 E l; R. 48 E 4; R 80 E 4; R 162 E 1;-1914, R. m E 35; R 3 E 4; R 12 E 2; R 12 E 15; R. 16 E 2; R. 18 E Il; R 221 E 3;-1915, R m E 33; R 3 El; R 3 E 2; R 3 E 5; R 4 E 9; 1915, R l E 17; R 12; R. 12 E 11; R 12 E 12; R 12 E 13; R12E14;R52E5;R.lOOEl;RlooF2;R.100E4;R100E8;-1916, R.l E 26; R. 3 E 7; R 3 E 9; R 4 E 3; R. 4 E lO; R. 4 E 18; R 12 E 3; R 12 E 5; R. 12 E 7; R. 12 E 9; R. 52 E 5; R. 66 F l; R. 100 F. 2;-1917, R 3 F. 2; R 3 E 4; R 3 F lO; R4F.9;R9F.4RlOFl;R.12Fl;R16F.2;R52F.l;R63;RlooF.4; 1918, R 3 E 2; R 3 E 3; R 3 FA; R. 3 E 5; R. 12 F. 6; R 12 F. 7; R 16 F. l; R. 16 F.2;R100E5;RlOOE6;R.16E2; 1918,R.100E4;R125El.;R219;R244 F. 169;-1919, R 3 F. 5; R 3 F. 6; R 3 F. 11; R 12 F. 5; R 52 F. 9; R 12 F. 4; R. 45; R. 80 F. 3; R 100 F. 4; R 100 E 8; R 100 F. lO; R 160 F. l; R 221 E 3;-1920, R m F. l; R m F. 7; R. m F. 8; R 3 F. 2; R 3 F. 5; R. 3 F. 7; R 3 F. 8; R 3 F. 9; R 3. F 11; R 4 F. 2; R. 4 F. 6; R 12 E 2; R 12 E 3; R 12 F. 5; R 12 F. 6; R 16 F. 9; R. 16 F. Il; R 4 F. 2; R 45; R 52 F. 3; R 80 F. 2; R 100 F. 4; R 100 F. 6;R 100F. 7; R 221 F 2 R 3 F. 2-1920, R. 284 E 1;-1921, R 3 F. 8; R5; R 12 F. l; R. 12 F. 3; R 12 F. 5; R. 12 F. 6; R. 12 F. 9; R 13 E l; R 29; R 45; R. 52 F. 28; R. 52 F. 30; RIDO F. l; R. 160 E 4; R. 100 F. 6; R 100 F. 8; R 100 F 9; R 221 F. l; R. 221 E 2; R 221 F. 3; Guerra 1914-1918, R 244 F. 411; Guerra 1914-1918, R 244 F. 126; Guerra 1914 1918,R 244 F. 98; Guerra 1914-1918, R 244 F. 201; Guerra 1914-1918, R 244 F. 309; Guerra 1914-1918, R 244 F. 22211; Guerra 1914-1918, R. 244 F. 22212; Guerra 1914 1918, R 244 E 24011; Guerra 1914-1918, R 244 F. 235; Guerra 1914-1918,R 244 F. 12; Guerra 1914-1918, R. 244 F. 35212; Guerra 1914-1918, R 244 F. 41611 Segreteria di Stato Spogli di cardinali e officiali di curia, card. Prospero Caterini, lA cartella Bergamo; card. Mariano del Tindaro Rampolla, l, cartella Rezzara 1891 movi mento socialista insurrezionale specialmente in Sicilia; 8A, carte della Segreteria di
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------~---------VISITE AD LIMINA
Stato riguardanti l'Italia di carattere prevalentemente politico, fascicolo C Paganuzzi; cartella Rezzara -P. Zocchi- 1898 servizio informazioni per la stampa cattolica; cartella Casoli-Rezzara 1895 prospetto statistico sul concorso alle urne politiche e sull'a足 stensione dei cattolici; 9A, cartella Bergamo, Vescovo, accuse e difese; cartella Temi diocesi; card. Raffaele Merry del Val, I, cartella B
*** Congregazione AA. EE. SS., Italia 1883-1884, Posizione 364 fascicolo 121; Italia 1885-1886 Poso 384 fas. 126, 1886 Lettera circolare della Penitenzieria ai Vescovi d'Italia sul non expedit riguardo alle elezioni politiche 30 luglio 1886; Italia 1887 POSo 396 fas. 136; Italia 1888 Pos.. 406 fas. 142, 1888; Italia 1888 Poso 405 fas. 141; Italia 1889 POSo 423 fas.145; Italia 1891 POSo 458; Italia 1889-1892 POSo 461 Bergamo fas. 156-158; Italia 1895 POSo 512 fas- 186; Italia 1882 sessione 556 volume 35 fas. 6; Italia 1887 sesso 631 volume 38 fas. lO; Italia 1890 sesso 675 giugno; lette足 re dei vescovi di Crema, Mantova e Lodi sul caso Rizzoli; 934, sesso IO dicembre 190I; 936, sesso 8 dicembre 190 I; 943, sesso 26 gennaio 1902; 946 sesso 16 febbraio 1902; 953 sesso 13 aprile 1902; 958 sesso 8 giugno 1952
*** Congregazione S. Uffizio - Don Angelo Berzi - Teoria mistica
*** Penitenzieria Apostolica - Decreti e lettere circolari
*** Milano ASDM (Archivio storico Diocesano Milano), Stato del Clero
*** Roma Archivio generale Cappuccini, cartella Bergamo S. Alessandro Archivio Storico Diocesi di Roma, Congregazione Concistoriale, fascicolo Diocesi Bergamo Ministero Pubblica Istruzione, Divisione scuole medie 1860-1896, Seminari Bergamo, parte Il, busta 145-146.
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OPERE E SAGGI CITATI
OPERE E SAGGI CITATP
Acta Ecclesiae Mediolanensis, Milano 1846 Actes de S. Sainteté Pie X, T.II, Paris Bonne Presse AGAZZI E., Gli edifici dal Medioevo al 1962, in Il colle di S. Giovanni Storia e arte Introduzione S. Ecc. Mons. R. AMADEI, testo E. AGAZZI, Can. Mons. L. PAGNO NI, d. S. PESENTI Centro studi Giovanni XXIII Fondazione L. F. CAPOVILLA, Bergamo 1996 AMADEI R., Il clero bergamasco e il Risorgimento italiano (1859-1861), in Studi e memorie, Pubblicazioni del Seminario di Bergamo, I (1972), Bergamo 1972 IDEM, Appunti sul modernismo bergamasco, in Rivista di Storia della Chiesa in Italia, 32 (1978), Roma 1979 IDEM, La Tradizione Bergamasca e il Vescovo Pier Luigi Speranza, in Alle radici del clero bergamasco 1854-1879, Studi e memorie Edizioni del Seminario di Bergamo, 8 (1981), Bergamo 1981 IDEM, Alla conquista della società: 1878-1914, in Diocesi di Bergamo, 2, Storia religiosa della Lombardia a cura di A. CAPRIOLI-A. RIMOLDI-L. VACCARO, Brescia 1988 IDEM, I Vescovi di Bergamo nell'età moderna e contemporanea, in Ritratti dei Vescovi di Bergamo, Bergamo 1990 IDEM, Le vicende del Seminario di Bergamo dall'episcopato di Monsignor Giovanni Battista Milani (1592-1611) all'episcopato di Monsignor Giuseppe Piazzi (1953 1963), in Il Colle di S. Giovanni Omaggio a Papa Giovanni, Centro Studi Giovanni XXIIl Fondazione Loris F. CAPOVILLA, Bergamo 1997 AMATI A., Desiderii di un ex consigliere del Comune di Milano a proposito delle nuove elezioni amministrative, Bergamo 1873 Angelo (Don) Pedrinelli parroco di Carvico, Bergamo 1960 ANGELONI G., La massoneria e alcuni echi in terra bergamasca, in Atti dell' Ateneo di Scienze Lettere ed Arti di Bergamo, 57(1994-95) ANTONIETTI G., Altare da campo, Bergamo 1959
I) Il lettoretroveràla citazione completadelle opere di alcuni autori in Le Visite "ad Limina Apostolorum" dei Vescovidi Bergamo (/702-1850) II, Fonti per lo studio del territorio Bergamasco, XVII, Bergamo 2000, pp. 30-45.
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-----'---------------- VISITE AD LIMINA
AQUILECCHIA G., Giordano Bruno, in Dizionario Biografico degli Italiani, 1-... , Treccani, Roma 1960- ......,14 ARCANGELI G., Vita della venerabile Teresa Eustochio nob. Verzeri fondatrice e superiora generale delle Figlie del S. Cuore, Brescia 1881 ARENA R., Tavernola nel presente e nella Storia, Biblioteca comunale diTavernola, 1994
Aspetti della cultura cattolica nell'età di Leone XIll, Roma 1961 Atti e documenti del IV Congresso Cattolico Italiano tenutosi in Bergamo dallO al 14 ottobre 1877, 2 voli., parte prima - parte seconda, Bologna 1877 AUBERT R., Aspects divers du néo-thomisme sous le pontifica t de Léon XlIl, Roma 1961 IDEM., Il risveglio culturale dei cattolici, in A. FLICHE-V. MARTIN, Storia della Chiesa dalle origini ai nostri giorni, XXJ2, La Chiesa e la società industriale (1878 1922), a cura di E. GUERRIERO-A. ZAMBARBIERI, Torino 1990 IDEM, Il Pontificato di Pio IX (1846-1878), ibid., XXI/2, 2" ed. italiana. sulla 2" fran cese a cura di G. MARTINA, s. j., Torino 1976 IDEM, Chiesa e Stati europei, ibid., XXII/l, La Chiesa e la società industriale (1878 1922), a cura di E. GUERRIERO e A. ZAMBARBIERI, Milano 1990 IDEM, I cattolici alla morte di Pio IX, ibid IDEM, Leone XIll: Tradizione e progresso, ibid. IDEM, Il risveglio culturale dei cattolici, ibid. ,XX/2, edizione italiana sulla 2" di lingua francese a cura di C. NASELLI, Milano 1990 A.M., Sulla signoria dei Papi Obiezioni e risposte, Bergamo 1859 AA.VV., Il collegio Cerasoli in Roma Commemorazioni centenarie, Roma 1935 BAGGI G.c., Appunti bibliografici sui Congressi Eucaristici diocesani, vicariali, zonali e parrocchiali celebrati nella diocesi di Bergamo dal 1914 ad oggi, in Bergomum ..., 91 (1991) BARZAGHI G., Il progetto di pastorale giovanile a Bergamo e in Lombardia nel periodo della Restaurazione, in Chiesa e società a Bergamo nell'Ottocento, Studi e memorie del Seminario di Bergamo, 3, Milano 1998 BATTELLI G., Un Pastore tra fede e ideologia Giacomo M. Radini Tedeschi 1857 1914, Genova 1988
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----------------OPERE E SAGGI CITATI
IDEM, Santa Sede e vescovi nello Stato unitario. Dal secondo Ottocento ai primi anni della Repubblica, in Storia d'Italia, Annali 9, La Chiesa e il potere politico dal Medioevo all'età contemporanea a cura di GIOVANNICHIITOLINI e GIOVANNI MICCOLI, G. Einaudi, Torino 1986 IDEM, Tradizione e continuità nella cultura ecclesiastica del secondo Ottocento. La biblioteca giovanile di G. M. Radini Tedeschi, in Ricerche di storia sociale e reli giosa, 15(1986) BADMANN F., Luigi Gonzaga, santo, in Bibliotheca Sanctorum..., VIII BEDESCHI L., I cattolici ubbidienti, Roma 1962 IDEM, Il modemismo. Romolo Murri, Parma 1967 IDEM, La curia romana durante la crisi modernista. Episodi e metodi di governo, Parma 1968 BELLO'
c.. Geremia Bonomelli, Brescia 1961
IDEM, Società ed evangelizzazione nell'Italia contemporanea Linee di una storia e di una pastorale, Brescia 1974 IDEM, Geremia Bonomelli vescovo di povera santa Chiesa, Brescia 1975 IDEM - A. SARTINI, Le avanguardie contadine cristiane nella valle del Po, ed. Ora sesta, Cremona 1968 BENAGLIO G., Dell'attrizione quasi materia e parte del sacramento della Penitenza secondo la dottrina del Concilio di Trento, Opera Postuma, 2 volI., Milano 1846 BENDOITl A. - BERTACCHIG., La Camera del Lavoro di Bergamo dalle origini alla prima guerra mondiale, Bergamo 1985 BENEDICTI XIV P.O.M., Bullarium, I, Prati ex Typographia Aldina 1844 BENIGNI M., Per Dio e per il suo popolo, Bergamo 1994 IDEM, Angelo Roncalli e il Collegio S. Alessandro, in Chiesa e società a Bergamo ... IDEM, Il Seminario di Papa Giovanni XXIII, in Il Colle di S. Giovanni ... BENIGNI M.- ZANCHI G., Giovanni XXIII, Biografia ufficiale a cura della diocesi di Bergamo, Presentazione di F. L. CAPOVILLA, ed. SanPaolo 2000 BENIGNI D., Storia sociale della Chiesa, l, Milano 1907 BERBENNI G., L'arte organaria a Bergamo, Presentazione di G. MIRANDOLA, Provincia di Bergamo Settore Turismo, Bergamo 1998
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VISITE AD LIMINA
BERETTA G., Il prete nelle lettere pastorali, in Alle radici del clero bergamasco... BERETTA S., Il Seminarino di Bergamo alta. Presenza educativa e sociale. Vicende di teatro minore fra evoluzioni giovanili e di costume. Introduzione di A. AGAZ ZI, in Ateneo di Scienze, Lettere ed Arti di Bergamo, Atti, 51 (1992) BERGAMELLI G., Storia della parrocchia di Nembro, Bergamo 1989 Bergamo e le missioni cattoliche, Bergamo 1923 Bergamo o sia Notizie Patrie Almanacco scientifico - artistico - letterario, per l'anno 1871, Bergamo 1871-... Bergomensis Ecclesiae Sinodus XXXIII a reverendissimo domino Iacobo Maria Radini Tedeschi episcopo habita, Bergomi 1910 Bergomensis Ecclesiae Sinodus XXXIV quam habuit Aloisius Maria Marelli, Bergamo 1923
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AD LIMINA
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Exite flores incliti Antologia Alessandrina Testimonianze a S. Alessandro dalle "Passiones " ai giorni nostri XVII centenario del martirio S. Alessandro, Diocesi di Bergamo, Bergamo 1998 FARIO A, La partecipazione del clero mantovano ai moti rivoluzionari del/ 848 e alla congiura del 1850, in Rassegna storica del Risorgimento, 13(1956) FERRARI L., Il laicato cattolico fra Otto e Novecento: dalle associazioni devozio nali alle organizzazioni di massa, in La Chiesa e il potere politico... IDEM, La Gioventù cattolica italiana nella seconda fase della presidenza Paricoli (19/0-/921), in Rivista di storia e letteratura... , 29(1992) FINAZZI G. ,/ preti e la politica Dialogo, Genova 1860 FIORENDI M., L'azione sociale dei cattolici Bergamaschi dal 1870 al 1930, in Diocesi di Bergamo, Storia religiosa della Lombardia... FLICHE A, La riforma gregoriana e la riconquista cristiana (/057-/123), in A FLI CHE-V. MARTIN, Storia della Chiesa..., VIII, 2a edizione italiana a cura di A VARINA, ristampa, 2a ed., Torino 1977
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Inaugurandosi la "Casa del Popolo" in Bergamo il dì 8mnrzo 1908 Ricordo, Bergamo 1908 Ingrediente Sedem Petro Aloysio Speranza novo Bergomi episcopo Ode, Bergomi 1854 IOZZELLI F., Modemismo e antimodernismo a Perugia, il caso Fracassini, in Rivista di storia e letteratura... ,32(1994) JEDIN H., Storia del Concilio di Trento, II, Il primo periodo 1545-1547, Brescia 1974 JEMOLO A. C., Chiesa e stato in Italia Dalla unificazione a Giovanni XXIll, Torino 1965
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à
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Papa Giovanni XXIII. Memorie e Appunti (1919). Introduzione di L. CAPOVILLA, "Humanitas" , 28(1973) PAPINI G. - DE LUCA G., Prose di cattolici italiani d'ogni secolo, Torino 1941 PASSAGLIA c., Il Pontefice e il Principe Pro caussa italica ad episcopos catholi cos auctore presbitero catholico, Roma 1861
Pastor bonus in populo - Omaggio a S. Ecc. Mons. Luigi Maria Marelli nel suo ingres so alla sede vescovile di Bergamo - II aprile 1915, Bergamo SESA PATELLI C; Monsignor Alessandro Valsecchi, in Alle radici del clero bergamasco ... IDEM, Note su Alzano... L'interdetto alla chiesa di S. Pietro M. in Alzano, ibid. PEDRONI A., Storia del prete Carlo Botta, Bergamo 1927 PESENTI A., L'Unione ecclesiastica di S. Bartolomeo (1860-1861), in Bergomum..., 53(1959) IDEM, Aspetti e momenti della vita religiosa bergamasca durante il pontificato di Pio IX, in I cattolici ... PESENTI S., Il pensiero di Giuseppe Bravi, in Alle radici del clero bergamasco... PESSINA M., L'avvio e le prime realizzazioni del Segretariato del Popolo di Bergamo (/895-1906), in Bollettino del!' Archivio ... , 12(1977)
Petizione di 9000 sacerdoti italiani a S. Santità Pio IX e ai vescovi cattolici con esso uniti, Torino 1862 PETRONCELLI M., Il Diritto Canonico dopo il Concilio Vaticano II, Napoli 1969 PIAZZI D., I tempi del vescovo Sicardo e di Sant'Omobono, in Diocesi di Cremona... PIETA Z. M., Hierarchia Catholica medii et recentioris Aevi, IX, Patavii 2002 PII IX P.M.. Acta, III, Romae 1864
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OPERE E SAGGI CITATI
PITOCCO F. , Utopia e riforma religiosa nel Risorgimento, Biblioteca di cultura moderna, Laterza, Bari 1972
Pontificio (Il) Seminario Lombardo nel centenario della fondazione, Roma 1965 POULAT E., Intégrisme et catholicisme intégral. Un réseau secret international ant moderniste : la Sapinière (1909-1921), Toumai 1969 IDEM, Un couple maudit : Modernisme et lntégrisme , in ID., Modernistica, Horìzons, Phisionomies, Débats, Paris 1982 IDEM, Regno di Dio e impero della Chiesa Alle origini del =Movimento Cattolico= contemporaneo, in Rivista di storia e letteratura... , 21(1983)
Preti (1) del S. Cuore di Bergamo nel 50° della fondazione, Bergamo 1959 Primo (Nel) centenario di Angelo Mai Memorie e documenti, Ateneo, Bergamo 1882 Primo congresso eucaristico della diocesi di Bergamo. Grumello del Monte 9, lO e Il maggio 1914, Bergamo 1914 Provincia (La) Lombarda dei Frati Minori Cappuccini, 31 maggio 1937, S.A. Stampa periodica italiana, Milano 1937 Pubblicazioni della Provincia Patavina dei Frati Minori Conventuali, l, Padova 19 Questione (La) del Seminario di Bergamo ventilata da un prete bergamasco, Bergamo 1866 Raccolta ufficiale delle Leggi e dei Decreti del Regno d' ltalia, anno 1866, dal n. 2754 al n. 3478, voI. XV, Torino stamperia reale Raccolta ufficiale delle Leggi e dei Decreti del Regno d'Italia, anno 1867, dal n.3488 al n. 4166,vol. XVIII, Firenze stamperia reale RADINI TEDESCHI G. M., Norme per i r. r. Superiori e Professori del Seminario vescovile di Bergamo, Bergamo 1905 IDEM, Vademecum del sacerdote novello, Bergamo 1912 IDEM, Il problema scolastico odierno ossia pensieri sulla libertà e sulla religione nella scuola, 2 voll., Roma 1913 RAGIONIERI E., La storia politica e sociale, in Storia d'Italia, 4/3, Torino 1976 RAINERI A., Corso di istruzioni catechistiche fatte nella metropolitana di Milano, Milano 1845 RAVASIO I., Origini del Collegio Sant' Alessandro, in Chiesa e società a Bergamo...
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VISITE AD LIMINA
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-----------------PIERLUIGI SPERANZA
PIERLUIGI SPERANZA PierLuigi Speranza nacque da Francesco e Maria Anna Fornoni il 2 dicembre 1801 a Piario. Apprese le prime nozioni scolastiche dal suo parroco don Pietro Dolci, fu in seguito allievo nel ginnasio di Clusone e a 18 anni entrò nel semina rio di Bergamo. Ordinato sacerdote il 18 settembre 1824, svolse l'incarico di coadiu tore nel suo paese natale, che lasciò nel 1828 per assumere in seminario l'in carico di direttore spirituale e poi di professore di teologia morale. Dopo 12 anni di insegnamento, il vescovo Gritti Morlacchi, suggestionato, come sembra, da alcuni ecclesiastici di tendenza giansenista promosse il pro fessor Speranza all'incarico di canonico penitenziere della cattedrale. Alla morte del vescovo Gritti Morlacchi, lo Speranza candidato per la successione fu giudicato "sacerdote molto edificante... ben prattico delle sacre cerimonie, che è divoto e frequente nel celebrare. I suoi costumi sono eccellenti e gode presso tutte le persone dabbene grande stima e riputa zione ... Si è mantenuto sempre nella purità della fede e sana dottrina, qua le ha insegnato alla gioventù anche dalle publiche cattedre". Il vicario capi tolare canonico Pietro Rusca nella testimonianza richiesta per il candida to affermò che "nullo modo ditiorem factum fuisse ex redditibus prebendae beneficialis quam hucusque possidebat". Allegato al processo per la nomi na di Speranza si trova lo "Stato attivo e passivo delle rendite e delle spe se annuali del beneficio della mensa vescovile in Bergamo" compilato e fir mato il 6 settembre 1853. La rendita annuale dava L,77.652.59, la spesa sommava a L, 37.660.17. La mensa vescovile dava quindi una rendita net ta di L, 39.992.42. Con la soppressione dei beni ecclesiastici avvenuta nel 1866 la situazione cambiò completamente. La scelta di mons. Speranza a vescovo di Bergamo fu decisa ancora dall' imperatore d'Austria con decreto del 7 agosto 1853, e confermata da Pio IX il 20 dicembre 1853. Il vicario capitolare Rusca comunicò la noti zia alla diocesi con lettera "Il nostro lutto, dilettissimi fratelli, deve ormai aver fine ..." 27 gennaio. Mons. Speranza fu ordinato a Roma 1'8 gennaio 1854 dal cardinale Costantino Patrizi (1798-1876), e il suo ingresso in diocesi venne annun ciato con lettera "Il veneratissimo nostro vescovo..." 31 gennaio. Da Roma egli scrisse il 13 gennaio 1854 una toccante lettera al cugino don Pietro, con 45
ViSiTE AD LiMiNA
una minicronaca del suo viaggio e del suo soggiorno nell'urbe. In quella cir costanza il vescovo adempì l'obbligo della visita triennale ad Limina Apostolorum. Il neoeletto iniziò la sua opera seguendo la pastorale dei suoi prede cessori più illustri, pur in situazioni religiose e socio-politiche mutate. Nella "Epistola pastoralis ad clerum et populum universum civitatis et dioecesis Bergomensis..." 8 gennaio 1854, mons. Speranza tracciò le linee programmatiche del suo lavoro in diocesi. Le relazioni per le visite ad Limina documentano abbondantemente l'opera pastorale portata avanti per 25 anni dallo Speranza nelle varie com ponenti della realtà diocesana, per le quali basterà accennare alla cura per il seminario, che fu colpito dalla confisca dei beni con la legge della con versione e dalla sua chiusura per qualche tempo, l'insegnamento della Dottrina Cristiana con un catechismo composto dal vescovo stesso, le mis sioni al popolo, la visita pastorale a tutte le parrocchie, la sollecitudine per il clero che volle aggiornato sulle questioni inerenti alla sua missione e che tentò di aumentare con l'esperimento delle vocazioni adulte in un semi nario fondato espressamente per tale scopo, il decoro delle cerimonie litur giche, il riscatto della mensa vescovile. Le relazioni presentate regolarmente dal vescovo alla scadenza dei trienni per le visite ad Limina descrivono, anche se a caratteri generali, le vicende del suo episcopato. Già membro del Collegio Apostolico, e quindi su posizioni teologiche e morali opposte al giansenismo, mons. Speranza fece divulgare nel clero e nei fedeli la devozione al Sacro Cuore di Gesù, a san Giuseppe, all'Immacolata Concezione, alla quale, per ricordare il dogma definito da Pio IX, volle dedicare il nuovo tempio di S. Maria Imamcolata delle Grazie a Bergamo. Con l'avanzare dell'età gli fu assegnato il vescovo coadiutore mons. Alessandro Valsecchi, già rettore del collegio S. Alessandro. Entrambi parteciparono al Concilio Vaticano I e si dichiararono decisi sostenitori dell' infallibilità pontificia. Mons. Speranza avvertì l'importanza delle scuole cattoliche, e reagì al tentativo di aprire collegi non diretti da persone di sicuro affidamento mora le. Durante il suo episcopato sorsero le prime associazioni che in breve tem po dettero vita al movimento cattolico, come il circolo S. Luigi (1868), l'Associazione promotrice degli interessi cattolici (1870), il Circolo S. Giuseppe (1875), il Comitato diocesano (1877). A queste associazioni
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mons. Speranza curò che si affiancassero le confraternite tradizionali nel le singole parrocchie, rinvigorite con la pratica fedele dei loro statuti da parte dei membri associati. Egli istituì anche l'associazione per riscatta re, con la raccolta di denaro, i chierici dal servizio militare imposto dal governo. I rapporti di mons. Speranza con le autorità civili del Lombardo Veneto espresse dalla dominazione austriaca prima, con quelle del regno d'Italia poi, conobbero momenti di confronto piuttosto duro. Egli difese senza esitazioni e senza compromessi la libertà e l'indipendenza della Chiesa dal giuseppinismo e dalliberalismo. Speranza, assolutamente fedele a Pio IX anche nella questione romana, appare, nel suo rispetto di suddito all'imperatore d'Austria e poi al re d'Italia, più uomo della Restaurazione che del Risorgimento. La diocesi, visitata dal vescovo fino in tutti i suoi villaggi più lontani, gli rimase fedele. È parere di qualche storicoche il vescovoSperanza abbia esagerato nel l'accentrare con fermezza la guida pastorale, con energici interventi disci plinari, nel dare della Chiesa un'immagine di città assediata, di società perfetta, nella quale i fedeli dovevano sentirsi al sicuro, nell' obbedienza indiscussa alla gerarchia, anticipando forse quello che è stato il motto Paolino fatto proprio da Pio X di restaurare e conservare tutte le cose in Cristo. Il programma di Speranza avrebbe trovato in seguito in Benigni il teorico della doppia restaurazione: la vita religiosa nella Chiesa, l'influenza sociale della Chiesa, il suo" regno dei fedeli", il suo "impero sulla società". In piena sintonia con i princìpi del canonico Giuseppe Benaglio, il noto autore Dell'attrizione quasi materia e parte del sacramento della Penitenza secondo la dottrina del Cd.T, 2 volI, Milano 1846, Speranza docente di teo logia morale, non fu ignaro delle tendenze sensistiche ed eclettiche alli gnanti in vasta parte degli ambienti ecclesiastici lombardi, né gli restò nascosta una terza via tra giurisdizionalismo e ultramontanismo, frutto d'una teologia morale intermedia tra probabilismo e rigorismo d'ispira zione giansenista, aperta da Rosmini e formulata col principio della pas sività, che poteva costituire uno strumento di essenziale efficacia pratica, prima ancora che teorica, per il graduale superamento delle contamina zioni temporalistiche e attivistiche di cui era intriso il cattolicesimo ultra montano della Restaurazione. Speranza visse nel secolo in cui la filosofia e la teologia di Rosmini (un sistema metafisico che teneva conto degli apporti del pensiero moder no, con la fiducia nella possibilità di un approccio razionale alla fede) era 47
VISITE AD LIMINA
contestata. Del rosminianesimo egli conobbe i contrasti con la tradizione del giuseppinismo, con la persistente componente giansenistico-rigorista del la religiosità lombarda sul piano delle dottrine morali e degli atteggiamenti spirituali, con la forte eredità del cattolicesimo illuminato di rigore sette centesco. li sistema filosofico rosminiano in quegli anni si poneva come pos sibile alternativa al giurisdizionalismo giuseppinista, senza essere sempli ce riproduzione di un ultramontanismo di stampo meistriano, assumendo una tinta guelfa e nazionale che gli attirava le simpatie del clero più aper to alle nuove aspirazioni ideali e politiche. L'età della Restaurazione vide il clero lombardo collegato al cristiane simo d'impronta muratoriana rinnovato dall' esperienza rivoluzionaria e napoleonica, compenetrato dall'insegnamento rosmagnosiano, col risul tato di un cristianesimo attivo sul piano sociale, d'ispirazione democrati cheggiante, sensibile a esigenze separatiste nei rapporti Chiesa-Stato. Speranza soffrì con ogni probabilità, senza darlo a vedere, il conflitto interiore proprio del clero antiliberale e tradizionalista combattuto tra l'a desione all' Austria per motivi legittimistici e la repulsione per la politica ecclesiastica giuseppinista. Nel testamento del 28 settembre 1869 mons. Speranza nominò eredi dei suoi beni familiari i nipoti del fratello Bonifacio, defunto, e il provicario generale mons. Angelo Colombelli erede universale di quanto acquistato e tenuto come persona di Chiesa a Bergamo, Morengo e Gavarno. Volle un funerale "modicissimo" e benedicendo i fedeli ricordò loro che "a far male sifalla". Il 7 aprile 1878 per le circostanze cambiate, al Colombelli sosti tuì come erede il canonico Tommaso Foresti, suo segretario particolare. Mons. Speranza morì il4 giugno 1879, lasciando il segno inconfondi bile di una pratica intensa della tradizione religiosa, unita alla difesa dei princìpi umani e cristiani di fronte allo Stato liberale. Egli non riuscì a chiudere le vertenze giudiziarie con i frati Cappuccini per la proprietà del convento di S. Alessandro di Bergamo e con Giuseppe Bissoni, amministratore della Mensa Vescovile. Inoltre una distorta e con trastata interpretazione del suo mandato testamentario al can. Tommaso Foresti aprì la strada alle cause giudiziarie con la commissione per la chie sa di S. Maria Immacolata delle Grazie e con la Mensa Vescovile, provo cando notevoli danni sia al patrimonio immobiliare della diocesi sia al ministero pastorale di mons. Gaetano Camillo Guindani.
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RELAZIONE - GENNAIO
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Bibliografia: fonti inedite: cf. ACVB, Libro n" lO Pastorali e circolari mgr. vescovo Speranza dal 1854 al 1879 - circolari vicario capitolare Arcangeli anno 1880, (dorso), ff.lr-578v; lbid., Sommario di lettere pastorali... Speranza. Visita pastorale, 113 Visita pastorale mons. Speranza parrocchie urbane e suburbane (ms), ff. 279 (a- faldoni); 114 Visita pastorale mons. Speranza parrocchia Pignolo e mona steri (ms), ff. 51 + n. Il registri numerati I-XI; 115 Visita pastorale mons. Speranza vica ria di Almenno S. Salvatore e Alzano Lombardo (ms), ff. 736; 116 Visita pastorale mons. Speranza vicaria di Ardesio, Borgo di Terzo e Calepio (ms), ff. 816; 117 Visita pastorale mons. Speranza vicarie di Calolziocorte, Caprino e Chignolo (ms), ff. 857; 118 Visita pastorale mons. Speranza vicarie di Clusone e Gandino (ms), ff. 657; 119 Visita pastora le mons. Speranza vicarie di Ghisalba, Lallio e Mologno (ms), ff. 465; 120 Visita pastorale mons. Speranza vicarie di Mornico e Nembro (ms.), ff. 563; 121 Visita pastorale mons. Speranza vicarie di Pontida, Predore, S. Brigida, Rota Fuori, S. Giovanni Bianco (ms), ff. 783; 122 Visita pastorale mons. Speranza vicarie di S. Martino oltre la Goggia, Scano, Selvino (ms), ff. 683; 123 Visita pastorale mons. Speranza vicarie di Seriate, Serina, Solto e Sottochiesa (ms), ff. 798; 124 Visitapastorale mons. Speranza vicarie di Spirano, Telgate, Terno (ms), ff.724; 125 Visita pastorale mons. Speranza vicarie di Verdello, Villa d'Almè, Vilminore, Zogno (ms), ff. 1065; Fondo Basilica S. Maria Maggiore. ASV, Arch. Nunz. Vienna, 324; 325; 326; 327; 329; 334; 336; 337 Congr. Concilii, Positiones, 1874, Marzo A-B, Bergamo; 1877, Gennaio A-M; 1878, Maggio A-B; 1880, Gennaio A-E; 1887, Marzo B-C; Agosto A-B; Settembre B; B-C; Congr. Vescovi e Regolari, Vescovi, ago.1860; nov. 1860; dic.1860; ago.1861 A-V; setto 1861 A-V; gen. 1865; mar.-apr. 1871; mag.1879; Congr. Vescovie Regolari, Archivio Segreto, Sezione Vescovi, Bergamo, 1894; Proc. Dat., 215, Propositio cathedralis Ecclesiae Bergomen., Romae 1853; 233; S. S. Ep. Mod.,-1855, R. 260 F.l;-1856, R. 260 F. 2;-1857, R. 94 F. 29; R. 162; 1858, R. 258; R. 283;-1859 R. 258; R. 283;-1860, R. 247 F. 3; R. 283 F. 2;-1862, R. 283 F. 5;-1868, R. 283 F. 4;-1872, R. 3 F. 2; R. 3 F. 4;-1874, R. 283 F. 1;-1875, R. 283 F. 4;-1877 R. 1 F. lO; R. 3, R. 1 F. lO; R. 20 F. 5; R. 283 F. 5; R. 284 F. 3;-1878, R. 165 F. 2; R. 263 F. 1; R. 283 F. 1; R. 283 F. 3; R. 284 F. 1; R. 284 F. 3;-1879 R. 283 F. l; R. 284 R. 1; R. 284 F. 1;-1920, R. 284 F. 1; S. S. Spogli di cardinali e officiali di curia, card. Prospero Caterini, lA cartella Bergamo; card. Mariano del Tindaro Rampolla, 1, cartella Rezzara 1891 movimento socialista insur rezionale specialmente in Sicilia; 8A, carte della Segreteria di Stato riguardanti l'Italia di carattere prevalentemente politico, fascicolo C Paganuzzi; cartella Rezzara -P. Zocchi 1898 servizio informazioni per la stampa cattolica; cartella Casoli-Rezzara 1895 pro spetto statistico sul concorso alle urne politiche e sull'astensione dei cattolici; 9A, cartel la Bergamo, Vescovo, accuse e difese; cartella Terni diocesi Congr. AA. EE. SS., A /-11Lombardo Veneto 1853-1857, Posizione 122-127, 123 fasci colo 35, f. 7r-53v, f. 25r-26r; 127 fascicolo 35, f. 8Or-85r. Roma Ministero Pubblica Istruzione, Divisione scuole medie 1860-1896, Seminari Bergamo, parte 11, busta 145, 146. Fonti edite: cf. G. B. IMBERTI, 1ngrediente sedem Petro Aloysio Speranza novo Bergomi Episcopo Ode, Bergomi 1854; C. BRAVI, 1ngresso solenne di Mons. P.L. Speranza, in Notizie Patrie 1854; (P. L. SPERANZA), Dichiarazione della dottrina cristiana in forma di catechismo ad uso delle chiese e scuole della diocesi di Bergamo, Bergamo 1855; 11 vescovo di Bergamo monsignor Pier Luigi Speranza e il giorno 3 settembre 1859, Bergamo 1859; Litterae pastorales Ill.mi et Rev.mi D. D. Petri Aloysii Speranza Episcopi Bergomensis praemissae Kalendario dioecesano an.1865 nec non quaestiones theologicae discutien dae in congregationibus menstruis ad usum sacerdotum ritus Ambrosiani; La questione del seminario di Bergamo ventilata da un prete bergamasco, Bergamo 1866; A. TEANINI,
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(a cura di) Lettere inedite di S.E. Mons. Pietro Luigi Speranza vescovo di Bergamo ad alcune persone religiose. Bergamo 1903; Mons.Pier Luigi Speranza vescovo di Bergamo dal 1854 al 1879. Memorie e documenti, Brescia 1915; P. MERATI, Mons. PierLuigi Speranza vescovo di Bergamo nel cap. X del volume "Collezione storica bergamasca-I", Bergamo 1946; EVISTALLI, Risposta all'opuscolo di mons.canonico Paolo Merati "Mons.Luigi Speranza vescovo di Bergamo", Bergamo 1950; C. PATELLI, Uomini.... p. 82 - 89; L. DENTELLA. Il Conte... p. 63 passim; IDEM. I Vescovi .... p.491-505; R. RITZLER-P. SEFRIN, Hierarchia Catholica medii et recentioris Aevi..., VIII. Patavii 1978. p. 147; R. AMADEI, Il clero bergamasco e il Risorgimento italiano (1859-1861). in Studi e memo rie..., I, p. 117-184; IDEM, La tradizione bergamasca e il Vescovo PierLuigi Speranza, in Alle radici del clero bergamasco.... p. 15-135; G. BERETIA. Il prete nelle lettere pasto rali. ibid., p. 137-200; T. TIRONI, La catechesi, ibid.• p. 201-240; G. ZANCHI, La condizione economica del clero. ibid., p. 241-234; A. CARRARA. Note su uno schedario segreto, ibid., p. 315-347; C. PATELLI. Mons. Alessandro Valsecchi, ibid., p. 371-387; S. PESEN TI, Il pensiero di Giuseppe Bravi. ibid., p. 389-427; L. CASATI, Clero e laicato nel circo lo cattolico di S. Giuseppe. ibid., p. 429-442; A PESENTI. Aspetti e momenti della vita religiosa bergamasca durante il pontificato di Pio IX. in I cattolici bresciani e bergamaschi nell'età di Pio IX. Atti del colloquio di studio tenuto a Brescia il 30-31 maggio 1981. CEDOC. Brescia 1984; L. CHIODI, Il periodico anticlericale bergamasco "Il Movimento ", ibid.; M. TACCOLINI. Origini e prime manifestazioni del Movimento cattolico a Bergamo dali' Unità alla morte di Pio IX, ibid.; I. SUPERTI FURGA. Le 'relationes ad limina' dei vescovi lombardi dalla vigilia dell' Unità al 1878, in Chiesa e religiosità in Italia dopo l'Unità (1861-1878). Atti del quarto Convegno di Storia della Chiesa La Mendo1a 31 ago sto-5 settembre 1971,Vita e Pensiero pubblicazioni della Un.Catt. del S.Cuore, Milano 1973, p.298-357; P.A. GIOS, Nicolò Rezzara e il Movimento cattolico in Italia Prefazione di S. FONTANA, Roma 1990; P. BIAGGI. Il catechismo a Bergamo nel secondo Ottocento. La singolarità dell'episcopato di mons. P. L. Speranza, LDC .Torino 2003. Letteratura: cf. U. BENIGNI. Storia sociale della Chiesa, I. Milano 1907, p. XIII-XIV cita zione; B. BELOTII, Storia di Bergamo...; III, p. 170; V, p. 471, 494. 523; VI, p. 131. 132, 133,134,137.145.146.149.150.155,172.173,187,201,242, 243.244,251.252.261, 265, 292; ETRANIELLO, Alle origini del cattolicesimo conciliatorista, in Rivista di sto ria e letteratura religiosa, 5( 1969), L. Olschki, Firenze, p. 256-381; IDEM, Cattolicesimo conciliatorista Religione e cultura nella tradizione rosminiana lombardo-piemontese (1825 1870), Milano 1970; G. MARTINA, s.j.• Lafine del potere temporale nella coscienza reli giosa e nella cultura dell'epoca in Italia. in Archivum historiae pontificiae, 9 (1971). pp. 309-376; E PITOCCO, Utopia e riforma religiosa nel Risorgimento, Laterza, Bari 1972; P. G. CAMAIANI, Cattolicesimo liberale e cattolicesimo conciliatorista, in Rivista di storia e letteratura... , 11(1975), p. 72-105; G. LANDUCCI, La crisi del clero mantovano e la conversione di Roberto Ardigò, ibid., 16(1980), p. 20-62; G. VERUCCI, L'Italia laica pri ma e dopo l'Unità ( 1848-1876). Anticlericalismo, libero pensiero e ateismo nella società ita liana, Bari 1981; A. ZANOTTI, Il concordato austriaco del 1855, Giuffré, Milano 1986; G. MICCOLI, Apogeo e tramonto di un pontificato Pio IX,1867-1878, in Rivista di storia e let teratura... , 27(1991), p. 297- 313; IDEM, "Vescovo e re del suo popolo" La figura del prete curato tra modello tridentino e risposta controrivoluzionaria, in Storia d'Italia Annali 9 La Chiesa e il potere politico dal Medioevo all'età contemporanea a cura di G. CHIT TOLINI e G. MICCOLI, G. Einaudi, Torino 1986. p. 883-928; R. AMADEI. Dalla Restaurazione..., in Diocesi..., p. 240-257; M. FIORENDI, L'azione sociale dei cattolici Bergamaschi dal 1870 al 1930, ibid; R. AMADEI, I Vescovi.... in Ritratti..., p.182-183; M. L. TREBILIAN1, La genesi del Movimento cattolico, in Dizionario storico del Movimento cattolico, Aggioramento 1980-1995, Torino 1997, p. 3-13; G. CAMPANINI, Correnti idea li e culturali del Movimento cattolico, ibid, p. 14-23; L. BERGGREN-L. SIOSTEDT, L'ombra dei grandi..., o.c.; G. GOFFI, L'età risorgimentale: l'episcopato Novasconi (1850 1867), in Diocesi di Cremona..., Storia religiosa della Lombardia..., a cura di A. CAPRIO LI - A. RIMOLDI - L. VACCARO, Brescia 1998.
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RELAZIONE - 8 gennaio 1854
ASV, C. Concilii, Relationes Dioecesium, Bergomen., 123B, orig., ff.487r-488v La documentazione della visita ad Limina Apostolorum è composta da due dichiarazioni a stampa, segnate ff. 487-488 (mm. 35x28), con note aggiunte a mano in f. 488v, qui trascritte.
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Albertus Barbolani comes Montis Acuti utriusque Signaturae referen darius protonotarius apostolicus Sanctissimi D.N. Pii PP. /X praelatus domesticus et subdatarius sacrosanctae Vaticanae Basilicae canonicus archidiaconus et altarista. Illustrissimus et reverendissimus dominus Petrus Aloisius Speranza epi scopus Bergomensis personaliter visitavit Limina sacrosanctae Principis Apostolorum basilicae, et praesentem fidem a nobis obtinuit hac die 8 mensis ianuarii anno 1854. Albertus Barbolani altarista Illustrissimus et reverendissimus dominus Petrus Aloisius Speranza epi scopus Bergomi visitavit Limina sacrosanctae Doctoris Gentium basili cae, et presentem fidem a me infrascripto monacho Ordinis S. Benedicti congregationis Cassinensis obtinuit hac die undecima mensis ianuarii anni /854. vicarius d. Antonius Giannuzzi Bergomen. Visitatio sacrorum Liminum 15493 Die 28 ianuarii /854. Detur attestatio tam pro praeteritis 87. 88, 89 quam pro currenti 90 trienniis cum obligatione infra currens. Datafuit attestatio pro praeteritis 87, 88, 89 et pro currenti 90 trienniis, die 20 decembris /855 expiraturo cum obligatione infra currens.
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RELAZIONE - 31 marzo 1856
ASV, CiConcilii, Relationes Dioecesium, Bergomen., 123B, orig., ff. 489r-500v La documentazione della visita ad Limina del 90° triennio è composta da un fascicolo di 12 fogli, con la numerazione archivistica ff. 489-500 (mm.34x24). Il testo della relazione è scritto sui ff. 490r-495v, 500r. Il fascicolo ben conservato ha i fogli segnati anche con la numerazione originaria, uniti da un piccolo filo a cordoncino.È bianco il f. 489v, 498v 499v. Con la relazione si trova la minuta della lettera di risposta della con gregazione del Concilio al vescovo, ff. 496r-498r.
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Relatio status Ecclesiae Bergomensis quam sacri Concilii congregationi exhibet Petrus Aloisius Speranza, Dei et Aposto licae Sedis gratia eiusdem Eccle siae episcopus.
Relazione dello stato della Chiesa di Bergamo che PierLuigi Speranza, vescovo della stessa Chiesa per grazia di Dio e della Sede Apostolica, presenta alla sacra congregazione del Concilio.
Bergomensis Ecclesia ex imme morabili fundata quadraginta cir citer passuum millia ab oriente ad occasum extenditur; hinc inde ab Ecclesiis Brixiensi, Cremonensi, Novocomensi et Mediolanensi cir cumdata, atque Mediolani archie piscopo suffraganea. Nullis aliis privilegiis gaudet aut praerogativis quam iis tantum; quae
La Chiesa di Bergamo, fondata da tempo immemorabile, si estende per circa quarantamila passi da oriente a occidente, circondata tutt'intorno dalle Chiese di Brescia, Cremona, Como e Milano, suffra ganea dell' arcivescovo di Milano. Non gode di altri privilegi o pre rogative se non di quelli attribuiti
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sedibus episcopalibus sunt iure canonico tributa. Tercentis fere animarum milli bus constat grex Bergomensis pasto ris; et clerus saecularis totius dioe cesis mille quadringentos et qua tuordecim sacerdotes enumerato In civitate extat cathedralis ecclesia sancto martiri Alexandro totius civitatis et dioecesis princi pali patrono dicata. Mirifice refulget huiusmodi ecclesia magnificentia, dignitate, mole, elegantia structurae, mar moreis altaribus, auro, picturis, et omni genere ornatus, ita ut admi ratione digna inspicientibus videa turo In ea habetur fons baptismalis; plures asservantur decenter sacrae reliquiae, sacrarium suppellectibus sacris tam ad divina persolvenda, quam ad exequenda pontificalia splendide instructum. Chorus insu per, organum, campanile cum quin que aereis campanis; nec non extra moenia coemeterium. Capitulum cathedralis ecclesiae tres enumerat dignitates archipre sbiterum videlicet, qui in paroecia cathedralis curam animarum gerit, theologum et poenitentiarium; duo decim canonicos ordinarios, et tres iuris patronatus Capituli; quorum ultimus institutus fuit ex speciali cura moderni episcopi. Recenset quoque novem cap pellanos Capitulo addictos, et alios
unicamente dal diritto canonico alle sedi vescovili. TI gregge del pastore di Bergamo risulta di quasi trecentomila anime, il clero secolare di tutta la diocesi conta 1.414 sacerdoti. In città sorge la chiesa cattedra le, dedicata a S. Alessandro marti re, patrono principale di tutta la città e della diocesi. La chiesa rifulge di stupenda magnificenza, dignità, ampiezza, eleganza di struttura, di altari mar morei, oro, pitture e d'ogni genere d'ornamento, tanto che a chi la guarda si mostra degna di ammira ZIOne. In essa si trova il fonte battesi male, sono custodite con diligenza molte sacre reliquie, la sacristia for nita sontuosamente di suppellettili sacre sia per celebrare i divini misteri sia per i pontificali; vi è inoltre il coro, l'organo, il campa nile con cinque campane di bron zo, e fuori dalle mura il cimitero. Il Capitolo della chiesa catte drale conta tre dignità, cioè l'arci prete, che esercita nella parrocchia della cattedrale la cura d'anime, il teologo e il penitenziere, dodici canonici ordinari e tre di giuspa tronato del Capitolo, l'ultimo dei quali è stato istituito per particola re interessamento del vescovo attua le. Conta inoltre nove cappellani addetti al Capitolo, e altri sei di gius 53
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sex iuris patronatus privatae fami liae. Canonici praedicti et cappella ni choro diligenter intersunt et matutinum, laudes, et caeteras horas canonicas persolvunt. Missam conventualem singulis diebus non praetermittunt vicissim celebrare. Ecclesiastici, qui munus paeni tentiarii et theologi obtinent, ea omnia quae adimplenda sunt diii genter adimplent. Praeter collegiatam cathedralis nulla alia invenitur in hac civitate, tribus mercenariis exceptis. Parochi universi dioecesis sub vigilantia continua episcopi obli gationem residentiaefideliter obser vant, sacramenta cum assidua sedulitate administrant. In diebus dominicis, et in festis solemnioribus fide i rudimenta pe ropportune suis ovibus laudabili methodo tradunt. Missam pro populo omnibus diebusfestis de praecepto non omit tunt celebrare. Tercentae triginta tres existunt in dioecesi ecclesiae parochiales, qua rum septem in civitate sacris suppellectilibus convenienter exor natae, atque redditibus instructae pro fabrica. Aliae vero quamplurimae in hac dioecesi exstant ecclesiae, maxima ex parte sufficienter proventibus instructae, in quibus Dei cultus
patronato di una famiglia privata. I predetti canonici e i cappella ni intervengono diligentemente al coro e recitano il mattutino, le lodi e le altre ore canoniche. Non omettono di celebrare la santa messa ogni giorno a turno. Gli ecclesiastici incaricati del l'ufficio di penitenziere e di teolo go adempiono diligentemente il loro compito. Oltre la collegiatadella cattedrale in questa città nessun'altra se ne tro va, eccettuate le tre mercenarie. Tutti i parroci della diocesi osservano fedelmente sotto la vigi lanza continua del vescovo l' obbli go della residenza e amministrano con assidua sollecitudine i sacra menti. Nelle domeniche e nelle festi vità più solenni insegnano con lode vole costanza alle loro pecore le verità principali della fede. Non omettono di celebrare la messa per il popolo in tutti i giorni festivi di precetto. In diocesi esistono 330 chiese parrocchiali, delle quali sette in città, provviste convenientemente di sacre suppellettili e dotate di red diti per la fabbrica. In diocesi si trovano molte altre chiese, in massima parte sufficien temente provviste di rendite, ove viene celebrato il culto divino in
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quam decenti ratione exercetur ex Christifidelium oblationibus, aut redditibus ex fundatione assignatis. Cum ad divina sacramenta peculiari frequentia Christifideles huius civitatis et dioecesis soleant accedere, idcirco parochi in pasto ralis muneris exercitio aliorum sacerdotum cooperationem adhi bent. Nec desunt simplices sacer dotes qui animarum zelo succensi tam in sacramentis administrandis, quam in infirmorum visitatione in erudiendis fidelibus circa ea quae ad salutem pertinent operam prae stant abundanter, praesertim in expositione christianae doctrinae, quae in scholis ad hoc institutis omnibus diebus festis cum singula ri fidelium fructu perhibentur: Quoad Verbi Dei praedicatio nem Bergomensis dioecesis omnes finitimas Ecclesias haud dubio antecellit tam numero oratorum, quam concionandi laudabili eorum ratione. Nam hic sane permulti adnu merantur sacri oratores, qui hoc munus studiose exercentes Christi fidelium operantur salutem, ii potis simum qui sacris missionibus, et spiritualibus exercitiis etiam in lon ginquis dioecesibus ex professo incumbere solent. Inter praedictos sacerdotes merito connumerandi sunt non nulli distinctae pietatis ecclesia stici, qui cum proximorum amore
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modo conveniente, grazie alle offer te dei fedeli o ai redditi assegnati dalle fondazioni. Poiché i fedeli di questa città e diocesi sogliono accostarsi ai divi ni sacramenti con una frequenza straordinaria, i parroci perciò nel l'esercizio del loro ministero ricor rono alla collaborazione di altri sacerdoti. Non mancano inoltre semplici sacerdoti che, spinti dallo zelo delle anime si prestano senza riserve sia nell'amministrare i sacra menti sia nel visitare gli infermi e nell'istruire i fedeli sulle verità che riguardano la salvezza, soprattutto nell' esposizione della dottrina cri stiana che si tiene con grande frut to dei fedeli nei giorni festivi nelle scuole appositamente erette. Per quanto riguarda la predica zione della Parola di Dio, la dioce si di Bergamo supera senza dubbio tutte le Chiese confinanti, sia per il numero degli oratori sia per il lode vole stile del predicare. Qui infatti si contano molti sacri oratori che esercitando con impegno questo ufficio attendono alla salvez za delle anime, specie quelli che con le sacre missioni e gli esercizi spiri tuali sono soliti dedicarvisi a tempo pieno anche in diocesi lontane. Tra i predetti sacerdoti sono da ricordare doverosamente alcuni ecclesiastici di egregio spirito reli gioso, i quali infiammati di amore del prossimo, desiderando ardente 55
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infiammati exoptent ea omnia ope ra ad ipsorum salutem pertinen tia sine ulla exceptione amplecti, se collegerunt in apposita domo huius civitatis, ac cum seipsos nutui, et beneplacito episcopi sponte obtulissent, enixe eum deprecati sunt ut eorum oblatio nem accipere dignaretur: Perspecta autem spirituali uti litate quam inde sperare licet sup plicantium bonam voluntatem com mendans postulationem exaudire episcopus non dubitavit; concessa iam ipsis facultate omnia ministeria sacerdotalia exercendi in civitate et dioecesi', Mores cleri saecularis genera tim graves, et ad pietatem et hone stam vitam, quae viros ecclesiasti cos decet, compositi'.
mente d'applicarsi senza nessuna eccezione a tutte quelle opere che riguardano la loro salvezza, si sono raccolti in un'apposita casa di que sta città, e sottomettendosi sponta neamente alla volontà e al bene placito del vescovo, lo hanno pre gato insistentemente che si degnas se di accettare la loro offerta. Considerato il vantaggio spiri tuale che da ciò è lecito sperare, il vescovo apprezzando la buona volontà dei richiedenti, non ha esi tato di accogliere la richiesta, con cedendo a essi ampia facoltà di svolgere tutti i ministeri sacerdota li in città e diocesi. I costumi del clero secolare generalmente sono austeri, ordina ti alla pietà e alla vita onesta, come si richiede da uomini di Chiesa.
I. La congregazione di sacerdoti alle dipendenze del vescovo era la continuazione del Collegio Apostolico. dopo le difficoltà incontrate con il vescovo Gritti Morlacchi, cf. nota biografica. Mons. Speranza con lettera del 15 agosto 1856 raccomandava la con gregazione che aveva la residenza nei locali del vecchio seminario. Ne era responsabile don Luigi Vitali, attorno al quale s'erano riuniti i sacerdoti Carlo Monzini, Angelo Ghidini, Gerolamo Volpi, Felice Aprile. Giovanni Bertoncini, Luigi Bottagisi; L. DENTELLA. Il conte..., p. 269; A. PESENTI, Il Collegio Apostolico...• p.13l passim. Probabilmente Speranza cercava di mediare tra le Institutiones borromeane (Acta Ecclesiae Mediolanensis, Milano 1846, p. 1(07), tese alla formazione del buon parroco di campagna su solidi elementi di dottrina con gli strumenti dell'approccio pastorale, e l'utopia illuminista del giuseppinismo, espressa velatamente in vari articoli de L'Amico Cattolico nel senso di un clero presente coi parroci in ogni villaggio, anche piccolo, di montagna, con una preparazione culturale da non invidiare a quella dei canonici. in esegesi, storia ecclesiastica e economia agricola, idea non dissimile da quella dell'abate Antonio Stoppani; F. TRANIELLO. Scienza e religione in Antonio Stoppani, in Rivista di storia e letteratura religiosa, L. Olschki Firenze, 14(1978), p. 228. 2. Mons. Speranza aveva diramato la dichiarazione e il decreto dell'arcivescovo metropolita di Milano, Carlo Bartolomeo Romilli (1847-1859). e dei vescovi della sua provincia "Quia vero etsi habitus nonfacit monachum..." 16 marzo 1854, notando che il cap pello tondo e i calzoni lunghi non potevano far parte dell' abito ecclesiastico canonico.
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Quod si aliquando a recto tra mite quis declinet mox ad bonam frugem reducendum remedia adhi bentur a regulis canonicis salubri ter praescripta. Hinc cum nonnulli parochi vitam tenerent reprehensione di gnam, nec se corrigendi tandem spem ullam praeberent incitati fue runt ab episcopo ad beneficii paro chialis resignationem. Clerus Bergomensis singularem venerationem ac plenam oboedien tiam sanctae Sedi Apostolicae et summo Romano Pontifici ex corde profitetur'. Augustissimo quoque et piissi mo imperatori nostro sinceramfide litatem, et quam obsequiosam ob servantiam continuo demonstrat'.
Se alcuno si toglie qualche vol ta dalla retta via, subito vengono usati i rimedi prescritti salutarmen te dai canoni per riportarlo alla buo na condotta. Poiché alcuni parroci conduce vano una vita biasimevole, né mo stravano alcun segno che facesse sperare nel loro ravvedimento, dal vescovo sono stati sollecitati a rinunciare al beneficio parrocchia le. Il clero di Bergamo professa una singolare venerazione e una piena obbedienza al Romano Pontefice e alla S. Sede Apostolica. Dimostra di continuo anche all' augustissimo e piissimo nostro imperatore since ra fedeltà e il rispetto più osse quiente.
Con la circolare "È a mia cognizione che in questa città...", 6 settembre 1855, il vesco vo riprendeva i sacerdoti che celebravano la messa in troppo breve tempo. In merito ai giornali, Speranza non vedeva l'utilità di un quotidiano diocesano, per non creare con fusioni, e sosteneva l'Armonia, di Torino, L'Unità Cattolica, L'Osservatore Cattolico, oltre che La Civiltà Cattolica. Uno dei primi cambiamenti introdotti da Speranza fu l'a bolizione dei vicari in parrocchie fisse, con vicari fomiti di patenti personali, scelti per merito e per le località in cui svolgere più convenientemente il ministero; ACVB, Lettere pastorali Libro n° 10; Monsignor Pier Luigi Speranza ..., p.87, 95; Hierarchia Catholica..., VII, p. 376. 3. Le espressioni di mons. Speranza verso Pio IX non sono casuali ma riflettono la situa zione di quegli anni. Per lo scampato attentato o pericolo occorso a papa Pio IX, mons. Speranza aveva inviato a tutta la diocesi la lettera "In rendimento di grazie all'Altissimo..." 20 aprile 1855, ordinando una preghiera particolare nella messa, il Te Deum e l'Ave Maris Stella. Il fatto era avvenuto il 13 aprile 1855 durante una festa nel palazzo annesso alla basilica di S. Agnese. Il pavimento della sala sovraffollata era sprofondato facendo precipitare Pio IX con 130 persone al piano inferiore senza ripor tare danni. AI Congresso di Parigi nel febbraio del 1856, Cavour sollevava la questione italiana davanti ai rappresentanti delle nazioni, accusando sia il malgoverno papale dei mali che affliggevano l'Italia, sia l'Austria di turbare l'equilibrio politico con le sue occu pazioni militari nella penisola; ACVB, Lettere pastorali Libro n° 10; G. MARTINA, s.j., Pio IX (1851-1866), Miscellanea Historiae Pontificiae, 51, Roma 1986, p.25. 4. Regnava l'imperatore d'Austria e re d'Ungheria Francesco Giuseppe I (1830-1916),
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Non pauci vero sacerdotes dioe cesano clero adseripti tam propen si in hoc officio, et tam prae caete ris devoti dignoscuntur, ut potiori laude digni profecto censeantur. Ad ipsos confirmandos in huius modi commendabilem animi dispo sitionem, solet episcopus ad nobi liores seminarii cathedras eos prae ligere, aut ad paroecias splendi diores promovere. In civitate clericorum semina rium extat, magnae et elegantis constructionis aedificium, ita amplum ut nume rum quam maxi mum alumnorum amplecti facile potest. Nunc tercentum septuaginta sep tem in eo continentur convictores; et studiorum causa centum nona ginta sex adolescentes externi et ad clericatum designati ad scholas seminarii admittuntur. Qui omnes non solum in gram matica, litteris humanioribus, in philosophicis et theologicis disci plinis, iure canonico et civili, histo ria sacra, pastorali, sacra elo quentia, exegesi, homiletica, patro logia, pedagogia et methodica; sed
Sono noti non pochi sacerdoti ascritti al clero diocesano tanto coscienti e tanto devoti in que st' obbligo rispetto agli altri, da far li ritenere degni di una lode più ampia. Per incoraggiarli in questa enco miabile disposizione dello spirito, il vescovo suole destinarli alle cat tedre più prestigiose del seminario, o promuoverli alle parrocchie più insigni. In città si trova il seminario dei chierici, edificio di grande ed ele gante costruzione, così ampio da poter facilmente ospitare il maggior numero di alunni. Ora vi sono accolti 377 convit tori, per ragioni di studio 196 ado lescenti esterni e i designati allo sta to clericale sono ammessi alle scuo le del seminario. Tutti questi, secon do l'età di ciascuno, sono diligen temente istruiti con l'insegnamento impartito da 24 sacerdoti di singo lare scienza e pietà, non solo nella grammatica, nelle lettere umanisti che, in filosofia e nelle discipline teologiche, in diritto canonico e civile, in storia sacra, pastorale,
figlio dell'arciduca Francesco Carlo, successo a Ferdinando I, che aveva abdicato nel 1848. Il 14 gennaio 1857 l'imperatore visitò il seminario. Il professar Carlo Ulietti gli indirizzò un' epigrafe latina, e il prof. Zenoni compose un saggio poetico in lingua italiana, letto dal chierico Felice Cavagnis, poi cardinale. Fedele al rispetto verso l'au torità, mons. Speranza dispose, con lettera "Assecondando ben volentieri il pio desi derio ..." 2 maggio 1856, la recita di una preghiera speciale nella messa in occasione del parto dell'imperatrice Elisabetta, così come, per identico avvenimento, ordinò con let tera 5 luglio 1858; ACVB, Lettere pastorali libro n"lO; A. DUDAN, La monarchia degli Asburgo, 2 voli., Roma 1915; C. PATELLI, Uomini ... , p. 81-82.
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31 MARZO 1856 sacra eloquenza, esegesi, omileti
ca, patrologia, pedagogia e meto
dica, ma anche in canto gregoria
no, sacra liturgia, lingua greca ed
ebraica.
Innanzitutto sono rettamentefor
mati sotto la vigilanza e l'autorità dei superiori nelle cose che riguar dano la disciplina ecclesiastica e l'onestà dei costumi. Il vescovo si serve del consiglio di due dei più anziani canonici e di due uomini del clero di specchiata prudenza, in tutte le cose che riguar dano il giusto governo del semina rio. Egli visita di frequente il semi nario stesso, assiste personalmen te agli esami e agli esperimenti degli studi dei chierici e si prende cura perché le costituzioni siano accuratamente osservate. I chierici sono obbligati a servi re per volontà del vescovo in catte drale nei giorni festivi e nelle altre chiese parrocchiali della città. Ciò, mentre accresce splendore e decoro alle funzioni ecclesiasti che, facilita anche una assai utile
etiam in cantu gregoriano, in sacra liturgia, in lingua graeca et hebrai ca iuxta singulorum aetatem diti genter erudiuntur sub magisterio vigintiquatuor singularis scientiae ac pietatis sacerdotum. In primis autem sub moderato rum auctoritate atque vigitantia in iis quae ad ecclesiasticam discipli nam pertinent, et morum honesta tem recte solent institui. Duorum ex senioribus canoni cis, nec non duo rum spectabilis prudentiae ex clero virorum consi lio utitur episcopus in iis omnibus, quae ad rectum regimen seminarii spectanr. Seminarium ipsum frequenter visitat, examinibus, et studiorum experimentis clericorum personali ter assistit, datque operam, ut eius dem constitutiones accurate ser venturo Clerici ex mandato episcopi die bus festis cathedrali, et aliis civita tis ecclesiis parochialibus inservire tenentur. Quod quidem dum ecclesiasti cis functionibus decus et splendo-
5. Mons. Speranza iniziò il lavoro pastorale con la riforma del seminario, allontanando testi e insegnanti infetti di giansenismo, giuseppinismo e berzismo, sostituendoli con docen ti e superiori di dottrina ortodossa e devoti al papa. Nominò rettore don Valdimiro Carminati. Dispose che in filosofia e teologia fosse seguito san Tommaso, con i suoi interpreti come il De Lugo, il Perrone, il Franzelin, in morale sant' Alfonso, in asceti ca il Rodriguez, lo Scaramelli, il Segneri, san Francesco di Sales, in diritto le tesi del la scuola romana. Nel 1856 licenziò don Angelo Berzi, affidò la cattedra di filosofia a don Rinaldo Rossi; Monsignor Pier Luigi Speranza... , p.82 passim; C. PATELLI, Uomini..., p. 83.
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rem adauget, earum liturgiarum clericis peritiam, et perutilem cognitionem praebet. Alia quoque domus educationis in dioecesi existit, ad modum semi narii instituta, quingentis provisa scutatis, quae exfundatione in gra tuitam puerorum sustentationem erogantur, de quorum vocatione ad statum clericalem probabilis spes habetur. Alii vero in ipsa domo adole scentes aluntur ad centum, qui pro alimentis scutatorum quinquagin ta taxam persolvunt. In studium omnes grammaticae et rethoricae sub undecim profes sorum sive moderatorum discipli na operam navare tenentur. Singulis mensibus tam in epi scopali palatio, quo parochi, sacer dotes civitatis, et clerici seminarii studiis theologicis addicti se con ferunt, quam in paroeciis huius dioecesis, prout locorum distantia aliaeque circumstantiae fiunt con ventus cleri pro moralium questio num discutione (sic) regulariter
conoscenza ed esperienza nelle materie liturgiche. In diocesi esiste anche un'altra casa di educazione, organizzata a modo di seminario, dotata di 500 scudi, che sono erogati per fonda zione allo scopo di mantenere gra tuitamente i ragazzi, sulla cui voca zione allo stato ecclesiastico si nutre una certa speranza. Nella casa stes sa altri cento adolescenti sono ospi tati e pagano la retta di 50 scudi per il vitto. Tutti sono obbligati ad applicarsi con diligenza nello studio della grammatica e della retorica sotto la guida di Il professori ovvero mo deratori. Ogni mese sia nel palazzo vesco vile, dove convengono parroci, sacerdoti della città e chierici del seminario impegnati negli studi di teologia, sia nelle parrocchie di que sta diocesi, per quanto lo consento no i luoghi distanti e altre circo stanze, si svolgono regolarmente le congregazioni del clero per la discussione dei casi di morale.
habentur".
6. Sui temi di teologia morale proposti dal calendario da discutere nelle congregazioni e sulle risoluzioni ricavate, mons. Speranza aveva inviato la circolare ai vicari foranei "Inerentemenie alle prescrizioni della Sinodo Grimana ...", 24 marzo 1855. Egli con let tera "Le labbra del sacerdote ...", 31 marzo 1856, raccomandava al clero lo studio del la teologia morale per istruire adeguatamente i fedeli. Speranza condivideva le preoc cupazioni di Pio IX circa la formazione culturale e spirituale del clero secolare, la sua astensione dalla politica e da un tenore di vita mondano, un impegno pastorale più intenso, l'istituzione di seminari a Roma per i chierici, una migliore selezione dei can didati. Oltre alla lettera enciclica "Qui pluribus" 9 novembre 1846, il papa aveva ema nato per il clero altri documenti, tra i quali la lettera apostolica "Cum romani pontifi cis" 28 giugno 1853, seguita dalla "Ad piam doctamque" sull'insegnamento, 3 ottobre;
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Da queste congregazioni eccle siastiche è indubbio che si ricavano non pochi frutti, col risultato che i giovani presbiteri si applicano con maggior impegno allo studio della teologia morale, e vien promossa tra essi l'uniformità della sacra dot trina. Per ringraziare doverosamente Dio Ottimo Massimo sia per il beneficio del giubileo, sia per la solenne definizione dogmatica dell'Immacolata Concezione della B.ma Vergine Maria, il vescovo ha indetto nell'insigne vastissimo tem pio di questa città le sacre missioni per il bene e la salvezza spirituale di tutto il popolo cristiano. Tale importantissimo ufficio è stato affidato a tre ecclesiastici di Bergamo, della Compagnia di Ge sù, ricchi di abbondante zelo per le anime, grande prudenza e spec chiata dottrina. Essi hanno adempito il compi to ricevuto in modo egregio. Fu straordinaria e continua la partecipazione del popolo, a cui cor rispose un frutto più che copioso. Si è notato, infatti, un notevole cambiamento di costumi: visita quotidiana alla casa di Dio, mag gior assiduità alle funzioni sacre e ai divini sacramenti, devota sollecitu dine all'ascolto della Parola di Dio,
Ex huiusmodi congregationibus
ecclesiasticis non parum fructus haud dubio obtinentur; cum ex eo ut iuvenes praesbiteri in studium moralis theologiae impensius incumbant, et inter eos uniformitas sacrae doctrinae promoveatur. Ad reddendas Deo Optimo Maximo debitas gratiarum actio nes tam pro summo beneficio iubi lei, quam pro solemni dogmatica definitione Immaculatae Conceptio nis Beatissimae Yirginis Mariae indixit episcopus in insigni vastis simo templo huius civitatis sacras missiones ad utilitatem, et salutem spiritualem totius populi christia ni.
Gravissimum huiusmodi munus commissum fuit tribus ecclesiasticis
Bergomensibus, et reverendo patri Societatis Iesu ardenti animarum zelo, eminenti prudentia, et prae clara doctrina abunde praeditis. Acceptum munus egregie exple verunt. Extraordinaria fuit et continua ta populi frequentia, cui respondit quam uberrimus fructus. Notabilis enim morum mutatio visa est; diuturna domus Dei visi tatio, ad sacras functiones maior assistentia maiorque ad divina sacramenta, Verbum Dei audien dum et opera beneficentiae et reli gionis devota sollicitudo.
ACVB, Lettere pastorali Libro n'TO; Sommario .... f. 92; G. MARTINA s.j., Pio IX (1851-1866).... p. 245-250.
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alle opere di beneficenza e di reli gione. La promulgazione della bolla dogmatica con la quale il santissimo pontefice ha definito a gloria della chiesa universale e ha dichiarato solennemente che si deve credere fermamente come dogma di fede che la concezione della Beatissima Vergine Maria è stata immacolata, ha riempito di grande gioia e di feli cissimo entusiasmo tutti i fedeli di qualsiasi condizione di questa dio cesi. Seguendo l'esempio della chie sa cattedrale, della basilica di S. Maria Maggiore e delle parrocchie di questa città, i rettori e gli ammi nistratori di tutte le chiese parroc chiali, con devoto ossequio alla definizione promulgata dal sommo pontefice, hanno celebrato col mas simo splendore e straordinaria pom pa sacra la festa dell'Immacolata Concezione della Vergine Maria.
Promulgatio dogmaticae bullae qua sanctissimus Pontifex ad lumen universae Ecclesiae definivit, et solemniter declaravit firmiter ere dendum esse tanquam fide i dogma, quod Immaculata fuisset Beatis simae Mariae Yirginis conceptio ingenti gaudio et iucundissima exul tatione affecit omnes Christifideles cuiusque conditionis huius dioece sis. Exemplum ecclesiae cathedra lis, basilicae S. Mariae Maioris et paroeciarum huius civitatis sequu ti rectores et administratores om
nium ecclesiarum parochialium lau dabili exultatione, definitionem a summo pontifice prolatam devote venerantes quam maximo splendo re et incredibili sacra pompa festum Immaculatae Yirginis Mariae Conceptionis celebrarunt'.
7. Pio IX il 30 settembre 1847 aveva autorizzato l'ufficio dedicato all'Immacolata Concezione, preparato dalla congregazione dei Riti. Con il documento Ubi primum, 2 febbraio 1849, egli anticipava l'enciclica sulla proclamazione del dogma. Dei 603 vescovi interpellati, 50 avevano dato parere negativo, mentre i teologi erano unanimi sul la definizione del dogma. Ebbe notevole influsso sui preparativi l'opera di E.A. della MOlTA, Saggio intorno al socialismo e alle dottrine e tendenze socialistiche, 1851, e La Civiltà Cattolica. Pio IX vedeva nella definizione del dogma la condanna degli errori moderni. Per Bello' il dogma dell'Immacolata confortava la certezza della vittoria definitva della Chiesa contro il maligno; di contrabbando divenne un mezzo per l'in filtrazione del trionfalismo. Di tutt' altra portata il giudizio di Forte, che vede la riaf fermazione del primato della trascendenza come risposta della fede al progetto eman cipatore nato con l'Illuminismo. Lo schema dell' enciclica passò per varie fasi, quello preparato dal gesuita padre Perrone, Deus omnipotens, un secondo di dom Gueranger e padre Passaglia, Quemadmodum Ecclesia, uno di padre Passaglia, In misterio, e quel lo finale realizzato con l'enciclica "Ineffabilis Deus". Pio IX aveva convocato un cen tinaio di vescovi per la cerimonia della definizione. Essa venne celebrata in S.Pietro 1'8 dicembre 1854 dalle 8 alle 12.45, presenti circa duecento tra vescovi arcivescovi e
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Exoptabat Bergomensis epi Il vescovo di Bergamo auspica seopus ut in ovibus sibi commissis va che nelle pecore a lui affidate il eonstans esset et semper vigens spe culto speciale e la devozione verso cialis eultus et devotio erga sane la Santissima Genitrice Maria tissimam Dei Genitrieem Mariam Immacolata fosse costante, e ogni giorno più si vedesse crescere. Immaeulatam, et in diem augeri A tale scopo egli nel predetto videretur. Ad hune effeetum in praedieto amplissimo tempio di S. Maria amplissimo tempio S. Mariae Maggiore ha eretto formalmente Maioris confraternitatem instituit una confraternita in onore della formaliter ad honorem eiusdem stessa Santissima Maria Vergine sanetissimae Mariae Virginis Immacolata, a norma della confra Immaeulatae, ad normam eonfra ternita fondata canonicamente alcu ternitatis quae aliquibus abhine ni anni or sono con il massimo van annis fundata fuit eum quam maxi taggio dei fedeli di tutto il mondo ma animarum utilitate totius orbis cattolico nella Chiesa, popolar eatholici in Eeclesia, vulgo delle mente detta delle Vittorie, a Parigi. Vittorie, Parisiis eanoniee erecta," Per dar corso alle funzioni sacre Ad peragendas autem saeras celebrate ogni giorno in detta chie funetiones, quae in dieta ecclesia sa, il vescovo ha eletto e destinato quotidie eelebrantur pium sacerin qualità di direttore della confra
cardinali e una moltitudine incalcolabile di fedeli. Mons. Speranza. rimasto a Bergamo, aveva inviato al papa la lettera "Quum nuper ad regendam partem .;" 16 maggio 1854. e poi presentato alla diocesi l'enciclica "Singulari quadam perfusi laetitia exultamus.;" con la Iettera "Dubitare non possumus..;", 1855. Egli scriveva il 13 aprile 1855 la let tera "E tempo che anche noi .,;" invitando i fedeli a ringraziare Dio per il dogma dell'Immacolata con festeggiamenti programmati nelle singole parrocchie. Ma la cala mità del colera diffuso sul territorio imponeva al vescovo l'annuncio della soppres sione di ogni manifestazione esterna con lettera "Le feste solenni ad onore dell' Immacolata Concezione.;" 23 luglio; ACVB, Lettere pastorali Libro n°10; Monsignor Pier Luigi Speranza...• p. 88-89. 95; F. BETIONAGLl, Relazione storica intorno alle tre feste che si celebrarono in Bergamo nei dì 4, 5 e 6 maggio dell'anno 1855 per ono rare la definizione dogmatica dell'Immacolato Concepimento di Maria Santissima, Bergamo 1855; V. SARDI, La solenne definizione del dogma dell' Immacolato Concepimento di Maria SS.ma. Atti e documenti. I. Roma 1905; L. DENTELLA. I Vescovi...,p.501; C. BELLO'. Società ed evangelizzazione nell' Italia contemporanea Linee di una storia e di una pastorale, Brescia 1974, p. 56; G. MARTINA. s.j., Pio IX (1851-1866)..., p.261-286; B. FORTE, Maria la donna icona del mistero. Simbolica ecclesiale. 8, Torino 1989, p. 130.
8. Congregazione del 5.mo ed Immacolato Cuore di Maria per la conversione dei pec catori, canonicamente eretta nella basilica di S. Maria Maggiore in Bergamo, Bergamo 1855.
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dotem tamquam confraternitatis directorem episcopus elegit et desti navit, eidem tradens omnimodam facultatem, quae ad huiusmodi munus regulariter exercendum opportunae et necessariae videan turo Tria sunt in civitate mulierum monasteria, quorum duo sub regu la Sancti Benedicti, tertium Sancti Dominici, quibus adiungi debent sequentes piae congregationes vide licet unafiliarum Charitatis, altera domus congregationis mulierum ut vocant suore della Carità quae in propriae habitationis domo ex insti tuta hospitale tenent pro mulieri bus infirmis. Duo collegia eiusdem ordinis a domo civitatis dependentia aucto ritate episcopi erecta nuper fuere in duobus oppidis huius dioecesis. Nec praetermittenda tandem est congregatio filiarum SS.mi Cordis Iesu nonnullis ab hinc annis cano nice instituta, et educationi civili et christianae iuventutis feminili sexus specialiter dicata. Huiusmodi congregationem instauravit episcopus in hac civita te, et precibus parochi et totius cle ri Albini populosi oppidi huius dioecesis concessit ut aliquae con sorores propriae congregationis domicilium fundarenr.
9.
ternita un pio sacerdote, dandogli qualsiasi facoltà per adempiererego larmente tale ufficio in tutto quanto sembri opportuno e necessario. In città i monasteri delle donne sono tre, due sotto la regola di S. Benedetto, il terzo di S. Domenico, ai quali si devono aggiungere le seguenti pie congregazioni,cioè una delle figlie della Carità, l'altra la casa della Congregazione delle don ne chiamate suore della Carità, che nella propria dimora mantengono per istituzione un ospedale per le donne inferme. Due collegi dello stesso ordine dipendenti dalla casa cittadina sono stati eretti di recente in due paesi con l'autorizzazione del vescovo. Né si deve dimenticare anche la congregazione delle figlie del SS. Cuore di Gesù, eretta canonica mente da alcuni anni, in particolare impegnata nell' educazione civile e cristiana della gioventù femminile. Il vescovo ha eretto questa con gregazione in città e ha concesso, dietro le preghiere del parroco e di tutto il clero di Albino, paese popo loso di questo territorio, che alcune consorelle della propria congrega zione vi si stabilissero in domici lio.
Mons. Speranza inaugurò la nuova casa delle suore del Sacro Cuore H21 agosto 1855, aperta da madre Giovanna Francesca Grassi, oriunda di Schilpario, nell'ex convento di
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In dioecesi autem tres habentur sanctimonialium domus; una sub regula sancti Francisci Salesii, reli quae regulam profitentur sancti Francisci Assisiensis. Singulis mulierum monasteriis tam civitatis quam dioecesis stabilis ad trien nium confessarius regulariter ab episcopo deputatur, et statutis tem poribus etiam extraordinarius. Moniales omnes suas servant constitutiones, clausuram religio se custodiunt; et novitiaepriusquam ad professionem admittantur sol vunt, quae in acquirendis praediis erogatae una cum aliis redditibus monasteriorum recte administran
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In diocesi si trovano tre case di monache: una sotto la regola di S. Francesco di Sales, le altre due pro fessano la regola di S. Francesco di Assisi. Il vescovo assegna a ogni con vento di monache della città e del la diocesi un confessore stabile per un triennio, e in determinati tempi anche lo straordinario. Tutte le monache praticano le proprie regole, custodiscono scru polosamente la clausura. Le novizie prima di essere ammesse alla professione, versano quanto viene in seguito erogato nel l'acquisto di beni immobili con altri redditi dei monasteri, ben ammini strati. In occasione della visita pasto rale, che il vescovo ha iniziato nei monasteri di monache e che è pron to a continuare, con l'aiuto di Dio in tutta la sua diocesi, egli ha appura to con grande consolazione del suo spirito, che fioriscono presso tutte le vergini sacre a Dio una singolare
tur'".
Occasione pastoralis visitatio nis, quam episcopus incepit in mulierum monasteriis et quam pro sequi, Dei favente gratia, paratus est in universa sua dioecesi per magna animi consolatione com pertum fuit quod singularis reli giosa disciplina instituti, regulae observantia, orationes, studium; illi-
S. Anna, già delle carmelitane. L'immobile era stato acquistato tre anni prima dalla signora Giovanna Macchi di Milano, per ragazze pericolanti ivi portate da quella città, con l'aggiunta d'un asilo per orfane e d'un convitto per fanciulle benestanti. Chiesto con siglio al vescovo per appoggiare l'opera a un istituto religioso, la signora fu indirizzata verso madre Grassi. Nel 1905 le 28 religiose, e in più 3 postulanti, prestavano servizio nelle scuole comunali femminili, nella loro scuola privata, nell'educandato con 38 ragazze e nell'oratorio festivo; ACVB, Visita Radini T., 149 monasteri, ff. Ir- 520v, fascicolo n. 11, ff. 274r-282v; Monsignor Pier Luigi Speranza..., p. 140. lO. Il diritto canonico disponeva che le somme provenienti dalle cosiddette doti di mona cazione fossero investite in rendite sicure; J. DESHUSSES, Dot des religieuses, in Dictionnaire de droit canonique, a cura di R.NAZ,IV, Parigi 1949, p.1431-1436; J.DAHIOT-DOLIVET, La dot des religieuses, in Apollinaris, 39, (1966), p.287-301.
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bata morum innocentia et virtutum exercitium florescunt apud omnes huiusmodi virgines Deo sacras, quae ad maiorem perfectionem assequendam vitam communem sponte complexatae suni". In laboribus ministerii, quos ad maiorem Dei gloriam, et ani marum salutem diu noctuque susti net clerus saecularis opportunum subsidium et levamen a clero regu Lari saepenumero adipiscitur".
disciplina religiosa, l'osservanza delle regole, le pratiche di pietà, lo studio, la vita illibata e l'esercizio delle virtù, con la vita comune vo lontariamente abbracciata per rag giungere una migliore perfezione. Nei lavori ministeriali che il cle ro secolare sostiene giorno e notte per la maggior gloria di Dio e la salvezza delle anime, si ottiene opportuno aiuto e sostegno fre quente dal clero regolare.
Il. ACVB, Visita Speranza, 114 (1854-1857), Visita pastorale mons. Speranza Parrocchia Pignolo e monasteri, (ms), ff. Ir-5Ir, e n. Il registri "Monasteri XI", in particolare per S. Grata, ff.lr-63v, 12 luglio 1854. 12. Mons. Speranza non lasciava mancare al clero sostegno e suggerimenti per la pastorale, prendendo lo spunto dalle ricorrenze religiose istituzionali e da altre circostanze. Con la lettera all'inizio della quaresima "La quaresima che stiamo per incominciare..." 25 febbraio 1854, raccomandava penitenza, aiuto ai fratelli indigenti, preghiere, con quel la del 12 febbraio 1855 "Ripieni di gaudio nel Signore..." invitava a ringraziare la Divina Provvidenza per il dogma del!' Immacolata, e con la successiva "Secondo la facoltà che il Sommo Pontefice Pio IX..." 28 gennaio 1856, sollecitava i fedeli a com pensare con opere pie l'indulto per l'astinenza. La festività del Corpus Domini era richiamata con la circolare "Per ordine di monsignor Vescovo..." 13 giugno 1854, con le lettere "Nella religiosa festività del Corpus Domini...", e ai parroci urbani "Dovendo giovedì..." 29 maggio 1855, e "Si interessa lo zelo..." 16 maggio 1856. Per la chiusu ra delle chiese inviava la circolare ai vicari foranei e ai parroci il 17 luglio 1855. In occasione del colera, mons Speranza raccomandava il ricovero dei colpiti dal morbo negli ospedali e nelle case di soccorso con lettera "Le parole che ora vi rivolgo..." 18 luglio 1858, invitava a penitenza per propiziare la cessazione della calamità "Giacché fra i mez zi suggeriti dai medici..." 8 agosto 1855, e a preghiere di ringraziamento per la sua scomparsa "Misericordiae Domini quia non sumus consumpti..." 13 ottobre 1855. Per la popolazione colpita da un incendio a Bormio in Valtellina e per quella alluvionata in seguito alla rottura degli argini sul Po di Donzella, il vescovo chiedeva solidarietà di pre ghiere ed elemosine con lettere "Da gravissimo disastro ..." 31 luglio 1855, e "In cau sa della rottura..." 16 gennaio 1856, inoltre invitava a pregare per la pace durante il con gresso di Parigi a seguito della guerra di Crimea (1854-1855) con lettera "Mentre le gran di potenze..." 22 febbraio 1856, e "Noi abbiamo pregato per la pace..." 2 maggio. Da notare inoltre la lettera "Non pochi degli infanti che appartengono a questo ospedale maggiore languiscono per la mancanza di nutrici..." 12 agosto 1854, per esortare i parroci a trovare nutrici sia a domicilio sia da inviare presso l'istituto, e le altre due, del 3 agosto "In quest'anno calamitoso non basta ...", e del 27 agosto 1855, con le quali il vescovo sollecitava aiuti per le famiglie bisognose, ACVB, Lettere pastorali Libro nì lt), Per una valutazione complessiva sia del clero sia dei messaggi del vescovo Speranza nelle lettere pastorali, cf. G. BERETTA, Il prete nelle lettere pastorali, in Alle radici..., p. 137 passim.
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Extant enim in hac civitate sive caenobium fratrum minorum Conventualium S.Francisci, sive domus fratrum Capuccinorum, quo rum sacerdotes in Verbi Dei prae dicatione, in sacramentorum admi nistratione, et in aliis officiis ad salutem Christifidelium pertinenti bus operam dare numquam recu santo In dioecesi autem duo conven tus fratrum S.Francisci minorum Reformatorum, nec non congrega tio Clericorum Regularium de Somasca Regulas proprii instituti omnes supradicti fratres diligenter obser vant, et vitam ducunt ad pietatis et devotionis consentaneam. Vigore solemnis optatissimae conventionis inter summum roma num pontificem, et religiosissimum augustum Austriae imperatorem recenter initae", cum demptum si!
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Si trovano infatti in questa città sia il convento dei frati minori con ventuali di S. Francesco, sia la casa dei frati cappuccini, i cui sacerdoti mai rifiutano di collaborare nella predicazione della Parola di Dio, nell'amministrazione dei sacramenti e nelle altre opere pastorali che riguardano la salvezza dei fedeli. In diocesi vi sono due conventi dei frati minori riformati di S. Francesco e la congregazione dei chierici regolari di Somasca. Tutti i frati suddetti osservano diligentemente le regole del proprio istituto e conducono una vita con sona all'amor di Dio e alla pietà. In forza della solenne auspica tissima convenzione di recente sta bilita tra il sommo pontefice roma no e il religiosissimo augusto impe ratore d'Austria, tolto ogni impe dimento, il vescovo ha deliberato di indire con ogni impegno, secon
13. Il concordato tra la S. Sede e l'Austria stipulato il 18 agosto 1855, ratificato il 4 e 23 settembre, metteva fine alla politica giurisdizionalista o giuseppinista, ma creava altri problemi alla Chiesa, per i privilegi concessi e i legami con la monarchia imperante. Gli ambienti liberali lo avversarono, i giuseppinisti, i teologi della vecchia scuola e anche alcuni vescovi non ne furono soddisfatti. Tratti essenziali furono il riconoscimento del primato di giurisdizione pontificia in tutta la Chiesa, il rispetto delle sue prerogative, la libertà d'azione pastorale per i vescovi col potere di dirigere l'educazione religiosa della gioventù e di esercitare un' attenta sorveglianza perché anche nelle altre discipli ne, non venissero impartiti insegnamenti contrari alla fede. la competenza dei tribunali ecclesiastici per le cause matrimoniali, l'autonomia amministrativa per il patrimonio ecclesiastico, la fine dell' incarico di funzionario pubblico per il sacerdote. Il concor dato, riconosciuto legge della Chiesa con la lettera apostolica "Deus humanae salutis auctor" 19 agosto 1855, ottenne una valutazione positiva tra i vescovi lombardi più legati alle correnti ultra montane e intransigenti. Le innovazioni in materia ammini strativa dei beni ecclesiastici comportarono varie difficoltà, discusse nella primavera del 1856 a Vienna tra i vescovi lombardo-veneti e l'imperatore. Mons. Speranza dava noti zia alla diocesi sulla materia trattata invitando a pregare, con la lettera "Essendo terminate le conferenze dei vescovi intorno al concordato ..." 19 giugno 1856. Il commento del
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omne impedimentum, sinodum dioecesanam quam citius fieri pos sit cogere episcopus serio delibe ravit iuxta iuris canonici manda tum.
do la prescrizione del diritto cano nico, il sinodo diocesano al più pre sto possibile. Il vescovo non ha mai violato il precetto della residenza, ha visitato
vescovo era stato "io non dico che sieno stinchi di santi i tedeschi. ma adesso. dopo il concordato, le relazioni tra Stato e Chiesa sono ben stabilite". Speranza con questa affermazione giustificava non la qualifica di austriacante rivoltagli, ma chiariva la sua adesione a quel sistema, non di simpatia. ma di sola ragione. perché, osserva Snider, garantiva la difesa e conservazione di princìpi ritenuti inconcussi, proteggeva la mani festazione dei sentimenti e degli atti della pietà religiosa. Il clero patriottico e liberale. così come i cattolici liberali, che Pio IX riteneva uno dei pericoli maggiori della Chiesa, consideravano il concordato uno strumento dell' Austria per arginare le tendenze liberali e nazionali, unendo la causa della religione e della monarchia asburgica, la lotta a questa come opposizione a quella. In quegli anni avve niva insensibilmente un confronto tra la cultura fondata sulle varie tradizioni eccle siastiche regionali e locali. e la cultura centralizzatrice. istituzionale.proveniente da un' in terpretazione cattolico-intransigente del mondo moderno e della rivoluzione indu striale. La realizzazione dello stato nazionale poneva il problema di una Chiesa nazio nale. il suo rapporto col papato e, osserva Raponi, "la prospettiva intransigente deter mina(va) il progressivo declino delle Chiese regionali italiane e il loro assorbimento nel l'orbita della Chiesa romana". Bello' nota sotto un altro aspetto che mentre si tentava di assorbire in un corpo unico le tradizionali diversità delle popolazioni dopo dieci secoli di dominazioni politiche particolari. "si determinò un evento del tutto origina le: in analogia con lo sviluppo politico si costituì per la prima volta nella storia la chie sa locale d'Italia". L'arcivescovo di Milano. C. Bartolomeo Romilli, per evitare pole miche e divisioni nel clero ambrosiano. specie fra clero minore e altri suoi esponenti più colti e autorevoli. annullò le celebrazioni commemorative del concordato nel 1858. Mons. Speranza con lettera "È stata data a me tutta la potestà in cielo e in terra..." 14 dicembre 1855, sul concordato, esortava i fedeli a ringraziare Dio. Con lettere suc cessive "Pel nuovo concordato..." 3 gennaio 1856. e" Il concordato recentemente con chiuso..." 16 febbraio, egli dava disposizioni agli amministratori dei beni della Chiesa per renderne conto all' ordinario. Seguivano "Quando io vi annunciava la conclusio ne..." 28 marzo 1856, con l'auspicio che il concordato non rimanesse lettera morta. e "In virtù del concordato 18 agosto 1855..." 31 dicembre, con le istruzioni circa le disposizioni impartite. Mons. Speranza espose il suo pensiero in sede di trattative con cordatarie in merito all'art. XVII per la difesa dei ginnasi dei seminari come istituti parificati, il piano degli studi da programmare nel rispetto della libertà riconosciuta alla Chiesa, l'assenza di interferenze politiche nelle nomine dei professori e dei candidati ai benefici ecclesiastici. Egli rivendicava inoltre alla Chiesa il diritto in base agli arti coli V. VI. VII, VIII di provvedere per l'educazione della gioventù conforme ai principi della religione cattolica in tutti i luoghi d'istruzione pubblici o privati. non esclusi quel li dello Stato; ACVB, Lettere pastorali Libro n° IO; ASV, Arch. Nunz. Vienna. 340, Riflessi del Vescovo di Bergamo intorno all'art. XVII del Concordato ove si tratta dei Seminarii, f. 56r- 62r. ACVB Lettere pastorali Libro n°IO; PII IX P.M.Acta, l/Il, p. 465 484, testo del concordato, p. 485-491 lettera di Pio IX ai vescovi e arcivescovi del l'impero austro-ungarico; Monsignor Pier Luigi Speranza ..., p. 97-99 con una sintesi del concordato, 112-117; A. ZANOTTI, Il Concordato austriaco del 1855. Milano 1986; C. BELLO', Società ..., p. lO; N. RAPONI, Chiesa locale , p. 185 - 188; R. AMADEI, Il clero bergamasco..., p. 130; C. SNIDER, Gli ultimi p. 233-234; G. MARTINA. s.j., Pio IX (/851-1866) .... p. 188-203; IDEM, Pio IX (1867-1878), Miscellanea Historiae Pontificiae, 58. Roma 1990, p. 282-292.
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Residentiae praeceptum num quam violavit episcopus, quam plu res suae dioecesis paroecias etiam longinquas et in locis montuosis sitas perlustravit, aliasque dispo sitas invisere in pastorali visitatio ne, quam in proximo est prosecu turus, sacras ordinationes tempo ribus a iure statutis habuit per se ipsum, et Confirmationis sacra menti administrationem numquam praetermisit tam in civitate, quam in pluribus paroeciis suae subiec tis iurisdictioni. Iuxta vires et pro circumstantiis Verbum Dei tam in cathedrali, quam in aliis ecclesiis civitatis atque dioecesis saepe per seipsum annuntiat aliosque idoneos in hoc opus ministerii ecclesiasti cos assumit. Nemo unquam ad primam cle ricalem tonsuram aut ad Minores Ordines admittitur, quin verae voca tionis in Dei sortem indubia argu menta dederit et nisi prius discipli na, ad studium applicatione, mode stia, probitate morum, et ingenio se reddiderit commendabilem. Insuper firma voluntate episco pi opus est, ut omnes, qui ad sacros ordines promoveri postulant per octo saltem dies, spiritualibus exer citiis in apposita domo devota dispositione incumbant. Non pauca hic essent comme moranda quae rationem habent ad loea pia dioecesis. Extant enim duo hospitalia,
un numero assai grande di parroc chie della sua diocesi, anche lontane e in luoghi di montagna, e altre ne vedrà nella visita pastorale che è in procinto di continuare, ha tenuto per sonalmente le sacre ordinazioni nei tempi stabiliti dal diritto, e non ha mai omesso di amministrare il sacra mento della Conferma-zione sia in città sia in molte parrocchie sogget te alla sua giurisdizione. Secondo le possibilità e le cir costanze egli annuncia spesso la Parola di Dio tanto in cattedrale quanto in altre chiese della città e della diocesi, o personalmente o per mezzo di altri idonei ecclesiastici impegnati in questo ufficio mini steriale. Nessuno è mai ammesso alla prima tonsura clericale o agli Ordini Minori, se prima non ha dato prove indubbie di vera vocazione all'ere dità del Signore e se non si è reso prima lodevole nella disciplina, nel l'applicazione allo studio, nella modestia, nella docilità, nell'inte grità dei costumi e nell'operosità. È inoltre fermo proposito del vescovo che tutti i candidati che chiedono di essere ammessi ai sacri ordini, si applichino con devoto rac coglimento agli esercizi spirituali, almeno per otto giorni in un' appo sita casa. Non poche sarebbero le cose da ricordare in riferimento ai luoghi pii della diocesi.
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Vi sono infatti due ospedali, uno per gli ammalati, l'altro per i pazzi, quattro orfanotrofi per l'educazione civile e cristiana dei ragazzi di entrambi i sessi. Si trovano il Monte di Pietà dotato sufficientemente di averi, vari sodalizi, confraternite, congre gazioni, scuole per l'istruzione del la gioventù di qualsiasi condizio ne, ginnasi, liceo, ospizi e istituti del genere. In realtà il vescovo non gode di alcun potere e giurisdizione nelle cose riguardanti i luoghi pii. Non può perciò sapere se i legati e le disposizioni testamentarie siano adempite rettamente, e con quale ragione vengano amministrati i loro redditi. Ora, essendo a tutti nota l' ot tima disposizione religiosa del glo riosissimo imperatore d'Austria e di coloro che a suo nome gestisco no la pubblica amministrazione, vi è da sperare che la Chiesa nel suo governo possa godere e usufruire senz'alcun impedimento di una completa libertà e di diritti pieni, secondo il disegno originario volu to sapientissimamente da Cristo Signore per la salvezza delle anime. Molte famiglie di eretici, circa 300 persone, a motivo di affari, da molti anni a questa parte sono qui domiciliate. Commercianti del genere dediti in massima parte uni camente all'aumento delle ricchez ze e a opere lucrative, si comporta
unum, pro infirmis, aliud, pro amentibus, quatuor orphanotrophia pro utriusque sexus puerorum civi li et christiana educatione. Mons Pietatis satis censu pro visus, varia sodalitia, confraterni tates, congregationes, scholae ad erudiendam iuventutem cuiuscum que conditionis, gimnasia, liceum, hospitia et similia. Veruntamen nulla potestate et iurisdictione pollebat episcopus in iis quae ad loca pia quomodocum que pertinent. Quapropter agnoscere nequibat an legata, et testatorum dispositio nes recte explerentur, et qua ratio ne eorum redditus essent admini strati. Nunc vero cum prae oculis habeatur optima gloriosissimi Austriae imperatoris, et eorum qui eiusdem nomine publicam admini strationem gerunt religiosa animi dispositio, sperandum fore ut in Ecclesiae regimine, omni libertate et iuris plenitudine sine ullo impe dimento Ecclesia ipsa frui possit ac valeat ad formam originariae insti tutionis a Christo Domino pro ani ma rum salute sapientissime ordi natae. Plures haereticorum familiae negotiationis causa pluribus abhinc annis in hac urbe domicilium te nent, quae tercentas circiter perso nas amplectuntur. Huiusmodi mercatores maxima ex parte ad augendas opes dum-
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taxat, et ad lucri studium omnino no in genere con tanta cautela che dediti ita caute generatim se gerunt non danno motivo di temere per il ut nullam praebeant causam timen loro influsso sul popolo. di populi seductionem. Al vescovo tuttavia è giunta Ad notitiam tamen episcopi per notizia che alcuni, accesi di falso venit quod nonnulli falso zelo pro zelo per la loro empia setta, falsis impia eorum falsissima secta sima, tengon certe volte dei discor praeoccupati certos sermones ali si che mostrano il loro pensiero e quando habent qui mentem ipso il desiderio di seminare in queste regioni cattoliche il protestantesi rum, et desiderium demonstrant pro mo, ma per sventare ogni pericolo, testantismum disseminandi in has catholicas regiones, sed ad remo è sempre presente l'attenta, assidua vigilanza del vescovo e di tutto il vendum omne periculum praesto est semper attenta episcopi et totius cle clero della città. Tutte queste notizie sullo stato ri civitatis assidua vigilantia. attuale della Chiesa di Bergamo Quae omnia de statu actuali huius Bergomensis Ecclesiae espone il vescovo alla sacra con sacrae Concilii congregationi expo gregazione del Concilio, in osse nebat episcopus in obsequium quio alla congregazione Sistina e in obbedienza ai voleri degli emi Sixtinae congregationis et in obe nentissimi padri, ai quali per l' oc dientiam mandatis eminentissimo rum patrum quibus interim reve casione confessa di cuore e protesta rentiam quam maximam et venera umile ossequio e grande venera tionem humiliter protestatur atque zione. ex corde profitetur. Dato a Bergamo dal palazzo Datum Bergomi ex palatio vescovile episcopali 31 marzo 1856 31 martii 1856 Humillimus obsequentissimus
oboedientissimus
servus et filius
Umilissimo rispettosissimo
obbedientissimo
servo e figlio
+ Petrus Aloisius Speranza
+ Pietro Luigi Speranza
episcopus Bergomi
vescovo di Bergamo Bergamo. Fu risposto il giorno 26 marzo 1857.
Bergomen. Die 26 martii 1857 fuit responsum 71
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264 LETIERA DELLA CONGREGAZIONE DEL CONCILIO
AL VESCOVO P. L. SPERANZA
(minuta)
Episcopo Bergomen. Romae 26 martii 1857
Al Vescovo di Bergamo Roma 26 marzo 1857
Ea, quae decet antistitem Ecclesiae Dei, sollicitudine ac sedu titate Bergomensis episcopatus regi men aggressam fuisse amplitudi nem tuam, haec sacra congregatio non sine animi laetitia perspexit ex literis de statu eiusdem prima vice conscriptis. Hisce enim omni ex parte de more recognitis apprime comper tum est, te spectatissimo clero adiu tum oves tibi concreditas salutari bus pabulis enutrire, et in aeternae salutis viam solerter ac strenue diri gere. Peculiariter autem eminentissi mi patres confidunt per haec tem pora sacrae visitationis opus in uni versis dioecesis oppidis te peregis se. Libenter insuper audiverunt tum in ea te esse voluntate, ut primo dato tempore sinodum dioecesanam celebres, tum in id tua studia inten dere, ut libertate iam facta per novissimum concordatum cum reli giosissimo imperatore vestro ini tum, uti incontinenter satagas ad
Questa congregazione non senza gioia ha visto dalla lettera scritta per la prima volta sullo stato della Diocesi di Bergamo, che la signo ria tua ha intrapreso il governo del l'episcopato di Bergamo con quella sollecitudine e zelo che si addico no a un vescovo della Chiesa di Dio. Dalla sua completa, approfondi ta lettura, secondo la prassi, si è per primo preso atto che tu con l'aiuto dello stimatissimo clero, nutri con pascoli salutari le pecore affidate a te, le dirigi sulla via dell'eterna salu te con solerzia e vigore. Gli eminentissimi padri poi spe rano in modo particolare che tu abbia effettuato in questi tempi il lavoro della sacra visita in tutti i vil laggi della diocesi. Con piacere inoltre hanno udi to che in te vi è sia la volontà di convocare entro breve tempo il sinodo diocesano, sia l'intenzione di adoperarti in ogni modo grazie alla libertà garantita dal recentissi mo concordato con il vostro reli giosissimo imperatore, a maggior 72
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vantaggio del popolo e a incre mento della religione. Oltre queste note, nulla di parti colare si presenta da dover segna lare, tranne che ritengo opportuno significarti il desiderio della sacra congregazione perché nella prossi ma relazione tu segua più accura tamente lo schema della formula Benedettina. Infatti questa prima relazione consegnata da te, per quanto segua fedelmente tale formula e soddisfi alle sue domande, ha taciuto tutta via su alcune cose, che in queste righe dovrei per mio officio richie derti. Non dubito d'altronde che per sanare i mali che in questo tempo affliggono oltre ogni misura l'Italia, tu non debba omettere quegli opportuni rimedi illustrati dal san tissimo signore nostro ai vescovi d'Italia sia nella enciclica dell' 8 dicembre 1849, sia nell'allocuzione tenuta a Roma, quando con solenne decreto fu promulgata la concezio ne senza alcun peccato della Beata Vergine Maria. Questo per conto della congre
maiorem populi utilitatem reique sacrae incrementum promovendum. Praeter haec nihil peculiariter adnotandum occurrit, nisi quod opportunum existimo optatum sacrae congregationis significare ut in proxima relatione accuratius Benedectinae jormulae vestigiis insistas. Prima enim haec a te exhibita relatio tametsi eamdem, ut pluri mum, servet, et eiusdem quaestio nibus satisfaciat, nonnulla tamen reticuit, quae hic pro meo munere abs te suscitari deberem. Tandem non dubito, quin ad medenda mala. quae hoc tempore Italiam maxime affligunt, ea reme dia adhibere opportune non omit tas, quae sanctissimus dominus noster episcopis Italiae praebuit tum in enciclicis literis diei 8 decembris 1849 14, tum in allocutio ne Romae habita, cum Beatam Mariam Virginem ab omni labe immunem conceptamfuisse solem ni decreto proclamatum est". Haec habui nomine sacrae con gregationis: ego vero peculiariter
14. E' l'enciclica "Nostis et nobiscum " promulgata 1'8 dicembre 1849; PII IX P.M. Acta, III, Romae 1854, p.198-223; cf. relazione 1850 nota n. 9. 15. Pio IX nell'allocuzione del 9 dicembre 1854 "Singulari quadam perfusi laetitia" esaltò la definizione dogmatica dell'Immacolata Concezione ed esortò i vescovi a combatte re gli errori che minacciavano di propagarsi tra i fedeli; PII IX P.M. Acta, 1/11, Romae 1858, p. 620-631.
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VISITE AD LIMINA
omne meum studium impense pro足 fiteor amplitudini tuae, cui fausta quaeque ac salutaria a Domino precor.
gazione del Concilio, professando tutto il mio rispetto alla signoria tua, per la quale chiedo al Signore ogni cosa fausta e salutare.
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RELAZIONE -
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RELAZIONE - 14 dicembre 1861
ASV, C. Concilii, Relationes Dioecesium, Bergomen, 123B, orig., ff. SOlr-S27v La documentazione della visita ad Limina del triennio 91° e 92° è com posta da un fascicolo di 27 fogli, con la numerazione archivistica ff. SO 1 527 (mm. 32.S0x23). Il testo della relazione è scritto sui ff. 502r-509v, contrassegnati con la numerazione originaria. La minuta di risposta della Congregazione del Concilio è su f. 526-v, 22 luglio 1863. Mons. Speranza ottenne l'indulto per non aver presentato la relazione alla scadenza del 91° triennio, f. 501r, 527v. Il vescovo impossibilitato a effettuare personalmente la visita ad Limina, fu autorizzato a delegare come suo procuratore il rev. Marco Mai, f. 514r 515v. Questi, adempiute le visite, non esibì i relativi attestati, f. 513v. Nel fascicolo è conservata la duplice risposta in minuta della congre gazione del Concilio a mons. Speranza, e la lettera originale di questi al pre fetto, card. Prospero Catterini e a mons. Nardi, con altra documentazione d'ufficio, ff. 5l6r-522v, 524r-525v. È bianco il f. 502v, 51Or-513r, 5l4v-SlSr, 521r-v, 522v-S23r, S2Sr. Il fascicolo è ben conservato. Copia-minuta della relazione è custodita in ACVB, Atti relativi alle visite ad Limina. 265
Relatio status Bergomen. -1861-
Ecclesiae
Relazione dello stato della Chiesa di Bergamo - 1861 Relazione dello stato della Chiesa di Bergamo che Pietro Luigi Speranza, vescovo della stessa Chiesa di Bergamo per grazia di Dio e della Sede Apostolica, pre senta alla sacra congregazione del Concilio.
Relatio status Ecclesiae Bergomensis quam sacrae congre gationi Concilii exhibet Petrus Aloisius Speranza Dei et Apostolicae Sedis gratia eiusdem Ecclesiae Bergomensis episcopus. 75
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VISITE
AD LIMINA
I
I Lo stato materiale della Chiesa
De statu Ecclesiae materiali
l. La Chiesa di Bergamo è con siderata tra le antichissime in quan to secondo la tradizione ha ricevu to la fede cristiana dali' apostolo san Barnaba. Ritengo dover omettere le noti zie che si narrano abitualmente sul la fondazione della Chiesa, la sua antichità e nobiltà, sia perché ven gono accolte dalla costante tradi zione degli storici sia perché già sono state accennate nelle prece denti relazioni. 2. La diocesi di Bergamo si estende per circa trentamila passi in larghezza, quasi cinquantamila in lunghezza. Confina con la Chiesa di Brescia a oriente, di Cremona a mezzo giorno, di Milano e di Como in par te a occidente, con quest'ultima anche a settentrione. 3. Il vescovado di Bergamo è suffraganeo dell' arcivescovo di Milano, e non gode di prerogative o privilegi, tranne quelli spettanti, per il diritto canonico ordinario, alle sedi vescovili. 4. Al vescovado di Bergamo sono soggetti la città di Bergamo, tredici paesi, 280 comunità o vil laggi. Nell'insieme questi luoghi contano quasi 300.000 anime.
I. Bergomensis Ecclesia inter antiquissimas adnumeratur, utpote quae christianam fidem a sancto Barnaba apostolo accepisse tradi turo Quae vero de huius Ecclesiae institutione, antiquitate et nobilita te dicenda usuveniunt, praetereun da arbitror, quia et ex constanti scriptorum fide accipiuntur et in superioribus relationibus signifi cata sunto II. Dioecesis Bergomensis tri ginta circiter millia passuum in lati tudinem, fere quinquaginta millia in longitudinem patet. Ecclesiae Brixiensi ad orientem, Cremonensi ad meridiem, Medio lanensi partim, partim Novoco mensi ad occasum, huic vero postremae etiam ad septentriones finitima est. III. Episcopatus Bergomensis est suffraganeus archiepiscopo Mediolananesi, nullisque praero gativis aut privilegiis praestat, prae ter ea, quae ad episcopales sedes iure canonico communi sunt perti nentia. No Episcopatui Bergomensi civi tas una, oppida tredecim, pagi seu communitates ducentae et octogin ta sunt subiectae: quae omnia loca tercentis fere animarum millibus constant'. l.
Il lettore potrà confrontare i dati di questa relazione con quelli raccolti da I. CANTU' ,
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V. In civitate extat cathedralis ecclesia sub invocatione S. Alexandri martiris, satis ampla atque instructa iis omnibus quae pertinent non solum adfinem eius dem, sed etiam ad omatum et ele gantiam. In ea praeter sex canonicos honorarios, qui solemnioribus sal tem intersunt officiis, sunt addicti servitio chori sexdecim canonici beneficiarii, quorum tres sunt iuris patronatus Capituli, insuper quin decim capellani, quorum sex bene ficiales. Capitulum ecclesiae cathedra lis habet archipresbiterum, qui in paroecia cathedralis curam ani marum gerit, theologum, poeniten tiarium et p rimicerium. VI. Praeter cathedralem nulla alia ecclesia collegiata est in civi tate, ni recenseriplaceat tres eccle sias, basilicam nempe S. Mariae et parochiales S. Alexandri in Colum na et S. Alexandri a Cruce, ad hoc capellam quae nuncupatur de Colleonis, in quibus mercenarii sacerdotes munus residentiae cho ralis integrae in prima et ultima, in aliis diumae tantum explent. Hisce addendae ecclesiae paro chiales Albini, Cluxonis, Romani et
5. In città sorge la chiesa catte drale sotto l'invocazione di S. Alessandro martire, abbastanza ampia e provvista di tutte quelle cose che riguardano non solo il suo scopo, ma anche il suo decoro e la sua bellezza. Oltre ai sei canonici onorari che in essa partecipano alle funzioni più solenni, sono addetti al servizio del coro 16 canonici beneficiari, dei quali tre sono di giuspatronato del Capitolo, e inoltre 15 cappellani, sei dei quali beneficiati. Il Capitolo della chiesa catte drale ha l'arciprete che nella par rocchia della cattedrale esercita la cura d'anime, il teologo, il peni tenziere e il primicerio. 6. Oltre alla cattedralenon si tro va in città alcun' altra chiesa colle giata, a meno che non sembri opportuno elencare tre chiese, cioè la basilica di S. Maria, e le parroc chiali di S. Alessandro in Colonna e S. Alessandro della Croce, e per questo ufficio la cappella detta del Colleoni, in cui i sacerdoti merce nari adempiono il dovere della resi denza corale, intera nella prima e nell'ultima, nelle altre solo diurna. A queste si devono aggiungere le chiese parrocchiali di Albino,
Bergamo e il suo territorio (1861), in Grande illustrazione del Lombardo-Veneto ossia Storia delle città, dei borghi, comuni, castelli, ecc. per cura di C. CANTU', V, ristam pa, con Introduzione di G. CAPPELLUZZO, Bergomatum ager, I, Milano 1997.
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VISITE AD LIMINA
Serinae, in quibus pariter meree nariae institutae sunt pro ehorali residentia diurna. VII. In dioecesi Bergomensi sunt tereentae et triginta quinque eeclesiae paroehiales, quarum quindecim urbanae vel suburbanae. Praeter eas eeclesias quae habentur in monasteriis et hospita libus tam virorum quam mulierum adnumerantur in civitate aliae tri ginta et sex ecclesiae paroehialibus subsidiariae, nee non deeem et novem oratoria: in dioeeesi vero eeclesiae vel oratoria publico eul tui addieta et pro fidelium eomodi tate et pietate sexeentae circiter et triginta. Eeclesiae paroehiales, subsi diariae atque oratoria urbis et dioe eesis plerumque renident struetura et omnimodis ornamentis : inter quae enumerantur plures tabulae depietae et statuae insignes. Cathedralis in primis instrueta est supelleetilibus admodum pretio sis : ex eaeteris vero eeclesiis plu res habent quantum ad divini eultus splendorem, reliquae quantum ad deeentiam saltem est neeessarium. Eadem eathedralis et nonnullae aliae eeclesiae paroehiales vel etiam subsidiariae habent redditus pro fabrica assignatos; eaeterae oblationibus christifidelium instau rantur. VIII. Extant, partim in urbe, partim in dioeeesi ea quae sequun
Clusone, Romano e Serina, nelle quali sono ugualmente istituite le mercenarie per la residenza corale diurna. 7. Nella diocesi di Bergamo le chiese parrocchiali sono 335, di cui 15 urbane o suburbane. Oltre a quelle chiese annesse ai monasteri e agli ospedali, tanto degli uomini che delle donne, si contano in città altre 36 chiese sus sidiarie alle parrocchiali, e altresì 19 oratori; in diocesi invece le chie se o oratori adibiti e per il culto pubblico e per la comodità dei fede li sono circa 630. Le chiese parrocchiali, le sussi diarie e gli oratori della città e del la diocesi per lo più risplendono per l'architettura e ogni sorta di orna menti, tra i quali si contano molti quadri e statue insigni. La cattedrale innanzitutto è arre data di suppellettili particolarmen te preziose; molte delle altre chiese possiedono quanto serve per la magnificenza del culto divino, le rimanenti almeno il necessario per il decoro. La stessa cattedrale e alcune altre chiese parrocchiali, nonchè le sussidiarie, son provviste di reddi ti assegnati per la fabbrica, le altre vengono restaurate con le oblazio ni dei fedeli. 8. Si trovano questi monasteri di uomini parte in città e parte in
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tur virorum monasteria: 1. Fratrum Minorum Conven tualium S.Francisci monasterium unum in civitate, habens sacerdo tes octo, laicos quatuor. 2. Fratrum Capuccinorum mo nasterium unum in civitate habens sacerdotes duodecim, clericos octo, laicos duodecim; insuper hospitia duo aliud in pago Albini, aliud in pago Soveris, quorum utrumque habet sacerdotes tres, laicos tres. 3. Fratrum Minorum Reforma torum S. Francisci monasteria duo, alte rum in loco qui dicitur ad Cividinum habens sacerdotes quin que, clericos sex, laicos sex, alte rum in pago Serinae habens sacer dotes quinque, clericos tres, laicos septem. 4. Fratrum Sancti Iohannis a Deo hospitium unum in pago Paratici, habens sacerdotem unum, laicos quatuor. 5. Clericorum Regularium a Somasca monasterium unum in eodem pago Somascae habens sacerdotes quatuor, laicos quinque, novitium unum.
diocesi: 1. un convento dei frati minori conventuali di S. Francesco in città, con 8 sacerdoti e 4 laici.
Extant pariter in dioecesi vel in urbe ea quae mox enumerantur monasteria mulierum: 1. Sanctimonialium sub regula S. Benedicti monasteria duo in civitate. 2. Sanctimonialium sub regula S. Dominici monasterium unum pariter in civitate.
Pure in diocesi o in città si tro vano i monasteri di donne qui elen cati: 1. due monasteri di monache sot to la regola di S. Benedetto, in città. 2. un monastero di monache sot to la regola di S. Domenico, pure in città.
2. un convento dei frati cappuc cini in città, con 12 sacerdoti, 8 chierici, 12 laici; inoltre due ospizi, uno nel paese di Albino, l'altro nel paese di Sovere, ognuno dei quali ha tre sacerdoti e tre laici. 3. due monasteri dei frati mino ri riformati di S. Francesco, uno nel paese di Cividino, con 5 sacerdoti, 6 chierici, 6 laici, un altro nel pae se di Serina con 5 sacerdoti, 3 chie rici, 7 laici. 4. un ospizio dei frati di S. Giovanni di Dio nel paese di Paratico, con 1 sacerdote e 4 laici. 5. un convento dei chierici rego lari di Somasca nello stesso villag gio di Somasca, con 4 sacerdoti, 5 laici, 1 novizio.
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VISITE
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3. Sanctimonialium sub regula S. Francisci Salesii monasterium unum in oppido Alzani Maioris. 4. Sanctimonialium sub regula S. Francisci Ordinis Tertii mona sterium unum in oppido Zonii. 5. Clarissarum monasterium unum in loco qui dicitur Boccaleone. 6. Sororum S. Vincentii a Paulo domus duae, altera scilicet in civi tate, altera in oppido Caleppii : quae sorores plurimis hospitalibus in urbe et in dioecesi operam suam praebent quam utilissimam. 7. Filiarum Charitatis domus duae in urbe et duae in dioecesi, alia in oppido Martinengi, alia in oppido Plateae. 8. Filiarum S. Cordis domus tres; quarum una in urbe, aliae in pago Albini et in pago Endinis. 9. Filiarum Sacrae Familiae domus una in pago Comontis. IO. Virginum quae dicuntur a S. Dorothea domus una, in pago Calcinatis. Il. Ursulinarum denique domus duae, alia in pago Somascae, alia in oppido Gandini.
3. un monastero di monache sot to la regola di S. Francesco di Sales, nel paese di Alzano Maggiore. 4. un monastero di monache sot to la regola del Terz'Ordine di S. Francesco, nel paese di Zogno. 5. un monastero di clarisse nel luogo detto Boccaleone. 6. due case delle suore di S. Vincenzo de' Paoli, una cioè in città, l'altra nel paese di Caleppio. Queste suore prestano la loro ope ra assai utile in molti ricoveri in città e in diocesi. 7. due case delle figlie della Carità in città e due in diocesi, una nel paese di Martinengo e l'altra di Piazza Brembana. 8. tre case delle figlie del Sacro Cuore, una delle quali in città, le altre nel paese di Albino e di Endine. 9. una casa delle figlie della Sacra Famiglia nel villaggio di Comonte. lO. una casa delle vergini dette di S. Dorotea, nel paese di Calcinate. Il. due case infine delle Orsoline, una nel villaggio di Somasca, l'altra nel paese di Gandino.
Nullum virorum monasterium aut hospitium, omnia vero mulie rum monasteria et domus subii ciuntur episcopo.
Nessun monastero o ospizio dei regolari è soggetto al vescovo, a lui invece sono sottomessi tutti i mona steri o case delle donne.
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IX. In urbe extat seminarium clericorum insigni structura aedi ficium et magna amplitudine. Hoc tamen aedijicium per duos et amplius annos occupatum juit a militibus, sic exigente auctoritate civili, nunc vero ad pristinum usum restitutum'.
9. In città si trova il seminario dei chierici, edificio di insigne strut tura e notevole ampiezza. Questo immobile è stato occu pato per più di due anni dai milita ri, su disposizione dell'autorità civi le, ma ora esso è stato restituito al suo uso originario.
2. In questa relazione datata 14 dicembre 1861, mons. Speranza appena accenna ai noti avvenimenti della seconda campagna d'indipendenza, che portò alla proclamazione delregno d'Italia a Torino il 17 marzo 1861. Nell'inverno 1858-1859 il seminario pic colo (casa Sozzi) fu occupato da un reparto di truppe austriache. Il vescovo con lette ra del 21 aprile 1859 prese atto con soddisfazione della partenza delle truppe, osser vando che in altre analoghe occasioni si sarebbe dovuto tener conto della speciale destinazione degli immobili e trattare la questione con lo scrivente. Nel settembre 1859 furono alloggiati in seminario i feriti della campagna di Solferino e S. Martino, fran cesi, piemontesi e camicie rosse di Garibaldi. l chierici di filosofia e di teologia vennero trasferiti a Bottanuco, mentre le prime sei classi andarono al vecchio seminario di via Tassis, dove don Bosco predicò gli esercizi spirituali. La partecipazione dei piemon tesi con i franco-inglesi alla guerra di Crimea contro la Russia aveva favorito Cavour al congresso di Parigi del febbraio 1856 nel presentare la questione italiana, con accu se all' Austria e al malgoverno nello stato pontificio come fonte dei mali italiani. L'accordo di Cavour con Napoleone III a Plombières nel luglio 1858 e nel gennaio 1859, per una collaborazione francese nella guerra contro l'Austria, aveva spinto que sta potenza a presentare un ultimatum al Piemonte il 23 aprile, lasciando da parte l'i niziativa di Londra e Pietroburgo per un congresso delle potenze sulla questione italiana. Il 29 aprile gli austriaci iniziarono le ostilità, ma battuti a Montebello e Palestro, il 4 giu gno con la sconfitta di Magenta persero la Lombardia. Superfluo ricordare qui l'ope ra di Garibaldi tra maggio e giugno a Como, Brescia e nella Valtellina. Nel frattempo l'armata austriaca s'era rafforzata sulla destra del Mincio e sulle alture di Solferino e S. Martino, dalle quali però era allontanata, mentre Peschiera veniva assediata. L'incontro di Napoleone III e di Francesco Giuseppe a Villafranca l'Il luglio, con la pace di Zurigo a novembre, arrestò la liberazione del Veneto. Da aprile a giugno i Ducati, le Legazioni, la Romagna e la Toscana proclamavano col plebiscito di volersi unire al Piemonte. Le Marche, l'Umbria e la Romagna furono occupate con la forza. Si ebbe la risposta immediata di Pio IX con la scomunica e il rifiuto della proposta di cedere le regioni, anche contro l'invito di Napoleone III ad accettare di vedersi ridurre di molto lo stato pontificio. Dalla Sicilia Garibaldi aveva iniziato la battaglia per liberare il regno dei Borboni, e con Vittorio Emanuele n entrava a Napoli il 7 novembre 1860. Il plebiscito sanciva l'unione del meridione al resto dell'Italia. La caduta di Gaeta il13 febbraio 1861, dove s'era rifugiato Francesco n, poneva le basi per la proclamazione del regno d'Italia. Vittorio Emanuele n il I? marzo 1861 assumeva il titolo di re d'Italia. 1118 marzo 1861 Pio IX con l'allocuzione "Iamdudum cernimus" denunciava la spo liazione del suo stato, ridotto a Roma e al circostante territorio noto come Patrimonio di S. Pietro, il Lazio cioé, da Viterbo a poco oltre Frosinone. Egli parlava di "assedio che si fa al romano pontefice..." al fine che "venga debilitata e se fosse possibile demo lita la forza della religione cattolica..." e metteva in guardia dagli apostati che appro fittando dell' impunità concessa dal regime "agitano le coscienze...e si sforzano di lacerare la veste di Cristo, non temendo affatto di promuovere le chiese nazionali e di proporre ipocritamente una conciliazione della Chiesa con l'Italia". Non ebbero successo
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Seminarium Bergomense iam diu institutum, adiunctis quibusdam beneficiis simplicibus, fuit postea hoc ipso potissimum saeculo a piis testatoribus ita rusticis praediis abunde auctum ut ipsius redditus ad decem fere scutatorum millia ascendant'; qui redditus ad alum norum pauperum, magistrorum,
Il seminario di Bergamo già da tempo fondato, con l'assegnazione di alcuni benefici semplici, in que sto secolo soprattutto è stato tanto abbondantemente provvisto da pii testatori di possedimenti rurali, che i suoi redditi ascendono quasi a die cimila scudi. Essi bastano per man tenere gli alunni poveri, i professo-
in quella situazione i tentativi della Francia e di Vittorio Emanuele II di risolvere la questione romana. Nella convenzione del 15 settembre 1864 conclusa tra Parigi e Torino, il governo italiano s'impegnava a non assalire né a far assalire il residuo terri torio pontificio. Il lettore noterà la differenza tra le espressioni di mons. Speranza verso l'imperatore d'Austria nella prima relazione, 1856, e in questa, al contrario, il suo silenzio com pleto su Vittorio Emanuele II di cui egli era diventato suddito. Al re tuttavia in occasione del compleanno che cadeva il 14 marzo, il vescovo dedicherà una lettera augurale l'Il marzo 1863, inviata al prefetto e al sindaco. La nostalgia di mons. Speranza per il vec chio ordinamento del Lombardo-Veneto, sembra poi assai evidente dalla lettera qui pubblicata inviata a un monsignore di curia rimasto anonimo. Già nelle lettere pasto rali "Uniti in un solo sentimento di pietà..." 25 novembre 1858, e "Le vicende della guerra presente..." 9 luglio 1959, mons. Speranza ringraziava la Provvidenza per la lontananza della guerra dal territorio Bergomense, mentre notava che tuttavia la mise ria aveva ugualmente colpito la popolazione. Con lettera "Nessuno di voi...può ignorare oggimai in quali luttuose condizioni versi la Santa Sede Romana..." 6 dicembre 1859, egli lamentava la perdita dello stato pontificio. Con la lettera del 7 febbraio 1860 il vescovo presentava l'enciclica di Pio IX del 19 gennaio, in risposta alla lettera indi rizzatagli da Napoleone III su Le Moniteur, con la richiesta di una sua rinuncia spon tanea ai territori. Nella lettera del 22 luglio il vescovo presentava inoltre il discorso di Pio IX nel concistoro del 13 precedente, sull' "acerbissima guerra mossa in questi calamitosi tempi contro la Chiesa ...", Da notare infine la divergenza di pareri sullo sta to pontificio, il potere temporale e in seguito la questione romana tra mons. Antonio Novasconi, vescovo di Cremona, oggetto di non poche critiche degli intransigenti, e di mons. Speranza che fra l'altro accusava quel suo confratello di aver avanzato di sua ini ziativa al governo italiano un progetto di concordato, che sostituisse quello austriaco; ACVB, Lettere pastorali Libro n° lO; Sommario..., ff. 92-93; C. PATELLI, Uomini , p. 84- 85; C. BELLO', Società..., p. 27-29; G. MARTINA, s. j., Pio IX (1851-1866) , p. 84-122; G.P. GOFFI, L'età risorgimentale: l'episcopato Novasconi (1850-1867), in Diocesi di Cremona, 6, Storia religiosa della Lombardia a cura di A. CAPRIOLI A. RIMOLDI-L. VACCARO, Brescia 1998, p.277-287. 3. I beni del seminario amministrati dalla congrega o commissione amministrativa com posta da ecclesiastici influenti, consistevano in un patrimonio cospicuo di beni mobi li e immobili, capitali, prestiti, case, poderi, fattorie nei territori di Calcinate, Negrone, Filago, Ranica, Sorisole, Trescore, Monasterolo, Bonate Sopra, Cologno, Ponte S. Pietro, Calusco, Bolgare, Seriate, Azzano S. Paolo, Curno, Sforzatica, Presezzo, Curnasco, Treviolo. Nel 1802 il seminario subì una spoliazione totale dei beni opera ta dal governo napoleonico, parzialmente restituiti nel 1804. Tra i benefattori del semi nario sono ricordati il sacerdote Giovanni Gritti di Selvino, i fratelli Giuseppe e cano nico Alessandro del conti Greppi che offrirono 15.000 franchi nel 1816, altri 6.000
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14 DICEMBRE 1861 ri, i superiori e i domestici. Non è stato perciò necessario applicare la tassa di cui il Tridentino nella Sesso XXIII cap.18 De Reform. e Benedetto XIII nella costituzione Creditae Nobis. Attualmente in seminario sono mantenuti 234 convittori, e per ragioni di studio frequentano le scuole del seminario 154 adole scenti esterni, candidati allo stato clericale. IO. Esistono in città un nosoco mio e parecchi ospizi, cioè per i pazzi, per gli inabili in perpetuo a provvedersi il cibo, per i sacerdoti consumati dall'età, per le ragazze in pericolo, per le donne convertite da una vita peccaminosa, anche molti asili ben ordinati per bambi ni, inoltre quattro orfanotrofi per l'educazione civile e cristiana dei ragazzi di entrambi i sessi. In diocesi pure si contano parec chi ospizi per gli ammalati, e altre pie istituzioni del genere di quelle cittadine.
moderatorum atque ministrorum substentatione sufficiunt : quare non opus fuit instituere taxam, de qua Tridentinum ( sess.XXIII cap. 18 De Reform. et Benedictus XIII consto Creditae Nobis Nunc in seminario 234 convic tores aluntur et studiorum causa 154 adolescentes externi ad cleri catum designati ad seminarii scho Las conveniunt. X. Extant in urbe nosocomium et plura hospitalia scilicet pro amentibus, pro iis qui sunt perpe tuo inhabiles ad comparandum sibi victum, pro sacerdotibus senio con fectis, pro puellis periclitantibus, pro mulieribus a prava vita con versis; plura etiam infantium asila recte ordinata; insuper quatuor orphanotrophia pro utriusque sexus puerorum civili et christiana edu catione. In dioecesi quoque plura nume rantur hospitalia pro aegrotantibus, aliaeque piae institutiones huiu smodi sicut in civitate.
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all'inizio dei lavori del nuovo seminario, (cf. relazione 1825 nota n. 2), e 20.000 per testa mento, oltre ai sussidi per i chierici poveri. Il vicario generale Marco Celio Passi spe se oltre 100.000 scudi; il canonico Gerolamo Adelasio, morto il 7 aprile 1828, lasciò al seminario la sua "grandiosa sostanza" valutata allora a una mezza dozzina di milio ni, per quanto fosse gravata da obblighi e legati vari. I beni ricuperati o aggiunti, furo no alienati in buona parte per far fronte alle spese di costruzione del nuovo seminario. Quanto rimase, fu esposto alle leggi di soppressione del governo italiano; C. PATEL LI, Uomini..., p. 20-21, 50-51, 58, 68-69. 4. La costituzione "Creditae Nobis" fu promulgata da Benedetto XIII il 9 maggio 1725; Bullarum diplomatum et privilegiorum S.R.P. Taurinensis editio, XXII, Augustae Taurinorum 1871,p.174-179. NeI 1855 le entrate del seminario sommarono a L. 254.591, le uscite a L. 240.177; per la gestione de11842 cf. relazione 1843 nota n.3; C. PATEL LI, Uomini..., p.77.
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Si hanno anche due collegi vescovili, uno in città e l'altro nel villaggio di Celana. Quest'ultimo non dispone di redditi certi. I ragaz zi e gli adolescenti vengono educa ti in entrambi nei buoni costumi, e istruiti inoltre nella grammatica, retorica e filosofia. La formazione degli allievi è disposta in modo che siano prepa rati per intraprendere, a loro volontà, sia la vita clericale sia le responsabilità civili. In città e diocesi esistono altri ginnasi e collegi pubblici e privati, sia per i maschi sia per le femmi ne, e per queste ultime soprattutto presso i monasteri delle monache. Non si trova alcuna comunità che non abbia almeno quelle che sono chiamate scuole elementari, per i ragazzi di entrambi i sessi. In quasi tutte le parrocchie di città e diocesi sono istituite le con fraternite del Santissimo Sacra mento e molte altre, tra le quali occupa un posto speciale la con fraternita della Santissima Vergine Immacolata, eretta pochi anni or sono in questa basilica di S. Maria Maggiore, e di cui si è riferito nel la relazione dell'anno 1856. Esiste inoltre in città anche il Monte di Pietà, fondato anticamente e dotato di congrui redditi.
Habentur etiam duo collegia episcopalia, alterum in urbe, alte rum in pago Cellanae; quorum posterius non caret redditibus cer tis; et in utroque pueri et adole scentes educantur ad bonos mores et insuper edocentur grammaticam, rhetoricam et philosophiam. Ita vero comparata est discipu lorum institutio ut tum ad munera civilia, tum etiam ad militiam cle ricalem, si qui velint, reddantur ido nei. Alia itidem in urbe et dioecesi existunt gimnasia et collegia pub blica et privata tam pro maribus quam pro faeminis; pro his vero praesertim apud sanctimonialium monasteria. Nulla denique communitas est, quae saltem non habeat eas quas vocant elementares scholas pro utriusque sexus pueris. In omnibus fere civitatis et dioe cesis paroeciis erectae sunt con fratemitates SS. Sacramenti, aliae que complures, inter quas praeci puum obtinet locum confratemitas SS. Mariae Virginis Immaculatae, quae paucis ab hinc annis instituta fuit in hac basilica S. Mariae et de qua dictum est in praecedenti rela tione anni 1856. Denique adest etiam in civitate Mons Pietatis antiquitus erectus et congruis redditibus provisus.
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Il Vescovo che riferisce
I. Residentiae praeceptum a sacris canonibus, concilio Triden tino et constitutione Urbana prae scriptum episcopus adimplevit'. II. Visitationempastoralem suae dioecesis, iamdiu coeptam, postea vero, ortis motibus civilibus, inter missam, nunc demum prosequitur; et sperat fore ut, adiuvante Deo, ipse possit quamprimum illam ad finem perducere".
1. Il vescovo ha osservato il pre cetto della residenza prescritto dai sacri canoni, dal concilio Tridentino e dalla costituzione Urbana. 2. Ora continua la visita pasto rale della sua diocesi, già iniziata, sospesa in seguito per i moti civi li, e spera che, con l'aiuto di Dio, possa quanto prima ultimarla.
5. Conc.Trident. sess.VI de ref. cap. I; sess.Xxlll. de ref.cap.l; la costituzione "Sancta Synodus" fu promulgata da Urbano VIII il 12 dicembre 1634; Bullarum diploma tum... ,XIV. Augustae Taurinorum 1868, p.457-462. 6. Mons. Speranza aveva organizzato la preparazione della visita pastorale con una pre dicazione straordinaria, annunciata con la lettera "Fin dal primo momento..." 16 mar zo 1856, disponendo che i dati statistici fossero compilati con la massima accuratezza "Per raccogliere colla maggiore possibile precisione..." 25 settembre. Egli aveva ripre so nel maggio 1857 la visita pastorale alle parrocchie urbane, dopo l'invio in aprile di una lettera al governatore di Milano in merito ai luoghi pii da visitare, e di un'altra lettera, 25 aprile, all' arciprete della cattedrale e ai parroci urbani. Il podestà Albani aveva a sua volta scritto alla curia vescovile il 29 aprile, circa il regolamento del suo no delle campane comunali. Nel novembre il vescovo aveva visitato la vicaria di Mornico, Martinengo, Romano e altre parrocchie in loco. Nel febbraio 1858 aveva visitato la vicaria di Verdello; provvedeva a inviare il 9 aprile a tutti i parroci un que stionario, composto da 28 paragrafi, di pagg. 12, da presentare compilato per la visita, specificando quanto apparteneva alla chiesa. A giugno il vescovo visitava la vicaria di Piazza Brembana, dove il 3 luglio "episcopus inter coetus parochorum et praesbiterorum, associatus a rev.mo canonico convisitatore et sua episcopali comitiva, sequentibus et praecedentibus catervatim utriusque sexus fidelibus, imbribus, tonante coelo, madefactus, pedester, alacer tamen et ilaris, ertum iter et ingruente pluvia quasi rivum [actum, ascendebat a Bordonea ad ecclesiam Barisiorum", (In Appendice XX -XXI il lettore troverà altre testimonianze sulla visita). Mons. Speranza proseguiva poi per le vicarie di Scano e Selvino, a settembre di Solto e Spirano, a novembre-dicembre di Seriate e Predore. Il vescovo con lettera "La visi ta pastorale che da me si va eseguendo ..." 16 febbraio 1859, raccomandava ai parroci le preghiere e l'insegnamento della parola di Dio, ed effettuata la visita alle vicarie di Chignolo e Temo in gennaio, continuava per Mologno, Borgo di Terzo, Ghisalba e altre parrocchie in plaga tra febbraio e marzo, Calepio, Tagliuno, Adrara e Sarnico tra marzo e aprile, Almenno S.S. a maggio. Riprendeva nel 1861 la visita, interrotta per le vicende belliche già viste, alle vicarie di Ghisalba, parte a maggio e parte a dicembre, con Pontida e Caprino, a S. Giovanni Bianco parte a maggio e poi ad agosto, a Selvino e Serina in giugno, ritornava a Nembro, a Rota Fuori in luglio e a Sottochiesa anche ad
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3. Il vescovo ha personalmente conferito nei tempi stabiliti dal dirit to le sacre ordinazioni, il sacra mento della Confermazione duran te la visita pastorale e più volte in un giorno, se necessario, nell' ora torio del suo palazzo. Inoltre egli ha visitato le par rocchie della sua diocesi in modo che chiunque era sprovvisto di que sto sacramento poteva riceverlo da lui stesso. 4. Benché fosse grande suo desiderio, il vescovo non ha ancora convocato il sinodo diocesano, sia in ragione dei tempi, sia perché ritiene più urgente la visita a tutta la diocesi, per meglio conoscere i bisogni cui si dovrà provvedere con gli statuti sinodali. Nel frattempo il vescovo si prende cura che venga no osservati i decreti sinodali dio cesani e ricorre a quei mezzi che sono proposti da Benedetto XIV di felice memoria, nell' opera De Sinodo Dioece-sana.
III. Sacras ordinationes, tempo ribus iure statutis quoties opus fuit per se ipse habuit. Sacramentum Confirmationis in visitatione pastorali, et pluries etìam in die, si opus fuit, in sacello proprìì palatiì, administravit. Insuper ita suae dioecesis perlu stravit paroecias, ut quicumque indigerent hoc sacramento, illud possent ab ipso recipere. IV Sinodum dioecesanam, quamvis ardenter cupe ret, nondum tamen episcopus coegit, tum ratio ne tempo rum, tum etiam quia magis urgere ipse iudicat visitationem totius dioecesis, ut melius necessi tates cognoscat, quibus per sino dalia statuta erit providendum. Interim curat episcopus ut dioe cesana rum sinodorum decreta observentur, atque ea adhibet medìa quae a felicis memoriae Benedicto XIV proponuntur in opere De Sinodo Dioecesana.
agosto, ad Almenno S. Salvatore nel settembre ed a Calolzio (cf. Appendice XX/) cui dedicava anche parte di novembre, concludeva la visita già iniziata a Nembro in otto bre (cf. Appendice XX per Cenate) come pure ad Alzano nel novembre-dicembre, a Telgate tra la fine del 1861 e i primi del 1862. Con circolare ai vicari foranei, 17 set tembre 1861, mons. Speranza chiedeva l'invio della relazione sul questionario per la visi ta pastorale; ACVB, Lettere pastorali Libro nìlt); Sommario..., f.92; Visita Speranza, 115 vicarie di Almenno S.S.-Alzano L., (ms), ff. Ir-736r; 116 vicarie di Ardesio-Borgo T.- Calepio, (ms), ff.lr-816v; 117 vicarie di Calolzio-Caprino-Chignolo I., (ms), ff. lr-857v; 118 vicarie di Clusone-Gandino, (ms),ff. lr-657v; 119 vicarie di Ghisalba Lallio-Mologno, (ms), ff. lr-465; 120 vicarie di Mornico-Nembro, (ms), ff. lr-465v ; 121 vicarie di Pontida-Predore-S.Brigida- Rota F.-S.Giovanni B., (ms), ff. lr-783v; 122 vicarie di S. Martino-Seano-Selvino, (ms), ff. lr-683v, fAr per la citazione; 123 viearie di Seriate-Serina-Solto-Sottochiesa, (ms), ff. lr-798v; 124 viearie di Spirano Telgate-Temo, (ms), fI. lr-724v; 125 vicarie di Verdello-Villa d' Almè- Vilminore-Zogno, (ms), ff. lr-1065v; C. PATELLI, Note su Alzano ... L'interdetto alla chiesa di S. Pietro in Alzano, in Alle radici. .. , p. 349-370.
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5. Egli annuncia spesso perso nalmente, secondo le circostanze e le sue forze, la Parola di Dio sia in cattedrale che nelle altre chiese del la città e diocesi, e impegna per questo lavoro di ministero pastora le altri uomini competenti. 6. Presso il vescovo non si trova alcun custode per le pene e multe pecuniarie. La condizione dei tem pi infatti non permette di esigerle, né di avere il foro ecclesiastico. 7. Gli officiali della cancelleria vescovile ricevono uno stipendio annuo certo e stabilito, che si rica va dal cumulo delle tasse, e se que sto non basta, si ricorre ai redditi della mensa vescovile. Nella stessa cancelleria vescovi le sono riscossi i diritti dovuti, man tenuta la tassa innocenziana. Nelle pratiche in cui quest'ultima nulla dispone, viene applicata 1'antica tas sa diocesana, che non è fissa. 8. Essendo a tutti evidente come sia la condizione dei tempi, è inutile elencare quali e quanti ostacoli si oppongono all'esercizio dell' uffi cio episcopale, della giurisdizione ecclesiastica, nonché della libertà e dell'immunità delle chiese da difendere.
V. Iuxta vires et pro circum stantiis Verbum Dei, quum in cathe drali, tum in aliis ecclesiis civitatis et dioecesis, saepe, quantum fieri potest per se ipse annunciat, alios que idoneos viros in hoc opus pastoralis ministerii assumit. VI. Penes episcopum nullus adest depositarius custodiens poe nas et mulctas pecuniarias: ratio enim temporum neque illas exige re, neque forum ecclesiasticum haberi permittit. VII. Officiales cancellariae epi scopalis annuum stipendium cer tum et praefinuum accipiunt, quod sumitur de cumulo taxarum. Si vero cumulus taxarum non sufficiat, ad redditus mensae episcopalis recur ritur: Emolumenta autem in eadem cancellaria episcopali exiguntur; servata taxa innocentiana: in qui bus vero taxa Innocentiana nihil disponit, applicatur antiqua taxa dioecesana, quae rigida non est. VIII. Cum satis apud omnes constet, quaenam sit tempo rum conditio, inutile est enumerare quaenam et quanta obstent circa exercitium episcopalis officii, iuris dictionis ecclesiasticae, nec non tuendae libertatis et immunitatis Ecclesiarum'.
7. Mons. Speranza era pessimista sulle vicende italiane, e vedeva nel nuovo governo por tato dai piemontesi la sorgente dell' anticlericalismo e della negazione dei diritti della Chiesa (come si era verificato a Torino con la legge Siccardi del 1850 e l'avvento del le sinistre e di Cavour al potere, con l'effetto del riconoscimento del matrimonio civi le, del divorzio, della confisca dell' asse ecclesiastico e la soppressione degli ordini
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Il vescovo tuttavia si impegna con tutte le forze e con prudenza a difendere i diritti ecclesiastici, in modo tale che questi non subiscano alcun danno, evitando di dar luogo in ogni caso al sorgere di inutili scandali. 9. Poiché il vescovo pensa che giova molto alla salvezza delle ani me se i fedeli sono in grado di acce dere più comodamente alla loro chiesa parrocchiale, ha eretto per ci6 due nuove parrocchie, una sot to il titolo di S. Maria Vergine
Nihilominus studet episcopus pro viribus et iuxta dictamen pru dentiae ita ecclesiastica iura defen dere, ut neque ista detrimentum patiantur; neque tamen excitentur inutilia scandala. IX. Cum ad animarum salutem plurimum conferre putet episcopus, si commodius Christifideles ad suam ecclesiam parochialem acce dere valeant; hinc paroecias duas, aliam sub titulo S. Mariae virginis Assumptae in loco Cellanae, aliam
religiosi). Il vescovo si muoveva nella linea di papa Pio IX, che, come già accennato, aveva denunciato con varie encicliche le sopraffazioni subìte. Diverse invece le valu tazioni, come già ricordato, sul nuovo corso politico dell'Italia da parte di mons. Novasconi e di mons. Benaglio, vescovo di Lodi. Il vescovo di Cremona stimava la possibilità di trarre grande giovamento per la religione in fatto di spontaneità, verità e amore, e per l'Italia l'indipendenza. Per il secondo si trattava di "avvenimenti strepitosi che aprono nuove vie all'affetto e all'opera". Sul piano personale mons. Speranza non accenna nella relazione ai noti avvenimenti che lo coinvolsero nel 1859. Il giornale La Gazzetta di Bergamo aveva montato una campagna ostile nei suoi confronti (già nel 1857 il giornale aveva subìto dal vescovo una condanna per un articolo del direttore Cremonesi contro le valutazioni del sacerdote Francesco Bettonagli sulle opere di Gabriele Rosa), con l'accusa di essere austriacante e di influire sull'indifferenza dei ber gamaschi per l'indipendenza. Per la verità il vescovo aveva cantato e fatto cantare nel le parrocchie il Te Deum in rendimento di grazie e quindici giorni dopo la pace di Villafranca, con la circolare "Le vicende della guerra presente..." 9 luglio 1859, ave va raccomandato l'obbedienza alle nuove autorità civili in ogni cosa non contraria alle leggi divine ed ecclesiastiche, avallando nella liturgia la pronuncia del nome "re Vittorio Emanuele", secondo il rito stabilito. Mons. Speranza la mattina del 3 settembre aveva partecipato in S. Bartolomeo alle esequie per i soldati caduti nella guerra contro l'Austria. L'accordo stabiliva di non tenere nessun discorso commemorativo, per evi tare temi patriottico-liberali. Mentre la cerimonia volgeva al termine, un laico (Pasino Locatelli) salito sul pulpito pronunciò ai fedeli rimasti in chiesa un discorso che esal tava i caduti e l'unità d'Italia. Il vescovo lanciò l'interdetto sulla chiesa. La reazione dei liberali non si fece attendere. Nel pomeriggio una folla capeggiata da alcuni scalmanati penetrò nel palazzo vescovile e lo mise a soqquadro, colpendo anche mons. Speranza. La pretesa delle autorità civili, intervenute con ritardo, che l'interdetto fosse ritirato trovò il vescovo irremovibile. Dall' episcopato e dal clero giunsero a mons. Speranza atte stazioni di solidarietà. Pio IX gli inviò il breve "Ad gravissimas" 3 ottobre 1859. La Gazzetta di Bergamo continuò i suoi attacchi, ispirati dal gruppo della borghesia libe raI-massone; Monsignor Pier Luigi Speranza..., p. 123,156-179; L. DENTELLA, I Vescovi , p.498-499; C. PATELLI, Uomini..., p.84-85; R. AMADEI, Il clero berga masco , p. 133-137.
