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Una stele a Chivasso per le donne della Costituzione
La scelta di onorare il ricordo delle 21 Madri della Costituzione della Repubblica Italiana, intestando a loro una stele e intitolando il cortile interno della sede del Municipio di Chivasso è nata da una mozione presentata da cinque consigliere comunali: sabato 19 febbraio la cerimonia alla presenza di numerosi amministratori del territorio. La stele riporta i nomi delle 21 donne elette nell’Assemblea Costituente: Maria Agamben Federici, Adele Bei, Bianca Bianchi, Laura Bianchini, Elisabetta Conci, Filomena Delli Castelli, Maria De Unterrichter Jervolino, Nadia Gallico Spano, Angela Gotelli, Angela Maria Guidi, Nilde Iotti, Teresa Mattei, Angelina Livia Merlin, Angiola Minella, Rita Montagnana, Maria Nicotra Fiorini, Teresa Noce, Ottavia Penna, Elettra Pollastrini, Maria Maddalena Rossi, Vittoria Titomanlio. Presente alla cerimonia anche Livia Turco, già ministro e intervenuta come presidente della Fondazione Nilde Iotti. La Città metropolitana di Torino è stata rappresentata da Sonia Cambursano, consigliera delegata al turismo e alle attività produttive e sindaca di Strambino che ha ricordato nel suo intervento come "le madri costituenti, 21 donne straordinarie che si erano impegnate attivamente durante la Resistenza, arrivavano da esperienze di un associazionismo politico che aveva dimostrato la sua efficacia nel portare avanti la battaglia per il voto alle donne proprio puntando sull’azione sinergica, che riconosceva le differenze, rispettandole, ma dimostrava al contempo una capacità straordinaria di lavorare per un obiettivo comune: una caratteristica che ancora oggi ritroviamo nell’esercizio femminile della leadership, che non è femminile perché esercitato dalle donne, ma è femminile perché costituisce un modello preciso e non gerarchico, un modello che mette al centro la forza della rete e della sinergia piuttosto che l’esercizio piramidale del comando. Furono un faro di speranza, portarono la loro esperienza e la loro formazione all’interno dell’Assemblea costituente, seppero creare un fronte comune nella diversità delle provenienze sociali e politiche, e -– ultimo ma non meno importante - aprirono la strada all’impegno delle donne in politica. Mi piace pensare che è al loro coraggio e alla loro dedizione alla res publica se oggi io e tante altre donne portiamo la nostra visione del mondo nell’amministrazione e nella politica. È grazie a loro che, per la prima volta, la voce delle donne entra in Parlamento, portando con sé, nella definizione del nuovo assetto democratico e dei valori alla base della vita sociale, civile, economica e politica del Paese. Avevano formazioni diverse, erano fieramente antifasciste e aveva una visione appassionata e progressista dell’emancipazione femminile: desiderano portare la loro diversità senza omologazione, non si accontentano del ruolo di regine del focolare, ma vogliono portare i loro talenti nei diversi ambiti della vita sociale, economica e politica. Il loro contribuito fu determinante in alcuni degli articoli più avanzati della nostra Costituzione, impegnate com’erano nella definizione di condizioni che garantissero l’uguaglianza di fatto, in famiglia, nella società, nel lavoro, nella politica".
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c.ga.