Premio Lazialità

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2011 di Martina De Angelis

UNA TORTA

PREMIO

PREMIO

2011

Organizzare un evento è come preparare un dolce: innanzitutto bisogna scegliere gli ingredienti, accertandosene personalmente e selezionando “i migliori”; in seguito è necessario unirli, amalgamarli bene e continuare a mescolare, finché non si ottiene un composto fluido e cremoso, che però potrà dirsi “perfetto” solo in seguito alla cottura: se essa sarà ottimale, di certo il risultato sarà eccezionale. Per mia grande gioia ed infinito onore sono stata scelta tra i “pochi eletti” cui è stato affidato il compito di organizzare questa cerimonia davvero meravigliosa, che ha superato (a mio avviso e non solo) tutte le buone aspettative prefissate, lasciando (lo spero) un’orma ben visibile nel terreno della storia, a cui mi auguro il prossimo anno possa aggiungersene un’altra, poi un’altra ancora. . . fino a realizzare un cammino importante ed un riferimento stabile per il popolo biancoceleste. La mia metafora della torta, forse, non è

GLI AMICI DI LAZIALITà

calcisticamente la più adatta, ma di certo è calzante e rende a pieno l’idea di quel che intendo comunicare e trasmettere in queste poche righe; accompagnata da ottimi aiutanti, sono orgogliosa di aver contribuito a realizzare qualcosa di così bello. Ricordo come fosse stamattina che,

ERA IL 1997... di Maria Cristina Ingletto

C’è una verità elementare, la cui ignoranza uccide innumerevoli idee e splendidi piani: nel momento in cui uno si impegna a fondo, anche la provvidenza allora si muove. Infinite cose accadono per aiutarlo, cose che altrimenti mai sarebbero avvenute... qualunque cosa tu possa fare o sognare di poter fare... incominciala. L’audacia ha in sé... potere... genio... magia... Comincia adesso. (W.Goethe) Cara Lazio, cara Lazialità, caro Guido, se potessi o forse se solo volessi comincerei

a scrivere e raccontare quanto e come il viaggio e gli uomini che ho avuto la fortuna di incontrare, mi hanno lasciato nel cuore... è un tesoro che custodisco gelosamente. Racconterei del primo incontro con Guido, della fortuna che ho avuto di poter lavorare in redazione (radio, rivista, tv). Racconterei quanto ho imparato a fianco degli Andrea, Pietro, Luigi, Gabriele, Mario, Mauro, Gaetano, Giorgio, Paolo, Max, David, Fabio, Gabris... Mauro Belli. Ricorderei la Gente Laziale, tifosi meravigliosi che ci hanno accompagnato con affetto e senza pretese, le storie di Mimmo, Michele e Iolanda, il signor Pietro, Alberto the voice, Rosaria, Ricciotto, Papà Giovanni (grazie a Franco), Tonino

in una soleggiata giornata di inizio ottobre, si parlava (forse per la prima volta) di questa cerimonia, tracciando sommariamente i tratti generici di questo quadro che stava per essere dipinto; un elenco di invitati era tutto quel che avevo tra le mani: bisognava partire da qui, non c’era dubbio. Senza dilungarmi troppo in minuziosi particolari, che risulterebbero forse lunghi ed articolati, dirò semplicemente che la parte fondamentale “dell’opera” è contattare gli invitati, il cuore della festa, ma in questo caso specifico anche i “premiati”, ovvero tutte quelle persone cui il nostro direttore ha voluto conferire un riconoscimento, il “Premio Lazialità” appunto, per la loro indiscussa

ed eccezionale fede nei colori biancocelesti. Portare avanti il lavoro non è stato semplice. . . poche le conferme immediate, ogni “forse” era una piccola ansia in più che si aggiungeva a tante altre, come non riuscire a far tutto nei tempi prestabiliti oppure, da non sottovalutare in casi di forte impegno, dimenticare qualche elemento importante, che può voler dire vanificare in un attimo il lavoro di giorni e giorni. Contemporaneamente all’organizzazione degli ospiti, devono essere tenuti sotto controllo molti altri particolari di uguale

