Sommario
In Primo Piano
Luglio - Agosto 2014
RAEE Nuove opportunità di business per le PMI nel recupero di metalli dai RAEE
3
E-Waste e sfruttamento minorile
5
Spingere sul recupero dei RAEE: nonostante la crisi economica mondiale sono in crescita incontrollata
6
Il bilancio ambientale 2013 di ReMedia
6
Il successo della green economy italiana tra turismo e gastronomia
Un
Energie rinnovabili Efficienza Energetica: Il Governo italiano stanzierà circa 800 milioni di euro per la riqualificazione energetica di aziende e case private
7
Elettrodomestici: Occhio all’etichetta !
9
Storie di riciclo Il Bestiario dorato di Camilla
11
Ambiente e Società
FOCUS GREEN ECONOMY L’economia verde è circolare
13
Green Italia. Le proposte del Consiglio Nazionale della Green Economy al governo per il semestre europeo
15
Donne e Green Economy Quella diversità di genere che favorisce l’innovazione e può sfidare la crisi
17
Gli Speciali
19
Oltre la crisi economica, le chiavi per uno sviluppo sostenibile: Eco-Innovazione, logistica e recupero dei RAEE di Enrico Cosenza
fatturato di 12 miliardi nel 2013, vacanze sempre più eco‐ logiche e aziende agricole giovani e mul‐ tifunzionali: ecco la ricetta di un settore in espansione. La crisi non ha spento la voglia di vacanza nel nostro Paese, che è ancora tra le mete preferite per moltissi‐ mi turisti stranieri e italiani e, complice la bella stagione e le ricchezze paesaggisti‐ che del territorio, sono in molti a sceglie‐ re la chiave ecologica. Oasi, riserve natu‐ rali, aree verdi sono tra le mete più ricer‐ cate, soprattutto se unite ad attività sportive (trekking, mountain bike, nordic walking, equitazione) e percorsi enoga‐ stronomici e di relax. Nell'ultimo anno il turismo ecologico in Italia ha raggiunto il suo record storico, in controtendenza rispetto al tipo “tradizionale” di vacanza. Ed è proprio la tradizione uno degli ele‐ menti trainanti per questo settore, so‐ prattutto se considerata come riscoperta dei sapori tipici locali: secondo Coldiretti l'Italia detiene la leadership europea nel‐ la produzione biologica e nell'offerta di prodotti tipici con 262 denominazioni di origine riconosciute e 4.698 specialità tradizionali regionali. Un piccolo patrimo‐ RELOADER Magazine Viale Carlo Felice 89 00185 Roma
nio gastronomico che abbraccia storia e cultura locali e che, se ben sfruttato, può attirare grandi guadagni. Ben 20.474 agri‐ turismo sparsi lungo lo stivale, aumentati del 57% negli ultimi 10 anni, 1.200 mercati agricoli di Campagna Amica che offrono prodotti tipici sono tra le cifre più rincuo‐ ranti per il turismo italiano, ma il dato migliore è la congiunzione di queste atti‐ vità all'offerta di servizi collaterali. Quella che Coldiretti definisce “la vera rivoluzio‐ ne” legata agli agriturismo è che le azien‐ de di ristorazione sono state sorpassate da quelle che offrono anche altri servizi come escursionismo (con 3.324 casi) mountain bike (2.785) corsi di cucina (2.009) equitazione (1.489) trekking (1.821) fattorie didattiche (1.251) e infine le osservazioni naturalistiche come il bird watching in rapida crescita (932). Il profi‐ lo dei titolari delle aziende agricole nate negli ultimi dieci anni: il 6,5% è sotto i 35 anni e oltre il 30% ha un titolo accademi‐ co in tasca, e tutti sono attivi sui social media e usano internet per il lavoro. E questo, con buona pace dell’antica idea delle fattorie portate avanti da vecchi contadini allergici al cambiamento. n. 79 - luglio/agosto 2014
Tel: +39 06 77.25.07.02 www.reloaderitalia.it
Fax: +39 06 70.49.04.79 info@reloaderitalia.it
Sommario
In Primo Piano
Luglio - Agosto 2014
RAEE Nuove opportunità di business per le PMI nel recupero di metalli dai RAEE
3
E-Waste e sfruttamento minorile
5
Spingere sul recupero dei RAEE: nonostante la crisi economica mondiale sono in crescita incontrollata
6
Il bilancio ambientale 2013 di ReMedia
6
Il successo della green economy italiana tra turismo e gastronomia
Un
Energie rinnovabili Efficienza Energetica: Il Governo italiano stanzierà circa 800 milioni di euro per la riqualificazione energetica di aziende e case private
7
Elettrodomestici: Occhio all’etichetta !
9
Storie di riciclo Il Bestiario dorato di Camilla
11
Ambiente e Società
FOCUS GREEN ECONOMY L’economia verde è circolare
13
Green Italia. Le proposte del Consiglio Nazionale della Green Economy al governo per il semestre europeo
15
Donne e Green Economy Quella diversità di genere che favorisce l’innovazione e può sfidare la crisi
17
Gli Speciali
19
Oltre la crisi economica, le chiavi per uno sviluppo sostenibile: Eco-Innovazione, logistica e recupero dei RAEE di Enrico Cosenza
fatturato di 12 miliardi nel 2013, vacanze sempre più eco‐ logiche e aziende agricole giovani e mul‐ tifunzionali: ecco la ricetta di un settore in espansione. La crisi non ha spento la voglia di vacanza nel nostro Paese, che è ancora tra le mete preferite per moltissi‐ mi turisti stranieri e italiani e, complice la bella stagione e le ricchezze paesaggisti‐ che del territorio, sono in molti a sceglie‐ re la chiave ecologica. Oasi, riserve natu‐ rali, aree verdi sono tra le mete più ricer‐ cate, soprattutto se unite ad attività sportive (trekking, mountain bike, nordic walking, equitazione) e percorsi enoga‐ stronomici e di relax. Nell'ultimo anno il turismo ecologico in Italia ha raggiunto il suo record storico, in controtendenza rispetto al tipo “tradizionale” di vacanza. Ed è proprio la tradizione uno degli ele‐ menti trainanti per questo settore, so‐ prattutto se considerata come riscoperta dei sapori tipici locali: secondo Coldiretti l'Italia detiene la leadership europea nel‐ la produzione biologica e nell'offerta di prodotti tipici con 262 denominazioni di origine riconosciute e 4.698 specialità tradizionali regionali. Un piccolo patrimo‐ RELOADER Magazine Viale Carlo Felice 89 00185 Roma
nio gastronomico che abbraccia storia e cultura locali e che, se ben sfruttato, può attirare grandi guadagni. Ben 20.474 agri‐ turismo sparsi lungo lo stivale, aumentati del 57% negli ultimi 10 anni, 1.200 mercati agricoli di Campagna Amica che offrono prodotti tipici sono tra le cifre più rincuo‐ ranti per il turismo italiano, ma il dato migliore è la congiunzione di queste atti‐ vità all'offerta di servizi collaterali. Quella che Coldiretti definisce “la vera rivoluzio‐ ne” legata agli agriturismo è che le azien‐ de di ristorazione sono state sorpassate da quelle che offrono anche altri servizi come escursionismo (con 3.324 casi) mountain bike (2.785) corsi di cucina (2.009) equitazione (1.489) trekking (1.821) fattorie didattiche (1.251) e infine le osservazioni naturalistiche come il bird watching in rapida crescita (932). Il profi‐ lo dei titolari delle aziende agricole nate negli ultimi dieci anni: il 6,5% è sotto i 35 anni e oltre il 30% ha un titolo accademi‐ co in tasca, e tutti sono attivi sui social media e usano internet per il lavoro. E questo, con buona pace dell’antica idea delle fattorie portate avanti da vecchi contadini allergici al cambiamento. n. 79 - luglio/agosto 2014
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Fax: +39 06 70.49.04.79 info@reloaderitalia.it
RELOADER Magazine - Luglio/Agosto 2014
3
NUOVE OPPORTUNITÀ DI BUSINESS PER LE PMI NEL RECUPERO DI METALLI DAI RAEE
4
RAEE
Metalli preziosi nei RAEE: valore 21 miliardi di dollari. Solo il 15% di questi tesori viene recuperato negli USA.
fine vita per il recupero di metalli preziosi,
3. le tecnologie per il recupero di mate‐
Il recupero di metalli preziosi dai RAEE è
per tonnellata. (fonte ReMedia) Proprio
messe a punto dal Politecnico di Milano;
riali di elevato valore da RAEE attraverso
un settore dal grande potenziale econo‐
al fine di erogare informazioni alle picco‐
2. le tecnologie per il trattamento di pi‐
tecniche idrometallurgiche di trattamen‐
mico. Ogni anno si producono nel mondo
le e medie imprese sulle tecnologie e‐
rogassificazione di schede elettroniche ai
to, in corso di sviluppo presso l’ENEA.
dai 20 ai 50 milioni di tonnellate di rifiuti
mergenti e di ridurre il loro tempo di rea‐
fini del recupero attivo, sviluppate presso
Queste ultime presentano grandi poten‐
hi‐tech che contengono 320 tonnellate
zione alle innovazioni tecnologiche nel
il Centro Sviluppo Materiali;
zialità anche per il recupero di alcuni ele‐
d’oro e 7.200 d’argento per un valore di
settore del recupero di metalli preziosi
oltre 15 miliardi di euro: solo il 15% di que‐
da rifiuti di apparecchiature elettriche ed
sto “tesoro” viene recuperato (fonte O‐
elettroniche, l’ENEA ha ospitato il 1° tuto‐
NU). In Europa, ci sarebbero potenzialità
rial meeting rivolto alle PMI, organizzato
economiche per almeno 1 miliardo di eu‐
in partnership con l’Associazione Italiana
ro dal recupero dei materiali preziosi, in‐
per la Ricerca Industriale (AIRI) e Union‐
nalzando la percentuale di riciclo
camere. Nel corso del tutorial meeting
dall’attuale 33% all’80% delle circa 10 mi‐
sono state presentate alle PMI tre diver‐
lioni di tonnellate di RAEE prodotte ogni
se tecnologie con grado di sviluppo ma‐
anno. Inoltre, tra i metalli recuperati ci
turo o emergente, sviluppate in realtà di
sarebbero molte delle terre rare importa‐
eccellenza della ricerca italiana:
te dalla UE, il cui fabbisogno si aggira in‐
1. le tecnologie e i sistemi di frantuma‐
torno alle 12‐20 mila tonnellate l’anno,
zione e separazione meccanica di pro‐
con prezzi oscillanti tra i 5‐10 mila dollari
dotti elettronici e schede elettroniche a
RELOADER Magazine - Luglio/Agosto 2014
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NUOVE OPPORTUNITÀ DI BUSINESS PER LE PMI NEL RECUPERO DI METALLI DAI RAEE
4
RAEE
Metalli preziosi nei RAEE: valore 21 miliardi di dollari. Solo il 15% di questi tesori viene recuperato negli USA.
fine vita per il recupero di metalli preziosi,
3. le tecnologie per il recupero di mate‐
Il recupero di metalli preziosi dai RAEE è
per tonnellata. (fonte ReMedia) Proprio
messe a punto dal Politecnico di Milano;
riali di elevato valore da RAEE attraverso
un settore dal grande potenziale econo‐
al fine di erogare informazioni alle picco‐
2. le tecnologie per il trattamento di pi‐
tecniche idrometallurgiche di trattamen‐
mico. Ogni anno si producono nel mondo
le e medie imprese sulle tecnologie e‐
rogassificazione di schede elettroniche ai
to, in corso di sviluppo presso l’ENEA.
