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Valsir II cop. – pag www.valsir.it

SOLUZIONI MULTISTRATO PER IL SETTORE OSPEDALIERO

Valsir è un’azienda italiana con più di trent’anni di esperienza nel settore della termoidraulica. Con più di 2000 dipendenti in tutto il mondo, di cui quasi 600 in Italia, esprime la potenza di una multinazionale, ma conserva intatta la reattività di una grande azienda a conduzione familiare, sempre pronta ad interpretare senza esitazioni le dinamiche e le esigenze del mercato. «Anche nel periodo più delicato dallo scoppio della pandemia – dice l’ingegner Francesco Folli, Product Manager dei sistemi di adduzione idrica e sistemi gas – le decisioni che sono state prese a livello di management ci hanno permesso di mantenere la produzione attiva, così come di garantire la continuità dei servizi ai nostri clienti.» Valsir ha un portafoglio di prodotti molto ampio, che spazia dalle soluzioni per lo scarico ai sistemi radianti, dall’adduzione idrica ai sistemi gas, dalle cassette WC alla Ventilazione Meccanica Controllata, dal drenaggio pluviale al trattamento delle acque reflue, passando anche per le soluzioni per la rete fognaria. La gamma particolarmente ricca si sposa con differenti settori dell’Edilizia, da quella residenziale a quella ospedaliera, per la quale l’azienda ha sviluppato soluzioni ad hoc. «In un ospedale – spiega l’ing. Folli – gli impianti devono essere estremamente affidabili perché, come è facile da capire, un’eventuale interruzione di servizio può causare molti disagi ai pazienti e non solo. Questo è il motivo per cui Valsir si impegna a garantire un prodotto di qualità ben superiore agli standard imposti dalle normative di tutto il mondo. Questo obiettivo viene raggiunto perché ci occupiamo internamente di tutta la produzione e possiamo contare su laboratori per il controllo qualità su cui perfino alcune università fanno affidamento per lo sviluppo di nuovi progetti.» Valsir punta molto anche sulla sostenibilità ambientale, ed ha intrapreso l’impegno della redazione di un report biennale in

█ Il quartier generale di Valsir a Vestone, in provincia di Brescia

█ Francesco Folli, product manager dei sistemi di adduzione idrica e sistemi gas di Valsir █ Pexal alterna uno strato esterno ed uno interno in polietilene reticolato, con uno intermedio in alluminio, combinando le proprietà di entrambi i materiali

█ I raccordi in tecnopolimero sono particolarmente adatti alle esigenze di sanificazione della rete idrica ospedaliera

cui rendiconta il proprio percorso. L’azienda della Val Sabbia investe cospicuamente nel proprio efficientamento energetico, anche per ridurre l’impatto della propria produzione: ne sono testimonianza l’impianto di trigenerazione dello stabilimento di Vobarno e il vasto parco fotovoltaico installato in tutti gli stabilimenti.

Le soluzioni più avanzate per l’adduzione

Tra la gamma di prodotti impiegati nella realizzazione degli impianti termosanitari in ambito ospedaliero, spiccano i sistemi di adduzione idrica. Si tratta di quella rete di impianti che trasporta l’acqua dal contatore all’utenza finale, quale un lavabo, una doccia ecc.: la peculiarità dei sistemi di adduzione Valsir è l’impiego di soluzioni multistrato, ovvero tubi realizzati con una componente metallica e una in materiale plastico. Sono due le gamme proposte: Pexal, caratterizzata da due strati di polietilene reticolato con un inserto intermedio in alluminio, e Mixal, che si differenzia per lo strato più esterno in cui il polietilene non subisce il processo di reticolazione. «Il vantaggio di questa tipologia di tubazione, ottenuto con anni di ingegnerizzazione del prodotto – continua Francesco Folli – è quello di riuscire a far lavorare insieme due materiali diversi con le loro distinte peculiarità. In questi anni, abbiamo perfezionato un prodotto che sfrutta la resistenza e le ridotte dilatazioni termiche dell’alluminio e la leggerezza del materiale plastico. Il polietilene, inoltre, è in grado di resistere agli attacchi chimici delle sostanze – come, per esempio, il cloro – che viene utilizzato anche negli ospedali per sanificare le tubature. La differenza tra Mixal, proposto nei diametri da 14 a 32 mm, e Pexal, che va da 14 a 90 mm di diametro, sta nella flessibilità del tubo. La presenza di due strati in polietilene reticolato rende infatti il Pexal più rigido e, in taluni casi, più apprezzato dagli installatori. La riflessione sui materiali, poi, interessa naturalmente anche i raccordi: i nostri Bravopress e PexalEasy sono realizzati in polimero (PPSU) e si adattano perfettamente ai trattamenti cui periodicamente va sottoposto l’impianto di distribuzione idrica di un ospedale. Non solo, le due gamme includono figure studiate per minimizzare la stagnazione dell’acqua nelle tubazioni, una delle prime cause della proliferazione del batterio della legionella.»

