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Comunità resilienti
Il Padiglione Italia alla 17. Biennale di Architettura di Venezia
COME IL GENOMA E IL CERVELLO UMANI, IL PADIGLIONE ITALIA CURATO DA ALESSANDRO MELIS E' UNA GIUNGLA ABITATA DA STRANE CREATURE
Si intitola 'Comunità resilienti' ma è un invito a un’intepretazione non deterministica dell’architettura quello che il curatore Alessandro Melis rivolge ai visitatori con il programma del Padiglione Italia alla Biennale di Architettura di Venezia.
Un padiglione popolato da 14 ‘comunità’, intese come laboratori operativi, centri di ricerca e casi di studio, organizzate secondo due fondamentali direttrici: una riflessione sullo stato dell’arte in tema di resilienza urbana in Italia e nel mondo, e un focus su metodologie, innovazione, ricerca con sperimentazioni interdisciplinari tra architettura, botanica, agronomia, biologia, arte e medicina. Perché la crisi che stiamo attraversando – sanitaria, ambientale, sociale – impone un profondo ripensamento dei paradigmi attuali degli insediamenti umani sul pianeta.
Il suggerimento è quello di abbandonare gli insegnamenti dell’architettura del ‘900: forse – dice Melis – forma e funzione non sono affatto coincidenti. Anzi, la biologia ci insegna che la funzione non segue neppure la necessità, bensì la possibilità. E la ricerca del possibile è ciò che definiamo creatività, ovvero la capacità di intravedere – nelle crisi o semplicemente nelle inaspettate ‘deviazioni’ dalle interpretazioni consolidate – nuove prospettive.
È l’ancestrale modalità di pensiero della specie umana – dalla scoperta casuale del fuoco all’eco del Big Bang, che non era un difetto del radiotelescopio – di trovare soluzioni inaspettate eppure efficaci nei momenti di crisi. Fenomeni che riguardano usi creativi dello spazio pubblico, spesso frutto di movimenti spontanei dal basso, funzionano anche se non sono previsti in nessun progetto convenzionale e codificato. Gli esiti saranno imperfetti, incerti, di natura probabilistica, ma proprio per questo creativi. Non si tratta – si badi bene – di sviluppare una critica di natura ideologica, ma semplicemente di cogliere un’opportunità, servendosi di contributi multidisciplinari (comprendere la ‘giungla piena di strane creature’, come dice Ewan Birney riferendosi al genoma umano) per costruire visioni di futuro.
Come esempio di adattamento evolutivo applicato all’architettura, il Padiglione Italia quest’anno riutilizzerà la struttura creata da Milovan Farronato per la Biennale Arte del 2019. Il riciclo dei materiali ne prolungherà il ciclo di vita riducendo le emissioni di CO2 legate alla produzione e movimentazione di nuovi allestimenti. Il sito www.comunitaresilienti.com favorirà l’esperienza dei contenuti del padiglione estendendola online ■