Supplemento al numero odierno de “L’Informazione” di Modena a cura di
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il Edizione
29 Ottobre 2011
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RAPPORTO ECONOMIA
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RAPPORTO ECONOMIA
CAMERA DI COMMERCIO Pubblichiamo lo studio trimestrale condotto sulle imprese con più di 6 addetti
Camera di Commercio, monitoraggio della congiuntura economica
I dati parlano di una lenta ripresa ma il clima è incerto. «Il 2011 non segna l’archiviazione della crisi»
Sulla base dei primi indicatori congiunturali il secondo trimestre del 2011 ha confermato, al pari del primo, una andamento discretamente positivo per l’industria modenese. Ancora una volta a trainare verso l’alto gli indici sono state le esportazioni e il ciclo delle scorte di magazzino, in fase di ricostituzione dopo le ampie flessioni degli ultimi due anni. In prospettiva, però, il proseguimento di questa fase di recupero dai minimi del 2009 sembra ostacolata dal materializzarsi degli scenari più pessimisti. Al momento non è ancora possibile quantificare di quanto possa rallentare la crescita o, nell’ipotesi peggiore, di quanto possa flettere, tuttavia gli indicatori qualitativi disponibili continuano a segnalare un clima di fiducia meno favorevole da
parte degli operatori economici, mentre, dall’altro lato, è aumentato in misura significativa il numero di quelle che prevedono per i prossimi mesi una dinamica dei quantitativi da produrre sui livelli attuali o in diminuzione. E’ questo, in sintesi, il quadro che emerge dai primi dati dell’indagine congiunturale condotta congiuntamente dalla Camera di Commercio di Modena e dalle associazioni di categoria della CNA e della Confindustria, la quale rileva lo stato di salute di un campione statisticamente rappresentativo della popolazione delle imprese attive con 6 e più addetti. Entrando nel dettaglio dei risultati, nel secondo trimestre l’indice grezzo provvisorio della produzione industriale ha registrato un aumento del +9,0 per cento rispetto allo stesso trimestre dell’anno
precedente. Anche il fatturato ha evidenziato un progresso significativo, registrando un aumento che, in questo caso, si è posizionato ad un +9,9 per cento. Fin qui sembrerebbe che l’economia reale non stia andando così male, ma le cose non stanno esattamente così. Il 2011 non segnerà l’archiviazione della fase di difficoltà avviatasi nell’agosto del 2008. I differenziali dai punti di massimo dell’estate di oramai tre anni fa restano elevati. Per la produzione il gap tra i volumi segnati nel primo semestre del 2008 e quelli del 2011 è di 10,5 punti percentuali, per il fatturato in valore di poco meno di 8 punti percentuali e per le esportazioni, sempre in valore, di quasi 14 punti percentuali. Vi sono poi le incertezze sul recupero in corso segnalate dagli indicatori anticipatori del ciclo,
i quali lasciano prevedere una moderazione dei ritmi di crescita nella seconda parte dell’anno. Ordini e aspettative delle imprese, difatti, evidenziano valori in flessione o quanto meno in rallentamento rispetto ai trimestri precedenti. Infine, il commercio mondiale sta perdendo smalto, frenato dai prezzi delle materie prime e dalle difficoltà congiunturali degli Stati Uniti, mentre in Europa i soli interventi di natura monetaria stanno mostrando i propri limiti, in assenza di un governo unitario dell’economia in grado di incidere sulla crescita complessiva dell’area. Per le esportazioni modenesi, le quali, è opportuno ricordarlo, sono il vero traino del recupero segnato dall’attività industriale, le conseguenze possono essere profonde.
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CERAMICA Parla il Presidente di Confindustria Ceramica Franco Manfredini
Piastrelle, bene l’export ma affanno nel mercato interno «Bisogna far ripartire il ciclo dell’immobiliare» L’industria italiana della ceramica registra, in questo anno 2011, una situazione congiunturale di tipo duale: di ripresa sui mercati esteri, di continua difficoltà su quello domestico italiano. Infatti se osserviamo da vicino le ultime statistiche disponibili, relative al primo semestre dell’anno in corso, possiamo vedere come la crescita delle esportazioni sia stata pari al 2,5% nei metri quadrati ed al 4,5% nei fatturati, a fronte di vendite sul mercato nazionale in flessione del 2,55% in volumi e con fatturati stabili rispetto all’analogo periodo del 2011. Tali evidenze dimostrano due assunti fondamentali. “Il primo – afferma Franco Manfredini, Presidente di Confindustria Ceramica – è che l’industria italiana delle piastrelle, che è stata in grado in questi anni di gestire al meglio un percorso di riorganizzazione e ristrutturazione, è in grado di cogliere le opportunità laddove queste si presentano, forte di materiali ed organizzazioni aziendali di eccellenza nel panorama
mondiale. Lo fa principalmente sui mercati europei tradizionali, anche se va lette con favore la prosecuzione di un percorso di crescita in mercati extraeuropei così importanti come quello asiatico”. Viceversa, la flessione sul mercato nazionale sconta le tuttora non risolte difficoltà di un mercato immobiliare asfittico e preoccupato. Le difficoltà relative alla crisi economica, intesa sia come contrazione del reddito disponibile che come preoccupazione che mina le prospettive di acquisto di beni immobiliari, scontano anche l’assenza di misu-
re di stimolo al mercato delle costruzioni. “Confindustria Ceramica ribadisce l’importanza di poter disporre di un Piano Casa – dichiara Franco Manfredini – che, semplificato nelle procedure, sia in grado di riavviare il ciclo im-
mobiliare in Italia. Un ritorno alla crescita che, è bene ricordarlo, non è destinato a gravare sulle casse dello Stato, ma a produrre benefici effetti presso la fi liera delle costruzioni, l’erario dello stato, la qualità della vita nelle nostre citta”.