MTB.NEXT – EVOLUZIONE DEI MOLECULAR TUMOR BOARD

█ Healthcare Vision Study 2021

Nell’ambito dei Molecular Tumor Board (MTB), organismi multidisciplinari che nascono dall’esigenza di migliorare la gestione dei nuovi farmaci oncologici approvati con la “procedura agnostica”, è stato avviato il percorso MTB.Next che, partendo da un evento nazionale realizzato nel 2020, si pone l’obiettivo di promuovere la conoscenza, anche presso le Istituzioni, dell’MTB e creare le basi culturali di consapevolezza della sua evoluzione necessaria sul territorio nazionale. Date la frammentarietà e l’eterogeneità dell’esperienza territoriale italiana dei MTB, è necessario attivare un percorso che indichi un approccio e degli strumenti condivisi, partendo dai documenti di consenso pubblicati da Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM)1 , Fondazione Ricerca e Salute (ReS)2 , Alleanza Contro il Cancro (ACC)3 e Federation of Italian Cooperative Oncology Groups (FICOG)4. Infatti, per evitare che le Regioni procedano in modo disarmonico, ad esempio nell’identificazione delle figure necessarie alla definizione del MTB e nella gestione dei big data, è fondamentale la collaborazione con le istituzioni al fine di stilare un decreto nazionale che vincoli l’uso dei farmaci a specifici requisiti che il MTB deve avere per garantire omogeneità tra le Regioni. Il percorso MTB.Next supporta la realizzazione di MTB regionali omogenei, coordinati a livello nazionale per garantire un’uniformità sul territorio e che serviranno da strumenti per la raccolta di dati di real-world condivisibili a livello nazionale. La condivisione delle esperienze e la discussione proattiva tra i partecipanti ai tavoli ha l’obiettivo di analizzare le singole realtà regionali e proporre soluzioni e interventi concreti che facilitino l’implementazione dell’MTB. Tra le regioni coinvolte finora, Lombardia, Trentino e Sardegna. La Lombardia non ha ancora redatto una delibera per l’istituzione del MTB regionale che ha l’obiettivo di governare l’accesso ai nuovi approcci terapeutici secondo criteri di appropriatezza, qualità e omogeneità nelle procedure sul territorio. Anche alla luce di quanto emerso durante i lavori, sarà necessario quindi riorganizzare l’economia sanitaria, prevedere l’assunzione negli ospedali pubblici delle nuove figure professionali necessarie al MTB e creare infrastrutture adeguate. I laboratori, centralizzati in hub e governati da uno o più MTB regionali, dovranno essere coordinati a livello nazionale e strettamente integrati con gli enti regolatori quali AIFA e il Ministero della Salute. Il Trentino rappresenta certamente una realtà semplificata sul territorio italiano perché, rispetto ad altre, conta un’unica azienda sanitaria. Nell’ottica della creazione dell’MTB, questo comporta da un lato delle facilitazioni e dall’altro dei limiti, come la mancanza di un confronto tra esperti nella stessa disciplina e la mancanza di alcune figure chiave, quali il Farmacologo e il Biostatistico. Dal confronto sono emersi spunti interessanti per intraprendere azioni future che consentano di superare questi ostacoli, per l’implementazione di un MTB. Dal tavolo Sardegna è emerso come il contesto sardo sia complessivamente favorevole allo sviluppo del MTB. Secondo gli esperti, per dare concretezza all’attivazione di MTB a livello regionale le azioni più importanti da intraprendere sono il reperimento di finanziamenti privati, soprattutto per quanto riguarda i test e i farmaci, e una pianificazione strategica di sviluppo partendo proprio da un documento comune condiviso e sottoscritto da tutti i partecipanti al tavolo da presentare agli organi regionali. Il percorso si svilupperà ulteriormente in altre regioni e sarà alla base dello sviluppo di nuove opportunità dell’oncologia mutazionale.

