Spirito libero 4 - Letture

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PATRIZIA CECCARELLI - LIVIA VECCI

Spirito

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Spirito LIB E RO

LIB E RO LETTURE

LETTURE

• Percorsi di Cittadinanza e Costituzione • Test d’ingresso


Il M.I.O. BOOK è Multimediale, Interattivo, Open È l’innovativo testo digitale concepito per essere utilizzato in classe con la LIM e a casa dallo studente. Contiene già integrati tutti i materiali multimediali del testo e si aggiorna con materiali extra, scaricabili gratuitamente su www.raffaellodigitale.it (in linea con le direttive ministeriali).

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CODICE DI ATTIVAZIONE


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PATRIZIA CECCARELLI - LIVIA VECCI

Spirito

LIB E RO LETTURE


INDICE

22

STARE BENE a SCUOLA

24 Bicicletta, che passione! 26 La rivolta delle sorpresine 28 L’anatra ferita

6 Io Il maestro 7 Mamma e papà… … e anche la scuola 8 Voglio una scuola 9 Che bell’aula 10 Tutti amici

il RACCONTO

30 LEGGO i CLASSICI Un giorno indimenticabile 32 34 36 38 39

ESPLORO IL RACCONTO REALISTICO

Storia di Stack Il diverso Capriole e batticuore Il rifugio segreto Arrivano i pompieri

40 LABORATORIO del LESSICO 41

INSIEME PER IMPARARE FACILE

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VERSO LE COMPETENZE

Colpo di fulmine

44 LEGGO i CLASSICI Gulliver a Lilliput

TEST D’INGRESSO 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21

Attori o fantasmi? Storia del naso che fiorì L’airone incontentabile Pollicino La pelle del rinoceronte Filippa della metropolitana La gallina intelligente Invenzioni… trasparenti Germogli di patata americana IMPARO AD ASCOLTARE

46 48 50 52 54

ESPLORO IL RACCONTO D'AVVENTURA

L’arco di Robin Capitano Achab Survival Una sfida pericolosa Robinson sull'isola

55 INSIEME PER IMPARARE FACILE 56

VERSO LE COMPETENZE Roy e gli orsi

58 GIRA LA STORIA - Coding 60 LEGGO i CLASSICI La mummia vivente 62 ESPLORO IL RACCONTO DI PAURA Una bianca figura


INDICE

64 65 66 67

Un bosco spaventoso Spaventapasseri viventi Una visione orripilante Terrore al museo

68 LABORATORIO del LESSICO 69 INSIEME PER IMPARARE FACILE 70

VERSO LE COMPETENZE La casa del mistero

72 LEGGO i CLASSICI Da bambina

97 Lettera al Ministro 98 Mia sorella Melania 99 Amicizia a distanza 100 LABORATORIO del LESSICO 101 INSIEME PER IMPARARE FACILE 102 VERSO LE COMPETENZE Parlare al muro 104 LEGGO i CLASSICI L’Isola Che Non C’è

Ricordo l’India 76 Ho scelto di fare l’astrofisica 78 Un aquilone spettacolare 79 Una nuova vita

106 ESPLORO IL RACCONTO FANTASTICO Il tappetino volante 108 Le uova di Cocca 110 La bambina di piume 111 Il fabbricatore di animali 112 La casa sull’albero

80 IMPARO ad ASCOLTARE

113 IMPARO ad ASCOLTARE

74

ESPLORO IL RACCONTO AUTOBIOGRAFICO

81

INSIEME PER IMPARARE FACILE

114 LABORATORIO del LESSICO

82

VERSO LE COMPETENZE

115 INSIEME PER IMPARARE FACILE

Sono Malala

84 LEGGO i CLASSICI Gian Burrasca prestigiatore 86 88 89 90

ESPLORO IL DIARIO

Le mie bacchette speciali Acquisti! Un diario in regalo! Attraversando l’Africa

91 INSIEME PER IMPARARE FACILE 92

VERSO LE COMPETENZE A lezione di judo

94 ESPLORO LA LETTERA Lettera dalle vacanze 96 Lettera per un figlio

116

VERSO LE COMPETENZE Nella cucina del castello

118 ESPLORO IL MITO Il mito di Prometeo 120 L’arcobaleno 122 La nascita della speranza 123 Mito di Alcione 124 Persefone 125 INSIEME PER IMPARARE FACILE 126 VERSO LE COMPETENZE Due nuove costellazioni


INDICE

128

il testo POETICO

130 LEGGO i CLASSICI Primo Gelo Mare 132 ESPLORO LA FILASTROCCA Le parole tiritere 134 Filastrocca, dove sei? Porta 135 Rima smascherata Tesoro 136 Il melone Il signor Filiberto Una giovane matita 137 Per sciogliere la lingua Per giocare o… … per dormire 138 ESPLORO LA POESIA Ofelia la gatta 140 Parole di mare 141 Nel bosco Capelli 142 Il sole La luna 143 Io sono tutti gli uomini Per Malala Yousafzai 144 LABORATORIO del LESSICO 145 INSIEME PER IMPARARE FACILE 146 VERSO LE COMPETENZE Girotondo Profumo di legna

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il testo DESCRITTIVO

150 Kolloval, l’elfo dell’allegria 151 Cuore puro e corpo leggero 152 Il pastore maremmano 153 Baffo, il mio primo cane 154 Due super nonne 156 LEGGO i CLASSICI Il vecchio lupo di mare 158 ESPLORO LA DESCRIZIONE DI PERSONE Aurora e Marcel 160 Ondina 161 Umberto non è un genio 162 La principessa del calcio 163 LABORATORIO del LESSICO 164 Ecco gli hobbit! 165 IMPARO ad ASCOLTARE 166 ESPLORO LA DESCRIZIONE DI ANIMALI Qui-quak 168 Polly permaloso 169 Lucertole 170 ESPLORO LA DESCRIZIONE DI AMBIENTI Vita nella palude 172 Un giardino di frutta 173 La casa più bella 174 Una spendida scuola 175 INSIEME PER IMPARARE FACILE 176 VERSO LE COMPETENZE Viaggio in Sicilia!


INDICE

178

il testo INFORMATIVO

180 LEGGO i CLASSICI La valle dell'Indo 182 ESPLORO IL TESTO INFORMATIVO Abitudini alimentari 184 La navigazione presso i Fenici 186 Le previsioni meteorologiche 188 Il volo 189 Appuntamento in città 190 IMPARO ad ASCOLTARE 191 INSIEME PER IMPARARE FACILE 192 VERSO LE COMPETENZE La regina Cleopatra

194

il testo REGOLATIVO

196 ESPLORO IL TESTO REGOLATIVO Il dolce di albicocche 198 Bowling fai-da-te 199 Istruzioni per studiare 200 Star bene con i fratelli 201 Regolamento Montagna pulita 202 Visita agli Uffizi di Firenze 203 INSIEME PER IMPARARE FACILE 204 VERSO LE COMPETENZE Dov’è il trucco? Per uno stile di vita sano

AUTOSTIMA 206 Se fossi… 207 Io mi piaccio! SOLIDARIETÀ 208 Il clown in ospedale 210 Sapevo che saresti venuto 211 Nessun uomo è un’isola RISPETTO 212 Tutti diversi, tutti uguali 213 Uguali per lo Stato Figli del mondo 214 Tu rispetti la natura? 216 Io sono “nobile” RESPONSABILITÀ 217 La leggenda del colibrì 218 Soldi 220 La storia siamo noi

221 La mia scuola 223 Tutti in gita!

SC ARIC A ,S E CLICCFAOGLIA !!!

Questo li

bro

versione è anche in digitale M.I.O. BO OK Divertit

i e im i video, g para con le attività li ascolti e multimed iali


STARE BENE

a SCUOLA tornano a scuola i bambini, ma anche i maestri e le maestre e un po’… anche i genitori. FELICE SCUOLA A TUTTI!

IO Vado a scuola come a una festa con tante idee dentro la testa: idee nuove da pionieri per tracciare grandi pensieri idee forti da guerriero per conquistare il mondo intero e se una cosa oggi va storta a me che importa? Proverò domani con un’idea di scorta.

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In guida A scuola con un sorriso

IL MAESTRO Maestro portami dove imparare è gioia dove trovarsi al mattino è sorpresa, è abbraccio, è riparo. Maestro portami dentro le tue parole falle volare lontano: sul mare tempestoso tra i ghiacci polari negli occhi dell’Oriente. Maestro guidami con i tuoi passi leggeri per sentieri di scoperta poi lasciami piano che resti attento il cuore.


STARE BENE A SCUOLA

MAMMA E PAPÀ… Anche le mamme e i papà sono emozionati alla riapertura della scuola. Attendono in gruppo davanti ai cancelli e pensano già al duro impegno che li aspetta: al mattino svegliare i bambini che dormono come sassi, correre nel traffico per arrivare puntuali al suono della campanella e non dimenticare di mettere nello zaino una merenda sana e nutriente… Al pomeriggio, invece, ci sono i compiti da controllare e, alla sera, bisogna convincere i piccoli ad andare a letto presto… Poveri genitori, ce la faranno a essere promossi?

… E ANCHE LA SCUOLA Anche la scuola riapre i battenti: spalanca finestre e cancelli, leva la polvere su cattedre e banchi, riaccende computer e lavagne luminose, fa rombare il motore dei pulmini. È un pianeta che si risveglia, il pianeta della scuola! Insegnanti, custodi, autisti, cuochi e dirigenti sono pronti e ti aspettano. Tu sei pronto?

L eggi le poesie e i brani, poi disegna il dono che vorresti fare, o scrivi una dedica alle persone del tuo “pianeta scuola”, per augurare loro un felice anno scolastico.

COMPAGNI

INSEGNANTI

GENITORI

In guida A scuola con un sorriso

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STARE BENE A SCUOLA

VOGLIO UNA SCUOLA Voglio una scuola che parla ai bambini come la rondine ai rondinini che insegna a volare aprendo le ali e sa che i voli non sono mai uguali. Voglio una scuola che scavalca muretti e accoglie disegni che non sono perfetti che guarda avanti e traccia sentieri senza scordarsi di quelli di ieri. Voglio una scuola con dentro il sole che toglie polvere alle parole con porte aperte, grandi finestre e bimbi che ridono con le maestre. da J. Carioli, Poesie a righe e quadretti, Giunti Junior

Collega ogni espressione al suo significato.

VOGLIO UNA SCUOLA… … che parla ai bambini

che arricchisce la fantasia

… che insegna a volare

che supera le barriere

… che scavalca muretti

piena di vita e calore

… con dentro il sole

che si rivolge direttamente ai bambini

Com’è la tua scuola? Scegli una o alcune tra le qualità proposte. divertente interessante impegnativa stimolante

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In guida A scuola con un sorriso

accogliente


STARE BENE A SCUOLA

CHE BELL’AULA Sono così contenta quando entro in classe perché la mia aula mi piace proprio! Le pareti, tutte tappezzate di cartelloni, sono colorate di un verde tenero e la porta che dà sul cortile è azzurra: sembrano terra e mare. Anche i banchi sono colorati e non hanno mai una posizione fissa, perché li spostiamo a seconda delle attività: li mettiamo in cerchio quando vogliamo commentare insieme ciò che abbiamo scritto, accoppiati quando ci serve una superficie più ampia per disegnare. Ma più bello di tutti è quando i banchi li togliamo proprio di mezzo, lasciamo un largo spazio libero al centro della stanza e ci improvvisiamo attori per drammatizzare un racconto che abbiamo letto, oppure ci rilassiamo con qualche esercizio a suon di musica. Certo che spostare i banchi faceva sempre un gran rumore! – Così ci rompiamo i timpani! – diceva il maestro. Allora abbiamo trovato tutti insieme un trucco eccezionale: abbiamo infilato in fondo a ciascuna gamba della sedia una pallina da tennis tagliata a metà, così i nostri spostamenti sono diventati quasi silenziosi!

IO

CON GLI ALTRI

onfrontate le vostre idee ed esprimete, con un voto da 5 a 10, il valore che attribuite C a queste affermazioni. – È molto importante che l’aula sia uno spazio accogliente, pulito e sicuro. – È bene che ogni bambino abbia uno spazio personale in cui tenere i suoi oggetti. – I cartelloni alle pareti, con le regole di comportamento e le materie di studio, sono molto utili. – In aula devono esserci tanti libri sempre pronti per essere consultati. – I banchi devono essere disposti in modo da lasciare un passaggio libero. In guida A scuola con un sorriso

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STARE BENE A SCUOLA

TUTTI AMICI Va bene, lo ammetto, ho fatto la cosa sbagliata. Ho perso la pazienza, ho esagerato. Però non potevo sapere che la carta geografica era appesa al muro con uno sputo di chiodo, che bastava un soffio a farla cadere, e nemmeno potevo sapere che l’asticciola di legno che la reggeva fosse così pesante. Avevo sempre immaginato che fosse una bacchetta di plastica. Perciò mi prendo la responsabilità di aver spintonato Marco, d’accordo. Ma se la carta geografica si è staccata dal muro, e se l’asta di legno gli è caduta in testa e gli ha fatto un bernoccolo grosso come un’albicocca, che c’entro io? E comunque avevo le mie ragioni e un bernoccolo Marco se lo meritava eccome! Invece a Marco nessuno ha detto niente e io, una settimana senza tv: ecco che cosa ci ho ricavato. E poi le prediche di mamma, della maestra Enrica, della maestra Paola… Perfino Davide e Claudia, che sono i miei migliori amici, me ne hanno dette di tutti i colori. E ora non c’è giorno che mamma non mi ripeta che bisogna essere amici di tutti. Come se fosse possibile essere amici di tutti. No, davvero non credo che sia possibile. Non si può essere amici di tutti. E questa cosa la ripeto sempre a mamma, ma sembra che lei non voglia capire. Ogni volta insiste: – Edo, non ci sono scuse (io mi chiamo Edoardo), con i compagni di classe bisogna andare d’accordo, essere amici di tutti. Vorrei vedere lei, nella mia classe, tutti i giorni, mattina dopo mattina, se riuscirebbe a essere amica di tutti. da G. Quarzo, Tutti amici, Coccole e Caccole

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In guida A scuola con un sorriso


STARE BENE A SCUOLA

Rispondi alle domande sul quaderno. – Che cosa è successo a Marco? – Chi è stato a procurargli un bernoccolo in testa? – Come è stato punito? – Si è pentito di ciò che ha fatto? – Edoardo pensa che sia facile essere amico di tutti? – E tu come la pensi? Riesci a essere amico di tutti i tuoi compagni di classe? Quali tra i seguenti suggerimenti ti sembrano più importanti per diventare amico di tutti? Sottolineare i pregi e le virtù dei compagni tralasciando i difetti. Non prendere in giro un compagno per qualche aspetto del suo fisico o del suo carattere. Condividere le cose e aiutare chi è in difficoltà. Aggiungi nel cuore qui sotto altre tre parole dell’amicizia.

SORRISO .....................................................

RISPETTO

COMPRE

NSIONE

.....................................................

.....................................................

AFFETTO

Conoscere la storia, il Paese di origine e le abitudini dei tuoi compagni di classe, ti aiuterà ad apprezzarli di più. In guida A scuola con un sorriso

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IL RACCONTO REALISTICO

1. N umera i fatti secondo l’ordine in cui avvengono nel racconto. I bambini sono scappati verso il punto di raccolta. Alle 15 sono iniziate le prove generali dello spettacolo. È suonato l’allarme antincendio. I bambini delle altre classi hanno gridato: – I fantasmi! 2. Q uesti fatti sono: possibili nella realtà fantastici 3. N el testo c’è una parola, ripetuta, che potrebbe far pensare a un racconto fantastico. Qual è? antincendio fantasmi 4. S egna con una ✘ i personaggi che non compaiono nel racconto. Silvia e Lorenza Valdemaro e Mattia I fantasmi Renatino

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TEST

D’INGRESSO

ATTORI O FANTASMI? Finalmente è arrivato il giorno dello spettacolo! Alle 15 le maestre Silvia e Lorenza ci hanno chiamato per la prova. La sala era già preparata per lo spettacolo, con tutte le sedie in fila per le nostre famiglie. Siamo saliti sul palco. Cra croc crac… – E se si rompe come facciamo? – ho chiesto preoccupato. – Alla peggio cadremo di sotto! – mi ha risposto Silvia ridendo. La prova è cominciata e all’improvviso abbiamo sentito un suono di tromba. A un tratto ho visto il custode Valdemaro con un foglio scritto a lettere grandi: DOVETE SCAPPARE C’È LA PROVA. Ma che c’entrava lui con la nostra prova? – Viaaaa! È l’allarme antincendio! Usciamo di qua! – ha urlato Lorenza. Per primo è partito Mattia, il nostro capofila, e a uno a uno ci siamo presi per mano come abbiamo deciso all’inizio dell’anno. Fuori dalla porta, via, di corsa, verso il giardino, fin sotto l’ulivo, il nostro punto di raccolta. Le altre classi erano già lì, e quando ci hanno visto arrivare combinati in quel modo hanno cominciato a urlare: “I fantasmi!”. Renatino di prima ha chiesto: – È la prova contro i fantasmi? Quando finalmente è tornato un po’ di ordine abbiamo capito cos’era successo: avevano deciso di fare la prova di emergenza antincendio e non potevano certo sapere che noi stavamo facendo altre prove… quelle della recita. da B. Pumhösel, A. Sarfatti, Fughe e fantasmi, EDT-Giralangolo

Ripasso per la verifica delle preconoscenze: IL TESTO NARRATIVO


TEST

D’INGRESSO

STORIA DEL NASO CHE FIORÌ C’era una volta un ragazzo proprio bravo. Non si insudiciava mai, non diceva mai brutte parole e le sue unghie erano sempre pulite. Aveva deciso di essere il ragazzo migliore del mondo. Non si metteva le dita nel naso neppure di nascosto. Naturalmente aveva delle porcherie anche lui nel naso, come tutta la gente. E siccome non si era mai messo le dita nel naso, c’era una quantità di porcherie molto maggiore nel naso suo che nei nasi delle altre persone. Un giorno d’estate fiori ed erbe spuntarono dal naso del ragazzo come da un vaso da fiori capovolto. Il ragazzo era molto fiero del suo naso fiorito. Ma i bambini lo prendevano in giro e la gente diceva: – Ohibò! Come mai non si pulisce il naso? Il ragazzo, dato che non riusciva a capire, scosse la testa e i fiori e l’erba gli fecero un tale solletico che gli venne voglia di starnutire. E, starnutendo, tutti i fiori e l’erba gli uscirono dal naso. I bambini e la gente si misero a ridere e rise anche il bambino con il naso liberato. da U. Wölfel, Storie per ridere, Nuove Edizioni Romane

IL RACCONTO FANTASTICO

1. S egna con una ✘ il fatto che non è potuto accadere nella realtà. Il ragazzo non si insudiciava mai. Il ragazzo non si metteva le dita nel naso. Dal naso del ragazzo spuntarono fiori. Il ragazzo starnutì. 2. Q uesto brano, perciò, è un racconto: realistico fantastico 3. C ompleta scegliendo la frase corretta. All’inizio del racconto il ragazzo aveva le mani sporche. non si insudiciava mai. Poi accade che dal suo naso spuntarono fiori ed erba. spuntarono sassolini. Alla fine il ragazzo starnutì ed erba e fiori uscirono dal naso. si nascose per la vergogna.

Ripasso per la verifica delle preconoscenze: IL TESTO NARRATIVO

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IL RACCONTO FANTASTICO FAVOLA

1. Il protagonista di questa storia è: un animale una persona 2. L o scopo di questo testo è: divertire il lettore insegnare una morale 3. S i tratta, quindi, di: una fiaba una favola 4. L a morale di questa storia è: aspettare porta sempre occasioni migliori. bisogna sempre scegliere il meglio. fare gli schizzinosi, a volte, delude. 5. C he cosa mangia alla fine l'airone? Una tinca. Un pezzo di pane. Un luccio.

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TEST

D’INGRESSO

L’AIRONE INCONTENTABILE Un airone se ne andava gironzolando sulle sue gambe snelle lungo la riva del fiume. Dapprima vide passare una carpa, poi un luccio. Avrebbe potuto catturarli senza fatica, ma decise di aspettare: in fondo non aveva poi così fame. Dopo un po’ vide avvicinarsi alcune tinche, ma non gli piacevano granché. Esclamò con sdegno: – Io mangiare delle tinche? Non è cibo degno di un airone! Meglio aspettare ancora: voglio mangiare solo qualcosa di veramente buono. Trascorse l’intera giornata senza vedere passare altri pesci. L’airone cominciò ad avere fame. Scese la sera. Decise così di incamminarsi verso i campi alla ricerca di qualcosa da mangiare. Trovò un grosso pezzo di pane raffermo e, malvolentieri, se lo mangiò, pentito di aver fatto lo schizzinoso quando aveva la possibilità di scegliere. da AA. VV., 365 storie, Classica Licorne Edizioni

Ripasso per la verifica delle preconoscenze: IL TESTO NARRATIVO


TEST

D’INGRESSO

POLLICINO C’era una volta un taglialegna talmente povero che non sapeva come sfamare i suoi sette bambini. Una sera disse alla moglie: – Domani li abbandonerò nella foresta: non c’è altra soluzione! Ma il più piccolo dei sette fratelli aveva sentito tutto: si chiamava Pollicino perché era venuto al mondo così piccolo da non superare la lunghezza del dito pollice, ma era molto intelligente. Così si riempì le tasche di sassolini e, quando il giorno dopo i bambini si ritrovarono soli nella foresta, Pollicino, che aveva disseminato i sassolini lungo tutto il tragitto, li ricondusse a casa. Alcuni giorni dopo, però, il povero taglialegna li fece smarrire di nuovo. Questa volta Pollicino aveva lasciato lungo la strada delle briciole di pane e gli uccellini se l’erano mangiate; i bambini così non poterono tornare a casa. Vagarono per il bosco finché giunsero davanti a un immenso castello in cui viveva un orco con le sue sette figlie. L’orco ospitò i bambini per la notte con l’intenzione di mangiarseli a colazione il mattino dopo. Le sette figlie dell’orco dormivano in un grande letto e portavano ognuna una corona d’oro in testa, nel letto accanto invece dormivano i sette fratellini. Durante la notte, Pollicino tolse le corone alle bambine e le posò sulla sua testa e su quella dei fratelli. L’orco, nel buio, sfiorò la testa di Pollicino e dei suoi fratelli, ma, sentendo sotto le dita le corone d’oro, fece un salto indietro: “Stavo per farne una bella!” pensò. Quindi, ignaro dello stratagemma di Pollicino, divorò senza esitare le proprie figlie, poi si addormentò russando. Allora Pollicino e i suoi fratelli svelti svelti fuggirono e portarono alla famiglia il tesoro dell’orco. da AA. VV., 365 storie, Classica Licorne Edizioni

Ripasso per la verifica delle preconoscenze: IL TESTO NARRATIVO

IL RACCONTO FANTASTICO FIABA

1. I l protagonista di questa fiaba è: un animale una persona piccolissima 2. Q uale antagonista deve affrontare? Un drago. Un orco. 3. Q uale stratagemma usano Pollicino e i suoi fratelli? Si travestono da figlie dell’orco. Indossano le corone delle figlie dell’orco. 4. L a storia si conclude con un lieto fine? Sì No 5. Q uesto racconto ha gli ingredienti tipici della fiaba? Sì No – Quali? ....................................................................... ............................................................ ................................................... ...........................................

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IL RACCONTO FANTASTICO LEGGENDA

TEST

1. Quale elemento della realtà vuole spiegare questa leggenda? Le pieghe sulla pelle del rinoceronte. Il corno sulla fronte del rinoceronte. 2. Qual è il fatto che non può accadere nella realtà? Il rinoceronte scende alla spiaggia. Il rinoceronte si toglie la pelle. 3. S cegli con una ✘ la definizione più giusta di “leggenda”. La leggenda è la spiegazione fantastica di un aspetto della realtà. La leggenda è una storia fantastica di animali.

D’INGRESSO

LA PELLE DEL RINOCERONTE Sulla riva di una spiaggia, un uomo si era preparato un bel pesce alla brace, ma un rinoceronte, che all’epoca aveva una pelle lucida e tirata, passò di lì e, con una cornata, buttò il pesce sulla sabbia. Cinque settimane dopo, ci fu una terribile ondata di caldo: la temperatura si alzò talmente che tutti si toglievano i vestiti che avevano addosso. Il rinoceronte non sopportava quel caldo: si tolse allora la pelle e scese alla spiaggia per farsi il bagno. Arrivò l’uomo, trovò la pelle e fece un sorriso larghissimo: aveva l’occasione per vendicarsi. Di nascosto, la riempì così tanto di prugne secche, vecchie briciole rafferme e uvette bruciacchiate che più piena di così non si poteva. Si arrampicò in cima alla palma e aspettò che il rinoceronte uscisse dall’acqua e se la rimettesse. Il rinoceronte fece così. Si infilò la pelle e quella cominciò a fargli il solletico come quando ci sono delle briciole nel letto. Cercò di grattarsi, ma fu peggio; si sdraiò sulla sabbia e si rotolò… ma, ogni volta che si rotolava, le briciole di torta gli prudevano di più, sempre di più. Così corse verso la palma e si sfregò, si sfregò… Si sfregò tanto e così forte che gli si formò una grossa piega sulla spalla, e un’altra piega sulla pancia, e altre pieghe sulle zampe. Andò allora a casa arrabbiatissimo e tutto scorticato. Da quel giorno tutti i rinoceronti hanno grandi pieghe sulla pelle e un pessimo carattere; tutta colpa delle briciole! da R. Kipling, Storie proprio così, Editrice Piccoli

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Ripasso per la verifica delle preconoscenze: IL TESTO NARRATIVO


TEST

D’INGRESSO

FILIPPA DELLA METROPOLITANA Al piano 4, porta di sinistra, sta Filippa della metropolitana. La chiamiamo così perché lavora nell’impresa che pulisce le stazioni della metro: spesso esce di casa la sera e lavora di notte, oppure si alza quando è ancora buio e prende la prima corsa del 117, per andare a spazzare le scale, i corridoi e le banchine dove si aspettano i treni. Tutte le notti raccoglie sacchi e sacchi di cartacce e giornali spiegazzati, lattine, tacchi di scarpe e ombrelli rotti, lettere strappate di innamorati abbandonati, biglietti vecchi e bucce d’arancia. È una vecchia signora, la Filippa, sempre un po’ goffa quando non indossa la tuta arancione dell’impresa di pulizie. Ha pochi denti in bocca, ma solo una volta è scesa dal dottor Scaracchia, perché le si era gonfiata una gengiva e non riusciva più a dormire per il dolore. Il dentista, però, le aveva cavato un molare – uno dei pochi rimasti – e le aveva chiesto come compenso mezzo stipendio. – Ma come? Ti sei già preso il mio dente, e vuoi anche i miei soldi? – e se ne era andata sbattendo la porta. Il dottor Scaracchia, che in fondo non è cattivo, aveva lasciato perdere. Sembra un’orsa, Filippa della metropolitana. Ma a me sta simpatica e poi vuole bene a noi ragazzi; talvolta ci porta in dono le cose più strane che trova nelle stazioni della metro: una radiolina scassata, una bambola senza un occhio, un cavatappi, un sacchetto di noci, una coperta, libri scritti in tutte le lingue del mondo. Mi piace proprio Filippa della metropolitana!

IL TESTO DESCRITTIVO

1. S econdo te, si tratta di un testo: informativo descrittivo 2. Il tono di questo brano ti sembra: colorito e personale distaccato e impersonale 3. C ompleta scegliendo la risposta giusta. – Filippa della metropolitana ha questo soprannome perché lavora nell’impresa che pulisce la metro. prende sempre la metro. – Ogni notte raccoglie i rifiuti. i fiori sulle rotaie. – Quando lavora indossa la tuta arancione. jeans e maglietta.

da F. Signoracci, Le macchine fantastiche di Bubus, Edizioni Paoline

Ripasso per la verifica delle preconoscenze: IL TESTO DESCRITTIVO

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IL TESTO POETICO

1. L a gallina intelligente è una poesia o una filastrocca? Segna le informazioni che te lo fanno capire: gioca con le parole i versi sono liberi molte parole sono in rima esprime le emozioni dell’autore 2. C he cosa vorrebbe fare la gallina? Scegli con una ✘. segretaria commessa ballerina cuoca 3. I l tono di questo testo ti sembra: divertente di protesta

TEST

D’INGRESSO

LA GALLINA INTELLIGENTE No, non ci sto con quelli che dicono ci verresti a fare il bagno in piscina e ti ritrovi nel brodo il tuo, di gallina vorrei una vita varia estetista segretaria tabaccaria gelataria hostess ballerina ma non gallina non potete capire c’è una parte di me che è piena di angoscia (e voi mi chiedete se è l’ala o la coscia!) Coccodè? Fallo te! Il cervello piccino ce l’hai tu, tacchino! Vita nuova mai più uova! Voglio far la mia vita ed esser felice non voglio far la gallina voglio far l’attrice. da S. Benni, Stranalandia, Feltrinelli

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Ripasso per la verifica delle preconoscenze: IL TESTO POETICO


TEST

D’INGRESSO

INVENZIONI… TRASPARENTI IL VETRO

Il vetro è un materiale utile, economico e prezioso: è prodotto con la sabbia, materia diffusa e a buon mercato. Quando è caldo prende qualsiasi forma, è resistente, protegge dal caldo e dal freddo pur lasciando passare la luce. Sembra che a scoprire il vetro siano stati alcuni mercanti fenici che, circa nel 500 a.C., accesero un falò sopra una spiaggia ricca di un minerale chiamato “silicio”; per effetto del calore il silicio si fuse in vetro.

LE FINESTRE

Il vetro anticamente era piuttosto opaco perché conteneva impurità e la sua superficie era irregolare. Dal XVII secolo si pensò di utilizzare grosse lastre di vetro per le finestre, che prima erano coperte con panni e teli pesanti: questi non facevano passare il freddo ma neppure la luce.

GLI OCCHIALI

IL TESTO INFORMATIVO

1. S econdo te, si tratta di un testo: informativo regolativo 2. Rispondi con una ✘. Il testo fornisce… … informazioni riguardo all’utilizzo del vetro presso gli uomini primitivi? Sì No informazioni riguardo la … scoperta del vetro nell’antichità? Sì No … informazioni riguardo l’invenzione delle finestre e degli occhiali? Sì No

Con il vetro nacquero anche le lenti: dischetti rotondi e lisci che ingrandivano o rimpicciolivano gli oggetti, una proprietà conosciuta già dagli antichi Greci e Romani. Furono però gli Arabi, nel secolo XI, a iniziare gli studi di ottica. Sembra che i primi occhiali siano stati inventati nel XIV secolo, in Olanda, anche se stentarono a diffondersi: la loro capacità di correggere i difetti della vista era considerata, infatti, stregoneria! da G. Bartalozzi, Il libro di invenzioni e scoperte, Giunti Junior

Ripasso per la verifica delle preconoscenze: IL TESTO INFORMATIVO

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IL TESTO REGOLATIVO

1. Q uesto testo ha lo scopo di: descrivere i germogli di patata americana raccontare le origini della patata americana dare istruzioni per far germogliare una patata americana 2. Q uesto testo è, quindi, un testo: informativo regolativo

3. Completa. Un resto regolativo

TEST

D’INGRESSO

GERMOGLI DI PATATA AMERICANA È conosciuta come batata, patata dolce o americana ed è buonissima cotta in forno. Se però non la cuoci ma la fai germogliare, nascerà una bella pianta da appartamento con tante foglie. 1 P rendi una patata e mettila in un vaso di vetro, con la parte più grossa rivolta verso l’alto. Per non farla scivolare in fondo al vaso, bloccala con tre stecchini infilati nella polpa. 2 V ersa l’acqua nel vaso: deve bagnare solo la parte inferiore della patata.

può essere:

una ..................................................... per fare un dolce. le ..................................................... costruire qualcosa. le ..................................................... del gioco del calcio.

3 M etti il vaso alla luce e mantieni costante il livello dell’acqua. Dopo pochi giorni spunteranno le radici e i primi germogli. 4 S istema il vaso su uno scaffale alto così, quando le ramificazioni si allungheranno, avranno uno spazio sufficiente. da E. Contri, Il mio giardino, Giunti Junior

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Ripasso per la verifica delle preconoscenze: IL TESTO REGOLATIVO


TEST

IMPARO AD ASCOLTARE

D’INGRESSO

PRIMA DELL’ASCOLTO mi incuriosisco Il racconto di oggi si intitola:

PAROLE IN MOVIMENTO

1. Il titolo mi fa pensare a: parole difficili parole che cambiano di significato

parole senza senso

2. Il gruppo che NON rappresenta “parole in movimento”, secondo te, è: CARO CERO CURO CORO

ALBERO CITTÀ SCARPA ZOCCOLO

ROSSO FOSSO POSSO MOSSO

PALLA PAZZA PANNA PASSA

DOPO L’ASCOLTO comprendo e commento 3. Completa gli equivoci colorando la parola giusta e scrivi chi pronuncia ogni frase. Sono anni che è stato abbattuto il tunnel bosco di betulle. ..................................................................... Ho sognato Gigino mio cugino .

.....................................................................

Stamattina ho giocato a pallone con il melone .

.....................................................................

Ne mangerei volentieri una fetta goletta .

.....................................................................

Accendi il forno tordo .

.....................................................................

In cucina? In cantina? Oh, povera bestia!

.....................................................................

4. Indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F). Pierino rivelò a tutti che il nonno era sordo. Pierino imparò a urlare e a scandire bene le parole. Pierino ascoltava con pazienza i racconti del nonno. Pierino paragonava le chiacchierate col nonno a gomitoli di filo. Tutti in famiglia scoprirono il segreto del nonno. I genitori di Pierino non compaiono mai nel racconto.

V V V V V V

F F F F F F

5. Colora il sentimento che non è presente nel rapporto tra Pierino e il nonno sordo. rispetto

pazienza

fastidio

benevolenza

confidenza

ESPRIMITI COLORANDO LE FACCINE DA 1 A 5.

Indice di gradimento:

Testo audio e in GUIDA

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Il

RACCONTO I TESTI NARRATIVI sono storie di ogni tipo: lunghe o corte, antiche o moderne, serie o divertenti... che emozionano in modo diverso chi legge o ascolta

si distinguono in

RACCONTI REALISTICI O VEROSIMILI

RACCONTI FANTASTICI

storie realmente accadute o che potrebbero accadere nella realtà

storie create dalla fantasia dell’autore

L’AUTORE cioè colui che scrive la storia e sceglie se narrarla attraverso

un NARRATORE ESTERNO ai fatti, che racconta la vicenda in terza persona, senza parteciparvi

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un NARRATORE INTERNO ai fatti, cioè un personaggio del racconto che narra in prima persona


I TESTI NARRATIVI presentano caratteristiche comuni

SA CHE CO la TRAMA, cioè l’insieme dei fatti che costituiscono la storia

COM E la STRUTTURA della storia, organizzata in tre parti: INIZIO SVOLGIMENTO CONCLUSIONE

QUANDO

CHI i PERSONAGGI che agiscono nella storia

il MOMENTO TEMPORALE in cui si svolge la storia

DOVE l’AMBIENTAZIONE della storia

TO I generi ESPLORO IL TES I testi narrativi si suddividono in diversi generi. Quest’anno scoprirai: il RACCONTO REALISTICO il RACCONTO D’AVVENTURA il RACCONTO DI PAURA il RACCONTO AUTOBIOGRAFICO il DIARIO la LETTERA il RACCONTO FANTASTICO il MITO Il prossimo anno ne esplorerai tanti altri ancora!

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IL TESTO NARRATIVO

BICICLETTA, CHE PASSIONE! Inizio È sabato, giorno di vacanza: proprio la giornata ideale per fare acrobazie in bicicletta e curve spericolate. Da oggi Linus ha un autentico manubrio da corridore sulla bicicletta, gliel’ha montato suo fratello Stefan, ha solo un pochettino di ruggine. – È un manubrio da professionista – ha spiegato Stefan – e va anche bene. Con un manubrio come quello, Linus potrà piegarsi tutto in avanti, come fanno i corridori alla televisione. Mitico! Svolgimento “Peccato che non mi possa vedere allo specchio” pensa Linus. Dapprima pedala lento e in scioltezza lungo via Colombia. – Guardate tutti, gente! – mormora tra sé. Il maestro Roggerstrecge è davanti all’ingresso del supermercato. Sta chiacchierando con la dentista, la signora Le Neweber. – Bravissimo Linus, sei un vero corridore!

TO La struttura, gli elementi e il narratore ESPLORO IL TES C ollega ogni cartellino alla parte del racconto che lo rappresenta. Linus corre con la sua bicicletta verso la piazza inizio svolgimento conclusione

Linus cade e si fa un graffio sul viso, ma non si lamenta Stefan monta un manubrio da vero professionista sulla bicicletta di Linus

Rispondi Sì o No alle seguenti domande. – Linus è il personaggio principale del racconto?

No

– Ci sono altri personaggi nel racconto?

No

– I fatti avvengono all’aperto, in un centro abitato?

No

– È indicato il momento temporale in cui avviene la storia?

No

– La storia è narrata in prima persona da uno dei personaggi?

No

– C’è un narratore esterno che racconta in terza persona?

No

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IL TESTO NARRATIVO

Linus abbassa ancora di più sulla fronte la visiera del berrettino. – Sono un corridore! – risponde. Due ragazze della IV C aspettano accanto al semaforo del passaggio pedonale. Quando Linus passa loro davanti a tutta birra, per la sorpresa quasi lasciano cadere il gelato che tengono in mano. Perfino di spalle Linus sente che lo stanno ammirando. Ammicca felice ai raggi del sole. E per un secondo chiude gli occhi, vede volteggiare bellissimi anelli rossi e gialli dietro le palpebre. Che magnifica giornata! Linus sa che il posto migliore per mettere in mostra la sua abilità è la grande piazza davanti alla chiesa. Si sporge in avanti più che può, le mani stringono le manopole del nuovo manubrio. Ora è uno dei migliori acrobati in bicicletta del mondo. Forse addirittura il migliore! Con la sua bicicletta si esibisce in curve e serpentine, cerchi e doppi cerchi. Occorre essere terribilmente precisi: soltanto un campione può farcela. La luce del sole scintilla nei raggi delle ruote, i pneumatici frusciano sul porfido della piazza. E quando Linus aziona la leva del cambio, ecco la catena stridere e spostarsi e poi “clic”-”clac”, spostarsi su un’altra ruota dentata. Conclusione Il rumore avverte Linus che qualcosa non va, però non fa in tempo a fare la mossa giusta, perché in un attimo, PATAPUM! Finisce dritto a terra e si fa un lungo graffio sul viso. Ma Linus non si lamenta: – Un graffio da nulla non fermerà un vero campione! da J. Pestum, Jonas il vendicatore, Piemme

Lessico L ’espressione “Peccato che non mi possa vedere allo specchio” significa che: in quel momento Linus è fiero di sé L inus vorrebbe controllare la sua posizione sul manubrio L inus vorrebbe essere sicuro del suo aspetto L inus vorrebbe essere ben pettinato S ottolinea nel testo le espressioni che ti hanno aiutato a rispondere.

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IL TESTO NARRATIVO

LA RIVOLTA DELLE SORPRESINE ......................................................................................................................................................................

Un giorno Giulia aprì il suo uovo di cioccolato e ci trovò un omino di plastica azzurra da costruire. Era diventata molto brava e veloce a costruire le sorpresine e in pochi minuti l’uomo azzurro era pronto. ......................................................................................................................................................................

Lì per lì stette fermo nella sua mano, ma dopo un po’ mosse qualche passo e si mise a parlare con una vocina stridula. Disse che parlava a nome di tutte le sorpresine nascoste nelle uova di cioccolato. Erano stufe di starsene lì dentro con quel nauseante odore di cacao in attesa che qualche bimbo venisse a liberarle. Per non parlare di certi babbi e mamme che non sapevano nemmeno mettere insieme i pezzi e creavano dei veri e propri mostri. – Liberaci da queste prigioni – esclamò l’omino blu – e ti saremo grati per sempre! ......................................................................................................................................................................

Giulia passò parola in tutte le scuole della città e mise insieme più di mille bambini. Si sparsero in tutti i negozi della città a caccia di uova: ne portarono via a centinaia, a migliaia. ......................................................................................................................................................................

Il giorno dopo i bambini radunarono le uova nel parco della città e qui ciascun bimbo, con molta cura, aprì le uova e costruì sorprese per tutta la giornata. Alla fine, a un gesto di Giulia, i ragazzi lasciarono libere tutte le sorpresine. ......................................................................................................................................................................

Era uno spettacolo curioso vedere un esercito di minuscoli esseri di plastica (macchinine, extraterrestri, ballerine e pellicani) attraversare di corsa il grande prato verso la libertà. ......................................................................................................................................................................

Solo l’omino azzurro rimase indietro, saltò nella mano di Giulia e non l’abbandonò mai più. da C. Rapaccini, Merendine, Giunti

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IL TESTO NARRATIVO

ESPLORO IL TESTO

La divisione in sequenze

I l racconto è già diviso in sequenze, cioè momenti diversi, ognuno di senso compiuto. Scegli e scrivi un titolo adatto per ogni sequenza tra quelli proposti. – Con Giulia per sempre – La sorpresina di Giulia – Uova al parco

– Sorpresine libere – A caccia di uova – L’uomo azzurro prigioniero

O gni racconto è composto da sequenze. Generalmente inizio e conclusione corrispondono rispettivamente a un’unica sequenza, mentre lo svolgimento è suddiviso in più sequenze. Per dividere un racconto in sequenze bisogna seguire alcune regole.

1

La prima sequenza corrisponde all’inizio: vengono presentati il protagonista, il tempo, il luogo e la situazione di partenza.

4

Cambiano il luogo e il tempo: è un’altra sequenza.

Entra in scena 2 un nuovo personaggio:

Cambia il luogo 3 ed entrano in scena nuovi

5

L’ultima sequenza 6corrisponde alla conclusione,

si ha una nuova sequenza.

Avviene un fatto nuovo e compaiono nuovi personaggi: si ha una nuova sequenza.

personaggi: è una nuova sequenza.

cioè al finale della storia.

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IL TESTO NARRATIVO

L’ANATRA FERITA/1 Luca stava facendo la sua passeggiata intorno allo stagno quando vide un gruppo di canne agitarsi leggermente. Si avvicinò pian piano senza far rumore. Lì, in un nido abbandonato, vi era una delle giovani anatre che erano nate in primavera. Luca si accorse che l’anatra aveva un grumo di fango su un’ala. Si chiese se sotto il fango non ci fosse una ferita… Luca sollevò dal nido l’uccello, che non dette segni di protesta, lo portò a casa e spiegò la faccenda alla mamma. Delicatamente la mamma cominciò ad applicare impacchi di acqua bollita tiepida sul fango secco, finché piano piano lo asportò; c’era un pezzetto di vetro infilato sulla punta dell’ala. Cercando di mantenere le mani ferme, la mamma estrasse con una pinzetta il frammento di vetro, poi ripulì la ferita sempre con l’acqua tiepida, questa volta aggiungendo un pochino di sale che, si sa, fa da disinfettante. Luca aveva preparato un nido con degli stracci in un angolo della cucina e vi adagiò l’anatra che respirava a fatica, con la testa ripiegata da una parte. Per tutto il giorno seguente l’anatra bevve soltanto e non toccò cibo, ma il giorno dopo ancora cominciò ad alzarsi sulle sue lunghe zampe, tentando i primi passi. Ormai cominciava a guarire. da G. Castiglione, Luca e la vita nello stagno, Fabbri

TO L’ordine della narrazione ESPLORO IL TES L’autore può narrare la successione dei fatti di una storia in due modi: • rispettando l’ordine cronologico che ha nella realtà (fabula) • cambiando l’ordine cronologico regolare con salti in avanti o indietro nel tempo (intreccio) O rdina i fatti, numerandoli da 1 a 6, in base a come accadono nella storia “L’anatra ferita/1”. La mamma preleva un pezzo di vetro dall’ala.

Luca prepara un nido e vi adagia l’anatra.

Luca scopre un’anatra ferita a un’ala.

Il bambino porta l’anatra a casa sua.

Il giorno dopo ancora l’anatra inizia a stare meglio.

Il giorno dopo l’anatra beve soltanto.

S econdo te, l’autore ha raccontato i fatti: seguendo l’ordine cronologico con cui sono accaduti cambiando l’ordine cronologico con cui sono accaduti

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IL TESTO NARRATIVO

L’ANATRA FERITA/2 Che soddisfazione provava Luca! L’anatra tentava i primi passi, iniziava a guarire. Stava facendo una passeggiata intorno allo stagno quando aveva visto un gruppo di canne agitarsi leggermente. Si era avvicinato pian piano senza far rumore. Lì, in un nido abbandonato, vi era una delle giovani anatre che erano nate in primavera. Luca si era accorto che l’anatra aveva un grumo di fango su un’ala. Si era chiesto se sotto il fango non ci fosse stata una ferita… Luca aveva sollevato dal nido l’uccello, che non aveva dato segni di protesta, lo aveva portato a casa e aveva spiegato la faccenda alla mamma. Delicatamente la mamma aveva cominciato ad applicare impacchi di acqua bollita tiepida sul fango secco, finché piano piano l’aveva asportato; c’era un pezzetto di vetro infilato sulla punta dell’ala. Cercando di mantenere le mani ferme, la mamma aveva estratto con una pinzetta il frammento di vetro, poi aveva ripulito la ferita sempre con l’acqua tiepida, questa volta aggiungendo un pochino di sale che, si sa, fa da disinfettante. da G. Castiglione, Luca e la vita nello stagno, Fabbri

O ra leggi la storia “L’anatra ferita/2” e segna se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F). – La storia narrata è la stessa della pagina precedente. – L’ordine cronologico è cambiato, perché l’autore ha scelto di partire dalla conclusione della storia. – L’ordine cronologico è rimasto lo stesso. – L’autore fa un salto indietro nel tempo per raccontare. – L’ordine cronologico usato dall’autore non è lineare. – L’autore racconta saltando in avanti nel tempo. C ollega e concludi l’affermazione. – Nella prima storia l’autore ha narrato i fatti secondo… – Nella seconda storia l’autore ha narrato i fatti secondo…

V F V V V V V

F F F F F

… l’intreccio … la fabula

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LEGGO i CLASSICI

UN GIORNO INDIMENTICABILE Un nuovo giorno di primavera si levò sull’Isola dei Gabbiani. Un giorno che nessuno avrebbe mai dimenticato. Perché fu quella la data in cui arrivò sull’isola Mosè, a mettere in moto una catena di avvenimenti. Mosè, in realtà, era solo un cucciolo di foca che Kalle Vesterman aveva trovato impigliato in una rete all’Isola del Pesce, e che aveva portato a casa sapendo che le aquile di mare erano crudeli con le piccole foche sperdute. – Vesterman è il più grande attaccabrighe dell’isola, – soleva dire Marta Grankvist. Un’anima irrequieta “come l’acqua di fiume intorno ai sassi” diceva sua moglie. E “senza un briciolo di sale in zucca“ dichiarava a chiunque volesse ascoltarla. Vesterman pescava e cacciava, non si adattava ad altri lavori, e pur possedendo una casa e un po’ di terra, lasciava che se ne occupasse la moglie.

