5 Il cerchio dei Sape rI
In allegato StoriaMAP Con ESERCIZIARIO e VERIFICHE A LIVELLI
In allegato StoriaMAP Con ESERCIZIARIO e VERIFICHE A LIVELLI
La Grecia è una penisola nel Mediterraneo orientale prevalentemente montuosa e collinare, circondata da numerose isole nel Mar Egeo e nel Mar Ionio. Attorno al 2000 a.C. alcune tribù nomadi provenienti da nord-est si insediarono sulle coste della penisola greca e nelle isole. Nel corso dei secoli questi antichi popoli si dedicarono alla pesca, alla coltivazione di viti e ulivi, all’artigianato, alla navigazione e al commercio. In Grecia nacquero la scienza, la filosofia, la storiografia, l’arte e il teatro, che influirono sul modo di pensare e sulle conoscenze di molti popoli. Ancora oggi si possono ritrovare tracce della civiltà greca nella nostra lingua e nell’architettura di alcune città. I Greci, inoltre, furono i primi a dare vita a una forma di governo adottata oggi da molti Paesi del mondo: la democrazia
A voce alta
Nel testo troverai alcune parole evidenziate di giallo: seguile e avrai una traccia che ti aiuterà a esporre i contenuti di Storia con le parole corrette.
La Grecia è una Repubblica democratica che fa parte dell’Unione europea. Questo Stato comprende la penisola greca, Creta e le tante isole del Mar Egeo. La Grecia, per la natura del suo territorio, non ha grandi industrie e l’agricoltura si basa soprattutto sulla coltivazione della vite e dell’ulivo. È molto sviluppato il turismo, sia archeologico sia balneare.
Confronta le carte della Grecia di ieri e di oggi, poi rispondi oralmente.
• Quale grande isola apparteneva allora come oggi alla Grecia?
• Ricordi qualcosa della sua antica civiltà?
• Quali erano le città più importanti dell’antica Grecia?
• Ritrovi Atene, oggi capitale della Grecia, su entrambe le carte?
a.C.
a.C.
Civiltà macedone
a.C.
Anno 0
d.C.
Attorno al 2000 a.C. in Grecia, nella regione del Peloponneso, si stabilirono gli Achei, una popolazione nomade proveniente dall’Asia centrale. Gli Achei non fondarono un unico grande regno ma tante piccole città-stato indipendenti, spesso in lotta tra loro, come Argo, Pilo, Tirinto, Sparta e Micene. Quest’ultima era la città più importante e diede il nome alla loro civiltà.
ieri e oggi
Utilizza le domande per riassumere i contenuti.
• Come era organizzata la civiltà dei Micenei?
• Che cosa appresero i Micenei dai Cretesi?
• Quale città conquistarono nel 1250 a.C.?
• Quando iniziò la loro decadenza? Perché?
Intorno al 1450 a.C. i Micenei conquistarono Creta. L’incontro con questa cultura trasformò il modo di vivere dei Micenei. Essi infatti appresero dai Cretesi la scrittura, l’arte del commercio e le tecniche di navigazione, grazie alle quali arrivarono a fondare colonie lungo le coste dell’Anatolia, nell’Italia meridionale e in Spagna. Successivamente i Micenei condussero lunghe guerre contro alcune città dell’Anatolia, fra cui Troia, che si trovava in una posizione favorevole ai commerci marittimi nel Mar Nero. I Micenei la conquistarono intorno al 1250 a.C. A partire dal 1200 a.C. la civiltà micenea conobbe un periodo di notevole decadenza. I commerci diminuirono e molte città furono distrutte dai Dori, un popolo proveniente dal Nord Europa.
Decadenza significa perdita progressiva di forza, potere e ricchezza. Indica i sinonimi fra i seguenti termini: declino ascesa miglioramento rovina
Anno 0
Arrivo nel Peloponneso
Ogni città-stato era governata da un re, sovrano assoluto, chiamato wanax. Seguivano poi i nobili, proprietari di terre e bestiame; il capo dei guerrieri, chiamato lawagetas; i guerrieri, i sacerdoti e le sacerdotesse.
Il popolo, chiamato damos, era formato da contadini, artigiani, tessitori, costruttori di navi e fabbri. Viveva nei damoi, cioè i villaggi, che si trovavano nelle campagne fuori delle mura. Solo il re, i nobili e i sacerdoti potevano possedere le terre, che venivano affidate ai contadini in cambio di una parte del raccolto.
Infine c’erano gli schiavi, di solito prigionieri di guerra, destinati ai lavori più pesanti.
Il territorio abitato dai Micenei non era favorevole all’agricoltura, perché era montuoso e con pochi corsi d’acqua. I Micenei coltivavano prevalentemente viti e ulivi. I pastori allevavano cavalli, capre e pecore, dalle quali ricavavano una lana pregiata che le tessitrici lavoravano con abilità.
Dagli Egizi e dai Cretesi gli artigiani micenei avevano imparato a lavorare l’oro, l’argento e l’avorio, con cui realizzavano raffinati gioielli. Con l’argilla costruivano vasi, che venivano poi decorati con tecniche innovative. I mercanti viaggiavano per mare su agili navi a vela quadrata e commerciavano con molti popoli del Mediterraneo. Scambiavano i prodotti che avevano in abbondanza con metalli, come lo stagno e il rame, indispensabili per ottenere il bronzo, un materiale utilizzato dai fabbri sia per costruire le armi sia per coniare le monete.
Le donne erano rispettate e godevano di una certa libertà. Partecipavano alla vita pubblica e potevano lavorare come domestiche, tessitrici e distributrici di cereali. Le sacerdotesse spesso possedevano e amministravano terreni.
La Porta dei Leoni. I leoni scolpiti sopra la porta erano simbolo di regalità e potenza.
Il “Vaso dei guerrieri” rappresenta soldati micenei in battaglia. Descrivi sul quaderno come si proteggevano e che armi utilizzavano.
Completa con le parole che trovi nel testo. Il .............................. abitato dai Micenei non favoriva l’.............................. Coltivavano soprattutto .............................. e ............................... I pastori allevavano ........................., ......................... e .........................., la cui lana era utilizzata per produrre tessuti. Gli artigiani lavoravano .............................. ......................... e .........................., con cui realizzavano gioielli. I fabbri costruivano .............................. e monete in ............................... I mercanti commerciavano con i popoli del ...............................
Maschera
funebre in oro rinvenuta nel 1876 a Micene dall’archeologo tedesco Heinrich Schliemann.
I Micenei erano politeisti, cioè credevano in molti dèi. Adoravano divinità antropomorfe, cioè simili agli esseri umani, che rappresentavano le forze della natura e avevano gli stessi vizi e le stesse virtù degli esseri umani. Zeus e sua moglie Era erano il re e la regina degli dèi e degli individui, Poseidone era il dio del mare, Ares il dio della guerra e Demetra la dea dei raccolti. Per ottenere la loro benevolenza, i sacerdoti sacrificavano animali, come capre, vitelli e buoi, e offrivano i prodotti della terra in santuari edificati sulle montagne. Il culto delle divinità micenee fu ripreso dalle successive civiltà greche.
I Micenei avevano un profondo culto per i morti. I defunti venivano sepolti in modi diversi a seconda della classe sociale. Le tombe dei re, dei guerrieri e dei nobili, dette tholos, erano grandi costruzioni circolari con il soffitto a cupola. Un corridoio conduceva alla camera dove veniva deposto il corpo del defunto insieme agli oggetti che gli erano appartenuti in vita, come gioielli e oggetti personali, e alle armi usate per combattere. Spesso il volto era ricoperto da una maschera d’oro, che ne riproduceva i lineamenti.