BIBLIOGRAFIA

1. Associazione Italiana di Oncologia Medica. Raccomandazioni

AIOM - “Tumor Board Molecolare”, novembre 2020. Disponibile su: www.aiom.it/wp-content/uploads/2020/11/2020_RaccTumor-

BoardMolecolare.pdf. 2. Martini N, De Maria T, Amunni G, Apolone G, Beretta G, Bertetto O, et al. Documento di Consenso sullo Sviluppo e sull’organizzazione dell’oncologia mutazionale in Italia. Supplemento a Politiche Sanitarie Vol. 21, n. 4, 2020. 3. Linee Guida per l’istituzione e la gestione dei Molecular Tumor Board negli Istituti di Alleanza Contro il Cancro. ALLEANZA CONTRO

IL CANCRO | 2020. 4. ISS-FICOG. Test molecolari e terapie target in oncologia, novembre 2020. Disponibile su: www.ficog.org/it/eventi/eventi/1,1579,1

NUOVA GAMMA DI DEPURATORI E SANIFICATORI D’ARIA

Vortice, che da oltre 70 anni propone soluzioni attente al benessere e alla salute delle persone a partire dalla qualità dell’aria che si respira negli ambienti chiusi, ha sviluppato la nuova gamma di depuratori e purificatori d’aria Depuro Plus e Depuro Plus Evo in risposta al bisogno sempre più impellente di poter respirare bene e in sicurezza proteggendosi da inquinanti presenti nell’aria, virus e batteri. I Depuro Plus risultano particolarmente adatti per la depurazione e i Depuro Plus Evo anche per la sanificazione dell’aria, in ambienti domestici, commerciali o industriali con una superficie fino a 160 m2. Luoghi dove è possibile utilizzarli █ Depuro Plus Evo Vortice è particolarmente adatto per la depurazione e la sanificazione dell’aria sono ad esempio: laboratori di analisi, studi medici e dentistici, uffici, sale riunioni, bar, ristoranti, palestre, centri fitness, di filtri assoluti HEPA H14, capaci di trattenere fino al 99,995% di centri di bellezza e parrucchieri, negozi, studi professionali, farma- microparticelle. cie, RSA, scuole e asili, magazzini e officine. La gamma prevede 4 I modelli EVO svolgono in più un’azione sanificante, grazie al modelli che differiscono per dimensioni, prestazioni: modulo di fotocatalisi di cui sono equipaggiati, efficace contro █ Depuro Plus 230 e Depuro Plus Evo 230 -> portata massima di il COVID-19, così come attestato dal Dipartimento di Scienze 460m3/h, ambienti fino a 85 m2; Biomediche e Cliniche “L. Sacco” dell’Università degli Studi di █ Depuro Plus 430 e Depuro Plus EVO 430 -> portata massima Milano. di 860m3/h, ambienti fino a 160 m2 . Sono apparecchiature compatte, facili da trasportare e non richiedono interventi per l’installazione. Basta inserire la spina e Tutti i modelli sono efficaci nei confronti di inquinanti, e microrgani- impostare le modalità di funzionamento sul pannello comandi smi patogeni, grazie all’elevatissima capacità filtrante della coppia integrato che segnala anche la sostituzione dei filtri.

