Anno XIV, n. 79 Primo Piano: il ritmo perduto della festa Chiesa e Mondo Cattolico Quando si sceglie tra vita e stato 1994: uccisi 269 sacerdoti e religiosi
Marzo-Aprile 1995 pag. 1 2 3
Demografia: dal pianeta alla città
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Politica Internazionale: Praga: il comunismo non è morto Bosnia: Epurazioni contro i cattolici Cina: controllo demografico e torture
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Italia La prospettiva storica della Destra RaiTre se la prende con la Chiesa La giustizia del sanculotto Quelli che non pagano mai il conto
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Ambiente: "Ozono, gli spray non c'entrano"
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Uno sguardo al nostro tempo Se il regno dell'incerto chiama Droga: c'è poco di leggero
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Evoluzionismo: quando la scimmia prese il posto di Adamo
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Perchè viva la memoria Quando morire era un privilegio Nelle foibe gli italiani uccisi furono ventimila Convegno: comunismo, 212 milioni di morti Guernica: cinquantanni di menzogne Libri La rivoluzione del Sacro Cuore Memorie dall'inferno bianco
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Questa "Rassegna Stampa" si propone l'obiettivo di offrire a quanti reagiscono alla situazione attuale, spunti di riflessione e di documentazione che li aiutino ad affermare una sempre più incisiva presenza nella realtà italiana, nella prospettiva della costruzione di una "società a misura d'uomo e secondo il piano di Dio" (Giovanni Paolo II).
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Se la Pasqua diventa «un giorno come un altro 11 ritmo perduto della Festa
MARCO TANGHERONI 'IMPROVVIDA collocazione di una partita di calcio alla sera del Venerdì Santo sce con l'essere lavorativo, cioè l'importanza di un silenzioso racè già stata opportunamente uguale agli altri, mentre la disper- coglimento presupposto per la commentata e condannata sul Se- sione domenicale della famiglia, comprensione della realtà, perché colo, mentre la maggior parte del- incapace di ritrovarsi unita almeno solo chi tace ascolta e perché chi la stampa, quando non ha esplici- in quel giorno, è regola generale; non sa tacere non può ascoltare; tamente consideratofuori luogo la già lo aveva intuito il grande Eliot protesta dell'Osservatore Romano negli anni '30: «E nemmeno la fa- per ricordarci che celebrare una ha preferito non impegnarsi in giu- miglia si muove tutta unita, / poi- festa, cioè vivere una vita diversa dizi. Sempre sul Secolo, del resto, e ché ognifiglio vorrebbe la sua mo- dalla consueta quotidianità, vuol quasi soltanto sul Secolo, sono tocicletta /e lefiglie cavalcano sel- dire «aderire ali 'intima costituzione del mondo, inserirsi nel flusso stati messi in adeguato rilievo gli lini casuali». armonico della sua realtà». episodi, inquietanti, che rivelano Analogamente, non c'è più un una crescente offensiva contro la li- vero Carnevale, perché non c 'è più Tanto più frenetica è oggi la nobertà religiosa, come, da ultimo, una vera Quaresima, ed ogni gior- stra vita quotidiana, tanto più nequello, gravissimo, dell'intervento no può essere camevalizio. Né, cessarie sarebbero pause di sosta giudiziario nel caso della madonni- quasi, c 'è più un tempo pasquale, a diverse, per ritmo, ansia, velocità, na di Civitavecchia. Se riprendo qui meno che per esso non si voglia dal resto del tempo; tanto più sono l'argomento è per cercare di spoquello che, con termine ineludibili le esigenze della raziostare, traendo spunto da un episo- scambiare biblico, si può chiamare «l'esodonalizzazione e della efficienza deldio, il discorso ad un livello più ge- pasquale dei vacanzieri». l'organizzazione produttiva, tanto nerale: la perdita di ogni aspetto Bisognerebbe ristampare e ri- più occorrerebbe salvaguardare qualitativo nello scorrere, sempre leggere l'aureo libretto di Josef gelosamente oasi di ristorante più indifferenziato, del tempo. Pieper su Otium e culto, per torna- tranquillità: anche per un migliore In fondo, quando, in anni che re a comprendere il senso della fe- ritorno al lavoro. paiono ormai lontanissimi, segni sta, del giorno sacro a Dio e al riParadossalmente, grazie al proesteriori, pur modesti, come la chiu- poso: senso che fu pienissimo nelle gresso il nostro tempo sura dei cinema o la particolare società cristiane, ma che era ben libero tecnologico, è enormemente aumentato programmazione televisiva, ricor- presente anche in quelle precrU rispetto al passato. Ma, poiché ari' davano che sì era nel giorno com* stiane. Non a caso il Pieper utilizza eh 'esso obbedisce'a forme di orgamemorativo della Passione di Gesù, come epigrafe alla citata opera non si trattava soltanto del dovero- questo bel passo di Platone: «Ma nizzazione e. razionalizzazione imso riconoscimento alla fede ancora gli dèi, mossi a compassione del poste dall'esterno, di fatto ne abmaggioritaria degli Italiani; c 'era genere umano, condannato per sua biamo molto meno. anche, più genericamente, il rico- natura al lavoro, hanno elargito Paradossalmente, l'uomo, che noscimento, utile anche per i non all'uomo, per ristorarlo nella pe- ha voluto espellere Dio anche dalcredenti, della disomogeneità del nosa fatica, degli intervalli di ripo- la festa (la quale aveva, invece, nel tempo, del diverso carattere dei so nella successione regolare delle rapporto con Lui e con il culto il giorni nel corso della settimana e feste istituite in loro onore, e hanno suo per tutto riservadell 'anno. Sì che a me pare che tut- voluto che le Muse, Apollo loro ca- re afondamento) sé, si accorge che, definalizzati, cattolici e non, ci abbiamo ri- po e Bacco, le celebrassero con lui, ta, la festa ha perso messo in qualità della vita. affinchè l'uomo, educandosi in che per l'uomo. ogni utilità anCosì, è quasi scomparso, con la quella convivenza festiva con gli Senza la tristezza della Passione diminuzione della pratica religiodèi, ricevesse luce e forza per una scompare anche la gioia della Risa, con la crisi della famiglia, con vita retta». surrezione. l'ansia dell 'evasione, quel bel moSì,, bisognerebbe rileggere il lido di vivere la Domenica, con i bro del Pieper, per recuperare suoi riti ed i suoi ritmi, .con la messa e l'acquisto delle paste, con il pranzo un po ' più ricco e un po ' più solenne del consueto, con la visita ai parenti o agli amici o. anche, con la «partita di pallone», ancora momento di distensione e non di contrapposizione tra bande tribali. Ora ogni giorno può essere festivo, così come ogni giorno finiA
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estra e sinistra ai piedi del Papa», titolava il "fondo" del Corriere di ieri, dove il filosofo Lucio Colletti contestava all'enciclica Evangelium vitae il rilancio di una mobilitazione contri* l'aborto in termini di disobbedienza civile, ma soprattutto accusava duramente i "laici" italiani di non essere insorti con energia contro questa Supposta ingerenza. «Si svendono gli ultimi scam-' poli di quello che una volta era detto ü "senso dello Stato" — accusa Colletti — e nessuno, all'infuori di esigue minoranze, si preoccupa di riaffermare la concezione laica e liberale dello Stato». Sergio Cotta, giurista, non è d'accordo, e replica a Colletti — che, dice, «stimo perchè è uno dei pochi filosofi capaci di occuparsi di politica senza pregiudizi ideologici» prima di tutto su un punto, quel vo^ lere vedere la enciclica di Giovanni Paolo II come un'ingerenza politica esplicitamente indirizzata a un intervento nella situazione italiana. «La Evangelium vitae — dice Cotta — è il messaggio di una Chiesa universale, e non si rivolge a questo o quello Stato, ma agli uomini e alle coscienze. Nessuno trova da obiettare se l'Onu o Amnesty international avanzano critiche a uno Stato. A maggior ragione la Chiesa cattolica ha diritto a rivendicare la sua universalità. La Evangelium vitae non si ispira a un modello di giustizia politica, ma solo al rispetto dell'uomo nel suo diritto fondamentale alla vita; e in questo senso sollecita l'impegno di ciascun individuo, credente o non credente, a non collaborare con leggi che vadano contro questo principio inviolabile. Che tale preoccupazione del Papa sia giustificata a un livello universale è confermato dalla storia, dallo spettro dell'eugenetica della Germania nazista, ma anche in tempi recenti, in India, dal tentativo di Rajiv Gandhi di rendere l'aborto obbligatorio, o dalla politica demografica della Cina di Mao. In tutto il mondo ci si preoccupa di questi problemi, e d'altra parte la Evangelium vitae è in piena sintonia con quanto afferma la dichiarazione dei diritti dell'uomo».
Sergio Cotta replica a Lucio Colletti
QUANDO SI SCEGLIE TRAVTTAE STATO intervista
MARINA CORRADI
Lei contesta dunque, prima di tutto, l'attribuzione all'enciclica d i una volontà di interferenza nella situazione italiana. Ma sembra che Colletti, più che con il Papa, s i indigni con quei "laici" che non si ergono a difendere l'autonomia dello Stato cosiddetto "laico"... «Il senso dello Stato è un bene prezioso, ma esige uno Stato degno di rispetto: e questo è possibile quando i governanti garantiscano la difesa dei diritti inviolabili dell'uomo. Come in sostanza afferma la Evangelium vitae, il carattere morale di una democrazia non è automatico, ma conseguente ai valori che fa propri. Il fatto per esempio che una legge e un referendum abbiano legalizzato l'aborto non è di per sè garanzia che tale legge sia consonante col rispetto dei diritti dell'uomo. L'intervento del Papa non è affatto quindi una menomazione della laicità dello Stato, perchè "laicità" non vuol dire libertà di offendere l'integrità dell'uomo. Aggiungo che l'invito dell'enciclica a non accettare leggi lesive del diritto alla vita non è un invito alla rivolta politica, ma all'obiezione di coscienza, un forte principio liberale». Colletti spiega i consensi di molti laici all'enciclica in una logica elettorale, di caccia al voto cattolico. È d'accordo, o crede piuttosto che si tratti del segno di un cambiamento culturale? «È evidente che ci sono degli intenti politici in
questo consenso. Ma penso anche che questo sia il segno positivo di un possibile terreno d'accordo fra laici e credenti, quando ci si riferisca al valore della vita dell'uomo. Non credo però tanto in un cambiamento della cultura laica, quanto nelle possibilità aperte da un momento particolare nel mondo scientifico. Oggi la scienza è costretta ad ammettere i limiti delle sue possibilità di spiegare il mondo, da un lato; dall'altro, dì fronte al progredire rapido della tecnica, non ha un criterio credibile per regolamentare tutto ciò che ormai è possibile. In questa contraddizione si inserisce la Evangelium vitae, un documento di grande rilevanza culturale oltre che religiosa. Ma non posso non notare come anche la recente adozione del nuovo codice deontologico dell'Ordine dei medici italiani, che riprende il giuramento di Ippocrate, sia un duplice avvertimento: al legislatore perchè provveda a regolamentare in modo coerente ciò che è scientificamente fondato, e ai cittadini, perchè non si lascino trasportare dall'emotività nel decidere in eventuali referendum su problemi attinenti alla vita». Romano Prodi i n un'intervista ha rivendicato la "doppia fedeltà" del cittadino cattolico, e la sua intenzione di dimettersi se una legge dello Stato fosse in contrasto con l a sua coscienza religiosa. Colletti lo avverte: se è così, se il tuo non è lo Stato di diritto liberale, ma l o Stato confessionale, è meglio che torni a casa.
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Non è un avvertimento a quei cattolici che credono di potere lavorare accanto alla sinistra? «Io capisco Prodi, che si rifa all'esempio di Baldovino, il re che abdicò per non firmare una legge che autorizzava l'aborto. Ma capisco anche, nel senso che trovo realistico, l'avvertimento di Colletti: temo che Prodi, e chi come lui crede di potere restare fedeTe ai suoi principi cattolici in un'alleanza con forze appartenenti alla cultura della sinistra, vada incontro a rischi e delusioni».
INFORMAZIONE
Record di «martiri» in terra da evangelizzare. In trentanni quasi 500 vittime, oltre la metà delle quali solo nello scorso anno. Il 24 marzo la Chiesa ricorderà tutti coloro che hanno dato la vita per annunziare il Vangelo. Il dramma del Rwanda
1994, l'anno dell'olocausto Uccisi269sacerdoti e religiosi GIANPIETRO OLIVETTO
termine del secondo millennio la Chiesa è diventata nuovamente Chiesa di martiri...». Così scriveva Giovanni Paolo II nella lettera apostolica sul Giubileo del Duemila. E in realtà il bilancio del '94 fa davvero pensare ad una sorta di olocausto "patito" dalla Chiesa cattolica. L'anno scorso infatti, in terra di missione, sono stati uccisi ben 269 tra sacerdoti e religiosi, di cui 248 nel solo Rwanda e 21 in altri sette diversi paesi. Un dato drammatico, se si pensa che in trent'anni, dal 1964 ad oggi, coloro che hanno perduto la vita a causa della fede come missionari, sono stati, complessivamente, quasi 500. Si tratta di morti rimaste, in gran parte, «anonime». «Per molte di queste vittime - scrive l'agenzia internazionale Fides, diretta da Angelo Scelzo, che fa capo a "Propaganda Fide» e che ha divulgato cifre e informazioni sui "martiri" del '94 - non c'è stato posto sui mass-media. Nè può fare notizia la fedeltà di tanti pastori che anche oggi rimangono eroicamente al loro posto, in situazioni tragiche, mettendo a repentaglio la propria vita in ogni istante». Ebbene, per il terzo anno consecutivo, la Chiesa vuole espressamente ricordare queste vittime, spesso "oscure", della loro fedeltà al Vangelo e delle tragedie che continuano a insanguinare il mondo, specie quello in via di sviluppo. Il Movimento giovanile delle Pontificie Opere Missionarie dedicherà la giornata del 24 marzo, vigilia dell'Annunciazione, proprio al ricordo dei religiosi e dei preti martiri e «pionieri del Vangelo», secondo una bella espressione usata da Paolo VI. 11 24 marzo sarà dunque giornata di preghiera e di digiuno, dedicata a coloro che «hanno dato la vita». Roma.«A1
«Hanno dato la vita» è infatti il tema-messaggio dell'appuntamento. «Ed è anche il grido scrive l'agenzia Fides - che sentiamo risuonare nella nostra vita e in quella delle nostre comunità ecclesiali perchè risveglino il loro ardore missionario, riprendano la via dell'incontro e della condivisione con gli uomini che vivino nelle nostre città, nei nostri quartieri e soprattutto con quelli che vivono lontano da noi, immersi nella miseria, oppressi da ingiustizie, perseguitati a causa della fede». Dei 269 morti del '94, l'agenzia di Propaganda Fide riporta nomi, nazionalità, diocesi o congregazioni di appartenenza, luogo e giorno dell'uccisione. In Rwanda hanno perso la vita 3 vescovi e 103 sacerdoti, 47 "fratelli" di sette istituti, 8 "fratelli" della Misericordia, della Carità e della Santa Croce, 2 benedettini, 65 religiose di undici istituti e 30 laiche di vita consacrata di tre istituti. Di questi 248 religiosi, una quindicina sono morti a seguito di maltrattamenti e per mancanza di cure mediohe. Gli altri 21 tra missionarie e missionari uccisi - 15 sacerdoti, 4 suore, un "fratello" ed un seminarista - sono stati assassinati in Algeria, India, Giamaica, Haiti, Kenya, Sierra Leone ed Uganda. La stragrande maggioranza dei vescovi, dei sacerdoti, dei religiosi e religiose e dei laici uccisi l'anno
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scorso sono rwandesi o africani. Il numero dei missionari europei "martiri" della fede è pari a quindici; tre gli americani (un argentino, un canadese ed un haitiano). Il sacrificio di tutte queste persone - scrive l'agenzia internazionale Fides - «testimonia ancora una volta al mondo contemporaneo la perenne atualità del Vangelo e la grande vitalità della Chiesa». «Le persecuzioni nei riguardi dei credenti, preti, religiosi e laici, hanno operato scriveva ancora il Papa nella lettera apostolica «Tertio millennio adveniente» - una grande semina di martiri in varie parti del mondo». Ricordarlo diventa allora, per la Chiesa, quasi un dovere. Perchè nulla è più forte, anche nella moderna sopcietà, dell'esempio dato.
In Francia, nel comune di SaintDomet, dipartimento della Creuse, una coppia di pensionati guarda la televisione, che diffonde a profusione schemi e dichiarazioni intesi a far credere che l'uomo sia il nemico della Terra, anziché il suo giardiniere, e che ci sono troppi uomini sul nostro pianeta. Sullo schermo compaiono grafici impressionanti. Si tratta di curve esponenziali, errate per definizione, poiché in nessuna disciplina scientifica si sono mai visti dei fenomeni permanentemente esponenziali e neppure semplicemente lineari. Peraltro ciò che desta meraviglia è che non viene mai presentata l'evoluzione dei comuni rurali che subiscono lo spopolamento, come quello di Saint-Domet: più di mille abitanti negli anni 1850, ridotti a un quinto oggi (203 nel censimento del 1990). E vero che questa evoluzione, una diminuzione dell'80% in meno di un secolo e mezzo, è dovuta in gran parte all'emigrazione dai centri rurali. Ma essa è anche il risultato di una affievolita fecondità, che si è aggravata soprattutto dopo gli anni settanta. Mentre la conferenza del Cairo del settembre 1994, che portava il nome ampolloso di «Conferenza internazionale su popolazione e sviluppo», fa proprie alcune conclusioni ora eminentemente simpatiche e auspicabili - bisogna accelerare l'evoluzione della donna -, ora discutibili sul piano etico e scientifico - bisogna controllare il popolamento -, nessuno s'interessa a Saint-Domet, né a tutti i comuni d'Europa che, come quello, sono votati a una perdita di vitalità. Se si vuol costruire un avvenire umano, è necessario fare un inventario delle insufficienze della conferenza del Cairo, ricordando che le buone intenzioni, per quanto sincere, non fanno una buona politica. Sono cinque i punti che meritano d'esser presi in esame.
