Intesa Sanpaolo - Monitor distretti industriali Emilia-Romagna 4/2015

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Monitor dei Distretti dell’Emilia Romagna

BOZZA Executive summary

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1. L’evoluzione dell’export dei distretti tradizionali dell’Emilia Romagna

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1.2 L’evoluzione dell’export nel quarto trimestre del 2015

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1.2 L’evoluzione dell’export nel complesso del 2015

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2. La CIG nel 2015

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3. I poli tecnologici dell’Emilia Romagna: export e CIG

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Marzo 2016

Trimestrale – n. 32 Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche

Industry and Banking Appendice Metodologica

10 A cura di: Carla Saruis

Database management: Angelo Palumbo


Monitor dei Distretti – Emilia Romagna Marzo 2016

Executive summary Nel quarto trimestre del 2015 nei distretti tradizionali della regione si denota un’accelerazione, dopo il rallentamento di metà anno: le esportazioni hanno, infatti, evidenziato una crescita tendenziale positiva (+5,3%), che ha portato i livelli su valori di circa 3 miliardi di euro, nuovo massimo storico. Grazie all’accelerazione degli ultimi mesi dell’anno, il 2015 si è chiuso con una crescita dell’1,5% per l’export dei distretti della regione che hanno raggiunto 11,5 miliardi di euro, nuovo record storico. Si tratta del quinto anno consecutivo di crescita. Considerando l’andamento complessivo del 2015 chiudono positivamente 11 distretti su 18. In Emilia Romagna emerge, dunque, un’elevata dispersione, non solo tra diversi settori di specializzazione, ma anche tra distretti appartenenti alla stessa filiera produttiva. Nella meccanica, alle performance positive dei distretti delle macchine per il legno di Rimini (+17,2%), della food machinery di Parma (+2%) e dei ciclomotori di Bologna (+10,1%), si contrappongono i segnali negativi osservati nei distretti delle macchine agricole di Modena e Reggio Emilia (-9%) e delle macchine utensili di Piacenza (-14,6%). Anche il distretto delle macchine per l’imballaggio di Bologna, nonostante i miglioramenti di fine anno, chiude il 2015 in lieve territorio negativo, dopo le brillanti performance degli anni precedenti (solo -3,6% rispetto al record storico del 2014), soffrendo in particolare in Indonesia e Cina. I tre distretti del sistema moda della regione, pur mostrando timidi segnali di ripresa nell’ultimo trimestre dell’anno, chiudono il 2015 in negativo, continuando a scontare le difficoltà sul mercato russo derivanti dalla svalutazione del rublo e dalla contrazione del prezzo del petrolio. Le perdite più consistenti si registrano nel distretto dell’abbigliamento di Rimini (-7%). Segnali migliori vengono dal sistema casa: nel 2015 in crescita sia il distretto delle piastrelle di Sassuolo (+7,5%), che quello dei mobili imbottiti di Forlì (+0,7%) grazie al traino del mercato statunitense. Nel 2015 è migliorato anche il quadro per il settore alimentare: bene l’alimentare di Parma (+14,3%), i salumi di Parma (+8,7%) e il lattiero-caseario di Reggio Emilia (+4,3%); riescono poi a chiudere il 2015 in territorio lievemente positivo i salumi di Modena (+0,7%) e l’ortofrutta romagnola (+1%); infine arretrano lievemente il lattiero-caseario Parmense (-2,4) e in misura significativa i salumi di Reggio Emilia (-17,5%). L’analisi per mercato di sbocco evidenzia una dinamica positiva per le esportazioni verso i mercati maturi (+6%), trainata dalle buone performance negli Stati Uniti, a fronte di un calo degli scambi verso i paesi emergenti (-6,2%), condizionato dalle difficoltà sul mercato russo e dal calo delle vendite in Indonesia (dopo il boom del 2014). Performance molto positive hanno caratterizzato i poli tecnologici della regione che hanno chiuso il 2015 con una crescita delle esportazioni superiore alla dinamica nazionale (+14,7% versus +5,9%), trainati dal polo biomedicale di Mirandola (+29,1%) che è cresciuto su tutti i più importanti mercati (Francia e Germania in primis) e superato i livelli di export pre-sisma, toccando nuovi valori record. Bene anche il polo ICT di Bologna e Modena (+10,6%) e il polo biomedicale di Bologna (+3,2%). I dati sul ricorso agli ammortizzatori sociali evidenziano nel 2015 un ridimensionamento complessivo delle ore autorizzate dei distretti della regione sebbene rimangano alcune situazioni di criticità.

