AL Mensile di informazione degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori Lombardi
Direttore Maurizio Carones Comitato editoriale Consulta Regionale Lombarda degli Ordini degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori Redazione Igor Maglica (caporedattore) Irina Casali, Martina Landsberger, Fabiana Pedalino Direzione e Redazione via Solferino, 19 - 20121 Milano tel. 0229002165 - fax 0263618903 e-mail Redazione: redazione@consulta-al.it
EDITORIALE
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FORUM Attività nel 2008 interventi di Emanuele Brazzelli, Martina Landsberger
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FORUM ORDINI Bergamo Como Cremona Lecco Mantova Milano Monza e Brianza Pavia Sondrio Varese
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OSSERVATORIO Argomenti Riletture Conversazioni Concorsi Mostre
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PROFESSIONE Legislazione Normative e tecniche Strumenti
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INFORMAZIONE Dagli Ordini Dalla Regione
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INDICI E TASSI
Progetto grafico Gregorietti Associati Impaginazione Matbuk Concessionaria per la pubblicità service editoriale Action Group srl Via Londonio 22 – 20154 Milano Tel. +39 02.34.53.8338 Fax +39 02.34.93.7691 www.actiongroupeditore.com info@actiongroupeditore.com Coordinamento pubblicità Riccardo Fiorina rfiorina@actiongroupeditore.com Pubblicità Leonardo Cereda Stampa Arti Grafiche G. Vertemati Srl Via Bergamo 2 - 20059 Vimercate (MI) Rivista mensile: Poste italiane Spa – Spedizione in a.p. – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1, comma 1, DCB Milano Autorizzazione Tribunale n. 27 del 20.1.1971 Distribuzione a livello nazionale La rivista viene spedita gratuitamente a tutti gli architetti iscritti agli Albi della Lombardia che aderiscono alla Consulta Tiratura: 36160 copie In base alla documentazione postale del numero di maggio 2008 sono state postalizzate 26931 copie in Italia. Abbonamento annuale (valido solo per gli iscritti agli Ordini Lombardi €3,00) In copertina: G. Vàzquez Consuegra, Edificio per case popolari a Rota, Cadice (Spagna). Gli articoli pubblicati esprimono solo l’opinione dell’autore e non impegnano la Consulta Regionale Lombarda degli Ordini degli Architetti né la Redazione di AL Chiuso in redazione: 10 settembre 2008
8/9 AGOSTO/SETTEMBRE 2008
Direttore Responsabile Ferruccio Favaron
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Consulta Regionale Lombarda degli Ordini degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori, tel. 02 29002174 www.consultalombardia.archiworld.it Segreteria: segreteria@consulta-al.it Presidente: Ferruccio Favaron; Past President: Giuseppe Rossi; Vice Presidenti: Giorgio Tognon, Paolo Ventura; Segretario: Sergio Cavalieri; Tesoriere: Emiliano Ambrogio Campari; Consiglieri: Achille Bonardi, Stefano Castiglioni, Angelo Monti, Biancalisa Semoli, Giuseppe Sgrò, Daniela Volpi Ordine di Bergamo, tel. 035 219705 www.bg.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettibergamo@archiworld.it Informazioni utenti: infobergamo@archiworld.it Presidente: Achille Bonardi; Vice Presidenti: Paola Frigeni, Angelo Mambretti; Segretario: Elena Zoppetti; Tesoriere: Gianfranco Bergamo; Consiglieri: Anna Giulia Baratti, Andrea Bellocchio, Matteo Calvi, Stefano Cremaschi, Vittorio Gandolfi, Alessandro Pellegrini, Francesca Rossi, Mario Salvetti, Susanna Servalli, Carolina Ternullo (Termine del mandato: 15.10.2009) Ordine di Brescia, tel. 030 3751883 www.bs.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettibrescia@archiworld.it Informazioni utenti: infobrescia@archiworld.it Presidente: Paolo Ventura; Vice Presidente: Roberto Nalli; Segretario: Gianfranco Camadini; Tesoriere: Luigi Scanzi; Consiglieri: Stefania Annovazzi, Umberto Baratto, Franco Cerudelli, Laura Dalé, Antonio Erculiani, Paola Faroni, Franco Maffeis, Donatella Paterlini, Silvia Pedergnaga, Enzo Renon, Roberto Saleri (Termine del mandato: 15.10.2009) Ordine di Como, tel. 031 269800 www.ordinearchitetticomo.it Informazioni utenti: info@ordinearchitetticomo.it Presidente: Angelo Monti; Vice Presidente: Chiara Rostagno; Segretario: Margherita Mojoli; Tesoriere: Marco Balzarotti; Consiglieri: Angelo Avedano, Antonio Beltrame, Alessandro Cappelletti, Laura Cappelletti, Enrico Nava, Michele Pierpaoli, Andrea Pozzi (Termine del mandato: 15.3.2010) Ordine di Cremona, tel. 0372 535422 www.architetticr.it Presidenza e segreteria: segreteria@architetticr.it Presidente: Emiliano Ambrogio Campari; Vice Presidente: Gian Paolo Scaratti; Segretario: Federica Fappani; Tesoriere: Luigi Fabbri; Consiglieri: Luigi Agazzi, Giuseppe Coti, Davide Cremonesi, Antonio Lanzi, Fiorenzo Lodi, Fabio Rossi, Paola Samanni (Termine del mandato: 15.10.2009) Ordine di Lecco, tel. 0341 287130 www.ordinearchitettilecco.it Presidenza, segreteria e informazioni: ordinearchitettilecco@tin.it Presidente: Ferruccio Favaron; Vice Presidenti: Massimo Dell’Oro, Elio Mauri; Segretario: Marco Pogliani; Tesoriere: Vincenzo Spreafico; Consiglieri: Ileana Benegiamo, Fernando Dè Flumeri, Massimo Mazzoleni, Elena Todeschini, Diego Toluzzo, Alessandra Valsecchi (Termine del mandato: 15.10.2009) Ordine di Lodi, tel. 0371 430643 www.lo.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettilodi@archiworld.it Informazioni utenti: infolodi@archiworld.it Presidente: Vincenzo Puglielli; Vice Presidente: Giuseppe Rossi; Segretario: Paolo Camera; Tesoriere: Cesare Senzalari; Consiglieri: Samuele Arrighi, Erminio Antonio Muzzi, Massimo Pavesi, Fabretta Sammartino, Ferdinando Vanelli (Termine del mandato: 15.10.2009) Ordine di Mantova, tel. 0376 328087 www.mn.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettimantova@archiworld.it Informazioni utenti: infomantova@archiworld.it Presidente: Sergio Cavalieri; Segretario: Enrico Rossini; Tesoriere: Manuela Novellini; Consiglieri: Lara Gandolfi, Cristiano Guernieri, Filippo Mantovani, Giuseppe Menestò, Sandro Piacentini, Alberta Stevanoni, Luca Rinaldi, Graziella Trippini (Termine del mandato: 15.10.2009) Ordine di Milano, tel. 02 625341 www.ordinearchitetti.mi.it Presidenza: consiglio@ordinearchitetti.mi.it Informazioni utenti: segreteria@ordinearchitetti.mi.it Presidente: Daniela Volpi; Vice Presidenti: Marco Engel, Silvano Tintori; Segretario: Valeria Bottelli; Tesoriere: Annalisa Scandroglio; Consiglieri: Federico Acuto, Antonio Borghi, Maurizio Carones, Adalberto Del Bo, Alessandra Messori, Emilio Pizzi, Franco Raggi, Alberto Scarzella, Giovanni Edoardo Zanaboni, Antonio Zanuso (Termine del mandato: 3.12.2009) Ordine di Monza e della Brianza, tel. 039 2307447 www.ordinearchitetti.mb.it Segreteria: segreteria@ordinearchitetti.mb.it Presidente: Biancalisa Semoli; Segretario: Pietro Giovanni Cicardi; Tesoriere: Paolo Vaghi; Vice Segretario: Giovanna Perego; Vice Tesoriere: Federico Pella; Consiglieri: Laura Cortinovis, Marcella Cova, Angelo Dugnani, Ezio Fodri, Clara Malosio, Maria Rosa Merati, Fabiola Molteni, Roberta Oltolini, Francesco Redaelli, Francesco Repishti (Termine del mandato: 1.2.2010) Ordine di Pavia, tel. 0382 27287 www.ordinearchitettipavia.it Presidenza e segreteria: architettipavia@archiworld.it Informazioni utenti: infopavia@archiworld.it Presidente: Marco Bosi; Vice Presidente: Lorenzo Agnes; Segretario: Paolo Marchesi; Tesoriere: Aldo Lorini; Consiglieri: Anna Brizzi, Fabiano Conti, Maria Cristina Dragoni, Maura Lenti, Gian Luca Perinotto, Giorgio Tognon, Alberto Vercesi (Termine del mandato: 15.10.2009) Ordine di Sondrio, tel. 0342 514864 www.so.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettisondrio@archiworld.it Informazioni utenti: infosondrio@archiworld.it Presidente: Giuseppe Sgrò; Vice Presidente: Giovanni Vanoi; Segretario: Aurelio Valenti; Tesoriere: Claudio Botacchi; Consiglieri: Giampiero Fascendini, Giuseppe Galimberti, Marco Ghilotti, Enrico Scaramellini, Laura Trivella (Termine del mandato: 15.10.2009 Ordine di Varese, tel. 0332 812601 www.ordinearchitettivarese.it Presidenza: presidente.varese@awn.it Segreteria: infovarese@awn.it Presidente: Laura Gianetti; Segretario: Matteo Sacchetti; Tesoriere: Adriano Veronesi; Consiglieri: Luca Bertagnon, Maria Chiara Bianchi, Antonio Bistoletti, Emanuele Brazzelli, Claudio Castiglioni, Stefano Castiglioni, Orazio Cavallo, Alberto D’Elia, Giovanni Battista Gallazzi, Ilaria Gorla, Pietro Minoli, Giuseppe Speroni, (Termine del mandato: 15.10.2009)
Ferruccio Favaron Presidente della Consulta Regionale Lombarda degli Ordini degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori
3 EDITORIALE
Passate le vacanze estive si riprende proponendo come è ormai tradizione un numero sulle attività degli Ordini e della Consulta. La presentazione delle numerose iniziative realizzate ed in corso di attuazione consente qualche considerazione sull’attualità del ruolo dell’architetto e delle funzioni dell'Ordine. Questa istituzione ha ancora capacità di fornire risposte concrete ai temi ed alle problematiche che coinvolgono la figura dell’architetto, alla luce delle trasformazioni delle condizioni culturali e socio-economiche che hanno influito in modo determinante sulla natura stessa del nostro operare? Nella società contemporanea l’architetto è ancora necessario o la sua funzione è ridotta a semplice fornitore di titoli abilitanti a costruire? La sua preparazione è in grado di assicurare la competenza indispensabile per affrontare le esigenze di una realtà sempre più globalizzata? Il sistema ordinistico è un’inutile eredità del passato o un’opportunità per sostenere formazione adeguata e promozione di quell’architettura di qualità che caratterizza i paesi più progrediti del nostro? L’attività degli architetti italiani si svolge in condizioni del tutto diverse rispetto alle altre realtà europee. È ben noto che rispetto ad un progettista laureato ogni 2.098 abitanti della Francia, uno ogni 1.844 del Regno Unito e uno ogni 1.214 della Spagna, in Italia ne abbiamo uno ogni 267 abitanti, 130.000 architetti e circa 90.000 ingegneri civili, senza contare le altre categorie professionali abilitate alla progettazione da norme inadeguate e troppo spesso disattese, quali agronomi, geometri e periti edili. La normativa vigente consente alle società di ingegneria di egemonizzare il 42,1% del mercato della progettazione del nostro paese, relegando gli architetti a solo il 14,3%: condizione assolutamente anomala rispetto alle altre professioni e al contesto europeo. Paradossalmente, contraddicendo in modo evidente chi afferma che gli Ordini rappresentino un ostacolo all’accesso dei giovani alla professione, il numero degli architetti in Italia è raddoppiato negli ultimi dieci anni, con il 50% di iscritti di età inferiore ai 40 anni. Nel corso degli anni gli Ordini si sono sempre più radicati nel territorio, instaurando rapporti proficui di collaborazione con gli Enti locali, venendo incontro alle necessità degli iscritti e ampliando la loro presenza negli organi di informazione. L'Ordine degli Architetti, oggi Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, non può essere pensato come oltre 80 anni fa alla sua istituzione, come ufficio del registro e controllo dei suoi iscritti. Ha dovuto inevitabilmente trasformarsi in una struttura di servizio e di promozione, in grado di sviluppare forme di partecipazione attiva per consentire agli architetti di tornare ad essere protagonisti del cambiamento del paese, affrontando la sfida della società post consumistica. L’introduzione delle cosiddette “lberalizzazioni” a smentita delle convinzioni di politici superficiali, distanti anni luce dalla nostra realtà, sta comportando, e comporterà sempre più ostacoli agli architetti, specialmente ai più giovani, rendendo più difficoltoso il loro inserimento nel mercato del lavoro. Gli Ordini devono realizzare, in collaborazione con gli Enti territoriali e con le Università, un percorso comune che valorizzi l'architettura di qualità, mediante il censimento delle opere di rilevante interesse artistico già esistenti e la promozione di nuovi progetti architettonici e urbanistici. Debbono altresì confrontarsi con le Amministrazioni per mettere a punto strumenti atti a garantire certezza del diritto, trasparenza e accelerazione degli atti amministrativi tecnici. Ma, come ci ha mostrato il XXIII Congresso Mondiale che si è appena svolto a Torino, devono pure avviare iniziative finalizzate a costruire opportunità, rivolgendosi al pubblico ed ai mass media, per sostenere e divulgare la professione dell'architetto, promuovendo la cultura architettonica contemporanea mediante mostre, premi, conferenze, incontri e iniziative di carattere nazionale e internazionale, informando una società troppo assente nel dibattito, sia per scarso interesse alla materia, che per mancanza di strumenti in grado di fornire criteri di comprensione del linguaggio architettonico alternativi a quelli comuni della tradizione. In questo contesto è fondamentale disporre di occasioni ma anche di luoghi da cui trasmettere valori culturali, dove ritrovarsi e cercare insieme le soluzioni ai problemi comuni, confortati, per quanto possibile, da scelte politiche che sostengano lo sviluppo della competitività professionale sul piano qualitativo e non su quello quantitativo, così da garantire ai più giovani, e non solo a loro, la possibilità di “operare”.
Attività nel 2008
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Il numero è dedicato, come ogni anno, alle attività degli Ordini e della Consulta. In occasione del XXIII Congresso mondiale degli Architettti, la Consulta ha partecipato al Congresso di Torino presentando l’esposizione dei 6 progetti vincitori della seconda edizione del concorso “Under 40” – che presentiamo alle pp. 57 – e una mostra sul “Restauro e riabilitazione del Teatro romano di Sagunto” ad opera degli architetti Giorgio Grassi e Manuel Portaceli – alle pp.8-9. Nel 2005 il Consiglio Direttivo della Consulta accoglieva la proposta della Commisssione giovani e bandisva la prima edizione della “Rassegna lombarda di Architettura Under 40. Nuove proposte di architettura”. Intento era quello di dare maggiore visibilità al lavoro – opere costruite e progetti – dei giovani architetti iscritti ai 12 Ordini lombardi. I 101 i progetti che hanno superato la prima selezione sono stati pubblicati in un volume dall’omonimo titolo, distrubuito dagli Ordini in tutte le province lombarde. Dopo il successo della prima edizione del Premio, nel marzo 2008, la Consulta pubblica il bando della seconda edizione. A differenza della prima, la seconda edizione distingue due categorie: “architettura realizzata” e “architettura progettata”. Ai tre progetti premiati per la categoria “architetura realizzata” sarà offerto un servizio fotografico. L’articolo di presentazione del Premio Under 40 è ad opera di Emanuele Brazzelli, coordinatore dell’iniziativa, che qui ringraziamo per la collaborazione.
Premio di Architettura Under 40. Un nostro sogno Siamo alla Seconda Edizione del Premio di Architettura bandito dalla Consulta dedicato ai colleghi Under 40. Che il premio sia molto partecipato, molto seguito, e in una qualche misura sia ormai un appuntamento per migliaia di giovani iscritti agli Ordini lombardi, è per me motivo di grande compiacimento. Il Premio Under 40 nasceva dalle velleità ambiziose dei molti neoiscritti che sul finire degli anni ‘90 affollavano le sale dell’Ordine di Varese gonfiando di aspettative e speranze la Commissione Giovani locale. Questi giovani ritenevano che l’Ordine fosse certamente un luogo di incontro, ma anche un ente dalle enormi potenzialità attraverso il quale si sarebbero potuti trasmettere al territorio i propri talenti, ancora generazionalmente inespressi. Nelle lunghe serate passate a confrontare le personali inquietudini da principianti s’immaginava uno strumento dedicato alle proposte dei più giovani che permettesse loro di proporsi come credibili e vantaggiosi per la società. Vedere oggi il nostro sogno di giovani architetti inconsapevoli, istituzionalizzato ad un livello così alto, con negli occhi i lavori dei premiati della Seconda Edizione e la smania di
avere tra le mani l’imminente pubblicazione, che sarà certamente di nuovo bellissima, mi incoraggia a non smettere di sognare e mi autorizza a sollecitare i giovani iscritti lombardi – moltissimi – a frequentare le sedi degli Ordini e con generosità lavorare per la promozione dell’Architettura. Ritengo che la piccola storia del Premio Regionale di Architettura Under 40 sia paradigmatica di quanto bene si possa fare all’interno degli Ordini quando, come in ogni buona ricetta, si rispetti la specificità di ogni ingrediente. Un ringraziamento è certamente dovuto ai Presidenti della Consulta sempre attenti alle istanze dei più giovani. Hanno creduto nel progetto i Presidenti: Emiliano Campari, Stefano Castiglioni, Giuseppe Rossi e oggi Ferruccio Favaron. La Prima Edizione è stata bandita nel 2005. La Giuria Regionale composta da Mario Botta, Luigi Chiara ed Enrico Freyrie ha visionato un centinaio di progetti selezionando i vincitori e premiando anche la capacità di realizzare architettura. In questa Seconda Edizione si è cercato di difendere l’Architettura progettata con una categoria riservata, ben sapendo che nel territorio lombardo le possibilità realizzative per i giovani progettisti non sono omogeneamente distribuite. Il 12 giugno 2008 la Giuria Regionale, composta da Gae Aulenti, Alfonso Femia e Giacomo Polin, ha proclamato i vincitori, tre per ogni categoria. Architettura realizzata: Doriana Biaggi di Milano, Pier Francesco Seclì di Varese, Marco Cristiano Valsecchi di Lecco con Paolo Ravasi e Michele Bellinzona nel ruolo di collaboratori. Architettura progettata: Emanuela Bartolini e Paolo Cardin di Milano, Maurizio di Lauro e Riccardo Vittorio Dossi di Monza e Brianza, Sara Lonardi ed Enrico Maria Raschi di Mantova. Come coordinatore dei due Premi ho avuto l’onore di prendere parte ai lavori delle Giurie con il ruolo di Segretario senza diritto di voto e ho assistito affascinato dalla straordinaria capacità dei giurati di leggere i molteplici livelli dei progetti presentati con un acutezza e una sensibilità non comuni. Il livello altissimo e incontestabile delle giurie, che abbiamo avuto il privilegio di invitare per il nostro premio, è uno dei tanti vantaggi innegabili offerti dall’ambito regionale. Le sei tavole premiate, ricomposte in A0, sono state poi esposte nello stand della Consulta realizzato in occasione del Congresso Mondiale degli Architetti tenutosi a Torino a luglio. Siamo in attesa della pubblicazione del catalogo, nel frattempo si cercherà di comporre le varie istanze per celebrare una premiazione, che valga la pena di essere ricordata. Emanuele Brazzelli
Doriana Biaggi Recupero ex fienile, Teglio (Sondrio) Il progetto ha inteso mantenere l’ex fienile considerandolo uno spazio unico con partizioni interne ridotte al minimo evitando di trasformarlo in rustico. La scatola esterna è stata rispettata nella sua morfologia originaria e negli elementi che la costituivano. Così la Giuria: “Nella semplicità e quasi assenza di “forma”, una ristrutturazione sorprendentemente ricca di spazi interni complessi e di pochi dettagli essenziali”.
Pier Francesco Seclì Villa a Cantello (Varese) Il progetto si compone di due corpi: il primo, seguendo l’andamento della collina, giace sospeso da terra su pilastri che ne scandiscono il volume e che permettono il proseguire di un antico sentiero; il corpo internamente viene percepito per l’intera profondità, rinviando all’idea di una navata; il secondo, definito da una torre radicata al terreno che diventa un elemento architettonico di riconoscibilità per la valle. Così la Giuria: “Una casa dall’impostazione semplice e appropriata, in cui l’uso dei grigliati in legno e del calcestruzzo faccia a vista completano il rigore di dispositivi spaziali come la passerella e il patio”.
5 FORUM CONSULTA
Vincitori ex aequo “Architettura realizzata”
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Marco Cristiano Valsecchi collaboratori: Michele Bellinzona, Paolo Ravasi Monumento al M.llo Capo Stefano Piantadosi, Locate Triulzi (Milano) Il progetto ha inteso mantenere l’ex fienile considerandolo uno spazio unico con partizioni interne ridotte al minimo evitando di trasformarlo in rustico. La scatola esterna è stata rispettata nella sua morfologia originaria e negli elementi che la costituivano. Così la Giuria: “Nella semplicità e quasi assenza di “forma”, una ristrutturazione sorprendentemente ricca di spazi interni complessi e di pochi dettagli essenziali”.
Vincitori ex aequo “Architettura progettata” Emanuela Bartolini, Paolo Cardin Raumplan contemporaneo, Cork, Irlanda L’assetto degli edifici si basa sull’ipotesi di aggregazione dei moduli, ma la flessibilità di tale aggregazione permette di poter ipotizzare diverse densità abitative e soluzioni morfologiche. Così la Giuria: “Un insediamento residenziale attento alle relazioni contestuali, con una disposizione volumentrica e un linguaggio architettonico capaci di non cadere nelle facili imitazioni”.
Si propone una struttura a maglia composta da tubolari d’acciaio a formare un leggero pizzo disegnato a grandi campi di dimensioni e geometrie differenti: una tela di ragno che collega angoli improbabili seguendo l’ideale arco che disegna la sella. Così la Giuria: “Un progetto che, pur in una non del tutto risolta ricerca sui materiali e sulle tecniche, offre più di uno spunto di riflessione sul rapporto con il paesaggio e sulla matrice organica delle forma”.
Studio IR: Sara Lonardi, Enrico Maria Raschi Addizione all'edificio dell'ex convento di S. Maria e ridefinizione spazi interni ed esterni, Gonzaga (Mantova) Il progetto prevede due interventi mirati: da un lato alla sistemazione di un piccolo piazzale residuale che fronteggia l'ingresso del convento e dall’altro la riabilitazione di una zona di passaggio per promuoverla a piazza pubblica e luogo di sosta per gli utenti della biblioteca. Così la giuria: “Un intervento volutamente sobrio, che disegna una piazza-sagrato semplice ed efficace e prevede l’addizione di un vano scale sofisticato nella sua semplicità”.
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Maurizio di Lauro, Riccardo Vittorio Dossi Riqualificazione dell’accesso all’abitato di Civita di Bagnoregio (Viterbo)
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“Restauro e riabilitazione del Teatro Romano di Sagunto”. Una mostra
La mostra nasce anche a seguito di queste iniziative “popolari” a sostegno del progetto. Nell’idearla, quindi nello scegliere il materiale da esporre, la volontà è stata quella di optare per la “rappresentazione” delle diverse fasi in cui si muove ogni progetto. A questo scopo si è cercato di costruire un percorso che illustrasse l’aspetto ideativo, sintetico di un’idea, quello della rappresentazione, come risultato in sé, di prefigurazione dell’oggetto architettonico, e infine quello realizzativo riferito al tema del disegno esecutivo e della costruzione oggettiva documentata dalle belle fotografie gentilmente concesse da Pepa Balaguer e Roberto Bossaglia. In questo modo, ai disegni più noti del teatro - se non altro per il fatto che si trovano riprodotti in molti libri e nelle più importanti riviste di architettura, non solo italiane ma anche straniere - si è scelto di affiancare i disegni esecutivi che separano il progetto da quell’immagine, per così dire, romantica che tradizionalmente si accompagna alla rappresentazione delle rovine. Risulta così evidente come, in architettura, l’idea debba trovare una propria necessaria materializzazione nella costruzione e quindi come ogni elemento, anche il più piccolo, necessiti di uno studio attento e approfondito. L’idea su cui si è costruito lo spazio espositivo si è concentrata appunto sulla volontà di rappresentazione del processo progettuale: un percorso lineare di avvicinamento alla costruzione. Un recinto a C racchiudeva, al suo interno, una H in grado di distinguere, nella piccola area espositiva, due diverse parti e soprattutto di chiudere la C verso l’esterno, definendo, al contempo, uno spazio centrale inaspettato e raccolto dove è stato collocato il modello ligneo del fronte scenico.
Dopo diciassette anni di contese giudiziarie, la Corte Suprema spagnola ha ordinato la demolizione dei lavori di restauro del Teatro Romano di Sagunto (Valencia), realizzati da Giorgio Grassi e Manuel Portaceli. Consapevole della necessità di una rivendicazione dell’autonomia ideologica e del significato civile di ogni opera d’architettura, la Consulta Regionale Lombarda degli Ordini degli Architetti PPC ha deciso di partecipare al XXIII Congresso Mondiale degli Architetti dell’UIA (Torino, 30 giugno – 4 luglio 2008) presentando una mostra che potesse documentare il progetto di Grassi e Portaceli in tutta la sua complessità, nella diverse fasi della sua storia, da quella ideativa a quella della progettazione esecutiva fino a quella della realizzazione. Il progetto per il restauro e la riabilitazione del Teatro Romano di Sagunto è stato elaborato a partire dal 1983 su incarico del Direttore Generale del Patrimonio Storico della Comunità Valenciana, che lo ha promosso presso la Direzione Generale di Belle Arti del Ministero della Cultura. Nel 1985, approvata la nuova legge sul Patrimonio Storico, l’Ispettore Generale dei Monumenti dello Stato ha dato il proprio parere favorevole e il Ministero della Cultura ha sottoposto il progetto al giudizio della comunità di Valencia. Terminato il difficile iter di approvazione se ne è cominciata la costruzione. I lavori si sono conclusi nel 1993. Il progetto è stato approvato quando era al governo una coalizione di sinistra (PSPV-PSOE). Al momento del cambio di coalizione politica, a partire dalla denuncia presentata da un ex deputato regionale del PP nel 1993, è stato assunto dall’opposizione (PP) come simbolo della cattiva gestione del patrimonio da parte dei predecessori. Da quel momento ha preso avvio il procedimento giudiziario che si è trascinato per diciassette anni fino ad arrivare alla Corte Suprema, senza che nessuna delle parti istituzionali interessate si sia mai più pronunciata apertamente sulla questione. Questa brevemente la storia. Ad oggi possiamo solo testimoniare il fatto che un numero elevatissimo di rappresentanti del mondo della cultura e dell’architettura di tutta Europa ha sottoscritto un appello contro la sua demolizione. Sappiamo anche che gran parte della popolazione della città di Sagunto ha preso posizione in favore del lavoro di Grassi e Portaceli, riconoscendone il valore civile e artistico oltre che il risvolto economico per la vita della città. Infatti, il teatro, dal momento della sua riapertura al pubblico, è sede di un festival annuale (Festival Sagunt) che attrae un vasto pubblico apportando vantaggi concreti a tutta la comunità valenciana. Planivolumetrico del progetto.
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Il Teatro di Sagunto visto da nord fra la città antica e il castello. Fotografia di Roberto Bossaglia.
Seguendo il percorso definito dalla C, l’esposizione ha voluto documentare, nella sua prima sezione, il lavoro di verifica dell’idea, esponendo, per la prima volta, cinque disegni autografi di Giorgio Grassi (prospetti e sezioni a colori) relativi allo “studio” del progetto e, parallelamente, una serie di piante a china su lucido in cui era possibile cogliere tutta la cura, l’attenzione e la passione che gli architetti hanno dedicato sia alla conoscenza del tema con cui si stavano confrontando che alla sua fedele rappresentazione. Nello spazio centrale, il teatro di Sagunto appariva in tutta la sua “teatralità” attraverso i disegni a colori più conosciuti e allo stesso tempo più rappresentativi non solo dell’idea ma già anche
della sua possibile realizzazione. Qui, infine, si trovava il modello ligneo. Sulle due rimanenti pareti del secondo braccio della C invece trovavano posto i disegni esecutivi e le fotografie. Un’ultima annotazione necessaria: tutti i disegni erano rigorosamente eseguiti a mano. Una rarità oggi ancor più evidente se si considera il materiale esposto a breve distanza, nei diversi padiglioni dell’UIA. Una rarità apprezzata e ricercata, come testimoniato dai numerosi commenti lasciati dai visitatori della mostra.
