Processi procedimenti

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PROCESSI DI STAMPA DALLA TIPOGRAFIA AL MONDO DIGITALE


PROCEDIMENTI TERMINE con il termine procedimenti si indica le diverse tipologie di stampa dipendenti dalla posizione dei GRAFISMI (parti stampanti) rispetto ai CONTROGRAFISMI (parti non stampanti)

PRESTAMPA

FASE DI STAMPA

FINITURA & ALLESTIMENTO

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RILIEVOGRAFIA INCAVOGRAFIA PLANOGRAFIA PERMEOGRAFIA DIGITALE

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RILIEVOGRAFIA Di questo procedimento di stampa fanno parte tutti quei processi che presentano la parte inchiostrata (grafismo) in RILIEVO rispetto alla parte non inchiostrata (contrografismo) È chiaro che il dislivello tra grafismo e contrografismo dev’essere sufficiente ad evitare che gli ultimi si “sporchino” in stampa. Flessografia

in uso

Stampa a caldo

Stampa a secco

nobilitazione

Xilografia

Tipografia

uso artistico ISSM / PROCESSI DI STAMPA ISTITUTO SALESIANO SAN MARCO


INCAVOGRAFIA I grafismi sono incavati rispetto ai contrografismi. Il principio di stampa prevede l’inchiostrazione totale della forma e poi l’asportazione dell’inchiostro dai contrografismi. Agendo sulla profondità dell’inicavo è possibile regolare lo spessore dell’inchiostro da depositare sul supporto. Rotocalcografia

Tampografia

Calcografia

uso artistico

in uso

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PLANOGRAFICO Nel procedimento planografico i grafismi e i contrografismi sono sullo stesso piano: • I grafismi vengono resi ricettivi all’inchiostro • I contrografismi lo rifiutano

Offset

Offset-Waterless

Litografia

uso artistico

in uso

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PERMEOGRAFICO Le forme da stampa sono costituite da tessuti a maglie fitte, lasciate permeabili in corrispondenza dei grafismi e rese impermeabili nei contrografismi. La stampa viene ottenuta forzando l’inchiostro ad attraversare le maglie aperte e a depositarsi sul supporto sottostante.

Serigrafia

in uso

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DIGITALE La stampa digitale si basa su una tecnologia che prevede l’uso di procedimenti elettronici per l’invio di file digitali alla macchina da stampa, senza l’utilizzo di lastre o matrici. Negli ultimi anni, è entrata in concorrenza con i tradizionali procedimenti di stampa per la produzione di stampati in tirature sempre più elevate, offrendo un prodotto di qualità eccellente. Elettrofotografico

Inkjet

Transfert

in uso

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FLESSOGRAFIA DEFINIZIONE Processo di stampa DIRETTO | RILIEVOGRAFICO | ROTATIVO


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FLESSOGRAFIA ORIGINE E INNOVAZIONE Questo processo deriva dalla stampa tipografica in quanto il grafismo si trova in rilievo come nei caratteri mobili. L’innovazione è portata dall’utilizzo di lastre flessibili fotopolimeriche e inchiostri liquidi (oggi più spesso a base di acqua) che essicano per evaporazione.

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FLESSOGRAFIA CARATTERISTICHE • Possibilità di stampare su supporti molto diversi fra loro 
 (assorbenti e non) • Stampa veloce e concorrenziale anche nelle basse tirature e nei cambi lavoro • Possibilità di usare inchiostri sia a base acquosa che a base di solventi e inchiostri UV • Formato variabile delle macchine • Possibilità di realizzare altre lavorazioni in linea

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FLESSOGRAFIA GRUPPO STAMPA Il gruppo stampa del processo flessografico è composta da due parti: • La matrice (la parte da inchiostrare) • Il sistema di inchiostrazione “anilox” (la parte inchiostra la matrice)

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CILINDRO DI PRESSIONE

SCHEMA DI STAMPA

SUPPORTO

CLICHÈ CILINDRO PORTA LASTRA

GRUPPO ANILOX cilindro + calamaio

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Cilindro porta matrice Matrice

Cilindro Anilox Rullo bagnino

supporto cilindro pressione - centrale

vasca inchiostro

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FLESSOGRAFIA LE MACCHINE Esistono varie tipologie di macchine flessografiche, in funzione della struttura e del campo di applicazione. Possono essere classificate in: • macchine a banda stretta • macchine a banda larga • macchine in piano • macchine a satellite

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FOTOPOLIMERO LIQUIDO

SOLIDO

ANALOGICO

Creazione di matrice attraverso la stampa di un dianegativo e l’esposizione dello stesso sotto luce UV posizionato sopra al fotopolimero

DIGITALE

Creazione di matrice attraverso un CTP (computer to plate)

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FLESSOGRAFIA MATRICE FOTOPOLIMERICA La matrice flessografica prende il nome dal materiale con la quale viene prodotta: FOTOPOLIMERO Un fotopolimero è un composto che appunto è fotosensibile. Cioè se irradiato con radiazioni (di solito UV) dà luogo ad una reazione. Quando è irradiata indurisce e forma uno strato protettivo, mentre la parte non irradiata può essere lavata via.

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FLESSOGRAFIA CARATTERISTICHE DELLA MATRICE Le caratteristiche generali sono: • Il supporto • L'altezza del rilievo o la spalla del grafismo • Lo spessore (altezza) totale della forma • La superficie stampante del grafismo • La durezza

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FLESSOGRAFIA CARATTERISTICHE DELLA MATRICE: IL SUPPORTO Il supporto ha il compito di sostenere il fotopolimero. Generalmente è costituito da una pellicola trasparente e deve avere caratteristiche di stabilità dimensionale e resistenza allo strappo.

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FLESSOGRAFIA CARATTERISTICHE DELLA MATRICE: L’ALTEZZA L'altezza del rilievo è importante perchè influenza la qualità finale dello stampato e viene determinata dal tipo di macchina da stampa che verrà utilizzata e dal supporto da stampare. Il sistema di inchiostrazione della macchina da stampa che viene utilizzata potrebbe sporcare i contrografismi se non sufficientemente alti.

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FLESSOGRAFIA CARATTERISTICHE DELLA MATRICE: LO SPESSORE Lo spessore (altezza) totale della forma influenza l'allungamento/ deformazione dovuta al montaggio della stessa sul cilindro portaforma. L'entità dell'allungamento dipende dalle dimensioni del cilindro e dallo spessore della forma.

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FLESSOGRAFIA CARATTERISTICHE DELLA MATRICE: LO SPESSORE Lo spessore (altezza) totale della forma influenza l'allungamento/ deformazione dovuta al montaggio della stessa sul cilindro portaforma. L'entità dell'allungamento dipende dalle dimensioni del cilindro e dallo spessore della forma.

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FLESSOGRAFIA

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FLESSOGRAFIA CARATTERISTICHE DELLA MATRICE: LA SUPERFICIE STAMPANTE La parte stampante della forma deve resistere nel tempo all'abrasione e ai solventi, deve avere stabilità dimensionale e deve ricevere l'inchiesto dall'anilox e rilasciarlo sul supporto.

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FLESSOGRAFIA CARATTERISTICHE DELLA MATRICE: LA DUREZZA La scelta del polimero deve tener conto quindi di diversi fattori: Maggior durezza > supporti non comprimibili, retini più fini Minor durezza > supporti comprimibili, fondini Inoltre bisogna tenere presente le caratteristiche superficiali del supporto di stampa.

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FLESSOGRAFIA

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FLESSOGRAFIA

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FLESSOGRAFIA CARATTERISTICHE DEL POLIMERO • Lo strato fotopolimerico è già steso ed ancorato ad un supporto (in poliestere) • Maggiore è lo spessore del supporto maggiore sarà la stabilità della forma • Elevata latitudine di posa • Elevata durata del polimero • Le lineature sono in funzione dello spessore e si può arrivare a 60 I/cm con una riproduzione che va dal 2 al 95%

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FLESSOGRAFIA STRUTTURA IL POLIMERODEL FINITO POLIMERO

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FLESSOGRAFIA IL POLIMERO È un materiale giovane nato nel 1994. Viene definito come una miscela di materiali capace di cambiare le sue proprietà fisiche se esposta a una specificata sorgente luminosa. È un monomero che colpito dalla corretta radiazione elettromagnetica crea dei legami molecolari interni indurendo e diventando insolubile ai "solventi".

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FLESSOGRAFIA STRUTTURA DEL POLIMERO DIGITALE

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FLESSOGRAFIA PRODUZIONE DEI POLIMERI DIGITALI

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FLESSOGRAFIA PRODUZIONE DEI POLIMERI DIGITALI - FASE 1 - ESPOSIZIONE MASK LAYER • Il polimero è coperto da uno strato di maschera di colore nero (mask layer) • La maschera è sensibile al laser IR • Il laser durante la scrittura realizza in corrispondenza dei grafismi una ablazione (asportazione del lo strato nero) • La maschera svolge le stesse funzioni della pellicola negativa del procedimento analogico • L'esposizione non richiede il vuoto

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FLESSOGRAFIA PRODUZIONE DEI POLIMERI DIGITALI - FASE 1 - ESPOSIZIONE MASK LAYER

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FLESSOGRAFIA PRODUZIONE DEI POLIMERI DIGITALI - FASE 2 - BACK EXPOSURE • dal retro della lastra • polimerizzazione con U.V-A (350-400 nm) • costruzione base • pre-sensibilizza il fotopolimero • determina la profondità del rilievo

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FLESSOGRAFIA PRODUZIONE DEI POLIMERI DIGITALI - FASE 3 - MAIN EXPOSURE • fronte lastra • polimerizzazione totale con UV-A • uso del mask layer già inciso

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FLESSOGRAFIA PRODUZIONE DEI POLIMERI DIGITALI - FASE 4 - LAVAGGIO • rimozione del monomero con solvente • "sviluppa" il rilievo • processo "bagnato"

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FLESSOGRAFIA PRODUZIONE DEI POLIMERI DIGITALI - FASE 6 - ASCIUGATURA • I tempi di asciugatura di una forma polimerica variano dallo spessore e dal tipo di solvente che viene utilizzato. • I valori sono compresi tra 1,5 e 3 ore. • rimuove il solvente residuo • la temperatura è di 60°C

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FLESSOGRAFIA PRODUZIONE DEI POLIMERI DIGITALI - FASE 6 - POST-ESPOSIZIONE • UV-A e UV-C (250 nm) • rimuove l'appiccicosità residua • garantisce la polimerizzazione totale

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FLESSOGRAFIA VANTAGGI DEI POLIMERI DIGITALI • Minor problemi di contatto fra polimero e negativo • Maggior nitidezza e definizione dell'immagine • Spalle del punto più ripide • Riproduzione sulla forma di retini che vanno dall'1 al 99% • Lineatura fino a 60 I/cm (150 l/inch) • Riproduzione di caratteri da 2pt e tratti pari a 0,10 mm

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FLESSOGRAFIA

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FLESSOGRAFIA

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FLESSOGRAFIA ANILOX L'inchiostro viene distribuito tramite un rullo d’acciaio o ceramico inciso con cellette in profondità, che caricatosi di inchiostro contenuto in un calamaio pieno di inchiostro liquido, carica la forma flessografica in rilievo dopo che una lama ha tolto l'eccesso dalla superficie del rullo anilox. Un numero di cellette elevato, nel cilindro anilox, favorisce la stampa dei dettagli e sfavorisce la stampa dei fondi pieni; viceversa per un numero basso di cellette.

