Palcoscenico 2017 18

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EDIZIONI E COMUNICAZIONE

Teatro Elena Bucci Michele Placido Paolo Di Paolo Fanny & Alexander Guida ragazzi La scena al femminile

Opera/Danza Trilogia del Ravenna Festival Tango contemporaneo La Bella addormentata del Balletto Junior di Toscana Le luci di Vincent Longuemare

Musica Nicoletta Conti sul podio

ISSN 2499-0213

prezzo € 0,10

L’elettronica di Adriano Zanni

Guida alle stagioni dei teatri di Ravenna e provincia


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INTRODUZIONE

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La connessione sentimentale del teatro Ostinati in una convinzione che per noi è una delle (poche) certezze in questo mondo mutevole e relativo: il teatro è un bisogno sociale e collettivo ancora prima che personale e individuale che ha ancora lunga vita davanti a sé. Ecco perché siamo di nuovo qui a pubblicare una rivista annuale con più pagine e argomenti rispetto alle edizioni precedenti che vuole contribuire a diffondere la conoscenza e la passione del teatro. Purtroppo quest'anno manca un piccolo tassello: nelle pagine dedicate al cartellone ravennate manca la stagione del comico, i tempi del bando per affidare la curatela della stagione non hanno permesso di conoscere in tempo esiti e, quindi, titoli. Ma la rassegna si farà e andrà ad arricchire il panorama già ampio tra teatro ragazzi, opera, danza, prosa, ricerca. Mentre andiamo in stampa ancora non sappiamo se le novità formali introdotte dai bandi nel capoluogo, come è lecito prevedere, serviranno a consolidare importanti realtà locali che hanno tanti meriti, tra cui quello di aver fatto diventare i teatri un luogo della comunità. In questa terra continuano ad arrivare premi e riconoscimenti a carriere importanti che esprimono una vitalità del teatro non banale, producendo contenuti pensati per quel luogo unico che è il palcoscenico e che in un'epoca di connessione virtuale spicca per la capacità di creare una connessione sentimentale che passa dalla presenza fisica, dal condividere un luogo. Come ogni anno, dunque, siamo a ringraziare i protagonisti della scena, i lettori e tutti coloro che con noi credono in questa avventura e scelgono di investire per promuovere la propria immagine di aziende che amano il territorio e la cultura. Buona lettura a tutti voi.

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Autorizzazione Tribunale di Ravenna n. 1428 del 9 febbraio 2016

Direttore responsabile: Fausto Piazza Hanno collaborato alla redazione: Federica Angelini, Roberta Bezzi, Paolo Bolzani, Matteo Cavezzali, Iacopo Gardelli, Serena Garzanti, Enrico Gramigna, Linda Landi, Luca Manservisi, Guido Sani, Elettra Stamboulis, Maria Cristina Giovannini (grafica), Gianluca Achilli (grafica)

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Nella foto di copertina: ritratto di Elena Bucci di Marco Caselli Nirmal Editore: Reclam Edizioni e Comunicazione srl www.reclam.ra.it viale della Lirica 43, 48124 Ravenna tel. 0544 408312 - info@reclam.ra.it Direttore generale: Claudia Cuppi Stampa: Grafiche Baroncini srl – Sede di Imola www.grafichebaroncini.it

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INTRODUZIONE

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SOMMARIO

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I PROTAGONISTI

Elena Bucci, premio Duse e premio Ubu, racconta la sua voglia di “ribaltare”

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PROSA

Intervista a Michele Placido regista e interpreta di Schmitt

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SCENEGGIATURE

Paolo di Paolo, dalla narrativa al teatro passando per il cinema

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STAGIONI/1

Consigli per una serata senza rete con gli adolescenti

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atmosfera e sapori Cucina del territorio rivisitata Specialità di carne e pesce Pane fatto in casa Preparazioni a base di foie gras e tatufi in stagione Formaggi d’alpeggio con mostarde e confetture Ampia selezione di vini nazionali

STAGIONI/2

Personaggi, trame, regie e storie al femminile

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L’ANNIVERSARIO

25 anni di Fanny&Alexander intervista doppia ai due fondatori

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DANZA/1

Luciano Padovani: la passionalità del tango, la sperimentazione del contemporaneo

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DANZA/2

Il Balletto di Toscana Junior torna con “La bella addormentata”

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OPERA

Ravenna Festival: il volto giovane di una trilogia tra due secoli

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MUSICA CLASSICA

Intervista a Nicoletta Conti bacchetta rosa sul palco del Rossini

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MUSICA ELETTRONICA

A Transmissions, il disco per “scomparire” del ravennate Adriano Zanni

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DIETRO LE QUINTE

Il ruolo prezioso del light designer: intervista a Vincent Longuemare

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GENIUS LOCI

Dalla chiesa di Santa Chiara all’Inferno: la scarna bellezza del teatro Rasi

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I PROTAGONISTI

Elena Bucci, e il teatro come spazio di libertà da coltivare, condividere e ribaltare Conversazione con l’attrice russiana che nello stesso anno ha vinto il Duse e l’Ubu di Iacopo Gardelli

Nello stesso anno ha ricevuto i due più prestigiosi premi per un’attrice teatrale in Italia: il Duse e l’Ubu. Elena Bucci da decenni calca le scene mondiali con le produzioni che nascono nella piccola Russi, dove lavora con la compagnia che insieme a Marco Sgrosso ha fondato nel 1993: Le belle bandiere. Prima e durante ha lavorato con Leo de Berardinis a Bologna. E il suo impegno sul territorio non si è mai fermato all’interno del teatro, ma è uscito in strada per lottare per il recupero di spazi e Abbiamo pensato che fosse giunto il momento, anche per noi, di farle un’intervista a tutto tondo per conoscerla meglio, cominciando dalla sua infanzia. Da che famiglia vieni? Che studi hai fatto? «Vengo da una famiglia contadina. Il teatro, come ho scoperto solo dopo, ha moltissimo a che fare con l'agricoltura». In che senso? «Per coltivare servono grande umiltà e grande ascolto. Sapere che semi piantare e quando farlo; com'è il tempo, guardarti attorno, stare attenti a tutto. Provi e fai un'ipotesi, ma non è affatto detto che il tuo progetto andrà bene. Basta un lampo, una grandine e tutto può essere distrutto in un attimo. Si ricomincia da capo. Forse mi riferisco ad un'agricoltura oggi anacronistica, ma che ho ancora ben presente». Quella dei tuoi genitori? «Forse più dei miei nonni. I miei genitori sono stati i primi della famiglia a laurearsi. Entrambi. Era una cosa molto innovativa per il tempo, soprattutto per una donna. Erano insegnanti innamorati del loro lavoro. Mio padre, Adelmo, era appassionato di cinema e aprì il primo cineforum di Romagna, a Bagnacavallo. Mia madre, Anna Maria, ha nutrito decine di famelici teatranti in Romagna e fuori. Ma la scelta del teatro non fu bene accolta». Per quale motivo? «All'inizio fu una tragedia. Ho studiato al Liceo Classico di Ravenna, avevo una media altissima. Mi sono iscritta a Medicina, poi a Lettere, sempre con successo. Alcuni docenti già mi parlavano di carriera universitaria. Si aprivano belle prospettive. Nel frattempo, di nascosto, frequentavo una scuola di teatro». Non avevi detto niente ai tuoi? «Il primo anno no. Poi lo dissi... Un disastro. Ma avevo già fatto qualcosa anche prima. Le tipiche esperienze di parrocchia. Per me è stato un fattore di grande libertà: non c'era niente a Russi. Appena una suora un po' talentuosa diceva “facciamo il balletto!”, andavo subito. E i nostri compagni di scuola dalla galleria gridavano “uccidetele!” e ci lanciavano le cose, ma noi impavide sul palco... E

Foto di Maurizio Montanari

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«Anche in agricoltura serve grande umiltà e ascolto. Basta un lampo, una grandine e tutto può andare distrutto in un attimo»


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poi i ragazzi della compagnia I Guitti che guidavano noi incoscienti. Per me il teatro è stato fin da subito una grande gioia. Il coraggio, il riscatto, la vittoria contro la timidezza, il gioco di squadra». È questo che insegna il teatro? «Una delle cose più dolorose che stiamo vivendo, quasi senza accorgercene, è la trasformazione delle nostre relazioni politiche e civili in forme cristallizzate; non si tratta più di buona educazione, ma di pura inibizione, paura del confronto. Paura che la propria idea non sia conforme. Il teatro aiuta proprio in questo: a individuare il pregiudizio. Concretamente, dimostra quanto sia stupido, limitante, falso, e come crei infelicità. E perciò proprio ora dovrebbe tornare dentro le scuole: per allenare all’apertura e allo spostamento dei punti di vista, del pensiero, delle emozioni». Eri impegnata politicamente? «Non ho mai fatto parte di gruppi, ma sono sempre stata una grande rompiballe. Se mi guardo indietro, capisco che la questione della relazione col potere, dell’essenza della democrazia, del significato dell'impegno civico sono stati temi di riflessione importanti per me, fin dai primissimi laboratori teatrali che ho guidato a Bologna, all’interno di progetti creati dal mio maestro Leo de Berardinis. Nella necessità del lavoro concreto, oltre a scoprire di poter essere regista, cosa che non avrei mai immaginato, trovai anche quelle decisive linee di ispirazione». Come hai tradotto in pratica quell'ispirazione? «Quando tornammo in Romagna, fondammo la compagnia di teatro “Le belle bandiere” e cominciammo il lavoro di recupero per il pubblico degli spazi a Russi: Palazzo San Giacomo, la Chiesa in Albis, l'Ex-Macello, la parte superiore della Biblioteca, il Teatro Comunale... Non mi resi conto di fare una battaglia politica, ma ora lo vedo bene. Penso al “Requiem per un teatro”: una processione durante la Fira di Sett Dulur di 70 persone, con carro funebre, stendardi, cavalli… La ricerca intorno al teatro e le riflessioni sulla politica erano naturalmente intrecciati in un solo gesto creativo che diventava spettacolo. Anche ora non riesco a distinguere il lavoro artistico dall’impegno civico e politico – e anche quando tratto temi in apparenza lontani, la spinta iniziale è sempre la stessa e prima o poi si rivela». Hai definito Leo de Berardinis “maestro di inquietudine”. Cosa ti ha veramente insegnato, pensandoci adesso? «Inquietudine, dubbio, assenza di moralismo. E coraggio. Praticare insieme rigore e libertà. Osare grandi progetti senza dimenticare dettagli e particolari. Solo attraverso la tecnica e lo studio puoi davvero dire di essere libera. Altrimenti il rischio sono lo spontaneismo, l'inconsapevolezza, la regressione e la ripetizione di schemi già conosciuti. La tecnica ti toglie le catene. Allenarsi per afferrare quel bagliore che sfugge alle parole e genera scrittura, storie, teatro». Come sono nate Le Belle Bandiere? «Era l’inizio degli anni '90. Mi chiamò l'assessore Emilio Vita, sapeva che avevamo creato uno spettacolo in autonomia nello Spazio della memoria di Leo a Bologna e mi chiese di portarlo a Russi. Poi il progetto si è allargato e abbiamo realizzato un laboratorio permanente e una rassegna di artisti che non si erano ancora visti nel nostro territorio, che io e Marco Sgrosso abbiamo chiamato “Le belle bandiere”. Tutto è partito da qui». Il 2016 è stato per te un annus mirabilis: hai vinto i due premi teatrali più importanti del panorama italiano, l'Ubu e il Duse. Che tipo di responsabilità porta il premio? «Grande. La responsabilità è sempre grande comunque, e riguarda non soltanto me, ma i miei maestri, i miei allievi e il teatro stesso. Mi piace pensare che questo premio non sia stato assegnato soltanto a me, ma ad un modo di vivere il teatro non troppo presenzialista. Che non fa riferimento solo alle grandi città o ai luoghi di appartenenza, ma nomade. Leggero, perché non ho mai costruito un impero o un potere. Mi piace che in un'epoca come questa il premio vada a una natura come la mia, per-

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Foto di Paolo Porto

«Una delle cose più dolorose che stiamo vivendo è la trasformazione delle nostre relazioni politiche e civili in forme cristallizzate, di inibizione» ché qualità che spesso vengono lette come errori di calcolo e di costruzione, come eccesso di anarchia, possono venire intese anche come valori». Hai dedicato molta attenzione a figure femminili, come la Duse e la Betti. Cosa ti hanno insegnato? Esiste una questione femminile nel teatro? «Non credo che i due generi, maschile e femminile, siano stati e siano del tutto equilibrati, sia nella vita che in teatro. Sia come presenze sulla scena, che come scritture e regia esiste ancora una certa prevalenza maschile. E pur non dichiarandomi femminista, noto gli squilibri di potere. Mi sono concentrata su queste figure femminili perché mi pare che non siano state abbastanza ascoltate nonostante abbiano molto da dire alla nostra epoca e perché mi sono state maestre. Dalla Duse ho imparato il corag-

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I PROTAGONISTI


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I PROTAGONISTI segue da pagina 9 Foto di Gianni Zampaglione

«Solo attraverso la tecnica e lo studio puoi dire di essere davvero libera. Oggi aumenta la consapevolezza intorno al mio lavoro, ma anche il desiderio di ribaltare, far saltare questa presunzione di sapere»

gio, la necessità della vita nomade, la capacità di sottrarsi alla vanità per non diventare “specchietto per le allodole” per gli intellettuali e i primi teatri stabili. Iridescente nei diversi ruoli teatrali come spesso sanno essere le donne anche nella vita: regista, attrice, interprete, organizzatrice, maestra. Così come la Betti non è solo “musa di Pasolini”, ma anche una donna originale, fuori dalle regole, dal talento appassionato, con il coraggio di essere insopportabile, antipatica e violenta per amore dell’autenticità». Hai recitato in film internazionali: penso a A Bigger Splash di Guadagnino, a fianco di attori del calibro di Tilda Swinton e Ralph Fiennes. Come cambia, per un'attrice, il suo lavoro all'interno di un set? «Mi piacerebbe tanto che fosse più facile passare da un mondo all'altro, come succede in altri paesi, come forse sta cominciando a succedere ora. La sostanza del lavoro è identica, cambiano l'allenamento e gli strumenti che puoi usare. È un processo di traduzione che può far bene sia al teatro che al cinema». C'è stato un momento in cui hai capito di essere attrice? «Per molto tempo ho continuato a dire che si trattava di un semplice momento di passaggio, ma a livello profondo credo di averlo saputo molto presto. Agire in senso teatrale davanti a qualcuno, parenti o amici; interpretare un personaggio o narrare qualcosa; fare le imitazioni, essere posseduta da qualcuno che ti piace mimare: queste attività le ricordo da sempre, fin da piccola». Chi imitavi? «Fracchia! (ride) Mi faceva ridere e mi commuoveva. Anche Gian Burrasca e Gianni Morandi. Figure che mi piacevano da morire e che sentivo il bisogno di imitare. E che mi venivano richieste dai parenti». Cosa te ne pare del panorama teatrale italiano contemporaneo attuale? «Data la situazione del paese, il panorama è miracoloso. Vedo fiorire compagnie, artisti, vedo progetti, entusiasmi, desideri. Poi, naturalmente ci sono le contraddizioni: mi pare che si va-

lutino come nuovi pensieri e progetti che a me suonano un po' vecchi, forse perché non si fa abbastanza tesoro della storia teatrale che abbiamo. E poi mi piacerebbe che non ci fossero quelle crudeli e inspiegabili chiusure e separazioni preventive che riscontro a volte tra le arti, tra i diversi ambienti, tra le persone». Che consiglio daresti a una giovane o a un giovane aspirante talentuoso? «Non mi sento in diritto di dare consigli. Ho visto persone fare le migliori scuole e perdersi, non farle e perdersi; farle o non farle e trovarsi; persone di poco talento riuscire; persone di grande talento fallire. Il mio rispetto è non dare consigli, ma esserci se serve». Esiste ancora la “Romagna Felix” di vent'anni fa? «Se penso ad altre regioni in difficoltà, certamente sì. Ma non dimentico che il rischio di un'esperienza felice può essere quello di farne una garanzia di qualità, qualsiasi cosa accada. Quello di perdere dialettica e autocritica. Bene la Romagna Felix e bene le politiche culturali emiliano-romagnole; ma bene anche, per noi che facciamo, aprire lo sguardo, non dare nulla per scontato. L'arte è qualcosa che sfugge alle regole della buona volontà, dell’etica e della politica, benché sia ad esse avvinta. Ci fa lo sgambetto...» Come definiresti il tuo teatro? «Forse la cosa più bella che mi sta succedendo è che non so proprio come risponderti. Aumenta la consapevolezza intorno al mio lavoro, ma aumenta anche il desiderio di ribaltare, di far saltare questa presunzione di sapere. Le cose che vincono su tutto sono la curiosità e l'affetto verso il pubblico, lo stupore verso il rito che ci rende simili eppure diversi, vicini, emozionati. Quando vedo qualcosa in fondo agli occhi, quando intuisco il potenziale che aleggia intorno alle persone, sento che la mia energia si moltiplica e diventa progetto... Non appartiene a me questa magia, sono solo un veicolo. Ma se questo avviene, non m'importa dove, io devo essere lì! Una forma di incanto. Tutto ciò che ho imparato serve a questo: togliere gli ostacoli all'incanto».


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PROSA

di Matteo Cavezzali

Michele Placido, il teatro e la bugia dell’amore romantico Il grande artista è regista e interprete di una commedia di Eric-Emmanuel Schmitt Il suo volto e il suo sguardo di regista hanno segnato il cinema italiano degli ultimi quaranta anni, ma la sua passione è sempre rimasta il teatro. Michele Placido torna sulla scena con Piccoli crimini coniugali di Eric-Emmanuel Schmitt, di cui è regista e interprete accanto a Anna Bonaiuto, al teatro Masini di Faenza dal 5 al 7 gennaio e a Russi il 22 febbraio. Cosa l’ha avvicinata a questo testo ironico e dissacrante di Eric-Emmanuel Schmitt? «Amo Schmitt. È un autore brillante pur nella sua drammaticità. È un testo che parla di vita coniugale in maniera veritiera e feroce, ma allo stesso tempo con una leggerezza che solo i francesi riescono a trovare. Non è “il drammone”, come spesso capita di vedere in teatro, ma sa trovare una vena drammatica nell’ironia. L’idea di interpretarlo con Anna Boniauto è nata perché entrambi abbiamo le possibilità di attraversare la vita di una coppia di coniugi, per età e anche per esperienza attoriale. I personaggi infatti sono due persone i cui sentimenti si sono usurati nel tempo. Quindi è un modo di ragionare su un tema comune a molti, ma contemporaneamente divertire». Lo spettacolo parla delle difficoltà di una coppia modello, come a voler sottolineare che anche la coppia più affiatata è formata in realtà da persone estranee l'una all'altra. È questa la lettura che ne voleva darne? «Esatto. Tutte le coppie dopo qualche decennio di sentimenti vanno in un’altra dimensione. Ognuno negli anni si è allontanato dall’altro senza accorgersene e allora si entra in crisi. “A un matrimonio il mio primo pensiero è chi sarà l’assassino dei due?” scrive Schmitt nel testo. Questa frase mi diverte molto e ci ripenso continuamente. Questa battuta la dice lunga sull’ironia feroce di questo autore che racconta il perduto amore e la menzogna che sta nei grandi sentimenti che ci raccontiamo attraverso un certo tipo di letteratura, di teatro e di cinema. Schmitt si diverte a prendere in giro questa bugia chiamata “amore romantico”». Il testo di Schmitt è stato scritto poco più di dieci anni fa. Crede che la drammaturgia contemporanea abbia spunti interessanti? «Alcuni autori contemporanei, soprattutto anglosassoni e francesi, si divertono a pungere i luoghi comuni della borghesia in particolare sui sentimenti. Forse loro sono più illuminati in senso intellettuale rispetto a noi italiani, che abbiamo sempre su di noi il peso della cultura cattolica, che non ci rende capaci di essere così oltraggiosi verso i “buoni sentimenti”». Il teatro per molti attori è una palestra molto faticosa, che viene dimenticata dopo il successo cinematografico. Cos'è il teatro per lei? Perché a più di settanta anni ancora è così legato a questo lavoro?

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«Il vero piacere per un attore è sulle tavole del palcoscenico»


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PROSA segue da pagina 13

«Io sono nato in teatro. I miei primi otto anni di attore sono stati esclusivamente di teatro, poi ho iniziato con il cinema e la televisione, ma non ho mai smesso. L’amore per il teatro è un amore che resta per tutta la vita. Anche se hai avuto successo nel cinema e nella televisione, poi hai sempre il desiderio di tornare in teatro. Il vero piacere per un attore è sulle tavole del palcoscenico. Lei ha lavorato con grandissimi registi teatrali come Strehler, Orazio Costa, Patroni Griffi, Luca Ronconi. Quando ha iniziato a lavorare come regista a chi ha rubato di più? «Sul gioco attoriale sicuramente da Strehler. Con tutti il rispetto per Luca Ronconi, che mi ha dato tanto, ma con Strehler ho capito cos’è essere a tu per tu con un regista. Lo scontro tra chi guida la messa in scena e l’attore è fondamentale. È un corpo a corpo quotidiano. Strehler, anche se era di grande cultura, era più viscerale che intellettuale. Andava diretto allo stomaco di chi stava in scena nei suoi spettacoli. Gli venivano idee molto colte però quando affrontava certi testi come Shakespeare, emergeva in lui una animalità teatrale che Ronconi non aveva. Luca era più freddo… non freddo, meglio dire più intellettuale». Anche nel cinema ha lavorato con tutti i più grandi: Comencini, Monicelli, Bellocchio, Lina Wertmüller, Moretti, Tornatore. Quali di questi l’ha segnata di più? «Bellocchio! Mi ha fatto capire che il mestiere di regista non è solo il piacere di una storia o delle immagini, ma qualcosa di più. È un atto politico, nel senso più nobile. È un momento in cui si crea cultura per il popolo. E ci tengo a dire “popolo” proprio per usare un termine caduto in disuso». Parlando di “popolo”. L’impegno civile è stato il fil rouge in molti suoi lavori… «Fare bene e con onestà il proprio lavoro è già un atto politico. Fare bene le cose, avere rispetto per il proprio pubblico è un atto politico. Stare al servizio della cultura sapendo che i film che si fanno entrano a far parte del bagaglio di un popolo, e non è solo un intrattenimento. Per politico non intendo un atto ideologico, ma ideale». Crede che le giovani generazioni sentano il peso di questo atto politico della regia? «Se un regista è appassionato di questo lavoro lo fa con coscienza. Non trovo ci siano divergenze tra le nuove generazioni e la mia. C’è chi lavora con impegno e crede nel valore del proprio lavoro e questo è più che sufficiente. Questa serietà e rigore è un atteggiamento che trovo anche nei più giovani». Che consiglio darebbe a un giovane che sta intraprendendo ora un percorso di attore o di regista? «Oggi un giovane non dovrebbe definirsi attore o regista, ma dovrebbe pensare in termini di passione. Per fare questo lavoro ci vuole una grande sete di cultura. E la cultura non ha specializzazioni. Bisogna conoscere la musica, il cinema, la pittura, leggere i giornali ed essere informati su quello che accade nel mondo. È tutto collegato. Non bisogna concentrarsi solo sul palcoscenico o dietro la macchina da presa, altrimenti si riducono i propri orizzonti. Bisogna essere preparati a tutto campo. Partecipare alla vita civile, seguire le vicende politiche. Il rischio altrimenti è essere esclusivamente “artisti” e pensare all’arte come la sublimazione della vita reale, come diceva Pirandello». A ottobre è uscita Suburra, la serie tv sugli scandali di Roma Capitale da lei diretta. Nel 1984 lei divenne famoso a livello internazionale interpretando la serie La piovra incentrata anch’essa sul crimine organizzato. Come è cambiata l’Italia da allora? E il modo di fare serie televisive? «Un legame c’è. Sono entrambe il racconto di come il bene viene contaminato dal male. Noi ci occupiamo dell’Italia perché viviamo qui, ma lo stesso meccanismo avviene in modo simile in tutto il mondo. Dalla Piovra l’Italia non è cambiata molto. Anche il modo di fare televisione non è diverso. In una cosa però è migliorata la televisione, c’è più libertà. Suburra attraverso una piattaforma come Netflix si esprime in modo più libero. Non solo nella materia, ma anche nella scelta degli attori, che non devono essere per forza famosi, per cui il regista non è costretto a prendere persone imposte dalla rete. Con una produzione Netlix possiamo trattare il legame tra chiesa, politica e malaffare, cosa che in altre televisioni è difficile da affrontare in modo così esplicito». In una sua recente intervista al “Corriere della Sera” ha dichiarato che il suo «viaggio di attore sta per finire» cosa intendeva? Sta forse pensando di ritirarsi? «Come attore lavorerò sempre meno al cinema. Non voglio più essere protagonista. Il mito dell’immagine mi ha stancato. Non credo di poter aggiungere altro ai film che ho già interpretato. Farò regie e mi dedicherò al teatro. Adesso sto girando con Piccoli crimini coniugali e sto progettando un nuovo Sei personaggi in cerca di autore di Pirandello per lo Stabile di Catania. Credo che questa, ora debba essere la mia strada. Recitare al cinema mi ha stancato».

«Lo scontro tra chi guida la messa in scena e l’attore è fondamentale. È un corpo a corpo quotidiano»

«Non voglio più essere protagonista Recitare al cinema mi ha stancato»

Nella foto Michele Placido con Anna Bonaiuto, i due protagonisti di “Piccoli crimini coniugali”


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SCENEGGIATURE

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Dal cinema al teatro: uno spettacolo sullo sfruttamento del lavoro Lo scrittore Paolo Di Paolo nella veste di drammaturgo de La classe operaia va in paradiso di Matteo Cavezzali

Alla sua uscita nelle sale cinematografiche nel 1971, La classe operaia va in paradiso di Elio Petri riuscì nella difficile impresa di mettere d’accordo gli opposti. Industriali, sindacalisti, studenti, intellettuali e critici cinematografici impegnati fecero uno strano fronte comune per stroncare il film. Qualcuno giunse a invocare il rogo della pellicola, a lungo mal vista in patria nonostante i numerosi premi vinti e, soprattutto, nonostante lo stato di grazia dei protagonisti, da Gian Maria Volonté a Mariangela Melato e Salvo Randone. L’opera innescò un duro dibattito all’interno della sinistra italiana, mettendone radicalmente in discussione, nel periodo turbolento dei primi anni di piombo, l’identità ideologica e l’effettiva capacità di rappresentanza del proletariato. Lo spettacolo, costruito intorno ai materiali di sceneggiatura di Petri e Pirro e ai frammenti che testimoniano la storia del film, riassemblati in una nuova tessitura drammaturgica da Paolo Di Paolo e saldati con la regia di Claudio Longhi a un impianto musicale ricco e articolato eseguito dal vivo dallo stesso ensemble di attori, tra cui spicca la presenza di Lino Guanciale, coinvolti nella messinscena, torna ora sul palco a quasi cinquant’anni dal debutto sui grandi schermi. Lo spettacolo sarà al teatro Alighieri per la Stagione dei Teatri dall’8 all’11 marzo. Ne abbiamo parlato con il drammaturgo Paolo Di Paolo, classe ’83, autore di numerosi libri tra cui i romanzi Mandami tanta vita (Feltrinelli) finalista al Premio Strega a soli trenta anni e Una storia quasi solo d'amore (Feltrinelli). Il suo ultimo libro è Vite che sono la tua. Il bello dei romanzi in 27 storie (Laterza). Quando uscì al cinema “La classe operaia va in paradiso” tu non eri nato, ricordi la prima volta che hai visto il film? Che effetto di ha fatto lavorare su un film così distante dalla nostra generazione? «La classe operaia va in paradiso ha un titolo talmente proverbiale che è entrato nell’immaginario anche di chi non lo conosce bene, un po’ come La dolce vita. Io credo di averlo visto alle superiori, quando avevo un professore fissato con Gian Maria Volonté e ci faceva vedere tutti i suoi film, però ne avevo un ricordo vago. Una delle prime impressioni che ho avuto rivedendolo è stata quella di un film molto legato all’aria di quel tempo, che è il suo limite, ma anche il suo fascino. Per essere visto da dei ventenni di oggi avrebbe bisogno delle note a pie pagina, perché dà per scontato un contesto sociale molto diverso dal nostro. Il progetto è nato dopo l’esperienza di Istruzioni per non morire in pace, fatto con la stessa compagnia sulla Grande Guerra, con la voglia di riscoprire un pezzo di storia d’Italia».

Sopra, gli attori dello spettacolo. Foto di Sofia Sakellaridis

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«Il film è molto legato all’aria di quel tempo: è il suo limite, ma anche il suo fascino»


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SCENEGGIATURE Adattare un film al teatro è un’impresa molto pericolosa, come hai deciso di affrontarlo? «Non mi convince mai il passaggio dal cinema al teatro. Tutte le cose che ho visto tratte da film sembravano ammiccare al pubblico dicendo “Ti ricordi questa scena? È come nel film”. Sembrava quasi un modo di fare posticcio, dilettantesco. Fare il verso al film è una cosa insulsa. Il teatro deve avere una sua autonomia. Il rischio era quello di costringere gli attori a ripetere quello che già altri attori avevano fatto. E si trattava di Gianmaria Volontà, Mariangela Melato e Salvo Randone, quindi era facile farsi del male… Bisognava allontanarsi dal film senza tradirlo». E come avete fatto? «La strategia è stata quella di allargare sul contesto. Mi sono immaginato il punto di vista di uno spettatore che ha visto il film e ha conosciuto gli anni Settanta, ma anche quello di uno spettatore che non li ha vissuti. Immagina di vedere la storia del film, con Lulù e il suo rapporto con la moglie, con l’a-

«Vorrei che, uscite dal teatro, le persone si chiedessero cos’è oggi la “classe operaia”?» mante, ma la pellicola è squarciata e si vede quello che c’era dietro. E dietro c’è l’Italia del 1972 in cui il film vince a Cannes ex-equo con Il caso Mattei, ma anche quella in cui due giorni prima era stato ucciso Calabresi a Milano. Quegli anni dovevano entrare nello spettacolo. Abbiamo inserito anche la vita degli spettatori che in quei giorni vedevano il film, entrando nelle loro vite e nell’Italia di quei giorni». E l’aspetto politico, legato a un mondo ormai tramontato, come lo hai raccontato? «Questa era la questione più difficile. In questa ricontestualizzazione del film diamo una lettura contemporanea. Abbiamo lavorato sulla distanza da quella identità politica ormai archiviata come novecentesca, ma anche sulla caricatura di certi personaggi come lo studente e il sindacalista che recita in “sindacalese”. Per quanto alcuni lo abbiano avvicinato al neorealismo, anche il cinema di Petri non era affatto realistico, ma tendeva a portare a tinte espressioniste il paese e narrarle in un clima irreale». Hai potuto lavorare non solo sulla sceneggiatura su documenti inediti legati al dietro le quinte del film, materiale dattiloscritti, lettere, diari di scena. Cosa hai scoperto che non saresti aspettato? «Ho scoperto che fu un film segnato da forti tensioni sul set. Il rapporto tra il regista Elio Petri, lo sceneggiatore Ugo Pirro e l’attore Gian Maria Volontè era molto complesso e fu caratterizzato da scambi anche molto duri. Volonté voleva un film più ortodosso ideologicamente, Petri e Pirro invece volevano e hanno fatto un film più analitico e provocatorio così che ancora oggi può porre


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SCENEGGIATURE

A sinistra: Paolo di Paolo, a destra: una scena del film del 1972

«La scrittura teatrale è un’evoluzione continua, è un cantiere dove si è in tanti» domande attuali. Ho usato anche molta letteratura di quegli anni come Pagliarani, Ottieri, Nanni Balestrini, Lidia Ravera di Porci con le ali per scaldare il racconto». Quando uscì il film il pubblico fu molto colpito dal film, che suscitò molte polemiche. Come si porrà un pubblico odierno davanti a questo spettacolo? «Spero che riesca a recuperare la tensione di quel periodo. La classe operaia non esiste più, ma il lavoro e lo sfruttamento sì. Oggi gli operai di quegli anni non ci sono più, ma se prendi uno smista i pacchi per Amazon e metti il suo lavoro a confronto con una catena di montaggio vedi che non c’è poi tanta differenza. Sono altrettanto stranianti e alienanti. Vorrei che usciti da teatro le persone si chiedessero cos’è oggi la “classe operaia”? La nostra costituzione dice che “L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro” quando oggi il lavoro è il principale problema dell’Italia. Questo, con tutto il rispetto, suona quasi ironico. Sicuramente angosciante». Scrivi sia per il teatro che la narrativa. Cosa cambia nel tuo modo di scrivere per il teatro rispetto al romanzo? «La scrittura teatrale è molto più duttile e slegata da quelli che uno considera i propri stilemi. Si è più in mare aperto, senza appoggi. Ci sono però molti input che nascono dialogando con il regista e la compagnia. Io non scrivo una drammaturgia e basta, ma scrivo un testo per loro e quindi ho già in mente chi dirà le battute e questo ovviamente condiziona molto la scrittura. È una evoluzione continua, è un cantiere dove si è in tanti e la linea autoriale diventa condivisa ed espansa. È una scrittura “di folla”».

