Riccardo Pellegrino -Portfolio-

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PORTFOLIO RICCARDO PELLEGRINO


RICCARDO PELLEGRINO Verona | 17.10.1991

Appassionato del “gioco” dell’architettura fin dall’infanzia, ho deciso che da grande avrei fatto l’architetto. Iscrittomi al corso di laurea in ingegneria edile e architettura di Trento, convinto che la formazione del progettista debba fondarsi sulla contaminazione tra plurime conoscenze, ho avuto modo di misurarmi con lo strumento del progetto declinandolo nelle diverse scale e ambiti. Sommando alle attività dei corsi accademici delle esperienze in concorsi di progettazione, workshop e collaborazioni con studi professionali, ho potuto spaziare dal campo della grafica a quello dell’architettura, dal restauro al progetto urbano, dal design al progetto d’interni, consolidando la capacità di elaborare risposte organiche e misurate.

FORMAZIONE 07 2017

Università degli studi di Trieste Abilitazione all’esercizio della professione di ingegnere

10 2016 09 2010

Università degli studi di Trento | DICAM Laurea magistrale in Ingegneria Edile-Architettura 110/110 L

07-2010 09-2005

I.T.G. Cangrande della Scala - Verona Diploma di Geometra 100/100

ESPERIENZA PROFESSIONALE 06 2017 01 2017

Ciclostile architettura - Bologna Progettazione architettonica preliminare, definitiva, esecutiva; Organizzazione e gestione processi di progettazione partecipata;

07 2016 08 2016

DicamDesignLab - Trento Progettazione architettonica preliminare e definitiva

07 2015 02 2016

Collaborazione Opera Universitaria - Trento Area patrimonio/Controllo manutenzione alloggi

06 2009 07 2009

Stage Ufficio Tecnico Comunale - Castel d’Azzano (VR) Revisione pratiche edilizie


riccardo_pellegrino@hotmail.it

340.5942769

via Musolesi 2 BOLOGNA

in https://it.linkedin.com/in/ riccardo-pellegrino-810975115

SOFTWARE AutoCAD 2D/3D Adobe Photoshop Adobe Illustrator Adobe In Design Adobe After effects Sketch up Revit 3d studio-Max Microsoft Office

LINGUE Italiano

Madrelingua

Inglese

B2 (CLA 2014)

Autorizzo il trattamento dei dati personali contenuti nel mio portfolio in base all’ art. 13 del D. Lgs. 196/2003.


PROGETTI LABORATORI UNIVERSITARI 001/2011

IDP

| Padiglione per un Industrial designer, Trento

002/2012

DWR

| Rigenerazione area DIWAR - Camposanpiero, Padova

003/2013

IBT

| In between - Piano territoriale piana Rotaliana-Königsberg, Trento

004/2013

PRE

| Pre-Recycle - Piano paesaggistico valle dell’Adige, Rovereto (TN)

005/2013

NRC

| Nuovo Rifugio Catinaccio - Pozza di Fassa, Trento

006/2013

WLA

| Workshop “l’Altro Adige” - Riqualificazione urbana Cavalese, (TN)

007/2014

ACH

| Agri-Co-Housing - Trento

008/2014

MPA

| Restauro Maso Pozzo Alto, Rovereto (TN)

009/2015

SST

| Supersuperficie Trento

010/2016

ENP

| Workshop “estonoesunparque”, Ala (TN)

CONCORSI 101/2010

CEV

102/2013

| 1000 tetti fotovoltaici su 1000 scuole [4° classificato]

KFP

| Perugia Network - Riqualificazione dell’ex carcere di Perugia

103/2013

PQV

| Crevalcore Post Quake Vision

104/2014

CIG

| Centro civico quartiere Isola Garibaldi - Milano

105/2014

LHT

| Leverano Horizon Tower - Lecce

106/2015

SCC

| Dedalo

107/2015

VRG

| Virgilio - Percorso di risalita lungo la valle del Salè, Trento

108/2016

LOP

| Logo Laboratorio Sociale Officina Piedicastello

109/2017

CRS

| Castling - Castle Resort Competition, Roccamandolfi


INCARICHI e COLLABORAZIONI 201/2014

ASK

| Logo Gelateria Asky, Verona

202/2016

CTE

| Conversione Ex CTE in mensa universitaria, Trento

203/2016

SBC

| Graphic Identity Studio Legale Bonora · Cavazza, Bologna

204/2017

BOL

| Monolocale di 34 mq a Bologna

205/2017

BVS

| Bassa Velocità Val di Setta

206/2017

NNT

| Edifici residenziali e commerciali a Nanterre, Parigi

RICONOSCIMENTI, MOSTRE, PUBBLICAZIONI 101/2010

CEV

| 4° classificato concorso -1000 tetti fotovoltaici su 1000 scuole-

002/2012

DWR

| Biennale session: Esposizione presso la XIII biennale di architettura di Venezia

