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Adiatek 44
Il futuro della pulizia autonoma
R-Quartz ha due modalità di apprendimento e la possibilità di creare sequenze di lavoro combinando diversi percorsi, memorizzati anche in modalità e con caratteristiche differenti tra loro. Il cruscotto è dotato di un “touch screen” da 7 pollici che consente una comunicazione semplice ed intuitiva tra la macchina ed il suo operatore. La macchina è sempre in contatto con l’operatore attraverso il telematics. Questi ha sempre la visibilità della sequenza della mappa, il tempo mancante al termine del lavoro e le indicazioni di eventuali avvisi che la macchina segnala. Inoltre, riceverà degli avvisi in tempo reale con delle notifiche trasmesse direttamente sullo smartphone.
Lavorare in sicurezza
R-Quartz è dotata di tre sistemi di sicurezza che lavorano in contemporanea e sono in grado di farla muovere in completa autonomia garantento totale sicurezza alle persone ed aggirando eventuali ostacoli.
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SPECIALE CANTIERI
RATTAMENTI T
Il COTTO
Simone Ciapparelli
Probabilmente il più antico manufatto di trasformazione naturale nella storia dell’uomo,il cotto trae la sua origine dall’antica tecnica di cottura dell’argilla impastata con acqua per la preparazione dei mattoni. L’argilla è un miscuglio di sostanze minerali che dà origine a prodotti diversi: argille più ricche in ossidi di ferro danno ad esempio origine a materiali più rossi, mentre argille ricche di calcare formano cotti più chiari e porosi. La composizione dell’argilla, la finezza della macinazione, la quantità d’acqua nell’impasto, il taglio e la cottura conferiscono ai cotti le diverse caratteristiche per quanto riguarda aspetto, forma e colore.
Il problema del trattamento e della manutenzione del cotto dipende dalla sua elevata porosità, caratteristica che porta questo materiale ad assorbire molto sporco e a macchiarsi molto facilmente.
POROSITÀ
La risalita dell’acqua nei capillari di questo materiale determina la formazione di efflorescenze bianche sulla superficie di cotti posati in esterni oppure in locali
interni umidi, efflorescenze che possono essere eliminate mediante l’utilizzo di prodotti acidi. Nei cotti a poro chiuso, l’effetto risalita è così pronunciato che in molti casi si verifica lo sfaldamento in superficie del cotto, mentre in quelli a poro aperto l’acqua risale poco, evitando la formazione del bianco in superficie. Per questo è fondamentale distinguere chiaramente i cotti a poro chiuso, che presentano il problema della capillarità e necessitano perciò di trattamenti anti salita e conservativi.
PULIZIA
Nelle operazioni di pulizia si usano prodotti chimici e attrezzature meccaniche. I metodi di intervento dipendono dal tipo di cotto, che può essere nuovo, recente o antico. Il cotto è recuperabile anche a seguito degli incidenti più traumatici; l’operazione di pulizia preliminare ha il duplice scopo di rimuovere le sostanze improprie e liberare la caratteristica porosità del cotto, perché possa accogliere le sostanze di tamponatura del trattamento di finitura. Il cotto resiste ai reattivi per tempi non superiori a qualche decina di minuti, perciò necessita di un’azione chimica mirata e decisa; il detergente reattivo non
deve quindi essere eccessivamente solubilizzato in acqua, in modo che possa effettuare un’azione celere. Un buon detergente reattivo durante la pulizia mantiene in sospensione le particelle degradate e ciò, in fase di risciacquo, consente la loro completa rimozione con un consumo minimo d’acqua.
COTTO NUOVO
La pulizia si esegue versando il detergente direttamente sulla superficie asciutta e spandendolo con un tiraliquido. Il prodotto puro va lavorato con monospazzola a velocità medio bassa, con una pressione di peso non inferiore ai 30 kg per il lavaggio normale. In caso di sporco resistente, è consigliabile utilizzare i dischi più duri, aiutandosi con piccole quantità di sabbia quarzosa o silicea da gettare sotto il disco rotante insieme al prodotto chimico. Il liquido residuo va asportato rapidamente, perché il cotto tende ad assorbire in profondità sia i residui di lavaggio che i reattivi usati. Un aspetto molto importante è la risciacquatura finale della superficie, che deve essere abbondante ed effettuata con acqua neutra e chiara. Dopo la risciacquatura va aspirato il liquido residuo e la superficie del cotto deve essere asciugata bene con stracci e spugne.
