perché 4
LETTURE
Tipologie testuali e generi con MAPPE
Temi e stagioni
Imparare a comprendere sul modello INVALSI
SEMPLICEMENTE Didattica inclusiva
Educazione civica e Agenda 2030
Tipologie testuali e generi con MAPPE
Temi e stagioni
Imparare a comprendere sul modello INVALSI
SEMPLICEMENTE Didattica inclusiva
Educazione civica e Agenda 2030
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Risorse digitali
Nelle pagine del libro troverai indicate tante risorse interattive che ti accompagneranno nel corso di tutto l’anno scolastico. Puoi usarle in classe con l’insegnante oppure a casa, in autonomia. Puoi accedere tramite il tuo dispositivo mobile, inquadrando i QR code.
I percorsi multimediali RAF LAB ti introducono agli argomenti di studio, all’insegna dell’inclusività: organizzerai meglio le tue conoscenze precedenti e i nuovi contenuti, per partecipare alla lezione in modo attivo e consapevole.
Con i video didattici e i video interattivi potrai conoscere e approfondire gli argomenti, verificare le tue conoscenze e ripassare le regole di grammatica.
Con le attività interattive de GLI ANTIRUGGINE potrai ripassare, recuperare e rinforzare le conoscenze acquisite. Mettiti alla prova con le domande a risposta multipla, vero/falso, completamento o abbinamento e controlla i risultati ottenuti.
Con i giochi interattivi potrai metterti alla prova divertendoti. I Google moduli alla fine di ogni unità ti aiuteranno a verificare le tue conoscenze.
TEMI per riflettere su di te e sulla realtà che ti circonda
Relazioni e sentimenti
Amica natura
Giochi
Viaggi
Un mondo di persone
6 Io leggo perché...
8 Mare matto
9 Il sasso dell’amicizia
Ricominciamo... per leggere bene
10 Pronti per l’accoglienza!
11 La classe terribile
12 Le regole: che noia!
13 Stare bene a scuola con le regole
LIFE SKILLS
Ricominciamo... per comprendere bene
14 La nuova compagna
15 Una sbirciatina
Ricominciamo... per riconoscere i testi
16 Che tipo di testo è?
20 SEMPLICEMENTE
22 La pozzanghera gigante
24 In viaggio con Vento Verde
26 Una dolce riconciliazione
28 Il sortilegio della Strega
30 SO ANALIZZARE
I temi dei testi narrativi
32 Basta poco!
34 ... (dai tu un titolo)
36 Sono Lupinella
38 La rabbia
39 Avevo paura di tutto
40 Una balena in difficoltà
41 Insieme si può
42 Attiviamoci! - LIFE SKILLS
44 Un temporale improvviso
46 Quanti guai!
48 Game over
50 Imparare giocando
51 Un nuovo arrivo
52 La storia di Enaiat
54 Pippi Calzelunghe
56 Che disordine!
58 MI PREPARO ALLA PROVA INVALSI
61 LABORATORIO DI ASCOLTO
Leggo perché mi diverto
62 Pappardelle in classe
66 IL RACCONTO DI AVVENTURA
SEMPLICEMENTE
68 Capitano Achab
70 Discesa nella grotta
72 IL RACCONTO DEL BRIVIDO
SEMPLICEMENTE
74 Una mano nella notte
75 Qualcosa di viscido
76 SO ANALIZZARE
I temi del racconto di avventura
e del racconto del brivido
78 Tempesta
80 Alma salva Bruma
82 L’onda anomala
84 Arrivo al castello
85 Indiana Jones
86 Un insolito incontro
87 La mostruosa creatura
88 MI PREPARO ALLA PROVA INVALSI
91 LABORATORIO DI ASCOLTO
92 RIPASSO CON LA MAPPA
94 Un salto quasi mortale con gli sci
diario e la lettera Leggo perché mi diverto
100 IL DIARIO
SEMPLICEMENTE
102 Piccoli tesori
103 Tra i ghiacci
104 RIPASSO CON LA MAPPA
105 SO ANALIZZARE
106 LA LETTERA
SEMPLICEMENTE
108 Egregio Professore
109 Si parte!
110 RIPASSO CON LA MAPPA
111 SO ANALIZZARE
I temi del diario e della lettera
112 Mi sento tristissima
113 Cambiare è difficile
114 Che delusione! - LIFE SKILLS
116 L’elefantessa dal cuore grande
118 In partenza
119 Il diario di Anna
122 SEMPLICEMENTE
124 Il pappagallo Timodeo - I pappagalli
125 Un tipo misterioso
126 Lo scarabeo
127 Il cortile della scuola
128 RIPASSO CON LA MAPPA
129 SO ANALIZZARE
I temi del testo descrittivo
130 Il gusto della felicità
131 Sentirsi chissà chi!
132 Ho un migliore amico
134 Tina
136 Marta - LIFE SKILLS
138 Il lago
139 Che pace tra i giunchi!
140 Un meraviglioso spettacolo
141 Una tenera amicizia
142 I gorilla
144 In giro per Il Cairo
145 Vacanze in montagna
146 Ahmed
147 Dolma
148 MI PREPARO ALLA PROVA INVALSI
151 LABORATORIO DI ASCOLTO
Leggo perché mi diverto
152 La cura delle vespe
158 SEMPLICEMENTE
160 Paura - Torna il sereno
161 Filastrocca in cielo e in terra
162 Una signora di Milano - Un signore di Calcutta
163 Miss Titina
164 La scia nel cielo - Lucciole
165 Mi piace il vento - La pioggia da ascoltare
166 RIPASSO CON LA MAPPA
167 SO ANALIZZARE
I temi del testo poetico
168 Lontano da te
169 Umori del cuore
170 I bambini sulle montagne
172 Io tiro indietro Pietro
173 Morra cinese
174 Il vecchio e il bambino
175 Il vecchio e la bambina
176 Cos’è un papà
Immagine di mia madre
177 Sally
180 SEMPLICEMENTE
182 Come si conservano i cibi
184 Come apprendono i cuccioli
185 La balenottera azzurra
186 RIPASSO CON LA MAPPA
187 SO ANALIZZARE
I temi del testo informativo
188 Che cosa significa “essere empatici”
189 L’empatia rende più bella la vita!
LIFE SKILLS
190 Perfetta organizzazione
192 La distruzione delle foreste
193 I diritti nello sport
194 Gli antenati dell’aereo
195 La specie umana
196 La squadra dei rifugiati
198 MI PREPARO ALLA PROVA INVALSI
201 LABORATORIO DI ASCOLTO
204 SEMPLICEMENTE
206 Ricordi in cornice!
207 L’ora di ginnastica
208 Una giornata nel parco
209 Ayudame!
210 RIPASSO CON LA MAPPA
211 SO ANALIZZARE
AUTUNNO
212 Autunno
213 Una foglia in bocca
214 Gli elfi dell’autunno
215 La casa del nonno
216 La festa più folle dell’anno!
217 Per ogni bambino un mondo migliore
INVERNO
218 Notte di gelo
219 Tracce nel bosco
220 La neve
221 Il primo albero di Natale
222 27 gennaio
223 La fuga dell’ammalato
PRIMAVERA
224 La primavera sorrideva
225 Sì, vieni Primavera!
226 La rinascita del giardino
227 Giornata mondiale dell’acqua
228 Pasqua nel mondo
ESTATE
230 Estate
231 La citta d’estate
Semplicemente
Pagine guida per facilitare l’analisi e la comprensione del testo.