Il Tesoro di Atreo è una maestosa tomba poco fuori le mura di Micene. Un lungo corridoio porta alla camera dove Schliemann ipotizzò erroneamente fosse stato sepolto il re miceneo Agamennone.
Osserva le immagini e rispondi alle domande sul quaderno.
Come si chiama questo tipo di costruzione?
Che forma ha?
Con quali materiali è stata costruita?
Com’è stato costruito il soffitto interno?
Fai una ricerca su internet e scopri quali altri oggetti sono stati ritrovati all’interno della tomba.
Inizialmente i Micenei utilizzarono la scrittura Lineare A, appresa dai Cretesi. Col tempo la modificarono, dando origine alla Lineare B, composta da circa 200 segni che comprendono sillabe e ideogrammi. Si scriveva da sinistra a destra e fu decifrata solamente nel 1952. Grazie alle numerose scritte rinvenute su tavolette d’argilla, di bronzo e di altri metalli, gli archeologi sono riusciti a ricostruire molti aspetti dell’organizzazione economica e sociale dei regni micenei. I primi reperti furono ritrovati nel palazzo di Cnosso, a Creta, e successivamente si scoprirono documenti simili a Micene e in altre località della Grecia. Per alcuni studiosi si tratta di una forma di greco antico. Gli scribi utilizzavano la scrittura per annotare tutto quello che succedeva all’interno del palazzo: gli ordini impartiti dal re ai soldati, il numero dei bambini presenti in città, le proprietà del re, le merci prodotte e le cerimonie religiose.
Esempio di sillabario utilizzato dagli archeologi per decifrare i reperti.
Lavora con un compagno. Mettete a confronto i diversi tipi di scrittura dell’antichità. Fate una breve ricerca, consultando il vostro sussidiario delle discipline di classe quarta e internet. Poi completate la tabella sul quaderno. Insieme si può
occorrente
Vaso che rappresenta l’episodio del cavallo di Troia.
Nel 1871 Heinrich Schliemann, basandosi sulle descrizioni di Omero, iniziò a cercare la città di Troia scavando sulla collina di Hissarlik, in Turchia. Egli portò alla luce le rovine di un’antica città distrutta dal fuoco che corrispondeva alla descrizione dell’Iliade.
Omero, poeta greco vissuto nell’VIII secolo a.C., scrisse due famosi poemi, cioè componimenti in versi: l’Iliade e l’Odissea. Il primo narra la guerra di Troia, il secondo l’avventuroso viaggio di ritorno a casa, nell’isola di Itaca, del guerriero greco Ulisse al termine della guerra. I racconti si snodano tra mito e realtà, ma attraverso le vicende di re ed eroi micenei e troiani gli studiosi hanno potuto ricostruire abitudini e costumi di questi popoli.
Paride, figlio di Priamo re di Troia, rapì Elena, la moglie del re di Sparta Menelao. I re di tutte le città della Grecia si unirono sotto la guida di Agamennone, re di Micene, e dichiararono guerra a Troia. Achei e Troiani si scontrarono per dieci anni. Gli Achei riuscirono infine a vincere la guerra soltanto usando uno stratagemma: lasciarono sulla spiaggia un grande cavallo di legno e finsero di tornare in patria. I Troiani introdussero il cavallo dentro le mura della città in segno di vittoria. Durante la notte gli Achei uscirono dal ventre del cavallo dove si erano nascosti, aprirono le porte della città e fecero entrare il resto dell’esercito. I Troiani, sorpresi, non furono capaci di reagire e Troia venne saccheggiata e distrutta.
Troia era una città che sorgeva sullo Stretto dei Dardanelli, in una posizione favorevole alla navigazione e al commercio dal Mar Egeo al Mar Nero. I Troiani controllavano le rotte commerciali e pretendevano compensi per lasciar passare le navi di altri popoli attraverso lo stretto. I Micenei non intendevano più pagare le pesanti tasse e forse fu proprio questo che spinse le città-stato micenee ad allearsi e a dichiarare guerra alla città di Troia.
Quale fu la causa che portò alla guerra tra Micenei e Troiani? Completa la tabella sul quaderno. STUDIO CON IL TESTO
Secondo il mito Nella realtà
Le tazze di Vaphio, ritrovate in Grecia vicino alla città di Sparta, rappresentano un esempio di arte micenea. Sono state rinvenute all’interno della tomba di un principe insieme a molti altri preziosi oggetti funerari e risalgono al 1500 a.C. Sono alte circa 10 centimetri e sono decorate a sbalzo, cioè in rilievo. Rappresentano due diverse scene con protagonisti dei tori. In una tazza 1 il toro è raffigurato in primo piano, in un ambiente brullo e libero di muoversi. Nella seconda tazza 2 l’ambiente è rigoglioso, i campi sono arati e il toro è stato catturato e sottomesso al volere dell’allevatore. Oggi le tazze sono conservate all’interno del Museo archeologico di Atene.
Dopo aver letto la descrizione, osserva le immagini e scrivi il numero corrispondente alla descrizione.
Secondo te, di quale materiale prezioso sono fatte le tazze?
Argento
Oro
Ferro
Rame
Nella tazza n. 2 da che cosa si capisce che il toro è sottomesso? Che cosa vedi?
Vero o falso? Segna con una X e riscrivi correttamente le frasi sbagliate.
• Le tazze di Vaphio sono state ritrovate vicino alla città di Micene. V F
• Le tazze rappresentano due scene diverse: una di scontri e una di pace e ordine. V F
• Le tazze sono provviste di manici. V F
• Le persone raffigurate sono cacciatori. V F
La città di Micene, come tutte le altre città-stato micenee, era una vera e propria fortezza, costruita su un’altura che dominava la pianura sottostante. Era protetta da una cinta di mura ciclopiche, che in origine circondavano solo il palazzo del re e la parte alta della città. Per i Micenei, più queste mura erano alte, spesse e poderose, più la città-fortezza era considerata potente.
Osserva l’immagine e inserisci le parole corrette: palazzo, tombe reali, leoni, granai.
Il .......................... del re, con la sala del trono (mègaron), si trovava sul punto più alto della collina.
Le mura erano dette “ciclopiche” perché costituite da pietre così grandi da far credere che fossero state erette dai giganti Ciclopi. La porta principale era la “Porta dei ”.
All’interno delle mura si trovavano le botteghe degli artigiani, i .......................... e i magazzini dove venivano accumulati i prodotti.
Nel recinto sacro sorgevano le ,
all’interno delle quali venivano seppelliti anche preziosi tesori.
1 Inserisco le parole corrette.
scrittura - 1250 a.C. - Dori - Cretesi - Troia - 1450 a.C. - decadenza - guerre
Intorno al ……................................…… i Micenei occupano Creta. La cultura dei Micenei è molto influenzata da quella dei ……................................……. Essi infatti hanno appreso dai Cretesi la ……................................……, l’arte del commercio e le tecniche di navigazione. I Micenei combattono lunghe ……................................…… contro alcune città dell’Anatolia, fra cui ……................................……, che si trova in una posizione strategica per i commerci nel Mar Nero. I Micenei la conquistano intorno al ……................................……. A partire dal 1200 a.C. la civiltà micenea entra in un periodo di ……................................……: i commerci diminuiscono e molte città vengono distrutte dal popolo dei , provenienti dal Nord Europa.
