RELOADER Magazine N.83 Dicembre 2014

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Sommario

In Primo Piano

n. 83 - Dicembre 2014

RAEE Giocattoli tecnologici a fine vita: solo il 2% è avviato al corretto smaltimento

3

AIRES-CONFCOMMERCIO Il nuovo ruolo della distribuzione nella gestione dei RAEE

5

Si chiude un anno difficile, se ne apre un altro in cui tutti

Energie rinnovabili Visioni del prossimo futuro. in Giappone una città sottomarina ad energia pulita

7

ci impegneremo affinché ci conduca a traguardi migliori

Storie di riciclo L’avvenire della plastica riciclata: Vivere su un'isola fatta di 100mila bottiglie di plastica Max Mara Weekend - La Capsule collection Autunno Inverno 2014/15

9 10

e migliori risultati in campo sociale, tecnologico, ambientale ed economico.

Ambiente e Società Le Piccole e Medie Imprese possono guidare la crescita sostenibile

11

Blue Growth - il mare come motore della nostra economia

13

Anche in Italia l'etichetta ecologica di qualità per il turismo sostenibile

14

L’Italia del riciclo 2014

15

Alla scoperta del COMPOST, ovvero come riciclare gli scarti di cucina

17

A tutti l’Associazione RELOADER invia il più sentito augurio di

Settore in crescita a dispetto della “confusione” normativa e produrre fertilizzante naturale per le piante di casa

Gli Speciali

Buone Feste!

19

Ambiente, Paesaggio, Territorio. Da dove iniziare ? Luca di Leone - Greenport

RELOADER Magazine Viale Carlo Felice 89 00185 Roma

n. 83 - dicembre 2014

Tel: +39 06 77.25.07.02 www.reloaderitalia.it

Fax: +39 06 62.27.05.44 info@reloaderitalia.it


Sommario

In Primo Piano

n. 83 - Dicembre 2014

RAEE Giocattoli tecnologici a fine vita: solo il 2% è avviato al corretto smaltimento

3

AIRES-CONFCOMMERCIO Il nuovo ruolo della distribuzione nella gestione dei RAEE

5

Si chiude un anno difficile, se ne apre un altro in cui tutti

Energie rinnovabili Visioni del prossimo futuro. in Giappone una città sottomarina ad energia pulita

7

ci impegneremo affinché ci conduca a traguardi migliori

Storie di riciclo L’avvenire della plastica riciclata: Vivere su un'isola fatta di 100mila bottiglie di plastica Max Mara Weekend - La Capsule collection Autunno Inverno 2014/15

9 10

e migliori risultati in campo sociale, tecnologico, ambientale ed economico.

Ambiente e Società Le Piccole e Medie Imprese possono guidare la crescita sostenibile

11

Blue Growth - il mare come motore della nostra economia

13

Anche in Italia l'etichetta ecologica di qualità per il turismo sostenibile

14

L’Italia del riciclo 2014

15

Alla scoperta del COMPOST, ovvero come riciclare gli scarti di cucina

17

A tutti l’Associazione RELOADER invia il più sentito augurio di

Settore in crescita a dispetto della “confusione” normativa e produrre fertilizzante naturale per le piante di casa

Gli Speciali

Buone Feste!

19

Ambiente, Paesaggio, Territorio. Da dove iniziare ? Luca di Leone - Greenport

RELOADER Magazine Viale Carlo Felice 89 00185 Roma

n. 83 - dicembre 2014

Tel: +39 06 77.25.07.02 www.reloaderitalia.it

Fax: +39 06 62.27.05.44 info@reloaderitalia.it


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4

RAEE

Si avvicina il Natale, tempo di regali. Anche in momenti così difficili, in tanti provano a “comprare almeno un pensie‐ rino” alle persone più care. E chi può essere più caro di un bambino, che sia figlio o nipo‐ te, magari al momento indaffa‐ ratissimo a scegliere i doni da chiedere nella sua letterina a Babbo Natale? Ne sanno qual‐ cosa le famiglie più o meno nu‐

merose che cominciano a gira‐ re con aria preoccupata per i negozi di giocattoli e nei centri commerciali, cercando di far quadrare desideri e magri bi‐ lanci. E tra i tanti giocattoli in offerta la parte del leone la fanno quelli elettronici: bam‐ bole parlanti e robot, iPad for kids e flipper elettronici, play station e video giochi, trenini elettrici e circuiti per le corse

automobilistiche, auto ed altri vei‐ coli telecomandati. E quelli vec‐ chi, dismessi o scassati, che fine fanno? Di solito si spediscono in cantina o si eliminano buttandoli nel cassonetto più vicino, perché pochi sanno che i giocattoli elet‐ trici ed elettronici a fine vita sono considerati rifiuti speciali, cioè RAEE, e devono essere smaltiti correttamente per preservare l’ambiente e non sprecare ri‐ sorse importanti. Secondo quan‐ to comunica il Consorzio ReMe‐ dia, Consorzio nazionale per la gestione eco‐sostenibile dei rifiuti tecnologici: “Si stima che delle 12 mila tonnellate di giocattoli elet‐ tronici immesse sul mercato in I‐ talia, ne vengano riciclate 230, va‐ le a dire solo il 2% viene avviato a un corretto recupero secondo la legge”. Vale davvero la pena re‐ cuperarli se si pensa che, ad e‐ sempio, da una console del peso di 2 kg è possibile ricavare ferro (45,50%), plastica (19%), alluminio (4%), rame (1,5%) e altri materiali, tra cui una piccola percentuale di

metalli preziosi e ancor più pre‐ ziose terre rare, che possono es‐ sere reintrodotte nel ciclo produt‐ tivo. Smaltirli e ricavare materia prima seconda è sicuramente il miglior destino per i giochi tecno‐ logici giunti a fine vita. Ma una riflessione meritano i giocattoli vecchi ancora funzionanti, che possono essere avviati al riuso immediato se raccolti e conferiti agli enti di carità, come già fan‐ no i più virtuosi o, in alternativa, ai mercatini dell'usato che si stan‐ no moltiplicando in tutta Italia, dove possono essere acquistati a prezzi abbordabili anche per ta‐ sche non proprio ampie. In fondo è pur sempre Natale, no? M. M.


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RAEE

Si avvicina il Natale, tempo di regali. Anche in momenti così difficili, in tanti provano a “comprare almeno un pensie‐ rino” alle persone più care. E chi può essere più caro di un bambino, che sia figlio o nipo‐ te, magari al momento indaffa‐ ratissimo a scegliere i doni da chiedere nella sua letterina a Babbo Natale? Ne sanno qual‐ cosa le famiglie più o meno nu‐

merose che cominciano a gira‐ re con aria preoccupata per i negozi di giocattoli e nei centri commerciali, cercando di far quadrare desideri e magri bi‐ lanci. E tra i tanti giocattoli in offerta la parte del leone la fanno quelli elettronici: bam‐ bole parlanti e robot, iPad for kids e flipper elettronici, play station e video giochi, trenini elettrici e circuiti per le corse

automobilistiche, auto ed altri vei‐ coli telecomandati. E quelli vec‐ chi, dismessi o scassati, che fine fanno? Di solito si spediscono in cantina o si eliminano buttandoli nel cassonetto più vicino, perché pochi sanno che i giocattoli elet‐ trici ed elettronici a fine vita sono considerati rifiuti speciali, cioè RAEE, e devono essere smaltiti correttamente per preservare l’ambiente e non sprecare ri‐ sorse importanti. Secondo quan‐ to comunica il Consorzio ReMe‐ dia, Consorzio nazionale per la gestione eco‐sostenibile dei rifiuti tecnologici: “Si stima che delle 12 mila tonnellate di giocattoli elet‐ tronici immesse sul mercato in I‐ talia, ne vengano riciclate 230, va‐ le a dire solo il 2% viene avviato a un corretto recupero secondo la legge”. Vale davvero la pena re‐ cuperarli se si pensa che, ad e‐ sempio, da una console del peso di 2 kg è possibile ricavare ferro (45,50%), plastica (19%), alluminio (4%), rame (1,5%) e altri materiali, tra cui una piccola percentuale di

metalli preziosi e ancor più pre‐ ziose terre rare, che possono es‐ sere reintrodotte nel ciclo produt‐ tivo. Smaltirli e ricavare materia prima seconda è sicuramente il miglior destino per i giochi tecno‐ logici giunti a fine vita. Ma una riflessione meritano i giocattoli vecchi ancora funzionanti, che possono essere avviati al riuso immediato se raccolti e conferiti agli enti di carità, come già fan‐ no i più virtuosi o, in alternativa, ai mercatini dell'usato che si stan‐ no moltiplicando in tutta Italia, dove possono essere acquistati a prezzi abbordabili anche per ta‐ sche non proprio ampie. In fondo è pur sempre Natale, no? M. M.