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CNA Le considerazioni del presidente Luigi Mai
«Le piccole imprese navigano a vista» L’incertezza emerge dall’analisi trimestrale su Modena I segni ‘più’, talvolta decisamente pronunciati, sono una bella notizia immediata che ne nasconde una brutta sul medio-lungo termine: la fase di ‘rimbalzo’ dell’economia modenese, dopo il crollo congiunturale accusato a cavallo tra 2009 e 2010, dimostra che il generale affanno delle aziende locali è diventato una condizione più o meno stabile, non più legata a una fase transitoria difficile. Il problema principale non è il calo degli ordini – pesantissimo fino a nove mesi fa, in ripresa dal-
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lo scorso dicembre – ma il cambiamento definitivo della loro scadenza temporale: non si lavora più su ordini a nove o dodici mesi, che consentirebbero una migliore pianificazione aziendale, ma quasi esclusivamente su ordini a cadenza trimestrale o ‘just in time’, vale a dire sul momento. Dall’analisi trimestrale di Cna Modena emerge proprio questo stato di incertezza: l’economia modenese continua a recuperare dopo la fase critica della crisi, ma a ritmi più lenti. Il secondo trimestre del 2011, infatti, fa registrare per le piccole e medie imprese una crescita della produzione del 7,4% rispetto allo stesso periodo del 2010, mentre nel periodo aprile-giugno 2011 l’aumento era stato del 9,8%: un rallentamento conseguente all’incertezza che permea il contesto internazionale e alle particolari difficoltà in cui
versa il Paese. Rimane comunque, questa, una fase moderatamente positiva: le Pmi crescono a ritmo moderato ma con tenacia. La meccanica rimane il settore più performante con aumenti che vanno oltre il 20% per le produzioni ‘pesanti’ e poco al di sotto per quanto riguarda macchine e apparecchiature. Cresce anche l’export nel settore delle apparecchiature elettriche ed elettroniche: +9,5%, per un totale di oltre il 7% del fatturato. Un settore, questo, che fornisce dati sempre più interessanti e rappresenta un nuovo orizzonte imprenditoriale per la provincia, assieme al sempre efficiente biomedicale. «Si tratta di numeri influenzati dal processo di ricostituzione delle scorte di magazzino, dopo le ampie flessioni degli ultimi due anni – commenta il presidente di Cna Luigi Mai - Manca, cioè, il
sostegno di una solida domanda». La principale preoccupazione dell’associazione di rappresentanza è rivolta all’entrata in vigore dei parametri Basilea 3, che comporteranno per le banche operazioni di ricapitalizzazione. Con conseguenze negative sulla concessione del credito ai ‘piccoli’: «Affrontiamo lo spauracchio di un secondo credit crunch dopo quello di fine 2008. E sono assolutamente certo che la stragrande maggioranza delle piccole imprese ad oggi non disponga dei mezzi finanziari per affrontare una nuova crisi». Preoccupazione anche per gli effetti delle manovre economiche estive, prive di misure di stimolo alla crescita: «Il Governo è immobile spiega Mai -Restiamo sgomenti, sembra che la politica ragioni più per scopi elettorali che pensando ai bisogni del Paese. Ed è una brutta sensazione».
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LAPAM Le parole del presidente Erio Luigi Munari
Riflessione sulla manovra. «E’ amara» «A Modena non si può prescindere dal rilancio della manifattura»
«Le medicine sono medicine e quando si prendono significa che la febbre è alta, questa che il Governo ci propina è però molto amara perchè incide sulle entrate (ancora una volta!) e non interviene in maniera mirata e incisiva sulla spesa pubblica». Erio Luigi Munari, presidente generale Lapam Confartigianto, commenta in modo negativo la manovra economica che «per quanto sia un male necessario risulta de-
pressiva per le imprese. Gli imprenditori non possono continuare a fare da bancomat per lo Stato, è tempo che sia lo Stato a ridurre le spese per intervenire in modo strutturale su un debito pubblico che strangola il Paese». Munari, però, fa qualche passo avanti: «Un tema su cui riflettere riguarda l’abolizione delle province. In sé il provvedimento sarebbe giusto, se l’obiettivo è quello di ridurre la spesa pub-
blica e di semplificare, ma siamo certi che questa abolizione non finisca per appesantire la spesa e aumentare la burocrazia? Occorre
valutare bene le conseguenze, perchè purtroppo in Italia resta sempre in voga la legge di Tancredi di Salina nel Gattopardo ‘cambiare tutto perchè nulla cambi’. Non vorremmo che l’operazione sulle province si rivelasse un autogol». «Il grande tema che rimane sul tavolo – conclude il presidente Lapam – è quello dello sviluppo. Modena non può prescindere da rilanciare sulla manifattura, ma occorre far sì che investitori, anche dall’estero, tornino a portare i loro capitali nella nostra provincia come accadeva anni fa. E’ questa la leva da muovere e bisogna muoverla in fretta».