S DAL PIANETA ALLA CITTÀ DEMOGRAFIA
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Il demografo Gérard-François Dumont, docente universitario e presidente deli'Institut de Démographie politique della Sorbona di Parigi, è autore per Je Edizioni Ares di // festino di Crono. Presente & futuro della popolazione in Europa (Milano 1994, pp. 184, L. 25.000). Quella che qui pubblichiamo è la sua comunicazione del 12 ottobre 1994 alla Commissione Demografia dell'Assemblea francese. è poliPensare che un saldo naturale neCairo, lanazionale realtà demografica gativo in parecchi Paesi dell'Eumorfa, tenuto conto della diversità ropa dell'Est - Estonia, Lettonia, dei tassi di natalità, dei tassi di Ungheria, Bulgaria, Ucraina, mortalità in generale, dei tassi di Russia, Romania, Croazia - pos- mortalità infantile, delle speranze sa favorire lo sviluppo di quei di vita alla nascita, dei tassi di Paesi, mentre essi hanno ancora nuzialità, dell'età al matrimonio, parecchi sforzi da compiere per dell'età alla nascita del primo fisuperare gli insuccessi di un'ecoglio, della differenza di età tra manomia leninista; pensare, dicevarito e moglie, della frequenza di mo, che l'invecchiamento deldivorzi, delle nascite al di fuori del l'Europa dell'Est possa essere una matrimonio, della composizione condizione favorevole allo svilupdella popolazione per età e, infine, po, significa dimenticare un dato della densità di popolazione. essenziale. Esaminiamo quest'ultimo punto, Nelle società moderne l'invec- la densità. Come in Francia sono agli estremi opposti la densità chiamento della popolazione imdelle Hauts-de-Seine e della Loplica spese generali più gravose zère, del Rhòne e dell'Ardèche, in materia di pensionamento, di cure, di assistenza domiciliare, e così nel mondo sono agli antipodi pesa di conseguenza sui bilanci alcuni spazi ad alta densità abitapubblici; mentre l'effettivo assot- tiva, che rappresentano una protigliamento delle giovani genera- porzione limitata delle terre ezioni rischia di limitare le risorse. merse, e alcuni spazi molto scarCome risultato, i Paesi invecchia- samente popolati. Per esempio, ti rischiano di essere meno dispo- l'Africa registra quattro piccole nibili per collaborare allo svilup- regioni in cui il numero di abitanti per chilometro quadrato è sipo dei Paesi meno ricchi. Fino a quando si manterrà il si- gnificativo: la valle del Nilo; la lenzio sull'importanza e sul si- zona marittima della Nigeria e gnificato del divenire demografi- dei Paesi vicini che si affacciano co nei Paesi dell'emisfero Nord, al Golfo del Benin, cioè il Benin che si stanno riempiendo di ru- e il Togo; le terre alte dell'Africa centrale e orientale, che sono esghe? senzialmente il Ruanda e il Bue infine, in misura inferio2) L'irreale. La conferenza del re,rundi; il litorale del Maghreb. Il resto Cairo si è lasciata imprigionare nel del continente scarsaproprio titolo «popolazione». Si mente popolato. èIn molto America Latitratta di un aggregato che non con- na non ci sono che due poli signisente di analizzare la realtà. Tanto ficativi quanto a popolosità: la gli uomini sono simili e fra loro zona Città di Messico e quella fratelli, quanto le popolazioni so- di SandiPaolo Brasile; altrove si no differenti. La popolazione della ha una deboleindensità Terra non è caratterizzata da criteri Questi dati, e molti altriabitativa. pouniformi. La dimensione regiona- trebbero citare, mettonocheinsi evile del popolamento del pianeta è che la realtà demografica molto più importante della sua e- denza non ha nulla a che vedere con la stensione mondiale. Prendendo in pretesa sovraoccupazione piaconsiderazione una dopo l'altra le neta tanto spesso evocata,delanche 1 ) // silenzio. Il silenzio di una con- terre emerse, si trovano contrasti e se qua e là potrebbero essere inferenza, dedicata alla popolazione divergenze così molteplici da renpolitiche di gestione del e allo sviluppo, sulla situazione de- dere non realistico il voler abbrac- traprese territorio di un migliore emografica dei Paesi che stanno su- ciare in una politica unica e unifor- quilibrio. foriere È questo il caso dell'Inbendo l'invecchiamento e/o l'ec- me tutta la popolazione mondia- donesia, per esempio, è stacedenza dei decessi sulle nascite, è le. Contrariamente all'impressio- ta avviata una politicadove detta di ne lasciata dalla conferenza del stato davvero assordante.
Inquietanti omissioni
«trasmigrazione», dalle isole di Giava e Madura, densamente popolate, verso altri territori dell'arcipelago molto scarsamente popolati. 3) // dirottamento. Per lungo tempo un certo numero di esperti ha annunciato la minaccia della lame per insufficienza di risorse alimentari. Salvo eventi episodici su tenitori limitati, però, questo carestie non si sono verificate; gli episodi più terribili di fame sono derivati, e ancor oggi derivano, da situazioni politiche. Negli anni cinquanta il Giappone, densamente popolato e senza risorse naturali, era classificato fra i Paesi sottosviluppati. Si sa poi come si sono svolti i fatti. Nello stesso periodo la Cina, con i suoi 500 milioni di abitanti, era candidata alla malnutrizione; ma questo Paese sta raddoppiando la sua popolazione, soprattutto in virtù dei progressi della lotta contro la mortalità secondo lo schema del. la transizione demografica, e riesce comunque a nutrirla. L'India, mediante la rivoluzione verde, sta per diventare esportatrice di cereali e sta per conoscere uno sviluppo inatteso, anche se ancora insufficiente a stroncare tutte le povertà. Nei Paesi sviluppati, che devono anch'essi combattere la precarietà e la povertà sul proprio territorio, le politiche agricole hanno compoilato politiche di lotta contro la sovrapproduzione agricola. Tutte queste evoluzioni, e i successi dell'agricoltura in numerose regioni del mondo che hanno migliorato le loro tecniche di coltura, mettono in evidenza che il postulato secondo il quale la Terra non potrebbe nutrire gli uomini è erroneo. Peraltro, questo postulato è generalmente sostenuto da argomentazioni ormai inutilizzabili. Poiché lo spauracchio della malnutrizione diventa meno presentabile, la questione è stata dirottata verso un sostituto: la relazione fra ambiente e popolazione. Ora. contro tutte le argomentazioni relative alle relazioni fra il numero degli uomini, l'effetto sena, lo strato di ozono e via dicendo, esistono forti obiezioni, e in effetti esse sono realmente messe in discussione. Viceversa, quando si va alla ricerca, per esempio in Europa, dei principali inquinamenti, questi non si trovano né
dove ci sono le più elevate densità di popolazione, né dove hi crescita della popolazione ha il tasso maggiore. Il triangolo europeo dell'inquinamento - l'ex Germania orientale, il nord della Boemia e l'Alta Slesia - è la risultante dei metodi di produzione frutto del socialismo sovietico. Invece, dove l'uomo adempie alla propria missione di giardiniere della Terra, le condizioni dell'ambiente migliorano. Per esempio, soprattutto grazie al moltiplicarsi delle stazioni di depurazione, le spiagge francesi sono più pulite oggi che all'inizio degli anni settanta.
no in decremento in Paesi e regioni sempre più numerosi. E ormai tempo di sbarazzarsi di un principio erroneo - quello di Malthus - per tener conto delle lezioni dei fatti. Ma questo passo è ostacolato forse da un ultimo elemento: l'imperialismo.
5) L'imperialismo. A dispetto della legge del silenzio tanto largamente imposta, parecchi testimoni non esitano a spiegare che certi aspetti erronei della conferenza del Cairo sono frutto di una politica deliberata del Paese più ricco del pianeta. Se si dà credito alla testimonianza di certi demografi africani, certi metodi hanno portato a pubblicare cifre discutibili, per non dire falsificate, allo scopo di giustificare certe raccomandazioni. Altri metodi sono stati uti4) L'errore. Male informati sulle lizzati per fare pressione su alcuni realtà geografiche, parecchi de- Paesi del Sud perché si allineasselegati alla conferenza del Cairo ro sulla posizione del potente, l'osono rimasti confusi dallo sche- biettivo del quale era di conservama che l'inglese Thomas Robert re la propria potenza. È facile imMalthus aveva proposto nel 1786: maginare quello che avrebbe pola povertà rischiava di distrugge- tuto dire il generale de Gaulles re il mondo perché «la capacità per denunciare questa nuova macdella Terra di produrre la sussi- chinazione che cerca di entrare in stenza dell'uomo» era infinita- funzione. Ma avrebbe potuto parmente più piccola della «capacità lare a nome dei Paesi del Sud, a degli uomini di moltiplicarsi». nome dei Paesi francofoni e a noQuesto ragionamento pessimisti- me della Francia. Mentre alla co e semplicistico è stato smenti- conferenza del Cairo la Francia to dai fatti. Dal 1798 a oggi, il nu- non aveva voce: il suo messaggio mero degli uomini è stato molti- era diluito nella posizione del Miplicato per cinque grazie ai pro- nistro dell'Unione Europea, gli egressi dell'economia e della me- sperti della quale non sempre dicina: crollata la mortalità infan- hanno recepito l'esatta misura tile, scesa dal 25% a meno della perdita di vitalità demogradell'1% nei Paesi più avanzati; fica dei Paesi che la costituiscoquasi triplicata la speranza di vi- no. ta. La capacità dell'uomo di pro- Non prendiamo le lucciole dei dune generi di sussistenza è au- neo-malthusiani per lanterne. Non mentata molto più rapidamente lasciamoci sedurre da ragionadella crescita demografica. Spie- menti globali e semplicisti che gare il mondo di oggi mediante mascherano la verità. La realtà deun ragionamento di ieri, prece- mografica essenziale è regionale e dente alla rivoluzione di Pasteur, locale. E compete a ciascun Paese, alla rivoluzione industriale e pure a ciascuna collettività territoriale, alla rivoluzione scientifica, non nel quadro delle proprie responsaha alcun senso. Sarebbe molto bilità, mettere in atto le proprie popiù interessante studiare gli inse- litiche a favore di buoni equilibri gnamenti della scienza della po- demografici. polazione, che consente di capire perché la popolazione dell'InGérard-François Dumont ghilterra è aumentata del 375% nel XIX secolo, perché quella del pianeta è cresciuta in analoghe proporzioni nel XX secolo, perché questo incremento rallenta rapidamente e si trasforma persi-
Errate previsioni
£
Praga, il comunismo non è morto Un impiegabile
vuoto di informazioni
sulla stampa occidentale. Il Pontefice die in
maggio visiterà la capitale ceca (per poi recarsi per poche ore nella sua Polonia) si renderà conto di persona riscontrata caduta
di una situazione allarmante,
mollo diversa da quella
cinque anni fa nel suo primo viaggio in un Paese ex comunista dopo la
del Muro. Allora
c'era ancora
GIAN FRANCO SVIDERCOSCII A ['A WOJTYLA in maggio si recherà nella Repubblica Ceca. E sarà un ritorno, a cinque anni dal viaggio In Cecoslovacchia. Ch'era slato il primo viagio in un Paese ex comunista dopo la caduta del Muro. E dov'era presidente un intellettuale che solo sei mesi pi ima era ancora in carcere, prigioniera politico. L'esempio più eloquente - quella rivoluzione, la "rivoluzione di velluto", e quel presidente, lo scrittore Vaclav llavel - dello straordinario cambiamento di storia ch'eia avvenuto nell'Europa centro-orientale. «Non vogliamo più vivere nella menzogna ma nella verità e nell'amore», aveva detto llavel per date il senso della rivolta contro il marxismo. I In ritorno, cinque anni dopo. Ma per trovate uno scenario profondamente cambiato. Per cominciare, non esiste più la Federazione cecoslovacca: il 1° gennaio 1993 c'è stata la separa/ione ira Hnetnia-Moiavia c Slovacchia. Il peso dell'"eicdiià" comunista s'é rivelato traumatico, iti special modo sul piano inorale. I.a Repubblica Ceca in pratica è il solo Paese dell'ex impero sovietico dove i comunisti non sono tornali al potere. Ma, dietro la nuova classe di tee nudati, ci sono manager e militari del passalo regime. Dietro il materialismo di stampo laicisla - conseguenza del mix di liberalismo e statalismo del programma del primo ministro Vaclcv Klaus, un tbalberiano di terrò - c'è il retaggio del materialismo marxista.Un ritorno, cinque anni dopo. Ma pei scoprire resistenza di un'ostilità crescente verso la Chiesa cattolica verso il suo molo pubblico. E clic non si riesce a spiegare solo con le vicende storiche della Boemia: i conflitti al tempo della Riforma, l'I lussilisino, la nascila di un Ini le anticlericalismo sotto la monarchia austro ungarica, fino ai <l() anni di oppressione marxista, di deformazione della verità, del la fede stessa Un'ostilità, dunque, anche con risvolti nuovi E che ha la sua manifestazione più evidente nell'estrema difficoltà e lentezza con cui le autorità governative stanno restituendo alla Chiesa i beni che le erano siali "rapinali'' nel 1910 dallo Sialo comunista. Ed ecco il fatto più clamoroso, incredibile Che il Papa verificherà dolorosamente di persona. Perché quando ritornerà a Piaga troverà che la cattedrale di S. Vito, la splendida cattedrale gotica accanto al castello reale, non solo non saia siala restituita alla Chiesa ma inolio probabilmente le verrà soitratlfl per sempre e diventerà inopi icià slutale o privata. Restando luogo (li cullo ma andando a lai
lo spirito
della "rivoluzione
di
velluto".
parte - con l'intero complesso della cittadella su in cima alla collina di Hradcany - di una non meglio precisala "area del popolo". Ebbene, a spiegare a «l.'lnformazione» com'è accaduto - e colmando così un inspiegabile vuoto di infoi inazioni sulla stampa occidentale - è il cardinale Miloslav VIE, arcivescovi! di Praga. Anche lui vittima del totalitarismo comunista. Per dieci anni, impedito di esercitare il ministero sacerdotale, fu costretto a fate il lavavetri nella capitale cecoslovacca. Eminenza, il governo non s'era impegnato a restituire alla Chiesa i beni espropriali dal regime comunista? Per prima cosa vorrei dite che noi cechi non ci rendiamo ancora ionio che siamo eredi dello Stalo comunista. E che abbiamo ripreso o comunque preso il sistema giuridico e di diritto del comunismo, perché non abbiamo fallo un taglio netto con il passalo. Disi rimangono in vigore multe leggi di prima, lì non solo leggi, ma questa visione negativa della proprietà, propria del conni nisino che aveva livellato lutto: non esistendo democrazia, non esisteva naturalmente neppure il principio di proprietà. E questo restii ancora oggi. Pesta quanto meno la carenza giuridica circa un'affermazione del diritto di proprietà. E lo Statosi tiene lutto perché pensa di essere il proprietario. Restituire i treni alla Chiesa era un atto di giustizia dovuto. I politici reagiscono male quando gli si pai la di giustizia. Dicono che la giustizia non si può realizzare in modo pieno, assoluto. Al massimo, si limitano a lare qualche riparo. Romiti ignoralo il pi iucipiodi giustizia come punto di partenza per risolvere lutti i inali del comunismo, anche la questione della restituzione dei beni alla Chiesa è stala politicizzata E che c'entra la politica? Alcuni parlili della coalizione governativa pie vedevano questa leslilii/ione giii nel lino programma. Alili invece, sentendosi chissà perche minacciali, ciano contrari a restituirò tulio, I >n qui e nato un conflitto politilo, dunque, un problema da risolvere Ira i parlili. Ma perché? l'orchó la Chiesa non è stala chiamala come pai luci o almeno ascollala? I tisciitono a livello politico, e la Chiesa collimila a restai ne lumi. E come spiegate la vicenda della cattedrale? II fallo oche a ceriti genie non sembra più tanto chiaro - menile pei noi è chiarissimo - che la cattedrale è sempre stata di proprietà della Chiesa. Eppuie, anche prima, al tempo del cmuimisinn, nessuno lo aveva mai messo in dubbio. Il fondatore, < latin IV, delie inizio alla (ostruzione d< H'cdil'n io pei dai lo alla! ihiesa: e pensando comunque anche allo Stato, penili': a S, Vito sarebbero stali un inoliali il te. Come
dire che la cattedrale venne edificata anche pia servizio del regno ina non come proprietà del legno. Appunto: segno della collaborazione com'era allora - list Chiesa e Stalo, tra ( ihiesa y società, una società di credenti. E oggi che cosa è cambialo? Oggi è rimasto solo il simbolo, cioè, voglio din:, oggi la gente non e mollo ( ledente ma sente ancoia il valore di questo .simbolo, l'errile li. nella cattedrale, sono consci vali i gioielli pili l'incoronazione, ci sono le tombe dei te. I tini que, un simbolo pei la nazione. Senza perii percepirne più il significato di una volta sul piano della collaborazione Ira Sialo e Chics né su quelli) religioso, come luogo della lede, della comunità cristiana. I poi, in un qiindio più generale bisogna li nei conio del naziù iialismo. (3lC è riapparso ili molli Paesi, dopo la eadula del comunismo. E adesso sta rispuntando anche da noi. Pei citi, Ha le sue diveise manifestazioni, c'è anche questo i il invaio rapporto della nazione con la cattedrale Ma. in genere, senza riferimento alla fede. E che cosa può significare questo atteggiamento? Guardando in profondila, vi si rillova una tendenza, l'aleiz.za/ioiie del Paese, die e in alto da decenni, urinai (piasi da un secolo Ma la Chiesa pensa di rispondere a questa sfida rivendicando la proprietà della cai tedrale? No di certo. Pur essendo proprietaria della citi (ed rate, la Chiesa imo vuole tenerla pei sé. Non vuole allatto escludere la presenza dello Stato, della Società, Anzi, desi( lei ci ehi h clic coti una legge, un acrotdo. venisse di lutila questa presenza. Ma. sulla puquiriti, non possono esserci dubbi E lo ha ribadito anehe il tribunale «li prima istanza < he si e occupalo della VOI lenza, Non ha parlato di restituzione, ma ha dichiarato ( he la Chiesa (• sempre stata proprielat ia, e lo è tuttora, di S. Vito. V. che lo Stalo non avi ebbe perciò ragioni legali - come non le aveva avute quello comunista - per una espropriazione. E com'è stato possibile impugnare la sentenza? S'è lui malo un gruppo, un gruppo estrema inclite singolaie, eterogeneo, ex dissidenti, persone die si erano opposte al regime mar xista, ed ex comunisti, ateisti, anticlericali, , lutti assieme hanno stilalo una petizione con Irò il giudizio del tribunale: il che non sarebbe neanche previsto dalla Costituzione. E a quel punto la (osa si è allargata. Manifesti dnppei tutto, anche sui tram lì gran battage sui giornali, in tv, arrivando ad occuparsi di voler trasferite la cattedrale sotto la giurisdizione del Valicano, e pei fino con il libro di min storico, pieno di sbagli, di manipolazioni, Fin dié la prolesta è arrivata in Parlamento: e, appoggiata da un cerio numero di deputati, al l'icsidcnlc della Repubblica. In questo modo il Pai lamento, organo legislativo, se messo contro (tu tribunale, organa giudiziario Un fatto impensabile, ma che proprio per questo dimostra la debolezza della nostra democrazia. Il piesideote Havcl sembrava di parere diverso... Si, e vero Una volta ha dello di non vedere il giorno in cui avrebbe ponilo ridare la ( al tedrale all'arcivescovo, / r .
E adesso?