RELOADER Magazine - Dicembre 2014

5

RELOADER Magazine - Dicembre 2014

“L’introduzione dell’1 contro 0 attribuisce alla distribuzione un ruolo importante per la tutela ambientale. Fermo restando il nostro impegno sul fronte

Il nuovo ruolo della distribuzione nella gestione dei RAEE AIRES, Associazione Italiana Retailer Elet‐ trodomestici Specializzati, organismo che riunisce le aziende e gruppi distributivi spe‐ cializzati di elettrodomestici ed elettronica di consumo, e Confcommercio pongono l’accento sul nuovo ruolo della distribuzio‐ ne che ora diviene primario all’interno del processo, dal momento che i negozi devo‐ no diventare anche centri di raccolta. Con il Decreto entrato in vigore lo scorso 12 aprile, all’ormai consolidata normativa dell’1 con‐ tro 1, che prevede l’obbligo per la distribu‐ zione di ritirare gratuitamente un elettrodo‐ mestico all’acquisto del nuovo, è stato af‐ fiancato l’1 contro 0, ovvero l’obbligo per gli esercizi di oltre 400 mq di ritirare i piccoli elettrodomestici anche senza un nuovo ac‐ quisto, purché sia di dimensioni inferiori ai 25 cm nel lato lungo. Ad oggi, i rivenditori di elettronica e di elettrodomestici raccol‐

ecologico e la nostra volontà nel supportare lo Stato gono, grazie al sistema dell’1 contro 1 e dell’1 contro 0, circa 216.000 tonnellate di prodotti destinati al recupero / smaltimen‐ to. Il valore stimato medio intrinseco delle materie prime recuperate è di 140 milioni di euro (dati del Consorzio ReMedia, Rappor‐ to Annuale). Si tratta di un vero e proprio “tesoro” ecologico, che scongiura la disper‐ sione nell’ambiente di materiali potenzial‐ mente pericolosi e inquinanti, ed economi‐ co, che fornisce concrete opportunità di business per le imprese nazionali. L’obiettivo stabilito dal Decreto è arrivare, nell’arco dei prossimi 5 anni, a raccogliere 720.000 tonnellate di RAEE, pari a circa l’85% di tutti i RAEE generati, che corrispon‐ dono a circa 12 Kg a cittadino. Si tratta di obiettivi di raccolta e di recupero dei RAEE davvero ambiziosi, che dovranno spingere tutti gli operatori a migliorare la gestione di questa risorsa e ad aumentare sensibilmen‐ te gli sforzi nella raccolta. In quest’ottica, il Decreto ha finalmente introdotto nel no‐ stro Paese il modello ALL ACTORS, previsto

nel raggiungimento degli obiettivi di raccolta stabiliti dall’UE, auspichiamo imminenti decreti attuativi che ci aiutino a semplificare le procedure per il ritiro e a ridurre la burocrazia per lo smaltimento”. Riccardo Pasini, Vicepresidente AIRES

dalla normativa Europea: il nuovo sistema af‐ fianca ai sistemi collettivi dei produttori anche altri operatori accreditati del settore. Per la distribuzione, questo significa maggiore liber‐ tà nella scelta a chi affidarsi per lo smaltimen‐ to dei RAEE raccolti, ma anche maggiore con‐ correnza e liberalizzazione del mercato. “Il nuovo modello, basato su una legittima ed auspicata apertura del mercato, si traduce in un vantaggio per produttori, distributori e consumatori. Apertura significa assicurare al sistema maggiore concorrenza, sia per quan‐ to riguarda i servizi offerti sia per i prezzi pra‐ ticati”, dichiara Riccardo Pasini, Vice Presiden‐

6

te di AIRES. “Riteniamo di fondamentale rilie‐ vo, per la crescita del sistema di raccolta dei RAEE, la previsione di consentire canali alter‐ nativi di conferimento agli operatori commer‐ ciali, per ovviare alla cronica carenza di piatta‐ forme comunali sul territorio nazionale” so‐ stiene Pier Paolo Masciocchi, Responsabile settore ambiente, sicurezza e utilities in Con‐ fcommercio e continua: “Una previsione che recepisce lo spirito del nuovo quadro ‘All Actors’ e il ruolo sempre più determinante che alcuni operatori, come quelli della distri‐ buzione, saranno chiamati a ricoprire visti gli obblighi e gli obiettivi fissati dalla normativa. Per essere pienamente operativi crediamo, però, che questi principi dovrebbero essere tradotti e trasferiti anche all’interno delle rap‐ presentanze istituzionali previste. Il Comitato di Indirizzo, la cui funzione appare quantome‐ no essenziale alla luce degli ambiziosi obiettivi di raccolta e recupero, dovrebbe riflettere nella sua composizione, in modo adeguato, tutti gli attori della filiera RAEE. A tal proposi‐ to sarebbe auspicabile un allargamento dei componenti previsti per le organizzazioni na‐ zionali delle categorie del commercio al fine di equipararle, quantomeno, al numero di com‐ ponenti previsto per le organizzazioni nazio‐ nali dell’industria. Nel Comitato d’indirizzo previsto, il settore del trattamento RAEE, ad esempio, è riconosciuto soltanto se di emana‐ zione delle associazioni rappresentative del comparto produttivo. Ciò significa che gli im‐ pianti RAEE continueranno a poter essere rap‐ presentati, nelle sedi istituzionali, esclusiva‐ mente da organizzazioni del comparto indu‐ striale, come è stato sino ad oggi. Non ci sem‐ bra una scelta corretta visto che Confcom‐ mercio, oltre al comparto dell’importazione e della distribuzione, rappresenta una sensibile quota di mercato per quanto riguarda gli ope‐ ratori del recupero e del trattamento”.


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RELOADER Magazine - Dicembre 2014

“L’introduzione dell’1 contro 0 attribuisce alla distribuzione un ruolo importante per la tutela ambientale. Fermo restando il nostro impegno sul fronte

Il nuovo ruolo della distribuzione nella gestione dei RAEE AIRES, Associazione Italiana Retailer Elet‐ trodomestici Specializzati, organismo che riunisce le aziende e gruppi distributivi spe‐ cializzati di elettrodomestici ed elettronica di consumo, e Confcommercio pongono l’accento sul nuovo ruolo della distribuzio‐ ne che ora diviene primario all’interno del processo, dal momento che i negozi devo‐ no diventare anche centri di raccolta. Con il Decreto entrato in vigore lo scorso 12 aprile, all’ormai consolidata normativa dell’1 con‐ tro 1, che prevede l’obbligo per la distribu‐ zione di ritirare gratuitamente un elettrodo‐ mestico all’acquisto del nuovo, è stato af‐ fiancato l’1 contro 0, ovvero l’obbligo per gli esercizi di oltre 400 mq di ritirare i piccoli elettrodomestici anche senza un nuovo ac‐ quisto, purché sia di dimensioni inferiori ai 25 cm nel lato lungo. Ad oggi, i rivenditori di elettronica e di elettrodomestici raccol‐

ecologico e la nostra volontà nel supportare lo Stato gono, grazie al sistema dell’1 contro 1 e dell’1 contro 0, circa 216.000 tonnellate di prodotti destinati al recupero / smaltimen‐ to. Il valore stimato medio intrinseco delle materie prime recuperate è di 140 milioni di euro (dati del Consorzio ReMedia, Rappor‐ to Annuale). Si tratta di un vero e proprio “tesoro” ecologico, che scongiura la disper‐ sione nell’ambiente di materiali potenzial‐ mente pericolosi e inquinanti, ed economi‐ co, che fornisce concrete opportunità di business per le imprese nazionali. L’obiettivo stabilito dal Decreto è arrivare, nell’arco dei prossimi 5 anni, a raccogliere 720.000 tonnellate di RAEE, pari a circa l’85% di tutti i RAEE generati, che corrispon‐ dono a circa 12 Kg a cittadino. Si tratta di obiettivi di raccolta e di recupero dei RAEE davvero ambiziosi, che dovranno spingere tutti gli operatori a migliorare la gestione di questa risorsa e ad aumentare sensibilmen‐ te gli sforzi nella raccolta. In quest’ottica, il Decreto ha finalmente introdotto nel no‐ stro Paese il modello ALL ACTORS, previsto

nel raggiungimento degli obiettivi di raccolta stabiliti dall’UE, auspichiamo imminenti decreti attuativi che ci aiutino a semplificare le procedure per il ritiro e a ridurre la burocrazia per lo smaltimento”. Riccardo Pasini, Vicepresidente AIRES

dalla normativa Europea: il nuovo sistema af‐ fianca ai sistemi collettivi dei produttori anche altri operatori accreditati del settore. Per la distribuzione, questo significa maggiore liber‐ tà nella scelta a chi affidarsi per lo smaltimen‐ to dei RAEE raccolti, ma anche maggiore con‐ correnza e liberalizzazione del mercato. “Il nuovo modello, basato su una legittima ed auspicata apertura del mercato, si traduce in un vantaggio per produttori, distributori e consumatori. Apertura significa assicurare al sistema maggiore concorrenza, sia per quan‐ to riguarda i servizi offerti sia per i prezzi pra‐ ticati”, dichiara Riccardo Pasini, Vice Presiden‐

6

te di AIRES. “Riteniamo di fondamentale rilie‐ vo, per la crescita del sistema di raccolta dei RAEE, la previsione di consentire canali alter‐ nativi di conferimento agli operatori commer‐ ciali, per ovviare alla cronica carenza di piatta‐ forme comunali sul territorio nazionale” so‐ stiene Pier Paolo Masciocchi, Responsabile settore ambiente, sicurezza e utilities in Con‐ fcommercio e continua: “Una previsione che recepisce lo spirito del nuovo quadro ‘All Actors’ e il ruolo sempre più determinante che alcuni operatori, come quelli della distri‐ buzione, saranno chiamati a ricoprire visti gli obblighi e gli obiettivi fissati dalla normativa. Per essere pienamente operativi crediamo, però, che questi principi dovrebbero essere tradotti e trasferiti anche all’interno delle rap‐ presentanze istituzionali previste. Il Comitato di Indirizzo, la cui funzione appare quantome‐ no essenziale alla luce degli ambiziosi obiettivi di raccolta e recupero, dovrebbe riflettere nella sua composizione, in modo adeguato, tutti gli attori della filiera RAEE. A tal proposi‐ to sarebbe auspicabile un allargamento dei componenti previsti per le organizzazioni na‐ zionali delle categorie del commercio al fine di equipararle, quantomeno, al numero di com‐ ponenti previsto per le organizzazioni nazio‐ nali dell’industria. Nel Comitato d’indirizzo previsto, il settore del trattamento RAEE, ad esempio, è riconosciuto soltanto se di emana‐ zione delle associazioni rappresentative del comparto produttivo. Ciò significa che gli im‐ pianti RAEE continueranno a poter essere rap‐ presentati, nelle sedi istituzionali, esclusiva‐ mente da organizzazioni del comparto indu‐ striale, come è stato sino ad oggi. Non ci sem‐ bra una scelta corretta visto che Confcom‐ mercio, oltre al comparto dell’importazione e della distribuzione, rappresenta una sensibile quota di mercato per quanto riguarda gli ope‐ ratori del recupero e del trattamento”.