102/2013

KFP

| 2° Classificato concorso -Kultur Fabrik Perugia-

102/2013

KFP

| Pubblicazione in: KFP_Ricercare, rilevare, rigenerare l’Ex carcere maschile di Perugia; a cura di P.Belardi

004/2013

PRE

| Pubblicazione in: La Città Verde, all. Alps n°0/2014, p.21

005/2013

NRC

| Pubblicazione in: Cantieri d’alta quota, anno II, n°2, marzo 2014

005/2013

NRC

| Mostra -Rifugio Plus. Architettura per vivere la montagnaEsposizione presso Trento film festival

009/2015

SSF

| Mostra -Abitare design_TrentoEsposizione presso Open design Italia 2015

107/2015

VRG

| 1° Classificato concorso -Il rio Salè_tra paesaggio e città-

107/2015

VRG

| Esposizione progetti vincitori presso Palazzo Thun-Trento


NRC 005 / 2013



NUOVO RIFUGIO CATINACCIO Gruppo del Catinaccio-Pozza di Fassa (TN) 2013 - Corso di composizione architettonica 3 Prof. Arch. C.Lamanna

Il processo progettuale scaturisce da una riflessione sui canoni della tradizione costruttiva ad alta quota. La rielaborazione è finalizzata alla definizione di un nuovo modo di vivere la montagna, senza però abbandonare gli elementi primari, quali basamento in pietra e involucro in legno. Il progetto, rivisitandoli, li arricchisce di nuovi valori, instaurando relazioni con le preesistenze ed esaltando la relazione con il paesaggio. Attraverso la scomposizione, il basamento diventa un sistema dinamico di percezione e rivelazione dello spazio, offrendo all’utente punti di vista inediti del paesaggio dolomitico.



AGORÀ ALPINA La composizione del luogo si basa sulla concezione di rifugio come nodo di un sistema di percorsi. La loro intersezione definisce lo spazio, accompagnando nell’avvicinamento al rifugio e nel “discoprimento” progressivo del paesaggio. Ciò si realizza attraverso la scomposizione del basamento, da volume monolitico a sistema complesso di lastre piane, capaci di caratterizzare il percorso attraverso il dialogo con la morfologia del terreno. A ciò si accompagna la scomposizione dell’involucro ligneo: dal basamento emergono infatti due volumi distinti, la cui relazione spaziale con gli edifici limitrofi preesistenti definisce un luogo, i cui caratteri sono i medesimi dell’agorà alpina.



RIFUGIO PLUS La definizione degli interni si basa sulla rivisitazione in chiave contemporanea degli spazi del rifugio. Le aree comuni sono attrezzate per rispondere alle esigenze di una clientela diversificata ed essere stagionalmente adattabili. L’organizzazione della zona di pernottamento si basa sulla rielaborazione della “camerata� come spazio di relazione e condivisione. I moduli notte, organizzati secondo standard abitativi minimi, sono distribuiti in uno spazio di relazione e relax. Ne risulta una concezione inedita della zona notte che, pur preservandone la privacy, offre agli utenti un’esperienza di abitazione autentica del rifugio e della montagna.



ACH 007 / 2014



AGRI CO HOUSING Trento 2014 - Laboratorio di architettura del legno Prof. Ing. A.Frattari + Ing. M.Sontacchi

Il contesto di intervento offre spunti per lo sviluppo di un’idea di co-housing che, andando oltre la mera funzione abitativa, ricerca nell’interazione con il mondo agricolo e nello sviluppo di forme di cooperazione, una nuova modalità di abitazione dello spazio comune. L’intero complesso si configura come “urban farm”, come sistema produttivo capace di offrire lavoro e instaurare relazioni sociali, mirando all’autosostentamento energetico ed economico. La composizione degli ambienti ricerca la definizione di differenti spazialità, capaci di favorire gli scambi sociali tra gli abitanti. Il passaggio da spazio interno-privato a spazio esterno-pubblico avviene attraverso differenti sfumature: spazi promiscui si configurano come estensione delle abitazioni, favorendo la riscoperta di modi dell’abitare tipici delle realtà rurali.



