Premio Mascagni, la Gazzotti

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BOLOGNA ECONOMIA

MARTEDÌ 13 MARZO 2012

Stile, qualità, tecnologia Quando il parquet parla bolognese Carlo Comani da dieci anni è alla guida della Gazzotti

di MARCO GIRELLA

ANCHE il parquet non è più quello di una volta. Colpa, tra gli altri, della Gazzotti. Che lo ha modificato, allungato, allargato e reso tecnologico quanto basta perché non lo riconosciate più. Una volta il pavimento in legno era costituito da listelli piccoli, allineati a mano, incollati sul pavimento, livellati, levigati e infine coperti di una vernice speciale. Adesso tutte queste lavorazioni avvengono prima ancora che il parquet venga posato, le doghe si sono ingrandite e si incastrano, una a fianco all’altra, come mattoncini Lego. In poche parole, siamo nell’era del prefinito. L’era in cui le lavorazioni nelle case che necessitano di un pavimento nuovo sono più rapide, pulite ed efficienti. L’era in cui Carlo Comani, una lunga storia di famiglia imprenditoriale alle spalle, applica alla vendita di pavimenti in legno quello che ha imparato in aziende molto diverse, com’erano, negli anni Ottanta, la Hatù e la Ico. Comani, lei ha passato una vita nelle vendite.

«Grazie ai rapporti di amicizia con il gruppo Maccaferri, all’inizio della carriera ho girato diverse società. In seguito, in Ico, mi sono occupato della divisione ospedaliera.» A un certo punto, Hatù-Ico finì in mani straniere.

«Sì, nell’87. Io rimasi come direttore generale del settore vendite. Esperienza che mi è servita moltissimo in Gazzotti.» Come?

«Ho impostato una struttura manageriale solida in un settore in gran parte artigianale.» Quando siete entrati nella Gazzotti?

«Nel ’90. Noi e la famiglia Goldoni. Un’alleanza già sperimentata alla Hatù-Ico. Poi loro si sono orientati verso altri tipi di investimento e dal 2002 è rimasta solo la mia famiglia.» E per non farvi mancare niente, avete rivoluzionato il settore.

«Il passaggio al parquet prefinito non è stato facile, anche se presentava molti vantaggi.»

L’AZIENDA VIVA IL LEGNO Carlo Comani in azienda davanti alle doghe del parquet

Con la doga unica ha rivoluzionato la pavimentazione in legno

I NUMERI

16,4

105

milioni

dipendenti

E’ il fatturato in euro riferito al 2011. Il quindici per cento viene dalle esportazioni in Cina, Corea, Russia, Turchia

La maggior parte lavora nello stabilimento di Trebbo di Reno che occupa 45mila metri quadrati

Chi faceva resistenza?

«Tutti gli operatori. I progettisti, i rivenditori, gli installatori e i consumatori.» Un sacco di gente.

«Il consumatore finale pensava che il prefinito avesse una qualità inferiore. E i venditori assecondavano il cliente finale.» Alla fine li avete conquistati.

«Sì. Oggi il parquet a doga singola ha un contenuto tecnologico, una resistenza e una stabilità eccezionale, tanto che lo si

L’INNOVAZIONE «Due anni di ricerche per creare il legno vintage: al tatto dà una sensazione naturale» può mettere anche in bagno o in cucina. Una volta era impensabile, per un pavimento in legno.» Adesso che avete convinto tutti, in Italia, vi resta sempre il resto del mondo da colonizzare.

«Per noi l’estero rappresenta il 15 per cento del fatturato. E’ chiaro, però, che un prodotto come il nostro, che punta molto sulla qualità e sul design, ha un mercato più facile in Italia.» Perché?

«Perché la nostra concezione della casa è

unica al mondo. All’estero si affidano molto al fai da te e usano prodotti di qualità molto più scarsa.» Magari sono più attenti all’ambiente.

«Niente affatto. Nel 2000 vincemmo un premio per la produzione di finiture a basso impatto ambientale. E nel nostro parquet non ci sono solventi che invece all’estero usano regolarmente.» La crisi edilizia peserà sui vostri conti?

«C’è sempre un patrimonio enorme da recuperare, e noi abbiamo le proposte adatte. Adesso vendiamo benissimo le finiture vintage. Il legno è microporoso e al tatto restituisce una sensazione più naturale. Ci sono voluti due anni di ricerca per metterlo sul mercato.» Progetti futuri?

«Stiamo cercando di rendere i nostri prodotti antibatterici. In Federlegno siamo impegnati a varare un codice di trasparenza per aiutare il consumatore a fare scelte consapevoli.» Quali?

«Il cento per cento delle nostre fasi di lavorazione sono fatte in Italia. Sul piano della qualità e della sicurezza vuol dire molto, mi creda.»

FONDATA nel 1910 da Leonello Gazzotti, è da allora un punto di riferimento preciso per il settore. Da allora le tecnologie costruttive si sono via via evolute: in linea con i nuovi stili di arredo di interni, i parquet Gazzotti si sono arricchiti di nuove specie legnose, nuovi formati, composizioni, tecnologie costruttive e di posa. Nel 1978 Gazzotti, prima al mondo, ha realizzato il primo parquet prefinito a lista unica. Furono anni di intensa ricerca che portarono a rivoluzionare il mondo del parquet e a dare vita ad una nuova era tecnologica ancora oggi assolutamente attuale. Negli ultimi dieci anni la ricerca si è concentrata su due obiettivi ben precisi: il rispetto per l’ambiente e la naturalezza delle finiture. IL PRIMO risultato tangibile è stato ottenuto nel 2000, quando Gazzotti ha ottenuto il premio «Eco Top 20» come miglior pavimento in legno, per resa estetica, tecnica e prestazione finale della finitura a basso impatto ambientale. Negli anni successivi molta attenzione è stata posta al miglioramento dei procedimenti produttivi per ottenere un prodotto di elevatissima compatibilità ambientale. Tutti i prodotti Gazzotti sono garantiti in classe E1 per i contenuti di formaldeide e tutte le finiture sono realizzate senza l’utilizzo di alcun tipo di solvente. Nel 2007, dopo anni di ricerca, Gazzotti ha lanciato sul mercato il parquet Vintage, il primo e ancora oggi unico pavimento in legno dalla finitura microporosa che permette una straordinaria naturalezza al tatto abbinata ad una manutenzione facile ed efficace. La nuova sfida 2012 sarà l’immissione sul mercato in aprile del parquet con finitura igienizzante, che sarà in grado di abbattere in 24 ore il 99,9 % dei batteri.

VAI SUL NOSTRO PORTALE Per vedere la videointervista a Claudio Comani e le foto della sua azienda vai all’indirizzo: www.ilrestodelcarlino.it/bologna


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