RELOADER Magazine - Dicembre 2014

7

Visioni del prossimo futuro

RELOADER Magazine - Dicembre 2014

8

Energie rinnovabili marina sarà suddivisa in tre se‐ zioni. Un sfera galleggiante con diametro di 500 metri nel pri‐ mo livello, pronta ad ospitare le zone residenziali, commer‐ ciali e gli alberghi. Un percorso a spirale lungo 15 km che si snoda fino al fondo degli ocea‐ ni, e una base dove saranno collocati i laboratori scientifici che permetteranno di indagare sulle opportunità offerte dagli oceani per la produzione di e‐ nergia pulita. Ocean Spiral sarà una città ecologica, alimentata unicamente dall’energia pulita

In Giappone una città sottomarina ad energia pulita

prodotta dagli stessi laborato‐ ri. Si sfrutterà il moto ondoso per produrre elettricità; si con‐ vertirà l’anidride carbonica in metano grazie all’azione di par‐ ticolari microorganismi subac‐

L’idea di costruire “Ocean Spiral”, u‐

della Shimizu, la tecnologia necessa‐

quei o utilizzando l’energia

na città sottomarina energeticamen‐

ria per costruire Ocean Spiral sarà di‐

talassotermica prodotta a

te indipendente per 5.000 persone, è

sponibile in meno di 15 anni, sicché si

partire dalla differenza di

di una società di costruzioni giappo‐

potrà completare la città sottomarina

temperatura tra la superficie

nese la Shimizu Corporation, già nota

in pochi decenni. Governo giappone‐

marina e le profondità oceani‐

per la realizzazione di uno degli edifi‐

se, imprese che producono energia e

che (Ocean Thermal Energy

ci più sostenibili del pianeta che, se‐

mondo accademico hanno creduto al

Conversion); infine si desaliniz‐

condo le previsioni dell’azienda, entro

progetto tanto da collaborare al suo

zerà l’acqua di mare per otte‐

il 2015 arriverà ad emettere solo 38

sviluppo, che dovrebbe costare oltre

nere acqua potabile per le aree

kg/mq di CO2. Secondo i progettisti

16 miliardi di sterline. La città sotto‐

residenziali. M. T.

Fonte: rinnovabili.it


RELOADER Magazine - Dicembre 2014

7

Visioni del prossimo futuro

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8

Energie rinnovabili marina sarà suddivisa in tre se‐ zioni. Un sfera galleggiante con diametro di 500 metri nel pri‐ mo livello, pronta ad ospitare le zone residenziali, commer‐ ciali e gli alberghi. Un percorso a spirale lungo 15 km che si snoda fino al fondo degli ocea‐ ni, e una base dove saranno collocati i laboratori scientifici che permetteranno di indagare sulle opportunità offerte dagli oceani per la produzione di e‐ nergia pulita. Ocean Spiral sarà una città ecologica, alimentata unicamente dall’energia pulita

In Giappone una città sottomarina ad energia pulita

prodotta dagli stessi laborato‐ ri. Si sfrutterà il moto ondoso per produrre elettricità; si con‐ vertirà l’anidride carbonica in metano grazie all’azione di par‐ ticolari microorganismi subac‐

L’idea di costruire “Ocean Spiral”, u‐

della Shimizu, la tecnologia necessa‐

quei o utilizzando l’energia

na città sottomarina energeticamen‐

ria per costruire Ocean Spiral sarà di‐

talassotermica prodotta a

te indipendente per 5.000 persone, è

sponibile in meno di 15 anni, sicché si

partire dalla differenza di

di una società di costruzioni giappo‐

potrà completare la città sottomarina

temperatura tra la superficie

nese la Shimizu Corporation, già nota

in pochi decenni. Governo giappone‐

marina e le profondità oceani‐

per la realizzazione di uno degli edifi‐

se, imprese che producono energia e

che (Ocean Thermal Energy

ci più sostenibili del pianeta che, se‐

mondo accademico hanno creduto al

Conversion); infine si desaliniz‐

condo le previsioni dell’azienda, entro

progetto tanto da collaborare al suo

zerà l’acqua di mare per otte‐

il 2015 arriverà ad emettere solo 38

sviluppo, che dovrebbe costare oltre

nere acqua potabile per le aree

kg/mq di CO2. Secondo i progettisti

16 miliardi di sterline. La città sotto‐

residenziali. M. T.

Fonte: rinnovabili.it


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Storie di Riciclo

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10

L’avvenire della plastica riciclata Max Mara Weekend - La Capsule collection Autunno Inverno 2014/15

Vivere su un'isola fatta di 100mila bottiglie di plastica Messico - Laguna di Isla Mujeres, Cancun. E' un'isola fluttuante in mare che si trova a qualche decina di metri dalla riva, si chiama Joyxee Island, è grande 8mila metri quadrati. Il suo ideatore è l'artista e ambientalista britannico ‘Rishi’ Sowa e vive in un eco-paradiso che ha costruito con le sue mani, dopo aver raccolto centomila bottiglie di plastica. L’ha dotata, a suo dire, anche di tutte le comodità, compresi una casa a tre piani, elettricità, tre docce, una cucina, un bagno, una toilette ecologica, due camere

da letto, una vasca idromassaggio, connessione a internet. La casa è circondata da palme, mangrovie, alberi da frutto ed erbe commestibili e piante che crescono dalla sabbia e dal terreno dell'isola. Joyxee Island è collegata alla terraferma tramite un cordone che garantisce luce generata dal sole, acqua e connessione internet. In più, per potersi spostare comodamente, Sowa ha realizzato (sempre con le bottiglie di plastica) una vera e propria imbarcazione che può trasportare fino a 8 persone.

Tessuto hi-tech, rigorosamente Made in Italy, ottenuto dalla trasformazione di bottiglie di plastica riciclate

E' la seconda collezione che Max Mara Weekend propone in tessuto riciclato ottenuto dal filato Newlife™, ricavato dal processo di riciclo meccanico e non chimico delle bottiglie di plastica. Il processo di produzione del filato è fortemente innovativo, completamente tracciabile, e interamente meccanico. Grazie a questo sistema è possibile

risparmiare acqua e energia e di conseguenza ridurre notevolmente le emissioni di CO2. Infatti, ICEA che ha valutato il LCA (Life Cycle Assessment) del filato NewLife ™, ha calcolato che grazie al nuovo sistema di recupero delle bottiglie di plastica si risparmiano il 94 per cento di acqua, il 60 per cento di energia e il 32 per cento di emissioni di CO2.


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Storie di Riciclo

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L’avvenire della plastica riciclata Max Mara Weekend - La Capsule collection Autunno Inverno 2014/15

Vivere su un'isola fatta di 100mila bottiglie di plastica Messico - Laguna di Isla Mujeres, Cancun. E' un'isola fluttuante in mare che si trova a qualche decina di metri dalla riva, si chiama Joyxee Island, è grande 8mila metri quadrati. Il suo ideatore è l'artista e ambientalista britannico ‘Rishi’ Sowa e vive in un eco-paradiso che ha costruito con le sue mani, dopo aver raccolto centomila bottiglie di plastica. L’ha dotata, a suo dire, anche di tutte le comodità, compresi una casa a tre piani, elettricità, tre docce, una cucina, un bagno, una toilette ecologica, due camere

da letto, una vasca idromassaggio, connessione a internet. La casa è circondata da palme, mangrovie, alberi da frutto ed erbe commestibili e piante che crescono dalla sabbia e dal terreno dell'isola. Joyxee Island è collegata alla terraferma tramite un cordone che garantisce luce generata dal sole, acqua e connessione internet. In più, per potersi spostare comodamente, Sowa ha realizzato (sempre con le bottiglie di plastica) una vera e propria imbarcazione che può trasportare fino a 8 persone.

Tessuto hi-tech, rigorosamente Made in Italy, ottenuto dalla trasformazione di bottiglie di plastica riciclate

E' la seconda collezione che Max Mara Weekend propone in tessuto riciclato ottenuto dal filato Newlife™, ricavato dal processo di riciclo meccanico e non chimico delle bottiglie di plastica. Il processo di produzione del filato è fortemente innovativo, completamente tracciabile, e interamente meccanico. Grazie a questo sistema è possibile

risparmiare acqua e energia e di conseguenza ridurre notevolmente le emissioni di CO2. Infatti, ICEA che ha valutato il LCA (Life Cycle Assessment) del filato NewLife ™, ha calcolato che grazie al nuovo sistema di recupero delle bottiglie di plastica si risparmiano il 94 per cento di acqua, il 60 per cento di energia e il 32 per cento di emissioni di CO2.


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Ambiente e società

Le

PMI costituiscono già il fonda‐ mento della maggior parte delle economie domestiche e sono essenziali per un’economia prospera, benché non occupino le prime pagine economiche dominate dalle multina‐ zionali. Le piccole e medie imprese (PMI), definite dalla Commissione Eu‐ ropea come imprese con meno di 250 dipendenti e un fatturato annuo infe‐ riore a 50 milioni di euro (39 milioni di sterline), stanno svolgendo un ruolo sempre più importante nel garantire una crescita economica sostenibile e, con il supporto e gli strumenti giusti, potrebbero diventarne anche la base. Il settore delle piccole imprese appor‐ ta un grande contributo su più fronti:

dall’impiego di una forza lavoro diver‐ sificata e l’impegno con le comunità locali, fino alla creazione di posti di la‐ voro nei settori critici dell’ambito oc‐ cupazionale. Per valutarne la ricchez‐ za di potenziale è sufficiente guardare i numeri: nel 2013, oltre il 99% delle 4,9 milioni di imprese registrate nel Re‐ gno Unito era costituito da PMI. Im‐ piegando oltre 14 milioni di dipenden‐ ti, esse rappresentano un valore ag‐ giunto lordo stimato in 376 miliardi di sterline, pari alla metà (49,8%) dell’economia del Regno Unito. “Il no‐ stro modello della grande azienda che dà lavoro a migliaia di persone con se‐ de in uffici enormi non rappresenta necessariamente la tendenza globa‐