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Assunta, a Celana, e l'altra di S. Anna, nel cosiddetto Borgo Palazzo smembrando i loro territori dalle vecchie parrocchie. Per lo stesso motivo nella visita pastorale, con l'assenso ragionevo le dei parroci, ha assegnato in per petuo alcune case e anche delle fra zioni dall' una all'altra parrocchia, perché gli abitanti dei loro luoghi non fossero distolti dal frequenta re la chiesa parrocchiale o a causa della distanza o del cammino diffi cile. Desiderando, inoltre, moltis simo il vescovo che fosse traman data ai posteri, con qualche monu mento perenne, la memoria della definizione dogmatica della Beata Vergine Maria Immacolata, si è dato cura che fosse eretto dalle fon damenta un tempio insigne e non essendo mancate le offerte sponta nee del popolo devoto, la costru zione è già stata portata a un punto tale per cui arride la speranza che in breve tempo sarà ultimato.
sub titulo S. Annae in eo qui dicitur suburbium Palatii, de novo erexit, illorum territoria ab antiquis paroe ciis seiungendo". Item in visitatione pastorali ob eandem rationem, parochis ipsis rationabiliter annuentibus, aliquas domos vel etiam vicos ex una ad aliam paroeciam in perpetuum addixit: ne amplius a frequentan da parochiali ecclesia aut per lon gitudinem aut per itineris asperita tem deterrerentur eorum locorum incolae. Maxime autem cupiens episco pus ut perenni aliquo monumento memoria definitionis dogmaticae de Beatae Mariae Immaculata Conceptione posteris traderetur, nobile templum afundamentis exci tandum curavit; quumque devoti populi non defuerint voluntariae oblationes, eo usque iam aedifica tio perducta est, ut spes effulgeat, brevi templum illud completum iri'.
8. La concessione per erigere la parrocchia di Celana già era stata accordata da Paolo ID; venne ratificata con decreto n. 251 da mons. Speranza il 14 febbraio 1860. L'arciprete di Caprino invano ricorse contro il decreto Vescovile prima in curia, poi alla congre gazione del Concilio. Si contavano 470 abitanti. L'architetto Antonio Preda ricostruì la chiesa, consacrata e dedicata a S. Maria Assunta il 24 novembre 1862. L'arciprete di caprino si oppose e la causa finì alla Congregazione del Concilio. La parrocchia di Borgo Palazzo fu eretta il 6 agosto 1859 con decreto n.1444 e con temporaneamente venne nominato primo parroco don Alessandro Noli. Si contavano 2.676 abitanti. La prima pietra della chiesa, dedicata a S. Anna, su progetto dell'arch. Giuseppe Berlendis, era stata posta dal vescovo Gritti Morlacchi. Mons. Speranza i125 luglio 1856 consacrò il nuovo tempio; ACVB,fascicoli parrocchiali, Celana; idem., Borgo Palazzo; L. PAGNONI, Le Chiese parrocchiali..., I, p. 67, 281-282. 9.
Mons. Speranza per quest'opera si rivolse alla diocesi chiedendo aiuti, con le lettere "Molte ragioni che qui non è d'uopo dimenticare...", Il agosto 1857, a proposito del la demolizione del vecchio tempio di S. Maria delle Grazie e "Colla lettera pastorale
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Interea minime neglexit episco pus etiam beneficii sui curam gere re; praediisque et vineis diligenter excultis, et etiam ubi opus erat, renovatis, auxit episcopalis mensae redditus : quare novas etiam colo nis suis erigere potuit, prout neces se erat, rusticas domos'". Quum vero in manus episcopi pervenerit pingue legatum quod felicis recordationis cardinalis Angelus Mai patriae suae reliquit, totum animum episcopus intendit, ut pii testatoris adimpleretur volun tas: resque, favente Deo, ita pro spere successit, ut redditus illius pii legati iam coepti sint in praefinitos usus erogari. Dolet tamen vehementer epi scopus quod civilis auctoritas ipsum omnino reluctantem et posthabita pii testatoris voluntate a praedicti
Nel frattempo il vescovo non ha trascurato di amministrare il suo beneficio. Accuratamente coltivati i possedimenti e i vigneti, e, ave necessario, rinnovati, ha aumentato i redditi della mensa vescovile. Così ha potuto costruire per i suoi colo ni, dove necessario, nuove case agricole. Essendo pervenuto nelle mani del vescovo il pingue legato che il card. Angelo Mai, di felice memo ria, ha lasciato alla sua patria, egli si è adoperato con tutte le forze perché fosse adempita la volontà del testa tore. La pratica, con l'aiuto di Dio, ha avuto un esito tanto felice che i redditi già ricevuti di quel pio lega to sono in fase di erogazione per scopi prede terminati. Il vescovo è assai addolorato che l'autorità civile tenti di estromet terlo dall'amministrazione del pre detto legato, nonostante sia del tut-
I I agosto 1857..." 23 luglio 1858, seguita da "In adempimento al mandato...", firma ta dalla commissione, circa la sottoscrizione per la raccolta del denaro. La chiesa fu pro gettata dall'architetto Antonio Preda e consacrata dal vescovo Speranza il 7 dicembre 1875. L'architettura in stile neoclassico, a croce greca con cupola, appare nobile e grandiosa. Il pronao è opera dell'ingegnere Elia Fornoni, e all'interno altri artisti cele bri hanno lasciato la loro testimonianza; ACVB, Lettere pastorali Libro n'Tt); L. PAGNONI, Le Chiese parrocchiali..., I, p. 60-62.
IO. Tra le case nuove per i coloni, si ricorda la Speranzina, dal nome appunto del vescovo Speranza che ne provvide la costruzione a Gavarno Vescovado. Lo stabile colonico è stato abbandonato. L'intervento mostra la sollecitudine umanitaria dell'amministrato re dei beni della mensa vescovile verso i coloni. Poco più tardi il convegno dell'Opera dei Congressi a Bergamo nel 1877, raccomanderà il passaggio dall' attività puramen te caritativa a quella dello studio dei problemi degli operai e quindi delle loro rivendi cazioni. Il proprietario dei terreni aveva a quel tempo larghissimi e incontrastati dirit ti sui coloni e sui loro familiari, come appare dal contratto di mezzadria pubblicato da L'Unità Cattolica il 20 aprile 1898 e ripreso da C. SNIDER, Gli ultimi..., p. 567.
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legati administratione conetur depellere". Verum hoc sibi praecipue demandatum senti! episcopus, ut in sua dioecesi pietas ferveatur, et catholica doctrina ab omni erroris labe conservetur immaculata",
to contrario, disconoscendo la volontà del pio testatore. Il vescovo è consapevole del compito prioritario richiestogli, per ché nella sua diocesi lo spirito reli gioso si accenda e la dottrina cat tolica sia conservata immune da ogni macchia di errore.
II. Il celebre card. Angelo Mai, col testamento del 20 ottobre 1853, legava alla comunità di Schilpario 12.000 scudi, destinando gli interessi ai poveri del paese. Beneficava la chiesa parrocchiale di arredi e paramenti sacri personali, lasciando ad essa un capita le col reddito di 60 scudi annui per un ufficio mortuario annuale. Esecutore testamen tario fu designato il cardinal Lodovico Altieri. Amministratore del legato veniva nomi nato dal card. Mai il vescovo di Bergamo (Appendice XXI!). La contesa sull'ammini strazione del legato per i poveri riguardava, fra l'altro, un sussidio da destinare a semi naristi e chierici di famiglie povere oriundi di Schilpario, per aiutarli a proseguire i loro studi; ACVB, Visita Speranza, 125 (1865), parrocchia di Schilpario, 9 luglio 1865; G. GERVASONI, Angelo Mai, Bergamo 1954; E. CAMOZZI, (A. MAI) Statistica delle Missioni cattoliche dell'Europa, Asia, Africa ed America (circa annum 1839), Bergamo 1986, p.9-31. 12. L'impegno di mons. Speranza per mantenere integra da errori la fede cattolica in dio cesi, si nota, oltre che nel promuovere l'insegnamento della dottrina cristiana col nuo vo catechismo (cfr. nota successiva n. 14), anche con altre iniziative tra le quali la rac comandazione che sacerdoti, chierici e secolari avessero la facoltà per poter predicare e catechizzare, come da lettera "Quum nemo iuxta apostolicam doctrinam ..." 12 ago sto 1859. Nella lettera "Non sono ancora molti giorni..." 4 aprile 1861, egli metteva in guardia il clero e i fedeli sugli sforzi in atto per protestantizzare l'Italia e condannava l'introduzione del matrimonio civile. Inoltre invitava i sacerdoti, impossibilitati per le note situazioni a seguire gli esercizi spirituali, a curare lo studio, a dare buon esempio, a fuggire le conversazioni mondane, ad applicarsi alla preghiera e all'istruzione del popolo, come da lettera "In quest'anno per cause a voi note..." 27 agosto 1859. Il vescovo non mancava poi di segnalare le disposizioni della congregazione dell' Indice circa i libri proibiti, lettera "Sebbene voi dobbiate senz'altro non ignorare..." 23 febbraio 1858; a questo scopo era stata proibita, perché contraria alla morale cattolica, la lettu ra della Gazzetta della Provincia, con lettera "Uno degli offici più gravi del nostro pastorale ministero...", Il giugno 1857, e "I motivi che ci hanno indotto a proibire...", 26 dicembre. Ma già il 16 gennaio 1856, ancora in base al concordato austriaco, mons. Speranza dopo aver messo in guardia i fedeli sull'abuso e i pericoli della stampa, con lettera "Un fatto che non può essere posto in dubbio...", aveva nominato i revisori del la stampa comunicandone i nomi ai librai, lettere del 29 gennaio 1856" In seguito alla nostra pastorale del 16 gennaio..." e "Mando alla signoria vostra...". Mons. Speranza anche per il clero seguiva il programma di Pio IX che identificava il sacerdozio col ministero pastorale. Osserva Martina che il papa con questo orientamento tendeva a isolare il clero, in contrapposizione allaicato, provocando una specie di chiusura e di ripiegamento su se stesso, pur favorendo nel contempo la sua preparazione culturale, la quale tuttavia, nonostante il progresso, resterà in ritardo e inferiore ai tempi. Tipica espressione di quell'indirizzo fu la veste talare, 1850, col rifiuto del caratteristico abi to francese (rabat o colletto lungo), la diffidenza verso ambienti non confessionali, l'impedimento posto alla traduzione in italiano dell'ordinario della messa e alla presenza
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A questo scopo egli ha annun ciato ai suoi diocesani il Giubileo, concesso benevolmente dal santis simo signore nostro papa Pio IX il giorno 25 settembre 1857, e invia ti i predicatori della Parola di Dio in quasi tutte le parrocchie, si è data cura che i fedeli fossero pronti per lucrare una così grande indulgen za; di conseguenza essi hanno meri tato con l'aiuto della grazia divina copiosissimi frutti per la vita eterna. Benché il vescovo non ignori che si devono evitare le novità, avendo con evidenza costatato che
Ad hunc finem iubilaeum beni gne concessum a sanctissimo domi no nostro papa Pio IX die XXV sep tembris anno 1857 13 suis dioecesa nis publicavit; missisque in omnes fere paroecias Verbi Dei praedica toribus providit ut christifideles ubi que ad tantam indulgentiam lucran dam essent parati: indeque uberri mos fructus ad vùam aeternam ani mae per auxilium divinae gratiae retulerunt". Praeterea quamvis non ignoret episcopus, novitates esse vitandas, quum nihilominus evidenter per-
delle "feminae cantatrices" nei cori; ACVB. Lettere pastorali Libro nì lt); Sommario...• f. 92; R. AMADE!. La tradizione bergamasca.... p. 15 passim; G. MARTINA, s. j .• Pio IX (1851-1866).... p. 259; IDEM, Pio IX ( 1867-1878)..., p. 468. 13. Col giubileo Pio IX celebrava il 30° anniversario della sua ordinazione episcopale a vescovo di Spoleto, avvenuta il 3 giugno 1827. Giovanni Maria Mastai Ferretti era nato dal conte Girolamo e da Caterina Solazzi il 13 maggio 1792 a Senigallia. Dopo gli studi presso gli Scolopi di Volterra, era stato allievo del collegio Romano e, superate le vicende rivoluzionarie con la conseguente interruzione dell' attività scolastica, ordina to sacerdote il19 aprile 1819. Aveva seguito come uditore mons. Giovanni Muzi, dele gato apostolico presso le repubbliche del Cile e del Pero dal 1823 al 1825 e, al ritorno dalla missione, aveva avuto il canonicato in S. Maria in via Lata e la direzione dell'o spedale di S. Michele. Nel 1832 papa Gregorio XVI lo trasferiva alla diocesi di Imola elevandolo al cardinalato col titolo dei SS. Pietro e Marcellino. Nei moti del settembre 1843 aveva corso il pericolo di cadere nelle mani dei rivoltosi, tentando ogni mezzo in quella sede, con le fazioni politiche in preda alle vendette sanguinose, di pacificare gli animi. Fu eletto papa nel conclave seguìto alla morte di Gregorio XVI, tenutosi dal 15 al 16 giugno 1846. Il pontificato di Pio IX si svolse in anni segnati da note vicende drammatiche. Viene ricordato come il papa dell' Immacolata Concezione, del Sillabo e del concilio Vaticano I; G. MARTINA, s.j., Pio IX (1846-1850) ... o.c.; IDEM, Pio IX (1851-1866).. o.c.; IDEM, Pio IX (1867-1878)..., O.c. 14. Pio IX nel 1857 in occasione della visita, durata quattro mesi, alle città di Bologna, Modena e Firenze, era stato accolto trionfalmente dappertutto così come a Roma, al suo ritorno. Ciò per sfatare la voce che fosse aborrito dai sudditi. Mons. Speranza s'era recato a fargli omaggio ai confini della Lombardia. Egli ne aveva dato notizia ai fede li con lettera "Noi ci siamo testé recati ..." 2 luglio 1857; con lettera "L'anima mia esulta grandemente..." 20 aprile 1858, aveva esortato a favorire la buona riuscita del giu bileo; ACVB, Lettere pastorali Libro nì lt); Sommario..., f. 92; G. MARTINA,s.j .. Pio IX (1851-1866)..., p. 24-30.
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tuttavia per i tempi cambiati il vec chio catechismo della diocesi risul tava ormai inadatto a premunire i fedeli dagli errori serpeggianti, egli ha ritenuto lecito,senza essere teme rario, di diffondere per l'uso della sua diocesi il nuovo catechismo, composto da uomini dottissimi. Non ha divulgato però il cate chismo prima che fosse stato esa minato e approvato da dottissimi teologi in codesta alma città. La pratica, coll'aiuto della grazia di Dio, si è svolta così favorevolmen te che aggiungendosi anche lo zelo dei parroci, i quali spiegano dili gentemente alla loro popolazione lo stesso catechismo per mandato del vescovo nelle scuole della dot trina cristiana, almeno molti dei fedeli hanno potuto conservarsi immuni dagli errori odierni. Né il vescovo può passare sot to silenzio che alla sua esortazione non sono venuti meno in questi tempi il consenso e l'opera del suo clero per difendere l'integrità del la dottrina e dei costumi.
spexerit antiquum dioecesis cate chismum, ob mutata tempora, inep tum evasisse ad Christifideles prae muniendos contra serpentes erro res, iudicavit sibi licere sine teme ritatis nota, novum cathechismum opera virorum doctissimorum con ditum in suae dioecesis usum evul gare. Non antea tamen evulgavit quam in ista alma urbe a doctissi mis theologis idem ille catechismus examinatus et probatus fuerit. Resque, divina favente gratia, ita evenit prospere, ut parochorum zelo accedente qui eundem cathe chismum plebi suae diligenter de eiusdem episcopi mandato expli cant in scholis Doctrinae Christia nae potuerint plerique saltem ex fidelibus se ab hodiernis erroribus conservare immunes". Neque potest episcopus hoc loco reticere, sibi hortatori non defuisse hisce temporibus consensum et ope ram sui cleri ad morum et doctri nae integritatem defendendam.
15. La Dichiarazione della dottrina cristiana informa di catechismo ad uso delle chiese e scuole della diocesi di Bergamo, Bergamo 1855, o più semplicemente il catechismo, viene attribuito per buona parte a don Valdemiro Carminati, docente di teologia dog matica in seminario e suo rettore dal 1856 al 1876. Mons. Speranza aveva presentato l'opera alla diocesi con le lettere "Per ordine nostro si è stampato..." 8 novembre 1855, e "Mi preme che oltre il catechismo piccolo si apprenda il catechismo grande..." 19 otto bre 1857, per la spiegazione del catechismo durante la dottrina domenicale. Altre dispo sizioni erano state emanate per l'insegnamento della dottrina cristiana nelle scuole, lettera" Multa nobis fiducia est..." 20 marzo 1858. Il vescovo aveva inviato una circolare il6 giugno 1855 in merito alla festa di san Barnaba, riservata per antica tradizione a solennizzare la scuola della dottrina cristiana; ACVB, Lettere pastorali Libro n° lO; Monsignor Pier Luigi Speranza.... p. 117-120; L. DENTELLA, I Vescovi..., p. 495; C. PATELLI, Uomini ... , p. 84; R. AMADEI, Dalla Restaurazione... , p. 244-258.
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Id quod ab ista sacra congre gatione ex hoc etiam potest cogno sci, quod aliqui presbiteri Bergo mates contra serpentes errores edi derint nonnulla opuscolo"; et paro chi nonnulli passi fuerint propter iustitiam persecutiones"; et unus dumtaxat, inter tot parochos exti terit qui contra episcopi prohibi tionem ausus sit officium religio sum peragere die 2 proximi prae teriti iunii",
Ciò che da questa sacra congre gazione può essere conosciuto pure a questo riguardo, è che alcuni pre sbiteri bergamaschi hanno pubbli cato degli opuscoli contro gli erro ri serpeggianti, che alcuni parroci hanno subìto persecuzioni per la giustizia e uno solamente, tra tanti parroci, s'è distinto, avendo osato, contro la proibizione del vescovo, celebrare l' officio religioso il 2 giu gno scorso.
16. Uno degli opuscoli era scritto da A.M., Sulla signoria dei Papi. Obiezioni e risposte. Bergamo 1859; Alcune parole di risposta al sacerdote Giuseppe Bravi presidente dell'Unione di S. Bartolomeo. Altri opuscoli di quel particolare periodo. come scrive Amadei, sono introvabili. Di convinzioni diverse si presentava l'opera di G. FINAZZI. I preti e la politica Dialogo. Genova 1860; (A. SCHIAVO) Lettera d'un cattolico sul la questione del giorno, Bergamo 1860. Da notare che nel 1858 erano state messe all' indice le operette di LAME FLEURY, L'Histoire du Nouveau Testament, racontée aux enfans, Paris 1840, L'Histoire romaine, racontée aux enfans, Paris 1832, L'Histoire du Moyen-Age racontée aux enfans, Paris 1834. L'Histoire moderne, racontée aux enfans, Paris 1836, Histoire de France. d'après l'Histoire racontée à la jeunesse, Sèvres 1847. Speranza aveva dato istruzioni per il loro ritiro dalle scuole e dalle fami glie; Monsignor Pier Luigi Speranza...• p. 144-145; R. AMADEI. Il clero bergamasco.... p.I64. 17. Mons. Speranza allude probabilmente ali' arresto dei parroci di Sotto il Monte. Terno d'Isola e di un curato di Alzano, accusati di aver incitato la gente alla ribellione con tro il governo. I primi due vennero liberati dopo pochi giorni, il terzo dopo due mesi. La stessa sorte toccò al cugino del vescovo, don Pietro Speranza. arrestato il 16 otto bre 1860 sotto l'imputazione di aver pronunciato parole contro le istituzioni civili; carcerato per un mese, venne condannato a tre mesi d'esilio o di confino a Treviglio e a una multa di 600 Lire; Monsignor Pier Luigi Speranza..., p.193-194; R. AMA DEI, Il clero bergamasco..., p.139. 18. La prima domenica di giugno era stata dichiarata festa nazionale dello unità d'Italia e dello Statuto. Mons. Speranza aveva proibito con lettera "Per dovere di coscienza..." 18 maggio 1861, le funzioni religiose anche negli oratori e nelle chiese di giuspatronato, atteso il significato politico della manifestazione, che suonava offesa a Pio IX dopo che Roma era stata proclamata capitale d'Italia. Solo il parroco di Cenate Sopra. don Bartolomeo Cesari. aveva partecipato alla festa col canto del Te Deum, contro le diret tive del vescovo e della Santa Sede. Nota Bello' che ali' arrivo delle truppe sabaude gli scismi si ripetevano a catena tra clero liberale e clero conservatore. con reciproche accuse di retrivi. austriacanti, codini, intransigenti gli uni; progressisti, antisillabisti, infet ti d'eresia gli altri; ACVB. Lettere pastorali Libro nr lt); Monsignor Pier Luigi Speranza.... p. 202-203; R. AMADEI, Il clero bergamasco.... p. 157; C. BELLO', Società ..., p. 35. Era in pieno sviluppo il processo storico del Risorgimento con l'unità d'Italia. il pro
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Non negat tamen episcopus etiam in agro suae dioecesis non nulla apparuisse zizannia. Quidam enim presbiteri, quan dam societatem nomine ecclesia sticam instituere sunt ausi incon sulto episcopo: sibi contra canones usurpare regimen cleri. Non omisit episcopus errantes monere, non omisit rem totam subii cere iudicio Sanctae Apostolicae Sedis litterasque sibi super hoc negotio a summo pontifice reddi tas, miseris illis sacerdotibus, ut resipiscerent ostendere. Quumque tamen nihil ipse proficeret persua sum habuit se teneri ad illam socie tatem, propositis etiam canonicis paenis, dissolvendam: sicque Deus misericors votis episcopi arrisit, ut tandem societas illafuerit omnino de medio sublata".
Il vescovo non nega che anche nel campo della sua diocesi è appar sa della zizzania. Alcuni presbite ri infatti hanno osato fondare una società ecclesiastica senza il con senso del vescovo, usurpando per sé la direzione del clero contro i canom. Il vescovo non ha tralasciato di ammonire gli erranti, di sottomet tere al giudizio della Santa Sede Apostolica tutta la questione e di mostrare a quei miseri sacerdoti le lettere inviate su tale affare dal san to padre, perché si ravvedessero. Non ottenendo alcun risultato, il vescovo si è persuaso che quella società doveva essere sciolta anche con la minaccia di colpirla con pene canoniche. Così Dio misericordio so ha accondisceso ai voti del vescovo, di modo che quella società è stata tolta di mezzo.
filarsi inesorabile della questione romana, la società in profonda trasformazione poli tica, economica e sociale. La questione italiana, osserva Snider, si inseriva inevitabil mente nel movimento anticristiano e soprattutto antiecclesiale sviluppatosi da tutte le crisi politiche, culturali, sociali e religiose dal secolo XVIII in poi. Anche senza la questione romana, i cattolici avrebbero dovuto prendere posizione di fronte ai postulati che il processo delle idee e i concomitanti sviluppi sociali sollevavano. L'episodio del prete Cesari con gli altri dell'Unione S. Bartolomeo, cf. nota successiva, rispetto al rimanente clero di Bergamo unito a Speranza, sembra far emergere un diverso atteg giamento di fronte al risveglio dei principi e dei diritti della nazionalità, del precisar si del movimento liberale, della ricostruzione morale e politica dell'Europa dopo il crollo di Napoleone. Nello scontro tra classicismo e romanticismo, prosegue Snider, il clero per formazione non era disposto né preparato a subire le suggestioni o accettare principi e aspirazioni di un movimento che mirava a un rinascimento spirituale, tenen do conto anche del dato culturale proprio della nuova età; C. SNIDER, Gli ultimi..., p. 25-233. 19. L'Unione ecclesiastica di S. Bartolomeo (o Società dei preti di S. Bartolomeo) istitui ta nei primi mesi del 1860, nella prima riunione del 4 marzo 1860 aveva eletto suo presidente don Giuseppe Bravi (1784-1865, insegnante di matematica e fisica in semi nario, parroco di Cologno dal 1817 al 1859, consigliere del municipio di Bergamo nel
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Quum vero noverit episcopus, eam gratiam Dei quae sacerdoti bus per manuum impositionemjuit concessa, saepius esse resuscitan-
Conoscendo il vescovo che la grazia di Dio concessa ai sacerdoti con l'imposizione delle mani più spesso si deve risuscitare, si è pre
1859, consigliere provinciale, deputato nel 1860). Con lui erano stati promotori del l'iniziativa don Martino Dolci (coadiutore parrocchiale in S. Bartolomeo) e il canoni co Giovanni Finazzi. Gli elogi della Gazzetta di Bergamo all'iniziativa erano stati immediati. Gli iscritti raggiungevano, su 10400 preti, circa un centinaio e il primo atto fu un indirizzo a Vittorio Emanuele II, firmato da 93 preti. Il programma si ispirava ai temi dei cattolici liberali. Veniva reclamata una maggiore istruzione ecclesiastica, denunciati gli abusi clericali, conciliata la religione con il progresso civile. Uno dei membri, don Giovanni Colombo, in un discorso tenuto durante una riunione, aveva respinto il potere temporale dei papi e messo in discussione il valore delle lettere di alcu ni vescovi che lo sostenevano. L'iniziativa di pubblicare il testo non aveva ottenuto un consenso unanime tra i soci, compreso il can. Finazzi. L'Unione nel luglio chiese ai sacerdoti sostegno per un rapporto diverso col vescovo, intransigente, e per una teolo gia più aperta e meno tradizionale, onde superare la frattura clero-laicato. Il can. Finazzi denunciava il pericolo, nel settembre, che l'Unione fosse giudicata scismatica. Le cele brazioni per l'unità d'Italia, di cui già a nota precedente n. 18, videro solo una ventina di membri dell'Unione alla messa celebrata da un cappellano militare. Ma i due emi nenti personaggi dell'Unione, don Bravi e il can. Finazzi, non godevano ormai più la stima del vescovo. Il primo, dopo la sua elezione al parlamento italiano, era stato sospe so a divinis. Il secondo, nominato provveditore agli studi, aveva pubblicato scritti sgra diti al vescovo, che alimentavano anche la lotta della Gazzetta di Bergamo contro Speranza. Si aggiunsero articoli e opuscoli del can. Finazzi contro la pastorale del vescovo e a sostegno delle tesi conciliatoriste, della fine del potere temporale, della partecipazione del popolo all'elezione del clero. Il vescovo indirizzò al can. Finazzi una lettera di richiamo assai forte, ma egli continuò imperterrito, pronunciando anche un discorso di esaltazione del Cavour in occasione della sua morte. Anche don Dolci e don Bravi non cessavano di polemizzare con opuscoli e articoli. Nel frattempo Speranza avvisava la Santa Sede, e riceveva da Pio IX una lettera di lode e incoraggiamento oltre che di esortazione a che i membri dell'Unione si ravvedessero. Una quarantina di essi infatti si dissociarono. Gli altri presero a pretesto che l'Unione non era stata scon fessata. Il can. Finazzi intanto prendeva tempo non partecipando agli atti dell'Unione e dichiarando la sua disponibilità a una richiesta del superiore. Speranza entrava nel con vincimento che una chiarificazione era necessaria e il28 giugno 1861 emise il decre to di soppressione "Già da qualche tempo si è formata ..." colpendo con la sospensio ne a divinis i membri refrattari. I motivi di tale provvedimento erano lo scandalo per i buoni e la causa di scismi, la mancata approvazione del vescovo e il rifiuto di sciogli mento. La maggior pare dei membri si dissociò. Il 22 luglio fu deciso lo scioglimento dell'Unione. Solo don Dolci contestò il decreto rifiutando la sottomissione e chiaren do la sua decisione con l'opuscolo L'Unione ecclesiastica di S. Bartolomeo giustificata avanti il decreto di Monsignor Pier Luigi Speranza Vescovo di Bergamo, Bergamo 1861. La dedica di don Dolci al sindaco G.B. Camozzi Vertovainneggia ai princìpi di religione e patria cui si ispiravano i sacerdoti membri dell'Unione. Speranza intervenne il 3 dicembre 1861 contro l'Unione con la lettera "Obstupescendum maxime et dolen dum..." cui seguì il decreto del provicario generale, canonico Ippolito Bombardieri "Si accompagna copia conforme..." 7 dicembre, contro don Dolci sospeso dalla celebrazione della messa e dall' esercizio di ogni atto di ordine e giurisdizione in diocesi, in perpe tuo. Il 5 novembre precedente anche il parroco di Leffe, don Pietro Lucchini, era sta
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dam, curavit ad hunc finem ut plu ries in anno in diversa loca ad exer citia spiritualia convenirent sacer dotes". Renitentes quos episcopus novit indigere omnino tali remedio ad resipiscendum, etiam solet adi gere. Secum tandem reportans epi scopus humanam infirmitatem opus
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so cura a tale scopo che parecchie volte in un anno i sacerdoti si radu nassero in luoghi diversi per gli esercizi spirituali. Il vescovo suole anche obbligare coloro che si rifiu tano e che conosce aver bisogno di tale rimedio, per ravvedersi. Il vescovo, sperimentando in sé stesso che l'umana debolezza è
to sospeso a divinis. In BCAM si trova la documentazione qui citata in sintesi: l) Unione ecclesiastica di S. Bartolomeo: temi da trattarsi nelle periodiche adunanze del/' Unione ecc.ca nei mesi di luglio-agosto-settembre-novembre-dicembre, anno 1960. Si tratta di 9 temi sui rapporti Chiesa-Stato intonati alle libertà civili, collazione di benefici, istruzione, lotta alla povertà. 2) Unione ecclesiastica di S. Bartolomeo: circolareper promuovere una sottoscrizione afavore dei sacerdoti sospesi a divinis com ponenti di detta unione, 4 luglio 1861. E firmata dal sindaco G.B. Camozzi Vertova e da altri personaggi di credo liberale. La sospensione a divinis è definita contraria al diritto di associazione garantito dallo Stato. Relazioni della giunta del/' Unione,15 luglio 1861, e della commissione, 22 luglio; Dichiarazione del presidente, don Bravi, 20 luglio 1860 e pubblicata dal Giornale Patrio il 24 luglio 1861; Indirizzo dell'Unione ai sacerdoti bergamaschi, 22 luglio 1860; Allocuzione del can. Finazzi ai membri dell'Unione, 8 settembre 1860; Indirizzo di una lettera della presidenza dell'Unione al sindaco Camozzi, 26 maggio 1861; Risposta del sindaco, 29 maggio 1861. Sui sacer doti membri dell' Unione rimando al saggio di A. PESENTI, L'Unione ecclesiastica di S. Bartolomeo (1860-1861), in Bergomum..., 53 (1959), p. 45-67, con l'elenco dei 93 preti firmatari a p. 64. Pesenti osserva, a conclusione, che l'episodio servì a convalidare l'accusa di austriacante a mons. Speranza e di non aver capito i tempi. La sua intran sigenza più che da esigenze politiche fu spinta da prevenzione contro il cattolicesimo liberale del secolo scorso, che con i suoi equivoci pericolosi su Chiesa e Stato, tenta va di legittimare il conservatorismo monarchico e legittimista attuato in Francia, che avrebbe potuto influenzare negativamente la politica dello stato unitario in Italia; inol tre cf. ACVB, Lettere pastorali Libro n'Ti); Monsignor Pier Luigi Speranza ..., p. 199 209; L. CHIODI, Note brevi di cose bergamasche ignote o quasi, in Bergomum..., 70 (1976), p. 102-104, sulla corrispondenza tra san Giovanni Bosco e il can. Finazzi cir ca il caso dell'Unione, l° giugno, 6 giugno 1862; E. SORNAGA, Il cav. can. Giovanni Finazzi patriota e filantropo, rosminiano bergamasco, in Ateneo di Scienze..., 41 (1978-19791979-1980), Bergamo 1981, p. 265-289; R. AMADEI, Il clero bergama sco..., p. 147-179; S. PESENTI, Il pensiero di Giuseppe Bravi, in Alle radici ..., p. 389 passim. Sull'indirizzo diverso da quello di mons. Speranza, seguito da mons.Novasconi e da mons.Bonomelli, cf. G.P GOFFI, L'età risorgimentale..., p.277-287; G. GALLI NA, Il vescovo Geremia Bonomelli e la diocesi di Cremona dal compimento del pro cesso unitario italiano alla vigilia della prima guerra mondiale (1871-1914), in Diocesi di Cremona..., p.329-335. 20. Mons. Speranza aveva annunciato la ripresa dei corsi degli esercizi spirituali nella casa Paradiso con lettera "La sera della domenica in albis..." 8 marzo 1861, e le circolari a firma del provicario generale Bombardieri "La sera dell'Ascensione..." lO aprile 1861, "La sera del 12 settembre ..." 6 agosto, "E interessata la signoria vostra..." 23 ottobre 1861; ACVB, Lettere pastorali Libro wto.
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habere perpetuis stimulis, ne con ceptum fervorem remittat, saepius ad clerum et populum litteras pastorales mittit ut omnes in offi cio contineat.
bisognosa di stimoli continui per non perdere l'antico fervore, spes se volte invia al clero e al popolo lettere pastorali per tenere tutti a dovere.
3 De Clero saeculari
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Il Clero secolare
I. Canonici, caeterique choro cathedralis addicti residentiam observant generatim. II. Matutinum, laudes aliasque horas canonicas recitant, et mis sam quolibet die conventualem celebrant. III. Canonici cathedralis ean dem (sic) missam conventualempro benefactoribus adplicant omnibus diebus dominicis etfestis etiam sup pressis; caeteris diebus ferialibus non adplicant ex indulto Sedis Apostolicae. IV. Cum Capitulum olim fuerit suppressum a potestate civili atque inde restitutum, in visitationepasto rali decretum est ut ex reverendis simis canonicis duo seligerenturqui antiquas constitutiones reviserent, emendarent atque complerent",
l. I canonici e tutti gli altri addetti al coro della cattedrale osservano in genere la residenza. 2. Recitano il mattutino, le lodi e tutte le altre ore canoniche e ogni giorno celebrano la messa conven tuale. 3. I canonici della cattedrale applicano la messa conventuale per i benefattori tutte le domeniche e anche nelle feste soppresse. Negli altri giorni feriali non applicano per indulto della Sede Apostolica. 4. Soppresso il Capitolo una vol ta dall' autorità civile e poi ricosti tuito, nella visita pastorale si è sta bilito che due tra i reverendissimi canonici fossero scelti, allo scopo di rivedere le antiche costituzioni, correggerle e completarle.
21. Cf. ACVB, Visita Speranza, 113 Parrocchie urbane e suburbane, (ms), ff. Ir-279r, ff.31r-45v . Osserva Amadei che il can. Finazzi fu anche uno dei principali responsa bili della lunga e fastidiosa vertenza circa alcuni privilegi sostenuta dal Capitolo col vescovo. Giovanni Finazzi nato a Bottanuco il 20 novembre 1802, entrò nel seminario diocesano per passare a quello di Milano, dove si distinse negli studi meritando una medaglia d'oro. Dopo l'ordinazione sacerdotale successe allo zio materno don Giacomo Oldrati nella preposi tura di Bottanuco e Cerro. Il vescovo di Pavia, mons. Luigi Tosi, invitò il giovane don Finazzi, di soli 28 anni, a insegnare filosofia classica, storia ed elo
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Hoc opus quam plurimum adfinem productum iri speratur; interea antiquae constitutiones observan tur, habita etiam consuetudinum ratione. Inter quas consuetudines epi scopus ad hanc sedem ingrediens, eas quae sequuntur antiquitus introductas et adhuc perseverantes invenit: scilicet a. Ut canonici missam conven tualem non celebrent per se nisi dominicis diebus et festis de prae cepto; aliis vero diebus celebrent per capellanos, quibus tribuantcon gruum stipendium. b. Ut canonico celebranti, nisi ipse sit archipresbiter, non duo ex canonicis sed duo ex capellanis adsistant fungentes officio diaconi et subdiaconi. c. Ut tempore autumnali missa conventualis celebretur sine cantu. d. Ut eodem tempore autumna li maxima canonicorum pars vacet simul a choro; ita ut saepius duo tantum intersint canonici. e. Ut quamvis rubrica praescri bat certis diebus duas esse decan tandas missas, unica tantum illis ipsis diebus decantetur. V Poenitentiarius sua munera
Si spera che questo lavoro sia portato a conclusione il piii presto possibile. Nel frattempo sono osser vate le antiche costituzioni, tenuto conto anche delle tradizioni. Il vescovo, entrando in questa sede, ha trovato tra le consuetudi ni introdotte anticamente e tuttora vigenti, queste: a) che i canonici celebrino la messa conventuale personalmente se non nelle domeniche e feste di precetto, negli altri giorni tramite i cappellani, ai quali danno un con gruo stipendio. b) che al canonico celebrante, a meno che non sia l'arciprete, assi stano due dei cappellani e non due dei canonici, in qualità di diaconi e suddiaconi. c) che in autunno la messa con ventualevenga celebratasenza canto. d) che in autunno la maggior parte dei canonici si assenti insie me dal coro, di modo che il più del le volte sono presenti solo due canonici. e) che per quanto la rubrica pre scriva di cantare in certi giorni due messe, ne viene invece cantata una sola. 5. Il penitenziere adempie fedel
quenza in quel seminario diocesano. Pubblicò il primo saggio a 29 anni "Memoria sulla eloquenza del padre Segneri", Mons. Morlacchi lo volle professore di eloquenza nel seminario di Bergamo. Fu amico del filosofo Antonio Rosmini e, tramite mons. Tosi, di Alessandro Manzoni. Morì il 26 maggio 1877; E. SORNAGA, Il cav.can. Giovanni Maria Finazzi.... , p. 265-289; R. AMADEI, Il clero bergamasco..., p. 178.
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mente i suoi uffici, il teologo si avvale dell' indulto pontificio. 6. I parroci di tutta la diocesi osservano fedelmente, sotto la vigi lanza del vescovo, l'obbligo della residenza. 7. Tutti parimenti compilano e custodiscono i libri degli sposati nel matrimonio,deibattezzati,deimor ti e dello stato d'anime a norma del rituale Romano, e questi libri ogni anno sono controllati dai vicari foranei. 8. Quasi tutti i singoli parroci della città e della diocesi hanno assegnati dei sacerdoti, parte bene ficiati, la maggior parte mercenari, che li aiutano nell'amministrazio ne dei sacramenti e nessuna par rocchia risulta sprovvista del mini stero sacerdotale. 9. I parroci, il più delle volte per
diligenter adimplet: theologus uti tur indulto pontificio. VI. Parochi totius dioecesis sub episcopi vigilantia fideliter obser vant residentiae obligationem. VII. Omnes pariter conficiunt et retinent libros matrimonio copula torum, baptizatorum; mortuorum et status animarum ad normam ritua lis Romani, et hi libri quotannis per vicarios foraneos revisuntur". VIII. Omnes[ere et singuli paro chi civitatis et dioecesis adiunctos habent sacerdotes, qui partim bene ficiarii. plerique mercenarii", eos coadiuvant in sacramentorum administratione, nullaque paroecia est, quae sacerdotale ministerium desideret. IX. Parochi, ut plurimum per se,
22. Mons. Speranza, come si vedrà anche più oltre, aveva una premura particolare per i documenti parrocchiali da conservare in archivio. Nel 1857 i parroci erano stati invi tati a inviare gli estratti delle fedi di nascita dei fedeli dal 1837 al 1843, con circolare "In ordine all'ossequioso dispaccio luogotenenelale 26 luglio..." 20 agosto 1857; con circolare "Per corrispondere all' invito della I.R. Luogotenenza..." 9 gennaio 1858, a rimettere l'elenco degli scritti o libri antichi conservati negli archivi parrocchiali, spe cie quelli della visita pastorale di san Carlo; con circolare del canonico Bombardieri "In ordine all' ossequioso dispaccio..." 18 dicembre, a fornire all'autorità distrettuale la lista dei maschi per la leva militare. Con altra circolare ai parroci "Per raccogliere..." 27 set tembre 1858, si chiedevano i nomi dei sacerdoti defunti per le notizie di statistica; ACVB, Lettere pastorali Libro n° lO. 23. Era desiderio dell'imperatore, come scriveva mons. Speranza, che le condizioni eco nomiche del clero fossero migliorate. La congrua e le prebende parrocchiali avevano un reddito di Lire Austriache 1.200, ai cappellani andavano Lire Austr. 750, ai cooperatori L. Austr, 600. Ma con l'avvento dell' unità d'Italia il concordato era stato abolito, suscitando la protesta dei vescovi lombardi al guardasigilli, e veniva avanti minaccio so il progetto del matrimonio civile e del divorzio, con i provvedimenti funesti delle sop pressioni attuate nel 1866; ibid., Lettera pastorale 27 novembre 1856; Monsignor Pier Luigi Speranza... , p. 198-200; per particolari più interessanti cf. L PEDERZANI, Parrocchia... , p. 99-103.
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14 DICEMBRE 1861 sé, più raramente, se impediti, tra mite sacerdoti idonei, nelle dome niche e feste solenni pascono con parole salutari le popolazioni loro affidate, per la loro capacità e per quella delle plebi, insegnando le verità necessarie a tutti per la sal vezza, secondo il monito del Tridentino e del concilio Romano. lO. Nelle domeniche e nelle altre feste, essi ammaestrano nelle loro parrocchie i ragazzi e quanti han bisogno di questo aiuto, sui pri mi principi della fede, sull'obbe dienza verso Dio e i genitori; svol gono questo lavoro personalmente con frutto e tramite sacerdoti, chie rici e uomini laici integri e capaci. Il. I singoli parroci e gli altri che svolgono cura d'anime, ogni domenica e nelle feste di precetto, anche soppresse, applicano la mes sa per il popolo affidato loro. 12. Nessuno è mai ammesso alla tonsura clericale e agli Ordini Maggiori se non abbia dato prove certe di una vera vocazione all' e redità del Signore, e non si sia reso lodevole per la disciplina, lo studio, la probità dei costumi e la capacità. È inoltre stabilito che i candidati agli Ordini Maggiori trascorrano almeno 8 giorni di esercizi spiri tuali in un'apposita casa. 13. Tutti quelli che sono iscritti
rarius per idoneos sacerdotes, si quando sunt impediti, diebus domi nicis et festis solemnibus, plebes commissas pro sua et earum capa citate, pascunt salutaribus verbis, docendo quae scire omnibus neces sarium est ad salutem, iuxta moni tum Tridentini et concilii Romani. X. Dominicis et aliis festis die bus, in suis paroeciis, fidei rudi menta et oboedientiam erga Deum et parentes, pueros caeterosque hoc adiutorio indigentes, docent : hoc opus autem per se et per sacerdo tes, clericos atque homines laicos probos et capaces exequuntur fruc tuose. XI. Singuli parochi, caeterique curam anima rum exercentes, sin gulis dominicis festisque de prae cepto etiam suppressis, missam adplicant pro populo eorum curae commisso. XII. Nemo unquam ad clerica lem tonsuram aut ad Minores Ordines admittitur, quin verae vo cationis in Dei sortem indubia dederit", seque disciplina, studio, morum probitate et ingenio reddi derit commendabilem. Insuper statutum est, ut omnes, qui Ordines Maiores suscepturi sunt, per octo saltem dies spiritua libus exercitiis in apposita domo vacent. XIII. Omnes, qui clericali mili (a) Il senso della frase richiederebbe "signa ''.
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allo stato ecclesiastico, di qualsiasi grado e dignità, portano le vesti cle ricali. Anche se la condizione dei tempi non permette di usare il pri vilegio del foro, tuttavia per quan to è possibile, sono osservate le pre scrizioni del sacrosanto sinodo Tridentino (sess.XXIII cap.6 De Reform.) e della costituzione di Benedetto XIII papa, di felice memoria, emanata nel concilio Romano. 14. Ogni mese sia nel palazzo vescovile, dove si recano i parroci e i sacerdoti della città nonchè i chie rici teologi del seminario, sia nelle altre parrocchie della diocesi, si svolgono le conferenze nelle quali sono discussi e definiti i casi di teo logia dommatica e morale, di dirit to canonico, di ermeneutica e dei sacri riti. Secondo l'antica norma dei con cili Provinciali e dei sinodi dioce sani, il vescovo ha istituito con tut te le prerogative l'ufficio dei vicari foranei, che ogni anno si recano nelle parrocchie loro soggette e vi presiedono le conferenze.
tiae adscripti sunt, cuiuscumque gradus vel dignitatis sint, vestes iugiter deferunt clericales". Etsi ratio temporum non sinat uti privilegio fori, attamen quan tum fieri potest, servantur disposi ta a sacrosancta Tridentina sinodo (sess.XXIlI, cap.6 De Reform.) et a constitutione felicis memoriae Benedicti papae XIII in concilio Romano emanata. XlV. Singulis mensibus tum in episcopali palatio, quo parochi et sacerdotes civitatis nec non clerici seminarii, studiis theologicis addic ti, se conferunt, quam in reliquis dioecesis paroeciis, habentur con fereniiae, in quibus discutiuntur et definiuntur casus theologiae dog maticae et moralis, iuris canonici, hermeneuticae atque sacrorum rituum. Ad prtsttnam conciliorum Provincialium et dioecesanarum sinodorum normam plene episco pus instauravit officium vicariorum foraneo rum, qui se quotannis con ferunt in singulas paroecias sibi subiectas ibique praesident confe rentiis.
24. Mons. Speranza non concedeva attenuanti per l'abito ecclesiastico, seguendo l'indirizzo di Pio IX, che nel 1850 aveva rimesso in vigore, come già accennato, l'uso della tona ca. Ne è conferma quanto avvenne al canonico Francesco Bellini che si vide proibito dal vescovo l'uso degli "stivaletti di greve panno", non conformi all'abbigliamento ecclesiastico. Il sacerdote sessantenne ricorse alla congregazione del Concilio, per ottenere l'uso di tali calzature, consigliate a lui dai medici al fine di proteggere le gam be dall'umidità e dal freddo. Alla sua domanda egli allegava il certificato del medico chirurgo G.B. Omboni, 19 novembre 1863, convalidato dal sindaco di Grumello del Monte, D. Manetta (?). La congregazione rimandò l'istanza al vescovo per informazioni e parere; ASV, C. Concilii, Positiones, gennaio 1864 A-V.
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Igitur clerici omnes et praeci pue qui animarum curam gerunt, praedictis conferentiis solent inte resse, ex quo fit ut sedulius vacent studio et non parum proficiant. Xv. Mores cleri saecularis gene ratim graves et ad pietatem et vitam, qua e viros ecclesiasticos decet, compositi: id quod episco pus magna ex parte tribuendum iudicat laudabili consuetudini, quam clerus Bergomensis habet accedendi saepius ad exercitia spi ritualia. Si vero aliquando quisquam aberraverit, ea remedia adhiben tur, quae a regulis canonicis salu briter instituta sunt, ut ad bonam frugem iterum veniat.
Perciò tutti i chierici e special mente quanti si trovano in cura d'a nime, sogliono partecipare alle pre dette conferenze, col risultato che si danno con maggior impegno allo studio con non poco profitto. 15. I costumi del clero secolare sono generalmente austeri, ispirati all'amor di Dio e alla vita che si addice agli ecclesiastici; questo vie ne attribuito dal vescovo in parte alla lodevole consuetudine del clero di Bergamo di recarsi più frequente mente agli esercizi spirituali. Se qualche volta alcuno devias se, sono usati quei rimedi che le regole canoniche hanno salutar mente istituito, perché ritorni a migliore condotta.
4 De Clero regulari
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Il Clero regolare
I. Perpauci regulares qui in hac dioecesi curam animarum exercent, sua munera fideliter adimplent. Optaret tamen episcopus, auge ri in monasterio Somascae, quod habet etiam curam animarum, numerum sacerdotum, ut peregri nis qui magnafrequentia ex dispo sitis etiam regionibus illuc ad vene randas reliquias sancti Hieronimi Emiliani diebus praesertim domini cis concurrunt, maior opportunitas daretur audiendi missam et pecca ta sua sacramentaliter confitendi.
l. I pochissimi regolari che svol gono cura d'anime in questa dio cesi, adempiono fedelmente i loro doveri. Sarebbe desiderio del vesco vo che aumenti il numero dei sacer doti nel monastero di Somasca i quali hanno anche cura d'anime, per dare opportunità di udire la messa e confessare sacramental mente i propri peccati ai pellegrini che in gran numero accorrono là anche da lontane regioni specie nel le domeniche, per venerare le reli quie di san Gerolamo Emiliani. 103
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2. In diocesi non si trova alcun regolare che conduca vita fuori dal monastero, eccettuati alcuni pochis simi della Compagnia di Gesù, di vita integerrima, costretti per la malvagità dei tempi a rifugiarsi qui, ma nessuno è espulso dai suoi supe riori né alcuno si trova che, abitan do dentro le mura del convento, all'esterno poi con mancanze sia di scandalo al popolo. 3. Il vescovo non ha visitato alcun convento dei regolari, nem meno con autorità delegata. Tuttavia per quanto può sapere, nulla vi è nei monasteri che sia contrario alle loro regole e molto meno che dia scandalo ai fedeli. 4. Egli non ha avuto alcun con trasto con gli stessi regolari nell' e sercizio della giurisdizione sia ordi naria sia delegata.
II. In dioecesi nemo regularis est, qui deget vitam extra monaste rium, exceptis quibusdam perpaucis ex Societate Iesu qui a suis mona steriis exulare ob tempo rum ini quitatem coacti huc profugerunt moribus integerrimi; nemo qui a suis superioribus sit eiectus; nemo denique qui intra claustra mona sterii degens, extra delinquat vel populo sit scandalo. III. Episcopus, ne auctoritate quidem delegata, ullum regularium conventum visitavit; attamen quan tum scire potest, nihil in huiusmodi monasteriis est, quod sit contra eorumdem regulas, et multo minus, quod scandalum Christifidelibus praebeat. Iv. Nullum pariter offendiculum habuit cum iisdem regularibus in exercitio iurisdictionis sive ordina riae sive delegatae.
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Le Monache
5 De Monialibus
l. Tutte le monache soggette per giurisdizione al vescovo o osser vano le regole del loro ordine, o se alcune avevano attenuato alquan to, col consenso del vescovo, la vecchia osservanza, ora si prendo no cura di ritornarvi nella sua inte rezza con la riapertura del mona stero. 2. La clausura nei loro mona steri è custodita inviolata.
I. Moniales omnes episcopo subiectae vel sui ordinis servant constitutiones, vel si quae in sui monasterii restitutione aliquantu lum, annuente eodem episcopo, pri stinam observantiam remiserant, nunc ad integram redire curant. II. Clausura in earum monaste riis inviolate custoditur:
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3. Mai alcun abuso è penetrato nei monasteri che abbia avuto biso gno dell'aiuto o del consiglio della sacra congregazione. Se avviene qualcosa di piii leggero, facilmente si corregge con la vigilanza del vescovo. 4. Ai singoli monasteri delle donne, in città e in diocesi, viene assegnato dal vescovo un confes sore stabile e in determinati tempi anche uno straordinario. 5. Le novizie prima di essere ammesse alla professione, versano le doti, per lo più impiegate nel l'acquisto di possedimentie che con gli altri redditi dei monasteri sono ben amministrate. 6. Nessun monastero di mona che si trova in questa diocesi sog getto alla giurisdizione dei regola ri, per cui nulla vi è da dire sui monasteri di tal genere. 7. Presso tutte le sopraddette monache fioriscono la singolare disciplina, l'applicazione nell' amor di Dio, una lodevole integrità di costumi, avendo esse abbracciato la vita comune per conseguire una maggior perfezione della virtù.
III. Nullus unquam in iisdem monasteriis irrepsit abusus, qui consilio aut auxilio sacrae congre gationis indigeat: si quid levius accidit, facile per vigilantiam epi scopi corrigitur: IV. Singulis mulierum mona steriis tam civitatis, quam dioece sis stabilis confessarius ab episco po deputatur, et statutis temporibus etiam extraordinarius. V. Novitiae, priusquam ad pro fessionem admittantur; persolvunt dotes, quae ut plurimum in acqui rendis praediis erogatae, una cum aliis redditibus monasteriorum ree te administrantut: VI. Nullum est in hac dioecesi monialium monasterium, quod sit praelatis regularibus subiectum: quare super monasteriis huiusce modi nihil dicendum venit. VII. Singularis disciplina, ora tionis studium et laudabilis morum innocentia florescunt apud supra dictas omnes moniales, quae ad maiorem virtutis perfectionem asse quendam, vitam communem ample xatae sunto
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Il Seminario
De Seminario I. Posteaquam seminarium coeptum fuit occupari a militibus, ut supra dictum est, clerici partim intra urbem, partim in pago
l. Dopo che il seminario ha cominciato a essere occupato dai militari, come s'è detto più sopra, i chierici, perché la loro educazione
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Bottanuci, conductis ad hunc finem privatis aedibus collocati fuerunt ne illorum educatio pateretur detri mentum. Reddito tamen seminario ad quos pertinet, huc iterum reducti fuerunt clerici; ex quibus convicto res, uti supra dictum est, sunt 234; alii vero qui scholas tantum fre quentant sunt 154. 1nsuper quum plures ex paren tibus sive propter iniquitatem tem porum, sive propter inopiam quo tidie ingravescentem non amplius possint in urbem ad seminarium suos mitterefilios qui clericali mili tiae nomen dare volunt, episcopus indulsit ut iidem pueri primae grammaticae rudimenta a suis parochis vel aliis piis et doctis sacerdotibus accipere possint, ad seminarii tamen scholas accessu ri, quum superiores disciplinas opus erit addiscere et se propius ad ordi nes praeparare. 11. In seminario pueri et adole scentes istituuntur in ecclesiastica disciplina per moderatores quos dam ab ipso episcopo et sub ipsius immediata vigilantia deputatos. III. Neque solum hi clerici docentur grammaticam, rhetori cam, philosophiam, theologiam, apologeticam, dogmaticam, mora lem, pastoralem, ius canonicum et civile, historiam ecclesiasticam, sacram eloquentiam, homileticam, pedagogiam et methodicam, verum
non fosse danneggiata, sono stati collocati parte in città e parte nel paese di Bottanuco, in alcune abi tazioni private prese a tale scopo. Restituito il seminario ai pro prietari,i chierici vi sono stati ricon dotti. I convittori, come s'è detto più sopra, sono 234, gli altri che fre quentano soltanto le scuole sono 154. Inoltre poiché molti genitori sia per i tempi difficili sia per la povertà che ogni giorno più aumen ta, non possono mandare nel semi nario in città i loro figli che voglio no entrare nello stato ecclesiasti co, il vescovo ha acconsentito che i medesimi possano apprendere i primi elementi di grammatica dai loro parroci o da altri dotti sacer doti, entrando poi nelle scuole del seminario quando dovranno esse re formati in discipline superiori e prepararsi in modo specifico agli Ordini. 2. In seminario i ragazzi e gli adolescentisono formati nella disci plina ecclesiastica da alcuni supe riori scelti dallo stesso vescovo e sotto la sua diretta dipendenza. 3. Questi chierici non solo ven gono ammaestrati nella grammati ca, retorica, filosofia, teologia, apo logetica, dogmatica, morale, pasto rale, diritto canonico e civile, sto ria ecclesiastica, sacra eloquenza, omiletica, pedagogia e metodica, 106
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etiam linguas graecam et hebrai ma anche nelle lingue greca ed ebraica, la sacra liturgia e il canto cam, liturgiam sacram et cantum gregoriano. gregorianum. Il vescovo stesso, con il con Magistros autem sacerdotes qui senso dell'amministrazione, sceglie ad eosdem clericos cum laudabili i sacerdoti maestri, sono 20, che horum profectu deputantur et sunt vengono incaricati per educare, con numero viginti, elegit ipse episco lodevole profitto, i chierici stessi. pus de administrationis consensu. 4. Ogniqualvolta occorre o lo IV. /idem clerici quoties opus richiede il vescovo, nei giorni festi est vel quoties manda t episcopus, vi gli stessi chierici servono in cat diebus festis cathedrali et aliis tedrale e nelle altre chiese parroc ecclesiis parochialibus cum aedifi chiali con edificazione dei fedeli catione adstantium Christifidelium presenti. inserviunt. 5. Il vescovo ricorre, per tutte le V. Duorum ex senioribus cano cose che riguardano il retto gover nicorum, aliorumque sacerdotum no del seminario, al consiglio di due consilio utitur episcopus in iis dei più anziani canonici e di altri omnibus, quae ad rectum semina sacerdoti. rii regimen spectat. VI. Seminarium frequenter epi 6. Il vescovo visita di frequen te il seminario, assiste agli esami scopus visitat, examinibus clerico rum adsistit, datque sedulam ope dei chierici, e si prende attenta cura ram, ut eiusdem constitutiones ple che le sue regole vengano osserva te tutte. ne serventur. 7. Nessuna tassa è stata istituita VII. Pro seminario erigendo et per l'edificazione del seminario o sustentando, nulla est statuta taxa, per il suo mantenimento, per i moti ob rationes, quae supra parag. I n. vi riferiti nel par. I n. 9. 9 allatae sunto
7 De Ecclesiis,
Confraternitatibus et Locis Piis
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Le Chiese,
le Confraternite, e i Luoghi Pii
I. In sacristiis omnium et singu 1. Nelle sacristie di tutte e sin gole le chiese è esposta la tabella larum ecclesiarum exposita est tabella onerum missarum et anni degli oneri delle messe e degli anni versariorum; quae obligationes ut versari. Il vescovo sorveglia che tali
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fideliter adimpleantur; curat epi scopus: et si ob eleemosinae tenui tatem aliquando nequeat voluntati testatorum integre satisfieri, non omittit episcopus ut pro facultate sua nume rum missarum reduce re vel ab ista Sancta Sede, quando opus est, veniam reductionis impe trare. II. In confratemitatibus, scholis aliisque locis piis, pia opera a testa toribus iniuncta, meliori quo fieri potest modo, solent impleri. III. Ab horum locorum admini stratoribus, quatenus a civili pote state non impeditur; quolibet anno per vicarios foraneos ratio reddi tur episcopo. IV. Montem Pietatis visitare epi scopum, non sinunt leges civiles: nullo autem minus exquirere ratio nem administrationis, quae omni mode est penes dvi/es magistratus. V. Idem dicendum venit de hospitalibus, quae tamen visitat epi scopus et curat, ut infirmis neces saria quoad salutem animae in eis subministrentur.
obblighi vengano fedelmente adem piuti. Anche se alcune volte non si può soddisfare integralmente la volontà dei testatori per l'esiguità dell'elemosina, il vescovo non tra lascia di ridurre di propria facoltà il numero delle messe, ovvero di impe trare dalla Santa Sede, quando è ne cessario, la grazia della riduzione. 2. Nelle confraternite, nelle scuole e negli altri luoghi pii, le pie opere ingiunte dai testatori soglio no essere adempiute nel miglior modo possibile. 3. Dagli amministratori di que sti luoghi, qualora non vi sia alcun veto dalla potestà civile, viene dato resoconto al vescovo ogni anno tra mite i vicari foranei. 4. Le leggi civili impediscono al vescovo di visitare il Monte di Pietà, e ancor meno di chiedere il resoconto dell' amministrazione che è totalmente nelle mani delle auto rità civili. 5. La stessa cosa è da dire circa gli ospedali che tuttavia il vescovo visita, provvedendo che venga am ministrato agli infermi quanto è ne cessario per la salvezza dell'anima.
8 De Populo 8
Il Popolo
I. Populi mores generatim boni ac pietati conformes. Fere omnes et praecipue qui a civitatis et oppi dorum periculis absunt, ecclesias,
1. I costumi del popolo sono generalmente buoni e conformi alla pietà
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Verbum Dei et Sacramenta fre quentant. II. Attamen dolendum est, quod praesertim post motus civiles, per pauci in pagis, plures in civitate et oppidis populosis, pietatis et reli gionis studio posthabito, ecclesiae praecepta contemnere, clerum par vipendere, vitam agere otiosam et vitio deditam, atque impietati fave re videntur".
Quasi tutti e specie quanti sono lontani dai pericoli della città e dei paesi, frequentano le chiese, la pre dicazione della Parola di Dio e i sacramenti. 2. Vi è da dolersi che special mente a seguito dei moti civili, alcune persone, poche nei villaggi, molte in città e nei paesi popolosi, abbandonato lo spirito e la pratica religiosa, si vedono disprezzare i precetti della Chiesa, non tenere in conto alcuno il clero, condurre una vita oziosa e dedita al vizio, non chè ad assecondare l'empietà.
25. Non si trova nella relazione alcun accenno alla situazione economica, sociale e culturale della popolazione. Esiste al riguardo un rapporto dell'allora governatore di Bergamo, Stefano Centurione, al ministro Cavour. Il primo governo dello Stato unitario italiano aveva chiesto a tutti i prefetti l'invio urgente di note informative segrete sulle provin cie annesse al Regno. Non sembra esagerato affermare che la relazione Speranza e il rap porto Centurione messi a confronto descrivono due mondi completamente diversi. Centurione giudica la gente delle valli e della pianura in ogni senso arretrata, con le pia ghe dell'ira, rissosità e alcoolismo, indulgente al furto come risposta alle privatizzazioni statali, imbevuta di un cieco e servile rispetto verso i sacerdoti; pessima la valutazio ne data sul clero "che si arrovella a fuorviare la coscienza dell' ignorante popolazione" dalla causa nazionale, intrigante, ambizioso e mancante di cultura. Pochi anni prima del rapporto Centurione, il governo napoleonico nel 1811 aveva promosso un'indagine per conoscere usanze, costumi e dialetti dell' Italia centro-settentrionale, dandone inca rico al conte Giovanni Scopoli, direttore generale della Pubblica Istruzione. Egli invia va ai professori di Lettere dei Licei del Regno ltalico un questionario per informazio ni "Sulle diverse costumanze ed anche pregiudizi e superstizioni che si mantengono nelle campagne di questo Dipartimento (quello del Serio comprendeva i distretti di Bergamo, Treviglio, Clusone e Breno in valle Camonica) in occasione di nascite, noz ze, morti o tumulazioni, come pure in tempi di peste. Sulle pratiche che si tengono nel le diverse stagioni anche per ciò che riguarda le opere agrarie,e sulle dimostrazioni di allegrezza e se vi sono canzoni cosidette nazionali ed altri componimenti simili; final mente sui caratteri particolari e modi che distinguono i dialetti degli abitanti i diver si comuni ...". La rilevazione compiuta dal prof. Giuseppe BeItramelli con notizie trat te "da' parrochi più coIti" smentisce la fama che i bergamaschi sono di "animo fero ce", al contrario sono persone "piene di docilità e di onoratezza" con un cuore "sen sibilissimo alla pietà". A parte queste valutazioni, tenuto presente che anche in ber gamasca era diffusa la mezzadria e quindi il proletariato della terra, eccettuata la piccola proprietà nelle zone montane, non si può negare che "le condizioni delle classi contadine provocano una letteratura di commiserazione e di indignazione e di denuncia non solo per la scarsità del salario e del cibo, ma anche per la mancanza di istruzione e dei dirit ti politici". Un aspetto inconsueto e significativo, per quegli anni, fu la richiesta del
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Ad haec mala arcenda atque curanda episcopus, quantum po test, vigilat, corripit, obsecrat, opportunos sermones habet, litte ras pastorales ad populum et ad clerum praesertim in cura positum animarum mittit"; sed in tanta tem porum calamitate, quantum optat, proficere non valet.
Il vescovo allo scopo di allon tanare e curare questi mali, vigila per quanto può, corregge, supplica, tiene sermoni adatti, invia lettere pastorali al popolo e al clero, quel lo specialmente impegnato in cura d'anime. Ma in tempi tanto cala mitosi egli non riesce a ottenere il progresso che desidera.
9 De postulatis Episcopi referentis
9
Le richieste del Vescovo
che scrive
Plures in hac dioecesi paroeciae confinia ita constituta habent, ut earum aliqua pars vel domus lon gius distent a propria ecclesia, quam ab alia parochiali limitrofa. Hinc fit ut qui has partes vel domos incolunt ob praedictam maiorem distantiam ve! ob viarum aspe ritatem cogantur negligere
Molte parrocchie in questa dio cesi hanno i confini stabiliti in modo che qualche loro frazione o case distano più dalla propria chie sa che dalla parrocchiale limitrofa. Da ciò ne consegue che gli abi tanti di tali case o di tali frazioni, per la maggiore distanza accennata o per le strade scoscese, sono co
vescovo ai parroci di indagare e trasmettere alla curia notizie in loro possesso sulla sepoltura dei suicidi nei cimiteri, giudicata una profanazione del luogo sacro, lettera pastorale "L'anima mia esulta grandemente..." 20 aprile 1858 e" Di seguito alla nostra lettera pastorale del 20..." 26 aprile; ACVB, Lettere pastorali Libro nìlt); Sommario..., f. 92; C. BELLO', Società..., p. 99 per la citazione; M. GELFI, "Una Provincia in tri ste condizione" rapporto al ministro Cavour, in Archivio Storico Bergamasco, l° (Nuova serie), aprile 1995, Il Documento, p. 74-92; F. IRRANCA, Abitudini e carat tere dei Bergamaschi ricostruiti in una relazione ottocentesca del professor Giuseppe Beltramelli, in L'Eco di Bergamo 5 marzo 1998. 26. Mons. Speranza nella lettera "Se vi è cosa.;" 30 agosto 1863, aveva trattato espressa mente il tema dell'educazione sottolineandone l'importanza e richiamando l'attenzio ne dei genitori e dei fedeli. Metteva in guardia dalle cattive compagnie, dai libri e gior nali perversi, dalle immagini sconce, dai teatri. Da ultimo aveva fatto un appello spe ciale ai maestri delle scuole; ACVB, Lettere pastorali Libro n° lO; Sommario ..., f. 94. I richiami di Speranza all'impegno del catechismo furono continui e seguiti con fedeltà nelle parrocchie; P.BIAGGI, Il catechismo a Bergamo nel secondo Ottocento. La sin golarità dell'episcopato di mons. P. L Speranza, LDC ,Torino 2003.
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suam parochialem ecclesiam et ad aliam propinquiorem se conferant sacram missam et Verbum Dei audituri. Id confusionem gignit et animarum saluti non parum officit. Quapropter episcopus, ubi opus est, et ubi rectores consentientes invenit istiusmodi partes et domos magis distantes ab una paroecia per dismembrationem separat, et ad propinquiorem et magis oppor tunam adiungit. Sed quoniam interdum ecclesia rum rectores renitentes reperit, reme dium de quo sermo est, adhibere non potest, et ideo saluti animarum pia ne prospicere prohibetur. Quare optat episcopus, ut quan do opus est, valeat etiam invitis ree toribus confinia paroeciarum suae dioecesis, saltem tanquam delega tus ab Apostolica Sede, moderare et per dismembrationem partem unius paroeciae ad aliam transferre.
stretti a trascurare la loro chiesa par rocchiale recandosi a un'altra più vicina, per ascoltare la santa messa e la Parola di Dio. Ciò porta con fusione e ostacola non poco il bene delle anime. Per tale ragione il vescovo, dove sia necessario e trovi i rettori con senzienti, separa con la dismem brazione le frazioni e le case più distanti da una parrocchia, per asse gnarle a una più vicina e piii como da. Per la qual cosa il vescovo desi dera che quando ciò è necessario, sia in grado, anche con i rettori con trari, almeno in qualità di delegato della Sede Apostolica, di regolare i confini delle parrocchie della sua diocesi e trasferire con la dismem brazione una frazione della parroc chia a un'altra.
Bergomi ex episcopali palatio die 14 decembris 1861
Bergamo dal palazzo vescovile 14 dicembre 1861
Humillimus addictissimus servus + Petrus Aloisius episcopus
Umilissimo rispettosissimo servo + Pietro Luigi vescovo timbro
sigillum
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VISITE
AD LIMINA
3118/6 Giunta in segreteria fin dal decembre 1861. Passata all' estensore del le relazioni li 23 decembre 1862 atteso che il procuratore monsignor Mai che fece la visita fin da detta epoca, non ha mai esibito gli attestati. Die 6 maii 1863 fuit responsum
C. Sapi
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NOMINA E PRESENTAZIONE DEL PROCURATORE
REY. MARCO MAI
Eminentissimi patres
In oboedientiam Sixtinae constitutionis, testimonium visitationis ad sanctorum Apostolorum Limina per procuratorem illustrissimum domi num Marcum Mai" anno proxime elapso peractae remùto eminentiis vestris, 27. Don Mare' Antonio Mai nacque a Schilpario nel 1812 circa. Era fratello di p. Giovanni Mai, gesuita, fondatore dell'oratorio di S.Giorgio in Bergamo, e cugino in secondo grado del cardinale A.Mai. Ordinato sacerdote il 17 dicembre 1836, svolse nel paese natale l'ufficio di cappellano e di parroco a Pradella sino al 1852. A Roma fu rettore del la chiesa di S.Maria della Pietà, cappellano dell'arciconfratemita dei Bergamaschi, in seguito canonico di S.Pietro. Si occupò della destinazione di quanto il card. Mai lasciò alla sua terra natale. Egli costatò che tra le diocesi lombarde solo i chierici bergama schi avevano possibilità di un seminario a Roma col lascito Cerasoli, e ideò, con mons. Edoardo Borromeo Arese un progetto analogo per i chierici delle diocesi lombarde. La sua amicizia col segretario del cardinale B. Rornilli facilitò l'attuazione dell' idea nel la prima sede di S. Carlo al Corso, con due chierici per ogni diocesi. Papa Pio IX infor mato del progetto benedisse l'iniziativa. Il Mai si rivolse a don Francesco Secco Suardo,parroco in Milano, che nel 1857 si incaricò di raccogliere fondi per l'opera. Il futuro Pio XI, Achille Ratti, fu uno degli allievi a S. Carlo al Corso. Don Mai morì nel 1879; ACVB, Patrimoni ecclesiastici, 31 agosto 1835; ibid., Sacre ordinazioni 1832-1852 (ms) ff.nn.; ibid., Stato delle anime della vicaria di Scalve, 1836-1840,1851 1853; Stato del clero, vicaria di Scalve 1836-1840; idem,1851-1853; AA.VV.. Il Collegio Cerasoli in Roma Commemorazioni centenarie 1735-1935, 1835-1935, a cura della ven. Arciconfratemita dei Bergamaschi in Roma, Roma 1935; Il P. Giovanni Mai, s.j., a cura dell'oratorio di S. Giorgio nel cinquantesimo di fondazione, Bergamo 1937; Il Pontificio Seminario Lombardo nel centenario della fondazione, Roma 1965.
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suppliciter deprecans, ut in actis istius sacrae congregationis recipiatur. Relationem item de statu huius meae Bergomensis dioeceseos exhibeo, qua de relatione si quid eminentiae vestrae animadvertendum vel praeci piendum censuerint, dignentur, quaeso, mihi rescribere: nihil enim mihi satius est, quam ea praestare, quae saluti subditorum meorum conferre visa fuerint. lnterim eminentiis vestris fausta omnia precor a Domino, et quam maxi mam venerationem atque obsequium ex corde profiteor. Datam Bergomi die 14 decembris anno 1861 Eminentiarum vestrarum humillimus addictissimus servus + Petrus Aloisius episcopus Eminentissimis Patribus sacrae congregationis Concilii Romam Bergomen. Visitatio sacrorum Liminum V 29 B Ex praevia absolutione, Sanctissimus annuit
Beatissimo Padre Il Vescovo di Bergamo non potendo visitare personalmente i sagri Limini e presentare la relazione dello stato della sua Chiesa per li passati triennii 91 e 92, ha deputato in suo procuratore il sacerdote Marco Mai. Supplica la Santità Vostra ad ammettergli detto procuratore, non che accordargli una benigna assoluzione per non aver adempiuto a tal suo dove re nel tempo prescritto relativamente al triennio 91. Bergomen. Visitatio sacrorum Liminum 2117/6 Ex audientia Sanctissimi die 22 decembris 1862. Praevia absolutione Sanctissimus annuito NB. Il procuratore monsignor Mai non ha esibito mai i documenti del le eseguite visite ad sacra Limina, quantunque più volte eccitato, avendo però assicurato dell'adempimento. 113
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Cum relatione exhibita decembri 1861 data fui! attestatio tam pro prae terito triennio 91 necnon pro 92, die 20 decembris 1861 expirato.
La visita è stata fatta a tutto il 3° triennio 92 spirato li 20 decembre 1861.
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LETTERA DELLA CONGREGAZIONE DEL CONCILIO
AL VESCOVO P.L. SPERANZA
(minuta)
1 maij P.C. C. P. Romae 6 maii 1863
Al vescovo di Bergamo l maggio p.c.c.p. Roma 6 maggio 1863
Literas ab amplitudine tua datas die 14 decembris 1861 excepit haec sacra congregatio Tridentini iuris Interpres ac Vindex pro triennio 92, quod exitum habuit die 20 decem bris eiusdem anni. Quibus quidem litteris respon sum praebere eadem distulit ex eo, quod procurator ab amplitudine tua ad invisenda sacra Apostolorum Limina deputatus testimonialem de hac peracta visitatione fidem exhi bere retardavit. Ceterum sacra congregatio libentissime perlegit easdem literas ad normam Benedictinae formulae accurate conscriptas iuxta ea quae tibi praeteritis literis diei 26 martii 1857 eadem praescripserat. Quod vero in tuam laudem magis magisque conferre arbitror;
La congregazione Interprete e Vindice del diritto Tridentino ha ricevuto la tua lettera del 14 dicem bre 1861 per il triennio 92°, scadu to il 20 dicembre scorso. La congregazione ha differito la risposta perché il procuratore inca ricato dalla tua signoria per visita re i sacri Limini degli Apostoli, ha ritardato la consegna dell' attestato della visita effettuata. D'altra parte la congregazione ha letto con grandissimo piacere e attenzione la relazione accurata mente scritta secondo la formula Benedettina, come era stato indi cato a te con lettera del 26 marzo 1857. Quanto in verità penso si debba riconoscere a tua lode, è ciò che in essa si trova contenuto.
Episcopo Bergomen.
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Vi sono infatti molte prove del la tua premura e sollecitudine con la quale governi così bene e ammini stri la nave del Signore affidata alle tue cure, in mezzo ai sommovi menti civili, tanto che eviti scogli e radure senza riportare danni, o almeno, quando non si possono proprio evitare, con ogni mezzo ti ingegni perché la cosa sacra subi sca la minor offesa possibile. In particolare, per quanto scrivi prima di tutto sui canonici onorari, la sacra congregazione non dubita che nell'assegnare queste onorifi cenze, si tengano presenti solo il motivo di un maggiore aumento del culto divino, o dei singolari meriti della persona verso la Chiesa. Circa il seminario diocesano e le altre scuole della tua diocesi e il ginnasio, la congregazione si ralle gra moltissimo che tu ti impegni con sollecitudine singolare per la gioventù del luogo. Benchè tu non abbia bisogno di esortazione, tutta via per l'importanza della materia la congregazione non tralascia di aggiungere anche le sue raccoman dazioni, perché sempre con uguale premura, anzi maggiore, se è pos sibile, tu ti applichi ad affrontare questo importantissimo settore del tuo ministero pastorale. Non dubita la congregazione che la visita della diocesi sia stata ulti mata da te in ogni sua parte, anzi che tu nel tempo dovuto stia appli
illud profeeto est quod in iisdem continetut: Plura namque ex iisdem exstiterunt argumenta impensae sol licitudinis, qua in hae rerum civi
lium perturbatione dominicam naviculam tuis curis concreditam ita moderaris ae regis, ut seopulos ae sirtes nulla offensione devites, aut saltem, quando vitari nequeant, omni contentione satagas, ut minus, quam fieri potest, detrimentum in rem saeram derivet. Singulatim vero quod de eano nicis honorariis in primis scribis, non dubitat saera congregatio, quin in huiusmodi honorificentiis tri buendis, ratio tantummodo habea tur maioris in divino eultu augmenti aut singularium in Ecclesiam per sonae meritorum. De seminario dioecesano, aliis que dioeceseos tuae seholis et gim nasiis summopere gaudet sacra congregatio, quod singularem iuventuti ibidem commoranti euram impendas: in quo lieet incitamen to non indigeas, tamen pro rei gra vitate non praetermittit saera eon gregatio suas etiam addere eom mendationes, ut eodem semper stu dio, imo maiori, si fieri potest, in gravissimam hane pastoralis mini sterii partem obeundam incumbas. Saeram dioeceseos visitationem per haee tempora ab amplitudine tua omni ex parte absolutam fuis se non dubitat; quin imo confidit fore ut stato tempore eamdem iux115
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ta Tridentinam legem sedulo instau raturus sis. De sinodo dioecesana probatur, quod in horum tempo rum difficul tatibus eiusdem defectui supplere studeas rationibus a Benedicto XN indicatis, ac praesertim spirituali bus exercitiis. Quae vero in bonum Ecclesiae, cleri ac populi a te peracta fuisse recenses in ultimo capite secundae paragraphi, pluribus laudibus, uti par est, ab hac sacra congregatio ne honestatafuerunt. Bene profecto est quod canoni ci cathedralis opus capitularium constitutionum emendandum susce perint; hoc autem cum perfectum fuerit, iuxta praesentem ecclesia sticae (sic) disciplinam et laudabi les consuetudines ab amplitudine tua expendendum et comproban dum erit. Quas consuetudines in Capitulo vigentes enumeras, de prima ac secunda sub literis A. ac B., illud nosse necesse est, num undecim cappellani, quorum, sex beneficia les esse in tuarum literarum initio narras, officio chorali persolvendo sint addicti: si enim ita se res habe ret, et consuetudo legitima inventa fuisset, nihil animadversione di gnum praeseferre viderentur. De tertia sub titulo C. nulla ad est ratio, cur autumnali tempore missa conventualis sine cantu cele bretur: namque canonica iura nul
candola secondo la legge Triden tina. Circa il sinodo diocesano, si è convinti che nelle difficili condi zioni di questi tempi tu ti industri nell' ovviare alla sua mancanza, con i modi indicati da Benedetto XIV e specialmente con gli esercizi spi rituali. Questa sacra congregazione ha apprezzato assai, come giusto, quanto tu scrivi nel secondo para grafo dell'ultimo capitolo, di aver compiuto a vantaggio della Chiesa, del clero e del popolo. È cosa buona che i canonici del la cattedrale abbiano iniziato la revi sione delle costituzioni capitolari e, quando esse saranno perfeziona te secondo la disciplina vigente e le lodevoli consuetudini, tu dovrai ponderarle e approvarle. Circa le consuetudini vigenti nel Capitolo, da te elencate sotto le let tere A-B, occorre sapere se gli Il cappellani, di cui 6 beneficiati, sia no aggiunti per assolvere il compi to corale. Se così fosse risultato e la con suetudine trovata legittima, sem brerebbe non offrire nulla di biasi mevole. Circa la terza sotto la lettera C, non v' è ragione che in tempo autun nale sia celebrata la messa conven tuale senza il canto.
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14 DICEMBRE 1861 I diritti canonicali non esimono in alcun tempo dell'anno dal canto. Circa la quarta, lettera D, quan do sia lecito ai canonici prendere le vacanze permesse dal concilio Tridentino, è diritto del vescovo decidere che non tutti o la maggior parte dei canonici siano assenti con temporaneamente, di modo che in coro si trovi un numero congruo per celebrare decorosamente i divini uffici. Circa l'ultima, lettera E, se la consuetudine dimostrasse che le cose sono legittime, è da tollerare, secondo la dichiarazione di Benedetto XIV nella costituzione Cum semper oblatas, par.21 e 22. Per il desiderio da te espresso dell' aumento dei regolari a So masca, occorre che ti rivolga ai superiori di quell' istituto. Nel paragrafo 7 del primo capi tolo sembri accennare al fatto che
lum a cantu anni tempus excipiunt. Circa quartam sub litera D., quando canonicis uti liceat vaca tionibus a concilio Tridentino per missis, integrum est episcopo con stituere, ne iidem omnes aut pleri que eodem tempore absint, ita ut congruus adsit in choro numerus, qui divina offida decenter absol vat. Circa ultimam sub litera E., si consuetudo legitima obtinuerit, toleranda esse videretur iuxta ea, quae declaravit Benedictus XIV consto Cum semper oblatas, paro 21 et 22 1• Quod cupis, in coenobio Somascae, ut numerus augeatur religioso rum, ad supremos eiusdem Somascae congregationis modera tores hac de re te vertas oportet.
l. L'enciclica suindicata, promulgata il 19 agosto 1744, prescrive: "21. Huiusmodi quae
stio aliquibus ex vobis ecclesiastico zelo flagrantibus supradictae congregationi vene rabiliumfratrum nostrorum Conci/ii Tridentini interpretum proposita est. Iamque ante illius propositionem compertum fuerat, alias ab eadem congregatione responsum fuis se, concedendam esse exemptionem ab onere applicandi secundam, ac tertiam mis sam conventualem pro benefactoribus in genere, attenta canonicatuum et beneficio rum tenuitate; ex quo inferri poterat huiusmodi applicationis debitum manere, ubi de ecclesiis pauperibus non ageretur: 22. Verum quum hanc definiendae quaestioni regu lam apud praedictam congregationem non admodum veteri observantia firmatam pro be noverimus, cumque huiusce dubii solutionem eadem congregatio nuper iudicio nostro remittendam esse censuerit, Nos ita iudicamus idque vobis tenendum indici mus: laudandos nempe et confirmandos esse quotquot sponte sua secundam, aut ter tiam conventualem missam pro benefactoribus in genere applicant; qui vero idem agunt ex vi consuetudinis in ipsorum ecclesia vigentis, iis imperandum ut in ea con suetudine perseverent. Ubi vero id usu receptum non invenitur; liberam omnino secun dae tertiaeque missae conventualis applicationem celebrantibus relinquendam esse, dummodo in commemoratione pro defunctis, ecclesiae benefactorum in genere non obliviscantur "; BENEDICTI XIV P.O.M. Bullarium, I, Prati ex Typographia Aldina 1844, p. 399.
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In primo capite paragraphi sep timi illud videris innuere, aliquan do fieri, ut abs te ob eleemosinae tenuitatem pro tua facultate missae absque interventu Sedis Apostolicae reducantur. Si pro hac facultate eam intelligis, quae ex sacro rum cano num iure tribuitur episcopis, velint eminentissimi patres, ut ea consi deres, quae docet Benedictus XIV De Sinodo Dioecesana lib. ult. cap.13, praesertim num.19, ubi ali ter statutum esse luculentissime comprobatur. Ne igitur pigeat aliquid hac de re in proxima relatione significare. Ut fidei cultum, bonorumque morum studium in populo sartum tectumque servare queas, praeter ea, quae praeteritis literis tibi signi ficata sunt, ea diligenter exequi cures, quae sanctissimus dominus noster episcopos sibi adstantes monuit in allocutione quam habuit die 9 iunii anni p.p.occasione cele britatis martirum Iaponensium'. Ad postulatum quod attinet, cum facultatem de aliqua parochiarum portione, invitis parochis, pro opportunitate disiungenda generice expressam, concedere non erat disciplina sacri Ordinis, satius ducit
per l'esiguità delle elemosine delle messe, tu possa ridurle senza il ricorso alla Santa Sede. Se per tale facoltà intendi quel la attribuita per diritto (dei sacri canoni) della congregazione ai vescovi, i padri della congregazio ne suggeriscono che consideri quan to scrive Benedetto XIV nel De Sinodo Dioecesana, libro ultimo cap. 13, specialmente al numero 19, ove in modo molto chiaro si trova che è stato deciso diversamente. Non ti rincresca accennare su questo tema qualche notizia nella prossima relazione. Perché tu sia in grado di preser vare il culto della fede, conservare e proteggere la pratica dei buoni costumi nel popolo, oltre quanto nella precedente lettera ti è stato significato, impegnati a eseguire diligentemente le esortazioni del santissimo signor nostro papa nel discorso ai vescovi nell' udienza del 9 giugno, in occasione della cele brazione dei martiri giapponesi. Circa la divisione di una parte della parrocchia per certi motivi di opportunità, contro il parere dei par roci, non era consuetudine del sacro Ordine concedere la facoltà espres sa genericamente, e ritiene più giu
2. Si tratta dei 26 martiri crocifissi e trafitti nella zona di Nagasaki il 5 febbraio 1597, beatificati da Urbano VIII nel 1627, canonizzati da Pio IX nel 1862. Pio IX oltre all'o melia "Exultet cor nostrum", emanò anche la costituzione "Maxima quidem laetitia"; PII IX P. M. Acta, I, III, Romae 1864, p. 445-450, 451-461; G.D. GORDINI, Giappone, Martiri del, in Bibl. Sanct., VI, p. 434-442.
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te hortari, ut in casibus particula ribus, re universa diligenter expo sita, facultatem ipsam expostules. Haec habui nomine sacrae con gregationis; ego vero singulatim omne meum studium impense pro fiteor amplitudini tuae, cui fausta qua eque ac salutaria a Domino precor.
sto esortarti che nei casi particolari, esposta tutta la questione con chia rezza, tu chieda la facoltà stessa. Queste (osservazioni) per con to della sacra congregazione, men tre io personalmente manifesto alla tua signoria tutto il mio ossequio, invocando per te dal Signore ogni cosa buona e salutare.
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DUE LETTERE DEL VESCOVO P.L.SPERANZA
SULLA SITUAZIONE GENERALE E SU ALCUNI PROBLEMI
PASTORALI DI INTERPRETAZIONE DEI CANONI
(autografa)
f. 1r
da Bergamo 17 giugno 1863 Chiarissimo reverendissimo monsignore Eccole la dimanda. Se mi ottiene, mi par bene. Come bene intenderei che fosse tutte le volte, che proporrei simili mutamenti. In Lombardia stiamo male; andiamo a male; peccato per la popolazione, che è benissimo dispo sta. Se vedesse vostra signoria reverendissima che buon senso conserva la bassa popolazione, direi anche nella città! Chi sa che sia segno, o via a riformare anche il clero! Alcuni dicono: stiamo a vedere, che cosa farà Roma adesso. lo penso: che cosa ha da fare? È difficile la cura nostra. Faccia il santo padre quel che Dio gli ispira. Di Cremona mi vengono buo ne nuove. E quei, che sono di là dal Mincio), non so che scuse abbiano; però un pò mi immagino. Basta, o rimedio, o morire. C'è in Lombardia anche l'infestazione dei protestanti!
3. Mantova fu divisa dal 1859 al1866; R. BRUNELL!, La dominazione austriaca: 1788 1866, in diocesi di Mantova, 8, Storia religiosa della Lombardia, 1986, p. 175-181.
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lo per ora non ho avuto scuole nuove, ma ho i protestanti vecchii; che sono qui a fare il mercante. Insomma quando vostra signoria illustrissima va dal santo padre, dopo bacciati i piedi tutti due per me, lo preghi d'una gran benedizione; e facendo il dovere alla meglio noi confideremo in Dio, e nella Immacolata. Mi creda umilissimo obbligatissimo affezionatissimo Pietro Luigi vescovo Illustrissimo e reverendissimo monsignor Nardi 4 Roma f. lr-v Eminenza ho ricevuto la risposta data dalla sacra congregazione il giorno 6 mag gio 1863 alla relazione della diocesi, da me data il 14 decembre 1861. Mi occorrerebbe di dover dire sopra di essa alcune cose confidente mente a vostra eminenza, se mi permette. Scriverò poi ex officio se biso gnerà. lo ho mandato quella relazione negli ultimi giorni del triennio, volendomi servire del mezzo del nostro canonico Zineroni, che venne a Roma', Sgraziatamente a Livorno fu arrestato, e trattenuto per pochi dì; che però bastarono a fare che non potesse consegnare la relazione prima che scadesse il triennio : onde io fui ritenuto mancante, e mi fu mandato di potermi far assolvere dalle censure incorse. Se si potesse, vorrei che fosse notata la mia scusa. La visita della diocesi non l'ho terminata, anzi mi è fatto impedimento di continuarla; spero però d'esser libero presto. I cappellani, che cantano le messe feriali, e servono ai canonici, sono addetti al coro anch'essi. La con suetudine di non cantar messa e vespro nel tempo autunnale avrò mal fare ad emendarla. Però s'intende, che bisognerà che noi ubbidiamo.
4. Francesco Nardi (1808-1877) fu segretario della Congregazione dei Vescovie Regolari; S. FURLANI, En.ca., 8, 1652. 5. Don Angelo Zineroni nacque a Bergamo. Fu ammesso al presbiterato il lO giugno 1843. Nel 1855 risulta cappellano a Bolgare, nel 1857 tra i sacerdoti addetti alla par rocchia di S.Agata in Bergamo; nel 1864 canonico onorario della cattedrale; morì a Madone il 17 gennaio 1896; ACVB, Patrimoni ecclesiastici, 12 agosto 1841; ibid., Sacre ordinazioni 1832-1852; Stato del clero 1855, p.57; idem...1857, p.9; idem... 1864, p.18; L'Eco di Bergamo 19 gennaio 1896.
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Mi sarà difficile anche l'ottenere che i canonici sieno piti frequenti al coro; non perché sieno cattivi, ma perché avranno tante ragioni. Riguardo alla riduzione delle messe abbiamo fatto più coscienziosamen te che abbiamo potuto finora e faremo viemeglio in avvenire, sì per ubbidire appuntino, sì perché vengono ogni giorno a scarseggiare di più le messe neces sarie al numero dei preti. Ma quello, che a me ora premerebbe di sapere, sarebbe il canto della seconda o terza messa giusta il prescritto delle rubriche, che qui non si fa. La risposta mi dice di osservare la consuetudine, e mi cita la bolla Cum semper di Benedetto XlV. Riguardo alla consuetudine io troverei che fino al 1814 inclusivamen te sono notate nei nostri calendarii diocesani queste seconde o terze mes se da cantare: e Benedetto XIV trovo che parla piuttosto dell'applicazione, ritenuto il dovere di cantarle; dovere che trovo in terminis confermato da un decreto della sacra congregazione dei Riti, 22 iulii 1848 Adiacen. N.5121 edit.3 Decreta Auth. lo penso che qui sia nato uno sbaglio, e forse per colpa del mio ama nuense, che invece del verbo decantare, abbia scritto ed usato del verbo applicare nella relazione, che ho mandato. Ad ogni modo qui avrei caro di sapere quale è il vero senso, ed il mio dove re, per regolarmi. Perché i miei canonici avrebbero ben caro di poter essere dispensati dal canto della seconda messa e terza, che sono di peso presso che importabile a loro per la mancanza di cantori, e di fastidio anche a me. Altre cose, che mi occorrano, scriverò un altra volta, finché vostra emi nenza mi sopporta. Intanto mi compatisca per queste; mentre bacciando la sacra porpora, io mi dichiaro di vero cuore da Bergamo 23 giugno 1863 dell'Eminenza vostra umilissimo devotissimo ubbedientissimo servo + Pietro Luigi vescovo A Sua Eminenza il sg.cardinale Prospero Catterini Prefetto ecc." 30 iunii 1863 6.
Resumatur et ad CiP.
Prospero Caterini (o Catterini) nacque ad Acquapendente, 1795, fu assessore
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269 LETTERA DI RISPOSTA AL VESCOVO P.L.SPERANZA (minuta)
22 luglio 1863 A Monsignor Vescovo di Bergamo Pietro Luigi Speranza Rispondo al pregiatissimo foglio confidenziale di vostra signoria illu strissima e reverendissima in data 23 p.p.giugno, prevenendola non esser vi bisogno, ch'ella ne ripeta il contenuto ex officio. Mi spiace dell' avvenuto che ritardò la esibizione della sua relazione, ond' è che le venne inviata la nota assoluzione (aggiunta) di cui ho rinve nuto in posizione l'analoga istanza, forse anche perché il di lei agente pro trasse di troppo l'esibizione dei documenti comprovanti la visita delle basi liche dei santi Apostoli Pietro e Paolo. Del resto ella non si metta in angustia per un fatto non dipendente da lei; anzi accaduto contro la sua volontà. Quanto grande sia l'opinione dei suoi meriti e appo questa sacra con gregazione, e me, che ne sono prefetto, può ella scorgerlo dalli non tanto comuni ma da lei meritati elogi, che le furono fatti nella lettera latina del 6 maggio p.p. Sta pur bene, che appena vostra signoria sarà libera, ponga termine alla visita della sua diocesi: avverta essere pratica della sacra congregazione, che giammai all'uopo si ometta di far eccitamento, acciò si compia cotale salu tarissima legge del Tridentino, quando la relazione somministra l'occa sione. Essendo i cappellani addetti al coro, resta fermo quanto sopra di essi le venne dichiarato nella predetta lettera. dell'Inquisizione, 1845, prefetto della congregazione del Concilio dal settembre 1860 sino alla morte, 28 ottobre 1881, presidente della commissione del Concilio Vaticano I, 1869. Ebbe il titolo cardinalizio di S. Maria della Scala, 1853, poi di S. Maria in via Lata, 1876. Il card. Caterini, noto per l'intransigenza, sembra abbia avuto notevole influsso, secon do alcuni storici, su papa Pio IX per i rapporti Chiesa-Stato in Italia; La Sacra Congregazione... , p. 296-297; Hierarchia Catholica... , VII, p. 12; cf. G. MARTINA, s.j., Pio IX (/867-1878)... , p. 264, 531; E MALGERI, Caterini, Prospero, in Dizionario Biografico..., 22, p. 383-385.
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Sull'uso del non cantar messa e vespero in autunno, resta in simil modo fare il già detto nella lettera medesima. Ma in quanto al modo e al tempo di toglier quell'uso è rimesso al prudente giudizio di vostra signoria. Rapporto poi a taluni canonici che non intervengono al coro per ragio ni particolari, la signoria vostra illustrissima ben comprende che possono aversi motivi canonici, ma non può formarsi su di esse un retto giudizio se non siano espressi. In ogni dubio potrebbesi dar loro il consiglio di ricor rere alla Santa Sede. Intorno alla riduzione delle messe, sono sicurissimo che il contegno suo sarà senza dubbio retto e coscienzioso. D'altronde nella riportata lettera del 6 maggio non si poté a meno dar le quel cenno per l'obbligo che incombe alla sacra congregazione di richia mare i reverendi vescovi alle disposizioni della Santa Sede ed alle proprie risoluzioni. Finalmente, riguardo all'ultimo articolo sul conto della seconda e terza messa, ho preso nella dovuta considerazione i suoi giusti rilievi; e perché da parte de' canonici non si abbia ad incontrare opposizione per rimedia re a quell'abuso, io crederei molt'opportuno l'indurli a domandare in pro posito a questa sacra congregazione una speciale grazia che ne li esoneri: ed io intervenendovi giusti motivi, e le di lei raccomandazioni, non omet terò usare tutta quella indulgenza, che il mio ministero mi permetterà. In fine ben sensibile alla deferenza, che vostra signoria mostra verso la Santa Sede, non posso fare a meno di sempre più infiammarla a zelare la causa della Chiesa, e di questa Santa Sede, nostra maestra e madre, tanto in oggi assalita per ogni senso, e a darci così sempre maggior materia di con gratularci secolei nel Signore. Profitto ancora di questo incontro per significarle che la pendenza Donadoni sarà proposta quanto prima in congregazione. A quella del canonico Finazzi si è già provveduto coll'udienza di sua san tità come avrà appreso dal rescritto, che mi giova supporne esserle già pure esibito. Del parroco Lucchini si attende il di lei avviso circa la prescrizione del termine a dedurre le sue ragioni. Intanto eccomi ben grato contestare a vostra signoria i sensi della mia stima e considerazione, co' quali mi raffermo, baciando di cuore le mani ....
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270 APPENDICE XX ACCOGLIENZA DEL VESCOVO P.L. SPERANZA IN VISITA PASTORALE A CENATE S. MARTINO ACVB, Visita Speranza, Cenate S. Martino, ff. 258-262
Yisitatio pastoralis ecclesiae praeposituralis de Cenate sub invocatio ne S. Martini episcopi confessoris ab ili.mo ac rev. mo d.d. Petro Aloisio Speranza episcopo Bergomensi die 12 mensis octobris 1861 peracta. In triumphorum historia, quibus in misericordia sua dignabatur Dominus honorare eximium Ecclesiae Bergomensis pontificem ad animi sui leva men, ac poenas amaritudinesque leniendas, quas in munere suo fungendo pati persaepe cogitur hisce tam tristibus ac scelestissimis temporibus ab illa demagogica hominum societate, quae totam nostram invadit ac pertur bat Italiam, inter praeclarissima obsequii ac amoris vere filialis signa, quae ipsum in omni huiusce vastae dioecesis remotiori angulo comitantut; quum ubique veluti angelus Domini ad lacrimas afflictorum abstergen das, verumque illum afferendum gaudium, quod solum sanctissima nostra religio in cordibus desolatis infundere novit, gloriosus excipiatut; merito triumphum venit recensendum, quod ecclesia Cenatis S. Martini ab ill.mo r.do domino sac. Alexandro Cernuschi zelantissimo ac omni laude dignis simo praeposito recta, ostendit in proprio amantissimo festive excipiendo pastore secunda octobris dominica, in qua solemniter septem Beatae Mariae Virginis Dolorum celebratur festum. Ab intimis ferventissimae pie tatis sensibus ductus populus ille optati diei cupiebat videre lucem, et tar dum heu nimis videbatur ipsi felicìssimum surgere diem ad animi sui, ut ita dica m, satisfaciendum necessitati quam altissime in corde suo sentiebat fruendi dulcissimo ac peramanti pastore, qui Christi benignam praebens imaginem summos vincit dulce ridens, dulceque loquens recreat imos. Optatus demum ortus est a laetabundo populo salutatus et heu ! quale spectaculum se offerebat, videre totam illam gentem antelucanis horis festivo ornatu parare vias, per quas triumphaliter transire debebat visita tor illustrissimus. Frons ecclesiae ac platea a parte quae contra ipsam respicit, splen dide ornata erat. Ab ecclesia ad publicam viam per millia passuum et 124
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amplius frequentes videbantur triumphales arcus ac magnificum tento rium solemnis episcopi exceptionis signabat locum. In tentorii fronte haec Caenatensiumfervore urentia corda legebantur verba
A Monsignor Pietro Luigi Speranza / che visita questa parrocchia / il popolo esultante / Ad ingressum regionis in arcu triumphali Benedetto / tu vieni nel nome del Signore / padre, maestro, angelo di pace / in te ossequi amo / l'apostolica dignità / In ostio maiori ecclesiae parrochialis Magnanimo Martino / che pietoso ne' guardi dal cielo / deh! confermai nel venerando pastore / lo zelo che ne' giorni dei peccatori / corroborò la pietà. Ad campanarum sonitum quarta post meridiem hora totus conventum fecit populus, ac processionaliter obviam fuit venerando praesuli ad limi tes paroeciae hora postmeridiem quinta perventuro. Ad tentorium praeparatum steterunt mulieres, clerus paroeciae, aliqui insignes parochi ac sacerdotes a limitrophis regionibus discessi, ut festum redderent splendidiorem. ac pastorem devotissime venerarentur; homines vero una cum musicis concentibus loci de Stezzano adfinesque paroeciae perrexerunt. Plerique iuvenum fervidiores Christum Domini primi videre cupientes, celeri gressu, et veluti dicam, praecipiti cursu Albanum usque petiere. Statim ac vero praelati currum ipsis videndum se praebuit festivos per aerem dederunt euge euge ad caelum usque se attollentes. Postea nimia sollicitudine, ac fervore nimio alii currum ascendere, alii ad ostium illius se praesentare videbantur, quare veneratus praesul coac tus fuit iubere currum lente procedere cursu. Secus viam alii se uniebant ad primos qui obviam fuere episcopo, et mirum videre erat exultationis signa "vivat episcopus noster". Amantissimus Praesul quum sensus continere non posset animi sui lacrimare persaepe visus fuit prae consolatione. Numquam tale spectaculum visum fuit tam ex parte populi quam epi scopi. Interea ad limites paroeciae perveniebat episcopus; ac inibi non valet calamus immensi illius populi describere exultationem. 125
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Musicalium instrumentorum concentus, voces popuii exclamantis = vivat noster episcopus = pastor noster = sacrarum campanarum sonitus, mortariorum explosio e haud longinquo colle, omnium concursus, et unius cuiusque conatus episcopo se vicinius appropinquandi, clamor populi. Tandem angelico vultu nobis datum est frui, ipse toto corde nos bene dicit, omnia haec pergrande ac inauditum offerebant spectaculum ita ut omnes lacrimarentur. Tandem e curru descendens ad praeparatum petit episcopus tentorium, cappam induit magnam, ac festivam exultationem sequitur altissimum a sacratissima religione dictatum silentium. E medio populi vox una omnium nomine episcopum salutare poeticis verbis auditur. Affectum in hisce contentum versibus, modus quo recita bantur in tam solemni occasione ita efficaciter in omnibus influit, ut ab oculis uniuscuiusque lacrimae fluerent perennes. Genuflexus episcopus et cum eo universus populus deosculatus est cru cifixum illi ab admodum rev.do parocho dulcissime lacrimando porrec tum. Surgens postea ac antiphonae Sacerdos et pontifex exorsus cantum sub ornato baldachino a confratribus S.mi Sacramenti delato, processio naliter perrexit ad ecclesiam parochialem invicem alternantibus sacer dotibus ac musicis concentibus. Ad ecclesiam perventus aqua benedicta se et populum aspersit, ac thu rificationibus prout de more acceptis altare conscendit, ubi pastoralem impertivit benedictionem, indicta interim indulgentia plenaria postera die lucranda ab iis qui confessi ac sacra communione refecti illam ecclesiam visitassent. Sedenti postea episcopo super tronum ad osculum sacri annuii admi sit clerum ac confratres S.mi Sacramenti. Inde deposita cappa magna, ac paramentis nigri coloris assumptis primas in ecclesia obivit exequias; inte rea processione composita, quae ultramodum rediit commovens, quum iam tenebrae supervenirent ad caemeterium iter aggressus est, ubi denuo supra defunctos lucem, refrigerium ac pacem invocavit. Eodem ordine ad ecclesiam regressus ad populum egregiam habuit con cionem ad rem pertinentem, occasionem capiendo a statu in quo defuncti degebant, ut omnes ad despectum rerum terrenarum hortaretur. Tandem functione vespertina peracta visitando sacras reiiquias bene dictionem Beatae Mariae Virginis reliquia impertivit. Praesul in parochiaii domo hora iam tarda ingressus a musicorum 126
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instrumentorum concentu ac populi acclamationibus honoratus fuit. Interea e vicino colle laetantes incolae faciebant ignes. Die sequenti summo mane omnis populus ad sacramentum Poenitentiae magna cum devotione accessit, et fuit revera novum spectaculum conso latione plenum. Ili. mus ac rev. mus episcopus hora octava missam celebravit, in qua devotissimum populum Pane Angelorum refecit. Rora IO cantata fuit missa solemnis a rev. mo nobili domino Torquato Maironi priore basilicae S. Mariae Maioris cum assistentia pontifica li. Post missam praelaudatus praesul Confirmationis sacramentum solem niter administravit cum opportuna exhortatione ad confirmatos eorumque patrinos. Ultimo visitavit altaria, baptisterium, sedes confessionales, olea sacra et totum corpus ecclesiae intus et extra, et quae ad opus decernenda repe rit, infra referam. Sacristia vero, oratoria, archivium parochiale etfabri ceria visitata fuerunt a rev. mo canonico convisitatore domino Alexandro Valsecchi.
All'Illustrissimo e Rev.mo Mons. Vescovo Pietro Luigi Speranza ODE
Come s'apre in sullo stelo profumato il gelsomino quando spunta in sul mattino sfolgorante il nuovo dì, Come il cuor d'un figlio amante s'apre al palpito d'amore quando al sen del genitore la fortuna il riunì, Tale in oggi è l'esultanza del cuor nostro, o padre santo; lascia dunque intuoni un canto che la fede m'inspirò.
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Benedetto chi sen viene a noi messo dal Signore nella valle del dolore la sua plebe visitò. Nella casa d'Israele già è innalzato il gran vessillo già risuona il dolce squillo della fede e dell' amor. Noi l'udimmo, e al dolce invito siamo accorsi in doppia schiera recitando una preghiera per te amabile pastor. Vieni, vieni o padre amato, tra gli amplessi de' tuoi figli, nostra speme ne' perigli, nostra gioia nel doloro Vieni, o padre, ch' io t'abbracci, per te sacro è questo giorno: tutti stretti a te d'intorno, noi t'offriamo i nostri cuor. Nell'esiglio d'esta vita tutta frode tutta affanno non l'astuzia non l'inganno non la forza ti fiaccò. Sempre forte come scoglio d'aspri flutti fatto segno dei perversi nello sdegno il tuo cuor non vacillò. Tu colonna della Chiesa rinnovasti a nostri tempi di costanza i prischi esempi dei campioni dell' altar. 128
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Dono fatto a noi dal cielo, padre santo a noi da Dio, vieni a nome del gran Pio la tua plebe a visitar. Vieni, parla, tu disponi, per noi sacra è tua parola, per noi voce che consola è la voce del pastor. Vieni, o padre, ch'io t'abbracci per te sacro è questo giorno tutti stretti a te d'intorno noi t'offriamo i nostri cuor.
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APPENDICE XXI
CONSIDERAZIONI SULLA PARROCCHIA DI CALOLZIO
ACVB, Yisita Speranza, Calotzio, ff. 103-104
Calolzio - Conclusione Ella è pur d'altronde cosa piacevole il poter asserire e con franchezza, dietro la personale conoscenza e la positiva esperienza dei fatti, che nella parochia di Calolzio si può fare quello che abbisogna, anzi quello che si vuo le per la chiesa e per il bene publico, sempreché siavi armonia e confi denza!. Quanto si è fatto dal 1818 in poi ne è una prova, che non ammette dub bio. La grandiosa chiesa nuova parochiale, il magnifico atrio, la sussidia ria di S. Michele, erette ab inchoato, la casa coadiutoriale, il trasporto e l'aumento dell'organo reso adatto all'ampiezza della chiesa, la provvista di sei candellieri solenni e croce, quella d'altrettanti di eguale grandezza di otto ne per ogni giorno, un paramento rosso di seconda classe, lo strato da mor to ricchissimo di ricami d'oro fino, il calice per le solennità, di cui usava un 129
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tempo il solo abbate di S. Sepolcro in Astino di Bergamo ecc. ecc. il tutto che importò ingenti spese, somme enormi per una parochia di campagna composta di soli contadini agricoli, carrettieri di trasporto, artigiani, affit tuali, giornalieri. Eppure tutto fu fatto e pagato!! e sarebbesi fatto ancora di più se in questi ultimi anni non fosse venuta meno 1'armonia e la confidenza verso chi subentrò nella direzione degli affari di chiesa e di fabbrica, in rim piazzo dei primi, mancati per morte. Il popolo però, a fronte pure della presente crisi annonaria e commer ciale così angustiante, nel suo complesso è ancora animato dai medesimi sentimenti per tutto ciò che risguarda la sua chiesa e funzioni di culto. Basta saperlo guidare, che non si rifiuta, e gli sforzi ed i generosi sacrificii non lo scoraggierebbero giammai... Assistiti visibilmente dalla Provvidenza che non abbandona chi in lei confida ed opera per buon fine ed in buona fede, abbiamo veduto e fummo testimoni di prodigiosi risultati, per non dir miracoli. Il passato ci può garantire pel futuro purché non prendanvi sopravvento né vi si introduca no mire d'ambizione, di privato interesse, diffidenze, sospetti, invidie e gelosie. Colla fiducia e concordia, diceva un accreditato uomo decrepito di Averara, il quale avea veduta e coadiuvata la erezione di quella bella chie sa parochiale " Colla fiducia e concordia si capovolge il campanile e sta in piedi; senza concordia crollerà anche ritto, come è basato, da' suoi fon damenti" Ed avea ragione per quel grande assioma "Concordia res par vae crescunt, discordia maximae dilabuntur". 1
1. L.A. SENECA, Lettere a Luci/io a cura di V. BDELLA, V.T.E.T. 1951,94.46.
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272 APPENDICE XXII DAL TESTAMENTO DEL CARDINALE ANGELO MAI (Nel primo centenario di A.Mai Memorie e documenti pubblicati per cura dell' Ateneo di Bergamo il 7 marzo 1882, Bergamo 1882, p.169)
6° Lascio per una sola volta alla Comunità della mia terra nativa di Schilpario scudi dodicimila, da investirsi in Bergamo per distribuirne annualmente il fruttato ai veri verissimi poveri della suddetta terra. Prego Mons.Vescovo pro tempore di Bergamo di essere amministrato re del suddetto capitale, per la cui distribuzione potrà credendolo opportuno servirsi del parroco pro tempore di Schilpario con un Anziano. Avrà la degnazione di farsi rendere i conti annui, secondo la disposizione dei sacri Canoni. Nella distribuzione potrà inchiudervi talvolta anche il mantenimento in Seminario di qualche povero chierico dello stesso paese.
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ASV, C.Concilii, Relationes Dioecesium, Bergomen., 123B, orig., ff. 528r-553v La documentazione della visita ad Limina del 93 ° triennio è composta da un fascicolo di 26 fogli, contrassegnati con la numerazione originaria, sostituita da quella archivistica ff. 528-553 (mm.29x23). Il testo della relazione è scritto sui ff. 529r-537r. I fogli che compongono il fascicolo, uniti da un filo a cordoncino, si presentano in buone condizioni. È bianco il f. 528v, 537v, 538, 539v, 540v, 544v, 545v, 550v-552r, 553r. Il vescovo Speranza ottenne la facoltà di inviare per suo procuratore il sac. Felice Cavagnis, divenuto in seguito celebre per gli incarichi nella curia romana e per la nomina a cardinale, f. 528r. Nella documentazione si trova allegato il riassunto della relazione ela borato da un ufficiale della congregazione del Concilio, ff. 541r-544r, con la minuta della lettera di risposta al vescovo, ff. 546r-55l v. In f. 545r un appunto d'ufficio sui parroci missionari, da sottoporre a papa Pio IX. 273 Relatio status Ecclesiae Bergo mensis quam sacrae congregationi Concilii exhibet Petrus Aloisius Speranza Dei et Apostolicae Sedis gratia eiusdem Ecclesiae Bergo mensis episcopus pro triennio 93°.
Relazione dello stato della Chie sa di Bergamo che Pietro Luigi Speranza, per grazia di Dio e della Sede Apostolica vescovo della Chiesa stessa di Bergamo, presenta alla sacra congregazione del Con cilio.
I
De statu Ecclesiae materiali
I Lo stato materiale della Chiesa
Ad statum Ecclesiae materialem quod attinet, episcopus se refert ad praecedentem suam relationem
Per quanto riguarda lo stato materiale della Chiesa, il vescovo si riferisce alla sua precedente rela 133
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zione presentata il giorno 14 dicem bre dell'anno 1861. Poche notizie sono qui aggiunte, o nuove, o che sembrano dover essere più chiara mente e diffusamente esposte. Dall'ultimo stato del clero e del la diocesi, compilato e pubblicato ogni anno, il numero delle anime di tutta la diocesi è 314.501. Due dei sedici canonicati della chiesa cattedrale sono vacanti da molto tempo, e non è stato possi bile provvedervi per le note vio lenze dei tempi. Non solo i canonici, ma anche i cappellani della cattedrale sono soggetti all'adempimento del com pito dell'officio corale. In tutta la diocesi ora sorgono 337 chiese parrocchiali. In questi ultimi anni sono state erette due nuove parrocchie per dismembra zione, come si dirà al par.ll n.9. Non poche chiese, specie le par rocchiali, sono state o restaurate o decorate o anche edificate dalle fon damenta in questi tempi calamitosi, al punto che la cura delle cose divi ne sembra essere non diminuita ma piuttosto aumentata. I monasteri degli uomini sono identici a quelli della relazione pre cedente. Sono uguali anche i monasteri delle donne, tra le quali le suore che
datam die 14 decembris anno 1861: pauca tamen hic subduntur, quae vel nova sunt, vel clarius et fusius explicanda esse censentur. In primis ex novissimo cleri et dioecesis statu qui quotannis con ficitur; tipisque editur, animarum totius dioecesis numerus est 314.50F. Ex sexdecim canonicatibus ecclesiae cathedralis, duo ab ali quo tempore vacant, et nondum provideri potuerunt ob notas tem porum iniurias. Non modo canonici, sed etiam cappellani cathedralis, officio cora li persolvendo addicti sunto In tota dioecesi nunc habentur tercentae et triginta septem eccle siae parochiales; his enim postre mis annis duae ex novo erectaefue runt per dismembrationem, ut infra dicetur par./l n.9. Non paucae ecclesiae, praeci pue parochiales, vel refectae, vel exornatae, aut etiam a fundamen tis erectae fuerunt hisce tempori bus calamitosis, ita ut cura rerum divinarum non imminuta, sed potius aucta esse videatur. Monasteria virorum eadem sunt, quae in precedenti relatione. Eadem pariter monasteria mulierum, quarum quae regulam
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Stato del clero della città e Diocesi di Bergamo nell'anno MDCCCLXlll-anno XII, Ber gamo 1863.
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sancti Yinceruii a Paulo sequuntur, praeter domos duas, alteram in civitate, alteram in oppido Caleppii, aliis tredecim locis huius dioecesis sive in nosocomiis, sive manicomiis, sive orphanotrophiis aut aliis piis hospitiis operam suam utilissimam praebent. Idem dicendum venir de semi nario dioecesano, cuius aedes non amplius quidem a militibus occu pantur, sed nova et non minus gra vis accessit calamitas, de qua infe rius dicetur paro VI n. I.
seguono la regola di S.Vincenzo de' Paoli; oltre alle due case, una in città e una nel paese di Caleppio, esse prestano la loro opera utilissi ma in altri tredici luoghi di questa diocesi, o negli ospedali, o nei mani comi, o negli orfanotrofi o in altri pii ospizi. Lo stesso si deve dire circa il seminario diocesano, i cui ambien ti non sono più occupati dai solda ti, ma è sopraggiunta una nuova e non meno grave calamità, di cui si riferirà più sotto al par.VI n.I.
II
De Episcopo referente
II Il Vescovo che riferisce
IO. Residentiae praeceptum a sacris canonibus, concilio Triden tino et constitutione Urbana iniunc tum episcopus adimplevit, nec umquam abfuit a dioecesi. 2°. Visitationem pastoralem suae dioecesis, iamdiu coeptam atque postea tempo rum iniuria intermissam, ita demum prosequu tus est, ut intra paucos menses spe ret se posse, Deo adiuvante, ad finem perducere'.
1. Il vescovo ha osservato il pre cetto della residenza ingiunto dai sacri canoni, dal concilio Tridenti no e dalla costituzione Urbana, né mai si è assentato dalla diocesi. 2. La visita pastorale della sua diocesi, già iniziata e poi sospesa per la violenza dei tempi, ora il vescovo va continuandola, al punto che in pochi mesi spera, con l'aiu to di Dio, di poterla portare a ter mine.
2. Con lettera "La visita pastorale che abbiamo cominciata..." 14 gennaio 1863, Mons. Spe ranza dava indicazioni sulla musica da ammettere o no nelle chiese, segnalando gli abusi. Inoltre con lettera "La liturgia ambrosiana che voi ...professate.." I o maggio 1863, indirizzata al clero di rito ambrosiano, il vescovo metteva in guardia dalle dege nerazioni nella pratica di quella liturgia. Da notare che per tre o quattro volte il mini stro di Grazia e Giustizia emanò il decreto di interdizione della visita pastorale, ma il vescovo riuscì a superare l'ostacolo. Nel 1864 la visita riprendeva ad alcune parrocchie della vicaria di Alzano Maggiore tra maggio e ottobre, alla vicaria di Ardesio in giu
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3°. Sacras ordinationes, tem poribus a iure statutis, quoties opus fuit, per se semper ipse habuit. Sacramentum Confirmationis in visitatione pastorali, et quotidie, imo pluries etiam in di e, si opus fuit, in sacello palatii episcopalis administravit. /nsuper sive occasione alicuius solemnitatis, sive exconsulto sae pissime se contulit ad paroecias etiam valde remotas, ita ut qui cumque indigerent hoc sacramento, illud recipere commode potuerint. 4°. Sinodum dioecesanam bre vi se cogere posse sperat episcopus. Ad hoc properat, ut dictum est, visi tationem pastoralem explere. /nte rim iam ea disponit et praeparat, quae necessaria sunt ut expeditius et melius sinodus cedat congrega tionibus iam pridem institutis super cleri disciplina, super studiis, super doctrina christiana, super sacrorum rituum observantia, alias adiunxit super sacramentorum administra tione, et super bonorum ecclesiae administratione. His singulis congregationibus, in quibus sunt canonici, parochi, institutores seminario addicti, alii
3. Sempre personalmente ha tenuto le sacre ordinazioni nei tem pi stabiliti dal codice, quando era necessario, e ha amministrato il sacramento della Confermazione nella visita pastorale e ogni giorno, anche piu volte, se necessario, nel l'oratorio del palazzo vescovile. Inoltre, sia in occasione di qual che solennità, sia per decisione pro pria, spessissime volte si è recato nelle parrocchie, anche molto lon tane, per modo che quanti avevan bisogno di questo sacramento, potessero riceverlo comodamente. 4. Il vescovo spera di poter con vocare entro breve il sinodo dioce sano. Perciò si affretta, come dice va, a ultimare la visita pastorale. Nel frattempo già dispone e prepara le pratiche necessarie per ché meglio e più speditamente il sinodo subentri alle commissioni già istituite sulla disciplina del cle ro, gli studi, la dottrina cristiana, l'osservanza dei riti sacri, con aggiunta inoltre quella per il confe rimento dei sacramenti e l'ammini strazione dei beni della chiesa. A queste singole commissioni, nelle quali sono impegnati canoni ci, parroci, responsabili del semi
gno, di Clusone da agosto a ottobre, di Gandino a novembre. Nel mese di marzo del 1865 avrebbe visitato la vicaria di Lallio, di Vilminore a luglio, di Zogno ad agosto; ACVB, Lettere pastorali Libro n'Tt); Visita Speranza, 115 vicarie di Almenno S.S. Alzano L.; 117 vicarie di Ardesio-Borgo T.-Calepio; 118 vicarie di Clusone-Gandino; 119 vicarie di Ghisalba-Lallio-Mologno; 125 vicarie di Verdello-Villa d' Almé- Vilmi nore-Zogno; L. DENTELLA, I Vescovi..., p. 497.
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9 DICEMBRE 1864 nario e altri sacerdoti pii e dotti, il vescovo ha già affidato il compito di preparare per il sinodo futuro quei temi propri ad ognuna di esse. Nel frattempo il vescovo si pren de cura che vengano osservate le norme dei sinodi antecedenti, e usa quei mezzi che sono proposti da Benedetto XIV, di felice memoria, nell'opera De Sinodo Dioecesana. Quest'anno, in un giorno stabi lito, ha convocato nel palazzo vescovile tutti i vicari foranei del l'intera diocesi, da ciascuno dei quali ha voluto ascoltare la relazio ne sullo stato delle parrocchie loro soggette nonchè le loro particolari necessità. Ha dato poi a ognuno quegli ammonimenti e ordini che ha rite nuto opportuni. Da ultimo, ha tenu to a tuttiinsieme un sermonenel qua le ha manifestato e stabilito ciò che ognuno deve fare perché la discipli na ecclesiastica sia conservata, i costumi del popolo mantenuti, e i parroci coadiutori e gli altri eccle siastici adempiano i loro doveri. Allo stesso modo il vescovo ha deciso che ogni anno, in un deter minato giorno e su questo ha ordi nato che fosse pubblicato l'avviso nel calendario, tutti i vicari foranei si radunino nel palazzo vescovile per un' altra identica conferenza. 5. Nei pontificali il vescovo tie ne l'omelia secondo le prescrizioni canoniche e le lodevoli consuetu
que sacerdotes pii et docti, iam nunc curam demandavit parandi pro futura sinodo eas materias, quae ad unamquamque earum per tinent. Interea curat episcopus, ut sino dorum anteactarum decreta obser ventur, atque ea adhibet media, quae afelicis memoriae Benedicto XIV proponuntur in opere De Sino do Dioecesana. Hoc anno, stata die, convocavit in episcopali palatio omnes vica riosforaneos totius dioecesis, a qui bus singulis audire voluit relatio nem status paroeciarum ipsis subiectarum necnon peculiares earum indigentias. Inde singulis eas monitiones et iussiones dedit, quas vidit oppor tunas: postremo apud universos sermonem habuit, quo aperuit et iussit quid ab omnibus faciendum sit, ut ecclesiastica disciplina con servetur, mores populi custodian tut; atque parochi coadiutores, cae terique de clero sua munera adim pleant. Idem faciedum quotannis sta tuit, et hac de re iussit poni in calendario monitum, ut, in dieta die, omnes vicarii foranei conve niant in palatio episcopali ad huius modi conferentiam. 50. In pontificalibus habet homi liam iuxta canonicas sanctiones et
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laudabiles constitutiones huius dioecesis. Insuper cum in cathe drali, tum in aliis ecclesiis civita tis et dioecesis, saepe quantum fie ri potest, Verbum Dei per se ipse annuntiat, aliosque idoneos viros in hoc opus pastoralis ministerii assumit. 6°. Penes episcopum, ut dictum est in praecedenti relatione, nullus adest depositarius qui custodiat poenas et mulctas pecuniarias: ratio enim tempo rum neque forum ecclesiasticum haberi, neque mulc tas exigi sinit. 7°. Officiales cancelleriae epi scopalis annuum stipendium cer tum et praefinitum accipiunt, quod sumitur de cumulo taxarum. Si vero cumulus taxarum non sufficiat, ad redditus mensae epi scopalis recurritur. Emolumenta autem in cancelleria episcopali exi guntur iuxta taxam Innocentianam; in quibus vero taxa Innocentiana nihil disposuit, adplicatur antiqua taxa dioecesana, quae tamen est modica. 8°. Mala tempo rum conditio satis nota perdurat, imo in deterius vertit: hinc non est opus enumera re quaenam et quanta obstent circa exercitium episcopalis officii, iuris dictionis ecclesiasticae, necnon tuendae libertatis et immunitatis ecclesiarum'. 3.
dini di questa diocesi. Inoltre, sia in cattedrale sia in altre chiese della città e della dio cesi, spesso per quanto è possibile, annuncia personalmente la Parola di Dio e impegna per quest' opera di ministero pastorale altri uomini competenti. 6. Come s'è già detto nella pre cedente relazione, non vi è presso il vescovo alcun custode per le multe e le pene pecuniarie. La condizione dei tempi non permette che si abbia il foro ecclesiastico, nemmeno che vengano riscosse le multe. 7. Gli officiali della cancelleria vescovile ricevono uno stipendio annuo certo e stabilito, che si detrae dal cumulo delle tasse. Se questo non basta, si ricorre ai redditi della mensa vescovile. I diritti dovuti vengono riscossi nella cancelleria vescovile secon do la tassa Innocenziana, e dove questa nulla dispone, si applica la vecchia tassa diocesana, che tuttavia è sempre modesta. 8. La situazione abbastanza nota dei tempi tristi continua, anzi vol ge al peggio. Perciò non è necessa rio elencare quali e quanti ostacoli si pongono all' esercizio dell' officio episcopale, della giurisdizioneeccle siastica, nonché della difesa della libertà e immunità ecclesiastica. Il vescovo non manca tuttavia
La costatazione di mons. Speranza riecheggia le allocuzioni di Pio IX tra cui la "Vene
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di difendere con tutte le forze, con l'uso discreto della prudenza, i dirit ti ecclesiastici. Qualora siano proposte leggi che contrastano la disciplina ecclesiasti ca e i diritti della Chiesa, o dall'au torità civile si esige qualcosa che è contro l'immunità ecclesiastica, il vescovo non tralascia, o da solo o con gli altri vescovi comprovinciali, di protestare e di usare altri mezzi che fossero ritenuti opportuni. In casi particolari di maggior importanza, ricorre a questa Sede Apostolica. 9. Perchè i fedeli più facilmente possano giungere alla chiesa par rocchiale e ricevere i sacramenti, udire la Parola di Dio e la dottrina
Episcopus tamen non omittit pro viribus ecclesiastica iura tueri, quantum prudentia sinit. Quoties leges proponuntur, quae ecclesiasticae disciplinae et iuri bus Ecclesiae adversentur, vel a civili potestate aliquid exigitur; quod sit contra ecclesiasticam immunitatem, episcopus non omit tit, vel ipse unus, vel una cum cae teris episcopis comprovincialibus p rotestari, aliaque media adhibere quae opportuna visa fuerint. In casibus vero peculiaribus maiorisque momenti ad Apostoli cam istam Sedem recurrit. 9°. Ut Christifideles queant faci lius ad parochialem ecclesiam con venire, ibique sacramenta suscipe-
rabili fratelli, la Chiesa fin dal suo nascimento sconvolta da molte e gravi procelle" 17 dicembre 1860, la "Omnibus notum " 13 luglio, la "Novos " 20 settembre, la "Iamdu dum " 18 marzo 1861, la "Maxima quidem " 8 giugno 1862, la "Quanto conficiamur moerore " IO agosto 1863 e infine l'enciclica "Quanta cura" 8 dicembre 1864, con la quale era inviato ai vescovi il Sillabo, documento ufficiale nel quale erano raccolte 80 proposizioni di denunzia dei principali errori della civiltà moderna. La legge Siccardi promulgata per il Piemonte nel 1850, alla quale Pio IX aveva risposto con l'enciclica "Multiplices inter " IO giugno 1851, a condanna della laicizzazione di quello stato, diventava legge per tutto il regno d'Italia. Essa aveva portato alla rottura delle rela zioni diplomatiche tra S. Sede e stato Sabaudo, riprese solo nel 1929. Come già accen nato, con quella legge veniva abolito fra l'altro il foro ecclesiastico, il diritto d'asilo, limi tate le feste ecclesiastiche, le donazioni per eredità agli istituti ecclesiastici. Mons. Speranza era pessimista per gli avvenimenti in corso, che portavano all' introduzione del matrimonio civile su proposta di legge dibattuta alla Camera e per la quale egli aveva richiamato l'attenzione dei fedeli con lettera "Non sono ancora molti giorni. .." 4 aprile 1861. Il vescovo invitava inoltre a un triduo di preghiere contro gli errori in pro gressiva diffusione, per riparare le bestemmie e la pubblicazione della Vita di Cristo di Renan, rivolgendosi alla diocesi con lettera "Voi non ignorate ..." 2 novembre 1863. Il nuovo governo esigeva il pagamento al dimanio della tassa di culto anche sugli avvi si sacri, e ne dava nota la circolare del provicario generale Ippolito Bombardieri, 15 apri le 1863. La reazione del mondo cattolico cominciava timidamente a delinearsi. A Bolo gna prendeva vita nel 1865 l'Associazione Cattolica italiana per la difesa della libertà della Chiesa in Italia; Monsignor Pier Luigi Speranza ... , p.237-238; ACVB, Lettere pastorali Libro nOlO; Sommario... , f. 93; C. SNIDER, Gli ultimi ... , p.35; G. MARTI NA,s.j., Pio IX (1846-1850) ..., p. 441-446.
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re, Verbum Dei atque christianam doctrinam audire, nec non sacris functionibus interesse, duas hoc quoque triennio paroecias per dismembrationem erexit, alteram sub titulo Beate Mariae Virginis de Loreto, quam, consentientibus ree toribus dismembravit a paroeciis S. ti Alexandri in Columna et S. ree Gratae inter vites prope civitatem', alteram sub titulo S." Laurentii martiris, quam pariter consentien te rectore dismembravit a paroecia S." Bartholomaei apostoli in loco alpestri huius dioecesis, qui dicitur Songavazzo'. Plurimas ecclesias, et has fere omnes parochiales, quae vel ex novo erectae fuerant, ve! quamvis a plurimis annis constructae non dum erant consecratae, episcopus in visitationepastorali aliisque tem poribus per se ipse consecravit: nonnullas vero administrator apo stolicus dioecesis Cremensis ad hoc
cristiana, partecipare inoltre alle funzioni sacre, il vescovo anche in questo triennio ha eretto per dismembrazione due parrocchie, una sotto il titolo della Beata Maria Vergine di Loreto, smembrata, con il consenso dei rettori, dalle par rocchie di S. Alessandro in Colon na e S. Grata inter vites, vicino alla città, e l'altra sotto il titolo di S. Lorenzo martire, che, pure consen ziente il rettore, ha dismembrato dalla parrocchia di S. Bartolomeo apostolo, in una località alpestre di questa diocesi, detta Songavazzo. Il vescovo ha consacrato perso nalmente nella visita pastorale e in altre occasioni molte chiese, e que ste quasi tutte parrocchiali, o edifi cate di nuovo, o che costruite da molti anni non erano ancora con sacrate. Alcune sono state consa crate dall'amministratore apostoli co della diocesi di Crema, delegato a tale scopo. Il vescovo, quando ha preso su
delegatus".
4. La parrocchia di Loreto, dedicata a Maria Immacolata, fu istituita da mons. Speranza con decreto 597 del 28 marzo 1863 e contemporaneamente nominato primo parroco don Angelo Serughetti. Si contavano 1.058 abitanti. La chiesa venne progettata da Eugenio de' Capitani nel 1850 e consacrata il 15 marzo 1863; ACVB,jascicoli parrocchiali, Lore to; L. PAGNONI, Le Chiese parrocchiali..., I, p. 27. 5. La parrocchia di Songavazzo fu smembrata da quella di Onore nel 1404. La consa crazione della chiesa fu celebrata \' 8 dicembre, in un anno rimasto sino al presente ignoto. Pio VII ratificò la tradizione con breve del 3 dicembre 1805; L. PAGNONI, Le Chiese parrocchiali... , II, p. 870. 6. Era amministratore apostolico di Crema mons. Pietro Ferré, impedito dal governo di Torino di trasferirsi nel 1859 alla sede di Pavia, che lasciò nel 1867 per la sede di Casa le Monferrato. Era stato eletto vescovo di Crema nel 1859 mons. Carlo Macchi, pure
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9 DICEMBRE 1864 di sé il governo di questa diocesi, ha trovato l'archivio della curia mal disposto e quasi inutile allo scopo per cui suole essere messo insieme e conservato. Non uno ma tre archivi vi era no, due dei quali si potevano dire vecchi, il terzo invece nuovo, che iniziava dall' anno 1795. Gli antichi archivi coperti di vecchia polvere a nulla potevano essere utili nelle pratiche correnti, poiché uno era collocato senzal cun ordine, l'altro composto da molti fascicoli di carte, con indica ti solo gli anni in cui gli atti erano stati espletati. Il vescovo perciò ha rivolto la sua attenzione a verifica re e ordinare questi archivi perché fossero utilizzabili. Assunti e impegnati quindi uomini dotti e specializzati nella lettura delle scritture antiche, egli ha eseguito la revisione dell' archi vio più vecchio, collocato nelle stanze superiori del palazzo vesco vile, che custodiva documenti e atti della mensa vescovile, tra cui mol te pergamene, alcune delle quali scritte prima dell'anno mille. Tutti questi documenti e atti, puliti dalla polvere, letti dall'inizio
Quo tempore episcopus susce pit regimen huius dioecesis, archi vium (sic) curiae male digestum invenit, et quasi ineptum ad eum finem, ad quem componi et servari soleto Non unum, sed tria archivia extabant, quorum duo dici poterant vetera: tertium vero novum, quod ab anno 1795 incipiebat. Archivia vetera antiquo pulve re conspersa nil conferre poterant agendis rebus, quia alterum absque ullo ordine erat dispositum, alte rum vero plurimis carta rum fasci culis, qui nonnisi annum, quo acta condita essent, praeseferebant. Episcopus igitur his archiviis (sic) recognoscendis atque in ordi nem redigendis animum suum adie cit, ut usui esse possent. Itaque adhibitis doctis viris, et in legendis antiquis caracteribus peritis, revisit antiquius archivium situm in superioribus episcopalis palatii aulis, continens documenta et acta mensae episcopalis, inter quae plures pergamenas, quarum nonnullas ante annum a nativitate Domini millesimum conscriptas. Haec omnia documenta et acta, a pulvere detersa, perlecta, in ordi-
impedito di prenderne possesso, e nel 1871 trasferito a Reggio Emilia. Solo in quell'anno Crema ebbe il vescovo residenziale con la nomina di mons. Francesco Sabbia, vissu to sino al 1893; M. BERTAZZOLI, Il difficile Ottocento: l 'occupazione francese, la dominazione austriaca, il Risorgimento italiano, in Diocesi di Crema, 5, Storia religiosa della Lombardia..., o.c., p. 112-113.
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alla fine, disposti in ordine, aggior nati con indici, sono stati sistemati su opportuni scaffali perché venga no meglio custoditi e conservati, nonchè siano pronti all'uso. Allo stesso modo è stato rivisto anche l'altro vecchio archivio del la curia, formato di atti di ogni genere, suddiviso in parecchi fasci coli, ognuno dei quali portava la data in cui i documenti erano stati scritti. Iniziava dall'anno 1520 e giun geva al 1795, anno in cui questo metodo è stato lasciato e iniziato il nuovo archivio. Nel controllare questo vecchio archivio, oltre alle pratiche riguar danti le materie varie, solite a trat tarsi in curia, sono stati trovati alcu ni documenti che, data la loro importanza, sono parsi degni di valore per una loro conservazione, non solo, ma anche per una loro disposizione in ordine a parte. In questi si trovano gli atti che riguar dano la beatificazione di Gregorio Barbadico, già vescovo di questa diocesi, raccolti e composti in Il volumi. Gli editti e le lettere pastorali dei vescovi di Bergamo erano me scolati ad altre carte; anche quelli che si poterono ottenere al di fuori della Curia sono stati raccolti dili gentemente e disposti in ordine di tempo. Allo stesso modo si è fatto per
nem redacta, indicibus instructa, atque opportunis pluteis posita fue runt, quo melius custodiantur et conserventur nec non usui esse pos sint. Simili modo revisum est alterum vetus archivium curiae, constans actis cuiuscumque modi atque sub divisum in plurimos fasciculos, quo rum quisque praeseferebat annum quo acta condita erant. Incipiebat autem ab anno 1520 et ad annum perveniebat 1795, quo tempore haec methodus deserta est, simul que archivium novum inceptum. In hoc vetere archivo revisendo, praeter ea, quae respiciunt mate rias, de quibus in curia passim agi solet, reperta sunt quaedam docu menta, quae ob eorum momentum digna visa sunt, quae non modo conservarentur, sed etiam in ordi nem redigerenturatque seorsim col locarentur. In his sunt acta, quae respiciunt beatificationem Grego rii Barbadici, olim huius dioecesis episcopi, quae acta collecta sunt atque undecim iustis voluminibus digesta. Edicta et literae pastorales epi scopo rum Bergomensium, quae aliis chartis interposita erant, quae que etiam extra curiam aliunde haberi potuerunt, diligenter col lecta fuerunt atque in ordinem tem poris redacta. Pari modo acta sinodorum dioe cesanarum et visitationum pasto142
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ralium antistitum praedecessorum, collecta, in ordinem redacta, reli gata, atque opportunis indicibus aucta sunto Reliquae huius veteris archivi chartae in novo suis locis distribu taefuerunt. Novum archivium (sic) hoc modo auctum, diligenter revi sum est, atque ita in ordinem redac tum, ut quodcumque documentum habeat locum suum, et quando opus est inveniri queat. Praeterea statutum est, ut qui buscumque sive parochis, si ve ecclesiarum fabricae praefectis, liceat in episcopalem curiam veni re, atque ibi non solum videre docu menta, quae suam paroeciam respi ciunt, sed etiam eorum exemplar transcribere, ut hoc modo sua archivia compleri possint'. Quotannis episcopus repetit pastoralem visitationem domus, familiae et curiae, ut per se ipse vìdeat quomodo res cunctae proce dant atque decernìt, quae facienda sunto Hoc quoque trìennìo epìscopus perrexìt curam gerere praedìorum
gli atti dei sinodi diocesani e delle visite pastorali dei vescovi prede cessori: sono stati raccolti, messi in ordine, rilegati, con raggiunta di adeguati indici. Le rimanenti carte di questo vec chio archivio sono state distribuite in quello nuovo, nei rispettivi com partimenti. Il nuovo archivio così accre sciuto, è stato rivisto diligentemen te e rimesso in ordine, così che ogni documento abbia la sua posizione, e, quando fosse necessario, si pos sa trovare. Si è inoltre stabilito che a qual siasi persona, tanto ai parroci quan to ai fabbricieri della chiesa, sia per messo venire in curia vescovile, e non solo prender visione dei docu menti riguardanti la loro parrocchia, ma trascriveme anche l'esemplare, di modo che si possano completare i loro archivi. Ogni anno il vescovo ripete la visita pastorale della casa vescovi le e della curia, per controllare per sonalmente come le cose procedo no e decidere il da farsi.
7. Mons. Speranza con la circolare del 18 ottobre 1862 e con la lettera quaresimale del 26 gennaio 1869 invitava i parroci a inviare in curia la documentazione e la nota sul le lettere pastorali dei suoi predecessori, specie quelle anteriori alla metà del secolo scorso, e quanto poteva essere utile per ordinare l'archivio diocesano. Con altra lette ra del 18 aprile 1866 egli, dopo aver inculcato la pratica devozionale del mese maria no, chiedeva ai parroci nelle cui parrocchie sorgevano santuari della Beata Vergineo chie se o cappelle particolarmente venerate, di trasmettere alla curia copia autentica di tut ti i documenti, note e memorie, scritte e stampate, riguardanti le apparizioni, i miracoli, il culto che si custodissero nei loro archivi; ACVB, Lettere pastorali Libro n° IO; Som mario ..., f. 95
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Anche in questo triennio il vescovo ha continuato a curare l'amministrazione dei possedimen ti della mensa vescovile. Dato che le case coloniche non potevano più contenere i coloni, e inoltre erano sozze e insalubri, ne costruì molte nuove dalle fondamenta, decorose, sufficientemente ampie e salubri, per offrire un' abitazione comoda a quindici famiglie di coloni. A tale scopo hanno anche la legnaia, la cella del vino e i granai molto ampi e assai accurati. Ma soprattutto in questo il vescovo si è impegnato, e cioè che la religione cattolica fosse preser vata immune da ogni macchia di errore, che la religione e l'amor di Dio fossero rinvigoriti. In questo compito eglì ha avuto il clero col laboratore. Infatti in questi tempi assai calamitosi, essendosi anche in que
mensae episcopalis. Et cum rusti cae domus essent impares colonis recipiendis, nec non sordidae atque insalubres, plures novas a funda mentis erexit, quae decentes, satis amplae atque salubres commodam praebent habitationem quindecim colono rum familiis. Ad hoc habent cellas lignarias, vinarias atque hor rea perampla et perpolita. Sed praecipue in hoc incubuit episcopus ut catholica doctrina ab omni erroris labe servaretur immu nis, et religio atque pietas foveren turo In hoc clerum suum habuit adiu torem: nam his miseris temporibus cum etiam in hac dioecesi intro ducti essent nonnulli libelli contra fidem horthodoxam, atque contra oboedientiam, honorem et infalli bilitatem Summi Pontificis, et totius
8. Il vescovo raccomandava la pratica della quaresima inviando la tradizionale lettera al clero e ai fedeli, come "Usando delle facoltà che il Sommo Pontefice si è degnato accordare..." 16 febbraio 1857, con circolare del 2 marzo 1859 per l'indulto quaresi male, "Nell'imminente quaresima ..." 7 febbraio 1863, "A tutti ifedeli..." 25 gennaio 1864. Altri temi furono proposti dal vescovo nei messaggi pastorali, come la prepara zione dei giovani al matrimonio con circolare del 27 novembre 1857, lettera "Se quel li che sono posti. .." 5 gennaio 1861 per la presentazione dell' "Istruzione pastorale del sacramento del Matrimonio" dei vescovi della Provincia Lombarda; la pratica della preghiera, delle opere di misericordia "Un vasto campo è ora aperto alla vostra carità..." 27 giugno 1859; la devozione mariana "Anche quest'anno..." 28 aprile 1862, "Non so lasciare di raccomandarvi..." 7 aprile 1863; il rispetto delle immagini sacre esposte nei luoghi pubblici "Fra i molteplici disordini. .." 14 agosto 1863; il compor tamento in chiesa descritto con circolare in 14 regole nel gennaio 1860 e con lettera "Hoc erat in votis..." l ° gennaio 1863; l'educazione religiosa della gioventù "Se vi è cosa..." 30 agosto 1863; le norme da illustrare alle ostetriche per amministrare il battesimo ai neonati in pericolo di vita, circolare 27 novembre 1857; Lettere pastorali Libro n"lO; Sommario..., f. 93-94.
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sta diocesi introdotti alcuni libretti contro la fede ortodossa e contro l'obbedienza, l'onore e l'infallibilità del sommo pontefice e di tutto l'e piscopato, alcuni pii e dotti sacer doti sono stati pronti coi loro ottimi scritti a confutare con forza e intel ligenza l'errore di quegli uomini corrotti. Era consuetudine che in una casa sorta vicina alla città e detta popolarmente Paradiso, fossero tenuti in un anno quattro esercizi spirituali, due per il clero e due per i laici. In questi ultimi tempi il vescovo ha aumentato il numero degli eser cizi spirituali, quattro per i laici, tre per il clero, per il quale si tengono anche presso i chierici regolari nel villaggio chiamato Somasca. Per predicare questi esercizi il vescovo impegna i sacerdoti della sua diocesi. Ciò è più vantaggioso: infatti chi predica gli esercizi si ren de piii idoneo al compito della pre dicazione, e chi vi partecipa, essen do predicati da ottimi sacerdoti, progredisce non poco sulla via del l'amor di Dio. Perciò il vescovo si prende cura che a questi esercizi i singoli sacer doti della sua diocesi partecipino
episcopatus, praesto fuerunt pii doctique sacerdotes, qui suis opti mis scriptis errorem illorum perdi torum hominum acriter et sapien ter refellerent". Mos erat, ut in domo prope civi tatem sita, et quam vulgo Paradiso appellant, quater in anno spiritua Zia exercitia haberentur: bis pro cle ro, bis pro laicis. His postremis temporibus epi scopus numerum exercitiorum auxit, ut habeantur quater pro lai cis et ter pro clero, pro quo pluries habentur etiam apud clericos regu lares in pago, quem Somasca appellant. Pro his dandis exercitiis epi scopus adhibet sacerdotes suae dioecesis: id quod maiorem affert utilitatem, nam qui exercitia dant, se magis idoneos ad munus prae dicationis efficiunt, qui vero ad ea conveniunt, utpote ab optimis data
9. Tra i sacerdoti bergomensi che confutarono le opposizioni all'infallibilità del papa si ricorda il celebre abate P. A. Uccelli; Monsignor Pier Luigi Speranza .... p.330-331; L. DENTELLA, I Vescovi..., p.500-501.