INVESTIRE DI PIÙ PER MASSIMIZZARE L’EFFICIENZA: UNA PRIORITÀ PER 7 DIRIGENTI OSPEDALIERI SU 10

Il progetto è realizzato da Edra con il contributo non condizionante di Novartis Zebra Technologies Corporation, azienda innovatrice in prima linea con soluzioni e partner che offrono prestazioni all’avanguardia come vantaggio competitivo, ha presentato i risultati del suo ultimo studio sul settore healthcare “Smarter, More Connected Hospitals”(Ospedali più intelligenti e connessi). La ricerca dimostra – a livello globale – quanto può essere importante l’uso di strumenti tecnologici avanzati per rispondere alla sempre più forte propensione dei reparti di terapia intensiva verso una maggior resilienza e la digitalizzazione dell’esperienza sanitaria del paziente. L’89% dei decision-maker e l’83% dei medici intervistati concorda sul fatto che l’acquisizione dei dati in tempo reale è essenziale per offrire al paziente le migliori cure. Le strutture ospedaliere

stanno investendo sempre di più in dispositivi che abilitano la mobilità clinica, sistemi di localizzazione in tempo reale (RTLS) e soluzioni smart per ottimizzare i flussi di lavoro e renderli più smart e connessi. Tuttavia, più di due terzi (67%) dei dirigenti ospedalieri non ritengono che le loro organizzazioni stiano investendo a sufficienza per massimizzare l’efficienza del personale e che bisogna fare di più in questa direzione.

La risposta è Automazione Intelligente del flusso di lavoro

Circa due terzi dei dirigenti riconoscono che medici e operatori sanitari sono sovraccarichi durante i turni di lavoro e passano troppo tempo a localizzare attrezzature e forniture mediche. Più della metà riferisce, inoltre, che anche il personale amministrativo è sovraccarico e fa fatica a completare le attività lavorative nei tempi assegnati. Dando sempre la massima priorità alla sicurezza e al benessere delle persone, i manager in ambito ospedaliero si stanno affidando sempre più alla tecnologia per alleviare lo stress di medici e infermieri, ridurre gli errori causati da processi e soluzioni gestiti manualmente e, non da ultimo, permettere al personale di dedicare più tempo ai pazienti: █ l’80% circa dei dirigenti prevede di automatizzare i flussi di lavoro nel corso del prossimo anno per migliorare la gestione della supply chain, facilitare la tracciabilità di attrezzature sanitarie e risorse mediche, coordinare al meglio i pronto soccorso e le sale operatorie, e semplificare la gestione del personale. █ i tre quarti dei responsabili prevedono di implementare tecnologie di localizzazione come l’identificazione a radiofrequenza (RFID) per tracciare meglio le attrezzature e la raccolta dei campioni, oltre a migliorare il flusso di lavoro dello staff e di accrescere la sicurezza del paziente. Inoltre, guardano con attenzione anche soluzioni di localizzazione capaci di rendere più dinamici ed efficienti i flussi di lavoro e migliorare la sicurezza e la conformità delle attività del personale rispetto alle norme previste. █ altrettanti dirigenti affermano che integreranno soluzioni innovative come sensori basati sull’Internet of Things (IoT), prescriptive analytics e Intelligenza Artificiale (IA) per migliorare l’assistenza ai pazienti sia in ambito ospedaliero che ambulatoriale. Non da ultimo, aumenteranno le opportunità di consulenza a distanza tra operatori e pazienti e tra colleghi in ambito sanitario.