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STAGIONI

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Senza rete, ovvero per una serata con adolescenti «sconnessi» Viaggio tra i titoli adatti ai teenager nei teatri in provincia di Elettra Stamboulis

Scienza, religione, amore, lingua: le proposte non mancano

Nella foto Ifigenia, liberata

Sembra un obiettivo irraggiungibile: come far passare qualche ora a figli adolescenti o quasi senza essere collegati a internet? Una soluzione a basso costo e a basso rischio c’è, è il teatro. Provare per credere, può essere intensamente piacevole, se si fanno le scelte giuste. Nei nutriti programmi della nostra Provincia le proposte non mancano: nel cartellone di Ravenna ad esempio c’è sicuramente da segnalare Lorenzo Milani, che oltre a concentrarsi sulla figura di un quasi eroe della pedagogia nazionale, ha un taglio interessante per i ragazzi in crescita, perché ci mostra il maestro di Barbiana nella sua esperienza di figlio. In dialogo con la madre, Alice Weiss, la storia comincia dalla fine, quando Milani ha già scelto i poveri, l’abbandono della sua classe d’origine, è tornato a casa perché malato e vorrebbe convincere l’agnostica e borghese madre della necessità della sue scelte. Non è forse qualcosa che incontra ciascuno di noi nella fase della crescita, il bisogno di far valere le proprie scelte anche se lontane dalle attese dei genitori? Per chi invece teme un teatro troppo di parola (anche se lo spettacolo su Don Milani è retto da una regia che ricorda tutti i dettami della scena contemporanea) consigliamo Più giù: il progetto del disegnatore Stefano Ricci realizzato con Danilo Manfredini, che mette il disegno sul palco, con musica e live electronics. Adatto a chi non sa quanto lo spazio discoteca sia stato influenzato dal contesto artistico, e merita di scoprirlo. Se invece avete figli nell’età della scelta della Scuola superiore, indecisi sugli studi classici, Ifigenia, liberata di Rifici può dare una svolta, togliere la polvere da considerazioni ammuffite e inutilizzabili, rilucidando l’ottone del mito e dei suoi quesiti: gli Atridi sono trattati attraverso Cechov, il Nuovo Testamento, ma anche Eschilo e Sofocle, e sono ancora lì pronti a interrogarci sul perché della violenza, sulle sue origini e sulla sua inestirpabilità. Si tratta di un tema caro alla regia di Rifici, che torna sotto nuova veste, come se fosse un ulteriore accordo di una sinfonia teatrale sulle nostre colpe. Nella ricca stagione del Teatro Rossini di Lugo invece è sicuramente adatto a occhi più giovani Le prenom: pur essendo un autoritratto di gruppo dei quarantenni radical chic, è un piccolo capolavoro del genere, che permette di immaginarsi tra vent’anni, ma allo stesso tempo di demitizzare gli adulti di oggi, con ironia e tenerezza. È anche un’occasione per riflettere sulla propria nominazione: perchè quel nome che porta il figlio/la figlia sono il nostro primo e ultimo atto di proprietà intellettuale… Il mese dopo, sempre a Lugo, Copenhagen, uno spettacolo che ha raggiunto la maggiore età visto che sono diciotto anni che è rappresentato a Brodway, porta la scienza sul palco con Bohr e Heisenberg come i duellanti. «Un fisico ha il dovere morale di lavorare allo sfruttamento pratico dell’energia atomica?». La domanda posta nel 1941 ha le implicazioni etiche che tutti conosciamo e l’idea di trasferire in un testo questo grumo di dubbi che attraversano il sapere e il fare scienza è sicuramente una delle ragioni della grande fortuna di quest’opera (il regista per ragioni del caso si chiama Avogadro, ma forse il caso non esiste…). La scienza sul palco torna però anche nella stagione faentina off, con 1927, monologo quantistico in cui Gabriella Greison, Fisica, scrittrice e giornalista, utilizza il teatro di narrazione per un viaggio all’interno dei cambiamenti nati dopo il più importante dei Congressi di Solvay. Un modo sicuramente per sfuggire alla dittatura di Wikipedia. Non perdetevi inoltre i Fatti memorabili di un pianista della bassa e di un narratore di montagna con Cavina e Bonetti. Lo scrittore di Casola è una garanzia anche per gli studenti più recalcitranti e impenitenti, quelli che “piuttosto che leggere un libro pulisco i cessi”. Infine a Bagnacavallo potreste provare Il secondo figlio di Dio, con il cantautore Simone Cristicchi, che rievoca la vicenda di David Lazzaretti, il cosiddetto “Cristo dell’Amiata”, molto adatto agli scoutisti. Per chi invece è preoccupato della deriva linguistico ossessiva dei propri giovani rampolli, consiglio La lingua neolatrina con Ivano Marescotti, ideale antidoto alla viralità del “piuttosto che”, “non me ne può fregare di meno”, e luoghi comuni linguistici similari, uno specchio deformante che può mostrarci le nostre idiosincrasie comunicative collettive sotto la lente crudele della satira.


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Da Medea a Miss Marple, da Filomena Marturano alle donne alla ricerca di ricette d’amore, le stagioni di quest’anno sembrano attraversate da figure femminili paradigmatiche. Anche se il maschile e femminile come categorie assolute, dirimenti, sembrano essere messe in discussione, il palcoscenico si popola di donne, spesso scritte, dirette e pensate da uomini: se il teatro è una maschera, il mascheramento del sesso e del genere sessuato è parte costitutiva della fibra teatrale. A partire appunto dalla protagonista straniera per eccellenza, la Medea di Euripide che vedremo a Lugo. Branciaroli sembra voler nelle sue ultime scelte, come ad esempio nel Macbeth dell’anno scorso, fornire una specie di enciclopedia delle sue interpretazioni più importanti. La riproposizione della tragedia euripidea nella regia del compianto Luca Ronconi sta proprio in questa cifra. La maga della Colchide, che tradisce patria e famiglia per l’amore del giovane ateniese, è sicuramente il modello più volte evocato anche nella classica cronaca nera nei casi di infanticidio materno. Sentito come il più terribile dei tradimenti e dei delitti, viene compiuto sulla scena del IV secolo da una straniera, purgata dal letto dell’eroe Giasone trame, regie, storie al femminile proprio per la sua estraneità alla città: la sua scelta di sparire, di mostrare la ferita del tradimento subito portandosi con sè i figli all’occhio dello spettatore antico suonava tollerabile, in quanto appunto atto tremendo di chi non è della polis. Oggi questo aspetto potrebbe risuonare in orecchi e occhi che nuovamente collocano l’indicibile nell’altro geografico, anche se questo non è forse l’elemento su cui la regia di Ronconi si concentrò. È di nuovo la madre a collocarsi al centro della drammaturgia anche di Stabat Mater di Antonio Tarantino al Masini di Faenza. La genealogia della madre, per dirla con la filosofa della differenza di genere che ne ha fatto una delle chiave interpretative che hanno fondato una delle poche scuole filosofiche originali nel panorama italiano, viene cucita addosso a Maria Paiato, che interpreta ruoli maschili e femminili rovesciando l’uso antico, in questa attualizzazione della Madre del Cristo che sarà messa al mondo, visto che è una prima, proprio nella città manfreda in chiusura di cartellone. La prima regia invece femminile che incontriamo è nella danza urbana di Marisa Ragazzo che con Inkitchentheory ci riporta nello spazio fisico, memoriale, denso di parole e conti in sospeso della cucina. La compagnia Dacru interseca il racconto teatrale con la narrazione dei corpi. La poetica della Ragazzo è immersa nel mood metropolitano, movimenti veloci, tradizione Hiphop fanno tutti parte della sua pratica. Come entra la città in cucina? Come sempre con le donne si può anche ridere e riderne: Ricette d’amore, nella tradizione almodovariana sull’orlo di una crisi di nervi, mette in scena molte donne, tra cui la stessa autrice della piece in veste di attrice. L’idea si regge sui classici degli equivoci: quattro donne che condividono molto per una serie di eventi hanno una storia con lo stesso uomo, ma nessuna sa dell’altra, fino a quando non si rompe la beffa... In questo caso quindi molte che si contendono uno, ma essere due o uno? Ecco l’amata variazione sul tema di Alan Bennet in Nudi e crudi, in cui una rodata e noiosa coppia di conservatori inglesi viene messa a dura prova da un furto. Un furto totale, la casa completamente vuota… Lei coglie l’occasione per qualche piccola trasgressione, mentre lui rimane aggrappato alle vecchie abitudini. Da notare che il drammaturgo inglese questa volta si è misurato con il romanzo breve, da cui poi è sta-

Il paradigma delle donne da Medea a Miss Marple Personaggi, di Elettra Stamboulis

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Una scena dallo spettacolo “Inthekitchentheory”


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Una foto di scena da “Filumena Marturano” in scena a Ravenna

ta tratta la versione teatrali. Quanto si può vivere aggrappati alla routine, al già visto è anche la trama de Il padre, che pur concentrandosi sulla perdita della memoria del bravissimo Alessandro Haber, mantiene nella figlia un centro di osservazione. È lei a perdere consapevolmente la routine, la lettura che ha sempre dato della vita. Entrambi gli spettacoli sono in programma a Bagnacavallo. Si torna sulla madre a Ravenna, con Filumena Marturano per la regia di Liliana Cavani, alla sua prima prova con la prosa (mentre ha già sperimentato l’Opera): la regista di Al di là del bene e del male, mette in scena la madre mistificatrice, raggirata, rancorosa. Un personaggio che ha visto molte attrici lasciare il proprio segno su questa interpretazione (pensiamo alla Melato!), proprio per i molti registri che Eduardo richiede. Ha una regia femminile anche la versione teatrale del romanzo di Michela Murgia Accabadora: una visione tutta femminile, centrata sulla genealogia e la ricorrenza delle radici che incuriosisce proprio perchè trasformato in un monologo dal fortunatissimo testo della scrittrice sarda. In qualche modo continua la sentenza finale della Marturano di Edoardo: Filomena non svela il segreto a Domenico, che l’ha veramente sposata sapendo che uno dei tre figli è in realtà suo, ma quale sia non lo sapremo mai…Così anche Accabadora ha al centro la questione della madre biologica o madre adottiva. D’altro canto questo andare e venire tra cinema, letteratura e teatro, come se un magnete riportasse sempre sulla tavola di legno e il sipario, oppure, se vogliamo essere più negativi, come se avesse bisogno di altri codici e storie, incapace di produrre drammaturgia autenticamente pensata sulla scena, è un altro aspetto smaccatamente evidente nella programmazione di questa stagione che ritorna anche nel Paradiso perduto, Paradiso ritrovato, tratto da Milton di Elena Bucci a Russi insieme al prezioso Prima della pensione, ovvero Cospiratori di Bernhard: siamo di nuovo nel ventre molle della famiglia. Un interno claustrofobico, a cui chi ama l’austriaco drammaturgo è avvezzo, due donne e un uomo, da cui dipendono, da cui sono diversamente soggiogate. Il tema esistenziale diventa politico ben presto, quando il trio diventa cospiratorio, si allea contro un certificato nemico esterno, nel momento opportuno. I tre sono i fantasmi che si materializzano, e li abbiamo sotto gli occhi nelle elezioni tedesche per esempio, di sepolti, “fintamente ammansiti”, che aspettano all’ombra della storia il momento per ricomparire. Quello del nazismo mai morto è un tema sinistramente ricorrente in molta narrativa, e il misantropo Bernhardt sembra dare una forma dualmente femminile alle ancelle del maschio predatore interpretato da Marco Sgrosso. E infine, se si vuole un’immagine non conturbante, non interrogante, almeno a livello di quesiti esistenziali, vi potete godere anche Miss Marple, giochi di prestigio, adattato per il teatro da Edoardo Erba presenta nei panni della simpatica investigatrice nata dalla fantasia di Agatha Christie, Maria Amelia Monti, che sinceramente è molto lontana come physique du role dalla Margaret Rutherford che la interpretava in bianco e nero, ruvida o la più recente interprete Julia McKenzie. Forse servirà a costruire un immaginario con una investigatrice provetta molto più giovane e magra di quanto non la immaginiamo.

Tante le facce della maternità in scena, da Filumena Marturano ad Accabadora


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L’ANNIVERSARIO

Chiara Lagani e Luigi de Angelis in una foto di “Ponti in core”, spettacolo del 1996

Intervista semiseria ai due fondatori della compagnia ravennate

Storia di una compagnia

Dal teatro all’opera ai (tanti) premi Fanny & Alexander ama definirsi “bottega d'arte” ed è una compagnia fondata a Ravenna nel 1992 da Luigi de Angelis e Chiara Lagani ai quali si aggrega nel 1997 Marco Cavalcoli. Nei 25 anni di attività hanno realizzato spettacoli teatrali e musicali e produzioni video e cinematografiche, installazioni, azioni performative, mostre fotografiche, convegni e seminari di studi, festival e rassegne.Tra i lavori spiccano il ciclo dedicato al romanzo di Nabokov Ada o ardore e vincitore di due premi Ubu; il progetto pluriennale dedicato a Il Mago di Oz (2007-2010) e le serie dei Discorsi per indagare il rapporto tra singolo e comunità. Nel 2015 Fanny & Alexander cura regia, allestimento e costumi dell'opera Die Zauberflöte - Il flauto magico di W.A. Mozart per il Comunale di Bologna. Tra gli ultimi lavori ci sono To be or not to be Roger Berna che anticipa il futuro progetto sull’Amleto, e SMER. The riot of seduction, opera di teatro musicale realizzata con l’ensemble berlinese Kaleidoskop che ha debuttato in Belgio. Nell’estate 2017 ha debuttato inoltre Da parte loro nessuna domanda imbarazzante, progetto ispirato alla quadrilogia di Elena Ferrante. Chiara Lagani è docente di un laboratorio di messa in scena alla IUAV di Venezia e nel 2017 ha vinto il Premio Speciale per l’innovazione drammaturgica nell’ambito del Premio Riccione. Tra gli altri premi alla compagnia: Giuseppe Bartolucci 1997, Coppola Prati 1997, Speciale Ubu 2000, Produzione TTV 2002, Lo Straniero 2002, Speciale 36mo Festival BITEF di Belgrado 2002, Sfera Opera di Ricerca Cortopotere Anno Tre 2003, Speciale Ubu 2005, Spettatore 2010/11 Teatri di Vita. A Ravenna tornano in scena a dicembre (vedi pagina 49).

Compagnia ormai storica del teatro di ricerca, Fanny&Alexander hanno fama di essere a tratti criptici e comunque piuttosto difficili. Noi abbiamo provato a sfidare i due fondatori, Chiara Lagani e Luigi De Angelis, in una doppia intervista con le domande più semplici che ci siano venute in mente. Ecco le loro risposte. Cosa ti ha portato al teatro 25 anni fa? Chiara: «Non saprei dire con esattezza, avevo solo diciassette anni… Potrei dirti tante cose: il caso, la vita, uno spettacolo che mi colpì profondamente… Ma credo che la risposta più corretta sia: l’incontro con Luigi De Angelis. Il teatro è stato da subito il nostro modo per costruire la forte relazione che ancora ci lega». Luigi: «Mia madre mi ha portato a teatro fin dall’età di 4 anni. Musica, teatro, opera… Mi sono avvicinato però al teatro in maniera più diretta a 14 anni. Marco Cavalcoli al Liceo Classico Dante Alighieri organizzò un laboratorio con Ermanna Montanari del Teatro delle Albe. Individuo in quell’incontro il contagio inevitabile che mi ha segnato per sempre. Ho scoperto l’esistenza di un teatro animico, pulsante, epidemico. Poi l’intuizione fulminea di proporre a Chiara Lagani, che appena conoscevo, figlia della mia insegnante di storia e filosofia Loretta Masotti, di mettere in scena un suo testo, che lei mi aveva consegnato sulle scale del Liceo per un parere e che ho letto nel giro di un’ora. Da quel giorno non mi sono più allontanato dal teatro e oggi festeggiamo i nostri primi 25 anni!» Quando hai capito che non avresti potuto o voluto fare altro nella vita? C: «Quasi subito. La sera dell’ultima replica del nostro primo spettacolo piangevo inconsolabile come se non ci fosse un domani, con Luigi che cercava di convincermi che si poteva anche rifare…Poi però ho deciso che avrei fatto questo davvero, e ho capito che dentro questo lavoro che ne sono moltissimi altri: ancora oggi io scrivo, recito, insegno, disegno costumi, organizzo presentazioni, eventi, convegni… Non potrei fare altro nella vita perché in questo lavoro, almeno per come ce lo siamo ritagliati addosso, c’è anche molto altro, è una vita fatta di molte vite».

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di Federica Angelini

Fanny&Alexander: venticinque anni di passione, ricerca e vita


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L: «È strano. È come se non mi fossi mai posto la cosa. Era necessario e impossibile fare diversamente. Avevo bisogno di quel nutrimento che è stato terapeutico e tossico allo stesso tempo. A volte la tossicità è fondamentale per restare in vita… Non saprei dirti quando e se c’è stato un momento di lucidità in cui ho compreso la cosa. Potevo solo stare lì, tanto che tuttora per me non si tratta di un lavoro. È vita». Che cosa ti tiene legato al teatro oggi? C: «È ancora per me un luogo in cui i desideri più profondi hanno possibilità di trovare le loro strade e le loro forme». L: «La fluidità e la trasparenza cui obbliga su tutti i piani dell’essere. L’atto d’amore implicito nel confronto diretto con una comunità di sguardi provvisoria. La possibilità di continuare a lavorare al fianco di artisti straordinari come Chiara Lagani, Marco Cavalcoli, Sergio Policicchio». Lo spettacolo di cui vai più orgoglioso/a. C: «Non saprei. Tutti. Amo Ponti in core, perché è il primo che ci ha fatti conoscere al pubblico nazionale e internazionale e perché sono in scena con Luigi. Poi Dorothy, sconcerto per Oz, perché è forse il più ardimentoso dal punto di vista drammaturgico. Ho adorato abitare il buio pieno di suono e odori di Vaniada: mi ci accoccolavo letteralmente dentro, nessun luogo al mondo era come quello, per me». Se ti chiedessi di quale dei tuoi due figli vai più orgogliosa che cosa mi

L’ANNIVERSARIO risponderesti? C: «Gli spettacoli sono tutti parti di me, li amo tutti allo stesso modo. Fanno parte della mia storia interiore. Sono copresenti in me, in maniera orrizontale. Nutrono quelli nuovi, anche a distanza di tempo». Lo spettacolo che non rifaresti? C: «Nessuno, anche da quello su cui sono più critica ho imparato tantissimo». L: «Rifarei tutto. Tutto è esperienza. Tutto è fluido e connesso. Tutto è necessario alla trasformazione, alla crescita». Il momento più imbarazzante? C: «La volta in cui uno di noi, svegliatosi di colpo in auto mentre un operatore ci riaccompagnava tutti in albergo dopo lo spettacolo, alla domanda “di cosa stavamo parlando, lo sai tu, o davvero dormivi?”, rispose candidamente: “certo che lo so, parlavate di Nonna Papera”. Chissà che sogno misterioso stava facendo! Il fatto è che noi stavamo parlando di un importante e storico artista e l’operatore non la prese proprio benissimo… Ma non chiedermi di rivelare il nome dell’artista adesso, eh!» L: «Ce ne sono tanti ahimè. Hanno tutti a che fare con le umiliazioni subite da chi gestisce un potere, ad esempio direttori di festival, produttori, ecc. Il peggio è quando queste figure sono a loro a volta degli artisti o presunti tali». Lo spettacolo più brutto a cui ti è capitato di assistere da spettatore. C: «Ce ne sono tanti. Ma per fortuna dimentico». L: «Scusami, ma non ne ricordo uno in particolare. Da tempo cerco di

Luigi de Angelis:«In questi anni per fortuna ho perso l’ansia di affermazione»

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L’ANNIVERSARIO non guardare il teatro in termini di piacere o non piacere – like or not like – di non pormi davanti a uno spettacolo secondo una logica del giudizio. Se mai mi allontano dagli spettacoli in cui si cerca di predicare piuttosto che di interrogare, di ambire piuttosto che di essere, di spiegare, togliere le pieghe… piuttosto che di lasciare spazio all’immaginazione creativa». La cosa più importante che hai imparato in questi 25 anni di carriera C: «Che il percorso è molto più importante delle singole prove, dei singoli eventi in cui si manifesta. L’opera è ciò per cui si lavora, ma è sempre e solo una piccola parte aggettante del tutto: la vera opera è sommersa e va custodita con grande amore». L: «La bellezza dell’immaginazione creativa condivisa, il potenziamento della forza interiore». Cosa, per fortuna, hai perso per strada? C: «L’inesperienza. Espone a tanti errori». L: «L’ansia di affermazione». Quella che purtroppo hai perso lungo la strada... C: «L’inesperienza. Offre tante possibilità, la pagina bianca si può ancora scrivere da capo». L: «Non sento di aver perso qualcosa, se mai ho ricevuto tanto!» A cosa hai rinunciato per fare teatro? C: «A niente». L: «A nulla. A mio avviso non si rinuncia mai a nulla, se mai ci si trasforma continuamente e i desideri, le aspettative apparentemente disattese si materializzano sotto un’altra forma».

Hai mai pensato di abbandonare e fare altro? Cosa? C: «A volte, quando sono sopraffatta dalla fatica e dalle scadenze mi chiedo perché non ho scelto un lavoro più “normale”, perché, ad esempio, non ho fatto la fioraia. Ma poi penso che anche vendere fiori sia un bel cimento, e forse se vendessi fiori sarei ugualmente sopraffatta. Sono la serietà e il rigore, alla ricerca di una qualche bellezza, che rendono grandi e dure le cose. Nessun lavoro in fondo è “normale”, se dentro ci sono la furia e il desiderio». L: «No». Descrivi Chiara/Luigi C: «Devo descrivere Chiara, oppure Luigi? Nel dubbio descrivo Chiara/Luigi. E rubo a Nabokov. Chiara/Luigi = Nirvana. Nevada. Vaniada». L: «Chiara è un arco che scaglia frecce acuminate di intelligenza, immaginazione, intuizione, passione, luce!» In tre righe, raccontaci la tua Ravenna. C: «La amo, mi piace la sua luce, l’odore del mare, il silenzio nella nebbia. Mi piace il suo nome palindromo pieno di neve. Annevar Ravenna. A Ravenna ci sono moltissime persone a cui tengo. E c’è Ardis, col suo ardore». L: «Da più di un anno non ci abito più. Ravenna me la porto dentro, nell’immagine interiore di una palude effervescente dai riverberi dorati».

Chiara Lagani: «La vera opera è sommersa e va custodita con grande amore»

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DANZA

La passionalità del tango, la sperimentazione del contemporaneo Milonghe umide e fumose, cinturini neri che cingono la pelle lunare di creature vellutate e notturne, schiene nude e diritte e Due spettacoli della Compagnia Naturalis sguardi che vanno oltre le pareti. La musica Labor, diretta da Luciano Padovani di Gardel, o quella di Piazzolla, che fa scansare le sedie tutte insieme e riempie la sala di corpi danzanti e movenze caparbie. di Linda Landi L’alcol nei bicchieri, le luci basse, la passione, i contrasti. Eppure nel tango si può cercare molto più di uno stereotipo, seppur avvolgente come i colori delle rose cantate da Capossela. C’è riuscito un coreografo veneto cresciuto a pane e contemporanea, che un giorno si è fatto trascinare nella milonga per amore: Luciano Padovani, in scena il 14 febbraio 2018 al Teatro Masini di Faenza con En tus ojos. Piazzolla tango e il 13 aprile al Rossini di Lugo con Romeo y Julieta tango. La Compagnia Naturalis Labor che lei dirige ha riempito i teatri con Romeo y Julieta, una produzione del 2015 in cui rielabora il classico shakespeariano contaminando il tango con la danza contemporanea: oltre alla musica dal vivo del Cuarteto Tipico Tango Spleen, ci svela gli altri ingredienti di questa ricetta di successo? «Romeo y Julieta costituisce una sorta di salto di qualità della compagnia: è stato il lavoro che ci ha portato a riempire i teatri più grandi e ci ha permesso di incontrare un grande favore di pubblico. La mia volontà era superare gli stereotipi del tango tout court, un genere tutto sommato semplice, che non contiene una struttura narrativa. Affrontare la storia degli innamorati shakespeariani ci ha permesso di conferire al tutto un approccio diverso: al tango si è unita la danza contemporanea che a differenza del primo permette il racconto. Poi c’è grande cura per le scenografie che non sono riconoscibili come Verona o Buenos Aires, ma potrebbero essere sia l’una che l’altra. O nessuna delle due. Ne è scaturito un lavoro definito spesso “molto intenso emotivamente”, un mix che è piaciuto molto, a tal punto che non è raro vedere piangere gli spettatori più sensibili». In questa pagina uno scatto É stato difficile trovare interpreti che potessero fondere insieme questi due linguaggi? Come si è sviluppato dallo spettacolo omaggio ad il lavoro con la compagnia? Astor Piazzolla in scena a «Gli interpreti si dividono in quattro danzatori con una formazione contemporanea e dodici autentici tanFaenza gueros. Non è stato facile trovarli: abbiamo dovuto fare tantissimi provini a Vicenza e a Milano. Ma Giulietta - Jessica D’Angelo - nonostante abbia visto più di duecento danzatrici, l’ho individuata quasi subito per la sua Nella pagina accanto uno incredibile freschezza. Tantissimi degli applausi che arrivano sono proprio per lei e, così come Romeo, viene scatto da Julieta y Romeo in dalla danza contemporanea, non dal tango. In generale è stato più difficoltoso trovare i tangueros, perché ce scena invece al Rossini

«Il progetto su Piazzolla era quello di dare una rilettura non scontata della sua figura»


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DANZA

ne sono pochi in Italia. Inoltre il pubblico generalmente non lo nota, ma chi pratica tango si accorge subito che lo spettacolo è fisicamente molto faticoso per chi non è abituato alla danza contemporanea. Viceversa, i danzatori contemporanei arrivano al tango più agevolmente perché sono abituati ad assimilare linguaggi differenti e reggono meglio lo sforzo fisico delle coreografie lunghe. Sicuramente tango e contact dance hanno molti punti in comune e questa caratteristica mi ha permesso di metterli in relazione creando lavori nuovi. Molto interessante è stato il rapporto con Silvio Grand, un tanguero, che da ormai dieci anni mi aiuta anche nelle coreografie montando le parti più strettamente legate al tango». Ma perché ha scelto proprio il tango e non altro? Non è rischioso per un coreografo contemporaneo scegliere un genere da alcuni ritenuto un po’ pacchiano? «Un giorno la mia ex moglie mi ha detto: “vieni a lezione di tango con me o ti lascio”. All’inizio era una vera sofferenza e facevo come i bambini che non vogliono andare a scuola, fingendo mal di pancia e mal di testa. Poi è nata una passione pazzesca e mi sono ritrovato - da persona tutt’altro che nottambula - a ballare nelle milonghe fino alle due di notte. Il primo spettacolo nato dalle sperimentazioni con il tango è Declaraciòn del 2005 in cui ogni tanguero è innamorato di un altro che non lo corrisponde e a sua volta ne ama un terzo diverso, tranne in un caso in cui due si amano reciprocamente. Ne è scaturita un’opera fresca, basata sugli equivoci, che ha avuto molto successo: abituato ai numeri della contemporanea, quando ho visto quattrocento posti invece del solito centinaio ho capito che la mia vita stava per cambiare. Certo bisogna stare attenti: cadere in un genere è anche un rischio, perché poi si rischia che il proprio lavoro possa essere etichettato, per questo continuo a sperimentare anche cose diverse, come nel recente Que reste t il de nos amours che affronta invece il musical attraverso il linguaggio della danza contemporanea». Cosa ci racconta invece di En tus ojos. Piazzolla tango? Quali differenze ci sono con Romeo y Julieta e con le altre produzioni? «La sfida qui è stata creare, sempre con il tango, un lavoro diverso da Romeo y Julieta: era necessario cambiare registro e raccontare un’altra storia, perseguendo un risultato altrettanto forte. L’occasione è arrivata con una ricorrenza legata a Piazzolla e il progetto era quello di dare una rilettura non trita della sua figura. Qui i tangueri sono sei e due i danzatori: l’interprete di Astor è di Reggio Emilia e rende molto l’idea di questo personaggio controverso come la sua musica, sospesa tra linguaggio colto e tango. Piazzolla è l’uomo dei contrasti: si dedica a un genere tradizionale e riesce a stravolgerlo, è al contempo amato e disconosciuto dagli argentini e in questo lavoro ci sono le sue torbide irrequietezze. Non è un’opera biografica, ma mette in luce il suo travaglio interiore e il rapporto con la sua musa, in cui ritroveremo ancora “Julieta” Jessica D’Amico. Da una barchetta di carta che Piazzolla osserva in apertura e che rappresenta la sua voglia di evasione, poi si sviluppa il racconto delle sue sensazioni e contraddizioni. In generale trovo che le parti danzate siano ancora più belle di quelle in Romeo y Julieta; inoltre è un lavoro ancora in progress: anche se ha già debuttato, lo stiamo migliorando per renderlo ancora più forte e il pubblico lo ha già accolto come tale».

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DANZA

La Bella Addormentata per parlare di sonno, sogni, desideri e risvegli Torna il Balletto di Toscana Junior con sedici danzatori tra 16 e 21 anni di Linda Landi

Hanno dai 16 ai 21 anni e sono tra i giovani talenti più promettenti d’Italia: i danzatori della Compagnia Balletto di Toscana Junior fondata e diretta da Cristina Bozzolini e precipitato professionale della Scuola del Balletto di Toscana, sono sicuramente un’ottima occasione da seguire per “spiare” un vivaio in crescita e scommettere su quali volti rivedremo sui palchi internazionali negli anni a venire. Caratterizzati da una grande flessibilità e disinvoltura nel passare dal classico alle sperimentazioni del contemporaneo, sono abitué delle stagioni teatrali ma anche degli spazi “off”. Basti pensare, per farsi un’idea, che anno scorso li abbiamo visti all’Alighieri con il Romeo e Giulietta di Davide Bombana, una trasposizione del classico calata nella realtà dei conflitti etnici di oggi ispirata alla tragica storia degli amanti di Sarajevo Bosko e Admira assassinati dai cecchini serbi, che fu recensita in maniera eccellente. Ma nel palmarès delle rivisitazioni è impossibile poi non citare anche la Giselle di Eugenio Scigliano vincitore del Premio Danza&Danza 2013 come miglior produzione dell’anno. E poi ci sono state le incursioni urbane: mentre proprio i danzatori arrivati a Ravenna una manciata di anni fa e “prestati” alle residenze artistiche dei giovani coreografi invitati per diverse edizioni del Festival settembrino “Ammutinamenti” (tra gli altri, i ravennati ricorderanno i lavori di Tiziana Bolfe Briaschi tra centro e darsena, con i danzatori avvolti da impalpabili tuniche mosse dal vento e i fiori in bocca sulle struggenti musiche di Max Richter) nel giro di poche stagioni hanno presto preso la via delle compagnie internazionali, le nuove promesse che arriveranno a Ravenna (20 e 21 gennaio) porteranno la Bella Addormentata, una nuova produzione per 16 danzatori al debutto l’1 dicembre al Teatro Comunale di Ferrara. Sulle musiche di Tchaikovsky e con drammaturgia e coreografia firmata da Diego Tortelli, il lavoro affronta il tema del sonno e del risveglio nella rilettura contemporanea della celebre favola classica, parlando anche di sogni e desideri, e ispirandosi al filosofo moscovita Ouspensky: «L'uomo moderno vive nel sonno; nato nel sonno, egli muore nel sonno. […] che cosa può conoscere un uomo che dorme? Se ci pensate, ricordandovi nello stesso tempo che il sonno è la caratteristica principale del nostro essere, subito vi diverrà evidente che un uomo, se vuole realmente conoscere, deve innanzi tutto riflettere sulla maniera di svegliarsi, cioè sulla maniera di cambiare il suo essere». Con il realismo tutto contemporaneo, lontano dalle logiche manichee che vedono il bene e male diametralmente opposti, il lavoro viene presentato come un’introspezione nell’animo umano in cui, insieme alla luce, convivono diverse gradazioni di ombre, annullando il divario tra gli estremi. Un’immersione nella “metropoli monocromatica come le pagine di un libro ancora da scrivere”. Lecito dunque aspettarsi un lavoro di alta qualità: garante, si diceva, il coinvolgimento delle le migliori firme della coreografia contemporanea, ma anche la comprovata solidità della direttrice artistica Cristina Bozzolini che ha danzato con i massimi interpreti della scena mondiale e partecipato a importanti produzioni, dedicandosi alla pedagogia della danza fin dagli Anni '70 con la fondazione dell’allora Centro Studi Danza di Firenze, oggi Scuola del Balletto di Toscana, e pochi anni dopo del Collettivo Danza Contemporanea di Firenze, diventato a metà degli Anni ‘80 Balletto di Toscana.