dai 20 ai 50 milioni di tonnellate di rifiuti
mergenti e di ridurre il loro tempo di rea‐
fini del recupero attivo, sviluppate presso
Queste ultime presentano grandi poten‐
hi‐tech che contengono 320 tonnellate
zione alle innovazioni tecnologiche nel
il Centro Sviluppo Materiali;
zialità anche per il recupero di alcuni ele‐
d’oro e 7.200 d’argento per un valore di
settore del recupero di metalli preziosi
oltre 15 miliardi di euro: solo il 15% di que‐
da rifiuti di apparecchiature elettriche ed
sto “tesoro” viene recuperato (fonte O‐
elettroniche, l’ENEA ha ospitato il 1° tuto‐
NU). In Europa, ci sarebbero potenzialità
rial meeting rivolto alle PMI, organizzato
economiche per almeno 1 miliardo di eu‐
in partnership con l’Associazione Italiana
ro dal recupero dei materiali preziosi, in‐
per la Ricerca Industriale (AIRI) e Union‐
nalzando la percentuale di riciclo
camere. Nel corso del tutorial meeting
dall’attuale 33% all’80% delle circa 10 mi‐
sono state presentate alle PMI tre diver‐
lioni di tonnellate di RAEE prodotte ogni
se tecnologie con grado di sviluppo ma‐
anno. Inoltre, tra i metalli recuperati ci
turo o emergente, sviluppate in realtà di
sarebbero molte delle terre rare importa‐
eccellenza della ricerca italiana:
te dalla UE, il cui fabbisogno si aggira in‐
1. le tecnologie e i sistemi di frantuma‐
torno alle 12‐20 mila tonnellate l’anno,
zione e separazione meccanica di pro‐
con prezzi oscillanti tra i 5‐10 mila dollari
dotti elettronici e schede elettroniche a
RELOADER Magazine - Luglio/Agosto 2014
menti rari, in percentuali di prodotto limi‐ tato e di grande valore, mentre la pirogas‐ sificazione consente di impostare impian‐ ti di scala industriale che favoriscono an‐ che processi auto‐consistenti dal punto di vista dei consumi energetici e della ridu‐ zione di emissioni. La separazione mecca‐ nica si adatta invece allo smantellamento e al pre‐trattamento delle schede elettro‐ niche, da cui si ricava un prodotto inter‐ medio in polvere da sottoporre successi‐ vamente a processi di purificazione. Per l’affermarsi di un’industria nazionale del riciclo ad alto valore innovativo occor‐ re superare le barriere all’entrata, dovute sia a un mercato che dipende in misura critica dalla domanda generata dai grandi impianti di trattamento all’estero, sia alle caratteristiche peculiari dell’intera filiera, che va dalla produzione al riciclo. Pesano poi storicamente la mancanza di una pro‐ gettazione finalizzata al recupero del RA‐ EE e i vuoti della legislazione comunitaria e nazionale. Il recente decreto legislativo 14 marzo 2014, n. 49 (di attuazione della direttiva 2012/19/UE) offre un nuovo qua‐ dro di riferimento per collegare gli ambiti più avanzati della ricerca applicata e il mercato potenziale di questi rifiuti. La formula del tutorial meeting offre alle PMI la possibilità di confrontarsi con figu‐ re di alto profilo tecnologico, anche me‐ diante colloqui face to face, per stimolare nuove opportunità di investimento nello sviluppo dei processi e dei prodotti inno‐ vativi. AIRI e Unioncamere, con la collabo‐ razione delle maggiori organizzazioni del‐ la ricerca italiana, ne organizzeranno a breve di nuovi in altre aree del Paese.
5
E-Waste e sfruttamento minorile Oggi si perdono le tracce del 75% dei rifiuti tecnologici prodotti nell'Unione Europea e di oltre l'80% di quelli prodotti negli Stati Uniti. Una buona parte viene esportata – spesso illegalmente ‐ per finire in discariche incon‐ trollate in Africa oppure a riciclatori clandesti‐ ni in Asia. In questi luoghi i lavoratori spesso sono bambini. A Lagos, in Nigeria, ogni mese arrivano 500 container pieni di computer e monitor per una somma che si aggira intorno alle 600.000 macchine elettroniche. Quasi sempre questi apparecchi vengono spacciati come materiali di elettronica di consumo di seconda mano, ma quasi il 75% di questi non può essere recuperato. Decine di migliaia di bambini (per 12 dollari al giorno) si dedicano a tempo pieno alla raccolta di questi rifiuti e all’estrazione di quei materiali che possono essere rivenduti alle aziende dei loro Paesi che fanno uso, per esempio, di rame e altri metalli contenuti nei circuiti elettronici. Al fine di recuperare grosse quantità di minerali vendibili, questi bambini bruciano tonnellate e tonnellate di rifiuti per separare le plastiche dai materiali rivendibili, esponendosi ai rischi legati al cocktail di composti chimici che que‐ sti rifiuti contengono e sprigionano nell’aria circostante.
RELOADER Magazine - Luglio/Agosto 2014
6
Nei prossimi cinque anni, secondo l’ONU, i rifiuti elettrici ed elettronici nel mondo saliranno del 33% fino a toccare i 65 milioni di tonnellate
Spingere sul recupero dei RAEE: nonostante la crisi economica mondiale sono in crescita incontrollata Nel 2012 i RAEE generati nel mondo erano 49 milioni di tonnellate, 7 chili per ognuno dei 7 miliardi di esseri umani che popolano il pianeta, in pratica un peso equivalente a quello di 200 Empire State Building o 11 piramidi di Giza. Sali‐ ranno a 65 nel 2017, secondo quanto si legge rapporto Solving the E‐Waste Problem (StEP) Initiative promosso dalle Nazioni Unite. Il re‐ cord dell’e‐waste spetta alla Cina: è prima nella classifica delle merci appartenenti a questa ca‐ tegoria con 11,1 milioni di tonnellate immesse sul mercato, seguita dagli Stati Uniti con 10 mi‐ lioni di tonnellate. Ma la graduatoria si inverte quando si passa alla quantità dei prodotti elet‐ tronici buttati via. Gli Usa, essendo partiti pri‐ ma, hanno maggiori volumi di scarto: 9,4 milio‐ ni di tonnellate contro i 7,3 della Cina. E se ogni cinese ‘provoca’ in media 5 chilogrammi di que‐ sti rifiuti, sono quasi 30 chili quelli creati da cia‐
scun americano, perché più prodotti già immes‐ si sul mercato negli Usa diventano presto obso‐ leti, soffocati dalla concorrenza delle grandi marche, e vengono ritirati. Il record di rifiuti pro capite spetta in ogni caso al Qatar (63 chi‐ logrammi), seguito da Lussemburgo (49), Sin‐ gapore (36), Norvegia (33) e Hong Kong (30). Dall’indagine dell’ONU emerge che gli apparec‐ chi più grandi, soprattutto tv e monitor, dagli Stati Uniti vengono esportati verso destinazio‐ ni come Messico, Venezuela, Paraguay e Cina, mentre i PC usati, soprattutto i portatili, hanno più probabilità di andare verso i Paesi asiatici e africani. Anche l'Europa non è esente da colpe. Un'inchiesta dell'INTERPOL (l'organizzazione internazionale di contrasto al crimine) ha rivela‐ to che quasi un container su tre che lascia l'Ue, tra quelli che sono stati controllati, contiene rifiuti elettronici illegali.
IL BILANCIO AMBIENTALE 2013 DI REMEDIA Nel 2013 il consorzio di produttori ReMedia ha raccolto complessiva‐ mente 41.486 tonnellate di Rifiuti Tecnologici: 34.834 tonnellate di RA‐ EE presso le isole ecologiche asse‐ gnate dal Centro di Coordinamen‐ to RAEE (foto a lato), a cui si ag‐ giungono 2.423 tonnellate di RAEE professionali (provenienti da aziende e enti pubblici). Con una percentuale di recupero del 92,2%, sulle 33.587 ton‐ nellate di materiali riciclati il Consorzio conta circa 11.600 tonnellate di ferro, oltre 10.000 tonnellate di vetro, 7.200
tonnellate di plastica e ancora 870 ton‐ nellate di rame, 650 di alluminio. Il re‐ cupero dei RAEE ha consentito al con‐ sorzio il risparmio di 104.695.768 kWh, equivalenti al consumo energetico di una città di 89.637 abitanti, come Lec‐ ce (Fonte Terna, 2012: i consumi dome‐ stici annui pro capite equivalgono a 1.168 kWh). In tema di climalteranti, la riduzione di emissioni nel solo 2013 è stata di 167.457,47 tonnellate di CO2 equivalenti, pari a quelle di 24.269 au‐ tovetture con percorrenza annua di 30.000 chilometri.
RELOADER Magazine - Luglio/Agosto 2014
menti rari, in percentuali di prodotto limi‐ tato e di grande valore, mentre la pirogas‐ sificazione consente di impostare impian‐ ti di scala industriale che favoriscono an‐ che processi auto‐consistenti dal punto di vista dei consumi energetici e della ridu‐ zione di emissioni. La separazione mecca‐ nica si adatta invece allo smantellamento e al pre‐trattamento delle schede elettro‐ niche, da cui si ricava un prodotto inter‐ medio in polvere da sottoporre successi‐ vamente a processi di purificazione. Per l’affermarsi di un’industria nazionale del riciclo ad alto valore innovativo occor‐ re superare le barriere all’entrata, dovute sia a un mercato che dipende in misura critica dalla domanda generata dai grandi impianti di trattamento all’estero, sia alle caratteristiche peculiari dell’intera filiera, che va dalla produzione al riciclo. Pesano poi storicamente la mancanza di una pro‐ gettazione finalizzata al recupero del RA‐ EE e i vuoti della legislazione comunitaria e nazionale. Il recente decreto legislativo 14 marzo 2014, n. 49 (di attuazione della direttiva 2012/19/UE) offre un nuovo qua‐ dro di riferimento per collegare gli ambiti più avanzati della ricerca applicata e il mercato potenziale di questi rifiuti. La formula del tutorial meeting offre alle PMI la possibilità di confrontarsi con figu‐ re di alto profilo tecnologico, anche me‐ diante colloqui face to face, per stimolare nuove opportunità di investimento nello sviluppo dei processi e dei prodotti inno‐ vativi. AIRI e Unioncamere, con la collabo‐ razione delle maggiori organizzazioni del‐ la ricerca italiana, ne organizzeranno a breve di nuovi in altre aree del Paese.
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E-Waste e sfruttamento minorile Oggi si perdono le tracce del 75% dei rifiuti tecnologici prodotti nell'Unione Europea e di oltre l'80% di quelli prodotti negli Stati Uniti. Una buona parte viene esportata – spesso illegalmente ‐ per finire in discariche incon‐ trollate in Africa oppure a riciclatori clandesti‐ ni in Asia. In questi luoghi i lavoratori spesso sono bambini. A Lagos, in Nigeria, ogni mese arrivano 500 container pieni di computer e monitor per una somma che si aggira intorno alle 600.000 macchine elettroniche. Quasi sempre questi apparecchi vengono spacciati come materiali di elettronica di consumo di seconda mano, ma quasi il 75% di questi non può essere recuperato. Decine di migliaia di bambini (per 12 dollari al giorno) si dedicano a tempo pieno alla raccolta di questi rifiuti e all’estrazione di quei materiali che possono essere rivenduti alle aziende dei loro Paesi che fanno uso, per esempio, di rame e altri metalli contenuti nei circuiti elettronici. Al fine di recuperare grosse quantità di minerali vendibili, questi bambini bruciano tonnellate e tonnellate di rifiuti per separare le plastiche dai materiali rivendibili, esponendosi ai rischi legati al cocktail di composti chimici che que‐ sti rifiuti contengono e sprigionano nell’aria circostante.
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Nei prossimi cinque anni, secondo l’ONU, i rifiuti elettrici ed elettronici nel mondo saliranno del 33% fino a toccare i 65 milioni di tonnellate
Spingere sul recupero dei RAEE: nonostante la crisi economica mondiale sono in crescita incontrollata Nel 2012 i RAEE generati nel mondo erano 49 milioni di tonnellate, 7 chili per ognuno dei 7 miliardi di esseri umani che popolano il pianeta, in pratica un peso equivalente a quello di 200 Empire State Building o 11 piramidi di Giza. Sali‐ ranno a 65 nel 2017, secondo quanto si legge rapporto Solving the E‐Waste Problem (StEP) Initiative promosso dalle Nazioni Unite. Il re‐ cord dell’e‐waste spetta alla Cina: è prima nella classifica delle merci appartenenti a questa ca‐ tegoria con 11,1 milioni di tonnellate immesse sul mercato, seguita dagli Stati Uniti con 10 mi‐ lioni di tonnellate. Ma la graduatoria si inverte quando si passa alla quantità dei prodotti elet‐ tronici buttati via. Gli Usa, essendo partiti pri‐ ma, hanno maggiori volumi di scarto: 9,4 milio‐ ni di tonnellate contro i 7,3 della Cina. E se ogni cinese ‘provoca’ in media 5 chilogrammi di que‐ sti rifiuti, sono quasi 30 chili quelli creati da cia‐
scun americano, perché più prodotti già immes‐ si sul mercato negli Usa diventano presto obso‐ leti, soffocati dalla concorrenza delle grandi marche, e vengono ritirati. Il record di rifiuti pro capite spetta in ogni caso al Qatar (63 chi‐ logrammi), seguito da Lussemburgo (49), Sin‐ gapore (36), Norvegia (33) e Hong Kong (30). Dall’indagine dell’ONU emerge che gli apparec‐ chi più grandi, soprattutto tv e monitor, dagli Stati Uniti vengono esportati verso destinazio‐ ni come Messico, Venezuela, Paraguay e Cina, mentre i PC usati, soprattutto i portatili, hanno più probabilità di andare verso i Paesi asiatici e africani. Anche l'Europa non è esente da colpe. Un'inchiesta dell'INTERPOL (l'organizzazione internazionale di contrasto al crimine) ha rivela‐ to che quasi un container su tre che lascia l'Ue, tra quelli che sono stati controllati, contiene rifiuti elettronici illegali.