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LEGGO I CLASSICI

VACANZE ALL’ISOLA DEI GABBIANI TITOLO ORIGINALE

Vi på Saltkråkan

ANNO DI PUBBLICAZIONE

1964

CURIOSITÀ SULL’AUTORE

Astrid Anna Emilia Ericsson conosciuta come Astrid Lindgren è stata una scrittrice molto famosa di libri per bambini e ragazzi. I suoi libri sono stati tradotti in tantissime lingue. È l’autrice del famosissimo e contestato Pippi Calzelunghe. Astrid Lindgren è nata in una località del sud della Svezia e ha trascorso la sua infanzia nella fattoria di famiglia in un clima sereno e spensierato, fonte di ispirazione per molti suoi libri.

Melina era sul pontile, quella mattina che Vesterman tornò dall’Isola del Pesce. E cacciò uno strillo quando lui le posò ai piedi una piccola foca che soffiava minacciosa, la guardava con umidi occhioni neri, ed era la creatura più carina che mai si fosse vista. – Che amore! – gridò Melina. – Posso accarezzarla? – Per me, fai pure – disse Vesterman. E uscì in una proposta incredibile: – Puoi tenerla tutta per te, se ti va. – Cos’hai detto? – disse Melina fissandolo negli occhi. – Ho detto che puoi tenerla. Se tua madre e tuo padre te lo permettono, si capisce. Melina era rimasta senza fiato. Vesterman non era tra i suoi favoriti, ma in quel momento sentiva di adorarlo.

ESPRIMITI COLORANDO LE FACCINE DA 1 A 5.

Indice di gradimento:

Curiosità che mi spinge a conoscere meglio l’autore:

Interesse che mi spinge a leggere tutto il libro:

da A. Lindgren, Vacanze all’Isola dei Gabbiani, Salani

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ESPLORO

IL RACCONTO REALISTICO STORIA DI STACK

Le mie domande CHE CO

SA

narra un racconto realistico?

DOVE

si svolgono i fatti narrati?

QUANDO

accadono e quanto tempo durano?

CH I

sono i personaggi che agiscono in un racconto realistico?

COME

è strutturato un racconto realistico?

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INIZIO In un punto solitario della costa d’Irlanda, c’era un faro bianco e rosso, che per tutta la notte spazzava il mare con un raggio di luce gialla. Il guardiano del faro si chiamava Stack, ed era un vecchio magro ma ancora robusto, che ogni sera saliva i cento gradini della scala a chiocciola per andare ad accendere la lampada, in cima al faro. SVOLGIMENTO Un giorno, dopo una forte tempesta, mentre camminava sulla scogliera per raccogliere radici, Stack sentì dei pigolii rochi e penosi che venivano da oltre il ciglio della scarpata. Si sporse e, appena al di sotto, vide un nido con una dozzina di piccoli gabbiani magri e spelacchiati. “Probabilmente la madre e il padre sono stati uccisi dalla tempesta… ” pensò il guardiano “Se non li aiuto, moriranno”. Allora pescò con la rete molti pesciolini, li portò sulla scogliera e, sporgendosi dall’orlo con un pesce per volta, li mise nel becco aperto dei piccoli, che allungavano il collo verso di lui. Ogni giorno nutrì i gabbiani, che si facevano sempre più grandi e robusti. Un pomeriggio, quando arrivò lassù con i pesciolini, trovò il nido vuoto: i dodici gabbiani si erano lanciati in volo, e si procuravano il cibo da soli. CONCLUSIONE Quella sera, però, quando scese dal faro dopo averlo acceso, Stack li vide tutti e dodici sulla spiaggia a venti passi da lui, che lo guardavano e battevano piano le ali, come per salutarlo! da R. Piumini, Poco prima della notte, Einaudi Ragazzi


Le risposte SA CHE CO

Un racconto realistico è un testo che narra una storia reale, cioè che è accaduta o che potrebbe accadere.

DOVE

I fatti narrati si svolgono in luoghi reali; in questo caso, presso un faro lungo la costa dell’Irlanda.

QUANDO

Gli avvenimenti accadono in un tempo precisato: nel presente o nel passato. La storia che hai letto si svolge nel passato e dura più giorni.

CH I

I personaggi sono persone o animali reali, che si possono incontrare nella vita di tutti i giorni: – il protagonista è il personaggio più importante; nella storia che hai letto è il vecchio guardiano del faro; – i personaggi secondari sono tutti gli altri che prendono parte alla storia, come in questo caso i gabbiani.

COME

Il racconto realistico è strutturato in tre momenti: inizio – svolgimento – conclusione. Nel brano che hai letto l’inizio presenta il protagonista (Stack) e il luogo. Lo svolgimento narra come si evolve la storia: Stack giorno per giorno nutre i piccoli gabbiani. La conclusione chiude il racconto: i gabbiani, cresciuti, prendono il volo.

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IL TESTO NARRATIVO

IL DIVERSO Zio Piero aveva due gatte, una tigrata e una bianca. Tutte e due erano incinte e dovevano partorire i gattini. Ma zio Piero diceva: – Di gatti ne ho abbastanza, non ne voglio più! Mi piacerebbe invece un bel cane di razza. Un giorno la gatta tigrata partorisce quattro micetti e zio Piero fa come ha detto: li porta via al gattile. Poi va da un suo amico, che aveva una cagna della razza che piaceva tanto a lui. La cagna aveva avuto sette cuccioli, troppi per poterli allattare tutti. Zio Piero fa all’amico: – Dammene uno. E il suo amico glielo dà. Lo zio porta a casa il cucciolino e dice alla moglie: – Guarda che bello. È un maschietto nero. – Ma come facciamo ad allattarlo? – Col biberon. Detto fatto, lo mette in un cestino e prepara il biberon. Il cucciolo succhia e si addormenta sulla paglia. Il mattino dopo, quando si alza, il cucciolo non c’è più nel cesto. Lo cercano di qua, lo cercano di là, ma non si trova. E non c’è nemmeno la gatta nera. Lo zio va nella stalla dove la gatta aveva partorito e vede il cagnolino che sta succhiando il latte della gatta, che lo abbraccia con le zampette come se fosse figlio suo.

TO La struttura ESPLORO IL TES I ndividua nel testo i tre momenti della storia colorando la barra a lato come indicato: inizio svolgimento conclusione L e seguenti frasi rappresentano l’inizio, lo svolgimento o la conclusione? Scrivilo nei cartellini.

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– Le due gatte allattano il cucciolo di cane.

..........................................................

– Lo zio Piero non vuole più gatti.

..........................................................

– Lo zio Piero porta a casa un cucciolo di cane.

..........................................................


IL RACCONTO REALISTICO Zio Piero cerca di carezzarlo ma la gatta piega le orecchie e soffia: difende il cucciolo, è suo. E siccome lì è disturbata, lo porta in un altro angolo, se lo mette tra le zampe, al caldo, e riprende a dargli il latte. Zio Piero non avrebbe mai pensato che una gatta allattasse un cane come se fosse figlio suo: così lo dice a noi e ci invita a vederlo. Noi ci avviciniamo in silenzio e assistiamo a questa scena straordinaria. Qualche giorno dopo la gatta bianca partorisce anche lei e zio Piero fa la stessa cosa: toglie i cuccioli e li porta al rifugio dei gatti. Il giorno dopo, quando va nella stalla, trova le due gatte vicine, col cagnolino tra le zampe. E il cucciolino, finito di succhiare il latte dalla gatta nera, passa a quella bianca. È una cuccagna per lui! Infatti in poco tempo il cucciolo è cresciuto più dei suoi fratelli allattati dalla cagna: è quasi il doppio. Le due gatte lo difendono, non lasciano avvicinare nessuno. Zio Piero osserva la scena incantato. – Bella lezione che ci danno queste bestiole – dice – a noi che abbiamo paura dei diversi e proviamo fastidio verso chi ha la pelle di colore diverso dal nostro.

Lessico on quale delle seguenti C frasi puoi sostituire l’espressione “Di gatti ne ho abbastanza”? I gatti non mi bastano mai. Non voglio più gatti.

da M. Lodi, Il cielo che si muove, Editoriale Scienza

SCRIVO Completa il riassunto del racconto. Zio Piero aveva ........................................................ . Un giorno una delle gatte ....................................................................... . Lo zio li ....................................................................................... e da un suo amico prende .......................................................... A casa lo zio mette il cucciolo in ........................................................ e lo ................................................................ . Il mattino dopo nella stalla vede ........................................................................................................................................ . Qualche giorno dopo ............................................................................................................................. e lo zio ............................................................ ......................................................................................................................................... . Le due gatte ......................................................................................................................................................................................... .

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IL TESTO NARRATIVO

CAPRIOLE E BATTICUORE Oggi in palestra c’era anche la III D senza Rocco, il loro maestro, perché si è sposato e starà via per due settimane. In III D purtroppo c’è Emiliano, che mi sta antipaticissimo perché fa il comandino con tutti. Ci sono molti maschi che non vogliono giocare con lui perché non rispetta le regole e qualche volta offende! Non è giusto! Ne abbiamo parlato tante volte con le nostre maestre; loro cercano di fargli capire che deve smettere di comportarsi così, ma tanto non serve a niente. Un giorno ho sentito la mamma di Emiliano che diceva a un’altra mamma che gli vuole cambiare scuola, perché qui ce l’hanno tutti con lui. Lei lo protegge continuamente e lui sta diventando sempre più prepotente. Così, quando il maestro Guerino ci ha detto che oggi avremmo fatto le capriole, mi sono preoccupata, avevo paura di fare brutta figura con Emiliano. E infatti! Prima abbiamo fatto le capriole sul materasso alto, e non riuscivo a darmi la spinta. Ci ho provato molte volte, ma con Emiliano che mi guardava divertito mi sembravano ancora più difficili. Mentre il maestro stava spiegando il nuovo esercizio agli altri, ho continuato a provare da sola e finalmente ci sono riuscita. Ma il maestro non se n’è accorto, e nemmeno Emiliano! Poi abbiamo fatto le capriole partendo dalla posizione in piedi: prima con le mani e poi senza. Senza mani avevo paura, sarà per questo che quando ho cominciato a farla l’ho finita rotoloni sul tappeto.

TO I personaggi ESPLORO IL TES Quanti sono i personaggi che compaiono nella storia? Sottolinea i loro nomi. Tra questi nomi c’è quello della protagonista?

No

Tu quale nome sceglieresti per lei? .......................................................................................... Tutti i personaggi di questo testo sono:

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fantastici

realistici/verosimili


IL RACCONTO REALISTICO – Sempre la solita! – ha commentato Emiliano ridendo. – Sempre il solito! – gli ha detto Mattia arrabbiato. Anche Guerino ha sgridato Emiliano, poi gli ha chiesto se era capace di farci vedere come si fa la capriola all’indietro. Altro che capace! Emiliano è bravissimo in ginnastica, beato lui! E pensare che dopo sarebbe toccato a me! Non volevo fare un’altra figuraccia! Sono andata a sedermi da sola in fondo alla palestra e mi veniva da piangere, ma quando ho visto Rima avvicinarsi ho strizzato gli occhi per mandare indietro le lacrime. – Sai cosa dice la mia mamma? Ridi e il mondo ride con te, piangi e piangi da sola. Dai, giochiamo allo SDI. È un gioco che si fa in Marocco. Mentre me lo spiegava, si sono avvicinati dei compagni incuriositi. – Uno fa il lupo e prende i compagni. Appena li tocca finiscono in prigione, cioè stanno attaccati al muro con una mano e tengono l’altra tesa in fuori. Così! – ci ha fatto vedere Rima – Se un bambino libero passa sotto il braccio teso, libera il bambino imprigionato. Il gioco finisce quando tutti vanno in prigione. Abbiamo giocato e, quando è toccato a me fare il lupo, sono riuscita a metterli tutti in prigione. Ero felice, ma così felice che ho cominciato a saltare ridendo. Ridevano anche i miei compagni. – Hai visto? Se ridi, il mondo ride con te – mi ha detto Rima.

RACCONTO DI ME “ Avevo paura di fare brutta figura”... Capita anche a te di provare questa sensazione? Spesso o raramente? Chi può aiutarti a superarla? Parlane in classe con i tuoi compagni e l’insegnante.

da B. Pumhösel, A. Sarfatti, Verticali e batticuore, EDT

VERSO

L’INVALSI

Comprendere un testo significa individuare le informazioni esplicite, cioè quelle presenti, collegandole, quando necessario, alle conoscenze che già possediamo per capirle appieno. • Scegli, tra le seguenti, quali sono le informazioni esplicite presenti nel testo. Emiliano sta antipatico alla protagonista. I bambini fanno le capriole sul materasso. Il maestro non ha rimproverato Emiliano. Alla fine della storia la protagonista è felice. • In base al testo, perché la protagonista si preoccupa quando il maestro annuncia le capriole? ...................................................................................................................................................................................................

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IL TESTO NARRATIVO

IL RIFUGIO SEGRETO – Dove lo costruiamo il rifugio? – domanda Erich. – Vedremo. Certo dovrà essere un posto assolutamente sicuro! – gli rispondono guardando oltre il canneto. – Sai che ti dico? Lo costruiremo esattamente nel mezzo del canneto! Detto fatto. Ci apriamo un passaggio tra le canne proprio dietro il grande salice. Le canne sono abbastanza fitte e alte due o tre metri. Dall’esterno non si vede niente, tranne le cime che ondeggiano quando la brezza le accarezza. L’imbocco del passaggio segreto rimane nascosto dal salice ed è ciò che vogliamo. Nel centro del canneto creiamo uno spazio più grande, poi, finalmente, cominciamo a costruire il rifugio. Le canne, tutt’intorno, fungono da pareti. Dove il terreno è più morbido, piantiamo sei bastoni, a cui ne uniamo altri mettendoli trasversali e li fissiamo con alcune vecchie corde prese in un angolo dimenticato del garage. Copriamo questa impalcatura con delle lunghe canne e nascondiamo il tutto con muschio e fronde recuperati nei dintorni. Per terra stendiamo uno strato di un tipo particolare di erba, morbidissima, con un odore intenso ma piacevole. Ora possiamo sederci a poca distanza e guardare orgogliosamente il frutto della nostra fatica. Ce l’abbiamo fatta! Ecco il nostro regno: lo battezziamo “Al di là della grande palude”. Ha un bel suono, ricco di promesse. da E. Moser, Al di là della grande palude, Franco Cosimo Panini

RACCONTO DI ME T u hai un rifugio segreto o ti piacerebbe averne uno? Che cosa ci fai o ci faresti? Con chi vorresti condividerlo? Parlane in classe con i tuoi compagni e l’insegnante.

ESPLORO IL TESTO Il luogo Nel testo trovi molte parole che indicano in quale luogo avvengono i fatti: sono gli indicatori spaziali (nel mezzo, al centro, vicino...). I ndividuali e sottolineali. Il luogo descritto è:

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reale

immaginario


IL RACCONTO REALISTICO

ARRIVANO I POMPIERI Un giorno in cui faceva molto caldo, il nonno mi propose: – Che cosa ne diresti se ce ne andassimo al fiume a prendere una rinfrescata? L’idea mi sembrò bellissima e così, appena finito il lavoro nell’orto, prendemmo gli asciugamani e ci avviammo. Il fiume passava vicino a casa e più che un fiume era una specie di canale, perché non era né molto largo né molto profondo. Insomma ci spogliammo, io e il nonno, e in mutande entrammo in acqua. Poi io cominciai a dare la caccia ai pesci. A un certo punto, quando mi trovavo al centro del fiume, me ne passò davanti uno bello grosso e io mi lanciai all’inseguimento. Ma avevo bisogno che il nonno mi desse una mano, così mi misi a urlare: – Nonno! Nonno! – Cosa c’è, Tonino? – Vieni! – mi sbracciavo per chiamarlo e ogni tanto mi tuffavo per controllare il pesce. – Arrivo, Tonino, non ti muovere! – rispose il nonno e si affannò a raggiungermi al più presto. Proprio allora, sfortunatamente, passò la signora Maria in bicicletta; si fermò un momento a guardare, poi schizzò via come un siluro. Cinque minuti dopo, sull’argine del fiume, c’erano i pompieri con le sirene spiegate. – State calmi, vi aiutiamo noi! – gridò uno di loro. Allora il nonno cacciò la testa fuori dall’acqua, tossendo e sputando. – Non serve, grazie, l’ho già preso io! – esclamò, mostrando il pesce che era riuscito ad acchiappare. da A. Nanetti, Mio nonno era un ciliegio, Einaudi Ragazzi

TO ESPLORO IL TES

Il tempo Nel testo trovi molte espressioni che indicano i tempi in cui avvengono i fatti: sono gli indicatori temporali (un giorno, ieri, un anno fa…). I ndividuali e sottolineali. I l fatto narrato avviene in un tempo: ben precisato non precisato La vicenda dura: qualche minuto più di un’ora

COMPRENDO uale idea sembrò bellissima al protagonista? Q .................................................................................................. .................................................................................................. I n che cosa Tonino ha bisogno dell’aiuto del nonno? .................................................................................................. ..................................................................................................

Secondo te: i pompieri passavano di lì e hanno pensato che Tonino fosse in pericolo è stata la signora Maria a chiamare i pompieri Sottolinea nel testo le parole che te lo fanno capire.

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LABORATORIO

del

LESSICO

L’UOMO CHE SALVÒ I DELFINI Il suo nome era Esperanto Altomare, ma tutti lo chiamavano “Musciame” come la carne seccata dei delfini, perché era magro come un chiodo. Musciame aveva navigato tutta la vita come marinaio sui motopescherecci e proprio su una di queste imbarcazioni aveva perso il lavoro. Una sera la rete a strascico imbrigliò un branco di delfini composto dalla madre, dal padre e da una trentina di figli. Quando la rete fu issata a bordo, il comandante del peschereccio lanciò un grido di gioia e i delfini, invece, gridarono di dolore con quella loro voce che era simile al pianto di un bambino. Tutti i pesci furono scaricati nella stiva e l’equipaggio brindò alla giornata fruttuosa. Musciame quella sera non riuscì a prendere sonno, perché il pianto dei delfini gli arrivava fino al cuore. A un certo punto della notte, egli abbandonò in silenzio la cuccetta e, senza pensarci due volte, rigettò in mare tutti i delfini che stavano per morire. Il mattino dopo qualcuno fece la spia e il marinaio fu licenziato in tronco dal comandante. Da quel giorno Musciame non trovò più lavoro e visse pescando da solo con una piccola barchetta e una rete piena di rammendi. da R. Battaglia, Il paese dei burattini, SEI

ETIMOLOGIA

Anche le parole hanno un’origine e una storia: la parola mare deriva dal nome latino mare, che però significava propriamente “stagno, laguna”. P rova a cercare sul vocabolario l’etimologia della parola SCUOLA. Leggila e ti stupirai! VAI AL LIBRO DI

S C R I T TU R A 40

VAI A PAG. 49

MODI DI DIRE

“Essere licenziati in tronco” significa essere cacciati da un lavoro senza preavviso, in modo immediato. S crivi tu, sul quaderno, il significato dei seguenti modi di dire.

Avere un diavolo per capello

Avere la testa fra le nuvole

Avere il pallino della matematica


INSIEME PER IMPARARE FACILE Il racconto REALISTICO CHE CO

SA

DOVE

QUANDO

CH I

COME

Il racconto realistico narra una STORIA REALE.

I fatti si svolgono in LUOGHI REALI, che esistono veramente.

Le storie possono avvenire nel PRESENTE o nel PASSATO.

I PERSONAGGI sono PERSONE o ANIMALI REALI. Nel racconto realistico troviamo: • Il PROTAGONISTA; • I PERSONAGGI SECONDARI, cioè tutti gli altri.

La STRUTTURA è formata da TRE PARTI: 1. INIZIO; 2. SVOLGIMENTO; 3. CONCLUSIONE.

Ora scriviamo insieme (ricordati di usare anche le parole-chiave in maiuscolo). Il racconto realistico narra ................................................................................................................................. . I fatti si svolgono in ................................................................................................................................................... . Possono avvenire nel ................................................................................................................................................. . I personaggi sono .......................................................................................................................................................... ; nel racconto realistico troviamo .................................................................................................................... . Ogni racconto è formato da ................................................................................................................................. ........................................................................................................................................................................................................ . Dopo aver letto più volte ciò che hai scritto, prova a ripetere.

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VERSO LE

COMPETENZE

COLPO DI FULMINE

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Primo giorno di scuola. Non sono ancora le otto quando la mamma dice a Davide di alzarsi. – Su, scendi dal letto. Il babbo ti aspetta di sotto per portarti a scuola! In quattro e quattr’otto, Davide è pronto e, con lo zaino in spalla, entra in auto. Inutile dire che arriva a scuola in anticipo! Così, per ingannare il tempo, si aggira nel cortile aspettando il suono della campanella. Ecco che arriva il pulmino e scendono tanti bambini, fra cui magicamente c’è lei, con i capelli lisci e lunghi, che danzano nel vento, e gli occhi neri, brillanti come stelle. Ma chi è? Davide si nasconde dietro il muretto e osserva: vede una bambina di quinta, che lui conosce bene, avvicinarsi a quella creatura straordinaria chiamandola “Melina”. Davide esce dal nascondiglio, entra nell’atrio della scuola e va dietro alla processione di bambini lungo il corridoio, intanto segue con la coda dell’occhio Melina che a un certo punto gira a destra. Ma dove va? Davide parte di corsa, prende la curva stretta, scivola a terra, cade sullo zaino che si apre: libri, quaderni e pennarelli si sparpagliano a terra. Tutti si girano, anche Melina lo guarda. In fretta e furia Davide raccoglie tutto, si rialza e guarda Melina che… oddio… è sulla porta della IV F. – È in classe miaaaa!!! Yuppi!!! – grida Davide pensando a Melina: non sapeva che cosa volesse dire “bella” prima di vederla. Pieno di entusiasmo, la segue dentro l’aula. – Benvenuta, Melina! Dove ti vuoi sedere? – le chiede la maestra. Melina si guarda intorno e dice indicando Davide: – Vicino a Lui! Mi sembra simpatico! A Davide pare di toccare il cielo con un dito. da E. Prati, Tutte le volte che vedo Melina, Giunti Junior

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7. I personaggi sono: bambini e bambine un bambino e una bambina bambini e adulti animali

2. Davide quando vede Melina: si nasconde dietro il muretto arrossisce per l’emozione esce dal nascondiglio ed entra in aula le corre incontro

8. Il narratore è: Davide Melina una bambina di quinta esterno alla vicenda

3. L ’espressione “creatura straordinaria” (riga 14) si riferisce a: una bambina di quinta Melina una bambina di quarta nessuno

9. La storia dura: un’ora meno di un’ora un minuto più di un’ora

4. Q ual è la frase più adatta a riassumere il testo? Davide inizia un nuovo anno scolastico. Il primo giorno di scuola Davide resta affascinato da una nuova compagna di classe. Melina cambia scuola. È settembre: riaprono tutte le scuole. 5. Il racconto si potrebbe anche intitolare: Il ricordo di un amore Un amore al parco Un incontro inaspettato Corsa e scivolata

Il racconto realistico

1. A ll’inizio della storia, Davide si trova: nel cortile della scuola nel corridoio della scuola a casa nell’aula

10. O rdina i fatti in base a come accadono nella storia. Davide corre dietro a Melina per il corridoio. Davide vede scendere dal pulmino una bella bambina. Davide scivola e cade. Davide scopre che Melina è nella sua classe. 11. Il racconto è realistico perché: il luogo è immaginario i personaggi sono realistici si svolge nel presente la storia sarebbe potuta accadere anche a te o a un tuo amico

6. Il protagonista è: una bambina un bambino la maestra una bambina di quinta

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LEGGO i CLASSICI

GULLIVER A LILLIPUT Al largo delle Indie Orientali ci colse una violenta tempesta; il vento fortissimo ci spinse contro uno scoglio e la nave si sfasciò. Mi ritrovai da solo in mezzo alle onde; nuotai disperatamente finché, sfinito e sul punto di annegare, sentii la terra sotto i piedi. La tempesta, intanto, si era calmata e riuscii a raggiungere la costa. Camminai per più di un chilometro senza incontrare anima viva. Poi mi colse il sonno, e lì, sull’erba fine e morbida, feci una bella dormita. Quando mi svegliai, a giorno alto, provai invano ad alzarmi: le mie braccia e le mie gambe erano attaccate alla terra, e così pure i miei lunghi e abbondanti capelli. Molti fili, inoltre, circondavano il mio corpo. Non potevo vedere che il cielo e, siccome il sole era già alto, i suoi raggi mi ferivano gli occhi. Un rumore confuso cominciò a levarsi intorno a me, ma da quella posizione non potevo vedere nulla; qualcosa cominciò a brulicare sulla mia gamba destra e a salire adagio sul mio petto verso il viso. Volgendo allora come meglio potei il mio sguardo da quel lato, scorsi una creatura umana grande poco più di dieci centimetri; la seguivano una quarantina di omini della stessa specie. Al colmo della sorpresa cacciai un tale urlo che tutti si ritrassero impauriti. Dopo un attimo i misteriosi esseri tornarono; uno si spinse

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LEGGO I CLASSICI

I VIAGGI DI GULLIVER TITOLO ORIGINALE

Travels into several remote nations of the world (= Viaggi di Gulliver in vari Paesi lontani del mondo) ANNO DI PUBBLICAZIONE

1726

CURIOSITÀ SULL’AUTORE

Jonathan Swift nacque a Dublino, in Irlanda, nel 1667, rimase orfano dei genitori e crebbe in istituti religiosi. Si dice che fosse un tipo bizzarro: alla sua morte lasciò ciò che possedeva alla città, perché costruisse un manicomio, sostenendo che sicuramente ne avrebbe avuto bisogno.

coraggiosamente fino al mio volto e gridò, alzando le mani al cielo: – Hekinah degul! Tutti gli altri ripeterono molte volte le stesse parole che non compresi. Finalmente riuscii a rompere i fili che attaccavano al terreno il mio braccio destro; subito dopo con una scossa violenta potei allentare un poco i fili che trattenevano i miei capelli e voltare il capo. Immediatamente fuggirono gridando. Quando il clamore cessò, udii uno di essi gridare: – Totgo phonae! Subito la mia mano sinistra fu colpita da un centinaio di frecce, che bucavano come tanti spilli; poi un’altra scarica fu lanciata in aria. Qualche freccia cadde sul mio corpo e qualche altra sul viso, che cercavo di riparare con la mano libera. Terminato il lancio delle frecce, cercai con nuovi sforzi di liberarmi; allora le frecce piovvero più di prima. Decisi dunque di stare fermo e di aspettare la notte per cercare di liberarmi: non avevo certamente da temere gli abitanti di quel misterioso paese se tutti erano delle dimensioni di quelli che mi avevano legato.

ESPRIMITI COLORANDO LE FACCINE DA 1 A 5.

Indice di gradimento:

Curiosità che mi spinge a conoscere meglio l’autore:

Interesse che mi spinge a leggere tutto il libro:

da J. Swift, I viaggi di Gulliver, Bemporad Marzocco

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ESPLORO

IL RACCONTO D’AVVENTURA L’ARCO DI ROBIN

Le mie domande SA CHE CO

narra un racconto d’avventura?

DOVE

si svolgono i fatti narrati?

QUANDO

accadono e quanto tempo durano?

CH I

sono i personaggi che agiscono in un racconto d’avventura?

COME

è strutturato un racconto d’avventura?

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INIZIO Era notte, la foresta era fitta e nell’oscurità Robin cercava di schivare i rami bassi che gli fustigavano le gambe. Bryce e Mud lo stavano scortando da Will per la grande prova. Aveva due alternative: superarla e diventare per sempre dei loro o fallire, affrontando da solo la foresta e le sue insidie. SVOLGIMENTO Arrivarono in una radura. Al centro stava il ceppo di un’enorme quercia, caduta chissà quando, e sopra c’era una candela accesa. Dietro, in piedi, faretra sulle spalle e arco in mano, Will lo squadrava aspettando. Robin ebbe un brivido. – Sei tu che vuoi unirti a noi? Robin annuì. – Allora devi battermi – sentenziò lui. – Non ti sembra troppo? – chiese Bryce – Nessuno può batterti! – Silenzio – tagliò corto Will, e si diresse verso il limitare della radura. Si fermò di fronte a un cespuglio, si voltò verso il ceppo, estrasse una freccia dalla faretra, incoccò, tirò la corda e prese la mira. Il dardo centrò la candela, la spezzò in due e la metà con lo stoppino, che ancora bruciava, rimase sopra il tronco. – Tocca a te! Robin pensò a suo padre, che era stato un arciere fenomenale. Se avesse fallito… no. Nessun pensiero. Incoccò la freccia e tese la corda. La punta della freccia mirava allo stoppino ardente. L’arco era teso allo spasimo. La freccia partì, fendette l’aria. Robin trattenne il fiato. CONCLUSIONE Poi il dardo centrò in pieno lo stoppino e spense la fiammella. Alte si levarono le urla di festa per il nuovo arciere e gli occhi di Robin scorgevano ora nella foresta un nuovo futuro. da E. Kedros, La leggenda di Robin, Mondadori


Le risposte CHE CO

SA

DOVE

QUANDO

CH I

COME

Il racconto d’avventura narra imprese rischiose in ambienti ostili, portate avanti con coraggio e sfida del pericolo, come, nel testo che hai letto, è la grande prova che il giovane arciere deve affrontare nel cuore della foresta in piena notte. I fatti narrati si svolgono in luoghi selvaggi, lontani dagli ambienti quotidiani, pieni di mistero e di pericoli: foreste, montagne impervie, deserti... Gli avvenimenti possono avvenire nel presente o nel passato, susseguendosi in modo incalzante. I personaggi sono generalmente individui coraggiosi e intraprendenti: – il protagonista è l’eroe dal cuore nobile che affronta le avversità, sfidando il pericolo; – l’antagonista cerca di ostacolare il protagonista; – i personaggi secondari sono compagni di avventura del protagonista o dell’antagonista. Il racconto d’avventura è strutturato in tre momenti: inizio – svolgimento – conclusione. Nel brano che hai letto l’inizio presenta i personaggi, il luogo e il tempo in cui si svolge la sfida fra i due arcieri. Lo svolgimento narra l’incontro fra i due arcieri. La conclusione chiude il racconto con il colpo di scena.

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IL TESTO NARRATIVO

CAPITANO ACHAB Tutti gli uomini dell’equipaggio furono riuniti a poppa; il capitano Achab, detto “Vecchio tuono”, fece un mezzo giro con la gamba di legno puntata nel buco del ponte, poi indirizzò loro le seguenti parole: – Uomini di vedetta, voi mi avete già udito dare ordini relativi a una balena bianca, vero? Ebbene, guardate: vedete questa moneta d’oro spagnola? – e tese verso il sole una larga moneta brillante – Vale sedici dollari, ragazzi miei! La vedete? Signor Starbuck, mi dia un martello. Quando Starbuck gli ebbe consegnato il martello, egli si avvicinò all’albero maestro con l’arnese alzato in una mano, mettendo ben in mostra con l’altra la moneta d’oro. Poi gridò così che tutti lo udissero: – Chiunque di voi mi segnali una balena dalla testa bianca, con la fronte rugosa e la mascella storta, chiunque di voi mi segnali questo cetaceo con la testa bianca e tre buchi nella pinna della coda, avrà la moneta d’oro. – Urrà! Urrà! – gridarono i marinai agitando i loro cappellacci, mentre Achab inchiodava la moneta d’oro all’albero maestro. – È un cetaceo bianco, lo ripeto – continuò Achab, gettando il martello sul ponte – bianco. Aprite gli occhi, ragazzi miei, vigilate ogni spruzzo di acqua spumosa, anche se non vedete che una bolla date la voce.

DICO LA MIA I l capitano Achab vuole vendicarsi. Tu che cosa pensi della vendetta? È un desiderio giusto? Ti è capitato di provarlo? Parlane in classe con i tuoi compagni e l’insegnante.

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ESPLORO IL TESTO I personaggi Sottolinea nel testo il nome dei personaggi. Poi rispondi alle domande. – Chi è il protagonista? ............................................................................................... – Chi sono gli altri?....................................................................................................... Cerchia l’aggettivo qualificativo che non si adatta al capitano Achab: intrepido / vendicativo / coraggioso / dolce / temerario


IL RACCONTO D’AVVENTURA

– Capitano Achab – disse un uomo dell’equipaggio – questo cetaceo deve essere quello che qualcuno chiama Moby Dick. – Moby Dick? – esclamò Achab – tu dunque conosci il capodoglio bianco, Tash? – Capitano Achab, io ho già udito parlare di Moby Dick… Non è stato Moby Dick a strapparti la gamba? – chiese un altro. – Chi ti ha detto ciò? – gridò Achab. Poi tornò con la mente a un giorno lontano, quel giorno in cui un capitano, mentre le sue tre lance sfondate danzavano sui flutti tumultuosi e gli uomini sparivano sommersi nei turbini di schiuma, aveva afferrato un coltello e si era lanciato contro il capodoglio tentando ciecamente, con la lama lunga sei pollici, di raggiungere la sorgente della vita del cetaceo nascosta da parecchi metri di grasso. Questi era il capitano Achab. Era stato in quell’occasione che, passandogli sotto la mandibola falcata, Moby Dick aveva falciato di netto la gamba di Achab. – Sì, Starbuck, sì, amici miei, è stato Moby Dick che mi ha disalberato, è a Moby Dick che devo il pezzo di legno sul quale ora mi appoggio. Sì, sì! – proseguì con un singhiozzo terribile, come di belva ferita – Sì, sì, e io lo inseguirò attorno al Capo di Buona Speranza, attorno al Capo Horn e attorno alle fiamme dell’inferno, prima di rinunciare a raggiungerlo. È per questo che voi, ragazzi, siete imbarcati con me, per dare la caccia a questo capodoglio bianco, su tutte le facce del globo, sino a che getti sangue nero e si volti a pancia in su con le pinne all’aria. Che cosa ne dite, ragazzi? Accettate la sfida? A vedervi, sembrate coraggiosi. – Sì, sì! – approvarono gridando i fiocinieri e i marinai, stringendosi attorno al vecchio eccitato. – Un occhio acuto per il capodoglio, una lancia acuta per Moby Dick! – esclamò Achab. da H. Melville, Moby Dick, Editrice Piccoli

COMPRENDO ispondi alle domande R sul quaderno usando un linguaggio corretto e completo. 1. C ome viene chiamato il capitano Achab? 2. C hi è Moby Dick? 3. P erché Achab odia Moby Dick? 4. A chi offre una moneta d’oro?

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IL TESTO NARRATIVO

SURVIVAL La lente destra degli occhiali di Ian venne colpita da un raggio di sole. Muovendola con attenzione, il ragazzino fece in modo che il fascio di luce riflessa finisse su un mucchietto di foglie accatastate sulla sabbia. Ci fu un silenzio di tomba, poi… – Non prendono fuoco – osservò Hanna preoccupata. – Le foglie sono ancora un po’ umide – rispose Ian, senza staccare gli occhi dal sottile raggio che le colpiva. Ci fu un impercettibile sfrigolio, poi un tenue filo di fumo si alzò dal mucchietto di foglie. Infine… una fiammella! Hanna tirò un sospiro di sollievo, e solo allora si accorse di aver trattenuto il fiato per tutto il tempo dell’operazione. – Quanto dev’essere grande il falò? – chiese Hanna. – Abbastanza per essere visto in lontananza. – Sarà difficile scorgerlo di giorno – puntualizzò Luke. – Vero – confermò Ian – Ma se avvistiamo un aereo, o una nave, possiamo sempre aggiungere foglie umide, che fanno molto fumo.

TO ESPLORO IL TES Il luogo Rispondi colorando il riquadro giusto. – La storia si svolge in un luogo: quotidiano – Si tratta di: – Lì crescono:

un’isola

una foresta

insolito

banane e noci di cocco

meli e susini

S ottolinea nel testo le righe che ti hanno consentito di rispondere.

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IL RACCONTO D’AVVENTURA Luke era comunque stupito. Solo il giorno prima erano approdati su quell’isola, più morti che vivi. E ora… era incredibile cosa riuscivano a fare con un po’ d’acqua e del cibo. Se non altro, sotto quell’aspetto la situazione andava migliorando. Avevano trovato un ramo di corallo che affiorava dalla sabbia e Hanna lo aveva chiamato lo “schiaccia-cocco”: per quanto dure e resistenti, le noci di cocco si rompevano come uova se le si scagliava contro di esso. E quella mattina Hanna aveva dimostrato perché era considerata una delle migliori atlete della scuola: si era arrampicata su una palma alta nove metri con la stessa scioltezza con cui una persona normale sale una scala. Da lassù aveva gettato una trentina di noci di cocco ai piedi degli amici. Nel pomeriggio avevano anche scovato degli alberi di banane. Hanna le chiamava “minibanane” perché erano lunghe poco più di un dito medio. In compenso però erano bianche, dolci e nutrienti. Morire di fame era ormai l’ultima delle loro preoccupazioni. Ma solo perché di preoccupazioni ne avevano già in quantità! da G. Korman, Survival. Avventure su un’isola deserta, Piemme Junior

SCRIVO VERSO

L’INVALSI

Le informazioni esplicite

ome finirà l’avventura C dei tre ragazzi? Immagina e scrivi la conclusione della storia sul quaderno.

• Segna con una ✘ le informazioni che trovi nel testo. I protagonisti si chiamano Hanna, Ian e Luke. I protagonisti vengono da Los Angeles. I ragazzi cercano di accendere un fuoco. I ragazzi si trovano su un’isola. S i nutrono di noci di cocco e di banane.

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IL TESTO NARRATIVO

UNA SFIDA PERICOLOSA Lessico he cosa significa C l’espressione “Era come infilare le gambe in un freezer”? Infilare le gambe nell’acqua gelida. Rinfrescarsi con le gambe dentro il freezer. Sentire le gambe gelate dopo una lunga immersione.

RACCONTO DI ME T i è mai capitato di provocare un amico e lanciarti in una sfida di cui ti sei pentito? Raccontalo ai tuoi compagni e all’insegnante.

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Tutto iniziò quando provocai il mio amico Isak: – Facciamo un bagno nel lago? – È troppo fredda l’acqua. – E tu saresti un nuotatore provetto? Invece sei tutto un bluff, non hai neppure il coraggio di buttarti in acqua! – Piantala adesso, Simon – disse Isak – Se ti diverte tanto buttiamoci! Era come infilare le gambe in un freezer. Man mano che mi immergevo nell’acqua nera mi trasformavo lentamente in una gallina surgelata con la pelle d’oca giallognola. Isak mi aveva già distanziato di un bel po’. Si era tuffato dal molo esibendosi in un arco elegante e armonioso. Quanto a me, quando mi tuffavo mi veniva mal d’orecchi, ma non mi arresi: mi diedi la spinta con i piedi nella direzione verso la quale avevo visto spuntare la zazzera di Isak, e un’onda sbieca fece sparire tutto. Il vento frustava l’acqua, impedendo quasi completamente la visuale. Isak mi superò nuotando a stile libero, sollevando un sacco di schizzi con le sue furibonde gambate. Dopo un attimo era di nuovo scomparso dietro una cortina di onde spumeggianti. Ero solo. Le voci provenienti dalla spiaggia non si sentivano più da un pezzo. E Isak era sparito. Improvvisamente sentii il freddo penetrarmi nelle ossa. Sembrava che migliaia di aghi mi stessero perforando la pelle. Braccia e gambe mi si intorpidirono. Era come quando comincia


IL RACCONTO D’AVVENTURA a fare effetto l’anestesia, e si perde lentamente la sensibilità. Sentivo uno strano torpore, il mio corpo si era fatto pesante e le bracciate sempre più rigide. Per quanto tempo ancora sarei riuscito a resistere? Dovevo tentare di tornare indietro! Mi girai e fui investito dalle onde dall’altra parte. Vedevo i palazzoni ammiccare in lontananza. Li presi come punto di riferimento. Continuavo a bere e a tossire. Andare avanti diventava sempre più faticoso, come se stessi nuotando in una scodella piena di uova sbattute che si addensavano sempre di più man mano che venivano montate. Non voglio morire, pensai. Non volevo sprofondare in quell’orribile acqua nera e morta che mi afferrava con le sue braccia talmente forti che non riuscivo a respirare, che mi stringeva al suo petto ondeggiante impedendomi i movimenti. Sentii che le forze mi stavano abbandonando. Fu allora che udii un grido alle mie spalle. Non poteva essere troppo lontano. Doveva essere Isak! Ero salvo!

COMPRENDO “Ero solo”, “Le voci… non si sentivano più… Isak era sparito”, “il mio corpo si era fatto pesante”. Queste espressioni ti fanno pensare a una situazione di: enessere b paura e pericolo Sottolinea nel testo altre espressioni che ti comunicano la stessa sensazione.

da U. Stark, Il paradiso dei matti, Feltrinelli

VERSO

L’INVALSI

• Rispondi Sì o No. Il narratore racconta che:

Sì No

Simon provoca l’amico Isak l’acqua del lago è gelida i ragazzi hanno dieci anni Simon prende una bella paura Isak aiuta Simon

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IL TESTO NARRATIVO

ROBINSON SULL’ISOLA

TO ESPLORO IL TES

I personaggi S econdo te, chi è il protagonista del racconto? Un pirata. Un uomo naufragato su un’isola deserta. Un selvaggio che vive sull’isola. I fatti sono narrati in: prima persona terza persona

RACCONTO DI ME I mmagina di dover vivere su un’isola deserta, che cosa vorresti portare con te?

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Erano ormai tredici giorni che avevo toccato terra e per undici volte ero tornato sulla nave asportandone tutto ciò che un uomo da solo, senza altri strumenti oltre le mani, poteva prendere; penso che se il tempo si fosse mantenuto buono sarei riuscito a portarmi via tutta la nave, pezzo per pezzo. Ma quando stavo preparandomi a salire a bordo per la dodicesima volta, mi accorsi che cominciava a soffiare un po’ di vento. Tuttavia, sempre con la marea bassa, tornai a bordo e, sebbene ritenessi che più niente poteva esserci rimasto, scoprii in un armadietto tre o quattro cassetti che in precedenza mi erano sfuggiti; nel primo trovai alcuni rasoi, un paio di grosse forbici e una dozzina di coltelli e forchette di ottima qualità; in un altro cassetto trovai qualche moneta europea e brasiliana. Alla vista del denaro sorrisi fra me e me ed esclamai: – A che cosa servi? Non vali niente: nemmeno la fatica di raccoglierti. Ha più valore uno di questi coltelli. Ma poi ci pensai e lo presi. Lo avvolsi in un pezzo di tela e iniziai a costruire un altro galleggiante. Mentre cominciavo a lavorare, però mi accorsi che il cielo si era annuvolato e il vento stava aumentando. Capii che era inutile perder tempo a costruire una zattera e che, per non rischiare d’essere trascinato lontano dall’isola, dovevo far presto ad andarmene. Mi calai dunque in acqua e attraversai a nuoto il profondo tratto di mare che separava la nave dalle secche della spiaggia, con grande difficoltà, un po’ per colpa della roba che mi portavo appresso e un po’ perché le ondate si facevano sempre più alte. Io, però, riuscii a mettermi al riparo sotto la piccola tenda nella quale mi sentivo protetto insieme alle mie ricchezze. da D. Defoe, Robinson Crusoe, Giunti Junior


INSIEME PER IMPARARE FACILE Il racconto D’AVVENTURA SA CHE CO

DOVE

QUANDO

CH I

COME

Il racconto d’avventura narra STORIE e IMPRESE RISCHIOSE portate avanti con coraggio. I fatti si svolgono in LUOGHI MISTERIOSI, SELVAGGI, non quotidiani. Le storie possono avvenire nel PRESENTE o nel PASSATO. I PERSONAGGI sono: • il PROTAGONISTA, quello coraggioso, l’EROE; • l’ANTAGONISTA, colui che ostacola il protagonista; • i PERSONAGGI SECONDARI, tutti gli altri. La STRUTTURA è formata da TRE PARTI: 1. INIZIO; 2. SVOLGIMENTO; 3. CONCLUSIONE.

Ora scriviamo insieme (ricordati di usare anche le parole-chiave in maiuscolo). Il racconto d’avventura narra .......................................................................................................................... . I fatti si svolgono ........................................................................................................................................................ . Possono avvenire nel ............................................................................................................................................... . I personaggi sono ........................................................................................................................................................ ...................................................................................................................................................................................................... . Ogni racconto è formato da ............................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................... . Dopo aver letto più volte ciò che hai scritto, prova a ripetere.

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VERSO LE

COMPETENZE

ROY E GLI ORSI

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Era in gita scolastica con quattro insegnanti e circa trenta compagni. Roy aveva fatto di tutto per restare indietro durante un’escursione a piedi e quando gli altri non guardavano si staccò dal gruppo, abbandonò il sentiero battuto e avanzò a zig zag lungo il versante coperto di alberi. Il suo piano era quello di valicare la cima e ritrovarsi in testa ai suoi compagni. Sarebbe stato divertente se, giunti al campeggio, lo avessero trovato già lì che schiacciava un pisolino… Roy era appena giunto a una radura quando si trovò davanti una grossa orsa con due cuccioli. Sapeva che gli orsi non vedono molto bene, quindi per gli esseri umani la cosa migliore da fare è fermarsi in silenzio. E lui fece così. L’orsa socchiuse gli occhi e, ringhiando, annusò l’aria. Poi emise un verso simile a un colpo di tosse e i suoi cuccioli sfrecciarono via. Roy inghiottì amaro ma non si mosse. Mamma orsa si levò in tutta la sua statura e fece il gesto di scagliarsi su di lui mostrando i denti gialli. Eppure il ragazzino mantenne il controllo e rimase immobile. L’orsa lo studiò attentamente. Dalla sua espressione si capiva che considerava Roy troppo piccolo per costituire una minaccia, infatti si riabbassò sulle zampe e, con un’ultima sbuffata di sfida, si diresse verso i suoi piccoli. Roy rimase lì fermo come una statua di gesso per due ore e venti minuti, finché uno dei suoi insegnanti lo ritrovò. da C. Hiaasen, Hoot, Mondadori

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7. I l luogo in cui si svolge la storia è: una radura una giungla una città un piccolo paese

2. A ll’inizio del racconto Roy sta: divertendosi con i compagni superando la cima di un colle facendo un’escursione schiacciando un pisolino

8. I protagonisti del racconto sono: Roy Roy e l’orsa trenta compagni Roy e gli insegnanti

3. Q uale delle seguenti affermazioni è presente nel testo? Roy avanzò a zig zag lungo il sentiero. Roy avanzò a zig zag lungo il versante. Roy ritornò a zig zag lungo il sentiero. Roy avanzò a zig zag nella foresta.