Martina Landsberger
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Bergamo a cura di Gianfranco Bergamo e Alessandro Pellegrini
Attività dellʼOrdine nel 2007 Come ogni anno, da più di dieci anni, l’Ordine è presente nel mese di marzo alla Fiera dell’Edilizia di Bergamo sia con uno stand che come organizzatore del Premio Architettura che va al miglior stand o prodotto progettato. Ogni anno viene affrontato un tema. La Commissione Giovani, che ha progettato l’allestimento, ha scelto il tema “Dentro la Città”, imperniato sul concetto del legame profondo e imprescindibile esistente tra i parametri tecnico-estetici della progettazione urbanistica e la qualità della vita all’interno dei centri urbani. Sintesi ideale tra funzione-creatività-innovazione, il progetto urbanistico viene delineato come intervento competente e consapevole, basato sull’assunto per il quale la “bellezza” di realizzazione urbanistica non riguarda solo la valutazione degli aspetti estetici, ma coinvolge profondamente valori etici e sociali. All’interno dello stand, impostato intorno al tema dei contenuti della progettazione urbanistica, sono stati esposti gli elaborati dei giovani architetti bergamaschi che hanno partecipato alla “Rassegna Lombarda di architettura Under 40” promossa dalla Consulta Regionale Lombarda degli Ordini degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori. Il tema “Dentro la Città”, è stato utilizzato dalla Commissione Giovani anche per ideare L’Agenda dell’Architetto 2008. All’interno dell’agenda sono state inserite delle vignette satiriche prodotte dal noto caricaturista bergamasco Aldo Bortolotti, che ha proposto nella sua visione ironica la città di Bergamo; è stata poi allestita una mostra dei disegni ori-
Allestimento dello stand dell’Ordine alla Fiera dell’Edilizia di Bergamo.
Aldo Bortolotti, vignetta per L’Agenda dell’Architetto 2008.
ginali dell’artista presentati dallo storico e conoscitore della satira e dell’umorismo dott. Paolo Moretti. Anche nel 2007 l’Ordine ha organizzato diversi corsi: • Corso “Coordinatori della sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione”; • Corso di Formazione per l’esercizio alla professione riservato ai giovani iscritti; • Corso Autodesk Revit Rebuliding; • Corso Ingegneria Antincendio Legge 818/94; • 1° Corso di certificazione Energetica degli edifici con la collaborazione con Sacert e l’avvio per l’anno 2008 di altri cinque corsi simili; • Avvio al corso di Orientamento al Progetto di Paesaggio, organizzato con la partecipazione degli Ordine degli ingegneri, agronomi e forestali, geologi e l’AIAPP. In collaborazione con altri enti o società si sono svolti diversi convegni tra i quali: • Progettazione integrata edificio impianto; • Strutture in C.A. secondo il D.M. del 14.9.2005; • Dispositivi anticaduta-approfondimento tecnico normativo e giuridico; • Progettare con materiali geosintetici; • Come progettare l’efficienza energetica per l’involucro edilizio; • Il benessere acustico negli ambienti; • Impianti fotovoltaici: opportunità e convenienza nella progettazione delle costruzioni. Nell’anno a venire continueremo ad organizzare iniziative capaci di coinvolgere i colleghi iscritti in aree tematiche diverse e molteplici. Elena Zoppetti
a cura di Roberta Fasola
“Premio Maestri Comacini” al Congresso di Torino L’Ordine degli Architetti PPC della provincia di Como era presente al XXIII World Congress of Architecture, che si è tenuto al Lingotto di Torino dal 29 giugno al 3 luglio 2008, con uno stand dove è stata esposta la rassegna del Premio di Architettura Maestri Comacini. L’allestimento ripercorre in ordine cronologico la storia del Premio e dei suoi partecipanti nelle sette edizioni, dal 1994 al 2005. Per ogni anno sono stati esposti i progetti vincitori con due fotografie dell’opera, una 80 x 80 cm e l’altra 40 x 40 cm, e tutti i progetti segnalati con una foto dell’opera 40 x 40 cm. Un lungo tavolo, oltre a delimitare il lato dello stand verso il corridoio, ha ospitato alcuni dei plastici dei progetti vincitori. Un pannello ha illustrato, anno per anno, la loro realizzazione e le copertine dei libri del Premio. Rilevanza fondamentale ha avuto sin dall’inizio la scelta dei professionisti che hanno composto le diverse Giurie che si sono succedute nel corso delle edizioni, tutte profondamente preparate, sia dal punto di vista culturale che tecnico, e per la maggioranza “forestiere”, vale a dire esterne all’area comasca. Hanno sempre scelto progetti ritenuti in grado di contribuire alla formazione del progettista contemporaneo; all’interno di esse, il regolamento del Premio, ha sempre previsto la presenza del vincitore dell’anno precedente, insieme a nomi illustri quali: • Anno 1994 - Giuria: prof. arch. Giorgio Ciucci, prof. arch. Pierre Alain Croset e prof. arch. Luca Ortelli, prof. ing. Andrea Chiarugi. Premio: “Sede del Consorzio Agrario, Protezione Civile, Asme” a Erba, architetti Marco Castelletti, Dario Cazzaniga, Raffaella Meroni, Marco Ortalli e ing. Maurizio Castelletti; • Anno 1995 - Giuria: prof. arch. Giorgio Ciucci, prof. arch. Pierre Alain Croset, prof. arch. Luca Ortelli, prof. arch. Marco Ortalli. Premio: ristrutturazione ed adeguamento funzionale della Tessitura Campi S.p.a. ad Appiano Gentile, arch. Renato Conti; • Anno 1997 - Giuria: prof. ing. Sergio Croce, prof. arch. Marco De Michelis, prof. arch. Italo Lupi, prof. arch. Livio Vacchini, dott. ing. Sergio Pozzi. Premio: ristrutturazione di Casa Bianchi a Cernobbio, progettisti arch. Elisabetta Terragni e Sandro Ferri. • Anno 1999 - Giuria: prof. ing. Sergio Croce, prof. arch. Marco De Michelis, prof. arch. Italo Lupi, prof. arch. Livio Vacchini, dott. ing. Sergio Pozzi, arch. Elisabetta Terragni. Premio: edificio agricolo con annesse abitazioni, ing. arch. Franco Gerosa;
• Anno 2001 - Giuria: arch. Marco Casamonti, prof. ing. Sergio Croce, prof. arch. Marco De Michelis, dott. Ing. Franco Gerosa, dott. ing. Sergio Pozzi, geom. Pierluigi Spini, arch. Luigi Snozzi, con premi assegnati per ogni categoria, compresa, la nuova introdotta, aperta agli Under 35. Nel dettaglio: - Categ. Nuove costruzioni: edificio residenziale ad Erba, prof. arch. Marco Ortalli; - Categ. Recupero di costruzioni esistenti: restauro ex Convento di S. Caterina a Como, arch. Paolo Brambilla; - Categ. Sistemazione di Spazi Urbani e Infrastrutture: sistemazione della Piazza Mercato ad Albese con Cassano, architetti Marco Castelletti, Fabio Rabbiosi, Gianmatteo Romegialli; - Categ. Sistemazione Spazi Interni: progetto di arredo della sede del Comune di Cermenate, arch. Angelo Monti. Progetto di restauro e Ristrutturazione di edificio storico ”Galleria d’Arte Contemporanea Roberta Lietti” in Como, arch. Marco Balzarotti; - Categ. Under 35: costruzione di casa-studio a Lurago d’Erba, arch. Cristina Viganò; • Anno 2003 - Giuria: dott. prof. Kurt Forster, prof. arch. Marco Brandolisio, prof. ing. Sergio Croce, prof. arch. Marco De Michelis, dott. arch. Davide Maspero, prof. arch. Marco Ortalli; - Categ. Nuove Costruzioni: nuova sede Uffici Comunali e Restauro Palazzo Tentorio a Canzo, architetti Massimo Ferrari, Enrico De Benedetti, Marco Jacopini, Antonio Molinelli, Roberto Pagani, Alfonso Ventura, Roberto Ventura; - Categ. Sistemazione di Spazi Interni: ristrutturazione di appartamento presso il “Novocomum” a Como, architetti Hajime Miyajima, Luca Ambrosini, Marco Longatti, ing. Andrea Bolliger; • Anno 2005 - Giuria: dott. prof. Kurt Forster, prof. arch. Marco De Michelis, prof. arch. Marco Brandolisio, prof. ing. Antonio Migliacci, prof. ing. Filiberto Finzi, dott. arch. Davide Maspero, dottt. arch. Massimo Ferrari, dott. arch. Luciano Gallarini; - Categ. Architettura d’interni ed allestimenti: negozio Castelli - Fino Mornasco, architetto Franco Tagliuabue; - Menzione speciale Categ. Nuove costruzioni: Casa Pinna Banfi - Caglio, arch. Maria Laura Negri e arch. Sissi Castellano; - Menzione speciale Categ. Recupero di edifici esistenti: ristrutturazione di edificio anni ‘60 a Como, arch. Marco Balzarotti e arch. Renato Conti; - Menzione speciale Categ. Sistemazione di spazi urbani ed infrastrutture: parcheggio Parco Franceschini Brunate, arch. Marco Castelletti. Da questo elenco, facilmente si evince la multidisciplinarietà che interessa le opere presentate e selezionate, cosa che fa essere il premio “libero”, rivolto solo ed unicamente alle architetture realizzate, creando una sorta di “speranza progettuale” per tutti quei professionisti che spesso
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Pannello del Premio Maestri Comacini, anno 1997.
Copertina del Premio Maestri Comacini anno 1995 con una acquaforte di Giuliano Collina.
hanno vissuto i Premi di Architettura in modo difficoltoso, in quanto troppo spesso rivolti a progetti che hanno finito col rimanere “architetture cartacee”. “Maestri Comacini” vede la sua prima edizione nel 1994. Resta indiscutibile l’importanza di questa iniziativa, quale evento più significativo a livello locale nell’ambito dell’architettura costruita in quanto coinvolge, oltre agli addetti ai lavori, anche l’opinione pubblica. Il progetto, l’opera, non è presentazione di sé, affermazione personale del proprio “io”, ma insieme delle sensibilità più alte di tutti gli “attori”, finanche le “comparse” che disegnano il territorio. I lavori premiati si fanno così pretesto: occasione per parlare di architettura, sviscerando quello che è il rapporto tra immagine, percezione, forma e configurazione: è dal carattere fondativo di questi quattro elementi che si arriva a comprenderne quello rappresentativo e comunicativo, quale patrimonio culturale di arricchimento per le nuove generazioni di progettisti. Giunto, con l’ultima presentazione risalente al 2005, alla sua 7° edizione, il Premio è evidente testimonianza di come ognuna delle edizioni abbia rappresentato una grande opportunità di conoscenza e crescita della produzione architettonica locale, un momento in cui trovare
R. F.
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nuovi stimoli per un impegno che non dovrà essere rivolto alla sola progettazione ma anche all’ottenimento della qualità nel suo farsi oggetto fisico, attraverso una costante e sempre più proficua collaborazione tra committente (l’artefice dell’inizio), progettista (traduttore di un concetto culturale per mezzo del disegno) e impresa (l’esecutore materiale dell’idea). Per mezzo di una sinergia che lega, nel “saper fare architettura”, saperi, esperienze formative e capacità esecutive, spesso differenti. La tradizione dei “Maestri Comacini”, che questo Premio richiama, non vuole e non deve essere un semplice e retorico sguardo al passato, ma un attento promemoria al modo in cui quegli architetti, quei costruttori e quelle maestranze seppero trasformare, spesso profondamente ed in maniera altamente incisiva, la nostra città. Il Premio, pertanto, si conferma come un momento di confronto e di stimolo a discutere sul significato del fare architettura, forse ancora troppo poco presente sul nostro territorio malgrado i precedenti illustri. Un Premio fortemente voluto e spinto dai giovani della Commissione Cultura dell’Ordine degli Architetti di Como, che ha visto coinvolgere anche l’Ordine degli Ingegneri, il Collegio delle Imprese e l’Amministrazione Provinciale. La sensibilità e la passione che da sempre lo contraddistinguono, devono arrivare necessariamente a coinvolgere tutta l’opinione pubblica, per sensibilizzare tutti gli attori verso una cultura della qualità, perché la qualità architettonica è parte integrante della qualità ambientale, che, innegabilmente, diviene qualità della vita. Il fare progettuale non deve essere mera realizzazione fisica: ha la responsabilità di sfilarsi da quest’ultima, per divenire oggetto in grado di colloquiare col territorio. Come un lenzuolo bianco che vi si adagia sopra. Adattandosi con tutte le sue pieghe. In silenzio.
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Cremona a cura di Fiorenzo Lodi
LʼAssociazione muove i primi passi I principali eventi che hanno caratterizzato questo inizio d’anno sono concentrati nelle nuove attività culturali messe in campo dall’Associazione. Questo nuovo modo di proporsi agli iscritti e al pubblico in genere deve indurre gli associati a nuove prese di coscienza sul reale ruolo della professione, e l’utenza, sulle reali capacità propositive e conoscitive della nostra categoria. Il discorso culturale non deve essere fine a se stesso ma deve servire per una crescita collettiva e una presa di posizione ferma e autorevole nel campo da noi professato; tanto più sarà la visibilità abbinata alla qualità, tanto più sarà la considerazione nei confronti della nostra professione. L’Associazione deve svolgere questo compito, compito affidato dal Consiglio dell’Ordine. In questo primo periodo il Consiglio di gestione dell’Associazione ha deciso di proporre temi e manifestazioni che abbracciano vari contesti, spaziando dal rapporto tra Ordini e Associazioni in funzione della proposta di legge d’iniziativa popolare da noi sottoscritta, per arrivare al ludico, ma interessante, viaggio a Berlino. A seguito delle decisioni prese si invitano tutti gli iscritti a: consultare il sito www.aappccr.it per restare costantemente informati sull’evolversi degli eventi.
Tutti i soci possono in qualsiasi momento iscriversi ad un gruppo di lavoro. Tutti i soci possono in qualsiasi momento avanzare proposte e iniziative. Attualmente i coordinatori e le iniziative in corso sono le seguenti: • Gruppo “Iniziative Culturali”, coordinatore Luigi Agazzi; • Gruppo “Corsi a supporto della professione”, coordinatore Federica Fappani; • Gruppo “Rapporti tra architetti e istituzioni e pianificazione territoriale”, coordinatore Paolo Scaratti. Invitando tutti gli iscritti a partecipare, il programma in corso comprende: • luglio 2008: convegno “Etica e professione; Ordini e Associazioni un possibile dialogo”; settembre 2008: convegno “La pianificazione nella Bassa Lombardia. Primi PGT tra continue varianti legislative”; - ottobre 2008: convegno “Uno studio... due progetti: Antinori e Berlucchi. Due cantine a confronto” ospite lo Studio Archea Firenze; - Premio di Architettura “1° Premio di Architettura” ai progettisti e alla committenza cremonese; - Viaggi: “Conoscere Berlino”, viaggio a Berlino aperto a tutti gli iscritti e famigliari; - Aggiornamenti e corsi: “Applicazione delle tariffe: la professione dopo l’entrata in vigore del decreto Bersani”; • novembre 2008: aggiornamenti e corsi “Approccio alla libera professione: aspetti deontologici e responsabilità professionale”; • dicembre 2008: pubblicazione “Agenda 2009”; • febbraio 2009: aggiornamenti e corsi “Approccio alle procedure edilizie e alla normativa”; • marzo 2009: conferenza “Esperienze amministrative. Perché diventa un dovere scendere in campo”. F. L.
a cura di Enrico Castelnuovo e M. Elisabetta Ripamonti Quest'anno la Redazione lecchese di AL ha scelto di non parlare delle attivitaà strettamente correlate alla vita ordinistica della nostra Provincia al fine di poter meglio illustrare quanto è avvenenuto al XXIII Congresso Mondiale degli Architetti che si è tenuto a Torino dal 29 giugno al 3 luglio 2008. Crediamo, infatti, che questa sia un’occasione più unica che rara per poter confrontare il mestiere dell'architetto nelle sue varie declinazioni internazionali e, fatto tesoro di ciò, poter aumentare il peso della “buona architettura” in seno al nostro Paese. Ringraziamo quindi il Consiglio dell'Ordine degli Architetti di Lecco per averci sostenuto nella nostra scelta.
Giovani allʼUIA Partendo dall'impressionante dato numerico di 140.000 architetti iscritti nei vari Ordini provinciali italiani e nel considerare che ben 60.000 di questi sono gli under 40 della nostra professione, spesso ci siamo chiesti che futuro lavorativo possa esserci in un contesto così “inflazionato”. Ci pare doveroso quindi parlare non tanto di cosa dicano o facciano quelle poche “Archistar” dai volti ormai conosciuti dal grande pubblico, ma descrivere ed analizzare le proposte destinate a chi dovrà esercitare questa bellissima professione dovendosi confrontare con una realtà lavorativa molto meno scintillante, ma non per questo meno nobile. Anche il presidente Sirica sottolinea che l'Italia è il Paese con il maggior numero di architetti al mondo, ma che tutto sommato si progetta in un contesto lavorativo “balbettante” e senza avere opportunità confrontabili con quelle dei nostri colleghi di Spagna, Regno Unito e Francia. Ci vuole poca immaginazione per capire che, se il contesto lavorativo è ultracompetitivo per i professionisti già titolari di propri studi di progettazione, per la fascia più debole della nostra categoria, ossia gli under 40, la sfida è quasi impossibile. Che tipo di futuro lavorativo si prospetta quindi per i giovani professionisti italiani? Per rispondere a questa domanda abbiamo incontrato l'arch. Alessia Guarnaccia, presidente di A.N.Gi.A. (Associazione Nazionale Giovani Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori) e risultata essere tra i grandi protagonisti del Congresso di Torino.
Cos'è A.N.Gi.A. e a chi si rivolge? A.N.Gi.A è un’Associazione nata nel 2006 ed è rivolta agli architetti under 40 con lo scopo di promuovere la diffusione della qualità dell'architettura in un contesto di democrazia urbana. I suoi obiettivi principali comprendono punti come la tutela dei diritti dei giovani architetti, la diffusione dei valori della nostra professione e la armonizzazione in campo internazionale di competenze e norme professionali. L'Associazione Nazionale Giovani Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori A.N.Gi.A. è nata (con il patrocinio del Consiglio Nazionale degli Architetti, Paesaggisti, Pianificatori e Conservatori) come risposta all'esigenza, sentita dai più e manifestatasi formalmente da parte di alcuni gruppi di giovani architetti, provenienti da diverse città italiane, di creare una struttura che riunisse i giovani professionisti. La consapevolezza che i professionisti siano fornitori di beni speciali, quei beni che possono rendere possibile un libero mercato della qualità, porta alla convinzione che “prestatori di attività intellettuale” siano fondamentali per recuperare la competitività del nostro Paese su scala globale e per contribuire, con il loro operato, alla formazione di una coscienza diffusa della inscindibilità tra qualità dell’architettura e qualità della vita, tutto ciò in un’ottica di costante ricerca di sostenibilità ambientale, sociale e civile e di partecipazione attiva dei cittadini alla trasformazione del territorio da loro vissuto. Il tema del Congresso è “Transmitting Architecture”. A.N.Gi.A cosa propone? Per noi trasmette architettura significa mettersi in gioco interagendo con tutti gli attori protagonisti del processo di trasformazione del territorio: amministratori, imprenditori, forze sociali, associazioni e singoli cittadini. L'architettura è la disciplina che trasforma nel tempo ciò che ci sta intorno e che dialoga con tutti, deve avere quindi una sua implicita trasparenza nelle decisioni e una totale apertura al confronto. Per noi trasmettere architettura significa, quindi, sia comunicare all'esterno l’azione progettuale, sia raccogliere le migliori energie e i fenomeni emergenti che la società esprime. Ci aiuti ad interpretare il significato delle tre parole chiave del Congresso: cultura, democrazia e speranza. Queste tre parole vanno lette in tre diverse fasi temporali. La cultura è la fase rappresentata dalle tradizioni, dalla storia e, per quanto riguarda la nostra professione, dalla tutela e restauro del patrimonio architettonico. La democrazia è il presente, indica la democrazia urbana e la voglia di sfuggire agli eccessi dell'individualismo per affrontare i problemi concreti che interessano a tutti.
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Lecco
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La speranza è il futuro, ossia il contributo concreto che deve essere portato ad un territorio per il suo sviluppo compatibilmente con le risorse disponibili..., il lato verde dell'architettura, insomma. E. C. e M. E. R.
Vista dello stand progettato per l’UIA.
Mantova a cura di Elena Pradella e Nadir Tarana
Attività dellʼOrdine nel 2007-08 Nel corso dell’ultimo anno sono state svolte molteplici attività nei diversi settori in cui è articolato il lavoro delle commissioni. Commissione Urbanistica per L.R. 12/05 in seno alla Consulta Regionale degli Ordini degli Architetti P.P.C. Gli scorsi anni, su diretto coinvolgimento degli Uffici della Direzione Generale Territorio e Urbanistica, sono state: • prodotte proposte di modica della L.R. 12/05 e recepite nella L.R.12/06; • redatte le Linee guida per la formulazione delle parcelle relative ai P.G.T., che si prefiggono di fornire indicazioni e orientamenti per la valutazione di onorari minimi derivanti dalle nuove prestazioni professionali in rapporto a documentazioni minime da redigere, e questo in assenza di una individuazione storicizzata delle stesse (Circolare Informativa del 10.07.06); • redatto un documento contenente contributi per l’organizzazione dell’attività dell’Osservatorio Permanente della Programmazione Territoriale previsto dalla L.R. 12/05, particolarmente apprezzato dai funzionari regionali preposti, con i quali ormai da tempo la Commissione collabora. Con tale documento sono state suggerite attività utili sia agli addetti ai lavori, in particolare ai professionisti redattori degli atti dei P.G.T. che ai funzionari degli
enti che le devono gestire (divulgazione esempi migliori e buone pratiche attraverso portali internet, pubblicazione delle banche dati disponibili e della cartografia, ecc.). Dei 15 enti invitati al confronto siamo stati gli unici, a produrre dei contributi. I contenuti del documento sono stati in parte recepiti nell’ultima modifica della L.R. 12/2005, la L.R. 14.03.2008 n. 4, con la quale sono state precisate le competenze dell’Osservatorio (Art. 5 L.R. 12/2005). Nell’ultimo anno sono proseguite le attività di collaborazione con gli uffici regionali, ed in particolare con l’Osservatorio Permanente della Programmazione Territoriale già istituito. In particolare è stata portata a termine una prima fase di indagine sugli aspetti operativi della elaborazione dei Piani di Governo del Territorio; in altre parole sono state individuate tutta una serie di criticità emerse nell’elaborazione di questa nuova generazione di piani, sintetizzata in un documento che è stato integralmente recepito del Rapporto 2007 sullo stato della pianificazione in Lombardia, redatto a cura dell’Osservatorio stesso. In particolare sono state elencate difficoltà redazionali in merito a: • problemi di carattere metodologico; • Valutazione Ambientale Strategica; • indagine conoscitiva; • cartografia informatizzata e costruzione del SIT integrato; • onerosità del Piano; • fase di gestione del P.G.T. Commissione Urbanistica dell’Ordine Ha svolto le seguenti attività: • partecipazione al processo di valutazione Agenda 21 del Piano di Governo del Territorio (P.G.T.); • Piano Energetico Comunale (P.E.C.) del Comune di Mantova (Conferenze e Forum on line); • partecipazione al processo di V.A.S. del Piano Territoriale Regionale; • partecipazione processi di V.A.S. del P.G.T. di alcuni comuni della Provincia (Asola, Bozzolo, San Martino dell’Argine, ecc.). Commissione Rapporti Enti Pubblici Ha organizzato, nel febbraio scorso, due incontri con i funzionari della Soprintendenza di Brescia (Mazzeri e Rancilio) dedicati al progetto di restauro architettonico dei beni culturali e al progetto di interventi in ambiti tutelati sotto il profilo paesaggistico. L’impostazione di questi eventi è stata di carattere pratico ed operativo, finalizzata ad instaurare un proficuo rapporto di collaborazione tra progettisti ed ente preposto alla tutela, per una migliore salvaguardia dei beni, attraverso il miglioramento della qualità progettuale da una parte e lo snellimento delle procedure dall’altra. Commissione Cultura e Giovani
getti di restauro presso la Soprintendenza e il tema delle gare di affidamento degli incarichi sopra-sotto soglia. Sono stati raccolti ed integrati gli interventi delle quattro giornate, in modo tale da metterli a disposizione di tutti gli iscritti e non solo di quanti hanno partecipato. È stato inoltre organizzato, in collaborazione con il Politecnico di Milano, il corso per “Accertatori”. Per l’autunno sono in preparazione una serie di incontri sul tema del Costruire Sostenibile (realizzazioni in terra cruda, isolanti naturali vegetali, strutture in legno a telaio, strutture in legno massivo, pareti e tetti vegetali, recupero acque meteoriche, geoscambio, caldaie di cogenerazione, pompe a calore, ventilazione meccanica). Commissione Parcelle Ha svolto i seguenti compiti: • visione e relativa liquidazione di parcelle in seguito a contenziosi con la committenza privata e pubblica; • approfondimento e relativo aggiornamento delle norme (tra cui il Decreto Bersani) che regolano il calcolo della Tariffa Professionale delle prestazioni di competenza della figura dell’architetto; • lettura dei bandi di concorso pubblicati dagli enti al fine di rilevare la loro formulazione e di conseguenza trasmettere agli stessi eventuali osservazioni; • elaborazione attraverso un coordinamento con la Consulta Tecnica Regionale di un contratto tipo (ex disciplinare d’incarico) con committenza privata e pubblica.
Commissione Professione Ha organizzato una serie di incontri per affrontare ed approfondire le problematiche legate all’esercizio della professione di architetto, anche alla luce delle normative e dei regolamenti recentemente introdotti. Sono stati individuati tre momenti diversi: Commissione Rapporti con il Territorio • il primo, che parlava della figura dell’architetto, ovvero dei suoi diritti e doveri così Ha realizzato un Consiglio “allargato” agli come risultano regolamentati dal nuovo iscritti, nella zona nord della Provincia codice deontologico, della responsabilità (ambito collinare), incontro caratterizzato civile, dell’Inarcassa, del rapporto con Locandina di “Terre di mezzo. da un elevato numero di partecipanti e dal Un viaggio cinematografico nel l’Ordine professionale; costruttivo dibattito che ne è seguito. • il secondo, sul tema del rapporto del paesaggio tra città e non-città”. Bandi e Concorsi professionista con la committenza privata, sia in merito all’edificazione ex novo che ad interventi sul- Ha svolto un’attività di controllo e di proposta rispetto al l’esistente; bando del concorso più importante nel nostro territorio, • il terzo, sul rapporto del professionista con la committen- ovvero sul concorso di idee promosso da TEA Spa, per za pubblica. la costruzione di un complesso edilizio per pubblici serviSono stati analizzati la stesura del contratto, che sostitui- zi, proponendo osservazioni preventive durante la fase di sce il vecchio disciplinare d’incarico, il calcolo della parcel- redazione del bando. la, dedicando un capitolo specifico alla tariffa urbanistica, e il tema dell’acquisizione dei pareri presso gli enti preposti, N. T. con una particolare attenzione alla presentazione dei pro-
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Ha organizzato la rassegna cinematografica dal titolo "Terre di mezzo - Un viaggio cinematografico nel paesaggio tra città e non-città”, volta ad indagare come i registi contemporanei stanno registrando le trasformazioni del paesaggio. Rispetto alla rassegna dello scorso anno, incentrata sulla città, quest’anno si è allargato lo sguardo sulle posizioni di territorio che circondano gli spazi urbani e che afferiscono alla categoria, generalmente definibile, come natura-campagna. La Commissione ha organizzato, inoltre, serate di architettura con l’architetto Vittorio Di Turi sul cantiere della Banca Popolare di Lodi, con l’architetto Vittorio Longheu sul cantiere di Porta Cerese a Mantova e con l’architetto Matteo Guardini sul tema bioarchitettura e risparmio energetico. La Commissione ha promosso, infine, la raccolta di materiali relativi ai progetti di residenza contemporanea nel mantovano, in previsione di una prossima esposizione e pubblicazione. Nell’autunno del 2008 infine, è in allestimento la tappa mantovana della mostra itinerante sul lavoro di Gino Valle in Friuli in collaborazione con il Centro Internazionale d’Arte e di Cultura di Palazzo Te.
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Milano
a cura di Roberto Gamba La nostra presidentessa Daniela Volpi propone di seguito un resoconto dettagliato delle attività dell’Ordine, in questo ultimo periodo, mettendo in luce fra l’altro la partecipazione al XXIII Congresso Mondiale degli Architetti, svoltosi in giugno a Torino e il funzionamento e l’impegno profuso, all’interno degli uffici di via Solferino, dalle commissioni, dagli “sportelli” di consulenza per l’organizzazione dell’attività professionale, per il riordino e la gestione della biblioteca. Ella illustra le novità del sito internet, gli incontri, i seminari, le mostre, i corsi di aggiornamento, le iniziative editoriali e i programmi di ricerca scientifica, promossi dalla Fondazione. Sottolinea altresì l’istituzione dell’ufficio stampa, che si è affiancato al gruppo di coloro che già operano in sede e che garantisce continuità alla comunicazione con i professionisti, con le segreterie di altri Ordini Lombardi, con gli Uffici Comunali, con le Associazioni di categoria, con la stampa e con le Aziende. Ne fa parte Susanna Conte che ugualmente ci ha inviato un resoconto sugli esisti del Premio Rivolta. R. G.
