Christianne Chaillé
IMPARATE A NON CONTROLLARE TUTTO PER LA VOSTRA FELICITÀ E QUELLA DEGLI ALTRI
Indice Introduzione .................................................................................... 9 1. Com’è il vostro bisogno di controllo? ............................. 19 Questionario 1: siete persone controllanti? ............................. 21 Risultati ..................................................................................... 29 Questionario 2: siete sotto il giogo di persone controllanti? .. 32 Risultati ..................................................................................... 40 2. Che cos’è il controllo? .................................................... 45 Dall’infanzia alla vecchiaia: il controllo sotto diverse forme ... 49 Il marshmallow test ................................................................... 50 Il controllo: mezzo o fine? ........................................................ 54 Il controllo conduce al successo .............................................. 57 Controllo il mio successo ......................................................... 64 3. La personalità controllante sotto osservazione ............. 75 L’ansia dà vita a un bisogno di controllo troppo grande ......... 76 Dalle paure del bambino all’adulto controllante ..................... 82 Chi si è scottato con l’acqua calda ha paura anche dell’acqua fredda ....................................................... 87
Quattro stili di personalità con la tendenza a essere controllanti ............................................................. 90 Lo stile coscienzioso .................................................................. 90 Lo stile confidente .................................................................... 93 Lo stile vigilante....................................................................... 95 Lo stile aggressivo .................................................................... 97 Tipi di personalità soggetti al bisogno di controllo ................. 99 Il tipo ossessivo-compulsivo (stile coscienzioso) ............................ 101 Il tipo narcisistico (stile confidente) ........................................... 103 Il tipo paranoico (stile vigilante) ............................................... 105 La strategia della personalità controllante ............................. 107 4. Consigli per imparare a vivere con una persona controllante .................................................... 111 Dieci consigli generali ............................................................. 113 Cinque consigli per il lavoro ................................................... 119 Cinque consigli per la vita familiare e l’amicizia ..................... 123 Cinque consigli per la vita affettiva ........................................ 126 5. Coltivate un giusto equilibrio ....................................... 131 Quindici consigli per imparare a non tenere tutto sotto controllo .......................................................... 135 Le dieci cose che potete controllare ...................................... 138 Bibliografia .............................................................................. 141
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Introduzione Che si tratti di un datore di lavoro, di un collega, di un amico o del coniuge, tutti conosciamo qualcuno per cui il bisogno di controllo è tanto potente e vitale quanto quello di respirare! Di fatto, avere una personalità caratterizzata da un estremo bisogno di controllo oppure essere un vero e proprio maniaco del controllo (un control freak, come recita un’espressione comunemente usata in inglese), ossia essere preda di questo viscerale bisogno, non rappresenta appannaggio di un sesso, di una data età, di una particolare cultura o di una certa classe sociale. Potrebbe anche essere, a un livello più o meno intenso, il vostro caso, per quanto magari non avete mai voluto ammetterlo, confessarlo a voi stessi... Chiaramente, possedere il controllo della propria vita e delle proprie reazioni trasmette un fondamentale senso di benessere e di sicurezza che produce una certa serenità verso la quale tendiamo tutti. Tuttavia coltivare, consciamente o meno, un bisogno o talora addirittura un’incontrollabile pulsione ad avere tutto sotto controllo può rivelarsi un meccanismo malsa9
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no e nefasto. Infatti con ogni probabilità, nel momento in cui ha l’impressione che il controllo le sfugga, la persona alle prese con questo problema spesso vivrà grandi frustrazioni, collera e un profondo senso di non essere compresa dagli altri. Ne conseguiranno invariabilmente ripercussioni in genere assai sgradevoli per chi la circonda. Del resto, in questo tipo di persona il semplice fatto di pensare che il controllo su una situazione possa venir meno provocherà irrimediabilmente una reazione a catena nella quale emergerà in primo luogo e spontaneamente una certa forma di aggressività. Allorché si verifica un contesto in cui la perdita di controllo è assolutamente concreta e totale, le conseguenze sono dieci volte maggiori e ancor più devastanti. Esplode allora un vero e proprio tornado di emozioni e di azioni molto spesso incoerenti, che spazza via ogni cosa al suo passaggio! Siamo in questo caso gli antipodi di tutto ciò che predicano le filosofie e le religioni, ad esempio stoicismo o buddismo.