di Vizio, Fernanda e Chicco, Francesco Chicarella, Gianni de Mitri, Suor Paola e Padre Giuseppe... Cristian, Fabio Figliolini (ben 7 figliolini laziali!!!), Andrea e Aldo Godino, Francesco, Valerio, Federica e Lucia (le firme per Guido Speaker allo stadio). Tornerei con la memoria alle vittorie della nostra Lazio, al lavoro massacrante ma meraviglioso, alla notte del Centenario, alle feste dello Scudetto del 2000, agli oltre 30.000 (e non esagero) messaggi audio raccolti in una segreteria che farà storia, con la nascita delle meravigliose stornellate del Menestrello (grazie Paolo ti voglio bene). Scriverei di notti passate con Alberto... hoffman a litigare... e preparare... i cd delle tue

radiocronache Guido e delle nostre vittorie... (che meraviglia, ma che fatica...). Ricorderei migliaia di lettere, fax, mail archiviate e custodite perché testimonianze dell’anima della nostra Gente Laziale... eccone uno ad esempio: “Ero piccolo quando andavo allo stadio con mio padre e ancora non capivo il calcio. Guardavo il cielo bianco e azzurro, sventolavo la mia bandiera e giocavo. Quando si vede il cielo da bambini come l’ho visto io, quelle bandiere e quelle maglie non si possono dimenticare. Come faccio amico mio a dirti cosè la Lazialità? Lazialità è un sogno da bambino, andare contro tutti e vincere uno scudetto alla fuga per la vittoria. Lazialità è la favola

di un fanciullo, Davide che sfida Golia, è questo che sentono i nostri cuori. Tutto questo amico mio, è Lazialità. Questo desiderio di libertà che solo il tuo simbolo l’Aquila possiede, per cui si vedono le cose dall’alto di un animo nobile di romani veri, per cui vincere o perdere non ci tocca, perché noi saremo sempre là con l’appartenenza ad un’idea. Orgogliosi della nostra storia... Nobili nella vittoria e nella sconfitta. Spavaldi di essere romani di nascita... Laziali per grazia di Dio... Racconterei ancora... ricorderei ancora... Grazie Lazio, Grazie Lazialità, Grazie Guido per il privilegio che ho avuto, per le possibilità che mi hai dato, per avermi scelto e per avermi... sopportato.


BEN RIUSCITA

PREMIO 2011

importanza: la scaletta, i testi, la scenografia, il video, la stampa, le televisioni e le cartelle, ma anche i premi, il personale, i gadget ed il buffet. . . tutto deve essere scrupolosamente accompagnato e curato in ogni piccola parte, se si vuole ottenere un risultato che renda soddisfatti. Ogni cosa, insomma, doveva essere

LAZIALITÀ, LA RIVISTA DI RIFERIMENTO PER IL TIFOSO DELLA LAZIO di Franco Capodaglio

Tornare a scrivere per Lazialità dopo 21 anni un po’ mi emoziona. Guido me lo aveva già chiesto anche qualche anno fa, ma non raccolsi l’invito perché ero legato a quella esperienza che mi vide partecipe di un quinquennio, dall’86 al ‘90, per me pionieristico.

Il giornale a quei tempi usciva la domenica allo stadio ed era scritto da tanti giovani tifosi appassionati. Liberi di raccontare la Lazio con sincerità e la giusta sfrontatezza, senza risparmiare nessuno, chiunque esso fosse stato, anche il presidente di allora, laddove meritasse una giusta critica. Ricordo che Lazialità mi diede la possibilità di scrivere i miei primi articoli. Poi ebbi anche uno splendido periodo di collaborazione con il quotidiano Momento Sera, attraverso il quale, presi la tessera di giornalista pubblicista, integrando con le tante trasmissioni radiofoniche condotte da me e che iniziai grazie alla collaborazione e l’amicizia con il compianto Gianni Elsner. Era un

velocissimo, a tratti confusionario, ma comunque solare e movimentato: una mattinata e un pomeriggio che non credo riuscirò a dimenticare. Finiscono qui le poche righe con cui ho voluto trasmettere (spero di esserci riuscita) il mio personale ricordo di questa esperienza. . . ma una cosa che voglio fare col cuore è ringraziare tutti coloro che, fianco a fianco, hanno camminato vicino a me in questo percorso, trasformando una corsa abbastanza faticosa in una piacevole passeggiata; grazie anche a tutti coloro che hanno contribuito, ognuno in maniera diversa, a rendere quest’evento così memorabile. . . ma il ringraziamento più sentito, per me, va al nostro direttore, per la grande ed indimenticabile opportunità concessami. È proprio il caso di dirlo: una torta riuscita benissimo!

