T.Barnabé - M. Focante
di ... e i suoi amici avventure avventure
di avventure avventure Letture 3
4 Bentornati!
5 Vado a scuola
6 Il catalogo delle maestre
7 Scuola foresta
LEGGERE È FACILE
8 A colpo d’occhio
9 Leggere per anticipazione
10 Leggere in modo espressivo
COMPRENDERE È FACILE
12 Cristina piange
13 Spesa (storia distratta)
14 Anciuk e Jasa
15 Un viaggio per mare
16 Il nibbio e il serpente
18 Il drago Sifolo
20 TANTI TIPI DI TESTO
22 SCOPRO IL RACCONTO REALISTICO
24 Al parco
25 Non mi piace scrivere
26 La bambina vabbè
27 Da grande farò... il pompiere
28 La banda
30 Mio nonno e il ciliegio
32 Forza, in campo!
33 Un tragico mercoledì
34 Il soldino
35 LABORATORIO DI ASCOLTO
36 VERIFICA a livelli
38 SCOPRO IL RACCONTO FANTASTICO
40 Il boscaiolo onesto
41 Il giovane tappeto persiano
42 Inquilino cercasi
43 I cani-robot
44 La tartaruga gigante
46 Wingardium Leviosa
47 LABORATORIO DI ASCOLTO
48 VERIFICA a livelli - Comprendo
50 VERIFICA a livelli - Scopro il racconto realistico e fantastico
52 SCOPRO LA FIABA
54 La spada magica
56 La principessa di velluto
57 La cosa più preziosa
58 I cigni selvatici
60 Giacomino e il fagiolo magico
62 Rosaspina
63 LABORATORIO DI ASCOLTO
64 VERIFICA a livelli - Comprendo
66 SCOPRO LA FAVOLA
68 La volpe e il corvo
69 Il lupo e il cane
70 Il dromedario e il cammello
71 La testuggine e il gabbiano
72 Il cervo alla fonte
73 LABORATORIO DI ASCOLTO
74 VERIFICA a livelli - Comprendo
76 VERIFICA a livelli - Scopro la fiaba e la favola
78 SCOPRO LA LEGGENDA
80 L’origine dei deserti
81 Eco e Narciso
82 I giorni della merla
83 LABORATORIO DI ASCOLTO
84 VERIFICA a livelli - Comprendo
86 SCOPRO IL MITO
88 La nascita del mondo
89 Come nacquero gli animali e l’uomo
90 I colori della pelle
91 LABORATORIO DI ASCOLTO
92 VERIFICA a livelli - Comprendo
94 VERIFICA a livelli - Scopro la leggenda e il mito
Diventerò...
Quel che c’è dentro
La similitudine
La metafora
108 La personificazione
110 L’arma segreta
111 La nuvola
112 La filastrocca
113 A chi tocca?
114 Buonanotte
115 VERIFICA a livelli - Comprendo
116 VERIFICA a livelli - Scopro filastrocche e poesie
TESTI DESCRITTIVI
118 SCOPRO LA DESCRIZIONE DI AMBIENTI
120 La grande montagna
121 Paese di mare
122 La soffitta
123 La fabbrica di cioccolato
124 SCOPRO LA DECRIZIONE DI PERSONE
126 Uno zio esagerato
127 Brut Bir Bon
128 Tre amiche
130 SCOPRO LA DESCRIZIONE DI ANIMALI
131 Il cavallo da corsa
132 La gallina
133 La bambina e il cane
134 Il picchio
135 LABORATORIO DI ASCOLTO
136 VERIFICA a livelli - Comprendo
138 VERIFICA a livelli - Scopro la descrizione
TESTI INFORMATIVI
140 SCOPRO IL TESTO INFORMATIVO
142 L’uomo scopre il fuoco
144 I predatori dell’aria
146 Un mare di plastica
147 Il telecomando
148 Un bene prezioso: l’acqua
150 VERIFICA a livelli - Comprendo
152 VERIFICA a livelli - Scopro il testo informativo
VERIFICA a livelli
livello 1 livello 2 livello 3
TESTI REGOLATIVI
154 SCOPRO IL TESTO REGOLATIVO
156 Costruiamo un albero
157 L’elettricità statica
158 A scuola con il bus
159 In piscina
160 VERIFICA a livelli - Comprendo
161 VERIFICA a livelli - Scopro il testo regolativo
LE STAGIONI
162 AUTUNNO A COLORI... - P. Cézanne
163 ... E IN VERSI - L’autunno
164 Nel bosco dorato
165 Halloween
166 INVERNO A COLORI... - C. Monet
167 ... E IN VERSI - Nevica
168 Giorno di neve
169 Aspettando il Natale
170 Un Natale particolare
172 Lettera alla Befana
173 Carnevale
174 PRIMAVERA A COLORI... - G. G. De Nittis
175 ... E IN VERSI - Il vento
176 Arriva la Primavera
177 Cucciolo d’albero
178 Il volo delle rondini
179 L’uovo di Pasqua
180 ESTATE A COLORI... - P. Bonnard
181 ... E IN VERSI - Filastrocca per giocare coi pesci
182 Estate al mare
184 Chi sono io
186 Io e gli altri: gli stessi diritti
188 Sei responsabile?
190 Conosco i doveri
191 Avere cura di sé e degli altri
192 A tavola con armonia
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BENTORNATI A SCUOLA
BENTORNATI!
Leggi che cosa pensano i bambini che stanno tornando a scuola, proprio come te! Colora le parole che più somigliano ai tuoi pensieri.
Finalmente a scuola, mi annoiavo troppo a casa!
Uffa! Avrei voluto dormire ancora...
Che gioia!
Ci sono tutti i miei compagni!
La terza è troppo difficile, sarò abbastanza brava?
Il maestro mi chiederà se ho fatto i compiti delle vacanze!
Non vedo l’ora di raccontare a tutti la mia estate!
VADO A SCUOLA
Ciao mammina vado a scuola, scusa se ti lascio sola, è già tardi e devo andare, non ti devi preoccupare!
Sono grande ormai, lo vedi?
Tante cose devo fare, leggo, scrivo, studio un poco, poi ti vengo a riabbracciare, sarà bello come un gioco, mille cose ho da imparare. Ecco, senti la campanella?
Dammi un bacio mamma bella, entro e tu puoi andare via, poche ore, che vuoi che sia, all’uscita, poi, ti prometto, ti racconto cosa ho fatto.
Dai mammina abbi pazienza, sarà breve la mia assenza, come niente, il tempo vola, adesso voglio andare a scuola!
G. Bruno SCRIVO
Scrivi un messaggio da lasciare ai tuoi genitori, o a chi vuoi tu, prima di entrare a scuola.
A CACCIA DI... RIME
Sottolinea con lo stesso colore le rime uguali.
IL CATALOGO DELLE MAESTRE
La Maestra Mamma
Sei un bambino ansioso? Sei una bambina timida?
Vai sul sicuro: scegli la Maestra Mamma. Buona, generosa, amorevole, la Maestra Mamma tratterà te e i tuoi compagni di classe come figli suoi.
Essendo estremamente premurosa, però, vi porterà in cortile solo in primavera inoltrata perché sarà sempre preoccupata di farvi prendere freddo.