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l a cancelleria del presidente è ricorsa in appello; e così quest'appello è andato di latto ad affiancarsi alla protesta dei comunisti. Ufficialmente si contestano alcune delle motivazioni adottate dal tribunale, ma in realtà si tende a cancellare il giudizio, lì diratti, in quanto a speranze, ne ho ben poche. Sono siale talmente forti le pressioni che è molto diffìcile pensale che il primo giudizio non venga annullato dal secondo. Ma dietro che c'è, sempre l'anticlericalismo, oppure qualcosa di diverso? Anzitutto c'è questa chiusura della società su se stessa, fi un'eredità lasciataci dal comunismo, e che adesso si accentua sotto la risorgente spinta nazionalistica: come si può verificare anche nel non risolto rapporto Ira eechi e tedeschi. Poi c'è da ricordare che metà della popolazione è non credente, li in piti, inevitabilmente, risentiamo del vecchio anticlericalismo, che risale a molti secoli fa ma s'è rafforzato con il Mai xismu e continua ancora oggi". Si potrebbe parlare di una vera e propria campagna contro la Chiesa cattolica? "Bisognerebbe rispondere proprio di si. È una specie di Kulturkampf..." Addirittura? Vuole dire che ricorda la lotta di Bismark contro la Chiesa? Qualcosa di simile, almeno sul piano culturale. IUI e per questo che mi meraviglia molto l'atteggiamento dei mass media stranieri, specie quelli europei. Prima hanno scritto tanto sulla vicenda della cattedrale, e sul tribunale che avèva riaffermato la proprietà della Chiesa Invece, degli ultimi avvenimenti, dell'appello della Cancelleria della Presidenza, poco o niente. Non si dice nulla di questo nuovo Kulturkampf. Mentre sarebbe importante parlarne: non è solo un conflitto che vede la società contro la Chiesa, ma ha ripercussioni molto più vaste. L'Europa dovrebbe preoccuparsi, riguardo al suo processo di sviluppo, se c'è uno Stato che si chiude in se stesso. Ma non c'è sotto un tentativo di emarginare la religione dalla vita civile? È un fatto che certi postulati del comunismo continuano a svilupparsi, ad andare avanti. Non espressamente sotto la bandiera del marxismo, dell'ateismo, ma in altro modo. Comunque vanno avanti. Sotto altre bandiere. Insomma, il comunismo ha lasciato un'impronta nettissima, profonda. Lo si vede nella distruzione dell'economia, delle strutture. Mentre non ci accorgiamo della distruzione interiore, morale, nel cuore della gente, e cioè di quella che han chiamato "catastrofe antropologica". E questo perché non si avverte l'esigenza di valori. Sùbito dopo il crollo del comunismo si sentiva in giro uno slogan: «Vogliamo vivere nell'amore e nella verità». Oggi non si sente più. Così per i valori morali, spirituali. È questo il vero disastro. Esiste un'eredità del passatoci»! agisce. E. tante realtà che Stiamo vivendo, sono la ennsegiieii7a di questo passato, senza prò averne piena coscienza.
Ne ha risentito specialmente la ylovcn tu.. Sono stati i giovani i protagonisti della ri voltiziono. Ma poi hanno perduto via \i.t la carica, l'entusiasmo. SI, c'è una pai te di gioventù che avverto la necessità di avere dei valori. Però la massa non si sente più coinvolta nelle vicende che segnano la vita della nazione. Glielo chiedo come presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali europee. In che modo spiegare la diffusione del fenomeno del postcomunismo un po' in tutti i Paesi dell'ex blocco sovietico? Penso si debba spiegarlo a patire dall'odio v dall'egoismo che ha seminalo il nazismo e poi ha inasprito il comunismo. E. sempre da qui.
// passato agisce ancora: i valori morali e spirituali sono distrutti dal materialismo e dall'egoismo dominanti si possono spiegare le guerre scoppiale dopo il crollo dell'impero sovietico, lì slato rigettato il principio dell'amore, e dell'umanesimo. E se In passato l'odio, l'egoismo dividevano i popoli, le razze, le classi, oggi dividono i singoli individui. Si celebrano 150 anni della fine della guerra, ma la guerra non è finita. Prima, con il comunismo, c'eia la guerra fredda. E anche adesso, con questa eredità di odio e di egoismo, la guerra continuo, lì ci accompagnerà sempre. Hit (piando non vivremo nell'amore e nella veiilà, come dicevamo al tempo della rivoluzione. E dunque, a cinque anni dalla caduta del Muro, non è per niente un bilancio esaltante. Direi proprio di no. Il pmblema fondamelitale òche dobbiamo liberarci dalla tremenda eredità di odio e di egoismo che r i polliamo dcnlio.
EPuIjic: «In Bosnia ci epurano»
Il Papa ha ricevuto li in udienza il cardi naie di Sarajevo, Viri ko Puljic. Nessuna in (orinazione è stata diffusa dalle tonti del Vaticano sui contenu ti del colloquio In una intervista diftus dalla Radio vaticana il cardinale lia però parlalo delle grandi difficoltà che incontrano i cattolici di Bo soia, che stanno diminuendo, sottopo sii come sono a gran di pressioni da musulmani ed ortodossi e -trascurati» dai loro confratelli di Occi dente. -Prima - ha spiegato il cardinale Puljic - molti sono stati sterminati dall'aggressore e poi il governo, che è attualmente nelle mani dei musulmani, sta effettuando una forte pressione sui cattolici». -Così è successo, ad esempio ha raccontato il cardinale - che in una sola parrocchia. In un anno, 350 cattolici sono riinasti senza casa, che è stata occupala da altri An die nella politica si tenta di negare l'identità dei cattolici. Questo provoca na lilialmente un conflitto». Il cardinale ha aggiunto di attendere -appoggi» intesi non solo come aiuti umanitari, -ma pure nella difesa dell Uomo...
15 iBQBfaiQ 1995
A-venire
PRIMOPIANO
Un drammatico appello proveniente daila provincia dcii'Hebei npcr.a l'attenaone sitile pratiche coercitive di controllo demografico messe in atto specialmente nei confronti dei cristiani Nel frattempo un rapporto delle N'azioni Unite sollecita la liberazione di 79 persone detenute a causa della loro fède DENUNCIA
Cina, torture contro i cattolici ALESSANDRO ZACCURI
E l'Orni chiede a Pechinopiù rispetto raltroper caricola di libertà significato. religiosa Ieri infatti, mentre a Pechino
L'appello è uscito dai confini resti indiscriminati (sono ficinesi agli inizi del '95, ma niti in cella anche vecchi e non è stato diffuso finché bambini), razzia di utensili Asianews, l'agenzia di infor- da lavoro e animali, malati mazione del Pontificio istitu- presi in ostaggio e torturati, to delle missioni estere, non richieste di riscatto... H denaè riuscita a trovare conferme ro così estorto viene impiegadi diversa fonte alle agghiac- to «per acquisire un più alto cianti notizie contenute nel grado nell'amministrazione documento. L'unica smenti- e per diventare più ricclù, ta è stata, come prevedibile, anche ricevendo premi», ovquella delle autorità, diretta- vero i compensi previsti dalmente chiamate in causa da la legge per chi dimostra parquesto atto d'accusa che sve- ticolare nell'applicaziola il legame neppure troppo ne della zelo politica demografioccultofrail controllo forza- ca. to delle nascite e gli affari Nel riferire dei diversi tipi sporchi di amministratori di tortura attuati («alcuni vepiccoli e grandi appesi a testa in giù. I fatti si sono svolti a Feng nivano altri obbligati rannicJia Zhuang e a Long Tian chiati sotto unaa stare sedia, ad alGou, due villaggi di monta- tri veniva ustionata la lingua gna della diocesi di Zheng con scariche elettriche»), Ding, nella provincia nordosi sofferma sul caso rientale dell'Hebei. La popo- l'appello di una donna di 40 anni, nulazione (2.000 abitanti in tut- bile, trattata con particolare to) è quasi interamente cattolica e cerca — secondo il lin- brutalità dagli aguzzini: «I loguaggio dell'appello origina- ro occhi — scrivono gli le _ «di non violare la legge estensori del documento — di Dio e di compiere il pro- erano pieni di impurità, la loprio dovere di cittadini». In ro bocca piena di parole altri termini, fa il possibile sconce». per non violare la ferrea reLa drammatica denuncia gola demografica del figlio è stata resa in un giorno peunico. Ma i risultati non sembrano aver soddisfatto i ras locali, che nella primavera del '94 hanno dato il via a una campagna di soprusi in corso ancora oggi. «Gli abitanti dei villaggi — si legge ancora nell'appello — non avevano più il coraggio di stare in casa durante il giorno e di notte dormivano all'addiaccio». A Liang Shou, il comune da cui dipendono i due villaggi, è stato istituito un tribunale volante, con annessa prigione e relativi strumenti di tortura. A guidare le operazioni, il sindaco in persona: perquisizioni e ar-
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veniva varato il nuovo piano quinquennale per il controllo delle nascite, le Nazioni Unite hanno pubblicato i risultati di una missione compiuta nello scorso novembre da una sottocommissione incaricata di approfondire il problema della tolleranza religiosa in Cina e in Tibet. Il dossier Onu — rilanciato da Radio Vaticana — ammette che su questo tema si sono avuti miglioramenti, ma sottolinea che molta strada rimane ancora da fare. Uno dei passaggi più delicati è rappresentato dalla richiesta di riforme costituzionali, che garantiscano non soltanto la libertà eli pensiero (già ufficialmente sancita), m a anche la possibilità di rendere pubblica la propria fede religiosa. Le Nazioni Unite chiedono pertanto che venga cancellata la distinzione fra manifestazioni religiose «normali» (cioè controllate dallo Stato) e «anormali» o «illegali». Ma il rapporto delle Nazioni Unite avanza anche un'altra richiesta, invitando la Cina a liberare subito le 79 persone (68 cristiani e l iframonaci e monache del Tibet) imprigionate a causa delle loro convinzioni religiose. Fra i cattolici, si trovano in carcere anche i vescovi clandestini di Lyonag e di Kaifeng, nell'Henan, e un sacerdote dello Jangshi.
La prospettiva storica della Destra
La questione centrale concerneva i rapporti di Berlusconi con i poteri forti, e tre erano le possibilità: a) era già d'accordo con loro; b) si sarebbe accordato con loro; c) non era d'accordo e non si sarebbe accordato. II professor Marco Tanghero- Le prime due eventualità erano ni, ordinario di storia medie- temibili, perché, in tal caso, il sucvale ali 'Università di Pisa, co- cesso elettorale di Forza Italia e di mincia con questo articolo la Berlusconi avrebbe portato a comsua collaborazione al «Secolo pimento il disegno politico conced'Italia» pito da coloro che avevano guidato MARCO TANGHERONI la liquidazione del ceto dirigente Prima Repubblica nell'intenRE erano gli interrogati- della to di passare ad un più diretto convi che, con una certa in- trollo della gestione Stato. La quietudine, si ponevano terza eventualità dello era, dunque, ad un osservatore interessato a capire quanto stava quella auspicabile; ma evidenteaccadendo e a cercare di raffi- mente essa avrebbe comportato, gurarsi gii scenari futuri, dopo realizzandosi, una violentissima la vittoria elettorale del Polo il campagna nazionale ed internazio28 marzo: quali erano e quali nale mirante ad eliminare una vasarebbero stati i rapporti di Silimprevista e spiacevole delvio Berlusconi con i «poteri for- riabile ti»; quale sarebbe stato l'atteg- io scenario politico. giamento di Gianfranco Fini di- È stata questa, delle tre, l'ipotesi fronte ai risultati elettorali; rivelatasi esatta, e le inevitabili quale capacità avrebbe dimo- conseguenze si sono puntualmente strato la Destra politica di muo- verificate. Probabilmente Berluversi a livello strategico al di là sconi ha preso coscienza solo prodella, pure indispensabile, abili- gressivamente della realtà, ma ogtà tattica. gi egli non ha più dubbi. Lo ha detForse qualche lettore si stupi- to ad Arcore sabato 4 e lo ha riperà per l'assenza di ogni interro- tuto il giorno successivo in televigativo riguardante il comporta- sione; egli è ormai consapevole che mento della Lega e di Umberto il conflitto non è tra lui e Prodi, o Bossi. Non si tratta di una di- tra lui e D'Alema, ma è tra le forze menticanza: a me, e a molti, ap- del rinnovamento e quelle della repariva già allora perfettamente in forme nuove, di un chiaro che la Lega aveva ormai staurazione, regime dominato dai poteri forti. esaurito il suo ruolo storico e che Bossi, oltre ad essere evi- Di questa consapevolezza possiadentemente un «tipaccio», sa- mo essere lieti, ma, al tempo stesso, rebbe stato facilmente mano- dobbiamo comprendere la dramvrabile da fuori. Così, in effetti, maticità di una situazione politica è poi accaduto, forse soltanto che non può essere certamente afcon un qualche anticipo sul pre- frontata in termini di sola tattica vedibile: manovre esterne ed politica: si impone una strategia occulte, anche se individuabili, che sia all'altezza della vera natuhanno rapidamente avuto buon ra del conflitto. Comunque, la rigioco nelPutilizzare il rancore sposta, ormai certa, al primo interpersonale del soggetto confer- rogativo introduce un elemento di mando ancora una volta come la storia sia il frutto, insieme, di chiarificazione del quadro. piani razionali concepiti a lungo Quanto a Gianfranco Fini, ci si termine e di irrazionali com- chiedeva se sarebbe stato in grado portamenti individuali. di interpretare, e quindi di gestire, Torniamo, dunque, ai tre in- la vittoria elettorale, sua e del Polo, terrogativi enunciati. Il primo da vero uomo politico. Ma pare che riguardava Silvio Berlusconi, nei mesi successivi egli abbia rispocioè un personaggio non facile sto in maniera positiva, e niente afda inquadrare, anche se restava fatto scontata, al secondo dei nostri in ogni caso indiscutibile la tre interrogativi. straordinaria importanza di quella sua dichiarazione, così Intanto, egli ha mostrato subito gravida di conseguenze sulla la saggezza di non considerare la scelta tra Fini e Rutelli; una vittoria politica come il frutto di un scelta che commentatori im- abile comportamento del suo parprovvidi avevano qualificato tito, bensì come un'occasione storicome «gaffe» e che era invece la ca da sfruttare con decisione: già prima mossa di un disegno poli- questo non era poco per una classe tico. Ma proprio la natura del politica abituata, anche a Destra, a disegno politico era ancora considerare proprio esclusivo meoscura.
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rito i successi e colpa degli elettori gli insuccessi. Coerentemente e realisticamente Fini si è successivamente mosso, guidando con mano sicura la trasformazione in Alleanza nazionale del Msi e mantenendosi fedele al patto con Berlusconi, correttamente visto come risposta giusta alle intenzioni degli elettori e come via al definitivo reinserimento in prospettive di governo della Destra politica. Resta ancora, almeno in parte, da verificare la positività della risposta delia Destra al terzo ed ultimo degli interrogativi sopra indicati: la sua capacità di elaborare una strategia che tenga conto di prospettive storiche e non soltanto di esigenze tattiche ed elettorali immediate. Certo, non mancano elementi che anticipano, per così dire, una risposta positiva a questo interrogativo. Penso, ad esempio, alle tesi congressuali o alla sempre maggiore ricchezza di contenuti del Secolo di Malgieri. Ma molto resta ancora da verificare. Naturalmente, è ben comprensibile che esigenze urgenti di natura governativa, parlamentare ed elettorale abbiano premuto in direzione contraria. Ma occorre rendersi conto che, pur nella necessità di far fronte a tali esigenze (e chi scrive non si è tirato indietro, accettando, contro la sua personale vocazione, la candidatura a sindaco di Pisa), una prospettiva ristretta alla sola abilità manovriera, che riduca l'opportuno realismo a mero pragmatismo ed elevi a unico strumento la tattica anziché considerarla un mezzo per l'applicazione della strategia, significherebbe sprecare le occasioni storiche che si presentano alla Destra. Haec faceré et alia non omitiere, «fare questo e non trascurare il resto», secondo una sempre valida indicazione. Per quanto ciò possa essere difficile nell'incalzare continuo degli appuntamenti elettorali, bisogna anche saper guardare più lontano, nella prospettiva di un paziente e faticoso lavoro di ricostruzione del tessuto sociale e degli ambienti culturali, nella piena consapevolezza di avere dietro di noi un lunghissimo processo di loro distruzione e sovversione. Soltanto in questo modo sarà possibile alla Destra essere all'altezza dell'interrogativo dell'ora presente.
