Voglio 1 bacio da urlo!!

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OSDAINO VEAN LINO! T



Gabriella Santini


www.farofuoricupido.it Editor: Patrizia Ceccarelli Redazione: Emanuele Ramini Team grafico: Simona Dell’Orto e Letizia Favillo Illustrazioni: Simona Dell’Orto Ufficio stampa: Salvatore Passaretta

Tutti i diritti sono riservati © 2012 Raffaello Libri Srl Via dell’Industria, 21 60037 – Monte San Vito (AN) e–mail: info@grupporaffaello.it www.grupporaffaello.it

1a Edizione 2012 Ristampa 5 4 3 2 1

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e–mail: info@raffaelloragazzi.it www.raffaelloragazzi.it Printed in Italy

È assolutamente vietata la riproduzione totale o parziale di questo libro senza il permesso scritto dei titolari del copyright.


ODIO SAN VA LEN TINO!


“CARPE DIEM” SCRIV EVA ORAZIOLOSTRAZIO NELLE ODI, 1, 11, 8. PECCATO CHE MOLTI NON SAPPIANO CHE CONTINUAVA SCRIV ENDO: "QUAM MINIMUM CREDULA POSTERO". E SIGNIFICA: "CONFIDANDO IL MENO POSSIBILE NEL DOMANI."

W ORAZIOLOSTRAZIO!

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Capitolo 1

Odio San Valentino!

T

ra 7 giorni è di nuovo il 14 febbraio… Che apocalisse! Tra una sola schifosa settimana scade la scommessa e io sono ancora io! Una quattordicenne come tante, ma con un problema in più: non ho mai festeggiato il giorno di San Valentino! Mai in vita mia. E non ho mai baciato un ragazzo, mai in vita mia! E se non ci riesco entro il 14, si salvi chi può… Addio, scommessa! E addio, faccia! Oddio, come faccio? Sono sempre io e sono ancora qui, in una città come tante, e in una casa più colorata e caotica delle altre. Ahimè, la fauna è sempre la stessa… ragazzi sciapi, rospi, smidollati o… belli ma irraggiungibili. In questo momento, sono ancora infilata sotto la coperta come uno spiedino nella griglia. Arrossisco all’idea… No, non dello spiedino arrosto, ma del bacio! Per vincere la scommessa occorre un bacio vero. Alla francese… Uauhhh!=O – MINERVA! tuona mio padre dalla cucina. Ohi, ohi… Ogni mia cellula è allerta! Papà non ha usato il diminutivo che amo (che è Minni ❤). Lui ha usato il mio odiosissimo nome! Il ritardo deve essere preoccupante o papà deve aver dormito male. Lo stomaco mi si attorciglia come un serpente col mal di mare.

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IO NON CREDO NELLA FAVOLA DEL PRINCIPE ROSPO E MAI BACEREI UN ROSPO IN BOCCA! BLEAH!


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ABBASSO MENDEL

Se adolescenza significa anche angoscia e panico, non vedo l’ora di esserne fuori! – MINERVAAA! LA COLAZIONE! È TARDIII! – urla papà un nanosecondo dopo. Ma come fa? Ogni mattino, l’uomo col corredo genetico uguale al mio per il 50%, urla più forte! E ogni giorno io faccio un po’ più tardi a scuola. Mi alzo, spalanco l’anta del mio armadio e tiro fuori il solito: jeans+maglietta nera color sfiga. Ignoro il reggiseno (tanto che ci faccio? La mia taglia è ferma alla 1° dal paleolitico!). E maltratto la zip dei jeans ma riesco a chiuderla. Uno di questi giorni la zip mi lascerà e passerà a miglior vita… Lo so, lo sento. Allora, saranno guai perché questi jeans sono gli unici che “slanciano la mia figura”. Parole testuali della mia migliore amica Arianna, chiamata da tutti Aria. Forse con gli altri jeans in parcheggio nell’armadio da secoli sembro un pachiderma… Chissà. Corro in cucina, trascinando lo zaino come se fosse carico di pietre. Il mio diario cade a terra per la milionesima volta. Lo riacchiappo in malo modo e involontariamente strappo un giorno, il 17 luglio… Fiuuhhh… A luglio sto al mare, altro che ginnasio! Non m’importa se salterò un giorno d’estate. Chissenefrega! Come un automa di Asimov, ingoio la colazione impiegando 3 secondi e mezzo, mentre papà mi guarda con assoluta riprovazione. Poi mi alzo di scatto con l’aria di un soldatino di piombo e dico: “Sono pronta, colonnello. Possiamo andare”.


– Hai lavato le mani? Ti sei pettinata? Hai preso il cappello? – mi chiede mia madre. È ansiosa come sempre, ma è anche impegnata in altre cento cose più importanti di me. – Sì, signora mamma. Tutto ok. Lei mi scruta: ha metà faccia truccata, che è ok, e l’altra metà no, ed è super–orribile. I suoi capelli sono ancora spettinati e l’aria è stralunata peggio del solito. Ne deduco che anche stanotte mia sorella Priscilla non l’ha fatta dormire. Ma–ca–bro! Mamma dovrebbe già essere in studio, ma è ancora a casa, in super–ritardo. Sta per chiedermi qualcos’altro, ma il pianto di mia sorella la paralizza come una statua di sale. Si mette in ascolto: sì, è proprio Priscilla! Mamma scatta verso la cameretta col fiato corto: è stressatissima. Mia sorella, infatti, è piccola, pallosa, capricciosa. In una parola? Dia–bo–li–ca! So già che non rivedrò mia madre prima di stasera e so che non mi bacerà. Né adesso né stasera. Non lo fa più da 4 anni. Mia sorella ha 4 anni e mezzo. Eloquente, no? Prima che mio padre mi sgridi ancora, lo raggiungo sul pianerottolo e chiudo il portone blindato di casa. Posso blindare anche il mio cuore così come i miei hanno blindato casa?

