10 CAMPIONATO GIORNALISMO
MARTEDÌ 20 DICEMBRE 2011
SCUOLA MEDIA
Giovanni XXIII TERRANUOVA
La vita vissuta artistica… mente A Terranuova in mostra 19 capolavori di autori veramente speciali CHI E’ VENTURINO
Quel maestro «dai luminosi occhi azzurri» SCULTORE e pittore della nostra terra. Venturino Venturi nasce a Loro Ciuffena nel 1918, trascorre l’ infanzia in Francia e in Lussemburgo; qui studia architettura mentre aiuta il padre nell’attività di scalpellino. Da adolescente ritorna in Italia: si ferma a Firenze dove continua gli studi presso l’Istituto Statale d’Arte e l’Accademia delle Belle Arti e dove farà la prima esposizione importante nel 1945. Nel capoluogo toscano frequenta il celebre «Caffè delle Giubbe Rosse» e conosce intellettuali come Eugenio Montale e Vasco Pratolini; stringerà amicizia con Renzo Michelacci, Giuseppe Lisi, Mario Luzi... DA LORO SARÀ ricordato come ‘un giovane affascinante dai luminosi occhi azzurri e dalla parlata alla francese” Insegnerà in seguito all’Istituto d’Arte di Pietrasanta. Nel 1954 vince il concorso per il ‘Monumento a Pinocchio’ a Collodi: da qui uno straordinario lavoro che lo farà conoscere a livello internazionale. SARÀ SEMPRE attivo fino alla morte avvenuta nel 2002. Loro Ciuffenna, dal 1992, dedica un museo al suo intero percorso artistico; in questo paese, oggi, ci restano il suo studio, gli oggetti, le pietre e i luoghi a lui cari, dove la nipote Lucia Fiaschi opera con rara sensibilità per proteggere e divulgare l’arte di Venturino.
A
NCHE QUEST’ANNO la Pro Loco, in collaborazione con l’Istituto Comprensivo «Giovanni XXIII» di Terranuova , ha indetto un concorso dal titolo «Natale nell’Arte», aperto alle classi dei tre ordini scolastici. Noi alunni artisti ci siamo messi al lavoro per la realizzazione di un pannello ispirato ad un’opera famosa, a scelta della classe, avente per soggetto la Natività. I 19 pannelli sono esposti per tutto il periodo di Natale in una mostra allestita nell’aula consiliare, dove i visitatori voteranno il capolavoro preferito. L’8 gennaio, sempre nella Sala del Consiglio, una giuria tecnica, nominata dalla Pro loco stessa, riconoscerà la migliore realizzazione in assoluto e per ogni ordine scolastico verrà premiato un elaborato, nonché la riproduzione che avrà ottenuto il maggior numero di consensi dai visitatori. Noi alunni della 3 B vi invitiamo a visitare la mostra per ammirare anche il nostro capolavoro che si è ispirato alla Natività di Piero della Francesca (1470/1485) che si trova a Londra, alla National Gallery. Siamo stati guidati dal nostro professore di Arte Matteo Bene-
OLTRE PIERO Pannello ispirato dalla Natività del grande biturgense
tazzo, che è anche un artista. ABBIAMO ANALIZZATO lo stile compositivo della Natività di Piero, successivamente abbiamo sviluppato il bozzetto di partenza sperimentando la tecnica di stampa detta «monotipo»: attraverso il confronto con le opere di Venturino Venturi.
Il risultato finale è stata l’unione di due artisti ben distinti dal periodo storico e dalle loro rappresentazioni stilistiche, ottenendo un elaborato originale e, allo stesso tempo, liberamente interpretato dalla nostra creatività. ATTENZIONE per i visitatori: Cartoline artistiche e non solo…
Vi vogliamo segnalare altre iniziative culturali che la Pro loco ha realizzato per la valorizzazione del territorio in tutti i suoi aspetti. E’ stato pubblicato un altro pieghevole storico-artistico, dedicato stavolta alla frazione della Traiana, dove si possono trovare in sintesi notizie anche inedite sulla storia del luogo, basate sui documenti d’archivio e sulle informazioni degli anziani raccolte grazie alla collaborazione del «Circolo» locale e della parrocchia; né vi mancano le opere d’arte come l’ormai famosa «Annunciazione» seicentesca di Giovanni Martinelli, la cui prima attribuzione si deve al tenore Luca Canonici. Il depliant è a disposizione gratuita di chiunque sia interessato presso la sede della Pro loco, assieme a quello dell’anno scorso dedicato alla «Pieve di Santa Maria Bambina». Sempre alla Pro loco si trova una serie di 28 cartoline che riproducono tutti gli «Ecoalberi di Natale» realizzati nel concorso 2010. Ma non è finita: è stata stampata inoltre una prima serie di 20 «Cartoline d’arte» di grande formato, nella quale sono presentate alcune delle principali opere presenti nel nostro territorio.
L’INTERVISTA MATTEO BENETAZZO RACCONTA I SEGRETI DELL’EVENTO CURATO DA TANTI GIOVANI ARTISTI
Viaggio nell’inverno sulle orme della maternità MATTEO BENETAZZO è uno degli autori che contribuisce alla mostra.
dall’Associazione Artefice, finalizzate alla fruizione e promozione dell’Arte Contemporanea».
Perché è stato scelto come titolo della mostra “Dentrol’ invernodentro tra paesaggio e la Maternità di Venturino Venturi”?
Oltre a lei, quali altri giovani artisti partecipano all’evento?
