BOLOGNA ECONOMIA
MARTEDÌ 4 SETTEMBRE 2012
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Una macchina per ogni confezione Dentro la magia targata Ica
Cesare Rapparini e la fabbrica di prototipi per il packaging di MARCO GIRELLA
L’AZIENDA
PROVATE un po’ voi a inventarvi macchinari capaci di imbustare, incartare o impacchettare il caffè, il riso, la farina, i biscotti, le noccioline, i detersivi per lavastoviglie e lavatrici, lo zucchero, il lievito, la pasta e i prodotti solubili. Ogni prodotto ha una confezione, cioè esigenze di packaging, particolare. Alto, basso, piccolo, grande, sottovuoto. Per ogni prodotto dovreste risolvere un problema diverso e costruire un macchinario diverso. Esattamente quello che ha fatto, dal 1963 in poi, dopo essersi diplomato alle Aldini Valeriani, Gino Rapparini, fondatore della Ica. A settantasette anni d’età, Rapparini si diverte ancora a risolvere problemi e inventare nuove soluzioni tecnologiche. In pratica, ha costruito un’azienda di inventori, e però ha cooptato nell’attività i quattro figli, che seguono rami diversi. Cesare, con 22 anni di lavoro alle spalle, è il responsabile commerciale dell’Ica. Rapparini, voi confezionate metà dei prodotti in vendita nei supermercati.
«Non proprio. E comunque lo fanno i clienti con le nostre macchine e il loro marchio». Allora diciamo che date una grossa mano.
«Il nostro lavoro è trovare soluzioni ai problemi che ci pongono».
Che vuol dire inventarsi di continuo macchinari nuovi. Com’è venuto in mente a suo padre di fondare la Ica?
«Lavorava nella meccanica. Uno dei suoi capi officina, a un certo punto, fu il vecchio Marchesini, fondatore dell’azienda omonima». Aveva voglia di mettersi in proprio?
«Pensò che nel settore alimentare c’era una nicchia interessante. Trovò dei soci, costruì la sua prima macchina e la vendette a un’azienda svizzera».
L’azienda è nata con la vocazione all’export nel sangue.
«Sì, soprattutto verso i paesi dell’Est. E oggi più del sessanta per cento del fatturato Ica dipende dalle esportazioni».
Dietro il successo della società la forza di un inventore PACCHETTI Cesare Rapparini davanti al packaging prodotto dai macchinari dell’Ica
I NUMERI
24
1,2
MILIONI
MILIONI
E’ il fatturato del 2011, prodotto da 150 lavoratori Oltre il 70 per cento dipende dalle vendite all’estero
E’ la quota che l’azienda destina alla ricerca e rappresenta il 5 per cento del fatturato totale
Dagli anni Sessanta al Duemila è cambiato il mondo.
«Allora potevi inventarti una macchina, venderla, montarla e collaudarla direttamente dal cliente. Oggi deve uscire già perfetta, cioè devi aver risolto ogni problema a monte». Quindi è tutto più complicato.
«Senz’altro. Papà lavora ancora tutti i giorni insieme ai tecnici per inventarsi procedimenti nuovi. Infatti le nostre
IL FONDATORE «Mio padre ha depositato oltre 200 brevetti e ha ricevuto un premio come inventore straordinario» macchine sono quasi tutte prototipi. Quando va bene differiscono dalle altre del 20 per cento. Altrimenti molto di più». Perché?
«Be’, perché le ragioni della produzione esigono standardizzazione dei processi, mentre i clienti pretendono personalizzazione. Del resto arrivano qui e ci dicono: il marketing mi dice di cambiare il packaging del mio prodotto. Avete una soluzione?»
L’avete?
«La troviamo insieme a loro. Dalla richiesta alla progettazione, alla creazione di piccoli pezzi, al collaudo e all’assemblaggio finale a volte passano anche anni». In mezzo che succede?
«Ci sono simulazioni, montaggio di componenti, continui confronti con il cliente. Alla fine, magari accendo la tv e trovo la pubblicità di prodotti che noi abbiamo contribuito a rendere possibili». Mi fa un esempio?
«Prendiamo un igienizzante per il water. Il cliente ci dice: non voglio che si sciolga nella tazza, ma solo quando arriva nella fossa biologica. Allora bisogna trovare i materiali per il rivestimento che rendano possibile questa cosa. E studiare una macchina che riesca a trattare in maniera industriale quel materiale». Ottenendo il risultato richiesto.
«Certo. E anche rispettando le richieste del marketing rispetto alla confezione». Immagino che suo padre possa ritenersi soddisfatto di tutto quello che ha costruito.
«Nel 2010 ha ricevuto un premio dalla Wipo, società che dipende dall’Onu, come inventore straordinario. Del resto, in cinquant’anni di attività ha depositato duecento brevetti».
ICA è un’azienda che progetta, costruisce e fornisce macchine automatiche ad alto contenuto tecnologico per imballaggi di qualità. Fondata da Gino Rapparini nel 1963, è specializzata nell’imballaggio di prodotti alimentari e detergenti, essendo in grado di confezionare tutto ciò che è in polvere, grani, pezzi, chicchi. L’azienda si avvale di una completa automazione, dallo stoccaggio fino alla spedizione, senza alcun intervento manuale. ICA fornisce linee di confezionamento complete proponendo anche sistemi di riempimento, controlli peso e fardellatrici in polietilene termoretraibile: tutto ciò permette una perfetta sincronizzazione con qualsiasi tipo di impianto. I macchinari offrono un’ampia scelta di confezioni in materiale flessibile: a forma di busta, con soffietti laterali, a fondo quadro, paket (testa e fondo squadrati), sottovuoto, stand up con 3 lati saldati, confezioni con angoli marcati, a saldatura longitudinale off-set e Pronto Coffee, per il confezionamento di cialde di caffè in buste mono-dose. La maggior parte delle macchine permette anche facili e rapidi cambi di formato. ICA propone inoltre una gamma completa di dispositivi per facilitare l’apertura e la richiusura, da tradizionali nastri ed etichette autoadesive al tin-tie, peel-off, tear-off e zip. Artefice del continuo sviluppo tecnologico di ICA, Gino Rapparini è colui che l’ha portata al conseguimento di numerosi brevetti internazionali. L’originalità delle sue soluzioni è dimostrata da più di 200 brevetti depositati e dal Wipo Inventor Award «Inventore di eccellenza per l’attività e innovazione imprenditoriale nel settore del packaging industriale», riconoscimento ufficiale conferito il 4 ottobre 2010 a Roma dall’Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale.
VAI SUL NOSTRO PORTALE Per vedere la videointervista a Cesare Rapparini e le immagini della sua azienda vai all’indirizzo: www.ilrestodelcarlino.it/bologna
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