2 Osservo la linea del tempo e inserisco al posto giusto: Invasione dei Dori - Conquista di Creta - Conquista di Troia - Insediamento nel Peloponneso
2000 a.C.
1450 a.C.
1250 a.C.
1200 a.C.
3 Indico con una X la risposta corretta.
• Da che cosa deriva il nome dei Micenei?
A Dalla cultura cretese.
B Dalla città di Micene.
C Dalla città di Troia.
D Da un prodotto tipico dell’artigianato.
• Con quale altro nome sono conosciuti i Micenei?
A Cretesi.
B Cinesi
C Achei.
D Dori.
Mi valuto x
Anno 0
• Quali erano le attività principali?
A Agricoltura e allevamento.
B Artigianato e commercio.
C Allevamento e artigianato.
D Guerre di conquista.
• Dove sorgeva il palazzo del re?
A Fuori delle mura ciclopiche.
B Nella parte bassa della città.
C Nella parte più alta della città.
D Vicino al recinto sacro.
La verifica mi ha aiutato a ripetere le conoscenze.
La verifica mi ha aiutato in parte a ripetere le conoscenze.
La verifica non mi ha aiutato per nulla.
Intorno al 1200 a.C. i Dori, un popolo guerriero che proveniva dal Nord Europa, occupò i territori dei Micenei, distruggendo molte città-fortezze. I Dori vivevano di pastorizia e di caccia ed erano molto abili nella lavorazione del ferro, che utilizzavano per costruire armi.
Gli abitanti di quei territori furono costretti a lasciare le città: una parte si rifugiò nei villaggi, altri abbandonarono la Grecia e si stabilirono sulle coste dell’Asia Minore. I commerci diminuirono, l’uso della scrittura scomparve e coloro che erano rimasti divennero sempre più poveri.
Questo periodo di decadenza sia economica sia culturale fu chiamato dagli storici “età buia” e durò circa 400 anni.
Osserva la mappa e, con l’aiuto delle domande, fai delle ipotesi sulla civiltà dei Greci.
Dove vivevano i Greci?
Che cosa inventarono?
Quali attività svolgevano?
Quando vissero?
I Greci
Chi li governava?
Come era la loro religione?
Sottolinea nel testo le informazioni che spiegano quali fattori portarono alla nascita della civiltà greca.
L’età buia finì attorno all’800 a.C. quando in Grecia ricomparve la scrittura e le popolazioni sconfitte impararono a convivere con i Dori, diventando un unico popolo: parlavano la stessa lingua, praticavano la stessa religione e insieme diedero vita a una nuova e fiorente civiltà, quella dei Greci. Le condizioni di vita migliorarono e ripresero i commerci. Nacquero città-stato indipendenti, chiamate poleis (polis al singolare), caratterizzate da forme di governo diverse. Le poleis greche combatterono guerre sanguinose, alcune contro popoli invasori come i Persiani, dal 490 a.C. al 479 a.C., altre tra di loro, come la lunga Guerra del Peloponneso, dal 431 a.C. al 404 a.C. La civiltà greca durò per molti secoli, finché, nel 338 a.C., la Grecia venne occupata dai Macedoni, un popolo che viveva a nord della Grecia.
TECNOLOGIA
Con la fine dell’età buia, anche l’artigianato ebbe nuovo impulso. I vasi di ceramica sono una fonte storica preziosissima: a seconda delle decorazioni e del tipo di ceramica, gli archeologi possono risalire al periodo storico di realizzazione.
Leggi le didascalie e abbina il numero al vaso corretto.
1 Lo stile più antico presentava motivi geometrici, con poche figure.
2 Successivamente le ceramiche vennero decorate a figure nere. Dopo aver cotto il vaso nel forno, l’argilla diventava rossa e su questa base l’artigiano dipingeva figure umane con il colore nero.
3 Verso la fine del VI secolo a.C., i Greci iniziarono a dipingere la superficie del vaso con la pittura nera e a lasciare le figure del colore dell’argilla. Questa tecnica è detta a figure rosse.
Con la fine dell’età buia, in Grecia cominciò un periodo di grande sviluppo economico. Il territorio della Grecia era prevalentemente collinare e montuoso. Venivano coltivati soprattutto la vite e l’ulivo, da cui si ricavavano abbondanti quantità di olio e vino.
I Greci allevavano pecore, capre e suini, che fornivano carne, latte, formaggio, lana e pellame. Dall’allevamento delle api ricavavano cera e miele, utilizzato per dolcificare gli alimenti. La popolazione che viveva lungo le coste si dedicava alla pesca e alla produzione del sale, per la conservazione del cibo.
Gli artigiani greci perfezionarono la lavorazione del legno e dei metalli, in particolare quella del ferro, che impararono a ricavare dai minerali ferrosi e a temprare, per renderlo più duro e resistente. Con il ferro fabbricavano armi e inventarono anche le forbici, l’incudine e le tenaglie. Si specializzarono poi nella fabbricazione di ceramiche, come anfore, coppe e piatti, splendidamente decorati con scene di vita quotidiana, battaglie o giochi sportivi. L’attività principale dei Greci era il commercio. I mercanti si spinsero in tutto il Mar Mediterraneo: esportavano l’olio, il vino e i manufatti realizzati dagli artigiani e importavano prodotti alimentari, soprattutto il grano, e alcuni materiali preziosi, come i metalli, l’avorio e l’ambra, che non erano presenti nel loro territorio. Anche gli schiavi erano venduti e acquistati come merci. Per facilitare gli scambi, i Greci utilizzavano le monete, il cui valore dipendeva dalla quantità di metallo prezioso che contenevano. Ogni città aveva la propria moneta, sopra la quale veniva incisa un’immagine rappresentativa.
L’olio d’oliva aveva molteplici usi nell’antichità. Oltre che per l’alimentazione, era alla base di molti prodotti di bellezza e serviva anche per l’illuminazione delle case. Le lucerne a olio, infatti, avevano ormai sostituito le semplici torce di legno.
Rispondi alle domande sul quaderno.
• Che cosa veniva coltivato in territorio greco?
• Quali animali erano allevati?
• Che cosa fornivano?
• Quali materiali lavoravano gli artigiani?
• Che cosa esportavano i Greci?
• Che cosa importavano?
• Che cosa veniva utilizzato per facilitare gli scambi?
Il termine magistrato deriva dal latino magister, che significa “capo, maestro”.
Nell’antichità indicava: un funzionario politico. un re con potere assoluto.
Che cosa indica ai nostri giorni?
Fai una piccola ricerca in internet ed esponi in classe.
Oplita con elmo, scudo, corazza e lancia.
L’abitante della polis è il cittadino. Erano considerati cittadini solo gli uomini liberi che appartenevano a una famiglia originaria della città. Per la prima volta nella storia essere cittadini non significava solamente vivere all’interno di una città, ma implicava avere dei diritti e rispettare dei doveri. Il cittadino poteva votare ed essere eletto alle cariche pubbliche come magistrato e aveva il dovere di pagare le tasse e di difendere la propria città in battaglia.
I cittadini però non erano tutti uguali: gli aristocratici (in greco àristoi) erano i grandi proprietari di terre e di bestiame e potevano aspirare alle magistrature più importanti; tutti gli altri, cioè i piccoli proprietari terrieri, i commercianti e gli artigiani, costituivano il popolo (in greco dèmos).