La maggior parte degli intervistati (84%) è convinta che la qualità dell’assistenza ai pazienti migliorerebbe se infermieri, medici e operatori sociosanitari potessero usufruire di strumenti di collaborazione, oltre alla possibilità di utilizzare i dispositivi mobile personali per accedere alle applicazioni sanitarie. Questa considerazione potrebbe stupire considerando che le tecnologie mobile - già da diversi anni - sono utilizzate per ottimizzare i flussi di lavoro in ambito medico e non. Nel 2017, la maggior parte di medici, tecnici di laboratorio e infermieri incaricati di assistere i pazienti a bordo letto utilizzavano già dispositivi mobile e, inoltre, l’adozione di unità di terapia intensiva tra il personale farmaceutico infermieristico era già all’epoca in aumento. La questione che, invece, non emerge è che queste strutture davano al personale la possibilità di utilizzare i propri dispositivi personali per connettersi ai sistemi informativi sanitari e alle applicazioni di gestione del flusso di lavoro, piuttosto che dispositivi aziendali. Oggi l’approccio alla mobilità sta evolvendo. Quasi la metà (49%) dei dirigenti intervistati ora fornisce al personale dispositivi destinati all’assistenza sanitaria in dotazione presso la struttura: sempre di più i medici hanno bisogno di dispositivi durevoli e robusti, e con la possibilità di esser gestiti a distanza, la sicurezza dei dati è diventata una priorità assoluta. Chi ha già implementato soluzioni per la mobilità clinica sta già registrando risultati positivi sulla qualità e sul costo dell’assistenza al paziente: 8 su 10 citano, tra i tanti benefici, un miglioramento dell’accuratezza e della precisione dei flussi di lavoro, nonché una riduzione degli errori medici prevenibili.

Più investimenti tecnologici

La maggior parte dei dirigenti ospedalieri prevede di dotare quasi tutto il personale con dispositivi aziendali nell’arco dei prossimi cinque anni. Tuttavia, la priorità ora è rivolta agli infermieri assegnati ai reparti di pronto soccorso, alle unità di terapia intensiva e alle sale operatorie, nonché ai responsabili IT, della supply chain, a chi gestisce l’inventario e si occupa del trasporto dei pazienti. Questo rappresenta un cambiamento importante rispetto al 2017, quando il target prioritario era invece composto da infermieri impegnati alla cura a bordo letto e dal personale addetto alla gestione delle strutture. Non ultimo, anche la telemedicina e il monitoraggio a distanza dei pazienti sono considerati una priorità in quanto rappresentano un vero e proprio beneficio a supporto del personale dei reparti di terapia intensiva e in pronto soccorso. I Dirigenti più lungimiranti sono pronti ad avviare una transizione da processi manuali e reattivi a sistemi più ricettivi e predittivi nei prossimi anni. Oggi già un gran numero di team dedicati al procurement e all’IT sta lavorando per dotare tutto il personale di soluzioni di mobilità che consentano l’accesso a strumenti di comunicazione e tracciabilità intelligenti e di trarre pieno vantaggio dalle soluzioni di automazione progettate per ottimizzare i flussi di lavoro e migliorare i modelli di assistenza al paziente. Si prevede che nei prossimi due anni tanti medici, farmacisti, radiologi, tecnici di laboratorio, medici di pronto soccorso e di terapia intensiva potranno contare su un dispositivo tecnologico.