9. L a storia è ricca di suspense quando: Roy abbandona il sentiero battuto Roy si trova davanti all’orsa Roy rimane fermo per due ore Roy avanza a zig zag

4. R oy davanti alla grande orsa: scappò cominciò a gridare rimase immobile perse il controllo 5. L ’orsa entra in contatto con Roy attivando i sensi: del gusto e del tatto della vista, dell’olfatto della vista e del tatto dell’olfatto e del tatto 6. A lla fine la grande orsa: tornò dai suoi piccoli assalì Roy fuggì lontano si impaurì

Il racconto d’avventura

1. R oy è: in gita scolastica a scuola al mare in vacanza

10. C ollega ogni elemento con il corrispondente ingrediente del racconto d’avventura. la radura Roy la presenza dell’orsa l’immobilità del protagonista

l’imprevisto il luogo il protagonista la soluzione

11. G li avvenimenti sono narrati: da un narratore interno, Roy da un narratore interno, un insegnante da un narratore esterno da un narratore interno, un compagno

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CODING

GIRA LA STORIA

Che cosa accadrebbe se un autore, mentre scrive il suo romanzo, venisse interrotto da nuovi personaggi che vogliono entrare a forza nella sua storia? E non in un punto a caso, ma in un momento ben preciso, scombinando tutti i piani e buttando all’aria la trama. Che cosa accadrebbe, ancora, se la trama dovesse spostarsi all’improvviso in luoghi lontani da dove ha avuto inizio? E se quell’autore fossi proprio tu?

Ormai conosci gli ingredienti per creare un racconto. Giocando a creare le sequenze narrative di un racconto d’avventura hai sicuramente bisogno dei seguenti elementi. Ci sono i fatti

Pericoli, misteri, viaggi rischiosi, missioni da compiere. Ci sono i luoghi

Lontani, sconosciuti, esotici, disabitati e ostili. C’è il tempo

Ben determinato, al presente o al passato. Ci sono i personaggi

- Protagonista: coraggioso e leale. - Antagonista: cattivo e furbo, ostacola il protagonista con ogni mezzo. - Personaggi secondari: aiutanti e compagni di avventura del protagonista e dell’antagonista. C’è la struttura

- Inizio. - Svolgimento. - Conclusione.

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METTITI ALLA PROVA E SFIDA I TUOI COMPAGNI PER CREARE IL RACCONTO PERFETTO.

“Gira la storia” è un gioco che unisce le caratteristiche del coding (cioè l’attenzione alle relazioni tra gli elementi, alle sequenze logiche e ai cicli matematici) al gioco narrativo e all’incidente fantastico da cui nascono le migliori storie. Si gioca a squadre. Ogni squadra ha a disposizione: quattro “storie aperte”, quattro inizi da completare e sedici carte intreccio per complicare i fili della trama avversaria. Lo scopo del gioco è di individuare gli elementi costituenti ciascuna storia e di raggiungerli tramite un percorso costruito con le frecce direzionali. REGOLE E ISTRUZIONI SI TROVANO NELLA GUIDA DELL’INSEGNANTE

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LEGGO i CLASSICI

LA MUMMIA VIVENTE Il banchetto della sera prima aveva messo a dura prova i miei nervi, lasciandomi con un terribile mal di testa e un sonno tremendo. Invece di trascorrere fuori la serata come avevo avuto intenzione di fare, pensai che sarebbe stato meglio mangiare qualcosa e infilarmi subito a letto. Una cenetta leggera, naturalmente. Io adoro il pane tostato ricoperto di formaggio fuso. A volte non è saggio mangiarne più di mezzo chilo, ma non ci sono problemi ad arrivare al chilo; basta aggiungerne uno, ed ecco che diventano tre. Forse arrivai a quattro, mia moglie dice cinque, ma si trattava del numero di bottiglie di quella birra scura senza la quale è meglio evitare il pane tostato. Terminato quel pasto frugale, mi infilai il berretto da notte deciso a tenerlo fino al mezzogiorno dell’indomani, posai il capo sul cuscino e, grazie alla mia coscienza perfettamente pulita, caddi in un sonno profondo. Le speranze di noi uomini non vengono mai esaudite: avevo appena cominciato a russare che qualcuno suonò furiosamente il campanello della porta di casa e si mise poi a tempestare di pugni la porta, svegliandomi di colpo. Meno di un minuto dopo, mentre mi stavo ancora stropicciando

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LEGGO I CLASSICI

RACCONTI TITOLO ORIGINALE

Tales

ANNO DI PUBBLICAZIONE

1845

CURIOSITÀ SULL’AUTORE

Edgar Allan Poe nacque a Boston, negli Stati Uniti, nel 1809. Rimase orfano a soli tre anni e fu cresciuto da una famiglia adottiva. Era ossessionato dalla paura di essere sepolto vivo; forse per questo descrive spesso situazioni del genere nei suoi racconti del terrore!

gli occhi, mia moglie mi sbatté sotto il naso un biglietto del dottor Ponnonner, un mio vecchio amico: Mio caro, ti prego di venire subito da me, in modo da condividere la nostra gioia. Grazie alla mia instancabile attività diplomatica sono riuscito a ottenere dal direttore del City Museum il permesso di esaminare la mummia (sai benissimo a quale mi riferisco). Sono stato autorizzato a toglierle le bende e, se lo riterrò necessario, persino a sezionarla. Ci saranno soltanto pochi amici, e tu non puoi certo mancare. La mummia imbalsamata si trova ora a casa mia; stasera alle undici cominceremo a liberarla dalle fasciature. Ponnonner Prima di arrivare alla firma ero già completamente sveglio. In preda all’entusiasmo, saltai giù dal letto, inciampai, e dopo essermi vestito a velocità fulminea mi precipitai a casa del medico. Mi stavano aspettando tutti con ansia, e non appena entrai ebbe inizio l’esame della mummia stesa sul tavolo da pranzo. Ma appena sfiorate le bende, fummo colti dal terrore: la mummia spalancò gli occhi, battendo rapidamente le palpebre, poi starnutì, si alzò a sedere e agitò il pugno davanti a tutti noi. Era una mummia vivente!

ESPRIMITI COLORANDO LE FACCINE DA 1 A 5.

Indice di gradimento:

Curiosità che mi spinge a conoscere meglio l’autore:

Interesse che mi spinge a leggere tutto il libro:

da E.A. Poe, Racconti fantastici e del terrore, Piemme Junior

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IL RACCONTO DI PAURA

ESPLORO

UNA BIANCA FIGURA Le mie domande CHE CO

SA

narra un racconto di paura?

DOVE

si svolgono i fatti narrati?

QUANDO

accadono e quanto tempo durano?

CH I

sono i personaggi che agiscono in un racconto di paura?

COME

è strutturato un racconto di paura?

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INIZIO Si diceva da sempre che nel bosco di castagni, attraversata la strada bianca, avevano luogo, a notte, le apparizioni più strane. Si affermava che, nelle notti più nere, quando neppure la luna era in cielo e il chiarore delle stelle era spento dalle nuvole, uscisse da un campanile diroccato una bianca figura vestita da monaca. Lo spettro avanzava senza sfiorare il terreno, a piedi scalzi e con aria assente. Noi bambini avemmo l’idea di scoprire quale fondamento possedeva l’antica leggenda. SVOLGIMENTO A forza di parlarne, decidemmo di agire in una nera notte senza luna, lasciati i giochi, scendemmo per la china e ci inoltrammo nel bosco, tenendoci per mano. Non volevamo perderci. Avanti andavano i più coraggiosi. Dietro venivano gli altri, che vincevano la paura con il puntiglio di non abbandonare l’intera comitiva. La notte, a ogni passo, si affollava di rumori che non avremmo saputo decifrare. Erano sibili, bisbigli, grida di uccelli. A una certa svolta, la chiesetta con il campanile si affacciò improvvisa. Apparvero le mura corrose alla luce di un lampo fortissimo. Il vento crebbe di forza, ci avvolse, ci confuse, ci scompigliò i capelli. Allora Marcello, che aveva dieci anni ed era il capo della comitiva, perse un poco del suo coraggio e disse alla piccola truppa: – Andiamo, andiamo! Ormai è tardi! CONCLUSIONE Girammo subito le spalle. Prima però facemmo in tempo a vedere, a una delle finestre della chiesa, la più alta, una figura vestita di bianco. L’apparizione ondeggiò un istante e, mentre il vento ululava, scomparve. da M. Grillardi


Le risposte CHE CO

SA

Il racconto di paura narra vicende insolite cariche di brivido e di mistero, con lo scopo di creare suspense nel lettore e suscitargli paura.

DOVE

I fatti narrati si svolgono in luoghi inquietanti, immersi in atmosfere “da brivido”: incombe il buio e risuonano rumori spettrali... Si tratta di boschi, cimiteri isolati, antichissimi castelli, case o chiese abbandonate; ad esempio, nel brano che hai letto, ci si inoltra nel bosco fino ad arrivare a un campanile diroccato.

QUANDO

Gli avvenimenti accadono nel presente o nel passato, spesso di notte, quando il buio rende tutto più spaventoso.

CH I

COME

Di solito personaggi realistici si imbattono in personaggi mostruosi e ripugnanti: mummie, vampiri, spettri, che li perseguitano e li spaventano. Il racconto di paura è strutturato in tre momenti: inizio – svolgimento – conclusione. Nel brano che hai letto l’inizio introduce il mistero della storia, narrando la leggenda del fantasma della monaca. Lo svolgimento narra come un gruppo di bambini si inoltra nel bosco di notte alla ricerca del fantasma, nell’incalzare della suspense e della paura. La conclusione chiude la storia con il culmine della paura per l’apparizione del fantasma.

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IL TESTO NARRATIVO

TO ESPLORO IL TES

Il luogo Dove è ambientata la storia? ............................................................ Sottolinea nel testo le espressioni usate per creare un’atmosfera “da brivido”.

VERSO

L’INVALSI

Leggendo “fra le righe” del testo, collegando fra loro le informazioni esplicite e basandoti sulle tue conoscenze, puoi ricavare altre informazioni nascoste: le informazioni implicite. • Segna con una ✘ le informazioni che puoi capire dal testo, anche se non sono scritte: s iamo in autunno perché le foglie sono secche il protagonista viene inseguito da creature con zampette e volto cattivo l’età del protagonista il motivo che lo ha portato nel bosco

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UN BOSCO SPAVENTOSO Si inoltrò nel bosco, dove la luce era più scarsa; gli alberi si facevano via via più fitti e, sui due lati del sentiero, si spalancavano tane simili a bocche ghignanti. Tutto era silenzioso, adesso, con la luce che svaniva come una marea calante. Fu allora che apparvero. All’inizio gli sembrò di scorgere un volto dietro alle sue spalle. Un volto piccolo, affilato e malevolo, che lo osservava da una tana. Quando si volse, quella presenza era svanita. Affrettò il passo. Ma ora ogni tana d’un tratto sembrava ospitare un volto che lo fissava con ostilità e cattiveria: occhi duri, penetranti, malvagi. Abbandonò il sentiero e si tuffò nel fitto del bosco. Fu a quel punto che cominciò il sibilo. Appena lo udì era fioco e sottile. Poi si levò da ambo i lati e sembrava attraversare l’intero bosco. Poi cominciò lo scalpiccio. Dapprima il suono era lieve. Poi il rumore crebbe, prese un ritmo che riconobbe per quello di zampette in corsa e si fece via via più vicino. Lo scalpiccio aumentò di intensità, fino a sembrare grandine sul tappeto di foglie secche che lo circondava. Il bosco intero pareva correre, correre veloce… Precipitato nel panico, anche lui cominciò a correre. Si scontrò contro qualcuno o qualcosa. Continuò a correre, inciampò in una radice, sentì sul collo l’alito caldo di una creatura che non si azzardò a guardare. Alla fine, stremato, trovò rifugio nel cavo oscuro di un vecchio faggio. da K. Grahame, Il vento nei salici, Einaudi Ragazzi


IL RACCONTO DI PAURA

SPAVENTAPASSERI VIVENTI Continuavo a fissare il folto degli alberi. Mi portai una mano alla bocca, vedendo una sagoma scura emergere tra l’ombra di due alti pini. Vidi il vestito scuro e rigonfio. La testa di tela scolorita. Il cappellaccio nero calcato sugli occhi dipinti. Vidi la paglia spuntare dalle maniche della giacca. Uno spaventapasseri! Guardando il suo sorriso immobile e maligno, aprii la bocca per urlare… ma non riuscii a emettere suono. Fu allora che una mano mi afferrò alla spalla. – Oh! – gridai voltandomi di scatto, in preda allo spavento. Stanley mi guardava, preoccupato. Lui e Mark erano dietro di me. – Jodie, cosa succede? – mi chiese – Tuo fratello e io abbiamo avuto l’impressione di sentirti chiamare. – No. Io… io… Il cuore mi batteva così forte che riuscivo a stento a parlare. – Datti una calmata, Jodie – mi disse Mark, facendomi il verso. – Ho visto uno spaventapasseri! – riuscii finalmente a dire tutto d’un fiato. La bocca di Stanley si spalancò. – Uno spaventapasseri? Qui nel bosco? – Stava… stava camminando… – balbettai – l’ho sentito. L’ho sentito camminare. Dalla bocca aperta di Stanley sfuggì un suono strozzato. Mark continuava a fissarmi. I suoi lineamenti erano contratti dalla paura. – È là dietro! – gridai – Proprio là! Guardate! Indicai con il dito il luogo in cui lo avevo visto. Ma non c’era più.

TO ESPLORO IL TES

I personaggi I l protagonista del racconto è un personaggio: realistico fantastico S ottolinea nel testo tutte le parti riferite al personaggio spaventoso. Q uale di queste immagini lo rappresenta meglio?

da R. L. Stine, Spaventapasseri viventi, Mondadori

SCRIVO Individua nel testo i tre momenti della storia colorando la barra come indicato. inizio – svolgimento – conclusione Ora completa il riassunto. Jodie si trova ................................................ . Vede tra due alti pini .............................. ................................................. e prova tanta ................................... . Stanley e Mark le chiedono ............................................ . Lei indica il ................................................................ ....................... ma ................................................................. .

Q uale caratteristica lo rende inquietante? Il fatto che si muove. Il fatto che ha un cappellaccio. Il fatto che è nel bosco.

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IL TESTO NARRATIVO

UNA VISIONE ORRIPILANTE Lessico ancella le due parole C che non possono essere usate come sinonimo di “fetore”. cattivo odore aria maleodorante fragranza puzzo profumo

COMPRENDO Che cosa narra il racconto? Harry e Ron si imbattono in un mostro e lo chiudono in una stanza. Harry e Ron si chiudono in una stanza per sfuggire a un mostro. S ottolinea nel testo i momenti di suspense. Essi sono introdotti da: dati uditivi dati olfattivi dati tattili

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Harry annusò l’aria e gli giunse alle narici un orrendo fetore, un misto di calzini sporchi e di gabinetto pubblico non pulito da tempo. E poi lo udì: un cupo grugnito e i passi strascicati di piedi giganteschi; qualcosa di enorme avanzava verso di loro. Fu una visione orripilante. Alto più di tre metri, aveva la pelle di un color grigio granito senza sfumature, il corpo bitorzoluto come un sasso, con in cima una testa piccola e glabra, come una noce di cocco. Le gambe erano corte e tozze come tronchi d’albero e i piedi piatti e ricoperti di corno. L’odore che emanava da quella creatura era incredibile. Aveva in mano un’immensa clava di legno che strascinava per terra per via delle braccia troppo lunghe. Il mostro si fermò vicino a una porta e guardò dentro. Agitò le lunghe orecchie cercando, con la sua mente limitata, di prendere una decisione: poi, con andatura goffa e lenta, entrò. – La chiave è nella toppa – bisbigliò Harry. – Potremmo chiuderlo dentro. – Buona idea – disse Ron nervoso. Strisciando lungo il muro, raggiunsero la porta, che era aperta; avevano la bocca secca e pregavano in cuor loro che il mostro non avesse deciso di uscire. Con un grande balzo, Harry riuscì ad afferrare la chiave, chiuse la porta e la sprangò. – Ecco fatto! Tutti ringalluzziti dalla vittoria, risalirono di corsa il passaggio ma, una volta giunti all’angolo, udirono qualcosa che gli raggelò il sangue nelle vene: un acuto grido di terrore, che proveniva dalla stanza che avevano appena chiuso a chiave. da J. K. Rowling, Harry Potter e la pietra filosofale, Salani


IL RACCONTO DI PAURA

TERRORE AL MUSEO La classe, in visita al museo, entrò nella sala dell’antico Egitto. – Non toccate nulla e state lontani dalle vetrine! – disse la maestra. – Guardate che super sarcofago! – disse Andrea ai suoi compagni. – Sopra ci sono tanti buffi disegnetti. Francesco rise: – Macché disegnetti, si chiamano geroglifici! – Quella è la lingua degli Egizi! – disse solennemente Vittoria, che sapeva tutto. Andrea si avvicinò al vetro per osservare meglio, ma perse l’equilibrio e finì contro la vetrina, mandando il vetro in frantumi. – Accidenti! – gridò mettendosi le mani davanti alla bocca. il sarcofago oscillò e finì al suolo, e con un grande tonfo si spaccò a metà. Tutti urlarono dallo spavento. Dal sarcofago si sprigionò un denso fumo giallo e tra la nebbia apparve una mummia spaventosa. Le bende giallastre che la ricoprivano lasciavano solo due buchi neri al posto degli occhi. – Chi ha osato disturbare il mio sonno? – tuonò la mummia con una voce d’oltre tomba. Poi vide Andrea, Francesco e Vittoria lì davanti e disse: – Voi tre avete profanato la mia piramide! La mummia alzò le braccia al soffitto e scatenò una tempesta di sabbia che sommerse la classe, maestra compresa, facendola scomparire. Restarono fuori solo i tre amici, tutti tremanti. da F. Sillani, Il libro dei mostri, Einaudi Edizioni

COMPRENDO Quale altro titolo potresti dare al racconto? Scrivilo e poi confrontati con i compagni. ............................................................................................

Lessico “ Profanare“ vuol dire… offendere, violare con atti e comportamenti oggetti e luoghi sacri.

SCRIVO D ove saranno finiti i compagni di classe e la maestra dei tre bambini? Immagina e scrivi sul quaderno un finale per il racconto.

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LABORATORIO

del

LESSICO

GLI UCCELLI NOTTURNI

VAI AL LIBRO DI

S C R I T TU R A

Una notte Joakim si era svegliato all’improvviso. Sentiva fruscii nell’aria. Dappertutto. Li vide anche: ombre nere. Ancora più nere della notte. Erano sbucati fuori dall’oscurità e adesso erano lì, davanti a lui. Frullio di grandi ali dalle piume arruffate. Occhi rossi che lo fissavano. Come di fuoco. E poi i becchi… grandi, spalancati, minacciosi. Cercavano di colpirlo. Sempre più vicini, a migliaia. La notte era piena di uccelli. L’oscurità non era che uccelli. La sua stanza traboccava di uccelli. Volevano prenderlo. Urlò e si rannicchiò sotto il piumino. I primi uccelli colpirono il letto con gli artigli, cercando di strappare le coperte. Udì gli uccelli gridare. Grida forti e roche, più forti delle sue. Joakim si mise a piangere e a urlare. – Joakim! – gridò la mamma subito accorsa. Il bambino tra i singhiozzi le raccontò che cosa era successo. – La finestra è chiusa – spiegò la mamma – e gli uccelli potevano entrare solo da lì! Joakim le indicò lo sportello dell’armadio aperto che mostrava vestiti e oscurità. – Sono venuti da lì. Guarda, lo sportello è aperto: sono stati loro. La mamma si avvicinò all’armadio e disse: – Qui non ce n’è la minima traccia. Io ho lasciato aperto lo sportello ieri sera quando sono venuta a riporre le tue magliette! Come vedi, l’apparenza inganna. Joakim abbozzò un sorriso e disse: – Tu l’hai lasciato aperto?! Allora ho fatto soltanto un brutto sogno. da T. Haugen, Gli uccelli notturni, Salani

VAI A PAG. 52

ETIMOLOGIA

“Ripostiglio per le armi” è l’etimologia di una parola del testo. Secondo te, lo è di: traccia

armadio

L a parola uccello deriva dal latino avis = “uccello”. Quale sarà, allora, l’attività di un AVICOLTORE? ...............................................................

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PROVERBI

“L’apparenza inganna” è un proverbio: significa che ciò che appare ai nostri occhi spesso non corrisponde alla realtà. Collega ogni proverbio al suo significato. – Chi la fa l’aspetti – Ride bene chi ride ultimo

È meglio aspettare la conclusione di una disputa prima di cantare vittoria. Chi compie un’azione malvagia, presto o tardi ne riceverà un’altra.


INSIEME PER IMPARARE FACILE Il racconto DI PAURA SA CHE CO DOVE

Il racconto di paura narra VICENDE STRANE, cariche di MISTERO. Lo scopo è SUSCITARE PAURA. I fatti si svolgono in LUOGHI INQUIETANTI, “DA BRIVIDO” (castelli, boschi, case o chiese abbandonate…).

QUANDO

Le storie possono avvenire nel PRESENTE o nel PASSATO e spesso di NOTTE.

CH I

Nel racconto di paura i PERSONAGGI REALISTICI si imbattono in PERSONAGGI MOSTRUOSI e RIPUGNANTI.

COME

La STRUTTURA è formata da TRE PARTI: 1. INIZIO; 2. SVOLGIMENTO; 3. CONCLUSIONE.

Ora scriviamo insieme (ricordati di usare anche le parole-chiave in maiuscolo). Il racconto di paura narra ..................................................................................................................................... . I fatti si svolgono in .................................................................................................................................................... . Possono avvenire nel .................................................................................................................................................. . I personaggi sono .................................................................................................................... e si imbattono .......................................................................................................................................................................................................... . Ogni racconto è formato da .................................................................................................................................. ......................................................................................................................................................................................................... . Dopo aver letto più volte ciò che hai scritto, prova a ripetere.

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VERSO LE

COMPETENZE

LA CASA DEL MISTERO

5

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La casa, bassa, era stata bianca un tempo con un largo portico centrale e le persiane verdi, ma ormai si era scurita fino a diventare grigia. Le tegole di legno, consumate dalla pioggia, scivolavano fin sulla grondaia; le querce tenevano lontano il sole. Tutti dicevano che c’era un fantasma maligno che usciva solo di notte e spiava la gente attraverso le finestre; ma io e mio fratello non l’avevamo mai visto. Dill arrivò all’inizio delle vacanze estive. Appena seppe del fantasma cominciò a fantasticare: – Ma che cosa fa là dentro? Se soltanto mettesse fuori la testa! Jem disse: – Ma sì, esce quando è buio pesto. Una vicina ha detto di essersi svegliata nel cuore della notte, una volta, e di averlo visto… la sua testa pareva un teschio. – Mi chiedo a chi somiglierà – disse Dill. Jem ne fece la descrizione: a giudicare dalle sue orme doveva essere alto circa un metro e novantacinque; mangiava scoiattoli crudi e tutti i gatti che riusciva ad acchiappare ed era per questo che aveva le mani macchiate di sangue; aveva una cicatrice lunga e irregolare che gli attraversava tutta la faccia; i denti che gli erano rimasti erano gialli e rotti; gli occhi li aveva molto sporgenti. – Scommetto che non hai il coraggio di andare oltre quel cancello – disse Dill a Jem. Jem non aveva mai lasciato cadere una scommessa, ma questa volta ci pensò così a lungo che Dill gli fece una concessione: – Basta che tu vada e tocchi la casa. Traversammo la stradina e ci fermammo al cancello. Jem si diresse in fretta verso la casa. Battè il muro con il palmo della mano e… tornò indietro sorpassandoci, senza aspettare di vedere il risultato. Dill e io gli fummo subito alle calcagna. Quando ci trovammo in salvo, sotto il nostro porticato, ci voltammo a guardare. La casa era sempre la stessa, cadente e tetra, ma ci sembrò di vedere una persiana che si muoveva… poi la casa tornò immobile. da H. Lee, Il buio oltre la siepe, Feltrinelli

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7. C ompleta il riassunto della parte finale del racconto con le parole proposte. Attenzione: ci sono due parole intruse. strano – impercettibile – porta casa – normalità – persiana

2. Tutti dicevano che: la casa era stregata ogni sera appariva un fantasma n ella casa c’era un fantasma maligno che usciva solo di notte la casa era sempre chiusa

I ragazzi si voltarono e mentre guardavano la .......................................... , notarono il movimento quasi ................................................... di una ................................................ , ma poi tutto ritornò alla ..................................................... .

3. Dill è: u n amico dei due fratelli i l fratello di Jem u n abitante della casa u n abitante del paese

8. I tre puntini, presenti in alcune parti del testo, indicano: c uriosità suspense d ubbio tranquillità

4. Jem ascoltò la scommessa di Dill e: l a accettò senza esitare l a accettò con esitazione s i mise a ridere l a rifiutò 5. Jem battè il muro della casa e: t ornò subito indietro a spettò e ntrò nella casa i ncontrò il fantasma 6. L ’espressione “gli fummo subito alle calcagna” (riga 29) si può sostituire con: g li arrivammo alle spalle l o raggiungemmo subito g li afferrammo i piedi l o seguimmo da lontano

Il racconto di paura

1. Il testo inizia descrivendo: com’era la casa un tempo com’era la casa un tempo e com’è ora chi abitava nella casa un tempo i lavori per ristrutturare la casa

9. “Suspense” significa: m omento di tensione, in cui si sta “con il fiato sospeso” m omento di sollievo, al termine di un pericolo m omento di entusiasmo dopo una vittoria m omento di stanchezza dopo il lavoro 10. I fatti vengono narrati in: p rima persona singolare terza persona singolare p rima persona plurale t erza persona plurale 11. La storia è ambientata in: u na casa u n paese u n bosco a lta montagna

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LEGGO i CLASSICI

DA BAMBINA Io non volevo mai fare colazione al mattino. Il latte, lo detestavo. Il mezzorado ancora di più. Tuttavia mia madre sapeva che a casa della Frances, quand’ero là a merenda, bevevo tazze di latte; e così anche dai Terni. In verità io bevevo quel latte, dai Terni e dalla Frances, con estrema ripugnanza; io bevevo per ubbidienza e per timidezza trovandomi fuori da casa mia. Mia madre s’era messa in testa che il latte, dalla Frances, mi piaceva. Perciò al mattino mi veniva portata una tazza di latte, e io, regolarmente, rifiutavo di toccarla. – Ma è latte della Frances! – diceva mia madre. – È il latte di Lucio, è la mucca di Lucio! – Mi dava da intendere che quel latte erano andati a prenderlo dalla Frances; che Lucio e la Frances avevano una loro mucca personale, e che il latte in casa loro non era comprato dal lattaio, ma fatto venire ogni giorno da certe terre che avevano in Normandia. – È il latte di Lucio! – continuava per un pezzo mia madre: ma siccome io risolutamente rifiutavo di berlo, la Natalina finiva col farmi una minestra in brodo.

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LEGGO I CLASSICI

LESSICO FAMIGLIARE ANNO DI PUBBLICAZIONE

1963

CURIOSITÀ SULL’AUTORE

Natalie Ginzburg è stata una grande scrittrice del Novecento, figura di primo piano della letteratura italiana. In questo romanzo autobiografico racconta la storia della sua famiglia.

Io non andavo a scuola, benché fossi nell’età di andarci; perché mio padre diceva che a scuola si prendono microbi. Anche i miei fratelli avevano fatto le elementari in casa, con maestre, per la stessa ragione. A me, dava lezione mia madre. Io non capivo l’aritmetica; e non riuscivo a imparare la tavola pitagorica. Mia madre si sgolava. Prendeva in giardino dei sassi e li allineava sul tavolo; o prendeva delle caramelle. Le caramelle, mia madre le comprava soltanto per insegnarmi l’aritmetica. Mia madre s’era abbonata, per imparare moderni metodi didattici, a una rivista scolastica, che si chiamava “I diritti della scuola”. Non so cos’abbia imparato, su quella rivista, riguardo ai sistemi pedagogici; forse nulla; aveva però trovato lì una poesia, che le piaceva molto e che usava recitare.

ESPRIMITI COLORANDO LE FACCINE DA 1 A 5.

Indice di gradimento:

Curiosità che mi spinge a conoscere meglio l’autore:

Interesse che mi spinge a leggere tutto il libro:

da N. Ginzburg, Lessico famigliare, Mondadori-De Agostini

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ESPLORO

IL RACCONTO AUTOBIOGRAFICO RICORDO L’INDIA

Le mie domande CHE CO

SA

narra un racconto autobiografico (o autobiografia)?

DOVE

si svolgono i fatti narrati?

QUANDO

accadono e quanto tempo durano?

CH I

sono i personaggi di un racconto autobiografico?

COME

è scritto e strutturato un racconto autobiografico?

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Conservo molti ricordi di quando da piccolo vivevo in India. Quando vivevo in India, ogni giorno mi arrampicavo sull’albero di mango che cresceva dietro la mia casa e, se i frutti erano rossi e maturi, li mangiavo facendo schioccare forte la lingua. In India, quando soffiavano i monsoni, io correvo a piedi nudi sotto la pioggia e giocavo con le pozzanghere. Adesso, in Italia, la mia maestra dice che quando piove devo aprire l’ombrello. Quando vivevo in India, vicino alla mia casa c’era un lago grandissimo. Sembrava un mare. Io e gli altri bambini andavamo sempre lì a giocare e a fare il bagno. L’acqua era dolce e a me piaceva nuotare. Mi piaceva anche pescare. Pescavo con i miei amici in un piccolo stagno proprio di fronte a casa. Non pescavo con la canna da pesca, ma con un galleggiante di bambù. Al galleggiante legavo un filo con l’amo, poi aspettavo. Quando il pesce abboccava, il galleggiante s’inclinava un poco. Allora io prendevo un ramo e lo acchiappavo. Adesso che vivo in Italia, i pesci, con la plastica e la carta d’argento, sembrano nati e cresciuti in un frigorifero del supermercato. E anche il miele sembra che si sia formato da solo dentro un vasetto di vetro. da E. Nava, K. Mazzoleni, Sognando l’India, Piemme Junior


Le risposte

SA CHE CO

DOVE

La parola “autobiografia” è formata da tre parole: auto = “da sé” + bio = “vita” + grafia = “scrittura”; quindi, significa: “racconto della propria vita”. L’autobiografia racconta fatti di vita reale accaduti all’autore del testo e ricordi del suo passato, accompagnati, spesso, da riflessioni ed emozioni personali. I fatti narrati si sono svolti in luoghi reali, appartenenti alla vita dell’autore.

QUANDO

Gli avvenimenti narrati, poiché sono stati già vissuti dall’autore, si svolgono solo nel passato che, in genere, è ben precisato con la data.

CH I

Il protagonista del racconto autobiografico è l’autore stesso, che narra in prima persona la sua vita. Gli altri personaggi sono persone che l’autore ha realmente conosciuto nella sua vita: familiari, amici…

COME

Il racconto autobiografico è scritto in prima persona dall’autore, che racconta la sua vita dando voce ai suoi sentimenti e riflessioni, con un linguaggio familiare, ma allo stesso tempo accurato, perché l’autobiografia è scritta per essere letta da altri. Quando il racconto riporta episodi, segue la struttura tipica degli altri testi narrativi: inizio – svolgimento – conclusione.

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IL TESTO NARRATIVO

TO ESPLORO IL TES

L’autore e il protagonista S ottolinea come indicato: il nome di chi ha scritto il brano il nome del protagonista Sono la stessa persona? Sì No I fatti sono narrati: in terza persona in prima persona L e altre persone presenti nei ricordi della protagonista sono: altri bambini i genitori

HO SCELTO DI FARE L’ASTROFISICA Ho avuto una vita molto fortunata, grazie ai miei genitori, che mi hanno sempre dato fiducia, insegnandomi l’amore per la libertà e la giustizia e il rispetto per ogni essere vivente. Erano in sintonia con la natura e vedevano in tutti gli esseri viventi qualcosa di prezioso, da amare e rispettare. Mi chiamo Margherita, ero figlia unica e spesso sentivo la mancanza di altri bambini con cui giocare. Ma i miei, soprattutto il babbo, giocavano con me. Dalla prima elementare al liceo è stato per me un periodo lunghissimo della mia vita. Ogni anno di scuola un’eternità, ogni estate un lungo intervallo!

COMPRENDO I ndica se le seguenti frasi sono vere (V) o false (F). – I genitori di Margherita non la lasciavano libera. – I genitori di Margherita rispettavano le sue scelte. – Margherita è sempre stata allegra e ottimista. – I genitori di Margherita non davano importanza alla scuola. – Margherita aveva un carattere competitivo.

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V V V V V

F F F F F


IL RACCONTO AUTOBIOGRAFICO Ho sempre goduto di buona salute, il che mi ha permesso di essere forte e ottimista e di affrontare la vita e la carriera scientifica un po’ come lo sport, con spirito agonistico. Ho sempre avuto un piglio allegro e risoluto. Non mi sono mai fatta intimidire, anche se da giovane ero chiusa e introversa. Ho sempre avuto difficoltà a comunicare con il prossimo, ma il mio carattere competitivo mi ha aiutato più di una volta nella vita. Per fortuna i miei genitori, anche se ormai facevano fatica a tenere il passo con le materie che affrontavo, continuavano a sostenermi, a farmi capire che la scuola non era solo un dovere, ma una continua occasione di apprendimento. Loro, che ormai non potevano più essermi d’aiuto in senso stretto, appoggiavano il mio impegno con entusiasmo da tifosi e un profondo rispetto per le mie decisioni. Ecco perché ancora oggi, quando un ragazzo o una ragazza mi chiede quale corso di studi conviene intraprendere, io do sempre la stessa risposta: – Fai una scelta responsabile purché sia la tua scelta. Io ho scelto di fare l’astrofisica!

Lessico I ndica il significato delle seguenti espressioni, poi usale per comporre due frasi sul quaderno. “con spirito agonistico”: in modo combattivo, competitivo con prudenza in modo arrendevole “piglio allegro e risoluto”: atteggiamento fiducioso e severo atteggiamento spensierato e superficiale atteggiamento vivace e deciso

da M. Hack, Nove vite come i gatti, Rizzoli

DICO LA MIA “ Fai una scelta responsabile, purché sia la tua scelta”. Che cosa pensi di questa affermazione? Ti ritieni un tipo che: riesce a ragionare con la propria testa. si lascia condizionare molto dall’opinione degli altri. Hai qualche idea di chi vuoi diventare da grande? .........................................................................................................

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IL TESTO NARRATIVO

UN AQUILONE SPETTACOLARE 5

ESPLORO IL TESTO

La trama

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Gli eventi narrati sono: reali fantastici Sono accaduti: all’autore a un’altra persona Si tratta: della costruzione di un aquilone dell’acquisto di un aquilone S ottolinea nel testo le espressioni che ti fanno capire l’emozione del protagonista.

SCRIVO P ensa a uno dei tuoi ricordi più significativi ed emozionanti e scrivi un testo autobiografico sul quaderno.

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Una mattina vedemmo nostro padre davanti a casa, affaccendato con grandi fogli di carta da pacco, lunghe stecche ricavate da canne, barattoli di colla di farina e gomitoli di spago. Fu una giornata indimenticabile: lavorammo tutti insieme per ore e ore. Il risultato fu un aquilone spettacolare, robusto come un aeroplano, con una coda lunghissima e, per tenerlo, un grosso gomitolo di spago che non ci stava neppure nelle mani. Trasportammo il drago sul prato. I nostri cuori battevano quando papà ci dette tutte le istruzioni per il via. Noi dovevamo sollevare quel drago enorme quanto più in alto potessimo, reggergli la lunghissima coda e, a un suo ordine, mollare tutto. Lui, che teneva il gomitolo dello spago, dopo aver spiato il vento, prese a un tratto la rincorsa in direzione opposta e ci gridò di mollare. Trepidanti seguimmo il mostro, che barcollò, ondeggiò, poi, trasportato dal vento, cominciò a salire e ad allontanarsi nel cielo. Fra lo stupore commosso di tutti noi, si levò più su del campanile. Lo vedevamo piccolo come un falchetto, superbo nel volo. Il filo vibrava e noi facevamo fatica a trattenerlo. da G. Stuparich, Ricordi istriani, Einaudi

VERSO

L’INVALSI

Le informazioni implicite • Rileggi il testo, poi rispondi. “Fu una giornata indimenticabile: lavorammo tutti insieme per ore e ore.” (riga 4/5) A che cosa lavorarono? .......................................................................................................................... “Trasportammo il drago sul prato.” (riga 9) Di quale drago si tratta? ..........................................................................................................................


IL RACCONTO AUTOBIOGRAFICO

UNA NUOVA VITA Il brano racconta dell’arrivo a Parigi di Marie Curie, una giovane donna polacca che ha dedicato la sua vita alla scienza, compiendo importantissime scoperte. Arrivai a Parigi esausta, e all’inizio la città mi sembrò terrificante. Era enorme, vorticosa. Era tutto così diverso dal mondo a cui ero abituata, e mi sembrava impossibile adattarmi a vivere in un posto come quello. Ma Parigi una cosa bella ce l’aveva. Anzi una cosa bellissima. L’università! Ero libera di frequentare le lezioni che volevo, come e quando volevo. Potevo scegliere i corsi che mi piacevano di più e decidere quando dare gli esami. Per la prima volta nella mia vita mi sentivo padrona del mio destino: ero in grado di fare qualunque cosa, ero abbastanza forte da superare ogni ostacolo. Così, dopo solo sei mesi, dissi a mia sorella Bronia che volevo andare a vivere da sola. Andai a vivere in una soffitta ammobiliata nel Quartiere Latino. Era una zona per studenti squattrinati, e io ero la più squattrinata di tutti. Nel palazzo abitavano solo uomini, ed erano uomini anche i miei compagni di classe. Quando mi iscrissi all’università, su novemila studenti, c’erano solo duecento ragazze. E quando mi laureai in scienze, nel 1893, insieme a me c’era solo un’altra studentessa. Due donne laureate in un intero anno. In tutta la Sorbona. da D. Morosinotto, Marie Curie, la signora dell’atomo, Edizione El

TO ESPLORO IL TES L’autore, il luogo, il tempo I l testo è scritto:

in terza persona

in prima persona

Sottolinea nel testo il luogo in cui è ambientata la vicenda. I luoghi descritti sono luoghi reali?

No

N el testo viene citata una data precisa: cerchiala. Che cosa indica? ...............................................................................................................

Lessico L a protagonista del racconto si sente ”padrona del suo destino”. Sai che cosa vuol dire? Sottolinea nel testo le espressioni che te lo fanno capire.

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IMPARO

ad

ASCOLTARE

PRIMA DELL’ASCOLTO mi incuriosisco Il racconto di oggi si intitola:

L’ISOLA DI MOGUL

1. A quale tra queste isole, ti fa pensare?

un’isola di pirati

un’isola sperduta nell’oceano

2. Questi sono alcuni nomi che compaiono nel racconto: Antonis – Germania – Zwickau – Atene – Monika Ti fanno venire in mente: una storia di viaggi un racconto d’avventura

un’isola abitata

la storia di un’esperienza vissuta

DOPO L’ASCOLTO comprendo e commento 3. Completa le frasi colorando la parte corretta. Antonis è un bambino emigrato in Germania emigrato in Grecia . Mogul è il nome reale di un’isola attribuito da Antonis a Corfù . Antonis si è messo a piangere perché era stato escluso da un gioco i compagni lo avevano picchiato . Monika è una maestra gentile e premurosa con Antonis scortese con Antonis . 4. Quali sentimenti, secondo te, non sono presenti nella storia? Segnali con una ✘. nostalgia paura vergogna gelosia gentilezza rimpianto 5. Perché, secondo te, Antonis tiene sul comodino un barattolo con dentro la sabbia? ............................................................................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................................................... ESPRIMITI COLORANDO LE FACCINE DA 1 A 5.

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Testo audio e in GUIDA

Indice di gradimento:


INSIEME PER IMPARARE FACILE Il racconto AUTOBIOGRAFICO CHE CO

SA

DOVE

Il racconto autobiografico (auto = “da sé” + bio = “vita” + grafia = “scrittura e, dunque, “racconto della vita scritto da sé”) narra FATTI DI VITA REALE accaduti a chi ha scritto il testo. I fatti si svolgono in LUOGHI REALI, appartenenti alla vita dell’autore.

QUANDO

Le storie sono avvenute nel PASSATO e, spesso, sono precisate con la DATA.

CH I

Il PROTAGONISTA è l’AUTORE STESSO. Gli ALTRI PERSONAGGI sono persone realmente conosciute (amici, familiari...).

COME

Ciascun episodio, che riporta fatti realmente accaduti, è formato da TRE PARTI: 1. INIZIO; 2. SVOLGIMENTO; 3. CONCLUSIONE.

Ora scriviamo insieme (ricordati di usare anche le parole-chiave in maiuscolo). Il racconto autobiografico narra ....................................................................................................................... .......................................................................................................................................................................................................... . I fatti si svolgono in ..................................................................................................................................................... . Sono avvenuti nel ........................................................................................................................................................... . I personaggi sono................................................................................... ossia ........................................................... e ...................................................................................................................................................................................................... . Quando il racconto autobiografico riporta un episodio, è formato da: ................................. ..........................................................................................................................................................................................................

Dopo aver letto più volte ciò che hai scritto, prova a ripetere.

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VERSO LE

COMPETENZE

SONO MALALA

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Un anno fa sono uscita di casa per andare a scuola e non ci sono mai più ritornata. Sono stata colpita da una pallottola talebana e mentre mi portavano lontano dal Pakistan non ero cosciente. Qualcuno dice che non rivedrò più la mia casa, nel villaggio della valle dello Swat, ma io voglio credere con tutta me stessa che invece ci tornerò. Essere strappati dal Paese che si ama è qualcosa che non auguro a nessuno. Ora, ogni mattina, quando apro gli occhi, vorrei vedere la mia vecchia stanza con tutte le mie cose, i vestiti sparsi sul pavimento e i miei premi scolastici sulle mensole. Invece vivo in un posto che è cinque ore indietro di fuso orario rispetto al Pakistan. Ma il mio Paese è indietro di secoli rispetto a quello dove mi trovo ora. Qui ci sono tutte le possibili comodità: acqua corrente che sgorga da ogni rubinetto, calda o fredda, a seconda di come la si desidera, luci che si accendono con un colpetto all’interruttore, giorno e notte, senza bisogno di lampade a petrolio, forni e fuochi per cucinare, che non obbligano ad andare al bazar a comprare le bombole di gas. Qui tutto è così moderno... si trova persino cibo già cotto e confezionato! Quando sto alla finestra e guardo fuori, vedo edifici alti, lunghe strade piene di veicoli in file ordinate, siepi e prati verdi ben curati, marciapiedi puliti. Allora chiudo gli occhi e per un istante ritorno nella mia valle – le alte montagne dalle cime coperte di neve, il verde ondeggiante dei campi e le fresche acque azzurre dei fiumi – e il mio cuore sorride guardando la gente dello Swat. La mia mente mi riporta a scuola, e lì ritrovo le mie compagne e i miei insegnanti. Trovo Moniba, la mia migliore amica, e ci sediamo insieme, chiacchierando e scherzando, come se non me ne fossi mai andata... Poi mi ricordo di essere a Birmingham, in Inghilterra. da M. Yousafzai, Io sono Malala, Garzanti

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2. Ora Malala vive a: Londra Swat Milano Birmingham 3. Malala ha lasciato il suo Paese: per studiare per lavorare perché è arretrato perché è stata costretta 4. Malala nei confronti del suo Paese: prova una profonda paura conserva bei ricordi nutre molta rabbia s ente un profondo attaccamento e la voglia di tornare 5. Quale frase non è vera? M alala ogni mattina vorrebbe svegliarsi nella sua vecchia stanza. N el Paese dove ora vive, ci sono tutte le comodità. D alla finestra della nuova casa vede le alte montagne. D alla finestra della nuova casa vede alti edifici e strade trafficate. 6. O rdina i fatti in base a come accadono nel racconto. Malala ha nostalgia del suo Paese e della sua migliore amica. Malala ora vive in Inghilterra. Malala spera di tornare al suo Paese d’origine. Malala è stata colpita da una pallottola.

7. Moniba è: la sorella di Malala la mamma di Malala una nuova amica la migliore amica di Malala 8. S econdo te, Malala è felice Sì No della sua nuova vita? Sottolinea nel testo le parti che motivano la tua risposta.

Il racconto autobiografico

1. Malala è nata in: Inghilterra Italia Turchia Pakistan

ileggi le righe 9-18 e indica le 9. R principali differenze tra Europa e Pakistan presentate da Malala: cibo – acqua corrente abitazioni acqua corrente – luce – gas – cibo abbigliamento – acqua corrente – gas 10. Il brano che hai letto è: un diario un testo fantastico una descrizione un’autobiografia 11. Malala racconta: la vita dei suoi genitori la sua vita la vita di Moniba la vita dei suoi compagni 12. L’autore e il narratore: sono persone diverse sono la stessa persona hanno un rapporto di parentela non si conoscono tra loro 13. Completa. L’autore è ........................................... , scrive in ............................... persona perché narra la .................................................. storia.

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LEGGO i CLASSICI

GIAN BURRASCA PRESTIGIATORE

30 ottobre Ho deciso che quando sarò grande farò il prestigiatore. Iersera mi sono divertito immensamente al teatro. Quel Morgan è molto bravo e ha fatto dei bei giuochi. Io, in tutto il tempo che è durata la rappresentazione, non gli ho levato gli occhi di dosso per scoprire il segreto dei suoi giuochi, ma molti sono troppo difficili. Qualcuno però scommetto che lo saprei fare anch’io, come per esempio quello delle uova, di ingoiare una spada e di prendere in prestito dalle signore un orologio e poi pestarlo in un mortaio e farlo sparire... Oggi voglio esercitarmi ben bene in camera mia e poi quando son sicuro della riuscita voglio dare una rappresentazione in salotto vendendo i biglietti a due soldi alle mie sorelle e a quelli che vengono in conversazione, e tutti resteranno a bocca aperta e impareranno così a rispettarmi di più. Oggi, tanto per provare, ho dato una piccola rappresentazione in giardino ai miei amici Renzo e Carluccio e a Fofo e Marinella che stanno di casa accanto a noi e sono figli della signora Olga, che scrive i libri stampati ed è sempre distratta e sempre affaccendata. Il biglietto d’ingresso era di un soldo a testa. – Mi farebbe la gentilezza qualche signora – ho detto – di prestarmi un orologio d’oro? Lei? – Io non ce l’ho – ha risposto Marinella – ma posso vedere se mi riesce di pigliar quello della mamma. Infatti è corsa in casa ed è tornata in giardino con un bell’orologio d’oro.

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LEGGO I CLASSICI

IL GIORNALINO DI GIAN BURRASCA ANNO DI PUBBLICAZIONE

1912

CURIOSITÀ SULL’AUTORE

Luigi Bertelli sceglie lo pseudonimo “Vamba”, dal nome del buffone del romanzo Ivanhoe. Pubblica le avventure di Gian Burrasca in cinquantacinque puntate nel “Giornalino della domenica”, che solo dopo alcuni anni riunirà in un unico libro: Il giornalino di Gian Burrasca.