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FLESSOGRAFIA

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FLESSOGRAFIA

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STAMPA A CALDO DEFINIZIONE Procedimento di stampa nobilitativa DIRETTO | RILIEVOGRAFICO | PIANO


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STAMPA A CALDO ORIGINE - INNOVAZIONE Anche chiamata impressione su lamina, viene utilizzata comunemenete su copertine rigide o packaging per farli risaltare sugli scaffali. Spesso la lamina metallica è colorata in oro o argento, ma può essere anche di altri colori metallici o non-metallici. Sostanzialmente è una stampa nobilitativa per impreziosire gli stampati.

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STAMPA A CALDO MATRICE Uno stampo ottenuto da ottone o da leghe viene prodotto a partire dal file del designer con i grafismi in rilievo in maniera similie a un una forma tipografica. Lo stampo viene poi riscaldato e pressato su di una lamina metallica.

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SCHEMA DI STAMPA MATRICE FILM METALLICO

FILM DI SUPPORTO

SUPPORTO

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STAMPA A CALDO FUNZIONAMENTO Il processo di stampa a caldo è ottenuto attraverso un’incisione / cliché che viene fissata sulla platina, e poi riscaldata. Tra l’incisione e il foglio viene interposto il film di stampa a caldo (chiamato foil). L’effetto combinato della pressione del cliché e del calore provoca il distacco dello strato di colore del foil, che in questo modo si applica sul foglio stesso. Questa procedura si chiama stampa a caldo in piano. Per mezzo di particolari incisioni è inoltre possibile creare il rilievo dell’immagine con stampa a caldo.

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STAMPA A CALDO “INCHIOSTRO” Il nastro sul quale è situato l’elemento di contrasto termotrasferibile è interposto tra la forma e il supporto. Tale nastro è composto da più strati:

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STAMPA A CALDO “INCHIOSTRO� - il supporto, normalmente un film di poliestere; - lo strato di separazione, costituito da una pellicola di cera trasparente che, sciolta dal calore, permette il distacco del colore dal supporto e il suo trasferimento; - lo strato colorato (elemento di contrasto), costituito da pigmenti o da sottilissime lamine metalliche di bronzo (oro) o di alluminio (argento); - lo strato adesivo, composto da una sostanza che, per effetto della pressione e del calore, fonde e fa aderire il colore o il metallo sul supporto di stampa. ISSM / PROCESSI DI STAMPA ISTITUTO SALESIANO SAN MARCO


Supporto di stampa

Film di supporto

piastra riscaldata

strato colorato o metallico

FORMA

strato di separazione

strato adesivo ISSM / PROCESSI DI STAMPA ISTITUTO SALESIANO SAN MARCO


STAMPA A SECCO DEFINIZIONE Procedimento di nobilitazione DIRETTO | RILIEVOGRAFICO | PIANO


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STAMPA A SECCO ORIGINE - INNOVAZIONE La stampa a rilievo o rilievografia è una tecnica di stampa, si pratica con l'impressione di immagini incolori e sporgenti sulla superficie della carta. L’impressione si ottiene comprimendo il foglio tra un punzone a sbalzo e uno incavo: cliché e contromatrice. I rilievi possono essere suddivisi in: Emboss e Deboss.

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STAMPA A SECCO ORIGINE - INNOVAZIONE • Emboss quando rispetto al piano otteniamo un innalzamento; • Deboss, invece, rispetto al piano si ha uno sfondamento del materiale.

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STAMPA A SECCO ORIGINE - INNOVAZIONE I rilievi si suddividono in tre categorie: • rilievi piani. È possibile scegliere tra diversi tipi di interpretazione del carattere che a seconda della lavorazione richiesta danno un diverso risultato.; • rilievi multilivello. È importante stabilire quale debba essere la parte di artwork in primo piano, quale in secondo ecc.; • i cosiddetti rilievi artistici (o sculptured, in inglese). La libera interpretazione dell’artista (e del software di gestione da esso programmato)

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Supporto di stampa

piastra riscaldata

FORMA ISSM / PROCESSI DI STAMPA ISTITUTO SALESIANO SAN MARCO


XILOGRAFIA DEFINIZIONE Procedimento di stampa artistica DIRETTO | RILIEVOGRAFICO | PIANO


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XILOGRAFIA ORIGINE - INNOVAZIONE È il più antico processo di stampa. Le sue applicazioni attuali sono esclusivamente per scopi artistici. Utilizza una forma di legno, incisa manualmente. I legni usati devono essere duri e compatti, tipo: ciliegio, pero, melo, bosso. Si definisce: • «legno di filo» se è utilizzato secondo la direzione delle fibre; • «legno di testa» se utilizzato secondo la sezione perpendicolare alle fibre. ISSM / PROCESSI DI STAMPA ISTITUTO SALESIANO SAN MARCO


XILOGRAFIA MATRICE Gli strumenti utilizzati per l’incisione sono: sgorbie, scalpelli, lame, bulini, ciàppole, pietre abrasive a diversa grana per mantenere sempre perfettamente affilati gli strumenti da taglio. La tavola di legno, dello spessore di circa 23 mm, corrispondente all’altezza del carattere tipografico e quindi adatta per la stampa con tirabozze tipografici, viene perfettamente lisciata e, se si tratta di legno di testa, levigata alla pari di metallo. Eseguito il disegno a china al rovescio sulla tavoletta, si procede all’intaglio, risparmiando il disegno. ISSM / PROCESSI DI STAMPA ISTITUTO SALESIANO SAN MARCO


TIPOGRAFIA DEFINIZIONE Procedimento di stampa artistica DIRETTO | RILIEVOGRAFICO | PIANO-CILINDRICO


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TIPOGRAFIA ORIGINE - INNOVAZIONE È il procedimento di stampa che ha dato origine all’industria grafica. Ha avuto inizio verso la metà del XV secolo in seguito alle invenzioni del torchio di stampa e dei caratteri mobili di metallo da parte di Giovanni Gutenberg.

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TIPOGRAFIA MATRICE La componente immagine della forma di stampa si chiama cliscè ed è ottenuta per incisione chimica di una lastra di zinco o di magnesio, dello spessore di circa 2-3 mm. Il passaggio avvenuto a questa matrice parte dai caratteri mobili, primo metodo di stampa tipografico che grazie all’accostamento di piccolo caratteri di piombo ripoducevano in più quantità testi.

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ROTOCALCOGRAFIA DEFINIZIONE Procedimento di stampa DIRETTO | INCAVOGRAFICO | ROTATIVO


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ROTOCALCOGRAFIA ORIGINE - INNOVAZIONE È un processo di stampa incavografica diretta, la cui forma è costituita da un cilindro di acciaio rivestito di rame, inciso e poi, di solito, cromato. I grafismi sono costituiti da alveoli o cellette, separate tra loro da una rete di sottili pareti o coste, sulle quali poggia la racla per asportare l’eccesso di inchiostro, mano a mano che il cilindro-forma, nella sua rotazione, emerge dalla vaschetta contenente l’inchiostro liquido.

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ROTOCALCOGRAFIA CARATTERISTICHE • semplicità meccanica dell’unità di stampa: la struttura dei grafismi consente l’uso di un inchiostro a bassa viscosità, che permette un sistema di inchiostrazione «corto», cioè senza macinatori né inchiostratori;

elevate velocità di stampa e grandissimi formati, come conseguenza della caratteristica precedente;

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ROTOCALCOGRAFIA CARATTERISTICHE • formato variabile, ossia possibilità di collocare in macchina cilindri di diametro diverso;

inchiostro semplice, contenente solventi volatili e quindi a rapida essiccazione, adattabile a qualunque supporto di stampa;

possibilità di stampare su carte molto leggere e su supporti non assorbenti, come i laminati plastici; ISSM / PROCESSI DI STAMPA ISTITUTO SALESIANO SAN MARCO


ROTOCALCOGRAFIA CARATTERISTICHE • necessità di stampare su supporti lisci, altrimenti, non avendo un buon contatto forma-supporto, si avrà una stampa difettosa, perché resa disomogenea dai cosiddetti «punti mancanti», cioè cellette che non hanno trasferito l’inchiostro;

scadente qualità nella riproduzione del testo e dei tratti;

elevato costo per l’ottenimento della forma di stampa. ISSM / PROCESSI DI STAMPA ISTITUTO SALESIANO SAN MARCO


ROTOCALCOGRAFIA MATRICE È composta da un cilindro in acciaio rivestito di rame che viene lavorato (trasformato in cellette e coste) da una macchina chiamata Helioclisciografo. Si tratta di apparecchiature che si possono definire ottico-elettronicomeccaniche; infatti possono essere schematicamente suddivise in tre blocchi: 1) l’unità di input o scansione, la componente ottica; 2) il gruppo di elaborazione o CPU, la componente elettronica; 3) l’unità di output o incisione, la componente meccanica. ISSM / PROCESSI DI STAMPA ISTITUTO SALESIANO SAN MARCO


ROTOCALCOGRAFIA MATRICE 1) L’unità di scansione fornisce al sistema le informazioni densitometriche esplorando con un punto luminoso l’originale posizionato su un tamburo rotante: - l’esplorazione o scansione viene ottenuta combinando il movimento rotatorio del tamburo con il movimento traslatorio della testa di lettura; - l’originale è costituito dal montaggio di uno dei monocromi di selezione; - è possibile adoperare diapositivi o dianegativi, oppure opali negativi o positivi. ISSM / PROCESSI DI STAMPA ISTITUTO SALESIANO SAN MARCO