LA TELEMEDICINA È AL SERVIZIO DELL’INTEGRAZIONE OSPEDALE-TERRITORIO

“Il dottor Rossi avvia la videoconferenza e attende che si colleghi il signor Bianchi, li raggiungerà a breve anche la dottoressa Verdi.” Non è l’inizio dell’ennesimo meeting di lavoro, ma quello di una tele-visita, dove il dottor Rossi è il medico curante del signor Bianchi e la dottoressa Verdi la collega coinvolta per un parere specialistico. Un’eventualità che potrebbe diventare sempre più frequente nel contesto sanitario post-pandemico, dove saranno necessari nuovi modelli di assistenza basati sull’utilizzo della telemedicina e delle innovazioni digitali, così come indicato nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Proprio per rispondere a questa esigenza e, in particolare, a quella di una maggiore integrazione ospedale-territorio, soprattutto per la gestione delle cronicità, Siemens Healthineers lancia la piattaforma di telemedicina Minerva, presentata al 53° Congresso Nazionale SIBioC. Tra le funzionalità di Minerva, un sistema di videoconferenza che permette al medico e al suo paziente di effettuare videochiamate a cui invitare eventualmente anche un parente o un caregiver, così come un altro medico per una visita multidisciplinare. Ma sono molti altri i servizi che Minerva mette a disposizione del paziente, sia come portale web, sia come App sulle piattaforme iOS e Android: prenotazioni di visite ed esami, distribuzione referti, gestione dei consensi, registrazione dei parametri vitali anche quelli rilevati da dispositivi indossabili come smartwatch, notifiche e promemoria (assunzione di un farmaco, compilazione di un questionario, data di una visita, etc), per citarne solo alcuni. L’altra faccia di Minerva è poi il portale a disposizione dei medici che consente loro, ad esempio, di accedere a dashboard con statistiche sul numero di pazienti, appuntamenti, annullamenti, richiedere/fornire consulenza a colleghi e specialisti, predisporre questionari rivolti ai pazienti, gestire i piani di cura. La piattaforma, inoltre, offre vantaggi a livello di sistema, perché è in grado di integrare dati dei pazienti registrati in database eterogenei, caratteristica particolarmente funzionale agli attuali processi di cura che implicano sempre più il coinvolgimento di diverse unità organizzative all’interno delle strutture sanitarie. Minerva sfrutta l’analisi dei dati per evidenziare aree di miglioramento assistenziale e identificare i pazienti a rischio, monitora le metriche operative per promuovere l’efficienza. Grande attenzione è stata dedicata all’implementazione degli aspetti di sicurezza. Il paziente può infatti controllare tramite il meccanismo dei consensi a chi rendere disponibili le proprie informazioni (in toto o limitatamente a un set di informazioni/esami) ed eventualmente porre una scadenza. Può anche verificare tramite log specifici chi ha fatto accesso ai suoi dati e quando. E può applicare il diritto all’oblio, chiedendo che tutti o parte dei propri dati vengano oscurati da un certo momento in poi.

Hospital Nova: un esempio di approccio olistico alla progettazione sanitaria

Hospital Nova è stato progettato per essere il più flessibile possibile e adattarsi alle esigenze delle persone in continuo cambiamento. La flessibilità deriva dalla struttura modulare dell’edificio, dalle unità spaziali standardizzate e dai principi tecnici. Poiché l’assistenza sanitaria cambia, l’edificio è pronto per il cambiamento

DATI TECNICI

Luogo

Jyväskylä, Finlandia

Committente

KSSHP, Central Finland Hospital District

Progettisti

JKMM Architects

Anni di progettazione

2012-2015

Anni di realizzazione

2016-2020

Superficie lorda complessiva

116.000 m²

Numero di Posti letto

450

Dati dimensionali

116.000 m2

█ Vista del progetto dell’Hospital Nova. Credits Kuvio M Sommerschield

Per diversi decenni il settore ospedaliero finlandese è rimasto bloccato, soffrendo per l’invecchiamento delle strutture ospedaliere e per la mancanza di nuovi modelli sanitari. Per questo motivo il Distretto Ospedaliero della Finlandia Centrale aveva richiesto: “Abbiamo bisogno di un futuro ospedale innovativo e un sistema organizzativo altamente performante”. L’Hospital Nova è un ospedale generale con un totale di 450 posti letto, di 116.000 mq, localizzato nella città di Jyväskylä, con una popolazione di circa 250.000 abitanti, e serve l’intera regione della Finlandia centrale. I primi studi relativi al progetto risalgono al 2010, il bando di gara del progetto è stato pubblicato nel 2012, l’inizio dei lavori è avvenuto nel 2016 ed è stato completato alla fine del 2020. È stato formalmente aperto al pubblico all’inizio del 2021. Nel corso di questo decennio circa 30 progettisti hanno fatto parte del team dedicato al progetto dell’Hospital Nova. L’intero processo di progettazione è stato eseguito con modellazione computerizzata 3D in BIM. Questo approccio olistico alla progettazione sanitaria è stato reso possibile dal team interdisciplinare di JKMM. In aggiunta, per lo sviluppo del progetto, ben 350 referenti delle diverse aree sanitarie sono stati coinvolti nel processo di progettazione e per la sua realizzazione.