IL BILANCIO AMBIENTALE 2013 DI REMEDIA Nel 2013 il consorzio di produttori ReMedia ha raccolto complessiva‐ mente 41.486 tonnellate di Rifiuti Tecnologici: 34.834 tonnellate di RA‐ EE presso le isole ecologiche asse‐ gnate dal Centro di Coordinamen‐ to RAEE (foto a lato), a cui si ag‐ giungono 2.423 tonnellate di RAEE professionali (provenienti da aziende e enti pubblici). Con una percentuale di recupero del 92,2%, sulle 33.587 ton‐ nellate di materiali riciclati il Consorzio conta circa 11.600 tonnellate di ferro, oltre 10.000 tonnellate di vetro, 7.200
tonnellate di plastica e ancora 870 ton‐ nellate di rame, 650 di alluminio. Il re‐ cupero dei RAEE ha consentito al con‐ sorzio il risparmio di 104.695.768 kWh, equivalenti al consumo energetico di una città di 89.637 abitanti, come Lec‐ ce (Fonte Terna, 2012: i consumi dome‐ stici annui pro capite equivalgono a 1.168 kWh). In tema di climalteranti, la riduzione di emissioni nel solo 2013 è stata di 167.457,47 tonnellate di CO2 equivalenti, pari a quelle di 24.269 au‐ tovetture con percorrenza annua di 30.000 chilometri.
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Efficienza Energetica:
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Energie rinnovabili
l'Italia recepisce la Direttiva UE
Il Governo italiano stanzierà circa 800 milioni di euro per la riqualificazione energetica di aziende e case private
Lo scorso 30 giugno il Consiglio dei Ministri ha approvato il Decreto Legislativo di recepimen‐ to della Direttiva Europea 2012/27/UE, il quale dispone una serie di provvedimenti a supporto delle misure già applicate con la Strategia E‐ nergetica Nazionale (SEN) al fine di raggiunge‐ re l'obiettivo, fissato dall'Unione Europea, di ridurre del 20% il consumo di energia primaria entro il 2020. Una delle principali novità intro‐ dotte riguarda lo stanziamento di 355 milioni nel periodo 2014‐2020 per l'avvio di un pro‐ gramma di interventi per la riqualificazione energetica degli edifici della Pubblica Ammini‐ strazione. Cambiamenti importanti si registra‐ no anche per le grandi aziende e le PMI ad alto consumo energetico. Dal 5 dicembre 2015 in‐ fatti, queste saranno tenute ad eseguire dia‐ gnosi periodiche (ogni 4 anni) per individuare gli interventi più efficaci di riduzione dei con‐ sumi di energia. Per agevolare le PMI ad effet‐ tuare queste analisi nel DLgs sono stati stan‐
ziati 105 milioni di euro. Infine, allo scopo di incentivare la realizzazione dei progetti di effi‐ cienza energetica che scaturiranno dalle dia‐ gnosi, è stato previsto di rafforzare il meccani‐ smo dei certificati bianchi. Le novità per le im‐ prese tuttavia non sono finite. Con il nuovo Decreto, infatti, tutte le aziende che vogliono realizzare nuovi impianti di produzione di e‐ nergia elettrica, di energia termica (con poten‐ za superiore a 20 MW), nonché nuove reti di teleriscaldamento dovranno prima effettuare l'analisi 'costi‐benefici'. Inoltre sarà condotta un'analisi del territorio nazionale che identifi‐ cherà le aree con maggiore potenziale di svi‐ luppo del teleriscaldamento: gli investimenti in queste zone saranno agevolati grazie alla semplificazione dei procedimenti autorizzativi. Un altro importante aspetto riguarda l'istitu‐ zione, per il periodo 2014 ‐ 2020, del “Fondo Nazionale per l'Efficienza Energetica”. Si trat‐ ta di uno strumento finanziario volto a favori‐
re gli interventi per la riqualificazione energe‐ tica degli edifici della PA e per la riduzione dei consumi di energia nei settori dell'industria e dei servizi, che sarà alimentato con circa 70 milioni di euro l'anno. Tra le varie norme previ‐ ste nel Decreto ve ne sono alcune che mirano a rafforzare la 'spinta' verso l'efficientamento energetico e l'eliminazione degli ostacoli che impediscono l'incremento dell'efficienza delle reti. Non solo, sono presenti disposizioni che sostengono la diffusione delle fonti rinnovabili e pongono l'attenzione anche sulla generazio‐ ne distribuita e sulla cogenerazione ad alto rendimento, il tutto promuovendo in maniera più incisiva la partecipazione della domanda ai mercati dell'energia. Infine sono state intro‐ dotte misure a tutela dei consumatori: nello specifico si tratta di provvedimenti che mirano ad accrescerne la consapevolezza dei consumi energetici, mediante la promozione dei siste‐ mi di misura individuali e una fatturazione più precisa e fondata sul consumo reale. Oltre ciò il Decreto contiene anche norme inerenti alla diffusione delle informazioni e per la forma‐
zione di imprese, pubbliche amministrazioni, cittadini e studenti. Nel testo è prevista l'at‐ tuazione di uno specifico programma, elabora‐ to da ENEA con la collaborazione delle asso‐ ciazioni di categoria e dei consumatori e delle Regioni, che disporrà di una somma fino ad un milione di euro all'anno. La stessa ENEA è sta‐ ta inoltre designata ad elaborare ogni 3 anni una proposta per la riqualificazione energetica degli edifici residenziali e commerciali pubblici e privati. Come nota conclusiva è stato de‐ mandato all'Autorità per l'energia elettrica l'incarico di superare la struttura progressiva delle tariffe rispetto ai consumi, tenendo con‐ to dell'esigenza di tutelare i consumatori eco‐ nomicamente svantaggiati. Si tratta di un provvedimento molto ricco che ha già ottenu‐ to il commento positivo del Ministro dello Svi‐ luppo Economico Federica Guidi che lo ha defi‐ nito come "Un pacchetto, che insieme alle al‐ tre misure approvate finora, consente di af‐ frontare le importanti sfide dirette a migliora‐ re la sicurezza di approvvigionamento e alla riduzione dei costi energetici". Mirko Turchetti
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Efficienza Energetica:
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Energie rinnovabili
l'Italia recepisce la Direttiva UE
Il Governo italiano stanzierà circa 800 milioni di euro per la riqualificazione energetica di aziende e case private
Lo scorso 30 giugno il Consiglio dei Ministri ha approvato il Decreto Legislativo di recepimen‐ to della Direttiva Europea 2012/27/UE, il quale dispone una serie di provvedimenti a supporto delle misure già applicate con la Strategia E‐ nergetica Nazionale (SEN) al fine di raggiunge‐ re l'obiettivo, fissato dall'Unione Europea, di ridurre del 20% il consumo di energia primaria entro il 2020. Una delle principali novità intro‐ dotte riguarda lo stanziamento di 355 milioni nel periodo 2014‐2020 per l'avvio di un pro‐ gramma di interventi per la riqualificazione energetica degli edifici della Pubblica Ammini‐ strazione. Cambiamenti importanti si registra‐ no anche per le grandi aziende e le PMI ad alto consumo energetico. Dal 5 dicembre 2015 in‐ fatti, queste saranno tenute ad eseguire dia‐ gnosi periodiche (ogni 4 anni) per individuare gli interventi più efficaci di riduzione dei con‐ sumi di energia. Per agevolare le PMI ad effet‐ tuare queste analisi nel DLgs sono stati stan‐
ziati 105 milioni di euro. Infine, allo scopo di incentivare la realizzazione dei progetti di effi‐ cienza energetica che scaturiranno dalle dia‐ gnosi, è stato previsto di rafforzare il meccani‐ smo dei certificati bianchi. Le novità per le im‐ prese tuttavia non sono finite. Con il nuovo Decreto, infatti, tutte le aziende che vogliono realizzare nuovi impianti di produzione di e‐ nergia elettrica, di energia termica (con poten‐ za superiore a 20 MW), nonché nuove reti di teleriscaldamento dovranno prima effettuare l'analisi 'costi‐benefici'. Inoltre sarà condotta un'analisi del territorio nazionale che identifi‐ cherà le aree con maggiore potenziale di svi‐ luppo del teleriscaldamento: gli investimenti in queste zone saranno agevolati grazie alla semplificazione dei procedimenti autorizzativi. Un altro importante aspetto riguarda l'istitu‐ zione, per il periodo 2014 ‐ 2020, del “Fondo Nazionale per l'Efficienza Energetica”. Si trat‐ ta di uno strumento finanziario volto a favori‐
re gli interventi per la riqualificazione energe‐ tica degli edifici della PA e per la riduzione dei consumi di energia nei settori dell'industria e dei servizi, che sarà alimentato con circa 70 milioni di euro l'anno. Tra le varie norme previ‐ ste nel Decreto ve ne sono alcune che mirano a rafforzare la 'spinta' verso l'efficientamento energetico e l'eliminazione degli ostacoli che impediscono l'incremento dell'efficienza delle reti. Non solo, sono presenti disposizioni che sostengono la diffusione delle fonti rinnovabili e pongono l'attenzione anche sulla generazio‐ ne distribuita e sulla cogenerazione ad alto rendimento, il tutto promuovendo in maniera più incisiva la partecipazione della domanda ai mercati dell'energia. Infine sono state intro‐ dotte misure a tutela dei consumatori: nello specifico si tratta di provvedimenti che mirano ad accrescerne la consapevolezza dei consumi energetici, mediante la promozione dei siste‐ mi di misura individuali e una fatturazione più precisa e fondata sul consumo reale. Oltre ciò il Decreto contiene anche norme inerenti alla diffusione delle informazioni e per la forma‐
zione di imprese, pubbliche amministrazioni, cittadini e studenti. Nel testo è prevista l'at‐ tuazione di uno specifico programma, elabora‐ to da ENEA con la collaborazione delle asso‐ ciazioni di categoria e dei consumatori e delle Regioni, che disporrà di una somma fino ad un milione di euro all'anno. La stessa ENEA è sta‐ ta inoltre designata ad elaborare ogni 3 anni una proposta per la riqualificazione energetica degli edifici residenziali e commerciali pubblici e privati. Come nota conclusiva è stato de‐ mandato all'Autorità per l'energia elettrica l'incarico di superare la struttura progressiva delle tariffe rispetto ai consumi, tenendo con‐ to dell'esigenza di tutelare i consumatori eco‐ nomicamente svantaggiati. Si tratta di un provvedimento molto ricco che ha già ottenu‐ to il commento positivo del Ministro dello Svi‐ luppo Economico Federica Guidi che lo ha defi‐ nito come "Un pacchetto, che insieme alle al‐ tre misure approvate finora, consente di af‐ frontare le importanti sfide dirette a migliora‐ re la sicurezza di approvvigionamento e alla riduzione dei costi energetici". Mirko Turchetti
RELOADER Magazine - Luglio/Agosto 2014
9
L’indagine di Legambiente e Movimento Difesa del Cittadino: scorretta una etichetta energetica su tre negli elettrodomestici in vendita
ELETTRODOMESTICI: OCCHIO ALL’ETICHETTA ! Le informazioni ambientali presenti sulle eti‐ chette dei prodotti in commercio sono un aiu‐ to fondamentale nell’orientare in modo soste‐ nibile le scelte del consumatore, che ha il dirit‐ to d’essere informato con precisione sulle ca‐ ratteristiche – e sull’impatto ambientale – dell’oggetto che sta acquistando. I risultati dell’indagine “Etichetta furbetta” dicono che una volta su tre oggi questo diritto è violato: su 2.522 prodotti esaminati (Tv, frigoriferi, refrige‐ ratori per bottiglie di vino, forni elettrici e con‐ dizionatori), 1.991 nei negozi fisici e 531 in quelli online, uno su tre viene venduto senza etichet‐ ta o con l’etichetta fuori posto o scorretta met‐ tendo così in difficoltà il consumatore. Certo il
paniere di prodotti è ridotto, ma non per que‐ sto meno significativo. Le cantinette sono sta‐ te scelte perché legate a un prodotto ‘icona’ per l’Italia come il vino, e per avere nel paniere anche un prodotto che si riferisce a un consu‐ mo non strettamente domestico. Il condiziona‐ tore vanta, invece, il maggiore trend di diffu‐ sione degli ultimi anni, responsabile, infatti, dei picchi di consumo estivi (che corrispondo an‐ che ai picchi di consumo massimi annuali). «Le direttive Ecodesign ed Etichetta Energeti‐ ca sono, nel loro congiunto, una delle più gran‐ di operazioni ambientali della storia europea e mondiale – ha spiegato Edoardo Zanchini, Vice‐ presidente nazionale di Legambiente ‐ La loro
RELOADER Magazine - Luglio/Agosto 2014
applicazione potrebbe far risparmiare quasi 400 euro a famiglia. A ciò si aggiunge il vantag‐ gio ambientale dato che il taglio annuale alle emissioni climalteranti sarebbe pari a 500 milio‐ ni di tonnellate di CO2: si tratta dell’1,5% delle emissioni mondiali, pari a quelle del parco auto circolante in Europa. Purtroppo, però, queste direttive non sempre vengono applicate e i con‐ sumatori spesso non sono in condizione di sce‐ gliere correttamente i prodotti in vendita: alcu‐ ni prodotti sono meno efficienti di quanto di‐ chiarato sull’etichetta, altri sono privi delle indi‐ cazioni energetiche che dovrebbero essere for‐ nite al consumatore. I mancati risparmi derivan‐ ti da queste infrazioni aumentano inevitabil‐ mente i costi familiari, mettono sotto stress le reti elettriche dei Paesi membri e contribuisco‐ no negativamente al cambiamento climatico».
