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suprema arroganza. La sua epopea, scritta in caratteri cuneiformi, è la più antica del mondo e fu ritrovata durante gli scavi archeologici della città di Ninive. Coraggioso e irruento, egli affronta una serie sterminata di avventure insieme al suo amico Enkidu, sconfiggendo mostri ed esseri soprannaturali. Alla fine affronta la sfida più grande, quella contro la morte. La storia di Gilgamesh conduce il lettore in un viaggio meraviglioso ai confini del mondo e nello stesso tempo lo porta a riflettere sull’importanza della vita e sul valore degli affetti. Patrizia Ceccarelli è nata e vive in Toscana. Tutor presso l’Università degli Studi di Firenze, ama la poesia, l’arte e la letteratura. Da anni collabora con il Gruppo Raffaello in qualità di editor e scrittrice.
Un progetto didattico completo e innovativo: – Caratteristiche grafiche e tipografiche che favoriscono la leggibilità. – Audiolibro
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gilgamesh, l’uomo che voleva sconfiggere la morte
Gilgamesh è un eroe sumero dalla forza immane e dalla
I RACCO NTI D EL M ITO
Gilgamesh, l’uomo che voleva sconfiggere la morte Patrizia Ceccarelli con Prove INVALSI
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Patrizia Ceccarelli
Questo volume sprovvisto del talloncino a fronte è da considerarsi copia di SAGGIO-CAMPIONE GRATUITO, fuori commercio. Esente da I.V.A. (D.P.R. 26-10-1972, n°633, art. 2 lett. d).
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I racconti del mito
Editor: Paola Valente Redazione: Emanuele Ramini Team grafico: Claudio Campanelli Illustrazioni: Inklink Illustrations Ufficio stampa: Salvatore Passaretta Presentazione di Paola Valente Approfondimenti e schede didattiche di Michele Santuliana 1a Edizione 2014 Ristampa 5 4 3 2 1 2019 2018 2017 2016 2015 Tutti i diritti sono riservati © 2014 Font leggimi © Sinnos editrice Raffaello Libri Srl Via dell’Industria, 21 60037 – Monte San Vito (AN) e–mail: info@ilmulinoavento.it www.grupporaffaello.it Printed in Italy È assolutamente vietata la riproduzione totale o parziale di questo libro senza il permesso scritto dei titolari del copyright.
Patrizia Ceccarelli
gilgamesh, l’uomo che voleva sconfiggere la morte
GILGAMESH E IL SUO AMICO ENKIDU TANTE IMPRESE LEGGENDARIE LA RICERCA DELL’IMMORTALITÀ
A Emiliano, per la lettura appassionata e i preziosi consigli.
In copertina: Gilgamesh raggiunge la terra di Utnapishtim, insieme al barcaiolo Urshanabi.
PRESENTAZIONE Gilgamesh è un eroe della mitologia sumera. L’origine della sua storia è antichissima, si perde nella notte dei tempi. Essa ci fu tramandata per iscritto dai Babilonesi, nel VII secolo a.C., e gli archeologi la ritrovarono incisa nelle tavolette in carattere cuneiforme, durante gli scavi della città di Ninive, nell’odierno Iraq. Quella di Gilgamesh è una storia appassionante, intessuta di meraviglia e di avventure, con un profondo significato umano e spirituale. Parla di un eroe dal carattere impulsivo e prorompente, pronto, se necessario, a sfidare anche il cielo, ma capace, allo stesso tempo, di forti sentimenti quali l’amore e l’amicizia. Perché il suo ricordo rimanga nei secoli, Gilgamesh affronta molte prove difficili e, con l’aiuto del suo amico Enkidu, riesce sempre a superarle combattendo contro mostri dall’infuocato aspetto solare. Tuttavia c’è una prova che non desidera affrontare, l’ultima, quella più spaventosa: la morte.