gran bel gruppo di laziali ed alcuni di loro hanno poi avuto anche l’occasione di continuare nell’ambito giornalistico, mentre altri sono diventati degli ottimi professionisti in altri ambiti lavorativi. La festa dei 26 anni del giornale, svoltasi al Campidoglio il 28 ottobre scorso, mi ha dato l’occasione di ritrovare alcuni di loro. È stato un bel momento all’interno di una serata ricca di emozioni, come solo da Guido ho visto organizzare in altre occasioni. Tutto il mondo biancoceleste rappresentato ad ogni livello, da alcuni tifosi storici, ai politici, ad alcuni personaggi dello spettacolo, ai grandi ex campioni che hanno fatto la storia della Lazio e tanto altro ancora... Lazialità

resterà per sempre la rivista di riferimento per il tifoso della Lazio perché sulle sue pagine continuano a scriverci, tanti grandi laziali che possono raccontare la vera passione per questi nostri colori. Che ci fanno rivivere momenti storici vissuti in prima persona e che servono come insegnamento alle nuove generazioni. Quello che manca ad altre riviste, belle come grafica e foto, ma dove questa passione chiamata Lazialtà, non può trasparire. All’amico Guido auguro tantissimi altri anni di storia biancoceleste da raccontare, magari con una ritrovata passione che da alcuni anni è un po’ scemata. E tutti noi sappiamo perché.

GLI AMICI DI LAZIALITà

realizzata al meglio, ma la difficoltà più grande non era pianificare il tutto, quanto invece seguire contemporaneamente tante situazioni importanti; mia fortuna e grandissima gioia è stata essere accompagnata, in questo percorso, da collaboratori validissimi e gentili, con i quali un lavoro a tratti complicato, si è trasformato in un’esperienza davvero stupenda. Ad una riunione iniziale ne è seguita un’altra, poi un’altra e un’altra ancora. . . e se in principio le idee chiare erano veramente poche, pian piano gli incontri si trasformavano in momenti in cui pensieri sempre più decisi e definiti prendevano forma e si delineavano. Dopo questo breve excursus temporale (onestamente, il mese di ottobre sembra esser durato solo pochi giorni), arriviamo alla fatidica data, quel 28 ottobre che sembrava così lontano ma che poi, in un batter d’occhio, è arrivato. Di questa giornata ho un ricordo


PREMIO

PREMIO

Stefano Lovati

2011

2011

Francesco Troncarelli

La miss Eleonora Pierella

GLI AMICI DI LAZIALITà

Lotito e Reja

LAZIALITÀ, LA MIA FAMIGLIA di Paolo Colantoni

Lazialità per molti anni è stata la mia famiglia lavorativa. E quando parlo di famiglia parlo del rapporto che si era creato tra tutti i componenti della nostra redazione. Arrivare in ufficio, essere accolti dalla grande Cristina, senza la quale sarebbe stato impossibile riuscire a realizzare tutti gli speciali, gli eventi e le iniziative che sono state fatte, scambiare quattro chiacchere con il ragionier Del Vecchio (quante prese in giro per

Bruno Giordano

quel cognome così poco laziale), dividere la scrivania con Daniele, in attesa di un cenno da Fabio e Guido, era la prassi quotidiana. Tanti i ricordi personali che non dimenticherò mai. Dall’ultima intervista realizzata a Fiorini (credo sia stata la sua ultima intervista assoluta), un faccia a faccia con Casiraghi, quattro mesi prima della sua scomparsa. All’intervista realizzata all’avv. Ugo Longo dopo pochi giorni dall’esplosione del caso “Calciopoli”. Ricordo che l’avvocato tracciò un’analisi perfetta dei rischi che correva la Lazio e di come si sarebbe dovuta difendere. A distanza di neanche una settimana, Lotito lo chiamò a far parte dello staff dei suoi avvocati.

Indimenticabile il libro sul meno nove. In quell’occasione ebbi la fortuna di intervistare tutti i giocatori della rosa. Rivivere attraverso le loro parole le emozioni di un anno indimenticabile fu bellissimo. Quando Guido mi chiamò nel momento più difficile di Lazialità, per provare a portare avanti il giornale, fu una grande soddisfazione. Finalmente sarei passato dal ruolo di collaboratore a quello di chi vede materialmente realizzarsi il giornale giorno dopo giorno. Quante ore passate davanti al pc in compagnia di Gianluigi (anche se erano più le ore in cui lo rincorrevamo tra i suoi innumerevoli impegni...), della stra paziente Patrizia (che non vedeva l’ora di impaginare