La nuova produzione con le coreografie di Diego Tortelli, dopo il debutto in dicembre a Ferrara, arriva a Ravenna il 20 e 21 gennaio


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OPERA

Ritorna il monito a non giudicare, ma a capire e riflettere. Con queste parole nel 1881 Giovanni Verga, ne I Malavoglia, tracciava le linee guida di un movimento letterario, il verismo, che tante ripercussioni ebbe anche sull’opera lirica. Proprio questa corrente sarà la protagonista della Trilogia d’autunno del Ravenna Festival 2017 in scena all’Alighieri dal 17 al 26 novembre. Verismo è quindi il filo conduttore che lega Cavalleria Rusticana, Pagliacci e Tosca, composte tra il 1890 e il 1900. Resta da capire, però, cosa implichi aderire a questo movimento nato sul finire dell’Ottocento. Composta da Pietro Mascagni in occasione di un concorso indetto dalla casa editrice Sonzogno, è proprio Cavalleria Rusticana che inaugura il periodo verista del teatro italiano. Per rimarcare quanto la corrente musicale prenda le mosse da quella letteraria, vale la pena sottolineare che il soggetto è tratto dall’omonima novella della raccolta Vita dai campi di Verga. Peculiare è la vicenda storica legata al rapporto tra il compositore e lo scrittore. Pare che Mascagni non riuscì a otteIn scena all’Alighieri dal 17 al 26 novembre nere ufficialmente il permesso per l’utilizzo del soggetto da di Enrico Gramigna parte del letterato il quale intentò causa al musicista livornese e alla Sonzogno: alla fine la spuntò Verga che, nel 1893, accettò quale indennizzo 143 mila lire offerte dall’editore. Nonostante le vicissitudini, la fortuna dell’opera non è mai tramontata sin dall’esordio al romano Teatro Costanzi, anzi, si tratta di una delle opere più rappresentate del periodo verista e la più celebre tra le composizioni di Mascagni, pur essendo l’opera di esordio. Da sempre rappresentata in coppia con Cavalleria, Pagliacci è l’opera lirica più nota di Ruggero Leoncavallo, per l’occasione librettista di se stesso, il quale prese spunto per la trama da un fatto di cronaca realmente occorso mentre il padre Vincenzo era magistrato a Montalto Uffugo, vicino a Cosenza. La bella vena melodica e la concisione unite a un impetuoso vigore furono la cifra caratteristica di questa opera che fu l’unica tra le diverse scritte dal compositore campano a non uscire mai dai cartelloni dei teatri d’opera. Anche per il melodramma di Leoncavallo vi furono controversie legate all’accusa di plagio, infatti, dopo aver letto il libretto, il francese Catulle Mendès decise di farsi valere reputando il suo La femme du tabarin del 1887 sufficientemente simile da poter vantare qualche diritto sull’opera dell’italiano. Questa volta fu però il compositore a spuntarla, dimostrando l’effettiva originalità del soggetto, parte integrante del bagaglio personale delle esperienze dello stesso compositore. Ultima opera in cartellone è Tosca di Giacomo Puccini. Visto quel che s’è detto dei due precedenti titoli, sembra quasi incredibile che per l’opera del compositore lucchese non si sia giunti mai a un’accusa di plagio: ciò non avvenne poiché Victorien Sardou, scrittore del dramma omonimo, acconsentì, seppur con una certa freddezza e perplessità, al trattamento del soggetto da parte dei musicisti posti sotto l’egida della casa editrice diretta da Giulio Ricordi. In questo caso, però, fu proprio il compositore toscano che richiese all’editore di poter trattare il soggetto, offerto dapprima ad altre penne della scuderia Ricordi tra cui Alberto Franchetti il quale, dopo qualche mese passato a comporre, si risolse a lasciare a Giacomo Puccini l’argomento ambientato a Roma nel giorno della leggendaria battaglia di Marengo. A ben vedere vi è un secondo tema conduttore che serpeggia latente, ben nascosto: la gelosia. In Cavalleria rusticana e in Pagliacci questo tema è il cardine che sostiene l’intreccio narrativo, mentre in Tosca, la gelosia è solo uno dei colori che compongono la tavolozza della drammaturgia. In queste opere è anche evidente un topos ricorrente in gran parte della letteratura melodrammatica, il dualismo tenore-baritono dal quale spesso emerge In alto, una scena vincitore, non sempre senza macchia, il baritono. Vi è, infatti, il consolidamento di schemi già usati quasi un sedall’opera “Pagliacci” colo prima dove al protagonista maschile dalla voce tenorile era affiancato un antagonista dal timbro baritonale: (foto Luca Concas)

Cavalleria Rusticana, Pagliacci, Tosca: una trilogia al passaggio del secolo

Per la rassegna lirica autunnale del Ravenna Festival, la regia di Cristina Mazzavillani Muti e sul podio dell’orchestra Cherubini il giovanissimo Vladimir Ovodok


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OPERA esempi se ne trovano ovunque nel teatro ottocentesco, dal blando dualismo Nemorino-Belcore al velenoso binomio Otello-Iago. Il duello tra Turiddu ed Alfio è forse l’esempio più equo di scontro tra due personaggi, mentre in Pagliacci (dove i baritoni sono addirittura due) vi è quasi un triangolo infausto tra il delatore Tonio, il marito tradito Canio e l’amante Silvio dove il primo sobilla, il secondo agisce e il terzo soccombe. Il barone Scarpia, invece, non è mosso che in parte dalla gelosia per Tosca verso Mario Cavaradossi, ma il motore principale delle sue azioni è la lussuria e solo l’omicidio del pittore si può ricondurre a un disegno dettato dal desiderio di possedere la cantante. In questa follia di sentimenti, di amore tradito e di onore, il ruolo delle protagoniste nel corso del tempo diviene sempre più forte tanto che, mentre in Cavalleria rusticana sia Santuzza sia Lola della vicenda sono spettatrici loro malgrado, già Nedda in Pagliacci è certamente più padrona del proprio destino non cedendo alle richieste di svelare l’identità del proprio innamorato. Floria Tosca, invece, è la donna artefice della propria sorte, capace di azioni incredibili, tanto da giungere all’omicidio del perfido Scarpia ed al suicidio alla morte dell’amato Mario. Nella piccola ma intensa rassegna ravennate vi sarà quindi la possibilità di seguire e confrontare queste tematiche nel breve spazio di una decina di giorni e di questa notevole impresa saranno protagonisti – certamente oltre all’ideazione e alla regia di Cristina Mazzavillani Muti – i giovani ma valenti cantanti, il l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, il Coro del Teatro Municipale di Piacenza ed il Coro di voci bianche Ludus Vocalis tutti guidati dalla bacchetta del giovanissimo Vladimir Ovodok, direttore bielorusso che ebbe già modo di farsi apprezzare a Ravenna nella prima edizione (2015) dell’Italian Opera Academy del Maestro Muti. Fondamentale, infine, l'apporto felicemente creativo dell'affiatato staff scenografico: Vincent Longuemare (light design,) David Loom (visual design), Davide Broccoli (video) e Alessandro Lai (costumi).

Ristorante Field Circ. al Molino 128 Ravenna Tel. 0544.1672628

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Nuove generazioni creative

Remix: la tradizione dell’opera interpretata dai più giovani Un aspetto del tutto originale della “Trilogia d’Autunno 2017” sono i più giovani, che con i loro sguardi e il loro contributo di competenze tecniche, culturali e immaginative hanno arricchito l’edizione di quest’anno. Molti degli oltre 150 ragazzi che hanno partecipato all’inedito censimento delle “Giovani Energie creative della Romagna” – ideato e promosso da Cristina Mazzavillani Muti – si sono misurati con una libera rilettura dal punto di vista drammaturgico e musicale di Cavalleria rusticana e Pagliacci, dando vita ai “Remix“ che apriranno le rispettive serate. Importante è anche il contributo grafico e comunicativo degli studenti della IIIA dell’Istituto Tecnico Morigia-Perdisa, impegnati nell’alternanza scuola-lavoro durante il quale lo staff di Ravenna Festival ha condiviso il “saper fare” ed esperienze nel campo della comunicazione culturale. Il loro percorso, tra banchi di scuola e Teatro Alighieri, si concluderà con il progetto delle brochure informative dedicate a Cavalleria rusticana e Pagliacci remix. A raccontare in tempo reale la Trilogia ci sono anche gli scatti di tre giovani fotografi – Luca Concas, Jenny Carboni, Martina Zanzani – che proseguono quanto iniziato nel 2012 e 2013 con ”Verdiweb”, tornando quindi dopo qualche anno a varcare la soglia del laboratorio produttivo del Teatro Alighieri. Le loro fotografie costituiranno l’apparato di immagini del libretto di sala delle tre opere e delle performance remix.

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MUSICA CLASSICA

Nicoletta Conti, la prestigiosa bacchetta rosa con un repertorio di musica per il cinema La direttrice sarà al Rossini per guidare la Filarmonica Arturo Toscanini di Enrico Gramigna

Nella foto grande la Filarmonica Toscanini che sarà diretta, al Rossini, da Nicoletta Conti (qui sopra)

Il teatro Rossini di Lugo, piccola gioia romagnola, quest’anno si trasforma in luogo magico. Dopo la seconda edizione del festival di musica antica Purtimiro, sarà la stagione cameristica a risplendere fulgida grazie ad una programmazione varia come non mai, che innalza ancor di più il livello qualitativo dell’offerta culturale della più settentrionale tra le “Sette Sorelle” della Romagna. Protagonista del primo appuntamento della stagione concertistica sarà il Maestro Nicoletta Conti, una delle più prestigiose bacchette rosa che lo Stivale può vantare. Nel corso degli ultimi anni, la diffusione della professione direttoriale si è finalmente estesa anche all’altra metà del cielo con effetti benefici sulla qualità e la freschezza delle interpretazioni. La direttrice non sarà, però, l’unica sul palco del teatro lughese, ma guiderà la Filarmonica Arturo Toscanini nell’interpretazione di un programma interamente dedicato alla musica colta prestata al cinema. Maestro Conti, la scelta del repertorio per questo concerto lughese è interessante e non banale. A cosa si deve questa scelta? «La musica per film è una realtà più che mai attuale e la scelta condivisa con l’orchestra di portare al Rossini questo repertorio è motivata sia dalla volontà di gettare uno sguardo alla ricezione che il pubblico potrà avere ascoltando temi già interiorizzati più o meno coscientemente, sia dal profondo amore che mi lega a questo genere musicale». Quindi componente importante del suo percorso è la musica da film, ma non sarà certo la sola. Cos’è che ama maggiormente dirigere? «In una parola, opera. È la mia casa, mi ci ritrovo in ogni nota, specialmente nel melodramma ottocentesco. Macbeth, Traviata, Lucia di Lammermoor, questi sono i primi titoli che mi vengono in mente e che, peraltro, ho in questo momento tra le mani». Lei quindi si definirebbe una bacchetta “verdiana”? «Magari! Nelle pagine del Maestro di Busseto mi trovo incredibilmente a mio agio, ma ovviamente sono legata alle richieste che i teatri mi fanno, tuttavia sono felice anche con Lucia (di Donizetti n.d.r.), uno dei miei titoli preferiti non composti da Giuseppe Verdi. C’è da dire, però, che ho una vera predilezione per il finale tragico, amo meno le opere buffe, specie quelle a cavallo tra Sette e Ottocento». L’amore per l’opera trasuda da ogni sua parola. «Certo, è l’unione del teatro e del mondo sonoro. Mi piace moltissimo lavorare sulla drammaturgia delle opere che dirigo, è un lavoro di approfondimento costante che permette di comprendere fino in fondo le scelte musicali del compositore e di rendere al meglio il significato dell’opera». Ha mai affrontato opere del teatro novecentesco? «Mi sono laureata con una tesi sul L’Aviatore Dro di Francesco Balilla Pratella».


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MUSICA CLASSICA Quindi si ritorna a Lugo, giusto? «Già. Era il 1996 quando si mise in scena proprio quest’opera al Teatro Rossini. Allora però non dirigevo io, ma un grande del podio scomparso un mese dopo il termine delle repliche lughesi, Gianandrea Gavazzeni». Il teatro d’opera ha subito un profondo mutamento nell’ultimo secolo. Si è forse perso in qualità, ma guadagnato in precisione. Com’è oggi allestire un’opera? «Una bella impresa. I tempi che abbiamo oggi non sono certo quelli che si avevano anche solo 50 anni fa. Ora se si fanno 2 prove musicali, è davvero un lusso. Molto spesso le star arrivano addirittura in generale. È quindi cambiato il modo di lavorare, con più precisione, per necessità e per tempo, ma forse meno indagine drammaturgica, appunto». È certamente cambiato anche il pubblico in questi anni. C’è crisi di pubblico nell’opera? «Certamente sì, in passato si andava di più a teatro e il pubblico era più numeroso. Questo è evidentemente dovuto a un cambio di fruizione del luogo. Il teatro oggi è visto come una sede nella quale andare a vedere uno spettacolo, un evento, un personaggio, mentre una volta era anche e soprattutto un luogo di aggregazione. Comunque se può consolare, questo non è un problema solo italiano, ma è diffuso in tutto il mondo, con forse l’eccezione giapponese, ma anche i tanto decantati Stati Uniti risentono di queste problematiche». Vi è forse anche un problema di ricambio generazionale del pubblico? «Anche. Forse. Come docente di conservatorio vedo che chi si iscrive è più interessato al jazz o alla musica da film che allo

studio dei capolavori del passato. Per esempio, ho un allievo dotatissimo che il prossimo anno mi lascerà per seguire la sua inclinazione alla musica da film. Certamente chi oggi studia in conservatorio è più probabile che nella propria cameretta abbia il poster di Justin Bieber invece di quello di Johannes Brahms». L’industria discografica dovrebbe puntare quindi ad accattivarsi quella fascia d’età per aumentare il pubblico? «Non credo che si risolverebbe molto. Oggi i ragazzi non comprano più i cd, usano Youtube o meglio Spotify. Così si abbassa non solo la diffusione della musica classica, ma anche la qualità dell’ascolto». Quindi la tecnologia non sta aiutando la musica colta. Di recente in televisione è stato trasmesso un robot alla guida di un’orchestra, pensa sia il futuro? «Non me ne parli. Un vero disastro. Chi non sa quanto lavoro e quanta fatica ci siano dietro il lavoro del direttore, vedendo questo genere di cose continuerà a chiedersi a cosa serva effettivamente un direttore. Purtroppo questa è una domanda che si sente sempre più spesso. Tuttavia la differenza tra un direttore ed un metronomo è abissale». Lei ha avuto la fortuna di conoscere e lavorare con grandissimi direttori. Cosa ricorda di quelle esperienze? «È sicuramente stata una scuola di vita. Su tutti l’incontro con Leonard Bernstein è stato come trovarsi improvvisamente una stella davanti. Parlava 12 lingue fluentemente, era un bravissimo pianista classico, valentissimo anche nel jazz, si è occupato di divulgazione, ha promosso la diffusione delle musiche di Mahler. Aveva un’apertura mentale inimmaginabile, era semplicemente da brivido».

«L’incontro con Leonard Bernstein è stato come trovarsi improvvisamente una stella davanti»


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MUSICA ELETTRONICA

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Un disco per scomparire, Adriano Zanni tra suoni e immagini di Luca Manservisi

L’artista ravennate presenta la sua nuova creazione Il ravennate Adriano Zanni, 53 anni, è uno dei più ricercati e interessanti field recordist e compositori di musica elettronica italiani, noto in particolare tra gli addetti ai lavori con lo pseudonimo Punck, con cui ha pubblicato il suo ultimo album nel 2008. Da allora un silenzio interrotto solo nel 2017 con ben tre uscite diverse, culminate con il vero e proprio seguito sulla lunga distanza, Disappearing, Lp in uscita il 17 novembre per Boring Machines e che sarà presentato da Zanni al festival “Transmissions” del Bronson (vedi box a finaco) domenica 26 novembre al Museo d’arte della città di Ravenna. Adriano, perché tanti anni di silenzio? «In realtà non ho mai smesso, avevo solo cambiato il modo di raccontare le mie piccoIL FESTIVAL le storie (Zanni è anche un apprezzato fotografo, ndr), non ho mai trovato molta differenza nel mio approccio verso le varie pratiche e sul come cerco di sviluppare i racconti, immagini o suoni che siano». Anche gli Ulver a Transmissions I suoni e le immagini nella tua espressione artistica si influenzano a vicenda e spesso usi anche le parole azzeccate per descriverli: il titolo Disappearing è in questo senso Adriano Zanni sarà tra i protagonista della decima perfetto per descrivere una musica che pare quasi in dissolvimento... edizione di “Transmissions”, il festival dell’associazio«Non sono sempre consapevole fino in fondo di quello che faccio, certamente sono in ne Bronson, tra musica sperimentale, elettronica e molti a farmi notare che trovano le mie foto siano molto “sonore” e le mie musiche molavanguardia. L’appuntamento è dal 24 al 26 novemto “fotografiche”. Io ho poche certezze, la principale è quella di essere consapevole di bre a Ravenna (tra Almagià, Bronson e Mar). In carstare facendo sempre la medesima cosa indipendentemente dal media che utilizzo, cioè tellone i norvegesi Ulver, padrini del black metal raccontare piccole storie per lo più autobiografiche, prevalentemente banali e quotidiascandinavo, e Stian Westerhus (chitarrista sperimenne, come del resto lo sono tutte le piccole storie in genere. Il disco in uscita, Disappeatale); l’americano Robert Aiki Aubrey Lowe (noto anring, è molto autobiografico. il più di tutti quelli che ho fatto fino a oggi, anche se lo è che come Lichens); il compositore e polistrumentimolto intimamente ed interiormente e poco di questi aspetti trasparirà forse all’ascoltasta inglese Daniel O’Sullivan – dei Sunn O)) e degli tore. C’è tutto di me in questo disco, i miei luoghi, le mie influenze, la mia vita, la paustessi Ulver; i Love Them (trio improntato tra Londra, ra, gli ultimi anni e le incognite sul futuro, sì, come dici tu possiamo anche parlare di Los Angeles e Taipei); Bus De La Lum, performance dissolvimento». dell’artista Nico Vascellari, Tiresia (nuovo duo amMi pare ci sia anche molto Lynch e il suo Twin Peaks, a partire dagli alberi della coperbient di Bruno Dorella e Stefano Ghittoni) e due fetina... nomeni della scena elettronica internazionale nati in «Per quanto banale, in ogni cosa che facciamo finiscono inevitabilmente tutte le nostre Romagna: Lorenzo Senni e Matteo Vallicelli. influenze artistiche e non, Lynch è ovviamente una grande passione e influenza, Twin Peaks è sotto traccia, nelle viscere e nella carne di tutta la mia generazione. Nel disco immagino si senta emergere questa influenza sotto forma di atmosfere cupe e misteriose e anche per la serie di immagini scelte per la grafica (che in tempi non sospetti ribattezzai “Twin Peaks Cadore”), ma tutto senza che fosse premeditato, immagino siano ricordi che riaffiorano, quando ho registrato il disco la nuova serie ancora non c’era». Com’è stato tornare a suonare dal vivo? «Suono molto poco dal vivo, ogni volta è un’incognita e non so bene cosa succederà fino a che succederà sul palco. A dire il vero il rapporto con i concerti è un rapporto di amore/odio, tendo alla solitudine e la mia dimensione prefeNella foto la copertina del nuovo disco; nel riquadro rita è il lavoro sul campo insieme a tutto il tempo che passo nella mia stanza/studio, ma suonare dal vivo è sempre un ritratto di Adriano Zanni emozionante».


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DIETRO LE QUINTE

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Luci in scena: l’affascinante ruolo del light designer Vincent Longuemare: «Ho iniziato questo mestiere per amore, perché la mia fidanzata voleva fare l’attrice» di Roberta Bezzi

In alto, un’immagine del Falstaff di cui Vincent Longuemare ha curato le luci, sotto un suo ritratto di Valentina Capone

Progettare le luci per valorizzare al meglio quanto accade sul palcoscenico è il principale compito del light designer, una professione emergente di cui ancora non si conoscono tutti i segreti in Italia. Ne è un esempio il francese Vincent Longuemare, trasferitosi nel Belpaese nel 1996, dove ha cominciato a collaborare con Sosta Palmizi, Déjà-Donné, Kismet Opera, Marco Baliani, Giorgio Barberio Corsetti e Teatro delle Albe. E proprio grazie al lavoro con la compagnia ravennate ha vinto il Premio Speciale Ubu per le luci nel 2007 con la seguente motivazione: «Per aver segnato ormai da anni gli spettacoli delle Albe con uno spirito scenografico che integra il lavoro registico». In campo operistico, oltre che con Daniele Abbado e Mietta Corli, ha lavorato con Cristina Mazzavillani Muti, nell’ambito del Ravenna Festival, per cui ha curato le luci di spettacoli quali Tenebrae e L’amor che move il sole e l’altre stelle di Adriano Guarnieri, ma anche di diverse Trilogie, quali “Verdi & Shakespeare”con Macbeth, Otello e Falstaff nel 2013 e Cavalleria Rusticana, Pagliacci e Tosca nel 2017. Sempre per Ravenna festival, ha disegnato le luci per Sancta Susanna, con la regia di Chiara Muti, ma anche Nobilissima visione con la coreografia di Micha van Hoecke e per Dido and Aeneas di Purcell.

Vincent Longuemare, come ha scoperto di voler fare il light designer? «Per amore, tanti anni fa. Avevo una fidanzata che voleva fare l’attrice e mi sembrava giusto metterla sotto una buona luce. In realtà, neanche sapevo che esistesse questo mestiere ma mi sono informato e ho trovato un corso interessante all’Institut National Supérieur des Arts a Bruxelles, città in cui poi proseguito la formazione tecnica all’Opéra de la Monnaie-De Munt». Oggi cosa consiglierebbe a chi vuole intraprendere questa professione? «Di lasciare l’Italia dove mancano corsi completi e di cercare un Paese con scuole che propongono un percorso di almeno due o tre anni. Sconsiglio di mettersi sul mercato e di iniziare dalla gavetta, senza una reale preparazione alle spalle, perché il rischio è di disimparare soprattutto se ci si trova a lavorare in produzioni a basso budget che nulla hanno a che vedere con quelle più grandi per cui poi servono competenze completamente diverse. Per sapere progettare e disegnare le luci, non conta solo la conoscenza tecnica che può essere frutto anche dell’esperienza ma occorre avere anche e soprattutto la giusta cultura e poetica che solo gli studi contribuiscono a formare». Non funziona quindi “andare a bottega” da un bravo light designer? «Può essere una strada percorribile, se si trova qualcuno disposto a farlo. Io stesso faccio piccoli corsi di formazione, ma non sono sufficienti per acquisire le basi di una professione in continua evoluzione grazie alle nuove tecnologie. Carenza di formazione, carenza di figure qualificate. Personalmente, sono sei mesi che cerco un assistente qualificato ma non lo trovo…». Quanto è cambiata l’illuminotecnica in questi anni? «Moltissimo. Faccio questo mestiere da 31 anni e per circa 20 ho lavorato con fonti alogene. Poi sono comparsi i fari motorizzati Moving Light e di recente le luci a led, denigrate per molto tempo perché a noi light designer piace il buio che esprime intimità. In realtà, sono meravigliose perché non consumano niente, ma hanno completamente rivoluzionato il modo di pensare le luci. C’è così tanta varietà che ci si può persino perdere nell’uso della tecnologia, considerando che poi c’è anche il vasto universo dei video, delle immagini, e via dicendo». C’è differenza nel modo di concepire le luci nella danza, nell’opera o nella prosa? «Fino a qualche anno fa, resisteva qualche stereotipo, ma ora la tecnologia ha azzerato tutto. Mi piace illuminare l’opera come se fosse un concerto rock o un evento all’aperto, per esempio. Nella danza c’è una maggiore presenza del corpo da valorizzare nello spazio scenico. In realtà, la differenza maggiore oggi la fanno i budget a disposizione. Un buon light designer riesce a fare belle luci anche con pochi mezzi, soprattutto nella prosa. Ma chiaramente avere un grosso budget, come quello che ho io ora per la Trilogia del Ravenna Festival con un centinaio di apparecchi autorizzati, offre la possibilità di sbizzarrirsi all’ennesima potenza».


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GENIUS LOCI

Il teatro Rasi: da Santa Chiara all’Inferno dantesco Lo spazio scenico luogo di comunicazione e rivelazione della città, grazie a Ravenna Teatro di Paolo Bolzani

Notte tra il 13 e il 14 settembre 1321. Dante Alighieri muore, di ritorno da un viaggio diplomatico a Venezia per conto dei Da Polenta, la Signoria che regge le sorti di Ravenna dal 1275. L’esule fiorentino ha settant’anni e dal 1318 vive nella città già di Galla Placidia, Teoderico e Teodora. Le solenni onoranze funebri si celebreranno nella chiesa di San Francesco, già Basilica degli Apostoli e S. Pier Maggiore, alla presenza di Boccaccio e di Guido Novello Da Polenta. Al monastero di S. Stefano degli Ulivi si unirà invece Antonia Alighieri, figlia del divino poeta, con il nome di suor Beatrice. Immediatamente a nord della chiesa, nel 1780 il Cardinale Legato Luigi Valenti Gonzaga affida all’architetto Camillo Morigia la costruzione del Dantis Poetae Sepulcrum. Dalla sua mano esce un elegante tempietto neoclassico ad edicola, posto accanto al primo chiostro francescano e rivolto a nord sul cannocchiale prospettico di via Alighieri verso piazza del Popolo, per proseguire su via Ferruzzi. Vestito dalla leggera trama di un bugnato gentile, il piccolo edificio, che Olindo Guerrini paragonò impietosamente a una zuccheriera, mostra un fregio dorico e al centro del timpano l’uroburo, simbolo di eternità, mentre si orna in cima con il simbolo delle vaste pinete che bordano la costa adriatica. Qui, alla Tomba di Dante, ha avuto inizio in prima nazionale il 25 maggio la processione di una serie di undici cori per la cospicua somma di circa settecento comparse, «cittadini, senza limiti di numero, età, lingua o preparazione specifica», chiamati a «partecipare alla realizzazione della messa in scena facendo parte del coro o delle attività a latere». Tantissimi cittadini, qui giunti e ammaliati da una “Chiamata Pubblica” e coinvolti nel “cantiere Dante”, da cui deriva Inferno, 34 repliche al Ravenna Festival, prima parte del progetto “La Divina Commedia: 20172021” di Marco Martinelli e Ermanna Montanari. I fondatori del Teatro delle Albe in Inferno sono un doppio Virgilio che conduce un Dante multiforme e molteplice fino al Teatro Rasi. «Nel mezzo del cammin di nostra vita/mi ritrovai per una selva oscura/che la dritta via era smarrita»; un incipit che riporta alle pinete di Ravenna, la città «su la marina dove ‘l Po discende», come dirà Francesca da Polenta, sposa fedifraga di Gianciotto Malatesta con il cognato Paolo, cui è dedicato il notissimo passo della Commedia (Inferno, V, 100-108) e una casa, indicata dalla vulgata come “Casa di Francesca”, non lontana da Porta Sisi. Finisce il primo canto alla Tomba e il folto gruppo si sposta alla Basilica di Sant’Apollinare Nuovo, edificata da Teoderico, re degli Ostrogoti. Qui va in scena il secondo canto con il coro delle Beatrici, che pre-

Dopo il restauro concluso nel 1978, oltre al palco emerge l’abside, tra l’apparizione metafisica e la vestigia archeologica, di una scarna bellezza


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GENIUS LOCI lude alla terza e ultima tappa: il Teatro Rasi. Sorto come chiesa di Santa Chiara per volere di Chiara da Polenta nel 1250, poi soppressa nel 1805 con un editto napoleonico, nel 1823 l’edificio venne ceduto all’Ospedale di Santa Maria delle Croci e quindi al barone Pergami che lo trasformò in cavallerizza. A questa funzione rimase legato fino al 1885, con giochi equestri in particolare dal 1847 al 1856, quando già nel 1874 l’edificio era stata venduto al Comune di Ravenna. Venne quindi richiesto in concessione a uso di teatro dall’Accademia Filodrammatica, priva del teatro Bertoldi sito in via Alberoni. Qui l’8 maggio 1892 venne inaugurato il nuovo “Teatro Filodrammatico” con la rappresentazione della commedia Il deputato di Bombignac di Alessandro Bisson e un monologo di Luigi Rasi, direttore della Scuola di Recitazione di Firenze. Allora c’erano 220 sedili di legno in platea e 90 posti in balconata, posta su colonne e mensole in ferro. L’Accademia Filodrammatica nel 1919 si fuse con la Società Orfeanica ravennate, attiva dal 1900. Dalla fusione ebbe origine la Società Artistica Drammatico-Musicale di Ravenna e nell’occasione il teatro venne intitolato a Luigi Rasi. In seguito fu chiuso nel 1938 e radicalmente ristrutturato nel 1943. Nel 1950 dall’abside a pianta quadrata 6x6 metri della chiesa medievale vennero staccati gli affreschi «opera stupenda di Pietro da Rimini quasi per intero e da datarsi all’incirca sulla metà del secondo decennio del Trecento», come scriveva Andrea Emiliani nel 1995, in un pregevole volume per i tipi di Longo editore. Restaurati nel 1992 da Ottorino Nonfarmale, da allora sono esposti nell’ex Refettorio del complesso monastico di San Vitale, ora sala conferenze del Museo Nazionale di Ravenna. Nel frattempo nel 1959 si imponeva una nuova interruzione per problemi di sicurezza, che culminò in un nuovo restauro avviato nel 1962 e concluso nel 1978. Nell’occasione nasce la galleria a sbalzo sulla platea, che insieme al grande uso di velluti, conferisce al teatro una veste più simile a un elegante cinematografo, in cui oltre il palco emerge l’abside, tra l’apparizione metafisica e la vestigia archeologica, di una scarna bellezza con il taglio perentorio della monofora strombata al centro della crociera gotica costolonata. Ed inoltre ecco apparire l’arco del muro meridionale sotto la galleria. Frequentato da Ravenna Festival dal 1990, dal 1991 è sede storica di Ravenna Teatro, centro di una attività di laboratorio e recite teatrali d’avanguardia, sotto la guida dei due Virgilii, che qui in Inferno ti conducono in completo giacca, camicia/maglietta e pantalone total white, nel corso del viaggio di parole e visioni dantesche, in quello che è stato descritto come «l’evento teatrale più atteso di questa ventottesima edizione del Ravenna Festival» (Renato Palazzi, da “Il Sole24 ore”, 15/05/2017, Inferno, il colossal della città-palcoscenico). I numerosissimi cittadini raggiungono il Rasi e le guide li introducono uno ad uno all’interno a «vedere le secrete cose» dell’Inferno. Come spiegava Martinelli nel “Venerdi di Repubblica” a Gian Luca Favetto, «abbiamo costruito il lavoro come una sacra rappresentazione medioevale incrociata con il teatro rivoluzionario di Majakovskij, che adoriamo e mettiamo in relazione con Dante. Sono due poeti che si prestano a essere cantati coralmente. Sono entrambi bruciati dal desiderio di immortalità. Scrivono versi pieni di entusiasmo che hanno Dio in sé» (19/05/2017). «Una decina di attori – riporta ancora Favetto - sono impegnati nei ruoli principali, da Ulisse al conte Ugolino, da Farinata degli Uberti a Pier delle Vigne e Paolo e Francesca. I cittadini, invece, fanno i cori: quello delle Arpie, che urlano e si agitano lassù in alto, in galleria, come se fossero delle sciamane in trance; poi il coro degli Usurai e quello degli Avari, il coro degli Scialacquatori e quello dei Soldati, che scortano gli spettatori come ostaggi, e poi ci sono i diabolici Diavoli e le beate Beatrici». All’ideazione, direzione artistica e regia di Marco Martinelli e Ermanna Montanari si affiancano le musiche di Luigi Ceccarelli e la sistemazione dello spazio scenico di Edoardo Sanchi con gli allievi del Biennio Specialistico di Scenografia per il teatro dell’Accademia di Belle Arti di Brera-Milano. «C’è bisogno di nuovi spazi», ti dice Marco sorridendo, e mai come in questo caso si avverte come il teatro possa divenire un autentico strumento di potente comunicazione e rivelazione della città, essa stessa concepita come un immenso palcoscenico. E allora torniamo al tempo delle gilde.

