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Con gli occhi di Michelucci sulle città contemporanee
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proprio per la possibilità di personalizzarla. Gli arredi in legno,le librerie e i soppalchi, le stampe,i disegni e i dipinti a tema natura della moglie Eloisa Pacini. Ma anche i plastici come quello della Stazione di Santa Maria Novella realizzata tra 111932 e 111935 e quello del Palazzo delle Poste di via Pietrapiana (1959/67). Ancora alcune delle prime realizzazioni come la sedia 1919 o la scapolare del 1945. Tutto dialoga con elementi della tradizione toscana: i soffitti con travi a vista e il caminetto in pietra arenaria dello scalpellino fiorentino Eugenio Cangioni. «In questo luogo — racconta Andrea Aleardi, storico direttore della Fondazione Michelucci ha vissuto fino alla sua morte contemplando quella città che lo aveva deluso quando,nel dibattito sulla ricostruzione dopo la seconda guerra mondiale intorno al Ponte Vecchio, vide
La direttrice Silvia Botti
«Un sconfitta la sua idea di pensare una nuova città contemporanea quanto consapevole della propria storia». Una sensibilità e una visione quella di Michelucci ora al centro delle pagine della nuova monografia Giovanni Michelucci, edita da Angelo Pontecorboli, curata da Andrea Aleardi e realizzata anche grazie al contributo del Ministero della Cultura-Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali e della Regione Toscana. «Mancava un volume che raccontasse con accuratezza scientifica ma al contempo con linguaggio divulgativo Michelucci — spiega la presidente della Fondazione Silvia Botti — All'indomani dei festeggiamenti dei4o anni della costituzione della Fondazione abbiamo riunito i tanti materiali prodotti dal maestro. Un libro sul suo lavoro che desse anche un segnale sull'importanza del pensiero di un uomo coraggioso, che non aveva paura di misurarsi con i problemi e le novità del suo tempo.Penso ai progetti come la Chiesa dell'Autostrada del60-64realizzata su un unico architrave ma anche al suo impegno per le fasce più deboli della popolazione, paladino di quel diritto dell'abitare che lo portò ad immaginare assieme ai carcerati di Sollicciano il progetto del giardino degli Incontri. Come Fondazione vogliamo condividere e diffondere ad un pubblico allargato questi valori aprendo su appuntamento (michelucci.it) la villa e e immaginando un calendario di eventi annuale che il 17 marzo inaugura alla Palazzina Reale in Piazza Stazione, con il convegno promosso su Arte e architettura(per tutti)neiluoghi della salute».
Laura Antonini