La Maestra Animalista
La Maestra Sportiva
Ami lo sport e il movimento? Scegli una Maestra Sportiva. È giovane, agile, sorridente e sempre attiva. Si presenterà a scuola ogni giorno in tuta e scarpe da ginnastica. Trascorrerà la ricreazione con voi bambini: salterà la corda, farà a gara nella pallavolo, nella pallacanestro e anche nel calcio. Unica avvertenza: è una maestra molto competitiva, fatela vincere sempre, altrimenti potrebbe vendicarsi con brutti voti.
Ti piacciono gli animali? Allora chiedete ai vostri genitori di comprarvi la Maestra Animalista. Non vi chiamerà mai per nome, ma con il nome di qualche animale. Agli alunni che hanno una brutta grafia dirà: “Scrivete proprio come galline!”, agli alunni più lenti dirà: “Siete lenti come le lumache!”, a chi ride mentre spiega dirà: “Smettetela di starnazzare come oche!”.
G. Caliceti, Il catalogo delle maestre, San Paolo Edizioni
Lavoriamo insieme
Immaginate e raccontate come potrebbero essere queste maestre: La Maestra Rockstar La Maestra Smemorata La Maestra Tecnologica
E le vostre maestre a che tipologia appartengono? Inventate dei nomi per loro.
SCUOLA FORESTA
La bimba ostrica
Bella da vedere, ma chiusa e introversa, la bimba ostrica vive saldamente aggrappata alla sua roccia-banco. Dotata di particolare sensibilità, la bimba ostrica chiude le sue valve in fretta non appena sente qualcuno o qualcosa che si avvicina a minacciare il suo guscio.
La maestra paziente riuscirà prima o poi a far dischiudere la bimba ostrica e a mettere in evidenza la perla che racchiude al suo interno.
Il bimbo maiale
La bimba gallina
La bimba gallina canta ogni volta che fa l’uovo. “Guarda maestra ho scritto casa!”. “Maestra guarda ho fatto due più due!”. È una bimba che ha un enorme bisogno di attenzione, mentre la sua maestra ha bisogno di una pazienza smisurata.
Il bimbo maiale è un animaletto dotato di grande curiosità nei confronti del proprio naso: compie, all’interno delle sue stesse narici, frequenti esplorazioni alternativamente con l’indice della zampa destra e della zampa sinistra, esaminando con grande attenzione il materiale estratto.
S. Bordiglioni, Scuola foresta, Einaudi Ragazzi
Lavoriamo insieme
Riconoscete in classe alcuni di questi bambini/bambine animali?
SCRIVO
E tu a quale animale senti di somigliare e perché? Scrivi sul quaderno: Io sono un bambino/una bambina...
A COLPO D’OCCHIO
Ti trovi in classe terza e ormai sei padrone della lettura. Ma sei abbastanza veloce? Leggere velocemente vuol dire anche leggere le parole a colpo d’occhio.
1. Mettiti alla prova: trova a colpo d’occhio le parole indicate in ogni riquadro e cerchiale.
ASTUCCIO
pasticcio caruccio astuccio annuncio rinuncio astuto astuccio massiccio maluccio astuccio ciuccio cucciolo asciutto astuccio piaciuto
GOMMA
somma gonna gomma gonne come gomma corna torna gomma gemma gomme gemme gomma gamma gamba samba gomma torna
PENNA
pena lena penna pinna mina penna pina pino penna pena panna palla canna penna penne canne renne renna penna pinne rene penna rane
FORBICI
torbidi complici forbici portici microbi sillabici forbici capricci pasticci spicci forbici bici dieci dodici forbici calici alici
2. Trova velocemente le parole sbagliate nel testo, e sottolineale. Scrivi accanto la parola corretta.
Come mi piace venire a suola: ( trovo ogni mammina tutti i miei amici, ( le minestre mi accolgono col sorriso, ( il bidello ci fa trovare tutto punito e ordinato, ( adoro scrivere col fesso alla lavagna, ( durante la ricognizione posso giocare, ( spesso prendo dei bei vuoti. (
LEGGERE PER ANTICIPAZIONE
Quando sappiamo leggere bene, il nostro cervello riesce ad anticipare le parole che vede, per questo ci basta leggere solo qualche lettera per intuire l’intera parola.
1. Prova a leggere tutto di seguito, senza fermarti: dovrai intuire e indovinare le parole nascoste.
Sara va a scuola
Oggi è arrivata una nuova maestra. È giovane, ha tanti riccioli biondi e sembra simpatica. – Chiamatemi pure Carlotta – dice. E a questo punto si mette a piangere. Tutti la fissano a bocca aperta. Una maestra che piange?
– Per me è il primo giorno di scuola. Non è mica facile! – singhiozza.
Sara allora si fa coraggio e tira fuori un cioccolatino dalla tasca del grembiule e lo dà alla maestra. Carlotta lo prende, lo scarta e se lo mette in bocca. I bambini cercano di consolarla e, mentre lei tira su col naso e succhia il cioccolatino, le allungano un fazzoletto. Adesso la maestra Carlotta sta meglio. Distribuisce ai bambini fogli e pennarelli perché vuole che disegnino il primo giorno di scuola. Sara disegna la faccia tonda della maestra con i riccioli gialli tutti intorno; poi ci aggiunge tanti lacrimoni grossi così che piovono giù dagli occhi azzurri. Alla fine guarda il disegno e si mette a ridere: la maestra non è poi così male!
T. Merani, Sara che dice no, Mondadori
2. Verifica se hai indovinato le parole. Rispondi con una x.
Chi è arrivato a scuola?
Una nuova mamma
Una nuova maestra
Una nuova maschera
Che cosa fa?
Si mette a piangere
Si mette a piantare
Si mette a pianificare
Cosa dà Sara alla maestra?
Un gioco
Un ciambellone
Un cioccolatino
Che cosa le danno i bambini?
Un fantasma
Un favore
Un fazzoletto
LEGGERE IN MODO ESPRESSIVO
1. Leggi il brano ad alta voce.
Canguro
Mamma canguro fa la spesa al supermercato con Cangurino compra tutto ciò che serve per il suo piccolo latte giocattoli bagnoschiuma spinaci riempie il marsupio stipa bene il tutto e aggiunge calze e occhiali ecco ho preso tutto dice possiamo tornare a casa Cangurino vuole saltare nel suo marsupio ma per lui non c’è posto e si mette a piangere allora la mamma se ne va lasciandolo al supermercato mamma canguro ha preso tutto proprio tutto per il suo piccolino tranne il suo piccolino
B. Friot, Ricette per racconti a testa in giù, Il Castoro
2. Rispondi con una x.
È stato facile leggere bene dall’inizio fino alla fine?
Sì Non molto No
È stato facile seguire la storia?
Sì Non molto No
In questo brano mancano i segni di punteggiatura che servono a dare ritmo e respiro alla lettura e aiutano a comprendere ciò che si legge. I segni di punteggiatura sono delle pause, ma non tutte hanno la stessa durata.