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Politica e società
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LA POLEMICA/ H «servizio pubblico» si scaglia contro i l c a t t o l i c e s i m r > Mercoledì 22
1995
E Raifre se la prende con la Chiesa
MARCO TANGHERONI
Martini, «cCancellieri he pure è di siessere rigida,nella dopo chetrasmissione il concilio cardinale della IncredibileadVaticano show II aveva aperto «nuove pro- nistra, come il vescovo Gaillot», non
UNEDÌ 6 marzo, ora di pran- spettive, nuove stagioni». Non preci- è intervenuto in sua difesa. C'è poi un tal Orazio Curti, diretzo: mi telefona un amico e mi sa quali siano le rigidità e le aperture, consiglia di accendere la tele- ma ci pensa subito, a chiarire [?] le tore del museo milanese di criminoisione e di guardare, su Rai- idee, un cantante che sbeffeggia la logia, reclamizzato come esposiziotre, una trasmissione «incredibile». Chiesa e il Catechismo in brutti ver- ne degli orrori dell'Inquisizione. Io Seguo il consiglio ed assisto ad una si, tipo questi: «Per troppe nascite Io conosco e ribadisco qui, senza tepuntata di «Dove sono i Pirenei?» stiamo andando a fondo / in condi- ma di smentite in un qualsiasi dibatche è, veramente, incredibile per il zioni davvero bestiali / e la Chiesa tito pubblico (magari senza intermezzi di canti e giochi) che il matemodo con cui, tra canti e giochi, si non vuole gli anticoncezionali». pretende di affrontare, in maniera se- Ci sono, naturalmente, gli esperti, riale sull'Inquisizione è quasi inesiria, sotto la guida di una sguaiatissi- perché se no come si farebbe a creare stente, e di propaganda avversa assai tarda, e che i pochi pezzi autentici ma Rosanna Cancellieri, il tema: l'illusione della serietà? «Madre Chiesa ha delle colpe?». C'è anche Rino Cammilleri, attira- sulle torture si riferiscono alla guerra Tanto incredibile che, prima di scri- to in una trappola infernale, che tenta civile inglese dell'età di Cromwell verne e di protestare, come storico qualche precisazione incisiva, viene (una guerra tra protestanti...) e a più ancora che come cattolico, ho vo- interrotto continuamente, e alla fine guerre civili tedesche. Per la verità luto procurarmi la cassetta per essere preferisce il silenzio, avendo avuto sì Cammilleri riesce a leggere un pezzo sicuro di avere capito bene e per rife- e no tre minuti a disposizione ed an- di un giudizio, su questo pseudo e rirne ai lettori con la massima preci- che un po' travolto dal clima falso-a- vergognoso museo, storicamente sione possibile. micale della trasmissione. A difende- esatto e totalmente demolitorio, di Franco Cardini, ma viene interrotto Si comincia con l'elencazione di re la Chiesa, ma solo quella di oggi dal non con una confutazione capi d'accusa da parte della condut- — pur dicendosene fuori — c'è an- dellaGuerri solidità del giudizio, ma con che una signora battagliera, che ci trice, la quale attribuisce alla Chiesa l'affermazione che «Cardini è un intiene a precisare di avere votato a fale seguenti colpe: avere preteso di tegralista cattolico» e che quindi su imporre le tesi che la terra fosse piat- vore dell'aborto e del divorzio e a di- queste cose nonpuò essere ascoltato. ta e che «lo scienziato era uno strego- stinguere tra messaggio evangelico, ne» e avere sostenuto che il matrimo- buono, e realtà storica, cattiva, della In collegamento da Roma ascoltianio è indissolubile e che l'aborto è un Chiesa. mo e vediamo l'antropologa Ida Madelitto, tanto che ora anche il Papa, in Dall'altra parte, affollatissima, gli, presentata come «l'unica donna un suo documento, avrebbe chiesto della barricata il notissimo e anticlé- che ha osato scrivere contro l'attuale scusa. Così, si mescolano una cita- ricalissimo (potenza dei nomi!) Papa». Essa sostiene che Giovanni zione infondata di un documento Giordano Bruno Guerri, presentato Paolo II ha fatto contro le donne le pontificio, due affermazioni etiche dalla su lodata Cancellieri come co- cose peggiori che la Chiesa abbia forti e reale patrimonio del magistèro lui che ha avuto il merito di avere di- mai fatto, perché: a) egli ha affermaecclesiastico, con due baggianate strutto il mito di Santa Maria Goretti. to [ma dove? ma quando?] che le storiche che, nonostante la malafede La tesi centrale da lui sostenuta è che donne sono solo uno strumento per la o l'arretratezza dei libri di testo, an- la Chiesa ha oggi la colpa di sempre, procreazione; b) ha esortato le donne che i bambini delle elementari sanno, quella di «un'istituzione che dichiara violentate della Bosnia a non abortire ormai, essere false. Dall'inizio si può di credere a verità rivelate, divine, e [ma i bambini concepiti con la viointuire la serietà della trasmissione, che quindi non può che frenare e lenza non erano persone umane?]; c) la quale, in effetti, continua, poi, in condizionare negativamente la so- ha una visione pessimistica del sesso un clima di frettolosa sarabanda, se- cietà», tesi che la conduttrice subito e negativa delle donne, per ben precicondo questo andazzo. ribadisce: «Dunque la Chiesa ha fre- se considerazioni teologiche, pronato il progresso». A un intervento di prie, del resto, di tutta la tradizione Cammilleri il Guerri ribatte che sa- cristiana. Gratuite rebbe stato molto meglio avere anche in Italia le guerre di religione: ci saoffese rebbe stato del sangue, ma ora l'Italia Una tesi Anche il primo gioco che segue sarebbe migliore. propone ai telespettatori che telefo- C'è anche un tal Giovanni Marpel- bislacca nano domande di questo tipo: come li, ex insegnante di religione, il quale La Cancellieri vuole approfondire si chiama il vescovo francese che è lamenta essere stato allontanato questo ultimo punto e chiede il perstato destituito dal Papa perché «è per la suadiomosessualità e per la sua ché. Ma è chiaro, risponde la Magli, stato moralmente troppo comprensi- pubblica, anche sull'Unità, difesa perché «nel Cristianesimo i maschi vo?», o «In quale città è stato brucia- del diritto di esserlo e di insegnare sono le spose di Dio (un Dio mato Giordano Bruno?». religione. Soprattutto ci tiene, il no- schio) e quindi non c'è posto per le Riprende la parola la conduttrice stro, a dichiararsi stupito perché il donne». La bislacca tesi viene ripreper dirci che, ahimé, la Chiesa torna
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sa dal suddetto ex professore di reli- Nonostante crescenti interruzioni, gione, che parla dell'omosessualità, riesce ad accennare precisazioni imsia pure sublimata, presente nella re- portanti, come: Gesù ha reclamato cezione, in ambiente non ebraico, del tutto il potere per sé e la sua Chiesa; reclinare il capo di Giovanni su Ge- il Papa non è sessuofobo, ma consù; non era, egli, del resto «il disce danna solo il consumismo del sesso, polo che Gesù amava»? la sessualità dovendosi vedere nel La Magli avrà ancora la parola per suo aspetto creativo; le inquisizioni ulteriori sciocchezze, storicamente sono state molte e la caccia alle streindimostrabili, ma impudentemente ghe la facevano i tribunali laici; i cataffermate, del tipo: «I popoli cristia- tolici sono gli unici che praticano ni sono i più feroci della storia. Non è l'esame di coscienza, privato e pubforse vero che i nazisti erano cristia- blico. Troppo, anche se in due minuni?». Finirà la sua performance con ti, per la conduttrice, la quale si afla perentoria affermazione che «Ge- fretta a ritornare ai giochi, alle cansù di Nazaret ha schifo della Chie- zoni, alla pubblicità. sa»; affermazione che il pubblico in ancora il tempo per una signosala accoglie con calorosi e prolun- ra C'è irpina, la quale fa un'accorata progati applausi. testa perché nella scandalosa ricoLe telefonate che vengono filtrate struzione affaristica in Irpinia si sono e trasmesse sono tutte improntate al- costruite megasuperstrade dove non l'odio per la Chiesa, ancorché di un passa nessuno, megastadi, regolarbassissimo livello culturale. Vertono mente vuoti, decine di piscine in sui presunti genocidi cattolici in montagna, ma non sono state ricoAmazzonia [e i gesuiti del Para- struite le chiese, come sarebbe stato guay?], sulle negative interferenze per una «questione di civiltà». della Chiesa nella storia umana, sulla giusto Apriti cielo: non ci deve pensare lo responsabilità sul ruolo subalterno Stato, viene subito rimbeccata, così della donna liberissima, invece, nel che non possiamo se la lettera mondo romano [e la cristiana «in- da lei inviata, con sapere richiesta intervenzione» del matrimonio basato sul vento, alla Pivetti ha avuto dirisposta consenso? e il contenimento dei diritti del pater familias?], sul rifiuto concreta. Tutto questo — ed altro ancora — del sacerdozio femminile e via diera proprio insopportabile, per la farscorrendo. Non manca, naturalmensesca impostazione del processo stote, chi insiste sullo spreco dei soldi rico, per le continue offese alle verità destinati alla costruzione di chiese, storiche più elementari e sicure, per quando ci sarebbero tanti ospedali ed asili da fare... tesi già sostanzialmen- la violazione continua e voluta della te sostenuta nel Vangelo da uno degli par condicio, così cara a Scalfaro e al apostoli, che, però, guarda caso, era garante. Ma ancora più insopportabile è la Giuda. pretesa della Cancellieri e dei suoi Viene data la parola ad un prete sodali di voler passare per audaci anziano e sorridente, che è, mi sarà pronti ad affrontare le quasi inevitapoi detto, un sant'uomo, don Oreste bili repressioni. Dice la signora conBenzi, ospite regolare della trasmis- duttrice in apertura che ogni volta sione. Sarà anche un sant'uomo, ma che tenta di parlare delle colpe della io, povero peccatore, non posso tra- Chiesa c'è odore di zolfo e che si scurare le sciocchezze che dice, co- aspetta l'intervento censorio di un me: a) grazie per essere stato invitato qualche funzionario. La loda, in conalla trasmissione «perché è molto clusione, Giordano Bruno Guerri per bella questa ricerca fatta insieme»; b) il suo coraggio, giacché, dice, in Itaanche per il rapporto con Dio, «nella lia, anche se non c'è più l'Inquisiziomia comunità ci sono ragazzi omo- ne «certe cose» si pagano ancora. sessuali stupendi, perché ciò che un Siamo, veramente, al trionfo delomosessuale ha non ce lo può avere l'ipocrisia. chi non lo è»; c) ha visitato nel Terzo Mondo sue missioni che fanno tanto del bene e hanno il merito di «non fare opera di evangelizzazione» [e l'ordine evangelico di Gesù di insegnare a tutte le genti «tutto ciò che io vi ho domande, per finire. insegnato» e di battezzarle nel nome Alcune Una all'amico Cardini, del Padre, del Figlio e dello Spirito consigliere della Rai.Franco Tra un'interviSanto? e Madre Teresa di Calcutta?]. sta e l'altra,.tra una polemica e l'alIl gesuita padre Guido Sommavil- tra, hai il tempo di guardare un po' la la ha la parola soltanto verso la fine. registrazione di questa ignobile tra-
Verità storica e par condicio
smissione e puoi cercare di restituire un minimo di par condicio non dico alla cultura cattolica, ma alla verità storica? Una seconda alla presidente Pivetti, che invece, purtroppo, non conosco. Dopo tante affermazioni di principio, alcune anche coraggiose e vere, vuol trovare il tempo, tra un intervento contro Berlusconi e un nuovo progetto per il CdA della Rai, per dire qualcosa su questa scandalosa trasmissione? Una terza ai non pochi vescovi che si dichiarano, più o meno chiaramente, perla sinistra: non sarebbe meglio che alzaste la voce in casi come questi? La quarta, infine, ai lettori. Vi immaginate cosa sarebbe successo se anche un decimo delle accuse rivolte — ed in questo modo — alla Chiesa e al Papa fosse stato indirizzato, che so, alle colpe del popolo d'Israele, ai protestanti, ai testimoni di Geova, ai musulmani, ai buddisti? Quante proteste e censure ci sarebbero state? Quali elevate parole avrebbe trovato Scalfaro? Quanti giornali ne avrebbero parlato? Ma contro il cattolicesimo, che è ancora la fede della maggioranza degli italiani, che è tanta parte delle nostre radici e, perciò, del nostro presente, tutto è possibile a tutti. Altro che odore di zolfo e coraggio, cara sguaiata e insopportabile signora Cancellieri.
La giustizia del sanculotto
ralizzare e senza presumere le inten- e non solo gli dà spazio, ma impedizioni dei singoli simpatizzanti, non è sce che l'accusato possa replicare. stata dissimile la logica che ha ispi- Oh certo, al sanculotto di oggi rato la costituzione e la presenza in manca il berretto frigio, veste giacca Italia di «Magistratura democratie cravatta invece che cenci, non ha ca», la corrente di sinistra dell 'asso- picca né forcone; ma alla fine lascia ciazionismo dei giudici, dal cui pro- sul terreno la stessa scia di sangue, gramma, pubblicato nel 1964, emer- di lutto e di desolazione. Si dirà che geva, fra l'altro, l'obiettivo della certi comportamenti delle forze delALFREDO MANTOVANO «formazione di un nuovo tipo di giu- l'ordine in determinati contesti solARIGI, 2 settembre 1792. dice, il quale sappia rendersi conscio levano perplessità; ma il minimo che Davanti al tribunale rivo- di essere strumento delegato e par- possa attendersi da personaggi che luzionario, costituito da ziale della sovranità popolare e, per- hanno rilievo pubblico e ricoprono pochi giorni, viene giudi- tanto, sappia ognora mediare nella cariche istituzionali è che le perplescato il • maggiore Bachmann, sua giurisprudenza le esigenze sità, proprio perchè tali, e cioè non guardia svizzera del re; mentre i espresse dalla medesima». Ancora coincidenti con la prova certa di giudici interrogano alcuni soldati nel 1971 Mdproponeva l'istituzione condotte deviate, meritino vaglio atsvizzeri, tratti in arresto il 10 ago- dei «consigli di giustizia», organi tento e prudente, e impongano la sto e chiamati a testimoniare con- «di collegamentofragli operatori strada della consultazione discreta tro il loro capo, una folla di san- della giustizia e la classe operaia e con i superiori gerarchici al posto culotti, che da qualche ora si era come centri di attenzione e di con- dell'urlo in diretta. Anche perché, (democraticamente esercitati) come pare che fosse nel caso del maraccolta dai bassifondi della cit- trollo sull'amministrazione giustizia» resciallo Lombardo, i comportamentà, irrompe nel palazzo, forza i (Bollettino di Md n. 1della del 1971). ti che avevano fatto insospettire eracancelli del carcere sottostante, no in realtà finalizzati ad ottenere riChi ha memoria sa bene che questi da lì trascina iprigionieri in mezsultati importanti nella lotta alla cripropositi non sono rimasti sulla carzo al cortile, innanzi ad un imminalità mafiosa. ta, e che nella seconda metà degli provvisato tribunale del popolo, e anni '60 e per tutti gli anni '70 si è Perchè il sanculotto di Palermo si nefa scempio. Appreso poi che gli assistito alla loro coerente concretiz- discosta dai suoi predecessori parisvizzeri si trovano nella sala delle zazione nei tribunali, e soprattutto gini? Forse perchè non individua un udienze, la folla sale le scale, at- nelle preture nelle quali operavano i Lavau in grado di soddisfarlo a pietraversa stanze una volta impor- «magistrati Eppure,vi è un limite per tutti gli no—ma tanti, e appare sulla porta gron- anche costoro, comedemocratici». il parigino Ladante di sangue, pronta a comple- vau e i suoi colleghi, hanno agito appetiti —; o forse perché i processi tare l'opera con le guardie del re servendosi degli strumenti proces- che sono in corso ochefrabreve dovranno celebrarsi a Palermo sono ivi presenti; ed è a questo punto suali. troppo importanti, non solo sul piano che il presidente del tribunale — Oggi vi è chi va oltre. Oggi vi è chi giudiziario, per non essere preceduti tale Lavau — blocca la torma e non si ferma sulle soglie di un'aula da tentativi di condizionamento, intima «di rispettare la legge e di udienza, né si lascia convincere quanto meno ambientale, e dalla l'accusato che è sotto la sua spa- dal Lavau di turno che basta attendecreazione di un clima tale per cui ai da»: gli omicidi sifermano, resta- re i tempi di un processo, pur distorgiudici sia reso difficile resistere alle no in silenzio, poi indietreggiano, to, per raggiungere il medesimo ri«hanno compreso — scrive Leno- sultato. Oggi il sanculotto non entra attese della piazza. tre, ripreso da quel grande giuri- nemmeno nell'aula di giustizia: va in Quali che siano le ragioni e gli sta che è stato S. Satta, ne II mi- televisione e li approfitta dell 'assen- obiettivi, c 'è qualche motivo per ritestero del processo, Adelphi 1994, za del contraddittorio, che proces- nere che l'Italia del 1995, nonostanp. 13 — che l'opera che essi com- sualmente dovrebbe far emergere le te tutto, viva una condizione diversa piono là in basso, le maniche ri- ragioni di tutte le parti, per vomitare da quella di Parigi del 1792. E se difvoltate e la picca tra le mani, que- accuse senza prove e per lanciare ferenza vi è, il sanculotto non può ti borghesi in mantello e cappello a imputazioni che nessuno ha forma- continuare impunemente a sputare piume la perfezionano sui loro seg- lizzato, ma che non per questo sono sentenze di sangue dai cortili televigi». leggere. Ne approfitta grazie alla sivi. Perfino i giacobini avvertivano la complicità di chi lo conosce, sa come necessità del processo, se pure di un agisce e come parla ordinariamente, processo rivoluzionario, basato su tesi preconcette e su esiti scontati, \L SCzCoLo D'iman prima di affidare gli «indagati» dell'epoca a^le cure del boia; la sostanza era identica, sia che prevalesse l'intervento diretto dei sanculotti in cenci, sia che si attendesse la sentenza letta dai signori con mantello e cappello piumato, ma i secondi garantivano alla rivoluzione una sorta di pudore, poiché la morte inflitta conosceva la mediazione del giudizio. In fondo, ovviamente senza gene-
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SAFARI
F a u s t o Gianf r a n c e s c h i
Quelli che non pagano mai il conto
A
lla testa dei partiti italiani non si vedono più i potenti della prima Repubblica (soltanto a sinistra torna ad affacciarsi un protagonista del consociativismo, Prodi). Invece i boiardi del giornalismo primorepubblicano sono tutti al loro posto, anzi più in alto, e continuano a impartirci lezioni dopo averle sbagliate tutte. Questo, in fondo, è ingiusto per la vecchia classe politica che ha pagato le sue colpe con l'emarginazione, l'esilio, i processi, mentre coloro che le tenevano cordone con il formidabile apporto del conformismo intellettuale sono usciti indenni dalla crisi e continuano a tener cattedra come moralisti, come accusatori. Tuttavia il tempo e il m u t a r e delle circostanze si incaricano di fare giustizia: si avverte che i boiardi sono invecchiati, che sulle loro spalle gl'ava il peso di tante sconfitte e di tante bugie. Ormai hanno poco da dire, gli resta l'abilità di ripetere le stesse cose con minime variazioni, come Giorgio Bocca che da parecchio
rielabora ovunque il medesimo scritto articolato, fateci caso, su tre soli punti: Berlusconi è una minaccia; gli italiani sono arretrati e pieni di vizi storici; non era p e r ottenere questi risultati che lui sali in montagna dopo l'8 settembre. Un altro boiardo, Piero Ottone, è più furbo. Ha moltiplicato p e r d u e la sua tematica: sull'«Espresso» scrive il solito articolo i m p e g n a t o (Berlusconi è un pericolo p e r la d e m o c r a z i a ecc.), m e n t r e sul Venerdì della «Repubblica» firma u n a rubrica di bon ton salottiero — sul tipo se ci si deve alzare q u a n d o e n t r a una signora — venato da quel filo di nostalgia che ormai affligge i sopravvissuti della p r i m a Repubblica. A questo genere c r e p u s c o l a r e appartiene l'intervento in cui Ottone e s p r i m e il suo fastidio p e r le canzoni mod e r n e che con quei suoni e quelle voci insopportabili p e r l'orecchio sono fra i più evidenti segni di d e c a d e n z a del nostro tempo. Sciaguratamente questa responsabilità non si
può imputare a Berlusconi; tuttavia il radical-chic non rinuncia alla sferzata; la colpa è dell'intera tradizione musicale dell'Occidente, intonata all'ag-
Gli intellettuali della prima Repubblica hanno sbagliato tutto, ma non hanno perso il vecchio vizio di criticare e insegnare
Su queste pagine è già stata data notizia di un fatto sorprendente, che or a esige qualche commento: «l'Unità» si è appropriata persino l'Opus 'Dei, un tempo bersaglio di critiche acerbe, intervistandone il portavoce Giuseppe Corigliano che si è prestato al gioco. Dopo aver espresso il suo a p p r e z z a m e n t o per ilquotidiano del Pds e per Walter Veltroni che lo dirige, Corigliano ha criticato il berlusconismo e ha detto che oggi la battaglia morale e culturale «è tra chi come noi ha una visione dell'uomo positiva perché connessa a valori di solidarietà, di equità e chi h a dell'uomo una visione ridotta. Si tratta di valori che ho visto testimoniare d a persone dell'ex De, del Ppi e dell'area del Pei e del Pds». Perfetto, il compromesso storico risorge con il tocco taumaturgico e la benedizione dell'Opus Dei. Tempo fa lo stesso Corigliano, in occasione della beatificazione di Escrivà de Balaguer mi invitò, benché non fossi Veltroni, a p r e s e n t a r e una biografia del fondatore dell'Opus Dei. Posso dunque chiedergli a ragion veduta se crede davvero che il messaggio del Beato si limiti ai valori della solidarietà e dell'equità (condivisi anche dai massoni). Non c'è niente di più? E tacerne p e r m e r o opportunismo politico non è lin a indecente riduzione spirituale?
gressività (di cui i suoni moderni sono pregni). Questa idea peregrina gli è venuta a Vienna — noblesse oblige — mentre nell'Augustinerkirche ascoltava una Messa di Haydn la cui veemenza soverchiante; trionfale, faceva p e n s a r e «a un campo di battaglia». Suppongo che Ottone, senza saperlo, abbia assistito all'esecuzione della Missa in tempore belli n. 9 in Do maggiore, detta anche Paukenmesse, composta da Haydn quando le truppe francesi invasero l'Austria minacciandone la capitale; si percepiscono in effetti, mediante i timpani e le trombe, allusioni guerresche, m a soltanto p e r esorcizzarle con la commossa invocazione finale a Dio: dona nobis pacem. Se Ottone mastica poco di Haydn (tortuosam e n t e connesso al rock), IL di Messa e di latino, si limiti alle divagazioni salottiere e all'impegno antiberlusconiano: eviti di esporsi ulteriormente al ridicolo.