«La manifestazione ruota intorno ad una visione naturalistica dell’inverno, con lo studio del paesaggio e delle sue trasformazioni, e all’espressione del Sacro, rappresentata dalla Natività. Il titolo evidenzia come l’iniziativa intenda interagire col territorio e la produzione del grande Venturino Venturi». In che modo avete creato questo legame con la realtà museale di Venturi?
MATERNITA’ Una delle opere di Matteo Benetazzo
«Il progetto prende in esame la tematica della Maternità affrontata dal grande artista italiano, affiancandosi ad esso e proponendosi attraverso una serie di esposizioni proposte da Domus Manifesta 2011 e
«Vorrei innanzitutto citare Daniela Pronesti, che insieme a me ne è la curatrice; poi altri talenti come Simona Chiasserini, Nicoletta Gemignani, Giuliana Huober, Marianna Rosi, Lucia Stefani, Elisa Zadi». Quali sono le sedi espositive?
«Una prima tappa è alla Libreria La Feltrinelli di Arezzo (8 dicembre-19 gennaio 2012); poi, dal 17 dicembre al 29 gennaio 2012, La Filanda di Loro Ciuffenna, spazio dedicato al confronto con l’opera dal titolo «Maternità» di Venturi, e la Casa Studio Venturi; qui, grazie alla nipote dell’artista e storica dell’arte Lucia Fiaschi, le nostre opere dialogheranno dentro ed attorno alla vita quotidiana dell’artista, custodita nella sua casa museo».
la redazione della III B... STUDENTI Salvatore Richard Ascione, Gabriele Bacci, Alessia Burchini, Maddalena Calabrese, Aurora Colasurdo, Carmine D’Angiò, Alessandro Esposito, Alessia Fucito, Luca
Fucito, Gurpreet Kaur, Sara Malvisi, Sara Manconi, Irene Mealli, Martina Mugnai, Virginia Neri, Giada Nocito, Gaia Palmieri, Lorenzo Paradiso, Luca Postiglione, Gabriel Roci, Elisabetta Rossi, Asia Sani, Ro-
berta Tavoletta Argentina INSEGNANTI Luana Giorgi, Simona Beni PRESIDE Alberto Riboletti
CAMPIONATO GIORNALISMO 11
MARTEDÌ 20 DICEMBRE 2011
SCUOLA MEDIA
Cesalpino AREZZO
Rose blu nel giardino d’inverno Musica e poesia fanno riflettere gli adolescenti sull’avventura della vita
A
NOI PIACCIONO la musica e la poesia: siamo ragazzi di tredici anni uguali a tutti gli altri ragazzi del mondo. A dire il vero non siamo tutti uguali: siamo diversi e speciali, gli uni dagli altri, anche se tutti gli adolescenti nel mondo hanno gli stessi desideri di felicità, amore, gioia e serenità. La nostra diversità deriva dal personale patrimonio genetico, unico ed irripetibile; siamo il frutto di una combinazione genetica tra quei 23 cromosomi più altri 23 ereditati dai nostri genitori: una straordinaria ‘catena’ di vita. A volte arriva un cromosoma in più ed allora.. il viaggio della vita è diverso, c’è un cambio di destinazione e l’avventura diventa più difficile ma resta sempre e comunque un’avventura. Ci siamo accostati alla realtà della sindrome di Down attraverso una canzone di Gianni Morandi, Il mio amico, e la poesia di Gerda Klein, Come una rosa blu, scritta e dedicata alla figlia Jenny. Così è nato il desiderio di sapere qualcosa di più: il contatto con il Circolo Arcobaleno, spazio ricreativo all’interno della
VIVA LA VITA Il messaggio raccontato dal disegno di Gianluca Bove
sezione aretina dell’ AIPD (Associazione Italiana Persone Down). E’ VENUTO a trovarci uno dei responsabili, Giovanni Fatucchi, che ci ha raccontato la sua esperienza di genitore: è stato un incontro importante. Ora sappiamo che la sindrome di Down non è una malattia ma una condizione
genetica; le anomalie cromosomiche non hanno cause specifiche ma la loro insorgenza pare essere un fenomeno “naturale”, in qualche modo legato alla fisiologia della riproduzione umana. CI RIFERIAMO a persone ‘speciali’ che interpellano una società diffidente verso ciò che non rien-
tra nei presunti schemi di ‘perfezione’, ‘salute’, efficienza. Noi abbiamo visto molto di più: ne siamo tutti convinti perché, se il percorso è, e può essere davvero difficile, la vita è un’avventura meravigliosa che vale la pena di essere vissuta. «Il mio amico è una bella persona/ uno strano violino dalle corde di seta in un mondo distratto che cinico suona/ questo grande concerto che in fondo è la vita». Si avvicina il Natale e sappiamo che, per tanti, non sarà un momento di gioia: ci sono la crisi economica, i problemi nelle famiglie, le violenze e le tristezze. Noi però abbiamo scoperto qualcosa di grande; come ricorda la madre di Jenny nella sua poesia: « … perché pensare,agire,apparire uguali? Ci sono rose bianche, e rose rosa, e rose gialle ed un’infinità di rose rosse. Ma blu? Le rose blu sono così rare che ne sappiamo poco, troppo poco. Sappiamo solo che hanno bisogno di essere curate e amate di più». Questo è il nostro messaggio: è inverno nel giardino ma nascoste ci sono anche le rose blu. Buon Natale .