Agenda 2030
232 Che cosa è l’Agenda 2030?
233 Compito di realtà
234 L’importanza delle api
236 Vivere insieme
237 Per strada... in sicurezza!
Cittadinanza digitale
238 Fare una ricerca online
240 La sicurezza in rete
La Didattica Inclusiva Digitale Integrata consente la personalizzazione dell’apprendimento attraverso percorsi innovativi e flessibili, che supportano e valorizzano i diversi bisogni educativi.
Risorse digitali
Alta leggibilità
Audiobook
Nessun vascello c’è che, come un libro, possa portarci in contrade lontane.
Emily
Dickinson
Leggere, leggere un libro, per me è questa l’esplorazione dell’Universo. Marguerite Duras
Leggendo ci si può sentire, a occhi aperti, immersi in un sogno più vivo e più vero della realtà.
Ezio Raimondi
I migliori compagni di viaggio sono i libri: parlano quando si ha bisogno, tacciono quando si vuole silenzio. Danno moltissimo senza chiedere nulla.
Tiziano Terzani
Non c’è nessun amico più leale di un libro.
Ernest Hemingway
I libri si rispettano usandoli, non lasciandoli stare.
Umberto Eco
Per sognare non bisogna chiudere gli occhi, bisogna leggere.
Michel Foucault
I libri sono gli amici più tranquilli e costanti, gli insegnanti più pazienti.
Charles W. Eliot
* Colora la frase o le frasi che ti hanno colpito di più.
* A te piace leggere? Quali libri leggi?
* Che cosa rappresenta per te un libro? Scrivi anche tu una frase.
Ecco il viaggio è finito! Tra le onde del mare io mi son divertito, mi è piaciuto scherzare. Se poi qualche strofetta sembra un po’ un rompicapo, rituffatevi in fretta, cominciate da capo!
Ora il mare è anche vostro abbiatene cura: è di carta ed inchiostro di parole e avventura. da A. Riccioni, Mare matto, Lapis
* Anche il tuo “viaggio delle vacanze” è finito. Sicuramente avrai vissuto tanti momenti divertenti! Scegline uno che ti è piaciuto particolarmente e raccontalo in quattro righe seguendo l’esempio della poesia.
Poi a coppie raccontatevi di più delle vostre vacanze.
Ecco il viaggio è finito!
Quando i miei compagni hanno mostrato i ricordi delle vacanze che avevano portato a scuola, io mi sono sentito un po’ imbarazzato perché nello zainetto avevo solo una pietra piatta, di quelle che si trovano sulla spiaggia.
Poi mi sono fatto coraggio e ho pensato che anch’io avevo comunque una storia da raccontare. La storia è questa.
Appena sono arrivato al solito campeggio dove andiamo tutti gli anni, ho incontrato un bambino: Andrea. Andrea mi dice:
– Sai che sono un campione di rimbalzino?
Io non sapevo che cosa fosse il rimbalzino e lui mi ha spiegato che è il gioco di far saltellare sull’acqua le pietre piatte.
– Ma allora lo so fare anch’io! – ho detto. Così ci siamo messi sulla riva a tirare i sassi.
A un certo punto Andrea mi ha annunciato:
– Guarda, questo sasso è perfetto per il rimbalzino!
Solo che, per prepararsi bene al lancio, ha spostato la mano all’indietro così velocemente che il sasso gli è sfuggito ed è finito dritto dritto in un cespuglio dietro di noi! Io ho subito detto:
– Se fossi stato lì dietro di te, il sasso mi sarebbe finito dritto in testa!
Allora abbiamo riso tantissimo e siamo andati a recuperare il sasso dal cespuglio. Poi però Andrea ha deciso di non tirarlo più in acqua. Perciò, come ricordo di quel giorno così speciale, il sasso me lo sono portato a casa.
da G. Quarzo, S.R. Mignone, M. Milani, Luca e i suoi amici, Piemme
* Tu hai qualche oggetto che ti ricorda le vacanze?
Scegline uno e disegnalo qui a fianco.
Che cosa provi quando lo guardi? Perché? Racconta a voce.
Quando leggi rispetta i segni di punteggiatura, sono importanti perché ognuno indica una pausa:
• pausa breve conta fino a uno;
• - pausa media conta fino a due;
• pausa lunga conta fino a tre;
• - oltre a una pausa, suggeriscono anche una diversa intonazione
* Leggi ad alta voce il brano rispettando la punteggiatura e l’intonazione.
Oggi a scuola facciamo teatro e la storia che recitiamo è questa: c’era una volta una maestra o un maestro, questo non è importante, che insegna ai suoi scolari. All’improvviso però...
Toc! Toc! Bussano alla porta e, questo è importante, c’è un bambino nuovo che entrerà a far parte della nostra classe. La maestra va in corridoio a parlare con i genitori, così il bambino adesso è solo davanti a noi. Cosa facciamo? Cosa diciamo?
Abbiamo scelto questa scena da recitare perché può sempre capitare che arrivi un nuovo bambino o una nuova bambina. Così è meglio fare delle prove e conoscere bene le regole dell’accoglienza.
Noi facciamo finta, a turno, di essere il bambino o la bambina che entra in aula e si sente a disagio, anche io ho fatto così, e tutti noi subito siamo gentili e buoni: non è difficile!
Anch’io la prima volta qui a scuola ero emozionato, perché questa non era la mia scuola: io non sono italiano e prima vivevo in Marocco. Così avevo paura: “se non mi vogliono a giocare o mi prendono in giro?”. Adesso io non ho più paura!
Dopo il teatro noi abbiamo scritto le regole dell’accoglienza così:
1) Giocare insieme al nuovo compagno o alla nuova compagna, senza escluderlo/a.
2) Trattarlo/a come se fosse da sempre con noi.
3) Aiutarlo/a quando ha bisogno.
4) Parlare delle cose più divertenti della scuola.
5) Non fargli/le subito troppe domande, ma raccontare anche di sé.
Quando in un testo incontri i dialoghi, cerca di dare espressività alle battute dei personaggi.
* Nel testo che segue, sottolinea con colori diversi le battute dei personaggi; poi, in gruppi da tre, divertitevi a rileggere interpretando ciascuno un personaggio. Se volete potete leggere più volte scambiandovi i ruoli.
– Buongiorno signorina Applegreen.
– Buongiorno signor Direttore. E allora? Posso sperare che...
– Io, veramente, non so se sia il caso di affidarle questo lavoro...
Il Direttore sollevò gli occhi a fissare il soffitto del suo ufficio.
– La prego, non mi risponda negativamente. Ho sempre sognato di insegnare... So che in questa scuola c’è un posto e, modestamente, ritengo di possedere tutti i requisiti per occuparlo.
Il Direttore sospirò, rosicchiò la matita che teneva in mano, si guardò intorno furtivamente, poi si alzò:
– Il problema è... la classe.
– Tutto qui? Dai miei titoli di studio lei avrà senz’altro constatato che io sono diplomata in “problemi, problematiche, dilemmi, grane, rogne, grattacapi pedagogici” con il massimo dei voti, ovviamente.
– Non metto in dubbio le sue competenze... La classe che dovrei affidarle è la peggiore del mondo. Dall’inizio dell’anno ha fatto scappare quindici insegnanti, che hanno fatto causa alla scuola per danni fisici, psicologici e trasversali.
– Non ci sapevano fare! Io sarò migliore di loro.
Il Direttore era tanto mite, un ometto grassoccio che amava i lecca lecca alla menta e la pennichella pomeridiana. Ma l’irruenza della signorina Applegreen gli diede un po’ di fastidio.
– Se insiste, può provare oggi stesso. Ma poi non venga a protestare da me: io l’ho avvertita! Vada, vada pure.