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sacerdotibus, non parum in viam pietatis progrediuntur. Itaque ad haec exercitia curat episcopus ut frequenter, numquam vero rarius quam tertio quoque anno, conveniant singuli sacerdo tes suae dioecesis. Adfovendam vero omnium fide lium pietatem, praeter spiritualia laicorum exercitia, de quibus supra dictum est, mittit saepius in omnes paroecias suae dioecesis, opportu nos sacerdotes suos, qui instruc tiones et conciones habeant, quas missiones vocant. Ad supradictas missiones, ino pia missionariorum, adhibentur parochi, qui inde redeunt ad paroe cias suas maiori pietate et zelo fer ventes. Cum autem hi parochi sint permulti, rarius singuli a paroecia abesse coguntur, et etiam quando id accidit, semper eorum loco poni tur idoneus substitutus, ita ut resi dentiae sit aeque provisum. Hoc modo corriguntur mores atque promoventur opera religio nis et pietatis, inter quae praecipue notanda venit devotio erga Beatam Virginem Mariam quam nunc ilio obsequio, quod appellant mensis maii, omnes prorsus paroeciae huius dioecesis celebrant et colunr". Saepius ad clerum et populum
frequentemente, non più di rado di tre o quattro anni. Per rinvigorire lo spirito reli gioso di tutti i fedeli, oltre agli eser cizi spirituali dei laici, di cui si è parlato sopra, il vescovo invia di frequente in tutte le parrocchie del la sua diocesi sacerdoti da lui scel ti, che tengano le prediche e le istru zioni, chiamate missioni. Nelle sopraddette missioni, a causa della scarsità di missionari, sono impiegati i parroci, i quali poi ritornano nelle loro parrocchie mag giormente infervorati di amor di Dio e di zelo. Poiché tali parroci sono molti, più raramente i singoli sono costretti ad assentarsi dalla parrocchia e, anche in tale caso, al loro posto viene messo un idoneo sostituto, così da provvedere nello stesso tempo alla residenza. In questo modo i costumi ven gono corretti, promosse le opere di religione e dell'amor di Dio, tra le quali in particolare deve essere annotata la devozione verso la bea ta Vergine Maria, con quella prati ca che chiamano mese di maggio, onorata e celebrata in particolare da tutte le parrocchie di questa dio cesi. Il vescovo di frequente invia let tere pastorali al clero e al popolo,
(a) In margine ai due capitoli "Ad fovendam ... Hoc modo... " è scritto d'ufficio "Estratto". Il capitolo "Ad supradictas... " è stato aggiunto in nota.
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pastorales litteras mittit, omnes et singulos monet officii sui, ostendit quae cavenda sunt, atque ad pieta tem et religionem excitare non desi nit'". Item quotannis kalendario prae ponit epistulam pastoralem, in eoque inserit monita circa eccle siasticam disciplinam, sacram litur giam atque alia, prout tempus et usus requirit".
ammonisce tutti e ciascuno sui pro pri doveri, presenta le cose da evi tare e non si stanca di infervorare all'amor di Dio e alla religione. Inoltre ogni anno premette una lettera pastorale al calendario, e in esso inserisce ammonimenti e richiami circa la disciplina eccle siastica, la sacra liturgia e altre cose, come lo richiede il tempo e la tra dizione.
III De Clero saeculari
III
Il Clero secolare
1 ° Canonici caeterique choro cathedralis addicti, residentiam in universo observant. 2° Matutinum, laudes, aliasque
l. l canonici e gli altri addetti al coro della cattedrale osservano generalmente la residenza. 2. Recitano il mattutino, le lodi
lO. Ai messaggi di mons. Speranza su determinati temi, già riferiti nella nota n.8, altri sono da aggiungere per varie circostanze, come quelli per il rispetto del rito nella cele brazione della messa "Non sine magna sapientia..." 27 dicembre 1856, "Ut sacro sanctum Missae sacrificium..." 9 aprile 1862, e dei funerali, l'amministrazione del sacramento della Penitenza "Quam frequens ..." 1863 coll'opuscolo "De administratione sacramenti Poenitentiae", l'uso dei paramenti "Ad observantiam..." 31 gennaio 1859. Speranza dava inoltre disposizioni per la sepoltura dei suicidi, 30 ottobre, riferendosi alla circolare del ministero del culto, 17 gennaio 1857, per la cura dei cimiteri come da norme del ministero del culto, 19 aprile 1858. Egli invitava a pregare con fiducia per la grazia di un buon raccolto salvaguardato dalla grandine, circolare lO aprile 1858 e let tera "Nulla è chi pianta nulla chi innaffia al paragone di Dio che dà il crescere..." 19 aprile 1859; esortava a essere coerenti nella professione del cattolicesimo e nella pra tica del Vangelo "lo non leggo mai sensa sentirmi commosso..." 20 febbraio 1862; raccomandava il ricorso costante alla pratica degli esercizi spirituali "O venerabili sacerdoti che tanto vi affaticate nella vigna del Signore..." 26 luglio 1862 richiaman do chi li trascurava, circolare del 7 agosto 1863, e esortava alla fedeltà alle disposi zioni della Chiesa "Nostra iam a pluribus annis..." 12 dicembre 1863; ACVB, Lette re pastorali Libro n o lO; Sommario..., ff. 93-94. Il. Era stato stampato il Directorium pro divinis rite persolvendis iuxta ritum Romanum ad usum sanctae Bergomensis Ecc/esiae a canonico primicerio Ludovico Nullo editum et de mandato Ill. Rev. D.D. PL. Speranza, ed. Crescini 1857. Da notare anche Litte rae pastorales Kalendario dioecesano anno 1865 ad usum sacerdotum ritus Ambrosiani.
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horas canonicas recitant, et mis sam conventualem singulis diebus celebrant. 3° Canonici cathedralis missam conventualem pro benefactoribus adplicant diebus dominicis et festis etiam suppressis: caeteris diebus ferialibus non adplicant ex indulto Sedis Apostolicae. 4° Statutum capitulare, de quo in praecedenti relatione, nondum completum est. Circa consuetudi nes Capituli cathedralis, de quibus in supradicta relatione, atque cir ca ea, quae in casu declaravit ista sacra congregatio suis literis datis die 6 maii anni 1863 12, episcopus referre seorsum existimavit per libellum, quem praesenti relationi adiungit". (14 mart. Libellus iste de quo loquitur episcopus, ex hac positio ne separatus est, ut de hoc negotio seorsim agatur: alia siquidemdocu menta eo pertinentia a sacra con gregatione ex parte Capituli accep tafuerunt. A. t.r-.
e le altre ore canoniche, e ogni gior no celebrano la messa conventua le. 3. I canonici della cattedrale applicano la messa conventuale per i benefattori nelle domeniche e anche nelle feste soppresse, negli altri giorni feriali non applicano per indulto della Sede Apostolica. 4. Lo statuto del Capitolo, di cui nella precedente relazione, non è ancora finito. Circa le consuetudini del Capitolo della cattedrale, come già nella precedente relazione, e cir ca quanto sul caso ha dichiarato la sacra congregazione con sua lette ra del 6 maggio 1863, il vescovo ha ordinato di riferire a parte con un libretto, che aggiunge alla presente relazione. (Il libretto di cui parla il vesco vo, è stato separato da questa posi zione perché si tratti a parte del caso. Altri documenti ad esso per tinenti sono stati ricevuti dalla con gregazione per parte del Capitolo). 5. Il canonico penitenziere adempie diligentemente i suoi uffi ci. Il teologo, dopo che ha ricevuto le dichiarazioni di cotesta Santa Sede, le osserva e il vescovo nulla
5° Canonicus poenitentiarius sua munera diligenter adimplet: theologus postquam accepit istius Sanctae Sedis declarationes, obser (a) È una nota aggiunta d'ufficio.
12. La lettera qui citata è stata pubblicata nella documentazione della relazione 1861. 13. ASV, C. Conci/ii, Positiones, 1866 B, Venenza del Capitolo cattedrale di Bergamo col proprio Vescovo, intorno alle novità delle patenti di confessione e predicazione. e della presentazione dell' attestato di confessione ottidua.
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vat eas, nec amplius episcopus habet quod de ipso quaeratur. 6° Parochi totius dioecesis observant residentiae obligationem. 7° Omnes pariter conficiunt et sub custodia retinent libros matri moniorum, baptizatorum et mor tuorum, nec non statum animarum suae paroeciae ad normam ritua lis Romani: hi libri quotannis per vicarios foraneos revisuntur: 8° Fere omnes et singuli paro chi civitatis et dioecesis adiunctos habent pro numero parochianorum unum vel plures sacerdotes qui par tim beneficiarii, plerique mercena rii, eos coadiuvant in cura anima rum, ita ut nulla sit paroecia, quae sacerdotale ministerium desideret. 9° Parochi, ut plurimum per se, rarius per coadiutores aut alios ido neos sacerdotes, si quando sunt impediti, diebus dominicis et festis, plebes sibi commissas, pro sua et earum capacitate pascunt saluta ribus verbis, docendo ea quae sci re omnibus necessarium est ad salutem iuxta monitum Tridentini et Romani concilii. J0° Dominicis et aliis diebus festis, in suis paroeciis, fidei rudi menta et obedientiam erga Deum et parentes, pueros caeterosque hoc adiutorio indigentes, docent: hoc opus autem per se ipsi parochi et per sacerdotes, clericos, atque homines laicos probos et capaces fructuose exequuntur.
ha più di che lamentarsi con lui. 6. I parroci di tutta la diocesi osservano l'obbligo della residen za. 7. Tutti ugualmente compilano e custodiscono i libri dei matrimo ni, dei battezzati, dei morti, nonché lo stato d'anime della loro parroc chia, a norma del rituale Romano. Questi libri ogni anno sono con trollati dai vicari foranei. 8. Quasi tutti i singoli parroci della città e della diocesi hanno assegnati a seconda del numero dei fedeli uno o più sacerdoti, parte beneficiati, la maggior parte mer cenari, che li coadiuvano nella cura d'anime, così che nessuna parroc chia risulti sprovvista del ministero sacerdotale. 9. I parroci, il più delle volte per sé, più raramente tramite i coadiu tori o altri idonei sacerdoti nel caso siano impediti, nelle domeniche e nelle feste, nutrono le popolazioni loro affidate con parole salutari, per quanto è loro possibile e secondo la capacità di esse, insegnando le verità necessarie che tutti devono conoscere per la salvezza, secondo l'ammonimento del Tridentino e del concilio Romano. lO. Nelle domeniche e in altre feste, nelle loro parrocchie, essi insegnano ai ragazzi e a quanti ne sono bisognosi gli elementi princi pali della fede e l'obbedienza verso Dio e i genitori. 149
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Cum in nonnullis paroeciis abu sus irrepsisset, ut tempore autum nali exercitium doctrinae christia nae atque homilia intermitterentur, episcopus in decretis visitationis pastoralis declaravit parochum duobus mensibus vacationis a doc trina christiana per sanctum Caro lum concessis, numquam posse omittere homiliam in missa paro chiali et aliquantum catecheseos pro pueris et rudibus ante vespe ras, cum haec onera a iure canoni co sint imposita: hoc in tota dioe cesi observatur adamussim. 11 ° Singuli parochi, caeteri que curam animarum habentes, sin gulis diebus dominicis festisque de praecepto, etiam suppressis, mis sam adplicant pro populo suae curae commisso. ]20 Ad clericalem tonsuram aut ad Ordines Minores nemo unquam admittitur, quin vocationis suae indubia dederit argumenta, seque disciplina, studio, morumque inte gritate commendabilem praebue rito Qui vero Ordines Maiores suscepturi sunt, statutum est, ut spa tio saltem octo dierum spirituali bus exercitiis mundent conscien tiam suam, seque ad tantum mini sterium praeparent. 13° Ab episcopo praeceptum est, ut omnes prorsus e clero, cuius cumque gradus vel dignitatis sini,
Quest' opera è adempita frut tuosamente dai parroci in persona, dai sacerdoti, chierici e laici onesti e preparati. Essendo penetrato in alcune par rocchie l'abuso di sospendere in autunno l'esercizio della dottrina cristiana e anche l'omelia, il vesco vo nei decreti della visita pastorale ha dichiarato che il parroco nei due mesi di vacanza dalla dottrina cri stiana concessi da san Carlo, non può mai omettere l'omelia nella messa parrocchiale e un po' di cate chismo per i ragazzi e la gente incolta prima dei vespri, essendo questi obblighi imposti dal diritto canonico. Questo viene osservato alla perfezione in tutta la diocesi. Il. I singoli parroci e gli altri in cura d'anime, ogni domenica e nel le feste di precetto, anche in quelle soppresse, applicano la messa per il popolo affidato alle loro cure. 12. Nessuno è mai ammesso alla tonsura clericale o agli altri Ordini se non ha dato prove certe della sua vocazione e non si sia mostrato degno di lode nella disciplina, nel lo studio, nell'integrità dei costumi. Chi è in procinto di ricevere gli Ordini Maggiori, è norma che puri fichi la propria coscienza per otto giorni con gli esercizi spirituali e si prepari a un sì grande ministero. 13. Dal vescovo è stato pre scritto che tutti gli ecclesiastici, di qualsiasi grado e dignità siano, por 150
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tino sempre le vesti clericali, non solo nella celebrazione della messa, nei funerali e nelle sacre funzioni, ma in qualsiasi altro tempo, luogo e occasione. A questa prescrizione tutti obbediscono in modo tale che sono veramente degni di lode. Benchè la condizione dei tem pi non permetta minimamente di usare il privilegio del foro, tuttavia nei limiti possibili, sono osservate le norme stabilite dal sacro concilio di Trento (sess. XXIII cap.6 de Reform.) e dalla costituzione di pa pa Benedetto XIII di felice memo ria emanata nel concilio Romano. 14. Ogni mese sia nel palazzo vescovile, dove i parroci e i sacer doti della città e i chierici del semi nario studenti di teologia si radu nano, sia in tutte le altre parrocchie della diocesi, si tengono le confe renze nelle quali vengono discussi e definiti i casi di teologia dogma tica e morale, diritto canonico, ermeneutica e sacri riti. Fuori città sono presenti i vica ri foranei, che ogni anno si recano nelle singole parrocchie loro sog gette, dove presiedono alle confe renze. A queste intervengono tutti i parroci dell' intera vicaria, nonchè i sacerdoti di quella parrocchia in cui si tengono le conferenze. Gli altri sacerdoti si riuniscono per le conferenze nel luogo piii comodo.
vestes iugiter induant clericales, nec solum in sacrificio missae offe rendo, funeribus comitandis, omni busque sacris functionibus pera gendis, sed quocumque alio tem pore, loco atque occasione: huic praecepto omnes ita parent, ut vere digni sint qui commendentur. Quamvis ratio temporum privi legiofori uti minime permiuat, atta men quantum fieri potest, servan tur ea, qua e sta tuta sunt a sacra Tridentina sinodo (sess.Xslll cap.6 De Reform.) et a constitutione feli cis memoriae Benedicti papae XIII in concilio Romano emanata. 14° Singulis mensibus quum in episcopali palatio, quo parochi et sacerdotes civitatis, nec non semi narii cle ric i studiis theologicis addicti conveniunt, tam in reliquis omnibus dioecesis paroeciis, haben tur conferentiae in quibus discu tiuntur et definiuntur casus theolo giae dogmaticae et moralis, iuris canonici, hermeneuticae atque sacrorum rituum. Extra urbem autem praesto sunt vicarii foranei, qui se quotannis conferunt in singulas paroecias sibi subiectas, ibique praesident confe rentiis. Bis conferentiis intersunt omnes parochi totius vicariae, necnon sacerdotes illius paroeciae, in qua conferentiae habentur. Reliqui sacerdotes loco commo diori inter se conferentias habent. 151
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15° Mores cleri saecularis generatim graves, et ad pietatem, et honestam vitam, qualis homines ecclesiasticos decet, compositi. Ad hoc episcopus adhibet vigi lantiam, quam maxime potest, per se, per vicarios foraneos, et per deputatos super ecclesiastica disci plina, de quibus supra dictum est. Bis singulis deputatis distribuit et assignavit episcopus certum nume rum vicariarum, de quarum cleri cis inquirunt et referunt in sessio nibus quae frequenter habentur, quibusque ipse antistes praeest. Per haec et per frequentem accessum ad spiritualia exercitia nec non per alia huiusmodi, clerus Bergomensis laudabilis evadit. Si vero aliquando contigerit, ut quisquam a recta via declinet, epi scopus nunquam omittit ea media adhibere, quae canones, sinodi, et Provincialia concilia praeseribunt ut resipiscat. Ex nonnullis sacerdotibus huius dioecesis, numero circiter viginti, qui nefariae propositioni presbite ri Passaglia subscripserunt", post
15. I costumi del clero secolare sono generalmente austeri, infor mati alI'amor di Dio e alla vita one sta, come si addice a uomini eccle siastici. A tale scopo il vescovo vigila, quanto piri possibile, personalmen te, tramite i vicari foranei e i depu tati alla disciplina ecclesiastica, di cui si è detto sopra. I! vescovo a ognuno di questi deputati ha distribuito e assegnato un certo numero di vicarie, col compito di indagare sui sacerdoti di esse e riferire nelle sessioni, tenu te di frequente, alle quali lo stesso vescovo presiede. Per queste e per la frequente partecipazione agli esercizi spiri tuali e altre pratiche simili, il clero di Bergamo è degno di lode. Se qualche volta accade che qualcuno devìa dalla retta strada, il vescovo non omette mai di ricorre re a quei mezzi prescritti dai cano ni, sinodi e concili provinciali, per ché si ravveda. Di alcuni sacerdoti di questa diocesi, circa 20, che sottoscrissero la tesi nefasta del prete Passaglia,
14. Carlo Passaglia, nacque a Pieve S. Carlo (Lucca) il 9 maggio 1812. Entrato nella Compagnia di Gesù insegnò al collegio Romano diritto canonico e poi teologia dog matica, dando prova di ampia erudizione classica e patristica. Lasciata Roma durante i moti del 1848, al ritorno contribuì alla preparazione della definizione del dogma del l'Immacolata Concezione, (cf. relazione 1856 nota n. 7). Per le sue idee politiche e i dif ficili rapporti nella Compagnia, ottenne da Pio IX nel 1854 la secolarizzazione e una cattedra di filosofia alla Sapienza. Aperto sostenitore dell'unità d'Italia e di Roma capitale, vide messo all'indice il suo saggio su tale tema nel 1861, Il Pontefice e il Principe, Pro causa italica ad episcopos catholicos auctore presbitero catholico. Ciò
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eminentissimi cardinalis paeniten dopo la lettera dell' eminentissimo cardinale penitenziere, la maggior tiarii literas, maior pars resipuit, parte si è ravveduta, sottometten se laudabiliter submisit, atque sub dosi lodevolmente e ritrattando la scriptionem retractavit". sottoscrizione.
determinò la sua fuga da Roma, travestito, a Torino, dove all'attività di docente unì quella dell'editore su temi patriottici, pubblicando Il mediatore (1862-1866) bisetti manale. In quella sede presentò alla stampa la Petizione di novemila sacerdoti italiani a S. Santità Pio IX e ai vescovi cattolici con esso uniti, Torino 1862. Era l'invito a Pio IX di concedere Roma capitale d'Italia. Per quanto sospeso a divinis, Passaglia conservò integra la fede e la morale, difese il celebre filosofo Rosmini, confutò l'opera di Renan su Cristo, si schierò contro il divorzio. Deputato del collegio di Montecchio al Parlamento italiano, 1863-1864, vi rinunciò e morì riconciliato con la Chiesa il 12 marzo 1887; L'Eco di Bergamo 15 marzo 1887 "La morte del sacerdote Carlo Passaglia", senza alcun accenno nell'articolo preso da L'Unità Cattolica a sacerdoti bergamaschi fir matari delle sue tesi, gesto invece compiuto dal futuro vescovo di Bergamo, mons. Camillo Guindani, negli anni del suo ministero a Cremona; Erano segnati come pas sagliani per lo più i membri del "club S. Bartolomeo", Matteo Asperti, Giuseppe Ario li (che si proclamò innocente), Eugenio Bombarda, Antonio Boroni, Giovanni Colom bo, Bartolomeo Donadoni, Domenico Locatelli, Giovan Battista Milesi, Francesco Mosconi, Angelo Peverelli, Giovanni Rota, Francesco Salvi, Giuseppe Tonsi, Pietro Viscardi. Altri sacerdoti venivano qualificati liberali o poco rispettosi a Roma, ovvero non favorevoli all'encilica "Quanta cura"; cf. ACVB, 9 registri, A-Z, in Note Speran za (ms); C. BELLO', Geremia Bonomelli con documenti inediti, Brescia 1961, p. 52; G. MARTINA, s.j., Pio IX (/851-1866) , p. 133-135; E. CAMOZZI, Diario ... , I, p.1056; G.P. GOFFI, L'età risorgimentale , p.284. 15. Dopo lo scioglimento dell' Unione di S. Bartolomeo, (cf. relazione 1861 nota n. 19), mons. Speranza aveva comunicato alla Santa Sede, con lettera 13 dicembre 1861, il risultato ottenuto, ricevendo dal cardinal Patrizi una lettera di compiacimento il 26 dicembre e una di Pio IX il13 gennaio 1862. Il canonico Finazzi fu privato della facoltà di predicare (eccetto quella legata all' ufficio di canonico teologo) e di confessare, dal 4 luglio 1861 al 3 agosto 1867. Egli continuò la sua collaborazione a giornali non allineati; R. AMADEI, Il clero bergamasco ..., p. 178-179. Nel dissidio tra Chiesa e Stato in Italia è usuale ricorrere alla lotta tra liberalismo politico, ateo settario, massonico, antireligioso, e le forze cattoliche che si sarebbero volute con ragione unite in una medesima fermezza dei princìpi, in un unico programma di azione di indiscussa intran sigenza. Ma, osserva Snider, l'intransigenza sarebbe stata provvidenziale se espressa e sostenuta da una chiara visione del corso inarrestabile della vita sociale ed economi ca della nazione. Mancata tale visione, i cattolici italiani non avvertirono la realtà del progresso delliberalismo politico in Europa e, cosa più grave per la Chiesa, di quello positivo del cattolicesimo degli altri paesi europei. Mentre il liberalismo italiano si rafforzava grazie a quello europeo, i cattolici italiani non si resero conto dei problemi, degli ideali e dei programmi dei cattolici delle altre nazioni. L'illusione della sconfitta delliberalismo aggravava la crisi spirituale dell'8aa pro lungando la lotta contro le libertà moderne, quella politica, di stampa, di coscienza, di culto. Ognuna di quelle libertà rappresentava un grave pregiudizio per la Chiesa. Nessun male, continua Snider, poteva essere più grave per chi poneva al vertice di que sti interessi una restaurazione cristiana, che in realtà si confondeva col conservatorismo politico. La sorte riservata al papato nel formarsi dell'unificazione nazionale produs se una situazione difficile per la Chiesa, che denunciava principi opposti alla
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Perpaucos reliquos, qui nondum ad hoc adduci potuerunt, episco pus et sacramentum Paenitentiae administrare et Verbum Dei prae dica re prohibuit. An vero ulterius progredi debeat, atque etiam a celebratione missae eos suspendere, iamdudum scripsit eminentissimo istius sacrae congregationis praefecto, a quo cum responsum acceperit, faciet id quod iussum fuerit" (a).
Ai pochi altri che non si sono ancora potuti condurre a questo pas so, il vescovo ha proibito di ammi nistrare il sacramento della Peni tenza e di predicare la Parola di Dio. Se egli debba procedere più oltre, sino a sospenderli dal cele brare la messa, ha già scritto al pre fetto di codesta sacra congregazio ne, e appena riceverà risposta, met terà in pratica quanto comandato.
IV De Clero regulari
Il Clero regolare
IV
l. I pochissimi regolari che svol gono cura d'anime in questa dio cesi, sotto la giurisdizione del vescovo, adempiono fedelmente i loro doveri.
10 Perpauci regulares, qui in hac dioecesi, sub episcopi iurisdic tione, causam animarum gerunt, fideliter sua munera adimplent. (a) La frase è segnata in margine.
sua dottrina, gli stessi che in altre nazioni rappresentavano una salvaguardia dei dirit ti della Chiesa, della religione e del progresso. Queste diverse esperienze si confrontarono nel congresso cattolico di Malines del 1863, dove Montalembert avvertiva che l'al leanza troppo stretta fra trono e altare li comprometteva e indeboliva, che Italia, Spa gna e Portogallo dimostravano l'impotenza radicale del sistema oppressivo di quel l'antica alleanza fra trono e altare per la difesa del cattolicesimo. Il Sillabo del1'8 dicembre 1864 non avrebbe potuto negare e condannare gli avvenimenti predetti sca turiti da quei principi; C. SNIDER, Gli ultimi..., p. 368-373. 16. Pio IX con la lettera "Quanto conficiamur moerore", 10 agosto 1863, aveva invitato i sacerdoti a lasciare le società clerico-liberali di mutuo soccorso, fonti dell'emancipa zione del clero italiano, e a riconoscere i propri errori. Il 28 marzo di quell'anno il cardinale penitenziere aveva chiesto ai soci di ritirare la propria adesione. I firmatari dis sociati avrebbero compiuto un corso di esercizi spirituali, ottenendo la sospensione e poi la dispensa delle censure subìte. Il card. Catterini reagì duramente coi passagliani, sui quali chiedeva informazioni, e che riteneva colpiti da scomunica riservata al papa. In poco tempo la corrente passagliana si dissolse, ma non scomparve, osserva Martina, la tensione verso la conciliazione tra Stato e Chiesa, mentre la ribellione aperta e la resistenza alla Santa Sede fu smontata; R. AMADEI, Il clero bergamasco..., p. 179; G. MARTINA, s.j., Pio IX (1851-1866) ..., p. 133-138.
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2 0 In dioecesi nemo regularis est, qui vitam degat extra monaste rium: cum enim episcopus expe rientia compertum habeat regula res huiusmodi exitum laudabilem raro habere, curat ut ad sua mona steria redeant. Nemo pariter est hic regularis, qui sit eiectus a monasterio, nemo qui degens intra claustra, extra delinquat vel profecto sit scandalo. 30 Episcopus, ne auctoritate quidem delegata, ullum regularium conventum visitavit; quantum tamen sibi constat, nihil in monasteriis suae dioecesis est, quod sit contra eorundem regulas, et multo minus, quod scandalum Christifidelibus praebeat. 4 0 Nullum item habuit offen diculum cum eisdem regularibus in iurisdictionis sive ordinariae sive delegatae exercitio.
2. In diocesi nessun regolare vive fuori dal monastero. Poiché il vescovo per esperienza sa che i regolari di quel genere raramente raggiungono un esito lodevole, si prende cura che ritornino ai loro monasteri. Non vi è inoltre qui alcun regolare che sia stato espulso dal monastero, nessuno che viven do nel chiostro, fuori poi commet ta mancanze o sia di scandalo. 3. Il vescovo non ha visitato alcun monastero di regolari, nem meno con autorità delegata. A quanto gli consta, nulla si trova nei monasteri della sua diocesi che sia contro le loro regole e molto meno di scandalo ai fedeli. 4. Non ha avuto alcun contrasto con i regolari stessi nell' esercizio sia ordinario sia delegato della giu risdizione.
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Le Monache
De Monialibus
L Tutte le monache che appar tengono ai monasteri di questa dio cesi sono soggette al vescovo. Osservano le costituzioni del loro ordine in modo che il vescovo gode di affermare che di esse è piena mente soddisfatto e contento. 2. La clausura dei monasteri del le monache viene custodita invio labilmente. 3. Nessun abuso è stato perpe
10 Moniales omnes, quae ad monasteria huius dioecesis perti nent, episcopo sunt subiectae. Con stitutionis sui ordinis ita servant, ut de iisdem se plane contentum et satisfactum dicere gaudeat. 2 0 Clausura monasteriorum monialium inviolate custoditur: 30 Nullus in eis abusus irrepsit,
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qui consilio aut auxilio sacrae con trato in essi, al punto da aver biso gno del consiglio e dell'aiuto del gregationis indigeat. 4° Singulis mulierum monaste la sacra congregazione. riis quum civitatis, tum dioecesis 4. Ai singoli monasteri delle monache sia della città che della stabilis confessarius, et statutis tem diocesi, il vescovo assegna un con poribus etiam extraordinarius ab fessore ordinario, e in tempi stabi episcopo deputatur. 5° Novitiae, antequam ad pro liti anche uno straordinario. fitendum admittantur, persolvunt 5. Le novizie prima di essere dotem, quae maxime in acquiren ammesse alla professione, versano dis praediis erogatur, atque cum la dote, che è investita per la mag reliquis monasterii redditibus recte gior parte nell'acquisto di possedi administratur. menti e che è ben amministrata con 6°.7°.8°. Nil dicendum venit de gli altri redditi del monastero. monasteriis subiectis praelatis regu 6-7 -8. Nessuna osservazione laribus: omnia enim huius dioece vien da fare circa i monasteri sog getti ai prelati regolari. Tutti i mona sis monasteria, ut dictum est, steri di questa diocesi infatti, come subiecta sunt episcopo. Moniales si è detto, sono soggetti al vescovo. omnes singulari disciplina, oratio nis studio, pietate et integritate Tutte le monache splendono per morum elucescunt. singolare disciplina, impegno nel l'orazione, amor di Dio e integrità di costumi. VI
De Seminario
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l° Iam inde ab anno proxime Il Seminario
elapso, laicus a gubernio studiis curandis deputatus, coepit omnibus 1. Già dallo scorso anno un provveditore agli studi, laico, nomi modis adversari illis duobus colle nato dal governo, cominciò a infie giis episcopalibus, de quibus in rire in tutti i modi contro i due col praecedenti relatione mentio facta legi vescovili, di cui nella prece fuerat".
17. Si riferisce ai due collegi vescovilì di S. Alessandro in città e di Celana, citati nella relazione 1861 paragrafo I. Le origini del collegio S. Alessandro si fanno risalire alla fine del sec. XVIII. Conosciuto nel 1820 col nome di Collegio S. Nicola, Collegio alli Celestini, per la sede in cui si tro
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Et primum voluit domus ipsas visitare, ut videret (sic aiebat) utrum essent satis amplae, salubres et aptae; dein visitare scholas, postea pueros interrogare, ad postremum contendere ut magistri essent a gubemio approbati atque discipulos docerent ea, quae guber nium vellet ac similia", Curator ille visitaverat etiam materiales seminarii aedes nondum tamen eas maiores praetensiones
dente relazione è stata fatta men zione. lnnanzitutto egli volle visitare le residenze, per controllare se (come diceva) erano abbastanza ampie, salubri e idonee; poi visitò le scuole, interrogò i ragazzi, e infine sostenne che i professori dovevano essere approvati dal governo e inse gnare agli allievi quello che il governo voleva, e altre cose simili. Quel procuratore aveva visitato
vava, era diretto da don Giacinto Zanoni e da Maironi da Ponte delegato alla sorve glianza dal governo. Trasferito a Redona, nella villa dei nobili Grismondi nei 1828, continuò la sua attività sotto la direzione di don Carlo Bugarelli. Nel 1845 ebbe per sede casa Milesi, già Benaglio, in Borgo S. Leonardo. Don Valsecchi subentrò a don Buga reIIi e portò il collegio a una nuova vita dirigendolo per 26 anni. Egli ebbe difficoltà sia con il governo imperiale, sia con quello liberale dell'Italia unita, deciso a chiudere la scuola privata, come si vedrà più oltre, cf.nota n. 18 e relazione 1873 nota n.9; Monsignor Pier Luigi Speranza ..., p. 188-193; C. TRAINI, Vicende..., o.c.; C. PATELLI, Mons. Ales sandro Valsecchi, in Alle radici ..., p. 371 passim. 18. Dal 1859 per concessione ministeriale gli esami di licenza ginnasiale e Iiceale si era no svolti con un'apposita commissione nei due collegi suindicati, con il rilascio di cer tificati con effetti legali. Il provveditore Pietro Lepore giunto a Bergamo nel 1863 deci se di abolire la concessione ministeriale, permettendo in via eccezionale e per il solo 1862- I863 che due professori del collegio (don Giacinto Arcangeli per la filosofia nel liceo e don Francesco Facchinetti per la matematica nel ginnasio) facessero parte del le commissioni alle quali gli alunni si sarebbero presentati come privatisti. Il Lepore inol tre negava la validità dei certificati emessi dal 1859 al 1862. Il ricorso dei padri di famiglia al ministero fu accolto favorevolmente e la pretesa di Lepore fu così boccia ta. Promotore ancora il provveditore Lepore, il 12 giugno 1864 fu deliberata dal con siglio Provinciale un'ispezione ai collegi vescovili e al seminario diocesano. La visi ta al collegio S. Alessandro avvenne il 17, presieduta dal Lepore e dall'assessore comu nale e consigliere scolastico cav. Benedetto Bana. Dopo tale avvenimento Mons. Spe ranza ricorse al ministero il 13 agosto, facendo presente che l'inquisitore non solo ave va visitato (cosa già fatta al suo arrivo a Bergamo) le sale e tutti i locali, esaminato i testi, i registri dei professori e gli elaborati degli alunni, ma che aveva interrogato e fatto interrogare questi ultimi, materia per materia, con esercizi di traduzione in diverse lin gue, con la recita di regole di sintassi e ortografia, poesie, teoremi di algebra e di geo metria ecc. Un'altra minaccia alle scuole cattoliche furono le possibili sanzioni se i titoli dei professori non fossero stati regolati. Mons. Speranza spedì di conseguenza a Torino, (allora capitale d'Italia) don G. Arcangeli per un ricorso nel quale si denun ciavano le misure contradditorie nell'applicare la legge da parte dell'autorità locale specialmente riguardo alle patenti austriache. Le decisioni delle autorità intendevano aiu tare abbastanza palesemente il Collegio Commerciale Provinciale, aperto dal comune nel 1862 presso il liceo ginnasio pubblico in città alta, pochissimo frequentato; C. TRAINI, Vicende ... , p. 48-5 I.
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patefacerat, quas contra praefata collegia, neque ad id deventurum esse putabat episcopus. Sed contra spem currenti hoc anno, dum episcopus a civitate abe rat in visitatione pastorali occupa tus, curator laicus ad seminarium dioecesanum se contulit ibique declaravit se velle scholas visitare, discipulos interrogare, eaque omnia imponere quae saepius nominatis collegiis". Seminarii rector praevidens mala, quae ex hoc studiis ecclesia sticis, disciplinae, clericis et immu nitati Ecclesiae essent obventura, existimavit tali visitationi sibi esse obsistendum. Propterea gubernium, idibus iulii anni currentis, decrevit ut semi narii Bergomensis scholae omnes, exceptis theologicis, illico claude rentur, praecepitque parentibus ut filios e seminario in termino octo dierum educerent, quod cum maxi ma" episcopi et bono rum omnium factum est". De hoc antistes scripsit episco
anche le residenze del seminario, ma non aveva ancora manifestato pretese maggiori di quelle contro i predetti collegi, né il vescovo pen sava che si sarebbe giunti a ciò. Ma contro la speranza, quest' an no, assente il vescovo dalla città, occupato nella visita pastorale, il provveditore laico si è recato in semi nario e vi ha dichiarato di voler visi tare le scuole, interrogare gli alunni, e imporre tutte quelle condizioni come ai collegi più volte nominati. Il rettore del seminario, preve dendo i mali che ne sarebbero deri vati agli studi ecclesiastici, alla di sciplina, ai chierici e all'immunità ecclesiastica, ha ritenuto di doversi opporre a tale visita. Perciò il governo, il 15 luglio del corrente anno, ha dichiarato che tutte le scuole del seminario di Ber gamo, eccetto le teologiche, fosse ro chiuse immediatamente, coman dando ai genitori di togliere i figli dal seminario nello spazio di otto giorni, il che è stato fatto con il massimo dolore del vescovo e di
(a) Il testo richiederebbe "dolore" o un sostantivo analogo. 19. Il provveditore Lepore non teneva conto di una circolare ministeriale del 1859, la qua le dichiarava esenti i seminari diocesani da ispezioni scolastiche. Egli volle visitare il seminario col pretesto delle sole ragioni di igiene e moralità, ma effettuò una vera e pro pria ispezione scolastica. Mons. Speranza ricorse al ministro Pisanelli. Lepore ordinò la chiusura delle scuole secondarie adducendo futili motivi, e mons. Speranza inter venne ordinando piuttosto personalmente la loro chiusura, tranne la teologia; C. PATEL LI, Uomini..., p. 85; R. AMADEI, Dalla Restaurazione.... p. 246-247; IDEM. Le vicen de..., p. 95-96. 20. 1115 luglio 1864 il ministro Michele Amari con un decreto dichiarò chiuse le scuole secondarie annesse al seminario diocesano in Bergamo. Con circolare n. 2100 P.R. dei
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pis comprovincialibus semel et ite rum, quo tempore etiam ad emi nentissimum praefectum istius sacrae congregationis literasdedita). Item non omisit contra gubernii decretum appellationem interpo nere, protestari atque omnibus modis niti, ut seminarii inferiores scholae possent denuo aperiri, sed omnes eius nisus irriti cesserunt. Quare coactus est alio meliori modo, quo posset providere ut pue ri in sortem Domini vocati edo ceantur et instruantur. Itaque alumnis studio theolo giae addictis, adiunxit eos quoque qui philosophicis studiis operam dare debuissent, cui defectui ob viam ivit statuendo, ut hi docean tur principia philosophica divi Tho mae. Reliqui pueri, qui ad c!erica lem militiam vocati existimantur,
tutti i buoni.
Su questo caso il vescovo ha
scritto ai vescovi comprovinciali più volte, e nello stesso tempo ha invia to una lettera anche al prefetto di questa sacra congregazione. Egli inoltre non ha tralasciato di interporre appello contro il decre to del governo, di protestare e cer care con ogni sforzo e in ogni modo che le scuole inferiori del seminario si potessero di nuovo aprire, ma tut ti i tentativi sono risultati inutili. Perciò è stato costretto a ricor rere a un altro metodo migliore, col quale potesse provvedere all'istru zione e all'educazione dei ragazzi chiamati alla scelta del Signore. Agli studenti di teologia ha aggiunto, quindi, anche quelli che avrebbero dovuto studiare filoso fia, alla cui mancanza ha supplito
(a) La frase è segnata in margine. culti 13 settembre, il ministero di Grazia e Giustizia esigì un'informazione dettaglia ta sul seminario (quanti seminari esistevano in diocesi, quanti professori e alunni nel lo spazio di lO anni, condizioni del fabbricato, suppellettile, retta versata, salari ai pro fessori, dotazione del seminario in beni). Per ordine di mons. Speranza, il rettore don Carminati non rispose. Con la lettera "A salvare il nostro seminario..." 24 ottobre 1864, il vescovo informò la diocesi sulla chiusura parziale del seminario. Con altra lettera "È già qualche tempo o mieifiglioli, che le mie lettere pastorali non sono scritte direttamente a voi..." 26 feb braio 1865, Speranza manifestava il suo dolore per l'accaduto. Il consiglio scolastico provinciale con lettera 30 dicembre 1872 spiegò che con le informazioni chieste si voleva appurare l'esistenza in seminario di elementi rei di delitti politici. Il 15 novem bre 1874 la regia amministrazione consegnò a mons. Speranza la parte sequestrata del seminario, per le scuole secondarie preparatorie degli studi teologici; ACVB, Let tere pastorali Libro n° lO; Roma, Ministero Pubblica Istruzione, divisione scuole medie 1860-1896, Busta 145- Seminari - l) Bergamo, Seminario diocesano, vicende dal 1860 al 1868; 2) Bergamo, Collegio S. Alessandro o Valsecchi e Celana - Seminario; Busta 146 - Seminari, Bergamo, vicende dal 1860 al 1896; ACVB,Lettere pastorali Libro nrlt); C. TRAINI, Vicende..., p. 50-51; C. PATELLI, Uomini..., p. 85-86; R. AMADEI, Dalla Restaurazione..., p. 246-247.
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VISITE AD LIMINA
partim educantur in supradictis col legiis episcopalibus, partim domi suae a propriis parochis, vel ab aliis piis doctisque sacerdotibus instruuntur. Hoc modo sperat episcopus satis provisum esse clericorum edu cationi. 2° In seminario pueri et adole scentes instruuntur in ecclesiasti ca disciplina per moderatores ab episcopo deputatos, et sub ipsius immediata vigilantia. 3° Clerici, quorum educationi, ut diximus, meliori modo quo fieri potuit, provisum est, parochis, col legiis et seminario assignati, docen tur ut antea, ea quae necessaria sunto Docti et pii sacerdotes magistri in seminario de administrationis consensu ab episcopo deputantur. Profectus clericorum in studiis sem per extitit laudabilis. 4° Clerici quoties opus est, vel quoties mandat episcopus, cathe drali et aliis parochialibus eccle siis pie devoteque inserviunt. 5° Duorum ex senioribus cano nicorum aliorumque sacerdotum consilio utitur episcopus in iis expe diendis quae ad rectum seminarii regimen spectant. 6° Seminarium frequenter epi
stabilendo che questi fossero istrui ti nei princìpi filosofici di san 'Iom maso. Gli altri ragazzi che si riten gono chiamati alla vita ecclesiasti ca, vengono educati parte nei sopraddetti collegi episcopali, par te a casa loro dai parroci, o da altri pii e idonei sacerdoti. In questo modo il vescovo spera di aver prov veduto sufficientemente all' educa zione dei chierici. 2. In seminario i ragazzi e gli adolescenti sono formati nella disci plina ecclesiastica tramite superio ri scelti dal vescovo e sotto la sua immediata vigilanza. 3. I chierici, alla cui educazio ne, come abbiamo detto, si è prov veduto nel modo migliore possibi le, assegnati ai parroci, ai collegi e al seminario, sono istruiti come pri ma, nelle cose necessarie. Dal vescovo in seminario vengono nominati maestri, col consenso del l'amministrazione, dei sacerdoti dot ti e pii. Il profitto dei chierici negli studi è sempre risultato lodevole. 4. I chierici, quando è necessa rio, o ogni qualvolta lo richiede il vescovo, servono devotamente e piamente in cattedrale e nelle altre chiese parrocchiali. 5. Il vescovo ricorre al consiglio di due dei più anziani canonici e di due sacerdoti nello svolgimento di quanto serve al retto governo del seminario. 6. Il vescovo visita di frequente 160
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REIAZIONE -
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scopus visitat, examinibus clerico il seminario, assiste agli esami dei chierici e si prende cura che ven rum assistit et curat ut constitutio nes observentur. gano osservate le costituzioni. 7° Pro seminario erigendo et 7. Nessuna tassa è stata impo substentando nulla taxa statuta est, sta per la costruzione e il manteni quia aliunde ad hoc potuit commo mento del seminario, poiché a ciò si de provideri, uti vide re est in prae è potuto provvedere comodamen cedenti relatione. te, come è dato vedere nella rela zione precedente. VII
De iis, quae pertinent ad Ecclesias,
Confraiemitates et Loca Pia
VII
Chiese, Confraternite
e Luoghi Pii
1 ° In sacristiis omnium et sin gularum ecclesiarum est exposita l. In tutte le sacristie di ogni tabella onerum missarum et anni chiesa è esposta la tabella degli one versariorum, atque episcopus curat ri delle messe e degli anniversari, ut obligationes huiusmodi adim e il vescovo si prende cura che ven pleantur. gano adempiuti. Si vero haec onera aliquando Se tali oneri talvolta non si pos nequeant adimpleri ob diminutio sono soddisfare per la diminuzio nem reddituum, episcopus providet ne dei redditi, il vescovo provvede iuxta rescriptum sacrae congrega in base al rescritto della sacra con tionis Negotiis Ecclesiasticis gregazione per gli Affari Ecclesia Extraordinariis praepositae, datum stici Straordinari dell'8 ottobre die 8 octobris anni 1856. 1856. 2° Confratemitatum, scholarum, 2. Gli oneri delle confraternite, aliorumque Piorum locorum one delle scuole e di altri luoghi pii sono ra, meliori, quo fieri potest modo, et adempiti nel modo migliore possi iuxta redditus, quos temporum ini bile, in base ai redditi che l'avversa quitas non consumpsit, adimplen condizione dei tempi non ha con turo sumato. 3° Ab administratoribus pio 3. Ogni anno gli amministratori rum locorum, quatenus non obstet dei pii luoghi, attraverso i vicari civilis potestas, quae ut plurimum foranei, rendono conto al vescovo reapse obstat, quolibet anno per dell' amministrazione, a condizio ne che l'autorità civile non si 161
VISITE AD LIMINA
vicarios foraneos'" redditur epi scopo. Dolendum vero est quod admi nistratores bonorum Ecclesiae, seu praefectifabricae, ut plurimum lai ci, deputantur a potestati civili, ne consulta quidem potestate eccle siastica. 4° Montem Pietatis visitare epi scopum non sinunt leges civiles; multo minus rationem administra tionis exquirere, quam omnino sibi vindicavit civilis auctoritas. 5° Item dicendum venit de hospitalibus quae tamen visitat epi scopus et providet ut infirmis non desint religionis subsidia.
opponga, come il più delle volte avviene. V' è da lamentarsi che gli ammi nistratori dei beni della chiesa, ovvero i fabbricieri, per lo più laici, siano scelti dall'autorità civile sen za nemmeno consigliarsi con quel la ecclesiastica. 4. Le leggi civili non consento no al vescovo di visitare il Monte di Pietà e molto meno di chiedere ragione dell' amministrazione che l'autorità civile rivendica per sé. 5. Lo stesso si dica circa gli ospedali, che tuttavia il vescovo visita, provvedendo che agli infer mi non manchino i conforti della religione.
8 De Populo
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Il Popolo
Mores populi huius dioecesis in universum sunt boni; atque pietati et religioni conformes, praesertim in agris. Ecclesias, sacramenta, Verbum Dei, et praecipue doctri nam christianam, quam episcopus nititur revocare ad normas a sane to Carolo praescriptas, frequentant. A pluribus annis populus prae sefert sensum pietatis maiorem, quam antea. Perditi homines, qui pietati et religioni adversantur, sunt pauci in
I costumi del popolo di questa diocesi sono generalmente buoni, conformi all'amor di Dio e alla reli gione, specie nelle campagne. Fre quenta le chiese, la Parola di Dio, e particolarmente la dottrina cristiana, che il vescovo si sforza di riportare alle norme prescritte da san Carlo. Da più anni il popolo mostra uno spirito religioso maggiore di prima. Sono pochi in città gli uomini perduti, che combattono lo spirito religioso e la devozione, rarissimi
(a) Il testo richiederebbe "ratio" o un sostantivo analogo.
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civitate, rarissimi vero in agris: et ideo contra numerum bonorum satis longe maiorem hos cedere oportet atque confundi.
in verità nelle campagne: e perciò rispetto al numero dei buoni di gran lunga maggiore, essi devono riti rarsi confusi.
IX De postulatis Episcopi referentis
IX Richieste del Vescovo che riferisce
In praesentiarum episcopus postulata proponenda non habet: reverenter vero excipiet quidquid ista sacra congregatio, presenti relatione perpensa, decernere vel declarare existimaverit.
Il vescovo al momento non ha richieste da presentare; con rispet to e sottomissione accetterà quanto questa sacra congregazione, dopo aver soppesato questa relazione, riterrà di dichiarare o stabilire.
Datum Bergomi die 9 decembris 1864
Bergamo addì 9 dicembre 1864
+ Petrus Aloisius
+ Pietro Luigi vescovo
episcopus Bergomensis Feraroli cancellarius episcopalis"
di Bergamo Feraroli cancelliere vescovile
sigillum
timbro
21. Don Pietro Ferraroli nacque a Bedulita. Venne ordinato al presbiterato il 14 marzo 1835. Risulta cappellano nel suo paese nativo nel 1855, e il IO settembre 1857 can celliere della curia vescovi/e; ACVB, Patrimoni ecclesiastici, 20 agosto 1835; ibid., Nomine collettive ai vari uffici della curia, 4, cancelleria; Stato del clero... 1855, p.23.
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AD LIMINA
274 DOMANDA DI AMMETTERE COME PROCURATORE PER LA
VISITA AD LIMINA IL SACERDOTE FELICE CAVAGNIS
N.2418
Eminentissimi patres exeunte iam nunc triennio 93°, in oboedientiam Sixtinae constitutionis ad han c almam urbem accedere debuissem, id quod fecissem libentissi me; at mala conditio temporum non concessit. Itaque fidem testimonialem visitationis Liminum sanctissimorum Apo stolorum, per procuratorem reverendum sacerdotem Felicem Cavagnis peractae, exhibeo atque suppliciter deprecor eminentias vestras, ut usita ta benignitate admittere dignentur". 22. Felice Cavagnis nacque a Bordogna, il 13 gennaio 1841. Fu allievo del seminario dio cesano, poi alunno del collegio Cerasoli a Roma. Ammirevole la lettera che il vesco vo Speranza scrisse al neodiplomato il 30 Ottobre 1862, pubblicata da Vistalli nella sua biografia. Ordinato sacerdote il 19 settembre 1863, insegnò nel collegio di Celana. Richiesto dal rettore dell' Apollinare per la cattedra di filosofia, lasciò Celana nell'aprile 1871; dal 1888 al 1893 ebbe anche l'incarico di rettore. Nominato sostituto della Peni tenzieria Apostolica, fu in seguito segretario della congregazione degli Affari Ecclesiastici Straordinari e a marzo 1901 eletto cardinale. Compose diverse pubblicazioni di dirit to ecclesiastico. Partecipò col card. Agliardi al conclave in cui fu eletto papa Pio X. Dopo il primo scrutinio (il card. Rampolla aveva ottenuto 24 voti, il card. Sarto 5) egli chiese al card. Oreglia, decano, se si doveva preparare l'accesso. Tale pratica si face va subito dopo lo scrutinio in cui nessuno aveva ottenuto i voti richiesti per l'elezione. I cardinali votavano per uno qualsiasi di quelli votati, o confermavano il voto già dato dichiarando accedo nemini. I voti ottenuti con l'accesso si sommavano a quelli dello scrutinio. Chi riportava i due terzi di tutti i voti era eletto. Alla richiesta del card. Cava gnis, il card. Oreglia rispose che non s'era fatto l'accesso nemmeno con l'elezione di Leone XIII, il che non corrispondeva al vero. Così l'accesso non ebbe luogo e, osser va Snider, se questa operazione fosse stata eseguita, avrebbe permesso di superare il pun to morto in cui i lavori del conclave venivano a trovarsi assicurando, forse immedia tamente, al card. Rampolla l'elevazione al papato. Il card. Cavagnis nel conclave fece notevoli interventi. specie per la retta osservanza delle norme non sempre chiare. Si pen sava a una sua possibile nomina a cardinale segretario di Stato, lasciata cadere da Pio X a favore del card. Merry del Val. per il motivo che il cardinale bergamasco avesse for se un suo proprio programma di lavoro. Morì inaspettatamente il 29 dicembre 1907; cf. ACVB,fondo Speranza, Corrispondenza mons. P. L. Speranza lettere 30 ottobre 1862, 2-3 aprile 1871; F. VISTALLI, Il cardinal Cavagnis Monografia preceduta dalla intro duzione storica alla valle Brembana con Prefazione di S.E. Mons. GIOSUE SIGNO RI Vescovo di Fossano e Conte, Bergamo 1913, p. 132-133 la lettera suindicata; M. CASELLA, Cavagnis Felice, in Dizionario Biografico.... 22, p. 574-577; C. SNIDER, I tempi..., p. 62, 66, 70,76, 87, 120, 335; sulle visite di Cavagnis a Rosciate, qui impos
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Simul exhibeo relationem status meae Bergomensis dioecesis, cui rela tioni adiungo libellum, quo seorsim referre existimavi de Capituli con suetudinibus, de quibus agebant praecedens relatio mea et literae die 6 maii 1683 datae ab eminentiis vestris, quibus venerationem et obsequium meum profiteor, atque fausta omnia precor a Domino. Datum Bergomi die 9 decembris 1864 servus Humillimus addictissimus obsequentissimus + Petrus Aloisius episcopus Bergomensis Eminentissimis Patribus Sacrae Congregationis Concilii Romam
È in regola a tutto il triennio 93 Bergomen. Visitatio sacrorum Liminum 3019/8
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RISTRETTO DELLA RELAZIONE
DI MONSIGNOR PIETRO LUIGI SPERANZA VESCOVO
DI BERGAMO FATTO PER LA CONGREGAZIONE DEL CONCILIO
dì 21 febbraio 1865 Monsignor Speranza fatto vescovo di Bergamo nell'anno 1853, inviò la terza relazione che qui si riferisce a questa sacra congregazione, nel decem bre 1854, e si ammette per il triennio 93° spirato il 20 decembre 1864. Per la visita dé sacri Lirnini è in regola. Per ciò che riguarda lo stato materiale della sua Chiesa, monsignor vescovo si attiene alla precedente sua relazione, notando solo alcune cose nuove, o da spiegarsi con più chiarezza.
sibili da citare, riferisce meticolosamente don Signori, cosi come su altri avvenimen ti legati alla sua persona, cf. E. CAMOZZI, Diario... , I, p. 177-178,309,893-894, 905-908,917-923, 1011-1014; II, p. 1158-1159; R. BELOTII, Magnifica ..., p.40-41.
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VISITE AD LIMINA
Nota che di 16 canonicati che ha la cattedrale, due vacano da qualche tempo e per le note vicende dei tempi dice che non ancora poterono con ferirsi. Nota pure che nella diocesi ora si hanno 337 parrocchie, delle quali due furono nuovamente erette per dismembrazione fatta da altre parroc chie, consentendo li rispettivi parrochi. Non poche chiese poi specialmente parrocchiali furono riparate, o orna te, o nuovamente erette, cosicchè in questi calamitosi tempi sembra che più tosto che diminuita sia accresciuta la premura delle cose divine, A maggior precisione della precedente relazione ci dice che nella cat tedrale oltre i canonici sono addetti al servizio corale anche i cappellani. Sembra dover congratularsi con monsignor vescovo per le due parroc chie nuovamente erette e per le altre chiese o risarcite o nuovamente fabricate. Per ciò che riguarda la persona del vescovo, sembra fargli conoscere che la sacra congregazione spera che quanto prima il vescovo potrà com piere la visita pastorale, ed adunare il sinodo diocesano, congratulandosi con monsignor vescovo di ciò che in antecedenza ha fatto e fa perché questo sia quanto è possibile conducente al bene delle anime. Sembra eziandio doversi congratulare col medesimo per la convoca zione fatta nel suo palazzo dei vicarii foranei, e per avere stabilito per regola in giorni determinati nel calendario tale convocazione negli anni futuri. Per avere consacrato o fatto consacrare dall'amministratore apostolico della diocesi di Crema le chiese nuovamente erette, e per avere messo in ordine con tanta diligenza l'archivio. Per avere fabbricato nuove case coloniche, per avere aumentato la muta dei spirituali esercizii si per i chierici si per i laici, e per avere dato spesso nelle parrocchie della sua diocesi le missioni. Dopo ciò sembra doversi condolere col vescovo per i soprusi della civi le potestà a danno della libertà e della immunità ecclesiastica. Passando monsignor vescovo a far motto del clero secolare ci dice che non ancora è compìto lo statuto capitolare, e rimette a questa sacra con gregazione due libelli l'uno cioè in forma di lettera diretta dall'arciprete del la cattedrale al vescovo in cui assume di provare legittime le consuetudini che attualmente osserva il Capitolo, l'altro libello poi è diretto a questa sacra congregazione da monsignor vescovo e fa dei postulati riguardanti tali consuetudini. Sembra dover tributare lodi a monsignor vescovo per avere procurato che 166
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i parrochi nei due mesi delle vacanze autunnali facciano l'omelia nella messa parrocchiale ed alquanto di catechismo innanzi il vespero. Sembra pure doversi congratulare con monsignor vescovo che dei cir ca 20 sacerdoti che aderirono al presbitero Passaglia, la maggior parte sien si ritrattati. Dice che ai pochissimi ancor contumaci proibì l'amministrazione dei sacramenti della Penitenza, e la predicazione della Divina Parola. Se poi debba ulteriormente progredire e sospenderli dalla celebrazione della santa messa dice di conformarsi a quello che in risposta a una parti colare lettera del medesimo monsignor vescovo scritta all'eminentissimo prefetto di questa sacra congregazione, questi gli ordinerà. Tutto è regolare in riguardo al clero regolare e alle monache. Passa quindi a narrarci la dolente storia della chiusura del fiorentissimo suo seminario ordinata dalla laicale potestà nel luglio dello scorso anno, per mettendo solo le scuole teologiche. Sembra che questa sacra congregazione debba con monsignor vescovo dividere il cordoglio per tale abuso di autorità del civile governo. Però sembra doversi tributare lodi al medesimo monsignore per aver procurato ai giovani che amano abbracciare lo stato ecclesiastico, lo studio della filo sofia, e questa secondo i principii dell' Aquinate. Si loda monsignor vescovo dei costumi del popolo. Specialmente nel le campagne: e dice che da qualche anno questi sono sempre migliori. Se sua eminenza reverendissima il cardinal prefetto lo crede, potrebbe questo affare de' parochi missionari portarsi all'udienza per non costringere questo vescovo, che trovasi sotto gravi peripezie, a ritornare con nuove istanze in proposito. Si può fare, ma bisogna fare una istanza separata e mettere in consonanza l'articolo della risposta.
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VISITE AD LIMINA
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LETIERA DELLA CONGREGAZIONE DEL CONCILIO
AL VESCOVO P. L. SPERANZA
(minuta)
Episcopo Bergomen. Romae 5 maii 1865
Al Vescovo di Bergamo Roma 5 maggio 1865
Literas ab amplitudine tua die 9 decembris proximi praeteriti de Bergomensis Ecclesiae statu datas, excepit haec sacra congregatio Tri dentini iuris Interpres ac Vindexpro triennio nonagesimo tertio, quod expiravit die 20 decembris proximi praeteriti. Cum vero eadem de more in ipsas expenderit ac recognoverit, meum est amplitudini tuae ea signi ficare, quae tibi singulatim rescribi censuit. In primis habuit, cur in Domi no laetaretur, quod tametsi tempo ra tam luctuosa fluant, nihilominus materialis istius Ecclesiae status in melius adduci non desiverit, paro chiis adauctis, sacris aedibus vel refectis, vel funditus extructis, vel exornatis. Placuit insuper intelligere, quod sacram dioeceseos visitationem resumpseris; atque adeo per haec tempora ad exitum omni ex parte perductam fuisse confidit. Bene est, quod sinodi dioecesa nae parandae opus ferveat, habitis
Questa sacra congregazione Interprete e Vindice del diritto Tri dentino ha ricevuto la lettera invia ta dalla signoria tua il 9 dicembre passato sullo stato della Chiesa di Bergamo per il triennio 93°, sca duto il 20 dicembre passato. Dopo che essa l'ha esaminata e discussa come di consueto, è mio dovere significare alla tua reveren da signoria quanto essa ha ritenuto risponderti per singoli punti. Prima di tutto ha avuto motivo di rallegrarsi nel Signore, perché nonostante lo scorrere di tempi tan to calamitosi, lo stato materiale di questa Chiesa non ha cessato di svi lupparsi in meglio, aumentate le parrocchie, restaurati o decorati o costruiti nuovi i sacri templi. Ha avuto piacere inoltre di sape re che hai ripreso la sacra visita del la diocesi e ha fiducia che anche con questi tempi essa sia stata por tata a termine in ogni sua parte. È cosa buona che ferva il lavo ro per preparare il sinodo diocesa no, con riunioni tenute a ciò da 168
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in eumfinem idoneorum Ecclesiae virorum conventibus, ut sinodalia, quae edentur, decreta recta ac salu bria magis existant. Usus invectus, et perpetuo sta bilitus, ex quo singulis annis penes te singuli foranei vicarii coeant, ut consilia cum iis conferas, et idonea monita suggeras, a sacra congre gatione quam quod maxime appro batus est. Magnis etiam laudibus prose quenda sunt opera in bonum Eccle siae, cleri, ac populi peracta. In quo sine speciali laude omittendum non est diligens et sedulum studium tuum in ordinandis istis rerum ecclesiasticarum tabulariis: quan tum enim intersit, ea monumenta omni cum diligentia custodire, et pro re rata in promptu habere, nemo est qui ignoret. De parochis illis, quos instituto isti, cuius est sacras missiones exhi bere, adscriptos esse renuncias, adeoque a suo ovili abesse aliquo ties adigi, auctores tibi sunt emi nentissimi patres, ut speciali sup plici libello sive ab ipsis, sive ab amplitudine tua venia apostolica exoretur, qua dum missionibus ope ram navant, procul a suae residen tiae loco versari permittantur. Quod pertinet ad speciales eas consuetudines quae in Capitulo invaluerunt, res separatim agetur,
uomini di chiesa idonei, perché i decreti sinodali che verranno ema nati risultino più vantaggiosi e giu sti. La costante abitudine da sem pre introdotta per cui i singoli vica ri foranei si radunano presso di te ogni anno per consigli vicendevoli e dare loro idonei ammonimenti, è stata approvata col massimo con senso dalla sacra congregazione. Grandi lodi inoltre meritano le opere compiute a vantaggio della Chiesa, del clero e del popolo. Tra esse non si deve privare di una spe ciale lode il tuo impegno diligente e assiduo nell'ordinare questi archi vi delle pratiche ecclesiastiche, poi ché nessuno ignora di quanta importanza sia custodire quelle documentazioni con speciale atten zione, e averle nel contempo dispo nibili per l'uso. Circa quei parroci sui quali informi che sono iscritti all'istitu to di predicare le sacre missioni, e che pertanto vengono indotti qual che volta a allontanarsi dal loro gregge, i padri eminentissimi ti con sigliano che da te o dagli interes sati sia chiesto l'indulto apostoli co, per cui mentre sono impegnati nelle missioni, abbiano il permes so di trattenersi lontano dalla loro residenza. Per quanto riguarda quelle spe ciali consuetudini invalse nel Capi tolo, la materia sarà trattata a parte, 169
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adeoque separatas etiam suo tem pore habebis literas. Quod parochis iniunxeris ut doctrinae christianae et praedica tionis Verbi Dei ministerium men sibus autumnalibus nequaquam praetermitterent, sollicitudinem tuam magis magisque commendato Nonnulla de seminario fa cere vota superest, quod miserrime obse ratum fuisse dolemus; eoque magis ingemiscimus, quia iustissimis quaerimoniis tuis surdae aures praebitae fuerint. Interim vero, industre ac sollers studium tuum meritis prosequimur laudibus, quo perfecisti, ut alum norum e singulis classibus institu tioni ea, qua datum est, meliori ratione consultum foret. Denique ad literas diei 10 maii 1863 amplitudinem tuam remitto, sicubi opus est. Ad populi fidem tuendam, et morum probitatem servandam, uti que plurimum expediet ea exequi monita, quae identidem sanctissi mus dominus noster editis suae vocis oraculis publice episcopis cum Italiae, tum Europae totius praebuit; ac nominatim recolendae sunt literae enciclicae diei 8 decem bris proximi praeteriti, incip. Quan ta cura".
e avrai perciò a parte anche la rispettiva lettera. Il fatto che tu poi abbia ingiun to ai parroci di non omettere mai nei mesi autunnali il ministero del la dottrina cristiana e della predi cazione della Parola di Dio, rende ancor più lodevole la tua solleci tudine. Restano alcune parole sul semi nario, per il quale siamo addolora ti in merito al trattamento riserva togli, e ancor più siamo dispiaciuti perché alle tue giustissime rimo stranze le orecchie sono rimaste sorde. Intanto seguiamo effettivamen te con giuste lodi il tuo impegno diligente e attivo, col quale hai otte nuto che si provvedesse nel miglior modo possibile all'istruzione degli alunni nelle singole classi. Infine rimando, per quanto è necessario, la tua reverenda signo ria alla lettera dellO maggio 1863. Per difendere la fede del popolo e conservare la bontà dei costumi, molto gioverà senza dubbio dare attuazione a quegli ammonimenti che il santissimo signore nostro ha annunziato, parlando pubblicamente sia ai vescovi d'Italia sia di tutta l'Europa, e in particolare è da richiamare espressamente la lette ra enciclica dell'8 dicembre passa to, Quanta cura.
23. L'enciclica condannava gli errori dottrinali e morali. Fu seguita dal Sillabo, 8 dicem bre 1864; PII IX Acta, I1III, p. 687-700.
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Questo per mandato della sacra congregazione, mentre io in verità confermo tutta la mia devozione sincera alla tua reverenda signoria, per la quale imploro dal Signore ogni cosa salutare e buona.
Haec habui de mandato sacrae congregationis: ego vero omne meum studium impense profiteor amplitudini tuae, cui fausta quae que ac salutaria a Domino precor.
Dalla Segreteria del Concilio dì 23 gennaio 1865 Bergomen. Il segretario del Concilio trasmette a vostra signoria illustrissima e reve rendissima la relazione segnata in margine, da riferirsi nella prossima con gregazione, e colla solita ossequiosa stima si ripete devotissimo obbligatissimo servitore monsignor Cristofori Bergomen. die 5 maii 1865 fuit responsum Si rispose il 5 maggio 1865
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ASV, C. Conci/ii, Relationes Dioecesium, Bergomen., 123B, orig., ff. 554r-569v La documentazione della visita ad Limina del 94° triennio è composta da un fascicolo di 16 fogli, ff. 554-569 (mm.27.50x22). Il testo della relazione è scritto sui ff. 555r-564r. È bianco il f. 555r, 568v, 569r-v. Il fascicolo, ben conservato, è unito da un cordoncino. La visita ad Limina fu effettuata dal vescovo P.L. Speranza in occasio ne del centenario del martirio dei santi Apostoli Pietro e Paolo. Grazie all'indulto di Pio IX, la visita valeva per il 94° triennio, f. 564v, 554r. Nel fascicolo si trova la minuta della lettera di risposta della con gregazione del Concilio al vescovo P.L. Speranza, ff. 565r-568r. Copia minuta della relazione è custodita in ACVB, Atti delle visite ad Limina. 277
Relatio status Ecclesiae Bergo mensis pro triennio nonagesimo quarto expiraturo die 20 a decem bris 1867.
Relazione dello stato della Chie sa di Bergamo per il 94° triennio che scadrà il 20 dicembre 1867.
Relatio status Ecclesiae Bergo mensis quam sacrae congregationi Concilii exhibet Petrus Aloisius Speranza, Dei et Apostolicae Sedis gratia eiusdem Bergomensis Eccle siae episcopus ac pontificio solio assistens pro triennio 94°.
Relazione dello stato della Chie sa di Bergamo che Pietro Luigi Speranza, per grazia di Dio e della Sede Apostolica vescovo della Chiesa stessa di Bergamo e assi stente al soglio pontificio, presen ta alla sacra congregazione del Con cilio per il triennio 94°.
Paro I De statu Ecclesiae materiali
I Lo stato materiale della Chiesa
Ecclesiae Bergomensis status
La situazione materiale della 173
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Chiesa di Bergamo è stata presen tata nella relazione del giorno 14 dicembre 1861, nell'altra del gior no 9 dicembre 1864 è stato aggiun to quanto di nuovo è avvenuto. Le variazioni intervenute sino ad oggi sono quelle che vengono qui sotto annotate. Dei sedici canonicati della chie sa cattedrale, due dei quali vacanti, come dall'ultima relazione, ora da più di un anno altri due sono vacan ti. A causa delle peggiorate violenze dei tempi non è stato possibile sosti tuire ai defunti i nuovi canonici, e non è abbastanza chiaro se e quando sarà possibile procedere a ciò. Il numero delle chiese parroc chiali non è cambiato dall'ultima relazione, nella quale si disse che erano 337. Anche in questo trien nio il popolo si è adoperato con dili gente impegno a ornare le chiese, restaurarle e a costruirle nuove dal le fondamenta. Né è variato il numero dei monasteri sia degli uomini che del le donne. Dio sa che cosa accadrà per gli uni e per gli altri dopo l'e manazione della legge detta della soppressione. Sino ad oggi continuano e conforta sperare che in un modo o nell' altro in parte rimarranno.
materialis exhibitus est in relatio ne diei 14 decembris 1861,. in alia vero diei 9 decembris 1864 addi tum fuit quidquid contigit novi. Quae deinde variationes usque in praesens acciderunt, sunt quae hic subnectuntur. Ex sexdecim canonicatibus ec clesiae cathedralis, quorum duos in postrema relatione vacare dic tum est, nunc et alii duo ab anno et amplius vacant: sed ob usque dete riores tempo rum iniurias, novi canonici in locum defunctorum sub stitui non est datum, imo nihil satis apparet an et quando id fieri lice bit". Numerus ecclesiarum paro chialium non est immutatus ab ulti ma relatione, in qua dictum est esse tercentarum triginta et septem. Hoc quoque triennio ecclesiis exhornandis, reficiendis, vel etiam a fundamentis erigendis ardens populi studium enituit": Neque immutatus est numerus monasteriorum sive virorum sive mulierum. De utrisque quid even turum sit post latam legem, quam suppressionis dicunt', Deus scit. Hucusque tamen perdurant, et sperare iuvat hoc modo vel ilio esse etiam in partem perduratura.
(a) La frase è segnata in margine. (b) Idem.
1. Cf. note successive n. 6, 12.
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Mulieres, quae S. Vincentii a Paulo regulam sequuntur, quaeque domus duas habent in hac dioecesi, alteram in oppido Calepii, alteram in civitate, aliis tresdecim locis in nosocomiis, in manicomiis, in orphanotrophiis sedulam operam praestare pergunt, et eo praecipue tempore, quo in hac dioecesi mor bus cholera grassatus est, magna cum charitate infectis assistere non destiterunt'. Seminarium dioecesanum, ut dictum est in relatione data die 14 decembris 1861, iamdiu istitutum, adiunctis nonnullis beneficiis sim plicibus, fuerat potissimum hoc sae culo a piis testatoribus praediis rusticis ita abunde auctum, ut ipsius reditus ad decemfere scutorum mil Zia ascenderent, qui redditus ad alumnorum pauperum, magistro rum, moderatorum atque ministro rum substentationem sufficiebant: quare non fuerat opus instituere taxam de qua concilium Tridenti-
Le donne che seguono la regola di S.Vincenzo de' Paoli, e che han no due case in questa diocesi, una nel paese di Caleppio e l'altra in città, continuano a prestare la loro opera diligente in altri tredici luo ghi, nei nosocomi, nei manicomi, negli orfanotrofi, e specialmente nel tempo in cui in questa diocesi ha infierito il colera, non hanno ces sato di assistere con grande carità i colerosi. Il seminario diocesano, come si è detto nella relazione consegnata i114 dicembre 1861, già da tempo fondato, con l'assegnazione di alcu ni benefici semplici, specie in que sto secolo era stato tanto dotato da pii testatori di possedimenti rurali che i suoi redditi salivano a quasi lO mila scudi e bastavano per man tenere gli alunni poveri, i professo ri, i superiori e i domestici. Di conseguenza non era stato necessario applicare la tassa di cui il concilio Tridentino sesso 23 cap.18
2. Il colera dopo il 1836 aveva di nuovo colpito la popolazione nell'estate del 1855, (cf. relazione 1856 nota n. 12), e nel 1857 s'era diffusa l'epidemia del vaiolo. Anche in quell'occasione mons. Speranza aveva sollecitato i parroci a convincere la popolazio ne a rispettare le norme del governo, lettera "Persistendo in questa provincia l' epi demia vaiolosa..... 25 maggio 1857. Il ricorso alla preghiera collettiva per tener lonta ne le pestilenze dalla popolazione fu sollecitato dal vescovo con lettera "Per implora re dalla divina misericordia.;" 22 giugno 1867. La campagna Bergomense, primaria fonte di sussistenza per le famiglie, era spesso colpita dal maltempo e in particolare dalla grandine devastatrice. Sebbene mons. Spe ranza non ne faccia cenno, i suoi timori e preoccupazioni sono ben espressi dall'invi to sia alla preghiera, (cf. relazione 1864 nota n. IO), sia all' iscrizione alla Società di Mutuo Soccorso, per l'aiuto solidale tra i danneggiati, lettera "Da poco in qua si è instituita nelle nostre provincie Lombarde una Società di Mutuo Soccorso contro i danni della grandine.;" 25 maggio 1857; ACVB, Lettere pastorali Libro n° lO.
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num sesso 23 cap. 18 De Reform. et Benedictus Xlll constit. Creditae nobis'. Sed duobus ab hinc annis regium gubernium, quo tempore scholas theologiae inferiores per vim clausit, omnia seminarii bona, excepta tantummodo aedium par te, ad se avocavit, promittens se ter tiam redituum partem pro educan dis alumnis theologiae studio addic tis, esse daturum; quod tamen non dum praestitit'. Hinc seminarii expensis provi detur, ut infra paro VI n. 7. Nunc in seminario, ubi per gubemii edictum tantummodo scho las theologicas habere licet, con victores n. 125 aluntur; adolescen tes extemi n. 35 ad seminarii scho las conveniunt; pueri vero n. 400 circiter educantur in duobus colle giis episcopalibus, quorum n. 130 circiter ad clericalem militiam aspi rantes ad philosophicas et theolo
AD LIMINA
De Reform. e Benedetto XIII nella costituzione Creditae nobis. Ma due anni or sono il governo regio, al tempo in cui ha chiuso con la forza le scuole inferiori di teolo gia, ha confiscato tutti i beni del seminario, eccettuato il settore del le residenze, promettendo che avrebbe dato la terza parte dei red diti per l'educazione degli alunni addetti allo studio di teologia, cosa però che sinora non ha mantenuto. Si provvede quindi alle spese del seminario come indicato più avanti al par.VI n.7. Ora in seminario, dove per decreto governativo è permesso avere solo le scuole di teologia, sono mantenuti 125 convittori e 35 adolescenti esterni vengono alle scuole del seminario. Circa 400 ragazzi sono educati nei due colle gi vescovili, di cui 130 circa, aspi ranti allo stato clericale, vengono
3. Con la costituzione "Creditae nobis" 9 maggio 1725, Benedetto Xlll raccomandava agli ordinari d'Italia la costruzione dei seminari, dotandoli di redditi adeguati alloro fun zionamento; Bullarum... , XXII, p. 174-179. 4. La legge di soppressione e di confisca dei beni degli istituti religiosi, (di cui cf. nota suc cessiva n. 5), aveva colpito anche il seminario, come già accennato, (inoltre cf. suc cessive note n. 5 e 11). Nella lettera "Colla fiducia e colla riverenza..." 1865 (senza altra data) Speranza aveva parole di dissenso e di critica nei confronti dell' episcopato fran cese, che riconosceva i diritti di vigilanza del governo, con grave danno e scandalo della Chiesa. I ricorsi e gli appoggi tentati da mons. Speranza a nulla valsero. Le auto rità locali e del centro intendevano, con le misure prese, punire il vescovo per le "opi nioni retrive" e insieme la diocesi poco entusiasta del nuovo corso istituzionale. Da notare che nel 1865 il vescovo aveva accusato il seminario Romano di spirito gianse nista. Pio IX non aveva preso alcun provvedimento al riguardo, e mons. Speranza dovette giustificarsi col cardinal Catterini, dopo un colloquio chiarificatore col rettore, mons. Profili; ACVB, Lettere pastorali Libro n" IO; AMADE!, Dalla Restaurazione..., p. 246; G. MARTINA, s.j., Pio IX (/851-1866)..., p. 250.
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gicas disciplinas disponuntur; prae preparati nelle scienze filosofiche
ter 40 circiter alios, qui domi suae e teologiche, oltre altri 40 circa a propriis parrochis aut a piis doc avviati agli studi sacri a casa, dai tisque sacerdotibus ad studia sacra propri parroci o da pii e dotti sacer p reparantur. doti.
II Il Vescovo che riferisce
Par. II
De Episcopo referente
l. Il vescovo ha osservato alla l°. Residentiae praeceptum a sacris canonibus, concilio Triden perfezione il precetto della resi tino et constitutione Urbana iniunc denza prescritta dai sacri canoni, tum, episcopus adamussim adim dal concilio Tridentino e dalla costi plevit, exceptisque diebus illis, qui tuzione Urbana, ed eccettuati quei bus in ista alma urbe centenariae giorni in cui ha partecipato con solemnitati sanctorum Apostolorum vivissimo piacere in codesta alma Petri et Pauli lubentissime inter città alla solennità centenaria dei fuit, nunquam alias abfuit a dioe santi apostoli Pietro e Paolo, mai s'è allontanato altre volte dalla dio cesi. 2°. visitationem pastoralem cesi. suae dioecesis, quam iamdiu incep 2. Costretto per la violenza dei tam, pluries intermittere temporum tempi a interrompere diverse volte iniuria coactus fuerat, nunc demum la visita pastorale della sua diocesi, omnino complevit'. ora tuttavia l'ha ultimata. Omnes et singulas ecciesias, Ha visitato personalmente tutte cum civitatis tum dioecesis, quam e singole le chiese sia della città sia vis multae sint et pleraeque valde della diocesi, benché molte assai dissitae et imperviae, per se ipse distanti e impervie, e nella visita ha visitavit, et in visitatione omnia adempiuto tutte quelle pratiche pre peregit, quae a sacris canonibus, scritte dai sacri canoni, dai concili e 5. ACVB, faldone Mons. Speranza: Relazioni dei rev. parroci circa gli effetti prodotti dalla visita pastorale (Vertenza col ministro -faldone in merito alla visita pastorale 1862 - 1865 - fatti di Chiuduno - Cividate e Mornico). Probabilmente a Chiuduno i fatti era no stati provocati ad arte nel 1864. Mons. Speranza sospese la visita. In altri paesi come Novazza, Telgate, Grumello del Monte, Romano, Martinengo e Cortenuova la gen te era accorsa a salutare il vescovo. Il giornale La Trevigliese aveva presentato una sua interpretazione degli avvenimenti; L. DENTELLA, l Vescovi ... , p. 496-497; R. AMADEI, Dalla Restaurazione... , p. 246.
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dal pontificale Romano. Nel corso della visita ha consa crato secondo le regole liturgiche molte chiese e altari, amministrato ovunque i sacramenti dell'Eucari stia e della Confermazione, né mai ha omesso di nutrire con parole salutari il popolo di qualsiasi chiesa. Si è rallegrato di aver trovato bene in ordine tutte le cose, pulizia nelle chiese, decoro nelle sacre sup pellettili, impegno, scienza e zelo delle anime nel clero, rispetto, amor di Dio e religiosità nel popolo. Se ha trovato qualcosa da cor reggere o da ordinare, ha provve duto con opportuni decreti. Ora si prende cura che le relazioni dei par roci, i decreti e gli atti della visita siano sistemati insieme e riposti nel l'archivio della curia. 3. Egli ha tenuto sempre perso nalmente le sacre ordinazioni nei tempi stabiliti dal diritto, quando era necessario. Ha amministrato il sacramento della Confermazione nella visita pastorale e in ogni giorno festivo, anzi anche in quelli feriali, se richie sto, nell' oratorio del palazzo vesco vile. Ogni qualvolta è chiamato a amministrare la Confermazione agli infermi, il che accade spesso, specie nel tempo in cui il colera ha infie rito, sempre si reca, per quanto pos sibile, alle loro case.
et conciliis, nec non pontificali Romano praescripta sunto In eadem visitatione plerasque ecclesias et altaria rite consecra vit, sacramentum SS. Eucharistiae et Confirmationis ubicumque admi nistravit, nec umquam omisit pasce re salutaribus verbis populum cuius cumque ecclesiae. Laetatus autem est, quod ut plu rimum omnia bene invenerit, nito rem in ecclesiis, decorem in sacris supellectilibus, studium, doctrinam et animarum zelum in clero; reve reniiam, pietatem et religionem in populo. Si quid corrigendum, vel sta tuendum invenit, opportunis decre tis fieri curavit. Nunc vero dat operam, ut rela tiones parochorum, atque decreta et acta visitationis coordinentur et in curiae tabulario reponantur. 30. Sacras ordinationes, tempo ribus a iure statutis, quoties opus fuit, per se semper habuit. Sacramentum Confirmationis in visitatione pastorali, et singulis festis diebus, imo etiam ferialibus, si requisitus, in sacello palatii epi scopalis administravit. Quoties autem vocatur ad infir mos confirmandos'", quod saepe accidit, praesertim eo tempore, quo cholera morbus desaeviit, ad eorum domus, quantum fieri potest, sem per se confert.
(a) Il senso di "confirmandos" potrebbe essere anche "consolare" gli infermi.
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4°. Cum, ut dictum est, comple ta sit totius dioecesis visitatiopasto ralis, episcopus quidem sinodum dioecesanam cogere vehementer cuperet; attamen tempora, quae magis magisque in deterius vertunt, id exequi hucusque prohibuerunt. Nunc acta praeparatoria confi cere pergit, et cum primum sibi facultas dabitur, tanto muneri satis facere properabit". Interea urget frequenter obser vantiam decreto rum, quae in anteactis sinodis condita fuerunt, atque ea adhibet media, quae a feli cis memoriae Benedicto XIV pro ponuntur in opere De Sinodo Dioe cesana. 5°. In pontificalibus habet homiliam iuxta canonicas sanctio nes et laudabiles consuetudines huius ecclesiae. Praeterea quum in cathedrali, tum in aliis ecclesiis civitatis et dioecesis saepe Verbum Dei annun tiat. In omnibus autem dioecesis locis adsunt parochi, coadiutores et complures alii sacerdotes, qui ad id adprobati et deputati, populum salutaribus verbis abunde pascunt. 6°. Penes episcopum, ut dic tum est in praecedentibus relatio nibus, nullus adest depositarius, qui custodiat poenas et mulctas pecu niarias, quia ratio temporum nec forum ecclesiasticum haberi, nec mulctas exigi sinit.
4. Completata la visita pastora le di tutta la diocesi, come si è det to, sarebbe stato ardentissimo desi derio del vescovo convocare il sino do diocesano, ma i tempi che sem pre più vanno di male in peggio non hanno permesso di attuare ciò. Ora prosegue nell'elaborazione degli atti preparatori, e appena gli sarà data la possibilità, si affretterà a soddisfareun compito così grande. Nel frattempo egli richiama fre quentemente all'osservanza dei decreti emanati nei sinodi prece denti, e indica i mezzi proposti da Benedetto XIV, di felice memoria, nell'opera De Sinodo Dioecesana. 5. Nei pontificali tiene l'omelia secondo le prescrizioni canoniche e le consuetudini lodevoli di que sta Chiesa. Egli inoltre annunzia spesso sia in cattedrale, sia nelle altre chiese della città e della dio cesi, la Parola di Dio. In tutti i luoghi della diocesi poi sono presenti i parroci, i coadiuto ri e molti altri sacerdoti, che appro vati e incaricati a ciò, nutrono abbondantemente il popolo con parole salutari. 6. Come scritto nelle preceden ti relazioni, presso il vescovo non vi è alcun custode di pene e di mul te pecuniarie, poiché la situazione dei tempi non permette di avere né il foro ecclesiastico né di esigere le multe.
(a) La frase è segnata in margine.
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7 0 • Ut cuiuscumque abusus in exigendis taxis cancellariae epi scopalis vel species absit, eaedem taxae non cedunt in utilitatem offi cialium, qui independenter ab eis stipendium certum et praefinitum accipiunt ab ipso episcopo. Bocce autem stipendium sumit episcopus a cumulo taxarum; quod si non sufficiat, ad reditus mensae episcopalis recurrit. Cum vero exeunte anno proxi me praeterito a regio gubernio omnibus mensae bonis fuerit spo liatus, et nondum ulli alii reditus sibi assignati fuerint, videbit quid in posterum facere debear (a J•
7. Perché sia assente anche ogni minima parvenza di abuso nell'e sigere le tasse della cancelleria vescovile, queste non vanno a van taggio degli officiali, che ricevono, indipendentemente da esse, uno sti pendio certo e definito dal vescovo stesso. Il vescovo prende questo sti pendio dal cumulo delle tasse e, se ciò non basta, ricorre al reddito del la mensa vescovile. Nello scorso anno, essendo sta to spogliato dal governo di tutti i beni della mensa vescovi le, e non essendogli stati assegnati ancora altri redditi, vedrà che cosa si dovrà fare in seguito.
(a) La frase è segnata in margine. 6. La mensa vescovile era composta in gran parte dai fondi di Morengo e di Gavamo Vescovado. Con la legge del 24 gennaio 1864 vi era stato l'affrancamento dei canoni enfiteutici, livelli, censi, decime e altre prestazioni dovute a corpi morali; quindi la legge 7 luglio 1866 aveva soppresso le corporazioni religiose, e quella del 15 agosto 1867 gli enti ecclesiastici secolari, attuando la liquidazione dell'asse ecclesiastico. 1110 gen naio 1866 era entrato in vigore il codice civile. Gli effetti ben noti del nuovo ordinamento colpirono gli istituti religiosi tradizionali, con la proibizione alle monache di clausura di ricevere novizie; v'era la speranza di eliminare, nel giro di due o tre generazioni, la vita contemplativa ritenuta inutile. Il matrimonio civile introdotto come in Francia, annullò il riconoscimento da parte dello stato degli effetti civili del rito religioso e del la sua validità sul vincolo coniugale. Il sacerdote non partecipava alla cerimonia rico nosciuta dallo stato. I religiosi furono dispersi. Pio IX regolò con la Penitenzieria il processo per il riacquisto dei beni ecclesiastici indemaniati e messi all' asta. Il vesco vo Speranza ottenne la concessione della casa con terreno circostante a Gavamo Vesco vado per le ferie estive. Le possessioni di Morengo e Gavamo, da lui migliorate, furo no sottoposte alla conversione in rendita con una somma assai inferiore a quanto se ne ricavava. La causa mossa al Demanio passò in Cassazione. Alla vendita all'asta fatta dal Demanio, il nobile Antonio Simoni, fratello del vicario generale Orazio, con corse e acquistò sia le possessioni di Morengo che di Gavamo, ma egli volle conservare alla mensa episcopale l'uso e il frutto degli antichi possedimenti. Monsignor Pier Lui gi Speranza ..., p. 274, 301-305; C. BELLO', Società ..., p.l1; G. MARTINA, s.j., Pio IX (1867-1878)..., p. 8-34; P.A. GIOS, Nicolò Rezzara e il Movimento Cattolico in Italia Prefazione di S. FONTANA, Roma 1990, p. 157; E. CAMOZZI, Diario..., I, p. 86-90.
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Emolumenta in cancellaria epi scopali exiguntur iuxta taxam Inno centianam; in quibus vero haec nihil disposuit, adplicatur antiqua taxa dioecesana; quae tamen est modica. 8°. Mala conditio temporum, quae satis nota est, quaeque sem per vertit in peius, impedimenta cuiuscumque generis ponit, quomi nus episcopus officia sui ministerii, iurisdictionis ecclesiasticae, nec non tuendae libertatis, et immuni tatis ecclesiarum exercere libere valeat. Non omittit tamen episcopus ecclesiastica iura pro viribus tue ri, eaque omnia media ad id adhi bere, quae excogitari possunt'. In casibus vero peculiaribus, maiorisque momenti ad Apostoli cam istam Sedem recurrit. 9°. Quae peregit episcopus pro ecclesia, a visitatione pastorali nuper expleta originem et causam praecipuam ducunt. Hac enim indicta, incredibile memoratu est, quanta alacritate parochi, praepositi fabricae, clerus et populus aggressi sunt ecclesias
I diritti dovuti sono riscossi nel la cancelleria vescovile secondo la tassa Innocenziana, ma nelle cose in cui nulla è stabilito, si applica la vecchia tassa diocesana, che tuttavia è esigua. 8. La cattiva condizione dei tempi, che è abbastanza nota, e che sempre volge in peggio, pone impe dimenti d'ogni genere al vescovo nell' esercizio dei doveri del suo ministero, della giurisdizione eccle siastica, nonchè nell'agire libera mente per la difesa della libertà e dell'immunità delle chiese. Il vescovo non tralascia tuttavia di difendere con tutte le forze i dirit ti ecclesiastici e di ricorrere a tutti quei mezzi che si possono escogi tare. Nei casi particolari tuttavia e di maggior importanza ricorre a que sta Sede Apostolica. 9. Quanto il vescovo ha com piuto per la Chiesa, ha la sua origi ne e la sua motivazione dalla visita pastorale appena effettuata. Indetta infatti questa, è cosa incredibile ricordare con quanta ala crità i parroci, i fabbricieri, il cle ro e il popolo hanno incominciato con ardore a restaurare, dare ele
7. Si racconta che, citato una volta in giudizio dinanzi al procuratore del re, mons. Spe ranza si presentò in abito prelatizio, accompagnato dai canonici, ricordando ai giudi ci le pene canoniche inflitte a chi osava chiamare vescovi e preti davanti al tribunale lai co. Ultimata la difesa personale, la sentenza emessa non fu di condanna. Nel 1867 in Italia erano stati mandati al confino 5 vescovi, esiliati 43, 16 impossibilitati a prender possesso della loro diocesi, 22 sotto processo, 36 diocesi risultavano vacanti; L. DEN TELLA, l Vescovi... , p.500; G. MARTlNA,s.j., Pio IX (1867-1878)..., p. 12.
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reficere, mundare, ornare, omnibu sque rebus necessariis aut conve nientibus instruere: sacra vasa parare et polire: indumenta sacra omnemque suppellectilem ad divi num cultum pertinentem aptare'". Hinc est quod in ipso visitationis actufere omnia bene invenit. Si quid autem minus aptum reperiit, opportuna decreta in visi tatione condidit, et quantum vires cuiusque ecclesiae permiserunt, provisum est. Fuit insuper episcopus auctor, ut plures ecclesiae, praecipue paro chiales, quae aucto numero paro chianorum impares erant, aut minus decentes videbantur, ex novo aedificarentur aut saltem refice rentu r. Duas et quadraginta quoque ecclesias et decem et octo altaria, quae fuerant refecta, vel ex novo constructa, nec non altaria porta tilia circiter tercenta rite conse cravit. Ad tuendam cleri disciplinam singulis annis in calendario dioe cesano (quod nuper hoc ipso anno meliori modo rubricis et decretis sacrae Rituum congregationis con cinnatum, approbatum fuit decreto ipsius sacrae congregationis sub die 21 februarii 1867) praeposuit litteras pastorales, egit de habitu ecclesiastico, cui adiunxit zonam
ganza, ornare e provvedere le chiese di tutte le cose necessarie o conve nienti, pulire e disporre i vasi sacri, preparare gli indumenti sacri e tutta la suppellettile riguardante il culto divino. Da qui la conseguenza che all'atto della visita egli ha trovato in buon ordine quasi tutte le cose. Se alcunché ha scoperto di meno conveniente, ha emanato opportuni decreti nella visita e si è provveduto, come le possibilità di ogni chiesa hanno permesso. Il vescovo inoltre ha promosso l'edificazione di molte nuove chie se o almeno il loro restauro com pleto, specie quelle parrocchiali, non sufficienti per il numero accre sciuto di fedeli o che si presentava no poco decorose. Egli ha consacrato secondo le rubriche liturgiche, anche 42 chie se e 18 altari, restaurati o costruiti di nuovo e circa 300 altari portatili. Per salvaguardare la disciplina del clero, ogni anno nel calendario diocesano (che quest'anno stesso, composto in modo migliore con le rubriche e i decreti della sacra con gregazione dei Riti, è stato appro vato con decreto della congrega zione il 21 febbraio 1867) egli ha premesso la lettera pastorale, ha trattato circa l'abito ecclesiastico, cui ha aggiunto la fascia o il cin golo, che i più anziani una volta
(a) La frase è segnata in margine.
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usavano, la retta amministrazione dei sacramenti e le altre funzioni ecclesiastiche, le norme da osser vare nella celebrazione della messa, la visita e l'assistenza degli infer mi, i doveri dei parroci circa la pre dicazione della Parola di Dio, l'o melia e la dottrina da tenersi anche nelle chiese sussidiarie ogniqual volta lo richieda la distanza e la necessità del popolo, le congrega zioni da svolgere per la discussione dei casi di coscienza, la pratica degli esercizi spirituali da parte del clero, la redazione e la custodia dei registri parrocchiali, nonché i loro esemplari da trasmettere ogni anno in copia autentica alla curia. Per rafforzare la fede cattolica del popolo, così combattuta in que sti tempi da tanti innumerevoli mali, egli ha esortato con frequenti e opportune lettere pastorali i parro
vel cingulum, quo maiores alias utebantur; de recta sacramentorum administratione et de reliquis eccle siasticis functionibus; de servandis missae celebratione, de visitatione et cura infirmo rum; de obligatio nibus parochorum circa Verbi Dei praedicationem; de homilia et doc trina habendis etiam in ecclesiis subsidiariis, quoties distantia et populi necessitas postulet; de con gregationibus habendis pro casuum conscientiae discussione; de exer citiis spiritualibus a clero frequen tandis; de conficiendis et custo diendis regestis parochialibus, nec non de horum exemplaribus in for ma authentica ad curiam quotan nis remittendis'. Ad communiendam populi catholicam fidem, hisce temporibus tot tantisque malis oppugnatam, crebris et opportunis litteris pasto-
8. Alle lettere pastorali delle note precedenti, si aggiungono la già citata "È già qualche tem po, o miei figlioli,... "26 febbraio 1865, con la quale il vescovo ricordava la sua elezione, metteva in guardia i fedeli dalle sette degli eretici, esortava i parroci a programmare le missioni parrocchiali; "Nell'atto che ricevemmo, Padre beatissimo, l'enciclica Quan ta cura ed il Sillabo..." 19 marzo 1865, con l'adesione dell'episcopato lombardo ai due documenti pontifici; "l molto rev.disacerdoti durante il tempo dell'imminente giubileo..." 22 marzo 1865, sul giubileo e sulla sua chiusura, con circolare del cancelliere Ferraroli "Sua Eccellenza mons. Vescovo ha ordinato ..." 21 aprile. Come al solito veniva sotto lineato il mese mariano, circolare ai vicari foranei "Oltre il solito pel mese di mag gio..." 1865 (senza data di giorno e mese), lettere "Avvicinandosi..." 18 aprile 1866, "Bra mando ..." I o aprile 1867. Allo scoppio della guerra, con lettera "Per tutto il tempo che durerà la guerra, omessa la colletta pro papa si reciterà l'altra pro tempore belli..." 20 giugno 1866, oltre alla recita dell'apposita preghiera aveva raccomandato la raccolta di elemosine per i soldati feriti. La quaresima suggeriva a mons. Speranza la lettera "Nel nome del Sommo Pontefice..." 15 febbraio 1867, sviluppata sul tema evangelico - se non farete penitenza tutti perirete - e la messa in guardia da certa stampa fonte di odi reci proci. Per la raccolta delle offerte destinate all'erigendo tempio di S. Maria delle Gra zie in città, si appellava alla diocesi con le lettere "A recare in atto l'invito proposto..." e "Non vi ha alcuno fra voi..." 20 maggio 1867; ACVB, Lettere pastorali Libro n'Tt); Monsignor Pier Luigi Speranza ..., p. 256-260.
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ralibus adhortatus est parochos, ut princìpaliora christianae religionis dogmata, praesertim pueros tene ra adhuc aetate docere numquam desistant, eosque disponant ad rite suscipienda Poenitentiae, Euchari stiae et Confirmationis sacramen ta"; patres vero familias commo neant saepe tum publice, tum pri vatim; et maxime in Poenitentiae tribunali, ne aut ipsimet filios suos exponant, aut expositos relinquant proximo periculo amittendi vel morum innocentiam vel fidei puri tatem. Confraternitates Sanctissimi Sacramenti et Doctrinae Christia nae, quae iuxta decreta sacrae con gregationis Indulgentiarum diei 15 februarii 1608 et 26 martii 1711, ab episcopo canonice erectae, pri mariis respective arciconfraterni tatibus Romae habentur aggrega tae, occasione visitationis pastora lis instauravit, aut etiam ex novo erexit, quoties opus fuit, in omni bus paroeciis. Olim erectaefuerant in omnibus [ere paroeciis Bergomensis dioece sis etiam confraternitates Sacratis simi Rosarii.
ci perché mai smettano di insegna re le verità più importanti della reli gione, specie ai fanciulli in tenera età, preparandoli a ricevere degna mente i sacramenti della Peniten za, dell'Eucaristia e della Confer mazione, ammoniscano spesso i padri di famiglia sia in pubblico sia in privato, e specialmente nel tri bunale della Penitenza, perché essi non espongano i loro figli o li lasci no esposti al pericolo imminente di perdere l'innocenza dei costumi o la purezza della fede. In occasione della visita pasto rale ha rinnovato o eretto anche di nuovo, se necessario, in tutte le par rocchie, le Confraternite del SS.mo Sacramento e della Dottrina Cri stiana, secondo i decreti della sacra congregazione delle Indulgenze del 15 febbraio 1608, costituite dal vescovo canonicamente il 26 marzo 1711, che sono aggregate rispetti vamente alle arciconfraternite pri marie di Roma. Una volta erano state fondate in quasi tutte le parrocchie della dio cesi di Bergamo anche le confra ternite del SS. Rosario. Ma dopo la soppressione civile
9. Il tema già trattato da mons. Speranza, era stato presentato di nuovo con lettera "Vi ricorderete ..." 29 settembre 1866, per esortare i parroci a interessarsi della scuola del la dottrina cristiana e dell'insegnamento del catechismo ai fanciulli. Proliferava all'e poca una serie di catechismi in varie lingue e dialetti. Nella sola Italia del primo' 800 erano diffusi 400 catechismi. Si voleva giungere all'uniformità, ma il decreto approvato nel Concilio Vaticano I non fu promulgato. Mons. Speranza aveva provveduto alla ristampa del catechismo diocesano nel 1864; ACVB, Lettere pastorali Libro nìlt): Monsignor Pier Luigi Speranza..., p.254-255; G. MARTINA,s.j., Pio IX (1867-1878)..., p.196.
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Sed post omnium confraternita di tutte le confraternite, all'inizio tum civilem suppressionem, quae del corrente secolo, l'iscrizione di initio praesentis saeculi locum nuovi confratelli è stata sospesa, habuit, novorum confratrum per cui al presente non si trova qua si più alcun iscritto. adscriptio intermissa est, ita ut in praesentiarum nemo fere recte Perciò il vescovo, sperando che nelle singole parrocchie nelle quali adscriptus reperiatur. è eretto l'altare proprio del SS. Itaque episcopus exoptans ut in Rosario della Beata Maria Vergine, singulis paroeciis, in quibus adest siano rinnovate anche le confrater altare proprium SS. Rosarii Beatae nite, nel tempo in cui si trovava a Mariae Virginis, huius etiam con fraternitates instaurentur, eo tem Roma ha presentato a codesta San ta Sede un libretto con la richiesta pore, quo novissime fuit Romae, isti che, per grazia speciale, gli sia data Sanctae Sedi supplicem porrexit facoltà di dichiarare aggregate libellum, ut ipsi pro speciali gratia all'arciconfraternita di S. Maria so concedatur facultas declarandi aggregatas arciconfraternitati S. pra Minerva tutte le confraternite del SS. Rosario che, come già detto, ha Mariae supra Minervam omnes intenzione di rinnovare ed erigere confraternitates SS. Rosarii, quas, canonicamente in questa diocesi. ut supra, in hac dioecesi instaura re et canonice erigere intendit'". Egli aspetta intanto questa grazia. Dictam gratiam interim expectat. Par .III
De Clero saeculari
III Il Clero secolare
l". Canonici ceterique choro l. I canonici e gli altri addetti al cathedralis addicti, residentiam in coro della cattedrale osservano universum observant. generalmente la residenza. 2°. Matutinum; laudes, aliasque 2. Recitano il mattutino, le lodi horas canonicas recitant et missam e le altre ore canoniche e celebrano ogni giorno la messa conventuale. conventualem singulis diebus cele 3. I canonici della cattedrale brant. applicano per i benefattori nelle 3°. Canonici cathedralis mis
lO. Con lettera "Sullo scorcio del passato aprile ..." 29 ottobre 1866, mons. Speranza ave va invitato i fedeli alla recita del rosario quotidiano e all' istituzione dell'omonima con fraternita nelle parrocchie; ACVB, Lettere pastorali Libro n°lO.
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sam conventualem pro benefacto ribus adplicant diebus dominicis et festis etiam suppressis; ceteris die bus ferialibus non adplicant ex indulto Apostolicae Sedis. 4°. Capitulum huius cathedra lis statuto conficiendo navare ope ram pergit, eiusque elaboratum est iam penes sacram congregationem Concilii; interea antiquae consti tutiones et legitimae consuetudines observantur. 5° . Canonicus poenitentiarius sua munera diligentissime obser vat; theologus quoque suis oneri bus facit satis. 6°. Omnes et singuli parochi totius dioecesis residentiae obliga tionem observant". 7°. /idem omnes conficiunt et sub custodia retinent libros matri moniorum, baptizatorum, confir matorum et mortuorum, nec non statum animarum suae paroeciae, ad normam ritualis Romani. Hi libri quotannis per vicarios fora neos revisuntur. Praeterea statutum est ut exemplar authenticum bapti zatorum et matrimoniorum quo tannis episcopali curiae exhibea tur intra proxime subsequentis anni ianuarii mensem. 8°. Parochi quum civitatis, tum dioecesis, pro numero parochiano rum adiunctos ha ben t unum, vel plures sacerdotes, qui partim bene
domeniche e nei giorni festivi, anche soppressi, la messa conven tuale; non invece negli altri giorni feriali per indulto della Sede Apo stolica. 4. Il Capitolo di questa catte drale continua a lavorare per com porre lo statuto, e il suo progetto è già presso la congregazione del Concilio. Nel frattempo vengono osservate le antiche costituzioni e le legittime consuetudini. 5. Il canonico penitenziere adempie con molta diligenza i suoi doveri; anche il canonico teologo soddisfa ai suoi compiti. 6. Tutti e singoli i parroci del l'intera diocesi osservano l'obbli go della residenza. 7. Tutti compilano e custodi scono i libri dei matrimoni, dei bat tezzati, dei cresimati e dei morti, e inoltre lo stato d'anime della pro pria parrocchia a norma del rituale Romano. Questi libri ogni anno sono controllati dai vicari foranei. È stato stabilito, inoltre, che un esemplare autentico dei libri dei battezzatie dei confermati sia presentato ogni anno alla curia vescovile, entro il mese del gennaio successivo. 8. I parroci sia della città che della diocesi, a seconda del nume ro dei parrocchiani, hanno per coa diutori uno o più sacerdoti, in par te beneficiati, in parte mercenari, i
(a) La frase è segnata in margine.
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ficiarii. plerique mercenarii eos adiuvant ìn cura anìmarum, ita ut nulla sit paroecìa, quae sacerdota le ministerium desideret. 9°. Parochi, ut plurìmum per se, rarìus per coadìutores aut alios ìdoneos sacerdote s, si quando sunt impediti, diebus dominicis et festis, plebes sibi commissas, pro sua et earum capacìtate, pascunt saluta ribus verbis, docentes ea, quae scì re omnibus necessarium est ad salutem, iuxta mentem concilìorum Romani et Tridentini. 10°. Singulis dominicis et aliis diebus festis, in suis paroeciis fidei rudimenta et obedientiam erga Deum et parentes, pueros caeteros que hoc adiutorio indìgentes, doce re nunquam omittunt: hoc autem opus per se ipsi parochi et per sacerdotes, clericosque atque homi nes laìcos probos et capaces fruc tuose exequuntur. Homilia vero in mìssa paro chiali, et aliquantulum catecheseos pro pueris et rudibus ante vesperas ne tempore quidem autumnali, quod vacatìonìs vocant, omìttuntur. 11°. Parochì caeterìque curam animarum habentes singulis dìebus dominicis, festisque de precepto etiam suppressis, missam adplicant pro populo suae curae commisso.
quali li aiutano per la cura d'ani me, di modo che non v'è alcuna parrocchia sprovvista del ministe ro sacerdotale. 9. I parroci, il più delle volte personalmente, rare volte tramite i coadiutori o altri idonei sacerdoti, nel caso siano impediti, nelle dome niche e nei giorni festivi, nutrono con parole salutari le popolazioni loro affidate, secondo la propria e la loro capacità, su tutte le verità necessarie a sapersi per la salvez za, in accordo alle direttive dei con cili Romano e Tridentino. lO. Ogni domenica e nelle altre feste di precetto, nelle loro parroc chie mai omettono di insegnare ai ragazzi e agli altri che hanno biso gno di questo aiuto le verità prin cipali della fede, l'obbedienza ver so Dio e i genitori. Adempiono questo lavoro con frutto i parroci personalmente, e per mezzo di sacerdoti, chierici e uomi ni laici buoni e capaci. Mai sono omessi l'omelia nel la messa parrocchiale e un poco di catechismo per i ragazzi e la gente incolta prima dei vespri, nemmeno in autunno, che chiamano tempo di vacanza. Il. l parroci e gli altri che hanno cura d'anime, nelle singole dome niche e feste di precetto, anche sop presse, applicano la messa per il popolo affidato alla loro cura.
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Nonnullos parochos mercena rios, qui stipendium ita exiguum percipiunt, ut ad quotidianam sub stentationem non sufficiat, hisce temporibus ab onere adplicandae missae pro populo in festis sup pressis ista Sancta Sedes benigne dispensavit. 12°. Ad clericalem tonsuram vel ad Ordines Minores nemo unquam admittitur, quin vocationis sua e indubia dederit argumenta, seque disciplina, studio, morumque inte gritate commendabilem praebue rito Qui vero Ordines Maiores su scepturi sunt, statutum est, ut spatio saltem octo dierum spiritualibus exercitiis mundent conscientiam suam, seque ad tantum ministerium praeparent atque disponant", 13°. Omnes prorsus e clero, cuiuscumque gradus vel dignitatis sint, ut ferunt constitutiones sino dales et episcopi mandata, vestes iugiter deferunt clericales, nec solum in sacrificio missae confi ciendo,funeribus comitandis, omni busque ecclesiasticis functionibus peragendis, sed quocumque alio tempore, loco atque occasione. Mala temporum conditio cleri cos uti privilegio fori minime sinit: nihilominus quantum fieri potest,
Questa Santa Sede ha benevol mente dispensato alcuni parroci mercenari, che percepiscono uno stipendio così esiguo da non basta re in questi tempi al sostentamen to quotidiano, dall'onere di appli care la messa per il popolo nelle feste soppresse. 12. Nessuno mai è ammesso alla tonsura clericale o agli Ordini Minori se non ha dato prove indub bie della sua vocazione e se non si è mostrato lodevole nella disciplina, nello studio, e nell'integrità di costumi. È stabilito che i candidati agli Ordini Maggiori purifichino con gli esercizi spirituali la loro coscienza per la durata di otto giorni, e si pre parino e dispongano a sì grande ministero. 13. Tutti quelli che appartengo no allo stato ecclesiastico, di qual siasi grado o dignità, come stabili scono le costituzioni sinodali e i mandati del vescovo, portano anco ra le vesti clericali, non solo nel celebrare la messa, nel seguire i funerali e in tutte le funzioni eccle siastiche, ma in qualsiasi altro tem po, luogo e occasione. La cattiva condizione dei tempi correnti non permette minimamen te ai chierici l'uso del privilegio
Il. Il municipio aveva requisito la casa del Paradiso, destinata agli esercizi spirituali, tem poraneamente sospesi, come avvertiva mons Speranza con lettera "Trovandosi momen taneamente a disposizione del municipio..." 3 settembre 1866; ibid.
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del foro. Tuttavia,per quanto si può, sono osservate le disposizioni del sacrosanto concilio Tridentino, sess.23 cap.6 De Reform., e della costituzione del sommo pontefice Benedetto XIII emanata nel conci lio Romano. 14. Ogni mese sia nel palazzo vescovile, dove convengono il cle ro della città e i chierici del semi nario alunni delle scuole teologi che, sia in tutte le altre parrocchie della diocesi, si tengono conferenze nelle quali vengono discussi i casi di teologia dogmatica e morale, dirit to canonico, ermeneutica e riti sacri. Alle conferenze tenute nel palazzo vescovile presiede il vescovo. Fuori città sono presenti i vica ri foranei, che ogni anno si recano nelle parrocchie loro soggette, e vi presiedono le conferenze alle qua li intervengono i parroci di tutta la vicaria, nonché i sacerdoti di quel la parrocchia in cui si svolgono le conferenze. Gli altri sacerdoti tengono le conferenze tra di loro nel luogo piii comodo, e discutono tutti i casi pro posti nel calendario diocesano. Queste conferenze spronano allo studio i parroci e i sacerdoti, favo riscono la mutua carità e produco no vantaggi non mediocri. 15. I costumi del clero secolare sono generalmente austeri, ordina ti all'amor di Dio e alla vita one sta, come si addice a uomini chia
servantur ea, quae disposita sunt a sacrosancta Tridentina sinodo sesso 23 cap. 6 De Reform. et a consti tutione Summi Pontificis Benedicti XIII in concilio Romano emanata. 14°. Singulis mensibus quum in episcopali palatio, quo clerus civ i tatis et seminarii clerici scholis theologiae addictis conveniunt, tum in reliquis omnibus dioecesis paroe ciis, habentur conferentiae, in qui bus discutiuntur et definiuntur casus theologiae dogmaticae et moralis, iuris canonici, hermeneuticae atque sacro rum Rituum. Conferentiis, quae habentur in episcopali palatio, praesidet ipse episcopus. Extra civitatem autem praesto sunt vicarii foranei, qui se quotan nis conferunt in singulas paroecias sibi subiectas, ibique praesident conferentiis, quibus intersunt paro chi totius vicariae, nec non sacer dotes illius paroeciae, in qua con ferentiae habentur. Reliqui sacerdotes, loco com modiori, inter se conferentias ha bent, in quibus discutiunt omnes casus in kalendario dioecesano pro positos. Hae autem conferentiae paro chorum et sacerdotum studium exci tant, mutuam charitatem [ovent, et non mediocres proferunt utilitates. 15°. Mores cleri saecularis generatim sunt graves, et ad pieta tem et vitae honestatem, ut decet 189
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homines in sortem Domini vocatos, mati all'eredità del Signore. compositi. Ad hoc episcopus omni A questo scopo il vescovo vigi modam adhibet vigilantiam per se, la personalmente in ogni modo, coi per vicarios foraneos et per depu vicari foranei e coi deputati alla disciplina ecclesiastica, che assai tatos super ecclesiastica disciplina, spesso si radunano e riferiscono al qui apud ipsum episcopum saepis sime conveniunt et conferunt. vescovo. Quod si quando contingat ut ali Se accade talvolta che qualcu quis e clero a recta via declinet, no del clero si allontani dalla via episcopus ea adhibet media, quae retta, il vescovo ricorre a quei mez sacri canones, sinodi, et provincia zi che sono prescritti dai canoni lia Concilia praescribunt, ut eum sacri, dai sinodi e dai concili Pro ad bonam frugem reducat. vinciali, per ricondurlo alla buona Pauci sacerdotes, qui, ut dictum condotta. est in praecedenti relatione, non I pochi sacerdoti che, come s'è dum subscriptionem propositioni accennato nella precedente rela presbiteri Passag!ia retractaverant, zione, non hanno ancora ritrattato la sottoscrizione alle tesi del pre sententiam tandem fere omnes - mutaverunt, et oneri suo satisfece sbitero Passaglia, hanno quasi tutti runt'". cambiato parere e soddisfatto alloro Itaque ex universis huius dioe dovere. cesis sacerdotibus, qui sunt nume Tra tutti i sacerdoti di questa diocesi, che sono circa 1.380, se ne ro circiter 1.380, tres vel quatuor tantum reperiuntur, qui in commo trovano solo tre o quattro che nei tionibus et offendiculis praesentis moti civili e nei moderni tempi calamitosi hanno miseramente vio temporis ecclesiasticam discip!i lato la disciplina ecclesiastica. nam miserrime detrectaverunt.
Par. IV
De Clero regulari
IV Il Clero regolare
1 0 • Perpauci regulares, qui in l. I pochissimi regolari che sot to la giurisdizione del vescovo hanno hac dioecesi, sub episcopi iurisdic cura d'anime in questa diocesi, tione curam animarum gerunt, fide liter sua munera adimplent. adempiono fedelmente i loro doveri. (a) La frase è segnata in margine.
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2°. In hac dioecesi nullus est 2. In diocesi non v' è alcun rego regularis, qui vitam degat extra lare che conduca la vita fuori dal monastero. Poiché il vescovo sa per monasterium: cum enim episcopus experientia compertum habeat esperienza che regolari del genere hanno di solito una fine molto rara regulares huiusmodi exitum lauda bilem perraro habere, si quis est, mente lodevole, se vi è qualcuno che tentasse di fare questo, si pren qui hoc facere attentaverit, curat ut de cura che ritorni al più presto al quantocius ad suum redeat mona suo monastero. sterium. Nullus pariter est regula ris, qui sit eiectus a monasterio; Non v'è alcun regolare, inoltre, nullus, qui degens intra claustra, che sia stato espulso dal monastero; nessuno che vivendo in esso, poi si extra delinquat, vel populo sit scan comporti all'esterno male o sia di dalo. scandalo al popolo. 3°. Episcopus, ne auctoritate 3. TI vescovo nemmeno per auto quidem delegata, ullum regularium rità delegata ha visitato mai alcun conventum visitavit; quantum tamen monastero. Per quanto gli consta, sibi constat, nihil in monasteriis suae dioecesis est, quod sit contra nulla vi è nei monasteri della sua eorundem regulas, et multo minus diocesi che vada contro le loro quod scandalum Christifidelibus regole e molto meno che dia scan dalo ai fedeli. praebeat. 4°. Nullum item habuit offendi 4. Non ha avuto inoltre alcun culum cum eisdem regularibus in contrasto con gli stessi regolari nel iurisdictionis sive ordinariae sive l'esercizio della giurisdizione sia ordinaria sia delegata. delegatae exercitio. Par. V
De Monialibus
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Le Monache
J 0. Moniales omnes, quae ad l. Tutte le monache che appar monasteria huius dioecesis perti tengono ai monasteri di questa dio cesi, sono soggette al vescovo. nent, episcopo sunt subiectae. Con Osservano le costituzioni in modo stitutiones ita servant, ut de eisdem tale che egli gode nel dirsi conten se contentum et satisfactum dice re gaudeat. to e soddisfatto di esse. 2. La clausura dei monasteri del 2°. Clausura monasteriorum le monache finora è custodita invio monialium hucusque inviolate labilmente. custoditur.
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3°. Nullus in eis abusus irrepsit, qui consilio aut auxilio sacrae con gregationis indigeat. 4°. Singulis mulierum mona steriis quum civitatis, tum dioece sis, stabilis confessarius, et statu tis temporibus etiam extraordina rius ab episcopo rite deputatur. 5°. Monasteriorum redditus hucusque fideliter administrantur. Novitiae, antequam ad profitendum admittantur; persolvunt dotem, quae usque ad haec tempora erogabatur praecipue in acquirendis praediis, atque cum reliquis monasterii red ditibus recte administrabatur. Latis vero legibus, quae omnia monasteria suppresserunt, viden dum erit in posterum quomodo huiusmodi dotes collocandae sint, ne pereant".
3. Nessun abuso è penetrato in essi al punto da aver bisogno del consiglio o dell' aiuto della sacra congregazione. 4. A ogni monastero delle don ne sia di città che della diocesi il vescovo assegna un confessore sta bile, e in determinati tempi di rego la anche uno straordinario. 5. I redditi dei monasteri finora sono ben amministrati. Le novizie prima di essere ammesse alla pro fessione versano la dote che fino ai nostri giorni era impiegata soprat tutto nell'acquisto di possedimen ti, e veniva ben amministrata con gli altri redditi del monastero. Promulgate le leggi di soppres sione di tutti i monasteri, si dovrà vedere in futuro come queste doti siano da collocare perchè non vada no perse.
12. La soppressione dei monasteri, accennata in note precedenti n. 3 e 5 , avvenne con il "Regio decreto per la soppressione delle corporazioni religiose 7 luglio 1866", n. 3036, Firenze, per Eugenio di Savoia, luogotenente di Vittorio Emanuele II re d'Italia. Nel regio decreto per la soppressione delle corporazioni religiose, n.3038, l'articolo l (dei 58 componenti la legge) decretava "Non sono più riconosciuti nello Stato gli Ordini, le Corporazioni e le Congregazioni religiose regolari e secolari, ed i Conservatorii e Ritiri, i quali importino vita comune ed abbiano carattere ecclesiastico". Nel tratta to di Zurigo l'Austria, prevedendo che il governo, occupata la Lombardia, avrebbe esteso le leggi di incameramento dei beni degli istituti religiosi che sarebbero stati soppressi, aveva ottenuto che venissero concessi loro due anni di tempo perché potes sero disporre al meglio dei loro beni. Il vescovo Speranza lanciò l'allarme per preve nire quanto più possibile i danni. Vennero pagate enormi tasse di successione, dato al governo il 30 per cento del capitale presunto, vendute le case e i terreni a buoni patti in più luoghi a persone oneste e timorate di Dio, che si erano munite delle convenienti facoltà dalle autorità ecclesiastiche. La Penitenzieria Apostolica per ordine di Pio IX il 28 giugno 1866, aveva disposto per i regolari, in vista delle imminenti leggi, con la lettera "Plurimi Locorum Ordinarii " firmata dal card. A.M. Caggiano, l) di abbandonare i monasteri solo sotto costrizione o pericolo di violenza, premettendo, a discrezione dei superiori, una protesta. 2) di custodire col massimo impegno la clausura di fronte al ten tativo di una sua violazione sotto il pretesto di compilare inventari da parte di pubbli ci ufficiali, e di cedere alle minacce estreme previa una protesta. 3) di permettere ai regolari d'ambo i sessi di ricevere il compenso del governo sotto forma di pensioni, da
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Paro VI De Seminario
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Il Seminario
l". Seminarii Bergomensis scholae, exceptis theologicis, ut dic tum est in praecedenti relatione, per gubernii edictum clausae sunto Quare episcopus coactus est alio meliori modo, quo potuit, provide re, ut pueri in sortem Domini voca ti educentur et instruantur. Itaque alumnis studio theolo giae addictis, adiunxit eos quoque, qui philosophicis studiis operam dare debuissent, et hi principia phi losophiae divi Thomae docentur. Reliqui pueri, qui ad clericalem militiam vocati existimantur, qui que nondum studio theologiae vel philosophiae apti sunt, partim edu cantur in duobus collegiis episco palibus adhuc subsistentibus, par tim domi suae a propriis parochis, vel ab aliis piis doctisque sacerdo tibus instruuntur.
l. Le scuole del seminario di Bergamo, eccetto quelle di teolo gia, come si è detto nella precedente relazione, sono chiuse per decreto governativo. Per la qual cosa il vescovo è stato costretto in un altro modo migliore, come ha potuto, a provvedere perchè i ragazzi chia mati all'eredità del Signore fossero istruiti e educati. Agli alunni di teologia perciò ha aggiunto anche quelli che avrebbe ro dovuto studiare filosofia e questi sono istruiti nei principi filosofici di san Tommaso. Gli altri ragazzi che si presume siano chiamati allo stato ecclesia stico e che non ancora sono pronti per la filosofia e la teologia, parte vengono istruiti nei due collegi vescovili ancora aperti, parte a casa dai propri parroci, o da altri pii e dotti sacerdoti.
consegnare tuttavia ai superiori per il bene della comunità. 4) di compilare e firmare, sotto costrizione, l'inventario delle cose e dello stato del monastero, sottraendo cauta mente suppellettili e vasi sacri. 5) di procurare col massimo impegno l'accoglienza dei regolari espulsi in altri conventi. 6) di tollerare, in mancanza di abitazioni, l'e sclaustrazione temporanea dei regolari, sotto l'obbedienza all'ordinario. 7) di raccogliere le monache espulse in monasteri del proprio ordine conservando la loro comunità o in altri diversi, salvaguardando le loro regole di vita, e, in casi estremi, di permettere la loro esclaustrazione temporanea. 8) di dividere tra i regolari espulsi, d'accordo con l'ordinario e il superiore generale, il denaro depositato in cassa e le suppellettili con servate. 9) di permettere ai regolari di amministrare i beni confiscati a nome del gover no, solo se in previsione del bene dell'istituto e senza alcuno scandalo. IO)di permet tere l'acquisto dei beni confiscati per interposta persona di sicuro affidamento morale ed economico, con le cautele richieste da tale pratica; Archivio Penitenzieria Aposto lica, Decreti e lettere, 1866; Raccolta ufficiale delle Leggi e dei Decreti del Regno d'I talia, anno 1866, dal n°. 2754 aI3478~', voI. XV, Torino stamperia reale, p.1015-1035; Idem. anno 1867, dal n03488 al 4166, voI.XVIII, Firenze stamperia reale; Monsignor Pier Luigi Speranza ..., p. 300-301.
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2. In seminario i ragazzi e gli adolescenti sono formati nella disci plina ecclesiastica tramite superio ri scelti dal vescovo e sotto la sua immediata vigilanza. 3. Tutti i chierici, sia residenti in seminario, sia nei collegi vescovili, sia a casa loro, sono istruiti come prima in tutte le cose necessarie. Dotti e virtuosi sacerdoti, col con senso dell' amministrazione, sono incaricati dal vescovo come profes sori in seminario. Il profitto dei chierici negli stu di è sempre stato lodevole. 4. I chierici, ogniqualvolta è necessario o lo vuole il vescovo, servono piamente e devotamente in cattedrale e nelle altre chiese par rocchiali. 5. Il vescovo si avvale del con siglio di due dei più anziani cano nici e di altri pii sacerdoti nello svolgimento di quanto serve al buon governo del seminario. 6. Il vescovo visita frequente mente il seminario, assiste agli esami dei chierici e si prende cura che le regole vengano osservate. 7. Per tutte le spese del semina rio che ora, come si è detto all' ini zio della relazione, è sprovvisto di ogni reddito, i chierici non poveri pagano quanto è sufficienteper que sto; per i chierici poveri suppli scono le offerte dei fedeli, e così non si è dovuto ricorrere alla tassa Tridentina.
2°. In seminario pueri et ado lescentes instruuntur in ecclesia stica disciplina per moderatores ab episcopo deputatos et sub ipsius immediata vigilantia. 3°. Clerici omnes sive degant in seminario, sive in collegiis epi scopalibus, sive domi suae, docen tur, ut antea, ea omnia quae neces saria sunto Docti et pii sacerdotes, de administrationis consensu, magi stri in seminario ab episcopo depu tantur. Profectus clericorum in studiis semper extitit laudabilis. 4° . Clerici, quoties opus est, vel quoties mandat episcopus, cathe drali et aliis parochialibus eccle siis pie devoteque inserviunt. 5°. Duorum ex senioribus cano nicorum; aliorumque piorum sacer dotum consilio utitur episcopus in iis expediendis, quae ad rectum seminarii regimen spectant. 6°. Seminarium frequenter epi scopus visitat, examinibus elenco rum assistit, et curat, ut constitu tiones observentur. 7°. Pro omnibus expensis semi narii, quod nunc, ut dictum est in principio huius relationis, quo cumque redditu caret, clerici non pauperes solvunt quantum ad hoc satis est; pro clericis vero paupe ribus oblationes fidelium subve niunt: ita nondum opus fuit ad taxam tridentinam recurrere.
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Par. VII
VII
De iis, quae pertinent ad Eccle
Chiese, Confraternite
sias, Confraternitates et Loca Pia
e Luoghi Pii
1°. In sacristiis omnium eccle 1. Nelle sacristie di tutte le chie siarum est exposita tabella onerum se è esposta la tabella degli oneri missarum et anniversariorum, eam delle messe e degli anniversari, che que revisit et approbavit episcopus il vescovo nella visita pastorale ha in pastorali visitatione. esaminato e approvato. A questi His oneribus semper satisfac oneri si è sempre soddisfatto, per tum est, quatenus fieri potuit. quanto si è potuto. Si quando ob reddituum defec Se per mancanza di redditi non è stato possibile l'adempimento, il tum satisfieri nequivit, episcopus vescovo ha provveduto secondo il providit iuxta rescriptum sacrae congregationis Negotiis Ecclesia rescritto della sacra congregazione sticis Extraordinariis praepositae per gli Affari Ecclesiastici Straor datum die 8 octobris anno 1856, et dinari del giorno 8 ottobre 1856 e, ubi opus fuit, ad istam Apostolicam se necessario, ha fatto ricorso a que sta Sede Apostolica. Sedem recursum habuit. 2°. Confratemitatum, scholarum, 2. Le opere pie di confraternite, aliorumque piorum locorum pia scuole, e di altri luoghi pii volute dai testatori sono state adempiute opera a testatoribus iniuncta, melio nel miglior modo possibile e secon ri quo fieri potuit modo, et iuxta red do i redditi che l'avversa condizio ditus, quos tempo rum iniquitas val ne dei tempi ha molto diminuito. de imminuit, adimpleta sunto 3. Gli amministratori dei luoghi 3°. Ab administratoribus piorum pii, qualora non si opponga l'auto locorum, quatenus non obstet civi rità civile, come in effetti il più del lis potestas, quae ut plurimum rea pse obstat, singulis annis per vica le volte fa, danno resoconto al rios foraneos ratio redditur Epi vescovo ogni anno tramite i vicari foranei. scopo. È da deplorare che gli ammini Dolendum vero est, quod admi stratori dei luoghi pii, anzi, anche nistratores piorum locorum, imo dei beni della chiesa, chiamati fab etiam bonorum Ecclesiae, qui prae bricieri, siano per lo più nominati fecti fabricae noncupantur, ut plu dall'autorità civile, senza nemme rimum homines laici deputantur a no che venga consultata l'autorità potestate civili, ne consulta quidem ecclesiastica. potestate ecclesiastica. 195
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AD LIMINA
4 0 • Montes Pietatis visitare Epi 4. Le leggi civili non consento no al vescovo di visitare i Monti di scopum non sinunt leges civiles; Pietà, ancor meno di chiedere con multo minus rationem administra to dell'amministrazione, che l'au tionis exquirere, quam omnino sibi vindicat civilis auctoritas. torità civile rivendica a sé. 50. Idem dicendum venit de 5. Lo stesso si deve dire per gli hospitalibus, quae tamen visitat ospedali, che il vescovo tuttavia Episcopus et providet ut infirmis in visita, provvedendo che agli amma iisdem degentibus nunquam desint lati ivi ricoverati non manchino mai religionis subsidia. i conforti della religione.
Paro VIII
De Populo
VIII
Il Popolo
IO. Mores populi huiusce dioe l. I costumi del popolo di questa cesis in universum sunt boni, pie diocesi in generale sono buoni, tatique et religioni conformes. conformi all'amor di Dio e alla reli Ecclesias, Verbum Dei, doctri gione. Frequenta le chiese, la Paro nam christianam et sacramenta fre la di Dio, la dottrina cristiana e i quentat. sacramenti. Etiam vertigo, quae per motus Anche la vertigine che aveva civiles nonnullorum mentes exagi agitato le menti di alcuni coi moti taverat, sensim decrevit; et in prae civili, è diminuita poco alla volta. sentiarum populus dioecesis Ber Al presente il popolo della dio gomensis reverentia erga sacerdo cesi di Bergamo manifesta rispetto tes, maximeque erga episcopum, verso i sacerdoti e in modo specia le verso il vescovo, e si mostra nec non caeteris christianis virtu tibus prae populis fin itimis se com altresì degno di lode, più che i mendabilem praebet". popoli confinanti, nella pratica del le altre virtù cristiane.
13. Su alcuni aspetti della vita religiosa qui accennati, cf. R. AMADEI, Dalla Restaura zione ... , p.241-244. Il metodo pastorale seguito da mons. Speranza si ispirò a Pio IX, che favoriva la pietà antigiansenistica, con la frequenza ai sacramenti, le devozioni al Sacro Cuore (criticata nel sinodo di Pistoia del 1785) e all'Immacolata, con pratiche e devozioni esterne. Martina osserva che nella religiosità popolare promossa dal papa, esi stevano limiti dovuti all'assenza di senso liturgico autentico e di solido fondamento biblico. Fu però per decenni sicuro baluardo per la vita cristiana di tante famiglie rura li e cittadine, contribuendo a salvare gli elementi più autentici della cultura locale, minacciata da schemi giacobini promossi dalla borghesia liberale. In questo spirito
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2°. Verum quidem est quod in hac quoque dioecesi reperiuntur nonnulli, qui erroribus huius miser rimi temporis imbuti, Ecclesiae Catholicae adversantur, religionis et pietatis opera parvipendunt, libros et ephemerides hodiernas legunt et vitam ut etnici agunt; atta men hi sunt pauci in civitate aut oppidis magis populosis; in agris vero fere nulli". His malis, si quae sunt, Episco pus nititur offerre opportuna reme dia, ea, praecipue, quae in litteris enciclicis sanctissimi domini nostri incipientibus Nostis quidem, incul cantur". Eapropter voce et scriptis com mendat doctrinae christianae instructionem, sacramentorum Poe nitentiae et Eucharistiae frequen tiam, praedicationem Divini Verbi, spiritualia exercitia et sacras mis siones, quae tempore proxime prae-
2. È indubbio che anche in que sta diocesi si trovano alcuni uomi ni imbevuti degli errori di questo miserabilissimo tempo, che avver sano la Chiesa cattolica, disprezza no le opere di religione e di devo zione, leggono libri e riviste moder ni, e conducono una vita da pagani. Tutti questi sono però pochi in città o nei paesi piii popolosi, nelle cam pagne quasi nessuno. A questi mali, ove si trovano, il vescovo tenta di portare rimedi opportuni, specie quelli che sono raccomandati nella lettera encicli ca del santissimo signor nostro, Nostis quidem. Per la qual cosa raccomanda a voce e con gli scritti l'istruzione della dottrina cristiana, la frequen za ai sacramenti della Penitenza e dell'Eucaristia, la predicazione del la Parola di Dio, gli esercizi spiri tuali e le sacre missioni tenute in
rientra l'apertura di Pio IX per la Comunione ai bambini, quando invece era abituale la loro ammissione a 12 anni, le devozioni accennate, e la diffusione della festa del Sacro Cuore, approvata con decreto Urbis et Orbis inviato all'episcopato francese, 28 agosto 1856. Seguì l'Il agosto 1864 la beatificazione di Margherita Maria Alacoque, lettera pontificia "Auctor nostra e fidei"; Monsignor Pier Luigi Speranza..., p. 117-120; G. MARTINA, s.j., Pio IX (1851-1866)..., p. 701-712. 14. Forse è un accenno indiretto alla messa all'indice dell'opera dell'avv. Andrea Moretti, deputato di Bergamo al Parlamento, La parola di Dio ed i moderni farisei Appello al sentimento cristiano, Bergamo 1863. Invitato a ritrattare gli errori, il Moretti aveva pubblicato una seconda opera, ribadendo quanto scritto nella prima; Monsignor Pier Lui gi Speranza ..., p. 260-261; Speranza affermava dell'onorevole Moretti che "metteva in imbroglio i nostri preti e parochi in prigione"; ASV, S. S. Spogli... , cardinale Prospero Caterini, cartella lA, lettera di Speranza a Caterini, 27 dicembre 1865. 15. Il riferimento è all'enciclica "Nostis et nobiscum" 8 dicembre 1849; cf. relazione 1856 nota n. 14; G. MARTINA, s.j., Pio IX (1846-1850) ..., p. 520.
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AD L/M/NA
teriti iubilaei in omnibus omnino paroeciis habitae suni", Studet ut boni libri diffundan tur, et quoties aliquis libellus impius in lucem prodiit, non defuere, qui illum doctis scriptis refutarent". Commendat pariter obsequium erga istam supremam Apostolicam Sedem et obedientiam Romano Pontifici praestandam, curam item habet de ecclesiastica clericorum institutione, et de christiana laico rum educatione. Et quoniam sacerdotum exem plum magnam habet vim ad popu los in christianae legis officio con tinendos, his praecipue consecrat omnes suas curas. Postremo adlaborat ut cultus et veneratio late diffundatur et augea tur erga Beatissimam Virginem Mariam Immaculatam, in cuius praesentissimo auxilio omnem suam spem collocavit.
tutte le parrocchie nel passato giu bileo. Egli si prende cura che venga no diffusi buonì 1ìbri e ogniqual volta è stato pubblicato un 1ìbretto empio, non sono mancati quelli che lo hanno confutato con scritti dotti. Egli pure promuove l'ossequio verso questa Sede Aposto1ìca Su prema, e l'obbedienza da prestare al pontefice romano. Si prende cura anche della for mazione ecclesìastica dei chiericì e dell' educazione cristiana deì laici. E poìchè l' esempìo dei sacerdo ti ha una grande forza per mantene re i popoli nell'osservanza della leg ge cristiana, ad essi specialmente dedica tutte le sue sollecitudini. Da ultimo, si prodìga per la dif fusione del culto e della venerazio ne più ampia e più sentita verso la B.ma Vergine Maria Immacolata, nel cui aiuto potentissimo ha posto ogni sua speranza.
16. Pio IX nel 1867 aveva proclamato il giubileo dei santi apostoli Pietro e Paolo e prean nunziato il concilio Vaticano. Pio IX non celebrò alcun anno santo, ma promulgò solen ni giubilei nel 1846, 1852, 1854, 1858, 1864, 1867, 1869, 1875; Monsignor Pier Lui gi Speranza... , p.282-288, 298; G. MARTINA,s.j., Pio /X (/85/-/866 )... , p. 700; IDEM, Pio /X (/867-/878)..., p. 39. 17. La libertà di stampa aveva ormai preso piede in Italia, nonostante che l'arcivescovo di Milano e il patriarca di Venezia nel 1855 fossero intervenuti chiedendo con insistenza la censura preventiva, con le reazioni negative della Gazzetta Ufficialedi Milano. Di con seguenza la gerarchia veneta non aveva potuto impedire la diffusione della vita di Gesù di Renan, e ciò avveniva anche nelle altre regioni d'Italia. La reazione dei cattolici (cf. relazione 1873 nota n. 6) iniziava con la fondazione a Bologna dell' Associazione cat tolica italiana per la difesa degli interessi della Chiesa in Italia nel 1866, di cui era espressione il giornale Il Conservatore; vi aderirono dodici diocesi; Monsignor Pier Luigi Speranza ..., p. 278-280; L. CHIODI, Il periodico anticlericale bergamasco "Il Movimento", in I cattolici bresciani e bergamaschi nell'età di Pio IX. Atti del collo quio di studio tenuto a Brescia il 30-31 maggio 1981 CEDOC, Brescia 1984; G. MAR TINA, s.j., Pio /X (/85/-/866 )..., p. 205; IDEM, Pio /X (/867-/878)..., p. 128.
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IX Le richieste del Vescovoche scrive
Paro IX De postulatis Episcopi referentis
Postulata, quae isti sacrae con Il vescovo al presente non ha gregationi proponenda censeat, epi richieste da sottoporre a codesta sacra congregazione. scopus in praesentiarum non habet: Egli volentieri e con rispetto excipiet vero reverenter atque accetterà quanto codesta sacra con lubenti animo quidquid declarare gregazione, alla quale porge tutto atque decernere existimaverit il suo ossequio, riterrà opportuno eadem ista sacra congregatio, cui dichiarare e decretare. omnimodum obsequium profitetur.
Dato a Bergamo dalle sedi vescovili addì 29 settembre 1867
Datum Bergomi, ex aedibus episcopalibus die 29 septembris 1867
Umilissimo obbedientissimo
ossequentissimo
servo
+ Pietro Luigi vescovo
Humillimus obedientissimus
obsequentissimus
servus
+ Petrus Aloisius episcopus Bergomen.
Visitatio sacrorum Liminum
Bergamo.
Visita dei sacri Limini
Ammessa pel corrente triennio avendo riportato personalmente in occasione della canonizzazione del 1867. 3325111 13 novembre 1867 Die 7 iulii 1868 fuit responsum
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278 DOMANDA DEL VESCOVO P. L. SPERANZA DI ESSERE AMMESSO
ALLA VISITA AD LIMINA IN OCCASIONE DEL PELLEGRINAGGIO
PER IL CENTENARIO DEGLI APOSTOLI PIETRO E PAOLO
Eminentissimi Patres! Cum Summus Pontifex noster Pius papa IX benigne indulserit, ut qui cumque episcopi ad istam almam urbem se contulerunt eo tempore, quo cen tenaria festivitas martirii sanctissimorum apostolorum Petri et Pauli nuper celebrata est, perinde habeantur ac si Romam iter susceperint, ut officio visi tandi sacra Apostolorum Limina ex praecepto sanctae memoriae Sixti V incip. Romanus Pontifex, defungantur, cumque inter hos ego quoque sim adnumerandus, ad plenum satisfaciendum praelaudatae constitutioni pro currenti triennio 94° nihil mihi reliquum erat, nisi ut status huius meae Bergomensis Ecclesiae relationem conficerem. Hanc porro ad normam Benedectinae formulae, ut spero, conscriptam, modo exhibeo, deprecans eminentias vestras, ut si quid amplius requiren dum, animadvertendum vel praecipiendum iudicaverint, dignentur mihi reseribe re. Interim emineniiis vestris fausta omnia precor a Domino, et quam maxi mam venerationem atque obsequium ex corde profiteor. Datam Bergomi die 30 octobris 1867 Humillimus obedientissimus
+ Petrus Aloisius episcopus Eminentissimis Patribus S.Congregationis Concilii Romae
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LETTERA DI RISPOSTA DELLA CONGREGAZIONE DEL CONCILIO AL VESCOVO P. L. SPERANZA (minuta)
Episcopo Bergomen.
Al Vescovo di Bergamo P.c. C.P.
p.c. C.P.
Romae 30 iunii 1868 Romae 7 iulii 1868
Roma 30 giugno 1868 Roma 7 luglio 1868
Quam opinionem de bene gesta episcopali villicatione istius Eccle siae conceperat haec sacra con gregatio Tridentini iuris 1nterpres ac Vindex, cumulate confirmarunt literae ab amplitudine tua de eius dem statu die 29 septembris anni 1867 conscriptae, et a sacro ordine pro triennio 94 die 20 decembris eiusdem anni expirato receptae. Tuae siquidem sollicitudini ac sollertiae in acceptis referri debet, si sacrarum aedium, praesertim parochialium, augendo numero, restaurationum et ornatuum operi promovendo, et sacrarum supel lectilium nitori splendorique curan do fere certatim istic opera nave turo Quoniam vero Divina Provi dentia permittit, ut non solum civi lis, sed et, quod nostra magis inte rest, sacra res tot inter discrimina et detrimenta iactetur, gratiae agen dae summo Deo sunt maximae,
Quella opinione sulla buona amministrazione vescovile di cote sta Chiesa che si era formata questa sacra congregazione Interprete e Giudice del diritto Tridentino, l'ha confermata la lettera scritta dalla tua signoria sullo stato della stessa il 29 sett.1867, ricevuta per il trien nio 94 il 20 dicembre scorso. Si deve dare atto, nelle notizie scritte, alla tua sollecitudine e pre mura se da voi l'opera prosegue quasi a gara nell' aumentare il numero dei sacri templi, specie par rocchiali, nel promuoverne il restau ro e l'ornamento, nel curare la puli zia e lo splendore delle sacre sup pellettili. Poichè la Provvidenza Divina permette che non solo lo stato civi le ma anche, ciò interessa mag giormente a noi, quello ecclesiasti co sia sbattuto tra tanti pericoli e mali, si devono rendere infinite gra zie al sommo Dio, che tu, illustris 201
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simo signore, fai da sentinella su Israele, e che ti adoperi non solo per adempiere le funzioni ordina rie del tuo ministero episcopale, ma che ti impegni anche a porre solle citamente un baluardo o un rime dio, per quanto è possibile, alle pro ve e alle necessità quotidiane. La discussione di queste notizie ha prodotto nel giudizio degli emi nentissimi padri un consenso non piccolo di lodi alla tua signoria, tan to da essere anche un più vivo inci tamento, se ne hai bisogno, perché quanto più è violenta quest' ora del potere delle tenebre, tu piu costan temente con solerzia e alacrità con duca la navicella affidata alla tua guida, tra Scilla e Cariddi, al porto della salvezza e della verità. Toccherò ora alcune poche cose per rispondere alla tua lettera. Circa i proventi della tassa del la cancelleria, quando la forza del le leggi civili ti ha strappato il patri monio vescovile e lo ha mandato in rovina, ti è lecito di usare per diritto ciò di cui ti viene consentito dalle norme canoniche. Riguardo al memoriale sulle costituzionicapitolariche scriviesse re depositato presso cotesta congre gazione, siccome la cosa è ancora in discussione, nulla al presente ti può essere risposto in tal senso. In merito alle doti delle candi date ai monasteri femminili da inve stire in questi tempi assai infelici,
quod vigiles ipse super Israel excu bias agas, amplissime domine, et non solum ordinariis episcopalis ministerii partibus obeundis inten das, sed et periculis, et necessita tibus in dies obvenientibus vel obi cem vel remedium saltem, quod fie ri potest, obiiciendum sollicite sata gas. Haec generatim praelibata non levem amplitudini tua e laudum segetem eminentissimorum patrum iudicio pepererunt; adeoque acrio ri incitamento sint, si incitamento quidem eges, ut quo violentior est hora haec potestatis tenebrarum, eo constantius, sollertius, et ala crius naviculam tuae curae deman datam inter Sirtes atque Caribbes ad portum salutis ac veritatis recta perducas. Paucula singulatim ad tuas lite ras rescribenda nunc attingam. De reditibus ex taxa cancella riae proficiscentibus, quando legum civilium vis tuum tibi episcopale patrimonium abripuit atque pes sumdedit, uti porro tibi iure licet, quod tibi faciunt canonicae sane tiones. De capitularium constitutionum opere quod penes hunc sacrum ordi nem esse scribis cum ea res adhuc pendeat, nihil in praesens est in promptu quod responderi possit. Quod pertinet ad dotes monia lium candidatarum per haec infe licissima tempora collocandas, auc 202
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tores tibi sunt, patres eminentissi mi, ut ad sacram congregationem Episcoporum et Regularium te ver tas, quae, quid age re debeas, pro sua auctoritate edocebit. Singulare praeconium amplitu dini tuae tribuendum est ob exqui sitas et consultissimas, quas adhi bes, curas, ut ecclesiastica iuven tus meliori, qua fieri potest, ratione sacris disciplinis, et pietate infor metur, eo tempore quo seminarium dioecesanum civilium legum vio lentia vexatum et impeditum salu tarem suam vim omni ex parte iux ta mentem patrum Tridentinorum exerere nequit. Quod superest ad superiorum tempo rum literas amplitudini tuae remitto, sicubi opus sito Haec habui nomine sacrae con gregationis; ego vero singulatim omne meum studium impense pro fiteor amplitudini tuae, cui fausta quaeque ac salutaria a Domino precor.
gli eminentissimi padri ti suggeri scono di rivolgerti alla sacra con gregazione dei Vescovi e Regolari, la quale, ti illustrerà autorevolmen te il da farsi. Singolare riconoscimento e merito deve essere dato alla tua signoria per le sollecitudini zelanti che mostri affinchè la gioventù ecclesiastica sia educata nel miglior modo possibile nelle scienze sacre, mentre il seminario diocesano è sta to colpito dalla violenza delle leggi civili e non può mostrare in ogni settore la sua capacità salutare secondo la mente dei padri triden tini. Per il resto rimando la signoria tua alla lettera precedente. Questo per conto della sacra congregazione, mentre da parte mia professo in modo singolare alla tua signoria ogni mio rispetto, con la preghiera che Dio ti colmi di ogni bene vantaggioso e prospero.