COTTO ESISTENTE
La tecnica del lavaggio è da preferire alla levigatura e alla sabbiatura, perchè non distruttiva. Dopo aver pulito il pavimento, si procede al trattamento antimacchia; di solito sono necessarie 2-3 applicazioni di prodotti idrorepellenti. Normalmente, la seconda mano è costituita da cera con funzione antimacchia e resistenza al calpestio.
MANUTENZIONE
Il cotto si pulisce passando uno straccio umido. Lo sporco dovuto al passaggio si rimuove con una spugna sulla quale sono state versate poche gocce di detergente, per poi risciacquare subito con acqua.
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COTTO IN ICI f UPER S SPECIALE CANTIERI
Tempi MODERNI
A volte è proprio il calore che emanano i materiali naturali che ci fa sentire bene, però inspiegabilmente molti ritengono sia meglio che stiano a casa degli altri: sarà forse perché qualcuno pensa ancora che forse sono troppo impegnativi?
Costantino Zanatta
Tutto cambia! I gusti, le mode, le tendenze, il design, lo stile di vita, ecc... Però in questo vortice ci devono essere comunque dei punti fermi cui fare riferimento. Nelle nostre case oggi entrano materiali moderni con belle finiture, peccato che tra qualche anno saranno sostituite da altri prodotti di diversa tendenza. Se osserviamo nel nostro passato vediamo che i punti fermi ai quali ci si poteva riferire erano le pietre naturali, la calce, l’argilla, le terrecotte, i mattoni da costruzione, e poco altro. Da questi materiali sono usciti nel tempo anche bellissime pavimentazioni che abbiamo calpestato un po’ tutti ma che, stando sotto ai nostri piedi, sono passati a volte totalmente inosservati. Un capitolo a parte l’hanno scritto sicuramente le superfici in cotto, sia esso industriale o fatto a mano che per diversi anni hanno rifinito con un certo stile le nostre case. Poi le mode cambiano e così anche questi materiali sono diventati pregiati solo per gli intenditori: si solamente per chi li sa apprezzare e non segue solamente la tendenza del momento. Quando ci troviamo in un bel locale con un bell’arredamento e con le pavimentazioni in “cotto” , magari fatto a mano o antico e di recupero e opportunamente valorizzato con una bella posa in opera ed un buon trattamento protettivo che lo fa risaltare ci sentiamo sempre a nostro agio, ci sembra di abitare un ambiente che è anche nostro. Mode tralasciando, sfido chiunque a trovare oggi un materiale moderno che dia lo stesso calore e la stessa accoglienza delle superfici in cotto, siano essi a pavimento o come arredo. Il cotto è fresco d’estate e caldo d’inverno, è rinnovabile nel tempo, basta togliere il suo vecchio vestito (trattamento...) e fargliene indossare uno nuovo per farlo ritornare attuale, (chissà perché una superficie a cui viene rifatto il vestito dopo tanto tempo acquista un valore diverso dalla più bella delle superfici moderne disponibili!).
VALUTARE LA PIÙ IDONEA DELLE SOLUZIONI
Naturalmente va considerato in primis l’utilizzo futuro delle superfici e le prestazioni che il trattamento protettivo deve garantire: non è la medesima situazione tra un cotto industriale o un cotto fatto a mano in abitazione civile piuttosto che in un locale ad alto traffico! La scelta
Finitura su una pavimentazione in cotto imprunetino compatto in una abitazione civile trattato con un metodo “moderno” composto di due mani differenziate di impregnante antimacchia e di due mani di finitura neutra satinata.