La signorina Applegreen alzò due dita in segno di vittoria e prima di uscire dall’ufficio sussurrò:
– Saprò conquistarla. In pochi giorni la trasformerò in una classe perfetta! Il Direttore rimase solo nel suo ufficio. Pensieroso, aprì un astuccio dorato e ne tolse un lecca lecca alla menta.
da P. Valente, La classe terribile, Raffaello
Prima di leggere il brano ad alta voce, fai una lettura silenziosa: individua e ripeti più volte le parole che ti sembrano più difficili, finché non le pronunci con scioltezza.
A me non sembra di aver fatto niente di male alla scuola, anzi sono sicuro che la scuola fa del male a me, certe volte!
Ma sì, mi costringe ad alzarmi presto, per esempio, e ad andare a letto presto. Mi costringe a una vita che non desidero. Anche a fare i compiti, per esempio. Perché dopo cinque ore di scuola si deve ancora fare ciò che si fa a scuola?
Quindi è la scuola che mi fa del male. Però io sono un buono e non porto rancore. Insomma, sono convinto che la scuola potrebbe essere un posto meraviglioso per me, se non ci fossero tutte quelle regole che non riesco a mettere in pratica perché me le scordo. Stare seduto, per esempio. È inutile. Dopo dieci minuti comincio un vero combattimento con la sedia cercando una posizione più comoda con le ginocchia sul sedile o con una gamba sotto il sedere a farmi da cuscino. Ma tutto questo non sembra piacere alla maestra. Quando faccio così, il suo sguardo si fa strano, si toglie gli occhiali e sulla classe cala un silenzio di tomba. Le prime volte mi fermavo giusto il tempo per controllare che non fosse successo nulla di terribile. Magari Marco aveva avvitato male la bottiglietta dell’acqua come al solito e aveva fatto il “lago-banco”. Adesso mi fermo un attimo, così la maestra si rimette gli occhiali e io ricomincio a cercare la posizione migliore per concentrarmi. da L. Frescura, M. Tomatis, Massimo da sistemare, Giunti Junior
Gli alunni e le alunne devono: essere puntuali; rispettare i compagni, le compagne, l’insegnante e tutto il personale della scuola; usare un linguaggio educato; accettare e rispettare opinioni e modi di essere delle altre persone;
mantenere un comportamento corretto all’entrata e all’uscita, durante la ricreazione, il cambio dell’ora, gli spostamenti nell’edificio e le uscite didattiche; avere cura dei materiali didattici e degli arredi dell’aula e, in generale, di tutti gli spazi della scuola;
partecipare al lavoro scolastico individuale e di gruppo; svolgere regolarmente i compiti assegnati; avere sempre il materiale didattico necessario per tutte le lezioni della giornata: libri, astuccio, colori...
* Quali sono le regole da rispettare nella tua classe?
Le avete decise insieme o le ha stabilite l’insegnante?
Scrivetele su un cartellone da appendere in aula per questo nuovo anno.
* Confrontatevi in classe seguendo le domande guida.
• Riesci a rispettare facilmente le regole o fai fatica come il protagonista del brano nella pagina accanto?
• Come ti senti quando un’altra persona decide le regole per te?
• Che cosa accadrebbe se vivessi in un mondo senza regole?
Leggo perché mi diverto
Vai alle pagine di questo libro e metti in pratica le strategie di lettura che hai appreso per gustarti al meglio le storie! Buona lettura!
Comprendo
* Sottolinea nel brano con il colore corrispondente le risposte alle seguenti domande.
Chi è Stella?
Come è accolta in un primo momento?
Perché il maestro e la classe rimangono allibiti?
Come è la risata di Stella?
Come si sente Germàn?
Quando l’ho vista entrare in aula, ho notato solo una bambina con i capelli neri, ed erano i capelli neri più lucidi che avessi mai visto. – Vi presento la vostra nuova compagna – ha annunciato il maestro.
– Ciao – ha detto la bambina con un sorriso. Nessuno le ha risposto, solo io le ho rivolto un timido cenno per salutarla. Lei mi ha guardato e io, imbarazzato, ho subito abbassato lo sguardo.
– Mi chiamo Stella – ha aggiunto lei.
– Salutatela bambini! – ha ordinato il maestro.
– Ciao, Stella! – abbiamo strillato tutti in coro.
Dopo aver salutato Stella, mi sono reso conto che l’unico banco libero in classe era quello vicino a me. Stavo seduto per conto mio, perché non riesco a non ripetere a voce alta tutto ciò che scrivo, il che fa perdere la concentrazione agli altri.
– Mi piace questo pianeta – ha detto Stella e sia il maestro che noi siamo rimasti allibiti. Lei poi si è tappata la bocca con la mano e si è messa a ridere e la sua risata contagiosa si è attaccata prima al maestro e poi a tutti gli altri. Ne è nato un concerto di risate e singhiozzi. Solo quando lei ha smesso di ridere (la sua era una risata musicale, un po’ cristallina) anche noi siamo riusciti a fermarci.
– Io sono Germàn – le ho comunicato con il mio solito fare goffo.
– Sì, lo so – ha detto lei.
Io mi sono sentito felice... la bambina più divertente del mondo era la mia nuova compagna di banco.
da R. Fuentes, Stella, Piemme
Come ogni mattina, prima di entrare, la maestra Giuditta sbirciò in Quarta A dalla porta socchiusa. Eh, sì. Le piaceva spiare i suoi ragazzi. Coglierne le espressioni e catturarne i gesti. Così facendo aveva scoperto molte cose su di loro. Quel lunedì mattina di settembre c’erano proprio tutti.
A cominciare dalle gemelle Anna e Lisa: bastava pronunciare un unico nome, Annalisa, ed entrambe accorrevano. Quanto fiato risparmiato!
Dietro di loro, vicino alla finestra, c’era Francesco. Aveva una paura terribile dell’acqua. Al mare o in piscina il livello massimo delle sue immersioni era le ginocchia, convinto com’era che, ficcando la testa sott’acqua, quest’ultima sarebbe penetrata dalle orecchie nel cervello, con chissà quali conseguenze!
Cinzia, con la sua grande passione per il disegno, disegnava cuori in una pagina del suo diario.
E poi Caterina, che sognava a occhi aperti e viveva nel suo mondo pieno di colori. Giuditta si soffermò a guardare la dolcezza del suo sguardo.
Un urlo proveniente dall’aula la riportò alla realtà.
I ragazzi la salutarono in coro. Posò il registro sulla cattedra, ma dato che il brusio non accennava a diminuire, lanciò il solito fischio. Era il segnale dell’attenzione.
da G. Oliani, Alla ricerca della memoria perduta, ELI La Spiga
Comprendo
* Completa.
• La protagonista è
• Gli altri personaggi sono
• I fatti si svolgono (quando) (dove)
* Completa le definizioni di ciascun testo, scegliendo fra le seguenti parole: poetico • regolativo • narrativo • descrittivo • informativo
Ricottina passeggiava per le vie del quartiere dove abitava. Le piaceva sentire il rumore dei passi della nonna accanto a lei sul marciapiede, ascoltare i discorsi della gente.
Quel giorno il sole sembrava troppo pigro per uscire fuori e la ragazza aveva dimenticato di indossare i guanti. Il freddo entrava nelle sue mani già così fragili e intorpidiva le sue bianche dita di ricotta. Ricottina era infatti molto delicata perché tutto in lei era fatto di ricotta. Le mani, la pancia, le gambe e i piedi. Anche il viso era di ricotta. Solo gli occhi si salvavano: due piccole nocciole scure e curiose che scrutavano il mondo dal basso.
da R. Mastruzzi, Quanti pasticci, Ricottina!, Einaudi Ragazzi
• È un testo perché spiega le caratteristiche di un personaggio, lo “fa vedere” attraverso le parole.