le”, spiega Stephen Pegge, direttore delle relazioni esterne presso il Lloyds Banking Group. L’indagine annuale del gruppo Lloyds sulle PMI dello scorso anno ha rivelato che un quarto delle imprese ha individuato la soste‐ nibilità come priorità assoluta nel 2014, mentre il 52% ha riconosciuto i vantaggi economici dell’attuazione di pratiche commerciali sostenibili. Una simile tendenza si sta sviluppando an‐ che negli Stati Uniti. “Le piccole im‐ prese hanno senza dubbio il massimo controllo sul loro livello di sostenibili‐ tà”, sostiene Adam Sever, che colla‐ bora con le piccole imprese con sede negli USA per la società di logistica UPS. E aggiunge: “dal momento che in genere si tratta di imprese private, nonché spesso guidate dal loro stesso fondatore, le piccole imprese posso‐ no realmente essere coerenti con un valore prefissatosi , qualora lo voglia‐ no”. A livello globale, la B Corporation con sede negli USA sta inco‐ raggiando le PMI – e le im‐ prese di maggiori dimensio‐ ni a fare della sostenibilità la loro bandiera. Essa forni‐ sce un quadro di riferimen‐ to per le aziende che cerca‐ no di fornire un contributo

positivo alla società e ai suoi azionisti, spiega Katie Kerr, responsabile delle comunicazioni, aggiungendo che la certificazione B Corporation costitui‐ sce un segnale e la garanzia che l’azienda in concreto agisce coerente‐ mente con le dichiarazioni fatte; e ag‐ giunge: “stiamo costruendo un movi‐ mento di persone che utilizzano l’impresa come forte stimolo positivo – e questo si traduce in risultati positi‐ vi per i lavoratori, le comunità, l’ambiente e il bilancio”. Tuttavia, molte PMI faticano ancora a vedere la sostenibilità come qualcosa di diverso da un costo aggiuntivo e una maggiore burocrazia, afferma Pegge: “se viene visto come il Grande Fratello che ti dice cosa fare, renden‐ doti la vita troppo complicata, allora il pericolo è che la gente farà il minimo necessario per adempiere agli impe‐ gni presi”. Egli ritiene che il governo potrebbe rendere le cose più facili per


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Ambiente e società

Le

PMI costituiscono già il fonda‐ mento della maggior parte delle economie domestiche e sono essenziali per un’economia prospera, benché non occupino le prime pagine economiche dominate dalle multina‐ zionali. Le piccole e medie imprese (PMI), definite dalla Commissione Eu‐ ropea come imprese con meno di 250 dipendenti e un fatturato annuo infe‐ riore a 50 milioni di euro (39 milioni di sterline), stanno svolgendo un ruolo sempre più importante nel garantire una crescita economica sostenibile e, con il supporto e gli strumenti giusti, potrebbero diventarne anche la base. Il settore delle piccole imprese appor‐ ta un grande contributo su più fronti:

dall’impiego di una forza lavoro diver‐ sificata e l’impegno con le comunità locali, fino alla creazione di posti di la‐ voro nei settori critici dell’ambito oc‐ cupazionale. Per valutarne la ricchez‐ za di potenziale è sufficiente guardare i numeri: nel 2013, oltre il 99% delle 4,9 milioni di imprese registrate nel Re‐ gno Unito era costituito da PMI. Im‐ piegando oltre 14 milioni di dipenden‐ ti, esse rappresentano un valore ag‐ giunto lordo stimato in 376 miliardi di sterline, pari alla metà (49,8%) dell’economia del Regno Unito. “Il no‐ stro modello della grande azienda che dà lavoro a migliaia di persone con se‐ de in uffici enormi non rappresenta necessariamente la tendenza globa‐

le”, spiega Stephen Pegge, direttore delle relazioni esterne presso il Lloyds Banking Group. L’indagine annuale del gruppo Lloyds sulle PMI dello scorso anno ha rivelato che un quarto delle imprese ha individuato la soste‐ nibilità come priorità assoluta nel 2014, mentre il 52% ha riconosciuto i vantaggi economici dell’attuazione di pratiche commerciali sostenibili. Una simile tendenza si sta sviluppando an‐ che negli Stati Uniti. “Le piccole im‐ prese hanno senza dubbio il massimo controllo sul loro livello di sostenibili‐ tà”, sostiene Adam Sever, che colla‐ bora con le piccole imprese con sede negli USA per la società di logistica UPS. E aggiunge: “dal momento che in genere si tratta di imprese private, nonché spesso guidate dal loro stesso fondatore, le piccole imprese posso‐ no realmente essere coerenti con un valore prefissatosi , qualora lo voglia‐ no”. A livello globale, la B Corporation con sede negli USA sta inco‐ raggiando le PMI – e le im‐ prese di maggiori dimensio‐ ni a fare della sostenibilità la loro bandiera. Essa forni‐ sce un quadro di riferimen‐ to per le aziende che cerca‐ no di fornire un contributo

positivo alla società e ai suoi azionisti, spiega Katie Kerr, responsabile delle comunicazioni, aggiungendo che la certificazione B Corporation costitui‐ sce un segnale e la garanzia che l’azienda in concreto agisce coerente‐ mente con le dichiarazioni fatte; e ag‐ giunge: “stiamo costruendo un movi‐ mento di persone che utilizzano l’impresa come forte stimolo positivo – e questo si traduce in risultati positi‐ vi per i lavoratori, le comunità, l’ambiente e il bilancio”. Tuttavia, molte PMI faticano ancora a vedere la sostenibilità come qualcosa di diverso da un costo aggiuntivo e una maggiore burocrazia, afferma Pegge: “se viene visto come il Grande Fratello che ti dice cosa fare, renden‐ doti la vita troppo complicata, allora il pericolo è che la gente farà il minimo necessario per adempiere agli impe‐ gni presi”. Egli ritiene che il governo potrebbe rendere le cose più facili per


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le PMI, attraverso un codice. Quello che serve, secondo Pegge, è “una regolamentazione più semplice, più chiara, facilmente gestibile, che sia meno prescritti‐ va, ma che allo stesso tempo inco‐ raggi e premi standard elevati e innovazione.” Oltre ad essere for‐ nitori, le PMI sono estremamente importanti per le grandi aziende, proprio in qualità di clienti. UPS, ad esempio, offre una gamma di prodotti e servizi progettati per aiutare i propri partner commer‐ ciali minori ad operare in modo più sostenibile. “I nostri clienti ci sfidano continuamente nel dare loro opzioni più efficienti”, spie‐ ga Sever. Uno di questi servizi è la spedizione a emissioni zero di UPS; per solo pochi centesimi al pacchetto, le aziende possono compensare le emissioni create dalle loro spedizioni. UPS utiliz‐ za quindi i fondi per sostenere progetti di compensazione – co‐ me la riforestazione o le energie rinnovabili – in tutto il mondo. Pegge è ottimista e guarda avan‐ ti alla prossima indagine Lloyds’ sulle imprese. “Le aziende sono sempre più consapevoli riguardo a questa tematica”, sostiene. “In molti modi, esse guidano l’agenda.” Acquisti e Sostenibilità Fonte: theguardian.com

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Blue Growth il mare come motore della nostra economia

Proteggere l'ambiente marino attraverso la ‘conoscenza’, ovvero attraverso “un approccio rinnovato in cui il mare non è più soltanto un bacino di acqua salata ma un super‐organismo vivente da monitorare e curare, anche attraver‐ so l'attuazione dello strumento che l'Europa si è data ovvero la direttiva quadro sulla strategia marina, che mira a preservare la diversità e la vitalità del mare, compreso il fondo marino, mantenendolo sano, pulito e produttivo. Que‐ sto obiettivo si può raggiungere solo se si ope‐ ra tutti insieme e in modo coordinato”. Queste le recenti parole del Sottosegretario all'Am‐ biente Silvia Velo. Secondo i dati del Ministero, le attività marittime italiane nel loro complesso producono annualmente beni e servizi per un valore di 41,5 miliardi di euro (3% del Pil) e rap‐ presentano il 3,3% degli occupati in Italia. Il si‐ stema mare coinvolge i tre settori dell'econo‐ mia (primario, secondario e terziario) in modo trasversale e racchiude attività tradizionalmen‐ te legate al mare come la pesca, la cantieristica e il trasporto marittimo unitamente ad altre più innovative. Senza dimenticare la Blue Energy & Resources, ovvero la possibilità di estrarre ri‐ sorse energetiche del mare o di produrre ener‐ gia utilizzando l’acqua marina.

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Anche in Italia l'etichetta ecologica di qualità per il turismo sostenibile Green Tourism è il marchio nazionale britannico di certificazione sostenibile del settore turistico, con quasi 2500 as‐ sociati nel Regno Unito e nella Repubbli‐ ca d’Irlanda. Riconosciuta da tutti gli en‐ ti turistici nazionali del Regno Unito, quella di Green Tourism è stata definita l’etichetta più credibile al mondo. Con progetti e licenze in Nuova Zelanda, Svezia, Canada e recentemente in Zim‐ babwe, Green Tourism è considerato u‐ no standard internazionale serio e affi‐ dabile, capace di operare reali cambia‐ menti nella destinazione. Come località che punta alla qualità della vacanza, la Romagna (e Cervia) è stata individuata dai responsabili di Green Tourism come la più adatta a svolgere la sperimenta‐ zione in Italia, che ha anche l’obiettivo di testare e adeguare lo standard UK al mercato italiano. A questo scopo è stata costituita “Green Tourism Italy”, la struttura che con la collaborazione del team inglese di Green Tourism gestirà le iniziative nel nostro Paese. Le aziende partecipanti ai test pilota riceveranno una valutazione personalizzata e appro‐ fondita del grado di sostenibilità della propria struttura. Verranno forniti infat‐ ti: consulenza, assistenza e un rapporto tecnico completo che individua le aree di risparmio, le opportunità di investi‐

mento e le misure concrete a basso co‐ sto che aumentano l’efficienza. Sarà da‐ ta anche un’informazione tecnica di sup‐ porto, con modelli di comunicazione verso il personale e i clienti, video, ma‐ teriali online ecc. per i consumatori (sia italiani che britannici). Fin dall’adesione al programma, le strutture aderenti saranno iscritte al portale internazio‐ nale di Green Tourism (www.green‐ tourism.com) in una pagina dedicata al‐ le imprese turistiche italiane alla pari delle strutture britanniche; avranno a disposizione lo speciale logo digitale di Green Tourism con la scritta “Awaiting Grading” (in attesa di classificazione) che contraddistingue le strutture in fase di avvio. La fase di sperimentazione ter‐ minerà entro il mese di giugno 2015 con la visita degli ispettori di Green Tourism, che andranno a definire il grado di so‐ stenibilità delle strutture ricettive ade‐ renti, qualificandole come bronzo, ar‐ gento e oro.