IL PROGETTO UN’IDEA DI EDUCAZIONE CONTRO I LUOGHI COMUNI E GLI STEREOTIPI DEL LINGUAGGIO
La scelta delle parole che ci cambiano la vita
LA SQUADRA Foto di gruppo del Circolo Arcobaleno
L’IMPORTANZA, il peso, il senso delle parole sono state oggetto delle nostre riflessioni. Ci siamo confrontati sulle parole vere, quelle che cambiano la vita perché fanno la differenza dato che nessuna parola è neutrale. Ci sono parole ’antagoniste’, aspre e cattive che fanno star male per un bel po’ di tempo o parole ‘salutari’ che danno nutrimento al corpo e alla mente; possono divenire ‘strumenti’ di ‘bene’o di ‘male’, di ‘vita’ o di ‘morte’. Da una parola si può tirar fuori il mondo e, nel caso delle persone con Sindrome di Down, bisogna e si deve imparare l’uso di parole appropriate, pertinenti, per non contribuire alla diffusione di stereotipi e luoghi comuni. Questo non è un fatto meramente linguistico perchè la scelta delle parole si ripercuote a livello dei pensieri e dei comportamenti individuali e collettivi.
Impariamo, per esempio, a non dire persona ‘affetta da SD ma persona che ha o con la SD, poiché la sindrome di Down non è una malattia ma una condizione genetica; oppure ricordiamoci che il termine “mongoloide”, usato in origine per “riconoscere” le persone con la SD, nell’uso popolare, è servito ad offendere e denigrare. CIO’ E’ ACCADUTO anche per il termine «handicappato», utilizzato talvolta in senso dispregiativo specie fra i giovani e gli adulti. Con ‘disabilità’ si è continuata ad evidenziare una mancanza piuttosto che a valorizzare la persona e le sue possibilità. Forse si è fatto qualche passo avanti con l’espressione ‘diversa abilità’ ma, a ben pensarci, ciascuno di noi ha una propria ‘disabilità o ‘abilità’ nel fare le cose per competenze, attitudini o talenti. Che sia qualcosa su cui riflettere?
la redazione della III E... STUDENTI David Baldoni, Marica Benincasa, Gianluca Bove, Francesca Bruschi, Riccardi Burzi, Alessandra Calcavecchia, Laura Cincinelli, Valentina Citarelli, Lucrezia Del Mecio,
Sofia Dini, Elena Droandi, Irene Faggini, Alessia Frontani, Francesca Gavelli, Duccio Geneletti, Alice Giaccherini, Sofia Giovane, Leonardo Giusti, Francesca Lumachi, Matteo Murati, Gaia Pitti, Gloria Pugli-
si, Rebecca Rodino, Riccardo Toschini INSEGNANTI Giovanna Vona, Annarita Sinatti PRESIDE Danilo Brozzi
PUNTO IL CIRCOLO
L’arcobaleno che diventa un’altra scuola L’INCONTRO con l’ingegner Giovanni Fatucchi, uno dei promotori del Circolo Arcobaleno, è stato inserito in un percorso di Educazione alla Convivenza Civile, attivato nella nostra classe. In tale occasione abbiamo approfondito la conoscenza della sindrome di Down (SD) con le sue caratteristiche e tipologie, e le esperienze promosse dal Circolo Arcobaleno. Nato nel 2006 come luogo di aggregazione per una ventina di ragazzi, il Circolo Arcobaleno ha sede presso la sezione aretina dell’Associazione Italiana Persone Down (Aidp) ed è aperto a tutti coloro che sono sensibili alla ‘diversa abilità’. In esso si promuovono progetti di danza, cucina, teatro con il duplice obiettivo di far stare insieme ed aiutare le persone con SD nelle loro competenze e specificità. ABBIAMO POSTO numerose domande al nostro interlocutore e toccato questioni significative come la scelta di una paternità e maternità responsabili; il sostegno e la collaborazione dei genitori di figli con SD; le loro paure,speranze e difficoltà. L’effettiva disabilità della persona può così non trasformarsi in un handicap, cioè uno svantaggio derivato dall’ambiente che ci circonda, ma essere un’opportunità di crescita e riflessione per la società che lo accoglie. E’ stato un evento importante per noi ragazzi e, tra una risposta e l’altra, le due ore sono volate in un attimo: nel nostro cielo si è accesa una luce in più, anzi si è riflesso un vero ‘Arcobaleno’
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10 CAMPIONATO GIORNALISMO
GIOVEDÌ 22 DICEMBRE 2011
Scuola Media
Severi AREZZO
Donne sull’orlo della crisi economica Intervista a Donella Mattesini: sono le prime a pagare con i tagli ai servizi IL SONDAGGIO
L’altra metà del cielo morde il freno IL SONDAGGIO svolto dalla nostra classe, sul tema dei diritti delle donne, ha coinvolto mamme e parenti. I dati emersi ci dicono che il 75% delle intervistate non si sentono considerate pari rispetto all’uomo e vivono una condizione di inferiorità. I lavori di casa sono quasi sempre svolti da loro anche se lavorano fuori: si occupano dei bambini, dei genitori anziani, di tutta la famiglia. Le donne, in Italia, hanno gli stessi diritti degli uomini, diritto alla cultura e libertà, a poter decidere la propria vita: eppure subiscono violenze fisiche, psicologiche e sessuali, che sono le cause principali di morte per le donne tra i 20 e i 46 anni. SPESSO SONO i mariti o i fidanzati ad ucciderle ed in alcuni paesi islamici è ancora peggio: le donne non contano e non hanno il diritto a frequentare la scuola, non possono uscire senza la presenza di un uomo e sono coperte dal velo. Invece la donna dovrebbe essere trattata con lo stesso rispetto dell’ uomo ed avere i suoi stessi diritti, perchè una donna ha le stesse doti che ha un uomo e merita il suo stesso rispetto. Abbiamo anche intervistato alcuni uomini e molti (80%) hanno detto che le donne hanno gli stessi diritti degli uomini e che devono essere rispettate come gli uomini, invece altri (20 %), hanno detto che si sentono superiori alla donna e che alcune vogliono loro essere superiori agli uomini, ma non ci riescono e da questo dipende la violenza. Noi vogliamo dire che la donna deve avere gli stessi diritti dell’uomo e speri.
