Il gallo che amava la luna

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ROSSA SERIE

Annamaria Piccione

Questo volume sprovvisto del talloncino a fronte è da considerarsi copia di SAGGIO-CAMPIONE,­GRATUITO, fuori commercio. Esente da I.V.A. (D.P.R. 26-10-1972, n° 633, art. 2 lett. d).

Il piccolo pulcino Lunardo, appena nato, scambia la luna per la sua mamma... Da quel momento canta ogni volta che la vede e decide di volerla raggiungere. Nel suo viaggio incontra un bambino triste, un mago, una fata, un principe e vari altri personaggi, alle prese, ognuno, con il proprio sogno da realizzare. E con tutti stringe una piacevole amicizia. Alla fine anche il simpatico Lunardo troverà la sua strada.

Annamaria Piccione è nata a Siracusa. Impegnata a scrive-

Il libro è dotato di approfondimenti online su www.raffaellodigitale.it

E 7,00

Il ga llo che a mava la luna

re racconti di narrativa, testi teatrali e pubblicazioni storiche, svolge attività di animazione con i bambini. Ha pubblicato, in questa Collana, “ Nuovola Bianca e Nuvola Nera” e “Hanno rapito mio fratello!”.

ROSS E I R SE anni

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Annamaria Piccione

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Il gallo che amava la luna Tutti i sogni si possono realizzare



Per volare con la fantasia

Collana di narrativa per ragazzi

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Editor: Paola Valente Coordinamento redazionale: Emanuele Ramini Team grafico: Letizia Favillo, Benedetta Boccadoro Copertina: Mauro Aquilanti Ufficio stampa: Salvatore Passaretta

Nuova Edizione 2011 Ristampa 7 6 5 4 3 2 1

2019 2018 2017 2016 2015 2014 2013

Tutti i diritti sono riservati © 2011 Raffaello Libri Srl Via dell’Industria, 21 60037 - Monte San Vito (AN) www.raffaelloeditrice.it www.grupporaffaello.it e-mail: info@ilmulinoavento.it http://www.ilmulinoavento.it Printed in Italy

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Annamaria Piccione

Il gallo che amava la luna Illustrazioni di

Mirella Mariani



Vita da polli

Pensate sia facile essere un pollo?

Beh, vi sbagliate, non lo è per niente! Sarà pur vero che i polli, come gli esseri umani, sono bipedi, ma nessun uomo potrà mai immaginare quanti e quali problemi debba superare un pollo nel corso della sua breve vita. È proprio così. La vita in un pollaio non è ricca di rose e fiori. Come tutti i mondi di questo mondo anche quello dei polli conosce splendori e miserie, momenti belli e giorni da dimenticare. Il pollaio da cui ha inizio questa storia era un pollaio come tanti altri, nel cuore di una 5


fattoria dove uomini e animali lavoravano gli uni accanto agli altri, con impegno e senza sgomitare. Di legno e mattoni, col tetto dipinto di rosso, quel pollaio ospitava più di trenta galline e si affacciava su un minuscolo stagno in cui la luna si specchiava ogni volta che poteva. Quando tutto cominciò, era una notte primaverile, una di quelle notti in cui ogni cosa sembra aver messo da parte l’impazienza, in cui la calma prevale sulla fretta di vivere che chiude gli occhi aprendoli al sonno. La quiete della notte proteggeva il piccolo pollaio e la luna piena lo rischiarava. Le galline stavano immobili, accucciate l’una contro l’altra, qualcuna dormendo, un’altra covando, chi dormendo e covando. Tutte respiravano pace e tranquillità. Ahi! La tempesta arriva sempre quando meno te l’aspetti! Vicino alla fattoria, poco oltre lo stagno, c’era un piccolo bosco in cui vivevano molti animali selvatici: lepri, conigli, topolini, lu6


certole… e dove regnava libera la volpe Codadoro, cruccio di fattori, cani e pennuti di vario tipo. Con gli occhi scintillanti, il manto rossastro e lucido, il muso grigio e la coda lunga e folta che ricordava i pennacchi dei carabinieri in alta uniforme, Codadoro era la volpe più bella che si fosse mai vista. Una delle più furbe… e sicuramente la più dispettosa! Il suo passatempo favorito era irrompere nelle fattorie quando tutto era calmo, combinare qualche guaio e sparire come se nulla fosse successo, tra lo sconforto dei malcapitati padroni di casa. Le sue vittime preferite erano i pollai, piccoli o grandi, purché popolati di galline prosperose. Alla volpe Codadoro, in realtà, non piaceva mangiare le galline, non era per questo che assaliva le fattorie. Lei era una volpe vegetariana e amava nutrirsi dell’erba rilucente che cresceva sul colle, dove correva al mattino fino a perdere il fiato. 7


Provava però un gusto matto a lanciarsi sulle galline quando queste meno se l’aspettavano e si divertiva un mondo a vederle saltellare in ogni dove, strepitando come delle ossesse, quasi le volessero scannare. Quella sera andò nel solito modo: la volpe prima balzò nel pollaio con un urlo terrificante, poi si mise a ridacchiare godendosi la scena: le povere galline fuggivano di qua e di là, col bianco sedere a punta che si agitava come un vortice, tra un mare di piume e un concerto di coccodè. Anche la chioccia Cocca fu costretta a scappare: il suo posto era vicino all’entrata e fu la prima a scaraventarsi fuori quando apparve la volpe. Assieme a lei rotolò giù anche l’uovo che stava covando, prossimo alla schiusa, che dopo esser rimbalzato sullo scivolo di legno andò a ruzzolare accanto a una piantina di cavoli. Che confusione! Chi correva, chi gridava, chi correva e gridava. 8


L’ovetto era sul punto di essere schiacciato, quando la luna, molto divertita da tutto quel chiasso, pensò bene di dire la sua e, sorridendo placida, inviò un raggio dritto sul piccolo uovo, che si schiuse al contatto dell’insperato calore. Fu dunque la bella faccia della luna, tonda e splendente, la prima cosa che il pulcino vide venendo al mondo.


Era un pulcino di dimensioni rispettabili, considerato che era nato da pochi secondi. Si guardò attorno, si stropicciò gli occhi e sbadigliò. Non si curò delle galline che strillavano, né della volpe che se ne andava sghignazzando: era come stregato dalla luna che illuminava il buio. – Pio pio – le disse, – come sei bella. Sei la mamma più bella del mondo.

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