3. Osserva la tabella e rifletti.
, la virgola indica una pausa breve. ( / )
: i due punti indicano una pausa media, che serve a introdurre un elenco, una spiegazione o le parole di chi sta parlando. ( // )
. il punto fermo è una pausa lunga. ( /// )
4. Ora rileggi il brano e fai le pause giuste.
Mamma canguro fa la spesa al supermercato con Cangurino. /// Compra tutto ciò che serve per il suo piccolo: // latte, / giocattoli, / bagnoschiuma, / spinaci. /// Riempie il marsupio, / stipa bene il tutto, / e aggiunge calze e occhiali. /// “Ecco, / ho preso tutto”, / dice, / “possiamo tornare a casa”. /// Cangurino vuole saltare nel suo marsupio, / ma per lui non c’è posto e si mette a piangere. /// Allora la mamma se ne va, / lasciandolo al supermercato. /// Mamma canguro ha preso tutto, / proprio tutto, / per il suo piccolino: // tranne il suo piccolino. ///
B. Friot, Ricette per racconti a testa in giù, Il Castoro
5. Rispondi con una x.
Sei riuscito a leggere più facilmente e a comprendere meglio la storia?
Sì Non molto No
6. Ecco altri segni di punteggiatura che ti aiutano a leggere in modo espressivo.
! Il punto esclamativo indica una pausa lunga ed esprime gioia, sorpresa, dolore... ? Il punto interrogativo indica una pausa lunga ed esprime una domanda.
...
I puntini di sospensione indicano una pausa lunga perché esprimono un’attesa.
7. Colora i segni di punteggiatura, poi leggi ad alta voce con la giusta intonazione.
La signora Noemi passava le sue giornate tra i fiori del giardino. Una mattina, mentre si dava da fare tra quei colori, si trovò davanti il gatto più grande che avesse mai visto. Che meraviglia! Da dove sbucava? La signora corse in casa e tornò con latte e salsicce. Il gattone bevve il latte e mangiò le salsicce. – Mi piace chi mangia di gusto, sei proprio il gatto che fa per me! –esclamò la signora Noemi – Perché non entri in casa?
In quel momento il cancello del giardino si aprì: – Siamo del circo, stiamo cercando il leone che è scappato! –dissero due uomini.
M. Mahy, Quattro storie di pirati, Mondadori
omprendere C È FACILE IL TITOLO
Prima di leggere una storia è sempre bene soffermarsi sul titolo.
1. Dopo aver letto questo titolo indica con una x il proseguimento giusto.
CRISTINA PIANGE
Il titolo ti fa pensare a una storia di fantasia e piena di magie. di misteri e fantasmi. che può accadere nella realtà.
Questa storia parlerà di una bambina sempre allegra e sorridente. alla quale succede qualcosa di spiacevole. che vive una splendida avventura.
2. Ora leggi la storia e verifica se le tue risposte sono corrette. Cristina piange forte da ieri sera. Ha trovato un gioco rotto, il suo preferito: l’orsacchiotto Trudy. È colpa del suo cane Ernesto, un cucciolo bianco e marrone e molto giocherellone.
Suo papà Marco cerca di calmarla e le dice: – Non disperare! Vedrai che insieme riusciremo ad aggiustare il tuo orsacchiotto Trudy!
Allora Cristina smette di piangere e si calma.
G. Caliceti, La maga dei semafori e altre storie elementari, Rizzoli
3. Quale titolo NON può andare bene per la storia che hai letto? Cancellalo.
L’orsacchiotto dispettoso
Cristina e l’orsacchiotto L’orsacchiotto rotto
4. Ora inventa un altro titolo adatto alla storia:
5. Indica con una x il proseguimento giusto.
Aggiustare significa: ricucire. riparare. rompere.
omprendere C È FACILE I PERSONAGGI
SPESA (storia distratta)
Omar è distratto. Molto distratto.
– Omar, puoi andare a comprare il burro e le uova? –gli chiede sua madre.
Omar è distratto, ma obbediente e va al supermercato. Sceso in strada si è già dimenticato di quello che deve comprare ed entra in una macelleria.
– Vorrei una penna – dice alla macellaia.
Lei lo guarda, stupita, e gli indica la cartoleria poco oltre.
Omar risale la strada ed entra in un bar.
– Vorrei un costume da bagno – dice al cameriere. Il cameriere scuote la testa, innervosito. Omar esce e si siede su una panchina, accanto a una signora e alla sua busta della spesa.
– Buongiorno – dice la signora a Omar.
– Oh, devo andare a scuola – dice lui. E va via, portando con sé la busta della signora. Torna a casa e dà la busta a sua madre. Lei tira fuori il burro e le uova.
– Bravo non hai dimenticato niente – dice soddisfatta.
Omar guarda sua madre e le chiede: – Mi scusi signora, lei chi è?
B. Friot, Ricette per racconti a testa in giù, Il Castoro
1. Rispondi con una x.
Chi è il personaggio principale?
Omar
La mamma di Omar La signora sulla panchina
Perché?
Perché è un bambino
Perché è il più simpatico e fa ridere
Perché seguiamo le sue azioni dall’inizio
alla fine della storia
2. Nella storia ci sono altri personaggi, cercali e scrivili qui in ordine di apparizione.
1 3 2 4
3. Come si chiamano questi personaggi? Principali Secondari
ANCIUK E JASA
Nella fredda Finlandia viveva il pescatore Anciuk con la giovane sposa Jasa, in una casetta di legno vicino a un lago. Anciuk pescava dalla riva. E Jasa cucinava il pesce con le erbe profumate e le bacche che raccoglieva nel bosco. Venne un inverno molto freddo: il più freddo mai veduto. La terra si ricoprì di neve e di ghiaccio. Un giorno Anciuk tornò a casa battendosi la testa con i pugni in segno di disperazione. – Che succede Anciuk? – chiese Jasa.
– Succede che siamo perduti! Il lago è tutto ghiacciato e non posso più pescare!
In silenzio, Jasa si caricò le braccia di legna, e si avviò alla porta. Anciuk la seguì brontolando. Arrivarono sulla riva del lago ghiacciato, Jasa si incamminò per una decina di passi e mise la legna sul ghiaccio. Picchiò la pietra focaia e accese i rametti secchi, poi i pezzi di legna più grossi. Appena il fuoco fu grande, il ghiaccio attorno si sciolse, e presto fu così sottile che con un bastone ci si poteva fare un buco.
– Anciuk, porta lenza, amo e coltello – disse Jasa. – Con amo e lenza pescherai, e col coltello terrai aperto il buco nel ghiaccio. Così fece Anciuk, e dal buco tirava fuori ogni giorno qualche pesce, e non mancò cibo fino alla primavera.
R. Piumini, Mi leggi un’altra storia?, Einaudi Ragazzi
1. Rispondi.
Dove si svolge la storia?
2. Rispondi con una x.
Dove vivono i due personaggi?
In una casetta in città
In una casetta in mezzo al bosco
In una casetta sulla riva di un lago
Secondo te, il bosco è nelle vicinanze o è lontano dalla casa?
Lontano
Vicino
Non si sa
UN VIAGGIO PER MARE
Il cane Reginaldo e la gatta Elisa possedevano una piccola nave a vapore.