█ Main street dell’Hospital Nova. Credits Hannu Rytky

OBIETTIVI E IMPOSTAZIONE GENERALE DEL PROGETTO

L’obiettivo generale è stato quello di progettare un ospedale di nuova generazione, ripensando l’edificio in modo innovativo e ripartendo dagli aspetti fondamentali. Innanzitutto, è stato abbandonato il modello precedente dell’edificio a piastra-torre e la nuova struttura è stata suddivisa in quattro distinte aree: █ Hot Hospital dove si localizza l’area critica e le aree diagnostico terapeutiche; █ Hotel relativo alle aree di degenza; █ Health Care Shopping Mall rispetto all’area ambulatoriale; █ Factory dove sono localizzate tutte le funzioni di supporto.

█ Main street dell’Hospital Nova. Credits Tuomas Uusheimo

█ Corridoio interno dell’area critica. Credits Studio Juha Sarkkinen

█ Camera di degenza. Credits Pauliina Salonen

Il concept adottato dai progettisti è quello di pensare l’ospedale come una piccola città che necessita di una organizzazione logica e chiara mettendo il paziente al primo posto, tramite i trend attuali dell’approccio User-Centered Design. In aggiunta l’Hospital Nova integra nello stesso edificio l’assistenza sanitaria primaria e specialistica: qui medici di base, specialisti e infermieri lavorano all’interno della stessa struttura. Per rendere più accogliente l’ospedale, la natura è stata scelta come tema centrale per gli spazi interni. Infatti, ogni settore è stato curato con particolare sensibilità, prendendo come riferimento elementi naturali. È noto, infatti, quanto sia forte il legame tra i finlandesi e la loro terra: le vicine pinete, le colline e i laghi così familiari a coloro che utilizzano l’ospedale e i riferimenti a questi all’interno dell’edificio creano una connessione significativa. In aggiunta i colori e la presenza di opere d’arte raccontano storie legate alla natura. Una grande varietà di opere d’arte è stata commissionata per Hospital Nova, per mettere al primo posto l’esperienza del paziente, creando un progetto attento alle diverse esigenze in ottica User-Centered Design. L’illuminazione artificiale nell’ospedale è soffusa in un modo che è piacevole per gli utenti e completa la qualità degli interni.

IL PROGETTO FUNZIONALE DELL’HOSPITAL NOVA

Trattandosi di un ospedale a sviluppo orizzontale, il sistema distributivo della main street tende a emulare quello dei grandi centri commerciali e/o degli aeroporti, in cui tutte le funzioni ospedaliere sono organizzate lungo questa dorsale pubblica. Lo spazio interno principale – il cuore dell’Hospital Nova – risulta essere una grande hall a tripla altezza di ingresso molto accogliente, che ricorda una galleria o un centro commerciale piuttosto che un in-

Piano terra dell’Hospital Nova. Progetto fornito da JKMM Architects

Piano primo dell’Hospital Nova. Progetto fornito da JKMM Architects

Piano secondo dell’Hospital Nova. Progetto fornito da JKMM Architects

Piano terzo dell’Hospital Nova. Progetto fornito da JKMM Architects

Piano tipo dell’Hospital Nova. Progetto fornito da JKMM Architects

█ Ingresso del Pronto Soccorso. Credits Tuomas Uusheimo

terno tradizionale di un ospedale. Su questo spazio si affacciano il ristorante, una sala seminari, un cortile con opere d’arte e un chiosco. L’impostazione e la composizione del progetto sono molto chiare e i visitatori possono orientarsi facilmente per raggiunge le diverse aree funzionali. Ciò viene anche enfatizzato dalla presenza di una plafoniera bianca a serpentina che invita i visitatori, i pazienti e il personale ad attraversare l’edificio, e i corrimani delle scale pubbliche principali si illuminano puntualmente per animare l’interno e per guidare ulteriormente le persone attraverso l’ospedale. Per i bambini è anche stata prevista un’area giochi all’aperto progettata utilizzando strutture in legno. A questo livello, il progetto propone un nuovo modello relativo all’organizzazione degli ambulatori. Questi sono progettati come un “centro commerciale per l’assistenza sanitaria” (Health Care Shopping Mall) in cui tutte le 360 sale di consultazione sono disposte lungo l’atrio interno principale. In aggiunta le sale di consultazione sono standardizzate e condivise dalle diverse specialità mediche, per garantire flessibilità organizzativa e funzionale. Qui le sale di attesa dell’ospedale sono progettate in modo da garantire la vista verso l’esterno e fornire l’ingresso di luce naturale. A partire dal concept di progetto, per l’Hospital Nova è stato sviluppato il concetto di “Hot Hospital”, ben riconosciuto come piastra sanitaria. Ciò significa che tutta l’area critica, comprensiva del dipartimento di emergenza, della diagnostica, delle terapie intensive e del blocco operatorio, è localizzata ai primi livelli e occupa circa il 25% della superficie totale dell’ospedale. In tale modalità, le funzioni strategiche dell’edificio sono così disposte in modo compatto ed efficace rispetto ai modelli precedenti, e in tale maniera il

