MARTEDÌ 8 GENNAIO 2013
IL GIORNO - il Resto del Carlino - LA NAZIONE
Da oggi a Firenze il Salone n. 83 dedicato all’UOMO con 1062 marchi Dai brand più noti alle nuove proposte Due le sfilate-evento: Ermanno Scervino e Kenzo La Fortezza invasa dai libri
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IL COMMENTO
Firenze capitale di genialità Aspettando le infrastrutture e un neo-Rinascimento Luigi Caroppo
ASPETTANDO il risorgimento del Rinascimento versione terzo millennio, Firenze accoglie a braccia aperte l’83esima edizione di Pitti Immagine. Una città che splende di Storia e Bellezza. E di ineguagliabile fascino esaltato dalla Moda di casa in riva d’Arno. Ma che aspetta, ormai da tempo, che la scintilla della ripartenza, da capitale internazionale, si accenda per un rilancio in grande stile. Non una città-meteora che fa parlare ogni tanto di sè e richiama al suo passato glorioso, ma una città che possa catalizzare l’attenzione, costantemente, per quello che fa, pensa, idea e realizza. Un modello di mix virtuoso tra tradizione e creatività, tra cuore e testa, tra architettura da libri di storia dell’arte e ristrutturazione “rivoluzionaria” degli spazi industriali, e non solo, dismessi. IL MOTORE dell’entusiasmo Firenze può averlo, proprio ora che ha ribadito l’intenzione di restare a fare il sindaco a tempo pieno: Matteo Renzi. Personaggio che la battaglia politica ha proiettato oltre i confini nazionali (esaltanti articoli dal “New York Times” al “Guardian” al “Financial Times”) e che per 2012 in Italia è stato identificato politico dell’anno dal sondaggio di Demopolis. Adesso Firenze (e il suo sindaco) è attesa alla prova dei fatti e della capacità di sapersi proiettare nel futuro, per davvero. E la ripartenza non ci può essere se non si dà una svolta. In primo luogo alle scelte infrastrutturali. A partire proprio dalla Fortezza da Basso che ospita 1020 marchi di abbigliamento maschile di cui quasi 400 provenienti dall’estero (oltre a Pitti Woman alla Dogana). Lo spazio fieristico ha
necessità che le promesse fatte (investimenti istituzionali) si concretizzino finalmente per migliorare l’offerta al fine di rispondere alle rinnovate esigenze del mercato. E poi la città deve liberarsi dalla morsa del traffico. Ecco che la tramvia, con le nuove linee 2 e 3, non è più rinviabile: da febbraio esame di “tenuta” per la partenza dei cantieri. Poi c’è il sottoattraversamento ferroviario dell’Alta velocità che nel 2013 dovrebbe decollare come le scelte per il potenziamento aeroportuale. La città deve definire il destino di tanti luoghi “fantasma” a partire dalla Manifattura Tabacchi mentre le Grandi Cascine, modello Central Park, sono ancora sulla carta come il completamento definitivo della sfida del nuovo Teatro dell’Opera. Ma dalla sua Firenze ha le radici della Bellezza. Qui lo scenario cittadino crea di per sè “eventi” (basti pensare alla maxi Croce di Paladino per la biennale di Florens). Come avviene per Pitti, miscela di genialità e imprenditoria. Aspettando, come ha detto il critico d’arte Philippe Daverio, il risorgimento del Rinascimento. Che verrà.
Tutti in cerca dell’Uomo Un Salone ‘‘fatto a mano’’ Eva Desiderio CACCIA all’Uomo. Al cliente più allettante che c’è, ricco di portafoglio e di potere. Arriva dai nuovi mondi, la Cina, La Russia, il Brasile, gli Emirati Arabi dove il lusso luccica ancora e abbaglia i sogni e i desideri. E’ lui il protagonista della scena della moda che da oggi all’11 gennaio prende possesso di Firenze dove alla Fortezza da Basso 1062 marchi presentano le collezioni di abbigliamento e accessori per l’inverno 2013-2014. Un salone galattico che attrae compratori globali, le punte di diamante dei buyers affamati di trend e novità. Che in molti scapicollarsi in riva all’Arno da Londra dove il Fashion British Council ha desiso di anticipare le danze del menswear a ieri, accavallandosi pericolosamente e anche un po’ sconsideratamente con Pitti Uomo che da sempre apriva il valzer delle fiere ad ogni inizio d’anno. «TUTTI I GROSSI compratori inglesi, tipo Liberty o Harrod’s sono in arrivo - assicura Raffaello Napoleone, ad di Pitti Immagine - e così pure i buyers di maggior prestigio da Giappone, Germania, America, Russia e Cina. Perciò sono abbastanza fiducioso per questo 83˚ Pitti Uomo, sapendo che la sfida vera è l’Italia, che langue negli acquisti,
mentre ho belle certezze per il mercato estero. Devo essere sincero - conclude Napoleone - speravo che l’ad del BFC Caroline Rush cominciasse il 6 e che le sfilate londinesi non si sarebbero sovrapposte alle nostre. Ma così non è stato». INSOMMA comincia con questo “affronto” la lunga maratona della moda maschile che dopo Londra e Firenze sbarcherà a Milano e poi a Parigi. Dalle anticipazioni si capisce che il mercato continua a cercare cose belle, «meglio se veramente fatte in Italia» come dice il presidente del Centro Moda Stefano Ricci. Prodotti esclusivi e pieni di idee, duraturi perchè i tempi della moda scanzonata e spesso inutile e drogata di sola immagine sono finiti. Questa del lusso possibile e autentico sarà la bussola che guiderà i navigatori di Pitti Uomo, un popolo di appassionati d’eleganza che troveranno nell’allestimento dedicato ai libri e ai riti legati alla lettura lo sfondo magico per tornare a sorridere e a immaginare un mondo colorato di stile.
Il nuovo Kenzo e la divertente proposta Woolrich donna
Libri per vestire la mente. E al Cavaniglia debutta la nuova sezione I-PLAY PITTI BOOK MANIA è il tema di questo gennaio che percorre tutto il Salone: Bookswear, perchè vestiamo i libri che leggiamo. E perchè leggere andrà sempre di moda. L’altra novità energizzante si chiama I-Play la nuova interpretazione dello sportswear al Cavaniglia, nuovo progetto che prende il posto di Sport & Sport. In mostra un nuovo stile crossover che lega in modo creativo il vivere urbano all’abbigliamento tecnico degli sport. Di scena anche un layaout
ideato da Peter Bottazzi in collaborazione con Denise Bonapace. Due gli eventi cult: la sfilata di Ermanno Scervino con l’uomo e la precollezione donna in Palazzo Vecchio e quella di Kenzo al Mercato Centrale con la linea maschile disegnata da Carol Lim e Humberto Leon. Per Pitti W alla Dogana 70 marchi al femminile e un guest designer come Maison Kitsuné a Palazzo Capponi. E.D.