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COTTO IN ICI f UPER S SPECIALE CANTIERI
delle argille, le moderne tecniche di produzione, hanno portato il cotto industriale, in particolare l’Imprunetino, a un elevato grado di compattezza: quindi un buon trattamento protettivo “moderno” garantisce le superfici a lungo, sempre con l’ausilio della manutenzione periodica che preservi l’usura delle protezioni nel tempo. Per il cotto fatto a mano e le terrecotte, magari posate in un bar o ristorante, il trattamento di protezione dovrà considerare la facile usura dei materiali dovuta all’alto traffico e quindi preferire sicuramente una protezione che crei un certo “spessore” che consolidi parzialmente le superfici oltre a proteggerle. Per l’esperienza personale, posso affermare che il sistema più idoneo è quello con l’impregnazione di olii di lino (olio di lino cotto e sue miscele...) e finiture con emulsioni di cere. Non ci si deve spaventare se al momento dell’applicazione vediamo cambiare e di molto il tono dei materiali: è del tutto normale come sarà normale poi con l’asciugatura il ritorno graduale alle tonalità proprie dei materiali, ravvivati solamente quanto basta ad esaltarne i colori. Le superfici trattate che ho rivisto dopo due, tre, cinque e più anni sono tornate molto vicino alla tonalità che avevano le superfici dopo il ciclo del lavaggio. All’olio lasciamo quindi il compito di impregnare e consolidare taluni materiali, alle emulsioni e alle cere quello di tenere fuori lo sporco e di rendere facilmente vivibili le superfici. La tecnica di stesura si affina con il tempo, importante è non lesinare sulle quantità dei prodotti e favorirne il buon assorbimento, evitando che ristagnino degli eccessi in superficie: questi vanno eliminati prima della essicazione con panni in cotone che, dopo l’uso,vanno poi resi inerti e messi in un secchio con acqua.
TRATTAMENTO PROTETTIVO
Quanto può penetrare nei materiali un trattamento protettivo? Non ho mai reperito studi specifici al riguardo, ma dall’esperienza maturata e da qualche prova empirica fatta personalmente, posso affermare che “il trattamento protettivo” con uso di olii di lino può arrivare
Finitura su una pavimentazione in cotto imprunetino compatto in una abitazione civile trattato con un metodo “moderno” composto di due mani differenziate di impregnante antimacchia e di due mani di finitura neutra satinata.
Fase della stesura della prima mano di olio di lino, cui ha fatto seguito la seconda il giorno dopo e, dopo ulteriori 24 ore l’applicazione della finitura. Nella foto 5 vediamo la stessa porzione di superficie finita e notiamo che il tono delle superfici inizia a prendere una tonalità propria che nel tempo regredirà sino ad arrivare vicino alla tonalità delle superfici lavate.
anche a 4-5 millimetri di profondità nei materiali più assorbenti, sicuramente molto di più di un trattamento di tipo “moderno” che si esegue normalmente sui materiali più compatti. Ecco perché è importante valutare il tipo di trattamento da eseguire in rapporto al tipo di materiale e al suo futuro utilizzo: una protezione in spessore che consolida il materiale sarà sempre più duratura nel tempo. Naturalmente anche la corretta manutenzione delle superfici sarà garanzia della durata delle protezioni applicate, non possiamo vendere un trattamento come una soluzione che durerà per sempre: se vogliamo che un bel vestito rimanga in piega, dobbiamo stiralo ogni tanto! È fondamentale che si dedichi anche un po’ di tempo per spiegare al cliente finale le fasi della manutenzione delle superfici: sarà sicuramente un buon tornaconto nel futuro un cliente soddisfatto rispetto a uno deluso. E non è meno importante un cliente che ha solamente 10 metri quadrati di superficie da proteggere rispetto ad un altro che ne ha cento: sono solo due impegni diversi. Concludendo posso affermare che, ad oggi, dopo 38 anni e svariate migliaia di metri quadrati di cotto trattato, non mi è ancora capitato di dover riprendere alcuna superficie per problemi di scarsa protezione da me applicata. Con grande gioia delle ditte fornitrici!