10
chette. Nei negozi online, dove è maggiore la quantità di prodotti privi di etichetta rispetto a quelli fisici, si riscontra però una frequente di‐ spersione delle informazioni di base in più pa‐ gine, con alcune informazioni disponibili subi‐ to a fianco dell’immagine del prodotto, altre reperibili nella stessa pagina ma più in basso, altre reperibili con un click in una scheda tecnica, altre ancora in una scheda “caratteristiche”. Altre volte invece si riscon‐ tra casi di informazioni limitate, come ad e‐ sempio la sola classe energetica, ma senza il consumo annuale, oppure prive del dato sul rumore, laddove previsto, o dei coefficienti prestazionali (SCOP/SEER) per i condizionato‐ ri. E dunque consumatori avvisati: acquistare solo se l’etichetta è esaustiva e posizionata correttamente. Mirko Turchetti
Senza contare i vantaggi ambientali, una corretta applicazione delle etichette energetiche potrebbe far risparmiare 400 euro a famiglia.
Per quanto riguarda le tipologie di non confor‐ mità riscontrate – sottolineano da Legambiente – dalla ricerca emerge che le principali non con‐ formità delle vendite nei negozi riguardano più che altro il mal posizionamento dell’etichetta, spesso collocata in angoli ciechi o a più di due metri di altezza rendendo difficile o delle volte impossibile la lettura. È poi possibile imbattersi in etichette fotocopiate, scritte a mano o al computer dal personale del negozio. Invece altre etichette, anziché esplicare i contenuti, confondono il consumatore. Per quanto riguar‐ da i negozi online, le irregolarità che emergono dalla ricerca sono differenti essendo diverse le modalità di comunicare il contenuto delle eti‐
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L’indagine di Legambiente e Movimento Difesa del Cittadino: scorretta una etichetta energetica su tre negli elettrodomestici in vendita
ELETTRODOMESTICI: OCCHIO ALL’ETICHETTA ! Le informazioni ambientali presenti sulle eti‐ chette dei prodotti in commercio sono un aiu‐ to fondamentale nell’orientare in modo soste‐ nibile le scelte del consumatore, che ha il dirit‐ to d’essere informato con precisione sulle ca‐ ratteristiche – e sull’impatto ambientale – dell’oggetto che sta acquistando. I risultati dell’indagine “Etichetta furbetta” dicono che una volta su tre oggi questo diritto è violato: su 2.522 prodotti esaminati (Tv, frigoriferi, refrige‐ ratori per bottiglie di vino, forni elettrici e con‐ dizionatori), 1.991 nei negozi fisici e 531 in quelli online, uno su tre viene venduto senza etichet‐ ta o con l’etichetta fuori posto o scorretta met‐ tendo così in difficoltà il consumatore. Certo il
paniere di prodotti è ridotto, ma non per que‐ sto meno significativo. Le cantinette sono sta‐ te scelte perché legate a un prodotto ‘icona’ per l’Italia come il vino, e per avere nel paniere anche un prodotto che si riferisce a un consu‐ mo non strettamente domestico. Il condiziona‐ tore vanta, invece, il maggiore trend di diffu‐ sione degli ultimi anni, responsabile, infatti, dei picchi di consumo estivi (che corrispondo an‐ che ai picchi di consumo massimi annuali). «Le direttive Ecodesign ed Etichetta Energeti‐ ca sono, nel loro congiunto, una delle più gran‐ di operazioni ambientali della storia europea e mondiale – ha spiegato Edoardo Zanchini, Vice‐ presidente nazionale di Legambiente ‐ La loro
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applicazione potrebbe far risparmiare quasi 400 euro a famiglia. A ciò si aggiunge il vantag‐ gio ambientale dato che il taglio annuale alle emissioni climalteranti sarebbe pari a 500 milio‐ ni di tonnellate di CO2: si tratta dell’1,5% delle emissioni mondiali, pari a quelle del parco auto circolante in Europa. Purtroppo, però, queste direttive non sempre vengono applicate e i con‐ sumatori spesso non sono in condizione di sce‐ gliere correttamente i prodotti in vendita: alcu‐ ni prodotti sono meno efficienti di quanto di‐ chiarato sull’etichetta, altri sono privi delle indi‐ cazioni energetiche che dovrebbero essere for‐ nite al consumatore. I mancati risparmi derivan‐ ti da queste infrazioni aumentano inevitabil‐ mente i costi familiari, mettono sotto stress le reti elettriche dei Paesi membri e contribuisco‐ no negativamente al cambiamento climatico».
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chette. Nei negozi online, dove è maggiore la quantità di prodotti privi di etichetta rispetto a quelli fisici, si riscontra però una frequente di‐ spersione delle informazioni di base in più pa‐ gine, con alcune informazioni disponibili subi‐ to a fianco dell’immagine del prodotto, altre reperibili nella stessa pagina ma più in basso, altre reperibili con un click in una scheda tecnica, altre ancora in una scheda “caratteristiche”. Altre volte invece si riscon‐ tra casi di informazioni limitate, come ad e‐ sempio la sola classe energetica, ma senza il consumo annuale, oppure prive del dato sul rumore, laddove previsto, o dei coefficienti prestazionali (SCOP/SEER) per i condizionato‐ ri. E dunque consumatori avvisati: acquistare solo se l’etichetta è esaustiva e posizionata correttamente. Mirko Turchetti
Senza contare i vantaggi ambientali, una corretta applicazione delle etichette energetiche potrebbe far risparmiare 400 euro a famiglia.
Per quanto riguarda le tipologie di non confor‐ mità riscontrate – sottolineano da Legambiente – dalla ricerca emerge che le principali non con‐ formità delle vendite nei negozi riguardano più che altro il mal posizionamento dell’etichetta, spesso collocata in angoli ciechi o a più di due metri di altezza rendendo difficile o delle volte impossibile la lettura. È poi possibile imbattersi in etichette fotocopiate, scritte a mano o al computer dal personale del negozio. Invece altre etichette, anziché esplicare i contenuti, confondono il consumatore. Per quanto riguar‐ da i negozi online, le irregolarità che emergono dalla ricerca sono differenti essendo diverse le modalità di comunicare il contenuto delle eti‐
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Storie di Riciclo
RELOADER Magazine - Luglio/Agosto 2014
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Il Bestiario dorato Borchie di metallo, bottoni vintage, monete fuori corso, parti di bigiotteria rigorosamente usata e smontata, un vecchio compasso, bulloni, piume, fili di rame, catene dorate/ argentate, legno ricavato da una noce di cocco, una lampadina fulminata... Potrei continuare questo elenco all’infinito, ma ormai avete capito. Camilla Schettino Montesano utilizza per le sue creazioni materiale usato e riciclato, che poi assembla in modo stupefacente ed armonico, utilizzando saldatore e pinze, creando animali fantastici, che sembrano usciti da un quadro
Chi fosse interessato alle creazioni di Camilla, può trovare un e-book gratuito cliccando qui
di Camilla di Bosch. Ci sono insetti, uccelli, ragni, scorpioni e automi; tutti bellissimi, tutti colorati, tutti affascinanti. Come Camilla stessa racconta in un’intervista: “Adoro i componenti idraulici, le vecchie serrature, le lampadine. Mi ricordano crani, addomi, scheletri desiderosi di essere adorni di piume e metalli. Tutto ciò che sembra essere dimenticato ma ancora pieno di voce.” Sono gioielli, ma potrebbero benissimo diventare oggetti da collezione, da conservare per il solo piacere di vederli. Francesca Marasini
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Storie di Riciclo
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Il Bestiario dorato Borchie di metallo, bottoni vintage, monete fuori corso, parti di bigiotteria rigorosamente usata e smontata, un vecchio compasso, bulloni, piume, fili di rame, catene dorate/ argentate, legno ricavato da una noce di cocco, una lampadina fulminata... Potrei continuare questo elenco all’infinito, ma ormai avete capito. Camilla Schettino Montesano utilizza per le sue creazioni materiale usato e riciclato, che poi assembla in modo stupefacente ed armonico, utilizzando saldatore e pinze, creando animali fantastici, che sembrano usciti da un quadro
Chi fosse interessato alle creazioni di Camilla, può trovare un e-book gratuito cliccando qui
di Camilla di Bosch. Ci sono insetti, uccelli, ragni, scorpioni e automi; tutti bellissimi, tutti colorati, tutti affascinanti. Come Camilla stessa racconta in un’intervista: “Adoro i componenti idraulici, le vecchie serrature, le lampadine. Mi ricordano crani, addomi, scheletri desiderosi di essere adorni di piume e metalli. Tutto ciò che sembra essere dimenticato ma ancora pieno di voce.” Sono gioielli, ma potrebbero benissimo diventare oggetti da collezione, da conservare per il solo piacere di vederli. Francesca Marasini
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focu ocuss Green Economy
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Ambiente e società fetto serra, prevedono il riciclaggio del 70% dei rifiuti urbani e dell'80% dei rifiuti di imballaggio entro il 2030 e, a partire dal 2025, il divieto di collocare in discarica i rifiuti riciclabili. Tra gli obiettivi figura anche la riduzione dei rifiuti ma‐
re a una società e a un'economia a ‘rifiuti zero’. Janez Potocnik, Commissario per l'Ambiente, ha dichiarato: “Nel XXI secolo, caratterizzato da economie emergenti, milioni di consumatori appartenenti alla nuova classe media e mercati
L’ECONOMIA VERDE È CIRCOLARE
Il
nostro modo di produrre e consumare merci deve cambiare. L'economia indu‐ striale deve cambiare da lineare a circola‐ re. Questa nuova modalità implica qualcosa in più nella produzione e consumo di beni e servi‐ zi, comprende il passaggio dall’uso di risorse fossili a quello delle risorse rinnovabili e richie‐ de il ripensamento degli strumenti e delle pro‐ cedure attuali in direzione di maggior occupa‐ zione e crescita sostenibile. Il concetto di Eco‐ nomia circolare mette in discussione anche il
ruolo della finanza come parte del più ampio dibattito. La Commissione Europea ha adotta‐ to alcune proposte intese a sviluppare un'eco‐ nomia più circolare in Europa e a promuovere il riciclaggio negli Stati membri. Il conseguimen‐ to dei nuovi obiettivi in materia di rifiuti cree‐ rebbe 580.000 nuovi posti di lavoro, rendendo l'Europa più competitiva e riducendo la doman‐ da di risorse scarse e costose. Le misure propo‐ ste, che consentirebbero peraltro di ridurre l'impatto ambientale e le emissioni di gas a ef‐
rini e alimentari. L'innalzamento degli obiettivi in materia di rifiuti nelle direttive esistenti rien‐ tra nell'ambizioso sforzo di realizzare una tran‐ sizione fondamentale da un'economia lineare a una più circolare. La nuova visione propone un modello economico diverso, dove le materie prime non vengono più estratte, utilizzate una sola volta e gettate via. In un'economia circola‐ re i rifiuti spariscono e il riutilizzo, la riparazione e il riciclaggio diventano la norma. Prolungare l'uso produttivo dei materiali, riutilizzarli e au‐ mentarne l'efficienza servono anche a rafforza‐ re la competitività dell'UE sulla scena mondiale. Tale approccio è delineato in una comunicazio‐ ne che spiega come l'innovazione nei mercati dei materiali riciclati, nuovi modelli imprendito‐ riali, la progettazione ecocompatibile e la sim‐ biosi industriale possano permetterci di passa‐