Attività dell'Ordine Vorrei innanzitutto ricordare che, come annunciato lo scorso anno, è stato messo on-line il nuovo sito. Oltre che di una struttura più esaustiva e di una nuova veste grafica, esso dispone ora di una redazione, indispensabile per rendere tempestiva la pubblicazione di notizie, segnalazioni e approfondimenti. La redazione, lavorando con l’ufficio stampa, approfondisce gli argomenti di attualità e mantiene costantemente aggiornata la home-page con le principali notizie utili per la professione: una rassegna stampa settimanale sulla provincia di Milano. Sul nuovo sito è anche a disposizione, gratis per tutti gli iscritti, un programma per la compilazione delle parcelle secondo le norme attualmente in vigore. Il sito dispone anche di un’area riservata dove ciascun iscritto può gestire direttamente on line i dati della sua anagrafica sull’albo e pubblicare un portfolio progetti, un curriculum e una breve descrizione della sua attività. L’obiettivo di dare all’Ordine un ruolo più significativo nella comunicazione esterna delle sue attività e delle posizioni prese dal Consiglio, diventando così parte attiva e riconosciuta nei dibattiti in corso, ha avuto buoni risultati in seguito al costante lavoro portato avanti dall'ufficio stampa. Con la stesura di comunicati e l’invio di newsletter periodiche, l’ufficio stampa ha garantito l’informazione sulle attività organizzate dall’Ordine, sia di carattere istituzionale sia relative agli eventi più rilevanti, collabo-
rando con la Fondazione per l’organizzazione delle Serate di Architettura, dei seminari, degli incontri periodici su tematiche di interesse per gli iscritti e diffondendone i contenuti presso i media. Ha inoltre intensificato le sue relazioni con il mondo giornalistico ed è parte integrante della redazione Internet con la quale ha lavorato allo sviluppo del nuovo sito. Oltre ad aver collaborato alla realizzazione del Premio Europeo di Architettura Ugo Rivolta dalle prime fasi di stesura del bando fino alla comunicazione con la stampa internazionale, ha reso possibile la partecipazione dell’Ordine con UIA alla Fiera Expocomfort, organizzando un evento sul tema dell’architettura sostenibile che ha contribuito in modo efficace ad aumentare la visibilità dell’Ordine a fianco di una istituzione internazionale. Al fine di svolgere anche un ruolo formativo, l’Ufficio Stampa ha ospitato alcuni stagisti, giovani laureati in architettura o in discipline umanistiche, che hanno dato un importante contributo alle attività dell'Ufficio. Per promuovere e valorizzare una cultura architettonica aperta al confronto e al dibattito, l’Ordine ha partecipato nella prima settimana di aprile al 7° Congresso Nazionale degli Architetti svoltosi a Palermo (il 2° con Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori). In questa sede, insieme con la Consulta degli Ordini lombardi, abbiamo affrontato il tema “L’architetto e il mercato”, che toccava molti argomenti rilevanti per la nostra professione. In particolare: la legge della Regione Lombardia n. 12 che ha introdotto una nuova visione urbanistica di governo del territorio, la revisione della legislazione tecnico-edilizia con particolare attenzione alla “semplificazione delle procedure”, la deontologia, la formazione, che deve conciliare cultura e inserimento nel mercato del lavoro, la qualità dell’architettura e i concorsi. Con il suo contributo l’Ordine di Milano ha sostenuto la necessità di un costante impegno delle organizzazioni professionali per l’aggiornamento e per la ricerca in un momento storico in cui il ruolo dell’architetto diviene sempre più determinante nella trasformazione degli spazi abitati che dovranno essere caratterizzati da altissimi livelli di autonomia energetica. Per la prima volta si è svolto quest’anno in Italia il Congresso Mondiale degli Architetti: uno dei principali obiettivi di questa XXIII edizione del Congresso, che ha per titolo “Comunicare l’architettura”, è di proporre, soprattutto al grande pubblico, un’immagine diversa dell’architettura e di dimostrare che essa è davvero di tutti e non solo dominio di pochi esperti. L’Ordine di Milano ha presentato in questa occasione i risultati del Premio Internazionale di Architettura Ugo Rivolta, che aveva per tema l’ edilizia sociale. Durante le giornate del Congresso, si è svolta la cerimonia di premiazione e ha avuto luogo, oltre a una mostra dei progetti, un convegno sul Social Housing e la presentazione del libro, pubblicato da Segesta e realizzato a cura dell’Ordine, che raccoglie tutti i progetti concorrenti accompagnati da interventi di autorevoli esperti. È proseguita anche quest’anno l’attività di consulenza attraverso gli sportelli su temi fiscali, legali, di procedure sulle pratiche edilizie, per la corretta compilazione delle parcelle e per
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Guillermo VÃ zquez Consuegra, Edificio per case popolari a Rota, Cadice (Spagna).
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la risoluzione di problemi previdenziali. Tra le attività istituzionali dell’Ordine l’aggiornamento del software dell’Albo ha reso possibile gestire la suddivisione degli iscritti per settore (Architetti, Paesaggisti, Pianificatori, Conservatori, nelle due sezioni A e B). Il software è stato definitivamente messo a punto per il nuovo sito ed è diventato uno strumento interattivo per gli iscritti all’Albo per una ricerca più agile e mirata degli iscritti e per la designazione presso Enti e Istituzioni. L’iscritto potrà, come si è detto, collegarsi al sito mediante il suo numero di matricola e una password, aggiornare i propri dati e rendere pubbliche le informazioni personali che desidera (per esempio il suo curriculum). Oltre a proseguire le attività iniziate negli anni scorsi per sensibilizzare, promuovere e informare sui concorsi abbiamo realizzato il secondo Cd sui concorsi di architettura e di idee che fotografa la situazione attuale dei concorsi svolti nella Provincia di Milano banditi a partire da settembre del 2003 e completati entro settembre del 2006. Il Cd, nel quale sono ricostruite le vicende e gli esiti di ogni concorso, è stato, come il precedente, inviato a tutte le Pubbliche Amministrazioni con lo scopo di promuovere la pratica dei concorsi. Di ogni concorso sono presentati tutti i progetti premiati, dal primo al terzo, e in alcuni casi al decimo, per un totale di 94 progetti. La commissione che si occupa dei bandi di gara ha avviato una collaborazione con la corrispondente struttura dell’Ordine degli Ingegneri al fine di produrre una proposta congiunta di semplificazione delle modalità di partecipazione alle gare, consistente soprattutto nell’unificazione della documentazione da presentare e dei criteri di valutazione. La proposta è attualmente in corso di elaborazione e verrà quindi portata alla discussione con le rappresentanze degli enti banditori. La commissione che cura i rapporti con il Comune di Milano ha continuato il lavoro iniziato lo scorso anno per la revisione del Regolamento Edilizio. L'amministrazione attuale ha infatti stabilito di rivedere integralmente il R.E. vigente, sia per recepire le modifiche proposte dall'Osservatorio Edilizio, per adeguarlo alle nuove esigenze abitative e alle nuove norme sopravvenute in tema di contenimento energetico. Le modifiche proposte nel gennaio 2007 dalla nostra commissione sono state discusse in una serie di incontri con i funzionari comunali e quasi interamente recepite nella seconda bozza di R.E. resa pubblica dal Comune nel mese di ottobre 2007. Le nuove osservazioni a questa seconda bozza sono state inviate nel mese di gennaio all'Assessore Masseroli che ha accolto la richiesta di istituire un tavolo di lavoro congiunto tra Ordine e funzionari comunali, sia per quanto riguarda il nuove R.E., sia per cercare di risolvere le molte questioni che rendono difficile il confronto tra i professionisti e i funzionari degli uffici tecnici preposti al ricevimento delle pratiche e all'esame dei progetti. Con la Consulta, organismo di rappresentanza degli Ordini Lombardi sono stati approfonditi argomenti specifici di interesse regionale. È stato realizzato il Seminario di studio su “L’affidamento
degli incarichi pubblici di progettazione” alla luce del Codice degli Appalti (D.Lgs 163/2006); è stato preparato un documento presentato in Regione per la redazione delle parcelle urbanistiche, e un documento di “linee guida” sulla sicurezza dei cantieri presentato al Convegno “Dieci anni di sicurezza. Il ruolo del coordinatore alla luce dei nuovi adempimenti normativi e alle modifiche del D.Lgs 494/96”, organizzato dalla Consulta e svoltosi nello scorso mese di novembre a Milano. Continua la collaborazione con l’Osservatorio Prevenzione incendi Lombardia per giungere alla messa in rete dei principali problemi concernenti la prevenzione degli incendi, mentre la partecipazione alle discussioni con Punto Energia ha permesso di mettere a punto la normativa inerente le Certificazioni energetiche Al fine di promuovere iniziative di concreto sostegno per l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro si è deciso di dar vita alla seconda edizione della rassegna biennale di architettura “Under 40”. La rassegna, dedicata all’approfondimento della realtà professionale giovanile lombarda, si colloca tra i programmi che promuovono i progetti realizzati da giovani iscritti meritevoli di essere divulgati perché costituiscono attendibili segni dell’evoluzione futura delle nostre città e un buon esempio della produzione di questa nuova generazione di architetti. Con il Consiglio Nazionale sono stati approfonditi i temi di interesse nazionale, e in particolare, oltre a presentare le proposte di legge sulla riforma delle professioni intellettuali, abbiamo partecipato attivamente alla stesura del nuovo codice deontologico e a quella dei protocolli prestazionali, strumenti importanti per coprire da un lato l'asimmetria informativa tra committenti e professionisti, dall'altro per poter disporre di un utile strumento per la corretta definizione dell'incarico e della relativa remunerazione. Abbiamo avviato una sistematica classificazione dei libri secondo codici bibliotecari unificati che consentiranno la messa in rete con altre biblioteche di tipo istituzionale. È stata poi siglata una convenzione con il Politecnico di Milano per una consulenza sull'impostazione della classificazione che, attraverso personale specializzato, consentirà una ricerca più efficiente rispetto a quella già oggi attuabile attraverso il sito. La biblioteca promuove l'acquisizione, mediante acquisto o donazioni, di testi che si riferiscono in particolare alla storia urbana milanese, alla sua architettura (guide, saggi, storie, cataloghi) e allo svolgimento della professione nella provincia di Milano (monografie, saggi, regesti di progetti, cataloghi) soprattutto negli anni che vanno dal 1900 a oggi. Il programma delle attività coordinate dalla Fondazione nel 2007 ha, come negli anni passati, coperto aree tematiche diverse: il progetto di architettura, i progetti per la città di Milano, la presentazione del lavoro di colleghi italiani e stranieri, la Riforma delle professioni, l’architettura del paesaggio e la conservazione. Sono state organizzate 21 serate tra le quali di particolare interesse quelle sull’architettura milanese dedicate al Portello e ai nuovi parcheggi, serate istituzionali come quella sulla Riforma delle professioni, incontri di carattere culturale come quelle di presentazione di novità editoria-
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Guillermo VÃ zquez Consuegra, Edificio per case popolari a Rota, Cadice (Spagna).
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li. Sono stati invitati architetti italiani e stranieri che hanno illustrato i loro progetti e la loro esperienza nel campo della progettazione e del design. Da ricordare inoltre una serata dedicata all'edilizia sociale in occasione della presentazione alla stampa del Premio Europeo di Architettura Ugo Rivolta e una sulla “clonazione” delle Nozze di Cana di Paolo Veronese “restituito” al refettorio di S. Giorgio Maggiore. Abbiamo inoltre organizzato, in collaborazione con aziende primarie, 9 giornate di aggiornamento tecnico sull’uso dei materiali e delle tecnologie legate alla costruzione. L'ormai consolidata pratica di organizzare con la Triennale itinerari di Architettura moderna milanese è continuata con un buon successo. Tutti gli itinerari organizzati dall'Ordine in questi anni sono in fase di pubblicazione sul sito dell'Ordine e progressivamente costituiranno una sorta di data-base dell'architettura milanese sul quale organizzare itinerari articolati e flessibili, così come spesso viene richiesto anche da colleghi stranieri in visita a Milano. Tale attività produrrà anche una Carta degli itinerari, in forma digitale e in forma cartacea, per promuovere una organica valorizzazione dell'architettura moderna di Milano e della sua provincia. Tra le attività dell’Ordine al servizio degli iscritti, ricordiamo, infine, le numerose convenzioni riguardanti condizioni speciali, oltre che per gli abbonamenti alle riviste e alle pubblicazioni di settore, per la stipulazione delle polizze assicurative, per prestazioni mediche, per accedere alle visure catastali, per software, strumenti e prodotti per la pratica professionale e culturale. Tali convenzioni sono pubblicate sul sito: www.ordinearchitetti.mi.it/index.php/page,Servizi.Convenzi oni.Home Daniela Volpi
Premio Europeo di Architettura Ugo Rivolta Martedì 1° luglio, presso lo spazio espositivo dell’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Milano al Congresso Mondiale di Torino ha avuto luogo la cerimonia di premiazione del Premio Europeo di Architettura Ugo Rivolta, promosso con l’obiettivo di diffondere la conoscenza dei migliori progetti di edilizia sociale realizzati in ambito europeo negli ultimi anni e contribuire a rinnovare l’interesse nei confronti della residenza di iniziativa pubblica, che ha avuto un ruolo significativo nella storia dell’architettura degli ultimi due secoli. La cerimonia, svoltasi in un clima allegro e frizzante, ha avuto come cornice la mostra di tutti i progetti ammessi alla seconda fase, che sono rimasti esposti durante tutta la durata del Congresso. Il premio, bandito nel giugno del 2007, ha seguito un lungo iter ed ha ottenuto una nutrita partecipazione: sono pervenuti da tutta Europa una cinquantina di progetti; con i progetti italiani (circa il 70%) sono arrivate iscrizioni da Austria, Spagna e Olanda e una minoranza da Portogallo, Francia,
Froetscher Lichtenwagner, Centrum.Odorf ad Innsbruck (Austria).
Svizzera e Bulgaria. La Giuria, presieduta dal prof. Carlo Melograni, ha assegnato il Premio al progetto dell’architetto spagnolo Guillermo Vàzquez Consuegra, per la realizzazione di un Edificio per case popolari a Rota, Cadice (Spagna). I motivi fondamentali di tale riconoscimento sono stati la qualità architettonica, la buona definizione spaziale - pur nella semplicità formale e costruttiva - e la buona risoluzione del rapporto tra spazio privato e pubblico. L’edificio di Case popolari, progettato in un’area di espansione al nord di Rota (Cadice), è risultato vincitore di un concorso nazionale bandito dalla Junta de Andalucia. Si tratta di un blocco composto da 90 appartamenti che occupa il lotto terminale di un insediamento di residenze a basso costo regolato da un piano particolareggiato che prevedeva una conformazione a patio per gli isolati che lo costituivano. La scelta concettuale è stata quella di scostarsi dalla tipologia classica del blocco chiuso caratteristica dell’edilizia popolare del diciannovesimo secolo, in cui il limite tra lo spazio interno privato e quello esterno pubblico è nettamente definito. Si è deciso, al contrario, di proporre un edificio con una connessione diretta tra i due spazi, pensando di trasformare quello interno, normalmente introspettivo e chiuso in se stesso, in uno spazio teso e dinamico. La conformazione irregolare della corte, trattata a giardino, disegnata da linee dall’inclinazione mutevole, genera continui cambi di direzione nelle facciate, producendo prospettive sempre differenti e giochi di luci e ombre. Si tratta di una costruzione a “U”. Sul lato corto opposto a quello aperto l’edificio risulta perforato al livello del piano terra, mettendosi in relazione visuale diretta con il boulevard, asse generatore dell’intera urbanizzazione. Si viene a formare in questo modo un passaggio coperto che costituisce l’ingresso principale al complesso, filtro tra la città e il giardino interno. Uno spazio di transizione tra il pubblico e il privato. All’interno dell’edificato il risultato è
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Guillermo VÃ zquez Consuegra, Edificio per case popolari a Rota, Cadice (Spagna).
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quello di uno spazio collettivo da vivere, che comunica e si relaziona direttamente con lo spazio esterno, che ne costituisce il naturale proseguimento. Il suolo di tale spazio è lasciato “naturale”, con uno strato di terra e con l’idea di riempirlo di alberi. Gli accessi alle unità abitative partono proprio in tale corte alberata. Si tratta di dieci nuclei di comunicazione verticale, dipinti di colori differenti su consulenza dell’artista Paco Pérez Valencia, che conferiscono al giardino un carattere più informale, accompagnando il gioco dei bambini che ogni giorno si appropriano di questo luogo. Gli appartamenti sono progettati per ottenere la massima flessibilità, al fine di poter intervenire sulla zona notte, dando luogo ad alloggi caratterizzati da un diverso numero di camere da letto, per rispettare il programma del concorso. Ad ogni tipologia di appartamento corrisponde di conseguenza una zona giorno di diversa superficie, resa possibile dalla forma irregolare apparentemente casuale della corte interna. L’intero edificio si materializza con cemento a vista, che lo rende un volume continuo in cui sono state scavate sui lati esterni, con cadenza regolare, le finestre delle camere da letto. L’uso esteso di elementi standardizzati diventa una strategia chiave, per portare valori di qualità a basso costo all’interno di una anonima periferia urbana. La Giuria ha ritenuto opportuno di segnalare tre progetti meritevoli di attenzione: • Centrum.Odorf Innsbruck (Austria) degli architetti Froetscher Lichtenwagner Questo progetto di trasformazione del Villaggio Olimpico di Innsbruck – vincitore del concorso indetto negli anni ’90 e premiato nel 2004 con la menzione d'onore della Otto Wagner Urban Planning Competition – coniuga le dimensioni degli edifici circostanti proponendo spazi esterni differenziati, comprendenti una piazza pubblica centrale. Le funzioni pubbliche sono state allocate nell'edificio basso, mentre gli appartamenti hanno trovato sede nella torre. Per arrivare a ottenere lo spazio di 500 mq richiesto dal mercato, mantenendo però la snellezza della massa dell'edificio, la torre è stata divisa in due corpi, collegati tramite ponti vetrati. Questo taglio delimita la piazza sottostante e permette alla luce del giorno di penetrare nel garage del quartiere, disposto al di sotto di questa piattaforma. La piazza pubblica diventa il nuovo centro del quartiere, una zona animata per la vita di tutti i giorni, da cui parte l'accesso a tutte le strutture pubbliche e a tutti gli appartamenti. • Case per anziani a Castenedolo (BS) degli architetti Botticini e Goffi L’intervento, realizzato con costi contenuti, accosta una sequenza di cinque piccoli alloggi che si articolano con una pianta che relaziona un soggiorno cucina con uno spazio che disimpegna bagno ed una camera, generando nella sequenza delle parti due piccole corti: la prima apre il soggiorno vetrato verso lo spazio esterno, configurando una continuità visiva e fisica tra interno ed esterno, mentre la seconda si configura come uno spazio accessorio accessibile dalla cucina. Ad identificare il fronte su strada una pensilina connette copertura e piano orizzontale staccandosi dal
P. Bianchetti, P. Greppi e B. Dassa, Alloggi e servizi per anziani a Collebeato (Bs).
suolo. L’uso del mattone trattato con malta colorata stilata a raso per le murature, e del larice siberiano per i blocchi dei depositi e per le pensiline riprendono i caratteri della locale architettura rurale, in un’interpretazione non imitativamente storicistica. • Alloggi e servizi per anziani a Collebeato (BS) degli architetti Bianchetti, Greppi e Dassa È partendo dall’idea del ventaglio di Alvar Aalto che si sviluppa il progetto di questa casa per anziani, che comprende una serie di alloggi, di servizi e di spazi comuni con un’attenzione particolare per i portatori di handicap. L’edificio concilia la semplice tipologia del mini alloggio (composto da due locali di forma ortogonale e da un bagno trapezoidale con disimpegno) con l’esposizione a sud-ovest di tutti gli spazi abitabili, compresi i bagni, e con la forma del lotto di forma triangolare. I materiali (mattone a vista, lastre in cemento bianco, intonaco e tavole in legno) riprendono i caratteri tradizionali degli edifici rurali locali e li applica a una tipologia moderna. Gli alloggi sono formati da due locali, un bagno e un disimpegno. L’esposizione, le ampie parti vetrate e il bagno con finestra, garantiscono le condizioni di salubrità e igiene degli alloggi. Il Premio giunge alla fine del suo percorso con la pubblicazione del volume Edilizia Sociale in Europa, edito da RCS Segesta. Il volume di 184 pagine presenta le 45 architetture realizzate che hanno partecipato al Premio in rappresentanza di sette paesi europei, analizzando in profondità le motivazioni e i risultati dei progetti ammessi alla seconda fase e dei quattro progetti finalisti. A integrazione delle schede illustrate, un ricco corredo di contributi specialistici offre una lettura il più possibile completa e aggiornata del tema edilizia sociale, mettendo a confronto evoluzioni e pratiche recenti nei campi del progetto, della legislazione, della ricerca sociologica e della sostenibilità energetica. Il volume è in distribuzione omaggio a tutti gli iscritti dell’Ordine milanese che ne faranno richiesta, presso la sede di via Solferino. Susanna Conte
Monza e Brianza
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a cura di Francesco Redaelli e Francesco Repishti
Tra le molte possibili interpretazioni e azioni suggerite dal titolo del Congresso UIA 2008 di Torino (“Trasmitting architecture”) alcune appartengono anche al campo di azione degli Ordini provinciali, al di là dei dovuti compiti istituzionali. Sappiamo, infatti, che l’attività dell’Ordine potrebbe fermarsi al solo aggiornamento dell’Albo e alla cosiddetta magistratura professionale, anche se l’impegno primario rimane oggi quello di fornire un servizio ai propri iscritti, soprattutto nel campo della formazione (come, ad esempio i corsi organizzati per certificatori energetici o i seminari su questo stesso tema o sulla sicurezza, e sulle novità delle normative a scala territoriale) e della professione (assistenza e consulenza legale, convegno Inarcassa, disciplinari di incarico, visite ai cantieri...). Esiste però anche un altro versante che vede impegnato l’Ordine, non diretto agli iscritti ma al vasto pubblico, inerente proprio ai temi del Congresso mondiale di Torino. Una delle azioni proposte dall’Ordine di Monza e Brianza è stata quella di sostenere un rinnovato interesse nei riguardi di una disciplina che, quanto meno nel nostro territorio, appare ancora appannaggio di una ristretta cerchia di professionisti. Molte delle iniziative promosse quest’anno (per esempio le conferenze a Monza e Cesano Maderno, il concorso fotografico, la proiezione di film su Louis Kahn, la preparazione della guida dell’architettura contemporanea, e l’open day in occasione del Congresso di Torino) sono state rivolte all’organizzazione di “eventi” attraverso i quali divulgare l’Architettura con un linguaggio che potesse raggiungere non solo gli “esperti” del settore, ma anche il più vasto pubblico, un pubblico “allargato”, perché l’Architettura, come le altre manifestazioni della cultura, potesse essere riconosciuta, divulgata e discussa da tutti. Dunque la volontà di rispondere alla rarità di occasioni di dibattito, alla scarsa conoscenza della figura dell’architetto e del ruolo dell’architettura nella contemporaneità e alla mancanza di coinvolgimento anche di un pubblico non preparato (studenti, operatori di settore, cittadini, amministratori) chiamandolo così a partecipare e confrontarsi sui temi dell’architettura e del paesaggio. Come si ricorda nel comunicato stampa del Congresso di Torino “l’architettura, ovviamente, comunica se stessa ma, a volte, è anche un media capace di comunicazioni autonome (...); da un lato infatti c’è l’architettura che comunica se stessa e la propria azione progettuale e sociale, dall’altro l’architettura vista come una sorta di potente e flessibile antenna in grado di captare le energie e i fenomeni emergenti espressi dalla società”. Ribaltando in parte il punto di vista dei buoni propositi di Torino, occorre ricordare che trovandosi l’archi-
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Comunicare la qualità dellʼarchitettura
tettura sul luogo di confine, sulla soglia tra la sfera pubblica e la sfera privata, è anche incalzata da tutta una serie di questioni che meritano una risposta. Prima tra tutte la questione della qualità (riferita al “prodotto architettonico”) che incide fortemente sulla qualità della vita dei suoi fruitori e, anzi, costituisce uno degli strumenti più importanti. Recentemente il tema della “qualità” è entrato ripetutamente nelle discussioni inerenti l’architettura: normative, risoluzioni, “Commissioni nazionale per la promozione della qualità architettonica, urbanistica e paesaggistico-ambientale degli interventi edilizi e privati” e disegni di legge per promuovere la “cultura” architettonica e urbanistica e la “qualità”. Su questo aspetto (e parallelamente sulla promozione dello strumento dei concorsi), in occasione del Congresso di Palermo,
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il Consiglio dell’Ordine di Monza e Brianza ha elaborato un documento fatto proprio dalla Consulta Regionale nel quale si sottolinea come la qualità architettonica sia la risultante di più componenti presenti nel progetto architettonico e non solo di quelle relative al “suo armonico inserimento nel paesaggio e nell’ambiente circostante” e come essa sia il risultato dell’azione di più attori. Troppo spesso, infatti, le questioni ambientali e paesaggistiche, sostenute dall’attuale cultura ecologista, sono state l’unica finalità espressa nel perseguire l’obiettivo della “qualità”; oltre all’importanza degli elementi del comfort abitativo e dell’utilizzo intelligente delle fonti di energia va sostenuto il fatto che la qualità dell’architettura e dell’abitare debba comprendere anche gli aspetti tipologici, di integrazione, di convivenza, di innovazione, e, soprattutto, quelli estetici. L’architetto non è mai il solo responsabile del prodotto finale, sovente risultato di pazienti compromessi (in primo luogo proprio con la committenza), ma non dimentichiamo che non tutti gli architetti possiedono una uguale sensibilità e non tutti i committenti possono essere annoverati tra quelli “illuminati”. Inoltre la qualità dipende in minima parte dai percorsi formativi e non può essere la risultante di “specifici programmi e percorsi di formazione” i cui contenuti finirebbero per essere un’elencazione di “buoni propositi” visto che la qualità non può dipendere da tabelle prestazionali. Solo quando l’idea o la necessità di “più qualità” diventerà una richiesta del mercato potrà essere innescato un processo, lungo alcuni anni, ma di sicuro risultato. E per ottenere questo occorre coinvolgere il più vasto pubblico affinché la qualità, intesa nel senso più ampio del termine, possa diventare patrimonio comune (una “cultura o una mentalità diffusa” potremmo definirla) e possa essere riconosciuto l’interesse pubblico e, in quanto tale, il diritto alla qualità. Si tratta senza dubbio di comunicare una realtà astratta e personale (parte idea astratta, parte materia, parte cultura) attraverso una serie di iniziative in grado di superare anche un’immagine poco qualificata dell’architetto e dell’architettura nella contemporaneità, coinvolgendo l’opinione pubblica. A fronte di tali premesse occorre dunque domandarsi quale possa essere il ruolo attivo e il contributo operativo degli Ordini provinciali per la promozione e la diffusione di una nuova cultura della qualità. Per superare gli ostacoli molto forti a questo processo, oltre alla promozione di iniziative “culturali”, una sollecitazione deve avvenire in primo luogo nei riguardi dei nostri colleghi (spesso nel doppio ruolo di tecnici comunali), nei confronti delle amministrazioni pubbliche e dei committenti privati. Se l’obiettivo comune è quello di creare una cultura diffusa relativa a questa pratica occorre in primo luogo convincere i molti assessori architetti e i moltissimi tecnici comunali architetti delle nostre amministrazioni che la più importante politica, pubblica e privata, per la qualità dell’architettura sia oggi in primo luogo quella dei concorsi, unico strumento in grado di garantire una reale concorrenza, fondata sulla qualità del prodotto, a vantaggio della committenza, ma anche dell’intera collettività che ha il diritto, riconosciuto, di esigere un ambiente urbano vivibile. Il
“concorso”, come metodo di scelta dei progetti da parte dell’ente banditore pubblico o privato, appare in tutta evidenza il metodo migliore per individuare la qualità di un intervento: confronti e giudizi critici consentono di valutare alternative e scegliere la migliore soluzione progettuale. Ancora di recente, nel confuso Manuale di buona pratica relativo alle opere pubbliche è stato ricordato come “nella recente storia europea il Concorso si è andato via via radicando sino ad arrivare ad essere non solo una procedura di legge, ma soprattutto una scelta culturale di civiltà” e uno degli strumenti in grado di favorire e garantire una migliore qualità architettonica. “Tuttavia questo strumento non è utilizzato sovente perché non appartiene ancora in modo compiuto alla nostra cultura amministrativa e perché non si è soliti applicare la relativa procedura, ritenuta, erroneamente, più complicata e costosa di quella tradizionalmente in uso di una selezione di professionisti, attraverso un bando di gara per l’affidamento di servizi di progettazione”. Infine, esistono, oppure vanno inventate, anche altre occasioni per solleticare una riflessione sulla qualità, anche dal riconoscimento pubblico, sappiamo difficile, di esempi chiamati ad essere testimoni di questo valore. Perché allora non adoperarsi anche, “gestendo le molteplici forme disponibili della comunicazione”, con azioni concrete per una sua “diffusione”: da targhe assegnate ad edifici riconosciuti tali (già in atto per altre qualità), ad incentivi tecnici, ad albi di qualità, a classi di merito per gli edifici, “pubblicizzando” questo aspetto. F. Repishti
Pavia a cura di Vittorio Prina
LʼOrdine e la Fondazione Frate Sole La Fondazione Frate Sole è stata costituita con lo scopo di svolgere un’azione di sensibilizzazione e di promozione nel campo della “chiesa costruita” affinché, come si legge nello Statuto, vengano attuate le qualità artistiche e mistiche tese a fare dello spazio sacro un luogo di esaltazione spirituale. Con questo intento la Fondazione Frate Sole ha iniziato nel 1996 a svolgere il suo ruolo attivo con la promozione del premio internazionale quadriennale da assegnare al progettista o all’artista che abbia realizzato la miglior opera sacra nell’ultimo decennio nell’ambito delle confessioni cristiane, con un intendimento di apertura ad un dialogo eminentemente ecumenico, non volendo privilegiare le sole opere realizzate in ambito cattolico, ma riconoscendo il contributo apportato dalle altre confessioni cristiane. Sin dalle prime edizioni l’Ordine degli Architetti PPC di Pavia
nale ed internazionale. Per il XXIII Congresso Mondiale degli Architetti, svoltosi a Torino dal 29 giugno al 3 luglio 2008, l’Ordine degli Architetti PPC di Pavia ha presentato nel proprio stand l’attività che insieme con la Fondazione Frate Sole si è svolta in questi anni con intensa collaborazione. Il giorno 4 ottobre, festività di S. Francesco d’Assisi, come voluto dal fondatore padre Costantino Ruggeri, ci sarà la proclamazione del vincitore e la consegna dei riconoscimenti della IV edizione del Premio Internazionale di Architettura Sacra, che avverrà a Pavia all’interno del Teatro Fraschini. Anche in questa occasione, tra le varie autorità che ci hanno confermato la loro presenza, saremo lieti di avere con noi il presidente Sirica. Seguirà nel pomeriggio la relazione del vincitore e un dibattito con i premiati aperto anche a coloro che parteciperanno all’evento presso l’aula magna dell’Università degli Studi di Pavia. Luigi Leoni, presidente Fondazione Frate Sole, e Andrea Vaccari
Rendering dello stand presente al XXIII Congresso Mondiale degli Architetti a Torino.
