Una collana speciale
La prima zolla andò a coprire proprio la punta di selce che gli avevo sistemato al fianco. Il suo ultimo lavoro, il più accurato.
Avevo chiesto io che fosse sepolta con lui, per accompagnarlo nel lungo viaggio che lo aspettava.
Poi via via le altre manciate di terra nascosero le gambe ripiegate, la veste di pelle di orso di cui andava così fiero, la cinghia di cuoio che teneva fissato il pugnale e infine il volto, nascosto in parte dai lunghi capelli.
Molto lentamente, un pugno di terra alla volta, gli uomini del clan riempirono la buca scavata a fatica nella terra dura e ghiacciata.
Avvertii la mano di Kab posata sulla mia spalla.
- Era veramente un grande cacciatore!
Annuii, ma un nodo in gola mi impediva di rispondere.
Pian piano anche gli altri uomini mi vennero
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vicino.
- Puoi essere orgoglioso di lui!
- Nessun altro ha eliminato più orsi delle caverne di tuo padre.
- Solo un orso delle caverne così grosso poteva ucciderlo!
- Il suo spirito ti proteggerà sempre!
Guardai il cumulo nero di terra che ormai nascondeva completamente la vista di mio padre, ma non riuscii ancora a parlare.
l’angolo del…
Nel Paleolitico, i defunti venivano deposti in fosse appositamente scavate e ricoperte di terra nera.
Le donne mi fissavano con gli occhi umidi; poi mi accorsi che il loro sguardo passava da me a mia madre e al suo grosso ventre, e sospiravano.
Sapevo perfettamente che cosa pensavano: che sarebbe stato di noi? Io ero solo un ragazzino e tra poco mi sarebbe nato il terzo fratello. Come saremmo sopravvissuti senza padre?
Chinai la testa per nascondere le lacrime, ma in quel momento una manina si infilò quasi a forza tra le mie dita serrate a pugno.
Anika, la mia sorellina.
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Mi sorrise e si appoggiò a me, come per cercare conforto; la sua testa mi arrivava a malapena alla spalla.
- Partirai anche tu con gli uomini, Toku?
- Certo! - risposi con forza.
La sicurezza che cercavo di far trasparire dalla mia voce la tranquillizzò, ma, d’altra parte, che avrei dovuto dire? Ero l’uomo della famiglia adesso e dovevo provvedere a tutti loro.
Kab dovette sentire, perché mi venne vicino.
- Non sei obbligato a partire per la caccia, Toku. Provvederemo noi a te e ai tuoi per qualche tempo… Sai che il clan non abbandona i suoi membri. Scossi con forza la testa.
- Voglio venire anch’io con voi! Raccolsi la collana che tenevo a terra accanto ai miei piedi e gliela mostrai: una fila di denti di orso delle caverne tenuti assieme da un nastro di corda. Mancavano ancora tre denti per renderla completa, ma non c’era stato il tempo di finirla.
- Questa la stava preparando mio padre, poco prima di morire... La stava costruendo per me, per proteggermi e darmi forza. Avrei dovuto riceverla in dono, una volta diventato cacciatore.
Me la infilai al collo, cercando di assumere l’espressione fiera che avevo visto molte volte sul viso degli uomini che partivano per una nuova caccia. Kab annuì.
- Come vuoi tu, ragazzo!
Si stava già allontanando, quando alle sue spalle comparve il viso dipinto di rosso dell’uomo sacro.
- Non può venire con voi! Non è ancora un uomo! Qualcuno assentì mormorando.
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- Ha ragione l’uomo sacro! Non ha superato la prova.
- È solo un cucciolo! Non vogliamo cuccioli nella nostra caccia! Reagii con forza.
- E che importa se ancora non ho superato la prova? Sono diventato un uomo nel momento stesso in cui ho perso mio padre!
Li sfidavo, guardandoli uno a uno con occhi rabbiosi: non potevano impedirmi di andare con loro!
L’uomo sacro capì la mia collera, perché mi parlò con un’espressione più mite.
- Cerca di ragionare, Toku. Chi non supera la prova, non può seguire i cacciatori! È la legge del nostro clan!
Ma io non volevo darmi per vinto.
- Fatemi superare la prova, allora! Questo non potete proibirmelo…
L’uomo sacro tentennò incerto, ma a quel punto intervenne Kab a darmi man forte.
- Il ragazzo ha ragione.
- Ma la nostra legge prevede che tutti i giovani maschi superino la prova solo allo scadere della decima primavera… Toku è più giovane… non è ancora giunto il suo momento.
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- È vero, ma se il ragazzo lo richiede prima, il consiglio del clan, o anche solo tu che sei l’uomo sacro, può accordare il permesso…
L’uomo sacro finalmente alzò il suo bastone, simbolo del suo potere sul clan.
- Come vuoi! Accordiamo a Toku il permesso di tentare la prova!
Mi guardò, accertandosi che avessi ben compreso la gravità della mia decisione.
- Sei consapevole che se fallisci, non potrai tentare un’altra volta?
- Sì, lo so.
- Da questo momento vivrai separato dal clan. Quando arriveremo alla Grotta della Magia, potrai dare inizio alla prova.
Guardai mia madre che annuì con la testa: avevo la sua benedizione.