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«Ci salverà il ritorno al “made in”» Maestranze qualificate e rilancio di Firenze: i progetti di Stefano Ricci Stefano Ricci* FIRENZE è la città della moda per antonomasia. Lo è sin dagli albori del Made in Italy che qui è nato come esaltazione della creatività e delle manifatture. Lo è in virtù delle splendide realtà produttive di un territorio culla delle griffes e delle produzioni più esclusive, come nel caso della pelletteria. Ma Firenze è città della moda soprattutto grazie alle attività sviluppate da Pitti Immagine e dalle centinaia di aziende che espongono le proprie collezioni nella fiera maschile più prestigiosa a livello internazionale. IN UN MONDO sempre più competitivo, in un contesto economico-finanziario di forte criticità, avverto la responsabilità di dover contribuire, per quanto nelle facoltà mie e del rinnovato Consiglio d’amministrazione del Centro di Firenze per la Moda Italiana, nel rafforzare il posizionamento delle nostre attività a sostegno dell’intero sistema del tessile-abbigliamento. Prima di anticipare alcuni tratti caratteristici della presidenza di CFMI, desi-
dero rivolgere un ringraziamento a quanti ci hanno preceduto e, in particolare, al presidente uscente, Alberto Pecci, per il lavoro svolto. DA FIORENTINO, e da presidente del Centro, intendo partire da due aspetti inderogabili. Il primo è legato alla valorizzazione delle vere produzioni italiane. Un sistema legislativo debole ha consentito, negli anni, di presentare sul mercato prodotti legittimi, ma che non rispondono ad un’effettiva offerta qualitativa italiana. Non muovo critiche ai colleghi che hanno intrapreso la strada delle delocalizzazioni e delle produzioni in altre aree d’Europa e del mondo, ritengo però doveroso, da parte di un sistema maturo, avviare un’operazione di trasparenza sull’etichettatura dei prodotti. L’innegabile vantaggio che, per anni, ha consentito alle produzioni griffate italiane di affermarsi sui differenti mercati e ai differenti livelli, ha di fatto impoverito le nostre capacità produttive, in termini occupazionali e di formazione delle nuove generazioni. L’ESPERIENZA iniziata oltre 25 anni fa con Classico Italia, letta a distanza di un così ampio spazio temporale, viene oggi interpretata come un modello cui ispirarsi in un momento storico che, ovunque nel mondo, evidenzia una forte tendenza di ritorno a una produzione effettivamente “made in”, tanto in America quanto in altri Stati. Ed è in questa direzione che il Centro di Firenze per la Moda Italiana intende muover-
si, attraverso una serie di iniziative che nei prossimi mesi testimonieranno l’impegno che oggi assumo formalmente davanti all’opinione pubblica e alla nostra classe dirigente. Il secondo aspetto che desidero sottolineare è locale, ma si inserisce perfettamente nel più ampio contesto nazionale con inevitabili ricadute internazionali. Faccio riferimento esplicito alle situazioni in cui versa la Fortezza da Basso di Firenze, sede espositiva di eccellenza, come tale conferita agli Enti locali e bisognosa di interventi di recupero e riqualificazione. NEL CORSO dei miei incontri con i vertici istituzionali ho riscontrato una volontà che sembra offrire garanzie di impegno superiori rispetto agli anni (ahimè, decenni in qualche caso) trascorsi inutilmente in attesa di un
cambiamento non più procrastinabile. Non è questa la sede per entrare nel dettaglio. Ci saranno luoghi, tempi e modi per articolare interventi mirati e condivisi, con un’unica finalità: assicurare a Firenze, al suo distretto produttivo allargato alle varie peculiarità ed eccellenze della Toscana, una sede adeguata. La moda italiana è nata a Firenze e si è affermata nel mondo forte delle sue produzioni e delle maestranze che hanno consentito a piccoli imprenditori di diventare gruppi e marchi di primaria importanza nel mondo. È da qui che si deve ripartire. Buon Pitti a tutti. * Presidente del Centro di Firenze per la Moda Italiana
L’imprenditore stilista Stefano Ricci, attuale presidente del Centro di Firenze per la Moda Italiana si è posto l’obiettivo di rafforzare la produttività sul territorio italiano e toscano in particolare, così da creare anche maggiore occupazione
LO SCENARIO INTERNAZIONALE CON L’EXPORT CHE VOLA E L’ITALIA CHE SOFFRE
Una sfida bipolare, per ricominciare biamo definito bifronte, sappiamo che riaccendere la crescita a breve termine non è facile, richiede risorse importanti che la necessità di mantenere una politica di rigore rende difficili da reperire. Agire sull’altro fronte, mettendo le imprese italiane, piccole e grandi, in grado di essere presenti sui mercati che già sono in crescita è invece possibile anche in un quadro che tiene il rigore e l’equilibrio del bilancio pubblico come stella polare.
Gaetano Marzotto* IL PITTI UOMO di gennaio introduce un nuovo anno che per l’industria italiana della moda sarà più che mai bifronte. Il mercato è oggi diviso profondamente tra un’ area, quella del mercato italiano e più in generale europeo, che ancora non riesce sciogliersi dalla morsa della recessione e resterà cedente o al più stagnante per tutto l’anno, e quella dei principali Paesi extraeuropei, dagli USA ai grandi mercati emergenti in cui ci si può aspettare che anche in un anno complessivamente difficile le vendite di prodotti della moda italiana possano crescere a due cifre.
Un modello di Caruso
PER LE IMPRESE che hanno stabilito una solida base commerciale nei Paesi extra-europei il 2013 si presenta quindi non privo di buone prospettive, alle sorti di queste imprese sono agganciate, non va dimenticato, anche quelle della filie-
Gaetano Marzotto
ra produttiva che li sostiene, i produttori di tessuti, filati, pelli e accessori e la rete dei subfornitori. Esportare nei Paesi extra-europei o essere parte della filiera che produce capi e accessori destinati a quei Paesi sarà nel 2013 una condizione fondamentale per superare le difficoltà che per le imprese invece concentrate sul mercato nazionale saranno ancora molto pesanti. In questo quadro, che ab-
UNO SCATTO di nuova progettualità in campo promozionale e di penetrazione commerciale, con nuove iniziative e azione, adeguate alle caratteristiche in rapida mutazione dei mercati emergenti – che anzi sono ormai ampiamente emersi e sarebbe meglio chiamare semplicemente ad elevata crescita – avrebbe un effetto positivo non solo sulle imprese esportatrici, ma su tutta la filiera produttiva che le sostiene, offrendo respiro al sistema produttivo nazionale. I possibi-
li strumenti, alcuni da ripensare altri semplicemente da riattivare o aggiornare, ci sono e vanno messi in campo rapidamente. Penso al ruolo del Ministero dello Sviluppo Economico e della nuova ICE-Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane: stiamo rinnovando le collaborazioni con gli uffici ex-ICE su alcuni dei nuovi grandi mercati strategici - Cina, Brasile e India - collaborazioni che in un passato recente avevano dato buoni risultati. LO SFORZO di razionalizzazione della struttura dell’agenzia è stato più che corretto sul piano del principio, adesso ci aspettiamo un’immutata efficacia di raccordo tra la periferia e il centro, a cui deve aggiungersi anche un incessante impegno per professionalizzare sempre di più i team esteri. Siamo fiduciosi che la strada sia quella giusta. * Presidente di Pitti Immagine
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C’è una sola parola d’ordine: global Dai talenti nazionali agli emergenti americani e giapponesi. «E’ così che Pitti vince»
UNA delle caratteristiche vincenti di Pitti Uomo è aver unito in un’unica strategia la promozione del miglior Made in Italy, l’apertura internazionale e la ricerca dei nuovi giovani talenti. Credo anzi che nessuno di questi tre obiettivi sarebbe stato raggiunto con simili risultati senza il concorso degli altri due. E’ una combinazione virtuosa – e una delle più efficaci armi competitive di cui disponiamo nel confronto con Milano, Londra, Parigi, New York, Berlino - che si vede costantemente all’opera dentro la fiera e tra gli eventi speciali, nella concatenazione dei progetti, nella proporzione tra gli investimenti.
ton, Isaia, Boglioli, Caruso, il Gruppo Industries, Classico Italia, Stefano Ricci, Allegri, i marchi del gruppo Prada, solo per citarne alcuni – la nuova edizione si contraddistingue per la presenza o il ritorno di importanti protagonisti della moda internazionale: gli americani Joseph Abboud e Billy Reid, la nuova linea Silver del storico marchio Adidas, Hardy Amies per i sarti inglesi di Savile Row, il campione olandese del denim premium G-Star. E poi Camper, Les Copains, Chevignon, The North Face, Onitsuka Tiger… Ci sono più di 170 fra nuovi ingressi e rientri a Pitti Uomo, segno di freschezza, ricambio, attrazione. E per la prima volta, di questa porzione, i marchi esteri sono più numerosi degli italiani: una svolta epocale, un salone con un nucleo industriale e culturale italiano ma di dimensione globale, aperto al mondo.