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ha svolto un ruolo importante per la divulgazione del bando di concorso e si è attivato per contribuire alla buona riuscita degli eventi e delle premiazioni che hanno visto la partecipazione di architetti convenuti dalle diverse parti del mondo. Il Presidente dell’Ordine di Pavia, arch. Marco Bosi, è più volte intervenuto quale membro della Giuria giudicatrice dei progetti pervenuti e ci ha onorato, insieme all’arch. Raffaele Sirica, Presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti PPC, della sua presenza nelle giornate delle premiazioni. Nel 2005, al’interno dell’Almo Collegio Borromeo di Pavia, in collaborazione con l'Ordine degli Architetti PPC di Pavia si è promosso un convegno sul tema La chiesa e la luce; hanno partecipato: mons. Giovanni Giudici, vescovo di Pavia; don Diego Tiraboschi, direttore ufficio beni culturali ecclesiastici della diocesi di Bergamo; don Siro Cobianchi, direttore ufficio beni culturali ecclesiastici della diocesi di Pavia; mons. prof. Pierangelo Sequeri, docente presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale e dell’Accademia di Brera; mons. prof. Enrico Mazza, docente presso la Facoltà di Lettere e Filosofia all’Università Cattolica di Milano; prof. arch. Remo Dorigati, docente di Architettura al Politecnico di Milano; arch. Luigi Leoni, membro del consiglio di amministrazione della Fondazione Frate Sole; padre Costantino Ruggeri, presidente della Fondazione Frate Sole; arch. Marco Bosi, presidente dell’Ordine Architetti PPC della Provincia di Pavia. Gli Atti di questo Convegno sono pubblicati in un volume edito dalle Edizioni Cardano e sono anche disponibili su internet. Il premio internazionale di Architettura Sacra, inizialmente ammontante a 300 milioni di lire è stato assegnato nelle tre precedenti edizioni: • nel 1996 all’architetto Tadao Ando per le numerose sue realizzazioni di chiese, in ambito protestante, in Giappone: la cappella sul Monte Rokko a Kobe, la chiesa sull’acqua a Tomamu nell’isola di Okkaido e la chiesa della Luce a Ibaraki (Osaka); • nel 2000 all’architetto Alvaro Siza per la chiesa di Santa Maria a Marco de Canavezes - Porto in Portogallo; • nel 2004 all’architetto Richard Meier per la chiesa di Dio Padre Misericordioso a Tor Tre Teste, Roma. Inoltre, per incrementare la sua azione, la Fondazione ha avvertito l’importanza di istituire un premio, con cadenza biennale, per la valorizzazione di contributi di giovani laureati architetti o ingegneri, che abbiano conseguito la laurea con tesi aventi per oggetto progetti di chiese di culto cristiano. Nel 2005 si è svolto il primo concorso europeo biennale, conclusosi con l’assegnazione di quattro premi ex aequo. Nel 2007 si è svolta la seconda edizione del concorso per tesi di laurea e di master, con l’assegnazione di tre premi. La finalità di questo concorso, che vede la partecipazione di giovani provenienti da varie università europee, è quella di sostenere, sin dal periodo formativo, l’interesse e la ricerca nel campo dell’architettura di culto, perseguita altresì con la partecipazione e la promozione di convegni a livello nazio-
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Sondrio a cura di Marco Ghilotti ed Emanuele Tagliabue
LʼOrdine a New York La prima immagine che si presenta ai nostri occhi, attraverso i finestrini del bus in trasferimento dall’aeroporto, è quella di Manhattan, la “montagna” di Manhattan. L’insieme svettante dei grattacieli, “cristalli artificiali” di diverse forme, altezze e dimensione, preannuncia un’esperienza seducente. La realtà delle percezione si rivela nella sua immediatezza, poderosa ed abbagliante, induce sentimenti che oscillano dalla soggezione all’ammirazione. Addentrarsi nella città è un continuo spostamento dello sguardo, la “foresta di cristallo ed acciaio” si mostra nella sua maestosità. Non vi è il riconoscimento diretto dell’architettura, ma la consapevolezza di una “massa urbana” che vive e si trasforma continuamente. New York esiste al di là dell’eccezione architettonica, esiste nelle sue regole, nelle sua struttura e nei suoi princîpi fondanti. La città verticale e la sua misura seducono. In modo inaspettato, la sensazione di inadeguatezza lascia il campo ad un senso di appartenenza condiviso. New York mostra le sue molteplici facce: Manhattan, orga-
Vista di New York.
nizzata fra avenue e street, che in un’ortogonale scansione geometrica disegna centinaia di identici block; i paesaggi “irregolari” del Village, di Soho, dell’East Side of Village e di Harlem, in cui sembrano coesistere identità differenti che si amalgamano e rivendicano la propria appartenenza alla metropoli. È dall’esperienza del paesaggio urbano, del suo pulsare a ritmi frenetici che nasce la consapevolezza di essere immersi in una meravigliosa città delirante. Un altro aspetto che contraddistingue New York è il movimento incessante. Camminare, perdersi alla ricerca di “situazioni” uniche, è un’attività di comprensione, di scoperta e di compiacimento. Contraltare di questa “vastità” costruita è Central Park. Miraggio, illusione, speranza di un lontano 1853, si manifesta nella sua naturalità artificiale. Un’immensa radura tra una foresta di grattacieli. Ed è qui che si vive un sostanziale distacco; la città diventa sfondo, orizzonte. Un allontanamento che permette di mettere ordine alle innumerevoli sensazioni e ai numerosi stimoli che la metropoli genera nei suoi visitatori. Se la città si manifesta come unicum, come densa trama, è in essa che alcune architetture si celebrano nella loro bellezza. Innanzitutto, il Seagram Building di Mies van der Rohe. L’arretramento del grattacielo, genera una piazza pavimentata in travertino rosa. Luogo di respiro, “basamento” vissuto, permette di enfatizzare la presenza dell’edificio con la sua struttura essenziale, immediata ed estremamente misurata nelle sue proporzioni e nei suoi dettagli. Il Guggenheim Museum, con la sua teca di impalcature e teli protettivi dovuti al restauro in atto, nasconde, al suo interno, una spirale che induce sentimenti profondi, una sorta di percorso psicanalitico. La fruizione di questo spazio fa percepire una “sacralità” acquisita nel tempo. Il New Moma di Sejima + Nishizawa si presenta nella sua elementarità di scatole sovrapposte. Incastrato nel tessuto urbano dell’East Village, con il suo rivestimento di maglia di acciaio, risplende come una sorta di ziggurat moderno. Il New York Times di Renzo Piano, elegante nel suo tono grigio, “scintillante” nella sua livrea di ceramica, è un edificio “schietto” e, nonostante le polemiche successive alla sua inaugurazione, dimostra come lo spirito europeo sappia cogliere meglio le peculiarità di un contesto febbricitante. Altri nomi spuntano in agenda: Jean Nouvel, Herzog e de Meuron, Christian de Portzamparc, OMA. Manhattan conferma la natura di città in continua trasformazione. E solo menti sognanti possono prevedere come sarà nei prossimi anni. Un solo appunto: Storefront for Art and Architecture di Steven Holl. Un piccolo fabbricato, in un quartiere improbabile che trasmette un segnale di mondi possibili attraverso mostre di architettura ed arte liberamente aperte al pubblico. Bye, bye, New York. Enrico Scaramellini
Gli approfondimenti sulla applicazione della L.R. n. 12/2005 e, in particolare, sulle problematiche di impostazione per la redazione del Piano di Governo del Territorio, sono stati l’oggetto di tre giornate di seminario tenute a Sondrio, e finalizzate all’aggiornamento professionale degli iscritti ed alla sensibilizzazione delle amministrazioni comunali. L’organizzazione ha visto l’impegno congiunto dell’Ordine provinciale degli Architetti PPC con l’Ordine provinciale degli Ingegneri, a fronte della presenza di un pubblico formato da iscritti, tecnici comunali e amministratori pubblici. La prima giornata è stata di taglio, per così dire “istituzionale”, per la presenza di funzionari regionali, i quali hanno trattato e spiegato alcuni tra gli argomenti innovativi contenuti nella legge, quali le modalità di pianificazione negoziata ed attuativa, i concetti di perequazione, compensazione e premialità, il sistema informativo integrato regionale. Con i funzionari regionali arch. Mario Covelli e dott. Dario Sciunnach, erano presenti anche i professionisti che esercitano in ambito locale, avv. Umberto Pillitteri e notaio Giulio Vitali; fungeva da moderatore il prof. Gianluigi Sartorio, del Dipartimento di Architettura e Pianificazione (DiAP) del Politecnico di Milano. In conclusione della giornata sono stati illustrati alcuni contenuti del PGT del comune di Uboldo, in provincia di Varese, da parte dell’arch. Roberto Pozzi. La seconda e la terza giornata di seminario hanno avuto un taglio decisamente di stimolo, oseremmo dire quasi liberatorio, nel senso che il prof. Pier Luigi Paolillo, ordinario di Urbanistica e Direttore del corso di perfezionamento in Sistemi informativi e Governo integrato del territorio al Politecnico di Milano, ha posto l’attenzione sulla metodologia di approccio analitica e decisionale, dissolvendo dubbi e perplessità, pur evidenziando la carenza attualmente in essere della diffusione e del coordinamento tra enti dei dati conoscitivi, cosa questa, che ostacola la costruzione dei processi; egli ha illustrato cioè come è possibile coniugare nell’attività di pianificazione l’aspetto creativo con le tecniche e le tecnologie, importanti per rendere oggettivante, esplicito e ripercorribile l’intero processo. Nel caso in cui operiamo, in provincia di Sondrio, ad esempio, sono stati approntati molti studi sia da parte di enti pubblici che da parte di società private, ma al professionista non sempre vengono resi disponibili, o peggio, spesse volte neppure l’ente interessato, quale può essere il Comune, ne conosce l’esistenza. A ciò aggiungiamo che a tre anni dall’entrata in vigore della L.R. n. 12/2005, la Provincia di Sondrio ha solo adottato, e non ha approvato, il suo Piano Territoriale di Coordinamento, il quale al momento, per ovvie ragioni, risulta sorpassato dall’evoluzione fisiologica della dinamica socio-economica del territorio, e ciò porta all’inevitabile assenza di coordinamento e di pianificazione delle scelte politiche a medio e lungo rag-
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gio, determinando un labirinto di frammentati piccoli interventi, spesso avulsi dal contesto, e con risultati spesso negativi non trascurabili di spreco. In mancanza quindi del PTCP, in provincia di Sondrio, è assente il coordinamento di dati disponibili, e molto è ancora da fare, considerato anche che molti comuni della provincia hanno scelto di non consorziarsi per costruire il proprio Piano di Governo del Territorio. Gli interventi che si sono succeduti nella seconda giornata di seminario hanno fornito un quadro esauriente dell’applicazione della legge regionale urbanistica per la costruzione del Piano di Governo del Territorio: l’avv. Antonino Brambilla, avvocato amministrativista e assessore all’Urbanistica presso il comune di Desio (Mi), ha affrontato il tema della costruzione normativa del piano, soffermandosi sugli aspetti di contenuto del piano delle regole e sugli aspetti di sussidarietà e responsabilità nel rapporto enti, amministratori e professionisti, e sull’attuazione del PGT mediante pianificazione attuativa. Il prof. Franco Guzzetti del Politecnico di Milano ha invece spiegato l’importanza e la riorganizzazione dell’informazione geografica contestualmente ai Sistemi informativi territoriali, illustrando quale esempio il caso di Cremona. Infine, il dott. Massimo Rossati, pianificatore, professore a contratto di Metodi di analisi territoriale e il dott. Alberto Benedetti, pianificatore, docente del corso di perfezionamento in Sistemi informativi, entrambi al Politecnico di Milano, hanno illustrato due casi di studio: Il Documento di piano e il Piano dei servizi del Comune di Giussano, e la Valutazione ambientale nel PGT di Giussano, e il Programma di intervento ambientale per l’ex cartiera di Villa Briosco. Nella terza giornata, svoltasi lo scorso 28 giugno, presieduta e coordinata dal professore Pier Luigi Paolillo, sono stati trattati la VAS e la redazione del Rapporto ambientale: strumenti indispensabili per una corretta costruzione del PGT, in questo momento del tutto sperimentale. Con il
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Due seminari: Il progetto di PGT e la Valutazione Ambientale Strategica
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suo intervento Paolillo ha evidenziato l’indispensabilità della ricognizione dei dati esistenti, alfanumerici e vettoriali per una banca dati in costante aggiornamento e utilizzo, spiegando magistralmente il senso della valutazione ambientale strategica partendo dall’obiettivo di una Cultura della comunicazione condivisa, ovvero l’adozione di un linguaggio comune formato da data base topografici a cui associare tutte le informazioni interessanti il territorio a varie scale. L’importanza di ciò è dunque fondamentale, se pensiamo che a tale questione di metodo sono associate tutte le funzioni, tra cui quella agricola e produttiva, nonché la qualità architettonica degli edifici, legata alle funzioni d’uso e alle ubicazioni. Per parlare in sintesi, e prendendo spunto dall’intervento del prof. Paolillo, “solo la conoscenza può generare la strategia”, ma questa conoscenza va coordinata con metodo scientifico, sottoposta a continuo aggiornamento e resa disponibile. L’applicazione di questo importante concetto è stata resa concreta dagli interventi dei relatori che si sono succeduti nella giornata: il dott. Massimo Rossati ha illustrato l’utilizzo del sistema informativo territoriale come strumento del Rapporto ambientale in funzione della Valutazione ambientale strategica, successivamente sono state illustrate alcune tesi di lauree specialistiche: il dott. Luca Rossi ha trattato sugli attuali limiti dell’informazione territoriale in Lombardia, attraverso la propria tesi di laurea specialistica in Pianificazione urbana e politiche territoriali. La dott.ssa Valeria Boeri e la dott.ssa Viola Maria Dosi hanno invece approfondito un’ipotesi di Valutazione ambientale strategica con l’esempio del Comune di Merone (Co), mentre il dott. Luca Foppiani ha trattato “Le tecniche analitiche di processo per il Rapporto ambientale, il caso di Giussano (Mi). La dott.ssa Paola Campi, il dott. Giorgio Graj e il dott. Luca Terlizzi hanno infine illustrato la propria tesi riguardante “Il Programma di intervento ambientale per la revisione del PTC del Parco regionale della Valle del Lambro”. Infine, il dott. Alberto Benedetti, ha affrontato il tema del Rapporto ambientale nella Valutazione ambientale strategica attraverso l’esperienza per l’ex cartiera di Briosco (Mi) un Programma d’intervento integrato nel Comune di Giussano (Mi). L’Ordine degli Architetti PPC di Sondrio, attraverso le proprie iniziative, si pone quindi al centro del merito attraverso la creazione di momenti di incontro dati ad esempio da seminari e giornate di studio che vertono da un lato sulla formazione e l’aggiornamento professionale dei propri iscritti, e dall’altro sulla campagna di informazione e di sensibilizzazione presso i comuni, affinché gli amministratori, delegati al gravoso, e non certo facile, compito di operare scelte per il bene comune, e propone dibattiti e confronti di crescita e formazione professionale mediante contributi professionali estesi su tutto il territorio regionale. Corrada Patrizia Sichera
Varese a cura di Enrico Berté e Claudio Castiglioni
Premio di architettura Insubrica Claudio Baracca 2008 Delle mille importanti iniziative intraprese dal Consiglio dell’Ordine degli Architetti PPC della provincia di Varese, in questo anno trascorso nel tradizionale solco dell’assicurare agli iscritti servizi sempre più aderenti alle esigenze del momento, una delle più attuali e significative attività proposte è certamente la partecipazione attiva agli eventi UIA Torino 2008. Il progetto, molto articolato, parte da lontano, dall’ormai consolidato Premio di Architettura Under 40, elevato a Premio di respiro internazionale coinvolgendo i territori omogenei della nostra Insubria. In questa edizione il Premio è stato intitolato all’indimenticato collega e amico Claudio Baracca che ha lasciato un grande vuoto fra coloro che in questi anni hanno frequentato le iniziative dell’Ordine di Varese. Il Premio di architettura Insubrica Claudio Baracca 2008 premia dunque il lavoro di giovani progettisti residenti nei territori insubrici che si sono distinti per la qualità della loro opera professionale. Il presidente Riccardo Papa e il Consiglio dell’Ordine di Varese hanno creduto moltissimo in questa iniziativa ritenendo la promozione dell’architettura in generale, e quella prodotta dai giovani migliori, in particolare, un dovere morale obbligatorio del mondo ordinistico. La mostra delle tavole premiate è stata allestita all’interno degli spazi dedicati dall’UIA agli enti istituzionali. Durante la premiazione è stato presentato il raffinatissimo catalogo edito da “Nicolini Varese”. La cerimonia di premiazione si è celebrata il 2 luglio, nello spazio allestito dall’Ordine di Varese nel padiglione 3 del Lingotto di Torino, alla presenza, oltre che dei molti congressisti intervenuti, della dott.sa
Vista dello stand dell’Ordine (foto Marco Introini).
Daniela Locatelli Baracca, della Giuria, dei Premiati, del presidente Papa con molti Consiglieri e di moltissimi iscritti dell’Ordine di Varese che non hanno fatto mancare il sostegno a questa importante iniziativa. Il lavoro della Giuria e della commissione organizzatrice del Premio ha registrato l’incondizionata ammirazione dei numerosi intervenuti che hanno condiviso la scelta dei lavori proposti ed apprezzato lo scintillante ed essenziale allestimento. L’evento UIA, che coinvolge il mondo dei progettisti a livello mondiale, ha suscitato l’entusiasmo e la partecipazione degli iscritti dell’Ordine di Varese, sempre attentissimi alle iniziative proposte. Il Consiglio ha ritenuto di facilitare la partecipazione dei propri iscritti organizzando un bus navetta che da Varese ha raggiunto Torino dando anche un piccolo specifico contributo per alleggerire la congestione veicolare privata che ha messo sotto assedio i quartieri interessati dagli eventi UIA. Le tavole della mostra e il catalogo saranno ora a disposizione di tutti gli enti coinvolti per proporre a livello locale quello che è stato proposto a livello internazionale. Hanno avuto la possibilità di competere al Premio gli Iscritti degli Ordini degli Architetti delle province di Como, Novara, Varese e Iscritti SIA sezione Ticino che alla data del 31.12.2007 non avessero superato i 40 anni di età. Il tema della rassegna è stato riservato alla residenza monobifamiliare realizzata. Tra i molti partecipanti la Giuria selezionatrice ha identificato nei cinque lavori premiati una qualità superiore. Riportiamo le motivazioni della Giuria: • Riccarda e Giacomo Guidotti (Svizzera): un’opera dotata di una coerente consequenzialità metodologica estesa dal ruolo ambientale, alla definizione del volume, alla fluidità dello spazio, alla ricerca linguistica. Di grande evidenza il processo di semplificazione nell’intero diagramma progettuale, il progetto manifesta una precisa metodologia e una rigorosa consequenzialità nella definizione dei volumi, nella concezione tipologico-spaziale e nelle scelte stilemiche. L’essenzializzazione minimalista configura l’identità e l’oggettualità dell’opera dell’edificio nel contesto ambientale e nel rapporto con lo spazio pubblico.
Emanuele Brazzelli Premio di Architettura Insubrica Claudio Baracca 2008 Coordinatore: Emanuele Brazzelli; Commissione giudicante Leopoldo Freyrie, Aurelio Galfetti, Laura Gianetti, Massimo Giuliani, Vittorio Introini; Progetto grafico del libro e della mostra: Marco Introini; Allestimento della mostra: Emanuele Brazzelli, Carla Moretti.
Il presidente Riccardo Papa con il coordinatore del premio Emanuele Brazzelli.
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Vista dello stand dell’Ordine (foto Marco Introini).
• Franck Nolesini: il progetto si qualifica per una ricerca seria e corretta dello spazio dell’abitazione singola. L’impegno del collega prende in considerazione il territorio ed in generale la sua morfologia. Il progetto si distingue per lo studio attento del rapporto interno-esterno, una delle qualità dell’abitare contemporaneo. • Martino Pedrozzi (Svizzera): riuso di un edificio con edificazione in successione di tempi, inserito in un contesto rurale cui il progetto dona una dignità di abitazione privata contemporanea. Di straordinario impatto emotivo sono le soluzioni grafiche impiegate per rappresentare il progetto proposto. • Emanuele Saurwein, Luca Mangione (Svizzera): attento rapporto con il paesaggio nel suo inserirsi in modo concreto su di un angolo valorizzando il contesto nel suo complesso. Un blocco materico fatto di trasparenze che inaspettatamente si apre all’esterno con sorprese di luce e sguardi. L’apertura completa dell’angolo crea un rapporto interno/esterno di grande emozione. • Pier Francesco Seclì: il progetto cerca di inserirsi nel tentativo di alterare il meno possibile le presistenze, cerca il rapporto con il villaggio costruendo un percorso visuale. Il confronto con il paesaggio naturale e con le presistenze storiche non è sempre vinto. La discesa nell’abitazione ha il sapore di un processo iniziatico inverso che apre invece a scorci inaspettati.
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Biennale Venezia: architettura oltre il costruire Lo scenario è il medesimo dal 1895 - anche se va occupando spazi sempre nuovi e rinnovando quelli consueti - e la protagonista è la stessa di due anni fa. Cambia il tema, ma cambia soprattutto la contemporaneità che quel tema va ispirando. Venezia. Architettura. Out there: Architecture beyond building, per ribadire che l’architettura può avere poco a che fare col risultato finale e non si identifica col costruire: è prima, è oltre, è qualcosa d’altro, è tutto il resto. Un “tutto il resto” non estraneo, nell’espressione, alla storia dell’architettura, ma che il direttore dell’XI Mostra Internazionale di Architettura coniuga facendo di avverbi temporali e di luogo generi e casi: “[L’architettura] è il modo di pensare e di parlare sugli edifici. (…) Più in generale, l’architettura è un modo di rappresentare, di dare forma e forse anche offrire alternative critiche all’ambiente umano. (…) Architettura è ciò che può farci sentire “a casa” nel mondo” (Aaron Betsky, già direttore del Netherlands Architecture Institute e, dallo scorso anno, del Cincinnati Art Museum). Su questo assunto si basano le scelte della 52ª Biennale (P. Baratta il presidente), che non vuole proporre edifici-oggetti, né monumenti che si impongano per mole o perfezione costruttiva, ma presentare un’architettura che non pretenda di risolvere i problemi della società, bensì ponga domande, articoli questioni, sveli preoccupazioni. Che siano dunque
manifesti d’intento e scenari utopici, effimere strutture o installazioni gigantesche, su carta o su video, che icone ed enigmi portino al ragionamento, purché si raccolga e si incoraggi la sperimentazione, con la concretezza che questa Biennale mette in mostra. Visioni ed esperimenti da non godere nel loro valore estetico, ma da osservare affinché si comprenda cosa è necessario costruire, cosa no, per affrontare nuove sfide per un mondo altro, magari migliore, dove lo spazio deceleri verso coerenza e senso di stabilità, che stasi non è. Dal 14 settembre al 23 novembre Venezia parlerà d’architettura e lo farà da Arsenale e Giardini nella sua lingua ufficiale, lasciando agli eventi collaterali articolazioni linguistiche che troveranno proprio respiro tra isole e calli. Hall of Fragments di David Rockwell con Casey Jones e Reed Kroloff aprono le Corderie dell’Arsenale: un’architettura “pri-ma” del costruire che si materializza in frammenti di film di fantascienza futuri mondi possibili - e film storici - antichi mondi perduti -, preludio per le Installations, installazioni di grandi dimensioni e site specific per un’architettura “oltre” il costruire, dichiarata negli intenti nei Manifestos. Tra i partecipanti: Diller Scofidio+Renfro, M. Fuksas, G. Lynn, An Te Liu. I temi dell’abitare, contaminati dalla libertà immaginativa, sconfinano nel Giardino delle Vergini, area di nuova acquisizione che sarà iniziata al ruolo espositivo ospitando l’installazione Towards Paradise della paesaggista americana K. Gustafson, “giardino paradisiaco” che si fa spazio fra la vegetazione ancora incolta del sito, e una odierna capanna del Kazakistan di T. Kuzembaev. Le Artiglierie saranno terreno per la verifica del tema sotteso all’intera Biennale applicato al tessuto metropolitano, proponendo alternative alla pianificazione contemporanea: immaginare nuovamente Roma, volto contemporaneo della Città che fu. “C’era Roma. (…) Prova visibile dei mutamenti e dei ricorsi della storia, uno dei luoghi al mondo dove l’uomo avrà vissuto più tumultuosamente” (M. Yourcenar, Memorie di Adriano, Einaudi,
Torino 2002). 12 visioni progettuali sull’Urbe per Uneternal City. Trent’anni da “Roma interrotta”: operazioni progettuali contagiose e dilaganti su brani di tessuto cittadino estranei alla Città Eterna - e per questo un-eternal -, lì dove le relazioni sociali e spaziali diventano promiscue e confuse. Stesso ambito espositivo per i primi 10 classificati e le 40 menzioni d’onore al concorso per studenti delle facoltà di architettura di tutto il mondo Everyville: Comu-nità oltre il Luogo, Senso Civico oltre l’Architettura. 782 le proposte progettuali pervenute da 48 Paesi: a partire da un testo del direttore A. Betsky, queste immaginano programmi che aiutino Ognicittà a crescere come una comunità coesa e partecipativa, in un ambiente sano. Mentre il Padiglione Italia ai Giardini presenta 55 Experimental Architecture, ricognizione dell’architettura sperimentale tenuta insieme dalle esposizioni monografiche di quanti hanno voluto tradurre il proprio sperimentalismo in stile e metodo (cinque Masters of the Experiment: Morphosis, Zaha Hadid, Coop Himmelb(l)au, Herzog & de Meuron e Frank Gehry, insignito peraltro del Leone d’Oro alla carriera) e una sessione interamente virtuale di Upload City - architettura sperimentale dalla o per la prossima generazione -, tra le 65 partecipazioni nazionali si legge l’annuncio L’ITALIA CERCA CASA. Alle Tese delle Vergini per il Padiglione italiano, promosso dal Ministero per i Beni e le attività culturali e dalla Fondazione Biennale
di Venezia, Francesco Garofalo sceglie un percorso che prende le mosse dalla denuncia della situazione attuale - eredità controversa della casa popolare italiana - per fare incontrare progetti di qualità con le richieste sull’abitare, non più domanda di soli alloggi. Due sale per un allestimento che si articola in tre tempi: l’attualità nella sala ellittica, il passato ereditato nella lunga sala rettangolare e progetti per il futuro più prossimo su arcipelaghi di tavole/piattaforme, approdo di preistorie insepolte alla sperimentazione di proposte abitative per riabitare la città, in quella che fu la sede dell’Invito a VEMA di Franco Purini nell’edizione 2006. Lo scenario è il medesimo e l’oggetto del dibattito lo stesso di anni fa. Cambia lo slogan, ma soprattutto cambia la contemporaneità che quello slogan va ispirando. Italia. Emergenza abitativa. “Una casa per ciascuno” e non più “una casa per tutti”. Federica Blasini
La Triennale di Milano, dal 28 giugno al 10 agosto, nell’ambito della Triennale Architettura, ha presentato il Premio per l’architettura contemporanea dell’Unione Europea - Premio Mies van der Rohe 2007, premio a cadenza biennale promosso dalla Fundació Mies van der Rohe di Barcellona e dall’Unione Europea. L'edizione 2007 è stata vinta dal progetto del MUSAC Museo de Arte Contemporáneo de Castilla a León (Spagna) di Luis M. Mansilla e Emilio Tuñón. All'interno del MUSAC, una serie di stanze concatenate, ma indipendenti, consente di ospitare
installazioni di dimensioni e caratteristiche differenti. Ciascuna delle stanze garantisce un continuum e allo stesso tempo una differenziazione dello spazio. All'esterno lo spazio ha una forma concava per ospitare attività e incontri. La veduta dell'edificio è caratterizzato da una vivace trama di vetri colorati. La giuria ha invece assegnato il secondo riconoscimento, la Menzione speciale per giovani architetti, al progetto della Facoltà di Matematica di Ljubljana (Slovenia) di Matija Bevk e Vasa J. Perovi?. Fabiana Pedalino
Lezione di design in metropolitana
A più di quarant’anni dall’inaugurazione della Metropolitana Milanese, il Ministero ai Beni culturali pone il vincolo monumentale sulle linee 1 e 2. I lavori per la costruzione della prima linea, la “rossa”, iniziarono nel 1957. Erano gli anni del rilancio economico, periodo in cui Milano fu capitale economica, morale e culturale dell’Italia del dopoguerra. Il primo novembre 1964 la linea rossa fu inaugurata, rappresentando la riuscita del più esteso intervento di progettazione urbana mai realizzato in Italia. Ma fu anche un accurato esempio di design, che per la prima volta entrò in uno spazio pubblico: nel 1962 Franco Albini e Franca Helg ricevettero l’incarico di progettare l’arredo delle stazioni, mentre la grafica fu affidata a Bob Noorda. I progettisti puntarono molto sull'innovazione dei materiali, sulla semplicità e
sulla massima funzionalità. L’importanza del progetto di segnaletica e di allestimento della MM fu subito riconosciuta e premiata con il Compasso d’Oro, entrando a far parte della storia del design. I numerosi rifacimenti di modernizzazione e i continui miglioramenti, a volte senza criterio, hanno “messo in allarme” Noorda e Antonio Piva - per anni collaboratore di Albini - i quali nel 2006 hanno presentato un’istanza che riconoscesse loro i diritti d’autore e l’importanza artistica delle linee 1 e 2, al fine di tutelarla. Ora, con la notifica del vincolo, tutti gli interventi di manutenzione dovranno essere concordati con la Soprintendenza di Milano ai Beni culturali e con i progettisti. Due le “stazioni museo” - Amendola Fiera e Caiazzo - e attenzione sollecitata all’ente gestore sulle due linee, affinché venga gestita la rivoluzione tecnologica per salvaguardare una struttura diventata identificativa per la città di Milano. F. P.