SISTEMA COSTRUTTIVO La strategia insediativa sfrutta la modularità e la ripetibilità delle unità abitative, mirando ad una riduzione dell’uso del suolo e dell’impatto ambientale. Gli elementi fondamentali del sistema costruttivo sono due: i Moduli e il Telaio. Per Telaio si intende l’insieme degli apparati strutturali e non, necessari a mettere in relazione i moduli abitativi. Esso si compone di nuclei di irrigidimento in calcestruzzo, destinati ai collegamenti verticali e alla distribuzione impiantistica, una serra solare avente funzione di dispositivo ambientale e spazio comune di relazione, e da una serie di telai in legno lamellare su cui organizzare i moduli abitativi. La loro disposizione su una struttura a telaio, oltre a permettere lo sviluppo verticale del modello abitativo, mira a preservare la continuità spaziale e visiva del piano campagna, destinato all’utilizzo comune da parte degli abitanti.



MODULI ABITATIVI La composizione delle unità abitative sfrutta la serialità del sistema costruttivo, ricercando uno schema funzionale fedele alla composizione modulare. Si sono elaborati due moduli, le cui dimensioni corrispondono a quelle standard dei container: A (12x2.4x2.6m) e B (6x2.4x2.6m). Nella tipologia A trova posto la zona giorno e i servizi, mentre la tipologia B è attrezzata come zona notte e/o studio. Il sistema prevede la perfetta sovrapposizione dei container in alzato, mantenendo così un buon livello di compattezza (fondamentale per contenere le dispersioni termiche); lo sviluppo planimetrico, invece, ricerca un costante rapporto tra l’interno e l’esterno, sviluppando gli ambienti attorno a delle corti comuni, massimizzando così l’illuminazione naturale. Il sistema costruttivo prevede la possibilità di espandere lo spazio attraverso diversi gradi di intervento.



SST 009 / 2015



SUPER SUPERFICIE TRENTO

-PAESAGGI DELLO SCARTO LUNGO LA FERROVIA2015 · 2016 - Tesi di laurea | Prof. Arch. M.Ricci + Prof.Arch. F.Campolongo

La ferrovia, vero elemento generatore della città moderna, costituisce un limite all’abitabilità dello spazio urbano, amplificato dalla presenza di marginalità spaziale e di significato. Dalla messa a sistema delle aree residuali nasce SUPERSUPERFICIE dispositivo urbano di riappropriazione dello scarto della città e spazio pubblico di condivisione e contaminazione. Ogni agglomerato urbano contemporaneo ha la sua potenziale SUPERSUPERFICIE nascosta tra gli strati della sua evoluzione.



SPINA

DISPOSITIVO La SUPERSUPERFICIE, dispositivo di riappropriazione della marginalità spaziale legata alla ferrovia, agisce attraverso il conferimento di valori aggiunti e la definizione di relazioni tra le tipologie di aree di scarto individuate attraverso la lettura delle fasi evolutive della città. La comprensione dei caratteri e delle potenzialità di ogni “famiglia” di scarto consente una messa a punto ponderata delle azioni progettuali. La presenza di situazioni di uso e proprietà diversificate suggerisce il ricorso al diagramma quale strumento adattabile di sintesi delle interazioni tra i livelli del dispositivo. La sua natura instabile e adattiva è efficace nel tradurre la labilità delle aree in un sistema di relazioni di tipo rizomatico, capace di garantire l’autonomia tra i livelli e tra le microstorie che li compongono, e in cui la presenza di interrelazioni non fa che accrescere l’efficacia del sistema. Ogni livello della SUPERSUPERFICIE costituisce una declinazione, sensibile all’identità dei luoghi, dell’idea di spazio pubblico flessibile e adattabile alle necessità della collettività.

SUPERFICIE

SATELLITI


3 SATELLITI

3

2 SUPERFICIE

2

1 SPINA

1


SUPERFICIE Le aree residuali derivanti dal processo di ordine e organizzazione della città, gli sfridi e i ritagli di territorio esclusi dal disegno della trama urbana vengono uniti a formare un’unica grande Superficie, uno spazio pubblico in cui il grado di fruibilità e adattabilità è massimizzato. La trama che la rende riconoscibile nel paesaggio urbano, non si limita a conferire una cifra estetica all’intervento, ma costituisce un sistema di distribuzione ordinato ed equilibrato di risorse e potenzialità. Essa deriva infatti dalla somma di tre livelli: le Fasce (bande a matericità variabile), gli Assi (sistema di distribuzione e predisposizione impiantistica) e le Isole (aree attrezzate e attrezzabili poste come eccezione alla trama regolare di fasce e assi). Attraverso la loro sovrapposizione e personalizzazione è possibile ottenere configurazioni plurime dello spazio pubblico, garantendo al contempo il massimo grado di modificazione ed evoluzione.