Un giorno partirono per il loro primo viaggio. La nave saltava sulle onde con grande agilità. Tutto stava andando alla perfezione quando Elisa cominciò a soffrire il mal di mare! Stava malissimo.
Reginaldo era molto preoccupato per la sua Elisa: ogni dieci minuti scrutava l’orizzonte con il cannocchiale nella speranza di avvistare terra. Finalmente, dopo tre giorni di navigazione ancorò la nave in una baia tranquilla di un’isola verdeggiante. Non appena Elisa toccò terraferma si sentì subito meglio. Il secondo giorno del loro soggiorno sull’isola, durante una passeggiata nella foresta, scorsero alcuni strani animali. Sembravano degli orsetti però avevano la pelliccia viola. Presto diventarono amici.
Reginaldo raccontò del loro viaggio e del fatto che Elisa adesso aveva una terribile paura del mare. Al momento di ripartire gli orsetti regalarono ad Elisa un grande fiore rosso e la rassicurarono:
– Quando ti verrà la nausea, ti basterà annusare questo fiore e il mal di mare ti passerà!
E. Moser, La barca dei sogni. Storie della buonanotte, Einaudi Ragazzi
1. Rispondi con una x.
Nella storia è specificato quando si svolgono i fatti (un anno preciso, un periodo particolare, ieri…)? Sì No
2. Sottolinea nel testo le risposte a queste domande: usa i colori corrispondenti.
Quando partono Reginaldo ed Elisa?
Quanto dura il viaggio in nave?
Dopo quanti giorni nell’isola Elisa e Reginaldo incontrano gli orsetti?
3. Indica con una x il proseguimento giusto.
L’espressione “ogni dieci minuti” presente nel testo è scritta per far capire quanto dura il viaggio in nave.
che Reginaldo non vede l’ora di avvistare terra per aiutare Elisa. quante volte Reginaldo scruta l’orizzonte con il cannocchiale.
IL NIBBIO E IL SERPENTE
Prima parte
Un giovane serpentello se ne andava strisciando fra una pietra e l’altra di un bel prato, e si godeva i caldi raggi del primo sole primaverile.
Seconda parte
All’improvviso un’ombra spaventosa si proiettò sul suo cammino: un terribile nibbio stava puntando dritto verso di lui. In un lampo quell’uccello rapace lo afferrò con il becco e lo sollevò in cielo.
– Lasciami andare! – implorò l’animaletto. – Non ti ho fatto niente!
Ma il crudele nibbio gli rispose:
– Fossi matto! Tu sarai per me un pranzo speciale!
A quel punto il serpentello si rivoltò su se stesso e diede
un morso al suo nemico. Il volatile, colpito dal veleno della sua preda, aprì il becco, liberando il serpente che cadde a terra senza farsi male. Il nibbio invece precipitò sul terreno riportando parecchie ferite. Il serpentello gli si avvicinò e disse:
– Ben ti sta! Io non volevo farti del male, ma tu mi hai costretto e adesso ne paghi le conseguenze!
Terza parte
Trascorsero due giorni interi prima che il nibbio potesse riprendere a volare ma, da allora, si guardò bene dall’avvicinarsi ai serpenti.
Esopo, Le più belle favole, Raffaello
È FACILE omprendere
1. Cerca nel testo le informazioni che rispondono alle seguenti domande e sottolineale: usa i colori corrispondenti.
Chi striscia tra le pietre?
Chi cattura il serpente?
Dove si svolge la vicenda?
Che cosa vuol fare il nibbio del serpente?
Come riesce a liberarsi il serpente?
Che cosa succede al nibbio dopo il morso del serpente?
Dopo quanto tempo il nibbio torna a volare?
PENSA PENSA PENSA
Alcune risposte non sono scritte nel testo ma puoi trovarle riflettendo un po’ di più sul significato di parole e frasi.
2. Rifletti e rispondi con una x .
Quando si svolgono i fatti?
In inverno
In primavera
In estate
In autunno
Il serpente dice al nibbio “Io non volevo farti del male” (seconda parte). Quale tra le seguenti frasi è vera?
Ha detto una bugia, lo avrebbe morso comunque
È vero, non gli avrebbe fatto niente se il nibbio lo avesse lasciato andare
Ha detto la verità, ma poi ha cambiato idea
3. Indica in quale parte di testo si trovano queste informazioni.
Il nibbio afferrò il serpentello con il becco.
Il nibbio imparò la lezione.
Il serpentello implorò il nibbio di lasciarlo andare.
Il nibbio precipitò e si fece molto male.
Il serpentello si godeva i primi raggi del sole primaverile.
Il nibbio proiettò la sua ombra sul cammino del serpente.
Il serpente si difese mordendo il nibbio.
IL DRAGO SIFOLO
Sifolo era un drago, però era un drago pigro e vigliacco. Passava gran parte del suo tempo a dormire in una grotta, e solo di notte si metteva in moto. Se non fosse stato per le pecore che ogni tanto divorava, di lui non si sarebbe accorto nessuno.
I pastori, quando si accorgevano che un’altra pecora era sparita, non erano per niente contenti. Per questo un giorno andarono dal re a protestare. Il re, davanti a quelle proteste, pensò bene di inviare il più forte dei suoi eroi. Fece chiamare il conte Arturo, possente come pochi, abile con la spada e preciso con la lancia. Gli spiegò che il drago era una spaventosa minaccia per il regno, un gravissimo problema, e gli ordinò di eliminarlo in un modo o nell’altro.
Il conte Arturo montò a cavallo e partì. Trovare la grotta non fu per niente difficile, ma trovare il drago fu tutt’altra faccenda. Sifolo, infatti, aveva visto il cavaliere avvicinarsi e, temendo la sua spada e la sua lancia, si stava allontanando in volo.
Il conte Arturo si gettò al suo inseguimento, ma lui non aveva le ali e neppure poteva chiedere al suo cavallo di mettersi a volare. Il drago perciò sparì all’orizzonte in men che non si dica, e al povero eroe non restò altro da fare che rimettersi a caccia.
S. Bordiglioni, Storie per giocare, Einaudi Ragazzi
È FACILE omprendere
PENSA PENSA PENSA
Ci sono alcune parole che ti aiutano a comprendere bene il significato di ciò che leggi. Rifletti bene prima di rispondere.
1. Indica la parola che può sostituire quella colorata senza modificare il significato della frase.
Sifolo era un drago, però era un drago pigro e vigliacco.
Infatti
Quindi Ma
Il drago perciò sparì all’orizzonte.
Però
Allora Invece
2. Indica con una x il proseguimento giusto.
L’espressione “Il drago sparì all’orizzonte in men che non si dica” significa: il drago si avvicinò velocemente. il drago si allontanò fino a scomparire velocemente. il drago disse che sarebbe sparito.
3. Indica con una x il testo che riassume meglio la storia.
Sifolo era un drago pigro che di notte si mangiava le pecore dei pastori.
Il re inviò il conte Arturo a caccia del drago. Arturo lo trovò, ma Sifolo scappò in volo e il conte continuò a inseguirlo.
Sifolo era un drago che si metteva in moto solo di notte. I pastori chiamarono il conte Arturo perché cacciasse il drago. Arturo lo trovò e lo uccise con la lancia.