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le PMI, attraverso un codice. Quello che serve, secondo Pegge, è “una regolamentazione più semplice, più chiara, facilmente gestibile, che sia meno prescritti‐ va, ma che allo stesso tempo inco‐ raggi e premi standard elevati e innovazione.” Oltre ad essere for‐ nitori, le PMI sono estremamente importanti per le grandi aziende, proprio in qualità di clienti. UPS, ad esempio, offre una gamma di prodotti e servizi progettati per aiutare i propri partner commer‐ ciali minori ad operare in modo più sostenibile. “I nostri clienti ci sfidano continuamente nel dare loro opzioni più efficienti”, spie‐ ga Sever. Uno di questi servizi è la spedizione a emissioni zero di UPS; per solo pochi centesimi al pacchetto, le aziende possono compensare le emissioni create dalle loro spedizioni. UPS utiliz‐ za quindi i fondi per sostenere progetti di compensazione – co‐ me la riforestazione o le energie rinnovabili – in tutto il mondo. Pegge è ottimista e guarda avan‐ ti alla prossima indagine Lloyds’ sulle imprese. “Le aziende sono sempre più consapevoli riguardo a questa tematica”, sostiene. “In molti modi, esse guidano l’agenda.” Acquisti e Sostenibilità Fonte: theguardian.com

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Blue Growth il mare come motore della nostra economia

Proteggere l'ambiente marino attraverso la ‘conoscenza’, ovvero attraverso “un approccio rinnovato in cui il mare non è più soltanto un bacino di acqua salata ma un super‐organismo vivente da monitorare e curare, anche attraver‐ so l'attuazione dello strumento che l'Europa si è data ovvero la direttiva quadro sulla strategia marina, che mira a preservare la diversità e la vitalità del mare, compreso il fondo marino, mantenendolo sano, pulito e produttivo. Que‐ sto obiettivo si può raggiungere solo se si ope‐ ra tutti insieme e in modo coordinato”. Queste le recenti parole del Sottosegretario all'Am‐ biente Silvia Velo. Secondo i dati del Ministero, le attività marittime italiane nel loro complesso producono annualmente beni e servizi per un valore di 41,5 miliardi di euro (3% del Pil) e rap‐ presentano il 3,3% degli occupati in Italia. Il si‐ stema mare coinvolge i tre settori dell'econo‐ mia (primario, secondario e terziario) in modo trasversale e racchiude attività tradizionalmen‐ te legate al mare come la pesca, la cantieristica e il trasporto marittimo unitamente ad altre più innovative. Senza dimenticare la Blue Energy & Resources, ovvero la possibilità di estrarre ri‐ sorse energetiche del mare o di produrre ener‐ gia utilizzando l’acqua marina.

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Anche in Italia l'etichetta ecologica di qualità per il turismo sostenibile Green Tourism è il marchio nazionale britannico di certificazione sostenibile del settore turistico, con quasi 2500 as‐ sociati nel Regno Unito e nella Repubbli‐ ca d’Irlanda. Riconosciuta da tutti gli en‐ ti turistici nazionali del Regno Unito, quella di Green Tourism è stata definita l’etichetta più credibile al mondo. Con progetti e licenze in Nuova Zelanda, Svezia, Canada e recentemente in Zim‐ babwe, Green Tourism è considerato u‐ no standard internazionale serio e affi‐ dabile, capace di operare reali cambia‐ menti nella destinazione. Come località che punta alla qualità della vacanza, la Romagna (e Cervia) è stata individuata dai responsabili di Green Tourism come la più adatta a svolgere la sperimenta‐ zione in Italia, che ha anche l’obiettivo di testare e adeguare lo standard UK al mercato italiano. A questo scopo è stata costituita “Green Tourism Italy”, la struttura che con la collaborazione del team inglese di Green Tourism gestirà le iniziative nel nostro Paese. Le aziende partecipanti ai test pilota riceveranno una valutazione personalizzata e appro‐ fondita del grado di sostenibilità della propria struttura. Verranno forniti infat‐ ti: consulenza, assistenza e un rapporto tecnico completo che individua le aree di risparmio, le opportunità di investi‐

mento e le misure concrete a basso co‐ sto che aumentano l’efficienza. Sarà da‐ ta anche un’informazione tecnica di sup‐ porto, con modelli di comunicazione verso il personale e i clienti, video, ma‐ teriali online ecc. per i consumatori (sia italiani che britannici). Fin dall’adesione al programma, le strutture aderenti saranno iscritte al portale internazio‐ nale di Green Tourism (www.green‐ tourism.com) in una pagina dedicata al‐ le imprese turistiche italiane alla pari delle strutture britanniche; avranno a disposizione lo speciale logo digitale di Green Tourism con la scritta “Awaiting Grading” (in attesa di classificazione) che contraddistingue le strutture in fase di avvio. La fase di sperimentazione ter‐ minerà entro il mese di giugno 2015 con la visita degli ispettori di Green Tourism, che andranno a definire il grado di so‐ stenibilità delle strutture ricettive ade‐ renti, qualificandole come bronzo, ar‐ gento e oro.


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Settore in crescita a dispetto della “confusione” normativa

In crescita aziende e occupazione nel settore della gestione dei rifiuti. Oltre il 68% dei nostri imballaggi viene avviato a riciclo (migliorano le per‐ formance delle filiere alluminio, carta, legno, plastica e vetro). Notevoli i margini di ulteriore sviluppo con un quadro normativo più chiaro ed omo‐ geneo. Mirko Turchetti Continua, nonostante il calo dei consumi a causa della crisi, la lenta crescita del settore del riciclo dei rifiuti il cui volume d'affari sfio‐ ra i 34 miliardi di euro e che, negli ultimi 5 an‐ ni, ha registrato un incremento sia nel nume‐ ro di addetti (+13%) sia nelle aziende (10%). E' ciò che emerge dall'annuale rapporto 'L'Italia del Riciclo 2014' realizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile (SUSDEF) e da FI‐ SE‐UNIRE. Nel dettaglio, il riciclo degli imbal‐ laggi nell'anno 2013, pur segnando un rispet‐ tabile tasso del 68%, in termini assoluti cresce solo dell'1%. In merito alle singole tipologie di imballaggi si registrano diversi alti e qualche

basso. La carta continua ad essere l'eccellen‐ za italiana e, nonostante una riduzione nella produzione dell'1,6%, ha visto crescere il suo tasso di riciclo di altri 2 punti percentuali ri‐ spetto al 2012, raggiungendo quota 86%. Be‐ ne anche il vetro che registra un incremento del 3% in termini di raccolta e del 2% in termini di tasso di riciclo, che si attesta al 73%. Anche l'alluminio, come carta e vetro, risponde alla crisi aumentando il proprio tasso di recupero del 4% rispetto al 2012, raggiungendo quota 65%. Crescono, seppur poco, anche le percen‐ tuali di legno e plastica raggiungendo rispetti‐ vamente quota 55% e 39% con una crescita,

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per entrambi, dell'1%. Cala invece il riciclo dell'acciaio (‐2%) che si attesta comunque ad un buon 74% dell'immesso. Discorso diverso per gli altri settori: gli incrementi maggiori sono rap‐ presentati dal riciclo dei materiali tessili (+10%), che ha ancora ampi margini di miglioramento e dai PFU (Pneumatici Fuori Uso) che nel 2013 segnano un +8%. Secondo il Presidente SU‐ SDEF Edo Ronchi, tuttavia, è necessario un ulte‐ riore salto di qualità se si considera il fatto che è ancora troppo alto il valore (53%) dei PFU de‐ stinati alla termovalorizzazione per il recupero energetico, rispetto a quello (47%) destinato al recupero di materia. Risultati altalenanti regi‐ strano per gli altri settori: in particolare sono in calo i quantitativi di materiali ottenuti dalla de‐ molizione di veicoli fuori uso avviati a reimpie‐ go, riciclo e recupero di energia e la raccolta pro‐capite media nazionale di RAEE (nel 2013 3,8 kg/abitante), anche se per questi ultimi i dati 2014 registrano una lieve crescita. Discorso a parte per i rifiuti inerti da costruzione e de‐ molizione con un tasso di recupero stimato al 69%: l’incompletezza dei dati disponibili sulla produzione reale tuttavia non consente di valu‐ tare il reale raggiungimento dell'obiettivo fissa‐ to al 70%. Visti i risultati raggiunti, soprattutto da alcune filiere, ci si chiede quali sono i fattori che impediscono al settore del riciclo di cresce‐ re più celermente. Secondo Edo Ronchi il prin‐ cipale fattore di rallentamento è costituito dal‐

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la mancanza di “norme più chiare, certe ed effi‐ caci" in particolare sul tema dell'End of Waste, vale a dire la definizione di “quando un rifiuto sottoposto ad un trattamento di recupero cessa di essere un rifiuto e diventa un prodotto”. An‐ selmo Calò, Presidente UNIRE, rinforza l'enun‐ ciato in merito all'End of Waste e lo amplia ad altri temi: “le profonde carenze ed inefficienze che affliggono il settore, a livello soprattutto normativo ed amministrativo, sono ancora più difficili da sopportare, specie in una fase di reces‐ sione come quella attuale. Troppi sono i decreti e i regolamenti attesi da tempo: tra questi il decre‐ to sui criteri di assimilazione dei rifiuti speciali agli urbani, le linee guida per il rilascio delle auto‐ rizzazioni, gli standard per il trattamento di alcu‐ ne tipologie di rifiuti, la disciplina della prepara‐ zione per il riutilizzo”. In merito a RAEE e veicoli dismessi egli ha espresso anche preoccupazio‐ ne per il fatto che entrambi siano avviati al trat‐ tamento in Paesi esteri piuttosto che nel terri‐ torio nazionale, privando così l’Italia dei van‐ taggi derivanti dal recupero. In conclusione ri‐ sultati, nonostante qualche eccellenza, ancora in zona grigia. Lascia quantomeno perplessi che alla discussione mancassero i Rappresen‐ tanti delle Istituzioni, un'assenza piuttosto gra‐ ve, in forza tanto degli ambiziosi obiettivi euro‐ pei al 2030, quanto dell'importanza strategica rappresentata dal riciclo per l'Italia, che è oltre‐ tutto un Paese quasi privo di materie prime.