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Monitor dei Distretti – Emilia Romagna Marzo 2016

1. L’evoluzione dell’export dei distretti tradizionali dell’Emilia Romagna 1.2 L’evoluzione dell’export nel quarto trimestre del 2015 Si evidenzia un’accelerazione per i distretti regionali nel quarto trimestre del 2015: crescita Accelerazione nel quarto tendenziale delle esportazioni sensibilmente positiva (+5,3%), che ha portato i livelli su valori di trimestre 2015 per i circa 3 miliardi di euro, nuovo massimo storico. Tredici distretti su diciotto hanno chiuso il quarto distretti regionali trimestre in territorio positivo, con performance migliori per i distretti dei ciclomotori di Bologna (+26,8%) e per l’alimentare di Parma (+18,2%). Segnali negativi invece per i salumi di Reggio Emilia (-43,5%) e le macchine utensili di Piacenza (-12,1%). Nel complesso, nel 2015 le esportazioni distrettuali della regione hanno raggiunto 11.544 milioni di euro, in aumento dell’1,5% rispetto al 2014. Fig. 1 – Evoluzione dell’export dei distretti dell’Emilia Romagna (var. % tendenziale; miliardi di euro scala sinistra)

Fig. 2 – Numero distretti in crescita su 18 distretti dell’Emilia Romagna

Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat

Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat

Hanno chiuso in positivo 3 distretti su sei nel settore della meccanica: i ciclomotori di Bologna (+26,8%), sostenuti dai buoni risultati sui mercati inglese, tedesco e francese e da una ripresa delle esportazioni verso il mercato statunitense; le macchine per il legno di Rimini (+11,6%), trainato dalle vendite negli Stati Uniti, Gran Bretagna e da un’espansione nel mercato argentino; si è ripreso il distretto delle macchine per l’imballaggio di Bologna (+7,2%), grazie all’andamento positivo sui mercati statunitense, turco e spagnolo; si evidenzia anche un forte incremento di esportazioni in Svizzera. La performance positiva del distretto si inserisce in uno scenario di ripresa del settore a livello nazionale; secondo i dati di UCIMA, associazione delle imprese del settore degli impianti per il confezionamento e l’imballaggio, nel quarto trimestre dello scorso anno le esportazioni hanno registrato una crescita tendenziale dell’8%. Ha chiuso in negativo il distretto delle macchine per l’industria ceramica, registrando un calo tendenziale delle esportazioni dell’8,4% (fonte ACIMAC), dopo tre trimestri fortemente positivi; il bilancio per l’intero anno è comunque molto positivo (+16,2%). Prosegue il calo per il distretto delle macchine agricole di Modena e Reggio Emilia (-4,4%), che soffre in particolare negli Stati Uniti, Germania e Turchia, mentre il mercato sudafricano sembra in ripresa. In difficoltà anche il distretto delle macchine utensili di Piacenza (-12,1%), che nonostante il buon andamento in Francia rallenta in Cina, Russia e Stati Uniti. Risultato negativo nel quarto trimestre anche per la Food machinery di Parma (-17,1%), dopo le brillanti performance dei due trimestri precedenti, scontando il ridimensionamento delle vendite in Spagna, Cina, Algeria e Stati Uniti; il distretto ha però continuato a crescere in Francia (secondo sbocco commerciale), Turchia e Egitto.