TANTI TIPI DI TESTO
Quest’anno scoprirai tanti tipi di testo: ogni volta che avrai finito di leggere una tipologia torna in questa pagina e indica con una X quanto ti è piaciuta.
TESTI
NARRATIVI
MI SONO PIACIUTI
Molto
Così così
Per niente
RACCONTI FANTASTICI
Raccontano storie di vita reale.
FIABE
Con maghi, principesse, fate e streghe, ti portano nel mondo di...
Raccontano storie che non possono accadere nella vita reale.
FAVOLE
Con animali che si comportano come persone, ti danno un insegnamento.
LEGGENDE
Con la fantasia ti spiegano l’origine delle cose.
MITI
Con divinità ed eroi, ti raccontano l’origine del mondo e dell’uomo.
MI SONO PIACIUTI
TESTI POETICI
Ti fanno emozionare con i versi e le rime di poesie e filastrocche.
TESTI
DESCRITTIVI
Spiegano con le parole come sono fatti persone, animali, luoghi...
TESTI
INFORMATIVI
Ti danno informazioni chiare e precise su diverse discipline: storia, scienze, geografia...
TESTI REGOLATIVI
Ti forniscono le istruzioni per costruire oggetti e realizzare ricette; ma anche regole di comportamento.
Molto
Così così
Per niente
MI SONO PIACIUTI
Molto
Così così
Per niente
MI SONO PIACIUTI
Molto
Così così
Per niente
MI SONO PIACIUTI
Molto
Così così
Per niente
Scopro IL RACCONTO REALISTICO
Quello che stai per leggere è un RACCONTO REALISTICO. Nella pagina accanto scoprirai quali sono gli elementi che lo caratterizzano.
IN CERCA DI UN BASTONE
Luca e Daniele giocano a calcio nel giardino, è domenica mattina.
Tira Daniele... gol!
Sì, ma la palla dov’è finita? Impigliata tra i rami del melo. – Ci vuole un bastone – dice Luca.
– Andiamo a cercarlo – propone Daniele.
Cerca e ricerca ne trovano uno, anzi, quattro. Sono le gambe del tavolo.
– Mmh, no, senza una gamba si schianterebbe a terra – dice Luca.
Allora i bambini vanno in cerca di un altro bastone. Ne trovano uno piantato nell’orto. È quello che tiene su la pianta di pomodori.
– Mmh, no, senza palo la pianta cadrebbe giù – dice Daniele. Allora Luca e Daniele vanno in cerca di un altro bastone. Ne trovano uno, è quello del nonno.
– Nonno, ci dai il tuo bastone per tirar giù la palla dal melo?
– E io come faccio senza bastone a stare su dritto?
Ma Luca, furbetto, ha un’idea: lui tiene su il nonno, mentre Daniele col bastone tira giù la palla dal melo.
E finalmente ricominciano a giocare. Il nonno sta a guardarli e fa il tifo per entrambi.
G. Campello, È estate! Una storia al giorno, EL
CHE COS’È?
Il racconto realistico è un testo narrativo che narra dei fatti veri, cioè che sono accaduti, oppure verosimili, cioè che potrebbero accadere nella realtà.
Il racconto che hai appena letto è realistico?
Sì, perché racconta vicende che possono accadere nella realtà
Sì, perché i fatti non possono accadere nella realtà
CHE COSA CONTIENE?
I PERSONAGGI
Appartengono al mondo reale e alla vita di tutti i giorni. Possono essere persone o animali.
• Il personaggio principale si chiama protagonista (può essere anche più di uno);
• gli altri personaggi presenti si chiamano personaggi secondari
I LUOGHI
I fatti si svolgono in luoghi reali e ben definiti (casa, scuola, parco, strada, bosco…).
IL TEMPO
Il momento in cui si svolgono i fatti è ben definito e può essere passato o presente (nel 2017, in estate, il mese scorso, ieri mattina…).
In questo racconto ci sono tre personaggi: chi sono?
1.
2.
3.
Chi sono i protagonisti?
Dove si svolge questa storia?
Quando si svolge questa storia?
COM’È FATTO?
Di solito è diviso in tre parti.
Inizio È la prima parte e introduce la storia: spesso presenta i personaggi, il luogo e il tempo.
Svolgimento È la parte centrale dove si raccontano i fatti, di solito nell’ordine in cui sono accaduti, cioè in ordine cronologico.
Conclusione È la parte finale dove si scopre come va a finire la storia.
Colora le parti del racconto con i colori corrispondenti.
La palla finisce su un albero, i due ragazzi cercano un bastone e riescono a riprenderla.
Luca e Daniele ricominciano a giocare.
Luca e Daniele giocano a calcio in giardino.
AL PARCO
In primavera e in estate io e mia nonna andiamo al parco vicino a casa sua. Ci siamo andate anche questo pomeriggio.
– Nonna, vado a giocare con Anna e Martina! – le ho detto appena siamo arrivate.
– Va bene, io sto qua seduta sulla panchina – ha risposto lei.
Dopo cinque minuti al parco è arrivata Roberta, una mia amica di dieci anni che non viene quasi mai. Io le ho presentato Anna e Martina, poi me ne sono andata a giocare con lei.
Dopo un po’ nonna mi chiama.
– Gioia! Vieni qui. Devo parlarti.
– Perché non giochi più con Anna e Martina? – mi chiede.
– È lei che non vuole che giochiamo insieme – le spiego. – Allora devo scegliere: o con lei o con loro. E io ho scelto di giocare con Roberta.
– Ci hai pensato bene, Gioia? Tutta l’estate hai giocato con Anna e Martina. Una volta al mese arriva Roberta e tu lasci da sole le tue amiche? Prova a pensare come ti sentiresti tu al loro posto.
– Vabbè, ho capito – dico abbassando lo sguardo. Però adesso devo andare, sennò va a finire che non gioco più con nessuna delle mie amiche, capisci?
– Va bene, vai – dice lei. – Io sono sempre qui, sulla panchina. E così torno di corsa dalle mie amiche.
G. Caliceti, Nonna Ida, Raffaello
omprendo C
copro S
Rileggi la storia e colora le tre parti come indicato.
Inizio
Svolgimento
Conclusione
Collega le parole al personaggio che le pronuncia.
– Nonna, vado a giocare con Anna e Martina!
– Vieni qui. Devo parlarti.
– È lei che non vuole che giochiamo insieme.
– Ci hai pensato bene, Gioia?
– Vabbè, ho capito.
– Va bene, vai.
la nonna
Gioia
NON MI PIACE SCRIVERE
Seduto al banco, davanti al foglio bianco, Samuele pensava che scrivere fosse davvero la cosa più noiosa del mondo. Insomma, è molto più divertente giocare sulla spiaggia che raccontare di aver giocato sulla spiaggia, no?!
E invece, tutte le volte che si torna a scuola dopo le vacanze, c’è sempre una maestra pronta con un tema che s’intitola: “Dove sei stato in vacanza? Che cosa ti è piaciuto di più?”. Per prima cosa, le maestre a Samuele sembravano un po’ impiccione con tutte queste domande! E poi, non sapeva proprio che cosa raccontare.
