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10 CAMPIONATO GIORNALISMO
GIOVEDÌ 2 FEBBRAIO 2012
Scuola media
Dante Alighieri II A Capannoli
Strega? Preferisco contadina Processate con l’accusa di malefici, donne innocenti della Valdera del ‘600 INTERROGATORIO
Come le altre anche Caterina confessò A DÌ 12 maggio 1647, estratta di carcere e costituita personalmente avanti l’ill.mo et rev.mo vescovo di San Miniato et avanti il suo rev.mo signor vicario generale Caterina di Matteo da Capannoli habitante a Campignoli... Detto che dica la causa per la quale è stata condotta qua, risponde «Io mi immagino la causa, perché mi è stato apposto che io habbia fatto una cosa che non è, cioè che io habbia guasto una donna». Detto chi sia questa donna che habbia guastato, rispose «Si chiama Caterina di Sandro lavoratore del signor abate Borghini del Bosco Grosso». Detto in che modo li sia stato detto che habbia fatto questa malia, rispose: «Mi dicano che io gnene habbia data in un fico». Detto se veramente essa confessasse a prete Domenico d’haver fatto questa malia, rispose: «Doppo molte parole e molti interrogatori li dissi ‘Voi volete che io l’habbia fatto, io dirò d’haverlo fatto!’». Detto di che età ella sia, rispose: «Io ho da sessantatré a 64 anni». Detto se in casa sua sia sola o habbia nessuno altro, rispose: «Io sono vedova già quindici anni sono et una figliola che sta meco et due figlioli, Francesco e Bartolomeo, che stanno tutti dua a Solaia».
DOMANDATO se detta Caterina di Sandro li chiedesse rimedio alcuno contro a questo suo male, rispose: «Signor sì». E quivi, legata et al canapo sottoposta, dettoli che essa nelle sue examine ha confessato essere stata col demonio...>> da atti del processo, nell’Archivio vescovile, San Miniato, in S.Nannipieri “Caterina e il Diavolo” ed. ETS
CAPANNOLI, arsa viva per «stregoneria». Era quello che succedeva ad alcune donne con doti curative particolari nel XVII secolo. La chiesa considerava queste donne in contatto con il diavolo e capaci di fare malefici verso altre persone fino alla morte. Nell’archivio vescovile di San Miniato, tra i processi dell’anno 1647, si conserva quello a Caterina Volterrani, detta la Volterrrana. Residente in un piccolo paesino della Valdera situato tra Volterra e Pontedera precisamente a Santo Pietro in Belvedere (frazione di Capannoli), Caterina, vedova di 64 anni, vive in una casa nel podere Campignoli, ospite dei Gobbi, dopo che i figli maschi l’hanno abbandonata. Faceva la contadina ed era esperta di cure con le erbe grazie, cure apprese non dal diavolo ma da un medico, Pietro Ruschi, quando lei faceva da balia in casa Berzichelli a Pisa,
IL 7 MAGGIO di quell’anno, Giuseppe Valentini, sbirro di Ponsacco, denuncia che una certa Caterina Volterrani abbia fatto una malia, alla moglie di Sandro Giobbi, lavoratore al Bosco Grosso( nella fo-
CAPANNOLI Il podere Campignoli dove viveva Caterina
to), un podere dell’abate Borghini. Caterina gli aveva detto, nella speranza di guadagnare qualcosa, che sua moglie “spiritata” sarebbe guarita, grazie alle sue cure. Siamo nell’anno 1647 e Caterina, senza un uomo al suo fianco a difenderla, si trova sotto l’accusa di stregoneria. Da questo momento inizia la persecuzione giudiziaria, che arriva fino
alla tortura. Gli atti del processo riportano una storia confusa. La debole mente di donna anziana si confonde, afferma e nega, inverte l’ordine dei fatti. Caterina è consapevole che rischia la pena di morte, quindi decide di collaborare. Riferisce di viaggi straordinari, episodi magici, di un noce, di una città del diavolo (verosimilmente Firenze,
