BOLOGNA ECONOMIA
MARTEDÌ 6 DICEMBRE 2011
11
Olio, viti, metalli e bulloni rendono la fabbrica più verde
Sposare qualità e ambiente la missione delle Officine Elmi di MARCO GIRELLA
I MISTERI dell’oleodinamica sono così profondi da risultare quasi inspiegabili, almeno per me. Perciò vi basti sapere che quando il carrello di un aereo scende in posizione, oppure quando si muove il braccio di una gru, o si alza e si abbassa la forcella di una moto, siamo di fronte a movimenti oleodinamici. Spostamenti che devono essere fluidi, facili, estremamente precisi. E che, per funzionare bene, hanno bisogno di pezzi di metallo particolari, piccoli, molto lavorati, perfettamente rifiniti. Se così non fosse, il vostro aereo rischierebbe un impatto col terreno piuttosto brusco. Manuela Elmi, titolare dell’omonima officina, tra i monti di Grizzana, produce proprio la minuteria meccanica che sta alla base dei movimenti oleodinamici. Pezzi a metà tra le viti, i dadi e i tondini di metallo, senza essere veramente nessuno di questi. Perché sono molto più sofisticati e intelligenti.
L’AZIENDA
Organizzazione e intelligenza per battere la grande crisi
IN FABBRICA Manuela Elmi
Come le è venuto in mente di aprire un’attività del genere?
«L’ha fondata mio padre, nel ’57. Io sono entrata nell’81 e la dirigo da sola dal ’90». Ormai un’azienda storica.
«Il bisnonno di mio padre, nell’Ottocento, costruì qui il primo mulino per macinare il grano. Poi ci aggiunse la ferriera. Le attività vennero tramandate, e nel secondo dopoguerra del Novecento mio padre iniziò a lavorare per i commercianti bolognesi di bulloneria. Faceva anche corpi valvola per la Weber. E poi arrivarono le commesse della Fiat, della Piaggio, della Same».
I NUMERI
1,650
MILIONI
DIPENDENTI
E’ il fatturato previsto per il 2011, tornato ai tempi precedenti alla crisi del 2008 dopo due anni di flessione
Anche il numero degli addetti è in aumento dopo un calo nel 2009 e 2010, anni molto duri per tante piccole aziende
Per lei è stato difficile inserirsi?
«Non è un mondo accogliente con le donne, ma io ero pur sempre una privilegiata». Ci sono stati momenti particolarmente duri, o particolarmente esaltanti?
«Gli uni e gli altri. Nel ’90, quando subentrai nella conduzione al capo officina di allora, avevamo perso molte commesse. Allora accesi un mutuo decennale e recuperai i clienti che ci permettevano di crescere. Spinsi l’azienda a realizzare nuovi prodotti, sempre più sofisticati».
12
Cosa c’è di complesso nei piccoli pezzi di minuteria meccanica?
«Tante cose. La qualità dei materiali di cui sono fatti. La capacità di funzionare a lungo. La precisione dei particolari che garantiscono tenuta e scorrimento».
Quindi lei obbligò l’officina a crescere.
«Dipende da cosa si intende per crescita». Lei come la intende?
«Crescere non è solo un problema di fatturato. Significa, soprattutto, apertura
SVILUPPO «Crescere non è solo un problema di fatturato ma di apertura mentale Vuol dire fare nel modo migliore» mentale. Cioè fare le cose nel modo migliore. Anche l’ultima crisi ci ha aiutato a prendere questa direzione». Si riferisce al 2008? «Sì. Lì abbiamo perso due terzi del fatturato. Per un’azienda come la nostra poteva essere un colpo mortale. Invece abbiamo investito su nuovi macchinari, con strumenti di controllo più raffinati, per soddisfare clienti che pretendono standard di qualità molto elevati». E ora i conti come vanno?
«Abbiamo già recuperato i numeri precedenti. Mantenendo anche un’attenzione fortissima all’aspetto ambientale. Ci tengo a portare l’azienda verso un impatto più leggero possibile». L’ecologia va d’accordo con i bilanci?
«Già nel 2005 ho riattivato lo sfruttamento dell’energia idroelettrica del fiume grazie a una nostra turbina. Poi abbiamo installato i pannelli fotovoltaici e ci riscaldiamo con una centrale a biomasse che ci ha permesso di eliminare il gpl. Sotto il profilo energetico, siamo praticamente autonomi e non inquiniamo. Ricicliamo anche molti materiali della lavorazione». Superata una crisi, siamo già dentro a quella nuova.
«Per me la strada per uscirne è antica. Dobbiamo tornare a fare pezzi durevoli. Finirla con la cultura dell’usa e getta. Le risorse del pianeta sono limitate, meglio se impariamo a sfruttarle meglio».
Quasi banale, ma niente affatto semplice.
«Volendo invece sì. Bisogna usare il cervello, accettando di sporcarsi le mani. Cioè riunire lavoro intellettuale e lavoro manuale. Noi investiamo su macchinari e persone. E sono le persone che creano valore aggiunto per le aziende. Cioè che fanno girare l’economia, senza danneggiare l’ambiente».
L’OFFICINA Meccanica Elmi nasce nel 1957 a Grizzana Morandi. Inizialmente produce dadi e tiranti torniti per i commercianti della regione, come Galvani e Vescovini. Negli anni Settanta e Ottanta arriva a fornire prodotti sempre più complessi, che vengono costruiti con le prime fantine meccaniche (Bechler Strhom) e con i primi torni cnc (Okuma): così l’azienda soddisfa le richieste più esigenti, allargando la clientela ad aziende come Weber, Piaggio, Fiat e Same. La crisi degli anni Novanta e la globalizzazione spingono l’azienda a fornire un prodotto difficilmente ottenibile nei paesi a basso costo. Nell’agosto 2000 l’azienda adotta un sistema di gestione della qualità certificato EN UNI ISO9001-2000, introduce nuovi macchinari ed informatizza i controlli in produzione. Attualmente la produzione di minuteria viene utilizzata dai clienti come componentistica di prodotti finiti. Un vasto parco macchine consente di costruire un’ampia gamma di prodotti, dalla semplice vite a particolari complessi utilizzati nell’idraulica e nell’oleodinamica. Si possono trovare particolari costruiti dall’Officina Elmi nei più svariati prodotti: forcelle per moto e biciclette, distributori idraulici, serrature, trafile per la pasta, trattori, imbarcazioni, ecc… Tra le note distintive dell’azienda è importante ricordare che produce più energia elettrica da fonte rinnovabili (su base annua) rispetto a quella utilizzata. Nel 2005 è stata riattivata la vecchia centrale idroelettrica dello stabilimento che genera il 98% della produzione, mentre l’altro 2% viene da un piccolo impianto fotovoltaico, installato nel 2008. Inoltre a ottobre 2011 ha ultimato un impianto di riscaldamento a cippato (biomassa) in sostituzione del vecchio impianto a Gpl.
VAI SUL NOSTRO PORTALE Per trovare la videointervista con Manuela Elmi e le foto della sua Officina, andate sul nostro sito www.ilrestodelcarlino.it/bologna
••