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Settore in crescita a dispetto della “confusione” normativa

In crescita aziende e occupazione nel settore della gestione dei rifiuti. Oltre il 68% dei nostri imballaggi viene avviato a riciclo (migliorano le per‐ formance delle filiere alluminio, carta, legno, plastica e vetro). Notevoli i margini di ulteriore sviluppo con un quadro normativo più chiaro ed omo‐ geneo. Mirko Turchetti Continua, nonostante il calo dei consumi a causa della crisi, la lenta crescita del settore del riciclo dei rifiuti il cui volume d'affari sfio‐ ra i 34 miliardi di euro e che, negli ultimi 5 an‐ ni, ha registrato un incremento sia nel nume‐ ro di addetti (+13%) sia nelle aziende (10%). E' ciò che emerge dall'annuale rapporto 'L'Italia del Riciclo 2014' realizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile (SUSDEF) e da FI‐ SE‐UNIRE. Nel dettaglio, il riciclo degli imbal‐ laggi nell'anno 2013, pur segnando un rispet‐ tabile tasso del 68%, in termini assoluti cresce solo dell'1%. In merito alle singole tipologie di imballaggi si registrano diversi alti e qualche

basso. La carta continua ad essere l'eccellen‐ za italiana e, nonostante una riduzione nella produzione dell'1,6%, ha visto crescere il suo tasso di riciclo di altri 2 punti percentuali ri‐ spetto al 2012, raggiungendo quota 86%. Be‐ ne anche il vetro che registra un incremento del 3% in termini di raccolta e del 2% in termini di tasso di riciclo, che si attesta al 73%. Anche l'alluminio, come carta e vetro, risponde alla crisi aumentando il proprio tasso di recupero del 4% rispetto al 2012, raggiungendo quota 65%. Crescono, seppur poco, anche le percen‐ tuali di legno e plastica raggiungendo rispetti‐ vamente quota 55% e 39% con una crescita,

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per entrambi, dell'1%. Cala invece il riciclo dell'acciaio (‐2%) che si attesta comunque ad un buon 74% dell'immesso. Discorso diverso per gli altri settori: gli incrementi maggiori sono rap‐ presentati dal riciclo dei materiali tessili (+10%), che ha ancora ampi margini di miglioramento e dai PFU (Pneumatici Fuori Uso) che nel 2013 segnano un +8%. Secondo il Presidente SU‐ SDEF Edo Ronchi, tuttavia, è necessario un ulte‐ riore salto di qualità se si considera il fatto che è ancora troppo alto il valore (53%) dei PFU de‐ stinati alla termovalorizzazione per il recupero energetico, rispetto a quello (47%) destinato al recupero di materia. Risultati altalenanti regi‐ strano per gli altri settori: in particolare sono in calo i quantitativi di materiali ottenuti dalla de‐ molizione di veicoli fuori uso avviati a reimpie‐ go, riciclo e recupero di energia e la raccolta pro‐capite media nazionale di RAEE (nel 2013 3,8 kg/abitante), anche se per questi ultimi i dati 2014 registrano una lieve crescita. Discorso a parte per i rifiuti inerti da costruzione e de‐ molizione con un tasso di recupero stimato al 69%: l’incompletezza dei dati disponibili sulla produzione reale tuttavia non consente di valu‐ tare il reale raggiungimento dell'obiettivo fissa‐ to al 70%. Visti i risultati raggiunti, soprattutto da alcune filiere, ci si chiede quali sono i fattori che impediscono al settore del riciclo di cresce‐ re più celermente. Secondo Edo Ronchi il prin‐ cipale fattore di rallentamento è costituito dal‐

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la mancanza di “norme più chiare, certe ed effi‐ caci" in particolare sul tema dell'End of Waste, vale a dire la definizione di “quando un rifiuto sottoposto ad un trattamento di recupero cessa di essere un rifiuto e diventa un prodotto”. An‐ selmo Calò, Presidente UNIRE, rinforza l'enun‐ ciato in merito all'End of Waste e lo amplia ad altri temi: “le profonde carenze ed inefficienze che affliggono il settore, a livello soprattutto normativo ed amministrativo, sono ancora più difficili da sopportare, specie in una fase di reces‐ sione come quella attuale. Troppi sono i decreti e i regolamenti attesi da tempo: tra questi il decre‐ to sui criteri di assimilazione dei rifiuti speciali agli urbani, le linee guida per il rilascio delle auto‐ rizzazioni, gli standard per il trattamento di alcu‐ ne tipologie di rifiuti, la disciplina della prepara‐ zione per il riutilizzo”. In merito a RAEE e veicoli dismessi egli ha espresso anche preoccupazio‐ ne per il fatto che entrambi siano avviati al trat‐ tamento in Paesi esteri piuttosto che nel terri‐ torio nazionale, privando così l’Italia dei van‐ taggi derivanti dal recupero. In conclusione ri‐ sultati, nonostante qualche eccellenza, ancora in zona grigia. Lascia quantomeno perplessi che alla discussione mancassero i Rappresen‐ tanti delle Istituzioni, un'assenza piuttosto gra‐ ve, in forza tanto degli ambiziosi obiettivi euro‐ pei al 2030, quanto dell'importanza strategica rappresentata dal riciclo per l'Italia, che è oltre‐ tutto un Paese quasi privo di materie prime.


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rifiuti urbani, pari a 1,48 kg al giorno. Il 35% dei rifiuti prodotti è costituito dalla frazione orga‐ nica (scarti di cucina e sfalci di giardinaggio). Separare già in casa questa frazione dal resto dei rifiuti, utilizzando gli appositi sacchetti ed i cestelli aerati, è una buona pratica e consente un’eccellente soluzione per smaltirli avviando‐ li al compostaggio che li trasforma in ottimi fertilizzanti naturali. A questo punto lo spe‐

Alla scoperta del COMPOST ovvero come riciclare gli scarti di cucina e produrre fertilizzante naturale per le piante di casa Trasformare in compost gli scarti di cucina non è proprio un’idea recente. Era pratica co‐ mune presso i contadini dei secoli precedenti: quando l’Italia era un Paese a prevalente cul‐ tura contadina, gli scarti dell’orto e i residui di cibo venivano reimpiegati per l’alimentazione degli animali o usati nei campi come fertiliz‐ zante: ogni cosa aveva origine da elementi naturali e i rifiuti organici praticamente non esistevano. Con il successivo fenomeno di i‐ nurbamento e l’arrivo nelle città di grandi masse di popolazione dalle campagne, queste sane procedure sono diventate impraticabili e desuete, cosicché quegli scarti, che oggi sono chiamati ‘frazione umida’ dei rifiuti, finiscono per lo più in discarica e rappresentano un pro‐ blema di smaltimento di cospicua importanza per le amministrazioni comunali, con le ormai note ricadute anche sui cittadini. Ogni anno in Italia si producono infatti circa 32 milioni di tonnellate di rifiuti urbani: significa che ogni cittadino italiano produce in un anno 541 kg di

ciale sacchetto può essere gettato nei casso‐ netti specifici messi a disposizione dai comu‐ ni, da cui arriverà agli impianti di produzione del compost dove, mediante un processo bio‐ logico di stabilizzazione aerobica (in presenza cioè di ossigeno) che avviene nel terreno gra‐ zie all’azione dei batteri presenti, gli scarti si decompongono trasformandosi in soffice ter‐ riccio ricco di humus. La separazione dei rifiuti organici e la produzione di compost presenta‐ no molti vantaggi: intanto si riduce la forma‐ zione di biogas, miasmi e percolati in discarica e si contribuisce alla riduzione dell’effetto ser‐ ra mediante il ‘confinamento’ del carbonio nel suolo; inoltre, attraverso la trasformazione del rifiuto in fertilizzante, si contribuisce al miglioramento delle caratteristiche fisiche del terreno, riducendo l’uso di concimi chimici e pesticidi. La raccolta differenziata comunale ed il conferimento presso gli impianti è sicura‐ mente la strada per produrre compost in quantità industriali e convertire il rifiuto in u‐

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na risorsa anche economica non indiffe‐ rente. Intanto si assiste ad un altro interes‐ sante fenomeno, per cui in molte famiglie si sta adottando una nuova consuetudine: il compostaggio domestico. Grazie a cam‐ pagne di informazione e incentivi econo‐ mici (a partire dalle riduzioni della tassa sui rifiuti) predisposti dalle amministrazioni europee e nazionali, si sono diffuse com‐ postiere da giardino o da balcone – ivi in‐ cluse quelle fai da te, per produzioni ‘familiari’ di compost, più ridotte e desti‐ nate alle piante in casa, in terrazza e in giardino. I più interessati a prodursi il com‐ post in proprio possono trovare tutto quello che bisogna sapere sul compostag‐ gio domestico nella Guida dell’AMSA o presso i siti delle aziende municipali di rac‐ colta dei rifiuti. M. P.