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Luci e ombre per i distretti della meccanica

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Fig. 3 – Evoluzione dell’export dei distretti della MECCANICA della regione (var. % tendenziale)

Fig. 4 – Evoluzione dell’export dei distretti del SISTEMA MODA della regione (var. % tendenziale)

Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat

Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat

Tornano positivi, nel quarto trimestre, i distretti del sistema moda, nonostante la debolezza sul mercato russo. Le calzature di San Mauro Pascoli chiudono il trimestre con un aumento del 3,3%: buono l’andamento del mercato statunitense che riesce a compensare parzialmente la riduzione di esportazioni in Russia e il rallentamento in Francia e diventa il primo mercato di sbocco; l’anno 2015 si chiude con una riduzione dell’export pari al 4,1%. Il distretto della maglieria e abbigliamento di Carpi torna in territorio lievemente positivo (+0,2%), dopo quattro trimestri negativi, grazie al buon andamento sul mercato spagnolo e alla ripresa su quello francese. Il distretto dell’abbigliamento di Rimini registra finalmente un segno positivo, +2,4%, grazie alla crescita delle esportazioni negli Stati Uniti e in Arabia Saudita. Segnali contrastanti per i distretti del sistema casa. Le piastrelle di Sassuolo, grazie al traino del mercato statunitense, hanno confermato una tendenza positiva +7,9% anche nel quarto trimestre, mantenendo un buon posizionamento sul mercato tedesco e inglese, rispettivamente secondo e quarto sbocco commerciale del distretto. Il distretto sassolese si conferma uno dei pilastri dell’economia emiliana: nel 2015 le sue esportazioni hanno raggiunto 3,06 miliardi di euro, in crescita del 7,5% rispetto al 2014. Il buon andamento delle vendite sul mercato USA non riesce invece a sostenere il distretto dei mobili imbottiti di Forlì, che registra un rallentamento, causato dalla contrazione in Francia, nel Regno Unito e in Cina rispettivamente primo, secondo e quinto paese di destinazione del distretto.

Il mercato russo condiziona la performance del sistema moda

Segnali contrastanti per il sistema casa

Fig. 5 –Evoluzione dell’export dei distretti del SISTEMA CASA della regione (var. % tendenziale)

Fig. 6 –Evoluzione dell’export dei distretti dell’ALIMENTARE in Emilia Romagna (var. % tendenziale)

Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat

Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat

Migliora il quadro per il settore alimentare: sei distretti su sette chiudono il quarto trimestre in Quadro positivo per i crescita. L’export dell’alimentare di Parma evidenzia una crescita del 18,2%, trainato dalle vendite distretti dell’alimentare in Francia, Germania e Regno Unito e, soprattutto, dal boom di export in Cina e ad Hong Kong,

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che hanno più che compensato il forte calo subito in Russia. In crescita anche i distretti del lattiero-caseario: il parmense (+12,7%) trainato prevalentemente dal mercato USA e il quello di Reggio Emilia (+16,1%) spinto dalle vendite in Francia. Si mantiene ancora positivo l’export dell’ortofrutta romagnola (+3,4%), dopo l’ottima performance del trimestre precedente, grazie al trend positivo sui principali mercati: Germania e Regno Unito su tutti. In positivo anche i salumi di Parma e di Modena (+6 % e +5,7% rispettivamente), sostenuti dalle vendite sui mercati europei, mentre chiude in forte perdita il distretto dei salumi di Reggio Emilia (-43,5%) che soffre in particolare sui mercati francese e inglese, rispettivamente primo e secondo sbocco commerciale. Tab.1 – L’export dei distretti tradizionali dell’Emilia Romagna Milioni di euro

Totale complessivo Piastrelle di Sassuolo Macchine per l'imballaggio di Bologna Alimentare di Parma Salumi del modenese Maglieria e abbigliamento di Carpi Macchine agricole di Reggio Emilia e Modena Ortofrutta romagnola Ciclomotori di Bologna Abbigliamento di Rimini Food machinery di Parma Salumi di Parma Calzature di San Mauro Pascoli Macchine legno di Rimini Lattiero-caseario di Reggio Emilia Lattiero-caseario Parmense Mobili imbottiti di Forlì Salumi di Reggio Emilia Macchine utensili di Piacenza Macchine per l’ind. Ceramica di Modena e Reggio Emilia

2014 11.371 2.848 2.475 620 628 613 564 497 444 512 446 288 322 242 224 221 175 133 120

2015 11.544 3.061 2.385 709 633 579 513 502 489 476 454 313 309 283 233 216 177 110 103

1.295

1.505

Comp. % 2015 100 26,5 20,7 6,1 5,5 5,0 4,4 4,3 4,2 4,1 3,9 2,7 2,7 2,5 2,0 1,9 1,5 1,0 0,9