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L’inevitabile rapporto con gli altri... La natura umana è intrinsecamente gregaria, quantunque in certe persone si noti una spiccata predisposizione alla solitudine. Pertanto anche l’eremita, che vive in un volontario ritiro, un giorno o l’altro dovrà con ogni probabilità scendere a patti con qualcuno. Per giunta, nella storia dell’uomo le comunicazioni sotto forme sempre più diversificate non hanno mai prosperato tanto e non sono mai state altrettanto onnipresenti nella vita quotidiana come al giorno d’oggi. Vivere in una totale reclusione diventa dunque, proprio per questo, un’eresia o addirittura un’utopia! Questo ci porta a soffermarci su ciò che accade quando si crea un rapporto tra due persone. Nel momento in cui tra due esseri, dello stesso sesso o meno, s’instaura un’interazione (sia questa di natura professionale, sociale, personale o affettiva), si crea sistematicamente un rapporto di forze molto sottile, nella maggior parte dei casi all’insaputa delle persone coinvolte. Quando prende corpo una ragionevole relazione, questo rapporto fluttua tra i due individui anche se tra loro non vi sono problemi. Lo si potrebbe paragonare a una corrente elettrica stabile e continua, senza cortocircuiti o scintille. Senza timore di confronti, ciascuna di queste due persone in presenza l’una dell’altra porta con sé il proprio bagaglio di vita, con i suoi punti di forza e le lacune, le passate esperienze felici o dolorose, il background educativo e sociale, i riflessi di autodifesa, gli slanci spontanei ecc. In breve, tutto ciò che ca11
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ratterizza il fascino della diversità individuale. A questo proposito, si applica molto bene il seguente adagio popolare: “Gli eventi prendono il colore degli occhi con i quali li guardiamo”. Pertanto, due persone senza alcun disturbo di personalità potranno affrontare la maggior parte delle situazioni e delle interrelazioni a esse legate tenendo conto delle circostanze e reagendo al meglio in base alle conoscenze ed esperienze, idealmente in maniera matura e adulta. Tuttavia, se una delle due persone si dimostra controllante, questo bell’equilibrio viene messo in pericolo, perché l’individuo, accecato da un insaziabile bisogno di controllo, soffrirà sistematicamente di ambliopia psicologica ogni volta che la più piccola pietruzza gli ostacolerà il cammino. I rapporti con gli altri risulteranno pregiudicati e le prime reazioni spesso saranno smisurate. Sopraggiungerà allora una serie di mutue insoddisfazioni basate su una reciproca incomprensione, le quali daranno vita a un carosello incessante e infinito, sia agli occhi dell’individuo in questione sia a quelli della “vittima”. Se questo schema perdura, da una parte e dall’altra, si viene a creare un’impressione di “frode relazionale” che dà avvio, nel peggiore dei casi, a un catastrofico concatenamento! Nondimeno, occorre sapere che un ricorrente bisogno di controllo non vuole sempre dire che chi ne soffre nutra poca stima verso la persona che subisce il tentativo di controllo. Molto spesso è addirittura il contrario. Di fatto, nella maggioranza dei casi la persona controllante tenterà di prendere controllo delle situazioni e degli altri a causa di un riflesso inconscio che mira a 12
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mitigare un’insopportabile ansia. L’intensità di quest’ansia sarà proporzionale alla virulenza delle paure: paura che i bisogni non vengano soddisfatti, paura di non essere all’altezza e paura... di deludere l’altro! Il semplice fatto di essere consapevoli di questo processo ci renderà più indulgenti verso tale persona la quale è, in fondo, lo zimbello di se stessa, poiché il tentativo di prendere il controllo è tanto gravoso per chi lo inizia quanto lo è per chi lo subisce. In alcune circostanze può capitare di credere, a torto, che qualcuno cerchi in tutti i modi di detenere il controllo. In realtà, può trattarsi semplicemente di una persona che dà alla situazione un’importanza maggiore di quanta ne diate voi. La sua determinazione non è quindi da condannare e non è questo il caso di affibbiarle un’etichetta di valenza peggiorativa. A ognuno di noi infatti, dal punto di vista altrui, può capitare di essere definito persona controllante! E per quanto questa ipotesi abbia un fondo di verità, c’è sempre e solo una persona sulla quale possiamo davvero avere il controllo: noi stessi. E per alcuni di noi il compito è alquanto arduo, non è vero?