Io, che avevo portato con me un piccolo mortaio dove Caterina pesta le mandorle e lo zucchero quando fa i dolci, vi ho buttato dentro l’orologio della signora Olga e col pestello ho incominciato a pestarlo ben bene come fa il Morgan; ma l’orologio era molto duro e non s’è tritato bene, meno il cristallo che si è stritolato subito in mille bricioli. – Osservino, signori! – ho detto – Come loro vedono, l’orologio della signora Marinella non è più riconoscibile... – È vero! – hanno detto tutti. – Ma noi – ho soggiunto io – lo faremo riapparire come era prima! Infatti ho rovesciato il mortaio in un fazzoletto dove ho legato strettamente i pezzi dell’orologio che mi aveva dato Marinella e con molta sveltezza mi sono cacciato il fagottino in tasca. Poi, facendo finta di niente, ho cavato fuori del petto un altro fagottino che m’ero preparato prima e cioè l’orologio della mamma che avevo già involtato in un fazzoletto simile al primo, e mostrandolo agli invitati ho detto: – E là, signori, osservino l’orologio ritornato intatto! Tutti hanno applaudito rimanendo molto contenti dello spettacolo, e Marinella ha preso l’orologio della mamma mia credendolo della sua mamma, e così mi sono fatto molto onore. Stasera darò una grande rappresentazione in casa mia, e credo che andrà splendidamente. Ora preparo i biglietti d’invito.

ESPRIMITI COLORANDO LE FACCINE DA 1 A 5.

Indice di gradimento:

Curiosità che mi spinge a conoscere meglio l’autore:

Interesse che mi spinge a leggere tutto il libro:

da Vamba, Il giornalino di Gian Burrasca, Raffaello

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ESPLORO

IL DIARIO

LE MIE BACCHETTE SPECIALI

Le mie domande CHE CO

SA

racconta un diario?

DOVE

si svolgono i fatti narrati?

QUANDO

è scritto un diario? Quando accadono i fatti narrati?

CH I

sono i personaggi di un diario?

COME

è strutturato un diario?

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16 settembre Diario mio, avere un fratello è un incubo! Averne uno è già di per sé un incubo, ma averne uno come Jeffrey è una vera e propria maledizione. Non tanto perché è più piccolo di me di otto anni, anche se la cosa di certo non aiuta. Non è perché è più bello di me, anche se nemmeno questo aiuta. E non gli basta essere più bello di me e starmi sempre tra i piedi, no, lui distrugge anche tutta la mia roba, autostima e salute mentale comprese. Oggi voglio proprio sfogarmi con te. Perché tu sai bene che io tengo tantissimo alla mia batteria e soprattutto alle mie bacchette che portano scritto l’autografo di Carter Beauford, il mio batterista preferito. Bene, oggi volevo suonare un po’ e ho cercato le mie bacchette speciali. Peccato che le bacchette non fossero più al loro posto! – Jeffrey! Sono corso di sopra come una furia, sperando di fare in tempo anche se le probabilità erano molto scarse. Come sono entrato in cucina, ho visto Jeffrey che “cucinava” sul pavimento. C’erano pentolini ovunque e Jeffrey era tutto preso a mescolare il suo intruglio nella pentola più profonda. Con le mie bacchette speciali. Mi sono avvicinato a lui con sguardo omicida. – Jeffrey! Dammi quelle bacchette! – Ma sto cucinando. – Dammi quelle bacchette! – Ma la torta pazza non è ancora pronta. – Non me ne frega niente di quella schifezza che stai facendo finta di cucinare. Dammi le bacchette! – Guarda che è vera! E lo era. La “torta pazza” di Jeffrey era un simpatico miscuglio di caffè, uova crude e pezzi di guscio, Coca Cola, bacon crudo e tre macchinine da corsa. Le mie bacchette speciali tuttora hanno uno strano odore! Per oggi, ti saluto! da J. Sonnenblick, I 10 mesi che mi hanno cambiato la vita, Giunti


Le risposte

SA CHE CO

Nel diario l’autore scrive per se stesso raccontando le proprie esperienze e confidando alla pagina emozioni, stati d’animo, impressioni, segreti… L’autore si rivolge al diario come a un fedele amico, usando quindi un linguaggio informale e spontaneo. Il diario è usato spesso anche da chi viaggia, per registrare, giorno per giorno, le tappe, i luoghi visitati… Il diario di viaggio può presentare un linguaggio più formale, se l’autore si rivolge a un pubblico di lettori, per lasciare un’importante documentazione. Un esempio di diario di viaggio sono i reportage dei giornalisti.

DOVE

I fatti narrati si sono svolti in luoghi reali, appartenenti alla vita dell’autore.

QUANDO

Il tempo usato è, generalmente, il passato per la narrazione dei fatti vissuti; il presente viene usato per riflessioni e commenti personali. Il diario viene scritto giorno per giorno o a periodi e ciò è sempre precisato dalla data.

CH I

COME

Il protagonista del diario è l’autore stesso, che racconta di sé in prima persona. Gli altri personaggi sono persone con cui l’autore entra in contatto nelle varie esperienze. La struttura del diario prevede: – data e formula di apertura; – fatti e riflessioni; – formula di saluto finale.

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IL TESTO NARRATIVO

ACQUISTI!

20 luglio 2010 Super diario. Sabato. Sono esaurito. Comunque, è buffo: quando c’è scuola, il sabato uno si riposa, uff, respira dopo una settimana di agitazione, si distende, si prende una pausa. In vacanza, è il contrario: ti annoi dal lunedì al venerdì e al sabato giri a cento all’ora. In ogni caso, è così che è andata oggi. Mia madre era quasi di buon umore. Alle nove in punto mi ha trascinato al centro commerciale perché era la fine dei saldi. Abbiamo attraversato di corsa tutto il reparto abbigliamento. Mi ha fatto provare due jeans, una tuta, un paio di scarpe da ginnastica e tre magliette. Ha scelto tutto senza chiedere il mio parere, si è comprata un vestito scollatissimo – io disapprovo, ma lei non legge qui e non lo saprà mai. È chiaro che IO sono il solo autorizzato a leggere questo diario. Lo dico nel caso che un nemico sbirciasse queste righe. E IO preciso a tutti gli sguardi nemici che si ficchino un dito nell’occhio se pensano di poter curiosare nel mio diario senza che io me ne accorga. Chiaro? – e ha trovato un paio di bermuda per mio padre. Siamo passati anche al reparto alimentari: il carrello era pieno e ho dovuto portare a mano due confezioni da sei di acqua gassata. Uff, com’è complicata la vita! Ciao super diario! da B. Friot, Il libro delle mie vacanze disastrose e degli scarabocchi, Lapis Edizioni

TO Il diario personale ESPLORO IL TES S ottolinea le parti del testo come indicato: data e formula di apertura fatti e riflessioni personali C ompleta colorando il riquadro giusto. Il bambino ha scritto per comunicare sfogarsi . Il testo è scritto in 1a persona 3a persona . Il linguaggio usato è spontaneo e libero rigido e formale . Questo diario è segreto accessibile a tutti .

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saluto finale


IL DIARIO

UN DIARIO IN REGALO! 1 marzo 2004 Caro il mio diario, ti ho ricevuto proprio oggi per il mio compleanno e ti confesso che subito, come regalo, non mi sei sembrato granché. Io mi aspettavo un telefonino, un videogame nuovo, scarpe da ginnastica con cuscinetti d’aria… E invece sei arrivato tu. Il primo istinto è stato quello di buttarti via. Però mia madre mi ha letto nel pensiero e mi ha consigliato di non farlo e provare per un po’. Per un mese, almeno. Poi mi ha spiegato che non ti dovevo considerare come un impegno, ma come un amico di carta, e che potevo raccontarti tutte le cose che non direi mai agli altri amici, quelli di carne e ossa, intendo. Allora non ti ho buttato, perché di cose che non posso dire a voce alta ne ho tante, ma proprio tante. Oh, niente di grave o di illegale, naturalmente: non sono un bandito o un ladro. Sono solo un ragazzino di dodici anni con una fantasia forse un po’ esagerata, che mi fa pensare e vedere cose che forse è meglio se le tengo per me. Insomma, caro diario, per farla breve ho fatto un patto con mia madre: ti scriverò per un mese e un mese solo, poi deciderò. Se scrivere sulle tue pagine i miei pensieri sarà stato divertente e, soprattutto, se tu avrai tenuto la bocca chiusa, non è escluso che io continui a farlo. Per il momento credo che un mese di bla-bla basti e avanzi. Passo e chiudo.

RACCONTO DI ME ai un diario o ti piacerebbe H averne uno? Lo chiuderesti a chiave o lasceresti che altri possano leggerlo? A quali persone permetteresti di aprirlo? Parlane in classe. Ti ritieni un tipo che: ha tanti segreti da custodire comunica tutto ciò che ha nel cuore

da S. Bordiglioni, Diario di Giulio – TOP SECRET, Einaudi Ragazzi

COMPRENDO Scrivi domande adatte alle risposte. – ...............................................................................................................? Appartiene a Giulio. – ...............................................................................................................? L’ha ricevuto in dono per il compleanno. – ...............................................................................................................? No, perché avrebbe preferito un telefonino. – ...............................................................................................................? Il patto prevedeva la durata di un mese.

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IL TESTO NARRATIVO

ATTRAVERSANDO L’AFRICA

13 marzo 1992 ALGERI

13 marzo 1992 Arrivo ad Algeri in una splendida giornata di sole e vado all’Hotel de L’Aéroport. Ho con me uno zaino rosso e una borsa nera con gli apparecchi fotografici. Al bancone un impiegato con il pizzetto prende il mio passaporto e mi accoglie con uno stentato saluto in italiano. Mi tocca l’ottavo piano e la camera è rovente come una sauna. Il condizionatore non funziona e dalle bocchette non esce altro che aria calda. Nella stanza aleggia un odore antico di polvere e di muffa. Vorrei cercare di partire al più presto. Scendo alla reception per chiedere informazioni su un autobus per Tamanrasset. L’uomo sgrana gli occhi, secondo lui è assurdo arrivare là in autobus, ci si potrebbe impiegare una settimana: c’è un aereo ogni giorno, sarebbe molto più comodo! Una settimana per duemila chilometri di strada asfaltata? Preoccupante, sarei già fuori media... e subito dopo incontrerei il deserto, dove non posso sperare di percorrere più di un centinaio di chilometri dall’alba al tramonto... Mi sorprendo già a ragionare sui famosi trecento chilometri giornalieri che mi sono imposto per realizzare l’“idea eccezionale” del mio caporedattore: attraversare l’Africa dall’Algeria al Capo di Buona Speranza con i mezzi pubblici. Contando i giorni a partire da oggi, il quarantesimo giorno sarà il lunedì dell’Angelo, e quel lunedì voglio essere a tutti i costi a Città del Capo, ad ammirare il punto dove l’Oceano Atlantico e l’Oceano Indiano si abbracciano spumeggiando. da S. Ramazzotti, Vado verso il Capo, Feltrinelli

TO L’autore e il protagonista ESPLORO IL TES I n quale giorno sono avvenuti i fatti descritti? ........................................................

scimmie del SUDAFRICA 90

Q uesta data rappresenta: la fine del viaggio la tappa nel deserto il giorno della partenza l’arrivo ad Algeri

D al testo puoi dedurre che l’autore del diario: è in vacanza con la famiglia ha intrapreso un viaggio di lavoro L ’autore scrive: solo per se stesso per far conoscere agli altri il suo viaggio S ottolinea le parti del testo come indicato: l’autore racconta ciò che gli succede le riflessioni dell’autore


INSIEME PER IMPARARE FACILE Il DIARIO CHE CO

SA

DOVE

QUANDO

CH I

COME

Il diario racconta ESPERIENZE, EMOZIONI, STATI D’ANIMO, SEGRETI e TAPPE DI VIAGGIO vissuti dall’autore. Di solito, il diario viene scritto per se stessi. I fatti si svolgono in LUOGHI REALI, appartenenti alla vita dell’autore. Le storie sono avvenute nel PASSATO (per la narrazione dei fatti accaduti) o nel PRESENTE (per riflessioni o commenti). Il PROTAGONISTA è l’AUTORE STESSO. Gli ALTRI PERSONAGGI sono persone reali con cui l’autore è entrato in contatto. Ciascuna pagina di diario presenta una STRUTTURA particolare: 1. DATA e APERTURA; 2. FATTI e RIFLESSIONI; 3. SALUTO FINALE.

Ora scriviamo insieme (ricordati di usare anche le parole-chiave in maiuscolo). Il diario narra ..................................................................................................................................................................... ...................................................... e ............................................................................................................................................... . I fatti si svolgono in ...................................................................................................................................................... . Sono avvenuti nel ........................................................................ o................................................................................ . I personaggi sono ....................................................................... ossia ....................................................................... e ....................................................................................................................................................................................................... . Ciascuna pagina di diario presenta................................................................................................................... ........................................................................................................................................................................................................... . Dopo aver letto più volte ciò che hai scritto, prova a ripetere.

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VERSO LE

COMPETENZE

A LEZIONE DI JUDO

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8 marzo Bene diario, oggi ho indossato per la prima volta uno “judogi”, cioè una specie di kimono resistentissimo che serve per fare judo. E non basta: ho perfino preso la mia prima lezione di judo. La palestra è piccola e calda. Dentro non c’è niente a parte un tappetone a terra che si chiama “tatami”. Attorno al tappetone, quando sono entrato, erano sedute una ventina di persone, grandi e piccole, maschi e femmine, tutte insieme. Tutte indossavano lo judogi, come me, però le cinture erano di diverso colore. Ce n’erano di gialle, di blu, di marrone e di bianche come la mia. Sappi, simpatico diario, che la cintura bianca vuol dire praticamente “principiante-schiappa-nullità-sacco delle botte...” e io avevo la curiosa sensazione di dovermi quasi vergognare per questo. C’era anche una cintura nera, quella del maestro. È un omino piccolo e grassottello, che tutto sembra fuorché un pericoloso lottatore. Invece quando ti mette le mani addosso ti ritrovi a volare a destra e a sinistra senza neanche capire cosa sta succedendo. Comunque oggi, per noi principianti, la lezione non prevedeva combattimenti, ma solo cadute. Infatti la prima cosa che bisogna imparare, e imparare bene, è cadere senza farsi male. Così io e le altre cinture bianche non abbiamo fatto altro, per tutta l’ora, che capriole e tuffi in terra. Cadendo bisogna dare in terra una gran sventola col braccio teso e tenere sollevata la testa. Questo attutisce molto le cadute. Io mi sono divertito moltissimo a capriolare, però mi sono divertito ancora di più a guardare gli altri. Soprattutto un “lungagnone” cintura bianca come me, così rigido nei movimenti che sembrava aver ingoiato il manico di una scopa. Quando lui cadeva a terra non è che battesse forte con le braccia e le gambe, usava piuttosto la schiena, la testa e la faccia. Alla fine della lezione sono tornato negli spogliatoi davvero contento. Il lungagnone invece barcollava e sembrava un po’ in difficoltà. Se non migliora nelle cadute, credo che il judo non gli faccia proprio bene. da S. Bordiglioni, Diario di Giulio – TOP SECRET, Einaudi Ragazzi

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2. Lo judogi (riga 2) è: la palestra di judo un kimono u na specie di kimono molto resistente per il judo un tappetone 3. L a cintura bianca vuol dire “schiappa-nullità” perché è quella dei: partecipanti al corso principianti fannulloni perdenti 4. L a prima cosa che bisogna imparare nel judo è... indossare con rapidità lo judogi sedersi attorno al tappetone cadere senza farsi male combattere 5. O rdina i fatti in base a come accadono nel racconto. I l bambino alla fine della lezione, ritorna nello spogliatoio contento. I l bambino indossa lo judogi per la sua prima lezione di judo. Il bambino si diverte a vedere gli altri cadere. I l bambino per tutta l’ora impara a cadere senza farsi male.

6. L ’autore conclude il suo racconto esprimendo: contentezza e divertimento soddisfazione per aver imparato il judo delusione per aver la cintura bianca stanchezza per l’allenamento

Il diario

1. L ’autore del diario racconta: il suo primo giorno di scuola la sua prima lezione di judo una lezione di judo la sua passione per il judo

7. La storia dura: un giorno più di un giorno un’ora una mattinata 8. L’autore del diario scrive: per se stesso per i genitori per il maestro per chi vuole leggere 9. Q uali caratteristiche del diario trovi nel testo che hai letto? Soltanto la data. La data e la formula di apertura. La data, la formula di apertura, i fatti e le riflessioni. La formula di apertura e di chiusura. 10. L a pagina di diario è scritta con un linguaggio: f ormale s pontaneo e informale d ifficile

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ESPLORO

LA LETTERA

LETTERA DALLE VACANZE Le mie domande SA CHE CO

narra una lettera?

DOVE

è scritta una lettera?

QUANDO

è scritta una lettera?

CH I

scrive una lettera? A chi la scrive?

COME

è strutturata una lettera?

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Salisbury, venerdì 26 agosto Cara Annette Smurton, ti scrivo per raccontarti le mie vacanze. Mi trovo in uno splendido ranch che appartiene a mia zia Winifred. Ogni giorno monto un cavallo diverso. Quello di oggi si chiama Fulmine. (È uno stallone arabo, alto 1 e 60, e siccome nessuno tranne me riesce a domarlo, zia Winifried dice che posso tranquillamente tenermelo io). Divertiti domenica prossima al Pony Club. Da quando sono qui, non mi dispiace più di non farne parte e di non avere un cavallo da montare. È una vergogna che il Pony Club abbia solo quel minuscolo recinto vicino alla fattoria. Scommetto che lo trovi davvero limitato, specialmente per il galoppo. Ogni giorno esco al galoppo e raduno il bestiame. Ieri ho saltato un torrente, che somigliava però più a un fiume in piena. Mia zia dice che sono la migliore cavallerizza che abbia mai visto, e che quando finirò la scuola potrò avere metà di questo ranch. Qui è meraviglioso. Ora devo andare al negozio di selle per ritirarne una nuova, fatta su misura per me. Ti spedirei le foto di Fulmine, ma purtroppo quando ho scattato è entrata la luce nella macchina fotografica. A presto Penny P.S.: C’è un ragazzino qui di fianco, si chiama Alistair. Mi ha fatto vedere un fantastico modellino di razzo che ha costruito con del legno di balsa; lo ha infilato in un cavo che gira tutto intorno al cortile sul retro. da R. Klein, Lettere di una sorella maggiore, Edizioni EL


Le risposte

SA CHE CO

DOVE

QUANDO CH I

COME

La lettera è un testo scritto che ha lo scopo di comunicare con persone lontane. Una lettera può essere: – p ersonale, e raccontare esperienze dell’autore ed esprimere emozioni e sentimenti; è indirizzata a parenti o amici, quindi è scritta con un linguaggio spontaneo e confidenziale; – formale, ed esprimere una richiesta o un reclamo; è indirizzata a un’autorità o a un ente pubblico e usa un linguaggio formale con espressioni di rispetto; – elettronica (e-mail); è una “lettera rapida”, trasmessa via internet; arriva in tempo reale ai destinatari in ogni parte del mondo. Per la sua efficacia e rapidità oggi l’e-mail sta sostituendo sempre più la lettera cartacea. Nella lettera vengono indicati e riportati uno vicino all’altro il luogo e il tempo in cui è scritta.

Chi scrive la lettera è il mittente, chi, invece, la riceve è il destinatario. La struttura della lettera prevede i seguenti elementi: – luogo e data; – intestazione, cioè il nome del destinatario; – m essaggio che riporta l’argomento della comunicazione; – formula di chiusura con i saluti; – firma del mittente; – P .S. (post scriptum) per aggiungere un’ulteriore comunicazione dopo la firma.

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IL TESTO NARRATIVO

LETTERA PER UN FIGLIO Turi, 3 maggio 1931 Caro Delio, ho saputo che vai a scuola, che sei alto ben un metro e otto centimetri, e che pesi diciotto chili. Sei già molto grande e tra poco potrai scrivermi delle lettere. In attesa di ciò, puoi far scrivere alla mamma, sotto tua dettatura, come facevi scrivere a me, a Roma, gli auguri per la nonna. Così mi dirai se a scuola ti piacciono gli altri bambini e cosa impari e come ti piace giocare. So che costruisci aeroplani e treni, ma poi questi aeroplani volano davvero e questi treni corrono? Insomma, io voglio sapere un mucchio di cose, e poiché tu sei così grande e, mi hanno detto, anche un po’ chiacchierino, sono sicuro che mi scriverai, con la mano della mamma per adesso, una lettera lunga, lunga con tutte queste notizie e altre ancora. E io ti darò notizie di una rosa che ho piantato e di una lucertola che voglio educare. Bacia Giuliano per conto mio e anche la mamma e tutti quanti di casa, e la mamma bacerà te a sua volta per conto mio. Antonio P.S.: Ho pensato che tu forse non conosci le lucertole: si tratta di una specie di coccodrilli che rimangono sempre piccini. da A. Gramsci, L’albero del riccio, Editori Riuniti

COMPRENDO uali, tra le seguenti informazioni, Q puoi ricavare dal testo? Antonio è il padre di Delio. Delio è un bambino piccolo. Giuliano è il fratello di Delio. Antonio scrive dal carcere. Antonio scrive da un luogo che si chiama Turi. Antonio è lontano dalla sua famiglia. Antonio vuole conoscere la vita di Delio.

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ESPLORO IL TESTO La lettera C ollega in modo corretto. il P.S. il mittente il contenuto il luogo la data il destinatario

personale

Turi Antonio Delio La descrizione delle lucertole 3 maggio 1931 Il padre scrive al figlio per conoscere la sua vita


LA LETTERA

LETTERA AL MINISTRO All’attenzione del Ministro dell’Ambiente, della tutela del territorio e del mare Gent.mo Signor Ministro, gli insegnanti e gli alunni della Scuola Primaria di Rivabella, Italia, desiderano esprimere la loro preoccupazione per la perdita di petrolio verificatasi nell’Artico. Siamo rimasti sconvolti alla vista della costa inquinata e delle sofferenze patite dalla fauna locale. Abbiamo letto che questo è il peggior disastro ambientale che abbia mai colpito l’Artico e che liberare le acque dal petrolio costerebbe molti miliardi. Noi crediamo però che il prezzo pagato dalla natura locale sarebbe molto più alto. Perciò vorremmo essere sicuri che il suo governo farà qualsiasi cosa in suo potere per impedire che si verifichino altre catastrofi del genere, nella speranza che le generazioni future possano ancora avere una fauna da ammirare. Ringraziandola per l’attenzione, porgiamo distinti saluti. Giulia Rizzi (insegnante) Gli alunni della Scuola Primaria di Rivabella da C. d’Lacey, L’anello mancante, Mondadori

IO

TO ESPLORO IL TES

La lettera formale Q uali sono gli elementi che ti fanno capire che si tratta di una lettera formale? Sottolineali nel testo.

CON GLI ALTRI

I nsieme ai tuoi compagni, focalizza l’attenzione sugli aspetti della tua scuola che vorresti migliorare. Prendi spunto da questi: – avere o migliorare aule e laboratori per dipingere, fare informatica o musica; – migliorare la possibilità di accesso ai locali per i bambini con disabilità. Poi scrivete una lettera formale al Dirigente Scolastico per chiedere un suo intervento.

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IL TESTO NARRATIVO

MIA SORELLA MELANIA

SCRIVO I n quale circostanza useresti una lettera cartacea e in quale, invece, un’e-mail? Scegli e scrivi una delle due lettere sul quaderno.

Da: Da: cecistr@gmail.com

marianna@hotmail.it A: A: mia sorella Oggetto: Oggetto:

VERSO

L’INVALSI

Le informazioni implicite •R ileggi il testo, poi rispondi. “Sfrutta questo suo privilegio” (righe 6-7) Di quale privilegio si tratta? Avere una sorella. Essere la maggiore. Essere una strega. Essere sorelle molto legate.

5

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Ciao Marianna, oggi ho una grande voglia di parlarti di me e del mio problema: mia sorella Melania. Io sarei sempre allegra se non avessi la disgrazia di essere una sorella minore! Non riesco a rassegnarmi all’idea che mia sorella avrà per tutta la vita sette anni più di me. Sfrutta questo suo privilegio, prendendomi in giro e facendomi notare in ogni occasione che può fare più cose di me. Ogni volta, però, quella strega di mia sorella riesce a riconquistarmi. Anzi, a volte non ho dubbi sulla nostra alleanza, come per esempio quando il papà o la mamma ci sgridano. In quei casi ci difendiamo sempre a vicenda. Ci sono poi delle meravigliose e specialissime serate. Sono rare, ma quando avvengono sono dei momenti magici. Di sera, dopo avere discusso a chi tocca sparecchiare, dopo le sue mille telefonate, quando siamo sole in camera, ci scateniamo. Finiamo sempre per parlare anche dei nostri problemi, dei nostri progetti e di tanti piccoli ricordi che abbiamo in comune. Una sera così pareggia i conti di tutte le arrabbiature di una settimana! Capita anche a te con tuo fratello? Aspetto impaziente una tua mail! Cecilia N.B.: In allegato ti invio una bella foto di me con mia sorella! da G. Maldini, Io e mia sorella, Edizioni Elle

TO ESPLORO IL TES

L’e-mail S ottolinea come indicato: l’indirizzo mail del mittente l’indirizzo mail del destinatario l’oggetto della mail

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LA LETTERA

AMICIZIA A DISTANZA Cara Valentina, sono molto emozionata nello scriverti per la prima volta. Scusami se il mio italiano non è perfetto: lo sto ancora studiando. So che hai deciso di diventare mia amica, e ne sono felice. Io posso dimostrarti la mia gratitudine impegnandomi ancora di più nello studio. Studio volentieri perché da grande voglio fare qualcosa di utile per la gente del mio Paese. Io sono nata in un villaggio con pochi abitanti, e si può dire che abbia conosciuto solo donne nella mia vita. Gli uomini vanno a lavorare e non si fanno mai vedere. Sono cresciuta con mia madre e mia nonna. Soprattutto con la nonna: è lei che mi ha accudita mentre mia madre andava in cerca di cibo con le altre donne, ed è da lei che ho imparato tante storie sul mio popolo. Mia nonna non sa né leggere né scrivere, ma conosce molte cose. Le ha imparate da sua madre e da sua nonna, e si raccomanda sempre con me perché io un giorno le trasmetta ai miei figli. Io non so quale sarà il mio futuro. Per ora voglio pensare solo allo studio. Mi piacerebbe diventare medico e lavorare tra la mia gente. Non voglio fuggire come fanno in tanti… Amo l’Africa, le persone che la abitano e le storie che raccontano il suo lungo passato. Don Roberto mi ha detto che sei una bambina esuberante e appassionata. Io, invece, ho un carattere più tranquillo. Però non sono timida e paurosa. Finora non ho mai avuto una vera amica, alla quale confidare pensieri, desideri, sogni. Chissà se potrà nascere un’amicizia così, tra noi. Apparteniamo a due mondi lontani e molto diversi, ma vorrei che fossimo sincere quando ci scriviamo. Aspetterò una tua lettera, e magari anche una tua foto. Ciao, Amina

SCRIVO S econdo te, che cosa risponderà Valentina ad Amina? Immagina la risposta e scrivila sul quaderno.

TO ESPLORO IL TES

Caratteristiche della lettera C erchia in rosso il destinatario della lettera e in verde il mittente. S ottolinea in giallo i saluti finali. C he cosa manca all’inizio della lettera? ......................................................... ...................................................... .....

da A. Petrosino, Sorelle a distanza, Piemme Junior

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LABORATORIO

del

LESSICO

PARTITI Da: Fabrizio A: Giulio, Sara Oggetto: la partenza Insomma, cari Giulio e Sara, siamo partiti. Io e mio padre ora siamo qui, all’aeroporto di Roma Fiumicino, ad aspettare il nostro volo per Casablanca. Adesso dovrei forse confessarvi che sono molto emozionato, perché non capita tutti i giorni di partire per il giro del mondo. Invece no, sono soprattutto stanco da morire. Sveglia ancora prima dell’alba e chilometri e chilometri di macchina nel buio fino a Roma. Poi parcheggia, scarica, fai la fila al check-in dell’ aeroporto, aspetta, e di nuovo una fila per passare al metal detector. E ora sono qui al Gate 7 dei voli internazionali, ad aspettare l’aereo che ci porterà in Marocco. Mentre aspetto, ne approfitto per familiarizzare con questo aggeggio ultra moderno e wireless di mio padre, in certi momenti sembra un telefono che sembra quasi un computer, in altri invece è sicuramente un computer capace di telefonare… boh! Ma non temete, saprete sempre dove sono, questo rottame supertecnologico di mio padre non solo sa scrivere e spedire lettere, ma ha anche un GPS incorporato, che ti dà la tua esatta posizione sul globo terracqueo, secondo per secondo. Devo dire che questa macchinetta è bruttina, ma decisamente utile. Ecco, hanno chiamato il mio volo. Spengo il marchingegno. Ciao, a domani. Fabrizio

VAI AL LIBRO DI

S C R I T TU R A VAI A PAG. 52

da S. Bordiglioni, Il giro del mondo in 28 e-mail, Edizioni EL

PAROLE STRANIERE

Nel corso del tempo, attraverso scambi culturali e commerciali tra i popoli, sono entrate a far parte del vocabolario italiano molte parole straniere (anglo-americane, francesi, tedesche o di altre lingue moderne) che ormai usiamo nel linguaggio di tutti i giorni, grazie a nuove esigenze della tecnologia o della vita sociale. • Collega ciascuna parola al suo significato. e-mail registrazione prima dell’imbarco su un aereo

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wireless posta elettronica

check-in collegamento internet senza fili

GPS

sigla di global positioning system = rete di satelliti che consentono di individuare la posizione di utenti sulla Terra


INSIEME PER IMPARARE FACILE La LETTERA CHE CO

SA

La lettera ha lo scopo di COMUNICARE con persone lontane. Può essere: • una LETTERA PERSONALE; • una LETTERA FORMALE; • una E-MAIL.

DOVE

Nella lettera viene sempre indicato il LUOGO in cui si scrive.

QUANDO

Nella lettera viene sempre indicato il TEMPO in cui si scrive, cioè la DATA.

CH I

COME

Nella lettera troviamo: • il MITTENTE, cioè chi la scrive; • il DESTINATARIO, cioè chi la riceve. La struttura della lettera prevede: • il LUOGO e la DATA; • la FIRMA; • l’INTESTAZIONE; • il P.S. (il post scriptum, • il MESSAGGIO; cioè altre righe • la FORMULA DI aggiunte dopo la firma). CHIUSURA con i SALUTI;

Ora scriviamo insieme (ricordati di usare anche le parole-chiave in maiuscolo). La lettera ha lo scopo di .. ............................................. ; può essere una lettera ............................. .............................................. , una lettera ................................................. o una ......................................................... . Nella lettera sono indicati il ....................................... e la ...................................... in cui si scrive. Chi scrive la lettera è il ......................................... e chi la riceve è il ................................................ . La struttura della lettera, di solito, prevede: .......................................................................................... .......................................................................................................................................................................................................... . Dopo aver letto più volte ciò che hai scritto, prova a ripetere.

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VERSO LE

COMPETENZE

PARLARE AL MURO

Golo Brdo, 30 giugno 2014

5

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Caro Salvatore, due giorni fa i miei genitori mi hanno comunicato quanto segue: 1) loro due vanno a trovare degli amici in Slovenia, 2) io vado con loro, 3) non si discute. Ho provato a discutere, ma il risultato è stato: da zero a dieci, meno trenta. Gli ho detto che il mio amico Salvatore, cioè tu, doveva restare a Trieste e che se rimanevo anch’io potevo farti compagnia, visto che senza di me sei perso. Gli ho ripetuto che non conosco una parola di sloveno. Gli ho detto chiaro e tondo che non avevo voglia di fare il viaggio con loro. Gli ho proposto che potevo andare da mia sorella Sara. Hai presente quando parli con il muro? Ecco, le pareti ti danno più soddisfazioni dei parenti. Così, mia mamma ha riempito una piccola valigia con la mia roba da vestire e a me è toccato preparare il mio zaino con le cose che più mi interessavano. Cioè una pila di cd, carta e penna (una non basta perché se l’inchiostro si consuma poi resto fregato). Un po’ di fumetti. E così ieri mattina alle quattro siamo partiti e arrivati a Golo Brdo, che è un microscopico paesino in collina vicino a Lubiana alle… tieniti forte… cinque e un quarto. Naturalmente gli amici di papà e mamma dormivano, nella loro casetta in cima a un ponticello. Allora papà e mamma si sono messi a discutere. – Non possiamo mica suonargli a quest’ora! – E cosa facciamo? Aspettiamo in auto? – Sempre meglio che bussare in piena notte! – Resteranno male a sapere che stavamo qua… Hai già indovinato? I miei hanno tanto discusso se chiamare oppure no gli amici, che li hanno svegliati loro, con questi dubbi espressi ad alta voce. E così ora ti scrivo dalla Slovenia. E più precisamente da Golo Brdo dove ci siamo piazzati. Sai che prospettiva! Una settimana qui, con i miei e i loro amici. Comunque domani ti racconto i particolari: adesso sono morto di sonno. Michele da L. Comida, C’è posta per Michele Crismani, Edizioni EL

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2. La famiglia di Michele è composta da: due persone tre persone quattro persone cinque persone 3. T ra le seguenti frasi ricavate dal testo, indica quella che riporta una riflessione di Michele. G li ho ripetuto che non conosco una parola di sloveno. C osì mia mamma ha riempito una piccola valigia. L e pareti ti danno più soddisfazioni dei parenti. E così ora ti scrivo dalla Slovenia.

6. I ndica la frase che sintetizza il contenuto della lettera. M ichele vorrebbe restare a Trieste ancora per qualche giorno e partire con i genitori fra una settimana. M ichele si prepara con entusiasmo per trascorrere una fantastica settimana in Slovenia. M ichele vorrebbe restare a Trieste con l’amico Salvatore, ma i genitori lo costringono ad andare con loro in Slovenia. Salvatore vorrebbe andare in Slovenia ma i genitori di Michele non lo vogliono con loro.

La lettera

1. Il mittente parla: dell’improvvisa decisione dei genitori della vita di sua sorella Sara della sua permanenza a Trieste degli amici dei genitori

7. L a lettera non presenta: il luogo di provenienza e la data la formula di apertura e il nome del destinatario la formula di chiusura la firma del mittente

4. G li amici sloveni vengono svegliati: d al suono del clacson d alle voci del papà e della mamma d al suono del campanello della porta d alla sveglia

8. I l linguaggio è: r icercato, formale s erio, rispettoso s pontaneo, semplice d ifficile, incomprensibile

5. I l modo di dire “sono morto di sonno” (riga 30) significa: h o tanto sonno m i sono svegliato adesso h o dormito tanto f ra poco morirò

9. L o scopo della lettera è: esprimere la propria delusione invitare un amico a partire inviare gli auguri di buone vacanze chiedere scusa a un amico

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LEGGO i CLASSICI

L’ISOLA CHE NON C’È “Seconda stella a destra e poi dritto fino al mattino”. Questa che Peter Pan aveva indicato a Wendy era la via per l’Isola Che Non C’è, ma persino gli uccelli, che portano con sé mappe e carte geografiche e le consultano quando si imbattono in angoli ventosi, non potrebbero ritenere utili questi segnali. Il fatto è che le indicazioni per raggiungere questa isola sono segnate solo nella mente dei bambini, che è molto difficile da decifrare, anche perché è in continuo movimento: ci sono linee a zig zag simili a quelle che segnano la temperatura su una tabella clinica e rappresentano le vie che portano a un’isola detta l’Isola Che Non C’è. Essa è, più o meno, un’isola con meravigliose macchie di colore qua e là, banchi di corallo, vascelli pirati al largo, selvagge tane solitarie e gnomi e caverne, attraverso le quali scorre un fiume, e principi con sette fratelli maggiori, e una capanna che sta andando in rovina e una vecchia signora straordinariamente piccola con il naso a becco. In questa isola c’è un paese per ogni bambino: quello di Gianni, ad esempio, ha una laguna sorvolata da stormi di fenicotteri, che egli si incanta a guardare. Michele, invece, è molto piccolo e possiede un fenicottero con il quale vola sulle lagune. Gianni vive in una barca rovesciata sulla spiaggia, Michele in una capanna di indiani, Wendy in una casa di foglie cucite insieme

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LEGGO I CLASSICI

PETER E WENDY ANNO DI PUBBLICAZIONE

1911

CURIOSITÀ SULL’AUTORE

James Matthew Barrie nacque in Scozia nel 1860, nono di dieci figli. In età adulta gli fu affidata la custodia dei cinque figli di amici morti prematuramente. Anche dalle esperienze di vita con questi bambini trae ispirazione il personaggio di Peter Pan.

saldamente e alleva un cucciolo di lupo abbandonato dai genitori. Nelle spiagge incantate di questa isola, i bambini si divertono. Anche noi adulti ci andammo un tempo e a volte possiamo ancora udire il fruscio della risacca, ma non ci approderemo mai più, perché lì crescere è contrario al regolamento e i bambini che diventano grandi sono espulsi. Per visitare l’Isola Che Non C’è, Peter Pan aveva insegnato a volare ai suoi amici Wendy, Gianni e Michele e per giorni e giorni essi avevano dovuto nutrirsi in volo, rubando qualche bacca dal becco degli uccelli che incontravano e cercando di vincere il sonno per non precipitare. Dovettero sorgere e tramontare molte lune prima che raggiungessero l’Isola Che Non C’è guidati da Peter o da Trilly. L’isola stava là e aspettava proprio loro. – Ci siamo! – disse Peter Pan. – Dove, dove? – Dove indicano tutte quelle frecce. Infatti un milione di frecce d’oro indicavano l’isola ai bambini e provenivano tutte dall’amico sole che voleva dirigerli sul giusto cammino prima di lasciarli per la notte. I bambini riconobbero subito l’isola e discesero felici come chi torna in una casa dei sogni divenuta realtà.

ESPRIMITI COLORANDO LE FACCINE DA 1 A 5.

Indice di gradimento:

Curiosità che mi spinge a conoscere meglio l’autore:

Interesse che mi spinge a leggere tutto il libro:

da J. M. Barrie, Le avventure di Peter Pan, Bemporad

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ESPLORO

IL RACCONTO FANTASTICO IL TAPPETINO VOLANTE

Le mie domande CHE CO

SA

narra un racconto fantastico?

DOVE

si svolgono i fatti narrati?

QUANDO

accadono e quanto tempo durano?

CH I

sono i personaggi che agiscono in un racconto fantastico?

COME

è strutturato un racconto fantastico?

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INIZIO Una mattina il piccolo Moritz esce dalla vasca da bagno con un po’ troppo slancio. Ha già un piede sul tappeto quando perde l’equilibrio. SVOLGIMENTO Agita le braccia per non cadere. Il tappetino comincia a scivolare di sbieco attraverso la stanza, si solleva e fa volteggiare Moritz attraverso la finestra aperta, su verso il cielo. “Aiuto, sto volando e sono nudo!” pensa Moritz terrorizzato. Ma, stranamente, non ha per niente freddo. “Precipiterò” pensa Moritz, ma il tappeto veleggia tranquillo per il cielo. “Morirò di fame” pensa Moritz, ma non ha fame perché è troppo occupato ad ammirare il mondo sotto di sé. Vola sopra deserti e mari, sopra città e boschi, vede uomini al lavoro e bambini che giocano. Osserva ogni cosa e ora sa quanto sia bello il mondo in cui vive. CONCLUSIONE Poi vede una casa con la finestra del bagno aperta. Il tappeto, allora, atterra delicatamente sul pavimento. È cosi che Moritz decide di diventare un... pilota di aerei. da AA. VV., 365 fiabe della buonanotte, Schwager & Steinlein


Le risposte

SA CHE CO

DOVE

Il racconto fantastico narra fatti straordinari che non possono accadere nella realtà. Sono fatti completamente inventati dall’autore. I fatti narrati si svolgono in luoghi reali o immaginari, frutto della fantasia dell’autore.

QUANDO

I fatti avvengono, in genere, in un tempo indeterminato: tanto tempo fa, una volta, un giorno…

CH I

I personaggi possono essere inventati, come streghe, maghi, draghi, ma anche oggetti animati o persone reali, alle quali accadono fatti impossibili nella realtà.

COME

Il racconto fantastico è strutturato in tre momenti: inizio – svolgimento – conclusione. Nel brano che hai letto l’inizio presenta il protagonista e il luogo. Lo svolgimento narra come si evolve la straordinaria giornata di Moritz. La conclusione chiude il racconto con il ritorno di Moritz a casa.

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IL TESTO NARRATIVO

LE UOVA DI COCCA 1 Cocca era un’oca speciale: tutti dicevano che faceva uova magiche. Erano uova come tutte le altre, però dentro c’erano due tuorli, e, se le impastavi con la farina e l’acqua, la pasta che ne veniva fuori era così buona che chi la mangiava diventava più buono anche lui. La padrona di Cocca, la sora Rosa, aveva aperto un piccolo ristorante e tutte le sere serviva frittatine e pastasciutta fatte con le uova di Cocca. Tutti in paese dicevano che aveva trovato davvero un tesoro, che quella era un’oca dalle uova d’oro.

SCRIVO I l testo è suddiviso in sequenze. Completa. Nella n. 1 si racconta che ................. ..................................................................... ..................................................................... Nella n. 2 si racconta che ................. ..................................................................... ..................................................................... Nella n. 3 si racconta che ................. ..................................................................... ..................................................................... Ora continua sul quaderno. Nella n. 4 si racconta che... Nella n. 5 si racconta che... Nella n. 6 si racconta che... F ai il riassunto del racconto, servendoti della suddivisione in sequenze.

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2 Purtroppo, quelle voci arrivarono alle orecchie di Tinto il bandito e della sua banda di malfattori. Tinto decise infatti di impadronirsi dell’oca e delle sue uova. Una sera, quando il ristorante ormai era già chiuso, andò a bussare alla porta con i suoi complici. 3 Non appena la signora Rosa aprì, Tinto il bandito le raccontò che erano viandanti stanchi e affamati, che capivano come fosse molto tardi ma desideravano tanto un piatto di minestra calda. La signora Rosa, che aveva il cuore buono, cadde nel tranello del bandito e fece entrare lui e i suoi uomini. Poi li fece accomodare a un tavolo e se ne andò in cucina a preparare qualcosa.

ESPLORO IL TESTO La struttura Collega ogni cartellino alla parte del racconto che lo rappresenta. inizio

Tinto il bandito vuole rubare le uova.

svolgimento

occa fa delle uova speciali che fanno C diventare buono chi le mangia.

conclusione

T into e i suoi banditi mangiano le uova e diventano buoni.


IL RACCONTO FANTASTICO

4 – La ammazziamo, capo? Le rubiamo l’oca? – chiese Viscido, il vice, tirando fuori un coltellaccio dalla tasca dei calzoni. – Sì, ma prima mangiamo! – rispose Tinto con un sorriso feroce. I tre banditi risero. Poi Viscido ripose il coltellaccio nella tasca e si versò un bicchiere di vino da un bottiglione che era sul tavolo. Ma, mentre beveva, gli giunse alle narici l’odore del ragù che cuoceva sul fuoco. A Viscido, a Tinto e agli altri lo stomaco cominciò a borbottare e si accorsero che avevano davvero fame. Tanta fame. 5 Poi la signora Rosa portò in tavola una zuppiera fumante piena di tagliatelle così appetitose che sembravano dire: “Mangiateci, mangiateci!”. E i banditi le mangiarono tutte di gusto, poi cominciarono a piangere pentiti. Le tagliatelle fatte con le uova magiche di Cocca avevano sciolto il loro cuore di sasso, e ora i tre si vergognavano delle loro cattive intenzioni. 6 Tinto il bandito e i suoi uomini si scusarono tanto con la donna, pagarono per la cena e se ne andarono senza fare del male, né a lei né alla sua oca. da S. Bordiglioni, Storie per giocare, Einaudi Ragazzi

COMPRENDO “ Tutti in paese dicevano che aveva trovato davvero un tesoro”. Chi ha trovato un tesoro e di che tesoro si tratta? Cocca e le sue uova. La sora Rosa e il suo ristorante. La sora Rosa e le uova di Cocca. Il paese e il ristorante.

DICO LA MIA S econdo te, che cosa significa “essere buoni”? Vedi intorno a te esempi di persone buone? Quali atti di bontà si potrebbero compiere? Parlane in classe.

L ’espressione del testo “quelle voci arrivarono alle orecchie di Tinto il bandito” a quali voci si riferisce? La voce della sora Rosa che chiamava Cocca. La voce che Cocca era un’oca dalle uova d’oro. La voce dei paesani di Rosa che parlavano. Rispondi sul quaderno. 1. Q ual è il piano di Tinto? 2. R iesce a portarlo a termine? Perché?

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IL TESTO NARRATIVO

LA BAMBINA DI PIUME DICO LA MIA L a frase conclusiva del testo spiega perché la mamma è un po’ triste e un po’ felice. Tu sei d’accordo con lei? Parlane in classe.