Variazione % rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente 3°trim '15 4°trim'15 2015 0,1 5,3 1,5 8,8 7,9 7,5 -11,4 7,2 -3,6 18,3 18,2 14,3 -8,9 5,7 0,7 -11,8 0,2 -5,4 -9,0 -4,4 -9,0 9,8 3,4 1,0 7,1 26,8 10,1 -8,6 2,4 -7,0 13,7 -17,1 2,0 12,0 6,0 8,7 -14,0 3,3 -4,1 30,6 11,6 17,2 6,8 16,1 4,3 8,3 12,7 -2,4 10,1 -4,3 0,7 -17,1 -43,5 -17,5 -15,3 -12,1 -14,6 18,3

-8,4

16,2

Nota: (*) I dati del distretto delle macchine per l’industria della ceramica di Modena e Reggio Emilia sono di fonte ACIMAC (Associazione Costruttori Italiani Macchine Attrezzature per Ceramica). I dati si riferiscono all’intero settore italiano e, vista l’alta concentrazione delle imprese nelle province di Modena e Reggio Emilia, approssimano molto bene l’andamento del distretto, ma non sono direttamente confrontabili con quelli dei distretti tradizionali da noi individuati. Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat

L’analisi per mercato di sbocco evidenzia una dinamica positiva per le esportazioni verso i mercati maturi (+9,8%), a fronte di un calo degli scambi verso i paesi emergenti (-1,8%), in fase calante da inizio anno; se escludiamo la Russia dai paesi emergenti si può vedere invece un graduale miglioramento fino ad arrivare al dato positivo dell’1% nell’ultimo trimestre del 2015. A trainare le vendite nelle economie avanzate è stato su tutti il mercato statunitense: le esportazioni negli USA hanno raggiunto nel quarto trimestre 306 milioni di euro, rispetto a 238 milioni di euro del corrispondente periodo del 2014. La maggioranza dei distretti regionali ha evidenziato performance positive in USA, ma su tutti spiccano le macchine per l’imballaggio di Bologna, che hanno visto un incremento di 25 milioni rispetto allo stesso periodo del 2014 e le piastrelle di Sassuolo (+22,8). Bene le vendite in Svizzera: anche qui si distinguono le macchine per l’imballaggio di Bologna e i ciclomotori di Bologna. In Spagna grosso aumento delle esportazioni dei salumi di Parma e delle calzature di San Mauro Pascoli. Tutti i distretti regionali hanno evidenziato un calo delle esportazioni verso la Russia, passate da 99 a 68 milioni di euro nel quarto trimestre 2015. Il calo più consistente si è visto per i distretti delle piastrelle di Sassuolo e per l’abbigliamento di Rimini.

Si conferma più dinamico l’export verso i mercati maturi

Segnali negativi per quanto riguarda l’export in Cina e Indonesia, a causa del venir meno di alcune importanti commesse per il distretto delle macchine per l’imballaggio di Bologna.

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Fig. 7 – Evoluzione dell’export dei distretti regionali per mercato di sbocco (var. % tendenziale)

Fig. 8 – I mercati dove la crescita (e il calo) dell’export dei distretti è stata più intensa (differenza in milioni di euro , tra il 4° trim 2014 e il 4° trim 2015)

Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat

Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat

1.2 L’evoluzione dell’export nel complesso del 2015 Il 2015 si chiude in positivo con un aumento complessivo dell’export per i distretti dell’Emilia Romagna dell’1,5%. Questo dato anche se sotto la media italiana è da considerarsi positivo data l’accelerazione dell’ultimo trimestre che fa sperare in una crescita progressiva nel 2016. I migliori distretti in termini di evoluzione dell’export si sono rivelati le macchine per il legno di Rimini (+17,2%) e l’alimentare di Parma (+14,3%); buona evoluzione anche per i ciclomotori di Bologna (+10,1%), i salumi di Parma (+8,7%) e le piastrelle di Sassuolo (+7,5%). Le performance peggiori sono state quelle del distretto dei salumi di Reggio Emilia (-17,5%) e delle macchine utensili di Piacenza (-14,6%). Fig. 9 - Evoluzione dei distretti dell'Emilia Romagna, confronto 2015 e 2014 (milioni di euro)

Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat

Facendo un confronto con i valori delle esportazioni annuali dal 2008 al 2015, per la maggior parte dei distretti si registra un pieno recupero dei livelli di export, fino al raggiungimento di un picco massimo nel 2015 per gran parte di essi. Mostrano invece valori ancora inferiori a quelli pre crisi, in particolare il distretto delle Macchine agricole di Reggio Emilia e Modena, la maglieria e abbigliamento di Carpi e le macchine utensili di Piacenza.