KFP 102 / 2013



KFP PERUGIA NETWORK Perugia 2013 - Concorso - 2° CLASSIFICATO con Prof. Arch. G.A.Massari + Prof. Arch. C.Battaino

L’azione progettuale mira alla costruzione di una rete di relazioni virtuose tra gli attori coinvolti nell’operazione (l’università, le imprese e la cittadinanza), facendo dell’ex carcere il luogo fisico di scambio e contaminazione. Il modello di riferimento è quello di internet, in cui l’assenza di gerarchie massimizza l’accessibilità alle informazioni e alle risorse. Si tratta quindi di progettare un “internet fisico”, interpretando e traducendo le modalità di comunicazione e relazione della rete in un’architettura.



SCARDINARE GERARCHIE Il ribaltamento del grado di accessibilità dell’edificio, per natura chiuso rispetto all’intorno, si affida ad un’azione forte ma allo stesso tempo conservatrice dell’identità dell’oggetto su cui interviene. La rigidezza dell’impianto architettonico del carcere, fondato sulla simmetria, viene compromessa dall’inserimento di un oggetto di disturbo, un piano verticale la cui leggerezza e asimmetria rispetto alla preesistenza minano la monumentalità dell’edificio carcerario. Esso rappresenta l’interfaccia di comunicazione tra la città e l’edificio, consentendo il facile superamento della cinta muraria e offrendo un sistema di collegamento orizzontale e verticale alternativo a quello della preesistenza e fruibile 24 ore su 24, assumendo a tutti gli effetti il carattere di “strada urbana”. Il risultato dell’operazione progettuale è la simbiosi tra l’edificio carcerario, convertito in un immenso “contenitore” di attività urbane, e il piano verticale, il “motore di ricerca” necessario a rendere accessibili le risorse in esso contenute.



INTERFACCIA L’azione di innesto non si limita a risolvere la fruibilità spaziale dell’edificio ma è finalizzata al suo inserimento nella scena urbana attraverso la lettura e l’interpretazione delle dinamiche di uso dello spazio pubblico della città. Il posizionamento e l’interruzione del piano verticale è dettato infatti dalla volontà di intercettare gli intensi flussi di city users tra città bassa e alta, dovuti alla vicinanza a numerosi nodi del sistema di mobilità urbana. L’accessibilità al piano verticale non è tuttavia limitata ai soli estremi ma, attraverso la realizzazione di un piano inclinato di raccordo avente funzione di piazza pubblica, è consentita lungo tutto il suo sviluppo. Il piano verticale agisce inoltre come interfaccia grafica del catalizzatore culturale, costituendone l’ “homepage” e instaurando una relazione visiva con la città e i suoi fruitori. Le sue dimensioni e la matericità inconsueta lo rendono landmark ed elemento caratterizzante il profilo contemporaneo dell’acropoli perugina.



CIG 104 / 2014



CENTRO CIVICO ISOLA GARIBALDI Milano 2014 - Concorso con Baldessarri & Baldessarri Architetti

Le forze plasmanti il progetto sono frutto dell’interpretazione dei caratteri del contesto: da un lato la necessità di aprire l’edificio al parco, consentendo l’espansione orizzontale dello spazio attraverso l’annullamento dei limiti fisici, dall’altra la volontà di assecondare e lasciarsi influenzare dalla tendenza alla verticalità di questo nuovo pezzo di città, ritagliandosi un posto nello skyline milanese.



RESILIENZA La capacità dell’edificio di rispondere al programma vasto e articolato richiesto dal bando è affidata ad un’organizzazione planimetrica svincolata dalla presenza di partizioni rigide. Si definisce così uno spazio aperto ad assumere assetti molteplici e dettati dalle esigenze; una superficie continua in cui l’utente può ritrovare la propria spazialità. Il perimetro stesso del padiglione può essere parzialmente eliminato, moltiplicando lo spazio e aprendo le attività del centro civico al parco. Il rigido profilo del perimetro, un trapezio ricavato dalla geometria del lotto, consente un’eccezione in corrispondenza dell’accesso principale: dei volumi puri, caratterizzati da particolari cromatismi, rompono la linearità del prospetto segnando l’accesso e generando strutture a traliccio che raggiungono l’altezza di 60 metri.


