La linea del tempo… timeline 1888 Gennaio: viene brevettato il nastro della macchina da scrivere da J. L. Wortman. Febbraio: nasce ad Alessandria d’Egitto il poeta Giuseppe Ungaretti. Sono istituiti, con il R.D. n.5292, i patronati scolastici per gli studenti indigenti. L’Italia interrompe i rapporti commerciali con la Francia. Marzo: i dazi sulle merci francesi vengono aumentate del 50%. Aprile: sommossa popolare a Bernalda contro l’introduzione di nuove tasse. Maggio: Francesco Crispi in parlamento espone la sua posizione favorevole alla politica coloniale. Giugno: celebrazioni per l’ottavo centenario dell’Università di Bologna. Luglio: pubblicazione del libro Mastro don Gesualdo di Giovanni Verga. Agosto: a Bologna vengono realizzate due funicolari che collegano il centro cittadino con i colli di San Michele in Bosco e San Luca. Settembre: Amedeo di Savoia sposa Letizia di Borbone-Orléans. Aristide Gabelli pubblica per il Ministero della pubblica Istruzione i programmi della scuola elementare. Ottobre: viene inaugurato a Washington D. C. il monumento a George Washington, primo presidente americano. Novembre: Augusto Murri, nuovo rettore dell’ateneo bolognese, propone un rilancio scientifico dell’Università. Dicembre: scoppiano gravi tumulti a Roma durante i quali viene fermato Andrea Costa che si rifugerà in Francia.
Cenni storici: un anno in breve Il 1888 è un anno di tensioni internazionali, segnato dalla sfida tra Italia e Francia giocata sui tassi doganali. Francesco Crispi, divenuto presidente del consiglio dopo la morte di Depretis, inaugura la sua politica coloniale in Africa. Aristide Gabelli, intellettuale positivista e pedagogista, pubblica per il Ministero della pubblica Istruzione, i programmi della scuola elementare che pongono, come fondamento dell’azione educativa, l’esperienza dell’alunno. Il suo saggio “Il Metodo di insegnamento nelle scuole elementari d’Italia” si apre con una sfida provocatoria: “per quali ragioni un pesce vivo pesa più di un pesce morto?” A chi disquisisce filosoficamente sulla risposta, propone una semplice bilancia! Al pesce morto di una didattica obsoleta, sostituisce la freschezza della pratica!
Che c’è di nuovo… what’s app... ened! 11 giugno 1888: l’VIII Centenario dell’Alma Mater Il 1888 è un anno di grandi festeggiamenti per Bologna! E’ l’anno della Grande esposizione emiliana, ma soprattutto la festa di Irnerio, fondatore dello studio bolognese. Come per tutte le feste è necessario scegliere una data! Il 12 giugno 1859 è terminata la dominazione pontificia a Bologna e quindi i cattolici preferirebbero un altro mese e un altro giorno, ma il rettore Giovanni Capellini è irremovibile e non accetta cambiamenti. L’11, il 12 ed il 13 giugno 1888 si celebra così l’ottavo centenario dell’Università di Bologna; intervengono anche i reali e viene inaugurato il monumento equestre a Vittorio Emanuele. Giosuè Carducci convoca da tutta Europa gli studiosi più illustri ed anche gli studenti invitano i loro colleghi... gli studenti torinesi portano una enorme botte di Barbera per placare la sete e movimentare la festa, i Padovani addirittura un bue dalle corna dorate! Ci si può imbattere anche in una cavalcata asinina per le vie della città o in qualche tram con rotaia da poco presente in città. La sera, poi, tutti i professori al banchetto d’onore, mentre per gli studenti gran ballo a Casalecchio di Reno!
E il Resto... in classe
11 GIUGNO 1888 L’ATENEO DEGLI SCOLARI
La celebrazione dell’VIII centenario dello Studio bolognese, il 12 giugno 1888 per bocca di Carducci, segna uno spartiacque nella storia dell’Università e in quella della città stessa. Nessuno aveva mai pensato di solennizzare la ricorrenza e, in un’Italia da poco unita, per Carducci è un «dovere nazionale» che, rievocando le origini matildiche (e quindi imperiali) e comunali, ben risponde alle esigenze anticlericali del tempo. «La università in Parigi, teologica, fu dei maestri; in Bologna, giuridica, fu degli scolari». La celebrazione è l’occasione per fissare una data di nascita, il 1088, che, seppur incerta, fa di Bologna la più antica università. La datazione si basa sulle parole di Odofredo, morto nel 1265: «Distrutto lo Studio in Roma, i libri legali furono trasportati in Ravenna, e da Ravenna a questa città di Bologna». I ‘libri legali’ erano i testi emanati da Giustiniano tra il 533 e il 534, considerati la base del diritto. Il germanico Wirnerius (Irnerio) e il suo maestro Lanfranco del Bec a Bologna «scoprono le leggi romane e le insegnano» (Padovani). Aver trovato i libri però non basta. Matilde di Canossa, vicaria dell’imperatore, affiderà proprio a Irnerio il compito di spiegarli e di applicarli alla vita. Nasce così il primo trattato di procedura (Gaudenzi) che fa di Irnerio primus illuminator. Bologna diventerà così famosa da guadagnarsi, proprio in occasione dell’ottavo centenario e ad opera degli studenti germanici, l’appellativo di Alma Mater Studiorum. Il nono centenario, nel 1988 sotto la regìa del rettore Fabio Roversi-Monaco, farà nascere la Magna Charta, sottoscritta da centinaia di rettori italiani e stranieri per ribadire i concetti di autonomia e di libertà e quello delle università quale elemento fondante dell’Unione europea. «Ecco perché – chioserà Giovanni Spadolini – noi che abbiamo celebrato un secolo fa, attraverso l’Università di Bologna, quella certa idea dell’Italia, celebriamo oggi, cento anni dopo, quella certa idea dell’Europa». E domani, nel 2088, cosa celebreremo per il Millenario? Quale università troveranno i nostri nipoti? Servirà ancora, mentre avanza la didattica on line, un luogo fisico per l’insegnamento e la ricerca? Riuscirà l’università a tenere il passo di internet? Di una cosa siamo certi: servirà ancora una struttura ‘lenta’ che insegni i fondamentali. Perché non ci sarà algoritmo senza matematica, genetica senza ricerca, politica senza storia. Perché «in un teatro del mondo tanto più assordante ed effimero di quello barocco» servirà «la parola dialogante, la ricerca in comune di un senso», tipici della modalità universitaria. Erano le parole di Ezio Raimondi al Nono centenario ma potrebbero essere quelle di Byung-Chul Han, il più effervescente decrittatore del web. «Gli abitanti del panottico digitale vivono nell’illusione della libertà». Laddove invece Libertas è la parola più bella scritta sul gonfalone dell’Alma Mater. A difesa di tutti e della cultura. Contro le barbarie di risorgenti fanatismi.
Storia: Irnerio o meglio Guarnerio o forse Garnerio viene considerato il fondatore dello studio bolognese. Ricerca nell’articolo di Augusto Gaudenzi “in che consiste il merito d’Irnerio”. Nell’articolo si fa riferimento a Giustiniano ed al Corpus iuris civilis. Quale importanza ebbe tale opera? Orientamento: l’ateneo bolognese contava, nel 1888, 1931 iscritti; risultava il terzo dopo Napoli e Torino. Quanti sono gli iscritti attualmente? Quante sono le scuole, già facoltà, universitarie presenti a Bologna? Puoi consultare il sito http://www.unibo.it/
Giovanna Pace Istituto Comprensivo di Monte San Pietro
Massimo Gagliardi
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