SU QUASI 1.100 espositori, i marchi italiani sono più del 60%, ma se il core business della Fortezza da Basso ruota ancora intorno ai protagonisti della moda italiana maschile – Cucinelli, Lardini, Ki-
E’ COSÌ che riusciamo a promuovere i nuovi talenti nazionali - i Pitti Italics di questa edizione sono Andrea Pompilio ed Emiliano Rinaldi, senza dimenticare i giovani del cartellone di Alternative
Lapo Cianchi*
Set – in un contesto credibile e autorevole, davanti a una platea internazionale di compratori e stampa. Gli eventi speciali coinvolgono grandi firme italiane come Scervino e fenomeni esteri in ascesa come Kenzo, Maison Kitsuné, White Mountaineering, come sempre è successo negli ultimi dieci anni. L’INTERESSE si accende anche aprendo finestre sui mondi più lontani – o anche solo meno conosciuti: è il caso del progetto Guest Nation, che dopo aver presentato Brasile, Giappone e Nigeria, stavolta propone i giovani designer danesi, in attesa della Turchia il prossimo giugno. Aprire ai creativi per aprire un canale con quei mercati, una storia antica per i fiorentini… Ed è infine sintomatico che il concorso per gli stilisti emergenti promosso da Pitti Uomo insieme a Vogue e ad AltaRoma presenti stavolta un giovane svedese, Eric Bjerkesjo, che produce in Veneto e in Toscana, dividendo il suo tempo tra Stoccolma e l’Italia. * Responsabile Eventi Speciali di Pitti
“
L’INTERESSE SI ACCENDE ANCHE APRENDO FINESTRE VERSO MONDI PIÙ LONTANI O MENO CONOSCIUTI
Un’acrobazia dello stilista Erik Bjerkesjo Gildas Loaec e Masaya Kuroki di Maison Kitsuné
Discovery, Italics e New Performer
A sinistra un modello della moda danese. Nel riquadro i tre creativi Bernardo Rojo, Andrea Pompilio e Yosuke Aizawa
LO SPECIAL PROJECT di Pitti Discovery si chiama White Mountaineering, il brand ideato dal giapponese Yosuke Aizawa che arriva a Firenze grazie al prezioso lavoro di Tomorrow e di Stefano Martinetto. L’appuntamento è per il 10 gennaio con l’anteprima europea della collezione uomo alla Stazione Leopolda. Tra le novità di questa edizione anche il defilè di Joseph Abboud, marchio fondato nel 1986
nel Massachussetts che ha scelto Pitti Uomo per rilanciarsi con la creatività dello stilista spagnolo Bernardo Rojo: l’evento è atteso per domani. Nello stesso giorno ecco scendere nell’agone anche Andrea Pompilio sempre alla Leopolda e Emiliano Rinaldi, alla Limonaia di Villa Vittoria, nel segno di Pitti Italics. Sempre domani a Villa Favard performance di un ex allievo del Polimoda come lo svedese Erik Bjerkesjo, uno dei New Performer.
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«Sfilo sotto gli affreschi del Vasari» Ermanno Scervino a Palazzo Vecchio con le sue sfumature di grigio Eva Desiderio «QUESTA è la mia collezione più sofferta ma anche la più emozionante. Ho sfilato in tanti luoghi celebri ma stavolta per me e Toni Scervino questa è certo la prova più importante. Anche perché abbiamo scelto di mandare in passerella cose portabili che poi sono sempre le più difficili». Ermanno Scervino condensa così le sensazioni della vigilia della sfilata di domani sera nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Pitti, lo special event di questa edizione di Pitti Uomo, che vedrà uscire circa ottanta tra modelle e modelli con indosso i capi della collezione uomo per l’inverno 2013-2014 e quelli della precollezione donna dello stesso inverno. Ermanno, perché la scelta di sfilare a Pitti e poi con addirittura due collezioni?
«E’ un omaggio a Firenze, la città dove lavoro e che mi ha accolto giovanissimo: solo qui si possono realizzare certe eccellenze nella moda, certe lavorazioni, certe sperimentazioni. E poi perché questa è una fiera internazionale e un palcoscenico di grosso prestigio. Sentiamo una grande responsabilità a sfilare sotto gli affreschi di Vasari e accanto alla Vittoria di Michelangelo. Spero di essere all’altezza di tanto luogo. Nel segno di uno stile che punta sempre e solo ad essere contemporaneo, senza ripudiare le radici e l’heritage del brand ma rinnovandone icone e must». Si annuncia un evento memorabile…
«Lo spero, Firenze si merita questo tipo di eventi e ringrazio il sindaco Matteo Renzi che è stato sempre lungimirante verso il nostro settore. A Parigi vanno alle sfilate politici di primo livello, qui in Italia hanno paura di essere giudicati frivoli. Renzi no, mi sembra che stia segnando una nuova era». Qualche segreto delle collezioni che sfileranno?
«Per lei tanta pelle lavorata come fosse chiffon, poi il pitone intagliato come fosse seta. E poi tanta flanella e
un tributo generale, anche nell’uomo, al grigio perché voglio dimostrare che non è un colore serioso ma che può essere trendy e sensuale. La collezione uomo è modernissima e frutto di grande ricerca dei materiali, specie nella maglieria. Per ricordare la storia del luogo in cui sfilo ho messo sempre in ogni capo, e in modo molto discreto, il simbolo del Giglio di Firenze, anche sul piumino: è anche questo un segno per ringraziare Firenze che è meravigliosa e conserva ancora un patrimonio di mani d’oro, di grandi artigiani, che permettono alla mia creatività di esprimersi al meglio». Tante sfumature di grigio per questo inno a Firenze capitale dell’eleganza. Ci sono altri colori per l’inverno 2013-2014 di Ermanno Scervino?
SPECIAL EVENT Pelle come chiffon per lei, flanella sartoriale e maglia per lui «E’ il mio omaggio a Firenze» «Sì, c’è l’azzurro, il carta da zucchero, il blu e il nero. E non mancheranno sei uscite color panna come un lampo di luce. Nessuna fantasia». Tacchi alti per la sua donna?
«Tacco 12 anche se indossa un cappotto maschile un po’ largo. Sempre con la silhouette segnata, e un’aria molto sensuale. Col ginocchio coperto». Sfila Bianca Balti e poi?
«Un’altra top italiana come Eva Riccobono e un casting internazionale di modelli e modelle bellissimi». Ci sono accessori speciali?
«Ho scelto di dedicare una borsa al pipistrello, un animale che amo molto perché è utile e mi è sempre stato simpatico. In passerella mostrerò la mia nuova Bat Bag». E l’uomo Scervino come sarà?