– Prova a concentrarti – gli diceva sempre la mamma. Poi aggiungeva:
– Devi stare fermo e pensare solo a una cosa.
Molto meglio correre su e giù e non pensare a niente! Solo che a scuola non si può correre e bisogna stare seduti e composti. Così, Samuele se ne stava lì ad annoiarsi davanti a quel foglio bianco e rosicchiava un po’ la sua biro guardandosi intorno.
Giovanni, nel banco di fianco, aveva già scritto cinque righe!
Stringeva la stilografica stritolandola tra le dita. Era tutto rosso e sudato, e pure un po’ gobbo... Però sembrava molto concentrato.
Sara invece scriveva lentamente. Aveva una biro grande, con tanti colori e tanti pulsanti. A giudicare dal ticchettare dei pulsanti, anche lei doveva aver già scritto un bel po’.
E va bene, doveva inventarsi qualcosa pure lui.
M. Dubini, Non mi piace scrivere, Mondadori
omprendo C
Disegna le tre penne sopra i nomi dei propietari, poi collegale ai fumetti.
Ahi, come stringe. Mi fa male!
Ih ih... che solletico, ogni volta che cambia colore!
Povera me! Finisco sempre tra i suoi denti!
Samuele Giovanni Sara
Lavoriamo insieme
Insieme a un compagno sottolineate nel testo le parole che vi fanno
LA BAMBINA VABBÈ
Aveva un carattere meraviglioso, era una bambina che non si lamentava mai, qualunque cosa succedesse lei diceva “vabbè”. Vabbè? Sì, vabbè, che è l’abbreviazione di Va-bene-pazienza-cosavuoi-che-sia-c’è-di-peggio-non-è-la-fine-del-mondo-ti-pare?
PARLO DI ME
Tu ti senti come un cielo azzurro o come un cielo sempre nuvoloso?
Da amici e amiche era molto amata, perché il suo buon umore era contagioso. Quando qualcuno aveva il muso lungo o le lacrime agli occhi, lo portavano da lei.
– Cosa c’è che non va? – chiedeva gentilmente la bambina
– Ih... ih... Ho perso il diario, adesso chissà cosa dirà la maestra.
– Vabbè, meglio perdere il diario che una gamba, ti pare?
Poi passava all’azione:
– Ora organizziamo una squadra-cerca-tutto, chi si unisce a noi?
– Io! Io! Io!
L’unione fa la forza e il diario veniva rintracciato in un baleno. Ecco un’altra bambina in lacrime.
– Cosa c’è che non va? – chiedeva la bambina vabbè.
Insomma, mentre alcuni bambini erano come cieli sempre nuvolosi, che minacciavano temporali da un momento all’altro per ogni sciocchezza, la bambina vabbè era come un bel cielo azzurro, con un sole giallo e la bocca che ride nel mezzo. Provate a copiarla, a fare come lei, cari bambini e care bambine.
V. Lamarque, La bambina bella e il bambino bullo, Einaudi Ragazzi
A b C LESSICO
La bambina vabbè “era come un bel cielo azzurro, con un sole giallo e la bocca che ride nel mezzo”: colora solo gli aggettivi che la descrivono.
altruista gentile triste allegra ottimista imbronciata solare riservata
DA GRANDE FARÒ... IL POMPIERE
Mi chiamo Lia e da grande farò il vigile del fuoco, cioè il pompiere.
Anzi, lo sono quasi, perché ho salvato un gattino.
Ieri pomeriggio ero giù a giocare in cortile e ho sentito miagolare.
Subito ho cercato in giro, ma non c’erano gatti.
– Miaooo, miaooo – continuava, ma piano, si sentiva appena.
Veniva da un angolo vicino al bidone dei rifiuti. Allora ho spiato anche dentro la spazzatura, ma non c’era nessuno. Ma dov’era?
Poi ho guardato lungo il muro, dove c’era il tubo della grondaia.
Ho provato a dare un colpetto al tubo e ho sentito miagolare più forte.
Così ho guardato dentro il buco della grondaia: il piccolo era caduto lì dentro e non riusciva a uscire.
Immediatamente sono corsa dalla mamma e insieme abbiamo telefonato ai pompieri.
Sono arrivati dopo pochi minuti. Hanno tagliato il tubo e hanno liberato il gattino. Era molto piccolo e tremava tutto, ma stava bene. I pompieri mi hanno fatto i complimenti.
Il più anziano mi ha regalato una spilla e mi ha detto che i grandi sogni cominciano con le piccole cose.
Il gatto l’ho chiamato Fuochino, perché ha il pelo rosso, e perché io da grande farò il vigile del fuoco.
A. Petrosino, Il diario segreto di Valentina, Piemme junior
Nella storia i fatti sono raccontati nell’ordine di tempo in cui accadono, cioè in ordine cronologico . Rimetti in ordine le sequenze da 1 a 6.
Lia e la mamma chiamano i pompieri.
La bambina cerca tra la spazzatura.
I pompieri tagliano il tubo e liberano il gattino.
Vede un gattino intrappolato dentro la grondaia.
Lia gioca in cortile e sente miagolare.
I pompieri si congratulano con Lia.
Insieme a un compagno sottolineate nel testo le parole che rispondono alla domanda: quando si svolgono i fatti?
LA BANDA
Al momento del pisolino sono sgattaiolata via dalla camera. Il sole scotta sulla mia pelle chiara dopo l’inverno e la primavera piovosa appena finita. Vado a casa di Tullia.
– Meno male! Stavo qui ad annoiarmi... Scendo subito – bisbiglia Tullia.
– Che si fa? – mi chiede chiudendo la porta di casa alle sue spalle.
– Una banda! – dico, allargando le braccia come per un grande annuncio.
– Una banda di che?
– Intanto formiamo una banda... poi qualcosa troveremo. Ci vuole un esperto – affermò sicura. – Uno che in questo posto così tranquillo sappia andare in cerca di avventure.
Tullia mi racconta di Mazi, uno della sua classe, un po’ selvaggio. Abita in una vecchia casa di questo piccolo paese. Vive con suo padre e ha un enorme orto, due asini, gabbie e gabbiette con tortore e conigli. Quando arriviamo a casa sua non troviamo nessuno. C’è un gatto che dorme sotto una pianta e si sente solo il ronzio di qualche insetto. Stiamo per andarcene quando un cappellino rosso tutto stropicciato cade tra i nostri piedi.
– Che ci fate qui?
Tullia e io facciamo un balzo. C’è un bambino che penzola a testa in giù dall’ulivo. Ha i capelli a spazzola e tiene le braccia ciondoloni.
– Mazi, che ci fai lassù... Ti ammazzerai! – grida Tullia.
Mazi si tira su, afferra il ramo con una mano, fa scivolare giù le gambe e atterra.
– Sono Isabella... – dico facendo un passo verso di lui.
– Lo so, sei quella della città.
– Sì, appunto. Allora, io e Tullia stiamo formando una banda – dico raccogliendo il suo cappello e mettendomelo. – Sono inchiodata qui per tutta l’estate e voglio divertirmi.
– E che volete da me? – fa, appoggiandosi al tronco.
– Puoi suggerirci qualche missione da compiere? Qualcosa di interessante da fare in questo posto...