ROTOCALCOGRAFIA MATRICE 2) Con l’unità di elaborazione, che raccoglie i segnali digitalizzati provenienti dalle teste di lettura, è possibile trattare e correggere i dati rilevati: - l’intervento può riguardare la curva di gradazione tonale (cioè il rapporto tra i valori densitometrici rilevati sulla matrice e le dimensioni delle cellette che verranno generate), oppure l’impaginazione o il rapporto d’ingrandimento; - il segnale digitale corretto verrà riconvertito in segnale elettrico da un convertitore digitale-analogico e servirà a comandare le teste di incisione. ISSM / PROCESSI DI STAMPA ISTITUTO SALESIANO SAN MARCO


ROTOCALCOGRAFIA MATRICE 3) L’unità di output è rappresentata da una serie di teste di incisione che agiscono sul cilindro rotocalco ramato, ruotante perfettamente bilanciato su cuscinetti a sfere: - lo strumento di incisione è costituito da una punta di diamante affilata a sezione triangolare; tale punta ha una oscillazione costante di 4.000 Hertz o cicli al secondo; - ad ogni oscillazione la punta si avvicina o si allontana rispetto alla superficie del cilindro, in funzione del segnale proveniente dalla CPU; ISSM / PROCESSI DI STAMPA ISTITUTO SALESIANO SAN MARCO


ROTOCALCOGRAFIA MATRICE 3) - quindi ad ogni oscillazione verrà incisa una celletta di forma ellittica, che avrà profondità e superficie variabile, a seconda di quanto la punta si sarà abbassata sul metallo durante la sua oscillazione; - si può scegliere tra cinque forme di cellette, con struttura più o meno allungata; la diversa configurazione è ottenuta dalla variazione della velocità di rotazione del cilindro rispetto all’oscillazione e al movimento traslatorio della punta di incisione. ISSM / PROCESSI DI STAMPA ISTITUTO SALESIANO SAN MARCO


ROTOCALCOGRAFIA FUNZIONAMENTO - LE MACCHINE Le macchine da stampa si dividono in due categorie, a seconda del genere di produzione: a) Macchine per edizioni. b) Macchine per imballaggi flessibili.

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ROTOCALCOGRAFIA FUNZIONAMENTO - LE MACCHINE Il trasferimento dell’inchiostro dalla forma al supporto è una fase critica del procedimento rotocalco, in quanto per avere un buon trasferimento è necessario realizzare un buon contatto con l’inchiostro contenuto nelle cellette; quindi il supporto deve avere un elevato grado di liscio, in caso contrario si avrà una stampa disomogenea, a causa dei cosiddetti «punti mancanti».

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ROTOCALCOGRAFIA FUNZIONAMENTO - LE MACCHINE Le caratteristiche dell’inchiostro non consentono la stampa umido-su-umido, perciò ogni unità di stampa comprende una cappa di essiccazione ad aria calda; un sistema centralizzato di aspirazione dei vapori consente il recupero del solvente dell’inchiostro.

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ROTOCALCOGRAFIA FUNZIONAMENTO - LE MACCHINE Quando è richiesta la stampa in bianca e volta, non essendo possibile ovviamente la stampa contemporanea sui due lati, come con il sistema caucciù-contro-caucciù usato in roto-offset, si stampa prima completamente un lato, poi il foglio, per mezzo di barre d’inversione, viene capovolto e introdotto in altre unità per la stampa della volta.

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Carta a bobina Cilindro di pressione Cilindro di rame

Vaschetta per l’inchiostro ISSM / PROCESSI DI STAMPA ISTITUTO SALESIANO SAN MARCO


RISOLUZIONE La qualità dei testi è sicuramente meno alta rispetto agli altri procedimenti di stampa a causa della particolare modalità di trasferimento dell’inchiostro dalla matrice al supporto

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HELIOCLISCHIOGRAFO La creazione della matrice avviene attraverso l’helioclischiografo che in maniera analogia copia un orginale o in maniera digitale sviluppa la forma aprtendo da un file

elaboratore + amplificatore

testa di lettura

tamburo porta-originali

testa d'incisione

cilindro forma

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vista di fronte

vista in sezione

sulla forma

sul supporto

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sulla forma

sul supporto

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Sezione di un cilindro rotocalco inciso e cromato. ISSM / PROCESSI DI STAMPA ISTITUTO SALESIANO SAN MARCO


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TAMPOGRAFIA DEFINIZIONE Procedimento di stampa INDIRETTO | INCAVOGRAFICO | A TAMPONE


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TAMPOGRAFIA ORIGINE - INNOVAZIONE La stampa tampografica o stampa a tampone è un processo indiretto che utilizza una forma incavografica piana e un inchiostro fluido, analogo a quello usato in rotocalco.

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TAMPOGRAFIA ORIGINE - INNOVAZIONE L’inchiostrazione dei grafismi e la pulitura dei contrografismi vengono effettuate mediante una racla e una controracla (n. 4 nello schema qui a fianco). Un elemento in gomma morbida preformato, a forma di tampone, trasferisce l’inchiostro dalla forma al supporto.

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TAMPOGRAFIA ORIGINE - INNOVAZIONE Il ciclo di stampa è il seguente: - inchiostrazione in pieno della forma incavografica mediante una racla; - pulitura dei contrografismi con una controracla; - inchiostrazione del tampone che preleva l’inchiostro dalla forma inchiostrata; - stampa dell’oggetto, collocato su un adatto porta-oggetti.

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TAMPOGRAFIA LE MACCHINE ...

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TAMPOGRAFIA IL TAMPONE Il tampone in silicone è utilizzato tutt’ora per stampare oggetti con superficie irregolare. La gomma di tamponi può variare di formule e gradi di durezza in base agli oggetti da stampare. La base di un tampone è in alluminio dove viene colata La massa di silicone liquida e coperta immediatamente con un piatto di legno, che aderisce saldamente. Una volta solidificato si avrà il tampone pronto alla stampa. ISSM / PROCESSI DI STAMPA ISTITUTO SALESIANO SAN MARCO


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CALCOGRAFIA DEFINIZIONE Procedimento di stampa artistica DIRETTO | INCAVOGRAFICO | PIANO


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CALCOGRAFIA ORIGINE - INNOVAZIONE La calcografia, o più comunemente incisione, prende il nome dalle lastre di rame usate dai primi incisori, mentre oggi sono diffuse anche lastre in zinco, benché il materiale migliore, proprio per la sua maggiore durezza, sia ancora il rame. Il nome calcografia deriva dai termini greci: chalkos rame e grapheim incidere scrivere, cioè l’arte di incidere sopra una lastra di rame. Prima dell’avvento della tecnica calcografica, cioè fino alla metà del XV secolo la riproduzione delle illustrazioni avveniva esclusivamente con la tecnica xilografica. ISSM / PROCESSI DI STAMPA ISTITUTO SALESIANO SAN MARCO


CALCOGRAFIA MATRICE Nella calcografia l'incisione è praticata su una lastra di metallo e l'inchiostro si deposita negli incavi, cioè nelle parti incise e non sulle parti a rilievo come nella xilografia .

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CALCOGRAFIA FUNZIONAMENTO Con la pressione esercitata dal torchio, l'inchiostro contenuto nelle parti scavate si trasferisce sul foglio. 
 I metalli usati per incidere sono generalmente il rame, che grazie alla sua duttilità è il più usato e consente i migliori risultati, lo zinco, l'ottone, l'alluminio, il ferro e l'acciaio.

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CALCOGRAFIA FUNZIONAMENTO L'incisione può essere fatta a mano, metodo diretto, oppure ottenuta con mezzi chimici corrosivi che operano sul disegno preventivamente eseguito sulla lastra ,metodo indiretto. • Sono realizzati con metodo diretto il bulino e la puntasecca. • Sono realizzati con quello indiretto l'acquaforte e l'acquatinta. 
 Nel metodo indiretto la lastra deve essere preparata con sostanze coprenti in modo che il disegno scopra solo le parti che le sostanze chimiche dovranno poi incidere. 
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OFFSET DEFINIZIONE Procedimento di stampa INDIRETTO | PLANOGRAFICO | ROTATIVO


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OFFSET ORIGINE - INNOVAZIONE Il termine offset identifica un processo di stampa planografica indiretta, nel quale l’immagine viene trasferita dalla forma inchiostrata ad un cilindro intermedio rivestito di tessuto gommato (caucciù) e da questo al supporto di stampa. Poiché il tessuto gommato si adatta meglio della forma rigida alla struttura superficiale del supporto, il procedimento offset permette di ottenere buoni risultati anche su carte e cartoni ruvidi; un altro vantaggio della stampa indiretta è la maggior durata della forma di stampa, non venendo questa a contatto con il supporto, sempre leggermente abrasivo. ISSM / PROCESSI DI STAMPA ISTITUTO SALESIANO SAN MARCO


OFFSET ORIGINE - INNOVAZIONE Il processo lito-offset è il più diffuso sistema di stampa. Le ragioni di questo grande successo, che si è sviluppato soprattutto a partire dagli anni 1970, sono da attribuire soprattutto a due ragioni: - semplicità ed economicità dell’ottenimento della forma distampa di ottima qualità; - versatilità del sistema, che si può adattare a tipologie e organizzazioni produttive estremamente diversificate: dalla piccolissima impresa artigianale alla grande azienda ad alta produzione. ISSM / PROCESSI DI STAMPA ISTITUTO SALESIANO SAN MARCO


OFFSET MATRICE Le lastre offset sono costituite da un foglio di alluminio, dello spessore di 0,30-0,40 mm. L’alluminio è un metallo idrofilo, ossia si lascia facilmente inumidire, e una volta umido rifiuta i grassi. La superficie della lastra deve venire leggermente irruvidita.

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OFFSET MATRICE - perché irruvidire la superficie? una superficie liscia sarebbe più difficilmente inchiostrabile, in quanto la regolazione della pressione dei rulli inchiostratori diverrebbe molto critica; infatti si potrebbe facilmente avere l’asportazione dell’acqua di bagnatura dai contrografismi per effetto della pressione dei primi rulli inchiostratori, e di conseguenza si avrebbe il cosiddetto «asciutto di stampa»

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OFFSET MATRICE - perché irruvidire la superficie? a parità di volume d’acqua depositata, in una lastra leggermente ruvida l’evaporazione è più lenta, perché la superficie di contatto tra acqua ed aria è minore; di conseguenza è necessaria meno acqua di bagnatura, con miglioramento della densità e del lucido di stampa

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OFFSET MATRICE - perché irruvidire la superficie? l’ancoramento delle resine costituenti i grafismi è migliore su una superficie ruvida e di conseguenza la durata della lastra è maggiore.