Incontro con Paolo Crepet a Concordia Mercoledì 2 novembre a Concordia, Lapam organizza un incontro con Paolo Crepet. L’appuntamento è per le 21 al teatro del Popolo. Da Lapam spiegano l’origine dell’evento. «Un passo indietro per andare avanti? Questa domanda, provocatoria, è anche il titolo scelto per l’incontro col professor Paolo Crepet nell’ambito della Fiera di Ognissanti. Un titolo che provoca, ma che ha molto a che fare con questo periodo di crisi. Economica e finanziaria, certo, ma anche di valori ed esistenziale. Il passo indietro è richiesto a tutti, eppure la cultura imperante ci dice che dobbiamo sempre andare avanti. E, invece, di fatto questa crisi chiede agli imprenditori di accettare un minor guadagno per salvaguardare le sicurezze sociali, ai genitori di non dare tutto quello che i figli chiedono, ai figli di accontentarsi di vivere con meno di quanto aspettavano, agli anziani, spesso, di mantenere i più giovani. L’impresa, poi, si trova con il doppio problema di cercare di andare avanti nonostante i problemi, e di dover far fronte alle richieste, pressanti, che vengono dalla società che chiede sempre qualcosa di più agli imprenditori. Come riuscire a fare, tutti, un passo indietro per ripartire? Il professor Crepet ci aiuterà in questa che è una delle sfide più affascinanti e difficili del nostro tempo. Una sfida che richiede uno scatto culturale e che è, anche se non soprattutto, una sfida educativa».
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CONFOCOMMERCIO Imprese per l’Italia Ascom Modena
Costi crescenti e riduzione dei consumi: appello agli enti locali La delicata condizione del ceto commerciale, stretto in una morsa creata dalla crisi economica
calo di 0,4 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. Una sostanziale perdita di ricchezza che dipinge a tinte fosche l’andamento dei consumi. Confcommercio ha lanciato la campagna “Dove c’è com-
mercio c’è vita”. Sente quindi di potersi esprimere anche a nome dei cittadini, allargando la visuale dall’argomento Iva alla manovra economica nel suo insieme. In proposito è di rigore l’invito al controllo della
spesa pubblica, sia da parte del governo centrale che da parte dei governi locali. Le amministrazioni locali, secondo Confcommercio, hanno il dovere di modificare un “dna” impostato sulle voci di spesa, che lascia in ombra essenziali caratteri dei bilanci come le leve delle entrate e dell’attenzione ai dei costi. Occorre ora riconoscere la necessità di distinguere, con nettezza, quanto di utilità effettiva per il cittadino e di mero di effetto pubblico sull’immagine delle Amministrazioni contengano le uscite dei bilanci. E se per tagli della spesa si intende riduzione dei servizi, si tenga presente che una loro contrazione si monetizza impoverendo i ceti medio bassi, i quali rappresentano la massa dei consumi su cui si basa la nostra economia che dipende per l’80% dai consumi interni. Una riflessione locale è inevitabile e dovrà passare all’interno degli Enti stessi, individuando sacche di costi
comprimibili da rimuovere. In ogni caso, come ceto delle Pmi – chiudono da Ascom - siamo disponibili con la nostra buona volontà a confrontarci, ma ricordando che siamo in prima linea sui mercati, coi nostri sacrifici personali, con i costi
crescenti della gestione aziendale, con le varie “Basilee” che rendono sempre più difficile il rapporto col sistema Bancario, con i nostri preziosi collaboratori ai quali non vogliamo rinunciare. Anche di questo va tenuto conto».
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La situazione economica maturata negli ultimi mesi pone il settore della distribuzione nella scomoda funzione di cuscinetto, ad assorbire le tensioni indotte dall’aumento dei costi da parte dei fornitori e dall’attenzione al prezzo da parte del consumatore finale: il commerciante avrà l’amaro compito di comprimere i propri margini per tentare di arginare la riduzione dei consumi. In questo quadro, secondo Ascom Confcommercio, non deve considerarsi esente da colpe l’aumento Iva, ma l’insieme della manovra economica dovrebbe contenere misure di rilancio per una possibile inversione di tendenza della crisi. «Nel frattempo ci dice l’Istat – prosegue Ascom - che il potere di acquisto delle famiglie è diminuito dello 0,2% rispetto ai primi tre mesi dell’anno, mentre la propensione al risparmio delle famiglie è in
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Ci si mette molto per diventare giovani
{P. Picasso}
Paolo, imprenditore Ci sono persone che con le loro idee, i loro valori hanno lasciato un segno nella storia. Ma ci sono tante altre persone che, quotidianamente, con il proprio lavoro realizzano questi ideali dando al nostro territorio un importante contributo in termini di benessere economico e sociale. Sono persone con le quali CNA da oltre 60 anni condivide esperienze, entusiasmi, operosità . Persone che hanno un grande valore d’insieme. E che fondano il proprio lavoro sulla competenza, l’etica, la determinazione. Valori che conosciamo bene, valori di CNA.