interconnessi, utilizziamo ancora sistemi eco‐ nomici lineari ereditati dal XIX secolo. Se voglia‐ mo essere competitivi dobbiamo trarre il massi‐ mo dalle nostre risorse, reimmettendole nel ciclo produttivo invece di collocarle in discarica come rifiuti. Il passaggio a un'economia circola‐ re, oltre ad essere possibile, è redditizio, ma non avverrà senza le politiche giuste. Per realiz‐ zare gli obiettivi proposti per il 2030 bisogna agire da subito per accelerare la transizione verso un'economia circolare e sfruttare le op‐ portunità commerciali e occupazionali che of‐ fre.” Máire Geoghegan‐Quinn, Commissaria Europea per la ricerca, l'innovazione e la scien‐ za, ha dichiarato: “La ricerca e l'innovazione sono essenziali per il successo dell'economia circolare, ed è per questo che oggi proponiamo un approccio coerente. Oltre a fornire un qua‐
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focu ocuss Green Economy
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Ambiente e società fetto serra, prevedono il riciclaggio del 70% dei rifiuti urbani e dell'80% dei rifiuti di imballaggio entro il 2030 e, a partire dal 2025, il divieto di collocare in discarica i rifiuti riciclabili. Tra gli obiettivi figura anche la riduzione dei rifiuti ma‐
re a una società e a un'economia a ‘rifiuti zero’. Janez Potocnik, Commissario per l'Ambiente, ha dichiarato: “Nel XXI secolo, caratterizzato da economie emergenti, milioni di consumatori appartenenti alla nuova classe media e mercati
L’ECONOMIA VERDE È CIRCOLARE
Il
nostro modo di produrre e consumare merci deve cambiare. L'economia indu‐ striale deve cambiare da lineare a circola‐ re. Questa nuova modalità implica qualcosa in più nella produzione e consumo di beni e servi‐ zi, comprende il passaggio dall’uso di risorse fossili a quello delle risorse rinnovabili e richie‐ de il ripensamento degli strumenti e delle pro‐ cedure attuali in direzione di maggior occupa‐ zione e crescita sostenibile. Il concetto di Eco‐ nomia circolare mette in discussione anche il
ruolo della finanza come parte del più ampio dibattito. La Commissione Europea ha adotta‐ to alcune proposte intese a sviluppare un'eco‐ nomia più circolare in Europa e a promuovere il riciclaggio negli Stati membri. Il conseguimen‐ to dei nuovi obiettivi in materia di rifiuti cree‐ rebbe 580.000 nuovi posti di lavoro, rendendo l'Europa più competitiva e riducendo la doman‐ da di risorse scarse e costose. Le misure propo‐ ste, che consentirebbero peraltro di ridurre l'impatto ambientale e le emissioni di gas a ef‐
rini e alimentari. L'innalzamento degli obiettivi in materia di rifiuti nelle direttive esistenti rien‐ tra nell'ambizioso sforzo di realizzare una tran‐ sizione fondamentale da un'economia lineare a una più circolare. La nuova visione propone un modello economico diverso, dove le materie prime non vengono più estratte, utilizzate una sola volta e gettate via. In un'economia circola‐ re i rifiuti spariscono e il riutilizzo, la riparazione e il riciclaggio diventano la norma. Prolungare l'uso produttivo dei materiali, riutilizzarli e au‐ mentarne l'efficienza servono anche a rafforza‐ re la competitività dell'UE sulla scena mondiale. Tale approccio è delineato in una comunicazio‐ ne che spiega come l'innovazione nei mercati dei materiali riciclati, nuovi modelli imprendito‐ riali, la progettazione ecocompatibile e la sim‐ biosi industriale possano permetterci di passa‐
interconnessi, utilizziamo ancora sistemi eco‐ nomici lineari ereditati dal XIX secolo. Se voglia‐ mo essere competitivi dobbiamo trarre il massi‐ mo dalle nostre risorse, reimmettendole nel ciclo produttivo invece di collocarle in discarica come rifiuti. Il passaggio a un'economia circola‐ re, oltre ad essere possibile, è redditizio, ma non avverrà senza le politiche giuste. Per realiz‐ zare gli obiettivi proposti per il 2030 bisogna agire da subito per accelerare la transizione verso un'economia circolare e sfruttare le op‐ portunità commerciali e occupazionali che of‐ fre.” Máire Geoghegan‐Quinn, Commissaria Europea per la ricerca, l'innovazione e la scien‐ za, ha dichiarato: “La ricerca e l'innovazione sono essenziali per il successo dell'economia circolare, ed è per questo che oggi proponiamo un approccio coerente. Oltre a fornire un qua‐
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dro normativo di sostegno, il nuovo programma Orizzonte 2020 apporterà il know‐how necessario per dar vita nell'UE a un'economia a basse emissio‐ ni di carbonio efficiente nell'impiego delle risorse, verde e competitiva.” Da un uso più efficiente del‐ le risorse deriveranno nuove opportunità di cresci‐ ta e occupazione. Una progettazione innovativa, prodotti migliori e più resistenti, processi produtti‐ vi più efficienti e sostenibili, modelli imprenditoriali lungimiranti e i progressi tecnici per trasformare i rifiuti in una risorsa concorreranno ad accrescere l'efficienza. Il pacchetto che accompagna la comu‐ nicazione intende creare il contesto che consentirà di trasformare in realtà l'economia circolare, con politiche meglio interconnesse, una regolamenta‐ zione intelligente e il sostegno attivo delle attività di ricerca e innovazione. Ciò permetterà di sblocca‐ re gli investimenti e attrarre i finanziamenti, incen‐ tivando nel contempo la partecipazione dei consu‐ matori e il coinvolgimento più intenso delle impre‐ se. Il pacchetto suggerisce inoltre di misurare la produttività delle risorse in base al rapporto tra PIL e consumo di materie prime, proponendo di indivi‐ duare nell'aumento del 30% di tale produttività en‐ tro il 2030 un possibile obiettivo principale da inse‐ rire nella prossima revisione della strategia Europa 2020. Queste iniziative vertono sull'occupazione verde, su un piano d'azione verde per le PMI, sulle opportunità per un uso efficiente delle risorse nel settore edilizio. Le proposte legislative riguardano principalmente la direttiva quadro sui rifiuti, la di‐ rettiva sulle discariche e la direttiva sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio. Oltre a rivedere gli obiet‐ tivi, le proposte mirano a semplificare la legislazio‐ ne in materia di rifiuti e a intensificare la coopera‐ zione tra Commissione e Stati membri, al fine di garantire una migliore attuazione. Saranno definite le condizioni operative minime per i regimi di re‐ sponsabilità estesa del produttore e saranno adot‐ tati approcci su misura per flussi di rifiuti specifici, quali ad esempio i rifiuti marini, il fosforo, i rifiuti da costruzione e demolizione, gli alimenti, i rifiuti pericolosi e la plastica. M. A. M.
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Un pacchetto di proposte per non perdere il treno della green economy su sei argomenti: fiscalità ecologica, clima e energia, agricoltura sostenibile, risorse idriche, rifiuti, crescita e occupazione verde.
ambientale per misurare il valore del capitale
canismo di burden sharing che includa anche
naturale e dei servizi eco‐sistemici, per quantifi‐
meccanismi periodici di verifica dei risultati as‐
care il costo economico del loro deterioramen‐
sociati a sistemi premiali o sanzionatori.
to, per integrare la contabilità ambientale nei
Promuovere modelli di agricoltura sostenibile
processi e nei conteggi economici e di bilancio,
e di qualità nell’ambito della nuova Pac portan‐
di varare un programma di riforma della fiscali‐
do a termine la revisione del regolamento sulla
tà generale integrato con quella ambientale
produzione biologica Reg. (CE) 834/2007 razio‐
che sia incentrato su uno spostamento signifi‐
nalizzando i sistemi di controllo, ampliando gli
cativo della tassazione dal lavoro all’ambiente,
strumenti destinati alla costituzione di reti terri‐
almeno 10 punti di gettito in 5 anni; di promuo‐
toriali vocate, stimolando la costituzione di
vere una valutazione dell’efficacia degli stru‐
mercati di prossimità, promuovendo la comuni‐
menti fiscali e parafiscali attualmente operanti
cazione rivolta ai consumatori e rafforzando le
a livello europeo, a cominciare dall’ETS per i
attività di ricerca e di sostenere l’azione del Mi‐
grandi impianti e dall’Euro‐Vignette per i tra‐
nistro dell’Ambiente nella direzione di afferma‐
sporti fino ai crediti di carbonio derivanti dal
re il principio della sovranità alimentare e quin‐
Fiscalità ecologica. Le misure europee so‐
compostaggio dei rifiuti organici e lavorare a
di della libertà dei singoli Stati membri di sce‐
no utili sia per migliorare l’efficacia delle
una proposta per un nuovo sistema integrato,
gliere la propria strategia agro‐alimentare po‐
politiche ambientali, sia per alleggerire la
anche basato su un meccanismo Carbon Tax,
tendo prevedere l’esclusione dell’utilizzo degli
pressione fiscale sul lavoro e sulle impre‐
che sia efficace ai fini del raggiungimento degli
OGM .
se. Il Consiglio nazionale della green eco‐
obiettivi climatici e ambientali.
Sostenere un’iniziativa europea per Il riutilizzo
nomy propone di dare attuazione pratica
Sostegno ad incisive misure europee per il cli‐
delle acque reflue soprattutto per uso agricolo
alle ripetute indicazioni – provenienti
ma e l’energia con l’identificazione di tre target
e industriale per i quali ad oggi non esistono
dall’OCSE e dalla UE stessa – per identifi‐
distinti – ambiziosi e legalmente vincolanti –
standard comuni relativi al loro impatto am‐
care e rimuovere i sussidi pubblici dannosi
per le emissioni di gas serra, le fonti rinnovabili
bientale e sanitario. Il Piano per la salvaguardia
per l’ambiente attualmente esistenti, di
e l’efficienza energetica e la ripartizione degli
delle risorse idriche europee costituisce un im‐
dare attuazione agli indirizzi di contabilità
impegni tra gli Stati Membri attraverso un mec‐
portante opportunità per affrontare questa
2014
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dro normativo di sostegno, il nuovo programma Orizzonte 2020 apporterà il know‐how necessario per dar vita nell'UE a un'economia a basse emissio‐ ni di carbonio efficiente nell'impiego delle risorse, verde e competitiva.” Da un uso più efficiente del‐ le risorse deriveranno nuove opportunità di cresci‐ ta e occupazione. Una progettazione innovativa, prodotti migliori e più resistenti, processi produtti‐ vi più efficienti e sostenibili, modelli imprenditoriali lungimiranti e i progressi tecnici per trasformare i rifiuti in una risorsa concorreranno ad accrescere l'efficienza. Il pacchetto che accompagna la comu‐ nicazione intende creare il contesto che consentirà di trasformare in realtà l'economia circolare, con politiche meglio interconnesse, una regolamenta‐ zione intelligente e il sostegno attivo delle attività di ricerca e innovazione. Ciò permetterà di sblocca‐ re gli investimenti e attrarre i finanziamenti, incen‐ tivando nel contempo la partecipazione dei consu‐ matori e il coinvolgimento più intenso delle impre‐ se. Il pacchetto suggerisce inoltre di misurare la produttività delle risorse in base al rapporto tra PIL e consumo di materie prime, proponendo di indivi‐ duare nell'aumento del 30% di tale produttività en‐ tro il 2030 un possibile obiettivo principale da inse‐ rire nella prossima revisione della strategia Europa 2020. Queste iniziative vertono sull'occupazione verde, su un piano d'azione verde per le PMI, sulle opportunità per un uso efficiente delle risorse nel settore edilizio. Le proposte legislative riguardano principalmente la direttiva quadro sui rifiuti, la di‐ rettiva sulle discariche e la direttiva sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio. Oltre a rivedere gli obiet‐ tivi, le proposte mirano a semplificare la legislazio‐ ne in materia di rifiuti e a intensificare la coopera‐ zione tra Commissione e Stati membri, al fine di garantire una migliore attuazione. Saranno definite le condizioni operative minime per i regimi di re‐ sponsabilità estesa del produttore e saranno adot‐ tati approcci su misura per flussi di rifiuti specifici, quali ad esempio i rifiuti marini, il fosforo, i rifiuti da costruzione e demolizione, gli alimenti, i rifiuti pericolosi e la plastica. M. A. M.
