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Rivoli
RIVOLI VILLA MOLLINO, GIÀ CARISIO BRUSATI DI SETTALA
A metà ‘800 Rivoli si presentava come un esteso borgo agricolo tagliato in due dalla via Maestra, ricca di botteghe e osterie, cuore commerciale dell’abitato. Sebbene non sia divenuta la “Versailles sabauda”, fu luogo di villeggiatura della nobiltà torinese per l’ottimo clima e le visuali aperte sulla catena alpina. Molti gli esempi di architettura liberty come ad esempio Villa
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Mollino Fu la residenza estiva dell’ing. Eugenio Mollino e poi del figlio Carlo, geniale progettista, designer, scrittore e fotografo, che vi ambientò il romanzo L’amante del Duca (1934-36). L’edificio così come si presenta oggi è esito di riplasmazione e ampliamento condotti in un primo tempo dal solo ing. Mollino e poi in collaborazione col figlio Carlo, su un preesistente fabbricato disegnato dal geom. Angelo Marchetti nel 1870 che il già affermato professionista aveva acquistato nel 1912 da Rosalia Carisio. Ne derivò una planimetria cruciforme, elevata su due piani, seminterrato e mansarda, oltre i quali emerge la torretta del corpo centrale di raccordo che accoglie il vano scala e termina in un belvedere cinto da una ringhiera a disegni stilizzati. Nel parco che circonda la villa sorgevano in origine la conciergerie con annesso rustico, una serra calda in muratura e un’altra fredda in ferro e vetro. L’interno presenta motivi di pregio quali i pavimenti in seminato di graniglia a disegni geometrici, i soffitti affrescati, le boiserie e le lampade in ferro lavorato. La libertà compositiva che connota l’abitazione è manifesto della progettualità di Eugenio Mollino che qui ha operato scelte audaci massimamente espresse nell’andamento della copertura.
A cura di Alessandra Vindrola e Anna Randone
Tutto il terzo itinerario su:
http://www.cittametropolitana.torino.it/cms/risorse/patrimonio-artistico-culturale-storico/dwd/biblioteca-storica/curiosita-digitalizzate/ilpt_itinerario_3.pdf