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rulli inchiostratori rulli bagantura

bagnatura

cilindro LASTRA

cilindro CAUCCIU’ SUPPORTO cilindro PRESSIONE

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gruppo di inchiostrazione cilindro porta-lastra Ink-accepting area

bagnatori

porta lastra inchiostrazione

Ink-repellente (idrofoba) area idrorepellente

Resplit ink Bagnatura caucciĂš a

cilindro pressione

b

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Q

Q

Aria

Fluid Superficie Lastra

Q > 90° σSol < σFl No wetting Q

σSol σFl

90 >Q > 0 ° σSol > σFl Wetting

Q = 0° σSol >> σFl Spreading

Wetting angle Tensione superficiale del solido (carrier) Tensione superficiale del liquido (water)

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Ingrandimento della lastra con punti halftone ISSM / PROCESSI DI STAMPA ISTITUTO SALESIANO SAN MARCO


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OFFSET - WATERLESS DEFINIZIONE Procedimento di stampa INDIRETTO | PLANOGRAFICO | ROTATIVO


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LITOGRAFIA DEFINIZIONE Procedimento di stampa artistica DIRETTO | PLANOGRAFICO | PIANO


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LITOGRAFIA DEFINIZIONE La litografia è una tecnica di produzione meccanica delle immagini. Il termine litografia deriva dal greco lithos = pietra e ghraphé = scrittura. La stampa litografica, in origine, veniva ricavata da una matrice di pietra, solo più tardi anche da lastre di metalli porosi come lo zinco e l'alluminio. Il procedimento venne inventato nel 1798 dal tedesco Alois Senefelder utilizzando una pietra delle cave di Solenhofen, cittadina nelle vicinanze di Monaco di Baviera. ISSM / PROCESSI DI STAMPA ISTITUTO SALESIANO SAN MARCO


SERIGRAFIA DEFINIZIONE Procedimento di stampa DIRETTO | PERMEOGRAFICO | PIANO - ROTATIVO


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SERIGRAFIA DEFINIZIONE Il termine "serigrafia" deriva dal latino "seri" (seta) e dal greco "grafein" (scrivere o disegnare), perchè i primi tessuti utilizzati erano di seta. La stampa serigrafica è una tecnica di stampa su qualsiasi supporto o superficie mediante l'uso di un tessuto (tessuto di stampa), facendo depositare dell'inchiostro su un supporto attraverso le aree libere del tessuto. ISSM / PROCESSI DI STAMPA ISTITUTO SALESIANO SAN MARCO


SERIGRAFIA DEFINIZIONE È un procedimento che permette di stampare con degli inchiostri appositamente studiati, su qualsiasi tipo di supporto e superficie. Essa sin dai primi del ‘900 è stata inserita ed applicata in ambito commerciale e usata principalmente per stampare immagini su tessuti, vetro, ceramica, PP, PET, carta, metalli e legno.

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SERIGRAFIA SETTORI COMMERCIALI La serigrafia può essere classificata nei seguenti campi di utilizzo; artistica (opere con tirature limitate) tessile (magliette, gadget, tessuti in genere) grafica (stampa di prodotti commerciali, nobilitazioni) industriale (auto moto, elettronica, segnaletica di vario tipo)

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SERIGRAFIA PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO La serigrafia è una tecnica di stampa piana o rotativa diretta (ossia il telaio è a contatto con il supporto da stampa). Per questo motivo è indispensabile realizzare il telaio con il grafismo (zona da stampare o riprodurre), rigorosamente a rovescio, perchè a contatto con il supporto si trasferirà dritto.

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SERIGRAFIA LE CORNICI DEL TELAIO Esistono varie tipologie di cornici, le prime costituite da una semplice struttura sulla quale il tessuto è teso per mezzo di un sistema a pinze e fissato in modo permanente con un adesivo specifico. Il secondo tipo di cornici, è dotato di un meccanismo in grado di provvedere al tensionamento del tessuto e poi al suo fissaggio in modo autonomo, senza l’uso di adesivi.

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SERIGRAFIA PROFILI E SEZIONI DELLE CORNICI La funzione della cornice è quella di sorreggere il tessuto e contrastare le forze della trazione creando un controbilanciamento.

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SERIGRAFIA LA SCELTA DEL GIUSTO TIPO DI CORNICE Il serigrafo nella scelta del telaio dovrà considerare alcuni requisiti validi per entrambi le tipologie di cornici. Meglio utilizzare cornici resistenti alla ruggine per evitare danni al tessuto. La tensatura del tessuto tende a deformare la cornice, perciò essa deve contrastare e controbilanciare tale fenomeno. I lati della cornice non dovrebbero distorcersi verso l’interno, il verificarsi di una di queste situazioni influenzerà negativamente la distribuzione della tensione sul telaio e relativa qualità di stampa. ISSM / PROCESSI DI STAMPA ISTITUTO SALESIANO SAN MARCO


esempio di deformazione della cornice durante la fase di tesatura ISSM / PROCESSI DI STAMPA ISTITUTO SALESIANO SAN MARCO


SERIGRAFIA PROMEMORIA SULLA SCELTA DELLA CORNICE • La cornice ha una influenza diretta sulla regolarità
 e costanza della tensione del tessuto • cornici deformate causano una disuniformità di pressione della racla
 in fase di stampa, con conseguente diversità di spessore
 depositato sul supporto. • Le misure della sezione e la resistenza del profilo devono essere in
 proporzione alla dimensione del telaio.

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SERIGRAFIA QUANTO È IMPORTANTE LA TENSIONE DEL TESSUTO? La giusta tensione del tessuto risulta essere un parametro
 fondamentale per la qualità del registro in fase di stampa. La corretta tensione del tessuto influenza il giusto passaggio
 dell’inchiostro, il suo consumo, la definizione del punto, la velocità di stampa e la pressione necessaria per la racla.

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SERIGRAFIA LA SCELTA DEL GIUSTO TIPO DI CORNICE • la tensione del tessuto deve essere uniforme su tutta 
 la superficie del telaio • la tensione del tessuto deve essere relativamente alta per garantire un naturale distacco dal supporto stampato dopo 
 il passaggio della racla • il fuori contatto tra tessuto e supporto deve essere controllato per
 garantire un’allungamento in fase di stampa entro limiti tollerabili

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SERIGRAFIA SVANTAGGI DI UNA TENSIONE INSUFFICIENTE I difetti maggiormente riscontrati in fase di stampa sono: • il trascinamento del tessuto al passaggio della racla,
 danneggiando drasticamente la nitidezza della stampa. • distribuzione disomogenea dell’inchiostro, sia nei fondi pieni
 che nei dettagli. • la variazione del fuori contatto, creando difficoltà nella
 fase di registro

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esempio di insufficiente tensione del tessuto ISSM / PROCESSI DI STAMPA ISTITUTO SALESIANO SAN MARCO


SERIGRAFIA IL TENSIOMETRO Il tensiometro è un metodo semplice e affidabile per verificare costantemente la giusta tensione del tessuto anche in produzione. Esistono tensiometri meccanici o elettronici, ma il loro principio di funzionamento è identico. L’unità di misura adottato è il Newton per centimetro.

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SERIGRAFIA COME MISURARE E CONTROLLARE LA TENSIONE DEL TESSUTO Sono principalmente 2 i metodi per verificare la giusta tesatura del tessuto, questi sono: • il tensiometro meccanico o elettronico • il manometro (usato nei sistemi di tesatura con pinze pneumatiche).

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SERIGRAFIA PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO DEL TENSIOMETRO Il tensiometro è costituito da una sonda calibrata che entra in contatto con il tessuto teso, il risultato varierà sul display secondo il livello di flessione del tessuto, in modo proporzionato al carico che la sonda deve esercitare per fletterlo.

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principio di funzionamento del tensiometro ISSM / PROCESSI DI STAMPA ISTITUTO SALESIANO SAN MARCO


SERIGRAFIA CONSIDERAZIONI SULLA TESATURA Quando la tesatura è eseguita correttamente, con tessuti standard si nota una perdita di tensione nell’ordine del 15 - 20%, mentre con tessuti ad alto modulo la perdita di tensione diminuisce fino ad arrivare al 10 - 12,5%. La perdita di tensione può essere ridotta con fasi di rilassamento più lunghe.

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SERIGRAFIA POSSIBILI CAUSE DELLA PERDITA DI TENSIONE Le possibili cause della perdita di tensione sono: • sezioni del telaio deboli • tessuto inserito nelle pinze di tensioni in modo non corretto • insufficiente tempo di attesa prima della fase di incollatura alla cornice • Per stampe con registro di precisione è consigliabile lasciare riposare i telai per 24 ore prima che questi possano essere utilizzati.

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SERIGRAFIA POSSIBILI CAUSE DELLA PERDITA DI TENSIONE Tensioni disuguali nella direzione di trama e ordito causano le seguenti conseguenze: • registro incontrollabile • peggioramento della rugosità • volume di inchiostro più alto • aumenta lo sfregamento del tessuto e della racla

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SERIGRAFIA CARATTERISTICHE DI UN TESSUTO DI QUALITA’ • tessitura uniforme • resistenza allo sfregamento e all’abrasione • resistenza alla trazione in fase di tesatura • resistenza ai prodotti chimici presenti negli inchiostri • minor percentuale di rigonfiamento possibile • buona durata meccanica • stabilità dimensionale al variare delle condizioni climatiche 
 (umidità - calore) ISSM / PROCESSI DI STAMPA ISTITUTO SALESIANO SAN MARCO


SERIGRAFIA CARATTERISTICHE DI UN TESSUTO DI QUALITA’ La scelta del tessuto con le caratteristiche migliori è fondamentale non solo per l’ottenimento della resa di stampa, ma anche per la convenienza economica. Infatti la scelta di un tessuto idoneo influisce sul: • consumo d’inchiostro • la precisione del registro di stampa 
 (capacità di riprodurre tratti fini e immagini retinate) • la durata della matrice • il costo della produzione (velocità massima di stampa) ISSM / PROCESSI DI STAMPA ISTITUTO SALESIANO SAN MARCO


SERIGRAFIA CARATTERISTICHE DI UN TESSUTO DI QUALITA’ La scelta del tessuto più adatto per la realizzazione di un prodotto grafico è a discrezione del serigrafo che valuterà in base alla qualità del prodotto da realizzare e al supporto dove stampare.