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BANCHE Rafforzarsi senza chiedere più investimenti
Bper, cambio di passo all’insegna della continuità In campo a breve le misure di rafforzamento patrimoniale Operazione “Rafforzamento patrimoniale”. La Banca Popolare dell’Emilia Romagna, in questo periodo non facile per l’economia, per l’occupazione, per le aziende, ha promosso un piano che potrebbe dare una scossa. E la partenza è fissata proprio per il 7 novembre circa, tra pochissimi giorni. Il programma di rafforzamento patrimoniale, che è stato lanciato qualche mese fa, è poi approdato all’assemblea dei soci del 3 settembre scorso. L’approvazione ha portato in avanti il progetto che adesso sta per diventare una realtà. Anche perché l’obiettivo è ben chiaro: serve allineare il gruppo alle direttive di Basilea 3. Vigilanza pruden-
ziale e la necessità di consolidare il più possibile la banca: ecco gli obiettivi dell’operazione. Il progetto complessivo si poggia su due pilastri, uno rappresentato dalle offerte pubbliche di scambio volontarie (OPS) sulle quote di minoranza delle banche commerciali del Gruppo (ad esclusione del Banco di Sardegna) e l’altro rappresentato dal riscatto anticipato del soft mandatory, il prestito obbligazionario BPER 4% 2010-2015. La prima parte è stata completata con la conversione del presti-
corsi Specialistici. L’evento di consegna dei diplomi è stato un momento importante di aggregazione tra tutti i partecipanti, circa 500 persone tra Allievi, Tutor di contenuto, Referenti aziendali e Capi del Personale delle Banche. Quest’anno la tematica centrale dell’evento è stata quella del cambiamento. Non tanto del cambiamento del mercato azionario o del settore finanziario, ma piuttosto di cosa fa, provoca e genera negli individui il cambiamento, inteso come mutamento inevitabile presente in ogni ambito della nostra vita (lavorativo, personale, sociale, ecc). La cerimonia non è stata un susseguirsi di momenti staccati tra loro (interventi istituzionali, intervento ospite e consegna diploma), ma un grande ed unico show dove il filo conduttore, il tema chiave, ha collegato tra di loro i vari momenti (istituzionali, formativi e ludici di animazione) grazie all’alternarsi sulla scena di diversi “personaggi” coordinati tra loro, il tutto condito ed amalgamato dalla presenza di un quintetto di musicisti. In scena hanno condotto la
cerimonia Paolo Vergnani nel ruolo del “Professore” e Nicola Grande nel ruolo di “conduttore”, con l’accompagnamento musicale dei Mooksa. Paolo Vergnani è Psicologo, Formatore e docente di Comunicazione di massa presso l’Università di Ferrara. Da oltre trent’anni tiene corsi e consulenze per aziende pubbliche, private ed enti istituzionali nel settore della comunicazione interpersonale, delle abilità manageriali e delle problematiche organizzative. Nel 1997 ha portato in Italia il Teatro d’Impresa e ancora oggi continua a sperimentare ed applicare nuove metodologie e strumenti di Teatro d’Impresa. Nicola Grande dopo una breve esperienza in finanza d’impresa, dal 1991 si occupa di formazione e consulenza. Dal 2003 insegna Marketing Relazionale nel corso di laurea specialistica in Comunicazione e Pubblicità per le Organizzazioni (CPO) all’Università di Urbino. Dal 2001 si diletta a sperimentare ed applicare nuove metodologie e strumenti di Teatro d’Impresa: dal fotoromanzo al Blitz fino all’happening musicale integrando tecniche teatrali a tecnologie video.
to. In sostanza, con il progetto di rafforzamento e le OPS, è come se si ottenesse un aumento di capitale, senza però mettere mano al portafogli dei soci. Ma oltre a questo programma, adesso Bper può godere di una maggiore visibilità sul piano internazionale grazie alla quotazione in borsa all’interno del titolo FTSE MIB. Anche il cambio alla guida del gruppo, sempre nel segno della continuità, offre alla Banca pilastri solidi sui quali camminare in questo periodo non facile.
Giovani bancari di talento: la consegna dei Banking and Financial Diploma Si è tenuta pochi giorni fa all’Auditorium Bper del Forum Guido Monzani la Cerimonia di consegna dei diplomi del Banking and Financial Diploma, il percorso formativo realizzato da Abi Formazione in collaborazione con Sda Bocconi e con le
Banche Associate. Il B&FD è destinato a giovani talentuosi dipendenti del settore creditizio e finanziario. Il percorso formativo è giunto alla sua XIV edizione e i dipendenti di BPER che ad oggi hanno aderito all’iniziativa sono circa 160.
Teatro d’Impresa e sonorità innovative e originali sul tema del cambiamento hanno accompagnato la Cerimonia di consegna dei diplomi agli allievi che hanno concluso con successo l’XI e XII edizione del B&FD Base e la IX edizione del B&FD Per-
I Mooksa nascono a Santarcangelo di Romagna nel 1989 come libera aggregazione di musicisti provenienti da diversi paesi, differenti esperienze musicali ed eterogenei percorsi di formazione. Le attività del gruppo spaziano dalle epiche incursioni nelle ferramenta e negozi d’utensili di tutta la Romagna, ai concerti e gli spettacoli presentati in importanti manifestazioni di carattere nazionale, alla sonorizzazione dal vivo di spettacoli teatrali, all’ambientazione sonora di mostre di arti grafiche e plastiche, al teatro di strada. E’ un gruppo a geometria variabile ed è composto, in funzione delle esigenze, da un minimo di uno ad un massimo ancora non definito di elementi. Da tutte queste esperienze è nato il Quintetto Mooksa proposto per l’occasione. Anche gli allievi sono stati protagonisti della cerimonia. Tutto l’evento si è caratterizzato per il forte impatto emotivo ed l’elevato e costante livello di coinvolgimento. In molti momenti si è avuta la partecipazione attiva del pubblico, chiamato ad interagire, in uno scambio vivace e brillante tra formattore e pubblico.
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denese ndale
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Marchio di Qualità “Ospitalità Italiana” per alberghi, ristoranti e agriturismi 20 nuove strutture ricettive della provincia di Modena potranno fregiarsi del marchio nel 2012. Le domande entro il 14 novembre alla Camera di Commercio.
La Camera di Commercio di Modena ha aderito per il terzo anno consecutivo al progetto ® Marchio di Qualità “Ospitalità Italiana” promosso dall’Istituto Nazionale Ricerche Turistiche (ISNART) che si pone l’obiettivo di promuovere e diffondere, in collaborazione con le Associazioni di categoria e dei consumatori, il disciplinare nazionale “Ospitalità Italiana” creato per la certificazione di strutture turistiche e ricettive (alberghi, agriturismi e ristoranti). Per il 2012 è prevista l’assegnazione del marchio a 20 nuove strutture e il suo mantenimento da parte delle 78 strutture già premiate l’anno scorso, previo accertamento della permanenza dei requisiti in capo a 55 strutture. Le nuove candidature dovranno essere presentate alla Camera di Commercio, su modulistica predisposta scaricabile dal sito internet, entro il 14 novembre 2011. L’ottenimento del Marchio comporterà il rilascio di un attestato, di una targa e di una vetrofania che certificheranno per tutto il 2012 la conformità ai requisiti previsti e l’inserimento gratuito della struttura nel catalogo nazionale pubblicato e diffuso via web a cura di ISNART. Consentirà inoltre di beneficiare di tutte le attività promozionali organizzate da ISNART nelle più importanti fiere di settore italiane ed estere.