città di vizi e feste per i contadini della Valdera), riporta narrazioni ascoltate dalla gente, durante le veglie. Infatti i luoghi e i fatti che Caterina inventa assomigliano molto a quello che qualche decennio prima aveva riferito un’altra donna di queste zone, processata anche lei per stregoneria a San Miniato, Gostanza da Libbiano (Peccioli). Il 28 maggio si mise in moto la struttura inquisitoria superiore, il tribunale di Pisa; da Pisa gli atti del processo furono spediti alla congregazione del Sant’Uffizio di Roma, in Santa Maria sopra Minerva. Il 22 luglio Caterina Volterrani fu ricondotta a casa del figlio e lì lasciata, come si direbbe oggi, agli arresti domiciliari. Non fu assolta, ma nemmeno condannata a causa della scarsità degli indizi contro di lei. Alla fine Caterina fu assolta perché si capì che era una donna vedova e una povera contadina. Caterina ebbe fortuna perché trovò un giudice comprensivo, ma ciò non accadeva sempre a quell’epoca; in particolare a Salem (1692, New England), come abbiamo studiato, 19 persone furono giustiziate. Donne torturate o arse vive, in modo che non lasciassero tracce e che il loro corpo si purificasse.
LA RICERCA STORICA UNA PROSPETTIVA LOCALE PER DARE UN CONTRIBUTO
L’Inquisizione e la condizione femminile
IL CALDERONE Ecco come gli alunni vedono la stregoneria
LA STREGONERIA è detta anche «l’era dei roghi» quando la chiesa Cattolica, appoggiata dal mondo laico, torturò ed uccise un numero imprecisato di streghe o presunte tali. Il numero delle donne morte a causa di questa isteria collettiva fu enorme. La figura della strega è molto antica, seppur con diversa caratterizzazione. Nella cultura greca e latina aveva una propria collocazione e non veniva descritta coi toni delle donne malefiche datesi a Satana. A determinare un cambiamento della strega, ebbe un ruolo fondamentale il contatto con il mondo cristiano, che considerava ogni espressione della cultura pagana una testimonianza del culto di Satana. Le persecuzioni delle streghe risalgono al 340 d.c. con il Concilio di Alvira, di Rotari (643) e di Liutoprando (727), che punivano chiunque procurasse la morte con l’ausilio della magia. Nel XI-XII secolo il dibattito sulle streghe passò in secondo piano, solo nella metà del XIII secolo tornarono ad occuparsene per il fatto che nel 1218
Federico II decise che la stregoneria fosse giudicata come un’offesa alla maestà divina. Nel 1231 il papa accolse la decisione e condannò le streghe al rogo.
LA VICENDA di Caterina Volterrani si svolge nel 1647, nella situazione socio-culturale della campagna toscana, in cui le pratiche terapeutiche, che risentivano di elementi magici, accettati per secoli, non erano più tollerati dalla chiesa controriformata. Ricorrevano a questa guaritrice gli abitanti, anche di un certo livello sociale, dei paesi della Valdera, Valdarno e Valdelsa: Chianni, Terricciola, Peccioli, Ghizzano, Montaione, Gambassi, Capannoli, Ponsacco, S.Miniato. Nei fatti di stregoneria, simili a quello di Caterina Volterrani, il racconto storico è basato sulla narrazione orale, ma soprattutto sulle confessioni sollecitate dagli inquisitori, che spesso erano più fini conoscitori di letture demoniache che non di esseri umani.
LA REDAZIONE Questa pagina del campionato di giornalismo, organizzato da «La Nazione» è stata realizzata dalla IIA, scuola media “Dante Alighieri” di Capannoli: Guglielmo Benedetti, Francesca Bernardeschi, Debora Bi-
tossi, Gianluca Bove, Camilla Carnesesecchi, Francesca Cipolli, Sara Citi, Mario D’Avino, Martina Fontana, Giuntini Alissia, Aurora Granchi, Melissa Granchi, Lorenzo Landi, Desara Mehmeti, Giovanna Moccia-
ro, Michelle Morani, Federica Paoli, Roberta Paoli, Mario Papadopol, Eleonora Pratelli. Docente tutor: Patrizia Guiggi, dirigente scolastica: Renata Lulleri.