Felice Pulici

i nostri dossier e le pagine biancocelesti che a lei piacevano tanto...) di Enrico e di tutti quelli che ci davano una mano. Quanti giornali letti con la speranza di trovare una foto curiosa, una statistica, una novità che poteva portare ad un articolo o ad un dossier. Quante interviste “rubate”. Ricordo fra tutte quella a Walter Sabatini, a pochi giorni dal suo addio, nella quale ripercorremmo gli anni passati alla Lazio. Ricordo che per non farci “beccare” da Lotito, mi dette un appuntamento ad un bar isolato (nel quale arrivò guardando bene di non essere seguito...), ma fummo costretti ad interromperci perchè il Presidente (e non so come abbia fatto) lo aveva

trovato e stava arrivando. Ricordo che per allontanarmi, lasciai lì il registratore e gli appunti, che fortunatamente vennero messi da parte dal barista. Indimenticabile l’intervista a Cristiano Sandri, una delle prime dopo l’omicidio del fratello Gabriele. Ho usato il termine indimenticabile perchè non ho mai provato una serie di emozioni così intense e contrastanti in nessun altro servizio. Una delle soddisfazioni più grandi era capire l’affetto che molti provavano per la nostra rivista. Quando mensilmente contattavo i vari Montesano, Mimun, Mazza, Governi e tutti quelli che curavano le loro rubriche e sentivo che non vedevano l’ora di scrivere per


PREMIO 2011

Da sinistra: Piscedda, Favalli, Morrone, De Angelis, Facco, Sulfaro, Wilson, Giordano e Oddi

noi era un attestato di grande stima. Montesano era certamente il più attento a tutti i particolari. Molte volte riusciva a rimandare il pezzo per correggere una semplice virgola. In chiusura, oltre a fare i complimenti a Guido per aver creato, portato avanti, difeso e sorretto una rivista sulla Lazio (e solo dopo essere entrato in questo mondo ho capito quanto è difficile creare qualcosa sulla squadra biancoceleste che crei passione e affezione in un ambiente spesso scettico) per più di 25 anni, con amore, passione e grande originalità (non potete capire quante idee riesce a sfornare nel giro di pochi giorni, talmente tante che a volte sembra im-

Massimo Piscedda

possibile stragli dietro, ma quando poi le vedi realizzate ti accorgi che erano davvero innovative...) vorrei chiudere ricordando una persona che mi sta particolarmente a cuore. Uno dei miei primi servizi fu un dossier nel quale intervistai molti esponenti della comunicazione che si occupavano di Lazio. Ricordo ancora quando chiamai il primo nome sulla lista: “Pronto, dottor Pesciarelli, sono Paolo Colantoni di Lazialità, potrei farle qualche domanda per un’intervista?”. E lui... “Assolutamente no! Almeno fino a quando non mi darai del tu”. Come al solito, era riuscito a rompere il ghiaccio e a mettere a loro agio le persone che lavoravano con lui.

GLI AMICI DI LAZIALITà

Vincenzo D’Amico

Pino Insegno


PREMIO Enrico Montesano

PREMIO

e Alessandro Cochi

2011

2011

Giuseppe Favalli ed Enza Spinelli

Michele Plastino e Sandro Di Loreto Daniela Di Sotto

GLI AMICI DI LAZIALITà

Francesco Rutelli e Claudio Lotito

MOMENTI INDIMENTICABILI di Stefano Orsini

Monument Valley, confine tra Utah e Arizona, primi anni ‘90. La guida turistica di una vacanza indimenticabile, un indiano erede dei Navajo, scruta l’orizzonte vicino al grande monolite denominato Elephant Butte. In un attimo mi avvicino, gli metto la Rivista in mano e scatto. Qualche giorno più tardi, un altro scatto: questa volta la mia sciarpa, bianco e celeste, prestata ad un gruppo di tifosi che la esibiscono al Grand Canyon con le loro maglie. In redazione, a due passi da Viale Libia, propongo

a Guido di pubblicare le due foto: una come campagna promozionale e l’altra come rubrica dal titolo “On the Road” che per tanti anni ha permesso a decine di tifosi di inviarre le loro di foto con maglia, sciarpe e bandiere nei posti più belli e più impensati del mondo. I ricordi legati a Lazialità sono tantissimi. Dal primo articolo, anno 1991 - una intervista sul paginone centrale a Valerio Fiori - agli anni successivi in cui facevo il caporedattore finendo a notte alta in tipografia tra mille foto, articoli e tanto entusiasmo. Pomeriggi passati insieme a Signori, Winter, Casiraghi e Nesta con il quale, in particolare, insieme al fratello Fernando e all’avvocato Canovi nacque l’idea di un libro e del suo

sito internet ufficiale... Momenti indimenticabili, impressi sulle pagine patinate di Lazialità e soprattutto della mia memoria che in Campidoglio, qualche settimana fa, sono riemersi. Meravigliosi e prepotenti.