Un bambino che legge si dimentica dei piedi, ha schegge di luce negli occhi ardenti.
Un bambino che legge è un bambino che va lontano senza che nessuno lo tenga per mano.
A. Petrosino
• È un testo ........................................ perché è scritto in versi e utilizza le parole in modo originale.
Usare sempre il marciapiede e procedere tenendo la destra.
Se manca il marciapiede, camminare sulla sinistra all’interno della striscia bianca o gialla continua, oppure vicino al muro.
Attraversare sempre sulle strisce pedonali, mantenendo la sinistra. Guardare bene prima a sinistra poi a destra. In presenza del semaforo, aspettare il verde per i pedoni.
Non attraversare mai correndo.
Non distrarsi e non fermarsi a chiacchierare in mezzo alla strada. Non usare dispositivi elettronici, ma guardare sempre avanti a sé.
• È un testo perché indica regole di comportamento.
Più che inventati è giusto dire “scoperti”: i numeri sono in tutte le cose. Provate a vivere un solo giorno senza numeri. Che anno è? Che ora è? Quante dita ha la tua mano?
È impossibile vivere senza data, senza ora, senza peso, senza una distanza...
Quarantamila anni fa, il popolo che lasciava le impronte delle mani sulle pareti delle caverne sapeva già contare. Contava animali e persone, incidendo tacche su frammenti d’osso che sono arrivati fino a noi. I numeri, infatti, sono un modo pratico per dare un ordine alle cose e per esprimere grandezze e quantità.
Il lampo di genio è stato dare un nome a ogni numero: “uno”, “due”, “tre”, “quattro” e così via. Poi - dopo qualche migliaio di anni - si è avuta l’idea di rappresentarli con dei simboli grafici che per noi oggi sono: 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7...
da L. Novelli, 100 lampi di genio, Editoriale Scienza
• È un testo perché fornisce informazioni su un argomento specifico.
Nel paese di Dragolandia era tutto pronto per la Gara di Sputafuoco.
Fuocomatto era emozionato: per la prima volta poteva partecipare anche lui!
Così Fuocomatto ebbe un’idea: “Domanderò al nonno di seguire i miei allenamenti”.
Il giorno dopo iniziò l’addestramento; il nonno cominciò insegnando a Fuocomatto a gonfiare le guance e i polmoni. Poi preparò dei disegni per spiegargli tutti i suoi segreti e preparò anche delle frittelle per ricompensare i suoi sforzi. Finalmente giunse il giorno della grande Gara di Sputafuoco.
Il piccolo drago era emozionatissimo, ma non era mai stato così felice in vita sua!
Quando fu il suo turno, si fece avanti, tirò un gran respiro, ricordò tutti i segreti che il nonno gli aveva insegnato e prese a soffiare fiamme e scintille blu, verdi, rosse e persino dorate.
– Evviva! I fuochi d’artificio! – gridarono i draghi.
Certo, i fuochi d’artificio di Fuocomatto non erano ancora perfetti, ma il draghetto pensò: “Tanto meglio! Così il nonno potrà aiutarmi ancora. E io, per molto tempo, mi godrò le sue frittelle, le sue storie e le sue coccole!”.
da A. Ossorio, Storie di streghe, lupi e dragolupi, Einaudi Ragazzi
• È un testo ........................................ perché narra una storia.
Attraverso i TESTI NARRATIVI leggerai tante storie di:
Relazioni e sentimenti
SCEGLI IN UN LAMPO! SCRIVI IN UN LAMPO!
* Quale foto ti colpisce di più? Colora la stella corrispondente.
Amica natura
Giochi
Un mondo di persone
* L’immagine che hai scelto a quali parole ti fa pensare? Scrivile in un elenco. Ora scegli una parola e scrivi di getto in dieci minuti tutto ciò che ti fa venire in mente. Allo scadere del tempo, se vuoi, leggi il tuo lavoro al resto della classe.
Il testo narrativo racconta tanti tipi di storie con lo scopo di coinvolgere chi legge:
• storie realmente accadute o verosimili, cioè inventate ma che potrebbero accadere nella realtà racconti realistici;
• storie impossibili nella realtà, perché presentano almeno un elemento fantastico racconti fantastici.
Oliver si era appena trasferito in una grande città.
“Mi mancano i miei amici” pensava sospirando.
Una mattina vide un piccolo cane bagnato, bianco come una palla di neve, che trascinava un guinzaglio rosso.
Sulla medaglietta appesa al collare c’era scritto «Pat». Oliver si guardò intorno. Non c’era nessuno in cerca di un cane...
– Ti sei perso? – gli disse Oliver – Vieni con me.
Oliver e Pat passarono la giornata insieme, si divertirono e impararono a conoscersi. Per la prima volta da quando viveva in città Oliver era felice. Ma verso sera Pat si rattristò.
Oliver capì qual era la cosa giusta da fare.
Il giorno dopo scrisse dei volantini sperando dentro di sé che nessuno li vedesse. Attaccò i fogli ai lampioni e chiese in giro se qualcuno conoscesse Pat. Nessuno rispose all’annuncio.
Una mattina Oliver e Pat stavano passeggiando quando Pat corse via abbaiando. Oliver lo inseguì e lo trovò in un giardinetto dove una bambina se ne stava triste e sola.
– Ciao! – disse la bambina abbracciando Pat – Io mi chiamo Ruby. Sei tu che hai badato al mio cane?
– Sì – disse Oliver – è un cane meraviglioso, mi mancherà!
Un giorno potreste venire a trovarmi?
– Ma certo! – esclamò Ruby – Anzi, perché non andiamo insieme da qualche parte adesso?
– Arf! Arf ! – abbaiò Pat. Oliver e Ruby sorrisero. Oliver capì che non aveva perso un amico... ma ne aveva trovati due!
da C. Freedman, K. Hindley, Oliver e Pat, Nord-Sud Edizioni
* Indica con una x il completamento corretto.
• Il protagonista della storia è Pat. Oliver. Ruby.
• I personaggi secondari sono Oliver e Ruby. Oliver e Pat. Ruby e Pat.
• La storia si svolge in un tempo presente. passato.
* Elimina con una linea l’intruso tra i luoghi del racconto.
Sono realistici o fantastici: persone, animali, oggetti. Il personaggio più importante è il o la protagonista, gli altri sono personaggi secondari.
* Completa le frasi per ricostruire i fatti.
• Oliver era triste perché ............................................................... in una grande città.
• Una mattina trovò un piccolo ; sulla ....................................... del collare era scritto il nome: ................................................ .
• Oliver e Pat si divertirono tutta ............................................. insieme: Oliver era .......................................... . Ma la sera Pat ................................................ .
• Il giorno dopo Oliver scrisse ................................................... e li attaccò , ma nessuno ............................................................................................ .
• Una mattina, in un giardinetto, Pat ritrovò .................. .
* Cerchia il completamento corretto.
• La storia è narrata in prima persona / terza persona. casa grande città stazione giardinetti
* Secondo te, il racconto che hai letto è realistico. fantastico.
La storia si svolge nel presente o nel passato in un tempo precisato oppure non ben definito.
LUOGHI
Sono realistici e ben precisati o immaginari
Sono narrate vicende accadute veramente o verosimili oppure fatti impossibili nella realtà.
La storia può essere narrata:
• in prima persona, in questo caso c’è il narratore interno, che è un personaggio della storia;
• in terza persona, in questo caso si ha il narratore esterno alla storia.