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Scuola media
Luca d’Aosta II C Cascina
Piccoli paesi ma grandi storie Segreti nascosti nel territorio di Cascina. Una guida per sentirti a casa PICCOLI paesi in mezzo ai campi, gente che si conosce, vecchie storie raccontate di padre in figlio, persone che credono che il luogo in cui abitano sia soltanto un paese. Quelle persone forse non sanno o non pensano che il posto in cui abitano è stato a sua volta abitato da grandi persone. Piccoli paesi somiglianti ad opere d’arte, edifici strani in territori estesi, chiese belle e sconosciute! E tu? Sì, proprio tu che stai leggendo, lo sapevi? Sapevi o immaginavi tutto questo? Sapevi che il paese dove abiti ha una grande storia? Sapevi perché il tuo paese porta quel nome? Se sei curioso e vuoi saperlo, leggi e leggi ancora! Noi, dopo tutto, abbiamo fatto questo lavoro anche per te…! FORSE, abiti a San Benedetto e comunque, anche se non ci abiti, potrebbe interessarti la storia di quel paese che conosci, no? Ad esempio sai chi è il Conte Ugolino? Ti do un aiuto, ne parla Dante Alighieri nella Divina Commedia: fu accusato di tradimento contro Pisa e cercò rifugio qui. Ti
PASSATO E FUTURO La facciata di San Lorenzo
chiederai il perché, beh lo sapevi che aveva un Castello qui e i resti sono ancora visibili nel letto dell’Arno durante i periodi di siccità? E i Lanfranchi, nobili pisani ma ghibellini, anche loro ricordati da Dante Alighieri nella Divina Commedia purtroppo come nemici del Conte Ugolino? Sapevi che
esiste ancora la loro residenza in questo territorio così importante anche per i Romani perché delimitava il Limes dell’Impero Romano? Ed ancora San Frediano, un irlandese, che divenuto vescovo di Lucca, ha deviato il corso del fiume Serchio? Sapevi che il nome del paese è dovuto a lui an-
che se porta l’aggiunta di Settimo perché si trova al Settimo Miglio Romano della “Strata Vallis Arni” che porta a Pisa, così come San Benedetto e indica la distanza da quella città?. Conosci San Giorgio a Bibbiano? Si trova a tre chilometri da Cascina, abiti lì tu? Lo sapevi che le pietre con cui è stata costruita la chiesa vengono dal Monte della Verruca? Beh, noi lo sapevamo! Già il Monte della Verruca, avamposto della gloriosa Repubblica Pisana, fortezza militare dalla quale si poteva avvistare l’arrivo dei nemici da qualunque parte essi arrivassero, anche dal mare, e che nessuno riuscì mai a conquistare, nemmeno i Fiorentini che dovettero comprarla per averla!! Ma ora siamo in tempo di pace, le lotte comunali sono finite per nostra fortuna!!!Spero che tu abbia imparato tante cose leggendo questo articolo e spero soprattutto che tu imparerai ad apprezzare il meraviglioso posto in cui abiti perché tu, da oggi in poi, chiamerai questo paese, qualunque esso sia, «CASA» e con una punta di orgoglio nella voce!.