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CARTELLONE RAVENNA

Teatro Alighieri via Mariani, 2 - tel. 0544 249244 Teatro Rasi via di Roma, 39 - tel. 0544 36239 Inizio spettacoli ore 21 Spettacoli domenicali ore 15.30

PROSA Ferdinando di Annibale Ruccello regia di Nadia Baldi con Gea Martire, Chiara Baffi, Fulvio Cauteruccio, Francesco Roccasecca produzione Teatro Segreto Nell’agosto del 1870 in una villa vesuviana vivono in esilio volontario due donne: la baronessa Donna Clotilde, “ammalata” di disprezzo per il re sabaudo e per l’Italia piccolo-borghese nata dalla recente unificazione, e sua cugina Donna Gesualda, povera e zitella, che la accudisce e sorveglia, e che intreccia una relazione clandestina con l’unico uomo che frequenta la casa, Don Catellino, curato dotto e vizioso. L’improvviso arrivo di Ferdinando, lontano nipote della baronessa del quale si ignorava l’esistenza, porterà scompiglio nella casa, facendo emergere passioni sopite, vizi e rancori. In scena al Rasi il 18 novembre

Va pensiero di Marco Martinelli ideazione e regia Marco Martinelli e Ermanna Montanari, con Ermanna Montanari (nella foto, di Enrico Fedrigoli), Luigi Dadina, Alessandro Argnani, Roberto Magnani, Laura Redaelli, Alessandro Renda, Salvatore Caruso, Tonia Garante, Mirella Mastronardi, Ernesto Orrico produzione Emilia Romagna Teatro e Teatro delle Albe/Ravenna Teatro Martinelli si ispira a un fatto di cronaca per raccontare come la corruzione dell’Italia di oggi abbia soppiantato gli ideali risorgimentali inscritti nella musica di Giuseppe Verdi: il vigile urbano di un paesello della Bassa Romagna si fa licenziare pur di mantenere la propria integrità di fronte agli intrecci di mafia, politica e imprenditoria collusa capace di avvelenare il tessuto sociale della regione che ha visto nascere il socialismo e le prime cooperative. Diretto da Martinelli e Montanari, il lavoro prevede, accanto all’ensemble delle Albe, il coro guidato da Stefano Nanni che eseguirà dal vivo arie e corali dalle opere verdiane. In scena all’Alighieri dal 7 al 14 dicembre, pausa lunedì 11

Lorenzo Milani di Stefania Marrone regia di Cosimo Severo con Nunzia Antonino e Salvatore Marci e con Livio Berardi, Filomena Ferri, Adriana Gallo produzione La Bottega degli Apocrifi Lorenzo Milani, ricchissimo prete dalla vocazione improvvisa e tardiva che dal giorno della sua ordinazione non ha dato un attimo di tregua alla curia fiorentina, ha creato la Scuola popolare di San Donato, ha accusato la Chiesa di schierarsi dalla parte dei padroni, ha pagato queste accuse con l’esilio a Barbiana, e ha fatto di quella cima inospitale della montagna il centro del mondo. Stefania Marrone e Cosimo Severo scelgono di raccontare la sua storia dalla fine, quando Lorenzo è troppo malato per fare scuola e resta a Firenze a combattere una delle battaglie che più gli sta a cuore: far innamorare delle sue scelte l’agnostica, intellettuale e benestante Alice Weiss – sua madre – persuaderla che lui non avrebbe potuto fare altrimenti, convincerla (e forse convincersi?) che quello che è stato ha avuto un senso. In scena all’Alighieri dal 25 al 28 gennaio


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RAVENNA

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EXTRA STAGIONE Da Cinamacity a Vulkano: i fuori abbonamento Tanti gli appuntamenti fuori abbonamento della Stagione dei teatri. Dopo le antiprime di ottobre Ascoltate! Romagna relax di MenoVenti e il Don Giovanni in soffitta a Vulkano di Cesaro Garboli, novembre vede la stagione sportasi al Cinemacity dal 9 al 15 novembre con la proiezione di Vita agli arresti di Aung San Suu Kyi un film scritto e diretto da Marco Martinelli per il debutto al cinema di Martinelli e Montanari, tratto dall’ominimo spettacolo teatrale. Si torna poi a Vulkano, a San Bartolo, dal 23 al 26 novembre per Lost generation di e con Alessandra Crocco e Alessandro Miele, che racconta la storia di Francis Scott Fitzgerald e della moglie Zelda. Al Rasi, il 2 dicembre è la volta di Fanny&Alexander con West (vedi p. 49), mentre a Vulkano il 16 e 17 va in scena Ella di Herbert Achternbusch con Maurizio Lupinelli (nella foto) e per la regia di Eugenio Sideri, produzione Nerval Teatro. Con il 2018 di nuovo al Rasi il 16 gennaio per Morte di Zarathustra, per la drammaturgia e la regia Clemente Tafuri, David Beronio in una produzione Teatro Akropolis, realtà che nasce dal sodalizio artistico tra artisti interessati alle questioni di matrice filosofico-letteraria. Sempre al Rasi dal 5 all’8 aprile si svolgono i Parlamenti di aprile, seminari che riuniscono annualmente filosofi, artisti, studiosi intorno a nodi di pensiero e di azione che il Teatro delle Albe propone di condividere a partire dal proprio percorso artistico. A seguire, sempre al Rasi, dal 16 al 21 aprile, ecco STANZE. Racconto per camera preparata, tratto da The bells will sound forever di Thomas Ligotti, con Massimiliano Rassu, Muna Mussie, regia Alessandro Panzavolta, produzione Orthographe. Il 20 l’appuntamento è però anche con Illusioni di Ivan Vyrypaev (traduzione e regia Teodoro Bonci del Bene), in cui due coppie di sposi scoprono di non conoscere chi sia la persona con la quale hanno trascorso tutta la vita.

Il servo di Robin Maugham regia di Andrea Renzi e Pierpaolo Sepe con T. Laudadio, E. Scarpati Fanetti, A. Renzi, L. Musella, M. L. Fernandez produzione Napoli Teatro Festival Italia\Casa del Contemporaneo\Teatri Uniti\Teatro Stabile di Napoli Tony assume come servitore Hugo Barrett che, manipolativo e cerimonioso, sempre più urticante e ricattatorio, con il tempo riesce a trasformare la relazione fino al completo ribaltamento delle posizioni. Metafora di una società che inventa ruoli e classi, il testo racconta la vendetta dei deboli e perfidi “sfortunati”. In scena all’Alighieri il 31 gennaio e l’1 febbraio

C’è più “gusto” in centro! Antica Bottega di Felice, in pieno centro storico, officina enogastronomica con sala ristorante e dehors. Bottega storica del mercato coperto dal 1968, specializzata in formaggi e salumi totalmente privi di conservanti, prodotti artigianalmente solo con carne di suino romagnolo, sale, pepe e aromi naturali. Una ricca cantina con oltre 200 etichette di vino e una speciale selezione dei migliori caffè del mondo.


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Filumena Marturano di Eduardo De Filippo regia di Liliana Cavani con Mariangela D’Abbraccio, Geppy Gleijeses produzione XXX con Festival dei Due Mondi di Spoleto Nel 1947 fu approvato l’articolo che stabiliva il diritto-dovere dei genitori di mantenere ed educare anche i figli nati fuori dal matrimonio. E qui di figli ce ne sono tre da proteggere. Tra Filumena Marturano, caparbia, accorta, ostinata contro tutto e tutti nel perseguire la propria visione del mondo, e Domenico Soriano, unico erede di un ricco pasticciere, amante delle corse e della bella vita, è guerra aperta. In scena all’Alighieri dall’8 all’ 11 febbraio

Il cielo non è un fondale di Daria Deflorian e Antonio Tagliarini con F. Alberici, D. Deflorian, M. Demuru, A. Tagliarini, produzione Sardegna Teatro, Teatro Metastasio di Prato, Emilia Romagna Teatro Fondazione Dopo il successo della tournée internazionale di Ce ne andiamo per non darvi altre preoccupazioni, premio Ubu nel 2014 per la migliore novità italiana, Daria Deflorian e Antonio Tagliarini tornano con Il cielo non è un fondale. Punto di partenza è il fenomeno irreversibile dell’urbanizzazione dei paesaggi e dei modi di vivere. In una metropoli di tutti e di nessuno, che si porta appresso bagliori di Roma, di Milano, di Londra, i quattro attori frugano, abitano, esplorano il rapporto tra individuo e paesaggio, interiorità e ambiente, nel tentativo di stanare un problema complesso, ecologico, etico, collettivo. In scena al Rasi il 15 febbraio

Accabadora dal romanzo di Michela Murgia, drammaturgia di Carlotta Corradi regia di Veronica Cruciani con Monica Piseddu (foto di Marina Alessi) produzione Compagnia Veronica Cruciani, Teatro Donizetti di Bergamo, CrAnPi

Riconosciuto dall’Accademia Nazionale dei Sartori

Monica Piseddu, attrice dalla straordinaria capacità introspettiva, interpreta il ruolo di Maria, protagonista del romanzo di Michela Murgia vincitore del Premio Campiello 2010. Con un pesante bagaglio di ricordi, questa figlia torna dalla madre adottiva in Sardegna, mondo antico, con regole e divieti, una lingua atavica e taciti patti condivisi. Chi fosse Tzia Bonaria, Maria l’ha scoperto a suo tempo: sarta del paese che cuce gli abiti e conforta gli animi, ma che conosce i sortilegi e le fatture e, quando è necessario, è pronta a entrare nelle case per portare una morte pietosa: una accabadora. In scena al Rasi il 23 e 24 febbraio


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Più giù disegno e voce Stefano Ricci regia e proiezioni Cristiano Pinna contrabbasso Giacomo Piermatti, live eletronics Vincenzo Core produzione Triennale Teatro dell’Arte

Stefano Ricci, disegnatore e artista grafico di fama internazionale, da tempo sperimenta nuove forme creative salendo sul palco insieme a musicisti, per alimentare il flusso di segni e colori con le note. Il suo ultimo progetto creato con Danio Manfredini e presentato alla Triennale di Milano, lo vede disegnare in tempo reale, con pennelli e dita, accompagnato dal contrabbasso di Giacomo Piermatti e live eletronics di Vincenzo Core. Grazie a una telecamera, il pubblico può vedere l’immagine mentre prende forma, seguendo il ritmo di un racconto verbale e musicale. In scena al Rasi il 27 febbraio

La classe operaia non va in paradiso

“Invitare qualcuno a pranzo vuol dire incaricarsi della felicità di questa perrsona durante le ore che passa sotto il nostro tetto” (Anthelme Brillat-Savarin)

dal film di Elio Petri (sceneggiatura Elio Petri e Ugo Pirro), regia Claudio Longhi drammaturgia Paolo Di Paolo con Donatella Allegro, Nicola Bortolotti, Michele Dell’Utri, Simone Francia, Lino Guanciale, Diana Manea, Eugenio Papalia, Simone Tangolo produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione A quasi cinquant'anni dalla sua uscita sul grande schermo, La classe operaia va in paradiso approda in scena con la regia di Claudio Longhi, che ne esalta la forte componente ideologica, rendendola particolarmente attuale, mutuando il proprio registro stilistico da quello dell’incandescente “capriccio” di Petri, in bilico fra un grottesco a tratti velenoso, a tratti drammatico, e un fantasioso realismo. Lo spettacolo, costruito attorno alla complessa sceneggiatura di Petri e Pirro e ai materiali che testimoniano la genesi del film, diventa il punto di partenza per uno sguardo scandaloso ed eterodosso sulla recente storia politica e culturale del nostro paese. Vedi anche articolo a pagina 17. In scena all’Alighieri dall’8 all’11 marzo

Via Ravegnana, 677 RAVENNA C. 391 4736672 T. 0544 534418 alcircolinora@gmail.com


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Delitto e castigo di Fëdor Dostoevskij, adattamento e regia Konstantin Bogomolov, traduzione Emanuela Guercetti con Anna Amadori, Marco Cacciola, Diana Höbel, Margherita Laterza, Leonardo Lidi, Paolo Musio, Renata Palminiello, Enzo Vetrano produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione.

Quarant’anni, moscovita, Konstantin Bogomolov è tra le voci più lucide della scena contemporanea russa, connotato da uno stile irriverente, provocatorio e contemporaneo. Non nuovo ad adattamenti teatrali di Dostoevskij – I fratelli Karamazov e L’idiota sono suoi precedenti lavori – anche in questo allestimento si allontana dalle influenze formali di ambientazione russa per portare in scena oggi un romanzo come Delitto e castigo cercando di padroneggiarlo in chiave contemporanea con uno spiccato interesse verso i punti dolenti della nostra realtà. (Foto di Luca dal Pia) In scena all’Alighieri il 13 e 14 marzo

PROSA RAVENNA

Nel nostro piccolo. Gaber/Jannacci/Milano scritto da Francesco Villa, Alessandro Besentini, Alberto Ferrari e Antonio De Santis regia di Alberto Ferrari, con Ale e Franz e con Luigi Schiavone, chitarra elettrica/acustica, Fabrizio Palermo, basso e voce, Francesco Luppi, tastiere e voce, Marco Orsi batteria. produzione ITC2000 Gaber era un razionale, scomponeva il pensiero per analizzarlo, un Picasso della scena. Jannacci invece ritraeva figure della vita reale con una luce speciale, come Caravaggio. Nonostante le differenze e gli stili s’incontravano nel desiderio di raccontare ideali, persone comuni, emarginati, ed erano capaci di farci vedere che chi si muove e vive accanto al nostro fianco, chi cammina nelle strade, chi respira la nostra stessa aria, sono uomini, persone, uguali a noi. Alessandro Besentini e Francesco Villa (in arte Ale e Franz) raccontano e cantano sospesi tra comicità e nostalgia la fortuna di aver potuto respirare la stessa aria di Gaber e Jannacci, l'aria di Milano. In scena all’Alighieri dal 27 al 30 marzo


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PROSA RAVENNA

Otello di William Shakespeare, traduzione Ferdinando Bruni regia di Elio De Capitani e Lisa Ferlazzo Natoli con E. De Capitani, F. Vanni, E. Scarpati Fanetti, A. Averone, C. Crippa, A. Di Genio, C. Cametti, G. Calindri, M. Somaglino, M. Costabile produzione Teatro dell’Elfo Elio De Capitani torna a Shakespeare con Otello per arrivare al cuore del meccanismo drammatico e della sua tragica normalitĂ : quella di un generale potente e blandito dalla nobiltĂ veneziana che però frana nella sua solitudine di debolezze e dubbi; e quella di Jago, manipolatore intelligente, il male fine a se stesso. In scena all’Alighieri dal 13 al 15 aprile e a Lugo dal 16 al 18 marzo

Ifigenia Liberata drammaturgia di Angela Demattè e Carmelo Rifici regia di Carmelo Rifici con C. Carpio, G. Crippa, Z. Gabaglio, V. Giordano, T. Granata, M. Granelli, I. Horvat, F. Porrini, E. Ribatto, G. Senesi, A. Traversi produzione Luganoinscena Ispirato ai testi di Eraclito, Omero, Eschilo, Sofocle, Euripide, Antico e Nuovo Testamento, Friedrich Nietzsche, RenĂŠ Girard, Giuseppe Fornari, lo spettacolo dĂ spazio alle ragioni di tutti i personaggi della vicenda sino a mostrarci il pianto purificatore della stessa Ifigenia. In scena all’Alighieri il 27 e 28 aprile

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IL FESTIVAL Il compleanno dei Fanny&Alexander I 25 anni di Fanny&Alexander (vedi p. 49) saranno festeggiati a dicembre con una serie di appuntamenti ad hoc. Si comincia l’1 dicembre alla Classense - alle 17.30 - con la presentazione del volume I libri di Oz (Einaudi, I Millenni, 2017) di Frank Lyman Baum, tradotto e curato da Chiara Lagani a cui segue l’inaugurazione della mostra delle illustrazioni del libro disegnate da Mara Cerri. Il 2 dicembre al Rasi - ore 18.30 - si terrà la presentazione del libro Lame (Einaudi, 2017) di Gabriele Pedullà con Matteo Cavezzali, mentre alle 21 andrà in scena West di Fanny & Alexander. Il 2 e 3 dicembre appuntamento anche ad Ardis Hall con Alphabet/Il colore si fa spazio_laboratorio ovvero il gruppo nanou incontra Daniele Torcellini (sabato dalle 15 alle 20 e domenica dalle 10 alle 15). Il 6 dicembre a a Cinemacity alle 20.30 sarà proiettato Him (di Fanny & Alexander, protagonista Marco Cavalcoli, nella foto) in 3D. Si chiude il 15 dicembre all’Osteria del Pancotto alle 19 con Heliogabalus - mostra fotografica di Enrico Fedrigoli.

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OPERA E DANZA RAVENNA

DANZA Bella Addormentata Balletto di Toscana Junior Musica di Pyotr Ilyich Tchaikovsky, drammaturgia e coreografia di Diego Tortelli, luci di Carlo Cerri, costumi di Santi Rinciari Bella Addormentata di Diego Tortelli, per il Balletto di Toscana Junior diretto da Cristina Bozzolini, è una nuova creazione che attraverso una chiave di lettura calata nella realtà contemporanea ci propone una nuova interpretazione di una delle più famose favole della letteratura mondiale; è quello spazio bianco, ma allo stesso tempo oscuro in cui l’uomo cela i suoi sogni e desideri. A differenza della favola originale di Perrault o del celebre balletto omonimo di Petipa, qui il divario tra bene/male, chiaro/oscuro non esiste veramente, poiché qualsiasi uomo nasconde in sé sia la presenza che l’assenza di luce e soprattutto una molteplice graduazione di ombre. Bella Addormentata è la poesia non ancora scritta nel cuore dell’uomo, solo risvegliandola aprirà i suoi occhi e gli permetterà di osservare il mondo: una metropoli monocromatica come le pagine di un libro ancora da scrivere. Al teatro Alighieri il 20 (ore 20.30) e 21 gennaio (ore 15.30)

La Fresque Ballet Preljocaj - Creazione per 10 danzatori dal racconto cinese La pittura sul muro, coreografia di Angelin Preljocaj, musica Nicolas Godin, costumi di Azzedine Alaïa, scenografia di Constance Guisset, luci di Eric Soyer, produzione Ballet Preljocaj

Dopo L’Anoure del 1995, Biancaneve del 2008, Siddharta del 2010, Angelin Preljocaj continua ad indagare l’universo dei racconti scegliendo per le sue creazioni una pista ancora inesplorata: i racconti tradizionali dell’Asia noti per la ricchezza e la forza poetica. Questa creazione immerge il lettore nel mondo fantastico di un’antica fiaba cinese e rivela il potere «soprannaturale» dell’arte pittorica. La nozione di illusione e di trascendenza sono qui onnipresenti, Angelin Preljocaj si immerge in questo universo insolito. Senza raccontare la storia letteralmente, il racconto è la fonte di un adattamento più contemporaneo. Il ballerino e coreografo francese, con la forza del suo immaginario, trasporta la fiaba in uno spazio al crocevia delle culture, pur mantenendone la trama e le evocazioni simboliche. Al teatro Alighieri il 3 (ore 20.30) e 4 febbraio (ore 15.30)


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OPERA E DANZA RAVENNA

Hooray for Hans! Polish Pieces, Black Cake, In and Out Compagnia Introdans Trittico di coreografie in omaggio a Hans Van Manen, musiche di Henryk Mikołaj Górecki, Laurie Anderson, Nina Hagen, Pyotr Ilyich Tchaikovsky, Leos Janáček, Igor Stravinsky, Pietro Mascagni, Jules Massenet Fondata nel 1971 da Hans Focking e Ton Wiggers, oggi diretta da Roel Voorintholt, la compagnia olandese Introdans vanta oltre 40 anni di storia ed è una delle più importanti formazioni contemporanee europee. Introdans ha il privilegio di avere uno stretto rapporto con il più importante coreografo olandese, Hans van Manen. Dal 1995 la compagnia ha inserito più di venti opere del Maestro nel repertorio. Il trittico Hooray for Hans!, include tre tra i maggiori lavori che compongono l’opus di Van Manen che nel 2017 ha festeggiato il suo 85esimo compleanno. In scena le coreografie Polish Pieces, Black Cake e In and Out, capolavori visionari, effervescenti, ironici e pieni di brillante energia. Al teatro Alighieri il 24 (ore 20.30) e 25 febbraio (ore 15.30)

Bliss Words and Space Compagnia Aterballetto Bliss: coreografie e scene di Johan Inger, musica di Keith Jarrett, costumi di Francesca Messori, luci di Peter Lundin Words and Spaces: coreografie di Jiří Pokorny, musiche del repertorio barocco, costumi di Carolina Mancuso, scene e luci di Carlo Cerri, sound design di Yukari Sawaki «Il punto di partenza di Bliss è la musica del Köln Concert di Keith Jarrett – commenta il coreografo svedese Johan Inger – che oltre ad ispirarmi ha toccato milioni di persone grazie al suo perfetto tempismo nell'attirare una generazione che si muoveva da una parte all'altra della propria vita. Il mio compito, insieme a quello dei danzatori, è stato raccontare come ci relazioniamo con questa musica iconica». Words and Space rappresenta la metafora di un dialogo intrapersonale – riflette Jiří Pokorny il danzatore-autore di origine praghese – il corpo di un individuo all’interno di uno spazio nell’atto di cimentarsi in un “monodialogo”, un dialogo con il proprio io, dove gioia e forse anche fatica esprimono una bellezza “nuda” e di una realtà non violenta, un racconto personale, intimo e poetico. Al teatro all’Alighieri il 17 (ore 20.30) e 18 marzo (ore 15.30)

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OPERA LIRICA Don Giovanni Dramma giocoso in due atti di Lorenzo Da Ponte, musica di Wolfgang Amadeus Mozart, direttore Matteo Beltrami, Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, Coro San Gregorio Magno, regia di Giorgio Ferrara, scenografia di Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo, costumi di Maurizio Galante, luci di Fiammetta Baldiserri. Coproduzione Festival di Spoleto, Teatro Coccia di Novara, Teatro Alighieri di Ravenna, Fondazione Teatri di Piacenza Don Giovanni - ossia Il dissoluto punito è la seconda delle tre opere italiane composte da Mozart su libretto di Da Ponte che attinse a numerose fonti letterarie dell’epoca. Un capolavoro che precede Così fan Tutte e segue Le nozze di Figaro, dove Mozart coniuga in modo sublime drammaticità e comicità, musica e parola, realismo e invenzione. Dopo il debutto a Praga, nel 1787, ha goduto di una vita scenica praticamente ininterrotta: nell’Ottocento come opera per antonomasia e poi tappa obbligata nel repertorio dei più grandi interpreti e direttori del Novecento. Al teatro Alighieri il 12 (ore 20.30) e 14 gennaio (ore 15.30)

APERTO TUTTE LE SERE PRENOTAZIONE CONSIGLIATA

OPERA E DANZA RAVENNA

La fanciulla del west Opera in tre atti di Guelfo Civinini e Carlo Zangarini dal dramma The girl of the Golden West di David Belasco, musica di Giacomo Puccini, direttore James Meena, regia, scene e costumi Ivan Stefanutti, Orchestra della Toscana. Coproduzione Teatro del Giglio di Lucca, Teatro Lirico di Cagliari, Opera Carolina, New York City Opera, Teatro Alighieri di Ravenna, Teatro Pavarotti di Modena, Teatro Verdi di Pisa, Teatro Goldoni di Livorno La fanciulla del West è una delle ultime opere di Giacomo Puccini, concepita in America e ultimata dopo due anni travagliati, nel 1910 con la messa in scena al Metropolitan di New York (la direzione è di Toscanini, fra le voci c’è Enrico Caruso). Si tratta di un’opera di svolta per Puccini, aperta alle nuove vie che il compositore intendeva esplorare. Evoluta è la tecnica compositiva, la drammaturgia, le tematiche presentate, l’orchestrazione, i rimandi ad altri autori, l’attenzione all’elemento visivo e agli effetti scenici. Fin dalla prima scena è disegnata magistralmente l’atmosfera western, nella California della febbre dell’oro. Puccini sembra quasi confrontarsi con la nuova arte del cinema, che inizierà ad imporsi proprio in quegli anni, cercando un nuovo equilibrio tra musica, sguardo e azione drammatica. Al teatro Alighieri il 16 (ore 20.30) e 18 febbraio (ore 15.30)

Via Gamba, 12 - Ravenna Centro Tel. 0544 215393


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OPERA E DANZA RAVENNA

Simon Boccanegra

PRODUZIONE ORIGINALE

Melodramma in un prologo e tre atti di Francesco Maria Piave dal dramma Simon Bocanegra di Antonio Garcia Gutiérrez, musica di Giuseppe Verdi, direttore Pier Giorgio Morandi, Orchestra dell’Opera Italiana, Coro del Teatro Municipale di Piacenza, maestro del coro Corrado Casati, regia di Leo Nucci, scene di Carlo Centolavigna, costumi di Artemio Cabassi, luci di Claudio Schmid. Coproduzione Fondazione Teatri di Piacenza, Teatro Alighieri di Ravenna, in collaborazione con Opéra de Marseille La prima messinscena di quest’opera non molto frequentata di Giuseppe Verdi, su libretto di Francesco Maria Piave tratto da un dramma di Gutiérrez, avvenne nel marzo 1857 alla Fenice di Venezia. Bisognerà attendere ben ventiquattro anni e il determinante contributo di Arrigo Boito, perché il Maestro rimetta mano alla partitura e all’opera venga prestata nuova attenzione, con un nuovo debutto salutato questa volta dal successo, sul palcoscenico del Teatro alla Scala il nel 1881. «Fulcro del dramma è la mancanza di comunicazione, resa impossibile da odi atavici e fraintendimenti, che ammanta quest'opera di una “tinta” buia, complessa e torbida e che sembra dissiparsi e trovare pace solo con il lento trascorrere del tempo». Nella nuova versione del 1881, «Verdi diede una svolta definitiva alla sua concezione drammaturgica, che anticipava nettamente ciò che avrebbe sviluppato in modo ancora maggiormente complesso in Otello. L'abbandono del pezzo chiuso e la ricerca di un discorso musicale continuo abbraccerà l'azione, in tutte le sue più profonde significanti». Al teatro Alighieri il 2 (ore 20.30) e 4 marzo (ore 15.30)

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La guerra dei topi e delle rane, una fiaba di Leopardi in scena In verità, il grande poeta Giacomo Leopardi era un uomo che amava il sorriso e gli scherzi. La divertente favola in versi La guerra dei topi e delle rane, iniziata da un poemetto omerico e terminata nel 1837 col titolo originale di Paralipomeni della Batracomiomachia, testimonia la sua vena comica e fantastica. Opera quasi sconosciuta nella produzione del grande poeta, per la prima volta assoluta viene messa in scena con la drammaturgia di Giampiero Pizzol e le musiche originali composte da Alessandro Spazzoli, per orchestra, cantati e coro di ragazzi. Si tratta di una originale versione in chiave di fiaba musicale che getta nuova luce sul poeta di Recanati, ma anche sulle drammatiche domande di questi tempi in cui le guerre e la violenza del terrore sembrano dominare il mondo. La regia è di Daniela Piccari (nella foto) che si avvale delle scene e delle creazioni video di Stefano Bisulli. Al teatro Alighieri il 18 dicembre alle ore 20.30


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RAVENNA

RASSEGNE MUSICALI “Ravenna Musica”, fra classica, riletture liriche e colonne sonore “Ravenna Musica” dell’associazione Mariani propone al teatro Alighieri (ore 20.30) una rassegna di generi diversi, note inedite, contaminazioni sonore. Il concerto inaugurale (6 febbraio) è affidato a strumenti d’epoca e classicità dell’Orchestre des Champs- Elisees, diretta da Alessandro Moccia, tutto dedicato a Mozart. Sempre in campo sinfonico l’Orchestra Mitteleuropea, diretta da Maro Guidarini, con Alain Meunier violoncello solista, propone (16 aprile) pagine di Mozart, Haydn e Beethoven, mentre per l’anniversario rossiniano (26 marzo) l’Orchestra Sinfonica Rossini diretta da Nicola Valentini, coi cori S. Carlo di Pesaro e Ludus Vocalis di Ravenna e cantanti lirici si cimenta nello Stabat Mater. Poi l’omaggio alla musica del cinema hollywoodiano (23 aprile) con l’Orchestra La Corelli diretta da Jacopo Rivani. In ambito propriamente cameristico si esibiscono: (19 febbraio) il pianista Giuseppe Albanese con partiture “fantasiose” firmate da Beethoven, Schubert, Chopin e Liszt.; il Quatuor Terpsycordes assieme a Alberto Bocini (contrabbasso) e Pietro De Maria (pianoforte) in un cimento (2 maggio) che culmina con La Trota di Schubert; e infine, Marco Albonetti (sax) con l’Orchestra da Camera di Mantova diretta da Andrea Dindo per “sconfinare” fra sonorità francesi del ‘900 e ritmi latinoamericani. In campo lirico, invece, ecco la spregiudicata rilettura de Il flauto magico (6 marzo) con Elio, narratore e baritono (nella foto), la soprano Elin Rombo e l’Ensemble Berlin; quindi il contralto Sonia Prina e l’Orchestra LaBarocca, diretta da Ruben Jais, per una serata (22 marzo) intorno a Gluck; infine, gran finale melodrammatico (9 maggio) per un Galà dedicato a liriche di Bellini, Rossini, Donizetti, Verdi con cantanti di vaglia e l’Orchestra Città di Ferrara diretta da Massimiliano Caldi.

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Talenti emergenti in scena per “Capire la musica” Dopo l’esordio con il recital pianistico di Gile Bae, il cartellone “Capire la Musica” di ER Concerti prevede al teatro Alighieri (30 novembre, ore 21) il concerto per Santa Cecilia con il violista inglese Timothy Ridout (19 anni) impegnato con Franck Dupree (piano) in brani di Schumann, Tertis e Brahms. Per il tradizionale concerto di Natale (21 dicembre, chiesa di San Francesco) si esibisce Orchestra Senzaspine diretta da Matteo Parmeggiani (musiche di Mozart, Johann Strauss, Richard Strauss, Gruber). La “Giornata della Memoria” si celebra (28 gennaio) con l’Orchestra da Camera del Conservatorio Martini di Bologna diretta da Alberto Caprioli, solista Danielle Akta (16 anni), musiche di Haydn. L'8 marzo invece si festeggia al Palazzo dei Congressi di Largo Firenze con il recital della pianista Emma Pestugia (20 anni) e l’esecuzione in prima assoluta di Rumbling Gears della compositrice Silvia Colasanti. Una Grande Banda Nazionale Italiana assieme al flautista Andrea Griminelli suona (21 marzo) in Memoria delle vittime innocenti della Mafia. Due i concerti onorano l’anniversario rossiniano, (12 febbraio) con un quartetto (De Ascaniis, Valerio, Mignani, Banella) dedicato alle Sonate a Quattro, composte da Gioachino Rossini a soli 12 anni, qunad’era ospite a Conventello, nei pressi di Ravenna. La rassegna “Capire la Musica” termina commemorando ancora Rossini (28 marzo, basilica di Sant’Apollinare in Classe) con la Petite Messe Solemnelle eseguita dal London Philharmonic Chorus e dalla Young Musicians European Orchestra, diretti dal Maestro Paolo Olmi (nella foto in alto).

Dieci “Mikrokosmi” da camera Organizzata dall’Associazione Culturale Mikrokosmos – direzione artistica Barbara Valli – la stagione 2018 di “Mikrokosmi” (20esima edizione) offre una rassegna di molteplici linguaggi musicali proposte da eccellenti interpreti alla Sala Corelli del teatro Alighieri, la domenica mattina alle 11. Si tratta di 10 appuntamenti – dal 4 febbraio al 22 aprile – dedicati alla grande musica con artisti di fama ma anche da giovani talenti dell’Accademia Pianistica Internazionale “Incontri col Maestro” di Imola. Apre la rassegna (4 febbraio) il soprano Sandra Pastrana con Marco Santià al piano. Un concerto (18 febbraio) è dedicato ai migliori allievi delle masterclass di canto (Maestro Paola Leolini), pianoforte e musica da camera (Maestro Nazzareno Carusi) che si tiene dal 15 al 17 febbraio. Nazzareno Carusi e Olaf John Laneri sono protagonisti (18 marzo) di un inedito duo pianistico a 4 mani. Carusi è di nuovo alla tastiera (11 marzo) in duo col soprano Eleonora Buratto. Spazio poi al Quartetto Fauves (4 marzo) e al duo violino e piano Baldini-Delle Donne (15 aprile). Fra gli emergenti si esibiscono il pianista Giovanni Carraria Martinotti (vincitore del concorso Asti 2017), le pianiste Beatrice e Eleonora Dallagnese (allieve del Maestro Carusi all’Accademia di Imola) e i migliori allievi della masterclass di piano tenuto da Davide Cabassi durante la rassegna (21-25 marzo).