In un racconto l’insieme dei fatti narrati costituisce la trama, che è formata da tre parti fondamentali:
• l’INIZIO presenta i personaggi, il tempo, il luogo e il fatto che dà avvio alla storia;
• lo SVOLGIMENTO narra i fatti che mandano avanti la vicenda;
• la CONCLUSIONE racconta come finisce la storia.
Dopo il forte temporale della domenica, quel lunedì era una giornata bellissima. A scuola, tutte le classi erano in giardino. Tutti i miei amici correvano e si scatenavano. Io, come al solito, avevo una camicia, bianca con le righe azzurre.
Stavo per andare a prendere il tè, quando arrivarono Letizia e Cristiano:
– Corri a vedere che cosa abbiamo trovato!
Gelatina: sostanza che ha consistenza molle.
* Rispondi alle domande sul quaderno.
1. Chi sono Letizia e Cristiano?
2. Quale consiglio danno a Gregorio?
3. Qual è la cosa più divertente che viene in mente a Gregorio da fare nella pozzanghera?
4. Quando la fa, si diverte davvero?
Andai con loro: sono i miei migliori amici e due tipi in gamba.
Se dicevano di aver trovato qualcosa d’interessante, sapevo per certo che sarebbe piaciuto anche a me. E avevo ragione!
Dietro l’edificio della palestra c’era la pozzanghera più grande che avessi mai visto e, sulla superficie, galleggiava della roba verdastra e densa come gelatina. Letizia si abbassò e la toccò con la mano:
– Senti anche tu: è viscidissima!
Mi accovacciai, ma non osai allungare la mano.
– Hai paura, Gregorio? – mi chiese Cristiano.
– No, mi fa solo un po’ schifo! – risposi tranquillo.
– A volte, però, sei un po’ noiosetto! – disse Letizia. Non mi offesi, ma ci rimasi male:
– E che ci posso fare? – chiesi.
– Seguire i nostri consigli e provare a fare cose divertenti! –andò dritto al sodo Cristiano.
– Noi ti possiamo dare qualche consiglio, come fa la maestra quando ci insegna a studiare – aggiunse Letizia.
Fu la lezione più divertente della mia vita. Seguii il loro consiglio, osservai la pozzanghera e mi concentrai per farmi venire in mente la cosa più divertente che potessi fare:
– Ci salto dentro con le scarpe!
– Bravo! È un’ottima idea! Adesso fallo! – m’incoraggiò Cristiano.
Chiusi gli occhi e spiccai un balzo. Sollevai un’onda come fa un motoscafo in mezzo a un lago. Sentii il rumore dell’acqua che si sollevava e ricadeva a terra e gli urletti di gioia dei miei amici, che cercavano di evitare gli schizzi.
Quando riaprii gli occhi, vidi che la mia camicia era miracolosamente ancora pulita e tirai un sospiro di sollievo. Feci un paio di passi su e giù nell’acqua melmosa. Le scarpe si stavano inzuppando. Lo ammetto: fu bellissimo.
– Adesso basta, altrimenti prenderai un raffreddore – esclamarono
Letizia e Cristiano in coro.
Diciamo che questa esperienza è stata proprio forte.
Un punto a favore dei miei amici! Ora mi sento diverso, meno perfettino e più bambino!
da A. Strada, Il bambino perfetto, Giunti
Analizzo
* Colora le barre a lato del testo come indicato: INIZIO - SVOLGIMENTO - CONCLUSIONE.
* Indica con una x in quale parte del racconto sono presentati i seguenti elementi.
INIZIO SVOLGIMENTO CONCLUSIONE
Il luogo in cui si svolgono i fatti.
Il tempo in cui si svolgono i fatti.
Il protagonista della storia.
I consigli di Letizia e Cristiano.
Il salto nella pozzanghera.
Il pensiero finale del protagonista.
* Cerchia il completamento corretto.
• Il narratore è interno / esterno alla storia. Si capisce perché la vicenda è narrata in prima persona / terza persona
* Secondo te, il racconto che hai letto è realistico. fantastico.
Le sequenze
Un racconto può essere diviso in sequenze. Il passaggio da una sequenza all’altra è sempre segnalato da un cambiamento:
• entra in scena un nuovo personaggio;
• variano il luogo o il tempo (o entrambi);
• avviene un fatto nuovo;
• inizia un dialogo, una descrizione o una riflessione.
C’era una volta una bambina di nome Settembre che era proprio stufa della solita vita: sempre a lavare le stesse tazze da tè rosa e gialle, sempre a disporre le stesse salsiere, ad addormentarsi sullo stesso guanciale ricamato e a giocar con lo stesso adorabile cagnolino.
Una sera, poco dopo il suo dodicesimo compleanno, il Vento Verde volò alla sua finestra. Indossava giacca e mantello verdi e aveva in mano delle racchette da neve. Fa sempre molto freddo al di sopra delle nuvole, nella città di Ponente in cui vivono i Sei Venti.
– Sembri una bambina con un brutto carattere! – disse il Vento Verde – Che ne diresti di venire via con me, sul Leopardo delle Brezze Lievi, sino al grande mare che confina con Fairyland, il Paese delle Creature Fatate? – Oh, sì! – rispose Settembre. – Bene, allora vieni a sederti vicino a me. E non strattonare troppo la pelliccia del mio Leopardo perché potrebbe mordere.
Settembre uscì passando per il davanzale della cucina e si sistemò per bene sul dorso del Leopardo, con le mani che stringevano la pelliccia maculata.
Dà avvio alla storia con la presentazione della protagonista. 1a sequenza
2a sequenza
Entra in scena un nuovo personaggio.
3a sequenza
Inizia un dialogo.
4a sequenza
Avviene un fatto nuovo.
– Ci sono delle regole importanti a Fairyland. Spiacente, ma se le infrangi non sono in grado di aiutarti – riprese il Vento Verde.
– Dimmi le regole – lo esortò Settembre con tono risoluto.
– Per prima cosa non è ammesso nessun oggetto di ferro. I controlli sono assai severi in proposito. Secondo, la pratica dell’alchimia è proibita a tutti, tranne che alle bambine nate di martedì...
– Io sono nata di martedì – precisò Settembre.
– Terzo, gli spostamenti via aria sono permessi soltanto in sella al Leopardo o a bordo di un Astro dei Fossi regolarmente autorizzato. Se non hai a disposizione uno di questi mezzi, sei pregata di rimanere a terra. Quarto, la circolazione si muove in senso antiorario. Quinto, il più importante di tutti, non puoi in nessun modo attraversare i confini della Foresta Filata. Tutto chiaro?
– Io... credo di sì... – farfugliò Settembre.
Il Leopardo delle Brezze Lievi sbadigliò lassù, in alto, ormai lontano dai tetti di Omaha. Settembre tenne gli occhi ben piantati in direzione delle nuvole, fino a che il vento, che le arrivava dritto in faccia, glieli fece lacrimare.
da C.M. Valente, La bambina che fece il giro di Fairyland..., Sperling � Kupfer
5a sequenza
Presenta un nuovo dialogo.
6a sequenza
Cambia il luogo.
Analizzo
* Scrivi a fianco di ciascuna frase quale sequenza riassume.
• Settembre sale sul Leopardo. ..............................................
• Il Vento Verde vola alla finestra della bambina. ..............................................
• Il Vento Verde elenca le regole di Fairyland. ..............................................
• Il Leopardo delle Brezze Lievi inizia il suo viaggio. ..............................................
• Il Vento Verde propone a Settembre di seguirlo fino a Fairyland, salendo sul dorso del Leopardo. ..............................................
• Settembre è stanca della sua solita vita. ..............................................
* Secondo te, il racconto che hai letto è realistico. fantastico.