PROGETTI FRA TRADIZIONE, CULTURA E CURIOSITÀ. ECCO I NOSTRI APPROFONDIMENTI
Il territorio, i romani, il Medioevo e le chiese LA CENTURIAZIONE, fatta dividendo il terreno in superfici tutte uguali le Centuriae, da cui il nome di Centuratio, determinò l’insediamento abitativo dando origine a tutti i paesi del territorio. Quando i Romani conquistavano un territorio presidiavano la strada percorsa dalle Legioni e lo facevano servendosi dei Legionari Veterani, cioè quelli congedati, ad ognuno davano 50 jugeri di terreno (12,50 ettari), capi bestiame e schiavi; il Legionario, esonerato dal servizio e trasformato in Colono, s’insediava con la famiglia nel territorio assegnatogli, a guardia del sentiero aperto e percorso dai Legionari. PERSONAGGIO San Frediano fu vescovo di Lucca
LE CHIESE: San Frediano a Settimo: edificata nel 1178 a pianta rettangolare, nel 1872 divenne a croce latina con l’aggiunta di due cappelle laterali
e della cupola. Fra le sue opere d’arte la «Madonna in trono col Bambino ed Angeli» attribuita a Turino Vanni. E’ dedicata a San Frediano, vescovo di Lucca, che riuscì a deviare il corso del Serchio. San Giorgio a Bibbiano: romanico-pisana, ad una navata e intitolata a San Giorgio che ha ucciso il drago simbolo del male, è diversa dalle altre chiese del territorio: ha la facciata rivolta a Mezzogiorno, è tronca al vertice termina con una piccola bifora a vela; reca la lapide indicante l’altezza raggiunta dall’Arno durante l’inondazione del 1855. San Lorenzo a Pagnatico: romanica, ad una navata, fu edificata tra il XI e XII sec. Ha sulla facciata l’unico portale d’accesso, la lunetta, il timpano come nella Pieve di Cascina e al centro una fessura a forma di croce con due oculi ai lati; il campanile quadrato è diviso in tre fasce.
LA REDAZIONE La pagina è stata realizzata dalla IIC scuola media Duca D’Aosta, Cascina: Afrune Giulia, Alberti Alessio, Bellomo Andrea, Biocca Luca, Caggiano Chantal, Caliniuc Sebastian Eduard, De Marco Camilla, Der-
vishi Debora, Di Lillo Simmaco, Germano Leonardo, Giorgetta Luca, Guerucci Benedetta ,Hysa Alessia Andja, Katorri Klaudja, Martini Leonardo, Meli Raffaele, Nuti Giorgia, Ozkutayli Deniz, Riva Alessandro, Ter-
ni Dario, Vazzano Chiara (Classe 2˚C, Scuola Media “Duca d’Aosta”) Istituto Comprensivo “Fabrizio De Andrè”. Insegnante-tutor: professoressa Martelli Rita. Dirigente scolastico: Beatrice Lambertucci.
SCOPERTE
San Frediano e San Giorgio Miracoli e vita NEL MEDIOEVO l’Arno straripava, allagava case e affogava animali e persone. Ciò succedeva per la troppa acqua che riceveva dal Serchio e dagli altri suoi affluenti che scendevano dalle Colline Pisane. I Medici, ricca famiglia fiorentina, durante il loro governo pensarono di deviare il corso del Serchio. Secondo una leggenda, però, fu il vescovo di Lucca San Frediano che, con un miracolo, riuscì a deviare il fiume, facendo in modo che le sue acque finissero in mare; con un rastrello il Santo tracciò il corso che avrebbe dovuto seguire il Serchio e le sue acque, miracolosamente, vi s’incanalarono come ubbidendo ad un ordine. Altri dicono che San Frediano fosse un esperto idraulico e fece eseguire i lavori per deviare il corso del fiume. Le leggende sono tante; si dice anche che i lucchesi, per dispetto ai Pisani, deviarono il corso del fiume per non far arrivare più l’acqua nell’Arno, ma si rovinarono da soli: a Pisa ci fu e c’è ancora acqua nell’Arno, mentre i costi sostenuti per deviare il Serchio furono altissimi. UNA STORIA sulla vita di San Giorgio racconta che il santo, arrivato in un paese, vide un bimbo che annaffiava le rocce, domandò perché lo facesse e lui rispose che voleva un fiore: la nonna gli aveva detto che, nella vita, per arrivare a qualcosa bisogna impegnarsi. Il giorno dopo S. Giorgio ripassò, vide il fiore e decise anche lui d’impegnarsi per raggiungere i propri scopi.
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