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Energy superstore a Perugia

Realizzata senza consumo di suolo, l’Oasi di via Palermo promette sostenibilità e qualità per la spesa di tutti i giorni

a cura della REDAZIONE

Collocato all’interno del quartiere Prepo – un’area a forte densità urbana della città di Perugia – l’edificio commerciale di nuova realizzazione è parte del progetto di riqualificazione dell’area dell’Ex Mattatoio. Dal punto di vista urbanistico, l’intervento rappresenta un elemento di ricucitura del tessuto urbano esistente, andando a riconnettere parti di città attraverso la realizzazione di un edificio commerciale dalla forte connotazione relazionale. “Market Square” assume così, per destinazione d’uso e per caratteristiche degli spazi, la duplice forma di mercato e di piazza. A tal fine, il fabbricato si estende oltre i limiti del proprio perimetro, attraverso l’elemento architettonico della pensilina-copertura esterna, le cui dimensioni notevoli, volutamente “fuori scala”, ne determinano il carattere di “volume”. La pensilina esterna caratterizza i prospetti e il suo segno orizzontale è ripreso dalle “bugne” che corrono lungo le pareti perimetrali dei moduli di calcestruzzo prefabbricato e dalle lamelle di acciaio che segnano il primo livello del fabbricato.

ARCHITETTURA

Internamente è stato definito un layout aperto, indirizzato alla massima flessibilità e libertà di movimento degli utenti, in grado di accogliere la funzione principale di superstore. La pensilina esterna aggettante si configura come dilatazione dello spazio interno, in grado di accogliere luoghi di relazione diversi quali lo Spazio-Ingresso al fabbricato, caratterizzato da una doppia altezza che collega il piano parcheggio interrato al piano terra, lo Spazio-Percorso del fronte

principale, scandito da elementi monolitici di seduta che ne segnano il ritmo, e lo Spazio-Piazzetta che si sviluppa lateralmente e che raccoglie intorno a sedute uno spazio di relazione “intimo”.

SOSTENIBILITÀ

L’edificio rappresenta un modello di superstore contemporaneo a zero consumo di suolo, in quanto nasce sull’area dell’ex Mattatoio Comunale, e ad alta efficienza energetica in Classe A++++, con impianti fotovoltaici che coprono l’intera struttura e parcheggi a raso e interrati illuminati con lampade a led di sesta generazione. L’illuminazione interna è ad alta efficienza con regolazione automatica dell’intensità luminosa sulla base dell’apporto di luce naturale, oltre a impianti di refrigerazione CO 2 , impianto di condizionamento ad alta efficienza, coibentazione del fabbricato, attrezzature interne e carrelli da materiale riciclabile.

SCHEDA PROGETTO

TIPOLOGIA INTERVENTO: Nuova costruzione/ Edificio Commerciale - Superstore LOCALIZZAZIONE: Quartiere Prepo (Perugia) TIPOLOGIA INCARICO: Privato

PROGETTO: Architetto Giorgio Scarchilli - Studio 0SA (0spazio Architets – Zero Spazio Architettura e Ingegneria Srl – Archiplan progetti di Rossi Lanfranco)

Riqualificazione e risanamento

di un edificio anni ’50: luce, aria e comfort

Oltre che a una riqualificazione estetica e funzionale, l’obiettivo generale è il recupero in termini di efficienza energetica di un edificio costruto negli anni ’50. Nel corso del 2020 sulla rivista verranno pubblicati diversi articoli che ne racconteranno l’evoluzione. Questa terza parte tratterà di come massimizzare la condizione di benessere degli spazi

Questo periodo ha significato per molti ritmi rallentati e maggior tempo a disposizione. Personalmente queste ultime settimane mi hanno lasciato la possibilità di riflettere sull’obiettivo di questo progetto: si tratta solo di architettura, fisica edile, numeri, muri e preventivi oppure ricerco altri tipi di prestazioni, magari più profonde e significative? Mi sono così interrogato a lungo sulle scelte che sto per compiere e le ore a disposizione, libere dalla quotidiana e normale fretta che ci avvolge, mi hanno permesso di ridefinire sia i limiti architettonici sia il contesto teorico di questo progetto. Sono rimasto un mese e mezzo confinato a casa, lavorando da una piccola postazione di fortuna e cercando di massimizzare la condizione di benessere dallo spazio a mia disposizione. Mi sono reso conto che gli elementi divenuti improvvisamente irrinunciabili sono soprattutto tre: luce

naturale, qualità dell’aria, e temperatura confor

tevole. Mai come in questo periodo di quarantena, infatti, mi sono reso conto di quanto la indoor quality possa essere importante per un benessere fisiologico e mentale. La qualità di questi elementi, inoltre, può diventare congiunzione tra modelli diversi di approccio al lavoro, alla società e a un benessere di tipo diverso.