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Fig.10- Quanto è lontano il 2008? (var. % tra 2015 e 2008)

Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat

2. La CIG nel 2015 I dati sul ricorso agli ammortizzatori sociali evidenziano, nel 2015, un ridimensionamento complessivo delle ore autorizzate dei distretti della regione sebbene rimangano alcune situazioni di criticità. Le ore autorizzate ammontano a 10,7 milioni nel 2015, in calo del 16,8% rispetto al 2014, ascrivibile al calo della componente in deroga (-69,4%), su cui grava il cambiamento nella modalità di rifinanziamento e il cambiamento dei criteri di assegnazione1. Aumenta invece il ricorso alla cassa ordinaria (13,5%) e straordinaria (8,2%), che riguarda in particolare alcuni distretti: l’abbigliamento di Rimini su tutti.

Permangono alcune criticità nel mercato del lavoro

Fig. 11 - Monte Ore CIG autorizzate nei distretti tradizionali dell’Emilia Romagna (milioni di ore)

Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati INPS

Il dettaglio per singolo distretto, infatti mostra il netto incremento del ricorso alla cassa integrazione straordinaria, tipologia di cassa richiesta per ristrutturazione, riorganizzazione e

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A partire da agosto 2014 il nuovo decreto sugli ammortizzatori sociali ha ristretto, infatti la platea dei beneficiari della cassa in Deroga, con l’obiettivo di fare un uso più virtuoso delle risorse disponibili.

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riconversione aziendale, in caso di crisi aziendali di particolare intensità, per il distretto dell’abbigliamento di Rimini (che sta scontando il crollo delle vendite in Russia), delle macchine per l’imballaggio di Bologna e dei mobili imbottiti di Forlì; questi ultimi due distretti però hanno ridotto le ore di cig complessive richieste. Tab. 2- La CIG nei distretti tradizionali dell’Emilia Romagna Monte ore 2014 Totale complessivo 12.901.278 Macchine agricole di Reggio Emilia e Modena 3.308.960 Piastrelle di Sassuolo 3.861.095 Macchine per l'imballaggio di Bologna 1.284.070 Abbigliamento di Rimini 303.967 Macchine legno di Rimini 1.274.341 Maglieria e abbigliamento di Carpi 1.102.094 Mobili imbottiti di Forlì 511.992 Calzature di San Mauro Pascoli 288.033 Macchine utensili di Piacenza 493.047 Ciclomotori di Bologna 293.321 Food machinery di Parma 180.358

Var% 2015 10.739.189 2.859.361 2.464.620 1.256.315 1.251.260 1.106.418 701.982 402.108 241.652 229.574 165.787 60.112

-16,8 -13,6 -36,2 -2,2 311,6 -13,2 -36,3 -21,5 -16,1 -53,4 -43,5 -66,7

Var% 2015 su 2014 Deroga Ordinaria Straordinaria -69,4 13,5 8,2 -59,2 152,8 -23,4 -77,0 16,6 3,5 -79,6 -42,5 88,2 -43,6 -72,8 438,4 -63,5 -44,6 -8,9 -71,0 20,4 20,3 -62,7 6,1 27,6 -15,5 27,0 -38,4 -95,8 -7,5 -60,8 -90,3 -25,9 -43,6 -81,5 -67,9 -54,3

Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati INPS

3. I poli tecnologici dell’Emilia Romagna: export e CIG Il quarto trimestre si è chiuso con una crescita delle esportazioni dei 3 poli tecnologici della regione, che hanno mostrato una dinamica migliore rispetto a quella dei poli nazionali (+11,6% versus +3,5%). A trainare l’hi-tech regionale è stato su tutti il polo ICT di Bologna e Modena, in crescita del +16,1%, grazie al sostegno delle vendite sui principali mercati e in particolare Stati Uniti, Cina e dal boom in Brasile e Vietnam. Nel 2015 l’export del distretto ha raggiunto 567,7 milioni di euro, su valori superiori del 3,3% rispetto allo scorso anno. In crescita anche l’export del biomedicale di Mirandola (+7,3% nel quarto trimestre 2015), che, nonostante il rallentamento in Francia e Spagna, ha ottenuto buoni risultati sia nel Regno unito che negli Stati Uniti e ha mostrato un balzo delle vendite verso Taiwan. Grazie a questa performance, il polo biomedicale di Mirandola ha raggiunto e superato i livelli di export pre sisma 2012, raggiungendo nel 2015 il picco massimo. Prosegue il buon andamento del biomedicale di Bologna, che vede un incremento delle esportazioni del 7,1%. A sostenere le vendite sono stati i mercati tedesco e cinese, primo e terzo sbocco commerciale. Da segnalare il balzo delle vendite in Iraq e Australia.

Prosegue il buon andamento dei poli hitech regionali

Fig. 12- Evoluzione dell’export: confronto poli tecnologici italiani e poli dell’Emilia Romagna (var. % tendenziale)

Fig. 13- Evoluzione dell’export dei poli tecnologici regionali (var. % tendenziale)

Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat

Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat

Nel 2015, le esportazioni complessive dei poli tecnologici regionali hanno toccato 1.140 milioni di euro, in crescita del 14,7% rispetto al 2014. Lo scorso anno tutti i poli tecnologici dell’Emilia Romagna hanno raggiunto il picco massimo di export (Tabella 4).

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Tab. 3 - L'export dei Poli tecnologici Emiliani

Totale Poli tecnoligici italiani Totale Poli tecnoligici Emilia Romagna Biomedicale di Bologna Biomedicale di Mirandola Polo Ict di Bologna e Modena

2015 mln euro 28.143 1.140 193 380 568

2015 comp.%

Variazione % tendenziale 2015 4°trim.'14 5,9 8 14,7 9,8 3,2 8,9 29,1 25,7 10,6 1,8

2014 1,9 -3,0 10,0 3,3 3,9

100 16,9 33,3 49,8

4°trim'15 3,5 11,6 7,1 7,3 16,1

Fonte: elaborazione Intesa Sanpaolo su dati Istat

Tab. 4 - L'export dei Poli tecnologici Emiliani dal 2007 al 2015: milioni di euro 2007 2008 2009 2010 Biomedicale di Bologna 158,7 178,8 144,8 146,3 Biomedicale di Mirandola 350,9 334,7 338,8 330,1 Polo Ict di Bologna e Modena 391,7 390,3 330,0 406,5 Totale poli tecnologici Emilia Romagna 901,3 903,8 813,5 882,9

2011 157,5 333,2 423,0 913,7

2012 174,3 251,7 454,1 880,1

2013 192,5 267,5 497,1 957,1

2014 186,7 294,2 513,5 994,5

2015 192,7 380,0 567,7 1.140,4

Fonte: elaborazione Intesa Sanpaolo su dati Istat

Il dato sul ricorso alla cassa integrazione guadagni evidenzia luci e ombre: al calo delle componenti in deroga e ordinaria, si contrappone l’incremento della cassa straordinaria, attribuibile in particolare al polo ICT di Bologna e Modena. Nel complesso le ore di cassa autorizzate si attestano a 1,6 milioni di ore, in crescita del 18% rispetto al 2014. Fig. 14 - Monte Ore CIG autorizzate nei poli tecnologici dell’Emilia Romagna (milioni di ore)

Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati INPS

All’incremento delle ore autorizzate del polo ICT si contrappone il ridimensionamento del monte ore per i due poli del biomedicale, su livelli nettamente più contenuti, soprattutto per quel che riguarda il biomedicale di Bologna. Tab. 5- Le ore autorizzate di CIG nei poli tecnologici dell’Emilia Romagna Monte ore Var % Biomedicale di Bologna Biomedicale di Mirandola Polo Ict di Bologna e Modena Totale complessivo