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RAGAZZI AL RASI Pin’Occhio Attraverso lo specchio

Sogni. Arlecchino e la bambina dei fiammiferi

Drammatico Vegetale

Drammatico vegetale

U’opera-installazione che rappresenta una casetta-specchio, che attrae e sorprende, perché mette il bambino-Pinocchio di fronte a ciò che non conosce. Adatto ai piccolissimi dai 18 mesi ai 3 anni. In scena il 21, 22, 28 e 29 ottobre alle 10 e 11

Lo spettacolo prende spunto dalla fiaba La bambina dei fiammiferi di Hans Christian Andersen, per poi ripercorre alcuni temi classici della letteratura per l’infanzia rielaborati con citazioni all’arte contemporanea. Adatto a bambini dai 6 agli 11 anni. In scena il 26 novembre alle 17

Doni

Cenerentola

Is Mascareddas

drammaturgia e regia di Tonio de Nitto Factory, Compagnia Elektra, Tir danza Un racconto di Grazia Deledda, una favola dei fratelli Grimm, una fiaba araba e due leggende della tradizione popolare raccontano il gesto del dono e la magia che lo accompagna. Consigliato dai 3 ai 10 anni. In scena il 14 gennaio alle 11

Una rivisitazione della fiaba classica di Cenerentola raccontata con tanta ironia mescolando danza e teatro di immagine. In scena due registri coreografici diversi per rappresentare le sorellastre e Cenerentola: uno nervoso e sguaiato, l’altro tenero e armonioso. Un solo ingombrante arredo scenografico, l’immenso armadio delle meraviglie, bianco, dal quale nascono le azioni e intorno a cui giocano le danzatrici e i due attori. Adatto a bambini dai 6 ai 12 anni. In scena il 20 gennaio alle 17, anche a Lugo il 21 gennaio

Cose da lupi Zanubrio Marionettes Lo spettacolo ha come protagonista il lupo delle fiabe nelle sue più famose comparse. Evocando semplici azioni quotidiane si narrano le storie con l’aiuto di oggetti di uso quotidiano sottratti dalla loro normale destinazione e usati in un contesto narrativo, creando immagini ironiche e divertenti. Adatto dai 4 ai 10 anni. In scena il 4 febbraio alle 11

I 4 moschettieri in America I Sacchi di sabbia I famosi eroi del romanzo di Dumas vengono trasposti nell’America degli Anni Trenta: qui, i nostri si ritrovano a inseguire – tra gangster, pupe e sparatorie – il sogno di una nuova grandezza, che solo il cinema potrà soddisfare. Un pastiche che si avvale di gustose contaminazioni: dal cinema di Billy Wilder, ai testi di Jules Verne, ai moderni graphic novel. Dai 4 ai 12 anni In scena il 17 febbraio alle 17

Ho un lupo nella pancia La piccionaia Una fiaba moderna, che porta all’estremo e oltre il limite del verosimile atteggiamenti, situazioni e tensioni proprie della relazione col cibo per arrivare a trattare metaforicamente di questioni che ci riguardano da vicino. Adatto a bambini dai 5 ai 10 anni. In scena il 3 marzo alle 17, anche a Lugo il 4 febbraio


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Piccolissimo

Thioro la bambina scalza

Teatro del Drago

Ker Théâtre Mandiaye Ndiaye - Teatro delle Albe / Ravenna Teatro Accademia Perduta / Romagna Teatro

C’è un prima e c’è un dopo. C’è qualcosa che si muove, che cresce e si trasforma. Dentro è tutto buio, ma non fa paura, si sta bene dentro, è caldo e rassicurante... finché non bisogna partire (dai 2 ai 6 anni). In scena il 25 marzo alle 11

Reinvenzione dal respiro africano della fiaba di Cappuccetto rosso. Un viaggio dal ritmo pulsante, che grazie all’intreccio di lingue, strumenti, immaginari, porterà ogni spettatore alla scoperta della Savana e all’incontro con Buky la iena. Dai sei anni fino a un pubblico adulto. In scena il 4, 5, 11, 12, 18 e 19 maggio alle 21

Quattro volte Andersen Drammatico Vegetale Oggetti-ricordo, sufficienti ad alimentare il racconto di Olechiudigliocchi, de La principessa sul pisello, del Tenace soldatino di stagno. Un semplice teatrino, diventa per la magia del teatro, il microcosmo delle nostre paure e delle nostre gioie. Adatto dai 3 ai 7 anni. In scena il 22 aprile alle 11

Hana e Momò Principio attivo Hana e Momò (fiore e pesca in giapponese) affronta il tema del valore dello scambio, dell’incontro e dell’importanza del concetto di unione. Adatto dai 3 ai 5 anni. In scena il 13 maggio alle 11

EXTRA Quattro pomeriggi a Vulkano Nella stagione curata da Drammatico Vegetale, ci sono anche appuntamenti a Vulkano, a San Bartolo (tutti con i posti limitati con prenotazione al numero. Si apre con tre spettacoli della Drammatico stessa per bimbi dai 18 mesi ai 6 anni, alle 17: Il 4 novembre va in scena Che sì che no; l’11 novembre è invece la volta di Uno, due, tre..., il 18 novembre ecco Brum. Domenica 28 gennaio, invece, appuntamento alle 15.30 per i bimbi di 3/10 anni con Zoo di Pinocchio sempre di Drammatico Vegetale. Lo sguardo è sugli animali che popolano il classico di Collodi.

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RAGAZZI ALL’ALMAGIÀ Il tenace soldatino di legno di Marina Allegri - regia di Maurizio Bercini con Valerio Amoruso, Mauro Celaia, Nicol Martini produzione Fontemaggiore Rilettura della fiaba ambientata nella notte di Natale, protagonisti tre giocattoli che non possono essere consegnati ai bambini: un soldatino rimasto senza una gamba perché era finito lo stagno, una bambolina troppo perfetta consegnata in ritardo, un troll invidioso caduto nel sacco. A partire dai 3 anni. In scena all’Almagià (via dell’Almagià 30) il 22 ottobre alle 17

Cappuccetto Rosso Testo e regia di Luca Paci e Roberto Primavera produzione Teatro alla Panna

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Un grande classico letto e riletto da due burattinai che non si sono messi d’accordo: uno racconta la storia restando legato alla tradizione, l’altro invece cercherà di giocare di più con la fantasia e l’inventiva. Uno spettacolo di teatro di figura con attori, burattini, muppets e machere per bambini. Adatto dai 4 anni. In scena all’Almagià (via dell’Almagià 30) il 19 novembre alle 17

Il mago di Oz

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con Daniele Debernardi produzione Teatrino dell’Erba Matta

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Reinterpretazione del grande classico con diverse tecniche e materiali: pupazzi in gommapiuma e lattice, scenografie in legno e stoffa e una meravigliosa città di Oz rappresentata con il teatro delle ombre. In questo scenario magico ci sarà Dorothy che cerca la strada di casa, l’omino di paglia che ha bisogno di un cervello, l’uomo di latta che vuole un cuore perché pensa di essere senza sentimenti, il leone che addirittura è a caccia del coraggio. Adatto a bambini a partire dai 3 anni di età. In scena all’Almagià (via dell’Almagià 30) 26 novembre alle 16.30

EXTRA Tra feste a tema e museo All’interno della stagione “Le Arti della Marionetta” all’Almagià (via dell’Almagià 30) ci sono anche giornate che uniscono spettacolo dal vivo, animazioni, installazioni e laboratori a partire dalle 16, con lo spettacolo alle 17. Dopo Halloween, torna la Festa della Befana (6 gennaio con La mirabilante storia di Fgiolino del Teatro del Drago) e la festa di Carnevale (10 febbraio con Il pifferaio magico, fiaba musicale di Teatro dei colori). Inoltre per tutto l’inverno si susseguono letture, incontri e laboratori al Museo la Casa delle Marionette di vicolo Padenna 4/a, sempre grazie al Teatro del Drago che organizza anche la rassegna all’Almagià. Il programma su www.teatrodeldrago.it.


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Teo ha le orecchie curiose con Roberta Colombo e Andrea Monticelli regia di Andrea Monticelli Oggetti fonosimbolici Luigi Berardi Spettacolo adatto ai piccolissimi, under 3. Teo è un piccolo coniglio con le orecchie grandi che ancora non parla. Gli piace ascoltare. Tutto, ma proprio tutto: il rumore del biscotto che viene mangiato, lo sciabordio delle onde, il cigolio dell’altalena. Ascoltare è il suo gioco preferito: gli scappa da ridere e alla fine della giornata prova a cercare la luce della luna prima di chiudere gli occhi e addormentarsi. In scena all’Almagià (via dell’Almagià, 30) il 10 dicembre alle 11 e alle 17

Il mangiare quotidiano di qualità in centro storico a Ravenna

Trecce Rosse con Roberta Colombo e Andrea Monticelli produzione Teatro del Drago Una bimba strana, che riesce a trasformare le sue diversità in uno stile di vita giocoso e sereno. La narrazione dell’attrice, accompagnata dall’utilizzo degli oggetti, ci trasporta nel mondo di questo personaggio straordinario. Insieme agli inseparabili amici, al cavallo e alla scimmietta, Trecce Rosse è sempre pronta ad affrontare incredibili avventure, spinta da una curiosità e da una fantasia inesauribili, proprio come la celeberrima Pippi Calzalunghe. Adatto a bambini a partire dai quattro anni. In scena all’Almagià (via dell’Almagià, 30) il 21 gennaio alle 17

A due passi dal Teatro Alighieri

I segreti di Pollicino di e con Silvia Grande e Stefania Umana Teatro delle Marionette degli Accettella Liberamente ispirato a Le Petit Poucet di Charles Perrault, Diario segreto di Pollicino di Philippe Leichermeier e Rebecca Dautremer per raccontare una storia che da sempre porta con sé i grandi temi della scoperta, del riscatto, della conoscenza di sé, del diventare adulti. Adatto a bambini a partire dai cinque anni. In scena all’Almagià (via dell’Almagià, 30) il 18 febbraio alle 17

Mars - Kids (studio) concept e coreografia: Nicola Galli produzione Stereopsis/TIR Danza Mars - Kids presenta un paesaggio immaginario del pianeta Marte, un corpo si svela sulla superficie aliena del pianeta, illuminato da luci rosse e viola. Slanciato e sinuoso, il protagonista danza e si muove in una costante trasformazione. In scena il 25 febbraio all’Almagià (via dell’Almagià, 30) alle 17

via Angelo Mariani 32-38 Ravenna per ordinazioni tel. 377 1795265 Aperti dal lunedì al sabato orario continuato


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CARTELLONE FAENZA

Teatro Masini piazza Nenni, 3 tel. 0546 21306 Inizio spettacoli ore 21

PROSA Il sogno di un uomo ridicolo

Il sorpasso

di Fëdor Dostoevskij regia di Gabriele Lavia con Gabriele Lavia e Lorenzo Terenzi Fondazione Teatro della Toscana

adattamento teatrale di Micaela Miano dal soggetto regia di Guglielmo Ferro cinematografico di Dino Risi, Ettore Scola e Ruggero Maccari con Giuseppe Zeno, Luca Di Giovanni e Cristiana Vaccaro produzione Bananas Proudaction Theatre - Abc Produzioni Teatro Arte - Marche Teatro

La storia di un uomo, abbandonato da tutti, che ripercorre in un viaggio onirico la sua vita e le ragioni per cui si è sempre sentito estraneo alla società. «La prima volta lessi questo testo a degli amici a 18 anni e ancora non ero un attore» ricorda Gabriele Lavia, che ne è interprete e regista «oggi è passata una vita e Il sogno è quasi un’ossessione. Ho scelto di rimetterlo in scena per riaffermare con forza come l’indifferenza, la corruzione e la degenerazione non possano essere le condizioni di vita della nostra società». In scena dal 27 al 29 ottobre

Tratto da uno dei capolavori cinematografici della commedia all’italiana, manifesto dell’Italia del boom economico, Il sorpasso è anche un road movie psicologico, aspetto sottolineato proprio dalla messa in scena che lo rende un testo senza tempo. In scena dal 21 al 23 novembre

Una giornata particolare di Ettore Scola e Ruggero Maccari adattamento di Gigliola Fantoni regia di Nora Venturini con Giulio Scarpati, Valeria Solarino, Paolo Giovannucci, Anna Ferraioli, Matteo Cirillo, Paolo Minnielli, Federica Zacchia produzione Compagnia Gli ipocriti 6 maggio 1938, giorno della visita di Hitler a Roma. In un comprensorio popolare, Antonietta, moglie e madre di sei figli, prepara la colazione, sveglia la famiglia, aiuta nei preparativi per la parata. Una volta sola, inavvertitamente, apre la gabbietta del merlo che va a posarsi sul davanzale di un appartamento di fronte al suo. Bussa alla porta, ad aprirle è Gabriele, ex annunciatore dell'EIAR che sta preparando la valigia in attesa di andare al confino perché omosessuale. L’incontro di due diverse solitudini, private, individuali dentro la Storia con la S maiuscola. In scena dal 4 al 6 dicembre

Piccoli crimini coniugali di Eric-Emmanuel Schmitt adattamento e regia di Michele Placido con Michele Placido e Anna Bonaiuto produzione Golden Art Production Prima Nazionale assoluta per questo spettacolo tratto dal celebre testo di Schmitt. Gilles e Lisa da ormai quindici anni si trovano a vivere un apparentemente, tranquillo ménage familiare. Lui, scrittore di gialli, in realtà non è un grande fautore della vita a due, convinto che si tratti di un’associazione a delinquere finalizzata alla distruzione del compagno/a. Lei, moglie fedele, è invece molto innamorata e timorosa di perdere il marito. Un piccolo incidente domestico, in cui Gilles, pur mantenendo intatte le proprie facoltà intellettuali, perde completamente la memoria, diventa la causa scatenante di un sottile e distruttivo gioco al massacro ali di Luca D’Alberto, delle scene di Gianluca Amodio e dei costumi di Mariano Tufano (vedi anche intervista a pag. 13). In scena dal 5 al 7 gennaio, anche a Russi il 22 febbraio


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FAENZA

L’anatra all’arancia dal testo The Secretary Bird di William Douglas Home regia e traduzione di Luca Barbareschi con Luca Barbareschi, Chiara Noschese, Gerardo Maffei, Margherita Laterza ed Ernesto Mahieux produzione Teatro Eliseo - Fondazione Teatro della Toscana

«Si tratta di una storia universale di un uomo e di una donna e di come il protagonista si inventi un modo per riconquistare la moglie che lo ha tradito e che amava» racconta Barbareschi. Spettacolo cult del teatro comico, la pièce viene proposta in una moderna edizione con un cast di primi nomi. In scena dal 12 al 14 gennaio

I Malavoglia di Giovanni Verga regia di Guglielmo Ferro con Enrico Guarneri, I. Rigano, R. Minardi, V. Andrea, F. Ferro, V. Volo, R. Amato, P. Barbaro, M. Opinato, N. De Luca, C. Abela, G. Arezzo, G. Fontanarosa, V. Barbagallo, G. Sinatra, G. Aprile produzione Progetto Teatrando La messinscena del capolavoro verghiano centra il racconto sugli eventi più significativi che segnano la vita della famiglia Toscano di Acitrezza, lì dove Verga punta a violare ogni speranza di emancipazione dei suoi personaggi. Il cinismo di quello che passa alla storia come “l’ideale dell’ostrica” verghiano assume i toni di un’oscura fatalità. In scena dall’1 al 3 febbraio

Parenti serpenti di Carmine Amoroso regia di Luciano Melchionna con Lello Arena e Giorgia Trasselli, R. Ausiello, A. de Goyzueta, C. Ferraro, A. Ranieri, A. Vitolo, F. Vona produzione Teatro Cronaca VesuvioTeatro Spettacolo tratto dall’omonimo film di Mario Monicelli, racconta di un Natale in famiglia, pieno di ricordi e di regali da scambiare, in questo rito che resta l’unico appiglio possibile per tentare di ravvivare i legami famigliari. Uno sbarco di figli e parenti affettuosi e premurosi che si riuniscono per un crescendo di situazioni esilaranti e stridenti. In scenda dal 22 al 24 marzo

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FAENZA

Il procacciatore

COMICO Sotto il vestito: Vernia

di Gene Gnocchi e Simone Bedetti con Gene Gnocchi produzione Marangoni Spettacolo

di e con Giovanni Vernia produzione Spettacoli.pro srl Bananas Proudaction Theatre Prima nazionale per uno show uno show di monologhi, aneddoti, parodie e buona musica in cui Vernia racconta in modo esilarante i disagi di un “famoso per caso” e svela chi c’è veramente sotto tutte le maschere cult a cui ha abituato il pubblico. In scena il 2 novembre

Horny di Antonio Ornano produzione Bananas Proudaction Theatre Horny è il soprannome di Ornano, un uomo adulto che ancora deve capire cosa si aspetta dalla vita. Horny è la cronaca spietata delle sue fragilità come marito e come padre. Un inno all’incompiutezza emotiva e sentimentale del maschio “adulto”. In scena il 2 dicembre

Ormai faentino d’azione, dopo lunghi anni di ricerche, Gene è riuscito a individuare l’unica via di salvezza che ci rimane in questo momento contorto: perseguire in modo sistematico la deficienza. Ecco perché sta viaggiando nel mondo per portare questa ricetta miracolosa a domicilio con una conferenza pagata un filo meno di quelle di Obama ma che in compenso ti lascia con l’amaro in bocca. Data fuori abbonamento. In scena il 3 marzo

PROTAGONISTI

Ricette d’amore di Cinzia Berni regia di Diego Ruiz con Maria Pia Timo, Cinzia Berni, Roberta Garzia, Francesca Bellucci, Beppe Convertini produzione Mente Comica Quattro donne alle prese con l’amore in una commedia irresistibile che ha già fatto divertire migliaia di spettatori. Un affresco spudorato e frizzante delle donne di oggi che farà ridere e riflettere sulla realtà che ci circonda. In scena il 19 gennaio

Cattivissimo Max di Max Giusti, Marco Terenzi e Giuliano Rinaldi produzione Ab Management Uno spettacolo pieno di personaggi che Max interpreta per prendere in giro l’assurda realtà che ci circonda: dalla “regina della tv” Maria De Filippi e i suoi successi televisivi a Maradona (tornato in Italia per festeggiare i successi del Napoli) e Terence Hill/Don Matteo (trasferito da Gubbio a Spoleto) ad un mito della musica internazionale: Elton John. In scena il 16 febbraio

La passione del monologo Andrea Scanzi inaugurerà il cartellone intitolato “Protagonisti” con la “Prima” del nuovo allestimento di Eroi. Storie emblematiche di sport. il 17 ottobre. Un’altra “Prima”è quella con Fausto Russo Alesi e il nuovo allestimento della pièce Il viaggio di Enea, di Olivier Kemeid ispirato dall’Eneide di Virgilio. Il viaggio di Enea è il racconto poetico delle migrazioni. Migrazioni per le guerre, per la fame, per la ricerca del benessere (19 novembre). Cristiano Cavina e Vittorio Bonetti presenteranno poi a Faenza il recital di parole e musica dal vivo Fatti memorabili di un pianista della bassa e di un narratore di montagna… ovvero Made in Romagna. Bonetti e Cavina provengono da due mondi diversissimi: il primo è di Alfonsine, in pianura, il secondo di Casola Valsenio, in mezzo agli Appennini; Bonetti è l’alfiere del pianobar, quello suonato e cantato davvero, Cavina racconta storie per iscritto (27 gennaio ore 21). La rassegna chiuderà con la prima nazionale di Stabat Mater di Antonio Tarantino, con Maria Paiato. La Madre è la figura chiave attraverso cui veniamo introdotti agli accadimenti. Per l’autore si è trattato di rendere attuale e imbrigliare una figura epica come la Madre del Cristo, per trasferirla sulle rive della realtà e del tempo presente. La Madre di Tarantino è una ragazza madre-prostituta, il figlio un uomo arrestato per terrorismo (11 febbraio).


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RICERCA “AL RIDOTTO” 1927 – Monologo quantistico di e con Gabriella Greison regia di Emilio Russo produzione Tieffe Teatro produzione Sardegna Teatropersona In questo spettacolo la Greison racconta, con foto, musica e video, i fatti più sconvolgenti, misteriosi, divertenti, umani che hanno fatto nascere la Fisica Quantistica, partendo dalla famosa foto, datata 1927, in cui sono ritratti in posa 29 uomini, quasi tutti fisici, di cui 17 erano o sarebbero diventati Premi Nobel. In scena il 3 dicembre

Il giardino dei ciliegi

Macbettu di Alessandro Serra - tratto dal Macbeth di Shakespeare regia, scene, luci, costumi di Alessandro Serra con F. Accogli, A. Bartolomeo, L. Capuano, A. Carroni, G. Carroni, M- Giordo, S. Mereu, F. Montervino Il Macbeth di Shakespeare recitato in sardo e, come nella più pura tradizione elisabettiana, interpretato da soli uomini. I suoni cupi prodotti da campanacci e antichi strumenti, le pelli di animali, le corna, il sughero, civiltà nuragiche in uno spazio scenico vuoto, attraversato dai corpi degli attori. In scena il 21 marzo

Trent’anni di felicità in comodato d’uso drammaturgia e regia di Nicola Borghesi con Paola Aiello, Giuliano e Annalisa Bianchi, Nicola Borghesi, Lodovico Guenzi produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione Annalisa e Giuliano dopo trent’anni in una casa colonica concessa in comodato d’uso dal Comune perché si occupassero di tutela di animali ricevono un avviso di sfratto, e tutto quel patrimonio di magie, relazioni coltivate in trent’anni in quel posto improvvisamente scompare. In scena il 4 aprile

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DANZA Giselle di musiche di Adolphe Adam coreografie di Marius Petipa direttore Artistico Elik Melikov compagnia Balletto di Mosca La Classique Il prestigioso ensemble del Balletto di Mosca “La Classique” alzerà il sipario sulla Stagione di Danza con la rappresentazione del balletto classico in due atti Giselle, una storia struggente di amore e nostalgia. Il racconto trae origine dal romanzo di Heinrich Heine De l’Allemagne che narra la leggenda delle Villi, spiriti di ragazze morte di disperazione prima di poter essere spose, che non riescono a trovare la pace nell’aldilà: di notte attraggono imprudenti viaggiatori in una danza che finisce solo con la loro morte. La storia un po’ noir genera il balletto romantico per eccellenza. In scena il 15 dicembre

Donizetti®into a Rave ideazione coreografica, luci, scene e costumi di Monica Casadei musiche di Gaetano Donizetti musiche originali di Luca Vianini e collettivo Knobs compagnia Artemis Danza Protagonista assoluto della creazione è il delirio, etimologicamente “uscire dal solco, dal tracciato, perdere la retta via della ragione”, uno stato confusionale che impedisce di agire e vivere. L’esistenza diventa troppo complessa, pressante, minacciosa e ci rende impotenti. La mente allora viene invasa da fantasmi, pensieri negativi, paure e allucinazioni. Questo è il dramma vissuto dai protagonisti dell’intera pièce, delineata su una drammaturgia tripartita con un momento collettivo centrale incastonato tra due potenti assoli femminili. In scena il 31 gennaio

Piazzolla Tango / En Tus Ojos ideazione, coreografie e regia di Luciano Padovani coreografie di tango di Silvio Grand musiche di Astor Piazzolla musiche originali di Carlo Carcano compagnia Naturalis Labor

COSTRUZIONI E RISTRUTTURAZIONI EDILI

Uno spettacolo che racconta, che evoca, che inebria con un repertorio di musiche conosciutissime, ma anche di quelle meno famose ma, non per questo, meno suggestive o intriganti (vedi approfondimento alle pagine 30-31). In scena il 14 febbraio

theKitchentheory concept e regia di Marisa Ragazzo coreografie di Marisa Ragazzo e Omid Ighani compagnia Dacru Dance Company Produzione dinamica e fortemente evocativa di danza urbana, abile nel tracciare i confini di una nuova avanguardia artistica: una commistione di generi e di stili, sperimentazione e contaminazione. Al linguaggio tecnico dei danzatori, pulito e virtuoso, frutto di un lungo ed emotivo legame con i coreografi stessi, si affianca una forza interpretativa e scenica, umana, comunicativa ed emozionante. In scena l’8 aprile

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FAENZA

RAGAZZI Le avventure di Pinocchio drammaturgia di Marina Allegri regia di Maurizio Bercini compagnia Fontemaggiore Un altro sguardo su Pinocchio, un’altra lettura di un libro che, come tutti i classici, non finisce mai di stupire. Questa volta un Pinocchio ormai adulto, capita per caso nel Granteatro dei Burattini. Lo spettatore “casuale” pescato in platea, reincontrerà i personaggi più importanti della storia di Pinocchio, della “sua” storia. Tecnica utilizzata: teatro d’attore In scena il 12 novembre alle 16

La bella addormentata

Alice

liberamente ispirato alle fiabe di Perrault e Grimm di Mario Fracassi, Flavia Valoppi, Alessio Tessitore con Flavia Valoppi, Alessio Tessitore - regia di Mario Fracassi compagnia Florian Metateatro

scritto e diretto da Giovanni Ferma e Daniele Dainelli con Giovanni Ferma e Marina Signorini compagnia Fratelli di Taglia

I due attori in scena vestiranno i panni di tutti i personaggi della corte, mentre la scenografia diventa di volta in volta il castello, il bosco, la stanza della principessa. Uno spettacolo che unisce la componente popolare all’uso dei pupazzi alla ricerca teatrale e la sperimentazione sui linguaggi espressivi del corpo e della voce. In scena il 26 novembre

TEATRO VICINO Una stagione da quindici date con i Due Mondi Quindici spettacoli per il cartellone di “Teatro Vicino” della Casa del Teatro, curata dallo storico Teatro dei Due Mondi, tra progetti di teatro ragazzi, residenze artistiche, serate a tema, progetti che uniscono cultura e sociale, come sempre nella tradizione di questa compagnia. Tra gli appuntamenti il 18 novembre la commedia La Vecchia per due personaggi interpretati da Stefano Vercelli e Marco Manchisi, il 25 con la Compagnia Franzè con Fail, il 2 dicembre l’Atelier delle Figure con la Compagnia dei Ritirati del Carcere di Massima Sicurezza per Le metamorfosi di Mr Punch, il 3 dicembre Riccioli d’oro del Teatro degli Accettella, il 9 dicembre dalla Sardegna la Compagnia Nervitesi in L’ultima madre e ancora il Teatro Zigoia con La strada di casa il 13 gennaio. Il 20 e 21 gennaio ci sarà lo stesso Teatro Due Mondi con Quelle ragazze ribelli. Storie di coraggio, mentre il 3 febbraio protagonista è Orlando dell’Armamaxa Teatro che il 4 propone per i ragazzi Robin Hood. Il 24 febbraio va in scena Il trattato di economia di Aldes e il 7 aprile Andrea Baldassarri e Tommaso Monza presentano il loro Black Lights. Tutti gli spettacoli sono nell’agenda da pagina 90. Per tutte le info: www.teatroduemondi.it.

Quella di Alice è un’avventura fantastica in un mondo straordinario a metà tra il sogno e il gioco. A differenza di tante favole scritte in quel periodo (siamo a metà del 1800) questa storia non ha una morale, bensì è un inno alla fantasia e al sogno. Ed è anche ciò che accade in questa trasposizione che utilizza teatro d’attore con effetti scenografici e canto dal vivo. In scena il 10 dicembre

Il gatto con gli stivali Marcello Chiarenza musiche originali di Cialdo Capelli regia di Claudio Casadio compagnia Accademia Perduta Su una pedana inclinata che all’inizio è un mulino con pale a vento, e successivamente castello, campi coltivati, giardini fioriti, si aprono piccole botole che svelano paesaggi inattesi. I due artisti in scena, alternando i ruoli di attori, narratori e animatori, rappresentano la storia in modo dolce e delicato, con semplicità, efficacia e situazioni comiche, punteggiate di piccole gag e momenti di stupore. In scena il 21 gennaio

L’acciarino magico da Hans Christian Andersen - di e con Andrea Lugli accompagnamento sonoro dal vivo di Stefano Sardi una produzione Accademia Perduta/Romagna Teatri Lo spettacolo presenta una fiaba di Andersen meno frequentata ma cara all’immaginario collettivo. La voce e il corpo narrante di Andrea Lugli si arricchiscono, in questa avventura, della voce di Stefano Sardi con i suoi virtuosismi e con le sue sorprese: canto, suono, evoluzioni multimediali con la pedaliera multieffetto alla ricerca di suggestioni metamelodiche che prendono per mano e portano dentro la storia. In scena il 18 febbraio alle 16


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liberamente tratto dal romanzo di Herman Melville adattamento scenico e regia di Zenone Benedetto compagnia I guardiani dell’oca Moby Dick è una storia fatta di continui cambiamenti, di vele issate o ammainate, di lanterne dalla fioca luce e di legni vissuti del ponte di una nave in costante movimento nei colori del mare. È una storia avventurosa dai dialoghi intensi, comici e a volte poetici, una storia fatta di attori, pupazzi, sagome e ombre, che interagendo, nel gioco narrativo, cercano un delicato equilibro affabulatorio. In scena l’11 marzo

OPERETTA Principesse, libellule danzanti e amori parigini

Tornano gli spumeggianti allestimenti operettistici del Teatro Masini che partiranno quest’anno con Gigi. Innamorarsi a Parigi proposto dalla compagnia Corrado Abbati (4 marzo ore 16) e proseguiranno con La danza delle libellule (nella foto), proposto dalla compagnia Teatro Musica Novecento insieme all’Orchestra Cantieri d’Arte (18 marzo ore 16) e La principessa della Czarda che vedrà sul palcoscenico Elena D’Angelo e la sua Compagnia (15 aprile ore 16).