E L’ACUSTICA?

Da questi elementi sembrerebbe mancare l’acustica, ma in realtà è un tema trattato in modo indiretto per due motivi. La zona in cui questo edificio è costruito non presenta esigenze di isolamento acustico verso l’esterno così drammatiche. Inoltre, la realizzazione di un cappotto isolante (interno o esterno), sommato alla sostituzione delle finestre, garantisce di per sé – sempre se la posa viene realizzata correttamente – un significativo e sufficiente miglioramento delle prestazioni acustiche. Internamente, il rifacimento della pavimentazione comprenderà la posa di un isolamento anticalpestio, mentre tutti i nuovi tramezzi saranno realizzati con interposte strisce di separazione acustica. Normalmente non serve molto di più per ottenere dei buoni risultati di isolamento acustico tra ambienti e esterno.

LUCE

L’ultima versione del progetto (Figura 1) prevede l’inversione della posizione tra cucina e soggiorno. Questa soluzione massimizza la luce della zona

FIGURA 1. Ultima versione del progetto – Primo piano

giorno, esposta a sud-ovest, ed è supportata dalla luce zenitale proveniente da un velux posto in copertura e visibile nello spazio a doppia altezza che è stato creato in soggiorno rimuovendo parte del solaio. Inoltre, la porta che da sul balcone, pur rimanendo in asse con la finestra del piano sottostante, verrà ampliata di circa un metro in larghezza. La cucina è illuminata attraverso un secondo velux posto in copertura. Anche in questo caso viene creato uno spazio a doppia altezza rimuo vendo parte del solaio verso il sottotetto. Verranno inoltre aggiunte delle aperture con vetro fisso verso l’interno dell’appartamento per creare collegamenti visivi diretti con l’ambiente interno, limitando però le finestre poste sul lato sud-ovest che, a differenza delle altre, saranno dotate di triplo vetro. In questo modo sarà possibile controllare l’abbagliamento e il surriscaldamento che si potrebbe avere nella zona giorno grazie ai bassi valori di trasmissione luminosa (fattore g) e termica (Uw) dei serramenti. Il rapporto aeroilluminante risulta così essere molto alto, superando addirittura i parametri della Direttiva CasaClima Nature che indica in 1/5 il rapporto ottimale tra superficie finestrata e calpestabile dell’ambiente principale di un’abitazione. Precisamente, ci saranno circa 9 mq di superficie finestra per 27 mq calpestabili, quindi con un rapporto di 1/3. L’edificio sul lato ovest si affaccia su strada. La distanza dai fronti edificati prospicienti, che hanno un’altezza non superiore a 12 metri, è di circa 15 metri. Questa condizione fa sì che i raggi solari penetrino in casa fino a sera; il picco massimo di illuminazione naturale è sempre circa 2-3 ore prima del tramonto, pertanto è quasi obbligatorio sfruttare questa possibilità. La zona sottotetto e il resto dell’appartamento verranno trattati con il classico valore di 1/10. Gli ambienti esposti a est infatti sono molto più ombreggiati e anche la distanza con gli edifici prospicienti è minore. Per sottolineare ancora di più il valore della luce, sono allo studio alcune soluzioni per la tinteggiatura esterna che cercheranno di far riverberare l’edificio.