2014 236.806 154.488 955.263 1.346.557

2015 38.756 101.235 1.459.177 1.599.168

-83,6 -34,5 52,8 18,8

Deroga -89,4 -66,4 -72,1 -74,2

Var. % 2015 su 2014 Ordinaria -67,7 -85,0 -36,6 -47,5

Straordinaria -87,9 22,0 139,2 92,1

Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati INPS

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Appendice Metodologica Non è facile monitorare l’evoluzione congiunturale dei distretti industriali. Le uniche informazioni aggiornate disponibili, a livello territoriale (provinciale), riguardano le esportazioni espresse a prezzi correnti (dati trimestrali). Un incrocio province/settori per le esportazioni è disponibile, inoltre, per un numero relativamente limitato di settori. La congiuntura dei distretti può essere pertanto approssimata in un modo molto grezzo, con un maggiore grado di confidenza solo per i distretti fortemente export-oriented (non ci sono, infatti, dati sul mercato interno) e per quelli che producono beni non troppo specifici (non abbiamo statistiche su micro-settori, ad esempio come “coltelli e forchette”). Nel Monitor dei distretti sono analizzati, oltre a circa 140 distretti tradizionali (principalmente specializzati nel sistema moda, nel sistema casa, nella meccanica e nell’agro-alimentare), 22 poli tecnologici, specializzati cioè in settori ad alta tecnologia (farmaceutica, ICT, aeronautica). I distretti analizzati costituiscono una sintesi di quelli individuati dalla Federazione dei distretti italiani, dall’Istat, dalla Fondazione Edison e dalle Leggi regionali che censiscono i distretti stessi. Poiché il presente lavoro ha finalità soprattutto quantitative a livello del sistema distretti nel suo complesso, ci si è concentrati solo sui distretti e poli tecnologici che potevano essere ben rappresentati dai dati Istat disponibili sul commercio estero a livello provinciale. Vale la pena precisare che i dati Istat provinciali si riferiscono alle export, espresse a prezzi correnti e, pertanto, non tengono conto dei fenomeni inflativi, ovvero delle variazioni di prezzo non dovute a miglioramenti qualitativi dei beni prodotti. Questi dati devono, pertanto, essere valutati con cautela visto che, l’evoluzione positiva (negativa) dell’export può nascondere aumenti (diminuzioni) di prezzo legati all’andamento delle quotazioni delle materie prime. In questo numero del Monitor l’evoluzione delle esportazioni nel 2015 è calcolata confrontando i dati revisionati nel 2015 con i dati definitivi del 2014. Le variazioni calcolate per il 2014 sono ottenute dal confronto tra dati definitivi del 2014 e dati definitivi del 2013.

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Monitor dei Distretti – Emilia Romagna Marzo 2016

Le pubblicazioni sui Distretti della Direzione Studi e Ricerche Studi sui distretti industriali Monografie sui principali distretti industriali italiani Il distretto del mobile della Brianza, Marzo 2003 Il distretto del mobile del Livenza e Quartiere del Piave, Agosto 2003 Il distretto della calzatura sportiva di Montebelluna, Agosto 2003 Il distretto del tessile–abbigliamento di Schio-Thiene-Valdagno, Settembre 2003 Il distretto delle piastrelle di Sassuolo, Dicembre 2003 Il distretto della calzetteria di Castel Goffredo, Gennaio 2004 Il distretto dei metalli di Lumezzane, Febbraio 2004 Il distretto del tessile–abbigliamento di Prato, Marzo 2004 Il distretto del mobile di Pesaro, Giugno 2004 Il distretto dell’occhialeria di Belluno, Settembre 2004 Il distretto della concia di Arzignano, Settembre 2004 Il distretto delle calzature di Fermo, Febbraio 2005 Il distretto tessile di Biella, Marzo 2005 Il distretto della sedia di Manzano, Maggio 2005 Il distretto serico di Como, Agosto 2005 Il distretto della calzetteria di Castel Goffredo (aggiornamento), Novembre 2005 Il distretto dei prodotti in pelle e cuoio di Santa Croce sull’Arno, Dicembre 2005 Il distretto della concia di Arzignano (aggiornamento), Aprile 2006 Il distretto del mobile imbottito della Murgia, Giugno 2006 I distretti italiani del mobile, Maggio 2007 Il distretto conciario di Solofra, Giugno 2007 Il distretto dei prodotti in pelle e cuoio di Santa Croce sull’Arno (aggiorn.), Settembre 2007 Il distretto della calzatura del Brenta, Ottobre 2007 Il distretto della calzatura veronese, Dicembre 2007 Il Polo fiorentino della pelle, Luglio 2008 Il distretto dei casalinghi di Omegna, Novembre 2008 Il distretto della calzatura di San Mauro Pascoli, Febbraio 2009 Il distretto metalmeccanico del Lecchese, Giugno 2009 I distretti calzaturieri del sud: Casarano, il Nord Barese e il Napoletano, Settembre 2009 Il distretto della maglieria e dell’abbigliamento di Carpi, Marzo 2010 Il distretto delle macchine agricole di Modena e Reggio Emilia, Marzo 2010 I distretti veneti del tessile-abbigliamento: le strategie per un rilancio possibile, Aprile 2010 L’occhialeria di Belluno all’uscita dalla crisi: quale futuro per il tessuto produttivo locale?, Settembre 2010 La Riviera del Brenta nel confronto con i principali distretti calzaturieri italiani, Ottobre 2010 Il comparto termale in Italia: focus Terme Euganee, Giugno 2011 Il calzaturiero di San Mauro Pascoli: strategie per un rilancio possibile, Luglio 2011 Il distretto della carta di Capannori, Marzo 2012 I distretti industriali e i poli tecnologici del Mezzogiorno: struttura ed evoluzione recente, Giugno 2012 Il mobile imbottito di Forlì nell’attuale contesto competitivo, Novembre 2012 Abbigliamento abruzzese e napoletano, Novembre 2012 Maglieria e abbigliamento di Perugia, Luglio 2013 Pistoia nel mondo, Dicembre 2013 Il calzaturiero di Lucca-Lamporecchio, Novembre 2015