Itinerari milanesi Costruita come una vera e propria guida alla città (Petrus’ Milano, testi di Fulvio Irace e Pia Capelli, Electa, Milano, 2008, pp. 95, 35,00), alle sue architetture più rappresentative dagli anni ’30 agli anni ’60 del ’900, il libro si caratterizza quale strumento quasi dimostrativo di un’idea di città, un’idea di Milano, che attraversa chiaramente l’opera complessiva di Petrus, in particolare in questo fitto e unitario ciclo di quadri tutti datati 2007. Attraverso il serrato confronto tra edificio reale e sua raffigurazione, tra foto sempre dell’autore - e quadro, emerge un sistema allo stesso tempo di relazioni e divergenze, dovute al tipo di inquadratura, al processo di depurazione degli elementi accidentali, non solo inerenti la vita della città, ma anche dettagli dei singoli edifici. Se le foto, come se scattate da un turista per caso in visita a Milano, ritraggono l’edificio dal basso all’interno della città, i quadri lo ritagliano all’interno dei limiti della tela. Eccetto la Torre Littoria, l’unica architettura della serie rappresentata dritta, tutte le altre immagini accentuano, o verso destra o
sinistra, la loro condizione sghemba, quasi a volere accentuare lo sguardo di un osservatore, costretto a guardare gli edifici da improbabili punti di vista, privati del loro contesto, astratti dalla città, che solo in alcuni casi si ripresenta in forma di ombra riportata (Palazzo Toro, Angelicum). Edifici, che, sottoposti a un processo di astrazione pittorica, omettono, come figure iconiche costruite sulla composizione volumetrica, l’irrealistico contrappunto cromatico, la profondità muraria tracciata dalle ombre, qualsiasi elemento accessorio, temporaneo, caduco, per esprimere ancor più programmaticamente un’idea unitaria, che emerge dalle diverse architetture, al di là delle singole connotazioni stilistiche. Dalla Cà Brutta alla Casa della Fontana, dalla Torre Rasini alla Torre Velasca, il libro ripropone un itinerario selezionato della Milano del Novecento, fatto di opere esemplari, che oltre le loro differenze, sono in grado di rappresentare l’identità di una città attraverso il carattere delle sue architetture. Michele Caja
A Torino il primo Parco dʼArte Vivente Sarà Torino, la città italiana con più metri quadrati di verde per abitante, ad ospitare il primo Parco d’Arte Vivente in Europa, che sarà inaugurato il 1° novembre. Il PAV è una grande area verde aperta al pubblico, un museo interattivo che pone al centro la sperimentazione e la divulgazione dell’arte del vivente, sotto la direzione artistica di N. Bourriaud. Il progetto del PAV, che sostituisce il previsto giardino pubblico nell’ex area industriale di via Giordano Bruno, in zona Lingotto, è a cura dall’arch. G. Cosmacini, in collaborazione
con il bio-architetto A. Fassi. Per accedere allo spazio verde i visitatori dovranno passare da una “cellula ottagonale” realizzata secondo principi di architettura bioclimatica, all’interno del quale si snoderà “Bioma”, il percorso “esperienziale” ideato da Piero Gilardi. Nonostante i ritardi sui tempi previsti per l’apertura, nel 2006, è stata inaugurata la prima opera d’arte ambientale, “Trefle” di D. Gonzalez-Foerster, un grande “labirinto” naturale a forma di quadrifoglio. F. P.
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Premio Mies van der Rohe 2007
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“Casabella” compie ottanta anni
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“Cosa ho imparato dall'architettura” è il titolo delle iniziative organizzate per festeggiare l’ottantesimo compleanno della rivista “Casabella”. Un panorama di eventi che prevedono una conferenza di Zaha Hadid nel cantiere del Museo MAXXI a Roma e quella su Carlo Scarpa di Massimo Cacciari e Francesco Dal Co all'interno della Tomba Brion. In dicembre Tadao Ando, infine, parlerà a Milano sul tema “Cosa ho imparato dall'architettura”. “La casa bella” è la denominazione originaria della rivista fondata nel 1928. Rivolta alla borghesia in ascesa, essa si pone l’obiettivo di proporre soluzioni per un abitare decoroso e di educare al gusto. L’attuale titolazione risale al 1933 quando la direzione viene affidata a Giuseppe Pagano. Il pubblico di riferimento cambia e viene individuato nei primi laureati delle facoltà di Architettura. L’obiettivo è sempre educare e informare raccontando ciò che accade in Europa, e contribuire alla formazione di un nuovo ceto professionale. Spiega Francesco Dal Co, direttore dal 1995 dell’attuale “Casabella”: “Pagano è stato una figura centrale nei mondi della professione, della cultura e della politica pur non essendo forse un grande architetto”. Nel 1943 si interrompe la pubblicazione della rivista che riprende solo nel 1946 con la direzione di Ernesto N. Rogers. “Pagano aveva evitato di farne una rivista d'avanguardia e Rogers lo imitò - continua Dal Co.
Giochi olimpici e Ilias picta alla Biblioteca Ambrosiana In occasione dei prossimi giochi olimpici che si terranno a Pechino, è stata esposta nella Sala Federiciana della Biblioteca Ambrosiana a Milano la collezione dell’Ilias picta Ambrosiana, con miniature del secolo V d. C. Si tratta del prezioso codice ambrosiano F 205 inf., contenente 52 ritagli di pergamena su cui, da una parte, sono state sapientemente miniate varie scene che illustrano alcuni episodi del celebre poema di Omero, l’Iliade, e sull’altro verso sono stati copiati frammenti del componimento epico in scrittura minuscola antica. Le indagini paleografiche indicano che la provenienza del raro documento, in origine costituito da un unico rotolo di pergamena, debba ascriversi al raffinato mondo culturale di Alessandria d’Egitto, una delle città più cosmopolite dell’età antica. Il codice fu poi trasferito in Italia meridionale, dove, nel corso del XII secolo, i quadri miniati del poema epico furono ritagliati e utilizzati probabilmente in un manuale scolastico. Le miniature poi pervennero alla Biblioteca creata dal Cardinale Federico Borromeo, grazie alla rinascita degli studi umanistici e al gusto del collezioni-
smo rinascimentale. La mostra intende creare un ideale collegamento tra i moderni giochi olimpici, rinnovati nello spirito ideale dal barone Pierre de Coubertin nel 1896, e gli eroici giochi di età classica che si svolgevano nella città di Olimpia. Il riferimento più pregnante contenuto nell’Ilias picta è l’episodio dei ludi funerari solennemente indetti in onore di Patroclo, morto in combattimento, in occasione dei quali fu interrotta la guerra tra troiani ed achei. Tali reliquie del patrimonio artistico classico permettono di inquadrare anche storicamente il sentimento agonistico, in uno spirito di sportività e fratellanza universale, a cui i giochi antichi e moderni si sono sempre ispirati. Manuela Oglialoro
Rogers è stato in qualche modo l'interprete raffinato di un programma di modernizzazione architettonica e d’educazione della committenza, cercando in qualche modo di adeguare la cultura professionale alle sfide legate al boom economico. Rogers nutriva soprattutto una forte attenzione alle implicazioni sociali e alle valenze etiche dell'architettura” contribuendo a rendere Casabella ulteriormente autorevole sulla scena internazionale, facendone la protagonista di una delle migliori stagioni vissute dall'architettura italiana del 900”. A Rogers succede Alessandro Mendini che tenta di farne una rivista d’avanguardia senza grande successo. Tocca a Vittorio Gregotti – che succede nel 1982 a Tomàs Maldonado – riportare “Casabella” nella linea di Rogers, in quella di un impegno “quasi didascalico nei confronti della professione che lo porterà a indicare veri e propri modelli di comportamento”. “Oggi - conclude Dal Co - il mondo dell' architettura è certamente cambiato e non credo in peggio. Sono arrivato a ‘Casabella’ alla conclusione di un secolo ormai squassato, tuttavia ritengo che il ‘900 sia stato davvero glorioso per l'architettura. Per questo condivido quello che un vecchio saggio come Adolf Loos scriveva a suo tempo: ‘Se penso al passato e mi chiedo in quale epoca mi sarebbe piaciuto vivere mi dico: in quella attuale’. Martina Landsberger
A cosa serve lʼarchitettura? “A cosa serve l’architettura?” Questo il titolo del confronto svoltosi venerdì 27 giugno scorso presso la sede dell’Accademia Nazionale di San Luca a Roma, a cura di Paolo Zermani, cui hanno preso parte gli Accademici architetti chiamati a discutere sul senso e sul ruolo dell’architettura oggi. L’iniziativa ha preso le mosse dalla constatazione che il paesaggio occidentale sta trasformandosi radicalmente - particolare attenzione va posta, in questo senso, alla realtà italiana - come pure sono mutate le prestazioni richieste dal progetto di architettura
nella società contemporanea. Come l’architettura, dal punto di vista “metodologico, tipologico e linguistico”, deve rispondere a queste modificazioni? Qual’è la responsabilità dell’architettura in quanto interprete di queste trasformazioni? A questi interrogativi sono stati chiamati a rispondere oltre agli accademici architetti, anche i presidi e i coordinatori dei dottorati di ricerca in Composizione Architettonica delle diverse facoltà di architettura italiane. M. L.
a cura di Manuela Oglialoro
L’idea di realizzare linee ferroviarie per treni ad alta velocità nasce in Europa alla fine degli anni Sessanta. Il progetto prevede di rivoluzionare il trasporto ferroviario con convogli passeggeri che possano spostarsi a velocità particolarmente elevate su linee ferroviarie specificamente attrezzate. Tra gli intenti principali vi è il riequilibrio generale del sistema dei trasporti che vede oggi la netta prevalenza del traffico su ruota, rispetto a quello su rotaia. Inoltre c’è il tentativo di rendere competitivi, almeno sulle tratte di media distanza (circa 650 km), il treno ad alta velocità con l’aereo. in Italia, dopo gli esordi degli anni ‘70 (con la costruzione della Direttissima Firenze-Roma), il progetto ha avuto un nuovo impulso con la Legge Obiettivo n. 443/2001, (nota come Legge Lunardi). Gli interventi previsti in Italia seguono due direttrici: una meridiana, che si sviluppa verso sud (collegando Milano - Bologna - Firenze - Roma - Napoli) e l’altra trasversale (sulla linea Torino-Milano-Verona-Trieste), inserita nell’asse del “Corridoio 5”, pensato per collegare l’Europa occidentale con l’Est europeo (Lisbona-Kiev). La realizzazione di questo ambizioso piano per l’evoluzione del trasporto ferroviario comporta notevoli effetti a livello ambientale e socioculturale. In primo luogo l’attraversamento di territori dal delicato equilibrio naturale e paesaggistico, come quelli delle vallate alpine, provoca problemi di impatto ambientale e di conseguenza conflitti con le comunità locali i cui territori sono varcati dal Tav. Questo è ampiamente dimostrato nel caso della Val di Susa, in cui a partire dal 2005, si sono registrati duri confronti, con incidenti e scontri, a livello governo/enti locali, relativamente al passaggio della linea Torino-Lione. Negli ultimi mesi, si è trovata un’intesa, in sede di Osservatorio Tecnico, circa la contestata costruzione di un lungo tunnel: “I sindaci della Val di Susa non dicono più ‘no’ al megatunnel della Torino-Lione. Quello che dovrebbe collegare Francia e Italia correndo sotto il Moncenisio per 57 chilometri. Se servirà, ma solo se servirà, si farà. Anche se, secondo
le previsioni di crescita del traffico merci, questo non accadrà sicuramente prima di vent' anni” (A. Mangiarotti, Tav, cade il veto dei sindaci: sì al tunnel se servirà, “Corriere della Sera”, 18.6.08). Il disegno dei tracciati per il passaggio delle linee ferroviarie speciali, spesso decisi “a tavolino” e senza un preciso riferimento alla realtà territoriale specifica, è stato oggetto di aspre contestazioni da parte delle comunità locali. Il primo passo verso l’accordo non assolve la progettazione dalla risoluzione di tutte le obiezioni sollevate sui percorsi, come avverte Paolo Griseri sulle pagine di “la Repubblica”: “il documento in sei cartelle recita che ‘la fase della progettazione preliminare della TorinoLione deve esser realizzata contestualmente per tutta la tratta’, una formula tecnica per dire che i sindaci accettano la costruzione della nuova linea e anche la galleria di 57 chilometri che dovrà unire le località di Susa e St. Jean de Maurienne, in Francia. Un passaggio decisivo che, però, ancora non chiude il confronto sulla TorinoLione né, come ha detto, il presidente dell'Osservatorio, Mario Virano, ‘risolve tutti i problemi’ (P. Griseri, Tav, accordo sulla TorinoLione, E arriva subito il ‘sì’ dei sindaci”, (“la Repubblica”, 29.6.08). I comitati No-Tav sono prudenti e assicurano che non si arrenderanno facilmente, soprattutto sulla questione della necessità di misurare l’impatto ambientale, così come sancito dalle normative europee, valutazione che sembra ancora mancare: “In sostanza - dice il presidente della comunità montana della Bassa Valle di Susa - c’è accordo sul fatto che non si devono fare forzature, accelerazioni, che debba essere coinvolto il territorio, che devono viaggiare insieme progettazione e politica dei trasporti. Il termine accordo ha fatto scattare tutto in avanti come se fosse tutto ormai deciso, mentre è tutto ancora da decidere (…)’’. Sulla stessa lunghezza d'onda l'eurodeputato di Rifondazione comunista Vittorio Agnoletto: “La partita è ancora tutta da giocare. I sindaci sono caduti nella trappola dell'Osservatorio e hanno trovato un accordo senza consultare i propri cittadini ”.
“Ora, comunque - prosegue Agnoletto - per rispettare i tempi stabiliti dall'UE, i lavori del tunnel dovrebbero partire entro gennaio del 2010, tra meno di due anni. E al momento non esiste ancora la valutazione di impatto ambientale, richiesta dal-l'Europa. Sarà molto difficile per il governo riuscire a rispettare tale termine e superare l'opposizione del movimento NoTav” (Torino-Lione, applausi per l'intesa ma i No-Tav restano sulle barricate, “la Repubblica” Cronaca, 30.6.08). Gli ecologisti invece si dichiarano abbastanza soddisfatti dei risultati ottenuti: “Questo accordo oltre ad essere un buon passo avanti sottolinea Edoardo Zanchini, responsabile infrastrutture di Legambiente - ha premiato l'unità dei sindaci e del territorio, lasciando a bocca asciutta il partito degli appalti. Ora è indispensabile procedere per migliorare il trasporto ferroviario con la Francia e in Val Susa”. “Grazie alla contestazione al progetto Tav e alla scelta politica di non imporlo ai cittadini con la forza - aggiunge - ora c'è la possibilità di realizzare qualcosa di veramente utile, condiviso con il territorio, le cui priorità non sono state stabilite da chi pensa solo agli appalti. Tra queste l'assoluta necessità di spostare le merci dall'autostrada del Frejus alla ferrovia e il progetto sulla Torino-Lione per migliorare l'offerta ferroviaria e nello stesso tempo adempiere alle richieste dell'Ue”. (Torino-Lione, applausi per l'intesa ma i No-Tav restano sulle barricate, “la Repubblica” Cronaca, 30.6.08). Il primo passo verso la costituzione della parte italiana del “Corridoio 5” è stato avviato, la progettazione del tracciato dovrà tener conto delle osservazioni raccolte in questi anni e soprattutto ricalcare tracciati già esistenti senza aprirne degli altri, come spiega Mario Virano, responsabile dell'Osservatorio sulla Torino-Lione,
intervistato da Augusto Grandi: “La nuova linea – spiega – non determinerà un nuovo corridoio infrastrutturale”. Il nodo era questo, ed è stato risolto. Perché, a differenza di quanto dichiaravano alcuni sostenitori della Tav privi di ogni conoscenza del territorio, in Val Susa non c'era un problema Nimby, di rifiuto di ogni iniziativa sul proprio territorio. Perché la Valle, piuttosto stretta, è già attraversata da un'autostrada, due strade statali e una linea ferroviaria. E l'idea scaturita al termine di oltre 50 ore di conclave e di riunioni a porta chiuse tra sindaci, tecnici e rappresentati delle ferrovie, tiene appunto conto di questo: “La nuova linea – prosegue Virano – ricalcherà le aree, i siti, i territori già occupati a fini trasportistici’. In altri termini non si rovineranno territori vergini ma la linea seguirà il percorso dell'autostrada e della ferrovia esistente”. (A. Grandi, Un metrò per dire sì alla Tav, “Il Sole 24 Ore”, 1.7.08). In secondo luogo si dovrà procedere con l’altra fase implicita nel programma di trasformazione del sistema ferroviario, cioè quella che prevede, attraverso la creazione di nuove linee per l’alta velocità, il contemporaneo alleggerimento della struttura delle linee storiche che potranno servire per incrementare il trasporto su ferro delle merci: “Ma i prossimi mesi, secondo i sindaci, serviranno anche a valutare l'effettiva necessità di un nuovo tunnel sulla base del trasporto merci. Perché si dovrà cominciare a trasferire il traffico dalla gomma alla rotaia che, sino ad ora, è stata ampiamente sotto utilizzata. Proprio sulla linea storica si stanno concludendo i lavori di ammodernamento e si potranno valutare gli effetti dopo la riduzione del traffico merci registrata negli ultimi anni”. (A. Grandi, Un metrò per dire sì alla Tav, “Il Sole 24 Ore”, 1.7.08). M. O.
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Fasi decisive per la costruzione del “Corridoio 5” in Italia
a cura di Antonio Borghi
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Intervista a Roberto e Gianmaria Beretta L’intervista a Roberto e Gianmaria Beretta è preceduta da una visita allo studio nella zona dei Navigli. Nei quattro piani dell’edificio lavorano circa quaranta collaboratori e ogni piano è dedicato ad una diversa attività: prog ettazio ne edilizia e interio r design ai piani superiori, ricevimento, segreteria e amministrazione al piano terreno e al mezzanino, sale riunioni, archivio e parcheggi nell’interrato. Si accede allo studio dalla corte interna e l'intero edificio è stato ristrutturato insieme a Mario Bellini e ad altri colleghi che occupano delle porzioni adiacenti. Tra le peculiarità del vostro studio c’è quella di essere fondato e diretto da due fratelli. Come nasce il vostro sodalizio? GB: Lo studio associato nasce in un secondo tempo. Inizialmente dopo la laurea ognuno ha iniziato la professione per conto proprio, lavorando in ambiti diversi. Io facevo progettazione edilizia, mentre Roberto si è dedicato al
design ed è stato art director di aziende come B&B, Stilnovo e Arte-mide. Uno dei nostri punti di forza è di essere competenti sia nell’edilizia che nel design, mentre generalmente gli architetti sono specializzati nell’uno o nell’altro campo. RB: Eravamo e siamo ancora oggi molto diversi sia come competenze che come approccio progettuale. Siamo sempre stati complementari e dopo circa venti anni in cui abbiamo lavorato separati, abbiamo deciso di unire i nostri studi. Del resto anche prima di creare lo studio associato avevamo collaborato su molti progetti. Un’altra ca ra t t er i s t i ca de l
vostro studio è la stabilità nel corso degli anni. Nonostante le oscillazioni del mercato e la tend e n zi a l e m o b i l i t à d e i c l i e n t i , avete sempre ma ntenuto un notevole volume di incarichi ed un invidiabile portfolio clienti, alcuni dei quali si rivolgono a voi da decenni. GB: In effetti è così e credo che siamo gli unici ad avere un committente nel mondo della moda, Ermenegildo Zegna, con il quale l’anno prossimo festeggeremo quarant’anni di lavoro insieme. RB: Bisogna dire che, a differenza di molti, noi siamo privi di qualsiasi snobismo culturale. Accettiamo incarichi anche modesti e lavor i a m o s e m p re
con serietà e con passione, cercando di interpretare correttamente le necessità del cliente. GB: Dal punto di vista etico siamo molto poco flessibili. Chi ci conosce sa che rispettiamo le regole alla lettera e senza forzature. Per questo con le autorità comunali difficilmente incontriamo difficoltà, non certo perché abbiamo qualche conoscenza o appoggio politico. Per noi l’aspetto etico è fondamentale, anche di fronte a temi difficili da sviluppare perché compromessi da precedenti logiche oggi non condivisibili, riusciamo in genere a trovare soluzioni ad hoc proponendo professionisti (quali paesaggisti, viabilisti, ecc.) che siano in grado di garantire la riqualificazione delle aree prima ancora del loro sviluppo. Questo approccio, che definirei «educativo», deve essere supportato dalla prospettiva di risultati convincenti che ci permettano di guadagnare la fiducia dei clienti, degli uffici comunali, delle imprese e dei colleghi che lavorano con noi. RB: Siamo convincenti perché lavoriamo tanto, perché non guardiamo l’orologio e vogliamo sempre arrivare al
Questa vostra attitudine al fare, orientata ai bisogni del cliente e lontana da pregiudizi ideologico-culturali, vi pone in continuità con la cultura dei professionisti milanesi che hanno plasmato il volto di questa città, senza far molto parlare di sé. RB: Certamente. Rispetto a quello che facciamo di noi si parla relativamente poco. Eppure l’edificio residenziale in via Circo angolo via del Torchio è un progetto sicuramente interessante. Progetti come Orti Antichi su viale Beatrice d’Este, la nuova sede del gruppo Allianz in piazzale Lodi e quella di L’Oréal in via Primaticcio meriterebbero forse qualche attenzione in più. GB: In effetti, anch'io non capisco perché lavoriamo così tanto pur essendo così “sconosciuti”... RB: Ma non è vero che siamo sconosciuti. Siamo conosciuti, ma solo dagli addetti ai lavori. Il fatto che non andiamo sulle riviste dipende anche da noi, che non facciamo pubbliche relazioni e non ce ne occupiamo mai. Questa è una dote che manca a tutti e due. GB: In effetti potremmo fare un po’ di pubblicità in più, andare alle Fiere di settore o manifestazioni del genere per promuovere il nostro studio. Invece, proprio in questo siamo snob: non ci piace andare a vendere il nostro lavoro. Spesso gli architetti riescono a c omu nicar e il lo ro pro do tto facendo leva su un particolare
tipo di immagine architettonica. Voi siete difficili da identificare in questo modo. GB: Per noi è molto più importante realizzare un edificio che rispecchi l’immagine del cliente rispetto alla nostra. Naturalmente vogliamo definire l’edificio e la sua architettura in tutti i suoi aspetti, ma il cliente che viene da noi non viene a comprare l’immagine tipica del nostro studio. Il nostro cliente sa che noi andremo alla ricerca della sua nuova immagine, perchè a noi piace lavorare così. RB: Nella progettazione teniamo conto di vari fattori: prima di tutto viene il cliente, poi spesso c’è una architettura preesistente con la quale vogliamo confrontarci e infine c’è un discorso di budget. L’architettura può e deve essere espressiva e funzionale con un costo ragionevole. Anche questo fa parte della nostra etica progettuale: per noi l’architettura è un servizio. A Milano negli ultimi anni diversi progetti molto in vista sono stati incaricati ad architetti stranieri come se in Italia non ci fossero studi con abbastanza esperienza e solidità professionale. Voi che avete le carte in regola per competere sul mercato internazionale, come giudicate questo fenomeno? GB: La mia opinione è che, per quanto riguarda la ristrutturazione e la trasformazione dell’esistente in Italia, abbiamo una grande professionalità e spesso siamo meglio degli stranieri. Quando si tratta di grattacieli, invece, difficilmente possiamo competere alla pari, semplicemente perché in Italia di progetti di questo tipo se ne sono fatti pochissimi negli ultimi decenni, mentre in altri paesi è normale. È naturale che un investitore che vuol fare un grattacielo incarichi un progettista che ne ha già fatti, che ne conosce le tecnologie e i processi costruttivi. In generale non possiamo che essere a favore della libera competizione, anche perché quasi tutti i negozi che abbiamo realizzato per Zegna sono all’estero. Il gruppo Ermenegildo Zegna è il cliente con cui avete lavorato più a lungo. Come si è evoluto
questo rapporto di lavoro nel corso dei decenni? GB: Zegna è stato per molti anni un cliente molto importante e ancora oggi siamo suoi progettisti e consulenti globali. Per quanto riguarda i negozi, (ne abbiamo realizzati 650) per questioni anagrafiche il nostro rapporto ritengo andrà a ridursi negli anni ed è probabile che noi resteremo a livello di consulenza generale e per la progettazione di altre costruzioni in cui investe il Gruppo, ma questo si vedrà. RB: Il rapporto in tutti questi anni è stato un rapporto di crescita comune: ad esempio, per quanto riguarda i negozi siamo partiti nel 1966 e da allora abbiamo fatto cinque generazioni di concept diversi. Certamente in tutti questi anni i cambiamenti sono stati continui: al binomio proprietà-architetto si sono aggiunti tutta una serie di consulenti quali i project manager, gli esperti di immagine, gli esperti di prodotto, i visual merchandiser, gli specialisti per le luci, ecc., che hanno evidentemente modificato profondamente il modo di lavorare. La complessità di questo processo e le mutate esigenze di mercato hanno portato ad una lievitazione dei costi di investimento che, ritornando alla nostra “milanesità” non riusciamo più a condividere. Parliamo di uno dei vostri progetti più recenti, il complesso di Orti Antichi. Non deve essere stato facile intervenire in un isolato storico trasformandolo così radicalmente, sia nella distribuzione interna che nell’immagine. GB: Tra le difficoltà che abbiamo incontrato alcune sono state, ad esempio a seguito della demolizione del garage su via Beatrice d’Este, l’obbligo da parte della commissione edilizia a realizzare una nuova facciata in stile estremamente banale, dove invece avevamo previsto una bella facciata contemporanea che introduceva alle trasformazioni architettoniche realizzate all’interno del cortile. Per questa facciata siamo stati anche criticati sul “Corriere della Sera” da un caro collega. Ma nonostante tutte le difficoltà siamo molto soddisfatti del
risultato. RB: Una bella sfida è stata anche realizzare le facciate interne in legno e profilati metallici, sviluppando l’ingegnerizzazione della struttura nel nostro studio insieme ai carpentieri. Questo ci ha permesso di controllare il dettaglio e di contenere i costi allo stesso tempo. Quali sono i progetti più stimolanti per i prossimi anni? GB: Molti sono in via di definizione e non è ancora il momento di parlarne. Tra le cose che ci coinvolgono di più in questo periodo c’è sicuramente il porto turistico di Pinetamare, che sarà uno dei più grandi del Mediterraneo sia come numero di posti barca sia come servizi a terra. A Milano, tra le altre cose, ci stiamo dedicando alla costruzione di due fabbricati residenziali uno in viale Caldara e uno in via Conconi che riteniamo, una volta ultimati, saranno dei veri esempi di costruzioni realizzate in base ai nuovi criteri di progettazione edilizia finalizzati all’efficienza energetica. È un periodo molto bello per noi in quanto stiamo raccogliendo in termini di incarichi e stima professionale la lunga semina degli anni trascorsi.