QUALITÀ DELL’ARIA

La qualità dell’aria può essere descritta da due punti di vista distinti, ma correlati. Il primo è dato dal tenore di umidità dell’aria in rapporto alla temperatura; il secondo è la pulizia dell’aria in rapporto alla quantità di Composti Organici Volatili (VOC) presenti. È noto e ampiamente documentato che l’aria troppo secca o umida può dare luogo a fenomeni dannosi sia per l’uomo che per le strutture. Il punto veramente fondamentale però è come gestire queste condizioni. Una possibilità è il controllo impiantistico spinto, ossia macchine di ventilazione in grado di ricambiare l’aria in modo continuo, magari controllando il tenore di umidità e filtrando l’aria in ingresso. L’altra è lasciare che fisica e biologia si occupino di questa regolazione. Ovviamente è stata scelta questa seconda via, con un piccolo “paracadute” dato che questo può essere considerato, in parte, come un progetto sperimentale. La zona giorno verrà quindi dotata di una macchina di ventilazione che dovrà garantire un ricambio di circa 0,5 Vol/h. Lo scopo della VMC (il piccolo paracadute) è quello di garantire un ricambio d’aria continuo anche durante il giorno, quando l’appartamento è vuoto, soprattutto nel periodo invernale quando l’apertura delle finestre si riduce. La qualità dell’aria sarà garantita da due elementi. L’apparta mento sarà dotato di un volano igrometrico per gestire automaticamente il tenore di umidità: un intonaco di argilla di circa 2 cm di spessore sarà realizzato attorno a tutto il perimetro del muro verso l’esterno (possibilmente anche in bagno). Questo elemento è in grado di assorbire e rilasciare l’umidità presente nell’aria e tagliare i picchi, mantenendo automaticamente tale livello tra il 40 e il 60%. L’ampia metratura disponibile consente un impatto veramente note vole sulla regolazione igrometrica dell’aria. La scelta del sistema di riscaldamento sarà radiante a parete, con un taglio praticamente totale del fenomeno di sollevamento di polvere dovuto ad alti gradienti di temperatura (tipici dei termosifoni tradizionali). La finitura a intonaco di argilla non verrà tinteggiata, ma sarà lasciata al naturale e con porometria aperta in modo da garantire il massimo scambio igrometrico tra argilla e aria. Nei numeri precedenti abbiamo anche accennato alla possibilità di poter isolare solo dall’interno. In questo caso l’intonaco di argilla sarà abbinato a un isolante interno in fibra di legno che, come già sperimentato in altri progetti, supporta tale intonaco nella gestione dell’umidità e sopporta una formazione minima di condensa interstiziale. Il secondo elemento di regolazione della qualità dell’aria sarà l’uso delle piante. Questo argomento può sembrare hippy, ma in realtà esiste una ampia base di ricerca scientifica sull’uso delle piante come elemento di pulizia dell’aria. È stato dimostrato che alcune piante hanno significative capacità di rimuovere sostanze pericolose per l’uomo: dalla formaldeide al benzene, sostanze provenienti dall’in quinamento outdoor e da fonti indoor. La scelta delle specie vegetali pertanto non è casuale. Non tutte le specie sono infatti utili per ottenere questo effetto. Per non perdersi in questo labirinto riportiamo tre esempi di piante dal grande potere depurativo che possono essere inserite nei nostri appartamenti senza particolari problemi. Riportiamo per semplicità in una scala da 1 a 10 la capacità di rimozione delle diverse sostanze (gr/ora) di tre specie (Figure 2-3-4). I valori oggettivi negli studi di Wolverton*.

FIGURA 2 – FICUS BENJAMIN. Capacità generica (o globale) di rimuovere sostanze nocive dall’aria: 8/10. In particolare la formaldeide (12 microgrammi/ora)

FIGURA 3 – EDERA COMUNE. Capace di rimuovere 10 microgrammi/ora di ammoniaca. Capacità di rimuovere sostanze nocive dall’aria: 9

FIGURA 4 – KIMBERLY QUEEN. Capace di rimuovere 12 microgrammi/ora di formaldeide. Capacità di rimuovere sostanze nocive dall’aria: 9

Alla luce di queste informazioni e proprietà, un obiettivo del progetto è quello di creare una zona verde verticale con piante selezionate, cercando di sfruttare la luminosità dell’ambiente. La maggiore umidità dovuta alla evapotraspirazione delle piante sarà gestita attraverso la ventilazione meccanica e il volano igrometrico dell’intonaco di argilla. Sulla parete che divide cucina e soggiorno, sfruttando la doppia altezza, saranno inseriti degli elementi di supporto verticale in grado di sostenere la crescita dal basso e dall’alto di vegetazione tipo edera o piante ricadenti. Saranno installati dei sensori di temperatura, umidità, CO 2 e VOC per monitorare le condizioni sia all’interno che all’esterno in modo da poter confrontare i valori. L’aspettativa è di ottenere una qualità dell’aria molto alta soprattutto nel periodo invernale quando il tempo di apertura dei serramenti è minore. La volontà di inserire delle zone di verde verticale, o pensile, è stata rafforzata dalla decisione di invertire la posizione tra cucina e soggiorno. Essendo il soggiorno totalmente orientato a sud-ovest, riceve luce fino a sera. Soprattutto la zona giorno è ora collegata al balcone dove, ovviamente, saranno collocate altre piante sia a terra che sulla ringhiera. Si cerca quindi di creare una continuità naturale tra interno ed esterno, cercando di mitigare il contesto urbano in cui è collocato l’edificio.