L
A SITUAZIONE economica è in emergenza: le famiglie non riescono arrivare alla fine del mese, le tasse sono in aumento e la crisi si fa drammaticamente sentire. I giovani, non avendo lavoro sicuro, non faranno figli; l’Unione Europea ha progettato delle strategie per superare questa crisi che colpisce soprattutto le donne. Infatti la disoccupazione femminile rappresenta il 30% nelle giovani (una donna su tre è disoccupata), molto più degli uomini. Abbiamo intervistato la Senatrice Donella Mattesini, che da sempre si occupa delle problematiche femminili, sulle soluzioni proposte dal governo per la crisi. Ci spiega che la crisi porterà gravi cambiamenti per tutti, specie per le donne, più fragili perché fanno il «doppio lavoro» in quanto si occupano di tutte le faccende domestiche e di assistenza a bambini ed anziani. Se verrà tagliato il fondo di autosufficienza, non ci saranno più servizi, senza i quali le donne rischiano di rimanere a casa per occuparsi degli anziani: il loro stipendio è mediamente più basso del 15% rispetto agli uomini e
PODIO AMARO Ecco come lo vede, con ironia, Irene Guiducci
quindi è il loro lavoro cui si rinuncia per far fronte ai problemi . LO STATO, nella manovra economica al voto, prenderà alcuni provvedimenti: alcuni positivi come i contributi finanziari per le aziende che assumono donne a tempo indeterminato (sgravi fiscali), altri negativi per le donne:
l’aumento dell’età pensionabile femminile (innalzata a 65 anni) e soprattutto i tagli ai comuni. QUESTI ULTIMI, infatti, dovranno togliere i soldi ai servizi sociali (asili nido, scuole a tempo pieno, anziani…), che costeranno molto di più, con il risultato che senza servizi le donne faranno
sempre meno figli. In Italia le donne sono la maggioranza e la parte più istruita della popolazione, ma solo il 47 % ha oggi un lavoro. Sono sistematicamente discriminate anche sul piano dei guadagni ed è ridotta al minimo la presenza femminile nei consigli di amministrazione. Il problema ha radici lontane, ma negli ultimi dieci anni la situazione è peggiorata rispetto a paesi simili a noi, mentre i media hanno contribuito a diffondere una cultura che le umilia. Ecco perché le donne chiedono un cambiamento. L’ultima speranza che rimane alle donne e all’economia è l’investire nel nostro futuro, in noi giovani, nell’istruzione, nella ricerca e nella nostra società a venire. La senatrice Mattesini chiude con parole di speranza per le donne, che sapranno (come da sempre sono abituate a fare) reggere alla crisi che rischia di rimandarle a fare le regine della casa e per noi giovani, solo noi infatti possiamo cambiare per un futuro migliore dove donne e uomini siano pari e non più dispari: l’Italia deve investire sulla sua migliore risorsa, la gioventù e valorizzarla.
IL PROGETTO L’UNIVERSO FEMMINILE ANALIZZATO TRA EDUCAZIONE, PREGIUDIZI E…PUBBLICITÀ
Vivere alla pari? Bello ma oggi non è così
VITTIME Donne primo bersaglio della crisi per Davide Mendez
NOI RAGAZZI della II G abbiamo partecipato ad un progetto del Comune dal titolo «vivere alla pari» che vuole sensibilizzare i giovani alle differenze morali e fisiche, tra maschi e femmine, con lo scopo di raggiungere una convivenza migliore e paritaria. Il percorso prevede un’educazione alle differenze partendo dalla percezione del ruolo che ragazzi e ragazze hanno, passando poi all’esame di brani di autori ed autrici e completando con l’esame di messaggi pubblicitari che presentavano figure femminili. Ci sono state poste alcune domande: «perché ti o non ti piace essere maschio femmina?» e «perché ti o non ti piacerebbe essere maschio femmina?» Abbiamo più o meno risposto così: le femmine sono contente di esserlo perché possono esprimere più liberamente i propri sentimenti e stati d’animo, mentre i maschi sono felici di assumere que-
sta posizione perché si sentono più coraggiosi e più forti. Se si dovesse riflettere sul vero senso della frase «vivere alla pari», si capirebbe che oggi maschi e femmine non vengono trattati allo stesso modo: gli stereotipi sono forti infatti quando abbiamo dovuto riconoscere testi anonimi se erano di donne o uomini, tutti abbiamo sbagliato e sono stati attribuiti a donne quando erano di uomini e viceversa. Addirittura anche le insegnanti hanno sbagliato le attribuzioni perché si pensa sempre che la donna scriva in modo più sensibile e romantico. Non è così. Il successivo lavoro di esaminare una pubblicità in vari paesi ha fatto emergere che in Italia si preferisce usare la figura femminile sottolineandone la sensualità mentre all’estero gli spot sono gioiosi e non basati sullo sfruttamento dell’immagine della donna. Il lavoro verso la parità è ancora lungo, ma noi ce la faremo!