Mino Caprio

PREMIO 2011

Fabrizio Patania e Francesco Troncarelli

La targa ricevuta dal nostro direttore

Vincenzo D’Amico e Stefano Pantano


PREMIO

PREMIO 2011

• premi2011 lazialità • premi la ALESSANDRO COCHI

premiato da Enrico Montesano “Per portare la voce della gente laziale nelle Istituzioni della città” Il primo ad essere insignito dell’onorificenza biancoceleste è stato Alessandro Cochi che, eletto alle ultime elezioni in consiglio comunale, è stato nominato dal Sindaco Gianni Alemanno come Delegato per lo Sport del Comune di Roma. Altresì membro della Commissione Ambiente, Mobilità e Turismo, Cochi ha ricevuto il “Premio Lazialità” dal grande Enrico Montesano per aver portato la voce della gente laziale nelle istituzioni della Città.

ANDREA TOMASELLO

premiato da Stefano Pantano “Per aver indossato la divisa e rappresentato il nostro paese con onore, senza paura e con la Lazio nel cuore” Era il 15 maggio 2008 quando, in Afghanistan, il Caporale dell’Esercito Italiano rimase vittima di un attentato a Kabu. I segni di quel tragico incidente li porta ancora addosso, ma Andrea, grande laziale, ha fatto del “non mollare mai” uno stile di vita. Mentre era sottoposto alle cure dell’ospedale Sant’Andrea, teneva la sciarpa biancoceleste attaccata alla testiera del letto insieme alla collezione dei dvd sulla storia della sua squadra del cuore. Andrea è abituato a portare sempre con sé la Lazio. “Per aver indossato la divisa e rappresentato il nostro paese con onore, senza paura e con la Lazio nel cuore” ha ricevuto ALDO DONATI il “Premio Lazialità” dallo schermidore laziale, pluricampione premiato da Toni Malco (ritira la moglie Velia) del mondo, Stefano Pantano. “Per cantare la Lazio con la sensibilità di un artista e la forza di un tifoso” Grande cantautore e tifoso laziale, Aldo Donati ha composto e cantato negli anni settanta l’inno della Lazio, conosciuto come “Sò già du ore”, divenendo una delle canzoni più amate ancora oggi. Non potendo essere presente alla cerimonia per problemi di salute, è stata premiata in sua vece la compagna, Delia Donati, “Per cantare la Lazio con la sensibilità di un artista e la forza di un tifoso”. A consegnare il premio è stato Tony Malco, altro cantautore biancoceleste, autore dell’inno “Vola Lazio vola”.

MARIO PENNACCHIA

premiato da Stefano De Martino “Maestro di giornalismo, ha formato generazioni di professionisti ed ha raccontato la storia della Lazio al mondo” Grande firma del giornalismo italiano, Mario Pennacchia ha pubblicato molti libri sulla Lazio ed è stato responsabile della comunicazione della società capitolina. Premiato da Stefano De Martino, ha ricevuto il premio con tale motivazione: “Maestro di giornalismo, ha formato generazioni di professionisti e ha raccontato la storia della Lazio al mondo”.


di Valerio Alessandro Cassetta

lazialità • premi lazialità •

PREMIO 2011

ENZA

premiata da Felice Pulici “Per aver sempre camminato al fianco della Lazio e difesa in ogni situazione” Figura di riferimento per tutti i tifosi biancocelesti, Enza Spinelli ha ricevuto il “Premio Lazialità” riservato ai tifosi con la seguente motivazione: “Per aver sempre camminato al fianco della Lazio e difesa in ogni situazione”. La signora ha sempre seguito la squadra biancoceleste, in casa ed in trasferta, costituendo con il suo negozio situato in Via Farini, una guida per tutti gli appassionati laziali. A consegnarle il riconoscimento è stato Felice Pulici, portiere dello scudetto del 1974.