Le poleis all’inizio erano delle monarchie, poiché erano governate da un re, il monarca, parola che deriva da mónos, “unico, solo”, e arché, “comando”, cioè comando di un’unica persona.
Con il trascorrere del tempo il potere passò nelle mani di un gruppo ristretto di persone, gli aristocratici: nacquero così le oligarchie (da olígoi, cioè “pochi”). Il popolo poteva esprimere il proprio parere durante le assemblee, ma era escluso dalle decisioni più importanti e dalle magistrature. Le donne e gli schiavi non potevano partecipare in alcun modo alla vita politica della città. Attorno al 700 a.C. un’altra forza andò ad aggiungersi agli aristocratici: gli opliti, ovvero i soldati dell’esercito cittadino, indispensabili per difendere la polis dai nemici.
Osserva lo schema che rappresenta il passaggio dalla monarchia all’oligarchia e utilizzalo per ripetere i contenuti a voce alta.
Con il passare del tempo, in alcune città i cittadini iniziarono a poter partecipare alla vita politica prendendo decisioni sull’economia, sull’esercito e sulla cultura.
Nacquero così le prime forme di democrazia, basate su alcuni principi fondamentali:
• tutti i cittadini erano uguali, avevano cioè gli stessi diritti e gli stessi doveri;
• i cittadini si riunivano in un’assemblea popolare dove si votavano le leggi e si eleggevano per un breve periodo di tempo (di solito un anno) i magistrati, che avevano il compito di amministrare la giustizia, comandare l’esercito, stabilire il calendario delle feste religiose, prendere decisioni sulla pace, sulla guerra e su quali alleanze stringere con le altre città;
• il popolo era il giudice supremo, ma incaricava i magistrati di amministrare la giustizia nei tribunali, intervenendo direttamente solo nelle questioni più importanti;
• l’assemblea si riuniva una o più volte al mese e prendeva decisioni basandosi sul principio di maggioranza: la scelta che raccoglieva più voti veniva accettata anche dalla minoranza che non era d’accordo. Le votazioni avvenivano per alzata di mano o mettendo una pietra in un’urna.
Democrazia deriva da dèmos, popolo, e kràtos, potere: il governo spetta al popolo.
Dividetevi in piccoli gruppi. Ciascun gruppo sceglie un argomento tra quelli proposti dall’insegnante (organizzazione di una gita, addobbo dell’aula, realizzazione di una festa, organizzazione degli spazi dell’aula…). Per prendere le decisioni necessarie, seguite il modello adottato dalla democrazia greca e votate le proposte presentate seguendo il principio di maggioranza.
Cerca le informazioni nel testo e rispondi a voce: ti serviranno per ripetere i contenuti a voce alta.
• Come nacquero le prime forme di democrazia?
• In che cosa erano uguali i cittadini?
• Da chi era formata l’assemblea popolare?
• Che compiti aveva?
• Chi era il giudice supremo?
• Su che cosa si basa il principio di maggioranza?
• Come avvenivano le votazioni?
Il territorio montuoso della Grecia rendeva difficili i contatti tra i popoli, che comunicavano soprattutto via mare. Per questo motivo le città greche non si riunirono mai in un unico regno. Le poleis erano spesso in lotta tra loro per la conquista di terre coltivabili o per avere il controllo sulle rotte commerciali. Nonostante ciò, i Greci si sentivano un unico popolo perché avevano in comune alcuni aspetti culturali, come la lingua, le tradizioni e la religione.
Le case greche erano basse e si sviluppavano attorno a un cortile interno, dove c’era il pozzo per attingere l’acqua. Erano divise in due parti: l’androceo, riservato agli uomini, e il gineceo, per donne e bambini.
Le città-stato greche presentavano una struttura interna simile, distinta in quattro parti:
• l’acropoli, o città alta, situata su un’altura. Qui sorgevano i templi e gli edifici pubblici più importanti;
• l’asty, la parte bassa, dove si trovavano le abitazioni del popolo e le botteghe artigiane;
• l’agorà, la piazza principale, dove si tenevano le assemblee dei cittadini e si svolgeva il mercato;
• la chora, che comprendeva i villaggi e le campagne fuori delle mura.
Le città erano spesso dotate di un porto, fondamentale per i commerci e per le spedizioni di guerra; le mura difendevano la polis dai nemici.
Osserva l’immagine e inserisci nei bollini i numeri corretti.
1 asty; 2 agorà; 3 porto; 4 teatro; 5 acropoli; 6 chora; 7 mura.
Le donne spartane godevano di alcune libertà che molte altre donne greche non avevano. Assumevano il ruolo di capofamiglia quando i mariti erano in guerra e potevano possedere terre. Poiché dovevano partorire figli sani e robusti, praticavano sport e danza.
Le due poleis più importanti della Grecia furono Sparta e Atene. Nel X secolo a.C. un gruppo di Dori si era insediato in Laconia, una regione del Peloponneso, e aveva fondato la città di Sparta. Sorgeva ai piedi del monte Taigeto, presso il fiume Eurota, lontano dal mare. Dopo lunghe guerre, gli Spartani conquistarono anche la regione della Messenia, ricca di terre coltivabili, che garantivano cibo in abbondanza. Gli Spartani furono una popolazione chiusa e diffidente nei confronti degli stranieri e delle popolazioni che li circondavano e disponevano di un esercito sempre pronto a mobilitarsi per la guerra.
Sparta era governata da un’oligarchia militare e la popolazione era suddivisa in tre gruppi. Al vertice c’erano gli spartiati, discendenti dei Dori, che costituivano la minoranza della popolazione e godevano dei diritti politici, cioè potevano votare ed essere eletti come magistrati. Erano anche gli unici a possedere delle terre, che facevano coltivare dagli iloti. Si dedicavano solo all’attività politica e all’addestramento militare. I perieci erano soprattutto artigiani e commercianti e per questo erano gli unici ad avere contatti con gli altri popoli; erano esclusi da ogni diritto politico, ma avevano l’obbligo di combattere accanto agli spartiati in caso di guerra. Gli iloti erano gli schiavi, non avevano alcun diritto, e perciò erano obbligati a lavorare le terre degli spartiati. Le loro condizioni di vita erano molto dure.
STUDIO CON IL TESTO
Collega ogni gruppo sociale alla definizione corrispondente.
SPARTIATI
PERIECI
ILOTI
Erano gli schiavi. Non avevano diritti. Lavoravano le terre degli spartiati.
Discendevano dai Dori. Possedevano terre e godevano dei diritti politici.
Erano soprattutto artigiani e commercianti. Non godevano di diritti politici, ma avevano l’obbligo di combattere in caso di guerra.
A Sparta governavano due re, che svolgevano le funzioni religiose e comandavano l’esercito. Il loro potere non era assoluto ma limitato dai magistrati.
Tra questi c’erano gli èfori, cinque magistrati con il compito di:
• controllare che le leggi venissero rispettate dai cittadini;
• amministrare la giustizia;
• sorvegliare l’operato dei re.
La gherusìa era un consiglio di 28 anziani con almeno 60 anni d’età, che stabiliva le leggi e curava i rapporti con le altre poleis
L’apella era l’assemblea di tutti gli spartiati con almeno 30 anni d’età, che si riuniva una volta al mese; eleggeva gli èfori e i membri della gherusìa e approvava o respingeva le loro proposte.
L’educazione militare degli spartiati, chiamata agoghé, era molto rigida. A sette anni i bambini di costituzione sana e robusta venivano tolti alle famiglie ed educati in comunità. L’addestramento era molto duro e prevedeva esercitazioni militari e atletiche, la caccia, l’adattamento alla fatica, al caldo e al freddo estremi.