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miglior risultato possibile, anche se questo significa farsi carico di problemi non nostri, oppure di guadagnare meno del dovuto. Anche l’aspetto umano è molto importante per noi, per cui cerchiamo sempre di mantenere una buo-na atmosfera di collaborazione, dal committente all'ultima delle imprese. GB: La nostra continuità dipende anche dal fatto di avere clienti distribuiti in vari settori. Nel momento in cui non vanno i negozi, va forte la residenza; quando si ferma la residenza ripartono gli uffici, e poi le strutture ricettive e così via. L’importante è non dipendere da un unico cliente, altrimenti si rischia di avere un padrone.
a cura di Roberto Gamba
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Riqualificazione di piazze a Somaglia (Lodi) marzo – luglio 2007 Il Comune di Somaglia ha bandito un concorso di idee per la riqualificazione del nucleo storico cittadino, dove non esiste una vera e propria piazza. La necessità (per il sistema piazza del Popolo - via Matteotti - via IV Novembre - piazza 28 aprile Castello - Corte Bassa - Parco Vasca) era ottenere un’idea progettuale, funzionale, viabilistica di massima, che mettesse in relazione questi spazi, definendone gli elementi costruttivi, il sistema di mobilità e la loro valorizzazione. Andavano tenute in conto: la costruzione del nuovo Piano di Governo del Territorio in elabora-
zione; la presenza contestuale di elementi storici; il Castello con la corte bassa; le mura spagnole; la Chiesa parrocchiale; il Parco Vasca, che potevano fornire input per lo studio. I premi sono stati di euro 4.000; euro 2.000 e, dal 3° al 4° classificato, euro 1.000. La giuria era composta da Pier Giuseppe Medaglia (Presidente), Luigi Lucchini, Damiano Dosio, Bianca Maria Vaghi, Marco Banderali. Oltre ai progetti qui presentati si sono classificati come quarti, exaequo: Marzia Sirtoli, con Giorgio Burragato, Alessandro Fusetti; Maria Luisa Ferrari.
1° classificato Cesare Ventura (Milano), Matteo Aimini Per riportare a sistema tutti gli episodi, mantenendo però riconoscibili le loro specificità, è stata rifiutata l’idea di un suolo unitario e, al contrario, si è fatto in modo che i diversi trattamenti di suolo generassero reciproche tensioni tra le parti. Superfici in cemento bianco e inserti rettangolari per la pavimentazione. I flussi pedonali sono costretti su marciapiedi che si dilatano e
si restringono, a comprimere ed accelerare i flussi, per poi rallentali e liberali laddove esiste l’opportunità della quiete. Tra via Matteotti e via Manzoni scende la “colata” di cemento bianco, in un piano inclinato che ospita le nuove gradinate ed è anche percorso di discesa al parco. Il Parco Vasca si porta ad abitare il livello del sagrato mediante la rampa e la terrazza. Il Parco, non più un episodio separato, è parte di un sistema ambientale più esteso che erge il Castello a gran protagonista.
C’è l’idea di trasformare lo spazio a disposizione in una fioritura di stelle. Nodo centrale è il nuovo sagrato della chiesa parrocchiale, su cui è stato ricavato un mosaico a rappresentare il sole, come centro pulsante della nuova piazza del Popolo. Da questo sole, attorno al quale ruotano pianeti e orbite definite con sedute circolari e alberi, si diparte un raggio molto intenso
che va ad inserirsi nel Parco Vasca e lo attraversa per tutta la sua lunghezza tracciando una camminata sinusoidale di larghezza variabile. Sarà quindi possibile realizzare un viale alberato attrezzato con sedute, illuminazione pubblica e alberi interni alla stessa passeggiata a definire uno spazio utilizzabile per tutta la sua larghezza. Questo viale sarà il nuovo perno del Parco Vasca, ridefinendo lo spazio sulla direttrice di collegamento tra chiesa e castello e mettendo in comunicazione i due ambiti.
2° classificato ex aequo Aurelia Barone (Milano), Paolo Vaja Il progetto crea un legame tra le emergenze storiche castello, chiesa e parco, attraverso segni. Il primo di questi è il ridisegno delle aree pedonali e carrabili fatto attraverso cambi di materiali e il misurato uso del verde; il secondo è la nuova forma di piazza del Popolo, che è stata ampliata, eliminando i parcheggi, creando al suo interno delle aree di sosta, identificate dalla presenza di ampie sedute e dal cambio di pavimentazione. L'asse piazza del Popolo-castello è stato ricalibrato e rifunzionaliz-
zato creando anche in piazza 28 aprile spazi pedonali per la sosta e il relax. La cerniera che fa da collegamento tra le diverse parti del progetto è infine il Parco Vasca, che costituisce il terzo segno: sottolinea il passaggio dalla città alla campagna e unisce la chiesa al castello. In esso, si passa da una parte più pavimentata, ad una dominata da un intreccio di piante erbacee diverse; i dislivelli diventano un gioco di gradonate e rampe. Da qui partono due percorsi, uno dei quali, quello in legno, pensato come una “passerella” leggermente sopraelevata dal prato, può essere utilizzato anche per mostre all'aperto.
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2° classificato ex aequo Andrea Mosca (Biella), Matteo Tumelero
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Riqualificazione della piazza Volta a Verghera di Samarate (Varese)
aprile – luglio 2007
I temi da sviluppare in questo concorso d'idee, che riguarda la riqualificazione del centro abitato della frazione di Verghera di Samarate, in provincia di Varese, sono la riorganizzazione della rete viaria, prevedendo interventi per la moderazione della velocità e la tutela dell’utenza debole; l’individuazione di un’area da destinare a verde attrezzato; la valorizzazione di alcuni spazi di socialità già esistenti; il completamento delle direttrici viarie centrali; l’inserimento di elementi di arredo urbano. Il concorso si sviluppava su due distinti livelli di approfondimento: il primo obbligatorio relativo alla “riqualificazione della piazza Volta e delle relative vie di accesso”; il secondo, facoltativo, relativo alla sistemazione-integrazione complessiva dei servizi esistenti e delle potenzialità fornite
dal P.R.G., dell’ambito di intervento in Verghera. La progettazione riguardava il rifacimento delle pavimentazioni; la definizione di uno spazio pedonale, con creazione di aree a verde, l’installazione di giochi d’acqua, l’individuazione di percorsi; l’inserimento di elementi di arredo urbano, la collocazione di idonea cartellonistica; lo studio dei flussi pedonali, ciclabili e veicolari; la razionalizzazione degli spazi a parcheggio; il rifacimento delle reti tecnologiche. Le soluzioni dovevano prevedere un importo dei lavori di euro 900.000. I premi sono stati di euro 3.500, 2.000, 1.000. La giuria era composta da Marta Cundari, presidente, Antonio Locati, Pietro Minoli, Ilaria Ceriani, Alfredo Martegani, Massimo Tacchi.
1° classificato Angelo Riccardo Pozzi (Gallarate – Va) collaboratori: Claudio Passerini, Alessandro Santi, Daniele Pisani, Davide Sironi, Sara Tommasi Si è ideato un sistema lineare affinché fungesse da elemento connettore tra le varie porzioni di paese; una pista ciclo-pedonale che connetta i luoghi principali. Il disegno dell’infrastruttura viaria riprende le giaciture degli edifici presenti che vengono prolungate in modo da determinare dei segni che nella realtà si configureranno come tagli realizzati in opera nell’asfalto. I tagli divengono generatori del progetto e guidano la differenziazione delle funzioni e delle pavimentazioni, realizzate con cemento, per quanto concerne
lo spazio carrabile, con cemento colorato da pigmenti aggiunti all’impasto per la pista ciclopedonale, con cemento albino, per le porzioni della piazza, e infine in legno. Per valorizzare la piazza si è pensato a due porzioni di verde alto, da realizzarsi in adiacenza alla pista ciclo-pedonale per proseguire idealmente le cortine edilizie, che sono state ottenute come svuotamento dei perimetri delimitati dalle generatrici, in modo da consentire la piantumazione direttamente in terra degli alberi. In adiacenza alla zona di verde, il piano individuato dalle generatrici si estrude, andando a costruire la seduta, con una zona con pavimentazione lignea. Verso est, c’è la zona per il gioco dei bambini, separata verso nord da un setto di supporto per una lama d’acqua.
Definire percorsi in simbiosi con l'uomo. Fissare una geometria chiara e ordinata per dare leggibilità di spazi e percorsi. Valorizzare luoghi catalizzatori. Dare identità di piazza a un parcheggio, riportandola a essere “il centro”. Portare le strade oggi contenitori di auto a essere spazi di passeggio e pertinenze di bar e negozi. Tali esigenze portano a una scelta forte e obbligata: chiudere la
piazza alle auto portando a margine il traffico veicolare. Il progetto è impostato sulla ricerca di segni di riferimento capaci di identificarsi nel paesaggio; la scansione di lastre in porfido bianco si interseca con elementi quali luce, verde e acqua per individuare sequenze sensoriali visive, olfattive, acustiche, tattili disegnando spazi per la socialità. La nuova piazza si configura come luogo di attraversamento e sosta, spazio per l'attesa e l'incontro, non più spazio di risulta ma catalizzatore di urbanità nella quale sono assegnati precisi ambiti alle funzioni che vi si svolgono.
3° classificato Elisa Bonzanini (Sesto Calende – Va), Laura Cattorini Piazza Volta è fin dalle sue origini attorniata da case a corte; tipologia che ancora oggi caratterizza l’intero nucleo storico. È dal tema della corte, che si apre e diventa spazio pubblico, che nasce il progetto. Sul lato ovest di piazza Volta si affaccia un edificio a C, che racchiude una corte ad uso pubblico: il progetto delinea uno spazio quadrato di analoghe proporzioni di fronte a questa piazzetta, rappresentandone l’ideale prosecuzione. Il quadrato si raccorda con la geometria dell’intorno rivelandosi matrice compositi-
va per il ridisegno urbano; costituisce il centro ideale della piazza e attorno ad esso si compongono i nuovi elementi che la caratterizzano: il verde con le panchine a sud, l’area di fronte al bar a nord, le fontane ad est. La razionalizzazione di spazi e percorsi è ottenuta con l’uso di materiali lapidei di pezzature e cromie differenti. Il sagrato della Chiesa di S. Maria Nascente è valorizzato grazie alla formazione di uno spazio semicircolare che ne chiude la prospettiva e si raccorda con i nuovi percorsi pedonali. Sono a disegno gli elementi d’arredo: cestini, stendardi, bacheca e totem, realizzati in lamiera zincata striata e acciaio.
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2° classificato Alessia Azimonti (Busto Arsizio – Va), Letizia Lamia, Michele Marconato, Anna Modica
a cura di Sonia Milone
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Speciale UIA Torino 2008: guida alle mostre Dal 29 giugno al 3 luglio si è svolto a Torino il XXIII Congresso Mondiale dell’Unione internazionale degli Architetti (UIA). Migliaia di professionisti, studenti e appassionati provenienti da tutto il mondo hanno invaso il capoluogo piemontese per partecipare al congresso dedicato al tema “Trasmettere l’architettura”. Ma non solo. Ad accoglierli c’è stato anche un fitto calendario di eventi e manifestazioni culturali che spaziano intorno ai contenuti più vari e che si susseguiranno per tutto il corso dell’anno. Dedichiamo allora questo numero della rubrica ad una presentazione delle mostre più interessanti, ufficialmente organizzate o collegate al Congresso, con la promessa di tornare già nel prossimo numero di “AL” alla pubblicazione delle recensioni critiche. Per ogni ulteriore aggiornamento consultare il sito: www. uia2008torino.org Guarini, Juvarra, Antonelli. Segni e simboli per Torino. La città disegnata dagli architetti Torino, Palazzo Bricherasio via Lagrange 20 28 giugno – 14 settembre 2008 Il disegno come strumento fondamentale dell’architettura nell’opera di tre maestri che, fra ‘600 e ‘800, hanno “segnato” il tessuto urbano di Torino con opere come palazzo Reale, piazza Castello, la Mole, i portici, la reggia di Rivoli, la cupola di San Gaudenzio, ecc. Il disegno come loro modo di pensare, ricercare, immaginare, in una parola, comunicare l'architettura, nell’ambito di un Congresso Internazionale che ha scelto come tema di fondo proprio “Transmitting architecture”. Curata da Giuseppe Dardanello e Rosa Tamborrino, l’esposizione si apre con i progetti studiati dai tre protagonisti per le proprie casestudio e si sofferma su rari documenti per ricostruire la formazione culturale di ciascuno: lo sviluppo della geometria nel disegno di Guarini e di Antonelli, i fogli di
Juvarra sulle architetture romane e sugli ordini architettonici. L’itinerario si dipana poi diacronicamente, per temi e tipi architettonici come il palazzo e la piazza reale, la cupola, l’architettura pubblica delle istituzioni, la villa e il giardino, la decorazione. Ecco allora i disegni di Guarini per Palazzo Carignano – esemplati sui progetti di Bernini per il Louvre di Luigi XIV – e quelli di Juvarra per la facciata e lo scalone di Palazzo Madama, per l’atrio di Rivoli, per il salone della Sacrestia di San Pietro: tutti progetti che illustrano la ricerca per la formulazione del “prototipo” di un palazzo reale. E poi le cupole, tema su cui si sono cimentati con geniale audacia sia Guarini sia Antonelli, che con la sua Mole ha segnato lo skyline della città e l’immaginario simbolico della comunità. E ancora la ricerca sul tipo tradizionale del tempio nell’architettura occidentale, con i modelli di Juvarra e Bonsignore per Superga o la chiesa della Gran Madre; le tavole di Antonelli per il Parlamento, il Teatro, l’Ospedale di Novara e l’Asilo di Bellinzago. E, infine, la sezione dedicata alla decorazione d’interni con i disegni di Juvarra per il Regio Ga-
binetto per gli Affari di Stato, che hanno aperto la strada alla fortunata stagione del Rococò in Piemonte. Una mostra imperdibile che presenta disegni di eccezionale valore, allestendo un percorso che ricostruisce le biografie dei tre maestri e, allo stesso tempo, le supera per esplorare le culture che, di volta in volta, hanno animato e mutato la scena architettonica. Comunicare la maestà. Gli architetti e gli spazi del principe. La città disegnata dagli architetti Torino, Palazzo Reale piazzetta Reale 1 18 giugno – 13 luglio 2008
La mostra è strettamente collegata con quella di Palazzo Bricherasio e rientra nel programma di eventi intitolato ”La città disegnata dagli architetti”, percorso che si snoda in 5 mostre dedicate ai maestri che hanno fatto di Torino una delle grandi “capitali” dell’architettura, ospitate in storiche sedi – oltre a Palazzo Reale e Palazzo Bricherasio, anche San Filippo Neri, la Biblioteca Reale, l’Archivio di Stato – che sono, di per sé, parte integrante delle mostre. L’esposizione Comunicare la maestà è dedicata agli architetti attivi presso la corte sabauda che, dalla fine del ‘500, con Carlo Emanuele I, fino alla metà del l‘800, con Umberto I, hanno portato alla realizzazione di Palazzo Reale. Grazie a schizzi e disegni e ad un percorso caratterizzato da una speciale illuminazione che ne evidenzia le diverse stratificazioni architettoniche e decorative, è possibile conoscere il contributo dato dai singoli architetti, con particolare attenzione a Guarino Guarini, artefice della geniale Cappella della Sindone, Filippo Juvarra, Benedetto Alfieri, Pelagio Palagi ed Emilio Stramucci, ultimo a
lavorare a corte e artefice della Manica Nuova destinata ad ospitare la Galleria Sabauda. Ma, probabilmente, il motivo principale per non mancare questa visita è che viene per la prima volta aperta al pubblico, dopo il devastante incendio del 1997, la Cappella della Sindone. Durante le giornate del XXIII Congresso Mondiale, ai soli architetti congressisti, saranno inoltre riservate (su prenotazione) visite guidate al cantiere della Cappella per vedere l’avanzamento dei lavori di restauro. Committente e Architetto: direttive e libertà progettuale. Juvarra progetta i Regi Archivi di Corte. La città disegnata dagli architetti Torino, Archivio di Stato, Palazzo dei Regi Archivi piazza Castello 191 3 giugno – 5 luglio 2008 Quali sono i problemi che un architetto deve affrontare per conciliare la propria creatività personale con i desideri della committenza e i vincoli oggettivi dati da preesistenze, tecnologie disponibili, qualità delle maestranze, limiti di bilancio? Se lo è chiesto Marco Carassi, curatore di una mostra che ripercorre la storia del Palazzo dei Regi Archivi di Torino, progettato da Juvarra per il re Vittorio Amedeo II. L’esposizione prevede, oltre alla visita delle strutture dell’edificio, la presentazione dei due diversi progetti juvarriani, quello del 1730 e quello del 1731, corredati dalla documentazione relativa agli appalti, con i capitolati tecnici, le adesioni degli appaltatori, le contabilità. Una sezione apposita permette di approfondire il contesto storico-politico (le grandi riforme dello Stato, gli ambiziosi obiettivi di politica interna ed estera, le istruzioni degli archivisti) e comprendere le finalità che l'edificio doveva soddisfare, anche per la sua adiacenza con il palazzo delle Regie Segre-terie di Stato e, attraverso questo, con lo stesso Palazzo Reale. Carlo Promis. Insegnare l'architettura. La città disegnata dagli architetti Torino, Biblioteca Reale piazza Castello 191 23 giugno – 12 luglio 2008
Il Gran Teatro Ceramico Bau+Miaao La città disegnata dagli architetti Torino, MIAAO - Museo Internazionale delle Arti Applicate Oggi via Maria Vittoria 5 7 giugno – 27 luglio 2008
(Biella Arredo Urbano), coordinato dallo stesso Biffi Gentili, precursore in Italia, sin dagli anni ’70, di questo nuovo settore di intervento pubblico. In mostra i primi interventi documentati come il “Piano Regolatore della Luce”, suggerito da Achille Castiglioni per la prima volta all’inizio degli anni ‘80 a Torino, fino all’attuale “Piano del Colore”. Chiude l’esposizione un omaggio a Ettore Sottsass, con la presentazione degli elementi di arredo urbano che il maestro ha elaborato per Biella. Michelangelo architetto. Disegni di architettura dalla Casa Buonarroti Torino, Palazzo Reale 28 giugno – 3 agosto 2008 info: pinaragionieri@casabuonarroti.it (ven h.12) tel.+ 39 055241752 www.fondazionegiordano.org Una selezione di 80 disegni di
architettura di Michelangelo provenienti dalla Casa Buonarroti di Firenze sono in mostra presso le sale di Palazzo Reale. Disegni straordinari, emozionanti, che ripercorrono tutta l’attività del maestro: dalla lunga esperienza nella fabbrica di San Lorenzo (1515-1534) ai disegni di fortificazioni studiati durante la vicenda, effimera e gloriosa, della seconda repubblica fiorentina (1527-1530), fino alle architetture romane della maturità (1534-1564) quando Michelangelo progetta la sistemazione urbanistica del Campidoglio, il completamento di Palazzo
Farnese, è nominato architetto della fabbrica di San Pietro ed esegue i geniali progetti per la Chiesa di San Giovanni dei Fiorentini e per Porta Pia. Afterville. The underground exhibition Torino, Linea 1 Metropolitana 12 giugno – 27 luglio 2008
Con il marchio “Afterville” sono targate le iniziative più irriverenti delle manifestazioni organizzate nell’ambito del Congresso, quelle capaci di uscire dalla specificità della disciplina per coinvolgere non solo gli architetti, ma tutti, specie i giovani. Si tratta, infatti, di un insieme di manifestazioni – ideate da Undesign e promosse dalla Fondazione dell’Ordine degli Architetti di Torino – dedicate all’esplorazione delle interferenze concettuali e figurative tra il pensiero progettuale e l'immaginario fantascientifico del XX secolo sviluppato da cinema, fumetti, design, videoclip, pubblicità e videogame. Così dopo Astronave Torino e in attesa di Divine design o città dell’aldilà (che inaugura ad ottobre), è ora possibile assistere a The underground exibition con un semplice biglietto della metropolitana. Questa interessantissima mostra presenta, infatti, nelle dieci principali stazioni della linea 1 di Torino, dieci città tipologiche ideali, una per ciascuna stazione della metro. Così, sotto terra, lontani dalla luce del sole, i treni spostano flussi di visitatori di stazione in stazione facendo viaggiare “nel tempo” ogni volta in una nuova città del futuro. Si può “scendere” a “BetterVille”, la città positivista e fiduciosa nel futuro, o a “NetVille”, la città costruita sui codici di programmazione, in cui lo spazio è solo digitale, oppure si può visitare “TradeVille”, la città-vetrina dove tutto è in vendita, o “FadeVille”,
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La Biblioteca Reale rende omaggio a Carlo Promis, architetto del XIX secolo e docente presso la Scuola di Architettura della Regia Università di Torino dal 1843 al 1869. La mostra prende spunto dal Trattato di Architettura Civile scritto da Promis a partire dal 1843 – il cui manoscritto autografo è conservato presso la Biblioteca – per approfondire le tappe della formazione culturale dell’architetto nell’‘800 e il metodo didattico adottato da Promis per preparare le nuove generazioni di progettisti in una società in rapida evoluzione. Gli studi condotti in occasione dell’esposizione hanno permesso di rintracciare, ad esempio, i temi delle tesi di laurea affidate agli allievi della Scuola di Architettura di Torino o i testi assegnati per la costruzione della biblioteca “ideale” dell’architetto. Esito finale della mostra sarà la pubblicazione del Trattato di Promis – fino ad oggi inedito – a cura della Biblioteca Reale, con i contributi della prof. Vilma Fasoli e di Clara Vitulo, direttrice della Biblioteca Reale di Torino.
Nel complesso juvarriano di San Filippo Neri, un grande evento curato dal vulcanico Enzo Biffi Gentili, direttore del MIAAO, articolato in due sezioni distinte. Comune denominatore: il territorio biellese. La prima mostra, allestita nella Galleria Soprana, è dedicata alle opere di arte applicata realizzate per il Santuario e il Sacro Monte di Oropa, iscritti dal 2003, insieme ad altri Sacri Monti piemontesi e lombardi, nel Patrimonio dell’Umanità. L’esposizione – introdotta da una sezione curata da Paolo Portoghesi su Guarini, Juvarra e Antonelli, attivi in varie forme a Oropa – si sofferma in particolare sull’architetto e scultore barocco Giovanni d’Errico e sulle sue opere sublimamente intrise di “violenza montana, animalesca, stalattica e fin tribale (…) un vero e proprio scandalo carnale” (Giovanni Testori). Accanto alla sua furia plastica, le opere degli altri artisti che, tra ’600 e ’700, hanno concorso all’erezione delle mistiche scenografie delle Cappelle del Sacro Monte d’Oropa. La mostra prosegue poi con una rassegna sugli scultori contemporanei sia di scuola italiana (con Luigi Ontani, Paolo Maione, ecc.) sia di scuola californiana che, per prima, nella seconda metà del ‘900, ha riproposto una plastica ceramica figurativa violentemente espressionista. Il secondo evento, BAU+MIAAO, allestito nella Galleria Sottana del museo, si apre con una breve storia delle avanguardie storiche biellesi – animate da illustri protagonisti come il futurista Nicola Mosso e il razionalista Giuseppe Pagano –, per giungere fino alle recenti sperimentazioni sviluppate nell’ambito del progetto BAU
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la città diffusa, polverizzata in un'unica, grande periferia. Così, da “Blade runner” a “Matrix”, passando per capitali ipermoderne slanciate verso l'alto, geometrie pulsanti di luci e grappoli di infrastrutture sorrette da volumi imponderabili, la fantascienza ha dato vita a scenari metropolitani differenti, ha progettato tante "afterville", città del dopo, luoghi di domani, costruendo una fanta-storia urbanistica alternativa a quella reale. YOUPrison. Riflessioni sulla limitazione di spazio e libertà Torino, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo via Modane 16 12 giugno – 12 ottobre 2008 Anche la rinomata Fondazione Sandretto Re Rebaudengo partecipa al circuito ufficiale degli eventi dell’UIA 2008 proponendo una mostra, come sempre, trasgressiva. Se l’architettura oggi gode di grande visibilità mediatica grazie alla proliferazione di edifici spettacolari, poca attenzione è dedicata a una tipologia assai particolare, quella della prigione. Si tratta di uno dei temi architettonici più difficili e coinvolgenti in cui l’organizzazione dello spazio dà corpo al principio giuridico e politico della punizione e del recupero. La mostra, curata da Francesco Bonami, presenta i lavori di undici studi di architettura internazionali invitati a progettare lo spazio abitativo del carcere, una cella dotata di tutti gli elementi essenziali per la vita dei detenuti, unità minima per eccellenza. Il tema della mostra
apre a differenti riflessioni sulla limitazione dello spazio, sul rispetto dei diritti umani, sugli strumenti di sorveglianza e di controllo, sull’urbanistica e la sua influenza sulle forme dell’abitare. La diversa provenienza degli architetti (Cina, Iran, Libano, India, Stati Uniti, Inghilterra, Italia) consente anche di confrontare le diverse priorità ed emergenze legate a tali tematiche. Da segnalare il lavoro dello studio NOWA di Marco Navarra che ha coinvolto direttamente i detenuti del carcere di Caltagirone e della Casa Circondariale di Torino nella progettazione. Mentre alcuni architetti hanno riportato l’idea di reclusione attraverso installazioni, progetti grafici, modelli e moduli ready made, altri – come quello dell’iraniano Kianoosh Vahabi (nella foto) – sono realizzati in scala reale, offrendo ai visitatori la possibilità di provare fisicamente l’esperienza di uno spazio di isolamento.