La proprietà industriale è
PROGRAMMA - INTERVENTI:
SC
ore 14.00 Registrazione dei partecipanti
L’in tem è li Pe pro de -
senz’altro uno dei principali strumenti competitivi su cui le imprese devono investire. Attraverso la tutela di marchi, denominazioni d’origine, brevetti e design, infatti, la creatività trova la giusta valorizzazione e adeguato sfruttamento. Proprio la consapevolezza di tale importanza, ha fatto si che negli ultimi anni diverse e importanti novità legislative fossero introdotte. L’incontro
ore 14.30 Saluti introduttivi ore 14.45 Paola Antonietta Di Cintio Funzionario Ufficio Italiano Brevetti e Marchi - UIBM: “L’introduzione della procedura di opposizione in Italia, vantaggi e costi” ore 15.10 Loredana Mancuso Funzionario Ufficio Italiano Brevetti e Marchi - UIBM: “La disciplina delle operazioni di trascrizione e annotazione dei marchi italiani”
organizzato dalla Camera di Commercio di Modena - che vedrà la partecipazione dell’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi, nonché di professionisti ed esponenti di primarie realtà imprenditoriali locali ed internazionali - mira a fornire un quadro sintetico di queste novità, quali - ad esempio da ultimo l’introduzione della procedura di opposizione con riferimento ai marchi nazionali.
ore 15.35 Francesco Terrano Avvocato in Modena: “La tutela processuale della proprietà industriale” ore 16.00 Sabrina Federzoni Presidente del Consorzio Filiera aceto balsamico di Modena: “La tutela dell’IGP Aceto Balsamico di Modena” ore 16.25 Pietro Leonelli Patent Department Tetra Pak Packaging Solutions S.p.A.: “La tutela della Proprietà Industriale nell’esperienza di Tetra Pak” ore 16.50 discussione
Azi
Par
Ind
Cap
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APMI Le sensazioni delle piccole e medie attività, tra tracolli e speranze
Piacentini di Confapi: «Imprese in difficoltà ma sempre protagoniste» I risultati di un’indagine condotta su circa 300 aziende del nostro territorio
Investimenti in stallo, lieve
imprenditori secondo quanto
disorientamento sulla perce-
vatorio sul manifatturiero pro-
miglioramento delle attività,
zione della crisi, forte critica verso il ruolo che gli istituti di
credito hanno giocato durante il difficile momento economi-
co. Sono questi i pensieri e le sensazioni dei piccoli e medi
per il 54,6% delle quali l’anda-
emerso dall’analisi dell’osser-
mento delle attività è in lieve
mosso da Confapi pmi Mo-
presenta risultati non univoci:
dena per testare la percezione della crisi da parte delle imprese del settore. L’indagine,
relativa agli ultimi due anni, ha coinvolto circa 300 aziende
miglioramento. La rilevazione
per poco più di un terzo degli intervistati l’andamento complessivo del settore è migliorato (39%), per i restanti sarebbe
stabile o addirittura peggio-
re. Secondo il 47,7% non è un buon momento per investire, per la maggior parte degli intervistati il futuro è un grande punto di domanda, il 46,6% pensa che i prossimi mesi saranno ancora connotati negativamente, solo il 28,1% è ottimista; difficile per tutti fare previsioni sul se e quando la crisi finirà. La difficoltà dei mercati finanziari e di alcune istituzioni bancarie e assicurative ha coinvolto più del 30% delle imprese del territorio mentre il 63,5% degli imprenditori sostiene poi che gli istituti di credito abbiano giocato un ruolo determinante nel peggioramento dell’attuale situazione economica. Guardando all’estero, il confronto tra imprese decreta una minore competitività italiana con altre realtà straniere, un paragone che, per il 52,1% degli imprenditori, vede
le aziende “nostrane” poco attrattive e non in grado di competere a livello internazionale, mentre per il 41,4% degli intervistati la soluzione rimane stabile rispetto al passato. «Le nostre piccole e medie imprese si sono trovate e si trovano tutt’ora in uno stato di notevole difficoltà - è il commento del presidente di Confapi pmi Modena Dino Piacentini - ma continuano ad essere attori centrali nel rilancio attraverso l’esercizio di buone pratiche di
gestione e di consolidamento della propria attività (il 48,8% del campione) nonostante le difficoltà contingenti. Le Pmi sono il motore dell’economia italiana e modenese; È chiara la centralità del ruolo del manifatturiero nel nostro territorio, per questo è il momento di fare delle scelte partendo da questa priorità, soprattutto se intendiamo recuperare sul fronte dell’occupazione, questione che sarà ancora più critica nel prossimo futuro».
