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La Venere di Milo
La statua, stella del Museo del Louvre e uno degli enigmi più belli del mondo dell'arte, è protagonista del documentario in onda mercoledì 10 maggio alle 21.15 in prima visione su Rai 5
Il suo profilo inconfondibile può essere tracciato con pochi segni di matita. Due metri di marmo bianco che hanno solleticato la fantasia di innumerevoli artisti. Come mai la Venere di Milo è diventata un’icona universale e attualissima? Riprodotta, copiata, distorta, contraffatta… resta uno degli enigmi più belli del mondo dell'arte. La Venere di Milo è una stella del Museo del Louvre. Milioni di visitatori accorrono ogni anno per renderle omaggio. Un canone di bellezza classica, il suo corpo è sorprendentemente sensuale. I molti misteri che circondano la storia della sua creazione accrescono ulteriormente la sua aura. Ma basta questo a spiegare l'infatuazione e l'ispirazione imperitura che non ha mai smesso di suscitare, oggetto di tanto desiderio? Una statua prota- gonista del documentario di Natacha Giler “La Venere di Milo” - prodotto da Yuzu Productions in coproduzione con Anemon Productions, Arte France, Cosmote, Svt - in onda mercoledì 10 maggio alle 21.15 in prima visione su Rai 5. Da Auguste Rodin a Jim Dine, da Salvador Dalì a Beyoncé, da Buster Keaton a Brigitte Bardot, attraverso gli occhi dei suoi ammiratori, le parole degli esperti, i progetti degli artisti e le rivendicazioni femministe, questo film racconta la storia della Venere fin dal suo ritrovamento in Grecia nel 1820. Sebbene porti il dolce nome della sua isola di origine, è a Parigi che la Venere diventa una diva. Il suo arrivo al museo del Louvre nel 1821 suscita scalpore. Da ideale di bellezza, classica ma al tempo stesso conturbante per la sua enigmatica mutilazione, a proiezione delle fantasie maschili, passando per le interpretazioni che le sono state date dalle diverse correnti artistiche (dal romanticismo al surrealismo, fino all’arte pop e alle riproduzioni postmoderne), la Venere di Milo ha assunto nel tempo valori e significati sempre diversi, riuscendo a rappresentare anche le donne di oggi.
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