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SERIGRAFIA CARATTERISTICHE DI UN TESSUTO DI QUALITA’ Quando si effettua la scelta di un tessuto per una particolare applicazione, la geometria del filamento è più importante dell’elasticità. La geometria del tessuto influenza direttamente: • la stampabilità di linee fini e punti di retino • definizione del bordo di stampa • distribuzione dell’inchiostro • velocità massima di stampa • spessore d’inchiostro depositato • consumo dell’inchiostro • essiccazione dell’inchiostro ISSM / PROCESSI DI STAMPA ISTITUTO SALESIANO SAN MARCO


SERIGRAFIA CARATTERISTICHE DI UN TESSUTO DI QUALITA’ Esempio di un tessuto Sefar: Pet 1000 120.34W/Y Pet indica il materiale usato 1000 indica la qualità (standard o alto modulo) 120 sono il numero di fili per cm/lineare 34 è il diametro del filo W/Y indica il colore bianco o giallo del tessuto ISSM / PROCESSI DI STAMPA ISTITUTO SALESIANO SAN MARCO


SERIGRAFIA CARATTERISTICHE DI UN TESSUTO DI QUALITA’ • colore del tessuto • numero di fili per cm lineare • diametro del singolo filo • l’apertura della maglia • lo spessore del tessuto • il volume teorico d’inchiostro trasportato • la struttura del tessuto

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SERIGRAFIA PERCHÈ COLORARE IL TESSUTO? Esponendo una matrice, le parti esposte alla luce diventano contrografismo e risultano insolubili all’acqua. I raggi che colpiscono le fibre del tessuto bianco si riflettono e si diffondono sotto i bordi neri della pellicola, compromettendo la perfetta copiatura dei tratti fini o punti di retino. Per evitare la perdita di queste zone molto sensibili, si possono percorrere due strade, la prima è quella di calcolare attentamente il tempo di esposizione, la seconda è quella di sostituire il tessuto bianco (W=White) con un tessuto di color giallo (Y= Yellow) il quale tende a riflettere meno raggi durante l’esposizione. ISSM / PROCESSI DI STAMPA ISTITUTO SALESIANO SAN MARCO


SERIGRAFIA DIAMETRO DEL FILO Il diametro del filo influenza la qualità e la definizione della stampa, oltre a garantire una maggiore o minore resistenza all’usura. L’unità di misura del diametro è sempre espressa in micron e la scelta di tale parametro è affidata all’esperienza del serigrafo.

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SERIGRAFIA L’APERTURA DELLA MAGLIA Si intende lo spazio tra due fili paralleli ed adiacenti tra loro. L’apertura della maglia è espressa anche in percentuale di superficie libera, calcolata sulla base di un metro quadrato. Questo valore è direttamente influenzato dal numero e dal diametro del filo. Es: un tessuto con superficie libera della maglia del 30,5% ha una superficie chiusa impenetrabile del 69,5%.

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esempi di apertura della maglia del tessuto vista in pianta

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esempi di apertura della maglia del tessuto vista in sezione

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SERIGRAFIA SPESSORE DEL TESSUTO Lo spessore del tessuto è il risultato della combinazione del numero di fili, con il diametro del filo, con il tipo di armatura o tessitura del tessuto.

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SERIGRAFIA VOLUME TEORICO DELL’INCHIOSTRO Il volume d’inchiostro depositato dopo la fase di stampa, dipende principalmente dalla superficie di area aperta. Questo valore è espresso e calcolato in centimetri cubici per metro quadrato.

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differenze di volume teorico d’inchiostro con due diverse trame di tessuto ISSM / PROCESSI DI STAMPA ISTITUTO SALESIANO SAN MARCO


SERIGRAFIA STRUTTURA DEL TESSUTO La struttura di tessitura in gergo armatura, si riferisce alle differenti possibilità d’intreccio tra i fili di trama e ordito. Nelle schede tecniche questa differenza è espressa con le seguenti sigle: TW armatura a spina (diagonale) PW armatura a tela (semplice) TW indica che un filo passa sopra a due fili 2:1 PW indica che un filo passa sopra a un filo 1:1 ISSM / PROCESSI DI STAMPA ISTITUTO SALESIANO SAN MARCO


SERIGRAFIA CARATTERISTICHE DEI TESSUTI POLIMERI SINTETICI • resistenza alla trazione e allungamento • influenza della temperatura • resistenza all’abrasione • proprietà elettriche • contenuto di umidità e rigonfiamento • resistenza ai prodotti chimici e solventi

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SERIGRAFIA RESISTENZA ALLA TRAZIONE I tessuti in poliestere, mostrano una resistenza alla trazione maggiore rispetto alle fibre in nylon, ma allo stesso tempo hanno valori di allungamento minori. Abbreviazioni PET (poliestere) PA 6.6 (poliammide - nylon)

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SERIGRAFIA INFLUENZA DELLA TEMPERATURA Buona resistenza al calore. È comunque sconsigliato esporre per lungo tempo e a distanza ravvicinata il tessuto a fonti di calore superiori ai 45 gradi Durante la fase di termoindurimento del telaio con temperature fino ai 70 gradi è indispensabile non superare i 30 - 45 minuti.

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SERIGRAFIA RESISTENZA ALL’ABRASIONE La resistenza all’abrasione di un tessuto in poliestere multifilo è inferiore a quella del monofilo. Entrambi i tessuti risultano avere resistenze all’abrasione inferiori a quelle del tessuto in nylon.

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SERIGRAFIA PROPRIETA’ ELETTRICHE Il poliestere tende a caricarsi elettrostaticamente sotto sfregamento per questo motivo si consiglia la lavorazione in condizioni di bassa umidità presente in sala stampa. Oppure si può inserire una barra elettrostatica sul piano di uscita del foglio, sotto il movimento del telaio.

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SERIGRAFIA CONTENUTO DI UMIDITA’ E RIGONFIAMENTO Il tessuto in poliestere risulta avere una bassa capacità di assorbimento e rigonfiamento, favorendo, rispetto al tessuto in nylon una più rapida capacità di asciugatura.

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SERIGRAFIA RESISTENZA AI PRODOTTI CHIMICI E SOLVENTI Il poliestere possiede una ottima capacità di resistenza ai solventi, ma risulta molto più sensibile rispetto al nylon agli alcali (idrossido di sodio, potassio). Per quanto riguarda i solventi usati durante la stampa e la pulizia, essi non producono degradazione al filamento.

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esempi di degradazione della fibra del tessuto

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SERIGRAFIA Tessuto in nylon (poliammide PA 6.6)

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SERIGRAFIA RESISTENZA ALLA TRAZIONE La resistenza alla trazione e allungamento del nylon diminuiscono con l’aumentare della temperatura. La resistenza del nylon è influenzata negativamente dall’invecchiamento e dalla prolungata esposizione alla luce.

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SERIGRAFIA RESISTENZA AI PRODOTTI CHIMICI E SOLVENTI Il nylon offre un’alta resistenza ai solventi impiegati durante la stampa e la pulizia. Presenta inoltre ottime resistenze agli alcali.

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SERIGRAFIA PROBLEMATICHE LEGATE A FUORI CONTATTO ECCESSIVO A causa di una insufficiente tensione del tessuto che compromette sicuramente il fuori contato in stampa, solitamente il serigrafo interviene per porre rimedio aumentando in modo significativo la distanza tra telaio e supporto. Questa eccessiva distanza del fuori contatto genera a sua volta due particolari difetti: • aumento della dimensione dell’immagine • l’angolo che si crea tra il filo della racla e la matrice si restringe, creando • un accumulo d’inchiostro indesiderato, che riporta delle sbavature • sull’immagine stampata. ISSM / PROCESSI DI STAMPA ISTITUTO SALESIANO SAN MARCO


esempio dell’aumento dell’immagine a causa di un fuori contatto eccessivo

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esempio della diminuzione dell’angolo di contatto tra racla e tessuto

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SERIGRAFIA La preparazione del tessuto per la realizzazione della matrice serigrafica

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SERIGRAFIA CONSIDERAZIONE SULLA PREPARAZIONE DEI TESSUTI Un’alta percentuale di difetti presenti sulla superficie del tessuto è attribuibile ad una cattiva preparazione in fase di pre-sensibilizzazione. Il tessuto sintetico è sensibile all’elettricità statica, questa favorisce l’attrazione delle polveri presenti nell’aria che si depositano sul tessuto, si rende indispensabile per questo motivo un trattamento di pulizia con appositi prodotti prima di procedere alla fase di sensibilizzazione.

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SERIGRAFIA FASI OPERATIVE DELLA PREPARAZIONE DI UN TELAIO • sgrassaggio • essiccazione • rivestimento del tessuto con gelatine fotosensibili • essiccazione • esposizione della matrice • sviluppo • essiccazione • ritocco ISSM / PROCESSI DI STAMPA ISTITUTO SALESIANO SAN MARCO


SERIGRAFIA SGRASSAGGIO Prima di applicare gli appositi detergenti è indispensabile umidificare abbondantemente il tessuto e con apposite spazzole distribuire su ambo i lati il prodotto sgrassante. Dopo aver fatto agire per qualche minuto il prodotto risciacquare abbondantemente con acqua fredda. Ăˆ indispensabile utilizzare solo prodotti specifici e non detergenti per uso domestico (possono contenere lanolina che impedisce la perfetta adesione della gelatina sul tessuto). ISSM / PROCESSI DI STAMPA ISTITUTO SALESIANO SAN MARCO


SERIGRAFIA DETERGENTI SGRASSANTI ALTERNATIVI Si consiglia l’utilizzo di prodotti non inquinanti per l’ambiente e non tossici per l’utilizzatore. In alcuni casi si usa l’alcool per sgrassare i telai, ma questo prodotto non risulta idoneo per una pulizia ottimale del tessuto. È importante ricordare che la durata delle matrici dipendono dal modo in cui il tessuto è stato trattato e dalla qualità dei prodotti utilizzati.

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SERIGRAFIA ESSICCAZIONE DEL TESSUTO Dopo aver risciacquato abbondantemente con acqua fredda è indispensabile aspirare l’acqua residua e asciugare ad una temperatura ambiente oppure con forno ventilato a 40 gradi. Dopo l’asciugatura del tessuto evitare il contatto con le mani.

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SERIGRAFIA APPLICAZIONE DELLO STRATO SENSIBILE L’applicazione della gelatina consiste nel rivestire o chiudere uniformemente le maglie del tessuto con emulsione fotografica (diazo, fotopolimero) bagnato su bagnato, utilizzando delle apposite spatole spalma gelatina.

