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Linepithema (Iridomyrmex) humile Sintesi di due interventi
Per sottolineare l’importanza della scelta delle risorse tecniche in funzione dell’ambiente in cui si opera. Nello specifico siamo in due scuole di una cittadina di circa 50.000 abitanti a Nord di Milano e precisamente una scuola elementare posta alla periferia e circondata da verde e una scuola media sita nel centro storico con un ampio cortile. In entrambi i casi l’entità infestante era la formica argentina, ma nel primo caso la presenza delle formiche era in un’aula a pian terreno e, nel secondo in un locale in cui erano custoditi materiali vari: detersivi, scope, secchi e un paio di carrelli di quelli usati dalle imprese di pulizia.
I criteri di scelta portarono ad adottare nell’aula didattica le bombole aerosol schiumogene e stucco francese (però quello che asciugando non si fessura) e nel secondo caso, locale di servizio, delle esche gel. La motivazione che mi sembra condivisibile era che nell’aula lasciare delle gocce di gel, sia pure poste con cautela, potevano essere soggette a manipolazione da parte degli scolari per cui iniettare della schiuma insetticida nelle crepe da cui uscivano le formiche per poi sigillarle appariva il metodo più sicuro. Il punto critico era quello di operare in orari in cui il formicaio fosse a riposo. L’intervento ha comportato un paio d’ore; tempo così suddiviso: circa 20 min per l’erogazione della schiuma e asportazione di quella fuoriuscita mentre il resto per la sigillatura delle crepe e dei pertugi invero assai numerosi. Nonostante l’attenzione posta è stato necessario ripetere dopo un paio di giorni un trattamento complementare utilizzando uno spray a base di piretro perché qualche formica vagante era sopravvissuta.
Nel locale-magazzino furono applicate poco meno di una cinquantina di gocce-gel impiegando poco più di un quarto d’ora e, dopo qualche giorno, non fu più notata la presenza di formiche. La parte critica riguardò l’asportazione delle gocce della cui posizione si era persa memoria. Mi limito a riportare questi due esempi sottolineando il differente approccio terapeutico che, pur frutto di un razionale ragionamento, potrebbe anche non essere totalmente condiviso. Resta il fatto che in entrambi i casi il problema ha trovato una positiva soluzione.
Specie: Iridomyrmex humilis
Nome volgare: Formica argentina
Dimensioni
Formica di colore castano opaco le cui dimensioni sono per la regina 4,5 - 4,9 mm e le operaie 2,1 - 2,6 mm.
Forma lunghe file su muri, piante e terreno. Si distingue per il peziolo (la tipica strozzatura tra torace e addome) formato da un solo segmento. Diffusa in tutta l'area del Mediterraneo soprattutto in Liguria e nelle zone costiere del Tirreno, dello Ionio e del basso Adriatico. I formicai spesso ospitano più regine e possono annoverare qualche migliaia di individui. Sono polifaghe ma prediligono sostanze proteiche e zuccherine.
Ciclo Biologico
Uovo > larva > pupa > adulto
Durata del ciclo: 3 mesi circa
N° generazioni/anno: svariate. In edifici riscaldati possono comparire forme sessuate alate, in grado di dare origine a nuove colonie in ogni periodo dell'anno. N° uova/femmina: FECONDA circa 30 al giorno per regina
Svernamento: più colonie vicine si riuniscono in luoghi caldi e riparati (ad es. sotto mucchi di letame).
Lettura consigliata “La formica argentina” di Italo Calvino pubblicato per la prima volta nel 1952. (tempo di ascolto 1h e 20 min).