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Solo il fanatismo degli ecologisti, dice il famoso naturalista, fa credere alla gente che il buco sull'Antartide dipenda da quei gas
«Ozono, gli spray non c'entrano»
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Parla lo scienziato francese Haroun Tazieff, strenuo avversario dei Verdi Parigi Alberto Toscano
in corso in Francia il processo a una società produttrice di insetticidi. Cinque anni fa il giovane Daniel Benoliel rimase sfigurato per l'esplosione di unabomboletta spray da lui utilizzata mentre fumava una sigaretta. In alcuni spray il gas Cfc, contestato dagli ecologisti per i suoi effetti sulla fascia d'ozono che circonda la Terra (proteggendola dalle conseguenze negative dei raggi solari), è stato sostituito da prodotti infiammabili. A proposito degli effetti del Cfc abbiamo intervistato il famoso scienziato francese Haroun Tazieff, che è stato negli anni Ottanta ministro della Protezione civile e che ha su questo argomento una posizione molto entica nei confronti dei Verdi. Tazieff, 80 anni, è imo dei maggiori geologi e vulcanologi mondiali. — Lei è favorevole all'uso del Cfc? «D Cfc è un fattore essenziale nell'industria del freddo, che ha a sua volta un'enorme importanza per l'umanità soprattutto nel trasporto e nella conservazione dei prodotti alimentari. Il ricorso al Cfc è stato un passo avanti rispetto all'uso di sostanze pericolose ed infiammabili. Gli ecologisti ignoranti sostengono che il Cfc è la causa del buco nella fascia d'ozono, che protegge la vita terrestre e che è situata tra i dieci e i quindici chilometri d'altezza nell'atmosfera». —E non è così? «D cloro del Cfc distrugge l'ozono, m a questo fenomeno avviene in proporzioni insignificanti. Il buco nella fascia d'ozono non ha alcun nesso con l'uso delle bombolette spray». —Come fa a dirlo? «D buco nella fascia d'ozono è situato sopra l'Antartide ed è stato fotografato dai satelliti. La denuncia degli ecologisti è partita proprio con la diffusione di quelle foto, ma il buco sopra l'Antartide esisteva già prima. Semplicemente prima non c'erano i satelliti per fotografarlo. L'uso mondiale del Cfc avviene per i nove decimi nell'emisfero Nord. Perché mai il buco dev'essere proprio sull'Antartide?». — Già, perché?
sfrutta l'etichetta ecologista. Io denuncio in particolare le menzogne di organismi come il Wwf, che hanno sviluppato contro l'industria chimica e nucleare una campagna pseudoscientifica, basata su affermazioni non verificate. TVoppi danni sono stati commessi nel nome dell'ecologia». — Un esempio? «La proibizione di un insetticida come il Ddt h a causato decine di migliaia di morti per malaria». — Lei è andato al vertice ecologico di Rio del '92? «Ci sono andato con Mitterrand, che mi h a chiesto di accompagnarlo. A Rio sono stato scandalizzato dalla propagazione di false certezze scientifiche ad opera di personaggi d'ogni parte del mondo, tra cui il comandante Cousteau. Sono stato anche colpito dall'ignoranza dei vari capi di Stato e di governo in materia d'ambiente naturale. Si ricorda del parlare che si fece negli anni scorsi in tema di "piogge acide"? Adesso si tace». —Perché? «Perché le avevano inventate i Verdi, che avevano basato su di esse una campagna di terrorismo psicologico. E vero che la foresta cecoslovacca è stata distrutta dall'inquinamento prodotto dalle industrie di quel Paese, m a le piogge acide all'Ovest sono in realtà una strumentalizzazione. L'inquinamento atmosferico è stato negli scorsi decenni terribile, m a è stato circoscritto. E, cosa che nessuno dice, si è verificato soprattutto nei Paesi comunisti. Il mare d'Arai è stato assassinato dagli scarichi industriali. Cernobil è nell'ex Urss, mentre in Occidente il nucleare — tanto odiato dagli ecologisti — è sicuro e non ha mai ucciso nessuno».
«Io ho guidato tra il 1973 e il 1979 quattro spedizioni nel cuore dell'Antartide e sono arrivato alla convinzione che il buco nell'ozono ha cause naturali, a cominciare dalla lunga notte polare. Nell'alta atmosfera l'ozono è generato dai raggi solari, senza i quali esso è appunto assente». —Ma la notte polare c'è anche al Polo Nord, dove invece la fascia d'ozono non è bucata... «L'Antartide è una terra coperta da chilometri di ghiacci: è molto più fredda della zona del Polo Nord, in cui lo strato di ghiaccio che riveste il mare si misura in metri anziché in chilometri. TYa l'Antartide e l'oceano circostante c'è una fortissima differenza di temperatura (anche ottanta gradi), che genera correnti d'aria destinate a girare come un vortice attorno al continente, ostacolando così la rigenerazione dell'atmosfera sopra di esso. La situazione del "buconell'ozono"varia nel corso dell'anno e gli ecologisti ci mostrano foto scattate nei periodi in cui esso è più evidente». — Lei ha detto che la notte polare è una delle cause del «buco». Quali sono le altre? «In Antartide c'è un vulcano molto attivo, l'Erebus, alto oltre 4 mila metri, che riversa nell'atmosfera enormi quantità di cloro e che contribuisce anch'esso alla perforazione della fascia d'ozono. Gli effetti prodotti dagli altri vulcani mondiali sono diversi sia per la quantità di cloro riversato nell'atmosfera sia per il gioco delle correnti d'aria, che provocano altrove un migliore ricambio». — Da cosa IL vengono le sue frequenti polemiche con i Verdi? «Io non sopporto le esagerazioni e gli errori di chi
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SEMBRA CHE PER OGNI PRETE CI SIANO DUE MAGHI
Se il regno dell'incerto chiama
dallaricerca cartomante?della I so- verità definito «il regno dell' incerverso la verità, percorsi facili fanno A che cosa si appigliano alla si sforzano di dire che to». E' il loro modo di essere per dare lamolti risposta giovani alla do- ciologi viviamo un'epoca di «religio- diversi, di dare un contributo
Servizio di Maurizio Naldini C'è chi sostiene che essérè giovani significa essere emarginati. Scomparsa, pèrfinó dalle canzoni di Sanremo, ogni retorica Regata ai «bei vent'anni», quello che fu da sempre un parametro sociale, o economico, sarebbe oggi una questione d'età. Ricchi d poveri, colti od ignoranti, che abitino nel ghetto di una metropoli o nei villaggi del Gem nargentu, i ragazzi sarebbero colpiti dagli stessi problemi: l'ansia per le cosé che non vanno e la certezza di non poterle modificare, l'impotenza di fronte al proprio destino, in molti casi l'angoscia di non intravederlo neppure. Non meraviglia, dunque, se sono proprio 1 giovani a èercare risposte là dove riescono a' trovarle, anche da un Sacfesta- i no che si improvvisa santone'. • Uno su due crede alla magia, il doppio dei loto padri.*E quando ci credòho lo fanno senza ironia, senza quel pi zzi : co di pudore e di autocritica che, spesso, accompagna i loro genitori dalla fcartomaiife. Per chi ha meno di 25 almi, ci dicono i sociologi, è verità quello che per gh adulti può essere soltanto curiosità, un «proviamo anche questa», un sostegno a scelte già fatte. A voler credere sino ih fondo a queste cifre, c'è da immaginare un terzo millennio dove il computer dividerà gli spazi con gh alambicchi (felle fattucchiere. Ad una forte spinta ne corrisponde una uguale e contraria. I giovani, dunque, facile oggetto di facili promesse. Che sono quelle dei maghi, per l'appunto, ma anche quelle dei «profeti», delle sette, di quanti promettono scorciatoie
mande della propria esistenza, invece che cammini faticosi, e colmi di dubbi, che possono durare per la vita intera. Vogliono, alcuni, che tutto questo sia ingigantito dai media, ai quali è noto quanta audience ottengano trasmissioni legate all'occulto ed al mistero. Ed è vero, anche Se moltiplicare il frastuono non significa affatto produrlo. . Qual'è dunque la causa? Basta a fotografare il presente ricordare che ormai, in Italia, per ogni prete ci sono almeno due maghi, e che coloro che vanno a Messa sono due milioni in meno 'di quelli che
sità latente». I teologi sostengono che non può essere religioso, neppure latente, quanto è condannato più volte dalla Bibbia, dal Vangelo, dalla Chiesa che mai fu tenera verso i negromanti. I positivisti a oltranza, in nome di un progresso che è ben altra cosa rispetto alla serenità dell'uomo, si ostinano a negare tutto quello che non è oggettivamente dimostrabile. In questa Babele di linguaggi i giovani, semplicemente, panano la lóro lingua. E inconsapevolmente, anche drammaticamente, rivendicano il diritto ad esplorare quello che viene
originale a un 'epoca che non crede più alle ideologie, non crede più alla scienza, che ha logorato le parole e con esse rischia di rendere logoro il pensiero mentre la ragione - è stato scritto - sempre più spesso viene utilizzata per spremere oltre misura le emozioni, fino a lasciarle esangui. Dunque, se la parola non serve più a comunicare, neppure quando viene urlata in TV, forse si può urlare qualcosa con il gesto, urlare al punto da farsi maciullare sotto un treno? E ; questo che temono ormai gl esperti in psichiatria sociale, i più accorti, a cominciare da Paolo Crepet consulente, fra l'altro, dell'organizzazione mondiale della sanità. Questo ci dicono i ricercatori laici. Molti teologi, invece, sostengono che la Chiesa ha le sue colpe, perchè inseguendo il secolo ha quasi abolito i riti, ha razionalizzato il messaggio, ha tolto i segni della tradizione dai muri delle chiese, e ha lasciato che tanti fedeli, fossero pure i più deboli, vagassero senza più appigli a caccia di verità più facili, o solo più facilmente raggiungibili. Ha scritto il francese Alphonse Dupront: «per inseguire l'intelletto la Chiesa si è come staccata dall'ordine cosmico e australe che le permettezva di essere sopra la storia.» La conseguenza è che quanto nell'uomo è viscerale, irrazionale - perchè l'uomo è anche questo - sarebbe rimasto senza una guida e senza un fine.
Può essere una spiegazione? Se così è l'uomo del terzo millennio ha necessità di ricomporsi anche con la sua parte irrazionale. Può sembrare un assurdo, ed è invece una speranza.
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Il fallimento nella prevenzione delle tossicodipendenze finisce per far prevalere facccttazion
Droga, c'è poco di leggero
Anche le sostanze cannabiche comportano pesanti conseguenze nella vita di relazione dei giova Dopo l'appello per la legalizzazione delle «droghe leggere» (si veda «Il Sole-24 Ore» del 26 marzo) e l'intervento di don Luigi Ciotti (29 marzo) oggi ospitiamo il contributo di don Chino Pezzoli.
di don Chino Pezzoli *
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opo vent'anni di esperienza con i tossicodipendenti non riesco proprio a classificare alcune droghe come "leggere". Se per droghe leggere si intendono le sostanze cannabiche (hashish e marijuana) occorre spiegare ai giovani e agli adulti che cosa si intende per "leggere". Uno sbaglio, ormai diffuso, consiste nel classificare come "leggere" le sostanze con le quali si riesce a convivere. L'alcool, a esempio, è sempre stato considerato compatibile o comunque accettabile per ottenere quella necessaria euforia in famiglia, nelle feste, nei ritrovi. Ora assistiamo a giovanissimi consumatori di sostanze etiliche con manifestazioni comportamentali confuse, aggressive, di pericolo personale e pubblico. Similmente si procede nel pubblicizzare l'uso delle sostanze cannabiche. Si assicura l'opinione pubblica che tali sostanze non fanno male, che occorre permetterne l'uso. Autorevoli personaggi fanno conoscere la loro opinione in merito, che il più delle volte suona come sentenza o, peggio, invito alla trasgressione. Credo che sia necessario considerare, prima di tutto, il significato dell'uso di una sostanza stupefacente all'interno della cultura giovanile e le sue implicanze psichiche sullo sviluppo dell'«io». Bisogna riconoscere che nella cultura contemporanea c'è un'alta incidenza e un'ampia accettazione dell'uso di ma-
rijuana, di hashish. La maggior parte dei diciottenni (circa i due terzi) ha sperimentato tali sostanze. Un tasso di sperimentatori e consumatori cosi alto ci preoccupa e non può essere considerato un corportamento deviante da tollerare o da legittimare con una Il periodo dell'adolescenza è difficile, il giovane affronta il compito evolutivo di differenziazione dai genitori per raggiungere un'identità autonoma. La sperimentazione dei nuovi valori e delle nuove convinzioni, la ricerca di nuovi ruoli e identità, la verifica dei propri limiti e dei confini del proprio sé, non possono essere turbati da una sostanza alterativa della psiche. Affermare che gli adolescenti, proprio per la loro esigenza di sperimentazione evolutiva e verifica dei propri limiti, siano tentati di sperimentare l'uso di sostanze cannabiche, è davvero una pazzia scientifica. La mente debole e non ancora strutturata dell'adolescente passa facilmente dall'uso all'abuso delle sostanze cannabiche. Spesso l'adolescente trova in queste sostanze lo sfogo emotivo e la compensazione per la carenza di rapporti umani significativi. E estremamente pericoloso favorire al giovane l'uso di sostanze disinibitorie per permettergli un inserimento adeguato nel gruppo dei pari. Non è la marijuana il "farmaco" che disinibisce e permette la comunicazione, il dialogo. Una mente alterata non comunica con gli altri, ma solo riesce a fondersi nel gruppo perdendo completamente l'autonomia, l'identità. Forse alla nostra cultura
\L Sooi Zi o t e HS
piace il giovane in balia di si sentono infelici e inadeguacon tutti e con tutto. Senspinte emozionali incontrolla- titendosi infelici e incapaci, te, di gesti euforici e disordi- questi giovani rifiutano qualnati, di comportamenti ram- siasi rapporto continuo beschi. Ecco perché si scrive e struttivo e vivono in.,e coun si dice che i giovani consuma- "mondo-altro", palesando retori di sostanze cannabiche attività e aggressività verso hanno migliori capacità di in- una vita normale. staurare rapporti sociali, hanno un maggior senso dell'av- Dimostrano, quindi, incanel controllare e regolaventura e si preoccupano pacità gli impulsi. Non c'è in loro maggiormente dei sentimenti re per i rapporti umadegli altri. Sono bugie profes- interesse vale a dire, non c'è rapporsionali che non possono esse- toni,con ciò che dà alla vita un re sostenute se non si vuole confondere la maturità senso di stabilità, uno scopo. dell'«io» con la stupidità. L'impulso del momento diQualcuno poi ha anche so- venta per loro fondamentale, stenuto che l'uso di marijuana non viene però trasformato e hashish facilita un concetto gradualmente e mediato da positivo di sé. Ipotecare una un sistema più ampio di valosimile eresia equivale a soste- ri e di obiettivi, perché il sistema psichico è alterato e nere la tesi che tutte le perso- quindi carente di funzionabine per evolvere e prendere co- htà elaborativa dei contenuti. scienza del proprio «io» dovrebbero conoscere l'impiego Nella mancanza e abbassadi cannaboidi o di altre so- mento delle capacità interiori, stanze simili... Siamo vera- la pazienza e la tolleranza somente in una cultura demen- no impossibili. Gli stessi senziale. Si vuole a tutti i costi timenti vengono "offuscati" in quanto la sostanza offre molegittimare una devianza con mentanee gratificazioni illusitesi assurde. ve di relazione, di contatto, di Si cerca, inoltre, di sostene- rapporto con gli altri. re che le sostanze cannabiche Si hanno, seri motiabbiano assunto, nella cultura vi (questo è inoltre, per ritenegiovanile, eli stessi significati re che l'usograve) della cannabis psico-sociali che erano asso- procuri al consumatore disagi ciati all'alcool nelle generazio- assai gravi, come la riattivani precedenti. zione di stati latenti schizofreDi fronte a simili afferma- nici. Sono ormai parecchi i zioni pericolose, sarà bene casi accertati di giovani comprecisare alcuni rischi deri- promessi nella psiche in movanti dall'uso delle cannabis. do irreversibile Prima di tutto, è bene riba- li sostanze. per l'uso di tadirlo che sono pochissimi gli Come si è visto, i danni che sperimentatori delle sostanze queste sostanze cannabiche che riflettono una procurano stupefacenti dette "leggere" normale fase di esplorazione e non sono affatto trascurabili o di curiosità. I giovani speri- da nascondere. si capisce mentatori, ben presto, diven- proprio perchéNon si debba legatano consumatori. 1 uso che equivale a I consumatori abituali sono lizzare diffondere l'opinione che queincapaci di investire energie ste sostanze, tutto sommato, in relazioni interpersonali si- non sono poi così o gnificative o di trarne soddi- che, addirittura, pericolose dovrebbero sfazione. Inoltre, la loro sfidu- essere presentate come «ricocia, la loro ostilità e il loro stituente psichico». isolamento emotivo impedidello "sballo", scono che le relazioni ottenu- giàLain cultura i nostri giovate sotto l'effetto della sostanza ni, nonattopuòtratrovare in una divengano realtà. Non sono in legge l'assenso e la normalizgrado di investire le loro ener- zazione. gie nella scuola, nel lavoro, o Ha ragione lo psichiatra di impegnarle per il raggiungi- Vittorino Andreoli nell'affermento di obiettivi significati- mare siccome abbiamo vi. In altre parole, sono alie- fallito che, nella prevenzione della nati «dall'amore e dal lavo- tossicodipendenza, tentiaro», da ciò che dà significato mo in tutti i modi dioraaccettaralla vita e permette di trarne la e che non esiste più l'attensoddisfazione. Parallelamente zione verso la persona e i grandi ideali che deve conseguire.