L’eroe è terrorizzato dal nulla e dall’oscurità degli inferi, perciò, dopo aver sepolto l’amico che non ha potuto salvare, intraprende un viaggio straordinario ai confini del mondo, attraverso le porte del sole, per raggiungere l’unico uomo sopravvissuto al diluvio universale, Utnapishtim. È un viaggio iniziatico, nel profondo della mitologia arcaica, dentro quella serie di fatti arcani che ispirarono i racconti successivi. Un viaggio durante il quale Gilgamesh si misura con esseri potenti: leoni, uomini con la coda di scorpione, dee dell’altro mondo… L’eroe condivide così con altri eroi mitici, quali il Sansone biblico e l’Eracle greco, l’aspirazione al cielo, la forza immane, la fine tragica, e ripercorre, con le sue peripezie, la lunga e immaginifica vicenda dell’umanità. La storia di Gilgamesh che voleva sconfiggere la morte è una lettura indimenticabile per tutti i ragazzi. Avvincendoli con l’incalzare delle avventure, li porta a riflettere sul senso della vita e sul valore immutabile degli affetti. In un’età dove l’amicizia è fondamentale, i lettori possono identificarsi con l’eroe e rivivere insieme a lui il percorso della grande ricerca.
PARTE PRIMA GILGAMESH E IL SUO AMICO ENKIDU
GILGAMESH E IL SUO AMICO ENKIDU
GILGAMESH, TERRIBILE RE DI URUK Incisa su tavolette di argilla dalle abili mani degli scribi, coperta dalla polvere dei secoli, ha attraversato il tempo ed è giunta fino a noi la più antica storia letteraria dell’umanità: l’epopea di Gilgamesh, eroe leggendario vissuto in Mesopotamia, la lontana terra tra due fiumi, culla di meravigliose civiltà che fiorirono alcuni millenni prima della nascita di Cristo. Con i caratteri cuneiformi della loro scrittura, i Sumeri ci parlano di Uruk, grande città le cui mura poderose si ergevano su fondamenta antichissime, nella fertile pianura lungo il corso del fiume Eufrate. Lì visse Gilgamesh, figlio del re Lugalbanda e della dea Ninsun. Eroe per una parte umano e per due parti divino, egli è passato alla storia come colui che non si rassegnò alla mortalità dell’uomo e affrontò audaci imprese e spaventosi pericoli nel tentativo di sconfiggere la morte. Gilgamesh crebbe circondato dal lusso dei palazzi reali, nutrito con cibi prelibati, vestito con le stoffe più preziose, servito da decine di schiavi. Diventò un giovane bello, intelligente e dotato di una forza 9
PARTE PRIMA
straordinaria. Fiero del sangue divino che gli scorreva nelle vene, non aveva rivali, nessuno riusciva a eguagliare la sua potenza e tantomeno la sua abilità strategica in battaglia. Alla morte del padre Lugalbanda, sovrano giusto e amato dal popolo, Gilgamesh prese il suo posto e divenne il quinto re di Uruk. L’abitudine a veder soddisfatto ogni suo capriccio, a imporre sempre la propria volontà, avevano fatto di Gilgamesh un giovane dispotico e prepotente che, una volta divenuto re, si comportò come un tiranno crudele e tormentò i sudditi con ogni genere di sopruso. Forte della sua bellezza, simile a quella di un dio, con il volto incorniciato dalla lunga barba inanellata e gli occhi neri come pietra di vulcano, Gilgamesh si aggirava tra le case di argilla della città di Uruk e, con fare spavaldo e arrogante, sottoponeva uomini e donne, ragazzi e ragazze, giovani e vecchi a ogni genere di prepotenza. I cittadini di Uruk assistevano impotenti al ripetersi dei suoi atti malvagi e speravano che, con il tempo, Gilgamesh avrebbe cambiato comportamento e si sarebbe trasformato in un re buono e saggio come era stato Lugalbanda, suo padre. 10