Mazi dà un calcio a un sasso. – Solo se ne farò parte anch’io – propone.
Guardo Tullia, lei alza le spalle.
– D’accordo allora, ci sarai dentro anche tu.
– Ci sto! Ci vediamo domani al fosso dietro la scuola – conclude.
Tullia e io ci incamminiamo verso casa, ancora incredule che sia stato così facile.
S. Vecchini, Isabella & Co. Il mistero dei pesci mutanti, Mondadori
copro S
Colora nella tabella la parte di testo in cui avvengono i fatti elencati.
I FATTI INIZIO SVOLGIMENTO CONCLUSIONE
Mazi accetta la proposta.
Isabella e Tullia decidono di formare una banda.
Isabella va a casa di Tullia.
Le bambine si incamminano verso casa.
Isabella fa la proposta a Mazi.
Le bambine vanno a casa di Mazi.
Mazi scende dall’albero.
Lavoriamo insieme
Rispondi alle domande, poi confrontati con i tuoi compagni.
Chi è la protagonista del racconto?
Chi sono i personaggi secondari?
Dove si svolgono i fatti?
Quando accadono le vicende?
SCRIVO
Inventa un nome per la banda e scrivilo qui sotto.
MIO NONNO E IL CILIEGIO
Dopo la morte della nonna, il nonno Ottaviano continuò ad abitare dov’era sempre vissuto e a coltivare l’orto. Dei polli, invece, non si occupò più: un giorno li portò in paese. Tenne solo Alfonsina, l’oca preferita della nonna, che adesso lo seguiva dappertutto.
Il ciliegio era nell’angolo dell’orto. Da quando era rimasto solo, il nonno passava molte ore sotto il ciliegio e quando l’orto lo lasciava libero dai lavori o si voleva riposare, si sedeva sulla sedia di nonna Teodolinda, con Alfonsina accanto, e se ne stava a occhi chiusi.
Una volta lo sorpresi così e gli domandai: – Nonno, sei morto?
Allora lui socchiuse un occhio, come facevano i polli della nonna, e mi fece cenno di andargli vicino.
– Mettiti qui – mi disse, facendomi posto sulla sedia. Io mi sedetti e lui mi cinse le spalle con un braccio e con la mano mi coprì gli occhi.
– E adesso dimmi che cosa vedi – mi sussurrò.
Io risposi che vedevo solo il buio e lui mi disse: – Ascolta.
Allora ascoltai e sentii pigolare piano piano, poi un rumore tra le foglie.
– È un nido di cince. La vedi la mamma che porta da mangiare ai suoi piccoli?
Vedere non vedevo niente, ma sentivo un battito di ali e tutto un cip-cip.
– Accipicchia come strillano!
– Li sta imboccando – spiegò il nonno. – E adesso ascolta ancora.
PARLO DI ME
Ripensa a un bel momento trascorso con una persona anziana e raccontalo.
Sentii un ronzio intenso.
– Queste sono le api che vanno al favo. Hanno succhiato i fiori e ora se ne tornano a casa con la pancia piena. Le vedi?
Ascoltai ancora e mi sembrò proprio di vederle, quelle povere api, con una pancia così grossa che quasi non ce la facevano a volare.
– E adesso ascolta il ciliegio che respira.
Io sentii un’aria leggera che mi passava sul viso e tutte le foglie del ciliegio che si muovevano piano piano.
– È vero, nonno, il ciliegio respira! – dissi.
Il nonno mi accarezzò la testa e continuò a stare immobile ancora un po’: io lo guardai e vidi che sorrideva. Quando penso al nonno Ottaviano, non dimentico mai quel giorno in cui mi ha insegnato ad ascoltare il respiro degli alberi.
A. Nanetti, Mio nonno era un ciliegio, Einaudi Ragazzi
PENSA
PENSA PENSA
• Nel testo le risposte a queste domande non sono scritte, ma se ci rifletti puoi comunque rispondere.
Perché il nonno ha venduto tutti i polli, ma ha tenuto l’oca Alfonsina?
Perché la vuole cucinare
Perché era la preferita della nonna e le vuole bene
Perché piace al nipote
Che cos’è il respiro dell’albero?
Il tronco che respira dalla corteccia
Il respiro del nonno
Il vento che passa tra le foglie
Che cosa vuole insegnare il nonno al nipote?
I nomi degli animali e delle piante
Ad ascoltare e riconoscere i suoni della natura
A immaginare con la fantasia cose lontane
Secondo te, chi può aver scritto questo racconto e perché?
Una persona che vuole ricordare suo nonno.
Una persona che vuole raccontare una storia avventurosa
Una persona che vuole scrivere un libro di scienze
copro S
Rifletti e completa.
Protagonista
Tempo
Luogo
LESSICO
A b C
La bambina dice che detesta i lacrimosi: che cosa vuole dire secondo te?
FORZA, IN CAMPO!
Oggi iniziano le partite.
L’anno scorso siamo arrivati penultimi. Francesco aveva pure provato a dire che era colpa mia, mia e di Giovanna, perché le femmine nel calcio portano sfortuna, come nelle navi. Che cosa stupida! Così gli ho risposto che era colpa anche sua che non passava mai la palla. Prima c’è rimasto come un pesce lesso, poi mi ha fatto una smorfia con la lingua, così io gli ho allungato un calcio. Si è messo a piangere.
Uff! Detesto i lacrimosi. Poi abbiamo fatto la pace, anche se le sue lacrime mi sono costate una sgridata dal mister: – Carlotta, i piedi usali sulla palla non sulle gambe dei tuoi compagni!
Beh, la sgridata non era tanto male, perché, come papà, aveva detto “la palla” e non “il pallone”. Raggiungiamo gli altri. Dieci maschi e due femmine. Si giocano tre tempi da quindici minuti ciascuno, in sette. Di sicuro Giovanna e io staremo in panchina. Il mister decide subito. – Giovanna, Giacomo, Valerio, Matteo e Luigi, dopo il saluto aspettate in panchina. Entrerete nel secondo e terzo tempo. Non ha detto il mio nome? Lo stupore è tanto. Quindi gioco da subito! È la prima volta. Deglutisco e mi aggiusto i parastinchi dall’emozione. Mi faccio attentissima, le parole del mister sono sempre le stesse, ma oggi mi sembrano più importanti.
L. Frescura, Il pallone è maschio, la palla è femmina, Raffaello
PENSA PENSA PENSA
Rispondi con una X
Nella frase “Così gli ho risposto che era colpa anche sua”, con che cosa puoi sostituire così?
Invece Allora Ma Però
UN TRAGICO MERCOLEDÌ
Quel “tragico mercoledì” splendeva il sole e faceva caldo, come capita spesso, in maggio. I miei compagni stavano uscendo in cortile per trascorrere l’intervallo all’aria aperta.
– Andiamo a prendere il telefonino a quel microbo! – ha gridato Simone.
A quelle parole la vista mi si è annebbiata, mi è venuto un ronzio alla testa e... un impellente bisognino.
– Ma... il maestro Peretti... se ci vede... ci sospende – ha obiettato Gianni.
– E se poi quello si mette a frignare? – ha rincalzato Michele.
