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12 BOLOGNA ECONOMIA
MARTEDÌ 30 LUGLIO 2013
L’IDEA ANTI-CRISI
«Un nuovo metodo di analisi dei costi contro i tagli indiscriminati»
FONDATORI A destra, Luca Dermidoff, 53 anni, presidente, con il suo socio Viero Negri
SUL SETTA La sede di Sasso Marconi
«Forniamo cibo, controlli, pulizia: La vera svolta è pensare al plurale» Parla Luca Dermidoff, presidente di Amedea Servizi di SIMONE ARMINIO
QUELLA dei Dermidoff, arrivati in Italia dalla Russia quattro generazioni fa, è una famiglia di albergatori. È a quella storia che ammette di aver guardato Luca, oggi 53 anni, quando nel 2006 ha fondato la Amedea. Un ‘gioiellino’ da 120 dipendenti su scala nazionale, e una sola vocazione, ma omnicomprensiva: i ‘servizi globali’. Dermidoff, cosa offrite in sostanza?
«I nostri servizi spaziano dalla manutenzione degli impianti alla ristorazione, dalle pulizie alla vigilanza non armata. E poi cura delle aree verdi, distribuzione della posta, disinfestazione, fornitura di materiale igienico di consumo... la lista è lunga».
Lei viene dal settore della ristorazione collettiva. Non rischia di perdere di vista le sue peculiarità?
«In realtà fin dall’inizio la nostra società ha guardato a una pluralità di servizi. Da qui deriva anche il nome». Ci incuriosisce: cosa vuol dire Amedea servizi?
«È la fusione delle iniziali dei familiari miei e di Viero Negri, il mio socio. Nulla di concreto, ed è questo il punto: ci fossimo chiamati ‘La lucente’, o ‘La brillante’, difficilmente saremmo
usciti dal settore cleaning». La filosofia in cui credete?
«Fidelizzazione dei clienti e dei nostri dipendenti, che poi sono la nostra principale risorsa». In genere si dice per dire.
«Noi ci crediamo. Offriamo servizi in casa delle aziende: i nostri dipendenti sono la nostra immagine, e la loro affidabilità è il nostro valore. Ne conseguono molte cose. Fra tutte l’atten-
IL RUOLO DEI DIPENDENTI «Sono loro la nostra forza Curiamo le loro esigenze: ci ripagano fidelizzandosi» zione nella selezione del personale, e la loro soddisfazione. Perché chi lavora sereno lavora bene. Per testimoniarlo, da due anni effettuiamo un bilancio sociale: un grande impegno». Si dice che la crisi abbia riportato gli italiani verso i servizi. È vero?
«Credo sia un luogo comune. Perlomeno da noi la percentuale di italiani e stranieri è rimasta 50 e 50. Non c’è crisi che tenga: i servizi non si fanno per passione, casomai per la flessibilità di orari e le opportunità che offriamo di
pensare alla propria famiglia e ai propri interessi. Viceversa, chi fa un lavoro del genere in condizioni non ottimali si stanca presto. Lo sappiamo bene, per questo cerchiamo di venire incontro ai dipendenti». E le aziende, perché vi scelgono?
«Per l’affidabilità e per praticità. Oggi le imprese tendono ad avere un solo interlocutore. Dare in mano una pluralità di servizi a una sola azienda vuol dire assicurarsi una gestione integrata dei vari settori e un’alta reattività di fronte ai problemi. Che molte volte sono i nostri stessi dipendenti a evidenziare. Vede, se c’è un problema di gestione, uno spreco da evitare, un punto della filiera da migliorare, vuole che non se ne accorga un portiere, un manutentore, o un addetto alla ristorazione? Poi le aziende ci scelgono perché siamo piccoli».
I NUMERI DI AMEDEA
2006
Anno di nascita Il primo lavoro fu il servizio mensa per un’azienda metalmeccanica
9
Città Bologna, Ravenna, Piacenza, Reggio, Modena, Ferrara, Bari, Roma, Milano
4,2
Milioni di euro È il fatturato 2012 cresciuto del 9,8% rispetto a quello dell’anno prima
Questa è bella.
«Eppure è vero: le forniture di servizi a maggior ribasso tendono a privilegiare le multinazionali o una grande cooperativa. Ma in una grande struttura, il riconoscimento di un problema, il dialogo con l’azienda e la soluzione, magari tarata sulla particolarità del cliente, può portare via molto tempo. Da noi spesso la comunicazione di un problema coincide con il reperimento di una soluzione».
LA PRIMA mossa anticrisi? Ridurre i costi. È però sul come che Luca Dermidoff e Viero Negri, presidente e direttore tecnicocommerciale, sentono di poter dire la loro. «È capitato spesso, in questi anni — spiegano — che la necessità di risparmiare si sia trasformata in un taglio indiscriminato ai servizi no-core, ovvero le manutenzioni e i servizi». I budget per la fornitura di servizi hanno così perso gradualmente valore, nonostante il lavoro da effettuare rimanesse lo stesso. «Una scelta che, a ben guardare, delega il problema scaricando sui fornitori la necessità di effettuare quel risparmio». Prendiamo il cleaning: «Con meno soldi a disposizione per lo stesso spazio da pulire — ragiona Dermidoff — la reazione dell’impresa appaltante sarà ridurre il personale, le ore di lavoro o la qualità dei prodotti. Con esiti, ahimè, presto ben visibili». D’ALTRO canto risparmiare si è rivelata una necessità concreta. «Per questo oltre a offrire un servizio, oggi aiutiamo le imprese capire dove risparmiare: e chi meglio dell’addetto che effettua i lavori saprà evidenziare gli sprechi?». Interviene Viero Negri: «Il percorso che proponiamo si compone di cinque step: fotografiamo la situazione dei servizi attualmente in vigore; analiziamo le esigenze di risparmio; ripensiamo il nostro servizio su quella base; condividiamo con l’azienda l’obiettivo di trovare la quadra tra risparmio e mantenimento dei servizi; introduciamo ‘Nettare’, un sistema gestionale online». Ulteriore passo avanti è stata la creazione di YouFM, acronimo di Unconventional facility management: «Una rete che unisce aziende differenti per offrire una gamma di servizi più ampia e più conveniente rispetto a quella erogabile dai singoli». s. arm.
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