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ASV, C. Concilii, Relationes Dioecesium, Bergomen., 123B, orig., ff. 570r-581 v La documentazione della visita ad Limina del 95° triennio, è composta da un fascicolo di 12 fogli, con la numerazione archivistica ff. 570-581 (mm.33x23). Il testo della relazione è scritto sui ff. 570r-578v. Il fascicolo, ben conservato, è unito da un cordoncino. È bianco il f. 581r. Nella documentazione non si trova alcun riferimento alla persona che adempì la visita ad Limina. Nella documentazione è conservata la minuta della lettera di risposta del la congregazione del Concilio a mons. Speranza, ff. 579r-580v. Copia minuta della relazione è custodita in ACVB, Atti relativi alle visite ad Limina. 280 Relatio status Ecclesiae Bergo Relazione dello stato della Chie mensis quam sacrae congregationi sa di Bergamo che Pietro Luigi Speranza, per grazia di Dio e della Conci/ii exhibet Petrus Aloisius Speranza, Dei et Apostolicae Sedis Sede Apostolica vescovo della gratia eiusdem Bergomensis Eccle Chiesa stessa di Bergamo e assi siae episcopus ac solio pontificio stente al soglio pontificio, presenta assistens pro triennio 95°. alla sacra congregazione del Con cilio per il triennio 95°. Par. I
De statu Ecclesiae materiali
I
Lo stato materiale della Chiesa
Ecclesiae Bergomensis status materialis exhibitus est in relatio Lo stato materiale della Chiesa ne diei 14 decembris 1861; in sub di Bergamo è stato presentato nella sequentibus vero relationibus datis relazione del giorno 14 dicembre sub die 9 decembris 1864 et die 29 1861; nelle successive relazioni consegnate il 9 dicembre 1864 e il
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13 DICEMBRE 1870
septembris 1867 additumfuit quid quid contigit novi. Quae deinde variationes ab ulti ma reLatione usque in praesens acciderunt, sunt quae hic subnec tuntur. CapituLum cathedraLis EccLe siae, quod sexdecim constabat canonicatibus a Lege civili sup pressionis reductum fuit ad duode cim tantum canonicatus: ex his qui vacant denuo nominantur usque ad dictum numerum: modo duo va cant, pro quorum provisione acta disponuntur. Numerus eccLesiarum paro chiaLium non est immutatus ab ulti ma reLatione, in qua dictum est esse trecentarum triginta et septem. Pro maiori popuLi comoditate tamen aLiqua hinc inde [acta est finium nova dispositio. Hoc quoque triennio eccLesiis exornandis, reficiendis, veL etiam a fundamentis erigendis ardens popu Li studium enituit et in dies auge turo Numerus monasteriorum sive virorum sive muLierum non est immutatus, si excipiatur monaste rium mino rum ConventuaLium, qui post Legem suppressionis domum reLigiosam dereLiquerunt, uti infra videbitur. Monasteria etiam post dictam Legem suppressionis perdurant, et sperare iuvat etiam in posterum perduratura.
29 settembre 1867, venne aggiunto quanto di nuovo era accaduto. Sono ora qui esposti i cambia menti avvenuti dall' ultima rela zione sino al presente. Il Capitolo della chiesa cattedra le, composto di 16 canonicati, è sta to ridotto a soli 12 dalla legge civile della soppressione. Di quelli vacan ti pertanto ne sono nominati sino al sopraddetto numero. Attualmente ne sono vacanti due, per la cui provvi sta sono allo studio gli atti. Il numero delle chiese parroc chiali è immutato dall'ultima rela zione, nella quale è stato scritto che sono 337. Per una maggiore comodità del popolo, tuttavia, è stata effettuata qua e là una nuova disposizione di confini. Anche in questo triennio l'im pegno fervoroso del popolo ha bril lato e cresce di giorno in giorno nel decorare le chiese, restaurarle, e anche nel costruirle dalle fonda menta. li numero dei monasteri sia degli uomini che delle donne è immuta to, se si eccettua il monastero dei minori conventuali, i quali l'hanno lasciato dopo la legge della sop pressione, come si vedrà più avan ti. I monasteri anche dopo la leg ge detta della soppressione conti nuano, e fa bene sperare che rimar ranno pure in futuro. 205
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Moniales, quae S. Vincentii a Paulo regulam sequuntur, quaeque domos duas habent in hac dioecesi, alteram in oppido Caleppii, alte ram in civitate, aliis tresdecim locis in nosocomiis, in manicomiis, in orphanotrophiis sedulam operam praestare pergunt magna cum cha ritate. Seminarium dioecesanum, ut expositum fuit in relatione data die 14 decembris 1861, iamdiu institu tum, adiunctis nonnullis beneficiis simplicibus, fuerat potissimum hoc saeculo a piis testatoribus praediis rusticis ita abunde auctum, ut ipsius redditus ad decem fere scutatorum millia ascenderent, qui redditus ad alumnorum pauperum, magistro rum, moderato rum, atque mini strorum substentationem sufficie bant; quare non fuerat opus insti tuere taxam, de qua Concilium Tri den. sesso 23, cap. 18 De Reform. et Benedictus Xlll constit. Creditae Nobis. Sed quinque ab hinc annis regium gubernium, quo tempore scholas theologiae inferiores per vim clausit, omnia seminarii bona, excepta tantummodo aedium par te, ad se vocavit, promittens se ter tiam reddituum partem pro edu candis alumnis theologiae studiis addictis esse daturum, quod tamen numquam praestitit. Imo lata lege suppressionis bona ipsius seminarii vendidit regius
Le monache che seguono la regola di S. Vincenzo de' Paoli e che hanno due case in questa dio cesi, una nel paese di Caleppio, l'al tra in città, continuano a prestare la loro opera assidua con grande carità in altri tredici luoghi, nei nosoco mi, manicomi, orfanotrofi. Il seminario diocesano, come è stato esposto nella relazione data il 14 dicembre 1861, già da tempo fondato con annessi alcuni benefi ci semplici, era stato dotato specie in questo secolo da alcuni pii testa tori di possedimenti agricoli in misura tanto cospicua, che i suoi redditi ascendevano a quasi 10.000 scudi, e bastavano al mantenimen to degli alunni poveri, dei maestri, dei superiori e dei domestici. Non era perciò stato necessario applica re la tassa, di cui il concilio Tri dentino, sess.23 cap.18 De Reform. e Benedetto XIII nella Costituzione Creditae nobis. Ma cinque anni or sono il gover no regio, al tempo in cui ha chiuso con la forza le scuole inferiori di teologia, ha confiscato tutti i beni del seminario, eccettuata la resi denza, con la promessa che avreb be rimborsato la terza parte dei red diti per l'educazione degli alunni negli studi di teologia, senza che mai abbia soddisfatto ciò. La legge della soppressione emanata, anzi, ha alienato i beni del seminario stesso, con l'iscrizione 206
RELAZIONE -
13 DICEMBRE 1870
dei redditi nel libro del Debito Pub demanius, redditum inscribens in blico, di cui tuttavia sino al presen libro Debiti Publici, cuius quidem te il seminario nulla ha potuto per nihil usque in praesens seminarium cepire. percipere potuit. Gli incaricati dell' amministra Praefecti administrationi non zione non hanno desistito dal recla destiterunt reclamare contra guber mare contro il governo usurpatore, nium invasorem, et etiam nunc lis ma la vertenza pende tuttora in tri sub iudice pendet. bunale. Hinc seminarii expensis provi Di conseguenza si provvede alle detur ut infra par. VI n. 7. Quamquam per gubernii edic spesedel seminario come a par.VI n.? tum in seminario tantummodo scho Benché per il decreto governa Las theologicas haberi liceat, afta tivo in seminario si possano avere men denuo scholae philosophiae et solo scuole di teologia, tuttavia da rethoricae duo bus ab hinc annis due anni a questa parte si tengono habentur, et convictores n. 139 anche quelle di filosofia e retorica, aluntur in ipso seminario; adole e i 139 convittori vengono mante scentes externi n. 23 ad seminarii nuti nel seminario stesso; ne fre scholas conveniunt; pueri vero n. quentano le scuole 23 adolescenti esterni. 400 circiter educantur in collegiis Nei collegi vescovili sono edu episcopalibus, quorum n. 135 cir citer ad clericalem militiam aspi cati circa 400 ragazzi, di cui 135 circa aspirano allo stato ecclesia rantes, ad philosophicas et theolo stico e sono preparati alle scienze gicas disciplinas disponuntur; prae ter n. 30 circiter alios, qui domi filosofiche e teologiche; altri 30 cir suae a propriis parochis aut a piis ca, a casa loro, sono preparati agli sacerdotibus ad studia sacra pre studi sacri dai propri parroci o da parantur. sacerdoti pii.
II Il Vescovo che riferisce
Par. II
De Episcopo referente
l. Il vescovo ha osservato alla 1°. Residentiae praeceptum a sacris canonibus, concilio Triden perfezione il precetto della resi tino et constitutione Urbana iniunc denza ingiunto dai sacri canoni, dal tum, episcopus adamussim adim concilio Tridentino e dalla costitu plevit, exceptoque tempore, quo in zione Urbana; eccetto il tempo in 207
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ista alma urbe interfuit sacrosanc to concilio Vaticano, numquam alias abfuit a dioecesi. r. Sicuti iam dictum est in praecedenti relatione, episcopus visitationem pastoralem in tota dioecesi complevit. Fructus visitationis pastoralis, in qua omnia peregit, quae a sacris canonibus et conciliis, nec non pon tificali Romano praescripta sunt, adhuc perdurant. Modo operam dat episcopus, ut adimpleantur rite, quae in visita tione pastorali opportunis decretis corrigenda vel statuenda invenit. Ad hunc effectum per vicarios foraneos quotannis visitat ecclesias sibi subiectas, et per canonicos cathedralis ipsas ecclesias vica riales, et ex relationibus quae curiae mittuntur, lubentissime intel ligit episcopus perdurare nitorem in ecclesiis, decorem in sacris sup pellectilibus, studium, doctrinam et animarum zelum in clero; reveren tiam, pietatem et religionem in populo. Relationes vero antequam in curiae tabulario reponantur, a pro vicariis generalibus sedulo exami nantur pro opportunis decretis. Ex ipsis relationibus compertum est ubique diligenter observari, quae in visitatione pastorali prae scripta fuerunt.
cui è intervenuto in codesta alma città al sacrosanto concilio ecume nico Vaticano, mai è stato assente dalla diocesi. 2. Come si è detto nella prece dente relazione, il vescovo ha effet tuato la visita pastorale in tutta la diocesi. Tuttora perdurano i frutti della visita pastorale, nella quale egli ha adempiuto tutte le norme prescritte dai sacri canoni, dai con cili e dal pontificale Romano. Ora il vescovo si prende cura che venga messo in opera nella forma prescritta quanto nella visita pasto rale, in base ai decreti opportuni, si deve correggere o realizzare. A tale scopo tramite i vicari fora nei ogni anno visita le chiese a lui sottomesse, per mezzo dei canonici della cattedrale le chiese vicariali stesse, e dalle relazioni trasmesse alla curia il vescovo con grandissi mo piacere viene a conoscere che si conserva lo splendore nelle chie se, il decoro nelle sacre suppellet tili' lo studio, la scienza e lo zelo delle anime nel clero, 1'ossequio, la pietà e la religione nel popolo. Le relazioni, prima che siano riposte nell' archivio della curia, vengono esaminate con accuratez za dai provicari generali per gli opportuni decreti. Dalle relazioni stesse si è appu rato che ovunque vengono diligen temente osservate le norme pre scritte nella visita pastorale. 208
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3. Il vescovo ha tenuto sempre personalmente nei tempi stabiliti dal diritto, qualora necessario, le sacre ordinazioni. Ha amministrato il sacramento della Confermazione nelle singole feste, anzi anche nei giorni feriali, se richiesto, nell'oratorio del palaz zo vescovile. Ogni volta che è chiamato a confermare gli infermi, cosa che accade spesso, si reca sempre, per quanto possibile, alle loro case. 4. Ultimata la visita pastorale, il vescovo amerebbe assai convo care il sinodo diocesano. Tuttavia, impedito per i tempi calamitosi che volgono sempre più al peggio, ora ritiene che si debba attendere la fine del sacrosanto concilio ecumenico. Nel frattempo richiama spesso con forza l'osservanza dei decreti emanati nei sinodi antecedenti, e usa tutti quei mezzi che sono pro posti da Benedetto XVI di felice memoria nella sua opera De Sinodo Dioecesana. 5. Nei pontificali, purché non sia proibito da qualche legittimo impedimento, tiene l'omelia secon do le prescrizioni canoniche e le lodevoli consuetudini di questa dio cesi. E inoltre egli annuncia spes so la Parola di Dio sia in cattedrale sia nelle altre chiese di città e della diocesi, soprattutto in occasione dell' amministrazione del sacra
3°. Sacras ordinationes, tem poribus a iure statutis, quoties opus fuit, per se semper habuit. Sacramentum Confirmationis singulis diebus festis, imo etiam ferialibus, si requisitus, in sacello palatii episcopalis administravit. Quoties autem vocatur ad infir mos confirmandos, quod saepe accidit, ad eorum domos, quantum fieri potest, semper se confert. 4°. Completa visitatione pasto rali, episcopus quidem sinodum dioecesanam cogere vehementer cuperet; attamen calamitates tem porum, quae in deterius magis magisque vertunt, prohibitus, modo expectandum censet absolutionem sacrosancti Oecumenici Concilii. Interea urget frequenter obser vantiam decretorum quae in an teactis sinodis condita fuerunt, atque ea adhibet media, quae a feli cis memoriae Benedicto XVIla) pro ponuntur in opere De Sinodo Dioe cesana. 5°. In pontificalibus, dummodo aliquo non sit legitimo impedimen to prohibitus, habet homiliam iuxta canonicas sanctiones et laudabiles consuetudines huius dioecesis. Praeterea quum in ca thedrali, tum in aliis ecclesiis civitatis et dioecesis, praesertim occasione administrationis sacramenti Con
(a) Il testo richiede "Benedicto XIV".
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firmationis, saepe Verbum Dei annuntiat. In omnibus autem dioecesis locis adsunt parochi, coadiutores, et complures alios'" sacerdotes qui ad id adprobati et deputati, popu lum salutaribus verbis abunde pascunt. 6°. Quum ratio temporum non sinat haberi forum ecclesiasticum nec exigi mulctas, ideo penes epi scopum non adest depositarius, qui custodiat poenas et mulctas pecu niarias, uti dictum est in praece dentibus relationibus. 7°. Item nihil immutatum fuit in exigendis taxis cancellariae epi scopalis. Ad repellendam cuius cumque abusus speciem, episcopus per se certum emolumentum tribuit officialibus suae curiae, quod sti pendium desumitur a cumulo taxa rum; quod si non sufficiat, recurrit ad modicum redditum, quod ipse a gubernio accipit post expoliatio nem bono rum mensae. Emolumenta in curia etiam nunc exiguuntur iuxta taxam /nnocen tianam; in quibus vero nihil haec disponit, adplicatur antiqua taxa dioecesana, quae tamen est modica. 8°, Mala conditio temporum impedimenta cuiuscumque generis ponit, quominus episcopus officia sui ministerii, iurisdictionis eccle siasticae, nec non tuendae liberta-
mento della Confermazione. In tutti i luoghi della diocesi sono presenti i parroci, i coadiuto ri e molti altri sacerdoti, che appro vati e deputati a ciò, nutrono il popolo con parole salutari. 6. Poiché la condizione dei tem pi non permette di avere il foro ecclesiastico e nemmeno che siano esigite le tasse, presso il vescovo non si trova pertanto il depositario che custodisce pene e multe pecu niarie, come si è detto nelle prece denti relazioni. 7. Così tutto è rimasto immu tato nell' esazione delle tasse della cancelleria vescovile. Ad allonta nare qualsiasi sospetto o parvenza di abuso, il vescovo personalmente assegna agli officiali della sua curia un certo stipendio, che viene preso dal cumulo delle tasse. Se ciò non basta, egli ricorre all' esiguo reddi to che riceve dal governo dopo la confisca dei beni della mensa. I diritti dovuti anche ora sono riscossi in curia in base alla tassa Innocenziana, e nelle materie in cui nulla si dispone, viene applicata l'antica tassa diocesana, che è tut tavia esigua. 8. L'avversa condizione dei tem pi pone ostacoli di ogni genere a che il vescovo sia in grado di eser citare liberamente il suo ministero della giurisdizione ecclesiastica, e inoltre della difesa della libertà e
(a) Il testo richiede "alii".
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dell' immunità ecclesiastica. TI vescovonon omette di difende re con tutte le forze i diritti ecclesia stici e di ricorrere a tutti quei mezzi che a tal fme si possono escogitare. La lodevole unione del clero col vescovo giova in sommo grado a questo compito da adempiere per quanto sia possibile. 9. Il vescovo anche in questo triennio dall'ultima relazione ha provveduto a che molte delle chie se, specie le parrocchiali, inade guate al numero accresciuto dei par rocchiani, o che si presentavano poco decenti, fossero edificate di nuovo o almeno restaurate. È incredibile a dirsi che in così grande povertà i fedeli abbiano potuto portare a compimento tante opere nuove, ornare come si è fatto le chiese di suppellettili sacre. Cresce ogni giorno di più il fer vore del popolo nelle feste in ono re della Beata Maria Vergine o dei santi patroni, che si celebrano con ogni genere di apparati, tanto che esso si dovrebbe esortare alla par simonia piuttosto che spingere a oblazioni per le festività stesse. Il vescovo anche in questo trien nio ha consacrato personalmente alcune chiese ed altari. Dato che lo scorso anno l'illu strissimo signore Alessandro Val secchi, canonico di questa catte drale, è stato assegnato vescovo alla sede di Tiberiade nelle parti degli infedeli, anch' egli ogni qualvolta
tis, et immunitatis ecclesiarum exer cere libere valeat. Non omittit tamen episcopus ecclesiastica iura pro viribus tue ri. eaque omnia media ad id adhi bere, quae excogitari possunt. Unio vero laudabilis cleri cum episcopo summopere iuvat ad hoc officium. quantum fieri potest, explendum. 9°. Episcopus etiam hoc trien nio ab ultima relatione auctor fuit, ut plures ecclesiae praecipue paro chiales, quae aucto numero paro chianorum impares erant, aut minus decentes videbantur; ex novo aedi ficarentur, aut saltem reficerentur. Incredibile dictu est, quod in tanta paupertate, fideles potuerint nova tot opera explere, suppellec tilibus sacris ecclesias exhornare, uti factum est; ardor vero populi in festis in honorem Beatae Mariae Vìrginis vel sanctorum patronorum celebrandis cum omni genere appa ratuum quotidie crescit, ita ut ad parsimoniam potius sit exhortan dus, quam ad augendas oblationes pro ipsis festivitatibus. Ipse episcopus etiam hoc trien nio aliquas ecclesias et altaria con secravit. Quum autem in praeterito anno episcopus Tiberiadis in partes infi delium resignatus fuerit perillustris vir Alexander Valsecchi canonicus huius cathedralis, et ipse quoties requisitus fuit, operam praestitit in 211
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ne è stato richiesto, ha collaborato nella consacrazione di chiese e alta ri, benedizione di campane, ammi nistrazione del sacramento della Confermazione, opere tutte per cui si è rivelato assai utile, necessario anzi, tenuto conto dell'inferma salu te del vescovo che riferisce. Per salvaguardare la disciplina del clero e favorire sempre di più l'unione con la Sede Apostolica, il vescovo non ha mai cessato di pre mettere nel calendario diocesano le lettere pastorali e specie in questi ultimi anni ha intrattenuto il clero sul concilio Ecumenico Vaticano, sui doveri dei sacerdoti e del popo
ecclesiis et altaribus consecrandis, in benedictione campana rum, in administratione sacramenti Con firmationis, et in aliis functionibus peragendis, per quae omnia valde utilis pervadit, imo ac necessarius, ratione habita infirmae valetudinis episcopi referentis'. Ad tuendam cleri disciplinam et eiusdem cum Apostolica Sede unio nem magis magisque confovendam, episcopus numquam desinit litteras pastorales praeponere in calenda rio dioecesano, et hisce ultimis praesertim annis ad clerum verba habuit de concilio Oecumenico Vaticano, de obligationibus cleri et
l. Alessandro Valsecchi era nato a Bergamo il9 novembre 1809. Allievo del collegio di Celana nel 1820, poi del seminario diocesano, fu ordinato sacerdote nel 1832. Prestò il suo ministero pastorale in varie parrocchie, e nel 1846 ebbe l'incarico di rettore del collegio S. Alessandro. L'istituto ricevette un impulso notevole da don Valsecchi, tan to da essere ritenuto il suo fondatore (cf. relazione 1864 nota n. 17-18). Dopo vari incarichi di fiducia e quello di pro-vicario generale, mons. Valsecchi il 25 giugno 1869 fu nominato vescovo col titolo di Tiberiade, coadiutore con diritto di successione di mons. Speranza. Egli partecipò al concilio Vaticano I, e propose, nella votazione sul l'infallibilità pontificia, la nota formula che il papa è infallibile ex sese, (cf. note n.3 4 successive). Mons. Valsecchi morì il 6 maggio 1879; Monsignor Pier Luigi Spe ranza ... , p. 307-309, 331-336 sui particolari del contributo di mons. Valsecchi alla discussione sull'infallibilità pontificia; L. DENTELLA, I Vescovi... , p. 528-530; C. TRAINI, Vicende..., p. 33-98; C. PATELLI, Mons. Alessandro Valsecchi..., p. 371 pas sim; E. CAMOZZI, Diario ..., I, p.1057; T. FORNONI, La storia del collegio S. Ales sandro attraverso i suoi personaggi piu significativi, in Chiesa e società ..., p. 414. Martina osserva che la scelta dei vescovi, che non dovevano più passare attraverso l'exequatur dello stato, in quella situazione richiedeva candidati di piena fiducia, men tre i filogallicani e i filorosminiani eran guardati con sospetto assieme ai cattolici libe rali e ai giuseppinisti, giudicati succubi del governo. Il criterio di Pio IX era di avere un episcopato più religioso, consapevole della sua missione, col pericolo tuttavia di un corpo episcopale un po' chiuso, nota lo storico, alle istanze moderne, nelle quali si dovevano distinguere gli aspetti positivi da quelli negativi. Il papa esigeva dai vesco vi una pastorale impegnativa per la formazione culturale del clero, la difesa della libertà della Chiesa, la lotta alla secolarizzazione, la tutela della moralità, il controllo dell'e ducazione giovanile, l'attenzione alla stampa, l'astensione dalla politica e dalle cose terrene, la cura per gli interessi di Dio e della Chiesa, l'armonia coi religiosi, il rispet to per la loro esenzione, l'unione con la Santa Sede; G. MARTINA, s.j., Pio IX (1867 1878)..., p. 261-263.
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13 DICEMBRE 1870 lo di pregare incessantemente Dio, per ottenere quei beni che deside ra la Chiesa cattolica unita nel con cilio Ecumenico, e di sottomettere coscientemente lo spirito a tutte le verità che fossero definite. Egli ha inoltre ammonito il clero per l'os servanza esatta delle norme già emanate circa la retta amministra zione dei Sacramenti e le altre fun zioni ecclesiastiche, quelle da osser vare nella celebrazione della messa, la visita e la cura degli infermi, i doveri dei parroci, l'omelia e la dot trina da tenere, gli esercizi spirituali che si devono frequentare dal cle ro ecc. Al fine di fortificare la fede cat tolica del popolo, combattuta in questi tempi in tanti e così diversi modi, ha esortato i parroci con opportune lettere pastorali perchè non desistano mai dall' ammae strare il popolo loro affidato. Il vescovo non ha mai omesso di indire pubbliche preghiere per il
populi instandi apud Deum enixis precibus ad bona obtinenda, quae Ecclesia Catholica in Oecumenico Concilio congregata intendit, et animum subiiciendi veritatibus omnibus, quae sancita et definita fuissenr: item clerum admonuit de rite observandis, quae iam pridem ordinata fuerunt de recta sacra mentorum administratione, et de reliquis ecclesiasticis functionibus, de servandis in missae celebratione, de visitatione et cura infirmo rum, de obligationibus parochorum, de homilia et doctrina habendis, de exercitiis spiritualibus a clero fre quentandis etcet. Ad communiendam populi ca tholicam fidem hisce temporibus tot tantisque modis oppugnatam, opportunis litteris pastoralibus adhortatus est parochos, ut popu lum sibi commissum docere nun qua m desistant. Nusquam vero omisit episcopus preces publicas indicere pro sum-
2. Mons. Speranza indirizzò alla diocesi una lunga lettera pastorale "La Chiesa di Gesù Cristo destinata per divina missione ..." 12 aprile 1869 sull' apertura del concilio Vati cano I. indetto da Pio IX con la bolla Aetemi Patris il 29 giugno 1868 e aperto 1'8 dicembre 1869. Nella lettera "Oh quanto ci riesce dolce..." 21 giugno, egli annunciò il giubileo in occasione del concilio Vaticano e si dilungò sul tema delle missioni. Spe ranza aveva risposto puntualmente alle "Quaestionibus quae ab Apostolica Sede epi scopis proponuntur..." su 17 temi. lO novembre 1867. Con la lettera "Se in ogni reli gione furono sempre riputati necessari i sacri ministri..." 26 agosto, il vescovo scris se sulla leva dei chierici resa obbligatoria dopo l'abolizione con legge 27 maggio 1869 dell'esenzione di cui essi godevano. Fu annunciata l'istituzione di una commissione per raccogliere le elemosine. e pagare la tassa al governo per il riscatto dei chierici chiamati alla leva. Da Roma ove si trovava per il concilio. mons. Speranza inviò il messaggio qua resimale "Ubbidiente all' invito del supremo gerarca della Chiesa..." trattenendo i fedeli ancora sulle missioni, sui chierici, sui benefattori. sull' assemblea conciliare e invitando a pregare; ACVB, Lettere pastorali Libro n" /O; ASV, Concilio Vaticano l busta Il fase Il; Monsignor Pier Luigi Speranza .... p. 322-330.
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mo pontifice, pro tota Ecclesia tan tis vexata persecutionibus, pro con cilio oecumenico, et occasionem nactus suspensionis ipsius sacro sanctae Oecumenicae Sinodis' novas preces indicendi cum appo sita litera pastorali fidelibus suae dioecesis dogmata definita et pro mulgata annuntiavit, praesertim de infallibilitate Summi Poruificis, quae littera pastoralis data sub die 31 octobris nuper elapsi, postquam tamen satis divulgata fuerat, a regio procuratore suppressa fuit'.
sommo pontefice, per tutta la Chie sa vessata da tante persecuzioni, per il concilio ecumenico, e presa l'oc casione della sospensione del sacro santo sinodo ecumenico, di indire nuove preghiere; con apposita let tera pastorale ha annunciato ai fede li della sua diocesi i dogmi definiti e promulgati, specie sull'infallibi lità del sommo pontefice. La lettera pastorale scritta il 31 ottobre scorso, dopo che era stata abbastanza divulgata, è stata seque strata dal procuratore regio.
3. Nel concilio Vaticano I fu promulgata la costituzione Pastor aeternus, 18 luglio 1870; il 19 scoppiava la guerra franco-prussiana. Il 20 settembre Roma veniva annessa al regno d'Italia e il 20 ottobre Pio IX sospendeva il Concilio Vaticano I. L'interpreta zione dell' avvenimento conciliare a distanza di tempo, è varia. Chi lo ritiene stru mento per affermare il potere temporale pontificio, chi lo giudica una vittoria dell'in transigenza, ovvero una sconfittadell'ultramontanismo e delle tendenze massimalistiche. Martina osserva che l'autorità del papa ne uscì rafforzata, ma che si ridusse lo spazio per il dialogo, e illaicato restò subordinato e dipendente dalla gerarchia. Vi è tuttavia da nota re che l'assemblea conciliare, svoltasi in due fasi, la prima dedicata alle materie dog matiche con la costituzione De fide catholica, e la seconda con la proclamazione del l'infallibilità del papa, non proseguì i suoi lavori, nei quali altri temi importanti sareb bero senz'altro stati trattati; G. MARTlNA,s.j., Pio IX (1867-1878) ..., p. 216-232. 4. Nella lettera "Ognuno di noi, o venerati fratelli e dilettissimi figli ..." 31 ottobre 1870, mons. Speranza illustrava le definizioni del concilio Vaticano, precisando che l'infal libilità è una prerogativa soprannaturale per cui la Chiesa e il Papa non possono erra re nel professare e definire la dottrina rivelata, per un'assistenza speciale divina. A questo riguardo è escluso quindi l'errore di fatto e di diritto, ogni possibilità di devia zione dottrinale. Si chiudeva così una lunga stagione di dibattiti su questo tema, mes so in dubbio sino all'ultimo dall'idea gallicana secondo la quale il papa era infallibi le solo col consenso della Chiesa. Era la resa degli antifallibilisti. Furono colpiti D6l linger e altri professori suoi connazionali con le stesse convinzioni. Mons. Speranza nota va nella lettera che l'esercizio dell'infallibilità pontificia, ex cathedra, si verifica con una sentenza pronunciata dal papa manifestamente definitiva e destinata a tutta la Chiesa, mettendo in opera tutto il suo potere dottrinale ecumenico. Egli poi rilevava che il papa gode di prerogativa personale dell' infallibilità, nel senso che è infallibile ogni successore di san Pietro, senza eccezione, non la sola serie o la sede romana, considerate come ente morale. Nella lettera poi il vescovo annunciava che il giubileo rimaneva aperto. Venivan lodati i sacerdoti che, riuniti in pia associazione, avevano celebrato la messa per il papa e ugualmente i fedeli che, assistendo, erano stati comunicati; ACVB, Lettere pastorali Libro n"10; Sommario..., f. 95; G. MARTINA, s.j., Pio IX (1867 1878)..., p. 218-252.
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Confraternitates Sanctissimi Le confraternite del SS.mo Sacramento e della Dottrina Cri Sacramenti et Doctrinae Christia stiana continuano regolarmente in nae in omnibus ecclesiis parochia tutte le chiese parrocchiali. libus regulariter durant. Per le confraternite del SS. Quoad confraternitates SS. Ro il vescovo, come ha detto Rosario, sarii episcopus, uti dixit in praece nella precedente relazione, aveva denti relatione, Sanctae Sedi supli inviato una supplica alla Santa Sede cem libellum perrexerat, ut ipsi pro perchè gli fosse concessa, per gra speciali gratia facultas concedere zia speciale, la facoltà di dichiarare tur declarandi aggregatas arcicon aggregate all' arciconfraternita di S. [raternitati Sanctae Mariae supra Maria sopra Minerva tutte le con Minervam omnes confraternitates fraternite del SS. Rosario che desi SS. Rosarii, quae in dioecesi ubi derava erigere e introdurre in dio que instaurare et canonice erigere cesi. La Sede Apostolica ha bene cupiebat. Gratiam benigne Apo volmente concesso la grazia e il stolica Sedes concessit, et episco vescovo in tutte le parrocchie ha pus dictas confratemitates in omni canonicamente eretto e stabilito tali bus fere paroeciis instauravit et confraternite. canonice erexit.
III Il Clero secolare
Par. III
De Clero saeculari
l. I canonici e gli altri addetti al 1°. Canonici, caeterique choro coro della cattedrale osservano in cathedralis addicti, residentiam in generale la residenza. universum observant. 2. Recitano il mattutino, le lodi 2°. Matutinum, laudes, aliasque e le altre ore canoniche, e ogni gior horas canonicas recitant, et mis no celebrano la messa conventuale. sam conventualem singulis diebus 3. I canonici della cattedrale celebrant. applicano la messa conventuale per 3°. Canonici cathedralis mis i benefattori nelle domeniche e sam conventualem pro benefacto negli altri giorni festivi anche sop ribus adplicant diebus dominicis et pressi. festis etiam suppressis; caeteris die In quelli feriali non applicano bus ferialibus non adplicant ex per indulto della Sede Apostolica. indulto Apostolicae Sedis. 4. Il Capitolo di questa catte 4°. Capitulum huius cathedra215
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drale ha inviatoa codesta sacra con gregazione del Concilio un proget to per il nuovo statuto. Nel frattempo vengono osser vate le costituzioni antiche e le legittime consuetudini. 5. Il canonico penitenziere osserva fedelmente i suoi compiti, anche il teologo soddisfa ai suoi oneri. 6. Tutti e singoli i parroci di tut ta la diocesi osservano l'obbligo della residenza. 7. Tutti ugualmente compilano e custodiscono i libri dei matrimo ni, dei battezzati, dei confermati e dei morti e inoltre lo stato d'anime della loro parrocchia, a nonna del rituale Romano. Questi libri sono controllatiogni anno dai vicari fora nei. Si è stabilito che l'esemplare autentico dei libri dei battezzati e dei matrimoni venga trasmessoogni anno alla curia vescovile entro il mese di gennaio dell'anno succes sivo. 8. I parroci sia di città sia della diocesi hanno assegnato per il nu mero dei parrocchiani uno o più sacerdoti, parte beneficiati, la mag gior parte mercenari, che li aiuta no in cura d' anime.Benché sia diminuito in questi tempi il nume ro dei sacerdoti e in alcuni luoghi per la legge di soppressione man chino del tutto i proventi per il sostentamento del clero, tuttavia
lis elaboratum ad hanc sacram con gregationem Concilii misit pro novo statuto. Interea antiquae constitutiones et legitimae consuetudines obser vantur:
50. Canonicus poenitentiarius sua munera diligenter observat: theologus quoque suis oneribus facit satis. 6 0 • Omnes et singuli parochi totius dioecesis residentiae obliga tionem observant. Iidem omnes conficiunt et sub custodia detinent libros matri moniorum, baptizatorum, confir matorum et mortuorum, nec non statum animarum suae paroeciae ad normam ritualis Romani: hi libri quotannis per vicarios fora neos revisuntur. Praeterea statutum est ut exem plar authenticum baptizatorum et matrimoniorum quotannis episco pali curiae exhibeatur intra proxi mi subsequentis anni ianuarii men sem. 8 0 • Parochi quum civitatis, tum dioecesis pro numero parochiano rum adiunctos habent unum vel plu res sacerdotes, qui partim benefi ciarii, plerique mercenarii eos adiu vant in cura anima rum; et quam vis imminutus sit hisce temporibus numerus sacerdotum, et in aliqui bus locis ob legem suppressionis omnino defuerint emolumenta pro sacerdotum substentatione, attamen
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usque modo nulla est paroecia, quae sacerdotale ministerium desi deret. 9 0 • Parochi, ut plurimum per se, rarius per coadiutores aut alios idoneos sacerdotes, si quando sunt impediti, diebus dominicis et festis plebes sibi commissas, pro sua et earum capacitate, pascunt saluta ribus verbis, docentes ea quae sci re omnibus necessarium est ad salutem iuxta monitum conciliorum Romani et Tridentini. 10 0 • Singulis dominicis, et aliis diebus festis, in suis paroeclis, fidei rudimenta et obedientiam erga Deum et parentes, pueros caeteros que hoc adiutorio indigentes doce re numquam omittunt : hoc autem opus per se ipsi parochi et per sacerdotes, clericos atque homines laicos probos et capaces fructuose exequuntur. Homilia vero in missa paro chiali et aliquantulum catecheseos pro pueris et rudibus ante vesperas nec tempore quidem autumnali, quod vacationis vocant, omittuntur. Extra hoc tempus autumnale autem ante vesperas parochi sin gulis dominicis populo scholam et explicationem doctrinae christia nae traditae in catechismo dioece sano faciunt iuxta regulas sancti Caroti Borromei in opere Concilia Provincialia. Hoc genus instructionis est,
fino ad oggi nessuna parrocchia è sprovvista del ministero sacerdota le. 9. I parroci, per lo più personal mente, più raramente, se impediti, tramite i coadiutori o altri idonei sacerdoti, nelle domeniche e nei giorni festivi ammaestrano i fedeli loro affidati con parole salutari, a seconda della propria e della loro capacità, insegnando loro tutto quanto è necessario per la salvez za, secondo l'ammonimento dei concili Romano e Tridentino. lO. Ogni domenica e nelle altre feste non omettono mai di insegna re nelle loro parrocchie gli elementi principali della fede, l'obbedienza verso Dio e i genitori, ai ragazzi e a tutti quelli bisognosi di questo aiu to. Tale opera viene eseguita con fìutto personalmente dai parroci, dai sacerdoti, dai chierici e da uomini laici onesti e capaci. Non sono mai omessi l'omelia nella messa parroc chiale e un po' di catechesi per i ragazzi ed la gente incolta prima dei vespri, nemmeno in autunno, che chiamano tempo delle ferie. Fuori dal periodo autunnale poi, prima dei vespri, i parroci ogni domenica fanno al popolo scuola e spiegazione della dottrina cristiana pubblicata nel catechismo diocesa no, secondo le regole di san Carlo Borromeo nell'opera Concilia Pro vincialia. È questo il tipo di istruzione che 217
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i fedeli volentieri e con il massimo concorso ascoltano. 11. I parroci e gli altri (sacerdo ti) cui è affidata la cura d'anime, ogni domenica e nelle feste di pre cetto anche soppresse, applicano la messa per il popolo affidato alle loro cure. La Santa Sede ha benevolmente dispensato in questi tempi alcuni parroci mercenari dall'onere di applicare la messa per il popolo nel le feste soppresse, i quali percepi scono uno stipendio tanto esiguo da non bastare al sostentamento quotidiano. 12. Nessuno mai è ammesso alla tonsura clericale o agli Ordini Minori se non abbia dato segni indubbi della sua vocazione, e non si sia mostrato degno di lode nella disciplina, nello studio e nell'inte grità dei costumi. È stabilito invece che quanti stanno per ricevere gli Ordini Maggiori, almeno per otto giorni purifichino la loro coscien za con gli esercizi spirituali e si pre parino e dispongano a tanto gran de ministero. 13. Tutti gli ecclesiastici porta no vesti clericali secondo le costi tuzioni sinodali e le disposizioni del vescovo. L'iniqua condizione dei tempi non permette ai chierici di usare il privilegio del foro, tuttavia, per quanto è possibile, sono osservate le
quod fideles lubenter et maximo concursu audiunt. 11°. Parochi, caeterique curam animarum habentes, singulis die bus dominicis, festisque de prae cepto etiam suppressis missam adplicant pro populo sua e curae commisso. Nonnullos parochos mercenarios, qui stipendium ita exi guum percipiunt, ut ad quotidia nam substentationem non sufficiat, hisce temporibus ab onere adpli candae missae pro populo infestis suppressis ista Sancta Sedes beni gne dispensavit. 12° Ad clericalem tonsuram ve! ad Ordines Minores nemo unquam admittitur, qui'" vocationis suae indubia dederit argumenta, seque disciplina, studio, morumque inte gritate commendabilem praebuerit. Qui vero Ordines Maiores suscepturi suni, statutum est, ut spa tio saltem octo dierum spiritualibus exercitiis mundent conscientiam suam, seque ad tantum ministerium praeparent atque disponant. 13°. Omnes prorsus e clero vestes iugiter deferunt clericales iuxta constitutiones sinodales et epi scopi mandata. Mala temporum conditio cleri cos uti privilegio fori minime sinit: nihilominus, quantum fieri potest, servantur ea, quae disposita sunt a sacrosancta Tridentina sinodo sesso (a) Forse anche "quin".
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23 cap. 6 De Reform. et a consti tutione S.P. Benedicti XIII in con cilio Romano emanata. 14°. Singulis mensibus quum in episcopali palatio, quo clerus civi tatis et seminarii clerici studiis theologiae addicti conveniunt, tum in reliquisomnibus dioecesisparoe ciis habentur conferentiae, in qui bus discutiuntur et definiuntur casus theologiae dogmaticae et moralis, iuris canonici, hermeneuticae atque sacrorum rituum. Conferentiis, quae habentur in episcopali palatio, praesidet ipse episcopus. Extra civitatem autem praesto sunt vicarii foranei, qui se quotannis conferunt in singulas paroecias sibi subiectas, ibique praesident conferentiis, quibus intersunt parochi totius vicariae, nec non sacerdotes illius paroeciae, in qua conferentiae habentur. Reliqui sacerdotes, loco com modiori, inter se conferentias habent in quibus discutiunt omnes casus in calendario dioecesano pro positos. Yicarii foranei autem tenentur remittere quamprimum ad curiam episcopalem discussiones in conferentiis habitas, quae revi suntur a speciali commissione. 15°. Mores cleri saecularis generatim sunt graves et ad pieta tem et vitae honestatem, ut decet homines in sortem Domini vocatos, compositi. Ad hoc episcopus omnimodam
prescrizioni emanate dal sacrosan to sinodo Tridentino, sess.23 cap.6 De Reform. e dalla costituzione del sommo pontefice Benedetto XIII nel concilio Romano. 14. Ogni mese sia nel palazzo vescovile, dove il clero di città e i chierici addetti agli studi teologici si radunano, sia in tutte le altre par rocchie della diocesi, si tengono conferenze nelle quali vengono discussi e definiti i casi di teologia dogmatica e morale, diritto cano nico, ermeneutica e sacri riti. Alle conferenze svolte nel palaz zo vescovile presiede il vescovo e a quelle fuori città sono presenti i vicari foranei, i quali ogni anno si recano nelle singole parrocchie a loro soggette, e là presiedono alle conferenze, alle quali intervengo no i parroci di tutta la vicaria e i sacerdoti di quella parrocchia in cui si tengono le riunioni. Gli altri sacerdoti hanno le con ferenze tra di loro nel luogo più comodo, su tutti i casi proposti dal calendario diocesano. I vicari foranei sono obbligati a rimettere al piii presto alla curia vescovile le discussioni fatte nelle conferenze, che vengono esamina te da una speciale commissione. 15. I costumi del clero secolare sono generalmente austeri, confor mi all'amor di Dio, all'onestà della vita, come si addice a uomini chia mati all'eredità del Signore. 219
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adhibet vigilantiam per se, per pro A tale scopo il vescovo esercita vicarios generales,per vicariosfora personalmente la vigilanza o trami neos et per deputatos super eccle te i provicari generali o i vicari fora siastica disciplina, qui apud ipsum nei o i deputati alla disciplina eccle episcopum saepissime conveniunt et siastica, che si riuniscono assai di conferunt. Quod si quando contin frequente e riferiscono al vescovo. gat, ut aliquis e clero a recta via Se accadesse talvolta che qual declinet, episcopus ea adhibet media cuno del clero si allontani dalla ret quae sacri canones, sinodi et pro ta via, il vescovo usa quei mezzi prescritti dai sacri canoni, dai sino vincialia concilia praescribunt, ut eum ad bonam frugem reducat. di e dai concili provinciali per ripor Ex universis huius dioecesis tarli a condotta migliore. sacerdotibus, qui sunt numero cir Di tutti i sacerdoti di questa dio citer 1.300, quatuor reperiuntur qui cesi, sono circa 1.300, se ne trova miserrime ad vitam saecularem no quattro ritornati assai misera redierunt. mente alla vita secolare. Episcopus usque modo inutili Il vescovo ha invano cercato ter curavit eorum resipiscentiam: sino ad oggi il loro ravvedimento.
Par. IV
De Clero regulari
IV
Il Clero regolare
Clerici regulares, qUI In 1. I chierici regolari che svol oppido Somaschae sub episcopi gono cura d'anime sotto la giuri iurisdictione curam animarum ge sdizione del vescovo nel paese di runt, fideliter sua munera adim Somasca, adempiono fedelmente i plent. loro offici. 2°. Fratres capuccini post 2. I frati cappuccini, dopo la leg legem suppressionis e propria domo ge della soppressione, sono stati espulsi dalla loro casa, e hanno eiecti, aliam prope civitatem sibi potuto acquistarne un' altra vicino comparare potuerunt cum oblatio alla città con le offerte dei fedeli, e nibus populorum, et ibi ut antea sub regulari observantia vivunt'. là vivono come prima sotto la rego lare osservanza. ]0.
5. I Cappuccini si insediarono nell'ex monastero dei Celestini, in seguito ritornarono nel loro vecchio convento, come si vedrà più oltre nelle relazioni 1873 nota n. 16 e 1876, sesso I, par. 3.
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Anche i frati minori osservanti hanno potuto liberarsi dalle vessa zioni e rimanere nelle loro case. È avvenuto tuttavia uno scanda lo nel convento dei minori osser vanti nel paese di Serina, dopo la legge della soppressione, ma subi to è anche stato riparato, di modo che tutto ora procede in ordine anche in quella casa. I minori conventuali invece, appena promulgata quella legge pestifera, di propria volontà hanno alienato tutti i beni. In realtà han no poi fatto ricorso alla sacra Peni tenzieria, che tutto ha sanato; in seguito, ottenuta la licenza, essi lasciarono il convento. In numero molto ridotto, sia cappuccini, che osservanti e mino
Item fratres minores observantes a vexationibus se liberare potue runt et perdurare in suis domibus. Aliquod scandalum evenit tamen in conventu minorum observantium in pago Serinae post dictam legem suppressionis, sed vix exortum repa ratum fuit, ita ut omnia nunc rite procedunt etiam in illa domo'. Minores conventuales e contra mox ut publicata fuit lex illa pesti fera motu proprio omnia bona ven diderunt. Verum postea recursum fecerunt ad sacram Poenitentie riam, quae omnia sanavit: postea, obtenta licentia, conventum reti querunt'. Perpauci sive cappuccini, sive fratres observantes et minores con ventuales extra conventum degunt.
6. Soppresso con decreto del 25 aprile 1810 il convento delle domenicane, fondato il18 luglio 1676, grazie a un lascito di Giovanni Pietro Tiraboschi Bombello, la fabbriceria di Serina aveva chiesto il4 giugno 1832 al governo di ospitare nel monastero una com pagnia di sacerdoti regolari per la celebrazione di messe dei legati arretrati e per l'e ducazione della gioventù. Il 14 luglio 1845 entravano nel convento i minori france scani riformati, alla presenza del vescovo Gritti Morlacchi. Si è già accennato all' irredentismo di padre Massimino che, con Gabriele Camozzi e altri compagni, partecipò ai moti rivoluzionari del 1848-1849. Forse lo scandalo cui accenna mons. Speranza è collegato a quel religioso, sulle cui vicende rimando all'in teressante saggio di L BONOMI, Alcune note..., o.c. Per la legge di soppressione del 7 luglio 1866, i frati abbandonarono il convento il 17 giugno 1868, pur rimanendo allog giati nelle vicinanze, sino alla partenza definitiva avvenuta il 2 ottobre 1876. Nel con vento subentrarono le suore di Carità delle sante Capitanio e Gerosa il I" giugno 1895. L'immobile fu venduto al comune di Serina il lO aprile 1990; cf. A. MOSCONI-S. LORENZI, I conventi... , p. 120-124; R.BELOTTI, Magnijìca ... ,p.163-262. 7. Oltre la nota n. 2 della relazione 1843, dalla fonte sottoindicata emergono altre date e particolari per il convento di S. Giorgio (fondato, come visto più addietro, da don Giu seppe Brena), il cui superiore fu abilitato il 6 novembre 1838 a riceverlo col relativo patrimonio. A seguito della soppressione il 14 luglio 1868 la comunità fu sciolta. Il 7 dicembre 1872 fu ordinato al guardiano di richiamare i religiosi e di unirsi in comunità in una casa a pigione; cf. G. LUISETTO, La provincia del Santo dei frati Minori Con ventuali, in A. SARTORI, Documenti di storia e arte francescana, III1, Archivio Sar tori, Padova 1986, p. 233-236.
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Episcopus tamen quum expe ri conventuali vivono fuori dal con rientia compertum habeat regula vento. li vescovo, sapendo per espe res huiusmodi exitum laudabilem rienza che i regolari di questo gene perraro habere, eos extra conven re hanno difficilmente un esito decoroso, tollera che restino fuori tum ad tempus tollerat, et ideo dal convento per un certo periodo curat, ut quamprimum fieri possit, di tempo, e si prende cura perché, al ad suum unusquisque redeat mona più presto, ciascuno ritorni al pro sterium iuxta literas sacrae Poeni prio monastero, secondo la lettera tentieriae datas sub die'". della sacra Penitenzieria. 3°. Episcopus ne auctoritate 3. 11 vescovo nemmeno per auto quidem delegata ullum regularium rità delegata ha visitato alcun con conventum visitavit; quantum tamen vento dei regolari. A quanto gli con sibi constat, nihil in monasteriis sta, nulla vi è nei monasteri della suae dioecesis est, quod sit contra sua diocesi contro le loro regole e eorumdem regulas, et multo minus, molto meno qualche cosa che dia quod scandalum Christifidelibus scandalo ai fedeli. praebeat. 4. Nessuna contestazione egli ha 4° Nullum item habuit offendi avuto con gli stessi regolari nell' e culum cum eisdem regularibus in sercizio della giurisdizione sia ordi iurisdictionis sive ordinariae sive naria che delegata. delegatae exercitio. V Le Monache
Par. V
De Monialibus
l. Tutte le monache appartenenti l°. Moniales omnes quae ad ai monasteri di questa diocesi sono monasteria huius dioecesis perti soggette al vescovo. Osservano le nent, episcopo sunt subiectae. costituzioni in modo che egli con Constitutiones ita servant ut de gioia si dice soddisfatto e contento eisdem se contentum et satisfactum di loro. dice re gaudeat. 2. La clausura dei monasteri del 2°. Clausura monasteriorum le monache anche in questi tempi, monialium etiam hisce temporibus, per quanto possibile, è custodita quoad fieri potest, inviolate custo inviolabilmente. ditur. 3. Nessun abuso è penetrato nei 3°. Nullus in eis abusus irrepsit monasteri al punto che si debba (a) È omessa la data. ricorrere al consiglio o all'aiuto del
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qui consilio aut auxilio sacrae con gregationis indigeat. 4 0 • Singulis mulierum mona steriis quum civitatis, tum dioece sis, stabilis confessarius et statutis temporibus etiam extraordinarius ab episcopo rite deputatur. 50. Monasteriorum redditus hucusque fideliter administrantur. Latis vero legibus, quae omnia monasteria suppresserunt, monia les, quae in hac provincia Longo bardiae, bonis suis libere dispone re poterant, bona ipsa festinanter vendiderunt ut a saevitia libera rentur: coram lege civili unaquae que monialis apparet uti domina partis bonorum, quae partitione facta, ipsi pertingit; idem dicendum venit de dotibus novitiarum; omnes vero redditus sive monialium sive novitiarum in communem mona sterii utilitatem expenduntur. In tanta temporum et rerumper turbatione autem tantum abest, ut vocationum numerus diminuatur; quinimo quotidie augetur, ifa utfor sitan usque in anteactum numquam tot extiterint virgines in nostris monasteriis. Regius demanius ob legem sup pressionis imposuit monasteriis huius provinciae taxam triginta libellarum super centum bonorum omnium. Reclamaverunt, uti de iure, administratores, sed adhuc res non est composita. Censent tamen iuridici, quod etiam ab hac nova
la sacra Congregazione. 4. A ogni monastero delle mo nache, sia della città sia della dio cesi, viene designato dal vescovo un confessore ordinario, e nei tem pi stabiliti anche uno straordinario. 5. I redditi dei monasteri sino ad oggi sono amministrati fedel mente. Emanate le leggi di sop pressione di tutti i monasteri, le monache in questa regione della Lombardia che potevano disporre liberamente dei loro beni, in fretta li hanno alienati per liberarsi dalla vessazione. Davanti alla legge civile ogni monaca figura proprietaria di una parte dei beni che con la loro divi sione le appartiene. Lo stesso si deve dire per le doti delle novizie. Tutti i redditi sia delle monache sia delle novizie vengono impiegati per l'utilità comune del monastero. In uno sconvolgimento tanto grande di tempi e di cose, è molto remota l'eventualità che diminui scano le vocazioni, anzi, ogni gior no aumentano, di modo che nean che prima forse mai si sono trovate tante vergini nei nostri monasteri. Il demanio regio per la legge della soppressione ha imposto ai monasteri di questa provincia la tas sa su tutti i beni di trenta lire su cen to. Gli amministratori hanno recla mato, come di diritto, ma ancora la questione non è risolta. Gli avvo cati ritengono che anche da questa 223
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vexatione poterunt monasteria libe nuova vessazione i monasteri pos sano liberarsi tramite una transa rari per transactionem cum regio zione col regio demanio. demanio.
Paro VI
De Seminario
VI
Il Seminario
1. Le scuole del seminario di l°. Seminarii Bergomensis scholae, exceptis theologicis, ut dic Bergamo, eccettuate quelle di teo logia, come si è detto nelle prece tum est in praecedentibus relatio denti relazioni, sono chiuse per nibus, per gubernii edictum clau decreto governativo. sae sunto Il vescovo è così stato costretto Quare episcopus coactus est, a provvedere, in altro modo miglio alio meliori, quo potuit modo, pro re, come ha potuto, perché i ragaz videre, ut pueri in sortem Domini zi chiamati all'eredità del Signore vocati, edocentur et instruantut: fossero istruiti ed educati. Itaque alumnis studio theolo Così agli alunni di teologia, da giae addictis, adiunxit veluti furti ve ab aliquibus annis eos quoque, alcuni anni egli ha aggiunto come clandestini anche quelli che avreb qui philosophicis studiis operam bero dovuto studiare filosofia, e dare debuissent, et hi principia phi questi vengono istruiti nei principi losophica divi Thomae docentur. filosofici di san Tommaso. Dallo A praeterito anno adiunxit scho lam rethoricae et sensim intendit scorso anno egli ha aggiunto una scuola di retorica e poco alla volta aperire etiam scholas gramatica intende aprire anche le scuole di leso grammatica. Iruerim reliqui pueri, qui ad cle Nel frattempo gli altri ragazzi ricalem militiam vocati existiman tur, quique nondum studio theolo che si ritiene siano chiamati allo stato ecclesiastico, e non sono anco giae, vel philosophiae vel rethori ra idonei allo studio di teologia o cae apti sunt, partim educantur in filosofia o retorica, sono educati duobus collegiis episcopalibus parte nei due collegi vescovilianco adhuc subsistentibus, partim domi ra esistenti, parte a casa loro dai suae a propriis parochis, vel ab aliis piis, doctisque sacerdotibus propri parroci o da altri pii e dotti instruuntur. sacerdoti. 2°. In seminario adolescentes 2. Gli adolescenti in seminario 224
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instruuntur in ecclesiastica disci plina per moderatores ab episcopo deputatos et sub ipsius immediata vigilantia. 30 . Cleri ci omnes sive degant in seminario, sive in collegiis epi scopalibus sive domi suae docen tur; ut antea, ea omnia quae neces saria sunto Docti et pii sacerdotes de admi nistrationis consensu, magistri in seminario ab episcopo deputantur. Profectus clericorum in studiis semper extitit laudabilis. 4 0 • Clerici, quoties opus est, vel quoties mandat episcopus, cathe drali et aliis parochialibus eccle siis pie devoteque inserviunt. 50. Duorum ex senioribus cano nicorum, aliorumque piorum sacer dotum consilio utitur episcopus in iis expediendis, quae ad rectum seminarii regimen spectant. 6 0 • Seminarium episcopus fre quenter visitat, examinibus cleri corum assistit, et curat, ut consti tutiones observentur. r. Pro omnibus expensis semi narii, quod nunc quocumque red ditu caret, clerici non pauperes sol vunt quantum ad hoc satis est; pro clericis vero pauperibus oblationes fidelium subveniunt: ita nondum fuit opus ad taxam Tridentinam recurrere.
sono formati nella disciplina eccle siastica con i superiori, nominati dal vescovo e sotto la sua imme diata vigilanza. 3. Tutti i chierici sia residenti in seminario sia nei collegi vescovili sia a casa loro, imparano, come pri ma, tutto quanto è necessario. Vengono nominati dal vescovo all' incarico di professori in semi nario dotti e pii sacerdoti, col con senso dell' amministrazione. Il profitto dei chierici negli stu di risulta sempre lodevole. 4. I chierici, ogniqualvolta è necessario, o quando è richiesto dal vescovo, servono piamente e devo tamente nella cattedrale e nelle altre chiese parrocchiali. 5. Il vescovo ricorre al consiglio di due dei più anziani canonici e di altri virtuosi sacerdoti nello svolgi mento di tutto quanto è attinente al governo del seminario. 6. Il vescovo visita frequente mente il seminario, assiste agli esa mi dei chierici e si prende cura che le costituzioni vengano osservate. 7. Per tutte le spese del semina rio, ora sprovvisto di ogni reddito, i chierici non indigenti pagano quanto per ciò è sufficiente. Per i chierici poveri invece aiutano le offerte dei fedeli. Così non si è dovuto ricorrere alla tassa Triden tina.
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Notum est autem, quod regium gubemium abstulit privilegium, quo episcopi poterant certum numerum iuvenum liberare a servitio milita ri. Haec lex tendet penitus ad destructionem cleri. Episcopus ad damnum repa randum per litteras pastorales piam associationem pro redemptione cle ricorum instituit in sua dioecesi: fideles exhortationibus episcopi ita promptu animo responderunt, ut usque nunc quotquot militare debuissent, liberati fuerunt; ita et in posterum eventurum certo tenet episcopus".
È noto che il governo regio ha abolito il privilegio del vescovo che poteva esentare un certo numero di giovani dal servizio militare. Questa legge ha di mira la distruzione del clero. Il vescovo, per riparare il dan no, con una lettera pastorale ha fon dato nella sua diocesi la pia asso ciazione per il riscatto dei chierici. I fedeli hanno risposto con tan ta prontezza d'animo alle esorta zioni del vescovo che sino ad oggi quanti avrebbero dovuto prestare il servizio militare ne sono stati riscat tati. Il vescovo ritiene che avverrà così anche per il futuro.
Paro VII
VII Chiese, Confraternite e Luoghi Pii
De iis, qua e pertinent ad Eccle sias, Confratemitates et Loca Pia
l. Nelle sacristie di tutte le chie se è esposta la tabella degli oneri delle messe e degli anniversari, che il vescovo ha esaminato e appro vato nella visita pastorale, e ogni anno è controllata dai vicari fora nei. A questi oneri sempre si è sod disfatto, per quanto si è potuto fare.
l°. In sacristiis omnium eccle siarum est exposita tabella onerum missarum et anniversariorum, eam que revisit et approbavit episcopus in pastorali visitatione, et quotannis postea revisit per vicarios foraneos. His oneribus semper satisfac tum est, quatenus fieri potuit.
8. Abolita dal governo la legge che esentava i chierici dal servizio militare, (cf. nota n. 2), mons. Speranza con la citata lettera pastorale "Se in ogni religione ..." 26 agosto 1869, trattò quel tema, e dette vita a una commissione per la raccolta delle elemosine con le quali riscattare i candidati al sacerdozio dall'onere imposto, come da nota n. 2; ACVB, Lettere pastorali Libro n° lO; Sommario ..., f. 95; Monsignor Pier Luigi Speranza..., p.320-322.
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Si quando ob reddituum defec tum satisfieri nequivit, episcopus providit iuxta rescriptum sacrae congregationis Negotiis Ecclesia sticis Extraordinariis propositae datum die 8 octobris anni 1856, et ubi opus fuit ad istam Sanctam Apostolicam Sedem recursum ha buit. 2°. Confraternitatum, schola rum, aliorumque piorum locorum pia opera a testatoribus iniuncta, meliori quo fieri potuit modo, et iuxta redditus, quos temporum ini quitas valde imminuit, adimpleta sunto 3°. Ab administratoribus piorum locorum, quatenus non obstet civi lis potestas, quae ut plurimum rea pse obstat, singulis annis per vica rios foraneos ratio redditur epi scopo. Dolendum vero est, quod administratores piorum locorum, imo etiam bonorum ecclesiae, qui praefecti fabricae nuncupantur, ut plurimum homines laici deputan tur a potestate ecclesiastica. 4°. Montes Pietatis visitare epi scopum non sinunt leges civiles; multo minus rationem administra tionis exquirere, quam omnino sibi vindicat civilis auctoritas. 5°. Idem dicendum venit de hospitalibus, quae tamen visitat epi scopus, et providet ut infirmis in iisdem degentibus numquam desint religionis subsidia.
Se talora ciò non è stato possi bile per la mancanza dei redditi, il vescovo ha provveduto col rescrit to della sacra congregazione per gli Affari Ecclesiastici Straordinari, 8 ottobre 1856, e nel bisogno si è fat to ricorso a codesta santa Sede Apostolica. 2. Le opere pie di confraternite, scuole, e altri luoghi pii prescritte dai testatori, sono state adempiute nel modo migliore possibile e secondo i redditi che la malvagità dei tempi ha molto diminuito. 3. Se non si oppone l'autorità civile, come per lo più avviene, ogni anno gli amministratori dei luoghi pii ne rendono ragione al vescovo tramite i vicari foranei. È da deplo rare il fatto che gli amministratori dei luoghi pii, ma pure dei beni ecclesiastici, chiamati fabbricieri, sono nominati in massima parte dei laici dall' autorità ecclesiastica. 4. Le leggi civili non consento no al vescovo di visitare i Monti di Pietà, molto meno di chiedere conto dell' amministrazione che l'autorità civile rivendica per sé. 5. Lo stesso si deve dire circa gli ospedali, che il vescovo tuttavia visita, e provvede che agli infermi ivi degenti non manchino mai i conforti della religione.
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Parto VIII
De Populo
VIII
Il Popolo
l°. Mores populi huiusce dioe l. I costumi del popolo di questa cesis in universum sunt boni, pie diocesi sono in generale buoni, tatique et religioni conformes. conformi alla pietà e alla religione, Ecclesias, Verbum Dei, doctrinam frequenta le chiese, la Parola di Dio, christianam et sacramenta fre la dottrina cristiana e i sacramenti. quentat. Anche la vertigine che coi moti Etiam vertigo, quae per motus civili aveva esaltato le menti di alcuni, un po' alla volta è diminui civiles nonnullorum mentes exagi taverat, sensim decrevit, et in prae ta, e al presente il popolo della dio sentiarum populus dioecesis Ber cesi di Bergamo si mostra nel rispetto verso i sacerdoti, specie gomensis, reverentia erga sacerdo verso il vescovo, e nelle altre virtù te s, maximeque erga episcopum, cristiane lodevole e pari alle altre nec non caeteris virtutibus chri popolazioni confinanti. stianis par populis finitimis se com mendabilem praebet. 2. Il popolo Bergomense mani Erga Sanctam Apostolicam festa sempre verso la santa Sede Sedem et Summum Pontificemdevo Apostolica e il Sommo Pontefice tionem maximam, et qua nil melius la massima devozione, di cui nulla optari potest, continuo ostendit, et di meglio si può desiderare; insi huius devotionis insigne praebet gne ed eloquente testimonianza di argumentum populus Bergomensis ciò viene offerta dalla frequenza alle sacre funzioni, celebrate per in concursu ad sacras functiones quae fiunt pro ipsius Summi Ponti l'incolumità dello stesso Sommo ficis incolumitate et pro Ecclesiae Pontefice, per il trionfo della Chie Catholicae triumpho, et cum obla sa cattolica e dalle offerte per la pia tionibus pro Pia Opera vulgo Dena opera detta popolarmente Denaro ro di S. Pietro", di S. Pietro. 9. Per Obolo di S. Pietro o denaro di S. Pietro si intendeva, nel medioevo, il canone annuale versato da stati, signorie o città alla Santa Sede, postesi sotto la sua protezio ne. Cambiati i tempi e con la perdita dello stato pontificio, e quindi delle relative entra te alla Chiesa, Montalembert lanciò l'idea che i popoli gareggiassero per offrire il pro prio sussidio al papa. L'iniziativa, scaturita dalla pietà e dalla fedeltà del popolo, si affermò tra la fine del 1859 e i primi mesi del 1860. Pio IX riconobbe l'opera col bre ve "Cum sicut accepimus" 31 ottobre 1860 e l'arciconfraternita omonima. Il contri buto servì inizialmente per i restauri, poi la somma passò al ministero delle Finanze, e infine al card. Giacomo Antonelli, segretario di Stato, il quale lasciò, non si sa se per determinazione o per dimenticanza, la somma nelle casse del Quirinale quando fu pre
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2°. Verum quidem est, quod in hac quoque dioecesi reperiuntur nonnulli, qui erroribus huius miser rimi temporis imbuti, Ecclesiae Catholicae adversantur, religionis et pietatis opera parvipendunt, libros et ephemerides hodiernas legunt; attamen hi sunt pauci in civitate aut oppidis magis populo sis, in agris fere nulli: horum nume rus semper imminuitur: quotidie aliquis resipiscit et ad meliorem fru gem redit. Zelum cleri ad hoc bonum obti nendum est omni laude dignum. Calamitates ipsae, persecutiones, delicta et sacrilegia, quae his ulti mis diebus perpetrata sunt in dam num Ecclesiae et Summi Pontificis oculos aperuerunt personis tot fal laciis deceptis, ita ut perpauci sunt qui modo pervicaces durant in erro re",
2. In verità anche in questa dio cesi vi sono alcuni che, imbevuti degli errori di questo miserrimo tempo, combattono la Chiesa cat tolica, deridono le opere di religio ne e di devozione, leggono libri e riviste moderni. Sono però pochi in città o in paesi più popolosi, quasi nessuno nelle campagne. Il loro numero diminuisce di continuo, ogni giorno qualcuno rinsavisce e ritorna a una condotta migliore. Lo zelo del clero per ottenere questo bene è degno di ogni enco mio. Le calamità stesse, le persecu zioni, i delitti e i sacrilegi che in questi ultimi giorni sono stati com piuti a danno della Chiesa e del Sommo Pontefice hanno aperto gli occhi alle persone ingannate da tan te menzogne, di modo che sono
sa Roma. Le autorità italiane restituirono tutto al papa. Nelle diocesi furono fondate orga nizzazioni, istituzioni e comitati per la raccolta del sussidio. Pio IX con l'enciclica "Saepe venerabiles fratres" 5 agosto 1871, dette all' istituzione il suo carattere uffi ciale, conservato, pur con alcuni cambiamenti, sino ai nostri giorni. In diocesi mons. Spe ranza istituì la confraternita dell'Obolo di S. Pietro, annunciata con lettera pastorale "Non sarà sfuggito alle vostre considerazioni..." 24 giugno 1878. Ne fu responsabile in dio cesi il procancelliere don Luigi Monti; Le offerte arrivarono direttamente anche a Roma, come quella di Lire 12.00 raccolta nel "poverissimo paese di Cortenova" dal par roco don Giovanni Borani; ASV, s.s.. Ep. Mod., 1878, R. 284 F.1, f. 77r lettera di d. Borani, f.79r ringraziamento. 4 aprile 1878; ACVB, Lettere pastorali Libro n 010; G. MARTINA, s.j., Pio IX (1851-1866)..., p. 22-24; IDEM, Pio IX (1867-1878)..., p. 297. lO. Mons. Speranza si riferisce alla breccia di porta Pia e alla presa di Roma. Dopo l'an nessione del Veneto ne11866 (battaglie non risolutive di Custoza per terra, 24 giugno 1866, e di Lissa per mare, 19 luglio), si ebbe il tentativo dei garibaldini di giungere a Roma, bloccati ad Aspromonte dalle truppe sabaude e da quelle franco-pontificie a Mentana il 3 novembre 1867. In quelle circostanze Pio IX aveva promulgato l'enciclica "Levate venerabiles fratres" 17 ottobre 1867, la lettera apostolica "Ex quo infensissi mi hostes" 4 novembre, e l'allocuzione concistoriale "Dives in misericordia" 20 dicem bre, non temendo di chiamare i seimila garibaldini "predonum illam multitudinem"
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3°. Bis malis episcopus nititur afferre opportuna remedia. Eapropter voce et scriptis com mendat doctrinae christianae instructionem, sacramentorum Poe nitentiae et Eucharistiae frequen tiam, praedicationem Verbi Dei, spiritualia exercitia, et sacras mis siones, quae hoc praesertim tem pore iubilaei in omnibus paroeciis habitae sunt, quaeque inestimabi les in populo fructus pietatis retu lerunt.
pochissimi quelli che ancora persi stono pervicaci nell' errore. 3. A questi mali il vescovo si sforza di portare rimedi opportuni. Perciò con la voce e con gli scritti raccomanda l'istruzione della dot trina cristiana, la frequenza dei sacramenti della Penitenza e del l'Eucarestia, la predicazione della Parola di Dio, gli esercizi spiritua li, le sacre missioni che, specie nel tempo del giubileo, sono state pre dicate in tutte le parrocchie e hanno portato al popolo frutti inestimabi li di pietà.
che erano fronteggiati da 3. 000 soldati pontifici e 2.000 francesi. Con la caduta di Napoleone II1 e la sconfitta di Sedan, IO settembre 1870, il governo italiano non si ritenne più vincolato dalla convenzione del 15 settembre 1864 di rispettare il territorio pontificio, mentre la Francia contava sull'impegno assunto. Nel frattempo era stata trasferita la capitale da Torino a Firenze per controllare i garibaldini. Le truppe italia ne entrarono a Roma il 20 settembre 1870. Seguì il plebiscito il 2 ottobre. Pio IX rispo se con la scomunica per gli autori dei fatti con l'enciclica "Respicientes", 11 Quirina le, risultando bene demaniale e non privato del papa, divenne dimora del re. L'8 novem bre l'università romana fu sottoposta alla legge Casati e tra il 1871-1872 sottratta al pote re ecclesiastico. 1113 maggio 1871 fu approvata la Legge delle Guarentigie. compro messo del giurisdizionalismo di Sella e Mancini, e del separatismo di Bonghi e Viglia ni. Senza riconoscere al papa alcuna sovranità, si attribuivano a lui prerogative tipi che dei sovrani, con una rendita annuale materialmente uguale alla somma stanziata durante il regime pontificio per il capo della Chiesa. Osserva Bello' che quella legge" fu considerata negativamente dalla S. Sede, come la mortificazione morale della chie sa cattolica, pìu umiliante della perdita del territorio romano". Tuttavia "svolse la fun zione provvisoria di scostare i due poteri civile e religioso". per quanto sembrò "piut tosto un attentato alla libertà che un elemento di provvidenza; tanto più che gli ecces si delle fazioni anticlericali richiamarono l'attenzione universale alla libertà crocifissa del pontefice Pio IX". Lo stato rinunciava ad alcuni diritti giurisdizionali: la nomina regia di persone investite di benefici, l'appello per abuso di potere ecclesiastico, la legazia apostolica del re di Sicilia. Ma si attribui la regali a sui benefici vacanti, la con cessione di exequatur e di placet per le nomine vescovili e parrocchiali, la facoltà di rico noscere enti ecclesiastici. Rimasero le leggi di soppressione del 1866-1867. Pio IX condannò i soprusi subìti con l'enciclica "Ubi nos arcano Dei consilio", si rinchiuse in Vaticano e iniziò per il pontificato e per la Chiesa un nuovo periodo, concluso politi camente nel trattato Lateranense del 1929, espresso ecclesiasticamente con l'intran sigenza e l'associazionismo cattolico; Monsignor Pier Luigi Speranza , p. 342-346; B. BELOTTI, Storia di Bergamo..., VI, p.216, 406; C. BELLO', Società , p. 13-15, cita zione p. 15; G. MARTINA,s.j., Pio IX (1867-1878) ..., p. 40 passim.
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RELAZIONE
-13 DICEMBRE 1870
Studet episcopus ut boni libri diffundantur; commendat obse quium erga ipsam Supremam Apo stolicam Sedem, et oboedientiam Romano Pontifici praestandam. Curam item habet de ecclesia stica clericorum institutione et de christiana laicorum educatione", Et quoniam sacerdotum exem plum magnam habet vim ad popu los in christianae legis officio con tinendos, his praecipue consecrat suas curas. Postremo adlaborat ut cultus et veneratio late diffundatur et augea tur erga Beatissimam Virginem Ma riam Immaculatam, in cuius prae sentissimo auxilio omnem suam spem collocavit.
Il vescovo si dà cura della dif fusione di buoni libri, raccomanda l'ossequio verso la stessa suprema Sede Apostolica, e l'obbedienza da prestare al Romano Pontefice. Si prende cura perciò della disciplina ecclesiastica del clero e dell'edu cazione cristiana dei laici. E poiché l'esempio dei sacer doti possiede una grande forza per mantenere le popolazioni nell'os servanza della legge cristiana, ad essi in special modo consacra le sue attenzioni. Da ultimo si sforza perché ven ga diffuso ampiamente e si sviluppi di più il culto e la venerazione ver so la beatissima Vergine Maria Immacolata, nel cui aiuto potentis simo ha messo tutta la sua speranza.
Par. IX De postulatis Episcopi referentis
IX Richieste del Vescovo che riferisce
Postulata, quae isti sacrae con gregationi proponenda censeat, epi scopus in praesentiarum non habet. Exposuit vero quid evenit in sua dioecesi post executionem legis conversionis bono rum ecclesiasti-
Il vescovo attualmente non ha richieste che ritenga di presentare a questa sacra congregazione. Egli ha esposto i fatti e gli avve nimenti nella sua diocesi dopo l'e secuzione della legge della conver
L1. Nella citata lettera pastoraLe "Vi ricorderete..." 29 settembre 1866, mons. Speranza raccomandava ai padri di famigLia La cura per l'educazione cristiana della prole. l'a dempimento dei loro doveri, li esortava a leggere il catechismo grande. come antido to agli errori diffusi. Con la lettera pure citata "Sullo scorcio del passato aprile ..." 29 ottobre, egli trattava il tema delle insidie alla gioventù per deviarla con menzogne. calunnie, bestemmie montate ad arte dalla stampa prezzolata. Il vescovo proponeva ai giovani il rimedio della preghiera, della messa, della visita al S.mo Sacramento la sera. dell'iscrizione alle confraternite varie; ACVB. Lettere pastorali Libro nOlO; Sommario...• f. 95.
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corum: fere omnia bona Ecclesiae vendidit regius demanius. Multi ex praefectis fabricae ecclesiarum ad publicum venditio nis edictum concurrerunt, et bona ipsa vindicaverunt in utilitatem ecclesiae, quae revera realisfuit et magna: quamquam privatae per sonae deberent dare proprium nomen, attamen auctoritas eccle siastica nihil opposuit, imo inter rogata libenter annuit, tum quia nullum extitit scandalum, quum omnes sciunt talia bona in solam ecclesiae utilitatem vindicari, tum quia reapse agebatur de ecclesiae utilitate, quum haec in possessione bonorum suorum iterum poneba turo Nonnulli a regio demanio in propriam utilitatem bona ipsa vin dicaverunt; horum qui erant in bona fide, recursum ad istam Sane tam Apostolicam Sedem fecerunt et sanationem obtinuerunt, et absolu tione impetrata super censuras, lubenti animo acceptaverunt con ditiones, quae ista eadem Sancta Sedes apposuit. Perpauciextant obstinati in pro pria pervicacia. Quoad bona seminarii aliqui ex emptoribus petierunt facultatem ab Apostolica Sede novum ineundi contractum cum administratoribus ipsius seminarii; habita ratione valoris realis bonorum: ipsa eccle siastica administratio in eundem
sione dei beni ecclesiastici. Il regio demanio ha venduto quasi tutti i beni della Chiesa. Mol ti dei fabbricieri delle chiese han no partecipato alla gara pubblica della vendita riscattando quei beni stessi a vantaggio della Chiesa, con un risultato concreto e grande. Benché dovessero dare il pro prio nome come persone private, tuttavia l'autorità ecclesiastica per nulla si è opposta, anzi, richiesta, ha acconsentito con piacere, sia per ché nessuno scandalo ne è derivato, essendo a tutti noto che tali beni venivano riscattati per il solo van taggio della Chiesa, la quale di nuo vo entrava in possesso di tutti i suoi beni. Alcuni hanno riscattato i beni stessi dal regio demanio per pro pria utilità. Chi di loro era in buona fede ha fatto ricorso alla santa Sede Apo stolica ottenendo la sanazione, dopo aver domandata l'assoluzione dal le censure, e volentieri ha accettato le condizioni poste dalla Santa Sede. Ne rimangono pochissimi, osti nati nella propria caparbietà. Circa i beni del seminario, alcu ni degli acquirenti hanno chiesto alla Sede Apostolica la facoltà di stipulare un nuovo contratto con gli amministratori dello stesso semi nario. Valutato il prezzo reale dei beni, 232
RELAZIONE -
13 DICEMBRE 1870 questa amministrazione ecclesia stica stessa ha fatto ricorso due vol te nel senso medesimo alla Sede Apostolica, ma la facoltà sino ad oggi è stata negata. Frattanto questi acquirenti dichiarano che accette ranno quanto la Santa Sede vorrà ordinare. Il vescovo umilmente anche al presente porge nuove preghiere per ottenere questo indulto, che sicura mente va a grande vantaggio del seminario. Lo stesso vescovo sicu ramente di buon grado accetterà quanto la sacra congregazione, alla quale egli professa ogni ossequio, riterrà opportuno dichiarare o deci dere.
sensum recursum habuit semel et iterum ad Sedem Apostolicam; sed facultas usque modo negata fuit". Interim hi emptores declarant se accepturos quidquid in posterum Sancta Sedes ordinaverit. Episcopus humiliter etiam in praesentiarum novas preces porri git ad hunc obtinendum indultum, quod certo in magna exit semina rii utilitate. Demum ipse episcopus reveren ter atque lubenti animo excipiet quidquid declarare aut decernere existimaverit eadem ista sacra con gregatio, cui omnimodum obse quium profitetur. Datum Bergomi ex aedibus episcopalibus die decimatertia decembris anni 1870
Dato a Bergamo dal palazzo vescovile addf 13 dicembre 1870
+ Pietro Luigi vescovo
+ Petrus Aloisius episcopus Ammessa per il cadente triennio 95. Bergomen. Visitatio sacrorum Liminum 3433/14
Bergamo.
Visita dei sacri Limini
26 decembris 1870
26 dicembre 1870
Die 24 aprilis 1872 fuit responsum
Si è risposto il 24 aprile 1872.
12. Le pratiche e la documentazione dei ricorsi alla Santa Sede per l'acquisto dei beni requisiti dallo stato. indemaniati e messi all'asta risultano difficili da reperire. In quan to materia di studi e atti notarili, esula da questa ricerca. cui è auspicabile si dedichino altri appassionati studiosi; G. MARTINA,s.j .. Pio IX (1867-1878)...• p. 34.
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281 LETTERA DI RISPOSTA DELLA CONGREGAZIONE DEL CONCILIO AL VESCOVO P.L.SPERANZA (minuta)
Episcopo Bergomen.
Al Vescovo di Bergamo
21 aprilis 1872 p.c. c.e Romae, 24 aprilis 1872
21 aprile 1872 Roma 24 aprile 1872
Quae ab amplitudine tua de Bergomensi Ecclesia referuntur, ea pergrata semper eminentissimis patribus Concilio Tridentino inter pretando una mecum praepositis accidere solent, quippe quae ab eo antistite proficiscuntur, qui de spon sa sua optime mereri assidue per gato Non erat itaque dubitandum, quin ultimae literae die 13 decem bris 1870 pro triennio 95 datae, eundem effectum essent consequu turae. Cum autem omnia in ista dioe cesi ordine, atque etiam prospere, (quantum quidem temporum ini quitas patitur) cedant, nihil fe re sese obtulit eminentissimis patri bus, quod superioribus animadver sionibus adderent, ad eas proinde te remittunt. Nolunt tamen sine peculiari lau de abire populi istius caritatem ac largitatem, qua te praeeunte, pia omnis generis operafovere studet.
Le notizie riferite dalla signoria tua sulla Chiesa di Bergamo, giun gono di solito sempre assai gradi te agli eminentissimi padri prepo sti con me all'interpretazione del Concilio Tridentino, in quanto pro vengono da un vescovo che assi duamente rende servizio ottimo alla sua sposa. Non v'era da dubitare quindi, che la tua ultima lettera del 13 dicembre 1870 per il 95° triennio, avrebbe ottenuto lo stesso effetto. E dal fatto che in cotesta diocesi tutte le cose proseguono con ordine e anche favorevolmente (per quan to le avversità dei tempi lo consen tono), nulla quasi s'è presentato ai padri eminentissimi da doversi aggiungere alle risposte precedenti, alle quali perciò ti rimandano. Essi non vogliono tuttavia sot trarsi a una particolare lode verso la carità e la generosità di cotesto popolo, con le quali, al tuo coman do, si impegna a sostenere le pie 234
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J3 DICEMBRE J870
Praeclara porro visa est illa ani morum coniunctio, quae populum inter et clerum, atque hunc inter et episcopum, omnium vero fidelium cum supremo Ecclesiae pastore, intercedit. Ad eam itaque conservandam atque augendam curas tuas con ferre perges, cum magna inde vis proficiscatur ad fidem tuendam, atque ad impetus impiorum homi num coercendos. Laudata est industria, qua semi narii scholis prospicere satagis. lnfandum bellum, quod catholi cae adolescentium institutioni acrius his diebus exarsit, te in ea qua uteris ratione confirmabit. Quae ais de precibus ab empto ribus bonorum seminarii Sanctae Sedi oblatis, scire cupit sacra con gregatio, penes quod ipsius Sane tae Sedis officium eiusmodi preces porrectae fuerint, ut sollicitationes pro rei expeditione addi possint. Modo nihil aliud superest, nisi ut eundem cursum, quem in exco lenda ista vinea Domini huc usque tenuisti, alacriter prosequaris. Mihi denique pergratum est, impensos animi mei sensus testa tos facere amplitudini tuae, cui fau sta quaeque ac salutaria precor a Domino.
opere di ogni genere. Meravigliosa perciò è apparsa quella unione di animi che corre tra il popolo e il clero, tra questo e il vescovo, e di tutti i fedeli poi con il pastore supremo della Chiesa. Continuerai quindi a dedicarti con sollecitudine per conservare tale unione e anche aumentarla, rica vando da ciò grande forza per pro teggere la fede e reprimere gli assal ti degli uomini empi. È stata lodata l'attività solleci ta nel provvedere alle scuole del seminario. La guerra nefanda che in questi giorni è scoppiata più accanita con tro l'educazione cattolica degli ado lescenti, ti confermerà nel metodo che tu adotti. Circa le suppliche presentate dagli acquirenti dei beni del semi nario alla Santa Sede, la sacra con gregazione desidera conoscere pres so quale ufficio della stessa Santa Sede esse sono state depositate, per ché si possa sollecitare una rapida soluzione della faccenda. Nulla per ora resta, se non che tu prosegua alacremente nella stes sa strada che finora hai percorso nel coltivare questa vigna del Signore. A me è cosa gratissima porgere i vivi ossequi del mio animo alla signoria tua, per la quale invoco dal Signore ogni bene vantaggioso e prospero.
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RELAZIONE -
3 DICEMBRE 1873
RELAZIONE - 3 dicembre 1873
ASV, C. Concilii, Relationes Dioecesium, Bergomen., 123B, orig., ff. 582r-607v La documentazione della visita ad Limina del 96° triennio è composta da un fascicolo di 26 fogli, con la numerazione archivistica ff. 582-607 (mm. 32x21.50). Il testo della relazione è scritto sui ff. 584r-597v. È bianco il f. 582v, 583r-v, 598r, 600r, 604v, 607r-v. Il fascicolo, contrassegnato con la nume razione originaria, è ben conservato, e le carte sono unite da un piccolo filo. Il vescovo Speranza delegò suo procuratore il sac.Felice Cavagnis, f.582r. Alla relazione è allegata la preghiera a "Gesù Sacramentato", ff.605r 606v. Nel fascicolo è conservata in duplice copia la minuta della risposta del la congregazione del Concilio, ff. 60 l r-604v. Copia-minuta della relazio ne è custodita in ACVB, Atti relativi alle visite ad Limina.
N.1903
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Relatio status Ecclesiae Bergo mensis quam sacrae congregationi Concilii exhibet Petrus Aloisius Speranza, Dei et Apostolicae Sedis gratia eiusdem Bergomensis Eccle siae episcopus ac solio pontificio adsistens pro triennio 96° die XX decembris anno 1873 expiraturo.
Relazione dello stato della Chie sa di Bergamo che Pietro Luigi Spe ranza, vescovo per grazia di Dio e della Sede Apostolica della Chiesa stessa e assistente al soglio pontifi cio, presenta alla sacra congrega zione del Concilio per il triennio 96°, che scadrà i120 dicembre del 1873.
Sesso I" De statu Ecclesiae materiali
I Lo stato materiale della Chiesa
Ecclesiae Bergomensis status materialis exhibitus est in relatio-
Lo stato materiale della Chiesa Bergomense fu presentato nella 237
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ne diei 14 decembris 1861. Prae ter ea, quae vel nova addita sunt, vel clarius explicata in posteriori bus relationibus, datis die 9 decem bris 1864, die 29 septembris 1867, nec non die 13 decembris 1870, sequentes ab ultima relatione varia tiones acciderunt. 1. Ex duobus cathedralis eccle siae canonicatibus, quos in supe riori relatione vacare dictum est, unus delatus [uit reverendissimo Ioanni Cossali', qui post obitum reverendissimi Petri Rusca, in cathedralis ecclesiae archipresbi teratum suffectus est'; alter vero, quamquam nulla usque adhuc ommissa fuit diligentia ad hoc ut provideretur; et acta provisionis a tribus iam annis transmissa fuerunt ad regium gubernium, usque in praesens vacavit. At demum ultimis hisce diebus regium gubernium, actis provisionis
relazione del 14 dicembre 1861. Oltre alle notizie nuove che sono state aggiunte, o più chiaramente spiegate nelle relazioni posteriori presentate il 9 dicembre 1864, il 29 settembre 1867, nonchè il 13 dicembre 1870, sono avvenuti dal l'ultima relazione questi cambia menti. 1. Dei due canonicati della chie sa cattedrale, che si è detto vacanti nell'ultima relazione, uno è stato assegnato al reverendissimo Gio vanni Cossali, eletto, dopo la mor te del reverendissimo Pietro Rusca, all'arcipresbiterato della chiesa cat tedrale. Dell' altro poi, benché non sia stata omessa ogni diligenza per la sua provvista, gli atti relativi già da tre anni sono stati trasmessi al regio governo, e a tutt' oggi è vacante. Ma in questi ultimi giorni il regio governo, rimessi gli atti di
1. Giovanni Cossali nacque a Parre il 3 maggio 1823. Ordinato sacerdote il 18 gennaio 1846, fu parroco a Songavazzo, 1854, parroco e vicario foraneo a Mornico, 1860. Nel 1872 venne trasferito in cattedrale, nominato provicario generale il 15 ottobre, in segui to "arciprete concomitantemente la carica di vicario generale della diocesi sotto il vescovo monsignor Speranza e per alcuni anni anche sotto l'attuale vescovo monsi gnor Guindani. Professava i principii rigidamente osservatoristi ed era perciò in fama di intransigente". Mons. Cossali morì il 30 aprile 190I; ACVB,jascicoli parrocchia li: Mornico al S., Songavazzo; ibid., Nomine collettive ai vari uffici di curia, 2, Vica rio generale; ibid., Sacre ordinazioni 1832-1852; ibid., Sacerdoti defunti dal 1901 (ms); Notizie patrie ... 1901, p. 98 citazione; E.CAMOZZI, Diario... ,I, p.76, 672.
2. Pietro Rusca nacque a Nembro il 14 ottobre 1797. Fu ordinato sacerdote nel 1821 e svol se per circa dieci anni l'incarico di insegnante di grammatica, greco ed ebraico in semi nario. Nel 1832 venne nominato canonico con l'ufficio di penitenziere, arciprete del Capitolo nel 1841, direttore della commissione sanitaria, 1859. Morì il 7 luglio 1870; G. BERGAMELLI, Storia della parrocchia di Nembro, Bergamo 1989, p. 286-288.
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RELAZIONE -
3 DICEMBRE 1873
ad curiam remissis, iuri nomina tionis abrenuntiavit, illud liberum relinquens auctoritati ecclesiasti cae : quare episcopus statim pro vidit ex speciali Apostolica Aucto ritate iuxta indultum pontificium diei 8 iulii 1872. Ceterum cathedralis Capitulum ex sexdecim, quot prius constabat vi legis civilis suppressionis ad duo decim tantum reductum esse cano nicatos iam relatum est. 2. Ecclesiis parochialibus, quas ex superiori relatione tercentas tri ginta et septem numerari comper tum erit, alia nunc est addenda, nova constituta paroecia in pago, vulgo Bracco in arcto et confra groso loco inter montes posito'. Qui pagus, cum longe admodum distet a primitiva ecclesia paro chiali, inde fiebat, ut hiberno prae sertim tempore incolae eius loci, dum parochialibus functionibus adesse vellent, non levi incommo do afficerentur. Beneficium parochiale consti tutum est ex oblationibus incola rum spontaneis, ita ut duo sint in
provvista alla curia, ha rinunciato al diritto di nomina, lasciandola libera all'autorità ecclesiastica. Il vescovo ha perciò immediatamente provveduto per Autorità Apostolica speciale, secondo l'indulto pontifi cio dell'8 luglio 1872. D'altronde si è già riferito che il Capitolo della cattedrale compo sto di 16 canonicati, in forza della legge di soppressione è stato ridot to a soli 12. 2. Allechieseparrocchiali che dal la relazione precedente si sarà pre so atto che risultavano essere 337, si deve ora aggiungerne un'altra nuo va, eretta nel villaggio chiamato po polannente Bracco, posto tra i mon ti, in un luogo angusto e dirupato. Poiché il villaggio dista dalla chiesa primitiva parrocchiale, acca deva che specie nel tempo inverna le gli abitanti, pur volendo assiste re alle funzioni parrocchiali, sop portavano disagi non lievi. Il beneficio parrocchiale è stato costituito con le offerte spontanee degli abitanti, così che in parroc chia i sacerdoti sono due, il parroco cioè e il cappellano, l'uno e l'altro
3. La parrocchia di Bracco dovrebbe corrispondere a Bratto, eretta l'II maggio 1872 con decreto n. 836. Contava 684 abitanti. Ne fu nominato primo parroco don Luigi Bello metti, curato don Antonio Bonadei. La vecchia chiesa risalente al 1734, venne sostituita dalla nuova progettata dall' arch. Camillo Galizzi, costruita tra il 1924-1936; ACVB, fascicoli parrocchiali, 2, Bratto: L. PAGNONI, Le Chiese parrocchiali... , I, p. 205. Bracca risulta eretta il 27 agosto 1408 in cura e beneficio sotto l'invocazione di S.Andrea apostolo, come da atto rogato dal quondam Giovanni di Tommaso de' Bemardi; ACVB, fascicoli parrocchiali, Bracca, relazione di don Giovanni Battista Valle vicerettore, rettore don Francesco Tirabosco, per la visita pastorale di mons. LiRuzini; ibid., Visita Ruzini, 69 (1699), f.274.
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provvisti a sufficienza per il pro prio ufficio, ma con uno stipendio esiguo (come normalmente avviene in tutta la diocesi). Anche in questo triennio l'im pegno fervoroso del popolo ha bril lato e brilla ogni giorno, nell'orna re le chiese, restaurarle e anche costruirle dalle fondamenta. Né sono di ostacolo le avverse condizioni economiche dei fedeli, che non migliorano, ma anzi ogni giorno peggiorano. E in verità in questo stesso anno con l'aiuto e le offerte dei fedeli è stata iniziata la costruzione di tre chiese abbastanza ampie, e si spera che verranno ultimate fra non mol to tempo. 3. I monasteri sia degli uomini sia delle donne tuttora restano, nonostante la legge della soppres sione, anzi, il loro numero è aumen tato. Si trovano quindi ora parte in città e parte in diocesi questi mona steri maschili e femminili : 1. Uno dei frati cappuccini in città, due in diocesi, cioè uno nel paese di Albino, l'altro di Sovere.
paroecia sacerdotes, parochus nem pe et capellanus, uterque pro suo munere sufficienti quidem, sed admodum tenui stipendio (uti com muniter contingit in universa dio cesi) provisus. Hoc quoque triennio ecclesiis exornandis, reficiendis, vel etiam a fundamento erigendis ardens popu li studium enituit, et in dies enitet: nec obsunt adversae fidelium oeco nomicae conditiones, quae nedum meliores, imo deteriores fiunt quo tidie magis'. Et revera hoc ipso anno fidelium opera et oblationibus tria coepta sunt erigi tempia satis ampia; et spes est fore ut non longo tempore absolvantur. 3. Monasteria sive virorum sive mulierum adhuc perdurant, non obstante suppressionis lege; imo numero aucta sunto Quare nunc extant partim in urbe, partim in dioecesi, ea quae sequuntur sive virorum sive mulie rum monasteria. l. Fratrum capuccinorum mo nasterium unum in civitate, duo in dioecesi, scilicet alte rum in pago Albini, alterum in pago Soveris.
4. L' Italia unita era governata in quegli anni dalla Destra, indebolita da dissensi interni, impopolare per la sua severità amministrativa e fiscale. Il potere sarebbe passato alla Sinistra nella "rivoluzione parlamentare" del marzo 1876 con a capo Agostino Depre tis, anticlericale; M. GELFI, "Una provincia ...". o.c.; R. AMADEI. Dalla Restaura zione.... p. 245. 258; F. MAIRONI. La condizione dei contadini della provincia di Bergamo, Bergamo 1902; B. BELOTII. Storia di Bergamo.... VI. p. 240. 253, 269. Sul le condizioni economiche del clero accennate dal vescovo. rimando al saggio di G. ZANCHI, La condizione economica del clero. in Alle radici .... p. 241 passim.
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RELAZIONE -
3 DICEMBRE 1873
2. Due (monasteri) dei minori riformati di S. Francesco in dioce si, uno nel paese di Cividino, l'altro di Serina. 3. Uno dei chierici regolari di Somasca nel villaggio di Somasca. 4. Un ospizio dei fratelli di S. Giovanni di Dio nel paese di Para tico. 5. Una casa dei fratelli di S. Giu seppe, di recente fondazione, che istruiscono i ragazzi nel lavoro dei campi, nel borgo di Martinengo. 6. Due monasteri di monache in città, che seguono la regola di S. Benedetto. 7. Un monastero di monache in città, che seguono la regola di S. Domenico. 8. Un monastero di monache clarisse in Boccaleone. 9. Un monastero di quelle che seguono la regola del Terz'Ordine di S. Francesco, nel borgo di Zogno. lO. Un monastero di quelle che seguono la regola di S. Francesco di Sales, nel borgo detto popolar mente Alzano Maggiore. 11. Tre case delle suore di S. Vincenzo de' Paoli, una in città, una nel paese di Caleppio, l'altra nel borgo di Trescore. Queste suore svolgono un' ope ra più che utilissima in molti luo ghi sia della città sia della diocesi, cioè negli ospizi, nosocomi, e soprattutto nell' educazione delle ragazze.
2. Fratrum minorum reforma torum S. Francisci duo in dioece si, alte rum in pago Cividino, alte rum in pago Serinae.
3. Clericorum regularium a Somasca unum in pago Somaschae. 4. Fratrum S. Ioannis a Deo hospitium unum in pago Paratici. 5. Fratrum S. Iosephi, recentis institutionis, qui pueros agris colen dis instruunt, domus una in oppido Martinengo. 6. Monialium, quae regulam sequuntur S. Benedicti, monasteria duo in civitate. 7. Monialium, quae S. Domini ci regulam sequuntur, monasterium unum in civitate. 8. Monialium clarissarum mo nasterium unum in pago Boccaleo nis. 9. Et earum, quae sequuntur regulam S. Francisci Tertii Ordi nis, monasterium unum in oppido Zonii. lO. Et earum, quae sequuntur regulam S. Francisci Salesii, mona sterium unum in oppido vulgo Alza no Maggiore. Il. Sororum S. Vincentii a Pau lo domus tres, altera in civitate, altera in oppido Caleppii, altera in oppido Transcherii. Hae sorores operam qua m uti lissimam praestant in plurimis locis sive civitatis, sive dioecesis, scili cet hospitalibus, nosocomiis ac praesertim in puellis educandis. 241
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12. Filiarum Charitatis domus tres in civitate, plures in dioecesi, scilicet in oppido Martinengo, Romano, Platea, Alzano Maiori. 13. Filiarum S. Cordis domus tres, quarum una in civitate, alia in pago Endinis, tenia in oppido Albi ni. 14. Filiarum S. Familiae domus tres, quarum una in pago Comontis, alia in pago Leffe, tertia in oppido Lemenis S. Salvatoris. 15. Virginum, quae dicuntur a S. Dorothea, domus una in pago Calcinate. 16. Ursulinarum domus duae, alia in pago Somaschae, alia in pago Gandini. 17. Filiarum quae dicuntur ab Immaculata, plures societates tum in civitate, tum in dioecesi. 18. Plures item piae sodalitates matrum-familias. 19. Mulierum Poenitentium domus duae, qua rum una a pluri mis iam annis extat in hac civitate sub titulo delle Convertite, et a monialibus S. vincentii supra nomi natis regitur; altera constituta est a sororibus del Buon Pastore prae terito anno, pro puellis, sive quae in periculo versantur, sive quae lapsae iam sunt; haec domus, quae a materna Mediolanensi originem duxit, ab eadem quodammodo pen det. Caeterum, crescente in dies fide lium studio, ut adulescentulae prae
12. Tre case in città delle figlie della Carità, molte in diocesi, e cioè nel borgo di Martinengo, Romano, Piazza, Alzano Maggiore. 13. Tre case delle figlie del S. Cuore, delle quali una in città, l'al tra nel villaggio di Endine, la terza nel borgo di Albino. 14. Tre case delle figlie della Sacra Famiglia, delle quali una nel villaggio di Comonte, una di Lef fe, la terza nel borgo di Almenno S. Salvatore. 15. Una casa delle vergini det te di S. Dorotea, nel paese di Cal cinate. 16. Due case delle Orsoline, una nel villaggio di Somasca, l'al tra di Gandino. 17. Molte associazioni delle figlie dell'Immacolata, sia in città sia in diocesi. 18. Molte pie associazioni delle madri di famiglia. 19. Due case delle donne peni tenti, una delle quali già da molti anni si trova in questa città col nome delle Convertite, diretta dalle suo re di S. Vincenzo nominate più sopra. L'altra è stata fondata dalle suore del Buon Pastore lo scorso anno per le ragazze che si trovano in pericolo, o che già sono cadute. Questa casa, che ha la sua origine dalla casa madre di Milano, dipen de in un certo modo da quella. D'altra parte, col crescere di giorno in giorno della preoccupa 242
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sertim, quae paupertatis causa in oppificinis, vel alio quocumque muliebri opere victum et mercedem sibi querere debent, religiose insti tuantur, earum custodia multis in lo cis mulieribus religiosis deman datur libentissime, iis praesertim quae, ut supra dictum est, vel Filiae Sacrae Familiae, vel Filiae Chari tatis, vel Suore di S. Vincenzo vulgo nominantur. Quare novae domus constitui possent, nisi fidelium necessitati bus et postulationibus aptae perso nae desiderarentur. Pro adolescentibus vero custo diendis, praesertim pauperibus, praeter domumfratrum S. Josephi, de qua supra memoravi, hoc ipso anno a reverendo Aloisio Palazzo li huius dioecesis presbitero, qui summo ardet zelo in bonum iuven tutis, nova domus instituta est in pago Torre Boldonis; in qua dicti iuvenes pauperes aluntur, et insti tuuntur operibus manualibus et ser vilibus peragendis, remoti ab omni discrimine amittendi vel fidem vel bonos mores, imo religiose et pie admodum educati'
zione dei fedeli perché le adole scenti soprattutto, che per povertà debbono cercarsi negli stabilimen ti o con qualche altro lavoro fem minile vitto e denaro, vengano edu cate religiosamente, la loro custo dia è affidata in molti luoghi alle religiose, a quelle soprattutto popo larmente dette, come sopra, le figlie della Sacra Famiglia, o le figlie del la Carità o le suore di S. Vincenzo. Per la qual cosa si potrebbero costituire nuove case, se non man cassero persone idonee per le neces sità e le richieste dei fedeli. Per la custodia degli adolescen ti, specialmente quelli poveri, oltre alla casa dei fratelli di S. Giusep pe, già sovraccennata, quest' anno è stata fondata una nuova casa nel paese di Torre Boldone dal sacer dote rev. Luigi Palazzolo, di questa diocesi, acceso di zelo grandissimo per il bene dei giovani. In essa i gio vani poveri sono mantenuti e istrui ti nei lavori manuali e servili, lon tani da ogni pericolo di perdere la fede o i buoni costumi, sono anzi educati religiosamente e onesta mente.
5. Don Luigi Palazzolo nacque da Ottavio e Antoine Teresa il lO dicembre 1827 nella parrocchia di S. Alessandro in Colonna. Dette inizio a un oratorio per ragazzi e giovani in via della Foppa, stabilendovi in seguito scuole serali; aggiunse un altro oratorio per le ragazze operaie, assistendole con maestre. Fondò in seguito una congregazione reli giosa di pie donne, chiamate sorelle dei poveri, che avevano per statuto la pratica del la vita religiosa vissuta coi tre voti, la cura degli orfani e delle orfane da lui raccolti nell' istituto, il servizio agli ammalati e ai moribondi poveri nelle case private a sollievo delle famiglie più miserabili. L'istituto, noto ora sotto il nome di Suore delle Poverel le, congregazione religiosa di diritto pontificio, ha avuto un notevole sviluppo in Italia, all'estero e nei paesi di missione. Don Luigi Palazzolo morì il 15 giugno 1886 e fu
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Adsunt insuper tum in civitate tum in dioecesi non pauca orato ria, partim antiquae institutionis, partim recenter instituta, a piis sacerdotibus directa, ad quae die bus festis conveniunt adolescentes, ibique recreantur, custodiuntur et christianis moribus, quoad fieri potest, imbuuntur. Nec praetereundum est in hac etiam civitate institutam fuisse Societatem per gli Interessi Catto lici, item Circulum a S. Aloisio pro iuvenibus catholicis, ac nonnullas societates pro diffusione bonorum librorum",
Esistono pure sia in città che in diocesi non pochi oratori, parte di vecchia fondazione e parte di recen te, diretti da sacerdoti virtuosi, cui convengono nei giorni festivi gli adolescenti. Vi sono trattenuti per il gioco, custoditi e formati, per quanto pos sibile, nei costumi cristiani. Né si deve tacere che pure in questa città è stata istituita la Società per gli Interessi Cattolici, così il Circolo detto di S. Luigi, per i giovani cattolici, e alcune società per la diffusione dei buoni libri.
beatificato da papa Giovanni XXIII; ASV, S. S. Ep. Mod., 1911, R. 4 F. 3 f. 3r-v, cele brazioni in onore del beato L. Palazzolo nel 25° della morte; Monsignor Pier Luigi Speranza ..., p. 473-475; L. DENTELLA, I Vescovi..., p. 539-541; P.M. VALOTI, Don Luigi Palazzolo nella sua vita e nelle sue opere, Bergamo 1927; B. BELOTTI, Storia di Bergamo ... , VI, p. 398,407-408, 462; G.R. CRIPPA, Il poverello e servo di Dio don Luigi Palazzolo, in Bergamaschi di sempre..., p. 153-170; A. VITARI, La figu ra..., p. 326-327. 6. L'Associazione promotrice per gli Interessi Cattolici era stata fondata nel 1870, in consonanza con la Società primaria per gli interessi cattolici sorta contemporanea mente a Roma, e con quella di Bologna fondata qualche anno prima (cf. relazione 1867 nota n. 17). Vi parteciparono diversi laici che in seguito ebbero parte preminen te nella storia dell'associazionismo cattolico in Bergamo, dove il 9 novembre 1868 era stato fondato il Circolo S. Luigi della Società della Gioventù Cattolica Italiana, e il Circolo Operaio Cattolico di S. Giuseppe con mutuo soccorso il 12 dicembre 1875 (cf. relazione 1876 nota n. 22; relazione 1891 nota n. 34). Per far fronte allaicismo e rispondere alla presa di Roma, era in atto, come osserva Martina, la rivalutazione del laicato tra il 1865 e il 1874. Nascevano le associazioni tra le quali, oltre quella citata, l'Associazione Cattolica Italiana per la difesa della libertà della Chiesa in Italia (1865 1868), la Società della Gioventù Cattolica Italiana (1867), e l'Opera dei Congressi fondata a Venezia i12 ottobre 1871 col suo primo congresso tenuto in quella città dal 12 al 16 giugno 1874. Promotori furono G.B. Casoni e Cesare Pangarezzi (1866), Mario Fani e Gianni Acquademi (1867) con la Società della Gioventù Cattolica Italiana, ispirata al motto Preghiera, azione, sacrificio. Pio IX la benedì col breve "Dum filii Belial" 2 maggio 1868. A Firenze sorse nel 1869 la Società promotrice cattolica nel 1870 l'Unione Cattolica per il progresso delle buone opere in Italia; a Roma nel 1872 l'Ar tistico operaia, la Federazione Piana lodata con breve 23 febbraio 1872, nel 1873 la Società primaria romana promotrice delle buone opere. Osserva Martina che il laica to impegnato nelle organizzazioni era visto in funzione strumentale, come mezzo più efficace per la difesa della Chiesa, ma privo di autonomia e responsabilità ecclesiali. Si determinarono due situazioni, con l'Opera dei Congressi, al primo congresso promosso
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4. Ad seminarium quod attinet in hac dioecesi iamdiu institutum, adiunctis nonnullis beneficiis sim plicibus, dictum est in relatione data die 14 decembris 1861, illud hoc potissimum saeculo a piis testa toribus praediis rusticis ita abun de auctum fuisse, ut ipsius reditus ad decem fere scutatorum millia ascenderent; qui reditus ad alum no rum pauperum, magistrorum, moderato rum atque administrato rum substentationem sufficiebant, quare nonfuerat opus eam taxam instituere, de qua concilium Tri dentinum, sesso XXIII, cap. 18 De Reform., et Benedictus XIII constit. Creditae Nobis. In superioribus relationibus expositum fuit, regium gubernium inde ab anno 1865, scholis theolo giae inferioribus, grammaticae sci licet et philosophiae, per vim clau sis, seminarii bona omnia, excepta tantummodo aedium parte, ad se avocasse, tertia redituum pro edu candis alumnis theologiae studio addictis promissa.
4. Per quanto riguarda il semi nario, fondato a norma di diritto in questa città con l'assegnazione di alcuni semplici benefici, s'è detto nella relazione consegnata il 14 dicembre 1861, che esso è stato, specie in questo secolo, così abbon dantemente provvisto di possedi menti agricoli da pii testatori, che i suoi redditi ascendevano a circa diecimila scudi. Quei redditi erano sufficienti per il mantenimentodegli alunni poveri, dei professori, dei superiori e degli amministratori, per cui non era necessario istituire la tassa di cui parla il concilio Tri dentino sess.XXIII cap.18 De Reform. e Benedetto XIII costitu zione Creditae Nobis. Nelle precedenti relazioni è sta to esposto che il regio governo sin dall' anno 1865, dopo aver chiuse con la forza le scuole inferiori di teologia, cioè di grammatica e di filosofia, aveva confiscato tutti i beni del seminario, eccettuata solo la parte delle residenze, con la pro messa di dare un terzo dei redditi
dalla Gioventù cattolica a Venezia. Si avvertiva innanzitutto la necessità di applicare i princìpi cristiani nella realtà, prescindendo dalla mediazione storica e culturale. Pio IX esigeva la subordinazione dell'Opera dei Congressi alla gerarchia e metteva in guar dia dai cattolici liberali. Emergeva poi un secondo problema per il rapporto irrisolto, che sarebbe sfociato nella crisi ai primi del 1900, tra l'Opera dei Congressi e la gioventù cat tolica, mentre la questione sociale restava ancora sopìta; Monsignor Pier Luigi Spe ranza..., p. 280, 474; N. REZZARA, Il Movimento Cattolico ... , p.9,12; F. VISTAL LI, Mons. Guindani..., p. 401-418; C. BELLO', Società ..., p. 23-33; G. DE ROSA, Il Movimento Cattolico in Italia. Dalia Restaurazione ali' età Giolittiana, Bari 1979; C. SNIDER, Gli ultimi ..., p. 75 passim, 512; G. MARTINA,s.j., Pio IX (1867-1878 )..., p.277-282.
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Lata in posterum suppressionis lege, regium demanium ipsius semi narii bona vendidisse, reditu inscripto in libro Debiti Publici, quin interea seminario promissam saltem tertiam redituum partem pe rsolve ret. Nunc demum, seminarii admi nistratoribus reclamare numquam desistentibus, tertia dieta pars tri buta est et tribuitur: Notandum autem est dictam ter tiam partem valde exiguam esse, quum demanius in computandis bonorum seminarii reditibus, non in vera et reali eorum existimatione, sed in ea potius existimatione, quam il/i faciendam esse placuit, fundatus sito Quare cum omnibus omnino expensis non sufficiat, providetur ut infra sesso VI n. 6. Caeterum, quamquam per gu bernii edictum scholas tantum theo logicas haberi in seminario licebat, attamen philosophia sub specie pre parationis ad theologiam quinque ab hinc annis, et etiam rethorica et grammatica duobus ab hinc annis abusive et veluti sensim sine sensu alumnis tradebatur: qui alumni pro temporis iniquitate partim convic tores, partim externi, frequentes convenerant. At initio vix superiori anno scholastico, emissa a regio mini sterio nova lex est, per quam tum rethoricae et gramaticae, tum phi
per l'istruzione degli alunni, addet ti allo studio della teologia. Promulgata in seguito la legge della soppressione, il regio dema nio alienò i beni del seminario stes so, iscrivendo il reddito nel libro del Debito Pubblico, senza eroga re al seminario la terza parte pro messa dei redditi. Ora, dopo che gli amministra tori del seminario non hanno ces sato dal reclamare, la terza parte è stata pagata e viene soddisfatta. Vi è da notare tuttavia che la detta ter za parte è molto esigua, poiché il demanio nel computare i redditi dei beni del seminario si basa non sul la vera e reale stima dei beni, ben sì su una stima che al governo è pia ciuto dover effettuare. E poiché non basta ciò per sod disfare tutte le spese, si provvede come nella sess.VI n.6. D'altra parte, per quanto con l'e ditto governativo era lecito tenere in seminario solo le scuole teologi che, tuttavia da due anni, in modo abusivo e adagio adagio, si inse gnava la filosofia come prepara zione alla teologia, e anche la reto rica e la grammatica. Gli alunni, nel tempo dell' iniquità, convenivano numerosi in parte come convittori e in parte come esterni. Quasi all' inizio dello scorso anno scolastico è stata promulgata dal regio ministero una nuova leg ge, che proibiva in seminario le 246
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3 DICEMBRE 1873 scuole di retorica, grammatica e filosofia. Nel caso fosse parso opportuno averle, venivano stabili te certe condizioni cui non sarebbe stato facile assentire senza offen dere la coscienza. Per sciogliere ogni dubbio e togliere ogni motivo di errore, l'il lustrissimo arcivescovo di Milano nello scorso dicembre mi ha invia to una lettera, scritta dal S. Officio, con la quale mi era prescritto di sospendere la cosa, finché dalla stessa congregazione non fosse sta to deciso il da farsi. Nel seminario diocesano perciò sono insegnate solo le scienze teo logiche e filosofiche, cioè la teolo gia ex professo e apertamente, la filosofia invece quasi di nascosto, con la motivazione e sotto il nome di preparazione alle materie teolo giche. Quelli che studiano teologia sono tutti chierici e insigniti alme no della tonsura. Chi invece studia filosofia, o sono chierici con la sola tonsura, o si preparano allo stato clericale. Questi convivono tutti in seminario. Ma altri ve ne sono, e non pochi, che per povertà o per altre ragionevoli cause vengono
losophiae scholae in seminario omnino prohibebantur; quod si haberi placuisset, eae statuebantur conditiones, quibus sine conscien tiae offensione assentiri haud faci le esset. Quum interim ad persolvendum omne dubium. errorisque causam tollendam, a reverendissimo atque illustrissimo archiepiscopo Medio lanensi redditae sunt mihi litterae mense decembris proxime praete riti anni, a sacri Officii congrega tione datae, quibus rem intermitte re iubebar; donec ab ipsa sacri Offi cii congregatione quid faciendum esse t statueretur. In seminario dioecesano igitur traduntur nunc tantummodo disci plinae theologicae et philosophi cae; theologicae quidem ex profes so et palam; philosophicae autem velut furtive et sub specie et nomi ne preparationis ad theologicas. Bi qui theologiae dant operam omnes sunt clerici et primo saltem tonsura insigniti: qui vero philo sophiae student alii sunt iam cleri ci et tonsura insigniti, alii ad cle ricalem statum se disponunt. Isti omnes simul convivunt in semina rio'.
7. La scelta da parte di mons. Speranza di mantenere l'insegnamento filosofico e teolo gico nella tradizione tomi sta, lontana dalle idee kantiane e rosminiane, fu di nuovo confermata in occasione del saggio contestato di F. GIOVANZANA, Sulla origine del le anime umane Argomenti erronei e testimonianze ingannevoli di un articolista della Civiltà Cattolica, f. Ili Brolis Bergamo 1872; Monsignor Pier Luigi Speranza..., p. 363-364. Alcuni aspetti caratteristici della vita serninaristica di quel tempo sono descrit ti da R. AMADEI, Dalla Restaurazione..., p. 224 - 225.
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preparati agli studi sacri a casa pro pria o dai loro parroci o da altri pii sacerdoti. Anzi, pure alcuni buoni uomini si presentano come candidati per abbracciare lo stato ecclesiastico, per quanto già di età matura. Tutti questi, se hanno testimonianze sicu rissime sui buoni costumi e sulla vocazione ecclesiastica, premessa una sufficiente istruzione in base alla loro età e capacità, purché non siano sprovvisti della scienza tan to necessaria a un uomo ecclesia stico, non esiste alcun dubbio per me di promuoverli ai sacri ordini, per opportunità o necessità della Chiesa. 5. Dei due collegi vescovili, uno dei quali nel villaggio di Celana, l'altro in questa città, sotto il tito lo di S. Alessandro, retto con gran dissima lode dal reverendissimo Valsecchi, vescovo coadiutore, con grande frequenza e vantaggio degli alunni, il primo è tuttora aperto e
Sed sunt et alii non pauci, qui vel ob paupertatem vel aliis de cau sis rationalibus, domi suae a pro priis parochis aut a piis sacerdoti bus ad studia sacra praeparantur: imo nonnulli etiam boni viri se paratos exhibent ad statum eccle siasticum amplectendum, etsi aeta te iam sint provecti: hos omnes, si probatissimum de bonis moribus et vocatione ecclesiastica testimonium praeseferunt, praemissa sufficienti instructione pro singulorum aetate atque capacitate, ne sint omnino expertes scientia ecclesiastico viro necessaria, non mihi dubium est ad sacros ordines pro opportunitate vel Ecclesiae necessitate admitte re'. 5. E duobus coliegiis episcopa libus, quorum aliud extat in pago Cellanae, aliud in hac ipsa urbe, sub titulo S. Alexandri M. summa que cum laude a reverendissimo Valsecchi episcopo coadiutori moderatur, cum magna alumnorum frequentia et utilitate, primum
8. Questa iniziativa delle vocazioni adulte al sacerdozio, organizzata sotto il nome di Scuola del corso speciale, è conosciuta sotto il nome di preti "Pifferi" dal nome di don Giovanni Pifferi (o Piffari) ordinato all' età di 59 anni nel 1874 da mons. Spe ranza. Per l'opera avviata il vescovo aveva chiesto e ottenuto l'approvazione di Pio IX; lo scopo era di far fronte al calo delle vocazioni in quegli anni. Si trattava di persone adulte, in genere sacrestani, romiti, conosciuti personalmente dal vescovo o presentati gli da sacerdoti come uomini devoti, stimati, timorati di Dio, fedeli, aman ti delle chiese e della preghiera. Ospitati nel vecchio seminario di S. Matteo, segui vano lezioni di teologia dogmatica e morale, catechetica, sotto la direzione di don Raf faele Trovesi. In 14 anni ne furono ordinati 150. Destinati in genere alle parrocchie di montagna, resero buoni servigi alla Chiesa. Iniziative analoghe trovarono attuazione a Milano e a Mantova; Monsignor Pier Luigi Speranza..., p. 374, 392-396; C. PATEL LI, Uomini , p. 87; R. AMADEI, Dalla Restaurazione..., p. 254; I. PEDERZANI, Parrocchia , p. 103.
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adhuc apertum est, et florescit in dies magis, atque florebit sine dubio, dummodo civilis auctoritas illud, quod semper timendum est tam iniquis temporibus, claudi non iubeat. Alterum scilicet collegium S. Alexandri, iniquissima regii Consi iii scholastici provincialis opera a gubernii ministerio clausum per totum annum praeteritum, nunc tandem obtineri potuit ut iterum aperiatur"; et pro grammatica tan
fiorisce di giorno in giorno, e fio rirà, senza dubbio, purché l' auto rità civile non ordini, il che è sem pre da temere in tempi tanto ostili, che venga chiuso. L'altro, cioè il collegio di S. Alessandro, chiuso per tutto lo scor so anno dal ministero del governo con una decisione ingiustissima del Regio Consiglio scolastico provin ciale, ora si è potuto ottenere che sia di nuovo aperto solo per la
9. La chiusura immediata per decreto ministeriale 20 marzo 1872, subito pubblicata dai giornali anticlericali, La Lombardia, La Perseveranza, La Provincia di Bergamo, fu comunicata a mons. Valsecchi il 26 successivo. Era la conclusione della lotta antireli giosa e delle tensioni per il nuovo Collegio Commerciale Provinciale aperto nel 1863. In sintesi il caso ebbe questo svolgimento. Il pretesto del provvedimento fu dato da un tema assegnato agli alunni della V classe ginnasiale per esporre in un sonetto una pre ghiera a Maria Immacolata in omaggio al papa. Il rettore Valsecchi ricevette un avvi so il 13 e 14 dicembre 1870 dal Consiglio provinciale scolastico di dare spiegazioni sul sonetto, nel quale gli alunni avrebbero espresso una preghiera a Maria "perchè liberi il papa dai ladroni che l'hanno spogliato". L'aggiunta fuori testo, proveniva dal giorna le anticlericale La Provincia, che aveva montato il caso, complice oltre al direttore Malliani, il prof. Pasino Locatelli del liceo Paolo Sarpi e il preside Amato Amati. Val secchi rispose con alquanto ritardo, e nel frattempo il collegio fu chiuso. Gli alunni per finire l'anno scolastico furono ospitati da famiglie e istituti privati, ma ciò spiacque ai giornali suindicati. Don Arcangeli per risolvere il caso partì per Roma, dove trovò sia l'opposizione del prefetto della provincia, Solinas, pure presidente del Consiglio sco lastico provinciale, sia la preclusione del ministro Cesare Correnti e dei suoi collabo ratori a una valutazione oggettiva del caso. Esisteva un piano governativo per chiude re tutti gli istituti d'istruzione clericali in tutta Italia, esposto da Carlo Tenca, burocra te della pubblica istruzione, membro della giunta superiore degli esami di licenza licea le e noto a Bergamo. Varie le personalità, che ci si esime dal citare in questa sede, tra cui il senatore a.E. Piazzoni, intervenute dal mondo cattolico per sbloccare la chiusura, fattasi più rigorosa per le norme sulle patenti austriache dei professori, alcune delle quali ritenute illegali per l'insegnamento. Il nuovo ministro Scialoia permise nomi nalmente a Valsecchi con decreto n. 52974, 5 dicembre 1872, la riapertura del collegio con le scuole ginnasiali, mentre si stava completando il personale insegnante per il liceo. Il Consiglio provinciale scolastico si oppose, ordinando una nuova ispezione il 27 giugno 1873. Solinas con circolare del 14 luglio 1873 ordinò l'esclusione dagli esami delle scuole pubbliche italiane di tutti gli alunni del collegio; il ministro annul lò l'ordinanza. Con altra circolare del 26 luglio ai sindaci, Solinas decretò il ritiro degli alunni dal S. Alessandro, suscitando il 9 agosto la reazione dei padri di famiglia. L'II successivo il Tribunale di Bergamo condannava mons. Valsecchi a L. 450 per spese processuali e contravvenzione alle leggi scolastiche. A Valsecchi dimessosi, quale uni ca via per facilitare la soluzione del caso, successe Arcangeli il 26 settembre. Presen tatosi al Consiglio provinciale scolastico il 27 settembre per la riapertura del nuovo
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grammatica e sotto il nome e la direzione di un altro sacerdote, il rev. Luigi Bana. In diocesi sorgono altri collegi, cioè nel borgo di Martinengo e di Clusone, che dipendono dai muni
tum et sub nomine ac regimine alte rius sacerdotis, qui est reverendus dominus Aloisius Bana'". Sunt autem in dioecesi et alia coliegia, scilicet in oppido Marti nengo" et in oppido Clusonis",
istituto, egli non ebbe il gradimento. La soluzione fu allora di puntare sul giovane sacerdote Luigi Bana, di cui alla nota n. 10; cf. relazione 1864 note 17-18; L. DEN TELLA, I Vescovi..., p. 528-529; C. TRAINI, Vicende , p. 66 passim ; L RAVASIO, Origini del collegio S. Alessandro, in Chiesa e società , p. 381-411. lO. Don Luigi Bana (1873-1917) fu prescelto per gestire il S. Alessandro dopo il forzato allontanamento di mons. Valsecchi e il mancato riconoscimento a don Arcangeli di succedergli. Don Bana era giovane sacerdote dotato di ottime doti, apparteneva a una famiglia stimata e influente di Bergamo, con buone relazioni negli ambienti bene del la città. Obbediente al vescovo Speranza e fidando nella benevolenza del sindaco di Bergamo, G. B. Camozzi, il 24 ottobre 1873 don Bana stipulò con mons. Valsecchi un regolare contratto di affitto del collegio-convitto, presentato al provveditore agli studi a Brescia, Francesco Neirone, e respinto il14 novembre. Don Bana per garanti re al governo italiano il buon andamento del collegio, d'accordo col sindaco Camozzi e il prefetto di Bergamo, pensò di istituire una commissione di vigilanza composta da 22 personalità eminenti di Bergamo. Il 21 novembre il Consiglio provinciale scolasti co approvò l'iniziativa, autorizzando l'apertura del collegio salve alcune condizioni. Il provveditore cercò ancora di opporsi, adducendo il motivo dei titoli legali d'idoneità di cui alcuni professori erano sprovvisti, ma alla fine con decreto del 13 dicembre 1873 autorizzò la riapertura del collegio. Da una tabella inviata al prefetto risulta che nel 1874 gli alunni non erano più di 95 (di cui 45 esterni), cioè 14 delle tre classi elemen tari, 61 del ginnasio e 20 del liceo. Don Bana, dopo un triennio di rettorato, era deci so a lasciare, ma mons. Valsecchi lo invitò a continuare. Nel 1878 tra i due si venne a una modificazione del contratto d'affitto, anche per consolidare la posizione finanzia ria in vista di mantenere il liceo. Ciò dette origine a una divergenza, composta per interessamento di don G.B. Crotta. Nel 1879 con atto del 24 febbraio, mons. Valsecchi alienò il collegio a don Bana e ai canonici Baizini, Pesenti Magazzeni, Terzi e don Fachinetti, e con successivo atto del 15 marzo cedette anche i mobili. Bana rimase ret tore del collegio S. Alessandro dal 1873 sino alla morte, avvenuta il l? luglio 1917, C. TRAINI, Vicende ..., p. 99-108, 212; T. FORNONI, La storia ..., p. 415-416. 11. Il collegio comunale di Martinengo era gestito da due fratelli sacerdoti, i professori Pasquale e Paolo Giani. Comprendeva il ginnasio, la scuola tecnica e le elementari. Nel 1882 il comune offrì in cessione gratuita al collegio S. Alessandro locali e arre damenti, oltre alla somma di L. 3.000 e un legato di L. 349 per 280 messe. Mons. Guindani espresse parere positivo, al contrario di don Bana. Nel 1883 venne avanzata un' altra proposta, sostenuta anche dal parroco di Martinengo, don Tommaso Tom masoni, che prospettava 1'eventualità che il collegio finisse in mano a gente irreligio sa e immorale. La trattativa rimase bloccata. Il collegio S. Alessandro favorì però l'i scrizione alle scuole per gli alunni di Martinengo e ridusse del 20% la retta per i con vittori di quella plaga; C. TRAINI, Vicende ..., p. 109-111. 12. Il collegio di Clusone risalirebbe al sec. XIV, epoca in cui esistevano scuole private di grammatica. La scuola pubblica regolare ebbe origine con i legati di due clusonesi,
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quae quidem a municipiis loci pen dent, sed quum a piis sacerdotibus regantur, inserviunt et ipsa bonae iuventutis educationi. Dolendum vero e contra est vehementer, quod abhinc duos annos in hac ipsa civitate novum collegium apertum est, in quo pue ri catholici cum acatholicis indi stincte excipiuntur; magistri partim catholici, partim heterodoxi haben tur; rector ipse heterodoxus. Scholae istius collegii ad hoc tendunt ut pueri ad artem commer cii sive negotiationis instruantur, et numerus alumnorum ad ducentos fere pertingit: quorum maxima pars, imo fere omnes ad religionem catholicam pertinent".
cipi del luogo, ma poiché sono ret ti da sacerdoti virtuosi, anch'essi servono alla buona educazione del la gioventù. Vi è molto da rammaricarsi, al contrario, che da due anni in questa stessa città è stato aperto un nuovo collegio, nel quale i ragazzi cattoli ci sono accolti senza distinzione con quelli acattolici; vi si trovano pro fessori parte cattolici, parte etero dossi, e il rettore stesso è eterodosso. Le scuole di questo collegio hanno per scopo l'istruzione dei ragazzi nel commercio e negli affa ri, e il numero degli alunni è di cir ca 200, la maggior parte dei quali, anzi quasi tutti, appartengono alla religione cattolica.
Petrogalli e Fanzago, che rispettivamente nel 1628 e nel 1668 beneficarono l'istituto. Il ginnasio comunale apparve verso il 1816, dichiarato pubblico dal governo austriaco con i decreti 8 gennaio 1818 e 20 settembre 1821. Ebbe tra gli alunni il futuro card. A. Mai, al quale l'istituto venne intitolato con decreto 16 marzo 1866, e il futuro vesco vo di Bergamo, mons. Pier Luigi Speranza. Dal 1883 fu introdotta nell'istituto anche la scuola tecnica. Venne ceduto in quell'anno dal comune a don Stefano Moioli, che man tenne le due scuole e il convitto. Nel 1893-1894 il comune volle provvedere direttamente al personale dirigente e insegnante della scuola tecnica, rinunciando al ginnasio. Nel 1923 il collegio-convitto fu ceduto ai preti del S. Cuore e nel 1928 passò al collegio S. Alessandro. Una vicenda montata ad arte da elementi della massoneria locale nel set tembre del 1904 portò il rettore del collegio, don Giacomo Savoldelli, tra i responsa bili della morte per violenza dell'allievo Pietro Camplani. Risultò poi che il decesso era stato causato da intercolite ulcerosa. La Corte d'appello di Brescia emise la sentenza di non luogo a procedere per mancanza di fatti costituenti reati e il collegio fu riaperto. Il caso coinvolse L'Eco di Bergamo querelato dal medico legale dottor A. Conti, auto re degli accertamenti, ritenutosi calunniato per le notizie pubblicate sul suo conto dal quotidiano; L'Eco di Bergamo 6-7, 9-10 settembre, 12-13,25-26 ottobre 1904, 2-3 maggio 1905; C. TRAINI, Vicende..., p. 202-204. 13. Era il Collegio Speciale di Commercio aperto nel novembre 1871 dal prof. Enrico Wild, di Zurigo, coi favori e l'appoggio del prof. Amato Amati, preside del liceo gin nasio P. Sarpi, sotto il patrocinio e col concorso pecuniario della Deputazione Provin ciale e del Consiglio comunale di Bergamo. Il Wild aveva acquistato a prezzo di favo re, per L. 40.000, la cittadella chiamando a insegnarvi alcuni professori, protestanti come lui. Il metodo educativo seguiva quello praticato in Svizzera e in Germania.
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Episcopus omnem diligentiam et sollicitudinem adhibuit, oppor tunis monitis, concionibus, pasto ralibus litteris, ut parentes catho licos removeret a collocandis filiis in huiusmodi collegio: at cum non multo fructu. Observandum tamen est, quod longe maxime alumnorum pars ad familias, quae non sunt Bergomen sis dioecesis, pertinent. Ne vero tot pueri catholici omni destituti sint religionis auxilio, requisitus initio huius anni schola stici a rectore collegii episcopus, rebus bene perpensis, permittit, ut sacerdos, optimis moribus et scien tia praeditus, religionis christianae fundamenta, idest catechismum; illis tradat.
Il vescovo si adopera con ogni sforzo e sollecitudine, con ammo nimenti opportuni, sermoni, lette re pastorali, per dissuadere i genitori cattolici dal collocare i propri figli in un collegio del genere, ma senza molto frutto. V'è da osservare tuttavia, che il numero di gran lunga maggiore degli alunni appartiene a famiglie che non sono della diocesi di Bergamo. Per evitare che tanti ragazzi cat tolici siano sprovvisti di ogni aiu to religioso, il vescovo all'inizio di questo anno scolastico, su richiesta del rettore del collegio, ponderate bene le cose, ha permesso che un sacerdote, di ottimi costumi e ric co di cultura, li istruisca sui fonda menti della religione cristiana, cioè sul catechismo.
Sess.2 De Episcopo referente
2 Il Vescovo che riferisce
l. Residentiae praeceptum, a sacris canonibus, concilio Triden tino et constitutione Urbana iniunc-
l. Il vescovo ha osservato alla perfezione il precetto della resi-
Mons. Speranza aveva reagito con la lettera alla diocesi "Ognuno di noi, per poco che rivolga il suo sguardo ..." I o giugno 1872. L'iniziativa favoriva l'insegnamento di materie attinenti alla carriera commerciale, e doveva sostituire il Collegio Provincia le, di via Rosate, soppresso. Il numero degli alunni salì da 80 a 204 nel 1874-1875. Gli sviluppi dell'istituzione sono riferiti nella relazione 1876. Direttore spirituale e cate chista era stato nominato don Gaudio Quarenghi (1839-1893), parroco di S. Vigilio, sostituito nel 1873 da don Silvio Iannuzzi, con la qualifica di facente funzione di prov veditore per la direzione e istruzione religiosa. Ne era presidente Pietro Ginoulhiac; ACVB, Lettere pastorali Libro n° 10; BCAM, Collegio speciale di Commercio in Ber gamo; L'Eco di Bergamo 9 giugno 1893; Notizie patrie... 1872, p. 90-91; idem...1873, p. 88-90; ; C. TRAINI, Vicende... , p. 108-109.
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denza ingiunto dai sacri canoni, dal concilio Tridentino e dalla costitu zione Urbana, né mai è uscito, se non una volta per otto giorni, dai confini della diocesi. 2. Perdura ancora il frutto della visita pastorale, che, come dalle relazioni precedenti si sarà appre so, è stata portata a termine con feli ce successo in tutta la diocesi. Quel le cose infatti di cui il vescovo s' e ra reso conto nella visita pastorale che dovevano essere corrette o deci se con opportuni decreti, con gran de conforto del suo spirito e innan zitutto a guadagno delle anime, con l'aiuto di Dio sono state migliorate e a seconda della natura delle cose risultano condotte a perfezione. Se quanto prescritto non viene osservato, o necessita di nuovi ordi ni, o in qualsiasi modo nemmeno dopo una sentenza emanata proce de convenientemente, ciò viene subi to esaminato tramite i vicari foranei che visitano ogni anno le chiese loro sottomesse, con la consegna alla curia diocesana nel tempo stabilitodi relazioni sincere e inoltre scritte; se l'affare è urgente, immediatamente viene informato il vescovo che poi o personalmente o tramite i provi cari generali si affretta a portare i rimedi che nel Signore sembrano più opportuni. D'altronde il vescovo dalle rela zioni che i vicari foranei trasmet tono in curia, è informato non sen
tum, episcopus adamussim adim plevit, nec unquam exiit, nisi semel per octo dies, a finibus dioecesis. 2. Yisitationis pastoralis, quam ex superioribus relationibus in tota dioecesi felici eventu absolutam esse compertum erit, fructus adhuc perdurant. Ea enim, quae in pasto rali visitatione episcopus corri genda vel statuenda sibi cognove rat, opportunis decretis correcta atque statuta, multo cum animi sui solatio animarumque in primis spi rituali emolumento, divina gratia auxiliante, sedulo perfecta sunt, atque pro rerum natura perficiun tur. Si quid vero vel ad praescrip tum non peragitur; vel novis indi get ordinationibus, vel quomodo cumque non rite neque ex senten tia succedit, illud per vicarios fora neos, ecclesias sibi quique subiec tas quotannis visitantes, datis ad curiam stato tempore, et quidem scripto, sinceris relationibus, vel si moram non patitur; illico coram cum episcopo relatum facillime dignocitur; isque sive per se, sive per provicarios generales ex neces sitatibus quae magis in Domino opportuna videntur, remedia affer re[estinat. Caeterum non sine magna ani mi iucunditate ex relationibus, quae
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a dictis vicariis foraneis ad curiam transmittuntur, certior fit episcopus ut cum maxime omnia bene fieri, et ubique fere curari nitorem in eccle siis, decorem in saeris suppellecti libus, studium, doctrinam et ani marum zelum in clero, in populo reverentiam, pietatem, religionem que. Ad quemfinem obtinendum non parum conferre credit episcopus etiam conferentias, quas per se ipse habet cum eisdem vicariis foraneis, quos habet ad se in suo palatio, ut de rebus ad singulas vicarias per tinentes disserat et cognoscat. 3. Sacras ordinationes statutis a iure temporibus, quoties opus fuit, per se semper habuit. Sacramen tum confirmationis diebus festis sin gulis, ferialibus vero quotiescum que requisitus fuit, administravit in sacello palatii episcopalis; prae terquam in solemni Pentecostes die, qua die splendidiori pompa illud in ecclesia cathedrali semper confer re consuevit. Quo vero maiorem sacramenti huius recipiendi copiam fidelibus faceret episcopus, saepe consulto, saepius festivitatis alicuius occa sionem nactus, se ad oppida et rura etiam dissita contulit, illud admi nistraturus. Quoties autem ad infirmos con firmandos, quod saepe accidit, vocatus fuit, eorum domus non invi tus adiit. Quod si quando infirmi
za grande gioia dello spirito che tut to procede nel massimo ordine, quasi ovunque viene curato lo splendore nelle chiese, il decoro nelle sacre suppellettili, lo studio, la scienza e lo zelo delle anime nel clero, nel popolo il rispetto, l'amor di Dio e la religione. A ottenere tale risultato il vesco vo pensa che non poco aiutano anche le riunioni che egli personal mente tiene coi vicari foranei nel suo palazzo, per trattare e conosce re le cose pertinenti ogni singola vicaria. 3.11 vescovo quando è necessa rio, nei tempi stabiliti dal diritto, amministra sempre personalmente le sacre ordinazioni. Ha conferito il sacramento della Confermazione nei giorni festivi e anche feriali, ogniqualvolta ne è stato richiesto, nell' oratorio del palazzo vescovi le, tranne che nella solennità di Pen tecoste, nella quale è solito ammi nistrarlo sempre con maggior fasto nella chiesa cattedrale. Il vescovo, al fine di dare ai fedeli maggiore possibilità di rice vere questo sacramento, spesso su richiesta, più frequentemente appro fittando dell'occasione di qualche festività, si reca in borghi e in luo ghi anche lontani per amministrar lo. Ogniqualvolta poi è stato chia mato a confermare gli infermi, come spesso accade, è andato di
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buon grado alle loro case. E se tal volta è impossibilitato per malattia o per impegni, come in altre occa sioni così anche nella Conferma zione, è ricorso all'opera del reve rendissimo coadiutore, che sempre molto volentieri si presta, e in tal modo per quanto è possibile avvie ne che nessun aiuto manchi alle necessità spirituali dei fedeli. 4. È stato sinora proibito cele brare il sinodo diocesano, che il vescovo tanto ardentemente desi derava convocare a visita pastora le ultimata, dato che le condizioni dei tempi volgono sempre più al peggio; ciò avverrà non appena egli avrà la possibilità di soddisfare a sì grande onere. Nel frattempo egli procede a disporre e preparare le pratiche necessarie, perché il sinodo si cele bri meglio e più speditamente. Egli intanto esorta frequentemente all' osservanza dei decreti, emanati nei sinodi precedenti, ricorrendo a quei mezzi che sono proposti da Bene detto XIII nell' opera De Sinodo Dioecesana. 5. Nei pontificali, a meno che non sia impedito da qualche legit timo ostacolo, egli tiene l'omelia secondo le prescrizioni canoniche e le lodevoli consuetudini di que sta diocesi. Ma nel predicare la Parola Divi
tate vel curis detineretur, ut in aliis sic et in confirmatione admini stranda, opera usus est reverendis simi episcopi coadiutoris, qui liben tissime semper ac per se saepe ope ram suam confert, sicque fit ut, quoad fieri potest, fidelium spiri tualibus necessitatibus nullum desit subsidium. 4. Sinodum diocesanam, quam, absoluta visitatione pastorali, tam vehementer cogere cupiebat, quam que tempo rum iniquitate, quae magis magisque in deterius vertunt, hucusque habere prohibitus est, habebit episcopus cum primum sibi tanto muneri satisfaciendi dabitur facultas. Interim ea disponere et praepa rare pergit, quae necessaria sunt, ut expeditius et melius sinodus cedat. Urget vero interea frequenter deeretorum observantiam, quae in anteactis sinodis condita fuere, eaque adhibet media, quae a feli cis memoriae Benedicto XIII in ope re De Sinodo Dioecesana propo nuntur". 5. In pontificalibus, nisi aliquo sit legitimo impedimento prohibi tus, habet homiliam iuxta canoni cas sanctiones et laudabiles con suetudines huius dioecesis. At in Divino Verbo ad populum
(a) Il testo richiede "Benedicto XIV".
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tradendo creberrimus est episco pus, tum in cathedrali, tum prae sertim in aliis ecclesiis civitatis et dioecesis, occasione ut plurimum arrepta administrandi sacramen tum Confirmationis. In omnibus autem dioeceseos locis adsunt parochi, coadiutores, et complures alii sacerdotes, qui ad Verbum Dei annuntiandum adpro bati electique, populum salutaribus verbis abunde pascunt. 6. Temporum ratio, uti dictum est in superioribus relationibus, nec forum ecclesiasticum haberi, nec mulctas exigi sinit; quare nullus penes episcopum adest deposita rius, cui poenas et mulctas pecu niarias custodiendi provincia demandata sito 7. In exigendis taxis cancella riae episcopalis nihil est immuta tum. Ut vero in dictis taxis exigen dis cuiuscumque abusus vel species absit, episcopus tribuit per se offi cialibus curiae certum stipendium, quod sumitur a cumulo taxarum. Emolumenta autem in curia exi guntur iuxta taxam Innocentianam: in iis vero casibus, in quibus Inno centiana nihil statuit, adplicatur antiqua taxa dioecesana, quae qui dem est modica. 8. Mala temporum conditio, quae sane fit in diebus deterior; nullius generis argumenta praetermittit, ad impediendum quominus episcopus sui ministerii officia, iurisdictionis
na al popolo, il vescovo è assai zelante sia in Cattedrale sia soprat tutto nelle altre chiese di ciaà e del la diocesi, prendendo occasione per lo più dall'amministrazione del sacramento della Confermazione. In tutti i luoghi della diocesi sono presenti i parroci, i coadiuto ri, e molti altri sacerdoti, che appro vati e scelti per annunciare la Paro la di Dio, nutrono abbondantemen te il popolo con parole salutari. 6. Come già detto nelle relazio ni precedenti, la condizione dei tempi non consente che si abbia il foro ecclesiastico né che vengano riscosse le multe, per cui nessun depositario si trova presso il vesco vo che abbia l'incarico di custodire pene e multe pecuniarie. 7. Nell'esigere la tassa della can celleria vescovile nulla è cambia to. Per eliminare ogni sospetto o anche l'apparenza di qualsiasi abu so, il vescovo dà personalmente agli officiali della curia un determinato stipendio preso dal cumulo delle tasse. I diritti dovuti in curia sono esigiti secondo la tassa innocenzia na. Nei casi in cui essa nulla ha sta bilito, viene applicata l'antica tassa diocesana, che in verità è modica. 8. La cattiva condizione dei tem pi, che ogni giorno peggiora, non lascia motivazioni di alcun genere allo scopo d'impedire al vescovo l'adempimento degli offici del suo ministero, di liberamente difendere 256
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scilicet ecclesiasticae, libertatis atque immunitatisEcclesianun tuen dae exercere libere valeat. Non omittit tamen episcopus ecclesiastica iura pro viribus tue ri, eaque omnia media adhibere, quae ad hunc finem magis apta videri possunt. In casibus vero peculiaribus et maioris momenti ad Apostolicam istam Sedem recurrit. Caeterum ad hoc etiam officium, quantum fieri potest, explendum summopere iuvat unio cleri universi cum episcopo vere laudabilis. 9. Hoc etiam triennio ab ultima relatione episcopus auctor fuit ut plures ecclesiae, praecipue paro chiales, quae vel impares essent aucto parochianorum numero, vel minus decentes videbantur, ex novo aedificarentur, uti supra dictum est, vel saltem reficerentur. Quare ad novarum ecclesiarum vel altarium consecrationem, vel ad campanarum benedictionem saepe saepius vocatus, ad huius modi ministeria obeunda vel se ipse contulit, vel usus est opera reve rendissimi episcopi coadiutoris, qui omnibus episcopalibus functioni bus cum semper aeque ac lubentis sime praesto sit, summo adiumento est episcopo referenti, ratione prae sertim habita eius tum infirmae valetudinis tum provectae aetatis."
cioè la giurisdizione ecclesiastica, la libertà e l'immunità delle chiese. Il vescovo non desiste tuttavia dal proteggere con tutte le sue for ze i diritti ecclesiastici e dall'usare tutti quei mezzi che possono appa rire in buona fede piti idonei a tale scopo. Nei casi particolari e di maggior importanza ricorre a codesta Sede Apostolica. D'altronde, nell'adempiere per quanto possibile anche questo uffi cio, aiuta moltissimo l'unione, vera mente lodevole, di tutto il clero col vescovo. 9. Anche in questo triennio dal l'ultima relazione il vescovo ha pro mosso la nuova costruzione, come si è detto sopra, o almeno il restau ro di molte chiese, specie parroc chiali, che apparivano non suffi cienti al numero accresciuto dei parrocchiani o poco decorose. Per tal motivo, chiamato spessis simo alla consacrazione di nuove chiese o nuovi altari, o alla benedi zione delle campane, per adempie re questi ministeri o vi è andato per sonalmente o è ricorso al reveren dissimo vescovo coadiutore, che essendo sempre pronto molto volen tieri e di buon grado per tutte le fun zioni vescovili, è di grande aiuto al vescovo che scrive, tenuto conto soprattutto sia della cattiva condi
(a) La frase è segnata a margine.
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Caeterum incredibile dictu est quanta alacritate in tantis rerum angustiis parochi, clerus et popu lus nova quotidie opera ad divinum cultum pertinentia aggrediatur, sup pellectilibus sacris ecclesiis exor nandis, festis in honorem Beatissi mae Virginis Mariae et sanctorum patrono rum cum omni apparatuum genere celebrandis, campanis con flandis etcet." lO. Ad tuendam cleri discipli nam eiusdemque cum ista Aposto lica Sede unionem magis magisque confovendam solet episcopus kalen dario dioecesano litteras pastorales praeponere, in quibus pro oppor tunitate et necessitate, agit de habi tu ecclesiastico, de recta sacra mentorum administratione, de ecclesiasticis functionibus rite per solvendis, de servandis in missa e celebratione, de visitatione et cura infirmo rum, de obligationibus paro chorum, de homilia et doctrina habendis, de exercitiis spiritualibus a clero frequentandis, de necessi tate instandi apud Deum enixis precibus pro Ecclesia catholica, pro
zione di salute sia dell'età avanzata. D'altronde è cosa incredibile a dirsi con quale entusiasmo in situa zioni tanto difficili i parroci, il cle ro e il popolo ogni giorno pongano mano a nuove opere riguardanti il culto divino, nell'ornare di suppel lettili sacre le chiese, nel celebrare con ogni genere di apparati le feste in onore delle Beatissima Vergine Maria e dei santi patroni, nel fon dere campane ecc. lO. Per salvaguardare la disci plina del clero e promuovere sem pre più l'unione con questa Sede Apostolica, il vescovo suole pre mettere al calendario diocesano la lettera pastorale, nella quale a seconda della necessità e opportu nità, tratta dell' abito ecclesiastico, delle persone ecclesiastiche, della retta ammininistrazione dei sacra menti, delle funzioni ecclesiastiche da celebrare secondo la forma pre scritta, delle norme da osservare nella celebrazione della messa, del la visita e della cura degli infermi, dei doveri dei parroci, dell' omelia e della dottrina da tenere, degli eser cizi spirituali che il clero deve fre quentare, della necessità di prostrarsi davanti a Dio con intense preghiere per la Chiesa cattolica, per il Som
14. La conferma di questo zelo per abbellire e ornare le chiese è dimostrata oltre che dal le 0l?ere di celebri pittori, e intagliatori, anche dagli organi, autentici gioielli dell' arte musicale, cf. G.BERBENNI, L'arte organaria a Bergamo, Presentazione di G. MIRAN DOLA, Provincia di Bergamo Settore Turismo, Bergamo 1998; Organi storici della Pro vincia di Bergamo, a cura di G. BERBENNI, Monumenta Bergomensia, 69, Provincia di Bergamo, Bergamo 1998.