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SERIGRAFIA ESSICCAZIONE DELLO STRATO SENSIBILE Dopo la fase di stesura dello strato sensibile, si consiglia l’essiccamento del telaio in posizione orizzontale con il lato stampa verso il basso. Esempi: telaio 165-34 tempi di essiccamento attorno ai 10 minuti a 40 - 45 gradi telaio 43 - tempi di essiccamento attorno ad 1 ora a 40 - 45 gradi

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SERIGRAFIA ESPOSIZIONE DELLA MATRICE Esporre la matrice a luce diretta adatta con lampade di tipo alogeno con circa 5000 W di potenza, per un tempo determinato grazie a espositori graduali o apposite scale di controllo. Si consiglia lampada Philips - HPM 15/17 (galium - ferro)

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SERIGRAFIA SVILUPPO DELLA MATRICE Sviluppare la matrice con un getto d’acqua ad alta pressione con condizioni di temperatura dell’acqua secondo le indicazioni del fabbricante. Le parti colpite della luce diventano insolubili, mentre quelle non colpite dalla luce diventano solubili liberando le maglie del tessuto.

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SERIGRAFIA RITOCCO DELLA MATRICE Se dopo la fase di essiccazione della matrice questa presenta delle imperfezioni o fori è opportuno intervenire con dei sigillanti adatti (screen filler). Questo procedimento di ritocco è applicabile solamente sulle matrice ottenute con tecnica diretta ossia applicazione del prodotto sensibile su ambo i lati del tessuto.

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SERIGRAFIA ESSICAZIONE DELLA MATRICE L’eccesso di acqua presente dopo la fase di sviluppo sul telaio può essere rimossa con aspiratori o compressori, mentre l’essiccazione finale è opportuno effettuarla in forni ventilati con una temperatura interna di circa 35 gradi.

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SERIGRAFIA REALIZZAZIONE DELLA MATRICE Le tecniche per la realizzazione della matrice serigrafica possono essere classificate nel seguente modo: • matrici ottenute con tecniche ad intaglio • matrici ottenute con tecniche fotosensibili • computer to screen per semplicità analizzeremo solo le matrici con tecnica fotosensibile diretta quelle con tecnica capillare e la tecnica digitale (computer to screen). ISSM / PROCESSI DI STAMPA ISTITUTO SALESIANO SAN MARCO


SERIGRAFIA REALIZZAZIONE DELLA MATRICE Nella tecnica fotosensibile diretta, si utilizza un’emulsione sensibile alla luce, di natura sintetica che viene applicata ambo i lati sul tessuto manualmente o con tecniche automatizzate. Dopo la fase di essiccazione dell’emulsione si esegue l’esposizione con pellicola diapositiva a diretto contatto (grafismi rigorosamente speculari) con il lato esterno (lato stampa) del telaio. In un secondo momento il telaio è sviluppato con acqua e risulta pronto per la stampa. ISSM / PROCESSI DI STAMPA ISTITUTO SALESIANO SAN MARCO


SERIGRAFIA LA SCELTA DELLE EMULSIONI Le emulsioni fotosensibili in commercio possono essere classificate in funzione agli inchiostri: • resistenti agli inchiostri a base acqua • resistenti agli inchiostri a base solvente - UV • resistenti sia agli inchiostri a base acqua sia a solvente 
 (dette universali)

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SERIGRAFIA PROPIETA’ DELLE EMULSIONI DIRETTE La base delle odierne emulsioni è costituita da prodotti di natura sintetica quali alcool polivinilico, e acetati di polivinile, miscelati con sensibilizzanti sintetici al diazo. Queste emulsioni consentono tempi di stoccaggio lunghi in condizioni ambientali corrette (temperatura e umidità controllate), senza che la loro sensibilità alla luce venga compromessa. Le emulsioni dirette sono apprezzate per la loro elasticità, caratteristica che migliora la durata della matrice. ISSM / PROCESSI DI STAMPA ISTITUTO SALESIANO SAN MARCO


SERIGRAFIA CARATTERISTICHE DELLE EMULSIONI AL DIAZO Il prodotto sensibile alla luce è un diazo di color giallo di natura polimerica che si decompone quando è colpito da una luce attinica con particolare lunghezza d’onda (solitamente luce UV ossia 380- 400 nanometri). Tale fenomeno crea una reazione tra il diazo e l’alcool polivinilico che diminuisce la sua capacità di solubilizzarsi all’acqua. Durante la fabbricazione viene aggiunto dell’acetato di polivinile che conferisce all’emulsione la resistenza all’acqua quando si stampa con inchiostro all’acqua. ISSM / PROCESSI DI STAMPA ISTITUTO SALESIANO SAN MARCO


SERIGRAFIA APPLICAZIONE DELL’EMULSIONE L’applicazione dell’emulsione può essere eseguita a mano o con l’utilizzo delle macchine spalmagelatina. Con queste ultime è possibile standardizzare i processi di stesura. È consigliato per ottenere una applicazione omogenea preparare l’emulsione qualche ora prima dell’uso, perchè consente la dispersione di bolle d’aria all’interno della gelatina stessa, che altrimenti si potrebbero trasformare in striature durante l’applicazione.

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SERIGRAFIA ESSICCAZIONE DEL TELAIO EMULSIONATO La corretta asciugatura del telaio gioca un ruolo importantissimo ai fini della qualità e funzionalità. Il telaio deve essere asciugato in posizione orizzontale con il lato racla rivolto verso l’alto all’interno dell’essiccatoio, ad una temperatura costante non superiore ai 35 gradi. Dopo l’essiccazione del telaio è importante controllare, grazie ad uno strumento detto “Aquacheck,” la presenza di umidità nell’emulsione. Se sul display l’indicatore si ferma sul settore rosso - arancio il telaio non è pronto per l’esposizione. ISSM / PROCESSI DI STAMPA ISTITUTO SALESIANO SAN MARCO


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SERIGRAFIA LA RUGOSITA’ DEL TESSUTO Lo strumento per il controllo della rugosità del tessuto “Rz” è detto rugosimetro, in commercio ce ne sono di molti tipi, ma il principio di funzionamento è identico, una sonda esegue 5 letture sul tessuto e il risultato espresso è la media delle misurazioni. Lo strumento legge la distanza fra il punto più basso e quello più alto dell’ondulazione della superficie. Valori ottimali per la stampa serigrafica sono da considerarsi con intervalli tra i 5 e i 10 micron di “Rz”. L’angolo di lettura ideale con il rigosimetro sul tessuto è calcolato in 22 gradi. ISSM / PROCESSI DI STAMPA ISTITUTO SALESIANO SAN MARCO


SERIGRAFIA IL SISTEMA CAPILLARE Il sistema diretto consiste in una campionatura di film di differenti spessori, già precedentemente sensibilizzati, di natura sintetica depositati su uno strato di poliestere. Il film risulta essere pronto all’uso. I film presenti in commercio sono versatili con tutti gli inchiostri a base acqua, solvente e UV e con qualsiasi tipologia di tessuto.

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SERIGRAFIA L’ESPOSIZIONE DELLA MATRICE I risultati migliori di indurimento dell’emulsione dopo la fase di esposizione si ottengono con lampade ad alta potenza e con emissione spettrale affine al prodotto sensibilizzante. La distanza migliore è quella che consente una distribuzione omogenea della luce sulla totalità del tessuto. Se la fonte luminosa si trovasse ad una distanza troppo ravvicinata, la luce si concentrerebbe al centro del telaio e la sua intensità diminuirebbe ai bordi della matrice.

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SERIGRAFIA CONSIDERAZIONI SULL’ESPOSIZIONE Un tempo di esposizione corretto è fondamentale per la qualità e la resistenza del telaio. L’esatta esposizione della matrice serigrafica influenza direttamente: • la definizione dell’immagine • la risoluzione dei tratti fini • lo spessore della matrice • la resistenza meccanica e chimica del tessuto

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SERIGRAFIA CONSIDERAZIONI SULL’ESPOSIZIONE L’esposizione corretta è il risultato di due fattori fondamentali • l’intensità della luce • il tempo di esposizione alla luce Un cambiamento ingiustificato di uno di questi due fattori compromette la qualità della matrice.

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SERIGRAFIA IL COMPUTER TO SCREEN I moderni computer to screen funzionano sul principio dei plotter a getto d’inchiostro e consentono di gestire il dato variabile senza l’uso di pellicole, arrivando ad elevate qualità. È possibile per ogni singolo ugello del plotter spruzzare una sostanza bloccante ai raggi UV sulla superficie del quadro emulsionato. I telai realizzati con questa tecnica sono pronti all’uso e non necessitano di sviluppo.

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SERIGRAFIA LA RACLA DA STAMPA La racla gioca un ruolo talmente importante nella qualità di stampa da rendere necessario selezionare il miglior profilo e durezza della gomma in funzione al lavoro da realizzare. La scelta deve tener conto di alcuni fattori quali: • l’applicazione • la regolazione in macchina e l’uso durante la stampa • la conservazione e manutenzione

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SERIGRAFIA LA SCELTA DELLA RACLA PIÙ ADATTA Le racle in commercio per il settore serigrafico sono in gomma naturale, sintetica o poliuretano. Quelle in gomma naturale o sintetica si consumano più velocemente, ma accumulano meno elettricità statica. Le poluiretaniche hanno una resistenza maggiore all’abrasione, ma presentano una maggior capacità di accumulare elettricità statica durante la stampa. Entrambi i materiali induriscono nel tempo e a contatto prolungato con solventi tendono a rigonfiarsi rendendola ondulata e non idonea alla stampa. Le racle dovrebbero essere riaffilate frequentemente per garantire una qualità di stampa elevata. ISSM / PROCESSI DI STAMPA ISTITUTO SALESIANO SAN MARCO


SERIGRAFIA LA SCELTA DELLA RACLA PIÙ ADATTA Sono principalmente 2 i parametri che caratterizzano la racla, la geometria e la sua durezza. Il panorama delle racle è vasto, per questo cercheremo di far chiarezza nelle slide seguenti.

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SERIGRAFIA IL PROFILO RETTANGOLARE Il profilo rettangolare è quello maggiormente utilizzato da tutti i serigrafi che stampano su supporti piani.

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SERIGRAFIA IL PROFILO A V La racla con geometria a V presenta uno spigolo di stampa più morbido e la sua scelta è indirizzata per stampe su oggetti irregolari quali bottiglie.

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SERIGRAFIA IL PROFILO DIAGONALE La racla con geometria diagonale presenta delle caratteristiche molto simili a quella con profilo a V. Queste racle vengono impiegate per la stampa di inchiostri con alto contenuto solido.

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SERIGRAFIA IL PROFILO TONDO La racla con profilo tondo è utilizzata per depositare sul supporto grandi quantità di inchiostro. È usata da alcuni serigrafi tessili o per applicazioni industriali speciali che richiedono strati d’inchiostro molto elevati.