A 19 anni i ragazzi potevano andare in guerra e a 30 potevano partecipare all’apella. L’obbligo di continuare l’addestramento militare durava fino ai 60 anni.
STUDIO CON IL TESTO
Vero o falso? Indica con una X.
• A Sparta governavano due re con potere assoluto.
• Gli èfori erano cinque magistrati che amministravano la giustizia.
• La gherusìa stabiliva le leggi e curava i rapporti con le altre poleis
• L’apella era un’assemblea composta da 28 anziani.
• L’educazione militare era molto rigida. V F
• L’obbligo di addestramento militare terminava a 30 anni.
Osserva la carta della Grecia e colora in rosso la Laconia e la Messenia e in verde l’Attica. Poi rispondi alle domande. Quale popolazione viveva in Laconia? Quale altra zona occupò? Da chi era abitata l’Attica?
STUDIO CON IL TESTO
Sottolinea nel testo le cause che portarono ad Atene ai conflitti fra popolo e nobili.
La polis di Atene fu fondata dagli Achei nel 1500 a.C. Si trovava nella regione dell’Attica, una zona molto fertile della Grecia, e sorgeva non lontano dalla costa, dove disponeva di un grande porto naturale, il Pireo, che favorì lo sviluppo del commercio marittimo e delle comunicazioni. Il territorio era ricco di miniere e cave, dalle quali si estraevano argento, piombo, pietra e marmo. Tutti questi aspetti, insieme al fatto che l’Attica non aveva subito grandi distruzioni durante l’invasione dei Dori, favorirono lo sviluppo delle attività agricole, artigianali, commerciali e culturali di Atene.
Inizialmente Atene, come altre città-stato della Grecia, era governata da un re. Successivamente il governo passò nelle mani di un gruppo ristretto di aristocratici: divenne un’oligarchia, che durò fino alla fine del VII secolo a.C. La maggior parte delle terre appartenevano agli aristocratici e spesso i contadini, per sopravvivere, erano costretti a cedere ai nobili la terra e a diventare loro schiavi. Il popolo iniziò a chiedere maggiori diritti, leggi migliori e la possibilità di partecipare alla vita politica della polis. Questo portò a grandi conflitti sociali, cioè contrasti tra i due gruppi che componevano la società, ovvero i nobili e il popolo. Le richieste del popolo si realizzarono grazie all’opera di due importanti legislatori: Solone e Clistene. Essi crearono le due assemblee che furono alla base del governo cittadino: l’ecclèsia e la bulè. Per poter votare non serviva più possedere ricchezze e terreni, ma era richiesto essere uomini di almeno 20 anni, essere figli di ateniesi e aver completato l’addestramento militare. Era nata la democrazia ateniese.
Nella polis di Atene e nell’Attica tutti i cittadini avevano gli stessi diritti e partecipavano attivamente alla vita politica attraverso due assemblee.
• L’ecclèsia era l’assemblea popolare; a essa potevano partecipare tutti. Ciascuno aveva libertà di parola e poteva suggerire proposte. Si riuniva quattro volte al mese per discutere i problemi della città, votava le leggi, prendeva decisioni di pace e di guerra e sceglieva i magistrati.
• La bulè era un consiglio di 500 cittadini estratti a sorte, che proponeva le leggi all’ecclèsia e che, una volta approvate, controllava che venissero applicate.
Nove arconti, cioè magistrati, governavano la città, ciascuno con un compito specifico. Venivano eletti per un anno e non potevano essere rieletti. Infine c’erano dieci strateghi, cioè i comandanti dell’esercito e della flotta. In momenti di particolare difficoltà, l’ecclèsia poteva nominare un tiranno, le cui decisioni non potevano essere messe in discussione. Terminato il suo compito, il popolo poteva togliergli l’incarico o rieleggerlo nuovamente.
Alla base dell’educazione ateniese c’era la partecipazione attiva alla vita della polis. L’istruzione per i bambini maschi cominciava a partire dai sei anni, sotto la guida di un insegnante privato. Dopo i quindici anni proseguivano gli studi solo i figli delle famiglie più ricche. La scuola militare, detta efebìa, raccoglieva i ragazzi fino ai diciott’anni: qui essi venivano preparati all’uso delle armi ma ricevevano anche un’educazione letteraria e musicale. Intorno ai vent’anni i ragazzi diventavano cittadini, cominciavano a prendere parte alle assemblee e potevano dedicarsi anche alla carriera politica.
STUDIO CON IL TESTO
La democrazia ateniese prevedeva l’ostracismo. Il termine deriva da òstrakon, cioè il pezzo di coccio su cui i cittadini scrivevano il nome della persona ritenuta pericolosa per la città. Chi riceveva l’ostracismo era obbligato ad allontanarsi da Atene per 10 anni.
Un momento dell’educazione di un giovane ateniese.
Leggi una parte del discorso del politico Pericle agli ateniesi nel 461 a.C., poi rispondi.
“Qui ad Atene il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi e per questo viene chiamato democrazia. Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti”.
Come descrive la democrazia?
Che cosa assicuravano le leggi?
I nobili mangiavano sdraiati sui triclini, allietati da musica.
La società era costituita dagli aristocratici, dai ricchi proprietari terrieri e dal popolo. Ad Atene essere cittadini era un privilegio e solamente una piccola parte della popolazione poteva partecipare alla vita pubblica. Erano esclusi dalla vita politica:
• i meteci, cioè gli stranieri, che erano soprattutto mercanti e artigiani. A loro era vietato possedere terre e partecipare alle assemblee;
• gli schiavi, impiegati nelle miniere, come rematori sulle navi o come segretari nelle assemblee e nei tribunali;
• le donne, che non avevano diritti civili e non godevano di alcun privilegio.
Le donne vivevano in una zona della casa, il gineceo, dove si occupavano dei figli, mangiavano, tessevano e svolgevano i lavori domestici con le schiave. Non uscivano in pubblico se non in occasione di cerimonie e feste religiose. Gli uomini vivevano nell’androceo, che aveva ampie stanze, tra le quali la sala dei banchetti.
Insieme si
Con un compagno metti a confronto le immagini e indica nei quadratini se rappresentano donne spartane S o ateniesi A . Poi scrivi sul quaderno come erano educate le donne nelle due società.
In Italia essere cittadini e cittadine significa possedere dei diritti e avere dei doveri da rispettare. La cittadinanza italiana si acquisisce di diritto quando si nasce o si viene adottati da cittadini italiani; sono cittadini italiani anche le persone nate all’estero da padre e madre italiani. In alcuni casi ben stabiliti dalla legge, anche gli stranieri possono diventare cittadini italiani, per esempio sposando un cittadino o una cittadina italiana, oppure dopo un certo periodo di tempo che risiedono e lavorano nel nostro Paese.
I diritti e i doveri dei cittadini italiani sono regolati dalla
Costituzione, la legge fondamentale dello Stato.
I diritti possono essere suddivisi in:
- civili, come il diritto alla libertà personale, a professare qualsiasi religione e all’uguaglianza di fronte alla legge;
- politici, come il diritto di votare e di essere votato;
- sociali, come il diritto alla salute e all’istruzione;
- economici, in base ai quali ogni cittadino può avere un lavoro, vendere e commerciare prodotti e avere delle proprietà.
Per quanto riguarda i doveri, la Costituzione impone:
- il dovere di difendere la patria e di essere fedele alla Repubblica;
- il rispetto delle leggi.
