130 pagine - 1885-03-20 Così antico, così moderno

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La linea del tempo… timeline 1885 Gennaio: vengono impiegati 600 operai per spalare la neve sul valico del Moncenisio. Febbraio: occupazione del porto di Massaua. Convegno nazionale dei mazziniani a Bologna. Marzo: pubblicazione del primo numero del quotidiano “il Resto del Carlino”. Aprile: vengono stipulate convenzioni private per gestire il sistema ferroviario e viene disposta la realizzazione di nuovi mille chilometri di rete ferroviaria. Maggio: apertura della prima Esposizione nazionale a Milano. Giugno: Agostino Depretis forma il suo settimo governo. Luglio: viene inaugurata la tratta ferroviaria Foggia-Manfredonia. Agosto: Galileo Ferraris realizza il primo motore asincrono. Settembre: a Bologna viene inaugurato il primo tratto della tramvia a vapore che collegherà Bologna ad Imola. Ottobre: la biblioteca nazionale di Firenze e la Biblioteca Vittorio Emanuele di Roma diventano Biblioteche Nazionali Centrali. Novembre: viene varata la corazzata Andrea Doria. Dicembre: il generale Carlo Gené proclama l’annessione di Massaua all’Italia.

Cenni storici: un anno in breve Il 1885 si apre e si chiude con due eventi che segnano l’inizio della politica coloniale italiana nel corno d’Africa. L’occupazione del porto di Massaua, operata da un contingente di marinai e bersaglieri diviene, infatti, effettiva annessione. Pasquale Stanislao Mancini, ministro degli esteri nel settimo governo Depretis ritiene che la politica colonialista italiana sia legittimata da “una legge naturale”. La linea ferroviaria italiana viene implementata come pure l’informazione grazie alla pubblicazione dell’effemeride: “il Resto del Carlino”!

Che c’è di nuovo… what’s app... ened! 20 marzo 1885: il primo “Carlino” Il 20 marzo 1885 gli avventori trovano nelle tabaccherie un nuovo giornale: “il Resto del Carlino”. Il giornale viene consegnato come resto a chi acquista un sigaro del valore di otto centesimi, pagando con un carlino, una moneta del valore di dieci centesimi. Il titolo della testata è volutamente provocatorio in quanto dare il resto del carlino significava anche, in senso figurato, dare una lezione. I redattori in questo modo esplicitano il sotteso intento di agire come controllori delle notizie e quindi della società. I quattro giovani fondatori del giornale vogliono un giornale per tutti, anche per chi legge poco e male. Nel primo numero compare una breve rassegna stampa italiana ed estera, serissime notizie di politica estera riguardanti la spedizione d’Africa, corrispondenze da Roma e dalle città dell’Emilia e della Romagna, ma anche la cronaca cittadina con i locali tumulti degli studenti universitari, le informazioni su spettacoli serali, sciarade a premi, “scioccherie, sprizzi, sprazzi e spruzzi, servizi al pubblico” ed in appendice “Il fantasma del borgo San Pietro”!

20 MARZO 1885 COSÌ ANTICO, COSÌ MODERNO

Come sintetizzò in modo mirabile il giornalista Dino Biondi che ne raccontò la storia, il Carlino fu una moneta fino al 1885 e dopo diventò un giornale. La storia è troppo bella e divertente per non essere ripetuta.Venne trovato quel nome perché era venduto con il resto di due centesimi a chi acquistava un sigaro da otto centesimi con una baiocca da dieci centesimi, ovvero con un “carlino”. Da qui “il Resto del Carlino”. Poi non possiamo non ricordare il fondatore, che non fu solo ma fu lui ad avere l’idea e dunque onore al merito. Fu l’avvocato bolognese Cesare Chiusoli a cui si aggiunsero altri tre legali, che misero nell’impresa cento lire a testa. Cittadini meritevoli ma poco versati con l’amministrazione, tant’è che l’impresa stava per naufragare quando arrivò il salvatore, l’avvocato Amilcare Zamorani, che rimise tutto a posto. Così con data 20 marzo 1885 uscì il primo numero e fu un successo. Oggi non sarebbe stato possibile nemmeno immaginare quella testata, così politicamente non corretta. L’immagine di una giovane donna che con aria voluttuosa fuma una sigaretta con un bocchino lunghissimo. Oggi, come minimo, avrebbero dovuto scrivere: il fumo provoca la morte e sarebbe stato poco invitante. Quel che colpisce dalla lettura è la qualità della scrittura, molto curata, moderna e sintetica. Il primo articolo in alto a sinistra, quello che in gergo si chiama l’apertura della pagina, è dedicato alla disastrosa gestione finanziaria dell’Egitto e alla decisione del governo inglese di rinviarne l’esame a dopo le feste di Pasqua. L’ultima notizia della pagina, quella in basso a destra, è un’indiscrezione da Roma con l’annuncio di una missione a Massaua nella campagna in Eritrea in cui si era avventurato il governo di sinistra guidato da Agostino Depretis. Mentre nella colonna centrale c’è quello che oggi chiameremmo il fondo di presentazione firmato “i redattori”. E anche qui dominano sintesi e chiarezza. “Vogliamo fare un giornale piccino per chi non ha tempo di leggere i grandi”. Questione attualissima. Un giornale che risponda ad una primaria domanda:“che c’è di nuovo”. E che sia rivolto ad un pubblico oggi diremmo trasversale: “l’uomo d’affari, l’operaio, l’artista, la donna troveranno in un batter d’occhi le notizie esatte e recenti”. Più moderno di così non poteva essere. Come fosse nato oggi. Giovanni Morandi

E il Resto... in classe Italiano: uno degli obiettivi precisato sin dal primo numero del giornale è la sintesi: “un lavoro di condensamento; una specie di sistema Liebig applicato al giornalismo”. Prova anche tu ad applicare l’effetto Liebig (estratto o condensato di carne). Sintetizza in dieci righe le notizie riportate nel primo numero. Individua le tre parole chiave che chiariscono gli intenti dei “redattori” fondatori del Carlino. lo slogan “Il giornale che costa meno e vale di più” voleva evidenziare il valore informativo, ma anche di contenimento del costo del giornale. Immagina uno slogan per pubblicizzare oggi la testata del Carlino. GRAZIE A

Giovanna Pace Istituto Comprensivo di Monte San Pietro


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