CRISTIANO CESARINI

premiato da Alessandro Vocalelli “Per essere stato gli occhi della gente sulla Lazio ed averla raccontata con semplicità, umiltà e competenza” Giornalista de “Il Tempo”, Cesarini è l’inviato a Formello per “Radio Sei”. Il suo lavoro si articola nella ricerca di notizie e argomentazioni su tutti gli avvenimenti legati alla S.S. Lazio calcio, sia dal centro sportivo laziale che in città. “Per essere stato gli occhi della gente sulla Lazio ed averla raccontata con semplicità, umiltà e competenza” gli è stato Consegnato il “Premio Multimedia” da Alessandro Vocalelli.

FABRIZIO PATANIA

premiato da Franco Recanatesi “Per aver raccontato la Lazio con equilibrio, professionalità e onestà intellettuale” Giornalista affermato del Corriere dello Sport, Fabrizio Patania è uno dei cronisti che segue quotidianamente le vicende della Lazio. È lui a vincere il “Premio Lazialità Carta Stampata”, consegnatogli dall’esimio scrittore e giornalista Franco Recanatesi “Per aver raccontato la Lazio con equilibrio, professionalità ed onestà intellettuale”.

VINCENZO D’AMICO

premiato da Michele Plastino “Ha scelto di essere della Lazio. Prima sul campo e poi fuori è sempre stato un capitano coraggioso ed un esempio di laziale vero” È il turno di un grande giocatore della Lazio di ieri, Vincenzo D’Amico. Sul maxi schermo della Promoteca scorrono le immagini dei suoi goal con la maglia biancoceleste. Ha ricevuto il premio riservato ai calciatori del passato con la seguente motivazione: “Ha scelto di essere della Lazio. Prima sul campo e poi fuori è sempre stato un capitano coraggioso ed un esempio di laziale vero”. Divenuto titolare della Lazio che vinse lo scudetto nel 1974 ad appena 19 anni, D’Amico ha collezionato 266 presenze e 39 goal con la maglia biancoceleste. Dopo aver passato a Roma circa tredici stagioni, tranne la breve parentesi al Torino, l’ex numero 10 ha intrapreso un’esperienza come allenatore nelle giovanili della Lazio, poi abbandonata.


PREMIO

PREMIO 2011

• premi2011 lazialità • premi la GIUSEPPE FAVALLI

premiato da Pino Wilson “Con discrezione ed eleganza ha indossato la maglia della Lazio più di 400 volte. È arrivato che era un ragazzo ed è cresciuto insieme a noi lasciandoci un bellissimo ricordo” Grande protagonista della Lazio stellare di Cragnotti, Beppe Favalli è mister 401 presenze in biancoceleste. Mentre sullo schermo venivano trasmesse le immagini della sua lunga carriera, saliva sul palco Pino Wilson, incaricato per la premiazione. “Con discrezione ed eleganza ha indossato la maglia della Lazio più di 400 volte. È arrivato che era un ragazzo ed è cresciuto insieme a noi lasciandoci un bellissimo ricordo”, per questo motivo ha ricevuto il “Premio Lazialità” riservato ai calciatori di oggi.

TOMMASO ROCCHI

premiato da Bruno Giordano “Arrivato in un momento difficile ha saputo tante volte caricarsi la Lazio sulle spalle con grande senso di responsabilità” Quando salì sul palco i suoi goal in maglia laziale erano ancora 99. Tommaso Rocchi, capitano della Lazio, è a Roma da sette stagioni e si sente laziale a tutti gli effetti. Dice di essere onorato e afferma che la Lazio è la sua seconda casa. Quinto nella classifica dei migliori marcatori laziali, Rocchi è a poche lunghezze dal quarto classificato, Bruno Giordano. Quest’ultimo gli ha consegnato il “Premio Lazialità” perché “Arrivato in un momento difficile, ha saputo tante volte caricarsi la Lazio sulle spalle con grande senso di responsabilità”. Al momento della consegna, Giordano ha detto: “Io ho avuto la fortuna di nascere nella Lazio e di poter fare carriera. Ti sei fermato a 99, devi arrivare a 100. Anche il mister dovrebbe farlo giocare più spesso. La cosa più importante non è essere laziale, ma non essere romanista.” Detto fatto, Rocchi è a quota 100 goal.

EDY REJA

premiato da Claudio Lotito “Per aver contribuito in maniera decisiva a rilanciare la Lazio in campionato e in Europa” “Per aver contribuito in maniera decisiva a rilanciare la Lazio in campionato e in Europa” il mister riceve il riconoscimento dal presidente Lotito. Edy Reja, arrivato nel 2010 ha prima salvato la squadra biancoceleste dallo spettro della Serie B, per poi portarla in Europa l’anno successivo.