Estende invece a tutti, anche ai non cittadini, il dovere di concorrere alle spese pubbliche, cioè di pagare le tasse.
Nell’antica Grecia si parla per la prima volta di cittadini. Confronta quanto hai appreso nel testo con la situazione che conosci oggi in Italia. Completa la tabella con le informazioni che trovi nel testo e, se occorre, fai una ricerca in internet.
Le donne
Gli schiavi
Gli uomini
Gli stranieri
Si vota utilizzando
Solo i ricchi
Il servizio militare
Rappresentazione di Erodoto del mondo conosciuto al suo tempo.
ieri e oggi
Durante l’età buia, in Grecia era scomparsa ogni forma di scrittura. Solo a partire dal 750 a.C. comparvero le prime fonti scritte in greco antico, che ancora oggi viene utilizzato in Grecia. I Greci adottarono l’alfabeto dei Fenici al quale aggiunsero le vocali, che in quello fenicio mancavano. Scrivevano su tavolette di legno ricoperte di cera e su cocci di ceramica. Grazie alla scrittura sono arrivate fino a noi preziose opere di filosofia, storia, poesia e teatro, studiate e rappresentate ancora oggi.
I pensatori greci come Socrate, Platone e Aristotele cercarono di spiegare gli eventi del mondo, il significato della vita e l’origine dell’Universo con il ragionamento e l’osservazione e non solamente attraverso i miti, come era accaduto nell’antichità. Diedero così vita alla filosofia, che significa “amore per il sapere”, una scienza che cerca i principi della vita umana.
I mercanti e i marinai greci durante la navigazione utilizzarono le prime carte geografiche, realizzate tracciando i confini approssimativi dell’Europa, dell’Africa e dell’Asia. I Greci furono i primi a raccontare la loro storia e a ricercare notizie e testimonianze su quanto accadeva agli altri popoli: Erodoto è considerato il padre della storia e l’inventore del metodo della ricerca storica; Tucidide dedicò tutta la vita alla sua opera che racconta la guerra combattuta dai Greci nel Peloponneso.
ieri e oggi
Il greco Ippocrate è stato uno dei più grandi medici dell’antichità. Egli elaborò un celebre giuramento, che tutt’ora pronunciano i medici all’inizio della loro carriera professionale. Esso comprende i principi fondamentali ai quali il medico deve attenersi: rispettare il malato e avvicinarsi a lui solo con l’intento di guarirlo. Galeno fu uno studioso che approfondì i modi per preparare i farmaci per curare le malattie del tempo.
Gli studiosi Euclide, Pitagora e Talete hanno approfondito gli studi di matematica e hanno elaborato teoremi e formule di geometria che ancora oggi si insegnano nelle scuole. I Greci applicarono le conoscenze geometriche nella costruzione di grandiosi templi. Gli studi sul corpo umano permisero agli scultori greci di realizzare statue dalle proporzioni perfette.
Alla fine del 700 a.C., per facilitare gli scambi dei prodotti tra le poleis e con i popoli che vivevano sulle coste del Mediterraneo, i Greci iniziarono a produrre e a utilizzare le monete. Queste sostituirono le barre di metallo pregiato, poiché erano più pratiche e maneggevoli da usare. Su ciascuna moneta venivano impressi i simboli della città che l’aveva emessa, grazie a uno strumento metallico, chiamato conio
Sottolinea nel testo come indicato. Le caratteristiche della scrittura dei Greci. I principi fondamentali del giuramento di Ippocrate. Come venivano utilizzate le conoscenze geometriche. Chi fu il padre della storia.
Perché furono inventate le monete.
STUDIO CON L’IMMAGINE
Di quale divinità si tratta?
Osserva le statue e scrivi il numero corrispondente.
I Greci erano politeisti. In tutte le poleis erano adorate le stesse divinità. Gli dèi erano simili agli esseri umani sia nell’aspetto sia nel carattere: provavano simpatie, antipatie, sentimenti, e spesso litigavano tra loro. Essi vivevano sul Monte Olimpo, il più alto di tutta la Grecia, ma partecipavano attivamente alla vita degli esseri umani, influenzandoli in modo positivo o negativo. La religione si basava sui miti, che narravano le avventure e gli amori degli dèi. Secondo la mitologia greca, dall’unione delle divinità con gli esseri umani nascevano gli eroi, individui dotati di forza e capacità straordinarie. Gli dèi erano venerati nei santuari, luoghi sacri che potevano comprendere, oltre al tempio, anche un teatro e stadi per le gare sportive.
Le principali divinità greche erano:
• Zeus 1 , padre di tutti gli dèi, signore del tuono e del fulmine;
• Era 2 , moglie di Zeus, dea protettrice del matrimonio;
• Apollo 3 , dio del Sole oltre che protettore delle arti, della musica e della scienza;
• Afrodite 4 , nata dalle onde del mare, dea della bellezza e dell’amore;
• Poseidone 5 e Ade 6 , fratelli di Zeus, rispettivamente dio del mare e dio del regno dei morti;
• Atena 7 , figlia di Zeus, dea della sapienza e della guerra, raffigurata con una tunica e spesso armata;
• Ermes 8 , il veloce messaggero degli dei, perciò dotato di ali ai piedi.
Osserva l’immagine e rispondi alle domande.
• Di quale divinità si tratta?
...............................................................................................................
• Da che cosa lo capisci?
...............................................................................................................
• Che cosa indossa?
...............................................................................................................
• Con che cosa è armata?
...............................................................................................................
• Secondo te, di quale città era la dea protettrice?
...............................................................................................................
Osserva l’immagine e completa il testo con le parole corrette. domande - oracoli - Apollo - archeologico - delfino - sacerdotessa
Il santuario di Delfi era dedicato al dio .......................................... ed era il più importante della Grecia classica. Durante l’età micenea al suo posto vi era un santuario consacrato alla dea Gea ma, secondo un racconto di Omero, il dio Apollo si appropriò del santuario apparendo sotto forma di ..........................................: da qui deriva il nome Delfi. I Greci arrivavano da tutta la penisola per porgli delle .........................................., alle quali il dio Apollo rispondeva attraverso una .........................................., chiamata la Pizia. Questa si trovava nei sotterranei del tempio e formulava degli .........................................., cioè profezie, che i sacerdoti dovevano interpretare. Oggi Delfi è un importante sito ...........................................
Il discobolo dello scultore Mirone (455 a.C.). In questa opera è rappresentato l’atleta nel momento in cui raccoglie le energie per scagliare il disco con tutte le sue forze.
I Greci davano molta importanza allo sport e durante le feste religiose organizzavano gare e manifestazioni in onore degli dèi. I Greci erano convinti che, oltre alla cultura, ogni persona avesse bisogno anche di un corpo sano e forte.
I giochi sacri più importanti erano le Olimpiadi, celebrate ogni quattro anni nel santuario di Zeus a Olimpia, una località del Peloponneso. Ai giochi potevano partecipare solo i cittadini della Grecia maschi, liberi e adulti, compresi gli abitanti delle colonie. Ne erano esclusi gli schiavi, gli stranieri e le donne.
Le Olimpiadi duravano cinque giorni e gli atleti erano impegnati in varie discipline, come il salto, la corsa, il lancio del disco e del giavellotto, la lotta e il pugilato. I vincitori ricevevano in premio una corona di ramoscelli di olivo e la loro fama durava nel tempo. L’importanza di questi giochi era tale che ogni guerra veniva interrotta durante la manifestazione. La prima Olimpiade si è svolta nel 776 a.C. Questa data viene utilizzata come punto di riferimento per misurare il tempo: il primo anno della storia greca corrispondeva, infatti, alla prima Olimpiade.
