Premio Mascagni, Euroricambi

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BOLOGNA ECONOMIA

MARTEDÌ 27 MARZO 2012

La strada del successo da San Lazzaro a Teheran

Orazio Taddei racconta la storia di Euroricambi di MARCO GIRELLA

ANCHE se la fortuna di un imprenditore comincia spesso da una piccola officina di provincia, capita che poi, per tenersela stretta, sia necessario fare il giro del mondo. Più o meno quello che è capitato a Orazio Taddei, fondatore della Euroricambi, che oggi è seduto sopra a un fatturato di centoventi milioni di euro. Ma molto tempo fa, quando tutto è cominciato, era un capofficina di ventinove anni, che aveva investito tutti i pochi soldi che aveva per rilevare una quota di minoranza di un’azienda di San Lazzaro sull’orlo del fallimento. Svolgendo quel lavoro, Taddei ebbe modo di accorgersi che, lavorando sui pezzi di ricambio per i camion, spesso c’era bisogno di qualcosa di diverso rispetto ai componenti originali. Magari era meglio inventarsene di più robusti, o congegnati in modo da permettere agli automezzi prestazioni diverse rispetto a quelle per cui erano stati pensati. Presa coscienza dell’esistenza di un mercato interessante per i ricambi non originali, e separatosi dai soci, Taddei fondò la sua azienda. La Euroricambi. Ma prima di vederla fiorire, gli toccò aspettare di conquistare l’Iran. Taddei, in pratica il vostro mestiere è copiare.

«Noi prendiamo i pezzi originali di un camion, li ridisegnamo e li produciamo». Non sono protetti da brevetti?

«No. Ci siamo specializzati nei componenti del cambio e del differenziale. L’intero meccanismo è brevettabile, i singoli pezzi no».

L’AZIENDA

La forza dell’impresa nel carattere familiare

PADRE E FIGLIO Da sinistra, Pierluigi e Orazio Taddei, fondatore della Euroricambi

I NUMERI

650

4,5

dipendenti

milioni

Sono quelli impiegati in tutte le aziende del gruppo, per un fatturato complessivo di oltre 120 milioni di euro

Sono gli euro spesi in ricerca e sviluppo, che nel 2011 hanno permesso l’acquisto di nuovi macchinari: il 4 % del fatturato

Quindi li copiate.

«Facendo un grande favore ai consumatori. Che possono scegliere tra originali e prezzi stratosferici, oppure tra ricambi come i nostri della stessa qualità a costi molto più abbordabili». I costruttori di camion saranno contentissimi.

«Verso di noi, specialmente oggi, hanno un rapporto di amore odio. Da una parte forniamo un servizio indispensabile. Dall’altra siamo concorrenti in un settore in cui loro preferirebbero essere monopolisti».

Lavorate in un mercato saturo.

«Noi arriviamo dopo il mercato. Paradossalmente, preferiremmo che non uscissero modelli nuovi ma si continuassero a usare camion vecchi. Che si consumano di più e hanno maggiore bisogno di pezzi di ricambio». E fin dall’inizio della vostra storia esportate quasi tutta la produzione.

«Il 97 per cento. Quando cominciai in Eu-

LA SVOLTA «Ci misi due anni per entrare nel mercato iraniano, il più ricco del mondo per i ricambi dei camion» roricambi pensai che per lanciare l’azienda bisognava entrare in Iran». Perché?

«Era il più grande mercato del mondo. Perché in Iran non si può esportare un camion Mercedes intero, ma solo i pezzi. E lì vengono assemblati. Ci andai tre o quattro volte all’anno per due anni». Vendeva molto?

«Niente. Dopo due anni riuscimmo a ottenere un ordine dall’azienda di Rasfanjani, che aveva moltissimi camion. Poi ven-

demmo anche alla Mercedes di Teheran. Da lì entrammo in tutti gli ambienti». La grande crisi del 2008, però, avrà colpito duro anche lì.

«Noi vendiamo anche in molti altri paesi. Nord Europa, Stati Uniti. Comunque, sì. Nel 2009 il fatturato calò del 17 per cento». Come avete reagito?

«Aumentando la gamma dei componenti che produciamo. Attualmente ne realizziamo 500 nuovi ogni anno e continuiamo a fare anche quelli vecchi». Uno sforzo notevole.

«In questo campo, il primo che riesce a riprodurre un componente guadagna di più. Tanto che noi non aspettiamo che i clienti ci chiedano i vari pezzi. Li produciamo su base statistica». Avrete un magazzino monumentale.

«Non esattamente. Il magazzino è una sfida. Bisogna capire il mercato e individuare le logiche giuste per avere lo stock di prodotti che si vendono». Una cosa a metà tra l’algebra e l’alchimia.

«Ogni due settimane verifico i componenti che abbiamo e quelli che mancano, le previsioni di vendita e i tempi di produzione per quei determinati prodotti. E in base a tutte queste variabili stabilisco cosa dobbiamo fare».

EURORICAMBI nasce nel 1979, da un’idea di Orazio Taddei e sua moglie, Marisa Corazziari. L’attività consiste nella costruzione di parti di ricambio per autocarro. Più specificatamente, ingranaggi per cambio e differenziale, realizzati con le stesse caratteristiche dei ricambi originali, forniti da Mercedes, Scania, ZF, Volvo, Renault, con marchio Euroricambi e un costo più basso. All’inizio, e per molti anni, l’azienda ruota intorno a un ufficio tecnico che parte da un campione originale, lo rileva e lo disegna. Dopodichè la produzione è affidata a fornitori esterni. Fin da subito, Euroricambi cerca la propria clientela all’estero per non fare concorrenza all’azienda dalla quale proveniva Orazio Taddei, che produceva parti di ricambio per Iveco. Nel corso degli anni l’azienda riesce ad aumentare il fatturato, ampliando mercati e gamma dei prodotti, e verso la fine degli anni ‘80 inizia ad avere una propria officina, nella quale esegue parte delle lavorazioni di macchina utensile. Nel 2008 Euroricambi si trova ad avere come affiliate varie aziende più piccole: una Eurotec s.r.l., che vende i prodotti Euroricambi in Italia (dove nel frattempo sono cresciuti i veicoli esteri); una S.C. Metal Brasov Euroricambi, azienda rumena che produce parte della gamma di Euroricambi; e una partecipazione in Fabryka Armatur Swarzedz, che è una stamperia polacca. Si decide a quel punto di creare una struttura di holding che controlli le varie società del gruppo. L’azienda immette ogni anno sul mercato tra i 400 e i 500 articoli nuovi. Oggi Orazio Taddei e Marisa Corazziari sono affiancati alla guida della società dai figli Pierluigi e Patrizia.

VAI SUL NOSTRO PORTALE Per vedere la videointervista a Orazio Taddei e le foto della sua azienda vai all’indirizzo: www.ilrestodelcarlino.it/bologna


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