* Comunità «Promozione umana» (San Giuliano Milanese)
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77 rischiò che il darwinismo finisca per diventare una nuova metafisic
Quando la scimmia prese il posto di Adamo
La presa di posizione di papa Pio XII nei confronti dell'evoluzionismo
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N LETTORE inglese, il signor Philip Dallas, residente a Pula, in Sa^ degna, mi chiede se è possibile credere in Dio e in Darwin. Egli esprime l'opinione che la cristianità abbia assorbito Darwin. Risulta anche a me che tra i cristiani il darwinismo sia largamente diffuso. Invece, tra i darwinisti più convinti, il cristianesimo è (con qualche rara eccezione) in scarsa considerazione. Un primo immediato commento è che la fede in Dio è di natura diversa da quella in Darwin. Credere in Dio è una situazione metafisica, mentre 1' evoluzione per selezione naturale è una ipotesi scientifica. Diffidiamo però dei primi immediati commenti, che sono spesso Ovvietà. Il darwinismo ha una fondamentale componente metafisica e, nonostante le riluttanze di Darwin, si pose subito sul piano della religione, offrendoci la scimmia al' posto di Adamo. Darwin inverte il percorso della creazione. Mentre i testi sacri pongono all'origine perfezioni angeliche o adamiche, soggette a cadute e a redenzioni, l'evoluzionismo pone all' origine il fetido brodo primor-
diale, poi l'approssimativo, il di GIUSEPPE SERMONTI bestiale, il mostruoso, e solo alla fine, per gradi impercettibili, l'animale uomo. Il demiurgo ha fatto al principio un cattivo lavoro che la ragione selettiva ha lentamente aggiustato. La metafisica darwiniana è gnostica. La Chiesa ha preso una posizione ufficiale, con Pio XII, nei confronti dell'evoluzionismo: ci si può anche lasciar convincere, purché siano rispettati i canoni della logica. In effetti la contrapposizione tra Dio e Darwin non va sentita in modo manicheo, come fosse tra Bene e Male. Essa riflette, due modi dell'uomo di sentirsi al mondo: quello di chi si sente immerso tra grandezze inarrivabili, e quello per cui vere grandezze non ci sono. Darwin è figlio dell'arroganza di Prometeo contro Zeus, e ogni uomo moderno tempera la "hybris" di Prometeo col timore di Dio. Ma quel che si è verificato nell'ultimo secolo à la caricatura dell' impresa di Prometeo, il titano moderno ha dato lo scacco a Zeus, ha consegnato ' all'uomo il fuoco uranico e la tecnologia, ma non si è poi chinato al millenario dolore sulla roccia caucásica. E inavvertitamente, ma in tempi abbastanza brevi, il suo mondo è scivolato nelle
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mani dell'usura e della criminalità organizzata, con il compiacimento di una "intellighenzia" salottiera, impegnata a realizzare il degrado dei buoni sentimenti. f.y Tutte le grandezze*rmi ¡1 mondo si era riferito sono state abbattute senza riguardo, con la convinzione che dai. ruderi sarebbe sorta una città nuova in cui ogni cosa sarebbe stata scientifica e razionale. Ma dai ruderi non è nato nulla di grande, perché, come insegnava Heidegger, tutto ciò che è grande nasce grande. Cataste di volgarità non creano un verso poetico. Che poi tutta la questione di Darwin e Dio sta in questi termini: cose grandi nascono grado per grado, un poco per volta (Darwin), o sono in principio e a noi compete di comprenderle e riproporle? La vera alternativa è se consentire alla commozione, alla partecipazione e all' elevazione, o prudentemente fidarsi solo dei propri registri contabili. Il titano, legittimato il suo potere, è diventato un dio piccolo piccolo.
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STORIE INEDITI DI TORTURE E CRUDELTÀ
Quando morire era un privilegio seggiato dell'acqua. Non «Gli aguzzini simulaRoma solo: rono un pronto intervento e condottili dietro un muro li fucilarono... ». La magparte degli italiani «lilOrire era un pri- gior dagli jugoslavi vevilegio. I campi di concen- berati» costretto a lavorare tramento degli jugoslavi in niva giorno nelle Bosnia e Serbia erano fab- per 18 oreIn aluna relazione briche di orrori. Migliaia di siminiere. legge: «Si tratta di un laitaliani, militari e civili, uc- voro a 1000 cisi a guerra finita. Non c'è metri pesantissimo sotto terra con pala e aggettivo p e r definire le a- piccone, i piedi nell'actrocità. Bastano le testimo- qua, senzaconscarpe e con un nianze dei militari, di cui il solo straccio p e r coprire Giornale è venuto in pos- vergogne. Del vitto non nele sesso, perfarsi un'idea. ». Chi moriva, Il sottocapo meccanico parliamo... 10 al giorno solo della Marina Federico Vin- palmeno e r le malattie, veniva butcenti, già internato nell'i- tato in fosse comuni. sola di Lissa, scrive: «Dal 10 al 20 dicembre '43 si calcoL'inferno di Borovnica. la siano stati fucilati circa «Là dove la crudeltà e le 1800 militari i cui cadaveri violenze hanno assunto lè sono stati buttati in mare. forme di espressione più Le esecuzioni in massa av- raffinate e più macabre è vengono a Bisevo. Soldati, stato nel campo di Borovche quasi completamente nica. Le numerose deposinudi mostrano stanchez- zioni che esistono al riz a vengono fatti oggetto di guardo sono tutte concorrappresaglie d a parte del- di nell'offrire un quadro le sentinelle che sparano raccapricciante di sevizie loro addosso colpendoli al- e di maltrattamenti senza le gambe». Liberati dall'e- fine inflitti ai prigionieri isercito russo dai campi di taliani», si sottolinea nel sterminio nazisti, gli italia- rapporto. «Un giorno fui ni venivano bloccati dagli avvicinato da un partigiaslavi. E ridotti come schia- no — h a raccontato il mavi. Ecco il racconto di Pio resciallo Antonio Pugliese Banzi, reduce dal campo di — che chiese a m e e a un Pozarevac: «Abbiamo visto mio compagno professioprigionieri italiani, liberati ne e luogo di nascita. Adai russi e avviati verso l'I- vendogli fornito dette notalia, esser presi dai parti- tizie, egli mi obbligava a giani e spogliati di tutto schiaffeggiare il mio comquanto potevano aver die- pagno e a lui di fare altrettro o addosso. Li battevano tanto con m e e ciò si prò- 1 a sangue perchè firmasse- dusse per un quarto d'oro dichiarazioni attestanti ra.,. ». A Borovnica «le bache erano stati catturati in- stonature e le sospensióni sieme ai tedeschi con le ar- a un palo mediante filo mi in pugno, il che equiva- spinato erano all'ordine leva a farsi ammazzare del giorno, p e r chi cercava prima o poi; indi li avviava- di procurarsi un po' di cino in boscaglie completa- bo... ». Il carabinieri Damente nudi e sanguinan- miano Scocca ha dichiarati...». . to: «Dai partigiani venivao tratti come bestie e Vita da campo. Lo stu- mspecialmente giovanissidente universitario Ame- mi, ragazzi di i 13-14 anni, rigo Iannuccelli ha ricor- non ci lesinavano percosdato che nel campo di Novi se e schiaffi. Un prigionieSad. i partigiani di Tito co- ro, che si era avvicinato alstringevano gli italiani a la marmitta per p r e n d e r e massacranti turni di lavo- ancora un po' di brodaglia, ro accompagnati «da po- veniva ucciso con una scachissimo vitto e da molte rica di mitra... ». «Un certo bastonate». «Nelle ore di ri- Raso — dichiara il militare poso ci conducevano per la Giacomo Ungaro — per acittà — h a aggiunto — ver mandato furoi un bimentre la popolazione e, nel quale pregava specialmente le donne, ci glietto la moglie di non consegnacolpivano con sassate... ». Il re più pacchi al comando soldato Federico Fissore sloveno (perchè veha ricordato che due mili- niva portato via) tutto tortutari della Finanza vennero rato per un interafunottata. gambizzati per aver sor-
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costretto poi a leccare il sangue che perdeva dalla bocca e dal naso; gli bruciacchiarono il viso e il petto, talché aveva tutto il.corpo bluastro. Sigari accesi gli ftirono messi in bocca ed egli fu costretto ad ingoiarli». E d ecco, infine, un episodio agghiacciante: «Il 15 maggio 1945, due italiani lombardi p e r essersi allontanati circa 200 metri dal campo, furono richiamati e subito martirizzati col seguente sistema: presi i due e, avvicinato gomito a gomito, li legarono con un filo di ferro fissato per i lobi delle orecchie precedentemente bucate a mezzo di u n filo arroventato. Dopo di averli in questo senso assicurati, li caricavano di calci e pougni fino a che i due si strapparono le orecchie. Come se ciò non bastasse a pagare il fallo, furono adoperati quali bersagli per allenare il comandante e le drugarize che colpirono i due con molti colpi di pistola...». g.mu.
Torture, sadismi, occhi strappati ed esecuzioni sommarie: solo ora si indaga sui crimini dei partigiani di Tito in Istria
E nelle foibe gli italiani uccisi furono ventimila
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Francobaldo Chiocci
i provò nel febbraio 1993, quanstorie incredibili di torture e sa- sul dramma della sua terra e che scontò do ancora non si interessava di ribalto- scorso: dismi, di occhi strappati, di condannati pressoché dimenticata i 17 anni della ni, il presidente della Repubblica Scal- a morte che venivano gettati vivi nelle condanna. faro reduce da una visita choc a Trieste, fenditure carsiche legati colfìldi ferro a Sul cippo di Basovizza, dunque, sono dove una delegazione di profughi istria- un già giustiziato che col suo peso iner- incisi alcuni numeri. R primo è 300. Rini e dalmati l'aveva invitato a riaprire, me li trascinava sul fondo. corda in metri l'originaria profondità per una rilettura troppo a lungo e vilè lodevole ma improba. della foiba. R secondo è 228: la quota mente trascurata, una delle pagine più NonL'impresa solo non si conosce il numero degli della voragine nel 1918, dopo che l'aveinfami della storia scritte dai comunisti: assassinati, che secondo alcuni potreb- vano fatta, salire detriti di ogni genere quella delle foibe.Tra l'altro, proprio bero essere più Soltanto le (ma non umani): carbone.armi e muniScalfaro, nel 1954 a 34 anni, era stato foibe di Basovizzadi ventimila. e Monrupino ne a- zioni abbandonate ed altri residuati sottosegretario allapresidenza del Con- vrebbero inghiottiti cinquemila. E tanto della guerra contro gli austroungarici. siglio con delègaperle «questioni di conovviamente, si conosce l'identità L'ultimo numero è 135. Tanti sono i mefine». All'udienza, c'erano anche i pa- meno, della maggior parte dei desaparecidos tridiprofonditàmisuratinel 1945, quanrenti di Norma Cossetto, una delle vitti- giuliani, istriani e dalmati. Lo storico do Trieste «liberata» non era stata ancome innocenti scaraventate nel bàratro sindaco di Trieste restituita, Giovanni ra restituita all'Italia. Quel dislivello di dopo essere stata legata a un tavolo, Bartoli, riuscì negli anni '50 ad indicar- 93 metri è la differenza anche geologica violentata e uccisa da 17 aguzzini u- ne con nome e cognome appena 4.141 e che passa tra la civiltà e il mattatoio. briachi, tra i quali un comunista italia- altri 654 vennero aggiunti con una suc- Sono stati i cadaveri dei massacrati a no «prestato» al maresciallo Tito. Era cessiva uricerca. Ma si è potuto variarla. Un ulteriore, orrido calcolo in na studentessa di lettere, una bèlla ra- quantificare il numeroneppure delle voragini mortuario porta a più di 500 megazza gioviale e inconsapevole dell'uni- cui gli scheletri giacciono già calcinati ino volume cubi la catasta infame di quel cimiteca colpa commessa: stava lavorando a sono stati distrutti, inghiottiti dal fango tri ro verticale: a quattro morti almeno ouna test di laurea dal titolo «L'Istria ros-o liquefatti dalle acque sotterranee. gni metro cubo, fanno più di duemila. sa». Ma, allora, non la credeva rossa per Molte in territorio diventato sloveChi erano? Gli slavi si provarono a diil colore politico che l'avrebbe insangui- no, e glisono hanno sempre sprezzan- re.- «TUtti fascisti e nazisti». Tra le salme nata. La credeva rossa per la bauxite, il temente sloveni risposto che devono essere di militari e militarizzati che si riuscirominerale che vi abbonda. tombe rinnegate perché contengono so- no a recuperare c 'erano più carabinieri, Scalfaro, seppure in maniera felpata lo resti di fascisti e nazisti, memorie u- guardie finanza e anche vigili urbani e informale, ne scrisse all'allora presi- mane maledette da cancellare per sem- che non disoldati della Rsi e della Wehrdente del Consiglio Amato per chieder- pre. rnacht. C'erano soldati italiani fatti prigli di far indagare, se possibile, «sulle Per raccapricciarsi a questi orrori di- gionieri tedeschi dopo l '8 settembre circostanze che portarono all'elimina- menticati è sufficiente l'algida eloquen- e appenadairientrati dai lager. E c'erano zione di alcune migliaia di cittadini ir za di alcuni numeri altimetrici. Sono anche, ancora in uniforme, erataliani da parte delle formazioni parti- quelli incisi sulla lapide eretta davanti no stati ammazzati in fretta,perché senza che giane jugoslave». Sottolineava che predatori riuscissero a spogliarli alla foiba di Basovizza, a nord di Trieste, dii boia «molte delle persone eliminate eranol'ignominia ogni cosa come facevano con le altre più vistosa dei quaranta vittime, colpevoli soltanto di essere italiane» egiorni di quella 28 cadaveri di soldati neoze«liberazione» titina landesi, di suggeriva «la necessità di far luce sui Trieste che inutilmente cioè alleati dei loro giustizieri, una giovane e singoli casi, seguendo l'indirizzo della ardente professoressa LOzna, la Ghepen slava, e la neoirredentista, riabilitazione delle vittime innocenti Maria Pasqulnelli, tentò di scongiurare Guardia delsinistra popolo dei comunisti itadei governi comunisti». Insomma, alliani agli ordini del famigerato IX Corcercando di far incontrare (e momenta- pus meno una par condicio sui morti. Co- neamente uccidevano e scaraventavano nel di modo che si baratro me non detto, non chiesto e non sugge- battessero rappacificare, per vendette privainsieme contro l'irrompere rito: il governo Amato aveva ben altro e della barbarie) i partigiani anticomuni- te, vogliachidicapitava sangue e di razzie, anche di più urgente da fare.. semplici antipatie, soprattutto odio i sti italiani con i marò della XMas di Va* etnico e religioso. I preti eraOra ci riprova, a Roma, un magistraBorghese. Maria Pasquinetti è la deologico, no braccati perché preti. Don Angelo to della Procura, Gianfranco Mantelli, lerìo Carlotta Corday istriana, la pasionaria Tarticchio, di Rovigo, lo trovarono col in abbondante ritardo sui suoi predeper amor di patria, che il 10 capo coronato come Cristo in croce, ma cessori distratti, ma consapevole che i assassina febbraio 1947 uccise a Pola il brigadiere crimini contro l'umanità, ancorché generale inglese Richard V.M. de Win- di filo spinato, e con i genitali in bocca. commessi mezzo secolo fa, non si pre- ton per attirare l'attenzione del mondo Un paralitico, Mario Bisisish, lo strangolarono prima nel suo letto. Infocaroscrivono. Parte del dossier sugli orrori fino pure Angelo Adam, antifascista renalmente in mano a un giudice volentepubblicano e israelita reduce da Daroso è stato già anticipato da Giorgio chau, e anche i comunisti Matteo BisiaMule sul nostro giornale, il 7 marzo ch, Nicola Carmignani e Antonio Del Bianco perché, non avendo capito niente del comunismo, si rifiutarono di dichiararsi anti-italiani.
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Comunismo, 212 milioni di morti
Tanti sono gli uomini massacrati in nome di un'ideologia sconfitta dalla storia Oggi le vittime della follia rossa verranno ricordate a Milano in un convegno organizzate da Alleanza cattolica. Russia, Cina e Cambogia: un eccidio senza fine
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Luciano Gulli
ompagni!... Non possiamo dire che l'operato di Stalin sia stato l'operato di un despota folle. Egli riteneva che ciò dovesse essere fatto nell'interesse del partito, delle masse lavoratrici, in nome della difesa delle conquiste rivoluzionarie. In questo sta l'essenza della tragedia...»