Una storia può essere raccontata secondo due tecniche narrative:
• la fabula, se i fatti sono narrati seguendo l’ordine cronologico in cui sono avvenuti;
• l’intreccio, se gli eventi sono narrati con salti indietro nel tempo (flashback).
Una mattina, quando mi sono svegliata, ero di cattivo umore. Non era per niente una bella giornata. Pioveva e tirava vento e non si poteva uscire. In più avevo litigato con Britta e Anna.
La sera prima avevamo giocato a campana e a un certo punto Britta e Anna avevano detto che avevo pestato la riga quando io non l’avevo pestata per niente. E allora io me n’ero andata a casa, ma loro due avevano continuato a giocare per un pezzo. Io le guardavo da dietro la tenda della nostra cucina stando ben attenta a non farmi vedere. E intanto pensavo che non volevo mai più giocare con loro.
– Uffa, mamma, che noia – ho detto.
– Davvero, Lisa? – ha risposto lei – A me non sembra.
– Sì, perché piove sempre – ho aggiunto – non so cosa fare.
– Se fossi in te, prenderei e farei una bella torta.
La mamma l’ha detto proprio come se fosse convinta che fossi capace di fare una torta. Solo che io non ero capace o almeno non ci avevo mai provato. E invece pensa, ho fatto una torta tutta da sola ed è venuta anche buona! Anche se è stata la mamma a dirmi come fare, si capisce.
Poi mi è venuta un’idea. Britta e Anna erano state ingiuste, ma ho pensato che magari potevo perdonarle e invitarle a mangiare la mia torta.
Io e Britta e Anna ci spediamo sempre delle lettere in una scatola che va avanti e indietro su un filo teso dalla loro camera alla mia. Così ho scritto una lettera e l’ho messa nella scatola e
poi ho fischiato come facciamo di solito per avvertire che abbiamo spedito qualcosa. Nella lettera avevo scritto così:
«Dato che per puro caso ho appena fatto una torta, mi chiedevo se volete venire ad assaggiarne una fettina.»
Prima che fossero passati due minuti eccole arrivare di corsa. Non riuscivano a credere che avessi preparato una torta così bella tutta da sola. Io però ho detto:
– Non è mica così difficile! Ci riuscirebbe chiunque. Ci siamo messe in camera mia e abbiamo bevuto sciroppo di frutta e mangiato la torta. Britta e Anna non vedevano l’ora di preparare una torta anche loro.
da A. Lindgren, Il libro di Bullerby, Salani
* Il testo si può dividere in sette sequenze: individuale con trattini nella barra a lato. Aiutati con i seguenti titoli.
1. Un brutto risveglio
2. Un litigio tra amiche
3. Il consiglio della mamma
4. Una torta fantastica
5. Il perdono
6. L’invito
7. La merenda insieme
* Rifletti sulla sequenza riquadrata. Scrivi:
* Secondo te, il racconto che hai letto è realistico. fantastico.
PRIMA
se riferisce qualcosa che è successo in precedenza
DOPO
se accenna a fatti che accadranno in seguito.
Poi segna con una x.
• I fatti sono narrati in ordine cronologico. con un salto indietro nel tempo.
• La tecnica narrativa usata è: la fabula. il flashback.
* Cerchia il completamento corretto.
• L’espressione evidenziata nel testo fa capire che le amiche arrivano subito / più tardi
I personaggi del racconto fantastico
Nei racconti fantastici i personaggi, spesso, sono creature inventate dotate di poteri magici (streghe, maghi, animali o oggetti parlanti) oppure persone comuni che vivono situazioni fantastiche, impossibili nella realtà.
Mi ritrovai in una stanza piena di belle signore che sedevano immobili come ipnotizzate, lo sguardo fisso sulla persona che era apparsa sul palco. Era una bella giovane donna.
A un certo punto però si slacciò qualcosa dietro la nuca e improvvisamente si strappò via le belle guance. Aveva una maschera. Che orrore... non avevo mai visto un volto così spaventoso. Capii subito che quella donna doveva essere la Strega Suprema in persona e le altre rivelarono anch’esse la loro vera identità: erano tutte streghe!
– La porrrta! – ululò la Strega Suprema con una voce che risuonò in tutta la sala – È ben chiusa con catena e catenaccio?
– Catena e catenaccio, Vostra Streghità – rispose una voce. Poi la Strega Suprema continuò:
– Ora vi mostrrerrò l’infallipile efficacia della mia pozione. Ho messo una goccia del liquido magico in una tavoletta di cioccolato e l’ho regalata a un repellente rragazzzetto che girronzolafa nell’atrrio dell’alperrgo – fece una pausa, poi gridò: – Tutto è prronto! Trra cinque minuti l’orrrendo moccioso difenterrrà un topo. Dofreppe essere già qui!
E aveva ragione. Il ragazzino, chiunque fosse, stava cercando di entrare e bussava.
– Prresto! Rimettetefi parrucche, guanti e scarpe!
Le streghe obbedirono, in un caos indescrivibile, mentre la Strega Suprema nascondeva nuovamente il viso dietro la maschera. Era incredibile come riuscisse con un solo gesto a ridiventare una giovane e bella signora.
– Fatemi entrare! – gridò una voce infantile dietro la porta –Dov’è la cioccolata che mi avete promesso? È mia, la voglio!
–
Non solo puzza, ma è anche disgustosamente ghiotto! –disse la Strega Suprema – Aprrite la porrta, che entrri!
Un ragazzino con la maglietta bianca, calzoncini grigi e scarpe da ginnastica entrò nella sala. Lo riconobbi subito: si chiamava
Bruno Jenkins e abitava lì in albergo con i suoi genitori. Era uno di quei bambini che non smettono mai di mangiare.
Non avrei voluto essere al suo posto, solo davanti a quella platea spaventosa.
– Carro piccino – tubò la Strega Suprema – la tua cioccolata è qui; fieni sul palco, vicino a me, e saluta tutte queste puone signorre
La sua voce adesso era fin troppo dolce e gentile, quasi sciropposa.
Bruno sembrava un po’ perplesso, ma si degnò di salire sul palco accanto a lei, poi la squadrò ben bene e disse: – D’accordo... e dov’è la mia cioccolata?
Intanto la strega che l’aveva fatto entrare chiudeva la porta a doppia mandata e bloccava le maniglie con la catena. Bruno non se ne accorse.
– Manca un minuto! – annunciò la Strega Suprema.
– Che cosa diavolo succede? – chiese Bruno – Voglio la mia cioccolata!
– Dieci secondi... – urlò la Strega Suprema – Nofe... otto... sette... sei... cinque... quattrro trre... due... uno... zerro! Fuoco!
Bruno fece un salto come se gli avessero puntato uno spillone nel didietro.
– La sfeglia ha suonato! – annunciò la Strega Suprema –La pozione Fabbrricatopo fa il suo effetto!
Bruno rimpiccioliva di secondo in secondo proprio sotto i miei occhi. A un tratto gli spuntò la coda... Poi i baffetti... Poi quattro zampette... Tutto accadde con estrema rapidità, in pochi secondi. Bruno non c’era più... Al suo posto, un topino correva sul piano del tavolo.
da R. Dahl, Le streghe, Salani
* Secondo te, il racconto che hai letto è realistico. fantastico.
* Segna con una x gli elementi fantastici presenti in questo racconto: personaggi luogo fatti
* Chi sono i personaggi? Scrivi sui puntini e per ciascuno indica R, se è un personaggio realistico, F, se è fantastico.
* Racconta a voce in quale situazione fantastica è coinvolto Bruno Jenkins.
– Moc-cioooso! Moc-ciooo-soo!