TO ESPLORO IL TES

Il personaggio Q uanti personaggi compaiono nel racconto? uno due tre quattro Chi ha il ruolo principale? ............................................................. Q uali sono le caratteristiche della protagonista? Descrivile brevemente a voce. S econdo te, questo personaggio, può esistere nella realtà? Sì No

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La bambina di piume era alta, sottile e così morbida e leggera che tutti la prendevano in braccio e la stringevano forte. Soprattutto gli altri bambini, che la trattavano come un pupazzo. – Sei così soffice – le dicevano – Sei tanto dolce. – Sì, ma non sono un cuscino – diceva lei e cercava di liberarsi e scappare via. – Sei meglio di una bambola perché sei vera – dicevano strizzandola forte. Lei si sentiva soffocare e si arrabbiava molto. Un giorno un vento fortissimo la strappò dalle braccia di una bambina che le stava cantando la ninnananna come si fa con le bambole. – Ehi, dove vai? – le gridò la bambina, seccata perché il suo giocattolo era volato via. – Non so – rispose la bambina di piume. Ed era la verità. Il vento soffiava e la bambina di piume andava. La sua mamma la vide dalla finestra e le gridò: – Vieni giù subito! – Ma lei era troppo in alto e troppo lontano. – Vado via, mamma, ciao! – gridò la bambina di piume, mentre spariva all’orizzonte. Volò in alto, sopra e sotto le nuvole, spinta dal vento. Il mondo era strano, piccolo e piatto, visto dall’alto, ma anche immenso. Venne la sera e la bambina di piume si sentì un po’ stanca. Approfittò di un momento che il vento era distratto e riuscì a scendere un po’ nel cielo e ad aggrapparsi alla cima di un albero. Si rannicchiò fra i rami (non poteva cadere, era troppo leggera, solo le cose pesanti cadono, le altre semmai fluttuano) e si addormentò. La mattina si svegliò molto riposata, si arrampicò fino alla cima dell’albero e gridò: – Vento, vento, vieni a prendermi, io sono pronta! E ripartì a bordo di un nuovo sbuffo. Girò tutto il mondo, senza mai stancarsi, leggera e libera come devono essere le bambine di piume. E tutte le volte che passava sopra la sua mamma le faceva ciao con la mano e la mamma la salutava un po’ triste, perché la sua bambina era andata via, ma anche felice, perché aveva capito che, essendo una bambina di piume, poteva star bene solo così. da B. Masini, La bambina di burro e altre storie di bambini strani, Einaudi Ragazzi


IL RACCONTO FANTASTICO

IL FABBRICATORE DI ANIMALI Dopo che il Cielo e la Terra furono separati e il Mondo iniziò a esistere, l’imperatore del Cielo chiamò nel suo regno il fabbricatore di animali e gli disse: – Voglio che tu mi riempia la Terra di animali! Usa quello che vuoi, squame, pinne, becchi e corazze, ali e antenne, mettici tutta la scatola dei colori, fai lunghi nasi, occhi a palla, code prensili, falli nuotare, ronzare, sguazzare, ruggire, rosicchiare, falli enormi o minuscoli, fanne tanti. Voglio che l’uomo poi dica: “Che prodigio la natura!”. Il giorno dopo, il fabbricatore di animali si chiuse nella sua baracca di legno e prese a disegnare e montare modellini, incastrare pezzi e fare calcoli, finché fu pronto, ed entro la settimana la Terra era piena di miagolii e squittii e pizzicotti d’insetti e... Passa un’altra settimana. L’imperatore del Cielo fece una visita alla Terra e fu abbastanza soddisfatto: tirò il naso all’elefante e controllò se il ghepardo faceva veramente i centoventi chilometri all’ora. Prese il microscopio e disse che i virus non erano male e poi, anche se erano bruttini, nessuno li vedeva. All’ultimo momento, però, quando vide l’ornitorinco, criticò questo animale: disse che il fabbricatore faceva bene a non sprecare niente, ma si vedeva benissimo che quella era roba fatta con i ritagli. da S. Benni, Terra!, Mondadori

ESPLORO IL TESTO Il tempo Il tempo della storia è:

determinato

indeterminato

Trascrivi sul quaderno i fatti che accadono in ordine cronologico, completando la seguente traccia con gli indicatori temporali. Dopo che... Il giorno dopo... Dopo un’altra settimana... All’ultimo momento...

COMPRENDO S egna, tra i seguenti, l’elemento fantastico, che non può accadere nella realtà: la Terra si popolò di animali. il fabbricatore di animali fabbricò l’ornitorinco con i ritagli. f u creata una natura prodigiosa. gli animali hanno caratteristiche diverse.

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IL TESTO NARRATIVO VERSO

LA CASA SULL’ALBERO

5

10

15

20

25

L’INVALSI

A prima vista poteva sembrare un albero come gli altri. Stava nel mezzo di un prato. Aveva un tronco grosso e una chioma folta e voluminosa. Le foglie erano verdi e folte. Ai piedi dell’albero c’erano ciuffi d’erba, margheritine, ciottoli. Sui rami c’erano fiori e frutti, farfalle, api, uccellini... Ma, a guardare bene, si scopriva una porticina nascosta in basso fra le radici nodose. Il tronco infatti era cavo, e dentro c’era una scaletta a chiocciola che portava in alto. Aglaia aveva otto anni, e abitava sull’albero insieme con la sua amica Bianca, che invece era una persona grande. Era successo che si erano stufate di stare in un appartamento. Allora si erano messe d’accordo, avevano cercato un albero adatto e si erano trasferite lassù. In cima al tronco, alla biforcazione dei rami, c’era una piattaforma di assi con un parapetto. In questa piattaforma c’era una botola, attraverso cui si poteva calare una fune per ritirare dal basso qualsiasi cosa. Per salire più in alto non c’erano più scale. Bisognava arrampicarsi di ramo in ramo. L’ albero era altissimo: non finiva mai. Ma ad arrampicarsi dall’interno, non ci credereste, si poteva salire e salire, fino ad avere le vertigini. Ma in cima Bianca e Aglaia non c’erano arrivate mai. Ogni tanto però sentivano degli strani rumori provenire da lassù. Più tardi avrebbero scoperto che lassù, molto più in alto della loro piattaforma, viveva il signor Beccaris Brullo, un omiciattolo lungo e sottile come un filo da panni, incredibilmente bisbetico, che avrebbe dato un bel po’ di filo da torcere a Bianca e Aglaia. Esse avevano deciso di costruire la loro casa su due grossi rami, e avevano lavorato tutta l’estate con seghe e martelli. Alla fine era venuta fuori una casa bellissima: era il loro nascondiglio segreto.

Per comprendere un testo è importante capire il significato di tutte le parole. La stessa parola, infatti, può assumere significati diversi in base al contesto. • Rileggi la parte di testo evidenziata. La parola “filo” nell’espressione “filo da torcere” (riga 24) significa: “ elemento lungo e sottile”. “taglio della lama”. “mettere in difficoltà” ed è un modo di dire. “quantità minima”.

da B. Pitzorno, La casa sull’albero, Mondadori

TO Il luogo ESPLORO IL TES S ottolinea come indicato: la parte in cui l'albero appare realistico la parte in cui l'albero appare fantistico. P erché Aglaia e Bianca hanno deciso di vivere sull’albero? Rintraccia la risposta nel testo.

112

SCRIVO I mmagina di costruire la tua casa sull'albero, disegna il progetto e poi descrivila sul quaderno.


IMPARO

ad

ASCOLTARE

PRIMA DELL’ASCOLTO mi incuriosisco Il racconto di oggi si intitola:

LA BAMBINA DEI TAPPETI

1. Il titolo mi fa pensare che, nel racconto, potrebbe esserci la parola: … lana

No

… mattoni

No

… banco

No

… fili

No

… corsa

No

… innaffiare

No

… colori

No

… annodare

No

… telaio

No

… tessendo

No

DOPO L’ASCOLTO comprendo e commento 2. Ricostruisci la storia completando il testo con le parole mancanti. Un mercante commissionò a Fataia di .............................................. un .............................................. e le ordinò di copiare il disegno da una .............................................. . Fataia notò nel disegno grandi ................................... con innumerevoli biforcazioni di ......................................................: su ciascuno spuntavano tre ............................................................... Poi c’erano ................................................. colorati, vasche e .............................................. con .............................................. d’oro e .............................................. Fataia capì che era un tappeto .............................................., e la formula magica per farlo volare era nascosta nel ................................................ . Lo portò sulla .................................................... e vi si sedette sopra. Riuscì a scoprire le formule per farlo .............................................: si alzò in ............................................... sempre più in ................................................................. Il mercante non riuscì a ................................................................ . 3. Scegli la risposta giusta. – I fatti narrati sono:

reali

verosimili

– Il racconto che hai ascoltato è un testo narrativo:

né reali, né verosimili realistico

fantastico

autobiografico

4. Colora il desiderio che spinge Fataia a volare. LIBERTÀ

AVVENTURA

RIPOSO

5. Pensa al desiderio più grande che hai realizzato finora. Come sei riuscito a realizzarlo? con l’impegno con una formula magica senza alcuna fatica

ESPRIMITI COLORANDO LE FACCINE DA 1 A 5.

Indice di gradimento:

Testo audio e in GUIDA

113


LABORATORIO

del

LESSICO

L’INCANTESIMO DI MISS PRICE Paul osservò Miss Price con ammirazione; soltanto lei sapeva animare gli oggetti, trasformare le persone, andare indietro nel tempo. Poi, raccolto il coraggio necessario, disse: – Non potrebbe fare un pochino di magia per noi, adesso? – Beh – disse Miss Price – sono un po’ stanca, Paul. Ma ne farò una svelta svelta, e poi andrete a casa. Ecco! Carey e Charles volsero rapidi lo sguardo seguendo la direzione degli occhi di Miss Price. La sedia di Paul era vuota. Cioè: Paul non c’era più, ma dove prima era seduto lui stava accovacciata una ranocchietta. Carey e Charles non ebbero il tempo di manifestare la loro meraviglia che Paul era di nuovo là, gli occhi pieni d’attesa fissi su Miss Price. – Oh! – gridò Carey boccheggiando – Che meraviglia! Come ha fatto? Le mancava il fiato, aveva quasi paura: l’aveva vista con i suoi occhi la magia, la stregoneria, l’incantesimo! – Io non ho visto niente – disse Paul. Carey lo guardò spazientita. – Non essere sciocco, Paul. Ti sei trasformato in una rana. Devi essertene accorto! – Non mi sono accorto di niente – cercò di dire il ragazzo, ma nessuno lo capì. Stava gracidando! da M. Norton, Pomi d’ottone e manici di scopa, Mondadori

ETIMOLOGIA

La parola coraggio deriva dal latino coraticum derivato di cor = “cuore”. • Secondo te, il coraggio può essere collegato al cuore? Perché? VAI AL LIBRO DI

S C R I T TU R A VAI A PAG. 53

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SINONIMI

I sinonimi sono parole che hanno significato simile, per esempio, magia – stregoneria – incantesimo. •C ollega i sinonimi di ogni riquadro. Fai attenzione c'è una parola in più in ognuno.

NOMI strega trasformazione stupore meraviglia immaginazione fantasia mutamento mistero segreto

AGGETTIVI QUALIFICATIVI notturno animato immaginario straordinario vivo incredulo eccezionale irreale dubbioso


INSIEME PER IMPARARE FACILE Il racconto FANTASTICO SA CHE CO

DOVE

QUANDO

CH I

COME

Il racconto fantastico narra FATTI STRAORDINARI che non accadono nella realtà. I fatti si possono svolgere in LUOGHI REALI o IMMAGINARI. Le storie avvengono in un TEMPO INDETERMINATO (un giorno, tanto tempo fa...). I PERSONAGGI possono essere: • INVENTATI (maghi, streghe, oggetti animati…); • REALI, ai quali accadono fatti impossibili. La STRUTTURA è formata da TRE PARTI: 1. INIZIO; 2. SVOLGIMENTO; 3. CONCLUSIONE.

Ora scriviamo insieme (ricordati di usare anche le parole-chiave in maiuscolo). Il racconto fantastico narra .................................................................................................................................... . I fatti si svolgono in ............................................................... o ................................................................................. . Possono avvenire in ....................................................................................................................................................... . I personaggi possono essere ......................................................... o .................................................................... . Ogni racconto è formato da: ................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................................................................... . Dopo aver letto più volte ciò che hai scritto, prova a ripetere.

115


VERSO LE

COMPETENZE

NELLA CUCINA DEL CASTELLO

5

10

15

20

25

116

Un giorno d’inverno di moltissimi anni fa, dopo una tremenda bufera con tuoni e lampi, nella cucina di un castello successe un fatto incredibile. Il vecchio cuciniere aveva preparato una cena speciale per gli invitati del marchese e si accingeva a versare l’olio nella minestra quando si accorse che questa era già condita. Incuriosito, chiese ai suoi aiutanti se qualcuno avesse versato l’olio nella minestra, ma tutti all’unisono risposero di non averla toccata. Incredulo si convinse di aver fatto quel gesto e di non ricordarlo. Ma la cosa si ripeteva giorno dopo giorno e ciò lo preoccupava. Dal momento che durante il giorno non succedeva niente di strano, una notte si nascose sotto uno dei grandi tavoli da cucina e aspettò. Nel mezzo della notte, da sotto un vecchio cappello, che anni prima aveva sistemato su di una mensola, vide uscire un’antica oliera che si era diretta in un angolo della cucina per rifornirsi di olio al grosso recipiente dal quale si riforniva anche il cuoco. Incuriosito, incredulo e un po’ impensierito, saltò fuori da sotto il tavolo. – Chi è là?! – esclamò. L’oliera si bloccò, poi cominciò a parlare. Spiegò che, colpita da uno dei fulmini di quel temporalone, si era animata. Vedendo quanto il cuoco fosse indaffarato, aveva deciso di aiutarlo nel suo lavoro, ma doveva rimanere invisibile a tutti. Fino a quando il cuoco fosse vissuto e avesse lavorato in quella cucina, l’oliera avrebbe continuato ad aiutarlo. L’uomo continuò a lavorare ancora per tanti anni e naturalmente non rivelò mai a nessuno il miracolo dell’oliera.


5. L ’espressione “all’unisono” (riga 8) significa: cantando suonando in modo concorde a bassa voce

2. Il cuoco era preoccupato perché: la minestra era salata la minestra era condita la minestra era insipida la minestra non era cotta

6. S cegli l’aggettivo che potrebbe rendere “fantastica” una cucina: ordinata antica volante spaziosa

3. L’oliera era uscita: da sotto la mensola da un grosso recipiente da un angolo della cucina da sotto un vecchio cappello 4. S crivi il nome di chi pronuncia ogni fumetto, poi numera le battute del dialogo da 1 a 4, in successione temporale. Ti aiuterò per sempre! ....................................................

Voglio vedere che cosa succede ....................................................

Ma chi ha messo l’olio? ....................................................

Il racconto autobiografico

1. I ndica gli altri termini con cui viene chiamato il cuoco: cuciniere, uomo cuciniere, aiutante uomo, marchese uomo, cappello

7. Indica come si conclude il brano. Il cuoco smise di lavorare, ma non rivelò il miracolo dell’oliera. Il cuoco continuò a lavorare, senza rivelare il segreto dell’oliera. Dopo alcuni anni l’oliera smise di aiutare il cuoco. Dopo alcuni anni l’oliera perse i suoi poteri miracolosi. 8. I personaggi del racconto sono: il marchese e il cuoco il cuoco e i suoi aiutanti il cuoco e l’oliera l’oliera e gli invitati 9. Il racconto è fantastico perché: la cucina è un luogo fantastico il cuoco è un personaggio fantastico il tempo è indeterminato e l’oliera è animata l’oliera è un oggetto fantastico

Sono animata, perché un fulmine mi ha colpito. ....................................................

117


ESPLORO

IL MITO

IL MITO DI PROMETEO Le mie domande CHE CO

SA

narra un

mito?

DOVE

avvengono i fatti narrati?

QUANDO

accadono

i fatti?

CH I

sono i personaggi che agiscono in un mito?

COME un mito?

118

è strutturato

INIZIO Secondo la mitologia greca, all’inizio dei tempi, gli dèi crearono gli uomini e gli animali con la terra e il fuoco. Prima di mandarli a popolare il mondo, però, vollero fornirli delle doti necessarie per sopravvivere. Gli dèi assegnarono questo importante compito a due Titani, Prometeo ed Epimeteo, che erano fratelli. SVOLGIMENTO Prometeo non s’interessò molto alla cosa. Epimeteo, invece, si impegnò a distribuire molti doni agli animali: ad alcuni diede la forza, ad altri la velocità; ad alcuni regalò la grandezza, mentre a quelli piccoli mostrava luoghi sicuri in tane sotterranee; ad alcuni fornì le ali perché potessero volare, ad altri insegnò a strisciare; ad alcuni diede gli artigli, ad altri il veleno, ad altri ancora corna e denti affilati... A un certo punto Epimeteo ritenne di aver esaurito il suo compito e non si accorse di aver lasciato gli uomini completamente sprovvisti di doti per sopravvivere. Quando il fratello Prometeo giunse a controllare la spartizione dei doni, restò esterrefatto vedendo che tutti gli animali erano bene attrezzati, mentre gli uomini erano nudi e indifesi. Prometeo rifletté a lungo e prese una decisione: rubò il fuoco agli dèi e insegnò agli uomini tutti gli usi che potevano farne, oltre alle arti e alle scienze a esso collegate. CONCLUSIONE Quando Zeus si accorse del furto, si infuriò con Prometeo e lo condannò a restare incatenato a una roccia sulla sommità del monte Caucaso. Ogni giorno un’aquila si avventava su di lui e gli divorava il fegato, ma, poiché Prometeo era immortale, ogni notte il fegato gli ricresceva. Il giorno dopo l’aquila tornava e glielo divorava nuovamente. da E. Frontaloni, Nel mondo dei miti greci, Raffaello


Le risposte

SA CHE CO

I miti sono storie molto antiche, inventate dall’uomo per tentare di spiegare le origini di ogni essere vivente e i misteri dell’Universo, quando ancora non possedeva conoscenze scientifiche. Il mito che hai letto, ad esempio, spiega la scoperta del fuoco da parte dell’uomo.

DOVE

I luoghi in cui viene ambientato un mito possono essere: generici (Universo, Terra e Cielo) o le zone geografiche in cui il mito ha avuto origine.

QUANDO

I fatti accadono in un tempo lontanissimo (origini del mondo o antiche epoche storiche).

CH I

COME

I personaggi del mito sono divinità o eroi che hanno caratteristiche umane e compiono straordinarie imprese. Il mito è strutturato nei tre momenti: inizio – svolgimento – conclusione. I fatti, generalmente, sono narrati usando il linguaggio semplice della tradizione orale.

119


IL TESTO NARRATIVO

L’ARCOBALENO Mito degli indiani d’America Tantissimo tempo fa, un giovane e prestante cacciatore si era recato presso un torrente. A un tratto scorse tra il fogliame un bellissimo uccello acquatico dalle penne colorate. Scoccò una freccia e lo colpì, ma l’uccello volò in direzione del mare, pur con la freccia conficcata. Il cacciatore si mise a inseguirlo perché voleva indietro la sua freccia e, dopo una lunga corsa, riuscì a raggiungerlo su una spiaggia lontana. Quando si avvicinò per catturarlo, l’uccello si trasformò in una donna grossa e grassa, che gli chiese di sposarla. La donna era una strega che faceva così con ogni uomo che riusciva ad attirare sulla sua spiaggia. Sposava ogni cacciatore ma, la prima notte di nozze, dopo che l’uomo si era addormentato, lo uccideva e lo mangiava. Per questo era tanto ben pasciuta. Ora toccava a lui diventare suo marito. Ma un vecchio che abitava in una capanna vicino alla strega avvertì il cacciatore del pericolo che stava per correre. E quando calarono le ombre della sera, il cacciatore strisciò fuori della capanna e corse via per non essere mangiato. Correva e correva con quanto fiato aveva in petto, ma si accorse che la grassona lo inseguiva. Sul sentiero incontrò un’altra donna, vestita di sette colori.

120


IL MITO Questa lo fermò e gli chiese: – Da dove vieni così di corsa? Ansimando egli le raccontò la sua avventura e aggiunse: – Certamente la strega finirà per raggiungermi e mi ucciderà. Proprio in quel momento sentì il terreno tremare sotto i passi pesanti dell’inseguitrice. Ma la donna Arcobaleno gli chiese di restare con lei: si era già innamorata di lui. Il cacciatore rimase. Si nascosero assieme nel folto della foresta. Arcobaleno preparò sul sentiero una trappola invisibile e, quando la strega arrivò ansimando sulle tracce del fuggitivo, la trappola le rovinò addosso e la uccise. Il cacciatore sposò Arcobaleno e vissero felici per qualche tempo. Dopo qualche mese ebbero un bambino. Ma il giorno che il bambino nacque, l’uomo lasciò la loro casa e non tornò più. Così Arcobaleno, disperata, prende di quando in quando il loro figlioletto e guarda giù sulla terra cercando il suo sposo, ma non lo trova. Per questo, quando lei cerca suo marito, insieme al bambino, vediamo apparire in cielo un arco di sette colori. Qualche volta, se il cielo è terso, accanto a quello si scorge un secondo, piccolo semicerchio: è il bambino accanto alla madre. da C.A. Böhm, Storie del cielo vivente, Einaudi Ragazzi

TO La struttura ESPLORO IL TES I ndividua nel testo i tre momenti della storia, colorando la barra a lato come indicato: inizio svolgimento conclusione Numera da 1 a 7 le seguenti le frasi per riassumere la storia. L’uccello si trasforma in una donna. Il cacciatore colpisce un uccello. Sposa Arcobaleno e fa un bambino. Il cacciatore incontra una donna di nome Arcobaleno. La donna è una strega che vuol mangiare il cacciatore. Arcobaleno guarda giù sulla Terra per ritrovare il marito. Il cacciatore se ne va. U tilizza le frasi che riassumono il mito per ripetere la storia a voce alta, cerca di usare le parole adeguate.

VERSO

L’INVALSI

Lessico • La parola in azzurro nel racconto, in base al contesto della frase, significa: d anneggiò crollò m andò in rovina guastò

121


IL TESTO NARRATIVO

LA NASCITA DELLA SPERANZA Ci fu un tempo sulla Terra in cui gli uomini non conoscevano né fame, né sete, né malattie, né guerre. Gli dèi infatti avevano chiuso tutti i mali dell’umanità in un vaso e l’avevano nascosto nella casa di Epimeteo. Lì viveva una donna bella e laboriosa di nome Pandora, inviata da Zeus, che le aveva proibito di aprire il vaso. Pandora sapeva fare tutto e si occupava di ogni cosa nella casa di Epimeteo. Andava e veniva liberamente e solo il luogo dove era custodito il famoso vaso le era vietato. Pandora pensava che quel vaso fosse pieno di gioielli e pietre preziose, ma rispettava la proibizione che le era stata fatta dal padre degli dèi in persona. Nonostante le sue innumerevoli qualità, Pandora però era molto curiosa e una notte, mentre Epimeteo dormiva profondamente, Pandora entrò nella stanza proibita e sollevò il coperchio del vaso; l’aveva appena socchiuso che indietreggiò spaventata. Con un soffio di tempesta il contenuto del vaso volò via: fatica, povertà, ingiustizie, malattie, guerre e vizi si sparsero per tutto il mondo e da allora affliggono gli uomini. In fondo al vaso restò solo la speranza, che non riuscì a fuggire perché Pandora, terrorizzata, richiuse subito il coperchio del vaso. Da allora, anche se gli uomini sono oppressi da tanti mali, conservano sempre la speranza. da R. Simon, Gli dèi della Grecia, Editrice Piccoli

SCRIVO Tu quale mito inventeresti per spiegare: – la nascita dell’amicizia – la caduta della neve – il tramonto del sole S cegline uno e scrivilo sul quaderno.

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ESPLORO IL TESTO Lo scopo Questo mito ha lo scopo di spiegare la presenza, nella vita dell’uomo: della pace della curiosità della gelosia del male e della speranza S ottolinea nel testo la frase che ti fa capire il motivo per cui Pandora apre il vaso.


IL MITO

MITO DI ALCIONE Una mattina, dopo essersi tuffata nelle acque limpide di un lago, Alcione si era distesa sull’erba per asciugarsi al sole. La sua bellezza le attirò attorno i numerosi abitatori del bosco: ninfe, naiadi e gnomi che, avendola scambiata per Diana, le offrirono fiori e frutti. Cantarono per lei cori di lodi e improvvisarono danze mentre si dicevano pronti a recare ai suoi piedi tutte le belve ammansite e tutti gli uccelli variopinti della foresta. Alcione fu presa da una tale vanità che accettò gli elogi senza rivelare chi fosse veramente. Anzi, quando, preceduta dai cani e dai suoni dei corni, apparve davvero la dea Diana, ella non volle chiarire l’equivoco. Diana ebbe un bel gridare all’inganno, nessuno le credette. Da quel momento l’ira della dea Diana fu implacabile. Invocò gli altri dèi e ottenne che una grandinata furiosa si abbattesse sulla foresta mettendo in fuga Alcione. La sciagura si ripeteva ogni anno. Come si poteva placare l’ira della dea? Era questo l’interrogativo che Ceice, sposo di Alcione, era andato a porre all’oracolo di Apollo che rispondeva da una rupe dello scoglio di Claro. Erano passati tre mesi dal giorno in cui Ceice era partito e Alcione non aveva avuto di lui alcuna notizia. In una notte di tempesta nel sonno le apparve un messaggero alato, Morfeo, che le annunziò la morte del marito, avvenuta tra le onde durante la traversata. Alcione si svegliò di soprassalto, corse al mare, salì sullo scoglio più alto per scrutare lontano. A un tratto vide galleggiare un corpo: era il cadavere dello sposo diletto. Disperata, la donna si gettò in mare. In quello stesso momento Giove, stanco delle vendette di Diana, si mosse a pietà e, proprio mentre Alcione si lanciava nel vuoto, le donò due ali che le permisero di librarsi dolcemente nell’aria. Così nacquero nel mondo gli alcioni, che ebbero il privilegio di fare il nido sulle stesse onde del mare. Ogni qualvolta essi depongono le uova sulla superficie marina, nessuna tempesta osa turbare o agitare le acque. Gli alcioni sono perciò simbolo della tranquillità degli oceani.

TO ESPLORO IL TES

I personaggi Quanti sono i personaggi che compaiono in questo mito? Sottolinea i loro nomi. La protagonista è: un personaggio umano una divinità un eroe Come la definiresti? ............................................................... Quale personaggio si vendica? ............................................................... A lla fine chi aiuta la protagonista? ...............................................................

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IL TESTO NARRATIVO

PERSEFONE

ESPLORO IL TESTO

Caratteristiche Il tempo del racconto è: precisato imprecisato I luoghi sono: reali fantastici

COMPRENDO S crivi se l’affermazione è vera (V) o falsa (F). emetra aveva una figlia D di nome Core. ersefone era innamorata P di Ade. Ade rapì Persefone. Demetra vagò per dieci giorni. L e piante e i fiori smisero di crescere. ersefone mangiò sei semi P di melagrana.

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Demetra aveva una figlia di nome Core. Un giorno, Core mentre raccoglieva fiori, vide la terra aprirsi sotto ai suoi piedi e da essa uscì Ade, re dell’Oltretomba, sopra a un carro trainato da quattro cavalli neri come la pece. Ade si era follemente innamorato della fanciulla e per questo era uscito dal suo regno tenebroso, per portarsela via con sé. Le grida di disperazione della giovane Core si udivano ancora nell’aria, ma ormai essa era dentro la voragine, rapita dal feroce Ade. Demetra in quell’istante sentì le urla e cominciò a vagare in cerca di Core. Per ben nove giorni e nove notti la dea vagò senza ottenere nulla e alla fine si recò da Elio, il sole, che dall’alto aveva visto tutto quello che era successo. – Tua figlia ora è la sposa di Ade e il suo nuovo nome è Persefone – disse Elio. Udite queste parole, Demetra emise un urlo talmente forte che di colpo tutti i fiori e le piante smisero di crescere. Dopo poco tempo la terra diventò un deserto e a nulla valse la supplica degli dei… Demetra non si placò! Allora Zeus, ordinò ad Ade di riportare la fanciulla sulla terra, purché non avesse ancora mangiato il cibo dei morti. Persefone aveva ingerito solamente sei semi di melagrana, e così Ade dovette rassegnarsi. Appena giunse sulla terra, la fanciulla corse subito a riabbracciare la madre Demetra che fece tornare la terra verde e piena di fiori. Zeus, allora, si avvicinò a Persefone e le ordinò di rientrare nell’Oltretomba per la durata di sei mesi, ogni anno, come sposa di Ade. Per ogni seme che la fanciulla aveva mangiato ci sarebbe stato un mese d’inverno. Durante altri sei mesi Persefone sarebbe tornata al mondo dei vivi vicino a sua madre Demetra, in quei mesi ci sarebbe stata la primavera e l’estate! da www.ilpaesedeibambinichesorridono.it


INSIEME PER IMPARARE FACILE Il MITO SA CHE CO

Il mito è una STORIA MOLTO ANTICA con la quale l’uomo tenta di spiegare le origini delle cose.

DOVE

I fatti si svolgono in: • UN LUOGO GENERICO (Universo, Terra, Cielo…); • la ZONA GEOGRAFICA nella quale il mito ha origine.

QUANDO

Le storie avvengono in un TEMPO LONTANISSIMO (origini del mondo o antiche epoche storiche).

CH I

I PERSONAGGI sono DIVINITÀ o EROI con sembianze umane che compiono imprese straordinarie.

COME

La STRUTTURA è composta da TRE PARTI: 1. INIZIO; 2. SVOLGIMENTO; 3. CONCLUSIONE.

Ora scriviamo insieme (ricordati di usare anche le parole-chiave in maiuscolo). Il mito è .................................................................................................................................................................................... . I fatti si svolgono in ...................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................................................................... . Le storie avvengono in un ........................................................................................................................................ . I personaggi sono ........................................................... o ............................................................................................ , che ................................................................................................................................................................................................. . Ogni mito è formato da: ............................................................................................................................................. ........................................................................................................................................................................................................... . Dopo aver letto più volte ciò che hai scritto, prova a ripetere.

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VERSO LE

COMPETENZE

DUE NUOVE COSTELLAZIONI 5

10

15

20

25

30

Cassiopea, regina dell’Etiopia, era una donna incantevole, ma così vanitosa che non era raro sentirla affermare, tutta convinta: – Non c’è donna, neppure dea, che possa competere con me: io sono la più bella di tutte. Più bella persino di Afrodite. La dea, irritata da quelle vanterie, si lamentò con Poseidone, il dio del mare dai lunghi capelli turchini e dalla forza selvaggia. – Potente dio del mare, non ti pare che Cassiopea esageri con la sua superbia e che vada punita? – Sì, sarai vendicata – e mandò gigantesche ondate a infrangersi schiumanti di rabbia sulle rocce presso la città di Joppa, che distrussero le coste. Nel mare apparve anche un mostro che divorava qualsiasi essere incontrasse. La regina e il re suo marito si rivolsero ai sacerdoti del tempio e la loro risposta fu: – Legate vostra figlia, la principessa Andromeda, a una rupe e offritela in pasto al mostro: solo così gli dèi si placheranno. Il sacrificio era terribile, ma la stessa Andromeda si offrì senza paura pur di salvare il popolo. Ma ecco arrivare Perseo. L’eroe era in groppa al suo cavallo alato e impugnava una poderosa lancia. Vide la fanciulla incatenata e si avvicinò. In quel momento le acque del mare si sollevarono mugghiando e una belva emerse a poco a poco, enorme e spaventosa. Subito Perseo le fu sopra e la attaccò. La belva ululò, si dibattè, si slanciò: la lotta si fece feroce. L’eroe volteggiò nell’aria, con un braccio cinse uno scoglio, con l’altro vibrò un colpo della sua affilatissima lancia e decapitò la belva. L’acqua si fece sanguigna. Con un immenso boato il mostro sprofondò negli abissi. Intanto il cuore della principessa batteva come un tamburo. Perseo e Andromeda tornarono alla reggia e si sposarono, ma la loro storia non finì lì. Dopo la loro morte vennero trasformati in costellazioni e se alziamo gli occhi al cielo possiamo vederli nell’immensità del firmamento. da E. Frontaloni, Nel mondo dei miti greci, Raffaello

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Perché? ........................................................................ ........................................................................................... ...........................................................................................

2. L a punizione inviata da Poseidone consiste in: onde giganti un’alluvione e una belva marina onde gigantesche e un mostro marino una gigante belva marina 3. I l re e la regina per calmare gli dèi dovevano: uccidere il mostro darsi in pasto al mostro dare la figlia in pasto al mostro chiedere scusa ad Afrodite

7. I ndica quali informazioni puoi ricavare dal testo. – La vanità di Cassiopea offese Afrodite. Sì – Andromeda doveva offrirsi in sacrificio agli dèi. Sì – Il mostro colpito da Perseo sprofondò negli abissi. Sì – La storia di Perseo e Andromeda termina con le loro nozze. Sì – Il regno dell’Etiopia fu salvato. Sì

Il mito

1. A suscitare l’ira di Afrodite è: Cassiopea Andromeda Perseo il mostro

6. L ’espressione “il cuore della principessa batteva come un tamburo” (righe 26 e 27) significa: i battiti del cuore risuonavano i battiti del cuore colpivano la fanciulla il cuore batteva molto forte il cuore pesava quanto un tamburo

No No No o N No

8. I protagonisti del mito sono: una regina e un re una principessa e un eroe due dee una regina e una principessa

4. I n aiuto di Andromeda interviene: il padre un dio un eroe il popolo etiope

9. I l mito è ambientato: in Europa in Etiopia in Asia in un luogo non specificato

5. P erseo possedeva: un cavallo alato un’affilatissima lancia un cavallo alato e una lancia un cavallo alato e uno scudo

10. L o scopo del mito è spiegare: l’esistenza degli dèi l’esistenza degli eroi la sottomissione degli uomini agli dèi la presenza di due costellazioni nel cielo

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Il testo

POETICO

IL TESTO POETICO è un testo scritto in una forma speciale, che usa un linguaggio particolare fatto di ritmi e rime per creare armonie e musicalità

comprende

FILASTROCCHE testi allegri e giocosi

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POESIE testi che esprimono emozioni e stati d’animo


I TESTI POETICI si differenziano dai testi in prosa che hai letto finora

TESTO POETICO

TESTO IN PROSA

• Non rispetta sempre l’ordine degli elementi della frase: il soggetto si può trovare alla fine, il verbo può mancare.

• Rispetta l’ordine più consueto degli elementi nella frase: soggetto, verbo, complementi.

• I termini sono scelti non solo per il loro significato, ma anche per ciò che evocano nell’immaginario dell’autore.

• Le parole sono usate per il significato che comunemente hanno.

• Le parole vengono spesso scelte o modificate per il loro suono.

STRUTTURA – versi – strofe FIGURE DI SUONO – ritmo – rima

• Le parole non vengono scelte né modificate per il loro suono.

si caratterizza per

FIGURE DI SIGNIFICATO – similitudine – metafora – personificazione

ESPLORO IL TESTO In questa sezione scoprirai tanti tipi di testi poetici: la FILASTROCCA

– limerick – nonsense – scioglilingua – conta – ninna nanna la POESIA

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LEGGO i CLASSICI

PRIMO GELO Filastrocca del primo gelo gela la neve caduta dal cielo, gela l’acqua del rubinetto, gela il fiore nel suo vasetto, gela la coda del cavallo, gela la statua sul piedistallo. Nella vetrina il manichino trema di freddo, poverino; mettetegli addosso un bel cappotto, di quelli che costano un terno a letto: finché qualcuno lo comprerà, per un bel pezzo si scalderà. da E. Pecora, La strada delle parole, filastrocca di G. Rodari

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LEGGO I CLASSICI

LA STRADA DELLE PAROLE ANNO DI PUBBLICAZIONE

2003

CURIOSITÀ SULL’AUTORE

Elio Pecora in questo volume ha raccolto le più belle e significative poesie del Novecento. Tra queste compaiono le filastrocche di Rodari e le poesie di Pascoli. Gianni Rodari scrittore, giornalista, pedagogista con la sua fantasia e originalità, attraverso racconti e filastrocche, ha rinnovato la letteratura per ragazzi. Giovanni Pascoli, nato nel 1855, è stato un poeta e accademico italiano, figura emblematica della letteratura italiana di fine Ottocento.

MARE M’affaccio alla finestra, e vedo il mare: vanno le stelle, tremolano l’onde. Vedo stelle passare, onde passare: un guizzo chiama, un palpito risponde. Ecco sospira l’acqua, alita il vento: sul mare è apparso un ponte d’argento. Ponte gettato sui laghi sereni, per chi dunque sei fatto e dove meni?

ESPRIMITI COLORANDO LE FACCINE DA 1 A 5.

Indice di gradimento:

Curiosità che mi spinge a conoscere meglio l’autore:

Interesse che mi spinge a leggere tutto il libro:

da E. Pecora, La strada delle parole, poesia di G. Pascoli

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ESPLORO

LA FILASTROCCA LE PAROLE TIRITERE

Le mie domande SA CHE CO

è una filastrocca?

LA RIMA

è presente? Di che tipo è?

COME

è strutturata una filastrocca?

132

Oggi ti dico delle tiritere parole corte, parole vere che ti accompagnano col loro cuore batti tamburo, batti parole che ti riposano dalle fatiche parole nonne, parole antiche dalle fatiche di dimenticare parole fonde, parole mare. Dimenticare la lingua di prima che si allontana con passi di rima la lingua d’acqua di quando eri pesce parola nuota, parola cresce. La lingua azzurra di quando eri uccello parola cielo, parola bello la lingua bestia di quando eri topo parola salto, parola dopo. Dimenticare le lingue di prima per impararne una nuova ed umana che si avvicina con passi di rima con tiritere di terra lontana che ti riposano, mentre la impari Parole luci, parole fari che ti ripetono i nomi e le voci parole piccole, furbe, veloci. da B. Tognolini, Tiritere, Franco Cosimo Panini

A A B B

C D C D


Le risposte SA CHE CO

LA RIMA

COME

La filastrocca è un testo poetico allegro e giocoso, spesso di origine popolare. Ha lo scopo di divertire e di giocare con il suono delle parole o anche quello di aiutare a memorizzare nozioni, ad esempio il nome dei giorni della settimana o i numeri… La filastrocca è un testo generalmente in rima: cioè due o più versi terminano con lo stesso gruppo di lettere (tiritere – vere) o con lettere dal suono simile (cuore – parole). È la rima che dà ritmo al testo e può essere: –B ACIATA quando rimano fra loro due versi consecutivi (AABB); è la rima più frequente nelle filastrocche; –A LTERNATA quando il primo verso rima con il terzo e il secondo con il quarto (ABAB); – INCROCIATA quando il primo verso rima con il quarto e il secondo con il terzo (ABBA). Le righe che compongono la filastrocca sono i versi in rima; i versi possono essere raggruppati in strofe, separate tra loro da uno spazio bianco che funge da pausa.

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IL TESTO POETICO

FILASTROCCA, DOVE SEI? Io conosco una bella filastrocca, è color rosa e sa di albicocca. Ma la filastrocca che ama le corse è molto più bella, forse. Io la conosco, e tu? Sì, sì. È tutta di colore blu, e corre soltanto all’insù, veloce come il vento. Sì! Non ha parole, non ha un accento, e per non pesare neanche un pochino, non ha nemmeno un punto piccolino. Perfino il titolo non ha! Ma a vivere come fa? Perché ogni bimbo il titolo glielo dà! Ad esempio, io la intitolerei: “Filastrocca, dove sei?” da L. Grossi, È arrivato un bastimento carico di…, Einaudi Ragazzi

PORTA Sul tuo cammino ti aspetta una porta se vuoi è chiusa, se vuoi è aperta. Forse c’è un muro, forse c’è il mare se non la apri non potrai entrare. Forse c’è il viale del grande avvenire se tu la chiudi non potrai uscire. Nella casina c’è una porticina la tua fortuna, la tua rovina. Se non la apri non lo saprai mai ora che cosa farai? da A. Abbatiello, B. Tognolini, Alfabeto delle fiabe, Topipittori

ESPLORO IL TESTO La struttura Indica quanti versi ha ciascuna filastrocca. Filastrocca, dove sei?

Porta

Quale delle due filastrocche è divisa in strofe? ................................................................................................. E quante strofe ha? Tutte le strofe hanno lo stesso numero di versi? Sì No

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LA FILASTROCCA

RIMA SMASCHERATA Filastrocca vera e finta con la rima rumorosa con la faccia un po’ dipinta vuol sembrare chissà cosa.

A B A B

Filastrocca finta e vera mascherata da leone con la musica criniera vuol sembrare una canzone. Filastrocca vanitosa con le scarpe della zia col suo abito da sposa vuole sembrare una poesia. Poi le scappa una risata un po’ rimata dalla bocca ecco qui, smascherata! Sei una filastrocca! da B. Tognolini, Rime raminghe, Salani

TESORO Ma dove siete, tesori nascosti? Frughi nei punti e scavi nei posti sfidi giganti e draghi custodi spezzi catene con spine e con nodi mentre ti danni in cerca dell’oro spendi i tuoi anni, quest’altro tesoro vivi viaggiando, cammini e cammini sei arrivato agli estremi confini non l’hai trovato, ma fatti coraggio ora il tesoro è il tuo viaggio.

A A B B

da A. Abbatiello, B. Tognolini, Alfabeto delle fiabe, Topipittori

ESPLORO IL TESTO La rima

SCRIVO C ompleta i seguenti elenchi di parole con altre che fanno rima. Poi usane alcune per comporre una filastrocca sul quaderno. – bambino, mattino, budino, .......................... – cioccolata, marmellata, ................................. – castello, ..............................................................

I n ciascuna filastrocca cerchia, con lo stesso colore, le rime. Poi completa con le lettere gli schemi delle rime. Rispondi. Le due filastrocche… … usano la rima baciata?

No

… usano la rima alternata?

No

La prima filastrocca è in rima alternata?

No

La seconda filastrocca è in rima baciata?

No

La prima filastrocca è in rima baciata?

No

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IL TESTO POETICO

TO Il nonsense ESPLORO IL TES Il nonsense è una filastrocca che non ha un senso logico, ma vuole solo divertire e giocare con il suono delle parole. C olora i riquadri che indicano le caratteristiche dei nonsense. Forniscono informazioni.

Descrivono situazioni assurde.

Hanno versi in rima.

Giocano con le parole.

IL SIGNOR FILIBERTO Un signore di nome Filiberto amava assistere al caffè concerto: e al dolce suono di tazze e cucchiaini mangiava trombe tromboni e violini; quel musicofilo del signor Filiberto.

IL MELONE Un melone andava a Frosinone. Incontrò una pera che andava a Voghera. Si dissero buongiorno? No, perché era sera. da G. Rodari, Storie nuove, Einaudi

A A B B A

da G. Rodari, Le filastrocche del cavallo parlante, Emme Edizioni

UNA GIOVANE MATITA Una giovane matita amava molto la vita e un giorno trovò un’apertura per cominciare un’avventura con un compasso in cerca di matita. da E. Zamponi, I dragi locopei, Einaudi

SCRIVO S egui il seguente schema e componi un limerick. C’era un grillo di nome Calimero che ........................................................................................... allora ........................................................................................ quel...........................................................................................

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ESPLORO IL TESTO

Il limerick

Un tipo particolare di nonsense è il limerick, che rima secondo lo schema AA BB A e ha una struttura fissa: – i l 1° verso presenta un personaggio; – i l 2° verso ne indica una caratteristica o un’azione; – i l 3° e il 4° verso aggiungono le conseguenze del fatto; – i l 5° verso qualifica il personaggio riprendendo l’inizio. I ndividua nel limerick “Il Signor Filiberto” il personaggio e le sue azioni, sottolineando con colori diversi.


LA FILASTROCCA

PER SCIOGLIERE LA LINGUA 1 Sul campanil d’Antroccoli c’è una biribaula con trecento biribaulini; se la biribaula muore, chi sbiribaulinerà i trecento biribaulini?

Lo scioglilingua Lo scioglilingua è una filastrocca che contiene gruppi di suoni e parole difficili da pronunciare. Nello scioglilingua n. 1 si ripete la parola .........................................................

Nel n. 2 si ripete .........................................................

2 Trentatré trentini entrarono a Trento tutti e trentatré trotterellando.

PER GIOCARE O…

TO ESPLORO IL TES

Qual è la più difficile da pronunciare per te? .........................................................

… PER DORMIRE

Tre tazzine di caffè me le bevo tutte e tre tre e tre fanno sei sei e sei fanno dodici dodici e dodici ventiquattro uno due tre e quattro. da AA. VV., 300 filastrocche, Giunti Kids

ESPLORO IL TESTO La conta e

la ninna nanna

Ninna ò ninna ò questo bimbo a chi lo do? Se lo do alla Befana me lo tiene una settimana se lo do al buon Gesù me lo tiene un anno e più se lo do al lupo nero se lo mangia intero intero. Ninna ò ninna ò questo bimbo a chi lo do? Se lo tiene la sua mamma che lo ninna e lo nanna ninna nanna ninna ò. da www.filastrocche.it

La conta è una filastrocca per decidere a chi tocca “mettersi in gioco” o per accompagnare un gioco stesso. La ninna nanna, invece, ha lo scopo di far addormentare i bambini. Conosci alcune conte? In quali giochi le usi? ................................................................................................................ Ti ricordi qualche ninna nanna di quando eri piccolo? ...............................................................................................................

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ESPLORO

LA POESIA OFELIA LA GATTA Ofelia è tutta bianca e mai appare stanca di correre e saltare sembra un’onda del mare.

A A B B

È piccola e leggera Ofelia, ad ogni sera instancabile gioca con qualche ombra fioca.

C C D D

Con i suoi polpastrelli morbidi e delicati piglia scialli e mantelli e li trasforma in prati.

E F E F

LA RIMA

E si lecca e si stira si struscia e poi s’aggira percorrendo ogni stanza sempre a passo di danza.

G G H H

COME

Ofelia è tutta bianca e mai appare stanca di divertirsi e sognare: forse è un’onda del mare.

A A B B

Le mie domande CHE CO

SA

è una

poesia?

è presente? Di che tipo è?

è strutturata una poesia?

IL AGGIO Quale LINGU linguaggio usa la poesia?

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da G. Pontremoli, Ballata per tutto l’anno e altri canti, N.E.R.


Le risposte SA CHE CO

La poesia è un testo in versi che esprime sensazioni e stati d’animo dell’autore, il quale usa un linguaggio libero e originale e trasmette messaggi ricchi di valori personali o sociali.

LA RIMA

I versi di una poesia possono essere liberi o in rima. Nella poesia che hai letto le prime due strofe e le ultime due sono in rima baciata, la terza è in rima alternata.

COME

La poesia è composta da versi raggruppati o meno in strofe. La poesia che hai letto, ad esempio, è formata da cinque strofe di quattro versi ciascuna.

Il linguaggio della poesia è caratterizzato da espressioni particolari dette “figure retoriche” come: – la SIMILITUDINE, un confronto tra due elementi introdotto da “come, sembra...”; – la METAFORA, un paragone basato IL AGGIO sull’associazione di idee, senza le parole LINGU “come, sembra...”; – la PERSONIFICAZIONE, l’attribuzione di caratteristiche umane a elementi della natura o a cose. Nella poesia che hai letto sono presenti una similitudine e una metafora.

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IL TESTO POETICO

PAROLE DI MARE Sai che il mare ha una sua voce? Per sentire cosa dice prova a metterti una volta con i piedi in acqua, e ascolta. Ma non farlo in pieno giorno quando troppa gente è intorno e si sentono gli strilli e si sentono gli sbuffi non si riesce a star tranquilli tra castelli, corse e tuffi. Sai che il mare ha una sua voce? Per sentire cosa dice scegli un tempo silenzioso quando il sole è più prezioso. Scegli l’alba di mattina o la sera maggiolina: è lì il mare che sussurra come canto di sirene la sua voce verde e azzurra la sua voce che va e viene e se parli ti risponde l’infinito delle onde. da C. Carminati, Poesie per aria, Topipittori

RACCONTO DI ME T i è mai capitato di soffermarti ad ascoltare la voce del mare, di un fiume o di un bosco? Che cosa ti ha trasmesso? energia serenità paura coraggio tristezza ..............

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ESPLORO IL TESTO La struttura Completa. La poesia è divisa in versi che sono:

e la rima

strofe e complessivamente ha in rima e

sciolti.