la redazione della II G... STUDENTI Matteo Botti, Denis Bresciani, Martina Burroni, Tommaso Capacci, Sofia Corsini, Maria Cristiana Cretiu, Noemi Daveri, Pamela Dragone, Francesco Dragoni, Eddine Dridi Seif,
Leonardo Ercolani, Gabriele Ginestroni, Irene Guiducci, Simone Magi, Alessio Magnanensi, Davide Mendez, Jacopo Patrussi, Melissa Perez, Alessandro Rasetto, Carolina Rosadini, Siddharta Sanarelli, Natividad Var-
gas Garcia Franghelis, Michele Zichi INSEGNANTE Iasmina Santini PRESIDE Maria Rosella Misuraca
CAMPIONATO GIORNALISMO 11
GIOVEDÌ 22 DICEMBRE 2011
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Scuola Media
Martiri Civitella BADIA AL PINO
Regali? Guardare e non comprare La crisi limita lo shopping. Sondaggio: calano tutti, perfino gli autogrill
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NCHE SE SIAMO a Natale, in giro si sente parlare solo di blocco di pensioni e stipendi, di aumento di tasse, costo del carburante, bollette, Imu, Iva, … Ma di aumenti salariali, miglioramenti previdenziali non si parla mai. Perché? Sono gli effetti della crisi economica diffusa in molti paesi del mondo, che ha toccato anche l’Italia. Le cause della crisi del nostro paese vengono da un alto debito pubblico che non siamo capaci di sanare, ma anche dall’aumento esagerato dei prezzi dopo l’arrivo dell’Euro: gli stipendi sono rimasti gli stessi, ma i prezzi sono quasi raddoppiati. E la crisi economica ha colpito anche il Natale! Per la mancanza di denaro le famiglie fanno fatica ad arrivare alla fine del mese e, per affrontare questo momento di emergenza, l’unica cosa possibile è stare attenti agli sprechi ed evitare tutti gli acquisti superflui. Ma sembra quasi un serpente che si morda la coda: se la merce non viene venduta, le aziende non devono produrne ancora e i lavoratori rimangono senza lavoro e, quin-
NATALE DI CRISI Il disegno realizzato da Ginevra Bianchi
di, senza stipendio. LA NOSTRA IDEA è stata confermata da un mini-sondaggio che abbiamo fatto intervistando i gestori di varie attività commerciali. Ecco il risultato. I negozi alimentari di piccola distribuzione lamentano una diserzione dei clienti a favore dei super-
mercati, dove la merce costa meno, ma la qualità non sempre è la migliore. STESSA SITUAZIONE per l’abbigliamento, ma qui anche outlet e ambulanti del mercato rimpiangono i “natali passati” e aggiungono ai motivi di crisi anche un’anomala stagione invernale.
Il nostro territorio è ricco di aziende agricole, che vendono frutta all’ingrosso e al dettaglio, ma ancora non hanno registrato l’incremento di vendite, tipico del periodo, che si verificava in passato. Gli stessi dettaglianti si muovono con precauzione; la bellezza è un mercato che «tira», ma non più grandi ordini di cosmetici: quantitativi ridotti, piuttosto ordinati con frequenza maggiore. Insomma rifornirsi solo dopo aver svuotato il magazzino! Uno stop deciso si registra nella distribuzione di prodotti per l’edilizia: chi si arrischia di questi tempi a costruire o ristrutturare casa? Si cerca allora di indirizzare la vendita versi altri settori, come il riscaldamento con materiale più economico del metano o del gasolio: vanno forte le stufe a pellet e relativo combustibile. Infine ci siamo spinti fino all’Autogrill: le persone che viaggiano durante le soste spendono meno, le consumazioni sono scese circa del 10%. Insomma anche Babbo Natale deve fare i conti con la finanziaria e, poiché non è ancora in pensione, speriamo che a nessuno venga l’idea di metterlo in mobilità!
L’ALTRO NATALE PADRE MARTIN CHIEDE UN PIATTO VIRTUALE CON LE OFFERTE DA MANDARE IN AFRICA
«Aggiungi un posto a tavola per le missioni»
BABBO NATALE Nel sacco tante iniziative di solidarietà
LA SCUOLA MEDIA «Martiri di Civitella» di Badia al Pino, ormai da qualche anno, si occupa di sostenere alcune associazioni che offrono aiuto a chi è in difficoltà: Unicef, Padre Martin, la Casa Famiglia di suor Paola… . Lo facciamo con colazioni di solidarietà, mercatini di beneficenza con prodotti fatti da noi ragazzi con l’aiuto della prof. di artistica ed una lotteria in occasione della fine dell’anno scolastico. Proprio in questi giorni è arrivata a scuola una lettera del nostro amico Padre Martin. Fratel Pietro è un missionario Comboniano che si occupa dei bambini di alcuni villaggi del Mozambico. Da diversi anni siamo in contatto con lui: ci scambiamo delle mail, qualche volta ci ha fatto scrivere dai suoi bambini e, anni addietro, è anche venuto nella nostra scuola. Adesso è in Italia, nella Casa madre di Verona, dove è tornato per curarsi,
ma sente tanta nostalgia per i suoi bambini. Infatti ci ha scritto che nella sua missione sono molto tristi, perché avevano sperato di poter celebrare insieme il Natale, così ci ha lanciato una proposta: preparare un posto a tavola per un bambino della sua missione, farlo sedere con noi, anche se solo virtualmente. PADRE MARTIN ci ha suggerito un modesto gesto di solidarietà: ogni membro della famiglia potrebbe offrire , nel piatto riservato al piccolo ospite, l’equivalente del costo di un panino, di una pastina, di qualche pacchetto di figurine, insomma un piccolo dono che potrebbe permettere l’acquisto di una medicina, di una scodella di farina, di alcuni quaderni… cose di grande valore in quella parte di mondo. Pensiamoci !