Anche la corsa dei carri e dei cavalli era una disciplina dei Giochi olimpici antichi.
Indica con una X il completamento corretto.
I Greci, durante le feste religiose cessavano ogni attività sportiva. organizzavano gare in onore degli dèi.
Ai giochi potevano partecipare tutti i cittadini maschi, liberi e adulti. schiavi, stranieri e donne. Durante le Olimpiadi ogni guerra veniva interrotta. combattevano i soldati non impegnati nelle gare.
I Giochi olimpici si svolgono ancora oggi e coinvolgono atleti provenienti da tutto il mondo. Fu un nobile francese, Pierre De Coubertin, a decidere nel 1896 di rinnovare l’antica tradizione greca per favorire la pace e la collaborazione fra i continenti. Come nell’antica Grecia, ancora oggi le Olimpiadi si svolgono ogni 4 anni, ma vengono ospitate da città diverse. La bandiera olimpica è uno dei simboli più conosciuti al mondo e raffigura cinque anelli intrecciati di colore diverso. Gli atleti e le atlete si sfidano in moltissime discipline sportive e solo i primi tre classificati possono aggiudicarsi una medaglia d’oro, d’argento o di bronzo. Dal 1924 si disputano anche le Olimpiadi invernali, che raccolgono gare di sport invernali, ovvero che si svolgono su ghiaccio e su neve. L’Italia accoglierà le Olimpiadi invernali del 2026 a Milano e Cortina d’Ampezzo.
Ai Giochi paralimpici partecipano atleti e atlete con disabilità fisiche. Tra i più famosi atleti italiani paralimpici c’è Alessandro Zanardi, un ex pilota d’auto che, a causa di un incidente automobilistico, ha perso entrambe le gambe e che oggi gareggia nel ciclismo con la sua handbike. Nel 2012, alle Paralimpiadi di Londra, vinse la sua prima medaglia d’oro. Un’altra fortissima campionessa paralimpica è Beatrice Vio, che alle Paralimpiadi di Rio de Janeiro del 2016 vinse la medaglia d’oro nel fioretto in carrozzina.
Fai una ricerca in internet e scopri quale continente rappresenta ogni cerchio.
Cerchio blu: .......................................................................................
Cerchio giallo:
Cerchio nero:
Cerchio verde:
Cerchio rosso:
Insieme a un compagno, cerca la disciplina sportiva di questi grandi campioni olimpici italiani.
Fiona May: ...............................................................................
Federica Pellegrini: ....................................................................
Alberto Tomba: ........................................................................
Nella bandiera olimpica i cerchi sono intrecciati per simboleggiare lo spirito olimpico e l’unione dei cinque continenti.
A Paestum, in Campania, nel V secolo a.C. vennero costruiti tre grandiosi templi: il tempio di Era, quello di Atena e quello di Poseidone (nella foto).
ieri e oggi
Il tempio, dedicato al dio protettore della città, era un edificio di pietra o di marmo generalmente di forma rettangolare. Si ergeva su un basamento a gradoni e aveva una o più file di colonne tutt’intorno. Nella stanza più interna, chiamata naos, c’era la statua della divinità. Solo i sacerdoti vi potevano accedere, perciò i riti religiosi avvenivano all’esterno, nel recinto sacro. Al di sopra delle colonne della facciata principale si elevava il frontone triangolare, decorato con bassorilievi. Al di sotto, un sistema di architravi, cioè di travi orizzontali sostenute da colonne, garantiva la stabilità dell’edificio.
Inserisci nei cartellini i nomi delle parti del tempio. Rintraccia le parole chiave nel testo.
Le colonne dei templi greci hanno uno stile diverso a seconda del periodo in cui furono costruite. In base al capitello, cioè la parte superiore della colonna, si distinguono tre ordini.
Osserva le colonne e rispondi alle domande sul quaderno.
Quali differenze osservi? Secondo te, qual è lo stile più antico? E il più recente? Perché?
Nell’antica Grecia il teatro aveva un grande valore educativo e per questo tutti i cittadini potevano assistervi senza pagare. Le tragedie mettevano in scena miti e storie tristi e dolorose, mentre le commedie raccontavano episodi di vita quotidiana in modo divertente. Gli attori erano tutti uomini poiché alle donne non era permesso recitare. Indossavano maschere di terracotta che servivano per amplificare la voce e per caratterizzare il personaggio (il vecchio, il giovane, la fanciulla). Il coro era formato da un gruppo di attori che camminava, danzava e commentava ciò che avveniva sulla scena. Il gruppo teatrale al completo (attori, musicanti, costumisti, rumoristi) poteva superare il migliaio di persone.
STUDIO CON L’IMMAGINE
Leggi il testo, osserva l’immagine e inserisci i numeri corretti nei quadratini.
Il teatro sorgeva all’aperto, solitamente su una collina, e aveva forma semicircolare. Il pubblico sedeva sui gradoni 1 , a diverse altezze per permettere a tutti di vedere lo spettacolo. Gli attori si esibivano sul proscenio 2 e alle loro spalle si trovava la scena 3 , cioè lo sfondo della rappresentazione. La parte circolare ai piedi delle gradinate si chiamava orchestra 4 : qui danzava e si esibiva il coro, formato da dodici o quindici artisti.
Cerca e sottolinea nel testo con il rosso le cause che hanno portato i Greci a fondare le colonie e in blu le conseguenze della colonizzazione.
Madrepatria è una parola composta dalle parole madre e patria. Perché, secondo te, la città di origine viene chiamata così? Spiega sul quaderno.
Valle dei Templi, Agrigento.
A partire dall’VIII secolo a.C. la popolazione delle città greche aumentò sempre più e le risorse a disposizione non erano più sufficienti a sfamare tutti. Questo portò molti Greci a emigrare in cerca di altre terre in cui vivere. Dall’800 a.C. al 600 a.C. i Greci fondarono molte colonie: a ovest, lungo le coste del Mar Mediterraneo, nell’Italia meridionale, in Sicilia, in Francia e in Spagna; a est sulle coste del Mar Nero e in Anatolia. Tra coloro che decidevano di partire veniva scelto un capospedizione, l’ecista, il quale doveva prima recarsi al santuario di Apollo a Delfi per interrogare l’oracolo. Se gli dèi acconsentivano, la madrepatria, cioè la città d’origine, avrebbe fornito una flotta e il necessario per la partenza.
Le colonie greche, pur essendo indipendenti, mantenevano lingua, abitudini, religione e organizzazione politica della madrepatria. I coloni greci, talvolta, si scontravano con le popolazioni locali, ma col tempo i rapporti migliorarono e le genti del luogo accolsero le abitudini greche. Il fenomeno della colonizzazione permise ai Greci di diffondere nel Mediterraneo non solo i loro
Nell’Italia meridionale e in Sicilia vennero fondate mol te colonie greche, favorite dal clima mite, dalle coste ricche di porti naturali per l’approdo delle navi e dall’en troterra ricco di risorse. I Greci coltivavano cereali e frutta, lavoravano ceramiche e realizzavano gioielli, che poi commerciavano in tutto il Mediterraneo. Nelle co lonie vennero costruiti edifici simili a quelli greci, come piazze, templi e teatri. Col tempo le colonie divennero molto potenti e, in alcuni casi, persino più grandi e ric che di molte città greche. Per questo motivo i territori colonizzati furono chiamati Magna Grecia, cioè “gran de Grecia”.