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MECCANICA Produzioni in aumento e timida ripresa dell’occupazione
Manifatturiero, finalmente un sorriso Tira fiato uno dei settori più colpiti dalla crisi, grazie all’aumento delle esportazioni nell’Unione Europea
Aumenti anche del 20% negli ultimi mesi, sia per le produzioni più pesanti che per le apparecchiature. Tira finalmente fiato il settore meccanico modenese, tra i più colpiti dalla dura crisi economica. E se è vero che il clima generale è ancora immerso nell’incertezza, è pur vero che una timida risposta arriva proprio dal settore più colpito di sempre. E così, la meccanica sembra essere
tra i primi ambiti a cercare di dare risposte alla crisi, in termini di quantità di lavoro e di ricerca. Anche l’area delle apparecchiature elettriche ed elettroniche risulta in aumento del 10% nelle esportazioni. Un dato – seguito ad un’indagine di Cna - che rincuora soprattutto perché le esportazioni hanno sempre rappresentato, per questo settore, un ambito di vita e una grossa fonte di fat-
turato per tutte le aziende, piccole comprese. I numeri sottolineati da Lapam Federimpresa suggeriscono infatti che più della metà delle esportazioni di chi ha un mercato fuori dall’Italia sono orientate a Paesi dell’Unione Europea. In sostanza, dunque, il sistema Modena sembra poggiarsi in questi mesi proprio sul settore meccanico e manifatturiero, che potrebbe essere
il vero motore della ripresa se correttamente incanalato. Gli indicatori sul prodotto interno lordo del 2011 e le previsioni per il prossimo anno indicano un aumento del 2% nella produttività totale, mentre gli altri settori si fermano all’1%. Quasi il doppio che altrove, dunque: da qui sembra ripartire la Modena che verrà. Le previsioni per il 2012, costruite anche sulla base dei dati della fine
di quest’anno, suggeriscono che sarà proprio il settore meccanico quello in cui si verificherà la sostanziale ripresa dell’occupazione. Lenta ma pur sempre presente. E allora sotto con gli investimenti: se la ripresa parte da qui, bisogna trovare la strada per renderla veloce ed efficace. Per il momento, Modena continua ad investire sulle scuole. E’ dagli istituti di formazione seminati in
tutta la provincia, infatti, che sembrano partire le ricerche per il futuro e le scelte dei ragazzi che avranno in mano il domani. E che potrebbero risolvere il problema principale di questo settore: la scarsità del ricambio generazionale. Sono molti gli imprenditori che superano i 55 anni di età – lo dicono i dati in possesso di Lapam Federimpresa -, segno che ancora in questo settore mancano i giovani.
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TESSILE L’osservatorio di settore promosso dal Comune
Carpi respira grazie ai grandi marchi Reggono le grandi marche, quelle che hanno la più grande visibilità. E che fanno del distretto tessile di Carpi una realtà sulla quale si è abbattuta la crisi ma che ha saputo affrontarla meglio di altre zone analoghe. Tra le capitali della moda femminile, insomma, Carpi c’è ancora eccome. Lo dicono i risultati della decima rilevazione dell’Osservatorio del settore promosso dal 1990 dall’assessorato all’Economia, al Commercio e al Turismo del Comune. L’Osservatorio del settore tessile abbigliamento analizza i cambiamenti strutturali del distretto, attraverso indagini periodiche finalizzate alla raccolta di informazioni non desumibili dalle fonti statistiche ufficiali su un campione statisticamente rappresentativo di aziende. L’Osservatorio analizza sia le imprese che operano per il mercato finale sia quelle di subfornitura, e considera le aziende di tut-
Migliorano anche le prospettive delle piccole aziende con le aggregazioni
te le classi dimensionali, con l’obiettivo di ottenere stime attendibili del settore a livello locale. I numeri della rilevazione – che come le altre ha a che fare con un periodo temporale assai lungo - parlano chiaro. Nel 2009 il fatturato del distretto di Carpi flette del –7,3%, rispetto all’anno precedente, mentre nella media nazionale, relativa sempre al settore moda femminile, diminuisce del –12,3% (stime di Smi). Nel 2010 il fatturato del distretto mostra un recupero (+4,2%), ma non sufficiente per riportare il valore ai livelli pre-
crisi. Le previsioni delle imprese per il 2011 indicano un andamento positivo (+3,8%), anche se in rallentamento rispetto al 2010. Analogamente all’andamento nazionale si rileva un recupero, anche se contenuto, del fatturato, e una diminuzione del numero di imprese e di occupati. Nel periodo 2008-2010, le imprese diminuiscono del –8,3% e gli occupati del –7,5%, e le previsioni 2011 indicano una diminuzione di imprese (– 6%) e una contenuta flessione dell’occupazione, nelle previsioni delle imprese locali, entro il –1,6%, mentre
le produzioni delocalizzate all’estero mantengono una dinamica rilevante. I segmenti più deboli della filiera, che subiscono maggiormente gli effetti della crisi, sono rappresentati dalle imprese finali di piccole dimensioni, caratterizzate da una elevata capacità creativa ma dalla mancanza di visibilità sul mercato, e dalle imprese di subfornitura a queste legate, tra le quali numerose sono ad elevata qualificazione e innovazione tecnologica. L’insieme di queste due categorie di imprese concentra la maggior parte dei lavoratori del distretto. Per entrambe queste categorie – le imprese finali di piccole dimensioni e le imprese di subfornitura – esiste la necessità di ampliamento dei mercati di sbocco e di promozione dei prodotti e delle proprie specializzazioni. Le forme di aggregazione fra imprese possono rappresentare uno strumento importante per superare alcuni limiti della dimensio-
ne aziendale, ma ciò di cui le aziende hanno bisogno è un sistema paese in grado di sostenerne efficacemente la promozione sui mercati esteri. Il distretto di Carpi sta affrontando una sfida difficile. Le strategie per competere sui mercati internazionali possono essere molto diverse
fra loro, come numerosi casi di successo dimostrano. Il sistema deve puntare sul mantenimento delle funzioni di stile, produzione e commercializzazione, per sostenere la filiera produttiva che ha grandi capacità di innovare il prodotto e di alimentare il valore del Made in Italy.
