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Spreco di cibo, un po’ meno nel 2020 ma la strada è ancora lunga
Secondo l’Unep, il programma delle Nazioni unite per l’ambiente, nel corso del 2020 gli scarti alimentari sono diminuiti dell’11 per cento rispetto all’anno precedente. Mediamente un terzo del cibo prodotto in tutto il mondo viene sprecato. Una strada ancora lunga da percorere per raggiungere ben altri risultati. Il Food Waste Index Report, la più completa raccolta di dati sull’argomento, reso noto nelle scorse settimane, pubblica anche una parte dedicata alla metodologia per misurare lo spreco alimentare lungo tutta la catena, dalla produzione all’arrivo sulle nostre tavole, così da consentire a ogni Paese di monitorare gli eventuali progressi nazionali verso gli obiettivi del 2030. Gli Stati che utilizzano questo metodo sono in grado di definire una strategia a livello nazionale sulla prevenzione dello spreco “che sia sufficientemente sensibile da cogliere i cambiamenti nello spreco alimentare su intervalli di due o quattro anni, e che permetta confronti significativi tra i paesi a livello globale”. Stiamo parlando di 931 milioni di tonnellate di cibo finiti nella spazzatura di ristoranti, rivenditori e semplici famiglie. Molti gli impatti negativi causati da questa situazione. “Sul piano ambientale" sostengono gli studiosi dell’Unep "le stime suggeriscono che l’8-10 per cento delle emissioni globali di gas serra sono associate al cibo che non viene consumato. La riduzione dello spreco alimentare al dettaglio, nel servizio di ristorazione e a livello familiare può fornire vantaggi multiformi sia per le persone che per il pianeta. Tuttavia, la reale portata dello spreco alimentare e il suo impatto non sono stati ben compresi fino ad ora”. È stato inoltre dimostrato che la maggior parte dello spreco al dettaglio proviene proprio dalle famiglie. A livello globale pro capite infatti, ben 121 chilogrammi di cibo vengono sprecati a livello familiare, 32 a livello di servizi di ristorazione e 15 a livello di vendita. Se vogliamo davvero affrontare seriamente il cambiamento climatico – dicono ancora all’Unep - la perdita degli spazi naturali e della biodiversità, l’inquinamento e i rifiuti, le imprese, i governi e i cittadini di tutto il mondo devono fare la loro parte per ridurre gli sprechi alimentari”.
c.pr.
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