LA POESIA

NEL BOSCO I faggi hanno tronchi grigi e lisci come alte colonne di una chiesa dove la gente prega e si riunisce: ma un tempo erano una piccola cosa. C’è un muschio attorno alle loro radici, e a noi che siamo qui sul basso suolo, oltre i rami larghissimi e felici, le loro cime sembrano nel cielo. da C. M. Barker, Le fate dei fiori, Fabbri

ESPLORO IL TESTO

La similitudine S ottolinea la similitudine presente nella poesia “Nel bosco” e completa. – I faggi sembrano ........................................................ .........................................................................................

SCRIVO C rea tu delle similitudini: scegli paragoni originali. La luna sembra ........................................ Il sole somiglia a ...................................... Il mare pare ..............................................

DICO LA MIA ome sono i tuoi capelli? C Ti piacciono? E i tuoi vestiti? Li scegli da solo/a o ti lasci consigliare? Quanta importanza dai all’aspetto fisico? Parlane in classe con i tuoi compagni e l’insegnante.

ESPLORO IL TESTO

La metafora S ottolinea tutte le metafore presenti nella poesia “Capelli”. Quante ne hai individuate?

CAPELLI Mi si increspano di giorno mi si impastano se dormo pettinati in tutti i modi mi si riempiono di nodi. Ricci mossi dritti o storti voglio solo averli corti! Voglio il ciuffo, la criniera una testa ciminiera. Lunghi e lisci sono un fiume dritti a punta sono piume. Chioma riccia, chioma crespa voglio una pelliccia in testa! da C. Carminati, B. Tognolini, Rime chiaroscure, Rizzoli

141


IL TESTO POETICO

IL SOLE

LA LUNA

Il sole si ammira dentro uno specchio: scintille guizzano, sprizzano, danzano, le vorrei afferrare, ma il sole, no, non si fa imprigionare.

La luna scende in giardino per le scale della pallida sera: è tutta bella, le nubi la velano, la brezza la scopre. S’attarda dietro il cipresso, s’aggrappa all’agavi e ai fichi d’India, stende trine leggere sui viali, lega le fronde con fili d’argento, nell’ombra screziata di raggi crea e dissolve danze di gnomi, con le perle della rugiada sfila e infila collane di sogni. da A. Negri, I canti dell’isola, La Conchiglia

da C. Albaut, Filastrocche per prendere il sole, Motta Junior

Lessico ESPLORO IL TESTO

La personificazione S egna con una ✘ le azioni umane attribuite alla luna nella poesia che la riguarda: scende in giardino splende in cielo si attarda dietro al cipresso stende trine sui viali illumina la notte infila collane di sogni Nella poesia “Il sole” sottolinea: le azioni compiute dal sole le azioni compiute dalle scintille

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a gave = pianta mediterranea trina = merletto, pizzo screziata = striato, macchiato i sono, nelle due poesie, altre parole di cui C non conosci il significato? Sottolineale e aiutati con il vocabolario per le definizioni.

COMPRENDO S piega il significato dell’espressione: “La luna stende trine leggere sui viali”. ............................................................................................................. ............................................................................................................. .............................................................................................................


LA POESIA

IO SONO TUTTI GLI UOMINI Io sono il popolano di tutti i villaggi e delle prodigiose capitali; sono l’uomo universo, marinaio di tutte le finestre della terra stordita dai motori. Sono l’uomo di Tokio che si nutre di pesciolini e bambù, il minatore d’Europa, fratello della notte; l’operaio del Congo e della spiaggia, il pescatore della Polinesia, sono l’Indio d’America, il meticcio, il giallo e il nero io sono tutti gli uomini. J. Carrera Andrade

ESPLORO IL TESTO Il messaggio S egna con una ✘ il messaggio trasmesso dalla poesia “Io sono tutti gli uomini”. Pensare solo a se stessi aiuta a capire gli altri. Mettersi nei panni degli altri aiuta a capire e ad accettare la diversità. C olora il riquadro che contiene il messaggio della poesia “Per Malala Yousafzai”. Sta a noi scegliere come usare la nostra vita: per imparare o per uccidere.

IO

Ogni tanto è bene dedicare del tempo a scrivere.

CON GLI ALTRI

vete conosciuto Malala (p. 80). Quale messaggio ha A voluto dare? Perché le hanno dato il Premio Nobel? Cercate notizie su di lei e commentatele.

PER MALALA YOUSAFZAI Certi giorni è bene che impariamo da capo parola per parola cosa significa prendere un autobus andare a scuola. È bene sapere a cosa serva una mano se le stesse cinque dita possono stringere una pistola o tenere ben salda una matita. Certi giorni, una vita. da S. Vecchini, M. Marcolin, Poesie della notte,

del giorno, di ogni cosa intorno, Topipittori

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LABORATORIO

del

LESSICO

FILASTROCCHE IN ALTRE LINGUE Il dialetto è una vera e propria lingua parlata nelle regioni geografiche; le lingue nazionali, invece, sono quelle ufficiali di uno Stato. • Leggi le tre filastrocche in lingua straniera e collega ognuna alla sua traduzione in italiano. Poi completa.

UNE SOURIS VERTE Une souris verte qui courait dans l’herbe je l’attrape par la queue je la montre à ces messieurs. Ces messieurs me disent: – Trempez-la dans l’huile.

DORMI Ninna nanna, prendi sonno perché se dormi non vedrai tante cattiverie e tanti disastri che accadono nel mondo fra le spade e i fucili dei popoli civili.

• Il testo è in lingua .........................................................

FA’ LA NINNA Ninna nanna, pija sonno ché se dormi nun vedrai tante infamie e tanti guai che succedeno ner monno fra le spade e li fucilli de li popoli civilli…

UNA VOLTA HO PRESO UN PESCE VIVO Uno, due, tre, quattro, cinque una volta ho preso un pesce vivo. Sei, sette, otto, nove, dieci poi l’ho lasciato andare di nuovo.

• Il testo è in dialetto ..........................................................

ONCE I CAUGHT A FISH ALIVE One, two, three, four, five, once I caught a fish alive. Six, seven, eight, nine, ten then I let it go again. • Il testo è in lingua ..........................................................

VAI AL LIBRO DI

S C R I T TU R A VAI A PAG. 54

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UN TOPINO VERDE Un topino verde che correva nell’erba lo afferro per la coda lo mostro a questi signori. Questi signori mi dicono: – Immergilo nell’olio.


INSIEME PER IMPARARE FACILE Il TESTO POETICO

CHE CO

SA

LA RIMA

COME

IL UAGGIO LING

Il testo poetico usa un linguaggio particolare formato da RITMI e RIME e comprende: • FILASTROCCHE, testi allegri e giocosi; • POESIE, testi che esprimono stati d’animo ed emozioni. I versi della filastrocca e della poesia possono presentare la RIMA, che può essere: • BACIATA (AABB); • ALTERNATA (ABAB); • INCROCIATA (ABBA). La poesia e la filastrocca sono composte da STROFE suddivise in VERSI. Nella poesia si usano FIGURE RETORICHE come: • la SIMILITUDINE; • la METAFORA; • la PERSONIFICAZIONE.

Ora scriviamo insieme (ricordati di usare anche le parole-chiave in maiuscolo). Il testo poetico usa un linguaggio particolare formato da ......................... e ......................... . Le filastrocche sono testi ..................................................... e ..................................................... ; le poesie sono testi che esprimono ................................................................ ed ................................................................. . Le poesie e le filastrocche possono presentare la ............................................................. che può essere ..........................................................., ........................................................... o ......................................................... . Le strofe sono suddivise in ............................................................... . Nella poesia si usano le figure ..........................................., come la ......................................... , ......................................... e ............................................ Dopo aver letto più volte ciò che hai scritto, prova a ripetere.

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VERSO LE

COMPETENZE GIROTONDO

PROFUMO DI LEGNA Tardi, con le stelle aperte nel freddo aprii la porta. Il mare 5 galoppava nella notte. Come una mano dalla casa oscura uscì l’aroma 10 intenso della legna custodita. P. Neruda

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Giro giro tondo, tondo come il mondo, la luna qualche volta, la palla quando salta, 5 il tondo del mio occhio la ruota sotto il cocchio, il giro della chiave, l’oblò sopra la nave, la perla sotto il mare, 10 l’anello dell’amore, il sole luminoso, il pozzo silenzioso, il volo del rapace, la guerra non è pace, 15 la pace non è guerra, e tutti giù per terra! da R. Piumini, Tutta una scivolanda, Einaudi


GIROTONDO

PROFUMO DI LEGNA

poesia

limerick

ninna nanna

PROFUMO DI LEGNA conta

filastrocca

6. R itrova nella filastrocca i nomi corrispondenti alle seguenti definizioni. antico carro da guerra o da corsa: ................. finestra di forma rotonda: ................. uccello predatore: .................

nonsense

GIROTONDO 2. La filastrocca presenta: un’unica strofa di dieci versi due strofe di sedici versi ciascuna un’unica strofa di sedici versi 3. C erchia le rime usando colori diversi e completa lo schema. I versi sono: tutti liberi in rima alternata in rima baciata sia in rima baciata che in quella alternata 4. Il testo ha lo scopo di: far addormentare divertire far pronunciare suoni difficili esprimere sentimenti 5. In quale occasione si recita? .......................................................................................

7. La poesia presenta: un’unica strofa di undici versi due strofe di diversa lunghezza due strofe con lo stesso numero di versi

Il testo poetico

1. Collega ogni testo alla tipologia corrispondente.

8. I versi sono: tutti liberi in rima alternata in rima baciata sia in rima baciata che in quella alternata 9. Il testo ha lo scopo di: aiutare a memorizzare nozioni esprimere sensazioni e stati d’animo del poeta divertire, far giocare far addormentare 10. L ’espressione “il mare galoppava nella notte” (versi 4-6) è: una metafora una similitudine una personificazione 11. Nella seconda strofa trovi: una metafora una similitudine una personificazione Sottolineala.

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Il testo

DESCRITTIVO IL TESTO DESCRITTIVO è un testo che illustra con le parole la realtà che ci circonda, in modo che il lettore possa immaginare ciò di cui si parla

la descrizione può essere

OGGETTIVA l’autore registra solo ciò che vede, così com’è nella realtà, senza esprimere valutazioni e impressioni personali, usando termini precisi e tecnici. La descrizione oggettiva è tipica delle enciclopedie e dei testi di studio.

SOGGETTIVA l’autore presenta qualcuno o qualcosa in base a come lui lo “vede” e lo “sente”, attraverso il suo punto di vista e le sue emozioni, mettendo così in luce i particolari più significativi, usando un linguaggio ricco di aggettivi, sinonimi, paragoni e personificazioni. La descrizione soggettiva si trova generalmente nei testi narrativi.

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I DATI SENSORIALI DATI VISIVI – colore – forma – dimensione – posizione – movimento

sono usati dall’autore per registrare le informazioni raccolte attraverso i cinque sensi; possono essere:

DATI UDITIVI – suoni – rumori – tono di voce

DATI TATTILI – sensazioni del tatto

DATI GUSTATIVI – sapori

DATI OLFATTIVI – odori – fragranze – profumi

TO ESPLORO IL TES In questa sezione scoprirai vari aspetti della DESCRIZIONE: la descrizione DI PERSONE la descrizione DI ANIMALI la descrizione DI AMBIENTI

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IL TESTO DESCRITTIVO

KOLLOVAL, L’ELFO DELL’ALLEGRIA Gli Elfi silvani delle Terre Alte sono tra quelli che, col passare dei secoli, hanno finito con l’abituarsi agli Umani e ora ne condividono il modo di vivere e le diverse abitudini. Kolloval, l’elfo dell’allegria, è fra tutti questi uno dei più aperti e disponibili verso gli Umani. Di pura razza islandese, ha i capelli castani come i boschi in autunno, gli occhi scuri come l’acqua dei laghi vulcanici e la pelle delicata come il mughetto di palude; il suo carattere è così aperto e franco da ispirare simpatia e fiducia a prima vista. Le sue gote sono accese, i denti, bianchissimi e sempre bene in vista, sono splendenti in un sorriso di felicità ed ebbrezza. Kolloval non ha nulla a che fare con le pallide e tristi creature della notte o con le misteriose entità elfiche delle paludi sotterranee. In lui tutto è gioia di vivere e voglia di divertirsi pazzamente. Allegro e felice, vive nelle sterminate foreste del Grande Nord dove l’unica musica è lo stormire del vento fra gli alberi e il bramire dei cervi maschi, ma si incanta ad ascoltare il suono dei flauti e delle fisarmoniche, le canzoni delle genti di mare e le risate delle fanciulle. da C. Comini, R. Mosca, Nel mondo degli Elfi, De Agostini

TO Il linguaggio ESPLORO IL TES della descrizione Per descrivere in modo efficace è importante usare un linguaggio ricco di aggettivi qualificativi, sinonimi, metafore, similitudini e personificazioni. C ompleta la tabella con le parole del testo.

capelli occhi pelle carattere gote denti

AGGETTIVI castani

SIMILITUDINI come i boschi autunnali

Ora sottolinea gli aggettivi qualificativi riferiti al carattere dell’elfo.

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IL TESTO DESCRITTIVO

CUORE PURO E CORPO LEGGERO Il cacciatore d’immagini salta dal letto di buon mattino, ma non parte se il suo animo non è sereno, il cuore puro e il corpo leggero come un indumento estivo. Non porta provviste. Berrà l’aria fresca lungo la strada e si nutrirà di salutari odori. Lascia le armi a casa, perché gli basterà tenere gli occhi aperti. Occhi che usa come retini, in cui le immagini s’imprigionano da sole. Per prima cattura l’immagine della strada, che mostra le sue ossa (ciottoli levigati) e i solchi (vene crepate) tra due siepi ricche di prugnole e di more. Poi è la volta del fiume. Ha le anse biancheggianti e dorme sotto la carezza dei salici. Luccica quando un pesce si rigira sul ventre, come quando vi si getta una moneta d’argento e, appena comincia a cadere una pioggia fina fina, gli viene la pelle d’oca. Il cacciatore raccoglie l’immagine delle messi ondeggianti, delle erbe saporite e dei campi orlati di ruscelli. S’impadronisce al volo del passaggio di un’allodola o di un cardellino. Entra infine nel bosco. Non sapeva di avere sensi così fini. Subito inebriato di profumi, non perde il più lieve rumore. Ben presto lascia il bosco e in lontananza segue le figure dei taglialegna, che tornano al villaggio. Giunto allo scoperto, fissa per un momento, quanto basta per sentirsi l’occhio esplodere, il sole calante che depone sulla linea dell’orizzonte le sue vesti luminose e le nuvole sparse alla rinfusa. Ora è a casa, con la testa piena: spegne la lampada e lungamente, prima di addormentarsi, gode a ripassare le sue immagini. da J. Renard, Storie naturali, La Spiga

TO I dati sensoriali ESPLORO IL TES

COMPRENDO Q uali di queste frasi completeresti con l’espressione del testo “Occhi che usa come retini”? Va dall’oculista per gli... È un pescatore attentissimo grazie agli... Le armi del cacciatore di immagini sono... La sera il cacciatore di immagini ripassa ciò che ha visto con...

S cegli un colore per ognuno dei cinque sensi e usalo per sottolineare i dati corrispondenti nel testo. SENSO .................................... .................................... .................................... .................................... ....................................

COLORE SCELTO .................................... .................................... .................................... .................................... ....................................

H ai sottolineato dati sensoriali per ogni senso? Sì No

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IL TESTO DESCRITTIVO

Lessico garrese = indica la parte alta del tronco di un animale

IL PASTORE MAREMMANO

Il cane da pastore maremmano è di grandi dimensioni, ha un aspetto possente e insieme distinto, robusto e coraggioso. È un cane intelligente, dal carattere docile ma aggressivo quando è a guardia tartufo = è la punta del gregge o difende la proprietà. del naso di alcune Il manto del maremmano è folto e abbondante, lungo e piuttosto ruvido razze di cane al tatto. Il pelo aderisce bene al corpo, è corto su tutto il muso, sulle zampe Scopri perché il pastore maremmano anteriori e su quelle posteriori, sulle quali forma una leggera frangia; più si chiama così lungo e folto sul collo, raggiunge gli otto centimetri sul resto del corpo. Di osservando alcune colorazione bianca, incluse tutte le sue sfumature, il manto può presentare foto e aiutandoti anche tratti di avorio, giallo o arancione pallido. con il vocabolario. Come statura, normalmente il pastore maremmano maschio va dai sessantacinque ai settantatré centimetri al garrese con un peso compreso fra i trentacinque e i quarantacinque chili; le femmine dai sessanta ai sessantotto centimetri al garrese, con un peso compreso fra i trenta e i quaranta chili. La testa è piuttosto grande; le mascelle sono robuste e i denti sono molto TO bianchi e di allineamento regolare. Il tartufo è di pigmentazione ESPLORO IL TES nera. Gli occhi non sono particolarmente grandi rispetto alla mole La descrizione dell’animale, così come le orecchie, che sono di forma triangolare. oggettiva Ha un collo forte, circondato da un folto e lungo pelo che va a T ra le seguenti informazioni, formare una sorta di collare. segna quelle che ricavi Il petto del pastore maremmano è largo, ben aperto e dotato dal testo. di muscoli ben sviluppati; anche le zampe sono muscolose e Il cane pastore maremmano terminano con un piede grande di forma tondeggiante. è di costituzione forte. Il pelo è ruvido al tatto. Il pastore maremmano ispira sicurezza e fiducia all’autore. Il peso nei maschi è intorno ai quaranta chili. S i tratta di una descrizione oggettiva perché: è ricca di emozioni provate da chi scrive. è ricca di informazioni su questa razza di cane. è adatta a un libro o a un sito di informazione scientifica. è inserita in un racconto.

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da www.pastoremaremmano.it


IL TESTO DESCRITTIVO

BAFFO, IL MIO PRIMO CANE Si chiamava Baffo e fu il primo cane veramente nostro. Mio padre non aveva mai voluto cani in casa, prima, perché gli pareva un atto contro natura costringere un cane a vivere in città, in una casa senza giardino né terrazzo. Poi un giorno mio fratello Ferdinando e mio fratello Carlo tornarono a casa con un cagnetto, sporchissimo e irsuto, con una zampa ferita e due occhi azzurri di lattante spaventato ma curioso. Carlo raccontò che il cane era stato buttato fuori da un’auto in corsa, avvolto in un sacco, ed era piombato proprio sul manubrio della sua bicicletta. – Dono del cielo – disse mio padre, che non gli credette neanche per un secondo. Il cagnetto abbaiò. Aveva una voce molto buffa. Mio padre lo guardò pensosamente, poi disse: – Può stare qui finché non si sarà irrobustito. Poi lo porterete in campagna dal nonno. Crescendo, Baffo diventò non solo robusto ma enorme: un grande e splendido pastore maremmano bianco–sporco. Era un cane unico, Baffo: cantava quando era felice. E aveva molte altre specialità, tra cui quella di essere l’unico essere vivente capace di separare i miei fratelli quando si picchiavano e quella di saper giocare in porta. Quando facevano le loro partite di pallone nel corridoio, Baffo, con i suoi tuffi acrobatici, le sue spettacolari parate di zampe, di muso o di testa, salvò più di una vetrata. da B. Gasperini, Una donna e altri animali, Rizzoli

COMPRENDO Scrivi le domande adatte alle seguenti risposte. ........................................................................................................................ ? – In una casa senza giardino né terrazzo. ........................................................................................................................ ? – Era stato gettato da un’ auto in corsa. ........................................................................................................................ ? – Cantava quando era felice, parava le palle con le sue zampe e riusciva a giocare in porta e a separare i fratelli che litigavano.

DICO LA MIA te piacerebbe avere A un animale? Secondo te perché in genere i bambini desiderano avere un animale più degli adulti? Parlane in classe.

ESPLORO IL TESTO

La descrizione soggettiva Trascrivi altre due impressioni personali dell’autore, che ti fanno capire che la descrizione è soggettiva. – Baffo fu il primo cane veramente nostro. – Baffo, quando era felice, cantava. – ......................................................... ......................................................... – ......................................................... .........................................................

153


IL TESTO DESCRITTIVO

DUE SUPER NONNE La nonna Ida, una donna dalla statura imponente di origine piemontese, andava spesso a prendere Elisa all’uscita della scuola e puntualmente le chiedeva: – Ciao piccola, cosa hai mangiato a merenda? Per lei il cibo era una cosa fondamentale. Le raccomandava sempre di non preoccuparsi della linea come tante “bimbe-grissino” che si vedono in giro. Fedele a queste affermazioni, cucinava come un grande chef: nessuno era capace di preparare polpettine di carne e patate fritte come le sue. La cucina di nonna Ida, poi, era un luogo tutto da scoprire: le mensole alle pareti erano stracariche di ogni ben di Dio, c’erano bottiglie, barattoli, mestoli, ricette scritte su post-it ingialliti appesi un po’ ovunque. Ma la cosa più interessante era un banco da lavoro sistemato sotto la finestra, proprio per la nipotina; lì Elisa poteva tagliuzzare le verdure, mescolare il latte alla farina e riempire di impasto gli stampi per i biscotti. Tutto questo a Elisa piaceva da matti e cercava di farlo sempre a regola d’arte perché la nonna era molto esigente.

TO La descrizione ESPLORO IL TES

nella narrazione

S ottolinea nel testo, con un colore diverso, le parti che descrivono: – la nonna Ida – la cucina di nonna Carla – la cucina di nonna Ida – la biblioteca di nonna Carla Secondo te, le descrizioni inserite nel racconto sono: un’interruzione che spezza il filo della narrazione. un arricchimento che aiuta a immaginare ciò di cui si racconta.

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IL TESTO DESCRITTIVO Nonna Ida era fatta così, trasformava ogni pasto in un pranzo di gala con sedici portate, cosa che la mamma di Elisa criticava senza tregua: – La farà diventare obesa, se continua a rimpinzarla così! – brontolava sempre. Quel giorno, però, ad attendere Elisa all’uscita dalla scuola, c’era anche nonna Carla. Elisa era felice perché anche lei le piaceva, e molto. A differenza di nonna Ida, non amava cucinare; la sua cucina era la stanza più piccola della casa, piena soprattutto di barattoli di spezie e libri di ricette esotiche, perché la sua vera passione erano i libri e i viaggi in luoghi lontani. Appena Elisa entrava in casa, voleva andare in biblioteca, il regno di nonna Carla: un salone con grandi vetrate e scaffali pieni di libri. Le pareti erano tappezzate di quadri, dipinti da artisti suoi amici. A Elisa piaceva in particolare il ritratto di due bambine che si guardavano come in uno specchio e si tenevano per mano. Ma più di tutto si divertiva a guardare le fotografie dei luoghi visitati dai nonni in ogni parte del mondo: l’Africa e i grandi parchi con le zebre e le giraffe, le foto dei coccodrilli con le fauci spalancate e le leonesse in lontananza. – Allora, perché siete in due ad aspettarmi? – chiese Elisa alle due donne. – Abbiamo pensato di farti una sorpresa: pranzo sulla spiaggia e un giro al parco giochi. – Evviva – esclamò Elisa – ho proprio due super nonne! da P. Ceccarelli, Il filo che ci unisce, Raffaello Ragazzi

DICO LA MIA

COMPRENDO

uale delle due nonne Q ti incuriosisce di più? Perché? Parlane in classe.

Come si chiamano le nonne di Elisa? ................................................................................................................................. lei piacciono entrambe? Da che cosa lo capisci? ......................................................................................................... A ............................................................................................................................................................................................................. Quale caratteristica di ogni nonna piace a Elisa? Sottolinea nel testo le parti che ti aiutano a rispondere. L’espressione “la nonna era molto esigente” si riferisce al fatto che: pretendeva il massimo nei compiti. pretendeva il massimo in cucina. voleva che Elisa le obbedisse sempre. non si accontentava mai di nulla.

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LEGGO i CLASSICI

IL VECCHIO LUPO DI MARE Mio padre gestiva la locanda, chiamata “Admiral Benbow”, in cui prese alloggio il vecchio marinaio dalla pelle scura e dal viso segnato da una cicatrice di sciabola. Lo ricordo come fosse ieri, mentre entrava arrancando faticosamente attraverso la porta della locanda, con la sua cassa da marinaio che lo seguiva su una carriola. Era un uomo alto, robusto, pesante, con la pelle scurita dal sole. Sulle spalle del mantello blu, piuttosto sporco, gli scendeva un codino incatramato; aveva le mani rugose, piene di cicatrici, con le unghie nere e spezzate. Su una guancia gli risaltava la cicatrice lasciata da una sciabola, di un bianco livido. Lo ricordo mentre girava lo sguardo sulla baia, fischiettando tra sé e sé, per poi intonare quella vecchia canzone marinara che, in seguito, tante volte avrebbe cantato: Quindici uomini sulla cassa del morto, o-oh-oh e una bottiglia di rum! con quella voce alta e tremula che pareva seguire il ritmo del movimento dell’argano. Poi bussò alla porta con un pezzo di legno che portava in mano, simile a un palanchino e, al comparire di mio padre, gli chiese rudemente un bicchiere di rum. Quando gli fu portato, lo bevve lentamente, da conoscitore, indugiando

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LEGGO I CLASSICI

L’ISOLA DEL TESORO TITOLO ORIGINALE

Treasure Island

ANNO DI PUBBLICAZIONE

1883

CURIOSITÀ SULL’AUTORE

Robert Louis Stevenson è uno scrittore scozzese. Si ammalò molto presto di tubercolosi, ma, nonostante ciò, fu un grande viaggiatore e scrisse le storie di pirati e di avventure più celebri al mondo.

sul gusto. Intanto, continuava a guardare gli scogli intorno a sé e l’insegna della nostra locanda. – Sono un uomo semplice: mi bastano il rum e uova e pancetta, e quella cima lassù per guardare le navi che partono. Come mi dovete chiamare? Potete chiamarmi “capitano”. Ah, capisco cosa volete... ecco... – e lanciò tre o quattro monete d’oro sulla soglia – Potrete avvertirmi quando saranno finite – concluse, con un’espressione fiera quanto quella di un comandante. E in effetti, nonostante il pessimo stato dei suoi abiti e il modo rozzo di esprimersi, non aveva assolutamente l’aspetto di un semplice marinaio, ma piuttosto di un secondo o di un capitano, abituato a essere ubbidito o a picchiare. Era un uomo di natura taciturna. Trascorreva l’intera giornata vagando per la baia o sugli scogli con un cannocchiale d’ottone. Alla sera, sedeva in un angolo del salotto accanto al fuoco, bevendo acqua mista a una buona dose di rum. La maggior parte delle volte che gli si rivolgeva la parola, non rispondeva, alzava invece lo sguardo feroce e soffiava attraverso le narici, come il corno che lancia l’allarme per la nebbia, tanto che tutti noi imparammo presto a lasciarlo stare.

ESPRIMITI COLORANDO LE FACCINE DA 1 A 5.

Indice di gradimento:

Curiosità che mi spinge a conoscere meglio l’autore:

Interesse che mi spinge a leggere tutto il libro:

da R. L. Stevenson, L’isola del tesoro, Piemme Junior

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ESPLORO

LA DESCRIZIONE DI PERSONE AURORA E MARCEL

Le mie domande IL MODO

In quale modo può essere descritta una persona?

SPETTI G LI A Quali aspetti è bene considerare nella descrizione di una persona?

DATI ORIALI Quali dati SENS

sensoriali si usano per descrivere una persona?

si può rendere la descrizione di una persona più originale e simpatica?

COME

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Cocut Aurora, capelli lunghissimi e grandi occhi scuri, viene dalla Romania, è arrivata quando facevamo la terza, allora parlava malissimo l’italiano e Ugo le faceva il verso. Ora però l’italiano Aurora lo parla e lo scrive meglio di lui. Ugo ha smesso di prendere in giro Cocut Aurora quando ha visto che in italiano lei lo superava alla grande. E comunque Aurora è sempre allegra e degli scherzi di Torzoni sembra che non se ne sia praticamente mai accorta. Insomma, per Ugo non c’era soddisfazione, proprio nessuna soddisfazione, così ha smesso. Uno che invece se la prende parecchio e non sopporta gli scherzi, è Marcel Mensah, che è senegalese, però nato in Italia. Marcel è nero come il carbone e quando ride i denti sono così bianchi che sembra che sulla faccia gli si stampi una mezza luna luminosa. È molto simpatico quando è di buon umore ma non si lascia prendere in giro e scherza poco. Qualche volta il suo papà viene a scuola a parlare con le maestre. È un uomo molto elegante, con un’aria serissima. Deve essere un papà molto severo. Mi piacerebbe che Marcel sorridesse di più, perché quella mezza luna luminosa che gli si stampa in faccia mette allegria, ma non oso dirglielo. da G. Quarzo, Tutti amici, Coccole e Caccole


Le risposte IL MODO

Una persona può essere descritta in modo: – soggettivo, quando l’autore si lascia; influenzare da impressioni e giudizi personali; – oggettivo, quando l’autore ne delinea in modo distaccato il ritratto.

Gli aspetti da considerare nella descrizione di una persona sono: – i nformazioni generali (identità, luogo in cui vive...); –a spetto fisico (volto, corporatura, voce, abbigliamento...); E T P T S I A I GL – carattere (temperamento, gusti, difetti, abilità, atteggiamento...); – c omportamento (abitudini, interessi, rapporto con gli altri...); – episodi (uno o più fatti particolari accaduti alla persona descritta). Per descrivere una persona si ricorre ai

DATI ORIALI cinque sensi, in modo da ricavare tutte S N E S le informazioni possibili e registrarle attraverso i dati sensoriali.

COME

Per descrivere in modo originale e simpatico una persona, cerca di coglierne i segni particolari: una sua caratteristica, fisica o comportamentale, buffa o strana. Evita i lunghi elenchi di caratteristiche.

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IL TESTO DESCRITTIVO

ONDINA La signorina Mundula abitava al quinto piano di una vecchia casa del centro. Era la donna più bella che Prisca avesse mai visto. Era alta, snella, elegante, nonostante indossasse un golf e una gonna assolutamente comuni. Aveva la carnagione bianchissima e i capelli rosso fiamma, ondulati, fermati con un pettinino sulla tempia destra e sciolti sulle spalle. Gli occhi, di un bel colore castano dorato, erano luminosi come quelli di vetro delle bambole. Sulle guance, quando sorrideva, le si formavano due simpatiche fossette. Non sembrava proprio un’insegnante di matematica. – Dunque tu sei Prisca? – chiese con calore e strinse la mano a Prisca come se fosse stata sua amica. Appena terminata la lezione, Prisca si precipitò dalla sua amica Elisa per raccontarle tutto. – Se la vedessi! Sembra una fata. – Che esercizi ti ha fatto fare? – chiese Elisa. Ma Prisca non ricordava nulla della lezione, a parte il viso della signorina Mundula, la sua voce un po’ roca e le mani, bianche come la neve. La signorina Mundula si chiamava Ondina e mai nome femminile era sembrato a Prisca più bello e più adatto a chi lo portava. da B. Pitzorno, Ascolta il mio cuore, Mondadori

TO La descrizione di persone ESPLORO IL TES Sottolinea nel testo le caratteristiche associate ai seguenti aspetti, poi completa. – statura: ...................................................................................................................................................................................... – abbigliamento: ....................................................................................................................................................................... – carnagione: ............................................................................................................................................................................. – capelli: ....................................................................................................................................................................................... – occhi: ......................................................................................................................................................................................... – voce: .......................................................................................................................................................................................... Si tratta di una descrizione: oggettiva soggettiva Sottolinea nel testo le espressioni che te lo fanno capire.

160

N el testo è riportata una frase da cui si capisce che all’autrice non piacciono le insegnanti di matematica. Cerchiala.


LE PERSONE

UMBERTO NON È UN GENIO Umberto non è un genio, e lo sa: non occorre essere un genio per capire che tutti quei segni rossi e blu che affollano i suoi compiti fin dalla prima elementare non sono variopinte decorazioni. Se gli capita di prendere un “nove” o un “distinto”, cosa di cui Umberto è il primo a stupirsi, la sua mamma gli fa un regalo. Non gli capita quasi mai di prendere voti così, ma di regali lei gliene fa ugualmente, perché è il suo unico figlio, la gioia della sua vita, la luce dei suoi occhi eccetera. Per essere il più gettonato della classe, e forse di tutta la scuola, non serve essere un genio. E Umberto in quanto a popolarità va veramente forte. Non se ne vanta mai, anche perché non si sforza affatto di essere popolare: è così e basta. Se qualcuno organizza una festa di compleanno, lui è il primo a essere invitato. Una volta è capitato che, il giorno del compleanno di Sara, Umberto avesse un appuntamento dal dentista. Per assicurarsi la sua presenza, Sara ha addirittura spostato la festa. E poi Umberto è carino, con quei capelli castani e gli occhi blu, che ha preso da suo padre. Suo padre è un uomo affascinante. Grazie a questo fascino, ha una fidanzata di undici anni più giovane, che Umberto non sopporta. Più di una volta ha pensato che, se suo padre fosse stato basso, grasso e calvo, magari si sarebbe evitata quella storia della separazione, che non è stata per niente gradevole. Molti vorrebbero essere popolari come Umberto, ma naturalmente non ci riescono, perché lui non usa tattiche o roba del genere: è Umberto è basta. da A. Vivarelli, Tutta colpa di un cane, Piemme

ESPLORO IL TESTO La descrizione

di persone

Di Umberto l’autrice descrive in modo più approfondito: il comportamento il carattere l’aspetto fisico Cancella gli aspetti che, secondo te, Umberto non possiede. è prepotente

è popolare

La descrizione di Umberto è:

è geniale

è vanitoso

oggettiva

è antipatico soggettiva

Lessico “ Molti vorrebbero essere popolari come Umberto, ma naturalmente non ci riescono…” . Che cosa si può scrivere al posto di “naturalmente” senza cambiare il significato della frase? invece dopo ovviamente perché

DICO LA MIA S ei d’accordo con l’affermazione che non serve essere un genio per diventare popolare? Parlane in classe con i compagni e l’insegnante.

161


IL TESTO DESCRITTIVO

LA PRINCIPESSA DEL CALCIO TO ESPLORO IL TES

La descrizione di persone Indica se i seguenti elementi, presenti nella descrizione, si riferiscono a Carlotta (C), alla mamma (M) o a entrambe (CM). carattere aspetto fisico comportamento nome luogo in cui vive Quali aggettivi possono definire il carattere di Carlotta e quello della mamma? Collega. Carlotta sportiva ritardataria appassionata bizzarra fantastica antipatica studiosa pigra agile

162

Mamma

Mi chiamo Carlotta. E sono femmina, femmina come la palla. Anche il mio papà lo diceva sempre: “Ricordati che il pallone è maschio, ma la palla è femmina”. Gioco a calcio: è la mia grande passione! Sono nella categoria “Pulcini” perché ho quasi nove anni e ho lasciato i “Primi calci” a settembre. Sono nella squadra del Colonnella, che è anche il mio paese, e la nostra divisa è rossa. Oggi iniziano le partite. La mia maglia è la numero 10, con le maniche che coprono le mani e poi penzolano più giù. Ormai abbiamo imparato: uso gli elastici dei capelli per tenere le maniche fino ai polsi e lego stretto stretto il cordoncino dei pantaloncini. Il terrore che mi cadano in campo è sempre lì: un terrore terribile. Una volta è successo a Marco, e le risate e i fischi e gli sghignazzi sono durati per settimane. Poveretto! – Carlotta, dove sei? È tardissimo! La partita inizierà senza di te! Mi viene da ridere. La mamma che dice a me che è tardissimo! È sempre lei a essere in ritardo, di solito. Ho una mamma davvero strana. Le mie amiche dicono che è fantastica, ma secondo me è solo mamma: una mamma con i capelli intinti nel barattolo della marmellata di ciliegie! Sì, si è fatta i capelli rossi da un mese e ha fatto aggiustare la Vespa 125 di papà: ora che è primavera, andiamo in giro così. Noi due sulla Vespa arancione che mamma chiama “Calabrone”. Meno male che indossa il casco, altrimenti i capelli di mamma potrebbero essere scambiati per un semaforo. Adesso basta. Non c’è niente da ridere. C’è da correre e stare concentrati solo sulla palla. da L. Frescura, Il pallone è maschio, la palla è femmina, Raffaello


LABORATORIO

del

LESSICO

CHE TIPO! Inserisci il titolo adatto per le due descrizioni scegliendo tra: Il tipo disordinato – Il tipo vanitoso. ..................................................... .....................................................

..................................................... .....................................................

Sempre sbadato e frettoloso, ammucchia in disordine tutto quello che non gli serve. Se apri il suo armadio, vieni travolto da una valanga di magliette, scatole, giornalini…

Sempre davanti allo specchio, si aggiusta i capelli e il ciuffo sulla fronte, poi controlla il dietro, si aggiusta il nodo della cravatta e finalmente esce per continuare a controllare la propria immagine nelle vetrine.

LA CARATTERIZZAZIONE

Il modo migliore per descrivere una persona è quello di cogliere gli aspetti che la rendono diversa dagli altri. Per questo scopo sono utili le tavole lessicali, che ti aiutano a scegliere gli aggettivi e i verbi più adatti a definire in modo efficace il carattere e il comportamento dei vari personaggi. Tavola lessicale per un personaggio disordinato

Tavola lessicale per un personaggio vanitoso

Aggettivi: frettoloso – caotico – confusionario sbadato – distratto – smemorato…

Aggettivi: impeccabile – moderno ordinato – profumato – perfetto…

Verbi: ammassa – rovescia – mescola dimentica – sparpaglia – ammucchia…

Verbi: si specchia – si pettina – si ammira si esibisce – si loda – si vanta…

Ora costruisci tu una tavola lessicale adatta a questa bambina.

VAI AL LIBRO DI

Aggettivi

Verbi

............................................ ............................................ ............................................ ............................................ ............................................ ............................................

............................................ ............................................ ............................................ ............................................ ............................................ ............................................

S C R I T TU R A VAI A PAG. 54

163


IL TESTO DESCRITTIVO

ECCO GLI HOBBIT!

TO ESPLORO IL TES

La descrizione di personaggi fantastici Q uale, tra le seguenti, è una caratteristica degli hobbit che non può esistere nella realtà? Vestono di colori vivaci. Hanno facce gioviali. Sentono un sospiro a un miglio di distanza. Non portano scarpe.

SCRIVO “ Si diceva che uno degli antenati dei Tuc aveva preso in moglie una fata…”. Come immagini questa fata? Prosegui il racconto sul quaderno inserendo nella narrazione la descrizione della fata, così come tu la immagini.

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Credo che al giorno d’oggi gli hobbit abbiano bisogno di essere in qualche modo descritti, dal momento che sono diventati rari e timorosi della Gente Grossa, come ci chiamano. Sono (o erano) gente piccola, alti all’incirca la metà di noi, e più minuti dei nani barbuti. Gli hobbit non hanno barba. Niente di magico c’è in loro tranne il modo con cui spariscono silenziosamente e velocemente quando Gente Grossa e stupida come me e voi capita lì attorno, facendo il rumore di un elefante, mentre essi possono sentire un sospiro a un miglio di distanza. Tendono a metter su un po’ di pancia; vestono di colori vivaci (soprattutto di verde e di giallo); non portano scarpe, perché i loro piedi sviluppano piante naturalmente dure come il cuoio e un vello fitto, caldo e scuro come quello che hanno in testa (che è riccioluta); hanno lunghe, abili dita scure, facce gioviali, e ridono con risa profonde e pastose, specialmente dopo il pranzo, che consumano due volte al giorno, se ci riescono. Adesso ne sapete abbastanza per andare avanti. La madre di uno hobbit, Bilbo Baggins, era la famosa Belladonna Tuc, una delle tre figlie del Vecchio Tuc, capo degli hobbit. Si diceva che uno degli antenati dei Tuc aveva preso in moglie una fata… da J. R. R. Tolkien, Lo Hobbit, Bompiani

IO

CON GLI ALTRI

V i piacciono le storie degli hobbit? E quelle di streghe, orchi, elfi e troll? Quali sono i personaggi fantastici che vi piacciono? Li conoscete soprattutto attraverso i libri, il cinema o la televisione? Organizzate un dibattito sull’argomento.


IMPARO

ad

ASCOLTARE

PRIMA DELL’ASCOLTO mi incuriosisco Il racconto di oggi si intitola:

IL GIARDINO INCANTATO

1. Come ti immagini questo giardino?

2. Quali frasi, tra le seguenti, ti aspetti di ascoltare durante la lettura dell’insegnante? Cigolando la porta si aprì mostrando lo spettacolo. Sembrava fosse passata una mandria e avesse calpestato tutto. Tutto era zitto intorno, non si muoveva una foglia.

DOPO L’ASCOLTO comprendo e commento 3. Collega ogni ambiente con la descrizione fornita dall’autore. mare

grande coi vetri lampeggianti e tende gialle e arancio

binari

Tutto era zitto intorno; non si muoveva una foglia. C’erano grandi e antichi eucalipti e vialetti di ghiaia.

giardino

tutto squame azzurro cupo, azzurro chiaro

villa

un grande rettangolo vuoto: l’acqua era limpida e azzurra

piscina

erano lucenti e caldi che scottavano

4. Quanti personaggi compaiono nel racconto? ....................................................................................................... 5. Completa. Dal testo si capisce che di ................................................................ emerge più il carattere e il comportamento; mentre .......................................................................................... è descritto nell’aspetto fisico. 6. Colora gli aggettivi come indicato: – con il blu quelli che si riferiscono a Giovannino e Serenella; – con il verde quelli che si riferiscono al padrone di casa. spensierato

solitario

intraprendente

malaticcio

curioso

coraggioso

preoccupato

ESPRIMITI COLORANDO LE FACCINE DA 1 A 5.

Indice di gradimento:

Testo audio e in GUIDA

165


ESPLORO

LA DESCRIZIONE DI ANIMALI QUI-QUAK

Le mie domande IL MODO

In quale modo può essere descritto un animale?

SPETTI G LI A Quali aspetti è bene considerare nella descrizione di un animale?

DATI ORIALI Quali dati SENS sensoriali si usano nella descrizione di un animale?

si può rendere la descrizione di un animale più originale e simpatica?

COME

166

Mezzo disco di sole era già sparito sotto la superficie del mare. Un giovane papero uscì cauto dall’intrico delle canne. Muoveva in fretta le zampe grigie nell’acqua, fermandosi spesso per immergere il becco a destra e a sinistra e ingozzarsi d’erbe marce, con la speranza di trovare qualche boccone più saporito, un pesciolino o un girino. Era un papero giovane, nato in primavera, e aveva ancora sotto le ali gli spunzoni irti di nido. Le penne per volare gli erano cresciute durante l’estate, in sostituzione dell’arruffata lanugine, ma il papero continuava a seguire le abitudini dell’infanzia. Anche se ormai era in grado di attraversare a volo i canneti con pochi colpi d’ala, si ostinava a nuotare. Racimolava quel poco da mangiare che gli occorreva e ammirava sbalordito la bizzarra vita dei pesci e dei girini che si muovevano sotto di lui e che fuggivano come razzi al suo apparire. Qui-quak, questo era il suo nome, era stato sempre solo, non sapeva nemmeno che cosa fosse uno stormo. Mamma oca era morta in una splendida giornata d’estate. La morte l’aveva ghermita davanti agli occhi di Qui-quak in un pomeriggio tranquillo, in quell’ora del giorno in cui le mamme oche conducono fuori dai nascondigli i paperini. I sette paperini seguivano mamma oca. Qui-quak era il quinto della fila e muoveva svelto svelto le zampette ancora deboli, cercando di tenere dietro ai fratelli. Ogni tanto allungava il collo e scorgeva la grossa sagoma della madre che sembrava un barcone seguito da sette barchette gialle. Ad un tratto però un’ombra scura tagliò l’aria sopra di loro e l’orribile groviglio di artigli di un’aquila si portò via mamma oca. Da quel momento Qui-quak aveva imparato a cavarsela da solo. da S. Bulajic, La carovana alata, Giunti


Le risposte

IL MODO

Un animale può essere descritto in modo: – soggettivo, quando si riportano osservazioni personali; – oggettivo, quando si riportano solo le caratteristiche precise e la descrizione assume, quindi, un carattere scientifico.

Gli aspetti da considerare nella descrizione di un animale sono: – informazioni generali (razza, ambiente, proprietari...); SPETTI – aspetto fisico (colore, dimensione, verso...); G LI A – comportamento (temperamento, abitudini, gusti, difetti, abilità, atteggiamento nei confronti dell’uomo); – episodi (uno o più fatti particolari accaduti all’animale descritto).

DATI ORIALI SENS

COME

Per descrivere un animale si ricorre ai cinque sensi, in modo da ricavare tutte le informazioni possibili e registrarle attraverso i dati sensoriali. Per rendere originale e simpatica la descrizione di un animale ricordati di: – inserire note particolari e osservazioni personali che riguardano solo quel soggetto, ad esempio un tratto originale del suo carattere o dell’aspetto fisico; – evitare le lunghe liste, gli elenchi di caratteristiche che possono risultare noiosi.

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IL TESTO DESCRITTIVO

POLLY PERMALOSO Il regalo di papà arrivò alla fine della settimana. Giunse in una grande cassa con dei buchi per la ventilazione. Conteneva una gabbia di fil di ferro, in cui c’era uno splendido pappagallo. Era un enorme amazzone adulto, lungo un metro dalla cresta alle penne della coda, con il petto d’un brillante colore dorato, la schiena azzurra, le ali di un rosso acceso. Era la cosa più bella che avessimo mai visto. Mentre lo guardavamo a bocca aperta, sporse oltre le sbarre il grosso becco squamato e aprì delicatamente il chiavistello, poi salì sopra la gabbia con mossa esperta, nonostante fosse impedito da una catenina argentata che gli legava una zampa al trespolo. Si lisciò con il becco una lunga penna iridescente, scosse la testa, alzò e abbassò la cresta con un gesto un po’ minaccioso e si girò a fissarci con un occhio giallo perfettamente rotondo. Come tutti i pappagalli, si chiamava Polly. Con il passare del tempo, venne fuori che era permaloso e irritabile. Con quell’enorme becco e quei tremendi artigli neri, nessuno osava nemmeno pensare di slegarlo dal suo trespolo. Ci intimidiva tutti: genitori, figli, cani, gatti. Tutti si tenevano alla larga dal suo angolo, tranne quando bisognava dargli da mangiare, cambiargli l’acqua e la carta. A Polly non sembrava importare di essere un uccello senza amici. Passava le giornate borbottando tra sé e sé, cantando sboccate canzoni di mare e lanciando, ogni tanto, un acuto strillo spaccatimpani. da J. Kelly, L’evoluzione di Calpurnia, Salani

TO ESPLORO IL TES La descrizione di animali C ompleta la tabella con i dati usati nel testo per descrivere Polly.

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ASPETTO FISICO

COMPORTAMENTO

NOTE PARTICOLARI

razza ............................................................... dimensioni .................................................. colori .............................................................. occhi .............................................................. voce ............................................................... becco ............................................................. artigli ..............................................................

.................................................... .................................................... .................................................... .................................................... .................................................... .................................................... ....................................................

.................................................... .................................................... .................................................... .................................................... .................................................... .................................................... ....................................................