Gli uomini si allontanarono di qualche passo e mi lasciarono solo. I ragazzi del clan mi fissavano con occhi diversi: stavo diventando adulto e non avrei più fatto parte del loro gruppo.
Girai attorno lo sguardo e mi resi conto che tutti gli appartenenti al mio clan mi stavano guardando: erano tutti miei parenti, fratelli di mio padre o di mia madre o addirittura dei loro genitori.
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Eravamo tanti, noi del clan dell’Acqua Amara, ed eravamo rispettati e onorati da tutti i clan dei dintorni.
Capivo i loro dubbi: sarebbe stata una vergogna per tutto il clan se uno dei loro giovani non avesse superato la prova. Alzai la collana, mostrandola a tutti.
- Completerò la collana di mio padre! Ucciderò il mio orso delle caverne e gli strapperò i denti che ancora mancano per completarla! Tornerò solo allora!
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La prima notte
Ci vollero alcuni giorni, ma finalmente arrivammo al luogo tanto atteso. Il clan aveva piantato le tende proprio in prossimità della Grotta della Magia, il luogo sacro del clan dell’Acqua Amara. Quella sera Kab mi prese per mano e mi condusse via in silenzio.
Mi voltai solo un attimo per rivolgere un ultimo sguardo a mia madre e ad Anika, che mi seguiva con la fronte aggrottata e le labbra strette. Sapevo che faceva così quando voleva trattenere il pianto.
Kab si abbassò per entrare nella caverna e mi fece sedere su un masso, poi si accoccolò davanti a me.
- Ora dovrebbe esserci tuo padre, qui, seduto al mio posto.
Lo guardai con gratitudine. Preferivo lui a chiunque altro del nostro clan.
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- Ti ringrazio di avermi voluto accompagnare…
- Non dirlo neppure! - mi interruppe con un gesto deciso. - Ero suo fratello e mi sembra giusto che tocchi a me questo compito. Tacque di colpo e mi guardò fisso. A me batteva forte il cuore, ma anche lui doveva essere emozionato, perché tirò un profondo respiro.
- I miei due figli sono ancora troppo giovani e quindi è la prima volta che accompagno qualcuno nella grotta sacra…
Entrambi alzammo lo sguardo a contemplare le pareti rischiarate dalla luce di due torce fissate all’ingresso, ma gli occhi di Kab vagavano lontano.
- Ricordo perfettamente quando mi ci portò mio padre e rammento benissimo l’emozione di quel grande giorno.
Mi afferrò le mani e me le strinse forte. Il calore delle sue mi sembrò scaldare un poco il gelo che mi stringeva il cuore.
- Sei davvero sicuro Toku? Vuoi davvero partire? - chiese con voce preoccupata. - Sai, vero, che hai poco tempo? Dovrai fare presto! Il clan si fermerà qui nella valle ancora per poco: le grandi mandrie si stanno spostando verso sud, dove i ghiacci non sono ancora arrivati…
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Kab si guardò attorno con una strana espressione.
- Non so neppure se torneremo qui mai più… - Perché?
l’angolo del…
Durante l’ultima glaciazione si verificò un rilevante abbassamento della temperatura e una grande espansione dei ghiacciai. Fu un periodo di grandi migrazioni, perché gli animali dovettero spostarsi verso zone più calde in cerca di cibo.
- Perché i ghiacci arrivano sempre più in basso… sembrano scendere dalle montagne di qualche passo ogni giorno… La prossima estate farà troppo freddo e non ripasseremo più da questa valle e da questa grotta.
Un velo di malinconia gli incrinava la voce, ma poi si ricordò di me e della mia missione e riprese a parlarmi con decisione:
- Quindi, hai davvero poco tempo. Vuoi partire? - Sì, voglio andare!
- Non sarà necessario uccidere il grande orso, lo sai bene… basterà che tu raggiunga la sua tana e ci passi una notte intera.
- Voglio trovare l’orso che ha ucciso mio padre!
- Bene! Come vuoi tu!
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Questo volume sprovvisto del talloncino a fronte è da considerarsi copia di SAGGIO-CAMPIONE,GRATUITO, fuori commercio. Esente da I.V.A. (D.P.R. 26-10-1972, n° 633, art. 2 lett. d).
PALEOLITICO: ULTIMA GLACIAZIONE
Il mondo abitato si sta lentamente coprendo di ghiacci e il clima diventa ogni giorno più rigido.
Toku, un giovane ragazzo del clan dell’Acqua Amara, ha appena perduto suo padre, un grande cacciatore di ta-tanga, il terribile orso delle caverne.
Sorretto dall’aiuto del suo clan, Toku dovrà quindi provvedere in qualche modo alla sua famiglia, affrontando imprevisti e superando prove impegnative per diventare anch’egli un valido cacciatore.
Seguendo le grandi migrazioni degli animali, alla ricerca di climi più accoglienti, Toku e il suo clan percorreranno i grandi spazi selvaggi di un mondo in continuo cambiamento. Scopriremo così l’uomo agli albori della propria civiltà, tra animali maestosi e scomparsi, astute tecniche di caccia e affascinanti pitture rupestri.
Nadia Vittori è nata in provincia di Cremona. Esperta di narrativa storica per ragazzi, con la Casa Editrice Raffaello ha pubblicato vari romanzi della serie “Un tuffo nella storia”.
E 7,50
Il libro è dotato di approfondimenti online su www.raffaellodigitale.it