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Un pacchetto di proposte per non perdere il treno della green economy su sei argomenti: fiscalità ecologica, clima e energia, agricoltura sostenibile, risorse idriche, rifiuti, crescita e occupazione verde.
ambientale per misurare il valore del capitale
canismo di burden sharing che includa anche
naturale e dei servizi eco‐sistemici, per quantifi‐
meccanismi periodici di verifica dei risultati as‐
care il costo economico del loro deterioramen‐
sociati a sistemi premiali o sanzionatori.
to, per integrare la contabilità ambientale nei
Promuovere modelli di agricoltura sostenibile
processi e nei conteggi economici e di bilancio,
e di qualità nell’ambito della nuova Pac portan‐
di varare un programma di riforma della fiscali‐
do a termine la revisione del regolamento sulla
tà generale integrato con quella ambientale
produzione biologica Reg. (CE) 834/2007 razio‐
che sia incentrato su uno spostamento signifi‐
nalizzando i sistemi di controllo, ampliando gli
cativo della tassazione dal lavoro all’ambiente,
strumenti destinati alla costituzione di reti terri‐
almeno 10 punti di gettito in 5 anni; di promuo‐
toriali vocate, stimolando la costituzione di
vere una valutazione dell’efficacia degli stru‐
mercati di prossimità, promuovendo la comuni‐
menti fiscali e parafiscali attualmente operanti
cazione rivolta ai consumatori e rafforzando le
a livello europeo, a cominciare dall’ETS per i
attività di ricerca e di sostenere l’azione del Mi‐
grandi impianti e dall’Euro‐Vignette per i tra‐
nistro dell’Ambiente nella direzione di afferma‐
sporti fino ai crediti di carbonio derivanti dal
re il principio della sovranità alimentare e quin‐
Fiscalità ecologica. Le misure europee so‐
compostaggio dei rifiuti organici e lavorare a
di della libertà dei singoli Stati membri di sce‐
no utili sia per migliorare l’efficacia delle
una proposta per un nuovo sistema integrato,
gliere la propria strategia agro‐alimentare po‐
politiche ambientali, sia per alleggerire la
anche basato su un meccanismo Carbon Tax,
tendo prevedere l’esclusione dell’utilizzo degli
pressione fiscale sul lavoro e sulle impre‐
che sia efficace ai fini del raggiungimento degli
OGM .
se. Il Consiglio nazionale della green eco‐
obiettivi climatici e ambientali.
Sostenere un’iniziativa europea per Il riutilizzo
nomy propone di dare attuazione pratica
Sostegno ad incisive misure europee per il cli‐
delle acque reflue soprattutto per uso agricolo
alle ripetute indicazioni – provenienti
ma e l’energia con l’identificazione di tre target
e industriale per i quali ad oggi non esistono
dall’OCSE e dalla UE stessa – per identifi‐
distinti – ambiziosi e legalmente vincolanti –
standard comuni relativi al loro impatto am‐
care e rimuovere i sussidi pubblici dannosi
per le emissioni di gas serra, le fonti rinnovabili
bientale e sanitario. Il Piano per la salvaguardia
per l’ambiente attualmente esistenti, di
e l’efficienza energetica e la ripartizione degli
delle risorse idriche europee costituisce un im‐
dare attuazione agli indirizzi di contabilità
impegni tra gli Stati Membri attraverso un mec‐
portante opportunità per affrontare questa
2014
RELOADER Magazine - Luglio/Agosto 2014
17
tematica in quanto la Commissione intende pro‐
18
RELOADER Magazine - Luglio/Agosto 2014
Donne e Green Economy
porre entro il 2015 delle misure per incoraggiare il riutilizzo delle acque. Affrontare i nodi aperti a livello europeo in ma‐ teria di rifiuti dando attuazione alle linee guida europee per la prevenzione della produzione dei rifiuti, rafforzando a livello europeo il GPP al fine di rendere effettivo e raggiungibile, per le pub‐ bliche amministrazioni, l’obiettivo del 50% di ac‐ quisti pubblici verdi; rafforzando il principio della responsabilità estesa del produttore, con il coin‐ volgimento anche di quelle filiere dove ancora non si applica; innalzando gli obiettivi di riciclo e fissando obiettivi specifici anche per la raccolta e
Quella diversità di genere che favorisce l’innovazione e può sfidare la crisi
il trattamento dei rifiuti organici . Rafforzare a livello europeo le politiche per una green economy dando seguito alla Comunicazio‐ ne della Commissione europea sulla creazione di posti di lavoro nell’economia ‘verde’ di prossima adozione e il lavoro fino ad ora svolto per lo svi‐ luppo di indicatori ambientali e sociali, nell’ambito del progetto europeo per il cosiddet‐ to ‘superamento del PIL’ che si pone l’obiettivo di ampliare il dibattito sul benessere umano a dimensioni diverse da quella esclusivamente e‐ conomica. M. T.
successo, best practice mondiali. Ma si tratta purtroppo di eccezioni: il Global Gender Gap Report 2012 del World Economic Forum, che analizza a livello internazionale il divario di genere, piazza l’Italia complessiva‐ mente all’80° posto. E siamo ultimi fra i 16 Paesi dell’Ocse per livello di coinvolgimento e responsabilità del‐ le donne e di uguaglianza di genere
L’uscita dalle crisi economica, sociale e am‐
nel settore ambientale secondo la
bientale può venire dalla green economy.
prima edizione dell’Environment and
Per vincere questa sfida un elemento decisi‐
Gender Index (EGI) dell’Unione Inter‐
vo possono essere le donne, protagoniste
nazionale per la Conservazione della
assolute nelle scelte di acquisto, come
Natura (IUCN) pubblicato nel 2013.
nell’educazione e formazione in famiglia e
Siamo in coda in Europa per numero
fuori, lavoratrici e professioniste in grado di
di donne occupate: 49% contro una
fare la differenza sul lavoro. Questo il tema
media comunitaria del 62,4%. E se‐
di discussione proposto dalla Fondazione
condo il Rapporto Istat 2013, se per
per lo sviluppo sostenibile nel recente con‐
descrivere il 50 % dell’occupazione
vegno “Donne e green economy. La social in‐
maschile occorrono 51 professioni,
novation per cambiare la città”, organizzato
ne bastano 18 per dare conto di quel‐
con Roma Capitale nell’ambito delle iniziati‐
la femminile. Si chiama segregazione
ve “Verso gli Stati generali della green eco‐
di genere. E potremmo continuare
nomy”. In Italia le donne sono responsabili
ancora. Il tema, a questo punto, è
del 66,5% del totale delle scelte di acquisto
come trasformare gli svantaggi in
della famiglia; rappresentano circa l’80% del
opportunità per affrontare contemporanea‐
mini, il Pil aumenterebbe fino al 13%
comparto dell’istruzione; la loro presenza, a
mente le crisi ricordate (economica, sociale e
nell’eurozona e oltre il 20% in Italia. Per avvici‐
maggior ragione in posizioni apicali, fa fun‐
ambientale), a beneficio di tutti, cambiando
narci a questi obiettivi, dovremmo attrezzarci
zionare meglio uffici e imprese. E’ dunque è
modelli di produzione, di consumo, stili di vita:
in tempo e promuovere una prospettiva di ge‐
innanzitutto a loro che bisognerebbe rivol‐
e chi meglio delle donne può interpretare
nere verso una green economy, con tutti i van‐
gersi per dare una spinta alla green economy
questo nuovo corso green? La Banca d’Italia
taggi derivanti dalla presenza femminile, a
e influenzare il mercato dei prodotti e servizi
calcola che se la percentuale di donne occupa‐
maggior ragione in posizioni apicali e di re‐
più sostenibili. Esistono poi nel nostro Paese
te raggiungesse quota 60% come fissato dagli
sponsabilità: non a caso si dice che quello fem‐
alcune eccellenze, “imprese green al femmi‐
obiettivi di Lisbona, il Pil in Italia salirebbe del
minile non è un problema delle donne ma
nile”, guidate da donne che hanno puntato
7%. L’Ocse sostiene che se il tasso di occupa‐
dell’economia. E se la green economy fosse la
su un futuro sostenibile e realizzato storie di
zione delle donne eguagliasse quello degli uo‐
risposta? M. A. M.
RELOADER Magazine - Luglio/Agosto 2014
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tematica in quanto la Commissione intende pro‐
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Donne e Green Economy
porre entro il 2015 delle misure per incoraggiare il riutilizzo delle acque. Affrontare i nodi aperti a livello europeo in ma‐ teria di rifiuti dando attuazione alle linee guida europee per la prevenzione della produzione dei rifiuti, rafforzando a livello europeo il GPP al fine di rendere effettivo e raggiungibile, per le pub‐ bliche amministrazioni, l’obiettivo del 50% di ac‐ quisti pubblici verdi; rafforzando il principio della responsabilità estesa del produttore, con il coin‐ volgimento anche di quelle filiere dove ancora non si applica; innalzando gli obiettivi di riciclo e fissando obiettivi specifici anche per la raccolta e
Quella diversità di genere che favorisce l’innovazione e può sfidare la crisi
il trattamento dei rifiuti organici . Rafforzare a livello europeo le politiche per una green economy dando seguito alla Comunicazio‐ ne della Commissione europea sulla creazione di posti di lavoro nell’economia ‘verde’ di prossima adozione e il lavoro fino ad ora svolto per lo svi‐ luppo di indicatori ambientali e sociali, nell’ambito del progetto europeo per il cosiddet‐ to ‘superamento del PIL’ che si pone l’obiettivo di ampliare il dibattito sul benessere umano a dimensioni diverse da quella esclusivamente e‐ conomica. M. T.
successo, best practice mondiali. Ma si tratta purtroppo di eccezioni: il Global Gender Gap Report 2012 del World Economic Forum, che analizza a livello internazionale il divario di genere, piazza l’Italia complessiva‐ mente all’80° posto. E siamo ultimi fra i 16 Paesi dell’Ocse per livello di coinvolgimento e responsabilità del‐ le donne e di uguaglianza di genere
L’uscita dalle crisi economica, sociale e am‐
nel settore ambientale secondo la
bientale può venire dalla green economy.
prima edizione dell’Environment and
Per vincere questa sfida un elemento decisi‐
Gender Index (EGI) dell’Unione Inter‐
vo possono essere le donne, protagoniste
nazionale per la Conservazione della
assolute nelle scelte di acquisto, come
Natura (IUCN) pubblicato nel 2013.
nell’educazione e formazione in famiglia e
Siamo in coda in Europa per numero
fuori, lavoratrici e professioniste in grado di
di donne occupate: 49% contro una
fare la differenza sul lavoro. Questo il tema
media comunitaria del 62,4%. E se‐
di discussione proposto dalla Fondazione
condo il Rapporto Istat 2013, se per
per lo sviluppo sostenibile nel recente con‐
descrivere il 50 % dell’occupazione
vegno “Donne e green economy. La social in‐
maschile occorrono 51 professioni,
novation per cambiare la città”, organizzato
ne bastano 18 per dare conto di quel‐
con Roma Capitale nell’ambito delle iniziati‐
la femminile. Si chiama segregazione
ve “Verso gli Stati generali della green eco‐
di genere. E potremmo continuare
nomy”. In Italia le donne sono responsabili
ancora. Il tema, a questo punto, è
del 66,5% del totale delle scelte di acquisto
come trasformare gli svantaggi in
della famiglia; rappresentano circa l’80% del
opportunità per affrontare contemporanea‐
mini, il Pil aumenterebbe fino al 13%
comparto dell’istruzione; la loro presenza, a
mente le crisi ricordate (economica, sociale e
nell’eurozona e oltre il 20% in Italia. Per avvici‐
maggior ragione in posizioni apicali, fa fun‐
ambientale), a beneficio di tutti, cambiando
narci a questi obiettivi, dovremmo attrezzarci
zionare meglio uffici e imprese. E’ dunque è
modelli di produzione, di consumo, stili di vita:
in tempo e promuovere una prospettiva di ge‐
innanzitutto a loro che bisognerebbe rivol‐
e chi meglio delle donne può interpretare
nere verso una green economy, con tutti i van‐
gersi per dare una spinta alla green economy
questo nuovo corso green? La Banca d’Italia
taggi derivanti dalla presenza femminile, a
e influenzare il mercato dei prodotti e servizi
calcola che se la percentuale di donne occupa‐
maggior ragione in posizioni apicali e di re‐
più sostenibili. Esistono poi nel nostro Paese
te raggiungesse quota 60% come fissato dagli
sponsabilità: non a caso si dice che quello fem‐
alcune eccellenze, “imprese green al femmi‐
obiettivi di Lisbona, il Pil in Italia salirebbe del
minile non è un problema delle donne ma
nile”, guidate da donne che hanno puntato
7%. L’Ocse sostiene che se il tasso di occupa‐
dell’economia. E se la green economy fosse la
su un futuro sostenibile e realizzato storie di
zione delle donne eguagliasse quello degli uo‐
risposta? M. A. M.