la redazione della I B... STUDENTI Adriano Angilella, Alessio Badii, Giacomo Banchetti, Costanza Bianchi, Ginevra Bianchi, Laura Carpinelli, Kevin Cartocci, Ludo-
vica Ceraldi, Stefana Padurariu, Alessia Paffetti, Alessio Papini, Antonio Patrone, Jacopo Riccucci, Kiara Rippa, Filippo Roggi, Matteo Salvadori, Paramjot Singh, Asia
Tanci, Julian Trefas INSEGNANTE Guendalina Tiezzi PRESIDE Domenico Sarracino
CONTROLETTERA
«Per Natale portaci via il superfluo» CARO BABBO NATALE quest’anno, visto l’aria che tira, eravamo indecisi se scriverti o no, poi qualcuno ha avuto un’idea un po’ particolare: non vogliamo che tu ci porti niente, quest’anno ti chiediamo di portare via... Quest’anno non vogliamo niente di speciale, abbiamo tutto: una famiglia, una casa, tanti giochi, che non servono a niente, siamo contenti di ciò che abbiamo! Togli un po’ di giochi e di vestiti a chi ne ha troppi, così scomparirà l’invidia. Vorremmo che facessi un incantesimo, che tutti nel mondo, in questo giorno, fossero felici, sarebbe bello vedere qualcuno che sorride per la prima volta per una buona emozione: lascia scorrere il dispiacere per le cose che non si possiedono, portati via le malattie e tutte le cose cattive. Cancella la guerra dalla faccia della terra, così porterai via il dolore per tutte le persone che ne sono vittime. CIÒ CHE TI chiediamo adesso ti sembrerà un po’ strano, ma, per favore, la notte della vigilia, porta via nel tuo sacco una fetta di stipendi,vitalizi e pensioni dei nostri parlamentari, super dirigenti, grandi manager, star televisive, calciatori… Magari se ne andrà via anche una parte dell’amarezza di chi non arriva a mille quando riscuote la pensione, ma conta i mesi quando prenota una visita alla Asl. Ci fermiamo qui, il tuo sacco non conterrebbe altro! Grazie e buon lavoro da tutta la I B PS già che ci sei, porteresti via anche i compiti delle vacanze?
10 CAMPIONATO GIORNALISMO
GIOVEDÌ 12 GENNAIO 2012
Scuola Media
Comprensivo AMBRA (BUCINE)
1944: memorie, paura e vittime Il racconto e le conseguenze del passaggio dei tedeschi in Valdambra STRAGE IL RICORDO
C’è una rosa piantata per ogni vittima SECONDO LE testimonianze dei sopravvissuti, le truppe tedesche arrivarono a San Pancrazio tra le cinque e le sei del mattino. I soldati misero in fuga donne e bambini e radunarono gli uomini in piazza dove vennero trattenuti fino al primo pomeriggio. In seguito vennero portati nella cantina della Fattoria Pierangeli; attesero qualche ora. Lì, in una stanza vicina, furono uccisi, uno ad uno, con un colpo alla nuca. Le vittime dell’eccidio furono 73, di cui 60 persero la vita proprio nella fattoria. I soldati tedeschi facevano parte della divisione Herman Goering che era formata dagli elementi più violenti dell’esercito tedesco. All’azione distruttiva parteciparono circa 200 militari. NEI PRESSI dei luoghi del massacro, il Comune di Bucine ha realizzato un sacrario denominato Giardino delle rose, dove è stata piantata una rosa per ogni deceduto. Ogni rosa ha una piccola targhetta con il nome e la data di nascita della vittima. La data di morte non c’è. Non c’è perché tutti hanno perso la vita lo stesso tragico giorno: il 29 giugno 1944. La Fattoria Pierangeli è stata acquistata dal Comune di Bucine nel 2000. Dopo alcuni lavori, nel 2007, vi è stato collocato il Centro Interculturale Don Giuseppe Torelli (il sacerdote del paese che perse la vita nell’eccidio). Sia il sacrario, che il Centro perseguono lo stesso obiettivo: non dimenticare ciò che è stato, affinché non si ripetano mai più tali vicende.
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HE NELLA Valdambra si respirasse ancora l’odore degli eventi storici che si sono susseguiti nei secoli, lo sapevamo. Che le vicende, aventi per protagoniste le nostre terre, avessero invaso pagine e pagine di libri, lo sapevamo. Che questa storia non fosse solo inchiostro, ma anche lacrime, sofferenze, paure di ragazzi come noi, questo ci ha stupito ed emozionato. La lettura del libro «1944… mi ricordo» di Sergio Cerri Vestri e l’incontro con l’autore, ci hanno dato lo spunto per un’inchiesta sugli avvenimenti del 1944 nella nostra zona. Tante sono state le tragiche tappe dello spostamento dei tedeschi nelle campagne dei dintorni; troppe sono state le vittime innocenti. Il primo feroce atto di violenza ha avuto luogo ad Ambra, nella piazza principale, il 2 giugno 1944: vennero presi due giovani di Cennina, portati in piazza e fucilati. Il parroco del paese, Don Giuseppe Benedetti, dovette svolgere l’ultima confessione dei due ragazzi e il dramma lo sconvolse irreversibilmente.
VIGNETTA Bombardamento dei tedeschi visto da Felix Adrian Tolas
IL CULMINE del crescendo di violenza si è verificato a San Pancrazio, il 29 giugno. Vennero uccisi dai tedeschi 73 uomini, 60 dei quali nella cantina della Fattoria Pierangeli. Due delle settantatre vittime della strage sono particolarmente impresse nella mente dei valdambrini.