«Moderno, sartoriale, con molta maglia e poca pelliccia. Questa è una collezione che parte dalla passerella e può arrivare subito in strada. Ci sarà sempre un po’ di sport couture che ho poi inventato io ma col neoprene al posto del tessuto tecnico». Ermanno, quanto è duro fare lo
Lo stilista Ermanno Scervino in un ritratto di Francesco Carrozzini stilista?
«E’ un lavoro che richiede impegno continuo ed è un lavoro artistico. Per questo siamo pochi al mondo. Devi dare tutta la vita, devi stare in atelier dal mattino alla sera. E’ un grande sacrificio e poi ogni sera penso che ci sono tante persone, circa mille con tutto l’indotto, che vanno gestite e protette con il vero Made in Italy che contraddistingue il marchio che ho creato dodici anni fa con Toni Scervino, amministratore unico, e fulcro di tutta le attività organizzative e commerciali».
Con Kenzo nella giungla della nuova semplicità
DOPPIA COLLEZIONE Gli schizzi della collezione autunno-inverno 2013-2014 che sfilerà domani nel Salone dei Cinquecento. Sopra due modelli, lui e lei della prossima primavera
CAROL LIM che ha appena avuto una bambina verrà a Firenze e accoglierà con Humberto Leon tutti gli applausi al defilè del 10 gennaio al Mercato Centrale: i due giovani stilisti-stylist sinoamericani sono i direttori creativi di Kenzo, marchio francese in quota LVMH, ospite d’onore di questa edizione di Pitti Uomo. Creativi moderni e ottimi conoscitori del mercato perchè ideatori di un negozio cult come Open Ceremony, hanno dato un colpo d’ala di giovanilismo sognante al marchio fondato da Kenzo Takada che oggi ha 75 anni, uno in più dei 74 anni che hanno insieme Carole e Humberto (nella foto accanto) che hanno scelto per location a tutta suggestione il Mercato Centrale. Con il loro stile decontratto e colorato, a tutta fantasia con le stampe della giungla e della tigre sulle felpe che saranno protagoniste anche della collezione fiorentina, Lim & Leon hanno stregato la critica e i compratori internazionali. A Firenze promettono di far vedere tanto sport e tanta, inedita e beneaugurante, semplicità. E.D.
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Se la pagina emoziona come la seta «Firenze, è qui il cuore del made in Italy» Stile e storia: Daverio racconta un universo di eccellenza e di gusto Philippe Daverio CI VOLEVA tutto lo spirito fiorentino di Pitti per affrontare un tema apparentemente ossimoro come quello di collegare il mondo della moda con quello dei libri. Si sa che i peggiori libri sono quelli alla moda e che la peggiore moda è quella libresca. Si sa che chi vende moda e se ne occupa dalle parti nostre, quelle del made in Italy, in libreria ci va pochissimo e possiede biblioteche casalinghe per puri motivi di decoro quando addirittura non le abolisce per evitare l’imbarazzo del doverle spiegare. E si sa che chi si dedica alle biblioteche tende ad un vestiario succinto, appunto da topo di biblioteca. EPPURE i punti di contatto sono tantissimi e di sostanza. Il primo è quello dei materiali. Una pagina può suscitare al tatto la medesima soddisfazione d’una seta o d’un cachemire di pregio, può adagiarsi su quella precedente con la delicatezza con la quale cade una lana ben lavorata. Il secon-
do è quello dell’aspetto. Un libro può essere elegante o rozzo, tutto dipende da come è stato disegnato. E uno dei primi inventori del made in Italy fu innegabilmente quell’Aldo Pio Manuzio che fra ‘400 e primi del Cinquecento diede forma garbata ai primi libri stampati, così come a Giovanni Bodoni si deve, oltre due secoli dopo, il disegno delle lettere da stampa che ancora oggi fanno da riferimento mondiale ai migliori font successivi. Il terzo è quello del significato sociale. Almeno fino a ieri le vesti come i libri erano appannaggio obbligatorio delle classi superiori. E QUI BEN STA l’iniziativa a Firenze, la città che deve il cuore della sua fortuna storica ad un appassionato di libri, Cosimo il Vecchio. Aveva egli ricevuto in eredità dal padre Giovanni un banco fiorentino e fiorente e forse pure tre bei libri religiosi. Alla sua morte lasciò alla sua città oltre 10.000 libri di somma importanza e ai suoi eredi una fortuna che ne aveva fatto l’uomo più ricco del mondo, costituita questa di
prodotti legati alla moda, lane, fabbriche e pascoli oltre alla banca più forte della cristianità. Aveva Cosimo ben chiaro in mente che acculturamento e arricchimento andavano di pari passo nella competizione per la conquista dei mercati e tale era la sua passione per i libri che decise di abbonare il debito del re d’Ungheria in cambio della sua nota biblioteca. PARLIAMO però di tempi lontani nei quali un libro costava quanto tre fattorie e una veste quanto un castello. Oggi tutto si è fatto per fortuna più democratico e per quanto possa costare un capotto è impossibile che costi di più d’una automobile dello stesso rango. I lussi sono alla portata di tutti, sempre che si voglia considerare lusso il vestire e il leggere. Lo sono invero e purtroppo in quanto né l’uno né l’altro sembrano necessari alla pura sopravvivenza dell’individuo. La questione è innegabilmente aperta alla discussione: gli italiani d’oggi vestono in media assai bene e leggono in media assai poco.
L’ITALIA vanta la più bassa quota d’acquisto di libri pro capite in Europa ed è battuta solo dal Portogallo. In compenso può vantare il più alto numero medio di scarpe per abitante. E allora l’operazione Pitti Uomo diventa encomiabile perché tende a proporre un altro equilibrio possibile, quello che si fonda su un dato nazionale che tuttora appare essere plausibile, il permanere di fondo d’una inclinazione quasi naturale al gusto.
MAI SENZA PAPILLON Philippe Daverio in alcuni scatti che lo ritraggono con il suo immancabile e divertente tocco d’eleganza colorata
TRA PERSONAGGIO E LOOK
Philippe, un dandy scanzonato e colto
Il critico-giornalista con la moglie Elena, nota gallerista
«SONO ARRIVATO in Italia nel ’68 per frequentare la Bocconi, e come tutti in quegli anni non mi sono affatto laureato anche perché allora alla Bocconi non ci si andava per laurearsi, ma per studiare». Ironico anche nel suo modo di presentarsi, capace di restituire leggerezza alle cose più pesanti, Philippe Daverio è una delle menti più aperte, colte e divertenti dell’Italia di oggi. 64 anni, nato in Alsazia da padre italiano e madre alsaziana, Daverio alterna il suo mestiere di critico d’arte a quello di giornalista e conduttore televisivo, con qualche salto nella politica, prima come assessore alla Cultura, al Tempo Libero, all’Educazione e alle Relazioni Internazionali nella giunta Marco Formentini del
comune di Milano (1993-97), poi con Vittorio Sgarbi nella sua giunta del comune di Salemi, con l’incarico di bibliotecario. Docente di disegno industriale all’università di Palermo e di Firenze, ha fondato nel 2011, in concomitanza dei festeggiamenti per il 150º anniversario dell’Unità d’Italia, “Save Italy”, un movimento di opinione che si propone di sensibilizzare intellettuali e cittadini di ogni provenienza geografica sulla salvaguardia del patrimonio culturale italiano. Ma al di là del suo impegno culturale, Daverio resta una delle icone dandy di questi anni: il suo look non è mai banale, sempre scanzonato, colorato, fedele al papillon, al gilet e al cappello. Laura Cinelli
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I dati di un successo
Un’immagine di Barberino Designer Outlet
All’Outlet come in libreria Laura Cinelli ALL’OUTLET come in libreria: entri, cammini, ti fermi a guardare e scegli. Una bella lettura è come un bel vestito, ti rimette in pace con te stesso. E’ un po’ questo il senso “poetico” dello shopping nei grandi centri?