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sorella piccola = piccolo mostro!

Manca solo che io scatti sull’attenti e poi sono perfettamente in linea con la vita militare in cui lui crede… ;–)

! E R I D I B B U ! UBBIDIREE! UBBIDIR


MOSTRO

MA'

PA'

– Andiamo, Minni, sennò stamattina tua zia mi fucila! Eh già! Dimenticavo mia zia Desideria… Colmo di sfiga, non basta che mia zia si chiami “Desideria”; IO non basta che sia la persona più severa e irreprensibile che io conosca; e neppure basta che, 14 anni fa, sia stata lei l’ideatrice del mio nome… Eh, no! Fa anche la preside! Nel liceo classico dove studio da 2 anni… Non si può raccontare! Certo che come squadra familiare, siamo proprio perdenti.

MOBY DICK È IL CAPOLAVORO DI MELVILLE. È DATATO 1851: ANTIDILUVIANO MA TOGO.

Salgo sulla monovolume di papà: pare una balena con le ruote, perciò, l’ho soprannominata affettuosamente Moby. Quando mio padre la comprò, pensai che avesse deciso di avere un terzo figlio. Progetto da brivido… Priscilla basta e avanza. Invece, per fortuna, non si è parlato di altri eredi. Pa’ e io ci infiliamo coraggiosamente nel traffico cittadino del lunedì mattina. Spero in un modesto incidente senza danni né feriti: incrocio le dita, invocando la malasorte. Un semplice tamponamento andrebbe benissimo. Potrebbe bastare N D U I N . O 7 5 S 8 A 1 A.D. EDIFICIO! ;–) URO anche un ingorgo senza fine. In questo modo la veDI rifica di mate perderebbe un partecipante poco preparato; me! Invece, arriviamo incolumi davanti al liceo Dante.

UFFA.

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La facciata grigia ci osserva imperturbabile. L’antico portone sta per essere chiuso in faccia ai ritardatari dal solito collaboratore efficiente. Peccato, però, che ci abbia visto… Abbiamo fatto appena in tempo. Ora lo so: il diavolo deve avercela con me. Iella nera. Arciuffa. Mio padre mi scodella davanti all’entrata. È sollevato. Lo saluto con un mugugno che vuole essere un “grazie”, e volo sui gradini di pietra. Arrivata in cima, mi volto a sorpresa: pa’ mi sta osservando. Starà pensando che ho voglia di andare a lezione… La verità è che ho corso perché non mi va di affrontare la preside per giustificare un altro ritardo. Preferisco un 3 nella verifica di mate. Corro lungo il corridoio disseminato di mezzi busti di personaggi illustri. Il volto austero e barbuto di Pitagora sbircia dal solito angolo. Tempo fa, qualcuno ha colorato i suoi baffi con un pennarello indelebile nero. Per la prima volta provo una sottile soddisfazione: ben gli sta. Se non fosse per lui, oggi non avrei la verifica sui numeri La vita sarebbe razionali relativi. Forse non esisterebbero nemmeno, per- + facile senza mate.. 1 paradiso! ciò non dovrei studiarli. Sarebbe una figata. Ecco la porta della mia classe, la IV D. Per me, è mitica. Sento la voce di Bice Radice, la prof di mate più temuta del ginnasio. Già gracchia ordini e sentenze. Dannazione… La mia gola si stropiccia. Lei è arrivata in anticipo, io in ritardo. Peggio che viaggiare di notte a fari spenti.

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Entro in aula a spalle curve e occhi bassi. Certe volte vorrei trasformarmi in un insetto. Che so, una farfalla o una libellula: un piccolo essere innocuo e insignificante. La classe, invece, mi vede eccome, e il brusio aumenta. Non li guardo, ma so che parecchi mi stanno osservando con curiosità maligna, altri con 2 grammi di compassione e 10 chili di menefreghismo. Qualcuno, con affetto e con solidarietà: sono pochissimi ma importanti. Aria è tra questi. – Minerva Acerbi! – esclama Bice Radice, raddrizzando gli occhiali sul naso. – In ritardo anche il giorno della verifica? – Scusi, prof – mormoro io. – C’era un traffico terribile. – Perlomeno cambia scusa – commenta Bice. Ha la voce metallica e il naso che tremola come quello di una lepre allerta. È molto molto irritata. ero 1: PR OBLEMA numate hanno im Perché le prof d chiali? oc i gl re semp La soluzi one è

PR OBLEMA numero 2: E perché sembra che si nutra con cibi al vetriolo e liquidi al pHno acido? Ecco la soluzione

– Scusi – mormoro di nuovo. Intanto penso: “Che sbianco! Bel modo di iniziare la settimana, Minni, complimenti”.

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Mit il m lic ♥


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