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BIOMEDICALE Meno crisi e più innovazione
Ricerca: si riparte dai brevetti europei Un incontro tra imprenditori per discutere l’idea
I plastificanti nei dispositivi: un convegno Si terrà il 4 novembre a Mirandola il convegno dal titolo “I plastificanti nei dispositivi medici”, con l’obiettivo di discutere e approfondire un tema caro al biomedicale modenese. «La classificazione del DEHP (o DOP) come sostanza tossica per la riproduzione – spiegano gli organizzatori - ed il suo inserimento nella lista SVHC del Regolamento Reach, ha spostato l’attenzione dei produttori e dei trasformatori di compound di PVC verso plastificanti ad esso alternativi. Con il workshop TPV Compound Srl, in collaborazione con Polynt SpA ed il consorzio Consobiomed, intende informare i trasformatori e gli utilizzatori di compound di PVC in merito ai principali plastificanti alternativi attualmente utilizzati in ambito medicale con particolare attenzione agli aspetti prestazionali e normativi».
Chiedere più brevetti. Perché in un territorio ad altissima vocazione dinamica e di ricerca occorre tutelare il lavoro ben svolto. Con questi obiettivi il biomedicale di Mirandola ha ascoltato la relazione degli esaminatori dell’ufficio europeo Brevetti. La strada dell’innovazione è spianata per chi ha voglia di intraprenderla, soprattutto in un’area che ha sentito la crisi meno delle altre. E dunque il futuro del biomedicale modenese sembra proprio questo: una ricerca puntuale e conti-
nua sui temi innovativi che possono fare la differenza anche in materia di export. Secondo i numeri forniti dall’ufficio europeo, infatti, dei 30mila brevetti richiesti ogni anno, sono solo 300 quelli che arrivano dall’Italia. Un peccato per un’area a forte vocazione tecnologica. Imprenditori del biomedicale hanno riflettuto insieme su come rovesciare questa tendenza.
Il brevetto europeo è uno strumento che, a richiesta, fornisce il riconoscimento valido in tutta Europa per un brevetto depositato – entro un anno – sul suolo nazionale. Un modo per vedersi riconosciuta, in sostanza, la validità internazionale della propria innovazione. Un tema sul quale il biomedicale mirandolese dimostra di voler ripartire.
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EDILIZIA I dati dell’osservatorio provinciale degli appalti. Con il settore che prova a ricominciare
Edilizia, appaltati lavori per 600 milioni di euro Nel settore pubblico opere assegnate per il 71% ad aziende modenesi Nel 2010 la crisi ha provocato una riduzione dell’attività economica ma a Modena, comunque, sono stati realizzati lavori pubblici per 168 milioni di euro (solo dieci in meno rispetto al 2009) e privati per 415 milioni (addirittura 24 in più rispetto all’anno precedente). E’ aumentato anche il numero delle aziende attive (sono 11.416 con un più 73 rispetto al 2009) ma è negativo il dato occupazionale con una perdita nel settore di oltre 900 posti di lavoro. Dei 463 appalti pubblici, inoltre, sono 330 (per un valore di 120 milioni di euro, cioè il 71 per cento del totale) quelli assegnati a imprese modenesi; una quota che sale all’82 per cento se si valutano solo gli appalti dal valore superiore al milione di euro. E’ la fotografia che emerge dal Rapporto 2010 dell’Osservatorio provinciale degli appalti, atti-
vo dal 1999 su iniziativa di Provincia e Comune di Modena, che «sottolinea come ha evidenziato il direttore Vincenzo Pasculli presentando il documento - la necessità di tenere alta la guardia rispetto ai segnali di aumento del lavoro nero, che fanno crescere la preoccupazione per il rischio di concorrenza sleale e di infiltrazioni della criminalità organizzata» in un tessuto economico che comunque resiste alla diffusione dell’illegalità. Lo dimostrano anche le nuove adesioni all’Osservatorio e le tante iniziative assunte nel settore, tra le quali anche il recente protocollo siglato con la Prefettura, come hanno ricordato Egidio Pagani, assessore provinciale a Infrastrutture e Sviluppo delle città e del territorio, e Antonino Marino, assessore a Lavori pubblici e sicurezza del Comune di Modena. Alle gare per i 463 ap-
palti pubblici realizzati sono state ammesse 3.009 aziende con 124 subappalti autorizzati. In venti casi si è trattato di raggruppamenti di aziende (Ati), in trenta di consorzi tra società cooperative di produzione e lavoro, consorzi tra imprese artigiane, consorzi stabili; 414 sono state le imprese singole, gli imprenditori individuali, artigiani, società commerciali, società cooperative. In 33 aggiudicazioni, relative alle opere di importo maggiore, il criterio adottato non è stato quello del massimo ribasso ma quello dell’offerta economica più vantaggiosa la cui procedura è più complessa perché, oltre al prezzo, prevede la valutazione di diversi parametri qualitativi. «Ma utilizzando questo metodo - afferma Pasculli - è possibile arginare l’ingresso nel mercato modenese di imprese che non offrono adeguate garanzie».