DELIO ROSSI

premiato da Edy Reja “Per essersi dedicato alla causa biancoceleste con impegno e professionalità” “Sono più amato adesso che quando ero alla Lazio. Io penso di essere una persona seria e ho lasciato il testimone a un’altra persona seria. Reja si sta togliendo delle soddisfazioni e riuscirà ad arrivare dove vorrà arrivare. Io sono riuscito a fare quello che volevo e spero che ci riesca anche lui” ha detto mister Delio Rossi, salito sul palco. Ha ricevuto il premio proprio dall’allenatore attuale della Lazio, Edy Reja che ha sottolineato la bravura di Rossi, autore di cinque anni fantastici nella Capitale, sottolineandone la stima e la serietà.


di Valerio Alessandro Cassetta

lazialità • premi lazialità •

PREMIO 2011

MAURIZIO MANZINI

premiato da Francesco Rutelli “Per essere semplicemente un grande esempio di lazialità” È Francesco Rutelli a premiare Maurizio Manzini “Per essere semplicemente un grande esempio di Lazialità”. Nato a Roma nel 1940, Manzini è il team manager della S.S. Lazio. Figura storica della società biancoceleste, iniziò nel 1971 nelle vesti di collaboratore. È in grado di risolvere tutti i problemi che si presentino nella gestione organizzativa di una realtà così complessa come quella di una moderna società di calcio. In panchina la sua presenza è garanzia per il rispetto dei regolamenti e nei rapporti con gli arbitri.

A sorpresa, anche il nostro direttore, Guido De Angelis, ha ricevuto un premio, consegnato da Francesca Valerio “Per tutto il lavoro che ha svolto all’insegna della Lazialità: la gente laziale ringrazia Guido De Angelis”


2011 di Alessandro De Luca

la cerimonia PREMIO

PREMIO

2011

La passione è quell’elemento imprescindibile che permette di portare avanti idee, superare ostacoli apparentemente invalicabili e raggiungere obiettivi ambiziosi, Lazialità ne è l’esempio. Raccontare da esattamente lunghi ventisei anni storie di Lazio, in assoluta libertà ed indipendenza, è simbolo di forza e determinazione, valori che nonostante le avversità, non sono mai venuti meno. Come svelato a più riprese dal nostro tenace Direttore, Guido De Angelis, in quel 27 settembre 1985 nessuno si aspettava e forse nemmeno lui, che questa splendida realtà, quasi trentennale, potesse resistere all’urto del lancio nel mondo editoriale. Ed invece eccoci qui, impegnati a scrivere ciò che è più di un semplice e mero articolo descrittivo, bensì un’emozionante mix di consapevolezza ed estrema soddisfazione. Dall’incoscienza del rischio non pienamente calcolato, alla celebrazione in Campidoglio. Lazialità ne ha fatta di strada. Lo scenario è la splendida sala Protomoteca, il pubblico quello delle grandi occasioni, d’altronde non potrebbe essere altrimenti, il ventiseiesimo compleanno di Lazialità è un evento da ricordare. Il cuore biancoceleste inizia

a battere velocemente dalla trepidazione e gli attimi che precedono le ore 18 sembrano scorrere troppo in fretta. Non c’è più tempo per ansie e preparazioni, la festa deve avere inizio. La platea d’eccezione, che vede tra i tanti ospiti, illustri personaggi del mondo dello spettacolo, quali Enrico Montesano, Pino Insegno e Sandra Milo, della politica, Francesco Rutelli e il padrone di casa Alessandro Cochi (Consigliere Delegato alle Politiche Sportive), del giornalismo, con il decano assoluto Mario Pennacchia ed il Direttore del Corriere dello Sport Alessandro Vocalelli, della Lazio di ieri e di oggi, rappresentata nientemeno che da Felice Pulici, Michelangelo Sulfaro, Vincenzo D’Amico, Mario Facco, Pino Wilson, Massimo Piscedda, Bruno Giordano, Beppe Favalli, Delio Rossi, Edy Reja, Tommaso Rocchi, Maurizio Manzini e Claudio Lotito. Insomma, un vero e proprio schieramento di icone laziali. A condurre la serata, dopo il sempre commovente racconto storico recitato dalla profonda voce di Mino Caprio, è Francesco Troncarelli in compagnia di una valletta d’eccezione, la Miss Eleonora Pierella. Prima dell’assegnazione degli ambiti premi vengono proiettati su maxi-schermo video clip che, attraverso immagini, aneddoti e copertine storiche, fanno rivivere le tappe più intense di un percorso straordinario. Ciò che ci inorgoglisce è lo slogan, riflesso nella realtà odierna, lanciato dal primo ed indimenticabile numero, quello dal titolo “Mai più Bruxelles” per intenderci, che recitava: “Rivista ufficiale dei tifosi della Lazio”. Questo è ciò che vogliamo e continueremo ad essere. Finalmente si passa alle tanto attese premiazioni, precedute da momenti di pura suspense. Ad esser omaggiati sono coloro che hanno avuto il merito di innalzare l’immagine della Prima Squadra della Capitale, che dal 1900 ci rappresenta, nei diversi ambiti. Durante il protrarsi dell’avvenimento, ripreso dalle più importanti reti televisive nazionali: Rai, Mediaset e Sky, tanti sono i curiosi siparietti e le dichiarazioni d’appartenenza, introdotte dalle sensazioni di Guido De Angelis: “Era

