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The Yellow Shark l’eredit di ran appa e il ruolo del musicista nella composi ione
Ne parla Tonino Battista, direttore del Parco della Musica Contemporanea Ensemble, protagonista il 9 giugno al Pala De André con l’esecuzione dell’opera del geniale artista americano
L’esecuzione di The Yellow Shark (9 giugno al Pala De André), indimenticata opera di Frank Zappa, è indubbiamente uno degli highlight di Ravenna Festival 2023. A proporre questa che rimane una delle pagine più emblematiche ed entusiasmanti dell’intero corpus zappiano sarà il PMCE - Parco della Musica Contemporanea Ensemble, i cui componenti si disimpegnano abitualmente tra autori come Arvo Pärt, Philip Glass, Steve Reich e molti altri, incluso Frank Zappa, appunto. A dirigere l’orchestra è Tonino Battista che ci parla di questa composizione e della prassi esecutiva.
«The Yellow Shark è il vero trait-d’union tra il versante zappiano più imparentato con le sonorità maturate nel rock e l’estetica astratta dei linguaggi dell’avanguardia post-darmstadtiana – spiega Tonino Battista, direttore dell’orchestra romana – È una suite di 16 brani ricavata dalla rielaborazione-trascrizione-ricomposizione di alcuni lavori precedenti. Tra questi anche delle hit che si trovano in varie versioni in album differenti, come in Uncle Meat, e anche brani di denuncia ecologica o sociale. E non mancano le graf anti satire socio-politiche. The Yellow Shark è una grande suite, quindi, che contiene nei suoi circa 60 minuti le più disparate accezioni della musica: dalla citazione del carnevale tedesco con la “Narhalla March” a “Louie Louie”, al brano dal titolo più zappiano della discogra a zappiana, “Questi cazzi di piccioni”. Chiude la suite un brano che era considerato impossible to play, “G-Spot Tornado”, realizzato da Zappa al Synclavier e reso “possibile” solo dall’interpretazione