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SERIGRAFIA LA DUREZZA DELLA RACLA La durezza è una caratteristica fondamentale della racla, il durometro è lo strumento che rivela tale parametro espresso in gradi Shore A. Valori compresi tra 65 e 75 Shore A sono indicati per lavorazioni standard commerciali, mentre durezze maggiori comprese tra 70 e 75 Shore A sono adatte per la stampa di tratti fini di grande formato. Durezze comprese tra 60 e 65 Shore A sono preferibili per la stampa di oggetti solidi e supporti irregolari. Durezze eccessive creano difficoltà nel mantenere il registro a causa dell’elevata resistenza all’attrito. Eccessiva morbidezza può causare la flessione all’indietro durante la stampa. ISSM / PROCESSI DI STAMPA ISTITUTO SALESIANO SAN MARCO


DIGITALE - ELETTROFOTOGRAFICO DEFINIZIONE Procedimento di stampa DIRETTO | DIGITALE | PIANOCILINDRICO- ROTATIVO


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DIGITALE - ELETTROFOTOGRAFICO DEFINIZIONE Nel processo elettrofotografico, una superficie fotosensibile (l'esposizione alla luce ne riduce la resistenza della superficie) viene sottoposta in modo uniforme a una carica elettrostatica. Quando si espone la superficie a un'immagine ottica mediante la luce, si forma un'immagine latente o invisibile per effetto della carica elettrostatica. Il toner, costituito da una polvere impalpabile, viene distribuito sulla superficie e aderisce soltanto alle aree polarizzate rendendo in tal modo visibile l'immagine latente. La fusione del toner sulla carta consente di ottenere un'immagine semipermanente. ISSM / PROCESSI DI STAMPA ISTITUTO SALESIANO SAN MARCO


DIGITALE - ELETTROFOTOGRAFICO DEFINIZIONE La tecnologia elettrofotografica (con toner) è una delle principali tecnologie con cui vengono realizzate le stampanti cosiddette desktop e anche le cosiddette “stampanti digitali” commerciali e industriali. Si tratta di un tecnologia sviluppata da Canon e Hewlett-Packard all’inizio degli anni Ottanta (del Novecento). Queste stampanti utilizzano qualche tipo di toner e l’immagine viene formata da un sistema di laser o di LED che creano cariche elettrostatiche su un tamburo. Il toner viene attratto da queste cariche elettrostatiche e trasferito alla carta, sulla quale viene fissato. ISSM / PROCESSI DI STAMPA ISTITUTO SALESIANO SAN MARCO


DIGITALE - ELETTROFOTOGRAFICO DEFINIZIONE Nelle soluzioni computer to print (stampa digitale elettrofotografica) il foglio riceve tutti i toner in una sola passata. Uno dei principali vantaggi di queste soluzioni è quello di stampare un’immagine diversa per ogni foglio non essendoci una matrice fisica: l’elemento che trasporta l’immagine deve esser riscritto per ogni immagine anche se è la stessa per molte copie. Questo significa che ogni documento può risultare diverso da un altro e si rende possibile la personalizzazione sia del testo che delle immagini. ISSM / PROCESSI DI STAMPA ISTITUTO SALESIANO SAN MARCO


DIGITALE - ELETTROFOTOGRAFICO “MATRICE” In ogni caso, una stampante digitale elettrofotografica prevede questi elementi di base: • un cilindro ricoperto di materiale fotoconduttore che mantiene la carica al buio OPC (Optical Photo Conductor) • un corotron di carica/scarica della superficie del cilindro (filamento in rame su cui viene fatta passare corrente elettrica a 500-1000 V) • un’unità di espozione (LED o laser) • una stazione di “sviluppo” immagine mediante toner (developer unit) L’elemento distintivo è naturalmente il sistema di esposizione: LED o laser. ISSM / PROCESSI DI STAMPA ISTITUTO SALESIANO SAN MARCO


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prisma toner laser

elettrocarica

tamburo

fusore

caricamento

registro uscita cassetto

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DIGITALE - ELETTROFOTOGRAFICO IL SISTEMA LED (Light Emitting Diodes) è stato introdotto nel 1978 da Siemens. Prevede una testa di scrittura formata da una barra che copre la larghezza del cilindro fotoconduttore: su di essa ogni LED rappresenta un punto di scrittura. Si sono avute varie generazioni di teste di scrittura che arrivano a risoluzioni di 600DPI o superiori; ogni diodo LED può variare l’intensità di esposizione creando così punti con differente diametro e quindi più livelli di grigio.

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DIGITALE - ELETTROFOTOGRAFICO IL SISTEMA LASER Il sistema LASER è stato introdotto a metà degli anni 70 per lo sviluppo delle stampanti senza impatto. Le prime stampanti usavano laser HeNe o Argon ma vennero ben presto sostituiti a causa della loro lentezza e bassa risoluzione, dai sistemi con diodi laser (stampanti laser desktop). Essi risultano più compatti e garantiscono punti di diversa intensità (passaggi tonali). Anche questi presentano però alcune limitazioni che non consentono loro di essere utilizzati nelle macchine digitali ad alta produttività e per questo sono stati sostituiti dalla tecnologia LED. ISSM / PROCESSI DI STAMPA ISTITUTO SALESIANO SAN MARCO


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DIGITALE - ELETTROFOTOGRAFICO TRASFERIMENTO Si sono adottati vari sistemi per il trasferimento del toner dal cilindro alla carta: a contatto diretto (1a gen), a trasfert belt (2a gen)... Il sistema a contatto diretto prevede che il supporto sia avvolto ad un particolare cilindro grazie a cariche elettrostatiche; compie 4 rotazioni per ricevere i 4 inchiostri; esistono dei corotron contrapposti che facilitano il trasferimento sulla carta. Questo metodo è problematico con grammature elevate o supporti diversi dalla carta: le cariche elettrostatiche possono non essere sufficienti a trattenere il foglio che quindi crea inceppamenti. ISSM / PROCESSI DI STAMPA ISTITUTO SALESIANO SAN MARCO


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DIGITALE - ELETTROFOTOGRAFICO TRASFERIMENTO - TRANSFERT BELT Nel sistema a trasfert belt il toner viene trasferito su un telo di tessuto gommato (tipo caucciù) e successivamente in una sola passata trasferito sul supporto da stampare. Questo permette al supporto di rimanere piano evitando incceppamenti e di raggiungere grammature di circa 300 gr/m2. La resa è superiore al precedente sistema ma può essere variabile in funzione della finitura superficiale del supporto.

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DIGITALE - ELETTROFOTOGRAFICO STAMPANTI LOW VOLUME Le periferiche sono dedicate all’ufficio o a piccole-medie aziende e possono offrire altre funzioni, come ad esempio copiatrice, scanner e fax. Le due tecnologie impiegate sono quella a laser e quella ink-jet. Le caratteristiche standard sono: f.to standard A4, stampa da 20 fino a 40 ppm (pagine per minuto) e risoluzione finale di 600x600 dpi.

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DIGITALE - ELETTROFOTOGRAFICO STAMPANTI MID VOLUME Riescono a fornire prodotti di qualità con una risoluzione massima di 1200 dpi, con un formato massimo di 32x48 cm su supporti di grammatura che arrivano fino a circa 280 g/m2, con una velocità di circa 70/90 copie al minuto. Possono stampare sia sulla carta che su diversi supporti come su adesivi, acetati trasparenti, carta transfer. La carta è alloggiata all’interno a dei cassetti. Il bypass consente una gestione migliore del supporto perché è in grado di svolgere il condizionamento della carta per favorire una migliore stampabilità: il sistema umidifica il contenuto del cassetto e modifica i parametri di trasferimento e fusione del toner. ISSM / PROCESSI DI STAMPA ISTITUTO SALESIANO SAN MARCO


DIGITALE - ELETTROFOTOGRAFICO STAMPANTI MID VOLUME Il sistema di trasferimento dell’immagine avviene tramite transfer belt. Utilizzano toner dry-ink con developer. L’ultimo elemento è l’unità di fusione, che cristallizza il toner e lo ricopre di un leggero velo di olio siliconico grazie a dei cilindretti ricoperti che applicano sul foglio una certa pressione e una certa quantità di calore che permette la fusione. Nella zona di uscita è possibile utilizzare un vassoio basculante per la divisione dei fascicoli o un sistema di cucitura metallica sul dorso ed una uscita ad alta pila. Oppure agganciare dei sistemi di finitura automatici in linea. ISSM / PROCESSI DI STAMPA ISTITUTO SALESIANO SAN MARCO


DIGITALE - ELETTROFOTOGRAFICO STAMPANTI MID VOLUME - UN ESEMPIO Il sistema di stampa digitale IMAGE PRESS C7000 da 70 pag/min bianca e volta è ideale per ambienti di produzione intensiva quali sale stampa aziendali, fornitori di stampe commerciali. Adatto per basse tirature, stampa on demand e con dato variabile.

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DIGITALE - ELETTROFOTOGRAFICO STAMPANTI HIGH E VERY HIGH VOLUME Inizialmente si definivano “high volume” le stampanti che garantivano 70 copie al minuto fino ad arrivare 130, utilizzando supporti da 80 fino ai 500g/mÇ. Oggi, con le nuove tecnologie, si riescono a stampare oltre le 200 copie al minuto, sarebbe allora più corretto distinguere le “high volume” dalle “very high volume”. C’è un po’ di confusione a riguardo, spesso non si sa se prendere in considerazione una sola categoria o entrambe. Possiamo trovare sia le tecnologie di stampa a foglio che a bobina. Sono per lo più basate sul sistema elettrofotografico con diverse varianti a seconda della tecnologia di stampa, ma in mercato sono presenti anche stampanti inkjet. ISSM / PROCESSI DI STAMPA ISTITUTO SALESIANO SAN MARCO


DIGITALE - ELETTROFOTOGRAFICO STAMPANTI HIGH E VERY HIGH VOLUME - BOBINA Sono prodotte con due differenti formati della bobina, 32 o 50 cm; è possibile scegliere anche se dotare l’attrezzatura di due torri per la stampa fronte e retro in un unico passaggio. Si possono distinguere tre parti costitutive: input, torre di stampa, output.