TEMPERATURA “GRADEVOLE” DEI MATERIALI

Una casa ben isolata, generalmente, non ha problemi di temperatura. Un buon isolamento garantisce infatti uniformità e temperature medie operanti più basse rispetto ai sistemi tradizionali. I sistemi radianti sono una tecnologia ormai consolidata, soprattutto quelli a pavimento e soffitto. In questo progetto però la scelta ricade su un sistema radiante a parete. Inserire in tutta la superficie del pavimento un sistema radiante in questo caso può diventare molto costoso per l’ampiezza della superficie da coprire; soprattutto potrebbe rivelarsi sovradimensionato per il fabbisogno di riscaldamento necessario. La collocazione delle zone radianti sarà mirata e ridotta al minimo indispensabile, soprattutto nella zona giorno, dove il riscaldamento verrà fornito prevalentemente da una stufa ad accumulo alimentata a legna o pellet. La stufa ad accumulo funziona grazie alla enorme massa (e alla conseguente inerzia termica) del materiale da cui è composta, cioè pietra ollare. La stufa ad accumulo, il cui peso sarà di circa 1,1 kg, consente di avere calore radiante per quasi 24 ore con solo carico di legna o pellets. Soprattutto la radiazione è orizzontale (non verticale come per il pavimento radiante), quindi meglio indirizzata verso il corpo umano nel 90% delle sue posture. Avendo uno spazio a doppia altezza, l’effetto radiante sarà inoltre più diretto e meno disperso. Di conseguenza, la superficie radiante necessaria potrà essere ridotta. Nel resto dell’appartamento verranno invece realizzate delle zone radianti collocate prevalentemente sul muro verso l’esterno e inse rite in contropareti isolate e finite con intonaco di argilla. L’utilizzo di vetri tripli nella zona giorno aiuterà a non disperdere il calore prodotto. Al contempo, non essendo necessario chiudere i sistemi di ombreggiamento per ridurre le dispersioni attraverso i vetri, nel periodo invernale gli apporti solari potranno essere massimizzati.

Le superfici orizzontali verso altre unità abitative, ambienti esterni o non riscaldati, così come il tetto, saranno adeguatamente isolate, cercando di ottimizzare il rapporto tra spessori e prestazioni a seconda del tipo di confine e sollecitazione termica.

La gestione delle temperatura sarà divisa per ambienti e fasce orarie; l’andamento delle temperature sarà monitorato e ottimizzato nel tempo, in modo da ridurre il fabbisogno di calore in base alla inerzia del sistema. Le temperature saranno impostate secondo questo schema: soggiorno 20 °C – cucina 19 °C – camere da letto 18 °C – bagno 22 °C. Disimpegni e sgabuzzini non avranno riscaldamento. La speranza è di poter ulteriormente abbassare la temperatura del soggiorno, potendo contare sull’irraggiamento solare come fonte gratuita. In ogni scelta fatta il legante comune è la ricerca di soluzioni che portino “ un benessere psico-fisico e un ambiente anti-stress “

CONCLUSIONI

Quello descritto può essere considerato un esperimento con confini controllati e margini di sicurezza. Il sistema è pensato per essere auto-regolante con alcuni piccoli paracadute. Quello che si vuole sottolineare è che in ogni scelta fatta il legante comune è la ricerca di soluzioni che portino un benessere psico-fisico e un ambiente anti-stress che muta e si trasforma (parzialmente) con il susseguirsi della stagionalità; dove sia possibile percepire e vivere lo spazio, la natura e il meteo pur nei limiti di un contesto urbano.

*Per i dati completi si rimanda a: “A study of Interior Landscape Plants for Indoor Air Pollution Abatement”. B.C. Wolverton, National Aeronautics and Space Administration, July 1989 e in generale ai lavori del prof. Wolverton.

TEMPERATURA DI COLORE

Una piccola divagazione sul concetto di temperatura di colore, che normalmente indica la differenza tra la luce fredda (6000K) o luce calda (3000K). Vorrei sottolineare come la combinazione tra intonaco di argilla, stufa di pietra, pavimentazione in parquet di legno locale e finestre con un fattore solare basso crei un insieme cromatico molto caldo e morbido. A cui si sommerà l’uso di alcuni punti luce con lampade led con colore variabile per sottolineare alcuni scenari di attività e aumentare il senso di comfort.

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