percorso del paziente critico garantisce il rapido spostamento dei casi di emergenza nel blocco operatorio. L’area dell’“Hotel” costituisce infine la nuova concezione del reparto di degenza, in cui la cura degli interni delle camere è stata centrale nel progetto: infatti si sono introdotte ampie finestre, carta da parati decorativa e legno per gli arredi, che in abbinamento al metallo delle strutture sanitarie, aiutano i pazienti a sentirsi accolti. In generale, tutte le stanze di degenza sono singole con bagno privato e possibilità di pernottamento degli accompagnatori. Con un ambiente simile a quello di un hotel, i pazienti possono quasi dimenticare di essere in un ospedale. Le camere singole sono flessibili e offrono un ambiente curativo, privacy e con accorgimenti igienico sanitari atti a ridurre al minimo il rischio di infezioni. Il sistema della logistica e flussi di processo sono stati ripensati per massimizzare ulteriormente l’efficienza, nell’area cosiddetta “Factory”. Lo stoccaggio, ad esempio, è ridotto al minimo con l’ospedale utilizzando un sistema di consegna “su richiesta”. L’obiettivo è stato di rendere la logistica efficiente quanto lo sono nelle fabbriche e nella vendita al dettaglio. Secondo gli esperti coinvolti, ripensare logistica e processi consentirà di ridurre del 10% i costi di gestione dell’ospedale. Poiché i costi operativi per 1–2 anni sono allo stesso livello dell’intero costo di costruzione del nuovo ospedale, i risparmi a lungo termine nelle spese operative sono significativi. In questi primi mesi, si è anche riscontrato che le comunicazioni tra il personale medico sono notevolmente migliorate. Lo staff, infatti, si incontra e lavora insieme nel “Knowledge Centre” (Centro della conoscenza), un ampio spazio di lavoro condiviso dietro la zona della sala di consultazione (Health Care Shopping Mall). Nello specifico non ci sono uffici privati, ma solo spazi open space e tale approccio consente a medici specialisti di diversi campi di consultarsi tra loro, garantendo così una valutazione più olistica di ogni singolo paziente. In conclusione, si osserva che, per consentire cambiamenti futuri, Hospital Nova è stato progettato per essere il più flessibile possibile ed adattarsi alle esigenze elle persone in continuo cambiamento. La flessibilità deriva dalla struttura modulare dell’edificio, dalle unità spaziali standardizzate e dai principi tecnici. Poiché l’assistenza sanitaria cambia, l’edificio è pronto per il cambiamento. Le informazioni utili per la scrittura dell’articolo sono state tratte da: █ brochure informative relativa all’intervento di JKMM Architects, fornito dai progettisti (progetto architettonico); █ disamina tecnica delle piante e sezioni del progetto; █ portali di architettura accessibili dal web.

█ FIGURA 7. Hall di ingresso a tripla altezza. Credits Tuomas Uusheimo

Ringraziamo per la realizzazione dell’articolo: █ JKMM Architects e in particolare Peter Vuorenrinne per la condivisione delle immagini e piante pubblicate in questo articolo e Laura Iloniemi per il supporto tecnico.

Gli autori MARCO GOLA ERICA ISA MOSCA

Design & Health Lab, Dip. Architettura, ingegneria delle costruzioni e ambiente costruito, Politecnico di Milano

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