RELOADER Magazine - Gli Speciali, Luglio/Agosto 2014
6 20
19
Oltre la crisi economica, le chiavi per uno sviluppo sostenibile: Eco-Innovazione, logistica e recupero dei RAEE di Enrico Cosenza
RELOADER Magazine Inserto n.7/2014
Qual é lo stato di salute delle PMI italiane dopo l’inizio della crisi finanziaria partita nel 2008? E qual é l'impatto sociale sui popoli visto da nazioni già inserite nei mercati internazionali e dai paesi in via di sviluppo? E' possibile uno sviluppo sostenibile? In una intervista a Edoardo Varini di backtowork.ilsole24ore il Prof. Giacomo Vaciago, uno dei più im‐ portanti economisti italiani, Do‐ cente all’Università Cattolica di Milano e Presidente di REF Ricer‐
che, alla domanda «Da che cosa na‐ sce la crisi della piccola media im‐ presa italiana?», avvia la sua analisi distinguendo tra le imprese che beneficiano della crisi, quelle che falliscono e quelle che soffrono
per sopravvivere, osservando come il vecchio dualismo Nord‐Sud sia stato evidentemente superato dalla globa‐ lizzazione. E' d'obbligo quindi datare l'avvento dell'era globale oltre vent'anni fa, data in cui dai protezionismi indu‐ striali locali si avvertì l'attrazione ver‐ so la produzione‐altrove scegliendo mercati oltre confine. L'industria si av‐ valse delle presenza delle filiali inter‐ nazionali già sviluppate, modificando integralmente il rapporto con la logi‐ stica; tutt'oggi le funzioni statistiche
mal rappresentano tali modelli di inte‐ grazione, basandosi ancora sui confini nazionali. Alla crescita delle aziende non corrisponde più la crescita del lo‐ ro Paese, o almeno la proporzionalità è meno stretta di un tempo; per con‐ tro l'impatto degli shock finanziari è più intenso e duraturo. Risulta che le imprese vincenti abbiano sviluppato filiere produttive nei Paesi emergenti, presidiando i punti di forza nelle eco‐ nomie avanzate, modificando la logi‐ stica dei sistemi industriali e adattan‐
RELOADER Magazine - Gli Speciali, Luglio/Agosto 2014
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Oltre la crisi economica, le chiavi per uno sviluppo sostenibile: Eco-Innovazione, logistica e recupero dei RAEE di Enrico Cosenza
RELOADER Magazine Inserto n.7/2014
Qual é lo stato di salute delle PMI italiane dopo l’inizio della crisi finanziaria partita nel 2008? E qual é l'impatto sociale sui popoli visto da nazioni già inserite nei mercati internazionali e dai paesi in via di sviluppo? E' possibile uno sviluppo sostenibile? In una intervista a Edoardo Varini di backtowork.ilsole24ore il Prof. Giacomo Vaciago, uno dei più im‐ portanti economisti italiani, Do‐ cente all’Università Cattolica di Milano e Presidente di REF Ricer‐
che, alla domanda «Da che cosa na‐ sce la crisi della piccola media im‐ presa italiana?», avvia la sua analisi distinguendo tra le imprese che beneficiano della crisi, quelle che falliscono e quelle che soffrono
per sopravvivere, osservando come il vecchio dualismo Nord‐Sud sia stato evidentemente superato dalla globa‐ lizzazione. E' d'obbligo quindi datare l'avvento dell'era globale oltre vent'anni fa, data in cui dai protezionismi indu‐ striali locali si avvertì l'attrazione ver‐ so la produzione‐altrove scegliendo mercati oltre confine. L'industria si av‐ valse delle presenza delle filiali inter‐ nazionali già sviluppate, modificando integralmente il rapporto con la logi‐ stica; tutt'oggi le funzioni statistiche
mal rappresentano tali modelli di inte‐ grazione, basandosi ancora sui confini nazionali. Alla crescita delle aziende non corrisponde più la crescita del lo‐ ro Paese, o almeno la proporzionalità è meno stretta di un tempo; per con‐ tro l'impatto degli shock finanziari è più intenso e duraturo. Risulta che le imprese vincenti abbiano sviluppato filiere produttive nei Paesi emergenti, presidiando i punti di forza nelle eco‐ nomie avanzate, modificando la logi‐ stica dei sistemi industriali e adattan‐
RELOADER Magazine - Gli Speciali, Luglio/Agosto 2014
dola al più complesso modello espan‐ sivo. D'altronde, chi non ha compreso o non ha saputo adattarsi al nuovo modello di crescita ha patito profon‐ damente crisi finanziarie come quella di Lehman Bros. e quella di stati dell'Eurozona come nel caso della Grecia. E' opinione del Prof. Vaciago che, per sostenere la crescita del Pae‐ se, si debba favorire l'ulteriore svilup‐ po delle imprese ben collocate global‐ mente e rendere attraente il Paese nei confronti degli investimenti, al fi‐ ne di colmare i vuoti lasciati dalle im‐ prese fallite. E' altresì importante mettere a fuoco il ruolo delle banche nel concedere il credito e le loro diffi‐ coltà. Nel passaggio alla moneta euro si é mantenuta la disseminazione del‐ le PMI e si è concentrato il sistema creditizio in poche grandi banche, che non hanno assunto un ruolo adeguato
21
alla dimensione variata del sistema economico. La progettazione in stile europeo delle grandi banche si é fon‐ data sulla gestione del risparmio me‐ diante la distribuzione dei prodotti fi‐ nanziari, anziché caratterizzarsi nella funzione commerciale come servizio al mondo produttivo. La raccolta dei fondi sui mercati internazionali, per concedere più credito di quanto rac‐ colto, determina il fallimento del mo‐ dello di sviluppo bancario con la crisi del 2010. Esiste in questo stadio una evidente correlazione tra la contrazio‐ ne produttiva e la riduzione del credi‐ to bancario. Molte PMI falliscono in stretta concomitanza, trovandosi ra‐ zionato il credito. In conseguenza di ciò avviene una ricapitalizzazione del‐ le società di credito, ad opera delle filiali estere, con un cambio della pro‐ prietà simile a quello industriale da soggetti italiani a e‐ steri. E' intenzione, sia a livello di Bruxel‐ les sia a livello nazio‐ nale, di creare una struttura di interme‐ diazione creditizia meno dipendente dalle banche e quindi dal credito di breve periodo per favorire la crescita. Dopo una analisi tan‐ to approfondita é difficile fare ulteriori valutazioni, ma un
RELOADER Magazine - Gli Speciali, Luglio/Agosto 2014
paio di considerazioni sorgono come spunti di riflessione. La globalizza‐ zione nasce nell'era di internet, quando la velocità di comunicare ab‐ batte le distanze tra i Paesi, rendendo possibile trasferire transazioni econo‐ miche e ordini in tempo reale. La ca‐ pacità di copertura fisica delle distan‐ ze segue con vario incremento in virtù di una tecnologia di trasporti ulterior‐ mente consolidata. Ciò che modifica il vivere comune è il concetto di ‘virtuale’. Ciò che si realizza istantane‐ amente è ciò che logicamente é, an‐ che se fisicamente avverrà con un ri‐ tardo di qualche giorno. La competi‐ zione corre sul filo, ma soprattutto é effettiva e diffusa, cioè globalmente nota. Questa ulteriore proprietà di ‘diffusione’ non é meno rilevante del‐ la “virtualità”, difatti innesca un moto transattivo che coinvolge i mercati fi‐ nanziari, i quali avvertono l'importan‐ za di creare denaro ad una velocità superiore alla produzione di manifat‐ ture, un denaro virtuale nel mondo della tecnologia virtuale. Diventa evidente per i mercati evoluti e ricchi, seppur indebitati, assurgere ad un ruolo di veicolo di produzione di valuta, rispetto ai mercati poveri la cui maggiore risorsa è il basso costo del lavoro. Nei fatti l'aspetto sociale però non è distinto da quello finanzia‐ rio, poiché il sistema di sviluppo, evol‐ vendo, cresce di complessità e ordine di grandezza mantenendo le antiche interconnessioni; il valore della demo‐
22
crazia negata stimola lotte tribali e fo‐ colai di rivolta che inducono flussi mi‐ gratori laddove si concentra maggiore sfruttamento e povertà. Pertanto, i Paesi evoluti dovranno (e già lo fan‐ no) farsi carico della richiesta di diritti essenziali emersa dai Paesi in cui si é ridotta l'aspettativa di vita. Altro spunto di riflessione: spicca l'in‐ tenzione delle grandi banche di af‐ francarsi dal ruolo storico di dipen‐ denza dai governi centrali, assumen‐ do il ruolo di guida rispetto al mondo politico, qualificandosi come s.p.a. di produzione di capitale. E' evidente che la politica nazionale, non solo dell'Eurozona, soffra di un deficit di autorevolezza e autonomia dovendo misurarsi con i debiti nazionali sempre più fuori controllo; la possibilità delle grandi banche di veicolare la politica e le sue decisioni passa per il controllo dei debiti, sicché la progettazione del ruolo delle banche nell'era globale fondata sulla gestione del risparmio é strategica, tutt'altro che casuale, e destinata a durare nonostante l'inten‐ zione di creare una intermediazione creditizia meno dipendente dalle ban‐ che da parte dei governi nazionali: il sistema creditizio, usando una meta‐ fora, ha a cuore che il paziente non muoia, pertanto lo induce a fare scor‐ ta di ossigeno altrove. E' possibile in‐ fine uno sviluppo sostenibile? Osser‐ viamo alcuni dati. «Il Paese del Made in Italy nelle classifiche internazionali è indietro nell’innovazione ed in Europa
RELOADER Magazine - Gli Speciali, Luglio/Agosto 2014
dola al più complesso modello espan‐ sivo. D'altronde, chi non ha compreso o non ha saputo adattarsi al nuovo modello di crescita ha patito profon‐ damente crisi finanziarie come quella di Lehman Bros. e quella di stati dell'Eurozona come nel caso della Grecia. E' opinione del Prof. Vaciago che, per sostenere la crescita del Pae‐ se, si debba favorire l'ulteriore svilup‐ po delle imprese ben collocate global‐ mente e rendere attraente il Paese nei confronti degli investimenti, al fi‐ ne di colmare i vuoti lasciati dalle im‐ prese fallite. E' altresì importante mettere a fuoco il ruolo delle banche nel concedere il credito e le loro diffi‐ coltà. Nel passaggio alla moneta euro si é mantenuta la disseminazione del‐ le PMI e si è concentrato il sistema creditizio in poche grandi banche, che non hanno assunto un ruolo adeguato
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alla dimensione variata del sistema economico. La progettazione in stile europeo delle grandi banche si é fon‐ data sulla gestione del risparmio me‐ diante la distribuzione dei prodotti fi‐ nanziari, anziché caratterizzarsi nella funzione commerciale come servizio al mondo produttivo. La raccolta dei fondi sui mercati internazionali, per concedere più credito di quanto rac‐ colto, determina il fallimento del mo‐ dello di sviluppo bancario con la crisi del 2010. Esiste in questo stadio una evidente correlazione tra la contrazio‐ ne produttiva e la riduzione del credi‐ to bancario. Molte PMI falliscono in stretta concomitanza, trovandosi ra‐ zionato il credito. In conseguenza di ciò avviene una ricapitalizzazione del‐ le società di credito, ad opera delle filiali estere, con un cambio della pro‐ prietà simile a quello industriale da soggetti italiani a e‐ steri. E' intenzione, sia a livello di Bruxel‐ les sia a livello nazio‐ nale, di creare una struttura di interme‐ diazione creditizia meno dipendente dalle banche e quindi dal credito di breve periodo per favorire la crescita. Dopo una analisi tan‐ to approfondita é difficile fare ulteriori valutazioni, ma un