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summo romano pontifice, de neces sitate sentiendi in omnibus corde et ore cum ista Apostolica Sede, eius que iuribus et sententiis totis viri bus propugnandis. 11. Ad communiendam vero populi fidem, hisce temporibus tot tantisque modis oppugnatam, opportunis litteris pastoralibus ad populum et ad clerum datis, nec non expressis sermonibus, quoties cumque sese fert occasio, tum publice tum privatim, adhortatur parochos ut in christianis dogma tibus explicandis summam adhi beant diligentiam et sedulitatem, dioeceseos catechismo quantumfie ri potest inhaerendo: adhortatur patresfamilias ut prolem sibi Q Domino creditam christianis mori bus imbuant, ac praecipue eosdem patresfamilias commonet et rogat ne filios suos, tutores vero et cura tores ne pupillos et pueros suos curae commissos ipsimet exponant aut expositos relinquant periculo omittendi vel morum innocentiam vel fidei puritatem; videantque praesertim quibus praeceptoribus, quibusve in scholis vel collegiis eosdem erudiendos atque educan dos tradunt. Nec omittit episcopus saepe sae pius pubblicas preces indicere pro Summo Pontifice ac pro tota Eccle sia tantis vexata persecutionibus. Ad hunc eundem finem post singu las missas a sacerdote, qui cele
mo Pontefice, della necessità di sen tire in tutte le cose nel cuore e nel la bocca con questa Sede Apostoli ca, di sostenere con tutte le forze i suoi diritti e le sue decisioni. Il. Per rafforzare la fede del popolo, tanto e in tanti modi com battuta in questi tempi, il vescovo, spedite lettere pastorali opportune al popolo e al clero, nonché con ser moni convenienti, ogniqualvolta si presenta l'occasione, sia in privato sia in pubblico, esorta i parroci per ché spieghino i dogmi cristiani con la massima diligenza e sollecitudi ne, seguendo per quanto è possi bile il catechismo della diocesi; esorta i padri di famiglia perché educhino nei costumi cristiani i figli avuti in dono dal Signore, e spe cialmente ammonisce e prega quei padri di famiglia a non esporre i loro figli, così i tutori e i curatori per i pupilli e i fanciulli affidati alle loro cure, al pericolo o di perdere l'innocenza dei costumi o la purez za della fede, e considerino soprat tutto a quali precettori, a quali scuo le o collegi li affidano per l'istru zione e l'educazione. Né il vescovo omette di indire molto frequentemente pubbliche preghiere per il sommo pontefice e per tutta la Chiesa, vessata da tante persecuzioni. A questo stesso sco po dopo le singole messe, dal sacer dote celebrante sono recitate col popolo tre Ave Maria.
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bravit, recitantur una cum populo Ogni giorno in tutte le chiese tres salutationes angelicae; quoti durante la celebrazione della prima messa, vengono cantate dal popo die dum celebratur prima missa in omnibus ecclesiis cantantur a popu lo le litanie lauretane con altre pre ghiere; ogni singola domenica, e, lo Litaniae Lauretanae cum aliis dove le condizioni delle chiese lo orationibus; singulis vero diebus consentono perchè non siano trop dominicis, et ubi ecclesiae condi po gravate di spese, anche di ve tiones patiuntur, ne nimium gra ventur ob impensas, etiam die vene nerdì, si tiene in tutte le parrocchiali la solenne esposizione del SS.mo ris, fit in omnibus ecclesiis paro chialibus solemnis expositio Sane Sacramento. 12. Le confraternite del SS.mo tissimi Sacramenti. Sacramento e della Dottrina Cri 12. Confraternitates SS. Sacra menti et Doctrinae Christianae in stiana erette regolarmente in tutte le chiese parrocchiali perdurano tut omnibus ecclesiis parochialibus tora. Nelle parrocchie ove non era regularitererectae adhuc perdurant: no erette o non istituite secondo la in quibus vero paroeciis vel nondum regola, ora sono ordinate e costi erectae vel saltem non rite constitu tuite secondo le norme. tae erant, nunc iuxta prescriptiones Lo stesso si deve dire circa le ordinatae atque institutae sunto Idem dicendum de confraterni confraternite del SS.mo Rosario: concessa al vescovo, come si è det tatibus SS. Rosarii, quae, concessa uti dictum est in superiori relatione, to nella precedente relazione, da ab ista Sancta Sede episcopo pro codesta Santa Sede per grazia spe speciali gratiafacultate eas decla ciale la facoltà di dichiararle aggre randi aggregatas arciconfraterni gate all'arciconfraternita di S. Maria sopra Minerva, esse in quasi tutte tati S. Mariae supra Minervam, in omnibus fere ecclesiis parochiali le chiese parrocchiali sono state rin novate o canonicamente erette. bus instauratae vel canonice erec tae sunto
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De Clero saeculari
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Il Clero secolare
1. Canonici, caeterique choro cathedralis addicti residentiam in universum observant modo tamen
1. I canonici e gli altri addetti al coro della cattedrale osservano generalmente la residenza, com' è
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quo possunt, attenta plurimorum infirma valetudine. 2. Matutinum, laudes aliasque horas canonicas recitant, et mis sam conventualem singulis diebus celebrant. 3. Canonici cathedralis missam conventualem pro benefactoribus adplicant diebus dominicis et festis etiam suppressis; caeteris diebus ferialibus non adplicant ex indulto Apostolicae Sedis. 4. Capitulum huius cathedralis elaboratum ad hanc sacram con gregationem Concilii misit pro novo statuto. Interea, existente adhuc apud istam congregationem dicto statuto pro adprobatione, obser vantur antiquae constitutiones et legitimae consuetudines. 5. Canonicus poenitentiarius sua munera diligenter observat; theologus quoque, quantum satis est, suis muneribus attendit, prout de more. 6. Omnes et singuli parochi totius dioecesis residentiae obliga tionem observant. Iidem omnes conficiunt et sub custodia retinent libros matrimoniorum, baptizato rum, confirmato rum et mortuorum, nec non statum animarum suae paroeciae ad normam ritualis Romani: qui libri quotannis per vicarios foraneos revisuntur. Statutum est etiam ut baptizato rum et mortuorum nec non matri monio coniunctorum libri diligenter
tuttavia possibile,consideratala cat tiva condizione di salute di molti. 2. Recitano il mattutino, le lodi e le altre ore canoniche, e ogni giorno celebrano la messa conven tuale. 3. I canonici della cattedrale applicano la messa conventuale per i benefattori di domenica e nelle feste anche soppresse, non negli altri giorni feriali per indulto della Sede Apostolica. 4. Il Capitolo di questa catte drale ha trasmesso a codesta sacra congregazione del Concilio il pro getto del nuovo statuto. Nel frat tempo, rimanendo ancora detto sta tuto presso codesta congregazione per essere approvato, sono osser vate le antiche costituzioni e le legittime consuetudini. 5. Il canonico penitenziere osserva diligentemente i suoi dove ri; anche il teologo soddisfa, quan to basta, ai suoi doveri, come d'a bitudine. 6. Tutti e singoli i parroci di tut ta la diocesi osservano l'obbligo della residenza. Tutti inoltre com pilano e custodiscono i libri dei matrimoni, dei battezzati, dei con fermati e dei morti, e inoltre lo sta to delle anime della loro parrocchia, a norma del rituale Romano. Quei libri ogni anno vengono controllati dai vicari foranei. È sta to inoltre stabilito che i libri dei bat tezzati, dei morti e degli sposati 261
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transcripti quotannis episcopali curiae exhibeantur intra proximi subsequentis anni ianuarium men sem, ad hunc finem ut etiam in hac curia eorundem librorum exemplar authenticum servetur . 7. Parochi quum civitatis tum dioecesis pro numero parochiano rum adiunctos habent unum vel plu res sacerdotes, qui partim benefi ciarii plerique mercenarii, eos adiu vant in cura animarum, et quamvis imminutus est hisce temporibus numerus sacerdotum, et in aliqui bus locis ob legem suppressionis omnino defecerunt emolumenta pro sacerdotum substentatione, attarnen usque modo sacerdotale ministe rium, quantum saltem animarum necessitatibus satis est, non defuit. Fatendum tamen est quod, in nonnullis paroeciis, maioribus solummodo necessitatibus satisfie ri potest, et multo minus satisfieri poterit in posterum, deficientibus in dies tum sacerdotibus tum etiam mediis ad eos substentandos. 8. Parochi ut plurimum per se, rarius per coadiutores aut alios idoenos sacerdotes, si quando sunt impediti, diebus dominicis et festis plebem sibi commissam, pro sua eiusque capacitate, pascunt salu taribus verbis docentes ea, quae omnibus scitu sunt necessaria ad
ogni anno vengano trascritti dili gentemente e rimessi alla curia vescovile entro la fine del mese di gennaio dell'anno successivo, al fine che anche in questa curia sia conservato un esemplare autentico degli stessi libri. 7. I parroci sia di città sia della diocesi, hanno assegnati a secondo del numero dei parrochiani, uno o più sacerdoti, che, in parte benefi ciati, la maggior parte mercenari, li aiutano nella cura d'anime. Benché sia diminuito in questi tempi il numero dei sacerdoti, e in alcuni luoghi per la legge della soppres sione siano venute meno le entrate per il sostentamento dei sacerdoti, tuttavia sino ad oggi il ministero sacerdotale non è mancato, risul tando sufficiente per quanto riguar da almeno le necessità delle anime. V' è da riconoscere che in alcu ne parrocchie si possono soddisfa re solo le necessità maggiori, e mol to di meno ciò sarà possibile in futuro, col diminuire sia dei sacer doti che dei mezzi per sostentarli. 8. I parroci, il più delle volte personalmente, più di rado se impe diti tramite i coadiutori o altri com petenti sacerdoti, nutrono con paro le salutari nelle domeniche e nelle feste la popolazione loro affidata, per quanto sta nella loro capacità e in quella dei fedeli, e insegnano quelle verità che sono a tutti neces sarie per la salvezza, secondo l'am
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salutem iuxta monita conciliorum Romani et Tridentini. 9. Singulis dominicis et aliis die bus festis in suis paroeciis fidei rudimenta, et oboedientiam erga Deum et parentes, pueros caeteros que hoc adiutorio indigentes doce re numquam omittunt: hoc autem opus per se ipsi parochi et per sacerdotes, per clericos et etiam per homines laicos probatos et capaces fructuose exequuntur. Homilia vero in missa paro chiali et aliquantulum catecheseos pro pueris et rudibus ante vesperas ne tempore quidem autumnali, quod vacationis vocant, omittuntur. Extra hoc tempus autumnale, ante vesperas parochi singulis dominicis diebus populo scholam et explicationem doctrinae chri stianae traditae in catechismo dioe cesano faciunt iuxta regulas a sane to Carolo Borromaeo statutas in opere Concilia Provincialia. Hoc genus instructionis fideles libentissime et summa frequentia audiunt, ita ut in rusticis praeser tim paroeciis tempo re christianae doctrinae ecclesiae sint omnino ple nae et consertae. J O. Parochi caeterique curam animarum habentes singulis diebus dominicis festisque de precepto nec non festis suppressis missam appli cant pro populo suae curae com misso. Nonnullos parochos merce narios, qui stipendium tam exiguum
monimento dei concili Romano e Tridentino. 9. Ogni domenica e negli altri giorni di festa mai omettono di inse gnare le verità di fede con l' obbe dienza verso Dio e i genitori ai ragazzi e agli altri che sono biso gnosi di questo aiuto. Quest' opera viene compiuta con frutto dai par roci personalmente o dai sacerdo ti, dai chierici e anche da uomini laici competenti e capaci. Mai vengono tralasciati l'omelia nella messa parrocchiale e un po' di catechismo per i fanciulli e per la gente incolta prima dei vespri, nemmeno in autunno, che chiama no tempo di ferie. Fuori da questo periodo autunnale, prima dei vespri, i parroci nelle singole domeniche tengono al popolo la scuola e la spiegazione della dottrina cristia na, come è tramandata nel catechi smo diocesano, secondo le regole stabilite da san Carlo Borromeo nel l'opera Concilia Provincialia. I fedeli ascoltano molto volen tieri e con grande frequenza questo genere di istruzione, al punto che specie nelle parrocchie di campa gna, al tempo della dottrina cristia na le chiese sono gremite di gente. lO. I parroci e gli altri che han no cura d'anime nelle domeniche e feste di precetto ed anche nelle feste soppresse, applicano la messa per il popolo affidato alle loro cure. Co desta Santa Sede ha dispensato 263
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percipiunt, ut ad quotidianam sub stentationem non sufficiat, hisce temporibus ab onere adplicandae missae in festis suppressis ista Sancta Sedes dispensavit. 11. Ad clericalem tonsuram, vel ad Ordines Minores nemo unquam admittitur, quin vocationis suae indubia dederit argumenta, seque disciplina, studio et morum integritate commendabilem prae buerit. Qui vero Ordines Maiores suscepturi sunt, statutum est ut spa tio saltem octo dierum spirituali bus exercitiis mundent conscien tiam suam, seque ad tantum mini sterium preparent atque disponant. 12. Omnes prorsus e clero vestes iugiter deferunt clericales iuxta constitutiones sinodales et episcopi mandata. Mala tempo rum condi tio clericos uti privilegio fori mini me sinit; nihilominus quantum fie ri potest, servantur ea quae dispo sita sunt a sacrosancta Tridentina sinodo sesso 23 cap. 6 De Reform. et a constitutione summi pontificis Benedicti XII1 in concilio Romano emanata. 13. Singulis mensibus quum in episcopali palatio, quo clerus civi tatis et clerici seminarii studiis theologicis addicti conveniunt, tum in reliquis omnibus dioeceseos paroeciis apud parochum habentur conferentiae in quibus discutiuntur et definiuntur casus theologiae dog-
alcuni parroci mercenari, che per cepiscono uno stipendio tanto esi guo da non bastare per il loro man tenimento quotidiano, dall'onere di applicare la messa nei giorni festi vi soppressi. 11. Mai nessuno è ammesso alla tonsura clericale o agli Ordini Minori senza che abbia mostrato prove indubbie della sua vocazio ne e senza essersi reso lodevole per la disciplina, lo studio e l'integrità dei costumi. Per quanti sono sul punto di ricevere gli Ordini Mag giori, si è stabilito che passino almeno otto giorni negli esercizi spirituali, per purificare la loro coscienza, prepararsi e disporsi a un ministero tanto grande. 12. Tutti gli ecclesiastici indos sano ancora le vesti clericali, secon do le costituzioni sinodali e le disposizioni del vescovo. L'iniqua condizione dei tempi non permette minimamente ai chie rici di godere il privilegio del foro. Tuttavia per quanto si può, sono osservate le norme emanate dal sacrosanto sinodo Tridentino, sesso 23 cap. 6 De Reform. e dalla Costi tuzione del sommo pontefice Bene detto XIII nel concilio Romano. 13. Ogni mese sia nel palazzo vescovile, dove il clero della città e i chierici del seminario studenti di teologia convengono, sia in tutte le altre rimanenti parrocchie della dio cesì, si tengono presso il parroco le 264
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maticae et moralis, iuris canonici, hermeneuticae atque sacrorum rituum. Conferentiis, quae habentur in palatio episcopali, praesidet ipse episcopus. Extra civitatem autem praesto sunt vicarii foranei, qui se quotannis conferunt ad singulas paroecias sibi commissas et subiec tas, ibique praesident conferentiis, quibus intersuntparochi totius vica riae nec non sacerdotes illiusparoe ciae, in qua conferentia habetur. Reliqui sacerdotes loco com modiori inter se conferentias ha bent, in quibus discutiunt casus omnes in kalendario dioecesano propositos. Yicarii foranei autem tenentur remittere quamprimum ad curiam episcopalem discutiones in conferentiis habitas, quae revisun tur a speciali commissione. 14. Mores cleri saecularis ge neratim sunt graves, et ad pietatem et vitae honestatem, ut decet homi nes in sortem Domini vocatos, com positi. Ad hoc episcopus omnimo dam habet vigilantiam per se, per provicarios generales, per vicarios foraneos et per deputatos super ecclesiastica disciplina, qui apud ipsum episcopum saepissime con veniunt et conferunt. Quod si quando contingat, ut aliquis e clero a recta via declinet, episcopus ea adhibet media, quae sacri canones, sinodi et concilia provincialia adhibenda praescri
riunioni, nelle quali vengono discus si e definiti i casi di teologia dog matica e di morale, di diritto cano nico, di ermeneutica e dei sacri riti. li vescovo stessopresiedealleriu nioni tenute nel palazzo vescovile. Nel territorio sono poi presenti i vicari foranei, che ogni anno si recano nelle diverse parrocchie loro affidate e soggette, e là presiedono alle conferenze, cui intervengono i parroci di tutta la vicaria e i sacer doti di quella parrocchia in cui si svolgono le conferenze. Gli altri sacerdoti si riuniscono nel luogo più comodo, e nelle con ferenze discutono i casi proposti nel calendario diocesano. I vicari foranei sono tenuti poi a rimettere al più presto alla curia vescovile le discussioni fatte nelle conferenze, che vengono esamina te da una speciale commissione. 14. I costumi del clero sono generalmente austeri, e, come si addice agli uomini chiamati all' e redità del Signore, ordinati all' a mor di Dio e all'onestà della vita. A tale scopo il vescovo vigila per sonalmente con tutta la sua atten zione, o tramite i provicari genera li, i vicari foranei e i deputati per la disciplina ecclesiastica, che spes sissimo si radunano presso di lui per riferire. Se talvolta succede che qualcu no del clero devia dalla retta stra da, il vescovo usa quei mezzi che i 265
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bunt, ut eum ad bonam frugem sacri canoni, i sinodi e i concili pro vinciali prescrivono per ricondurlo reducat. a buona condotta. Ex universis huius dioecesis Di tutti i sacerdoti di questa dio sacerdotibus, qui sunt numero cir cesi, il cui numerto è di circa 1.150, citer mille et centum quinquagin se ne trovano quattro ritornati mol ta, quatuor reperiuntur qui miser to miseramente alla vita secolare e rime ad vitam saecularem redierunt indossano il vestito civile. et vestes laicas induunt. Ex his vero duo etiam matrimo Due di essi hanno osato con trarre anche il cosiddetto matrimo nium, quod dicunt civile, attentare nio civile, come è già noto a code ausi sunt, sicuti iam notum est isti sacrae congregationi. sta sacra congregazione. Questi due, Bi duo, ex iussu istiusdem per ordine della stessa sacra con gregazione, lettera del 30 settem sacrae congregationis litteris datis bre scorso, essendo già state fatte die trigesima septembris proxime tre ammonizioni canoniche, tra elapsi, cum iam tria monita cano nica facta sint, infra paucos dies pochi giorni dovranno essere taglia ti come membra putride dal corpo proscindendi erunt veluti membra della Chiesa, mancando ogni spe putrida e corpore Ecclesiae, cum nulla spes effulgeat eorum conver ranza di una loro conversione. sionis".
Sesso IV
De Clero regulari
IV
Il Clero regolare
1. Clerici regulares, qui in oppi 1. I chierici regolari che, sotto do Somaschae sub episcopi iuris la giurisdizione del vescovo, svol dictione curam gerunt animarum, gono cura d'anime nel villaggio di fideliter sua munera adimplent. Somasca, adempiono fedelmente i loro uffici. 2. Fratres cappuccini, qui post 2. I frati cappuccini, che dopo legem suppressionis e propria domo eiecti, aliam prope civitatem sibi la legge della soppressione, espulsi comparaverunt oblationibus fide dalla loro casa, con le offerte dei fedeli ne acquistarono un'altra vici lium, in hac nova domo adhuc
15. Quattro membri della disciolta Unione di S. Bartolomeo avevano chiesto la secolariz zazione e due di loro avevano contratto matrimonio civile; R. AMADEI, Il clero ber gamasco..., p.179.
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vitam degunt sub regulari obser vantia. Antiquam vero cappuccino rum domum, quae eorum expulsione facta, ex piorumfundatorum volun tate espressa venerat in possessio nem ac proprietatem episcopi, ea tamen conditione ut, si fratres cap puccini in ea commorari amplius non possent quacumque de causa, uteretur in bonum dioecesis, epi scopus vendidit, tum ut eam eripe ret a certo discrimine usurpationis ex parte auctoritatis civilis, tum ut urgentibus necessitatibus clerico rum et educationi iuventutis subve niret. At fratres cappuccini ius super eam habere se contendentes, causam deduxerunt apud istam sacram congregationem Episcopo rum et Regularium".
no alla città, ancora vivono in essa sotto l'osservanza regolare. L'antica casa dei cappuccini, che dopo la loro espulsione, per espres sa volontà dei pii fondatori, era venuta in possesso e proprietà del vescovo, a condizione tuttavia che se i cappuccini non potevano più dimorarvi per qualsiasi ragione, ser visse al bene della diocesi, fu da lui venduta, sia per sottrarla a un certo pericolo di usurpazione da parte dell' autorità civile, sia per far fron te alle urgenti necessità dei chierici e all'educazione della gioventù. Ma i cappuccini, contestando di avere il diritto su di essa, hanno fat to causa presso la sacra congrega zione dei Vescovi e Regolari.
16. Rimando a AGe (Arch.gen.Cappuccini-Roma), G. 70, busta A-B fascicolo 5 Bergamo, Controversia cum episcopo. Anche mons. Speranza ha lasciato alcune interessanti let tere sulla controversia, nelle quali esprime le ragioni che sostengono il suo diritto sul con vento. L'immobile, finito in proprietà a un certo Richelmi Agostino, era stato acqui stato il 5 giugno 1837 dal vescovo Morlacchi con la clausola firmata da lui e da fra Daniele Maria d'Ala, di ristabilirvi i cappuccini. Confiscato nel 1866, Speranza mos se causa contro il demanio ottenendone la restituzione nel 1872. Mentre i cappuccini s'e rano insediati nell'ex convento dei celestini, Speranza di fronte alla richiesta del muni cipio e della congregazione di carità che chiedevano la disponibilità dell'immobile, prima che fosse di nuovo espropriato, decise che fosse acquistato dal prevosto di S. Anna per destinarlo a oratorio festivo, con la clausola che doveva rimanere al vescovo pro tempore. I cappuccini mossero causa da questi accordi, argomentando che i loro diritti erano stati violati. Una prima sentenza nel 1873 risultò favorevole ai religiosi. Pio IX acconsentì a una sua revisione dopo che il vescovo aveva lasciato scadere il tempo utile per il ricorso. Una seconda sentenza nel 1874 decretò di comporre la ver tenza con una conciliazione, ma nulla si fece. Solo con mons. Guindani la congregazione dei Vescovi e Regolari nel 1876 decise per un atto di concordia con i religiosi che rien trarono in possesso del convento. L'atto fu firmato il 14 ottobre 1883 dal canonico Gia cinto Arcangeli per il vescovo e da fra Egidio da Milano per il provinciale dei cappuc cini; ACVB,fondo Vescovi Mons. Speranza, Corrispondenza mons. P.L. Speranza, let tere 9 gennaio, 16 gennaio, 28 marzo, 6 aprile, 29 maggio 1874; ibid., fondo Mons. Vistalli, fascicolo Ill, Mons. Guindani e la vertenza coi padri Cappuccini.
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3. I frati minori osservanti rimangono ancora nei loro ambien ti, resistendo, per quanto è possibi le, alle vessazioni. Pochissimi vivono fuori con vento, sia cappuccini che minori osservanti e conventuali. Poiché il vescovo per esperien za sa che i regolari del genere raris simamente hanno un esito lodevole, li tollera fuori dal convento solo per qualche tempo, e si prende cura che, se possibile, ognuno ritorni al suo monastero, come da lettera del la sacra Penitenzieria del 28 luglio 1866. 4. Il vescovo neppure di auto rità delegata ha visitato alcun con vento dei regolari. A quanto gli consta, nulla vi è nei monasteri della sua diocesi che vada contro le regole di essi e mol to meno che dia scandalo ai fedeli. Non ha avuto alcun dissenso con gli stessi regolari nell'esercizio del la sua giurisdizione sia ordinaria sia delegata.
3. Fratres minores observan tiae vexationibus, quantum fieri potest, resistentes perdurant adhuc in locis suis. Perpauci, sive cap puccini sive fratres minoris obser vantiae et minores conventuales, degunt extra conventum. Sed cum episcopus experimento compertum habeat regulares huiusmodi lauda bilem exitum perraro habere, eos extra conventum ad tempus tantum tollerat, et curat ut, si fieri potest ad suum quisque redeat monaste rium, iuxta litteras a sacra Poeni tentiaria datas die vigesima octa va iulii 186617• 4. Episcopus, ne auctoritate qui dem delegata ullum regularium conventum visitavit: quantum tamen sibi constat, nihil in monasteriis suae dioecesis est, quod sit contra eorundem regulas; multoque minus quod schandalum praebeat Chri stifidelibus. Nullum item habuit offendicu lum cum iisdem regularibus in exer citio sua e iurisdictionis sive ordi nariae sive delegatae.
17. Pio VII dopo la riapertura dei conventi per i religiosi dispersi sotto Napoleone, aveva loro concesso di trattenere in deposito presso i superiori eventuali somme ricevute a qual siasi titolo. Le abitudini inveterate erano difficili da sradicare. Pio IX per la riforma dei regolari istituì la congregazione De statu Regularium Ordinum, onde ristabilire una perfetta vita comune gradualmente, ottenendo buoni risultati e senza il ricorso a misure drastiche. Con la circolare "Neminem latet" 19 marzo 1857, il papa indicò la necessità dell'introduzione della vita comune, l'ammissione nell'Ordine condizionata a norme severe, la professione solenne da rinviare in età adulta; G. MARTINA,s.j., Pio IX (1851-1866)..., p. 213-240.
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Sesso V
De Monialibus
V
Le Monache
l. Moniales omnes, quae ad 1. Tutte le monache che appar monasteria huius dioecesis perti tengono ai monasteri di questa dio nent, episcopo sunt subiectae. Epi cesi sono soggette al vescovo. scopus vero non solum nihil omni Egli non solo nulla ha di che no habet quod in iis reprehaendat; rimproverarle, ma osservano costi sed constitutiones et regulas suae tuzioni e regole del loro istituto in institutionis ita servant, ut de iisdem modo tale che egli si deve dire sod se contentum et satisfactum dicere disfatto e contento di esse, risul gaudeat, pateatque libentissime tando che tutte le religiose, sia quel religiosas omnes, tum quae tenentur le in clausura sia le altre, fioriscono ad clausuram tum quae non tenen nell' autentico spirito di santità. tut; vero sanctimoniae spiritu flo Pertanto nessun abuso è pene trato nei monasteri che abbia biso rere. Quare nullus in monasterii abu gno del consiglio e dell'aiuto del la sacra congregazione. sus irrepsit, qui consilio et auxilio La clausura dei monasteri vie sacrae congregationis indigeat: ne custodita inviolabilmente. Le clausura monasteriorum inviolata custoditur: religiosae sibi et puellis religiose con sommo zelo si dedi cano a sé stesse, alle ragazze da educandis vel operibus charitatis summo cum zelo attendunt. educare o alle opere di carità. 2. A ogni monastero, sia di città 2. Singulis mulierum monaste sia del territorio, vien designato dal riis tam civitatis quam dioecesis, vescovo un confessore stabile che deputatur ab episcopo stabilis con durerà tre anni, e in tempi stabiliti fessarius ad tres annos duraturus, et statis temporibus conceditur etiam viene concesso anche un confesso confessarius extraordinarius. re straordinario. 3. Monasteriorum redditus 3. I redditi dei monasteri fino ad hucusque fideliter administrantur. oggi sono ben amministrati. Dopo Latis vero legibus, quae omnia che sono state emanate le leggi che monasteria suppresserunt, monia sopprimevano tutti i monasteri, le les, quae in hac provincia Longo monache, le quali in questi luoghi bardiae de bonis suis disponere della Lombardia potevano dispor libere poterant, bona ipsa festi re liberamente dei loro beni, li alie nanter vendiderunt, ut a saevitia narono in fretta per essere libere liberarentur: coram lege civili unada vessazioni.
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Davanti alla legge civile ogni monaca risulta proprietaria di una parte dei beni che, fatta la divisione, a lei appartiene. Lo stesso si deve affermare circa le doti delle novi zie. Tutti i redditi, sia delle monache sia delle novizie, sono impiegati per l'utilità comune del monastero. Questi cambiamenti introdotti per necessità a causa delle leggi civili, non hanno mutato tuttavia quello spirito di povertà che le monache sono tenute a praticare come condizione del loro istituto. 4. Nella relazione del passato triennio era stato detto che il nume ro delle vocazioni non era diminui to neppure al presente per la situa zione delle cose e l'agitazione dei tempi. Ma nel triennio in scadenza le vocazioni delle monache tenute alla clausura mancano alquanto. Il numero invece delle monache non tenute alla clausura, aumenta anziché diminure. Nella stessa relazione è stato detto circa la tassa di 30 lire sui 100 di beni che il regio demanio aveva imposto ai monasteri di codesta provincia. Gli amministratori delle mona che hanno reclamato, e la cosa è stata composta a condizione che sborsassero invece del 30, il 20 cir ca su 100 di tutti i beni. E così i monasteri si sono liberati anche da questa nuova vessazione.
quaeque monialis apparet uti domi na partis bonorum, qua e, partitio ne facta, ipsi pertingit. Idem dicen dum venit de dotibus novitiarum. Omnes vero reditus sive monialium sive novitiarum in communem monasterii utilitatem expenduntur. Istae vero immutationes, quae necessitatis gratia invectae juerunt causa legum civilium, non immuta verunt tamen illum spiritum pau pertatis, quem moniales ex institu tionis suae conditione profiteri tenentur. 4°. In relatione proximi prae teriti triennii dictum fuerat, voca tionum numerum ne in praesenti quidem rerum et temporum pertur batione diminutum juisse. At in labenti triennio vocationes monia lium, quae tenentur ad clausuram, nonnihil desiderantur. Numerus e contra earum sane timonialium, quae non tenentur ad clausuram, nedum minueretur, auc tum (sic) est. In eadem relatione dictum est etiam de taxa triginta libellarum supra centum bonorum, quam regius demanius imposuerat monasteriis huius provinciae. Reclamaverunt administratores monialium, et res ea conditione composita est, ut pro triginta vigin ti tanium circiter persolverent supra centum omnium bonorum; et ila monasteria se se exemerunt etiam ab hac nova vexatione. At cum ad hoc opus complendum monasteria 270
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totius provinciae bona sua, ut ita Per il fatto che i monasteri di tut dicam, in unum contulissent, in ta la provincia, al fine di completa praesentiarum nihil reliqui est nisi re tale opera, hanno messo insieme ut aliquae componantur differen tutti i loro beni, al presente nulla v'è di particolare, se non alcune ver tiae, qua e ortae sunt in partitione taxae persolvendae iuxta unius tenze sorte nella divisione della tas cuiusque monasterii quantitatem sa da pagare, in base alla quantità bonorum: ad has autem compo dei beni di ogni monastero. Per nendas differentias electi fuerunt risolvere tali vertenze sono stati elet tres arbitri, qui sunt illustrissimus ti tre arbitri, che sono l'illustrissi ac reverendissimus archiepiscopus mo e reverendissimo arcivescovo di Mediolanensis atque reverendissimi Milano, e i reverendissimi vescovi episcopi Brixiensis et Bergomensis. di Brescia e di Bergamo.
Sesso VI
De Seminario
VI
Il Seminario
I. Seminarii scholae, exceptis l. Le scuole del seminario, theologicis ut dictum est in sesso 1 eccettuate quelle teologiche, come huius relationis, per gubernii edic già detto nella sesso I di questa rela tum haberi non licet. Quare epi zione, non si possono avere a causa scopus coactus est alio modo, quo del decreto del governo. Ragion per meliori potuit, providere ut adole cui il vescovo è stato costretto in scentes in sortem Domini vocati altro modo, meglio che ha potuto, a educentur et instruantur: provvedere che gli adolescenti chia Itaque ad eludendam aliquo mati all' eredità del Signore siano modo regii guberni legem, alumnis, educati e istruiti. qui studio theologiae addicti sunt, Perciò al fine di eludere in qual adiunxit veluti furtim etiam eos, qui che modo la legge del governo, ha philosophiae operam dare debent, aggiunto agli alunni di teologia, iique principia philosophica divi quasi furtivamente, anche quelli Thomae docentur, sub specie et che devono studiare filosofia, e que nomine studii praeparatorii ad sti sono istruiti nei principi filosofici theologiam. di san Tommaso, sotto l'apparenza Scholas vero grammaticae et e il nome di uno studio preparatorio rethoricae, quas, ut iam dictum est, alla teologia. ab hinc tres annos, non ostante priLe scuole di grammatica e reto 271
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ma prohibitionis lege, sensim sine sensu operuerat, novo gubernii decreto anni praeteriti iterum clau dere coactus est. Interim reliquipueri, qui ad cle ricalem militiam vocati praesu muntur, quique nondum studio phi losophiae apti sunt, partim edu cantur in collegiis episcopalibus Celanae et S. Alexandri, partim domi suae a propriis parochis vel a piis doctisque sacerdotibus. 2. In seminario adolescentes instruuntur in ecclesiastica disci plina per moderatores, ab episco po deputatos et sub ipsius imme diata vigilantia. Clerici omnes, sive degant in seminario, sive in collegiis episco palibus, docentur ea omnia quae sunt necessaria. 3. Docti et pii sacerdotes de administratorum consensu magistri in seminario ab episcopo deputan turo Profectus clericorum in studiis semper extitit laudabilis. Clerici quoties opus est, vel quo ties manda t episcopus, cathedrali et aliis parochialibus ecclesiis pie et devote inserviunt. 4. Duorum ex senioribus cano nicorum aliorumque piorum sacer dotum consilio utitur episcopus in iis expediendis, qua e ad rectum seminarii regimen spectant. 5. Seminarium frequenter visi tat episcopus, examinibus clerico rum adsistit, et curat ut constitu
rica che, come già detto, da tre anni, nonostante una prima proibizione per legge, il vescovo aveva aperto progressivamente, con nuovo decre to governativo dello scorso anno è stato costretto a chiuderle. Nel frattempo gli altri ragazzi che si presume siano chiamati allo stato ecclesiastico, non ancora ido nei allo studio della filosofia, parte sono istruiti nei collegi vescovili di Celana e di S. Alessandro, parte alle loro case dai propri parroci o da altri pii e dotti sacerdoti. 2. Gli adolescenti in seminario sono formati nella disciplina eccle siastica tramite i superiori, nomi nati dal vescovo, sotto la sua imme diata vigilanza. Tutti i chierici residenti in semi nario o nei collegi vescovili sono istruiti in tutto quanto è necessario. 3. Dal vescovo col consenso degli amministratori, sono nominati mae stri in seminario dotti e pii sacerdo ti. Il progresso dei chierici negli stu di si è rivelato sempre lodevole. I chierici, quando occorre o lo richiede il vescovo, servono pia mente e devotamente in cattedrale e nelle altre chiese parrocchiali. 4. Il vescovo ricorre al consiglio di due dei più anziani canonici e di altri buoni sacerdoti nello svolgere tutte le cose riguardanti il retto governo del seminario. 5. Il vescovo visita frequente mente il seminario, assiste agli esa 272
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3 DICEMBRE 1873 mi dei chierici e si prende cura che le costituzioni vengano osservate. 6. Per tutte le spese del semina rio, poiché solo la terza parte dei redditi, e anche questa esigua, basa ta sulla stima ridotta dei beni che è piaciuto fare al regio demanio, vie ne corrisposta dal governo solo da due anni a questa parte, i chierici non poveri pagano quanto basta, quelli indigenti sono invece man tenuti sia con le offerte dei fedeli sia con una somma modesta versa ta da loro, come ho ricordato. Così non è stato ancora neces sario ricorrere alla tassa Tridenti na. È noto che il regio governo ha abolito il privilegio col quale il vescovo poteva esentare un certo numero di giovani dal servizio mili tare. Questa legge, come è chiaro, tende a che sia distrutto il clero. Il vescovo per riparare un danno così grave ha istituito con una lettera pastorale la pia associazione nella sua diocesi, detta per il riscatto dei chierici. I fedeli hanno risposto alle esortazioni del vescovo con spirito pronto e continuamente rispondo no, al punto che sinora coloro che avrebbero dovuto fare il militare sono stati riscattati, cosa che il vescovo ritiene certamente avverrà anche in futuro. Per raccogliere la quantità di denaro sufficiente a riscattare tutti i
tiones observentur. 6. Pro omnibus expensis semi narii, quia nonnisi tertia redituum pars, et haec quidem admodum exi gua, quippe quae fundatur in parva existimatione bonorum, quam faciendam placuit regio demanio, ab hinc duos tantum annos ei a gubernio solvitur; clerici non pau peres solvunt quantum satis est: clerici vero pauperes aluntur tum oblationibus fidelium tum exigua Ula redituum parte, quam memo ravi. Ita nondum fuit opus recurrere ad taxam Tridentinam. Notum est autem regium guber nium abstulisse privilegium, quo episcopus poterat certum numerum iuvenum liberare a servitio milita ri. Haec lex, ut perspicuum est, ad hoc tendit ut penitus destruatur cle rus. Episcopus ad damnum tam grave reparandum per litteras pastorales piam associationem instituit in sua dioecesi, cui a Redemptione Clericorum nomen est. Fideles exhortationibus epi scopi tta prompto animo responde runt et continue respondent, ut usque modo quotquot militare debuissent, liberati fuerint : quod et in posterum eventurum certo tenet episcopus. Ad eam vim pecuniae colligen dam, quae sufficiat ut omnes cleri ci liberentur a servitio militari, adhibetur etiam eleemosina missa 273
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chierici dal servizio militare, viene rum, quae a parochis applicandae usata anche l'elemosina delle mes essent pro populo in festis suppres sis, iuxta facultates a sacra con se che si dovrebbero applicare dai gregatione Concilii concessas lit parroci nelle feste soppresse, secon teris datis die vigesima quarta apri do le facoltà date dalla congrega lis 1871. zione del Concilio il 24 aprile 1871.
Sesso VII
De iis quae pertinent ad Ecclesias,
Confraternitates et Loca Pia
VII
Chiese, Confraternite
e Luoghi Pii
l. In sacristiis omnium eccle L. Nelle sacristie di tutte le chie siarum est exposita tabella onerum se è esposta la tabella degli oneri missarum et anniversario rum, eam delle messe e degli anniversari, che que revisit et approbavit episcopus il vescovo ha esaminato e approva in pastorali visitatione, et quotannis to nella visita pastorale, e che ogni revisit per vicarios foraneos. anno riesamina tramite i vicari fora Bis oneribus semper satisfac nei. A questi oneri si è sempre sod tum est, quoadfieri potuit. Si quan disfatto, per quanto s'è potuto. Se do ob redituum defectum satisfieri talvolta non si è potuto far fronte nequivit, episcopus providit iuxta per insufficienza dei redditi, il rescriptum sacrae congregationis vescovo ha provveduto secondo il praepositae Negotiis Ecclesiasticis rescritto della sacra congregazione Extraordinariis datum die octava per gli Affari Ecclesiastici Straor octobris 1856, et quotiescumque dinari, dell' 8 ottobre 1856, e quan opus fuit ad istam sanctam Apo do ve n'è stato bisogno si è fatto stolicam Sedem semper habuit ricorso a codesta santa Sede Apo recursum. stolica. 2. Confratemitatum, scholarum, 2. Le pie opere di confraternite, aliorumque piorum locorum pia scuole, e altri luoghi pii disposte opera a testatoribus iniuncta melio dai testatori vengono adempiute nel ri quo potuit modo et iuxta reditus, modo migliore possibile e in base quos temporum iniquitas valde ai redditi che la condizione sfavo imminuit, adimpleta sunto revole dei tempi ha molto diminui 3. Ab administratoribus pio rum to. 3. Gli amministratori dei luoghi pii, se non si oppone l'autorità civi 274
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locorum, quatenus non obstet civi le, come in realtà per lo più avvie lis potestas, quae ut plurimum rea ne, rendono ragione dell'ammini pse obstat, singulis annis per vica strazione al vescovo tramite i vica ri foranei. rios foraneos ratio redditur epi Se è da deplorare che gli ammi scopo. Si vero dolendum est quod nistratori dei luoghi pii, anzi anche administratores piorum locorum, della chiesa, che si chiamano fab imo etiam ecclesiae, qui praefecti bricieri, sono in maggior parte lai fabricae vocantur, ut plurimum ci nominati dall' autorità civile sen homines laici deputantur a pote za nemmeno consultare il vescovo, state civili, ne consulto quidem epi scopo, attamen hi sunt plerumque tuttavia essi sono ottimi uomini che, optimi viri, qui, quoad fieri potest, per quanto possibile, dipendono in eorumdem bonorum administra nell' amministrazione dei beni dal tione ab auctoritate ecclesiastica l'autorità ecclesiastica e si impe dependent et cum ea convenire stu gnano a collaborare con essa. dent. 4. Le leggi civili non consento 4. Montes Pietatis visitare epi no al vescovo di visitare i Monti di scopum non sinunt leges civ ile s, Pietà, e ancor meno di chiedere multoque minus rationem admini conto dell' amministrazione, che strationis exquirere, quam omnino l'autorità civile rivendica a sé. Lo stesso si deve dire circa gli sibi vindicat civilis potestas. Idem dicendum venit de hospitalibus, ospedali, che tuttavia il vescovo quae tamen visitat episcopus, et visita, e provvede che agli infermi providet ut infirmis, in eisdem colà degenti non manchino i con forti della religione. degentibus non desint religionis praesidia.
Sesso VIII
De Populo
VIII
Il Popolo
IO Mores populi huius dioe l. I costumi del popolo di questa cesis in universum sunt boni, pie diocesi in generale sono buoni, tati ac religioni conformes. Eccle ordinati all'amor di Dio e alla reli sias, Verbum Dei, doctrinam chri gione, frequenta le chiese, la Paro stianam et sacramenta frequentant. la di Dio, la dottrina cristiana e i Iam supra dictum est, in paroe sacramenti. ciis praecipue rusticis doctrinae Già più sopra si è detto che nel 275
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christianae adeo frequentes ades se fideles, ut ecclesiae, quantumvis capaces, consertae semper sint. Idem dicendum est de frequentia ad alias ecclesiasticas functiones, quae celebrantur diebus festis, ac praesertim diebus etiamferialibus ad primam missam post auroram. Est etiam laudabilis mos, ut in omnibus ecclesiis parochialibus et subsidiariis sero quotidie recitetur publice sanctissimum Rosarium, et visitetur afidelibus magna quidem frequentia Sanctissimum Sacra mentum. Etiam vertigo, quae per motus civiles nonnullorum mentes exagi taverat, sensim decrescit, et in prae sentiarum populus dioecesis Ber gomensis reverentia erga sacerdo tes, maxime vero erga episcopum, nec non caeteris christianis virtu tibus se commendabilem exhibet. Erga sanctam Apostolicam Sedem et Summum Pontificem devo tionem maximam, et qua nihil melius optari potest, ostendere per git; et huiusmodi devotionis argu menta praebet saepenumero in con cursu ad sacras functiones, quae fiunt pro ipsius pontificis maximi incolumitate, pro Catholicae Eccle siae triumpho, necnon cum obla tionibus piae operae vulgo Dena ro di S. Pietro!"
le parrocchie soprattutto rurali, i fedeli frequentano la dottrina cri stiana in modo tale che le chiese, per quanto ampie, sono sempre gre mite. Lo stesso è da rilevare sulla fre quenza alle altre funzioni ecclesia stiche, che si celebrano nelle feste e anche nei giorni feriali alla prima messa dopo l'aurora. È anche lodevole consuetudine che in tutte le chiese parrocchiali e sussidiarie, ogni giorno di sera sia recitato pubblicamente il santissi mo rosario, e venga visitato il San tissimo Sacramento da un gran numero di fedeli. Anche la vertigine che per i moti civili aveva eccitato le menti di qualcuno, poco a poco è diminui ta, e al presente il popolo della dio cesi di Bergamo si mostra enco miabile per il rispetto verso i sacer doti, soprattutto verso il vescovo, nonchè nelle altre virtù cristiane. Verso la Santa Sede Apostolica e il Sommo Pontefice continua a mostrare il massimo ossequio, del quale nulla di meglio si può desi derare. Le prove di tale ossequio si trovano nell' affollata partecipazio ne alle sacre funzioni, celebrate per l' incolumità del pontefice massi mo, per il trionfo della Chiesa cat tolica, e inoltre nelle oblazioni alla pia opera detta Denaro di S.Pietro.
(a) La frase è segnata in margine.
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2. Verum quidem est, in hac etiam dioecesi reperiri nonnullos, qui erroribus huius miserrimi tem poris imbuti, Ecclesiae Catholicae adversantur, religionis ac pietatis opera parvipendunt, libros et ephe merides hodiernas legunt, et vitam ut ethnici agunt. Hi fere omnes sec tae, vulgo framassoneria, nomen suum dederunt; et horum operae schandala, quae quidem numero pauca sed gravitate maxima hisce temporibus in dioecesi orta sunt, tribuenda esse nemo dubitat", Attamen, Dei gratia et benefi cio, hi sunt pauci in civitate et in oppidis magis populatis, in mino ribus pagis vero fere nulli. Horum numerus imminui etiam videtur quotidie, opera praesertim cleri, qui ad hoc bonum obtinendum lau dabilem zelum adhibet. Quin etiam calamitates, persecutiones, delicta et sacrilegia quae in damnum Ecclesiae et Summi Pontificis quo tidie perpetrantur sensim oculos aperiunt eorum praecipue, qui bona
2. È vero che anche in questa diocesi si trovano coloro che, imbe vuti degli errori di questo infelicis simo tempo, combattono la Chiesa cattolica, disprezzano le opere di pietà e della religione, leggono libri e riviste moderni, e conducono una vita da pagani. Quasi tutti questi si sono iscritti alla setta detta popo larmente Massoneria, e nessuno dubita che alla loro opera si debba no attribuire gli scandali che in que sti tempi sono sorti in diocesi, pochi di numero, ma della massima gra vità. Tuttavia per grazia e beneficio di Dio, sono pochi in città e nei pae si più popolosi, quasi nessuno nei villaggi; il loro numero si vede diminuire ogni giorno per opera soprattutto del clero, che per otte nere questo scopo opera con gran de zelo. E così anche le calamità, le persecuzioni, i delitti e i sacrile gi che ogni giorno si compiono a danno della Chiesa e del Sommo Pontefice, aprono un poco alla vol ta gli occhi di coloro che, inganna
18. Mons. Speranza nella lettera pastorale "Subito dopo l'ultima sessione del concilio Vaticano..." 2 febbraio 1874, metteva in guardia i fedeli dalle società massoniche e segrete, pur se in apparenza ostentavano uno scopo innocente. Martina osserva che Pio IX fu animato costantemente da spirito antimassonico, e che trattò il tema in 9 encicliche, 9 lettere o brevi, 18 allocuzioni, 12 documenti curiali. Egli confermò le condanne dei predecessori con l'enciclica "Qui pluribus", 9 novembre 1846, e col Sil labo, nella lettera "Apostolicae Sedis", alla vigilia del concilio Vaticano I. I motivi della condanna risiedevano nell' indifferentismo degli iscritti e nella segretezza. La reazione accusava Pio IX di credere che la massoneria fomentasse le guerre in Europa. L'Eco di Bergamo condusse una battaglia quotidiana contro la massoneria con artico li di fondo che in questa sede ci si dispensa dal citare; Monsignor Pier Luigi Speran za..., p. 323-325; ACVB, Lettere pastorali Libro n" IO; G. MARTINA,s.j., Pio IX (1867-1878) ..., p. 435-441.
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fide tot fallaciis decepti a recta via declinaverunt ita ut perpauci in errore pertinaciter adhuc perdu rent. 3. Bis malis episcopus oppor tuna remedia nititur afferre. Qua propter voce et scriptis incessanter commendat doctrinae christianae instructionem, frequentiam sacra mentorum Poenitentiae et Eucha ristiae, praedicationem Verbi Dei, spiritualia exercitia et sacras mis siones, quae superioribus annis occasione iubilaeiin omnibus omni no paroeciis habitae sunt, et etiam nunc hac illac iterantur, cum ine stimabili semper animarum fructu. Commendat episcopus quam frequentissime obsequium erga istam Supremam Apostolicam Sedem, et oboedientiam Romano Pontifici praestandam. Studet ut boni libri diffundantur; ad quem finem magno sunt usui nonnullae societates in civitate et per dioce sim hisce ultimis annis institutae, quarum nempe est bonorum libro rum diffusionem procurare. Curam habet et summopere adlaborat ut in universa dioecesi cultus et veneratio foveatur et augeatur erga Beatissimam Virgi nem Immaculatam, in cuius prae sentissimo auxilio omnem sua m spem collocavir". Cultum vero et venerationem
ti in buona fede da tante menzogne, si sono allontanati dalla retta via, in modo che ora assai pochi riman gono ancora pertinaci nell'errore. 3. A questi mali il vescovo si industria di portare rimedi conve nienti. Per cui a voce e per scritto raccomanda incessantemente l'i struzione della dottrina cristiana, la frequenza ai sacramenti della Peni tenza e dell'Eucaristia, la predica zione della Parola di Dio, gli eser cizi spirituali e le missioni sacre, che lo scorso anno in occasione del Giubileo sono state celebrate in tut te le parrocchie e anche ora qua e là si tengono, con un frutto sempre inestimabile per le anime. Il vescovo raccomanda il più frequente possibile l'ossequio da prestare a codesta suprema Sede Apostolica e l'obbedienza al Roma no Pontefice. Si prende cura che siano diffusi buoni libri. A tale scopo negli ultimi anni sono state costituite alcune società in città e in diocesi, al fine di provve dere alla diffusione di buoni libri. Si prende cura e s'impegna col massimo sforzo che in tutta la dio cesi si rafforzi e aumenti il culto e la venerazione verso la beatissima Ver gine Immacolata,nel cui aiuto poten tissimo ha posto ogni sua speranza. Non ha mai desistito dal diffon dere con tutte le forze il culto e la venerazione verso i cuori Sacratis
(a) Varie frasi sono segnate in margine.
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ergo sacratissima Corda Mariae Virginis et eius Sponsi purissimi"; et praecipue erga Cor divinum Iesu totis viribus diffundere ac promo vere numquam desinit: et revera usque ab anno 1871 eorum Sacra tissimis Cordibus, Cordi vero Iesu quam maxime, universa Dioecesis se se vovit atque dicavit solemnis simo ritu, [estis ad hoc factis pri mum in cathedrali ecclesia, deinde per omnes et singulas dioeceseos paroecias". Cuius consecrationis ut memoria et, ut ita dicam, spiritus in animis fidelium semper conser vetur et foveatur, episcopus confi ciendam curavit devotam oratio nem (cuius exemplar huic relatio ni adiungitur), quae oratio publice
simi di Maria e del suo sposo puris simo, e soprattutto verso il Cuore divino di Gesù. In verità fin dal l'anno 1871 consacrò sé stesso con tutta la diocesi ai Cuori sacratissimi, in modo particolare al Cuore di Gesù, con una cerimonia solennis sima, con le feste celebrate espres samente prima nella chiesa catte drale, poi in tutte e singole le par rocchie della diocesi. Al fine di conservare la memo ria di tale consacrazione, e per così dire, perché sempre si mantenga e si rafforzi lo spirito negli animi dei fedeli, il vescovo ha provveduto a comporre una devota preghiera (il cui esemplare è allegato a questa relazione) la quale è recitata pub blicamente dai fedeli davanti al
19. San Giuseppe era stato dichiarato da Pio IX Patrono della Chiesa Universale 1'8 dicem bre 1870 con decreto "Quemadmodum Deus", all' indomani della presa di Roma. La dichiarazione concludeva un ciclo in cui la devozione al santo era già stata presentata e caldeggiata nel 1847, 1855, 1860, 1865. Osserva Martina che la scelta del nuovo patrono era una risposta alla perdita dell'ultimo lembo del potere temporale, che per gli intransigenti significava l'ultima vittoria delle porte degli inferi. Per quell'occasione mons. Speranza nella lettera pastorale alla diocesi "Avrete certa mente, o venerati fratelli e figli dilettissimi, veduto nei periodici cattolici. .." 6 gennaio 1871, si era diffuso a parlare delle glorie del santo, aveva raccomandato la pratica del le 7 domeniche e altre devozioni in preparazione alla sua festa. Sulla devozione il vescovo era ritornato con lettera "Se ci è caro lodare ..." I o marzo, ordinando la nove na in suo onore e disposizioni per la sua festa, con l'esortazione alle famiglie di fare atto di consacrazione al santo. Era stato inoltre eretto il circolo operaio di S. Giuseppe, del quale mons. Speranza annunciava l'approvazione e il progetto nella lettera pastorale "A nome e per autorità del sommo pontefice..." 3 febbraio 1875; ACVB, Lettere Pastorali Libro n° IO; Monsignor Pier Luigi Speranza... , p. 346-347; L. DENTELLA, I Vesco vi..., p.501; G. MARTINA, s.j.. Pio IX (1867-1878)..., p. 468-469. 20. Con lettera "Il prossimo giorno 16 giugno festa del Sacro Cuore di Gesù..." 30 maggio 1871, mons. Speranza aveva rivolto un appello alla città e alla diocesi per il solenne atto di consacrazione al Sacro Cuore di Gesù il 16 giugno. Egli concludeva con alcune riflessioni sull'apostolato della preghiera; ACVB, Lettere pastorali Libro n° lO; Mon signor Pier Luigi Speranza..., p. 347-350; A PESENTI, Aspetti e momenti della vita reli giosa bergamasca durante il pontificato di Pio IX, in I cattolici ..., o.c.
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recitatur a fidelibus ante SS. Sacra mentum, et sic quodammodo reno vatur prima il/a consecratio.
Santissimo Sacramento, e pertanto viene rinnovata, per così dire, quel la prima consacrazione.
Sesso IX De postulatis Episcopi referentis
IX Richieste del Vescovo che riferisce
J. Postulata, qua e isti sacrae
1. II vescovo al presente non ha proposte che considerate talui, sia no da presentare a codesta sacra congregazione. Ha esposto quanto è accaduto nella sua diocesi in questo triennio, per l'effetto prodotto dalla legge civile della conversione dei beni ecclesiastici. Come si è detto nella relazione precedente, il regio dema nio ha venduto quasi tutti i beni, e molti fabbricieri concorrendo alle aste pubbliche hanno riscattato gli stessi beni a vantaggio della chie sa, sotto il nome però di persone private, col consenso dell' autorità ecclesiastica e dopo che era stato allontanato lo scandalo dei fedeli. Non pochi di questi beni sono stati venduti di nuovo dai fabbri cieri, dopo aver ottenuto l'oppor tuna facoltà dalla Santa Sede, sia per pagare al regio demanio le spe se sostenute nel loro acquisto, sia per strappare i beni acquistati dal pericolo in cui si trovavano, affin ché cioè non fossero reclamati come proprietà dagli eredi di quel le persone private che davanti alla legge civile risultavano acquirenti reali, il che sarebbe potuto facil
congregationi proponenda censeat, episcopus in presentiarum non habet. Exponit vero quid evenerit in dioecesi hoc triennio ad effectum deducta lege civili conversionis bono rum ecclesiasticorum. Ut dictum est in superiori rela tione, regius demanius omnia fere bona vendidit, et multi ex praefec tis fabricae ecclesiarum ad publi ca edicta concurrentes bona ipsa vindicaverunt in utilitatem Eccle siae, sub nomine tamen privata rum personarum, annuente ecclesiasti ca auctoritate et remoto prorsus schandalo fidelium. Istorum autem bonorum non pauca a praefectis fabricae ecclesiarum iterum vendi ta sunt, obtenta prius ab ista Sane ta Sede opportuna [acultate, tum ut solverentur regio demanio impen sae factae in emptione bonorum; tum ut bona empta eriperent a discrimine, in quo versabantur, ne scilicet ab heredibus earum perso narum privatarum, quae coram lege civili realium emptorum spe ciem praeseferebant, usurparentur, quod facile evenire posset quando 280
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heredes sunt sub tutoria potestate tribunalium civilium; tum etiam ob ingentem utilitatem, quae ex eorum dem venditione in Ecclesiam ver tebat. Ne vero pecunia ex istiusmodi venditione proveniens dissiparetur; in hac curia episcopali ex ipsius Sanctae Sedis consilio opportuna ex viris spectata, omnino fide et probitate claris societas constituta est, a Promotione Legatorum Pio rum fiduciario rum nuncupata, cui officium incumbit administrandi bona legatorum iurispatronatus, quae vi legum civilium exemptafue rint, et capitalium, quae ex supra dieta venditione veniunt: quorum quidem capitalium summa, ad plu ra iam libellarum millia pertingens, nominibus certis expenditur in uti litatem earum ecclesiarum, ad quas reipsa capitalia pertinent. 2. Etiam hoc triennio nonnulli a regio demanio bona ecclesiastica emerunt in propriam quidem utili tatem, quorum alii recursum habue runt ad istam Sanctam Sedem, et absolutione impetrata super cen suras, libenti animo acceptaverunt conditiones, quas ista eadem Sane ta Sedes imponendas censuit; alii perpauci obstinati sistunt in sua pervicacia. 3. Quoad bona seminarii aliqui ex emptoribus facultatem petierunt a Sede Apostolica ineundi novum contractum cum administratoribus
mente capitare, quando gli eredi sono sotto la potestà tutoria dei tri bunali civili, e sia anche per l'in gente vantaggio che andava alla chiesa dalla vendita degli stessi. Per evitare che il denaro ricava to da tale alienazione fosse disper so, in questa curia vescovile per consiglio della stessa Santa Sede, è stata costituita una società com posta da persone rinomate per la loro chiara fede e onestà, chiamata della Promozione dei Legati Pii Fiduciari, cui compete per officio l'amministrazione dei beni dei Legati di giuspatronato, che fosse ro esenti in forza delle leggi civili, e dei capitali che provengono dalla vendita suddetta. La somma di tali capitali già raggiunge molte miglia ia di lire e viene accreditata a nomi diversi, a vantaggio di quelle chie se cui i capitali in realtà apparten gono. 2. Anche in questo triennio alcu ni hanno acquistato dal regio dema nio i beni ecclesiastici per proprio vantaggio; qualcuno di loro ricor rendo a codesta Santa Sede, con la supplica per l'assoluzione dalle cen sure, ha accettato volentieri le con dizioni che codesta Santa Sede ha ritenuto opportuno imporre. Pochi altri ostinati persistono nella loro pervicacia. 3. Per quanto riguarda i beni del seminario, alcuni degli acquirenti hanno chiesto la facoltà alla Sede 281
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ipsius seminarii, habita ratione valoris realis bonorum: ipsa eccle siastica administratio in eumdem sensum recursum habuit semel atque iterum ad Sedem Apostoli cam: recursum renovavit in supe riori etiam triennali relatione. Sed petita facultas usque modo non [uit concessa. Interea supradicti emptores declarant se accepturos quidquid in posterum Sancta Sedes ordina verit. Quare episcopus veniam sibi dari petit, si in praesentiarum novas preces porrigit ad obtinendum huius modi indultum, quod certe veram et magnam seminarii utilitatem cedere existimat", Datum Bergomi ex palatio episcopali die tertia (3) decembris anni 1873
+ Petrus Aloisius episcopus
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Apostolica di stipulare un nuovo contratto con i suoi amministratori, considerato il valore reale dei beni. L'amministrazione ecclesiastica stessa ha fatto ricorso nel medesimo senso due volte alla Sede Apostoli ca e ha rinnovato il ricorso anche nella relazione triennale preceden te. Ma la facoltà impetrata non è stata concessa sino ad oggi. Nel frattempo i sopraddetti acquirenti dichiarano di accettare quanto la Santa Sede disporrà in futuro. Per la qualcosa il vescovo chiede che gli sia concessa venia se al pre sente domanda con una nuova istan za che venga concesso l'indulto, che ritiene vada certamente a vero e grande vantaggio del seminario. Dato a Bergamo dal palazzo vescovile addì 3 dicembre 1873
Pv. Ioannes Zanardi cancellarius curiae episcopalis Bergomen. Yisitatio sacro rum Liminum Ammesso pel corrente 96° triennio Fuit responsum die 27 decembris 1874
+ Pietro Luigi vescovo Pv. Giovanni Zanardi cancelliere della curia vescovi le Bergamo. Visita dei sacri Limini Si è risposto il 27 dicembre 1874
In questa posizione si hanno varie relazioni e risposte e in quella del 1865 il ristretto e le osservazioni del prelato consultore. Si prega nel più pronto ritorno possibile della posizione, che quanto prima dovrà riassu mersi per la nuova relazione, che darà monsignor Vescovo. (a) Frase sottolineata con l'aggiunta d'ufficio. "Estratto da presentarsi per questa S.C.".
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283 DOMANDA DI AMMETTERE COME PROCURATORE PER LA VISITA AD LIMINA IL SACERDOTE FELICE CAVAGNIS
Eminentissimi Patres Exeunte iam nunc triennio nonagesimo sexto, in oboedientiam Six tinae constitutionis quae incipit Romanus Pontifex, ad almam urbem acce dere debuissem; id quod fecissem libeniissime; sed mala conditio tempo rum et non satis firma valetudo, aetate cum sim provectiori, non conces serunt. Itaque fidem testimonialem visitationis Liminum SS. Apostolorum per procuratorem reverendum dominum Felicem Cavagnis peractae exhibeo, atque suppliciter deprecor eminentias vestras, ut si quid amplius requi rendum, animadvertendum vel praecipiendum iudicaverint, dignentur mihi rescribere. Interim eminentiis vestris fausta omnia precor a Domino et quam maxi mam venerationem atque obsequium ex corde profiteor. Datum Bergomi die 4 decembris 1873 Humillimus servus + Petrus Aloisius episcopus
sigillum Eminentissimis Patribus S.Congregationis Concilii Romam
284 OFFERTA E PREGHIERA A GESÙ SACRAMENTATO O Gesù, Signore e Salvator nostro, che, sebbene occultato sotto quelle specie sacramentali, noi di tutto cuore crediamo ed adoriamo presente: Voi siete quello, che, in questi tempi infelicissimi, gli empii, con sì audace sfrontatezza, fanno bersaglio dei dileggi, delle bestemmie, degli oltraggi più 283
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abbominevoli: Voi nella vostra fede, nella vostra Legge, nella vostra Chie sa, nel Vicario vostro, il Romano Pontefice; e voi stesso perfino diretta mente, nella vostra adorabile persona, nel vostro Cuore Divino, e in questo Sacramento dell'amor vostro. Noi ne siamo costernati ed oppressi, il nostro cuore ne è straziato ama ramente. Molto più, chè noi pensiamo, aver voi tollerato di esporvi a così indegni trattamenti per nostro amore, e a fine di rimanervi con noi, e con tinuare a consumare 1'opera della nostra salvezza. E che cosa potremo noi fare in riparazione e in compenso? Noi ci sia mo in special modo consacrati al vostro Divin Cuore; e rinnoviamo con tutto il fervor dello spirito questa nostra consacrazione. Del resto, anche noi reciprocamente per amor vostro e a fin di esservi fedeli, affronteremo di buon animo le derisioni dei libertini, rifiuteremo le loro lusinghe, sprez zeremo le loro minacce. Che se voi volete pure una prova maggiore della nostra fedeltà, e fosse nei disegni di vostra Provvidenza, che contro di noi si scatenasse una persecuzione ancor più ardita e più fiera, qualunque essa siasi non valerà, lo speriamo, a distaccarci dall'amor vostro. Anche questa nostra vita noi offriamo a voi: questa vita, che ci avete donato voi stesso, e che ad ogni modo dovremo ancor presto lasciare; que sta vita, che son beati di aver già dato per voi migliaia e milioni di nostri fra telli nella fede. Noi siam deboli, è vero, siam fiacchi ed incostanti, e sentiamo questa car ne che ripugna, nell'atto stesso che ci pare di aver pronto lo spirito. Ma tali erano anch'essi, come noi, per natura, quelli che ci hanno pre ceduto in eguale cimento, e ne hanno trionfato. E non è nelle forze nostre che noi punto confidiamo, ma unicamente nella vostra santa grazia; la qua le, ora per quel punto, se mai quel punto venisse, imploriamo ardente mente con tutta 1'anima nostra. Oh! così potessimo, con questo sacrificio totale che vi offriam di noi stes si, ottenere che si convertano tanti poveri peccatori; e cessino una volta le bestemmie, gli insulti, i vituperi contro di Voi; e Voi siate dagli uomini in terra benedetto e amato e glorificato così, come siete dagli angeli e dai santi perennemente nel cielo.
Vista, si approva concedendo 40 giorni di indulgenza a chi la recita divotamente. + Pietro Luigi vescovo Bergamo - Natali tipografo vescovi le - editore proprietario, 1873. 284
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LETTERA DI RISPOSTA DELLA CONGREGAZIONE DEL CONCILIO AL VESCOVO P.L.SPERANZA (minuta)
Episcopo Bergomen.
Al Vescovo di Bergamo
27 decembris 1874
27 dicembre 1874
Literae de Bergomensi dioece si pro triennio 96 ab amplitudine tua datae, lectae et expensae ab hac sacra congregatione Tridentina iuris Interprete ac Yindice fuerunt perlibenter. Nam in tanta, qua undique pre mimur malorum segete, non pauca praebuerunt consolationis argu menta, erecta nova paroecia pro spiritualibus loei Bracco necessi tatibus; refecta, ornata atque etiam a fundamentis exeitata Dei templa ad fidelium pietatem excolendam; aucta (quae res prodigii similis his diebus videri potest) religiosorum virorum vel mulierum asceteria; tradita puellarum institutio sacris virginibus, puerorum vero sacer dotibus animarum zelo flagranti bus; initae societates vel inter catholicos adolescentes, vel catho lieis rebus iuvandis, vel bonis libris disseminandis.
La lettera sulla diocesi di Ber gamo per il triennio 96° consegna ta dalla tua signoria, è stata letta e esaminata con molto piacere da codesta sacra congregazione Inter prete e Vindice del diritto Triden tino. Infatti hanno portato non pochi motivi di consolazione, in una tan to grande quantità di mali che ovun que ci premono, le notizie della nuova parrocchia eretta per le necessità spirituali a Bracco, rifatti, ornati e anche costruiti di nuovo dalle fondamenta i templi di Dio per coltivare lo spirito religioso dei fedeli, accresciuti, la qual cosa in questi tempi può sembrare prodi giosa, i monasteri di uomini o di donne, affidata la formazione del le ragazze alle sacre vergini, quella dei ragazzi invece ai sacerdoti pie ni di zelo delle anime, costituite società o tra giovani cattolici, o per favorire le opere cattoliche o per diffondere libri buoni.
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Bis si addatur sollicitudo pror sus singularis, qua amplitudo tua episcopalia munera peragit, et vir tutum omnium, caritatis praesertim exemplo populo praefulget, facile apparet, nihil miseris hisce tempo ribus gratius quam literas tuas emi nentissimis patribus accidere potuisse. Infandum bellum, quod civilis potestas isti seminario S. Alexan dri indixit, nisi deferbuerit, non est opus tibi ostendere, qua ratione ei sit occurrendum. Neque etiam necesse videtur, te hortari, ut quo prudentiori modo tibi visum fuerit, consulatur spiritualibus eorum pue rorum necessitatibus, qui in laicali collegio recens istic erecto, ad negotiationem et mercaturam infor mantur. Nihil etiam addit sacra congre gatio ad ea quae de populo alias tibi rescripsit. Per te enim ultro agis, quae ad eius fidem tuendam et pietatem excitandam conduce re videntur. Restat tantum, ut aliquid dica tur de precibus, quas seminarii administratores semel et iterum Sanctae Sedi obtulisse refers.
A queste opere va aggiunta la sollecitudine singolare con la qua le la signoria tua assolve i doveri vescovili, dando esempio luminoso al popolo di tutte le virtù, specie della carità, per cui facilmente appare che nulla di più gradito del la tua lettera, in questi miseri tem pi, poteva giungere ai padri emi nentissimi. L'esecrabile guerra che l'auto rità civile ha scatenato a questo seminario di S. Alessandro, se non cesserà, non è necessario indicarti con quale mezzo le si debba far fronte. Né sembra necessario esor tarti perché si provveda, come ti potrà sembrare più prudente, alle necessità spirituali di quei ragazzi che sono preparati agli affari e al commercio nel collegio laicale recentemente costà aperto. Nulla aggiunge inoltre la sacra congregazione alle cose che altre volte ti ha scritto circa il popolo. È anzi tuo impegno efficace prendere spontaneamente iniziative che appaiono tali da difendere e spro nare la sua fede. Resta solo che si dica qualcosa circa le suppliche inviate, come affermi, dagli amministratori del seminario diverse volte alla Santa Sede. Con esse chiedevano la facoltà di concludere un nuovo con tratto con coloro che hanno parte cipato all'acquisizione dei beni del seminario. 286
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Per eas postulabant facultatem ineundi novum contractum cum illis, qui bona seminarii coemerunt. Verum scire debes huiusmodi pre ces ab hac sacra congregatione exceptas minime fuisse, atque idcir co per superiores literas a te exqui situm fuisse, ut edoceres penes quod Sanctae Sedis tribunal preces illae porrectae fuissent, ut totius negotii expeditio sollicitari posset. Verum cum nullum responsum habitum fuerit, iusserunt eminen tissimi patres, ut postulatum tuum, quod de hac re pertractat, ex hodierna relatione excerptum, sepa ratim expenderetur, cuius proinde resolutio suo tempore tibi nota fiet. Haec tibi sacrae congregationis nomine, dum libens respondeo, impensum studium meum polliceri gaudeo amplitudini tuae, cui quae que ac salutaria precor a Domino.
Devi sapere che tali suppliche in nessun modo sono state ricevute dalla Santa Sede, e perciò con let tere precedenti ti è stato chiesto di informare presso quale tribunale della S. Sede siano state presentate quelle suppliche, per poter portare a conclusione rapidamente tutta la faccenda. Non avendo ricevuta alcuna risposta, gli eminentissimi padri hanno ordinato che la tua richiesta circa tale problema sia separata dal la relazione attuale e venga esami nata a parte; a suo tempo ti sarà notificata la risoluzione. Mentre con piacere comunico questo a nome della sacra congre gazione, sono lieto di offrire alla tua signoria il mio vivo affetto con la preghiera di ogni bene proficuo a te dal Signore.
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RELAZIONE - 12 dicembre 1876
ASV, C. Concilii, Relationes Dioecesium, Bergomen., 123B, orig., ff. 608r-629v La documentazione della visita ad Limina del 97° triennio è composta da un fascicolo di 22 fogli, con la numerazione recente d'archivio ff. 608 629 (mm.32x2l). È bianco il f. 628v, 629. Il fascicolo rilegato ha una copertina in cartoncino azzurro. I fogli sono più ampi di quelli generalmente usati nelle altre relazioni. La visita ad Limina fu effettuata da mons. Speranza nel dicembre del 1876. In quella occasione il vescovo offriva a Pio IX l'autografo di san Tommaso d'Aquino della Summa contra Genti/es (cf. Monsignor Pier Lui gi Speranza..., p. 437-440). Il fascicolo è ben conservato.
286 Relatio status Ecclesiae Bergo mensis quam sacrae congregationi Concilii exhibet Petrus Aloisius Speranza, Dei et Apostolicae Sedis gratia eiusdem Bergomensis Eccle siae episcopus ac pontificio solio adsistens pro triennio 97° die vige sima decembris expiraturo.
Relazione dello stato della Chie sa di Bergamo che Pietro Luigi Speranza, per grazia di Dio e della Sede Apostolica Vescovo della Chiesa stessa Bergomense e assi stente al soglio pontificio, presenta alla sacra congregazione del Con cilio per il 97° triennio, che scadrà il giorno 20 dicembre.
Sessio l De statu Ecclesiae materiali
I Lo stato materiale della Chiesa
Quum Ecclesiae Bergomen. sta tus materialis in relatione diei 14 decembris 1861 exhibitus sit; et si
Poiché lo stato materiale della Chiesa Bergomense è stato presen tato il giorno 14 dicembre 1861, e 289
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quid postea vel novi addendum, vel clarius explicandum erat, in poste rioribus relationibus diei 9 decem bris 1864, 29 septembris 1867, 13 decembris 1870, 3 decembris 1873, factum sit; nunc de mutationibus ab ultima relatione hucusque dicen dum restato 1. Qui ecclesiae cathedralis canonicatus in superiori relatione vacare dicebatur, rebus a gubernio curiae episcopali abrenuntiatis, reverendissimo Iosepho Baizini delatus est/o In alterum vero canonicatum, ob mortem reverendissimi domini Francisci Lanfranchi vacantem, reverendissimus Ioannes Fumagal li suffectus est ab episcopo, aucto ritate pontificia in hoc casu spe eialiter munito'. Ceterum numerus canonicorum duodenarius perdurato
se qualcosa di nuovo v'era da aggiungere o da chiarire è stato fat to nelle relazioni del 9 dicembre 1864,29 settembre 1867, 13 dicem bre 1870, 3 dicembre 1873, resta ora da dire sui cambiamenti avve nuti dall'ultima relazione sino ad oggi. 1. Il canonicato della chiesa cat tedrale che si diceva vacante, dopo che le pratiche formali sono state rimesse dal governo alla curia vescovile, è stato assegnato al reve rendissimo Giuseppe Baizini. All'altro canonicato vacante per la morte del reverendissimo don Francesco Lanfranchi, è stato nomi nato dal vescovo, munito per questo caso in modo speciale dell'autorità pontificia, il reverendissimo Gio vanni Fumagalli. Rimane intanto il numero duo denario dei canonici.
1. Giuseppe Baizini nacque nel1825. Ordinato sacerdote i12 giugno 1849, fu coadiuto re ad Almenno S. Salvatore, vicerettore nel seminario diocesano, 1861, canonico del la cattedrale, 1873, prevosto del Capitolo, 1912. Nella curia vescovile svolse alcuni incarichi di rilievo. Morì 1'11 aprile 1912; ACVB, Sacre ordinazioni 1832-1852; ibid., Libro sacerdoti defunti dal 1901, Stato del clero... 1900, p. 5 ;idem.... 1907, p. 11,61; idem...19I3, p. 98; La Vita diocesana, IV (1912), p. 142. 2. Dovrebbe corrispondere al canonico Bartolomeo Lanfranchi, nato a Sovere nel 1805. Ordinato al presbiterato il 5 giugno 1830, nel 1845 risulta vicerettore nel seminario vescovile, canonico assegnatario nel 1847, fabbriciere della cattedrale nel 1852, segre tario capitolare nel 1855, cancelliere nel 1864; ACVB, Patrimoni ecclesiastici, 31 dicembre 1829; ibid.. Liber ordinationum de temporibus autumnalibus 1812 usque ad annum 1839; Notizie patrie 1847, p.106; idem...1852, p.lOl; idem...1855, p.4; idem.. 1864, p.18; Stato del clero 1855, p.4; idem...187/, p.6. Giovanni Fumagalli fu ordinato sacerdote il lO giugno 1854. Nel1861 viene segnala to tra i beneficiati residenziali della cattedrale, nel 1871 tra i cappellani in servizio, fu nominato maestro dei sacri riti nel 1872, canonico nel 1876; ACVB, Sacre ordinazio ni 1854-1880. (ms) ff.nn.; Stato del clero... 1861, p. 4; Notizie patrie... 1871.
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2. De numero paroeciarum, quae sunt tercentae triginta et octo, ut iam dictum est, nihil hoc trien nio immutandum occurrit. Brevi tamen septem vel octo constituen dae erunt novae paroeciae, pro quarum erectione iam adlaboratur. Imo nunc fere in promptu sunt omnia pro regulari erectione novae paroeciae Floriani a paroecia matrice Gazzanigae disiungendae'; et novae paroeciae in hac ipsa civi tate, cuius ecclesia parochialis erit magnificum templum Beatae Ma riae Virgini Immaculatae dicatum, nuper confectum'. Studet autem epi scopus ut omnia iuxta regulas a sacris canonibus positas perfician tur ad maximum populi profectum: praesertim ut beneficia parochia Zia iusta constituantur, et novae paroeciae fines diligentissime et opportunissime deZineentur.
2. Del numero delle parrocchie, che, come si è già detto, sono 338, nulla è mutato in questo triennio. In breve tempo verranno erette sette o otto nuove parrocchie, al quale scopo già si lavora. Anzi, sono ora pronte tutte le pratiche per la regolare erezione della nuova parrocchia di Fiorano da smembra re dalla matrice di Gazzaniga, e di una nuova parrocchia in questa stes sa città, la cui chiesa parrocchiale sarà il magnifico tempio dedicato alla Beata Maria Vergine Immaco lata, di recente costruito. Il vescovo si impegna che tutto si compia secondo le regole prescritte dai sacri canoni per il massimo vantaggio del popolo, soprattutto che vengano costituiti benefici parrocchiali giu sti, e siano delineati in modo molto diligente e accurato i confini della nuova parrocchia.
3. La parrocchia di Fiorano, autonoma da tempo immemorabile, era soggetta a Gazzani ga dal 1830. Con decreto n. 761 del 3 aprile 1877 venne dichiarata parrocchia a tutti gli effetti. Don Stefano Scaini fu nominato parroco il 14 luglio 1877. Vi abitavano 780 fedeli. La vecchia chiesa risalente al 1409, ampliata agli inizi del 1500, venne ristrut turata tra il 1899 e il 1908, su progetto di Virginio Muzio e Agostino Caravati, Fu con sacrata dal vescovo Giacomo Maria Radini Tedeschi il 14 agosto 1908. E dedicata a S. Giorgio martire; ACVB,jascicoli parrocchiali, Fiorano; Stato del clero... 1880, p. 25; L. PAGNONI, Le Chiese parrocchiali..., I, p. 409. 4. La parrocchia di S. Maria delle Grazie fu eretta con decreto 1509 il 31 ottobre 1878. Don Agostino Paganoni venne nominato parroco il 23 gennaio 1879. La parrocchia conta va 2.800 abitanti. Sull'area sorgeva dal 1422 il monastero di S. Maria delle Grazie e vi aveva soggiornato san Bernardino. Per l'apertura del viale della stazione nel 1855, il com plesso fu in parte demolito, in parte adattato a ricovero. Il nuovo tempio, su disegno di A. Preda, sorse con le offerte raccolte in diocesi per ricordare la proclamazione del dogma dell'Immacolata Concezione di Maria, cf. relazione 1856 nota n. 7 Monsignor Pier Luigi Speranza..., p. 135-138. La commissione intentò causa al can. Foresti per il saldo dei debiti; ACVB,jascicoli parrocchiali, S. Maria d. G.; Stato del clero... 1880, p. IO; L. PAGNONI, Le Chiese parrocchiali... 1, p. 60; A. MOSCONI-S. LORENZI, I conventi..., p. 23-24.
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Hic innotescere facit episcopus novum improborum virum conatum ad disiiciendam huius Bergomen sis Ecclesiae unitatem. In parochum Molonii, numerosi vici, eligit episcopus die 24 sep tembris 1874 reverendum dominum loannem Cominelli, eique eodem die canonicam institutionem tribuit, in eius favorem remittendo bullam institutionis'. Atflagitioso nonnullorum ambi tu, qui eo in oppido commmoran tur, vel iis in locis circum, uti reor, gubemium regium placet concede re recusavit semel et iterum. Qua propter episcopus paroeciam pro visam reliquit oeconomo spiri tua-
Qui il vescovo segnala un nuovo tentativo di uomini malvagi per rompere l'unità di questa Chiesa di Bergamo. A parroco di Mologno, paese popoloso, il vescovo ha eletto il 24 settembre 1874 il reverendo Gio vanni Cominelli, e nello stesso gior no gli ha conferito l'istituzione canonica, consegnandogli la bolla di nomina. Ma col raggiro maligno di alcu ni che abitano in quel paese o nei luoghi circostanti, come presumo, il governo ha ricusato due volte di concedere il beneplacito regio. Per la qual cosa il vescovo ha affidato la parrocchia provvista all'economo
5. Il nome di don Cominelli non risulta negli atti parrocchiali, mentre si trova la docu mentazione su don Enrico Palamini, eletto parroco di Mologno il 16 settembre 1874. Era nato a Parre il31 gennaio 1835. Ordinato sacerdote il 29 maggio 1858, aveva svol to ministero a Bondione come coadiutore, poi parroco a Gromo S. Marino, 1861, e a Monasterolo, 1869. Aveva partecipato e vinto il concorso alla parrocchia vacante di Mologno, con la nomina ad arciprete e vicario foraneo, 1874. Non otteneva il regio placet, e don Palamini si recava a Brescia su consiglio di don Demetrio Carminati, segretario del vescovo, mons. Gerolamo Verzeri, per presentarsi al procuratore gene rale. Questi, come informava don Palamini con lettera al vescovo Speranza il 28 otto bre 1874, aveva suggerito all'interessato di chiedere ulteriori informazioni alla Prefettura di Bergamo sul suo caso, alludendo vagamente alla mancata concessione del placet governativo "causa le opinioni politiche". Decretato il rifiuto del placet il 24 gennaio 1875, seguì il 25 aprile una lettera al vescovo Speranza dei sindaci e della giunta di Mologno e di Molini di Colognola. Nell'impossibilità di trovare appoggio per pre sentare al re una lettera di revoca del decreto negativo, ed esposte le ragioni che a loro avviso li sconsigliavano a un passo del genere, pregavano mons. Speranza di trovare una soluzione per sostituire don Palamini. L'8 luglio i parroci della vicaria scrissero al vescovo una lettera di solidarietà con don Palamini. Con lettera al vescovo del 2 luglio 1878 egli rinunciava e concorreva per la parrocchia di Paratico. Nel 1892 egli succedeva a don Giovanni Cominelli arciprete piebano e vicario foraneo di Calepio, dove mori va il 31 dicembre 1906. A Mologno era stato eletto economo spirituale don Giovan Battista Berzi, già da 20 annivice parroco, ma pochi mesi dopo egli scrisse a mons. Spe ranza di sollevarlo dall'ufficio, causa le molte difficoltà incontrate e l'opposizione dei parrocchiani a essere ascoltato. Don Berzi il 26 luglio 1876 presentò al vescovo le dimissioni, e il 23 dicembre 1878 fu eletto arciprete di Mologno don Luigi Isacchi; ACVB,fascicoli parrocchiali, Calepio; Casazza; Gromo S. Marino; Mologno; Para tico; ibid., Sacerdoti defunti dal 1901; Stato del clero...1861, p. 20.
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12 DICEMBRE 1876 spirituale; ma egli non vuole, anche se lo potrebbe facilmente, provve dere alla rinuncia con un nuovo par roco, poiché teme assai che altri seguano in futuro il triste esempio di questa parrocchia, quando cioè il parroco eletto dal vescovo non risulti gradito per qualsiasi motivo ad alcuni uomini iniqui. TI vescovo intende applicarsi con tutte le forze per portare, se possi bile, i parrocchiani di Mologno a sentimenti migliori e rimuovere lo scandalo. Il vescovo gode nel far noto che il popolo si impegna al massimo nell' ornare, restaurare, e anche costruire le chiese dalle fondamen ta, e tale sforzo diventa ogni giorno piii fervoroso, quanto piii le condi zioni economiche si deteriorano e gli odi e le violenze contro la reli gione cattolica si moltiplicano. Per la verità in questo triennio si sono iniziate a costruire molte chiese dalle fondamenta, specie le parrocchiali, e vi è ferma speranza che vengano ultimate in breve tem po, senza parlare di molte chiese della diocesi restaurate, moltissime e quasi tutte decorate o accresciute di qualche opera. L'ardentissimo spirito religioso dei fedeli, tra le altre cose, ha innal zato in questa città un insigne monumento comunitario, il tempio dedicato alla Beata Maria Vergine Immacolata, costruito con ingenti
li; at non vult, etsi facile posset, novo parocho renuntiationem con sulere, ideo quia vehementer timet ne triste exemplum istius paroeciae et alii sequantur in posterum, quan do scilicet parochus ab episcopo electus aliquibus iniquis viris, qua cumque de causa, minus libeat. Animum interim intendit epi scopus ut, si fieri potest, paroecia nos Molonii ad meliorem frugem reducat, scandalumque auferat. Gaudet episcopus notumfacere maximum populi sui studium in ecclesiis exornandis, reficiendis, et etiam afundamento erigendis; quod studium eo fit in dies ardentius, quo oeconomicae conditiones in dete riores proruunt; et odia et sevitiae in religionem catholicam multipli cantur. Et revera hoc triennio multae ecclesiae, praesertim parochiales, ab imis fundamentis aedificari coeptae sunt, quae ut brevi persol vantur spes firma est; quin memo rentur plurimae dioecesis ecclesiae refectae, quamplurimae et fere omnes exornatae aut aliquo opere auctae. Fidelium ferventissima pietas, inter alia, insigne monumentum commune eregit in hac civitate, templum Beatae Mariae Virgini Immaculatae dicatum, totius dioe cesis spontaneis oblationibus, maxi
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misque impensis a fundamentis erectum, atque exsolutum; et sub finem anni nuper delapsi apertum et consecratum, quo magnus ex omni parte Christifidelium nume rus, devotionis ac pietatis erga Bea tam Virginem Immaculatam causa, quotidie confluunt. 3. Monasteria, sive virorum, sive mulierum non solum adhuc, ut antea, perdurant, sed augentur. Maximo enim episcopi gaudio patres Societatis Iesu hospitium sta tuerunt in hac ipsa civitate, cum paratis sibi aliquot cubiculis, adnexis monasterio, ubi ante legem suppressionis convivebant fratres minores, conventuales dicti. Confidit autem episcopus eos dem se in posterum loco opportu niori collocare posse. Inserviunt ipsi ecclesiae S. Georgii martiris monasterio praedicto adnexae, suf fraganeae S. Alexandri in Colum na; et curant etiam operam gratis simam praestare aliis in locis, ubi requiruntur; et maxime confessio nes sacramentales excipere, et Ver bum Dei ministrare', Quum crescat in dies magis
spese dalle fondamenta grazie alle offerte spontanee di tutta la diocesi e portato a compimento alla fine dell' anno appena passato, aperto e consacrato, dove un gran numero di fedeli convergono da ogni parte quotidianamente per devozione e pietà verso Maria Vergine Imma colata. 3. I monasteri, sia degli uomini che delle donne, non solo ora, come prima, perdurano, ma aumentano. Con grandissima gioia del vescovo i padri della Compagnia di Gesù hanno aperto una casa in que sta città, dopo aver acquistato alcu ne stanze annesse al monastero dove prima della legge della soppressio ne convivevano i frati minori, detti conventuali. Il vescovo nutre fidu cia di poterli collocare in futuro in un luogo pni conveniente. Sono in servizio nella stessa chiesa di S. Giorgio martire, annes sa al predetto monastero, suffraga nea di S. Alessandro in Colonna e si impegnano anche nel prestare un graditissimo aiuto negli altri luo ghi, ove sono richiesti, e in special modo nelle confessioni sacramen tali e nella predicazione della Paro la di Dio.
6. L'idea di affidare alla Compagnia di Gesù la chiesa e l'annesso convento di S. Giorgio fu di don Pietro Cagliaroli, vicario titolato nel 1867, prevosto titolato di S. Alessandro in Colonna dal 1871, nell'intento di assicurare una migliore assistenza spirituale a una parte della sua estesa parrocchia. Egli ne parlò con padre Vincenzo Stocchi, gesuita, pro babilmente a Bergamo per predicazione. Il progetto fu sottoposto a mons. Speranza che l'approvò. Nel 1874, mons. Speranza affidò al gesuita padre Giovanni Mai l'incarico di rettore della chiesa di S. Giorgio, con l'annesso convento, già dei conventuali fran cescani (cf. relazione 1827 nota n.5). A lui si unirono i padri Davide Belotti, Giovan
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Poiché con l'andare dei giorni cresce anche sempre più l'opera educativa per le ragazze, le quali in questo tempo sono minacciate tan to e da così tante insidie, le figlie cosiddette del S. Cuore hanno prov veduto a fondare in questa città una nuova casa di educazione che van no edificando poco alla volta, nel sobborgo di S. Alessandro in Colonna, dove le adolescenti sono formate onestamente e religiosa mente con zelo e amore. Inoltre poiché aumentano le industrie, piene spesse volte di mol ti pericoli d'ogni genere, ove le ado lescenti povere si recano in grande numero per procurarsi il vitto, le monache si impegnano e si sforza no di assumersi la custodia e la sistemazione delle fanciulle. Ciò dà buoni risultati alle mona che sotto la regola di S. Vincenzo de' Paoli, nel borgo montano di S. Pellegrino. In quella località esiste
bonae educationis etiam pro puellis opus, quae tot nunc temporis, et tantis circumveniuntur insidiis, le figlie, sic dictae, del Sacro Cuore fundandam curarunt in hac civita te novam educationis domum, quam paullatim aedificant, in suburbio S. Alexandri in Columna, ubi ado le scentulae zelo et amore, educantur rite et religiose'. ltem quum augeantur opificia, multis saepenumero periculis ple na quo pauperes adolescentulae ad procurandum sibi victum frequen tissimae confugiunt, moniales stu dent, et nituntur assumere sibi custodiam et institutionem puella rum. Quod bene contigit, monialibus sub regula S. Vincentii e Paulo, in montano oppido S. Pellegrini; quo
ni Zerboni e il fratello Luigi Spisi. Padre Mai istituì l'oratorio maschile e la scuola apostolica. Egli morì il 30 novembre 1898; Monsignor Pier Luigi Speranza ..., p. 410 411; Il P. Giovanni Mai s.j. .. ., o.c.; F. VISTALLI, Mons. Guindani..., p. 370-371. 7. Le Figlie del S. Cuore fondate da santa Teresa Eustochio Verzeri e dal canonico con te Giuseppe Benaglio, in via S. Orsola avevano sistemato nel 1874 la casa comprendente il collegio con educandato, scuole esterne e oratorio festivo. Al Gromo fu mantenuta la casa madre generalizia e il noviziato, trasferiti nel 1881 nella sede in via S. Orsola, dove nel 1905 vivevano 89 membri dell'istituto: 38 religiose, 21 novizie, 15 postulan ti, 12 mandatarie. L'educandato contava 31 ragazze, funzionavano le scuole private e l'oratorio festivo. Da notare che la salma del can. Benaglio era stata portata nella notte del 28-29 giugno 1855 nella cappella del Gromo; ACVB, Visita Radini T., 149 (1905 1907), monasteri, fascicolo n. Il, ff. 265r-294v, Figlie del S. Cuore; Monsignor Pier Lui gi Speranza ... , p. 138-140,291-293,402-403; G. ARCANGELI, Vita della venerabile Teresa Eustochio nob. Verzeri fondatrice e superiora generale delle Figlie del S. Cuo re, 2" edizione, Bergamo 1896; M. BENIGNI, I fondatori .... p. 283-306.
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in loco opificium extructum erat, quo ingens numerus fere quingen tarum puellarum se confert, quas inter orphanae multae numeran turo Et pro his orphanotrophium constitutum est sub custodia ipsa rum monialium. Moniales Canossianae appella tae regendum susceperunt orpha notrophium femminile vici Taber nulae"; et brevi moniales le suore della Carità habebuntur in hospi talibus Ardesti et Gromuli S. Iacobi; nec non in numeroso vico Nembri".
un'industria dove un grande nume ro di ragazze, quasi cinquecento, si recano; tra loro si contano molte orfane. Per queste è stato fondato un orfanotrofio sotto la custodia delle monache stesse. Le monache dette canossiane hanno preso l'amministrazione del l'orfanotrofio femminile del paese di Tavernola. Tra breve le suore della Carità saranno negli ospedali di Ardesio e di Gromo S. Giacomo, nonchè nel borgo popoloso di Nembro.
8. La filanda di seta, poi Jutificio Nazionale(SASA: Società anonima saccherie agricole), fu realizzata dalla ditta Augusto Beaux di Milano tra il 1871 e il 1875, sotto la chiesa parrocchiale tra la strada provinciale e il fiume Brembo. Nel 1875 la direzione destinò una sezione del fabbricato ad alloggio di orfanelle impiegate nella filanda e affidate a due suore di S. Vincenzo. Dal 1896 il parroco don Daniele Cavallari fondò un asilo per bimbi nei locali del filatoio messi a sua disposizione, trasferito nel 1897 in un nuo vo fabbricato; cf. "La scuola materna compie 100 anni", in L'Eco di Bergamo 30-9 1996; G. P. GALIZZI, San Pellegrino Terme e la Valle Brembana, Poligr. Bolis, Ber gamo, p. 286-288. 9. Le Canossiane, o Figlie della Carità, fondate da S. Maddalena di Canossa, avevano eretto a Bergamo il loro istituto nella parrocchia di Borgo S. Caterina nel settembre 1821. Il 2 dicembre 1876 aprivano un orfanotrofio femminile a Tavernola. La vice superiora Caterina Piccinini e il prevosto di Borgo S. Caterina accompagnarono a Tavernola suor Marianna Ferrari, superiora, Adami Silvia, sorvegliante e cuoca, Cas sis Giuseppa e Conti Francesca maestre. Nel 1883 su istanza dei primi signori del pae se fu aperta la scuola pubblica nell'istituto Cacciamatta; ACVB, Visita Radini T., 149 (1905-1907), monasteri.fascicolo n. IO, ff.307r-264v (da leggere per errore di nume razione: 364 ), Istituto Canossa, casa madre in via S. Tommaso, ff. 208-211; R. ARE NA, Tavernola nel presente e nella storia, Biblioteca Comunale di Tavernola 1994, p. 194-195; F. VISTALLI, Mons. Guindani..., p.381-382; M. BENIGNI,] fondatori..., p.283-306. lO. Le Suore di Carità delle sante Bartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa, giunte a Ber gamo verso il 1846, aprirono una prima casa in via S. Bernardino il7 aprile 1847, con noviziato, un piccolo ospedale femminile e una scuola per fanciulle povere, (cf. rela zione Gritti Morlacchi. 1850 nota n. II). Dettero vita a varie comunità, tra le quali, oltre le ricordate, quella a S. Chiara in servizio alla scuola infantile e a un istituto per le orfane e le pensionate anziane, all'ospedale maggiore, negli ospedali di Astino e Longuelo, alla casa di ricovero e in quella delle convertite a Borgo S. Caterina, negli ospedali di Romano, Gazzaniga e Martinengo, e negli orfanotrofi femminili di Calepio,
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Pergunt omnes generatim moniales sedulam operam suam navare in nosocomiis, in manico miis, in orphanotrophiis, magna cum omnium satisfactione, anima rumque profectu. Oratoria tum in dioecesi, tum in civitate extantia, ad quae dictum est convenire diebus in festis sive puellas sive adolescentes, qui respective a piis sacerdotibus, vel a monialibus, a periculis speciali cura removentur, et quoad fieri potest, bonis moribus imbuuntur, adhuc perdurant. Quinimmo reverendissimus ca nonicus Noli, praepositus paroe ciae S. Annae in hac civitate, in vetere capucinorum monasterio, in dieta paroecia exixtente, e manibus regii demanii ab episcopo, uti domi no, erepto, et ab ipso eidem cano nico ad hoc vendito, oratoriumper pulchrum constituit pro adolescen tulis et puellis, has commendans curae monialium S. Iosephi, illos piorum sacerdotum".
Tutte le monache in genere si prestano a dare la propria opera dili gente nei nosocomi, nei manicomi, negli orfanotrofi, con grande gene rale soddisfazione e vantaggio del le anime. Perdurano tuttora gli ora tori sorti sia in diocesi che in città, ai quali si è detto che convengono nei giorni festivi sia le ragazze che gli adolescenti, i quali con speciale sollecitudine sono allontanati dai pericoli rispettivamente da pii sacer doti o dalle monache e che, per quanto possibile, sono formati nei buoni costumi. E anzi il reverendissimo canoni co Noli, preposito della parrocchia di S. Anna in questa città, nel vec chio monastero dei cappuccini che sorge in detta parrocchia, strappato dal vescovo in qualità di proprieta rio dalle mani del regio demanio, da lui venduto per questo scopo allo stesso canonico, ha attrezzato per gli adolescenti e le ragazze un bel lissimo oratorio, affidando queste alla cura delle monache di S. Giu seppe, quelli a buoni sacerdoti.
Romano, Urgnano, Alzano Maggiore, Nembro e Almenno S.S. A Nembro le suore di Carità fondarono nel 1879 una scuola e furono richieste per un ricovero. ma non risul ta che l'abbiano assunto. Le otto religiose erano impegnate nelle cinque classi ele mentari private. ali' asilo privato femminile e ali' oratorio festivo. Ad Ardesio le suore di Carità risultano presenti dal 1895 nell'ospedale, che era piuttosto un ricovero per anzia ni. Resta indefinita la loro presenza a Gromo S. Giacomo. non menzionata nella storia dell'istituto e nella visita di Radini Tedeschi; ACVB. Visita Radini T., 149 (1905 1907), monasteri,jascicolo n. 9, ff. 214r-306v. Suore della Carità; M. CARRARa-A. MASCOTTI, L'Istituto delle Sante.... p. 265-266; F. VISTALLI, Mons. Guindani.... p. 382; M. BENIGNI, Ifondatori..., p. 283-306. 11. Alessandro Noli nacque a Bergamo il 19 ottobre 1829. Ordinato sacerdote il4 giugno 1852. risulta che abitò in S. Tommaso e che svolse il suo servizio ministeriale nella
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Brevi oratorium maxime floruit; In breve tempo l'oratorio è fio rito al massimo, e sono stati esauditi et perfecta sunt tandem vota popu alla fine i desideri del popolo di li istius paroeciae, dolentis maxi questa parrocchia, che si rammari me quod nullum propriis filiis habe cava moltissimo di non avere alcun rent locum, quo diebus festis a stre pitu saeculi et schandalis et peri luogo per i propri figli, ove nei gior culis crebris aufugerent. ni festivi fuggissero dal rumore mondano, dagli scandali e dai At lugendum est, quod patres capuccini, omnibus posthabitis, sibi numerosi pericoli. monasterium vindicent, et orato Ma v'è da piangere perché i rium dissolvere tentent, maximo padri cappuccini, lasciate da parte tutte le considerazioni, reclamano cum iuventutis utriusque sexus il monastero e tentano di distrug detrimento. gere 1'oratorio, con massimo dan 4. Ad seminarium quod attinet, no della gioventù dell' uno e del certiorem tandem reddere potest l'altro sesso. episcopus istam sacram congrega 4. Per quanto riguarda il semi tionem; a gubernio dictam esse nario, il vescovo può informare partem iuris, quod per vim, uti per questa sacra congregazione che, antecedentes relationes notum erit, secondo il governo, è di diritto usurparat. quanto venne usurpato con la for Enimvero, reclamantibus semi za, come già esposto nelle relazio narii deputatis, et iustitiam poscen ni antecedenti. Tuttavia, reclaman tibus, gubernium sub initio anni scolastici 1874-1875 flectebatur do gli amministratori del semina concedere, ut scholae inferiores, rio e chiedendo giustizia, il gover grammaticae scilicet, rethoricae et no all' inizio dell' anno scolastico 1874-1875 si piegava nel concede philosophiae, instituerentur regu re che le scuole inferiori di gram Lari forma; uti factum est. Philosophiae scholae, quae sub matica, cioè di retorica e di filoso nomine scholarum praeparationis fia, fossero istituite in forma rego lare, come si è fatto. Le scuole di filosofia, che venivano presentate abusivamente sotto il nome di scuo le di preparazione alla sacra teolo chiesa di S. Pietro. 1115 agosto 1859 fu nominato parroco di Borgo Palazzo. Provvide alla costruzione del campanile della parrocchia. Il convento ritornò in proprietà ai Cap puccini, come si vedrà più oltre; ACVB, Sacre ordinazioni 1832-1852; ibid., Visita Radini T., 137 (1906-1907), S. Catterina (2 a pane), S. Anna, S. Maria Imm., Suburbane, Vicaria Almenno, (ms), ff. Ir-850v, f. 71r; Notizie patrie... 1909, p. LV-LVII.
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ad sacram theologiam abusive tra debantur, ad rectam normam red di potuerunt. Quare instituuntur nunc in semi nario dioecesano plurimi clerici, qui antea sparsim in dioecesi sub vigilantia alicuius pii sacerdotis, vel proprii parochi, litteras politio res edoceri dicebantur. Curat vero nunc etiam episcopus ut qui in seminarium, quacumque de causa convenire nequeunt rite in propria paroecia studii operam navent. Qui iuvenes, antequam ad ordines admittantur, Longa probatione cognoscuntur. Restitutis seminarii scholis infe rioribus, numerus auctus est alum norum; et augetur in dies, quod tamen fieri potest hisce nequissimis temporibus; et hoc anno 165 per tingit. Praedictam gubernii concessio nem et alia sequuta est, reclaman tibus etiam seminari i deputatis, quorum solertiam et diligentiam numquam laudare cessabo. Gubernium partem seminarii, quam ad se avocasse dictum est, restituit, et persolvit nunc integrum reditum, in libro Debiti Publici inscriptum, bonorum seminarii, quae regium demanium usurpasse et vendidisse relatum est; qui redi tus ex octo et decem libellarum ita licarum millibus constato
gia, hanno potuto essere ricostitui te secondo il metodo giusto. Di modo che ora nel seminario diocesano sono mantenuti molti chierici, che prima si dicevano esse re istruiti nelle belle lettere dap pertutto in diocesi, sotto la vigilan za di qualche buon sacerdote o del proprio parroco. Anche ora il vescovo si prende cura che, quanti per qualsiasi causa non possono recarsi in seminario, si applichino agli studi regolar mente nella propria parrocchia. Tali giovani, prima di essere ammessi agli ordini, vengono esa minati con una lunga prova. Ripristinate le scuole inferiori del seminario, è aumentato il nume ro degli alunni e cresce di giorno in giorno, cosa che capita in tempi tanto iniqui; e quest' anno il nume ro tocca i 165. Un' altra concessione ha fatto seguito a quella predetta del gover no, con le richieste anche dei depu tati del seminario di cui non ces serò mai di lodare la sollecitudine e la diligenza. Il governo ha restituito la parte del seminario che, come si è detto, aveva confiscato, e paga ora l'inte ro reddito, registrato sul libro del Debito Pubblico, dei beni del semi nario che, come si è riferito sono stati usurpati e venduti dal regio demanio. Il reddito in parola assom ma a diciotto mila lire italiane.
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Con questi redditi vengono mantenuti gli alunni poveri, i mae stri, i superiori e gli amministrato ri, di modo che non è necessario istituire la tassa di cui il concilio Tridentino sesso XXIII cap.18 De Reform. e Benedetto XIII nella costituzione Creditae Nobis. È cosa nota a codesta sacra con gregazione che all'inizio di que st' anno, il deputato del ministro del la Pubblica Istruzione, non sostenu to da alcuna legge, nemmeno da quella iniqua, ma contando sulla pro tezione del governo, la cui logica è fondata sulla forza, ha visitato le scuole inferiori di tutti i seminari. In questa circostanza, avendo il vescovo ricevuto in tempo utile le istruzioni impartite dalla sacra Peni tenzieria, vi si è conformato. Perciò al deputato del ministro della Pubblica Istruzione che chie deva di visitare le scuole inferiori del seminario di questa diocesi, il vescovo ha contrapposto, tramite il rettore del seminario, i diritti della Chiesa, ma per le insistenze del deputato, ha subìto la violenza e ha tollerato la visita. Una visita del genere non ha prodotto alcun effetto, per quanto si sappia, e le cose sono rimaste come prima. Poiché le perverse condizioni di questi tempi impediscono frequen temente ai ragazzi di intraprendere lo stato ecclesiastico, il vescovo che
His redditibus sustentantur alunni pauperes, magistri, mode ratores et administratores; quare opus non est eam taxam instituere de qua concilium Tridentinum sesso XXIII cap. 8 De Reform., et Bene dictus XIII constitutio Creditae Nobis. Notum est isti sacrae congrega tioni initio huius anni deputatum ministri publicae instructionis, nul la suffultum lege, ne mala quidem, sed praesidio fretum gubemii, cuius ratio in vi sita est, scholas inferio res omnium seminariorum visitasse. Hoc circum quum instructiones a sacra Poenitentiaria datas habe re potuerit episcopus tempore uti li, ad eas ipse se omnino confor mavit. Deputato igitur ministri publicae instructionis, scholas infe riores seminarii huius dioecesis visitare poscenti, per rectorem semi narii episcopus Ecclesiae iura pro testatus est; et persistente deputato, vim subiit, visitationemque passus est. Huiusmodi visitatio nullum pro duxit effectum, quod sciatur; resque ut antea manserunt. Quum perversae huius tempo ris conditiones pueros a suscipien do statu clericali saepenumero prohibeant; et timendum valde sit ne, progressu temporis, sacerdotes desint qui saltem in necessariis fide-
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libus satisfaciant, episcopus refe rens curavit, duobus abhinc annis, ut etiam iuvenes adulti, morum inte gritate, praestantique iudicio noti, necessariis studiis brevi explendis praemissis, sacerdotes ordinaren turo Qui in apposito seminariolo etiam nunc custodiuntur et edu cantur. Non parum laetitiae expertus est episcopus, quum novit sacram Poe nitentiariam litteris diei 16 sep tembris 1875, omnibus Italiae epi scopis commendasse, quod ipse iam in praxim deduxerat. Duo collegia episcopalia, alte rum in pago Celanae, alte rum in hac ipsa civitate extantia, perseve rant adhuc, et florescunt, vexatio nibus gubernii non obstantibus. Sed e collegio Celanae ob par vum numerum alumnorum, et maxi mas impensas, quae exigebantur, demtae sunt scholae liceales; et vice erectae et ordinatae sunt scholae, ut appellant, tecnicae, quae magnum alumnorum numerum attrahunt, et copiam parentibus praebent filios suos religiose edu candi etiam in rebus ad commer cium pertinentibus, quin collegia vel atea, vel perversa petant, excu sationem mendicantes non extare in dioecesi religiosum collegium, in quo pueri in rebus commerciali-
riferisce, preso dal grande timore che in seguito manchino i sacerdo ti per soddisfare alle opere neces sarie per i fedeli, si è presa cura, da due anni, che anche giovani adulti, noti per integrità di costumi e di buona fama, fossero ordinati sacer doti. Essi anche tuttora sono man tenuti ed educati in un apposito pic colo seminario. Non poco piacere ha provato il vescovo quando ha saputo che la sacra Penitenzieria, con lettera del 16 settembre 1875, aveva racco mandato a tutti i vescovi d'Italia quanto già egli stesso aveva attua to. Due collegi vescovili, uno nel villaggio di Celana, l'altro in questa stessa città, perdurano e fioriscono, opponendosi alle vessazioni del governo. Ma dal collegio di Celana sono state tolte le scuole liceali, per il piccolo numero degli alunni e le grandissime spese richieste. Alloro posto sono state istituite e ordina te le scuole, come si dicono, tecni che, le quali attirano un grande numero di alunni, e danno ai geni tori la possibilità di educare i loro figli religiosamente anche nelle cose che riguardano il commercio, senza che frequentino i collegi o atei o perversi, avanzando la scusa che non esista in diocesi un collegio religioso in cui i ragazzi vengano istruiti convenientemente nelle cose 301
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commerciali, come lo pratica il costume moderno. Nel collegio di S. Alessandro in Colonna invece sono state conser vate le scuole liceali. Qui con grande dolore il vesco vo deve riferire che, per la violenza sia del governo sia delle autorità provinciali, il reverendissimo ret tore di questo collegio, il signor Alessandro Valsecchi, vescovo coa diutore, che lo reggeva con tanta stima, è stato costretto a lasciarlo. Tale condizione era infatti richiesta dall' autorità provinciale perché il collegio che, come si dis se, era stato chiuso, fosse riaperto. L'illustrissimo prelato, per con servare in qualsiasi modo il colle gio, ha patito il gravissimo sacrifi cio di abbandonare la sua amatis sima casa e cercarne un'altra. Egli ha preferito ritirarsi nel seminario diocesano, e il vescovo che riferisce ha volentieri accon sentito, poiché là per diverse ragio ni la sua presenza è opportuna. In quel collegio è stato nomina to un altro rettore, di cui il vesco vo gode nel dirsi contento a suffi cienza. Nella precedente relazione il vescovo si rammaricava fortemen te che in questa stessa città era sta to aperto un nuovo collegio, nel quale i ragazzi cattolici erano accol
bus rite instituantur; uti fert mos hodiernus. In collegio autem S. Alexandri in Columna conservatae sunt scho lae liceales. Hic magno cum dolore referre debet episcopus ob saevitiam tum gubernii, tum auctoritatum provin cialium, reverendissimum rectorem istius collegii, dominum Alexan drum Valsecchi, episcopum coa diutorem, qui tanta cum laude col legium regebat, illud deserere coac tum fuisse. Ea enim conditio ab auctoritate provinciali requirebatur, ut colle gium, quod occlusum fuisse dictum est, aperiretur: Illustrissimus praelatus ut col legium, quomodocumque servaret, tam gravi sacrificio domum suam adamatam relinquere, aliamque quaerere, passus est. Praetulit autem ipse se in semi narium dioecesanum confugere; episcopusque referens libenter annuit; quum ibi multiplici ratione opportunus sito In dicto collegio alius rector suf fectus est, de quo satis contentum se dice re gaudet episcopus". In superiori relatione dolebat vehementer episcopus, quod in hac ipsa civitate novum collegium aper tum esset, in quo pueri catholici cum acatholicis indistincte exci 12. Cfr. relazione 1873 nota n. lO.
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12 DICEMBRE 1876 ti indistintamente con quelli acat tolici e in cui si trovavano profes sori e moderatori parte cattolici, parte eterodossi. Lo stesso rettore non era cattolico. Tale collegio era stato fondato per istruire i ragazzi nel commer cio. Egli si rammaricava inoltre per l'ingente numero di alunni che venivanoiscritti in quel collegio per la scuola, non tenendo conto per nulla degli opportuni ammonimen ti, sermoni e lettere pastorali del vescovo. Inoltre egli riferiva che, preso da compassione per tanti adole scenti, la maggior parte cattolici, su richiesta del rettore, aveva permes so, tutto considerato, che un sacer dote di ottimi costumi e dotato di scienza ragguardevole, insegnasse loro gli elementi fondamentali del la religione cristiana, nella fiducia che il male sarebbe diminuito o che almeno in quei cuori giovanili si potesse salvare la radice della fede. Per la qual cosa richiesto da questa sacra congregazione, il giorno 14 dicembre 1874, il vescovo rispose ampiamente 1'8 gennaio 1875, ciò che la stessa congregazione appro vò con sua lettera al vescovo il 23 gennaio dello stesso anno. E alla fine la beata Vergine Maria e tutte le potenze del cielo hanno esaudito le fervorosissime preghiere ovunque effuse e tolto l'immenso scandalo dai fedeli.
piebantur; in quo magistri et mode ratores partim catholici, partim heterodoxi habebantur; et ipse ree tor haeterodoxus erat. Quod collegium ad hoc funda batur ut pueri in negotiatione instruerentur. Dolebat pariter super ingenti alumnorum numero, qui in ilio col legio educandi committebantur, in nihilum cedentibus episcopi oppor tunis monitis, concionibus, litteris pastoralibus. Demum exponebat, quod mise ratione commotus erga tot adole scentes, catholicos maiori ex par te, requisitus a rectore, omnibus perpensis, permisit, ut sacerdos optimis moribus, praestantique scientia praeditus, religionis chri stianae fundamenta illis traderet; confisus malum imminui, vel sal tem in illis cordibus iuvenilibus radicem fidei servari posset. Qua de re ab ista congregatione conquisitus, sub die 14 decembris 1874, latum responsum [ecit epi scopus sub die 8 ianuarii 1875, quod eadem sacra congregatio approbatione sua munivit litteris ad episcopum datis die 23 ianuarii eiusdem anni. Tandem Beata Virgo Maria et Caelites omnes ferventissimas pre ces undique effusas exaudierunt; et immane scandalum de medio horum fidelium abstulerunt.
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Esulta di gioia il vescovo che riferisce, rendendo infinite grazie al Signore. Poiché IiI peggioramento dei costumi degli adolescenti di questo collegio cresceva quotidianamente, e veniva alla luce l'errore di una simile educazione, i padri si penti rono di aver affidato i loro figli a quegli educatori, e sul finire del l'anno scolastico 1874-1875 molti di essi notificarono al rettore che l'anno seguente avrebbero richia mato i loro figli. Il rettore turbato e impaurito perchè il collegio non fosse sciol to, parlò con alcuni degli educatori sulla sua vendita. Essi chiesero tem po, e intanto, mancando i soldi, rinunciarono, almeno per quel momento, al suo acquisto. Il fatto giunse alle orecchie del sacerdote che in quel collegio insegnava gli elementi fondamentali della reli gione. Egli, in segreto, manifestò il caso ad alcuni ecclesiastici, e spe cialmente al reverendissimo Ales sandro Valsecchi, che per un' ere dità appena ricevuta, disponeva di denaro ed era d'animo risoluto. In breve tempo fu costituita una società anonima segreta per acqui stare, anche se a un prezzo ingente, il collegio. Fu incaricata una persona nota al rettore e anche alla società per trattare con lui la vendita a favore di una certa società anonima, da
Exultat referens episcopus, Deo maximas agens gratias. Quum in dies adolescentulorum istius collegii morum pravitas per cresceret et eiusmodi educationis perversitas in lucem proderet, patres familias poenituerunt filios suos commisisse iis educatoribus; et sub termino anni scolastici 1874 1875 plures rectori nuntiarunt anno supervenienti filios suos se avoca turos. Rector perturbatus et veritus, ne collegium dissolveretur; verba fecit cum aliquibus ex educatoribus de venditione collegii. At educatores tempus petierunt; et tandem, deficiente pecunia, emp tioni, saltem eo tempo re obrenun tiarunt. Quod sacerdotis, qui in ilio collegio, religionis rudimenta tra debat, pervenit ad aures. Isque secreto rem aliquibus ecclesiasti cis viris aperuit, et praecipue reve rendissimoAlexandro Valsecchi, qui ob haereditatem nuper captam pecunia pollebat, animoque promp to erat. Brevi societas secreta anonima constituta est, quae collegium, etsi ingenti pretio, emeret. Quidam rectori notus, et socie tati pariter; deputatus est, ut cum rectore ipso de venditione ageret in favorem cuiusdam societatis ano nimae, et postea declarandae, quin manifestaretur nomen emptorum,
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dichiarare in seguito, senza che fos se manifestato il nome degli acqui renti, poiché in parte erano cattoli ci e in parte ecclesiastici. L'incari cato tratta la cosa e in breve con clude il contratto. Immediatamente si sparge la notizia della vendita del collegio, e che gli acquirenti sono cattolici. Da qui i nostri esultano e i libe rali strepitano, sopportando mala mente il trionfo dei clericali. Ma invano ormai, poiché tutte le prati che erano state compiute secondo la legge. Il collegio è stato conser vato come prima e così anche il metodo educativo, con un sacerdo te nominato rettore e anche con gli educatori cattolici. Lo scorso anno è stato esiguo il numero degli alunni, l'anno suc cessivo ha toccato i 60, ma si spera che col tempo esso aumenterà.
quia catholici, et partim ecclesia stici erant. Rem perstringit deputatus; et brevi contractum concludit. Conti nuo auditur collegium venditum, emptores catholicos esse. Hinc exultare nostri, et libera les perstrepere, iniquius ferentes clericalium triumphum. At frustra omnino; quia omnia iuxta legem perfecta erant. Collegium, uti antea, conserva tum est; pariterque modus educa tionis; rector ecclesiasticus suffec tus, et educatores catholici. Anno delapso parvus fuit nume rus alumnorum; anno vero decur renti 60 attingit; sed confiditur auc tum iri temporis progressu".
13. Oltre quanto scritto nella nota n. 13 della relazione 1873, il Wild seguiva il metodo educativo e scolastico di Giovanni Enrico Pestalozzi (1756-1827 ) ed era membro del l'Ateneo di Bergamo, dove aveva presentato ai soci il suo progetto. Nel 1874 il colle gio era rimasto sprovvisto di assistenza per l'insegnamento religioso. Nell'anno 1873 1874 gli alunni avevano raggiunto il numero di 200. Nel 1874-1875 era stato delega to per l'istruzione religiosa ai 204 alunni don Girolamo Terzi. La società anonima inte ressata all'acquisto, rappresentata dal conte Marco Celio Passi e dal conte Stanislao Medolago Albani, ottenne per L. 125.000 il complesso dal Wild che ingannò con la ven dita, si disse, chi aveva avuto fiducia in lui e l'aveva favorito. Successe per quella deci sione una rivoluzione nel collegio, coi professori che protestavano e gli alunni che lo abbandonarono, tanto che intervenne il procuratore del re coi carabinieri per calmare gli animi. Wild aveva detto al censore Salmoiraghi di spedire un telegramma per avvi sare della chiusura. Ma il testo era stato composto in modo scriteriato: "Collegio chiu so, venga a ritirare suo figlio ordine procuratore del re ''. Sull'eredità, andata a mons. Valsecchi, per pagare la somma, cf. Documenti d'Archi vio, n° 35. Cedendo l'istituto, il Wild s'era impegnato a non costruire altri collegi edu cativi in Lombardia. Ad Albino e Vertova egli aveva istituito scuole per i figli dei dipendenti degli svizzeri impiegati nelle industrie tessili di famiglie imprenditoriali
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Sicque bene provisa est dioece sis collegiis, in quibus christiana impenditur educatio; quum adsint omnes scholae tum gimnasiales et liceales, tum tecnicae et commer ciales, quae desiderari possint. Dolens vero renuntiare debet episcopus, tribus fere abhinc annis collegium femminile in hac ipsa civitate apertum esse, eiusdemfur furis masculini collegii dissoluti. Istud collegium vocatur mixtum; catholicae puellae cum acatholicis indistincte instituuntur; earumque numerus, ultimis duobus annis, supra triginta pertigit; quarum maxima pars sunt catholicae".
Così la diocesi è stata ben prov vista di collegi in cui viene impar tita l'educazione cristiana, essen do presenti tutte le scuole che si possano richiedere, sia ginnasiali, sia liceali, sia tecniche, sia com merciali. Il vescovo deve informare con dolore che da quasi tre anni in que sta città è stato aperto un collegio femminile, della stessa crusca di quello maschile dissolto. Questo collegio è chiamato misto. Le ragazze cattoliche sono formate indistintamente con quelle non cattoliche; il loro numero in questi due ultimi anni è arrivatooltre i 30, e la massima parte di esse sono cattoliche. Anche a questo collegio
venute dalla Svizzera. Nel 1875-1876 il collegio fu riaperto sotto il nome di collegio Bar tolomeo Colleoni, presidente il nobile Vincenzo Barca, membro della congregazione di Carità, assistente spirituale don Terzi, direttore don Carlo Locatelli, cui successe nel 1879-1880 il prof. G.B. Caironi, primo direttore de L'Eco di Bergamo, e poi don Anto nio Mazzucotelli. Tra gli insegnanti vi fu l'ing. Elia Fornoni. Dopo alcun tempo il col legio fu offerto in vendita al S. Alessandro ma le trattative non si conclusero e il col legio fu soppresso. Sembra che sia subentrata nella proprietà la contessa Rondinini Rovescala, la quale nel 1898 alienò per L. 30.000 la Cittadella, inutilizzata e degrada ta, al ragionier Giovanni Salvi. Questi nel 1899 vendette l'immobile al comune di Ber gamo per L. 70.000. Da accordi stipulati con la Deputazione provinciale per le spese generali di gestione, si aprì la cittadella alla Scuola normale per fanciulle, dal 1901 al 1943 Istituto magistrale Suardo. Ai regolamenti istitutivi della scuola stessa si inte ressò, a un certo punto, anche il comune di Urbino; ringrazio il dotto Arveno Sala per alcune notizie fomite in materia; cf. BCAM, Collegio speciale di commercio (Enrico Wild), scheda d'associazione alla società promotrice del collegio, programma e rego lamenti, atti della festa accademica del 27 agosto 1873; Notizie patrie... 1875, p. 86 88; idem...1876, p. 89-91; L. DENTELLA, I Vescovi..., p. 529; C. TRAINI, Vicende ..., p. 109; L. TIRONI, L'Istituto magistrale di Bergamo nel 125° anno dalla fondazione, Bergamo edizioni dell' Ateneo 1987, p. 30-32. 14. Un collegio convitto femminile materno era stato aperto in S. Gottardo, a Bergamo, sot to gli auspici e la sorveglianza di una commissione promotrice. La scuola era divisa in inferiore e superiore. Per la retta si pagava da L. 400 a L. 600. Ne era direttrice la signorina Ernestina Barbetta e presidente la contessa Barbara Grismondi Barbati. Dal Ia lista delle "patronesse", l'opera aveva tutti i requisiti di istituzione prettamente lai
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Et huic collegio, a rectrice con il vescovo, richiesto e ricercato dal la direttrice, ha assegnato un sacer quisitus et rogatus, sacerdotem adsignavit episcopus, qui catholi dote che insegni alle ragazze le nozioni basilari della fede, fondan cae fide i rudimenta tradat puellis, iisdem innixus principiis, quibus dosi sugli stessi princìpi dei quali s' è avvalso quando ha concesso un usus est, cum sacerdotem pro ado lescentulorum collegio, de quo sacerdote per il collegio degli ado lescenti, di cui sopra, come si può supra, concessit, uti videre est in praecitato responso. vedere nella precitata risposta. Il vescovo non ha omesso alcu Nullam praetermisit curam epi na diligenza per dissuadere i padri scopus, nullam diligentiam, ut patresfamilias a proposito dimove di famiglia dal proposito di inviare ret in eo collegio filias suas edu in quel collegio le loro figlie per candas tradendi: at hucusque non essere educate, ma sino ad oggi a verba, non preces, non valuere nulla sono valse le parole, le pre comminationes: et nihil restat, ghiere, le minacce. Nient'altro resta quam preces continuas effundere, che continuare a pregare, perché ut auferatur et hoc scandalum, sicu anche questo scandalo sia tolto, ti et aliud ablatum est. come l'altro.
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De Episcopo referente
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Il Vescovo che riferisce
1. Il vescovo ha osservato alla l. Residentiae praeceptum a perfezione il precetto ingiuntogli sacris canonibus, concilio Triden dai sacri canoni, dal concilio Tri tino, et constitutione Urbana dentino e dalla costituzione Urbana, iniunctum, episcopus adamussim allorché si rechi in località della adimplevit; quum loca in dioecesi sita petat, quando pro corporis Diocesi, quando è necessitato dalle ca, Notizie patrie, 1873, p. 90. Ma funzionava anche una Scuola normale femminile, in casa Passi, al Belvedere, a fianco della chiesa di S. Michele al Pozzo Bianco, istituita, su proposta della Deputazione provinciale, per decreto del consiglio provinciale di Bergamo 1'8 settembre 1861. Le prime 70 alunne, Il uditrici e 59 regolari, di età supe riore ai 14 anni e mezzo, avevano due professori titolari, passati poi a tre per le prin cipali discipline (pedagogia, lettere e matematiche). Per le altre materie si provvedeva con incarichi. Furono nominati all'inizio, su votazione segreta, dal consiglio provinciale il direttore e professore don Eugenio Bombarda, e i docenti Cario Tonsi, don Martino Dolci, Giovanni de Passeri, Francesco Gatti, la nobile Beatrice Presti Tasca maestra e collaboratrice del direttore; L. TIRONI, L'Istituto..., p. 17-18 e passim.
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salute curis indiget. 2. Vìsitationis pastoralis de qua in superioribus relationibus, fruc tus adhuc perdurant. Quae enim in pastorali visita tione corrigenda vel statuenda ordi naverat episcopus, omnia rite per soluta sunt, magno cum animarum profectu, et omnium solatio. Nunc autem si quid novi vel cor rigendi, vel statuendi occurret, sci te dignoscit episcopus per vicarios foraneos, subiectas sibi ecclesias parochiales quotannis visitantes, episcopoque de resultantibus sin ceris scriptis, statutis temporibus, referentes, vel si rerum natura expo scat, statim sive per litteras, sive per propriam praesentiam commu nicantes. Quae scripta examinantur ab episcopi provicariis generalibus qui, ex praevia episcopi sententia, iuxta relata, dispositiones necessa rias vel opportunas ferunt. Ex iis autem vicariorum fora neorum relationibus notum est epi scopo omnia diligentissime ubique paroeciarum procedere; et prae sertim in ecclesiis curari nitorem, in sacris supellectilibus munditiam, studium, doctrinam et animarum zelum in clero, in populo fide m, reverentiam, pietatem, ac religio nem. 3. Sacras ordinationes, statutis a iure temporibus, quoties opus fuit, per se semper habuit. Sacramen
cure per la salute del corpo. 2. I frutti della visita pastorale, di cui nelle relazioni antecedenti, perdurano. Le cose che il vescovo aveva ordinato o stabilito di correggere, tutte sono state convenientemente adempiute, con grande profitto del le anime e conforto di tutti. Se ora avvenisse che qualcosa di nuovo sia da correggere o ordi nare, subito il vescovo è messo al corrente tramite i vicari foranei, i quali visitano ogni anno le chiese parrocchiali loro sottomesse, e rife riscono al vescovo, in tempi oppor tuni, i risultati con relazioni since re, o se la natura delle cose lo richieda, comunicando subito attra verso lettere o personalmente. Tali relazioni sono esaminate dai provicari generali, che in base alla sentenza previa del vescovo, secon do le cose riferite, prendono le opportune o necessarie decisioni. Da queste relazioni dei vicari foranei, al vescovo è noto che tutto e dovunque in ogni parrocchia pro cede in modo assai diligente; in par ticolare nelle chiese viene curato lo splendore, nelle sacre suppellettili la pulizia, nel clero lo studio, la scien za e lo zelo delle anime, nel popo lo la fede, l'ossequio, l'amor di Dio e la religiosità. 3. Egli ha sempre tenuto perso nalmente, quando ve n'era bisogno, le sacre ordinazioni nei tempi sta 308
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12 DICEMBRE 1876 biliti dal diritto. Ha amministrato il sacramento della Confermazione nei giorni festivi e nei feriali ogni volta che ne fu richiesto nell' oratorio del palazzo vescovile, tranne che nel giorno solenne della Pentecoste, perchè lo conferisce con fasto come di solito, in cattedrale. Per dare ai fedeli maggiore pos sibilità di ricevere questo sacra mento, il vescovo, spesso richiesto, più spesso approfittando dell' occa sione di qualche festività, si è reca to nei borghi e anche in luoghi agre sti lontani, per amministrarlo. Ogniqualvolta inoltre egli è sta to chiamato per confermare gli infermi, il che piu spesso è avve nuto in questo triennio, per le fre quenti malattie che hanno colpito gli infanti e i fanciulli, volentieri si è recato alle loro case, anche se distanti. Se capitasse che per malattia o impegni o altre cose sia impedito di amministrare la Confermazione, egli si avvale dell' opera del reve rendissimo vescovo coadiutore, che sempre molto volentieri offre la sua collaborazione. Così avviene che, per quanto è
tum Confirmationis diebus festis singulis, ferialibus vere quoties cumque requisitus fuit, administra vit in sacello palatii episcopalis, praeterquam in solemni Penteco stis die, quo die splendidiori pompa illud in ecclesia cathedrali semper conferre consuevit. Quo vere maiorem sacramenti huius recipiendi copiam fidelibus faceret episcopus, saepe consulto, saepius festivitatis alicuius occa sionem nactus, se ad oppida, et rura etiam dissita contulit, illud administraturus. Quoties autem ad infirmos con firmandos. quod saepe saepius hoc praesertim triennio accidit, ob ere bros morbos infantes, puerosque infestantes, vocatus fuit, libenter eorum domus, etiam longinquas, adiit". Quod si quando infirmitate, vel curis detineretur, ut in aliis, sic et in Confirmatione administranda, opera reverendissimi episcopi coa diutoris, qui libentissime opus suum semper praestat, uti pergit: sicque
15. I fanciulli dai due ai nove anni erano colpiti dalla malattia infettiva della difterite com parsa nelluglio 1873 che in pochi giorni li uccideva. Già nel 1870-1872 l'epidemia da vaiolo aveva mietuto numerose vittime cf. "Relazione presentata all'onorevole Municipio dall'egregio dottor Federico Maironi sulla gestione sanitaria dell'anno 1874", in La Provincia Gazzetta di Bergamo 14 dicembre 1875; "La vaccinazione in Bergamo nel decennio 1865-1874", in ibid. 11 maggio e 16 maggio 1876, due studi a cura del dotto M. Galli.
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possibile, nessun aiuto spirituale manca ai fedeli. 4. Il vescovo desiderava viva mente convocare, come pure attual mente, il sinodo diocesano, ma ne è stato proibito per 1'iniquità dei tem pi ogni giorno crescente. Tuttavia lo farà, appena le condizioni lo per metteranno. Nel frattempo il vescovo ha disposto che alcuni sacerdoti dotti e competenti preparino e mettano in ordine le questioni che nel sinodo si dovranno discutere, modificare o stabilire. Già tutto è quasi pronto. Il vescovo nel frattempo insiste fre quentemente sull' osservanza dei decreti emanati nei sinodi antece denti, e usa tutti quei mezzi che sono proposti da Benedetto XIV di felice memoria, nell' opera De Sino do Dioecesana. 5. Nei pontificali, a meno che non sia impedito da un legittimo motivo, tiene le omelie secondo le prescrizioni canoniche e le lodevo li consuetudini di questa diocesi. Ma nel predicare la parola divi na al popolo il vescovo è molto assiduo, sia in cattedrale, sia nelle altre chiese di città e diocesi, sfrut
fit ut, quoad fieri potest, fidelium spiritualibus necessitatibus nullum desit subsidium. 4. Sinodum dioecesanam, quam vehementer cogere cupiebat, et etiam nunc cupit episcopus, tem porum iniquitate, percrescente in dies, hucusque habere prohibitus est; at habebit simul ac vix rerum conditiones patientur: Interim episcopus ut aliqui pro bi, doctique sacerdotes, quae in sinodo discutienda, corrigenda vel statuenda sint, praeparent, et dige rant, providit; iamque fere in promptu sunt omnia". Urget interea episcopus fre quenter decretorum observantiam, quae in anteactis sinodis condita fuere, eaque adhibet media, quae a felicis recordationis Benedicto XIV in opera de Sinodo Dioecesana pro ponuntur. 5. In pontificalibus, nisi aliquo sit legitimo impedimento prohibi tus, habet homilias iuxta canonicas sanctiones, et laudabiles consuetu dines huius dioecesis. At in Divino Verbo ad populum habendo creberrimus est episcopus, tum in cathedrali, tum praesertim in aliis ecclesiis civitatis et dioece
16. Mons. Speranza ebbe sempre l'intenzione di indire il sinodo, come si rileva dai docu menti da lui studiati e fatti preparare tra il 1855 e il 1878. In un fascicolo sotto forma di questionario sono notati in lingua latina i temi da trattare: de fide, de doctrina chri stiana, de Verbi Dei praedicatione,de festis diebus, de ordinandis, de seminario, de horis canonicis, de missae celebratione, de parochis; ACVB,fondo Sinodi diocesani, Sinodo Speranza.
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tando per lo più l'occasione del l'amministrazione del sacramento della Confermazione. In tutti i luoghi della diocesi sono presenti i parroci, i coadiutori e mol ti altri sacerdoti, che approvati e scel ti per annunciare la Parola di Dio, nutrono ovunque abbondantemente il popolo di parole salutari. Il vescovo, approfittando del l'occasione dell' ultimo giubileo, ha ordinato che in tutte le parrocchie per almeno otto o dieci giorni con tinui fossero predicate le missioni al popolo da tre o anche più sacer doti nelle parrocchie più popolose, perchè si ricavasse il maggiore frut to possibile dal giubileo stesso, e i costumi del popolo migliorassero ancor di piu. Dato che a tale compito erano insufficienti di numero i sacerdoti competenti, e d'altra parte si teme va che gli oratori stremati da tante fatiche, subissero danni alla salute, il vescovo ha supplicato umilmen te la Santa Sede perchè si degnasse di protrarre per alcuni mesi l'in dulgenza del giubileo. La Santa Sede ha benevolmente acconsentito che il Giubileo fosse protratto fino alla domenica in albis dell' anno successivo. Così è avvenuto che in tutte le parrocchie, dopo che tutti erano sta ti preparati con la parola di Dio, fosse lucrato pubblicamente il so lenne giubileo.
sis, occasione ut plurimum arrep ta administrationis sacramenti Con jirmationis. In omnibus autem dioecesis locis adsunt parochi, coadiutores et complures alii sacerdotes, qui ad Verbum Dei annuntiandum adpro bati electique, populum salutaribus verbis abunde pascunt. Ultimi iubilaei occasionem nac tus episcopus, providit ut omnibus in paroeciis per saltem octo vel decem dies continuos, a tribus, vel etiam in paroeciis numerosioribus a pluribus piis sacerdotibus missio nes haberentur ad populum, quo maius ex iubilaeo ipso lucrum exci peretur, moresque populi in melio res semper componerentur. Quum autem tanto operi impa res essent numero sacerdotes apti, aliaque ex parte timor esset ne tot laboribusfracti concionatores dam num in salute paterentur, episcopus humiliter sanctam Apostolicam Sedem supplicatus est, ut per ali quot menses iubilaei indulgentiam protrahere dignaretur; et eidem Sancta Sedes benigne indulsit, ut ad dominicam in Albis inclusive subsequentis anni protraheretur. Unde factum est ut omnibus in paroeciis iubilaeum solemne, prae paratis Verbi Dei animis, publice lucraretur.
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Il Signore, mosso da misericor dia grandissima, ha eccitato orato ri capaci per essere ovunque validi al ministero della predicazione. Per tutto il tempo del giubileo il vescovo aveva ordinato che i sacerdoti nella messa leggessero la colletta pro petitione lacrima rum e che i fedeli alla prima messa del mattino e al vespro recitassero alcu ne preghiere pubbliche. Per raccogliere dal giubileo un frutto piu pieno e a Dio fosse data maggiore gloria, il vescovo con cesse, secondo la facoltà avuta dal sommo pontefice, che per le visite private fossero sufficienti tre pro cessioni sacre alle quattro chiese designate per lucrare il giubileo, e persuase i parroci che facessero le processioni più volte, dopo aver ricuperato le forze, per la comodità e l'opportunità dei fedeli. Essendo rimasti alcuni, specie in città, che, trattenuti da una certa difficoltà, avevano lasciato perde re le preghiere pubbliche e per pigrizia non si accingevano a fare le numerose visite, onde rendere piu facile lucrare il giubileo, il vescovo ha supplicato di nuovo la santa Sede Apostolica di diminuire le numerose visite e di scegliere uno dei due santuari esistenti in questa città, in cui alle visite si aggiun gesse qualche altra opera pia. Con grande gioia del vescovo la Santa Sede benevolmente di nuo
Concionatores opportunos exci tavit Dominus miseratione maxima permotus, ut abunde pares essent numero praedicationibus. Integro iubilaei tempore indixe rat episcopus ut sacerdotes in mis sa collectam pro petitione laerima rum legerent; fidelesque mane ad primam missam, et vespere aliquas preces publicas recitarent. Quo uberior e iubilaeo recole retur fructus, Deoque gloria maior proveniret, iuxta datas sibi a summo pontifice facultates, concessit ut pro visitationibus privatis, tres proces siones sacrae ad quatuor ecclesias designatas sufficerent ad iubilaeum lucrandum; insinuavitque parochis ut processiones, repetitis viribus, facerent pro commodo et opportu nitate fidelium. Quum autem aliqui remanerent, praesertim in civitate, qui difficul tate quadam detenti, supplicatio nes publicas omiserant, et numero sas visitationes pigritia et tardo ani mo non aggrediebantur; adfaci liorem reddendam iubilaei acqui sitionem supplicatus est episcopus denuo sanctam Apostolicam Sedem, ut numerosas visitationes minuere alterumque ex duobus sanctuariis in hac civitate extantibus, eligeret quo visitationibus, adiceretque ali quod aliud pium opus. Magno cum episcopi gaudio Sancta Sedes benigne iterum indul-
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sit maximo cum fidelium emolu mento". 6. Temporum ratio, uti dictum est in superioribus relationibus, nec forum ecclesiasticum haberi, nec mulctas exigi sinit; quare nullus penes episcopum adest deposita rius, cui poenas et mulctas pecu niarias custodiendi provincia de mandata sito 7. In exigendis taxis cancella riae episcopalis nihil est immuta tum. Ut vere in dictis taxis exigen dis cuiuscumque abusus vel species absit, episcopus morem servat, uti videre est in praecedenti relatione, tribuendi per se officialibus curiae certum stipendium, quod sumitur e cumulo taxarum. Emolumenta autem in curia episcopali exiguuntur iuxta taxam Innocentianam; in iis vero casibus, in quibus Innocentiana nihil statuit, adplicatur antiqua taxa dioecesa na, quae quidem est modica. Episcopus, e vita functo ultimo vicario generali, alium non elegit; quia expensas vicarii generalis extradioecesani sustinere non va let 18 •
vo ha acconsentito con il massimo profitto dei fedeli. 6. La condizione dei tempi non consente né di avere, come già det to nelle precedenti relazioni, il foro ecclesiastico, né di esigere le mul te; perciò presso il vescovo non si trova alcun depositario cui sia stato affidato l'ufficio di custodire le con danne e le multe pecuniarie. 7. Nell'esazione delle tasse del la cancelleria vescovile nulla è cam biato. Per evitare che nella riscos sione di dette tasse vi sia quanto meno una parvenza di qualsiasi abu so, il vescovo conserva l'abitudine, come si può notare nella precedente relazione, di pagare personalmente agli officiali della curia un certo sti pendio, che prende dal cumulo del le tasse. I diritti dovuti nella curia vesco vile sono esatti secondo la tassa Innocenziana; nei casi in cui essa nulla ha stabilito, si applica la vec chia tassa diocesana, che è esigua. Il vescovo, dopo la morte del l'ultimo vicario generale, non ne ha eletto un altro, nell'impossibilità di sostenere le spese di un vicario
17. Mons. Speranza il9 gennaio 1875 aveva presentato alla diocesi l'enciclica papale del giubileo "Mossi dalle gravi calamità della Chiesa " 24 dicembre 1874. Con lettera "Noi miei carissimi dobbiamo ringraziare il Signore " 14 ottobre 1875, egli comunico d'aver ottenuto dalla Santa Sede il prolungamento del giubileo sino alla domenica in albis del 1876, come riferito nella relazione; ACVB, Lettere pastorali Libro n° 10; Monsi gnor Pier Luigi Speranza ... , p. 404-405; F. NERI, Il giubileo in occasione del Conci lio Vaticano I con alcune aggiunzioni sul giubileo massimo ..., o.c .. 18. Vicario generale era stato monsignor Orazio Simoni, nipote per parte di madre del can. Giuseppe Benaglio e di mons. Gaetano Benaglio vescovo di Lodi. TI Simoni era nato
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Habet autem duos provicarios generale extradiocesano. Egli ha generales, quorum alter est reve due provicari generali, uno dei qua rendissimus ac illustrissimmus epi li è il reverendissimo e illustrissi scopus coadiutor, alter vero reve mo vescovo coadiutore, l'altro il rendissimus archipresbiter et paro reverendissimo arciprete e parroco della chiesa cattedrale di questa chus ecclesiae cathedralis huius civitatis, qui in officio sedei". città, che esercita il suo ufficio. Hunc autem elegit, etsi paro Egli lo ha eletto, benché parro chum, quia non reperit aptiorem in co, poiché non ne ha trovato un altro più idoneo in diocesi, e d'altra dioecesi, aliaque ex parte officium parochi identidem explere potest, parte può espletare nello stesso tem quum praesto esse possit, quando po l'ufficio di parroco, potendo aliquid urget. Ut in posterum quo essere presente quando v'è qualco que hanc praxim sequi liceat, rogat sa d'urgente. Il vescovo che riferi episcopus referens, donec condi sce prega, finché le condizioni tiones immutentur. rimangono tali, che anche in futuro 8: Mala temporum conditio, sia lecito seguire questa prassi. quae sane fit in dies deteriot; nullius 8. L'infelice condizione dei tempi, che in realtà diventa ogni
a Bienno il 5 agosto 1800 (a Bergamo per I Preti del S. Cuore ... , p.253). Aveva fre quentato il collegio Gallio a Como, quello di Celana e il seminario diocesano, dove gli erano stati maestri Marco Celio Passi e lo zio Giuseppe Benaglio. Dopo il lavoro pastorale tra i giovani di Bienno per tre anni circa, era stato direttore spirituale nel seminario diocesano per sei anni. Passava all' incarico di prevosto di S. Andrea in Ber gamo, 1833-1836, e dopo la rinuncia, 22 ottobre 1836, veniva nominato arciprete di Bien no. Chiamato a far parte del capitolo cattedrale, era stato nominato vicario generale il 30 gennaio 1857. Era oratore assai efficace nelle missioni, membro del Collegio Apo stolico. Mori a Bergamo ilIO agosto 1866. Provi cari generali erano stati nominati don Angelo Colombelli (1817-1888),17 giugno 1866, in seguito prevosto di Levate, 1875, poi di Verdello, 1878, e poi canonico penitenziere in cattedrale, 1880, e don Pietro Carsana, prevosto di S. Alessandro della Croce, 30 novembre 1867, eletto vesco vo di Como (187 I- I 887); ACVB, Nomine collettive ai vari uffici di curia, 2, Vicario generale; ibid.,jascicoli parrocchiali, S. Andrea; N. ERCOLI, Orazione funebre ...in lode di Mons. Giuseppe Orazio Simoni canonico onorario, esaminatore prosinodale vica rio generale della diocesi di Bergamo, detta nella chiesa cattedrale il dì 12 settembre 1866, nei funerali solenni di trigesima, tipo del Patronato 1866; Monsignor Pier Luigi Speranza ..., p. 271, 352-354; Notizie patrie... 1866; L'Eco di Bergamo 15 marzo 1888; C. CASTELLETII, Elogio funebre di Angelo Colombelli canonico penitensiere e cap pellano d'onore di Sua Santità Leone XIII, Bergamo 1888. 19. Provicario generale e arciprete della cattedrale era mons. Giovanni Cossali, cf. nota n. 1 della relazione 1873.