La discussione sui Peep: ecco l’intervento congiunto delle cooperative «I Peep sono uno strumento superato? I toni e gli argomenti assunti dalla discussione sui PEEP ci impongono anche a nome della ampia rappresentatività che esprimiamo, costituita dalla adesione di oltre 25.000 famiglie, a prendere pubblicamente posizione per confutare alcune affermazioni che non fanno giustizia del ruolo che Abitcoop, Coop edilizia case popolari, Modena Casa, Unicapi e Unioncasa hanno avuto per realizzare l’estensione del diritto alla casa a quasi 5.000 famiglie modenesi che in questi anni hanno potuto acquisirne la proprietà grazie alle politiche sulle aree esercitate dall’Amministrazione comunale per calmierare i prezzi o di poter usufruire di canoni molto inferiori rispetto quelli del libero mercato. E rispetto alle assegnazioni le nostre cooperative confermano di aver
agito con assoluta trasparenza ed equità garantendo sempre, in forza dei nostri regolamenti, il diritto a quanti non risultassero già proprietari di case. Ancora oggi sulla base della partecipazione ai bandi di assegnazione per alloggi costruiti su aree convenzionate Peep stimiamo un forte fabbisogno di case in città, attestato da un numero di domande superiore alle disponibilità. Le scelte urbanistiche di dove individuare i Peep non competono certamente a noi, ma il dovere di segnalare il fabbisogno sì, anche perché questo risponde alla nostra mission che è quella di organizzare risposte appropriate ai veri bisogni ed alle possibilità reali della utenza, una utenza che è fatta di giovani e di tante famiglie che solo nei Peep intravedono la possibilità di arrivare ad avere una casa in proprietà. Come Abitcoop, Coop edilizia case
popolari, Modena Casa, Unicapi e Unioncasa confermiamo anche la disponibilità a valutare e considerare altre opportunità di interventi che muovano in direzione tanto dell’affitto, come testimoniano i circa 1200 alloggi complessivamente assegnati in locazione a Modena dalle nostre organizzazioni a canoni inferiori del 25% e oltre a quelli concertati con le associazioni di categoria, ove solo i soci locatari
e solo loro hanno la facoltà di esercitare il diritto di acquisto a prezzi fissati dall’Amministrazione comunale, quanto della riqualificazione e recupero dell’edificato esistente, purché sia offerto ai nostri soci attuali e futuri a prezzi di mercato coerenti ed adeguati ai valori delle case nei Peep, che mediamente vengono rogitate a costi di un 20-30% inferiori ai quelli di mercato».
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AGRICOLTURA L’opinione del presidente Maurizio Gianaroli
Coldiretti: la riforma agricola non va bene agricola europea (Pac). «L’agricoltura italiana è un’agricoltura che potremmo definire “di precisione” - continua Gianaroli – che anche da superfici medio-piccole, attraverso lavoro e opportuni investimenti, sa trarre prodotti di eccellenza. Non si possono equiparare le nostre imprese che producono Parmigiano Reggiano in pochi ettari, con le aziende, tipicamente dell’est Europa, caratterizzate da grandissime estensioni ma da produzioni anonime e indistinte di cereali e foraggere. La nostra agricoltura meritava ben altra attenzione nel testo comunitario che invece di definire gli agricoltori attivi in base a quello che effettivamente fanno, li de-
Oscar Green, in corsa un’impresa modenese Con un semplice clic è possibile sostenere l’azienda agricola Ca’ Lumaco di Zocca nella corsa alla vittoria dell’Oscar Green, il premio nazionale all’innovazione, promosso da Coldiretti Giovani Impresa sotto l’alto Patronato della Presidenza della Repubblica Italiana. L’impresa modenese guidata da Emanuele Ferri si è aggiudicata la fase regionale del concorso nella categoria “Stile e cultura d’impresa” per l’allevamento allo stato brado di suini di razza “Mora romagnola” destinati alla produzione di carni e salumi certificati biologici che, grazie ad un sistema elettronico a radiofrequenza messo a punto con il Politecnico di Milano, sono interamente tracciati dall’allevamento fino alla vendita. Ca’ Lumaco accede ora alla fase nazionale del premio che vedrà il suo epilogo nella premiazione del 16 e 17 novembre a Roma nella sede nazionale della Coldiretti.
finisce solo in base alla quantità di aiuti che ricevono premiando così le rendite e le dimensioni. In un momento di forte crisi economica - sostiene il Presidente della Coldiretti modenese - le risorse vanno indirizzate verso un’agricoltura che dà risposte in termini di competitività, occupazione, sicurezza alimentare e soprattutto verso chi l’agricoltura la fa sul serio e ci vive. Si prospetta ora una trattativa tutta in salita – termina Gianaroli - ma è certo che siamo pronti a mettere in campo ogni azione utile per realizzare una riforma della Pac piu’ equa e giusta». «La proposta – informa Coldiretti – prevede anche una riduzione del budget che l’Ita-
lia non merita affatto, anche considerando che aumenta in modo significativo il divario tra le risorse che il nostro Paese versa all’Unione Europea e quello che recupera attraverso la Politica agricola. In gioco - riassume la Coldiretti - ci sono per l’Italia circa 6 miliardi di fondi comunitari all’anno per i prossimi sette anni, ma soprattutto il futuro di 1,6 milioni di imprese agricole che danno occupazione a circa un milione di dipendenti e che garantiscono il presidio territoriale di oltre 17 milioni di ettari di terreno coltivato totale dal quale nascono produzioni da primato che danno prestigio e competitività al Made in Italy nel mondo».
Consorzio Lambrusco: «Modena capitale del Doc» Con 14 prodotti a denominazione di origine controllata, Modena è una delle province in Italia con più prodotti tipici. Parola di Pierluigi Sciolette, presidente del Consorzio tutela del Lambrusco. Tra questi prodotti, i vini rappresentano un patrimonio importante, con il Lambrusco Grasparossa di Castelvetro e quello di Sorbara che si fregiano del titolo. Un modo in più per difendere ciò che di eccezionale hanno i nostri territori in fatto di prodotti originali della terra e della lavorazione artigianale.
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«Una riforma agricola che premia la quantità e non la qualità non ci piace». Lo afferma il Presidente di Coldiretti Modena, Maurizio Gianaroli in riferimento al varo da parte della Commissione della proposta di riforma della Politica
«La nostra agricoltura meritava ben altro posto nella normativa europea»
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