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paio di considerazioni sorgono come spunti di riflessione. La globalizza‐ zione nasce nell'era di internet, quando la velocità di comunicare ab‐ batte le distanze tra i Paesi, rendendo possibile trasferire transazioni econo‐ miche e ordini in tempo reale. La ca‐ pacità di copertura fisica delle distan‐ ze segue con vario incremento in virtù di una tecnologia di trasporti ulterior‐ mente consolidata. Ciò che modifica il vivere comune è il concetto di ‘virtuale’. Ciò che si realizza istantane‐ amente è ciò che logicamente é, an‐ che se fisicamente avverrà con un ri‐ tardo di qualche giorno. La competi‐ zione corre sul filo, ma soprattutto é effettiva e diffusa, cioè globalmente nota. Questa ulteriore proprietà di ‘diffusione’ non é meno rilevante del‐ la “virtualità”, difatti innesca un moto transattivo che coinvolge i mercati fi‐ nanziari, i quali avvertono l'importan‐ za di creare denaro ad una velocità superiore alla produzione di manifat‐ ture, un denaro virtuale nel mondo della tecnologia virtuale. Diventa evidente per i mercati evoluti e ricchi, seppur indebitati, assurgere ad un ruolo di veicolo di produzione di valuta, rispetto ai mercati poveri la cui maggiore risorsa è il basso costo del lavoro. Nei fatti l'aspetto sociale però non è distinto da quello finanzia‐ rio, poiché il sistema di sviluppo, evol‐ vendo, cresce di complessità e ordine di grandezza mantenendo le antiche interconnessioni; il valore della demo‐
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crazia negata stimola lotte tribali e fo‐ colai di rivolta che inducono flussi mi‐ gratori laddove si concentra maggiore sfruttamento e povertà. Pertanto, i Paesi evoluti dovranno (e già lo fan‐ no) farsi carico della richiesta di diritti essenziali emersa dai Paesi in cui si é ridotta l'aspettativa di vita. Altro spunto di riflessione: spicca l'in‐ tenzione delle grandi banche di af‐ francarsi dal ruolo storico di dipen‐ denza dai governi centrali, assumen‐ do il ruolo di guida rispetto al mondo politico, qualificandosi come s.p.a. di produzione di capitale. E' evidente che la politica nazionale, non solo dell'Eurozona, soffra di un deficit di autorevolezza e autonomia dovendo misurarsi con i debiti nazionali sempre più fuori controllo; la possibilità delle grandi banche di veicolare la politica e le sue decisioni passa per il controllo dei debiti, sicché la progettazione del ruolo delle banche nell'era globale fondata sulla gestione del risparmio é strategica, tutt'altro che casuale, e destinata a durare nonostante l'inten‐ zione di creare una intermediazione creditizia meno dipendente dalle ban‐ che da parte dei governi nazionali: il sistema creditizio, usando una meta‐ fora, ha a cuore che il paziente non muoia, pertanto lo induce a fare scor‐ ta di ossigeno altrove. E' possibile in‐ fine uno sviluppo sostenibile? Osser‐ viamo alcuni dati. «Il Paese del Made in Italy nelle classifiche internazionali è indietro nell’innovazione ed in Europa
RELOADER Magazine - Gli Speciali, Luglio/Agosto 2014
23
l’Italia é considerato un ‘innovatore moderato’, terzo dei quattro raggrup‐ pamenti previsti (leader, paesi che tengono il passo, paesi innovatori moderati, e infine paesi in ritar‐ do)». A presentare un’analisi detta‐ gliata dello stato dell’innovazione fra le PMI é il Focus PMI 2014 di Le‐ xjus Sinacta e Istituto Tagliacarne,
di brevetti, organizzazione del lavoro (tra 0,9 e 2,3%). Inoltre in Italia le im‐ prese non perseguono l’innovazione attraverso investimenti in ricerca e sviluppo, ma nella possibilità di acqui‐ sire know‐how e apparecchiature in‐ novative, e nella creatività e capacità inventiva delle PMI del territorio. Si conferma la maggior competitività
con un’indagine basata su un campio‐ ne di 1.150 aziende e riferita al 2013. Principali innovazioni introdotte: pro‐ dotti e servizi (45,2%), processi di pro‐ duzione (29,2%), attrezzature, softwa‐ re o tecnologie varie (10,6%), sistemi di logistica (6%), marketing, distribu‐ zione, tecniche manageriali, acquisto
delle imprese che innovano. Scenario: le PMI più innovative registrano una crescita del fatturato nel triennio 2010 ‐13 nel 29% dei casi, percentuale che si riduce al 15% per le aziende a media innovazione e al 5% per quelle a bassa innovazione». A osservare questo rap‐ porto, evidentemente non confutabi‐
RELOADER Magazine - Gli Speciali, Luglio/Agosto 2014
le, qualcosa non convince se solo 29 imprese su 100 tra le più innovative ne ricavano una crescita di fatturato: pur non volendo entrare nel particolare del modo di innovare, si consideri l'in‐ novazione sotto un altro punto di vi‐ sta, quello dei sistemi di logistica. E' ancora insufficiente oggetto di atten‐ zione l'inserimento di RAEE nel ciclo produttivo, cioè di Rifiuti di Apparec‐ chi Elettrici ed Elettronici. La logistica inversa tiene conto del recupero di confezioni, imballaggi, prodotti non più commercializzabili, quindi acqui‐ stati dai consumatori (perché giunti al termine del periodo di utilità) affin‐ ché, riconvertiti in metalli e polimeri plastici, possano essere utilizzati per nuove produzioni. E' quindi importan‐ te considerare il ritiro ed il trasporto, con il supporto delle nuove tecnologie ICT che garantiscano sicurezza e rin‐ tracciabilità, come una componente essenziale nella gestione del ciclo pro‐ duttivo. La ricerca deve pure prefig‐ gersi l'integrazione delle reti di tra‐ sporto, catalizzando investimenti di risorse europee pubbliche e priva‐ te, laddove un prodotto può defi‐ nirsi innovativo se il suo ciclo di produzione comprende il trat‐ tamento dello smaltimento e il recupero calcolato in termi‐ ni di costo energetico ed eco‐ nomico. In breve la ricerca nel considerare lo sviluppo sostenibi‐ le deve tenere conto di Reti Web e piattaforme per la logistica diretta e
24
inversa, delle soluzioni per la tutela dell'ambiente, della gestione, tratta‐ mento e trasporto dei prodotti giunti a fine ciclo di vita, dello sviluppo delle tecnologie RFID per la tracciabilità e rintracciabilità, dell'attività di moni‐ toring di flussi di materiali e veicoli. Con questa concezione di innovazio‐ ne il governo in sinergia con le impre‐ se si impegni a razionalizzare le infra‐ strutture, rendendo multimodale la logistica, poiché tuttora il 97% del tra‐ sporto avviene su gomma. Ciò affin‐ ché la produzione e la distribuzione divengano sempre meno dipendente dal consumo dei carburanti fossili. In conclusione occorre mettere ‘a sistema’ il processo di spedizione del‐ le manifatture, finora lasciato all'au‐ tonomia dei piccoli trasportatori, che risente dello scarsissimo coinvolgi‐ mento del trasporto ferroviario e de‐ gli altri vettori nazionali. E. C.
RELOADER Magazine - Gli Speciali, Luglio/Agosto 2014
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l’Italia é considerato un ‘innovatore moderato’, terzo dei quattro raggrup‐ pamenti previsti (leader, paesi che tengono il passo, paesi innovatori moderati, e infine paesi in ritar‐ do)». A presentare un’analisi detta‐ gliata dello stato dell’innovazione fra le PMI é il Focus PMI 2014 di Le‐ xjus Sinacta e Istituto Tagliacarne,
di brevetti, organizzazione del lavoro (tra 0,9 e 2,3%). Inoltre in Italia le im‐ prese non perseguono l’innovazione attraverso investimenti in ricerca e sviluppo, ma nella possibilità di acqui‐ sire know‐how e apparecchiature in‐ novative, e nella creatività e capacità inventiva delle PMI del territorio. Si conferma la maggior competitività
con un’indagine basata su un campio‐ ne di 1.150 aziende e riferita al 2013. Principali innovazioni introdotte: pro‐ dotti e servizi (45,2%), processi di pro‐ duzione (29,2%), attrezzature, softwa‐ re o tecnologie varie (10,6%), sistemi di logistica (6%), marketing, distribu‐ zione, tecniche manageriali, acquisto
delle imprese che innovano. Scenario: le PMI più innovative registrano una crescita del fatturato nel triennio 2010 ‐13 nel 29% dei casi, percentuale che si riduce al 15% per le aziende a media innovazione e al 5% per quelle a bassa innovazione». A osservare questo rap‐ porto, evidentemente non confutabi‐
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le, qualcosa non convince se solo 29 imprese su 100 tra le più innovative ne ricavano una crescita di fatturato: pur non volendo entrare nel particolare del modo di innovare, si consideri l'in‐ novazione sotto un altro punto di vi‐ sta, quello dei sistemi di logistica. E' ancora insufficiente oggetto di atten‐ zione l'inserimento di RAEE nel ciclo produttivo, cioè di Rifiuti di Apparec‐ chi Elettrici ed Elettronici. La logistica inversa tiene conto del recupero di confezioni, imballaggi, prodotti non più commercializzabili, quindi acqui‐ stati dai consumatori (perché giunti al termine del periodo di utilità) affin‐ ché, riconvertiti in metalli e polimeri plastici, possano essere utilizzati per nuove produzioni. E' quindi importan‐ te considerare il ritiro ed il trasporto, con il supporto delle nuove tecnologie ICT che garantiscano sicurezza e rin‐ tracciabilità, come una componente essenziale nella gestione del ciclo pro‐ duttivo. La ricerca deve pure prefig‐ gersi l'integrazione delle reti di tra‐ sporto, catalizzando investimenti di risorse europee pubbliche e priva‐ te, laddove un prodotto può defi‐ nirsi innovativo se il suo ciclo di produzione comprende il trat‐ tamento dello smaltimento e il recupero calcolato in termi‐ ni di costo energetico ed eco‐ nomico. In breve la ricerca nel considerare lo sviluppo sostenibi‐ le deve tenere conto di Reti Web e piattaforme per la logistica diretta e
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inversa, delle soluzioni per la tutela dell'ambiente, della gestione, tratta‐ mento e trasporto dei prodotti giunti a fine ciclo di vita, dello sviluppo delle tecnologie RFID per la tracciabilità e rintracciabilità, dell'attività di moni‐ toring di flussi di materiali e veicoli. Con questa concezione di innovazio‐ ne il governo in sinergia con le impre‐ se si impegni a razionalizzare le infra‐ strutture, rendendo multimodale la logistica, poiché tuttora il 97% del tra‐ sporto avviene su gomma. Ciò affin‐ ché la produzione e la distribuzione divengano sempre meno dipendente dal consumo dei carburanti fossili. In conclusione occorre mettere ‘a sistema’ il processo di spedizione del‐ le manifatture, finora lasciato all'au‐ tonomia dei piccoli trasportatori, che risente dello scarsissimo coinvolgi‐ mento del trasporto ferroviario e de‐ gli altri vettori nazionali. E. C.
RELOADER Magazine n. 79 - Luglio/Agosto 2014 Associazione RELOADER onlus Italy - 00185 Roma - Viale Carlo Felice 89 Tel: +39 06 7049.5320 info@reloaderitalia.it