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CARTELLONE LUGO

Teatro Rossini piazzale Cavour, 17 tel. 0545 38542 Inizio spettacoli ore 20.30 Spettacoli domenicali ore 16 e 20.30

PROSA Medea di Euripide regia di Luca Ronconi ripresa da Daniele Salvo con Franco Branciaroli Produzione CTB Centro Teatrale Bresciano/Teatro de Gli Incamminati / Piccolo Teatro di Milano Teatro d'Europa Franco Branciaroli reca il suo contributo al ricco percorso sul mito, portato avanti in questi anni dal CTB, riallestendo uno spettacolo evento del teatro italiano: la Medea per la regia di Luca Ronconi, di cui fu protagonista straordinario ed acclamato nel 1996. Un omaggio al grande Maestro scomparso nel 2015 da uno degli artisti che ha lavorato con lui più a lungo e in maggiore vicinanza e un’occasione imperdibile di rivedere una delle pietre miliari della storia registica ed interpretativa del secondo Novecento. In scena dal 24 al 26 novembre

Il nome della rosa di Umberto Eco – versione teatrale di Stefano Massini regia e adattamento di Leo Muscato con Eugenio Allegri, Giovanni Anzaldo, Renato Carpentieri, Luigi Diberti, Luca Lazzareschi produzione Teatro Stabile di Torino/ Teatro Stabile di Genova / Teatro Stabile del Veneto La prima versione teatrale del capolavoro di Umberto Eco è l’omaggio al celebre scrittore firmato da Stefano Massini, tra gli autori teatrali più apprezzati in Italia e all’estero. Leo Muscato dirige un cast di grandi interpreti, in un crossover generazionale e ha trovato nel romanzo di Eco una sfida appassionante. Nei suoi appunti per la messa in scena, scrive:«Dietro a un racconto avvincente e trascinante, il romanzo di Umberto Eco nasconde una storia dagli infiniti livelli di lettura; un incrocio di segni dove ognuno ne nasconde un altro. La struttura stessa del romanzo è di forte matrice teatrale». In scenda dal 12 al 15 dicembre

Le prenom (cena tra amici) di Matthieu Delaporte e Alexandre de La Patellière, versione italiana Fausto Paravidino Regia di Antonio Zavatteri con Alessia Giuliani, Alberto Giusta, Davide Lorino, Aldo Ottobrino, Gisella Szaniszlò produzione Teatro Stabile di Genova Cena con sorpresa. Quarantenni a confronto tra colpi di scena, battute comiche, amicizia, rancori e legami profondi. Serata conviviale a casa di due professori (liceo lei, università lui) dichiaratamente di sinistra. Tra parenti e amici inizia un gioco di provocazione e di verità che si allarga sino a diventare il ritratto di una generazione: tra piccole meschinità e grandi sentimenti. Rappresentato a Parigi nel 2010, Le prénom ottenne sei nomination al Prix Molière dell'anno seguente e fu adattato subito per il grande schermo dai suoi stessi autori (il film uscì in Italia con il titolo Cena tra amici). Tre anni dopo, Francesca Archibugi ne fece un nuovo adattamento cinematografico con il titolo Il nome del figlio. In scenda dal 12 al 14 gennaio


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Copenaghen di Michael Frayn Regia di Mauro Avogadro con Umberto Orsini, Massimo Popolizio, Giuliana Lojodice produzione Compagnia Umberto Orsini / Teatro di Roma in collaborazione con CSS Teatro Stabile di Innovazione

A diciotto stagioni dalla rivelazione della prima versione per l’Italia, Umberto Orsini, Massimo Popolizio e Giuliana Lojodice ridanno vita e personalità al trio dei protagonisti di Copenaghen, avvincente dramma storico-scientifico del commediografo britannico Michael Frayn. Torna in scena il formidabile duello verbale, su due fronti bellici contrapposti, fra i fisici Niels Bohr e Werner Heisenberg, alla vigilia del devastante uso della bomba atomica. «Io penso che sarebbe stato un errore imperdonabile - spiega Umberto Orsini - pensare di dar vita a una Compagnia teatrale che porti il mio nome senza pensare all’opportunità di rimettere in scena uno spettacolo come Copenaghen. Nato a Udine nel 1999, recensito dalla totalità della critica in maniera entusiastica, amato da un pubblico sempre numerosissimo, visto come un evento dai teatri delle maggiori città, sorprendente per la costante attualità del tema trattato, che si vorrebbe più di così? E allora, e non so se sarà l’ultima, ancora una volta Copenaghen». In scena dall’8 all’11 febbraio

Abbi buona cura del tuo corpo, è l'unico posto in cui devi vivere. Jim Rohn

CENTRO MEDICO POLISPECIALISTICO NOVITÀ

Il mondo non mi deve nulla di Massimo Carlotto regia di Francesco Zecca con Pamela Villoresi, Claudio Casadio produzione Teatro e Società Srl/Accademia Perduta Massimo Carlotto, autore cult del noir italiano, dopo Oscura Immensità (stagione 2013/2014) presenta un altro racconto in una spirale di equivoci, eccessi, ironia e comicità si sviluppa un rapporto strano, bizzarro ma allo stesso tempo complesso e intenso sul piano dei sentimenti. Ma l’amore, anche se si regge su ineluttabili fragilità, può essere in grado di soddisfare desideri, salvare esistenze, rimettere a posto le cose. In scena dal 2 al 4 marzo

Otello di William Shakespeare Regia di Elio De Capitani e Lisa Ferlazzo Natoli con Elio De Capitani, Federico Vanni, Camilla Semino Favro produzione Teatro dell’Elfo Rileggere l'Otello – e Otello stesso - spogliandolo della “tradizione”, tornare al cuore del meccanismo drammatico e delle parole. Elio De Capitani prosegue il lavoro su Shakespeare e mette in gioco anche il suo talento d'attore firmando la regia a quattro mani con Lisa Ferlazzo Natoli con cui ha condiviso l'idea di portare in primo piano il nodo indissolubile tra l'io e l'altro, tra il simile e il dissimile, che in questo testo diventa tragedia della gelosia e del sesso, dei rapporti inter-razziali e culturali e della potenza manipolatoria delle parole. In scena dal 16 al 18 marzo, anche all’Alighieri dal 13 al 15 aprile

Piscina fisioterapica, riabilitativa, acquaticità per neonati e bambini, corsi di nuoto acquagym Area fitness per le attività dedicate al benessere e all’antiaging, sauna SALUS MEDICAL CENTER Lugo (RA) Via Concordia 12 Tel. 0545 25432 segreteria@salusmedicalcenter.com www.salusmedicalcenter.com


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DANZA Le silfidi/Pulcinella musiche di Fryderyk Chopin (Le Silfidi) e Igor Stravinskij (Pulcinella) Scene e disegno luci: Luis Crespo (Le Silfidi) e Cristina Spelti (Pulcinella) Coreografie di Gustavo Ramirez Sansano (Le Silfidi) e Michele Merola (Pulcinella) MM Contemporary Dance Company La nuova produzione della MM Contemporary Dance Company porta in scena la rivisitazione di due titoli tratti dal repertorio di balletto del ‘900, entrambi messi in scena a Parigi, agli inizi del secolo, dai Ballets Russes di Diaghilev: Le Silfidi, nella versione del coreografo spagnolo Gustavo Ramirez Sansano, e Pulcinella, a opera di Michele Merola, direttore artistico e coreografo principale della MM Contemporary Dance Company (foto Stefano Corrias). In scena il 26 gennaio

Comix musiche jazz di repertorio Progetto di Emiliano Pellisari No Gravity Dance Company Emiliano Pellisari riprende uno dei suoi spettacoli di maggior successo. In scena, i suoi danzatori acrobati sfidano le leggi della fisica e utilizzano complesse macchine teatrali di origine barocca. Comix è un piccolo viaggio nelle possibilitĂ della “scatola magicaâ€? del palcoscenico, e nell’immaginario contemporaneo. In scena il 15 febbraio

Rossini ouvertures Musiche di Gioachino Rossini Coreografia e regia di Mauro Astolfi, disegno luci di arco Policastro Spellbound Contemporary Ballet

Spellbound percorre la strada di un sogno fatto di tanti momenti in una grande stanza bianca dove scorrono e si mescolano i sapori e i colori di una vita piena con la stessa arguzia di Rossini. Rossini Ouvertures celebra la figura artistica e umana di Gioachino Rossini di cui, nel 2018, ricorrono i 150 anni dalla morte (foto di Alessio Amato). In scena il 13 marzo

Romeo y Julieta tango Coreografie e regia di Luciano Padovani Musiche di tango Compagnia Naturalis Labor

LUGO (RA) - via Acquacalda 116 - tel. 0545 30328 www.emira.it info@emira.it

Una produzione importante, una scommessa per il coreografo Luciano Padovani che nel corso di questi anni ha firmato numerose creazioni di tango e danza segnando spesso il sold out in vari teatri italiani (vedi intervista pagina 30). Romeo y Julieta Tango porta in scena il dramma shakespeariano e lo racconta attraverso il linguaggio della danza e del tango. Con la musica dal vivo per Cuarteto Tipico Tango Spleen in scena dodici interpreti tra danzatori e tangueros. In scena il 13 aprile


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RAGAZZI Cenerentola

Peter Pan

drammaturgia e regia Tonio De Nitto Compagnia Factory, Compagnia Elektra, Tir danza

di Fabrizio Visconti, Rossella Rapisarda, Davide Visconti regia Fabrizio Visconti con Davide Visconti, Rossella Rapisarda, Simone Lombardelli scene e costumi Paride Pantaleone, Claudio Micci Eccentrici Dadarò

Una favola tra le più note ma portata in scena in chiave moderna, Cenerentola, raccontata attraverso il linguaggio della danza, ci presenta un mondo d’invidie e gelosie all’interno del nucleo familiare, dove madri spregiudicate sono disposte a tutto, manipolando le figlie come marionette per raggiungere i propri fini. Fascia d'età: 5-10 anni. In scena il 21 gennaio alle 16, anche al Rasi il 20 gennaio

Ho un lupo nella pancia di Valeria Raimondi e Enrico Castellani parole di Enrico Castellani La Piccionaia, Babilonia Teatri Una fiaba moderna che porta all'estremo e oltre il limite del verosimile atteggiamenti, situazioni e tensioni proprie della relazione col cibo per arrivare a trattare metaforicamente di questioni che ci riguardano da vicino. Fascia di età: 5-10 anni. In scena il 4 febbraio alle 16 anche al Rasi il 3 marzo

Una storia che racconta dei grandi e dei piccoli: dei grandi che dimenticano e di quelli che cercano di ricordare, dei genitori e dei figli: un invito a darsi la mano per non avere paura di cercare orizzonti lontani. Fascia d'età: 4-10 anni. In scena il 18 febbraio alle 16

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LUGO

MUSICA Al teatro Rossini una stagione di note dedicate a... Gioachino Rossini La stagione musicale del teatro Rossini (21 dicembre) si inaugura all’insegna della musica da film con un concerto della Filarmonica Toscanini diretto “al femminile” dalla bacchetta di Nicoletta Conti, fra le più apprezzate direttrici di caratura internazionale. In programma musiche di Rota, Handel, Rossini, Beethoven, Shostakovich, Mascagni e Brahms che hanno segnanto le colonne sonore di grandiosi film come Barry Lyndon, Eyes wide shut, Il Padrino, C’era una volta in America, Il grande dittatore. E si conclude (21 aprile) con una prestigiosa formazione da camera, la prestigiosa Camerata della Royal Concertgebouw Orchestra di Amsterdam che presenta tre capolavori in versione originale di Bach, Mozart e Bottesini e un arrangiamento di Geert van Keulen di un memorabile pezzo Brahms. Ma il cuore della rassegna, in occasione del 150enario della morte di Gioachino Rossini non poteva che essere dedicata al compositore pesarese che però va ricordato – di padre lughese – si formò in campo musicale nella scuola dei fratelli Malerbi, proprio a Lugo dove risiedette adolescente per qualche anno. A lui è dedicato il concerto (18 gennaio) dei celebri Solisti Veneti (nella foto) sempre guidati dall’inossidabile Claudio Scimone, con un repertorio che spazia per l’appunto da Rossini a Chopin, passando per Salieri, Paganini e Boccherini, su intrecci e suggestioni dell’epoca musicale del genio pesarese. A seguire altri due omaggi da parte della Wunderkammer Orchestra di Pesaro, con cui il teatro di Lugo ha avviato un progetto pluriennale di collaborazione legato alle composizioni per pianoforte e orchestra di Rossini e Beethoven, con il direttore della compagine Carlo Tenan e solisti, compositori e pianisti, come Paolo Marzocchi e Marco Vergini. La prima serata (28 febbraio) si apre con la sinfonia rossiniana del Barbiere di Siviglia e prosegue con brani di Beethoven (Concerto n.3 op.37 in Do Minore per pianoforte e orchestra) e di Paolo Marzocchi (I quattro elementi da partiture di Bach). La seconda serata (23 marzo) è dedicata alla sinfonia della Gazza Ladra assieme a pezzi di Mendelssohn-Bartholdy (Die Hebriden, Ouverture op. 26), Beethoven (Concerto n.4 op.58 in Sol Maggiore per pianoforte e orchestra) e a un nuova composizione del conteporaneo Danilo Comitini. Inizio concerti alle 20.30.

IL FESTIVAL

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Con Alessandrini anche nel 2018 torna il Barocco di “Purtimiro” Dopo il successo delle prime due edizioni, si conferma anche nel 2018 al teatro Rossini di Lugo, il festival “Purtimiro”, dedicato al mirabile e per certi versi inesplorato repertorio della musica e della cultura teatrale del Barocco. Alla direzione artistica e protagonista – assieme alla sua orchestra Concerto Italiano – il Maestro Rinaldo Alessandrini, studioso e interprete di questa epoca, rinomato a livello internazionale per le sue esibizioni dal vivo e le incisioni discografiche. In programma – da fine settembre a metà ottobre 2018 – concerti strumentali, vocali e inediti allestimenti operistici, fra cui diverse “riscoperte“ e in alcuni casi la rivelazione di veri e propri capolavori musicali del Barocco.


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CARTELLONE BAGNACAVALLO

Teatro Goldoni piazza della Libertà, 18 tel. 0545 64330 Inizio spettacoli ore 21

PROSA Il padre

Nudi e crudi

di Florian Zeller regia di Piero Maccarinelli con Alessandro Haber e Lucrezia Lante della Rovere produzione Goldenart Production

da una storia di Alan Bennett tradotta e adattata per la scena da Edoardo Erba regia di Serena Sinigaglia con Maria Amelia Monti, Paolo Calabresi eNicola Sorrenti produzione a.ArtistiAssociati

Il padre debutta nel settembre del 2012 al Hébertot Theatre di Parigi e replica sulle scene francesi fino al 2014 riscuotendo un grandissimo successo. Candidato al prestigioso Prix Molières nel 2014 si aggiudica il premio come miglior spettacolo dell’anno. Nel 2015 l’opera viene adattata per il grande schermo da Philippe Le Guay col titolo Florida. La forza di questa pièce consiste nel saper raccontare lo spaesamento di un uomo la cui memoria inizia a vacillare e a confondere tempi, luoghi e persone perché affetto da Alzheimer. In scena il 31 ottobre

«Mr e Mrs Ransome – dice la regista Singaglia – sono due archetipi della coppia tipicamente inglese, protestante e conservatrice. Cosa può accadere se di colpo si ritrovano “nudi e crudi”? Forse se riuscissimo a convivere con il nostro lato dionisiaco, se avessimo forza e coraggio per sostenere con garbo la libertà di cui in teoria siamo dotati, forse riusciremmo ad essere veramente più vicini a ciò che siamo. Qui sta il punto, a mio parere, qui Bennett diventa universale e parla a tutti noi, nessuno escluso. La vita è tutta nel cambiamento, nel movimento imprevisto, in quella vertigine che ti dà il vuoto». Nudi e crudi è una commedia che più di ogni altra opera esalta il genio comico di Alan Bennett. In scena l’8 novembre

Regalo di Natale di Pupi Avati adattamento teatrale di Sergio Pierattini regia di Marcello Cotugno con G. Alberti, F. Dini, G. Esposito, V. Santoro e G. Di Biase produzione La Pirandelliana Adattamento teatrale per una storia divenuta archetipica: quattro amici di vecchia data si ritrovano la notte di Natale per giocare una partita di poker. Ma sul piatto, oltre ai soldi, c'è il bilancio della vita di ognuno: i fallimenti, le sconfitte, i tradimenti, le menzogne, gli inganni. In scena il 30 novembre, anche a Cervia il 4 e il 5 dicembre

Il secondo figlio di Dio di Manfredi Rutelli e Simone Cristicchi musiche originali di Simone Cristicchi e Valter Silviotti regia di Antonio Calenda una produzione CTB Centro Teatrale Bresciano e Promo Music Lo spettacolo teatrale è ispirato alla vicenda di David Lazzaretti, detto il “Cristo dell’Amiata”, l’avventura di un mistico di fine ottocento, capace di unire fede e comunità, religione e giustizia sociale. Tra canzoni inedite e recitazione, il narratore protagonista ricostruisce la parabola di Lazzaretti, da barrocciaio a profeta, citato e studiato da Gramsci, Tolstoj, Pascoli, Lombroso e Padre Balducci. In scena il 14 dicembre


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BAGNACAVALLO

L’avaro di Molière adattamento e regia di Ugo Chiti con Alessandro Benvenuti, Giuliana Colzi, Andrea Costagli, Dimitri Frosali, Massimo Salvianti, Lucia Socci, Paolo Ciotti, Gabriele Giaffreda, Elisa Proietti una produzione Arca Azzurra Teatro Dopo il successo de Il malato immaginario, torna una commedia di Molière con Benvenuti, per la regia di Chiti: L’avaro. Si tratta di un classico immortale in grado di raccontare il presente senza bisogno di trasposizioni o forzate interpretazioni. In scena il 12 gennaio, anche a Cervia il 13 e 14 febbraio

La Bibbia raccontata nel modo di Paolo Cevoli di Paolo Cevoli regia di Daniele Sala una produzione Diverto La Bibbia, il libro dei libri, il best-seller dei best-seller da tutti conosciuto, anche se forse non da tutti letto. Il comico Paolo Cevoli rileggerà in scena quelle storie come una grande rappresentazione teatrale dove Dio è il “capocomico” che si vuole far conoscere sul palcoscenico dell’universo. In scena il 2 febbraio

Animali da bar drammaturgia di Gabriele Di Luca con Beatrice Schiros, Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Pier Luigi Pasino, Paolo Li Volsi regia di A. Tedeschi, G. Di Luca, M. Setti produzione Fondazione Teatro della Toscana e Promo Music Spettacolo vincitore del Premio Hystrio Twister 2016, porta in scena un bar abitato da sei illusi perdenti, che provano a combattere aggrappati a piccoli squallidi sogni. Appoggiati al bancone troviamo gli ultimi brandelli di un occidente rabbioso e vendicativo, fatto di frustrazioni, retorica, falsa morale, psicofarmaci e decadenza. In scena il 6 marzo

La lingua neolatrina di Maurizio Garuti con Ivano Marescotti una produzione Patàka

Profumi e sapori del territorio Menu di carne, pesce e vegetariano Tutti i giorni pane fatto in casa

La lingua neolatrina è un monologo esilarante cucito su misura per le qualità mattatoriali di Ivano Marescotti dalla penna di Maurizio Garuti. L’argomento sono le parole virali che pronunciamo compulsivamente a ogni ora del giorno. Da “un attimino” a “piuttosto che”, da “mi fa morire” a “non me ne può fregare di meno”, da “lato B” a “tirarsela”, da “in qualche modo” a “quant’altro”. Un repertorio satirico dei tic e delle mode che infestano i linguaggi popolari. In scena il 16 marzo

The Game ideato da Francesco Tesei e Deniel Monti musiche originali di Marco Sabiu regia e interpretazione di Francesco Tesei una produzione Marangoni Spettacolo Dopo il grande successo di Mind Juggler, che nella sua tournée teatrale ha stupito più 100.000 spettatori, il mentalista Francesco Tesei è tornato sui palcoscenici con un altro spettacolo da tutto esaurito The Game. Fuori abbonamento. In scena il 24 marzo

Bagnacavallo - Piazza della Libertà 15 - Tel. 0545 64468 chiuso il mercoledì www.malabocca.it


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BAGNACAVALLO

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RAGAZZI Il tesoro dei pirati ideazione e regia di Silvano Fiordelmondo, Francesco Mattioni e Diego Pasquinelli Con l’ironia propria dei burattini viene raccontata una tipica storia piratesca incentrata intorno alle imprese di due pirati protagonisti di curiose avventure e inaspettati colpi di scena. Lo spettacolo di grande impatto visivo si avvale di musiche originali e dello stile inconfondibile della scenografa Marina Montelli. Tecnica utilizzata: teatro di figura (pupazzi e burattini). In scena il 5 novembre alle 17

Piccolo Passo, storia di un’ocarina pigra di e con Valentino Dragano Kosmocomico Teatro

L’arte pasticcera di qualità COLAZIONI (anche per celiaci)

WEDDING CAKE P E R S O N A L I Z Z AT E PA S T I C C E R I A A RT I G I A N A L E PA N E T T O N I E COLOMBE (anche con farina di farro e vegani) Lo spettacolo, costruito su dialoghi divertenti e poetici e fisicità clownesche, si sviluppa sull’intuizione di far vivere i personaggi attraverso ocarine di diversa grandezza. Le ocarine suoneranno, canteranno, racconteranno dei piccoli e grandi avvenimenti che i bambini affrontano: i giochi, la paura, il ridere, la gioia del cantare. Tecniche utilizzate: teatro d’attore, oggetti musicali, musica dal vivo. In scena il 19 novembre alle 17

È Natale, bambini di e con Albino Bignamini Pandemonium Teatro Il lavoro si basa su un connubio fra i diversi piani della tradizione e della modernità, in un percorso di narrazioni fatto di diverse storie. Bignamini racconta di un uccello che si sforza di scaldare, con la forza delle sue ali, un bambino nato in una grotta al freddo; poi passa a chiedersi come può, nel tempo dei caloriferi e dei tetti pieni di antenne, Babbo Natale riuscire ad entrare nelle case… Perché la Befana si sente emarginata? Un presepe moderno di quali altre statuine può comporsi? Il tema centrale dello spettacolo è l’accoglienza e l’ascolto. In scena il 3 dicembre alle 17

Largo De Gasperi, 5 - Tel. 0545 63663 BAGNACAVALLO (RA) Chiuso il lunedì


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BAGNACAVALLO

MUSICA Classica II: cinque concerti + 1 per “Libera la musica” Inaugura il 25 novembre al Teatro Goldoni la seconda stagione musicale affidata ad Accademia Bizantina, questa volto con un programma incentrato sul Settecento italiano dal titolo Bagnacavallo Classica II, “Libera la musica”. L’apertura è affidata a un concerto intitolato Fra due mari, in cui Accademia Bizantina, diretta dal primo violino Alessandro Tampieri, proporrà un excursus nel Settecento italiano, da Albinoni a Pergolesi fino a Scarlatti e Vivaldi. Il 22 dicembre di nuovo l’ensemble al completo sarà impegnato nel tradizionale Concerto di Natale, con la partecipazione del soprano Naoka Ohbayashi, mentre il 2018 si aprirà il 26 gennaio con il Quartetto Delfico che propone un programma incentrato su Hanssens, Donizetti e Haydn, di cui verrà eseguita la Sinfonia 104, facente parte delle 12 sinfonie londinesi, probabilmente la più famosa raccolta di suoi lavori. Il 24 febbraio sarà poi la volta dell’Incoerente Duo (ossia i due componenti di Accademia Bizantina Alessandro Tampieri, violino, e Giorgio Dellarole, fisarmonica), curioso incontro tra violino e fisarmonica che interpreterà sonate per archi e basso continuo. Il finale di Bagnacavallo Classica sarà il 22 marzo, quando Accademia Bizantina e la cantante francese Delphine Galou, diretti dal Maestro Ottavio Dantone (nella foto), presenteranno dal vivo il nuovo album Agitata. Il 28 aprile poi, alla chiesa di San Girolamo, un concerto fuori abbonamento (inserito gratuitamente nel carnet degli abbonati): La suave melodia vedrà impegnati il maestro Ottavio Dantone al clavicembalo e Giovanni Antonini al flauto.

...come a casa... Una buona cena è molto importante per una buona conversazione. Non si può pensare bene, amare bene, dormire bene se non si ha cenato bene. Vi aspettiamo a pranzo, per un aperitivo e a cena (anche dopo gli spettacoli teatrali-su prenotazione)

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CARTELLONE RUSSI

Teatro Comunale via Cavour, 10 tel. 0544 587641 Inizio spettacoli ore 20.45

PROSA Il paradiso perduto, il paradiso ritrovato

Non ti pago di Eduardo De Filippo regia Luca De Filippo con Carolina Rosi, Viola Forestiero, Nicola Di Pinto, Federica Altamura, Andrea Cioffi, Gianfelice Imparato, Massimo De Matteo, Carmen Annibale, Paola Fulciniti, Gianni Cannavacciuolo, Giovanni Allocca

liberamente tratto dal Paradiso Perduto di John Milton e altre scritture ideazione Elena Bucci con Elena Bucci e Marco Sgrosso al violino e al pianoforte Dimitri Sillato drammaturgia del suono Raffaele Bassetti luci Loredana Oddone La storica compagnia di Russi (vedi p. 7) reduce da successi internazionali si misura con la rilettura di un grande classico universale sulla colpa e l’espiazione. In scena il 13 ottobre

Continuando il lavoro di approfondimento sulla drammaturgia di Eduardo, la Compagnia di Teatro di Luca De Filippo propone Non ti pago, commedia tra le più brillanti del repertorio eduardiano, che lo stesso grande drammaturgo napoletano ha definito «una commedia molto comica, che secondo me è la più tragica che io abbia mai scritto». Con le musiche di Nicola Piovani. In scena il 6 novembre

Play Strindberg di Friedrich Dürrenmatt regia di Franco Però con Maria Paiato, Franco Castellano, Maurizio Donadoni produzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Artisti Riuniti, Mittelfest «Dürrenmatt si prende gioco di noi – spiega il regista Però a proposito di questo testo – della nostra vita famigliare, con tutte le armi che gli sono proprie, il sarcasmo, l’ironia che trascolora nel grottesco, il gusto del comico, ma anche la violenza del linguaggio e lo fa prendendo uno dei più formidabili testi di Strindberg, Danza macabra e riscrivendolo da quel grande costruttore di storie teatrali qual è». In scena il 20 novembre

Un borghese piccolo piccolo tratto dal romanzo di Vincenzo Cerami adattamento e regia di Fabrizio Coniglio musiche originali di Nicola Piovani con Massimo Dapporto, Susanna Marcomeni, Roberto D’Alessandro, Matteo Francomano, Federico Rubino una produzione Pietro Mezzasoma - Teatro e Società Un borghese piccolo piccolo è il romanzo da cui è stato tratto il capolavoro cinematografico di Mario Monicelli. La peculiarità del romanzo è la tinta grottesca che si cerca di ripercorrere nell’adattamento di Fabrizio Coniglio, con cui Cerami descrive le umili aspirazioni del protagonista Giovanni, il borghese piccolo piccolo. In scena il 6 dicembre anche a Cervia il 28 e 29 novembre e a Conselice il 4 gennaio

Prima della pensione, ovvero cospiratori di Thomas Bernhard progetto, scene e regia Elena Bucci e Marco Sgrosso con Elena Bucci, Marco Sgrosso, Elisabetta Vergani produzione Emilia Romagna Teatro «Abbiamo seguito fin dal suo apparire in Italia questo autore schivo - spiegano Elena Bucci e Marco Sgrosso - capace di leggere in profondità le persone e la storia e di registrarne le contraddizioni fino a farle esplodere in tragedia e risate di cuore. Attraverso i suoi testi, pieni di odio e amore per il teatro e per gli attori, abbiamo avuto l'occasione di vedere molti artisti alla prova. Ora tocca a noi saltare». In scena il 9 gennaio


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RUSSI

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Enrico IV

Da questa parte del mare

di Luigi Pirandello diretto e interpretato da Carlo Cecchi produzione Marche teatro

da Gianmaria Testa regia di Giorgio Gallione con Giuseppe Cederna produzione Produzioni Fuorivia / Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, con Teatro dell’Archivolto

Carlo Cecchi torna a Pirandello con una pietra miliare del teatro pirandelliano e della sua intera poetica, tra i testi più amati e rappresentati del gande drammaturgo siciliano. L’opera porta in scena i grandi temi della maschera, dell’identità, della follia e del rapporto tra finzione e realtà. In scena il 30 gennaio

Da questa parte del mare è il libro della vita di Gianmaria Testa, arrivato in libreria postumo per Giulio Einaudi Editore con prefazione di Erri De Luca. È il racconto dei pensieri, delle storie, delle situazioni che hanno contribuito a dar vita a ognuna delle canzoni dell’album omonimo, ed è un po’, anche, inevitabilmente, il racconto dello stesso cantautore. In scena l’1 marzo

Concerto per Jack London un melodramma jazz d’amore e pugilato con Fabrizio Bosso alla tromba Luciano Biondini alla fisarmonica Silvio Catiglioni alla voce Concerto per Jack London è un omaggio al giornalista e scrittore statunitense ma anche cercatore d’oro, pescatore di ostriche, vagabondo, attivista sociale e tanto altro, che divenne ricchissimo ed ebbe un enorme successo grazie ai suoi romanzi. Lo spettacolo è tratto da The Game, un racconto di pugilato al ritmo del miglior cronista sportivo quale fu Jack London, e, insieme, una commovente e straziante storia d’amore. In scena l’8 febbraio

Classical Ballet Gala di Balletto Yacobson di San Pietroburgo Il Balletto Yacobson di San Pietroburgo fondato da Leonid Yacobson unisce nel suo repertorio passato e presente, precisione tecnica ed espressione, tradizione e modernità. Fondato nel 1969 da uno dei più famosi coreografi del XX secolo, Leonid Yacobson, la compagnia di ballo è diventata in breve tempo un importante punto di riferimento nella storia della cultura russa del Balletto. In scena il 19 marzo

Piccoli crimini coniugali

Miss Marple, giochi di prestigio

di E. Emmnauel Schmitt regia e adattamento di Michele Placido con Michele Placido e Anna Bonaiuto

di Agatha Christie regia di Pierpaolo Sepe con Maria Amelia Monti produzione Compagnia gli Ipocriti

Sull’altalena del matrimonio fra slittamenti del cuore e tradimenti si consuma la vita dei due protagonisti: un sottile gioco al massacro inventato dal drammaturgo più amato d’oltralpe come ci racconta lo stesso Michele Placido nell’intervista di pagina 13. In scena il 22 febbraio, anche a Faenza dal 5 al 7 gennaio

Miss Marple, la più famosa detective di Agatha Christie per la prima volta in teatro con la simpatia di Maria Amelia Monti, che dà vita a un personaggio divertente. In scena il 3 aprile

RAGAZZI

MUSICA

Pupazzi, attori e video in scena

Da Bach a Mussorgski

Tre gli appuntamenti per le famiglie a teatro a partire da domenica 28 gennaio alle 16 con il teatro di animazione e la pittura dal vivo di Gianni Franceschini in Celeste, la fiaba dei colori (dai 4 anni). Domenica 18 febbraio tocca invece ai Teatri di Bari Senza Piume con AHIA! per la drammaturgia e regia di Damiano Nirchio (adatto dai 5 anni). Domenica 11 marzo arriva invece la compagnia ravennate Drammatico Vegetale con il suo Sogni. Arlecchino e la bambina dei fiammiferi, spettacolo con attori, pupazzi e video diretto da Piero Fenati e adatto dai 5 anni.

Tre gli appuntamenti con la musica al Comunale di Russi: il 24 ottobre sale sul palco il Trio di Imola (Marianna Tongiorgi, pianoforte / Angioletta Iannucci Cecchi, violino / Clara Sette, violoncello) con msiche di F. J. Haydn / L. van Beethoven / F. Mendelssohn. Mercoledì 15 novembre ore 20.45 è la volta del concerto Back to Bach di e con di e con Nicola Ciaffoni, violoncello Luca Franzetti, infine martedì 28 novembre Concerto di Gian Marco Verdone, al pianoforte, con musiche di Beethoven e Mussorgski (Quadri di un'esposizione).


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CARTELLONE CERVIA

Teatro Comunale via XX Settembre, 125 tel. 0544 975166 Inizio spettacoli ore 21

PROSA Un borghese piccolo piccolo tratto dall’omonimo romanzo di Vincenzo Cerami adattamento e regia di Fabrizio Coniglio musiche originali di Nicola Piovani con Massimo Dapporto, Susanna Marcomeni, Roberto D’Alessandro, Matteo Francomano, Federico Rubino una produzione Pietro Mezzasoma - Teatro e Società Un borghese piccolo piccolo è un romanzo di Vincenzo Cerami, da cui è stato tratto in un secondo tempo il capolavoro cinematografico di Mario Monicelli. Il romanzo, che diverge dal film in alcuni nodi narrativi essenziali, è un ritratto di agghiacciante attualità. La peculiarità del romanzo è la tinta grottesca che si cerca di ripercorrere nell’adattamento di Fabrizio Coniglio, con cui Cerami descrive le umili aspirazioni del protagonista Giovanni, il borghese piccolo piccolo. Quella che sarà messa in scena sarà infatti una tragicommedia sul desiderio di raggirare le regole che una società democratica e civile impone. In scena il 28 e 29 novembre, anche a Russi il 6 dicembre e a Conselice il 4 gennaio

Regalo di Natale

Nati ‘80, amori e no...

di Pupi Avati - adattamento teatrale di Sergio Pierattini regia di Marcello Cotugno con G. Alberti, F. Dini, G. Esposito, V. Santoro e G. Di Biase una produzione La Pirandelliana

di Claudio Tortora con C. Lardo, C. Ugatti, R. Tafuri, M.C. Basso, F. Buonomo, F. Capasso, M. Collina, G. D’Amato, M. Jacovazzo, C. Mazzaccaro, A. Musto, E. Triggiano, L. Tortora, V. Tortora regia di Antonello Ronga una produzione C.O.S. Teatro delle Arti

Adattamente teatrale per una storia divenuta archetipica: quattro amici di vecchia data si ritrovano la notte di Natale per giocare una partita di poker. Ma sul piatto, oltre a un bel po' di soldi, c'è il bilancio della vita di ognuno: i fallimenti, le sconfitte, i tradimenti, le menzogne, gli inganni. In scena il 4 e 5 dicembre, anche il 30 novembre a Bagnacavallo

COMICO Tre one man show Gli appuntamenti di Teatro Comico saranno inaugurati da Gabriele Cirilli col suo #TaleEQualeAMe… Again (27 gennaio alle 21 e, “Fuori Abbonamento”, 28 gennaio ore 21). Il secondo appuntamento sarà con Maurizio Colombi e uno spettacolo di culto in tutto il mondo: Caveman – L’uomo delle caverne, one man show che affronta uno dei temi più spinosi dell’umanità: il rapporto tra uomini e donne (9 febbraio alle 21). Il cartellone sarà chiuso da Sergio Sgrilli con 20 in poppa, lo show celebrativo dei suoi 20 anni di carriera (23 marzo 2018 ore 21).

Un susseguirsi di situazioni che seguono il percorso di quattro coppie di quarantenni. Una riflessione su una fascia di età che ha subito e subisce le tante evoluzioni in negativo che i nostri tempi hanno avuto, una trama sottolineata da una colonna sonora di grandi successi di Mina (tutti cantati live). In scena il 19 e 20 dicembre

2 donne in fuga di Pierre Palmade e Cristophe Duthuron (adattamento di Mario Scaletta) regia di Nicasio Anzelmo con Iva Zanicchi e Marisa Laurito una produzione Spettacoli Teatrali Produzionià Un testo di successo, in Francia, soprattutto a Parigi tratto da Le fuggitive di Pierre Palmade e Christophe Duthuron. Due donne si incontrano di notte su una strada statale mentre fanno l’autostop. Entrambe fuggono dalla loro vita: Margot da 30 anni di vita da casalinga, moglie e madre repressa; Claude dalla casa di riposo “Il Baobab” dove il figlio l’ha parcheggiata dopo la morte del marito. L’incontro suscita le battute più divertenti, per il luogo e l’ora equivoci. In scena il 30 e 31 gennaio


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CERVIA

L’avaro di Molière adattamento e regia di Ugo Chiti con Alessandro Benvenuti, Giuliana Colzi, Andrea Costagli, Dimitri Frosali, Massimo Salvianti, Lucia Socci, Paolo Ciotti, Gabriele Giaffreda, Elisa Proietti una produzione Arca Azzurra Teatro

RAGAZZI Un dicembre da favola

Dopo il successo de Il malato immaginario, torna una commedia di Molière con Benvenuti, per la regia di Chiti: L’avaro. Si tratta di un classico in grado di raccontarci il presente senza bisogno di trasposizioni o forzate interpretazioni. In scena il 13 e 14 febbraio Anche il 12 gennaio a Bagnacavallo

Questioni di cuore da un’idea di Aldo Balzanelli con Lella Costa una produzione Mismaonda Lella Costa dà voce alla rubrica di Natalia Aspesi su "Il Venerdì di Repubblica", lettere pubblicate nel libro Amore mio, ti odio (ed. Il Saggiatore). Un viaggio attraverso la vita sentimentale e sessuale degli italiani nel corso degli ultimi trent’anni. I tradimenti, le trasgressioni, le paure, i pregiudizi. Migliaia di storie intorno all’amore e alla passione che, incredibilmente, non cambiano con il passare dei decenni e l’evoluzione del costume. In scena il 14 e 15 marzo

La rassegna che il Teatro Comunale di Cervia dedica alle famiglie nel periodo prenatalizio sarà inaugurata da Zuppa di sasso, uno spettacolo scritto e interpretato da Danilo Conti della compagnia Tanti Cosi Progetti (2 dicembre ore 21). Andrea Lugli (nella foto), narratore della compagnia Il Baule Volante, presenterà poi L’acciarino magico, spettacolo ispirato all’omonima e celeberrima fiaba di Hans Christian Andersen, con l’accompagnamento sonoro dal vivo di Stefano Sardi (9 dicembre ore 21). Sotto la neve, minuetto d’inverno di Accademia Perduta/Romagna Teatri sarà il terzo e ultimo appuntamento (16 dicembre alle 21).

