BOLOGNA ECONOMIA
MARTEDÌ 1 MAGGIO 2012
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Il segreto della tecnologia che apre tutte le porte
L’ad Andrea Marcellan racconta la storia della Faac di MARCO GIRELLA
L’AZIENDA
CI SONO prodotti che entrano talmente nella mentalità dei clienti da creare nuove culture. Quando, nel 1965, Giuseppe Manini fondò la Faac, pensava di aver aperto una fabbrica di cancelli automatici. Invece aveva appena dato il via all’epoca del passo carraio. Che esisteva anche prima della Faac, ma non era così diffuso, capillare e onnipresente come adesso. Solo dopo che tutti i cancelli dei cortili sono diventati automatici il passo carraio ha dettato la sua legge implacabile, diffondendosi e moltiplicandosi. Per creare prodotti del genere, che arrivano a condizionare il costume, bisogna avere grande inventiva. Ma per gestire il frutto di quel talentaccio, quasi cinquant’anni dopo, serve più tenacia che genialità. «IO DICO sempre che le aziende vanno organizzate a misura di manager normodotati — spiega Andrea Marcellan (nella foto), amministratore delegato della Faac —. Per condurre un’impresa, oggi, ci vuole capacità di stare sul pezzo, resistenza e metodi di lavoro che hanno poco a che fare con i colpi di genio». La Faac è una delle poche aziende storiche bolognesi gestite dal management. Il presidente, Michelangelo Manini, è morto nel marzo scorso, lasciando tutti i suoi beni, compresa l’azienda, alla Curia bolognese. Per il management è cambiato poco. «Ai dirigenti — insiste Marcellan — si chiede di dare sicurezza e certezza agli investitori. Passiamo le giornate a prendere decisioni e valutarne gli effetti. Quindi ci servono meccanismi di controllo che aiutino a sbagliare il meno possibile. Meccanismi che si creano in modo metodico e non con intuizioni quasi artistiche, come quelle di chi si inventa un mercato». Lei la fa meno poetica possibile, eppure guida una delle aziende più forti del Bolognese. Un’azienda in espansione.
«Da quando sono arrivato, nel 2007, mi sono appassionato molto alla Faac. E forse ho avuto vita facile perché in fabbrica ho trovato molte persone con grande senso di appartenenza».
Un impero che parla inglese e si allarga in cinque continenti
I NUMERI
214
1.055
È il fatturato in euro del 2011, in crescita di 34 milioni rispetto all’anno precedente Il 2% viene investito in ricerca
Divisi nelle varie sedi aziendali Nel quartier generale di Zola, che occupa 26mila metri quadri, gli addetti sono 238
milioni
gioranza femminile.
«Vero. Nel fare assemblaggi le donne hanno un’efficienza molto superiore agli uomini». E siete un’azienda in espansione, a giudicare dalle acquisizioni.
«Abbiamo alle spalle quasi cinquant’anni di storia, che dividerei in tre fasi». Si accomodi.
«Prima fase, la fondazione. Giuseppe Manini crea un prodotto, i cancelli automatici, e crea anche il mercato per quel
Siete un’azienda a stragrande mag-
IL PASSAGGIO Da un mese la società è stata ereditata dalla Curia ma nella sede di Zola nulla è cambiato prodotto, che prima non esisteva. All’inizio c’è poca concorrenza e i profitti sono alti». Fase due.
«Alla fine degli anni Settanta compaiono i primi concorrenti, quasi tutti italiani. Il settore non richiede l’impiego di grandi capitali, e i margini sono buoni. La Faac, quindi, inizia a espandersi all’estero. Nascono filiali in Francia, Inghilterra e Stati Uniti. In questa fase entra un socio di minoranza francese, la
dipendenti
Somfy, quotata alla Borsa di Parigi». Fase tre.
«Comincia la diversificazione. La Faac crea porte automatiche scorrevoli per il passaggio pedonale, come quelle dei supermercati. E sistemi di controllo dell’accesso veicoli per i parcheggi, i caselli autostradali, i ponti e le gallerie a pedaggio». E come si arriva ai 214 milioni di euro di fatturato odierni?
«Nella terza fase, iniziano anche le acquisizioni. Si cercano nuove strategie di sviluppo». E dove vi portano?
«Puntiamo a crescere in tutte le linee di prodotto, con particolare attenzione ai sistemi per il controllo degli accessi pedonali e veicolari. E vogliamo farlo anche sui mercati emergenti. Il nostro profilo internazionale è più netto, ma la testa resta a Bologna». Avete acquisito da poco un’azienda svizzera.
«Senza delocalizzare niente. Grazie alla collaborazione degli operai, abbiamo razionalizzato gli spazi nello stabilimento. E tra poco trasferiremo dalla Svizzera a Zola Predosa le attività di assemblaggio della società appena comprata». Insomma, il cuore resta qua.
«Insieme al cervello. Che è fatto di panel tecnologici e software per pilotare i dispositivi».
FAAC (Fabbrica automatismi apertura cancelli) fu fondata nel 1965 a Zola Predosa da Giuseppe Manini, che anticipò l’avvento delle automazioni degli accessi in ambito residenziale e commerciale. Faac puntò subito sulla qualità e affidabilità della tecnologia oleodinamica. Tra il 1990 e il 2007 la profonda natura di innovatore e apripista di settore dell’azienda ha trovato corrispondenza nel deposito di 42 brevetti internazionali sulle proprie soluzioni progettuali. Durante gli ultimi dieci anni Faac ha beneficiato del know-how così sviluppato internamente per ampliare la gamma di prodotti, passando a soluzioni di automazione e controllo accessi in ambito commerciale e direzionale: porte automatiche scorrevoli e battenti, applicazioni per parcheggi, barriere, automazioni per portoni e porte industriali, dissuasori di traffico veicolare. ALLA MORTE di Giuseppe Manini la guida della società venne assunta dal figlio Michelangelo, scomparso qualche settimana fa. Il gruppo Faac è cresciuto costantemente in ogni ambito di automazione e controllo accessi, sino a diventare un gruppo internazionale, con oltre 1.000 persone impiegate in 5 continenti, 12 siti produttivi in Europa, 24 filiali commerciali di proprietà nei principali Paesi e un network di oltre 80 Paesi serviti da distributori ufficiali. Sin dalle origini Faac ha riposto importanti risorse nel settore della Ricerca & Sviluppo. Internamente, la scelta della lingua inglese come lingua ufficiale del gruppo di ingegneri elettronici e meccanici nelle tre realtà, Italia, Svezia e Irlanda, ha permesso una collaborazione veloce ed efficiente, mentre all’esterno la collaborazione con le principali università scientifiche ha garantito un ulteriore arricchimento tecnologico.
VAI SUL NOSTRO PORTALE Per vedere la videointervista ad Andrea Marcellan e le immagini dell’azienda vai all’indirizzo: www.ilrestodelcarlino.it/bologna
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