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DIGITALE - ELETTROFOTOGRAFICO STAMPANTI HIGH E VERY HIGH VOLUME - BOBINA - INPUT È il dispositivo che accoglie la bobina ed è in grado anche di svolgere l’attività di tensionamento e di umidificazione. L’operatore procede via software, ad effettuare una serie di test con differenti parametri quali: umidità, conducibilità elettrostatica, resistenza al calore e alla trazione. I dati rilevati serviranno per predisporre i sistemi di controllo e i dispositivi che regolano tutte le variabili che intervengono durante la stampa. Segue il cambio carta. In questa fase la macchina procede ad espellere la carta contenuta in stampa, fino alla giuntura alla bobina nuova: la lunghezza della carta espulsa è di vari metri. ISSM / PROCESSI DI STAMPA ISTITUTO SALESIANO SAN MARCO


DIGITALE - ELETTROFOTOGRAFICO TORRE DI STAMPA La torre di stampa di una macchina a bobina è composta da differenti elementi; ogni lato comprende quattro gruppi completi del sistema elettrostatico, composti ognuno da: • il cilindro fotoconduttore e barra di carica: è costituita da un involucro metallico, chiuso su tre lati, all’interno del quale risiede un filo di rame, denominato corona. Sul quarto lato è fissata una griglia metallica che ha il compito di distribuire uniformemente il campo elettrostatico creato dal filo corona; • il sistema di esposizione LED; ISSM / PROCESSI DI STAMPA ISTITUTO SALESIANO SAN MARCO


DIGITALE - ELETTROFOTOGRAFICO TORRE DI STAMPA • l’unità di sviluppo: questa ha il compito di depositare sul cilindro scritto il toner che serve per costruire l’immagine. L’operazione avviene tramite un cilindro magnetizzato che attrae il composto di toner e developer e lo dispone sottoforma di piccoli filamenti che verranno successivamente attratti dalle zone elettrostatiche presenti sul cilindro; • il TED: per poter trasferire il toner è necessario l’uso di un elemento, denominato TED, costituito da una placca di metallo con quattro fili corona. Il TED con i fili corona applica un campo elettrostatico alla carta; ISSM / PROCESSI DI STAMPA ISTITUTO SALESIANO SAN MARCO


DIGITALE - ELETTROFOTOGRAFICO TORRE DI STAMPA • la barra di scarica: è identica alla barra di carica, va a neutralizzare le cariche elettrostatiche presenti sulla superficie del cilindro al fine di prepararlo per l’operazione successiva; • la spazzola: ha il compito di pulire la superficie del cilindro dal toner residuo che non è stato trasferito sulla carta. Gli elementi sopra descritti sono i principali elementi che determinano la qualità dello stampato; è importante quindi che tutti siano perfettamente registrati e controllati. ISSM / PROCESSI DI STAMPA ISTITUTO SALESIANO SAN MARCO


DIGITALE - ELETTROFOTOGRAFICO FUSIONE Dopo la stampa, il nastro di carta viene fatto passare all’interno del forno di fusione. Questo si diversifica a seconda del tipo di macchina: per le duplex (stampa sui due lati del foglio) il forno è concepito per poter lavorare su supporti di grammatura massima fino ai 250 gr/mÇ; mentre nei sistemi simplex, adatto alla stampa di imballaggio flessibile e rigido, con grammature differenti, il sistema di fusione è stato leggermente modificato. Generalmente il forno è costituito da un sistema di resistenze che per irraggiamento fissano il toner, definitivamente. ISSM / PROCESSI DI STAMPA ISTITUTO SALESIANO SAN MARCO


DIGITALE - ELETTROFOTOGRAFICO FUSIONE Dopo la fusione, il nastro di carta passa all’interno di un altro dispositivo, il GEM, che ha il compito di lucidare il toner sulla carta. Esso è costituito da una serie di cilindri in gomma che, grazie al calore, e allo strisciamento, stirano le particelle di toner ancora malleabili, rendendo la superficie del prodotto stampato più lucida e piacevole sia al tatto che alla vista.

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DIGITALE - ELETTROFOTOGRAFICO OUTPUT Dopo la stampa, il nastro di carta dev’essere ribobinato o tagliato in fogli. Nelle macchine a bobina il sistema di taglio è costituito da un cilindro su cui è fissata in senso assiale, una lama, che ruota a una velocità indipendente dalla macchina per consentire il taglio in diversi formati. All’uscita il foglio potrà essere depositato in una tavola pareggiatrice, oppure collocato in un sistema chiamato staker, simile a quello utilizzato nelle macchine offset. In alcuni casi sono necessarie altre operazioni di finitura, per esempio, sistemi di ribobinatura, di fustellata in linea, di plastificazione e/o procedimenti di piega-cuci, ecc. ISSM / PROCESSI DI STAMPA ISTITUTO SALESIANO SAN MARCO


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DIGITALE - INKJET DEFINIZIONE Procedimento di stampa DIRETTO | DIGITALE |


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DIGITALE - INKJET DEFINIZIONE La stampa inkjet non prevede contatto o impatto/pressione con il supporto e si adatta quindi a una varietà ampia di supporti (anche fragili oppure oggetti tridimensionali). Offre grandi formati (quasi infiniti per lunghezza). A differenza dei sistemi di stampa tradizionali qui non esiste matrice. Le velocità delle macchine inkjet nonostante i miglioramenti non raggiungono quelle delle convenzionali (es. offset) ma la qualità è paragonabile. È una tecnica adatta per il mercato del direct mail personalizzato o della stampa just in time: non c'è praticamente tempo di preparazione. ISSM / PROCESSI DI STAMPA ISTITUTO SALESIANO SAN MARCO


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DIGITALE - INKJET DEFINIZIONE I primi dispositivi stampavano solo a livello binario: o emettevano la goccia oppure no; non esisteva la mezza goccia. Le stampanti moderne usano gocce di dimensione variabile e sono conosciute come stampanti in scala grigio o scala di colore. • stampa binaria: gocce da 30 a 100 picolitri, stampanti di codice a barre, stampe per esterno viste da lontano; stampano a bassa risoluzione; esistono soluzioni con gocce piccole ma dovendo stampare ampie zone servono numerosi passaggi e diventano visibili salti di densità e diventano anti economiche ISSM / PROCESSI DI STAMPA ISTITUTO SALESIANO SAN MARCO


DIGITALE - INKJET DEFINIZIONE • stampa in scala di colore (sfumature): gocce molto più piccole comprese fra 3 e 6 picolitri; le testine variano la dimensione delle gocce dando l'impressione del tono continuo e dell'alta risoluzione; le gocce piccole danno il dettaglio e le grandi copertura; questo garantisce alta produttività ed economicità grazie al basso numero di ugelli.

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DIGITALE - INKJET DEFINIZIONE - TECNOLOGIA Le stampanti inkjet stampano applicando inchiostro in un singolo passaggio o in passaggi multipli: in questo caso o si muove la testina o si muove il supporto. Le stampanti di grande formato (plotter) usano passaggi multipli, ma la tecnologia si evolve verso il singolo passaggio, vista la vicinanza con il supporto.

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DIGITALE - INKJET TECNOLOGIA A PASSAGGI MULTIPLI il vantaggio maggiore di questa soluzione è che rende meno visibile errori nella stampa (ugelli otturati che non stampano uniformemente); le immagini appaiono sfumate e senza grana (non ci sono buchi bianchi fra punti); i punti sono stampati sulla base di una griglia invisibile molto fitta basata sulla risoluzione stampante; usano testine con pochi ugelli (meno costose); svantaggio principale è la lentezza visti i passaggi multipli e il tempo perso nel movimento va' e vieni; la stampa di particolari piccoli non è qualitativamente elevata. ISSM / PROCESSI DI STAMPA ISTITUTO SALESIANO SAN MARCO


DIGITALE - INKJET TECNOLOGIA A PASSAGGIO SINGOLO Se la stampante è rotativa (supporto in foglio) la testina è fissa e il supporto si muove sotto. Nel caso di stampe di oggetti o supporti rigidi è la testina che scorre. Il vantaggio maggiore di questa tecnologia è l'alta velocità che permette l'incremento della produttività; le testine sono allineate e composte su una barra di stampa; si possono usare testine multiple.

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DIGITALE - INKJET TECNOLOGIE Le tecnologie presenti sul mercato sono sostanzialmente tre: le principali continuous inkjet (Ci) e drop on demand (DoD), a cui segue l’electrostatic. Semplificandone al massimo la descrizione si può dire che quattro o più testine di stampa depositano minuscole gocce di inchiostro sul supporto creando così l’immagine.

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DIGITALE - INKJET GETTO DI INCHIOSTRO CONTINUO È caratterizzata da alte frequenze di getto che permettono un'elevata velocità di stampa.

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DIGITALE - INKJET GETTO DI INCHIOSTRO CONTINUO • flusso continuo di gocce di inchiostro generate/interrotte dalla pressione di onde elettro-acustiche • la forza delle cariche determina la deflessione e la posizione delle gocce • le gocce non caricate non giungono al supporto e vengono recuperate • vantaggio principale la velocità (1000 piedi minuto) • non c'è essiccazione inchiostro negli ugelli perché c'è il flusso continuo di inchiostro • svantaggio principale è la risoluzione bassa • uso: stampanti codice barre o stampa transpromo ISSM / PROCESSI DI STAMPA ISTITUTO SALESIANO SAN MARCO


DIGITALE - INKJET GETTO DI INCHIOSTRO CONTINUO È più più diffusa della precedente e a sua volta si divide in due categorie principali: termica (bubblejet) e piezoelettrica. In quella termica sono utilizzati elementi termici posti vicino agli ugelli. Il rapido riscaldamento di tali elementi produce una bolla di vapore d'inchiostro permettendo l'espulsione di gocce microscopiche. Quando la goccia collassa viene aspirato nuovo inchiostro (procedimento termico di formazione bolla di vapore).

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DIGITALE - INKJET GETTO DI INCHIOSTRO CONTINUO Nel caso del metodo piezoelettrico si sfruttano le proprietà di alcuni materiali che si deformano quando sottoposti a differenza di potenziale: all’interno di ogni singolo ugello di stampa si trova un microscopico elemento che stimolato da impulsi elettrici si contrae verso l’alto aspirando inchiostro nella camera apposita, dopodiché si espande comprimendo l’inchiostro che fuoriesce dall’ugello (procedimento meccanico, flessione-deformazione)

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DIGITALE - INKJET BUBBLEJET tecnologia comune nel mondo SOHO, nelle stampanti desktop, in alcune stampanti grande formato (plotter), stampanti codice barre e rotative digitali (Hewlett Packard) esistono pochi inchiostri adatti a questo scopo; sono a base d'acqua usano coloranti (no pigmenti) è una tecnologia economica da produrre ma i risultati sono difficili da controllare sul supporto (preferibilmente patinato per i migliori risultati)

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