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CARTELLONE CONSELICE

Teatro Comunale via Selice, 125 tel. 348 7095919 Inizio spettacoli ore 21

PROSA Gran glassé Una serata di parole sudate e punk da balera da un’idea de Gli Omini e e XtraLiscio con Francesca Sarteanesi, Francesco Rotelli, Luca Zacchini, Giulia Zacchini e Mauro Ferrara vox, Michele Orvieti mellotron/orvietronix, Baby Moira vox, Enrico Milli tromba fisarmonica, Daniele Manzi batteria, Alfredo Nuti chitarra, Marco Bovi basso, Johnny Moreno sax clarino vox, Mirco Mariani piano chitarra vox Gli Extraliscio, al lavoro sul loro secondo album in studio, saranno in concerto al teatro comunale di Conselice insieme alla compagnia teatrale Gli Omini. Si tratta di una sorta di varietà in cui la musica si alternerà a comicità e letture: grande protagonista l’orchestra di Mirco Mariani, storico collaboratore di Vinicio Capossela, che si sta impegnando nella riscoperta del liscio romagnolo, rivisitato, ma con i volti noti delle balere. In scena il 28 novembre

Venere in pelliccia

Un borghese piccolo piccolo

di David Ives (traduzione Masolino D’Amico) regia di Valter Malosti con Sabrina Impacciatore e Valter Malosti

tratto dall’omonimo romanzo di Vincenzo Cerami adattamento e regia di Fabrizio Coniglio con Massimo Dapporto una produzione Pietro Mezzasoma - Teatro e Società

Venere in pelliccia, ovvero: “Il Signore lo ha punito e lo ha dato in mano a una donna.” Questo verso della Bibbia appare sul frontespizio del romanzo erotico di Leopold von Sacher-Masoch, da cui David Ives, nel 2010, ha tratto la sua opera teatrale. Arriva per la prima volta in Italia grazie a Valter Malosti, accompagnato da Sabrina Impacciatore, con giochi di potere, dinamiche sadomaso, scambi di ruolo. In scena il 15 dicembre

Un borghese piccolo piccolo è un romanzo di Vincenzo Cerami, da cui è stato tratto il capolavoro cinematografico di Mario Monicelli. Quella che sarà messa in scena sarà infatti una tragicommedia sul desiderio di raggirare le regole che una società democratica e civile impone. In scena il 4 gennaio, anche a Cervia il 28 e 29 novembre e a Russi il 6 dicembre

I have a dream Le parole che hanno cambiato la storia regia Gabriele Guidi con Valentina Lodovini e Ivano Marescotti Produzione AB Management Lo spettacolo è un atto unico dedicato ad alcuni dei più significativi discorsi pronunciati da individui che hanno contribuito al corso dell’umanità. Da Demostene a Martin Luther King, passando per Pericle, Robespierre, Lady Astor, Ghandi, Kennedy, Churchill, Fidel Castro, Mandela fino a Umberto Eco. Parole che, grazie alla straordinaria attualità delle tematiche affrontate (democrazia, identità etnica, ruolo delle donne, eccidi, intolleranza religiosa… ma anche arte e letteratura come strumenti di protezione dell’essere umano), consentono di rivivere eventi che appartengono alla memoria storica della collettività. I Have A Dream - Le parole che hanno cambiato la storia torna in scena a quasi 10 anni di distanza dalla sua nascita aggiornato, rivisto e concepito per due interpreti legati tra loro da grandi affinità ma anche dall’ironia derivante dal confronto fra generazioni differenti. In scena 21 gennaio


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CONSELICE

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Il testimone di Mario Almerighi e Fabrizio Coniglio diretto e interpretato da Bebo Storti e Fabrizio Coniglio Fabrizio Coniglio e Bebo Storti portano avanti il proprio personale percorso di teatro indagine con questo nuovo spettacolo scritto insieme al giudice Mario Almerighi. Ne Il testimone ci raccontano un episodio dimenticato dalla memoria collettiva: l’assassinio di Giacomo Ciaccio Montalto, primo magistrato a indagare i rapporti fra la mafia di Trapani. Montalto a Trapani è isolato, ma confida all’amico Mario Almerighi le sue scoperte e i suoi timori. Il 25 gennaio del 1983 Montalto viene barbaramente assassinato. Nel 2003, nel corso del processo Andreotti, Almerighi decide di testimoniare su quanto a sua conoscenza. In scena il 2 febbraio

Giorgio Colangeli recita Dante “e Quindi Uscimmo a Riveder le Stelle” di e con Giorgio Colangeli musiche di Tommaso Cuneo Giorgio Colangeli prosegue nello studio e nella recitazione a memoria della Divina Commedia dantesca. Un esperimento della memoria e del suo confronto costante con Dante, che lo porta a recitare i primi 6 canti del Purgatorio, alternandosi con il chitarrista Tommaso Cuneo. In scena il 16 febbraio

RISTORANTE APERTO FINO A TARDA NOTTE www.ristorantefricando.it Ravenna, Via Maggiore 7 • Tel. 0544 212176

L’ultimo harem ispirato ai racconti de Le mille e una notte di Nazli Eray e ai saggi di Ayse Saracgil e Fatema Mernissi uno spettacolo di Angelo Savelli con Serra Yilmaz, Valentina Chico, Riccardo Naldini Spettacolo creato e scritto da Angelo Savelli, parte dai ricordi di una “favorita” che ebbe la sorte di vivere nell’ultimo harem di Instanbul per aprirsi poi sulla contemporaneità grazie agli spunti critici provenienti dai fondamentali libri della professoressa turca Aise Saracgil, della scrittrice marocchina Fatema Mernissi e dai racconti surreali e grotteschi di una delle più interessanti scrittrici della letteratura turca contemporanea, Nazh Eray. In scena il 4 marzo


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Teatro Binario viale Vassura, 20 tel. 373 5324106

CARTELLONE COTIGNOLA

Inizio spettacoli ore 21 (domenica 17.30)

PROSA Agrodolce di Claudio Batta e Riccardo Piferi regia di Riccardo Piferi con Claudio Batta «Non siamo più quello che mangiamo, oggi siamo quello che compriamo. Ma quando andiamo al supermercato quanto compriamo? Troppo!» parola di Claudio Batta, che il grande pubblico conosce nel personaggio di Capocenere, “l’enigmista” di Zelig Circus. In questo spettacolo il comico accompagna lo spettatore, con ironia, in una riflessione sulla tematica dell’alimentazione e degli sprechi. Non un cabaret di puro intrattenimento ma un genere ricco di contenuti che, pur mantenendo l’impronta comica, vuole veicolare con leggerezza tematiche di attualità. In scena dal 20 gennaio al 21 gennaio

Ccà nisciuno è fisso

L’era della precarietà

di Alessandra Faiella e Francesca Puglisi Regia Alessandra Faiella con Francesca Puglisi Un monologo comico sul tema della precarietà: il lavoro, la casa, l’amore visti attraverso gli occhi di una Francesca, giovane donna e attrice di teatro che racconta con umorismo partenopeo e autoironia la sua realtà quotidiana. In scena il 28 gennaio

The Black Blues Brothers scritto e diretto da Alexander Sunny e Philip Barrel Fuori abbonamento di circo contemporaneo comico musicale con cinque acrobati in stile americano ma con l’Africa nel sangue che inseguono i capricci di una scalcagnata radio d’epoca che trasmette brani Rhythm & Blues. Tra limbo, salti mortali e piramidi umane questa band presenta uno spettacolo adatto a un pubblico universale. In scena il 4 febbraio

RAGAZZI Tre spettacoli tra musica, clown e magie Tre gli appuntamenti in teatro per le famiglie a cominciare da sabato 10 febbraio alle 20.45 con Alice nella scatola delle meraviglie (nella foto) con la Compagnia Le meccaniche semplici, liberamente ispirato al capolavoro di Lewis Carroll. Fra immaginazione e realtà lo spettacolo ruota attorno alle trasformazioni di una “scatola”, la scenografia, che rivela spazi e atmosfere multiformi davanti agli occhi dei giovani spettatori. Il 25 febbraio alle 16.30 invece La Maison du Theatre propone lo spettacolo di clownerie, mimo e bolle di sapone “R-evolution”. Sabato 17 marzo la compagnia Nando e Maila si esibirà nella Sonata per tubi, arie di musica classica per strumenti inconsueti. Musica inconsueta o circo inedito? Un “concerto-spettacolo” divertente e intrigante che rivela inaspettate invenzioni e curiose situazioni giocando con la complicità del pubblico.


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COTIGNOLA

La fabbrica dei preti di e con Giuliana Mussi In scena tre diverse forme di racconto: un reportage della vita nei seminari declamato dal “pulpito” (ispirato al racconto di Don Bellina), la proiezione di tre album fotografici e la testimonianza vibrante di tre personaggi (un timido ex-prete, un ironico prete anticlericale e un prete poeta\operaio). Giuliana Musso - premio della critica 2005 e Premio Hystrio 2017 per la drammaturgia - dà voce ai tre sacerdoti, tre uomini anziani che si raccontano con franchezza. In scena il 24 febbraio

L’inquilina del piano di sopra di Pierre Chesnot regia di Stefano Artissunch con Gaia De Laurentiis, Ugo Dighero, Laura Graziosi Un classico della comicità di Pierre Chesnot, una commedia dei buoni sentimenti che ride dei rapporti di coppia e di eventi come il tentativo di suicidio più volte minacciato dalla protagonista. In scena l’8 marzo

Doppio Brodo Show Il manuale della donna imperfetta di Roberto Pozzi e Maria Pia Timo con Maria Pia Timo Lo spettacolo, a metà tra reading, lezione culinaria e monologo comico, nasce da una commossa malinconia per le epiche figure delle nostre nonne e si diverte a contrappuntarle alle attuali figure di mogli-madri-lavoratrici angustiate… In scena il 25 marzo

Arianna ha perso il filo di e con Barbara Bovoli Arianna è una psicologa che lavora da casa tramite chat di sostegno. Un giorno riceve una strana telefonata da un anonimo. Un testo per la prima metà travolgentemente comico, ma con un finale amaro. Un doppio binario che corre da un lato sul mito, dall’altro su riflessioni attuali prendendo di mira con dissacrante ironia la follia della vita moderna con i suoi ritmi, le sue promesse, i suoi schemi. Tutto vacilla e non perdere il filo diventa impresa da supereroi. In scena il 13 aprile

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CARTELLONE COMACCHIO

Sala Polivalente di Palazzo Bellini via Agatopisto, 7 tel. 349 0807587 www.comacchioteatro.it Inizio spettacoli ore 21 Spettacoli per ragazzi ore 16

PROSA Domenica 28 gennaio Serendipity Memorie di una donna difettosa di e con Serena Dandini

Venerdì 2 marzo Topolini, mici e pinguini innamorati Storie dal fantastico zoo dello swing italiano con Le Sorelle Marinetti e il Maestro Christian Schmitz

Serena Dandini approda a teatro con un'opera buffa che mescola il reading alla musica, “disturbata” dagli interventi comici di Germana Pasquero. Tutto ha inizio da una semplice domanda di pensione che la protagonista ingenuamente pensa di poter ottenere dopo anni di onorata carriera. Ma l’insano desiderio si scontra con l’implacabile Legge Fornero che ha già rigettato milioni di inconsapevoli italiani.

Domenica 4 febbraio Vecchia sarai tu! con Antonella Questa regia di Francesco Brandi Una vecchia di ottant’anni si ritrova in ospizio contro la propria volontà. Una caduta, qualche giorno in ospedale, il figlio lontano, una nuora avida, la nipote che non ha mai tempo, quindi la soluzione migliore per tutti è la casa di riposo. Per tutti tranne che per lei. Come tornare allora a casa per finire la vita dove l’ha sempre vissuta? Scappare è l’unica soluzione, costi quel che costi. Uno spettacolo comico per esorcizzare la paura di invecchiare e ricordarsi che “vecchia”… lo sarai anche tu!

Sabato 17 febbraio Romeo e Giulietta L’amore è saltimbanco Stivalaccio Teatro Girolamo Salimbeni e Giulio Pasquati, sopravvissuti all’inquisizione, ripiegano sul poco onorifico mestiere dei saltimbanco... ma finalmente giunge, inaspettata, l’occasione per riscattarsi. Recitare per Enrico III, futuro Re di Francia, la più grande e tragica storia d’amore di tutti i tempi: Romeo e Giulietta.

Non può certo passare inosservato un fenomeno che ha attraversato tutta la produzione della canzonetta sincopata della fine degli anni Trenta e dell’inizio degli anni Quaranta: molti di quei simpatici motivetti, che avevano impegnato le penne dei migliori autori e compositori e le ugole dei più valenti interpreti del periodo, avevano per protagonisti gli animali. Il pinguino innamorato, Il gatto in cantina, La canzone delle mosche, Maramao perché sei morto, La sardina innamorata… canzoni che allestirono un fantastico zoo al servizio dello swing. Topolini, mici e pinguini innamorati è uno spettacolo che racconta questo periodo e questo repertorio.

Venerdì 16 marzo Doppio Brodo Show con Maria Pia Timo Lo spettacolo nasce dalla malinconia per l’epica figura dell’Azdora romagnola e si diverte a contrappuntarla alle attuali figure di noi mogli-madri-lavoratrici angustiate, che i riferimenti forse li abbiamo persi o confusi un po’ tutti.

Venerdì 6 aprile Al fiol dal tron Briciole di Teatro La compagnia teatrale ritorna quest’anno con la proposta di una brillante commedia dialettale in tre atti. Siamo a Comacchio sulla fine degli anni 50 e tutto avviene nella casa di un giovane che si è appena laureato. Intorno alla sua persona si intrecciano le vicende di personaggi che anelano chi a salvaguardare il suo patrimonio e chi a volersene appropriare.

La Divina Commediola con Giobbe Covatta Tanti illustri personaggi hanno letto e commentato la Divina Commedia del grande Dante Alighieri. Giobbe Covatta ha recentemente reperito in una discarica il manoscritto di una versione “apocrifa” della Commedia scritta da tal Ciro Alighieri. Purtroppo è stato reperito solo l’inferno e non in versione completa. Dopo un attento lavoro di ripristino si può finalmente leggere questo lavoro dimenticato che ha senz’altro affinità ma anche macroscopiche differenze con l’opera dantesca. Giobbe Covatta ci legge la sua personale versione della Divina Commedia totalmente dedicata ai diritti dei minori: i contenuti e il commento sono spassosi e divertenti, ma come sempre accade negli spettacoli del comico napoletano, i temi sono seri e spesso drammatici. In scena venerdì 20 aprile

RAGAZZI Domenica 21 gennaio Cappuccetto Rosso I Pupi di Stac La grandissima notorietà della fiaba di Cappuccetto Rosso, assieme alla chiarissima e semplice morale, fanno di questo spettacolo uno dei titoli più richiesti nel repertorio della Compagnia. I Pupi di Stac interpretano la storia nella maniera più classica, rispettandone ogni suggestione. Teatrino Parrocchiale (piazza Rimembranza), S. Giuseppe

Sabato 3 febbraio Arlecchinate Bambabambin Un repertorio di farse provenienti dalla tradizione italiana che vedono come protagonista Arlecchino, accompagnato dagli amici della Commedia dell’Arte, unite in uno spettacolo che unisce dialoghi divertenti e ritmo incalzante. Palestra della Scuola Media (via Pastrengo 1), Porto Garibaldi

Domenica 18 febbraio Sganapino contro lo Scheletro

I Burattini di Massimiliano Venturi Un’ora di intrecci, di risate e lazzi in cui gli eroi del teatrino verranno trascinati in vicende al limite dell’impossibile; ne usciranno come sempre vincitori, grazie alla loro ingenuità popolare e alle sonore bastonate che impartiranno ai propri avversari. Tensostruttura Parrocchiale (via Cella), Vaccolino

Domenica 4 marzo Le farse di Fagiolino I Burattini di Mattia Zecchi Dopo un apprendistato dai maestri della tradizione bolognese, Mattia Zecchi si è imposto come apprezzatissimo prosecutore della tradizione. L’arte dei burattini di Mattia Zecchi assicura risate e divertimento al pubblico di tutte le età. Ex scuole elementari (piazza XXV aprile), Volania


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CARTELLONE TESTORI FORLÌ

Teatro Giovanni Testori via Amerigo Vespucci, 13 tel. 0543 722456 Inizio spettacoli ore 21 Spettacoli per ragazzi ore 16

PROSA Venerdì 24 novembre Yves Montand Un italien à Paris

di e con Gennaro Cannavacciuolo coreografie Roberto Croce pianoforte Dario Perini clarino-sax Andrea Tardioli contrabbasso Flavia Ostini batteria Antonio Donatone scene Eva Sgrò voci registrate Patrizia Loreti, Marco Mete produzione Elsinor, Centro di produzione teatrale

Un vero e proprio “docu- recital” che, partendo dagli albori toscani dell’artista, arriva sino al suo tramonto parigino. Una vita lunga 70 anni. Le canzoni più significative a scandire le fasi salienti della sua vita e della sua carriera. Attraverso la musica, Gennaro Cannavacciuolo ripercorre la storia fuori dal comune di Montand, all’anagrafe Ivo Livi, dimostrando ancora una volta come la grande scuola teatrale di un tempo possa emozionare. Tutta la classe, l’eclettismo, il talento e la fantasia di cui è capace questo attore dallo stile unico e inconfondibile si fondono con la storia di un cantante altrettanto unico e indimenticabile.

Martedì 23 gennaio L’albergo del libero scambio da Georges Feydeau, riscrittura di Davide Carnevali con Elio D’Alessandro, Yuri D’Agostino, Roberta Calia,

Specialità romagnole di carne e pesce Cacciagione e piatti speciali (per esempio Paella e Trippa)

su ordinazione

Christian Di Filippo, Federico Manfredi, Barbara Mazzi, Silvia Giulia Mendola, Raffaele Musella, Alba Maria Porto scene Nicolas Bovey, costumi Erika Carretta, luci Francesco Dell’Elba, musiche originali Elio D’Alessandro, regia Marco

Lorenzi, produzione Il Mulino di Amleto / Tedacà Splendido esempio di commedia degli equivoci, è uno dei grandi testi del

teatro comico. Un affaire famigliare che, dal classico salotto borghese, si sposta ben presto nelle stanze e nei corridoi di un albergo: scambi di persona, situazioni strampalate, personaggi animati da una ridicola pulsione per il piacere e la ricchezza, sono le pedine di un gioco teatrale che si fa beffe della borghesia e delle sue aspirazioni più vanesie. Un classico, quello di Feydeau, che diviene terreno fertile per un'abile riscrittura drammaturgica, affidata qui a Davide Carnevali, pluripremiato autore italiano e vincitore del 52° Premio Riccione.

Sabato 10 febbraio Farsi silenzio di e con Marco Cacciola drammaturgia Tindaro Granata suono Marco Mantovani

Forlì, Via Porta S. Pietro 2 a pochi passi dal Teatro Testori cell. +393395347447 tel. +390543543645 latavernacasadio@gmail.com www.ristorantelataverna.info aperto a pranzo, aperitivo e cena prima o dopo gli spattacoli teatrali chiuso il lunedì


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TESTORI FORLÌ

fra di loro originalità e invenzione, ci aiuteranno a capire l’importanza e la forza trascinante del rock.

Martedì 24 aprile Hoy puede ser mi gran noche produzione Elsinor, Centro di produzione teatrale Farsi Silenzio, per fare spazio e prendersi tempo. Il progetto nasce da un pellegrinaggio artistico, alla ricerca del Sacro che risiede in ogni dove. Uscire dai propri luoghi e predisporsi ad accogliere l’inaspettato e l’inconsueto è un gesto semplice e potente, così come ogni volta che si inizia un viaggio nell’ascolto dell’altro da sé. Un viaggio alla riscoperta della lentezza, del silenzio e della sacralità della vita. Una comunità che si incontra senza sapere fin dove arriverà. Spettacolo riservato ad un massimo di 50 spettatori

Martedì 13 marzo Revolution Rock!

Dodici classici da Chuck Berry ai Radiohead di e con Francesco Giardinazzo featuring Riot Power Trio: Massimo Marches, Francesco Preziosi, Marco Montebelli produzione Elsinor, Centro di produzione teatrale “Il futuro non è scritto” diceva Joe Strummer, perché il futuro è da suonare e da cantare, e la storia del rock è fatta di questa energia viva e sonora che sa raccontare le cose importanti, i cambiamenti, le ribellioni e i sentimenti delle varie generazioni che questa musica ha attraversato, attraversa e continuerà a percorrere.Questo racconto da ascoltare ci porterà attraverso brani che hanno contraddistinto questa storia. Dodici brani che, mescolando

con Noemi Rodríguez Fernández drammaturgia Noemi Rodríguez, Andrea Jiménez, dramatturgia Eva Redondo Llorente, scenografia e luci Juan Diego Ayala, costumi Diana Echandía, Sigrid Blanco regia Andrea Jiménez García, Noemi Rodríguez produzione Teatro En Vilo

perdente instancabile rievocheremo i grandi detentori di potere, fama e gloria nella nostra Storia recente. La battaglia di una donna che combatte tra il trionfo e la disfatta, tra il dover essere e la vera felicità. Spettacolo in lingua spagnola, fuori abbonamento

RAGAZZI Domenica 19 novembre Il pifferaio di Hamelin Teatro della Tosse

Domenica 26 novembre Il soffio magico Bubble on Circus

Domenica 21 gennaio Lost in Translation Una commedia tragica che è un grido nella Storia, un canto ai perdenti, a quelli che non smettono mai di aspettare il loro momento. Un’unica attrice, una giovane donna, oppressa dalla grandezza dei propri sogni e ambizioni, ossessionata dall’idea di successo e potere. Attraverso questa

(How to learn English in 58 minutes) Marcello Chiarenza

Domenica 18 febbraio La casa del Panda Compagnia TPO


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AGENDA

AGENDA 2017-2018 AGENDA

Ottobre 2017 Sabato 7 Ascoltate! Romagna Relax di Gianni Farina e Consuelo Battiston Ore 19, Teatro Rasi, Ravenna

Venerdì 13 Il paradiso perduto, il paradiso ritrovato Le Belle Bandiere elaborazione drammaturgica ed interpretazione Elena Bucci e Marco Sgrosso Ore 20.45, Teatro Comunale, Russi

Martedì 17 Eroi. Storie emblematiche di sport di e con Andrea Scanzi Ore 21, Teatro Masini, Faenza

Mercoledì 18 Le creature di Prometeo Filarmonica Arturo Toscanini direttore Jacopo Rivani musiche di L. van Beethoven Ore 21, Teatro Masini, Faenza

Venerdì 27 Il sogno di un uomo ridicolo di Fëdor Dostoevskij con Gabriele Lavia Ore 21, Teatro Masini, Faenza. Repliche il 28 e 29

Martedì 31 Il padre di Florian Zeller con Alessandro Haber e Lucrezia Lante della Rovere Ore 21, Teatro Goldoni, Bagnacavallo

AGENDA

Novembre 2017 Giovedì 2 Sotto il vestito: Vernia

Lunedì 13 Concerto della pianista Gile Bae musiche di Bach, Mendelssohn, Chopin, Prokofiev, Brahms Ore 21, Ridotto del Teatro Alighieri, Ravenna

Mercoledì 15 Back to Bach

Venerdì 17 Cavalleria rusticana

Domenica 5 Associazione lirica Manfreda Coro lirico città di Faenza

Sotterraneo Daimon Project con Sara Bonaventura, Claudio Cirri Ore 21, Ridotto del Teatro Masini, Faenza

musiche di L. Spohr, B. Martinu Ore 11, Ridotto del Teatro Alighieri, Ravenna

Venerdì 3 Il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupery

riscrittura scenica da Molière e Cesare Garboli con Valerio Apice, Giulia Castellani, Davide Tassi Ore 21, Vulkano, S. Bartolo (Ravenna). Repliche il 25, 26 e 27

Giovedì 26 Be Normal!

Domenica 12 Ensemble Musica Viva

Piccolo Teatro di e con Nicola Ciaffoni Luca Franzetti, violoncello Ore 20.45, Teatro Comunale, Russi

Martedì 24 Don Giovanni in soffitta

Marianna Tongiorgi, pianoforte Angioletta Iannucci Cecchi, violino Clara Sette, violoncello musiche di F. J. Haydn, L. van Beethoven e F. Mendelssohn Ore 20.45, Teatro Comunale, Russi

una storia di Alan Bennett tradotta e adattata per la scena da Edoardo Erba con Maria Amelia Monti e Paolo Calabresi Ore 21, Teatro Goldoni, Bagnacavallo

di e con Giovanni Vernia Ore 21, Teatro Masini, Faenza

Catherine Spaak voce recitante Corrado De Bernart pianoforte testo di Antoine de Saint-Exupéry musiche di Bacalov, Glass, Nyman, Satie Ore 21, Teatro Masini, Faenza

Trio di Imola

Mercoledì 8 Nudi e crudi

musiche di G. Verdi, G. Donizetti, G. Puccini, P. Mascagni, G. Bizet, J. Offenbach Ore 11, Ridotto del Teatro Alighieri, Ravenna

Lunedì 6 Non ti pago di Eduardo De Filippo con Carolina Rosi, Viola Forestiero, Nicola Di Pinto, Federica Altamura, Andrea Cioffi, Gianfelice Imparato, Massimo De Matteo, Carmen Annibale, Paola Fulciniti, Gianni Cannavacciuolo, Giovanni Allocca, Ore 20.45, Teatro Comunale, Russi

Trilogia d’Autunno “Sull’orlo del Novecento” melodramma in un atto libretto di Giovanni TargioniTozzetti e Guido Menasci tratto da Giovanni Verga musica di Pietro Mascagni direttore Vladimir Ovodok regia e ideazione scenica Cristina Mazzavillani Muti lOrchestra Giovanile Luigi Cherubini Coro del Teatro Municipale di Piacenza maestro del coro Corrado Casati Coro di voci bianche Ludus Vocalis diretto da Elisabetta Agostini Ore 20.30, Teatro Alighieri, Ravenna. Repliche il 21 e 24

Sabato 18 Pagliacci Trilogia d’Autunno “Sull’orlo del Novecento” dramma in un prologo e due atti parole e musica di Ruggero Leoncavallo direttore Vladimir Ovodok

regia e ideazione scenica Cristina Mazzavillani Muti Orchestra Giovanile Luigi Cherubini Coro del Teatro Municipale di Piacenza maestro del coro Corrado Casati Coro di voci bianche Ludus Vocalis diretto da Elisabetta Agostini Ore 20.30, Teatro Alighieri, Ravenna. Repliche il 22 e 25

Ferdinando di Annibale Ruccello con Gea Martire, Chiara Baffi, Fulvio Cauteruccio, Francesco Roccasecca Ore 21, Teatro Rasi, Ravenna

Domenica 19 Federica Bortoluzzi concerto per pianoforte musiche di C. Debussy, I. Albeniz, E. Granados, M. Kalomiris, A. Saygun, S. Colasanti, F. Uszt Ore 11, Ridotto del Teatro Alighieri, Ravenna

Tosca Trilogia d’Autunno “Sull’orlo del Novecento” melodramma in tre atti libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa dal dramma La Tosca di Victorien Sardou musica di Giacomo Puccini direttore Vladimir Ovodok regia e ideazione scenica Cristina Mazzavillani Muti Orchestra Giovanile Luigi Cherubini Coro del Teatro Municipale di Piacenza maestro del coro Corrado Casati Coro di voci bianche Ludus Vocalis diretto da Elisabetta Agostini Ore 15.30, Teatro Alighieri, Ravenna. Repliche il 23 (ore 20.30) e 26 (ore 15.30)

Il viaggio di Enea di Olivier Kemeid dall’Eneide di Virgilio con Fausto Russo Alesi e con Riccardo Tordoni, Roberta Caronia, Carlo Ragone, Simone Borrelli, Kabir Tavani, Emmanuel Dabone, Antoinette Kapinga Mingu, Valentina Minzoni Ore 21, Teatro Masini, Faenza

Lunedì 20 Play Strindberg di Friedrich Dürrenmatt con Maria Paiato, Franco Castellano, Maurizio Donadoni Ore 20.45, Teatro Comunale, Russi

Martedì 21 Il sorpasso adattamento teatrale di Micaela Miano dal soggetto cinematografico di Dino Risi, Ettore Scola e Ruggero Maccari


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AGENDA con Giuseppe Zeno e con Luca Di Giovanni Ore 21, Teatro Masini, Faenza. Repliche il 22 e 23

Giovedì 23 Lost Generation di e con Alessandra Crocco e Alessandro Miele Ore 21, Vulkano, S. Bartolo (Ravenna). Repliche il 24, 25 e 26

Venerdì 24 Medea di Euripide con Franco Branciaroli Ore 20.30, Teatro Rossini, Lugo. Repliche il 25 e 26 (ore 16 e 20.30)

Sabato 25 Fra due mari Accademia Bizantina Alessandro Tampieri primo violino e direzione musicale Ore 21, Teatro Goldoni, Bagnacavallo

Domenica 26 Trio Fontana Mix Ensemble Valentino Corvino, violino Sebastiano Severi, violoncello Stefano Malferrari, pianoforte musiche di J. Brahms, M. Ravel Ore 11, Ridotto del Teatro Alighieri, Ravenna

Martedì 28 Piano Solo Gian Marco Verdone, pianoforte musiche di L. van Beethoven, F. Chopin e M. Mussorgski Ore 20.45, Teatro Comunale, Russi

Un borghese piccolo piccolo tratto dall’omonimo romanzo di Vincenzo Cerami adattamento e regia di Fabrizio Coniglio musiche originali di Nicola Piovani con Massimo Dapporto Ore 21, Teatro Comunale, Cervia. Replica il 29

Gran Glassé Una serata di parole sudate e punk da balera da un’idea de Gli Omini e XtraLiscio con Francesca Sarteanesi, Francesco Rotelli, Luca Zacchini, Giulia Zacchini e Mauro Ferrara vox, Michele Orvieti mellotron/orvietronix, Baby Moira vox, Enrico Milli tromba fisarmonica, Daniele Manzi batteria, Alfredo Nuti chitarra, Marco Bovi basso, Johnny Moreno sax clarino vox, Mirco Mariani piano chitarra vox Ore 21, Teatro Comunale, Conselice

Giovedì 30 Regalo di Natale di Pupi Avati con Gigio Alberti e Filippo Dini Ore 21, Teatro Goldoni, Bagnacavallo

Concerto per Santa Cecilia violoncellista Jonathan Roozeman pianista Jan-Paul Roozeman musiche di Boccherini, Brahms, Schubert Ore 21, Ridotto del Teatro Alighieri, Ravenna

AGENDA

Dicembre 2017 Sabato 2 West ideazione Luigi De Angelis e Chiara Lagani con Francesca Mazza Ore 21, Teatro Rasi, Ravenna

Horny di e con Andrea Ornano Ore 21, Teatro Masini, Faenza

Domenica 3 Ensemble Dolce Concento musiche di A. Vivaldi Ore 11, Ridotto del Teatro Alighieri, Ravenna

Susanna Marcomeni, Roberto D’Alessandro, Fabrizio Coniglio, Federico Rubino musiche originali di Nicola Piovani Ore 20.45, Teatro Comunale, Russi

di Marco Martinelli con Ermanna Montanari, Alessandro Argnani, Salvatore Caruso, Fagio, Tonia Garante, Roberto Magnani, Mirella Mastronardi, Ernesto Orrico, Luca Pagliano, Gianni Parmiani, Laura Redaelli, Alessandro Renda, ideazione e regia di Marco Martinelli e Ermanna Montanari Ore 21, Teatro Alighieri, Ravenna. Repliche l’8, 9, 10 (ore 15.30), 12, 13 e 14

Domenica 10 Duo pianistico: Sofia Adinolfi - Era Caushaj musiche di S. Rachmaninov, D. Milhaud Ore 11, Ridotto del Teatro Alighieri, Ravenna

Martedì 12 Il nome della rosa di Umberto Eco – versione teatrale di Stefano Massini con Eugenio Allegri, Giovanni Anzaldo, Bob Marchese, Luigi Diberti, Luca Lazzareschi Ore 20.30, Teatro Rossini, Lugo. Repliche il 13, 14 e 15

Giovedì 14 Il secondo figlio di Dio

di e con Gabriella Greison Ore 21, Ridotto del Teatro Masini, Faenza

Lunedì 4 Una giornata particolare

Venerdì 15 Giselle

di Ettore Scola e Ruggero Maccari con Giulio Scarpati e Valeria Solarino Ore 21, Teatro Masini, Faenza. Repliche il 5 e 6