Le città più importanti fondate in Italia furono Napo li, Paestum, Cuma, Taranto, Sibari, Crotone, Reggio, Messina, Catania, Agrigento e Selinunte.
Tempio di Era a Selinunte.
Osserva sulla carta le colonie della Magna Grecia nell’Italia meridionale, poi completa la tabella sul quaderno. Se occorre, consulta una carta politica dell’Italia.
Dividetevi in piccoli gruppi, scegliete una colonia greca a piacere e approfondite le vostre conoscenze. Scrivete sul quaderno l’anno o il periodo della fondazione, la città greca che l’ha fondata, gli edifici più importanti e se ci sono ancora oggi siti archeologici visitabili. Potete scaricare da internet immagini e fotografie per corredare il lavoro. Infine esponete in classe la vostra ricerca. Insieme
SAIF, GIULIO E MARTINA SI SONO CONOSCIUTI
QUEST'ESTATE, DURANTE UNA CROCIERA IN GRECIA CON LE FAMIGLIE E DA ALLORA SONO DIVENTATI
AMICI INSEPARABILI. ECCOLI MENTRE LA NAVE STA PER ATTRACCARE NEL PORTO DEL PIREO, AD ATENE.
2 DIVERSE COSTRUZIONI
DELL'ANTICA GRECIA SI POSSONO
VEDERE ANCORA OGGI: TEMPLI GRANDIOSI
MA ANCHE STATUE, TEATRI, PIAZZE, NECROPOLI, CHE TESTIMONIANO IL LIVELLO RAGGIUNTO DA QUESTA FIORENTE CIVILTÀ.
1 ATTRACCHEREMO AL PIREO! PER GLI ANTICHI ATENIESI ERA UN PORTO PER L'APPRODO DELLE TRIREMI DA GUERRA E DELLE NAVI MERCANTILI.
3 I GRECI CI HANNO
LASCIATO OPERE SCRITTE, L'ARTE, L'ARCHITETTURA, LA FILOSOFIA E IL SENSO DI CITTADINANZA.
4 NELLA POLIS I CITTADINI AVEVANO DIRITTI E DOVERI, MA NON TUTTI POTEVANO PRENDERE PARTE ALLE DECISIONI POLITICHE!
Durante le rappresentazioni teatrali gli attori indossavano maschere che caratterizzavano il personaggio. Prova a costruirne anche tu, poi in classe divertitevi a mettere in scena una tragedia o una commedia.
Occorrente:
• cartoncino leggero formato A4 o A3
• matita
• forbici
• elastici
• tempere
Segui le istruzioni:
1 Cerca in internet fotografie di antiche maschere greche dalle quali prendere spunto per realizzare la tua maschera.
2 Disegna sul cartoncino la forma del tuo viso, facendo attenzione alle proporzioni degli occhi, delle sopracciglia e della bocca, per dare la giusta espressione. Poi puoi aggiungere i capelli, un copricapo o degli ornamenti.
3 Ritaglia la sagoma del viso. Poi, facendo attenzione, ritaglia con le forbici il contorno degli occhi e quello della bocca.
4 Colora con le tempere la tua maschera e lasciala asciugare. Puoi realizzarne più di una e appenderle con un elastico in aula, per poter scegliere di volta in volta quale personaggio interpretare!
1 Completo la mappa con le parole corrette. allevamento - 800 a.C. - democrazie - agricoltura - re - politeista - oligarchie - navigazione cittadini - Ermes - alfabetica - Olimpiadi - vita politica - teatri e templi - eroi - Zeus - filosofia
Quando dall’.............. al 338 a.C.
Dove nella penisola greca
Attività
- ……..............................: ulivo, vite; - artigianato: ceramica, legno, metalli;
- ……..............................: capre, pecore e suini; - commercio; - ……...............................
Invenzioni e tecnologia
- edifici: ....................................; - scrittura ....................................;
- grandi studiosi di medicina, matematica, geometria e ; - ……............................... celebrate ogni 4 anni a Olimpia
.......................................:
le divinità più importanti sono .........................., Era, Apollo, Afrodite, Atena, Poseidone, ……..................................
Gli ................................. nascono dall’unione delle divinità con gli esseri umani
Società
le città-stato (poleis), indipendenti, all’inizio sono governate da un
……................................., poi si passa alle ..........................., rette da nobili, oppure alle …..........................., con la partecipazione del popolo.
Solo i …….................... maschi hanno diritti e partecipano alla ……..................................
Mi valuto x
La mappa mi ha aiutato a ripetere le conoscenze.
La mappa mi ha aiutato in parte a ripetere le conoscenze.
La mappa non mi ha aiutato per nulla.
2
Completo la sintesi con le parole corrette.
Nella penisola greca tra l’800 a.C. e il 338 a.C. si sviluppa la civiltà dei Greci.
Le principali attività dei Greci sono l’ , l’allevamento e l’ : lavorano soprattutto ceramica, legno e metalli. Sono abili ……...........................……: esportano olio, vino e manufatti.
SOCIETÀ
I Greci sono organizzati in ……...........................…… indipendenti, chiamate poleis. All’inizio sono governate da un re. Le più importanti sono Sparta, governata da un’oligarchia costituita da un gruppo ristretto di militari, e Atene, governata da una ……...........................……, cioè dal popolo per mezzo di un’assemblea composta da tutti i cittadini maschi e adulti. La società è formata dagli aristocratici, i grandi proprietari terrieri, e dal popolo. Ogni polis è composta dall’acropoli, cioè la parte alta della città, che comprende il e gli edifici più importanti, e dalla parte bassa, dove si trova l’agorà, la piazza principale.
I Greci costruiscono splendidi edifici. I ……...........................……, dedicati alle rappresentazioni di commedie e tragedie, che hanno un valore educativo, e i templi, dedicati alle divinità, dove si svolgono i riti religiosi. I Greci approfondiscono gli ……...........................…… di medicina, matematica, architettura, filosofia, storia, geografia. Utilizzano la scrittura ……...........................…… a cui aggiungono le vocali. Inventano le ……...........................……, gare sportive che si svolgono a Olimpia ogni ……...........................…… anni.
I Greci sono ……...........................……. Le divinità principali sono: Zeus, Era, Atena, Apollo, Ermes, Afrodite, Poseidone. Secondo i Greci le divinità vivono sul Monte Olimpo e partecipano alla vita degli esseri umani. Dall’unione di divinità e umani nascono gli ……...............................……. I riti sacri si svolgono nei templi e nei santuari.
A voce alta
Utilizza la sintesi per ripetere a voce alta. Quando pensi di essere pronto, ripetila a un compagno e tu ascolta la sua. Avete inserito le parole corrette? Confrontatevi.
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Coordinamento: Corrado Cartuccia
Redazione: Corrado Cartuccia, Valentina Sabatini Lucarelli
Pagine speciali: Anna Valsecchi
Grafica e impaginazione: Giacomo Paolini
Illustrazioni e colore: Filippo Pietrobon, Roberto Tomei, Giampietro Costa, Claudia Saraceni, Maria Alejandra Ardila
Eserciziario: Spaziotempo di Erica Zampieri (testi-redazione), Progetto di Davide Protto (impaginazione)
Verifiche a livelli: Roberto Morgese (testi), Valentina Mazzarini (impaginazione)
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Copertina: Mauro Aquilanti
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