Monitor dei distretti e Monitor dei distretti regionali Trimestrale di congiuntura sui principali distretti industriali italiani Ultimo numero: Marzo 2016

Economia e finanza dei distretti industriali Rapporto annuale sui bilanci delle imprese distrettuali Ottavo numero: Dicembre 2015

Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche

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Monitor dei Distretti – Emilia Romagna Marzo 2016

Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche - Responsabile Gregorio De Felice Servizio Industry & Banking Fabrizio Guelpa (Responsabile) Ufficio Industry Stefania Trenti (Responsabile) Maria Cristina De Michele Serena Fumagalli Caterina Riontino Ilaria Sangalli Giovanni Foresti (Responsabile coordinamento Economisti sul Territorio) Romina Galleri (sede di Torino) Anna Maria Moressa (sede di Padova) Carla Saruis (sede di Bologna) Ufficio Banking Elisa Coletti (Responsabile) Marco Lamieri Clarissa Simone Local Public Finance Laura Campanini (Responsabile)

0287962051

fabrizio.guelpa@intesasanpaolo.com

0287962067 0287963660 0280212270 0280215569 0280215785 0287962077 0115550438 0496537603 0516453889

stefania.trenti@intesasanpaolo.com maria.demichele@intesasanpaolo.com serena.fumagalli@intesasanpaolo.com caterina.riontino@intesasanpaolo.com ilaria.sangalli@intesasanpaolo.com giovanni.foresti@intesasanpaolo.com romina.galleri@intesasanpaolo.com anna.moressa@intesasanpaolo.com carla.saruis@intesasanpaolo.com

0287962097 0287935987 0287935939

elisa.coletti@intesasanpaolo.com marco.lamieri@intesasanpaolo.com clarissa.simone@intesasanpaolo.com

0287962074

laura.campanini@intesasanpaolo.com

Il rapporto è stato elaborato con informazioni disponibili al 16 marzo 2016

Editing: Elisabetta Ciarini

Avvertenza Generale La presente pubblicazione è stata redatta da Intesa Sanpaolo. Le informazioni qui contenute sono state ricavate da fonti ritenute da Intesa Sanpaolo affidabili, ma non sono necessariamente complete, e l’accuratezza delle stesse non può essere in alcun modo garantita. La presente pubblicazione viene a Voi fornita per meri fini di informazione ed illustrazione, ed a titolo meramente indicativo, non costituendo pertanto la stessa in alcun modo una proposta di conclusione di contratto o una sollecitazione all’acquisto o alla vendita di qualsiasi strumento finanziario. Il documento può essere riprodotto in tutto o in parte solo citando il nome Intesa Sanpaolo.

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