Kruscev (dal rapporto al XX Congresso del Pcus)
Che la ruota dentata del comunismo abbia sbranato milioni di uomini - là dove la dittatura del proletariato si incistò, scolorando in plumbeo regime - è una cosa che, grosso modo, sanno ormai tutti. Anche se i testi scolastici e gli organi d'informazione sorvolano ancora volentieri sull'argomento, che è scabroso, anteponendogli quello, parimenti orrendo m a aritmeticamente meno agghiacciante, dell'Olocausto. Ma quanti siano stati davvero i morti, e dove, e come, questo le nuove generazioni ignorano ampiamente. Sui costi umani del comunismo grava ancora una spessa cortina di ambiguità e di silenzio, come se le atrocità commesse in nome di un preteso ideale superiore potessero essere ridotte a un incidente della storia, a una penosa vicenda che è meglio dimenticare. I libri che hanno affrontato a viso aperto la lutulenta materia, come ad esempio r«Esperimento comunista» dello scrittore cattolico Eugenio Corti, circolano in aree ristrette, come samiszdat, ignorati quando non derisi dalla cupola culturale che sovrintende alle arti e alle lettere. Cupola che era e resta saldamente dominata dalla sinistra, che per decenni ha trapanato e martellato nelle coscienze solo le atrocità commesse dai nazisti. n convegno che si apre oggi pomeriggio al cinema Leonardo di Milano, organizzato dai tradizionalisti di Alleanza cattolica e dalla rivista «Cristianità», h a dunque questo merito: tenere sveglia la memoria, impedire che vinca il silenzio, sma-
scherare la diabolica visione Nelle città delle zone agrico- blica popolare cinese) al dell'uomo che s t a dietro le, e in particolare a Kiev, 1957. Sono gli anni delle un'ideologia sconfitta dalla racconta Grossman, molti «campagne di liquidazione» storia m a non ancora defun- contadini «affamati striscia- dei borghesi, degli ex funziovano in mezzo alla gente: nari ed ex soldati nazionalita. «Il costo limano del comu- bambini, nonni, ragazze tte, e sti. Ma il peggio doveva anconismo nel mondo» è il titolo non pareva nemmeno che ra venire. Gli anni dal 1958 al del convegno, e toccherà fossero esseri umani, m a u- 1962 sono quelli del «grande proprio ad Eugenio Corti, in na sorte di cagnetti o gattini balzo in avanti» e della costiapertura, stilare l'orrenda schifosi su quattro zampe... tuzione delle «comuni popocontabilità della strage. Sono Ogni mattina passavano del- lari» contadine. Lazio Lanumeri che si fà fatica a in- le piattaforme speciali trai- dany, uno dei maggiori eghiottire; numeri che gelano nate da cavalli e raccoglieva- sperti occidentali di cose ciil sangue nelle vene. Pensa- no quelli che erano morti du- nesi, stima i morti di questo te: 60 milioni di morti in Rus- rante la notte. Ho visto una di quadriennio in altri 50 miliosia (dal 1917 al 1956); intorno queste piattaforme: c'erano ni. A questi vanno poi aggiuna 150 milioni in Cina (dal 1949 deposte salme di bambini. ti i morti dal '58 al '65 nei lager al 1977); circa 2 milioni, ossia Proprio come li ho descritti: (dov'erano rinchiusi dai 18 ai un terzo della popolazione in sottili, lunghi lunghi, musetti 20 milioni di forzati, con una Cambogia, in soli tre anni; come quelli di uccellini mor- mortalità annua stimata nelti, beccucci adunchi... E fra l'ordine del 7-8 per cento). Il dal 1975 al 1978. loro ce n'erano che pigolava- chefia,altri 12 milioni di morti no ancora, le teste come circa. Al computo mancano riempite d'acqua dondola- ancora quelli ingoiati dalla vano. Domandai al vetturale: «grande rivoluzione culturaAi milioni di morti caduti perché anche quelli, ancora le». Secondo i demografi sull'altare della religione le- vivi? Lui fece un gesto come a francesi Paul Paillât e Alfred Sauvy, che esposero il risii! ninista, nei primi anni seguiti alla rivoluzione d'ottobre, dire: prima che arriviamo a tato dei loro studi nel '74 sulseguirono quelli del terrore destinazione non sono più vi- la rivista «Population», in Cina «mancavano» 150 milioni staliniano. Nel 1929 cominciò vi». Poi, dopo la repressione di persone. la spietata repressione dei kulaki, piccoli contadini che degli ultimi «piccolo borghein moltissimi casi erano di- si», venne la stagione delle eventati proprietari di fazzo- purazioni, dell'indottrinaletti di terra ottenuti proprio mento obbligatorio, dell'audai comunisti, che per averli tocritica, della delazione. I khmer rossi si impadroalleati nella lotta contro lo Nacquero i lager. Nel 1953, nirono del Paese il 17 aprile zarismo avevano assegnato alla morte di Stalin, ricorda 1975, deportando immedialoro i latifondi strappati alla Eugenio Corti, in Russia c'e- tamente il 50 per cento della nobiltà. Solgenitsin calcola rano 15 milioni di forzati, e le popolazione e trasformando in 15 milioni i kulaki morti, ri: fucilazioni crebbero ulte- l'intera Cambogia in uno («nel 'terribi- sterminato campo di concordando però che a questi riormente vanno aggiunti altri 6 milioni le'1937 furono fucilati insie- centramento. «Subito dopo di vittime della fame, per la me agli altri anche 400mila ricorda sempre Eugenio «carestia artificiale» degli conlunisti 'innocenti', com- Corti - fu dato inizio all'elimianni 1931-1932. «La fiumana presi alcuni esponenti del nazione degli ex detentori degli anni '29-'30 - scrive il potere, dell'avere (spesalto livello. Così, per e- del grande scrittore russo nel più so poveracci che possedevasempio, di 139 membri effetsuo Arcipelago Gulag - spinsolo un fazzoletto di rie supplenti del Comitato no se nella tundra e nella taiga tivi saia) e del sapere (ovvero centrale del partito eletti nel un quindici milioni (e forse XVII congresso, 98, pari al 70 chiunque sapesse leggere e più) di contadini. Ma i conta- per cento, furono arrestati e scrivere). In tre anni gli analdini sono un popolo privo di fabeti passarono dal 60 al 90 favella, privo di scrittura, fucilati». per cento; il numero dei meIl costo totale in vite umanon scrissero lamentele né ne fu, secondo i calcoli dello dici da oltre 500 a una set i a rimemorie. I giudici istruttori specialista Kurganov, di 66 tira. Uittiilibri, fattaeccezionon faticavano di notte con milioni di vittime. Di 60 milio- ne per quelli della Biblioteca essi, non sprecavano verbali: vennero distrutti. di morti h a parlato lo stes- nazionale, bastava una delibera del So- ni Per costruire la nuova Camso Solgenitsin nel suo discorviet rurale. La fiumana si ri- so al Parlamento russo del 28 bogia, era la parola d'ordine versò, fu assorbita dal ghiac- ottobre. E nessuno lo ha con- del dittatore Poi Pot, un micio eterno, e neppure le traddetto. lione d'uomini è sufficiente». menti più focose la ricordaA salvare i cambogiani no. E' come se non avesse dall'estinzione, paradossalneppure ferito la coscienza mente, intervenne nel genrussa. Eppure Stalin (come naio del 1979 l'esercito coPietromarchi, studio- munista vietnamita. I moni io e voi) non commise crimi- so Luca del comunismo ed ex amcomplessivi, secondo lo spene più grande». basciatore a Mosca, ha valucialista francese Francois Alla bestiale repressione in 50 milioni i moni cau- Ponchaud, sono oggi valutati dei kulaki ha dedicato pagi- tato sati dal delirio comunista in in un terzo della popolazione intense anche Vasìlij Cina dal 1949 (anno della ne, che nel '75 era di sette miGrossman in «'Ritto scorre». proclamazione della Repub-
La Russia
La Cambogia
La Cina
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lioni d'abitanti circa. Pure, nota sempre Corti, «se i teorici khmer fossero arrivati ad attuare il loro programm a di lasciare in vita soltanto un milione di cambogiani, anche allora non sarebbero riusciti ad eliminare del tutto le tare che hanno impedito in Russia e in Cina di costruire il socialismo. Per eliminare, coi mezzi suggeriti dal materialismo dialettico, la corruzione e l'egoismo dalla coscienza dell'uomo, non gli sarebbe rimasto che andare avanti fino ad eliminare totalmente l'uomo».
PERSECUZIONI ALLA CHIESA Decine di migliaia di credenti hanno pagato con la vita la loro fede
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l decreto che dichiarò l'Albania Paese ufficialmente ateo portava il numero 4337. Era il 1967. Ma quel decreto non faceva che formalizzare la soppressione della Chiesa cattolica la cui persecuzione durava ormai dal 1944. Da allora, ricorda Giampaolo Barra, collaboratore dell'Associazione di diritto pontificio «Aiuto alla Chiesa che soffre», «tutte le chiese ancora rimaste aperte venivano saccheggiate, profanate, distrutte o requisite e trasformate in locali pubblici. Pregare nella propria casa, portare al collo un crocifisso, appendere un quadro religioso nella propria abitazione, avere in tasca una corona del rosario poteva costare, se scoperti, dieci anni di carcere duro». Al convegno sul «Costo umano del comunismo nel mondo». Barra svolgerà una relazione sul l'«eroica testimonianza della Chiesa del silenzio» nel Paesi a regime comunista. Un martirio passato ampiamente sotto silenzio, fatta eccezione per pochi, cla-
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morosi episodi; come quello di cui fu protagonista e vittima il vescovo ungherese Josef Mindszenty, incarcerato nel 1948 e Liberato dopo 8 anni di torture e umiliazioni. Vescovi, arcivescovi, gesuiti, suore, francescani, seminaristi, semplici credenti hanno pagato con la vita, a decine di migliaia, la loro testimonianza idi fede. Ucraina, Albania, Lituania, Romania, Cecoslovacchia, Polonia. L'elenco delle persecuzioni è lungo. Basterà, per dare le dimensioni del calvario affrontato dalla Chiesa cattolica nei Paesi dell'Est, citare il caso della Polonia, il Paese di Karol Wojtyla. All'inizio del 1953, quando fu imprigionato il cardinale Wyszynskt ben 7 vescovi si trovavano in carcere ed altri 2 erano impediti di esercitare pubblicamente il loro ministero. Nei primi anni della persecuzione, dal 1944 al 1953, la Chiesa polacca ebbe 37 sacerdoti uccisi, 260 scomparsi, 350 deportati 700 incarcerati e 900 condannati all'esilio. I.gul.
I crimini dei vincitori: un falso storico sulla guerra di Spagna, sintesi di un massacro inventato e di una perversione estetica
Guernica, cinquantanni di menzogne
La verità sulla città basca chedinelmenzogne, 1937 nongra-fu sterico. distrutta dai nazionalistitifica ma didaiHart«rossi» in figa vittoria l'aprì la «Wazie a una combinazione di
Da Parigi partì anche la shington Post», potente fattori pubblicitari difficil- nuova menzogna che per- quotidiano radicale che, lamente ripetibile. suase un altro americano, per un attimo che Sintesi di un massacro in- trentacinque anni più tardi, sciando giornalistico . 1 dottor Giorgio Bronzi- ventato e di una perversio- a impugnare il piccone che l'interesse prevalesse sul pregiudizio ni, primario della Divisione ne estetica, nacque una co- avrebbe messo a nudo l'in- ideologico, dedicò un'intedi Ortopedia e Traumatolo- riacea e durevole truffa in tera perversa storia. Alla fi- ra pagina alle ricerche del gia dell'Ospedale di Mace- cui l'inventiva comunista fu ne del 1972, «Le Monde», sot- professor Hart. rata, invia una lunga lette- moltiplicata dalla commer- to il titolo Guernica, Guerni- Bolin aveva distrutto la ra, la cui seconda parte mi cializzazione americana. La ca, Guernica, prese a invei- favola della «distruzione facostringe a riprendere i ri- sintesi cominciò a disgre- re contro i bombardamenti scista» servendosi dei docusultati di ima ricerca com- garsi quando il secondo fat- di Natale su Hanoi, e Mauri- menti operativi delle Forze piuta più di vent'anni fa: tore si raffreddò, e il mondo ce Duverger lanciò contro Armate nazionali: così poco «C'è un altro fatto che mi sta raggirato finì con l'appren- Nixon il folgorante anatema sensazionali, così immuni sullo stomaco», scrive Bron- dere, dalle ricerche di un del «fascisme extérieur»; gli da scopi propagandistici zini «È la distruzione di conservatore americano, Stati Uniti applicano i prin- che nessuno pensò utile Guernica. Ho letto, non ri- che Guernica è «un non-av- cipi della dichiarazione Guernica cordo più dove, che si trattò venimento che ha fatto sto- d'indipendenza all'interno, rintracciarli. «passò alla storia» nella verdi un falso storico, e dal ria nella realtà emotiva». Il m a impiegano, all'estero, ri«definitiva» della chiasso che si è scatenato primo, in ordine d'impor- cette «fasciste». «Quando il sione Guerra civile di Spagna di per attribuirlo ai tedeschi tanza e durata, dei tanti Primo Ministro di Svezia e- Hugh in un contrami sono persuaso che si non-avvenimenti, falsificati lenca Guernica con Ora- sto daThomas, bella addormentata trattasse proprio di un fal- esagerati e distorti, su cui si dour, Treblinka e Lidice a nel bosco, di quelli che piacso. Lei è sicuramente molto fonda la conoscenza «stori- proposito dei bombarda- ciono ai lettori di palato impegnato, ma vorrei avere ca» delle moltitudini. menti di Hanoi, non esagela cittadina pacifica proprio da Lei la conferma La città basca infatti non fu ra», sentenziava Duverger, grosso: ignara sotto la tempesta su questo cepoi, rincarando: «La di- escatenata dai malvagi, in umai distrutta dalla Legione estruzione lebre caso sistematica della Condor tedesca; né dall'a- capitale del Vietnam è più no di quei rozzi contrasti di spagnolo...». viazione legionaria italiana, grave d e l massacro di cui si nutre il sensazionaliAccetto, né dall'aviazione nazionale Guernica. perché gli op- smo populista, ammantato perché a n spagnola. Non fu mai colpita pressi delle dittature fasci- di moralismo e impiastricche la mendall'aria, se non in qualche ste non potevano protesta- ciato di scorie culturali. Da zogna ò u n occasionale e periferica in- re, mentre la protesta agli a- simili fonti nacque il raccrimine. E cursione. Fu distrutta dai mericani non è proibita»; e conto con cui Thomas fece tra le menzo«rossi» in fuga, con una com- tanto fecero che riuscirono fremere le anime belle del gne dei vincibinazione di petrolio e dina- a procurarsi una bella scon- mondo intero: «Guernica, tori, la menpiccola città situata in una mite che bruciò tutte le case fitta, tutta fatta in casa. zogna capiin un vastissimo incendio, valle... Il 26 aprile 1937 era tale, la regim a non lasciò le tipiche giorno di mercato, e prona delle tracce del bombardamento n una piccola università prio mentre i villici ammonmenzogne fu aereo, i crateri, e i fori delle del New England, una di ticchiavano le loro mercanproprio schegge. quelle meno gravemenzie, le campane delle chiese Guernica. spazzate dall'indignano suonarono La verità era conosciuta te distesa... I Nella gallemasochista, u n professor agli specialisti militari at- Jeffrey Hart del Dortmouth bombardieri agermanici voria di falsi sul traverso i documèntati dilarono a ondate sulla citta«terrore faCollege, si chiese che cosa i nièghi delle tre forze aeree scista», Guernica occupa che formavano l'Aviazione delitti denunciati dalla dina, cancellandola... Voleancora il salone centrale legionaria. Fu subito divul- stampa radicale — la «guer- vano compiere un esperiche le fu assicurato dalla gata dai dispacci dell'agen- r a batteriologica» (Corea, mento terroristico, provare doppia faccia di «storia ve- zia francese Havas e dal 1951) e ora, i «bombarda- l'effetto del terrore di un ra» e di «grande opera d'ar- corrispondente di Time, menti sulle dighe» e j a «di- bombardamento sopra una popolazione. La moderna te». Per lunghi anni, una sasistematica» — a- era che riferi- struzione del terrorismo dall'alto letta del Metropolitan Mu- Douglas Jerrold,rono vessero in comune con «il sulla nacque in quel giorno...». seum di New York fu interamassacro di Guernica da vera sorte mente dedicata al preteso degli aerei nazisti nel Un colpo da maestro, il toccata alla parte capolavoro di Picasso. In 1937», e scoprì che il comu- modello sublime del falso, città. E tuttareligioso silenzio, folle inne denominatore era uno con quell'andamento calvia, la verità numerevoli strisciarono i solo; non erano mai avve- mo e presago, quel preluda essi diffupiedi, in un grottescoritodi nuti, eppure costituivano dio alla strage che s'addensa non riuscì formidabili esorcismo politico, anatearmi propagan- sa implacabile, e precede a prevalere, distiche a favore m a storico e protesta artidei comu- le condanne «della storia», p e r c h é stica, davanti a un cavallo nisti. ovviamente, e senza appels p r o v v i s t a pazzo che nitrisce contro ulo. Né m'illudo che questo di carica eC'è, in tutto ciò, una cona lampadina tra repumio contributo alla revisiomozionale e stante pericolosa, e tuttora gnanti pupazzi che smane cancelli il falso. Questo di fascino ioperante. I dati da cui Hart nacciano e scalciano. non è progressid e o l o g i c o attinse la verità erano da giornale né comunista, ho poca sulla verità tempo accessibili nel libro sta, Nessun prodotto dell'arte speranza d'esser preso sul confeziona- Spagna, gli anni decisivi, serio. contemporanea ebbe lo ta dai comu- dello scrittore militare Luis smercio insolente, la divinisti e impo- Bolin, pubblicato cinque an- Le raccapriccianti descrinizzazione pubblicitaria sta al mondo ni avanti; e tuttavia, rimase- zioni scatenarono tumulti di dell'osceno cartellone che dalla petu- ro senza effetti,finche un a- accuse a Parigi, dove imperPicasso aveva dipinto a Parigi, su commissione del- lanza moralistica del radi- mericano non trovò utile di- versava il governo del l'ancor non scomparsa Re- calismo americano. Non vulgarli. Ma l'avvenuta di- «Front populaire» di Léon pubblica spagnola c h e , per nulla nata nella capita- vulgazione rimase senza ef- Blum. Da Berlino, il generamentre prendeva botte da le mondiale della sovver- fetti sull'opinione mondia- le von Blomberg lanciò urorbi sui campi di battaglia, sione, la leggenda trovò il le, perché la «National Re- genti richiesi vendicava con la propa- suo tempio nella saletta del 1 view» aveva etichetta con- ste di chiari- \i_ Cuif.Kja,L<c ganda. Non senza astuta Metropolitan, al centro di servatrice e non progressi- mento al ge- ^ M ^ f S presidenza. Guernica le of- New York, la pattumiera sta. Il .solo spiraglio di noto- n e r a 1 e frì una esecrabile postumaftiondiale del radicalismo i- rietà che arridesse alla ret- Sperrle del- £ ^ Piero Buscaroli
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la Luftwaff'e. comandante la Legione Condor, che ilspose secco: «Noi tedeschi non ne sappiamo nulla». Durante la Seconda guerra mondiale la polemica fu annegata in più vasti frastuoni. Solo con la totale sconfitta degli accusati, ridotti in condizioni di non poter rispondere, il mito di Guernica s'innalzò tra le stelle fisse delle verità eterne. Tuttavia, l'energia con cui gli alti gradi della Luftwaffe respinsero quell'accusa negl'interrogatori degli innumerevoli processi (nessuno sa ancora come sterminata fosse la periferia di Norimberga) rese perplessi gl'inquisitori americani, alcuni dei quali inclinarono a credere che l'efferata distruzione dall'aria, di cui nessuno osò dubitare, fosse stata opera degli aviatori italiani. invece, la radice del falso stava proprio in quelle fondamenta, che nessuno aveva scavato. Tanto p e r cominciare, Guernica non era la pacifica e indifesa cittadina degli storici di Biancaneve che, neanche a farlo apposta, è un astro permanente della mitologia americana. Luis Bolin ha tolto al mito le sue poco pulite mutande, precisando ch'era un caposaldo della «piccola Maginot», la «cintura di ferro» che un avventuriero francese aveva costruito intorno a Bilbao, dietro a cui i baschi meditavano di asserragliarsi per rivendicare dalla Spagna l'indipendenza, finita che fosse la guerra civile. Subì taluni bombardamenti su depositi militari, opere difensive e acquartieramenti di truppe in periferia. Bombardamenti limitati, che tuttavia erano avvenuti, e giustificano incertezze, ammissioni o riserve che si sono trovati nelle testimonianze di piloti tedeschi, italiani e falangisti spagnoli. Nessuno potè escludere che bombe «nazionali» fossero cadute sulla cittadina. Ognuna delle tre forze armate escluse però, col ricorso ai propri documenti e diari operativi, di aver pro-