«Sono fermamente convinta che sia proprio questo lo spirito dei frequentatori dell’outlet» spiega Chiara Bellomo, direttrice di Barbarino Designer Outlet, uno dei tanti luoghi dell’anima e del divertimento modaiolo del gruppo McArthurGlen. «La gente oggi ha voglia di uscire dai centri cittadini e parcheggiare in un’area facile, senza problemi continua Bellomo - Ma vuole anche vive-
re la propria libertà senza stress e in un ambiente quasi vacanziero». L’outlet per interrompere la quotidianità allora?
«Proprio così. Vai lì, passeggi, magari ti prendi un caffè e ti siedi su una panchina. Poi guardi le vetrine e decidi se comperare o no. Proprio come in una libreria». Chi sono i clienti dell’outlet?
«Nel fine settimana il pubblico è costituito prevalentemente da famiglie. Le grandi presenze si concentrano nel week-end, perchè, diciamo la verità, fare shopping durante i giorni lavorativi è un po’ da eletti». E’ per questo pubblico “familiare” che le piazze di Barberino si trasformano sempre più spesso in location per mostre, concerti, eventi?
«E’ la nostra filosofia. Fare sentire le persone a proprio agio, creare spazi per i bambini e offrire dei buoni prodotti a prezzi convenienti». Se dovesse mettere insieme una mappa dei desideri?
«Si viene all’outlet per cercare le marche di lusso a costi ragionevoli. E i negozi stessi all’interno del centro sono lussuosi. Le ricerche di mercato ci confermano che questa è la scelta giusta». Quindi abiti a volontà.
«Non solo. Sono convinta che dobbiamo evolverci in termini di offerta. Finora siamo stati dentro le merceologie del retail, ma credo che dovremo guardare anche a settori come tecnologia e design». Un’evoluzione a livello internazionale?
Chiara Bellomo
«Sì, ma tenendo sempre presente le specificità locali, il cosiddetto “glocal”: va bene la globalizzazione purchè rispetti le caratteristiche e lo spirito delle città e delle regioni dove i nostri centri sorgono».
2,9 MILIONI di visitatori, 102 negozi distribuiti su 21 mila metri quadrati di superficie commerciale, i migliori brand della moda a prezzi ridotti dal 30 al 70%. Sono questi i dati vincenti del 2012 per l’outlet di Barberino. E per quanto riguarda i visitatori, crescono quelli provenienti da Paesi al di fuori dei confini europei, di cui quasi la metà (il 45%) provengono dalla Russia, il 30% dall’Estremo Oriente (Cina in particolare) e il 5% dal Brasile. E’ su questa formula che Barberino Designer Outlet ha costruito la propria notorietà. Basta pensare che nel corso del 2012 a marchi come Blumarine, Polo Ralph Lauren, Marina Militare, Jeckerson, Desigual, Class Roberto Cavalli e Les Copains, si sono aggiunti brand come Alcott, Napapjri e Superga, segno evidente di come le griffe credano sempre di più alla filosofia vincente di questi centri di shopping internazionale.
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ERMANNO SCERVINO
MARTEDI’ 8 GENNAIO 10,30 PITTI IMMAGINE UOMO 83 Cerimonia d’inaugurazione (solo su invito) Taste Lounge, Padiglione Centrale, piano inferiore 11.30-12.30 G STAR Marc Newson, designer industriale presenta la nuova collezione G-Star by
Marc Newson AI013 e il suo nuovo libro pubblicato da Taschen cocktail Sala Ottagonale 12.00 LARDINI presentazione del nuovo brand Gabriele Pasini conferenza stampa Main Pavilion lower floor S 1-3 T 2-4 14.30 FASHION DIVISION BASICNET Presentazione della Fashion Division del gruppo BasicNet (K-Way, Jesus Jeans e Sabelt) con le collezioni autunno-inverno 2013/2014. Sono presenti Marco Boglione, fondatore e presidente di BasicNet, e i brand manager di K-Way, Jesus Jeans e Sabelt. Cavaniglia 15.00 LUCA LARENZA ALTERNATIVE SET YARN-edelic! by Luca Larenza Taste Lounge, Padiglione Centrale, piano inferiore 15.30 D&K DISTRIBUTION incontro stampa di presentazione del nuovo stilista FILIPPO SCUFFI Sala della Volta, Area Monumentale 16.00-18.00 KEYHOLE Keyhole presenta: RITRATTO DI MORGAN a cura di MAURIZIO GALIMBERTI MYFACTORY 16.30-18.30 HERITAGE press presentation Taste Lounge, Padiglione Centrale, piano inferiore 17.00-20.00 FALIERO SARTI Cocktail (su invito) Boutique Faliero Sarti Via della Spada 24r, Firenze 18.00-20.00 ONITSUKA TIGER X ANDREA POMPILIO AUTUMN WINTER 2013.14 COLLECTION (su invito) Stazione Leopolda 18.00-21.00 MARINA YACHTING / HAPPY JACK store opening cocktail Marina Yachting Via della Vigna Nuova 79r, Firenze dalle 21.00 BRINI VS WAIT Ospita KEYHOLE e il dj-set by MORGAN solo su invito per informazioni info@keyholelab.com Brini Fashion Agent Piazza D’Azeglio 36, Firenze MERCOLEDÌ 9 GENNAIO 11.00-14.00 GIORGIO FEDON 1919 Da Hong Kong a Pitti la nuova collezione MW Michael Wong by Giorgio Fedon 1919.