Regalo di Natale di Pupi Avati con Gigio Alberti, Filippo Dini Ore 21, Teatro Comunale, Cervia. Replica il 5

Mercoledì 6 Un borghese piccolo piccolo tratto dall’omonimo romanzo di Vincenzo Cerami adattamento e regia Fabrizio Coniglio con Massimo Dapporto,

IN TUTTI I FORMATI

Giovedì 7 Va Pensiero

di Manfredi Rutelli e Simone Cristicchi musiche originali di Simone Cristicchi e Valter Silviotti e con le voci registrate del Coro Ensemble Magnificat di Caravaggio diretto da Valter Silviotti Ore 21, Teatro Goldoni, Bagnacavallo

1927 Monologo quantistico

La cultura

Balletto di Mosca La Classique Balletto classico in due atti musiche di Adolphe Adam coreografie di Marius Petipa direttore Artistico Elik Melikov Ore 21, Teatro Masini, Faenza

Venere in pelliccia di David Ives con Sabrina Impacciatore e Valter Malosti Ore 21, Teatro Comunale, Conselice

Sabato 16 Ella di Herbert Achternbusch con Maurizio Lupinelli regia di Eugenio Sideri Ore 21, Vulkano, S. Bartolo (Ravenna). Replica il 17

Mensile romagnolo Fior di Patria Fior d’Amor Modern Sarti Ensemble Jacopo Rivani direttore Azione scenica in due atti libretto di Ivano Artioli a cura della Scuola Comunale “G. Sarti” in collaborazione con Associazione Gli Amici de La Corelli e Menoventi Ore 21, Teatro Masini, Faenza

Domenica 17 Coro Gospel Voices of Joy Daniela Peroni direttore brani gospel e tradizionali natalizi Ore 11, Ridotto del Teatro Alighieri, Ravenna

Lunedì 18 La guerra dei topi e delle rane fiaba musicale in un atto da Paralipomeni della Batracomiomachia di Giacomo Leopardi testo di Giampiero Pizzol musica di Alessandro Spazzoli direttore Stefano Pecci Orchestra dei Giovani di Ravenna coordinati da Franco Emaldi Coro dell’Istituto Superiore di Studi Musicali “G. Verdi” di Ravenna maestro del coro Antonio Greco Ore 20.30, Teatro Alighieri, Ravenna

Martedì 19 Nati 80... Amori e non di e con Claudio Tortora e con Claudio Lardo, Cinzia Ugatti, Renata Tafuri, Maria Chiara Basso, Federica Buonomo, Fortuna Capasso, Mauro Collina, Gianni D’Amato, Martina Jacovazzo Ore 21, Teatro Comunale, Cervia. Replica il 20

Giovedì 21 Filarmonica Arturo Toscanini Nicoletta Conti, direttore musiche di N. Rota, G. F. Händel, G. Rossini, L. Van Beethoven, D. Shostakovitch, P. Mascagni, J. Brahms Ore 20.30, Teatro Rossini, Lugo


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La cultura IN TUTTI I FORMATI

Martedì 9 Prima della pensione ovvero Cospiratori commedia dell’anima tedesca di Thomas Bernhard con Elena Bucci, Marco Sgrosso, Elisabetta Vergani Ore 20.45, Teatro Comunale, Russi

Venerdì 12 Don Giovanni

Settimanale di informazione Concerto di Natale Orchestra Senzaspine Matteo Parmeggiani, direttore musiche di Mozart, J. Strauss, R.Strauss, Gruber Ore 21, Chiesa di S. Francesco, Ravenna

La danza delle libellule Compagnia di operette Fantasiainre Ore 21, Teatro Alighieri, Ravenna

Miguelete danza il flamenco Miguelete danza Ramon Jaffé violoncello Johannes Hoffmann Minera chitarra flamenca musiche Marais, Haidtke, Jaffè, Cassado, De Falla Ore 21, Teatro Masini, Faenza

Venerdì 22 Concerto di Natale Accademia Bizantina Naoka Ohbayashi soprano Ore 21, Teatro Goldoni, Bagnacavallo

dramma giocoso in due atti musica di W. A. Mozart libretto di Lorenzo Da Ponte direttore Matteo Beltrami scenografia Dante Ferretti, Francesca Lo Schiavo Orchestra Giovanile Luigi Cherubini Coro San Gregorio Magno Ore 20.30, Teatro Alighieri, Ravenna. Replica il 14 (ore 15.30)

Le Prenom (Cena tra amici) di Matthieu Delaporte e Alexandre de La Patellière con Alessia Giuliani, Alberto Giusta, Davide Lorino, Aldo Ottobrino, Gisella Szaniszlò Ore 20.30, Teatro Rossini, Lugo. Repliche il 13 e 14 (ore 16 e 20.30)

L’anatra all’arancia dal testo The Secretary Bird di William Douglas Home versione francese di Marc Gilbert Sauvajon con Luca Barbareschi e Chiara Noschese Ore 21, Teatro Masini, Faenza. Repliche il 13 e 14

L’avaro

AGENDA

Gennaio 2018 Giovedì 4 Un borghese piccolo piccolo di Vincenzo Cerami musiche originali di Nicola Piovani con Massimo Dapporto Ore 21, Teatro Comunale, Conselice

Venerdì 5 Piccoli crimini coniugali di Eric-Emmanuel Schmitt con Michele Placido e Anna Bonaiuto Ore 21, Teatro Masini, Faenza. Repliche il 6 e 7

di Molière con Alessandro Benvenuti Ore 21, Teatro Goldoni, Bagnacavallo

Martedì 16 Morte di Zarathustra con Luca Donatiello, Francesca Melis, Alessandro Romi, Felice Siciliano Ore 21, Teatro Rasi, Ravenna

Giovedì 18 Rossini e la sua epoca I Solisti Veneti Claudio Scimone, direttore musiche di G. Rossini, G. Salieri, N. Paganini, L. Boccherini, F. Chopin Ore 20.30, Teatro Rossini, Lugo

AGENDA Venerdì 19 Ricette d’amore

#TaleEQualeAMe… Again

di Cinzia Berni con Maria Pia Timo e Cinzia Berni Ore 21, Teatro Masini, Faenza

di Gabriele Cirilli, Maria De Luca, Carlo Negri con Gabriele Cirilli Ore 21, Teatro Comunale, Cervia. Replica il 28

Sabato 20 Bella Addormentata Junior Balletto di Toscana drammaturgia e coreografia Diego Tortelli Ore 20.30, Teatro Alighieri, Ravenna. Replica il 21 (ore 15.30)

Agrodolce di Claudio Batta e Riccardo Piferi Ore 21, Teatro Binario, Cotignola. Replica il 21 (ore 17.30)

Domenica 21 I have a dream con Valentina Lodovini e Ivano Marescotti regia Gabriele Guidi Ore 21, Teatro Comunale, Conselice

Martedì 23 Gigì, innamorarsi a Parigi - il musical

Domenica 28 Ccà nisciuno è fisso L’era della precarietà di Alessandra Faiella e Francesca Puglisi Ore 17.30, Teatro Binario, Cotignola

Concerto in memoria delle vittime dell’olocausto Orchestra da Camera del Conservatorio Martini di Bologna direttore Alberto Caprioli violoncellista Danielle Akta musiche di Vivaldi, Partos e Haydn Ore 11, Ridotto del Teatro Alighieri, Ravenna

Lunedì 29 Piovono coriandoli

Compagnia in Scena di Corrado Abbati Ore 21, Teatro Alighieri, Ravenna

David Riondino narratore Sandro De Palma pianoforte Ore 21, Teatro Masini, Faenza

Giovedì 25 Lorenzo Milani

Martedì 30 Enrico IV

di Stefania Marrone con Nunzia Antonino, Salvatore Marci e Livio Berardi, Filomena Ferri, Adriana Gallo Ore 21, Teatro Alighieri, Ravenna. Repliche il 26, 27 e 28 (ore 15.30)

di Luigi Pirandello adattamento di Carlo Cecchi con Carlo Cecchi, Angelica Ippolito, Gigio Morra, Roberto Trifirò, Dario Iubatti, Federico Brugnone, Remo Stella, Chiara Mancuso, Matteo Lai, Emanuele Linfatti Ore 20.45, Teatro Comunale, Russi

Venerdì 26 Le Silfidi / Pulcinella MM Contemporary Dance Company musiche di Fryderyk Chopin (Le Silfidi) e Igor Stravinskij (Pulcinella) coreografie di Gustavo Ramirez Sansano (Le Silfidi) e Michele Merola (Pulcinella) Ore 20.30, Teatro Rossini, Lugo

Tra salotto e Teatro Quartetto Delfico musiche di C. L. Hanssens, G. Donizetti, F. J. Haydn Ore 21, Teatro Goldoni, Bagnacavallo

Sabato 27 Made in Romagna Fatti memorabili di un pianista della bassa e di un narratore di montagna recital di musica e parole di Cristiano Cavina musiche dal vivo eseguite da Vittorio Bonetti Ore 21, Teatro Masini, Faenza

2 donne in fuga di Pierre Palmade e Cristophe Duthuron con Marisa Laurito e Iva Zanicchi Ore 21, Teatro Comunale, Cervia. Replica il 31

Mercoledì 31 Il servo di Robin Maugham con Tony Laudadio, Emilia Scarpati Fanetti, Andrea Renzi, Lino Musella, Maria Laila Fernandez Ore 21, Teatro Alighieri, Ravenna. Replica l’1 febbraio

DONIZETTI®into a RAVE Artemis Danza Danza contemporanea ideazione coreografica, luci, scene e costumi di Monica Casadei musiche di Gaetano Donizetti musiche originali di Luca Vianini e collettivo Knobs Ore 21, Teatro Masini, Faenza


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AGENDA

AGENDA

Febbraio 2018 Giovedì 1 I malavoglia di Giovanni Verga con Enrico Guarneri Ore 21, Teatro Masini, Faenza. Repliche il 2 e 3

Venerdì 2 La Bibbia raccontata nel modo di Paolo Cevoli di Paolo Cevoli regia di Daniele Sala Ore 21, Teatro Goldoni, Bagnacavallo

Il testimone di Mario Almerighi e Fabrizio Coniglio diretto e interpretato da Bebo Storti e Fabrizio Coniglio Ore 21, Teatro Comunale, Conselice

Silvio Castiglioni, voce Ore 20.45, Teatro Comunale, Russi

Filumena Marturano di Eduardo De Filippo con Mariangela D’Abbraccio, Geppy Gleijeses Ore 21, Teatro Alighieri, Ravenna. Repliche il 9, 10, 11 (ore 15.30)

Venerdì 9 Caveman di Rob Becker con Maurizio Colombi Ore 21, Teatro Comunale, Cervia

Sabato 10 Il lago dei cigni Compagnia Nazionale Raffaele Paganini con le Etoiles internazionali Arianne Lafita Gonzalvez e Vittorio Galloro coreografia di Chiara Di Giulio regia di Luigi Martelletta musiche di Pëtr Il'ič Čajkovskij Ore 21, Teatro Goldoni, Bagnacavallo

Domenica 11 Stabat Mater

e Antonio Tagliarini con Francesco Alberici, Daria Deflorian, Monica Demuru, Antonio Tagliarini Ore 21, Teatro Rasi, Ravenna

Abisso Mediterraneo Pietà l’è morta opera da camera in un atto musiche di Rossella Spinosa testi di Geppino Materazzi e Pap A. Khouma New MADE Ensemble Cappella Musicale del Duomo di Milano Claudio Riva maestro del coro Alessandro Calcagnile direttore Ore 21, Teatro Masini, Faenza

Venerdì 16 La fanciulla del West opera in tre atti musica di Giacomo Puccini libretto di Guelfo Civinini e Carlo Zangarini dal dramma The girl of the Golden West di David Belasco direttore James Meena Orchestra della Toscana Ore 20.30, Teatro Alighieri, Ravenna. Replica il 18 (ore 15.30)

Sabato 3 La Fresque

di Antonio Tarantino con Maria Paiato Ore 21, Teatro Masini, Faenza

Cattivissimo Max

Ballet Preljocaj coreografia Angelin Preljocaj Ore 20.30, Teatro Alighieri, Ravenna. Replica il 4 (ore 15.30)

Lunedì 12 Rossini e Ravenna

Giorgio Colangeli recita Dante

Le Sonate a Quattro di Gioachino Rossini violinisti Davide de Ascaniis e Matteo Valerio violoncellista Enrico Mignani contrabbassista Giacomo Banella Ore 21, Ridotto del Teatro Alighieri, Ravenna

con Giorgio Colangeli musiche di Tommaso Cuneo Ore 21, Teatro Comunale, Conselice

Domenica 4 Sandra Pastrana Marco Santià duo soprano e pianoforte Ore 11, Ridotto del Teatro Alighieri, Ravenna

The Black Blues Brothers scritto e diretto da Alexander Sunny e Philip Barrel Ore 17.30, Teatro Binario, Cotignola

Martedì 6 Orchestra Champs Elisées Alessandro Moccia, direttore Bertrand Chamayou, fortepiano musiche di W. A. Mozart Ore 20.30, Teatro Alighieri, Ravenna

Giovedì 8 Copenaghen di Michael Frayn con Umberto Orsini, Massimo Popolizio e con Giuliana Lojodice Ore 20.30, Teatro Rossini, Lugo. Repliche il 9, 10 e 11 (ore 16)

Concerto per Jack London Un melodramma jazz d’amore e pugilato Fabrizio Bosso, tromba Luciano Biondini, fisarmonica

Martedì 13 L’avaro di Molière con Alessandro Benvenuti Ore 21, Teatro Comunale, Cervia. Replica il 14

Mercoledì 14 Piazzolla Tango En Tus Ojos

con Max Giusti Ore 21, Teatro Masini, Faenza

Domenica 18 Allievi Masterclass canto, pianoforte e musica da camera Ore 11, Ridotto del Teatro Alighieri, Ravenna

Lunedì 19 Giuseppe Albanese concerto per pianoforte musiche di Beethoven, Schubert, Chopin, Liszt Ore 20.30, Teatro Alighieri, Ravenna

Compagnia Naturalis Labor Tango ideazione, coreografie e regia di Luciano Padovani musiche di Astor Piazzolla musiche originali di Carlo Carcano Ore 21, Teatro Masini, Faenza

Martedì 20 Io ci sarò

Giovedì 15 Comix

Giovedì 22 Piccoli crimini coniugali

No Gravity Dance Company musiche di G. Gershwin, E. Satie, H. Mancini, C. Saint-Saëns, E. Kusturica, B. Evans, N. Rota e altri Ore 20.30, Teatro Rossini, Lugo

di Eric Emmanuel Schmitt con Michele Placido e Anna Bonaiuto Ore 20.45, Teatro Comunale, Russi

Il cielo non è un fondale di Daria Deflorian

con Giuseppe Giacobazzi Ore 21, Teatro Alighieri, Ravenna. Replica il 21

Scugnizza Compagnia di operette Fantasiainre Ore 21, Teatro Alighieri, Ravenna

Venerdì 23 Accabadora di Michela Murgia con Monica Piseddu Ore 21, Teatro Rasi, Ravenna. Replica il 24

Sabato 24 Hooray for Hans! (Polish Pieces, Black Cake, In and Out) Introdans coreografie Hans van Manen Ore 20.30, Teatro Alighieri, Ravenna. Replica il 25 (ore 15.30)

Il Violino e la Fisarmonica Incoerente Duo Alessandro Tampieri violino Giorgio Dellarole fisarmonica Ore 21, Teatro Goldoni, Bagnacavallo

La fabbrica dei preti di e con Giuliana Musso Ore 21, Teatro Binario, Cotignola

Martedì 27 Più giù disegno e voce Stefano Ricci contrabbasso Giacomo Piermatti Ore 21, Teatro Rasi, Ravenna

Mercoledì 28 Wunderkammer Orchestra Carlo Tenan, direttore Paolo Marzocchi, solista musiche di G. Rossini, P. Marzocchi, L. Van Beethoven Ore 20.30, Teatro Rossini, Lugo

AGENDA

Marzo 2018 Giovedì 1 Da questa parte del mare tratto dal libro di Gianmaria Testa di e con Giuseppe Cederna Ore 20.45, Teatro Comunale, Russi

Venerdì 2 Simon Boccanegra melodramma in un prologo e tre atti musica di Giuseppe Verdi libretto di Francesco Maria Piave dal dramma Simon Bocanegra di Antonio Garcia Gutiérrez direttore Pier Giorgio Morandi regia di Leo Nucci Orchestra dell’Opera Italiana Coro del Teatro Municipale di Piacenza maestro del coro Corrado Casati Ore 20.30, Teatro Alighieri, Ravenna. Replica il 4 (ore 15.30)


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Il mondo non mi deve nulla di Massimo Carlotto con Pamela Villoresi, Claudio Casadio Ore 20.30, Teatro Rossini, Lugo. Repliche il 3 e 4 (ore 16 e ore 20.30)

Sabato 3 Il procacciatore con Gene Gnocchi Ore 21, Teatro Masini, Faenza

Domenica 4 Quartetto Fauves in concerto Ore 11, Ridotto del Teatro Alighieri, Ravenna

Gigì. Innamorarsi a Parigi Compagnia Corrado Abbati Ore 16, Teatro Masini, Faenza

L’ultimo harem di Angelo Savelli con Serra Yilmaz, Valentina Chico, Riccardo Naldini Ore 21, Teatro Comunale, Conselice

Martedì 6 Elio - Elin Rombo Ensemble Berlin Elio, voce recitante e baritono Elin Rombo, soprano Ensemble Berlin, oboe, violino, viola, violoncello musiche di W. A. Mozart Ore 20.30, Teatro Alighieri, Ravenna

Animali da bar Carrozzeria Orfeo con Beatrice Schiros, Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Pier Luigi Pasino, Paolo Li Volsi voce fuori campo di Alessandro Haber Ore 21, Teatro Goldoni, Bagnacavallo

Giovedì 8 La classe operaia va in paradiso dal film di Elio Petri con Donatella Allegro, Nicola Bortolotti, Michele Dell’Utri, Simone Francia, Lino Guanciale, Diana Manea, Eugenio Papalia, Simone Tangolo Ore 21, Teatro Alighieri, Ravenna. Repliche il 9, 10 e 11 (ore 15.30)

Emma Pestugia concerto per pianoforte Ore 21, Palazzo dei Congressi, Ravenna

L’inquilina del piano di sopra di Pierre Chesnot con Gaia De Laurentiis e Ugo Dighero Ore 21, Teatro Binario, Cotignola

AGENDA

Domenica 11 Nazzareno Carusi Eleonora Buratto

La danza delle libellule

concerto per pianoforte e soprano Ore 11, Ridotto del Teatro Alighieri, Ravenna

Lunedì 19 Capolavori del Balletto Russo

Compagnia Golden Show Ore 21, Teatro Alighieri, Ravenna

Compagnia Balletto Yacobson di San Pietroburgo Ore 20.45, Teatro Comunale, Russi

ideato da Francesco Tesei e Deniel Monti Ore 21, Teatro Goldoni, Bagnacavallo

Schumann à la carte

Domenica 25 Doppio Brodo Show

Martedì 13 Rossini Ouvertures Spellbound Contemporary Ballet musiche di Gioachino Rossini coreografia e regia di Mauro Astolfi Ore 20.30, Teatro Rossini, Lugo

Delitto e castigo di Fëdor Dostoevskij con Anna Amadori, Marco Cacciola, Diana Höbel, Margherita Laterza, Leonardo Lidi, Paolo Musio, Renata Palminiello, Enzo Vetrano Ore 21, Teatro Alighieri, Ravenna. Replica il 14

Mercoledì 14 Questioni di cuore da un’idea di Aldo Balzanelli Lella Costa dà voce alla rubrica di Natalia Aspesi Ore 21, Teatro Comunale, Cervia. Replica il 15

Giovedì 15 Nightmare before Christmas Compagnia La Fenice Ore 21, Teatro Alighieri, Ravenna

Venerdì 16 Otello di William Shakespeare con Elio De Capitani, Federico Vanni, Camilla Semino Favro regia di Elio De Capitani e Lisa Ferlazzo Natoli Ore 20.30, Teatro Rossini, Lugo. Repliche il 17 e 18 (ore 16 e ore 20.30)

La lingua neolatrina con Ivano Marescotti di Maurizio Garuti Ore 21, Teatro Goldoni, Bagnacavallo

Sabato 17 Bliss - Words and Space Aterballetto Bliss - coreografia di Johan Inger Words and Space - coreografia di Jiří Pokorny Ore 20.30, Teatro Alighieri, Ravenna. Replica il 18 (ore 15.30)

Domenica 18 Nazzareno Carusi Olaf John Laneri pianoforte a quattro mani Ore 11, Ridotto del Teatro Alighieri, Ravenna

Teatro Musica Novecento Ore 16, Teatro Masini, Faenza

Silvia Chiesa violoncello Maurizio Baglini pianoforte Ore 21, Teatro Masini, Faenza

Mercoledì 21 Concerto in ricordo della vittime della mafia flautista Andrea Griminelli direttore Federico Ferri musiche di Mozart e Beethoven Ore 21, Teatro Alighieri, Ravenna

Sabato 24 Viaggio nell’operetta: il musical

The Game

con Maria Pia Timo Ore 17.30, Teatro Binario, Cotignola

Lunedì 26 Omaggio a Rossini Stabat Mater

Macbettu

Orchestra Rossini Nicola Valentini, direttore Coro San Carlo Pesaro Coro Ludus Vocalis Ravenna Ore 20.30, Teatro Alighieri, Ravenna

di Alessandro Serra tratto dal Macbeth di William Shakespeare Ore 21, Ridotto del Teatro Masini, Faenza

Martedì 27 Nel nostro piccolo Gaber/Jannacci/Milano

Giovedì 22 Sonia Prina - Orchestra La Barocca Sonia Prina, contralto Orchestra La Barocca Ruben Jais, direttore sinfonie e arie di C.W. Gluck Ore 20.30, Teatro Alighieri, Ravenna

Parenti serpenti di Carmine Amoroso con Lello Arena e Giorgia Trasselli Ore 21, Teatro Masini, Faenza. Repliche il 23 e 24

di Francesco Villa, Alessandro Besentini, Alberto Ferrari e Antonio De Santis con Ale e Franz Ore 21, Teatro Alighieri, Ravenna. Repliche il 28, 29 e 30

Mercoledì 28 Petite Messe Solemnelle London Philharmonic Chorus e Young Musicians European Orchestra Paolo Olmi, direttore Ore 21, S. Apollinare in Classe, Ravenna

Agitata

AGENDA

Accademia Bizantina Delphine Galou contralto Ottavio Dantone cembalo, organo e direzione musicale Ore 21, Teatro Goldoni, Bagnacavallo

Aprile 2018

Venerdì 23 Wunderkammer Orchestra

Martedì 3 Miss Marple Giochi di prestigio

Carlo Tenan, direttore Marco Vergini, solista musiche di G. Rossini, F. Mendelssohn-Bartholdy, D. Comitini, L. Van Beethoven Ore 20.30, Teatro Rossini, Lugo

Mercoledì 4 Il giardino dei ciliegi

20 in poppa di e con Sergio Sgrilli Ore 21, Teatro Comunale, Cervia

di Agatha Christie con Maria Amelia Monti Ore 20.45, Teatro Comunale, Russi

Kepler-452 di Nicola Borghesi Ore 21, Ridotto del Teatro Masini, Faenza


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AGENDA Domenica 8 theKITCHENtheory Dacru Dance Company Danza urbana concept e regia di Marisa Ragazzo coreografie di Marisa Ragazzo e Omid Ighani con Omid Ighani, Samar Khorwash, Alessandro Marconcini, Serena Stefani, Claudia Taloni, Tiziano Vecchi Ore 21, Teatro Masini, Faenza

Venerdì 13 Romeo y Julieta Tango Naturalis Labor musiche di A. Piazzolla, M. Speranza, M. Colò, M. Mores, G. Sollima e altri coreografie e regia di Luciano Padovani Ore 20.30, Teatro Rossini, Lugo

Otello di William Shakespeare con Elio De Capitani, Federico Vanni, Emilia Scarpati Fanetti, Alessandro Averone, Cristina Crippa, Angelo Di Genio Ore 21, Teatro Alighieri, Ravenna. Repliche il 14 e 15 (ore 15.30 e 21)

Domenica 15 Emmanuele Baldini Luca Delle Donne concerto per violino e pianoforte Ore 11, Ridotto del Teatro Alighieri, Ravenna

La Principessa della Czarda Elena D’Angelo Ore 16, Teatro Masini, Faenza

Lunedì 16 Stanze, racconto per camera preparata con Massimiliano Rassu, Muna Mussie Ore 21, Teatro Rasi, Ravenna. Repliche il 17, 18, 19, 20 (ore 19) e 21

Orchestra Mitteleuropea Marco Guidarini, direttore Alain Meunier, violoncello musiche di W.A. Mozart, F.J. Haydn, L. van Beethoven Ore 20.30, Teatro Alighieri, Ravenna

Arianna ha perso il filo

Giovedì 19 Orchestra da Camera di Mantova

con Barbara Bovoli Ore 21, Teatro Binario, Cotignola

Andrea Dindo, direttore Marco Albonetti, sassofono

musiche di A.Honegger, J. Ibert, M. Ravel, A. Piazzolla Ore 20.30, Teatro Alighieri, Ravenna

Venerdì 20 Illusioni di Ivan Vyrypaev con Carolina Cangini, Kristina Likhacheva, Jacopo Trebbi, Teodoro Bonci Del Bene Ore 21, Teatro Rasi, Ravenna

con Caterina Carpio, Giovanni Crippa, Zeno Gabaglio, Vincenzo Giordano, Tindaro Granata, Mariangela Granelli, Igor Horvat, Francesca Porrini, Edoardo Ribatto, Giorgia Senesi, Anahì Traversi regia di Carmelo Rifici Ore 21, Teatro Alighieri, Ravenna. Replica il 28

AGENDA

Maggio 2018

Sabato 21 Camerata della Royal Concertgebouw Orchestra musiche di J. S. Bach, W. A. Mozart, G. Bottesini, J. Brahms Ore 20.30, Teatro Rossini, Lugo

Lunedì 23 Orchestra La Corelli Jacopo Rivani, direttore Colonne sonore di film americani. Omaggio a Leonard Bernstein nei 100 anni dalla nascita Ore 20.30, Teatro Alighieri, Ravenna

Venerdì 27 Ifigenia, liberata progetto e drammaturgia Angela Demattè e Carmelo Rifici

Mercoledì 2 Quartetto Terpsycordes Alberto Bocini, contrabbasso Pietro De Maria, pianoforte musiche di F.J. Haydn, A. Webern, F. Schubert Ore 20.30, Teatro Alighieri, Ravenna

Mercoledì 9 Galà Lirico Orchestra del Teatro Comunale di Ferrara musiche di V. Bellini, G. Rossini, G. Donizetti, G. Verdi Ore 20.30, Teatro Alighieri, Ravenna

Ambiente familiare Per autosufficienti o parzialmente autosufficienti Assistenza 24 ore su 24 Brevi o lunghe degenze Servizi di trasporto Pasti personalizzati TV in camera

RAVENNA - via Zalamella 7 - info: 327.5336012 - natalia.padure@yahoo.it


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AGENDA

AGENDA

AGENDA

RAGAZZI

Ottobre 2017 Domenica 22 Il tenace soldatino di stagno

2017-2018

Fontemaggiore Ore 17, Almagià, Ravenna

Martedì 31 Piccole storielle malefiche Compagnia Burattini di Riccardo Ore 17, Almagià, Ravenna

AGENDA

Novembre 2017 Sabato 4 Che sì che no Drammatico Vegetale Ore 17, Vulkano, S. Bartolo (Ravenna)

Domenica 5 Il tesoro dei pirati Teatro Pirata Ore 17, Teatro Goldoni, Bagnacavallo

Sabato 11 Uno, due, tre... Drammatico Vegetale Ore 17, Vulkano, S. Bartolo (Ravenna)

Domenica 12 Le avventure di Pinocchio Fontemaggiore Ore 16, Teatro Masini, Faenza

Sabato 18 Brum Drammatico Vegetale Ore 17, Vulkano, S. Bartolo (Ravenna)

Domenica 19 Cappuccetto Rosso Teatro alla Panna Ore 17, Almagià, Ravenna

Piccolo passo. Storia di un’ocarina pigra

I segreti di Pollicino Marionette degli Accettella Ore 17, Almagià, Ravenna

Domenica 25 R-evolution La Maison du Theatre Ore 16.30, Teatro Binario, Cotignola

AGENDA

Dicembre 2017 Sabato 2 Zuppa di sasso TCP - Tanti Cosi Progetto Ore 21, Teatro Comunale, Cervia

Domenica 3 È Natale bambini! Pandemonium Teatro Ore 17, Teatro Goldoni, Bagnacavallo

Sabato 9 L’acciarino magico

Cenerentola Factory Compagnia Ore 16, Teatro Rossini, Lugo

Teatro del Drago Ore 11 e 17, Almagià, Ravenna

Alice Fratelli di Taglia Ore 16, Teatro Masini, Faenza

Sabato 16 Sotto la neve Accademia Perduta/Romagna Teatri Ore 21, Teatro Comunale, Cervia

AGENDA

Gennaio 2018 Sabato 6 La mirabolante istoria di Fagiolino

Nicola Galli Ore 17, Almagià, Ravenna

Trecce Rosse Teatro del Drago Ore 17, Almagià, Ravenna

Domenica 28 Zoo di Pinocchio Drammatico Vegetale. Ore 15.30, Vulkano, S. Bartolo (Ravenna)

Celeste, la fiaba dei colori di e con Gianni Franceschini Ore 16, Teatro Comunale, Russi

Il Baule Volante Ore 21, Teatro Comunale, Cervia

Domenica 10 Teo ha le orecchie curiose

MARS - Kids (studio)

AGENDA

Febbraio 2018 Domenica 4 Cose da lupi Zanubrio Marionettes Ore 11, Teatro Rasi, Ravenna

Ho un lupo nella pancia

AGENDA

Marzo 2018 Sabato 3 Ho un lupo nella pancia La Piccionaia Ore 17, Teatro Rasi, Ravenna

Domenica 11 Moby Dick I guardiani dell’oca Ore 16, Teatro Masini, Faenza

Sogni - Arlecchino e la bambina dei fiammiferi Drammatico Vegetale Ore 16, Teatro Comunale, Russi

Sabato 17 Sonata per tubi Compagnia Nando e Maila Ore 20.45, Teatro Binario, Cotignola

La Piccionaia Ore 16, Teatro Rossini, Lugo

Domenica 25 Piccolissimo

Sabato 10 Il pifferaio magico

Teatro del Drago Ore 11, Teatro Rasi, Ravenna

Teatro dei Colori Ore 17, Almagià, Ravenna

Alice nella scatola delle meraviglie Compagnia Le meccaniche semplici Ore 20.45, Teatro Binario, Cotignola

AGENDA

Aprile 2018 Domenica 22 Quattro volte Andersen Drammatico Vegetale Ore 11, Teatro Rasi, Ravenna

Teatro del Drago Ore 17, Almagià, Ravenna

Sabato 17 I 4 moschettieri in America

Domenica 14 Doni

I Sacchi di Sabbia Ore 17, Teatro Rasi, Ravenna

Is Mascareddas Ore 11, Teatro Rasi, Ravenna

Domenica 18 L’acciarino magico

Il mago di Oz

Sabato 20 Cenerentola

Il Baule Volante Ore 16, Teatro Masini, Faenza

Venerdì 4, 11 e 18 Sabato 5, 12 e 19 Thioro e la bambina scalza

Teatrino dell’Erba Matta Ore 17, Almagià, Ravenna

Factory Compagnia Ore 17, Teatro Rasi, Ravenna

Ahia!

Ker Théâtre Mandiaye Ndiaye Ore 21, Teatro Rasi, Ravenna

Sogni - Arlecchino e la bambina dei fiammiferi

Domenica 21 Il gatto con gli stivali

Drammatico Vegetale Ore 17, Teatro Rasi, Ravenna

Accademia Perduta/Romagna Teatri Ore 16, Teatro Masini, Faenza

Kosmocomico Teatro Ore 17, Teatro Goldoni, Bagnacavallo

Domenica 26 La bella addormentata Florian Metateatro Ore 16, Teatro Masini, Faenza

Teatri di Bari - Senza Piume Ore 16, Teatro Comunale, Russi

AGENDA

Maggio 2018

Peter Pan

Domenica 13 Hana e Momò

Eccentrici Dadarò Ore 16, Teatro Rossini, Lugo

Principio Attivo Teatro Ore 11, Teatro Rasi, Ravenna


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Via Faentina 218/S - Fornace Zarattini Ravenna tel. 0544 463621


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EDIZIONI E COMUNICAZIONE

Teatro Elena Bucci Michele Placido Paolo Di Paolo Fanny & Alexander Guida ragazzi La scena al femminile

Opera/Danza Trilogia del Ravenna Festival Tango contemporaneo La Bella addormentata del Balletto Junior di Toscana Le luci di Vincent Longuemare

Musica Nicoletta Conti sul podio

ISSN 2499-0213

prezzo € 0,10

L’elettronica di Adriano Zanni

Guida alle stagioni dei teatri di Ravenna e provincia


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