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Quando, grazie alla cagettato ed eseguito una di- piogge. Già i baschi che, in suale e momentanea onestruzione totale. Ma poiché preda al panico, passavano stà di un quotidiano ognuna delle tre forze ar- nelle nostre linee, apparve- radicale, grande nella nuova età in mate aveva escluso la pre- ro atterriti dalla catastrofe pria responsabilità, questo che si preparava alla loro cui gl'interessi degli Stati tratto di serietà e onestà si città, identica a quella di Uniti presero a divergere tramutò, in assenza di un molte altre che, come Guer- da quelli sovietici, la verità coordinamento propagan- nica, erano state accurata- autentica fu finalment" c< distico, in un fattore di con- mente incendiate e distrut- nosciuta, rimase sterile e ifusione e sciatteria, di cui te dai "rossi" quando i na- nane, perché la menzogna, consapevolmente profittò zionali si trovarono a una così ben costruita, era divela più esperta propaganda decina di chinuta inattaccabile. In quanantifascista. Fu così facile lometri di dito macchina di propaganstanza». trasformare accuse mai da, Guernica era stata abprovate in certezze definitiI citati dibandonata dai suoi autori, ve quando due delle poten- s p a c c i quale miniera esaurita; epze accusate furono debella- dell'«Havas» pure, continuò a produrre te e incapaci a difendersi, e e di «Time» nei decenni, i suoi minerali la terza parve sul punto di concordano. tossici. essere trascinata nella stes- Crateri di La maggior parte dei let sa rovina delle due potenze bombe si vetori troverà queste rivelaprotettrici. Sarebbe bastato devano nella zioni nuove e incredibili, e ricorrere, allora, alle fonti periferia, ma ci saranno, al solito, quelli cui Bolin attinse trent'anni nessuno nel che mi accuseranno di spedopo. Ma i soli che avessero centro della culazione e mendacio. accesso, i militari spagnoli, c i t t a d i n a . Una menzogna lunganon pensarono o non osaro- Nei punti mente ripetuta diventa meno servirsene, tanto inac- della peggiomoria storica incontestabicorti erano nella manipola- re rovina, le le. Lo sapeva bene Churchill zione propagandistica dei pareti delle quando scrisse.- «La storia documenti. A tal punto la case non remi darà ragione, perché so«Spagna invertebrata» di cavano tracno io a scriMadariaga era mutata dai ce di schegge. Apparvero verla». Quesecoli aurei della sua po- intatti (ecco il dato decisivo) sta è la fontenza. Probabilmente, la i selciati, non infiammabili, damentale Spagna franchista, impo- delle strade: intatti i parchi differenza tente nel suo accerchia- e i giardini, dove appaiono della storiomento, giudicò di non do- solitamente evidenti le degrafia moversi impegnare nel chiari- vastazioni dell'offesa aerea. derna da mento di fatti che erano u- . ben diverse della distruzioquella antinanimemente attribuiti al ne terreste. ca. Dopo le Reich finito. O forse, i diLa fabbrica rossa della guerre chili spacci dei comandanti del- menzogna fu montata, a Pae le represle unità nazionali avanzanti rigi, da un famigerato agensioni, nella verso Bilbao, neppur desti- te del Comintern, il comuniRoma impenati al Comando Supremo sta tedesco Willi Munzenriale, scrivenazionale, ma agli imme- berg, che spese, nella fabre la storia diati superiori, comandanti bricazione «documentaria» diventava singoli settori del fronte, e propagandistica del mito affare dei parvero talmente funziona- di Guernica, mezzo milione vinti, che li, disadorni, spogli di po- di sterline. Perfino Thomas vendicavatenzialità propagandisti- definisce «feroce» la deterno la sconfitche, che nessuno pensò di minazione con cui Munzen- ta coprendo di fango i vincipotersene servire contro il berg mise «i motivi della tori, troppo occupati nel gominaccioso rimbombo del- guerra civile spagnola al verno dell'Impero per trola moralità internazionale. servizio della crociata ge- vare il tempo di scrivere. Arthur Scrivere storia non preLetti oggi, così tecnici e nerale antifascista». il comunista rin- supponeva il possesso di scarni come sono, confer- Xoesller, di Buio a mezzogior- grandi case editrici e degL mano che nessuno può a- negato no, scrisse, di Munzenberg: verli manipolati e falsificati. «Inventa pretesti, riunioni, odierni strumenti necessari alla diffusione dei proIl loro giacere ignorati e icomitati, co- dotti stampati; bastavano nutilizzati per trent'anni è indignazioni, me un prestigiatore tira prova della loro innocenza. fuori i conigli dal suo cap- una quieta stanza in una villa suburbana, o un diIn un fonogramma del 29 pello». screto esilio, e una rete di aprile 1937. il comandante fedeli che diffondessero: delle unità nazionaliste apli scopi dell'invenzio- poche copie manoscritto pena entrate a Guernica, ne vanno distinti, nel- perché l'aristocrazia senadue giorni dopo il preteso la necessaria occhia- toria soccombente potesse bombardamento, comuni- ta a ritroso i piedistal- trasmettere ai secoli i velecava: «I nostri uomini erano li del mito. dietro Scopo immedia- ni della sua vendetta Nel ansiosi di entrare nella to: distogliere l'attenzione mondo moderno, la storia città- Sapevano già che il dalle batoste scritta dai vinti, seppure nemico aveva evacuato internazionale i «rossi» stavano toccan- non sia vietata, non riesce Guernica dopo aver com- chesul fronte basco, prossi- a farsi pubblicare, diffonpiuto il crimine del suo an- do alla resa, e dirottarla sul- dere, conoscere. Ridotti al nientamento, per poi impu- mo atrocità del «fascismo in- silenzio, i vinti non scrivotarne la distruzione ai no- leternazionale». Scopo a lun- no più. E così tanto più ristri piloti. Non si sono, natu- ga scadenza, capitalizzare mane meritoria, e pertìn ralmente, trovati a Guerni- l'indignazione per Guerni- prodigiosa, le circoca i caratteristici crateri che ca e dirigerla sulla «crociata stanze in cuipernacque, la producono le bombe lan- antifascista generale», che grandiosa opera di Attilio ciate dall'alto. E non v'era tutti sentivano vicina. Non si Tamaro, la migliore, se non da meravigliarsi, conside- può negare che entrambi l'unica, dal titolo Ventènni rando che negli ultimi gior- siano stati, grazie alla com- di storia. ni di aprile l'Aviazione na- binazione degli sforzi comuzionale non aveva potuto al- nisti e radicali, ampiamente zarsi in volo a causa della raggi unti. nebbia e delle insistenti
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Larivoluzionedel Sacro Cuore
L A VANDEA RIVISITATA — —
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di Giovanni Santambrogio n cuore con issata sopra la L'identità di questa terra è sioni dell'esercito. Cosa poteva croce. Poi uno slogan che particolare. L'apostolato di San accadere dopo l'esecuzione L è grido ideale e program- Luigi Maria di Grignion di Mondi tutte le persone che si ma politico: "Dieu et le Roi". Ec- tfort (1673-1716) ha generato un ! freddo incontravano sulla strada, avveco la Vandea consegnata alla sto- 1 cattolicesimo forte e diffuso nel- nuta 1794? Dai documenti ria attraverso la simbologia. Da le campagne; l'aristocrazia, poi, emergenelevidente qui, dalla rilettura più scrupolo- continua a vivere nei propri ca- ne al populicidio laperdeterminaziosemplici rasa delle ragioni che hanno ani- stelli, conservando un rigore di gioni ideologiche. Secondo dato: mato la ribellione popolare, oc- vita e rapporti cordiali e conti- fu rifiutata la politica della mano corre ripartire per comprendere nui con la popolazione. All'indo- tesa. Nel 1792 la Vandea chiedequei tre anni drammatici dal mani della Rivoluzione, la Van- va di conservare le proprie tradimarzo 1793 al marzo 1796. La dea è tranquilla; si animerà solo zioni e quella fede cattolica che Francia nata dall'89 viene scon- quando Parigi impone la costitu- si esprimeva anche con la recita volta. La regione che si affaccia Risposta: civile del clero, ghigliotti- del rosario neideifienili. sull'Atlantico diventa teatro di zione campanili, arna il re e la regina, introduce la abbattimento una guerra finita in un bagno di coscrizione delle perAlle resto epiùallontanamento sangue: chi dice 250mila chi proteste localiobbligatoria. impegnate. E poi arrisegue l'invio delle sone la coscrizione e tutto ii 300mila morti. Del tutto inutili. truppe repubblicane. Iniziano i varono resto. Terzo dato: sulla Vandea è Un errore da capire. Da una par- conflitti. operato un occultamento te i Bianchi, gli avversari della Nel libro Vili della sua Storia stato Repubblica, dall'altra i Blu, i sol- della Rivoluzione francese, Jules della memoria. dati di Parigi. Gli uni — conta- Michelet offre un'interpretazio- Con la Vandea si può affermadini, nobili e clero-cattolici — ne dei fatti che condizionerà for- re che viene collaudata una stradenunciano il mancato manteni- temente tutte le successive lettu- tegia del potere assoluto: il genomento delle promesse rivoluzio- re. Dice: «Ci imbattiamo in un cidio come scorciatoia per annarie: riduzione delle tasse, abo- popolo sì stranamente cieco e si nientare le diversità e imporre la lizione dei diritti feudali e so- bizzarramente sviato che si arma centralità ideologica. Oggi si prattutto si contesta che in nome contro la Rivoluzione, sua ma- chiama "pulizia etnica" e suscita dei valori della libertà venga im- dre... Scoppia nell'Ovest la guer- orrori. Per il passato, invece, posto il centralismo statale a ra empia dei preti». Controrivo- prevale la tolleranza democratidanno dell'autonomia delle re- luzione, insurrezione oscuranti- ca. Anche di questo si parla nel gioni. sta, minaccia dei grandi valori. bel volume di Corbaccio. All'arGli archivi del giudizio storico, gomento Vandea: la Rivoluzione se interpellati, rispondono con il del Sacro Cuore dedica la copermedesimo leit motiv: una devia- tina _anche la rivista "Storia e zione politico-sociale giustamen- dossier" di marzo (edita da Giunti, 7.000 lire) con articoli di te soffocata. Sanfilippo, Arnaldo MarQualcosa sta cambiando. Pro- Matteo e Valentino Sani, prio dalla Francia arrivano i ri- icone «La Vandea», Corbacpensamenti. E non si tratta di cio,Aa.Vv., Milano 1995, pagg. 314, revisionismo. Se per l'Occidente L.39.000. la Vandea è un simbolo, per i francesi resta una ferita aperta con un passato troppo sbrigativamente liquidato dagli eredi di Michelet. In occasione dell'anniEcco perché la «revisioversario dei duecento anni, un ne» storica, quando si mette gruppo di studiosi ha ripreso in in cammino, tende a invanìàno la spinosa questione ofdere avidamente ogni camfrendo nuovi particolari e sopratpo, e facilmente si scopre tutto sfatando il luogo comune che ogni campo è ingombro che il vandeano è un reazionario di osceni falsi e vergognose o un contadino ignorante, enmenzogne, che riesce artrambi nemici del progresso, acduo demolire. Guernica, cecati da pregiudizi nonché, da che fu modello nell'ideaziouna fede religiosa bigotta. Gli atne, resta anche il modello ti del convegno svoltosi a La Rodella durata. che-sur-Yon sono stati tradotti Infine: chissà quanto ci da Corbaccio nella collana storimetteranno ad accorgersi ca diretta da Sergio Romano. che il cartellone sconcio Dai numerosi e interessanti inche inglobando il falso stotervènti si traggono tre conclurico lo ha metamorfizzato sioni che Pierre Coaunu, prepain «opera d'arte» è un'imporatore dell'incontro, così riassustura estetica e una frode me: la Rivoluzione non è messa spirituale. Anche questa è in discussione. Certamente si è parte della smisurata frode assistito a un fenomeno controriin cui guazza il cosiddetto voluzionario ma è stata la consemondo moderno. Un monguenza delle sconsiderate aggresdo che, con ogni sua forza, ha voluto, e continua a volere l'inganno. Vult decipi. E ci riesce. Sempre.
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IL SOLE-24 ORE — Domenica 12 Marzo 1995 -
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Pubblicati in Italia i «Racconti di Kolyma» dove lo scrittore descrive i suoi diciassette anni di lavori forzati
Memorie dall'inferno bianco
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Salamov e lastrodiffonde suasecolo,latragica dal gulag manicomio quando odissea si no i due nuovi padroni: il co- dial dare, d'ora in poi, alle notizia che è lonnello Karp Pavlov (suiciCristina Bongiorno
della «dorata Magaricca d'oro. Nell'autunno datosi nel 1956) e il suo vice, strade — come la glorificava 1929, sul golfo di Nogaev capo dei campi della morte, dan» una canzone propagandi(Mare di Ochotsk) viene coStepan Gara- stica dell'epoca — nomi ae qualcuno dà una struito il primo insedia- ilnin.colonnello trentanove anni (ne politici. spinta a chi sta cadendo, mento di base. Allora vi si vivràHaancora uno), indossa Ai tempi di Salamov, Manormalmente viene chia- arrivava solo p e r m a r e da un pellicia d'orso e tiene co- gadan funziona soprattutto mato farabutto; invece la Vladivostok o d a Ma- stantemente la mano sulla come camera di decomletteratura sovietica lo e- chodka, navigando otto- pistola infilata nella fondiper gli esiliati legge a eroe. Inaugura il dieci giorni verso nord. na di legno. Garanin, secon- pressione che, scontata la pena, atnuovo stile di vita nel 1929 l'umore, faceva fuori da tendono di essere riamU11 novembre 1931, il co- do Maksim Gor'kij, che, con la mitato a varie decine di perso- messi, forse, nel consorzio centrale del Partito una descrizione di Solovki, for- comunista ne al giorno. Intanto canta. umano, e risiedono in caapprova la mo- ¡Si gia il primo modello di let- zione di creare calcolato che con Pa- sette di legno dominate nel Kolyma teratura apologetica dei il Dalstroj, un monopolio vlovè abbia ucciso quaranta- dalle torri di guardia, anGulag. Non gli basta giusti- per l'estrazione di oro, ar- jmila prigionieri. Berija, il ch'esse di legno. Tutt'ora gli ficarlo. Ne afferma la ne- gento e altri metalli. Tre numero due del Cremlino, in muratura si contacessità e l'utilità; rieducare mesi più tardi nel golfo di 'lo fa fucilare come spia edifici sulle dita. È per questo «il popolo che vuole man- Nogaev entra la nave «Sa- giapponese, m a c'è da giu- no che nel Kolyma, nagiare il più possibile e lavo- chalin». A bordo h a viag- ; rare che quel fabbro ferraio motivo tra boschi e colline di rare il meno possibile»... «è' giato il primo direttore figlio di un contadino ucrai- scosto il mondo del lager si un'opera importantissima della colonia penale: il co- ; no non ha più la pallida idea fango, sta sgretolando: non sono e meravigliosa». Concezio- munista lettone, generale Idi dove si trovi il Giappone. rimasti che pali ammuffiti, ne insolita nella letteratura della Gpu (polizia politica, di rotaie, chiodi e fili russa, solitamente filantro- in seguito cambierà n o m e Come si vede, è insensato pezzi di ferro. Picconi, scodelle, pica. progetti sul futuro. La vanghe, mattoni, assi, sono Nkvd e Kgb), fare fantasia avveniristica di u n Anton Cechov, visitando diventando Edvard Berzin. Ha trenta- condannato non si spinge stati rubati da prigionieri, nel 1890 Sachalin, l'«isola di nove Ne vivrà altri oltre i due giorni di vita, di- da guardie, dalla popolasofferenza» dei galeotti si- cinque,anni. in t e o perché il mostra Salamov nel rac- zione locale. tuata a nord del Giappone, suo destino dam paguzzino la follia del Gulag L'unico museo incorruttiaveva provato vergogna e croci quello d a vittima indi contare nella sua routine. Lo scritto- bile è rappresentato dalla compassione e s'era con- Salamov, trent'anni, alla re odia i criminali, non tro- memoria. Ha tenuto in vita vinto «che nel giro di cin- sua seconda va neanche una parola in- molti, come Salamov, l'imquanta o cent'anni, le con- Questa volta, è il condanna. 1937, data nei loro confronti, pegno alla testimonianza, danne a vita saranno consi- che segna l'inizio delle mdulgente a nello stesso tempo, e u- ma pochi hanno potuto derate con lo stesso orrore grandi purghe, è accusato sando stesso gergo, fa renderla. Alcuni, autori di che può suscitare in noi, og- di «attività controrivolu- vedereil laloroparticolarità del struggenti canzoni nate e gi, un genere di pena come zionaria trotzkista», e deve «mondo della mala», l'unica l'asportazione delle nari- scontare la p e n a in uno dei forza organizzata esistente tramandate nei campi du Goulag, incise ci...». centosessanta campi che nel campo. Legati da una (Chants da Dina Vernyj per Chant Ma — benché discordi — si sono meritati l'appellati- severa «legge», i criminali du monde, '75) restano anosia Gor'kij sia Cechov si tro- vo di «crematorio bianco». in prigione e nei campi si nimi. «Sono uno dei quei vano nella posizione privi- Sui cancelli fanno bella sentono a casa, sono i pa- fossili che appaiono per calegiata degli spettatori. L'a- mostra le parole di Stalin: droni. Oltre alla loro impla- so per portare al mondo, innello di congiunzione man- «Il lavoro è ima questione cabilità, alla loro bestiale tanto, un segreto geologicante è costituito da Varlam d'onore, di coraggio e d'e- crudeltà, è anche questa co», dirà lo scrittore reduSalamov, condannato al roismo». compattezza a renderli for- ce, poco prima di morire il Gulag come intellettuale confronti dei 17 gennaio 1982 nel mani«Il giorno lavorativo — ti non solo nei per sopravviverci come depolitici, m a an- comio dove è internato da portato, che distilla dicias- scrive Salamov — dura se- condannati due giorni. Era diventato sette anni di lavori forzati in dici ore. La gente dorme in che dell'amministrazione. sordo, quasi cieco, malato circa centocinquanta sca- piedi appoggiandosi alle A loro volta, le canaglie di «ansia cibo» che accubri Racconti di Kolyma, un vanghe. Non può né seder- che dirigono i Gulag hanno mula nelladidispensa dove si terzo dei quali in Italia sono si, né sdraiarsi: li fucilereb- la catena della speranza so- decompone con disgusto stati appena pubblicati (A- bero, sul posto... Buio bian- lo un po' più lunga dei pri- dei vicini. delphi). Altre edizioni, castro con una tinta blu del- gionieri. Contagiati dal culsempre parziali, sono usci- la notte invernale, 60 gradi to della personalità pren- Anni prima Aleksandr te nel 1976 (Savelli) e nel sotto zero. L'orchestra delle dono a battezzare con il Solzhenicyn ha proposto a 1992 (Sellerio). L'edizione trombe d'argento suona le proprio nome piazze, fab- Salamov di scrivere insieintegrale russa ha dovuto a- marce davanti alla fila dei briche, scuole, financo città. me Arcipelago Gulag Ma detenuti semimorti. Nella Berzin si dedica la prima lui rifiuta, temendo l'espulspettare fino al 1992. gialla delle enormi tor- strada di Magadan e Jago- sione dall'ospizio dei poveLa Sachalin di Cechov è luce di benzina una guardia da il parco della Cultura. ri che lo accoglie. E poi. gradevole come una sta- ce legge la lista dei nomi dei Tre anni più tardi entrambi quanto c'era da dire Salazione termale in confronto detenuti fucilati per non a- sono passati per le armi. mov l'ha già formulato con al circondario nord-orien- ver raggiunto la norma del- Via Berzin è ribattezzata uno stile che domina l'ortale della Siberia detto la produttività». via Stalin e il parco Jagoda rore del freddo, della fame, Kolyma dal fiume che vi il nome del nuovo della paura, della depravascorre, una lastra di ghiac- I L'arrivo di Berzin dimo- prende dell'Nkvd, Ezov. Un zione dei capi che contagia ciò percorsa al massimo d a stra che l'inferno non è fan- capo dopo anche Ezov vie- i detenuti, attraverso la capiccole tribù nomadi come tasia di teologi e poeti. anno fucilato e il parco assu- stità della parola i ciukci, gli evenki, gli jaku- Kolyma passerà alla storia ne il nome di Stalin. Nel ti. La capitale è Magadan e delle vergogne del XX seco-. me 1956 via Stalin diventa via IL. 4»OrWAL& quando fa caldo, in luglio, lo. Eppure persino Berzin, Marx e parco Stalin diventa la gente gira in cappotto, se agli occhi di Stalin è troppo Per non infierire ulc'è la luce del crepuscolo buono; convocato a Mosca, Lenin. sul senso delvuol dire che è pieno gior- viene arrestato e mandato teriormente l'orientamento della cittano. Kolyma suscita l'inte- davanti al plotone d'esecu- dinanza, i dirigenti degli resse dei russi solo nel no- zione. Al suo posto, sulla anni Novanta pensano bene nave «Mikolaj Ezov» arriva-
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