IL GIORNO - il Resto del Carlino - LA NAZIONE
Special guest l’attore asiatico Michael Wong Padiglione Medici, C2 11.30-14.30 CHESTER BARRIE cocktail reception Padiglione Centrale, piano inferiore, P8 Q7 12.00-14.00 MASON’S PRESENTA ‘I LOVE ITALIA’ incontro stampa Arena Strozzi B 8-10 14.30 CAMO ALTERNATIVE SET Padiglione Centrale, Piazzale d’ingresso 15.30-17.30 BEAR & ITALIA INDEPENDENT Presentazione Padiglione Cavaniglia 16.00 CHEVIGNON Press Cocktail Padiglione Centrale, piano terra, H4 16.30 EMILIANO RINALDI ‘AMO FIRENZE’ PITTI ITALICS presentazione (su invito) La Limonaia Giardino di Villa Vittoria 17.00 STUDIOPRETZEL ALTERNATIVE SET Taste Lounge, Padiglione Centrale,
MARTEDÌ 8 GENNAIO 2013
piano inferiore 17.30 U.S.POLO ASSN. presentazione della nuova collezione (su invito) The Westin Excelsior Borgo Ognissanti 3, Firenze 18.00 ANDREA POMPILIO PITTI ITALICS sfilata (su invito) Stazione Leopolda Viale Fratelli Rosselli 5, Firenze 18.30-21.30 ROY ROGERS cocktail di presentazione della collaborazione con Tricker’s Roy Rogers Via Calimala 27r, Firenze 18.30-22.00 WP LAVORI IN CORSO chiusura del trentennale WP con presentazione ufficiale del libro WP Store Via della Vigna Nuova 75r, Firenze 19.00 ERÏK BJERKESJÖ NEW PERFORMER sfilata (su invito) Villa Favard, ingresso Lungarno Vespucci Via del Curtatone 1, Firenze 20.30 ERMANNO SCERVINO PITTI SPECIAL EVENT fall winter 2013/14 fashion
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IL GIORNO - il Resto del Carlino - LA NAZIONE
83˚ PITTI IMMAGINE UOMO available in Italian) 13.30 Complimentary Lunch Sala Verde, Villa Vittoria, Palazzo dei Congressi 15.00 YOU (YOUR OWN UNIVERSE) ALTERNATIVE SET Taste Lounge, Padiglione Centrale, piano inferiore 15.30 MAISON KITSUNÉ PITTI W GUEST DESIGNER performance (su invito) Palazzo Capponi Via Gino Capponi 26, Firenze 16.30 KENZO PITTI UOMO GUEST DESIGNER presenta la collezione AI 2013 (su invito) Mercato Centrale di San Lorenzo
show men’s collection women’s precollection (su invito) Salone dei Cinquecento Palazzo Vecchio, Firenze dalle 18.30 RELIVE L’aperihour RELIVE Rivalta Cafè Lungarno Corsini 14r, Firenze dalle 22.00 53 L’ALTRO UOMO PARTY SINCE 1987 party (solo su invito) Four Season’s Hotel Firenze Via Gino Capponi 54, Firenze dalle 22.30 ESQUIRE - MAN AT HIS BEST After Dinner Drink (su invito) Colle Bereto Piazza degli Strozzi 5r, Firenze
GIOVEDÌ 10 GENNAIO 10.00 PITTI IMMAGINE UOMO & THECORNER.COM present VESTIRSI DA UOMO 2013 Presentation with breakfast (by invitation only) Sala della Scherma, Area Monumentale 11.00 NINE IN THE MORNING incontro stampa Fortezza da Basso, Spazio Belfiore 13.00 WGSN Menswear Trend Seminar - A/W 13/14 & beyond presented by WGSN menswear trend experts Volker Ketteniss & Douglas Gilbey (presented in English - translation
MARTEDI’ 8 GENNAIO 19.00-23.00 LEVI’S® MADE & CRAFTED™ cocktail+performance+dj-set ingresso libero Sociètè Anonyme Clothing Concept Store Via Niccolini 3/f, Firenze dalle 22.00 REEBOK & PLANET FUNK PF1999 Limited Edition Party (su invito) Alcatraz Stazione Leopolda, Viale Fratelli Rosselli 11 Firenze MERCOLEDÌ 9 GENNAIO 17.30-19.00 DECADES - A CENTURY OF FASHION Emilio Pucci and Cameron Silver’s booksigning cocktail (by invitation) Palazzo Pucci Via dei Pucci 6, Firenze 18.00-21.00 STONE ISLAND cocktail d’inaugurazione del nuovo monomarca Stone Island Via della Vacchereccia 18/20r Firenze 18.00-21.30 TOMMY HILFIGER TAILORED EVENT Tommy Hilfiger Store Piazza Antinori 3D, Firenze 18.00-24.00 ARTIGIANO CONTEMPORANEO presenta avant craft - it’s time to make Fashion event e sfilata informale per il lancio del primo temporary store dell’artigianato, in collaborazione con OPIFICIO JM via del Parione 25 rosso via del Parione 25r, Firenze
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Piazza del Mercato Centrale, Firenze 17.30 THE SARTORIALIST Book signing with Scott Schuman Villa Favard - Ballroom Via Curtatone 1, Firenze 18.00 MAISON KITSUNÉ PITTI W GUEST DESIGNER performance (su invito) Palazzo Capponi Via Gino Capponi 26, Firenze 19.00. WHITE MOUNTANEERING PITTI DISCOVERY SPECIAL PROJECT evento (su invito) Stazione Leopolda Viale Fratelli Rosselli 5, Firenze 20.30 JOSEPH ABBOUD sfilata (su invito) Alcatraz, Stazione Leopolda Viale Fratelli Rosselli 5, Firenze
9.00-11.00 MY VINTAGE ACADEMY Barbara Ricchi presenta il progetto. Colazione (su invito) Four Seasons Hotel Firenze Borgo Pinti 99, Firenze GIOVEDI’ 10 GENNAIO 18.00 FONDAZIONE UNIVERDE E SOCIETÀ GEOGRAFICA ITALIANA Obiettivo Terra: il fascino e la natura la bellezza e i colori della natura come ispirazione per l’arte e la creatività BioAperitivo e visita alla mostra fotografica ingresso libero previa registrazione info@fondazioneuniverde.it NH Porta Rossa Via Porta Rossa 19, Firenze 18.30 FENDI cocktail d’inaugurazione della nuova boutique (solo su invito) Fendi Via dei Tornabuoni 40, Firenze 18.30-20.30 GUCCI MUSEO anteprima della mostra Early Works dell’artista Cindy Sherman. (su invito) Gucci Museo Piazza della Signoria, Firenze VENERDÌ 11 11.00-17.00 MATERIAL PREVIEW Trends for Creative Minds European Fashion Designers’ Center Anteprima Collezioni pellami 2013/2014 Pre-registrazione www.materialpreview.com Stazione Leopolda Viale Fratelli Rosselli 5
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e-Pitti.com: le tendenze in un clic La FieraDigitale è sempre più aperta al mondo ed è una fucina di idee Francesco Bottigliero*
OGNI VOLTA che si parla di digitale sembrano tutti pronti a raccogliere la sfida, salvo poi, non di rado, restare al palo alla resa dei conti. Conti alla mano, invece, la sfida digitale lanciata con il progetto di fiera online e-Pitti.com, giunto alla sua quarta edizione, sta cogliendo nel segno. E i numeri parlano più chiaro di qualsiasi
proclama. Nelle settimane di permanenza online i saloni di e-Pitti. com hanno fatto registrare 116.000 visite per un totale di 500.000 pagine visitate da operatori del settore moda di oltre 90 paesi. I compratori, certificati da Pitti Immagine, hanno potuto consultare un catalogo con 8.500 prodotti - relativi alle proposte di Pitti Uomo 82, Pitti W10, Pitti Bimbo 75 e Pitti Filati 71 - presentati in 60.000 fotografie e 1.500 video. Italiani a parte, i più numerosi risultano essere americani, giapponesi, tedeschi e spagnoli. Dall’analisi dei tag più ricercati si può risa-
lire ai contenuti che hanno maggiormente attratto l’attenzione dei compratori, ciò risulta fondamentale nell’indicazione di massima circa le tendenze moda della prossima stagione. UN ESEMPIO su tutti: per Pitti Uomo 82 il tag più utilizzato è stato “Natural and Organic”, a dimostrazione di una sempre più diffusa sensibilità ecologica. “Floral” è stata la parola chiave più selezionata per Pitti W 10 mentre “Prints” è stato il tag più apprezzato dai compratori di Pitti Bimbo 75. Infine, per Pitti Filati 71, “Cashmere” è stato il tag più popolare.