– Nessun problema, ho un metodo per farlo tacere! Voi state di guardia!
Quando me lo sono trovato davanti avevo la gola secca. Il cuore mi batteva come impazzito. Simone mi ha trascinato in un angolo del cortile.
– Voglio il tuo cellulare! – ha intimato. – Sta molto meglio in tasca mia, piuttosto che in quella di un pappamolle come te.
Ecco: io avrei dato volentieri il telefonino a Simone, se me lo avesse chiesto con le buone, ma lui mi aveva dato del pappamolle.
– Io... ti do... un bel niente! – ho balbettato, anche se mi sentivo svenire dalla paura.
Per Simone è stato il “via”. Mi si è avventato contro come una furia.
Improvvisamente mi sono tornate in mente le parole del maestro di judo... finché ho sentito Gianni e Michele mormorare allucinati: – Cavolo! L’ha atterrato!
M. A. Garavaglia, Un bullo da sballo, San Paolo Edizioni
omprendo C
Quale di queste frasi riassume meglio la storia che hai letto? Rispondi con una X
Il protagonista vuol dare una lezione al bullo e ai suoi amici e trova il modo per farlo.
Un bullo, affiancato da due amici, vuole il telefonino del protagonista, riesce a prenderlo e a scappare.
Un bullo, con i suoi due amici, vuole il telefonino del protagonista, ma nello scontro con lui ha la peggio.
Lavoriamo insieme
Cercate e sottolineate nel brano tutte le espressioni che vi fanno capire la paura che prova il protagonista.
PARLO DI ME
Sei a conoscenza di episodi come questi accaduti nella tua scuola?
IL SOLDINO
PARLO DI ME
In casa mia siamo emozionati quando si cucina... Racconta.
Natasha desiderava così tanto quel soldino. Avrebbe potuto comprarsi un nuovo quaderno bianco o qualche matita pastello. Le piaceva disegnare i fiori, gli alberi, gli animali.
In quel momento la mamma grattugiava le patate e i suoi tre fratelli, seduti insieme a lei alla stessa tavola, facevano sogni quasi identici ai suoi. Cosa si sarebbero comprati Aleks, Ivan e Stas, se il soldino fosse toccato a uno di loro? Natasha pensò che Aleks si sarebbe comprato un paio di biglie, Ivan una bustina di palloncini colorati, ma Stas sarebbe andato al negozio degli strumenti musicali.
“Quanti soldini mi mancano per comprare un flauto?” avrebbe chiesto. Stas era nato musicista. Sapeva suonare ogni cosa a orecchio, persino un pettine ricoperto di carta velina o i fili d’erba lunghi del prato.
Il soldino era sul tavolo. Quando la mamma lo lasciò cadere nella zuppiera e lo mescolò dentro l’impasto di patate, uova e pane, Natasha sentì un tuffo al cuore. La mamma avrebbe preparato le piccole frittelle tutte uguali e le avrebbe distribuite ai suoi figli.
A chi sarebbe toccata quella con il soldino?
Natasha guardò Stas. Stas guardò Natasha. D’ora in poi, ogni volta che uno di loro avesse trovato la moneta, l’avrebbe divisa con l’altro. Questa fu la promessa. Si capirono senza bisogno di parlarsi.
La mamma stava friggendo le frittelle di patate. I fratelli più piccoli giocavano con gli elastici e le biglie in un angolo della tavola. Nessuno di loro si accorse di nulla.
E. Nava, Bambini del mondo, Einaudi Ragazzi
Scrivi V se la frase è vera, F se è falsa.
A Natasha piace disegnare. V Dentro una frittella ci sarà un soldino. In famiglia ci sono tre fratelli e una sorella. Non si sa chi troverà il soldino. La mamma sta preparando una torta.
Natasha e Stas non vogliono il soldino. Natasha e Stas sono i due figli più grandi. Natasha e Stas divideranno il soldino. Stas vorrebbe comprare un pallone.
Natasha e Stas raccontano del loro patto.
Perché Hazem è andato via dalla sua terra, la Siria,
Perché il papà cercava un nuovo lavoro
Perché c’era la guerra che aveva distrutto tutto
Com’è arrivato fino a Milano Hazem?
Prima ha preso la barca, poi il treno.
Prima ha preso il treno, poi la barca.
A piedi.
Hai mai visto in tv immagini di persone che scappano dal loro Paese? Cosa faresti per aiutarli?
MI FIDANZO
Arrivo sotto casa di Bianca dopo aver percorso, correndo, delle scorciatoie tra i palazzi. Non penso a niente. Vedo solo la sua faccia. Quando suono il campanello mi accorgo di non avere neppure il fiato per rispondere.
– Chi è? – La voce di Bianca mi fa deglutire in fretta. Riesco a tirar fuori un “sono io” e mi ascolto e mi sembro un drago sfiatato.
– Puoi scendere per favore?
– Ah... devo fare i compiti.
– Va bene, aspetto – Silenzio. Conto fino a cinque, poi di nuovo la sua voce:
– Vuoi dire che aspetti che abbia finito i compiti?
Una speranza, nella sua voce sento una speranza.
– Sì, certo. Tutto il tempo che occorre per chiederti se vuoi diventare la mia... fidanzata.
Lo dico tutto d’un fiato e arrossisco. Però mi sento meglio. Che mi prendano pure in giro, tutti quanti. Non mi importa.
Il silenzio però mi preoccupa. Mi siedo sul muretto accanto al citofono muto. Dopo un paio di minuti sento il portone del palazzo aprirsi e Bianca compare. Ha un sorriso dolce e un foglio in mano.
– Ciao – le dico.
– Ciao Vittorio – mi risponde e la sua voce è sempre bella. Eccomi qui. Stupido totale. E adesso che le dico? Come si fa a fidanzarsi? Non ho neppure un regalo da darle. Devo sbrigarmi ad avere un’idea. Quando lei mi porge il foglio rimango come un pesce bollito. Sul foglio bianco c’è il disegno di due che si tengono per mano e i due siamo lei e io e tra le nostre teste un cuore. Sotto c’è la data. Sobbalzo. 15 maggio 2015. Quasi due anni fa. In prima elementare. Cioè, ha fatto il disegno in prima elementare... come ho fatto a non accorgermi? Poi con una mano tengo il foglio e allungo l’altra verso di lei. Bianca mette la sua mano nella mia.
Sì, mi sono fidanzato.
L. Frescura, Quelli che credono ai sogni, Raffaello
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Coordinamento e redazione: Emilia Agostini
Grafica e impaginazione: Dania Fava
Illustrazioni e colore: Lisena Sabolo, Daniela Dogliani, Maria Grazia Orlandini, Laura Deo, Elisa Bellotti, Maurizia Rubino, Sandra Bersanetti, Francesca Galmozzi
Copertina: Mauro Aquilanti
Referenze fotografiche: Archivio fotografico Gruppo Ed. Raffaello, iStock, Shutterstock
Coordinamento M.I.O. Book: Paolo Giuliani
Redazione multimedia: Sara Ortenzi
Ufficio multimedia: Enrico Campodonico, Claudio Marchegiani, Luca Pirani
Stampa: Gruppo Editoriale Raffaello
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