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generis argumenta praetermittit, ad impediendum quominus episcopus sui ministerii officia iurisdictionis scilicet ecclesiasticae libertatis atque immunitatis Ecclesiarum tuendae exercere libere valeat. Non omittit tamen episcopus ecclesiastica iura pro viribus tue ri, eaque omnia media adhibere, quae ad hunc finem magis apta videri possunt. In casibus vero peculiaribus, et maioris momenti ad istam sacram congregationem recurrit. Ceterum ad hoc etiam officium, quantumfie ri potest, explendum summopere iuvat unio cleri universi cum epi scopo vere laudabilis. 9. Hoc etiam triennio ab ultima relatione auctor fuit episcopus ut quamplures ecclesiae, praesertim parochiales, qua e vel impares essent aucto parochianorum nume ro, vel minus decentes viderentur, ex novo aedificarentur, uti supra relatum est, vel saltem reficerentur, aut exornarentur: et fere nulla est paroecia in qua saltem ecclesia parochialis aliquo opere adaucta non sito Quare ad novarum ecclesia rum, vel altarium consecrationem, vel ad campanarum benedictionem saepe saepius vocatus, vel se ipse contulit, vel usus est opera reve
giorno peggiore, non trascura moti vi di alcun genere, per impedire che il vescovo, secondo le sue capacità, eserciti gli offici del suo ministero, cioè di giurisdizione ecclesiastica, di difesa della libertà e dell' immu nità ecclesiastica. Non desiste tuttavia il vescovo dal difendere con le sue forze i dirit ti ecclesiastici, e di usare tutti quei mezzi che a tale scopo possono sembrare più idonei. Inoltre nei casi straordinari e di maggior impor tanza, ricorre a codesta sacra con gregazione. Anche all'adempimen to di questo ufficio, per quanto è possibile fare, giova assai l'unione veramente lodevole di tutto il cle ro col vescovo. 9. Pure in questo triennio dal l'ultima relazione il vescovo è sta to promotore affinchè molte chie se, specie le parrocchiali, venissero edificate di nuovo, come si è detto sopra, o almeno restaurate o deco rate o perché insufficienti al nume ro aumentato dei parrocchiani, o perché sembravano meno decoro se. E quasi nessuna parrocchia esi ste in cui almeno la chiesa parroc chiale non sia stata arricchita di qualche opera. Per la qual cosa il vescovo, chia mato molto spesso per la consacra zione di nuove chiese o di altari, o per la benedizione delle campane, si reca personalmente o si avvale del l'opera del rev.mo vescovo coa 315
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diutore, che assai volentieri e sem pre ugualmente presente a tutte le funzioni vescovili, si rivela di som mo aiuto al vescovo che riferisce, specie tenuto conto della sua salu te debilitata e dell'età avanzata. È incredibile a dirsi con quanta alacrità in così innumerevoli diffi coltà, i parroci, il clero e il popolo sempre intraprendono opere nuove per il culto divino, ornano le sacre suppellettili, celebrano con ogni genere di apparati le feste in onore della beata Maria Verginee dei san ti Patroni, fondono le campane ecc. Si deve affermare che i buoni combattono coi cattivi, e quanto più ogni giorno gravi scelleratezze sono perpetrate, tanto più diventa fer vente il popolo. lO. Per salvaguardare la disci plina del clero e favorire sempre più l'unione con cotesta Sede Apo stolica, il vescovo suole premettere nel calendario diocesano la lettera pastorale, nella quale tratta, a secon do dell'opportunità e della neces sità, dell' abito ecclesiastico, della retta amministrazione dei sacra menti, delle funzioni ecclesiastiche da celebrare in modo conveniente, delle norme da osservare nella cele brazione della messa, della visita e dell' assistenza agli ammalati, dei doveri dei parroci per tenere l'o melia e la dottrina, degli esercizi spirituali che deve frequentare il clero, della necessità di rivolgersi
rendissimi episcopi coadiutoris, qui omnibus episcopalibus functioni bus, cum semper aeque ac luben tissime presto sit, summo adiumen to est episcopo referenti, ratione praesertim habita eius tum infir mae valetudinis, tum provectae aetatis. Ceterum incredibile dictu est qua alacritate in tantis rerum angu stiis, parochi, clerus et populus nova semper opera ad divinum cul tum pertinentia aggrediantur, supel lectiles sacras exornare, festa in onorem Beatae Mariae Virginis et Sanctorum Patronorum cum omni apparatuum genere celebrare, cam panas conflare etc. Dici omnino debet bonos cum malis certare; et quo graviora admittuntur quotidie scelera, eo ferventiores populi animosfieri. lO. Ad tuendam cleri discipli nam, eiusdemque cum ista Aposto lica Sede unionem magis magisque confovendam solet episcopus calen dario dioecesano litteras pastorales praeponere, in quibus pro oppor tunitate et necessitate agit de habi tu ecclesiastico, de recta sacra mentorum administratione, de ecclesiasticis functionibus rite per solvendis, de servandis in missae celebratione, de visitatione et cura infirmorum; de obligationibus paro chorum de homilia et doctrina habendis, de exercitiis spiritualibus
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12 DICEMBRE 1876 a Dio con tutto il cuore pregando intensamente per la Chiesa cattoli ca, per il sommo pontefice, della necessità di concordare in tutte le cose nel cuore e nella parola con codesta Sede Apostolica, per difen dere con tutte le forze i suoi diritti e le sue decisioni. Il. Per rinvigorire la fede del popolo e la religione tanto e in tan ti modi combattuta in questi tem pi, il vescovo, inviate al clero e al popolo opportune lettere pastorali, nonché con sermoni chiari, ogni qualvolta l'occasione si presenta, sia in pubblico sia in privato, esor ta i parroci perchè nella spiegazio ne delle verità cristiane usino som ma diligenza e sollecitudine, seguendo il catechismo della dio cesi, per quanto è possibile; e poi chè in questi tempi una mescolanza di errori ha sommerso tutti i luo ghi, e anche l'aria ne sembra ben
a clero frequentandis, de necessi tate instandi apud Deum enixis pre cibus pro Ecclesia Catholica, pro Summo Pontifice, de necessitate sentiendi in omnibus corde et ore cum ista Apostolica Sede, eius-que iuribus et sententiis totis viribus propugnandis". Il. Ad communiendam vero populi fidem, religionemque hisce temporibus tot tantisque oppugna tam modis, opportunis litterispasto ralibus ad populum et ad clerum datis, nec non expressis sermoni bus, quotiescumque occasionem arripere potest, tum publice, tum privatim; adhortatur parochos ut in christianis dogma tibus expli candis summam adhibeant diligen tiam et sedulitatem, dioeceseos catechismo inhaerendo, quantum fieri potest; et quum hisce tempo ribus errorum colluvies omnia loca pervaserit, et iis aer ferme imbutus
20. Come di consueto mons. Speranza nelle lettere pastorali per la quaresima tratta argo menti di viva attualità: necessità di conservare la fede, incredulità e magistero della Chie sa "Fra gli errori che si vanno spargendo..." 5 febbraio 1871, mali del tempo, educa zione, letture, responsabilità dei genitori, devozione alla Chiesa "Il S. Padre concede anche quest'anno..." 2 febbraio 1872, infallibilità pontificia, necessità di sentire e di esse re con la Chiesa "Da alcuni anni noi siamo spettatori e testimoni..." 2 febbraio 1873, "Subito dopo l'ultima sessione del concilio Vaticano..." 2 febbraio 1874, raccoman dazione di fare elemosine per i catecumeni e i luoghi santi "A nome e per autorità del Santo Padre..." 3 febbraio 1875, esortazione a fuggire le insidie alla fede e alla religiosità popolare, messa in guardia sul cattolicesimo liberale "Nell'occasione di rivolgervi la parola..." lO febbraio 1876. Con lettere "Già colla nostra circolare del 24 aprile..." 6 giugno 1875 e "Il Verbo di Dio..." 14 giugno, il vescovo scrive sulla devo zione al Sacro Cuore di Gesù nel centenario della festa e sull" apostolato della preghiera. In occasione di avversità naturali Speranza chiamava sempre alla preghiera, come nel la lettera "Nella pubblica calamità che ci sovrasta..." 13 maggio 1876; ACVB, Lette re pastorali Libro n° 10.
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videatur, populum e bona fide et somno excitent, abominationes huius saeculi propalando: adhor tatur patres [amilias ut prolem sibi a Domino creditam, christianis moribus imbuant, ac praecipue eosdem patresfamilias commonet ne filios suos, tutores vero ac cura tores, ne pupillos et pueros suae curae commissos ipsimet exponant, vel expositos relinquant periculo amittendi vel morum innocentiam, vel [idei puritatem, videantque praesertim quibus praeceptoribus, quibusve in scholis, vel collegiis eos erudiendos atque aeducandos tra dant. Et in hoc instat maxime nunc temporis episcopus, quia in dioe cesi adsunt abunde coilegia reli giose habita, in quibus pueri a pri mis rudimentis manuducuntur ad ultimas scholas liceales et com merciales. De educatione autem specialem litteram pastoralem dabat hoc anno, qua vehementer fideles exci tabat ne ultra patiantur catholicam educationem praepediri et oppri mi",
satura, incita (i parroci) perché sve lando le abominazioni di questo mondo, stimolino il popolo a sve gliarsi dal sonno e dalla ingenuità; egli esorta i padri a educare nei buo ni costumi la prole loro donata da Dio, e soprattutto li ammonisce, a non esporre i loro figli, così anche i tutori e i curatori i pupilli e i ragaz zi affidati alle loro cure, a non abbandonarli col pericolo di perde re o l'innocenza dei costumi, o la purezza della fede, a sorvegliare specialmente a quali precettori, o in quali scuole o collegi li mandano per essere istruiti ed educati. E in questa materia il vescovo insiste specie in questo tempo, poiché in diocesi esistono ovunque collegi tenuti col rispetto della religione, nei quali i ragazzi sono condotti dai primi elementi sino alle ultime scuole liceali e commerciali. Quest' anno egli inviava una spe ciale lettera pastorale sull'educazio ne, nella quale incitava con forza i fedeli a non tollerare oltre che l'e ducazione cattolica sia ostacolata e
21. Con la lettera pastorale "La persecuzione, venerabili fratelli efigli diletti, cui è a tem pi nostri ..." 5 agosto 1876, mons. Speranza difese la libertà dell 'insegnamento. Il 15 luglio 1877 con la legge Coppino l'istruzione elementare diventava obbligatoria sino alla III classe. L'insegnamento di religione era sostituito con l'educazione civica. Il fatto suscitò timori nell'ambiente ecclesiastico e in Pio IX, che non prese atto, osser va Martina, dell'evoluzione storica in corso, ritenendo ancora che la Chiesa, non lo stato, avrebbe dovuto assolvere il compito dell'istruzione. Da parte de La Civiltà Cat tolica, di vari esponenti del mondo cattolico, tra cui D'Ondes Reggio, e anche di libe rali, come Ferrari e Settembrini, si rivendicò il diritto dei genitori di educare i figli opponendosi all' insegnamento statale obbligatorio. In Italia l'analfabetismo era dif
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Nititur etiam ut puellae, quae ad opificia frequentissimae se con ferunt, detrimentum in tantis peri culis constitutae, et scandalis cir cumventae, in moribus et fide non patiantur. Et magno cum animi sui gaudio nuntiare potest sua verba vana non cessisse. Etenim pluribus in opifi ciis, etiam ab acatholicis moderatis, moniales invigilant puellas; et qui bus in opificiis moniales non adsunt, custodiam gerunt probae et timoratae feminae. Nec omittit episcopus saepe sae pius publicas preces indice re pro Summo Pontifice, ac pro tota Eccle sia tantis vexata persecutionibus. Ad hunc finem post singulas missas a sacerdote, qui celebravit, recitatur cum populo ter salutatio angelica, quotidie in celebratione missae primae in omnibus eccle siis cantantur a populo litaniae Lauretanae cum aliis orationibus; singulis dominicis, et si conditio nes ecclesiae patiantur etiam in die veneris fit solemnis expositio SS. mi Sacramenti in omnibus paroe ciis. Confratemitates SS. Sacramen ti et Doctrinae Christianae in omni bus ecclesiis parochialibus regula riter erectae adhuc perdurant, in
oppressa. Si adopera pure che le ragazze, le quali si recano in gran numero agli stabilimenti, non pati scano alcun danno nei costumi e nel la fede trovandosi in mezzo a tanti pericoli e insidiate da scandali. E con grande gioia del suo spi rito egli può comunicare che le sue parole non sono state vane. Infatti in molte industrie, anche in quelle gestite da acattolici, le monache vegliano sulle ragazze, e in quegli stabilimenti sprovvisti di monache, donne timorate e rette provvedono alla vigilanza. Il vescovo non tralascia di indi re il più frequente possibile pre ghiere pubbliche per il Sommo Pontefice e per tutta la chiesa, ves sata da tante persecuzioni. A tale scopo, dopo le singole messe, dal sacerdote celebrante viene recitata col popolo per tre volte l'Ave Maria; ogni giorno alla prima mes sa in tutte le chiese il popolo canta le litanie lauretane con altre pre ghiere; in ogni domenica, e se le condizioni della chiesa lo permet tono anche di venerdì, si tiene la solenne esposizione del Santissimo Sacramento in tutte le parrocchie. Le confraternite del SS. Sacra mento e della Dottrina Cristiana regolarmente erette in tutte le chie
fuso, nel decennio 1860-1870, con una percentuale del 72 - 78% . L'opera della Chie sa, osserva Martina, non sarebbe bastata per risolvere un tale problema sociale; ibid., Sommario ..., f.96; G. MARTINA, s.j., Pio IX (1867-1878) ..., p. 51.
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quibus vere paroeciis vel nondum erectae vel saltem non rite consti tutae essent, nunc iuxta praescrip tiones ordinatae atque institutae sunto Item confraternitates SS. Rosa rii, ubique constitutae, florescunt. Hoc triennio constitutae sunt etiam, auctore episcopo, plures confra ternitates pro iuventute utriusque sexus sub patrocinio Beatae Mariae Yirginis Immaculatae, Sancti Iosephi, vel Sancti Aloisii Gonza gae et Sanctae Agnetis, quae con fraternitates iuxta apostolicas pre seriptiones a sacerdotibus directae, magno iuvenibus emolumento suni", Ad excitandam et fovendam magis magisque in fidelium animis devotionem erga Beatam Virginem Mariam, eiusdemque patrocinium, hisce nequissimis temporibus magis promovendum, votis omnium liben tissime annuens, praemissis de
se parrocchiali, tuttora perdurano; nelle parrocchie poi in cui non fos sero state erette o non regolarmen te costituite, ora sono state ordina te e disposte secondo le norme. Così anche le confraternite del SS.mo Rosario, ovunque erette, fio riscono. In questo triennio sono state costituite con l'iniziativa del vesco vo anche molte confraternite per la gioventù di entrambi i sessi, sotto il patrocinio della Beata Vergine Maria Immacolata, di S. Giuseppe, o di S. Luigi Gonzaga e di S. Agne se, le quali, dirette da sacerdoti, secondo le prescrizioni apostoliche sono di grande vantaggio ai giova ni. A stimolare e favorire sempre di più negli animi dei fedeli la devozione verso Maria Vergine e promuovere il suo patrocinio in questi tempi assai iniqui, il vescovo,
22. Sulle associazioni e circoli sorti in quegli anni sotto il patrocinio dei santi e delle san te,oltre la nota n. 6 della relazione 1870, vi è da osservare che il Circolo operaio di S. Giuseppe, istituito dalla Società per gli interessi cattolici, fu approvato da mons. Spe ranza con decreto del 3 febbraio 1875. L. CASATI, Clero e laicato nel Circolo S. Giu seppe, in Alle radici ..., p. 429 passim sul decennale celebrato 1'8 agosto 1876,cf. visi ta 1891 nota n.34. Nel 1875 vedeva la luce a livello nazionale l'Opera dei Congressi e dei Comitati, sotto la presidenza dell'avvocato Giovan Battista Paganuzzi, da cui avreb be preso l'avvìo il Movimento Cattolico. La devozione ai santi era un aspetto della religiosità popolare assai caro a mons. Speranza, sollecitata con lettere pastorali in determinate occasioni, come per l'indulto dell'officiatura del beato Guala per il quale dava notizie storiche e ordinava solenni funzioni "Ne' pericoli e nelle miserie..." 13 ago sto 1870, il decreto di dichiarazione di S. Alfonso de' Liguori dottore universale del la Chiesa "Avrete già letto, o venerabili fratelli e figli diletti, né fogli cattolici il decre to urbis et orbis " 12 luglio 1871, l'elevazione dei santi Ambrogio, Gervasio e Protasio "Già vi è noto " 5 maggio 1874; ACVB, Lettere pastorali Libro n° 10; Monsignor Pier Luigi Speranza , p. 405-406; S. TRAMONTIN, Vita di pietà e vita di parrocchia, in Storia della Chiesa, La Chiesa e la società industriale, XXllJ2, p. lOl passim.
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more necessariis et opportunis, et praesertim indictis in tota dioecesi precibus, invitatisque tribus epi scopis, qui sacram functionem con decorarent, imaginem Beatae Mariae Virginis sub titulo ut dici tur, Addolorata, in sanctuario Cam polongo intra fines paroeciae Pon tis Nutiae ab antiquissimis tempo ribus cultam, corona aurea deco ravit die trigesima prima mali 1874, universamque dioecesim Beatae Virgini commendavit et consecra vit"; sicque factum est, ut fidelium affectus erga Beatam Virginem Mariam percresceret, et concursus ad dictum sanctuarium frequentior in dies fieret.
assecondando molto volentieri i voti di tutti, premesse le necessarie e opportune formalità, e soprattutto indette in tutta la diocesi pubbliche preghiere, con l'invito a tre vesco vi per condecorare la sacra funzio ne, i13! maggio 1874 ha incorona to con la corona d'oro l'immagine della Beata Vergine Maria Addolo rata, nel santuario di Campolongo, entro i confini della parrocchia di Ponte Nossa, venerata da tempi antichissimi, e a Lei ha affidato e consacrato tutta la diocesi. Cosi è avvenuto che l'amore dei fedeli verso la Beata Vergine Maria è cresciuto e che ogni giorno aurnen
23. L'incoronazione avvenne alla fine di maggio, e mons. Speranza l'aveva annunciata con l'abituale lettera pastorale per il mese mariano "Fin d'allora che per divina dispo sizione..." 20 aprile 1874. Analogo messaggio egli rivolse l'anno successivo con la lettera "Venerabili fratelli, voi potrete dal 4 maggio al 16 settembre omettere nella messa la colletta pro petitione lacrimarum..." 24 aprile 1875. E tradizione che una Madonna raffigurata su un affresco attribuito a Giacomo Busca di Clusone, del 1400, dipinto sul muro esterno di una vecchia chiesa in Campolongo, fu vista muoversi e singhiozzare da una ragazza che pascolava il gregge il2 giugno 1511, con la richiesta di costruire una chiesa dove ella avrebbe dato tante grazie ai suoi devoti. I parroci del la zona si costituirono in commissione, provvidero al santuario, ove fu incorporato l'affresco, aperto al culto nel 1562. Nel 1911 la chiesa venne restaurata e ampliata, su progetto di V. Muzio e L. Angelini, decorata da F. Taragni e G. Cavalieri. Era la terza incoronazione, dopo quella della Madonna della Gamba a Desenzano al Serio e di Ardesio. Alla cerimonia parteciparono i vescovi Parrocchi di Pavia, Bonomelli di Cre mona, Rota di Mantova e mons. Valsecchi. Il 29 maggio 1877 mons. Speranza incoronò, con corona d'oro benedetta da papa Pio IX (nell'udienza concessagli nel dicembre 1876 nella quale fu fatto omaggio al papa dei manoscritti della Summa contra Genti les di S. Tommaso), anche la statua di Nostra Signora del S. Cuore, o Madonna dei casi disperati, venerata nella chiesa di S. Salvatore, in città alta, eretta in santuario nel 1872. Sull'iniziativa, riferita più oltre nella relazione, aveva dato notizia alla diocesi con lettera "Noi consapevoli dell'appello..." Il aprile 1877. Le autorità civili non rila sciarono in quell'occasione il permesso della processione dal duomo alla chiesa pre detta. Il vescovo vi aveva istituito la congregazione di Maria Vergine Immacolata; ACVB,Lettere pastorali Libro n" 10; Monsignor Pier Luigi Speranza..., p. 399-400,442 444; Santuari Mariani della Bergamasca Testi di G.B. BUSEITI Fotografie di B. PIROLA Introduzione di Mons. G. OGGIONI Vescovo di Bergamo, 2 volI., Bergamo 1984, I, p. 174-178; II, p. 62-65.
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12. Postremo exponendum cen ta il concorso a quel santuario. set quibus se normis rexerit epi 12. Da ultimo il vescovo ritiene scopus quoad publicas processio utile esporre con quali norme si nes, postquam istae prohibitae fue regola circa le pubbliche proces runt a provinciae praefectis. sioni, dopo la loro proibizione da Prohibuit episcopus sacerdotes parte dei prefetti della provincia. licentiam petere ab auctoritate lai Il vescovo ha proibito ai sacer ca; consuluitque ut processiones doti di chiedere la licenza all' auto peragerent, si possent; attamen se rità laica e ha deliberato che si svol non obligare declaravit. Factum est gessero le processioni, se possibi autem ut perplures parochi, epi le, dichiarando tuttavia che egli non scopi exemplum imitati, processio obbligava a ciò. È così avvenuto che molti parro nes peragerent. Quorum alii a lege ci, imitando l'esempio del vescovo, civili vexati fuere, et mulctati, alii hanno tenuto le processioni. Alcu exempti a vexatione. Nonnulli, inter quos episcopus, a tribunali provin ni di essi sono stati denunciati all'au torità civile e multati, altri no. ciali condemnati et mulctati ad tri Certuni, tra i quali il vescovo, bunalia suprema se appellarunt, condannati dal tribunale provincia quin tamen hucusque aliquem effec le e multati, hanno fatto appello al tum noverint. Pluribus autem in paroeciis, tribunale supremo, senza conosce populus absque clero processiones re sino ad oggi il risultato. facit, aperte manifestans quid de In molte parrocchie, il popolo gubernio civili sentiant". fa le processioni senza il clero, manifestando apertamente i suoi sentimenti sul governo civile. Sesso lI!
De Clero saeculari
III Il Clero secolare l. Canonici caeterique choro cathedralis addicti residentiam in 1. I canonici e gli altri addetti al universum observant, modo tamen coro della cattedrale osservano
24. Il prefetto di Bergamo aveva spedito una circolare ai sindaci della provincia il 20 apri le 1873, invitandoli a osservare le norme circa le processioni, cioè a impedirle. I sindaci della valle Imagna risposero all'unanimità che la circolare non aveva alcun senso logi co, dal momento che il governo con la legge del 3 giugno 1871 aveva tolto ogni inge renza nelle funzioni religiose; Monsignor Pier Luigi Speranza ..., p. 376-377.
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quo possunt, attenta nonnullorum valetudine. 2. Matutinum, laudes, aliasque horas canonicas recitant et missam conventualem singulis diebus cele brant. 3. Canonici cathedralis missam conventualem pro benefactoribus adplicant diebus dominicis et festis etiam suppressis, caeteris diebus ferialibus non adplicant, ex indulto Sanctae Sedis. 4. Capitulum huius cathedralis elaboratum ad hanc sacram congre gationem Conciliimisitpro novo sta tuto, iam ab anno 1865, et episcopus quoque misit anno subsequenti suas circum illud animadversiones. Capitulum anno elapso et hoc etiam anno decisionem ab ista sacra congregatione urgebat; at nondum obtinuit, ideo quia eadem sacra congregatio rem in plenaria eminentissimorum consessu discep tandam et diiudicandam senserit. Ad hoc etiam episcopus procurato rem, qui sui partes faciat, elegit in dominum Aloisium Venditti. /nte rim observantur antiquae constitu tiones et legitimae consuetudines".
generalmente la residenza, nel modo loro possibile, tenuto conto della condizione di salute di alcuni. 2. Recitano il mattutino, le lodi e le altre ore canoniche, e celebra no ogni giorno la messa conven tuale. 3. I canonici della cattedrale applicano nelle domeniche e nelle feste di precetto, anche soppresse, la messa conventuale per i benefatto ri, e non negli altri giorni, per indul to della S. Sede. 4. Il Capitolo di questa cattedra le ha inviato a codesta congrega zione il progetto per il nuovo statu to già nel 1865, e l'anno successi vo il vescovo le sue osservazioni. Il Capitolo nell' anno scorso e anche in questo insisteva per avere una decisione della congregazione, ma non l' ha ancora ricevuta, poi ché la stessa ha pensato di discute re e definire la pratica nella riunio ne plenaria degli eminentissimi (cardinali). A questo scopo anche il vesco vo ha eletto un procuratore che lo rappresenti, il sig. Luigi Venditti. Nel frattempo sono osservate le
25. La questione sui diritti e privilegi del Capitolo non fu risolta da mons. Spe~anza, II!a, come si vedrà nelle prossime relazioni, col vescovo suo successore, Camillo Gum dani e definitivamente con G.M. Radini Tedeschi. Sulla controversia tra Vescovo e Capitolo, esiste una "Defensio pro Episcopo 1878" Aloisius Venditti advocatus. In due fascicoli a stampa è esposta tutta la questione "Sacra Congregatio Conci/ii pro secretario Bergomum jurium pro Ex.mo et Rev.mo Domino Episcopo Bergomen contra Capitulum illius cathedralis. Restrictus facti et iuris cum sommario pro congregatio ne diei iulii 1878. Restrictus responsionis pro congregatione diei 20 iulii 1878", Romae tipis fratrum Pallotta 1878.
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5. Canonicus poenitentiarius, prout de more, suis muneribus dili genter perfungitur; canonicus theo logus suis muneribus, quoad fieri potest satisfacit, attenta sua infir ma valetudine. 6. Omnes et singuli parochi totius dioecesis residentiae obliga tionem observant. 7. /idem omnes conficiunt et sub custodia retinent libros matri moniorum, baptizatorum, confir matorum et mortuorum, necnon sta tum animarum suae paroeciae ad normam ritualis Romani; hi libri quotannis per vicarios foraneos, revisuntur. Praeterea statutum est, ut exem plar authenticum baptizatorum et matrimoniorum quotannis episco pali curiae exhibeatur intra proxi mi subsequentis anni ianuarium mensem. 8. Parochi quum civitatis tum dioecesis pro numero parochiano rum adiunctos habent unum vel plu res sacerdotes, qui partim benefi ciarii; plerique mercenarii eos adiu vant in cura animarum: et quamvis imminutus sit hisce temporibus numerus sacerdotum, et in aliqui bus locis ob legem suppressionis omnino defecerint emolumenta pro sacerdotum substentatione, attamen usque modo nulla est paroecia; quae sacerdotale ministerium, quantum saltem anima rum necessitatibus satis est, desideret.
antiche consuetudini. 5. Il canonico penitenziere, come di consuetudine, adempie dili gentemente i suoi doveri; il cano nico teologo soddisfa ai suoi uffi ci, per quanto può, considerata la sua salute debilitata. 6. Tutti e singoli i parroci di tut ta la diocesi osservano l'obbligo della residenza. 7. Tutti allo stesso modo com pilano e custodiscono i libri dei matrimoni, dei battezzati, dei con fermati e dei morti, nonchè lo stato d'anime della loro parrocchia, a norma del rituale Romano. Questi libri sono controllati ogni anno dai vicari foranei. È stato inoltre stabilito che un esemplare autentico dei battezzati e dei matrimoni sia inviato ogni anno alla curia vescovile entro il mese di gennaio dell'anno succes sivo. 8. I parroci sia della città sia del la diocesi hanno associati, in corri spondenza al numero dei parroc chiani, uno o più sacerdoti che, in parte beneficiati, la maggior parte mercenari, li aiutano nella cura d'a nime. Benché sia diminuito in questi tempi il numero dei sacerdoti e in alcuni luoghi siano venuti meno gli introiti per il mantenimento del cle ro, a causa della legge della sop pressione, tuttavia sino al presente nessuna parrocchia manca del mini 324
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Fatendum tamen quod deficien te in dies eorum numero, in non nullis paroeciis, solummodo urgen tioribus necessitatibus, satis fieri potest. 9. Parochi ut plurimum per se, rarius vero per coadiutores, aut alios idoneos sacerdotes, si quando sunt impediti, diebus dominicis et festis, plebes sibi commissas, pro sua et earum capacitate, pascunt salutaribus verbis, docentes ea, quae scire omnibus necessarium est ad salutem, iuxta monitum conci liorum Romani et Tridentini. 11. Singulis dominicis et aliis diebus festis in suis paroeciis fide i rudimenta et oboedientiam erga Deum et parentes, pueros caeteros que hoc adiutorio indigentes, doce re numquam omittunt; hoc autem opus per se ipsi parochi, et per sacerdotes, clericos, atque homi nes laicos probatos et capacesfruc tuose exequuntur. Homilia vero in missa paro chiali, et aliquantulum catecheseos pro pueris, et rudibus ante vespe ras ne tempore quidem autumnali, quod vacationis vocant, omittuntur. Extra hoc tempus autumnale autem ante vesperas parochi sin gulis dominicis populo scholam et explicationem doctrinae christia
stero dei sacerdoti per quanto è suf ficiente alle necessità dei fedeli. Vi è da ammettere tuttavia che venendo meno il loro numero con l'andare dei giorni, in alcune par rocchie solo nelle necessità più urgenti si può soddisfare a ciò. 9. I parroci, per lo più personal mente, più raramente tramite i coa diutori o altri idonei sacerdoti, nel caso siano impediti, nelle domeni che e nei giorni di precetto nutro no con parole salutari, a seconda della propria e della loro capacità, i fedeli loro affidati circa tutte le verità che si devono conoscere per la salvezza, secondo l'ammoni mento dei concili Romano e Tri dentino. 11. Mai omettono di istruire nel le verità principali della fede e nel l'obbedienza a Dio e ai genitori i ragazzi e quanti hanno bisogno di questo aiuto, nelle domeniche e altre feste, nelle loro parrocchie Questo lavoro è compiuto fruttuo samente dai parroci in persona o tramite i sacerdoti, i chierici e uomi ni laici esperti e sicuri. Non vengo no omesse l'omelia nella messa par rocchiale, e un po' di catechesi per i ragazzi e la gente incolta prima dei vespri nemmeno durante l'au tunno, che vien detto periodo di vacanza. Fuori da questo tempo, prima dei vespri, i parroci ogni domeni ca tengono al popolo la scuola e la 325
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spiegazione della dottrina cristia na, esposta nel catechismo dioce sano, secondo le regole di san Car lo Borromeo nell' opera Concilia Provincialia. Questo è il genere di istruzione che i fedeli volentieri e con la mas sima frequenza ascoltano, specie nelle parrocchie rurali. I parroci e gli altri sacerdoti in cura d'anime, ogni domenica e festa di precetto anche soppressa, appli cano la messa per il popolo affida to alle loro cure. Alcuni parroci mercenari, che ricevono uno sti pendio esiguo a tal punto che non basta alloro mantenimento quoti diano, in questi tempi sono stati dispensati o dalla Santa Sede o dal vescovo, su facoltà dell' Autorità Apostolica, dall'applicare la mes sa per il popolo nelle feste sop presse. 12. Nessuno mai è ammesso alla tonsura clericale o agli Ordini Minori senza che abbia dato prove
nae traditae in catechismo dioece sano, faciunt, iuxta regulas sancti Caroli Borromaei in opere Concilia Provincialia": Hoc genus instructionis est quod fideles lubenter et maximo concur su audiunt, in paroeciis praesertim rusticis. Parochi, caeterique curam ani marum habentes, singulis diebus dominicis, festisque de praecepto etiam suppressis, missam adplicant pro populo suae curae commisso. Nonnullos parochos mercenarios, qui stipendium ita exiguum perci piunt, ut ad quotidianam substen tationem non sufficiat, hisce tem poribus ab onere adplicandae mis sae pro populo in festis suppressis vel ista Sancta Sedes, vel episco pus apostolica auctoritate munitus, dispensavit. 12. Ad clericalem tonsuram, vel ad Ordines Minores nemo unquam admittitur; quin vocationis suae indubia dederint argumenta, seque
26. Mons. Speranza ritornò sulla spiegazione del catechismo grande, dando alcune nor me con lettera pastorale "La Santa Sede sollecita di provvedere alla salvezza delle anime ..." 12 settembre 1878. Egli trattava l'argomento delle elezioni popolari del par roco, che poteva prestarsi a interventi illeciti o sediziosi. Raccomandava alle parrocchie che godevano di tale privilegio di usarlo legittimamente. In quegli anni era in atto il ten tativo delle elezioni popolari dei parroci in Piemonte, a Mantova, nel Friuli, a Napoli e in Sicilia. La congregazione degli Affari Ecclesiastici Straordinari aveva preso in esame il problema e un documento al riguardo era stato preparato. Si trattavano in esso anche le funzioni del prete, ma per la morte di Pio IX il testo non vide la pro mulgazione. Gli ispiratori delle elezioni democratiche dei parroci erano non Rosmini, bensì Guerrieri Gonzaga, a Mantova, Mancini e il ministro Marco Minghetti. Esse rimasero effetto sporadico e non un terribile pericolo, osserva Martina, come la con gregazione suddetta l'aveva qualificato;ACVB, Lettere pastorali Libro n° 10; Monsignor Pier Luigi Speranza..., p. 382-386, 427-428, 467-472; G. MARTINA, s.j., Pio IX (1867-1878)..., p. 270 - 272.
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disciplina, studio morumque inte gritate, commendabiles praebue rint. Qui vero Ordines Maiores suscepturi sunt, statutum est, ut spa tio saltem octo dierum spirituali bus exercitiis mundent conscien tiam suam, seque ad tantum mini sterium praeparent atque dispo nant. Omnes prorsus e clero vestes iugiter deferunt clericales iuxta constitutiones sinodales et episcopi mandata. 13. Mala tempo rum conditio clericos uti privilegio fori minime sinit; nihilominus, quantum fieri potest, servantur ea, quae disposi ta sunt a sacrosancta Tridentina sinodo, Sesso 23 cap. 6 De Reform. et a constitutione summi pontificis Benedicti Xlll in concilio Romano emanata. 14. Singulis mensibus, quum in episcopali palatio, quo clerus civi tatis et seminarii clerici studiis theologicis addicti conveniunt, tum in reliquis omnibus dioeceseos paroeciis, habentur conferentiae, in quibus discutiuntur et definiuntur casus theologiae dogmaticae, et moralis, iuris canonici, hermeneu ticae, atque sacrorum rituum. Conferentiis, quae habentur in episcopali palatio, praesidet ipse episcopus. Extra civitatem autem
certe della sua vocazione, dimo strandosi lodevole nella disciplina, nello studio, nell'integrità dei costu mi. È stabilito che per quanti stan no per essere ammessi agli Ordini Maggiori, almeno per otto giorni si dedichino agli esercizi spirituali per purificare la propria coscienza, pre pararsi e disporsi a un ministero tanto sublime. Tutti gli ecclesiasti ci indossano ancora le vesti cleri cali, secondo le costituzioni sino dali e le norme del vescovo. 13. La pessima condizione dei tempi non permette minimamente ai chierici di usare il privilegio del foro. Tuttavia, per quanto è possi bile, sono osservate le norme dispo ste dal sacrosanto sinodo Tridenti no, Sess.23 cap.6 De Reform. e dal la Costituzione del sommo ponte fice Benedetto XIII emanata nel concilio Romano. 14. Ogni mese, sia nel palazzo vescovile, dove il clero della città e i chierici del seminario addetti agli studi teologici convengono, sia nelle altre parrocchie di tutta la dio cesi, si tengono conferenze nelle quali vengono discussi e definiti i casi di teologia dogmatica e mora le, di diritto canonico, di ermeneu tica e dei sacri riti. Alle conferenze svolte nel palaz zo vescovile presiede il vescovo stesso. Fuori dalla città sono pre senti i vicari foranei, che ogni anno
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praesto sunt vicarii foranei, qui se quotannis conferunt ad singulas paroecias sibi subiectas, ibique praesident conferentiis, quibus intersunt parochi totius vicariae, necnon sacerdotes illius paroeciae in qua conferentiae habentur. Reliqui sacerdotes, loco com modiori, inter se conferentias habent, in quibus discutiunt omnes casus in calendario dioecesano praepositos. Vìcariiforanei autem tenentur remittere quamprimum ad curiam episcopalem discussiones in conferentiis habitas, quae revi suntur a speciali commissione. 15. Mores cleri saecularis gene ratim sunt graves, et ad pietatem et vitae honestatem, ut decet homines in sortem Domini vocatos, compo siti. Ad hoc episcopus omnimodam adhibet vigilantiam per se, per pro vicarios generales, per vicarios foraneos et per deputatos super ecclesiastica disciplina, qui apud ipsum episcopum saepissime con veniunt et conferunt. Curat episcopus ut omnes sacerdotes praeceptum observent semel in triennio sacra exercitia spiritualia per decem dies fre quentandi; et ad oboedientiam revocat statim eos, qui forte tem pus praetergrediantur. Quod si quando contingat ut aliquis e clero a recta via declinet, episcopus ea adhibet media, quae
si recano nelle singole parrocchie a loro soggette, e presiedono alle conferenze, nelle quali sono pre senti i parroci di tutta la vicaria, nonché i sacerdoti di quella par rocchia nella quale sono tenute le conferenze. Gli altri sacerdoti tengono tra loro nel luogo più comodo le riu nioni, nelle quali discutono tutti i casi proposti nel calendario dioce sano. I vicari foranei sono obbligati a inviare al più presto alla curia vescovile le discussioni tenute nel le conferenze, che sono esaminate da una speciale commissione. 15. I costumi del clero secolare sono generalmente austeri, ordina ti alla pietà ed alla vita onesta, come si addice a uomini chiamati all' e redità del Signore. A questo scopo il vescovo vigi la personalmente sulla disciplina del clero, tramite i provicari gene rali, i vicari foranei e i deputati che moltissime volte si riuniscono dal vescovo e riferiscono. Il vescovo si prende cura che tutti i sacerdoti osservino il precet to, nel corso di un triennio, di par tecipare una volta agli esercizi spi rituali per dieci giorni, e chiama subito all'obbedienza coloro che superano tale scadenza. Se talvolta succede che qualcu no del clero si allontani dalla retta via, il vescovo ricorre a quei mezzi 328
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sacri canones, sinodi et Provincia Zia concilia praescribunt, ut eum ad bonam frugem reducat. Ex universis huius dioecesis sacerdotibus, qui sunt numero cir citer 1.300, quatuor uti iam dictum est in superiori relatione, repe riuntur; qui miserrime ad vitam sae cularem redierunt. Imo duos ex his, qui matrimonium uti appellant civi le attentare ausos esse relatum est, uti putrida membra e corpore Ecclesiae, praemissis in vacuum tribus canonicis monitionibus, pro scidit episcopus ex iussu istiusdem sacrae congregationis litteris datis die 2 septembris 187]27.
che sono prescritti dai sacri canoni e dai concili Provinciali per ripor tarlo sulla retta strada. Di tutti i sacerdoti di questa dio cesi, che sono circa 1.300, se ne tro vano quattro, come già detto nella precedente relazione, ritornati assai infelicemente alla vita secolare. Anzi due di loro, come riferito, han no osato contrarre il cosiddetto matrimonio civile. Il vescovo, pre messe inutilmente le tre ammoni zioni canoniche, li ha tagliati come membra putride dal corpo della Chiesa, per ordine di codesta sacra congregazione con lettera del 2 set tembre 1873.
Sess.lV De Clero regulari
IV Il Clero regolare
l. Clerici regulares qui in oppi do Somaschae, sub episcopi iuris dictione, curam animarum gerunt, fideliter sua munera adimplent. 2. Fratres capucini, qui post legem suppressionis e propria domo eiecti, aliam prope civitatem sibi compararunt, oblatione fidelium, in hac domo sub regulari obser vantia adhuc vitam gerunt. Causa circa veterem domum
l. I chierici regolari che nel vil laggio di Somasca svolgono cura d'anime sotto la giurisdizione del vescovo, adempiono fedelmente i loro doveri. 2. I frati cappuccini, che dopo la legge della soppressione sono stati espulsi dalla propria casa, ne hanno acquistato un' altra vicino alla città con le offerte dei fedeli, ove continuano la loro vita sotto l'osservanza regolare.
27. G. MICCOLI, "Vescovo e re del suo popolo" Lafigura del prete curato tra modello tri dentino e risposta controrivoluzionaria, in Storia d'Italia, Annali 9, La chiesa e il pote re politico dal Medioevo all'età contemporanea, a cura di G. CHITIOLINI E G. MIC COLI, G. Einaudi, Torino 1986, p. 883-928; G. VERUCCI, L' Itralia laica prima e dopo l'unità (1848-1876) anticlericalismo, libero pensiero e ateismo nella società ita liana, Bari, 1981.
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La causa circa la vecchia casa dei cappuccini, che, come si sarà appreso dall'ultima relazione, essi avevano portato alla sacra congre gazione dei Vescovie dei Regolari, dopo varie vicende è stata definita dalla congregazione, che ha aggiu dicato ai cappuccini l'uso del vec chio monastero. Ma poiché nell' e secuzione della sentenza i cappuc cini non vogliono accettare le con dizioni poste dal vescovo secondo le indicazioni proposte dalla con gregazione, richieste soprattutto dalla natura delle cose, di nuovo il vescovo stesso ricorrerà entro bre ve tempo a quella congregazione, perchè essa decida che cosa fare. I frati minori residenti nel con vento di Serina, l'hanno abbando nato per ordine dei superiori lo scorso ottobre, a causa dell' esiguo numero in cui s'erano ridotti, e si sono trasferiti in un altro monaste ro, per condurre la vita secondo la disciplina regolare. 3. Il vescovo non ha visitato alcun convento nemmeno d'auto rità delegata. Per quanto gli consta, nulla v'è nei monasteri della sua diocesi che sia contro le loro regole e molto meno che sia di scandalo ai fedeli. 4. Egli inoltre non ha avuto alcun contrasto con gli stessi rego lari nell' esercizio della giurisdizio ne sia ordinaria che delegata.
capucinorum, quam apud sacram congregationem Episcoporum et Regularium capucinos deduxisse per superiorem relationem com pertum erit, a sacra congregatione ipsa, post varias evolutiones, di rempta fuit, adiudicato capucinis monasterii veteris usu. At cum in sententiae executione capucini exci pere nolint conditiones ab episcopo iuxta mentem sacrae congregationis propositas, et a rerum natura maxi me requisitas, denuo episcopus ipse brevi recursum habebit ad sacram Episcoporum et Regularium con gregationem, ut ipsa quid facien dum declaret. Fratres minores, qui in mona sterio Serinae degebant, monaste rium mense octobris proximi ela psi, ex iussu superiorum deserue runt, ob parvum numerum ad quem reducti erant; seque aliud in mona sterium contulerunt, ut sub regula ri disciplina vitam agant. 3. Episcopus, ne auctoritate qui dem delegata, ullum regularium conventum visitavit; quantum tamen sibi constat, nihil in monasteriis suae dioecesis est, quod sit contra eorumdem regulas, et multo minus quod Christifidelibus scandalum praebeat. 4. Nullum item habuit offendi culum cum eisdem regularibus in iurisdictionis suae sive ordinariae sive delegatae exercitio.
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Sesso V
De Monialibus
Le Monache
l. Moniales omnes, quae ad 1. Tutte le monache che appar monasteria huius dioecesis perti tengono ai monasteri di questa dio nent, episcopo sunt subiectae. Epi cesi sono soggette al vescovo. Egli scopus non solum nihil omnino non solo nulla ha di cui rimprove habet quod in eis reprehendat, sed rarle, ma gode nell' affermare che de eisdem se contentum et satisfac è contento e soddisfatto di loro, tum dicere gaudet, quum sibi notum essendogli cosa nota che tutte, sia plane sit omnes, tum quae clausura quelle tenute alla clausura, come le tenentur, tum quae non tenentur, altre, osservano con diligenza e constitutiones suas maximo studio massimo impegno le loro costitu et diligentia servare. zioni. 2. Clausura monasteriorum 2. La clausura dei monasteri del monialium, hisce etiam temporibus, le monache, anche in questi tempi, quoad fieri potest, inviolata custo viene custodita inviolabilmente, per ditur: quanto è possibile. 3. Nullus in eis abusus irrepsit, 3. Nessun abuso è penetrato fra qui consilio, aut auxilio sacrae con loro che abbia bisogno del consi gregationis indigeat. glio o dell' aiuto della sacra con 4. Singulis mulierum monaste gregazione. riis quum civitatis, quum dioecesis, 4. A ogni monastero di mona stabilis confessarius ad tres annos che, sia della città sia della diocesi, duraturus, et statutis temporibus viene designato dal vescovo un con etiam extraordinarius ab episcopo fessore stabile per tre anni, e in rite deputatur. determinati tempi anche uno straor 5. Monasteriorum reditus hucus dinario. que fideliter administrantur: Post 5. I redditi dei monasteri sino ad legem suppressionis latam, uti iam oggi sono amministrati fedelmen in superiori relatione dictum est, te. Dopo la promulgazione della singulis monialibus sua pars bono legge della soppressione, come già rum monasterii adsignata est, ut in detto nella precedente relazione, a faciem gubernii dominae appa ogni monaca è stata assegnata la reant; quae regula servatur etiam propria parte dei beni del monaste pro dotibus novitiarum. ro, così che davanti al governo esse At revera omnia uti antea perrisultano proprietarie; tale norma viene osservata anche per le doti 331
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delle novizie. Ma in realtà tutto con tinua come prima. Le monache pra ticano lo spirito di povertà e il monastero possiede tutto in comu ne. Le vocazioni, anche se meno numerose, continuano. Considera ti questi infelicissimi tempi, il vescovo ne gioisce rendendo gra zie al Signore. Dall'ultima scorsa relazione que sta congregazione ha saputo che il regio demanio ha imposto ai mona steri di questa provincia ecclesiasti ca una tassa di trenta lire su cento di beni, e che gli amministratori dei monasteri hanno fatto un ricorso. La cosa è stata risolta col regio dema nio a condizione che invece di tren ta, si dovranno pagare solo venti lire circa su cento di beni. Di con seguenza i monasteri anche da que sta nuova vessazione sono liberati. Poiché il demanio esigeva una tassa complessiva su tutti i beni, si doveva ripartirla per ogni monaste ro. Per risolvere ciò, è stato desi gnato il reverendissimo e illustris simo arcivescovo di Milano, che già aveva trattato col regio demanio. Ma l'arcivescovo non ha voluto sobbarcarsi tale onere, se non con dividendolo con i vescovi suffra ganei, che allora erano solo quelli di Brescia e di Bergamo. Gli incaricati dai singoli vesco vi si sono riuniti e hanno scritto per la ripartizione, ma allora nulla han
severant; monialesque paupertatis spiritum circumferunt, quum mona sterium in commune possideat. Vocationes etsi minus frequen tes, perseverant; attentisque hisce miserrimis temporibus, sibi laeta tur episcopus, gratias Deo agens. Ex proxima praeterita relatio ne, compertum habuit ista sacra congregatio regium demanium imposuisse monasteriis huius pro vinciae ecclesiasticae taxam tri ginta libellarum supra centum bono rum; et ab administratoribus monaste riorum reclamatum fuisse; remque demum cum regio demanio compositam esse ea conditione, ut pro triginta, viginti circiter tantum persolverentur libellae super cen tum bonorum; sicque monasteria etiam ab hac nova vexatione se exe misse. Quum autem regium demanium taxam complessivam super omnia bona summatim exegerit; partitio facienda erat taxae, quae ad unum quodque monasterium pertineret. Ad hoc exolvendum illustrissimus et reverendissimus archiepiscopus Mediolanensis, qui cum rege dema nio iam egerat, deputatus est; ar chiepiscopus vero onus suscipere noluit, nisi cum episcopis suffraga neis divideretur, qui tunc Brixien sis et Bergomensis tantum existe bant. Deputati a singulis episcopis et scripsere et convenere pro parti332
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tione; at tunc nihil conclusum habuerunt. Novit postea episcopus referens rem delatam ad sacram Episcoporum et Regularium con gregationem, quae eiusdem epi scopi sententiam exquisivit et habuit. Huc res modo pervenit. 6. Postremo mentionem facere debet episcopus de ultimis guber nii vexationibus in ordines religio sos re sana mente furentis. Etsi moniales Longobardiae dominae monasteriorum et bono rum infaciem gubernii appareant, et idcirco in propria domo degant, attamen cum impiorum consilium sit religiosos ordines dissolvere, et eorum vitam communem impedire, episcopus cavit occultare, quoad fieri poterit, novas professiones. Si vero gubernii inspectores deputati monasteriorum clausuram violare tentaverint, moniales non patientur nisi vis inferatur; quo casu legis peritus tribunalia civilia adibit; iustitiam pro monialibus exponiturus. Quod si omnia nulla evaserint, et moniales per fas et nefas a suis domibus expellantur, diriget se episcopus ad normas seeretae litterae sacrae Poeniten tiariae sub die 15 septembris 1876.
no concluso. In seguito il vescovo ha saputo che la questione è stata presentata alla congregazione dei Vescovi e Regolari, la quale ha richiesto e ottenuto il parere del vescovo. La cosa è arrivata sin qui. 6. Da ultimo il vescovo deve ricordare le recenti vessazioni del governo, in verità furibondo, con tro gli ordini religiosi. Sebbene le monache della Lom bardia risultino davanti al governo proprietarie dei monasteri e dei beni, e vivano nella propria casa, essendo tuttavia progetto degli empi di annullare gli ordini religiosi e impe dire la loro vita comune, il vescovo si prese cura di occultare, per quan to possibile, le nuove professioni. Qualora gli ispettori incaricati del governo tentassero di violare la clausura dei monasteri, le monache non tollereranno tale atto, a meno che venga usata la violenza, nel qual caso l'avvocato adirà i tribunali civi li per chiedere giustizia per esse. E se tutto risulterà inutile, e le mona che verranno espulse per ogni via, lecita o illecita, dalle loro case, il vescovo si comporterà secondo le norme segrete della lettera della sacra Penitenzieria del 15 settem bre 1876.
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Sesso VI
De Seminario
VI
Il Seminario
l Seminarii scholae omnes, uti 1. Tutte le scuole del seminario, in sesso I~ apertae sunt, et ordinatim come dal cap.I, sono aperte e fun habentur. Curat episcopus ut phi zionanti. Il vescovo ha cura che i losophiam iuxta principia divi Tho chierici siano istruiti nella filosofia mae doceantur clerici; et gaudet secondo i princìpi di san Tomma eos recte et sobrie instrui et edu so, ed è felice che essi siano retta cari. Neque in hoc quidquam labo mente e sobriamente ammaestrati ris sustinet, quum magistri sana ed educati. Né in questo campo principia proflteantur. affronta alcuna contrarietà, in quan Iuvenes autem adulti, qui in to i maestri professano princìpi sani. apposito seminariolo edocentur ut I giovani adulti poi, che in appo sacerdotes flan t, docentur ea, quae sito seminarino sono formati per Domini ministris scire opus est; et essere in seguito promossi al pre praesertim requirit in iis episcopus sbiterato, vengono istruiti nelle cose vitae morumque integritatem, ut che i ministri del Signore è neces populos aedificent etiam exemplo. sario conoscano. Il vescovo soprat Iis, qui iam sacerdotes sunt, tutto richiede da essi integrità di contentum se dici t episcopus; et vita e di costumi, per edificare parochi, quos coadiuvant, de iis se anche con l'esempio il popolo. laudant. Di quelli già sacerdoti, il vesco Notandum vero quod ii iuvenes vo si dichiara soddisfatto, e i par ordinati sacerdotes, a propriisparo roci dei quali sono collaboratori, ne chis adhuc instruuntur, donec plane tessono l'elogio. abiles reddantur. È da notare che quei giovani 2. In seminario adolescentes ordinati preti tuttora sono istruiti instruuntur in ecclesiastica disci dai propri parroci, finché non sia plina per moderatores ab episcopo no completamente idonei. deputatos, et sub ipsius immediata 2. Gli adolescenti in seminario vigilantia. sono formati nella disciplina eccle 3. Clerici omnes sive degant in siastica tramite i superiori scelti dal seminario, sive in collegiis episco vescovo, e sotto la sua immediata palibus, sive domi suae, docentur vigilanza. 3. Tutti i chierici sia residenti in seminario sia nei collegi vescovili sia a casa loro, sono istruiti in tutte 334
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ea omnia quae sunt necessaria. Docti et pii sacerdotes, de admini stratorum consensu, magistri semi nario ab episcopo deputantur. Praefectus clericorum in studiis semper extitit laudabilis. 4. Clerici quoties opus est, vel quoties mandat episcopus, cathe drali et aliis parochialibus eccle siis pie et devote inserviunt. 5. Duorum ex senioribus cano nicorum, aliorumque piorum sacer dotum consilio utitur episcopus in iis expediendis, quae ad rectum seminarii regimen spectant. 6. Seminarium frequenter visi tat episcopus, examinibus clerico rum adsistit, et curat ut constitu tiones observentur. 7. Pro omnibus expensis semi narii, clerici non pauperes solvunt quantum ad hoc satis est; clerici vero pauperes, solvente nunc guber nio bonorum ipsius seminarii annuo redditu, aluntur tum oblationibus fidelium, tum redditu de quo supra. Ita nondum opus fuit ad taxam Tri dentinam recurrere. 8. Ablato privilegio, quo epi scopus certum numerum clerico rum a servitio militari liberarepote rat, episcopus ipse ad damnum reparandum per litteras pastorales piam associationem instituit in sua
le cose necessarie. Il vescovo incarica maestri in seminario dei sacerdoti dotti e pii, col consenso degli amministratori. Il prefetto dei chierici si è rive lato sempre encomiabile negli studi. 4. I chierici quando occorre, o lo richiede il vescovo, servono con spirito religioso e devozione in cat tedrale e nelle altre chiese parroc chiali. 5. Il vescovo si avvale del con siglio di due dei canonici più anzia ni e di altri sacerdoti buoni, nello svolgimento di quanto richiede il retto governo del seminario. 6. Egli visita di frequente il seminario, assiste agli esami dei chierici e si prende cura che ven gano osservate le costituzioni. 7. Per tutte le spese del semina rio, i chierici non poveri versano quanto è sufficiente a ciò. I chieri ci indigenti invece, col pagamento annuo del reddito dei beni dello stesso seminario effettuato dal governo, sono mantenuti parte con le offerte dei fedeli, parte con il red dito di cui sopra. Perciò non è sta to necessario il ricorso alla tassa Tridentina. 8. Abolito il privilegio con il quale il vescovo poteva esentare dal servizio militare un certo numero di chierici, egli con lettera pastora le ha fondato una pia associazione nella sua diocesi per il riscatto dei chierici. 335
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dioecesi pro redemptione clerico rum, et fidelium spontaneis et copiosis oblationibusfactum est, ut usque modo quotquot militare debuissent clerici. omnes liberati sint. Ad eam vim pecuniae colligen dam, quae ad taxam gubernio pro clericis solvendam satis esset, ute batur episcopus etiam eleemosinis missarum; quae parochis pro popu lo in festis suppressis adplicandae forent, iuxtafacultates a sacra ista congregatione concessas litteris datis 24 aprilis 1871. Nunc autem satanica malitia in clerum novis persecutionibus saevitum est, uti novit ista sacra congregatio. Pro venturo anno providit epi scopus ut clerici, qui in proximo delectu servitio militari adstricti essent, hoc ipso anno ante delec tum proclamatum, nomen sponte militiae darent, et in militiam inscripti, facultatem solvendi taxam iniunctam peterent: sicque e prima, uti dicunt, categoria in secundam transirent, et a servitio activo libe ri essent; quod factum est":
Con le offerte spontanee e abbondanti si è ottenuto che sino ad oggi tutti i chierici che dovevano prestare il servizio militare sono stati esentati. Onde raccogliere la quantità suf ficiente di denaro da dover versare come tassa al governo per i chieri ci, il vescovo si serviva anche delle elemosine delle messe che i parro ci dovrebbero applicare per il popo lo nelle feste soppresse, come da facoltà concessa da cotesta congre gazione con lettera del 24 aprile 1871. Ora con diabolica malignità si infierisce contro il clero, come è noto a codesta congregazione. Per l'anno venturo il vescovo ha disposto che i chierici destinati prossimamente alla leva militare, in questo stesso anno, prima della coscrizione, diano spontaneamen te il nome all'esercito, e iscritti ad esso, chiedano la facoltà di pagare la tassa prescritta. Così dalla pri ma, come dicono, categoria, pas serebbero nella seconda, e sarebbe ro liberi dal servizio attivo, come è stato fatto.
28. Era sorta nel 1872 la questione sulla visita scolastica da parte delle autorità civili alle classi del seminario preparatorie alla teologia, dettata non per ragioni di pubblica igie ne o ordine pubblico, ma in attuazione di una legge governativa che richiedeva l'ap provazione statale dell' insegnamento e la sua istituzione. Mons, Speranza s'era opposto a questa ingerenza. Il vescovo di Lodi, mons. Bena glio, aveva fatto ricorso al card. Caterini per consiglio, accennandogli la reazione del confratello di Bergamo che s'era viste chiudere le scuole ginnasiali e liceali. Il cardi nale rispondeva che la Penitenzieria in casi simili raccomandava la più decisa fer mezza nel rifiutare ogni ingerenza del potere civile nei seminari per l'insegnamento, non invece per la parte amministrativa. A questa difficile situazione si aggiungeva la firma,
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In posterum dolorosa remedia In futuro il vescovo prenderà arripiet episcopus, clericos militiae rimedi dolorosi, iscrivendo i chierici inscribere pro anno, uti appellant, alla milizia per l'anno detto di di volontariato, omniaque provide volontariato, e provvederà che il bit ut damnum in clero, quantum danno, per quanto possibile, sia fieri poterit, imminuatut: ridotto. Interim associationem pro Nel frattempo il vescovo con Redemptione Clericorum conservat serva l'associazione per il riscatto episcopus, et benignis facultatibus a dei chierici, e usa delle benevoli sacra ista congregatione concessis facoltà concesse da codesta sacra utetur, ut pecunia collecta clericos congregazione, perchè il denaro rac colto, nel modo che si potrà, liberi etiam in posterum, in quo poterit modo adiuvet, et liberet, saltem in almeno in parte dal servizio mili parte, a servitio militari. tare i chierici anche in futuro.
VII
Chiese, Confraternite
e Luoghi Pii
SessoVII
De iis, quae pertinent ad Ecclesias,
Confraternitates et Loca Pia
1. Nelle sacristie di tutte le chie 1 . In sacristiis omnium eccle se è esposta la tabella degli oneri siarum est exposita tabella onerum missarum et anniversariorum, eam delle messe e degli anniversari, che que revisit et approbavit episcopus il vescovo ha esaminato e approva in pastorali visitatione, et quotannis to nella visita pastorale e che ogni revisit per vicarios foraneos. anno rivisita tramite i vicari fora nei. His oneribus semper satisfac A questi doveri si è sempre sod tum est, quoad fieri potuit. Si quando redituum defectum disfatto, per quanto si è potuto. Se non è stato possibile per
7 giugno 1875, di re Vittorio Emanuele II alla legge che aboliva ogni immunità per il clero cattolico dal servizio militare. Mons. Speranza con lettera "L'Indulto benignamente concesso..." aveva avvisato la diocesi che l'indulto del 24 aprile 1871 concesso da Pio IX circa la destinazione dell'elemosina raccolta per l'esenzione dei chierici dalla leva militare era stato prorogato sino al 24 aprile 1877. Egli poi aveva esortato la diocesi a sostenere l'opera pia fondata per tale scopo, con lettera "Ut novum accipiat incre mentum..." 22 agosto 1871, chiedendo ai parroci i nomi dei chierici per la leva in atto "Essendo imminenti le operazioni. .." 16 settembre; ACVB, Lettere pastorali Libro n° lO; Sommario ..., ff. 95-96; Monsignor Pier Luigi Speranza.... p. 360-363.
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mancanza di redditi, il vescovo ha provveduto secondo il rescritto del la congregazione per gli Affari Ecclesistici Straordinari, 8 ottobre 1856, e ogniqualvolta è stato neces sario, sempre è stato fatto ricorso a codesta Sede Apostolica. È da riconoscere che in questi ultimi tempi, ridotta in povertà la maggior parte del clero, il vescovo è stato costretto a chiedere alla stes sa Sede Apostolica che l' elemosi na per i sacerdoti poveri non sia inferiore a Lire Italiane 1.60 per le messe feriali, per le festive invece siano corrisposte Lire 4, con la ridu zione del numero delle messe a nor ma del puro reddito e dell' elemo sina stabilita. Il vescovo ha dovuto spesse vol te usare tali facoltà, anzi ha fatto ricorso per una elemosina maggio re in favore di alcune parrocchie ed è stato esaudito. 2. Le buone opere delle confra ternite, scuole e altri luoghi pii disposte dai testatori, sono state adempiute nel miglior modo possi bile, e in base ai redditi che i tempi malvagi hanno molto diminuito. 3. Ogni anno al vescovo viene presentato dagli amministratori il rendiconto dei luoghi pii tramite i vicari foranei, a condizione che non si opponga l'autorità civile, come in realtà spesso avviene. Se v' è da rammaricarsi che gli amministratori dei luoghi pii, spes
satisfieri nequivit, episcopus provi dit iuxta rescriptum sacra e con gregationis Negotiis Ecclesiasticis Extraordinariis praepositae datum die 8 octobris anni 1856, et quo tiescumque opus fuit ad istam Apo stolicam Sedem semper recursum habuit. Fatendum vero hisce ultimis temporibus, in pauperiem redacta cleri pleraque parte, episcopum coactum fuisse ab eadem Apostoli ca Sede petere ut pro sacerdotibus pauperibus eleemosina non minor It. Lib. 1.60 pro missis ferialibus, pro festivis vero It. Lib. 4 persolva tut; reducto missarum numero ad normam redditus nitidi et eleemo sinae statutae. Iisque [acultatibus uti pluries debuit episcopus: imo recursum habuit pro maiori eleemosina in favorem nonnullarum paroeciarum, et exauditus est. 2. Confraternitatum. scholarum aliorumque piorum locorum pia opera a testatoribus iniuncta melio ri quo poterit modo, et iuxta reddi tus, quos temporum iniquitas val de imminuit, adimpleta sunto 3. Ab administratoribus piorum locorum, quatenus non obstet civi lis potestas, quae ut plurimum rea pse obstat, singulis annis per vica rios foraneos ratio redditur epi scopo. Si autem dolendum est, quod administratores piorum locorum,
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so anzi anche dei beni della Chiesa, imo etiam bonorum ecclesiae, qui chiamati fabbricieri, siano nella praefecti fabricae vocantur, ut plu rimum homines laici deputentur a massima parte laici nominati dall' civili potestate, ne consulta quidem autorità civile senza nemmeno con potestate ecclesiastica; attamen sultare l'autorità ecclesiastica, tut gratiae quam maximae Deo agen tavia si devono rendere grazie a Dio dae, quod laici deputati a curia epi che i laici delegati dalla curia vesco scopali, quomodo possunt, depen vile dipendono da essa nella misu dent, eamque consulunt, et ab ea ra in cui possono, la consultano, e debitas facultates, vel per eam a quando è necessario le chiedono le Sancta Sede, quoties opus est, dovute facoltà, o tramite essa alla petunt. Santa Sede. 4. Montes Pietatis visitare epi 4. Le leggi civili non consento scopum non sinunt leges civiles, no al vescovo di visitare i Monti di multo minus rationem administra Pietà, e molto meno di chiedere tionis exquirere, quam omnino sibi ragione dell' amministrazione, che vindicat civilis auctoritas. l'autorità civile rivendica per sé. 5. Idem dicendum venit de 5. La stessa cosa si deve dire cir hospitalibus, quae tamen visitat epi ca gli ospedali, che tuttavia il vesco scopus, et providet ut infirmis in vo visita, e provvede affinché agli iisdem degentibus numquam desint infermi ricoverati non manchino religionis subsidia. mai i conforti della religione.
Sesso VIII
De Populo
VIII
Il Popolo
I. Mores populi huius dioecesis l. I costumi del popolo di questa in universum sunt boni, pietati ac diocesi sono generalmente buoni, religioni conformes, ecclesiam, Ver ordinati all'amor di Dio e alla reli bum Dei, doctrinam christianam et gione, frequentano la chiesa, la sacramenta frequentant. Parola di Dio, la dottrina cristiana e Episcopus laudare et mirari non i sacramenti. desinit singularem Dei Providen Il vescovo non cessa dal lodare tiam in conservanda populi integra e dal restare stupito per la singola fide et religione. re provvidenza di Dio nel conser vare integra la fede e la religione del popolo. 339
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Dappertutto infatti premono scandali enormi; tutto con arte dia bolica è stato tentato per corrom pere il popolo; la peste dei libri, del le riviste, dei discorsi si diffonde in lungo e in largo. Irrompe dall'in ferno l'esercito satanico, e infesta no tutto e tutti minacciando la sal vezza delle anime, ma la fede del popolo messo alla prova da tanti e così grandi pericoli si rafforza e risplende ogni giorno. La vertigine che per i moti civi li aveva eccitato le menti di alcuni, un po' alla volta è diminuita, e il popolo Bergomense continua nel rispetto verso i suoi sacerdoti, il vescovo e la Santa Sede con la mas
Premunt etenim undique imma nia scandala; omnia diabolica arte tentata sunt in corruptionem popu li; pestis librorum, ephemeridum et sermonum longe lateque diffundi tur; ruit ex inferis satanica cohors omnia et omnes infestant, anima rumque saluti minitans: at populus in sua fide, pietate ac religione stat; imo populi fides tot tantisque expe tita discriminibus, corroboratur, et in dies refulget". Vertigo, quae per motus civiles nonnullorum mentes exagitaverat, sensim decrevit; populusque Ber gomensis sacerdotes suos et epi scopum reverentia", Sanctam
29. Mons. Speranza scrivendo che "ruit ex inferis satanica cohors" sembra riecheggiare il breve di Pio IX "Dum filii Belial" 1867, col quale salutava la nascita della Gioventù Cat tolica Italiana, coincisa col settimo anniversario della battaglia di Castelfidardo (8 set tembre 1867). Espressioni comuni a quell'epoca, osserva Bellò, per la crisi religiosa emergente dal contesto di rinnovamento politico nazionale e, più genericamente, secon do il linguaggio mistico, dall' opposizione del mondo alla Chiesa. Negli orizzonti dei tempi iniqui richiamati spesse volte da Speranza e da altri suoi contemporanei. si intra vedevano, nota quello storico, allucinate fantasie sull'avvenire della Chiesa contem poranea, ai confini della realtà per inclinazione al presagio. In questa apocalissi, traspariva la sensazione, specie tra il 1872 e il 1874, di una apostasia generale perché i "segni" del la grande prova - forse una catastrofe, forse una persecuzione - erano prossimi. L'attesa agonica dei tempi estremi sarebbe stata confermata dalla morte violenta di Pio IX. Come già osservato, Speranza alla stampa libertina e anticlericale aveva dedicato la let tera pastorale "Sebbene altre volte..." 20 dicembre 1871, denunciando il metodo per verso del ricorso alla falsità propagandata per verità. Egli raccomandava di leggere solo giornali moderati. Ritornava sul tema con la lettera "Un nuovo scandalo prodot to e divulgato da questa nostra Gazzetta..." 15 maggio 1874, accusando espressamente la Provincia Gazzetta di Bergamo, di cui proibiva la lettura, per aver presentato in modo inaccettabile e offensivo alla memoria della diocesi il vescovo G.P. Dolfin nel l'edizione del 6 antecedente; ACVB, Lettere pastorali Libro n° 10; Monsignor Pier Luigi Speranza ..., p. 390-391; C. BELLO', Società ..., p. 52; IDEM, Geremia Bono melli vescovo di povera santa Chiesa, Brescia 1975, p. 4, 9; G. MARTINA, s.j., Pio IX (1867-/878)..., p. 464; G. CAMAIANI, Castighi di Dio e trionfo della Chiesa. Men talità e polemiche dei cattolici temporalisti nell'età di Pio IX, in Rivista storica italia na, 88 (1976), Napoli 1976, p. 708-744. 30. La conferma di questa venerazione verso mons. Speranza si ha dai festeggiamenti organizzati in diocesi per il suo giubileo sacerdotale, celebrato il 23 settembre 1874, cui
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sima devozione, venerazione e obbedienza, di cui nulla si può desi derare di meglio, ne è testimonian za fedele il concorso alle funzioni sacre, celebrate per l'incolumità dello stesso pontefice, per il trionfo della Chiesa Cattolica, e inoltre le offerte all'opera pia popolarmente detta il Denaro di S.Pietro. Cosi il popolo, specialmente nel le parrocchie rurali, frequenta la dottrina cristiana e i sacramenti, ascolta ogni giorno la messa, recita il santissimo Rosario, e non omette la visita al Santissimo Sacramento. 2. In realtà anche in questa dio cesi si trovano alcuni che, imbevu ti degli errori di questo infelicissimo tempo, lottano contro la Chiesa cat tolica, deridono le opere di religio ne e di devozione, leggono libri e riviste moderne, e conducono una vita da pagani, diffondendo scan dali per il deliberato proposito del la setta cui sono iscritti. Tuttavia questi sono pochi in città o nei bor ghi piii popolosi, nelle campagne quasi nessuno. Il loro numero è diminuito sen sibilmente, e ogni giorno si riduce, per opera soprattutto del clero, il
Sedem devotione et veneratione et oboedientia maxima, qua nil melius optari possit, prosequitur; cuius rei testis fidelis est concursus ad sacras functiones, quae fiunt pro ipsius pontificis incolumitate, pro triumpho Catholicae Ecclesiae, nec non oblationes piae operae, vulgo Denaro di S. Pietro. Item populus, et praesertim in ruralibus paroeciis, doctrinam chri stianam frequentat et sacramenta, missam quotidie audit, SS. Rosa rium recitat, et visitationem ad SS. Sacramentum non praetermittit. 2. Verum quidem est in hac quoque dioecesi reperiri nonnullos qui, erroribus huius miserrimi tem poris imbuti, Ecclesiae Catholicae adversantur, religionis ac pietatis opera parvipendunt, libros et ephe merides hodiernas legunt, et vitam, ut etnici agunt, scandala spargen tes, ex proposito sectae, cui addic ti sunt; attamen hi sunt pauci in civitate aut in oppidis magis popu losis, in agris fere nulli. Horum numerus sensim immi nutus est, et quotidie imminuitur, opera praesertim cleri qui ad hoc
egli rispondeva con lettera "La pietà vostra, carissimi, vi condusse a festeggiare il giorno in cui si compiva il nostro giubileo sacerdotale..." . Per il suo 25° di episcopato, celebrato 1'8 gennaio 1879, le manifestazioni di affetto assunsero una forma anche esterna di esultanza. Leone XIII inviò una lettera a firma del card. Lorenzo Nina, 2 dicembre 1878, e così Mons. Valsecchi scrisse a nome del clero e dei fedeli la lettera "Eccellenza ill.ma e rev.ma in questo giorno..." 8 gennaio. Il vescovo rispondeva "Poi ché è piaciuto al Signore di prolungarmi..." 15 gennaio 1879; ACVB, Lettere pasto rali Libro n° IO; Monsignor Pier Luigi Speranza..., p. 400-403, 485-494.
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bonum obtinendum laudabilem zelum adhibet. Quinimo calamitates, persecu tiones, delicta et sacrilegia, quae in damnum Ecclesiae et Summi Pontificis hisce nequissimis tempo ribus quotidie perpetrantur, Dei misericordia, qui ex malis ipsis ali quod boni semper elicit, oculos aperiunt hominibus bona fide tot fallaciis deceptis, ita ut perpauci adhuc in errore pertinaciter perdu rant. 3. Iubilaei maximi occasione arrepta episcopus uti iam in Sesso II adnotatum est, providit ut prae dicationes extraordinariae in omni bus paroeciis fierent, ad quod necesse non fuit mandatum [erre, sed desiderium exprimere satis fuit. Populus maximo ardore opus suscepit; creberrimusque, omnibus horis, etiam aliquando minus opportunis, in ecclesias confluebat Verbum Dei avide auditurus; tan tamque animi commotionem prae bebat, ut saepe spectaculum siccis oculis ferre non posset. Ii quoque, qui antea ab ecclesia alieni videbantur, hac occasione, ecclesiam magna omnium aedifi catione, frequentabant. At exemplumfidei ac religionis insigne dedit populus, quum eccle
quale per ottenere questo bene si adopera con zelo ammirabile. Anzi le calamità, le persecuzio ni, i delitti e i sacrilegi che in que sti infelicissimi tempi sono perpe trati ogni giorno a danno della Chie sa e del sommo pontefice, per la misericordia di Dio che ricava sem pre qualcosa di bene dai mali stes si, aprono gli occhi agli uomini di buona fede che sono ingannati da tante menzogne, così che pochissi mi ancora pertinacemente conti nuano nell' errore. 3. Il vescovo, colta l'occasione del grande Giubileo, come già si è notato nel par. 2, ha provveduto che fossero tenute predicazioni straor dinarie in tutte le parrocchie. A tale scopo non è stato necessario impar tire un comando, ma esprimere solo un desiderio. Il popolo ha accolto col massi mo fervore l'iniziativa. Numerosissimo, a tutte le ore, anche in quelle meno comode, la gente confluiva nelle chiese avida di ascoltare la Parola di Dio, e mostrava tanta commozione d'ani mo, che spesso non si poteva trat tenere le lacrime per tale spettaco lo. Anche quelli che prima sem bravano estranei alla chiesa, in que sta occasione la frequentavano con grande edificazione di tutti. Ma il popolo ha dato un insigne esempio di fede e di religione quan 342
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sias stabilitas pro lucrando iubi laeo visitabat. Episcopus enim, summi pontifi cis desideriis inhaerens, concessit ut pro omnibus visitationibus tres sacrae processiones ad quatuor ecclesias sufficerent. Ordinata acies per vias publi cas incedebat, omni rubore reiec to, improborumque irrisione posthabita. Et hoc non modo in vicis, quod mirum non esset, sed etiam in civitate accidebat; ubi per tres vices numerosae processiones habitae sunt a singulis paroeciis, quarum una processio quatuor et amplius fidelium utriusque sexus millibus constabat. De caetero episcopus malis praesenti aetate irruentibus oppor tuna remedia afferre nititur. Qua propter voce et scriptis incessanter commendat doctrinae christianae instructionem, frequentiam sacra mentorum Poenitentiae et Eucha ristiae, praedicationem Verbi Dei, spiritualia exercitia, et missiones, quae dato tempore iterantur cum inestimabilisemper animarumfruc tu; obsequium erga istam supre mam Apostolicam Sedem, et oboe dientiam Romano Pontifici prae standam. Studet ut boni libri diffundan tur; ad quemfinem magno sunt usui nonnullae societatespaucis ab hinc annis institutae, quarum nempe est
do visitava le chiese stabilite per lucrare il giubileo. Il vescovo infatti, aderendo ai desideri del sommo pontefice, ha concesso che per tutte le visite bastassero tre sacre processioni a quattro chiese. Il corteo procedeva a schiera ordinata per le pubbliche vie, riget tata ogni vergogna e messa da par te ogni irrisione degli empi. E que sto accadeva non solo nei villaggi, cosa che non sarebbe stata sor prendente, ma anche in città. Così per tre volte sono state fatte nume rose processioni dalle singole par rocchie. Una processione fu com posta da più di quattromila fedeli di entrambi i sessi. Per il resto il vescovo si sforza di portare opportuni rimedi ai mali scatenati in questa nostra età. Perciò con parole e con scritti, senza sosta raccomanda l'istruzione della dot trina cristiana, la frequenza ai sacra menti della Penitenza e dell'Euca ristia, la predicazione della Parola di Dio, gli esercizi spirituali e le mis sioni, che in un dato tempo sono ripetute sempre con frutto inesti mabile delle anime, l'ossequio ver so codesta suprema Sede Aposto lica e l'obbedienza da prestare al Romano Pontefice. Si prende cura che vengano dif fusi libri buoni. A questo scopo risultano di grande utilità talune società fondate da alcuni anni, il cui 343
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bono rum librorum diffusionis stu dium", Curam item habet episcopus de ecclesiastica clericorum institutio ne, et de christiana laicorum edu catione. Et quoniam sacerdotum exemplum magnam vim habet ad populos in christianae legis officio continendos, in his praecipue bene informandis animum intendit. Postremo adlaborat ut cultus erga sacratissimum Cor Iesu, erga Beatissimam Virginem et sanctum Iosephum diffundatur, quod evenire episcopus referre gaudet. Ad promovendam autem erga Beatam Virginem devotionem, insti tuit in ecclesia SS. Salvatoris, sub paroecia S. Agathae in Carmelo, huius civitatis. confraternitatem sub titulo Beatae Mariae Virginis a Sacratissimo Corde; eique Beatae Virgini hoc sub titulo invocatae uni-
fine è la diffusione di libri buoni. Il vescovo ha un occhio di riguardo anche per la formazione ecclesiastica dei chierici, e per l'e ducazione cristiana dei laici. E poi ché l'esempio dei sacerdoti ha una grande forza per conservare i popo li nel1' osservanza della legge cri stiana, si applica con tutte le forze soprattutto per la loro buona for mazione. Da ultimo si impegna per ché venga diffuso il culto del Cuo re sacratissimo di Gesù, della Bea tissima Vergine e di san Giuseppe, e gode il vescovo nel riferire che questo avviene. Per promuovere la devozione verso la Beata Vergine, egli ha fon dato nella chiesa del SS. Salvato re, nella parrocchia di S. Agata del Carmine, di questa città, la confra ternita sotto il titolo della Beata Maria Vergine del Sacratissimo Cuore, e a Lei, invocata con que
31. Il circolo S. Luigi aveva fondato nel 1874 circa, le Biblioteche cattoliche popolari cir colanti, dotate con più di 4.000 volumi. Già don Riccardi aveva ideato un programma per la diffusione di buoni libri e la costituzione di biblioteche. L'istituzione realizza ta dal circolo S. Luigi intendeva procurare a ogni classe di persone "letture dilettevo li e istruttive che contengono nulla contro la religione e la morale cattolica". Riserve si avanzavano quindi sui libri messi all'indice. Ogni mese venivano distribuiti circa 1.000 volumi a più di 200 lettori. La biblioteca era in via S. Orsola, n. 33. Si pagava L.I per l'iscrizione, cento lO per il prelievo di un libro, da trattenere per un mese. Non si pote vano avere altri libri senza la consegna dei precedenti in possesso. Nel mese di agosto veniva diffuso un resoconto sui risultati economici e sul numero dei prestiti librari. Alla sede di via Prato, 26, vi era il presidente dotto Alessandro Mangili. Nel 1882 ven ne aperta una biblioteca circolante cattolica in città alta, promotori don Saverio Gotti, don Fiorino Grassi, Luigi Pesenti e Pietro Massironi. L'istituzione contribuì a fondare L'Eco di Bergamo; L'Eco di Bergamo II luglio 1880 p.3, II maggio 1881 p. 3, 2 ago sto 1882 p. 2, 25 novembre p. 2; Notizie patrie... 1878. p. 19; F. VISTALLI, Mons. Guindani..., p. 454; M. TACCOLINI, Origini e prime manifestazioni del Movimento cat tolico a Bergamo dall'Unità alla morte dì Pio IX, in I Cattolici .... o.c ..
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versam Ecclesiam Bergomensem consecravit". Confraternitas rite instituta flo rescit, maximoque est fidelibus adiumento.
sto titolo, ha consacrato tutta la Chiesa Bergomense. La confraternita, fondata secon do le regole, prospera ed è di gran dissimo aiuto ai fedeli.
De postulatis Episcopi referentis
Richieste del Vescovo che riferisce
l. Quum episcopus non habeat postulata, quae isti sacrae congre gationi exponenda censeat, haec tantum adiungit. Noverit ista sacra congregatio in hac civitate extare insignem basi licam S. Mariae Maioris, piane exemptam una cum patrimonio, a iurisdictione ordinarii, ob privile gium eidem basilicae concessum anno Domini 1453 a Nicolao sum mo pontifice. Administratores basilicae tunc temporis duodecim probatissimi viri erant, quorum praeses canonicus cathedralis esse oportebat. Mutatis processu temporis con ditionibus, rebusque basilicae in manus hominum, gubernio addic torum delapsis, mutataque insuper constitutione administrationis, quum canonicus expulsus esset ab ipsa administratione, et haec tota liter laicalis existeret, episcopus referens basilicam a primordiis sui episcopatus visitaturus, privilegium exemptionis cessasse existimabat.
1. Il vescovo, non avendo richie ste da esporre a codesta sacra con gregazione, aggiunge tuttavia que ste questioni. Saprà certamente codesta con gregazione che in questa città esiste l'insigne basilica di S. Maria Mag giore, totalmente esente col suo patrimonio dalla giurisdizione del l'ordinario, per il privilegio con cesso alla stessa basilica nell'anno del Signore 1453 dal sommo pon tefice Niccolò V. Gli amministratori della basilica erano a quel tempo dodici uomini stimatissimi, il cui presidente dove va essere un canonico della catte drale. Cambiate le condizioni con l'an dare del tempo e venute a trovarsi le cose della basilica nelle mani di uomini fedeli al governo, mutato inoltre lo statuto dell' amministra zione, poiché il canonico è stato espulso dall'amministrazione stes sa, che è totalmente laica, il vesco vo che riferisce, intenzionato a visi
32. Cf. nota precedente n. 23.
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At cum non ita sentirent admini stratores basilicae, episcopus rem detulit isti sacrae congregationi humiliter petens an perseveraret adhuc exemptionis privilegium. Quae respondit = Affirmative: episcopumque Apostolica Auctori tate munitum relinquere pro visita tione basilicae, rerumque ad ipsam pertinentium, (a) Visitatio tamen locum non habuit, eo quod administratores se recursum ad istam sacram congre gationem habituros nuntiassent. Episcopus autem, attentis rerum conditionibus, siluit penitus. Res basilicae pessumdatae; legata pia ab administratoribus ipsis, partim reducta plane arbi trarie; partim non adimpleta; cen sus locuples distrahitur; residentes ad chorum addicti imminuti usque ad novem ex quadraginta quatuor; ecclesia plane deserta. In eadem ecclesia extabat con fraternitas sub nomine beatae Ma riae Immaculatae, fidelibus accep ta, et proficua, temploque orna mentum et lustrum: anno proximo elapso administratores confrater nitatem amplius pati noluerunt: et
tare la basilica agli inizi del suo epi scopato, riteneva che fosse cessato il privilegio dell' esenzione. Ma non essendo di questo pare re gli amministratori della basilica, il vescovo ha deferito la questione a codesta sacra congregazione, chie dendo umilmente se perdurava ancora il privilegio dell'esenzione. Essa ha risposto affermativa mente, con la facoltà al vescovo munito di autorità apostolica di visi tare la basilica e le cose ad essa per tinenti. La visita non ha tuttavia avuto luogo, in quanto gli amministrato ri avevano sparso la voce che avreb bero fatto ricorso a codesta sacra congregazione. Il vescovo, ponde rate tutte le cose, ha taciuto com pletamente. Le suppellettili della basilica sono rovinate, i legati pii sono in parte ridotti all' arbitrio dagli ammi nistratori stessi, in parte non sod disfatti, il ricco patrimonio è dissi pato, i residenti addetti al coro da 44 diminuiti sino a 9, la chiesa completamente deserta. Nella stessa chiesa esisteva la confraternita sotto il nome della Beata Maria Immacolata, gradita e utile ai fedeli, ornamento e decoro per il tempio. Lo scorso anno l'am ministrazione non ha più tollerato la confraternita e s' è dovuto tra
(a). In margine è scritto d'ufficio "Estratto per la S.c. del Concilio".
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necesse fuit eam alium in locum transferre; extabat altare S. Iosephi antiquissimum; ablatum et vendi tum est. Tentant etiam portam basilicae cla ude re, qua utebatur episcopus ab antiquissimis temporibus; et de hoc isti sacrae congregationi, noti tia exhibita est". Haec exponit episcopus, quae ipse scit. Remedium ipse afferre nequit, quum basilica exempta dicatur; cogiturque ipse et populus eius, qui de hoc murmurat, et scandalum patitur, dilapidationes oculis suis ferre, et tacere. Haec refert ad plenum con scientiae suae levamen, quid agen dum nesciens. 2. Contentum se tenebat epi scopus, quod e manibus regii dema nii, modico pretio, bona mensae episcopalis redemisset; sicque ad bonum sive dioecesis universae, sive suorum successorum providis set; confisus se soluturum brevi pre
sferirla in un altro luogo. Esisteva 1'antichissimo altare di san Giu seppe, è stato asportato e venduto. Essi tentano anche di chiudere la porta della basilica usata da tem pi antichissimi dal vescovo, e di questo fatto è stata trasmessa noti zia a codesta sacra congregazione. Il vescovo espone queste cose, di cui è a conoscenza. Egli non è in grado di rimediar vi, in quanto la basilica viene detta esente, costretto egli e il suo popo lo, che mormora su questo caso, scandalizzato, a sopportare la dila pidazione sotto i suoi occhi e a tace re. Egli riferisce queste cose a com pleto sollievo della sua coscienza, non sapendo che fare. 2. Il vescovo era contento di aver recuperato dalle mani del regio demanio, a prezzo modico, i beni della mensa vescovile, avendo prov veduto così al vantaggio di tutta la diocesi e dei suoi successori, nella fiducia altresì di pagare in breve tem po il prezzo al regio demanio col ricavato dai beni della stessa mensa. Ma alla fine dello scorso anno,
33. La questione fu trattata dai vescovi Speranza e Radini Tedeschi, senza tuttavia alcun risul tato concreto. Mons. Speranza per amore di concordia e forse anche specialmente per sopravvenuti cambiamenti politici preferì non eseguire quanto gli era stato ricono sciuto come suo diritto, per la visita come delegato della Santa Sede nel 1858. Mons. Radini nel 1905 trovò di nuovo opposizione da parte del consiglio della congregazio ne di Carità per effettuare analoga visita. Egli rinunciò per considerazioni riflettenti lo stato di allora del diritto ecclesiastico italiano; cf. ACVB,fondo basilica S. M. Mag giore. Privilegi di esenzione per bolla di papa Nicolò V. La visita di san Carlo; docu menti originali in copia con quelli trasmessi alla Santa Sede 1857 - 1875; Breve sto ria sulla vicenda dei rapporti Vescovi - S. M. Maggiore.
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l'amministratore del vescovo stesso, da lui prima provvisto di delega per tutti gli atti, offeso che il vescovo gli avesse chiesto il rendiconto esat to dell' amministrazione, abusando della delega, ha affittato a suo fra tello la maggior parte dei beni del la mensa posta nel villaggio di Morengo, a prezzo modico, per 18 anni. Il vescovo, interpellati gli avvo cati, ha fatto ricorso al tribunale per annullare il contratto fraudolento, e ha fiducia che in breve tutte le cose saranno debitamente sistemate. Se ciò non dovesse avvenire, e l'affitto continuasse, la mensa vescovile non sarà libera dai debiti, che è stato necessario accendere per il riscatto dei beni, se non dopo un tempo più lungo. 3. Anche in questo triennio mol ti fabbricieri hanno riscattato i beni della chiesa usurpati dal regio demanio, concorrendo all'asta pub blica, a vantaggio della chiesa stes sa, sotto il nome tuttavia di persone private, fondandosi sul principio che il proprietario, in questi casi, che partecipa all'asta pubblica, non
tium regio demanio, ex fructibus mensae ipsius. At sub finem elapsi anni, admi nistrator ipsius episcopi, ab eodem delegatione antea ad omnia muni tus, offensum se tenens quod epi scopus exactam administrationis rationem expostulasset, delegatione abusus, maiorem bonorum mensae partem in vico Morengi positam, locavit fratri suo, modico pretio, ad decem et octo annoso Episcopus, legisperitis consul tis, tribunalia adiit pro annullatio ne fraudulenti contractus, confidit que brevi omnia in ordinem redac tum iri. Quod si non evenerit, et locatio perduret, mensa episcopalis libera debitis, quae obire necesse fuit pro redemptione bono rum, non erit, nisi post longius tempus". 3. Hoc etiam triennio plures fabricae praefecti bona suae eccle siae a regio demanio usurpata, ad publica edicta concurrentes, rede merunt, in utilitatem ecclesiae ipsius, sub nomine tamen persona rum privatarum, eo innixi princi pio, quod dominus, his in casibus,
34. Nel ricupero dei beni della mensa vescovile, cf. relazione 1867 nota n. 5, mons. Spe ranza era stato aiutato dal fratello del vicario generale, di cui cf. la precedente nota n. 18, Antonio Simoni sposato alla contessa Fé Simoni. Il Simoni, amico di mons. Spe ranza, mori ai primi di novembre del 1878. La proprietà del Gavamo fu in seguito alie nata e il ricavato servì a compensare i debiti accumulati per la possessione di Moren go, passata in amministrazione al fratello del can. Tommaso Foresti, con l'esito impre visto qui narrato, che ripetè quello antecedente, di cui nella relazione 1867, nota n. 4. Monsignor Pier Luigi Speranza..., p. 482-483; P. A. GIOS, Nicolò Rezzara e il Movi mento cattolico in Italia Prefazione S. Fontana, Roma 1990, p. 157; E. CAMOZZI, Diario ..., I, p.86-90.
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acquista ma riscatta quello che gli appartiene. In verità non pochi di questi beni sono stati venduti di nuovo dai fabbricieri delle chiese, ottenuta previamente la facoltà dal la Santa Sede, sia per pagare i debi ti al demanio, che per sottrarre i beni stessi al pericolo in cui si tro vavano, affinché non fossero usur pati dagli eredi delle persone pri vate, i quali davanti alla legge civi le in realtà figuravano acquirenti, nonché per l'ingente utile che dal la loro vendita si ricavava per la chiesa. Per evitare che questo denaro proveniente da una vendita siffatta andasse dissipato, per suggerimen to di codesta Santa Sede è stata fon data in questa curia una società, composta da uomini rinomati per la loro chiara fede e probità, detta della Promozione dei Legati Pii Fiduciari, la quale ha il vantaggio so e utile compito di amministrare i beni sia dei legati di giuspatrona to, che in forza delle legge civile fossero esenti, sia anche i capitali che provengono dalla suddetta ven dita. L'entità di quei capitali rag giunge molte migliaia di lire, con nomi certi, e si spendono a vantag gio delle chiese alle quali quei capi tali appartengono. Anche in questo triennio alcuni hanno acquistato dal demanio beni ecclesiastici a proprio vantaggio; altri hanno fatto ricorso a codesta
qui publicas licitationes adit, non emit, sed redimit quod suum est. Istorum vero bonorum non pauca a fabricae ecclesiarum praefectis iterum vendita sunt, obtenta prius ab ista Sancta Sede opportuna facultate, tum ut possent exsolvere expensas regio demanio, tum ut eadem bona eriperent e discrimine, in quo versabantur, ne scilicet ab haeredibus personarum privatarum quae coram lege civili reapse emp torum speciem praeseferebant, usur parentur; necnon ob ingentem uti litatem, quae ex eorumdem vendi tione in ecclesiam vertebat. Ne vero ista pecunia ex istius modi venditione proveniens dissi paretur, in hac curia, istius Sane tae Sedis consilio, opportuna, ex viris spectata omnino fide et probi tate claris, societas constituta est a Promotione Legatorum Pio rum fiduciario rum nuncupata, cui munus incumbit administrandi bona tum legatorum iurispatronatus, quae ex vi legis civilis exempta fue rint, tum etiam capitalium, quae ex supradicta venditione proveniunt: quorum quidem capitalium summa plura libellarum millia conficiens, nominibus certis, expenditur in uti litatem ecclesiarum, ad quas rei psa pertinent. Etiam in hoc triennio nonnulli a regio demanio bona ecclesiasti ca emerunt in propriam quidem uti litatem; quorum alii recursum ad 349
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Santa Sede, e impetrata l'assolu istam Sanctam Sedem fecerunt, et absolutione impetrata super cen zione dalle censure, volentieri han suras, libenti animo acceptaverunt no accettato le condizioni dettate conditiones, quas ista Sancta Sedes dalla Santa Sede. Pochi altri riman apposuit; alii perpauci pertinaci gono pertinaci nella loro pervica ter instant in propria pervicacia. cia. Bergamo dalla curia vescovile addì 12 dicembre 1876
Bergomi ex episcopali curia die 12 decembris J876
+ Petrus Aloisius episcopus
+ Pietro Luigi vescovo timbro
sigillum
Bergamo Visita dei sacri Limini
Bergomen.
Yisitatio sacrorum Liminum
Die 22 decembris J876
fuit admissa pro 97° triennio
nudiustertius expirato
Il 22 dicembre è stata ammessa per il 97° triennio spirato tre giorni or sono.
12 ianuarii J877
20 decembris J879
12 gennaio 1877 20 dicembre 1879
Attento obitu non fuit responsum
Per la morte sopraggiunta non si è risposto.
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GAETANO CAMILLO GUINDANI
GAETANO CAMILLO GUINDANI Gaetano Camillo Guindani nacque da Eugenio, ragioniere, e da Mad dalena Gigliani il 20 settembre 1834 a Cremona. Fu allievo del seminario di Cremona, alunno del collegio Capranica e dell'università Gregoriana a Roma per gli studi di filosofia e di teologia. Il lO agosto 1857 Guindani fu ordinato sacerdote e il18 novembre ottenne la laurea in teologia. Ritornato in diocesi egli svolse nel seminario diocesano l'incarico di vicerettore, successivamente di professore di lettere nel ginnasio, docente di teologia dogmatica e infine rettore. Era ritenuto un "santo pieno di pru denza", "un angelo benefico". 1119 dicembre 1871 mons. Guindani fu chiamato dal vescovo di Cre mona mons. Geremia Bonomelli all' importante incarico di vicario gene rale, poi di arciprete del duomo. Pio IX lo elesse vescovo di S. Donnino il 22 novembre 1872. Le testimonianze raccolte per quell' occasione qualificavano il candida to "adorno di ottimi costumi e per le sue doti e qualità gode un' ottima stima ed eccellente riputazione"; ne veniva lodata" la gravità e prudenza che si ricerca in un ecclesiastico da elevarsi in dignità ..." e ancora veniva definito "sacerdote di tali meriti, non solo non ha mai dato scandalo alcuno né trovasi illaqueato da alcun canonico impedimento, atto a ritardare la sua promozio ne, anzi è stato ad altri di buon esempio e di edificazione". Mons. Guindani nella sua diocesi confermò con il ministero pastorale le valutazioni positive espresse nei suoi confronti, come lo prova d'al tronde il suo trasferimento alla diocesi di Bergamo deciso da Leone XIII il 19 luglio 1879. Parte del clero bergamasco aveva manifestato il desiderio di vedere succedere a mons. P.L. Speranza un altro candidato bergamasco, e in par ticolare il suo già vicario generale mons. Giovanni Cossali. 11 vicario capitolare mons. Giacinto Arcangeli annunziò la nomina al cle ro e ai fedeli con la lettera "Il sommo pontefice Leone XIII nel concistoro segreto di ieri 19 ha eletto ..." 20 settembre 1879. Guindani inviò alla dio cesi la lettera di saluto" Pareva nei divini decreti ..." 21 novembre. 11 suo ingresso avvenne di domenica, il l" febbraio 1880, preparato dalla lettera di mons. Arcangeli" Veneratifratelli e diletti figli in Gesù Cristo vi annun cio esultando..." 19 gennaio. 351
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Mons. Guindani nei 25 anni del suo episcopato a Bergamo continuò, pur in situazioni diverse, il lavoro pastorale dei suoi predecessori, secondo una linea innovativa che si accordava con quella di mons. Bonomelli. Nell'assoluta fedeltà al magistero pontificio, mons. Guindani seppe tra sfondere nella realtà diocesana gli insegnamenti delle numerose encicli che papali, seguendone i temi enunciati, sul piano teologico e filosofico dal l'Aeterni Patris e dalla Divinum illud, sociale dalla Rerum novarum, poli tico dalla Diuturnum illud e dalla Graves de communi. L'ambiente ecclesiastico e laico che accolse mons. Guindani era quasi suddito de L'Osservatore Cattolico, dal quale subì attacchi sconsiderati, a forti tinte integralistiche, esposto ai malanni propri dell'integrismo, che è deformazione del cattolicesimo, espressione di una fedeltà avulsa dalle sue radici spirituali, degenerata in zelo esteriore, non sua organica espres sione. Con l'enciclica Immortale Dei venne ricuperato il concetto di Chie sa come corpo sociale autonomo dallo Stato, con un ordinamento proprio, un carattere di originarietà tale che non può essere disciplinata dalla legi slazione statale. Lentamente si passava dalle posizioni separatiste a quel le concordatarie, con l'inserimento graduale dei cattolici nella vita ammi nistrativa e politica dello Stato postunitario, mentre il non expedit, usato come mezzo per ottenere al Sommo Pontefice il risarcimento dei diritti violati e quindi un adeguato componimento della questione romana, anda va suscitando sempre più perplessità se non contrasti, e minori adesioni. Mons. Guindani su questo tema fu realista, perché l'ambiente non gli consentì di affrontare il problema con temi a volte provocanti come il suo maestro, mons. Geremia Bonomelli a Cremona. Non meno illusoria si rivelò la breve stagione del conciliatorismo. Negli anni postrisorgimentali in cui opera mons. Guindani, si dis solve l'attesa quasi messianica del nuovo trionfo della fede con Lamen nais in Francia, con Rosmini in Italia, di un accordo tra fede e scienza caro all'abate Antonio Stoppani, tra Chiesa e libertà, Chiesa e pensiero moder no. Svanisce la convinzione, comune nel Risorgimento, che la presa del Regno al Papa sarebbe servita a liberarlo dalle scorie terrene per lasciarlo libero e tutto concentrato al suo compito spirituale, che la realtà spirituale ed ecclesiale si sarebbe riformata e rinnovata con le conquiste risorgi mentali, con le lotte contro il potere temporale, con l'applicazione di alcu ni princìpi delliberalismo allo statuto del clero. Per la soluzione della grande crisi economica a cavallo degli anni '90, l'escatologia proletaria proponeva con Prampolini il Cristo sociali
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sta, l'emancipazione dell'uomo e l'abolizione della religione sostituita da una religiosità laica, alternativa a quella ecclesiastica tradizionale, basata su patria, progresso, popolo, mentre l'escatologia liberale pretendeva la libertà assoluta del capitale sul lavoro, il libero pensiero come norma di pensiero e azione, la religione affare privato lasciato alla coscienza indi viduale, l'estromissione della Chiesa dalla vita pubblica pur con la garan zia della libertà di culto e di coscienza. Leone XIII richiamò con la Aetemi Patris e la Divinum illud il valore del la philosophia perennis e del diritto naturale, riproponendo il metodo di S. Tommaso per l'uso della ragione, non del dogma, ben oltre la semplice schematica contrapposizione, cara agli integralisti, del rosminianesimo al neotomismo, contro il positivismo razionalista e l'uso improprio della scienza, con la Rerum novarum pose al centro della questione sociale la dignità del lavoratore e di ogni persona umana, con la Graves de commu ni riconobbe alla democrazia cristiana l'ambito sociale di un impegno ma non quello politico, con la Quod Apostolici muneris chiarì i rapporti tra Chiesa e Stato secondo la dottrina della potestas indirecta, con la Quanta cura rigettò il libero pensiero in tutte le sue espressioni. Gli ideali di mons. Guindani sottoscrittore del noto indirizzo del clero d'Italia a Pio IX, che poi ritrattò, si manifestano in parte nello stile della sua vita pastorale per la valorizzazione di un tema caro a Carlo Passaglia, quel lo del sacerdozio laicale, della necessità per la vita ecclesiale della pre senza attiva della plebe congregata accanto al pastore. Lo testimonia l'ec cezionale fioritura delle opere sociali con la crescita del movimento cattolico legato al secondo gruppo dell'Opera dei Congressi, guidato da laici di ric chissime doti umane e dalla vita cristiana esemplare, come Nicolò Rez zara, Stanislao Medolago Albani, Giovan Battista Caironi, Lorenzo Pesen ti Rossi e numerosi altri personaggi. Sono i cattolici sociali dell'età leonina, sociali perché cattolici, con l'impegno nel sociale come necessaria espressione della fede cattolica nel la sua pienezza, portati a identificare nella nuova situazione storica, crea ta dalla rivoluzione industriale, azione sociale e missione evangelica. Le cau se giudiziarie lasciate in eredità dal predecessore non ebbero una soluzio ne felice per Guindani, che con l'umiliazione perseguita dalla corrente speranzista, dovette accettare il verdetto della Curia Romana favorevole sia ai Cappuccini riammessi a pieno titolo nel convento di Borgo Palazzo sia al canonico Foresti e alla contessa Barbara Fè d'Ostiani vedova Simo ni per la Mensa Vescovile. Si aggiunse anche il caso dell'arciprete di Clu
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sone, don Rizzoli. I sacerdoti a lui avversi colsero l'occasione da queste vicende sfortunate, cui si aggiunse quella di alcuni professori del seminario vescovile licenziati, per denigrare la sua persona, presa di mira da L'Osservatore Cattolico. Mons Guindani, indebolito anche da una malattia prolungata, diede prova in tutto di mitezza e fortezza d'animo, ma reagì con determinazione alle accuse con due lunghi esposti alla S. Sede. Messo di fronte a decisio ni gravose, la sua delicatezza d'animo lo fece apparire perfino scrupoloso a chi attendeva con impazienza la soluzione dei casi giudiziari. Con la letttera "Nella piena del dolore... " del 27 ottobre 1904 il pro vicario generale mons. Giosuè Signori annunciò alla diocesi la morte del vescovo Guindani. Fu ricordato con un sofferto discorso nelle esequie solenni in duomo da mons C. Castelletti e dalla diocesi con un monumen to progettato dall'architetto Ernesto Pirovano nel cimitero unico cittadi no. L'epilogo all'episcopato di mons. Guindani avvenne con il Memoriale del Capitolo della cattedrale, inviato al segretario di Stato, card. Raffaele Merry del Val, il 2 novembre 1904, con l'esposizione dei desideri e dei problemi della diocesi che attendevano il suo successore.
Bibliografia: fonti inedite: cf. ACVB, Libro n° Il Mons. vescovo Gaetano Camillo Guin dani - pastorali e circolari dal 1879 al 1894, (dorso), ff.lr-590v. Libro n° 12 Mons. vescovo Gaetano Camillo Guindani - pastorali e circolari dal 1895 al 1904, vicario capi tolare Signori 1905, (dorso), ff.lr-660v.; E. FORNONI, Manoscritti vari, l ° vol., f. 73.; Visi ta pastorale, 126 Visita pastorale mons. Guindani decreto apertura, parrocchie urbane, Capitolo, monasteri (ms), ff. 569 + 2 ff. bianchi numerati; 127 Visita pastorale mons. Guindani suburbio, Abbazia, Bani (rns), ff. 693 + 2 ff. bianchi; 128 Visita pastorale mons. Guindani parrocchie da Baresi a Cantoni d'Oneta (ms), ff. 760 + 4 ff. bianchi; 129 Visi ta pastorale mons. Guindani parrocchie da Capizzone a Communuovo (ms), ff. 646; 130 Visita pastorale mons. Guindani da Gorno a Gandino (ms), ff. 840; 131 Visita pastorale mons. Guindani parrocchie da Gaverina a Monte Marenzo (ms), ff. 828 + 4 ff. bianchi; 132 Visita pastorale mons. Guindani parrocchie da Morengo a Piazzatorre (ms), ff. 809 + 3 ff. bianchi.; 133 Visita pastorale mons. Guindani parrocchie da Pizzino a S. Pietro d'Or zio (ms) ff. 821 + 5 ff. bianchi; 134 Visita pastorale mons. Guindani parrocchie da S. Pao lo d'Argon a Suisio (ms), ff. 725; 135 Visita pastorale mons. Guindani parrocchie da Tagliuno a Zorzone (ms), ff. 733 + 3 ff. bianchi; Fondo Vescovi, Mons.Guindani; BCAM, A Bonetti Giuseppe, mansionario della cattedrale di Bergamo, Bergamo 30 dicem bre 1882; A Stacchi Aurelio Bergamo 7 luglio 1899, 9 giugno 1904; A mons. Locatelli Giu seppe (biglietti di ringraziamento); Nomina di Troesi don Raffaele vicario di S. Eufemia a direttore per la Pia Opera della adorazione riparatrice delle nazioni cattoliche. Opera da fondare e diffondere nella diocesi, Bergamo 9 dicembre 1891; Approvazione della con gregazione di S. Giuseppe nella cattedrale, Bergamo 12 agosto 1884. ASV, Congregazione Vescovi e Regolari, Vescovi, 1879, maggio. S. S. Ep. Mod.,-1879, R. 283 F. 1;-1880, R. 16; R. 284 F. 3; -1881, R. 1 F. Il;-1882,
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GAETANO CAMILLO GUINDANI
R.I F.1;R.3F.3;R.16;R.284F.1;-1883,R.12;-1884,R.12;R.12F.1;-1885R. 16 F. 2; R. 162 -1886, R. 162 F. 2;-1887, R. 1 F. 2;-1888, R. 1 F. 29; R. 1 F. 71; R. 1 F.73; R. 20 F. 2; R. 165; R. 221 F. 1;-1889, R. 1 F. 4; R. 3 F. 2; R. 4; R. 12; R. 16; R. 18; R. 100; R. 241 F. 3;-1890, R. 3 F. 3; R. 12 F. 1;-1891, R.1 F. 4; R. 1 F. 5; R. 100 F. 1; 1892, R. 12 F. 3; R. 12 F. 4; R. 12 F. 5; R. 16; R. 165 F. 6; R. 223 F. 4;-1893, R. 1 F. 1; R. l F. 3; R. 1 F. 11; R. 1 F. 15; R. I F. 14; R. 12 F. 3; R. 13; R. 165; R. 100 F. 1;-1894, R. 1 F. 6; R. 3 F. 3; R. 12 F. I; R. 12 F. 2; R. 52; R. 100; R. 162 F. I; R. 165 F. I; R. 229;-1895, R. ID F. 1; R. 1 D F. 6; R. 12 F. 2; R. 12 F. 3; R. 16 F. 1; R. 100 F. 2; R. 115 F. 9;-1896, R. 3 F. 3; R. 12 F. 4; R. 16 F. 3; R. 18 F. 2;-1897, R. ID F. 14; R. ID F. 15; R. 3 F. 2; R. 3 F. 5; R. 100 F. 3; R. 223 F. 9;-1898, R. l F. 5; R. 3 F. 1; R. 3 F. 2; R. 12 F. 3; R. 12 F. 5;R.16F.I;R.17;R.162F.I;-1899,R.13F.1;R.100F.2;R.100F.4;-1900,R.1 F. 7; R. ID F. 17; R. 2D F. 4; R. 3 F. I; R. 165 F. 1; R. 165 F. 3; R. 209 F. 5;-1900, R. 165 Casa Savoia Funeri; Funeri 3 Umberto I re d'Italia;-1901; R. ID F. 5; R. ID F. 8; R. 3 F. 2; R. 12 F. 4; R. 12 F. 5; R. 165 F. 1;-1902, R. I F. 4; R. 1 F. 7; R. 1 F. 8; R. 1 F. 9; R. 12 F. 1; R. 12 F. 2; R. 12 F. 3; R. 12 F. 6; R. 12 F. 9; R. 16 F. 1; R. 162 F. 7; R. 162 F. 8; R. 165 F.1O;R.165F.13;-1902-1903,R.1GF.30;-1903,R.1 F.3;R.ID F.1O;R.12F.1;R. 12 F. 2; R. 12 F. 7; R. 13 F. 2; R. 162 F. 2;-1904, R. 12 F. 5; R. 165 F. 1;-1905, R. 12 F. 7; R. 12 F. 8; S. S. Spogli ... , card. Mariano del Tindaro Rampolla, 1, cartella Rezzara 1891 movimento socialista insurrezionale specialmente in Sicilia; 8A, carte della Segreteria di Stato riguardanti l'Italia di carattere prevalentemente politico, fascicolo C Paganuzzi; cartella Rezzara -P. Zocchi- 1898 servizio informazioni per la stampa cattolica; cartella Casoli-Rezzara 1895 prospetto statistico sul concorso alle urne politiche e sull'astensio ne dei cattolici; 9A, cartella Bergamo, Vescovo, accuse e difese; cartella Terni diocesi; Congregazione AA. EE. SS.,Italia 1883-1884, Posizione 364 fascicolo 121; Italia 1885-1886 Posizione 384 fascicolo 126, 1886 Lettera circolare della Penitenzieria ai Vescovi d'Italia sul non expedit riguardo alle elezioni politiche 30 luglio 1886; Italia 1887 Posizione 396 fascicolo 136; Italia 1888 Posizione 406 fascicolo 142, 1888; Italia 1888 Posizione 405 fascicolo 141; Italia 1889 Posizione 423 fascicolo 145; Italia 1891 Posizione 458; Italia 1889-1892 Posizione 461 Bergamo fascicoli 156-157-158; Italia 1895 Posizione 512 fasci colo 186; Italia 1882 sessione 556 volume 35 fascicolo 6; Italia 1887 sessione 631 volume 38 fascicolo IO; Italia 1890 sessione 675 giugno; lettere dei vescovi di Crema, Mantova e Lodi sul caso Rizzoli. Fonti edite: cf. L'Eco di Bergamo 8-9, 21, 26-27 ottobre 1904,24-25 gennaio, 27-28 feb braio, 20-21, 23-24 novembre 1905; L. DENTELLA, I Vescovi..., p.505-51O; Hierarchia Catholica..., VIII, p. 147, 163. F. VISTALLI, Mons.Guindani nei suoi tempi e nelle sue opere, Bergamo 1943; B. MALINVERNI, L'ambiente cattolico bergamasco all'epoca del vescovo Guindani (1879-1904), in Aspetti della cultura cattolica nell'età di Leone XIII, Roma 1961; C. PATELLI, Uomini..., p. 89-93; C. BELLO', Geremia Bonomelli, o.c.; P.A. GIOS, Nicolò Rezzara..., o.c.; E. CAMOZZI, Diario ..., l, p. 332, 531-533, 988, 1054 1055, 1059; G.P. GOFFI, L'età risorgimentale..., p.284-285; G. GALLINA, Il vicariato Tosi (/867-1871) e la crisi del clero cremonese, in Diocesi di Cremona..., p.293-294; IDEM" Il vescovo Geremia Bonomelli..., ibid., p.309-359; C. BREZZI, Gli inizi dell'atti vità del conte Medolago Albani nell'azione sociale cattolica tra il 1880 e il 1885, in Spi ritualità e azione dellaicato cattolico italiano, II, Padova 1969, p.619-643; C. BELLO', Geremia Bonomelli vescovo di povera..., p. 30, 38 per la citazione; C. SNIDER, Gli ultimi... p.85, 166, 167,285,286,294,308,432,555; IDEM, I tempi ... ,o.c.; G. BATTELLI, Un pastore trafede e ideologia Giacomo M. Radini Tedeschi 1857 - 1914, Genova 1988, p.8, 28,125-128,163,225,272,279,283,285 - 287, 289, 295, 304, 317, 319, 322-324, 358, 360, 392,402. Letteratura: 1. GIORDANI, Le encicliche sociali dei Papi da Pio IX a Pio XII(/864 1956), Roma 1956; B. BELOTTI, Storia di Bergamo ... , VI, p. 239, 252, 255, 260, 264, 269,294,298,461,485; R. AUBERT, Aspects divers du néo-thomisme sous le pontificat de Léon XIII, Roma 1961; F. CHABOD, Storia della politica estera italiana dal 1870 al 1896, I, Laterza, Bari 1965; P. SCOPPOLA, Chiesa e Stato nella storia d'Italia. Storia docu mentaria dall'Unità alla Repubblica, Laterza, Bari 1967; F. TRANIELLO, Alle origini
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VISITE AD LIMINA
del cattolicesimo conciliatorista, in Rivista di storia e letteratura...,6(1969), p. 256-381; A. GAMBASIN, Gerarchia e laicato in Italia nel secondo Ottocento, Italia sacra Studi e docu menti di storia ecclesiastica, 13(1969), Padova 1969; G. MARTINA, La fine del potere temporale nella coscienza religiosa e nella cultura dell'epoca in Italia, in Archivum histo riae pontificiae, 9(1971), p. 309-376; G. MICCOLI, Chiesa e Società in Italia dal Conci lio Vaticano I (1870) al pontificato di Giovanni XXIII, in Storia d'Italia, VI, I documenti, Torino 1973, p. 1495-1548; IDEM, "Vescovo e re...", o.c., p. 883-928; P. G. CAMAIANI, Cattolicesimo liberale e cattolicesimo conciliatorista, in Rivista di storia e letteratura... , 13(1975), p. 72-105; F. FONZI, I cattolici e la società italiana dopo l'Unità, Roma 1977; F. TRANIELLO, Scienza e religione in Antonio Stoppani, in Rivista di storia e letteratura..., 16(1978), p. 214-228; X. TOSCANI, Secolarizzarione efrontiere sacerdotali. Il clero lom bardo nell'Ottocento, Bologna, 1982; E. POULAT, Regno di Dio e impero della Chiesa Alle origini del =Movimento Cattolico= contemporaneo, ibid., 21(1983), p. 45-62; G. CAMPANINI, Antonio Rosmini e il problema dello Stato, Brescia 1983; IDEM, Correnti ideali e culturali del movimento cattolico, in Dizionario ..., aggiornamento..., p. 14-23; G. CAMAIANI, Valori religiosi e polemica anticlericale della sinistra democratica e del primo socialismo, in Rivista di storia e letteratura..., 22(1984), p. 223-250; M. MARGOTTI, La Rerum novarum e il Movimento Cattolico italiano, Atti del colloquio di studio dei gior ni 24-25-26 ottobre 1991 presso il Centro pastorale Paolo VI di Brescia, a cura dell'Ar chivio per la storia del Movimento Cattolico in Italia Univo Catt. del S. Cuore-Milano e del Centro di documentazione, Brescia Morcelliana 1995; P. MARANGON, Sulla genesi delle cinque piaghe di Antonio Rosmini, in Rivista di storia e letteratura... , 33(1997), p. 93 129; IDEM, Il risorgimento della chiesa. Genesi e ricezione delle "Cinque piaghe" di A. Rosmini, Italia sacra, 63, Roma 2000; F. BOLGIANI, Il liberopensiero in Francia 1848-1940 A proposito di un libro recente, in Rivista di storia e letteratura ..., 36(1999), p. 135-150; R. AMADEI, Alla conquista della società: 1878-1914, in Diocesi..., p.259-267; IDEM, I Vescovi..., in Ritratti..., p.184-185; B. BELOTTI, Storia di Bergamo ..., VI, p. 239, 252, 255,260,264,269,294,298,299,461,485; L. FERRARI, Illaicato cattolico fra Otto e Novecento: dalle associazioni devozionali alle organizzazioni militanti di massa, in La chiesa e il potere politico ..., p. 932-974; M. GUASCO, La formazione del clero: i semi nari, ibid., p. 649-690; D. MENOZZI, Tra riforma e restaurazione. Dalla crisi della società cristiana al mito della cristianità medievale (1758-1848), ibid., p. 802-803; G. BATTEL LI, Santa Sede e vescovi nello Stato unitario. Dal secondo Ottocento ai primi anni della Repubblica, ibid., p. 809-854; S. TRAMONTIN, Attività religiosa e attività sociale dei cattolici lombardi in una relazionedel 1884, in Bollettino dell'Archivio per la storia del Movi mento sociale cattolico in Italia, 4-5(1969-1970, Milano 1965, p. 188-192; IDEM, L'ac centuazione sociale nelle proposte di riforma dell'Opera dei Congressipresentata afine seco lo, ibid., 11(1976), p. 317-330; D. VENERUSO, La Società della Gioventù Cattolica Ita liana e la questione sociale dalla Rerum novarum alla fine del pontificato di Leone XIII(1891-1903), ibid., 6(1971), p. 51-64; L. TREZZI, L'inchiesta promossa dall'Opera dei Congressi nel 1885 sulle condizioni dell'agricoltura in Italia, ibid., 8(1973), p. 67-97; IDEM, La grande crisi agricola nella stampa cattolica bergamasca e bresciana(1879 1895), ibid., 9(1974), p. 108-147; IDEM, Aspetti organizzativi della cooperazione di cre dito in Lombardia: le Casse rurali cattoliche dal 1886 al 1935, ibid., 15(1980), p. 33-54; IDEM, Studi ed esigenze organizzative all'origine delle unioni professionali industriali nell'Opera dei Congressi (1897-1901), ibid., 12(1977), p. 110-141; A. COVA, Le Casse rurali lombarde dalla fine dell'Ottocento alfascismo: risultati di una ricerca, ibid., 15(1980), p. 13 passim; M. PESSINA, L'avvio e le prime realizzazioni del Segretariato del Popolo di Bergamo(1895-1906), ibid., 12(1977), p. 82-109; G. P. FUMI, Le università dei contadi ni: le "colonie agricole" in Italia tra metà Ottocento e primi anni del Novecento, ibid., 33(1996), p. 334-396; A.M. MAUR!, Il movimento cooperativo cattolico nella provincia di Bergamo attravero il "foglio degli annunzi legali ", (1881-1914), ibid., 26(1991), p. 66 73, O.c. ; F. MOLINARI, Radini Tedeschi, Giacomo, in Dizionario storico del Movimen to cattolico in Italia 1860-1980, t. 3, Torino, 1981-1984, II, p. 527-531; L. TREZZI, Rezzara, Nicolò, ibid., p. 537-540.
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RELAZIONE - 2 aprile 1882 ASV, C. Concilii, Relationes Dioeeesium, Bergomen, 123B, orig., ff. 630r-649v La documentazione della visita ad Limina del triennio 98° e 99° è composta da due quinterni uniti da un filo rosso e formanti un solo fasci colo di 20 fogli, con la numerazione archivistica ff. 630-649 (mm. 34x23). Sono bianchi i ff. 648r-649r, 652v, 656. La relazione è scritta su fogli che hanno ampi spazi bianchi nei margi ni. n fascicolo è ben conservato. Si trova unita alla documentazione la risposta in minuta della congre gazione del Concilio, ff. 650r-652r, 653r-656v, qui pubblicata. La duplice copia differisce solo per la calligrafia e la disposizione del testo, non per il suo contenuto.
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Relatio status Eeclesiae Bergo mensis quam sacrae eongregationi Concilii exhibet Caietanus Camillus Guindani eiusdem Bergomensis Eeclesiae episcopus, pro triennio 98 et 99 quorum alte rum die 20 deeembris 1882 expirat.
Relazione dello stato della Chie sa di Bergamo che Gaetano Camil lo Guindani, vescovo della Chiesa Bergomense stessa presenta alla sacra congregazione del Concilio per il triennio 98 e 99, il secondo dei quali scade il 20 dicembre 1882.
Quum deeessor meus benedie tae memoriae Petrus Aloisius Spe ranza in Domino obierit die 4 iunii 1879, quin antea de dioeeseos sta tu relationem pro triennio tune ver tente 98 transmiserit; quumque ego infraseriptus episeopus huius dioe cesis regimen die 2 februarii sub-
Poiché il mio predecessore, Pie tro Luigi Speranza di benedetta memoria, è morto nel Signore il giorno 4 giugno 1879, senza aver prima trasmesso la relazione per il triennio 98 allora in corso, avendo io, sottoscritto vescovo, preso il governo di questa diocesi il giorno
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sequentis anni J 880 susceperim, nec citius potuerim relationem expedire pro dicto triennio, quod, vacante sede, iam expiraverat; idcirco studui per presentes litte ras et ea de statu dioeceseos refer re quae ad illud triennium perti nent.
2 febbraio dell' anno successivo 1880, e impossibilitato a spedire più presto la relazione per il detto triennio che durante la vacanza del la sede già era spirato, ho perciò con la presente lettera cercato di riferire sullo stato della diocesi quelle notizie che riguardano quel triennio.
Sectio ]O De statu Ecclesiae materiali J. Ecclesia Bergomensis inter antiquissimas adnumeratur, utpote quae christianam fidem a sancto Barnaba apostolo accepisse tradi turo Quae vero de huius Ecclesiae institutione, antiquitate et nobilita te dicenda usuveniunt, praetereun da arbitror, quia et ex constanti scriptorum fide accipiuntur, et in superioribus relationibus a prae decessoribus meis sunt significata. 2. Diocesis Bergomensis 30 circiter millia passuum in latitudi nem, fere 50 millia in longitudinem patet. Ecclesiae Brixiensi ad orientem, Cremonensi ad meridiem, Medio lanensi partim, partim Novoco mensi ad occasum, huic vero postrema etiam ad septentriones finitima est. 3. Episcopatus Bergomensis nullis praerogativis aut privilegiis praestat, praeter ea, quae ad epi
I Lo stato materiale della Chiesa
1. La Chiesa di Bergamo è con siderata tra le antichissime, poiché è tradizione che ha ricevuto la fede da san Barnaba apostolo. Le notizie che si è soliti venir dicendo sull'istituzione di questa Chiesa, l'antichità, la nobiltà, riten go che si debbano omettere, sia in quanto sono ricavate dalla costante testimonianzadegli scrittori, sia per ché narrate nelle precedenti rela zioni dai miei predecessori. 2. La diocesi di Bergamo si estende per circa 30.000 passi in larghezza, quasi 50.000 in lun ghezza. È confinante con la Chiesa di Brescia a oriente, di Cremona a mezzogiorno, di Milano e di Como in parte a occidente, con quest'ul tima pure a settentrione. 3.11 vescovado di Bergamo non è insignito di alcuna prerogativa o privilegio, oltre a quelli che spetta
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scopales sedes iure canonico comu ni pertinent. 4. Episcopatui Bergomensi civitas una, oppida tredecim, pagi seu communitates ducentae et octo ginta sunt subiectae : quae omnia loca tercentis et ultra animarum millibus constant. 5. In civitate extat cathedralis ecclesia S. Alexandro Martiri dica ta, satis ampla atque instructa iis omnibus, quae non solum ad finem eiusdem, sed etiam ad ornatum et elegantiam pertinent. Addicti sunt chori servitio tre decim canonici beneficiarii, quo rum tres sunt iuris patronatus Capi tuli. Capellani novem, quorum tres item sunt beneficiarii. Canonici honorarii quinque solemnioribus saltem intersunt offi ciis. In ecclesia cathedrali sunt erec tae praebendae poenitentiaria et theologalis. 6. Praeter ecclesiam cathe dralem nulla alia adest ecclesia col legiata. In aliquibus ecclesiis mer cenarii tantum sacerdotes mu-nus residentiae choralis vel integrae vel diurnae explent. 7. In dioecesi Bergomensi sunt tercentae quadraginta quatuor ecclesiae parochiales, quarum ur banae et suburbanae sexdecim. Triennio 98 vertente regulariter erectae fuerunt novae paroeciae S. Georgii M. in loco = Florano =,
no alle sedi vescovili per diritto canonico ordinario. 4. Al vescovado di Bergamo sono soggette una città, tredici pae si, 280 villaggi o comunità. Tutti questi luoghi risultano di oltre 300.000 anime. 5. In città sorge la chiesa catte drale dedicata a S. Alessandro mar tire, abbastanza ampia, provvista di tutte quelle cose che non solo sono peculiari del suo fine ma anche del la sua decorazione ed eleganza. Sono addetti al servizio del coro 13 canonici beneficiati, tre dei qua li sono giuspatronato del Capitolo; nove i cappellani, tre dei quali pure sono beneficiati. I cinque canonici onorari inter vengono di solito alle celebrazioni piii solenni. Nella chiesa cattedrale sono isti tuite le prebende del canonico peni tenziere e del teologo. 6. Oltre alla chiesa cattedrale non esiste alcun altra chiesa colle giata. In alcune chiese solo dei sacerdoti mercenari adempiono il compito della residenza corale, o intera o diurna. 7. Nella diocesi Bergomense esistono 344 chiese parrocchiali, 16 delle quali urbane e suburbane. Nel triennio 98° sono state rego larmente erette le nuove parrocchie di S. Giorgio martire a Fiorano, dal la matrice di Gazzaniga, e della Beata Maria Vergine Immacolata,
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AD LIMINA
a matrice loci = Gazzaniga =, et Beatae Mariae Virginis Immacula tae, a suburbana S. Annae disiunc ta, de quibus erigendis sermo erat in relatione pro triennio 97 a meo decessore benedictae memoriae transmissa. Item dicto triennio vertente canonice fuit erecta paroecia loci, cui vulgare est nomen = Cantoni d'Oneta =, a matrice loci = One ta = segregata/o Modo ad providendumfidelium saluti, et sacrosancti concilii Tri dentini dispositionibus inhaerendo actus instituuntur pro erectione aliarum duarum paroeciarum in locis = Fiobbio =2 et = Bondo Petello =, quae a paroecia loci = Albino = seiungentur'. Praeter eas ecclesias, quae habentur in monasteriis et hospita libus tam virorum quam mulierum adnumerantur in civitate aliae tri
smembrata dalla suburbana di S. Anna, sulla cui istituzione si tratta va nella relazione per il triennio 97°, trasmessa dal mio predecesso re di benedetta memoria. Così nel detto triennio corrente è stata eretta canonicamente la par rocchia detta popolarmente Canto ni d'Oneta, smembrata dalla matri ce Oneta. Ora per provvedere alla salvez za dei fedeli e aderendo alle dispo sizioni del sacro concilio di Tren to, sono allo studio gli atti per l' e rezione di altre due parrocchie, a Fiobbio e a Bondo Petello, che ver ranno smembrate dalla parrocchia di Albino.
1. A Cantoni d'Oneta esisteva già dal 1706 la chiesa, sussidiaria di Oneta. La parroc
chia. eretta con decreto n. 1348 del 16 settembre 1878, aveva 140 abitanti. Fu nominato parroco don Giovanni Sibella il 20 agosto 1879. Il vescovo mons. Guindani consacrò la chiesa. dedicata a S. Antonio abate, il 5 giugno 1883; ACVB,fascicoli parrocchia li, Cantoni d'O.; L. PAGNONI, Le chiese parrocchiali...• I, p. 246. 2. La parrocchia di Fiobbio fu smembrata da Albino ed eretta con decreto n. 2378 del 23 novembre 1882. Aveva441 abitanti. Fu nominato parroco don Tommaso Carrara. La nuova chiesa dedicata a S. Antonio di Padova. fu progettata dali' arch. C. Galizzi; i lavori iniziati nel 1919 finirono nel 1924; ACVB,fascicoli parrocchiali, Fiobbio; L. PAGNONI, Le chiese parrocchiali..., I, p. 407. 3. La parrocchia di Bondo Petello, smembrata da Albino, fu eretta con decreto n. 2596 del 13 dicembre 1882. Aveva 466 abitanti. Fu nominato parroco don Giovanni Zucca. La chiesa. dedicata a S. Barbara, era stata ampliata nel 1853. Fu consacrata nel 1892; ACVB,fascicoli parrocchiali, Bondo P.; L. PAGNONI, Le chiese parrocchiali...• I, p. 288.
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ginta et sex ecclesiae parochialibus subsidiariae, nec non decem et novem oratoria: in dioecesi vero ecclesiae vel oratoria publica cul tui addicta triginta circiter super sexcenta. Ecclesiae parochiales, subsi diariae atque oratoria urbis et dioe cesis plerumque renident structura et ornamentis: inter quae enume rantur plures tabulae depictae et statuae insignes. Cathedralis imprimis instructa est suppellectilibus admodum prae tiosis: ex caeteris vero ecclesiis plu res habent quantum ad divini cultus splendorem, reliquae quantum ad decentiam saltem est necessarium. Eadem cathedralis et nonnullae aliae ecclesiae parochiales et ali quae etiam subsidiariae habent red ditus pro fabrica assignatos: cete rae oblationibus Christifidelium restaurantur. 8. Extant ea quae sequuntur virorum monasteria: Fratrum capuccinorum in civi tate unum, in pago Albini alte rum, nec non hospitium in pago Soveris. Fratrum minorum reformatorum S. Francisci unum in loco qui dici tur = Cividinum =. Clericorum Regularium a Somascha in eodem pago Soma schae. Hisce monasteriis est addenda domus quam patres Societatis lesu habent in civitate prope ecclesiam
Oltre alle chiese che esistono nei monasteri e negli ospedali sia di uomini che di donne, si contano in città altre 36 chiese sussidiarie del le parrocchiali e 19 oratori; in dio cesi le chiese o gli oratori pubblici riservati al culto pubblico sono cir ca 630. Le chiese parrocchiali, le sussi diarie e gli oratori di città e diocesi per lo più splendono per la struttu ra e gli ornamenti, tra cui si conta no molti quadri dipinti e statue di pregevole fattura. Innanzitutto la cattedrale è dota ta di suppellettili assai preziose, molte delle altre chiese possiedono quanto serve allo splendore del cul to, le rimanenti il necessario alme no per il decoro. La stessa cattedrale, alcune chie se parrocchiali e anche altre sussi diarie hanno i redditi assegnati per la fabbrica, le rimanenti sono restaurate con le offerte dei fedeli. 8. Esistono questi monasteri di uomini: - uno dei frati cappuccini in città, un altro nel paese di Albino, nonchè un ospizio nel paese di Sovere. - uno dei frati minori riformati di S. Francesco nel luogo detto Cividino. - uno dei chierici regolari di Somasca nel villaggio stesso di Somasca. - a questi monasteri è da aggiun
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S. Georgii, in qua ipsi patres sacras peraguntfunctiones et sacramenta administrant, - et fratrum S. Familiae pro orphanis agricolis educandis domus una in pago Albini, altera in pago Martinengi. Extant pariter quae hic recen sentur mulierum monasteria; omnia episcopali iurisdictioni subiecta: Sanctimonialium sub regula S. Benedicti duo in civitate. Sanctimonialium sub regula S. Dominici unum in civitate. Sanctimonialium sub regula S. Francisci Salesii unum in oppido Alzani Maioris. Sanctimonialium sub regula Ter tii Ordinis S. Francisci unum in oppido Zonii. Clarissarum unum in loco Boe caleone. Sororum S. Vicentii a Paulo domus duae, una in civitate, altera in pago Calepii: quae sorores prae terea in plurimis hospitalibus, aliis que piis domibus sive in urbe sive in dioecesi operam quam utilem prae
gere la casa che hanno i padri della Compagnia di Gesù in città, vicino alla chiesa di S. Giorgio, nella qua le i detti padri celebrano le funzio ni e ammministrano i sacramenti. - una casa dei fratelli della Sacra Famiglia per l'istruzione degli orfa ni degli agricoltori nel paese di Albino, l'altra di Martinengo. Esistono pure i monasteri delle donne, tutti soggetti alla giurisdi zione vescovile, qui recensiti: - due delle monache sotto la regola di S. Benedetto, in città. - uno delle monache sotto la regola di S. Domenico, in città. - uno delle monache sotto la regola di S. Francesco di Sales, nel paese di Alzano Maggiore. - uno delle monache soggette alla regola del Terz'Ordine di S. Francesco, nel paese di Zogno. - uno delle clarisse, in Bocca leone. - due case delle suore di S. Vin cenzo de' Paoli, una in città, l'altra nel paese di Calepio. Queste suore svolgono pure un'opera oltremodo utile in molti ospizi e in altre pie case, sia in città sia in diocesi. - due case delle figlie della Carità in città; esse si prestano pure in alcuni paesi della diocesi assai lodevolmente per l'educazione del la gioventù femminle. - quattro case delle figlie del S. Cuor di Gesù, delle quali due in città, la terza nel paese di Albino e la
stani.
Filiarum Charitatis domus duae in urbe, quae etiam ad iuventutem femininam educandam in aliquibus dioecesis pagis dant operam laudi bus plane dignam. Filiarum a SS. Corde lesu domus quatuor, qua rum duae in urbe, tertia in pago Albini et quar ta in pago Endinis.
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2 APRILE 1882 quarta di Endine. La casa che dal mio predecessore di beata memo ria, nell'ultima relazione si diceva in fase di costruzione da parte di queste religiose nel suburbio di S. Alessandro, ora con grande conso lazione di tutti i buoni è finita. - tre case di Orsoline, una nel villaggio di Somasca, l'altra nel borgo di Gandino e la terza nel pae se di Fiorano, quest' ultima è stata aperta nel passato triennio 99°. - quattro case delle figlie della S. Famiglia: una nel villaggio di Comonte, l'altra di Leffe, la terza di Almenno S. Salvatore, la quarta a Bottanuco. - una casa delle ancelle della Carità, appena aperta a Grumello del Monte. - due case delle vergini dette di S. Dorotea in città, la terza nel vil laggio di Calcinate, la quarta di Lal lio. - una casa delle figlie del Buon Pastore in città. 9. In città si trova il seminario dei chierici, un edificio di insigne struttura e di notevole ampiezza. Fondato già da molto tempo con assegnati alcuni benefici semplici, specialmente in questo secolo è sta to dotato di possedimenti rurali da pii testatori, che il regio governo, per le note leggi, ha convertito in redditi pubblici.
Domus, quae a meo decessore benedictae memoriae in postrema re/atione dicebatur aedificanda ab iisdem religiosis mulieribus in suburbio S. Alexandri, modo om nium bonorum magna consolatio ne est absoluta. Ursulinarum domus tres; una in pago Somaschae, alia in oppido Gandino et tertia in pago Florani; quae postrema praesenti triennio 99 decurrente aperta fuit. Filiarum S. Familiae domus quatuor; una in pago Comontis, altera in pago Leffe, tertia in pago Leminis SS. Salvatoris, et quarta in loco Bottanuci. Ancillarum Charitatis domus una nuper aperta in loco Grumello del Monte. Virginum, quae dicuntur a S. Dorothaea, domus duae in civita te, tertia in pago Calcinatis, quar ta in pago Lallii. Filiarum Boni Pastoris domus una in civitate. 9. In urbe extat seminarium cle ricorum, insignis structurae aedi ficium et magnae amplitudinis. Iam diu institutum; adiunctis quibusdam beneficiis simplicibus, fuit postea, hoc ipso potissimum saeculo, a piis testatoribus auctum rusticis prae diis, quae a regio gubernio per notas leges fuerunt conversa in red ditus publicos.
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I redditi del seminario, dedotte tasse e oneri, ascendono a circa 34.000 lire, delle quali circa 22 e oltre sono distribuite ai chierici più poveri; con le altre, aggiungendo le tasse pagate dai chierici meno pove ri, si provvede al sostentamento dei maestri, superiori e domestici. Per cio non necessita imporre la tassa di cui il sinodo Tridentino (sess. 23 c. 18). In seminario quest' anno sono mantenuti 303 convittori, e a moti vo degli studi 26 chierici esterni che frequentano le scuole del semina rio. lO. Esistono in città il nosoco mio e molti ospizi, per i pazzi, per cronici inabili a guadagnarsi il vit to, per i sacerdoti consumati dalla vecchiaia, per le ragazze in perico lo, per le donne convertite da vita disonesta, molti asili di infanzia diretti sufficientemente bene, orfa notrofi per l'educazione dei ragaz zi di entrambi i sessi. Pure in diocesi si contano mol ti ospedali per ammalati, e altre pie istituzioni del genere. Tuttavia gli amministratori di queste istituzioni sono esenti in generale dalla giurisdizione del vescovo. Esistono anche due collegi vescovili, uno in città, l'altro nel villaggio di Celana il quale possie de pure certi redditi. In entrambi, i ragazzi e gli adolescenti sono edu
Seminarii reditus, taxis et one ribus deductis, ad triginta quatuor millia circiter Zibellarum ascendunt, quarum vigintae duo et ultra cleri cis pauperioribus distribuuntur, et cum reliquis, adiunctis taxis quae solvuntur a clericis minus paupe ribus, ad magistrorum, moderato rum et ministrorum sustentationem providetur; quare non opus est instituere taxam de qua Tridentina sinodus (sess.23 c.18). In seminario hoc anno 303 con victores aluntur et studio rum causa 26 clerici extemi ad seminarii scho Las conveniunt. lO. Extant in urbe nosocomium; et plura hospitalia, pro amentibus, pro iis qui ad comparandum sibi vie tum perpetuo sunt inhabiles, pro sacerdotibus senio confectis, pro puellis periclitantibus, pro mulieri bus a prava vita conversis; plura etiam infantium asila satis recte ordinata; orphanotrophia pro utrius que sexus puerorum educatione. In dioecesi quoque plura enu merantur hospitaZia pro aegrotan tibus, aliaeque piae institutiones huiusmodi. Generatim tamen ha rum insti tutionum administratores ab epi scopi iurisdictione se eximunt. Habentur etiam duo episcopa Zia collegia, unum in urbe, in pago Celanae alterum, quorum posterius aliquos certos redditus etiam habet: in utroque pueri et adolescentes ad
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2 APRILE 1882 cati a buoni costumi e inoltre ven gono istruiti nella grammatica, reto rica, filosofia e altre materie riguar danti il commercio. Sia in città che in diocesi esi stono collegi privati e pubblici per maschi e femmine, per queste in verità soprattutto presso i monaste ri delle monache. In quasi tutte le parrocchie del la città e della diocesi si trovano confraternite del S.mo Sacramen to, del S.mo Rosario della Beata Vergine Maria e molte altre sia per la gioventù di entrambi i sessi, e sia per le madri che per i padri. In città si trovano pure le società della gioventà cattolica e per la dife sa degli interessi cattolici; inoltre in città e diocesi il comitato dioce sano e i comitati parrocchiali. Vi
bonos mores educantur et insuper grammaticam, rethoricam, philo sophiam ac caetera ad commercium pertinentia edocentur. Tam in urbe quam in dioecesi collegia privata et publica existunt pro maribus et pro feminis: pro his vero praeser tim apud sanctimonialium mona steria. In omnibus fere civitatis et dioecesis paroeciis habentur con fraternitates SS. Sacramenti, SS. Rosarii Beatae Mariae Virginis et aliae complures sive pro utriusque sexus iuventute, sive pro matribu sfamilias, sive pro patribusfamilias. Adsunt etiam in urbe Societates luventutis Catholicae et pro rebus catholicis tuendis: adsunt quoque in civitate et dioecesi dioecesanus et parochiales comitatus'. Habentur quoque aliae catholi-
4. L'Opera dei Congressi nel 1877 aveva tenuto a Bergamo, sotto la presidenza di mons. Speranza e del barone Vito D'Ondes Reggio, il suo quarto congresso, da cui aveva preso vita il Comitato diocesano. Tra i numerosi relatori vi fu anche don Davide Alber tario, condirettore de L'Osservatore Cattolico. Egli, nel presentare il programma del movimento cattolico, affermava che occorreva l'odio sacrale alliberalismo e alla mas soneria e a ogni forma di conciliazione; che il papa era l'unico capo del movimento ecclesiale popolare; che occorreva disporsi entro un'organizzazione originale e com patta di lotta ad oltranza. Nota Bellò che "questo senso della riserva, del cenacolo, dell' elezione, dell' esercito aveva nella sua parvenza eroica l'anima donati sta: quella di fare una chiesa dei più degni contro una chiesa di inferiore categoria, oppure una cata comba di resistenti contro una comoda turba di credenti in Dio e nella compromissio ne col mondo". Nell' ottobre 1878 si svolse a Bergamo la prima adunanza regionale lom barda dell'Opera, dove Medolago Albani espose nella interessante relazione generale gli sviluppi delle società operaie cattoliche, tra le quali si segnalavano per attività quel le di Monza, Como e il Circolo S. Giuseppe di Bergamo. Al problema democratico e alla questione sociale l'apertura del mondo cattolico fu lenta; Iiberalismo e sociali smo erano obiettivo di condanna, osserva Snider, ma confusi ed entrambi antireligio si. Al problema dell' unità nazionale si aggiunse la questione romana, questa deter minante su quella, con una serie di equivoci, che esasperò, nell'intransigenza e nel conciliatorismo, la questione sociale, il rosminianesimo, la democrazia cristiana e il modemismo. Il periodo dell'episcopato di mons. Guindani coincise con quello di gravi crisi socio
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eae soeietates, mutui subsidii inter sono anche altre società cattoliche, operarios, Bergomi, in loco Roma i mutui sussidi tra gli operai, a Ber ni, et in loco Seriatisì. gamo, Romano e Seriate.
economiche e con lo sviluppo continuo dell'azione dei cattolici. organizzati in diver se associazioni, che contrastavano illiberalismo e il crescente affermarsi del socialismo tra le masse. Nel ventenni o 1870-1890 furono fondati in un centinaio di parrocchie della bergamasca i comitati parrocchiali, composti dal parroco e da altri tre membri. Pro mossero questa attività il conte Stanislao Medolago Albani, presidente della seconda sezione dell'Opera con sede a Bergamo, e Nicolò Rezzara. Il comitato parrocchiale, che faceva capo al Comitato diocesano per l'Opera dei Congressi e dei Comitati cattolici, istituito dopo il congresso suddetto e presieduto dall' Albani, fu il centro propulsore di numerose iniziative di carattere sociale. Fu grazie anche a questa operosità che a Ber gamo non avvenne quel distacco tra clero e popolo tanto deprecato in altre regioni, come ne testimoniava l' operaio senatore Corbon nella lettera aperta "Pourquoi nous vous dé/aissons" al senatore vescovo di Orléans, Antonio Felice Filiberto "Oui, monseigneur, la haine de la révolution a éteint dans votre monde l'amour de Dieu. Vous n'avez pas conscience de ce fait; mais il est frappant pour nous, et nous vous en avertissons...Nous vous délaissons aujourd'hui parce que...vous nous avez délaissés... J'entends que depuis des siècles vous avez abandonné notre cause temporelle, votre infiuence s'étant mème exercée à empècher plut6t qu'à favoriser notre rédemption sociale. L'enseignement de l'Eglise détourne expressément les masses infériorisées de toute pensée de rédemp tion en ce monde. Illeur présente comme agréable a Dieu la résignation la plus entiè re à leur misérable sort et s' avertue à leur faire accroire que plus e1les se résigneront à ètre humiliées, pressurées, écrasées en ce monde, plus e1les se ménageront une heureuse compensation en l'autre monde...Vous avez d'ailleurs toujours confondu votre cause avec celle d'un parti politique...En solidarisant la foi aux intérèts politiques d'une minorité réfractaire au mouvement libérateur de la société moderne. le parti clérical a provo qué par cela mème aux hardiesses négatives des dogmes catholiques et mème des prin cipes moraux sur lesquels les dogmes s'appuient"; ACVB,fondo Rezzara, VIII/62, Comitato diocesano; Monsignor Pier Luigi Speranza ..., p.447-460; L'Eco di Berga mo 16 luglio 1893 "Mons. Vescovo di Bergamo e la condizione degli operai" con suc cessive puntate nelle edizioni del 26, 27 e 28 del mese stesso. che porta anche l'edito riale "l socialisti contro mons. Vescovo"; 3 agosto "Il socialismo e la condizione degli operai", 5 agosto "Lo sciopero e le Società operaie cattoliche"; N. REZZARA, Il movimento cattolico ... , a.c., E VISTALLI. Mons. Guindani..., p. 401 passim; E. VER CESI, Il movimento cattolico in Italia (1870-1922). Firenze 1923; EFONZI, 1cattoli ci e la società italiana dopo l'unità, Roma 1953; A GAMBASIN, 1/ movimento socia le nell'Opera dei Congressi, Roma 1958; A. C. JEMOLO, Chiesa e Stato in Italia. Dalla unificazione a Giovanni XXIII, Torino 1965; G. DE ROSA, Il Movimento Cat tolico in Italia..., o.c.; G. CANDELORO. Il Movimento Cattolico in Italia, 3 ed., Roma 1972; C. BELLO', Società..., p. 29-33, p. 29 citazione; Atti e documenti del IV Congresso Cattolico Italiano tenutosi in Bergamo dal l OalI4 settembre 1877, 2 voli.. parte pri ma-parte seconda, Bologna 1877; M. FIORENDI, L'azione sociale.... p. 314; P.A. GIOS, Nicolò Rezzara..., p. 12-17; C. SNIDER, Gli ultimi..., p. 849-850 con la citazione da J. LESTOCQUOY, La vie religieuse en France du Vl1 au XX siècle, Paris 1964, p. 315; M. TACCOLINI, Origini e prime manifestazioni ..., in I cattolici..., p. 229-307. 5. Lo sviluppo delle associazioni cattoliche e dei comitati parrocchiali a Bergamo e in diocesi (cf. nota n. lO successiva), è illustrato ampiamente nel suo nascere nella cita ta opera di N. REZZARA, 1/ Movimento Cattolico... o.c.; P. A. GIOS. Nicolò Rezzara...,
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11. Adest in civitate Mons Pie tatis antiquitus erectus et congruis redditibus provisus: administratur tamen a laicis independenter omni no ab episcopo.
Il. Esiste in città il Monte della Pietà, fondato in tempi remoti e dotato di congrui redditi. È ammi nistrato tuttavia dai laici, del tutto indipendentemente dal vescovo.
Sectio IJD De Episcopo
II Il Vescovo
l. Residentiae praeceptum a sacris canonibus, concilio Triden tino et constitutione Urbana impo situm adimplevi, nec a dioecesi diu tius abfui quam paucis diebus. 2. Visitationi pastorali incum bo, et spero fore, ut adiuvante Deo, illam ad finem perducam infra proximum biennium'.