GLI ANIMALI

LUCERTOLE Nel muro del giardinetto, in un punto dove l’intonaco si era staccato dai mattoni, trovai un giorno alcune palline bianche, un po’ ovali, grosse come piccoli fagioli. Sembravano di gomma; infatti una cadde su una pietra e saltellò come una pallina: allora cominciai a buttarle per terra con forza, sembrava che dentro ci fosse qualcosa, come un’ombra. Presi un mattone e ne schiacciai una: dentro c’era, arrotolato, un lucertolino! Era piccolo piccolo, ma aveva già tutte le parti del corpo ben formate: la testa, il corpo, la coda, quattro zampette. E io l’avevo ucciso! Preso dal rimorso riportai tutte le palline nel buco dove le avevo trovate e le lasciai là. Tutti i giorni passai a vedere se i lucertolini erano nati. Non so quanti giorni passarono e un giorno finalmente li vidi: due uova erano spaccate e i lucertolini erano fermi al sole. Quando mi avvicinai, scapparono dentro al buco. Io e le lucertole del giardino eravamo amici: ce n’erano dappertutto. Alcune erano grosse e con la pancia molle, stavano sul rialzo del muretto a godersi il sole: vedevo il loro cuore pulsare e cercavo di non disturbarle. Altre erano di lunghezza media, altre piccoline. Forse erano nonni, genitori e figli o nipotini, pensavo.

RACCONTO DI ME T i incuriosiscono le abitudini degli animali? Vai alla ricerca delle loro tane o nidi? Ti è mai capitato di scoprirne uno? Pensaci e raccontalo in classe o con un testo scritto sul quaderno.

da M. Lodi, Il cielo che si muove, Editoriale Scienza

ESPLORO IL TESTO La descrizione

di animali

A quale caratteristica corrispondono le seguenti frasi tratte dal testo? Collega. – “Scapparono dentro al buco” nota particolare – “Io e le lucertole del giardino eravamo amici” – “Alcune erano grosse e con la pancia molle” – “Stavano sul rialzo del muretto a godersi il sole” – “Altre erano di lunghezza media, altre piccoline” – “Forse erano nonni, genitori e figli o nipotini”

osservazione personale aspetto fisico comportamento

169


ESPLORO Le mie domande IL MODO

In quale modo può essere descritto un ambiente?

SPETTI G LI A Quali aspetti possono essere presi in considerazione nella descrizione di un ambiente?

DATI ORIALI Quali dati SENS

sensoriali si usano per descrivere un ambiente?

L’ORDINE

Quale ordine segue la descrizione di un ambiente?

si può rendere la descrizione di un ambiente più originale e simpatica?

COME

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LA DESCRIZIONE DI AMBIENTI VITA NELLA PALUDE

La palude si stendeva quieta sotto il sole pomeridiano. L’autunno spargeva le ultime ondate di tepore e di luce sulla terra che ancora palpitava di vita. Dietro il muro verde delle erbe e delle canne che incorniciava la palude, scorreva un fiume gonfio, alimentato da un’intricata rete di ruscelli. Il fiume pareva godere della propria potenza, mentre si gettava impetuoso verso il mare. Proprio laggiù, oltre la palude, cominciava la sua incessante lotta contro l’oceano. Il fiume sembrava una larga spada bianca che tentava d’insinuarsi nell’azzurro del mare, il quale a sua volta lo respingeva con le sue ondate possenti. E là dove s’incontravano, si ergeva una barriera di spuma candida. Quando arrivava l’alta marea, il fiume era costretto ad arrendersi e a ritirarsi con ondate rabbiose, urtando contro la sua stessa corrente che l’incalzava, per muovere di nuovo alla conquista del mare non appena le sue acque rifluivano. E la lotta ricominciava. Dalla palude il rombo di quel conflitto eterno si udiva attenuato, come l’ansimare lontano di due giganti in lotta. La palude era assopita nel tepore dell’ultimo sole. I raggi filtravano attraverso le cortine dei giunchi e delle ninfee gialle. Si immergevano come lame nel profondo delle acque verdastre. Svelavano il pulsare nascosto della vita sotto le piante del sottobosco, sotto i ceppi marciti degli ontani, tra le file delle erbe palustri. Poi dal mare salì una brezza lieve, le ombre sottili dell’erba si allungarono e s’intrecciarono sullo specchio dell’acqua, increspandolo in piccole onde. da S. Bulajic, La carovana alata, Giunti Editore


Le risposte

IL MODO

Un ambiente può essere descritto in modo: – soggettivo, quando sono riportate sia le caratteristiche del luogo, che le emozioni che esse suscitano nell’autore; – oggettivo, quando si riportano solo le caratteristiche del luogo.

Si può descrivere sia un luogo interno che un luogo esterno, prendendone in E T P S TI considerazione tutti gli aspetti: immagini, G LI A colori, suoni e rumori, odori, profumi, sapori, sensazioni tattili…

L’ORDINE

DATI ORIALI SENS

COME

La descrizione di un ambiente può seguire un ordine: – logico, cioè dal generale al particolare, o viceversa; – spaziale, dal vicino al lontano, dall’interno all’esterno, da sinistra a destra… o viceversa, con l’uso degli indicatori spaziali. Per descrivere un ambiente si ricorre ai cinque sensi, in modo da ricavare tutte le informazioni possibili e registrarle attraverso i dati sensoriali. Per rendere più originale la descrizione di un ambiente, soffermati sulle tue impressioni personali riguardo a quel luogo.

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IL TESTO DESCRITTIVO

ESPLORO IL TESTO

La descrizione di ambienti C ancella i nomi dei luoghi che non sono oggetto della descrizione. giardino – orto – melograno – cucina – soggiorno – camere Scegli. Sono descritti: solo ambienti esterni solo ambienti interni s ia ambienti interni che esterni Sono utilizzati dati sensoriali: visivi olfattivi gustativi uditivi tattili La descrizione è: soggettiva oggettiva C ompleta. La casa descritta si trova ad .................................................... . Ha un giardino con tanti alberi da .................................. , tra i quali uno di ................................................ ombreggia ....................................... ............. della casa. Dalla proprietà ....................................... sporgeva un ..................................... .

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UN GIARDINO DI FRUTTA Da anni avevo una casa mia, in alto, ad Anacapri, una piccola casa umida, immersa nel silenzio, alla fine di un lungo e stretto giardino di frutta che pure mi apparteneva. Limoni, prugne, uva, pesche, noci, fichi. Un bellissimo albero di albicocche ombreggiava la facciata della casa. Si potevano prendere i frutti allungando una mano da una finestra. Dal giardino si vedeva il mare. L’aria era così leggera e, quando pioveva, la terra bagnata sprigionava un odore indimenticabile e raro per chi, come me, vive in città e non saprebbe vivere altrove. Tutto intorno non vi erano prati all’inglese verdi e compatti come tappeti, ma orti e vigne, boschi di limoni, nespoli e persino un melograno che, dalla proprietà confinante, protendeva un ramo verso il mio giardino. Il ramo di melograno si vedeva anche dall’interno, dalla finestra del soggiorno, una stanza piccola con le pareti di pietra e un largo caminetto che faceva fumo non appena si accendeva. Anche le camere da letto erano semplici con i travi di legno al soffitto, ma l’odore di quella casa mi piaceva e solo lì mi sentivo davvero bene. da U. Pirro, Mio figlio non sa leggere, Rizzoli

RACCONTO DI ME T u hai un luogo in cui ti senti davvero “bene”? Parlane con i tuoi compagni.


GLI AMBIENTI

LA CASA PIÙ BELLA Tutti ritenevano che casa nostra fosse la più bella della città. Era una grande costruzione con pavimenti in marmo e finestre immense. Il pavimento dei quattro bagni era rivestito da mosaici di piastrelle e alle pareti delle stanze erano appesi arazzi intessuti con fili d’oro. Al piano superiore c’erano la mia camera da letto, quella di Baba e il suo studio, chiamato anche la “stanza del fumo”, che profumava sempre di tabacco e cannella. Baba e i suoi amici se ne stavano lì, dopo cena, sdraiati sulle poltrone di pelle nera e discutevano dei loro tre argomenti preferiti: politica, affari, calcio. Il soggiorno al pianterreno aveva una parete curvilinea con mobili costruiti su misura. Sui muri immagini di famiglia. Una vecchia foto del nonno con il re: durante un’uscita di caccia. C’era anche una foto dal matrimonio dei miei genitori. Di fianco al soggiorno c’era la sala da pranzo. Dal soffitto a volte pendeva un lampadario di cristallo e al centro della stanza c’era un tavolo di mogano intorno al quale potevano sedersi una trentina di invitati, cosa che, dato che mio padre amava dare feste sontuose, accadeva quasi ogni settimana. Sulla parete di fronte alla porta c’era un imponente camino di marmo che per tutto l’inverno splendeva di fiamme rosso-arancio. Attraverso un’ampia porta scorrevole in vetro si accedeva a una terrazza semicircolare che dava su un prato con alcune file di ciliegi. Lungo il muro orientale Baba e Alì avevano seminato un piccolo orto con pomodori, peperoni, menta e del granoturco che non attecchì mai.

SCRIVO U sa i seguenti indicatori spaziali e descrivi la tua casa sul quaderno. davanti – a destra – a sinistra

TO ESPLORO IL TES

L’ordine nella descrizione C olora il riquadro che contiene l’ordine con cui sono descritti gli ambienti della casa nel testo che hai letto. vialetto – bagni – camera – soggiorno – sala da pranzo – terrazza – orto bagni – studio – soggiorno sala da pranzo – terrazza – orto terrazza – vialetto – bagni – camera soggiorno – sala da pranzo – orto L a descrizione segue un ordine: spaziale logico

da K. Hosseini, Il cacciatore di aquiloni, Pickwick

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IL TESTO DESCRITTIVO

UNA SPLENDIDA SCUOLA

ESPLORO IL TESTO

La descrizione di ambienti L a descrizione fatta è: soggettiva oggettiva S ottolinea le frasi che te lo fanno capire. La descrizione segue un ordine: spaziale temporale

SCRIVO D escrivi sul quaderno la tua scuola partendo dall’esterno fino ad arrivare alla tua aula. Fai una descrizione soggettiva.

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Ellie Brown ammirò lo splendido bianco mentre l’auto si fermava di fronte all’ingresso: White Lodge, sede della Lower School della Royal Ballet School. L’edificio era immerso nella calda luce dorata del sole che faceva scintillare le sue enormi finestre. Era favoloso. Una donna dal viso simpatico stava in piedi sui gradini dell’ingresso ad accogliere tutti. Entrando nell’atrio della scuola Ellie ebbe un brivido di gioia. Naturalmente era già stata alla Lower School, in primavera, per l’esame finale, ma la grandiosità del posto la lasciò di nuovo senza fiato, proprio come allora. L’atrio era immerso nella luce proveniente dalle alte finestre che davano sul viale d’accesso, e le pareti erano tappezzate di fotografie incorniciate di ballerine e ballerini. Costumi e scarpette da danza meravigliosamente decorati erano in mostra in bacheche di vetro accanto al lungo e lucido bancone di legno della reception. – Uh..! – fece la mamma di Ellie sottovoce. – È come in un museo. – Lo so – rispose Ellie con aria sognante. La testa le girava già pensando a tutti i fuoriclasse della danza che avevano studiato là. Le sembrava quasi impossibile che anche lei si sarebbe allenata in quella scuola. da A. Moss, Il coraggio di Lara, Einaudi Ragazzi


INSIEME PER IMPARARE FACILE La DESCRIZIONE

IL MODO

Persone, animali e ambienti possono essere descritti in modo: • SOGGETTIVO, quando sono presenti impressioni e giudizi di chi scrive; • OGGETTIVO, cioè in modo distaccato. La descrizione di un ambiente può riguardare LUOGHI INTERNI o LUOGHI ESTERNI.

ASPETTI GLI

Nella descrizione di persone e animali sono da considerare: • le INFORMAZIONI GENERALI; • l’ASPETTO FISICO; • il CARATTERE; • il COMPORTAMENTO; • gli EPISODI (cosa accade alla persona o all’animale di cui si parla).

DATI ORIALI SENS

Per descrivere si usano i DATI SENSORIALI: VISIVI–UDITIVI–OLFATTIVI–GUSTATIVI–TATTILI.

COME

Per rendere ORIGINALE e SIMPATICA una descrizione inserisci molti PARTICOLARI e IMPRESSIONI PERSONALI ed EVITA LUNGHI ELENCHI di caratteristiche.

Ora prova da solo, in base allo schema che hai appena letto, a scrivere tre schemi distinti per la descrizione di persone, di animali e di ambienti (ricordati di utilizzare anche le parole-chiave in maiuscolo). Dopo aver letto più volte ciò che hai scritto, prova a ripetere.

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VERSO LE

COMPETENZE

VIAGGIO IN SICILIA!

5

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30

Il camper iniziò la lenta e impegnativa salita verso “a Muntagna enorme e silenziosa”, come i siciliani chiamano affettuosamente l’Etna. Fermatosi, tutti i componenti della famiglia Millemiglia scesero ed ebbero la piacevole sensazione di camminare su un terreno simile a un soffice tappeto. La lava era friabile e scricchiolava sotto i loro piedi. Zia Cornelia era restata tranquilla sul camper a riposarsi. Dopo che Teo e Gaia ebbero preso un sassolino a ricordo della lava ed ebbero ammirato il panorama a dovere, il viaggio riprese senza più soste. L’atmosfera era allegra, animata dalle chiacchiere e dai coloriti racconti dell’arzilla zia. Fuori, il paesaggio era completamente cambiato: da un’atmosfera quasi montana si era passati alla vista di un mare blu profondo, interrotto in lontananza da pennellate di bianco che brillavano sotto i raggi del sole. Tutto era immerso in quella che sembrava una serie di piccole riserve naturali, falciate dal volo lento e breve di cicogne e aironi. – Caspita, se non sapessi di trovarmi nella Sicilia occidentale e non sentissi il vento caldo del mare, penserei di stare attraversando la campagna olandese. Quanti mulini a vento! – commentò Gaia alla vista del paesaggio disegnato dalle sagome di antichi mulini a pale, alcuni addirittura cinquecenteschi, la maggior parte dei quali dismessi, ma altri, con grande sorpresa dei ragazzi, ancora funzionanti. – Guardate! Quello laggiù si muove – esclamò Teo indicando un mulino che ruotava dolcemente, come una grande girandola di remi che vogavano nella brezza salmastra. – Annusate quest’aria – disse con la sua allegra vocina tremolante zia Cornelia – Cosa sentite? – Beh, vediamo… mi concentro… – rifletté Gaia inspirando – Si sente l’odore del mare e il profumo di qualche erba selvatica – Sale e alghe… – esclamò Teo respirando a pieni polmoni. – Finocchio selvatico, sale e… – rifletté Gaia setacciando l’aria – …ecco cos’è! Aglio, il famoso aglio rosso di Nubia. – Siete proprio in gamba, ragazzi – commentò zia Cornelia, che non ci vedeva molto bene ma aveva sopperito alla mancanza della vista con un olfatto incredibile. da I. Paglia, La famiglia Millemiglia tra le bellezze naturali, Raffaello

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6. N el brano sono descritti i tre ambienti in foto: numerali in ordine di presentazione.

.............................................................................................. – regione ......................................................................... .............................................................................................. ..............................................................................................

2. A ll’inizio del brano la famiglia Millemiglia: arriva in camper ai piedi dell’Etna parte dalla spiaggia non ha ancora deciso dove andare viaggia con il suo camper 3. A i componenti della famiglia sembra di camminare su un soffice tappeto perché: il terreno è ricoperto di fango il terreno è ricoperto di lava friabile indossano scarpe comode calpestano foglie secche scricchiolanti

Il testo descrittivo

1. D i chi e di che cosa si parla nel testo che hai appena letto? Completa ogni riga, scrivendo i nomi corrispondenti. – persone ........................................................................

7. S ottolinea nel testo la descrizione del mare e quella dei mulini a vento con due colori differenti. 8. I l mare è descritto in modo: oggettivo soggettivo

4. L ’espressione “vogavano nella brezza salmastra” (riga 23) significa: erano spinte da un forte vento nuotavano nel mare giravano nel lieve vento marino viaggiavano fra le onde del mare

9. Q uali sensi vengono attivati nella descrizione… … della lava ................................................................... … del mare .................................................................... … dei mulini ................................................................. … dell’aria ...................................................................... S ottolinea con colori diversi i dati sensoriali presenti nel testo.

5. Con quale sinonimo puoi sostituire l’espressione “aveva sopperito” (riga 32)? aveva sofferto aveva sopportato aveva provveduto aveva distrutto

ileggi dalla riga 9. La descrizione 10. R dell’ambiente segue un ordine: dal generale al particolare dal particolare al generale da destra a sinistra da vicino a lontano

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Il testo

INFORMATIVO IL TESTO INFORMATIVO tratta argomenti di ogni tipo in modo chiaro e preciso, con lo scopo di trasmettere al lettore informazioni e notizie che arricchiscano le sue conoscenze

in base all’obiettivo del lettore può essere letto in due modi

A COLPO D'OCCHIO cioè scorrere rapidamente il testo per trovare solo l’informazione che ci interessa

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PER STUDIARE dopo una prima lettura di insieme, si passa alla lettura più attenta delle singole parti, per cogliere le informazioni principali


IL TESTO INFORMATIVO si caratterizza per

IZIONE L'ESPOSONTENUTI DEI C composta da

TESTO suddiviso in paragrafi

GRAFICA che accompagna il testo con: – fotografie con didascalie – evidenziazioni di parole chiave – schemi, mappe, tabelle – cartine

L’ORDINE DAEZLILOENI INFORM che può essere: – cronologico – logico – logico-causale

IL AGGIO LINGU oggettivo, chiaro e preciso con i termini specifici della disciplina di cui espone gli argomenti

TO ESPLORO IL TES In questa sezione scoprirai le varie tipologie di testo informativo: – testi di ATTUALITÀ – testi di GEOGRAFIA – testi di STORIA – testi di SCIENZE – il DEPLIANT

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LEGGO i CLASSICI

LA VALLE DELL’INDO L’Indo è uno dei grandi fiumi dell’Asia meridionale; nasce nell’Himalaya e attraversa le vaste pianure di quello che oggi è chiamato Pakistan. Come il Nilo e i fiumi della Mesopotamia, ogni anno straripava ricoprendo i campi circostanti di fertile limo. Intorno al 5000 a.C. nella Valle dell’Indo erano presenti insediamenti di agricoltori. È possibile che queste comunità avessero appreso i segreti dell’agricoltura attraverso i commerci con la Mesopotamia. Nel 2500 a.C. si contavano circa cento cittadine e villaggi e cinque grandi città. La civiltà dell’Indo raggiunse il suo splendore tra il 1200 e il 1700 a.C. dimostrando grande capacità organizzativa. Le città venivano progettate accuratamente e disponevano di reti di fognature sotterranee. I commercianti applicavano un sistema di pesi e misure standard realizzati in pietra levigata e attentamente controllati. A differenza dei Sumeri e degli antichi Egizi, gli abitanti della Valle dell’Indo non costruirono templi elaborati, bensì numerosi sacrari. La civiltà dell’Indo rimase virtualmente sconosciuta finché non furono

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LEGGO I CLASSICI

L’ATLANTE DELLE CIVILTÀ PER I RAGAZZI ANNO DI PUBBLICAZIONE

1997

CURIOSITÀ

Questo atlante illustra le maggiori civiltà comparse sulla Terra. Seguendo gli archeologi si riscopre il mosaico della storia: Egizi, Aztechi, Babilonesi, Romani, Celti, Etruschi… Una piccola enciclopedia che fa vedere come vivevano, quale cultura sviluppassero gli abitanti del passato.

scoperti i resti delle città negli anni Venti del secolo scorso. La Valle dell’Indo disponeva di scarse materie prime, che quindi dovevano essere importate. I mercanti risalivano la costa e si spingevano nel Golfo Persico: impiegavano imbarcazioni a vela e a un solo albero simili a sambuchi. La popolazione della Valle dell’Indo fu probabilmente la prima al mondo a usare il cotone. Nell’Antico Egitto le vesti erano prodotte in lino. La tela di cotone si ricava dal filo ottenuto dalla bambagia che ricopre i semi delle piante di cotone. da A. Mason, L’atlante delle civiltà per i ragazzi, Edizioni San Paolo

ESPRIMITI COLORANDO LE FACCINE DA 1 A 5.

Indice di gradimento:

Curiosità che mi spinge a conoscere meglio l’autore:

Interesse che mi spinge a leggere tutto il libro:

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ESPLORO

IL TESTO INFORMATIVO ABITUDINI ALIMENTARI 1° paragrafo Nelle famiglie di oggi c’è sempre meno tempo da dedicare alla cucina, perciò si acquisisce sempre più la mentalità del fast-food: si scelgono prodotti surgelati, precotti, liofilizzati, ricchi di conservanti e di grassi.

Le mie domande MENTO L'ARGO Quale argomento tratta un testo informativo?

LA TTURA STRU Come è strutturato un testo informativo?

L'ORDINE

Quale ordine segue un testo informativo?

IL AGGIO Quale LINGU

linguaggio usa un testo informativo?

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2° paragrafo Si ha meno tempo da dedicare all’atto stesso del mangiare, quindi il momento del pasto non è più un momento di condivisione in cui ci si riunisce attorno alla tavola e si conversa. Oggi si consumano pasti frettolosi di frequente con il televisore acceso, per cui manca il dialogo fra i componenti della famiglia. 3° paragrafo I bambini conducono sempre più una vita sedentaria: giocano meno all’aperto e trascorrono molte ore davanti alla tv e al computer. Di conseguenza le scelte alimentari sono spesso influenzate dalla pubblicità veicolata dai media. 4° paragrafo Molto più diffuso è il costume del “fuori pasto”. I bambini, spesso, dispongono di somme di denaro che destinano all’acquisto di caramelle, di bevande gassate, di patatine, di merendine varie, ormai disponibili in varie tipologie di negozi. In molti casi sono gli stessi genitori che acquistano questi prodotti per i propri figli, nell’errato convincimento di farli contenti e di apportare contributi alla loro nutrizione. da L. Fusaro, S. Merlino, Nuovi saperi, Juvenilia


Le risposte Il testo informativo fornisce informazioni su diversi argomenti: attualità, storia, OMENTO geografia, scienze… Si trova nei sussidiari L’ARG scolastici, nelle encicolopedie, nei giornali e riviste, nei depliant e in internet.

LA TTURA STRU

L'ORDINE

IL AGGIO LINGU

Il titolo presenta l’argomento trattato. Il testo è generalmente suddiviso in paragrafi, come quello che hai letto, ciascuno dei quali tratta un aspetto dell’argomento generale; a volte sono titolati o numerati. I contenuti possono essere esposti anche sotto forma di elenco. Il testo è integrato da supporti grafici per approfondire o chiarire meglio le informazioni. Le informazioni possono essere presentate: – in ordine logico, cioè dal generale al particolare, o viceversa; – in ordine logico-causale, che evidenzia i rapporti di causa-effetto, come nel testo che hai letto; – in ordine cronologico, che segue la scansione temporale. Il testo informativo usa sempre un linguaggio preciso, con termini specifici dell’argomento trattato. Questi termini diventano parole-chiave per comprendere l’informazione, come quelle evidenziate nel testo.

183


IL TESTO INFORMATIVO

LA NAVIGAZIONE PRESSO I FENICI 1 I Fenici furono tra i primi navigatori che affrontarono il mare aperto anche di notte, grazie alla loro capacità di orientarsi con le stelle. Avevano individuato, infatti, nel cielo una stella che indica sempre il Nord: la Stella Polare, che da essi prese il nome di “Stella fenicia”. Furono anche i primi a usare l’ancora per fermare le navi. 2 I Fenici svilupparono innovative tecniche di costruzione navale, che permise loro di realizzare grandi navi commerciali, usate per il trasporto merci, lunghe dai venti ai trenta metri. Per renderle più stabili e resistenti, inventarono la chiglia: una lunga trave rinforzata di legno posta sotto lo scafo, che univa un capo all’altro della nave. Erano grosse navi panciute: avevano un’enorme stiva per contenere le merci; i Greci le chiamavano “bagnarole”. Le navi avevano una vela quadrata, tesa tra due pennoni; sulla prua c’era un animale, di solito la testa di un cavallo, e la poppa ricurva (con due remi verticali ai lati, a far da timone) finiva a coda di pesce. Sullo scafo venivano dipinti due occhi, perché la nave potesse vedere e i nemici ne avessero paura.

Bassorilievo che raffigura una nave commerciale fenicia.

VERSO

L’INVALSI

Per comprendere l’argomento generale di un testo informativo, bisogna capire il significato di ogni sua parte e i legami tra una parte e l’altra. • Collega ogni parte di testo al suo significato.

1 2

184

Chi viaggiava sulle navi Il porto

3

L’orientamento presso i Fenici

4

Come sono costruite le navi

5

Le imitazioni

TO ESPLORO IL TES

L'argomento L ’argomento di questo testo è: la navigazione presso i Fenici la storia dei Fenici le stelle Il testo non può provenire da: un’enciclopedia un sussidiario un libro di narrativa A quale materia di studio si riferisce il testo? ....................................................................................


IL TESTO INFORMATIVO

3 Con cinquanta uomini ai remi, venticinque per parte, oltre a un comandante, un secondo, un pilota, una decina di uomini addetti alla manovra e un flautista, per dare il ritmo ai vogatori, conducevano le navi a forza di remi, non potendo fidarsi delle vele: i venti del Mediterraneo sono capricciosi, imprevedibili. Di notte si fermavano e gettavano l’ancora accanto alla costa. Chi moriva in viaggio non veniva affidato al mare, ma sepolto, a terra, in una tomba coperta da una pietra. Questo è bastato agli archeologi per ricostruire molti percorsi di allora, tomba dopo tomba. 4 I porti fenici erano chiusi da catene di ferro. C’era posto, sulle banchine, per oltre duecento navi, e tutt’intorno, come in un grande portico, s’aprivano i magazzini per le merci. 5 Gli Egizi, tremila e cinquecento anni fa, usavano navi fenicie per le loro guerre, ed erano navi fenicie quelle che le principesse mandavano a raccogliere mirra, ebano, avorio, legno di sandalo, incenso, scimmie, levrieri e pelli di pantera, in terre misteriose e lontane. Erano tutte navi costruite in serie, con i vari pezzi tagliati sulla base di uno stampo e poi montati secondo un disegno preciso. I Romani una volta ne catturarono una, la smontarono, e copiarono i pezzi: riuscirono a farsi un’intera flotta in due mesi. da T. Buongiorno, I popoli del passato: I Fenici, Vallardi

COMPRENDO Segna con una ✘ se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F). V F – I Fenici navigavano soltanto di giorno. V F – I due occhi sullo scafo dovevano impaurire i nemici. V F – I Fenici gettavano l’ancora accanto alla costa. V F – Le navi andavano generalmente a vela. – I Romani catturarono una nave fenicia e ne copiarono i pezzi. V F

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IL TESTO INFORMATIVO

LE PREVISIONI METEOROLOGICHE Che tempo farà domani? Da sempre gli uomini per poter programmare le proprie attività si sono posti questa domanda. 1° paragrafo .................................................................................................. Per poter prevedere il tempo meteorologico, fin dall’antichità gli uomini hanno imparato a scrutare il cielo, a osservare il movimento delle nuvole e ad avvertire i cambiamenti di temperatura con i propri sensi.

TO ESPLORO IL TES

La struttura I n quanti paragrafi è suddiviso il testo? S crivi un titolo per ciascuno di essi. N el testo ci sono alcune parole evidenziate. Secondo te, perché? Sottolineane altre seguendo lo stesso motivo. D a quali altri elementi grafici è supportato il testo? ....................................................... .......................................................

Dall’osservazione attenta dei fenomeni naturali inventarono famosi proverbi come: «Rosso di sera, bel tempo si spera, rosso di mattina la pioggia si avvicina», «Vento di levante, acqua diluviante», «Cielo a pecorelle, acqua a catinelle», «Se non si rischiara di mezzodì, piove tutto il dì». In molti casi la “verità” di questi proverbi è stata confermata dalla meteorologia scientifica, che è una scienza recente, Fronte freddo essendo nata tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo. Fronte caldo A Alta pressione B Bassa pressione

1008

Carta meteorologica dell’Europa. Le isobare permettono di visualizzare le aree con la stessa pressione atmosferica.

2° paragrafo .................................................................................................. Oggi esistono migliaia di stazioni di rilevamento meteorologico sparse in tutti i continenti e anche su navi appositamente attrezzate. Ogni tre o sei ore queste stazioni effettuano la misurazione dei principali elementi del clima; 996 B inoltre ricevono ed elaborano le informazioni e le immagini raccolte 1000 dai satelliti meteorologici. 1004

1018

B

A

1008

A

1016

1020

1024

1024

1020 1028

A

B 1012

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1012

A

B

B 1020

1016 1016


IL TESTO INFORMATIVO 3° paragrafo ...........................................................................................

Lessico

Gli strumenti per la misurazione degli elementi del clima effettuata a terra sono ospitati nella capannina meteorologica. Essa sorge su un’area aperta, è costruita in legno verniciato di bianco con tetto a doppio isolamento ed è posta a un’altezza di circa due metri dal suolo, costituito da erba bassa. Tutti questi accorgimenti servono a impedire che la capannina assorba calore, che potrebbe essere registrato dagli strumenti, alterando così i dati. Per lo stesso motivo l’apertura della capannina è orientata a nord in modo che, al momento dell’apertura, il sole non colpisca direttamente gli strumenti.

S ottolinea i proverbi presenti nel testo e spiega il loro significato sul quaderno.

4° paragrafo ....................................................................................... Sulla base dei dati elaborati vengono disegnate le carte meteorologiche che raffigurano le condizioni atmosferiche rilevate in una certa ora di un certo giorno: i luoghi che hanno la stessa temperatura vengono uniti da linee curve che si chiamano isoterme; i punti del territorio con la stessa pressione atmosferica sono uniti da linee dette isobare. da AA. VV. Lo spazio geografico 1, Raffaello

VERSO

L’INVALSI

Per comprendere il testo è necessario cogliere l’informazione più importante di ogni paragrafo e poi organizzare tutte le informazioni in una mappa. • Completa la mappa.

LE PREVISIONI METEOROLOGICHE

ieri

oggi esistono le ................................

l’uomo scrutava il .......................................

..........................................................

che

effettuano ........................... e ricevono ........................... e................................... dai ...................................

gli strumenti per misurare il clima a terra sono nella .......................................................

sulla base dei dati elaborati vengono disegnate le .. ............. ..................................................................

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IL TESTO INFORMATIVO

IL VOLO

VERSO

L’INVALSI

Lessico • Rileggi la frase evidenziata nel testo. Come si può sostituire l’espressione “In effetti ", senza cambiarne il significato? quindi infatti ma invece

Leonardo da Vinci studiò a lungo il volo degli uccelli e cercò di imitarlo, costruendo delle grandi ali che avrebbero dovuto permettere anche all’uomo di volare. Un certo Salaino, allievo di Leonardo, tentò di usare la macchina, cioè l’apparecchio inventato dal suo maestro e coraggiosamente si lanciò dall’alto di una torre: dopo aver “volato” per pochi metri però, il povero Salaino precipitò malamente al suolo e per poco non ci rimise la vita. Il fallimento dell’impresa non era dovuto a errori di progettazione commessi da Leonardo. In effetti, anche se l’uomo possedesse le ali, non riuscirebbe a sollevarsi nell’aria come un uccello, per parecchie ragioni. Innanzitutto gli uccelli sono dotati di una robustissima muscolatura che consente loro di volare: è il “motore”, cioè l’apparecchio capace di produrre il movimento. Altri fattori molto importanti sono la leggerezza delle ossa e la forma del corpo aerodinamica, cioè che oppone poca resistenza all’aria. In particolare un osso del torace, lo sterno, aiuta l’uccello a fendere l’aria grazie alla sua sagoma simile alla carena (la parte dello scafo di una imbarcazione che rimane sommersa) di una nave. E veniamo infine agli organi specifici del volo, le ali, che sono il risultato di una trasformazione degli arti anteriori. Le piume della coda vengono utilizzate nel volo come un vero e proprio timone, cioè l’organo che serve a mantenere o a cambiare la rotta di un’imbarcazione. da AA. VV., Introduzione alle Scienze sperimentali 1, Le Monnier

COMPRENDO ispondi sul quaderno usando R un linguaggio corretto. 1. C ome si concluse il primo volo con le ali ideate da Leonardo? 2. Q ual è il “motore” degli uccelli? 3. Com’è la forma del loro corpo? 4. Q uale osso aiuta l’uccello a fendere l’aria? Perché? 5. D a che cosa è rappresentato il timone nel corpo degli uccelli?

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ESPLORO IL TESTO Il linguaggio Rintraccia le seguenti parole nel testo e ricava dal contesto il loro significato. macchina = ................................................................................................. motore = ..................................................................................................... aerodinamico = ......................................................................................... carena = ....................................................................................................... timone = ..................................................................................................... Queste parole appartengono al linguaggio: della tecnologia dell’informatica della medicina


IL TESTO INFORMATIVO

APPUNTAMENTO IN CITTÀ

TO Il depliant ESPLORO IL TES Il depliant è un foglio pieghevole che fornisce informazioni su eventi, prodotti, località… Leggi il depliant in tutte le sue parti, poi rispondi alle domande. – Che cosa ha organizzato la Confartigianato di Ancona? – Quante e quali attività sono state pensate per gli adulti? ...................................................................................................... ...................................................................................................... – Quando si è svolto? ............................................................... – E per i bambini? ...................................................................... – Dove? ......................................................................................... ...................................................................................................... – A chi era rivolto l’evento? ..................................................... – In quali giorni si è tenuto il laboratorio “Centro ...................................................................................................... tavola che passione”? ........................................................

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IMPARO

ad

ASCOLTARE

PRIMA DELL’ASCOLTO mi incuriosisco Il testo di oggi si intitola:

L’EVOLUZIONE DELLA CARAMELLA

1. Il titolo ti fa pensare: a caramelle e a pasticcini

alle diverse forme di caramelle

alla storia delle caramelle

DOPO L’ASCOLTO comprendo e commento 2. Segna con una ✘ la risposta giusta. – L’antenato del chewing-gum è stato inventato: dai Romani nel Neolitico

nel Medioevo

– Che cosa inventarono i Romani? Segna con una ✘ :

– Al tempo dei Romani i confetti erano preparati con: nocciole e miele mandorle e miele

mandorle e zucchero

– Nel Medioevo le caramelle erano preparate: dagli speziali dai pasticcieri

dalle donne

– Nel Medioevo le caramelle erano: solo per i bambini

solo per le persone ricche

per tutti

– La caramella è diventata un bene alla portata di tutti: circa duemila anni fa circa duecento anni fa

circa venti anni fa

– Le informazioni del testo ascoltato seguono un ordine: logico cronologico

logico-causale

3. Completa. – I confetti sono una specialità tutta ......................................................... tipica di ......................................................... , città dell’............................................................. . ESPRIMITI COLORANDO LE FACCINE DA 1 A 5.

190

Testo audio e in GUIDA

Indice di gradimento:


INSIEME PER IMPARARE FACILE Il TESTO INFORMATIVO MENTO L'ARGO

LA TTURA STRU

L'ORDINE

IL UAGGIO LING

Il testo informativo fornisce INFORMAZIONI su vari argomenti.

Il testo informativo è formato da: • un TITOLO; • una SUDDIVISIONE IN PARAGRAFI (cioè parti che affrontano un aspetto dell’argomento più ampio); • un SUPPORTO GRAFICO (disegni, fotografie, tabelle, parole-chiave evidenziate...). Le informazioni possono essere disposte secondo: • un ORDINE LOGICO; • un ORDINE LOGICO-CAUSALE; • un ORDINE CRONOLOGICO. Il linguaggio utilizza TERMINI SPECIFICI, ossia PAROLE-CHIAVE, per comprendere meglio l’argomento.

Ora scriviamo insieme (ricordati di usare anche le parole-chiave in maiuscolo). Il testo informativo fornisce ................................................................................................................................. ed è formato da: ............................................................. , .............................................................................................. ....................................................................................... e ............................................................................................................ . Le informazioni possono essere disposte secondo un ordine ................................................... , ................................................................................................... o ................................................................................................. . Il linguaggio utilizza ................................................. che sono .......................................................................... .............................................................................................................................. Dopo aver letto più volte ciò che hai scritto, prova a ripetere.

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VERSO LE

COMPETENZE

LA REGINA CLEOPATRA 5

10

15

20

25

30

A concludere i tremila anni di dinastie egiziane fu Cleopatra, ultima regina d’Egitto, che regnò dal 51 al 30 a.C. Dallo storico greco Plutarco sappiamo che era una donna affascinante, ma non bella, e soprattutto che possedeva una grande cultura: scriveva libri, conosceva sette lingue, così poteva parlare con gli ambasciatori stranieri senza interprete. Fin dall’inizio Cleopatra fu molto brava nelle pubbliche relazioni. A quei tempi non esistevano le fotografie, ma i governanti sapevano che potevano influenzare le opinioni della gente con il loro comportamento. È esattamente quello che Cleopatra fece. Il toro bianco di Buchis era molto importante per gli Egizi, che lo credevano l’incarnazione del dio Ra. Ogni volta che un vecchio toro moriva, se ne doveva trovare uno giovane e splendido che ne prendesse il posto. Cleopatra risalì il Nilo fino a Tebe e portò il toro al tempio con questa iscrizione: “Nel primo anno di regno la regina, dea prediletta dal padre, condusse il toro sulla zattera di Ra a Hermonthis”. Non è che Cleopatra remasse di persona. È molto probabile che restasse seduta su un trono, con indosso i suoi abiti più belli, mentre gli schiavi remavano. Ma il messaggio per il popolo era forte e chiaro: io sono una di voi. Cleopatra era una brava donna d’affari e, per la prima volta da generazioni, ricominciarono ad affluire soldi nelle casse dell’Egitto. Se a quei tempi ci fosse stato internet, Cleopatra non avrebbe mai tolto gli occhi dal mercato azionario. Percepiva un interesse sul prezzo dei prodotti agricoli, stilò accordi commerciali con i governi vicini e istituì una via mercantile protetta tra il Mar Rosso e il Mediterraneo. Sviluppò l’estrazione del porfido, una bella pietra rossa e rosa derivata dalla lava vulcanica e usata per decorare gli edifici. Per tutte queste ragioni Cleopatra divenne popolare. Man mano che l’economia tornava a funzionare, tutto il popolo cominciò a capire che questa donna colta e affascinante aveva la testa ben salda sulle spalle. da M. Simpson, Cleopatra e il suo aspide, Salani

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2. Cleopatra era una donna: di grande cultura piuttosto ignorante bellissima colta e affascinante 3. L a regina acquistò la benevolenza del popolo: distribuendo doni remando la zattera di Ra risalendo il Nilo fino a Tebe per portare il nuovo toro al tempio sostituendo di persona il nuovo toro 4. Il toro di Buchis era importante perché: era utile per il lavoro dei campi era il simbolo dell’Egitto era l’incarnazione del dio Ra era il protettore di Tebe 5. I l reperto che attesta il trasporto del toro a Tebe è: un trono un papiro una stele una zattera 6. Segna con una ✘ i provvedimenti adottati da Cleopatra a favore dell’economia: sviluppò l’estrazione del porfido sviluppò la costruzione di navi stilò accordi commerciali con altri governi p ercepì un interesse sul prezzo dei prodotti agricoli istituì una via mercantile

7. Completa lo schema.

Il testo informativo

1. Per quanti anni regnò Cleopatra? Ventuno anni. Quaranta anni. Ottantuno anni. Trenta anni.

Cleopatra era una donna

molto

brava nelle

esperta negli

........................

........................

........................

perciò ebbe grande ........................ 8. L’argomento del testo è: l’Egitto la regina Cleopatra i re dell’Egitto il toro bianco 9. Lo scopo di questo testo è: avviare al ruolo di regina fornire informazioni storiche su Cleopatra raccontare la storia di una regina raccontare la storia del toro bianco 10. L’ordine delle informazioni è: casuale spaziale cronologico logico-causale 11. D ividi il testo in cinque paragrafi. Di seguito sono indicati i loro titoli: numerali in base all’ordine che hanno nel testo. Cultura di Cleopatra Provvedimenti economici Popolarità Presentazione Pubbliche relazioni

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Il testo

REGOLATIVO IL TESTO REGOLATIVO ha lo scopo di guidare il comportamento di chi legge in varie situazioni

può essere

ISTRUZIONALE

PRESCRITTIVO

indica come eseguire o realizzare qualcosa (ricette, oggetti, giochi…)

indica regole di comportamento per favorire la convivenza sociale e tutelare la sicurezza della persona, degli oggetti e degli ambienti (obblighi, divieti, consigli, leggi, regolamenti…)

TO ESPLORO IL TES In questa sezione scoprirai alcuni aspetti del testo regolativo attraverso:

RICETTE ISTRUZIONI di montaggio o di gioco REGOLAMENTI

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LA COSTITUZIONE ITALIANA PRINCIPI FONDAMENTALI

Art. 1 L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. Art. 2 La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo. Art. 3 Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. Art. 4 Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società. Art. 8 Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge. Art. 9 La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Art. 12 L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli.

DIRITTI E DOVERI DEI CITTADINI

Art. 13 La libertà individuale è inviolabile. Art. 16 Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale. Art. 21 Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.

RAPPORTI ETICO-SOCIALI

Art. 30 È dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli. Art. 33 L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento. Art. 34 La scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. dalla Costituzione della Repubblica italiana

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ESPLORO

IL TESTO REGOLATIVO IL DOLCE DI ALBICOCCHE

Le mie domande CHE CO

SA

Di quale argomento tratta un testo regolativo?

LA TTURA STRU Come è strutturato un testo regolativo?

L'ORDINE

Quale ordine segue un testo regolativo?

IL AGGIO Quale LINGU

linguaggio usa un testo regolativo?

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INGREDIENTI • una confezione di biscotti tipo savoiardi • una scatola di albicocche sciroppate • una confezione di panna da montare • 100 g di zucchero • 100 g di cioccolato fondente PROCEDIMENTO 1 Taglia a pezzetti le albicocche e metti da parte lo sciroppo. 2 B agna da entrambi i lati i biscotti nello sciroppo, poi disponili su un piatto da portata l’uno accanto all’altro. 3 M onta la panna con il frullatore e aggiungi a poco a poco lo zucchero. 4 S palma uno strato abbondante di panna sui biscotti, poi distribuiscici i pezzi di albicocche e ricopri tutto con uno strato di biscotti. 5 R ipeti l’operazione partendo dalla panna per creare un secondo strato, sul quale stendi ancora la panna rimanente e decora con le ultime albicocche e con scaglie di cioccolato. 6 R iponi il dolce in frigorifero per almeno tre ore.


Le risposte SA CHE CO

LA TTURA STRU

L'ORDINE

IL AGGIO LINGU

Il testo regolativo fornisce: – istruzioni per procedimenti relativi alla vita quotidiana, come la ricetta per preparare il dolce che hai letto nella pagina a fianco; – regole o consigli di comportamento. Il testo regolativo generalmente si presenta in forma di elenco puntato o numerato. In particolare, il testo regolativo istruzionale, come la ricetta, si sviluppa in due parti: – l’elenco del materiale occorrente (ingredienti); – il procedimento, cioè le azioni da eseguire. Inoltre il testo può essere accompagnato da immagini che aiutano a comprendere le istruzioni. Il testo regolativo istruzionale segue un ordine cronologico: presenta le fasi del procedimento dalla prima all’ultima. Nel testo regolativo prescrittivo, invece, le regole seguono generalmente un ordine logico, partendo dalla più importante. Il testo regolativo utilizza un linguaggio chiaro, essenziale e preciso, con termini specifici del settore a cui si riferisce. Generalmente sono usate forme verbali all’infinito o all’imperativo. Alcuni testi regolativi prescrittivi, come ad esempio leggi o specifici regolamenti, presentano un linguaggio formale, giuridico e burocratico, perché sono formulati dalle autorità competenti.

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IL TESTO REGOLATIVO

BOWLING FAI-DA-TE A La parola “bowling” deriva dall’inglese (to) bowl che significa “far rotolare una palla”. Il bowling, il gioco dei birilli, è un gioco che già praticavano i tuoi nonni e prima di loro i tuoi bisnonni. Prova a realizzare tu stesso dei birilli speciali: i birilli-pinguini, per giocare con i tuoi amici.

B OCCORRENTE bottiglie grandi

di plastica palla da tennis matita colore acrilico , e pennello pennarello nero

TO ESPLORO IL TES

La struttura e l’ordine S crivi a quale parte del testo si riferiscono le funzioni indicate. I ndica che cosa serve. S piega le regole da seguire. S piega le origini del gioco. I ndica come si realizzano i birilli-pinguini. L e istruzioni sono presentate in: modo casuale ordine cronologico

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C PROCEDIMENTO 1 C on il pennello ricopri di bianco tutte le bottiglie, tappi compresi, e lascia asciugare. 2 C on la matita disegna su tutte le bottiglie bianche, occhi, becco, abito e zampe del pinguino. 3 P repara il colore nero (deve essere bello denso) e dipingi abito e testa dei pinguini. 4 C on il pennarello nero colora gli occhi e completa la camicia e la cravatta; segui i segni tracciati a matita. 5 I nfine dipingi le zampe con il colore giallo: i tuoi birilli sono pronti per essere abbattuti!

D COME SI GIOCA 1 G ioca insieme a uno o più amici. Posizionate le bottiglie su due file a una certa distanza da voi. Stabilite di quanti tiri disporre ciascuno e fate la conta per decidere chi inizia. 2 A uno a uno lanciate la palla contro i pinguini, contate quanti ne avete abbattuti e registrate. 3 Al termine del gioco sommate i birilli abbattuti in ogni partita: vince chi ne ha il numero più alto. da Focus Junior


IL TESTO REGOLATIVO

ISTRUZIONI PER STUDIARE Per studiare un testo informativo, è bene seguire un metodo di studio ordinato. Leggi le strategie elencate e applicale ogni volta che devi studiare. 1. Leggi il titolo: ti sarà molto utile per farti un’idea del testo perché, con poche parole, ti informa sul suo contenuto. 2. Leggi con attenzione il testo, individua l’argomento generale e scopri il significato delle parole che non conosci ricavandolo dal testo o cercandolo sul dizionario. 3. Sottolinea le parole-chiave, cioè quelle che ti “aprono la porta” della comprensione. 4. Rileggi il testo e cerca di comprenderne il contenuto. 5. Dividi il testo in paragrafi e sottolinea in ciascuno l’informazione principale. 6. Dai a ogni paragrafo un titoletto che ne riassuma il contenuto. 7. Sintetizza le informazioni principali in una mappa, in uno schema o in una tabella. 8. Esprimi oralmente l’argomento. 9. Guarda con un colpo d’occhio tutta l’immagine e dagli un significato. Poi analizzala nei particolari.