A

Vicolo de Castillia

A

+0.15

+0.15

0.00

A


LHT 105 / 2014



LEVERANO HORIZON TOWER Leverano (LE) 2014 - Concorso

Alla base del processo progettuale si pone la volontà di instaurare un dialogo con le torri di avvistamento salentine che caratterizzano il litorale. Esso si fonda sulla reinterpretazione dell’esperienza percettiva di osservazione del paesaggio, a partire dalle caratteristiche delle torri di avvistamento tradizionali: l’incremento di quota tramite la scala esterna, la parziale e focalizzata visione del paesaggio dall’interno della torre (dovuta alle piccole e profonde aperture) e la vista totale dell’intorno, possibile solo una volta raggiunta la sommità, sono gli elementi che caratterizzano l’esperienza percettiva del fruitore.



PRESIDIO Il programma dell’intervento mira a superare la mera funzione di osservatorio, definendo un’architettura avente valore di presidio territoriale. Esso prevede, infatti, l’inserimento di funzioni aggiuntive legate al settore turistico e agroalimentare e finalizzate alla realizzazione di un sistema ricettivo diffuso. La torre ospita infatti due camere doppie, un locale ristoro al piano terra e un locale per l’esposizione e la vendita di prodotti artigianali e agricoli locali. L’osservatorio, posto alla sommità della torre, è frutto di un ulteriore ragionamento sulla percezione e l’osservazione del paesaggio, concretizzatosi nella predisposizione di uno spazio capace di offrire modalità plurime di osservazione dell’intorno.



VRG 107 / 2015


6

5 4

7 9 810 1

49

50

3 2 11 12

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13

48 46 45 44

47 43

16 18 17

42 41

20 19 40

21

39 38

37 30 36 31 32 35 33 34

22 23 29 28 24 25 27 26

15


VIRGILIO Trento 2015 - CONCORSO - 1° CLASSIFICATO

Il progetto trae vantaggio dalla natura ostile dei luoghi, che diventa elemento fondamentale di un’esperienza di esplorazione a pochi passi dalla città. Gli interventi non tracciano percorsi o circoscrivono spazi, ma cercano di suggerire un modo inusuale (ma radicato nel nostro istinto) di vivere il paesaggio. L’intervento propone la definizione di un sistema di navigazione basato sull’installazione di elementi “altri”, capaci di instaurare un dialogo per contrasto con il contesto, svolgendo al contempo un ruolo funzionale/performativo. L’utente è chiamato a vivere il parco come protagonista, definendo esso stesso il proprio percorso, lasciandosi guidare dalle suggestioni dei paesaggi attraversati.



ELEMENTO DI CARATTERIZZAZIONE DEI LUOGHI

DISPOSITIVO FUNZIONALE/ PERFORMATIVO

SISTEMA DI NAVIGAZIONE A VISTA

DISPOSITIVO DI RISALITA

OGGETTI L’identificazione del sistema si basa sull’utilizzo di installazioni riconoscibili, caratterizzate dal medesimo minimale ed inconsueto aspetto, in contrasto con la naturale e variegata complessità dei luoghi. I riferimenti sono molteplici: dal menhir al totem, fino ai cosiddetti “ometti di pietra”, la sistemazione di oggetti notevoli nel paesaggio al fine di conferire ai luoghi valori aggiunti è radicata nell’evoluzione dell’uomo e costituisce probabilmente la prima forma di architettura. Ne risulta una molteplicità di scenari derivanti dalla commistione tra natura e artificio. I dispositivi installati costituiscono, inoltre, degli elementi tecnici di supporto alle attività del parco e alle diverse modalità di risalita del rio; la multiscalarità degli elementi permette, infatti, un’estrema versatilità, senza compromettere l’unitaria identità dell’intervento.

ELEMENTO DENOMINATORE DEL SISTEMA PARCO



SISTEMA PARCO Gli itinerari di risalita sfruttano l’articolazione morfologica, offrendo al visitatore opportunità diversificate: alla possibilità di risalire lungo i due versanti, mantenendo un rapporto visivo/uditivo con il rio (anche attraverso i numerosi punti di osservazione), si contrappone un percorso più impervio e avventuroso (climbing, canoping, ecc). Il processo di installazione del sistema si fonda sulla sua versatilità e sostenibilità, riscontrabili alle diverse scale: la definizione dei percorsi di risalita può essere affrontata per gradi, compatibilmente con le disponibilità economiche, sperimentando forme di autogestione da parte dei cittadini e di contaminazione con le proprietà adiacenti (ospitalità diffusa), o dialogando con il sistema parchi della città.



RICCARDO PELLEGRINO / 2017


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