MODESTA ROSSI, giovanissima staffetta partigiana, venne uccisa con il figlio di quattro mesi in braccio, perché si rifiutò di rivelare ai tedeschi il rifugio dei partigiani. Don Giuseppe Torelli, parroco del paese, è stato vicino alle vittime fino alla fine, ha annunciato loro che sarebbero morti per
mano dei tedeschi ed è diventato lui stesso una vittima. Nella piccola località di Tugliano, fra Ambra e Palazzolo, si rifugiarono alcune famiglie di sfollati. L’arrivo dei tedeschi, il 4 luglio, li colse di sorpresa: presero gli uomini con sé e, dopo averli portati nei pressi di un burrone, li misero in fila uno di fronte all’altro per sprecare meno pallottole e li uccisero. Le vittime furono 7. Sappiamo queste notizie grazie alla testimonianza di un sopravvissuto, Damiano Frullanti, raccolta da Giuseppe Roncucci nel volume Memorie di guerra nella valle del Lusignana. Il mese di luglio trascorse nella trepidante attesa dell’arrivo delle truppe alleate, che liberarono i nostri territori dall’invasione tedesca. Per i nostri compaesani sono stati molti i momenti difficili da superare, ma grazie alla solidarietà tra le persone, all’aiuto dei soldati alleati e delle pubbliche amministrazioni, tutti sono riusciti a ricostruirsi una nuova vita. Il ricordo, certo, non li ha mai abbandonati.
L’INTERVISTA SERGIO CERRI VESTRI PARLA DI COME HA VISSUTO LA SECONDA GUERRA MONDIALE
Il maestro e una guerra che semina odio SERGIO CERRI VESTRI ha dedicato gran parte del suo tempo alla ricostruzione della memoria storica di Ambra e dintorni. In attesa della pubblicazione di un nuovo libro, ha accettato di parlare con noi dei suoi ricordi raccolti nel volume «1944 mi ricordo» Quando ha scritto il libro?
«Il titolo è eloquente. L’ho scritto nel 2008, sono ricordi impressi nel mio cuore». A quale scopo?
«Ho voluto scrivere queste cose perché rimanesse un segno della guerra. Si dice che la guerra sia il peggiore di tutti i mali, ma bisogna provarla per capire». E’ doloroso ripercorrere certe esperienze?
«Sì. E spero che ai bambini di questa nuova generazione non capiti quello che è successo a me: non mangiare per giorni e giorni, non avere un luogo dove rifugiarsi». LA MEMORIA Una rosa per ogni vittima: foto di Rachele De Corso
Qual è stato il momento in cui ha avuto più paura?
«Durante un bombardamento ai Tribbi mi ritrovai da solo, avevo perso mia madre e mio padre. Mi commuovo ancora oggi pensarci. Mi nascosi sotto ad un fienile e ad un certo punto mi crollò tutto. Quando, finalmente ritrovai mia madre le dissi: “Mammina, avevo paura di non rivederti più”. E poi, ogni volta che sentivamo la parola “tedeschi”…» I soldati tedeschi erano realmente crudeli o eseguivano solo degli ordini?
«C’erano quelli e quegli altri. Mi sono chiesto anch’io perché quei tedeschi erano così crudeli. È la guerra che semina odio». Ha mai conosciuto un soldato tedesco buono?
«Eravamo rifugiati, una notte arrivarono due tedeschi, uno di loro vide tra di noi una bambina che aveva poco più di un anno e la prese in collo. Lei si mise a piangere, lui la mise in terra, si frugò nelle tasche e le dette delle caramelle».
la redazione della II D... STUDENTI Camilla Baldi, Stefano Barbagli, Alessia Bartolini, Aurora Bergami, Emily Carrubba, Virginia CinottiRachele De
Corso, Melissa Giunti, Arianna Migliorini, Francesco Pasquini, Lucrezia Prosperi, Valentina Romeo, Felix Tolas, Giulia Torzini.
INSEGNANTE Gianna Gambini PRESIDE Miranda Razzai
CAMPIONATO GIORNALISMO 11
GIOVEDÌ 12 GENNAIO 2012
Scuola Media
IV Novembre AREZZO
La solita musica nelle orecchie? I negozi di dischi a confronto con Internet: la partita sembra persa
A
NOI ADOLESCENTI piace molto ascoltare ogni genere di musica in ogni momento della giornata, dentro e fuori casa, anche mentre studiamo o andiamo da casa a scuola. I nostri cantanti preferiti sono inglesi e americani, ma ascoltiamo volentieri anche canzoni nella nostra lingua creando sequenze personalizzare nei nostri lettori musicali. Queste colonne sonore accompagnano la nostra vita. In un freddo pomeriggio di dicembre ci siamo recati nel negozio di dischi più antico e conosciuto di Arezzo, che si trova nel centro storico, per saperne di più sulla vendita di musica nella nostra città. Con sorpresa abbiamo scoperto che lì inizialmente vendevano anche elettrodomestici. I primi dischi in commercio erano invece quelli in vinile, che adesso sono appesi alle pareti del negozio, inquadrati come cimeli in cornici di vetro. Abbiamo chiesto se oggi che «c’è la crisi» i dischi si vendono con la stessa frequenza di qualche anno fa.