1. Ho osservato il precetto della residenza imposto dai sacri cano ni, dal concilio Tridentino e dalla costituzione Urbana, e non mi sono allontanato dalla diocesi più a lun go di alcuni giorni. 2. Mi applico alla visita pasto rale e spero, con l'aiuto di Dio, di portarla a compimento entro il pros simo biennio.
p. 35 passim ..; cf. ASV, S.S. Ep. Mod., 1882, R.I El, f. 4r l'adunanza del comitato parrocchiale di S. Namo e il messaggio di Leone XIII, 30 dicembre 1881. 6. Mons. Guindani aveva indetto la visita pastorale con la lettera "Uno dei piu gravi uffi ci del nostro episcopale ministero ..." 8 dicembre 1880. Era stato inviato per l'avveni mento un questionario ai parroci, in data 8 dicembre, composto da 14 paragrafi. Mons. Guindani anziché dalle parrocchie urbane, aveva iniziato la visita nel 1881 da alcune parrocchie in periferia e dai monasteri, proseguendo poi per le vicarie di Alzano Lom bardo, Vilminore, Gandino, Dossena, S. Giovanni Bianco, Predore, S. Brigida, Telga te, Verdello. Nel 1882 aveva visitato Calepio, Clusone, Ghisalba, Mapello, Mornico, Martinengo, Nembro, Pontida, Seriate, Tagliuno, Zogno. Nel 1883 era proseguito per Averara, Ardesio, l'Isola, Branzi, Brembilla, Ciserano, Chiuduno, Romano, Fara Oli vana, Gorno. Ridotta nel 1884 la visita a Borgo Canale, Albino, S.Pellegrino e Selvi no come pure nel 1885 a S. Agata del Carmine, Almenno S. Salvatore, Spirano e Ter no, la visita nel 1886 era proseguita per le rimanenti parrocchie urbane, e inoltre per Almè, Azzano S.P., Berzo, la vicaria di Clusone, Sforzatica, Endine. Colpito da gra vissima malattia a Valnegra nel 1887, mons. Guindani aveva dovuto sospendere ogni attività e solo dopo il 1888 riprendeva il suo ministero. Nel 1889 il vescovo concludeva la visita con Fiobbio, Chignolo d'Oneta, Malpaga e Cavernago. Il segretario capitola re, canonico Giuseppe Baizini, aveva scritto al vescovo con lettera 23 dicembre 1885 circa la mancata convocazione dei due canonici convisitatori; ACVB, Lettere pastorali Libro n°I I; Visita Guindani, 126 Parrocchie urbane-Capitolo-monasteri, (ms), ff. lr 564v; 127 Suburbio. Abbazia, Bani, (ms), ff.lr-695v; 128 Parrocchie da Baresi a Cantoni d'Oneta,(ms), ff. Ir-764v; 129 Capizzone-Comunuovo, (ms), ff. l r- 646v; 130 Como-Gandino (ms), ff.lr-840v; 131 Gaverina-Monte M., (ms), ff.lr-828v; 132 Moren go-Piazzatorre(ms) , ff.lr-812v; 133 Pizzino-S.Pietro d'O. (ms), ff. lr-826v; 134
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3. Sacras ordinationes, a iure statutis temporibus, per me explevi. Confirmationis sacramentum in pastorali visitatione, et quoties praeterea opus est sive in paroe ciis, sive in sacello mei palatii, vel etiam privatis domibus infirmis administravi. 4. Sinodum dioecesanam statim ac pastoralem visitationem com pleverim, Deo adiuvante, celebrare intendo. 5. Verbum Dei in visitatione pastorali semper annuncio, atque in ecclesia cathedrali, maioribus recurrentibus solemnitatibus, inter pontificalium solemnia. 6. Nullus adest depositarius poe nas et mulctas pecuniarias custo diens: neque illas exigere, neque forum haberi ecclesiasticum, tem porum ratio permittit. 7. Officiales cancellariae epi scopalis annuum stipendium cer tum et praefinitum accipiunt, quod sumitur de cumulo taxarum. Si vero cumulus taxarum non sufficiat, red ditibus mensae episcopalis supple turo Emolumenta autem in eadem cancellaria episcopali exiguntur; servata taxa quae statuta fuit post concordatum inter Sanctam Sedem et Austriae imperatorem, quae plus minusve servatur in omnibus curiis
3. Ho personalmente tenuto le sacre ordinazioni nei tempi stabili ti dal diritto. Ho amministrato il sacramento della Confermazione nel corso del la visita pastorale e ogniqualvolta occorre sia nelle parrocchie, sia nel l'oratorio del mio palazzo, o anche nelle case private agli infermi. 4. Ho in animo di convocare il sinodo diocesano appena avrò fini to, con 1'aiuto di Dio, la visita pasto rale. 5. Sempre annuncio la Parola di Dio nella visita pastorale, e nella chiesa cattedrale durante le mag giori festività nel corso dei solenni pontificali. 6. Nessun depositario si trova qui che custodisce le pene e le mul te pecuniarie, e la condizione dei tempi non consente né di esigerle, né che si abbia il foro ecclesiastico. 7. Gli officiali della cancelleria vescovile ricevono uno stipendio annuo certo e definito, che si pren de dal cumulo delle tasse. Se questo non bastasse, si supplisce con i red diti della mensa vescovile. Le imposte sono pagate nella stessa cancelleria vescovile, conservando la tassa stabilita dopo il concordato tra la Santa Sede e l'imperatore d'Austria, che piti o meno è man tenuta in tutte le curie delle pro-
S.Paolo d'Ai-Suisio (ms), ff. 1r-725v; 135 Tagliuno-Zorzone, (ms), ff.1r-736v; F. VISTALLI, Mons. Guindani. .., p. 283-293. Sulla religiosità della popolazione bergo mense nel corso dei pontificati di Pio IX e Leone XIII, cf. A. PESENTI, Aspetti e momenti ... , p. 149-164.
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vincie dell'antico regno della Lom bardia, né differisce molto dalla tas sa Innocenziana. 8. A tutti è evidente quali e quanto grandi ostacoli in questi tempi si oppongono all' esercizio dell'officio vescovile. Con tutte le forze mi impegno a difendere i diritti ecclesiastici perché né que sti patiscano danni, né si provochi no scandali inutili. 9. Indetta la visita pastorale e promulgato il giubileo nello scor so anno, concesso dal santissimo signor nostro il papa Leone XIII, mi sono dato cura perché i fedeli, con 1'aiuto della divina grazia, da questo ricevessero frutti piii cospi cui per la vita eterna, e che in qua si tutte le parrocchie fossero tenute predicazioni straordinarie a modo di esercizi.
provinciarum antiqui regni Longo bardiae, nec multum differt a taxa Innocentiana. 8. Quaenam et quanta hisce temporibus circa episcopalis offi cii exercitium obstent, omnibus compertum est. Pro viribus tamen curo ecclesiastica iura ita defende re, ut neque ista detrimentum patiantur, neque tamen inutilia exci tentur scandala'. 9. Indicta pastorali visitatione et publicato iubilaeo proxime ela pso anno concesso a sanctissimo domino nostro papa Leone XIII, ut fideles per divinae gratiae auxilium exinde uberiores ad vitam aeter nam perciperentfructus providi, ut in omnibus fere paroeciis extraor dinariae praedicationes ad modum exercitiorum fierent'.
7. Erano gli anni del confronto tra intransigenti e conciliatoristi, sul quale influiva anche l'aspirazione di Leone XIII, educato, osserva Snider, nel clima ingannevole della Restaurazione, alla ricerca della via che conduceva il papato alle felici condizioni di un tempo. In Leone XIII alle idee nuove e alla sensibilità per le nuove istanze, si con trapponeva l'intransigenza tenace per il ritorno al vecchio sistema di Pio IX. Nel pas sato Leone XIII vedeva una realtà che doveva avverarsi solo nel futuro, preparata oltre che dalla sua, dall'azione rinnovatrice dei suoi successori. In ecclesiastici come Guin dani o l'arcivescovo di Milano, Carlo Andrea Ferrari, si trovarono due elementi diver si contrastanti, quasi contradditori. Da un lato l'intransigenza verso uno stato borghe se o moderno, o più semplicemente dell'Italia unificata. Dall'altro per taluni atteggia menti o interessi, un' apertura al moderatismo o al conciliatorismo per una conces sione o anche un' adesione a princìpi e programmi liberali. Ma la qualifica di liberale rimasta imprecisa e ampia, permise, conclude Snider, alla corrente più rigida dell'in transigenza di comprendervi e combattere le aspirazioni e i programmi di ogni altro set tore del movimento cattolico piu sensibile a una soluzione cristiana dei problemi impo sti dalla reale configurazione economica, sociale e politica della nazione; F. VISTAL LI, Mons. Guindani..., p. 216-217, 623 passim; B. MALINVERNI, L'ambiente cat tolico bergamasco all'epoca del vescovo Guindani, (1879-1904), in Aspetti della cul tura cattolica nell' età di Leone XIII, Roma 1961; C. BREZZI, Cristiano sociali e intransigenti, Roma 1971; R. AMADEI, Alla conquista ... , p. 264; C. SNIDER, Gli ultimi..., p. 50, 132-133. 8. Papa Leone XIII, (al secolo Vincenzo Gioacchino Pecci), nacque da Ludovico e Anna Prosperi Buzi H2 marzo 1810 a Carpineto, morì il 20 luglio 1903. Allievo dei Gesui
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Quum in dies crescat bonae educationis, etiam pro puellis in pagis quoque degentibus, necessi tas; studeo ut sororesfiliarum Cha ritatis novas instituant domus, in Clusoni oppido unam, alteram in pago Serinae; et ursulinae pariter novam domum instituant in pago Pontis S.Petri. Quae quidem Deo auxiliante, feliciter ad finem me perducturum in proximum spero. Ad communiendam huius popu li fidem, religionemque vero lau dabilem, tot tantisque modis hisce diebus oppugnatam, litteras pasto rales dedi ad omnes parochos, ut suis fidelibus explicarent summi pontificis documenta in eiusdem apostolicis litteris contenta".
Poiché con l'andar dei giorni cresce la necessità della buona istru zione anche per le ragazze che vivo no nei villaggi, cerco di fare in modo che le figlie della Carità apra no nuove case, una nel borgo di Clusone, l'altra nel paese di Seri na, e così anche le Orsoline una nuova casa nel villaggio di Ponte S.Pietro. Spero di poter prossima mente realizzare in modo positivo questo scopo, con l'aiuto di Dio. Per rinvigorire la fede di questo popolo e la religiosità davvero lode vole, in questi giorni tanto combat tuta e in modi così diversi ho invia to a tutti i parroci lettere pastorali, perché spiegassero ai loro fedeli i documenti del sommo pontefice
ti a Viterbo e al collegio Romano, fu ordinato sacerdote il3l dicembre 1837 e celebrò la prima messa ilio gennaio 1838. Ricoprì l'incarico di delegato pontificio a Bene vento e a Perugia. sino alla sua ordinazione episcopale alla sede di Damietta nel 1843, e la nomina di nunzio apostolico a Bruxelles. Richiamato a Roma fu trasferito all'ar cidiocesi di Perugia e nel 1853 nominato cardinale. In quella città fu spettatore non indifferente degli avvenimenti che portarono ali' unità d'Italia. Lasciò quella sede per succedere al card. Antonelli nel 1876 come camerlengo di Santa Romana Chiesa. I cardinali riuniti nel conclave. celebrato alla morte di Pio IX il 18-20 febbraio 1878, elessero il card. Pecci al Sommo pontificato. Leone XIII è celebre per l' enciclica "Rerum Novarum" 1891, dalla quale anche i suoi successori hanno tratto ispirazione nel la questione sociale. Ma altri suoi documenti nel campo della teologia e della sacra scrittura non sono meno importanti. Nel corso del pontificato di Leone XIII i rappor ti tra la Santa Sede e l'Italia furono condizionati dalla questione romana e regolati dal la nota legge delle Guarentigie. che imponeva limiti giurisdizionali ali'autorità della Chie sa, affermava il diritto dello stato di placitare le bolle di nomina dei vescovi. Il giubileo era stato proclamato con la lettera enciclica "Militans Iesu Christi .. 12 marzo 1881, presentata alla diocesi da mons. Guindani con la circolare "Vi comunico la traduzione fede le dell' apostolica lettera ..." 2 aprile; ACVB. Lettere pastorali Libro n° Il; Monsignor Pier Luigi Speranza...• p. 464-467; ASV. S.S. Ep. Mod., 1881, R.l F. Il f. 16r. 24 mag gio 1881, rifiuto di Leone XIII alla richiesta di Guindani della proroga del Giubileo; R. AUBERT, I cattolici alla morte di Pio IX, in Storia della Chiesa, La Chiesa e la società industriale (1878-1922). a cura di E. GUERRIERO e A. ZAMBARBIERI. XXIIIl. Milano 1990, p. 35-58; IDEM, Leone Xlll: tradizione e progresso, ibid., p. 61-106; ampiamente citato da C. SNIDER, Gli ultimi.i., cui rimando; E. CAMOZZI, Diario ..., I. p.642-646, 1008-1010. 9. Mons. Guindani aveva diretto al clero e alla diocesi le lettere pastorali in occasione della quaresima "L'approssimarsi della santa quaresima..." lO febbraio 1881, "li
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Ut laicorum quoque opera in christianae reipublicae bonum redundet, Societates Catholicas tam a summo pontifice laudatas com mendavi ac promovere studui'". Itemque, datis litteris promovere
contenuti nelle lettere apostoliche, Perché anche l'opera dei laici tor ni a vantaggio della società cristiana, ho raccomandato e mi son dato pre mura di promuovere le società cat toliche tanto lodate dal Sommo Pon-
Sommo Pontefice..." 4 febbraio 1882, col richiamo ai giovani per letture di libri e gior nali non irreligiosi e alle madri per la vigilanza sui figli. Con la lettera "Il pellegri naggio italiano a Roma ..." 27 novembre 1881, il vescovo presentava il discorso tenu to da Leone XIII ai pellegrini, lamentando di essere tacciato come nemico dell'Italia "Se in mezzo alle sollecitudini e alle amarezze del paterno animo nostro...", Mons. Guin dani attirava l'attenzione sulla campagna contro l'autorità della Chiesa "La dolorosa vista delle offese alle quali è fatta segno la Chiesa di Cristo..." 26 agosto 1882; esortava a pregare per allontanare calamità naturali "Onde implorare da sua Divina Maestà la pioggia..." 13 agosto 1881. Egli inoltre presentava con lettera "Il Sommo Pontefice Leone XIII nell'acerbo dolore ..." 18 agosto 1881, l'enciclica "Diuturnum il/ud"di Leone XIII del 29 giugno "Quella lunga e iniquitosissima guerra mossa alla divina autorità della Chiesa..."; ACVB, Lettere pastorali Libro nO I l. lO. Di rilevante importanza è stato l'aiuto incondizionato di mons. Guindani alle forme asso ciative in diocesi, peculiare caratteristica del movimento cattolico nel corso del ponti ficato di Leone XIII. Con l'appoggio dato all'opera dei laici e dei sacerdoti impegna ti nelle strutture centrali, e con il costante richiamo nelle parrocchie alla necessità del le varie organizzazioni, mons. Guindani favori l'espandersi del movimento cattolico sul territorio. Le associazioni e istituzioni cattoliche fiorite in quegli anni, se ne contaro no sino a 500, erano il Mutuo soccorso, i Comitati parrocchiali, le Casse rurali. le Società di assicurazioni, le Cooperative, le Unioni professionali. Guindani, giudicato superiore a tutti i confratelli vescovi della Lombardia per acume d' intelligenza e profondità di scienza. avvertiva come il conte Medolago Albani. Rezzara, Toniolo pro motore dell'Unione per gli studi sociali. contrariamente all'intransigente Paganuzzi presidente dell'Opera dei Congressi da lui conservata in una finalità strettamente cari tatevole, che il problema sociale ed economico diventava altrettanto importante di quello politico e religioso. Gli sviluppi della società avrebbero poi trovato conferma in tale previsione, poiché pochi anni più tardi il socialismo. espresso nel partito socialista in cui confluirono le masse col loro rozzo anticlericalismo. al congresso di Genova del 1891, raggiunse nella vita della nazione la struttura e la forza di un compiuto siste ma economico e sociale in grado di opporsi con tutta la necessaria efficacia al sistema liberale. Nota Bello' che nella prima metà dell'Ottocento prevalsero le istituzioni reli giose nuove "come se una temperie di carità cadesse sulle plebi italiane verso tutte le direzioni della misericordia". Tutto il popolo trovò assistenza nel dono offerto: istruzione dei fanciulli. ricovero per le fanciulle pericolanti, assistenza ai poveri o agli infer mi...Nella seconda metà dell'Ottocento specie dopo l'Unità, si affiancarono a quelle ini ziative della carità le istituzioni complesse del movimento cattolico popolare. "I due momenti dellaicato nella storia dell'Ottocento italiano si presentano complementari. Nella prima accezione il popolo di Dio forma l'oggetto delle attenzioni dei volontari del la carità; nell' altro è il laicato che si pone in prima linea a proteggere il capo della Chiesa"; ASV, S.S. Ep. Mod., 1889. R.12, f. 70r 78v. presentazione dell'attività del circolo S. Giuseppe; N. REZZARA, Il Movimento Cattolico ...; F. VISTALLI. Mons. Guindani.... p. 40 l passim; L. DENTELLA. I Vescovi...• p. 509; C. BELLO'. Società...• p. 51-53; R. AMADEI, Alla conquista..., p. 260; C. SNIDER, Gli ultimi..., p. 146 151.284,380; P.A. GIOS, Nicolò Rezzara ..., p. 227 passim.; cf. Statuto e regolamen
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curavi opus in hac dioecesi iam institutum a meo decessore felicis memoriae pro stipe S.Petri colli genda", Ut meliori possibili modo ani marum saluti provideam curo, ut aliquae novae paroeciae canonice instituantur, uti superius dixi. Operariorum societates, vel a religione aliena e vel eidem infen sae ne istituerentur contendi: unam vero in oppido Romani iam institu tam solemniter reprobavi, eiusque socios poenis ecclesiasticis decla ravi obnoxios". Ne parentes filios suos educan dos traderent collegio mixto nuper
tefice. Pertanto ho inviato lettere richiamando l'attenzione in questa diocesi sull' opera già istituita dal mio predecessore di felice memo ria, per la raccolta del Denaro di S.Pietro. Per provvedere nel miglior modo possibile alla salvezza delle anime, mi prendo cura che vengano istitui te secondo il diritto canonico alcune nuove parrocchie, come più sopra ho detto. Ho lottato perché non fos sero fondate società operaie estra nee alla religione o ad essa ostili. Ho solennemente riprovato quel la già fondata nel borgo di Romano, dichiarando che gli associati sono soggetti alle pene ecclesiastiche. Affinché i genitori non affidas sero i loro figli per l'istruzione al collegio misto, recentemente aper
to del circolo cattolico operaio bergamasco di S. Giuseppe, Bergamo Tip. S. Ales sandro 1881, firmato da Guindani il 31 marzo 1881, in M. TACCOLINI, Origini e prime manifestazioni ..., in I cattolici ..., p. 280-287, articoli 1-33; L. FERRARI, Illai cato cattolico fra Otto e Novecento: dalle associazioni devozionali alle organizzazio ni militanti di massa, in La Chiesa e il potere politico..., p. 932-974. Il. Mons. Guindani esortò i fedeli a contribuire per l'Obolo di S. Pietro con la lettera "Colla circolare 24 giugno 1878, il mio predecessore..." 26 gennaio 1882. A tale riguar do egli invitava parroci e fedeli alla fondazione della Confraternita di S. Pietro in ogni parrocchia; ACVB, Lettere pastorali Libro n°Il. 12. Mons. Guindani aveva saputo che nel corso di una festa della Società Operaia libera le di Romano di Lombardia erano stati pronunciati discorsi poco rispettosi all'indiriz zo della Chiesa e di Leone xm. Il parroco, don Rinaldo Rossi, pure insultato. intervenne con lettera aperta su L'Eco di Bergamo ilIO giugno 1880 in risposta a un articolo pub blicato da Bergamo Nuova. Ne seguì la citazione di Don Rossi il 23 settembre in tri bunale, ma il caso non ebbe seguito. Probabilmente la tensione era alimentata anche dal l'attività a Romano della Società cattolica di mutuo soccorso. Mons. Guindani a gen naio del 1881 invitò i membri della Società operaia liberale di Romano a dissociarsi, pena le censure previste per i recidivi, con l'esclusione dai sacramenti e dal funerale religioso. Don Rossi dal pulpito fece conoscere la volontà del vescovo, che non esitò a lanciare l'interdetto, pubblicato da L'Eco di Bergamo il 27 gennaio 1881, suscitando una fero ce reazione nella stampa anticlericale e liberale, non solo in città ma anche a Milano.
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in S. Stephani de Angelis instituto, ac aliis praeterea titulis improban do, quamvis ab eiusdem rectore rogatus ut sacerdotem deligerem, qui religionem inibi doceret, nul lum censui deligendum: Curavi autem et curo, ut de eodem collegio recte fideles sen tiant, eique favere abstineant, spe ceteroquin fretus quantocius fore periturum, quum deficere iam coe perint alumni, et magis in dies pateat mala collegii directio et con ditio".
to a S.Stefano degli Angeli, da disapprovare anche per altri motivi, benché pregato dallo stesso rettore di inviare un sacerdote che vi inse gnasse religione, ho deliberato di non incaricare alcuno a tale ufficio. Mi sono preso cura, come anche tuttora, che i fedeli siano rettamen te informati sul collegio stesso e si astengano dal favorirlo, nella spe ranza che al piii presto scompaia, avendo già gli alunni cominciato a scarseggiare, mentre ogni giorno più si manifesta la cattiva direzione e condizione del collegio.
Seguirono polemiche. La Gazzetta pubblicò ad aprile 1882 una lettera di un padre di famiglia, che chiedeva a mons. Guindani di sostituire il parroco e al prefetto della pro vincia di sciogliere le due Società di Romano. L'Eco di Bergamo dopo aver registrato le varie contestazioni, intervenne il 5 maggio 1882 ribadendo la differenza tra le due Società, quella liberale causa di disordini, quella cattolica immune da colpe. La pole mica e i provvedimenti di Guindani erano in linea con la netta presa di posizione durante il secolo, da parte del clero e dell' episcopato, per la difesa e l'affermazione del diritto cristiano, compresa la missione universale del romano pontefice e quanto la riguardava di contingente nell'ordine temporale per il suo svolgimento incondiziona to, contro le tesi delliberalismo dottrinale e politico. Conseguita, osserva Snider, l'u nità d'Italia, nella realtà di una nazione "cattolica", da forze agenti anticlericali, anti cattoliche e antipapiste dominanti le prime nel governo piemontese e le altre in Euro pa specie in Inghilterra, i vescovi si trovarono di fronte ai compiti di non approfondi re ulteriormente la divisione tra Chiesa e Stato, di imprimere nei cattolici il vero con cetto di libertà e autorità, specie di libertà religiosa, guidandoli all' uso dei diritti e all' osservanza dei doveri nella vita pubblica per una loro partecipazione alla vita del lo stato secondo le norme di una politica ispirata al Vangelo; L'Eco di Bergamo lO giu gno 1880 14 settembre p. 2, 16 p. 2, 23 p. 2, 2 ottobre p. 3, 25 gennaio 1881 p. 2, 27 p. l, l febbraio p. 2, 4 p. 2, Il p. 2, 13 p. 2, 4 agosto p. 2, 13 p. 2, 14 p. 2, 26 aprile 1882 p. 2-3, 27 p. 2 , 29 p. 2-3,4 maggio p. 2, 5 p. 2-3; F. VISTALLI, Mons. Guindani ..., p.465-467; C. SNIDER, Gli ultimi..., p. 241-242. 13. 11 collegio misto aperto a S. Stefano degli Angeli ebbe breve durata, come si vedrà in una prossima relazione. Queste affermazioni rivelano il clima creato a Bergamo e in Italia per la questione del la scuola. La tendenza dello stato a entrare in quel settore della vita familiare e socia le veniva contrastata dai movimenti cattolici che cercavano di istituire scuole primarie e secondarie. Tra sostenitori della scuola di stato o pubblica e scuola privata esisteva una valutazione diversa sul ruolo della religione, eliminata dai primi e decisamente soste nuta dai secondi. Anche in questo caso la situazione fu seguita da L'Eco di Bergamo che si trovò coalizzati contro altri giornali. In risposta a Bergamo Nuova sulla scuola e la preparazione dei cattolici in tale settore, L'Eco di Bergamo, 19 giugno e 23 luglio 1880, rispose che quel giornale intendeva "cacciare il prete, cioè i princìpi cattolici
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Sectio III De Clero saeculari
III Il Clero secolare
1. Canonici, caeterique choro cathedralis addicti residentiam observant. 2. Matutinum, laudes, aliasque horas canonicas recitant, et quoli bet die missam conventualem cele brant. 3. Canonici eamdem missam conventualem pro benefactoribus adplicant omnibus diebus dominicis et festis etiam supressis: caeteris autem diebus ferialibus non adpli cant ex indulto Sedis Apostolicae. 4. Capitulum iam a pluribus annis ad sacram Concilii congre gationem memoriale transmisit ad vindicanda sua nonnulla asserta
1. I canonici e gli altri addetti al coro della cattedrale osservano la residenza. 2. Recitano il mattutino, le lodi e le altre ore canoniche, e ogni gior no celebrano la messa conventuale. 3. I canonici applicano la stes sa messa conventuale per i bene fattori tutte le domeniche e anche nelle feste soppresse, non invece negli altri giorni feriali per indulto della Sede Apostolica. 4. Il Capitolo già da molti anni ha trasmesso alla sacra congrega zione del Concilio un memoriale per rivendicare alcuni suoi asseriti diritti.
dalle scuole". Da notare i temi presentati da L'Eco negli editoriali del 21 agosto 1880 "Scuola e sposta ti" sullo scadimento dell'insegnamento in Italia; 4 settembre "La Mas soneria e l'istruzione"; 28 settembre "La scuola civile" in risposta al prof. Siciliani, Firen ze, circa l'insegnamento del catechismo ai fanciulli equivalente a un'offesa della loro libertà, ma che, al contrario, la scuola civile era in tal caso scuola irreligiosa; I ottobre "Il diritto, la logica e l'opinione pubblica" sull'insegnamento della religione nelle scuole su richiesta dei genitori; 22 ottobre "Le scuole normali senza Dio" sull'XI Con gresso Pedagogico inaugurato dal ministro De Sanctis =La scuola sia resa puramen te civile =equivalente per L'Eco a scuola atea; 12 dicembre "L'educazione clericale" in risposta a Bergamo Nuova spiegando la differenza tra educazione clericale e edu cazione cattolica; 11 maggio 1881 "Scuole clericali e liberali a Roma" sui lamenti del prefetto di Roma per le scuole municipali rispetto a quelle "clericali" organizzate dal Vaticano; 4 settembre 1882 "La Lega cattolica nell' insegnamento" sorta per fron teggiare la Lega d'insegnamento fondata dal massone G. Macè in Francia e trapiantata in varie città italiane; 9 settembre "La Scuola anticlericale" su un congresso a Napo li per i maestri e per una scuola non solo neutra ma anticlericale; 16 febbraio 1883 "La guerra alla Croce nella scuola pubblica "; 23 marzo "Religione e scuola" sui princi pi morali nell'insegnamento per rendere proficua la scuola. In città nel 1891 si era dato vita a una Lega per l'educazione del popolo. L'iniziativa era fallita per la reazione del vescovo che nella lettera pastorale per la quaresima "Al prin cipiare del sacro tempo quaresimale..." 25 febbraio 1891, si era chiesto quali garanzie in tali educatori vi fossero circa la fede e la morale cristiana. Il clero aveva preso moti vo da ciò per istituire doposcuola gratuiti negli oratori cittadini; ACVB, Lettere Pasto rali Libro n° Il; F. VISTALLI, Mons. Guindani..., p. 329-330; R. AMADE!, Alla con quista ..., p. 262; P.A.GIOS, Nicolò Rezzara..., p. 17-30, 160 passim..
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Circa questo memoriale anche il vescovo mio predecessore ha inviato le sue osservazioni. Egli aveva anche eletto per suo procu ratore il signor Luigi Venditti. Nulla sino ad oggi è stato deci so. La sacra congregazione ha richiesto al Capitolo la bolla origi nale, che si dice essere stata emes sa dalla Sede Apostolica in favore del Capitolo stesso, ma ritengo che non si possa trovare. Nel frattempo sono osservate le antiche costituzioni e le legittime consuetudini. 5. Il canonico penitenziere adempie con diligenza i suoi uffi ci. Il canonico teologo tiene le sue lezioni troppo di rado. Credo di dover osservare che la prebenda teologale è troppo esigua, e che per ci6 il canonico teologo percepisce poco piii degli altri canonici sem plici, le prebende dei quali pure furono diminuite dopo le leggi vara te dal governo circa i beni eccle siastici. Faccio osservare inoltre che lo stesso canonico adempie altri inca richi a vantaggio della diocesi. Nel futuro egli provvederà per poter svolgere lezioni piti frequen ti, o farà ricorso alla Santa Sede per ottenere a proprio favore un indul to benevolo. 6. I parroci risiedono nelle loro parrocchie. Se qualcuno si allonta na per qualche tempo dalla propria
iura. Circa hoc memoriale suas ani madversiones misit quoque epi scopus meus decessor, qui etiam elegerat procuratorem suum domi num Aloisium Venditti. At nihil hucusque fuit decisum. Sacra congregatio a Capitulo requisivit originalem bullam, quae dicitur emissa ab Apostolica Sede infavorem eiusdem Capituli, at exi stimo eam inveniri non posse. Interim vero observantur anti quae constitutiones et legittimae consuetudines. 5. Canonicuspoenitentiarius sua munera diligenter implet. Canoni cus theologus nimis raro lectiones suas tenet. Animadvertendum tamen puto praebendam theologalem esse nimis tenuem; ideoque canonicum theologum parum percipere super alios simplices canonicos, quorum praebendae pariter imminutae fue runt post leges a gubemio latas cir ca bona ecclesiastica. Animadverto etiam eumdem canonicum alia offida obire in bonum dioeceseos. In posterum tamen curabit ut frequentiores lectiones tenere quaeat, aut ad Sanctam Sedem recursum habebit pro benigno indulto sibi obtinendo. 6. Parochi in sua paroecia resi dent. Quod si aliqui a paroecia ali quandiu absunt, non est nisi causa
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parrocchia, ciò non è che a causa delle missioni o degli esercizi qua si sempre in diocesi. Perché questo non avvenga troppo di frequente, vorrei provve dere, ma forse è impossibile, con siderata la scarsità dei sacerdoti e specialmente degli oratori, di cui anche questa diocesi soffre. 7. Tutti i parroci devono con servare, a norma del rituale Roma no, i libri dei matrimoni, dei bat tezzati e gli altri; li compongono con diligenza e li custodiscono con cautela. 8. Mi impegno per quanto pos sibile che tutti i parroci abbiano i loro sacerdoti coadiutori. Questi non mancano se non nelle parroc chie che hanno un numero esiguo di abitanti e nelle quali perciò non sono nemmeno necessari. 9. I parroci, per lo più personal mente, e piti di rado tramite sacer doti idonei, nel caso siano impedi ti, nelle domeniche e nelle feste solenni nutrono con parole salutari le popolazioni loro affidate, secon do la propria e la loro capacità, insegnando tutte le verità che sono necessarie alla salvezza, secondo l'ammonimento del Tridentino e del concilio Romano. lO. Nelle domeniche e nelle altre feste, insegnano nelle loro par rocchie ai ragazzi e agli altri, che han bisogno di tale aiuto, le verità di fede, l'obbedienza a Dio e ai
missionum vel exercitiorum fere semper in dioecesi. Ne nimis saepe hoc eveniat pro videre vellem, sed forsan hoc impossibile erit, attenta sacerdo tum et praesertim concionatorum penuria, qua haec etiam dioecesis laborat. 7. Omnes parochi matrimonio rum, baptizatorum libros, aliosque, quos ad normam ritualis Romani retinere debent, diligenter confi ciunt et caute custodiunt. 8. Pro posse curo ut parochi omnes sacerdotes coadiutores suos habeant. Non desunt hi nisi in paroeciis, quae habent parvum numerum incolarum, et in quibus propterea nec sunt necessarii. 9. Parochi ut plurimum per se, rarius per idoneos sacerdotes, si quando sunt impediti, diebus domi nicis et [estis solemnibus, plebes commissas pro sua et earum capa citate pascunt salutaribus verbis, docendo quae scire omnibus neces sarium est ad salutem, iuxta moni tum Tridentini et concilii Romani. lO. Dominicis et aliis festis die bus in suis paroeciis fide i rudimenta et obedientiam erga Deum et paren tes, pueros caeterosque hoc adiu torio indigentes docent: hoc opus autem explent per se et per sacer
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dotes alios vel clericos et etiam per probos viros et capaces; ac gene ratim valde fructuose. Il. Singuli parochi, caeterique animarum curam exercentes, sin gulis dominicis festisque de prae cepto missam adplicant pro populo suae curae commisso. Quod autem ad dies festos de praecepto suppressos attinet, non nulli a Sede Apostolica sunt dispen sati ab obligatione applicandi iis diebus missam pro populo, attenta tenuitate suorum beneficiorum; ple rique non adplicant pro populo, sed pro legatis vel devotis offerentibus, eleemosinam cedendo pio operi in hac dioecesi instituto pro redimen dis, eo quo nunc fieri potest modo, clericis a servitio militari, vel cle ricis pauperioribus adiuvandis ut studia sua perficere valeant; et hoc quoque fit ex indulto Apostolicae Sedis. Caeteri his quoque diebus adpli cant pro suo populo. 12. Nemo unquam ad clerica lem tonsuram aut ad minores ordi nes admittitur, quin verae vocatio nis in Dei sortem indubia dederit argumenta, et disciplina, studio, morum probitate et ingenio sit com mendabilis. Qui Ordines Maiores sunt suscepturi exercitiis spiritua libus antea per aliquot dies vacant vel in seminario, vel in domo spi ritualibus exercitiis clericorum destinata.
genitori. Questo lavoro, in genere molto fruttuoso, essi lo compiono personalmente o tramite altri sacer doti, o chierici, e anche per mezzo di uomini capaci e onesti. Il. I singoli parroci e gli altri sacerdoti in cura d'anime, ogni domenica e nelle feste di precetto, applicano la messa per il popolo affidato alla loro cura. Per quanto riguarda poi i giorni festivi di pre cetto soppressi, alcuni parroci sono dispensati dalla Santa Sede dal l'obbligo di applicare in quei giorni la messa per il popolo, considerata l'esiguità dei loro benefici; la mag gior parte di essi non applica per il popolo, ma per i legati e per i devo ti offerenti, consegnando l'elemo sina all'opera pia istituita in questa diocesi per riscattare, nel modo che è ora possibile, i chierici dal servizio militare, o per aiutare i chierici più poveri perché possano ultimare i loro studi. Questo pure avviene per indulto della Sede Apostolica. Gli altri anche in questi giorni applicano per il loro popolo. 12. Mai nessuno è ammesso alla tonsura clericale o agli Ordini Minori, se non ha dato prove indub bie della vera vocazione all'eredità di Dio, e non sia lodevole nella disciplina, studio, bontà di costumi e intelligenza. Chi sta per ricevere gli Ordini Maggiori passa alcuni giorni negli esercizi spirituali o in seminario, o in una casa destinata a tale scopo per i chierici. 377
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13. In genere, tutti quelli che fanno parte dello stato ecclesiastico portano sempre le vesti clericali. Alcuni tuttavia, al posto della veste talare, indossano un abito più corto, che è abbastanza utile. Desidero tut tavia, e mi darò premura, che tutti indistintamente indossino la veste talare. Sebbene la condizione dei tem pi non permetta di godere del pri vilegio del tribunale, tuttavia, per quanto è possibile, si osservano tut te le norme prescritte dal sacrosan to sinodo Tridentino (Sess. 23 c. 6 De Reform.) e dalla costituzione di Benedetto XIII promulgata nel con cilio Romano. 14. Ogni mese nelle vicarie del la diocesi vengono tenute le confe renze nelle quali si discutono e si definiscono i casi di teologia dog matica e morale, di diritto canonico, di ermeneutica e dei sacri riti. Que ste conferenze si fanno anche dai parroci di città, e grazie ad esse avviene che i chierici si applicano con maggior diligenza allo studio e progrediscono non poco. 15. I costumi del clero secolare sono generalmente austeri, ordina ti alla pietà e alla vita che si addice a uomini ecclesiastici. È del tutto ammirevole ed eneo
13. Generatim omnes, qui cle ricali militiae sunt addicti, iugiter deferunt vestes clericales. Aliqui tantum loco vestis talaris habitum breviorem deferunt; sed et hic habi tus est satis conveniens. Cupio tamen et curabo, ut omnes omnino vestem talarem induant". Etsi ratio temporum non sinat uti privilegio fori, attamen quan tum fieri potest, servantur quae praescripta sunt a sacrosancta Tri dentina sinodo (sess. 23 c.6 De Reform.) et a constitutione Bene dicti XIII in concilio Romano edita. 14. Singulis mensibus in vica riis dioecesis conferentiae haben tur, in quibus discutiuntur et defi niuntur casus theologiae dogmati cae et moralis, iuris canonici, her meneuticae atque sacrorum rituum. Hae conferentiae fiunt etiam a parochis civitatis. Ex his conferen tiis fit ut clerici sedulius studio vacent et non parum proficiant. 15. Mores cleri saecularis gene ratim sunt graves et ad pietatem et vitam, quae viros ecclesiasticos decet, compositi. Mira omnino est et laudabilis eiusdem cleri unio in sequendis principiis piane confor mibus. Doctrinae ac mandatis
14. Mons. Guindani con una circolare aveva invitato i parroci a vigilare sulla condotta dei chierici "Quum hoc maxime intersit ut clerici omnes morum integritate..." 9 dicem bre 1881; ACVB, Lettere pastorali Libro n'T l; M. GUASCO, Laformazione del cle ro: i Seminari, in La Chiesa e il potere politico ..., p. 649-690.
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Sanctae Sedis, ac eius reverentia miabile l'unione del clero stesso nel erga summum pontificem et suum seguire in modo completo i princi episcopum: id quod maxima ex par pi conformi alla dottrina e alle pre te tribuendam est fortitudini, scrizioni della Santa Sede, per la riverenza verso il sommo pontefi sapientiae ac singulari rectitudini, ce e il suo vescovo, cosa che in qua hisce lugendis temporibus per XXV et amplius annos hanc eccle massima parte è da attribuire alla fortezza, saggezza e singolare ret siam sanctissime rexit Petrus Aloi titudine con la quale in questi tem sius Speranza meus decessor [eli pi infelici Pietro Luigi Speranza, cis memoriae. mio predecessore di felice memoria, Si vero aliquando quisquam ha santissimamente retto la diocesi aberraverit, ea remedia adhiben per 25 e piii anni. tur, quae a sacris canonibus salu Se qualcuno talvolta errasse, ven briter sunt instituta. gono usati quei rimedi che sono salu Ex quatuor miseris sacerdoti tarmente istituiti dai sacri canoni. bus, de quibus senno erat in postre Dei quattro miseri sacerdoti, di ma relatione data a meo decesso cui si scriveva nell'ultima relazione re, quique ad vitam saecularem trasmessa dal mio predecessore, misere redierant, duo, quorum unus ritornati infelicemente alla vita etiam matrimonium ut aiunt civile secolare, due, uno dei quali osò contrahere ausus fuit, misere obie pure contrarre matrimonio, come runt anno elapso, quin antea poe dicono civile, sono miseramente nitentiae signum ullum dederint. morti l'anno scorso, senza aver pri Caeteri quoque ad meliorem ma dato alcun segno di pentimento. frugem redire omnino recusant. Gli altri ancora rifiutano di ritorna re sulla via migliore. a
Sectio IV De Clero regulari
IV
Il Clero regolare
l. Clerici regulares somaschi, qui in Somascha paroecia anima 1. I chierici regolari Somaschi rum curam gerunt sub episcopi iuri che hanno cura d'anime nella par sdictione, fideliter munera sua rocchia di Somasca, sotto la giuri adimplent. sdizione del vescovo, adempiono 2. Aliqui adsunt regulares Ordi fedelmente i loro uffici. nis minorum conventualium S. 2. Vi sono alcuni regolari del Francisci, qui cum beneplacito apo l'ordine dei minori conventuali di 379
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S. Francesco, che con indulto apo stolico vivono fuori dai monasteri. Non si trova alcuno che sia sta to espulso dai suoi superiori e nes suno che, vivendo nel monastero, abbia all'esterno un comportamen to notoriamente peccaminoso, che dia scandalo al popolo. 3. Non ho a tutt'oggi visitato alcun convento di regolari, avva lendomi della giurisdizione dele gata. Tuttavia, per quanto mi è dato sapere, nulla vi è in questi mona steri contro le loro regole e tanto meno che dia scandalo ai fedeli. 4. Non ho avuto alcun contrasto con gli stessi regolari nell'eserci zio della giurisdizione sia ordina ria sia delegata. La questione sorta tra il mio pre decessore e i padri cappuccini circa l'esecuzione della sentenza ema nata dalla sacra congregazione dei Vescovi e Regolari, con la quale è stato deciso che si doveva restituire ai detti religiosi il loro antico mona stero, e di cui si faceva parola nel l'ultima relazione presentata dal mio venerato predecessore, tuttora non è decisa, e viene discussa pres so la Segreteria di Stato alla quale il papa Pio IX di imperitura memo ria l' ha rimessa. Ho espresso il mio pensiero alla Segreteria circa tale questione, per il resto sono pronto a eseguire ciò che alla Santa Sede piacerà dispor re al riguardo.
stolico vitam degunt extra mona steria. Nemo autem adest qui a suis superioribus fuerit eiectus; ac nemo qui intra claustra monasterii degens, extra ea ita notorie deli querit ut populo scandalo fuerit. 3. Nullum regularium conventum, iurisdictione usus ad hoc delegata, hucusque visitavi; attamen, quan tum fieri possum, nihil in huius-modi monasteriis est, quod sit contra eorumdem regulas, et eo minus quod scandalumfidelibus praebeat. 4. Nullum pariter offendiculum habui cum iisdem regularibus in exercitio iurisdictionis sive ordina riae sive delegatae. Quaestio, quae extabat inter decessorem meum et patres cappu cinos circa executionem sententiae prolatae a sacra congregatione Epi scoporum et Regularium; qua resti tuendum esse dictis religiosis anti quum ipsorum monasterium decre tum fuit et de qua sermo erat in postrema relatione data a meo venerabili decessore, adhuc est indecisa et discutitur apud Status Secretariam, ad quam eam remisit Pius papa IX imperiturae memo riae. Dictae Secretariae animum quo que meum circa dictam questionem patefeci: de caetero quidquid Sane tae Sedi circa eam iudicare pla cuerit, illud prompto animo exequi paratus sum.
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Sectio va
De Monialibus
V
Le Monache
l. Moniales omnes in hac civi 1. Tutte le monache viventi in questa città e diocesi sono soggette tate et dioecesi existentes episcopo al vescovo. sunt subiectae. Gaudeo declarare posse eas Con gioia posso dichiarare che omnes, tum quae clausura tenen tutte, sia quelle vincolate dalla clau sura sia le altre, osservano general tur, tum quae non tenentur, suas constitutiones maximo studio et dili mente con impegno e massima dili gentia generatim serva re. genza le loro costituzioni. 2. La clausura è custodita invio 2. Clausura inviolate custoditur. labilmente. 3. Nullus in iis monasteriis irre 3. Nessun abuso s'è introdotto psit abusus, qui consilio aut auxi Zio sacrae congregationis indigeat : nei monasteri che abbia bisogno dell' aiuto o del consiglio della sacra si quid levius accidit facile corri congregazione. Se qualcosa di gitur. meno grave accade, è facilmente 4. Ordinarius confessarius ab corretto. episcopo deputatur; et statutis tem poribus etiam extraordinarius. 4. Il confessore ordinario viene 5. Reditus dictorum monaste designato dal vescovo e in deter riorum per viros probos a monia minati tempi anche lo straordina libus electos et ab episcopo appro rio. 5. Sono fedelmente amministrati batos fideliter administrantur. Dotes a novitiis persolvuntur, i redditi di detti monasteri tramite uomini virtuosi, eletti dalle mona sed aliquando minores quam forent che e approvati dal vescovo. persolvendae ne nimis difficilis red Le doti sono versate dalle novi datur ingressus in monasteria, cum zie, ma talvolta inferiori al dovuto, vocationes inter pauperes magis quam inter divites hisce tempori perché l'ingresso nei monasteri non venga reso troppo difficile, dato che bus habeantur. Hoc tamen ita permittitur, ut le vocazioni in questi tempi si han no più numerose tra le povere che monasteria nimis gravata non evanon tra le ricche. Ciò tuttavia vien permesso in modo tale che i mona steri non restino troppo onerati. Le doti in verità e generalmente il patrimonio dei monasteri, si ammi
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dant. Dotes vero et generatim mona steriorum patrimonium administra tur iuxta regulas, quae, attentis rerum et temporum conditionibus prudentia suadet, ne pereant. Ple rumque singulis monialibus sua pars bonorum est assignata ila ut in faciem gubernii verae dominae appareant, quin tamen paupertatis votum diligenter observare desinant. 6.7.8. Nullum est in hac dioece si monialium monasterium quod sit praelatis regularibus subiectum.
nistrano secondo le regole sugge rite dalla prudenza, in considera zione delle cose e dei tempi pre senti, affinché non si perdano. Per lo più alle singole monache è assegnata la loro parte di beni, in modo che di fronte al governo risul tano vere proprietarie, senza che tralascino tuttavia di osservare con diligenza il voto di povertà. 6.7.8. Nessun monastero di monache esiste in questa diocesi soggetto ai prelati regolari.
Sectio VIa De Seminario
VI Il Seminario
1. Seminarii alumni sunt tercenti viginti novem, hoc anno. 2. In ecclesiastica disciplina ree te instituuntur per moderatores legittime deputatos et sub imme diata vigilantia ipsius episcopi. 3. Iuvenes scientias sive profa nas sive sacras edocentur, quae requiruntur, ut ipsi ad sacerdotale onus ferendum habiles reddantur: scilicet grammaticam italicam, lati nam et graecam, historiam profa nam et sacram, humanitatem et rethoricam, mathematicam, phisi cam et philosophiam, theologiam dogmaticam et moralem, ius cano nicum, hermeneuticam, historiam ecclesiasticam; sacram eloquentiam et liturgiam nec non cantum gre gorianum.
l. Gli alunni del seminario que st'anno sono 329. 2. Sono ben formati nella disci plina ecclesiastica tramite superio ri legittimamente deputati e sotto l'immediata vigilanza del vescovo stesso. 3. I giovani sono istruiti nelle scienze sia sacre sia profane, che vengono richieste perché essi si ren dano idonei a portare il peso del sacerdozio: cioè la grammatica ita liana, latina e greca, la storia pro fana e sacra, l'umanità e la retorica, la matematica, la fisica e la filoso fia, la teologia dogmatica e mora le, il diritto canonico, l'ermeneuti ca, la storia ecclesiastica, la sacra eloquenza e la liturgia, nonchè il canto gregoriano.
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Il vescovo inoltre si prende cura che i chierici vengano istruiti secon do i principi di san Tommaso. Essi poi generalmente ottengono un buon profitto negli studi. 4. Ogni qualvolta è necessario i chierici servono devotamente in cat tedrale e nelle altre chiese parroc chiali; ivi nei giorni festivi istrui scono la gente incolta nelle verità necessarie alla salvezza. 5. Il vescovo si avvale di due dei più anziani canonici da lui scelti, in tutte le cose che riguardano il giusto governo del seminario. 6. Il vescovo non raramente visi ta il seminario, assiste agli esami dei chierici e si prende cura che le costituzioni vengano osservate. 7. Come detto più sopra, nessu na tassa è imposta per il sostenta mento del seminario. Per aiutare i chierici poveri a far fronte alle spe se della loro educazione, i parroci rimettono ogni anno le elemosine che ricevono per l'applicazione del le messe celebrate nei giorni festi vi soppressi. Questo si fa per indul to della Sede Apostolica. E di quel le elemosine il vescovo dispone legittimamente a vantaggio dei chierici poveri. Considerate le condizioni dei tempi, perché la diocesi non scar seggi maggiormente di preti, esiste un apposito seminarino, nel quale
Curat autem episcopus ut phi losophiam iuxta sancti Thomae principia clerici doceantur. Cleri ci autem generatim in studiis bene proficiunt. 4. Clerici, quoties opus est, cathedrali et aliis ecclesiis paro chialibus devote inserviunt; ibi demque diebus festivis rudes instruunt in iis quae ad salutem sunt necessaria. 5. Duorum e senioribus canoni cis a se electorum consilio utitur episcopus in iis omnibus, quae ad rectum seminarii regimen spectant. 6. Seminarium non raro visitat episcopus, clericorum examinibus adsistit, et curat ut constitutiones adimpleantur. 7. Ut supra dictum est, nulla taxa est statuta pro sustentatione seminarii. Ut adiuventur clerici pauperes ad ferendas expensas suae educa tionis, parochi eleemosinas, quas recipiunt pro applicatione missa rum in diebus festis suppressis cele bratarum, ad curiam episcopalem transmittunt singulis a~nis. Hoc fit de indulto Apostolicae Sedis; et de illis eleemosinis in bonum clerico rum pauperum legittime disponit episcopus. Attentis autem temporum cir cumstantiis, ne dioecesis magis deficiat sacerdotibus, adest appo situm seminariolum, in quo iuve nes adulti et quidem etiam provec
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ti, ut sacerdotes fiant, edocentur i giovani adulti e alcuni anche praeter grammaticas italicam et maturi, per diventare sacerdoti, sono latinam, principia quoque theolo istruiti oltre che nella grammatica giae dogmaticae et moralis nec non italiana e latina, anche nei principi sacram liturgiam, et generatim ea, di teologia dogmatica e morale, quae Domini ministros scire opus nonché nella sacra liturgia e gene ralmente in tutte le cose che i mini est. In his episcopus vitae morum stri del Signore occorre che cono que integritatem praesertim requirit. scano. A questi il vescovo richiede Ad scholas huius seminarioli soprattutto bontà di vita e integrità septuaginta circiter conveniunt di costumi. alumni, quorum profectum et Alle scuole di questo seminari morum probitatem episcopus com no convengono circa 70 alunni, dei mendat. quali il vescovo loda il profitto e la bontà. Sectio VIr
De Ecclesiis, Confraternitatibus
et Locis Piis
VII
Chiese, Confraternite
e Luoghi Pii
l. Ut certior fiam, quomodo adimpleantur pia onera missarum l. Per rendermi conto di come et anniversariorum, de beneficio sono adempiuti gli oneri pii delle rum et legato rum, quibus incum messe e degli anniversari, dei bene bunt, dote, statu caeterisque ad ea fici e dei legati per coloro che ne spectantibus scitu necessariis, hanno la responsabilità, e di tutte deque eorumdem onerum adimple le cose necessarie da sapersi circa la mento, requisivi parochos omnes loro dotazione e il loro stato, e del civitatis et dioecesis, qui partim l'adempimento dei loro oneri, ho responsa sua iam ad curiam epi interrogato tutti i parroci di città e scopalem transmiserunt, partim della diocesi, parte dei quali già brevi transmittent. hanno rimesso le loro risposte alla His responsis diligenter exami curia vescovile; parte le trasmette natis et discussis pro casuum diver ranno entro breve tempo. sitate provideo ad normam iuris et Esaminate e discusse diligente facultatum, quae mihi a Sancta mente queste risposte, provvedo a Sede sunt tributae. secondo dei casi diversi a norma del diritto e delle facoltà che mi
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Quae difficiliora sunt et maio ris momenti ad istam sacram con gregationem remitto. In sacristiis ecclesiarum gene ratim est exposita tabella missarum et anniversariorum: ubi deest, curo ut ponatur. Dieta onera generatim pro viri bus satisfiunt. Si in hisce satisfa ciendis aliquos invenio negligen tes, omnia media mihi possibilia adhibeo, ut illi quantum debent faciant. 2. Pariter curo ut in confrater nitatibus, scholis aliisque locis piis, quae episcopi iurisdictionem in hisce recognoscunt, punctualiter executioni mandentur pia opera a testatoribus iniuncta. 3. Ab horum locorum sic mihi subiectorum administratoribus, quolibet anno per vicariosforaneos rationes mihi redduntur. 4. Montem Pietatis visitare non possum, obstantibus legibus civili bus: eo minus exquirere rationem administrationis, quae omnimode est penes civiles potestates. 5. Item dicendum est de hospi talibus, quae tamen visito, et curo, ut infirmis necessaria religiosa auxilia non desint.
sono concesse dalla Santa Sede. Rimetto a codesta sacra congrega zione quelle più difficili e di mag gior importanza. Nelle sacristie delle chiese gene ralmente è esposta la tabella delle messe e degli anniversari. Dove manca, provvedo che venga collo cata. A detti oneri generalmente (i parroci) soddisfano secondo le pro prie forze; se ne trovo alcuni negli genti nell'adempierli, ricorro a tut ti i mezzi possibili perché essi fac ciano il loro dovere. 2. Ugualmente mi prendo cura che nelle confraternite, nelle scuo le e in altri luoghi pii, che ricono scono la giurisdizione del vescovo, siano puntualmente eseguite le pie disposizioni ingiunte dai testatori. 3. Dagli amministratori di que sti luoghi pii soggetti a me, ogni anno tramite i vicari foranei mi sono presentati i rendiconti. 4. Non posso visitare il Monte di Pietà, per la proibizione delle leg gi civili, ancor meno chiedere ragio ne dell' amministrazione, che è tut ta completamente presso le autorità civili. 5. La stessa cosa si deve dire cir ca gli ospedali, che tuttavia visito e curo, perché agli ammalati non manchino i necessari conforti reli giosi.
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Sectio VIIr
De Populo
VIII
II Popolo
l. Mores populi huius dioecesis l. I costumi del popolo di questa generatim probi sunt, ac pietati et diocesi sono generalmente buoni, conformi all'amore di Dio e alla religioni conformes. religione. Ecclesiam, Verbum Dei, doctri I fedeli di città ma soprattutto nam christianam et sacramenta fre quentant fideles etiam civitatis, sed delle parrocchie rurali frequentano la chiesa, la Parola di Dio, la dot praesertim in ruralibus paroeciis. trina cristiana e i sacramenti. Gaudeo attestari, populum meis pastoralibus curis concreditum cle Ho la gioia di testimoniare che il rum suum imitari devotione, ac popolo affidato alle mie cure pasto oboedientia erga sanctam Eccle rali imita il suo clero nella devo siam et summum pontificem; sacer zione e nell' obbedienza verso la dotes sibi praepositos ac suum epi Santa Chiesa e il Sommo Pontefice, scopum amore ac reverentia prose tratta i sacerdoti preposti e il suo vescovo con amore e rispetto. qui. Horum loculentissima testimo Di questo ne sono prove evi nia sunt festivitates, quae cum dentissime le feste celebrate colla maximo apparatu et ingenti populi massima solennità e l'ingente con concursu celebratae fuere hisce corso di popolo in questi due ultimi duo bus ultimis trienniis, ad offe trienni, per pregare il Signore per rendas Altissimo preces pro Sum il sommo pontefice e in occasione mo Pontifice, et occasione iubilaei del giubileo pontificale del mio pre decessore di felice memoria, non pontificalis mei decessoris [elicis memoriae, nec non quando ego ché quando io ho assunto, per huius dioecesis regimen, ita dispo volontà di Dio, il governo di que sta diocesi. nente Deo, assumpsi. Testimonia sunt copiosae obla Ne sono prova anche le abbon tiones, quae fiunt pro sublevanda danti offerte fatte per sollevare l'in indigentia Summi Pontificis. digenza del sommo pontefice. Testimonia sunt pariter solem Inoltre ne sono ugualmente testi nissimae exequiae, quae fuerunt moni le esequie solennissime cele persolutae pro episcopo coadiutore brate per il vescovo coadiutore, Alexandro Valsecchi optime meri Alessandro Valsecchi, assai bene to, ac pro meo decessore [elicis merito di questa diocesi, e per il mio memoriae. predecessore, di felice memoria.
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Testimonium est pariter ingens studium et promptus animus, quo fideles huius dioecesis partecipare satagunt publicis quibusque ac solemnibus actibus, qui hisce die bus promoventur ad fidem devotio nemque erga Romanam Sedem ac Summum Pontificem testandam". Quisquis bene haec considera verit atque miseras perpenderit conditiones horum temporum et tot tantosque impiorum conatus ad populos corrumpendos, fieri non potest quin Providentiam Dei in conservanda populi integra fide et religione mirari ac laudare non desinato 2. Nullus abusus specialis, nul la singularis prava consuetudo in hac dioecesi hucusque inolevit. Attamen dolendum est hic quo que nonnullos, praesertim in urbe, existere qui Ecclesiae praecepta contemnunt, vitam agunt otiosam et vitio deditam, atque hodiernae impietati favent. Haec mala curare et arcere mediis opportunis contendo. Ad sta tum quod attinet rerum paroeciae
Ne è testimonianza parimenti la grande cura e la prontezza d'animo con cui i fedeli di questa diocesi si impegnano nel partecipare a tutti gli atti pubblici e solenni, promos si in questi giorni per esprimere fedeltà e devozione verso la sede Romana e il sommo pontefice. Non può avvenire che chiunque abbia ben considerato queste cose e ponderato le misere condizioni di questi tempi, nonché i tanti e così grandi sforzi degli empi per cor rompere le popolazioni, non cessi dal meravigliarsi e dal lodare la Provvidenza Divina che conserva integra la fede e la religione di que sto popolo. 2. Nessun abuso speciale e nes suna particolare empia consuetudi ne sinora s'è manifestata in questa diocesi. Vi è tuttavia da rammaricarsi che anche qui vivono alcuni, spe cie in città, che disprezzano i pre cetti della Chiesa, conducono una vita oziosa e dedita al vizio, e favo riscono la moderna empietà.
15. Forse mons. Guindani allude anche al primo pellegrinaggio a Roma dei cattolici lom bardi, organizzato dall'Opera dei Congressi, per festeggiare il 3° anniversario dell'e iezione di Leone XIII. Una cinquantina di bergamaschi vi partecipò partendo da Mila no il 7 febbraio. Un secondo pellegrinaggio si svolse in ottobre con ventimila persone. che a Roma resero omaggio a Leone XIII e protestarono contro la mancanza di libertà e di indipendenza cui era costretto; in seguito si recarono alla basilica di S. Lorenzo alla tomba di Pio IX. Seguì un pellegrinaggio nazionale nell'ottobre 1883. I cinquanta bergamaschi guidati da mons. G. Arcangeli. consegnarono a Leone XIII diverse migliaia di Lire italiane raccolte con l'Obolo di S. Pietro; ASV, S.S. Ep. Mod., 1882. R.l El, f. 139r-14lr; L'Eco di Bergamo 5 gennaio 1881 p.l, 17 ottobre p. 1-3,20 agosto 1883 p. 1,21 settembre p. 3, 6 ottobre p. 1,8 ottobre p. 1,9 ottobre p. 1, 16 ottobre p. 1.
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Molonii, de quibus sermo erat in postrema relatione facta a meo decessore (par.!, c.2), omnia bene composita fuisse, triennio 98 ver tente, referre gaudeo. Parocho inibi canonice electo, opera quorumdam jlagitiosorum hominum regiumplacet a gubemio pluries recusatum fuerat; quare paroecia interim nonnisi ab eco nomo spirituali regebatur. Sed quum haec longius protrahere minus utile videretur, et cum ex una parte illius paroeciae populus in dies magis magisque intelligeret necessitatem pastorem habendi, ac etiam ex illis, qui electionem apud gubemium impediverant, aliqui de facto poenituerint; et ex altera par te gubemium pergeret in denegan do placet regium, meus decessor electi parochi renunciationem acceptare censuit; eique alium sacerdotem suffecit, qui illam paroeciam non parum iam reddidit meliorem, et quem proinde com mendare gaudeo",
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lo combatto con i mezzi oppor tuni per curare e allontanare questi mali. Circa la situazione della parroc chia di Mologno, di cui si trattava nell' ultima relazione redatta dal mio predecessore (par. I, c. 2), ho la gioia di riferire che tutto si è risol to bene nel corso del triennio 98°. Al parroco là eletto canonica mente, era stato negato più volte dal governo il beneplacito regio a cau sa di alcuni uomini iniqui. In segui to a ciò la parrocchia nel frattempo non era governata interinalmente che dall'economo spirituale. Poiché non sembrava vantag gioso che si protraesse questa situa zione, e da una parte il popolo di quella parrocchia comprendeva ogni giorno piu la necessità di avere un pastore, mentre anche alcuni di quel li che avevano impedito l'elezione presso l'autorità s'erano di fatto pen titi, continuando dall'altra parte il governo a negare il beneplacito regio, il mio predecessore ritenne di accettare la rinuncia del parroco eletto, sostituendolo con un altro
16. Nuovo arciprete e vicario foraneo di Mologno era stato nominato don Luigi Isacchi, nato a Sforzatica S. Maria il 29 gennaio 1839. Ordinato sacerdote il 21 settembre 1861. fu vice parroco a Calusco d' Adda. parroco di Vercurago. 1875. arciprete vicario foraneo di Mologno, 1878. direttore spirituale nel seminario diocesano. 1883. canonico onorario della cattedrale. 1884. effettivo. 1889. Faceva parte del Collegio apostolico dal 1884. Fu nominato presidente effettivo del Comitato per le feste centenarie di S. Alessan dro con lettera del vescovo 9 luglio 1897; morì il 14 novembre 1898; cf. relazione 1876 nota n. 5; ACVB. Sacre ordinazioni 1854-1880; ibid., fascicoli parrocchiali, nomine parroci, Vercurago; Casazza; L'Eco di Bergamo 11 luglio 1897. 16 novem bre 1898; A. PESENTI. I Preti del S. Cuore...• p. 235; C. PATELLI. Uomini..., p. 38; E. CAMOZZI, Diario.... I, p. 475. 582.
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Atque haec habebam quae sacrae isti congregationi referrem ad statum quod attinet Bergomensis dioeceseos mihi commissae; eaque vero retuli paratus animo, omnia omnino reverenter excipere ac fide liter exequi, quae super his monere ac praecipere eadem sacra con gregatio censuerit". Quam interim rogo, ut me sibi dignetur habere, quem, dum sum mam ei quam debeo observantiam ac reverentiam testari gaudeo, me esse profiteor
sacerdote, il quale ha già reso non poco migliore quella parrocchia, che ho perciò la gioia di lodare. Queste le notizie per codesta sacra congregazione sullo stato del la diocesi di Bergamo a me affidata. Ho tutto riferito con l'animo pronto ad accogliere con reveren za e fedelmente eseguire tutto quel lo su cui la sacra congregazione riterrà di richiamare l'attenzione o di ordinare, pregandola intanto che essa si degni di considerarmi, men tre gioisco di attestarle il mio dovu to ossequio e la mia reverenza, qua le dichiaro di essere
Bergomi die 2 aprilis anno 1882
Bergamo addì 2 aprile 1882
humillimum, addictissimum servum Caietanus Camillus Guindani episcopus Bergomensis
umilissimo obbligatissimo servo Gaetano Camillo Guindani vescovo di Bergamo
Yisitatio sacrorum Liminum 2422/26 Die 5 iunii 1882 fuit admissa
Visita dei sacri Limini 2422/26. È stata ammessa il 5 giugno per il 98° triennio passato e per il 99° in corso, che finirà il 20 dicembre prossimo. È stato risposto i16 aprile 1883.
tam pro praeterito 98 quam pro currenti 99 triennio, die 20 decem bris praefati anni expiraturo. Die 5 iunii 1882 R. Die 6 aprilis 1883 fuit responsum
17. Il provicario generale mons. Giovanni Cossali con una circolare ai parroci del 1Omag gio 1881, aveva informato sulla visita ad limina del vescovo chiedendo la recita della colletta "Pro peregrinantibus". Il vescovo al ritorno, i16 giugno nello scrivere alla dio cesi "Era da me vivamente aspettato quel giorno...", manifestava le sue impressioni, e invitava i parroci a leggere in chiesa il breve di Leone XIII "Gli ossequi e i doni man dati dal Consiglio che dirige la confraternita di S. Pietro in Bergamo..."; ACVB, Let tere pastorali Libro n°11.
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288 RISPOSTA DELLA CONGREGAZIONE DEL CONCILIO
AL VESCOVO DI BERGAMO
MONS. GAETANO CAMILLO GUINDANI
(minuta)
Episcopo Bergomen. Ex literis amplitudinis tuae die 2 aprilis 1882 datis, quibus Bergomen sis Ecclesiae status et conditio quo triennio 98 et 99 describitur, maxima ani mi consolatione eminentissimi patres Concilii Tridentini interpretes ac vindices intellexerunt te vestigia tui praeclarissimi decessoris sequutum, quae ille pro ea praeclare gessit, non modo servanda sed etiam amplificanda curare. Quare te episcopo, saluberrimae institutiones quibus dioecesis ista dita tur flo rere pergat et augeri, ad accuratius animarum regimen novae paroe ciae eriguntur, nova domicilia sacrarum virginum quae puellis instituen dis perutilem operam navant, aperiuntur, piae societates bonis operibus provehendis vel in pristino fervore confirmantur, vel ad ampliora excitan tur, perversis autem et ad corruptelas allicientibus institutionibus impedi menta opponuntur, et opportune cavetur ne parentes iis collegiis filios suos instituendos tradant, in quibus errorum veneno et vitiorum lue errorum animi imbibantur. Haec sedulitati tuae dum accepta refert sacra congregatio, simullau dat studium quo episcopalia munera obire satagis, residendi praeceptum religiose servatum, suscepta et quantocius absolvenda dioecesis perlu stratio, Verbum Dei per te saepe et magno etiam fructu praesertim iubilaei tempore per idoneos praecones annuntiatum, propositum dioecesanae sinodi post peractam pastoralem visitationem celebrandae, quod Deus in spirituale istius Ecclesiae emolumentum bene vertat. Quod vero attinet pastoralem visitationem, si propter dioecesis ampli tudinem videris eam intra praefinitum tempus a te perfici non posse, inte grum tibi est ex Tridentina lege, eas partes quae ipse adire nequeas, aliis probatis Ecclesiae viris invisendas committere, qui tibi postmodum de omnibus rebus rationem reddant. Acceptissima etiam fuerunt quae de clero retulisti, cuius ea maxima laus est, quod non solum propriis muneribus obeundis impense studet, et
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vitam ducit propriae professioni consentaneam, sed etiam quod germa nam Ecclesiae doctrinam ex intimo corde profitetur ac proprio episcopo et Romano Pontifice addictissimus est. Utinam qui duo adhuc supersunt ex iis qui a recto tramite deflexerunt, redeant ad cor et novissima provideant. Ad servandam autem et augendam cleri sanctitatem mirum in modum conducunt spiritualia exercitia, praesertim si stabili lege singulis annis vel bienniis praescripta fuerint. Quare necesse non ducitur tibi de cleri integritate tantopere sollicite inculcare, ut saluberrimum exercitiorum usum si desit, inducendum cures. Ut vero ex ea cura, quam in catechesi tradenda isti animarum curato res impendunt, laetiores fructus referant, ea iisdem exequenda propones, quae apostolicis literis incipientibus Etsi minime, a Benedicto XIV sapien tissime suggeruntur". Gratulantur tibi ex animo eminentissimi patres quod utriusque sexus religiosi tum vitae sanctitate tum bonis operibus tibi maxime probentur et non mediocri adiumento sint in animarum salute provehenda. Magis etiam gratulantur quod seminarium tot inter adversa, alumnorum numero et sanctae disciplinae laude floreat. Perge itaque eidem peculiares curas tuas tribuere, ut a tenuis annis qui postmodum sanctuario inservire debent, virtutibus assuescant et sincerae solidaeque scientiae praesidio animum instruant ut erroribus qui impune circumferuntur et vitiis, quae late debaccantur, debellandis apti evadant. Laudata quoque fuit sedulitas qua pia legata et ultimas fidelium volun tates accurate investigandas et religiose exequendas mandasti, usus facul tatibus tibi a Sancta Sede factis. ut quando opus esse iudicaveris pia one ra benigne levares. De populo id unum pro certo habe, quamdiu stabit cleri sanctitas et animarum lucrandarum studium, numquam fore ut ille vel ab avita reli gione vel a vivida pietate deficiat. Quare si quae bona in populo isto laudas, eafirma, et quae mala times ea ab ilio procul esse cupis, clero imprimis advigila, nullamque industriam tua m ad eum in sancta vocatione retinendum nimiam iudicato: tum ea omnia pro populo suscipies et perages, quae tua tibi caritas et sapientia sug geret, habitis prae oculis iis sapientissimis consiliis quibus sanctissimus
18. L'enciclica "Etsi minime" di Benedetto XIV fu promulgata il 7 febbraio 1742; BENE DICTI XIV P.O.M. Bullarium ..., I, p. 156-140.
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dominus noster suis enciclicis litteris incipientibus Etsi Nos, omnes /ta liae episcopos monitos voluit". Mihi modo hoc respondendi munere libente functo pergratum est, impensum studium meum exhibere amplitudini tuae, cui fausta quaeque ac salutaria precor a Domino. Bergomen. Visitatio sacrorum Liminum 16 martii 1883 Laurentius cardinalis Nina praefectus". Fuit responsum
19. L'enciclica "Etsi nos" di Leone XIIl fu promulgata il15 febbraio 1882; LEONIS XlII P.M. Acta, III Romae 1884, p. 13-27. 20. Lorenzo Nina nacque a Recanati nel 1812; laureato in diritto canonico e civile alla Sapienza di Roma, entrò nella curia romana dapprima con la funzione di segretario del tribunale della Romana Rota, e successivamente di uditore della congregazione del Concilio, sottosegretario, assessore al S. Offizio. Pio IX nominò Nina cardinale di S. Angelo in Pescheria, 1877, e suo segretario di Sta to, 1878, ma dopo breve tempo rinunciò per motivi di salute. Ebbe l'incarico di mae stro dei palazzi apostolici e nel novembre del 1881 di prefetto della congregazione del Concilio; morì nel 1885; La Sacra congregazione ... , p. 297-298. Hierarchia Catholi ca ... , VIII, p. 22.
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2 APRILE 1882
Al vescovo di Bergamo 16 marzo 1883 dalla lettera della signoria tua del 2 aprile 1882 per il triennio 98° e 99°, nella quale descrivi la condizione della Chiesa di Bergamo, gli emi nentissimi padri interpreti e giudici del concilio Tridentino, con grande consolazione d'animo hanno avvertito che tu segui la strada del tuo illu strissimo predecessore, non solo curandoti di conservare ma anche di svi luppare quanto egli ha fatto in modo egregio. Perciò avendoti vescovo, questa diocesi continua a fiorire e ad essere accresciuta nelle saluberrime istituzioni di cui è dotata: nuove parrocchie sono erette per una cura d'anime più appropriata, vengono aperte nuove case su iniziativa delle religiose che si dedicano all'utilissima opera di for mazione delle giovani, sono rafforzate le pie società nel primitivo fervore o per promuovere buone opere, o vengono esortate ad altre maggiori, osta coli sono opposti alle istituzioni inique e che attraggono alla corruzione, e opportunamente sono prese precauzioni perché i genitori non affidino i loro figli da istruire a quei collegi dove gli animi potrebbero restare imbe vuti del veleno degli errori e dalla peste dei vizi. Mentre la congregazione attribuisce queste notizie ricevute alla tua dili genza, nel contempo loda l'impegno col quale tu assolvi i tuoi doveri vesco vili, il precetto della residenza religiosamente osservato, la visita della dio cesi iniziata e da ultimare, l'annuncio spesso fatto personalmente della Parola di Dio e tramite predicatori competenti specie nel tempo del giubi leo, la celebrazione del sinodo diocesano progettata dopo la conclusione del la visita pastorale, che Dio voglia volgere positivamente a spirituale van taggio di cotesta Chiesa. Per quanto riguarda la visita pastorale, se ti sembra che per la vastità del la diocesi tu non possa ultimarla entro un tempo definito, secondo la legge Tri dentina puoi affidare ad altri stimati uomini di Chiesa quelle parti da visita re che non riesci a raggiungere, i quali poi ti daranno relazione di tutto. Sono risultate notizie graditissime quelle da te riferite sul clero, impe gnato assai lodevolmente nell' espletamento diligente dei propri doveri, e con una vita condotta in coerenza colla propria missione, ma altresì nella professione convinta della vera dottrina della Chiesa, obbedientissimo al pro prio vescovo e al romano pontefice. Voglia il cielo che i due rimasti di quelli che hanno deviato dal retto
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sentiero, ritornino a buoni sentimenti e si preparino ai Novissimi. Gli esercizi spirituali conducono il clero a conservare e aumentare in modo ammirevole la santità della vita, sopratutto se con una norma definita sono prescritti ogni anno o per ogni biennio. Di modo che non è ritenuto necessario raccomandarti la sollecitudine nel l'inculcare l'onestà del clero a tal punto che debba provvedere a introdur re la pratica saluberrima degli esercizi, qualora mancasse. Per ricavare frutti più abbondanti da parte dei pastori d'anime nella cura da loro messa nell'insegnamento del catechismo, tu proporrai di segui re i suggerimenti a loro indirizzati sapientissimamente da Benedetto XIV con la lettera apostolica Etsi minime. I padri si rallegrano cordialmente con te perché i religiosi di entrambi i sessi sono da te assai stimati sia per la santità di vita sia per le buone opere, e altresì risultano di non mediocre aiuto nel promuovere la salvez za delle anime. Di più si congratulano anche per la fioritura lodevole del seminario, tra tante avversità, nella santa disciplina e nel numero degli alunni. Continua perci6 a dedicargli le tue cure particolari perché sin dai tene ri anni coloro che in seguito devono servire nel santuario, si abituino alle virtù, addestrino lo spirito con l'aiuto di una scienza solida e veritiera, per risultare capaci di debellare i vizi che ovunque imperversano e gli errori che impunemente si spargono attorno. È stata lodata pure la diligenza per l'ordine dato circa i legati pii e la ricerca accurata delle ultime volontà dei fedeli e della loro soddisfazione reli giosa, avvalendoti delle facoltà ricevute dalla Santa Sede, perché a tuo giu dizio in caso di bisogno benevolmente alleggerisca gli oneri pii. Circa il popolo, abbi per cosa certa che quando perdura la santità del cle ro e la preoccupazione per le anime da guadagnare, mai avverrà che ven ga meno la religione dei padri o il vivo amor di Dio. Per cui se in questo popolo lodi cose buone, rafforzale, e per quei mali da te temuti che desideri stiano da lui lontani, vigila innanzitutto sul clero, e non voler giudicare eccessiva ogni tua sollecitudine per conservarlo nel la santa vocazione, allora tu per il tuo popolo intraprenderai e compirai tutte le opere che la carità e la sapienza ti suggeriranno, tenendo presenti quei sapientissimi consigli coi quali il santissimo signor nostro ha voluto ammo nire tutti i vescovi d'Italia con la lettera Etsi Nos. Adempiuto volentieri ora da parte mia questo compito di risponderti, nel l'esprimere il mio vivo ossequio alla tua signoria, invoco per te dal Signo re ogni bene e prosperità. 394
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4 APRILE 1891
RELAZIONE - 4 aprile 1891 ASV , C. Concilii, Relationes Dioecesium, Bergomen, 123B, orig., ff.657r-711v La documentazione della visita ad Limina del triennio 100°, lOP e 102° è composta da un fascicolo di 55 fogli, 4 quinterni, con la numerazione archivistica ff. 657-709 (mm.34x23). Il testo della relazione è scritto sui ff. 675r-711 v, che hanno ampi spazi ai margini, e voci di richiamo ai sin goli argomenti in grassetto. Sono bianchi i ff. 671 v-672r-71Or-711r. Il fascicolo, contrassegnato anche dalla numerazione originaria, è ben conservato, e ha l'intestazione in stampatello. La congregazione del Concilio, rispose al vescovo con una lettera, con servata nel fascicolo in minuta, qui pubblicata, ff. 673r-674r e provvide d'uf ficio a una traduzione riassuntiva della relazione, ff. 657r-671r (mm.28x2l), qui pubblicata. Il fascicolo, in formato di elegante quademetto, ha il testo disposto verticalmente in colonna su metà foglio, con le voci di richiamo per i singoli paragrafi. Copia-minuta della relazione è custodita in ACVB, Atti relativi alle visite ad Limina. Il vicario generale mons. Giacinto Arcan geli con circolare del 25 settembre 1888 e del 6 aprile 1891 ricordò ai par roci la scadenza triennale della visita ad Limina. 289
Relatio status Ecclesiae Ber gomensis pro trienniis 100°.10]0. 102°, exhibita sacrae congregatio ni Concilii anno 1891
Relazione sullo stato della dio cesi di Bergamo presentata dall'il lustrissimo e reverendissimo mon signore Gaetano Camillo Guinda ni il dì 4 aprile 1891, da valere pei trienni 100° 101 ° e 102° il quale ultimo spira il 20 dicembre 1891.
Relatio status Bergomensis Ecclesiae quam Caietanus Camil lus Guindani exhibet pro trienniis 100°.101°.102°, quorum primum ex-pletum est die 20 decembris anno 1885, alterum eadem die ac mense anno 1888, tertium praedicto die ac
Nella presente accuratissima relazione, presentata per gravissi mi motivi, col beneplacito però di questa sacra congregazione, tra
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mense vertentis anni 1891 expirat. lam fere novem transierunt anni, quin sacrae Congregationi Concilii praescriptam status dioecesis, cui, licet indignus, praesum, relationem exhibuerim. id tamen prorsus me invito ac summopere dolenti contigisse, fateor testorque. Pluribus enim, nec parvi mo menti, causis impeditus omnino fui, quominus, uti vehementer optabam, meo satisfacerem muneri. Notum sane est, diuturno me laborasse morbo, a quo nonnisi longum post tempus perfecte con valui'. Praeterea explere cupiebam pastoralem totius tam amplae dioe cesis visitationem, ut uberiorem diligentioremque status eiusdem relationem conficere ac exhibere datum mihi esset. Bis addantur plura nec levia negotia de ecclesiae regimine, qui-
scorsi quasi tre trienni, si rimette monsignor vescovo alla precedente, specie per quanto riguarda in gene re lo stato materiale della diocesi. Dalla precedente relazione per conseguenza si riassumeranno quel le notizie che valgono a completa re il ristretto della relazione pre sente.
l. Mons. Guindani per la salute delicata non resse alla notevole mole di lavoro pastora le. Quando fu colpito dalla malattia si trovava a Valnegra. Il provicario generale, mons. Giacinto Arcangeli, inviava alla diocesi la circolare "Coll'animo compreso da vivo dolore..." 14 agosto 1887, raccomandando un triduo di preghiere, e allo stesso scopo con la lettera "Il santo padre Leone XIII..." 26 settembre, esortava alla recita del rosario per far fronte alle avverse situazioni contro la Chiesa e assicurare la buona guarigione del vescovo. La convalescenza di mons. Guindani durò dalla metà del 1887 al 1888. Scom parso il pericolo di morte, clero e fedeli dettero luogo a una celebrazione di ringrazia mento in duomo il 27 agosto 1888, nel corso della quale il vescovo pronunciò parole di gratitudine nell'omelia in seguito da lui inviata con la lettera del 29 "Nel vivo desi derio...". Un'altra dimostrazione di stima e di affetto si ebbe con il dono di una croce pettorale d'oro, frutto di una sottoscrizione in diocesi, promossa da alcuni vicari fora nei, aperta il 25 agosto 1889 su L'Eco di Bergamo, che raccolse L. 6.663.08. Il dono fu consegnato al vescovo il3 febbraio 1890. L'Eco di Bergamo nell' edizione del 4 pub blicò un articolo con notizie dettagliate sull'avvenimento; ibid.; ACVB, Lettere pasto rali Libro n01J; F. VISTALLI, Mons. Guindani ..., p. 583 passim; L. DENTELLA, I Vescovi..., p. 508; C. SNIDER, Gli ultimi..., I, p. 308.
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bus ut sedulo incumberem necesse fuit. Attamen annis 1885 et 1888, quibus duo praeterita trienniafinem habuerunt, quum prima huius dioe cesis status relatio per me exhibita fuerit anno 1882, hanc Apostoli cam Sedem contendi, et personali ter SS. Apostolorum Limina visita vi, Summoque Pontifici feliciter regnanti Leoni PP. Xll1 devotionis, venerationis ac plenissimae oboe dientiae sensus manifestavi, et testatus sum. Verum, prout tunc temporis sa crae congregationi Concilii notum feci, relationem status dioecesis scripto exhibere non potui. Quare humillime deprecatus sum, ut ali quod temporis spatium mihi con cederetur ad praescriptam dioece sis status relationem conficiendam exhibendamque. Nunc, quod erat in votis, persol vere satago. 1taque per presentes meas litteras omnia, quae ad trami tem instructionis huius sacrae con gregationis iussu Benedicti PP. XIll editae, sunt exponenda circa dioece sis statum, maxima, qua possum, dili gentia et maxima, quam debeo, veri tate, accurate refero ac sacrae con gregationi Concilii exhibeo. Praesens mea relatio, ut iam innui, complectitur statum huius dioecesis ab anno 1882 usque ad vertentem annum 1891, ideoque triennia 100. 101. et 102 respicit.
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Caput I De statu Ecclesiae materiali
Capo I
Stato materiale della Diocesi
De hoc primo relationis capite perpauca sunt adnotanda, quum de eodem iam in prima relatione a me anno 1882 exhibita omnia, quae ad illud spectant, sedulo exposuerim; idcirco sacram istam congregatio nem ad praecitatam relationem remitto. Aliqua tamen addenda cen seo, nimirum:
l Fondazione. È fama che da san Barnaba apo stolo sia stata portata la fede cri stiana a Bergamo; antichissima per tanto è a ritenere la fondazione di questa diocesi, come opinano i patri scrittori. 2 Confini. Confina l'estesissima diocesi di Bergamo con quella di Brescia a levante, a mezzodì con quella di Cremona, a ponente con Milano e Como, con l'ultima delle quali con fina pure a tramontana.
A) Canonicatus beneficarii - In cathedrali ecclesia nunc extant qua tuordecim canonicatus beneficia rii, quorum tres sunt iuris patrona tus Capituli. Unus ex his tribus fun datus fuit ab adhuc viventi canoni co Noli Alexandro, qui sibi illum retinuit cum exemptione a chorali residentia, prout statuerat ipse in tabulis fundationis', B) Canonici honorarii - Hodie canonici honorarii sex numerantur. C) Ecclesiae parochiales Ecclesiae parochiales in tota dioe cesi hodie sunt tercentae quadra ginta octo, quum, servatis omnibus iuris solemnitatibus, quinque novae paroeciae per dismembrationem erectae fuerint, scilice; paroecia l.
3 Privilegi. Il vescovo di Bergamo non gode privilegi di sorta. 4 Città e popolazione. Oltre Bergamo, conta la diocesi altre 13 città e 280 comuni, con una popolazione di oltre 300.000 abi tanti.
2. Il canonicato era stato istituito il 26 dicembre 1855 con la dotazione di parecchi fondi in Caravaggio. Requisito dal Demanio il 23 settembre 1867, fu rivendicato dal fonda tore stesso, su pagamento della tassa del 30%, nel 1869, e ricostituito con un deposito accreditato al Capitolo di L. 32.000. Dava un reddito annuo di L. 1.560; ACVB, Visi ta Radini T., 136 (1905), Questionario sul rev. Capitolo della chiesa cattedrale, f. 9r.
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Fiobbii, 2. Bondi Petelli, 3. altera cui nomen de' Trafficanti', 4. St. Antonio Abbandonato', 5. S. Roc co in Fontana'. D) Instituta religiosa - Quoad religiosa instituta seu congregatio nes religiosas, praeter recensitas in prima relatione anno 1882, addendae sunt infrascriptae, nem pe: 1 - Congregatio mulierum, vulgo Sacramentine, in civitate consti tu tae";
5 Cattedrale.
L'ampia e bella cattedrale, ric
ca di sacre suppelletili, è dedicata
a S. Alessandro martire, patrono
della diocesi; ed è officiata da 14 canonici beneficiati: tre di questi canonicati sono di giuspatronato del Capitolo. Oltre il penitenziere ed il teolo go vi sono pure 6 canonici onorari e 9 cappellani, dei quali 3 beneficiati. Tutti intervengono regolarmen te in coro, all' infuori del fondatore
3. La parrocchia di Trafficanti venne eretta con decreto n. 500 del 27 febbraio 1889, con fermato il 21 marzo 1904. Si contavano 289 fedeli. Fu nominato parroco don Pietro Palazzini il 27 febbraio 1889. La chiesa, dedicata a S. Erasmo vescovo e martire, era sta ta rifatta nel 1830 da Pietro Cortinovis di Zogno; ACVB,fascicoLi parrocchiali, Traf ficanti; L. PAGNONI, Le Chiese parrocchiali... , II, p. 930. 4. La parrocchia di S. Antonio Abbandonato venne eretta con decreto n. 1236 del 23 luglio 1887. Si contavano 300 fedeli. Fu nominato parroco don Tommaso Pezzoli il 21 agosto 1887. La chiesa dedicata a S. Antonio abate venne ampliata nel 1898 e con sacrata il 26 novembre 1910; ACVB,fascicoli parrocchiali, S. Antonio Abbandonato; L. PAGNONI, Le Chiese parrocchiali... , II, p. 802. 5. La parrocchia di S. Rocco di Fontana fu eretta con decreto n. 1222 del 24 maggio 1884. Si contavano 413 fedeli. Fu nominato parroco don Giuseppe Ferraroli il 15 dicembre 1884. L'antica chiesa venne trasformata radicalmente nel 1700 a opera di Giovanni Moroni; ACVB,fascicoli parrocchiali, S. Rocco di Fontana; L. PAGNONI, Le Chiese parrocchiali... , I, p. 21. 6. Le Sacramentine erano state fondate in via Cavette, Bergamo, il15 dicembre 1882 da Gertrude (al secolo Caterina) Comensoli e dal beato Francesco Spinelli, sacerdote. Avevano come finalità l'adorazione continua del S.mo Sacramento e l'educazione delle fanciulle orfane e abbandonate. Nel 1889 l'Istituto subì un dissesto finanziario, dovuto a mancanza di capacità amministrativa di don Spinelli, che gestiva una fabbri ca in Borgo S. Caterina, andata persa con la chiesa e il convento di via Cavette. A don Spinelli fu imposto di lasciare l'istituto; egli si rifugiò a Rivolta d'Adda, dove dette inizio, con alcune suore rimastegli fedeli, all'istituto delle suore Adoratrici. La Comensoli con il consiglio di mons. Guindani e di mons. Gian Battista Rota, pro seguì in un'altra casa in via S. Alessandro la propria esperienza religiosa. Nel marzo 1892 con l'aiuto di benefiche persone e della Cassa di Risparmio venne riscattata la casa madre di via delle Cavette e le religiose poterono di nuovo ìnsediarvisi; ACVB, Visi ta Radini T., 149 (1907), monasteri, fascicoLo n. 16, ff.37Or-400v, Suore Sacramenti ne di Bergamo, con le varie case in città e diocesi; F. VISTALLI, Mons. Guindani..., p. 379-381; E. CAMOZZI, Diario..., I, p. 67; G. GALLINA, Il vescovo Geremia Bono melLi... , p. 344.
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II - Ancillae Charitatis, quae domum habent etiam in paroeciis locorum vulgo 1. Grumello del Monte; 2. Vertova; 3. Albino; III - Sorores a S. Ursula, quae in paroecia Albini inserviunt in asi lo infantili; IV - Filiae Charitatis vulgo Canossiane, quae domum habent etiam in paroecia vulgo Clusone; V - Religiosae Ursulinae, quae regunt asilum infantilem in paroecia Ponte di Nossa. E) Seminarium clericorum: eius dem patrimonium et fabrica Quoad seminarium clericorum notandum est: IO - Illius patrimonium hodie adauctum esse, tum solertia ac sagacitate administratorum, tum novo legato, quo donatum fuit, ita ut hodie pertingat summam libel larum italicarum quingentarum mil lium, deductis taxis gubernio civili solvendis, aliisque oneribus. Hoc patrimonium conflatur tum redditibus Debiti Pubblici Italici, assignatis loco bonorum immobi lium, quae a civili gubernio per notas leges eversivas ecclesiastici patrimonii usurpata fuerunt; tum oblationibus ac legatis piarum per sonarum, nec non proventibus deductis ex annuali administratio ne. IlO - Nunc completam tandem fuisse fabricam ecclesiae semina-
di uno dei tre canonicati di giuspa tronato del Capitolo, così avendo egli stabilito nelle tavole di fonda zione. I canonici onorari assistono alle sacre funzoni nelle solennità mag giori. 6 Collegiate. Nella diocesi non esistono col legiate. 7 Chiese e parrocchie. Le parrochie della diocesi sono 348, delle quali 5 di nuova erezione. Sedici parrocchie trovansi nella città e nel suburbio di Bergamo. Oltre le chiese annesse agli ospi zi ed ai conventi, vi sono in città altre 36 chiese sussidiarie alle par rocchie e 19 oratori. Le chiese ed oratori nel resto della diocesi sono circa 630. Tutte queste chiese ed oratori trovansi in ottimo stato e sono dotate a suffi cienza di arredi sacri. La cattedrale ed alcune parroc chie e coadiutorie posseggono ren dite annue per la manutenzione. Tutte le altre sono sostenute dalle oblazioni dei fedeli.
8 Conventi e monasteri. l padri cappuccini hanno due conventi ed un ospizio; un conven to i riformati, v'ha inoltre una casa dei chierici regolari somaschi, una dei padri della Compagnia di Gesù,
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4 APRILE 1891 e due ospizi agricoli diretti dai fra telli della Sacra Famiglia. Esistono altresì due monasteri di benedettine, uno di domenicane, uno di francescane, uno di clarisse e tre di orsoline. Le suore di S.Vincenzo de' Pao li posseggono due case e sono addette a più ospedali ed ospizi. Sono poi addette alla educazio ne delle fanciulle le figlie del S. Cuore, che hanno 4 case, le figlie della Carità che ne hanno due e tro vansi pure disseminate in vari comuni della diocesi, le figlie della S. Famiglia che ne hanno quattro, le serve della Carità con tre case, le canossiane con una. Tanto le orsoline che le suore di di S. Orsola diriggono un asilo d'in fanzia.
rii ipsius, convenienti elegantique fornice, nec non picturis aliisque ornamentis condecoratam, ac cae teris commoditatibus adauctam, ita ut aptior opportuniorque ad semi narii ipsius exigentiam et decorem plane evaserit'. Ill" - In eodem seminario pro clericis infirmis seu aegrotantibus novum valetudinarium, veteri de structo, ex parte a fundamentis con ditum fuit, ac plane conforme regu lis higienicis, quod summopere desiderabatur. F) Collegia scholastica episcopo subiecta - Praeter duo collegia epi scopo subiecta, de quibus mentio fit in prima relatione, extat aliud collegium, item episcopo subiec tum, in pago vulgo Valnegra, in quo alumni convictores et ex te m i ea, quae ad elementares, gimnasiales, commercialesque disciplinas per tinent, edocentur. G) Societates Catholicae - Ora toria pro adolescentibus Societates catholicae laico rum hominum pro Ecclesiae et Aposto licae Sedis negotiis promovendis, iuribusque tuendis, de quibus non nulla dixeram in prima relatione, adiuvante Deo, quam maxime his annis in civitate ac dioecesi excre verunt ac multiplicatae sunt; ita ut
9 Seminario.
Il seminario vescovile, di gran diosa e splendida costruzione, conta 325 convittori interni e 76 esterni. Il patrimonio del seminario, costituito nella massima parte in titoli di rendita italiana, in frutti di pii legati ed altri proventi, è al pre
7. La chiesa progettata dall'arch. Fanzago, posta la prima pietra il 25 maggio 1631, fu ulti mata nel 1676. La cupola, progettata dall'ing. Antonio Piccinelli, venne elevata nel 1889; C. PATELLI, Uomini ...• p. 59-60.
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sente considerevolmente aumenta to, sì che, comprese le rette pagate dagli alunni, ha un annuo introito di circa 50.000 Lire, delle quali cir ca 25.000 servono a mantenere gli alunni più poveri, ed il resto alle spese d'ordinaria manutenzione ed agli stipendi degli istitutori e dei maestri addetti alle scuole che vi sono annesse. Di recente venne portata a ter mine la chiesa annessa al semina rio stesso, ed abbattuta la vecchia, fu costruita una nuova infermeria conforme le più moderne esigenze dell' igiene. V'hanno in diocesi altri tre col legi soggetti al vescovo e fomiti di scuole elementari, ginnasiali, licea li e commerciali.
hodie fere in omnibus paroeciis ali qua ex his constituta reperiatur. Comitatus parochiales, qui a dioecesano comitatu, sedem haben te in hac civitate, reguntur, sunt octoginta, ad quos ultra tria millia ac ducenti socii pertinent. In civitate viget societas iuven tutis catholicae sub titulo Circolo di S. Luigi, cuius socii sunt quin quaginta ex civili coetu electi. Societates autem catholicae pro operariis seu artificibus universam dioecesim amplectuntur, et in prae cipuis paroeciis ac vicariis sunt constitutae, quibus plures aliae minores associationes eiusdem generis adnectuntur". In civitate extat societas nuncu pata Circolo Operaio di S. Giusep pe, quae in dies augetur et floret, ita ut hodie constet mille et sex centis sociis. Extat praeterea Societas Catho lica Iuvenilis pro mutuo adiutorio, cuius socii hodie sunt tercenti et tri ginta'. In dioecesi vero plures, ut dixi,
8. Il IO gennaio 1884 era stata fondata la Federazione operaia con Mutuo Soccorso. Era la prima società istituita in diocesi con forma federativa. Aveva la sede a Ponte S.Pie tro: N. REZZARA, Il Movimento Cattolico..., pA8. Nel 1887 era stata istituita l'U nione Diocesana delle Società Operaie Cattoliche per coordinare le varie associazioni di mutuo soccorso; M. FIORENDI, L'azione sociale..., p.315. 9. L'Associazione cattolica dei giovani per il Mutuo Soccorso si ispirava alle Società operaie cattoliche omonime, ed era legata al Circolo S. Luigi e alla Gioventù Cattoli ca Italiana. Fu fondata nel 1881 fra i giovani degli oratori cittadini. Sullo sviluppo dei circoli e dei comitati parrocchiali, cf. F. VISTALLI, Mons. Guindani ..., p. 385-443, 450-467.
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numerantur operariorum catholi corum vel mutui adiutorii societa teso Praecipue sunt quae extant in paroeciis vulgo Romano, Seriate, Arcene, Trescorre Balneario, Brem bate di Sotto, Stezzano, Torre Bol done, Villa d'Almè, Bruntino, Sori sole, Ponteranica, Rosciano, Tel gate, Grumello del Monte, Tagliu no, Chiuduno. Addantur eiusmodi societates, quae extant in paroeciis regionis vulgo dell' Isola, et in paroeciis omnibus vallis Serianae Superioris et Inferioris, nec non vicariae Ver de/li, vallis Calepii, vallis S. Mar tini, vicariae Lallii, Burgi Tertii, vallis Imaniae. Hae praecipuae societates sunt viginti duo, quibus adscripti sunt ultra octo millia sociorum. Praeter dictas societates adsunt in variis civitatis paroeciis orato ria pro adolescentibus, ad quae die bus praesertim festivis conveniunt recreationis causa adolescentes, numero omnino plurimi. His ora toriis praesunt optimi sacerdotes, qui de pueris curam habent, ut pie ac religiose crescant, et a saeculi contagio, meliori quo fieri possit, modo, immunes serventur. Adsunt etiam particularia ora toria pro studiosa iuventute. Puellae autem, diebus praeser tim festivis domus monialium fre quentant, et ab iisdem custodiun turo
Vi sono altresì altri convitti e pubblici e privati per ambo i sessi. Buon numero degli educatori femminili son diretti, con immen so profitto, da istituti religiosi.
lO Collegi, ospizi, ospedali, società cattoliche, confraternite, ecc. Oltre al manicomio ed all' ospe dale maggiore, non mancano in dio cesi altri ospedali ed ospizi per gli inabili al lavoro, per i sacerdoti vec chi, per le fanciulle pericolanti, per le pentite, e più asili d'infanzia. Generalmente però gli ammini stratori di queste opere pie non sono soggetti al vescovo. Numerose sono nella diocesi le associazioni cattoliche. In tutte le parrochie v'ha una sezione della Società per gl'Inte ressi Cattolici, costituita da 80 comitati parrocchiali dipendenti dal comitato diocesano che ha sede in Bergamo. Conta tal società oltre 3.200 ascritti. Cinquanta giovani di chiara con dizione costituiscono il Circolo di S. Luigi, pure in Bergamo.
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In tutta la diocesi fioriscono anche le associazioni cattoliche operaie, che hanno sede nelle prin cipali parrocchie e vicarie. I maggiori nuclei di tale asso ciazione sono 22, e contano oltre 8.000 iscritti. Il Circolo operaio di S. Giusep pe in città ha 1.600 soci. Ha pure sede in Bergamo la Società giovanile di Mutuo Soc corso, con 330 soci. In moltissime parrocchie esi stono congregazionie giardini festi vi per i giovani, che vi accorrono numerosi, mentre le fanciulle fre quentano le congregazioni ed i ricreatori annessi ai monasteri.
In civitate adest etiam institutio Scholarum Piarum, pro adolescen tulis operariis instruendis tempore hiemali horis vespertinis. In his addiscunt praeter cate chismum dioecesanum, etiam pri ma elementa scholarum primaria rum, scilicet legere, scribere, ac aritmethicam, nec non prima rudi menta architecturae pro fabrìlibus artibus. Dictis scholis praesunt sacer dotes, qui omnia curant, quae ad alumnos et magistros pertinent. Etiam in pluribus ruralibus paroeciis extant varia instituta pro adolescentulis custodiendis edu candisque. In civitate iam a pluribus annis institutum fuit a catholicis pium Opus, quod appellatur Cucìne Eco nomiche, quodque valde prodest pauperibus alendis'".
Zelanti sacerdoti sono addetti all' opera delle Pie Scuole in Ber gamo, per l'istruzione dei giova
lO. L'Opera cucine economiche fu fondata per iniziativa del Circolo S. Luigi; l'intento era di combattere soprattutto la pellagra che aveva un tasso di mortalità sulla popola zione bergamasca del 21% circa. L'Opera si diffuse in varie località della diocesi. Furono istituite anche delle locande sanitarie, a metà tra le cucine economiche e gli ospedali. I pellagrosi ospedalizzati in manicomio nel 1882 erano 1'80% dei ricoverati, nel 1894 erano scesi all' II %. Da questa e dalle precedenti note, appare quanto il movi mento cattolico a Bergamo non corrispondeva in pieno alle finalità di Paganuzzi nel l'Opera dei Congressi che manteneva strettamente unito il problema politico-religioso e quello sociale, sino a farne di entrambi un'unica causa essenzialmente cattolica. Ne risultava per l'Opera un fine prettamente religioso, sino a diventare un'azione cattoli ca e insieme un partito cattolico, equivoco che ne segnerà la fine. Rezzara nel con gresso di Vicenza del 14-17 settembre 1891 aveva sottolineato la scarsa sensibilità della pastorale alle condizioni di lavoro e di vita del mondo rurale e operaio, tanto da non essere considerate come problema impegnativo per la vita religiosa in genere e per il ministero sacerdotale. La "Re rum novarum" fu provvidenziale per aprire nuove strade in quel campo; Il ventennio delle cucine economiche, in L'Eco di Bergamo 13-14 gennaio 1902; ASV, S. S. Ep. Mod., 1894, R. 12 F. I f. 7r-8v impegno dell'opera nel gennaio 1894; F. VISTALLl, Mons. Guindani , p.454, 459; M. FIOREND!, L'a zione sociale..., p.316-317; C. SNIDER, Gli ultimi , p. 75-76; P.A.GIOS, Nicolò Rez zara ... , p. 48-52.
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Confraternitates et piae asso ciationes - His omnibus catholicis societatibus et institutis addendae sunt confraternitates SS. Sacra menti, quae in omnibus paroeciis civitatis et dioecesis sunt constitu tae. Item in omnibus fere paroeciis adest pia associatio Tertii Ordinis S. Francisci Assisiensi. Denique adsunt plurimae aliae piae associationes virorum et mu lierum, quas nimis longum esset singillatim recensere. Praetera in praecipuis paroeciis adsunt congregationes pro matri bus et patribus familias in-struen dis, quibus proprii parochi oppor tunas conciones habent singulis mensibus. Habentur etiam ac florent in omnibus paroeciis congregationes Marianae pro iuventute utriusque sexus. Ceterum recolatur prima rela tio supra allegata.
netti operai nelle sere d'inverno: oltre il catechismo ivi s'insegna loro a leggere e scrivere l'aritmetica ed i primi rudimenti del disegno appli cato alle arti. In molte parrocchie della cam pagna esistono pure istituti per edu care e custodirvi la gioventù. A tutte queste istituzioni si aggiunga quella delle Cucine Eco nomiche, mantenute dalle società cattoliche con grandissimo vantag gio dei poveri. In tutte le parrocchie poi della diocesi esiste la confraternita del Santissimo Sagramento, ed in qua si tutte altresì la Pia Associazione del Terz'Ordine di S. Francesco. Oltre a varie altre società catto liche e congregazioni di minor con to sparse in tutta la diocesi, nelle principali parrocchie trovansi eret te pure le Congregazioni dei capi di famiglia, e la Congregazione mariana per la gioventù.
Caput 1/ De Episcopo
Capo II
Del Vescovo
Residentia - I Residentiae prae ceptum a sacris canonibus, concilio Tridentino, et constitutione Urba na impositum fideliter semper adimplere curavi. Non solum nun quam abfui ultra menses concilia res, sed nullo unquam tempore a dioecesi abfui, exceptis paucissimis
1 Residenza. Ha sempre osservato il vescovo l'obbligo della residenza; e duran te nove anni si assentò solo pochi giorni per assistere la madre moren
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te, per curarsi di una gravissima malattia e per recarsi ad Limina.
diebus, quibus adsistere debui infir mae matri meae, quum adhuc vita frueretur, vel ad valetudinem recu perandam post morbum, quo ajJlic tusfui. Visitatiopastoralis totius dioe cesis - II Totam dioecesim, quae magna ex parte per montes ac val les extenditur et longe lateque non parum patet, per me ipsum semel visitavi, cum proposito, iterum, si Deus me adiuvet, eam per meipsum, aut per alios, quam primum, visi tandi". Singulis insuper annis visitatio fit per vicarios foraneos in respec tivis vicariis, qui postea, de visita tione peracta, relationem ad curiam nostram mittunt. Sacrae ordinationes et admini stratio Sacramenti Confirmationis III - Sacras ordinationes, statutis temporibus, per meipsum peregi. Tempore autem, quo aegrotavi, per alium episcopum, litteris dimisso rialibus a me datis, alibi peractae sunto Confirmationis sacramentum infesto Pentecostes solemniter quo vis anno in cathedrali ecclesia administravi. Quod praeterea admi nistravi in pastorali visitatione dioecesis; diebus festis, praesertim
2 Visita.
Ha visitato personalmente tutta l'estesissima diocesi; e ciascun anno i foranei debbono spedirgli relazione della visita che fanno nel le rispettive vicarie.
Il. Nonostante il desiderio qui espresso, mons. Guindani non effettuò una seconda visita pastorale, ma si recò nelle parrocchie per altri impegni occasionali. A compimento della prima egli scrisse alla diocesi la lettera "Solleciti per l'adempimento delle san te leggi della Chiesa..." 6 febbraio 1890, dedicata prevalentemente alla grandezza e alle responsabilità del sacerdozio presbiterale; ACVB, Lettere pastorali Libro nì l l ; F. VISTALLI, Mons. Guindani ..., p. 635-639.
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solemnioribus, in sacello episco palis palatii, ac saepissime in diver sis dioecesis paroeciis, ad quas vel occasione festivitatum, quae ibi celebrabantur, vel alia de causa, me contuli; denique etiam in pri vatis domibus, quoties vocatus fui, infirmis personis semper admini stravi. Sinodus dioecesana - IV Sino dum dioecesanam cogere ac cele brare vehementer optabam. Verum hactenus gravibus negotiis pro dioe cesis regimine praeoccupatus, atque aliis de causis impeditus, non potui votis meis satisfacere. Attamen qua m citius, si Deus me adiuvet, spero me illam celebraturum, dum modo nonnullae difficultates, de quibus infra aliqua innuam, subla tae sint, ut ex sinodo copiosiores fructus colligi valeant. Animadvertendum insuper puto, impraesentiarum, etsi utillima sem per evadat sinodus dioecesana, tamen in hac dioecesi urgentem necessitatem dictae sinodi cogen dae non existere, quum neque cleri disciplina neque status seminarii, nec populi bonum spirituale, ali quod grave remedium expostulent, quod nonnisi per sinodum dioece sanam haberi possit. Praedicatio Verbi Dei - V Ver bi Dei praedicationi semper pro viribus per me ipsum operam dedi. In pastorali visitatione nunquam intermisi populum edocere, et qui
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3 Ordinazioni. Nei tempi stabiliti ha conferito personalmente i sacri Ordini; che però durante la sua lunga e grave infermità furono amministrati da un altro vescovo da esso delegato con lettere speciali. In ogni anno amministra la sacra Confermazione nella cattedrale ed anche nei dì festivi nella cappella dell' episcopio, e spessissimo, spe cie in occasioni festive, in varie par rocchie della diocesi.
4 Sinodo diocesano. Gli è riuscito impossibile fin qui adunare il sinodo diocesano, quan tunque lo desideri ardentemente.
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5 Predicazione. Non trascura occasione per predicare al popolo la parola del Signore, sia nella cat tedrale in tutti i dì festivi, che in altre chiese in altri giorni solenni, e tutte le volte che conferisce la sacra Confermazione. Ciò ha fatto altresì in tutte le parrocchie, e in taluna anche più volte al giorno, durante la visita pastorale. Non tralascia d'inculcare conti nuamente e con buon risultato, ai parrochi ed ai sacerdoti l'obbligo della predicazione, specialmente nella quaresima, nel mese mariano e nelle principali solennità.
dem singulis in paroeciis iterum atque iterum etiam in eadem die. Quoties Confirmationis sacra mentum publice administro semper exhortationem opportunam ad con firmatos, ad patrinos, ad parentes caeterosque habeo. Festis solemnioribus semper in cathedrali ecclesia homiliam ad populum habui, nisi aliqua iusta causa impeditus fuerim. Saepissi me, quum ad varias paroecias rura les pergo ratione alicuius festivita tis, vel alia de causa, Verbum Dei praedicare, populumque iuxta diversa rerum adiuncta monere non desino. Praeterea singulis in paroeciis frequentissime per parochos alios que sacerdotes ac praedicatores, tum singulis diebus festivis, tum in quadragesima, nec non occasione multarum festivitatum, quae ubique saepe celebrantur, nec non in tri duanis vel novendialibus functioni bus, item in mense maio, alicubi etiam in mense iunio et octobri, denique in spiritualibus exercitiis ac missionibus, quae frequenter passim populo dantur, Verbum Dei perabundanter praedicatur. Depositarius poenarum - VI Non extat depositarius poenarum, et mulctarum pecuniarum, quia hodie, ut notum est, huiusmodi poe nae non adhibentur. Cancellaria episcopalis - VII Officiales cancellariae episcopalis
6 Depositario delle multe. Non esiste il depositario delle multe, non venendo oggidì appli cate tali penalità.
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annuum stipendium certum et prae finitum accipiunt, quod sumitur de cumulo taxarum, quae in curia sol vuntur. Si vero cumulus praedictus non sufficiat, suppletur reditibus mensae episcopalis. Emolumenta autem in eadem cancellaria epi scopali exiguntur, servata taxa, quae statuta fuit per concordatum inter Sanctam Sedem et Austriae impe ratorem, quae plus minusve servatur in omnibus curiis provinciarum anti qui regni Longobardi, nec multum differt a taxa Innocentiana. Iurium Ecclesiae defensio, ac custodia - VIII Compertum omni bus est, et praesertim Sanctae Sedi, qualis sit Ecclesiae Catholicae con ditio in Italia sub praesenti civili gubernio; quot leges Ecclesiae ac religionis iuribus repugnantes con ditae sint et vigeant. Qua de re episcopus hisce ad versis temporibus difficillime pro prium explere potest pastorale offi cium. Attamen pro viribus, meliori, quo possum, modo, adlaboro, ut Ecclesiae iura, quoad possibile sit, in tuto sint posita, ac serventur. Addere etiam debeo me ple rumque in hac dioecesi obtinere a civilibus potestatibus, ut Ecclesiae iura serventur, neque impediatur exercitium pastoralis officii mihi commissi".
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7 Cancelleria vescovile. Dai proventi di cancelleria si preleva uno stipendio fisso per tut ti gli officiali della cancelleria stes sa: quando non siano sufficienti vi supplisce la mensa vescovile. Le tasse di cancelleria sono quelle convenute nel concordato ultimo fra la Santa Sede e l'Impero Austro-Ungarico, che poco diffe renziano dalle Innocenziane. 8 Libertà di giurisdizione. A tutti è noto quante difficoltà attra versino oggidì la libertà di giuri sdizione vescovile.
12. In queste righe traspare una velata allusione di mons. Guindani a sua difesa dalle pole miche e dalle critiche di cui era oggetto nel suo ministero, caratterizzato dalla non
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De paroecia vulgo Clusone Verum deplorandum quam maxime est id, quod anno 1889 in paroecia loci Clusone, contigit, quodque adhuc perdurat, scilicet sequestra tio perpetrata a civili auctoritate fructuum ac reddituum beneficii parochialis illius ecclesiae, nec non parochialis domus/l.
In generale l'ordinario nella difesa dei diritti della sua Chiesa ha sempre trovato facilitazioni da parte del potere civile.
intransigenza e perciò sgradito a una parte del clero schierato su posizioni opposte, come si vedrà più oltre. La linea del vescovo seguiva, sebbene con modalità e toni diversi, quella di mons. Bonomelli a Cremona. Dopo la ventata conciliatrice del 1886 1887 (cf. nota n. 21 e 22), nei favorevoli alla conciliazione era rimasta l'amarezza e il risentimento di speranze legittime, deluse prima ancora delle proposte concrete che avrebbe dovuto avanzare la Santa Sede e il governo italiano; nei contrari trovava posto la soddisfazione per la conferma data dai fatti ali' impossibilità della composizione del conflitto tra Stato e Chiesa sulla base di concessioni reciproche. Il risultato, commen ta Snider, era stato un accresciuto senso di reciproca diffidenza, di intransigenza riaf fermata nei rapporti tra Chiesa e Stato, fra cattolici e liberali, e nell' interno del setto re laico, tra gli stessi cattolici. Alla difficile posizione di Guindani s'era aggiunto anche un pretesto, per il suo saluto in S. Maria Maggiore a re Umberto in visita a Bergamo nel 1890, e la presenza della bandiera nazionale nelle feste delle associazioni cattoliche, oltre alcuni altri comportamenti ritenuti troppo filo-liberali. Nell'udienza dell'8 giugno 1890 a mons. Bonomelli, Leone XIII aveva dichiarato che i vescovi delle regioni settentrionali d'Italia convenivano tutti sulle tendenze liberali del quadrilatero Piacenza-Cremona-Milano-Bergamo, temeva reviviscenze rosminiane in Lombardia, esigeva a ogni costo la sovranità territoriale; B. BELOTrI, Storia di Ber gamo ..., VI, p. 255, 297; C. BELLO', Geremia Bonomelli, p. 96 passim; IDEM, Gere mia Bonomelli vescovo di povera..., p. 296-299; R. AMADEI, Alla conquista... , p.263; P.A. GIOS, Nicolò Rezzara..., p. 157 passim C. SNIDER, Gli ultimi ..., p. 72, 432pas sim ; G. GALLINA, Il vescovo Geremia Bonomelli... , p.329-335; D. MENOZZI, Tra riforma e restaurazione. Dalla crisi della società cristiana al mito della cristianità medioevale (1758-1848), in La Chiesa e il potere politico..., p.802-806. Pio IX con la Nostis et Nobiscum aveva delineato il rapporto chiesa-società. Modificare i rapporti di classe era andar contro i comandamenti di Dio; G. BATIELLI, Santa Sede e vesco vi nello stato unitario. Dal secondo ottocento ai primi anni della Repubblica, ibid. p. 809-854. 13. Era arciprete di Clusone dal 1876 don Giovanni Rizzoli (nato a Cenate S.M. il 15 gennaio 1849, ordinato sacerdote il 25 maggio 1872, arciprete di Clusone il 27 giugno 1876, morto il 22 giugno 190 I), di carattere focoso e non sempre prudente avversario dei liberali. Da un rapporto del consiglio comunale di Clusone al prefetto della Provincia e trasmesso al ministro di Grazia e Giustizia, onorevole Giuseppe Zanardelli, il 6 apri le 18891'ing. Virgilio Castelli, subeconomo dei benefici vacanti di Clusone, intimava, su nota del 30 marzo n. 8191-5538, all' arciprete la consegna del beneficio e lo sgom bero immediato della canonica, motivando la decisione per la continuata e prolungata assenza del beneficiato dalla parrocchia. Don Rizzoli lasciava l'abitazione con prote ste, rifugiandosi in una abitazione privata. All'opinione pubblica egli fu presentato come un martire. Venne aperta una sottoscrizione per la raccolta di denaro tra il clero, che diede la somma di L.693.30. Tra i sottoscrittori vi era il celebre cavaliere avvoca
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Contra tam gravem ac fortasse nostris temporibus unicam laesio nem iurium Ecclesiae ac usurpa tionem statim per meas litteras ad regium ministrum protestatus sum. Deinde per litteram circularem ad clerum populumque huius dioece sis missam, et in omnibus paro chialibus ecclesiis die festo publi catam ac explicatam a parochis, Ecclesiae iura vindicavi, ac de per petrata iniusta et sacrilega usur patione conquestus atque protesta tus sum. Id factum fuit saepe etiam a
Un solo fatto veramente spiace vole, e che tuttora perdura, si è veri ficato; ed è il sequestro di tutte le rendite appartenenti al beneficio ed alla parrocchia di Clusone, ordina to dall' autorità governativa nel
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to Lorenzo Rota Rossi (2 gennaio 1829-13 gennaio 1906) consigliere provinciale nel 1868, deputato effettivo della Deputazione provinciale dal 9 agosto 1886 sino alla morte). Tuttavia non convinceva completamente la personalità di don Rizzoli, intran sigente e schierato sulle posizioni di don Albertario e de L'Osservatore Cattolico. Durante le elezioni provinciali del 1891 don Rizzoli, si era opposto agli altri parroci del la valle, sostenendo un candidato diverso da quello proposto dal Comitato elettorale diocesano bergamasco. Nel febbraio 1895 avvenne la restituzione del beneficio; per l'occasione Paganuzzi, sostenitore di don Rizzoli gli consegnò un' onorificenza nel cor so della festa organizzata per l'avvenimento. Sul caso il vescovo aveva inviato alla dio cesi la lettera "Nei momenti di maggior amarezza..." lO aprile 1889. La posizione di mons. Guindani accusato da Rizzoli di collusione col governo ne uscì discussa. Il vica rio generale G. Arcangeli con Medolago Albani, rimasti su una linea neutrale, trattaro no nel 1894 anche questo problema con mons. Radini Tedeschi, allora ufficiale della Segreteria di Stato; ACVB, Sacre ordinazioni 1854-1880 (ms)ff.nn.; Sacerdoti defun ti dal 1901.. Lettere pastorali Libro n° Il; cf. in L'Eco di Bergamo 9 aprile 1889 "Atti di Clusone", 10 aprile "Il ministero di Grazia e Giustizia e il m. rev. arciprete di Clusone", "L'autorità ecclesiastica diocesana e la violazione del diritto ecclesiastico", Il aprile "Mons. Vescovo di Bergamo e l'arbitrario sequestro del beneficio arcipresbiterale di Clusone" lettera di Guindani ai parroci, 12 aprile "La Gazzetta Provinciale e gli arbitrii ministeriali a Clusone", 3 maggio "In protesta contro l'arbitrario..." cui segue la lette ra di ringraziamento di Rizzoli, 2 maggio, agli oblatori; per i commenti sulla riconsegna del beneficio e la sottoscrizione aperta per concorso nelle spese sostenute nella causa, cf. ibid. 28 febbraio, 3,14 e 27 marzo 1895;15-16 gennaio 1906; cf. Congr. AA.EE. SS., Stati Italiani, n. 147, il fascicolo contiene due lettere di mons. Guindani, 19 e 30 mag gio1890, una lettera di don Bartolomeo Giudici parroco di Bottanuco, un esposto di don G. Rizzoli, 9 giugno 1890, il Memoriale di mgr. Guindani, Vescovo di Bergamo, contro e RR. e da questa tra don Giovanni Rizzoli arciprete di Clusone, presentato alla S.c. smessa al S. Officio, Il giugno 1890, una lettera di mgr. G. Arcangeli, 7 luglio 1890; Mon signor Pier Luigi Speranza ... , p. 432-435; R. AMADEI, Alla conquista..., p. 263; G. BATTELLI, Un Pastore..., p. 125-127; P.A. GIOS, Nicolò Rezzara ..., p. 87, 89, 134, 220-225; E. CAMOZZI, Diario ..., I, p.753-754.
vv.
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duo bus diariis catholicis, quae in hac civitate publicantur". Quinimmo, ut ex una parte magis magisque tam gravis intru sio saecularis auctoritatis in eccle siastica beneficia reprobaretur, et ex altera meliori, quo fieri poterat modo, parocho praedictae eccle siae provideretur, per diarium L'E co di Bergamo collectae fuerunt oblationes fidelium ad eundem parochum adiuvandum, ut Eccle siae iura apud civilia tribunalia tue ri ac vindicare posset. Summa dictarum oblationum, quae pertingit ad circiter septin gentas Libellas Italicas tradita fuit parocho illius ecclesiae. Insuper missafuù ad regium ministrum peti tio scripto redacta, ac a me una cum membris municipii dicti loci subscripta, qua expostulatur, ut parochus illius ecclesiae in pristi num statum redintegretur, et, seque stro sublato, eidem beneficii paro chialis redditus tradantur, quibus libere, prout ius ecclesiasticum sta tuit, frui valeat. Huius petitionis exitus adhuc ignoratur. Haec hucusque egi, ut omnibus, quibus possibile fuit, modis, Ecclesiae iura defenderem,
Appena ciò avvenne non mancò il vescovo di ricorrere al regio mini stro; di far solenne protesta contro tale usurpazione, sia con lettere cir colari fatte leggere e spiegare al popolo nelle parrocchie in giorni festivi, sia col mezzo dei giornali cattolici cittadini, dai quali furono pure aperte soscrizioni per provve dere al sostentamento di quel par roco ed alle spese di lite da intentare innanzi i tribunali; sia col rimettere al prefato ministro una petizione firmata dall'Ordinario e da tutti i componenti quel municipio, perché dette rendite fossero restituite.
14. Erano L'Eco di Bergamo, quotidiano, dal l" maggio 1880, e Il Campanone, settimanale, dal1885, di cui più oltre; R. AMADEI, Alla conquista ..., p. 261-262; M. FIOREN DI, L'azione sociale..., p.317; G. VERGA, Il Movimento Cattolico a Bergamo alla fine dell'Ottocento attraverso il settimanale "Il Campanone", in Bergomum... , 89 (1994), p. 111-152; M. GELFI, Periodici cattolici a Bergamo 1797-1914, in collabo razione con il Comitato Provinciale dell'Istituto per la Storia del Risorgimento Italia no, in Ateneo di Scienze ..., 56 (1993-1994), Bergamo 1994, p. 121-133.
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nullumque in posterum remedium, si extiterit, praetermittam; nec um quam conquiescam, donec omnia illius paroeciae iura in tuto omnino posita conspiciam. Attamen tacere nec possum, nec debeo causam tam gravis ac uni cae usurpationis repetendam quo que esse a ratione agendi ipsius parochi praedictae ecclesiae. Ipse enim imprudenter admo dum sese gessit, nec unquam pro prii episcopi consiliis adhaerere voluit, quinimo independenter et cum spretu auctoritatis proprii epi scopi, omnia pro suo lubitu egit, quippe qui sibi persuasum habeat se non indigere episcopi sui consi lio. Hoc suo insubordinationis ac independentiae spiritu ductus, im prudentissime ac futilibus de cau sis plurimorum aversionem in se concitavit.
De diario mediolanensi vulgo L'Osservatore Cattolico - Huiu smodi autem agendi ratio illius parochi adscribenda est etiam dia rio illi mediolanensi quod appella tur L'Osservatore Cattolico", quod 15. L'Osservatore Cattolico, diretto da don Davide Albertario e don Enrico Massara, a Milano, era su posizioni intransigenti e ospitava nelle sue pagine le accuse di liberali smo contro mons. Guindani, il movimento cattolico bergamasco e L'Eco di Bergamo, (così come rimasero celebri i contrasti durati un ventennio tra mons. Bonomelli vesco vo di Cremona e quel giornale, favorito da personalità della Curia Romana e da alcu ni vescovi lombardi). Don Albertario dava spazio alle questioni giudiziarie già accen nate, nelle quali mons. Guindani sembrava soccombere, e sosteneva don Rizzoli del qua le aveva pubblicato una lettera diffamatoria. Il prestigio de L'Osservatore Cattolico era alto a Bergamo dai tempi di mons. Speranza che ne raccomandava la lettura e la dif fusione, avendo anche nel 1876 firmato coi vescovi di Como, Lodi, Crema e Pavia, un indirizzo al card. Alessandro Franchi, segretario di Stato, a favore del giornale.
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Non mancherà il vescovo di porre in opera tutti i mezzi a sua disposizione per rivendicare i dirit ti di quella parrocchia.
que impune bonis omnibus e clero populoque mirantibus et dolenti bus, a pluribus annis animos exei tat in hac dioecesi contra episco pum, eosque approbat et exaltat, qui iuxta agendi modum parochi loei Clusone nil aliud curant, nisi
Osserva Bello' che per la mancata o tiepida adesione alla politica vaticana si dava la fama di liberale. In Lombardia L'Osservatore Cattolico, condirettori Massara e Albertario, con altri giornali locali, L'Unità Cattolica di Firenze e L'Osservatore Romano, radi calizzò quella posizione, con linee politico religiose tali da portare a un consenso obbli gante in coscienza. Il campo dei cattolici si divise tra fautori dell' opposizione agli svi luppi della rivoluzione liberale italiana e i seguaci di una ipotesi conciliatorista. Mons, Bonomelli a Cremona dopo la firma del memoriale aveva ridimensionato il suo gesto con una lettera di solidarietà a rnons. Luigi Nazari di Calabiana, arcivescovo di Mila no, trasferito da Casale Monferrato dopo che mons, Angelo Ballerini non gradito all' autorità politica e a una forte fazione locale come successore di Romilli, era stato pro mosso al Patriarcato di Gerusalemme. Don Albertario aveva ricevuto lodi da Pio IX per la fedeltà dei redattori, lo zelo nel confutare gli errori, smascherare le insidie, procla mare la messa in guardia dai sofismi dei liberali e dei conciliatoristi, come era avvenuto nel IV convegno dell'Opera dei Congressi a Bergamo nell'ottobre 1877. In occasione della morte di Vittorio Emanuele II il tono del giornale era stato inverecondo. La rea zione del clero antialbertariano presso mons. Calabiana, aveva provocato l'intimazio ne dello scioglimento del consiglio di redazione di quel giornale e l'intervento di alcu ni vescovi lombardi. Il segretario di Stato aveva scritto al vescovo di Como deploran do la minacciata chiusura del giornale e assicurando che l'autorità ecclesiastica avreb be impedito ciò. Il card. Vannutelli nella lettera a don Albertario faceva presente che nell' interesse della causa, L'Osservatore Cattolico doveva astenersi da quanto poteva offen dere o incitare le persone, pur nella fedeltà della difesa dei principi. Con mons. Guin dani i rapporti erano ancor più tesi. Don Bartolomeo Giudici, parroco di Bottanuco, ave va scritto alla congregazione dei Vescovi e Regolari il 18 febbraio 1891, accusando il vescovo di aver organizzato e fondato L'Eco di Bergamo in odio al quotidiano dei cat tolici milanesi, con un atteggiamento conciliatorista. Il direttore del quotidiano, Caironi, smentì tali affermazioni, cui si aggiunse il vescovo di Brescia, mons. Verzeri, e di Como, mons. Carsana, La linea intransigente di Albertario, con i limiti posti all' effi cacia di un giornalismo del genere anche per gli eccessi nella formulazione del suo pensiero politico e per le intemperanze del carattere, con episodi processuali clamorosi (celebre quello intentato dall'abate A. Stoppani), ebbe un cambiamento quando colla borò con lui nella direzione del giornale l'on.le Filippo Meda. La lotta spesso assai dura tra L'Osservatore Cattolico e alcuni vescovi, Bonomelli, Guindani, Scalabrini, Bersani, e arcivescovi, Calabiana e Gastaldi, "mise in evidenza, nota Bello', "quella linea tendenziosa di subintrodursi nelle chiese locali, saltando l'autorità vescovile che carat terizzò il giornale. La S. Sede rimase pìu volte imbarazzata da questa difesa ad oltran za del cattolicesimo papale"; F. VISTALLI, Mons. Guindani..., p. 547-550; G. MAR TINA, s.j., Pio IX (1867-1878)..., p. 512; C. BELLO'. Geremia Bonomelli, p. 70-76; IDEM, Geremia Bonomelli vescovo di povera ..., p. 106-199; IDEM, Società ..., p. 32, citazione, 55; R. AMADEI, Alla conquista ..., p. 263; C. BELLO', Società..., p. 35; C. SNIDER, Gli ultimi..., p. 204 passim; P.A. GIOS, Nicolò Rezzara..., p. 97 passim; G. GALLINA, Il vescovo Geremia Bonomelli..., p.331.
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4 APRILE 1891 Non può peraltro nascondere che veramente la causa del deplo revole accadutodee ripetersi in gran parte dal contegno poco corretto di quel parroco, che, senza tener con to dei suggerimenti del proprio superiore, volle agire indipenden temente, ritenendo non aver biso gno dei consigli del vescovo; inco raggiato a ciò anche dagli scritti dell'Osservatore Cattolico, di Mila no, che in questa, come in altre occasioni, non tralascia di osteg giare l'operato della curia vescovi le di Bergamo e di altre autorità ecclesiastiche.
proprii iudicii et voluntatis execu tionem, ac proprio episcopo con tradicere". Praefatum diarium in iis, quae in paroecia vulgo Clusone gesta sunt, quaeque numquam satis de plorari possunt, magnam habuit partem, et alia quoque mala in hac dioecesi operatur, quibus per me occurri nullo modo potest. De praecipuis operibus in bonum Ecclesiae expletis IX Quoad quaestionem hoc loco propositam, aliqua ex iis, quae, adiuvante Deo, hisce annis perfi cere potui, exponam, non ut mea ostentem opera, sed ut verum dioe cesis statum fideliter referam. Pium opus vulgo Obolo di S. Pietro A) Adlaboravi ut fidelium obla tiones ad summo pontifici subve niendum in dies augerentur. Idcirco curavi, ut opus, quod vulgo dicitur Obolo di S. Pietro, magis magisque in totam dioecesim diffunderetur ac floreret. Ad eiusdem operis incre mentum promovendum saepe in homiliis, quas festis solemnioribus ad populum habeo, nec non litteris pastoralibus seu circularibus hor tatus sumfideles, ut generosius pro viribus eleemosinas pro summo pontifice erogarent ad illius levan-
9 Opere speciali.
Degne del massimo encomio sono le opere speciali eseguite e promosse dal vescovo di Bergamo, per diffondere nel suo gregge e mantenere viva la divozione alla Sede Apostolica.
16. Sugli ecclesiastici cui allude mons. Guindani, cf. note successive nn. 50 e 56.
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Infatti oltre all' avere eretto cin que nuove parrocchie e concorso con cospicue offerte al risarcimen to e all'abbellimento di più chiese ed oratori, ha promosso con tutto ardore l'opera dell'Obolo di S. Pie tro, sì che la sua diocesi vi contribuì nelI' ultimo novennio con circa 73.000 lire, senza tener conto di altre offerte in danaro direttamen te rimesse al santo padre, in più occasioni.
dam inopiam". Ad eumdem finem varias dedi parochis monita et instructiones. Fructus vero prae dicti operis colligi possunt ex opu sculis quae quovis anno tipis edun tur; et quibus ratio omnium obla tionum collectarum exactissime red ditur. Eu prospectus oblationum, quae in hac dioecesi ab anno 1883 usque ad praesens tempus collectae fue runt, ac traditae summo pontifici. Anno 1883 tribus diversis tem poribus traditae fuerunt summo pontifici Lib. Ita/. 11.600 anno 1884 duabus vicibus 12.500
17. Per la quaresima mons. Guindani inviò al clero e alla diocesi le lettere pastorali con temi vari, tra cui la frequenza ai sacramenti e l'ascolto della Parola di Dio "Il sopravvenire del sacro tempo della quaresima..." 15 gennaio 1883 ; rinuncia a giornali irre1igiosi"Il Sommo Pontefice Leone XIII..." 2 febbraio 1884; obbedienza alla Chiesa e istruzione cristiana dei figli" Come di Gesù Cristo..." 1 febbraio 1885; sul giubileo vvi abbiamo poc'anzi annunciato..." 15 febbraio 1886; sulla fedeltà ai principi religiosi "E si eccel so il fine ..." 2 febbraio 1887; pratica di buone opere "Reco a vostra notizia..." 28 gen naio 1888; "Per la imminente quaresima..." 14 febbraio 1889; sull' ultimazione della visita pastorale "Solleciti per l'adempimento..." 6 febbraio 1890; messa in guardia sul la Lega per l'educazione del popolo "Al principiare del sacro tempo quaresimale..." 25 febbraio 1891; "Vi trasmettiamo..." 15 febbraio 1892 unendo anche due lettere del l'episcopato lombardo. Le lettere encicliche di Leone XIII furono presentate da mons. Guindani o con lettera o con circolare; nel centenario della nascita di S. Francesco egli inviò con la lettera" Compiendosi..." 3 novembre 1882, l'enciclica di Leone XIII "Avventurosamente è dato alla cristianità..."; alla lettera "La santità di nostro signo re Leone papa XIII..." 18 settembre 1883 unì l'enciclica per il rosario "Dall'ufficio che esercitiamo..." 1 settembre; spedì il14 gennaio 1884 una circolare sul decreto del la congregazione dei Riti per la recita dopo la messa di tre Ave Maria, la Salve Regi na e l'orazione propria; con la lettera" Vi comunichiamo..." 12 settembre 1884 presentò l'enciclica "L'anno scorso..." che dichiarava ottobre il mese del rosario; con la lette ra "Vi comunichiamo..." 15 novembre 1885 presentò l'enciclica "Immortale Dei" 1 novembre; portò a conoscenza il decreto" Vrbis et Orbis ", 24 settembre 1886, e l'en ciclica "Supremi apostolatus"; con la lettera "Sta molto a cuore..." 11 agosto 1888; commentò l'enciclica "Libertas" 20 giugno; il vicario generale Arcangeli con circo lare "D'ordine speciale del veneratissimo nostro vescovo ..." 14 settembre 1889, presentò l'enciclica "Quantunque abbiamo già più volte ordinato..." 15 agosto. In occasione della promulgazione dell'enciclica "Rerum novarum..." 15 maggio 1891, mons. Guin dani tenne sul tema in cattedrale l'omelia nella messa di Pentecoste il 17 successivo; ACVB, Lettere pastorali Libro n° I I.
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anno 1885 die 4 decembris ego ipse quum Romae eram occasione peragendi visitationem ad Limina, tradidi summo pontifici 10.000 die 4 ianuarii anno 1887 tradita e sunt eminentissimo cardinali secretarioStatus 12.000 anno 1887 tradita e 11.480 iterum fuerunt 5.000 anno 1889 5.000 anno 1890 anno vertente 1891 mense februario 5.000 72.580 Hae sunt oblationes collectae in hac dioecesi a Confraternitate S. Petri; sed addendae sunt aliae plures oblationes, quae a multis per alias personas ad Romam missae fuerunt, necnon recensenda sunt plurima dona, quae tradita sunt occasione iubilaei sacerdotalis Summi Pontificis anno 188718• 18. Mons. Guindani con lettera "Lieto di felici memorie e di care speranze è sorto il nuo vo anno..." 6 gennaio 1887, aveva esortato i fedeli a pregare e a offrire l'obolo "dell' amor filiale per la messa d'oro del santo padre". Alla fine del 1887 era stato organizzato un pellegrinaggio nazionale a Roma, per la ricorrenza giubilare del l o gennaio 1888. L'E co di Bergamo il 30 dicembre 1887 dava l'annuncio della partenza da Bergamo di 247 pellegrini, di cui 50 sacerdoti, con Rezzara e il provi cario Arcangeli. Il quotidiano nell' edizione del 12 gennaio 1888 nel dare notizia delle congratulazioni espresse dal card. Rampolla al conte Medolago Albani per le offerte di doni, pubblicava questo telegramma "Sua Santità ricevendo oggi i pellegrini bergamaschi, elogiò assai lo zelo, la saggezza e lo spirito di sacrificio del vescovo di Bergamo, chiamandolo assai bene merito della Chiesa, lo benedisse e gli augurò perfetta guarigione. Lodò Bergamo e aggradì l'obolo di L. 25.000. I vescovi assistenti incaricarono mons. Arcangeli di por gere le loro congratulazioni e i loro auguri a mons. vescovo di Bergamo". Il vescovo, come già accennato, aveva disposto, con lettere "Vi è ben noto..." 27 settembre 1887,
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Electiones municipales seu administrativae B) Curavi, ut catholici omnes huius dioecesis totis viribus coope rarentur electionibus administrati vis municipalibus et provincialibus, et curarent electionem virorum, qui illo in munere iura Ecclesiae, ope rum piorum et iuventutis instruc tionis, ac educationis fideliter ser varent atque tuerentur. Quamobrem tum viva voce, tum litteris circularibus saepe hortatus sum omnes et praesertim socios comitatuum parochialium, ut stre nue pro felici dictarum electionum exitu decertarent. Optime vero adlaborarunt omnes catholici Bergomenses hac de causa. Nam quovis anno adauc tus fuit numerus catholicorum con currentium ad urnas, ut vocant, administrativas, iuxta normam ipsis traditam ab episcopo per comita tum dioecesanum. Unde factum est ut hodie in dioecesi quamplurima municipia constent exclusive catho licis administratoribus, alia habeant inter propria membra ali quem ex catholicis; et in civitate
Ha costituito ed organizzato in tal modo Comitati elettorali catto lici, che mentre al presente molti comuni non sono amministrati che esclusivamente da cattolici, questi hanno pure i loro rappresentanti in tutti gli altri comuni, compreso quello della città di Bergamo, e la maggioranza del Consiglio Provin ciale è composta o di amministra tori cattolici o di conservatori che aderirono al programma cattolico. Nello stesso tempo, ed in omag gio alle ingiunzioni pontificie, ha impedito con ogni possa, e con ottimo risultato, l'intervento dei cat tolici alle urne politiche, alle quali per tal fatto concorre sempre appe na il quarto degl'iscritti. Ha promosso e fatto presentare al parlamento una protesta firmata da oltre 55.000 diocesani contro l'u surpazione dei domini della Santa Sede.
e con la circolare del provicario "Sua Eccellenza Rev.ma..." 14 dicembre, delle mani festazioni per solennizzare l'anniversario; ACVB, Lettere pastorali Libro n°11. Segui va nell'aprile 1888 un pellegrinaggio con 300 bergamaschi, oltre i chierici, accompa gnati da mons. Cavagnis; cf. L'Eco di Bergamo 14 marzo 1888, l aprile, 12,22,26,27, 6 maggio col resoconto dell' udienza, presente anche mons. Agliardi e mons. Manci ni, che consegnò L. 5.000 come obolo a Leone XIII, il quale s'informò sulla salute del vescovo ed ebbe parole di apprezzamento per il quotidiano.
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4 APRILE 1891 Così pure ha promosso e fatto soscrivere proteste contro ciascuna delle leggi emanate in odio alla Chiesa, facendole rimettere poi al parlamento, al senato e al re stes so, ed anche una solenne protesta, presentata alla Santa Sede, contro i novelli errori dell' abate Curci.
ipsa munictptum varios habeat catholicos administratores; con ventus vero, qui appellatur Consi glio Provinciale, maiori ex parte constet catholicis administratori bus, vel saltem ex iis, qui ab ipsis catholicis electi fuerunt, quippe qui sese obligaverint ad normas ser vandas in proprio officio explendo traditas a comitato dioecesano",
Abstinentia constanter servata ab interventu politicis electionibus C) Constanter et modis omnibus, quibus datum fuit, curavi, ut ab omnibus fidelibus mihi commissis obtemperaretur prohibitioni factae a Sancta Sede accedendi ad urnas politicas, seu concurrendi ad elec tiones deputatorum parlamenti": Id semper inculcatumfuit a duo 19. Nelle elezioni comunali dell885 a Bergamo i cattolici subirono una grave sconfitta, non così nelle amministrative del 1887. Nelle elezioni provinciali del luglio l888 i cattolici registrarono un successo, non invece in quelle comunali del 1889, mentre vinsero nel le provinciali tenute tra il 20 ottobre e il 10 novembre. La presenza dei cattolici nel consiglio cittadino aveva raggiunto una discreta consistenza. Nel Consiglio provin ciale la maggioranza nel 1889 era stata conquistata da una lista composta da liberali moderati e da cattolici che nel 1894 avrebbero ottenuto pure la presidenza. Nel l883, accusati di propaganda svolta la domenica 22 ottobre 1882, erano stati processati per "reato elettorale" don Carlo Pasinetti parroco di Madone, don Martino Mazzoleni par roco di Villa d'Almè, don Giovanni Oprandi parroco di Almè, don Angelo Testori par roco di Sottochiesa e vicario foraneo, don Antonio Berardelli vice parroco di Almen no S. Salvatore, don Antonio Mazzucotelli parroco di Viadanica. Solo don Oprandi fu multato di L. 500, e i parrocchiani gli offrirono un "obolo modesto ma sincero" di L. 113.50; L'Eco di Bergamo 23-24 febbraio 1883 p. 3,27 p. 2-3, 28 febbraio-l mar zo p. 2, 2-3 p. 2-3, 6 p. 2-3, 7 p. 2-3, 8 p. 1 " Processi elettorali ": F. VISTALLI, Mons. Guindani..., p. 469- 482; R. AMADEI, Dalla Restaurazione..., p.257; IDEM, Alla conquista..., p.262; P.A. GIOS, Nicolò Rezzara ... , p. 97-l38. 20. L'astensione dal voto nelle elezioni politiche era, come già accennato in precedenza, il risultato del non expedit che vietava ai cattolici "per ragioni gravissime" (così nel decre to del Sant'Offizio del 30 giugno 1888 approvato da Leone XIII, riconfermato nel 1894), a causa cioè delle spoliazioni di territori patite dalla Santa Sede, di partecipare alla vita pubblica. L'unione dei cattolici in una linea comune si era concretizzata nel
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bus nostris diariis, L'Eco di Bergamo et Campa none. Idem fideliter et constanter omnes parochi animarumque cura tores, necnon sacerdotes omnes praestiterunt. Plures etiam ex catholicis hac de causa magna incommoda vexa tiones, minas ac contumelias forti ter passi sunt, quibus debita laus per nostra diaria tributa publice fuit. Aliqui parochi eadem de causa pertracti fuerunt ad civilia tribu
In occasione della erezione di un monumento a Giordano Bruno in Roma, oltre all'aver spedito al santo padre un album di protesta coperto di firme de' suoi diocesa ni, con solenni funzioni, tanto nel la cattedrale che in tutte le parroc chie della diocesi,fece atto di solen ne espiazione contro il sagrilego attentato, con grandissimo concor so di popolo.
la nota formula "né eletti né elettori" propugnata da Giacomo Margotti (fondatore de L'Unità Cattolica, intransigente), adottata, nonostante le opposizioni iniziali, da una par te notevole dell'episcopato e infine dalla Santa Sede con la nota formula del non expe dito Fu improvvida, osserva Snider, la difesa a oltranza del principio "né eletti né elet tori", che rese tanto difficoltosa una più pronta accettazione della formula chiaroveg gente "preparazione nell' astensione" . Da notare che mons. Bonomelli il 19 maggio 1886 scrisse a mons. Guindani che, in atte sa di un pronunciamento, non vi era ancora un vero divieto, né legge promulgata, che nei singoli casi si poteva derogare dalla norma della Penitenzieria, che le opinioni dei laici non erano legge per un vescovo, e che" il Papa non poteva divietare ad un citta dino l'uso di un diritto proprio, come non può levarmi il diritto di vendere o di com prare". La portata del non expedit fu delimitata molto, nota Bello' , dalla legge eletto rale italiana prima e dopo la riforma del 1882. Dai circa seicentomila aventi diritto al voto, si passò con la legge Depretis a oltre due milioni nel 1882. Una minoranza asso luta, che impedisce di valutare l'incidenza del non expedit a livello popolare. Nel 1861 sui circa seicentomila aventi diritti al voto si presentarono il 57,22%, nel 1865 il 53,92%, nel 1867 il 51,8%, nel 1870 il 45,5%. Nelle elezioni avvenute sotto il ponti ficato di Leone XIII, la percentuale nel 1874 arrivò al 55,7%, nel 1876 al 59,2%, nono stante la promulgazione del non expedit. " Una contabilità sulle elezioni politiche fa per ciò risaltare che gli appelli continui alla astensione non trovavano un cons~nso facile: tanto meno esercitarono influssi decisivi sulla contemporanea vita politica. E probabile, conclude Bello', che molti elettori italiani non accettassero come segno di fedeltà reli giosa l'abdicare dai diritti civili e che non cogliessero il valore obbligante del decreto". Solo dal 1913 la legge Giolitti istituì il suffragio universale maschile. F. VISTALLI, Mons. Guindani..., p. 483-498, 641-663; C. BELLO', Geremia Bonomelli, p. 79-87; IDEM, Geremia Bonomelli vescovo di povera..., p. 207-208 con parte della lettera tra scritta; IDEM, Società ..., p. 15-23,98-100, citazione p.19; G. MARTINA, s.j., Pio IX (1867- 1878)..., p. 273,509; P.A.GIOS, Nicolò Rezzara..., p. 102; F. FONZI, La Chie sa e lo Stato Italiano, in Storia della Chiesa, La Chiesa e la società industriale, XXIIIl , p. 273 -330; C. SNIDER, Gli ultimi..., p. 380,432-440; E. CAMOZZI, Diario ..., II, p. 1063-1064.
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nalia, et ad mulctas pecuniarias damnati. His succurrendum cura vi per oblationes catholicorum, quae suo tempore publicatae fue runt per dieta diaria. Hoc modo obtinere potui, ut in hac dioecesi catholici maxima ex parte sese abstinuerint ab huius modi electionibus. De hac obedientia fidelùer prae stita a catholieis Bergomensibus pontificiae prohibitioni luculeniis simum documentum praebent offi eiales relationes evulgatae post electiones politicas, quae peractae sunt anno nuper elapso mense novembri. Ex his constat in primo collegio huius provineiae (ad quod pertinet etiam oppidum vulgo Lovere, quod ad Brixiensem dioecesim spectat} electores publicis tabulis inscrip tos juisse 29661, et ex his suffragia dedisse tantum 6773; in secundo autem collegio, quod comprehen dit etiam oppida vulgo Treviglio et Caravaggio (quae ad alias dioece ses spectant), electores inscriptos publicis tabulis fuisse 14776, et ex his suffragia dedisse tantum 6573. In hac vero civitate electores inscripti sunt 4891, ex his suffragia dederunt tantum 1554.
Organizzò vari pellegrinaggi per attestare la divozione de' suoi fede li alla Santa Sede, fra i quali quello composto di oltre 1.200 persone in occasione del giubileo pontificale, nel quale oltre una offerta speciale di lire 25.000 in oro raccolte in dio cesi, furono presentati numerosis simi doni racchiusi in 83 grandi cas se del peso complessivo di 40 quin tali.
Protestationes contra usurpa tionem temporalis dominii Summi Pontificis ab italico gubernio per petratam
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D) Operam dedi, ut publica fie ret protestatio contra sacrilegam invasionem civilis principatus Romani Pontificis, et petitio pro ter ritoriali independentia eiusdem Romani Pontificis, ac restitutione civilis principatus a fidelibus sub scriberetur. Itaque circiter quinquaginta mil lia catholicorum Bergomensium praedictam petitionem ac protesta tionem subscripserunt, quae dein missa fuit ad Italicum Parlamen tum",
Ha propagato tra i fedeli tutte le encicliche, lettere ed allocuzioni del sommo pontefice, facendole legge re e spiegare al popolo in ogni par rocchia, pubblicare nei giornali cat tolici e distribuirne numerose copie a stampa; ciò che eseguisce anche per le proprie pastorali.
