Premio Mascagni, la Italchim

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BOLOGNA ECONOMIA

MARTEDÌ 25 GIUGNO 2013

UNA VITA Anna Guidotti ha fondato nel 1970 l’Italchim insieme con suo marito Romano Cassanelli

«Lavorare con le Ausl è possibile, basta fare come le formiche»

Anna Guidotti e Italchim, azienda di detersivi industriali di SIMONE ARMINIO

ERA il 1970 quando Anna Guidotti, giovane impiegata in una ditta di abbigliamento, sposata di fresco con Romano Cassanelli, responsabile commerciale di una fabbrica di deodoranti, decisero di mettersi in proprio. L’attenzione cadde sui detersivi, venduti prevalentemente a ospedali ed enti pubblici. Signora Guidotti, le aziende chiudono per colpa delle Ausl: come si sopravvive alle fatture non pagate?

«Non è certo una novità che gli enti pubblici paghino in ritardo. Per noi è sempre stato così. Ci siamo adeguati di conseguenza, non capisco il clamore».

«Allora ragioniamo con il portafogli: lavorare per la Gdo significa trascurare gli altri clienti e modificare gli impianti produttivi adattarsi a quei numeri e quelle necessità. Poi un bel giorno la catena di supermercati trova un fornitore migliore e tu, che ormai ti sei tarato su di loro, sei costretto a chiudere. E poi vuole mettere la sfida di presentare un progetto, la gioia di vincere un appalto? Io e mio marito che oggi purtroppo non c’è più abbiamo lavorato per molti anni insieme

L’EXPORT È LONTANO I principali clienti sono italiani: in primo luogo ospedali, cliniche e pubbliche amministrazioni

Avrete un metodo segreto.

«Certo, si chiama metodo della formica: da 40 anni accantoniamo parte degli utili per assicurarci una liquidità a fronte dei ritardi nei pagamenti». Mai pensato al grande pubblico?

«Prima lo facevamo. Quando arrivò la grande distribuzione ci fu da scegliere: lavorare per loro o concentrarsi sul professional. Ma i supermercati danno pochi margini. Bisognava ridurre la qualità. Non ce la sentimmo». Un imprenditore che usa il cuore?

EREDITÀ FAAC I carabinieri del Ris al lavoro sui testamenti IL 2 LUGLIO i carabinieri del Ris inizieranno gli accertamenti per capire se i tre testamenti in cui il defunto Michelangelo Manini, mister Faac, nominava erede la Curia sono autentici o falsi. All’incidente probatorio parteciperanno i periti di parte: per i consulenti dei parenti vi è una discordanza tra firma e testo, mentre per il perito dell’arcidiocesi essi sono autentici. Sempre in questa indagine, giovedì sarà ascoltato Carlo Rimondi, lo zio di Manini. Nel civile, invece, domani si terrà l’udienza in cui il giudice valuterà se la Curia ha versato in un unico conto corrente 30 milioni di euro, parte dell’eredità. m. s.

con tanto impegno e siamo riusciti a ottenere ottimi risultati». Oggi tutto è in mano a lei. È molto più difficile?

«Mio marito qui dentro manca molto. Ma ci fu un periodo in cui seguì quasi interamente la sua passione per le costruzioni e aprì un’impresa edile. Mi abituai in quegli anni a gestire l’azienda da sola. Da diversi anni collaborano com me i miei due figli. Non li abbiamo mai obbligati. E invece loro, che fin da piccoli gironzolavano in

azienda, non vedevano l’ora di impegnarsi nell’attività insieme a noi». Vorranno ampliare gli orizzonti?

«In realtà il nostro è un mercato quasi esclusivamente nazionale».

Un’azienda che cresce, in tempi di crisi, senza export e lavorando prevalentemente con enti pubblici. Da non crederci.

«E invece quest’anno siamo cresciuti, anche l’anno precedente. Oggi fatturiamo circa sei milioni di euro e lavoriamo per migliorare i nostri prodotti in base alle necessità specifiche dei clienti nel rispetto dell’ambiente».

Dalla lavanda coltivata al prodotto finito

LA SEDE Lo stabilimento di via del Mobiliere

MILLE BOLLE BLU

43 anni

Era il 1970 quando i giovani coniugi Cassanelli crearono l’Italchim

2000 prodotti

Vengono commercializzati ogni anno dall’impresa

6

Come avrete sopperito?

È il fatturato annuo dell’azienda, che in anni di crisi non ha mai perso

«Nel 2005 abbiamo un’azienda agricola esclusivamente dedicata a produrre lavanda per i nostri prodotti. Più ecologico di così...». Il futuro è green?

«È lì che guardiamo, lavorando per incentivare la nostra linea ecologica. E lanceremo presto una nuova linea di prodotti per la persona: bagnoschiuma, creme e prodotti cosmetici a base ecologica. Magari torneremo alla vendita al dettaglio: mai dire mai».

••

L’AZIENDA

Le Ausl sono molto esigenti?

«Sì, hanno da sempre regole molto più stringenti di quelle in vigore nei mercati tradizionali. Vietato usare determinati additivi pur concessi dalla legge, e vietato usare profumi».

13

milioni

PRESENTE su tutto il territorio nazionale, Italchim produce e commercializza oggi una gamma di prodotti per la pulizia che consta circa 2000 differenti tipologie di prodotti. In gran parte detersivi, realizzati per ospedali pubblici, cliniche private e industrie. Tre i poli attorno a cui ruota l’attività dell’azienda. Lo stabilimento produttivo è in via del mobiliere, dove ha sede l’azienda, che occupa 15 persone in totale. A Castello di Serravalle un’azienda agricola coltiva la lavanda dalla quale viene poi ricavato l’olio naturale utilizzato nei prodotti. A Osteria Grande, sulla via Emilia infine, nel vecchio stabilimento Malaguti, ha sede il deposito merci. IN QUARANT’ANNI di attività l’Italchim ha sempre innovato la gamma degli articoli per rispondere alle richieste specifiche dei clienti, molto esigenti soprattutto in campo medico. Da qui la svolta ‘bio’, con l’utilizzo esclusivo delli lavanda di propria produzione come unico deodorante per i prodotti e il lancio di una linea ‘natural’ derivante esclusivamente da prodotti naturali. Sono circa 300 i formulati chimici dell’azienda, che nel 2012 ha fatturato 5,8 milioni di euro (con un 5% di crescita rispetto al 2011) e ne ha investito il 4% in ricerca e sviluppo. ALLA GUIDA dell’azienda c’è oggi Anna Guidotti, fondatrice di Italchim insieme al marito Romano Cassanelli (scomparso due anni fa) e i due figli Stefano e Lisa. Le sfide del futuro, spiegano i tre, sono l’espansione al mercato estero, con la recente apertura al Marocco, e il rafforzamento della linea ecologica. Simone Arminio


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