Casa Capriata 1954-2008. Un’opera di Carlo Mollino Torino, Castello del Valentino viale Mattioli 39 10 giugno – 5 luglio 2008
Al suo più geniale concittadino, Carlo Mollino, Torino non dedica semplicemente una mostra – troppo scontata per uno come lui – ma la realizzazione del prototipo sperimentale in legno, Casa Capriata, che l’architetto progettò per la X Triennale di Milano del 1954 e che non fu mai realizzata a causa del mancato accordo tra gli sponsor. La costruzione del prototipo, iniziata questa primavera, diventerà il “Rifugio alpino Carlo Mollino” e sorgerà in Valle d’Aosta, a quota 2100 m, nel comprensorio Walser di Gres-soney Saint Jean, in prossimità del padiglione da tè della regina Margherita di Savoia. Il progetto originario prevedeva un'architettura aerea sollevata dal suolo, traduzione in termini costruttivi moderni delle architetture Walser dell'alta Valle di Gressoney, studiate da Mollino nel 1929 a compimento di un lungo approfondimento sviluppato intorno alla dimora alpina. Mollino lo ideò come una sorta di manifesto per la sperimentazione di materiali e tecniche innovative ma, al contempo, attente ad antiche tradizioni. L'iniziativa di oggi, promossa dal Politecnico di Torino e sostenuta dalla Regione Valle d’Aosta, ripropone il carattere sperimentale del progetto del 1954: realizzata con una tecnologia d’avanguardia, il rifugio sarà infatti un edificio energeticamente efficiente, a basso impatto ambientale. In attesa della sua realizzazione, è possibile visionare in anteprima il progetto del “Rifugio alpino Carlo
Mollino" presso il Castello del Valentino. Oscar Niemeyer, cento anni Torino, Bastioni delle Porte Palatine corso Regina Margherita 109 26 giugno – 30 settembre 2008 Organizzata dal Politecnico di Torino insieme all’Istituto Tomie Ohtake di San Paolo del Brasile, la retrospettiva rende omaggio al grande vecchio dell’architettura che, all’età di 100 anni, lavora e passeggia per la promenade di Ipanema a Rio de Janeiro. Settant’anni di lavoro in mostra, settant’anni di storia dell’architettura mondiale. Dalle opere iniziali, come il complesso di Pampulha, a quelle della maturità come Brasilia, Ibirapuera, Memorial America Latina a San Paolo; dai lavori internazionali, come Le Havre a Parigi e l'Università ad Algeri, fino al recente, splendido, Museo di Nitéroi a Rio de Janeiro, l'Auditorim di Ibirapuera a San Paolo o il Museo di Brasilia. In mostra anche una sezione speciale dedicata ai progetti italiani come la sede della Mondadori a Segrate, la Fata e Cartiere Burgo a Torino e l’Auditorium di Ravello, in corso di realizzazione. Insomma, il maestro è più attivo che mai e la mostra offre l’occasione di ripercorrerne l’appassionata carriera con un ricco corpus di schizzi, disegni, modelli e arredi originali, oltre a video e foto. Torino 011. Biografia di una città
Pop Design. Fuori scala, fuori luogo, fuori schema Caraglio (Cn), Il Filatoio via Matteotti 3 10 maggio – 14 settembre 2008
Torino, Officine Grandi Riparazioni corso Castelfidardo 29 giugno – 12 ottobre 2008 Curata da Carlo Olmo e Arnaldo Bagnasco e allestita nelle suggestive navate delle Officine Grandi Riparazioni delle Strade Ferrate (nella foto di Michele d'Ottavio), l'esposizione focalizza i cambiamenti fisici, sociali ed economici del capoluogo piemontese dagli anni ‘80 a oggi. Lo scopo è quello di sollecitare un’analisi critica dei processi di trasformazione urbana in corso e delle progettualità e degli scenari che interesseranno Torino nel futuro. Il percorso espositivo si snoda tra grandi mappe interattive, proiezioni e simulazioni, ma anche disegni, schizzi, maquettes e foto d'autore, disegnando ambienti diversi che raccontano la metamorfosi di alcuni luoghi – Mirafiori, il Lingotto, il centro storico, le Spine – letti come rivelatori delle nuove strutture sociali e come condensatori di processi economici e culturali. L’iniziativa, promossa dall’Urban Center Metropolitano, oltre a costituire uno dei principali eventi dell’UIA 2008, rappresenta anche il primo appuntamento in vista del 2011, anno dei festeggiamenti per il centocinquantenario dell’Unità d’Italia che vedrà Torino ancora protagonista. Paesaggi Piemontesi. Gabetti & Isola + Isolarchitetti + 9 architetture minori Biella, Cittadellarte – Fondazione Pistoletto via Serralunga 27 25 maggio – 6 luglio 2008
Agend_aa (Agenzia Internazionale d'Architettura per l’Ambiente) presenta presso Cittadellarte di Biella una mostra dedicata alle corrispondenze “mobili” che intercorrono fra architettura e paesaggio. E siccome non esiste il paesaggio ma una pluralità di paesaggi, l’esposizione vuole offrire una panoramica sfaccettata dei differenti paesaggi che hanno preso corpo in un territorio unico come quello del Piemonte. Con la curatela di Cesare Piva, in mostra non solo esempi di architetture d’autore, come quelle dei piemontesi Gabetti e Isola, ma anche le architetture "minori" realizzate da giovani progettisti che hanno tessuto singolarmente dialoghi con le trame del paesaggio, alla ricerca di rinnovate forme di corrispondenze e ispirazioni con i multiformi territori locali. Una sezione particolare è dedicata a 18 “frammenti” che rappresentano sinteticamente il Piemonte, attraverso i “paesaggi” creati dalle sculture di Pistoletto,
Dal prato artificiale del divano “Pratone” di Ceretti, Derossi, Rosso per Gufram al guantone da baseball del Sofà Joe di Poltronova, dalla Bocca rossa di Studio ‘65 alle poltrone Serie Up di Gaetano Pesce, dal Mezzadro di Achille e Pier Giacomo Castiglioni alla Sacco per Zanotta. In scena presso i suggestivi spazi del Filatoio di Caraglio nel cuneese, un centinaio di oggetti "fuori luogo, fuori scala, fuori schema", tutti rigorosamente “pop”, ovvero
cha va dagli anni Sessanta a oggi dove, sul fino dell'ironia, dell’eccesso, della provocazione irriverente e divertita, si incontrano oggetti-icone della modernità, dal segno forte e immediato, e un periodo storico in cui il design era un po’ meno mercato e un po’ più fantasia e creatività. E ancora... Donne architetto tra Europa e Mediterraneo Torino, Biblioteca Nazionale piazza Carlo Alberto 30 giugno – 18 luglio 2008 Le residenze sabaude nella visione territoriale Torino, Bastioni di Porta Palazzo corso Regina Margherita 109 26 giugno – 30 settembre 2008 L'arte dell'urbano Torino, Porta Palatina piazza San Giovanni 25 giugno – 30 settembre 2008 Di segni e di altri luoghi Torino, Galleria 41 via Mazzini 41 13 giugno – 28 luglio 2008 L'architettura Ferrari a Maranello Torino Esposizioni, Padiglione Giovanni Agnelli corso Massimo D'Azeglio 15 30 giugno – 17 luglio 2008
direttamente ispirati alle immagini della odierna società dei consumi sdoganate in campo estetico da Andy Warhol. L’esposizione, curata da Luisa Bocchietto, propone un percorso
Velocità. Trilogia dell'Automobile Torino Esposizioni, Padiglione Giovanni Agnelli corso Massimo D'Azeglio 15 19 aprile – 17 agosto 2008 Pedro Cabrita Reis - Mario Merz Torino, Fondazione Merz via Limone 24 30 maggio – 31 agosto 2008 S. M.
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ad esempio, o da libri come Una questione privata di Beppe Fenoglio o da immagini come quelle del fotografo Sisto Giriodi o da architetture come la Slittovia di Carlo Mollino del 1947 o da tecniche come quelle adottate da Pier Luigi Nervi per il Padiglione del Palazzo delle Esposizioni di Torino.
a cura di Walter Fumagalli
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Le nuove norme regionali sulle attività economiche Convinti che la burocrazia sia una delle cause della non eccelsa competitività del nostro sistema produttivo, da tempo il legislatore nazionale e quelli regionali sono impegnati ad adottare normative che, secondo il loro intento, dovrebbero servire a semplificare i relativi procedimenti ed a facilitare quindi l’attività delle imprese. A livello statale, per il perseguimento di questo obiettivo l’Articolo 24 del Decreto Legislativo 31 marzo 1998 n. 112 aveva istituito lo Sportello Unico per le Attività Produttiva (S.U.A.P.), mentre il D.P.R. 20 ottobre 1998 n. 447 ne aveva regolato il funzionamento. Ma a quanto pare ciò non è bastato. In Lombardia per esempio, dopo che l’Articolo 97 della Legge regionale 11 marzo 2005 n. 12 ha introdotto alcuni aggiornamenti alla disciplina dell’attività del S.U.A.P., da un anno a questa parte la Regione ha spinto sull’acceleratore della semplificazione adottando svariati provvedimenti, sia legislativi che amministrativi. La Legge regionale 2 febbraio 2007 n. 1 Allo scopo di perseguire “la crescita competitiva del sistema produttivo della Lombardia e del contesto territoriale e sociale che lo accoglie e lo alimenta” (Articolo 1.1), la Legge regionale n. 1/2007 ha introdotto fra l’altro due fondamentali novità: da un lato ha creato i presupposti per avviare un buon numero di attività economiche senza dover preventivamente acquisire le autorizzazioni amministrative prescritte dalle norme vigenti, e dall’altro ha dettato disposizioni per accelerare l’attività del S.U.A.P. Sul primo versante, l’Articolo 5 ha stabilito che: • “i procedimenti amministrativi relativi all’avvio, svolgimento, trasformazione e cessazione di attività economiche, nonché per l’installazione, attivazione, esercizio e sicurezza di impianti e agibilità degli edifici funzionali alle attività economiche, il cui esito dipenda esclusivamente dal rispetto di requisiti e pre-
scrizioni di leggi, regolamenti o disposizioni amministrative rientranti nella competenza legislativa regionale, sono sostituiti da una dichiarazione resa, sotto forma di dichiarazione sostitutiva di certificazione o dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà, dal proprietario dell’immobile o avente titolo, ovvero dal legale rappresentante dell’impresa che attesti la conformità o la regolarità degli interventi o delle attività” (primo comma); • “la Giunta regionale individua i procedimenti amministrativi cui si applica il comma 1 e per tali procedimenti (…) predispone la modulistica unificata e provvede alla standardizzazione degli allegati per tutte le amministrazioni interessate” (terzo comma); • “in caso di dichiarazioni mendaci, di formazione o utilizzo di false attestazioni, ovvero di esecuzione difforme da quanto dichiarato (…) gli effetti autorizzativi delle dichiarazioni sostitutive di cui al comma 1 vengono meno e alle attività o interventi realizzati si applicano le disposizioni previste dalle norme di riferimento per i casi di assenza di autorizzazione” (secondo comma); • a tal fine, “restano fermi il controllo e la verifica successivi, nonché la vigilanza da parte delle autorità competenti” (primo comma); • in ogni caso, “le disposizioni di cui al presente articolo (…) non si applicano ai procedimenti riguardanti le grandi strutture di vendita” (ottavo comma). Alla semplificazione dell’attività del S.U.A.P. è invece dedicato l’Articolo 6 della Legge regionale n. 1/2007, il quale disciplina in modo dettagliato (anche se non del tutto chiaro) il suo funzionamento. Dopo aver ribadito che il S.U.A.P. “è responsabile di tutti i procedimenti amministrativi inerenti le attività economiche produttive di beni e servizi” (primo comma), e che pertanto “la domanda di avvio del procedimento è presentata allo sportello unico” (secondo comma), la norma assoggetta il relativo procedimento alle seguenti cadenze temporali: • a) entro sette giorni lavorativi dal ricevimento della domanda il S.U.A.P. veri-
fica se la relativa documentazione è completa, ed in caso contrario chiede all’interessato la documentazione integrativa necessaria per completarla (secondo comma); • b) se la documentazione è completa: – b.1) qualora non sia necessario acquisire alcun atto di assenso di autorità diverse dal comune, entro i dieci giorni lavorativi successivi alla scadenza del termine di cui alla lettera “a” il S.U.A.P. adotta il provvedimento conclusivo (quarto comma, lettera “a”); – b.2) qualora invece sia necessario acquisire atti di assenso di autorità diverse dal comune, entro sette giorni dalla scadenza del termine di cui alla lettera “a” il S.U.A.P. convoca la conferenza di servizi, che deve svolgersi in seduta unica entro i successivi quindici giorni lavorativi (quarto comma, lettera “b”); • c) espletati questi adempimenti, il S.U.A.P. deve concludere il procedimento con un provvedimento espresso, che può essere di rigetto “nei soli casi di motivata impossibilità a porre prescrizione al progetto presentato per la presenza di vizi o imperfezioni tecniche insanabili”, mentre in ogni altro caso deve essere di accoglimento, oppure di accoglimento condizionato “quando il progetto necessita di modifiche o integrazioni risolvibili mediante indicazione specifica o rinvio al rispetto della relativa norma” (settimo comma); • d) decorsi dieci giorni dalla scadenza del termine di cui alla lettera “b1” ovvero dalla seduta della conferenza di servizi senza che il provvedimento conclusivo sia stato emanato, lo stesso si intende acquisito, presumibilmente in senso favorevole anche se la norma non lo specifica (ottavo comma); • e) se il S.U.A.P. ha chiesto tempestivamente i documenti eventualmente mancanti, l’interessato deve farli pervenire entro il termine perentorio di sette giorni lavorativi (in mancanza di che l’istanza si intende rinunciata), dopo di che il procedimento prosegue come indicato alle precedenti lettere “b”, “c” e “d”. La Legge regionale 2 aprile 2007 n. 8 Con specifico riferimento al versante
La delibera della Giunta regionale n. 4502 del 3 aprile 2007 Il giorno dopo la promulgazione della Legge n. 8/2007, e quindi prima della sua effettiva entrata in vigore, con la Delibera n. 4502/2007 la Giunta regionale ha deciso di sostituire il nulla osta di cui sopra con la dichiarazione sostitutiva prevista dal primo comma dell’Articolo 5 della Legge regionale n. 1/2007 (resta da vedere se la successiva entrata in vigore della Legge n. 8/2007, avendo introdotto l’obbligo di produrre la D.I.A.P., non abbia automaticamente caducato l’obbligo di presentare detta dichiarazione sostitutiva). Con la medesima delibera, inoltre, la Giunta regionale ha stabilito che “la procedura per l’acquisizione del certificato di agibilità degli edifici destinati ad accogliere attività economiche (…) è sostituita da dichiarazione resa a firma congiunta del proprietario dell’immobile o avente titolo, ovvero del Legale Rappresentante dell’impresa, e del Direttore dei Lavori sotto forma di dichiarazione sostitutiva di certificazione e/o di atto di notorietà”, dichiarazione che una volta depositata presso l’amministrazione comunale costituisce titolo per l’immediata agibilità dell’immobile. Ha inoltre stabilito che le Denunce di inizio di attività per realizzare opere edilizie nell’ambito di insediamenti produttivi, devono essere redatte su un apposito modulo unificato, il quale “sostituisce ogni modulo omologo in uso presso le amministrazioni comunali”. La delibera della Giunta regionale n. 6919 del 2 aprile 2008 Con la Delibera n. 6919/2008 la Giunta regionale, ai sensi dell’Articolo 5 della Legge regionale n. 1/2007, ha indivi-
duato ulteriori procedimenti per i quali “la presentazione di Dichiarazione di Inizio Attività Produttiva (DIAP), ha efficacia immediata”, sostituendo le previgenti comunicazioni o autorizzazioni. Fra tali procedimenti vi sono anche quelli relativi: • all’apertura di nuovi esercizi di vicinato, nonché al trasferimento di sede di quelli esistenti ed al loro ampliamento fino ai limiti consentiti per tale tipo di strutture di vendita (in precedenza era comunque sufficiente una comunicazione, per cui la nuova normativa non ha apportato alcuna effettiva accelerazione); • all’apertura, al trasferimento ed all’ampliamento di alcune tipologie di attività di somministrazione di alimenti e bevande, fra cui: – quelle svolte congiuntamente ad attività di intrattenimento in sale da ballo, locali notturni, stabilimenti balneari, impianti sportivi ed altri esercizi simili; – quelle svolte negli esercizi ubicati all’interno di aree di servizio delle strade extraurbane principali e delle autostrade, nonché all’interno delle stazioni dei mezzi di trasporto pubblico e nei mezzi di trasporto pubblici; – quelle svolte nelle mense aziendali, negli spacci annessi ad aziende, amministrazioni, enti e scuole e riservate al personale dipendente ed agli studenti; – quelle svolte da ospedali, case di cura, parrocchie, oratori, comunità religiose, asili infantili, case di riposo, caserme, e stabilimenti delle forze dell’ordine; – quelle svolte all’interno di musei, teatri, sale da concerto e simili. Alcune considerazioni Sono ormai trent’anni che vengono sfornate a getto continuo norme intese a snellire l’attività della pubblica amministrazione, ed ancora se ne sente il bisogno: forse limitarsi a modificare le norme non è quindi la strada giusta per raggiungere questo obiettivo. D’altro canto il sistema produttivo può trarre ben poco vantaggio da disposizioni che, mentre da un lato sopprimono alcune autorizzazioni, dall’altro le rimpiazzano con “dichiarazioni sostitu-
tive” che, se a distanza di tempo per una qualunque ragione si rivelano errate, di fatto costringono gli imprenditori a cessare la loro attività o a sobbarcarsi infiniti contenziosi con la pubblica amministrazione: le nostre aziende hanno bisogno sia di velocità che i certezze, ed in particolare della certezza di poter operare senza subire più o meno giustificate turbative. Il vero problema è che le norme che regolano le attività produttive sono tante, sono complesse e spesso non sono coordinate fra loro, per cui è oggettivamente difficile rispettarle tutte, ma d’altra parte non è pensabile di semplificarle più di tanto data la complessità delle problematiche che tali attività coinvolgono. Per risolvere questo problema non ci sono scorciatoie: servono imprenditori diligenti e rispettosi delle norme, professionisti preparati e prudenti, e pubblici amministratori veloci e competenti. Se manca questa “merce”, qualunque tentativo di favorire la crescita competitiva del sistema produttivo attraverso lo snellimento della burocrazia rischia di rivelarsi velleitario ed inconcludente. W. F.
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sanitario, la Legge regionale n. 8/2007 ha proseguito nell’opera di semplificazione, abolendo svariati atti autorizzativi, fra i quali il nulla osta all’esercizio di attività lavorative e depositi previsto dall’articolo 3.1.9 del regolamento locale di igiene tipo, nulla osta che è stato sostituito dalla dichiarazione di inizio di attività produttiva, la cosiddetta D.I.A.P. (Articolo 3).
a cura di Verena Corrà, Emanuele Gozzi, Umberto Maj, Ilaria Nava, Claudio Sangiorgi
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L'acustica nell'edilizia abitativa residenziale. Normativa e soluzioni costruttive Fra le iniziative degli Ordini degli Architetti PPC vi sono sovente convegni e incontri di aggiornamento inerenti la tematica dell’acustica in edilizia, a dimostrazione della necessità di divulgazione e formazione che vada in supporto ai professionisti per l’inquadramento della questione normativa. Oggetto dell’evolversi della giurisprudenza nazionale e comunitaria, la protezione dal rumore è sempre maggiore campo di interesse e di sensibilità comune, oltre che di contenziosi fra imprese e acquirenti degli immobili in caso di insufficienza dei requisiti fonoisolanti così come normati. Motivo di tale attenzione è la presa di coscienza che l’esposizione al rumore provoca effetti sull’ambiente e sul corpo umano, generando quello che nella giurisprudenza viene indicato come danno biologico, e causando stress, disturbi psicomotori, ansietà, insonnia tali da imporre livelli massimi che siano garanti di comfort e protezione dall’inquinamento acustico all’interno degli edifici. L’impianto normativo di riferimento fa capo alla Legge del 26/10/1995, n. 447, “Legge quadro sull’inquinamento acustico”, cui hanno fatto seguito il D.P.C.M. del 14/11/1997, “Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore”, e il D.P.C.M. del 5/12/1997, “Determinazione dei requisiti acustici passivi degli edifici”, ulteriormente approfonditi dalla Regione Lombardia con la L.R. 10/8//2001, n. 13, “Norme in materia di inquinamento acustico”. Con la Legge quadro l’intento del legislatore, in campo abitativo, è stato quello di stabilire i principî generali per il benessere acustico attraverso la riduzione dell’esposizione umana al rumore negli ambienti residenziali, l’imposizione di valori acustici limite delle sorgenti sonore interne agli edifici ed i requisiti acustici passivi in opera delle componenti degli edifici stessi, indicati poi dal D.P.C.M. del 5/12/1997: tale decreto impone che la verifica dei valori venga
compiuta in opera, sancendo di fatto l’obbligatorietà del collaudo strumentale. Con la L.R. 13/2001 la Regione ha, poi, introdotto l’obbligo di corredare alcune domande di autorizzazione edilizia di relazione circa la conformità delle componenti edilizie alla normativa sui requisiti acustici passivi degli edifici, da parte del progettista o di tecnico competente in acustica ambientale (figura la cui attività e competenze vengono delineate con il D.P.C.M. del 31/3/1998, indicandolo come un professionista iscritto in appositi elenchi regionali, abilitato a conseguire misurazioni e collaudi). Oggetto di valutazione dei requisiti acustici passivi sono alcune componenti edilizie: l’elemento involucro esterno, opaco o trasparente, il cui indice di fonoisolamento standardizzato D2m,nT,w deve essere <=40 Db, l’elemento divisorio orizzontale, il cui indice del livello di rumore da calpestio normalizzato (corretto e reso quindi indipendente dalle caratteristiche del locale ricevente) L’n,w deve essere <= 63 Db, e l’elemento di partizione verticale e orizzontale fra diverse unità abitative, il cui indice di potere fonoisolante apparente R’w deve essere <= 50 dB (si differenzia da Rw nell’apporto di coefficienti correttivi che tengono conto della reale trasmissione laterale del rumore per via strutturale). La verifica di tali parametri va compiuta parallelamente a quella del rumore prodotto dagli impianti tecnologici, che sono sottoposti a due diversi valore limite in base al loro funzionamento, continuo (impianto di riscaldamento, aerazione o condizionamento) o discontinuo (impianto idraulico, impianto ascensore). In ambito edile si possono infatti distinguere tre tipologie di rumori: i rumori aerei, che si propagano attraverso l’aria, i rumori di impatto e i rumori da impianti. La propagazione del rumore ha velocità proporzionale alla densità del mezzo usato per trasportare tale energia dalla sorgente di emissione all’elemento di ricezione; quando l’energia sonora (W) incontra un ostacolo, essa si scinde in
tre componenti: l’energia trasmessa (è il rumore percepito oltre l’ostacolo), l’energia riflessa (è il rumore che si percepisce, con o senza riverbero, nell’ambiente sorgente), e l’energia assorbita (energia che viene assorbita dalla struttura stessa trasformandosi in calore). Prevedere il comportamento acustico degli elementi sopra citati non è operazione semplice, in quanto rispondente solo in parte alla “legge di massa” tale per cui ad aumento di peso corrisponde proporzionale aumento di potere fonoisolante: per tale motivo si ricorre a un tipo di isolamento dinamico, in cui lo smorzamento dell’onda sonora nelle varie componenti edilizie viene reso dal sistema fisico “massa-molla-massa”. Esso viene rappresentato da un sistema stratificato normalmente costituito da elementi “molli” (pannello fonoimpedente) ed elementi “massa” (forati o blocchi). Lo stesso sistema viene utilizzato nella riduzione delle sollecitazioni meccaniche che insistono sui solai: la formazione del pavimento galleggiante non è altro che una rielaborazione di quanto esposto sopra, con l’uso però di materiale a cellula chiusa che usa l’aria come materiale cedevole, consentendogli di ritornare nella posizione iniziale una volta sollecitato a schiacciamento. L’attività del tecnico competente in materia acustica diventa di supporto al progettista nella determinazione e verifica dell’assetto distributivo, delle fonometrie e delle stratigrafie edilizie al fine del rispetto dei loro requisiti acustici passivi, nella verifica della corretta posa in opera dei materiali fonoisolanti, e nel collaudo finale delle strutture. Tale collaudo non solo costituisce garanzia di rispondenza alla normativa acustica, ma anche a quella che permette il rilascio del Certificato di agibilità di un immobile, essendo i requisiti acustici annoverabili fra i requisiti igienico-sanitari dello stesso. Inoltre, l’inadeguatezza dell’isolamento acustico e la violazione della disciplina sui requisiti acustici passivi degli edifici riduce considerevolmente il valore dell’immobile, ai sensi dell’Art. 1490 c.c., comportando la necessità a carico del costruttore di messa a norma o di
Alcuni principî del buon costruire La buona pratica professionale segua alcune semplici regole di base, per poi procedere alla verifica analitica di ogni scelta costruttiva. Isolamento di facciata Per garantire la presenza di strato “molla” viene indicato l’utilizzo di materiali isolanti fibrosi, come le lane di vetro, di roccia o di legno, interposti fra gli strati che costituiscono massa negli elementi facciata, nella maggioranza dei casi blocchi o laterizi per i quali l’accorgimento da osservare è la realizzazione di una perfetta stilatura dei giunti garante di una meno penetrabile barriera acustica. Per quanto concerne i serramenti e i sistemi di oscuramento, componenti acusticamente deboli che inficiano la prestazione acustica globale del sistema di facciata, l’efficienza del loro comportamento acustico dipende dal tipo e spessore di vetro – un vetrocamera singolo o doppio con vetri di spessore differenziato, ad esempio 3+3/20/4+4 costituisce un ottimo esempio –, dalla loro classe di tenuta all’aria – i serramenti in classe A1 garantiranno performance acustiche migliori –, e dalla loro tipologia – i più acusticamente penalizzanti risultano quelli ad ante scorrevoli, o a più ante battenti, mentre gli infissi a una sola anta sono i migliori garanti di una durevole sigillatura fra ambiente esterno e interno. Nella scelta del sistema di oscuramento esterno l’alternativa fra tapparella e persiana predilige quest’ultima in quanto non necessitante della creazione di un vano che – come per il cassonetto – diminuisce lo spessore della muratura di facciata, anche se in produzione
sono ormai reperibili ottime soluzioni di cassonetti coibentati termoacusticamente la cui posa è prevista sul lato esterno di tale muratura. Isolamento delle partizioni fra diverse unità abitative Nel caso delle partizioni verticali un tipico espediente progettuale è differenziare lo spessore e la massa delle due pareti che, interposto materiale fonoisolante, creano il divisorio fra due alloggi, per evitare l’effetto di “coincidenza” che riduce notevolmente il potere fonoisolante del divisorio. Comportamento da evitare è poi la riduzione dello spessore dei tavolati con eventuali tracce, ancor più dannose se realizzate l’una in corrispondenza dell’altra sulle due murature: la soluzione è il disallineamento delle scatolette elettriche, o la creazione di un eventuale contromuro su cui effettuare le tracce. L’utilizzo del gesso o del cartongesso è ottimale nel campo del fonoisolamento, ma per ragioni psicologiche dell’utenza, e costruttive da parte delle imprese, tale soluzione sembra non aver ancora ricevuto il dovuto riscontro in tale ambito. Isolamento dei solai dal rumore da calpestio Se l’uso del massetto galleggiante è ormai prassi indiscussa ai fini dell’ottenimento dei valori di legge per quanto concerne l’isolamento dai rumori da calpestio, con la desolidarizzazione della superficie soggetta a rumore impattivo (rivestimento a pavimento e sottostante massetto di finitura) dalla struttura portante che ne trasmettereb-
be le vibrazioni al resto dell’edificio (generando una sorta di amplificazione che, veicolata da strutture orizzontali e verticali, supera anche notevoli distanze), a permettere prestazioni migliorative possono essere l’uso di un massetto dal peso elevato – quello in sabbia e cemento, da preferirsi ai massetti autolivellanti caratterizzati da una rigidità maggiore –, l’evitare il contatto fra battiscopa e pavimento, o fra piastrelle a parete e piastrelle a pavimento, sigillandole invece con un sottile strato di silicone, quale strato elastico che inibisca la trasmissione delle vibrazioni da pavimento a parete. L’intensità sonora, misurata in Db, è espressa in forma logaritmica, per cui il raddoppio del rumore corrisponde a 3 Db in più; la stessa regola vale per il raddoppio della capacità fonoisolante delle strutture: per tale motivo un errore di progettazione o di esecuzione che determini la verifica in opera di valori anche di poco inferiori a quelli indicati dalla normativa, è non solo causa di possibile mancanza di comfort abitativo interno agli ambienti residenziali, ma anche di vertenze che nella maggior parte dei casi coinvolgono progettisti e direttori lavori, e che invece avrebbero potuto essere prevenute attraverso un percorso progettuale, tecnico e metodologico che coinvolge tutti i soggetti che concorrono alla realizzazione dell’opera: dal progettista, al direttore lavori, al tecnico acustico, al costruttore, al fornitore di materiali edili. I. N.