Il moccioso in questione si alzò in piedi in mezzo al campo. – Vieni fuori, vigliacco – gridò – e ridillo, se hai il coraggio!
– Se ho il coraggio? M-o-c-c-i-o-s-o!
La voce si sparse in un baleno: Albin e Stig erano di nuovo sul piede di guerra! Come tutte le sere. Tra di loro era in corso una gara, una gara che durava da quando erano nella culla.
Se ora Albin se ne stava appollaiato sull’olmo a gridare “moccioso” a Stig era perché Stig, quello stesso giorno, l’aveva battuto di cinque centimetri nella gara di salto in alto. Ovvio che gli rodesse. E Albin saltò giù dall’olmo.
Dalla strada tutti i ragazzini del paese seguivano interessati lo sviluppo degli eventi.
– Sai fare di meglio, Albin – gridò uno degli “albinisti”.
– Forza, Stig – urlarono gli “stigomanni”.
– Io sono capace di saltare dal tetto della stalla – disse Albin. Ma mentre lo diceva si sentì raggelare. Così si arrampicò sulla scala con gambe tremanti. Rimase in piedi sul tetto della stalla e guardò giù, nel vuoto. Come sembravano piccoli i ragazzi laggiù!
Ecco, ecco... adesso, sì... No, faceva troppa paura!
Allora pure Stig si arrampicò sul tetto.
– Salta, Stig – urlarono gli stigomanni.
– Stig mangerà la polvere – urlarono gli albinisti.
Stig e Albin chiusero gli occhi e fecero contemporaneamente un passo nel vuoto.
– Ma come diamine avete fatto? – chiese il dottore stupito, dopo aver steccato la gamba destra di Stig e quella sinistra di Albin – Due gambe rotte nello stesso giorno!
– Volevamo vedere chi faceva il salto più alto – farfugliò Stig. Poi rimasero uno accanto all’altro nei loro letti. In qualche modo però si sbirciavano con la coda dell’occhio, e cominciarono a ridacchiare nonostante la gamba rotta.
Dapprima fu solo un risolino, ma poi non riuscirono più a trattenersi. Ridevano così tanto che li si sentiva in tutto l’ospedale.
da A. Lindgren, Greta Grintosa, Iperborea
Rifletti su quello che hai imparato riguardo il testo narrativo e svolgi le attività.
* Suddividi il racconto in INIZIO - SVOLGIMENTO - CONCLUSIONE e colora la barra a lato.
* Rispondi alle domande.
• Chi sono i personaggi della storia?
* Colora il riquadro giusto per ogni elemento del racconto. 1
2 3
• Tra i personaggi, c’è un protagonista o ce ne sono più di uno? Se sì, di chi si tratta?
• Dove si svolge la storia narrata?
All’inizio , poi alla fine
• Quando avviene la vicenda narrata?
• Personaggi
• Luoghi
• Fatti
tutti realistici
tutti realistici
tutti realistici tutti fantastici tutti fantastici tutti fantastici
alcuni realistici e alcuni fantastici
alcuni realistici e alcuni fantastici
alcuni realistici e alcuni fantastici
4
* Segna con una x il completamento corretto.
• In questo racconto i fatti sono narrati secondo l’ordine cronologico (fabula). non seguendo l’ordine cronologico (intreccio).
• La storia è narrata in prima persona. terza persona.
• Il narratore è interno. esterno.
* Il testo che hai letto è un racconto realistico. fantastico.
• Ho svolto questa verifica facilmente. con qualche incertezza. con difficoltà.
• Secondo me ho capito bene le caratteristiche del testo narrativo. devo ripassare meglio il testo narrativo.
Prima di leggere
Per capire bene un testo è utile, prima di iniziare a leggerlo, fare delle ipotesi sull’argomento, cioè prevedere di che cosa parlerà. Puoi aiutarti con il le immagini e l’aspetto
* Osserva l’illustrazione.
• A che cosa ti fa pensare?
* Leggi il titolo.
• “Basta poco”, secondo te, per fare che cosa?
* Osserva il testo.
• È un racconto o una poesia?
– Scommettiamo che vinco io? – disse Roberta.
Non aveva nemmeno finito la frase che già stava correndo via veloce come una scheggia, facendo schizzare intorno un po’ di sassolini e mostrando le suole di gomma delle sue nuovissime scarpe.
Maya non se lo fece ripetere due volte e saettò all’inseguimento della sua amica. In quattro rapide falcate le arrivò alle spalle e senza fatica le si ritrovò al fianco. Per superarla sarebbe bastato un salto.
Mentre correva, Maya sbirciò la faccia di Roberta e la vide così concentrata e determinata che provò un po’ di dispiacere pensando alla facilità con cui avrebbe potuto sorpassarla e arrivare per prima in fondo al viale alberato, alla giostra che era la loro meta. Sapeva che, in fondo, aveva tutte le possibilità per vincere in qualsiasi momento lo desiderasse. Dunque, cercando di non dare nell’occhio, rallentò il passo e lasciò che la sua amica guadagnasse terreno.
Roberta mise ancora più impegno nello sforzo della corsa e si concentrò sulla giostra che si stava facendo sempre più vicina.
Maya fu contenta di sapere che Roberta non si era accorta di nulla. E, infatti, la sua amica gridò a squarciagola: – Primaaa! – appoggiando la mano sulla panchina e facendo sobbalzare alcuni genitori seduti lì a vedere i propri figli girare in tondo.
Maya, che l’aveva lasciata vincere, una frazione di secondo più tardi gridò: – Arrivata! Anch’io! – e scoppiò a ridere.
Maya era così: generosa. Le piaceva regalare agli altri le cose che sapeva li avrebbe fatti felici.
da A. Strada, Ti faccio un regalo! La generosità, San Paolo Edizioni
* Rispondi alle domande.
• Chi sono i personaggi del racconto?
• Dove si svolge la storia?
• Quando avvengono i fatti?
* Ora rileggi le tue ipotesi e verifica.
• Che cosa avevi previsto correttamente?
• Avresti dato un altro titolo al brano? Quale?
Comprendo Le parole
* Indica con una x il sinonimo della parola evidenziata nel testo.
• saettò: arrivò colpì si lanciò mandò
L’argomento generale
Per comprendere bene un testo è importante capire l’argomento generale trattato, cioè di che cosa si parla. Questo spesso è indicato direttamente nel titolo, oppure devi ricavarlo dalle informazioni del testo.
Biagio viene a casa mia ogni sabato. Arriva alle quindici precise e si ferma fino a sera a mangiare la pizza.
Ce ne stiamo chiusi giù nel mio laboratorio (vicino alla cantina), così possiamo andare avanti con la nostra storia. È una storia di paura a fumetti. Siamo entrambi bravi a disegnare. Un po’ meno a scrivere. Ma in due è più facile, perché ci sono quattro occhi che controllano se qualcosa non va.
Finora sono trentasette pagine a matita. Le prime nove le abbiamo anche colorate e mi sembra che siano venute bene. Usiamo soprattutto il nero, il blu notte e il giallo per la luce. Teniamo pronto il rosso, ma non siamo ancora arrivati al punto più pauroso: stiamo preparando l’atmosfera perché faccia proprio un grandioso spavento.
Certe volte, mentre ne parliamo, ci mettiamo paura da soli e allora ci guardiamo intorno, pensando che qualcuno sta per entrare nella stanza.
L’unico che entra è papà che viene a prendere le cose dalla lavatrice per stenderle ad asciugare.
– Tutto a posto, ragazzi? – dice puntualmente, ma si capisce che ha la testa nei suoi pensieri.
– Sì, sì, grazie – rispondiamo noi tagliando corto perché vogliamo solo essere lasciati in pace.
