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L'EDEN RITROVATO
Ieri sono stati resi noti i siti candidati ad accogliere il Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi. Un tema altamente sensibile che non riguarda solo il decommissioning delle centrali nucleari ma una grande quantità di scarti prodotti nel corso delle attività medico-sanitarie. In questo articolo il progetto di 2BEarchitects, raggruppamento di progettazione vincitore ex-aequo del concorso indetto alcuni anni fa da Sogin, che trasforma un problema in opportunità
Secondo il programma di concorso, il progetto di un Polo Tecnologico dedicato alle procedure di decommissioning dei rifiuti radioattivi è un campus della superficie complessiva di 40 ettari, di cui circa 57.000 mq edificati destinati a strutture di ricerca, sperimentazione, messa a punto e collaudo delle procedure di raccolta, trasporto e custodia finale.
Il Polo è connesso all’attività del Deposito Nazionale dei Rifiuti Radioattivi, il luogo verso il quale dovrebbero convergere, secondo scrupolosi criteri di sicurezza, sia i rifiuti di dismissione dei pochi impianti nucleari presenti in Italia, sia la grande e capillare quantità di quelli provenienti da attività di tipo ospedaliero e industriale.
Inutile aggiungere che il Deposito Nazionale è un tema scomodo, destinato a scatenare furiose proteste Nimby (Not In My Back Yard), visto da qualsiasi governo come un vero e proprio grattacapo. Il che aggrava la situazione ambientale, perché i rifiuti radioattivi esistono e ad oggi le modalità del loro trasporto e destinazione spesso sono di non chiara identificazione e tracciabilità. Un Deposito Nazionale è pertanto un intervento necessario, oltre che richiesto dalle norme di sicurezza comunitarie rispetto alle quali l’Italia risulta ad oggi inadempiente.
Pur avendo Sogin – la Società di Gestione degli Impianti Nucleari, ente banditore del concorso – da tempo redatto una mappa dei luoghi idonei alla sua realizzazione (mantenuta segreta fino a ieri), per lo sviluppo del tema di concorso non era stato assegnato – caso del tutto singolare per un progetto di architettura – alcun sito specifico.
Il progetto si doveva pertanto sviluppare quale schema di insediamento tipo, adattabile alle differenti condizioni ambientali e paesistiche presenti in Italia, ferme restando alcune caratteristiche di base: terreno pianeggiante, assenza di fenomeni carsici, luoghi scarsamente popolati, aree non soggette a rischio sismico o idrogeologico. Un repertorio di località in verità piuttosto ristretto, ma ciononostante un insieme di condizioni che hanno avuto, per 2BEarchitects, ricadute importanti sulla filosofia e sullo sviluppo del tema.
Il progetto parte da una considerazione tanto semplice quanto efficace. Con il Deposito Nazionale, materiali pericolosi prelevati dal sottosuolo vengono finalmente riportati nelle viscere della Terra, nel loro metaforicamente infernale luogo d’origine, ristabilendo una condizione di equilibrio. A livello progettuale questo pone le basi per la ricomposizione di un Eden: un grande giardino all’interno del quale verrà realizzato il Polo stesso.
Il progetto consiste pertanto in una misurata combinazione tra edifici e paesaggio che danno forma a una vera e propria cittadella. Composta, come richiesto dal bando, secondo moduli aggregabili, e intesa come elemento geografico e paesistico: un’ideale Montagna geometrizzata che si sviluppa attorno a una grande Valle centrale, che contiene in sintesi alcuni tratti identificativi e ricorrenti del paesaggio italiano. Nelle sue fenditure cresce una vegetazione che si propaga nel paesaggio, fino ad un Lago (elemento fondamentale per il mantenimento degli equilibri circolari a livello idrologico, ecologico ed energetico) e un Bosco, pensato come una vera e propria riserva: un vasto ambito restituito ad una moltitudine, il più possibile diversificata, di forme di vita.
Articolato secondo due fondamentali e distinti ambiti di accessibilità – uno dedicato ai ricercatori e al personale del centro e l’altro, a diretto contatto con il grande giardino esterno, funzionalmente complesso e accessibile al pubblico – il Polo Tecnologico diventa in questo modo non solo un centro di formazione e di ricerca ma anche uno strumento di riqualificazione, recupero e ricomposizione di una condizione primigenia. Si tratta in conclusione di un progetto basato sulla ricerca di un criterio di equilibrio, che sposta l’enfasi dalle risorse prelevate dal sottosuolo e di cui inesorabilmente si lamenta la scarsità alla ricomposizione, al consolidamento e alla rappresentazione, tramite l’architettura, dell’abbondanza a livello biofisico che permette la vita e la prosperità su questo pianeta ■
2BEarchitects
2BEarchitects è un gruppo di progettisti formato dagli architetti Marco Bozzola, Carlo Ezechieli, Riccardo Riva, Paolo Pirovano e Simone Corno, il cui lavoro si rivolge in particolare alle tematiche di scienza e ambiente, alla ricerca nel campo dell’arte ambientale e della tecnologia. Caratterizzato per l’attenzione al rapporto tra edificato e spazi aperti, il gruppo si è già distinto nel progetto di concorso per la riqualificazione di Via Cornigliano a Genova, nel masterplan del Queanbeyan in Australia e nel progetto di recupero della Eoulmadang-Ro a Seoul, Corea.
Ente banditore Sogin (Società di Gestione degli Impianti Nucleari)
Anno 2016-2017
Progettisti 2BEarchitects, 1° Premio
Staff di progetto Marco Bozzola (capogruppo), Carlo Ezechieli, Riccardo Riva, Paolo Pirovano, Simone Corno con Ilario Nicolò e Paolo Sigalini
Video Alessandro Ferrari