PROFESSIONE NORMATIVE TECNICHE
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risarcimento danni all’acquirente dell’unità abitativa, risarcimento che può corrispondere al 20-30% del valore d’acquisto dell’immobile, somma ingente tenendo conto che invece la stima dell’aumento di costo di costruzione per un edificio che rispetti i requisiti richiesti dalla normativa è, a regime, del 4% (fonte: Convegno “L’acustica negli edifici”, Assimpredil Ance).
a cura di Camillo Onorato
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Emanato il Decreto legge per la Finanza Pubblica e la perequazione tributaria Decreto Legge 25 giugno 2008, n. 112 Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria (G.U. n. 147 del 25.6.2008 - Suppl. Ordinario n. 152) Le disposizioni del Decreto contengono le misure necessarie ed urgenti per attuare, a decorrere dalla seconda metà dell’esercizio finanziario in corso, un intervento organico volto a ridurre l’indebitamento delle amministrazioni pubbliche e mantenere un rapporto equilibrato fra debito pubblico e PIL. La crescita del tasso di incremento del PIL rispetto agli andamenti tendenziali per l'esercizio in corso e per il successivo triennio prevede l’avvio di maggiori investimenti in materia di innovazione e ricerca, sviluppo dell'attività imprenditoriale, diversificazione delle fonti di energia, potenziamento dell'attività della pubblica amministrazione e rilancio delle privatizzazioni, edilizia residenziale e sviluppo delle città. Energia Relativamente alla strategia energetica nazionale il decreto prevede che entro sei mesi dalla data di entrata in vigore, il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dello sviluppo economico definisca la “Strategia energetica nazionale” con priorità e misure volte alla scelta di diversificare le fonti di energia e le aree geografiche di approvvigionamento, di migliorare la competitività del sistema energetico nazionale e sviluppo delle infrastrutture, promuovere le fonti rinnovabili di energia ed efficienza energetica, realizzare impianti di produzione di energia nucleare, incrementare gli investimenti nella ricerca e nella cooperazione internazionale tecnologica, sostenibilità ambientale nella produzione e negli usi di energia, garantire adeguati livelli di protezione sanitaria della popolazione e dei lavoratori. Piano Casa “Al fine di superare in maniera organica e strutturale il disagio sociale e il degrado urbano derivante dai fenomeni di alta
tensione abitativa, il CIPE approva un piano nazionale di edilizia abitativa, su proposta del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro per le politiche giovanili. Il piano è rivolto all'incremento del patrimonio immobiliare ad uso abitativo attraverso l'offerta di alloggi di edilizia residenziale, da realizzare nel rispetto dei criteri di efficienza energetica e di riduzione delle emissioni inquinanti, con il coinvolgimento di capitali pubblici e privati, destinati prioritariamente a prima casa per le categorie sociali svantaggiate: • nuclei familiari a basso reddito, anche monoparentali o monoreddito; • giovani coppie a basso reddito; • anziani in condizioni sociali o economiche svantaggiate; • studenti fuori sede; • soggetti sottoposti a procedure esecutive di rilascio; • altri soggetti in possesso dei requisiti di cui all'Articolo 1; • della Legge n. 9 del 2007; • immigrati regolari. Il Piano prevede il recupero del patrimonio abitativo esistente e la costruzione di nuovi alloggi e si realizza attraverso la costituzione di fondi immobiliari destinati alla valorizzazione e all'incremento dell'offerta abitativa, ovvero alla promozione di strumenti finanziari immobiliari innova-
tivi e con la partecipazione di altri soggetti pubblici o privati. Prevede inoltre l’incremento del patrimonio abitativo di edilizia sociale con le risorse derivanti dalla alienazione di alloggi di edilizia pubblica in favore degli occupanti muniti di titolo legittimo. Sono previste agevolazioni, anche amministrative, in favore di cooperative edilizie costituite tra i soggetti destinatari degli interventi. Possono inoltre essere stipulati appositi accordi di programma, promossi dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, per l'attuazione di interventi destinati a garantire la messa a disposizione di una quota di alloggi, da destinare alla locazione a canone convenzionato. È previsto il trasferimento di diritti edificatori in favore dei promotori degli interventi di incremento del patrimonio abitativo destinato alla locazione a canone agevolato. Il corrispettivo della cessione dei diritti edificatori sarà la realizzazione di unità abitative di proprietà pubblica da destinare alla locazione a canone agevolato, o da destinare all’alienazione in favore di categorie sociali svantaggiate. Le misure adottate dal piano prevedono l’incremento premiale di diritti edificatori finalizzati alla dotazione di servizi, spazi pubblici e di miglioramento della qualità urbana, provvedimenti mirati alla riduzio-
Patrimonio residenziale pubblico “Il Ministro delle infrastrutture ed il Ministro per i rapporti con le regioni promuovono, in sede di Conferenza unificata, la conclusione di accordi con regioni ed enti locali aventi ad oggetto la semplificazione delle procedure di alienazione degli immobili di proprietà dei predetti Istituti. Al fine di valorizzare gli immobili residenziali costituenti il patrimonio degli Istituti autonomi per le case popolari”. Il prezzo di alienazione delle unità immobiliari è direttamente proporzionale al canone di locazione. È altresì riconosciuto il diritto di opzione all'acquisto in favore dell'assegnatario unitamente al proprio coniuge, qualora risulti in regime di comunione dei beni, ovvero, in caso di rinunzia da parte dell'assegnatario, in favore del coniuge in regime di separazione dei beni, o, gradatamente, del convivente more uxorio, (purché la convivenza duri da almeno cinque anni), dei figli conviventi, dei figli non conviventi. Il decreto prevede la facoltà per le amministrazioni regionali e locali di stipulare convenzioni con società di settore per lo svolgimento delle attività strumentali alla
vendita dei singoli beni immobili. Expo Milano 2015 Relativamente alla realizzazione di opere ed attività connesse allo svolgimento del grande evento EXPO Milano 2015, in accordo agli impegni internazionali assunti dal governo italiano nei confronti del Bureau International des Expositions (BIE) viene autorizzata la spesa di “30 milioni di euro per l'anno 2009, 45 milioni di euro per l'anno 2010, 59 milioni di euro per l'anno 2011, 223 milioni di euro per l'anno 2012, 564 milioni di euro per l'anno 2013, 445 milioni di euro per l'anno 2014 e 120 milioni di euro per l'anno 2015”. Impianti Il decreto prevede la semplificazione della disciplina per l'installazione degli impianti all'interno degli edifici. “Entro il 31 marzo 2009 il Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro per la semplificazione normativa, emana uno o più decreti, ai sensi dell'Articolo 17 della Legge 23 agosto 1988, n. 400, volti a disciplinare: • il complesso delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all'interno degli edifici prevedendo semplificazioni di adempimenti per i proprietari di abitazioni ad uso privato e per le imprese; • la definizione di un reale sistema di verifiche di impianti di cui alla lettera “a” con l'obiettivo primario di tutelare gli utilizzatori degli impianti garantendo una effettiva sicurezza; • la revisione della disciplina sanzionatoria in caso di violazioni di obblighi stabiliti dai provvedimenti previsti alle lettere “a”e “b”; • l'Articolo 13 del Decreto ministeriale 22 gennaio 2008, n. 37 è soppresso”. La soppressione dell’Art 13 fa decadere pertanto l’obbligo di allegare ai contratti di compravendita di immobili usati la “dichiarazione di conformità” degli impianti o la “dichiarazione di rispondenza” resa da un professionista del settore impiantistico quando non sia stata prodotta all’atto dei lavori o non sia più reperibile. Tracciabilità dei compensi dei professionisti Il Decreto sancisce l’abrogazione dei
commi 12 e 12bis dell’Art. 35 del D.L. 223/2006, convertito con modificazioni dalla Legge 248/2006, pertanto viene cancellata la norma che prevedeva il divieto per i professionisti del pagamento dei compensi in contanti oltre alla costituzione del conto corrente dedicato all'attività professionale. La normativa prevedeva che la gestione e l’utilizzo dei compensi professionali effettuati attraverso il conto corrente esclusivamente tramite l’effettuazione, oltre un importo minimo stabilito, di assegni, bonifici o sistemi di pagamento elettronico. C. O.
Leggi correlate • Decreto legge 25.6.2008, n. 112 Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria (Gazzetta ufficiale 25.6.2008, n. 147) • Decreto Ministeriale 22.1.2008, n. 37 Ministero dello Sviluppo Economico – Regolamento concernente l’attuazione dell’Articolo 11 – quaterdecies, comma 13 lettera “a” della Legge n. 248 del 2 dicembre 2005, recante riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all’interno degli edifici (Gazzetta Ufficiale 12.3.2008, n. 61) • Legge dello Stato 4.8.2006, n. 248 Conversione in legge, con modificazioni, del Decreto Legge 4 luglio 2006, n. 223, recante disposizioni urgenti per il rilancio economico e sociale, per il contenimento e la razionalizzazione della spesa pubblica, nonché interventi in materia di entrate e di contrasto all’evasione fiscale. (Gazzetta Ufficiale 11.8.2006, n. 186) Siti internet di consultazione www.gazzettaufficiale.it www.ilsole24ore.com www.ordinearchitetti.mi.it www.edilportale.com
51 PROFESSIONE STRUMENTI
ne del prelievo fiscale di pertinenza comunale o degli oneri di costruzione e strumenti di incentivazione del mercato della locazione. Ai fini della realizzazione degli interventi l'alloggio sociale, in quanto servizio economico generale, è identificato, ai fini dell'esenzione dell'obbligo della notifica degli aiuti di Stato, di cui agli Articoli 87 e 88 del Trattato istitutivo della Comunità Europea, come parte essenziale e integrante della più complessiva offerta di edilizia residenziale sociale, che costituisce nel suo insieme servizio abitativo finalizzato al soddisfacimento di esigenze primarie. Per la migliore realizzazione dei programmi, i comuni e le province possono associarsi ed i programmi integrati sono dichiarati di interesse strategico nazionale. Per l'attuazione degli interventi previsti è istituito un Fondo nello stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, nel quale confluiscono le risorse finanziarie di cui alla Legge 27 dicembre 2006, n. 296 e Decreto Legge 1° n. 159, convertito con modificazioni dalla Legge 29 novembre 2007, n. 222.
INFORMAZIONE DAGLI ORDINI
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Ordine di Bergamo
tel. 035 219705 www.bg.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettibergamo@archiworld.it Informazioni utenti: infobergamo@archiworld.it
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Ordine di Pavia
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Ordine di Sondrio
tel. 0342 514864 www.so.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettisondrio@archiworld.it Informazioni utenti: infosondrio@archiworld.it
Ordine di Varese tel. 0332 812601 www.va.archiworld.it Presidenza e segreteria: architettivarese@archiworld.it Informazioni utenti: infovarese@archiworld.it
Milano
a cura di Laura Truzzi
Designazioni • AZIENDA USL ROMA H: richiesta elenco candidati per formazione di commissioni giudicatrici. Il Consiglio dell’Ordine, in seguito a richiesta di CV pubblicata sul sito internet dell’Ordine ha designato i seguenti professionisti che si sono dichiarati disposti ad accettare l’incarico: Elisabetta BORGATTI, Marco CAMPANELLA, Flavio CISLAGHI, Andrej MIKUZ. • PROVINCIA DI MILANO: richiesta di designazione esperto per prove di accertamento finale dei corsi presso la Scuola Cova. Si sorteggia e si approva il seguente nominativo: Vincenzo MONTALDO, Stefano GIORGETTI. • PROVINCIA DI MILANO: richiesta di designazione esperto per prove di accertamento finale dei corsi presso l’ISAD Srl - Istituto Superiore di Architettura e Design. Si sorteggia e si approva il seguente nominativo: Carlo CUPPINI. • COMUNE DI BOVISIO MASCIAGO: richiesta di professionisti per nomina componente per la giuria del Concorso di Progettazione per la realizzazione della nuova sala consiliare, della sede del nuovo comando della Polizia Locale, della piazza pubblica e relativa area di parcheggio. Si sorteggiano e si approvano i seguenti nominativi: Pierpaolo DANELLI, Luciano Maria A. COLOMBO.
a cura di Francesca Patriarca a cura di Francesca Patriarca
Verso Expo 2015 Molteplici sono le iniziative promosse dagli enti territoriali intorno al tema della valorizzazione del territorio in previsione dell’Expo 2015. L’Assessorato al Territorio in collaborazione con l’Assessorato alle Reti e quello all’Agricoltura di Regione Lombardia, ha organizzato lo scorso 24 giugno all’Acquario Civico di Milano un incontro dedicato alla riqualificazione dell’ambito territoriale compreso tra Ticino e Adda. La giornata, rivolta agli enti territoriali e alle associazioni, ha suscitato interesse sia per il suggestivo tema delle acque, sia per la necessità evidente di dibattere sulle esperienze di pianificazione in corso. L’ambito territoriale considerato, che corrisponde sostanzialmente al sottobacino bacino fluviale Olona-Lambro, sarà fortemente investito dagli sviluppi indotti dalla realizzazione di EXPO 2015, con significative ricadute sugli aspetti ambientali. E allora perché non valorizzare e coordinare le esperienze già in atto dei diversi soggetti, autorità di bacino, enti parco, associazioni ambientaliste, consorzi di bonifica, agenzie locali di sviluppo, Regione, province, comuni? D’altro canto, anche la recente proposta di Piano territoriale regionale individua nella dimensione del sottobacino l’ambito ottimale per attuare politiche di governo del territorio d’area vasta; “La dimensione fisica del sottobacino, infatti, si configura come potenzialmente ottimale per sviluppare processi partecipati di riqualificazione in cui un disegno strategico del territorio possa essere veramente condiviso, come mostrano anche le molteplici esperienze di contratti di fiume in corso in Lombardia” (DGR 6447 del 16 gennaio 2008: Proposta di Piano Territoriale Regionale al Consiglio Regionale per l’adozione). In conclusione di giornata, due sono gli auspici con cui il team tecnico regionale si è augurato di poter continuare i lavori: la definizione di un nucleo di coordinamento interistituzionale per guidare l’intero processo di riqualificazione del territorio compreso tra Adda e
Ticino e la messa a sistema degli strumenti di pianificazione esistenti, iniziative in corso e studi, tra cui: Piano Territoriale Regionale e Piano paesistico, i contratti di fiume dell’Olona-Bozzente-Lura, del Seveso e del Lambro, l’accordo di programma per la salvaguardia idraulica di Milano e lo studio regionale ”Bonifica, riconversione e valorizzazione ambientale dei fiumi Lambro, Seveso e Olona” che risale ai primi anni Novanta. F. P. Valorizzazione delle aree dismesse in Lombardia Regione Lombardia è attiva sul fronte del marketing territoriale, per attirare interessi, risorse, capitali e imprese sul proprio territorio. Promuovere efficaci politiche di marketing territoriale significa anche disporre di nuovi strumenti di conoscenza (sistemi informativi territoriali per condividere le informazioni); Regione Lombardia sta costituendo le banche dati delle aree dismesse, di espansione e consolidamento, strumenti utili per orientare uno sviluppo sostenibile. È noto, infatti, che la dismissione di attività produttive ha reso disponibili consistenti aree costruite, che spesso versano in stato di degrado compromettendo la qualità del territorio circostante e che il processo di abbandono, che ha inizialmente riguardato grandi aree industriali, ha via via interessato anche impianti di piccola dimensione, in alcuni casi con edifici di pregio architettonico. Questo fenomeno coinvolge ormai diversi settori produttivi, anche legati ad attività agricole, di terziario e servizio. A questo proposito lo scorso giugno è stato presentato alla Fiera del mercato immobiliare Expo Italia Real Estate, il progetto ”Valorizzazione delle aree dismesse” realizzato dall’Assessorato al Territorio in partenariato con Assimpredil-ANCE, l’associazione degli imprenditori edili delle province di Milano, Lodi e MonzaBrianza. In quest’occasione è stato illustrato il censimento delle aree attualmente disponibili su 250 comuni delle tre province; queste informazioni alimenteranno il Sistema
F. P. Il data base topografico, occasione per la nuova cartografia regionale
Sono passati quasi 15 anni dall’ultimo aggiornamento della Carta Tecnica Regionale alla scala 1:10.000: era il 1994 e l’aggiornamento fu effettuato a mano, sulle pellicole originali dell’edizione precedente (1983) e solo per l’area di pianura. Molte cose sono cambiate da allora nel settore cartografico: l’avvento e la diffusione dei programmi di gestione dei dati geografici (GIS), lo sviluppo dei Sistemi Informativi Territoriali (SIT) ai diversi livelli della pubblica amministrazione, l’affermarsi di una cultura della condivisione delle informazioni territoriali, favorita anche dalla diffusione capillare delle connessioni alla Rete. Questa “rivoluzione digitale” ha fatto sì che oggi sia possibile pensare ad una nuova cartografia multiscala, condivisa tra tutti gli enti territoriali, realizzata con un solo volo fotogrammetrico e restituita come un vero e proprio data base, in cui agli oggetti geografici sono associate tabelle di attributi potenzialmente illimitate. Oggi le informazioni acquisite con un solo volo aereo possono soddisfare le esigenze di una cartografia a grande scala tipica del livello comunale
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(1:1.000 - 1:2.000) e, con successivi sfoltimenti e generalizzazioni, si possono ricavare le cartografie a media scala per il livello sovracomunale, provinciale e regionale (1:5.000 e 1:10.000) e addirittura quelle a piccola scala di interesse nazionale (1:25.000 - 1:50.000). L’effetto più immediato di questa nuova “filosofia” cartografica è l’abbattimento dei costi per l’insieme della pubblica amministrazione; il secondo effetto è l’occasione per i diversi enti di condividere le stesse informazioni territoriali di base, su cui appoggiare le diverse banche dati tematiche che diventano così quasi automaticamente consistenti. Il terzo effetto è la possibilità di mantenere aggiornata la cartografia senza dover realizzare costosi voli fotogrammetrici successivi, ma utilizzando procedure tecnico-amministrative già esistenti (concessioni edilizie, fiscalità locale, gestione e manutenzione reti...) senza sostanziali costi aggiuntivi, ma potendo anzi sviluppare servizi ad elevato valore aggiunto diretti a cittadini e imprese. Certo, tra possibilità e realtà il passo non è immediato e indolore. Tuttavia, in Lombardia le esperienze realizzate negli ultimi 5 anni hanno lanciato un processo in forte accelerazione verso il primo traguardo, rappresentato dalla condivisione e dalla gestione associata delle informazioni territoriali; in sostanza, l’impostazione di una infrastruttura dell’informazione territoriale nel pieno spirito della Direttiva CE/2007/02 Inspire. Si è iniziato nel 2003, con le prime realizzazioni autonome da parte di alcune amministrazioni comunali che utilizzarono le specifiche tecni-
che definite dall’Accordo Nazionale sul Sistema Cartografico di Riferimento (Intesa GIS); successivamente, utilizzando i finanziamenti dell’Accordo di Programma Quadro “Società dell’Informazione”, sono stati avviate iniziative con alcune Comunità Montane (Valtellina di Tirano, Valtellina di Sondrio, Valsabbia) che, oltre a realizzare il data base topografico nel territorio di loro competenza, hanno aggregato i rispettivi comuni nella gestione di servizi basati sull’informazione territoriale, fino ad arrivare alla formazione condivisa dei Piani di Governo del Territorio. Queste esperienze sono servite anche a sperimentare e perfezionare le specifiche tecniche per la realizzazione del data base topografico, che sono state alla base dei successivi programmi regionali di co-finanziamento, attivati nel 2006 e nel 2007. Incentivando l’aggregazione dei comuni, che consente di realizzare forti economie di scala e dando la possibilità di sviluppare centri di servizi a scala sovracomunale, i due bandi hanno coinvolto più di 800 comuni ripartiti in 13 aggregazioni e mobilizzato sul territorio più di 17 milioni di euro. Con il bando 2008, che scadrà il 12 settembre, si potrà realizzare la copertura con data base topografico di buona parte del territorio regionale, con un prodotto la cui omogeneità è garantita dall’utilizzo di specifiche tecniche comuni e la cui forza sta nel coinvolgimento consapevole di tutti i livelli della pubblica amministrazione lombarda. Andrea Piccin News
• Piano d’Area “Navigli Lombardi” Con il Forum del 9 luglio si è aperto il processo di formazione del Piano territoriale d’Area d’interesse regionale e la relativa valutazione ambientale (VAS). Maggiori approfondimenti su www.territorio.regione.lombardia.it • Autorizzazioni paesaggistiche: circolare ministeriale esplicativa. Alcune novità in seguito all’emanazione, da parte del Ministero dei Beni Culturali, di una circolare interpretativa dell’Articolo 159 del D.Lgs 63/2008 che regolamenta i procedimenti autorizzatori. Maggiori approfondimenti su www.territorio.regione.lombardia.it • Modificati i criteri per la componente geologica dei P.G.T. Sono stati aggiornati i criteri per la componente geologica, idrogeologica e sismica del P.G.T., in particolare per quanto riguarda la microzonazione sismica, anche a seguito del D.M. 14/1/2008. Maggiori approfondimenti in www.territorio.regione.lombardia.it • Valutazioni di impatto ambientale: novità sulla documentazione tecnico amministrativa Nuove specifiche per la documentazione, anche digitale, che il proponente deve presentare a corredo delle istanze di via e di verifica di assoggettabilità. Maggiori approfondimenti in www.silvia.regione.lombardia.it
Regione Lombardia U/O Infrastuttura per l’Informazione territoriale tel. 0267655438 via Sassetti 32/2 20124 Milano
INFORMAZIONE DALLA REGIONE
Informativo Territoriale regionale (www.cartografia.regione.lombardi a.it) e saranno quindi incrociabili con tutti gli altri livelli informativi disponibili, in particolare con quelli relativi alla pianificazione comunale. Visti i risultati positivi di questa esperienza, Regione Lombardia promuoverà il coinvolgimento di altri soggetti pubblici e privati, sia per estendere il censimento delle aree dismesse a tutto il territorio lombardo, che per definire altre iniziative di raccolta e condivisione di informazioni territoriali. In questo contesto è utile ricordare che la Regione, per favorire il recupero delle aree urbane compromesse dalla presenza di aree dismesse e degradate, propone ai comuni l’opportunità di utilizzare una serie di incentivi destinati dalla L.R.12/05 alla promozione di edilizia sostenibile (D.D. 20/12/07 n. 16188). Per approfondire, vedi: www.territorio.regione.lombardia.it /Pianificazione in Lombardia
A cura di Carlo Lanza (Commissione Tariffe dell’Ordine di Milano)
Variazione Indice Istat per lʼadeguamento dei compensi 1) Tariffa Urbanistica. Circolare Minist. n° 6679 1.12.1969
Base dell'indice - novembre 1969:100
Anno
Luglio
2005 2006 2007
54
2008
Aprile
1560 1555,86 1560,88 1563,39 1568,42 1590 1589,76 1593,53 1596,04 1599,81 1620 1613,62 1617,39 1619,9 1622,41 1660 1670 1660,08 1663,85 1672,64 1676,41
Maggio
Giugno
1570 1570.93 1573,44 1577,21 1600 1604,83 1606,09 1609,85 1630 1627,44 1631,2 1634,97 1680 1690 1700 1685,2 1692,73 1700,27
Agosto
Settembre Ottobre
1580 1579,72 1580,97 1583,48 1610 1600 1612,37 1612,37 1609,85 1640 1637,48 1637,48 1642,5
Novembre Dicembre
1583,48 1586 1610 1611,11 1612,37 1650 1648,78 1655,06
2) Tariffa stati di consistenza (in vigore dal dicembre 1982) anno 1982: base 100 Anno
2006 2007
INDICI E TASSI
Gennaio Febbraio Marzo
2008
Gennaio Febbraio Marzo
Aprile
Maggio
Giugno
Luglio
Agosto
Settembre Ottobre
Novembre Dicembre
274,72
275,37
275,81
277,33
277,54
278,19
278,63
278,63
278,19
278,41
278,63
278,85
279,5
279,93
276,46 280 280,36
281,88
282,53
282,97
282,97
283,84
284,92
286,01
286,87
287,53
289,04
289,7
281,23 290 291,21
292,52
293,82
n.b. I valori da applicare sono quelli in neretto nella parte superiore delle celle
3) Legge 10/91 (Tariffa Ordine Architetti Milano) Anno
2006 2007 2008
Gennaio Febbraio Marzo
121,49 123,32 126,87
121,78 123,60 127,15
121,97 123,80 127,83
Aprile
122,26 123,99 128,11
anno 1995: base 100
Maggio
Giugno
Luglio
122,64 122,74 124,37 124,66 128,79 129,36
123,03 124,95 129,94
Agosto
123,22 125,14
Settembre Ottobre
123,22 125,14
4) Legge 10/91 (Tariffa Consulta Regionale Lombarda) anno 2000: base 100 5) Pratiche catastali (Tariffa Consulta Regionale Lombarda) Anno
2006 2007 2008
Gennaio Febbraio Marzo
111,64 113,31 116,57
111,9 113,58 116,84
112,08 113,75 117,46
Aprile
112,34 113,93 117,72
Maggio
112,69 114,28 118,34
Giugno
Luglio
112,78 114,55 118,87
113,05 114,81 119,40
Agosto
113,22 114,99
giugno 1996: 104,2 123,03 125,52
Novembre Dicembre
123,12 126,00
123,22 126,48
dicembre 2000: 113,4 Settembre Ottobre
113,22 114,99
113,05 115,34
Novembre Dicembre
113,13 115,78
113,22 116,22
6) Collaudi statici (Tariffa Consulta Regionale Lombarda)
anno 1999: base 100
gennaio 1999:
Anno 2006 2007 2008
Luglio
Novembre Dicembre
108,2
Gennaio Febbraio Marzo
117 118,76 122,18
117,28 119,03 122,45
117,46 119,22 123,10
Aprile
117,74 119,40 123,38
Maggio
118,11 119,77 124,02
118,2 120,05 124,58
118,48 120,33 125,13
2003 108,23
2004 110,40
2005 112,12
2001 117,39
2002 120,07
7) Tariffa Antincendio (Tariffa Ordine Architetti Milano) Indice da applicare per lʼanno 2001 103,07
2002 105,42
8) Tariffa Dlgs 626/94 (TariffaCNA) Indice da applicare per lʼanno 1999 111,52
2000 113,89
9) Tariffa pratiche catastali
105,2
Indice da applicare per lʼanno 1999 103,04
Giugno
118,66 120,51
Settembre Ottobre
118,66 120,51
2006 114,57
2003 123,27
2002 111,12
2003 113,87
2004 125,74
118,57 121,34
118,66 121,81
gennaio 2001: 110,5
2007 2008 116,28 119,63
anno1995:base100
2001 108,65
118,48 120,88
anno 2001: base 100
(Tariffa Ordine Architetti Milano)
2000 105,51
Agosto
novembre1995:110,6 2005 127,70
2006 130,48
2007 2008 132,44 136,26
anno 1997: base 100
febbraio 1997:
2004 116,34
2007 122,43
2005 118,15
2006 120,62
2008 125,95
Interessi per ritardato pagamento
Con riferimento all'art. 9 della Tariffa professionale legge 2.03.49 n° 143, ripubblichiamo l'elenco, relativo agli ultimi anni, dei Provvedimenti della Banca d'Italia che fissano i tassi ufficiali di sconto annuali per i singoli periodi ai quali devono essere ragguagliati gli interessi dovuti ai professionisti a norma del succitato articolo 9 della Tariffa. Dal 2004 determinato dalla Banca Centrale Europea.
3,00% 3,25% 3,50% 3,75% 4,00%
Con riferimento all'art. 5, comma 2 del Decreto Legislativo 9 ottobre 2002, n. 231, pubblichiamo i Provvedimenti del Ministro Comunicato 13.1.2006 n° 10)degli interessi da applicare a Comunicato (G.U. 21.7.2008 n° 169)nei pagamenti nelle dellʼEconomia (G.U. che fissano il “Saggio favore del creditore nei casi di ritardo dal 1.7.2008 al ai 31.12.2008 4,10% dal 1.1.2006 commerciali” al 30.6.2006 al quale devono 2,25% +7 9,25% gli interessi transazioni essere ragguagliati dovuti professionisti a norma del+7succitato 11,10% Comunicato (G.U. 10.7.2006 n° 158) Per quanto riguarda: Decreto. dal 1.7.2006 al 31.12.2006
2,83% +7
9,83%
dal 1.1.2007 al 30.6.2007
3,58% +7
10,58%
dal 1.7.2007 al 31.12.2007
4,07% +7
11,07%
dal 1.1.2008 al 30.6.2008
4,20% +7
11,20%
Comunicato (G.U. 5.2.2007 n° 29)
Comunicato (G.U. 30.7.2007 n° 175) Comunicato (G.U. 11.2.2008 n° 35)
per valori precedenti consultare il sito internet del proprio Ordine.
2.182 iscritti dell’Ordine di Bergamo; 2.205
iscritti dell’Ordine di Brescia;
1.621 iscritti dell’Ordine di Como;
666 iscritti dell’Ordine di Cremona; 889
iscritti dell’Ordine di Lecco;
381 iscritti dell’Ordine di Lodi:
652 iscritti dell’Ordine Mantova;
11.354 iscritti dell’Ordine di Milano; 2.301 iscritti dell’Ordine di Monza e della Brianza;
813 iscritti dell’Ordine di Pavia; 343 iscritti dell’Ordine di Sondrio; 2.144 iscritti dell’Ordine di Varese. Ricevono inoltre la rivista:
90 Ordini degli Architetti PPC d’Italia;
Tariffa P.P.A. (si tralascia questo indice in quanto non più applicato)
Provv. della B.C.E. (3.8.2006) dal 9.8.2006 Provv. della B.C.E. (5.10.2006) dal 11.10.2006 Provv. della B.C.E. (7.12.2006) dal 13.12.2006 Provv. della B.C.E. (8.03.2007) dal 14.3.2007 Provv. della B.C.E. (6.6.2007) dal 13.6.2007
La rivista AL, fondata nel 1970, oggi raggiunge mensilmente tutti i 25.551 architetti iscritti ai 12 Ordini degli Architetti PPC della Lombardia:
Indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, relativo al mese di giugno 1996 che si pubblica ai sensi dellʼArt. 81 della Legge 27 luglio 1978, n. 392, sulla disciplina delle locazioni di immobili urbani consultare il sito internet dell’Ordine degli Architetti PPC di Milano. Applicazione Legge 415/98 Agli effetti dell’applicazione della Legge 415/98 si segnala che il valore attuale di 200.000 Euro corrisponde a Lit. 394.466.400.
1.555 Amministrazioni comunali lombarde;
Assessorati al Territorio delle Province lombarde e Uffici tecnici della Regione Lombardia; Federazioni degli architetti e Ordini degli ingegneri; Biblioteche e librerie specializzate; Quotidiani nazionali e Redazioni di riviste degli Ordini degli Architetti PPC nazionali; Università; Istituzioni museali; Riviste di architettura ed Editori.