I dieci passi per costruire una compostiera “fai da te” 1) Prendete un contenitore di plastica con coper‐ chio (tipo secchio per la spazzatura o biancheria) di almeno 50 litri di volume (se in famiglia siete pa‐ recchi sarà necessario sceglierne uno più grande). 2) Fate dei fori con il trapano su tutti i lati, com‐ preso il fondo e il coperchio (si consiglia una punta da 5 o 6 mm). 3) Sistemate sotto al secchio un sottovaso abba‐ stanza capiente con degli spessori (sassi o argilla espansa) per consentire lo scolo dei liquidi. 4) Ponete sul fondo del contenitore un letto di ra‐ metti o noccioli di frutta (almeno 3‐4 cm) per favo‐ rire il drenaggio e ricoprite con uno strato di stri‐ scioline di giornale. 5) A questo punto potete cominciare a aggiungere scarti di verdura, piante o fiori appassiti (materiale umido) ben sminuzzati, alternati a strati di giorna‐ le, tovagliolini usati, cartone, rametti di potatura (materiale secco). 6) Dopo ogni aggiunta di materiale, terminare sem‐ pre con giornali o foglie secche e uno strato di ter‐ riccio per evitare gli odori cattivi, tenere lontani gli insetti e stimolare la decomposizione ed infine chiudere bene il coperchio. E’ più comodo accumu‐ lare giornalmente gli scarti umidi in cucina, in un altro contenitore più piccolo, (molto meglio però spezzettarli subito) e trasferirli nel composter solo ogni 5/7 giorni. 7) Affinché avvenga la decomposizione, il materiale andrà nebulizzato per mantenerlo leggermente umido. Se però cominciate a sentire odori forti e sgradevoli, vuol dire che c’è troppa umidità e do‐ vrete aggiungere materiale secco. 8) Il liquido che percola nel sottovaso, va rimosso periodicamente. E’ un buon fertilizzante e può es‐ sere utilizzato, allungato con acqua, per annaffiare le piante. 9) Ogni 15/20 giorni areate la miscela rigirandola con un bastone. Dopo circa 2 mesi dovrebbe sen‐ tirsi del tepore, indice del processo di decomposi‐ zione. 10) Quando il livello avrà raggiunto circa la metà dell’altezza del bidone, smettete di aggiungere ma‐ teriale e aspettate con pazienza, sempre mescolan‐ do periodicamente. Ci vorranno vari mesi (da 4 a 6 a seconda delle condizioni climatiche). Si consiglia, almeno le prime volte, di evitare i mesi estivi per mettere in atto questa pratica (anche se con il cal‐ do il processo di degradazione avviene più veloce‐ mente, è molto facile che si sviluppino cattivi odori che attirano gli insetti). (Fonte: rinnovabili.it)


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rifiuti urbani, pari a 1,48 kg al giorno. Il 35% dei rifiuti prodotti è costituito dalla frazione orga‐ nica (scarti di cucina e sfalci di giardinaggio). Separare già in casa questa frazione dal resto dei rifiuti, utilizzando gli appositi sacchetti ed i cestelli aerati, è una buona pratica e consente un’eccellente soluzione per smaltirli avviando‐ li al compostaggio che li trasforma in ottimi fertilizzanti naturali. A questo punto lo spe‐

Alla scoperta del COMPOST ovvero come riciclare gli scarti di cucina e produrre fertilizzante naturale per le piante di casa Trasformare in compost gli scarti di cucina non è proprio un’idea recente. Era pratica co‐ mune presso i contadini dei secoli precedenti: quando l’Italia era un Paese a prevalente cul‐ tura contadina, gli scarti dell’orto e i residui di cibo venivano reimpiegati per l’alimentazione degli animali o usati nei campi come fertiliz‐ zante: ogni cosa aveva origine da elementi naturali e i rifiuti organici praticamente non esistevano. Con il successivo fenomeno di i‐ nurbamento e l’arrivo nelle città di grandi masse di popolazione dalle campagne, queste sane procedure sono diventate impraticabili e desuete, cosicché quegli scarti, che oggi sono chiamati ‘frazione umida’ dei rifiuti, finiscono per lo più in discarica e rappresentano un pro‐ blema di smaltimento di cospicua importanza per le amministrazioni comunali, con le ormai note ricadute anche sui cittadini. Ogni anno in Italia si producono infatti circa 32 milioni di tonnellate di rifiuti urbani: significa che ogni cittadino italiano produce in un anno 541 kg di

ciale sacchetto può essere gettato nei casso‐ netti specifici messi a disposizione dai comu‐ ni, da cui arriverà agli impianti di produzione del compost dove, mediante un processo bio‐ logico di stabilizzazione aerobica (in presenza cioè di ossigeno) che avviene nel terreno gra‐ zie all’azione dei batteri presenti, gli scarti si decompongono trasformandosi in soffice ter‐ riccio ricco di humus. La separazione dei rifiuti organici e la produzione di compost presenta‐ no molti vantaggi: intanto si riduce la forma‐ zione di biogas, miasmi e percolati in discarica e si contribuisce alla riduzione dell’effetto ser‐ ra mediante il ‘confinamento’ del carbonio nel suolo; inoltre, attraverso la trasformazione del rifiuto in fertilizzante, si contribuisce al miglioramento delle caratteristiche fisiche del terreno, riducendo l’uso di concimi chimici e pesticidi. La raccolta differenziata comunale ed il conferimento presso gli impianti è sicura‐ mente la strada per produrre compost in quantità industriali e convertire il rifiuto in u‐

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na risorsa anche economica non indiffe‐ rente. Intanto si assiste ad un altro interes‐ sante fenomeno, per cui in molte famiglie si sta adottando una nuova consuetudine: il compostaggio domestico. Grazie a cam‐ pagne di informazione e incentivi econo‐ mici (a partire dalle riduzioni della tassa sui rifiuti) predisposti dalle amministrazioni europee e nazionali, si sono diffuse com‐ postiere da giardino o da balcone – ivi in‐ cluse quelle fai da te, per produzioni ‘familiari’ di compost, più ridotte e desti‐ nate alle piante in casa, in terrazza e in giardino. I più interessati a prodursi il com‐ post in proprio possono trovare tutto quello che bisogna sapere sul compostag‐ gio domestico nella Guida dell’AMSA o presso i siti delle aziende municipali di rac‐ colta dei rifiuti. M. P.

I dieci passi per costruire una compostiera “fai da te” 1) Prendete un contenitore di plastica con coper‐ chio (tipo secchio per la spazzatura o biancheria) di almeno 50 litri di volume (se in famiglia siete pa‐ recchi sarà necessario sceglierne uno più grande). 2) Fate dei fori con il trapano su tutti i lati, com‐ preso il fondo e il coperchio (si consiglia una punta da 5 o 6 mm). 3) Sistemate sotto al secchio un sottovaso abba‐ stanza capiente con degli spessori (sassi o argilla espansa) per consentire lo scolo dei liquidi. 4) Ponete sul fondo del contenitore un letto di ra‐ metti o noccioli di frutta (almeno 3‐4 cm) per favo‐ rire il drenaggio e ricoprite con uno strato di stri‐ scioline di giornale. 5) A questo punto potete cominciare a aggiungere scarti di verdura, piante o fiori appassiti (materiale umido) ben sminuzzati, alternati a strati di giorna‐ le, tovagliolini usati, cartone, rametti di potatura (materiale secco). 6) Dopo ogni aggiunta di materiale, terminare sem‐ pre con giornali o foglie secche e uno strato di ter‐ riccio per evitare gli odori cattivi, tenere lontani gli insetti e stimolare la decomposizione ed infine chiudere bene il coperchio. E’ più comodo accumu‐ lare giornalmente gli scarti umidi in cucina, in un altro contenitore più piccolo, (molto meglio però spezzettarli subito) e trasferirli nel composter solo ogni 5/7 giorni. 7) Affinché avvenga la decomposizione, il materiale andrà nebulizzato per mantenerlo leggermente umido. Se però cominciate a sentire odori forti e sgradevoli, vuol dire che c’è troppa umidità e do‐ vrete aggiungere materiale secco. 8) Il liquido che percola nel sottovaso, va rimosso periodicamente. E’ un buon fertilizzante e può es‐ sere utilizzato, allungato con acqua, per annaffiare le piante. 9) Ogni 15/20 giorni areate la miscela rigirandola con un bastone. Dopo circa 2 mesi dovrebbe sen‐ tirsi del tepore, indice del processo di decomposi‐ zione. 10) Quando il livello avrà raggiunto circa la metà dell’altezza del bidone, smettete di aggiungere ma‐ teriale e aspettate con pazienza, sempre mescolan‐ do periodicamente. Ci vorranno vari mesi (da 4 a 6 a seconda delle condizioni climatiche). Si consiglia, almeno le prime volte, di evitare i mesi estivi per mettere in atto questa pratica (anche se con il cal‐ do il processo di degradazione avviene più veloce‐ mente, è molto facile che si sviluppino cattivi odori che attirano gli insetti). (Fonte: rinnovabili.it)


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Luca Di Leone - Greenport

Conservare nel modo migliore possibile la dotazione limitata di risorse che ci è stata lasciata e rispettare il ritmo naturale che governa il processo del divenire significa esprimere Il nostro amore supremo per ogni forma di vita che seguirà. Essere consapevoli di questa duplice responsabilità costituisce il primo stadio del passaggio da un sistema di colonizzazione a un sistema ecocompatibile.

RELOADER Magazine Inserto n.11/2014

Jeremy Rifkin

Alcune autorevoli fonti de‐

Il paesaggio è una determina‐

Ogni paesaggio è una ela‐

sce un’area definita o delimi‐

finiscono quanto segue:

ta parte di territorio, così co‐

borazione culturale di uno

tata che include porzioni di

L’ambiente è l’insieme del‐

me è percepita dalle popola‐

specifico ambiente natura‐

suolo o di acque, considerata

le condizioni fisico ‐ chimi‐

zioni, il cui carattere deriva

le (Sereno, 1983). In altri

di solito un possedimento di

che e biologiche che permet‐

dall'azione di fattori naturali e/

termini, il paesaggio è la for‐

un animale, di una persona, di

tono e favoriscono la vita de‐

o umani e dalle loro interrela‐

ma dell’ambiente (Arch. R. Ba‐

una organizzazione o di una

gli esseri viventi (Dizionario

zioni. (Convenzione europea

rocchi).

istituzione (Wikipedia).

Devoto Oli 2006)

del paesaggio).

Un territorio, invece, costitui‐

Quest’ultima definizione sem‐


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Luca Di Leone - Greenport

Conservare nel modo migliore possibile la dotazione limitata di risorse che ci è stata lasciata e rispettare il ritmo naturale che governa il processo del divenire significa esprimere Il nostro amore supremo per ogni forma di vita che seguirà. Essere consapevoli di questa duplice responsabilità costituisce il primo stadio del passaggio da un sistema di colonizzazione a un sistema ecocompatibile.