E abbiamo ancora il cuore in gola per la porta che si è spalancata all’improvviso. Papà infatti non bussa mai. da C. Bellemo, Il ragno, Feltrinelli
Dentro di ME
* I due amici si divertono a disegnare una storia a fumetti. Che cosa ti diverte fare con i tuoi amici e le tue amiche? Racconta.
* Quale titolo daresti al brano? Scrivilo sui puntini e spiega la tua scelta.
* Indica con una x quale immagine, secondo te, rappresenta l’argomento generale del testo.
* Secondo te, l’immagine rappresenta bene il contenuto o avresti scelto un’altra immagine ancora? Quale? Descrivila.
Comprendo Analizzo
* Completa.
• I protagonisti del racconto sono e
• Il personaggio secondario è
• La storia è narrata in quindi il narratore è
Per comprendere un testo è necessario individuare tutte le informazioni. Le informazioni esplicite sono scritte chiaramente nel testo e quindi sono facili da trovare. Le informazioni implicite, invece, non sono fornite direttamente da chi scrive ma si possono ricavare da altre informazioni presenti nel testo o dalle conoscenze personali.
Nasco a metà primavera, in una profonda tana scavata da mamma Brina. Appena vengo al mondo, un’enorme lingua mi solletica il pancino. Mi accoccolo al calduccio vicino alla mamma e mi godo il dolce sapore del suo latte. Che pacchia! Poi arrivano i miei fratelli... fine della pacchia. Il primo a nascere, dopo di me, è Mugo. Mamma lo lava con un sacco di leccate lunghe e pazienti. Poi il mio forzuto fratello mi rifila un paio di robuste zampate sul muso, mi passa sopra e si attacca alla mammella accanto a quella che sto succhiando io. E non basta ancora: poco dopo arriva Sasso, che si attacca all’altra mammella libera, stritolandomi contro Mugo. Per poco non mi soffocano!
L’ultimo della cucciolata è Mirtillo. Confuso, comincia a strisciare per la tana, è proprio impacciato. Sento mamma che si allunga per afferrarlo con la bocca e riportarlo al calduccio tra di noi. O meglio, su di noi, visto che me lo ritrovo sulla testa. Ehi, fai piano! Come inizio, non promette bene. Finalmente ci vedo! E ci sento! Mugo e Sasso sono esattamente come me li ero immaginati: paffuti e pieni di ciccia. Mirtillo invece è magrolino, come me del resto. E ci credo: gli altri due si pappano tutto il latte!
Mamma Brina è bellissima. Ha due occhi meravigliosi!
A sentire Mirtillo i miei sono ancora blu, ma spero che un giorno diventino come quelli della mamma: grandi, pieni di dolcezza e di un acceso color ambra.
C’è del movimento fuori dalla tana. Ogni tanto qualcuno si avvicina all’ingresso. Io vedo solo ombre in controluce. Quando si avvicinano troppo, mamma Brina non è contenta e ringhia forte. Poi, però, quando esce sento che guaisce con gioia. Questi adulti proprio non li capisco. da G. Festa, Lupinella, Editoriale Scienza
Comprendo inferenze
* Indica con una x se le affermazioni sono corrette o NON corrette. Se sei in difficoltà, rileggi attentamente il brano: sono informazioni esplicite nel testo.
corretto NON corretto
Lupinella nasce ai piedi di un grande albero.
La pacchia di Lupinella finisce perché nascono i fratelli.
Il primo cucciolo a nascere, dopo Lupinella, è Mugo.
L’ultimo a nascere è Sasso.
Mirtillo e Lupinella sono magrolini.
Mamma Brina ha occhi meravigliosi.
* Ora scopri le informazioni implicite che puoi ricavare dal testo.
• Chi racconta la storia? Lupinella. Una bambina. Mamma Brina.
• Chi sono i personaggi del brano? Gatti. Bambini. Lupi.
• Quanti sono in tutto i cuccioli? Due. Tre. Quattro.
Sottolinea le informazioni esplicite che te lo hanno fatto capire.
* Le seguenti informazioni ricavate dal testo ne nascondono altre implicite: indica con una x quali sono secondo te.
• “Mamma Brina non è contenta e ringhia forte”, perché non sopporta le visite. è stanca ed affamata. vuole proteggere la sua cucciolata.
• “Poi, però, quando esce sento che (Brina) guaisce con gioia” ti fa capire che
Brina è contenta di incontrare i suoi simili.
Brina vede una persona che le porta del cibo.
Brina è contenta che non ci sia nessuno.
* “Che pacchia! Poi arrivano i miei fratelli... fine della pacchia”. Perché, secondo te, la protagonista usa queste espressioni? Quale sentimento prova nei confronti dei fratelli?
* Tu hai fratelli e/o sorelle?
Se sì Ti è mai capitato di sentirti come la protagonista? In quale occasione?
Se no Avresti voluto averne? Che cosa pensi quando leggi questi racconti?
Per comprendere bene un testo è importante capire il significato di parole, espressioni e modi di dire. Per farlo puoi riflettere sulla frase in cui si trova la parola, usare gli indizi contenuti nella parola stessa, interpretare il significato (alcune espressioni o i modi di dire non vanno presi alla lettera). Quando ti trovi in difficoltà, utilizza il dizionario.
* Indica con una x il significato corretto delle parole evidenziate nel testo. Rifletti sulle frasi in cui si trovano.
• biro: una gomma una penna un righello una colla
• furia: calma tristezza passione rabbia
• nugoli: fiori cespugli nuvole sassolini
• testa di rapa: persona intelligente persona sciocca amante delle rape che ha la forma di una rapa
* Scrivi tu il significato della parola consunta aiutandoti con il dizionario.
Anna era furiosa. In lei era sparita di colpo ogni tristezza. Continuò a essere furiosa per tutto il pomeriggio. Tanto meglio! La rabbia non rende infelici come la tristezza! Si poteva lanciare a tutta forza la gomma sul banco e farla rimbalzare fino al soffitto. Si poteva premere la biro sul quaderno con tanta furia da stracciare il foglio! Durante l’intervallo andò a sedersi da sola in cortile sulla panchina davanti al cespuglio di lillà, scalciando così forte nella ghiaia da sollevare nugoli di polvere e mormorando tra sé: “Testa di rapa”.
Quando si alzò, per terra erano rimasti due buchi profondi e i tacchi delle scarpe erano tutti storti, con la gomma mezza staccata che penzolava consunta E la rabbia era passata. da C. Nöstlinger, Ma che nano ti salta in testa?, Salani
Il progetto SIAMO PARI del Gruppo Editoriale Raffaello sostiene e promuove il codice POLITE (Pari Opportunità nei LIbri di TEsto) per la formazione di una cultura delle pari opportunità e del rispetto di tutte le differenze.
Coordinamento: Emilia Agostini
Redazione: Francesca Bolognini
Pagine di Tinkering: Chiara Beltramini
Coordinamento grafico: Mauro Aquilanti
Progetto grafico e impaginazione: Giacomo Paolini
Illustrazioni: Elisa Bellotti, Maria Luisa Petrarca, Claudia Ranucci, Elisa Rocchi, Rita Rosa Del Sorbo, Sara Ugolotti, Alessandra Vitelli
Copertina: Mauro Aquilanti
Illustrazione di copertina: Maria Luisa Petrarca
Referenze fotografiche: iStock, Shutterstock, Alamy, Getty Images
Coordinamento digitale: Paolo Giuliani
Supervisione contenuti digitali: Katia Buccelli, Francesca Baiardi
Redazione digitale: Giulio Pieraccini, Lorenzo Sagripanti
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