L’età media della clientela si è alzata, anche se per il corso girano ancora molti ragazzi. All’ingresso del negozio ci attraggono molti manifesti: questo tipo di negozi offre infatti anche la prevendita dei biglietti per i concerti, ma ci guadagna pochi centesimi a biglietto venduto, quindi è un servizio che fanno alla clientela e un modo per far circolare gente nel negozio. Ecco, i concerti …
LA VIGNETTA Dal giradischi all’Ipod: la musica vista da Erika Elia
IL NEGOZIANTE ci ha risposto che la crisi in realtà avrebbe dovuto favorire la vendita di dischi, che non sono un oggetto molto costoso. Ad esempio sotto le vacanze natalizie le librerie hanno venduto molto perché in periodo di crisi la gente tende ad acquistare regali meno impegnativi economicamente. Invece la vendita
di dischi è calata molto per un motivo diverso: la pirateria. INFATTI MENTRE prima la musica veniva comprata più dai giovani, anche dai nostri coetanei, al giorno d’oggi questi – e noi non siamo da meno- scaricano la musica da internet e sono gli adulti che acquistano in maggioranza.
ENTRARE IN QUESTO storico negozio di dischi ci ha fatto riflettere sul modo diverso di considerare la musica rispetto ai nostri genitori: per noi la musica è un file e un cantante. Noi non abbiamo come il negoziante l’amore per «l’oggetto», per il cd, per noi la cosa più giusta sarebbe rendere legale la possibilità di scaricare gratuitamente le canzoni, ma al tempo stesso aumentare i concerti, far sì che i cantanti facciano più tournee in giro per l’Italia. In questo modo entrerebbero in contatto diretto con i loro fan e questo è quello che più ci piace.
L’INIZIATIVA AREZZO FACTORY, UN LUOGO D’INCONTRO PER FARE MUSICA E QUELLO CHE VUOI
Quella fabbrica che produce fiumi di note CURIOSI DI MUSICA, ci siamo recati in una grande struttura in Via Masaccio, Arezzo Factory. Attraversato un ingresso pieno di annunci per la formazione di band o per la vendita di strumenti, ci hanno accolto tre ragazzi che ci hanno spiegato il funzionamento di questo luogo. Ogni giorno una cinquantina di ragazzi vanno ad Arezzo Factory per fare musica, per avere lezioni e per imparare a fare i DJ. Qui si può anche studiare, praticare attività multimediali oltre che giocare a ping pong, fare dei tornei di scacchi o addirittura imparare a dipingere. Abbiamo quindi rivolto alcune domande ai responsabili: Da cosa proviene il nome Arezzo factory?
AREZZO FACTORY Il disegno di Gianmaria Oliva
«Questo nome ci è venuto in mente perché in inglese factory vuol dire fabbrica e noi vediamo questo luogo come una fabbrica dove si può creare musica e modificarla a nostro piacimento, per giunta senza dare noia ai vicini di casa!».
Qua come abbiamo capito, si può anche studiare oltre che suonare...
«Si dalle 4 del pomeriggio alle undici di sera si può fare quello che si vuole, anche se nei limiti del possibile.. soprattutto si può entrare liberamente nelle sale e ad un prezzo molto contenuto si affitta la sala prove, fornita di strumenti, microfoni e altoparlanti». Ci sono progetti in vista?
«Sì, abbiamo organizzato un progetto di teatro con gli immigrati e il flash mob, un ballo da strada: alcune persone si mischiano tra la gente e, ad un certo punto, cominciano a ballare. Per quest’estate abbiamo deciso di organizzare una serie di concerti: metteremo un palco proprio fuori della struttura. Sul sito c’è molto altro: www. arezzofactory.org. Se anche i Negrita sono passati di qui, cogliete anche voi l’opportunità!».
la redazione della III C... STUDENTI Rachele Alunno, Riccardo Basco, Gian Maria Bianchi, Mattia Bianchi, Elena Bizzelli, Sara Brogi, Giulia Burgassi, Leonardo Campriani, Federico Degano, Mihai Dumbrava, Erika Elia, Vio-
la Ferrini, Davide Giuliattini, Fabio Hysenaj, Tommaso Lo Franco, Caterina Luciani, Virginia Martinelli, Maria Stella Marzocchi, Gianmarco Mencaroni, Edoardo Maria Nicchi, Gianmaria Oliva, Maria Novella Palazzeschi, Andrea Paoli-
ni, Filippo Parati, Francesco Scilla, Irene Severi, Leonardo Stiatti INSEGNANTE Elisabetta Batini Preside Alessandro Artini
SCHEDA SCUOLE & C
Per suonare non è mai troppo tardi AD AREZZO, oltre che alla scuola media Cesalpino e al liceo musicale, esistono vari istituti privati che consentono di approfondire la pratica degli strumenti musicali per hobby o passatempo, ma anche per conseguire i primi anni di corso di Conservatorio che non è presente in città. Vicino alla nostra scuola si trovano due tra le più importanti scuole di musica del territorio: la «Coradini» e la «Sette note». Quest’ultima è gestita da numerosi insegnanti di tanti strumenti. Chi va a studiare a questa scuola si avvicina anche alla teoria musicale: il solfeggio. La scuola è aperta dal 2005 e ha già ben 130 allievi di tutte le età che la frequentano con cadenza settimanale da ottobre a giugno. LE SETTE NOTE si trova in cima al parco Pionta, accanto al Centro Anziani. La scuola Coradini invece è nelle vicinanze di Piazza Guido Monaco, nei locali dell’ex Caserma Cadorna. La Coradini è stata aperta nel 1983 all’interno dell’associazione culturale «Gruppo Polifonico Coradini» con lo scopo di promuovere e sviluppare la cultura musicale con iniziative didattiche e artistiche. Oltre ai tanti strumenti insegnati in questa scuola vi è anche un corso di canto, per solisti e coro. PER IL RESTO Arezzo non offre molte altre possibilità, ma anche nella nostra scuola, come in quasi tutte le medie, si può imparare uno strumento durante il pomeriggio, in aggiunta all’offerta formativa. Quindi per i musicisti in erba, basta tenere gli occhi aperti.