Il concept alla base di e-Pitti.com in realtà è semplice: creare un luogo digitale dove espositori e buyer possano incontrarsi, comunicare e fare business. I primi mostrando i frutti del proprio lavoro, in stand online costruiti ad hoc. Gli altri, consultando un ricco catalogo con tutte le proposte delle nuove collezioni. Insomma, come una fiera reale, però aperta 24 ore su 24 ed a propria completa disposizione, attraverso una serie di servizi e strumenti interattivi. * Ad di FieraDigitale
DAI CLIC DEI BUYERS LE LINEE DEL FUTURO
Grigio, natural e organic CENTOSEDICIMILA visitatori, 500mila pagine viste, novanta paesi interessati: soni i dati della piattaforma digitale di e-Pitti.com. E basta davvero un clic internazionale per fare una fortuna e aprire le porte del business alla creatività e all’occupazione. L’universo Rete dà certezze sulle tendenze di stagione in stagione e offre ai compratori un panorama mirato di cosa acquistare e rivendere. Se dal Giappone si clicca più volte sul grigio o sullo stile country (tanto per fare un esempio) le aziende saranno in grado di adeguarsi alle richieste virtuali e progettare la moda che verrà. Per l’estate 2013, ecco allora per l’uomo affermarsi prepotentemente lo “Street style” fatto di jeans delavée, key way
Alcune proposte trendissime nel catalogo della FieraDigitale per la prossima primavera-estate
colorati, polo stropicciate e occhiali di legno. Ma anche il “Natural and organic”: borse di juta, scarpe di tela, espadrilles fluorescenti e sciarpe di canapa. Per il “Classic” invece doppiopetto blu elettrico, mocassini scamosciati e l’immancabile trench. Di tendenza in tendenza, al Salone di Firenze sarà a disposizione dei buyers anche un catalogo “Online Fairs”, un utile strumento da aggiungere alle versioni online di Pitti Uomo, Pitti W, Pitti Bimbo e Pitti Filati. Il progetto digitale è stato pensato per tutti i compratori, che avranno modo di rivivere online l’esperienza della fiera fisica per un mese e visitare gli showroom attraverso la rete così da avviare e concludere trattative con gli espositori.
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«LE SCIARPE? Sono pezzi di me. Dentro e dietro ognuna delle mie c’è un mondo che mi appartiene». Monica Sarti,imprenditrice, stilista e amministratore delegato della Faliero Sarti L’Accessorio si gode un successo meritato, da vera pioniera del genere.Perchè prima che scoppiasse il successo delle sue creazioni (che esporta per l’85% con un fatturato di 25 milioni di euro) la sciarpa per lei e per lui era ancora un accessorio un po’ dimenticato, spesso polveroso e demodè. «Di anno in anno, collezione dopo collezione, ci sono i miei cambiamenti, anche quelli di vita più importanti come la nascita di mio figlio Matteo - racconta Monica che ha raccolto tutta la tradizione dell’azienda di famiglia fondata da nonno Faliero sempre rinno-
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Tutta la vita in una sciarpa
Monica Sarti, ad del marchio Faliero Sarti L’accessorio e alcune delle sue creazioni
Eva Desiderio
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La rivoluzione chic di Monica Sarti vandola - Al mio piccolo ho dedicato una collezione di tenerezza». Monica, c’è una sciarpa dedicata alla serenità?
«Sì, è il modello Enrica, ormai un continuativo, è la prima nata, di cashemere grigio chiaro naturale. Infonde sicurezza per la qualità e il colore». Lei è famosa per le ispirazioni. Le bandiere del mondo sono le più imitate?
«Me le hanno copiate tutti, comrpesi stilisti famosi. Sono molto legata al tema delle metropolitane del mondo, coi tracciati stampati da Tokyo a Mosca, da Londra a Milano, poi la collezione scaramantica coi corni, quella con le banconote dalla vecchia lira ai dollari, dalle sterline allo yen. Le ultime stampe le ho dedicate a Diabolik e alla sua amata Eva Kant con le nuvole dei fumetti: una sciarpa entrerà nel museo che gli dedicano a Milano».
Ci sono anche attenzioni benefiche?
«Ogni volta che guardo mio figlio penso ai tanti bambini che soffrono nel mondo. Anche per terribili malattie. Ecco per la prossima primavera ho realizzato una sciarpa a tema felicità con
ISPIRAZIONI E INVENZIONI Dalle bandiere ai corni un universo di cashmere che ha conquistato tanti divi le stampe dei disegni dei bimbi dei miei amici per aiutare quelli del Dynamo Camp. E’ una sciarpa d’amore». Quanto sono cresciute le collezioni Faliero Sarti L’Accessorio al maschile?
«Ormai siamo al 50% della produzione e delle vendite. Ma c’è
molto unisex, io non sono una donna leziosa nè troppo romantica, e dunque spesso un acquisto può essere utilizzato in coppia». A quante celebrities ha scaldato e abbellito il collo?
«A Brad Pitt che con Angelina Jolie compre le mie creazioni a New York e a Parigi: lei preferisce il modello Enrica in neutro, Brad invece quello Petra in nero. Poi ci sono Xavier Barden, Johnny Deep che le sceglie coloratissime, Lapo Elkann che porta sempre il mio camouflage, Ilda Bccassini che ha comprato quelle coi numeri della smorfia napoletana, e poi Jennifer Aniston, la top model Gisele, l’attrice Marion Cotillard, Vanessa Paradis, Alessia Marcuzzi, Charlotte Casiraghi, Raoul Bova, Roberto Benigni con la moglie Nicoletta Braschi che portano quella dedicata a La vita è bella. Non manca una
NICOLA MARTINI RACCONTA LA NOVITA’ DEI PANTALONI DI LANA DI MASON’S
«L’armadio d’Italia per indossare la quotidianità» «LA COLLEZIONE nuova di Mason’s per il prossimo inverno? Mai tanto attuale!», racconta Nicola Martini, amministratore delegato col fratello Vilmo Martini dell’azienda di famiglia famosa per i pantaloni militari e chinos che a questo Pitti Uomo torna su un tema caro e sentimentale come quello di «I Love Italia» che dà il nome alla filosofia della collezione. Che stavolta riscopre l’armadio degli italiani di tanti anni fa. «Sì, abbiamo dato una svolta clamorosa alle nostre linee - racconta Martini (nella foto con la moglie Claudia) - e a quanto abbiamo fatto finora. Del resto con la crisi tutto è cambiato e i clienti sono più giudiziosi ed esigenti negli ac-
quisti. Oggi nel vestire si cerca sicurezza, durata, le stravaganze sono bandite. E anche lo sportswear che è stato per Mason’s la chiave del successo del marchio doveva essere rivisto alla luce di questi fatti». Ed ecco allora largo spazio ai pantaloni di lana e anche di cotone supersofisticato e costoso, tutti trattati con metodi innovativi, per dare ai capi d’antan un tono di moderna eleganza. «Le persone comuni, e anche soprattutto i professionisti, non preferiscono più solo le firme del fashion da passerella - continua Nicola Martini - ma cercano un modo inedito di vestire la quotidianità. E a questo concetto ci siamo ispirati con quel sapore di vecchia
sartoria proprio da I Love Italia che risveglia il classico che nessuno vuole più». Nuove anche le forme, coi volumi sempre un po’ slim ma con un’excalation di cavalli abbassati e gambe asciutte, in un mix di vestibilità molto trasversale che piace ai ventenni e a chi ha sempre venti anni nel cuore. «Inevitabilemte ci siamo ispirati a modelli vintage — conclude l’imprenditore-stilista — ma questo armadio d’Italia somiglia molto a quello di mio nonno Vilmo che aveva il negozio di abbigliamento da uomo a Carrara». Eva Desiderio
principessa come Letizia di Spagna». Da quanto tempo lavora?