COMPRENDO pplica il metodo di studio al testo A informativo delle pagine 182 e 183: “La navigazione presso i Fenici”. Sei riuscito ad applicare il metodo di studio? Sì No S eguendo le strategie indicate, lo studio ti è sembrato più facile? Sì No

ESPLORO IL TESTO Il metodo L’autore del testo è: un adulto qualsiasi un esperto del settore un bambino

di studio

I l testo espone: obblighi per imparare a studiare strategie per imparare a studiare regole per imparare a studiare L e strategie del metodo di studio sono esposte: in ordine cronologico in modo casuale Il linguaggio è:

chiaro

difficile

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IL TESTO INFORMATIVO

STAR BENE CON I FRATELLI A volte non è facile convivere in pace con i fratelli e le sorelle, ma ci puoi provare seguendo questi consigli quasi magici. Il fratellino ti sta attaccato come un francobollo? erca di dedicargli un po’ di attenzioni, concedigli C di seguirti al parco: il resto del tempo ti lascerà in pace! F ai in modo che trovi noiosi i posti in cui non vuoi che ti segua: almeno non farà storie! Hai litigato con tuo fratello e avevi ragione? Ricorda che tutti possono sbagliare. mmorbidisci i tuoi modi: per il colpevole sarà più facile A chiedere scusa e ammettere di aver sbagliato. Hai litigato con tuo fratello e avevi torto? rova a prenderla alla larga: fagli qualche piccolo P favore… chissà che non ti perdoni. S e non funziona, mettiti l’animo in pace e aspetta che gli passi. Oppure chiedi semplicemente SCUSA. È la cosa più semplice… e funziona sempre!

ESPLORO IL TESTO

I consigli Il testo espone: istruzioni per fare. consigli su come comportarsi. I suggerimenti presentati: devono essere seguiti obbligatoriamente. possono essere seguiti liberamente. Lo scopo del testo è: aiutarti a convivere meglio con fratelli e sorelle. darti consigli per evitare figuracce in pubblico.

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La sorellina si è fissata con la tua maglietta preferita? S piegale con calma che quella maglietta non la può toccare e regalagliene una simile, tutta per lei. E vita urla e scenate: più si accorge che ti arrabbi e più insisterà. da AA. VV., Cento magie per convivere con fratelli & Co, Buena Vista

RACCONTO DI ME ensa ai tuoi rapporti con fratelli o con amici. Ti sei P mai trovato in una delle situazioni indicate dalle domande del testo? Come hai reagito? Parlane in classe.


IL TESTO REGOLATIVO

REGOLAMENTO MONTAGNA PULITA Emanato dalla commissione Tutela Ambiente Montano del CAI (Club Alpino Italiano) “La borraccia è amica della natura!” potrebbe essere lo slogan di una campagna nazionale a favore di una montagna pulita. La borraccia è una vecchia amica che ci accompagna nello zaino fino in vetta e ritorna poi con noi a valle, perché quando è vuota non può essere considerata un rifiuto da abbandonare. Dunque, viva la borraccia, come simbolo e come punto di partenza per definire un nuovo modo di comportarci in montagna. 1 S cegliere di preferenza cibi e bevande che non richiedano imballaggi pesanti e non bio-degradabili. Utilizzare invece borracce e contenitori multiuso: non lasciare tracce, visibili o nascoste, del proprio passaggio. Riporre sempre nello zaino ogni rifiuto. 2 R iprendere gli altri escursionisti quando abbandonano i loro rifiuti in mezzo alla natura. 3 L ungo il sentiero di discesa fermarsi a raccogliere eventuali lattine o sacchetti di plastica, anche se non sono stati abbandonati da noi. 4 N ei rifugi non ordinare bevande o cibi che presuppongono confezioni “usa e getta”. 5 S egnalare alla commissione Tutela Ambiente Montano del CAI la presenza di “discariche selvagge” in zone montane: boschi, cave abbandonate, grotte, greti di torrenti… 6 P artecipare alle iniziative proposte dal CAI per ripulire la montagna. da S. Lombardo, Montagna pulita, CAI TAM

TO Le regole ESPLORO IL TES Q uesto regolamento vuole tutelare: la montagna la borraccia il CAI Le voci verbali sono espresse: all’indicativo all’imperativo

all’infinito

Sottolinea come indicato: i divieti gli obblighi

COMPRENDO La borraccia è “amica” della natura perché: quando è vuota si può buttare quando è piena è molto utile quando è vuota non è un rifiuto da abbandonare

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IL TESTO INFORMATIVO

VISITA AGLI UFFIZI DI FIRENZE REGOLAMENTO T utti i visitatori sono tenuti a osservare un comportamento conforme alle comuni regole di buona educazione. N on sono ammessi comportamenti di alcun genere, che possono mettere a rischio la sicurezza delle opere o degli altri visitatori. È opportuno mantenere un tono moderato della voce. I visitatori che hanno meno di 12 anni devono essere accompagnati. I telefoni cellulari devono essere spenti o almeno messi in modalità silenziosa. È vietato toccare le opere d’arte e appoggiarsi ai basamenti delle sculture e alle pareti. Negli ambienti museali è vietato fumare. Nelle aree espositive è vietato consumare cibi e bevande. N elle aree espositive è vietato fotografare con l’uso del flash. Si prega di non abbandonare carte, bottiglie, gomme da masticare o altri rifiuti. Nessun animale, con l’eccezione dei cani guida per non vedenti, è ammesso al museo. Si prega di rivolgersi al personale di sorveglianza, identificabile da apposita divisa, per informazioni sulle collezioni e sui servizi offerti dal museo. da www.uffizi.it

COMPRENDO Scrivi se l’affermazione è vera (V) o falsa (F).

RACCONTO DI ME T i è capitato di andare in un museo? Ti ricordi le regole? Erano uguali a queste? Parlane in classe.

202

All’interno del museo posso portare il pranzo al sacco.

V F

ll’interno del museo è vietato fare fotografie con il flash. A Se ho bisogno di informazioni su un’opera devo chiedere alla biglietteria. Devo tenere un tono di voce moderato e non posso correre. È vietato fumare. Non posso toccare le opere d’arte.

V F V F V F V F V F


INSIEME PER IMPARARE FACILE Il TESTO REGOLATIVO CHE CO

SA

LA TTURA STRU

L’ORDINE

IL UAGGIO LING

Il testo regolativo fornisce: • ISTRUZIONI; • REGOLE o CONSIGLI. Di solito, viene scritto sotto forma di ELENCO PUNTATO o NUMERATO. Le istruzioni sono, generalmente, divise in: • ELENCO del materiale occorrente; • PROCEDIMENTO per la realizzazione. Le regole e le istruzioni seguono: • un ORDINE CRONOLOGICO; • un ORDINE LOGICO.

Il linguaggio è CHIARO, ESSENZIALE e PRECISO. Utilizza TERMINI SPECIFICI, VERBI ALL’INFINITO o ALL’IMPERATIVO; le frasi sono BREVI.

Ora scriviamo insieme (ricordati di usare anche le parole-chiave in maiuscolo). Il testo regolativo fornisce ............................................................ o .................................................................. . Di solito, viene scritto sotto forma di .......................................................................................................... . Le istruzioni sono divise in ........................................................................... e ................................................. . Le regole e le istruzioni seguono un ordine ................................................... o ................................... . Il linguaggio è .................................................... , .................................................. e ..................................................... ; utilizza .................................................................................. , verbi ................................................................................. o ................................................................................ ; le frasi sono ................................................................................. . Dopo aver letto più volte ciò che hai scritto, prova a ripetere.

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VERSO LE

COMPETENZE DOV’È IL TRUCCO?

A

Stupisci tutti i tuoi amici con questo gioco magico. 1. P repara in anticipo dei foglietti di carta tagliati con le forbici e altri di ugual numero ottenuti piegando la carta e strappandola con le mani. 2. Distribuisci ai tuoi amici prima i foglietti tagliati con le forbici e chiedi di scrivere su ognuno un nome maschile e poi di piegarli in quattro. Raccoglili tutti in una scatola. 3. Distribuisci gli altri foglietti, fai scrivere un nome femminile e, una volta ripiegati, ritirali nella stessa scatola. 4. Scuoti la scatola per mescolare bene i biglietti. 5. Estrai un foglietto alla volta. Osserva bene i bordi: se sono lisci, proclama subito “Maschio!” poi come prova leggi il nome maschile che c’è scritto; se invece i lati sono irregolari, esclama “Femmina!” e leggi il nome femminile. I tuoi amici resteranno sbalorditi. M. Vago

PER UNO STILE DI VITA SANO

B

Ti ricordi quando hai imparato ad andare in bicicletta? La parte più importante è stata cercare il giusto equilibrio. Una volta che l’hai trovato, sei riuscito a girare i pedali, guidare le ruote e far muovere la bicicletta. La stessa cosa accade quando si tratta di scegliere il nostro cibo. Bilanciando la quantità e la varietà dei cibi che mangiamo, tutti i nostri organi lavorano al meglio e il corpo funziona in modo efficiente. Seguire questi consigli ti aiuterà a restare in forma. È facile come andare in bicicletta, una volta che hai trovato l’equilibrio! 1. Il cibo è divertente… goditelo! 2. La colazione è un pasto molto importante. 3. Mangia cibi diversi ogni giorno: la varietà è la ricetta della salute. 4. Mangia frutta e verdura ad ogni pasto e per un gustoso spuntino! 5. Troppi grassi non fanno bene alla tua salute. 6. Dissetati. Bevi liquidi in abbondanza. 7. Abbi cura dei tuoi denti! Lavali dopo ogni pasto. 8. Muoviti! Fai attività fisica tutti i giorni. da www.eufic.org

204


2. I l testo istruzionale riguarda: la costruzione di un oggetto l’esecuzione di un gioco la preparazione di una pietanza l’esecuzione di un esperimento 3. Q uali tra le seguenti informazioni non ricavi dal testo A? È necessaria la presenza di un mago professionista. I l pubblico non interviene nel gioco. I biglietti tagliati e quelli strappati devono essere in uguale numero. Tutti i biglietti vengono raccolti nella stessa scatola. 4. L e fasi del procedimento di gioco sono: i n ordine cronologico s enza un ordine particolare 5. S ottolinea i verbi nel testo A. Sono espressi al modo: i ndicativo i mperativo i nfinito c ongiuntivo 6. I l testo B presenta: t radizioni alimentari del nostro Paese i l regolamento della mensa scolastica u na guida per una corretta alimentazione l a dieta per un ciclista

7. I l testo B presenta un elenco di: otto obblighi otto suggerimenti otto divieti

Il testo regolativo

1. C erchia con il blu il titolo del testo regolativo istruzionale e con il verde quello del testo regolativo prescrittivo.

8. S econdo te, vanno messi in pratica: solo a casa d’altri solo a scuola sempre 9. S econdo te, il testo B è rivolto: soprattutto ai bambini soprattutto agli adulti sia agli adulti che ai bambini 10. L o scopo del testo B è: aiutarci a convivere meglio con gli altri suggerire una corretta alimentazione 11. Q uali delle seguenti affermazioni sono vere? Il testo A è regolativo istruzionale. I due testi sono scritti con un linguaggio semplice e chiaro. Il testo B è scritto in un linguaggio formale perché si tratta di un documento burocratico. Entrambi i testi presentano verbi al modo infinito. I due testi seguono l’ordine cronologico. 12. T ra le seguenti frasi quale si potrebbe inserire nel testo B? G uarda almeno quattro ore al giorno la TV. D i notte dormi non meno di otto ore. B evi in abbondanza bibite zuccherate.

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A M I T S O T U A

APPREZZA CIÒ CHE SEI: I PREGI E I DIFETTI CHE HAI FANNO DI TE UNA PERSONA UNICA.

SE FOSSI... Se fossi alto, se fossi alta se fossi d’aria come il gatto quando salta se sapessi questa pena quando passa se fossi magro, se fossi un po’ più grassa se non avessi questi orribili capelli se fossi il vento che rimescola gli uccelli se fossi nei tuoi orecchi col suo fischio se fossi femmina, se fossi maschio se fossi un poco meno bestia di così se sapessi come mai mi trovo qui se fossi io, se fossi Dio se fossi te cosa faresti al posto mio? Se fossi, se fossi… Che cosa vuoi che fossi? Se fossi un fuoristrada con due specchietti rossi tirerei dritto sopra tutti questi fossi ma sono un passero povero me… E allora volo dritto dritto in braccio a te. da B. Tognolini, Rime raminghe, Salani

Completa la frase con una qualità che vorresti avere.. Se io fossi .............................................................................................. sarei più felice. – Perché? ...................................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................................................ – Se tu fossi un fiore, quale vorresti essere? ..................................................................................................... – Se tu fossi un oggetto quale vorresti essere? ...............................................................................................

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L’educazione alla cittadinanza

promuove il concreto prendersi cura di se stessi.


CREDI IN TE, NEI TUOI TALENTI, E LE METE SARANNO PIÙ FACILI DA RAGGIUNGERE.

IO MI PIACCIO! Io mi piaccio. Mi piace come sono. Mi piaccio quando mi guardo allo specchio. Mi piace come riesco ad arrotolare la lingua e a saltare alto sul tappeto elastico. Mi piacciono i miei capelli arruffati e dritti sulla testa quando mi sveglio al mattino. Mi piacciono le mie lentiggini e le fessure che ho tra i denti. Mi piace il mio corpo, il mio corpo che è solo mio: mangio cose buone e faccio tanto movimento per diventare forte, così mi piaccio sempre di più. Non assomiglio alle persone che vedo nelle riviste o in tv. Io sono io e mi piaccio così come sono. Sono fiero di me perché penso con la mia testa e non seguo le mode. Cammino dritto e a testa alta. Provo tante emozioni diverse e questo mi piace: quando sono triste piango, quando sono felice rido. A volte sono scontroso, a volte mi arrabbio, sono anche spesso geloso e insicuro, ma so che dopo la rabbia e le nuvole torna sempre il sereno. Mi piacciono le cose che disegno, le canzoni e i motivetti che canticchio, i giochi che faccio, i balli che ballo, le corse che corro. Mi piacciono anche i sogni che sogno, i segreti che nascondo, le storie che racconto, i miei sorrisi e le mie smorfie, mi piacciono gli amici che ho. E so che quando mi piaccio, posso raggiungere qualunque obiettivo: quando voglio bene a me, sono libero di amare anche gli altri.

Tu sei davvero fiero di te? Riesci a dire “mi piaccio” per il tuo aspetto fisico e per il tuo carattere? Rifletti aiutandoti con i seguenti spunti. – Io mi piaccio soprattutto perché… – Io sono fiero di me quando... – Vorrei essere diverso/a da come sono quando… Complessivamente sono convinto di avere un livello di autostima: basso alto da migliorare

da L. Anholt, Io mi piaccio!, Mondadori

I n g i oc o

• Sperimentiamo l’autostima con un gioco in classe.

1

Ognuno deve avere attaccato sulla schiena un foglio bianco formato A4.

2

Al via dell’insegnante, camminate liberamente per la classe con un pennarello in mano. (Per mantenere l’anonimato tutti i pennarelli devono essere dello stesso colore).

3

Scrivi sul foglio dei compagni che incontri un loro pregio.

4

Allo stop dell’insegnante, staccate i fogli e leggete: ognuno avrà davanti tutte le cose belle che gli altri vedono in lui!

educazione alla cittadinanza

207


I L O S

FELICITÀ È... FAR SORRIDERE QUALCUNO!

À T E I DAR

IL CLOWN IN OSPEDALE

Mi chiamo Giulio e sono in ospedale da due giorni. Ieri non stavo molto bene e poi mi annoiavo, perché la mamma ha detto che in ospedale bisogna fare silenzio. Ma quando è arrivato il clown, io ho riso forte. All’inizio mi sono spaventato, poi lui si è avvicinato piano piano e ha iniziato a giocare, facendo girare le palline per aria. Mi divertiva ma continuavo a tenermi alla mamma: mi piaceva vedere come si muovevano le palline e poi era buffo quando gli cadevano tutte in testa. Il clown mi ha regalato dei palloncini. Poi mi sono avvicinato e c’era una corda che gli faceva i dispetti: quando passavo io non succedeva niente, quando passava lui cadeva sempre. Io ridevo anche se la corda non c’era, perché il clown era divertente. Giulio (6 anni) Caro Lorenzo, so che ora sei in ospeda le supereroe ti venisse a sa . Vorrei che un ti portasse a giocare con lvare dalla malattia e sei lì. Quando ti faranno me, però purtroppo l’e non avere paura, se sent same del sangue chiudi gli occhi così non seirai un “punturone” Vedrai che guarirai prestontirai nulla. e potremo giocare insieme. Tanti saluti ed un abbrac cio. Guglielmo (10 anni) da AA.

VV., Ho la bua…embè ? Storie di bambini in os Coccole e Caccole pedale,

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L’educazione alla cittadinanza

promuove forme di cooperazione e di solidarietà.


L’ALLEGRIA È SEMPRE UN’OTTIMA MEDICINA! Ci vorrebbe per la gente un dottore divertente, con il camice a colori la camicia gialla a fiori, che ti dia le caramelle, ti fa ridere a crepapelle, che ti curi con affetto e ti butti giù dal letto. Se è più allegro l’ospedale tu ti senti meno male e guarisci ancora prima, oh, che bella medicina!

Dottor Pippo (50 anni)

da AA. VV., Ho la bua… embè? Storie di bambini in ospedale, Coccole e Caccole

E ssere solidali è anche “mettersi nei panni dell’altro”. Tu riesci a farlo? Ti è mai capitato? olora con il verde i sinonimi della parola C SOLIDARIETÀ e con il blu i suoi contrari. MENEFREGHISMO INDIFFERENZA DIFFIDENZA

CONDIVISIONE

I l dottor Pippo afferma che “se è più allegro l’ospedale, tu ti senti meno male”. Sei d’accordo? Conosci associazioni che portano i clown in ospedale? Disegna e scrivi sul poster un motto che faccia pubblicità al loro operato.

COMPRENSIONE AIUTO

EGOISMO

te è mai capitato di essere ricoverato in A ospedale? È capitato a qualcuno che conosci? S econdo te, di che cosa ha bisogno una persona ricoverata in ospedale? he cosa saresti disposto a fare C per aiutare Lorenzo e Giulio?

educazione alla cittadinanza

209


LA VERA AMICIZIA È UN PATTO CHE NON SI PUÒ TRADIRE!

SAPEVO CHE SARESTI VENUTO

L a frase qui sotto riassume il significato del brano. Scrivine anche tu una che abbia lo stesso scopo. Frank sfida la morte, pur di non deludere il patto di profonda amicizia che lo lega a Ted. ............................................................................... ............................................................................... ............................................................................... ...............................................................................

S ei disposto a correre un rischio per aiutare qualcuno a cui vuoi bene? R iesci a sentirti davvero vicino a chi è in difficoltà?

210

L’educazione alla cittadinanza

Il più vecchio si chiamava Frank e aveva vent’anni. Il più giovane era Ted e ne aveva diciotto. Erano sempre insieme, amicissimi fin dalle elementari. Insieme decisero di arruolarsi nell’esercito. Partendo promisero a se stessi e ai genitori che avrebbero avuto cura l’uno dell’altro. Furono fortunati e finirono nello stesso battaglione. Quel battaglione fu mandato in guerra. Una guerra terribile tra le sabbie infuocate del deserto. Per qualche tempo Frank e Ted rimasero negli accampamenti protetti dall’aviazione. Poi una sera venne l’ordine di avanzare in territorio nemico. I soldati avanzarono per tutta la notte, sotto la minaccia di un fuoco infernale. Al mattino il battaglione si radunò in un villaggio. Ma Ted non c’era. Frank lo cercò dappertutto, tra i feriti, tra i morti. Trovò il suo nome nell’elenco dei dispersi. Si presentò al comandante. – Chiedo il permesso di andare a riprendere il mio amico – disse. – È troppo pericoloso – rispose il comandante – ho già perso il tuo amico. Perderei anche te. Là fuori stanno sparando. Frank partì ugualmente. Dopo alcune ore trovò Ted ferito mortalmente. Se lo caricò sulle spalle. Ma una scheggia lo colpì. Lo trascinò ugualmente fino al campo. – Valeva la pena morire per salvare un morto? – gli gridò il comandante. – Sì – sussurrò Frank – perché prima di morire Ted mi ha detto: “Frank, sapevo che saresti venuto”. da B. Ferrero, Il canto del grillo, Elledici

promuove forme di cooperazione e di solidarietà.


NON SI PUÒ ESSERE DEL TUTTO FELICI SE GLI ALTRI INTORNO A NOI NON LO SONO.

NESSUN UOMO È UN’ISOLA Nessun uomo è un’isola, intero in se stesso. Ogni uomo è un pezzo del continente, una parte della terra. Se una sola zolla viene portata via dall’onda del mare, la terra ne è diminuita, come se un promontorio fosse stato al suo posto, o una casa amica o la tua stessa casa. Ogni morte d’uomo mi diminuisce, perché io partecipo all’umanità. E così non chiedere mai per chi suona la campana: essa suona per te.

ual è il messaggio che la poesia Q ti rivolge? È opportuno dare un contributo di altruismo solo se ti viene richiesto. Ogni richiesta di aiuto si rivolge anche a te. I bisogni degli altri non devono interessarti. Non devi recarti sulle isole.

J. Donne

I n g i oc o

• Sperimenta la solidarietà con un gioco in classe.

1

D isponetevi in cerchio tenendovi per mano: è importante che il cerchio non sia troppo stretto, altrimenti sarà difficile svolgere il gioco.

2

Due alunni 3 resteranno fuori e saranno il lupo e l’agnello. Come ben sai, il lupo rappresenta la prepotenza, mentre l’agnello l’innocenza che è vittima di soprusi. Il bambinoagnello si posiziona al centro del cerchio e il bambino-lupo all’esterno.

Compito dei bambini in cerchio è proteggere l’agnello dai tentativi del lupo di entrare nel cerchio per mangiarlo; per impedirlo, quindi, gli alunni devono di volta in volta chiudere tutti i varchi che si creano tra loro, accostandosi spalla a spalla.

4

Se il lupo riuscisse a entrare nel cerchio, l’agnello deve essere pronto, aiutato dagli altri, a uscire dal cerchio e fuggire, mentre il lupo resta intrappolato nel cerchio: a questo punto gli alunni devono evitare che il lupo esca, ma se vi riuscisse… subito devono tornare a proteggere l’agnello, che si precipita a rientrare al sicuro nel cerchio.

educazione alla cittadinanza

211


È PROPRIO BELLO ESSERE DIVERSI UNO DALL’ALTRO!

O T T E P S I R

TUTTI DIVERSI, TUTTI UGUALI Ti colpiscono di più le somiglianze o le diversità tra gli esseri umani? Le diversità di abitudini, di religione, di modi di vivere tra i popoli, sono per te soprattutto: fonte di problemi fonte di arricchimento

Tutti sanno che al mondo c’è moltissima gente e ogni anno che passa il numero aumenta di milioni e milioni. In questo istante sulla Terra ci sono oltre sette miliardi e duecento milioni di esseri umani e ogni mese ne nascono sei milioni in più. Se ci prendessimo tutti per mano, formeremmo una fila lunga nove milioni e mezzo di chilometri, che potrebbe fare duecentotrentasette volte il giro della Terra intorno all’Equatore o percorrere venticinque volte la distanza tra la Terra e la Luna. Più di sette miliardi di persone… e non ce ne sono due che siano uguali! Ognuno di noi è diverso da tutti gli altri. Ognuno di noi è un individuo unico, ma ha tante cose in comune con tutti gli altri: ogni essere umano ha tanti sogni da realizzare, ama i genitori e i figli, piange e ride delle stesse gioie e degli stessi dolori. Allora ogni “altro” che incontri merita l’attenzione e il rispetto che dedichi a te stesso e a tutto ciò che vive. da P. Spier, Gente, Mondadori

212

L’educazione alla cittadinanza

promuove il concreto prendersi cura dell’altro e dell’ambiente.


SIAMO TUTTI FIGLI DELL’UNIVERSO: DIVERSI NEL CORPO, UGUALI NEL CUORE! Secondo te, si deve rispetto… … solo a chi la pensa come noi? Sì No … solo a chi è ricco e ha successo? Sì No … solo a chi non commette errori? Sì No

UGUALI PER LO STATO Tu parli l’italiano, lei sa solo il dialetto, io sono musulmano, lui un cattolico perfetto; voi siete benestanti, io vivo in povertà, ma abbiamo tutti quanti la stessa dignità; io sono un uomo anziano, lui ha la pelle nera, tu abiti a Milano, noi vicino alla frontiera; io non ho mai studiato, tu scrivi sui giornali: la legge dello Stato però ci vede uguali.

Q uali espressioni ti sembrano adatte a sostituire l’affermazione: “il nostro nome è uomini”? Il nome proprio di ognuno di noi è “uomini”. Ogni essere umano è un individuo con gli stessi diritti e doveri dei suoi simili. Quando diciamo “uomo” non si fanno distinzioni di razze o religioni. Siamo tutti figli della grande famiglia “umanità”.

FIGLI DEL MONDO Tu figlio di chi sei? Sono figlio di due stelle nel cielo ce n’è tante ma le mie son le più belle. Tu figlio di chi sei? Del sole e della luna non splendono mai insieme: cala l’altro e sorge una. Tu figlio di chi sei? Son figlio del villaggio dieci madri, venti padri, cento cuori di coraggio. Tu figlio di chi sei? Di un grande albero solo ma così alto e forte che da lui io spicco il volo. Tu figlio di chi sei? Di un amore, di un viale di un bue e di un asinello, di un dio, di un ospedale. Il nostro nome è uomini, siamo figli e figliastri di altri figli degli uomini, della terra e degli astri. da B. Tognolini, Rime raminghe, Salani

da C. Marconi, Lo Stato siamo noi, Emme Edizioni

educazione alla cittadinanza

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I TUOI GESTI QUOTIDIANI SONO IMPORTANTI: LA SALUTE DELLA TERRA È ANCHE NELLE TUE MANI!

TU RISPETTI LA NATURA? Sì, proprio tu, che stai leggendo questo libro, lo sapevi che per la difesa dell’ambiente è veramente importante che anche tu cominci a fare qualcosa di concreto? Se vuoi… … PEDALARE SULLA BICI RESPIRANDO A PIENI POLMONI SENZA TOSSIRE… … SGUAZZARE IN UN MARE AZZURRO E PIENO DI PESCI… … FARE GITE FUORI CITTÀ FRA PRATI VERDI E FIORI COLORATI… … ebbene anche tu devi cominciare subito ad agire in modo consapevole e responsabile nei confronti dell’ambiente. Ma che cosa posso fare? Ti starai chiedendo, magari con gli occhi spalancati e così tondi che sembrano due uova sode tagliate a metà. Beh, ci sono tantissime cose da fare tutti i giorni, ma tu devi ricordarti di diffonderle ovunque: a scuola, in casa, tra parenti e amici. Non dimenticarlo, è molto importante!

ispetti l’ambiente R in cui abiti: con grande attenzione quasi sempre con fatica raramente ............................................

214

L’educazione alla cittadinanza

promuove il concreto prendersi cura dell’altro e dell’ambiente.


Cominciamo dal risparmio energetico: non sprecare l’acqua né la luce. Come? È presto detto! •C hiudi sempre il rubinetto dopo

esserti lavato le mani. •D i’ alla mamma di utilizzare la lavatrice

e la lavastoviglie solo a pieno carico. • Spegni la luce quando ti muovi

da una stanza all’altra. • Non far andare lo stereo in camera quando

sei in giardino (tanto non lo sentiresti). E ora parliamo dei rifiuti e della raccolta differenziata: Raccogli vetro con vetro, plastica con plastica, carta con carta, lattine metalliche con lattine metalliche (cioè quelle dell’aranciata, del tonno e degli alimenti in genere). Tutti questi materiali, separati preventivamente in casa, possono essere più facilmente riciclabili. Un bel vantaggio per l’ambiente! Esistono inoltre dei rifiuti pericolosi: le pile e le medicine, ad esempio. Restituisci al farmacista le medicine scadute, provvederà lui a eliminarle come si deve. Porta le pile scariche negli appositi raccoglitori. Ci sono anche tanti altri rifiuti pericolosi, costituiti generalmente dagli scarti delle lavorazioni di alcune aziende o di alcuni artigiani. Si tratta di quei prodotti sulle cui confezioni compare la lettera T (tossici) o la lettera F (infiammabili) oppure entrambe le lettere (T/F tossici e infiammabili). Se questi rifiuti andassero a finire nelle discariche, provocherebbero enormi danni all’ambiente: per questo motivo sono smaltiti da ditte specializzate, in modo corretto e senza rischi per nessuno. da L’Unione Europea, Touring Club Italiano

educazione alla cittadinanza

215


AGIRE IN MODO “NOBILE” TI RENDE ORGOGLIOSO E FIERO DI TE STESSO.

IO SONO “NOBILE” Per avere rispetto di tutti e di tutto ciò che è intorno a te, puoi imparare a stare molto attento al tuo comportamento e a riflettere sugli errori: così sarai fiero di te ogni volta che agirai in modo “nobile”, come giuravano di fare gli antichi cavalieri.

TI COMPORTI IN MODO “NOBILE” QUANDO... CE AS SA VO PA R LI A B , blici: ristoranti

b nei luoghi pu i e dovunque n e tr , a s e tt a i sale d ersone ci siano altre p disturbare. to s iu g è n o n che

EVITI DI SPORCARE O DANNEGGIARE

in ogni modo gli spazi che frequenti.

U SI L E T R E PA RO L E: P E R FAVO R E,

G R A ZIE, SCU S A

quando chiedi qualco sa, quando ricevi un favo re o riconosci un tuo sbag lio.

DA I L A P R E C E D E NZ A A LL’A LT RO

quando devi condivid ere qualcosa con qualcu no.

ASCOLTI CON ATTENZIONE

gli altri, tenendo a freno la tentazione di interromperli.

I n g i oc o

• Se rifletti con sincerità sui tuoi comportamenti, quanto ti senti “cavaliere”? Assegnati un punteggio da 1 a 10 . Poi realizza la medaglia del cavaliere!

1

216

Disegna su un cartoncino un tondo: al centro scrivi CAVALIERE DEL RISPETTO, decora tutt’intorno a piacere con dei disegni o con un collage.

L’educazione alla cittadinanza

2

Ritaglia il tondo e pratica un foro per infilarci una cordicella, in modo da mettete la medaglia al collo e… datti da fare come vero protettore delle persone e dell’ambiente!

promuove un’etica della responsabilità.


TUTTI, GRANDI E PICCINI, POSSONO FARE LA PROPRIA PARTE PER RENDERE IL MONDO MIGLIORE.

RESP

ONSA

BILITÀ

PICCOLI, MA VELOCI, I COLIBRÌ SONO GLI UCCELLI PIÙ PICCOLI AL MONDO: NON PIÙ LUNGHI DI UNA DECINA DI CENTIMETRI, VENGONO INFATTI CHIAMATI ANCHE UCCELLI-MOSCA. EPPURE HANNO UN BATTITO D’ALI VELOCISSIMO CHE CONSENTE LORO DI STARE SOSPESI A SUCCHIARE IL NETTARE DEI FIORI.

LA LEGGENDA DEL COLIBRÌ Un giorno, dice un’antica leggenda narrata dagli indiani d’America, ci fu un enorme incendio nella foresta. Tutti gli animali erano terrorizzati e osservavano inermi il disastro. Solo il piccolo colibrì era occupato e andava a prendere nel fiume delle gocce d’acqua col proprio becco per gettarle sul fuoco. Dopo un po’ l’armadillo, infastidito dalla sua agitazione, lo derise: – Colibrì! Ma che fai, sei pazzo? Non è con queste gocce d’acqua che riuscirai a spegnere il fuoco! E il colibrì gli rispose: – Lo so, ma io faccio la mia parte.

nche tu, come il colibrì, A puoi fare la tua parte. Dove ti senti più bravo? A casa. A scuola. Con gli amici. . ........................................... S ei responsabile nel portare a termine i tuoi impegni a casa e a scuola? S ei consapevole che ogni tua azione ha una conseguenza?

educazione alla cittadinanza

217


OGNI UOMO VALE PER CIÒ CHE È, PER LE AZIONI CHE COMPIE, NON PER IL DENARO CHE POSSIEDE.

SOLDI – Non so come arriveremo a fine mese – ha detto la mamma – devo ancora pagare l’affitto e la mensa per i bambini... Quando ero piccola, nascondevo i soldi ovunque in camera mia. Nella scatola dei giochi, sotto il letto. Una volta ho addirittura aperto la pancia di una bambola per nascondere una moneta da due euro. Dopo non mi ricordavo più dove avevo ficcato i miei soldi. Mio fratello Mattia fa lo stesso. Ma io gli vado dietro per recuperarli. È per il suo bene. Un giorno ci potrebbero fare comodo. – I freni della macchina si stanno allentando – ha detto papà – ne avremo per 200 euro almeno... – Hai visto la bolletta dell’elettricità? – ha detto mamma – È pazzesco quanto sia aumentata... L’anno scorso, la nonna ha vinto cento euro a un gioco e ha dato a Mattia e a me un biglietto da venti euro ciascuno. Per una settimana mi sono immaginata tutto quello che avrei potuto comprare: un cd, un braccialetto, una maglietta, una cintura. Alla fine, ho dato il biglietto alla mamma, per pagare il medico. – Mi aiuti a fare i compiti, papà?

S ottolinea nel testo la frase in cui la protagonista si dimostra responsabile: – nei confronti del lavoro scolastico – rinunciando a ciò che poteva comprare con i soldi della nonna – prendendo un impegno per il futuro del mondo I n quale modo puoi dimostrare di essere “responsabile”? Aggiungi una voce a questo elenco: – organizzando i tuoi compiti di studente – essendo autonomo nel vestirti, lavarti... – tenendo in ordine i tuoi spazi – aiutando chi è in difficoltà – .............................................................................................................................

218

L’educazione alla cittadinanza

promuove un’etica della responsabilità.


– Per favore, ho del lavoro straordinario da fare a casa, per guadagnare qualcosa in più, studia da sola, dai! Quella sera ho fatto i compiti da sola e li ho fatti anche bene, sistemando poi tutto in ordine nello zaino. – Dovresti smettere di fumare – ha detto papà alla mamma – pensa che risparmio... Un giorno, vicino a scuola, ho visto un barbone. Mi scocciava passargli davanti perché non volevo dargli i soldi. Ma lui non mi ha chiesto niente. Anzi, mi ha dato una moneta. Non volevo prenderla. Mi ha detto: – È per te. Per favore. Ti porterà fortuna. Era una moneta da un euro. Ho dato anche quella alla mamma. – Non si parla di soldi davanti ai bambini – ha detto la mamma – non bisogna seccarli con queste storie, ne avranno abbastanza quando saranno grandi... Io sento invece parlare spesso di soldi e, per adesso, mi do da fare come posso per risparmiare ma, quando sarò grande, mi impegnerò perché questi benedetti soldi non manchino a nessuno, ma proprio a nessuno.

I n g i oc o

• Sperimenta la responsabilità con un gioco in classe.

1

C ostruite un piccolo percorso a ostacoli.

2

Dividetevi a coppie. In ogni coppia uno dei due bambini viene bendato con un fazzoletto. L’altro bambino lo guida nel superare il percorso.

3

I bambini si scambiano i ruoli.

Il bambino–pilota sperimenterà la responsabilità di guidare chi si affida a lui.

da B. Friot, La mia famiglia e gli altri disastri, Il castoro

educazione alla cittadinanza

219


ANCHE TU SEI NELLA STORIA: I TUOI PASSI CONTRIBUISCONO AL CAMMINO DELL’UMANITÀ.

LA STORIA SIAMO NOI La storia siamo noi, nessuno si senta offeso. Siamo noi questo prato di aghi sotto il cielo. La storia siamo noi, attenzione, nessuno si senta escluso. La storia siamo noi, siamo noi queste onde nel mare, questo rumore che rompe il silenzio, questo silenzio così duro da masticare. E poi ti dicono: “Tutti sono uguali, tutti rubano alla stessa maniera”. Ma è solo un modo per convincerti a restare chiuso dentro casa quando viene la sera; però la storia non si ferma davvero davanti a un portone la storia entra dentro le stanze, le brucia, la storia dà torto e dà ragione. La storia siamo noi.

L a frase “La storia siamo noi” significa: ognuno di noi contribuisce a fare la storia solo le persone più potenti fanno la loro parte nella storia dell’umanità la storia non può fare a meno di noi A nche tu “fai la storia”; questo pensiero ti fa sentire: orgoglioso spaventato indifferente . ...........................................

Siamo noi che scriviamo le lettere, siamo noi che abbiamo tutto da vincere e tutto da perdere. E poi la gente (perché la gente che fa la storia) quando si tratta di scegliere e di andare te le ritrovi tutta con gli occhi aperti che sanno benissimo cosa fare: quelli che hanno letto milioni di libri e quelli che non sanno nemmeno parlare. Ed è per questo che la storia dà i brividi, perché nessuno la può fermare. La storia siamo noi, siamo noi padri e figli, siamo noi, bella ciao, che partiamo. La storia non ha nascondigli, la storia non passa la mano. La storia siamo noi, siamo noi questo piatto di grano. F. De Gregori

220

L’educazione alla cittadinanza

promuove un’etica della responsabilità.


COMPITO DI REALTÀ 1

La mia scuola Obiettivo ➜ In previsione della settimana “Scuola aperta” in cui i futuri alunni di classe prima, insieme ai genitori, potranno visitare la vostra scuola, gli insegnanti vi hanno chiesto di preparare una lettera destinata ai futuri bambini di prima, in cui dovrete descrivere in maniera soggettiva la vostra scuola e la vostra esperienza come alunni. Usate tutte le vostre competenze per creare un testo chiaro ed efficace, che faccia desiderare ai bambini di iscriversi alla vostra scuola. Una volta scritta la lettura, il giorno della visita dei futuri iscritti, ciascuno di voi dovrà leggere la lettera ad alta voce.

Dove e quando ➜ A scuola, durante l’ora di Italiano.

Che cosa serve ➜ Carta, penna

Come ➜ Compito individuale

221


Che cosa fare 1

Per prima cosa decidi che cosa descrivere e come: se descrivere un luogo della scuola ben preciso, raccontando ai futuri alunni un’esperienza legata a quel luogo (ad esempio il cortile, la palestra, le aule, la mensa…) oppure se descrivere in generale la scuola e un’esperienza legata a essa (un progetto o un’attività particolare che hai svolto, le gite a cui hai partecipato).

2

na volta definito questo, inizia a scrivere la descrizione sotto forma di lettera. U Ricorda di mettere tutti gli elementi sia della lettera (data, luogo, firma…) che quelli del testo descrittivo soggettivo.

3

na volta terminata la lettera, il giorno della presentazione, prima di accompagnare U i bambini a visitare la scuola, ognuno di voi leggerà ai futuri alunni la propria lettera. Sarà una bella testimonianza e i futuri alunni saranno molto felici di ascoltarla!

4

Alla fine della giornata, consegnerete all’insegnante le lettere, da riunire in un unico quaderno da tenere come ricordo.

il mio diario di bordo

222

Com’è andata?

Ti è piaciuta questa attività? Perché?

È stato facile o difficile? Perché?

.............................................................................................. .............................................................................................. .............................................................................................. ..............................................................................................

.............................................................................................. .............................................................................................. ..............................................................................................

Che cosa ti è piaciuto di più? Perché?

Qual è la parte che ti ha creato più problemi? Perché?

.............................................................................................. .............................................................................................. ..............................................................................................

.............................................................................................. .............................................................................................. ..............................................................................................


COMPITO DI REALTÀ 2 TUTTI IN GITA! Obiettivo ➜ Stanno per arrivare le vacanze estive. Come tutti gli anni, la tua classe, insieme alle altre quarte, parteciperà alla gita di fine anno: andrete a visitare una città d’arte. L’insegnante vi ha chiesto di scrivere un testo informativo, sotto forma di depliant, che possano aiutare le altre classi a conoscere meglio la destinazione e a decidere che cosa andare a vedere.

Dove e quando ➜ Nell’ora di italiano e a casa (se necessario).

Che cosa serve ➜ carta e penna ➜ forbici ➜ e nciclopedie e computer o tablet collegati alla rete

Come ➜ A piccoli gruppi

223


Che cosa fare 1

L’insegnante vi annuncerà l’ipotetica destinazione della gita.

2

Dividetevi in 3 gruppi. Ognuno deciderà un argomento da trattare: ad esempio, il primo gruppo può scrivere le informazioni generali della città (dove si trova, gli abitanti, perché è famosa, le opere artistiche o architettoniche principali...). Il secondo gruppo può scrivere un testo informativo sul museo principale da visitare. L’ultimo gruppo può scrivere informazioni su qualche evento particolare che si tiene in questa città.

3

Potete iniziare a cercare le informazioni a scuola e, se serve, finire a casa, con l’ausilio di un computer o un tablet.

4

Una volta trovate tutte le informazioni, iniziate la stesura del vostro testo. Ricordatevi di inserire tutte le caratteristiche del testo informativo e di usare un linguaggio adatto.

5

Quando ogni gruppo avrà concluso il proprio lavoro, unite i tre elaborati in un unico testo, mettendo titoli e sottotitoli.

6

A conclusione del vostro lavoro, arricchite il vostro depliant con immagini (foto o disegni), rileggetelo e distribuitelo alle altre classi.

il mio diario di bordo

224

Com’è andata?

Ti è piaciuta l’attività?

Che cosa ti è piaciuto di meno? Perché?

.............................................................................................. .............................................................................................. ..............................................................................................

.............................................................................................. .............................................................................................. ..............................................................................................

Che cosa ti è piaciuto di più? Perché?

Come ti sei trovato a lavorare in gruppo?

.............................................................................................. .............................................................................................. ..............................................................................................

.............................................................................................. .............................................................................................. ..............................................................................................


È possibile aumentare la dimensione del testo e modificare il font (tra cui leggimi © Sinnos editrice, appositamente studiato per i DSA) trasformandolo in MAIUSCOLO. Si può attivare la traduzione in altre lingue di tutto il testo o di alcune parti. Questo strumento è particolarmente utile agli studenti stranieri, ma non solo.

CHE BELL’AULA

é do entro in classe perch Sono così contenta quan io!Le pareti, tutte la mia aula mi piace propr verde sono colorate di un tappezzate di cartelloni, sul cortile è azzurra: tenero e la porta che dà e i banchi sono Anch . mare e sembrano terra una posizione fissa, colorati e non hanno mai delle attività: li da secon a perché li spostiamo e do vogliamo commentar mettiamo in cerchio quan scritto, accoppiati quando insieme ciò che abbiamo ampia per disegnare. ci serve una superficie più do i banchi li togliamo Ma più bello di tutti è quan un largo spazio libero mo lascia proprio di mezzo, ci improvvisiamo attori al centro della stanza e nto che abbiamo letto, per drammatizzare un racco

Ogni testo è stato letto, in tutte le sue parti, da speaker professionisti. Alcune parti sono facilitate, cioè sono audioletture lente e scandite.

È ricco di contenuti digitali: raccolte di immagini, file audio e video, percorsi interattivi e interdisciplinari, esercitazioni e giochi. Inoltre per l’insegnante la guida al testo; percorsi multidisciplinari per la LIM, esercizi interattivi, approfondimenti, schede in PDF

Permette un’interazione continua tra utente e dispositivo, attraverso una ricca strumentazione per la scrittura e per la consultazione.

È possibile aggiungere dei collegamenti a risorse multimediali esterne al libro (documenti, immagini, video, audio, web link).

È «aperto» perché personalizzabile e integrabile con: • l’inserimento di appunti e segnalibri; • la possibilità di allegare documenti, immagini, file audio e video; • l a possibilità di creare documenti (presentazioni, linee del tempo e mappe mentali). Inoltre è possibile condividere tutto il materiale con la classe. Sviluppa le competenze digitali con questi strumenti:

Coordinamento: Emilia Agostini Redazione: Nicoletta Baldini, Valentina Cammilli per Equilibri - Servizi editoriali Consulenza didattica: Raffaela Maggi per le pagine di didattica inclusiva Grafica e impaginazione: Barbara Cherici per Equilibri - Servizi editoriali Illustrazioni: Sandra Bersanetti, Maria Luisa Di Gravio, Miriam Gambino, Mariagrazia Orlandini Copertina: Barbara Cherici per Equilibri - Servizi editoriali, Mauro Aquilanti Coordinamento M.I.O. BOOK: Paolo Giuliani Redazione multimedia: Sara Ortenzi Ufficio multimedia: Enrico Campodonico, Claudio Marchegiani, Luca Pirani Referenze fotografiche: Archivio fotografico Gruppo Ed. Raffaello, 123rf, Fotolia, Thinkstock, iStock Stampa: Gruppo Editoriale Raffaello Questo testo tiene conto del codice di autoregolamentazione Polite (Pari Opportunità Libri di Testo), per la formazione di una cultura delle pari opportunità e del rispetto delle differenze.

Per esigenze didattiche alcuni testi sono stati ridotti e/o adattati. L’Editore è a disposizione per eventuali omissioni o inesattezze nella citazione delle fonti. Tutti i diritti sono riservati. È vietata la riproduzione dell’opera o di parti di essa con qualsiasi mezzo, compresa stampa, fotocopia, microfilm e memorizzazione elettronica, se non espressamente autorizzata dall’Editore.

© 2018 Raffaello Libri S.p.A. Via dell’Industria, 21 60037 - Monte San Vito (AN) www.grupporaffaello.it - info@grupporaffaello.it

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• Antologia di letture • Test d’ingresso • Laboratori del lessico • Cittadinanza e Costituzione

• Scrittura creativa • Tavole lessicali • Prove modello INVALSI • Arte e Musica nelle stagioni

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Per i primi giorni di scuola, per ricominciare gradualmente a parlare, ascoltare, scrivere e riflettere sulla lingua. Con autovalutazione e mappe.

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PER L’INSEGNANTE E LA CLAS

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il M.I.O. BOOK docente il M.I.O. BOOK studente CD audio in formato MP3 A richiesta i volumi con i percorsi semplificati di 4a e 5a per alunni con BES e DSA, anche in versione audio scaricabile on-line.

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on-line e archiviarli su penna USB

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Un volume per stimolare il piacere di leggere attraverso le emozioni con pagine dedicate ai linguaggi espressivi, alla cittadinanza, all’educazione affettiva e ambientale.

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Spirito LIB E RO

Questo volume, sprovvisto del talloncino a fronte (o opportunamente punzonato o ­altrimenti contrassegnato), è da considerarsi copia di SAGGIO-CAMPIONE G ­ RATUITO, fuori commercio (vendita e altri atti di disposizione vietati: art. 17, c. 2 L. 633/1941). Esente da I.V.A. (D.P.R. 26-10-1972, n° 633, art. 2 lett. d). Esente da bolla di accompagnamento (D.P.R. 6-10-1978, n° 627, art.4. n° 6).

Sp P. i C IS rito ecc BN l ar 97 ibe elli 8- ro - L 88 . -4 4 - Vec 72 L ci -3 ett 00 u 7- re 1

Classe 4


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