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Un canale sfaccettato Quanto
torio Fipe, che sottolinea come la consegna online sia soprattutto diffusa al nord e nei centri di maggiori dimensioni, con un target di taglio prettamente giovanile; diverse invece le caratteristiche di quella offline, preferita dalle persone adulte e più utilizzata al sud e nei centri più piccoli. Più in generale, però, i dati della Federazione Italiana Pubblici Esercizi mettono in luce un progressivo consolidamento del fenomeno, segno del radicamento di alcune abitudini tra i nostri connazionali che, anche nel contesto attuale, non vogliono più rinunciare alla possibilità di accedere al servizio. Risultato: il tasso di penetrazione (ovvero il livello di diffusione del fenomeno) della consegna a domicilio arriverà a toccare il 36,8% entro il 2026, contro il 25,2% del 2022 (vedi Tabella 1). Non solo: passa il tempo, e cambiano anche le abitudini legate ai momenti di consumo. Se per bar e ristoranti, infatti, il cibo a domicilio è un fenomeno che riguarda soprattutto cena e weekend, le app avvertono che qualcosa sta cambiando.
Chiara Bandini
Nei lunghi mesi di lockdown le consegne a domicilio hanno senza dubbio vissuto una stagione esplosiva. Si sono progressivamente radicate nelle abitudini degli italiani, diventando una valida alternativa ai canali tradizionali, messi fuori uso dalla pandemia. A giocare a favore della formula, la sua immediatezza, ovvero la capacità di rispondere, quasi in tempo reale, ai bisogni della clientela. Un asso nella manica che le ha consentito di impattare, seppu- re con intensità differenti, su tutte le principali occasioni di consumo, declinandole in esperienze on-demand. Ora, con il progressivo rientro della fase emergenziale, il fenomeno sembra avere intrapreso la strada della normalizzazione. Ma qual è la vera portata di questa fase di assestamento? Una risposta alla domanda viene dai dati elaborati dall’Away From Home Consumer Tracking condotto da TradeLab, che restituiscono la fotografia di un canale sfaccettato. “Complessivamente - spiega Angela Borghi, responsabile Commerciale AFH di TradeLab - il settore è passato da una market share sul totale del fatturato del fuori casa del 19%, picco raggiunto a marzo del 2021, a valori compresi tra il 6% e il 3%, registrati in modo presso - ché stabile a partire dall’estate e il primo semestre del 2022 ha confermato pienamente il trend, con una quota media del 4% che si è tradotto in un giro d’affari stimato in 1,4 miliardi di euro. Questo andamento è però il frutto di due dinamiche distinte. Da un lato, c’è la performance dell’offerta offline, quella cioè che intercetta gli ordini effettuati tramite il telefono e che più ha sofferto il ritorno allo stile di vita precedente al biennio pandemico, ma che comunque in Italia continua a rappresentare la parte preponderante, parliamo del 64%, del mercato delle consegne. Dall’altro lato, invece, c’è il mondo on line, ovvero quello che rimanda agli ordini effettuati tramite app o siti web di piattaforme come, per esempio, Just Eat, Glovo e Deliveroo. Un universo dimensionalmente più piccolo, ma più solido e resiliente ai cambiamenti, tanto da essere stato capace di capitalizzare un trend di crescita. Una crescita a valore che però, va detto, si accompagna a una tendenza meno solida sul fronte delle visite.” Il che, tuttavia, non rappresenta necessariamente una cattiva notizia, se si considera un aumento dello scontrino medio delle ordinazioni online, scontrino che nel primo semestre del 2022 è arrivato a toccare quota 11,4 euro.
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Un segnale incoraggiante per il futuro del canale, che si va peraltro ad aggiungere a un’altra evidenza in grado di far ben sperare: la trasversalità della formula. All’insindacabile prova dei numeri, infatti, il food delivery online viene utilizzato durante l’intero arco della giornata.
La parte del leone deve certamente essere assegnata alla cena che incide sul 61% delle battute di cassa, ma un ruolo significativo è recitato anche dal pranzo, che pesa per il 24%. Più a distanza si collocano invece gli altri momenti di consumo: l’aperitivo attrae il 6%, la colazione il 4%, la merenda tanto della fascia mattutina quanto di quella serale il 3%, il dopo cena il 2%. Ma vero è anche che com-