«Ho cominciato a 18 anni, affincando mio padre Roberto, con gli occhi nel nostro archivio azidale che ha i tessuti più belli degli ultimi settanta anni di storia della moda. Ora con la mia famiglia spero di avviare presto un’operazione culturale per creare un Archivio con tutta la nostra storia». L’invenzione di cui va fiera?
«L’uso del tessuto di jersey a taglio vivo, indemagliabile. E poi la sciarpa con il pot pourri dell’Officina Profumo Farmaceutica di Santa Maria Novella che presto voglio assolutamente rifare». Che mi dice di Pitti Uomo?
«Tutto il bene del mondo per la fiera e per l’organizzazione. Sa, io sono anche nel Consiglio di Pitti Immagine»
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Bramante
K-Way
Fred Perry Marina Yacting Lardini
Un tipo raffinato, colto, molto pratico Il guardaroba per lui impone capi intercambiabili e duraturi. Portabilissimi Eva Desiderio TUTTI A PITTI. Per cercare l’uomo dell’inverno 2013-2014 che vuole solo capi belli, fatti per durare. Lo impone la crisi che ha ristretto il budget personale per il guardaroba di lui ma anche un cambiamento nel gusto che ricerca il particolare, il dettaglio prezioso ed elegante, i bei tessuti che hanno un’anima heritage, le lane italiane della tradizione, uno sportswear per maschi un po’ rudi che amano le alte quote e il loden modernizzato
dall’imbottitura staccabile e trapuntata. Stesse esigenze per gli accessori come le scarpe forti e decise, polacchini stringati e stringate di coccodrillo mat. Tante giacche e ognuna che racconta una storia, cappotti corti per la vita dinamica della città, impermeabili che guardano indietro anche agli anni Sessanta. Gran ritorno del gilet, pratico e caldo. Borse ricercate in pellami e canvas vissuti e zaini contemporanei con gli spallacci intercambiabili, per i vanitosissimi e i dandy, in nylon-cordura o addirittura in antichi tessuti da kimono giapponesi. INSOMMA l’uomo di Pitti è un tipo deciso, raffinato, colto, e anche quando è giovanissimo sa cosa vuoSantoni
le e ama mischiare pezzi ad alta artigianalità con i trend più minimali che arrivano dal Giappone, paese che qui in Fortezza spopola con un plotone di stilisti di nicchia e tanti marchi cult. Un’energia nuova che un gruppo come Manifatture 7Bell intercetta alla grande: ecco la rivoluzione di Roy Roger’s marchio del primo jeans italiano, tutto in mano alla famiglia Biondi, che presenta nella prima boutique in via Calimala a Firenze la limited edition con il celebre marchio inglese Tricker’s fondato nel 1829 a Northampton di calzature fatte tutte a mano. Un’attenzione ai prodotti veri questa, che sta a cuore alla presidente Patrizia Bacci Biondi e ai suoi figli Niccolò Biondi che è l’ad e Guido Biondi che è il direttore creativo di Roy Roger’s: l’azienda crede tanto nel ritorno all’autenticità del vestire da lanciare oggi anche la collezione Tuscan Wool By Roy Roger’s una capsule di pura lana 100% quasi a chilometro zero. MOLTE le novità anche da WP Lavori in Corso con la presidente Cristina Calori entusiasta della nuova
Schneiders Salzburg Faliero Sarti
Testoni
Sabelt
Converse
collezione Woolrich tutta dedicata alla donna (finalmente!) e ispirata all’archivio del marchio che esiste dal 1830. Per l’uomo Woolrich stravince sempre l’Artic Parka ma riletto col loden austriaco Steiner o con le lane italianissime di Loro Piana col progetto Storm System garantiti watherproof. E sempre il loden spopola nella sua nuova versione in maglia da Schneiders Salzburg, più soffice e leggero del tradizionale follato, a taglio vivo e bottoni ricoperti di pelle: un capo sportivo, anzi molto “Stutzer”. E’ SEMPRE un lupo di mare ma anche un uomo che in città si porta addosso le sue passioni quello di Marina Yacting col montgomery di panno di lana color del cielo di notte con gli alamari gioiello di corda e legno lavorati artigianalmente. Perché sono i dettagli che raccontano la personalità di questi maschi che osano con consapevolezza e gran gusto: ecco per loro la capsule di 12 pezzi capospalla che Henry Cotton’s ha battezzato Rugged, giubbotti dall’aria primitiva e grintosa come quelli indossati da Stallone e Gibson. Insostituibile la maglieria dal sapore vagamente retrò di Bramante e di Rodrigo, colorata e soffice quella di Les Copains marchio che è ritornato ad esporre a Pitti Uomo riconoscendone l’internazionalità. STESSO pensiero per Marco Boglione che al Cavaniglia lancia i nuovi K-Way e le nuove scarpe Sabelt. Piumini giovanilissimi ed estrosi quelli di Colmar Originals, maglioni di lana millerighe quelli di Fred Perry, giubbotti decisi in neoprene profilati di pelle quelli di Piero Guidi, ultralight i piumini di Herno che pesano solo 200 gr, disinvolto l’uomo di Massimo Rebecchi, chicchissimo quello che vuole le scarpe Santoni, avventuroso quello che ama il parka militare di 1 Linea Alviero Martini. E siccome il tema del Salone sono i libri ecco che Bresciani ne disegna tomo su tomo sui calzini.
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NUOVE APERTURE
Marina Yachting, Fendi, Stone Island Il fashion abita in città
Bresciani
Alviero Martini 1ª Classe
Les Copains
Piero Guidi
Colmar Originals Tod’s
Roy Roger’s by Tricker’s
18CRR81 Cerruti Henry Cotton’s
Massimo Rebecchi
Woolrich
GRANDI BRINDISI e sorrisi per i tanti eventi e le inaugurazioni che riempiono il Calendario di Pitti Uomo. Oggi in via della Vigna festa per l’apertura della boutique di Marina Yacting, marchio in portafoglio del Gruppo Moncler presieduto da Remo Ruffini (nella foto), in un maxicorner di 60 mq dentro la famosa boutique di Happy Jack: alla ribalta i maglioni da lupo di mare e le giacche blu notte con gli alamari, oltre ai modelli che raccontano un heritage intramontabile. Giovedì 10 invece in via Tornabuoni apre lo spazio elegantissimo Fendi (che si sposta da via Strozzi per lasciare tutto il campo a Louis Vuitton): per l’occasione viene dedicata una special edition della borsa Peekaboo presentata dalla direttrice creativa del brand Silvia Venturini Fendi (nella foto), insieme alle zie Anna e Carla Fendi. Cena per solo 60 persone con tavolone immenso a Palazzo Gondi nella sala che ospita il gigantesco camino disegnato da Giuliano da Sangallo, con 2000 candele. Tra gli ospiti anche l’ad di Fendi Piero Beccari. Di mito in mito in via Vacchereccia: chiude “Gerard” di Paolo Pecchioli e al suo posto arriva Stone Island, marchio icona di sportswear eccellente che ha per patron quel ciclone di idee che è Carlo Rivetti (nella foto sotto). E con questa apertura Stone Island chiude i festeggiamenti per i trent’anni del marchio culminati nella grande mostra alla Leopolda di mesi fa. E anche WP Lavori in Corso di Cristina Calori, oltre a presidiare il salone col maxispazio sul Piazzale della Ghiaia sceglie di chiudere le celebrazioni del trentennale presentando il libro che racconta la straordiaria storia dei marchi prodotti e distribuiti come Woolrich e Barbour, con un cocktail nella boutique di via della Vigna. E.D.
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