RELOADER Magazine Inserto n.11/2014

Jeremy Rifkin

Alcune autorevoli fonti de‐

Il paesaggio è una determina‐

Ogni paesaggio è una ela‐

sce un’area definita o delimi‐

finiscono quanto segue:

ta parte di territorio, così co‐

borazione culturale di uno

tata che include porzioni di

L’ambiente è l’insieme del‐

me è percepita dalle popola‐

specifico ambiente natura‐

suolo o di acque, considerata

le condizioni fisico ‐ chimi‐

zioni, il cui carattere deriva

le (Sereno, 1983). In altri

di solito un possedimento di

che e biologiche che permet‐

dall'azione di fattori naturali e/

termini, il paesaggio è la for‐

un animale, di una persona, di

tono e favoriscono la vita de‐

o umani e dalle loro interrela‐

ma dell’ambiente (Arch. R. Ba‐

una organizzazione o di una

gli esseri viventi (Dizionario

zioni. (Convenzione europea

rocchi).

istituzione (Wikipedia).

Devoto Oli 2006)

del paesaggio).

Un territorio, invece, costitui‐

Quest’ultima definizione sem‐


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bra, pertanto, assegnare con‐

game affettivo con il luoghi e

migliorando il territorio, un

che capaci di renderne più effi‐

notati maggiormente sociali,

sviluppa il senso di identità e

posto alla volta, selezionando

cace ed economica la gestio‐

se non politici, al territorio,

di appartenenza alla comuni‐

nuove tecnologie, prodotti e

ne. Un esempio per tutti: non

rispetto al paesaggio e ancor

tà che vi è inserita; è il primo

servizi per incrementare la so‐

più cassonetti sgangherati e

più all’ambiente.

modo per imparare a leggere

stenibilità ambientale, con una

maleodoranti, ma raccoglitori

La terra diventa territorio

e rispettare territori altrui.

particolare attenzione alla rac‐

di diversi design, più igienici e

“quando è tramite di comuni‐

Il territorio è elemento che

colta dei rifiuti e al paesaggio

gradevoli alla vista. Contenito‐

cazioni, quando è mezzo e

contiene anche il paesaggio,

urbano. Si pensi, ad esempio,

ri interrati a campana per rifiu‐

oggetto di lavoro, di produ‐

con il quale sono, insieme,

allo sfruttamento razionale e

ti differenziati e residuali, in

zioni, di scambi, di coopera‐

parte dell’ambiente. Occorre

rispettoso delle risorse natura‐

cemento e acciaio e colonni‐

zione” (Dematteis, 1985).

perciò considerare lʼambien‐

li, al decoro e all’impatto este‐

ne esterne per conferimenti,

In realtà, i termini territorio e

te, apprezzarne le sfumature,

tico o alla gestione dei rifiuti in

configurabili per ogni tipolo‐

paesaggio, specie se antropi‐

distinguerne i colori e, nel

esso generati e contenuti. La

gia di rifiuti.

co, sovente collimano e con‐

pieno rispetto delle diversità,

green economy oggi offre og‐

Bisogna inoltre sottolineare

tribuiscono, insieme, a defi‐

unire persone, strumenti,

gi nuove tecnologie e soluzio‐

anche l’importanza del design,

nire e connotare l’ambiente.

prodotti e servizi, per rende‐

ni per rendere smart il territo‐

quale strumento ulteriore per

Conoscere e rispettare il pro‐

re il territorio un posto mi‐

rio che abitiamo, spesso an‐

far crescere la consapevolezza

prio territorio favorisce un

gliore in cui vivere. Realizzare

aumento della consapevolez‐

un ambiente sostenibile vuol

za delle proprie responsabili‐

dire quindi aver cura del pae‐

tà nei confronti di esso, a par‐

saggio e offrire soluzioni tec‐

tire da una riflessione sul rap‐

niche, economiche e sociali al

porto tra l’uomo e l’ambiente

territorio, che siano ecocom‐

e su come l’uomo ha modifi‐

patibili. Per raggiungere que‐

cato e modifica l’ambiente;

sti obiettivi è necessario pen‐

favorisce un aumento del le‐

sare globale e agire locale,

Contenitori interrati per la raccolta differenziata dei rifiuti urbani


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bra, pertanto, assegnare con‐

game affettivo con il luoghi e

migliorando il territorio, un

che capaci di renderne più effi‐

notati maggiormente sociali,

sviluppa il senso di identità e

posto alla volta, selezionando

cace ed economica la gestio‐

se non politici, al territorio,

di appartenenza alla comuni‐

nuove tecnologie, prodotti e

ne. Un esempio per tutti: non

rispetto al paesaggio e ancor

tà che vi è inserita; è il primo

servizi per incrementare la so‐

più cassonetti sgangherati e

più all’ambiente.

modo per imparare a leggere

stenibilità ambientale, con una

maleodoranti, ma raccoglitori

La terra diventa territorio

e rispettare territori altrui.

particolare attenzione alla rac‐

di diversi design, più igienici e

“quando è tramite di comuni‐

Il territorio è elemento che

colta dei rifiuti e al paesaggio

gradevoli alla vista. Contenito‐

cazioni, quando è mezzo e

contiene anche il paesaggio,

urbano. Si pensi, ad esempio,

ri interrati a campana per rifiu‐

oggetto di lavoro, di produ‐

con il quale sono, insieme,

allo sfruttamento razionale e

ti differenziati e residuali, in

zioni, di scambi, di coopera‐

parte dell’ambiente. Occorre

rispettoso delle risorse natura‐

cemento e acciaio e colonni‐

zione” (Dematteis, 1985).

perciò considerare lʼambien‐

li, al decoro e all’impatto este‐

ne esterne per conferimenti,

In realtà, i termini territorio e

te, apprezzarne le sfumature,

tico o alla gestione dei rifiuti in

configurabili per ogni tipolo‐

paesaggio, specie se antropi‐

distinguerne i colori e, nel

esso generati e contenuti. La

gia di rifiuti.

co, sovente collimano e con‐

pieno rispetto delle diversità,

green economy oggi offre og‐

Bisogna inoltre sottolineare

tribuiscono, insieme, a defi‐

unire persone, strumenti,

gi nuove tecnologie e soluzio‐

anche l’importanza del design,

nire e connotare l’ambiente.

prodotti e servizi, per rende‐

ni per rendere smart il territo‐

quale strumento ulteriore per

Conoscere e rispettare il pro‐

re il territorio un posto mi‐

rio che abitiamo, spesso an‐

far crescere la consapevolezza

prio territorio favorisce un

gliore in cui vivere. Realizzare

aumento della consapevolez‐

un ambiente sostenibile vuol

za delle proprie responsabili‐

dire quindi aver cura del pae‐

tà nei confronti di esso, a par‐

saggio e offrire soluzioni tec‐

tire da una riflessione sul rap‐

niche, economiche e sociali al

porto tra l’uomo e l’ambiente

territorio, che siano ecocom‐

e su come l’uomo ha modifi‐

patibili. Per raggiungere que‐

cato e modifica l’ambiente;

sti obiettivi è necessario pen‐

favorisce un aumento del le‐

sare globale e agire locale,

Contenitori interrati per la raccolta differenziata dei rifiuti urbani


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Elementi di arredo sostenibile per strade e parchi, barriere e recinzioni, in plastica riciclata e materiali naturali. www.greenport.it

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24

ambientale nella comuni‐

la eventuale necessità di ma‐

tà e per offrire elementi

nutenzione. Identificazione

utili a persuadere anche i

RFID e codice a barre, loca‐

più scettici che i rifiuti

lizzazione GPS, pesatura: o‐

possono rappresentare

gnuno di questi moduli può

una nuova risorsa. Uti‐

essere accoppiato con gli altri,

lizzare elementi per

al fine di raggiungere una mi‐

l’arredo urbano realiz‐

gliore accuratezza e realizzare

zati con materiali rici‐

report specifici, molto utili per

clati e/o riciclabili, a‐

rifiuti e degli arredi di strade e

pianificare le attività interne e

dottare moderni sistemi

parchi, affinché ne sia garanti‐

ottimizzare la loro organizza‐

di gestione delle raccolte

ta l’incolumità e semplificato il

zione. Gli strumenti innovativi

differenziate, favorire lo

lavoro di ritiro e di manuten‐

ci sono, non serve che appli‐

sviluppo culturale del ri‐

zione. Per questo insieme ai

carli. L.D.L.

uso e del riciclo, sono so‐

prodotti, Greenport offre

lo alcuni, banali quanto

ai suoi clienti anche siste‐

cruciali, esempi delle

mi modulari hardware e

best practices da im‐

software, che hanno l'o‐

plementare nel proprio

biettivo basilare di cono‐

territorio, per far bene a

scere la posizione esat‐

paesaggio, ambiente e

ta di ogni manufatto su

qualità della vita degli a‐

un determinato territo‐

bitanti. Ma non basta: è

rio, memorizzare il suo

necessario anche un co‐

uso da parte degli utenti,

stante monitoraggio dei

nonché rilevare lo stato

dispositivi di raccolta dei

del singolo dispositivo e


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Elementi di arredo sostenibile per strade e parchi, barriere e recinzioni, in plastica riciclata e materiali naturali. www.greenport.it

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ambientale nella comuni‐

la eventuale necessità di ma‐

tà e per offrire elementi

nutenzione. Identificazione

utili a persuadere anche i

RFID e codice a barre, loca‐

più scettici che i rifiuti

lizzazione GPS, pesatura: o‐

possono rappresentare

gnuno di questi moduli può

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essere accoppiato con gli altri,

lizzare elementi per

al fine di raggiungere una mi‐

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zati con materiali rici‐

report specifici, molto utili per

clati e/o riciclabili, a‐

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pianificare le attività interne e

dottare moderni sistemi

parchi, affinché ne sia garanti‐

ottimizzare la loro organizza‐

di gestione delle raccolte

ta l’incolumità e semplificato il

zione. Gli strumenti innovativi

differenziate, favorire lo

lavoro di ritiro e di manuten‐

ci sono, non serve che appli‐

sviluppo culturale del ri‐

zione. Per questo insieme ai

carli. L.D.L.

uso e del riciclo, sono so‐

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ai suoi clienti anche siste‐

cruciali, esempi delle

mi modulari hardware e

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software, che hanno l'o‐

plementare nel proprio

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scere la posizione esat‐

paesaggio, ambiente e

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bitanti. Ma non basta: è

rio, memorizzare il suo

necessario anche un co‐

uso da parte degli utenti,

stante monitoraggio dei

nonché rilevare lo stato

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del singolo dispositivo e


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