Pavimentazione di mattoni di recupero opportunamente trattati con il sistema delle due mani differenziate di olii vegetali (soluzione di olio di lino cotto formulato da un’azienda specialistica di settore) e rifinitura con una mano di micro emulsione resino-cerosa liquida e una mano di micro cera in soluzione al solvente con relativa lucidatura. In questo cantiere siamo tornati, dopo circa un anno, a ridare una ulteriore mano di micro cera stesa a macchina consumando la quantità di 400 grammi di prodotto su una superficie di 160 metri quadrati (solo per puntualizzare come un trattamento per impregnazione abbia “saturato” le superfici). Da notare che le tonalità dei materiali sono ravvivate e non falsate dal trattamento: precedentemente anche su queste superfici, con riscaldamento a pavimento, era stato applicato un trattamento “di pelle” che in poco tempo era ingrigito. Un trattamento di ”pelle” in un locale ad alto traffico è poco indicato perchè nel tempo si usura facilmente. In particolare, nelle zone ingresso, bancone, passaggio frequente, ecc. un semplice nastro adesivo potrebbe asportare il trattamento applicato. Stesso tipo di problema con l’aggravio che essendo un trattamento di pelle e poco riempitivo lascia spazio al deposito di sporco in tutte quelle parti che non sono state riempite da un idoneo trattamento in “spessore”; successivamente a questo si determina anche una facile usura del primo strato di superficie del cotto.
MY e RADAR: tecnologia e QUALITÀ in cantiere
Per imprese di pulizia e
aziende, RCM implementa sui propri prodotti nuove tecnologie a servizio dell’igiene e della sicurezza. MY permette di ottimizzare e controllare i costi. RADAR consente di monitorare in tempo reale lavapavimenti e spazzatrici. RCM ha scelto di semplificare le operazioni che possono risultare complesse o ripetitive: l’utilizzo di sistemi di ottimizzazione e controllo integrati nelle lavapavimenti e nelle spazzatrici limita gli errori e consente di affidare le macchine per la pulizia anche ad operatori non particolarmente esperti, riduce la
necessità di manutenzione straordi-
naria e i fermo macchina, semplifica la gestione delle flotte di macchine per la pulizia, ottimizzando tempi e risorse.
MY: LA TECNOLOGIA CHE PROGRAMMA E OTTIMIZZA
MY è la funzione che permette di scegliere e fissare i parametri di lavoro della propria lavapavimenti in base alle condizioni di sporco e dal tipo di pavimento. MY è una tecnologia che permette di ottenere risul-
tati di pulizia costanti nel tempo
ottimizzando i costi e riducendo i consumi per sessioni di pulizia più green. Grazie a MY è possibile regolare la pressione delle spazzole, dosare la giusta quantità di acqua e di detergente, in base alle esigenze e alle specifiche situazioni. La tecnologia MY è disponibile sulle lavapavimenti GIGA, ICON e TERA di RCM. Resa oraria, riduzione dei consumi e quindi dei costi, semplicità di utilizzo, controllo a distanza e ridotta manutenzione fanno di queste lavapavimenti degli strumenti di lavoro professionali, efficienti e affidabili, per un uso intensivo.
RADAR: IL PORTALE PER MONITORARE E PERSONALIZZARE LA FLOTTA
Oltre alla tecnologia MY, RCM ha sviluppato un sistema di monitoraggio per le sue spazzatrici e le sue lavapavimenti: RADAR, un portale web raggiungibile da qualunque dispositivo multimediale. Questo portale web, facile da usare da qualsiasi dispositivo, è dotato di un sistema GPS e collegamento dati GPRS che permette di monitorare da remoto la posizione della macchina, i dati di utilizzo (come lo stato di carica delle batterie, i valori di consumo dei motori e gli alert), l’eventuale sconfinamento dalle aree assegnate, il furto e comprova l’avvenuto servizio svolto. I report ottenuti permettono di migliorare la performance della macchina allungandone la vita media. Radar permette di controllare lo stato di carica della batteria, il corretto utilizzo e le ricariche effettuate. Vi è, inoltre, un sensore che segnala eventuali urti durante l’utilizzo. La funzione GEOFENCE di RADAR definisce l’area di lavoro, per localizzare facilmente le macchine, e invia un messaggio in caso le macchine risultino fuori dalle aree prestabilite, segnalando con una notifica un possibile furto. Grazie a questo fondamentale strumento le aziende possono avere sempre sotto controllo la loro flotta, così da organizzare e gestire in modo personalizzato il loro parco macchine. Un requisito particolar-