21. Leone XIII nell'allocuzione del 23 maggio 1887 aveva affermato "...Così questo stu dio di pacificazione per parte del papato potesse giovare all'Italia, che gli è carissima, e cessare il funesto dissidio col pontificato, salva però la giustizia e la dignità della Santa Sede Apostolica, violate non tanto dal popolo quanto dalle sette. Condizione per questa concordia essere che il pontefice non sia soggetto ad alcuna potestà e goda di libertà piena con tutti i diritti che richieggono, donde all'Italia ne verrebbe non dan no, ma incolumità e prosperità". L'Eco di Bergamo pubblicò il testo nell'edizione del 27 maggio, il commento in quella del 28 successivo. Il 15 giugno l'onorevole Achil le Fazzari (garibaldino liberale che sperava in una soluzione) si dimise da deputato dichiarando che" alla Camera manca il suffragio di quegli elettori, e sono grandissima moltitudine, i quali amano e vogliono la pacificazione religiosa dell'Italia e l'accordo col papa". II 9 luglio partiva da L'Eco di Bergamo l'iniziativa della Petizione ai pote ri dello Stato, suggerita dal movimento cattolico ai Comitati dell' Opera dei Congres si, per soddisfare alle esigenze espresse da Leone XIII. Il testo della Petizione al Par lamento per la pacificazione religiosa dell' Italia fu pubblicato da L'Eco il 12 agosto 1887. La sottoscrizione in diocesi di Bergamo raggiunse, come pubblicava L'Eco il6 marzo 1888, il numero di 49.184 firme. La Perseveranza e la Gazzetta polemizzarono sull' iniziativa, e così tutta la stampa liberale. L'Unità Cattolica, L'Unione e La Lega Lambarda si schierarono con L'Eco, contrastando quanti parlavano di iniziativa ille gittima e illegale. I deputati Bonghi (che proclamava guerra al papa sino allo scisma) e Sacchi in Parlamento chiesero spiegazioni al ministro di Grazia e Giustizia, on.Je Zanardelli, il quale negò, d'accordo coi procuratori generali, di ravvisare dei reati con tro la legge per promuovere azioni penali contro i firmatari e i loro promotori. Nel gennaio 1888 la Gazzetta denunciò 50 sindaci firmatari della Petizione. Sulla stampa ne seguì una nuova polemica, forse alimentata da Crispi che non aveva gradito un'ul teriore affermazione di Zanardelli alla Camera sull' impossibilità di incriminare i fir matari. Non mancarono sindaci che ritrattarono le firme, così a Vercurago, Cazzano S. Andrea, Valsecca. Altri furono sospesi dal prefetto Fiorentini in base all' articolo 109 della legge comunale e provinciale, come il sindaco di Tavernola, Bottanuco, Enden na, Lorentino, Serina, Torre Boldone, Adrara S. Rocco, e inoltre il delegato scolastico di Piazza Brembana. I vescovi lombardi inviarono a Leone XIII una lettera composta da mons. Bonomelli in merito all' allocuzione del 23 maggio invocando una soluzione alla questione romana.
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Protestationes contra varias le ges civiles adversantes Ecclesiae iuribus E) Curam habui, ut contra varias leges, quae hisce annis in fta lico parlamento propositae fuerunt, quaeque adversantur iuribus catho licae religionis, petitiones ac pro testationes a fidelibus huius dioe cesis fierent, et ad parlamentum, ad senatum, ad regem mitterentur: fd iterum atque iterum factum est, prout verbi gratia contra legem de divortio quoad vinculum matri moniale, contra articulos codicis poenalis etc. 22
Promosse altresì un solenne pel legrinaggio al sepolcro del patrono della diocesi, il martire sant' Ales sandro.
Seguì da parte di mons. Bonomelli il celebre articolo, anonimo, "Roma l'Italia e la realtà delle cose - Osservazioni di un prelato italiano" su La Rassegna Nazionale 2 mar zo 1888, al centro di vivaci reazioni per le proposte avanzate di una conciliazione pos sibile, poiché scardinava gli elementi sui quali si fondava dottrinalmente la necessità del potere temporale dei papi. Osserva Bello' che in Italia, emergente da una rivoluzione deleteria per la chiesa, non si poté mai affermare che vi sia stata una rottura violenta e conclusiva con lo stato. "Lo stesso territorio -Vaticano- rimaneva a dimostrare che si stava formando una tradizione, nella quale la sovranità era non riconosciuta di diritto, ma sostanzialmente esercitata di fatto. Si costituiva perciò, per disimpegno dei gover ni o per disegno della Provvidenza, la situazione pre-trattato"; cf. nota n. 12; L'Eco di Bergamo 15, 16 giugno 1887, 9 luglio, 12, 14 agosto, 18,25 settembre, 2, 16, 18,22, 23, 30 ottobre, 6, 13, 20, 27 novembre, 4, 6, 7, 8, Il, 21, 24 dicembre; 13, 17, 20, 21, 22,24,26 gennaio 1888,7,8,11,15,19,23,28 febbraio, 1,2,4,6,9 marzo; C. BEL LO', Geremia Bonomelli, p. 101-118; IDEM, Geremia Bonomelli vescovo di pove ra..., p. 201-258; IDEM, Società ..., p. 20-23, p. 20 citazione. 22. Era presidente del governo Francesco Crispi che, dopo aver tentato una composizione con la Santa Sede per la questione romana, con la pretesa di ignorarne i diritti, assun se verso la Chiesa un atteggiamento duro e settario, con provvedimenti a suo danno. Tra il 1887 e il 1891 furono discusse le leggi sul riordino del patrimonio ecclesiastico su pro poste avanzate da Giuseppe Piola e Giuseppe Toscanelli e da un forte gruppo parla mentare. Secondo i legalisti italiani, fedeli al principio della separazione tra Stato e Chiesa, il patrimonio delle chiese doveva essere amministrato dalle associazioni par rocchiali e diocesane, per la ragione che esso apparteneva non alla gerarchia ma a tut ti i fedeli. Da questi eccessi democratici si staccavano le proposte dei clerico-progres sisti, secondo un riformismo tradizionale rappresentato da Carlo Passaglia, Stanislao Bianciardi e Giacomo Cassani, che con le loro idee e pubblicazioni dettero vita al clerico-liberalismo. Nel luglio 1887 fu approvata la legge eversiva della Commuta zione ed abolizione delle decime, il 24 ottobre venne abolito l'insegnamento religioso nelle scuole elementari, il 17 novembre approvato il Codice penale del ministro Giu
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Protestationes contra errores ab. Curci F) Anno 1884 hortatus sum cle rum, ut protestaretur contra erro res abatis Curci". Itaque plurimae hac super re protestationes factae sunt non solum ab universo clero
Nei cinque giorni di tal solen nità, affluirono da tutte le parti del la diocesi non meno di 110.000 pel legrini.
seppe Zanardelli, col quale veniva sempre più sovrapposto il potere laico a quello ecclesiastico, il 9 giugno 1889 era eretto, con evidente significato provocatorio, il monumento a Giordano Bruno in piazza dei Fiori a Roma. Leone XIII rispondeva a que sto ultimo atto con l'allocuzione del 30 novembre 1889, per riprendere con la "Tem pestivum quoddam" 30 dicembre, le sue severe osservazioni critiche sulle condizioni politico-religiose d'Italia, sul Codice penale e la legge delle Opere pie. Anche mons. Guindani, tramite il vicario generale Arcangeli, esprimeva il suo sdegno con una lettera a L'Eco di Bergamo, indicendo preghiere, e di conseguenza le manifestazioni accen nate di seguito. Forte anche la protesta di mons. Guindani e del clero contro il Nuovo codice, con una rubrica su L'Eco di Bergamo dal titolo "Il nuovo codice penale e il clero" dal maggio 1888 al luglio successivo. Da segnalare in particolare "L'allocu zione del S. Padre a mons. Vescovo di Bergamo" 6 giugno, "Mons. Vescovo di Berga mo Il preposto codice penale e l'allocuzione pontificia" 9 giugno, "Gli articoli del preposto codice penale offensivi della libertà religiosa e i sacerdoti e i laici cattolici ber gamaschi" 12 giugno, "Il clero e il nuovo codice penale" 6 luglio, con gli articoli riguardanti i così detti abusi del clero con i casi contemplati dagli articoli 173, censu ra e vilipendio delle istituzioni, 174, incitamento a disconoscere le istituzioni, 175, esercizio di atti di culto esterno in opposizione ai provvedimenti del governo, 176, pratica di qualsiasi altro reato, 182, biasimo delle leggi dello stato, 183, istigazione al disprezzo delle istituzioni, 184, esecuzione di un delitto non contemplato dai precedenti. In effetti il rinnovamento del Codice Penale istituiva la parità giuridica fra pubblici ufficiali e ministri di culto, con norme punitive per chi violava le disposizioni di legge concernenti l'esercizio del ministero ecclesiastico. Annullati i privilegi propri dello stato ecclesiastico, dellinviolabilità personale dei chierici e dei luoghi sacri, venne abolita l'esenzione da oneri fiscali per le proprietà ecclesiastiche, cessò l'inalienabilità e la non sequestrabilità del patrimonio ecclesiastico necessario al sostentamento dei chierici; F. VISTALLI, Mons. Guindani..., p. 692-711; C. BELLO', Società..., p. 46 47; IDEM, Geremia Bonomelli vescovo di povera..., p. 188-189; IDEM, Società..., p. 14. 23. L'abate Carlo Maria Curci nacque a Napoli il4 settembre 1809. Entrò nella Compa gnia di Gesù e, da valente oratore e poiemista, impugnò in un primo tempo le idee di V. Gioberti che sostenevano un accordo intrinseco tra religione e libertà e, andando con tro i gesuiti nel celebre libro Il gesuita moderno, negavano l'opportunità della sovra nità temporale della Santa Sede. A Napoli egli fondò nel 1850 La Civiltà Cattolica. Ma dopo pochi anni, da sostenitore Curci divenne un oppositore del potere temporale dei papi, giudicando, contro le convinzioni di Pio IX, il processo storico ormai irre versibile in seguito alla caduta di Roma. Dal suo punto di vista quindi il non expedit andava abolito, acconsentendo ai cattolici elettori il voto per il nuovo parlamento, anche al fine di garantire al papa di rimanere dignitosamente a Roma. Inamovibile nei suoi principi, Curci fu dimesso dalla Compagnia il 26 ottobre 1877 e sospeso a divinis da Leone XIII con lettera del 28 agosto 1884. In quello stesso anno Curci ritrattò i
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Bergomensi, sed etiam a laicis viris, quae evulgatae fuerunt per diarium L'Eco di Bergamo.
Con la parola e con l'opera rese vano ogni tentativo dei protestanti per far proseliti fra i Bergamaschi, che, in seguito alle sue esortazioni, con solenni dimostrazioni li costrin sero a ritirarsi.
Protestationes contra erectionem monumenti J. Bruno Romae perac tam G) Quum anno 1889 Romae erectum fuerit monumentum in honorem Iordani Bruno, sedulo curavi, ut universa dioecesis con tra tam horrendam sanctae urbis profanationem, tamque immanem impietatem, ac iniuriam romano pontifici illatam publice fortiterque protestaretur",
suoi errori assoggettandosi al giudizio della Chiesa e si ritirò a vita privata. Di lui sono ricordate le Lezioni esegetiche sopra i quattro Evangeli, Firenze 1874, e la suaRagio ne dell'opera nella prefazione alla nuova edizione. Curci morì dieci giorni dopo la sua riammissione nella Compagnia di Gesù, il 19 giugno 1891. Snider auspica un riesame del pensiero politico di p. Curci, che già nel 1885 scriveva del "socialismo cristiano" nella questione operaia. Per Curci, Stoppani, Passaglia e altri, osserva Bello' che "alle loro opzioni riformatrici si oppose la frontiera della cultura integrista, che si fondava sul magistero e sulla interpretazione polemica della ortodossia, giovandosi di mezzi di comunicazione riservati (La Civiltà Cattolica. Scuola Cattolica, L'Unità Cattolica, L'Osservatore Cattolico) che spesso offersero la misura di una informazione preoc cupata di formare le coscienze e affilare le armi apologetiche"; C. BELLO', Società..., p.64; G. MARTINA, s.j., Curci Carlo Maria, Dizionario Biografico ..., 31, p. 417 422; IDEM, Pio IX (1846-1850) ..., p. 369-372; IDEM, Pio IX (1867-1878) ..., p. 288 291. F. FONZI, La Chiesa..., p. 276; C. SNIDER, Gli ultimi..., p. 278, 395, 467, 829. 24. Giordano Bruno nacque a Nola di Napoli nel gennaio-febbraio 1548. Entrò adole scente nell'Ordine di S. Domenico e ricevette gli ordini sacri nel 1572. La vasta cultura filosofica e letteraria attinta ai classici, non risparmiò al Bruno dubbi sui dogmi della fede, precorrendo il razionalismo e l'illuminismo. Elaborata l'intuizione del Cusano del l'infinità dell'universo e della coincidenza in esso degli opposti, ne ricavò un'idea cosmologica, dell'unità del mondo nella sua totalità, che si dispiega nella molteplicità dei fenomeni reali o possibili nello spazio e nel tempo. Sul piano teologico il Bruno con fuse l'idea di Dio con quella del mondo, sfociando nel panteismo e nel misticismo areligioso. Inevitabili i processi contro di lui, due a Napoli, da dove nel 1876 fuggì per raggiungere Roma. Dimesso l'abito domenicano, Bruno passò nei principali cen tri d'Europa, alternando l'insegnamento alla pubblicazione delle sue opere e alle acce se discussioni che suscitavano, degenerate in rissa per il suo carattere. Invitato da Gio vanni Mocenigo a Venezia nel 1592, e da lui denunciato come eretico al Sant' Offìzio, il Bruno subì un primo processo dal risultato soddisfacente. Avocata la causa a Roma, processato dal Sant'Offizio e dichiarato eretico, il Bruno respinse l'invito di abiura re. Abbandonato al braccio secolare, fu arso vivo il 17 febbraio 1600. L'allocuzione di
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Corsa voce del prossimo impianto di una scuola operaia festiva, di un collegio misto nella parrocchia di S.Stefano, e di alcuni ricreatori laici, convocò i diocesani nella cattedrale, dove con gravi parole dimostrò loro l'iniquità di tali tentativi ed ottenne, mercé l'ob bedienza dei fedeli, che in breve tali nuovi istituti venissero chiusi definitivamente.
Qua de re in cathedrali eccle sia solemnis functio religiosa repa ratoria celebrata fuit, cum magno populi concursu, et interventu semi narii. In eadem die ego missam pontificaliter celebravi ac homiliam ad rem habui. Etiam in aliis dioe cesis parochialibus ecclesiis fune tiones reparatrices celebratae fue runt, et conciones ad rem habitae sunto Publicata item fuit collectio, quam Album vocant, protestatio num Bergomensium catholicorum, quae missa fuit ad summum ponti ficem, ut ajflictissimo eius animo aliquod exhiberetur solamen".
Peregrinationes ad S. Sedem H) Operam insuper dedi, ut variae peregrinationes hisce annis instituerentur ad Apostolicam Sedem, de quibus non oportet sin gillatim loqui, quum de re notissima Sanctae Sedi agatur: Mentionem tantum faciam de duabus BergoLeone XIII sul monumento a Giordano Bruno fu pubblicata su L'Osservatore Roma no, l luglio 1889, e La Civiltà Cattolica, luglio 1889. Come già accennato in nota pre cedente n. 22, a Bergamo la protesta fu espressa su L'Eco nelle edizioni del 19 mag gio, dal circolo S. Giuseppe, del 21 maggio da parte dei comitati parrocchiali, società di Mutuo soccorso, Società operaie ecc., del 26 maggio da parte del vescovo Guinda ni con lettera del 25 maggio a firma del vicario generale G. Arcangeli che invitava i cat tolici ad atti di riparazione con preghiere, messe ecc., del 30 maggio e 9 giugno con vari messaggi di protesta, del 12 giugno con il telegramma di Guindani a Leone XIII e la risposta del card. M. Rampolla del Tindaro; G. AQUILECCHIA, Giordano Bruno, in Dizionario Biografico..., 14, p. 654-665; L. BERGGREN - L. SJÒSTEDT, L'ombra dei grandi ... , o.c.; S. RICCI, La sfortuna del pensiero di Giordano Bruno 1600-1750, Firenze 1990; G. SALE, s.j., Giordano Bruno e Campo de' Fiori, in La Civiltà Catto lica, 15 gennaio 2000, 3590, p. 144-150; IDEM, Giordano Bruno: il "filosofo", l' "eretico", e il "mago", ibid., 5 febbraio 2000,3591, p. 226-239. 25. Sull'iniziativa offre ampia informazione F. VISTALLI, Mons. Guindani..., p. 700-711.
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Altrettanto fece allorché si tentò fondare una lega anticlericale, alla quale, in seguito alle sue vive esor tazioni, non dettero il nome che pochissimi individui, che già gode vano non troppa buona opinione fra i concittadini.
mensium catholicorum peregrina tionibus institutis occasione iubi laei sacerdotalis summi pontificis. Tunc enim mille et ducenti catholi ci Bergomenses ad Sanctam Sedem sese contulerunt, ut beatissimo patri nostro Leoni XlII fidei ac devotionis obsequium exhiberent. De rebus gestis a catholicis ber gomensibus occasione faustissimi iubilaei sacerdotalis a Summo Pon tifice Leone XIII celebrati - Prae terea eodem tempore plurima dona ab hac dioecesi oblata fuerunt sum mo pontifici, prout omnibus notum est. Insuper pro aurea missa summi pontificis catholici Bergomenses obtulerunt vigintiquinque millia libellarum, quae aurea moneta numeratae sunto Addantur omnia devotionis signa, quae eadem occa sione, a plurimis laicis et ab uni verso clero scriptis summo pontifi ci exhibita fuerunt". Ut autem praefatum sacerdota le iubilaeum maxima, qua fieri poterat, devotione ac pietate cele braretur ab omnibus fidelibus mihi commissis, litteram pastoralem hac super re ad clerum populumque praemisi, qua omnes hortatus sum
26. Mons. Guindani a causa della malattia non aveva potuto accompagnare i pellegrini ber gamaschi a Roma per festeggiare nel 1888 il giubileo sacerdotale di Leone XIII (cf. nota precedente n. 18). Il papa aveva ricevuto in dono dal clero la tela di Ponziano Loveri ni, raffigurante S. Grata che sostiene il capo di S. Alessandro martirizzato. Il vicario generale mons. Arcangeli pubblicò una lettera alla diocesi sulle celebrazioni giubilari, "Sua Eccellenza Rev. ma...", dando disposizioni per i festeggiamenti da tenere iii ° gen naio 1888 con messe e comunioni, telegrammi di ogni parrocchia a Leone XIII, illumi nazione di case, di croci poste sui monti ecc.; ACVB, Lettere pastorali Libro n°11; F. VISTALLl, Mons. Guindani ..., p. 331-338; L. DENTELLA, l Vescovi..., p. 508.
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Avendo stabilito il consiglio comunale di punire quegli alunni delle scuole primarie che non aves sero frequentato la scuola nei dì festivi soppressi, promosse una pro testa che fu soscritta da più che 2.000 padri di famiglia, i quali inol tre rifiutatisi apertamente di pre sentare alla scuola i loro figli nei detti giorni, mandarono così a vuo to la triste deliberazione.
ad festivitates religiosas hac de causa celebrandas, et amoris, devo tionis ac oboedientiae pignora sum mo pontifici ex toto corde exhiben da 27• In omnibus itaque ecclesiis reli giosae solemnitates cum magno fidelium concursu celebratae jue runt, et preces supplicationesque ad Deum in tota dioecesi pro sum mi pontificis incolumitate jactae sunto
De diffusione in totam Dioece sim Constitutionum, Allocutionum, Litterarum, Enciclicarum etc. Sum mi Pontificis l) Constanter curavi, ut omnes summi pontificis allocutiones, enci clicae, constitutiones etc. in dioe cesi universa publicarentur et expli carentur per parochos in suis respectivis ecclesiis diebus jestivis. Saepe addidi meas litteras pastorales, quibus hortatus sum parochos, ut sedulo perpenderent doctrinam traditam a summo pon tifice, eamque populo eorum curis commisso explicarent. Saepe praedictae enciclicae in parva opuscula redactae ac tipis editae fuerunt, ut jacilius in popu lum diffunderentur. Constat deni que omnes summi pontificis Zitte ras, enciclicas, brevia, decreta etc. 27. Sulla solenne funzione di ringraziamento. mons. Arcangeli emanò alcune disposizio ni con la circolare "Un decreto ..." 4 dicembre 1888 ; ACVB, Lettere pastorali Libro n°
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Ha fondato pubbliche conferen ze per la gioventù cattolica, alle quali accorrono sempre numerosi uditori, non mancando altresì di adoperarsi con la parola e con gli scritti contro il propagarsi delle associazioni massoniche e liberali, assecondato in ciò col massimo ardore da tutti i suoi dipendenti e dai fedeli affidati alle sue cure.
per diaria catholica, quae in hac dioecesi eduntur, sedulo publicata ac contra adversariorum blasphe mias vindicata ac propugnata totis viribus fuisse.
Sacra totius dioecesis peregri natio suscepta ad sepulchrum S. Alexandri M. J) Per pastoralem epistolam ad clerum et populum omnes exhorta tus sum ad peregrinationes religio sas instituendas ad sepulchrum S. Alexandri martiris, principalis patroni huius dioecesis, cuius reli quiae magna cum veneratione asservantur sub ara maxima eccle siae cathedralis": Hortationibus meis ardenter catholici Bergomenses responde runt. Nam per quinque dies nume rosissimae processiones ex fere omnibus dioecesis paroeciis, etiam longinquis profectae sunt; ita ut numerus Bergomensium, qui tunc sancti Alexandri sepulchrum visi taverunt, computatus fuerit ad cen tum et decem millia hominum. Illis diebus solemnitates reli giosae cum interventu plurium epi
28. L'Eco di Bergamo aveva annunciato l'iniziativa col titolo editoriale "Pellegrinaggio diocesano alla tomba di S. Alessandro martire" 2 novembre 1882, con le norme stabilite dalla commissione capitolare per parteciparvi. Mons. Guindani aveva scritto alla dio cesi la lettera pastorale "Non mi avviene mai di tornare col pensiero al recente pelle grinaggio alla tomba di sant' Alessandro ..." 22 dicembre 1882. Il vescovo lodava i pel legrini che, nonostante il tempo pessimo, avevano partecipato alla grande manifestazione; ibid.; ASV, S. S. Ep. Mod., 1882, R. 16 f. l87r-189v indulgenze concesse ai pellegri ni; inoltre cf. Memorie del primo pellegrinaggio diocesano alla tomba di S. Alessan dro in cattedrale, Bergamo 1883; F. VISTALLI, Mons. Guindani... , p. 268-277.
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Incoraggia con ogni mezzo la diffusione della stampa cattolica con gran frutto de' suoi diocesani, stigmatizzando in ogni occasione i giornali liberali che dovettero qua si tutti in seguito a ciò smettere le loro pubblicazioni.
scoporum in cathedrali ecclesia magna pompa ac fidelium religione celebratae fuerunt.
Catholicorum Bergomensium protestatio contra aliquorum hae reticorum conatus L) Quum anno 1883 quidam Mazzetti, ministellus sectae prote stantis, cui nomen Chiesa Cristiana Libera, Bergomum venisset, ut per publicas conciones protestantium errores in populum disseminaret, statim ac id accepi, antequam huius modi conciones fierent, in solemni tate Paschatis Resurrectionis Domini Nostri Iesu Christi homi liam ad populum in cathedrali ecclesia habui contra huiusmodi sectam protestantium et fideles, qui magno numero adstabant, hortatus sum ut ab huiusmodi hominibus haeresi imbutis abhorrerent. Postea parochos hortatus sum, ut omnes suos parochianos vehe menter admonerent de gravissimo periculo, quod instabat, et curarent omnibus modis, ut nullus ad dictas conciones audiendas accederet, imo omnes adlaborarent, ut praedictus haereticus e civitate nostra depel leretur. Reipsa prima die, qua haereti cus ille concionem habere statue rat, multitudo catholicorum conve nit, ut clamoribus et minis impedi rent, quominus dictus haereticus praedicaret, et ut erat vehementer
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indignata et commota, eum a domo quam habitabat depulisset ac in fugam vertisset, nisi milites a civi li potestate missi id armis prohi buissent. Ut autem catholici non desiste rent protestari contra praedictum haereticum, in solemni conventu omnium sociorum comitatuum pa rochialium totius dioecesis, qui illis diebus in hac civitate celebratus fuit, iterum concionem habui contra haereticos protestantes. Idem feci etiam in homilia, quam eodem anno habui in cathedrali ecclesia in solemnitate nativitatis Domini Nostri Iesu Christi ita ut praedic tus haereticus coactus fuerit ab incaepto desistere. Verumpostea alter eiusdem sectae haereticus nomine Zugliani, conatus fuit suam haeresim praedicare in conferen tiis, quas habere statuerat. Sed illius errores refutati fuerunt a diario L'Eco di Bergamo quod catholicos excitavit ad publicas protestationes contra impios haereticorum conatus faciendas. Quapropter etiam iste haereti cus non potuit allicere et quidem pecuniis, nisi paucissimos homines, ab omnibus reprobatos ob malam eorum vitam ac perditissimos mores. Hinc factum est, ut postea dictae haereticorum conferentiae fere omnino desererentur, et hodie de illis vix in populo notitia habeatur, quum ad eas non accedant nisi ali
In riparazione alle bestemmie stampate dal SECOLO di Milano nel 1886 contro la divinità di Gesù Cri sto, intimò una solenne funzione religiosa espiatoria nella cattedra le, alla quale intervennero numero sissimi i suoi fedeli.
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qui perversi homines, qui fidem cum bona conscientia iam antea repulerant".
Con suo grave dispiacere si vide costretto il vescovo a togliere ogni sussidio all'OssERVATORE CATTOLI-
De rebus gestis contra massoni cam societatem, cui vulgare nomen 29. La Chiesa Cristiana Libera, detta dei Fratelli, era stata fondata a Firenze nel 1879 e contava una cinquantina di nuclei sparsi in molte città d'Italia. Lorenzo Mazzetti a Bergamo si definiva ministro evangelico. Aveva fatto propaganda con avvisi affissi sui muri della città per una conferenza, da tenere in una sala di via S. Orsola, messa a disposizione da Cesare Ginoulhiac. Il Mazzetti aveva scritto a L'Eco di Bergamo pre cisando che non corrispondeva al vero l'offerta di denaro per attirare adepti; erano membri del comitato A. Gavazzi, patriota, e B. Mazzarella; l'attività si valeva del dirit to accordato dalla legge. Puntuale e molto meticolosa la risposta de L'Eco, che definì Gavazzi frate che aveva gettato la tonaca alle ortiche, e Mazzarella celebre con le stramberie di un ingegno balzano. All' appuntamento di Mazzetti fissato il 25 marzo, vi furono dei dimostranti, dispersi dai soldati, che arrestarono un uomo, dato per un po' alticcio. Si appurò poi che l'arrestato non era ubriaco, ma un padre di famiglia inter venuto perché temeva per la sorte del figlio. Si avviò il dibattito tra L'Eco di Bergamo e i soliti giornali (La Gazzetta Provinciale, Il Secolo, La Perseveranza, Il Movimento), che avevano preso le difese del Mazzetti, in nome della libertà religiosa, senza tener con to dell' articolo I dello Statuto ( La religione cattolica apostolica e romana è la sola religione dello Stato. Gli altri culti, ora esistenti, sono tollerati, conformemente alle leggi ora esistenti, 4 marzo 1848 ). Mons. Guindani intervenne con un discorso pub blicato il29 marzo da L'Eco, mettendo in guardia i fedeli. Mazzetti, di fronte alle con testazioni, sospese il lO aprile le conferenze domenicali motivando la decisione di non voler turbare il pubblico. Fu messo in circolazione un opuscoletto "Intolleranza?" di 16 pagine, per spiegare i fini della setta. Mazzetti traslocò la sede in via S. Bernardino n. 9, acquistata grazie a un certo sg. Branca di Milano, e il 19 giugno riprese la sua attività, ben propagandata dalla Gazzetta. Dopo la condanna a Brescia dei dimostran ti contro il Mazzetti e la causa finita in appello, maggio 1883, si celebrò un altro pro cesso per reciproche ingiurie scambiate tra il suddetto e il nobile Paolo Rivola davan ti alla sagrestia della chiesa di S. Maria Immacolata la sera del 23 luglio. L'iniziativa del Mazzetti non ebbe risultati positivi, nonostante gli aiuti e l'intervento del collega ministro evangelico di Milano, Damiano Borgia nell'ottobre. Pochi anni prima a Napo li era nata la Chiesa Cattolica nazionale italiana, che faceva capo all'ex domenicano Prota Giurleo. La congregazione del Concilio con decreto "Actuosi iniquarum secta rum asseclae" condannava tali iniziative, le quali promuovevano oltre all'elezione popolare dei parroci, espressamente richiesta al ministro Mancini, il sussidio ai sacer doti condannati per le idee liberali e si facevano paladini della protezione del basso clero dall'arbitrio dei vescovi. Pio IX il3 luglio 1875 scomunicò quella setta. Nell'a prile del 1876 la Società Cattolica italiana rivendicava i diritti del popolo cristiano; il 4 agosto gli aderenti a tale setta furono colpiti da scomunica dalla Penitenzieria Apo stolica. La setta si dissolse, nonostante la protezione del governo. Tra i numerosi arti coli de L'Eco di Bergamo sul caso, apparsi tra marzo e ottobre 1883. da segnalare "Propaganda protestante" 20 marzo p. 2, "Le dimostrazioni dell'altro ieri" 27 p. 2-3, "La setta sussidiata dal governo e la Gazzetta Provinciale" 29 marzo p. 2-3, "La libertà religiosa" 2 aprile p. I, "Il primo articolo dello Statuto e la libertà religiosa" 5 p. l, " Propaganda eretica spaccio di bugie e chi tiene il sacco" 22 ottobre p. 2-3; F. VISTALLI, Mons. Guindani... , p. 317-322; G. MARTINA, s.j .. Pio IX ( 1867 1878)..., p. 271.
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Lega anticlericale M) Quum die 8 decembris anni 1884 constituta fuerit in hac civi tate societas massonica sub titulo Lega Anticlericale, curam statim adhibui ut catholici omnes ab ea ave rterentur. Qua de causa homiliam ad populum, qui magno concursu con venerat ad cathedralem ecclesiam in festo nativitatis Domini Nostri Iesu Christi eiusdem anni, habui contra praedictam associationem. Eadem homilia postea tipis edita diffusa fuit per totam dioecesim. lnierim duo nostra diaria sine inier missione totis viribus impugnarunt tandem societatem, et omnes exci tarunt ad eam detestandam". Hinc factum est, ut dieta socie tas brevi coarctata fuerit ad pau cissimos homines massonicae se c
co di Milano, che, nelle circostan ze sopra narrate ed in altre occa sioni, ha cercato di seminare la discordia fra il vescovo, i fedeli ed il clero di Bergamo.
30. La Lega anticlericale bergamasca distribuì in città il 25 dicembre 1883 una circolare "stampata alla macchia" con l'avviso che presso il Circolo educativo operaio nel con siglio provvisorio erano stati eletti Teodoro Piazzoni, Eugenio Bucci e Leo Maianti. La Lega doveva battersi per abolire i privilegi della Chiesa, e partecipava alle manifesta zioni con il vessillo ornato di drappo nero e stole bianche. L'impressione in città per la Lega fu assai penosa. In suo appoggio aveva la Gazzetta, Il Conciliatore e La Sferza. Al pranzo in onore del prof. Tallone, dell' Accademia Carrara, il saluto del brindisi venne espresso in questi termini "Bergamo, antica città della Lega di Pontida e dei mille di Quarto, oggi sagristia di Roma, si risveglia e si ritrova. Oggi sorge un giornale, ispirato a questi concetti, il suo nome Il Conciliatore, non è solo un titolo ma è anche un programma". L'Eco di Bergamo aggiornava i lettori con commenti sulla parteci pazione della Lega alle feste anticlericali, notando che "all'ombra dell'infame ves sillo nero, che significa guerra alla Chiesa cattolica, ci siano molti che vadano ancora a messa, dopo essere stati sotto il vessillo di Satana". Mons. Guindani nella festa del l'Epifania 6 gennaio 1885 dedicò il discorso a denunciare le finalità della Lega, in particolare all'emancipazione dell'intelligenza dal dominio della ragione. Anche a Cremona in quegli anni sorse la Società anticlericalein opposizione al vescovo, poi sciol ta; L'Eco di Bergamo 27 dicembre 1883 p, 3, 20 dicembre 1884 p. 3,22 p. 3, 23 p. 2, 24 p. 3, 27 p. 2, 6 gennaio 1885 p. 2, 23 aprile p. 2, 5 maggio p. 3, 7 p. 1, lO novem bre 1886 p. l con l'editoriale L'avv. Ondei e gli anticlericali (La Sferza lavora per loro, va in malora, e la tipografia Rivetti va all' asta); F. VISTALLI, Mons. Guindani..., p. 326-327; C. BELLO', Geremia Bonomelli vescovo di povera..., p. 111,309.
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tae addictos, atque a tota civitate reprobatos.
Finalmente con sua pastorale al
clero ed al popolo ha promosso un
solenne pellegrinaggio pel 26 apri
le del corrente anno a Castiglione
delle Stiviere, in onore di san Lui
gi Gonzaga, del quale ricorre il 3°
centenario: di tal pellegrinaggio farà parte altresì il seminario unitamen te al vescovo, che celebrerà la mes sa solenne. Altro pellegrinaggio allo stesso santuario sarà fatto nel prossimo settembre dai giovani che frequen tano le varie congregazioni della diocesi.
De rebus gestis contra quan dam operariorum scholam, quae diebus festis fieri incipiebat N) Quum sub fine m anni 1884 vulgata fuerit notitia de quadam schola pro operariis aperienda in hac civitate diebus festivis, et horis, quibus parochi homiliam et instruc tionem de christiana doctrina ad populum habent, statim ad omnes civitatis parochos litteram circula rem misi, qua eos monebam, ut cura rent avertere proprios parochianos a praedicta scholafrequentanda. Idem ego ipse praestiti in concione, quam ad populum tunc temporis habui in ecclesia cathedrali". Hoc modo obtinui, ut brevi prae dieta schola clausa fuerit, nec amplius aperiri potuerit.
31. La Società industriale bergamasca aveva istituito già la scuola festiva per le operaie e nel\' ottobre 1880 col concorso della Camera di commercio, la scuola serale per i gio vani addetti al commercio. La prima iniziativaaveva suscitato critiche tra i cattolici, dato il nessun rispetto dei doveri religiosi delle giovani, e la seconda pure, poichè i pro motori, essendo di stampo liberale, trascuravano l'insegnamento della religione. Il 13 dicembre 1884 fu nuovamente lanciata la scuola festiva gratuita per operai in città alta, con inizio nella prima domenica di gennaio, nelle scuole comunali urbane di Piazza Rosate. Mons. Guindani con la circolare "Da pubblici manifesti apprendiamo ..." 18 dicembre 1884, scrisse sull'iniziativa, deplorando che non si fosse tenuto conto delle contemporanee funzioni religiose. Il vescovo criticava l'iniziativa e insisteva perché si tenessero presenti le scuole serali e festive per operai e operaie, in cui si poteva ricevere l'istruzione desiderata. Egli si augurava che la nuova scuola non trovasse candidati e che la festa fosse riservata a manifestazioni pubbliche di fede. Contro la cir colare insorse il giornale milanese La Perseveranza invitando il vescovo a "non sentire e vedere le cose soltanto nella nebulosa cerchia del suo episcopio". L 'Eco di Bergamo difese mons. Guindani definendo, nel commento del 9 gennaio 1885, i rilievi de La Per severanza "insolenti censure", continuando poi la polemica nell'articolo "La profa nazione dei giorni festivi" del 14 giugno 1885; L'Eco di Bergamo 13 dicembre 1884 p.3, 22 dicembre p.l, 9 gennaio 1885 p. 2-3, 14 giugno p.2, 14 novembre p.3; F. VISTALLI, Mons. Guindani... , p. 324-326.
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Cessatio mixti collegii in paroe eia S. Stephani de A. O)Collegium mixtum, quod aper tumfuerat in loco S. Stephani de Angelis, prout retuleram in prima relatione anno 1882, iam a pluribus annis clausum fuit et omnino desiit. Protestatio contra quandam munieipii bergomensis deliberatio nemP) Anno 1885 in sessione habi ta die 17 iulii a municipalibus
administratoribus huius civitatis statutum fuit, ut poenae subiice rentur ii scholarum primariarum alumni, qui diebus festis civiliter suppressis scholae non interessent. Tunc statim curavi, ut a patri bus familias protestatio fieret con tra praedictam municipii delibera tionem. et postularetur eiusdem revocatio. Hanc petitionem, quae munici pio exhibita fuit, subscripserunt duomilia centum et triginta patres ac matres familias. Quum autem
huiusmodi petitio reiecta fuerit a municipio, epistulam circularem ad parochos civitatis misi, qua deplo ravi iniustam municipii delibera tionem, eosque hortatus sum, ut inducerent puerorum parentes ad propria iura tuenda, et dictam deli berationem municipalem non eu randam, ideoque recusarent illis diebus festis proprios filios mittere ad scholas municipales.
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Quod a parentibus generatim factum est, ita ut postea municipa lis deliberatio fere nullum habue rit effectum, idque generatim etiam hodie contingit. Praefatam delibe rationem strenue impugnarunt sae pe etiam nostra diaria catholica". Conferentiae seu conciones pro catholica iuventute - Q) lam ab ali quibus annis tempore praesertim hiemali, in aula societatis catholi cae iuventutis, quae extat in hac civitate, a laicis catholicis et doctis viris summo pontifici addictissimis conferentiae habentur contra modernos errores. 32. Ai diversi aspetti del problema scolastico si era interessato in modo particolare Nicolò Rezzara dopo il 1884. In una conferenza del 9 febbraio egli aveva affrontato il tema del l'istruzione obbligatoria, gratuita e laica. L'Eco di Bergamo nell' editoriale "Le scuo le" 6 ottobre 1884 condannava il principio della scuola neutra, senza cioè insegna mento religioso, qualificandola come educazione pericolosa, falsa, nociva e dannosa. La questione discussa già con toni accesi, (cf. relazione 1882 nota n. 13), si inasprì quando il provveditore agli studi decise a febbraio 1885, che nelle feste di precetto non più riconosciute dallo stato, gli alunni dovevano andare a scuola. Si fece osserva re che non era stato abolito l'articolo II del regolamento del 15 settembre 1860: "Si fa vacanza nei giorni delle feste ecclesiastiche di precetto". Di qui la decisione, con l'ap poggio de L'Eco di Bergamo, che gli alunni non sarebbero andati a scuola il 2 feb braio e nelle altre feste ecclesiastiche di precetto. Il principio rimaneva che per le feste di precetto, anche se non riconosciute dal governo, i regolamenti andavano rispettati per chè non ancora abrogati. Alla giunta comunale venne presentata una lettera aperta per la revoca della delibera del 17 luglio 1885, che prevedeva una punizione per gli alun ni delle scuole comunali assenti dalle lezioni nei giorni di festa civilmente soppressi. La mancata revoca fu commentata da mons. Guindani con la lettera al parroco di S. Aga ta del Carmine "Poichè l'on.le Giunta municipale..." 26 gennaio 1886. Nonostante le pressioni della giunta e del sovrintendente Dragoni, il 2 febbraio le scuole furono assai poco frequentate. L'Eco di Bergamo commentò i fatti con l'editoriale "La libertà reli giosa a Bergamo" 5 febbraio, polemizzando con l'avv. Dragoni e sui suoi precedenti di radicalismo anticlericale che sulla Gazzetta aveva scritto" Ciò che in questi giorni si è stampato da certi giornali circa le feste soppresse e l'osservanza del calendario scolastico confina con la demenza". L'Eco rispose" Ebbene il nostro vescovo in un docu mento gravissimo ha dichiarato = Stimo necessario ed opportuno che i genitori degli alunni ...esercitino... il loro diritto e compiano il dovere loro di tenere, nei giorni sum mentovati, lontano i loro figli... (dalla scuola)"; e inoltre cf. su L'Eco le precisazioni pole miche con l'articolo "La libertà religiosa al = Corriere della Sera = ed alla = Per severanza = 7 febbraio.
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Ad eas audiendas plurimi ex coetu praesertim civili conveniunt. Opus huiusmodi tam utile, ac nostris temporibus necessarium, saepe commendavi ac promovi. Res gestae contra massonicas seu liberales societates R) Saepissime publicis concio nibus, ac pastoralibus litteris ope ram pro viribus dedi, ut averterem omnes fideles a societatibus libe ralibus seu massonicis, quas con stanter damnavi, et destruere modis omnibus, quibus potui, conatus sum". Adlaboravi insuper, ut ubique catholicae societates constitueretur. Quomodo autem Bergomenses catholici obtemperaverint monitis et hortationibus meis, luculenter patet ex ingenti numero catholica 33. La massoneria con i giornali locali Il Movimento e La Gazzetta Provinciale, cercava di sovvertire le coscienze dei cristiani e di allontanarle dalla Chiesa. Mons. Guindani raccomandò ai fedeli di non leggere i giornali irreligiosi, con lettera "Il Santo Padre Leo ne XIII ..." 2 febbraio 1884; li esortò a opporsi alla società massonica con la lettera "Il Sommo Pontefice e Padre..." 7 maggio 1884, rifacendosi ali' enciclica di Leone XlII "Humani generis" 20 aprile, e "All'avvicinarsi della quaresima ..." 25 dicembre 1892, in riferimento al tema trattato nella lettera di Leone XlII al popolo italiano "Custodi di quellafede..." 8 dicembre. L'Eco di Bergamo dedicò diversi articoli polemici alla mas soneria, tra i quali "La massoneria e l'istruzione" 4 settembre 1880, "La massoneria" 13 gennaio 1881, "Una loggia massonica" 8 novembre 1883, "Stato attuale dellafra massoneria in Europa" 25 aprile 1884, "La framassoneria antireligiosa e atea" 7 mag gio, "Le dottrine della massoneria l' 31 maggio 1884, "La filosofia massonica Il' 4 giu gno, "La morale massonica III" 6 giugno, "Principi morali della massoneria IV' lO giugno, "Immoralità del giuramento e del segreto massonico V' 8 giugno, "La mas soneria a Bergamo" 27 maggio 1885, "La massoneria e Victor Hugo" 29 maggio 1885. In questo ultimo articolo il giornale pubblicava alcuni versetti di V. Hugo sul Crocifisso, in risposta alla massoneria che ne esaltava la miscredenza, nella polemica seguita alla morte del celebre romanziere e alle condoglianze spedite con telegramma dall' avvocato Ondei della loggia massonica Pontida; ACVB, Lettere pastorali Libro n'Tl ; F. VISTALLI, Mons. Guindani..., p. 323; G. ANGELONI, La massoneria e alcu ni echi in terra bergamasca, in Atti dell'Ateneo ... , 57(1994-95), p. 150-163.
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rum societatum, quae nunc in hac dioecesi jlorent; patet ex multipli cibus ac utillimis operibus quibus operam indesinenter dant; patet ex pluribus conventibus seu congres sibus catholicis, qui in hac civita te hisce praeteritis annis celebrati fuerunt; patet denique, ut unum tan tum exemplum afferam, ex solem nissima festivitate a catholicis ope rariis celebrata die 8 augusti anno 1886, ad quam convenerunt plus quam decem millia catholicorum".
Cura adhibita pro avertendis fidelibus a lectione diariorum libe ralium S) Contra liberalia seu masso 34, Il convegno degli operai cattolici commemorava il decennale del Circolo operaio cat tolico di S. Giuseppe (cf.Visita Speranza 1876 nota n. 22), con la celebrazione avvenuta 1'8 agosto 1886. L'Eco di Bergamo pubblicò la cronaca della manifestazione col tito lo a tutta pagina "Festa del Circolo operaio cattolico S. Giuseppe" lO agosto. I parte cipanti convenuti da città e provincia partirono con vessilli e bandiere dall'oratorio di S. Antonino, sostarono a S. Bartolomeo per la messa celebrata dal canonico Giovanni Salvi e condecorata dai cantori del circolo. Il corteo proseguì per il seminario, dove nel cortile, tra la numerosissima folla si insediò sul palco la presidenza con il nunzio mons. A. Agliardi, don Castelletti, assistente ecclesiastico e il conte Medolago Albani. Mons. Guindani occupato nella visita in alta valle Seriana inviò un telegramma con la sua benedizione, cui fu risposto con rigraziamento firmato dal conte Medolago. Numero si oratori intervennero, e a conclusione mons. Agliardi. Quelli del partito avverso la sera antecedente avevano gridato "abbasso i clericali .." e suonato l'inno di Garibaldi a mez zanotte sotto le finestre del conte Medolago e del direttore de L'Eco di Bergamo. La Gaz zetta definì la manifestazione "settaria" e i partecipanti "nemici della patria". L'Opinione qualificò il tutto come "ciarlatanerie"; per Silvio Spaventa fu una manifestazione "pro mossa dal fanatismo di pochi ed attuata mediante l'abusata credenza di molti". La risposta all'illustre personaggio fu data da L'Eco di Bergamo con una lettera aperta il 22 settembre 1886. La conclusione si ebbe un anno dopo, con la consegna di una meda glia d'argento a Nicolò Rezzara, animatore dell' iniziativa, raffiguratovi, con la scritta "Al Prof. Cav. Nicolò Rezzara benemerito dell'Azione Cattolica, degli operai, dei pove ri MDCCCLXXXVIf' e nel rovescio l'epigrafe "autore e ordinatore precipuo della festa memorabile, colla quale il Circolo cattolico operaio di Bergamo, il dì VIII ago sto MDCCCLXXXVI celebrò il decimo anniversario della fondazione, i soci ammira ti dall' operosità e modestia di Lui"; L'Eco di Bergamo 8 agosto 1886 p. l, lO p. l, 11 p. l, 14 p. l, 22 settembre p. l, 9 agosto 1887 p. l con la descrizione della manifesta zione; F. VISTALLI, Mons. Guindani..., p.581.
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nica diaria, quae eduntur in hac civitate, vel alibi, constanter sae pissime protestatus sum, et omni bus, quibus potui, modis adlabora vi ut huiusmodi diario rum a lectio ne catholici omnes abhorrerent. Quare saepe tum concionibus, tum litteris pastoralibus dieta diaria reprobavi ac damnavi, verbi gratia Gazzetta Provinciale di Bergamo, Bergamo Nuova, Il Movimento, La Sferza, etcet. Hinc factum est, ut aliqua dia ria, quae in hac civitate publica bantut; nominatim supradicta Ber gamo Nuova, Il Movimento, La Sferza, post breve tempus cessave rint et eorum publicatio desierit". Item quum publice evulgata fue rit notitia de novo diario liberali, quod sectarii publice volebant, sub titulo Il Conciliatore, statim in homilia habita in cathedrali eccle 35. Gazzetta Provinciale di Bergamo già La Provincia Gazzetta di Bergamo, quotidiano libe rale, pubblicato a Bergamo dal 1877 dalla tipografia Pagnoncelli. Furono direttori in ordi ne di tempo Augusto Barattani, Parmenio Bettoli, Luigi Boccacci. Bergamo Nuova giornale della sera, pubblicato dal 1879 a Bergamo per conto della tipografia Manighetti, Gerente responsabile fu Arcangelo Ghisleri e in seguito Ernesto Zappa. 1/ Movimen to esce ogni domenica, Castigat ridendo ...balores, fu pubblicato a metà anno 1883 a Bergamo v. S. Orsola 31, dalla tipografia commerciale Bergamo, successivamente dal Ia Centrale Milano, dalla Scalvini di Brescia e dalla Rivetti di Bergamo. Direttore responsabile in ordine di tempo fu Edoardo Fustinoni, Enrico Pialorsi. L'Eco di Bergamo lo qualificò "Contro il prete contro il cattolicismo" 16 luglio 1883. Mons. Guindani con lettera pastorale del 23 agosto 1884, ripubblicata il 18 ottobre, condannò 1/ Movimen to e proibì ai fedeli di leggerlo, diffonderlo, smerciarlo, sostenerlo o diffonderlo. L'E co di Bergamo dette notizia del fatto col titolo "La condanna del giornale 1/ Movi mento" 27 settembre 1884 p. I. La Sferza giornale del popolo, fu pubblicato a Ber gamo dal 1886 dalla tipografia Rivetti, poi dalla Cattaneo e ancora dalla Rivetti. Geren te responsabile in ordine di tempo fu Francesco Pialorsi, Giuseppe Manighetti. Mons. Guindani aveva censurato la Gazzetta Provinciale, con la lettera pastorale, già citata del 2 febbraio 1884; ACVB, Lettere pastorali Libro n° Il; F. VISTALLI, Mons. Guinda ni..., p. 546-549; L. CHIODI, 1/ periodico anticlericale bergamasco "Il Movimento", in I cattolici .. " p. 121-137.
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sia in die festo solemni Pentecostes impium conatum reprobavi, et doc trinas eiusdem diarii expositas in foliolo, quo nuncium, seu, ut aiunt, programma, dabatur de opinioni bus scriptorum praedicti diarii, refutavi. Post haec factum est ut diarium publicatum numquamfue rit, et promotores eiusdem a pro posito desistere conatifuerint. Potestatio contra blasphemias publicatas in diario, cui nomen Il Secolo - Praeterea quum anno 1886 diarium impiissimum, quod Il Secolo appellatur, horrendas evo muerit blasphemias contra divini tatem Domini Nostri 1esu Christi curavi, ut preces reparatoriae in omnibus paroeciis fierent a fideli bus. Quapropter in hac civitate solemnis functio religiosa celebra ta fuit cum magno populi concur su, et sermo ad rem habitus fuit", Idem factum est in omnibus paro chialibus ecclesiis totius dioecesis. Insuper plurimae catholicorum laicorum protestationes contra dic tum diarium evulgatae fuerunt per
36. Il Secolo giornale politico quotidiano-Milano-, aveva pubblicato il 23 aprile 1886 pro prio nel giorno del venerdì santo delle bestemmie negando la divinità di Cristo con parole di Victor Hugo. L'Eco di Bergamo rispose in prima pagina con l'articolo dal tito lo "Sia lodato Gesù Cristo vero Dio e vero uomo", continuando, sino al 27 luglio, una rubrica speciale sull' argomento con lo stesso titolo, con dichiarazioni inviate da asso ciazioni cattoliche, parrocchie, privati cittadini. Fu pubblicata la cronaca della manifestazione tenuta a Milano in S. Eufemia. Il "Comi tato di indignazione" era presieduto dal conte Giuseppe Belgioioso, con don Alberta rio, l'avv. Alberto de Moiana e don Filippo Lattuada. Anche a Bergamo si formò un comitato nella parrocchia S. Alessandro in Colonna per analoghe manifestazioni; L'E co di Bergamo 5 maggio 1886 p. l, 6 p. l, 7 p. l; A. NESTI, "Gesù socialista" Una tra dizione popolare italiana (1880-1920), Torino 1974.
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nostrum diarium L'Eco di Berga mo. De catholicis diariis, quae in hac civitate publicantur T) Ut efficacius catholici aver terentur a lectione diariorum libe ralium curavi, ut publicarentur et diffunderentur diaria catholica. Quare operam dedi, ut in hac civitate publicaretur pluries memo ratum diarium L'Eco di Bergamo, de quo summus pontifex anno 1886, in brevi sub die Il octobris scribe re dignatus est: Quod "apprime
muneri suo et nostrae expecta tioni hucusque satisfecerit?", Deinde publicari caepit etiam aliud folium, semel in hebdomada, quod inscribitur Il Campanone". Omnibus modis etiam aliorum diariorum vere catholicorum, quae
37. Il breve fu pubblicato da L'Eco di Bergamo (cf. Appendice XXI). Il quotidiano non aveva vita facile; per la cronaca sulle manifestazioni del 20 settembre 1887 a Roma, pub blicata nell' edizione del 22 settembre e giudicata offensiva delle istituzioni, aveva subito un sequestro, ripetuto il 2 ottobre e sfociato nel processo celebrato ai primi di feb braio 1888, con un verdetto di assoluzione completa a favore de L'Eco. Già con mons. Speranza si era avvertita la necessità di un quotidiano cattolico e su tale iniziativa egli nel 1879 aveva discusso con il conte Medolago Albani, il prof. Gio van Battista Caironi e l'avvocato Giuseppe Riva. Il progetto fu attuato con mons. Guin dani, che approvò lo Statuto del quotidiano, preparato da Nicolò Rezzara. Il prof. G.B. Caironi lasciò la direzione de Il Cittadino di Brescia avuta nel 1878, e fu nominato direttore de L'Eco di Bergamo, il cui primo numero fu pubblicato iii maggio 1880. Cai roni nacque a Ponte S. Pietro il5 maggio 1848. Dopo gli studi ginnasiali e liceali si iscris se alla facoltà di legge a Pavia, che lasciò per l'insegnamento al S. Alessandro. Fu tra i fondatori del Circolo S. Luigi. Morì il 5 marzo 1903; L'Eco di Bergamo 6-7 marzo 1903; F. VISTALLI, Mons. Guindani ..., p. 208-209,429,547-553; P.A. GIOS, Nicolò Rezzara..., p. 30-34; T. FORNONL Storia..., p. 415. 38. Il primo numero de Il Campanone giornale popolare settimanale apparve domenica Il febbraio 1885. Era redatto, come si legge nel titolo, per rispondere meglio alle esi genze e ai bisogni di operai e contadini; F. VISTALLI, Mons. Guindani..., p. 553-554.
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alibi eduntur, diffusionem promovi et commendavi. Adnotanda circa diarium medio lanense vulgo dictum L' Osserva tore Cattolico - Per plures annos favore ac pecuniis adiuvi etiam dia rium Mediolanense, cui nomen L'Osservatore Cattolico. Verum postea, quum ex Longa experientia didicerim scriptores illius diarii nul lo modo induci posse ad obtempe randum monitis saepe a summo pontifice datis, quumque malam eorum fidem audaciam, ac spretum episcopalis auctoritatis saepissime expertus fuerim, quippe qui num quam cessarent calumniis ac iniu riis gravissimis me ipsum, nostra catholica diaria. associationes catholicas huius dioecesis, earum que opera pro Ecclesia ac Pontifice suscepta insectari, quod nocumen tum gravissimum bono regimini dioecesis afferebat, existimavi desi stendum mihi esse a praedictis meis erga illud officiis". 39. L'Osservatore Cattolico quotidiano del mattino, di Milano, aveva iniziato la sua atti vità nel 1864. Ne era direttore all'epoca don Davide Albertario, nato a Filighera (Pavia) il 16 febbraio 1846. Egli aveva conseguito la laurea alla pontificia università Gregoriana nel 1868, maturando la sua esperienza negli anni della prigionia di mons. Caccia Domi nioni a Monza, vicario capitolare di Milano, e nell'ambiente romano tra il Sillabo e il concilio Vaticano I. Era entrato nell'associazionismo cattolico fondato da Caccia Dorni nioni, per combattere la forte corrente liberale del clero milanese. Approdato a L'Os servatore nel 1870 e succeduto più tardi a don Enrico Massara, ne aveva accentuato i caratteri intransigenti e antirosminiani, contribuendo all' istituzione dell'Opera dei Congressi, dei comitati cattolici e di altre organizzazioni. Per accuse a don Antonio Stoppani aveva subìto un processo nel 1887, nel quale era stato difeso da Paganuzzi. Favorevole alla formula "preparazione nell' astensione", non concordava con i catto lici liberali. Venne arrestato nei moti milanesi del 1898 e dimesso nel 1899; morì a Carenno il 21 settembre 1902. I fatti riferiti da mons. Guindani ebbero probabilmente inizio nel 1884 con la visita di Pier Biagio Casoli, vicesegretario dell'Opera dei Con gressi, il quale non aveva risparmiato ai bergamaschi il rimprovero di preferire l'atti
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Peregrinatio ad locum Casti glione delle Stiviere in honorem S. Aloisii G. U) Hoc anno per litteram pasto ralem, quam iam misi ad clerum et populum, quaeque lecta fuit in omnibus ecclesiis parochialibus diebus festis, promovi peregrina tionem fidelium utriusque sexus in honorem sancti Aloisii Gonzagae ad locum vulgo Castiglione delle Stiviere. Peregrinatio facienda est die 26 aprilis vertentis anni, et ego vismo nel sociale e nel politico alla propaganda intransigente, e liste concordate coi libe rali moderati a quelle esclusivamente cattoliche. Nota Gios che ciò favorì i nostalgici di mons. Speranza, e con L'Osservatore Cattolico si dette il via a una violenta campagna di stampa contro mons. Guindani, ritenuto il teorico e il garante del nuovo indirizzo. Dopo la morte di mons. Speranza L'Osservatore aveva brigato per fargli succedere il canonico Giovanni Cossali, arciprete del Capitolo. Oltre alle accuse di Iiberalismo a mons. Guindani, al movimento cattolico bergomense e al quotidiano cattolico, e altri rilievi già accennati, L'Osservatore presentava certi fatti controversi, come la questio ne dei cappuccini in Borgo Palazzo, la vertenza col canonico Foresti per la mensa vescovile, accreditando la falsa idea che il vescovo, perché liberale e persecutore degli intransigenti, era sconfessato dalla Santa Sede. La polemica tra L'Osservatore Catto lico e mons. Guindani si acuì nel 1887 quando il vescovo di Cremona, mons. Bonomelli, indirizzò a Leone XIII in occasione del giubileo sacerdotale una lettera con l'auspicio di concludere una pacificazione tra Chiesa e Stato. Il papa rispose che "vedendo la durissima condizione delle cose, nel solo aiuto di Dio riponiamo la nostra confidenza". Le reazioni furono varie, tra cui quelle discordanti degli ono Ii Fazzari e Bonghi, (cf. nota antecedente n. 21). Nel commento de L'Eco di Bergamo alla lettera di Bonomelli L'Os servatore Cattolico vide un'allusione allo scisma, dando luogo a una polemica durata alcuni mesi, di smentite da una parte e di accuse dall' altra. Padre Carlo Bonacina redattore de L'Osservatore Cattolico, giunse ad accusare che nel bergamasco era entra to invece del rosminianesimo scientifico quello politico e la sua morale. La polemica tra i due fogli s'era arricchita nel luglio 1887 di un nuovo tema, per le liste alle elezioni amministrative di Clusone. La replica de L'Eco fu dura "Questa è grande offesa al cle ro bergamasco nell' amato suo vescovo custode della morale. AI nostro vescovo e al nostro clero porgiamo le più vive condoglianze per il dolore loro ingiustamente arre cato". L'Eco dette il via, dopo aver ricordato anche il breve di Leone XIII a mons. Guindani già citato, alla pubblicazione delle proteste di varie personalità ecclesiastiche e laiche con la rubrica "A legittima difesa", che il lettore potrà trovare nelle edizioni dal lO febbraio al21 settembre 1887; in questa sede ci si limita a citare i numeri de L'E co di Bergamo 19, 23, 26, 28, 30 gennaio 1887; 1,2,6. 8, 9 febbraio; F. VISTALLI, Mons. Guindani..., p. 641-690; F. FONZI, Albertario Davide, in Dizionario Biografi co..., 1, p. 669 - 671; C. BELLO', Geremia Bonomelli vescovo di povera , p. 100 passim; R. AMA DEI, Alla conquista ..., p. 263; P.A. GIOS, Nicolò Rezzara , p. 68 passim; C. SNIDER, Gli ultimi..., p. 294-302.
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ipse cum clericis seminarii illuc me conferam praedicto die, ut missam ibidem celebrem, et peregrinis Ber gomensibus adsistam. Proximo autem mense septem bri alia peregrinatio ad eundem locum fiet ab adolescentibus om nium oratoriorum huius civitatis".
A tutto questo si aggiungano le offerte raccolte nella somma di oltre lire 6.000 per redimere gli schiavi, la solenne festività celebrata in occasione del centenario di san Gre gorio VII, i vari congressi cattolici tenuti in più volte nella diocesi di Bergamo, i generosi sussidi distri buiti ai poveri dalle società cattoli che, durante pubblici infortuni, in seguito alle sue esortazioni, e mol te altre opere di minor conto che lungo sarebbe ricordare.
Oblationes pro redemptione cap tivorum V) Pro redemptione captivorum, seu servorum in locis infidelium degentium, iam in hac dioecesi col lectae fuerunt circiter sex millia Libellarum Italicarum. Omitto recensere alia plura ope ra, quae hisce annis completa in hac dioecesi fuerunt, verbi gratia varii conventus societatum catho licarum, quibus saepe interfui"; festa celebrata in honorem sancti Gregorii papae VII, occasione illius
40. Per l'occasione mons. Arcangeli aveva inviato una circolare ai laici "Sua Eccellenza l'a matissimo nostro vescovo ..." 4 aprile 1891, offrendo una sottoscrizione di azioni da L.2 per 3 anni, a beneficio degli oratori della città. È noto che a Castiglione delle Sti viere era nato Luigi Gonzaga il 9 marzo 1568. Primogenito di Ferrante principe del l'impero e marchese di Castiglione, e di Marta Tana Santena di Chieri, Luigi aveva rinunciato alla corte e al diritto di successione al principato, in favore del fratello Rodolfo, per praticare una vita di pietà e di penitenza, decidendo di entrare nella Com pagnia di Gesù. Fu accolto nel noviziato il 25 novembre 1585. Nell'assistenza ai mala ti di peste a Roma egli fu contagiato e morì il 21 giugno 1591. Proclamato beato da Pao lo V nel 1605, Benedetto XIII dichiarò Luigi santo nel 1726 e patrono della gioventù nel 1729; F. BAUMANN, Luigi Gonzaga, santo, in Bibl. Sanct., VIII, p. 348-353. 41. Da segnalare tra i convegni, le feste federali che dal 1888 (la prima fu tenuta a Sarnico il9 settembre) sino al 1914 riunivano ogni anno a turno nelle vicarie tutto il movimento cattolico diocesano. Vi partecipavano altre istituzioni extradiocesane e personalità cattoliche di prestigio. Alla celebrazione dell' VIII festa federale fu opposto inizial mente il divieto governativo, a causa di minacce segnalate contro i partecipanti; L'E co di Bergamo 18,19,20,22 ottobre 1895; M. FIOREND!, L'azione sociale..., p.318: P.A. GIOS, Nicolò Rezzara..., p. 90-93.
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centenarii"; subsidia pauperibus distributa a societaiibus catholicis, urgente publica necessitate", etcet. etcet.
42. Papa Gregorio VII (al secolo Ildebrando) nato a Soana circa il 1020 da Bonizone e da Berta, fu eletto a successore di Alessandro Il il 22 aprile 1073. Aveva svolto diverse mis sioni diplomatiche per conto dei papi, in Francia e in Germania. Con san Pier Damia ni era antesignano della riforma ecclesiastica, contro la simonia e la clerogamia. Di papa Gregorio VII è nota l'opposizione alla nomina dei vescovi e degli abati da parte degli imperatori e del potere civile. Enrico IV tentò di opporsi a Gregorio VII deponendolo dopo il sinodo di Worms il 24 gennaio 1076. 11 papa rispose scomunicando Enrico IV nel sinodo romano di quello stesso anno, e dichiarando i suoi sudditi liberi da ogni vincolo di obbedienza all' imperatore. Per riacquistare autorità sui prìncipi e presti gio dai vescovi, ed evitare la deposizione, Enrico IV scese in Italia e incontrò Grego rio VII nel castello di Canossa, ottenendo con la revoca della scomunica la piena legit timazione del suo potere. Nel sinodo Romano del 1080 Gregorio VII decise la causa tra Enrico IV e il rivale Rodolfo di Svevia in favore di quest'ultimo. Egli dichiarò Enrico IV scomunicato e deposto perché infedele alle promesse fatte. Dopo il sinodo di Bres sanone tenuto nel 1080, Enrico IV elesse antipapa l'arcivescovo di Ravenna, Guiber to, col nome di Clemente III, e decise di conquistare Roma. Nel 1084 egli in S. Pietro fu incoronato imperatore dall' antipapa. Rifugiatosi in Castel S. Angelo, Gregorio VII fu liberato da Roberto il Guiscardo e condotto nel palazzo del Laterano, Le devastazioni delle truppe normanne di Guiscardo spinsero Gregorio VII a lasciare Roma. Rifugia tosi a Salerno, Gregorio VII scomunicò Enrico IV e i suoi complici. Morì il 25 maggio 1085, con la nota invocazione "Ho amato la giustizia e odiato l'iniquità, perciò muoio in esilio", lasciando come testamento l'ultima sua enciclica, sintesi della sua opera riformatrice; A. FLICHE, La riforma gregoriana e la riconquista cristiana (1057 1123), in Storia della Chiesa, VIII, 2a ed. italiana a cura di A. VARINA, ristampa, 2a edizione Torino 1977, p. 77 passim. 43 . Oltre alle già ricordate Associazioni di mutuo soccorso divenute nel 1887 Unione Dio cesana delle Società Operaie Cattoliche, e le iniziative nel settore socio-assistenziale con l'Opera delle cucine economiche, furono fondate in quegli anni le Casse rurali, l'Unione cattolica agricola bergamasca, il Segretariato per gli emigranti, e infine il 2 gennaio 1892 apriva a forma di società cooperativa la banca Piccolo Credito Bergamasco. Mons. Guindani in certe occasioni richiamava al dovere della solidarietà con lettere alla diocesi, per le calamità, come il colera "Coll' animo addolorato al pericolo..." 29 agosto 1884, e "Ora che sono trascorsi que' giorni " 22 novembre, la fillossera deva statrice delle vigne "L'onorevole comizio agrario " 7 marzo 1886, un'influenza par ticolarmente grave, circolare di mons. Arcangeli "Sua Eccellenza Rev.ma..." 2 aprile 1890 " e di mons. Guindani "L'influenza che nei passati mesi..." 6 aprile 1892; inol tre egli chiedeva l'obolo da mandare al papa per l'abolizione della schiavitù "Con sua veneratissima lettera..." 18 dicembre 1890. Esortava i fedeli a pregare per l'arcive scovo di Milano mons. Calabiana gravemente ammalato, 24 luglio 1881, e pure per il vescovo di Brescia, 14 agosto 1883, e di Como, 27 febbraio 1887; ACVB, Lettere pastorali Libro nOI1; M. FIORENDI, L'azione sociale ... , p.3l4-3l8; P. A. GIOS, Nicolò Rezzara..., p. 48 passim.; L. FERRARI, ll laicato cattolico ..., p. 932-974.
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Caput III De clero saeculari
Capo III
Del Clero secolare
1 Canonici.
I. Residentia canonicorum cathedralis ecclesiae - Canonici, ceterique choro addicti cathedra lis ecclesiae, residentiam, iuxta sacros canones, et particularia sta tuta, rite servant. II. Divina officia, quae a cano nicis persolvuntur - Iidem ultra matutinum, laudes caeterasque alias horas canonicas, quolibet die celebrant missam conventualem. III. Missa conventualispro bene factoribus, quae celebratur a cano nicis et mansionariis - Canonici eandem missam conventualem pro benefactoribus applicant omnibus diebus dominicis et festis, etiam suppressis; caeteri autem mansio narii ac cappellani diebus feriali bus non applicant pro benefactori bus, ex indulto apostolico. IV. Capitulum cathedralis eccle siae; eius iura, et concordia cum episcopo - Capitulum cathedralis ecclesiae iam a pluribus annis ad sacram Concilii congregationem memoriale scriptum transmisit ad vindicanda sua nonnulla asserta iura. Circa idem memoriale suas animadversiones miserat quoque praedecessor meus felicis memo riae episcopus Petrus Aloisius Spe ranza, qui proprium hac super re Romae procuratorem elegerat. Sacra congregatio Concilii tunc
Tutti i canonici osservano l' ob bligo della residenza e le proprie costituzioni.
2 Otliciatura. Intervengono tutti regolarmen te all' officiatura nella cattedrale.
3 Messa conventuale: Applicazione. Celebrano la messa conventua le che applicano pel popolo in tut ti i dì festivi; per indulto apostolico i cappellani ed i mansionari non applicano per i benefattori nei gior ni feriali.
4 Capitolo: Costituzioni, concordia col ve scovo. Benché il Capitolo accampi talu ni diritti pei quali avanzò memoria alla Santa Sede, osserva religiosa mente le antiche costituzioni, atte nendosi a tutte le legittime consue tudini di pieno accordo con l'ordi nario.
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temporis a Capitulo cathedralis ecclesiae requisivit bullam illam pontificiam, de qua Capitulum loquebatur. Sed postea nihil ad rem ad me delatumfuit. Interim obser vantur antiquae constitutiones et legitimae consuetudines. Inter Capi tulum autem et episcopum maxima viget concordia. V. Canonicus poenitentiarius, et theologus - Canonicus poeniten tiarius sua munera diligenter adim plet. Canonicus theologus, qui fun gitur etiam officio vicarii genera lis dioecesis, a Sancta Sede obti nuit indultum relate ad residentiam choralem pro illis diebus et horis, quibus incumbit muneri vicariatus generalis. Quoad conciones theo logales paucae habentur. Verum observandum est: a) iuxta statuta et consuetudi nem huius cathedralis ecclesiae, conciones haberi debent dumtaxat tempore adventus; item dominicis occurrentibus post Epiphaniam usque ad initium quadragesimae; denique dominicis occurrentibus post dominicam in Albis usque ad festum sancti Ioannis Baptistae. b) Concio theologalis omitten da insuper est quoties in cathedra li eadem hora habeatur alia con cio. Qua de re etiam temporibus consuetis, et supra assignatis, con cio theologalis fieri nequit in variis dominicis, verbi gratia in quarta et
4 APRILE 1891 5 Penitenziere e teologo. Il penitenziere ed il teologo adempiono con diligenza i propri doveri. Quest' ultimo peraltro, che è anche investito dell'ufficio di vicario generale, e per l'ufficio di teologo non percepisce che il tenuo assegno di L.60 annue oltre la pre benda comune a tutti i canonici, mentre ha ottenuto un indulto per l'esenzione dal coro nelle ore in cui è addetto al suo ufficio, non può per le suddette ragioni che tenere rara mente le conferenze teologali; le quali poi spesso non potrebbero aver luogo, considerato che nelle ore a ciò destinate spesso si tengo no nella cattedrale altre conferen ze a vantaggio dei fedeli.
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6 Parrochi e loro residenza. In generale tutti i parrochi risiedo no nelle rispettive cure, dalle quali non si assentano oltre i due mesi dell' anno ed interpolatamente, o per ragioni di salute, o per recarsi, invi tati, a predicare in altre parrocchie, anche fuori della diocesi.
interdum etiam tertia dominica adventus, quia tunc fit alia praedi catio, item in dominica quinquage simae, in tertia dominica post Pascha, qua celebratur jestum patrocinii S. Iosephi etcet.etcet. Addantur instructiones variae, quae in cathedrali hora eadem, qua jacienda esset concio theologalis, fiunt vel pro matribus [amilias, vel pro tertiariis aut adolescentulabus. Praeterea aliae interdum concio nes habentur in eadem parochia cathedralis, in ecclesiis subsidia riis, quae sunt propinquissimae ecclesiae cathedrali. Tunc ne impediatur concursus fidelium ad dictas ecclesias con sultius omittitur concio theologa liso c) Notandum denique est prae bendam theologalem a gubernio civili, per notas leges eversivas bonorum ecclesiasticorum usurpa tam fuisse, ita ut hodie canonicus theologus supra id quod percipiunt alii simplices canonici (quod quam maxime imminutum nunc est) per cipiat tantum singulis annis sexa ginta libellas italicas.
VI. Residentia parochorum Parochi in suis paroeciis generatim resident, neque absunt ultra duos menses continuatos vel interpola tos quovis anno. Qui tamen inter dum absunt in anno (numquam tamen ultra duos dictos menses
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conciliares, sive continuos, sive interpolatos), idfaciunt, non recrea tionis causa, sed vel ob gravem causam, scilicet ratione valetudi nis, vel, ut plurimum contingit, ratione praedicationis, praesertim missionum, quae in diocesi saepe populo dantur aut exercitiorum spi ritualium; quae fiunt in monasteriis seu institutis religiosis, aut in semi nario, aut alio in loco pro clero etcet. Aliqui praedicationi incumbunt etiam extra dioecesim, quod con tingit praesertim tempore quadra gesimae. Attamen generatim omnes ab sentiae a paroecia, in qua semper relinquitur idoneus et probatus sub stitutus, non excedunt duos menses conciliares. Quum autem aliqui, licet pau cissimi, adsint, qui circa huiusmo di praeceptum negligentes ali quando sini, ne abusus hac super re irrepiant, iam paravi instructio nem opportunam, quam brevi ad omnes parochos mittam, ut semper et ab omnibus sedulo serventur ea, quae in concilio Tridentino ac reve rendorum patrum constitutionibus, nec non in sinodis nostris quoad parochorum residentiam statuun
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7 Libri parrocchiali. Tutti conservano giusta le pre scrizioni di rito i libri parrocchiali.
turo
VII. Libri parochialis archivii Omnes parochi libros matrimonio rum et baptizaiorum aliosque, quos ad normam ritualis Romani retine
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8 Coadiutori. Meno in talune cure poco nume rose, tutti i parrochi hanno un coa diutore.
re debent, diligenter conficiunt et caute custodiunt". VIII. Coadiutores parochorum Curam habeo, ut, quoad possibile est, parochi omnes etiam aliorum sacerdotum ministerio coadiuven tut: Huiusmodi coadiutores desunt tantum in iis paroeciis, ubi, attento parvo numero incolarum, solus parochus sufficit. IX. Praedicatio Verbi Dei perac ta a parochis sive per, se sive per alios - Parochi generatim et ordi narie per se ipsos diebus domini cis et festis solemnibus plebes sibi commissas pro sua et earum capa citate pascunt salutaribus verbis, docendo quae scire omnibus neces sarium est ad salutem iuxta moni tum Tridentini et concilii Romani. Interdum in hoc munere implen do utuntur opera coadiutorum pro batorum, praesertim quum sint ipsi legitime impediti. X. Scholae Doctrinae Christia nae - Dominicis diebus et aliis festis parochi in suis ecclesiis pueros cae terosque hoc adiutorio indigentes docent fidei rudimenta et oboe dientiam erga Deum et parentes. In omnibus huius dioecesis paroeciis viget institutio appellata
9 Predicazione. O personalmente o per mezzo dei propri coadiutori predicano al popo lo nei dì festivi la Parola di Dio. lO Insegnamento del catechi smo. Così pure nei suddetti giorni istruiscono i giovanetti nel catechi smo. Ad agevolare tal compito ven ne eretta presso ciascuna parroc chia la scuola della Dottrina Cri stiana, secondo le santissime rego le dettate da san Carlo Borromeo.
44. Tra i documenti richiesti ai parroci da mons. Guindani vi erano le carte eventualmen te in loro possesso sulla serva di Dio Eustachio Verzeri per il processo di beatifica zione, lettera "Nihil sane optabilius nobis con tingere poterat..." 28 marzo 1884, il cer tificato di stato libero per i matrimoni, 12 giugno 1886, il modulo per lo Stato del cle ro, circolare di mons, Arcangeli, 14 maggio 1887; ACVB, Lettere pastorali Libro n° 11.
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4 APRILE 1891 Il Messa pel popolo. Tutti i parrochi applicano pel popolo nei dì festivi. Nelle feste soppresse alcuni ne vennerodispensatidalla Santa Sede, altri versano le elemosine delle applicazioni ad opere pie diocesa ne, specie a quella per l'esenzione dei chierici dal servizio militare e per soccorrere i sacerdoti poveri.
Scuola della Dottrina Cristiana. Huiusmodi schola fit iuxta sapien tissimas regulas, instructiones ac monita saneti Caroli Borromaei, quae habentur in Actis Ecclesiae Mediolanensis et in sinodis nostris. De necessitate ac methodo huiu smodi instructionis circa doctrinam christianam hoc anno dedi pasto ralem epistolam, quae iam in qua dragesima nuper elapsa lecta et explicata fuit in omnibus paro chialibus ecclesiis diebus domini CiS
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XI. Missa pro populo, quae a parochis diebus festis celebratur et applicatur - Singuli parochi ceteri que animarum curam exercentes singulis dominicis festisque de praecepto missam applicant pro populo eorum curae commisso. Relate ad dies festos hodie sup pressos, notandum est a) nonnullos a Sancta Sede dispensatos juisse a praedicto one re, attenta tenuitate suorum bene ficiorum; b) plerosque his diebus appli care ex indulto apostolico pro ecclesiae legatis aut pro devotis offerentibus, sed harum missarum eleemosinam tribuere pio operi instituto in hac dioecesi pro redi mendis clericis a servitio militari, 45. Mons. Guindani aveva raccomandato a due riprese l'insegnamento della dottrina cristiana con le già accennate lettere "La quaresima col solo suo nome invita a santi e salutari pensieri..." 22 gennaio 1891, e "Al principiare del sacro tempo quaresimale ..." 25 febbraio; ibid.
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12 Ordinandi. Nessuno viene ascritto agli Ordini Minori che non abbia dato segni non dubbi di vocazione ed ampie prove di studio e di condot ta incensurabile. Tutti devono prima passare alcuni giorni in esercizi spi rituali.
et pro adiuvandis clericis paupe rioribus, ut studia in seminario per ficere valeant; c) ceteros vero etiam dictis die bus missam pro populo applicare". XII. De iis qui sacrae militiae adscribuntur, et promoventur ad sacros ordines - Nemo ad clerica lem tonsuram, aut ad Minores Ordi nes admittitur, quin verae vocatio nis in Dei sortem indubbia dederit signa, et disciplina, studio, morum probitate et ingenio sit commenda bilis. Qui sacris ordinibus sunt ini tiandi, exercitiis spiritualibus per aliquot dies vel in seminario, vel in domo ad hunc finem destinata vacant. XIII. De habitu clericali, et pri vilegiis clericorum - Omnes, qui clericali militiae sunt addicti, iugi ter vestes clericales deferunt. Quoad privilegium fori notum est quaenam sit hodie omnium cle ricorum conditio sub vigentibus civilibus legibus. Attamen, quantum fieri potest, servantur disposita a sacrosancta sinodo Tridentina, sess.23 cap. 6 De Refonn. et a constitutione Benedicti PP. XIII in concilio Romano ema nata. XlV. Conferentiae, seu collatio
13 Abiti talari - Foro eccle siastico. Tutti gli ecclesiastici indossano abiti talari. Per quanto riguarda il foro ecclesiasticosi osservano,per quan to è possibile, le disposizioni del concilio di Trento e la costituzione di Benedetto XIII.
46. Mons. Guindani aveva dato nuove nonne per la celebrazione delle messe private, cir colare di mons. Arcangeli 27 agosto 1886, e con altra circolare dello stesso, 8 luglio 1889, ai parroci era stato chiesto di far conoscere le proprie osservazioni sulla congrua par rocchiale; ibid.
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nes cleri pro resolutione casuum de theologia morali, sacra liturgia, et iure canonico - In vicariis dioecesis generatim conferentiae habentur, in quibus discutiuntur et definiuntur casus e theologia morali, iure cano nico ac sacra liturgia deprompti, et propositi singulis annis in kalen dario dioecesano. Definitiones elaboratae ab his, qui in singulis vicariis ad hoc munus sunt deputati, mittuntur ad nostram episcopalem curiamo Quo vis anno pubblicantur in kalendario resolutiones casuum, qui anno praecedenti propositi fuerunt. Huiusmodi resolutiones confi ciuntur a magistris seminarii, qui dictas scientias edocent. Praefatis collationibus, quae singulis mensibus, exceptis sep tembri et octobri, fiunt, intersunt parochi et alii sacerdotes anima rum curam exercentes. Quum autem vehementer cu piam; ut praedictae conferentiae ab omnibus et ubique rite fiant iuxta sapientissimas regulas traditas a Benedicto PP. XIII in concilio Romano, et contentas in conciliis nostris Provincialibus, iam paravi opportunam instructionem, quam brevi ad clerum mittam. Huiusmodi collationes valde inserviunt ad studium promoven dum theologiae moralis, iuris cano nici et sacrae liturgiae, ad unionem fovendam inter clerum, et haben
14 Conferenze. In tutti i vicariati foranei hanno luogo le conferenze ecclesiastiche, nelle quali si discutono e defini scono i casi di teologia morale, giu scanonico e sacra liturgia, proposti ogni anno nel calendario diocesa no, nel quale pure si pubblicano le risoluzioni dei casi proposti nel l'anno precedente. Ciascun foraneo rimette al vescovo le definizioni emesse nelle rispettive conferenze.
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dam cognitionem mediorum, qui bus nostris praesertim diebus pro videri possit multiplicibus fidelium spiritualibus necessitatibus.
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Mores cleri saecularis
Mores cleri saecularis generatim sunt graves et ad pietatem vitaeque honestatem compositi, quae eccle siasticos viros decet. Omnes merito gloriantur serva re et pro viribus in praxim deduce re non solum cuncta romani ponti ficis mandata, sed etiam eiusdem exhortationes et desideria. Omnes cupiunt vehementer, ut romano pontifici restituatur civilis principatus, quo iniuste ac sacri/e ge expoliatus fuit, ut ea libertate ac independentia fruatur; quae in regi mine totius Ecclesiae omnino ne cessaria est. Huius erga Sanctam Sedem de votionis testimonia sunt copiosae eleemosinae a clero factae et etiam a piis offerentibus collectae ad sue currendum inopiae summi pontifi cis; variae peregrinationes a plu rimis ecclesiasticis susceptae ad Sanctam Sedem, quas inter com memoranda est peregrinatio sus cepta a pluribus clericis una cum seminarii rectore aliisque eiusdem seminarii superioribus, quae [acta fuit mense aprili anno 1888; mul tiplices auestationes et documenta devotionis, obedientiae, amoris ad summum pontificem, hisce annis missa, ac publicis diariis evulgata;
15 Costumi del clero. I costumi del clero in generale sono correttissimi e quali si addi cono a persone dedicate al servizio di Dio. n clero Bergamasco, nel quale nessuno professa principi liberali né è addetto alla scuola Rosminia na, ha dato molte e solenni prove del suo attaccamento alla religione ed alla Santa Sede sia con copiose offerte in denaro ed oggetti prezio si, sia con solenni proteste ogni qualvolta siasi attentato alla libertà della Chiesa, sia con i numerosi pel legrinaggi a Roma per fare atto di devozione al sommo pontefice. Nella massima parte il clero è sommesso all' ordinario, verso il quale non cessa di dar segni di sin cero affetto. Non mancano peraltro talune eccezioni, poche in verità, di sacer doti che ritenendosi indipendenti da ogni potere, e capaci di emette re sicuro giudizio su quanto ema na dal pontefice, dal collegio car dinalizio, e dalle sacre congrega zioni, non si peritano di censurare l'operato del loro superiore, contro il quale ardiscono anche spargere voci calunniose, eccitati a ciò, e questo valga a loro scusa, dai con tinui attacchi cui l'ordinario e la curia sono fatti segno dall'Ossea VATORE CATIOLICO di Milano.
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4 APRILE 1891 Spera però il vescovo che tale scandalo col tempo vada a cessare e che con una longanimità ed una pazienza a tutta prova questi tra viati presto ritornino ad bonam fru gemo
frequentes functiones religiosae, quae pro summi pontificis incolu mitate ac libertate promovent etcet. etcet. Nemo habetur in hac dioecesi qui sistemati Rosminiano, sive phi losophico, sive morali, aut politico adhereat". Quod comprobatumfuit etiam ex protestationibus evulgatis per diarium L'Eco di Bergamo, quando agebatur de repellenda insania calumnia, quam Bergo
47. Antonio Rosmini Serbati nacque a Rovereto il 24 marzo 1797, da Pier Modesto e da Gio vanna dei conti Formenti, morì a Stresa il l" luglio 1855. Dopo gli studi di teologia a Padova, fu ordinato sacerdote nel 1821. Stabilitosi a Milano, proseguì i suoi studi in varie discipline. Nel 1828 fondò a Domodossola l'lstituto della Carità, nel 1833 la congre gazione delle suore della Provvidenza. Papa Pio VIII, come poi Gregorio XVI, aveva esortato Rosmini a scrivere. Egli seguì Pio IX nella fuga a Gaeta, dove invano tentò di distoglierlo dalle convinzioni conservatrici che andava assumendo sulle libertà politi che e sul movimento nazionale. La pubblicazione delle sue opere Delle cinque pia ghe della Santa Chiesa (Lugano 1848) e La Costituzione secondo la giustizia socia le (Milano 1848) non superarono l'esame della Congregazione dell'Indice. Rosmini, che criticava la scolastica, l'uso del latino nella liturgia, e il ricorso al potere dello stato, si sottomise con prontezza al giudizio negativo. Nelle sue opere egli sosteneva una filo sofia valida per se stessa, aperta alla verità, per qualunque via essa si presenti, compresa la Rivelazione. Per Rosmini acquistava particolare importanza la tendenza all'analisi psicologica e alla ricerca di ciò che è la vita diretta dell'uomo. Nella sua opera (Antro pologia soprannaturale, 3 voll., Casale 1884), egli mostra che la teologia liberale si pone fuori dal suo scopo, ignorando la realtà e la ragion d'essere del soprannaturale. Le idee di Rosmini suscitarono contrasti. Le sue opere furono sottoposte a severo esame dalla congregazione dell'Indice che, nel 1854, in una solenne seduta presente Pio IX, le dichiarò assolte dalle accuse di eterodossia. La frase inusuale "dimittenda esse" e non "dimittantur", offrì agli avversari di Rosmini l'appiglio per trovare altre accuse, fatte proprie da L'Osservatore Cattolico che fu obbligato dall'intervento della congrega zione suddetta, con lettera del 20 giugno 1876, alla rettifica. Con Leone XIII il7 mar zo 1888 il S. Uffizio emanò un decreto di condanna per quaranta proposizioni di Rosmi ni, tolte dalle sue opere già dimesse o postume. Erano, in linea generale, accuse già avan zate sotto Pio IX. L'inaugurazione di un monumento a Rosmini nel luglio 1896 a Mila no, su iniziativa dell'abate A. Stoppani, presenti molti sacerdoti e il card. Hohenlohe, dette luogo a polemiche de L'Osservatore Cattolico poco serene e punto equilibrate sul suo sistema filosofico; D. MORANDO, Rosmini-Serbati Antonio, in Enciclopedia Filosofica, IV, p. 208-222; R. AUBERT, Il risveglio culturale dei cattolici, Storia del la Chiesa in Chiesa e società industriale, XXII/2, p. 218 passim; C. BELLO', Geremia Bonomelli vescovo di povera ..., p. 139-199; G. MARTINA, s.j., Pio IX (1851-1866) ..., p. 595-630; C. SNIDER, Gli ultimi ..., p. 134- 135,426-432; P. MARANGON , Sulla genesi delle cinque piaghe di Antonio Rosmini, in Rivista di storia e letteratura... , 34 (1996), p. 93-129; IDEM, Il Risorgimento della Chiesa. Genesi e ricezione delle "Cin que pighe" di A. Rosmini, Italia sacra, 63, Roma 2000; G. CAMPANINI, Antonio Rosmini e il problema dello Stato. Brescia, 1983.
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mensi dioecesi instruere ausumfuit diarium illud Mediolanense, quod appellatur L'Osservatore Cattoli co, de quo iam aliquid notavi, quodque sua agendi ratione sum mopere nocet disciplinae ecclesia sticae et exercitio iurisdictionis ecclesiasticae in hac nostra dioe cesi". Nullus praeterea inter ecclesia sticos habetur, qui adhaereat mo derno ac reprobato liberalismo, vel aliquam sectetur doctrinam a Sane ta Sede condemnatam. De aliquibus e clero saeculari, qui proprio episcopo adversantur Testor insuper clerum huius dioe
48. Rosmini auspicava il rinnovamento della Chiesa da perseguire non su basi giuridiche centraliste e contro l'asservimento della Chiesa allo stato assoluto e nella netta sepa razione fra di loro. Osserva Bello' che l'opera di Rosmini è l'indicazione di una rifor ma teologica,liturgica, catechistica e spirituale della chiesa-comunità nel rispetto del la tradizione e pure nella coscienza del rinnovamento "senza quelle lamentazioni pro prie della tradizione piagnona, ma anche fuori della tentazione alla rivolta". La sua morale aperta al mondo moderno era accusata di giansenismo, al contrario dei gesuiti seguaci di una morale meno rigida e diffidenti verso il mondo moderno, accu sati di pelagianesimo. Sulle opzioni politiche di Rosmini per l'Italia già s'è accennato piu addietro. Il gesuita padre Antonio Ballerini accusò Rosmini di vari errori, il gene rale della Compagnia di Gesù, p. Giovanni F. Roothan, lo attaccò sull' ontologismo. La battaglia teoretica contro la filosofia rosminiana vide vittoriosi i tomisti p. Ballerini, p. Cornoldi, e p. Zigliara, poi cardinale. Si ebbero reazioni dei vescovi italiani contra stanti. A Milano furono allontanati dall'insegnamento in seminario i docenti filoro sminiani e identica sorte toccò ai candidati all' episcopato, lasciati da parte per questa loro formazione culturale e teologica, che li portava a simpatie verso illiberalismo e il risorgimento. Mons. Bonomelli ebbe le sue disavventure con L'Osservatore Cattolico per l'insinuazione di essersi convertito al rosminianesimo. Mons. Guindani ricorda la vicenda delle accuse mossegli da L'Osservatore Cattolico, a seguito di una lettera ivi pubblicata da don Carlo Bonacina suo redattore, il 4-5 febbraio 1887. La risposta, a distanza di un anno, ben motivata e pertinente, venne da Nicolò Rezzara, con l'arti colo su Il Campanone, 12 febbraio 1888; F. VISTALLI, Mons. Guindani ..., p. 657 663; D. MORANDO, Rosmini-Serbati Antonio, in Enciclopedia Filosofica, IV, p. 208 222; C. BELLO', Società ..., p. 43-48, 64; IDEM, Geremia Bonomelli, p. 87-95; G. MARTINA, s.j., Pio IX (1851-1866)..., p. 595-635; C. SNIDER, Gli ultimi..., p. 255, 395, 426-432; Nota sul valore dei decreti dottrinali concernenti il pensiero e le ope re del rev.do sacerdote Antonio Rosmini Serbati- Congregazione per la Dottrina della Fede, l" luglio 2001, J. card. Ratzinger Prefetto, T. Bertone Segretario.
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cesis, si pauci excipiantut; addic tissimum semper se ostendisse ac ostendere meae, licet indignissimae personae, ac mihi plura reveren tiae, oboedientiae, et amoris signa ac pignora constanter exhibuisse; inter quae sufficiat commemorasse donum crucis pectoralis pretiosis simae, quod, occasione expletae visitationis pastoralis dioecesis, mihi obtulit una cum epistola sub scripta a mille circiter sacerdoti bus, scilicet a pene universo clero. Nec tacere possum innumera signa amoris mihi a fere universo clero exhibita tempore, quo gravi morbo affectus fui". Praetermittere tamen non pos sum, nec debeo, aliquos, etsi pau cos, adesse, qui, praetendentes pro pemodum sibi exclusive competere munus tutam servandi ac promo vendi eam perfectam catholice sen tiendi rationem, qua merito Bergo mensis dioecesis hucusque cele brata fuit, sibi ipsis regimen ac dioecesis ipsius tutelam adscribe re videntur, ut porro ipsi soli domi nari in dioecesi valeant. Quare episcopi dignitatem auc toritatemque contemnunt, non par centes calumniis, et eo usque deve nerunt, ut calumniosum libellum Romam trasmittereru, qui mihi ab eminentissimo cardinali praefecto sacrae congregationis Episcopo 49. Oltre alla nota precedente n. 1, cf. F. VISTALLI, Mons. Guindani... , p. 623-639.
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rum et Regularium communicatus fuit. Tunc ego rescripsi ad eamdem sacram congregationem, omnesque in praedicto libello contra meipsum calumniosas accusationes factas repelli. Vehementertamen doleo me qui dem has novisse calumnias, non dum autem scire, an et quomodo exceptafuerit mea defensio. Notissimum praeterea est prae dictis sacerdotibus, qui non veren tur proprium episcopum tam atro citer calumniari, praesidium prae buisse ac in dies praebere diarium Mediolanense, quod inscribitur L'Osservatore Cattolico. Praefati sacerdotes insuper videntur inter se in modum fere cuiusdam secretae societatis con federati, et socios sibi adsciscunt nonnullos etiam ex iis, qui vel ob pravos mores, vel ob imperitiam aut aliam iustam causam, a proprio episcopo aut moniti aut puniti fue runt, vel indigni habiti sunt, quibus aliquod ecclesiasticum beneficium conferreretur. Bi sunt qui se sua que opera semper extollunt, cete rorum autem catholicorum et prae sertim societatum catholicarum in hac dioecesi existentium opera, etsi commendabilia, constanter et ex consilio praestituto reprehendunt, vel alto silentio premunt". Paucis
50. Mons. Guindani non nomina gli oppositori alla sua linea pastorale, conosciuti tuttavia come sacerdoti integri e zelanti, ma intransigenti: mons. Giovanni Cossali, canonico,
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verbis, hi sunt, quorum agendi rationem saepe reprobavit summus pontifex, in Italia, Gallia, Hispa nia, et alibi, quippe qui distinguant inter unum et alterum pontificem, et de eodem pontifice aliqua opera approbent et alia damnent; distin guant inter cardinalem et cardina lem, inter episcopum et episcopum, et eos vel laudent vel improbent quos ipsi iudicant laude aut censu ra dignos", Horum agendi ratio non uno capite plurimum bono dioecesis regimini nocuit ac porro nocet. arciprete del duomo, dimissionato nel 1887 dall'ufficio di provicario generale. indicato e desiderato dagli intransigenti come successore di mons. Speranza. ritenuto punto di riferimento di quanti si opponevano al vescovo; don Bartolomeo Giudici parroco di Bottanuco. don Rinaldo Rossi parroco di Romano di Lombardia. il canonico Ales sandro Noli parroco di Sant' Anna in Borgo Palazzo. don Pietro Arrnanni parroco di S. Alessandro della Croce, don Lazzaro Plebani e alcuni altri. Don Giovanni Rizzoli, già citato, lodevole nell' impegno pastorale. per alleviare le difficoltà della sua gente ave va fondato una cassa rurale. senza assecondare il desiderio del vescovo di costituire a Clusone una società di mutuo soccorso; egli escludeva inoltre sia la partecipazione della cassa rurale ali' Unione delle istituzioni cattoliche diocesane, sia rapporti con la Banca Piccolo Credito Bergamasco. centro delle attività economiche del Movimento Cat tolico. Anche don Teanini, ottimo per l'impegno pastorale profuso. si opponeva alla costi tuzione del comitato parrocchiale e delle nuove associazioni. Fallì con grandi danni il suo progetto paraindustriale. L' orientamento di questi sacerdoti e di altri era dettato dalla convinzione che la direzione diocesana fosse accomodante colliberalesimo; essi rimanevano diffidenti nei confronti delle nuove associazioni laicali, specialmente se sovraparrocchiali. Il pieno appoggio a mons. Guindani, anche a seguito di perplessità sulla capacità di condurre la diocesi espresse alla Santa Sede dal conte Stanislao Medo lago Albani e dallo stesso vicario generale Arcangeli. venne dal breve di Leone XIII del 5 dicembre 1894 (cf. Appendice XXI/), in risposta all'invio dell'obolo di S. Pietro. Il papa esortava mons. Guindani a non lasciarsi abbattere da nessuna difficoltà e da nessuna fati ca. ma a continuare il suo lavoro pastorale. Interessante la risposta di Guindani a mons. Sabbia. vescovo di Crema. che si lamentava di dover governare un clero composto in buona parte di rosminiani: "Pensi a me, che devo guidarne uno tutto di santi. e si con soli!". F. VISTALLI. Mons. Guindani.... p. 665 passim; R. AMADEI. Alla conqui sta p.265; C. SNIDER. Gli ultimi... p. 285-286 per la citazione; E. CAMOZZI. Dia rio I. p. 331-333. 51. Quanto lamenta qui mons. Guindani, si ripeteva anche a Milano. dove l' arcivescovo Nazari di Calabiana aveva la diocesi divisa per illiberalismo diffuso in alcuni gruppi del clero milanese. Egli non intese perdere contatto con quegli elementi della borghe sia culturale milanese e con quelle correnti d'opinione tradizionali nelloAlta Italia che.
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Caput IV De Clero regulari
Capo IV
Del Clero regolare
l. Domus regularium curaro ani marum exercentium - In hac dioe cesi una tantum adest domus regu larium curam animarum exercen tium, sita in pago vulgo Somasca. Haec parochia regitur a clericis regularibus a sancto Hieronimo Aemiliano institutis. Hi curam animarum gerunt sub episcopali iurisdictione, et fideliter suum adimplent munus. II. Nemo ex regularibus, qui extra proprium monasterium degat, nisi ex indulto apostolico - Nullus habetur regularis, qui extra pro prium monasterium degat, si exci piatur unus vel alter ex indulto
l Regolari aventi cura d'ani me. Una sola parrocchia è affidata ai regolari, e cioè quella di Soma sca, alla quale sono addetti i chierici regolari che da quel villaggio ebbe ro denominazione.
giudicando fatale il dissidio fra la Chiesa e lo Stato, erano propensi a una mediazione possibile. In linea con quell' orientamento, Mons. Scalabrini aveva scritto nella pasto rale "Cattolici di nome, cattolici di fatto", 1877, sul problema di una certa autonomia dei vescovi nei confronti della centralità romana, notando che l'oltranzismo a favore del papa poteva celare la disubbidienza ai vescovi. Alcuni vescovi suffraganei di mons. Calabiana avevano moltiplicato i loro appelli alla Santa Sede contro il metropolita. Snider osserva che si cadde in un grande equivoco nel considerare ogni postulato di quel tempo come genuina espressione delliberalismo, emettendo un giudizio negativo sul la sincerità religiosa di quanti si dimostrarono aperti a talune delle istanze formulate dal liberalismo dottrinale e pratico. Ciò avvenne per la mancata formazione intellettuale richiesta dal progresso scientifico, dalle vicende politiche e dai rapporti fra le classi sociali. Tra gli intransigenti e conciliatoristi il dibattito si accese anche sulla rivolu zione, ritenuta dai primi vera causa dei mali che hanno afflitto la Chiesa nell'Ottocen to, e sul rimedio ad essi nel ritorno ai principi pratici e alle forme di pietà proprie del periodo anteriore a quell'avvenimento. Per l'altra corrente dei conciliatoristi, modera ti, rosminiani e antitemporalisti, pur con la migliore comprensione delle ragioni che condussero a quegli avvenimenti, il valore delle indicazioni tratte ebbe scarsa rilevan za per le condizioni dei tempi, gli errori di condotta pratica, l'immobilismo culturale e spirituale visto come efficace protezione della fede e della vita religiosa; C. BELLO', Società..., p. 55; IDEM, Geremia Bonomelli vescovo di povera ..., p. 101-108. Sulla situazione a livello europeo accennata nella relazione, cf. R. AUBERT, Chiesa e Stati europei, in Storia della Chiesa, La Chiesa e la società industriale, XXIII I, p. 337 passim; e per la situazione di Milano, cf. G. MARTINA, s.j., Pio IX (1867-1878)..., p. 264; C. SNIDER, Gli ultimi..., p. 227 passim, 237-238.
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Sanctae Sedis saeculari clero ads 2 Dimora nei conventi. criptus. Nullus extat regularis, qui a Solo uno o due regolari in forza d'indulto apostolico dimorano fuo suis superioribus eiectus sito Deni que nullus reperitur regularis, qui ri di convento. extra claustra monasterii ita noto Nessun regolare venne espulso rie deliquerit, ut populo scandalo dalla propria congregazione, né sito alcuno di essi dié mai scandalo al III. In hac dioecesi non haben popolo fuori del chiostro. tur granciae - In hac dioecesi non habentur conventus et granciae in 3 Grancie. quibus episcopus uti debeat dele Nella diocesi di Bergamo non gata potestate pro visitatione. esistono grancie. IV. Relationes inter regulares et
4 Giurisdizione sui regolari.
episcopum quoad exercitium iuris dictionis episcopalis - Nullum
Mai nulla si oppose al libero habeo, nec unquam habui cum esercizio giurisdizionale del vesco regularibus offendiculum in exerci vo sui regolari.
tio iurisdictionis sive ordinariae, sive delegatae.
Capo V
Delle Religiose
Caput V
De Monialibus
l Soggezione al vescovo • Osservanza delle regole.
I. Moniales sunt episcopo subiectae - Moniales omnes in hac
Tutte le religiose dimoranti in dio cesi sono soggette al vescovo, ed dioecesi existentes episcopo sunt osservano scrupolosamente le pro subiectae. Earum monasteria visi prie regole e costituzioni. tavi iuxta regulas in iure statutas. Observantia constitutionum 2 Clausura. Osservano con pari diligenza Testor eas servare punctualiter pro prias constitutiones. l'obbligo della clausura. II. Clausura a monialibus serva 3 Abusi. ta - Clausura in dictis monasteriis Mai l'ordinario ha dovuto rile inviolate custoditur. III. In monialium monasteriis vare abusi nei monasteri. nullus extat abusus - Nullus in iis monasteriis irrepsit abusus qui con
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silio, aut auxilio sacrae congrega tionis indigeat. Si quid accidit, faci le corrigitur. IV. Confessor ordinarius et extraordinarius monialium In omnibus hisce monasteriis confessor ordinarius, et ter aut qua ter in anno etiam extraordinarius ab episcopo deputatur. V. Administratio bonorum tem poralium quae ad monialium mona steria spectant - Redditus horum monasteriorum per probos sindi cos. ut plurimum a monialibus pro positos, et semper ab episcopo vel approbatos, vel electos, fideliter administrantur. Dotes a novitiis persolvuntur, prout singulis in monasteriis statu tum est; sed aliquando ne diffici lior reddatur ingressus in mona steria, recipiuntur etiam novitiae, quae ob paupertatem nequeunt inte gram statutam dotem solvere, atta men ob alias praerogativas, quibus praedictae suni, praesertim si magi strarum munere fungi valeant in scholis ipsius conservatorii, magnam utilitatem monasterio afferre possunt. Monasterii patrimonium admi nistratur iuxta regulas, quae atten tis rerum temporumque nostrorum adiunctis, magis opportunae viden tur. Plerumque aliquae moniales coram civili gubernio dominium habent bonorum ad monasterium
4 Confessori. Oltre il confessore ordinario, il vescovo tre o quattro volte in cia scun anno destina ad ogni mona stero un confessore straordinario.
5 Amministrazione. L'amministrazione delle rendite dei monasteri e dei proventi dotali è affidata a persone integerrime, scelte dalle religiose con l'appro vazione del vescovo.
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Le religiose povere, che perciò pertinentium; licet de facto et coram Ecclesia nullum dominium bono non possono versare l'importo del rum sibi retineant. le doti stabilite, debbono possedere VI. VII. VIII. Nullum extat requisiti equivalenti o compensati monasterium monialium praelatis vi, come la patente d'insegnamen regularibus subiectum - Nullum est to eccet. in hac dioecesi monialium mona 6-8 Monasteri soggetti a rego sterium quod sit praelatis regula lari. ribus subiectum. In diocesi non esistono mona steri soggetti a regolari. Caput IV
De Seminario
Capo VI
1. Numerus alurnnorum sernina Del Seminario
rii - Alumni convictores sunt 325, 1 Numero degli alunni. quibus addendi sunt alii 76 exter I seminaristi convittori sono 325: ni, qui aut ob infirmam valetudi nem, aut ob aliam iustam causam, aggiunti a questi gli esterni in n. di puta inopiam, nequeunt in semina 76 si ha un totale di 401 allievi. rio uti convictores degere, et, cle ricali habitu induti, scholas eius 2 Educazione. Dicianove fra istitutori e mae dem seminarii frequentant cum stri, tutti sacerdoti specchiati e intentione amplectendi suo tempo dipendenti dal vescovo attendono re statum ecclesiasticum. alla educazione ed alla istruzione Itaque omnes alumni hodie sunt 401. dei detti allievi. II. Institutio alumnorum semi narii - In ecclesiastica disciplina recte instituuntur per moderatores, magistros ac superiores legittime constitutos, qui sunt decem et novem, et sub immediata vigilantia episcopi. Directorem spiritualem habent virum doctum, pium ac prudentem, aetate provectum, qui eos recte instruit circa ea omnia, quae vitam
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Vi è addetto pure un direttore spirituale. Ciascun anno gli alunni passano alcuni giorni in esercizi spi rituali.
clericalem iuxta sacros canones attinent". Omnes magistri ac ceteri supe riores sunt optimi sacerdotes, sanis principiis imbuti, doctrina ac pie tate praestantes. Quotannis omnes seminarii alumni per aliquot dies spiritualibus exercitiis vacant. III. Studia quibus vacant alum ni seminarii - Scholae seminarii distinguuntur in grammaticales, rethoricas, philosophicas ac theo logicas. In quatuor classibus gram maticalibus alumni edocentur lati nam, italicam et graecam gramma ticam, arithmeticam, geographiam, historiam et catechismum dioece sanum. In duabus classibus huma nitatis et rethoricae alumni insti tuuntur litteris latinis, italicis ac graecis, catechismo dioecesano, mathematica, et historia prophana. In duabus classibus philosophicis alumni edocentur philosophiam, quae traditur iuxta doctrinam sane ti Thomae Aquinatis, adhibito textu edito a cl. Sanseverino", et pro ethi
3 Istruzione. Le scuole del seminario sono divise in ginnasiali, nelle quali s'in segnano grammatica italiana, latina e greca, aritmetica, geografia, sto ria e catechismo; in due classi di umanità e rettorica, dove insegnan si letteratura italiana, latina e greca,
52. Era all'epoca direttore spirituale in seminario il rev. don Luigi Isacchi, già vicario fora neo e arciprete di Mologno; cf. relazione 1882 nota n. 16; F. VISTALLI, Mons. Guin dani..., p. 412. 53. Gaetano Sanseverino nacque a Napoli il 7 agosto 1811 e vi mori il 16 novembre 1865. Sacerdote, fu bibliotecario della regia biblioteca di Napoli, e in seguito docente di filo sofia nel liceo arcivescovile. Ritenuto filosofo neoscolastico, antesignano del neoto mismo, fondò la Biblioteca Cattolica e la rivista Scienza e Fede. E di considerevole importanza l'opera Philosophia christiana cum antiqua et nova comparata, 5 voli., Napoli 1862, per la dottrina scolastica da lui magistralmente allacciata al pensiero dei padri della Chiesa e dei più illustri filosofi. L'opera Elementa philosophiae christianae, I-II, Napoli 1864-1865, III a cura di N. SIGNORIELLO, ivi, 1868-1870, fu per lunghi anni il testo più diffuso nei seminari europei; G. SOLERI, Sanseverino Gaetano, in Enciclopedia Filosofica, IV, p. 299-300; P. DEZZA, Sanseverino, Gaetano, in En. Ca., X, p. 1816.
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4 APRILE 1891 catechismo, matematica e storia profana; in due classi di filosofia impartita secondo la dottrina del sommo aquinate sui testi del San severino e del Signoriello, nelle quali due classi s'insegnano pure scienze fisiche e matematiche, sto ria della religione, e letteratura lati na, greca ed italiana; e finalmente in quattro classi di teologia dove s'insegna dogmatica, morale, giu scanonico, ascetica, biblica, elo quenza sacra, liturgia e lingua gre ca ed ebraica. In tutte le classi di filosofia e teologia si tengono dispute in mate ria ecclesiastica e teologica, secon do il sistema scolastico. Tutti gli alunni poi debbono frequentare la scuola di canto gregoriano.
ca a Nuncio Signoriello"; insuper edocentur tractatum de vera reli gione, litteras latinas, italicas et graecas, nec non phisicam et ma thematicam. In quatuor classibus theologicis edocentur theologiam dogmaticam, moralem, ius canonicum et eccle siasticum publicum, asceticam, pastoralem, biblicas disciplinas, sacram eloquentiam ac liturgiam, nec non linguam hebraicam et graecam. Extat praeterea schola pro cantu gregoriano, quem omnes addiscere debent. In classibus insu per philosophicis et theologicis cle rici exercitantur etiam in disputa tionibus habendis de re philo sophica et theologica iuxta schola sticorum methodum. Bisce in stu diis ac disciplinis clerici generatim bene proficiuni".
54 Nunzio Signoriello nacque a Napoli nel 1831 e vi mori l'Il ottobre 1889. Fu allievo del Sanseverino e ne seguì il pensiero cooperando al rinnovamento della filosofia scolastica. Ultimò l'opera citata del maestro "Philosophia ..." pubblicando i16 D volume e ne redas se un compendio in due tomi. Compose la pregiata opera Lexicon peripateticum phi losophico-theologicum, Napoli 1854; G. SOLERI, Signoriello Nunzio, in Enciclopedia Filosofica, IV p. 611; P. DEZZA, Signoriello, Nunzio, in En. Ca., XI, p. 570. E sui caratteri della cultura cattolica italiana dell' epoca chiamata a confrontarsi col metodo critico, accenna C. BELLO', Società..., p.64-65. 55. Su questi aspetti della vita culturale in seminario (non mancavano quelli ricreativi annuali tradizionali, cf. E. CAMOZZI, Diario ..., I, p.207, 366 ecc.) e sull'indirizzo neoscolastico portato da mons. Guindani in seminario, cf. F. VISTALLI, Mons. Guin dani..., p. 656-657; C. PATELLI, Uomini..., p. 89-93. Leone XIII con la lettera apostolica "Cognita nobis" 25 gennaio 1882, indirizzata agli arcivescovi e vescovi delle provin ce ecclesiastiche di Torino, Vercelli e Milano, oltre che incoraggiare la stampa cattolica con l'invito a non ergersi a giudice dei vescovi, aveva confermato la validità dell' inse gnamento neotomista. Con l'enciclica "Aetemi Patris" 4 agosto 1879, veniva restaurata la filosofia scolasti ca nei seminari. Era convinzione di Leone XIII che con il ritorno alla metafisica di S. Tommaso il dogma cristiano trovava un'esposizione più conveniente, a difesa contro il giansenismo e iIliberalismo L'Università Gregoriana e La Civiltà Cattolica davano
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IV. Servitium quod clerici semi
4 Assistenza all'officiatura nella cattedrale. I seminaristi in tutti i dì festivi assistono alla officiatura nella cat tedrale e nelle altre parrocchie, dove attendono pure all'insegnamento del catechismo.
narii praestant in cathedrali ecclesia aliisque parochialibus ecclesiis Clerici, quoties opus est, cathedra li et aliis ecclesiis parochialibus devote diebus festivis inserviunt, ibidemque dictis diebus pueros in christiana doctrina instruunt. V. Canonici deputati disciplinae seminarii - Adsunt duo canonici seniores ab episcopo electi ac depu tati disciplinae seminarii, quorum consilio generatim pro gravioribus negotiis, quae ad rectum seminarii regimen spectant, et nominatim etiam quando agitur de promoven dis clericis ad sacros ordines utor. VI. Visitatio seminarii ab epi scopo peracta - Frequenter in anno seminarium visito, et clericorum examinibus adsisto. Meliori, quo possum modo, curo ut constitutio nes adimpleantur: VII. Seminarii patrimonium, et clericorum sustentatio - Pro sub stentatione seminarii nulla taxa ad tramites concilii Tridentini statuta est, quia; ut iam notavi, seminarium proprio patrimonio gaudet. Cleri ci quandam praestitutam taxam pro
5 Consiglio di soprintendenza. Due canonici anziani ed eletti dal vescovo sovrintendono alla disci plina del seminario. 6 Visita. Spesso il vescovo visita il semi nario ed assiste agli esami degli alunni. Sorveglia continuamente alla perfetta osservanza delle regole. 7 Rendita del seminario. Avendo il seminario rendite pro prie, come si è detto, non v'ha la tas sa prescritta dal concilio Tridentino. I chierici pagano una certa tan gente pel vitto, che per gli alunni poveri viene somministrata dagli amministratori coi proventi ordina ri nell'annua somma di L.25.000 circa.
supporto totale a questo progetto. Osserva poi Bello' che la restaurazione tomista si accompagnò a un'espressione piu sostenuta del magistero dottrinale nei settori più rilevanti del fronte cattolico. Con l'enciclica Immortale Dei IO novembre 1885 ai cattolici fu indicata una visuale guelfa per l'impegno negli stati contemporanei; la "Providentissimus Deus" 18 novembre 1893, intese promuovere gli studi biblici e la "Graves de communi" (1901) indicare l'azione sociale dei cattolici nel senso della democrazia cristiana e dei suoi legittimi contenuti; LEONIS XIII P.M. Acta, V,Romae 1886, p.118-150; C. BELLO', Società..., p. 58-59; C. BELLO', Geremia Bonomelli vescovo di povera..., p. 139; M. GUASCO, Laformazione del Clero...• p. 649-691.
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victu solvunt. Clericis pauperiori bus seminarii administratores sue currunt elargitionibus ex ipsius seminarii proventibus desumptis. Quovis anno pro iisdem clericis sustentandis distribuuntur ultra viginti quinque millia Libellarum Italicarum. Iidem clerici paupe riores adiuvantur etiam eleemosi nis, quae tribuuntur a parochis, qui ex indulto apostolico, ut iam dixi, diebus festis suppressis missam celebrant non pro populo, sed pro legatis ecclesiae vel pro devotis offerentibus. De quadam deliberatione hoc anno ab episcopo suscepta circa ali quos magistros seminarii - Ante quam huic capiti finem imponam referre debeo hoc anno me, gravi bus tum ad disciplinam ecclesiasti cam tuendam, tum ad rectam cle ricorum instructionem promoven dam causis spectantibus, licet aegro animo, coactum fuisse ab onere docendi eximere septem magistros, ex illis qui scholis grammaticali bus, rethoricis et philosophicis addicti erant. De huiusmodi deli berationis a me susceptae causis, rationes, quum de hac re requisi tus fui, sacrae congregationi Epi scoporum et Regularium iam red didi",
Monsignor vescovo chiude il presente capitolo annunziando che, quantunque a malincuore, per gra vi ragioni di disciplina e di educa zione, già partecipate alla sacra con gregazione de' Vescovi e Regolari, fu costretto nell' anno in corso di dispensare dal loro ufficio sette maestri addetti alle classi ginnasia li, di rettorica e di filosofia.
56. I sette professori erano stati licenziati, su richiesta del rettore, per motivi scolastici, oltre che di opposizione al vescovo e mancata collaborazione coi superiori. Il prov vedimento era stato preso dopo la riunione della commissione disciplinare, 27 set tembre 1890, presieduta dal vescovo, composta dal provicario, il rettore, i vicerettori,
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Capo VII Chiese, Confraternite e Luoghi Pii
Caput VII De Ecclesiis, Confratemitatibus et Locis Piis I. Tabella missarum et anniver sariorum in sacristiis ecclesiarum exposita. Observantia legatorum In sacristiis ecclesiarum generatim exposita reperitur tabella missarum et anniversariorum. Ubi deerat, curavi ut conficeretur et exponere turo Saepe variis monitis et litteris circularibus praecepi parochis, ut fideliter quotannis ad curiam nostram mitterent relationem de adimplemento missarum et anni versariorum. Negligentes monentur et adiguntur ad hoc munus explen dum. Omnes parochi debent ad eu
l Tabelle degli oneri ed osser vanza dei legati pii. In quasi tutte le sagrestieè espo sta la tabella delle messe e degli anniversari. Dove mancava ha curato che venisse eseguita.
il direttore spirituale e i due canonici delegati dal Capitolo. Il 29 successivo il vesco vo comunicava con lettera l'esonero dall'insegnamento in seminario a don Lorenzo Cri stalli, professore di filosofia, don Antonio Rigamonti, professore di fisica, don Battista Borleri, professore di retorica, ai professori di grammatica don Serafino Capitanio, don Ferdinando Savoldelli, don Achille Monti, e a don Pandolfi prof. di matematica. Don Monti inviò una lettera di protesta a nome dei colleghi, all'arciprete Cossali. Questi informò del fatto il cardinale prefetto della congregazione dei Seminari, lamen tando di non essere stato convocato alla riunione suaccennata. I professori ebbero l'ap poggio del clero contrario a mons. Guindani e si appellarono alla Santa Sede, propo nendo l'annullamento dell' atto vescovile o la pensione. Al ricorso si accompagnò il memoriale del parroco di Bottanuco, che presentava il licenziamento come una delle varie manifestazioni di ostilità di mons. Guindani nei confronti dei fedeli difensori della causa papale, e con pesanti giudizi sul suo operato e sui suoi diretti collaborato ri. I giornali anticlericali specularono sull' avvenimento, nel tentativo di delegittimare l'autorità del vescovo, tanto più dopo che la Santa Sede, con la mediazione del card. Fer rari, riconobbe le richieste economiche dei licenziati nel 1895, con l'obbligo a Guin dani di rifondere loro un'adeguata somma di denaro; ACVB,fondo mons. Vistalli, fascicolo XX, Il licenziamento di sette professori del seminario vescovi/e; ASV, Con gr. Vescovi e Regolari, Archivio Segreto, Sezione Vescovi, Bergamo, 1894, documen tazione sulla vicenda; L'Eco di Bergamo 14, 15 aprile 1892; La Lombardia 3 novem bre 1890; L'Unione 11-12 aprile 1892; Gazzetta Provinciale di Bergamo 12, 13, 14 aprile 1892; F. VISTALLI, Mons. Guindani..., p. 656, 666-667; C. PATELLI, Uomini..., p. 91; R.AMADEI, Alla conquista ..., p. 264.
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riam nostram remittere eleemosi nas omnium missarum legatorum, quae insoluta remanserint singulis annis. Huiusmodi missae a nostra curia distribuuntur sacerdotibus carentibus eleemosinis pro missis celebrandis. His datur respectiva eleemosina, quando exhibent atte stationem scriptam de celebratio ne peracta. Quoad legata missarum gero ad tramites facultatum a Sancta Sede mihi concessarum. Ceterum pro casibus, quibus vi dictarum facul tatum provideri nequeat, semper ad Sanctam Sedem recurritur. II. De locis piis - Curo, ut in confratemitatibus, scholis, aliisque piis locis, quae episcopi iurisdic tionem recognoscunt in iis, quae ad eamdem pertinent, punctualiter exe cutioni mandentur pia opera a testatoribus iniuncta. III. De administratione bonorum temporalium ad pia loca spectan tium - Ab horum locorum sic mihi subiectorum administratoribus quo libet anno per vicarios foraneos rationes mihi redduntur. Administratio piorum legato rum ab episcopo peracta - Ceterum in nostra curia extat specialis admi nistratio, quae curat piorum lega torum adimplementum sub imme diata episcopi vigilantia. Huius modi administratio seu commissio, vulgo dicta Cassa Ecclesiastica, omnino se gerit ad normam instruc
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A voce ed in iscritto ha ordina to a tutti i parrochi che ciascun anno diano relazione dell'adempimento degli oneri. Tutti i parrochi debbono altresì rimettere alla curia ogni anno l'im porto delle elemosine delle messe non celebrate; che vengono poi dal vescovo distribuite per la celebra zione ai sacerdoti che ne mancano. 2 Luoghi pii. Il vescovo pone ogni cura che siano regolarmente adempiuti gli obblighi che gravano tutte quelle confraternite, istituti e luoghi pii che riconoscono la sua giurisdizione.
3 Amministrazione. Da questi esigge altresì ogni anno un esatto rendiconto ammini strativo. Una speciale commissione, det ta cassa ecclesiastica, sotto la vigi lanza del vescovo, è addetta a tali verifiche.
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tionum a Sancta Sede edita rum, et
fideliter suum explet munus. 4 Monti di Pietà.
Non può il vescovo per le ragio IV. De montibus Pietatis - Mon tem Pietatis visitare non possum, ni a tutti note esigere rendiconti dai obstantibus legibus cìvilibus nunc Monti di Pietà. vigentibus; eo minus possum exqui 5 Ospedali. rere rationem administrationis, Lo stesso dicasi degli ospedali, quum haec omnimode sit penes civiles potestates". soggetti tutti all' amministrazione V. De hospitalibus - Idem con laica. Cura però che in questi non tingit relate ad hospitalia, quae manchi l'assistenza religiosa. tamen visito et curo, ut infirmis ibi dem degentibus auxilia religiosa non desint, imo abundent. Capo VIII Del Popolo Caput VIII De Populo
l Costumi del popolo. I diocesani di Bergamo sono nella massima parte di buoni costu I. Mores populi - Mores populi mi e dediti alle pratiche religiose. huius dioecesis generatim sunt pro Frequentano numerosissimi le bi, ac pietati religionique confor chiese e le congregazioni, per ascol mes. Generatim ecclesiam, Verbum tarvi la Parola di Dio, apprendervi il catechismo ed accostarsi ai santi Dei, scholam Christianae Doctri nae et sanctissima Sacramenta fre sagramenti. quentant. Summum Pontificem, pro Sia in città, che nel contado, nes suno attende al lavoro in giorno di prium episcopum et sacerdotes omnes amore, reverentia ac oboe festa. dientia prosequuntur. Horum om Ampia prova della divozione del nium luculentissima testimonia popolo Bergamasco al pontefice ed alla Santa Sede è quanto sopra dif sunt: fusamente si è esposto. a) plurimae festivitates, quae in singulis paroeciis quovis anno celeIl suo attaccamento al clero è
57. I vescovi italiani avevano criticato il disegno di legge sulle Opere Pie, approvato dal par lamento italiano, e mons. Guindani ne aveva fatto oggetto delle sue riflessioni nella lettera "All'augusta voce del Sommo Pontefice " 6 gennaio 1890, seguita da "La nuo va legge sulle istituzioni di beneficenza 1717 " 24 settembre, sulle stesse, ovvero sui legati di beneficenza; ACVB, Lettere pastorali Libro n° lI.
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4 APRILE 1891 provato dalle copiose offerte pel mantenimento delle chiese e di molte altre opere di carità, come si è detto. Le pubbliche preghiere per otte nere la guarigione del vescovo ed i solenni rendimenti di grazie dopo averla ottenuta attestano l'amore sincero del gregge pel suo pastore.
brantur cum maximo apparatu et populi concursu, nec non sanctis simorum Sacramentorum suscep tione; b) concursus ad audiendam Ver bi Dei praedicationem, non solum in parochiis ruralibus, ubi concur sus maximus est, sed etiam in civi tate, praesertim tempore quadra gesimae; c) numerosae societates catho licae, confratemitates, piae asso ciationes, congregationes etcet. de quibus supra; d) copiosae eleemosinae, quae colliguntur pro summo pontifice, pro festivitatibus religiosis cele brandis, pro ecclesiis construendis aut reparandis, pro multiplicibus pietatis et charitatis operibus; e) plurimae subscriptiones peti tionibus aut protestationibus hisce annis exhibitis civili gubernio, sive pro postulanda conciliatione ftali ci gubernii cum Summo Pontifice, sive pro libertate instructionis obti nenda, vel contra plures iniquas leges propositas in ftalico parla mento etcet.; f) congressus catholici celebra ti hisce annis in hac civitate; g) peregrinationes susceptae ad summum pontificem, ad sepulch rum sancti Alexandri martiris, ad loca sancta, ad diversa sanctuaria Beatae Mariae Yirginis; h) associationes plurimae catho licis diariis;
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i) dona plurima ac pretiosa obla ta summo pontifici, occasione illius sacerdotalis iubilaei, quae quum Romam deferebantur impleverant octoginta tres magnas capsas, qua rum pondus excedebat quadragin ta ut vulgo dicitur, quintali. Dieta dona oblata fuerunt a fidelibus utriusque sexus et cuius libet coetus aut conditionis; j) innumera documenta devo tionis, amoris et obedientiae sae pissime summo pontifici exhibita ac Romam missa; l) concursus catholicorum ad electiones administrativas seu mu nicipales et provinciales, iuxta nor mas statutas a nostro comitato dioe cesano; m) oboedientia constanter prae stita prohibitioni factae a summo pontifice, ne catholici electionibus politicis intersint; n) abstinentia ab operibus ser vilibus diebus festis fideliter serva ta, non solum in ruralibus paroe ciis, sed etiam in civitate, ubi publi ca negotia et artificum officinae clausae conspiciuntur; o) supplicationes publicae in omnibus ecclesiis peractae cum magno fidelium concursu pro impe tranda mihi sanitate, quum gravi ter aegrotarem; nec non gratiarum actiones Deo redditae pro valetu dine mihi a misericordissimo Deo concessa, et plurimae attestationes devotionis et amoris tunc temporis
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2 Abusi. Non mancano certo taluni che trascurano le pratiche religiose ed imbevuti di idee liberali sono addet ti ad empie società. Molti però non sono; ed il vescovo spera di ottene re presto, con la misericordia del Signore, la conversione di questi traviati.
mihi exhibitae ab omnibus fideli bus cuiuscumque coetus et condi tionis, etcet. etcet. II. De aliquibus malis in populo existentibus. Episcopi sollicitudo contra recensita mala - Nullus abu sus specialis. nulla prava consue tudo in hac dioecesi hucusque ino levit, quod particulari indigeat con silio et Sedis Apostolicae adiuto rio. Utique et in hac dioecesi deplo randa sunt ea mala, qua e nostris praesertim temporibus reperiuntur in omnibus dioecesibus. Sed his providet sapientissimus, beatissi mus pater ac pontifex maximus, suis vere mirabilibus ac opportunissi mis enciclicis, constitutionibus, allocutionibus et monitis, ad quas servandas constanter hortatus sum et quotidie obsecro omnes fideles mihi commissos. Verum lugendum est non omnes dociles praebere aures doctrinis et praeceptis Ecclesiae. Qua de re etiam in hac dioecesi, praesertim in civitate, plures haben tur, qui negligunt christiani homi nis munera, et vitiis ac mundanis illecebris indulgunt; plures verentur publice religionem profiteri; plures liberalismi erroribus sunt imbuti ac impiis societatibus participant. Horum omnium vita maximum mihi affert dolorem. lstorum con versionem, praecibus quotidie Deo oblatis, mediis omnibus, quibus uti possum, adhibitis, curo.
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Do operam, ut impiorum homi num conatus ad aliorum animas pervertendas confringam. Qua propter saepe meis litteris pastora libus vel circularibus, nec non con cionibus, eorum opera reprobo, impia diaria condemno, associa tiones liberales aut massonicas, sub quovis nomine institutas, destrue re pro viribus satago; fideles omnes enixe obsecro ut dictorum hominum consortium fugiant eorumque per versa opera exhorrescant. Quum autem his diebus instituta fuerit in hac civitate confederatio nuncupata Lega per l'educazione del popolo, cuius promotores sunt homines noti ob eorum impietatem, litteram circularem misi ad omnes parochos civitatis, quae iam lecta fuit in omnibus parochialibus eccle siis, qua omnes patres ac matres familias de novo periculo, quod filiorum suo rum animabus instat, admoneo; et tum parochos, tum parentes obsecro ut modis omnibus tam impius conatus repellatur", Qua de re hortatus sum paro chos ad aperienda in propriis 58. La Lega bergamasca per l'educazione del popolo era presieduta dal dott. Ciro Caver sazzi, coi membri dott. Edoardo Curti, Cesare Curti, cav. Aristide Dragoni, ing. Emi lio Finazzi, cav. Teodoro Frizzoni, dott. Luigi Giani, Achille Zappa, maestro Bortolo Locatelli, cav. Elia Tassetti, Cipriano Zucchi segretario. Scopo della Lega, aperta all'i scrizione con azioni da L. 2 per un triennio, era la diffusione nel popolo dell'educazione e istruzione con ogni mezzo, specie con educatori feriali, un patronato per alunni pove ri, scuole autunnali conferenze popolari. La Lega fu presentata da Cesare Curti il 15 feb braio 1891 nel teatro Rossi. Nello Statuto della Lega, art. I, si precisava che essa non era opera di alcun partito, né serviva interessi particolari di alcuna opinione religiosa o politica; BCAM, Lega Bergamasca per l'educazione del popolo, circolare 17 gennaio 1891, tipo Bolis; Statuto della Lega Bergamasca per l'educazione del popolo. ibid.
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paroeciis, ubi desint, oratoria pro adolescentibus, praesertim pro iis qui publicas scholas frequentant, ad quae diebus etiam ferialibus pueri conveniant sub sacerdotum vigilantia et cura, sicque obtineri possit, ut omnino deserta evadant recreatoria massonica, quae fun dare volunt impii homines praedic tae confoederationis". Haec aliaque pro viribus curo, omnia tamen a Deo expectans, cuius est incrementum dare. Era in atto in quegli anni un confronto tra cattolici e governo per la scuola di Stato, in merito all' istruzione religiosa. Una risposta da parte dei cattolici (maturata in seno al comitato permanente dell'Opera dei Congressi e specie in quelli diocesani di Brescia, Bergamo e Milano) fu la fondazione della rivista didattica La Scuola Italiana Moder na, per offrire un sussidio didattico e pedagogico, ispirato ai principi cristiani, a tutti gli insegnanti medi ed elementari della scuola italiana. Inoltre tra scuola di Stato o pubblica e scuola privata si notavano disuguaglianze nel trattamento degli allievi. Quel li della scuola privata erano costretti a presentarsi come privatisti agli insegnanti del le scuole pubbliche, e venivano messi in difficoltà da costoro, per dimostrarne la mino re preparazione. A Bergamo la determinazione e la competenza di Rezzara ebbero un ruolo di primo piano per il riconoscimento dei diritti negati in quel settore. Nel 1884 fu sciolto il nodo della Scuola normale femminile che per decisione del Consiglio pro vinciale, col pretesto dei costi troppo alti, passò allo stato. Invano Rezzara con una lettera aperta su L'Eco di Bergamo, ai consiglieri provinciali Bonomi, Rota-Rossi, Locatelli e Colleoni, aveva chiesto interessamento per evitare tale passo. La risposta ven ne tramite la Gazzetta Provinciale che cercò di contraddire Rezzara. Come risultato la scuola normale femminile restò senza istruzione religiosa. Seguì nel 1885 una circolare ministeriale che creò difficoltà alle scuole femminili gestite dalle suore, commentata da L'Eco di Bergamo col titolo "Arbitri sempre arbitri"; ibid. 14 settembre 1880 p. I "L'Istruzione privata", 15 p. I "Ancora dell'istruzione privata" con la favola di Eso po, Il lupo e l'agnello, 17 settembre 1884 p. I, 18 p. I, 7 ottobre p. 2, II marzo 1885 p. 3, 14 p. 2, 18 p. 2, 25 novembre p. 3, 20 maggio 1891; P.A. GIOS, Nicolò Rezzara..., p. 161-183; C. SNIDER, Gli ultimi..., p. 138-139. 59. Nella circolare "Al principiare del sacro tempo quaresimale..." 25 febbraio 1891, mons. Guindani si domandava quali garanzie si trovassero negli educatori, in forza alla Lega bergamasca per l'educazione del popolo citata in nota n. 58, per la fede e la morale cristiana. Nell'omelia tenuta da mons. Guindani i12 giugno 1895 in duomo, il giudizio da lui espresso sulla Lega riportato poi da L'Eco di Bergamo nelle edizioni del 6 e 9 successivi, rimase ugualmente negativo. L'imponente promozione dell'uomo avvenuta nel sec. XIX, pur coi difetti e i limiti oggi evidenti, con l'ascesa di intere classi della società a posizioni economiche e culturali loro negate nel passato, divenne una sfida alla Chiesa per le forze concorrenti ispirate ad altre idee, come già si è visto più addietro. Come il card. Ferrari a Milano, così Guindani a Bergamo fu tra i pochi vescovi ad avvertire tempestivamente che tale asce
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Capo IX Postulati
Caput IX
Postulatum
Monsignor vescovo domanda Quae agere pro viribus studue dalla suprema autorità un giudizio rim, quaeque perferenda contige su quanto finora ha operato a van rint, quid boni, quidve mali in hac dioecesi habeatur, candide hucus taggio della sua diocesi, imploran que aperui. do una speciale benedizione del santo padre. At nunc meipsum totamque meam agendi rationem supremo Dal presente ristretto, che pure Sanctae Sedis iudicio, summa ani è una lunga relazione, chiaramente mi reverentia, humillimeque subii risulta e la somma diligenza posta cio: iamque anxium moerentemque da monsignor vescovo nel redigere animum spes solatur et erigit, mihi la sua relazione, e lo zelo straordi meaeque dioecesi validum illud non nario del medesimo prelato nell' e defuturum peculiare Apostolicae sercizio dell' apostolico ministero Auctoritatis praesidium, quod nel novennio trascorso, per cui meri memorata exposcunt rerum adiunc tamente non altro che espressioni ta quodque propterea supplex ite d'incoraggiamento e di encomio rum ac instantius imploro. possono farsi nella lettera di risposta. Bergomi die 4 aprilis anno 1891
Roma 4 agosto 1891
+ Caietanus Camillus
P. Crostarosa
episcopus Bergomen.
Bergamo.
Visita dei sacri Limini.
1540/35
15 aprile 1891.
Si è risposto
il 12 settembre 1891.
Bergomen.
Yisiuuio sacrorum Liminum.
1540/35
15 aprile 1891.
Die 12 septembris 189/ fuit
responsum.
sa richiedeva logicamente la promozione dellaicato anche nel campo dell'azione reli giosa; ACVB, Lettere pastorali Libro n° Il; C. SNIDER, Gli ultimi..., p. 260.
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LETTERA DELLA CONGREGAZIONE
DEL CONCILIO AL VESCOVO G. C. GUINDANI
(minuta)
Reverendissimo Episcopo Ber gomen.
Al reverendissimo Vesovo di Bergamo
Iucundissimae eminentissimis patribus Tridentino iuri interpre tando ac vindicando praepositis obvenere litterae ab amplitudine tua super Bergomensis istius Eccle siae sta tu, sacrae congregationi porrectae, quae tum pro praeterito 101 triennio tum pro vertente 102 quod die 20 proximo decembris expirabit, lubenti animo admissae sunto Siquidem patuit ex iis dioecesim istam veluti praeclarum quemdamr vernantiumflorum oasim inter erro rum tenebras, quae" tantam Italiae partem inficiunt, atque undique gli scientia infausti huius aevi vitia inclitam suavissimarum virtutum fragrantiam effundere. Spectata enim populi pietas ac religio, bono rumfervor, catholicarum sodalita tum copia quae magis magisque in dies florescit, atque uberes aeter nae salutis germinat fructus, cleri honestas ac scientia, iuvenum in sortem Domini succrescentium inclitum agmen.
graditissima è riuscita ai padri eminentissimi della congregazione per l'interpretazione e la salvaguar dia del diritto Tridentino la lettera da te inviata sullo stato di codesta Chiesa Bergomense e, presentata alla sacra congregazione sia per il 1010 triennio scaduto che per il 1020 spirante il 20 dicembre prossimo, è stata ammessa di buon grado. Ne risulta che codesta diocesi è un'oasi di fiori germoglianti fra le tenebre degli errori che corrompo no tanta parte d'Italia, emananti un gradevolissimo odore di virtù soa vissime tra i vizi che dovunque cre scono in questo infausto tempo: l'ammirevole fede e pietà del popo lo, il fervore dei buoni, la fioritura sempre più copiosa nello scorrere dei giorni delle associazioni catto liche che produce abbondanti frut ti di salvezza eterna, l'integrità e la scienza del clero, l' inclita schiera di giovani chiamati all'eredità del Signore che ogni giorno più aumen tano.
a) La concordanza con oasim richiederebbe praeclaram quamdam. b) eam undique circumeunt = cancellata.
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Haec aliaque quae praeterea portenduntfilios tuos: nedumfidem a maioribus acceptam a nefandis impiorum conatibus deviare illiba tam, verum etiam eam sanctorum operum vivificam ostendere. Gregis autem pietas ac religio splendidum optimi pastoris vigilantiae testimo nium reddit, qui quantum in se fluit, nil quidem omisit ut oves suas paterno amore deligeret eas a vene natis modernae impietatis pascuis subduceret a nefariis lupo rum aggressionibus tueretur. Dum igi tur eminentissimi patres pro tot tuis bene gestis tibi' gratulantur atque honorificum hoc meritarum laudum testimonium laetanti animo reddunt, id unum exoptant, ut scilicet tot tuis meritis egregiis quam primum pote ris et illud addas quod ex dioece sanae sinodi celebratione splendi dum exurget. Mihi autem pergratum est' impensos animi sensus testatos facere eidem amplitudini tuae cui laeta omnia ac fausta a Domino precor.
Queste e altre cose fanno presa gire che i tuoi figli non solo pre serveranno illibata dagli empi attac chi dei perversi la fede ricevuta dai padri, ma nel contempo mostrano che essa è sorgente di buone ope re: la pietà e la fede del gregge dan no splendida testimonianza del l'ottimo pastore che vigila il qua le, per quanto da lui dipende, nulla ha omesso nell'amore paterno ver so le sue pecore per sottrarle ai pascoli avvelenati dell' empietà moderna e proteggerle dalle scel lerate aggressioni dei lupi. Mentre gli eminentissimi padri si rallegrano quindi con te per quan to hai fatto di bene, riconoscendoti ben a ragione con animo lieto que sta testimoninaza onorevole delle lodi da te meritate, auspicano nel contempo che appena possibile aggiunga ai tanti tuoi meriti egregi anche quello che ti verrà splendido dalla celebrazione del sinodo dio cesano. A me personalmente è graditis simo testimoniarti i vivi sensi del mio animo, con la preghiera che Dio ti conceda tutto quanto di lieto e fausto puoi desiderare.
Expediatur 12 septembris 1891 Expedita die 4 decembris 1891
Si spedisca 12 settembre 1891 Spedita il4 dicembre 1891
c) inter catholicum gregem electissimos = cancellata.
d) summopere =cancellata
e) sacri ordinis gratulationi =cancellata.
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291 APPENDICE XXI BREVE DI PAPA LEONE XIII AL VESCOVO G.c. GUINDANI L'Eco di Bergamo, 16 febbraio 1887. trascrizione
Leo PP. XIII
Papa Leone XIII
Venerabilis frater, salutem et apostolicam benedictionem. Immane bellum quod his nostris temporibus adversus Ecclesiam Dei a saevis hostibus geritur; exi git sane ut non modo ii qui vocati sunt in partem hereditatis domini cae, sed et laici quoque lorica fidei induti in tutamen catholicae reti gionis assurgant. Nos itaque qui bus, Deo sic disponente, sollicitu do omnium Ecclesiarum commissa est et aspero: pugnae pondus susti nere debemus, strenuos milites, qui ad repellendos adversariorum impetus nos adiuvant, nostris orna re cupimus preconiis, ut et ipsi in coeptis perseverent, et alii eorum exemplum imitari festinent. Quare cum ephemeris catholica, quae istius civitatis nomen refert, appri me muneri suo et nostro, expecta tioni hucusque satisfecerit, ac rela tum fuerit nobis sollers et constans
A te, onorato fratello, salute e apostolica benedizione. La feroce guerra che i perfidi nemici combattono contro la Chie sa di Dio in questi tempi, esige che non solo i chiamati all'eredità del Signore, ma anche i laici, armati con la corazza della fede, si levino a difesa della religione cattolica. Noi, affidataci per volontà di Dio la sollecitudine di tutte le chie se e onerati dall'obbligo di portare il peso dell' aspra lotta, desideria mo rendere onore con i nostri elogi ai tenaci soldati che ci aiutano a respingere gli assalti dei nemici per ché perseverino nelle imprese e altri si affrettino a seguirne 1'esempio. Preso atto che il giornale catto lico, dal nome di codesta città, ha sinora corrisposto in pieno al suo dovere e alla nostra fiducia, infor mati inoltre che l'amato figlio Lorenzo Rota Rossi difende con
a) Il testo vorrebbe aspe rum.
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premura e costante impegno i dirit ti della Chiesa, ci congratuliamo teco, venerando fratello, poiché mentre devi soffrire le amarezze comuni a tutti i sacri pastori, non ti mancano laici che prestano stre nuamente la loro opera nel condur re le battaglie del Signore. Vogliamo quindi che tu testi moni al direttore del quotidiano e al predetto amato nostro figlio la nostra speciale benevolenzae la fer ma fiducia che nei giorni a venire essi maturino meriti ancora mag giori verso la Chiesa e la società. A questo scopo invochiamo l'aiuto celeste, impartendo di tutto cuore a te, venerando fratello, e a
studium, quo dilectus filius Lau rentius Rota Rossi" Ecclesiae iura tueatur; tibi. venerabilis frater; gra tulamur quod dum communes omnibus sacris pastoribus amari tudines ferre debes, fideles laici tibi non desint, qui in praeliandis prae liis Domini operam acriter navent. Volumus hinc ut ephemeridis direc tori et praefato dilecto fllio nostram praecipuam benevolentiam teste ris, et flrmam quam fovemus fidu ciam fore ut ipsi maiora in dies merita erga Ecclesiam et societa tem adipiscantur. Ad hunc finem caelesti" auxilii opem implorantes apostolicam benedictionem ex inti mo corde depromptam tibi, vene-
b) Il testo vorrebbe caelestis. 60. L'avvocato Lorenzo Rota Rossi nacque il2 gennaio 1829 a Bergamo; allievo del semi nario per il ginnasio e il liceo, si addottorò all'università di Pavia in legge nel 1855. La sua tesi sulle fabbricerie da ritenere enti laicali, non soggetti alla conversione dei loro beni immobili attuate dalle soppressioni, 1866-1867, fu accolta dal tribunale di Ber gamo con sentenza del 30 agosto 1868, confermata in Appello e in Cassazione, e costrinse il governo a una nuova legge per evitare la restituzione dei beni già incame rati e la tassa imposta. Di animo profondamente cristiano e dotato di una intelligenza superiore, fu esemplare nella legge, nella giustizia e nel bene pubblico sia nella pro fessione civile sia nella Deputazione provinciale, deputato supplente nel 1879, effetti vo dal 1886 sino alla morte. Ma già nel 1869 era stato eletto consigliere provinciale.Con testò l'on.le Engel in una seduta memorabile del consiglio provinciale, 8 maggio 1893, in una discussione politico-religiosa, ottenendo la maggioranza dei voti, ma subendo poi dall' Il al 14 maggio la vendetta della folla, aizzata dai liberal-radicali e dai massoni, complice l'Unione di Telesforo Sarti. Lo stesso atteggiamento di coerenza e di fer mezza nella fedeltà alla Chiesa ebbe nel consiglio civico e nel consiglio scolastico pro vinciale. Morì il 13 gennaio 1906; L'Eco di Bergamo 15-16 gennaio 1906.
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rabilis frater, et utrique eorum per manenter in Domino impertimur.
entrambi l'implorata apostolica benedizione.
Datum Romae, apud S. Petrum, die Xl octobris Anno MDCCCLXXXVI pontificatus nostri nono.
Roma, da S. Pietro, 11 ottobre 1886, l'anno nono del nostro Pontificato.
Leo PP. XIII
Papa Leone XIII All' onorato fratello Gaetano Vescovo di Bergamo Bergamo
Venerabili fratri Caietano episcopo Bergomensi Bergomum".
61. La notevole distanza di tempo delle date, ottobre 1886-febbraio 1887, non è casuale. Leo ne XIII confermava la fiducia piena sia a L'Eco di Bergamo sia a mons. Guindani aspra mente criticato da L'Osservatore Cattolico e da don Bonacina che aveva parlato di rosminianesimo politico dilagante in diocesi. Per non inasprire polemiche, la lettera di Leone XIII era stata messa sotto embargo, ma non placandosi le polemiche, venne pub blicata per smentire insinuazioni e placare gli animi. L'Eco di Bergamo pubblicò il breve in latino, la traduzione è mia personale, il 16 febbraio 1887, preceduto da una per tinente analisi degli avvenimenti. In seguito come omaggio della Diocesi fu pubblica to, in elegante formato, A Mgr. Gaetano C. Guindani Omaggio della Diocesi di Bergamo MDCCCLXL, Bergamo 1890, con l'indirizzo di Antonio Angelini, s.j., che ricorda l'intensa attività pastorale di Guindani, la malattia ecc. La pubblicazione raccoglie le firme degli offerenti in 32 pagine e a p. 32-36 " Indiriz zo a Mgr. Vescovo letto nell'atto della presentazione della croce pettorale " 5 febb. 1890, firmato da Pietro Rota arciprete vicario foraneo di Lallio, Giacinto Dentella canonico della cattedrale, Angelo Giorgi arciprete vicario foraneo Nembro, Donato Baronchelli prevosto vicario foraneo di Alzano, Antonio Locatelli prevosto Stezzano L'Eco di Bergamo, 24-25 agosto, dedicò ampio spazio all'avvenimento con l'articolo "Appello al clero e allaicato cattolico bergamasco per un attestato di amore e devozione a S. E. R. ma Mons. Vescovo".
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