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Quanto controllo? Un po’... tanto... In ognuno di noi si delinea naturalmente, in maniera più o meno forte, un bisogno di controllo. Questo accade sin dagli albori della vita. Sono rari quelli che non hanno dovuto sentire i pianti acuti e gli strilli inopportuni di un lattante assetato. Forte dei suoi pochi chili d’influenza, il neonato si spolmona fino a che i suoi desideri non vengono soddisfatti, fino a che non ha assunto un certo controllo sul genitore che lo nutre. Man mano che crescerà, il marmocchio imparerà inevitabilmente che i suoi desideri, le sue volontà e i suoi bisogni non possono essere tutti soddisfatti quando lo vuole lui. Non può tenere sempre tutto sotto controllo! Occorrerà chiaramente che questo apprendimento abbia luogo in maniera sana, senza che il bisogno di esprimersi venga deriso, altrimenti il bambino rischia di ricevere ferite che si ripercuoteranno sul suo comportamento adulto, come vedremo più avanti. Ciononostante, occorre ammettere che, anche quando l’educazione viene impartita senza traumi, tutti noi da adulti soffriamo di un bisogno di controllo più o meno acuto. “Non io!”, replicherete di certo. Eppure... non avete mai avvertito frustrazione in certe situazioni? Non vi fate mai prendere dall’ira se le cose non sono andate come speravate voi? Non vi dimostrate di quando in quando troppo severi, allorché avete delle aspettative precise e la situazione non corrisponde o corrisponde pochissimo ai vostri desideri? Su, siate sinceri e ammettete senza timore che tutto questo 14
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a volte vi capita, tanto siamo tra noi... Ad ogni modo, se insistete a rispondere negativamente a questo succinto esame di coscienza, sarà difficile che io vi creda perché, lo capite bene, si tratta di un comportamento assolutamente umano! Per quanto mi riguarda, ammetto in tutta sincerità che faccio fatica ad allentare la presa in alcune situazioni per me importanti e nelle quali mi preoccupo di fare bene le cose. Fortunatamente però, la mia vita non è comandata da un onnipresente bisogno di controllo! Il semplice fatto di riconoscere ciò che non va in certe circostanze mi è utilissimo, perché mi porta a cercare di trovare nuovi modi di agire per vivere meglio determinati eventi che mi hanno scombussolato in passato. Di conseguenza, oggi sono in grado di sentirmi tranquilla in certi contesti che ieri mi risultavano difficili da vivere e questo mi permette di sentirmi molto meglio. Aspiro quindi (proprio come voi, senza dubbio!) a vivere più serenamente possibile. Ovviamente mi capita ancora, a volte, di vacillare. È per questo che tento in tutta umiltà di applicare a certe circostanze il proverbio cinese che dice: “Chi vuole scalare la montagna cominci dal basso”. Quando capisco che una situazione mi pesa in ragione del malessere che provo, mi costringo a concedermi il tempo di una pausa. Questo istante mi permette di lasciarmi andare a un’introspezione nella quale cerco di stabilire l’origine del mio disagio e di riconoscere, se necessario, i miei errori, dei quali mi concedo il permesso perché errare è umano. Posso così pensare a modi in cui cambiare il mio comportamento, il mio atteggiamento, al fine di evitare in futuro questo senso di ma15
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lessere. Talvolta mi rendo conto che sono io stessa la fautrice di questo tormento. Tuttavia, altre volte si tratta semplicemente della reazione a una circostanza o al disagio della persona con la quale interagisco. Qualunque sia il risultato di questa riflessione, svolgo l’esercizio per portare avanti la mia evoluzione individuale con un passo più sicuro, più fermo. Con questo libro vi invito a intraprendere la scalata della vostra personale montagna, qualunque sia l’altitudine. Comprendendo meglio voi stessi, riuscirete anche a capire meglio il comportamento degli altri. Sarete così maggiormente in grado di cogliere la “meccanica comportamentale” dei problemi legati alla mancanza di controllo cui dovete far fronte nella quotidianità, sul piano personale o professionale. Quest’opera include consigli adattati ai comportamenti dell’ambiente e di chi ci sta attorno. Detto questo, non vi è alcuna pretesa di sostituire una psicoterapia o una terapia stabilita da un professionista, scelta che in alcuni casi si rivela necessaria. Questo libro si propone innanzitutto come uno strumento semplice e accessibile, nel quale i dati scientifici sono accompagnati a elementi tratti da esperienze umane. Lo scopo è di far fronte in modo migliore a un eccessivo bisogno di controllo, sia proprio sia altrui. Il tutto è completato da esempi concreti su come imparare a non tenere tutto sotto controllo, a prescindere dal fatto che vogliate conseguire quest’obiettivo oppure aiutare una persona cara a farlo. Faremo assieme una panoramica di ciò che è il bisogno di controllo, delle cause, delle origini, degli effetti positivi e nega16
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tivi ecc. Determineremo quali personalità sono più predisposte a soffrirne e cercheremo di scoprire cosa si può fare quando questo bisogno diventa un fardello tanto pesante da intralciare la nostra evoluzione personale e ipotecare le nostre relazioni. Studieremo inoltre i punti di forza e quelli deboli relativi al bisogno di controllo, con l’aiuto di una descrizione a volte un tantino umoristica. Vedremo quali sono le strade percorribili quando dobbiamo vivere con una personalità alle prese con un bisogno di controllo coercitivo e anche come fare per non arrivare a dannarci l’anima! Esamineremo le possibili soluzioni per un bisogno di controllo che non rappresenta un disturbo di personalità nel senso psicologico del termine, ma piuttosto una tendenza da contrastare mediante un cammino individuale caratterizzato dalla volontà di cambiare. Per ben cominciare questo percorso insieme, vi propongo nelle prossime pagine di rispondere, su un quaderno che vi servirà da diario di bordo, a un questionario autovalutativo. Lungi dall’essere esauriente, esso vi permetterà comunque di stabilire fino a che punto avete bisogno di imparare a non tenere tutto sotto controllo oppure fino a che punto siete vittima di una persona che trarrebbe beneficio dall’imparare a non tenere tutto sotto controllo. Con questo spirito, vi auguro semplicemente... una buona lettura!
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