Guido De Angelis e Rodolfo Bada


PREMIO 2011

A sinistra: Franco Recanatesi e Cristiano Sandri

Mario Pennacchia e Stefano De Martino

Rossana Di Lorenzo e Pino Insegno

il 27 settembre 1985 quando decisi, con già tre riviste della Lazio in circolazione, di avventurarmi in questa bella favola dal titolo Lazialità. Era un esperimento dettato dal cuore, non certo dal business. Volevo creare una voce in più nel coro editoriale, ma una voce molto più calda e vicina alla gente. Sapevo che sarebbe stata dura. Sapevo che tutto poteva durare pochi mesi, ma quando si ha dentro la forza della gioventù e la passione che riscalda il cuore, non si calcolano i rischi. Oggi, Lazialità è ancora qui, con voi, un po’ acciaccata dagli ultimi eventi. Abbiamo raccontato pagine di sofferenza e di gioia, sempre con lo stesso orgoglio. Voglio ringraziare tutte quelle persone che, in questi lunghi anni, hanno collaborato e la gente che non ha mai smesso di esserci vicino”. Gli fa eco Tommaso Rocchi, capitano dai cento goal, visibilmente emozionato anche per il video a lui dedicato: “Mi sembra di essere a casa qui. La Lazio è per me una seconda casa. Non ho mai tifato Lazio da ragazzino, ma da quando sono qui ho imparato e sono cresciuto come laziale; ora sono laziale dentro”. Ciò che ha infiammato la platea è stato lo scambio di sinceri auguri tra l’amatissimo mister del passato, Delio Rossi e quello attuale, Edy Reja: “Non è facile fare cinque anni

come ha fatto Delio. È un uomo equilibrato, che lavora molto bene sul campo. Lo stimo molto” dice Reja su Rossi. E Rossi conclude: “Io penso di essere una persona seria e ho lasciato il testimone a un’altra persona seria. Si sta togliendo delle soddisfazioni e riuscirà ad arrivare dove vorrà arrivare. Io sono riuscito a fare quello che volevo e spero che ci riesca anche lui”. In un mondo come il calcio, fatto di invidie e competizioni, è insolito assistere a scene del genere, ma d’altronde siamo costituiti in Ente Morale e nulla è frutto del caso. Tra un abbraccio e l’altro, il tempo scivola via in un batter d’occhio e la lancetta che segna le ore sembra scorrere come quella dei secondi, ma poco importa, tutto è perfettamente riuscito, persino la non programmata premiazione al nostro Direttore, colui che ha permesso tutto questo. Con l’auspicio che voi, cari lettori, continuiate a seguirci, vi diamo appuntamento al prossimo anno. Auguri Lazialità!

Bruno Giordano premia Tommaso Rocchi


PREMIO Il presidente della Polisportiva Umberto Buccioni

PREMIO 2011

2011

Sandra Milo con il nostro direttore

Francesco Rutelli con il mister della Lazio

Il passato ed il presente della Lazio: Delio Rossi e Edy Reja


PREMIO 2011

Mario Pennacchia e Giancarlo Governi

Da sinistra: Edy Reja, Maurizio Manzini e Tommaso Rocchi

Il direttore del Corriere dello Sport Alessandro Vocalelli


PREMIO

PREMIO

2011

2011

Michele Plastino premia Vincenzo D’Amico

Da sinistra: Francesco Rutelli, Mino Caprio, Mario Pennacchia e Giancarlo Governi

Enrico Montesano


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