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BOLOGNA PRIMO PIANO
MARTEDÌ 22 NOVEMBRE 2011
In una scatola di tecnologia c’è il segreto del buon caffè
Caffita System, è nata a Gaggio Montano nel 2004 di MARCO GIRELLA
BEVUTO il caffè stamattina? Se credete di aver compiuto un gesto banale, quotidiano, vi sbagliate. Su quel gesto c’è chi ci ha costruito una fortuna. Analizzandolo, scomponendolo, segmentandolo e ricostruendolo fino a progettare un intero ciclo industriale fondato sulla tazzina fumante. Sono i quattro soci di Caffita System, società di Gaggio Montano: Sergio Zappella, Giovanni Zaccanti, Roberto Degli Esposti e Mario Muttoni. Tutti un po’ in là con gli anni, perché prima di fondare, nel 2004, l’azienda attuale, ne hanno spesi ventitrè a far prosperare la società che si erano inventati in precedenza, cioè la Saeco. Nel 2004, quando sono arrivati a cinquecento milioni di euro di fatturato e si sono sentiti arrugginiti, l’hanno venduta. E dopo un po’, fiutato un nuovo business, hanno aperto Caffita System, che quest’anno arriverà a sessanta milioni di euro di fatturato e il prossimo conta di raggiungere i cento. La storia ce la racconta Giovanni Zaccanti, perché gli altri soci sono oltre Atlantico a combinare nuovi affari. Qual è stato il collante che vi ha tenuto insieme tanti anni?
«Ci siamo conosciuti in Gsl, l’azienda che aveva creato Zappella a Gaggio. Produceva macchine per il caffè. Noi entrammo come manager. Dopo quattro o cinque anni fondammo insieme Saeco». Quattro soci che non litigano sono già una rarità.
«Ognuno di noi sapeva fare cose diverse. Zappella capiva in anticipo dove andava il mercato. Io seguivo la produzione, Muttoni la parte commerciale, Degli Esposti quella tecnica. Allora, con noi, c’era anche Arturo Schmed. Se un socio era impegnato, un altro poteva prendere le decisioni al suo posto». E alla Saeco com’è andata?
«Benissimo. Abbiamo svoltato nell’85, quando abbiamo creato la prima macchina automatica per il caffè». Non esistevano anche prima?
«Sì, ma nessuna in cui per passare dai chicchi alla bevanda bastasse premere un bottone». Un successone.
L’AZIENDA
Impianti avveniristici e riciclaggio dei materiali
CAFFITA Giovanni Zaccanti
I NUMERI
60
186
Milioni
Dipendenti
E’ il fatturato del 2011 ma la previsione per il 2012 è di arrivare a toccare quota 100 milioni di euro
Lo stabilimento di Gaggio Montano occupa 119 persone, mentre in quello di Rozzano lavorano 67 persone
gno di macchine automatiche per il caffè prima di averne costruita una. Passammo un mese a produrre prototipi e buttarli via». Nel 2004 vendeste.
«Era il momento. Poi Zappella si lanciò nel mercato delle cialde». Alla parola cialda io penso a un cono gelato. Invece la cialda per il caffè è un barattolino di plastica.
«Dentro c’è un filtro di plastica sul fon-
«Decidemmo che il mercato aveva biso-
ZACCANTI «Le nostre cialde permettono di conservare ed esaltare le qualità del macinato» do, il caffè nel mezzo e un altro filtro sopra. Infine c’è lo strato di chiusura». Perdoni la diffidenza: il caffè che esce da una scatola mi inquieta.
«E’ buono e sicuro. Si mette la cialda nella macchina, che la buca sopra e sotto. L’acqua passa attraverso i filtri e il macinato a una determinata pressione e i filtri non rilasciano nulla. Sono in plastica alimentare, secondo norme Ue». Sì, ma il caffè com’è?
«Sigillato e sottovuoto, quindi non perde le proprietà aromatiche e organolettiche.
Quello di casa comincia ad alterarsi appena si apre il sacchetto». Il caffè come missione sacerdotale.
«Quasi. Richiede tecnologie molto avanzate. Investimenti in ricerca per rendere sicuro il ciclo produttivo e garantire la qualità delle miscele». Lo stabilimento, tra computer, controlli su azoto e ossigeno, macchine per la tostatura e silos monitorati, fa pensare alla Nasa. A Gaggio Montano.
«Il segreto è combinare le proprietà dei filtri e delle miscele con quello delle macchine che producono l’emulsione». Tradotto per i neofiti?
«Il caffè è come il vino. La giusta combinazione di miscele diverse produce qualcosa di unico, che deve restare inalterata nel tempo». E i filtri e le macchine?
«Con le nostre cialde e le nostre macchine lei può fare un caffè ristretto, espresso, lungo, all’americana. Perchè il gusto dipende anche da come si fa il caffè. Quello americano in caraffa non somiglia al nostro espresso». Fate anche quello?
«Lo fa il cliente con i nostri prodotti. Perchè noi, in realtà, non vendiamo solo caffè. Dobbiamo permettere a brasiliani, americani, svedesi, di farlo a modo loro. Il nostro mercato è il mondo».
CAFFITA System nasce nel 2004 a Gaggio Montano, dove si trova la sede produttiva, logistica e direzionale dell’azienda. A solo un anno dalla costruzione viene prodotta la prima capsula di caffè con il marchio Caffitaly System. Nel 2010 presso Rozzano, nell’hinterland milanese, è sorto un secondo stabilimento. In pochissimi anni la società si è affermata nel settore della commercializzazione e produzione di cialde da caffè e oggi dalle sue fabbriche escono più di 5 milioni di capsule al giorno. Il marchio Caffitaly System è un innovativo sistema di confezionamento in capsule, coperto da brevetti internazionali che permette di mantenere inalterati il gusto e l’aroma del caffè dalla macinatura all’espresso. Essendo un sistema combinato semi-aperto, permette ai partner di inserirsi in qualsiasi momento del processo produttivo. Questi hanno la possibilità di personalizzare il proprio prodotto in ogni suo elemento, dal colore della capsula al film superiore, fino al box ed al traybox. Poter offrire ai propri clienti finali la possibilità di scegliere tra diversi torrefattori e quindi, tra diversi marchi di caffè, è stato un importante fattore competitivo, che ha distinto l’azienda sul mercato. Inoltre la gamma dei prodotti non si limita alle diverse varietà di caffè espresso, americano o crema: proprio per la particolare struttura della capsula Caffitaly System è possibile ottenere altre bevande come tea al limone, tea in foglie, camomilla, orzo, tisana, bevanda bianca e bevanda al cacao. Caffita è attenta alla gestione ambientale: l’azienda ha installato su propri impianti pannelli fotovoltaici; per marcare scatole e imballi ha scelto una tecnologia che utilizza poca energia ed utilizza inchiostri a base di resina ecocompatibili.
VAI SUL NOSTRO PORTALE Per trovare la videointervista, con le foto di Giovanni Zaccanti e di Caffita System, andate sul nostro sito: www.ilrestodelcarlino.it/bologna